Cooperando

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Poste Italiane S.p.A. – Sped. Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano.

143 aprile 2014

IN PRIMO PIANO

MYANMAR Angeli contro la malaria

India. Un mese tra i bambini del Tamil Nadu

Dal Perù all’Italia. Storia di un sogno 1


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Crisi in Siria e nuove emergenze

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quadrimestrale cesvi Redazione: Nicoletta Ianniello - Direttore responsabile: Giangi Milesi - Cesvi Via Broseta 68/a - 24128 Bergamo tel. 035 20 58058 fax 035 260958 cooperando@cesvi.org - Cooperando 142 è stato spedito a 29.218 persone. Cesvi. Abbonamento annuo: 15,00 €, gratuito per i sostenitori - Grafica: In.Studio, Bergamo - Stampa: Eurointermail, Ponte S. Pietro BG Su carta riciclata - Autorizzazione: Trib. di Bergamo n. 21 del 15.4.1986 - Iscrizione ROC n. 3457 Cesvi protegge i tuoi dati. Per saperne di più: www.privacy.cesvi.org Editore: Cesvi fondazione onlus - ONG costituita il 18/1/85 riconosciuta il 14/9/88 Ente Morale n. 1 Reg. persone giuridiche Pref. BG Consiglio d’Amministrazione: Giangi Milesi (presidente), Paolo Magri (vice-presidente), Paolo Duranti (general manager), Gianluca Belotti, Roberto Moretti, Carlo Pesenti, Sergio Vicario - Collegio dei Garanti: Giovanni Moro (pres.), Antonio Candotti, Lella Costa - Collegio dei Revisori: Francesca Maconi (pres.), Alberto Finazzi, Dino Fumagalli - Presidente onorario: Maurizio Carrara - Consigliere per la raccolta fondi: Luisa Bruzzolo - Collegio dei fondatori ad honorem: Pierluigi Bernasconi, Cristina Parodi, Carlo Pesenti, Gigi Riva, Giulio Terzi di Sant’Agata, Emilio Zanetti Foto di copertina: Giovanni Diffidenti seguici anche su Cesvi è il membro italiano della rete europea

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Giangi Milesi Presidente Cesvi dal 2005

Guerra civile in Sud Sudan Nonostante l’indipendenza dal Sudan nel 2011, continua la guerra infinita in Sud Sudan, oggi dilaniato dal conflitto fra le due principali etnie: Dinka e Nuer. Guarda caso l’area delle ostilità è la stessa dei giacimenti petroliferi dove si concentrano gli interessi economici degli stati confinanti e delle grandi compagnie dell’oro nero. Principali vittime i profughi giunti dal Sudan dopo la proclamazione dell’indipendenza del Sud. Cesvi è una delle poche Ong operative nella Contea di Renk, enclave del Sud in Sudan. L’obiettivo è assistere l’infanzia: 6mila bambini, spesso vittime di violenza sessuale, figli di 15mila profughi e sfollati in fuga dalla guerra. La presenza del Cesvi è riconosciuta dalle agenzie internazionali, ma abbiamo bisogno delle donazioni dei nostri sostenitori per investire sulla formazione del personale in un contesto così difficile e pericoloso. Siriani in Libano in fuga dalla tragedia Un’altra guerra civile a cui assistiamo impotenti dal 2011 è quella siriana: oltre 2 milioni e mezzo di siriani hanno abbandonato le loro case per fuggire nei Paesi confinanti, tra cui il Libano. Cesvi sostiene un centinaio di famiglie profughe nella Valle della Bekaa, distribuendo generi di


Sono tante le emergenze in cui Cesvi è impegnato: dalla guerra civile in Sud Sudan all’accoglienza dei profughi siriani in Libano, dal tifone nelle Filippine alle alluvioni in Zimbabwe. prima necessità attraverso il lavoro dei volontari libanesi che promuovono la solidarietà con il popolo vicino, vittima della guerra, con lo slogan: “Sei siriano, sei mio fratello”. Il super-tifone che ha spazzato le Filippine Nonostante 4 milioni di sfollati, quasi 6mila morti e 1.800 dispersi, ci siamo già dimenticati dell’uragano Haiyan. Cesvi è intervenuto nell’emergenza distribuendo generi di prima necessità a 5mila famiglie dell’isola di Panay. Oggi ci stiamo concentrando sulle scuole ancora inagibili. Obiettivo: riabilitarne 10 con materiali e tecniche costruttive che riducano per il futuro i rischi legati ai cambiamenti climatici. Ancora il colera? Fra le emergenze ignorate dai nostri media ci sono le inondazioni di fine gennaio in Zimbabwe, che hanno provocato un disastro nazionale con decine di migliaia di persone da evacuare dalla

regione allagata. Ma i danni alle infrastrutture rendono impossibile assicurare l’acqua potabile e qualsiasi assistenza sanitaria anche nelle aree di accoglienza con rischi di epidemie di colera e malaria della cui prevenzione Cesvi si sta facendo carico. Buone notizie Insieme a tante tragedie e richieste d’aiuto, Cooperando presenta altrettante storie belle. Il reportage dell’inviato di Avvenire in Myanmar, dove Cesvi sconfigge la malaria e tiene alta la reputazione dell’Italia. L’emozionante storia di un’immigrata dal Perù che nella cittadella andina del terrorismo ha deciso di dedicarsi agli altri facendo l’infermiera in Italia e cooperando con il suo Paese d’origine. La testimonianza di una giovane volontaria in India, che smentendo la teoria dei bamboccioni ci racconta come ciascuno possa costruire ponti fra le civiltà. L’impegno della nostra esperta di emergenze, che fronteggiando tutte queste tragedie non ha perso il sorriso.

Siria 2014. Bambini sfollati nel campo di Bab Al Salam. Sono circa 5 milioni e mezzo i bambini siriani colpiti dal conflitto armato. Foto di Giovanni Diffidenti

In queste pagine non mancano gli appelli a cui ciascuno di noi risponde con quanto può, scegliendo i bisogni che ritiene più impellenti. C’è però uno strumento che non costa nulla e che moltiplica la nostra capacità di azione: la firma del 5xmille nella dichiarazione dei redditi. Basta riportare, nella sezione “Scelta per la destinazione del cinque per mille”, il codice fiscale di Cesvi 95008730160.

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REPORTAGE

Myanmar Cure gratis e dialogo: la malaria si arrende

Grazie ai progetti Cesvi, i casi di malaria in Myanmar sono diminuiti del 15%. In giro per il mondo quando dici “italiano” la reazione è sempre uguale: “Baggio”, “Spaghetti”, “Pizza”. Al massimo “Toto Cutugno”. Nei villaggi in legno e lamiera nel Northen Shan, una zona nel nord del Myanmar al confine tra Cina, Laos e Thailandia, la reazione è diversa: “Italian? Cesvi”, dice una donna gurkha con quattro bimbi, incontrata sulla cima di una montagna. “Italian? Cesvi, doing good job” (gli italiani fanno un buon lavoro), traduce l’interprete quando incontriamo una ragazza di etnia Lisu, una minoranza cristiana di origine cinese. Persino due rappresentanti dell’esercito tengono 4

a far sapere: “Quello che stanno facendo gli italiani nei nostri villaggi è importante”. Ma cosa stanno facendo questi cooperanti da riscuotere tanto successo? “Dal 2002 siamo impegnati in progetti che hanno come obiettivo il controllo della malaria, che nelle zone rurali mieteva vittime in serie”, racconta Daniele Panzeri, a capo dello staff dell’Ong in Myanmar. “L’incidenza della malaria è passata da oltre 100 casi su mille abitanti a 4 su mille. Che non vuol dire averla sconfitta, ma riuscire a controllarla e poter procedere in futuro all’eradicazione”, puntualizza Gianluca Ferrario, medico del Cesvi. Le chiavi del successo sono molteplici: dalla creazione di cliniche mobili alla prevenzione nelle scuole; dalla distribuzione di zanzariere impregnate di insetticida fino alla cura

di Tino Mantarro, tratto da “Avvenire” foto di Valeria Turrisi

sintomatica. Dopo aver visitato 405mila pazienti, effettuato 134mila letture di vetrini e trattato 96mila casi solo tra il 2007 e il 2011, Cesvi ha conquistato la fiducia dei locali. Merito soprattutto dei team di medici e infermieri che periodicamente hanno visitato uno per uno i villaggi più remoti. Lunghi viaggi in motorino su strade al limite della praticabilità, specie nella stagione delle piogge, la più critica per la malaria. Fondamentale è stata la creazione dei volontari sanitari. “Per lo più giovani donne che risiedono stabilmente nel villaggio, persone cui viene fatta una formazione di base spiegando l’importanza della prevenzione e della diagnosi tempestiva”, prosegue Ferrario. I 600 volontari costituiscono il ponte necessario per raggiungere tutti gli abitanti. Ormai, la gente inizia a individuare nei volontari le


Malaria, un nemico silenzioso Nel mondo, la malaria colpisce ogni anno 207 milioni di persone, soprattutto bambini con meno di 5 anni e donne incinte. In totale, le persone ad alto rischio di contrarre la malattia sono 1,2 miliardi.

30 sec

Ogni 30 secondi un bambino muore di malaria

Grazie agli aiuti umanitari, un milione e mezzo di bambini possono essere salvati entro il 2015

La malaria nel mondo

Africa 80% Asia 13% Europa e Mediterraneo 6% Americhe e Pacifico 1%

L’Africa e l’Asia sono i continenti più colpiti dalla malaria.

ora mpoe È te di agir

Diventa un angelo contro la malaria. PROTEGGI i bAMBINI del Myanmar.

Cho, Soe, Naing e Nelleni sono solo alcuni dei bambini che il Cesvi ha incontrato nei villaggi più sperduti del Myanmar. Tutti i giorni, la loro vita è messa a rischio da un nemico silenzioso, la malaria. Per proteggerli da questa malattia, che miete una piccola vittima ogni 30 secondi, abbiamo bisogno di “angeli” come te. Basta un piccolo gesto per salvare la vita di un bambino.

2 milioni di persone sono colpite dalla malaria nel sud-est asiatico

persone da cui andare quando qualcuno ha la febbre. “Somministriamo test rapidi per individuare i casi di malaria che, una volta conclamati, vengono curati con pillole distribuite gratis”, sottolinea il medico. “Quando le bambine hanno preso la febbre siamo scesi al villaggio e ci hanno dato le pillole senza pagare”, racconta la signora gurkha. “Fin dall’inizio il nostro impegno è stato arrivare anche nelle zone più remote dove il governo era assente”, prosegue Panzeri. Qui i malati venivano affidati ai guaritori con i loro rimedi tradizionali. “Oggi la maggior parte degli abitanti conosce questa malattia e i suoi sintomi. Negli anni siamo riusciti ad azzerare i casi di malaria grave, quella che più spesso porta al decesso. E se prima si diagnosticava la malattia in un caso su 5, ora siamo scesi a uno su 20”.

Di fronte alla malaria, non restare in silenzio. Apri le tue ali alla solidarietà!

20

50

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Doni 4 zanzariere salva-vita

Garantisci 60 test per la malaria

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Fai subito la tua donazione:

Dona il tuo contributo in posta sul c/c 772244 o usando il bollettino allegato; in banca con un versamento a Cesvi c/o UBI Banca Popolare di Bergamo IBAN IT 14 T054 2811 1010 0000 0001 000, oppure sul sito internet www.cesvi.org/cosa-puoi-fare/dona 5


STORIA IN UNO SCATTO

Zimbabwe. Guardiamo al futuro.

Zimbabwe_©Roger Lo Guarro Ospedale St. Albert (Distretto di Centenary). Una giovane donna incinta aspetta il suo turno per effettuare il test dell’Hiv, che risulterà negativo. In 13 anni di attività, Cesvi ha coinvolto migliaia di future mamme nel progetto “Fermiamo l’Aids sul nascere” con l’obiettivo di far nascere sani i loro bambini.

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L’ESPERIENZA DIRETTA

GINEVRA SARFATTI

La mia India. “I bambini del Tamil Nadu mi hanno insegnato a ridere”

essere contagiati dalla loro vitalità e curiosità. Dopo pochi giorni di confusione, quindi, le emozioni hanno iniziato a fluire dentro di me e fra di noi. È impressionante assistere a episodi di estrema povertà, e lo è ancora di più sentirmi minuscola e impotente di fronte a bambini che hanno fame. Bambini di otto anni, i cui occhi non desiderano altro che un pezzo di pane o di banana, e nonostan-

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L’emozione che mi viene scrivendo è incontenibile. Come spiegare le emozioni che provo da un mese qui in India? Sono volontaria nel distretto di Tirunelveli, in Tamil Nadu, al fianco degli operatori locali dell’Ong Nava Jeevan Trust (“Fiducia in una vita nuova”) che opera insieme a Cesvi. Il loro simbolo è un ventre di donna che assomiglia a un petalo di fiore. L’obiettivo principale è quello di creare uno sviluppo sostenibile che parta dalle fasce più deboli, i bambini e le donne, cercando di diffondere l’importanza dell’educazione e della comunità. L’organizzazione svolge un ruolo fondamentale di coesione in centinaia di villaggi del distretto. I primi giorni mi sono sentita catapultare in un mondo veramente diverso. La comunicazione verbale era molto difficile, pochissimi sapevano l’inglese e lo parlavano male. Ma i bambini mi accoglievano sempre con occhi e sorrisi radiosi, era impossibile non

Tamil Nadu (India). Un gruppo di bambini sorride felice davanti all’obiettivo di Ginevra.

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Ginevra Sarfatti Studentessa 24 anni Di Milano Volontaria Cesvi in India

aiut

te ciò così dignitosi e pronti a darti tutto. Bambini che mi chiedono un quaderno o una penna in regalo. Bambini che lasciano la scuola perché picchiati dall’insegnante, bambini che in gruppo organizzano attività per coinvolgere altri compagni che hanno abbandonato gli studi. È commovente lasciarmi prendere per mano da una ragazzina che mi trascina nel suo mondo, mi insegna come dire “fiore” o “albero” nella sua lingua. È così splendente di vita, mi vuole offrire la cena e portare a casa, la sua casa: una sola camera in cui dormono figli, genitori, nonni e a volte perfino zii. Mi accorgo che, più che una casa, è una catapecchia con i muri e il tetto in lamiera, il pavimento pieno di escrementi di capra, un fornelletto a gas da campeggio come cucina. Ma la luce sui visi di queste persone parla di qualcos’altro, parla di bellezza, di pulizia, di integrità. Cerco di spiegare loro che l’igiene è importante e di insegnare alcune parole di inglese che spero si ricorderanno per sempre. Un giorno, forse, saranno parole utili. Vorrei dare loro tutto quello che per noi è la normalità e qui un lusso. Vorrei avessero la possibilità di andare al liceo e poi all’università, di conoscere e di viaggiare. Vorrei che le bambine, così sveglie e vivaci, potessero frequentare la scuola, scegliere un marito, non sentirsi imbarazzate e stigmatizzate nel passaggio alla pubertà. Vorrei potessero danzare e cantare in libertà, anche quando crescono, perché sono così belle e forti quando esprimono la loro arte. Spero imparino qualcosa da me, come io ho imparato da loro a ridere forte, ad amare senza aspettarmi niente in cambio, a donare ciò che più mi è caro perché solo così rimarrà mio per sempre.

Fai come Ginevra. Diventa un volontario Cesvi e parti con noi! Con i suoi partner Gap Year e Ibo Italia, Cesvi offre alle persone di tutte le età la possibilità di vivere un’indimenticabile esperienza di volontariato in India. Nelle Case del Sorriso e nei villaggi del Tamil Nadu, i volontari si prendono cura di bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, aiutandoli nei compiti scolastici e coinvolgendoli in diverse attività ludiche e ricreative. Fai come Ginevra: prepara la valigia e parti con noi! Scrivi a volontari@cesvi.org

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REPORTAGE di Sonia Salas

© DIEGO POSE GALINDO

Dal Perù all’Italia per un sogno

Sono nata a settembre, in un giorno di primavera, a Lima. Sono cresciuta in questa grande metropoli, ma a diciassette anni sono uscita di casa per continuare gli studi universitari nella provincia di Ayacucho, una delle più povere del Perù ma con un cielo stellato spettacolare. Ho vissuto e assaporato una realtà completamente diversa dalla mia adolescenza: in mezzo alle Ande ho conosciuto il coraggio di un popolo che non si dava per vinto nonostante il terrorismo l’avesse messo in ginocchio proprio in quegli anni.

Ed è in questa piccola città che è nato il mio primo grande sogno: diventare infermiera, emigrare in un Paese “ricco” e poi tornare per aiutare i popoli più disagiati. Così sono passata dal Paese delle patate a quello della pizza, ho lavorato molto esercitando la mia professione e ho capito che non occorre diventare ricchi per aiutare qualcuno. Con questa convinzione ho deciso di migliorare le mie competenze, conseguendo un Master in Project Management delle ONG e fondando l’associazione di cooperazione internazionale An-

des Onlus. Dopo avere realizzato piccoli progetti di alimentazione e nutrizione, la mia associazione ha fatto il primo grande passo grazie a Cesvi, che ci ha dato l’opportunità di partecipare al corso di formazione sulla “progettazione” finanziato dalla Fondazione Cariplo. Il secondo passo è arrivato quasi immediatamente, con il passaggio dalla teoria alla pratica: il programma “Due sponde”, infatti, ci ha dato accesso a un bando che ci ha permesso di concretizzare il progetto a lungo sognato.

Due sponde: un progetto innovativo

le regole della cooperazione, mettendo al centro i migranti stessi, che diventano i protagonisti del cambiamento in Perù e in Italia. Sono stati i migranti a formare gli operatori sanitari di una clinica comunitaria nella Tablada de Lurin, a Lima, così come a creare orti urbani a Milano e in un centro per bambini abbandonati in Perù e poi, ancora, a condividere l’impegno per la tutela ambientale e a mettere in comunicazione,

attraverso un giornale con una “redazione mista”, le storie e le opportunità di migrazione tra Italia e Perù. Per diventare attori consapevoli di cambiamento nei Paesi di origine, le associazioni si sono messe in gioco innanzitutto in Italia, allargando la propria rete di relazioni, incontrando enti locali e organizzazioni di settore e portando all’attenzione pubblica le proprie istanze in un percorso virtuoso di reciproco scambio.

Il progetto “Due Sponde”, finanziato dalla Fondazione Cariplo e realizzato da Cesvi, Aspem e Fratelli dell’Uomo, ha permesso a 4 associazioni di migranti peruviani residenti in Lombardia di ideare e compiere, per la prima volta, concrete azioni di sviluppo nei territori di origine. Questi progetti-pilota cambiano

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Nella foto a pagina 8, veduta della Tablada de Lurin, il quartiere di Lima in cui Sonia ha avviato il suo progetto. Sotto, le attività di allevamento domestico e gli orti familiari.

A sinistra, bambini nei barrios di Lima: qui Cesvi lavora contro lo sfruttamento minorile. Sotto, un’operatrice locale del Cesvi visita una famiglia.

Sono in Italia da quasi venticinque anni, ma per molto tempo sono rimasta intrappolata in una routine che porta i migranti come me, a volte, a lasciare da parte alcuni sogni. Poi arriva il giorno in cui decidi di fare il salto e di cambiare la tua vita, perché ci sono ancora tanti desideri da realizzare. L’Italia mi ha accolto con affetto e adesso mi ha dato anche gli strumenti per rendere concreti i miei desideri. Io ho colto l’opportunità al volo ed eccomi qui. Ogni volta che torno al mio Perù l’emozione è enorme. Nell’ultimo viaggio la sen-

Tieniti aggiornato sui progetti Cesvi in Italia e nel mondo.

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sazione è stata diversa: ero doppiamente eccitata, perché il nostro progetto per lo sviluppo solidale e partecipato stava per iniziare la sua avventura. Abbiamo scelto come partner locale l’associazione Yachay wasi che lavora a Sud di Lima, nella Tablada de Lurin, un quartiere spontaneo in cui tutti gli abitanti sono emigrati da altre provincie e vivono in una situazione di estrema povertà, con la sola prospettiva di sopravvivere ogni giorno cercando di soddisfare i bisogni alimentari. Il tasso di malnutrizione cronica è molto elevato, con gravi conseguenze per lo sviluppo fisico e intellettuale. Qui abbiamo promosso un programma integrato di lotta alla malnutrizione, ottenendo una grande accoglienza e accettazione da parte della popolazione. Sono già iniziate le attività che riguardano la creazione di orti familiari e l’allevamento domestico di piccoli animali. Ma la parte più innovativa del progetto è la sperimentazione del consumo diretto di germogli autoprodotti

per consentire alle famiglie di migliorare la propria dieta. Questa esperienza è stata unica! Mi sono sentita protagonista di una trasformazione, parte attiva di un progetto per lo sviluppo dignitoso e la costruzione di un futuro sostenibile per tante persone. Credo che sia un modo concreto per contrastare la povertà, lottando per una società più umana, più giusta e in grado di offrire a tutti uguali opportunità.

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VISTI DA VICINO

Gli uomini e le donne CESVI.

Caro Cesvi, ti scrivo... Stai pensando di metterti in contatto con noi? Vuoi dirci cosa pensi di Cesvi e dei suoi progetti? Darci un suggerimento? Scrivi il tuo messaggio a cesvi@cesvi.org Quando vi leggo, su qualsiasi tema, mi sento sempre perso nella rincorsa del fare quotidiano occidentale, o forse ormai globale, di chi vive nella mediocrità a tutti i livelli. Fortunatamente ci sono gruppi di “miracolosi” uomini che, come quelli che operano con il Cesvi, danno lustro alla parola “uomo”. Grazie, e che il 2014 vi porti tanta forza interiore e fisica per fare quello che noi, mediocri, non sappiamo o osiamo fare. Luca Bertè, Giochi Preziosi srl

Lorena D’Ayala Valva

Un mestiere in prima linea Ho imparato l’acronimo Cesvi nell’estate del 1996 a Sarajevo. Stavo lavorando per la Cooperazione Italiana e seguivo i progetti delle Ong durante la fase della prima emergenza. Ero appena passata da un’esperienza di volontariato nei campi di rifugiati bosniaci in Slovenia a quella che sarebbe diventata poi la mia professione. Sono rimasta nei Balcani per più di 5 anni, spostandomi dalla Bosnia all’Albania nel 1997, durante la crisi politica e le prime elezioni, dove ho collaborato con l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) per poi arrivare in Kosovo con due diverse Ong Italiane gestendo, dal 1999 al 2001, programmi di emergenza. Sono rientrata in Italia nella primavera dello stesso anno, lavorando nella sede di un’importante Ong, sempre seguendo attività di risposta all’emergenza con molte missioni sul campo anche per periodi medio-lunghi. Non più solo Balcani, quindi. Mettendo a frutto la mia specializzazione in Assistenza Umanitaria, oltre all’importante bagaglio

esperienziale maturato sul campo, i miei orizzonti si sono allargati ad altri continenti. Per un periodo mi sono occupata di progettazione in Italia: un tassello importante per me, uno sguardo sul nostro Paese che decisamente necessita di attenzione e risposte. Con questo background sono approdata al Cesvi nel 2008. Mi occupo di coordinare la risposta all’emergenza oltre a gestire, con un team molto competente, la regione del Corno d’Africa e Africa Centrale. Posso confermare quello che avevo intuito nel 1996: un’organizzazione seria, trasparente e motivata. In uno scenario mondiale in continuo divenire, la sfida è quella di saper adattare l’approccio alle nuove realtà e in questo Cesvi dimostra grande flessibilità. L’emergenza rimane un settore importante. Siamo intervenuti, in maniera tempestiva e mirata, nelle peggiori crisi degli ultimi anni: Afghanistan, Haiti, Pakistan, Somalia, Libia, Repubblica Democratica del Congo, Filippine, Libano, Sud Sudan. Come? Individuando e operando in settori considerati prioritari: acqua, ricostruzione, protezione dell’infanzia, sanità, sicurezza alimentare. Sfide? Certo non è semplice, la preoccupazione maggiore oggi riguarda la sicurezza degli operatori locali e internazionali. Ci stiamo lavorando molto.

Lorena D’Ayala Valva, 42 anni, milanese. Collabora con Cesvi dal 2008 per coordinare la risposta alle emergenze umanitarie. Nella foto di Marco Bottelli, è in un campo di rifugiati afghani in Pakistan. 10

Esprimo viva ammirazione per Cesvi, in sostegno di Paesi e Comunità che guardano con fiducia e speranza al nostro Paese. Fiducia e speranza alle quali la vostra organizzazione dà risposte concrete, luce e ottimismo. Giulio Terzi di Sant’Agata, già Ministro degli Affari Esteri Devo dire grazie al Cesvi, perché i vostri racconti aiutano a cambiare prospettiva. In un interminabile momento di crisi, di guerre e di fatica, fa bene sapere che il coraggio e la volontà quasi granitica di superare le difficoltà da parte di una donna o semplicemente di un essere umano, per amore dei suoi figli o dei suoi simili, fa intravedere la possibilità di poter conquistare un futuro migliore. Beatrice Ferrara, Presidente Bergamo Nuoto Siete sempre un passo avanti. Vi auguro buon anno e, soprattutto, buon lavoro! Perché quello che fate è prezioso. Massimo Laganà, Corriere della Sera, ed. Bergamo Grazie a tutti coloro che ci hanno inviato lettere di apprezzamento e di incoraggiamento per l’anno nuovo! Anche nel 2014 Cesvi rinnova il suo impegno nelle aree più sfortunate del pianeta con l’obiettivo di affrontare le grandi emergenze umanitarie e, soprattutto, di realizzare progetti di sviluppo sostenibile basati sul protagonismo delle comunità locali.


news in breve

CON AVEDA, APRILE È IL MESE DELLA TERRA

FINALMENTE IL FINIMONDO

31 gennaio Bergamo Alta. Al Teatro Sociale, uno spettacolo unico: Finalmente il Finimondo, un viaggio fino alla fine del mondo con la scatenata Banda Osiris, il filosofo Telmo Pievani e il giornalista Federico Taddia. Lo spettacolo sostiene i progetti Cesvi contro la fame e la campagna europea Food Right Now.

Ad aprile, Mese della Terra, Aveda sostiene i progetti idrici del Cesvi in Uganda. Per ogni servizio colore prenotato, l’azienda dona 2 euro. Inoltre è possibile contribuire alla raccolta fondi recandosi nei Saloni Aveda o prenotando una seduta di taglio o piega presso l’Aveda Education Center di Milano.

MILANO MARATHON 2014

MOSTRA FACE2FACE: facilitare il dialogo tra culture diverse

6 aprile Milano. Cesvi partecipa alla Milano Marathon. Una parte della quota d’iscrizione è destinata ai progetti di lotta alla fame. Testimonial d’eccezione della campagna “Corri con Cesvi” è Migidio Bourifa, quattro volte campione italiano di maratone.

SULLE TRACCE DI MARCO POLO

BACI CHE FIOCCANO!

14-19 gennaio San Paolo D’Argon (BG). La mostra Face2Face è esposta presso il Monastero Benedettino. La collettiva fotografica, curata da Giovanni Diffidenti, comprende immagini scattate da persone di diverse nazioni nell’ambito dell’omonimo progetto sostenuto dal Fondo Europeo per l’Integrazione. Sono aperte le iscrizioni al viaggio-avventura Silk Road Race: 9.000 chilometri da Milano a Dushanbe, in Tajikistan, attraversando l’antica Persia a bordo di un’utilitaria. I fondi raccolti con la quota d’iscrizione, le donazioni e la vendita dei veicoli saranno destinati ai progetti Cesvi. Scopri come partecipare: www.silkroadrace.com

13 febbraio Milano. Per San Valentino Cesvi e Bobino Club lanciano una scommessa solidale: se durante la serata 100 persone si baceranno, il Bobino devolverà parte dell’incasso al progetto “Fermiamo l’Aids sul nascere”. Dj-set con Davide Povia. Scommessa vinta e obiettivo raggiunto!

MOTORE DONNA

22 gennaio Villorba (TV). La Fondazione Zanetti Onlus organizza “Motore Donna”, un incontro rivolto agli studenti sul ruolo cruciale della figura femminile nei cambiamenti ambientali e sociali. Intervengono il presidente Giangi Milesi e Lylen Albani del Cesvi. 11



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