Periodico d’informazione locale. Anno X n. 6 del 2 febbraio 2016. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da CD produzione soc.coop. a r.l.
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Febbraio 2016
Anno X Ed. 6
Firenze Quartiere 1
Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino
Primo piano
✎ Editoriale
le piazze che cambiano il loro volto
nella città da vivere a piedi Matteo Francini
U
n San Valentino speciale in città. Se il 14 febbraio è per antonomasia il giorno degli innamorati, quest’anno Firenze lo ha scelto come data simbolo per la trasformazione di uno dei suoi spazi più celebri e, senz’altro, suggestivi: piazzale Michelangelo. Scatta proprio quel giorno la pedonalizzazione della terrazza sulla città, uno degli interventi pensati per ridisegnare completamente lo spazio panoramico.
Dall’area di Santissima Annunziata ai Tre Re, ecco le zone al centro di progetti di recupero ☛ pagina 3
Fiorentina
certe notti viola, le sfide al franchi
F
ra campionato e coppa, il calendario riserva questo mese alla Fiorentina e ai suoi tifosi una serie di big match ravvicinati in orario serale tra le “mura amiche” dello stadio Franchi.
☛ pagina 14
Il Reporter dei piccoli: filastrocca di Carnevale per i lettori in erba ☛ pagina 13
☛ SEgUE a pagina 11
pedonalizzazioni, prosegue il cammino Gianni Carpini
A
gennaio 2015 era toccato all’Oltrarno con piazza del Carmine, mentre l’inizio di questo 2016 segna la trasformazione di piazzale Michelangelo, che dice addio a buona parte del parcheggione con vista. Le “rivoluzioni a piedi” stanno cambiando il volto (e le abitudini) della città. Ma non ci si fermerà qua. Per il futuro, il borsino delle pedonalizzazioni segnala Borgo San Jacopo come prossima tappa. E a piedi non si andrà solo in centro, ma anche in periferia: ecco le altre idee per la città.
altri cassonetti vanno sotto terra Nel corso del 2016 previsto il taglio del nastro di nuove postazioni interrate in centro.
☛ pagina 4
tornano gli alberi, rinasce l’anconella Addio pini, arrivano nuove specie: dopo la tempesta di agosto il parco torna a colorarsi di verde.
☛ SEgUE a pagina 8
non solo 1966: le “altre” alluvioni
☛ pagina 9
a spasso tra le opere salvate dal fango
☛ pagina 2
☛ pagina 10
La famiglia italiana della frutta
2 | Febbraio 2016
Quartiere 1
#Primo piano
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
La città di ieri...
da santa croce a san niccolò, le “altre” alluvioni che colpirono firenze L’iniziativa
un “fiume di runners” cinquant’anni dopo
I
n occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione del ‘66, tira aria (anche) di cultura e sport in città. Tra gli eventi commemorativi ci sarà pure la XXXIII Half Marathon Firenze Vivicittà del 3 aprile, per professionisti (pronti a correre per oltre 21 chilometri) e non (che potranno scegliere tra corsa non competitiva di dieci chilometri e walking di cinque). Novità la maglietta Diadora, rigorosamente viola, ispirata proprio al tema alluvione. Nel disegno, a firma Staino, compare un gruppo di corridori accompagnati dallo slogan “Cinquant’anni dopo... un fiume di runners colora Firenze”. Per informazioni: www. halfmarathonfirenze.it. S.M.
Sonia Muraca
I
l 2016, per Firenze, è l’anno dei ricordi legati all’alluvione del 4 novembre 1966: un pezzo di storia, tragica ma significativa, di cui la città conserva ancora oggi le tracce. Lo dimostrano le targhe commemorative sparse per il centro, pronte a testimoniare l’altezza raggiunta in quell’occasione dalle acque del fiume. Le più conosciute si trovano nella zona di Santa Croce, una delle più colpite a causa della sua vicinanza alle rive dell’Arno. Ce n’è una in piena piazza (in alto, quasi all’angolo con via Verdi), ma non è la sola. Se ne può trovare un’altra poco più in là, in via de’ Macci, e cambiando zona anche in Oltrarno, in via di San Niccolò (sulla facciata dell’omonima chiesa), e così via. Ma se l’alluvione del ’66 gioca una parte da protagonista nella memoria di tutti, basta aguzzare la vista per scoprire anche targhe che ricordano alluvioni meno note, targhe che, sia per posizione che per data, rischiano spesso di passare inosservate. Sempre in piazza Santa Croce, ad esempio, se ne trova una poco più in basso di quella del 1966 (e addirittura più leggibile, non fosse altro che per la maggior vicinanza all’occhio del passante). La data riportata è quella del 13 settembre 1557, la stessa che si legge anche sulla facciata della chiesa di San
Niccolò, anche in questo caso giusto accanto a quella del ’66. Un accostamento dovuto probabilmente alla similitudine tra i due eventi: anche nel ‘500, in effetti, la zona più colpita fu quella di Santa Croce, inclusa la sua Basilica (poi restaurata dal Vasari). Risale a dieci anni prima, invece, l’alluvione del 13 agosto 1547: una targa in marmo, posta in via Ghibellina (all’angolo con via delle Casine), la ricorda. Insolito il periodo della piena, che provocò centinaia di vittime. Anche in questo caso, la targa ne affianca un’altra, questa volta in metallo, che testimonia la piena del 3 novembre 1844, la stessa di cui si trova memoria in via della Vigna, per quella che è ricordata come l’ultima grande inondazione dell’Arno pre-autunno 1966, che colpì non solo il capoluogo ma anche diverse zone nei dintorni, come il Mugello, la Val di Sieve e la Piana. Infine, vale la pena ricordare anche un’altra esondazione, che appare quasi come un tragico “scherzo del destino” per la coincidenza della data. Era il 4 novembre del 1333 quando Firenze perse tutti i suoi ponti, eccetto l’attuale ponte alle Grazie. Non si salvò neppure Ponte Vecchio, che venne fatto ricostruire ben dodici anni dopo.
Una delle targhe che ricordano le alluvioni precedenti a quella del 1966
La scoperta
Oltre a quelle che ricordano l’inondazione del 1966, in centro non mancano le targhe che rievocano eventi precedenti
e il mugnone scorreva qua
P
alazzo Medici Riccardi non finisce mai di stupire. E stavolta lo fa con un nuovo percorso archeologico: i sotterranei restituiti nella loro integrità alla cittadinanza, dove sono tornati alla luce il letto in cui in epoca romana scorreva il Mugnone e un’antica sponda del corso d’acqua, insieme ad altri reperti di grande valore storico. Il nuovo percorso, che verrà completato entro la fine del 2016, è stato eccezionalmente visitabile nei mesi di dicembre e gennaio, in attesa di entrare a far parte stabilmente del percorso museale del palazzo nel 2017. Tante le scoperte effettuate e mostrate in anteprima: su tutte, il letto del torrente Mugnone, risalente al I secolo a.C., insieme a un’antica cucina sotterranea destinata alla servitù dei Riccardi, due pozzi di particolare valore architettonico e altri resti archeologici che entreranno a far parte del patrimonio di Palazzo Medici Riccardi. Proprio come era avvenuto per Palazzo Vecchio, grazie a un investimento di quasi un milione di euro un nutrito gruppo di tecnici ed esperti ha recuperato quello che era rimasto celato per quasi duemila anni: come testimoniano i ritrovamenti, il letto originario del Mugnone scorreva esattamente sotto l’edificio del centro fiorentino. Tra i ritrovamenti figurano anche la piattaforma di un forno, predisposto probabilmente anche per bruciarvi aromi, e l’antica stalla del palazzo, tutti elementi che andranno a impreziosire la collezione del sontuoso edificio di via Cavour: in questo 2016, ha annunciato il sindaco Dario Nardella, è previsto un progetto di valorizzazione generale di Palazzo Medici Riccardi. D.M.
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Febbraio 2016 | 3
...e quella di domani
Lo spazio
santissima annunziata, cambiamenti in arrivo
a giugno il nuovo museo degli innocenti
I
Progetto triennale per valorizzazione e recupero dell’area Sara Camaiora
C
irca cinque milioni di euro per far rinascere un luogo importante del centro storico cittadino, più volte finito sotto i riflettori. Parliamo di piazza Santissima Annunziata che, grazie a un protocollo di intesa tra Comune ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si prepara a cambiare volto da qui al 2017. L’area sarà al centro di un ampio progetto triennale (2015-2017) di recupero e valorizzazione a carattere urbanistico, architettonico e artistico: quattro milioni e 700mila euro il costo complessivo previsto, sostenuto, nell’arco del triennio, per tre milioni da Palazzo Vecchio e 1,7 da Ente Cr Firenze (che usufruisce dell’Art Bonus). Al centro degli interventi la Basilica che – viene spiegato – da tempo necessitava di operazioni di consolidamento e pulitura. Numerosi i lavori in programma, dal più significativo, ovvero il restauro del Tempietto della Vergine Maria, che conserva un affresco duecentesco raffigurante l’Annunciazio-
ne, alla conservazione e messa in sicurezza dei marmi di rivestimento delle pareti, della cupola, al rifacimento della porzione superiore della facciata e al recupero degli elementi lapidei che su di lei insistono della “Biblioteca Michelozziana”, fino al restauro della facciata dell’Oratorio di San Francesco Poverino. Questi ultimi due interventi saranno eseguiti a cura dell’omonima Confraternita, proprietaria del bene, mentre quelli delle facciate lato nord e ovest del Chiostro Grande del Convento saranno effettuati a cura dei Padri Serviti che ne sono proprietari. Come è stato riscontrato da indagini preliminari all’operazione, si è rivelato necessario procedere con la riqualificazione anche delle zone circostanti la Basilica. Saranno così effettuati la mappatura dei sottoservizi della piazza, con l’identificazione di tutte le strutture e le canalizzazioni ad uso delle utenze e dei servizi pubblici e le loro diramazioni, il ripristino del sistema fognario, le cui perdite provocano allagamenti
L’area di Santissima Annunziata sarà al centro di un ampio progetto triennale di recupero e valorizzazione a carattere urbanistico, architettonico e artistico
nelle strade adiacenti oltre al distacco e alla rottura dei marmi del basamento della facciata, e il rifacimento del manto stradale. Anche questi interventi saranno a cura del Comune, su finanziamento dell’Ente Cassa. A carico di Palazzo Vecchio, poi, l’inserimento di un giunto elastico antivibrante nel tratto stradale che corre di fronte alla Basilica per isolarla dalle vibrazioni quotidiane dovute al traffico veicolare. Nel 2017, infine, sarà valutato da parte di Ente Cr Firenze, in accordo con l’amministrazione comunale, se procedere con lo stanziamento di ulteriori contributi per il recupero dei marmi della Basilica e della facciata del Chiostro grande, la mappatura dei sottoservizi e la pavimentazione della piazza.
l 2016 riserva anche un altro importante cambiamento per l’area di Santissima Annunziata. Il 23 giugno sarà inaugurato il Museo degli Innocenti, totalmente rinnovato, con 1.456 metri quadri di percorso espositivo e 1.655 di spazi per eventi temporanei e attività educative. Due nuovi ingressi aperti sulla piazza e nuovi collegamenti verticali, laboratori artistici per bambini e famiglie, mostre temporanee, convegni e attività di formazione, ma anche un punto accoglienza per residenti e turisti che vogliono visitare la città, un bookshop specializzato per ragazzi e una caffetteria: queste le principali novità (nell’immagine un rendering).
L’intervento
la piazzetta dei Tre Re ora volta pagina
“I
ncastrata” tra via dei Calzaioli e piazza della Repubblica, a un passo dal cuore pulsante del centro, finora forse trascurata ma adesso pronta a farsi conoscere e apprezzare. Parliamo della piazzetta dei Tre Re, al centro di un’operazione di recupero alla fine della quale saranno realizzati qua un angolo gastronomico, una parete verde e un punto informativo su avvenimenti cittadini. Tutto grazie a un progetto delle Serre Torrigiani, che si sono aggiudicate il bando promosso dal Comune. Già da tempo gli Angeli del Bello si erano impegnati per ridare decoro alla piazza, in collaborazione con Comune, Serre Torrigiani, Silfi e Sikkens e con il sostegno di “Firenze per Bene”. Ora parte un’operazione più complessa di riqualificazione che, dalla primavera, permetterà di vederla rinnovata. Primo intervento sarà l’installazione di cancelli per la chiusura notturna, donati da Serre Torrigiani. Sempre da Serre Torrigiani arriva il progetto per uno spazio artistico e culturale all’interno dell’area, con la previsione di un angolo gastronomico che offrirà prodotti tradizionali e un punto informativo.
Novità in arrivo per la piazzetta dei Tre Re, al centro di un’operazione di recupero
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4 | Febbraio 2016
Quartiere 1
#Zoom
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
Ambiente
San Jacopino
cassonetti interrati, un terzo accesso arrivano nuove postazioni per il giardino? Da via Cavour all’Oltrarno. E intanto non mancano controlli e sanzioni Sara Camaiora
S
ono arrivati a Firenze dal 2009 in poi, al momento se ne contano quarantadue postazioni all’interno del quartiere 1 e, nell’arco di quest’anno, ne arriveranno altre quattordici. Parliamo dei cassonetti interrati, le ormai note campane grigie dotate di bocche “mangiarifiuti” destinate a organico, multimateriale pesante (vetro, plastiche, metalli, tetrapak) e materiale non differenziabile, dotate di una capacità di contenimento superiore a quella dei cassonetti tradizionali e di un siste-
ma informatico pensato per ottimizzare il servizio di smaltimento, lanciando un “avviso” al momento del massimo riempimento. Una piccola “rivoluzione” per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti nel centro storico, che ha avuto un forte impatto sulle zone in cui sono stati installati. Questo 2016 vedrà il taglio del nastro di due nuove postazioni in via Cavour, poi in piazza San Firenze, via Magliabechi, via Alfani (la seconda), via Maggio, via dei Servi, via Ghibellina, piazza Giudici, via Pisana, via San Gallo, via dei
Alcuni cassonetti interrati presenti in centro: arrivati a Firenze nel 2009, nel corso di questo 2016 ne saranno inaugurati altri
Web
quadrifoglio.org
Banchi, piazza de’ Nerli e via Bartolini. La prima postazione interrata in città, di dimensioni più grandi delle altre, fu la piazzola di piazza Santa Maria Novella, a cui è seguita la realizzazione di quelle di via Montebello, via Finiguerra, borgo Ognissanti, via Santa Caterina da Siena e, a seguire, delle restanti, interrate e seminterrate. L’ultima inaugurata, a fine 2015, è stata quella in piazza Adua. Il costo per la realizzazione di una postazione “standard”, ovvero quella composta da sei campane – viene spiegato – è di circa 83mila euro. Ma come procede la raccolta dei rifiuti con questi cassonetti “intelligenti”? Nel centro storico, fanno sapere da Quadrifoglio, controlli e sanzioni sono frequenti sia per errati conferimenti (a partire da frazioni estranee nel multimateriale) che, soprattutto, per abbandoni di scatole di cartone, provenienti per lo più da attività commerciali, sulle pedane delle isole interrate. Perché carta e cartone non vanno inseriti in nessuna campana, né lasciati nei pressi delle pedane: nel centro storico vige la raccolta “porta a porta”, giornaliera per le attività commerciali e settimanale per i residenti. Nell’arco del 2014, spiegano sempre da Quadrifoglio, sono stati redatti, per mancata differenziazione e abbandoni di materiale, complessivamente 325 verbali, di cui 196 alle stazioni interrate. Nell’anno appena trascorso, invece (secondo i dati aggiornati al 17 novembre 2015) sono stati 271, di cui 160 alle stazioni interrate. In entrambi gli anni, la stragrande maggioranza dei verbali è stata emessa nei confronti di utenze non domestiche (a partire da attività di ristorazione e bar).
Sonia Muraca
A
prire un terzo cancello d’accesso al giardino di via Maragliano-Spontini, in modo da collegarlo alla scuola dell’infanzia Rossini di via Monteverdi. È per verificare la fattibilità di questa proposta – portata avanti da alcuni genitori per bocca dell’associazione “Giardino di San Jacopino” – che il presidente del Q1 Maurizio Sguanci si è recato lo scorso dicembre in via Maragliano con l’assessore all’Ambiente Alessia Bettini. Oltre al sopralluogo, seguito da un incontro con il preside dell’istituto comprensivo Verdi (di cui la scuola Rossini fa parte), sono stati ripiantati alcuni alberi, per rendere l’area ancora più “green”. Un’azione che va di pari passo con la volontà di riqualificazione, da parte del Quartiere 1, dei suoi giardini: un’operazione già partita da via Fontana e che – viene spiegato – si concluderà entro il 2016. Tornando all’incontro con il preside dell’istituto, è emerso in quell’occasione un problema di carenza di personale, unico ostacolo all’accoglimento immediato della proposta. L’apertura di un terzo varco è vincolata all’obbligo di assicurare la sorveglianza sui bambini, in entrata e in uscita dalla scuola. Una copertura che l’istituto comprensivo – è stato spiegato – non sarebbe in grado di fornire. Da qui l’idea di coinvolgere le associazioni presenti sul territorio, tra cui l’Auser. Ma, in attesa di risposte e conferme, quel che è certo è che la carenza di personale non sarà sopperita dall’associazione “Giardino di San Jacopino”, che quest’anno festeggia il suo quarto anno di cura collettiva dell’area verde su cui la scuola primaria si affaccia. “Purtroppo le attività sono tante e, pur volendo, non ce la faremmo a prenderci quest’ulteriore impegno”, commenta il presidente Daniel Monetti. Se l’attività quotidiana riguarda l’apertura dei cancelli, tutti i giorni dell’anno (ore 7,30-19,30), i soci attivi sono impegnati anche nella preparazione del piano di iniziative per il 2016. Tra le certezze in programma, la replica di molte attività che hanno riscosso successo nel 2015: dalla festa dello sport al pranzo di integrazione multiculturale, senza tralasciare il coinvolgimento delle scuole (come già avvenuto per la realizzazione del murales nel giardino). Per informazioni: www.giardinodisanjacopino.it.
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L’area verde di via MaraglianoSpontini, curata dall’associazione “Giardino di San Jacopino”
E-mail: quartiere1@comune.fi.it
VIII edizione 2016
Nel centro storico
LE PAROLE DELL’ANIMA
Concorso di poesia e prosa aperto a tutti gli studenti delle scuole di Firenze
PROGETTI DI RESTAURO NEI COMPLESSI MONUMENTALI
Torna più in forma che mai, per la sua ottava edizione, il concorso di poesia e prosa per le scuole fiorentine intitolato Le Parole dell'Anima, organizzato e promosso dalla commissione servizi educativi del Quartiere 1. Il concorso è aperto a tutti gli studenti delle scuole di Firenze di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori. Si può partecipare con massimo di due elaborati (sia prosa che poesia) ognuno in due copie, una anonima e una riportante i dati dell'autore (nome, cognome, recapito telefonico e/o email, scuola di appartenenza, età) che andranno inviate via posta elettronica all'indirizzo paroledellanima@comune.fi.it entro il 1° marzo 2016. I vincitori saranno svelati durante la premiazione che si terrà come ogni anno nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio il prossimo 14 aprile alle ore 15. I premi ( e ce ne sono tantissimi!) sono anche quest'anno molto ricchi, tutti offerti dagli sponsor che ormai da 8 edizioni accompagnano questo premio sempre più amato dai ragazzi e dagli insegnanti. Che dire allora, lanciatevi! Date libero sfogo alle vostre 'parole dell'anima' e mettetevi alla prova. Per tutti i partecipanti un grande regalo: tutti i testi saranno raccolti in un volume antologico che sarà consegnato gratuitamente durante la premiazione. Vi aspettiamo!
L'Osservatorio Ximeniamo in Borgo San Lorenzo
Per maggiori informazioni:
055.2767248
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La giunta comunale ha deliberato interventi per progetti di restauro di complessi monumentali cittadini. Le balaustre del piazzale Michelangelo saranno completamente restaurate grazie al contributo di Star Hotels (1.030.000), mentre la fondazione Ente Cassa di Risparmio consentirà di avviare il restauro della cupola della basilica di Santissima Annunziata, per un importo di 350.000 euro. Ulteriori opere, finanziate con risorse proprie del Comune, riguarderanno le facciate dell’Osservatorio Ximeniano in Borgo San Lorenzo
Le Parole dell'Anima
paroledellanima@comune.fi.it Posta ordinaria: Le parole dell'anima - c/o Consiglio di Quartiere 1 - piazza S. Croce, 1 - 50122 Firenze, allegando comunque i file word dei testi). Il termine ultimo per la presentazione degli elaborati è il 1° Marzo 2016
NOTIZIE DAL TERRITORIO RILANCIO ARTIGIANO IN OLTRARNO Il sostegno alla creazione di nuove imprese artigiane o lo sviluppo di quelle esistenti ma anche la ristrutturazione di negozi e botteghe come volano per la riqualificazione e la valorizzazione dell’immagine dell’Oltrarno. Queste le azioni che la Banca CR Firenze ha deciso di sostenere con un finanziamento di 250 mila euro nell’ambito del programma di interventi sull’Oltrarno che l’amministrazione comunale intende promuovere per il rilancio del quartiere storico e la risoluzione delle situazioni critiche di maggior degrado urbano. Gli interventi specifici per il sostegno delle attività economiche dell’Oltrarno e la promozione di nuove realtà imprenditoriali saranno oggetto di un bando che l’amministrazione comunale emetterà entro l’anno. Il progetto si sviluppa secondo cinque linee strategiche: 1) animazione economica e promozione turistica dell’Oltrarno storico, 2) sostegno alla creazione di nuove imprese artigiane e sviluppo di quelle esistenti attraverso agevolazioni, formazione, aggiornamento e incubazione, 3) iniziative di commercializzazione dei prodotti dell’artigianato artistico fiorentino, 4) individuazione di partner tecnici privati per lo sviluppo di progetti europei, 5) valorizzazione dell’immagine del quartiere con soluzioni innovative in grado di accentuare l’atmosfera suggestiva dei luoghi. La Camera di Commercio invece ha messo a disposizione 100.000 euro per finanziare interventi di recupero nelle piazze e aree verdi di Oltrarno: l’area giochi piazza Tasso (rifacimento rete recinzione,
(260.000 euro) e la chiesa di San Giovannino degli Scolopi in via Martelli. Si prevede, inoltre, di aumentare il livello di accessibilità delle chiese del Carmine e di Santa Maria Novella con opere di superamento delle barriere architettoniche per un valore di 51.000 euro. Sono state approvate anche opere di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza degli affreschi collocati nelle basiliche fiorentine del Carmine e della Santissima Annunziata, un intervento resosi necessario dopo gli eventi atmosferici straordinari degli ultimi mesi.
Cosa succede sotto casa nostra
sostituzione attrezzature ludiche e interventi complementari di riqualificazione); l’area giochi Scuderie a Porta Romana (sostituzione dell’attrezzature ludiche e interventi complementari di riqualificazione); piazza Santo Spirito (riqualificazione del verde con piante arbustive decorative), nuovo arredo urbano a Palazzo Vegni (10 panchine e 3 tavoli da picnic), lungarno Torrigiani (10 panchine e riqualificazione delle aiuole), piazza Tasso (15 panchine e 3 tavoli da picnic), piazza Demidoff (4 panchine).
IN VENDITA Palazzo della Borsa e Palazzo della Loggia del Grano Aperto il bando per la vendita dei prestigiosi immobili Borsa Merci e Loggia del Grano della Camera di Commercio di Firenze. Si tratta di una delle più grandi operazioni immobiliari degli ultimi decenni a Firenze. Il bando di gara - tradotto anche in inglese e cinese - sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sui principali quotidiani italiani. Le offerte dovranno pervenire alla Camera di Commercio di Firenze (volta dei Mercanti 1 - 50122 Firenze) non oltre le ore 12 di mercoledì 17 febbraio 2016 con le modalità previste nel bando di gara e approvate dalla giunta della Camera di Commercio di Firenze. Il giorno dopo, 18 febbraio 2016 alle 9.45, verranno aperte le offerte. Saranno considerate valide solo le proposte in aumento sui prezzi a base d’asta. L’operazione di vendita dei due immobili è finalizzata all’acquisto di una porzione della
Fortezza da Basso e alla sua ristrutturazione così da poter creare un’infrastruttura per fiere e congressi che possa essere fonte di sviluppo per le imprese di tutto il territorio. Gli immobili potranno essere acquistati insieme o separatamente. Per la vendita congiunta, il prezzo a base d’asta è di 78 milioni e 700mila euro. Maggiori informazioni e bando di gara integrale sul sito della Camera di Commercio di Firenze: www.fi.camcom.gov.it/pages/AstaImmobili
INAUGURAZIONE DELLA NUOVA PALAZZINA FABBRI Rinasce la palazzina ex Fabbri alle Cascine: lo storico complesso è stato restaurato e inaugurato il 30 dicembre 2015 con uno spettacolo gratuito a cura dell’orchestra fiorentina "La Nuova Pippolese". La Palazzina ex Fabbri costituisce una porzione delle vecchie Scuderie delle Cascine e si trova accanto al Centro Visite del Parco. L’edificio nasce nel 1859, alla vigilia dell’Unità d’Italia, come Tiro a Segno nazionale per celebrare i successi ottenuti da Bettino Ricasoli con il plebiscito per l’annessione della Toscana al Regno Sabaudo. Il complesso, di proprietà comunale, ospita tuttora in parte la società del Tiro a Segno, in parte i laboratori di scenografia del Teatro
del Maggio Musicale Fiorentino. L'intervento di restauro ha permesso di recuperare la struttura a fini espositivi e congressuali, con la realizzazione di due sale, una caffetteria, spazi accessori per deposito e servizi, oltre a un piccolo spazio esterno lungo il viale dell'Aeronautica. La superficie complessivamente recuperata è di circa 1.100 metri quadrati. I lavori sono costati 1,8 milioni di euro.
PIANO DI RECUPERO PER VIA PALAZZUOLO È stato approvato il piano di recupero di via Palazzuolo e zone limitrofe che prevede interventi per 1 milione e 100mila euro con riorganizzazione dei sottoservizi, abbattimento di barriere architettoniche, misure per la mobilità ciclo pedonale, nuovo arredo urbano e riqualificazione degli spazi pubblici in via Palazzuolo, piazza San Paolino, via di San Paolino, via dei Fossi, piazza degli Ottaviani e piazza Santa Maria Novella. Il dettaglio dei lavori sarà oggetto di un nuovo passaggio in Consiglio comunale offrendo un’ulteriore occasione per la valorizzazione di una zona dove la caratterizzazione multietnica e multiculturale deve rappresentare un punto di forza e non più un elemento di criticità.
6 | Febbraio 2016
Santa Maria Nuova
affreschi e sculture, i “tesori” dell’ospedale Inaugurato da alcuni mesi il nuovo percorso museale Costanza Marrapese
E
ra il 24 aprile del 1285 quando Folco Portinari, padre della celebre Beatrice dantesca, acquistò un terreno per avviare la costruzione di un ospedale. Appena tre anni dopo, venne inaugurato l’ospedale di Santa Maria Nuova. Ad oggi questo luogo caro ai fiorentini è l’ospedale più antico al mondo ancora in attività e vanta un patrimonio di opere d’arte d’eccellenza, oltre settecento tra dipinti, affreschi e sculture. Santa Maria Nuova è stato testimone del passaggio dei più grandi artisti, primo fra tutti Leonardo da Vinci, ma anche Lorenzo Ghiberti e Piero della Francesca. La neonata Fondazione Santa Maria Nuova Onlus è nata proprio con lo scopo di tutelare e promuovere questa ricchezza. Il nuovo percorso museale, inaugurato nel dicembre scorso, comprende,
Quartiere 1
#Il quartiere in pillole
oltre all’ospedale, la chiesa di San Egidio, con l’annesso Matroneo, l’area riservata alle monache e agli spedalinghi per assistere alle funzioni. Il tour viene organizzato dall’agenzia fiorentina Exclusive Connection Tour per un massimo di venti partecipanti e ha una durata di cinquanta minuti. Il percorso museale include anche il chiostro delle Ossa, dove
è visibile la lapide di Monna Tessa, fondatrice dell’ordine delle Oblate, che suggerì a Folco Portinari di destinare parte dei suoi proventi alla realizzazione dell’edificio. Oltre all’ospedale, che nei secoli non ha mai smesso di funzionare, anche il laboratorio galenico continua la sua attività da allora, seguendo antiche ricette di farmaci e medicamenti.
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
u LO STUDIO
La tecnologia al servizio della riabilitazione Infortuni, patologie, operazioni chirurgiche: una corretta riabilitazione medica effettuata in tempi brevi è l’unica strada per recuperare a pieno le capacità fisiche e motorie dopo un evento traumatico. Maggiore è l’esperienza del medico, più alta la qualità delle tecnologie utilizzate e più facile sarà tornare a una vita normale dopo l’incidente. Per questo Dsa Arte Medica è diventata vero punto di riferimento per Firenze. Un team altamente specializzato di fisioterapisti, fisiatri, ortopedici e infermieri elabora in sinergia un percorso di recupero fatto su misura per ciascun paziente. Lo studio è in grado di offrire tutte le maggiori branche riabilitative, dall’osteopatia alla massoterapia, dalla fisiokinesi ai trattamenti con apparecchiature elettromedicali. Per farlo si avvale di strumentazioni altamente tecnologiche, tra cui Laser Yag e Human Tecar, due tecniche che negli ultimi anni hanno portato a risultati molto soddisfacenti. La Tecar è l’evoluzione della terapia a ultrasuoni: grazie a un macchinario all’avanguardia viene attivato un circuito
elettrolitico che genera calore all’interno del corpo in modo naturale, stimolando la riattivazione del sistema emo-linfatico e accelerando i processi autoriparativi con grande beneficio per il recupero da traumi muscolo-scheletrici. All’interno della struttura viene inoltre praticata la tecnica di linfodrenaggio che utilizza il Metodo Vodder, un tipo di massaggio che, al contrario di quello manuale classico, applica una pressione leggera per aiutare il naturale riassorbimento dei liquidi all’interno dei vasi e incanalare la linfa nella direzione di deflusso. Un trattamento di grande efficacia per ogni tipo di ematoma. La
Dsa Arte Medica di Firenze dispone anche di una palestra per la ginnastica dolce e riabilitativa gestita dai fisioterapisti della struttura e aperta a piccoli gruppi composti al massimo da quattro pazienti per seduta, in modo che il personale medico possa dedicare la massima attenzione a ognuno di loro. Il tutto a prezzi davvero contenuti: visite specialistiche a partire da 35 euro, sedute di terapia e riabilitazione a partire da 10 euro, valutazioni funzionali gratuite. Il centro si trova in Via Targioni Tozzetti 26/b Firenze, a 100 metri da piazza San Jacopino, facilmente raggiungibile con diverse linee Ataf.
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cercasi progetto di recupero
R
estauro per il “Tabernacolo delle Fonticine” di via Nazionale. Dopo l’approvazione da parte della giunta comunale della delibera presentata dall’assessore Alessia Bettini, è arrivato il via libera. I lavori, del valore di 91mila euro, sono possibili grazie all’Istituto Lorenzo de’ Medici, che ha messo a disposizione i suoi docenti. Gli interventi – spiegano da Palazzo Vecchio – non riguarderanno soltanto le superfici in pietra e quelle in marmo, ma anche la pala in terracotta. Dopo la rimozione dei depositi in superficie e la pulitura, saranno realizzate nuove stuccature. La fase finale riguarderà l’eventuale ricostruzione di porzioni del tabernacolo perdute e un intervento per la protezione della superficie in marmo. Quanto alla pala in terracotta, dopo la fase di pulitura, gli esperti consolideranno le parti rovinate, integreranno quelle perdute ed effettueranno alcune stuccature. Anche per la pala è previsto un intervento di protezione. Le operazioni dei tecnici saranno concordate, anche durante l’esecuzione dei lavori, con gli organi di controllo preposti alla tutela del patrimonio artistico e monumentale. “Voglio anzitutto ringraziare l’Istituto Lorenzo de’ Medici che ha permesso il restauro delle Fonticine – ha commentato l’assessore Bettini – il risultato sarà doppiamente gratificante: sotto l’aspetto strettamente estetico, per il piacere di restituire alla città uno dei suoi più bei tabernacoli, e sotto quello culturale, perché fiorentini e turisti potranno apprezzare ancora di più la Madonna con Bambino e San Giovannino di Giovanni della Robbia ospitata all’interno del tabernacolo”.
Porte Sante
messa in sicurezza per il cimitero S
cattano questo mese i lavori di messa in sicurezza del cimitero delle Porte Sante. Sono previsti interventi di manutenzione straordinaria di ringhiere, scale e parapetti, che permetteranno anche la riapertura del bastione con vista su Firenze chiamato “Bastione Galleria”, chiuso da trent’anni. La prima fase dei lavori completerà gli interventi già avviati al Bastione Nord e al piazzale Fontana del cimitero monumentale di San Miniato, dove da alcune settimane sono nuovamente attive le telecamere, passate da otto a ventisei. “Continua il nostro impegno sui cimiteri comunali – ha spiegato l’assessore al Welfare Sara Funaro – e continua a essere alta la nostra attenzione sui cimiteri monumentali che sono parte del nostro patrimonio e, come tale, vanno tutelati e valorizzati. Un altro impegno che abbiamo preso è stato realizzato – ha continuato – sono state ripristinate le telecamere nel cimitero delle Porte Sante, che sono un ottimo deterrente contro gli atti vandalici e un gesto di attenzione alla sicurezza dei nostri cittadini”. Gli interventi di messa in sicurezza del cimitero, concordati con la Sovrintendenza, si sono resi necessari – fanno sapere da Palazzo Vecchio – per la presenza di parapetti in pietra degradati e parapetti metallici con perdita di ancoraggio e non a norma per altezza e spazi minimi tra i ferri. Con l’intervento approvato dalla giunta, oltre alla messa a norma di ringhiere e parapetti esistenti, ne saranno sistemati di nuovi all’affaccio del sagrato della Basilica, all’interno del cimitero e sulle passerelle dei bastioni e della cinta muraria che delimita il complesso religioso.
U
n concorso per individuare il progetto di recupero dell’ex caserma Vittorio Veneto di costa San Giorgio. L’obiettivo del percorso concorsuale previsto per il recupero è quello di sottoporre al Comune tre progetti, per poi avviare la variante urbanistica in caso di valutazione positiva. La giunta di Palazzo Vecchio ha dato il via libera all’accordo con la società Ponte Vecchio, che ha acquistato l’immobile da Cassa depositi e prestiti nell’ottobre scorso, per definire le “regole” del concorso che individuerà il progetto di recupero dell’ex caserma. Per la complessità e la collocazione dell’immobile – viene spiegato – il regolamento urbanistico ha previsto l’attivazione di un concorso preliminare alla definizione delle nuove destinazioni d’uso. Il progetto dovrà garantire un adeguato mix funzionale e l’apertura del complesso alla città, rendendo accessibili i numerosi spazi aperti interni (come chiostri, piazze e giardini), ma anche verificare la possibilità di collegamento con il giardino di Boboli e Forte Belvedere e prestare particolare attenzione al vincolo paesaggistico. Sono escluse – fanno sapere dal Comune – le destinazioni produttive e per grandi strutture di vendita. La procedura si concluderà con una proposta di variante urbanistica da parte del privato. La proprietà attiverà una procedura concorsuale per individuare tre “concept” urbanistici accompagnati dal piano economico e finanziario, come ipotesi di recupero del complesso. La procedura sarà interamente gestita dal privato che pubblicherà un avviso destinato a professionisti singoli o associati e procederà poi alla raccolta delle manifestazioni di interesse, selezionando tre professionisti sulla base dei curricula, dell’organizzazione proposta, dell’esperienza nel recupero a funzioni urbane di complessi immobiliari di valore storico-architettonico e di una relazione con immagini utili a definire l’impostazione del concept. I progetti saranno messi a disposizione dell’amministrazione e potranno rappresentare la base non vincolante per la presentazione, da parte del privato, di una proposta di variante urbanistica. “Andiamo avanti con la grande sfida del recupero delle ex caserme presenti in città”, ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Lorenzo Perra.
L’iniziativa
il tour al mercato? è virtuale I
mercati storici fiorentini? Ora si visitano (virtualmente) da tutto il mondo, attraverso un “tour” su Google Street View. L’iniziativa è stata realizzata dal Comune con il progetto Marakanda. “Viaggiando per Firenze con Street View si potrà entrare nei mercati storici della città e vedere i prodotti e le facce dei venditori”, ha spiegato l’assessore Giovanni Bettarini. Il progetto, realizzato da Palazzo Vecchio con Reon Studio, offre un’esplorazione a 360 gradi capace di portare il visitatore a vivere le emozioni di una vera e propria passeggiata all’interno dei mercati, da San Lorenzo a Sant’Ambrogio, valorizzando e dando visibilità a tutti i commercianti. Sono state raccolte 1.680 fotografie che, una volta assemblate, hanno creato le sfere che costituiscono i singoli punti panoramici. Il progetto ha così creato virtual tour interattivi per ciascun mercato con schede approfondite, percorsi ad hoc e itinerari tematici, ed è visibile sul sito www.marakanda.eu.
Quartiere 1
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
#Ieri & oggi
Febbraio 2016 | 7
San Valentino
Focus
i luoghi “galeotti” degli amori passati A spasso fra gli edifici e le chiese che ricordano storie, leggende e relazioni tra personaggi celebri Valentina Veneziano
Una veduta del Palazzo di Bianca Cappello, in via Maggio
F
irenze fa innamorare registi, teatranti, cittadini, turisti e creativi. È un luogo romantico, lo sfondo perfetto per una fotografia da scattare nel giorno di San Valentino. E in fondo l’amore e la passione sono da sempre i protagonisti di vicende storiche fiorentine, i motivi per cui si sono creati miti e leggende, battaglie e scontri tra famiglie importanti o quei pettegolezzi che animavano le atmosfere dei salotti aristocratici. A Firenze ci sono dei posti che testimoniano o ricordano l’amore tra alcuni dei personaggi storici più conosciuti. Scoprirli può trasformarsi in un divertente itinerario da seguire per ricordare aneddoti e storie del passato. La passione tra Francesco I de’ Medici e Bianca Cappello si può ricercare a Palazzo Mondragone (in via dei Banchi) e Palazzo di Bianca Cappello (via Maggio). Si narra che nel primo i due si conobbero e si innamorarono a prima vista, mentre che il secon-
do fu fatto costruire per volere di Francesco, che desiderava avere Bianca il più vicino possibile alla sua residenza in Palazzo Pitti. Era il 1777 quando Vittorio Alfieri conobbe Luisa di StolbergGedern nella Basilica di Santa Croce. La Contessa d’Albany era
così cosmopolita e affascinante che divenne la protagonista dei pensieri e delle opere del poeta. La chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, situata nell’omonima via, è conosciuta come la chiesa di Dante e Beatrice. Si racconta che proprio qui, o durante il per-
corso che conduce a essa, Dante vide per la prima volta Beatrice Portinari. Cambiando location, il giardino di Boboli rappresenta per alcuni il pegno d’amore tra Cosimo I de’ Medici ed Eleonora di Toledo, mentre altri sostengono che fu la stessa Eleonora ad
acquistare i terreni, adiacenti a Palazzo Pitti, in cui desiderava far crescere i figli. Al numero 8 di piazza San Felice si consolidò un amore tutto inglese. Casa Guidi (che da aprile a novembre è visitabile il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18) è la dimora in cui vissero i poeti Elizabeth Barrett e Robert Browning. Si sposarono in segreto dopo un lungo corteggiamento e fuggirono dall’Inghilterra a causa delle ostilità del padre di lei. Vissero una bellissima storia d’amore, fra componimenti di successo e oggetti d’arredo, e tra quelle mura nacque il figlio “Pen” che studiò pianoforte, strumento ancora presente nella stanza da letto. Due idilli. Il primo fra i due coniugi (che si può respirare visitando la Casa), il secondo tra Elizabeth e Firenze, testimoniato dalla targa sulla facciata del palazzo e da quella in via Mazzetta.
fra le mura di palazzo mondragone
G
uardando in alto, all’intersezione tra via dei Banchi e via del Giglio, si può notare un grande stemma affisso su un palazzo. Si tratta di Palazzo Mondragone, un tempo appartenuto al marchese Flavio Mondragone, responsabile dell’educazione di Francesco I de’ Medici. Si mormora che proprio fra queste mura sia nata la “love story” tra Francesco e Bianca Cappello, e che vi abbia “soggiornato” anche l’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli. V.V.
8 | Febbraio 2016
#Focus
Ambiente/1
piazzale, Pedonalizzazione con vista E in città non si ferma il cammino
Il 14 febbraio il “bacio collettivo” sulla terrazza panoramica, mentre si pensa ai prossimi passi, dal centro alla periferia
Gianni Carpini
A
gennaio 2015 era toccato all’Oltrarno con piazza del Carmine, mentre l’inizio di questo 2016 segna la trasformazione di piazzale Michelangelo. Le “rivoluzioni a piedi” stanno cambiando il volto (e le abitudini) della città. II progetto che ridisegna il piazzale, consacrato il 14 febbraio da un bacio collettivo delle coppie sulla terrazza più celebre di Firenze, dice addio a buona parte del parcheggione con vista. L’area pedonale passa da 4.350 metri quadri a 7.700, ben oltre la copia del David. I parcheggi scendono da 196 a 78, a pagamento: un euro la prima ora, due dalla seconda, tutti i giorni, anche i festivi, dalle 8 alle 24. La scommessa è ora quella di “riempire” con iniziative il piazzale svuotato dalle auto e riqualificato dai molti lavori previsti anche nei prossimi mesi, come il restauro delle balaustre o la sostituzione dell’asfalto con un materiale più piacevole alla vista. Ma non ci si fermerà qua. Per il futuro, il borsino delle pedonalizzazioni segnala Borgo San Jacopo come prossima tappa, in primavera, in occasione
della messa a punto della viabilità in Oltrarno. “Per la parte più spostata verso Ponte Vecchio stiamo studiando la chiusura al traffico – spiega l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti – e per la parte restante un’inversione di marcia”. A piedi in centro, ma anche in periferia. Per l’isolato universitario di Novoli risale alla scorsa estate il piano per estendere il numero di strade con circolazione vietata nei pressi delle aule. Tramonta definitivamente con l’arrivo del 2016, invece, l’ipotesi pedonalizzazione per via Gioberti (anche se per la strada è comunque in vista una riqualificazione pensata per facilitare la vita di chi si sposta a piedi, seppur le auto continueranno a passare), mentre per viale Paoli resta l’idea di una super-area pedonale davanti al Franchi, da affrontare però dopo il “trasloco” della Fiorentina nel nuovo stadio. Un nodo da sciogliere riguarda poi le Cascine, per cui l’Ordine degli Architetti di Firenze ha lanciato l’idea del “parco tutto a piedi”, compreso il viale centrale. “Dobbiamo capire che uso fare dell’area – dice Giorgetti – se vogliamo puntare sul
recupero degli edifici, come dell’ippodromo, bisognerà trovare il sistema perché queste zone siano accessibili nel caso di eventi. La navetta non basta”. Tra le possibilità, quella di una pedonalizzazione “a intermittenza”: di norma parco off limits per i veicoli, ma con assi di attraversamento per le vetture in caso di concerti o altri happening. “Per poter eliminare le auto private occorre avere un’infrastruttura di mobilità alternativa basata sull’intermodalità, dal trasporto pubblico ai percorsi ciclabili e a quelli pedonali – commenta Egidio Raimondi, presidente dell’Ordine degli Architetti fiorentini – mi pare che sia una tendenza che progressivamente si stia attuando”. Intanto un nuovo tassello della Firenze a piedi nascerà alla Fortezza, con la conclusione dei lavori per la linea 3 della tramvia a fine 2017: tra il lago dei cigni, viale Strozzi, viale Milton e il ponte dello Statuto, nascerà un giardino pensile di quattromila metri quadri attraversato dai binari. Sopra a piedi, sotto, in due tunnel, il traffico diretto verso Porta al Prato.
La “road map” della Firenze a piedi 25 OTTOBRE 2009 PIAZZA DUOMO
24 GIUGNO 2011 PIAZZA PITTI
3 GIUGNO 2013 PIAZZA SAN FIRENZE
11 GENNAIO 2015 PIAZZA DEL CARMINE
A piedi su tre ettari intorno a Santa Maria del Fiore
Stop ai veicoli in piazza Pitti, via Tornabuoni e Por Santa Maria
Nuova zona off limits per auto e motorini. Via cordoli e aree di sosta
Abolito il parcheggio a cielo aperto (135 posti). In estate partono gli eventi
14 FEBBRAIO 2016 PIAZZALE MICHELANGELO L’area pedonale passa da 4.350 a 7.700 metri quadrati
#Focus
Febbraio 2016 | 9
Ambiente/2
l’anconella rinasce dopo la tempesta: il parco torna a colorarsi di verde
Firmato un protocollo tra Legacoop Toscana e il Comune, per un contributo da centomila euro. Al lavoro anche cento tra architetti e agronomi Andrea Tani
P
er primi torneranno gli alberi, grandi vittime del nubifragio del 1° agosto 2015. Poi toccherà agli arredi, all’illuminazione, ai percorsi pedonali e ciclabili. Il parco dell’Anconella sta per rinascere dopo la tempesta che, nell’estate scorsa, lo aveva raso al suolo. Lo farà grazie anche al contributo dei cooperatori toscani e degli architetti fiorentini. A partire da marzo, il “polmone” di Firenze sud tornerà a colorarsi di verde: querce, tigli, platani e peri ornamentali, centocinquanta alberi pronti a prendere il posto delle piante abbattute dalla furia del temporale. A farsi carico di tutto l’intervento sarà Legacoop Toscana, che ha firmato un protocollo con il Comune per un contributo da centomila euro. I cooperatori toscani furono tra i primi a rispondere all’appello del sindaco Dario Nardella all’indomani del disastro, quando nel parco i rami spezzati ancora ondeggiavano al vento. A marzo, il mese più adatto per la messa in dimora degli alberi, i cooperatori toscani arriveranno al parco con le piante
LO STATO ATTUALE
scelte e tutto quel che serve per mettersi al lavoro. Non ci saranno più i pini, alberi simbolo dell’Anconella: le loro radici non sono considerate adatte per resistere ai venti forti e il nubifragio lo ha tragicamente dimostrato. Così, sono state scelte
specie ritenute più adatte ai cambiamenti climatici in corso, capaci anche di sviluppare la biodiversità urbana di Firenze. “Come Legacoop ci siamo occupati in questi anni di vari temi per la città e la regione – ha spiegato il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini – l’uragano che ha colpito l’Anconella è stato un momento per impegnare delle risorse per la città e i fiorentini. La nuova Anconella sarà il parco della comunità, in cui cresceranno i bambini del quartiere di Gavinana, che insieme ai cittadini saranno coinvolti da vicino nelle varie fasi della ricostruzione del polmone verde di Firenze sud. In questo abbiamo anche trovato piena disponibilità da parte dell’amministrazione a lavorare insieme per un progetto che riguarda le periferie”. “Grazie all’impegno di Legacoop Toscana potremo partire già dai prossimi mesi a ripiantare molte delle piante del parco per riaverlo come lo abbiamo apprezzato fin da piccoli e, se possibile, ancora più bello”, ha promesso il sindaco Dario Nardella. Se davvero lo sarà, parte del merito andrà anche a quei cittadini che si sono espressi sui sei progetti nati dalla collaborazione tra l’Ordine degli Architetti e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Firenze. Una squadra di circa cento professionisti, tra architetti e agronomi, in gran parte giovani, ha lavorato gratuitamente in collaborazione con gli uffici dell’assessorato all’Ambiente a un A sinistra il sindaco Dario Nardella, l’assessore Alessia Bettini e il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini durante la firma del protocollo per l’Anconella. Nelle altre foto il confronto fra lo stato attuale del parco e come diventerà dopo l’intervento
DOPO L’INTERVENTO
masterplan per la ricostruzione dell’Anconella e, più in generale, per il parco fluviale di Firenze sud. Da questi laboratori sono uscite sei idee che, a gennaio, sono state sottoposte al giudizio dei cittadini. Le hanno votate aggiungendo considera-
zioni, giudizi e suggerimenti, e i risultati di questa consultazione saranno illustrati con un incontro pubblico a fine mese. Insomma, sarà bene farsi trovare pronti: passeggiare all’Anconella in primavera sarà di nuovo un piacere.
LO STATO ATTUALE
DOPO L’INTERVENTO
10 | Febbraio 2016
#Un mese in una pagina
Un itinerario in cinque tappe
Parco degli Animali
l’alluvione vissuta dalle opere d’arte
a ugnano la pensione per i cani
L
a pensione per cani? Al Parco degli Animali di Ugnano. Con una delibera dell’assessore all’ambiente Alessia Bettini, approvata lo scorso mese dal consiglio comunale, è stato introdotto un servizio a tariffa, legata alle fasce Isee, per coloro che non possono tenere il proprio cane e hanno bisogno di una “pensione” per Fido. “La pensione per cani – ha ricordato Bettini – è stata in funzione in forma sperimentale dal 17 giugno al 7 settembre dello scorso anno. Il successo dell’iniziativa, testimoniato dalle oltre cento richieste ricevute e soddisfatte solo in parte per ragioni di posto, ha portato alla proposta di delibera ora approvata dall’assemblea”. Due mesi e mezzo che – spiega il Comune – hanno portato nelle casse dell’amministrazione oltre quattromila euro, con tariffe da un minimo di cinque a un massimo di quindici euro al giorno. Gli introiti – viene specificato –sono destinati alle politiche di tutela degli “animali di affezione”.
Scattati anche i controlli
la sosta si paga con lo smartphone L
a sosta in città ora si paga (anche) con lo smartphone. Dallo scorso 18 gennaio pagare il parcheggio nei posti blu della Zcs è diventato più facile. È entrato in funzione il pagamento con lo smartphone: per farlo, bisogna registrarsi sul sito della Sas - Servizi alla strada nella sezione dedicata a Tap&Park, scaricare l’applicazione e iscriversi al servizio per la città di Firenze. Collegando poi i dati della carta di credito è possibile caricare il borsellino da cui, a scalare, sarà decurtata la cifra dovuta per la sosta. Addio, insomma, alla “disperata” ricerca di monetine per il parcometro. Una volta parcheggiata l’auto, utilizzando l’applicazione Tap&Park si devono inserire data e ora di fine sosta, per poi procedere con il pagamento. Nello stesso tempo, sono scattati anche i controlli mirati della polizia municipale, con i vigili dotati di palmari per verificare se il pagamento della sosta sia stato o meno effettuato.
Servizio permanente Sara Camaiora
U
n patrimonio che il 4 novembre del ’66 ha rischiato di venire spazzato via dal fango. Dalla “vittima illustre”, come la definì il pontefice Paolo VI, ovvero il Crocifisso di Cimabue, alla Lanterna del Brunelleschi, passando per quei capolavori degli Uffizi che l’allora direttrice e altri dieci “eroi” portarono in salvo tra le braccia. In occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione, Enjoy Firenze, il cartellone di percorsi guidati organizzati dalla Cooperativa Archeologia, prova a raccontare la catastrofe dal punto di vista delle opere d’arte, con il ciclo di incontri “50 anni dall’alluvione in 5 tappe”. Un itinerario in cinque appuntamenti, che vede la collaborazione della libreria Todo Modo, per ripercorrere i luoghi del disastro approfondendo però la storia dei monumenti colpiti e il racconto di come siano stati ridonati alla città. Iniziato lo scorso 17 gennaio con un primo incontro introduttivo dedicato all’Arno e ai suoi ponti, l’itinerario prosegue il 21 di questo mese con un viaggio nel luogo simbolo dell’alluvione, il quartiere di Santa Croce. Tappa del 20 marzo saranno i Chiostri di Santa Maria Novella, mentre degli “eroi” degli Uffizi si parlerà nell’incontro del 17 aprile, dedicato proprio alla Galleria e a Ponte Vecchio. Ultimo appuntamento il 15 maggio, meta piazza Duomo. Ogni percorso sarà accompagnato da uno storico dell’arte e da un restauratore, che potrà descrivere in maniera dettagliata come si è proceduto per ottenere il risultato davanti agli occhi dei visitatori. “Con Enjoy Firenze siamo soliti organizzare visite guidate concentrate sull’aspetto storico e archeologico, spiegando anche cosa sta dietro al rinvenimento delle opere e dei monumenti. In questa occasione abbiamo quindi pensato di fare la stessa cosa, per raccontare cosa è successo alle opere d’arte e quali misure sono state prese per riportarle all’antico splendore – spiega Barbara Setti, responsabile del settore servizi culturali di Cooperativa Archeologia e ideatrice dell’iniziativa – fu un evento catastrofico che diede poi il via a uno straordinario lavoro di recupero e restauro, basti pensare che la Limonaia di Boboli fu attrezzata in tempo record per portare in salvo le opere e metterle ad asciugare nel modo più corretto per poi poter intervenire”. Visite guidate in cui, quindi, si approfondirà un mondo complesso e laborioso come quello del restauro, scendendo nei dettagli ma in modo chiaro e accessibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori. “Vogliamo fornire tutte le informazioni in maniera divulgativa e comprensibile, cercando di far conoscere al meglio l’opera certosina di chi ha messo in salvo dei capolavori”, conclude Setti. Le visite sono a pagamento, la prenotazione è obbligatoria allo 055.5520407 o a turismo@archeologia.it.
CAMICIA SU MISURA UOMO - DONNA
il tram fa le ore piccole nei weekend I
l tram notturno diventa permanente. È ripartito a fine gennaio il servizio prolungato della tramvia nei fine settimana. Dopo il successo della sperimentazione che si era svolta da aprile a ottobre, con quasi ventimila passeggeri nella fascia oraria dopo la mezzanotte, le amministrazioni di Firenze e Scandicci hanno deciso, insieme a Gest, di trasformare l’esperimento in un servizio permanente. “L’orario allungato diventa parte integrante del normale servizio – ha sottolineato l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti – dando quindi una risposta continuativa a un’esigenza sentita dai cittadini”. Nel concreto, venerdì e sabato l’ultima corsa parte ora da Santa Maria Novella alle 2. Inoltre è stato inserito il servizio no-stop per Capodanno (con sei tram nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio) e in occasione della Notte Bianca (con dieci tram nella notte fra il 30 aprile e il 1° maggio).
Per San Valentino un evento benefico
un corso per diventare volontari ant V
ia a un nuovo corso per diventare volontari della Fondazione Ant. Il percorso, che parte martedì 9 febbraio, è suddiviso in tre incontri che si terranno nei mesi di febbraio e marzo nella sede della delegazione fiorentina di Ant, in via delle Panche 40/b, dalle 18.30 alle 20.30. Gli appuntamenti – viene spiegato – sono rivolti a chi desidera conoscere la missione di Ant e approfondire le modalità attraverso cui è possibile svolgere attività di volontariato per la fondazione. Ogni incontro prevede una parte teorica e una interattiva. Gli incontri sono propedeutici al corso specifico per volontari socio-assistenziali a domicilio.Per informazioni ci si può rivolgere al numero 055.5000210 o scrivere a delegazione. firenze@ant.it. E intanto, domenica 14 febbraio, a Palazzo Borghese (in via Ghibellina 110) si svolgerà l’evento “Valentine’s Day for Ant”, organizzato per raccogliere fondi da destinare al servizio di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai malati di tumore e ai progetti di prevenzione oncologica. Per festeggiare così il giorno dedicato all’amore all’insegna della solidarietà.
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#Lettere&Rubriche
Lettere
Editoriale
Pungiglione
dalla prima Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it “LA SITUAZIONE DI VIA MICHELI E DINTORNI”
Sono una cittadina del quartiere 1 che riceve e legge molto volentieri il vostro giornale e segue con interesse le innovazioni positive e le ristrutturazioni della nostra città; per questo motivo vorrei far presente alle autorità competenti la situazione a dir poco tremenda e pericolosa (per qualsiasi tipo di transito), del piano stradale della zona che comprende: via Micheli, via Venezia, via Modena e via Cherubini. Mi permetto tale segnalazione in quanto non ho mai avuto il piacere di leggere nei programmi comunali una prossima manutenzione. Spero che la mia segnalazione possa attivare un sopralluogo. Ringrazio dell’attenzione e distintamente saluto. Ivana G.
IL REPORTER RISPONDE
Cara signora Ivana, come spesso accade – e come sottolineato più volte sul nostro giornale anche in passato – sono i cittadini i primi ad accorgersi, per “esperienza diretta”, di quello che non va e di ciò che dovrebbe essere migliorato nelle varie zone di Firenze. E quando questo succede, è giusto segnalare la situazione alle istituzioni, soprattutto quando si ritiene che possa comportare pericoli per gli abitanti. Pubblichiamo quindi la sua lettera in modo che la situazione da lei evidenziata possa essere valutata e affrontata da chi di dovere, con un sopralluogo o con qualsiasi altro intervento venga ritenuto necessario. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
VIA PANCIATICHI, GLI INCROCI E LA ROTATORIA
Buonasera gentile redazione di Reporter. Abito in via Panciatichi da quando avevo pochi mesi di vita e sono quasi sempre stata qua. Ho visto che si stanno facendo lavori per una rotatoria tra via Panciatichi e via Magellano. In effetti alcuni automobilisti poco preparati causano incidenti perché non guidano nel rispetto delle precedenze. Non conosco le statistiche, ma da casa mia si vedono benissimo sia la zona dove stanno costruendo la rotatoria, sia l’incrocio tra via Panciatichi con via di Caciolle, via Barsanti e via delle Tre Pietre. Come automobilista sento più l’esigenza della creazione di una rotatoria in questo secondo incrocio, sono anni che lo auspico e lo dico, anche al volante, a voce alta, mentre guido costretta a percorrere quasi mezzo chilometro solo per poter partire nella direzione di marcia diversa rispetto a quella in cui ho parcheggiato. Infatti chi parte da via Panciatichi lato farmacia a causa del traffico non riesce a raggiungere l’altra carreggiata e ad andare in direzione via Magellano, perciò deve percorrere via Panciatichi verso il cimitero, oltre-
passarlo, arrivare davanti all’ingresso del Nuovo Pignone GE e quindi girare a sinistra per tornare indietro: 250 mt all’andata e 250 mt al ritorno. 500 metri percorsi per la sola gioia del traffico e del PM10. Eppure questo è il motivo minore. Il motivo principale è quello della messa in sicurezza: gli incidenti ci sono settimanalmente su entrambi gli incroci, ma le ambulanze tre volte su quattro vengono chiamate per gli incidenti all’incrocio tra PanciatichiBarsanti-Caciolle-Tre Pietre. Purtroppo c’è stato chi ha perso la vita o chi è rimasto gravemente invalidato. Se andiamo all’ITI Leonardo da Vinci e facciamo un sondaggio tra gli studenti se ne conteranno diversi che diranno di essere stati coinvolti in incidenti a questo incrocio. Qui c’è il problema che chi arriva sparato da via Barsanti spesso non si ferma allo stop e poi non dà la precedenza a quelli che vengono da destra una volta immesso sulla carreggiata di via Panciatichi. Anche quelli che arrivano da via di Caciolle compiono lo stesso rito. Il problema è anche la visibilità, qua è peggiore che nell’altro incrocio. Ci sono gli alberi che parano la luce dei lampioni e la sera è molto buio. C’è anche un attraversamento pedonale che non si vede quasi ed è sempre un rischio per i pedoni attraversare al passaggio pedonale davanti al cimitero di Rifredi. Insomma, tutto questo per constatare che secondo me la scelta di procedere per la costruzione della rotatoria con via Magellano non è stata presa con la dovuta avvedutezza nello spendere seguendo il principio delle priorità. Grazie per la cortese attenzione, saluti e auguri di buon anno.
“CANI E SPORCO PER STRADA IN ZONA STATUTO”
Alla spett.le redazione. Scrivo a voi perché siete attenti alle problematiche del quartiere e penso abbiate più forza dei singoli cittadini presso gli organi competenti. Il problema sono le deiezioni e l’urina dei cani che tanti maleducati padroni non si curano di raccogliere o evitare. Io abito in via dello Statuto e, proprio davanti al mio portone trovo il bagnato dell’urina dei loro cani, tutti i giorni e spesso anche le feci. Facendo poi un giro del quartiere mi sono accorta che ciò avviene un po’ dappertutto e bisogna camminare sempre con gli occhi fissi a terra perché altrimenti è inevitabile portarsi a casa qualche regalino. La gente si lamenta e non sa a chi rivolgersi. Ogni tanto, periodicamente vedo passare i vigili per multare le auto in divieto di sosta e penso che se facessero altrettanto per i cani, tanti maleducati la smetterebbero. Sono tornata ad abitare da poco nel quartiere, dopo aver vissuto per anni in altra città e sono rimasta meravigliata di questo enorme peggioramento! E meno male che Firenze era conosciuta per la sua pulizia! Grazie per il vostro interessamento. Manuela P.
Si riduce l’area dedicata alla sosta delle auto, aumenta quella da vivere a piedi. Un inizio di anno all’insegna della “rivoluzione pedonale”, insomma, proprio come era avvenuto nel 2015: dodici mesi fa (tredici per la precisione, perché allora la data X fu l’11 gennaio) era stata la volta di piazza del Carmine, nel cuore dell’Oltrarno. Anche in quel caso, il parcheggio al centro dell’area aveva lasciato il posto a uno spazio off limits per le auto, tutto dedicato ai pedoni, con la sfida di “riempire” la piazza svuotata con eventi e iniziative. Un po’ quello che succederà ora a qualche chilometro di distanza (e qualche metro più in su), al piazzale. E le pedonalizzazioni in salsa fiorentina non si fermano qua: anche altre zone – dal centro alla periferia, da Novoli a Campo di Marte – si preparano a vivere (o in alcuni casi iniziano a immaginare) un domani senza auto. Così, su questo numero, Il Reporter ha deciso di fare un “viaggio” tra le pedonalizzazioni di casa nostra. Ma questo, sulle rive dell’Arno, sarà un mese importante anche sotto altri aspetti: a sei mesi dalla devastante tempesta del 1° agosto, entra ora nel vivo la rinascita di uno dei luoghi simbolo di quanto avvenuto quel pomeriggio in città, il parco dell’Anconella. Che torna a colorarsi di verde con l’arrivo di nuovi alberi, che prenderanno il posto di quelli abbattuti dalla violenza del maltempo. E a proposito dei segni lasciati dal maltempo, non va dimenticato che questo 2016 segna i cinquant’anni dall’alluvione del 1966: mentre Firenze si prepara a ricordare l’evento in grande stile, si susseguono le iniziative per non dimenticare i diversi aspetti di quella catastrofe. Iniziative cui Il Reporter continua a dare spazio, in un cammino che andrà avanti fino al 4 novembre. MATTEO FRANCINI
Febbraio 2016 | 11
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
ANCHE DA MORTO ALL’OSTERIA
UN ANELLO (DA TENDA) PER SAN VALENTINO
A
vent’anni ero fidanzato con una ragazzina che oltre al suo compleanno pretendeva che mi ricordassi pure quello dei suoi genitori, il suo onomastico e ovviamente San Valentino! Era meglio se si fidanzava direttamente con un calcolatore dell’Ibm, rimaneva meno delusa! In quel periodo tutte le mattine mi alzavo con l’ansia di dimenticarmi qualcosa. Mi ricordo che una volta lei mi chiese sorridente: “Che giorno è oggi?”. Sbiancai, poi balbettai: “Buon compleanno!” “Non faccio mica gli anni!”. “Ah... allora è il compleanno dei tuoi genitori?” “No”. “San Valentino?” “Nemmeno”. “Mi arrendo. Chiedo umilmente perdono, che giorno è oggi?” “Non lo so, per questo te l’ho chiesto!”. Non potevo continuare a vivere così, per fortuna ho sposato una donna allergica alle “feste commerciali” e se per San Valentino tornassi a casa con una scatola di cioccolatini, lei me li farebbe mangiare tutti senza nemmeno averli scartati. E così ora ogni 14 febbraio mi godo lo spettacolo degli uomini che si fermano alle vetrine. Loro non guardano gli anelli, fissano per ore leggermente più in basso: fissano i prezzi! Finalmente trovano un anello che costa poco, sembra d’oro ma più probabilmente è solo dipinto con un pennarello giallo. Decidono che quello è l’oggetto perfetto per testimoniare il loro grande amore! Peccato che non abbiano letto anche l’etichetta accanto al prezioso scelto: anello da tenda! Temo che non sarà un buon San Valentino! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
I
l pittore Bernardo Barbatelli (Firenze, 26 agosto 1548 - ivi, 10 novembre 1612), soprannominato “Bernardino Poccetti” perché di bassa statura e perché si dice che fosse abituato ad “alzare il gomito”, cioè a “pocciare”, sinonimo di poppare, per traslazione “bere” più del dovuto. Bere s’intende vino, e non solo nelle osterie, poiché pare che l’artista non si mettesse mai a dipingere se, insieme ai colori, non avesse avuto un fiasco di buon nettare al quale si sarebbe attaccato spesso e volentieri. Di questo suo vizioso abuso di gustare il vino non ne avrebbe fatto mistero a nessuno, anzi, a chi gli rimproverava il suo “malcostume”, sembra che rispondesse che lui non avrebbe mai smesso di bere e che, all’osteria, ci sarebbe andato anche da morto! Il Poccetti era nato a Firenze nel popolo di San Pier Gattonino (Porta Romana), figlio di Bartolomeo, pentolaio; ebbe per maestro Michele del Ghirlandaio, che ne fece uno dei più apprezzati pittori operanti in Firenze fra il XVI e i primi del XVII secolo. Si sposò con monna Lucrezia dalla quale ebbe un figlio che morì da piccolo. Valentissimo nell’arte di dipingere a fresco e a graffito le facciate dei palazzi, a tal proposito fu soprannominato anche Bernardo delle Facciate. Divenuto vecchio, dopo la morte della moglie, conducendo una vita umile e disordinata a continuo contatto con il volgo, andò ad abitare, per alcuni anni, nello Spedale degli Innocenti dove, in cambio dell’accoglienza, affrescò le sue ultime opere. Sotto l’elegante portico prospiciente Piazza della Santissima Annunziata raffigurò, a fresco, Esculapio con in braccio un fanciullo privo di vita nel tentativo di risuscitarlo con sughi di erba (1610), che sovrasta la cosiddetta “ruota”, dove venivano deposti i gettatelli e, dalla parte opposta, una Strage degli Innocenti. Terminati questi lavori il Poccetti andò ad abitare, con un vecchio servitore, in una casa in Via di Sitorno (oggi Via della Chiesa, nel tratto fra Via delle Caldaie e Via dei Serragli). La mattina del 10 novembre 1612, il nostro pittore morì improvvisamente per un colpo apoplettico. Sollecitamente l’anziano domestico avvertì i coinquilini e poi si allontanò alla chetichella, senza far sapere più niente di sé, e neppure dei risparmi che il Poccetti teneva ben nascosti in casa. Appresa la notizia, gli amici e i colleghi dell’Accademia del Disegno, fecero una generosa colletta per organizzare un decoroso funerale e una eguale tumulazione del cadavere di Bernardino nella Chiesa del Carmine, dove erano già inumati la moglie e il figlio. Nel tardo pomeriggio del giorno successivo al decesso, il corteo funebre si mosse da Via di Sitorno per recarsi al Carmine, su un ben preciso percorso che si sarebbe snodato lungo Via Maggio, Ponte a Santa Trinita, il Lungarno Corsini, Ponte alla Carraia e Borgo San Frediano. Tutto andò bene fin quando, al Ponte alla Carraia, si scatenò un violentissimo temporale con lampi, tuoni, acqua a catinelle e chicchi di grandine grossi come ceci. Il mesto corteo si smembrò di colpo, preti, frati, accademici, amici e conoscenti se la dettero a gambe levate per trovare un riparo. Anche i portatori con il feretro affrettarono il passo che ben presto divenne corsa, raggiungendo Piazza Soderini (oggi Nazario Sauro) e, non sapendo dove entrare con la bara, infilarono diretti all’osteria della Trave Torta che era proprio sulla cantonata di Via dei Serragli. In tal modo si avverò quello che il Poccetti aveva sempre ripetuto ai compassati moralisti che gli sottolineavano il vizio di bere! Il racconto è tratto dal libro “Piazza di Santo Spirito” degli autori, mentre il disegno è di Stefania Valentini. LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI
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Il Poccetti mentre dipinge. Disegno di Stefania Valentini
12 | Febbraio 2016
#Cultura
Su il sipario
Agenda
Niccolini, rinasce il teatro più antico Dopo vent’anni il palco di via Ricasoli riparte da una scommessa: stare aperto tutto il giorno Enrica Cinaschi
C’
è un tempo per abbassare il sipario e un tempo per rialzarlo. Può essere sintetizzata così la parabola del Niccolini, antichissimo teatro fiorentino (il più longevo della città e uno dei più datati d’Europa) chiuso per quasi un ventennio e riportato a nuova vita da Mauro Pagliai, imprenditore fiorentino (titolare del gruppo Polistampa) che ha acquistato lo spazio di via Ricasoli e che, nel gennaio di questo anno, lo ha restituito alla città. Proprio quando la cultura sembrava vacillare, è arrivata la buona notizia, frutto di tanto lavoro e altrettanto ottimismo. “Sono di natura una persona ottimista – racconta Pagliai – e credo fortemente nei progetti che metto in piedi”. Un lavoro di squadra che porta oggi il Niccolini a (ri)entrare nel circuito dei teatri fiorentini, dopo essere stato, in passato, palcoscenico per artisti di chiara fama, da Carmelo Bene a Vittorio Gassman,
da Paolo Conte a Paolo Poli. Il lungo lavoro di ristrutturazione, diretto dall’architetto André Benaim, ha riportato la struttura – 406 posti e quattro ordini di palchi – allo splendore originale, iniziando dal rifacimento di facciata e tetto e proseguendo con l’adeguamento di impianti e si-
curezza. “Uno spazio destinato a vivere tutti i giorni, tutto il giorno”, così gli ha dato il benvenuto il sindaco Dario Nardella, che ha partecipato all’inaugurazione del nuovo corso dello spazio. Il nuovo Niccolini è un centro culturale polivalente dove, accanto alla stagione teatrale,
troveranno spazio mostre e convegni. Dopo essere stato scelto come location di uno degli eventi principali dell’ultimo Pitti Immagine Uomo (la performance dello stilista Marco De Vincenzo), a partire da questo mese sarà l’Opera di Santa Maria del Fiore a valorizzare il Niccolini,
includendolo in uno speciale percorso turistico che interessa i visitatori provenienti da tutto il mondo. A partire da fine aprile -primi di maggio la sala sarà utilizzata ogni giorno, dalle 9 alle 17, per presentare in maniera continuativa un video della durata di venti minuti che vuol preparare il pubblico alla comprensione dei monumenti di piazza Duomo. La stagione vera e propria, con un cartellone denso di nomi e spettacoli di prestigio, è invece gestita dalla Fondazione Teatro della Toscana, che vede a febbraio (dal 12 al 21) andare in scena “Truman Capote. Questa cosa chiamata amore” (di Massimo Sgorbani), dedicato al grande scrittore di “Colazione da Tiffany” scomparso prematuramente nel 1984 (www.teatrodellapergola.com). Per concludere l’offerta, al piano terra del teatro sono presenti un cafè e un bookshop con le più importanti novità del gruppo Polistampa, oltre a una selezione di titoli sul teatro e sul patrimonio dell’Opera del Duomo.
Il programma
Un anno nelle gallerie
Uffizi e Palazzo Pitti insieme per un’offerta culturale che va dai Medici all’arte antica
N
ove mostre per le Gallerie degli Uffizi. Gallerie al plurale. Già, perché i meno informati devono sapere che a seguito della recente riforma Franceschini, gli Uffizi sono diventati un tutt’uno con Palazzo Pitti e le gallerie in esso contenute, sotto la guida del direttore Eike Schmidt. E se fino allo scorso anno veniva proposto un unico calendario per tutti i musei del Polo museale, dal 2016 l’offerta culturale è distinta. Il primo a presentare un programma è stato proprio Schmidt, che per le Gallerie degli Uffizi propone nove eventi da febbraio a gennaio prossimo. Il primo appuntamento è alla Galleria Palatina con “Il Polittico della Santa Croce di Adam Elsheimer”, in arrivo il 24 febbraio (fino al 5 giugno) nella Sala delle nicchie insieme a
un corredo didattico. Il 21 marzo (fino al 28 agosto) ci si sposta agli Uffizi per “Fece di scoltura di legname e colorì. La scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze”, che apporfondisce la vicenda della scultura lignea policroma del XV secolo in città. “Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici” sono invece i protagonisti della mostra alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti dal 9 maggio all’11 settembre. In esposizione circa trenta opere del Seicento e Settecento, provenienti prevalentemente dai depositi della Palatina, che illustrano soggetti figurativi bizzarri ricorrenti nelle collezioni medicee. Il Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi apre le sue porte al pubblico in occasione di “Sguardi sul Novecento. Disegni di artisti italiani tra le due
guerre” (dal 17 maggio al 4 settembre) e mostra trentasette fra disegni e stampe per lo più mai visti dal pubblico, riferibili ai primi trent’anni circa del Novecento. Il 21 giugno si torna a Palazzo Pitti e più precisamente al Museo degli argenti per “Splendida Minima. Piccole sculture preziose nelle collezioni medicee: dalla Tribuna di Francesco I de’ Medici al tesoro granducale” (fino al 2 novembre), che racchiude una preziosa collezione di sculture in pietra dura di età ellenistica e romana e poi rinascimentale. E se alla Galleria d’arte moderna va in scena (dal 13 settembre all’8 gennaio) “Tempo reale e tempo della realtà”, che mostra una selezione di orologi appartenenti alle collezioni medicee, agli Uffizi (dal 27 settembre all’8 gennaio) prende spazio “Scoper-
Hieronymus Bosch, Copia da Elefante, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina (particolare) che sarà esposto durante l’evento “Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici”
te e Massacri. Ardengo Soffici e l’Impressionismo a Firenze”. Per l’autunno, infine, appuntamento nella Sala Bianca di Palazzo Pitti con “I Quattro Continenti. Arazzi fiorentini su cartone di
Giovanni Camillo Sagrestani” (dal 27 ottobre all’8 gennaio) e con “La rivincita del colore sulla linea”, dal 18 ottobre all’8 gennaio al Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi.
Celine, battiato, poe: un mese di storie, dalla letteratura ai grandi concerti
U
na volta messe da parte maschere e sfilate di Carnevale, a febbraio resta un carico di eventi che fa rima con teatro, letteratura e concerti. Appuntamenti che lasciano fuori dall’uscio il freddo inverno per riscaldarsi al calore della cultura e dell’intrattenimento. Un esempio su tutti è quello offerto dal Teatro della Perola, che con i suoi “Quaderni” propone ogni venerdì la lettura di uno o più racconti. Il pubblico, portandosi una tazza da casa, può degustare tè, cioccolato caldo e pasticcini, e ascoltare i racconti scelti e introdotti da Marco Vichi e letti da Lorenzo Degl’Innocenti. Da Celine a Flaiano, da Bassani a Fenoglio fino a Natalia Ginzburg. Se invece, restando in tema di racconti e senza cambiare location, si preferiscono le storie del terrore, il 25 e 27 febbraio la Pergola offre curiosi spettacoli itineranti messi in scena dalla Compagnia delle Seggiole. Il ritratto ovale, Blackwood e Il gatto nero sono i tre titoli firmati dal maestro del genere Edgar Allan Poe che verranno proposti al pubblico (biglietto 7 euro intero, 5 ridotto). Gli amanti della lirica, dal 24 al 28 non possono invece perdersi “Les pecheurs de perles” di Georges Bizet, che vede l’orchestra del Maggio Musicale fiorentino diretta da Ryan McAdams. Sempre il 24, il Teatro Puccini porta in scena un evento speciale, con la regia di Teo Teocoli: Caveman - L’uomo delle caverne, interpretato da Maurizio Colombi. Il testo originale, scritto da Rob Becker, è frutto di tre anni di studi di antropologia, psicologia, sociologia, preistoria e mitologia, ed è stato portato per la prima volta sul palco nel 1995 allo Helen Hayes Theatre di New York, diventando il monologo più longevo nella storia di Broadway. Pronti a scatenarsi anche gli amanti della musica con tre concerti da appuntare in agenda: il 25 all’Obihall andrà in scena Max Gazzè con la sua band, il 26 salgono sul palcoscenico del Nelson Mandela Forum i “Capitani Coraggiosi” Gianni Morandi e Claudio Baglioni e infine, il 28 e 29, Franco Battiato e Alice al Teatro Verdi.
Febbraio 2016 | 13
Filastrocca di Carnevale Costanza e Loriano, noti discoli di San Frediano, insieme all’amico Neri, tra stelle filanti e pernacchie assordanti, il Carnevale festeggian da ieri. Porta Romana, piazza Pitti, tutto l’Oltrarno fino a via dei Serragli, stanno riempiendo di coriandoli, lingue di menelik e sonagli. Lanciata in aria una nuvola grande di piccoli pezzi di carta colorati, il Ponte Vecchio e via Tornabuoni hanno agli occhi del sole oscurati. Dalla nube gioiosa di Carnevale, una folata di vento solleva un coriandolo, lo trascina via, alto nel cielo: da lassù di Firenze vede ogni angolo. Sorvolando l’Arno d’argento, volteggia veloce fino al maestoso Forte Belvedere, si cala nei vicoli stretti di San Niccolò, riconosce la bottega di Duccio il rigattiere. Salutando la torre della Signoria da lontano, rapido come la freccia di un arco il coriandolo raggiunge Gavinana e si immerge nel verde del suo amato parco. Un soffio più forte di Eolo birichino, e il coriandolo è a spasso da un’altra parte: vede il colle di Settignano, sente il boato del Franchi. Ma certo: è a Campo di Marte! Baciato dal sole, il piccolo pezzo di carta volteggia sulla Bolognese fino a Trespiano, poi in picchiata verso Novoli, all’orizzonte il cielo solcato da un aeroplano. Scorge dei binari, li segue curioso curioso: portano verso Scandicci, laggiù. A un tratto la città lascia il posto alla campagna, c’è Bellosguardo più su. Quando una nuvola lo prende per mano per riportarlo indietro, è sopra all’Isolotto tra le chiome delle Cascine intravede dei ragazzi, giocano e con le biglie fan filotto. Il tempo di un sospiro appena e planando lungo l’Arno si ritrova nell’arena.
Il vento cessa piano piano, il coriandolo cala lentamente in San Frediano. Che grida, che urla, che strepitio sovrumano: ehi, sono Costanza, Neri e Loriano! Nel baccano si apre una persiana, la mamma di Neri si è affacciata: “Venite dentro, birbanti, solo per voi ho preparato la schiacciata!” Ma niente, non gli importa della merenda, continuano la festa i tre rumorosi amici! Anzi quattro: il coriandolo si riunisce alla congrega e il Carnevale insieme passano felici.
14 | Febbraio 2016
#Sport Rari Nantes Florentia
Il calendario
al franchi notti da big match
L
a Fiorentina inizia il mese di febbraio con un solo obiettivo: continuare a (far) sognare. Nessuno, a inizio campionato, si aspettava una squadra di questo formato. Invece tra le big di questa serie A c’è anche la Fiorentina che, se non ha forse una rosa da “big”, ha trovato una mentalità da grande squadra. In campionato, febbraio è iniziato mercoledì 3 contro il Carpi. Proprio quel Carpi che ha eliminato i viola dalla Coppa Italia. Tre giorni dopo, ecco la sfida sul campo del Bologna, con Donadoni che ha dato nuova linfa alla squadra. La domenica successiva posticipo alle 20.45 contro l’Inter di Mancini, con il ritorno al Franchi della coppia Ljajic-Jovetic. Il 21 i viola si troveranno di fronte un’altra squadra nerazzurra, l’Atalanta, partita mai facile soprattutto in trasferta. Febbraio si chiuderà poi proprio l’ultimo giorno del mese, lunedì 29, al Franchi contro il Napoli di Sarri. Partita per la quale non c’è bisogno di nessuna presentazione.
il ritorno di De Magistris
I
l 2016 della Rari Nantes Florentia riparte dal passato. Da un passato glorioso. La società biancorossa, che ha vissuto l’anno passato in modo rocambolesco, assistendo alla retrocessione della squadra maschile subito ripescata in serie A1 per l’allargamento del campionato, si affida a Gianni De Magistris. Il campione che ha portato a Firenze gli ultimi scudetti, nel 1980 alla guida della Rari e nel 2007 in panchina con la Fiorentina Waterpolo femminile, torna con pieni poteri per quanto riguarda il comparto tecnico e darà una mano all’allenatore Riccardo Vannini alle prese, anche quest’anno, con una stagione non senza difficoltà. Che non ha però scoraggiato nessuno. La salvezza è possibile, visto che molte gare del girone d’andata sono state perse solo negli ultimi secondi per un gol di scarto. Vannini lavorerà molto su questo fattore. De Magistris, da supervisore, dovrà ricostruire anche un settore giovanile che ha sempre costituito la linfa vitale della società. Sim.Spa.
Lorenzo Mossani
Le valutazioni
squadra e giocatori, freccia (verde) in su Irene Delfino
L
a freccia verde (beh, in questo caso potremmo dire viola) punta verso l’alto. Si tratta del simbolo che, sul sito di transfermarkt, indica il valore di mercato in crescita di un giocatore. In crescita come i risultati collettivi della squadra di Paulo Sousa, neanche immaginabili all’inizio della stagione, quando la rosa viola veniva stimata attorno a 114 milioni di euro. Settimana dopo settimana, vittoria dopo vittoria,
il valore è cresciuto in maniera esponenziale: 132,55 milioni il 1° settembre, 143,10 milioni il 15 novembre, fino a raggiungere i 165,55 milioni (al momento in cui scriviamo, ndr). Con un incremento del 42,5%. Nessuna fra le squadre di vertice ha fatto meglio. Merito di un allenatore che ha saputo chiedere alla società rinforzi “funzionali”, come Nikola Kalinic, bomber croato sconosciuto al grande pubblico, che tra gol, assist e movimenti al servizio della squadra ha visto triplicare il valore del suo cartel-
lino, dai 5,5 milioni pagati dai Della Valle in estate a quindici milioni. Stessa valutazione per il suo gemello del gol, lo sloveno Josip Ilicic, che dopo aver toccato il suo record negativo in viola, stimato in 5,5 milioni, è risalito vertiginosamente toccando quota quindici, grazie alla fiducia accordata da Paulo e al ritorno nella sua zolla di campo preferita, dietro la punta centrale. Operazione recupero più che riuscita anche per il talento tutto “made in viola” Federico Bernardeschi, su cui avrebbero messo gli oc-
chi molte big europee, prima fra tutte il Bayern Monaco, sulla cui panchina, da giugno, siederà Carlo Ancelotti, che stravede per il carrarese. La mossa vincente di Sousa è stata quella di trasformare una seconda punta in un esterno di corsa e qualità sulla fascia destra. Dall’altra parte del campo, sulla fascia sinistra, Alonso è schizzato da 2,8 a otto milioni, mentre a completare la linea a quattro di centrocampo c’è la neo coppia da 14,5 milioni in due formata da Milan Badelj (+ 3,2 milioni) e Matias Vecino (+ 3,3 milioni). Entrambi hanno più che raddoppiato il loro valore. Ci è andato vicino anche Tatarusanu, passato dai tre milioni stimati a luglio ai cinque di gennaio. E ancora, sono aumentate di un milione le valutazioni di Astori, Roncaglia e Babacar. Piccolo balzo in avanti, infine, anche per Lezzerini e Tomovic. In una viola più “dorata”.
Fiorentina Basket
un “trampolino” per la salvezza
Febbraio può diventare decisivo per centrare l’obiettivo stagionale
M
eno male che il 2015 è finito, verrebbe da dire. Per la Fiorentina Basket l’anno del battesimo si è chiuso nel segno della sfortuna, cosa che per la verità ai viola non era mancata nemmeno in precedenza. Nel giorno di Santo Stefano la squadra di coach Salieri ospitava Vicenza. Priva di Valentini, dopo pochi minuti di gioco ha perso anche Touré per infortunio, ritrovandosi così senza i suoi principali terminali offensivi. Nulla da fare. E, a quanto pare, le scorie dell’anno vecchio dovevano ancora essere smaltite all’inizio del nuovo. È andata male anche a Varese, dove una settimana più tardi i viola hanno lasciato ai lombardi lo scontro diretto dopo una prestazione piuttosto incolore. Per non dire della partita di Padova, due punti alla portata mancati in malo modo nella peggior prova stagionale. Un calo di condizione e, forse, anche di fiducia. Cose che capitano, nulla di cui allarmarsi. Ma dopo tre sconfitte consecutive, fra assenze, squalifiche e la partenza di Marusic, la gara contro Alto Sebino non arrivava certo nel momento più propizio. Invece una grande Fiorentina ha controllato per trenta minuti e trovato poi la forza di ribaltare il risultato quando i lombardi, per la prima volta, erano passati in vantaggio a pochi minuti dal termine. Una vittoria che ha ridato ossigeno alla classi-
fica dei viola. Cosa aspettarsi dal mese di febbraio? Anzitutto una partenza in salita: trasferta a Udine e sfida interna all’Orzibasket, le due principali indiziate per la vittoria del campionato. Poi Pavia e Desio, due gare che di certo non vedono i viola favoriti ma nelle quali non è azzardato sperare di racimolare qualche punto pesante. Infine il Pms Moncalieri, formazione già battuta all’andata, contro la quale è lecito aspettarsi un altro successo. Sullo sfondo del basket giocato si muovono intanto le trattative di mercato per portare in maglia viola un paio di innesti che completino in modo definitivo il roster di Salieri prima della volata finale. Le prime otto squadre faranno i playoff, traguardo che sembra ancora troppo ambizioso. L’ultima classificata retrocederà direttamente, dalla dodicesima alla quindicesima disputeranno i playout. Lasciarsi cinque squadre alle spalle significherebbe dunque salvarsi senza ulteriori sofferenze. È quello a cui la Fiorentina può e deve puntare, quella “comfort zone” tra la nona e l’undicesima posizione che farebbe centrare in anticipo l’obiettivo stagionale. E febbraio può diventare il trampolino di lancio per raggiungerla. Andrea Tani
Canottieri Firenze
le cento maratone di bruno
L
a Firenze Marathon, giunta alla sua trentaduesima edizione, si è svolta lo scorso autunno registrando, come ci ha ormai abituati a fare, numeri record. Per il terzo anno consecutivo sono stati più di diecimila gli iscritti alla manifestazione, che si è confermata la seconda maratona d’Italia per numero di partecipanti. E i grandi numeri si sono conservati fino all’arrivo, con il traguardo tagliato da ben 8.275 tra uomini e donne giunti in città da tutto il mondo per disputare una delle competizioni nazionali più importanti del settore. Una vera e propria festa, dunque, per Firenze e i suoi cittadini, che ha coinvolto anche la società Canottieri Firenze, che ha voluto celebrare a suo modo uno dei suoi storici portacolori, arrivato all’importante traguardo di cento maratone disputate: Bruno Guidantoni, ex consigliere e revisore dei conti della società con sede in lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici. “Sono iscritto ai Canottieri Firenze dal 1973, ma poco dopo mi sono dovuto assentare per lavoro e mi sono potuto iscrivere nuovamente solo nel 1983. Da quell’anno non ho più abbandonato questa grande famiglia – sono le prime parole di Bruno, che ricorda quei tempi con grande trasporto – ho iniziato a correre a 39 anni, nel 1987, e già l’anno successivo partecipai alla mia prima maratona. Per me correre è una gioia, una liberazione della mente, oltre che un ottimo allenamento fisico, una pulizia mentale che serve molto al corpo, ma
soprattutto allo spirito ed è per questo che, fino a quando le forze non mi abbandoneranno definitivamente, continuerò a correre”. Guidantoni è uno sportivo a tutto tondo e, oltre ad aver corso la sua centesima maratona, all’età di 69 anni è ancora impegnato in campo lavorativo, ma ogni giorno trova il tempo, all’ora di pranzo, per andare ad allenarsi ai Canottieri o in piscina. E la festa che gli è stata preparata dalla sua società lo ha reso orgoglioso. “I Canottieri Firenze sono una famiglia, non è un club asettico, ma un posto dove poter coltivare grandi amicizie. Il mio apice da corridore l’ho raggiunto nel 2009, quando ho corso quattro maratone (42 chilometri) e tre ultramaratone (100 km), ma un’emozione come quella provata lo scorso 29 novembre non la scorderò mai. La gioia più grande – aggiunge – è stata poter festeggiare questo momento con i miei amici di lunga data, ma anche più giovani, con i quali ho trascorso veri momenti di ‘sano sudore’, e sentirne la vicinanza e l’affetto. Alla fine, eravamo più di quaranta a correre insieme e vedere l’accoglienza all’arrivo della delegazione della mia società mi ha inorgoglito più di ogni altra cosa. La nostra festa, poi, è continuata in sede – conclude Bruno – dove è stato organizzato un pranzo in mio onore aperto a soci e non. E dove ho veramente capito di appartenere a una grande famiglia”. Niccolò Dainelli
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