(IL TAURASINO)
-1n. 3, 10-2017
(IL TAURASINO) Sommario
EDITORIALE
L’ORATORIO DI TAURASI ........... 3 ACCADDE IERI………………………6 LA BUONA NOTIZIA……….……11
Ed eccoci giunti al terzo numero del “Taurasino”, la strada da percorrere è sempre lunga e perigliosa, ma con caparbietà IL MISTERO MISTERIOSO……….14 nessuna meta è preclusa. In questo numero, ad ideal continuazione con quello di settembre, ritorniamo a parlare di s. Benigno. Merito innanzitutto al Comitato Festa omonimo, che ne ha richiamato l’attenzione e che dopo tanto tempo ha permesso che la festività sia avvenuta, l’ultima volta era capitato nel lontano 2004. Onore e gloria quindi a chi ha creduto nella “rinascita” e nella ri-scoperta di questo Nostro Santo (tra cui Carmine Clericuzio, con il bellissimo articolo pubblicato sul Quotidiano del Sud il 13 agosto scorso e di cui uno stralcio è stato riportato sul numero 2), per tanto e troppo lungo tempo - non si sa per quale arcano motivo -, s. Benigno è stato tenuto nel dimenticatoio. Non sarebbe ora di realizzare un passo oltre e far diventare la chiesa dell’Oratorio dove il “Corpo” riposa, un Santuario? E’ una provocazione, ma perché non potrebbe diventare, chissà un giorno, realtà. Intanto sarebbe buona ed ottima cosa, riportare perlomeno, il “Corpo” nel suo luogo di origine, ovvero l’altare maggiore e non tenerlo seminascosto in un angolo, quasi a vergognarsi. Poi si vedrà. E per cambiare argomento, tra le manifestazioni appena svolte, vorremmo segnalare l’ottimo “Taurasi Film Fest”, giunto alla terza edizione e quest’anno con cortometraggi di notevole valore artistico e culturale. Una manifestazione senz’ombra di dubbio da incrementare ulteriormente. Ad majora semper!
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L’ORATORIO DI TAURASI Antonio Panzone Un telefono in un dialogo con i nostri antenati (…). Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio. . . (!?). Fermo restante che gli alti e bassi delle vicende umane riservano più e meno rilievo a ogni cosa, forse, senza spendere molti soldi, si potrebbe restituire a questo sacro tempio un certo valore, che pure l’ha caratterizzata in tempi pure non molto lontani. Sto pensando all’operato della Congrega dell’Oratorio, fatta di persone semplici, che, animate da vera fede, arricchivano questo tempio del prezioso busto ligneo della Madonna dell’Immacolata nel 1741 [nel “Libro della Fondazione e decreti speciali di questa Congregazione” a pag. 59 c’è un appunto che riporto testualmente “in questo anno 1741, io Don Ciriaco Pirone, ho speso nella chiesa dell’Immacolata Concezione hoc modo (…) -Per la statua dell’Immacolata Concezione allo scultore in Napoli, cioè al sig. Domenico Muollo, 37 ducati” che Don Ciriaco paga per la realizzazione
della statua dell’Immacolata”] la Congregazione dell’oratorio, non basta, a seguito di una strana operazione, si faceva di questa chiesa un “santuario (!?)”, ospitando un santo delle catacombe di San Calepodio in Roma. Eppure oggi tutto è stato cancellato inesorabilmente dal tempo. Ringraziamo don Nicolino perché ha provveduto a maggio 1980 riaprirla, di sicuro questo luogo di culto oggi è sicuramente comodo per le persone anziane in quanto non ci sono scale, per cui è di facile accesso per tutti, anche per i diversamente abili. Ma a darle un suo più intrinseco valore, considerazioni che comunque caratterizzano per altrettanti e affini motivi la Chiesa Collegiata e quella del Santissimo Rosario, non da meno le nostre care cappelle, sono proprio le sue vicissitudini e i momenti di splendore che l’anno caratterizzata nel tempo. Perché allora non pensiamo a un telefono da sistemare subito dopo l’ingresso per ricordarne la sua storia
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(IL TAURASINO) da affidare alle giovani leve e al fedele per valorizzarne la storia e attraverso essa sapere quanto impegno pegno sapevano mettere i nostri Padri per . . . emularli e, caso mai, appagarli nella tomba, ritenendo che la loro eredità non è andata perduta. Potremmo ricordare: la cripta al di sotto del pavimento della Chiesa; i danni della chiesa a seguito del sisma del 23 novembre 1980 e chi ha provveduto alla sua ricostruzione; la riapertura della Chiesa; un cenno alla storia dell’Immacolata Concezione; San Benigno e la sua storia; oggi questa Chiesa, forse un possibile nostro “santuario” per i meriti di San Benigno!? Benigno Perché non se ne parla!? E’ possibile allargare la Chiesa Collegiata a mezzo di un varco nella sagrestia?
Festa di s. Benigno, 2017
Di getto in un discorso tra amici sono venute fuori delle idee interessanti, per cui riteniamo opportuno parlarne. Quando la Chiesa si affolla –càpita spesso con i funeralifunerali capita che ci si accalca sul sagrato, per cui non di rado siamo stati sorpresi dalla pioggia. Forse -la buttiamo qui- sarebbe possibile aprire un varco dalla sagrestia fino all’orto, prospiciente il castello, allo scopo di creare are un porticato con archi, una fontana: dare luogo insomma, a un’ala, in cui ricavare una pur comoda sagrestia, ma anche collegando il tutto con l’ingresso laterale destro, che consentirebbe alle persone che stanno sul sagrato di raggiungere il lato destro destr della sagrestia, che consentirebbe a tutti comunque di stare all’interno all’ del tempio del Signore.
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ACCADDE IERI
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La villa comunale di Taurasi, in una calda serata di fine agosto, agosto ha fatto da splendida cornice alla Terza Ed. del “Taurasi Film Fest”. I video presentati alla visione del numeroso pubblico accorso per l’occasione, sono stati tutti di ottima fattura, da “Anastasìa”, vincitore di questa edizione, prodotta dalla BU2B Recording Studio,, per la regia di Adolf Annecchiarico, basato su una storia vera, ad d un corto girato dal duo Domenico Buono-Pasquale Pasquale Caggiano con protagonista Antonio Fruncillo, che ha ricevuto il premio della critica; critica invece miglior attrice è stata Angelina Martino; tra gli altri, i giovanissimi Giovanni e Michele Capone hanno ricevuto il premio fedeltà.. Fuori tema, il video inerente al carcere di santo Stefano nell’arcipelago delle isole ponziane. Insomma, una piccola-grande manifestazione azione senza ombra di dubbio di alto valore culturale, da potenziare ulteriormente.
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(foto Pierluigi luigi D’Ambrosio) D’Ambrosio
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(IL TAURASINO) COMUNICATO STAMPA PREMIO HISTONIUM PREMIO NAZIONALE DI POESIA “HISTONIUM” – VASTO (CH) SEZIONE EDITA IL LIBRO “ALLA RICERCA R DELL’OREB” DI A. LONARDO. SI E’ CLASSIFICATO AL 2° POSTO /342 PERVENUTI. Modica (Rg) – Antonio Lonardo si è aggiudicato, per la poesia edita con la silloge,”ALLA RICERCA DELL’OREB” in italiano ed inglese, il 2° posto su 342 libri pervenuti in concorso della XXXII edizione del Premio Nazionale “HISTONIUM” di Vasto (Ch). Sabato scorso, il prof. Lonardo è andato a ritirare il prestigioso premio, consistente tente nell’artistico “Trofeo della Bagnante”, simbolo di Vasto. La cerimonia di premiazione si è svolta nell’affollata aula magna del Liceo Scientifico della città “ R. Mattioli, alla presenza di autorità locali, provinciali, regionali e nazionali. Durante ante la premiazione è stata declamata la lirica, “MIGRANTI”, scelta dalla giuria. La silloge presenta 40 liriche, di cui 21 affrontano il problema MIGRANTI, nelle varie sfaccettature, il resto sono dedicate a Papa Francesco, per il suo alto apostolato nei confronti ultimi. Il Prof. Ha ricevuto molti complimenti per l’opera presentata. “Alla ricerca dell’Oreb” rappresenta nel cammino poetico di Antonio Lonardo, una tappa significativa, al termine della quale, come un alt imposto a se stesso, una riflessione ne dovuta, il poeta sente il bisogno di fermarsi a meditare per partecipare, consapevole di un dramma senza fine, alla marcia forzata interminabile dei migranti. Un alt per far “passare” la marea umana in cammino, in cerca di un Oreb a lungo vanamente sognato sog finora, attraverso regioni straniere, diffidenti e inospitali a volte, immemori di un passato non poi tanto lontano, trincerate dietro muri invalicabili di filo spinato, dal triste sentore di vecchie e nuove tragedie annunciate.... Papa Francesco si pone come la voce dell’Oreb dimenticato o smarrito, voce di una coscienza universale che invano i “potenti” del mondo cercano di mettere a tacere con atti che ne sminuiscono nei fatti la portata rivoluzionaria, ma che ben comprendono però i popoli di ogni credo a tutte le latitudini. Francesco, un po’ Abramo (1) che chiede incessantemente la pace per i fratelli dispersi, per i popoli oppressi, per le nazioni in guerra, per i migranti in fuga, un po’ Mosé “che sale sull’Oreb dei miracoli”(2) non per parlare solo con Dio ma per farsi guida dei derelitti e bisognosi, dei senza tetto, dei carcerati, dei sofferenti e ammalati, dei migranti, dei profughi, migrante e viandante anch’egli venuto da lontano, con “cielo, mare, terra, / il tutto negli occhi e nell’anima” a” (3) quasi “dalla fine del mondo” (4) per
LA BUONA NOTIZIA
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Presso l’Auditorium del Polo Liceale “R. Mattioli” di Vasto (Chieti), il prof. Antonio Lonardo (nella foto, con il prof. Luigi Medea, presidente del Premio), Premio ha ricevuto nell’ambito della XXXII Edizione del Premio Nazionale Histonium di poesia e narrativa, il 2° premio assoluto nella sez. E, con il libro “Alla ricerca dell’Oreb”, su ben 342 provenienti da tutta Italia.
(IL TAURASINO) rompere il buio dell’indifferenza e seminare il perdono e la fratellanza. Per Lonardo, che, negli ultimi 10 anni, ha ricevuto, dalle giurie dei concorsi, 122 riconoscimenti per la sua attività poetica, si tratta di un ennesimo prestigioso riconoscimento, particolarmente gradito, il punto più alto del suo percorso letterario. Giunto nel quarantennale dalla prima poesia.
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Dietro richiesta dell’Associazione Nazionale Marinai d'Italia, con nota pervenuta al protocollo in data 30 marzo 2017, n. 1849, l’Amministrazione Comunale di Taurasi, con delibera di Giunta, n. 41, del 3 maggio 2017, ha inteso intitolare il tratto di collegamento gamento tra via Cap. Caggiano e via A. Manzoni, ad Antonio Giovino (nella foto), “che che tale decisione – si leggeè motivata dal fatto che il Sottocapo Motorista Navale Antonio Giovino, illustre cittadino di Taurasi è morto tragicamente nel naufragio del sommergibile L. da Vinci il 23 maggio 1943, a nordovest della Spagna a soli venti anni, nel servire la patria nella seconda guerra mondiale; (…)”.
Oggetto: note biografiche del Sottocapo Motorista Navale Antonio Giovino. Antonio Giovino lasciò il suo paese natio a soli 17 anni per arruolarsi nella Marina Militare, presso il Deposito dei Corpi Reali Equipaggi Marittimi (CREM) di La Spezia per poi essere inviato alle scuole (CREM) di Pola (Istria Italiana) dove iniziò la sua preparazione tecnica professionale. onale. Il 24 marzo 1942 si diplomò Motorista Navale e pochi mesi dopo venne ammesso alla Scuola Sommergibili acquisendo la specializzazione di Sommergibilista. Nell'agosto dello stesso anno raggiunse il Comando del Primo Gruppo Sommergibili di Napoli dove restò fino al mese di dicembre dello stesso anno per poi essere trasferito alla Base Sommergibili dislocata ocata a Bordeaux, in Francia, e destinato al Sommergibile L. Da Vinci. L'ultima missione di tale Sommergibile, che aveva compiuto numerose imprese nel Mediterraneo e nell'Atlantico, ebbe inizio il 23 febbraio 1943 ed Antonio vi prese parte; la missione si concluse tragicamente il 23 maggio 1943 con il suo affondamento ad opera del cacciatorpediniere Active e della fregata Ness a nor-ovest ovest della Spagna. All Sottocapo Motorista Navale Antonio Giovino fu assegnato la Medaglia di Bronzo al Valore Militare.
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Dopo diversi anni e precisamente dal 10 marzo 2011, finalmente è stato riconsegnato alla collettività lo stadio comunale. comunale
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Come ogni anno i “Benigno Benigno” di Taurasi, si ritrovano per un pranzo conviviale. Per questa bellissima occasione, il Taurasino, Taurasino rinnova i più fervidi auguri a tutti i partecipanti con un ad majora semper!
i “Benigno” di Taurasi (foto Benigno Santosuosso)
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IL MISTERO MISTERIOSO
IL TAURASINO Anno I, n. 3 – Ottobre 2017 • Foto e illustrazioni Archivio Capobianco Pierluigi D’Ambrosio Benigno Santosuosso Tutti i diritti riservati. • Direttore editoriale Elio Capobianco • Redazione Rinaldo de Angelis Carmine Capobianco
Da alcuni anni, e precisamente dai lavori di restauro del Palazzo Marchionale, si è persa la traccia di un autentico gioiello, uno stemma (dei d’Aulisio Garigliota), ), incastonato nel camino centrale, dove oggi è la Sala Carlo Gesualdo. Al di là del valore monetario, ario, senza ombra di dubbio elevato,, essendo di metà ottocento, si è trafugato un pezzo di storia taurasina. Risalire al fatto non sarebbe nemmeno tanto complicato, visto che si sa benissimo chi fosse l’impresa che al tal momento stava eseguendo i lavori, ori, basta solo un poco di buona volontà. Perché ricordiamolo si tratta di un furto e l’opera non può essere nemmeno posta a vista, in quando è stata ata pubblicata e ci sono testimonianze storiche.
• Grafica Lorenzo Ercole Capobianco • Hanno collaborato Antonio Panzone •
nel el web
https://voceditaurasi.jimdo.com/ http://original.livestream.com/taurasitv
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