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ANNO XXXII / N. 2 - MARZO 2017
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Masone: come Viareggio: pag. 7
Novi Ligure: 8 ragazzi 8 sul palco: pag. 24
Genova-Ovada-Acqui: pendolari alla riscossa pag. 6
Arquata Scrivia: rimpatriata di Campioni: pag. 29
I Comuni del SOL alla guerra dell’acqua Comuni del SOL
AM.TER.
Novi Ligure Emergenza occupazionale di Gian Battista Cassulo
Pag. 2 OVADA
IREN
Quale futuro per l’Ospedale di Luisa Russo
pag. 9 Novi Ligure: Comitato“No Treni Killer”
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Pag. 3 Valle Stura Arriva il “Grande Fratello” di Matteo Serlenga
Pag. 8 URBE Questione migranti Servizio a cura della Redazione
Pag. 10
pag. 22 ATP, un’azienda al capolinea?
pag. 15 Basaluzzo: Tamburello under 14 si fa onore
VOLPEDO Segnali di buona integrazione di Claudio Cheirasco
Pag. 13 Valle Scrivia Fusione di Comuni, avanti tutta! di Fabio Mazzari
Pag. 27 TORTONA Il Giro d’Italia fa Tappa di Gian Battista Cassulo
Pag. 29
pag. 25
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l’inchiostro fresco
La "Prima"
Marzo 2017
L'angolo del direttore
La libertà
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n un agosto, immaginiamo torrido, di più di duemilacinquecento anni fa nella piana di Maratona, in Grecia, il piccolo ma agguerrito esercito ateniese arresta l’avanzata dell’imponente colonna persiana. Facile cadere nell’epica quando si parla di fatti tanto lontani. Da secoli gli storici si chiedono che cosa sarebbe successo se i barbari invasori avessero avuto il sopravvento. Quale il destino dell’Europa che, da quel momento con ancora più forza, ha innalzato il vessillo della libertà quale suo simbolo? Non possiamo dirlo, ma possiamo ben osservare l’evoluzione della sua idea fondamentale attraverso le epoche storiche. Se per i Romani, infatti, si identificò sostanzialmente col regime repubblicano, in età medievale il termine “libertà” indicò le rivendicazioni dei baroni e dei neonati borghesi per temperare l’opprimente autorità di sovrani ed imperatori. Più avanti, durante la Rivoluzione Francese, essa è stata sbandierata dalle masse, finalmente entrate nella storia dalla porta principale, quale emblema della lotta contro la tirannia; nel nordico e cupo irrazionalismo romantico la si è sempre vista come un’ottima causa per cui sacrificare la propria vita. Nel Novecento,
di cui conserviamo ancora il duro ricordo, essa è stata soprattutto lotta ai totalitarismi. Allontanata, finalmente, l’ombra dell’ultimo di essi dall’Europa, ecco la trasformazione genetica: il termine è dapprima passato a indicare una certa insofferenza verso le leggi che regolamentano il vivere civile per poi essere, negli ultimi tempi, parzialmente abbandonato dalle forze politiche che pur in passato ne avevano fruito (e molto), a vantaggio di un linguaggio che molto attinge dal settore economico (spread, default, sovranità monetaria…). Sorprendentemente oggi la parola “libertà” risuona soprattutto nella pubblicità delle auto, invocata da valorosi guidatori che, sullo sfondo di una natura spesso brulla e ostile, si lanciano contro sconosciuti nemici (la strada? Le curve? Gli altri automobilisti?). Allo stesso modo, forse, dei loro antenati Greci. Così la trasformazione è completa: da idea-cardine di una civiltà a caratteristica di un Suv piuttosto che di un’utilitaria. Presto, immaginiamo, una svendita a prezzi di saldo. Ma siamo sicuri che a Maratona abbiano vinto “i buoni”? Federico Cabella
Novi Ligure: Cementir, ILVA e KME: tre indizi fanno una prova sull’esigenza lavoro
Emergenza occupazionale
In foto, una veduta aerea dell'area ILVA di Novi Ligure
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a Segreteria del Circolo del Partito Democratico di Novi Ligure (AL); formata da Sonia Soro, Paola Cavanna, Giordano Otello Marilli e Roberto Contotto, ha posto al suo ordine del giorno la questione lavoro, dal cui mondo stanno giungendo segnali preoccupanti. Infatti è notizia di questi giorni, che ad Arquata Scrivia, alcuni dipendenti della Cementir hanno rischiato, ci dicono dal PD di: “trovarsi in mezzo a una strada, per colpa, a quanto pare, di un'impresa che, prendendo a pretesto le sfortune del Terzo Valico, avrebbe rinnegato un accordo raggiunto pochi mesi prima”. Anche a Novi Ligure non ci sono sogni tranquilli perché molte preoccupazioni aleggiano sullo stabilimento dell'ILVA “dove si sta cercando di capire – ci dice sempre la segreteria del PD – lo stato dell'arte dopo gli investimenti annunciati nell'estate del 2016”. Accanto a ciò anche alla KME gli operai si troverebbero, nuovamente, a vivere un momento difficile, “in merito al quale stiamo facendo gli opportuni approfondimenti, in attesa di poterci incontrare con le RSU”, ci sottolineano i dirigenti del PD novese. In questo contesto abbiamo ritenuto opportuno sentire il dott. Matteo Morando, coordinatore cittadino del PD per approfondire con lui il tema del lavoro, sul quale, inutile dirlo, si gioca una partita che non ha confini, prendendo spunto dalle ultime riforme nel settore . “Ancor prima di compiere un'analisi critica della riforma del lavoro doverosa a poco più di un anno dalla sua entrata in vigore, – ci dice Matteo Morando
– stiamo facendo il punto sullo stato dell'occupazione nella zona del Novese”. Dove le radici di questa crisi occupazionale che investe anche il nostro territorio, storicamente sede di forti realtà produttive? Nel contesto sopra accennato, appaiono evidenti gli errori compiuti, a livello nazionale, dal Partito e dalle Organizzazioni Sindacali che impegnati, tutti, a fronteggiarsi su principi teorici, hanno pensato al proprio interesse anziché fare fronte comune su politiche in grado di rafforzare e rilanciare l'industria italiana. Nel quadro attuale, infatti, non è ragionevole affermare che la poca attrattività dell'Italia nel reperimento di investitori (nazionali o esteri) dipenda dall'esistenza (o meno) dell’art. 18; o che un simile argomento possa essere sentito come proprio da chi non ha più un'occupazione o non riesce a trovarne una. A chi e a cosa ascrivere queste responsabilità? Potrei dire che la litigiosità tra Partito e Sindacati ha portato, da una parte, a consolidare posizioni di rendita nelle alte gerarchie dell’uno e degli altri; dall'altra, a far godere “il terzo”, ossia quella parte miope o furbetta dell'imprenditoria; il tutto, come sempre, a scapito dei Lavoratori, unica e sola parte debole dell'intera querelle. Come rimediare? Consapevoli delle nostre responsabilità, riteniamo imprescindibile abbattere il muro che è stato eretto tra il PD, i Sindacati, l'Imprenditoria e i Lavoratori, organizzando
a breve incontri con le RSU delle industrie locali oltre che con gli industriali più seri e lungimiranti; il tutto, per valutare, insieme, se, anche nel Novese, al pari di altre zone d'Italia, sia possibile consolidare e creare occupazione attraverso innovativi progetti di riqualificazione e conversione industriale, senza ricorrere alla tradizionale – e spesso inefficace – soluzione dei tagli. Qualche esempio concreto di questa politica pubblica? È il caso, ad esempio, di un’industria ceramica che, nel Lazio, sta uscendo da una grave crisi grazie
ad un prodotto innovativo e più rispettoso dell’ambiente, fatto, per un terzo, da ceneri provenienti da un vicino inceneritore. La soluzione? Mettere in campo una seria collaborazione tra le parti coinvolte potrebbe restituire certezza all'occupazione; garantire ai lavoratori fondamenta sulle quali costruire la propria vita famigliare e, al tempo stesso, rilanciare l'indotto e, indirettamente, il commercio locale. Gian Battista Cassulo
La scheda
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Matteo Morando, dallo scorso 10 gennaio è il coordinatore cittadino del PD a Novi Ligure (AL).
37
anni, avvocato, originario di Serravalle Scrivia, Matteo Morando è iscritto al Partito dal 2006, quando ancora la sigla era DS. Ha fatto esperienza nella Segreteria
Minetto ricoprendo l’incarico di Tesoriere del Circolo. Dallo scorso anno è sposato con Martina Sciutto, attualmente Presidente del Consiglio Comunale di Novi Ligure. gb.c.
Ovada e ovadese S
ul problema sanità organizzato dalle forze politiche di opposizione, “Forza Italia”, “Lega Nord” e “Fratelli d’Italia” presso la Soms sono intervenuti i sindaci del territorio con a capo Paolo Lantero di Ovada, i rappresentanti dell’Osservatorio Attivo, i segretari provinciali dei partiti, quali Ugo Cavallera per “Forza Italia”, Daniele Poggio per la “Lega Nord”, Federico Riboldi per “Fratelli d’Italia”, Riccardo Molinari responsabile regionale della “Lega Nord” e il Consigliere Regionale di “Forza Italia” Massimo Berruti. Ancora una volta ci si è trovati a discutere sui problemi di sempre: gli anestesisti, il Pronto Soccorso e i continui spostamenti a cui sono soggetti i pazienti da un Ospedale all’altro che creano intasamenti nelle altre strutture .Si sta arrivando al paradosso ha sottolineato il medico di famiglia Mauro Rasore: “Ci troviamo – ha detto – di fronte a persone che hanno paura di chiamare il 118 perché temono il trasferimento negli altri ospedali per cui si recano direttamente all’Ospedale Ovada senza pensare alle conseguenze”. Padre Ugo, Presidente dell’Osservatorio Attivo, ha invece sottolineato una presa in giro che dura ormai da vent’anni sulla pelle degli ammalati. Interessanti gli spunti di Ugo Cavallera, Massimo Berruti, e Riccardo Molinari. “Sulla sanità la Provincia di Alessandria – ha affermato il consigliere regionale Massimo Berruti – paga lo scotto di una filosofia Torinocentrista con un’ASL che applica alla lettera i parametri della dislocazione degli ospedali sul territorio smembrando letteralmente Acqui e Tortona, mentre nella provincia di Torino questo non succede, anzi nel raggio di pochi chilometri ci sono anche due Ospedali”. Per Ugo Cavallera il compito dei Sindaci è di andare a verificare se le affermazioni di principio abbiano attuazione in particolare sulla rete ospedaliera non ancora al 100% e sulla riduzione delle spese per investire i risparmi sul territorio. Infine Riccardo Molinari ha puntualizzato che vi sono gli
Dibattito sulla sanità ad Ovada organizzato dall'opposizione
Qualefuturoperl’ospedale?
strumenti per attualizzare l’Ospedale di area disagiata in quanto le figure professionali richieste non incidono più dello 0,13% del budget. Il Sindaco di Ovada, Paolo Lantero, chiamato in causa per dire la verità, ha ribadito ai partiti e ai presenti un tavolo comune senza aprire un divario tra le forze politiche. “Non amo il rumore – ha detto – ma lavorare con pazienza per ottenere efficaci risultati. Dal 1° dicembre è arrivato un nuovo medico al Pronto Soccorso, il reparto di fisioterapia ha ottenuto la lungodegenza a carattere riabilitativo ed ora attendiamo gli anestesisti. Con qualche esponente della minoranza mi confronto più volte al giorno; il territorio si difende se non ha crepe; bisogna lavorare con tutti per entrare nel merito: da una
Perché non intitolare L'Ospedale a Vincenzo Genocchio?
recente indagine sugli ambulatori presenti nell’Ospedale di Ovada, su 39 i tre più importanti non ci sono”. La serata introdotta da Colombo è proseguita con il moderatore Giorgio Bricola che ha messo sul tappeto i problemi della sanità ovadese richiamando il mancato impegno del Sindaco a convocare un’altra riunione. Sono quindi seguiti gli interventi dei tre segretari locali Pier Sandro Cassulo, Mario Ferrari e Angelo Priolo che hanno delineato la difficile situazione. Non è mancato un ricordo al compianto Sindaco di Ovada Andrea Oddone al quale si deve la denominazione di “Ospedale di area disagiata” attribuita poche ore prima della stesura del piano per la struttura ovadese senza la quale Ovada non avrebbe avuto più nulla.
In memoria...
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a nostra Luisa Russo ha giustamente ricordato l’impegno dell’ex Sindaco di Ovada, Andrea Oddone, purtroppo prematuramente scomparso e che tanto si è speso per l’Ospedale ovadese. Ma con lui bisogna ricordare anche, e forse in primo luogo, il prof. Vincenzo Genocchio, che, nella sua qualità di Presidente dell’allora U.S.S.L. 74, con caparbietà e forte determinazione riuscì a convincere i vertici della Regione Piemonte a realizzare questo ospedale, inaugurato sabato 28 aprile 1990. gb.c.
Luisa Russo
Bilancio in leggera crescita per questo Ente sul quale pende l'incognita dell'accorpamento con Acqui Terme
I dati del Consorzio Servizi Sociali
I
l “Consorzio Servizi Sociali” di Ovada presenta un bilancio in leggera crescita, ma purtroppo esiste un’incognita sul futuro di questo Ente dal momento che è previsto, come per il Distretto Sanitario, l’accorpamento con Acqui Terme. Per quanto riguarda l’attività il Consorzio conferma l’importante ruolo svolto da quasi vent’anni a favore dei bisogni della popolazione. Quello che poi stupisce è che il Consorzio raggiunge traguardi prestigiosi con un organico di solo sette persone con un Direttore nella figura di Emilio Delucchi, tre assistenti sociali, un istruttore direttivo, un educatore professionale e un istruttore assistenziale. Tra i problemi più importanti quelli della casa e
Il bilancio in pillole
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l bilancio previsionale del 2017 presenta un leggero incremento: le entrate ammontano a Euro 2.575,250,64 e la voce più considerevole sono i contributi regionali diversi per Euro 386.577,40, quindi la quota associativa dei Comuni consorziati di Euro 350.262, a seguire i contributi e trasferimenti operati dall’Asl AL per 290.000, quindi contributi comunali per assistenza
autonomia scolastica pari a Euro 80.000, contributi vari da Provincia ed Enti Pubblici per Euro 37.273,60, trasferimenti da privati e famiglie per Euro 25.000. Tra le spese per i disabili con un aumento per gli autistici Euro 483.991,64, per gli anziani Euro 493.03, per il disagio sociale Euro 247.000, per l’immigrazione 108.000, per la famiglia e i minori Euro 356.076.
del lavoro che hanno assunto negli ultimi anni proporzioni davvero notevoli con molte famiglie coinvolte. Ma il Consorzio, al cui finanziamento contribuiscono i Comuni di Ovada e dell’ovadese, svolge altri compiti nel settore del sostegno, l’assistenza e la piena integrazione delle persone disabili, con particolare riguardo all’integrazione scolastica, la tutela residenziale, quella dell’infanzia, i diritti delle donne e dei minori in difficoltà. Il settore che però in questi ultimi tempi ha assunto valori davvero elevati anche in Ovada e in zona è la lotta alle dipendenze a cui si è aggiunto il programma per combattere le ludopatie. Inoltre, ma non meno importante l’esperienza del Servizio Civile con due perso-
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ne che seguono alcuni anziani e disabili. Un lavoro davvero encomiabile di cui molti ne vengono a conoscenza quando sono coinvolti direttamente o indirettamente, ma che ha sempre rappresentato un vero punto di riferimento per Ovada e il suo territorio. Per cui un eventuale accorpamento con Acqui di cui si parla da tempo, non deve far perdere al Consorzio quel ruolo che ha sempre assunto e svolto non solo con competenza e professionalità. Anche questo tema rientra nel dibattito sulla Sanità, in quanto, quando si parla di questo scottante problema, non riguarda solo il futuro dell’Ospedale, ma anche quello del Distretto e del Consorzio. l.r.
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
OVADA Importanti innovazioni per l’istituto Superiore Barletti di Ovada
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Bar Corso OVADA
Le ragioni di una scelta Dal senatore Federico Fornaro, da poco uscito dal Partito Democratico, riceviamo e pubblichiamo questa sua nota:
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ono giorni che il tema della scissione del PD è al centro dell’attenzione. Nessuno invece ha parlato e parla dell’abbandono silenzioso di iscritti, militanti e elettori che in questi anni non si sono più riconosciuti e non si sono più sentiti rappresentati dal PD della narrazione renziana. Abbiamo chiesto di poter fare un congresso vero, aperto, partecipato per provare a ricucire lo strappo con questa parte del nostro mondo. Per ritrovare le ragioni fondative del PD, per ritornare ad essere una comunità politica. Un congresso per aiutare il governo di qui alla primavera 2018 a dare segnali forti su temi come la lotta alla povertà, il lavoro dei giovani, la scuola. La risposta è stata una chiusura su tutta la linea con l’idea che si possa risolvere tutto in poche settimane, per poi andare al più presto al voto anticipato. Noi abbiamo voluto bene al PD e non avremmo avuto remore a continuare ad essere minoranza in un grande partito plurale: ma è sotto gli occhi di tutti la trasformazione del PD nel PDR e io al Partito personale di Renzi non mi sono mai iscritto. Come in tutte le separazioni le colpe e le responsabilità non stanno mai tutte da una parte, ma un dato mi sembra incontestabile: in un grande partito plurale il segretario ha un dovere più degli altri nella ricerca della sintesi unitaria, mentre le riunioni degli organi dirigenti nazionali sono state ridotte a una stanca, quanto sterile ripetizione dei rapporti di forza determinati con il voto delle primarie. In tre anni il segretario nazionale non ha trovato il tempo per organizzare né una conferenza programmatica né una conferen-
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Le vetrine di Ovada
Terzo polo: partiti i lavori
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za organizzativa, ma il tempo e le risorse per organizzare tre Leopolde, quelli li sì li ha trovati. Così come ha trovato il tempo per definire gufi e sabotatori parlamentari della minoranza, senza neppure informarsi che uno come il sottoscritto, con lealtà e responsabilità, ha il 99,7% di presenze in aula e ha partecipato, votando sì, a tutti i 60 voti di fiducia al governo. Non è questo il PD che avevamo sognato dieci anni fa. Lasciare la comunità del PD della provincia di Alessandria non è facile e in queste ore difficili vorrei ricordare solo i tanti momenti belli, le vittorie, le amicizie, l’affetto ricambiato di tante compagne e compagni, di tante amiche e amici. È un nuovo inizio nel campo del centro-sinistra e sono certo che ci ritroveremo ancora a stare dalla stessa parte della barricata in tante occasioni e in tante istituzioni rappresentative. Un grazie dal più profondo del cuore per questi anni di militanza comune e un arrivederci a tutte e a tutti. Un abbraccio, Federico Fornaro
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anno preso il via i lavori per la realizzazione del terzo polo scolastico di via Voltri. L’impresa Test Energia di Marcianise, vincitrice dell’appalto gestito dalla Provincia di Alessandria, sta realizzando i plinti di fondazione che dovranno sorreggere la nuova struttura. Il cantiere si protrarrà fino all’inizio del 2018, ma gli allievi che attualmente sono dislocati nella sede staccata di Via Galliera potrebbero essere trasferiti già dal prossimo anno scolastico. Si tratta del primo stralcio di questo lotto con 2.7 milioni di euro per la realizzazione dei nuovi laboratori. In un secondo momento si parlerà della palestra che deve sostituire quella utilizzata attualmente e sede delle gloriose sfide della pallavolo locale.
del lavoro e della società attuale. Oltre alle priorità legate al miglioramento della comunicazione interna ed esterna, ottenuta implementando la funzionalità e l'efficienza della connessione e della rete informatica, le scelte del “Barletti” rivolte alla dotazione strumentali hanno tenuto conto della futura costruzione del nuovo polo di via Pastorino, destinato ai laboratori, e del trasferimento di tutte le classi nella sede centrale. Continuando ovviamente il programma che prevede l'installazione di lavagne interattive multimediale in ogni aula, la provvisorietà della sistemazione presso l'edificio di via Galliera ha suggerito anche l'acquisizione di laboratori mobili, trasferibili in ogni ambiente e destinati a vari utilizzi.
Nuove tecnologie al Barletti Intanto l’Istituto Superiore “Carlo Barletti” ha partecipato a due bandi PON FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) rientranti entrambi nella misura dedicata alle Infrastrutture per l’istruzione di cui il primo riguarda la realizzazione/ampliamento della rete Lan/Wlan mentre il secondo è rivolto alla realizzazione di ambienti digitali. L’approvazione dei progetti dell’Istituto e l’accesso ai relativi finanziamenti ha permesso all’Istituto di fare un notevole passo avanti nella realizzazione di un’Offerta Formativa innovativa, in grado di fornire ai propri studenti competenze idonee ad affrontare le sfide del mondo
La didattica e i laboratori La didattica è in primo piano, con l'implementazione delle Lingue e dell'informatica e delle attività legate all'Impresa Formativa Simulata, funzionale all'Alternanza Scuola/Lavoro. L'utilizzo secondario, non meno importante, dei laboratori mobili rientra in un obiettivo primario dell'istituto individuato nella partecipazione studentesca. I laboratori multimediali sono utilizzabili anche quale supporto multimediale per le Assemblee studentesche, per convegni dedicati a studenti e famiglie, per attività che interessano Teatro e Musica, e in generale per progetti che prevedono produzione di elaborati. Si cita come
esempio l'ambizioso progetto ideato dalla Professoressa Stefania Fusero del Pascal che, in collaborazione con il Comune di Ovada, prevede l'elaborazione di audioguide in inglese, curate dagli studenti, destinate alla valorizzazione del Territorio e dei Beni Artistici e ambientali dell'Ovadese (Ovada come museo diffuso). Luisa Russo
Corso serale al Barletti
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a novità per l’anno 2017-18 all’istituto Superiore “Barletti” di Ovada è costituita dall’avvio di un corso serale grazie alla delibera della Giunta Regionale. Quale offerta formativa aggiuntiva il Barletti proporrà percorso di Secondo Livello di Istruzione per Adulti, incardinato sull’attuale corso di Istruzione Tecnica di pertinenza dell'Istituto, riguardante il settore economico relativo ad Amministrazione Finanza e Marketing (Ragioneria). Obiettivo dell'offerta è l'accesso agli adulti di varia estrazione, considerando anche chi ha dovuto abbandonare gli studi, di conseguire un Diploma di Istruzione Tecnica utile all'inserimento nel mondo del lavoro. l.r.
l’inchiostro fresco
Marzo 2017
OVADA Nuove norme per l'accesso alla struttura
Baby parking
Quarant’anni di attività artistica per Barbara Callio
Ovada prepara un grande evento L a pittrice ovadese Barbara Callio ritornata da Sanremo con la nonnina Maria Bernacchi, la quasi 104 enne diventata ormai popolare, si appresta a celebrare i quarant’anni di attività artistica. Per Ovada si tratterà di un grandioso evento e per l’occasione la pittrice ovadese si augura di avere accanto sé ancora la nonnina di Milano che dopo aver realizzato la scorsa estate, il sogno di vedere per la prima volta il mare, è stata poi ricevuta da Papa Francesco, ha ottenuto una casa più consona alle condizioni di un’anziana in carrozzina, anche grazie all’eco dei programmi come “La Vita In Diretta” e durante il festival di Sanremo è stata avvicinata da Carlo Conti. Un’amicizia nata
È
stata predisposta la nuova lista di accesso per l’inserimento all’interno del “Baby-Parking per l’Ovadese”, il Progetto promosso dal Comune di Ovada d’intesa con i Comuni di Castelletto d’Orba, Rocca Grimalda, Silvano d’Orba e Tagliolo Monferrato. Sono state infatti apportate alcune modifiche alle norme di funzionamento del Baby Parking al fine di adeguarle alle disposizioni regionali che prevedono la possibilità di inserire lattanti quando siano presenti idonee attrezzature e il personale necessario per garantire loro un’appropriata assistenza. Il Progetto si rivolge dunque ai bambini di età compresa tra i 13 mesi ed i 3 anni residenti in Ovada o in uno dei Comuni convenzionati; eccezionalmente e, in particolare, qualora il numero di iscritti sia temporaneamente inferiore al numero di bambini accoglibili contemporaneamente, possono essere inseriti fino a tre bambini di età inferiore ai 13 mesi, in accordo con la normativa regionale. Le richieste di iscrizione possono essere presentate in qualsiasi momento dell'anno una volta che il bambino ha compiuto 6 mesi di età. Il Centro “Unduetre” di Via Novi 21, presso il quale si svolgono le attività, è aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30, per 11 mesi all’anno, e offre ai bambini l’opportunità di vivere esperienze ludiche e formative in un ambiente appositamente strutturato; inoltre, le famiglie hanno la possibilità di beneficiare di occasioni di scambio con gli educatori, finalizzate al confronto e all’orientamento. L’inserimento dei bambini avviene attraverso apposite liste di accesso, compilate secondo un ordine decrescente di età, partendo cioè dai più grandi e scendendo via via ai più piccoli. Le liste di accesso sono redatte due volte l’anno, nel mese di giugno e nel mese di dicembre. Per presentare la richiesta di iscrizione occorre compilare l’apposito modulo che è reperibile presso l’Ufficio Istruzione e PSA
del Comune di Ovada o sul sito internet comunale e restituirlo entro il 31 maggio per essere inseriti nella lista di attesa di giugno, ed entro il 30 novembre per essere inseriti nella lista di attesa di dicembre. Per l’accesso al servizio è previsto a carico delle famiglie un contributo mensile, il cui ammontare è individuato autonomamente da ciascun Comune aderente all’iniziativa. Per i cittadini residenti in Ovada sono previsti diversi livelli di contribuzione da parte delle famiglie, con riferimento all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Per ottenere le agevolazioni tariffarie è necessario presentare domanda al Comune di Ovada utilizzando l’apposito modulo. Si sottolinea che per l’Anno Educativo 2016/2017 è stato possibile proseguire le attività progettuali, avviate negli anni precedenti, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, con il suo contributo economico, ha permesso di dare continuità ai servizi resi all’utenza e soddisfare così i bisogni emersi sul territorio. Luisa Russo
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in foto, Barbara Callio con il paroliere Mario Lavezzi a Sanremo
Ovada: positiva esperienza per gli alunni del Santa Caterina
“A scuola sulla neve”
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li alunni dell’istituto “Santa Caterina Madri Pie” di Ovada, si sono recati a Torgnon per il Progetto Neve: dalla prima secondaria di I grado alla IV Liceo suddivisi in due gruppi. Per entrambi i gruppi sono state previste quattro ore di sci al giorno con i maestri, pranzo in baita e sci libero con i professori. I ragazzi hanno potuto imparare a sciare o migliorare le proprie capacità con la presenza dei propri compagni, con i quali hanno instaurato rap-
porti di amicizia sinceri, talvolta più difficili da ottenere sui banchi di scuola. I responsabili della struttura alberghiera e i maestri di sci si sono complimentati per l’educazione dei ragazzi e il loro comportamento adeguato. Inutile ribadire come un’esperienza di questo genere abbia inciso positivamente nell’animo dei ragazzi, forse perché andare a scuola non è solo imparare dei concetti e delle nozioni ma fare proprie delle esperienze preparatorie per la vita
futura. La scuola viene spesso definita come una “palestra di vita”: esperienze come quella vissuta a Torgnon, creano legami sereni e rispettosi tra insegnanti e alunni, i quali avranno un bagaglio maggiore per una formazione integrale della persona.
per caso grazie al quadro che la pittrice ovadese aveva preparato per Maria e che ora sfocia in un forte legame affettivo tanto che entrambe si muovono sempre insieme. Durante il Festival sono stati sette giorni veramente pieni per la Callio, la Bernacchi e la fidata badante Lili, che hanno anche partecipato al Gran Galà della Liguria al “Roff Garden” del Casinò alla presenza di illustri personaggi, fra i quali Rita Pavone superstar della serata, Vittorio De Scalzi dei New Trolls al quale è andato il riconoscimento dei suoi 50 anni di carriera e il paroliere Mario Lavezzi. Ora i riflettori sono per Barbara Callio, originaria di Molare, ma che vive e lavora ad Ovada con una mostra permanente in Via S. Paolo. Da quarant’anni si dedica alla pittura e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Un curriculum prestigioso con numerose personali e prestigiosi premi in importanti rassegne. Negli ultimi ha soggiornato in Francia a Menton dove ha esposto con personali al Salone del Louvre e al Palais de l’Europe. Per meriti nella pittura le sono stati conferiti “Il riconoscimento per le Lettere e le Arti – Bologna d’Oro” consegnatole dalla prestatrice TV Maria Giovanna Elmi e il titolo “Homo Electus Ducati Estensi” dall’Accademia di Ferrara. Ha partecipato ad Expo Internation Art 2015 a cura dello storico e cristico d’arte Giorgio Grasso ed è stata fra i venti pittori protagonisti della manifestazione “La Modella per l’Arte 2015”. Ora si presenta l’opportunità per ripercorre il cammino artistico della Callio durante una splendida vetrina che verrà poi annunciata. “Non potrò mai dimenticare – dice Barbara – quando ho ottenuto il 1° premio al concorso di pittura estemporanea di Ovada nel '77, che ha rappresentato il trampolino di lancio”.
Chiara Esposito
Luisa Russo
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a bella stagione è alle porte, il sole però non è sempre un amico della nostra pelle, anzi. Per continuare a prendersene cura durante l’esposizione solare, al salone Linda di Campo Ligure potrete trovare la linea di cosmetici Helios che, grazie alla presenza di olii spremuti a freddo si trovano tutti gli elementi necessari a sostenere la pelle esposta ai raggi UVA. I cosmetici Helios, dal nome del dio greco del sole, sono a base di olio di argan, fico d’india, olivo del ducato e mandorle dolci.
l’inchiostro fresco
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OVADA
Lettere al direttore
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n seguito all'articolo titolato "Dentro i centri di accoglienza" a firma di Mattia Nesto e del fondo titolato "Sulla ruspa di Salvini" a firma di Federico Cabella, abbiamo ricevuto una lettera da Claudio Scarsi, membro del Consiglio Direttivo della Lega Nord di Ovada, che, per diritto di replica, qui di seguito pubblichiamo:
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Caro Federico,
su “l’inchiostro fresco” di febbraio 2017, vedo in prima pagina la foto di un bel gruppo di migranti posta a lato del tuo articolo di solidarietà. Parlando di solidarietà al fianco di queste persone ci vedrei anche una bella foto di giovani italiani sorridenti perché hanno avuto la possibilità di trovare un lavoro in Italia regolare non con i voucher. Purtroppo la politica dell’accoglienza ha portato il Governo Italiano a pensare a tutti meno che ai nostri giovani che per il 40% sono disoccupati trasferendo in loro una tale disperazione che troppe volte ha portato anche a gesti estremi. Sfoglio il giornale ed in seconda pagina leggo la tua lettera aperta a Matteo Salvini. Non ho modo di conoscere il tuo contratto telefonico, per quel che mi riguarda io spendo 10 euro al mese e non riesco neppure ad utilizzare tutti i minuti a mia disposizione. Mi risulta che il costo della telefonia sia stato negli anni sempre meno costoso, forse per la prima volta in Italia anche in virtù di una positiva concorrenza. Purtroppo non si può dire altrettanto sui costi dell’immigrazione. Infatti nell’anno 2016 abbiamo avuto il record di sbarchi e di conseguenza di costi e nell’anno in corso già si sta verificando un aumento anche rispetto al 2016. Mi permetto di farti rilevare che quelli che tu chiami fondi europei per l’immigrazione sono euro non usciti per magia dal cilindro di un
mago ma sono soldi di onesti contribuenti italiani, compresi quelli di quei poveri anziani che vivono di una magra pensione. Vorrei farti presente che quando si pensa ad accogliere immigrati bisogna essere certi di garantire loro una integrazione decorosa che dia loro la possibilità di avere un lavoro per mantenere loro ed i famigliari e un tetto da mettere sopra la testa, altrimenti immettiamo persone che nel breve periodo diventeranno arrabbiati contro la società con il rischio di costringerli a delinquere, nella migliore delle ipotesi. È troppo facile accusare la Lega di razzismo. Difendere i diritti del proprio territorio e della propria gente è solo questione di buon senso. Detto questo ci sarebbe da scrivere fiumi di parole sulla differenza tra un profugo che scappa dalla guerra ed un baldo giovane arrivato munito di smartphone. Troppe volte si rammenta la storia dei nostri migranti ma è molto diverso andare in un paese straniero dove c’è necessità di lavoro, anziché dove manca per tutti. Certo è che nel panorama degli stati europei dove in generale è emerso il fallimento dell’accoglienza in Italia brilla la grande speculazione economica delle cooperative e di quelle persone che si muovono e guadagnano utilizzando la disperazione di questa povera gente. Claudio Scarsi Membro del Direttivo Lega Nord Sezione di Ovada
Leo4woman
Genova - Ovada - Acqui: inviate il vostro abbonamento al Comitato
Pendolari alla riscossa! I l “Comitato Difesa Trasporti delle Valli Stura e Orba” (CDTVSeO) da tre anni rappresenta i pendolari della linea “Genova - Ovada – Acqui” e dei bus della ATP. Sono ben noti i problemi legati al buon andamento dei collegamenti con l’entroterra: soppressioni di convogli, ritardi cronici, abbandono delle stazioni ferroviarie, bigliettazione, ecc... Per risolvere queste problematiche il Comitato si relaziona sia con Trenitalia sia con la Regione Liguria, tramite “tavolo tecnico”. Da ora però, la Regione ha predisposto un nuovo regolamento. Per poter accedere al tavolo, i vari Comitati o associazioni devono rappresentare almeno 100 abbonamenti, annuali o mensili, relativi a questa tratta. Per tale motivo,
il Comitato lancia un appello: chiunque sia titolare di un abbonamento ferroviario annuale o mensile sulla tratta “Genova – Acqui” lo può inviare alla seguente email: abbonamento@comitatopendolarivso.it. Il Comitato garantisce la riservatezza in quanto comunicherà alla Regione il solo nominativo e numero dell’abbonamento e nessun altro dato sensibile. L’attività del Comitato, supportata da ben trenta Comuni liguri e piemontesi interessati alla tratta ferroviaria è fondamentale e ha bisogno di essere sostenuta: i collegamenti ferroviari e su gomma sono vitali per la sopravvivenza dell'entroterra! Massimo Calissano
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Questa linea ferroviaria è stata aperta al traffico nel 1894 e si snoda attraverso un paesaggio molto scenografico, collegando la Liguria al basso Piemonte
Ampio servizio su: www.inchiostrofresco.it
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l lato semplice delle donne, siano esse mamme, nonne, zie, sorelle e fidanzate è stato l’oggetto del Concorso Fotografico intitolato “LEI”, indetto dal Leo Club Ovada, le cui foto sono state esposte alla Loggia di San Sebastiano il 19 febbraio. “Una bella donna – citava Seneca – non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti”. Il Concorso fotografico era all’interno dell’evento “Leo4woman”, con la proiezione del corto “Quello che amore non è” di Alessandro Pestarino, sulla violenza alle donne. Emanuele Di Gregorio
Da una rete capillare ai “rami secchi”: le linee sospese
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ino a qualche decennio fa il Piemonte possedeva una rete ferroviaria capillare ed efficiente. Poi, nell’aberrante logica dei “rami secchi”, che in realtà era solo quella di ingrassare il trasporto su gomma e riservare risorse ai grandi appalti che fruttano di più in termini politici, si è portata avanti una sorta di smantellamento delle linee ferroviarie cosiddette minori. A volte, con il pretesto di qualche evento particolarmente sfavorevole, come alluvioni e frane: anche se i danni erano riparabili, non c’era mai la volontà di trovare risorse adeguate. In altri casi, dopo aver esasperato l’utenza con continui ritardi, soppressioni, guasti, per poi dire che i viaggiatori erano diventati
troppo pochi. Il risultato è una serie di linee ufficialmente solo sospese al traffico passeggeri, ma da anni abbandonate. Particolarmente colpito il centro-sud della Regione: Alessandria In provincia di Alessandria, c’è la “Ovada-Alessandria”, dove almeno il traffico merci continua a tenere in esercizio la linea. Stesso discorso per la “Novi-Tortona”, dove passa ancora qualche treno senza fermate intermedie, ma sono aboliti i treni locali. Asti e Cuneo Peggio ancora per la provincia di Asti e quella di Cuneo. Da Asti, un tempo, si diramavano linee in sei direzioni: Torino, Chivasso, Casa-
le Monferrato, Alessandria, Acqui Terme e Alba. Ora queste sono dimezzate: rimane in esercizio la direttrice principale sulla Torino-Genova e, a fatica, la linea per Acqui. Così come l’altra linea per Alba, quella da Alessandria attraverso Nizza Monferrato, è anch’essa sospesa, mentre le Langhe, Roero e Monferrato hanno ottenuto il riconoscimento come sito Unesco, con i conseguenti vantaggi anche in termini di richiamo turistico, le bellissime tratte che attraversano queste zone restano ad arrugginire inutilmente. Fra l’altro, la direttrice “Alba-Asti-Casale-Mortara”, tutta soppressa, sarebbe la via più breve per raggiungere Milano da Langhe e Astigiano. I sindaci e le associazioni della zona hanno richiesto, anche in queste ultime
settimane, il ripristino di questo servizio, ma per Regione Piemonte e Trenitalia mancano i soldi. Che sappiamo dove vengono destinati, inutile ripeterlo Stefano Rivara
La voce del binario Riflessioni «ferroviarie» di Stefano Rivara
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Le valli del Sol
Carnevale: la festa in maschera con i carri a tema più bella dell'Oltregiogo
Masone come Viareggio
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oriandoli, maschere, musica e tanti carri a tema: per un giorno, le strade di Masone si sono trasformate in una grande festa a cielo aperto in occasione del tradizionale carnevale che negli anni è diventato un appuntamento fisso per la Valle e non, attirando centinaia e centinaia di persone nel piccolo comune del Genovesato; una manifestazione che mescola tradizione e cultura locale alla voglia di divertirmento e di evasione tipica del carnevale, che fa sognare sia i grandi che i più piccini. “Il segreto del successo del nostro carnevale? Diamo il “via libera” a tutti! È come nel Medioevo: per un giorno, tutto (nei limiti, ovviamente) era consentito, tutto si capovolgeva”, ci spiega Tomaso Pastorino (“Bibba” per gli amici) della Pro Loco di Masone, la “mente” dietro questa rassegna; una rassegna che anno dopo anno diventa sempre più bella e sentita, soprattutto nei paesi della Valle, dove in tantissimi partecipano alla celebre sfilata dei carri, costruendo i carri più originali e fantasiosi per vincere l’ambito premio, con rigoroso campanilismo. “Tutti cercano di toglierlo, io lo incentivo!” scherza Tomaso, ricordandoci però che i carri vengono premiati tutti indistintamente. Tra questi, quest’anno si sono presentati alcuni carri e gruppi di persone mascherate che si sono distinti per originalità e ingegno, come ad esempio l’Hogwarts Express e il carro del Pifferaio di Hamelin, ma anche il gruppo mascherato da Quadri del Louvre e il carro del Mulino olandese; la sfilata è partita dalla piazza della chiesa per poi proseguire verso via Marconi, via Roma, Viale Vittorio Veneto,
Carro vincitore del 2017 (per la prima “pausa bar”, scherza Tomaso), Via Roma di nuovo, via Cordoba e infine i carri sono tornati in piazza: a questo punto, finita la sfilata, tutti i partecipanti sono scesi nei locali della pro loco – la Playa” – per la premiazione e per
fare festa assieme a ritmo di musica. “Quest’anno ha partecipato un carro di addirittura di 70 persone – ci spiega Tomaso – e uno così alto che abbiamo dovuto togliere le luminarie”: mesi e mesi di preparazione, quindi, sia per l’orga-
nizzazione che per i partecipanti, che prendono la faccenda molto seriamente; “quest’anno il tema della festa è stato l’Arca di Noè, e abbiamo allestito i locali della Pro Loco a tema, in futuro – ci confida – mi piacerebbe organizzare una Festa della pioggia, chissà...”, scherza, ricordando però che, coi proventi delle varie manifestazioni, la Pro Loco si sta impegnando nei lavori di recupero della palazzina che hanno in gestione per creare spazi per la comunità. Matteo Serlenga Ringraziamo Tommy Pittaluga per le foto
Un po' di storia del "CARROSSEZZO"...
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a diversi anni, da quando è stata spostata da martedì grasso al sabato, la manifestazione è diventata sempre piu grossa: ogni anno raccoglie centinaia e centinaia di persone, al punto tale che il carosello dei carri è stato poi accor-
ciato negli anni per questioni di viabilità; il carnevale di Masone, il “Carrossezzo”, trova le sue origini prima della guerra, mentre la sfilata dei carri è venuta successivamente, nel dopoguerra. Fermatosi per diversi anni, l'organizzazio-
ne dell'evento è stata poi ripresa negli anni Novanta dalla Croce Rossa locale, per poi passare alla Pro Loco, che ha curato la rassegna fino ai giorni nostri. Matteo Serlenga
Il giardino non è affatto salvo
Prato Rondanino
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n riferimento all’articolo apparso sul numero precedente, dal titolo “Salvo il giardino botanico di Prato Rondanino”, il responsabile del G.L.A.O. (Gruppo Ligure Amatori Orchidee), Giorgio Sciaccaluga, ci ha fatto presente alcune precisazioni riguardo a delle inesattezze riportate nel testo:
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nnanzi tutto” ha spiegato Sciaccaluga “non è vero che il giardino prima della delibera del 1998 si trovasse in uno stato di incuria e abbandono da decenni. Noi del GLAO ci siamo iniziati ad occupare del giardino, interamente da volontari, a partire dalla metà degli anni ’80”. Nel 1998, ci precisa il responsabile del G.L.A.O. “la Provincia di Genova, all’epoca presieduta da Marta Vincenzi, con l’assessore all’ambiente Bobbio, si recarono qui. La delibera regionale trasformò la zona in area protetta regionale affidata alla Provincia stessa”. Il G.L.A.O, in quanto gestore ormai da un quindicennio del giardino, venne scelto come gestore per premiare la continuità. “Essendo noi volontari ormai tutti di età non più giovanissima” prosegue Giorgio Sciaccaluga “abbiamo dovuto prendere, per gestire l’area protetta, dei ragazzi
laureati in Scienze Naturali all’Università di Genova tramite la stessa Provincia di Genova”. Il responsabile del G.L.A.O. precisa soprattutto riguardo alle questioni economiche “Il contributo che veniva versato dalla Provincia di Genova era di ventimila euro annui” prosegue Sciaccaluga “dire che il giardino è salvo è assolutamente falso, anzi, siamo seriamente a rischio di chiusura in quanto né la Regione Liguria né la Città Metropolitana di Genova ci stanno dando una risposta anzi, al momento non ci possono garantire nulla. Non sappiamo come fare” conclude Sciaccaluga “senza i ventimila euro annui non riusciamo ad andare avanti”.
Fabio Mazzari
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
Mal...“Comune” mezzo gaudio
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n questi mesi, la Redazione si è occupata della situazione dei migranti richiedenti asilo nel nostro territorio, mettendosi in prima linea per raccontare questo fenomeno che, negli ultimi tempi, occupa sempre più posto nei giornali e nelle televisioni: un fenomeno sociale di dimensioni enormi, frutto di complessi processi storici e economici, che ha cominciato ad interessare anche i piccoli comuni del nostro territorio, di certo non abituati a problematiche di queste proporzioni; abbiamo raccontato la storia dei migranti in Valle Stura, che grazie all'impegno delle amministrazioni e della cooperativa, nonostante alcune difficoltà comunicative, è considerata una delle realtà migliori di “integrazione”, rispetto ad altri esempi in grandi città. Su questo numero, invece, vi raccontiamo di una situazione che si era creata in Valle Orba, dove un gruppo di ragazzi richiedenti asilo era stato pressoché abbandonato a sé stesso, in un appartamento fatiscente, lontano dalla civiltà e immerso nel nulla totale; una situazione che per fortuna si sta andando a risolvere, con lo spostamento graduale di questi ragazzi verso una location più idonea nella costa. L'entroterra Ligure, dalla Valle Stura alla Val Graveglia, non può, e non deve, diventare un grand centro di accoglienza a cielo aperto; è giunto infatti il momento che anche i comuni costieri, che rifiutano di accogliere i migranti, facciano la loro parte, per sostenere i comuni alle loro spalle, che già molto stanno facendo, e che purtroppo non godono della vivace economia della riviera. Matteo Serlenga
Masone: una perla artigiana nella Valle Stura, si racconta
Roberto Ottonello, il maestro dei "Masunin" S pesso l'entroterra ci sorprende con esempi di attività artigiane particolari e di eccellente qualità (basti pensare alle varie maestranze che lavorano il legno), che portano avanti con passione tradizioni lavorative ormai quasi dimenticate; anche in Valle Stura ci sono molti esempi di queste attività: uno dei migliori rappresentanti di questa categoria di artigiani è Roberto Ottonello, coltellinaio di professione. Nella sua bottega a Masone, Roberto da anni porta avanti la sua professione creando coltelli di impressionante fattura e qualità; la sua passione è nata fin da bambino, come egli stesso racconta: "ricevetti il mio primo coltello in regalo da mio nonno, che tuttora conservo, e cominciai a collezionarli; stufo di comprarli, ho cominciato a farli: da giovane forgiavo coltelli partendo da ghiere di cuscinetti o modificando lame di vecchi coltelli da macellaio, negli anni novanta invece ho deciso di costruire coltelli personalizzati ispirandomi ai custom degli Stati Uniti". Ottonello,
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Roberto Ottonello da anni porta avanti la sua professione creando coltelli di impressionante fattura e qualità.
che ha imparato l'arte da autodidatta, crea lame con materiali esclusivi e di qualità, utilizza acciai molto resistenti e altri materiali di pregio per i manici: egli stesso afferma: "se fai coltelli artigianali, devi fare qualcosa di particolare che si differenzi dalla produzione industriale". Nel suo laboratorio egli realizza qualunque tipo di lama dal coltello da cucina
a quelli da collezione con la stessa professionalità e qualità: solo lame affilatissime escono dalla sua bottega di Masone che non sfigurerebbero in quanto a qualità e materiali di fronte a lame leggendarie come Durlindana di Orlando o perché no, anche di fronte alla famosa katana di Gaemon! Ottonello, oltre a costruire coltelli custom e lame
personalizzate su misura a seconda delle esigenze del cliente, porta avanti la tradizione del tipico coltello masonese: il masunin. Questo piccolo coltello multiuso ha una storia molto interessante, viene prodotto da circa cinque secoli come ci racconta lo stesso Ottonello: "Il suo nome deriva logicamente dal luogo di origine. Inizialmente il suo utilizzo
Telecamere e più controlli contro malintenzionati e infrazioni al codice della strada
Sicurezza, arriva il “Grande Fratello” P iù sicurezza nel nostro territorio grazie all’installazione di telecamere e all’aumento di controlli da parte della polizia municipale, con attenzione particolare alla viabilità sulle nostre strade: sono state infatti installate delle telecamere, sovvenzionate in parte dalla Regione Liguria, nei punti principali di accesso e di viabilità nei comuni di Masone, Campo Ligure e Rossiglione, e potenziati i controlli da parte della polizia locale, in particolare a Masone, per disincentivare i malintenzionati e per limitare le infrazioni al codice della strada; soluzioni che hanno acceso un vivace dibattito, soprattutto sui social network, dove i cittadini si sono divisi in favorevoli
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e contrari, alla luce degli ultimi fatti di cronaca che hanno interessato le nostre strade. Tra questi è rimbalzato nelle cronache il rocambolesco inseguimento sulla A26, dove la polizia stradale ha intercettato un uomo che, con l’aiuto
di una autovettura rubata, aveva attuato una “spaccata” in un bar della zona, rubando diverse slot machines; grazie alle telecamere, adesso sarà possibile individuare il numero delle targhe e risalire all’identità dei malintenzionati e a
tutti coloro che “sfrecciano” sulle nostre strade, in barba ai limiti e ai divieti: durante l’inverno, infatti, erano successi degli incidenti a causa dell’abuso di alcol e dell’alta velocità, che avevano fatto molto discutere in Valle. Matteo Serlenga
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era indirizzato alla lavorazione del legno, la fabbricazione e l'intreccio di ceste e qualsiasi altro lavoro da svolgere in campagna, quindi le sue dimensioni erano piuttosto considerevoli. In seguito è diventato più piccolo e la sua lama più sottile, ma il suo principale impiego rimase sempre quello legato al lavoro del contadino o dell'allevatore”; ben presto il masunin divenne un inseparabile compagno di tasca per tutti i momenti quotidiani come il lavoro nell'orto, in cucina o lo stare a tavola. Oggi grazie a Roberto, è quindi possibile portare a casa un ottimo esempio di artigianato locale; nel suo laboratorio continua a realizzarlo utilizzando varie essenze per i manici come il castagno, il maggiociondolo, la quercia o il faggio e la sua lama ovviamente è forgiata con i migliori acciai come tutti i coltelli che escono dal suo laboratorio.
Luca Serlenga
Qui Rossiglione
A
lle fronde degli.. ippocastani: sempre più bella Piazza Viotti a Rossiglione Inferiore, sono stati infatti potati i grandi ippocastani, le cui fronde, sempre più grandi, cominciavano a destare preoccupazione per la sicurezza; questa operazione di decoro urbano, insieme alla riqualificazione dell’intera piazza (che nella scorsa estate ha visto il completamento della pavimentazione della terrazza e il restauro delle aiuole), è stata voluta dal Comune di Rossiglione in occasione del 150nario del Simulacro del Transito di San Giuseppe. m.s.
l’inchiostro fresco
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VALLI STURA, ORBA E LEIRA
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Nei Comuni del SOL, la guerra dell'acqua: “E ora che ne facciamo di AM.TER?”
Gli acquedotti della Valle tornino beni pubblici C
orreva l'anno 2000 quando i Comuni della Valle Stura decisero di entrare nella Società Consortile a maggioranza pubblica (51%) denominata AM.TER, che già gestiva le reti idriche di Cogoleto ed Arenzano. Doveva essere la “scelta lungimirante” per garantire autonomia gestionale, controllo e vantaggi economici ai Comuni della Valle Stura nella gestione del sistema idrico integrato (acqua + fognatura + depurazione). Nasce l’IREN Nel tempo si è però progressivamente perso il controllo sulla Società che oggi è completamente fagocitata da IREN, l'emergente multiutility che in larga parte del territorio del Nord Italia gestisce in regime di monopolio vari servizi pubblici (acqua, rifiuti, illuminazione, ecc.). IREN è una delle tante società nate dal nulla che in nome della “razionalizzazione” gestiscono beni e servizi pubblici di proprietà dello Stato (e quindi dei cittadini) distribuendo gli utili agli azionisti e comprendo spesso i debiti con contributi statali. Poco importa se questo avviene in barba alla volontà dei cittadini italiani che attraverso un referendum avevano deciso che il bene acqua doveva rimanere pubblico.
L
e strade italiane, in generale, non sono più quelle che eravamo abituati a percorrere in tempi passati, possiamo constatarlo senza uscire da casa leggendo quasi quotidianamente notizie relative a inconvenienti provocati da buche o altre situazioni disagevoli. In ambito locale la situazione non è migliore, lo può verificare chiunque semplicemente accedendo al borgo di Campo Ligure attraverso la centralissima via Gramsci. Le buche che caratterizzano da tempo questa strada urbana costringono gli automobilisti ad inopportuni zig zag, mentre i pedoni debbono prestare attenzione per evitare storte o capitomboli. Proprio in questi giorni abbiamo raccolto la richiesta di alcuni cittadini campesi che lamentano le condizioni critiche di strade che collegano alcune frazioni al paese e ad altre località. In particolare alcuni residenti si definiscono stremati dalle condizioni in cui via Vecchia delle Capanne versa ormai da anni e che oggi ha raggiunto la soglia dell’impraticabilità. Questa strada rappresenta per diverse famiglie l’irrinunciabile collegamento tra le loro abitazioni ed il centro urbano e su di
Una previsione pessimistica
G
Comuni del SOL
AM.TER.
Cosa fa l’AM.TER Ma torniamo a noi, dicevamo che su AM.TER da tempo si è perso il controllo gestionale, ma recentemente due nuove decisioni stanno peggiorando la situazione: • AM.TER non verserà più ai Comuni il previsto canone di affitto annuale
IREN
• AM.TER da quest'anno sembra intenzionata a far pagare ai Comuni l'acqua dei servizi pubblici (scuola, uffici comunali, fontane pubbliche, ect). Entrambe le condizioni erano già previste dal contratto a suo tempo sottoscritto tra AM.TER e Comuni In alcuni ambienti politici locali viene il
ianni Oliveri sin dallo scorso anno sulle colonne di questo giornale paventava il rischio molto concreto il rischio per i Comuni della Valle Stura di perdere completamente anche quel margine di controllo sul sistema idrico integrale (acqua + fognatura + depurazione) che l'adesione alla società consortile AM.ter aveva sino ad allora in qualche modo garantito. Sembra oggi che purtroppo le sue pessimistiche previsioni si stiano avverando. Ricordiamo che AM.ter è una società a maggioranza pubblica. gb.c.
dubbio se, in queste condizioni, vale ancora la pena rimanere all'interno di AM.TER o non sarebbe invece conveniente, da parte delle Amministrazioni della valle, valutare attentamente la possibilità di una fuoriuscita da AM.TER, capitalizzando almeno le quote di appartenenza sino a che queste avranno un valore.
Il dissesto stradale non è solo un patrimonio di Roma Capitale!
Strade a rischio frana in Valle
Le vetrinea Valle Stura dell
essa insiste anche un’attività commerciale che soffre ulteriormente per la difficoltà che i suoi clienti affrontano per raggiungerla. Lo stato del fondo stradale, come dichiarano i residenti, presenta molte buche e l’assenza dello strato bituminoso in svariati punti, mentre veri e propri lastroni di “cemento”, usati per rattoppare l’asfalto, sono sollevati e la situazione peggiora ulteriormente e comprensibilmente quando piove o nevica in quanto fango e neve rendono scivolosa la sede viaria e non esistono assolutamente protezioni laterali che possano impedire di finire nella scarpata. Nel mese di settembre, ci racconta un residente, un'autoambulanza della Croce Gialla di Genova ha rinunciato a proseguire la marcia non riuscendo a superare uno dei tratti peggiori, “ripristinato” dopo l'alluvione compattando terra e sabbia.
Conclusioni Comunque finisca la storia è ormai chiaro che a vincere sarà IREN e a perdere ancora una volta saranno i cittadini che troppo spesso hanno “lasciato fare” dimenticandosi che se in Valle disponiamo ancora di una buona rete acquedottistica e fognaria non è certo per merito di AM.TER/IREN. “I nostri acquedotti – si sente ripetere da più parti - sono stati acquistati dai Comuni che li hanno ristrutturati prima e dopo gli eventi alluvionali degli anni Settanta. E i nostri Comuni hanno realizzato la rete fognaria e il depuratore di Valle, con soldi propri, contributi statali e mutui a carico dei cittadini”. La sensazione che si raccoglie dunque in giro per i comuni rivieraschi dello Stura è l’amara riflessione per cui: “non è socialmente giusto perdere tutto a favore di società private a chiara sponsorizzazione politica”. E ora la preoccupazione della gente si sta allertando si rifiuti, illuminazione pubblica e viabilità dove IREN sta già giocando un importante ruolo.
Giovanni Oliveri
Va comunque considerato che via Vecchia delle Capanne non è una strada limitata al solo asservimento delle abitazioni ed attività che vi insistono ma, collegando il centro di Campo Ligure con Capanne di Marcarolo, rappresenta l’unica alternativa di deviazione praticabile in caso di interruzione della strada provinciale. Una situazione più generalizzata riguarda invece altre strade del territorio comunale che pur non versando in condizioni tanto critiche manifestano una carenza di manutenzione alle scarpate e alle protezioni laterali, presenti peraltro in pochissimi punti. Ricordiamo a questo proposito che una strada si compone di diverse parti, il corpo stradale, la sovrastruttura, la pavimentazione, le scarpate e le ripe, la cui manutenzione è a carico dell’ente proprietario o gestore della stessa con la sola esclusione delle ripe alle quali deve provvedere il proprietario del terreno interessato.
Fausto Piombo
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
VALLI STURA, ORBA E LEIRA
Dopo una segnalazione da parte di alcuni volontari e cittadini sulle condizione precarie del Centro di Accoglienza
Urbe: migranti, verso una sistemazione più idonea S
i è ormai risolta la questione dei 10 migranti richiedenti asilo ospitati nel Comune di Urbe presso il Centro di Accoglienza Straordinario in località Piazzadoni: un gruppo di liberi e partecipativi volontari ci aveva infatti contattato per poterci mostrare di persona, all’inizio di Febbraio, una triste storia di abbandono, che mai e poi mai ci saremmo aspettati di conoscere; una realtà che molti di noi avrebbero pensato di trovare in altri luoghi lontani, ma non così a noi vicini. “Il Centro di Accoglienza Straordinario per migranti richiedenti asilo nel Comune di Urbe è costituito da due differenti alloggi privati”, ci hanno detto i volontari, “ubicati rispettivamente nella frazione di Martina e in località Piazzadoni (quest’ultimo a 5 km di distanza dal primo centro abitato); tale abitazione ci è sembrata immediatamente non idonea all’utilizzo che dovrebbe svolgere, in quanto ha ospitato, per oltre sette mesi, persone di origine centroafricana (sino al mese di Gennaio erano dieci, poi quattro ed attualmente tutti trasferiti in un vicino comune della Riviera di Ponente) in un piccolo appartamento in condominio, adibito a dimora estiva dei villeggianti; nella zona sono praticamente gli unici abitanti costantemente presenti in un luogo senza attività commerciali, locali di ritrovo e di aggregazione, privi di collegamento alla rete internet, importantissimo per le loro comunicazioni con i paesi di origine”. Arrivati nei pressi del condominio, siamo stati accolti calorosamente da questi giovanissimi uomini, entusiasti di poter vedere e parlare con persone nuove e con i quali ci siamo conosciuti; abbiamo scambiato quattro parole, scoprendo dei ragazzi bravi e volenterosi, desiderosi di fare conoscenza, che con una ospitalità tipica della loro terra ci hanno mostrato il luogo dove vivono: un appartamento inadeguato, con muffa sulle pareti, infiltrazioni d’acqua, materassi umidi, scalini
vamente sui propri diritti e doveri, hanno usufruito di servizi medici con estremo ritardo. “Vogliamo imparare l’italiano” ci dicevano i ragazzi in inglese e in francese, costretti in una situazione di “limbo forzato” sulle alture savonesi; una situazione, igienica, psicologica e relazionale che rischia di minare la loro salute e di creare disagio nel già fragile tessuto sociale dell’entroterra; come ci spiegano i volontari, “per i migranti africani l’adattamento climatico, culturale e sociale è difficile in queste zone e ne risentono nella salute fisica e psichica”.
Urbe sotto la neve rotti e riscaldamento malfunzionante di fronte a questi giorni particolarmente rigidi e nevosi. “La presenza degli operatori della Cooperativa La Strada Giusta, che si è aggiudicata il bando per l’accoglienza con la Prefettura di
Savona”, ci raccontano, “sembrerebbe essere stata saltuaria e poco disponibile a soddisfare le necessità di assistenza e le esigenze di mediazione culturale, informazione ed integrazione territoriale e sociale”; proprio per questo i volontari, provenienti per lo più da Genova, si
sono occupati a titolo gratuito delle loro legittime richieste di assistenza. “I migranti, in questi mesi, hanno avuto problemi negli approvvigionamenti, non hanno frequentano corsi di italiano, non conoscono usi e consuetudini locali, non sono stati informati nel dettaglio e tempesti-
Urbe e il Geoparco del Beigua:
“Odi et amo?” A
bbiamo chiesto al sindaco, Fabrizio Antoci, quale sarà il ruolo di Urbe rispetto al Parco del Beigua: “È un argomento molto delicato: Urbe, pur essendo circondata dal Geoparco, ne è sempre rimasta fuori, per scelta delle precedenti amministrazioni: secondo me, in questi quasi 20 anni, c’è stato un dialogo insufficiente tra il territorio, le amministrazioni, la Regione e lo stesso Ente Parco; pur non essendo zona parco abbiamo comunque tante, sicuramente troppe, zone SIC e ZPS delle quali l'Ente Parco è comunque già gestore per conto della Regione, per cui nulla cambierebbe per proprietari, per i residenti, per i tagliaboschi e
vare una quadra, pur conoscendone la loro contrarietà storica. Per il bene di Urbe, consapevoli che non si fanno miracoli ma che ogni briciola di vantaggio può fare la differenza, non nascondo che ci piacerebbe farne parte: ci gioveremmo della manutenzione e di una segnaletica adeguata dei sentieri storici e bellissimi di Urbe, della manutenzione delle aree picnic, e della visibilità che un sito Unesco potrebbe dare alle nostre iniziative e alle attività commerciali del territorio”. per i cercatori di funghi; gli unici a dover fare un piccolo sacrificio (circa il 3% dell’attuale territorio cacciabile) sarebbero i cacciatori, con i quali stiamo provando a tro-
Matteo Serlenga
“La colonizzazione dell’entroterra ligure da parte di strutture di accoglienza inadeguate, con un numero alto di ospitati, crea difficoltà di accettazione nelle poco numerose comunità locali”, ci raccontano i volontari, “di fatto questi giovani, come probabilmente gli altri circa 30 presenti a Martina, sono stati costretti in uno stato di “semi prigionia”, ostaggi del bisogno di asilo politico o umanitario e delle necessità economiche, che spesso non gli hanno permesso di pagare nemmeno il servizio del bus, in un luogo dove già la mobilità in generale e quella pubblica in particolare, sono molto ridotte, con scarsissime possibilità di relazionarsi e comunicare con il mondo esterno. Sbrigate le faccende casalinghe quotidiane, in cui i migranti sono totalmente autonomi, il tempo passava in una logorante e frustrante inattività, non essendo stati attivati percorsi di lavoro volontario a titolo gratuito ai quali aderirebbero volentieri e con entusiasmo”. “Il problema”, precisa il Sindaco di Urbe, Fabrizio Antoci, “è che il territorio del comune è molto esteso (oltre 30 kmq) e la cooperativa non ha mezzi per lo spostamento dei ragazzi nei vari luoghi dove il loro lavoro volontario sarebbe utilissimo per pulizia caditoie, verniciatura di cancelli e di ringhiere stradali e così via”. Un grido d’aiuto, quindi, da parte dei giovani ragazzi africani e dei
volontari, che hanno seguito con solidarietà e umanità questa situazione, affiancati dalla presenza e dal sostegno della amministrazione comunale: “c’è stata un’ispezione della Prefettura e successivamente lo spostamento a più riprese dei migranti in altra struttura a Varazze, con la chiusura definitiva dello stabile di località Piazzadoni sabato 25 Febbraio ”, ci spiega il sindaco di Urbe; la situazione infatti nel mese di febbraio è stata posta all’attenzione delle autorità grazie ad una lettera indirizzata agli organi istituzionali competenti, nella quale è stata raccontata la triste vicenda di questo paesino incorniciato nella neve dell’Appennino Ligure, che non è il solo a patire questo disagio, in quanto, con dinamiche differenti, si è creata una situazione analoga nel piccolo Comune di Ne, in Valgraveglia, dove la stessa cooperativa gestisce una trentina di migranti in un piccolo agriturismo isolato nei boschi in cima ad un’altura. “Questa modalità di accoglienza dei migranti richiedenti asilo” concludono i volontari, “genera solo emarginazione e mina alla base ogni possibile integrazione favorendo, invece, lo sviluppo di una mentalità contraria ad essa, sia tra i migranti che tra i cittadini residenti. Sia gli uni che gli altri restano vicendevolmente perfetti sconosciuti favorendo di fatto segregazione e diffidenze reciproche. Meglio sarebbe un progetto qualificato per piccoli numeri (circuito SPRAR) o meglio ancora, un’accoglienza diffusa per pochi individui, ospitati all’interno di alcuni gruppi familiari, con l’aiuto di Associazioni ed Istituzioni”; “In effetti”, aggiunge il Sindaco, “come Unione dei Comuni del Beigua, con Sassello, abbiamo in preparazione un bando per la gestione di una struttura SPRAR comprensoriale che consenta una graduale diminuzione dei migranti ed una maggiore possibilità di integrazione per chi verrà ospitato”. La Redazione
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Castelletto d’Orba: il primo Salone per organizzare il vostro matrimonio
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“Sposiamoci”, una vetrina in vista delle nozze
Un servizio indispensabile per chi ha poco tempo e vuole organizzare un matrimonio creativo
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astelletto si è tinto di bianco, sabato 18 e domenica 19 febbraio, un ampio Salone espositivo ha aperto le sue porte al Palazzetto dello Sport di Castelvero, che per l’occasione è diventato una vetrina di opportunità per chi deve scegliere tutto ciò che desidera per realizzare il giorno più bello: le nozze. “Sposiamoci” il titolo dell’evento, ideato ed organizzato da Silvia Repetti, titolare dell’Agenzia Travel Con-
sulting di Piazza XX Settembre ad Ovada, esperta del settore viaggi, con pregresse esperienze di wedding planner, un settore oggi in espansione, che fornisce servizi indispensabili per chi ha poco tempo e vuole organizzare un matrimonio creativo, esclusivo e molto personalizzato, avvalendosi di ottimi esperti del settore. L’dea di Silvia Repetti si è realizzata mettendo insieme le migliori aziende dell’ovadese in un unico luogo, per citarne alcune l’Atelier “Magiche emozioni” di Via Gramsci, “Foto ottica Benzi”, la “Pasticceria Claudio” di Piazza XX Settembre, “Estetica in” di Piazza stazione, gli addobbi della “GM flora” di Molare, l’Agriturismo “A modo mio”
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L'evento, organizzato da Silvia Repetti, ha permesso di radunare in un unico luogo un nutrito gruppo tra le migliori aziende del settore, tra le quali:
di Silvano, gli abiti da cerimonia di “Maranzana”, i fiori di “C’era una volta” , il “Lido di Predosa” con le sue cerimonie e le proposte di viaggio di “Travel Consulting”. È stata una fiera importante per giovani sposi, l’affluenza ha sot-
Magiche emozioni Foto ottica Benzi Pasticceria Claudio Estetica in GM flora A modo mio Maranzana C’era una volta Lido di Predosa Travel Consulting
tolineato il chiaro segnale che è sempre viva la voglia di organizzare con accuratezza e attenzione quel favoloso giorno, che verrà ricordato per tutta la vita. Marta Calcagno
Ricco calendario per la Polisportiva che propone una serie di appuntamenti di sicuro interesse nelle diverse discipline sportive
Castelletto d'Orba, sino a giugno lo sport in festa
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a primavera castellettese sarà all’insegna dello sport, infatti “La Polisportiva” ha in programma, come ogni anno, una serie di appuntamenti da non perdere. Pattinaggio artistico Si comincia domenica 12 marzo con la gara Provinciale di Federazione del pattinaggio artistico a rotelle. La sezione castellettese annovera fra le sue fila, campioni regionali e nazionali, di alto livello.
Calcio Il calendario prosegue con il calcio, dal 14 al 17 aprile 2017, avrà luogo il torneo di calcio per la categoria esordienti 2004, organizzato in collaborazione con i Boys calcio di Ovada. Come ogni anno il tradizionale “Torneo di Pasqua” è attesissimo. I padroni di casa, i Boys 2004, da diversi anni si allenano e giocano nel campo di calcio dell'impianto sportivo di Castelletto d'Orba, ora si troveranno ad affrontare diverse squadre, provenienti dalla provincia di Alessandria e di Genova. Una bella sfida.
Ciclismo Un altro appuntamento, questa volta con il ciclismo sarà sabato 22 aprile, dalle ore 13.30 in occasione dell'abituale e tanto attesa Festa della Lasagna, si svolgerà la “4° Cronotappa dell'Orba”, gara ciclistica organizzata da Guizzardi di Ovada, con partenza e arrivo previsti al palazzetto di Castelletto d'Orba, e svolgimento su un percorso pianeggiante di circa 13km. Torneo di calcio Telethon Si proseguirà domenica 21 maggio 2017 dalle ore 9.00 alle ore 19.00 con il settimo Torneo Telethon di Calcio per le categorie Esordienti 2004, Esordienti 2005, Pulcini 2006, Pulcini 2007 e Primi Calcio 2008! In collaborazione con i Boys calcio di Ovada il tradizionale torneo benefico si svolgerà a Castelvero, con incasso completamente devoluto a Telethon, in favore della ricerca, per contribuire a salvare più vite umane. Lo sport, non dimentichiamolo, può fare molto per la solidarietà. “Un’iniziativa importante - commenta Mario Ozzano, Presidente della Polisportiva, - per l’occasione è previsto l’arrivo di numerose squadre dalla provincia di Alessandria e di Genova, con circa 300 piccoli atleti che giocheranno a calcio per l’intera giornata. Uno spettacolo al quale non si può mancare, per la gioia di vedere tanti ragazzi giocare con lealtà e con la gioia di fare, con poco, un grande gesto di altruismo, a favore delle persone più sfortunate”.
Podismo Il calendario, ricco di eventi prosegue con la giornata di Venerdì 2 giugno alle ore 09.30 con un appuntamento dedicato agli appassionati di corsa podistica. Anche quest'anno si svolgerà il Memorial “Fioretta Cappellini”, giunto alla sua 13a edizione. La corsa
podistica non competitiva è diventata un appuntamento imperdibile per gli appassionati che arrivano da tutte le province Piemontesi e Liguri. Il percorso si sviluppa sulle panoramiche strade collinari che scorrono attorno Castelletto d'Orba, con arrivo nel centro storico del paese.
Festa dello Sport Infine, la stagione sportiva terminerà venerdì 2 giugno, con la tradizionale grande “Festa dello Sport”. Sarà un pomeriggio con atleti di ogni disciplina: calcio, pattinaggio artistico a rotelle, ju jutsu, pencak silat, tamburello, basket, rugby, equitazione, atletica. Le iscrizio-
ni sono libere e istruttori ed atleti aspettano tanti piccoli amici con dimostrazioni sulle diverse discipline. il tutto in un'unica sede e nello stesso giorno, con il piacere di provare emozioni e sport nuovi. Marta Calcagno
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
RONDINARIA
Gnocchetto ricorda...
Silvano incontra: continuano gli appuntamenti con la scrittrice
Poesie Marina Elettra Maranetto S
Una vita di tormenti
Il tuo viso m’appare velato Dalle lacrime che bagnano I miei occhi La mia vita tormentata È piena di ricordi Di brevi istanti di felicità Mi danno piacere E il dolore di una felicità [perduta Seduta la mia mente spazia I miei pensieri Il silenzio La pace Dove il mio cuore si perde Maria Parisi
Lacrime Una calda brezza Mi porta il profumo Delle rose e delle viole in fiore In quel profumo Avevo riposto il tuo amore Amore che non c’è più
i rinnova anche quest’anno l’appuntamento silvanese con la cultura, con la rassegna “Silvano Incontra”, che ha avuto inizio sabato 11 febbraio e proseguirà con un programma tutto da scoprire. Novità di quest’anno è la collaborazione con il circolo dialettale silvanese “Ir Bagiu”, che costituisce da tempo una pietra miliare per valorizzare il dialetto, operando con l’Amministrazione comunale per la promozione del territorio e delle sue ricchezze artistiche, culturali e naturali. Silvano è un paese “vivo”, dopo vari incontri in Biblioteca con la scrittrice Raffaella Romagnolo per scoprire luoghi, personaggi e storie, proseguono le iniziative culturali con una scrittrice di grande prestigio nel panorama letterario, legata a Silvano nel cuore e nell’anima, da una profonda e intima empatia: Marina Elettra Maranetto. È stata lei ad inaugurare la rassegna culturale silvanese con la presentazione, di fronte ad un qualificato pubblico, del suo ultimo lavoro “Il tempo scaduto”
Un dolore al petto Le mani strette in un pugno Un pianto interrotto
Il mio cuore batte ancora Sento il respiro Il sangue scorre nelle vene Vivo Vivo nel ricordo Dell’amore vissuto con te Maria Parisi
L'autrice risiede a Silvano d'Orba (AL) dove gestisce l'avviato panificio Albertin 339 65 46 944
Marta Calcagno
"Il tempo scaduto"
“I
l tempo scaduto” di Marina Elettra Maranetto il cui sottotitolo “Pensieri Beffardi sull’inesistenza” indica efficacemente la direzione speculativa dell’autrice, che si volge indietro ad osservare il tempo trascorso facendo un esercizio di saggezza esistenziale e nel contempo solleva riflessioni per guardare il futuro coraggiosamente, con caparbietà e realismo. Un testo avvincente, che invoglia a riflettere sul tempo che non c’è, quello passato, che non torna più, e lo fa attraverso la potenza dell’ironia, uno strumento che permette di raccontare le verità che opprimono l’anima, rendendole più leggere. m.c.
Il Sen. Federico Fornaro con il Sindaco di Belforte M.to, Franco Ravera
S
indaci del territorio, Associazioni combattentistiche, Gruppi degli Alpini, Croce Verde Ovadese, Autorità Militari e religiose, semplici persone sono intervenuti alla frazione Gnocchetto presso la Parrocchia per ricordare le vittime del deragliamento ferroviario del 45. Orazione ufficiale del Sindaco di Belforte Monferrato, Franco Ravera che ha ricordato come siano importanti queste com-
memorazioni, il Sen. Federico Fornaro ha sottolineato i valori di una storia che si dimentica; parole di circostanza anche del Parroco Don Giorgio che ha letto durante la Messa i nomi dei quindici deceduti. Un particolare ringraziamento è stato anche rivolto a Lorenzo Bottero, ex Sindaco di Ovada colui che ha sempre creduto e voluto la realizzazione del monumento. Luisa Russo
La prepotenza è una cattiva erba che non deve crescere tra i giovani
La disperazione Mi scuote l’anima Scuote la mia esistenza La mia vita non esiste più Si spegne la mia mente Scompaiono i pensieri
(Ediz. Tigulliana). L’ultimo appuntamento culturale si è svolto Sabato 4 marzo presso la civica Biblioteca, presente la scrittrice Paola Toniolo, paleografa, saggista, redattrice per la rivista Urbs dell’Accademia Urbense di Ovada. L’autrice ha presentato i suoi recenti lavori e fornito preziose anticipazioni sull’ultima opera, in fase di stampa, inerente alle ricerche dedicate all’oratorio dell’Annunziata. Un appuntamento che ha riscosso molto successo.
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Castelletto d'Orba: “No al bullismo!”
Dagli alunni della scuola primaria di Castellettod’Orba, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo:
“Il
7 febbraio è la giornata nazionale contro il bullismo e noi ragazzi della Scuola Secondaria di Castelletto d’Orba, dopo aver affrontato in classe questo importante problema, abbiamo partecipato, insieme agli alunni della Scuola
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Primaria, ad una piccola manifestazione, muniti di cartelloni e palloncini blu. Oggi è facile sentire e utilizzare la parola “bullismo”, ma il primo ad indagare su questo fenomeno fu un medico svedese di nome Dan Olweus che negli anni ’70 condusse i primi studi su
questo tipo di dinamica scolastica, mentre bisogna arrivare ai primi anni ’90 per vedere le prime ricerche italiane sull’argomento. Il termine “bullismo” è la traduzione letterale dell’inglese “bullying” che indica un comportamento caratterizzato da atti di aggressione
perpetrati in modo persistente ed organizzato ai danni di uno o più compagni che non hanno la possibilità di difendersi, perché situati nei ranghi inferiori della gerarchia presente all’interno. Occorre sottolineare che anche l’oppressore, nel desiderio di dimostrare forza
e superiorità, denuncia in realtà debolezza e gravi problemi psicologici che non riesce ad esprimere in altro modo. Il bullismo inoltre è un problema che ma va oltre l’individuo. Questo triste fenomeno coinvolge infatti non solo oppressore ed oppresso, ma il clima di tensione che si instaura va ad influenzare la famiglia, la scuola e le altre istituzioni sociali, nonché il futuro stesso della persona e della società nel suo complesso. Cerchiamo di fermare tutto questo per offrire ai giovani una vita aperta ai sogni!” Gli alunni di Castelletto d’Orba
Tortona e tortonese
Valli Curone, Grue e Ossona
Pagine a cura di Claudio Cheirasco
Intervista all’Assessore alla Cultura di Volpedo, Elisa Giardini, sulla situazione migranti nei piccoli comuni
A Volpedo, segnali di buona integrazione
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lisa Giardini è il giovanissimo Assessore alla Cultura del Comune di Volpedo, il centro della Val Curone che ha dato i natali al pittore Giuseppe Pellizza e ci ha concesso un’intervista per fare il punto sulla situazione dei migranti nei comuni più piccoli. Com’è la situazione dei migranti, quanti ne ospita in questo momento Volpedo? Volpedo in questo momento ospita due giovani senegalesi e due famiglie di nigeriani, una con un figlio e l’altra con due bambini.
è stato battezzato il 30 ottobre scorso a Volpedo da don Prospero Digilio e di cui Lei è stata la madrina e il sindaco Giancarlo Caldone il padrino. La comunità volpedese è stata subito vicina a queste due famiglie che nell’occasione ha salutato con gioia la nascita del piccolo (che nel nome ricorda il paese che lo ha accolto) donando vestiti e generi di conforto. Il nostro parroco Don Prospero ha definito quella giornata di festa “un momento di grazia”, in cui si è celebrato non solo il battesimo, ma anche la speranza di una famiglia che attraverso tante sofferenze ha trovato finalmente stabilità a Volpedo.
• Comitato di redazione: Matteo Serlenga (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese) Claudio Cheirasco (Tortona e Tortonese)) Marisa Pessino (Nuova Libarna) Fabio Mazzari (Valle Scrivia)
Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro fresco” • Consiglio Direttivo: voce di Rondinaria - 2005) Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli • Collegio dei revisori dei Conti: Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano al n° 226160 il 4/10/2005 (soci storici e fondatori dell’Associazione nel 1985) P. IVA e C.F. 02096520065
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• Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli
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U • Rubriche: Stefano Rivara (La voce del binario) Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: a cura di Guido Cappelletti grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998
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Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Federico Cabella • Edizione on-line: Mattia Nesto
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gua della propria etnia, ad esempio i senegalesi spesso parlano wolof e i gambiani mandinka. I ragazzi sono stati divisi in fasce di competenza linguistica: un gruppo era analfabeta, un secondo gruppo era a livello elementare e un terzo gruppo aveva un livello avanzato. Ora tutti sono giunti ad un livello sufficiente di alfabetizzazione. Io sto lavorando con il gruppo intermedio, alle cui lezioni partecipano anche ragazzi del gruppo base e del gruppo avanzato. Alcuni frequentano un corso per conseguire la terza media. È un’esperienza positiva: ho trovato alunni motivati e interessati, Lei è anche la “Maestra di Italia- ad esempio chiedono quale sia la difno” di un gruppo di ragazzi afri- ferenza tra popolo, gente e persone o cani. Riscontra delle difficoltà? tra maestro, insegnante e professore. Insomma ancora una volta la Quali e quante lingue parlano gli Ad agosto ho fatto due settimane di ferie e gli studenti mi hanno tempeautenticità di un borgo rurale africani che giungono in Italia? può far da scuola… Presto attività di volontariato in un stata di chiamate e messaggi perché Nei piccoli centri, dove di solito arriva che ospita trentadue richieL temevano che la scuola fosse finita! SI LEcentro GG I SI EGG asilo africani provenientiUsopratun numero esiguo di richiedenti UI asi- denti lo, il contatto è più diretto e inserirsi tutto da Nigeria e Guinea Konakry. In rete girano bufale informatinel tessuto del paese può risultare Parlano l’inglese o il francese (alcuni che sugli immigrati, visti come più semplice. È importante che ci sia anche entrambe le lingue) più la lin- concausa a ciò che non va nel una precisa concertazione tra Prefettura, Comune e Associazioni. Questo si è verificato a Volpedo: il consigliere comunale Alessandro Verna che si occupa, tra l’altro, di gestire i rapporti con l’Associazione Pellizza per quanto riguarda la attività di pulizia dei due migranti nigeriani e per il loro inserimento nel mondo del lavoro. I due giovani senegalesi hanno infatti lavorato per due aziende agricole di Volpedo presso cui potranno essere impiegati anche in futuro. Ora stanno frequentando un tirocinio promosso da Social Domus.
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Ci parli di Stefano Volpedo, il figlio di immigrati nigeriani che
Veduta aerea di Volpedo
Cosa sognano i ragazzi africani che scappano da guerra e fame? Vogliono vivere: sino ad oggi hanno dovuto lottare per sopravvivere, ora sperano di ottenere un permesso di soggiorno che consenta loro di trovare lavoro e dignità. Tutti sentono la mancanza della propria famiglia e sperano di rivederla un giorno finalmente riunita. Mi sento di rivolgermi ai tutti: non abbiate paura, avvicinateli e cercate di scoprire qual è la realtà: sono solo esseri umani in cerca di riscatto e non un pericolo.
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Come viene gestita da voi l’integrazione dei profughi? Forse in un piccolo paese l’integrazione è più facile, i due ragazzi senegalesi praticano attività sportiva: uno gioca nella squadra di calcio amatoriale di Volpedo, l’altro invece frequenta la palestra di Taekwondo. Tutti seguono i corsi di Italiano organizzati dall’Associazione di Promozione Sociale Social Domus, e i due senegalesi frequentano anche il corso di italiano al C.P.I.A. di Tortona: hanno ottenuto l’attestato di conoscenza della lingua italiana pari al livello A1 e ora stanno seguendo il corso per conseguire il livello successivo. Tutti sono soci della Associazione Pellizza da Volpedo e i due padri di famiglia grazie alla copertura assicurativa che l’iscrizione prevede, ogni mattina sono impegnati nella pulizia delle strade del nostro paese. I due più giovani, invece, sono soci anche della Associazione La Strada Del Sale e collaborano all’organizzazione del mercato biologico del sabato.
nostro Paese. In realtà le “Multinazionali europee”, in molti casi, sono responsabili dello sfruttamento delle popolazioni africane. Questo fenomeno è noto agli immigrati? Che riflessioni fanno a questo riguardo? Nell’ottobre 2015, aspettavamo l’arrivo dei due ragazzi senegalesi, quando il sindaco ci ha comunicato che i due avevano forti dubbi in merito al trasferimento a Volpedo. Ne fui molto risentita, quasi offesa: offrivamo loro una casa e questi declinavano così l’invito? Stavo quasi per credere ai luoghi comuni tante volte propagandati, ma poi la curiosità mi ha spinta ad andare a conoscerli e mi si è aperto un mondo: ho scoperto la terribile condizione dei bambini lavoratori, con esperienza di guerre, abusi, detenzioni arbitrarie e miseria. Quando gli operatori hanno comunicato ai due giovani che li avrebbero trasferiti in un piccolo paese di campagna, hanno subito pensato a quella africana, con povertà e isolamento. Ora invece sono felicissimi e vivono in un alloggio accanto al mio.
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Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom.Umberto Cecchetto socio dell'Associazione "Club F.lli Rosselli". Contattabile al:
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Claudio Cheirasco
Africa chiama Italia: “mi senti Italia?” di Claudio Cheirasco
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l periodo di crisi che stiamo attraversando, per molti è solo un’epoca di cambiamento. Albert Einstein aveva detto: “Non si può pensare di risolvere i problemi con la stessa mentalità che li ha creati”. Per tutto il Novecento si è pensato che le risorse fossero infinite, solo negli anni ’80 qualcuno ha incominciato a capire che non è così. Uno dei problemi che prepotentemente sta presentando il conto è quello del terzo mondo: per troppo tempo i Paesi Sviluppati hanno considerato le “Terre del Sud” (e in particolare l’Europa, l’Africa) come un luogo da sfruttare, impedendone di fatto lo sviluppo autonomo. All’ultimo Incontro Nazionale di Emergency che si è tenuto a Genova la scorsa estate, Gino Strada ha spiegato la mentalità che sta alla causa del problema degli immigrati e lo ha fatto con una sintesi spietata: “Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, pensando che questo non avesse delle ricadute sull’Europa e sull’Italia. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società”. Possiamo accanirci quanto vogliamo contro i poveri ragazzi africani che stanno Continua alla pagina seguente
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
Il giovane attore romano ha recitato al Civico di Tortona
Segue dalla pagina precedente: ...Africa chiama Italia, ... di Claudio Cheirasco invadendo le nostre città ma così facendo non risolveremo il problema. Per far sì che questo flusso di popolazioni si arresti, occorre restituire agli africani la loro terra e non continuare ad usarla per i nostri scopi: vendita di armi, discarica di rifiuti tossici, piantagione di beni coloniali che non portano sviluppo locale ma giovano unicamente alle multinazionali e ai governi con esse compiacenti. Ammesso e non concesso che ci sia la volontà politica di risolvere questo problema alla base, per riparare i danni fatti occorreranno decenni, durante i quali avremo a che fare con la comparsa di un numero sempre maggiore di immigrati. Il problema andrà affrontato, sia per questioni morali, sia perché non è possibile evitarlo. In tempi più brevi possibili occorrerà giungere almeno ad una civile convivenza tra “bianchi e neri”, tra italiani e africani. Credo che la prima cosa da risolvere sia quello della lingua italiana e delle conoscenze culturali di base che andranno studiate, chi si sposterà a vivere qui da noi l’Italia dovrà conoscerla, qualcuno dovrà spiegargliela. Tuttavia credo che la conoscenza dovrà essere reciproca e anche da parte nostra occorrerà uno sforzo per capire quell’Africa che prepotentemente ci sta dicendo: “Ci sono anch’io”.
TORTONA E COLLI TORTONESI
Nicola Sorrenti si racconta V
enerdì 27 gennaio, al Teatro Civico di Tortona è andato in scena lo spettacolo “Nudi e crudi” con protagonisti Maria Amelia Monti e Nicola Sorrenti. Quest’ultimo è stato intervistato da L’Inchiostro Fresco ed ha raccontato la sua carriera. Nicola Sorrenti, uno dei più promettenti giovani attori italiani, è nato a Genzano, pittoresca località dei Castelli Romani nel 1987. “Sin da piccolo ho avuto voglia di recitare e di fare teatro” confessa “dopo il liceo sono entrato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma e, al secondo anno, sono stato scelto da Michele Placido per recitare nel suo film Il Grande Sogno”. Riguardo allo spettacolo andato in scena a Tortona, Sorrenti spiega “per il mio personaggio mi sono ispirato al trasformismo di Arturo Brachetti e all’eleganza di Paolo Poli, è uno spettacolo caratterizzato da quell’ironia che mette in difficoltà i personaggi”. La compagnia teatrale che ha messo in scena lo spettacolo, Artisti Associati, è itinerante, riguardo a questa particolarità il giovane attore romano dice al nostro giornale “è la mia prima tournée , noi stessi non ci conoscevamo prima. Siamo tre attori e cinque tecnici compreso l’amministratore, a volte è difficile coordinare le esigenze di tutti”. Nicola Sorrenti ricorda soprattutto una figura che è stata fondamentale per il suo ingresso nel mondo dello spettacolo, l’indimenticabile Anna Marchesini “Anna è stata la mia insegnante al secondo anno di Accademia. È stata una grande maestra, severa ma che mi ha insegnato moltissimo. Sono convinto che è grazie a lei che recito
in Nudi e Crudi” prosegue Sorrenti “purtroppo non è riuscita a vedere lo spettacolo, era già troppo malata per venire a teatro in occasione del debutto a Roma nel gennaio 2016.” L’attore romano parla anche della sua esperienza nel mondo della televisione “il filtro della macchina da presa è diverso dal contatto con il pubblico. Ma il nostro mestiere è sempre quello, recitare. Lavorando nelle fiction lunghe, che spesso impiegano mesi di produzione, possiamo portare avanti un personaggio per tanto tempo e
imparare a conoscerlo” prosegue Nicola Sorrenti, che non nasconde la sua preferenza del palcoscenico rispetto alla macchina da presa “il cinema e la televisione sono forse più comode, non avendo grandi incombenze organizzativa, ma personalmente mi manca la prova, mi piace avere tempo per capire di cosa tratta la materia di cui parlo”. Tra gli studi di Nicola Sorrenti c’è anche la danza “ho studiato
danza a teatro ed ho frequentato il corso all’Accademia, partecipando ad un paio di musical ma, non essendo un ballerino ho avuto difficoltà con le coreografie”. L’attore ha anche formato la compagnia UCombo “è un duo formato da me che svolgo il doppio ruolo di attore e cantante e Matilde D’Accardi, attrice drammaturga. Io e Matilde ci conosciamo dall’infanzia e ci siamo diplomati assieme all’Accademia” prosegue Sorrenti “nel 2011 abbiamo prodotto la cena con delitto porno-punk Squillo & Tacchi a Spillo e la pizzata-musical L’arte dell’Incontro. “Nel 2014” continua Nicola Sorrenti “il nostro varietà da tavola CenaSalvaCrisi è stato in tournée in molti locali del Lazio. Recentemente abbiamo prodotto Abbonamento a Posto Fisso, uno studio sulla carenza di pubblico nei teatri svolto per la BCC Toniolo di Genzano”. Riguardo ai progetti futuri Nicola Sorrenti anticipa due spettacoli “Mira la Rondinella, proposta da Costanza Calabretta, una mia amica sin dall’infanzia, che parla dei Castelli Romani e Ribelle e mai domata, sui canti di una famiglia antifascista romana. Entrambi gli spettacoli sono tratti dai libri di Alessandro Portelli, storico della tradizione orale italiana”. Terminando l’intervista Nicola Sorrenti afferma che “sono onorato di portare in giro per l’Italia uno spettacolo così bello come Nudi e Crudi, una commedia elegante e profonda che riesce ad essere allo stesso tempo divertente”.
Serata per il Canile
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Tortona si è tenuta, sabato 18 febbraio, una serata benefica destinata alla raccolta fondi per il canile municipale. L’evento, organizzato dalla associazione Animal’s Angels, ha riscosso ampia partecipazione di pubblico. La settimana di San Valentino è stata dedicata, dall’amministrazione comunale di Tortona, ai nostri amici a quattro zampe. In occasione della serata erano presenti diversi amministratori locali, quali gli assessori Marzia Barbieri, Vittoria Colacino e Davide Fara. Gli assessori hanno condiviso questa iniziativa, divertente ed originale allo stesso tempo, raccogliendo numerosi fondi per il canile. Il Comune di Tortona ha ringraziato l’Associazione Animal’s Angels e tutti i suoi volontari che, da anni, dedicano il loro tempo a questi cani sfortunati, avendo a cuore il loro benessere ed attivandosi per le adozioni. red.
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È nato il “Consorzio Territoriale Val Trebbia” Tutti coloro che sono interessati al progetto possono chiedere informazioni alla mail ufficiale: consorzio.valtrebbia@gmail.com
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ondato da un gruppo di operatori economici di diversi comuni della Valle, si è costituito il 20 gennaio il “Consorzio di promozione territoriale Val Trebbia”. I cinque promotori del Consorzio sono: Carlo Barbieri, Giovanni Isola, Massimo Guano, Silvia Rocca e Daniele Barbieri, esponenti di diversi settori e interessi economici legati al territorio. Il Presidente del Consorzio Territoriale è il giovanissimo Daniele Barbieri, ventidue anni, laureato da poco in Scienze dell'Amministrazione all’Università di Genova, che ha in programma di promuovere il brand "Val Trebbia" attraverso nuove strategie, tra cui la rete, specialmente sui social network e portali dedicati, attuando una piena collaborazione con le organizzazioni che già si occupano di promozione e sviluppo locale. Daniele Barbieri spiega: “la volontà è di unire operatori degli otto comuni della Val Trebbia ligure ed in futuro, come è previsto da statuto, anche di comuni limitrofi. Per il momento ci stiamo concentrando sugli otto comuni ma è prevista la possibilità di ingrandirsi per esportare questo sistema virtuoso”. Lo scopo della costituzione del Consorzio, dice il presidente Barbieri “è cercare di promuovere il più possibile il territorio della Val Trebbia, che è ricchissimo dal punto di vista sia naturalistico, che storico e gastronomico. Ci sono molte aziende che offrono prodotti e servizi di primo livello e molte iniziative nei nostri comuni”. Daniele Barbieri poi prosegue, riscontrando che queste aziende: “purtroppo godono di poca promozione, prendiamo ad esempio l’Expo Val Trebbia di Rovegno, per tre giorni all’anno porta tantissimi visitatori ed incarna un valido modello di manifestazione, così come molti altri eventi, ma cosa
Chi può aderire al Consorzio e quali i rapporti con le Istituzioni locali?
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ll’iniziativa del “Consorzio Territoriale Val Trebbia” possono partecipare tutti gli operatori economici, senza preclusione di attività, che siano muniti di partita IVA e che abbiano la sede (che operino anche saltuariamente) nel territorio degli otto comuni della Val Trebbia genovese (Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Montebruno, Propata, Rondanina, Rovegno, Torriglia), ma anche Enti pubblici e privati, associazione e singoli cittadini. La promozione, in particolare tramite il web, è un elemento su cui il Consorzio punta molto “stiamo attivando in questo periodo le pagine di promozione sui social network quali Facebook, Twitter, Instagram, ecc… per farci conoscere, ovviamente non
tralasciamo la comunicazione tradizionale con volantini, manifesti, brochure e quotidiani per raggiungere tutte le fasce d’età” ci ricorda Daniele Barbieri. L’accoglienza da parte delle Istituzioni
locali è stata complessivamente buona. “con il Comune di Torriglia, grazie all’assessore Silvia Rocca, che è una dei cinque fondatori, abbiamo un contatto diretto. Anche gli altri comuni sono stati ricettivi anche se, visti i problemi economici non possono fare molto, noi infatti chiediamo solo collaborazione e apertura per lavorare insieme al bene del territorio”. Le imprese che entreranno a far parte del Consorzio potranno partecipare ad eventi ed iniziative di tipo fieristico e culturale (come lo Shopping Day Torriglia, evento pilota tenutosi nell’agosto 2016, dal quale ha origine il progetto attuale), potranno allo stesso tempo sviluppare campagne pubblicitarie e promozionali
in comune e vedere i loro progetti potenziati, incrementando così il flusso turistico e l’interesse per la Val Trebbia anche al di fuori dei confini locali. I privati, gli Enti e le associazioni che entreranno nel Consorzio territoriale Val Trebbia potranno sviluppare una rete per potenziare le proprie iniziative, agire per lo sviluppo locale e tutelare al meglio i propri interessi, anche immobiliari, con particolare riferimento ai privati, infatti tra gli obiettivi è presente quello di valorizzare in chiave turistica le numerosissime abitazioni, non solo mediante la classica “villeggiatura” ma anche tramite altri innovativi circuiti. Fabio Mazzari
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a Val Trebbia è un territorio ricco di storia. La presenza umana in valle è testimoniata già dal Neolitico, con i resti archeologici di Travo. Nel 218 a.C. avvenne la famosa “battaglia della Trebbia” dove i cartaginesi di Annibale sconfissero l’esercito romano di Tiberio. Nel VII secolo d.C. il monaco irlandese San Colombano fondò a Bobbio uno dei più importanti monasteri del Medioevo. Nel corso dei secoli questa valle fu il centro delle “Vie del Sale”. Durante l’ultima guerra, a Fascia si sviluppò la resistenza all’occupazione nazista guidata da Aldo Gastaldi. Negli anni '50 la Valle fu visitata da Ernest Hemingway, che la definì “la più bella del mondo”. f.m.
viene fatto nel resto dell’anno?”. La Val Trebbia è oggetto di un turismo stagionale mordi e fuggi poco strutturato e valorizzato, con eventi gestiti dalle Pro Loco e sostenuti dai Comuni, che hanno spesso ottime idee ma pochi fondi a disposizione oltre a poco organico. “Sono quindi gli operatori economici che lavorano ogni giorno nella Valle, i primi ad essere interessati a queste tematiche e quelli che naturalmente investono sul territorio, loro possono tramite il Consorzio agire uniti per lo sviluppo locale. Il nostro Consorzio - sottolinea Barbieri - è ad attività esterna, siamo registrati al Registro delle Imprese ed abbiamo una nostra Partita Iva. Oltre alle imprese, come recita lo statuto, è prevista l'entrata di privati cittadini, associazioni ed enti, tra cui gli otto comuni, l’Ente Parco, il GAL, ecc... che riceveranno una tessera gratuita”. Il Consorzio Territoriale Val Trebbia si è costituito come organizzazione senza scopo di lucro assolutamente apartitica. “A fine anno dobbiamo chiudere a zero, reinvestendo gli eventuali utili in promozione, eventi o progetti per l’anno successivo, per quanto riguarda la politica locale preferiamo non entrare nel merito delle decisioni delle amministrazioni - afferma il neo presidente Daniele Barbieri - vogliamo invece stimolarle a fare bene, proprio per questo ci siamo definiti apartitici e non apolitici, alla fine tutto ciò che facciamo ha una vena politica proprio perché operiamo in una realtà sociale, non vogliamo però essere associati a nessun partito, noi dialoghiamo con tutti, chiunque sostenga le nostre istanze e voglia dare una mano è benvenuto, di qualsiasi schieramento sia”. Fabio Mazzari
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Cavalli e dintorni
Il Sar
Pagina a cura della scuola
E-mail: acquiprimocircolo@libero.it - Via XX Sette
I cavalli non sono carnivori
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bbiamo notato la volta scorsa che il cavallo non è un carnivoro.
Dal che deduciamo che nel mito delle giumente di Diomede, quelle che furono catturate da Ercole, ci fosse un pochino di esagerazione, visto che, secondo il mito, si sarebbero nutrite di carne umana. Insomma, può capitare che si possa beccare un morso da un cavallo (son dolori!), ma ci si può consolare pensando che non l'ha fatto per mangiarci. Basta guardarlo, d'altronde, per capire che un cavallo non è un carnivoro: non è ben attrezzato per l'attacco, bensì è tanto abituato ad andare a zonzo per i prati che gli son cresciuti gli zoccoli. In effetti, i leoni non hanno gli zoccoli! E poi ha dei canini ridicoli, se confrontati con quelli di un... cane. Insomma, gli mancano tool utili per acchiappare e trattenere la preda. Invece di artigli ha, come detto, gli zoccoli, che son comodi dovendo passare gran parte della vita a pascolare, mentre i leoni (ma anche i gatti) sono più usi a sonnecchiare.
Precisando, i cavalli non sono carnivori, ma neanche onnivori o frugivori. Sono erbivori. Questo ha un vantaggio dal punto di vista della comodità e tranquillità di alimentazione: l'erba è più facile da “catturare” che non una lepre. Ma... come per tutte le cose c'è sempre un “ma”: non solo l'erba è meno nutriente delle lepri, il che spiega le ore interminabili passate a riempirsi la pancia, ma l'erba è anche ricca di cellulosa. Orbene, la cellulosa è uno zucchero (un polisaccaride): questo significa, in termini di metabolismo, che è una fonte di energia, peccato che la sua struttura la rende un po' complicata da utilizzare. Giusto per fare un esempio, noi non ci riusciamo. Ma anche per i cavalli, come per gli altri erbivori, non è facile trattare la cellulosa: in effetti, devono ricorrere ad un aiuto esterno (si fa per dire...), ovvero hanno bisogno di altri organismi, che nella fattispecie sono batteri specializzati che vengono ospitati nel loro apparato digerente. Ma su questo aspetto, e sulla precisazione fatta l'altra volta, ovvero che non sono ruminanti, torneremo nella prossima “puntata”.
Scuola dell’Infanzia “L’Isola che non c'è”
Continuità
Come di consueto anche quest'anno la nostra scuola nell'ambito del progetto "continuità”, in collaborazione con le classi quinte della Saracco, ha intrapreso un percorso nel quale i bambini di 5 anni hanno potuto conoscere gli ambienti e le insegnanti delle future classi prime. Gli incontri alla scuola primaria hanno visto i nostri piccoli alunni impegnati nei laboratori di informatica, palestra e Lim, supportati dai "grandi". A dicembre, in occasione della “festa di continuità", grandi e piccoli si sono esibiti in canzoni e coreografie sul palco del teatrino, ricevendo applausi dalle famiglie.
I Giorni de
Gustave Moreau - Diomède dévoré par ses chevaux Immagine tratta da Wikipedia: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gustave_Moreau_-_ Diom%E8de_d%E9vor%E9_par_ses_chevaux_2.jpg
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l’inchiostro fresco
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ACQUESI NEL MONDO, UN ARCHITETTO A SHANGHAI
Intervista a Paulo Guacchione sulla sua esperienza professionale all'estero
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enzo Piano ha detto che "i giovani dovrebbero partire per la curiosità e non per la disperazione": quale delle due motivazioni pensi ti abbia spinto a lasciare Acqui Terme? Da estimatore di Renzo Piano condivido questa affermazione, che però ad oggi risulta anacronistica: la gente ora va via dall'Italia per necessità più che per mera curiosità, almeno dal mio punto di vista. Non mi vergogno di dire di far parte di questa cerchia: persone insoddisfatte e ambiziose in cerca di qualcosa di migliore. Ma Acqui Terme mi manca molto e un giorno tornerò sicuramente.
C Le classi prime della scuola primaria Giuseppe Saracco
Da scuola a scuola Le classi prime della scuola “G. Saracco ” hanno contribuito ad aiutare i bambini terremotati della Scuola di Amatrice raccogliendo per loro monetine. Il ricavato è stato consegnato all’associazione “Need you onlus ” che ha provveduto a contattare il dirigente della scuola di Amatrice e a consegnare la cifra ricavata.
ella Merla
ome si lavora a Shanghai? Prima di tutto Shanghai e una città cosmopolita, di mille culture e possibilità: una città comunque giovane in cui è fortissimo il divario tra cultura cinese e cultura occidentale. Questo si può evincere camminando per le strade, dove a fianco di panni stesi per strada si può intravedere l'ultimo grattacielo dell'alta finanza. Si nota anche in metropolitana che uso quotidianamente per spostarmi da casa al lavoro. Ed è cosi che inizia la mia giornata: colazione al volo a casa e trenta minuti di metro. Lavoro dalle 9 alle 18 e poi di corsa a casa o a giocare a pallone con gli amici. Fortunatamente lavorando in una corporation di livello mondiale ci si può gestire il proprio tempo anche con l'aiuto dell'ottimo team che ho a disposizione.
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aniel Libeskind pensa che "l'Architettura non si basa sul calcestruzzo e l’acciaio e gli elementi del suolo ma si basa sulla meraviglia": qual è il progetto su cui hai lavorato che più ti ha meravigliato e che ti ha dato possibilità di crescita, sia a livello personale sia professionale? Da quando sono arrivato qui in Cina ho davvero avuto modo di lavorare su svariati progetti: dapprima mi occupavo di lussuosi residence e oggi per lo più di hotel, uffici e negozi: qui si parla sempre di progetti comunque sovradimensionati se comparati all'Italia. Additandone uno vorrei menzionare un progetto al quale tengo particolarmente e per il quale ho anche avuto l'onore di tenere delle conferenze all'Università di Shanghai: si tratta di un Hotel che appartiene alla catena Starwood Westin Element localizzato in una città di montagna a tre ore da Pechino: il Resort nel quale è inserito, il Chong LI Taiwoo, ha di recente vinto il premio come Resort 2016 ed è stato scelto per ospitare le Olimpiadi Invernali del 2022: motivo di orgoglio per me e per tutti gli sforzi fatti sino ad ora.
Arch. Paulo Guacchione un bel periodo: anzi! Se tu avessi la possibilità di contribuire al suo sviluppo, cosa creeresti nell'acquese? Vorrei essere un po' polemico, se mi è consentito: questa città che ha tutto per essere un gioiello, manca la spinta dei giovani: il problema non è la carenza di idee ma di chi non fa nulla per valorizzarle. Per esempio, in quanto architetto e designer, e senza nulla togliere a tutti i colleghi più esperti, ho questa aspirazione: bandire concorsi per mostre o riqualificazioni riservate agli under 35.
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ensa alla tua vita cinque anni fa: che prospettive avevi per il tuo futuro? Quali erano le tue aspirazioni? Dove ti vedi fra cinque anni? Questa è davvero una domanda interessante alla quale non avevo mai pensato prima. Da quando sono partito, immediatamente sono stato travolto da questa avventura e dal susseguirsi di circostanze che mi hanno impedito di fermarmi e pensare al passato. Sicuramente sono maturato rispetto a cinque anni fa, sia da un punto di vista professionale che personale. Grazie ai miei genitori sono sempre cresciuto con l'idea che le cose vadano conquistate con il sacrificio e la passione e ne ho avuta davvero tanta per arrivare dove sono ora, ma ho ancora molto da fare.
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he consigli daresti a chi volesse intraprendere un percorso all'estero simile al tuo? Tentare!!! Sicuramente nell'immediato la scelta potrebbe essere forte, incerta e densa di mille paure. D'altronde: "si sa quello che si lascia, ma non quello che si trova". Ma se si fosse destinati a trovare qualcosa di migliore? Almeno si puo dire di aver provato e un giorno ripensandoci non ne avrai il rimpianto. Ad oggi con il senno di poi probabilmente avrei dovuto fare questa scelta prima, ma alla fine sicuramente era quello il momento giusto, una chiamata del destino se vogliamo.
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appiamo che sei molto legato ad Acqui che, come il resto dell'Italia, non sta vivendo
Cordasco Giulia Antonia
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Genova: in esposizione i quadri della ritrattista
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Il giovane naturalista Paolo Rossi ha presentato il suo fotolibro
Elisabeth Cyran
lisabeth Cyran, artista polacca di nascita ma genovese da molti anni si dedica, fin dalla giovane età al ritratto, una delle più antiche realtà pittoriche. La vita di Elisabeth Cyran è stata molto intensa. “Sono nata in Polonia a Sopot, vicino a Danzica, ho vissuto prima a Baghdad e poi a Maastricht, da molti anni vivo a Genova”. Il paese di origine ha influenzato molto la sua arte. “La mia consapevolezza e la mia espressione si sono formate in Polonia. L’arte per noi è stata anche una forma di ribellione contro l’occupazione degli zar prima e sovietica poi. Siamo dei maestri nel leggere e parlare tra le righe”. Il percorso dell’artista nasce negli anni Settanta in Polonia, riguardo a quel periodo Elisabeth Cyran ci spiega che: “era molto difficile farsi strada nel mondo dell’arte, le persone della mia generazione emigravano per una vita più sicura. Io e mio marito eravamo attivisti di Solidarnosc ed abbiamo dovuto lasciare la Polonia, dove c’erano sensibilità ed una fame intellettuale enorme”. Riguardo al rapporto con Genova l’artista ci manifesta che “il mondo della cultura genovese è ermetico. Ho girato tutta l’Italia e la natura influenza il carattere, qui abbiamo gli scogli a due passi dalle montagne”. La scelta di dedicarsi ai ritratti nasce in Elisabeth Cyran già da giovanissima, già dall’età di quattordici anni. “Amavo dipingere l’uomo, iniziai con l’uomo avvilito della Polonia di quegli anni, costretto ad elogiare il sistema e l’idea dello stato, dall’altro lo splendore del Rinascimento con la sua bellezza e la sua individualità”. Quali tecniche bisogna utilizzare per realizzare un buon ritratto? Elisabeth Cyran spiega che è fondamentale trovare la bellezza in ogni persona. “Una persona contenta è migliore, questa bellezza deve essere convincente, io al massimo tolgo qualche chilo e non mostro le rughe, facendo il lifting più veloce del mondo - dice scherzando l’artista - non ho una teoria riguardo alle ombre e ai colori, le opere d’arte, indipenden-
temente da come vengono create devono essere sincere. L’artista prosegue Elisabeth Cyran - deve
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e opere di Elisabeth Cyran si possono ammirare a Genova (Teatro Politeama, chiese di Santa Caterina e del Santo Padre, casa di Nicolò Paganini, nel Museo del Genoa, al ristorante Zeffirino e Cattedrale di San Lorenzo). Vi sono anche opere esposte all’estero a Sopot in Polonia, a L’Aia in Olanda e all’Università di Yale negli Stati Uniti.
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ra le Eccellenze di Ovada figura la Scuola di Musica “A. Rebora” con i numerosi corsi in svolgimento e la partecipazione di alcuni allievi e docenti ad uno scambio culturale presso la Connelly School of the Holy Child a Washington D.C. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo i giovani musicisti ovadesi hanno preso parte alla realizzazione del celeberrimo musical “The Wizard of Oz”, suonando il proprio strumento tra le fila dell’orchestra formata dagli allievi e dai professori dell’istituto statunitense. Si è trattato di un intenso programma di prove che ha consentito di dare vita ad una produzione completa dello spettacolo (con orchestra,
5 anni per 30 foto
ricercare il profondo in ogni opera, controllando tutto ciò che ci sommerge dall’esterno e che ci preme dall’interno”. Il ritratto è cambiato nel corso dei tempi, fa presente la nostra interlocutrice. “Una volta posare per un pittore era una forma di vita sociale, oggi nessuno ha più la voglia ed il tempo di farlo, si dipinge quindi partendo dalle fotografie. L’occhio umano - conclude Elisabeth Cyran - deve vedere oltre la lente dell’obiettivo”. Fabio Mazzari
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abato 18 febbraio, presso il locale “La Passeggiata LibroCaffè” di Genova, Paolo Rossi, fotografo genovese esperto in lupi ha presentato ufficialmente il suo primo libro fotografico autoprodotto dal titolo “Lupi estremi”. Il libro racconta anni di appostamenti che il giovane fotografo ha effettuato sui monti dell’Appennino Ligure e delle regioni circostanti cercando di immortalare i lupi nel loro ambiente naturale. Insieme a Paolo Rossi hanno curato la presentazione il Commissario della Polizia Provinciale di Genova,
Ovada: La “Rebora” sbarca in America
Grande successo solisti, scene e costumi) nella migliore tradizione del musical americano. I lavori sono stati poi coronati da cinque repliche tenute nella stessa capitale nord americana. L’esperienza per i giovani non si però limitata al solo fatto musicale in quanto i primi due giorni di permanenza negli States sono stati dedicati alla visita di New York City mentre, una volta giunti a Washington, nei momenti liberi dalle prove d’orchestra i ragazzi
hanno avuto la possibilità di assistere alle normali lezioni scolastiche perfezionando la padronanza della lingua inglese e condividendo le abitudini culturali e sociali dei loro coetanei d’oltre oceano. Per la Civica scuola di Musica si tratta sicuramente di un evento senza precedenti che conferisce ulteriore prestigio all’attività dello storico istituto musicale ovadese e ne amplia considerevolmente la già ricca offerta formativa. Intanto
NOLEGGIO VEICOLI
RENT CAR
Eraldo Minetti, ed il responsabile del C.R.A.S. (Centro Recupero Fauna Selvatica) di Campomorone, dott. Francesco Baroni. Il libro contiene più di trenta fotografie raccolte nell’arco di cinque anni. Ogni fotografia è frutto, come ha spiegato lo stesso Paolo Rossi, di giorni e giorni di appostamenti effettuati in orari particolari come l’alba ed il tramonto, senza l’ausilio di adescanti. Le zone che Rossi ha scelto, in questo periodo, per immortalare i lupi e l’ambiente circostante sono soprattutto le aree protette dei parchi naturali è sempre più frequentata (le iscrizioni non si sono interrotte neppure ad anno accademico inoltrato) la Civica scuola che continua a vivere un lungo periodo ricco di attività. Nell’anno accademico 2016/2017 sono attive quattordici classi (chitarra, violino, violoncello, tre di pianoforte, clarinetto, sax, tromba e trombone, chitarra elettrica, basso elettrico, batteria, canto, improvvisazione jazz). Frequentate sono anche le lezioni collettive (laboratorio di propedeutica musicale, cinque livelli di teoria, armonia) e le esperienze di assieme (orchestra giovanile, progetto orchestranDo, ensemble di musica moderna, coro di voci bianche). Si sono incrementate
del Beigua, dell’Antola e dell’Aveto. Come è anche emerso nella presentazione del fotolibro, negli ultimi quarant’anni in tutto l’Appennino da nord a sud, a causa del progressivo abbandono dei paesi montani, con i terreni non più curati dall’uomo per scopi agricoli, la fauna selvatica, grazie anche alla rinnovata disponibilità di risorse alimentari, è prepotentemente tornata nei suoi luoghi d’origine. La ricolonizzazione ad opera soprattutto dei grandi erbivori (cinghiali, daini, cervi, caprioli) ha fatto ritrovare al lupo le condizioni naturali per il suo ritorno. I lupi immortalati nelle splendide immagini di Paolo Rossi sono lupi appenninici ritornati, nel corso degli anni, dall’Appennino Centrale, in particolare dall’Abruzzo. “Il carattere dei lupi, a differenza degli stereotipi comuni che lo vogliono pericoloso, è molto schivo” ha spiegato l’autore nel corso dell’incontro “è un animale che cerca di evitare il più possibile gli ambienti antropici. Proprio per questo è un animale che mi ha sempre attratto ed il fatto che sia così difficile da catturare con l’obiettivo fotografico, è una sfida affascinante”. Luca Serlenga
le iscrizioni e il numero dei giovani allievi sfiora le centosessanta presenze. Ricca l’attività artistica con il concerto d’inaugurazione dell’anno accademico tenutosi presso la chiesa di San Domenico con la partecipazione degli archi dell’Orchestra Sinfonica “B. Bruni” di Cuneo, l’esibizione dell’Orchestra Sinfonica di Bordighera, in occasione del “Concerto d’autunno”, la XXI edizione del “Concerto di Natale” ed ora questa esperienza americana.
Luisa Russo
Le rubriche de
Chi è l’amministratore di sostegno? Dalla vostra parte
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i tratta di una figura che si sta diffondendo nel nostro Paese, introdotta nel nostro ordinamento nel 2004 e che ha la funzione di tutelare le persone prive di una completa autonomia, con la minore limitazione possibile della capacità d’agire. L’amministratore di sostegno è nominato dal Giudice Tutelare al fine di assistere e rappresentare una persona che, per effetto di una menomazione fisica o psichica, si trovi nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi. Vediamo alcuni esempi. Potrebbe avere bisogno di assistenza una persona anziana che, pur non essendo affetta da demenza senile, veda affievolite le proprie
facoltà intellettive o la memoria. Oppure si pensi al soggetto che, seppur psichicamente capace, sia portatore di un handicap che gli preclude una completa ed autonoma gestione della vita quotidiana. Va precisato che potrebbe trattarsi anche di un’infermità temporanea: in tal caso l’amministratore di sostegno può essere nominato per un tempo determinato. Chi può fare l’amministratore di sostegno? Anzitutto può essere nominato come tale un familiare. Più precisamente la legge prevede che qualora l’interessato non abbia già designato un amministratore di sostegno in previsione di una futura eventuale
incapacità (con atto pubblico o scrittura privata autenticata), la scelta del giudice tutelare ricade preferibilmente, ove possibile, sui seguenti soggetti: il coniuge non separato, il convivente, il padre, la madre, il figlio o il fratello o la sorella, il parente entro il quarto grado o il soggetto designato dal genitore superstite. Altrimenti, in assenza di tali soggetti o nel caso ciò sia più opportuno per la cura degli interessi del beneficiario, verrà nominato un soggetto individuato dal Giudice stesso. Chi può interessarsi per la nomina di un amministratore di sostegno? Oltre allo stesso beneficiario, possono promuovere il procedimento per la nomina di un amministratore di sostegno anche i seguenti soggetti: il coniuge, il convivente, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado, il tutore o il curatore, il pubblico ministero e i servizi sociali. Quali sono i compiti di un amministratore di sostegno? Gli effetti della sua nomina non sono predeterminati dalla legge, in quan-
nta...
lia racco como Quag
Gia
Ecco una soluzione per chi ha bisogno di un aiuto nella gestione dei propri interessi: la nomina di un amministratore di sostegno, che può anche essere un familiare
Come si calcola il grado di parentela? I parenti sono i soggetti che discendono dalla stessa persona, detto stipite. I gradi si contano calcolando le persone e togliendo lo stipite. Facciamo alcuni esempi: tra fratelli vi è parentela di secondo grado: figlio-padre-figlio = 3; 3-1=2 tra nonno e nipote vi è parentela di secondo grado: nonno-padre-figlio = 3; 3-1=2 tra cugini, parentela di quarto grado. E così gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito.
Come si calcola il grado di affinità? L’affinità è il vincolo che unisce un coniuge e i parenti dell’altro coniuge. Ad es. sono affini la suocera e la nuora, il marito e la cognata (sorella della moglie). Il grado di affinità si determina tenendo conto del grado di parentela con cui l’affine è legato al coniuge. Esempi: • la suocera e la nuora sono affini in primo grado (perché madre e figlio sono parenti di primo grado) • il marito e la sorella della moglie sono affini in secondo grado. Avv. Fabiana Rovegno
Il benessere intestinale del tuo gatto
Gli antichi
“mestieri di strada”
negli anni ‘50 di Arquata Scrivia Temo non siano molti coloro che oggi ricordano la maestria, l’abilità e l’estro che questi veri e propri artisti di strada sfoderavano nello svolgere ciascuno il proprio mestiere. Arrivavano al mattino di buon’ora, chi con un calessino trainato da un cavallo, chi con un mezzo preistorico con due bombole gigantesche sul tetto, oppure con un motorino applicato sulla ruota posteriore di una bicicletta a tre ruote con un piccolo piano di carico, tutti con i loro preziosi strumenti per lo svolgimento della propria arte manuale, tramandata da generazioni. Il posto scelto per lavorare di solito era la LEA, nelle vicinanze della scaletta a ridosso dei trogoli, in modo tale da avere a portata di mano l’uso dell’acqua. Questa volta vi narro...
L’IMPAGLIATORE DI SEDIE ( careghè ) Un volto indimenticabile, naso aquilino, due enormi occhi neri profondi, ombreggiati da folte sopracciglia anch’esse nere e la bocca nascosta da facoltosi baffi all’Umberto (Re d’Italia). Con sul capo un cappello a falda larga, nell’attimo in cui staccava l’animale dal suo calesse mi ricordava il più noto Gary Cooper nel film “Mezzogiorno di fuoco”. Ma il careghè non aveva gli speroni, nè tantomeno il cinturone con la pistola. Sistemato il cavallo a ridosso di un tiglio, iniziava il suo giro per il paese, fermandosi ad ogni crocevia tra i vicoli, urlando a squarciagola “careghè, donne donne, careghè”. Nel frattempo un capannello di ragazzi curiosi si era approssimato interrompendo i giochi, in quel momento la curiosità era tutta per il cavallo e per le frustate che con la coda menava da un lato all’altro per scacciare le mosche fastidiose. Ed ecco arrivare il nostro amico, carico di sedie infilate sulle braccia, per deporle a terra e prendere posto sul suo seggiolino da lavoro. Rifletto oggi, con gli occhi di allora, come lo stato delle sedie raccolte potesse indicare la qualità della vita di quegli anni dell’immediato dopoguerra. È a questo
to il Giudice, in base alle specificità del caso, indica: • gli atti che l’amministratore può compiere in nome e per conto del beneficiario, il quale non può quindi porli in essere personalmente; • gli atti cui l’amministratore deve solo dare il proprio assenso, prestando assistenza al beneficiario. Rispetto a tutti gli atti non indicati dal Giudice il beneficiario può compierli autonomamente, infatti può in ogni caso provvedere da solo a soddisfare le proprie esigenze quotidiane, acquistando ad esempio i beni di prima necessità. Come viene controllato l’operato dell’amministratore? In primo luogo il Giudice fissa dei limiti, anche periodici, delle spese che l’amministratore può sostenere impiegando delle somme di cui il beneficiario dispone e pur sempre nell’interesse di quest’ultimo. Inoltre l’amministratore deve presentare periodicamente al Giudice una relazione che attesti l’attività svolta e il rendiconto della gestione economica.
punto che inizia lo spettacolo: con mani sapienti, libera la sedia della vecchia impagliatura e da un rotolo di foglie molto lunghe, inizia a sfilarne due o tre e ad arrotolarle fra di loro fino ad ottenere un cordame lungo e sottile, che fissa ad un lato posteriore del listello e a bocca aperta, non puoi fare altro che osservare questa vecchia sedia in bilico su una sola gamba ruotare ora a destra ora a sinistra, mentre il vuoto lasciato dalla vecchia impagliatura inizia a riempirsi con un disegno delizioso creato dalle trame della nuova orditura. Unici strumenti un taglierino, un punteruolo in legno lucidissimo e un guanto a sole due dita per proteggere palmo, indice e pollice, il tutto amalgamato da una esperienza favolosa. Senza distrarsi dalla nostra curiosità, accelera il ritmo del suo lavoro, operando sulle impagliature più complesse, quelle con ricami di colore diverso per intenderci e a tardo pomeriggio avrebbe riconsegnato a ciascuno la propria sedia, soddisfatto del suo lavoro, pronto con il suo inseparabile cavallo a raggiungere un’altra via, un’altra piazza, un altro paese per iniziare una nuova giornata.
Giacomo Quaglia
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fermenti lattici CAMON sono altamente indicati nel caso i vostri gatti lamentino fastidiosi disturbi intestinali quali diarrea, disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica) e come supporto ai trattamenti antibiotici. I fermenti lattici sono microorganismi molto importanti per il benessere. Questi fermenti favoriscono il ripristino della mobilità intestinale, l’equilibrio della flora batterica, la riepitalizzazione dell’intestino e la ricostruzione dei villi intestinali nonché l’assorbimento di acqua e nutrienti. Nel caso i disturbi dei vostri gatti non dovessero passare, è altamente raccomandata una visita da un medico veterinario.
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PROFUMI d’italia, ricette e ricordi
Ester… nando…!!!
Una ricetta antica: la stroncatura
Riflessioni a ruota libera di Ester Matis
Ipocrisia dell'accoglienza
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ualche anno fa, mentre mi trovavo per studio all’Università di Perugia, la mamma di una mia collega calabrese, a pranzo, mi disse di aver preparato un tipico piatto delle sue zone, una pietanza “illegale”. Di fronte a queste parole rimasi leggermente spaesato ma lei mi rassicurò raccontandomi la storia di un’antica ricetta calabrese: la stroncatura.
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o dico a voce alta. Almeno abbiate la “bontade” di essere sinceri: diciamoci le cose come stanno una volta per tutte e poi basta perché ci avete rotto veramente le scatole coi buonismi, i finti “punti di vista”, le “diverse idee” sulla politica della sicurezza e l'immigrazione. Abbiamo capito tutti che in questo Paese di pericolosi ipocriti si guarda all'immediato guadagno turandosi il naso, scansando la “cacca” per strada in punta di piedi e aprendo la porta del “cesso” con i gomiti! Tutta gente che delle sorti e del futuro di un popolo, il proprio, non vuole rendersi conto. Figurarsi cosa gli può importare dell'Africa o dei clandestini sbarconati in hotel. Guardiamoli da vicino questi meravigliosi filantropi: associazioni umanitarie traballanti, laiche o religiose, che prima vivacchiavano ora si stanno facendo del bel grano (centinaia di migliaia di euro al giorno!) con l'assistenza e più gente entra... meglio è. Alberghi falliti o mai messi in funzione vanno alla
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grande e con loro varie ditte e dittucole di catering e simili. C'è poi chi si illude di aver trovato la strada della propria vita lavorando nell'indotto di questa nuova “mia Africa”, come gli insegnanti dei migranti, animatori ecc. Sì perché c'è chi ha il coraggio di affermare che questo andazzo ci porta pure posti di lavoro! Per produrre che cosa? Indoviniamo un po' chi li paga?! E non raccontiamo la solita solfa dei fondi europei, perché l'Europa la paghiamo noi! In Italia avevamo già la zavorra tremenda della questione meridionale, ora imbarchiamo acqua coi barconi, strapieni di uomini giovani e forti che invece di lottare a casa loro, dove non c'è guerra ma tirannia sì, invece di alzare la testa e maturare un percorso di sviluppo per il loro popolo preferiscono la strada vittimistica dell'invasione a casa di chi il progresso, l'ordine e un minimo di benessere se l'è sudato anima e sangue e ora se lo vede calpestare in nome della vocazione alla Kultura dell'akkoglienza!
Primavera e Ranuncoli
ranuncoli con i loro sgargianti colori segnano l’inizio della primavera: sono, infatti, tra i primi a sbocciare. Molto diffuso e apprezzato come fiore reciso, ultimamente viene utilizzato anche per abbellire i nostri giardini e balconi, soprattutto grazie al loro periodo di fioritura. Di facile coltivazione e ubicazione, sono perfetti anche per chi non è dotato di “pollice verde”: vediamo come prendercene cura con poche e semplici attenzioni. Predilige posizioni soleggiate, ma tollera bene anche la mezz’ombra; Il terreno, ricco, va mantenuto umido ma ben drenato; è una piantina forte, non particolarmente soggetta ad attacchi di parassiti. Se non piove troppo, innaffiamoli una volta a settimana e concimiamoli prima della fioritura con un normale concime per piante fiorite, ricco di azoto e potassio: otterremo tanti bei fiori dai colori sgargianti che arricchiranno la nostra casa facendoci sentire già la primavera!
Le origini della “struncatura” (in dialetto) sono molto antiche, secondo alcuni studiosi furono gli amalfitani (commercianti per eccellenza) a portarla in Calabria in particolare nelle città della Piana di Gioia Tauro e in tutta la fascia costiera tirrenica della provincia di Reggio Calabria, zona appunto, soprattutto nel 1800, ad altissima attività commerciale. Era anche considerata la pasta dei poveri perché in passato veniva realizzata utilizzando le “scopature”, ovvero si raccoglievano da terra con la scopa tutti i residui misti di farina e crusca che avanzavano dalla molitura del grano, veniva poi ripulita e venduta a prezzi veramente economici. Essendo destinata agli animali, galline e maiali su tutti, per motivi igienici venne proibita per l’alimentazione umana (per questo considerata illegale), ma continuò comunque ad essere distribuita in alcune botteghe del posto, quasi come fosse merce di contrabbando. Veniva consumata giornalmente dalle famiglie meno abbienti che, per coprire il sapore troppo forte e acido, la condivano con acciughe, aglio e peperoncino rigorosamente calabrese. Per preparala a casa bisogna far rosolare il pangrattato con un cucchiaio di olio extra vergine d´oliva,
successivamente in una padella far rosolare l’aglio insieme alle acciughe mescolando di tanto in tanto, poi, a cottura quasi ultimata, aggiungere olive nere, sale e del peperoncino rosso a vostro piacimento. Quando l´acqua della pentola starà bollendo bisogna mettere la stroncatura a cuocere e appena pronta scolarla e saltarla in padella con parte della mollica abbrustolita e le alici. Infine, dopo aver preparato i piatti, si può spolverare la stroncatura con la restante mollica o cospargerla con del formaggio grattugiato. Oggi questa pasta è considerata patrimonio culinario di tutta la zona, in alcuni centri pianigiani vanta infatti un’antica e gloriosa tradizione, e questo la rende appunto “piatto tipico della cucina della Piana”. Attualmente, la sua ricetta è stata riscoperta e adeguata alla normativa vigente e viene prodotta da pochi pastifici artigianali con ingredienti di qualità come il grano duro, segale e la farina integrale. Samuele Anastasio
l'Orto Un piatto per tutti, di Marisa “senza glutine” L’
orzo è conosciuto più come infuso per la prima colazione, ma in verità è anche un ottimo cereale, sapendolo cucinare in chicchi. Viene utilizzato soprattutto in zuppe unite alle verdure. L’orzo, dopo il riso, è il cibo più diffuso (Muramoto, 1975) e quello in chicchi si trova sotto tre forme: integrale, decorticato (al quale è stato tolto solo uno strato) e “perlato”. L’orzo è ricco di fosforo, calcio, ferro, potassio, magnesio, vitamine A, B, B2 e PP. È inoltre leggermente lassativo. Ecco un’idea per una ricetta adatta all’avvicinarsi della Primavera:
Orzo perlato in insalata
Ingredienti: 2 tazze di orzo perlato bollito, 2 scalogni, ½ cetriolo, ½ tazza di olive nere, 2 cucchiai di mandorle pestate, 5 foglie di lattuga, 4 foglie di menta, il succo di 1 limone, i cucchiaio d’olio extravergine di oliva, sale q.b. Mondate e tagliate a dadini il cetriolo, e a strisce le foglie d’insalata, poi unite le verdure all’orzo già bollito in una zuppiera. Preparate un trito con gli scalogni, le olive e le foglie di menta, aggiungere il sale, il succo di limone, le mandorle pestate e 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva. Incorporate il composto ottenuto agli altri ingredienti. Mescolate e servite. Auguri a tutte le donne!
Nuova Libarna
Pozzolo, Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Arquata Scrivia
Una voce "non tanto sommessa" di un commerciante del Centro Storico
Novi Ligure: facendo due passi per la città V
erso le 18 della sera del 19 dicembre 2016, mancano sei giorni al Natale, esco da un bar del centro e guardandomi intorno vedo la desolazione. Quattro o cinque persone che girano per il centro, altre due stanno arrivando da Via Roma. Essendo io un commerciante novese, pensionato, quarant’anni di attività alle spalle, mi viene spontaneo pensare di come la mia città nel giro di pochi anni abbia potuto subire un declino economico di tali dimensioni. Commercialmente parlando noto una Via Roma quasi alla frutta e in Via Girardengo non sono certo rose e fiori. Pensando a come erano queste vie alcuni anni addietro, piene di vita e allegria, durante le feste natalizie mi prende veramente un forte senso di sconforto. La situazione non florida in cui versa il nostro Paese fa la sua parte, non vi è ombra di dubbio, ma nonostante ciò non posso fare a meno di pensare che il nostro territorio sotto l’aspetto occupazionale non versa proprio male. Vedi aziende come “Novi”, “Pernigotti”, “Ilva”, “Roquette” e molte altre che non cito per questione di spazio. E allora quali possono essere le cause di quanto sopra descritto? Parlando con persone introdotte nei settori commerciali e dell’economia della nostra zona, siamo arrivati a pensare che il problema è più di uno e non certo di facile soluzione. La grande distribuzione Il primo è senza alcun dubbio il decentramento che la grande distribuzione attua nei confronti dei cittadini penalizzando di conseguenza il negozio tradizionale. Questo è il progresso mi dicono! Sì, d’accordo, ma una così massiccia concentrazione di metri
quadrati adibita alla grande distribuzione, vedi Retail, Iper, Outlet e chi più ne ha più ne metta, non si registra in tutta Italia se non addirittura in Europa. Visto che le altre nazioni hanno leggi più precise da attuare nei confronti della grande distribuzione. La circolazione del denaro Non meno rilevante e strettamente legato l’uno all’altro, sorge un secondo problema. Il denaro speso in codeste strutture crea poca ricchezza al nostro territorio, essendo codeste aziende con sedi in altri territori e regioni. Per non parlare dell’outlet, addirittura inglese, e di tutte le realtà commerciali presenti in esso. Di cui non risulta neppure un’azienda legata la nostro territorio. A mio modo di pensare, per creare ricchezza bisogna, come si suol dire, far girare i soldi, cioè spendere, ma attenzione: spendere presso esercizi commerciali che a loro volta reinvestono i loro utili in loco. Spendendo invece in altre realtà i cui incassi vengono versati presso c/c bancari di altri territori o regioni, non si fa altro che impoverire il nostro territorio. Qualcuno mi fa osservare che occorre tener
presente il dato occupazionale, soprattutto in merito all’Outlet, ma lì gli stipendi son tirati e poi viene . prediletto personale straniero per via della lingua. I fallimenti Mettiamoci pure le attività andate in crisi ed i trentasei fallimenti patiti dalla Provincia in quest’ultimo periodo. Alcune considerazioni Mi meraviglia altresì che il nostro Sindaco, leggo su un giornale locale, affermi che l’Outlet stia investendo: non so se ricevono sovvenzioni, altrimenti non ci vuole un genio a capire che sono investimenti fine a se stessi. Servono solo a loro, cosa ci viene in tasca a noi??? Ci fosse almeno un autobus che si fermi a Novi potrei capire l’entusiasmo, ma così!!! Povero commercio novese, dove siamo finiti!!! L’assessore al commercio, per sentire un commento, bisognerebbe andare a “Chi l’ha visto?”, l’Ascom fa quello che può (cioè poco) al cuore di Novi, mi sembrano un po’ stanchi, sarà la mancanza di denaro, sempre a causa di quanto sopra, e allora??? Cari commercianti novesi e della Provincia cosa fare?
Centri storici e commercio cittadino Le cose sembrano impossibili finchè non vengono fatte, innanzi tutto bisogna capire sino a che punto le forze politiche che governano le nostre città siano interessate a salvaguardare i Centri storici ed il commercio cittadino. Non è certo d’aiuto la chiusura al traffico delle zone centrali,, con conseguente eliminazione dei parcheggi. Non mi sembra il caso di perseverare, visto lo scarso affollamento delle vie. Comunque, in caso di una possibile riapertura al traffico veicolare, cari commercianti, bisogna riunirsi, dialogare, proporre, creare attrattive, valorizzare all’ennesima potenza quel che di buono abbiamo, rivolgersi a persone competenti, pubblicizzare, cercare di far ricadere il maggior numero di persone sulle nostre città. Alcune proposte Essendo io novese a tal proposito mi vengono in mente le Mura del Castello pulito, illuminato nelle sue parti più significative da riflettori, localini caratteristici, banchetti di merci locali, qualche gioco per bimbi, un trenino che porti su e giù la gente, valorizzare e aprire
le nostre chiese più significative, a Natale creare un ambiente natalizio un po’ più vivace e luminoso, consono al momento che, per il commercio locale è il più importante di tutto l’anno. Le luci devono essere adeguate al valore della città, quelle appese da un lato all’altro della via sono superate, li mettono a Francavilla, Pasturana, Predosa… senza nulla togliere a questi codesti meravigliosi paesi, commercialmente parlando non vi è paragone, esistono luci laser, fili di luci a contorno, ecc… ecc… Un’amara constatazione Nei giorni tra Natale e Capodanno ho telefonato per fare gli auguri ad un mio collega commerciante di Torino e ho colto l’occasione per chiedergli come stavano andando gli affari. Mi ha risposto: “per fortuna abbastanza bene - anzi mi ha sottolineato - quasi quasi vorrei aprire un altro punto vendita” al che gli proposi Novi- Come risposta, testuali parole: “ma neanche se fosse tutto gratis, a Novi basta e avanza quello che c’è, anzi rendo merito a chi riesce a sopravvivere con tutta quella concorrenza che vi trovate attorno”. A conferma di ciò il 6 gennaio, primo giorno dei saldi invernali, vado in centro verso le diciotto di sera, mi guardo intorno e dico cosa c’è di più deprimente, scatto due foto che documentano la desolazione che avvolge il Centro storico della mia città e penso come siamo caduti in basso. Grazie a chi? Fate voi… Un commerciante novese dai capelli bianchi
Ad Arquata progetto pilota "Il nostro dialetto"
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vviato a marzo il progetto pilota per insegnare il nostro dialetto. L’assessore alla cultura del Comune di Arquata, Nicoletta Cucinella, così ne parla. Come è nata l’idea di realizzare un corso gratuito di dialetto e come è organizzato? L’ipotesi di istituire un corso di dialetto mi è parsa interessante. Nasce dal tentativo di salvare il dialetto, facendolo riprendere dai ragazzi e dagli adulti, con metodo accattivante e divertente. Il dialetto è un piacevole veicolo di aggregazione, è un lingua potente, ricca di espressività, attuale e non reliquia del passato. Esistono lievi differenze dialettali fra Arquata e zone limitrofe. Adottate varianti? Nel corso si prende coscienza di tali differenze, nella consapevolezza che il dialetto è un enorme bene culturale da conservare praticandolo e riconfermandolo nella quotidianità, con il giusto orgoglio di attingere a una precisa espressione di cultura. Il tutto è da iscrivere nell’area amatoriale. Come reagiranno a questa iniziativa i genitori moderni? Ritengo scomparsa la paura che la conoscenza del dialetto possa compromettere la capacità di parlare correttamente l’italiano. È la lingua che i ragazzi conoscono attraverso i nonni, come qualcosa di importante da praticare. Auspichiamo che i genitori accolgano l’iniziativa come ulteriore opportunità formativa. Le lezioni, tenute dagli “arquatesi doc” G. Boiani, A. Allegro, A. Quaglia, si tengono il mercoledì, dalle 21 alle 22, presso la biblioteca civica “G. Poggi”di Arquata. m.p.
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POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - SERRAVALLe SCRIVIA - ARQUATA SCRIVIA Un campione: Dino Bellucci
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enticinque anni fa, nel 1992, l’arquatese Dino Bellucci (in foto) faceva il suo esordio negli sport da Combattimento al “Golden Dragon” di Rimini, un agguerritissimo torneo. Bellucci partecipò anche all’edizione successiva. Su “la Repubblica” del 1993 si leggeva: “Il mondo delle arti marziali è radunato a Rimini e Riccione nel torneo Golden Dragon, l’unico ad applicare un particolare regolamento che accomuna tutte le discipline. Escludendo alcuni colpi, unificando l’abbigliamento, è stato possibile mettere a confronto, come è successo ieri, un pugile e un campione di karate”. Ora, all’età di 48 anni, Bellucci è Coach degli agonisti dell’USAM Karate di Arquata e si sta preparando per il torneo internazionale che si svolgerà in Italia il prossimo Aprile. g.p.
“Orizzonti Novi” al Nuovo Circolo Ilva
Comitato “No Treni Killer”
È
A
stato presentato un video su Novi Ligure, realizzato da Osvaldo Repetti (in foto) di Orizzonti Novi. La città viene inquadrata come luogo di confine, ma ricca di vita. Assieme ad angolature originali, sono intervistati alcuni protagonisti della vita cittadina: dal Sindaco Rocchino Muliere al Presidente della Novi-Elah-Dufour, Flavio Repetto, dal Dott. Paolo D’Amore, titolare dell’Azienda D’Amore e Lunardi e proprietario del Relais Villa Pomela, aIl’Ing. Mirko Marchi, già Direttore dell’Italsider Ilva di Novi Ligure, dal Dott. Fabio Bergaglio, titolare della Bodrato cioccolato, a Massimo Merlano, Presidente dell’Ass. Commercianti di Novi, a Vito Mininno, Presidente dell’Ass. Confartigianato. Il “leitmotive” è stata la trasformazione della città, testimoniata, tra luci e ombre, da nuovi insediamenti industriali e artigianali. Testi, di Osvaldo Repetti, letti da Enrico Rapetti e Enzo De Cicco, riprese in gran parte realizzate da Piero Bogliolo. gb.c.
Novi Ligure si è costituito il “Comitato contro il passaggio dei treni A.V. nel centro cittadino” e il 31 marzo alle 21 presso la civica Bibblioteca organizzerà un convegno sui “Treni killer”, come i membri del Comitato appellano quei convogli ferroviari che, forieri di pericoli, transitano ad alta velocità all’interno del tessuto urbano. Relatori saranno i rappresentanti dell’analogo Comitato sorto a Viareggio all’indomani del disastro ferroviario del 29 giugno 2009, nel quale persero la vita 32 persone. Il Comitato di Viareggio, si è costituito parte civile nel processo a R.F.I., vincendo il 31 gennaio 2017 presso il Tribunale di Lucca, il primo grado di giudizio e si appresta ad affrontare un iter giudiziario ancora lungo e irto di ostacoli. gb.c.
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O
ggi parliamo di una delle vie più importanti del centro storico novese, sia dal punto di vista commerciale che storico: via Guglielmo Marconi, da cui si accede da corso Piave. Questa zona di ingresso fu in passato una delle principali aree di sbocco della città, perché vi era situata una delle Porte d’accesso di Novi. Riguardo alla sua distruzione, fu probabilmente causata da bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mon-
A spasso
per via Marconi
diale e, si narra, che le macerie di questa costruzione siano state utilizzate per riempire l’attuale Piazza Pernigotti (meglio conosciuta come Piazza del Maneggio), che era in precedenza un acquitrino. Su via Marconi si affaccia anche il settecentesco convento delle suore Cappellone, dove attualmente ha sede la Biblioteca civica e l’Archivio storico novese. La via ha ricoperto anche un importante ruolo commerciale, come già affermato in precedenza, poiché
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Novi Ligure: dopo Radio Piemonte Sud e Speciale sport A.C.S.I.
Editoria in Salita Ravazzano: “novi domani”
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A seguito dell'articolo pubblicato a pagg. 22 - 23 dello scorso numero di febbraio, proseguiamo nella storia dell'editoria novese.
S
iamo all’inizio degli anni Settanta. La città di Novi Ligure, grazie anche alla presenza di grandi imprese industriali capaci di offrire occupazione, ha una espansione demografica. Pensiamo all’ampliamento della stabilimento “Italsider”, lo stabilimento della “Lavorazioni Metalli Industriali” a Serravalle, lo stabilimento chimico/ alimentare della “SPAD” a Cassano, le “Officine meccaniche” di San Bovo delle Ferrovie dello Stato, che, insieme ad altre aziende medio-piccole, rappresentavano un interessante bacino occupazionale. Con l’immigrazione degli anni immediatamente prece-
Incontri...
denti, culture e abitudini diverse si mescolano e si integrano in un tessuto sociale e urbano, senza stravolgerne l’identità. Novi è diventata la terza città della provincia, dopo Alessandria e Casale Monferrato. In quegli anni anche la politica cerca di fare la sua parte. La stessa amministrazione comunale approva un piano regolatore urbanistico che arriva a immaginare l’incremento della popolazione vicino ai sessantamila abitanti. È in questo contesto che anche i partiti politici, espressione delle volontà popolari, cercano di adeguarsi alle nuove esigenze, anche di rappresentatività, e di maggiore
contatto con i cittadini-elettori. Lo “strumento” è la stampa locale, capace di creare un maggiore collegamento tra i cittadini, i partiti politici e le istituzioni. In un contesto dove sono già presenti con pagine locali quotidiani indipendenti, come “La Stampa”, “Il Secolo XIX”, “La Gazzetta del Popolo” (poi successivamente chiuso), il bisettimanale “Il Piccolo”, e giornali di partito, come “Il Novese” “Il popolo di Novi” “Panorama di Novi” espressioni, rispettivamente, dell’area comunista, cattolica e liberale, anche “l’area socialista” sente l’esigenza di avere un giornale di collegamento con i propri elettori. Nasce così “novi domani” con periodicità mensile. Questo giornale non ha grandi ambizioni di competizione, ma vuole però essere libero e autonomo nel rappresentare la voce e la speranza della socialdemocrazia. Il primo numero porta la data del 9 gennaio 1972. Il suo contenuto, certamente di carattere politico, si rivolge anche ad attività
l 17 febbraio 2017 presso la redazione de “l’inchiostro fresco” si è svolto un incontro per ricordare la stagione del "Pool Mani Pulite", esplosa a Milano il 17 febbraio 1992 con l’arresto dell’Ing. Mario Chiesa, amministratore del Pio Albergo Trivulzio, accusato di peculato. Un’inchiesta che creò molte aspettative e che di fatto azzerò un’intera classe politica, ma che agli effetti pratici non è riuscita a stimolare nel sistema partitico del Paese una riflessione critica sul suo ruolo nei confronti della più ampia società civile.
Francesco Mascolo
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Una riflessione critica sugli anni del Pool Mani Pulite
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I
sportive e culturali, espressioni del territorio di Novi e del suo circondario. Purtroppo, con la scissione socialista del 1969, PSI e PSDI tornano ad essere “fratelli separati”, pur avendo un unico comune obiettivo: ridurre, nel panorama politico italiano, lo strapotere e l’egemonia della DC e del PCI. È in questo quadro che “novi domani”, pur essendo aperto ad altri contributi, rimane la voce ufficiale dei socialdemocratici. “novi domani” cessa la sua pubblicazione nel 1992. In vent’anni di cronaca politica ha sempre creduto nello sviluppo e la crescita della “socialdemocrazia” nel nostro paese. Un giornale che cessa la sua attività nello stesso periodo in cui nel panorama politico nazionale compare la vicenda Mani Pulite che di fatto distruggerà il sistema politico italiano sino a quei tempi conosciuto.
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ll’inizio degli anni Novanta alcune “schegge” della Magistratura spazzano via un sistema politico basato sul proporzionale, che vedeva la presenza nel Parlamento Italiano mediamente di otto partiti (DC, PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI, MSI, PSIUP) mentre il governo si reggeva sul sostegno di cinque partiti (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI). Si assiste ad uno stravolgimento della classica “divisione dei poteri” (Montesquieu) che, di fatto, colpisce il sistema dei partiti, in modo particolare quelli di governo. Nel vuoto politico creato dall’azione del Pool Mani Pulite di Milano si formano le premesse a quanto oggi sta accadendo. Il Paese, politicamente, è peggiorato, con il risultato che i soliti furbi si sono riciclati, cambiando sigle, ma rimanendo saldamente ancorati al potere, mentre la burocrazia statale ha acquisito sempre più spazio con il conseguente incremento del “pubblico impiego”
Un'illustrazione raffigurante Gerardo Colombo e Antonio Di Pietro al tempo del Processo Mani Pulite.
senza migliorare la qualità dei servizi e rimanendo nell’impunità più assoluta. I nomi? Basta scorrere le cronache politiche degli ultimi 25 anni. Altro che rivoluzione di “Mani pulite”. A chi chiedere conto dell’attuale degenerazione del nostro sistema politico e sociale? E dove sono finiti i “giustizialisti” del cambiamento? Purtroppo, a questi interrogativi nessuno risponde. Non rispondono i “politici” (che si sono riciclati), come pure non rispondono quei magistrati che pretendevano di “migliorare” il paese con il “tintinnio delle manette”. E il preteso cambiamento? Altro che semplificazione delle rappresentanze. Nelle consultazioni per la costituzione del nuovo Governo (dicembre 2016), ben 24 delegazioni partitiche sono state ricevute dal Capo dello Stato. Mentre circa un paio di anni fa, ben 36 gruppi parlamentari si sono recati all’incasso per finanziamento pubblico. Fr.Mas.
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POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - SERRAVALLe SCRIVIA - ARQUATA SCRIVIA
In scena lo spettacolo di Domenico Bisio senza “peli sulla lingua” Novi Ligure: al teatro Giacometti in scena la Chicago anni Venti
“Il Carro di Tespi” a teatro "Otto ragazzi otto" sul palco “ D Il Carro di Tespi” nasce a Fresonara nel 2008, ad opera di Domenico Bisio per divulgare le opere teatrali di impronta dialettale delle Compagnie A. Bottazzi e Ra Vigna ar Gèri. Nasce così il primo spettacolo: Processo alla Strega. Segue la commedia Il testamento del ciabattino e, nel 2011, Florville la lancia di Catrion. Nella stagione 2012-2013 la Compagnia propone Amor ch'a nullo amato amar perdona. Per il 2014-2016 è approntata l’esilarante commedia La sposa e la cavalla. La stagione 20162017 si apre con Sei x sex = trentasex. Fanno parte del Carro di Tespi attrici ed attori provenienti da Scuole di Teatro, con importanti esperienze. Le scenografie, create da Elisabetta Siri, sono realizzate nell’ATELIER di Elio Sanzogni, che collabora con i più importanti teatri italiani. m.c.
ata: sabato 8 aprile. Luogo: Teatro Giacometti di Novi Ligure (Al). Sulla scena, in prima assoluta, per la nuova stagione di TEALTRO organizzata dalla Città di Novi Ligure, la nuova pièce della Compagnia Teatrale “Il Carro di Tespi”. Scritta e diretta da Domenico Bisio, con le scenografie e i costumi di Elisabetta Siri, l’opera è eloquente già dal titolo: SEI X SEX = TRENTASEX. Sei, perché tale è il numero degli attori impegnati, sex perché si parla di sesso e trentasex perché 36 è un numero triangolare, e quando si parla di rapporti passionali, il triangolo va… considerato. Sei attori, dunque, impegnati a dimostrare che l’apparenza inganna. Specialmente quando le vicende in cui sono protagonisti insieme al pubblico hanno come tema il sesso. In un susseguirsi di situazioni dove l’interprete principale potrebbe essere ciascuno di noi, il rapporto con l’eros cela sempre verità nascoste persino a chi ne è proprietario. Spesso, di fronte a noi stessi e agli altri, è più
Panorami da Monte Reale
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artendo da Minceto (640 m slm) frazione di Ronco Scrivia, si è svolta domenica 19 febbraio una bella camminata che ha portato gli escursionisti, tra castagni e bosco misto, alla vetta del M. Reale dove sorge la Chiesa di N.S. di Loreto con annessa foresteria. Il monte. Reale (902 m slm) domina l’abitato di Ronco Scrivia e offre un ampio panorama, dalla catena dell’Antola fino al mare e alle Alpi. (G.B.).
facile accettare stereotipi già pronti, piuttosto che riflettere con onestà. L’ironia e l’umorismo che da sempre contraddistinguono le pièces de “Il Carro di Tespi”, porteranno lo spettatore a rivelare alla propria moralità il rapporto segreto con il sesso, a rivedere e mettere alla berlina gli intimi concetti su cosa sia lecito in amore e cosa sia immorale. Così, al termine dello spettacolo, gli attori inviteranno il pubblico ad uscire dalla porta d’ingresso… dei loro cattivi pensieri. Sul palco Davide Bergaglio, Nuccia Fulco, Gerry Melucci, Pinuccia Oddone, Antonella Ricci, Daniela Rocchetta. Marta Calcagno
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a compagnia teatrale “la bisarca”, laboratorio animato dagli studenti del Liceo Amaldi
Danza a Novi
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l 12 marzo alle ore 21 presso il Teatro Paolo Giacometti, la Compagnia Lost Movement, nell’ambito di “MarzoDonna” presenta lo spettacolo di danza contemporanea “POPoff”.
di Novi e di altri Istituti della città, ha presentato il suo saggio di fine lavoro: una rappresentazione ambientata nella Chicago degli anni Venti macchiata da un fatto di sangue realmente accaduto. "Signore e signori state per assistere ad un storia di omicidio, avidità, violenza, corruzione, sfruttamento, adulterio, tradimento… tutte cose molto vicine e care ai nostri cuori!”, queste le parole con le quali i ragazzi, otto fantastici “bisarchisti”, si sono presentati al loro pubblico che li
ha applauditi a lungo al termine della loro rappresentazione realizzata in collaborazione con la ONLUS "Giuseppe Ciliberto" per la lotta contro il cancro.. Otto ragazzi, otto talenti: le nuove promesse della compagnia teatrale “la bisarca” ci hanno riportato nei favolosi anni '20 di una Chicago macchiata da un dramma giudiziario realmente accaduto, raccontandocelo in una deliziosa chiave musicale. Erida Meminaj
Laurea
Il gruppo arquatese rientrato dalle zone terremotate
Il rendiconto dei Rangers S ono rientrati dal 4° viaggio i Rangers di Arquata Scrivia che hanno portato ad Arquata del Tronto generi e beni di prima necessità, e consegnati al Vice Sindaco, Michele Fabbri, e al socio della Pro loco Arquatana, Andrea Angelini. Nel contempo il gruppo Rangers ringrazia per l'acquisto della turbina motocoltivatore Carraro e del mangime per cani e gatti, le seguenti persone, ditte, aziende e associazioni: Repetto Armando di Gavi, Associazione Volontari Ospedalieri Alessandria, Associazione “Arquator Presepi Arquata” di Scrivia, Angelo Allegro di Arquata Scrivia, Susan Thomas di Vignole Borbera. Inoltre i Rangers comunicano che l'acquisto
di altre 2 turbine è stato possibile grazie alla Società Arquata Costruzioni, ai Lions di Pozzolo Formigaro, all'Usam Karate e ad alcuni privati che, definendosi "Amici di Arquata del Tronto, hanno offerto il loro contributo. Il trasporto, che si è sviluppato su un tragitto lungo 1300 chilometri, è stato eseguito con un Ducato maxi noleggiato a cura del Gruppo Rangers da “Locatelli rentcar”.
l 22 febbraio 2017, presso l’Università di Genova, Martina Moncalvo di Arquata ha conseguito la laurea in Lingue, Letterature e Culture moderne, discutendo la tesi “Insegnare l’italiano a bambini stranieri con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)”, con la votazione di 110 e lode, relatrice prof. ssa Emanuela Cotroneo. A Martina le congratulazioni di tutta la redazione.
La redazione Nella foto: Andrea Angelini, Tonino Aiello e G. Paolo Gifra con il vice Sindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi.
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Valle Scrivia
e Entroterra Genovese Biodigestore, opposizioni contrarie
Trasporto pubblico: è ormai drammatica la situazione del trasporto pubblico nella Provincia di Genova
ATP, un’azienda al capolinea?
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l futuro di ATP, Azienda Trasporti Provinciali, la società che gestisce il trasporto pubblico locale nel territorio extraurbano genovese è sempre più incerto. L’ipotesi di un fallimento o, quantomeno, di una liquidazione dell’azienda si fanno sempre più insistenti. Diversi fattori hanno portato agli sviluppi attuali, ma i prodromi delle difficoltà dell’azienda erano già noti ormai da tre-quattro anni (sul nostro giornale più volte ci siamo occupati dei momenti difficili vissuti dall’azienda). Dopo la vendita, da parte della Città Metropolitana di Genova (ex Provincia) dei locali del Provveditorato agli Studi, avvenuta nel 2014, la situazione economico-finanziaria di ATP si era stabilizzata. Ma, come appariva ben chiaro dagli inizi, tale vendita non era altri che la classica pezza per tamponare una ferita. Nel dicembre 2016 la gravissima situazione finanziaria dell’azienda è emersa in tutta la sua gravità, confermata dall’impossibilità per legge da parte sia della Regione Liguria che della Città Metropolitana di Genova di contribuire nuovamente al salvataggio dell’azienda. I lavoratori di ATP hanno organizzato quindi uno sciopero selvaggio durato cinque giorni (dal 13 al 17 dicembre) con manifestazioni clamorose, tra cui un lungo corteo sulla Strada Sopraelevata Aldo Moro, snodo fondamentale per il traffico cittadino genovese e la mobilitazione nell’androne del Teatro Carlo Felice, in occasione della prima della stagione operistica, a cui partecipava il Gotha genovese, compresi molti esponenti politici dei diversi partiti ed esponenti del mondo industriale. Ancora più grave però, più dello sciopero selvaggio e delle mobilitazioni, è stato l’esito del bando della cessione delle quote azionarie di ATP S.r.l. Tale bando, che prevedeva la cessione delle azioni messe in vendita da Autoguidovie, è andato completamente deserto. Nessuna impresa, né italiana né straniera, ha ritenuto interessante l’acquisto del 48.5% del pacchetto azionario. Non sono stati solo gli scioperi a tenere lontani gli acquirenti (sarebbe corretto dire potenziali) ma, soprattutto, il ricorso sulla vendita delle azioni di ATP ad Autoguidovie, sul quale pende un pronunciamento dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti-Corruzione) presentato da una serie di parlamentari genovesi con primo firmatario l’ex sindaco di Bogliasco, Luca Pastorino. Nei primi due mesi del nuovo anno la situazione è ulteriormente precipitata: il 19 gennaio Enzo Si-
vori, presidente di ATP S.p.A. ha rassegnato le dimissioni irrevocabili, diventate effettive a partire dal 1°febbraio. Il giorno successivo si è dimesso dalla carica anche Maurizio Beltrami, Sindaco di Torriglia e vicepresidente di ATP. At-
tualmente le funzioni di direzione vengono svolte provvisoriamente dal Collegio Sindacale dell’azienda con la presidente Beatrice Humouda ed i sindaci effettivi Franco Caridi e Gerolamo Guidice. I primi effetti di questa situazione difficile
si avranno con il taglio di diverse corse, calcolate complessivamente il 354 chilometri sul territorio servito, pari al cinque per cento del totale. Le Organizzazioni Sindacali della Liguria (Filt-Cgil, FitCisl, UilTrasporti, Faisa Cisal, Fna Ugl e Usb) hanno denunciato la situazione spiegando che in tale situazione il fallimento dell’azienda è dietro l’angolo, con un disavanzo che, compreso il debito finanziario, arriva alla cifra di un milione e ottocentomila euro. Il capitale azionario di ATP attualmente è suddiviso fra la Città Metropolitana di Genova, che ne possiede il 50.5%, AMT Genova (45.6% delle azioni), la Provincia di La Spezia (0.4%) ed una serie di comuni compresi nel
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territorio metropolitano (3.5%). Il numero di dipendenti, alla fine del 2016 era di 475 ed il parco macchine di 280 automezzi. Fabio Mazzari
Una rete di imprese per promuovere lo sviluppo sostenibile
La filiera del legno in Val Trebbia L a filiera del legno, un sistema di economia locale esistente già da qualche anno in diverse realtà della penisola italiana, è arrivata in Val Trebbia, grazie ad un’azione comune del GAL Agenzia di Sviluppo Genovese, Città Metropolitana e Parco dell’Antola ed inserito all’interno del Piano di Sviluppo Rurale finanziato dal Fondo Europeo per l’agricoltura 2014-2020. La presentazione della filiera è avvenuta quest’estate, in occasione dell’Expo Alta Val Trebbia di Rovegno. Si tratta di un sistema di “economia circolare” legata allo sviluppo verde nel pieno rispetto dell’ambiente. Ogni singolo residente può costruirsi un capanno per gli
attrezzi, un garage o addirittura un’intera casa, mobilio compreso, utilizzando il legname del proprio bosco. Fino ad oggi il legname dei boschi della Val Trebbia veniva utilizzato quasi esclusivamente per la realizzazione di bancali o chippato per il riscaldamento. Oggi, invece, grazie a questa iniziativa è
nato un sistema di rivalorizzazione economica del bosco. La Liguria è inoltre una delle regioni con la maggiore densità boschiva d’Italia, con grande disponibilità quindi di materia prima. Il sistema della filiera del legno, inoltre, è anche uno strumento estremamente utile per limitare le calamità naturali
che periodicamente colpiscono il nostro territorio, dagli incendi boschivi d’estate agli eventi alluvionali d’autunno. Nello stesso territorio del Parco dell’Antola la superficie boschiva è inoltre in costante aumento, a causa dell’abbandono dei terreni fino a pochi decenni fa coltivati. Possiamo quindi affermare che la filiera del legno “sfrutta” economicamente ed in modo sostenibile nel pieno rispetto dell’ambiente circostante, la principale risorsa naturale presente nell’entroterra genovese: il legno e tutti i suoi prodotti derivati. Fabio Mazzari
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a questione del biodigestore di Isola del Cantone sta surriscaldando gli animi dell’alta Valle Scrivia. Sono numerosi, lungo la Strada Statale dei Giovi, gli striscioni contro la realizzazione di quest’opera che dovrebbe sorgere in località Mereta. Le forze di opposizione in consiglio regionale fanno sentire la propria contrarietà in merito. Il MoVimento 5 Stelle, per voce dei consiglieri regionali Alice Salvatore e Marco De Ferrari spiegano che si sta consumando un vergognoso teatrino politico “l’ultima puntata di ciò è andata in scena è andata in scena in Commissione Controlli: da una parte l’assessore Giampedrone che giustifica il via libera al progetto con un presunto rapporto virtuoso tra costi e benefici; dall’altra il Partito Democratico che, con un notevole sforzo di fantasia e coraggio, finge di opporsi a un progetto deliberato in prima istanza il 10 luglio 2014, quando la Liguria era ancora un monocolore a guida PD” fanno presente i due esponenti pentastellati. Dal Partito Democratico è il consigliere Pippo Rossetti ribadisce l’aassoluta contrarietà del proprio gruppo politico al biodigestore “Siamo riusciti a riportare in Commissione tecnica della VIA la discussione sul biodigestore. L’obiettivo è ottenere il parere degli uffici sui costi e i benefici ambientali, documento che manca nella delibera regionale che ha dato parere positivo all’opera. La maggioranza è spaccata in due tra i favorevoli (Giampedrone, Muzio e Lauro) ed i contrari (Viale, Rixi, Senarega). Tutti sostengono che il sito scelto per quest’impianto sia sbagliato e pericoloso: cittadini, amministrazioni comunali di vari colori politici e diverse regioni sia liguri che piemontesi e la stessa Città Metropolitana di Genova sono da sempre contrari. Solo Toti e una parte della sua maggioranza vogliono il biodigestore”. Anche la popolazione locale, è preoccupata per questo impianto che sorgerebbe a soli 70 metri dal corso dello Scrivia e a 5 metri di dislivello dal letto di magra, vicinissimo ad abitazioni e insediamenti produttivi. “Non esiste alcun possibile rapporto favorevole tra costi e benefici per un biodigestore dalle dimensioni abnormi – sottolineano infatti i penta stellati – che non produce energia, ma si limita a trattare rifiuti per un tonnellaggio ben al di là dell’esigenze della valle”. La battaglia è destinata a proseguire negli ambienti istituzionali in Commissione “Territorio e Ambiente” della Città Metropolitana, il cui piano rifiuti non prevedeva il biodigestore in quella sede. red.
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Primavera, attenti ai sintomi dell'ansia È
ormai risaputo che l’arrivo della primavera coincide con il riacutizzarsi di sintomi fisici e psichici legati all’ansia. In primavera si modificano infatti i parametri della luminosità e della temperatura, che incidono direttamente sull’attivazione psico-fisiologica di tutte le persone. Chi soffre d’ansia può risentire di questa situazione, avendo un peggioramento della sintomatologia. In questa stagione il clima instabile mette a dura prova l’equilibrio che deve adattarsi
continuamente alle condizioni che mutano, molto spesso da un giorno all’altro. Tutto questo può provocare, nelle persone soggette ad ansia, sintomi quali nervosismo, insonnia, inappetenza e improvvisi sbalzi d’umore. Gli specialisti della Farmacia Lasagna di Busalla saranno a vostra completa disposizione per affrontare al meglio, attraverso rimedi medici e/o erboristici, le sintomatologie legate al cambio di stagione.
VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE Ceranesi: Gerardo Altosole, primo candidato ufficiale alla carica di sindaco
MoVimento 5 Stelle già in campo C eranesi, come abbiamo anticipato nel numero di febbraio, è il comune più importante dell’entroterra ad andare al voto. Mauro Vigo, il sindaco uscente, ha deciso di non ricandidarsi per un secondo mandato. La corsa alla successione per la poltrona di primo cittadino nel comune dell’alta Valpolcevera è apertissima. Con largo anticipo la prima forza politica a scaldare i motori è il MoVimento 5 Stelle, con Gerardo Altosole candidato sindaco. L’idea di candidarsi, spiega Gerardo Altosole “è nata questa estate, avevamo già iniziato a lavorare come lista del MoVimento 5 Stelle in occasione delle elezioni di Campomorone del 2014, eleggendo tre consiglieri, un ottimo risultato dato che partivamo da zero” prosegue Altosole che parla dei successi della formazione politica in questi anni “in occasione delle elezioni regionali del 2015 il risultato è stato ancora migliore, con Alice Salvatore arrivata prima sia a Campomorone che a Ceranesi”. Il recente Referendum costituzionale è stato, per gli attivisti del MoVimento 5 Stelle locale per creare un appuntamento settimanale, dove gli attivisti hanno iniziato a ragionare sulle elezioni amministrative di quest’anno. Riguardo alla squadra il candidato sindaco del Mo-
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Le tracce del trail si possono trovare sul sito MTB Antola. I video dovranno essere consegnati al Garitta Bar entro e non oltre il 30 aprile. L’iscrizione verrà effettuata presso il bar e la premiazione avverrà il 3 giugno. Il regolamento prevede: nessun limite di durata per i video, possono comparire sia un singolo che più riders, è possibile utilizzare tutte le tecnologie video esistenti senza limitazioni a patto che siano immagini del trail di Torriglia. f.m.
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cittadini”. Infine la lista punta molto sulla rivitalizzazione delle piccole frazioni attraverso la salvaguardia del commercio locale e, soprattutto, su un maggiore sfruttamento delle risorse turistiche. “Dobbiamo creare una stretta collaborazione tra il tra il Comune di Ceranesi e il Santuario di Nostra Signora della Guardia, che rappresenta una grande ricchezza per il nostro paese, aumentando la collaborazione tra l’Amministrazione comunale e il Santuario per proporre iniziative culturali di alto spessore”. Fabio Mazzari Nei numeri successivi, intervisteremo gli altri candidati alla carica di Sindaco a Ceranesi.
Busalla: un appello alle catene dei supermercati
Concorso "Video Extreme " al Garitta Bar l Garitta Bike Bar di Torriglia organizza il primo concorso “Video Extreme”. La giuria del “The Wolf Patch” premierà il video più bello dedicato al mondo del trail realizzato nel comprensorio di Torriglia. Il 1° classificato riceverà una giornata con carrello per sette persone compresa colazione, pranzo e aperitivo finale. Il 2° una giornata con carrello per sette persone con colazione e aperitivo ed il 3° una giornata con carrello per sette persone.
Vimento 5 Stelle di Ceranesi ci fa presente che è già delineata “tutti i candidati in lista sono residenti nel comune di Ceranesi e senza precedenti penali e conflitti di interessi, in regola con il nostro statuto. Siamo un gruppo di attivisti molto affiatato che ha a cuore il bene del proprio comune”. Il presentarsi con il simbolo nazionale del MoVimento 5 Stelle non viene visto da Gerardo Altosole come un punto di debolezza “la lista civica - spiega il candidato sindaco - è nata come forma di emergenza ed è via via diventata una consuetudine per mascherare i partiti politici nazionali”. Ceranesi, comune molto particolare per via delle diverse frazioni sparse, ha diversi problemi .“Girando su tutto il territorio abbiamo notato, con grande piacere, che non ci domandano delle questioni nazionali ma i cittadini ci chiedono risposte alle questioni prettamente locali”. Tra i
primissimi punti da realizzare, una volta eletto, Gerardo Altosole indica “la risistemazione della segnaletica, che non viene curata da molti anni. Poi l’informatizzazione della macchina comunale, indispensabile al giorno d’oggi e soprattutto l’istituzione del Consiglio Comunale itinerante, per essere vicini ai cittadini che vivono nelle diverse frazioni”. Il trasporto pubblico, grave problema per l’entroterra, vista anche la situazione critica di ATP, l’azienda che gestisce gli autobus nel territorio provinciale genovese è uno dei temi del programma elettorale di Gerardo Altosole e del MoVimento 5 Stelle di Ceranesi. “Proponiamo di istituire il servizio di Drin-Bus sullo stesso modello di alcuni quartieri di Genova per collegare le diverse frazioni del paese. Puntiamo a portare persone a Praglia e al Santuario della Guardia, cercando di utilizzare mezzi ecologici anche per disincentivare l’utilizzo del mezzo privato”. Riguardo invece all’unione dei comuni dell’alta Valpolcevera, il candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle è contrario: “non vogliamo rivendicare autonomie localistiche obsolete, ma ogni comune deve avere una vita propria. Le unioni prosegue Altosole - si sono rivelate uno strumento in mano alla politica e non un organismo a favore dei
Gesti di solidarietà
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Busalla in via Ottavio Grottin (partigiano caduto nell’approssimarsi del 25 aprile del '45) è operante, molto attivo, il Centro di Ascolto Vicariale della Valle Scrivia, Valle Vobbia e paesi minori con la finalità di aiutare le famiglie bisognose, purtroppo in rapida crescita. La Valle Scrivia infatti, dopo essere stata centro nevralgico del commercio fisso, nonché luogo fieristico, attualmente si è impoverita tanto da essere
qualificata come “periferia della periferia genovese”. Ciò ha portato, anche in loco, ad una fisiologica crescita della popolazione indigente che si rivolge al Centro d’ascolto vicariale. Per aiutarlo in questo suo impegno si potrebbe chiedere ai grandi supermercati insediati nel territorio busallese di destinare alimenti prossimi alla scadenza ma ovviamente ancora consumabili, al Centro di ascolto che oggi è costretto ad acquistarli. Di questa
benefica iniziativa potrebbe interessarsi il Dott. Francesco Berardini che, alle soglie dei settant'anni, con felici trascorsi giovanili a Ronco Scrivia, una prestigiosa permanenza nella CGIL e grande carriera nel mondo della Coop Liguria sino a diventarne Presidente, ha la necassaria autorevolezza per portare in porto questo progetto. Carmelo Balbi
il Centro d’ascolto
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l Centro di Ascolto Vicariale si basa su una organizzazione di volontari che si dividono tra chi raccoglie, chi compra, chi distribuisce, chi ascolta i casi di più difficile soluzione, chi registra e trasmette tutti i dati delle entrate di beni e danaro e tutti i resoconti delle dazioni ai richiedenti. L’attività, non proprio semplice, avviene secondo regole dettate dall’Organismo centrale Vicariale che distribuisce, attingendo dal famoso 8 per mille dei contribuenti, una determinata somma annuale per gli interventi a favore di debitori, nullatenenti al limite della sopravvivenza, soggetti impossibilitati a pagare bollette di ogni genere, sanzioni amministrative. Altri fondi sono ricavati dalle oblazioni effettuate durante le esequie funebri, grazie alla disponibilità delle Chiese dell’Arcidiocesi di Genova.
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l’inchiostro fresco
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VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE
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Il Convegno nazionale dei Comitati promotori fa sapere che c’è fermento in tutto il territorio italiano
Fusioni dei comuni, avanti tutta...
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e fusioni dei comuni, argomento riguardo al quale il nostro periodico sta da tempo seguendo l’evoluzione, stanno entrando sempre più nel vivo. Alla fine di gennaio a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, si è tenuto il convegno nazionale dei comitati promotori delle fusioni su tutto il territorio italiano, tra cui quelli della Valle Scrivia e della Val Fontanabuona. Al convegno hanno partecipato comitati provenienti anche dalle regioni al momento più “arretrate” in materia di fusioni quali appunto la Liguria, la Puglia, la Calabria, la Sardegna ed altre. Antonello Barbieri, portavoce del comitato “Vallescrivia-Una valle in Comune” spiega: “il convegno è andato molto ma molto bene, eravamo presenti in tantissimi da ogni angolo d’Italia”. La legge nazionale impone alle regioni di normare il percorso legislativo sulle fusioni, dando la possibilità ai comuni di
Una veduta del Castello della Pietra di Vobbia procedere alle fusioni, i tempi e i modi sono facoltà delle singole regioni. Questo conflitto ha creato differenze enormi nei percorsi di fusione dei piccoli comuni in Italia. Se da un lato abbiamo regioni come il Trentino Alto Adige, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Lombardia ed altre che sono molto avanti, avendo realizzato diverse fusioni altre, come la Liguria e le regioni del Mezzogiorno sono ferme al palo. “Vogliamo capire se è legale che una regione possa azzerare i contributi ai comuni che decidono di fondersi - si chiede Antonello Barbieri - siamo convinti
che ciò non sia possibile, in quanto il TUEL dice che le regioni devono incentivare i percorsi di fusione. Quindi la norma della finanziaria regionale ligure è impugnabile. Prima inizieremo con trattative e colloqui con la Regione, in alternativa - prosegue Barbieri - potremmo impugnare la norma come Comitati o chiedere l’intervento del Governo”. Il Comitato Nazionale per le Fusioni chiede che non si vada più in ordine sparso, in modo che non si crei un’Italia a due velocità anche riguardo a questa tematica. “Il Comitato nazionale è formato da esperti in materia, che valutano tutte le
norme regionali e trovano i punti di forza e i punti di debolezza, al fine di creare un unico provvedimento legislativo nazionale che sia il più equilibrato e sensato chiedendo, come passo successivo, a tutte le regioni di adeguare le normative vigenti a questa proposta” ha spiegato Antonello Barbieri. Comuni più grandi, fanno sapere dal comitato “Vallescrivia-Una valle in Comune”, significano meno tasse e più servizi per i cittadini, grazie anche agli incentivi forniti per le fusioni. All’interno del Comitato Nazionale sono rappresentate tutte le regioni italiane e la Liguria ne esce molto bene, Antonello Barbieri è stato nominato come presidente nazionale e all’interno del direttivo, formato da quattro persone, vi è Roberto Benvenuto presidente del Comitato “Cinque Terre-un Comune”. Proprio le Cinque Terre saranno, con molta probabilità, il primo comune che creerà per fondazione in Liguria, i sindaci dei tre comuni (Monterosso, Riomaggiore e Vernazza) sono in linea di massima favorevoli e così anche i cittadini, che potranno finalmente utilizzare il brand Cinque Terre, noto in tutto il mondo. Ad oggi sono ben settantadue i comuni nati per fusione in tutta Italia, in massima parte nel settentrione: uno in Campania, nove in Emilia Romagna, tre in Friuli, sedici in Lombardia, sei nelle Marche, sei in Piemonte, ventidue in Trentino Alto Adige e sei in Veneto. Fabio Mazzari
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Occasioni di incontro nei comuni coinvolti direttamente o indirettamente dall’opera
Assemblee popolari sul Terzo Valico U
na serie di assemblee popolari, organizzate dal Movimento No TavTerzo Valico, per creare occasioni di incontro e confronto con la cittadinanza nei comuni coinvolti dai cantieri di questa grande opera ed in quelli in cui sono previste le cave per lo smaltimento dello smarino. I primi due incontri si sono svolti a Novi Ligure (il 16 febbraio) e Tortona (il 3 marzo) a cui seguiranno quelli di Campomorone (10 marzo), Casei Gerola (17 marzo), Sezzadio (24 marzo), Alessandria (31 marzo) ed Arquata Scrivia (7 aprile). I comitati No Tav-Terzo Valico insistono sul fatto che è indispensabile rinunciare alla costruzione di quest’opera, unico modo per ridurre realmente a zero il rischio di danni alla salute, provocati dalla fibra di amianto presente nel materiale di risulta degli scavi. A tal proposito, ci sembra giusto ricordare quanto sostenuto dall’Asso-
Il cantiere di Cravasco ciazione famigliarivittime amianto di Casale Monferrato (che partecipa agli incontri pubblici): “la vita umana viene prima del profitto”. La recente conversazione, intercettata dalla Magistratura nell’ambito delle inchieste in corso sugli appalti Tav, che hanno decapitato i vertici del Cociv (ndr: il consorzio costruttore del Terzo Valico) conteneva infatti frasi inquietanti - fanno sapere dal Movimento No Tav-Terzo
Valico - quali “tanto la malattia arriva fra trent’anni” ed altre simili, dimostrando, ci dicono gli attivisti del Movimento, “il disprezzo che il Cociv nutre nei confronti dei cittadini e dei loro stessi operai. Solo la pressione esercitata dai comitati dei cittadini ha indotto il Cociv a prestare maggiore attenzione alla presenza di amianto contenuta all’interno delle rocce lavorate nei cantieri”. Il Movimento No Tav rivendica gli
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importanti successi ottenuti in questi ultimi mesi “senza la nostra azione oggi non si parlerebbe di amianto. Ancora nel 2012, alla partenza dei lavori, il Cociv né negava addirittura la presenza stessa. Lo scandalo di Cravasco non sarebbe emerso senza le nostre fotografie diffuse in rete”. Un Movimento No Tav, dunque, che vuole continuare a battersi perché, spiegano “siamo dalla parte del giusto. Le ragioni fondanti della nostra lotta sono state confermate dai fatti, pensiamo al sistema mafioso che è risultato gestire l’opera, la devastazione dei territori coinvolti, le mancate condizioni di sicurezza dei lavoratori ed il falso mito di sviluppo, concentrato sulle merci e sui capitali anziché sulle persone e sulle loro reali esigenze”. Fabio Mazzari
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE
Isola del Cantone: “casa” del volontariato
Masone: cena a favore dei terremotati di
Sant'Olcese contro la violenza sulle donne
Il "Silvio Pellico" Arquata del Tronto Raccontami di te
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e un sabato sera invernale decidiamo di uscire in paese, oltre alle luci provenienti dai bar e le grida degli anziani che giocano a carte, risuona nell’aria la musica allegra del Circolo Ricreativo “Silvio Pellico”, il punto di ritrovo per ragazzi di ogni età. Nel 2012, dopo la cessazione dell'attività cinematografica, l’Associazione ha infatti cambiato volto adibendo il locale a centro ricreativo per formare la gioventù “nei principi dell’educazione cristiana”, come sancisce il suo Regolamento. All’interno della Sede sono presenti diverse attività ludiche e giochi di società. “Difficile - spiegano i Vice coordinatori Michele Luminoso e Cristian Cavanna, che insieme ad altri volontari svolgono le attività del centro – tirare avanti, soprattutto a livello finanziario: le uniche entrate, oltre al tesseramento annuale e ad una sostanziale offerta dell’Unione Sportiva Isolese che ci dà sollievo da alcuni anni, sono i contributi che noi stessi iscritti versiamo periodicamente, suddividendoci le varie mansioni per normale svolgimento delle attività ricreative, attività volte a colorare la vita del Circolo in allegria e nella bellezza dello stare insieme”. Luminoso, insieme a Cavanna e ad altri, è colonna portante della Sede pur risiedendo a Isola da poco più di un anno, ma da come racconta si evince il suo attaccamento al Circolo ed è ispiratore di diverse iniziative; Cavanna sottolinea come la provenienza dei ragazzi dai diversi paesi vicini (Ronco, Isorelle, Arquata, Busalla e non solo) sia il vanto e il fiore all’occhiello che li inorgoglisce. Osservando il loro operato è percepibile l’impegno profuso nel portare avanti in comunità il fine dell’Associazione: “Simone Valdetara” dove tutti cercano di dare qualcosa: “Un nostro amico – dicono i ragazzi del Circolo che frequenta il Liceo Artistico, ha disegnato il logo (in figura) che è diventato il nostro stemma e apparirà sulle magliette che indosseremo nelle occasioni ufficiali cui l’Associazione parteciperà”. Certo, non mancano i problemi
che il Coordinatore, i suoi collaboratori e i genitori insieme devono risolvere, non sono tutte rose e fiori ed è normale, però è ammirevole e raro trovare giovani così attivi che si occupino con consapevolezza per un “qualcosa” che sentono loro, che capiscano così presto il senso di appartenenza ad un gruppo il quale grazie ai loro sforzi potrà migliorare sempre più… bravi, forza, avanti così!
Enrico Carme Repetto
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rande successo ha riscosso la cena benefica organizzata dalle Associazioni e dai Commercianti di Masone a favore della popolazione di Arquata del Tronto, località marchigiana colpita dal sisma dello scorso 24 agosto e dalle successive scosse. La serata ha avuto luogo presso i locali dell’Oratorio Mons. Macciò. Il ricavato è stato pari a 8.640 Euro: la maggior parte sono stati raccolti grazie ai 270 coperti serviti, ma anche tramite la lotteria, allestita con merci e donazioni liberali offerte dai commercianti e della popolazione masonese. Tutte le associazioni coin-
volte hanno contribuito all’iniziativa, chi economicamente e chi sotto altre forme. Il ricavato è stato portato personalmente nelle marche dal Vicesindaco del comune di Masone, Lorenza Ottonello, dal consigliere Marco Parodi e da alcuni rappresentanti delle associazioni coinvolte. Sono stati accolti dal sindaco di Arquata del Tronto che ha mostrato le conseguenze del sisma e fornito una testimonianza di come si cerchi di affrontare, sia pure tra mille difficoltà, al meglio l’emergenza. Chiara Macciò
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a violenza contro le donne – un argomento che, purtroppo, negli ultimi anni è diventato sempre più tragicamente ricorrente nelle cronache locali e nazionali – è il tema dell’installazione che l’associazione culturale “La Via del Sale” di Ceranesi presenterà al pubblico nel mese di marzo nella splendida cornice di Villa Serra a Sant’Olcese. “Raccontami di te”, questo il nome della mostra, è una serie di ventisei installazioni realizzate in massima parte da Bruno Salvatori con la collaborazione della presidente dell’associazione, Maristella Cuccadu che, attraverso una serie di immagini simboliche, ripercorrono l’intera storia di una donna comune. L’inizio con l’infanzia ed il desiderio di formare una famiglia felice identica a quella dove viveva, l’adolescenza con i piccoli e grandi turbamenti, la ricerca dell’anima gemella, il matrimonio,
l’inizio dei dubbi, il narcisismo dell’uomo che aveva sposato fino allo stalking, alla violenza e l’arresto del marito. Le installazioni però proseguono, con un “lieto fine” e la speranza della ricostruzione di una vita nuova, il ritrovo da parte della donna di sensazioni perdute e l’inizio di una nuova vita e la sua rinascita fisica e mentale. L’installazione verrà esposta nelle cucine della Villa Tudor anche se, spiegano da La Via del Sale “se il tempo permette le esporremo almeno un giorno all’aperto nei bellissimi viali del parco di Villa Serra”. La scelta del periodo non è casuale, la mostra verrà inaugurata infatti l’8 marzo, il giorno della Festa della Donna e rimarrà in mostra per tutto il mese. Successivamente, ci ha anticipato la presidente Cuccadu “vogliamo presentare l’installazione al Teatro Govi di Genova-Bolzaneto”. L’autore delle installazioni, Bruno Salvatori, è nato a Vetralla, paese della Provincia di Viterbo noto per i reperti etruschi, e vive da molti anni a Genova. Salvatori definisce la sua tecnica come “Fot-Art” ovvero un metodo personale di sovraesposizione di dettagli che creano immagini nuove ed originali. Tramite “La Via del Sale” di cui è uno dei soci fondatori, Salvatori ha sviluppato la lavorazione di materiali quali argilla, ardesia e rame creando opere fantasiose e bizzarre e mai banali. Uno dei suoi progetti più importanti è “Rikrea” basato sul riciclaggio dei materiali di qualunque tipo: ghisa fusa, orologi, legni, relitti portati dal mare, bottiglie, plastica, ecc… Grazie a questi materiali, apparentemente semplici, Bruno Salvatori ha realizzato oggetti quali lampade, lampadari, piantane, orologi, sculture e quadri tridimensionali. Nel corso della sua carriera Bruno Salvatori ha esposto in diverse mostre collettive e personali in giro per l’Italia quali: Vetralla in Fiore, Terra di Calabria, Collettiva alla Serra Liberty di Arenzano, al Palazzo della Borsa di Genova e molte altre. Fabio Mazzari
Fervono i lavori per preparare la città al grande evento nella terra dei Campionissimi
Il Pedale Acquese si allarga ad Ovada
Il Giro d’Italia fa tappa a Tortona Scuola ciclismo È I ufficiale: la 13° tappa del Giro d'Italia che arriverà a Tortona il 19 maggio, per poi ripartire la mattina successiva dal piccolo borgo di Castellania. Nel centenario il Giro d'Italia approda nella terra natia di campioni straordinari che hanno fatto la leggenda del ciclismo, da Fausto e Serse Coppi a Giovanni Cuniolo e Luigi Malabrocca. Il giro proveniente da Reggio Emilia, dopo 162 Km attraverso la pianura padana, vedrà la volata finale della tappa in corso Cavour, nel cuore del Centro storico tortonese. “Tutto questo è stato reso possibile – ha detto l'assessore allo sport del Comune di Tortona, Vittoria Colacino – per il convinto ed entusiastico supporto dell'Assessore Regionale allo Sport, Giovanni Maria Ferraris, che ringrazio di cuore, e dal main sponsor del Comitato di Tappa Locale, Teva Italia S.r.l., a cui di fatto questo territorio deve sostanzialmente la realizzazione dell'evento e che sentitamente ringrazio a nome dell'Amministrazione Comunale tutta”. Un binomio tra sport e territorio che sostanzialmente promuoverà tutto il tortonese, come ha sottolineato il Sindaco di Tortona, Gianluca Bordona, dicendo: “Ci sentiamo onorati di ospitare il giro il cui arrivo nella nostra città è un ulteriore riconoscimento del Monferrato inteso come Comunità Eu-
ropea dello Sport. Sono certo che grazie ai nostri sponsor, ai partner che ci accompagnano in questa splendida avventura e in collaborazione con l’Assessorato alle Manifestazioni retto da Marcella Graziano riusciremo a sviluppare una progettualità che darà prestigio e meritata visibilità a Tortona e al Tortonese”. g.b.c.
Nella foto, un momento della cerimonia di presentazione della Maglia Rosa a Milano
R
“
Nel centenario del Giro d'Italia, la leggendaria gara a tappe approda nella terra natia di campioni straordinari.
l 2017 presenta per tutti i giovani ovadesi una possibilità in più per entrare nel mondo dello sport con la scuola di ciclismo. Il “Pedale Acquese”, storica società sportiva dilettantistica con sede ad Acqui Terme, allarga il suo bacino d'utenza su Ovada e su Alessandria, con un progetto forte per dare la possibilità a tutti i bambini e ragazzi che vogliono cimentarsi, allenarsi, divertirsi in bicicletta di farlo più vicino a casa. In collaborazione con istruttori ovadesi che già collaborano col Pedale Acquese da anni e con l'appoggio dei Cicli Guizzardi di Ovada, si svolgeranno i corsi di ciclismo su strada e MTB anche a Ovada. Bassi sono i costi di iscrizione comprensivi di bici da corsa e
abbigliamento per tutti in uso gratuito. Le lezioni di ciclismo su strada avranno luogo in località Rebba nelle strade della zona industriale e quelle di MTB nel parco di Madonna delle Rocche a Molare. “Fare sport – affermano gli organizzatori - non significa solo avere degli obbiettivi, significa crescere con degli ideali e portarli avanti, imparare a confrontarsi con gli altri, solidarietà e gioco di squadra e molto spesso ci aiuta ad allontanare i nostri figli dalla strada e dai videogiochi”. Un sostegno all’iniziativa è stato offerto dalla Palestra Vital con i suoi collaboratori e la ditta Serigrafika. Enzo Prato
Arquata Scrivia: lo Sci Club Gambrinus di Tortona festeggia il compleanno di Antonio Frattarelli
impatriata di campioni italiani di sci della provincia di Alessandria, in occasione del compleanno dello storico allenatore dello Sci club Gambrinus di Tortona, Antonio Frattarelli. Alla chiamata di Andrea Imelio di Arquata, ha risposto il gotha dello sci italiano, i campioni della provincia di Alessandria, tutti rigorosamente maestri e qualche allenatore: Angeleri, Cadamosti, Imelio, Pautrè,Scaglione, Mogni, Strambi, Merlo, Ertola, G.L. Frattarelli, Pedrocchi e naturalmente A. Frattarelli. “ Abbiamo organizzato, all’insaputa del festeggiato, una giornata a Champoluc per ritornare a essere tutti insieme come da ragazzi e riprendere quel legame che tanto ci aveva uniti” ci dice Andrea Imelio. E infatti ci siamo in seguito ritrovati sulle piste di Sestrière, San Sicario, Salice D’ulzio, sempre con il
Rimpatriata di campioni
nostro maestro. Molti i ricordi del campione , che tocca con efficace semplicità le esperienze sportive, condite di tanti sacrifici, sogni, grandi amicizie, vittorie e ottimi risultati ai massimi livelli dello sci italiano. “Dalle domeniche in cui eravamo da pullman e panini” – ricorda Andrea – a campioni, grazie
a Antonio che ha fatto capire ai ragazzi dello sci club Gambrinus il valore del sacrificio per raggiungere traguardi. Siamo passati come protagonisti dalle piccole gare provinciali alle vittorie
rispettivamente primo e secondo nei primi anni ’80”. E ancora ottimi risultati per Andrea, campione italiano “Aspiranti” nel 1988 a Bormio, trofeo Saette Coca-cola, tre volte campione italiano nell’83-84, categoria ragazzi, in discesa libera e slalom. Grazie a questa esperienza, sia a livello sportivo che educativo, Max Carca è divenuto uno degli uomini più importanti dello sci italiano. I ragazzi di allora sono diventati tutti maestri di sci o allenatori e, cosa ancor più importante, si sono affermati nel mondo del lavoro. Un ricordo riconoscente di Andrea va alla figura paterna di G.P. Toncini, il ”mitico direttore tecnico”, che addolciva con detti “garbagnoli” il clima quasi militaresco del capo Antonio.
in gare nazionali e non solo perché Gianluca Frattarelli, figlio dell’allenatore, e io ci siamo imposti anche al mondiale trofeo Topolino
Marisa Pessino
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l’inchiostro fresco Marzo 2017
SPORT
Dopo 40 anni di Crosato eletto presidente Facchetti
La società alessandrina di ginnastica ritmica sul podio
Tamburello: i nuovi vertici Vela Jamp, vento in poppa D B opo 40 anni di presidenza di Emilio Crosato, l'assemblea congressuale riunita a Sommacampagna lo scorso 11 febbraio ha eletto con il 70% dei voti Edoardo Facchetti Presidente Nazionale di Federtamburello. Una grande affermazione e una netta vittoria nei confronti dell’altro candidato Nada Vallone e grande fiducia da parte di presidenti delle Società, tecnici e giocatori. "È un risultato che è nato – ha dichiarato il neo Presidente – dalla volontà di riformare il tamburello e mi impegno a lavorare in collaborazione e in squadra per far crescere insieme tutto il movimento" All'Assemblea ha partecipato e votato per il presidente Facchetti, il presidente dell’Ovada Tamburello “Paolo Campora”, Mario Arosio con il tecnico Pinuccio Malaspina. “Sono felicissimo di questa elezione – afferma Mario Arosio – perché sono convinto delle qualità umane e professionali del neo presidente. Porterà nuovi stimoli e valorizzerà il tamburello, da subito abbiamo appoggiato questa candidatura perché è assolutamente
necessario un cambio di marcia se vogliamo dare un futuro a questo sport e con Facchetti ci sono tutte le condizioni per raggiungere grandi obiettivi". Sono stati eletti nel Consiglio Nazionale due rappresentanti del Piemonte Alessandra De Vincenzi e Riccardo Bonando, congratulazioni e buon lavoro, saranno i referenti locali. Enzo Prato
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Ultima ora: le ragazze under 14 di tamburrello si fanno onore
uon esordio di inizio anno per la A.S.D.P.G.S. Vela Jump, società sportiva di Alessandria che conta un alto numero di ginnaste iscritte, a testimonianza dell’importanza di questa scuola come punto di riferimento delle giovani per la nostra provincia. Proprio questo fine settimana, infatti, il settore della ritmica allenato da Silvia Ferrino, Giada Attisani, Claudia Pastore e Laura Gruppuso era impegnato nella prima prova di serie A e B Confsport, che si è tenuto al Palazzetto dello Sport “Dott. Amedeo Bartoletto” di Chatillon. Già partendo dalla categoria giovanissime, soddisfazioni per Kripak Anastasia e Daprà Noemi, fascia oro rispettivamente al corpo libero e alla palla, per poi proseguire con la categoria Allieve Serie B che vede, alla fune, la fascia oro per Giulia Bococi e Giada Amelotti, nonché la fascia d’argento per Giulia Gallone; nella stessa categoria, attrezzo cerchio, fascia d’argento per Aurora Pallone e Lodovica Campo e fascia di bronzo per Lonardo Sofia. Salendo nella categoria Junior 2 Serie B
troviamo, all’attrezzo nastro, Giulia Levati, Asia Zavattaro e Federica Franzoia, rispettivamente 2ª, 4ª e 5ª; sempre Federica Franzoia 7ª al cerchio, mentre primo posto per la coppia ai cerchi con Giulia Levati e Asia Zavattaro. Master Serie B: altra categoria, altri buoni risultati con Gemme Desireé 1ª alla fune e 3ª al cerchio, nonché Valeria Cagnina e Laura Calabrese argento con la coppia ai cerchi. Ultima categoria, Master Serie A, con Chiara Albertoni 1ª alla fune
e 2ª al nastro, Chiara Giacomin 2ª al cerchio e 3ª alla fune e Accatino Sofia 1ª alle clavette e 2ª alla palla. Samantha Brussolo
Tagliolo Monferrato: ritorno “alla grande” del tamburello
Basaluzzo impresa sfiorata Lavori in corso per il campo S G i sono svolte a Monzambano le finali nazionali under 14 indoor maschile e femminile con in campo il Basaluzzo, il Capriano del Colle, il Patone e l’Aeden Santa Giusta. Le ragazze del Basaluzzo hanno ceduto per 8 a 13 alle trentine del Patone, squadra di ottimo livello in prima partita. Il secondo incontro il Basaluzzo si è imposto 13 a 5 contro le sarde dell’Aeden Santa Giusta e, nell’ultima partita hanno battuto per 13 a 7 la squadra brindisina del Capriano del Colle. Con questi risultati, le giovanissime del Basaluzzo diventano vicecampionesse d’Italia indoor. gb.c.
razie ad un accordo con la Ovada Tamburello “Paolo Campora”, il Comune di Tagliolo Monferrato e il CCRT tagliolese è stato definito un progetto per ripristinare il campo dello sferisterio e per far tornare nuovamente agli allori della cronaca il tamburello in un paese che in passato è stato protagonista indiscusso di questo sport. È diventato infatti un obiettivo dell’Ovada “Paolo Campora” quello di far rinascere lo sport degli ovadesi nelle zone e nei paesi dove era praticato da diversi appassionati, per mettere in primo piano il simbolo sportivo del territorio. Soddisfatto il Sindaco di Tagliolo Mon-
ferrato, Giorgio Marenco: "Abbiamo accolto con favore questa proposta che ci permette di ripristinare un campo che era in disuso e offrire così ai nostri appassionati la possibilità di assistere a partite di questo bellissimo sport". I lavori sono già iniziati con la pulizia delle erbe infestanti e la recinzione del campo, si è proceduto con lo sfoltimento dei rami delle piante e successivamente alla sistemazione del campo con la stesura del manto di terra rossa. Sicuramente tutto sarà pronto per l'inizio di marzo per la preparazione e i primi allenamenti della squadra in vista del campionato di serie D che avrà inizio ai primi di aprile. La
squadra che disputerà il campionato di serie D sul campo di Tagliolo Monferrato è composta da Federico Robbiano, Carlo Piana, Giuliano Priano, Marco Vignolo, Marco Piana e Nicola Lanza, Giorgio Pizzorno. Soddisfatto il Presidente della “Paolo Campora”, Mario Arosio: "Avere un altro campo a disposizione con le caratteristiche necessarie per poter organizzare tornei importanti, grazie alla disponibilità del Comune e del CCRT di Tagliolo, ci offriranno le condizioni per intraprendere una buona collaborazione indirizzata a promuovere il tamburello nel nostro territorio”. e.p.
l’inchiostro fresco
Marzo 2017
SPORT
Il rugby in festa a Sant’Olcese
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abato 25 febbraio il campo sportivo di Sant’Olcese ha ospitato la “Festa del Rugby” organizzata dall’Amatori Rugby Genova, alla quale hanno partecipato oltre cento bambini delle squadre under 12, under 10 e under 8 di diverse squadre provenienti da tutto il territorio regionale della Liguria. Insieme alla squadra organizzatrice erano presenti le squadre dei pari età del CUS Genova Rugby, della Pro Recco Rugby, del Tigullio Rugby Rapallo, dell’Orsi Province dell’Ovest, del Rugby Pegli e del R.C. Spezia. Insieme allo sport ed al divertimento non è mancata l’occasione di amicizia e socializzazione tra i giovanissimi atleti con il “terzo tempo” trascorso in amicizia e la cena a base di prelibatezze cucinate dalle abili mani delle cuoche di Sant’Olcese. Un modo sano e pulito di avvicinare le generazioni più giovani agli autentici valori dello sport. La Festa del Rugby di Sant’Olcese è stata altresì un momento per far conoscere questa disciplina. Ogni mercoledì e venerdì, infatti, dalle ore 17:30 in poi, il campo sportivo locale è a disposizione di tutti i bambini dai cinque anni in su che vogliono dare un’occhiata e, magari, provare a cimentarsi in questo sport. f.m.
Novi Pallavolo, sconfitta al tie break
Amara è l’Alba... D opo aver sconfitto il Fossano la Novi Pallavolo ritorna sulla terra e, nella maratona di Alba, cede al tie-break come successo due settimane fa a S. Mauro Torinese. Il 3 a 2 finale (2520, 21-25,32-34,25-22,15-11) porta ai langaroli il quindicesimo punto stagionale casalingo, per i biancocelesti invece i punti in trasferta sono solo cinque. È vero che i novesi di questi tempi devono fare a meno di giocatori importanti come Capettini e Matteo Repetto, Uberti e Matteo Mangini, ma il divario tra i punti conquistati al Palabarbagelata ed in trasferta è fin troppo evidente, anche se finora il campionato è da applausi. Mister Salvatore Quagliozzi spiega i motivi della settima sconfitta stagionale: “Alba ha battuto e difeso bene, noi però dobbiamo migliorare il nostro rendimento fuori dalle mura amiche; ad Alba ci è venuto meno l’attacco, stiamo comunque crescendo in ricezione e difesa, abbiamo poi tanti giocatori assenti; la sfida casalinga col Cerealterra?; mi ricordo quella gara e so dove abbiamo sbagliato, ovvero in battuta, muro e difesa;
sarà una gara grintosa, loro vogliono punti per salvarsi, noi però vogliamo continuare a far bene davanti al nostro pubblico”. Le parole del libero Umberto Quaglieri: “Sono venuti a galla i nostri problemi, ovvero giochiamo troppo scontato, siamo spesso murati; il dato positivo è che noi lottiamo sempre e prima o poi troveremo la vittoria anche in trasferta dopo quella ottenuta a Cuneo; col Cerealterra vogliamo rifarci, abbiamo delle assenze ma dobbiamo subito rialzare la testa”. Per l’Alba parla invece il presidente Fulvio Trosso: “Siamo stati bravi al centro, devo dire che, rispetto ad un girone fa, questi ragazzi hanno fatto un balzo incredibile; onestamente non mi aspettavo di essere così im alto come classifica; quinto posto finale?; magari, sarebbe come avessimo vinto il campionato”. La formazione della Novi Pallavolo ad Alba: Corrozzatto, Moro, Semino, Guglielmi, Guido, Repettino, Quaglieri, utilizzati Volpara e Ghiotto.
Pontecurone: ad inizio aprile manifestazione ciclistica in ricordo di
Raffaele Montecucco G.S. PONTECURONE INDICE E ORGANIZZA in COLLABORAZIONE con
IL COMITATO PROVINCIALE DI ALESSANDRIA C.S.A.In.
La Manifestazione Ciclistica Interregionale per Giovanissimi nelle Categorie G1 – G2 - G3 – G4 – G5 – G6 MEMORIAL
“RINO BISSACCO, MARIO MASSONE E RAFFAELE MONTECUCCO”
PONTECURONE (AL)
DOMENICA 09 APRILE 2017 INIZIO ORE 14,30
RITROVO PRESSO LA PIAZZA LIBERTÀ ALLE ORE 13.00 CIRCUITO CITTADINO CHIUSO AL TRAFFICO
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Comune di Pontecurone
Mario Bertuccio
RINFRESCO PER TUTTI
Novi Ligure: Asemblea elettiva della sezione di U.N.V.S.
Veterani dello Sport
S
abato 18 febbraio presso la sala stampa dello Stadio Comunale, si è tenuta l'assemblea elettiva per il nuovo quadriennio della sezione di Novi Ligure dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport. È stato chiamato alla presidenza della medesima il Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, segretario Giovanni Como. Il Presidente uscente Francesco Melone ha illustrato l'operato svolto dalla sezione, facendo notare che ancora una volta il Giro d'Italia snobba la città che ha dato due grandissimi atleti come Fausto Coppi e Costante Girardengo, lanciando un appello all'Amministrazione Comunale che
era ben rappresentata dal Signor Sindaco e dal Presidente della Consulta dello Sport, assente l'Assessore allo Sport per motivi di salute. Dopo un ampio dibattito, per alzata di mano, viene eletto il nuovo Consiglio direttivo dell’associazione che riconferma alla presidenza l’Ing. Francesco Melone, mentre alla prima riunione saranno assegnati i restanti incarichi. Al termine dell'assemblea, ha preso la parola il Signor Sindaco, portando il saluto dell'Amministrazione Comunale, raccogliendo l'osservazione avanzata nella relazione del Presidente Melone, l'Amministrazione si impegnerà in occasione del
N
on è soltanto un appuntamento sportivo di prim’ordine quello che gli organizzatori della Società G.S. Pontecurone, una passione che lega questa società al mondo del ciclismo giovanissimi, in una terra che ha portato agli albori grandi campioni, cui va il mio grazie al Presidente Giuseppe Spalla che in questa edizione oltre ad onorare due sportivi e concittadino Rino Bissacco, Mario Massone, in questa edizione hanno voluto intitolare anche il memorial a Raffaele
Montecucco, mio papà appassionato di ciclismo e fondatore della gloriosa società ciclistica Novese Fausto Coppi, portando alla provincia di Alessandria e al Piemonte, manifestazione di grandissimo livello vedi le “Cinquantadue edizioni della Coppa Giuseppe Romita”. Nella mia veste di Presidente Provinciale di Alessandria dell'Ente C.S.A.In., cui va un grazie sincero a tutti gli appassionati del mondo del ciclismo e della comunità di Pontecurone. Questa edizione mi ricorda gli anni '80 quando la mia persona per oltre un decennio ha portato a Novi Ligure il “Trofeo Topolino” riservato sempre alla categoria giovanissimi. È però indubbio che accanto al momento agonistico, che resta il “momento clou” per richiamare ai valore dello sport questi giovani atleti, con la speranza che un giorno poterli applaudirli come grandi campioni, non manca anche un richiamo di pubblico, ed interesse, vive anche un aspetto turistico e promozionale che ancora una volta dobbiamo cogliere e valorizzare. Un ulteriore legame di questa città, che dista a pochi chilometri da Tortona e da Castellania che nei giorni 19 e 20 maggio ospiterà la 100 edizione del Giro d'Italia, il 19 maggio partenza da Reggio Emilia arrivo a Tortona valevole quale 13 tappa, mentre il giorno successivo partenza da Castellania città del Campionissimo arrivo ad Oropa, valevole quale 14 tappa. Un plauso agli organizzatore, agli atleti presenti e alla Amministrazione Comunale, quanti hanno aderito all'iniziativa e quanti hanno voluto assegnarci il proprio patrocinio. g.m.
centenario della nascita di Fausto Coppi nel 2019, arrivo del Giro d'Italia, e nel 2018 verrà organizzata nel giorno della morte di Costante Girardengo una manifestazione ovvero il 9 febbraio, come avviene da parecchi anni per Fausto Coppi il 2 gennaio. p.m.
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ncora una settimana ricca di sorprese in quel di Stazzano dove “Il Campionato Siamo Noi” ha vissuto la sua giornata numero 17. La corsa per accaparrarsi la migliore posizione nella griglia playoff vede una lotta serrata ed in testa alla classifica il divario tra le pretendenti al titolo si fa minimo. Ritrova energia la Sovatec che si impone col punteggio di 5 - 4 su Pizzeria da Piero e Vittoria. I liguri escono a testa alta grazie ai gol di Cosentino e Mignacco e alla doppietta di Tiddia. Sovatec mantiene la vetta con la doppietta di Simone Giacomelli e la tripletta di Luca Bagnasco. mar.cal.
l’inchiostro fresco Marzo 2017
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L’imbottigliamento “Luna di Marzo” Cari lettori, anche quest’anno sta per arrivare, il primo periodo dedicato alle operazioni di imbottigliamento, relative ai vini da bersi giovani e vivaci, che in questi giorni, nella nostra cantina a Mantovana, hanno subito le ultime operazioni di filtrazione tangenziale, e ora sono a riposo nelle botti, disponibili per i Vostri acquisti, quindi potrete cimentarvi nelle vostre cantine, all’imbottigliamento, che è un’ operazione semplice, ma da farsi con cura e passione, che il vino richiede. Consigli per la buona riuscita dell’imbottigliamento dei vini della vendemmia 2016 Prima cosa importante è la scelta del vino, e qui da noi alla Cantina Sociale di Mantovana, di certo non manca! Oltre ai vini da tavola da bersi quotidianamente, Vi proponiamo i vini bianchi, chardonnay e cortese, i vini rosati, pinot rosato, e i vini rossi, bonarda, barbera e dolcetto. Questi ultimi di medio corpo, profumati e talvolta vivaci, sono stati prodotti con uve, di vigneti giovani, con buone produzioni, di media gradazione, ideali per i vini destinati a questo primo imbottigliamento. Quelli ottenuti da vigne vecchie e selezionate, saranno oggetto del futuro imbotti-
gliamento della luna di agosto. Ma concentriamoci sul nostro imbottigliamento di marzo, per ora. Il periodo più indicato per imbottigliare è da fine febbraio ad aprile, in giornate non umide e senza vento. Per ottenere vini frizzanti, oppure tranquilli vi proponiamo questa tabella dell’antica tradizione: Per ottenere vini frizzanti dal 26/02 al 11/03 – dal 28/03 al 11/04 dal 26/04 al 10/05 Luna vecchia: favorevole per tutti i tipi di vino Luna ultimo quarto: per vini da invecchiamento e vini dolci Luna nuova (luna nera): consigliabile per ottenere vini frizzanti Primo quarto: periodo per ottenere vini più frizzanti Siccome il vino è un alimento vivo, che si modifica di continuo, subisce cambiamenti organolettici durante la maturazione, è sensibile alla luce e agli agenti atmosferici, è bene conservarlo al meglio, in luoghi asciutti e al riparo dagli agenti atmosferici, senza odori (carburanti, aceto, detersivi ecc.) e possibilmente freddi se si tratta di vini dolci. È importante che i recipienti per il trasporto, le bottiglie e gli strumenti da usare per l’imbot-
tigliamento siano ben puliti (usare detergenti specifici, risciacquare abbondantemente e fai asciugare le bottiglie capovolte). Se dovete imbottigliare dei vini frizzanti userete bottiglie robuste con tappi di plastica con gabbietta oppure tappi a corona. Per tutti gli altri vini fermi valgono i consigli precedentemente elencati con la differenza che si possono usare anche tappi di sughero di buona qualità di misura 30×40. In primavera con il rialzo delle temperature, i lieviti naturali del nostro vino, specialmente quelli con più alto tenore di zuccheri naturali, si risvegliano, fermentando e producendo anidride carbonica naturale, e alcol che doneranno una gradevole effervescenza al vostro vino. Noterete che il vino prima si intorbiderà, che i lieviti cadranno sul fondo, formando un lieve deposito, e successivamente il vino diventerà limpido e pronto al consumo. Quando lo si verserà nel bicchiere, bisognerà procedere con cura per evitare che il fondo lo intorbidi nuovamente. Per evitare la formazione del fondo, a Mantovana, il vino prima di essere messo in bottiglia viene microfiltrato sterilmente, ma ovviamente nelle vostre cantine questo, per ovvie ragioni, non lo po-
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