Il Reporter Q4 - Novembre 2017

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www.ilreporter.it  il giornale del tuo quartiere

Q4

RACCONTIAMO FIRENZE OGNI MESE.

DA 10 ANNI.

NOVEMBRE 2017

A portata di mano

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 Gli artigiani 2.0  Lo shopping da divano  Non solo food a domicilio

 Un piano contro la povertà  Genitori in rete

 Le scorciatoie taglia-traffico  Cinema, tempo di festival  Tutte le notizie del tuo Quartiere

á Foto di Paolo Matteoni


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COME ARRIVARE Nuova uscita VILLA COSTANZA sull’A1, tra le uscite di Scandicci e Impruneta

lia. y” d’Ita a w m a and Tr tramvia “Drive io g g , sali in a e h d c a r r t a s rimo p ll’Auto a è il p cire da i minuti. z s n u a t a s z o sta sen nze in poch Villa C ess, o in so t u a l’ l busin di Fire i r ia o r e c t s p n a e L c enze. ge e a Fir iungi il oppin l h g a s g e a o d r l i e , per ccesso urismo rta d’a o p a Per il t l aè ostanz Villa C La fermata della tramvia

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30 giorni con

Edito

iale

Una donna su tre

N

FRANCESCA PULITI

el momento in cui chiudiamo questo numero de Il Reporter le cronache locali riportano l’ennesimo caso di molestie o tentate molestie contro una donna per le vie di Firenze. Le violenze sessuali, spesso ai danni di giovani donne straniere, hanno rappresentato il macabro ritornello delle ultime settimane. E’ lecito chiedersi quanto durerà. Lo scorso settembre, dopo lo stupro di Rimini, qualsiasi telegiornale apriva con un nuovo caso di violenza sulle donne, quasi che si fosse scatenata una battaglia. Per giorni abbiamo avuto l’impressione di un’emergenza sociale in corso. Finché non è stata rimpiazzata da un’altra emergenza. È la stampa, bellezza. Le notizie hanno un naturale ciclo di vita che non corrisponde necessariamente alla rilevanza reale del fenomeno. Secondo i dati Onu oltre un terzo delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale nel corso della vita. In Italia sono quasi una su tre, nella popolazione tra i 16 e i 70 anni (Istat, 2015). Due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. La discriminazione in ambito lavorativo è ancora elevata: le donne guadagnano in media tra il 10 e il 30% in meno rispetto ai colleghi di pari livello (Onu). Da qualche parte ho letto che gli stereotipi di genere vengono interiorizzati dai bambini nei primi 10 anni di vita. In quarta elementare il modello della donna debole e sottomessa vs l’uomo forte e creativo è già profondamente radicato nella coscienza. Un cliché che fa a pugni con il mondo reale per il resto della vita, generando risposte aggressive. Fornire modelli alternativi agli adulti di domani, prima di tutto attraverso le dinamiche domestiche, potrebbe essere un primo passo per combattere la violenza. Ogni giorno, non soltanto quando ce lo ricorda la cronaca o la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre.

La foto del mese

La luce della Toscana a Palazzo Strozzi Foto della nostra lettrice toscanissimi (@toscanissimi) Tagga @ilreporterfi nelle tue foto su Instagram, ogni mese pubblicheremo la più rappresentativa

che succede in citta città • 4-5 NOVEMBRE • Festival delle mongolfiere

All’Ippodromo del Visarno la magia delle mongolfiere, con possibilità di volare in alto, ma anche di imparare a far volare gli aquiloni (o fabbricarli), costruire modellini con il lego e assaporare ottimi risotti e gnocchi fritti in stile “Delta del Po”.

• 12 NOVEMBRE • Wrestling Night

La WWE torna in Italia con uno spettacolo unico in programma al Nelson Mandela Forum. Uno show a tutta adrenalina, con le superstar americane.

• 14-19 NOVEMBRE • Mamma Mia che musical!

Sempre per rimanere in atmosfera stellestrisce, non perdetevi il musical “Mamma Mia!”, che porta al Teatro Verdi la leggenda degli Abba, con un cast tutto italiano, tra cui Luca Ward, Sergio Muniz e Sabrina Marciano.

• 17-19 NOVEMBRE • Festival Giapponese La magia del Paese del Sol Levante conquista l’Ippodromo del Visarno: seminari, spettacoli di danza, dimostrazioni live delle arti giapponesi e, naturalmente, la cerimonia del tè. Ingresso libero.

• 25 NOVEMBRE • Colletta alimentare

Lo scorso anno in Toscana furono raccolte 521 tonnellate di beni alimentari in oltre 500 punti vendita, grazie a molti cittadini generosi e più di 15mila volontari. Quest’anno il Banco Alimentare punta a fare ancora meglio. Info su www.bancoalimentare.it

• 2-3 DICEMBRE • Strings City

Un’invasione di musica: per due giorni oltre 45 istituzioni culturali, tra musei, biblioteche, archivi, chiese e teatri, diventano il palco per oltre 70 performance musicali, realizzate solo con strumenti a corda, dal violino al piano, alla voce. Ingresso libero, opportunità unica. www.stringscity.it


novembre 2017 · www.ilreporter.it

 Foto di Paolo Matteoni

siamo operai del bello Costanza Marrapese

S

torie di persone, storie di passione che uniscono generazioni e portano avanti saperi. Grazie a chi ci crede ancora, animato dalla stessa dedizione dei fondatori, abbiamo scovato alcune storie di artigianato. La magia delle piume parla fiorentino attraverso l’alto artigianato di Mazzanti Piume. Sono soltanto 3 in tutta Europa. Due sono nella provincia di Firenze, l’altro a Parigi presso Chanel. Duccio Mazzanti, figlio di Maurizio, è oggi alla guida dell’azienda che esporta talento Made in Italy in tutto il mondo. Dalle passerelle internazionali ai magici film della Disney, la leggerezza e l’estrema evanescenza di questo simbolo nasce nella storia come segno di potere che l’uomo primitivo usò per distinguersi dai suoi simili auto eleggendosi re. Duccio con umiltà ci spiega che l’artigianato non è morto ma che occorre trovare una chiave di lettura per sdoganarlo dalle vecchie concezioni legate all’anziano artigiano in bottega. “Oggi occorre far passare il messaggio che lavorare con le mani ed essere operaio è bello. Noi siamo il paese degli artigiani, bisogna ricordarselo più spesso”. Mazzanti crede fermamente nelle formazione. Ospita ogni anno studenti dando loro la possibilità di imparare come si lavora e di sviluppare la propria idea creativa. C’è chi realizza la sua passione ogni giorno e non cambierebbe questo lavoro per niente al mondo. Raffaello Romanelli, classe 1980, scultore da generazioni della Galleria Romanelli a due passi da porta San Frediano. “L’artigianato, ci racconta, non sta vivendo un bel momento perché non riesce a passare dal vecchio al giovane, così vengono perse un sac4

Altro che anziani in bottega quasi tutti ex allievi dalla Scuola. La sensazione che ti assale quando si entra è quella di essere in un posto magico, un po’ come alla Hogwarts di Harry Potter. La Scuola ospita ogni anno studenti provenienti da tutto il mondo. Solo 5 italiani su 40 durante l’ultimo semestre provenienti per la maggior parte da Corea del Sud, Giappone, USA, Israele, Australia e Brasile. Tutti i corsi trattano la costruzione di borse da zero e non è richiesta nessuna esperienza. Tutti i ragazzi al termine del corso sono chiamati a realizzare il loro modello originale e il più creativo si aggiudica uno stage di due mesi all’interno della produzione.

á Duccio Mazzanti co di informazioni utili e il settore è penalizzato con tasse e troppa burocrazia. Penso sia fondamentale trasmettere conoscenza e la formazione è l’aspetto che amo di più del mio lavoro. Oggi ho con me nello studio una ragazza di Verona; per fortuna ci sono ancora italiani che si riscoprono artigiani”. L’ultimo lavoro di Raffaello è il busto di Salvatore Ferragamo. L’angelo e il bambino, invece, è all’interno della gipsoteca della galleria il pezzo al quale Raffaello è più affezionato e che fu realizzato dal suo trisnonno. La formazione e il passaggio della conoscenza alle giovani generazioni sono da sempre gli imperativi della Scuola del Cuoio progetto custodito dal 1950 e fondato da Marcello Gori nel cuore della Basilica di Santa

á Raffaello Romanelli Croce all’interno dell’antico noviziato. Nel corridoio da dove si diramano quelle che erano le celle dormitorio dei frati francescani lavorano sui banchi originali ancora oggi gli artigiani,


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Sgravi per under 40 e alternanza scuola-lavoro:

così si sostiene l’artigianato del futuro L Gianni Carpini

a sua bottega si trova in Oltrarno, ha un’età che si aggira intorno ai 50 anni, lavora da solo, al massimo è aiutato da un socio o da un giovane allievo. È l’identikit dell’artigiano artistico fiorentino. L’Oltrarno resta la culla dei mestieri d’arte: secondo Cna Firenze, che ha svolto un’indagine campionaria sul tema, nella striscia di città che parte da San Niccolò e arriva poco fuori Porta San Frediano si registra la maggior concentrazione di botte-

ghe, circa duecento.Negli ultimi anni però c’è chi ha tirato giù il bandone, come sottolinea un’altra associazione di categoria, Confartigianato Firenze: siamo passati dalle 642 imprese di artigianato artistico attive nel 2010 alle 595 dello scorso settembre, il 7,3 per cento in meno. Quasi la metà di chi continua la tradizione lavora metalli pregiati e pietre preziose, dall’oreficeria alla bigiotteria, mentre quattro artigiani fiorentini su dieci si occupano di restauro.

“Il calo c’è stato – osserva Alessandro Vittorio Sorani, presidente Confartigianato Imprese Firenze - è imputabile non solo alla crisi, ma a una cattiva globalizzazione che assai spesso inquina la concorrenza e minaccia i mercati di tradizione e a un difficile ricambio generazionale”. Una riduzione che tutto sommato è stata contenuta, viene sottolineato, anche per gli interventi di sostegno, dall’alternanza scuola-lavoro che porta nuove leve, fino alla riduzione dell’Imu sui fondi sfitti che saranno “affidati” a imprese di under 40. Ma quali sono i mestieri a rischio di estinzione? “Nel tempo sono andate scomparendo le professioni di filiera altamente specializzate, assorbite ormai all’interno della singola impresa - spiega Lorenzo Mori della Cna di Firenze - penso ad esempio ai tornitori in legno, ai doratori e ai pulimentatori per lucidatura dei metalli”.

le nuove sfide, online

L’Oltrarno come non l’avete mai… letto Da Pitti al meno conosciuto museo Bellini, passando da 840 botteghe come ristoranti, negozi, laboratori artigiani. C’è tutto questo in “Oltrarno su misura”, guida bilingue (italiano e inglese) nata grazie all’associazione Oltrarno promuove 2.0 e a Gruppo Editoriale. 280 pagine per due anni di lavoro, il volume arrivato di recente in libreria presenta itinerari tematici anche attraverso le botteghe artigiane. C’è inoltre un’app per avere sempre a “portata di dito” le informazioni. Per chi invece alle guide cartacee preferisce quelle in carne e ossa, tra i tanti progetti presenti in città segnaliamo Go2artisans di OmA (www.go2artisans.com), con tour nei quartieri storici tra pelle, oreficeria, profumi ed eccellenze artigiane. G.C.

 Foto di Dario Garafolo

L’artigiano 2.0 ha due nuovi attrezzi del mestiere: tastiera e mouse. “Se crei produzioni di qualità, devi saperlo comunicare”, questo il mantra ripetuto da chi si occupa di artigianato artistico. “Vive, e non sopravvive, chi riesce oggi a investire nella qualità del prodotto e a combinare questo elemento con una buona promozione web e comunicazione social”, spiega Maria Pilar Lebole responsabile dell’associazione OmA, Osservatorio dei mestieri d’arte, per Fondazione CR Firenze. Un’evoluzione spesso non semplice, soprattutto per gli artigiani storici, meno pratici con le nuove tecnologie. Così anche le associazioni di categoria si attrezzano: Confartigianato Firenze ha attivato uno sportello con consulenze gratuite per aiutare a vendere online e a digitalizzarsi. G.C.

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cosmesi. C’è il classico porta a porta e ci sono piccoli ritrovi tra amiche, un po’ feste un po’ dimostrazioni organizzate direttamente nell’abitazione privata (vedi box). Nella nostra città e in tutta l’area metropolitana solo l’anno scorso questo settore ha sfiorato i 23 milioni di euro di fatturato, più di un quarto delle vendite registrate in tutta la Toscana. Ma cosa si compra? Il “caro e vecchio” aspirapolvere non delude mai: a Firenze gli elettrodomestici e gli oggetti per la casa vanno forte, sono i più gettonati, scelti da tre clienti su cinque, e staccano di gran lunga tutti gli altri. Segue a buona distanza il cibo (che rappresenta il 18% delle vendite), appaiato però ai cosmetici e ai prodotti per la bellezza (17%). Chiudono la classifica della Firenze a domicilio altri beni e servizi come i viaggi (5%).

Gianni Carpini

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in, don. Alla porta c’è una sorpresa. Le vendite a domicilio non passano di moda, anzi macinano risultati positivi più che i negozi “in carne e ossa”: gli acquisti si fanno tra il salotto e la cucina, gli elettrodomestici sono i più gettonati e a varcare la soglia sono soprattutto donne, il 90 per cento dei 1500 rappresentanti attivi tra Firenze e l’area metropolitana. Un “mercato casalingo” che si nutre di passaparola e rapporti di amicizia, forse in questo sta la forza di un modello di commercio non recente ma che ha saputo rinnovarsi. Dal 2010 ad oggi, nonostante la crisi, il settore ha fatto registrare sempre il segno positivo: +2,5 per cento a livello nazionale nel 2016, +2% nei primi sei mesi dell’anno. A dare i numeri dello “shopping a casa propria” è Univendita, associazione di categoria che riunisce una ventina di aziende specializzate tra le quali figurano – per fare i nomi più conosciuti – Vorwerk, la società dell’aspirapolvere Folletto, Bofrost per i surgelati, Avon e Just sul fronte della

Lo shopping da salotto? Vale un quarto delle vendite

Le ragazze con la valigia rossa

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l benessere sessuale “arriva” nel soggiorno, con ironia. Quattro ragazze girano Firenze con pesanti valige rosse: dentro sex toys, lozioni per aumentare il piacere, articoli per riscoprire la sessualità femminile e di coppia, oltre a tanti consigli. Non chiamatele venditrici a domicilio, sono delle vere e proprie consulenti che seguono corsi di formazione. Fanno parte della “Valigia Rossa”, azienda nata in Spagna e sbarcata nel 2010 in Italia per rompere un tabù: è possibile parlare di questi argomenti piccanti senza peli sulla lingua. Il funzionamento è semplice: si forma un gruppo di amiche, si sceglie la casa dove ospitare la riunione e si contatta la consulente. Gli incontri, che a Firenze sono in costante crescita, durano circa due ore, tra sorrisi e confidenze. E per le promesse spose c’è anche la versione “addio al nubilato”. G.C.

Il “party” delle pentole

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’è chi li chiama “party”, per altri sono semplicemente “riunioni”. Che siano cosmetici, elettrodomestici o lingerie, le clienti in molti casi preferiscono piccole presentazioni private a domicilio: un venditore di fiducia, un gruppo di amici e magari qualche stuzzichino, per esempio se si parla di batterie di pentole. La vendita si trasforma in un mini-evento dove trovare consiglio e fare due chiacchiere.. G.C.

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tutta Firenze A Domicilio Ristoranti, abbigliamento e accessori,ma anche farmacie, lavanderie e sakè. Sono sempre di più le attività che offrono la consegna a casa

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Vincenzo D’Angelo

n principio furono le pizzerie, poi arrivarono i ristoranti cinesi, le rosticcerie e i deliziosi cornetti di notte. Oggi sono diverse le attività che offrono la consegna a domicilio, dai ristoranti rinomati ai supermercati, passando per le farmacie e ovviamente i colossi della moda. Anche a Firenze esistono numerose realtà che mettono a disposizione questo comodo servizio, alcune più tradizionali, altre decisamente originali. Esselunga offre la possibilità di fare la spesa interamente online attraverso il sito EsselungaACasa.it in cui l’utente, previa registrazione, può navigare tra i vari reparti, leggere le schede di approfondimento, scegliere il metodo di pagamento e stabilire la data di consegna, in base alle fasce orarie disponibili, che vanno dalle otto del mattino alle dieci di sera. Anche Carrefour e Conad hanno introdotto un servizio molto simile, ma bisogna prima recarsi al supermercato a fare la spesa e poi decidere tutti i dettagli alle casse. Per le mamme

attente all’alimentazione dei propri bambini, BabyGnam, azienda tutta fiorentina, permette di “creare” le pappe bio online scegliendo tra una vasta gamma di ingredienti naturali, poi recapitate comodamente a casa. Gli amanti dei sapori orientali, invece, possono acquistare su FirenzeSake la bevanda alcolica tipica giapponese con spedizioni in tutta Italia entro due giorni lavorativi. Gli appassionati di hamburger o i nostalgici dei leggendari “paninari” degli anni ottanta, possono scegliere tra Deliburger e Il Panino Tondo, anche a pausa pranzo. Il colosso della moda fiorentina, Luisa Via Roma, dispone di un e-shop online nel quale è possibile consultare e acquistare le collezioni dei designer più richiesti dal mercato. L’alta moda arriva direttamente a casa, in pochi giorni, in un packaging accattivante e riutilizzabile. Per chi sceglie di acquistare e mangiare solo frutta e verdura fresca, diversi sono i servizi che offrono la consegna di cassette bio, che dall’azienda agricola arrivano direttamente a tavola, senza intermediari. Ma non solo,

alcune farmacie, negozi per gli animali e lavanderie dispongono di fattorini pronti a consegnare la merce in poche ore. Un servizio che viene incontro ai lavoratori, agli anziani o a chi semplicemente preferisce fare acquisti comodamente seduto sul divano di casa. Lo shopping a portata di click.

Il pranzo e la cena su due ruote

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eloci, colorati, su due ruote: sono i nuovissimi servizi di food delivery a domicilio, da circa un anno approdati anche all’ombra del Cupolone. Una “flotta” di giovani bikers che, in una manciata di minuti, consegnano il pasto a casa o in ufficio, direttamente dal ristorante. Il meccanismo è molto semplice: basta accedere al sito, scegliere il ristorante ed effettuare l’ordine. La consegna avviene in circa trenta minuti, attraverso i rider. Parallelamente l’utente da casa ha la possibilità di seguire lo stato dell’ordine e la posizione del rider in tempo reale. Momoyama, 1950 American Diner e Colle Bereto sono tra le attività più richieste dagli utenti Fiorentini, mentre le giovani coppie, i single sotto i 30 anni e i genitori con figli piccoli sono le fasce che più utilizzano il servizio. Non solo home delivery ma anche eventi, servizi per gli uffici e sconti esclusivi, la strada è tutta in discesa. V.D’A.

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novembre 2017 · www.ilreporter.it

Serena Wiedenstritt

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ltre l’ufficio condiviso, c’è di più. È il coworking, termine inglese per indicare la condivisione di uno spazio lavorativo che, lo dicono le ricerche, sviluppa competenze e affari. Più economico, più stimolante, più adatto per i giovani professionisti in cerca di contatti, più creativo che lavorare ognun per sé. Il coworking funziona secondo la logica dell’affitto della scrivania, che comprende la possibilità di accedere a tanti servizi, dalla sala riunioni alla connessione, da consulenze per la comunicazione a occasioni di formazione. Ma quello che conta di più, parola di coworkers, è la possibilità di fare rete, di prendere un caffè con chi ha competenze complementari alle proprie e di favorire la nascita di partnership e l’elaborazione di progetti a più largo raggio. Il tutto in un ambiente di lavoratori “nomadi” o “ flessibili”. A Firenze i primi coworking arrivano a inizio anni Duemila e ora la scelta per chi vuole lavorare gomito a gomito con altri è piuttosto ampia. Uno dei primi spazi ad aprire in città è stato Multiverso, in via Campo D’Arrigo, ampio open space a due passi dalla stazione di Campo di Marte, che fa parte di una rete italiana. Ospita molti professionisti della comunicazione, fra cui grafici, web developers, pubblicitari, orga-

Dalla scrivania in affitto al social coworking,

il lavoro è condiviso nizzatori di eventi ed esperti di pubbliche relazioni. Sempre in zona, nei pressi di piazza Alberti, c’è Smart Hub, che nasce come ristrutturazione di uno showroom e comprende 30 postazioni fashion che serpeggiano tra colonne scure su un pavimento a scacchi. Per rilassarsi, si può approfittare di una area relax all’aperto. Altra stazione, altro coworking: è Impact Hub (vedibox), di fronte a Firenze Rifredi. Uno degli ultimi arrivi si trova a pochi metri da piazza Dalmazia, si tratta del Coworking 91C, gestito da una società che si occupa di progettazione europea

e di programmazione economica e sociale. Zona Firenze Sud, in fondo a via Aretina si trova ExFilab negli spazi, manco a dirlo, dell’ex Fabbrica Italiana Lapis e Affini. Specializzato nell’accogliere giovani che intendono avviare o che hanno da poco avviato idee progettuali e servizi nell’ambito sociale e culturale, questo social coworking mira a far sviluppare attività e sinergie tra giovani lavoratori ed esperti finalizzate alla promozione del benessere e dell’utilità sociale. Una spinta ai coworking arriva anche dalla Regione Toscana, che lo

scorso luglio ha varato un bando per assegnare voucher individuali a supporto della creazione di percorsi imprenditoriali attraverso l’accesso agli spazi di coworking dei fornitori. Gli importi finanziabili, fino a 4mila euro, coprivano i costi di affitto della postazione lavorativa all’interno del coworking, le spese di viaggio, vitto e alloggio per eventuali trasferte in coworking al di fuori del territorio regionale e l’assicurazione per l’utilizzo di attrezzature messe a disposizione del “maker space”. Una mano concreta per sperimentare nuove forme di sharing economy.

Da Shangai a Berlino, fare rete (e anche meditazione) aiuta gli affari

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ue domande su Impact Hub, risponde Riccardo Luciani, managing director. Impact Hub Firenze è parte di una rete internazionale: che differenza c’è fra lavorare in coworking in Italia e farlo all’estero? L’obiettivo della rete Impact Hub è quello di permettere ai diversi territori di generare impatto attraverso il supporto all’azione imprenditoriale dei singoli: questo obiettivo condiviso ci rende tutti simili, da Shanghai a Seattle, da Berlino a Firenze. Naturalmente è molto diverso fare innovazione sociale, ambientale e relazionale in grandi metropoli o in piccole città, nel sud o nel nord del mondo: ogni Impact Hub si concentra su determinati e specifici strumenti per abilitare in loco questo cambiamento. Per esempio Impact Hub a Londra è molto concentrato sul business e rappresenta l’ambiente adatto a una crescita imprenditoriale più intensa mentre a Kyoto, in Giappone si riflette sulla conciliazione dei tempi di lavoro e della vita e capita più spesso

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di fare meditazione insieme piuttosto che una riunione di lavoro. Spesso quando le persone vengono a trovarci per la prima volta ci dicono che nei nostri spazi sembra di essere in una città del nord Europa e non a Firenze: quello che ci auguriamo è che a Berlino chi visita Impact Hub possa dire di sentirsi un po’ anche a Firenze! A febbraio 2017 ha aperto BUH! Circolo culturale urbano, come si integra con Hub? Che nuove esigenze dei coworker soddisfa? C’è una suggestione che riguarda la città di Firenze, i grandi momenti che l’hanno contraddistinta come luogo determinante per l’inno-

vazione, ed è quella di una città dove i luoghi del lavoro, della cultura, della musica e del convivio erano sovrapposti, non separati. L’idea di BUH! nasce da questo desiderio di costruire un luogo dove ci sia spazio per la contaminazione, per l’incontro e anche per il lavoro. È molto importante per noi rivolgerci anche a chi non è ancora pronto per avere una postazione e vuole provare cosa significa entrare a far parte di questo luogo, BUH! è quindi una terra di mezzo, uno spazio di esplorazione e contaminazione per il quartiere e per la città. S.W.


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moro di fatto: ho provato un certo stupore, ma prontamente frenato da una non irrilevante aspettativa”. Afferma Niccolò Musmeci, studente in corso al terzo anno di Giurisprudenza presso l’Unifi. Il suo sbalordimento è caduto più su certi nomi, li chiama i “famosi baroni”; famosi e ottimi nelle materie di loro competenza. Per quanto riguarda l’università Niccolò conferma il “silenzio assai assordante”. Poi aggiunge: “vanno riviste le regole di assegnazione dei bandi. Oppure far sì che il professore nomini direttamente il ricercatore, allocandosi ogni responsabilità in trasparenza. Di fatto è così, senza trasparenza però.”

Costanza Tosi

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isale alla fine di settembre l’inchiesta della procura di Firenze riguardante gli accordi corruttivi tra professori universitari di diritto tributario, al fine di rilasciare le abilitazioni all’insegnamento con valutazioni non basate sulla meritocrazia, bensì per il conseguimento di interessi personali. Dalle intercettazioni eseguite nel corso delle indagini è emerso che tra i commissari del concorso vigeva un vero e proprio “patto”, una sorta di accordo per scambiarsi voti in maniera reciproca in modo da favorire i propri candidati. Sicuramente un “fatto sorprendente che deve far riflettere sulla situazione dell’Università oggi”, ha detto il sindaco Dario Nardella, ma anche un episodio demoralizzante per tutti coloro che ogni giorno si recano in ateneo con la buona volontà di imparare qualcosa e la speranza di inserirsi nel mondo del lavoro. È proprio a loro che abbiamo voluto dare la parola, per farci raccontare, a seguito dell’accaduto, che “aria tira” tra i corridoi dell’Unifi. Allegra Rovini, classe 94, studentessa di Giurisprudenza all’Università di Firenze ci racconta la sua reazione di stupore e indignazione di quando ha scoperto la notizia. “Durante le prime lezioni il professore inveiva contro le multinazionali che non pagavano le tasse” ci spiega. Poi aggiunge: “mi auguro che, nel caso in cui la giustizia non dovesse fare il suo dovere, il professore decida spontaneamente di cessare la sua attività di insegnante. Ormai ha perso di credibilità”. Per quanto riguarda l’Università? “Non ha dato nessuna spiegazione – ci racconta Allegra –, il Rettore non ha mai parlato della vicenda, se non con un comunicato scritto, povero di contenuto, in cui si impegnava a far luce sulla vicenda”. L’esame è stato spostato al prossimo semestre. “Eravamo tutti sbalorditi, ma soprattutto sorpresi; non ce lo aspettavamo”. Racconta invece Eleonora Favaccio, studentessa di economia. “Anche se il rapporto alunno professore non è sempre dei migliori, in fondo molto spesso c’è una profonda stima per chi ci insegna quello che poi sarà il nostro mestiere, o che, in ogni caso, farà parte del nostro bagaglio culturale. Una stima che adesso viene meno”. Ma lei personalmente è ottimista, e nonostante tutto speranzosa, quasi a dire la mela marcia c’è sempre, in tutte le cose, la speranza è che non diventi un vizio. “La mia reazione è stata un ossi-

Che aria che tira in ateneo dopo l’inchiesta sui baroni? parola agli studenti Ridi con

Affilate l’ironia: ogni mese, a partire da questo, Il Reporter ospiterà una vignetta “silenziosa”. Ai dialoghi pensateci voi lettori, facendo emergere il vostro innato spirito da cabarettista. Inviateci la vostra interpretazione via mail a redazione@ ilreporter.it o tramite i nostri canali social. La migliore sarà pubblicata il prossimo mese.

á Allegra Rovini

á Eleonora Favaccio

á Niccolò Musmeci 9


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Strette, strettissime

Le scorciatoie anti traffico, ma l’intoppo è dietro l’angolo

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Gianni Carpini

l “salto” del piazzale e il “rally” di Porta Romana. Quando il traffico diventa infernale, gli automobilisti diventano creativi, forse troppo. Per scansare ingorghi o schivare cantieri se ne provano di cotte e di crude e c’è chi sterza verso le colline: anguste stradine di campagna improvvisamente diventano autostrade anti-traffico, sebbene la loro dimensione non lo consenta. Ad esempio per andare da Porta Romana a Soffiano, senza passare dalla temibile rotonda di Ponte alla Vittoria, c’è chi si avventura lungo il percorso (a doppio senso) che tocca Bellosguardo e Marignolle: una bella scampagnata, ma l’intoppo è dietro l’angolo. Può filare tutto liscio, finché non si incappa nei punti più stretti. Bastano due mezzi poco più grandi della norma che cercano di scambiarsi e il patatrac è servito. Nonostante questo, la fretta

spinge molti a premere un po’ troppo sull’acceleratore. Altra zona, medesima situazione. Dal Galluzzo o da Poggio Imperiale, verso le Cinque vie le insidie sono sempre in attesa: nonostante intorno alle Cascine del Riccio la strada sia stata ampliata per effetto del nuovo bypass, rimangono punti piuttosto difficili da dribblare, se si trovano vetture in senso contrario. Visti dal volante anche i tragitti turistici possono sembrare valide

alternative alle code. È il caso della “gincana” di viale Poggi: alcuni temerari lo imboccano dal piazzale Michelangelo pur di saltare l’ultima parte della strada che scende verso piazza Ferrucci, deviando poi in San Niccolò e lungarno Cellini. Infine ci sono le vie di campagna che con il tempo si sono trasformate, per necessità e non per dimensione, in trafficatissime tangenziali, come l’amata-odiata via delle Bagnese. È il modo più veloce per an-

dare dalla zona di via Senese dritti a Torregalli senza passare a “valle”, da Porta Romana prima e da piazza Gaddi poi. Ma se vuoi prendere la scorciatoia, da Bibe devi passare: nei pressi della trattoria che dà il soprannome a questo percorso si trova il punto più stretto. Qui per scambiarsi i veicoli sono costretti sfiorare pericolosamente i muri ai lati della strada. E gli specchietti caduti “sul campo” sono all’ordine del giorno.

Gli imbuti da evitare (se potete)

Bollino nero

Da qualunque parte si entri, il risultato non cambia: la zona intorno alla stazione Santa Maria Novella è assolutamente da evitare. Complici i cantieri della tramvia, la situazione è sempre sull’orlo di una crisi di nervi.

Bollino rosso

È l’asse più temuto da chi è al volante perché può far lievitare a dismisura i tempi di percorrenza: il tragitto Fortezza-Porta a Prato-Ponte alla Vittoria (e viceversa) può far perdere la pazienza anche ai santi.

Bollino giallo

Sono agli antipodi della città, ma accomunati dal medesimo destino: Ponte all’Indiano e Viadotto Marco Polo. I due viadotti nelle ore punta si trasformano in imbuti, con lunghe code in uscita.

BANDO DI CONCORSO

PREMIO LEGACOOP TOSCANA Possono partecipare tutti gli studenti dell’Università di Firenze. C’è tempo fino a maggio 2018.

ENDO STAI SCRIV AUREA DI L UNA TESI A SULL NE? O I Z A R E P COO

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Il Premio Legacoop Toscana nasce per promuovere la ricerca accademica sui temi legati alla cooperazione e all’impresa cooperativa in ambito economico, sociale e giuridico. Saranno selezionate tre tesi di laurea magistrale discusse all’Università degli Studi di Firenze nell’anno accademico 2016/2017, ovvero entro la sessione di aprile 2018. Gli autori delle tre tesi vincitrici riceveranno un contributo da mille euro ciascuno.


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Alberi su, alberi giù Cosa è stato tagliato, cosa verrà rimpiazzato che autunno e che primavera saranno per viali e giardini Laura Piccioli

 L’olmo in piazza Vittorio Veneto

S

ono stati al centro di nodose questioni per mesi a causa delle loro cadute rovinose e della loro potatura inaspettata e talvolta non giustificata, ma nelle ultime settimane gli alberi sono tornati a far parlare di sé, questa volta con un risvolto positivo: l’arrivo di nuove piantumazioni. Gli interventi prevedono un investimento totale di circa mezzo milione di euro e riguardano prevalentemente i quartieri 1, 3 e 5. Nello specifico sono in arrivo 802 nuovi alberi, dei quali 282 in sostituzione delle piante che hanno delle criticità sia dal punto di vista della stabilità che della loro salute. Il provvedimento riguarda nello specifico viale Belfiore dove i 44 pini domestici verranno sostituiti con dei tigli, viale Strozzi, dove invece saranno piantati nuovi platani al posto di quelli vecchi, viale Fratelli Rosselli, dove quattro ippocastani prenderanno il posto di altrettanti olmi. In piazza Stazione e piazza San Marco, invece, gli alberi abbattuti saranno sostituiti nello stesso numero dalle stesse specie, mentre nel parco delle Cascine si pianteranno 181 nuovi alberi di 8 specie diverse, prevalentemente lecci, tigli, olmi, bagolari, oltre a 120 nuovi alberi in bosco, di 23 specie arboree diverse. Oltre alle vie centrali della città, anche i giardini di quindici scuole vedranno l’ingresso di 210 nuovi alberi di varie specie (tra le quali acero campestre, carpino, frassino, quercia, salice, ginkgo biloba) in sostituzione di 135 ceppaie. Per quanto riguarda viale Corsica saranno ripiantate settanta nuove piante di pero ornamentale, mentre in viale Guidoni, l’intervento si propone di rinnovare il patrimonio arboreo del secondo tratto del viale sostituendo le magnolie, i 92 pini neri e numerosi piccoli cespugli ad alberello, reimpiantando 114 nuovi alberi, come tigli argentati e parrotie. Molti alberi citati sono stati già abbattuti nell’estate scorsa, ma dal Comune fanno sapere che le nuove piantumazioni avverranno non appena la temperatura si sarà abbassata.

Gli Architetti, “Soluzione necessaria, ma serve un piano per ripensare lo spazio urbano”

I

l tema della nuova piantumazione degli alberi non riguarda solo l’aspetto prettamente ambientale, ma sicuramente anche quello urbanistico. Per questo motivo abbiamo chiesto alla Presidente dell’Ordine degli Architetti Serena Biancalani un’opinione in merito all’argomento. “Di fronte ad un problema di sicurezza – dichiara – non possiamo certo sottrarci. Crediamo come Ordine, che quella di abbattere numerosi alberi malati sia stata la miglior soluzione a tutela del cittadino. A questo punto però sarebbe necessario fare una vera programmazione del verde in cui non si pensi solo alla piantumazione, ma anche e soprattutto alla manutenzione di questi alberi che sono ‘costretti’ a vivere una situazione di alto stress dovuta allo smog. Inoltre – continua Biancalani - visto l’arrivo di un numero superiore di alberi nei nostri quartieri, sarebbe necessario ripensare lo spazio urbano, dando alla città un progetto più organico, e su questo mettiamo le nostre competenze a completa posizione del Comune”.

 Serena Biancalani

L.P.

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Quartiere

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á Oggi Gianni Carpini

L’

Isolotto ha una nuova area verde, addio al “buco nero” tra via Torcicoda, via Viani e viale dei Platani: ieri terreno abbandonato, oggi giardino pensile intitolato a Michela Noli. Sopra ci sono 7mila metri quadrati di erba, vialetti, giochi per bambini e area cani; sotto un parcheggio da 180 posti. Si chiude dopo tre decenni l’epopea di questo rettangolo di terra che fino agli anni Ottanta ospitava un vivaio, poi lasciato a se stesso e reso inaccessibile. “Quadrilatero verde” lo chiama chi vive qui da una vita. All’inizio fu avanzata l’ipotesi di costruirci case, in seguito il progetto tramontò, viste le proteste arrivate da più parti, e infine si è giunti al compromesso: un parcheggio privato sotterraneo e un parco pubblico in superficie. Per vederlo realizzato ci sono voluti quindici anni dalla prima idea, datata 2002. Nel 2011 si è aperto il cantiere, poi, a causa dei fallimenti delle imprese, gli interventi si sono arenati, per sbloccarsi tre anni dopo. “Come Quartiere – commenta il presidente del Q4 Mirko Dormentoni abbiamo costantemente monitorato e sollecitato i lavori e le complesse procedure burocratiche che caratterizzano un’opera pubblica realizzata e ceduta da privati sulla base di una convenzione urbanistica”. Il giardino, che è recintato, la mattina viene aperto dal personale della pasticceria Di Fede, mentre alla sera la chiusura è affidata ai vigilantes. L’area cani ha un accesso autonomo, da via dei Platani, e vanta una speciale zona chiamata “pipican”, un’area circolare di sabbia e ghiaia dove gli amici a quattro zampe possono fare i loro bisogni lasciando pulito il resto del loro giardino.

Il quadrilatero è di nuovo verde

addio al “buco nero” dell’Isolotto

á Dicembre 2014

á Aprile 2016

Una panchina rossa per Michela

“L

a violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”, scriveva Isaac Asimov. Questa stessa frase è diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne ed è riportata sulla panchina rossa del nuovo giardino di via Torcicoda. Rossa come il sangue delle tante (troppe) vittime. Il parco è stato intitolato a Michela Noli, in memoria delle vittime del femminicidio. La 31enne è stata uccisa il 15 maggio 2016 dall’ex marito, che poi si è tolto la vita, in un’auto in via dell’Isolotto. G.C.

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novembre 2017 · www.ilreporter.it QUARTIERE 4

È nuovo? No, Barattato all’Isolotto Gianni Carpini

“T

esoro, borsa e peluche fanno tre euro e cinquanta, va bene? Me li dai dopo quando passa tuo marito”. Esclama Paola davanti al suo tavolo imbandito di oggetti di seconda mano. Accanto a lei Giusi mette in mostra braccialetti e spille antiche: è la veterana di questo mercatino allestito due volte al mese nel cortile del circolo dell’Isolotto. Lei ha 87 anni e da venti partecipa quasi ad ogni appuntamento, racconta fiera, ogni prima e terza domenica del mese, dalle 8 del mattino alle 17. Carmen invece è arrivata un po’ dopo, ma è anche lei una fedelissima e sul suo banco espone soprattutto vestiti usati e vintage. Oggi la mattinata piovosa non ha scoraggiato curiosi e appassionati che girano tra i tavoli ordinati, alcuni sono protetti sotto il “loggiato” del circolo, altri attrezzati con piccoli tendoni. Qui dagli anni Novanta, quando ancora i mercatini dello “Svuota cantine” erano agli albori, si vende, si compra e in qualche caso si scambia tutto ciò che è usato, ma che è ancora buono. Anzi alcune chicche sono da collezionisti. “Tutti abbiamo in casa oggetti che non usiamo più: invece di buttarli via con il nostro mercatino cerchiamo di darli ad altre persone”,

Dopo la pausa estiva riparte il mercatino dell’usato, presenza fissa in via Maccari da oltre 20 anni

Il book crossing pensa al trasloco

L’

spiega Annalisa Maggi presidente del circolo dell’Isolotto. Per partecipare e vestire i panni degli “ambulanti per un giorno” basta essere soci Arci e prenotare lo spazio da chi tiene le fila di questa iniziativa, la signora Paola. “Meglio che stare a casa tutta la domenica a abbrutirsi sul divano, no?”, dice ironica. Dopo

lo stop estivo, per consentire alcuni lavori al circolo, il mercatino “compro – baratto – vendo” ha ripreso a settembre. Il prossimo progetto è ampliare gli spazi a disposizione: saliranno da una dozzina a quindici, nell’area esterna che si trova subito dopo il cancello di ingresso su via Maccari.

unione fa la forza, anche per le “letture condivise”. L’angolo del book crossing, dove lasciare i libri che non si leggono più e prenderne di nuovi senza spendere un soldo, pensa a un trasloco. Approdato da anni al circolo dell’Isolotto, ultimamente lo scaffale del libero scambio di libri è stato relegato, per motivi di spazio, in un angusto corridoio. Da qui l’idea di trasferirlo e unirlo a quello presente a poca distanza, dentro Villa Vogel, nei pressi dell’ufficio anagrafe. “È poco utile avere due punti di scambio libri molto vicini – fanno sapere dal circolo – con il Quartiere 4 stiamo pensando di unire le forze per crearne uno unico più fornito”. G.C.

Il Reporter del Q4 raggiunge le famiglie del quartiere 4 di Firenze Editore e Concessionaria Pubblicitaria Bunker s.r.l. Sede Legale | Amministrativa Piazza E. Artom 12, 50127 Firenze Sede operativa Via Giovanni dalle Bande Nere 24, 50126 Firenze PUBBLICITÀ Tel. 055 6585939 Fax 055 3940003 email: info@edizionibunker.it Stampa Rotostampa - Campi Bisenzio (FI)

Direttore Responsabile Francesca Puliti Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 Mail redazione@ilreporter.it Periodico d’informazione locale Anno XI n. 49 del 3 novembre 2017. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da RP soc.coop. a r.l.

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QUARTIERE 4 www.ilreporter.it · novembre 2017

Gianni Carpini Dopo lo “show” è tempo di fare i conti. Rinnovata con un cantiere spettacolare finito sui social (con tempi più lunghi del previsto), la passerella dell’Isolotto 2.0 si presenteràcon un look molto simile al vecchio, ma diversa nella sua essenza. Tracciamo una linea del tempo per capire com’è cambiata.

Comunita cristiana di base dell’Isolotto

Storia di un ponte sospeso tra passato e presente

á Foto Archivio

1955

á Foto Archivio

La passerella è social Comunita cristiana di base dell’Isolotto

L’antenata Quando le auto erano un miraggio e arrivare al ponte più vicino (alla Vittoria) significava macinare chilometri a piedi, passare l’Arno all’altezza del nascente quartiere dell’Isolotto rappresentava una necessità per chi lavorava sull’altra riva. Era il tempo dei barcaioli che facevano la spola tra una parte e l’altra. Uno di loro, Renato Pieri, a metà degli anni Cinquanta si inventò una passerella tutta sua: un ponticello di fortuna fatto con delle assi. Per attraversarlo servivano 20 lire, 30 se in motorino.

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1963

Nuova e social

Versione slim Cinquant’anni dopo l’inaugurazione, la passerella è stata presa d’assalto, tanto da risultare troppo stretta per la convivenza di pedoni e motorini. Dal 2012 è diventata inoltre una “sorvegliata speciale” per i suoi problemi di stabilità con l’installazione di otto sensori. Poi è scattata l’allerta: chiusa il 30 aprile 2015 per consentire i lavori d’urgenza, è stata riaperta in “versione slim”. Sono arrivate due file di transenne per ridurne l’ampiezza e centrare il “carico umano”, oltre ai tornelli anti-scooter.

La nascita Nata sotto il segno dei pesci. Il 3 marzo 1963 arrivò anche il sindaco La Pira per tagliare il nastro. Il ponticello abusivo di Renato Pieri aveva aperto il dibattito sulla necessità di un ponte vero. Iniziò l’epoca della passerella dell’Isolotto: tre tronconi (due “spalle” e una parte centrale), tre metri e mezzo di larghezza, duecento tonnellate di cemento. Un carico pesante che ai giorni nostri ha provocato non pochi problemi.

2015

2017

C’è voluto quasi un milione di euro per risolvere i problemi di “peso” della vecchia passerella, letteralmente smontata. Alcuni l’hanno ribattezzata addirittura “passerella social” per quanti dallo scorso 26 giugno hanno seguito live tutte le fasi del cantiereshow, tra maxi gru, selfie postati online e video in diretta Facebook. La vecchia campata è stata tolta, calata in Arno su piattaforme galleggianti e poi fatta a pezzi. La nuova porzione centrale, 50 metri di lunghezza, è in acciaio e pesa tre volte meno rispetto alla precedente. Una bella cura dimagrante.

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novembre 2017 · www.ilreporter.it QUARTIERE 4

Le tabelline? Musica per le nostre orecchie Laura Piccioli

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a matematica si sa, da sempre regala gioie, ma soprattutto, dolori a grandi e piccini. Esiste un posto però, nascosto tra i vicoli di S. Bartolo a Cintoia, dove invece anche i calcoli più articolati diventano un piacere. Si tratta del Giardino di Archimede, il museo capace di rendere questa disciplina motivante, divertente, stimolante e talvolta sorprendente, attraverso numerose attività di visite guidate e laboratori. Tra queste, prenderanno vita nei prossimi mesi le “Domeniche matematiche”, ovvero degli appuntamenti ludici e didattici aperti ai bambini e ad i loro genitori. Si comincia il 12 novembre alle 17 con “Per una Volta...La Musimatica delle Tabelline”: un laboratorio musicale per imparare – o semplicemente ripassare – le tabelline, in musica. In previsione del Natale invece, sarà possibile partecipare il 17 dicembre alle 15:30 all’incontro “Origami natalizi”, un modo simpatico di creare decorazioni con l’antica tecnica giapponese, applicando delle regole matematiche. Durante entrambe le giornate sarà possibile anche visitare il museo con la sua sezione interattiva. E’ possibile prenotare o richiedere ulteriori informazioni al numero 0557879594 o all’indirizzo archimede@math.unifi.it.

Isolotto a ritmo di pizzica e taranta

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inita l’era dei balli d’oltreoceano, è giunto il momento di dare spazio a quelli più vicini alle nostre culture, in cui è possibile divertirsi saltellando a tempo di tamburello. Nello specifico, tutti i lunedì dalle 20.30 al Circolo ARCI Isolotto si tiene un nuovo corso di Pizzica e Danze del Sud, tenuto da Chiara Garuglieri, insegnante della scuola Tarante Fiorentine, durante il quale sarà possibile - anche per i principianti - danzare sulle note della pizzica sa-

lentina, scoprendo le storie dei riti e dei miti legati al tarantismo ed esplorando i diversi stili di tammurriata dell’area campana. E’ possibile avere informazioni scrivendo a pizzicaeoltre@gmail.com o chiamando il numero 3407739616. Per avere un’idea del corso è possibile anche vedere video e foto sulla pagina facebook “Tarante fiorentine”. L.P.


QUARTIERE 4 www.ilreporter.it · novembre 2017

“Così ho unito macellai e calcianti per aiutare i terremotati” E Laura Piccioli

ra la notte tra il 23 e il 24 agosto 2016 e Mariana non riusciva proprio a prendere sonno, così accendendo la tv ha appreso la notizia del terremoto. Immediatamente la sua mente è andata ai suoi amici e alle persone di quella zona che ebbe modo di conoscere in occasione di un lavoro svolto a Rieti. Da quel momento l’unico pensiero che tormentava la sua testa era solo quello di attivarsi con forza per portare aiuti e sostegno alle popolazioni di Accumoli, Amatrice e alle altre 69 frazioni colpite. È iniziata così l’avventura di questa donna fiorentina che grazie all’aiuto importante degli amici e degli esercenti delle zone dell’Isolotto e di San Frediano – che lei da sempre frequenta – è riuscita a fare da ponte tra Firenze e le aree terremotate. “Nella mia vita c’è stato un momento in cui ho avuto bisogno di aiuto e ne ho ricevuto tantissimo, era arrivato il momento di restituirlo. Per questo non c’ho pensato un secondo, ho mandato messaggi ad altre mamme come me e alle persone che conoscevo, chiedendo vestiti, medicine e cibo, ho caricato tutto in macchina e sono partita. - racconta –. Io che non amo guidare e che sono spaventata dalle distanze, di fronte a quella tragedia mi sono

sentita in dovere di dare una mano, e così da quella calda giornata estiva, ogni 15/20 giorni carico la macchina di viveri, vestiti e oggetti utili e parto consegnando tutto personalmente alle famiglie bisognose.” Mariana è capace di trasmettere tutta la sua passione a chi l’ascolta, tanto da riuscire a coinvolgere singoli cittadini e numerose associazioni, come ad esempio quella dei Macellai Fiorentini presieduta da Luca Meoni che ha donato 3 quin-

tali di carne o gli esercenti del Mercato di Sant’Ambrogio e i calcianti dei Bianchi, che hanno organizzato numerose iniziative di raccolta fondi. “Il mio obiettivo – continua Mariana – sarebbe quello di raccoglie-

re più materiale possibile in vista dell’inverno: vestiti pesanti, scarponi, stufe, coperte e cibo sono le cose che fanno davvero la differenza. Mi piacerebbe anche organizzare delle raccolte alimentari fuori dai super-

mercati fiorentini o degli eventi nei quartieri per la raccolta di fondi da utilizzare nell’acquisto di viveri.” Per aiutare Mariana nella sua attività di volontariato è possibile contattarla al 3393386750.

per bar ristoranti B&B centri estetici, studi medici e altro.....anche per privati. Consultateci per ogni vostra esigenza. ORARIO DI APERTURA 7.30 - 22.30 Aperto tutti i giorni • Tel. 338.3455927 • washtime@libero.it


Passaggio a Sud-Ovest A cura del Quartiere 4

Sede del Quartiere 4

Villa Vogel, via delle Torri 23 tel. 055.2767108 e-mail: quartiere4@comune.fi.it web: http://q4.comune.fi.it

Polizia Municipale e territorio

VIGILI DI QUARTIERE Le zone, i punti di stazionamento, la periodicità del servizio Parte nei quartieri di Firenze il nuovo servizio di Polizia di comunità. La polizia municipale e i quartieri hanno mappato tutta la città suddividendola in 37 zone in ognuna delle quali saranno stabiliti dei security point, vale a dire dei punti di stazionamento periodico dove gli agenti di Polizia Municipale saranno presenti per raccogliere segnalazioni, esigenze e proposte. Complessivamente i security point attivati saranno 88 con presenze periodiche diversificate (settimanali, quindicinali o mensili), anche in base alle priorità individuate dai 5 quartieri grazie al loro stretto rapporto con il territorio locale. La mappa interattiva con le collocazioni dei security point è a disposizione su internet all’indirizzo http://bit.ly/2hMTEXo. Cliccando su ogni singolo puntatore si apre una scheda con localizzazione e frequenza del servizio; da novembre, trascorso il mese di sperimentazione, vi sarà consultabile anche il calendario con giorno e orario in cui gli agenti saranno presenti. Oltre alla presenza periodica nei security point gli agenti si muoveranno a piedi nelle strade e piazze delle diverse zone individuate ricevendo segnalazioni, individuando criticità e avviando le procedure di risoluzione delle problematiche. In questo modo si conta di avviare un contatto diretto, costante e continuo con i cittadini tanto che saranno impiegati preferibilmente sempre gli stessi agenti; nello stesso tempo si eserciterà una funzione di deterrenza soprattutto nei confronti dei comportamenti incivili.

Gli agenti impegnarti in questi servizi saranno riconoscibili da alcuni elementi delle loro divise, in particolare una fascia al braccio e una fascetta sul berretto con le scritte “Polizia di Comunità” e “Vigile di Quartiere”. I vigili di quartiere saranno collegati alle forze dell’ordine, agli altri reparti della Polizia Municipale e agli uffici dell’Amministrazione per attivare gli interventi che si rendessero necessari. Per illustrare il nuovo servizio verrà distribuito materiale informativo presso le sedi dei Quartieri e nei servizi maggiormente frequentati (sportelli anagrafici, urp, biblioteche etc.) e in ciascuna circoscrizione verranno tenuti degli incontri pubblici. Ecco come si presenta l’organizzazione del servizio nel Q.4, con indicazione delle zone e dei security point (tra parentesi la periodicità). Zona Pignone Lungarno Santa Rosa Asl (bimensile) Piazza Pier Vettori (bimensile) Zona Monticelli Piazza Paolo Uccello, slargo (bimensile) Francavilla/Bronzino, slargo incrocio (settimanale) Pisana/Soffiano, slargo incrocio (settimanale) Zona Soffiano/Legnaia Piazza Piero della Francesca Federiga (bimensile) Duccio da Boninsegna /Olivuzzo (settimanale) Filarete Scandicci, slargo (settimanale) Zona Batoni/Talenti Viale Talenti, fronte Coop (bimensile) Piazza Batoni, area parcheggio (bimensile)

“Onda Verde”

UN PIANO DI RIQUALIFICAZIONE DI PARCHI E GIARDINI PUBBLICI

L’amministrazione comunale ha presentato il piano 'Onda Verde' per la riqualificazione del verde pubblico, che verrà attivato nelle prossime settimane. Si tratta di un pacchetto formato da 14 interventi distribuiti nei cinque quartieri fiorentini, per un investimento complessivo di quasi 3 milioni di euro. Questo il dettaglio dei lavori previsti nel Q.4 Parco di Ugnano. Saranno sostituiti i giochi, ormai deteriorati. Le nuove attrezzature sono state scelte tenendo conto di fasce di età diverse (da 1 anno a 12-14 anni). Sotto alcune piante di acero verrà inoltre installata una panca con struttura coperta mentre due porte da calcetto saranno installate nel prato adiacente. In programma la piantumazione di nuovi alberi: due lecci, tre roveri, due mandorli e tre noccioli. Completeranno l’intervento la sostituzione di tre dei cinque ponti, ormai deteriorati, e il potenziamento dell’impianto di illuminazione con l’aggiunta di quattro lampioni. Investimento di 150mila euro. Parco di Villa Strozzi. Saranno sostituite le staccionate di protezione dei vialetti nella zona con forte pendenza e riparati i muretti. Il programma di interventi prevede anche il restauro delle strade sterrate che conducono dalla Villa al Teatro della Limonaia e la ricostruzione della pavimentazione asfaltata che dall’ingresso su via Pisana conduce alla Villa. L'area bambini verrà dotata di un nuovo gioco. Investimento di 150mila euro. Parco di Villa Vogel. Gli interventi serviranno a migliorare sia le condizioni di sicurezza che di custodia del giardino. In particolare si prevede: il ripristino di porzione della recinzione lungo via Canova, con recupero di tutti i cancelli e delle staccionate interne in legno; la sostituzione delle altalene in legno con altalene in acciaio; la sostituzione di panchine in legno e tavoli picnic; l'integrazione e spostamento di alcuni punti luce; la rigenerazione di alcuni punti del manto erboso e l'eliminazione di ceppaie. Investimento di 140mila euro. 18

Zona Isolotto Piazza dell’isolotto (bimensile) Via Giovanni da Montorsoli, area giochi fronte scuola elementare (settimanale) Zona Argingrosso/Poderaccio Via dell’Argingrosso, fronte Penny Market (settimanale) Via dell’Argingrosso, interni 135-137 (settimanale) Via delle Isole, orti sociali e parco pubblico (settimanale) Zona Canova Via Canova, Parco Villa Vogel (bimensile) Via Chiusi, Piazzale Bibliotecanova/Asl (bimensile) Zona Mantignano/Ugnano/ Pontignale Piazza della Crezia (settimanale) Via di Mantignano, fronte chiesa (settimanale) Via del Pantano/Stilicone, giardini (mensile) Zona Ponte a Greve Via Neri di Bicci, giardini del Bindolo (mensile) Zona San Lorenzo a Greve-Torregalli Viuzzo delle Case Nuove, slargo fronte Coop (settimanale) Via del Caravaggio/Pisana, giardini (settimanale) Torregalli, fronte ingresso ospedale (settimanale) Zona San Bartolo-Cavallaccio Via Martini/Signorelli, piazzetta mercato (settimanale)

Un progetto di lavoro per persone diversamente abili

ALPACA AL PARCO DEGLI ANIMALI In un’area di un ettaro all’interno del centro florovivaistico comunale e del Parco degli animali nasce il ‘Progetto Alpaca’, a cura dell’associazione ‘AlpaHa onlus’ che si propone di realizzare una piccola impresa lavorativa di allevamento di alpaca per ragazzi diversamente abili, insieme a educatori, genitori e volontari. L’obiettivo è quello di offrire una vera e propria attività lavorativa e la possibilità di vivere con sempre maggiore autonomia in una piccola comunità molto simile ad una vera e propria famiglia. Senza dimenticare che la presenza degli alpaca ben si integra con le attività del Parco degli Animali e, in particolare, con le visite guidate delle classi delle scuole primarie che si svolgono periodicamente. Gli alpaca sono una varietà di lama originari del Perù e della Bolivia. Sono animali dalla lana pregiata (la ‘lana degli dei’ per gli Incas) che sono utilizzati anche per la pet therapy’, essendo tra l’altro docilissimi. Il progetto partirà con 3-4 cuccioli di alpaca e 3-4 ragazzi con un inserimento progressivo pilotato. Ogni ragazzo avrà a disposizione un operatore che l’accompagnerà nella cura dell’animale e lo introdurrà alle semplici faccende che richiede l’allevamento. Operatori e volontari daranno una mano per accudire gli alpaca nei giorni nei quali non saranno presenti i ragazzi. Il progetto prevede anche altre due figure: una coordinatrice e una psicologa. La realizzazione e la gestione delle strutture necessarie sarà interamente a carico dell’associazione escludendo ogni tipo di impegno economico per l’amministrazione comunale.


QUARTIERE 4 www.ilreporter.it · novembre 2017

Sport e società

OLIMPIA BASKET SOLIDALE

Gli impegni agonistici, la collaborazione con l’ospedale Meyer di Firenze, il progetto di attività motoria adattata con il basket rivolta a bambini con trisomia 21, sono stati al centro della presentazione della stagione 20172018 della Olimpia Basket di Legnaia. La società sportiva. nata nel 1973, da anni è fortemente impegnata nel sociale e in attività di sostegno a chi versa in condizioni di difficoltà. “Lo staff dirigenziale e tutti i giocatori fanno della fiorentinità un fiore all’occhiello. Hanno partecipato attivamente anche alla Festa dello sport Q.4 -sottolinea la presidente della Commissione Sport Q.4 Barbara Felleca- e sono, da sempre, ben inseriti nel territorio. Si adoperano anche per insegnare l’etica dello sport nelle scuole e ora sono impegnati in una importante iniziativa d’inclusione sociale con la Fondazione dell’Ospedale Meyer. Un giorno a settimana ospiteranno i ragazzi affetti da sindrome di Down e li faranno giocare con i ragazzi normodotati. Una bella esperienza che farà crescere anche i ragazzi che giocano con la maglia dell’Olimpia Legnaia”. Per info sul progetto “Basket e attività motoria adattata”, in programma presso la palestra geodetica di via Legnaia 2H a Firenze, scrivere a cosimo.conti94@gmail.com

A UGNANO UN NUOVO MANTO IN ERBA SINTETICA Inaugurato il 14 ottobre scorso un nuovo manto in erba sintetica per

il campo di calcio a 11 dell’impianto sportivo di Mantignano-Ugnano, grazie ad un investimento del Comune di Firenze di 475mila euro.

PREMIO VILLA VOGEL

Il 2 dicembre, ore 10, la sala consiliare del Q.4 ospiterà la XV edizione dello storico “Premio Villa Vogel”, l’ormai prestigioso riconoscimento per società sportive e atleti che si sono distinti durante l’anno. “Vorremmo che questa quindicesima edizione fosse dedicata ai giovanissimi atleti che praticano lo sport anche ad alti livelli, perché i ragazzi sono il nostro futuro e il futuro di questo premio, a cui auguriamo ancora lunga vita” afferma Barbara Felleca, presidente della Commissione Sport Q.4. Inviare le candidature a: sport.q4@comune.fi.it

Scuole e territorio

FESTA DELL’ALBERO, GLI APPUNTAMENTI Torna la Festa dell’Albero, con ben 4 iniziative in programma che coinvolgeranno centinaia di bambini delle scuole del quartiere (istituti comprensivi Montagnola Gramsci, Ghiberti, Pirandello) oltre alla ludoteca La Mondolfiera. Si è iniziato il 31 ottobre piantando alberi in via Monferrato (laddove ne sono stati recentemente abbattuti) insieme ai piccoli della ludoteca Albero di Alice. Sono stati piantati peri da fiore, ligustri, cratego, mirabolano porporino, falso pepe. Il 7 novembre gli alunni della scuola primaria Petrarca, insieme ai giardinieri del Comune di Firenze, pianteranno nel loro giardino cipressi, tigli e liriodendro. Il 9 novembre, nell’aiuola prospiciente la scuola Ambrosoli, i bambini piantano acero minore, bagolaro, trachicarpo fortunei. Il 14 novembre alla scuola Niccolini vengono messi a dimora ben quattro alberi: un liquidambar e tre noccioli di Costantinopoli. Gli appuntamenti per le feste dell’Albero 2017 si concludono con una novità: presso il teatro La Fiaba di piazza dell’Isolotto l’Associazione Culturale Effetto Notte presenta una lettura animata tratta dal romanzo di Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi”, con protagonisti/spettatori gli alunni delle scuole primarie del Q.4.

Previste sanzioni fino all’arresto ORDINANZA CONTRO LA PROSTITUZIONE

La prostituzione non rappresenta solo una forma di mercificazione del corpo della donna, peraltro spesso connessa a forme di schiavismo e di oppressione, ma anche un fenomeno che agisce pesantemente sulla qualità della vita urbana comportando forti aspetti di degrado e di illegalità, anche per il controllo esercitato in questo settore dalla criminalità organizzata che ne ricava ingenti profitti. A spese della dignità della donna e a conferma di una insopportabile cultura patriarcale che sta alla base degli atroci episodi che ogni giorno riempiono le cronache. Per tutto questo il Comune di Firenze ha deciso di intervenire nel merito con una ordinanza contingibile e urgente che è già entrata in vigore prevedendo tra l’altro un procedimento penale, con arresto fino a 3 mesi o una ammenda fino a 206 euro. I provvedimenti potranno scattare a carico dei ‘clienti’ e in questo senso sarà sufficiente agli agenti della Polizia Municipale, sia in borghese che in divisa, accertare se c’è stata una richiesta, un consenso o un accordo su una prestazione sessuale a pagamento. In questo caso scatterà la denuncia per il cliente sulla base dell’articolo 650 del codice penale, per violazione di una ordinanza delle autorità. Non sono previste sanzioni per chi offre la prestazione, a meno che non ricorrano altre violazioni di legge. L’atto firmato dal sindaco è stato reso possibile dal decreto Minniti, convertito in legge lo scorso mese di aprile, che per la prima volta consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che fanno richiesta di prestazioni sessuali a pagamento. 19


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mamma e papà si diventa, anche online Valentina Veneziano

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enitori si diventa. In questa trasformazione, anno dopo anno, sentiamo il bisogno di confrontarci, chiedere consigli e capire come muoverci in una città piccola ma intensa come Firenze. Siamo fortunatamente nell’epoca in cui il mondo digitale è in grado di aiutare tutti e in maniera comoda e veloce. E così anche i genitori fiorentini possono consultare siti e blog per ricevere, non solo risposte alle loro domande, ma curiosità e attività da praticare insieme ai figli. In quali blog dovete curiosare? Firenze Formato Famiglia (www. firenzeformatofamiglia.it) nasce da un’idea di Lorenza e Laura ed è un sito che informa le famiglie sugli eventi dei week-end, sulle attività da svolgere durante i giorni infrasettimanali, come una semplice passeggiata con il passeggino, affrontando tante tematiche diverse, ad esempio come imparare a gestire i capricci quotidiani dei figli. Mamme a Firenze (www.mammeafirenze.it) prende vita nel 2010 grazie all’intuito di Cristina. Qui troverete idee per lo shopping,

consigli per mamme in attesa, informazioni su ludoteche, spazi giochi e giardini fiorentini, idee per il week-end e su dove e come festeggiare un compleanno. Io Amo Firenze (www.ioamofirenze.it) ha la sezione “Con i bambini”,

una categoria che Elena Farinelli, founder del blog nato nel 2006, dedica ai locali che possiedono kids room e ad attività da fare insieme ai più piccoli. Firenze Kids (www.firenzekids.it) è un portale dedicato ai genitori di

Firenze e dintorni. Nasce proprio dal bisogno di stringere rapporti con altre mamme e babbi per scambiarsi suggerimenti utili su temi diversi che ruotano intorno al magico mondo dei bambini. GenGle (www.gengle.it) è il portale dedicato ai genitori single che vi permette di condividere le attività del quotidiano con altri genitori single di ogni città perché è possibile geolocalizzare gli annunci. Il blog è una lettura piacevole che offre molti spunti di riflessione.

Dal pancione ai primi anni, c’è uno sport per tutti

il freddo non ferma la voglia di festeggiare

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nverno: tempo di compleanni…al chiuso. Se per i piccoli nati a cavallo dell’estate la soluzione salva mamme spesso è la festa ai giardini pubblici, che permette ai bambini di scorrazzare tranquillamente e rumorosamente sul prato, per chi è nato da ottobre ad aprile la scelta delle location per spengere la candelina si restringe. Fra le soluzioni più quotate ci sono i gonfiabili (a Firenze MondoBimbo al Parterre è fra i più conosciuti) che piacciono soprattutto in età prescolare. Per i più grandi ci può essere la soluzione cinema (a Firenze prevista da The Space, nella piana da UCI Cinema) che comprende candeline, film e popcorn e più relax per i genitori. Alternativa fresca di stagione è la possibilità di festeggiare nell’orto della terrazza coperta del centro commerciale Unicoop Firenze di via Carlo del Prete, con animazione a tema o la possibilità di prenotare il buffet in punto vendita. S. W.

alla UISP fiorentina una serie di proposte per accompagnare donne in gravidanza, futuri genitori, neo mamme e bambini fino a quattro anni con attività sportive per farli crescere insieme in fasi della vita che comportano una vera e propria riorganizzazione. L’offerta UISP Firenze comprende dalla piscina allo yoga per donne in gravidanza, passando per il percorso nascita, che coinvolge entrambi i futuri genitori, fino ai corsi per neomamme in forma e le attività motorie per i bambini più piccoli. Tutte le info al link http://www. uisp.it/firenze/pagina/percorsonascita S. W.

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www.ilreporter.it · novembre 2017

emergenza povertà in toscana il piano della regione P Serena Wiedenstritt

olitiche per il lavoro, politiche abitative, provvedimenti per l’inclusione socio-lavorativa delle persone svantaggiate e misure scolastiche per il contrasto alla povertà. Adulti, giovani e anche bambini sono i destinatari del cantiere sociale a cui la Regione Toscana sta lavorando per affrontare l’emergenza povertà. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Salute e al Welfare, Stefania Saccardi. Quanti e chi sono i poveri in Toscana? L’area della povertà assoluta in Toscana è stimabile in 53mila famiglie e 119mila persone, soprattutto donne sole con figli e famiglie di cittadini stranieri, con un aumento della povertà tra le famiglie più giovani e i minori. La Toscana si trova in una condizione migliore rispetto alla media italiana con un 3,6 % di famiglie in povertà relativa a fronte del 10,6%. Presenta inoltre il valore più basso a livello nazionale, in diminuzione rispetto al 2015 (da 5,0% nel 2015 a 3,6% nel 2016), mentre in Italia siamo passati da 10,4% nel 2015 a 10,6% nel 2016. Combattere la povertà è importante, ma anche prevenirla. Come agirete? I fenomeni legati all’impoveri-

mento della popolazione sono sempre più complessi, multidimensionali, estesi e interessano strati della popolazione più ampi rispetto al passato, compresi i ceti medi. Agiremo mettendo in campo opportunità integrate di natura sociale, formativa, educativa e promozionale. Allo stesso tempo innoveremo i sistemi locali di welfare, affinché ci sia una maggiore

coerenza tra domanda e offerta, tra servizi territoriali e bisogni, tra efficienza ed efficacia, in sinergia col Terzo settore. Alla povertà si affianca spesso l’emarginazione. La questione della coesione sociale nelle comunità locali è un tema che porteremo avanti attraverso un dialogo tra i diversi livelli istituzionali e con un’attenzione alle

rappresentanze sociali ed economiche che hanno un ruolo determinante nello sviluppo di benessere e qualità della vita. Il nuovo Codice sul terzo settore affida compiti e responsabilità primarie ai soggetti delle economie solidali, al fine di realizzare un welfare dove Terzo settore e pubblico operano per la tenuta della coesione sociale nelle comunità.

400 milioni di euro a disposizione per 4 linee d’azione

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uasi 400 milioni di euro tra finanziamenti nazionali e regionali. A tanto ammontano le risorse che la Regione Toscana ha deciso di destinare a un impianto di interventi contro la povertà e a favore di inclusione sociale, lavoro e istruzione. Quattro le principali linee d’azione: le politiche del lavoro, con un piano integrato per l’occupazione, assegni per la ricollocazione, incentivi alle aziende e 32 milioni di euro destinati alle aree di crisi; le politiche per la casa, con 21 milioni di euro nel prossimo triennio destinati a nuovi alloggi Erp e altri 7 a sostegno delle famiglie sfrattate per “morosità incolpevole”; la disabilità e inclusione socio-lavorativa, con misure di inserimento per oltre 2mila toscani e una forma di indennità di partecipazione. Infine la scuola, da cui in realtà si dipana l’intero sistema, con investimenti, tra gli altri, per il sistema dei nidi (8,8 milioni) e lotta all’abbandono scolastico (5 milioni di euro). “Sei mesi fa avevamo chiesto di aprire un grande ‘cantiere sociale’ - dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Leonardo Marras ipotizzando anche di anticipare misure sul reddito di inclusione. Nessuna euforia, ma non c’è dubbio che stiamo mettendo in campo un intervento organico. Ora lavoriamo per attuare le misure messe in campo”. P.F.

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novembre 2017 · www.ilreporter.it CULTURA

L’Arno

negli occhi degli artisti Ludovica V. Zarrilli

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onostante in molti si ostinino a chiamarlo così, l’Arno “d’argento” non è mai stato. Azzurro forse, limpido (ma solo alla sorgente), colore del fango e delle piene, con sfumature che vanno dal rosso al viola al vinaccia a seconda della luce e delle stagioni. Ma d’argento proprio no. Lo sanno bene i tanti artisti che nel corso dei secoli lo hanno immortalato, rendendolo il protagonista più longevo della storia della città, testimone di tutte le vicende fiorentine. Il primo “ritratto” del fiume di cui si ha testimonianza è la cosiddetta “Veduta della catena”, un’incisione che vede raffigurata la città intera, databile 1472 e attribuita a Francesco Rosselli (dell’originale oggi rimane solo un frammento ma ne esistono alcune riproduzioni) in cui l’Arno appare per la prima volta in tutto il suo splendore. A Palazzo Vecchio, nella sala Clemente VII è tutt’oggi conservato un affresco – datato 1560 - che immortala la città dall’alto e quindi l’Arno in tutta la sua ampiezza e importanza, realizzato da Giovanni Stradano su dise-

Breve viaggio nelle più celebri rappresentazioni del fiume, da Vasari ai Macchiaioli fino a Instagram, protagonista indiscusso della vita fiorentina gno di Giorgio Vasari e che illustra l’assedio del 1530, quando Firenze resistette per undici mesi all’esercito papale che insieme alle truppe di Carlo V intervennero per ripristinare il potere dei Medici, cacciati tre anni prima. Con il vedutismo settecentesco l’Arno diventa deci-

samente protagonista, soprattutto nelle incisioni di Giuseppe Zocchi, che regala dettagli e scorci legati alla vita a diretto contatto col fiume, con barchini che trasportano passeggeri, renaioli, persone dedite alla pesca e ancora scorci che raccontano il grande rapporto

esistente tra il corso d’acqua e la popolazione locale. Si salta di un secolo per arrivare all’Ottocento e alle “macchie”, il colore pastoso tipico dei Macchiaioli, che usavano lavorare en plein air e che amavano dipingere i riflessi e i colori cangianti dati dalla luce sull’acqua. Accanto a questi pittori un po’ rivoluzionari e bohémien, nello stesso periodo, nasceva la fotografia che ha traghettato – è il caso di dirlo – lo sguardo degli artisti dagli anni di Firenze capitale fino ad oggi, quando il popolo di Instagram ha preso il sopravvento senza stancarsi del fiume, capace anche di catturare l’attenzione dei fotografi del nuovo millennio. E poi? E poi c’è anche chi, come Moradi il Sedicente, artista contemporaneo che lavora col legno di risulta, non ritrae il fiume ma dà vita a creature che sul fiume nascono, crescono e col fiume interagiscono, in un continuum tra natura e cultura che continuerà ad essere sempre fonte di ispirazione.

dal fluire dell’acqua ai flussi migratori Adrian Paci sbarca a Firenze

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’acqua come metafora di movimento, flusso, ma anche possibilità di azione e reazione. Questa l’idea che Adrian Paci ha sviluppato, partendo dall’Arno, per dare vita a “Di queste luci si servirà la notte”, prima personale toscana dell’artista albanese (curata da Valentina Gensini), dall’11 novembre 2017 all’11 febbraio 2018 al Museo Novecento, a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e nei comuni di Pelago e Montelupo Fiorentino, co-produttori dell’evento. In mostra una ventina di opere distribuite nelle varie sedi espositive (il corpus più importante è al Museo Novecento) che vedono alcuni lavori inediti accanto ad una selezione di opere tra le più celebri dell’artista. Un raccolta di lavori che vede al centro i temi della migrazione, dell’identità e del flusso, sviscerati con intensità e poesia dall’artista, che ha molto a cuore questi soggetti. Rintracciando storie personali e richiamando alla mente fatti e trasformazioni della storia recente, Paci pone al centro la migrazione e la mobilità come una condizione ontologica

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dell’uomo, molto attuale nell’epoca odierna in cui i concetti stessi di casa e di identità (culturale, politica e sociale) sono continuamente messi in discussione. www.museonovecento.it E.C.


CULTURA www.ilreporter.it · novembre 2017

ritrovato, femminile, indiano... Il cinema trova casa alla compagnia D Valentina Veneziano

al 2016 la 50 giorni di Cinema Internazionale a Firenze si è spostata a La Compagnia, una nuova sala interamente dedicata ai festival e al cinema documentario, situata in via Cavour 50r. I più curiosi e gli amanti di storie del passato saranno felici di conoscere un po’ della sua storia. La Compagnia nasce nel 1921 come Cinema Modernissimo e fu ristrutturata, tra il 1984 e il 1987, dall’architetto Adolfo Natalini. Acquisita e ristrutturata da Regione Toscana, vanta oggi una sala di quasi 500 posti con strumentazioni all’avanguardia e apparecchi tecnici che consentono la realizzazione di diverse attività. La Compagnia è una vera e propria casa in cui si programmano documentari e film che raccontano storie vere con i loro drammi e le loro gioie. È un luogo che accoglie anche anteprime, rassegne, conferenze, retrospettive, cicli d’autore e iniziative per scuole e per chi è un avido appassionato del settore. È anche il posto ideale per darsi un appuntamento perché dista pochi passi dal Duomo e ha al suo interno un caffè. Quali sono i programmi di La Compagnia per i mesi autunnali? Arriva, direttamente da Bologna, Il Cinema Ritrovato, dal 2 al 5 novembre, che precederà

la corazzata potëmkin ritorna sul grande schermo dello stensen

l’appuntamento tutto al femminile di Festival Internazionale di Cinema e Donne, dall’8 al 12 novembre. Dal 15 al 19 raggiunge la sua decima edizione Lo Schermo dell’Arte Film Festival mentre dal 7 al 12 dicembre il cinema indiano è il pro-

tagonista assoluto di River to River Florence Indian Film Festival. Il Premio N.I.C.E Città di Firenze, previsto per il 15 dicembre, chiuderà il 2017. Tutti i programmi sono consultabili sul sito de La Compagnia (www.

cinemalacompagnia.it). Le prevendite apriranno una settimana prima dell’inizio di ogni festival e i biglietti potranno essere acquistati online o alla cassa del cinema nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria.

E sul divano di casa ha inizio la stagione delle serie

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l mondo delle serie tv non si ferma mai soprattutto in autunno, il periodo in cui iniziamo a guardarle avvolti da plaid e sorseggiando una tazza di tè. Sono tante le novità da non perdere. The Handmaid’s Tale – Il racconto dell’ancella, vincitore di ben otto Emmy, è arrivata in Italia. La serie, tratta dal romanzo di Margaret Atwood, è ambientata in una apocalittica America dominata dal fanatismo re-

ligioso in cui le donne rimaste fertili sono le ancelle usate come mezzo per ripopolare il pianeta. Intensa, struggente, da non perdere. Stranger Things 2 segna un grande ritorno su Netflix, un’ode agli indimenticabili anni Ottanta. Suburra è la prima serie italiana prodotta da Netflix. Prequel dell’omonimo film del 2015, segue le vicende di alcuni personaggi tra politici, criminali e persone comuni in dieci episodi. Infine Alias Grace, in onda su Netflix dal 3 novembre, che racconta la storia vera di Grace Marks, cameriera irlandese accusata di duplice omicidio nel Canada del 1843. V.V.

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a Fondazione Stensen (viale Don Minzoni 25/C) vanta da sempre un calendario ricco di appuntamenti che si dividono tra incontri, spettacoli teatrali, documentari e film interessanti grazie anche alla presenza di grandi classici. Da lunedì 6 novembre in programma c’è La corazzata Potëmkin, una nuova versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, il 10 novembre viene proiettato Sámi Blood, premio LUX del Parlamento Europeo e il 14 Sono Guido e non Guido, sull’artista Guido Catalano. Il 18 novembre è la volta di La custode di mia sorella, il 19 All’ombra dei muri e il 21 e il 22 Il senso della bellezza, il documentario sulla bellezza tra scienza e arte. Il 3 dicembre andrà in scena lo spettacolo teatrale Cammelli a Barbiana riguardante Don Lorenzo Milani e la sua scuola. V.V. 25


novembre 2017 · www.ilreporter.it CULTURA

gianmaria vassallo “A 22 anni mi ispiro a Spadaro e Marasco. E sogno di renderli ancora più popolari” G Giulia Luchi

ianmaria Vassallo ha 22 anni, ma la sua voce, la sua saggezza e il modo di fare lo fanno apparire molto più adulto. Grande conoscitore della tradizione popolare fiorentina e della Toscana in generale, porta in giro con i suoi spettacoli la toscanità, sempre con un tono di ironia. Da dove nasce la tua passione per la tradizione popolare toscana? Quando ero piccolo mia nonna mi raccontava di come era Firenze quando lei era giovane e io ero fortemente affascinato da questi racconti. La mia passione nasce quindi da un senso di appartenenza, dal voler riscoprire da dove si proviene, base essenziale per me di tutti gli spettacoli, di tutto quello che faccio. Quando hai capito che volevi lavorare nel mondo dello spettacolo? Tutto iniziò 12 anni fa, quando quasi per gioco partecipai per ben sei puntate a “Chi ha incastrato lo zio Gerry?” su Canale5 al fianco di Gerry Scotti e Michelle Hunziker. Fu un’esperienza che mi ha segnato e che mi ha fatto capire che quella era la mia strada. A chi ti ispiri? Chi sono i tuoi idoli? I miei idoli sono quei personaggi che hanno fatto la musica popolare toscana da Riccardo Marasco a Odoardo Spadaro. Il mio è anche un grande lavoro di ricerca archivistica tra poesie e canzoni di un tempo, che sono fonte di ispirazione per gli spettacoli che porto in giro. Cosa vorresti fare da grande? Esattamente quello che sto facendo adesso: vedere la gente che ascolta e che ride su un mio adattamento a un testo di Malaparte, ad esempio, è per me la gioia più grande. Il sogno più grande sarebbe rendere noto a più persone possibile la grandezza dello spettacolo di tradizione toscana e riuscire a portare il mio lavoro fuori dalla nostra regione. Cosa stai facendo in questo momento? Porto in giro i miei due spettacoli, scritti e interpretati da me: Dante e dintorni e Toscani per caso. Inoltre frequento il corso Progeas (Progettazione e gestione di eventi e imprese dell’arte e dello spettacolo) dell’U26

50 anni di storia, di politica e di biciclette

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n romanzo di formazione tutto fiorentino che abbraccia cinquant’anni di storia d’Italia, dal fascismo agli anni Ottanta, da Coppi a Don Milani, passando per Gimondi e Berlinguer. La speranza correva a sinistra. Cronaca familiare di maestri e biciclette è la storia tutta autobiografica di Franco Quercioli, fiorentino doc, maestro della scuola della Montagnola dell’Isolotto e militante di sinistra negli anni ‘70-‘80 che in questo romanzo ripercorre la propria vita guardandola attraverso le sue due più grandi passioni: ciclismo e politica. Due passioni e una radice comune: Vinicio, padre di Franco, che nell’agosto del ‘43 promise al figlio una biciclettina rossa.

niversità di Firenze. Il progetto più ambizioso al quale sto lavorando è uno spettacolo sulla vita e le opere meno conosciute di Odoardo Spadaro, che andrà in scena al Teatro Puccini di Firenze il 7 e l’8 Aprile. Con Leonardo Pieraccioni stiamo pensando a un omaggio a Riccardo Marasco durante lo spettacolo, ma questa sarà una sorpresa che adesso non posso svelarvi! Dove possiamo trovarti prossimamente? Con lo spettacolo Toscani per caso sarò il 4 novembre alle stanze Ulivieri a Montevarchi, il 1° dicembre “Da que’ grulli” a Campi Bisenzio. L’ 8, 9 e 10 dicembre al Teatro Le Laudi di Firenze con una commedia di Annibale Ruccello, il 21 dicembre al Teatro della Pergola con un musical di Franco Boldrini “Piazza Signoria chi vuol esser lieto sia” e infine il 7 e l’8 aprile al Teatro Puccini con lo spettacolo su Spadaro.


CULTURA www.ilreporter.it · novembre 2017

Marco Vichi “La mia Firenze? Non è roba per turisti” Costanza Tosi Marco Vichi, nato e cresciuto a Firenze vive adesso nel Chianti, un po’ a causa di vicissitudini familiari e un po’ per scelta. “Mi ci vuole il silenzio, i problemi della città sono diventati per me un antico ricordo”, ci spiega. Ma quando parla di Firenze sottolinea il suo grandissimo fascino: “ha i colori giusti, un’armonia rara, ha qualcosa… insomma è riuscita bene, ecco!” Qual è la tua Firenze? Quella che ti piace frequentare. I quartieri che preferisco sono quelli dell’Oltrarno, da San Niccolò, Santo Spirito e San Frediano. Sono le zone in cui ancora, oltre al turismo, rimane anche la Firenze di una volta. Non voglio fare il nostalgico, ma camminare in piazza Duomo nei mesi da aprile a settembre è diventato impossibile. Un posto dove vado a mangiare è “Sabatino”, in via Pisana. Quando passo nella zona di San Niccolò invece, solitamente mi piace

Il volto “colto” dello Space Electronic

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fermarmi alla trattoria “Cent’Ori”. A pranzo vado spesso in San Lorenzo, c’è questa trattoria, chiusa a cena, che si chiama Sergio Gozzi. Un posto che è rimasto davvero genuino, c’è sempre la fila, è la vera cucina toscana. Quanto c’è della tua vita reale all’interno delle tue storie? Non è facile da spiegare quale “materiale” usa il narratore per andare avanti nella scrittura. Ci può essere di tutto. Ci può essere un ricordo familiare di quarant’anni fa che elaborato entra nel romanzo, perché in quel momento per associazione arriva alla mente. Poi ci sono episodi che uno inserisce più coscientemente e più precisamente: certi punti di vista, una visione del mondo, i diversi modi di affrontare le cose possono venire dalla mia persona, ma in realtà, spesso mi piace raccontare personaggi anche molto distanti da me. Comunque sia si racconta sempre ciò che si conosce, dunque c’è sempre del “vissuto”… si può dire

orse non tutti sanno che lo Space Electronic, celebre discoteca di via Palazzuolo, nasce come fulcro dell’avanguardia architettonica fiorentina, frutto del lavoro di un gruppo di giovani visionari che la utilizzavano (anche) per proiezioni e performance dal vivo. Chi è curioso di conoscere questa storia e non solo può far visita a Rivoluzione 9999, al Museo Novecento fino al 28 gennaio 2018. Organizzata da Museo Novecento e Fondazione Architetti Firenze e curata da Marco Ornella ed Emanuele Piccardo, la mostra monografica è dedicata al gruppo di architetti radicali 9999, attivo a Firenze tra il 1968 e il 1972 e fondato da Giorgio Birelli, Carlo Caldini, Fabrizio Fiumi e Paolo Galli. I 9999 operarono con lo scopo di ridefinire forme e linguaggi dell’architettura agli albori della nascente era elettronica e della massificazione dei consumi. B.B.

á Foto di Filippo Milani che ogni storia raccontata nel mondo è sempre autobiografica. Dai libri al cinema. Raccontaci dei tuoi cortometraggi. Il primo cortometraggio a cui ho lavorato e per il quale ho scritto la sceneggiatura si chiama “La Fuga”. La regia la fece Gianmarco D’Agostino, lo stesso che ha lavorato anche ai video del Museo dell’Opera del Duomo e ha realizzato un bel documentario sull’Alluvione di Firenze con il quale ha vinto diversi premi in giro per il mondo. Con lui stiamo cercando di fare “Il Polpettone”, che racconta di come il ’68 è entrato nelle famiglie borghesi italiane. È autobiografico e si riferisce proprio alla sera in cui ho visto arrivare il ‘68 in

casa mia. La politica a poco a poco ha invaso tutta la realtà italiana. Tutto era politica, come racconta bene e con ironia Gaber nella sua famosa canzone. Hai insegnato scrittura creativa anche all’università. Il tuo rapporto con i ragazzi? Tendenzialmente non frequento persone della mia età, mi piacciono molto più i giovani [Ride]. Sono molto attirato dalla gioventù. Sto benissimo anche con i giovanissimi, mi sento molto a mio agio. Magari è perché non sono mai cresciuto. [Ride ancora]. Che consigli hai da dare a chi volesse intraprendere il tuo mestiere? Di avere tanta pazienza. Di non pensare che per scrivere qualcosa di pubblicabile basti aver imparato l’alfabeto a scuola. Non è quello lo strumento. Per fare un concerto con il pianoforte le persone studiano anche 15 anni. A volte chi comincia a scrivere non pensa che ci voglia un bel po’ di allenamento, come per giocare a calcio, o correre i cento metri. Per far maturare la scrittura ci vuole tempo. È necessario diventare capaci di criticare se stessi, riuscire a separare “tu che scrivi” da “tu che rileggi quel che hai scritto”, per capire senza drammi di aver scritto pagine brutte e poterle tagliare con il piacere di farlo. In fin dei conti, la forza di un romanzo non sta nella storia ma nella scrittura.

le utopie radicali degli architetti degli anni ’70

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on l’autunno ritornano le mostre interessanti della Strozzina. Dal 20 ottobre al 21 gennaio 2018 potremo visitare Utopie Radicali. Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976, una mostra che celebra la straordinaria stagione creativa fiorentina del movimento radicale tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Utopie Radicali presenta, per la prima volta insieme, tutti gli architetti radicali di Firenze grazie a più di duecento opere esposte tra abiti, gioielli, tessuti, porcellane, lampade, foto, progetti, modellini e collage. La mostra riunisce i lavori visionari di Archizoom, Remo Buti, 9999, Gianni Pettena, Superstudio, UFO, Zziggurat e si pone come obiettivo quello di far conoscere gli anni in cui il movimento si è formato e ha operato. Per informazioni sugli orari di apertura e sul biglietto, si consiglia di visitare il sito di Palazzo Strozzi. V.V.

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novembre 2017 · www.ilreporter.it SPORT

alla fine saremo in lizza per il sesto posto

 Parola di benzivendolo

Andrea Di Salvo, la barba rossa più famosa del Franchi Lorenzo Mossani

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on ci sono più le mezze stagioni, almeno così dicono. Vedendo il campionato della Fiorentina non si direbbe. Una stagione molto nell’anonimato, caratterizzata da qualche lampo di bel gioco, da Chiesa che sta sbocciando come campione ma, per il momento, niente di più. Un continuo galleggiare a metà classifica sembrerebbe il destino della Fiorentina 2017/2018. Ma non per il nostro Andrea Di Salvo, per tutti il “benzivendolo”. Andrea, la Fiorentina non sembra voler spiccare il volo: nel finale soffre sempre il ritorno delle avversarie quasi bloccata dalla paura di vincere e non sempre riesce a mantenere il risultato… “Io non credo che ci sia la paura di vincere, tutte le squadre scendono in campo per farlo anche se trovare una mentalità vincente non è sempre semplice. Ma nel caso della Fiorentina credo sia una questione fisica: la preparazione è stata fatta per fare bene nel finale di stagione, anche se non è stato facile con i giocatori arrivati a fine agosto”. Con Laurini siamo tornati alla vecchia tipologia di terzino: i vecchi difensori tipo lo stopper non vanno più di moda, ma è sempre un bene? “Secondo me lo stopper nel calcio di adesso serve a poco, la marcatura a zona la fa da padrona in tutte le squadre, C’è molto tatticismo in tutte le fasi di gioco, anche in fase difensiva. Laurini è un terzino che serve in certe situazioni, con la Juve finché è stato in campo non lo hanno mai superato, uscito lui, abbiamo preso il gol per un movimento sbagliato di Gaspar, un esterno di fascia più offensivo”. Benassi è stato impiegato in vari ruoli, ora è stato arretrato nel centrocampo viola, giusto così? “È stato un giocatore che nel merca28

to è stato pagato circa 9 milioni, in quel ruolo ha conquistato la Nazionale, spero davvero che abbia trovato il posto in campo che gli compete. Lui deve essere una certezza”. Simeone corre tanto e segna poco... “Il cholito farà 20 km a partita, ha i movimenti da punta, crea gli spazi per gli inserimenti dei compagni. Io spero che inizi a segnare, altrimenti s’innervosisce. Una punta deve segnare, è stato molto sfortunato”. Una parte dei tifosi continua a non voler i Della Valle...

“Ormai una parte di tifosi fischia a prescindere, non sanno come funziona la gestione di una società di calcio, se tornassero a fare i tifosi, invece dei direttori generali, direttori sportivi e contabili, vivremmo a Firenze un clima molto più bello. La vendita della Società? Se i Della Valle dovessero cedere, voglio sperare in una proprietà spendacciona ”. La Fiorentina ha sei squadre più forti davanti: possibile lottare per il settimo posto? “Perché sei? Davanti vedo Juve, Na-

poli, Inter, Lazio e forse Roma e Milan ma queste due non scapperanno in classifica come le prime quattro. Sono ottimista: ci giocheremo il sesto posto. I conti si fanno a fine stagione, non partita dopo partita”. Il momento più importante per la Fiorentina? “Non è ancora arrivato. Abbiamo giocato bene contro la Juventus, sono stato contento anche se non abbiamo fatto punti, il gioco c’è stato. Ma sono sicuro che ci divertiremo di più...”

fiorentina basket, obiettivo serie A

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a Fiorentina Basket è una sfida nata nel 2015 che in soli tre anni ha portato alla creazione di una realtà riconosciuta e professionale, arrivata alle semifinali playoff di serie B e che quest’anno punta ancora più alto. Il progetto cestistico fiorentino, che si sta plasmando grazie alla volontà del presidente Massimo Piacenti, è quello di riportare a Firenze il grande basket, assaggiato sul finire degli anni ‘80. Il lavoro continua lento e inesorabile per gettare basi solide che possano, in un futuro non troppo lontano, riportare la serie A sulle rive dell’Arno; un progetto che cresce e si rafforza sempre più e che alla vigilia dell’avvio di una nuova stagione vedrà la Fiorentina Basket come unica rappresentante cittadina e tra le sicure protagoniste del campionato di serie B. “Il nostro obiettivo, quello che ci siamo prefissati per questa stagione – spiega il presidente Massimo Piacenti – è quello di raggiungere i playoff, ma abbiamo dato vita a un progetto pluriennale e abbiamo la volontà di creare una realtà importante per il basket e per Firenze, che vogliamo ci aiuti a renderla possibile. Oggi ci sono le condizioni perché la pallacanestro fiorentina torni ad avere il ruolo che merita nel panorama nazionale. Quest’anno stiamo registrando un’ottima risposta di coinvolgimento e interesse della città attorno alla

nostra squadra e questo è molto importante. Avremo bisogno dell’aiuto di tutti per far sì che Firenze torni ad ammirare la pallacanestro che conta”. “Abbiamo allestito una squadra molto competitiva - continua il numero uno viola – composta da un mix di esperienza e di giovani di grande prospettiva che ci auguriamo possano far sbocciare il proprio talento nei prossimi anni con i colori di Firenze addosso”. “Ma come sappiamo tutti - conclude Piacenti – è il campo da gioco il giudice massimo ed è per questo che abbiamo lasciato, per la seconda stagione in fila, le redini nelle sapienti mani di coach Andrea Niccolai, una vera e propria icona del basket italiano, e di uno staff di primissimo livello”. N.D.


SPORT

Niccolò Dainelli

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a Nazionale italiana di Rugby torna a calcare l’erba dell’Artemio Franchi di Firenze dopo la splendida vittoria contro il Sudafrica dello scorso anno. Dopo aver scritto la storia del rugby italiano lo scorso 19 novembre, superando (20-18) per la prima volta il Sudafrica due volte campione del Mondo in un testmatch, l’Italrugby guidata da Conor O’Shea torna sul terreno di gioco di Firenze sabato 18 novembre alle ore 15.00. La partita, in diretta televisiva su DMAX canale 52, vedrà contrapporsi gli Azzurri della palla ovale contro l’Argentina nel secondo dei Crédit Agricole Cariparma Test Match 2017. Dopo aver affrontato a Catania le Isole Fiji (11 novembre), gli Azzurri sbarcheranno nuova-

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all’attivo, presenta così il test match fiorentino: “Contro l’Argentina è ogni volta una sfida sia fisica che psicologica. La mischia sudamericana è una delle migliori del mondo, ma nell’ultimo anno, con l’arrivo di Conor e del suo staff, è stato intrapreso un percorso importante per migliorare non solo il nostro gioco ma anche la performance atletica individuale. Credo che e le vittorie di Zebre e Benetton delle ultime settimane siano un segno evidente che qualcosa sta cambiando anche sul piano internazionale. Dopo due anni difficili - prosegue Zanni -, sono pronto al rientro e spero di riuscire a conquistare un posto nel gruppo che affronterà i Pumas. Il calore del pubblico di Firenze è rinomato e quindi sono sicuro che anche in questo caso lo stadio sarà pieno, avremo bisogno di tanto incitamento per tornare alla vittoria contro i Pumas che ormai manca da troppo tempo”.

il grande rugby torna al Franchi mente nel capoluogo toscano per il più classico dei derby latini, una tra le sfide più sentite sul palcoscenico rugbistico internazionale. Una rivalità, quella tra l’Italia ed i Pumas, vecchia quasi quarant’anni e che ha visto le due nazionali affrontarsi per ben otto volte negli ultimi 10 anni. L’ultima vittoria dell’Italia risale al 2008 e nel totale dei precedenti l’Argentina conduce con 15 vittorie, contro le 5 degli azzurri ed un pareggio. Alessandro Zanni, terza lina dell’Italia e della Benetton Treviso con 99 presenze internazionali

tutto pronto per Firenze marathon 42 km e 195 metri di emozioni

irenze e i fiorentini sono pronti ad accogliere la 34esima edizione della Firenze Marathon, che come da slogan è “un’emozione lunga 42 chilometri e 195 metri”. E’ il fascino avvolgente di secoli di arte, storia e cultura che ti accompagna, passo dopo passo, lungo il tracciato cittadino di 42 chilometri e 195 metri della Firenze Marathon. Un’emozione unica che solo chi ha corso a Firenze può raccontare e che ha trasformato la classica della città del giglio in un appuntamento irrinunciabile per migliaia di sportivi e appassionati provenienti da tutto il mondo, puntuale ogni anno, l’ultima domenica di novembre. Anche quest’anno l’appuntamento è confermato per domenica 26 novembre in piazza del Duomo con partenza alle ore 8.30. La Firenze Marathon è il principale evento di corsa su strada della Toscana e, assieme a Roma, è ormai di diritto la maratona internazionale più importante d’Italia e tra le prime 20 al mondo per numero di partecipanti e qualità. La Firenze Marathon è, infatti, inserita nel calendario ufficiale delle maratone internazionali, certificata AIMS e riconosciuta dalla IAAF.

Una manifestazione che non è solo un evento sportivo, ma anche un fatto di costume e di cultura davanti a cui non si può che restare incantati. È questa la sensazione che ha accomunato migliaia di podisti, provata anche dai tanti spettatori collegati su Raisport1. Parlare solo di numeri, però, non renderebbe il giusto merito ad una maratona che ha raggiunto ormai un livello organizzativo di assoluta eccellenza e che può vantare un palcoscenico eccezionale come Firenze. Il percorso fiorentino si muove attraverso scorci paesaggistici e monumenti di una bellezza unica, che hanno reso famosa la città nel mondo. Il nuovo tracciato, con partenza e arrivo in piazza Duomo, tocca i luoghi più affascinanti di Firenze, come piazza della Signoria, Ponte Vecchio, Piazza Santa Croce, Piazza Pitti e tante altre strade e piazze ricche di storia e di cultura, Il percorso è senza dislivelli, come previsto dalle norme IAAF, e sempre su strade asfaltate, caratteristiche che lo rendono particolarmente scorrevole e apprezzato da tutti gli atleti. Una vera e propria festa dello sport per gli atleti provenienti da tutto il mondo e per Firenze che si prolungherà fino a tarda sera; infatti, dopo le fatiche della corsa, l’appuntamento è alle ore 19.00 per il Marathon Party. La festa aperta a tutti gli atleti e ai loro accompagnatori. L’evento sarà caratterizzato da cena con menù toscano, musica, spettacolo e ballo, per chi dopo aver corso 42 km ha ancora vivacità ed energia da

novembre 2017

spendere. La quota di partecipazione alla Festa dovrà essere versata all’atto dell’iscrizione. N.D.

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opinioni

Icché si dice BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

INCREDIBILE MA VERO!

Icché si mangia

città, che quotidianamente veniva ad offenderla con disinvolte confidenze, non ultima quella di lavare penne e calamai. Quest’ultima sfacciata abitudine era probabilmente praticata da zelanti impiegati comunali. Fu inoltre anche necessario nel tempo, emettere delle ordinanze per vietare questi abusi; infatti nel 1720 “gli spettabili Signori Otto di Guardia e Balia” fecero apporre sul bugnato di Palazzo Vecchio dietro la fontana, una lapide marmorea nella quale si può ancora leggere: A DI

A CURA DI LAURA PICCIOLI

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30

30 LUGLIO 1720

GLI SPETTABILI SS. OTTO DI GUARDIA E

á L’ottagonale fontana detta del Biancone

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Web: artusi.net Facebook: Artusi Firenze Luciano Artusi Artusi Ricciardo

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

FOOD REPORTER OGNI MESE IN UNA CUCINA DIVERSA

iamo 4 soci trentenni con la passione per la ristorazione, ma soprattutto per la Spagna – spiega Federico – e per questo motivo abbiamo deciso di aprire La cova, un Tapas Bar nella strada che collega Piazza Pitti a Santo Spirito. Non potremmo definirlo un vero e proprio ristorante, è più un luogo di ritrovo e condivisione, perché il tutto si anima intorno alla Barra, ovvero il bancone che accoglie i clienti all’ingresso del locale e che presenta una selezione dei nostri pintxos baschi: apparentemente potrebbero sembrare dei semplici crostini, in realtà sono molto di più, soprattutto se vengono proposti ad esempio con un uovo in camicia e tartufo su una base di pane croccante. Ma il nostro vero punto di forza sono le tapas: porzioni ridotte (ma neanche troppo) dei piatti tipici, come ad esempio il polpo a la gallega, le polpette di carne con salsa di pomodoro, uvetta e spezie o il camembert con granella di mandorle fritto e servito con una confettura di lamponi, senza tralasciare i prosciutti “serrano” e “iberico” che provengono direttamente dalla Spagna. Le nostre materie prime infatti, così come tutte le bevande, andiamo a scegliercele in loco, aumentando così la qualità delle nostre proposte. Per chi non volesse fermarsi a cena, fino alle 20 è possibile anche fare l’aperitivo con cocktail spagnoli, come il Pomada composto dal Gin Xoriguer (tipico dell’isola di Minorca) e limone. Una curiosità: postiamo tutte le info sui nostri social, ma non abbiamo il telefono; nei tapas bar infatti non è prevista la prenotazione!”

embrerebbe impossibile, ma qualcuno ha rischiato veramente di affogare nella vasca di Piazza della Signoria, ai piedi dell’immobile Biancone: questo è accaduto più di una volta! Correva l’anno 1786 quando il 26 Agosto, il fanciullo Gaetano Franceschini fu ripescato nella vasca di Piazza da Gaetano Gualchi e Gaspero Fantoni ai quali venne corrisposto, con delibera della Camera della Comunità su segnalazione dell’Auditore delle Regalie, un “premio di salvataggio” di sette lire ciascuno “per averlo salvato dall’affogamento”. Da un’altra deliberazione del Magistrato e Consiglio Generale della Comunità Civica di Firenze (ASCFi, CA. 20 n. 129) in data 3 Agosto 1803, si evince che fu deciso di … stanziare a Giovanni Solani Piffero della Prima Compagnia dei Granatieri, zecchini cinque a titolo di premio ad esso dovuti per aver sottratto dalle acque il giovinetto per nome Giuseppe di Antonio Nocenti, che destituito d’ogni soccorso era per affogare nella vasca della Piazza del Granduca. Da un’altra deliberazione del Magistrato e Consiglio Generale della Comunità Civica di Firenze (ASCFi, CA. 20 n. 129) in data 3 Agosto 1803, si evince che fu deciso di … stanziare a Giovanni Solani Piffero della Prima Compagnia dei Granatieri, zecchini cinque a titolo di premio ad esso dovuti per aver sottratto dalle acque il giovinetto per nome Giuseppe di Antonio Nocenti, che destituito d’ogni soccorso era per affogare nella vasca della Piazza del Granduca. Come si vede, anche la pur modesta quantità di acqua della vasca, ha costituito un serio pericolo mettendo così in dubbio la proverbiale locuzione affogare in un bicchier d’acqua attribuita a coloro che vedono complicazioni ovunque e si perdono di fronte alle più piccole difficoltà. In un bicchiere non si affoga certamente, ma in contenitori di modesta capienza evidentemente si, ciò era possibile e forse lo è ancora. Dal Dicembre del 1575 la bella fontana del Nettuno ha elargito a tutti, in una pioggia di zampilli cadenti nella grande vasca, un bene prezioso che non costava nulla, per cui era pubblicamente usato dal “basso popolo” anche per abbeverare gli animali e come pubblico lavatoio. La fontana fu pertanto protetta nel 1592 da una ringhiera a salvaguardia dei frequenti insulti provocati dalla plebaglia che, non comprendendo minimamente l’elevata solennità dell’opera vanto della

BALIA DELLA CITTA’ DI FIRENZE

PROIBIRONO A QUALUNQUE PERSONA DI QUALSIASI VOGLIA STATO GRADO O CONDIZIONE CHE NON ARDISCA IN TORNO A QUESTA FONTE A BRACCIA VENTI FARE SPORCHEZZE DI SORTE ALCUNA LAVARE IN ESSA CALAMAI PANNI O ALTRO NE BUTTARVI LEGNAMI O ALTRE SPORCIZIE SOTTO LA PENA DI DUCATI QUATTRO E DELLO

ARBITRIO DI LL.SS. E TUTTO IN CONFERMA D’ALTRO DECRETO DEL MAGISTRATO LORO DEL DI

21 AGOSTO 1646

á Granatiere del Granducato di Toscana


OPINIONI www.ilreporter.it · novembre 2017

Icché c’è LA CITTÀ CHE SI MUOVE E CHE SI MUOVERÀ

BIKE-SWIMMING

DAVIDE DEIV AGAZZI

S

iamo a novembre ma, si sa, l’Estate, quella Fiorentina, da qualche anno a questa parte dura ormai sei mesi. I ricordi che ci porteremo dietro, come memorie da condividere coi nipotini del futuro, sono fondamentalmente due: i grandi concerti estivi e l’avvio dell’attività di bike sharing da parte del Comune. Sui primi è già stato bene o male scritto tutto: buona la prima (per quanto gli organizzatori vantino anni di rodatissima esperienza, sia chiaro), ci rivediamo il prossimo anno, magari senza i token (i gettoni da scambiare all’ingresso al posto degli euro, per poter usufruire di cibo e servizi) e con qualche band locale in apertura. Difficile, o forse no, preventivare l’esito dell’arrivo di migliaia di biciclette arancioni nella trafficatissima Firenze: il buon risultato del Comune è sotto gli occhi di tutti, le due ruote di fabbricazione cinese sono ormai parte del colpo d’occhio urbano cittadino, si trovano davvero ovunque. Anche dove non dovrebbero stare. E qui sta il problema: il deficit culturale in tema di condivisione si è palesato nelle scorse settimane: biciclette lasciate ovunque, sui marciapiedi, in mezzo alla strada (letteralmente), persino sott’acqua. Sì, pure sott’acqua, come ben dimostrato dalla foto a corredo dell’articolo (presa dalla bacheca Facebook del curatore dell’Estate Fiorentina, Tommaso Sacchi). Molti infatti, per qualche misteriosa ragione, sono convinti che, una volta scaduto il tempo del noleggio, la bici non sia più cosa loro, per cui tanto vale lasciarla dove capita. Altri, invece, sbagliano all’opposto, credendosi proprietari (e perchè mai? Mica l’avete pagata!) e arrogandosi così il diritto di chiuderla dentro i propri cortili, garage, fondi privati. Bene allora ha fatto il Comune a minacciare sanzioni per chiunque non si dimostri sufficientemen-

Icché si scatta L’ANIMA DEL RITRATTO

P

ossiamo affermare che uno dei generi universalmente preferiti dai fotografi, sia professionisti che “della domenica”, sia il ritratto. Il verbo ritrarre, secondo il Vocabolario Online di Treccani, ha due significati: tirare fuori e trarre copia. Non sono così lontani come sembrano: l’alto scopo del ritratto fotografico non è soltanto la rappresentazione delle fattezze di una persona (altrimenti sarebbe una foto tessera!), ma cercare di rappresentarne il carattere, l’essenza vera. Potremmo poeticamente dire, di estrarne l’anima. Quindi, anche in questo caso, è utile far precedere lo scatto da una accurata considerazione di chi abbiamo davanti. Belle parole, sì! Ma come si traducono in pratica? Cominceremo con l’ambiente: se il nostro soggetto è un meccanico, l’ideale sarebbe ritrarlo dentro la sua officina, con tuta e attrezzi da lavoro, il pizzaiolo davanti al forno, e via di seguito. Lo mostreremo così non solo per come è, ma anche per chi è. Si può anche semplificare: uno stetoscopio fa il medico, un violino fa il musicista.

te “urbano” per utilizzare questo tipo di servizio, ma quello che è emerso da questa sperimentazione (della quale si parlava da anni senza mai fare niente di concreto) è un gap culturale tutto italiano che si sviluppa su due binari: lo scarso amore per la cosa pubblica (gli spazi, in questo caso) e la scarsissima propensione al riutilizzo e alla condivisione (le biciclette). E questo al netto del fatto che molti gestori di car sharing si siano detti soddisfatti dei risultati ottenuti: le stesse problematiche, infatti, non si sono verificate dall’introduzione della condivisione di mezzi a quattro ruote. Il problema non è locale, ma nazionale: a Milano, dove è stato lanciato lo stesso tipo di servizio, i risultati non sono differenti, con annesse lamentele. Le prospettive sul breve periodo sono comunque buone: 50mila gli utilizzatori del servizio, quasi 10mila noleggi quotidiani e l’idea di espandere presto la flotta per portarla a 8mila unità. La battaglia di civiltà, invece, richiederà più tempo e non mancheranno le vittime: inevitabilmente le due ruote arancioni continueranno a comparire dove non dovrebbero, ma col passare degli anni il problema dovrebbe rientrare. Sperando che i genitori siano i primi a dare l’esempio.

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Un ritratto è però fatto essenzialmente da una faccia, da una espressione; qui conta la nostra conoscenza del soggetto e la sua disinvoltura davanti all’obiettivo. La prima è facile, soprattutto se è un amico, la seconda è piuttosto complicata. Il segreto sarà divertirsi nel fare una cosa insieme: si chiacchiera, si ride, si scherza, ci si fotografa a vicenda. In una parola si gioca e si fanno tante foto. Uscirà sicuramente quella buona, quella che a lui mostra ciò che pensa di essere e a noi mostra ciò che ci sembra che sia. È tutta una questione di atmosfera e di tempo. Vedremo che creando la giusta complicità le foto saranno via via migliori. Concludiamo con qualche consiglio “tecnico”: non mettete nella foto cose che distraggono, cercate di avere molto spazio dietro le spalle del soggetto in modo da rendere lo sfondo sfocato, evitate luci troppo forti negli occhi e ombre troppo scure sulla faccia. I vostri amici ve ne saranno grati e voi sarete soddisfatti.

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