Inchiostro Fresco - Agosto 2015

Page 1

l’inchiostro fresco Nelle pagine centrali un viaggio nelle “Terre Selvagge” dell’Oltregiogo Agosto 2015

Fondato nel 1985

1

La voce del tuo territorio

www.inchiostrofresco.it - redazione@inchiostrofresco.it - Tel. 0143/46.569

Distribuito gratuitamente

ANNO XXX / N. 7 - AGOSTO 2015

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

Nella storica sede della SOMS abbiamo scoperto un “laboratorio sociale” MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

N

ello scorso numero di luglio, andando a conoscere tutti i paesi toccati dall’Orba per tutelare questo corso d’acqua dal pericolo di un’ipotetica miniera di titanio sul monte Tarinè ubicato nella zona dove il torrente ha le sue sorgenti, abbiamo conosciuto Castellazzo Bormida, intervistandone il Sindaco, Gianfranco Ferraris e raccogliendo molte informazioni. Stimolati dalla vitalità di questo paese, abbiamo deciso di conoscerne meglio la realtà anche per dare completezza alle nostre pagine di Rondinaria. Dedichiamo quindi la prima pagina de “l’inchiostro fresco” a Castellazzo Bormida, presentandovi alcune sue eccellenze.

La consulta giovanile Forse molti di voi si ricorderanno il film dei fratelli Coen “Non è un paese per vecchi”. Parafrasando quel titolo si potrebbe dire che Castellazzo Bormida “è un paese per giovani”, dato che, dopo aver intervistato presso i locali della SOMS del paese il Presidente della Consulta Giovanile, Peter Nicolosi (nel tondo in alto a sinistra), i redattori de “l’inchiostro fresco” ne sono rimasti stupiti dalla fervente attività. Abbiamo raggiunto Nicolosi sabato 11 luglio, il primo della due giorni di festa per Castellazzo, nell’ambito delle celebrazioni della Madonna dei Centauri. Peter Nicolosi ha iniziato l’intervista dicendo che: “Erano anni che in paese si parlava di costituire una consulta giovanile, ma poi, per svariati motivi, non si era mai concretizzato alcunché. Dalla nostra prima riunione, grazie al proficuo lavoro dell’ex assessore Roberto Curino, a novembre dello scorso anno, siamo molto cresciuti – continua il discorso il Presidente – arrivando a 85 iscritti e potendo annoverare tra le cinquanta presenze fisse ad ogni nostro incontro

Una SOMS ultracentenaria

Castellazzo è un paese L’ per giovani Cultura & Società

Nel Magazine intervista a Loredana Corrado, Presidente del Circolo di Lettura di Castellazzo Bornida.

Ecco la Consulta giovanile Diario di una biker

D

omenica 12 luglio, ore 7.30. La sveglia mi ricorda che è un giorno speciale: al Santuario Madonna della Creta, meglio conosciuto come Madonnina dei Centauri, va in scena il 70° Raduno Motociclistico Internazionale. In realtà, la grande festa dei piloti su due ruote è iniziata già da venerdì 10 con spettacoli itineranti, bancarelle, sagra del raviolo, mezzanotte bianca, la mostra “La maschera di ferro” con le tavole di Paolo Piffarerio. Ma il clou del motoraduno è proprio stamane: in sella al mio fedele Suzuki Burgman 125 bluette metallizzato mi immergo nella torrida campagna alessandrina, il vento caldo sulla pelle. Nella desolazione di un’arida domenica mattina estiva, lungo la strada incontro motociclisti e scooteristi, tutti abbiamo la stessa meta. Giunta al Santuario l’atmosfera è già “incandescente”, per le temperature ma soprattutto per l’eccitazione che si respira. Sono già moltissimi i bolidi di ogni foggia e colore con i loro pittoreschi proprietari: gilet e giubbotti di jeans e pelle e magliette originali si sprecano, uomini e donne con una passione in comune che si ritrovano per un’occasione unica. Castellazzo Bormida per un weekend mecca dei centauri di tutta Europa, che siano a bordo di moto da strada, moto da cross, supermotard, cinquantini, vespe, quad, scooter, o Harley Davidson. Sono loro le indiscusse Regine delle motociclette. Opere d’arte personalizzate, il parcheggio del Santuario sembra il set di “Easy Rider” o “Sons of Anarchy”, con sprazzi di “Mad Max” quando mi trovo di fronte ad

una Harley con alligatori, ossa e serpenti imbalsamati. Un vero gioiellino che sembra pronto a solcare i deserti dell’outback australiano. Bancarelle vendono gadget del MotoClub Castellazzo e ricordi oltre a scudetti applicabili, per un look da vero motociclista. Ore 9.30, la terra trema e un rombo assordante è sempre più vicino. Un miraggio? No, è il corteo che giunge da Alessandria per la cerimonia. La chiesa è sontuosa, con gli ex-voto dei centauri e vicino all’altare le moto dei rappresentanti delle delegazioni giunte da Italia, Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Germania, Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna. Il vescovo di Alessandria Guido Gallese officia la messa insieme ai parroci locali in quattro lingue (italiano, spagnolo, francese, inglese) con l’aiuto di giovani lettrici, alla presenza delle autorità e di centinaia di centauri e curiosi. Emozionante la benedizione finale, con il rombo dei motori in sottofondo. Ore 11, tutti in strada per formare un corteo infinito di bolidi pronti a sfrecciare verso Alessandria o semplicemente tornare a casa. Un turbinio di emozioni aver partecipato ad una così straordinaria manifestazione, una festa per tutti, non solo per i centauri, all’insegna del buon umore, del confronto e della passione per questi magnifici mezzi di locomozione, destrieri metallici unici come i loro cavalieri. E vedendoli in strada, mentre mi avvio verso casa, mi viene spontaneo canticchiare il capolavoro sempreverde dei Canned Heat “On the road again”. Benedetta Acri

a pag. 28 o riunione”. Una consulta quindi che è una presenza importante nel paese. Ma come si articola questa presenza?: “Attraverso tutta una serie di iniziative, che non hanno la finalità di dare un preciso indirizzo politico, quanto di dare un preciso segnale sociale: per dire noi ci siamo e vogliamo coinvolgere tutti – risponde pronto Nicolosi - La nostra attività è iniziata con i festeggiamenti del 25 aprile di quest’anno, durante i quali, abbiamo rielaborato il concetto di Resistenza, con una mostra fotografica e delle installazioni di grande impatto - prosegue il suo intervento – Poi abbiamo organizzato degli appuntamenti estivi, di carattere eterogeneo. Dall’incontro con uno specialista per illustrare le malattie trasmettibili sessualmente, a quello con una persona reduce dal cammino di Santiago, a quello sulle ludopatie o sull’abuso da social network sino alla serata dedicata al mondo del lavoro con i rappresentanti della CGIL”. Chiediamo quale sia stata la risposta del paese: “Al di là di ogni più rosea previsione nonostante alcune perplessità – ci dice Nicolosi – A settembre partiremo con un corso di teatro gratuito tenuto da Luca Zilovich, attore, regista e scrittore del Teatro Regio di Torino. Il nostro desiderio è essere in tanti e sempre in fermento creativo”.

intervista ai giovani della consulta è stata anche l’occasione per raggiungere il Presidente della locale SOMS, Daniele Valle (foto in basso), che, accogliendoci mentre stava dando gli ultimi ritocchi ai lavori di ristrutturazione appena effettuati, ci ha ricordato che: “Questa SOMS ha compiuto il 4 marzo scorso 160 anni, in quanto è stata fondata nel 1855, tra gli altri da Lorenzo Capriata (intellettuale castellazzese dell’Ottocento, ndr). Una storia lunga e ricca di soddisfazioni che oggi è viva più che mai – prosegue l’affermazione Valle – anche grazie ad associazioni come “Noi per Voi” che aiuta le persone in difficoltà a recarsi negli ospedali o nelle cliniche per le visite, senza dimenticare le cure gratuite oftalmiche”. Gli fa eco il consigliere di Minoranza e vicepresidente della SOMS, Giuseppe Ferraris che spiega: “In questa SOMS si sono realizzate quelle che potrebbero essere definite le più alte forme di socialismo concreto. Ma qui le differenze politiche contavano relativamente, in nome del bene comune”. Ferraris ci racconta poi un episodio curioso che sottolinea il carattere “sovra-partitico” di questa SOMS: “Mi ricordo di un maestro, fascistissimo e reazionario, che raggiungeva in bicicletta Bosco Marengo dove lavorava e al ritorno trovava sempre un’ora o due di tempo per insegnare agli analfabeti che affollavano la SOMS”. Castellazzo Bormida, ultimo paese toccato dal corso dell’Orba, è quindi un paese vivo e vitale: che non siano tornati gli eroici tempi del Medioevo in cui era un libero comune chiamato Gamondio?

Mattia Nesto


2

l’inchiostro fresco

LE SENTINELLE DEL TERRITORIO - IL TURISMO E LA CULTURA LOCALE

Agosto 2015

Serra Riccò: parla il Sindaco

Occupazione, Terzo Valico, ambiente, turismo e ospitalità: intervista con il Sindaco Michele Bisio

Voltaggio: accoglienza fa rima con rispetto MATTIA NESTO

R “P

urtroppo i ben noti eventi alluvionali di ottobre e novembre hanno sconvolto quello che era il nostro programma elettorale, ma nonostante questo siamo riusciti a realizzare diverse cose” spiega Rosario Amico, Sindaco di Serra Riccò il quale traccia il bilancio del primo anno di mandato: “In quasi tutte le frazioni del nostro Comune abbiamo avuto danni ingenti, specialmente alla rete viaria, con strade distrutte per centinaia di metri, nella zona di Prelo abbiamo anche dovuto far evacuare un edificio”, ma il Comune, spiega il primo cittadino “fino ad oggi, i fondi regionali li abbiamo avuti solo sulla carta, ma ci siamo dati da fare subito anticipando gli appalti”. Emergenze a parte, il bilancio che traccia il sindaco Amico è positivo: “Stiamo lavorando molto bene sull’edilizia scolastica, dove abbiamo ottenuto il contributo nazionale del Governo tramite ‘Scuole Sicure’, con il rinnovo della scuola Caffaro a San Cipriano e della scuola Anna Frank a Castagna”, il numero dei bambini nelle scuole è in aumento “da venti-trent’anni siamo in leggerissimo ma costante aumento di popolazione, e oggi sfioriamo gli ottomila abitanti” dice il Sindaco: “Siamo il decimo comune per popolazione della Provincia di Genova, il primo dei non costieri”. Un altro punto su cui l’Amministrazione Comunale ha lavorato molto in quest’anno è sul sociale: “Siamo vivendo un momento di difficoltà per molte famiglie, abbiamo creato una rete tra le diverse associazioni che operano sul nostro territorio, come centri d’ascolto vicariali, pubbliche assistenze, ecc… e, allo stesso tempo, abbiamo costituito la Consulta delle attività produttive, che sul nostro territorio sono molto numerose e variegate”. Oltre agli interventi di piccola manutenzione: “Anche se con maggiori difficoltà anno dopo anno, per via dei tagli subiti dai Governi centrali che sono sempre più insopportabili per noi amministratori locali” il Sindaco Amico guarda positivamente alla vitalità del comune: “Cerchiamo di organizzare eventi culturali, ricreativi e sportivi. Abbiamo un fortissimo tessuto di volontariato e di associazionismo”. Infine il primo cittadino spera nella riapertura della ferrovia GenovaCasella: “Abbiamo bisogno di quella linea.” (f.m.)

@Mattia Nesto

aggiunto nel suo studio, il Primo Cittadino di Voltaggio, Michele Bisio, volto storico della Pro Loco e Product Manager in un grande complesso tecnologico di Sestri Ponente, accoglie i redattori de “l’inchiostro fresco” con queste parole: “Dopo 19 anni di politica trascorsa sui banchi dell’Opposizione in questo Comune, nell’ultima tornata elettorale sono riuscito a spuntarla sia pure di stretta misura con 10 voti di scarto – spiega Bisio – ma non per questo sarò il Sindaco di una parte di Voltaggio: io spero e voglio essere il cittadino di tutti”. Domandiamo a Bisio quali sono le iniziative prioritarie che sta avviando in questo momento: “Innanzi tutto mi sto attivando per rendere più trasparente la macchina comunale – afferma il nostro interlocutore – Ad esempio, lo scorso 17 luglio, ho indetto una conferenza pubblica per spiegare in modo, mi auguro chiaro, il bilancio comunale. Anche se l’imposizione fiscale, è bene ricordarlo, non è aumentata quest’anno, non possiamo permetterci di chiedere ulteriori sacrifici ai nostri concittadini – prosegue il Primo Cittadino – senza che essi sappiano i perché delle eventuali manovre”. Un’altra questione, anche se non certamente sorta negli ultimi mesi, è quella intorno all’installazione della centrale a biomasse: “Si tratta di un progetto partito anni fa, che mi aveva trovato favorevole, visto che l’attivazione di questa centrale era collegata con il teleriscaldamento che avrebbe portato a sostanziosi risparmi per le casse del Comune. Purtroppo, per una serie di scelte della precedente Amministrazione, il progetto iniziale è stato molto ridimensionato – ribadisce Bisio – per di più senza alcune clausole di salvaguardia, come ad esempio quella per la quale l’azienda era obbligata ad usare materiale boschivo prevalentemente del territorio. Un discorso comunque giù affrontato questo ma bisogna

sottolineare con decisione come i lavori - prosegue il Sindaco – sono partiti ufficialmente il 31 maggio ma in maniera del tutto fittizia. Ci si è limitati ad una pulitura della zona, nulla più. Un evidente esempio di perdita di tempo”. Invece sul Terzo Valico qual è la sua posizione?: “Io sono favorevole alle Grandi Opere, segnatamente al Terzo Valico, se condotte nel rispetto e nella salvaguardia della salute – spiega prontamente il Primo Cittadino – Ora leggo spesso di presunti disastri ambientali intorno a quest’intervento. Però se si percorre la strada della Castagnola, ora praticamente raddoppiata nella sua carreggiata e resa più sicura al traffico, tutto si potrebbe dire tranne che parlare di disastro ambientale. Bisogna dircelo chiaramente – incalza il nostro interlocutore – mai la Provincia di Alessandria né tantomeno il Comune avrebbero avuto le risorse necessarie per la messa in sicurezza

di quella strada che collega Borgo Fornari (dove è situata la stazione ferroviaria maggiormente utilizzata dai pendolari di Voltaggio e Fraconalto, ndr) e la valle Scrivia all’alta val Lemme. Ben venga quindi il Cociv”. Ma non teme che il beneficio, anche economico, del cantiere possa

essere solo temporaneo?: “Un buon Amministratore in questa fase deve vigilare e cercare di far sì che quei quasi 300 lavoratori vengano coinvolti nella vita del paese – sostiene il nostro intervistato – Potrebbero sorgere attività miste e il mio impegno è quello di dare vita a associazioni

e eventi ludico-sportivi che possano convincere alcuni di questi lavoratori a fermarsi qui da noi”. In conclusione chiediamo a Michele Bisio quali siano gli obiettivi principali che vuole raggiungere in tempi brevi: “Illuminazione con lampade a led di tutto il paese financo le zone periferiche, abbellimento con nuove panchine e lotta ai comportamenti non urbani (l’abbandono di rifiuti, carta e mozziconi di sigaretta, ndr) – dice il Sindaco – Lo dico sempre ai dipendenti comunali: dobbiamo trasformare Voltaggio in una bomboniera, senza auto nella piazza principale e con nuove attività commerciali. Per rendere più bello e accogliente il paese bisogna iniziare dai piccoli/grandi gesti come, ad esempio, quello della raccolta delle deiezioni dei propri animali. Non per educare il cittadino, ma per renderlo più rispettoso e quindi più accogliente verso il prossimo”.

Il sindaco Mirco Ferrando racconta il primo anno di mandato tra mille difficoltà

Mele: conti in ordine nonostante tutto “A bbiamo avuto un momento di grave difficoltà lo scorso autunno, con danni ingenti tra novembre e dicembre” spiega Mirco Ferrando, sindaco di Mele, che traccia in questa intervista il bilancio del primo anno di mandato: “Due eventi franosi in particolare, quello nella frazione Bisaccia e quello avvenuto in paese a causa di una parete rocciosa dove avveniva da anni un’infiltrazione di acqua ci hanno creato enormi problemi, ringrazio ancora una volta i residenti della zona, che si sono prodigati e hanno dato un grande contributo”. A parte i problemi recati dagli eventi alluvionali, però, il Sindaco Ferrando traccia un bilancio positivo del suo primo anno di amministrazione: “A breve partirà il primo lotto dei lavori per la nuova scuola dell’infanzia, edificata in-

D.M. SERVIZI NOLEGGIO MINIGRU CINGOLATE RACCORDATURA TUBI OLEODINAMICI per medie e alte pressioni t manutenzioni e riparazioni di MACCHINE OPERATRICI, MEZZI AGRICOLI, MEZZI DA GIARDINAGGIO; t revisione e riparazione di CILINDRI IDRAULICI; t manutenzione e riparazione di MACCHINARI PER VIGNETO; t revisione, riparazione e montaggio di componenti meccanici, elettrici ed idraulici; SI ESEGUONO APPLICAZIONI IDRAULICHE, MECCANICHE O DI CARPENTERIA SU ATTREZZATURE E MACCHINARI Via della Cantina Sociale - Capriata d’Orba (AL) - Cell. 346/853.24.51 - Fax 0143/46.598 www.dmservizi.net - d.m.serviziminigru@gmail.com

teramente con materiali e requisiti tecnologici d’avanguardia”. La scelta di partire dalla scuola dell’infanzia non è casuale: “A Mele le nascite sono aumentate e i nostri asili cominciano ad essere in sofferenza”, un aumento demografico che soddisfa l’Amministrazione Comunale, e che è un segno di un paese in buona salute “negli ultimi cinque anni abbiamo avuto un aumento del quattro per cento di residenti” continua il Primo Cittadino melese “grazie a coppie giovani che da Genova si sono trasferite a Mele, la vicinanza alla città e alla Riviera e la presenza di un territorio verde e a misura d’uomo fanno la differenza”. Anche dal punto di vista turistico-culturale il Sindaco non nasconde la sua soddisfazione: “La scommessa del Museo della Carta, nata negli anni ’90 è stata ampiamente vinta, la frazione di Acqusanta oggi, grazie al connubio tra museo, terme e santuario restaurato presenta un’offerta unica”. È in cantiere, continua il primo cittadino “L’installazione di due nuove pale eoliche, che ci daranno una royalty sul fatturato non indifferente”. Infine, sulla vicenda della costruzione di una discarica per il materiale di “smarino” dei lavori del Terzo Valico ferroviario, di cui si è a lungo parlato nei mesi scorsi, il Sindaco Ferrando spiega: “Il Comune ha subito reso pubblica la vicenda, che è stata ampiamente discussa evitando così situazioni di tensione che si sono viste in altri luoghi. Ora è tutto sospeso, ma il Comune ha votato all’unanimità due mozioni della minoranza contrarie al progetto”. Fabio Mazzari


Dopo un lungo confronto, a Cassinelle è stato siglato un accordo per la telefonia mobile riassunto in un Piano di localizzazione

Telefonia mobile: un piano che soddisfa tutti Un grazie a:

È

giunta all’epilogo la questione sull’insediamento di una antenna per la telefonia mobile nel Comune di Cassinelle. Tutto era iniziato nell’agosto 2014 quando un operatore di telefonia mobile aveva manifestato l’intenzione di installare un’antenna nel centro del paese a pochi passi dalla Scuola Primaria. Tra gli abitanti del paese era serpeggiata fin da subito una forte preoccupazione, tanto che si era formato un comitato spontaneo per controllare l’evolversi della situazione. Tale comitato insieme all’Amministrazione Comunale – forze di maggioranza ed opposizione – nonché all’Associazione di volontari “Legambiente” – sezione di Ovada – ha collaborato alla stesura di un Piano di Localizzazione di tali impianti che si sta rivelando un valido strumento di dialogo con le compagnie telefoniche. Tale piano permette di stabilire quali siano i siti più idonei per l’installazione di antenne di telefonia, previo studio capillare del territorio. La vicenda si è recentemente conclusa quando il dott. Alfio Turco della ditta Polab ha presentato le linee guida del Piano di Localizzazione per l’installazione di antenne di telefonia. E con ciò, in un clima di ampia condivisione, è stata scritta la parola fine ad una storia ricca di colpi di scena. “C’è un’Italia che lavora in silenzio – affermano al Comitato nel commentare l’epilogo di questa vicenda - per costruire esempi di un grande senso civico, che, grazie alle testate giornalistiche, avremmo piacere di far conoscere perché noi riteniamo che solo col dialogo e la buona volontà si possano siglare accordi condivisi”. Luisa Russo

U

n grazie che si estende a tante persone ed associazioni. In primo luogo agli abitanti di Cassinelle che hanno accettato una pianificazione condivisa tra utenti, amministrazione e gestori. Ai soci di “Legambiente”, rappresentati dalla Presidente del Circolo Ovadese, Michela Sericano, dal segretario Giacomo Briata e dal responsabile del settore energia in Piemonte e Valle d’Aosta per “Legambiente”, Giampiero Godio, per la loro competenza e disponibilità. Alle forze di maggioranza ed opposizione dell’Amministrazione del Comune di Cassinelle per aver scelto di prendersi la responsabilità legale ed economica della redazione del Piano di Localizzazione in tempi di crisi e ristrettezze economiche. A Mattia Crucioli ed alla ditta Polab, nella persona di Alfio Turco, per aver gestito la situazione con grande professionalità. Al Comitato “No Antenna” – Laura Peruzzo, Ombretta Piana e Sabrina Dattilo – che ha collaboratoin termini molto positivi e infine un particolare ringraziamento a tutti coloro che, pur non nominati, hanno contribuito con i loro pareri.

Tetto della scuola “Giovanni Paolo II” e frana alla Guardia di Grillano Operativa l’Unione dal Tobbio alla Colma

Lavori in corso nell’ovadese La Regione dice sì P S ono due i lavori in corso ad Ovada in questo periodo, in attesa che con settembre prendano il via gli altri interventi in programma. Sono già iniziati i lavori alla Scuola di Via Dania per un valore di 500 mila Euro con il rifacimento del tetto e la sostituzione dei serramenti nell’ambito dei fondi arrivati dai bandi nazionali. La struttura è stata “incappucciata” per permettere il lavoro al tetto approfittando anche delle vacanze e dell’assenza di personale docente nonché degli allievi, mentre in un secondo tempo, probabilmente a lezioni in corso, ma senza interferire nel periodo scolastico, avrà luogo la sostituzione dei serramenti esterni e delle tende alle aule. La Ditta che si è aggiudicata quest’ultimo lavoro è l’Alfra Vetri di Casapesenna per un importo di Euro 176.659,22. Si sono invece conclusi a fine luglio i lavori della frana alla frazione Guardia di Grillano, dopo gli ultimi danni alluvionali che ha creato problemi alla viabilità dal momento che il transito era tutto concentrato nella strettoia della frazione suscitando non poche polemiche tra la Giunta Lantero, il gruppo “Insieme per Ovada” da una parte e la frazione capeggiata dall’ex consigliere di minoranza Eugenio Boccaccio dall’altra. Sono comparsi anche manifesti nelle bacheche di Piazza xx

Settembre a sostegno di una tesi o dell’altra relativamente ai costi e ai lavori da effettuare; alla frazione è stato anche sistemato un cartello in cui i grillanesi dicevano di vergognarsi di essere ovadesi. Si è svolto infine un incontro a Palazzo Delfino con una larga rappresentanza di Grillano capeggiata naturalmente da Eugenio Boccaccio e dai due rappresentanti in Consiglio Comunale per la minoranza Giorgio Bricola e Tina Boccaccio che hanno avuto un confronto con il Sindaco Paolo Lantero, il Sindaco di Quartiere Gianpiero Sciutto e i suoi consiglieri, oltre all’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capello. Eugenio Boccaccio, a nome e per conto di Giacinto Boccaccio in rappresentanza degli eredi di Boccaccio Giacomo chiedeva in una successiva nota di recedere dalla gara di appalto. I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Sola di Trisobbio che si è aggiudicata la gara di appalto per Euro 9.145 più IVA. Tra i lavori in avvio dopo le ferie ci sono percorsi pedonali sicuri con l’operazione che coinvolge via Lung’ Orba Mazzini e parte di via Gramsci per un totale di 125 mila euro, anticipati da Palazzo Delfino ma finanziati dalla Regione, poi il rifacimento del muro di contenimento di via Ruffini per 80 mila euro e dell’asfalto del tratto di via Torino verso via Gramsci. (l.r.)

er l’Unione Montana “Dal Tobbio alla Colma” che raggruppa i Comuni di Belforte Monferrato, Bosio, Casaleggio Boiro, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Mornese, Tagliolo Monferrato, è arrivato anche l’ok da parte della Regione. In tutto il Piemonte solo tredici le Unioni che possono operare e tra queste quella che ha come Presidente il Sindaco Franco Ravera di Belforte Monferrato. “E’ stata una nuova sfida – commenta Franco Ravera – ci eravamo già preparati da circa un anno e le nove funzioni che la legge regionale prevede per le Unioni Montane, stavamo già mettendole in pratica. Le funzioni amministrative e i compiti riguardano il patrimonio escursionistico, la tutela delle aree naturali, le gestione delle foreste, la sicurezza nella pratica degli sport invernali, la promozione dell’occupazione, la pesca, l’identificazione elettronica degli animali domestici, le professioni turistiche, il trasporto pubblico locale, il mercato del lavoro, il servizio idrico, la formazione professionale, le acque minerali e termali, lo sgombero della neve, la coltivazione di cave e torbiere, la Protezione civile, l’agricoltura, i bacini montani. L’Unione con i suoi 9000 abitanti e una superficie di 204 chilometri quadrati come primo atto varerà un sistema di allerta automatico in caso di emergenza. Tutti gli abitanti riceveranno il messaggio di allerta sul proprio cellulare tramite sms oppure sul telefono fisso sotto forma di un messaggio registrato; un servizio gratuito per i cittadini”. (l.r.)


4

l’inchiostro fresco

OVADA: LA PAROLA ALLE OPPOSIZIONI

Agosto 2015

Le proposte di Giorgio Bricola, Capogruppo della lista “Patto per Ovada”

“Di troppo immobilismo si muore”

No alla rottamazione, sì al coraggio M5S: Parla Braini P “I MATTIA NESTO

pronto Giorgio Bricola – tuttavia il punto focale è un altro. Un’Amministrazione che si rispetti non si può trincerare dietro la facile giustificazione del rispetto del Patto di Stabilità o sulla cronica penuria di risorse”. Quindi quali potrebbero essere le soluzioni?: “Non vi sono ricette immediate, io non amo le soluzioni semplicistiche che spesso sento, per esempio, dai seggi grillini – afferma in conclusione Bricola – ma posso affermare che occorra coraggio”.

@Mattia Nesto

o sono un politico, se così mi posso definire, che ha resistito all’onda lunga della rottamazione. È dall’inizio degli anni ’80 che mi occupo di Amministrazione Comunale e per dieci anni ho ricoperto il ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici. Posso dire quindi, sulla base di questa mia esperienza, che aggi ad Ovada da parte degli Amministratori vi è una generale carenza di competenze e poco coraggio negli interventi”, questo il j’accuse che, con la sua classica oratoria degna di un “one man show”, ha lanciato Giorgio Bricola, Capogruppo della Lista Civica “Patto per Ovada”, da noi raggiunto per chiedere il punto di vista sulla situazione della città da parte di un consigliere di Minoranza. Ovada, a detta di molti, potrebbe avere delle potenzialità turistiche di primo livello, ma, ci dice Bricola: “Trovo che non siano sfruttate se non in minima parte”. E a questo proposito il consigliere si domanda: “Perché l’attuale Maggioranza ha bocciato la nostra mozione (presentata in maniera congiunta dalle forze di Minoranza “Patto per Ovada” ed “Essere Ovada”, ndr) sulla riqualificazione del centro urbano?”. Ma quasi riflettendo ad alta voce, continua: “Credo che una tale richiesta dovrebbe essere considerata al di sopra di ogni colore politico, dato che si tratta di una proposta per il bene comune, viste le condizioni in cui versa il Centro Storico: quando facevo l’Amministratore se una buona idea proveniva dai banchi dell’Opposizione, io l’accettavo. Il bene della città dev’essere al di sopra di tutto”. Uno degli altri “punti critici” citati da Bricola nel corso della nostra intervista, è la questione relativa all’area artigianale di via Molare: “Una scelta fatta davvero con poco raziocinio – spiega con decisione il nostro interlocutore – Non ci si può lamentare della penuria di attività insediatevi se non si è pensato per tempo ad una corretta e funzionale viabilità. Via Molare oggi è un’arteria caotica che, mancante della circonvallazione, non può essere in alcun modo destinata a funzioni di sviluppo industriale”. Sulla base di quest’affermazione, ci viene naturale domandare all’ex Assessore ai Lavori Pubblici come mai al tempo in cui venne realizzato questa zona artigianale denominata “Coinova”, non si era dimostrato contrario: “Sì, non ero contrario perché il rifacimento della via doveva essere legato al ripensamento della viabilità. Inoltre erano altri tempi, tempi nei quali era più facile spendere risorse e pianificare il futuro, dove perfino i piccoli Comuni potevano fare la voce grossa volendo autonome aree artigianali e industriali – risponde

er fare il punto della situazione ad Ovada, nell’ottica di dare lo spazio che si meritano a tutte le componente consigliari, raggiungiamo Emilio Braini, capogruppo del MoVimento Cinque Stelle e Alberto Agresta, membro del meetup pentastellato di Ovada, che ci

accolgono presso il Palazzo Comunale nella sala allestita appositamente per le Minoranze. “Dopo più di un anno di Opposizione – dice Braini – il bilancio è oltremodo positivo. Assieme a Patto per Ovada

Storie diverse ma intenti comuni

C

osì come abbiamo fatto per altri paesi e città dell’Oltregiogo, anche per Ovada abbiamo voluto sentire la viva voce delle Minoranze consigliari, anche per capire meglio e presentare nel modo più chiaro possibile ai nostri lettori le diverse situazioni politiche del nostro territorio. Ad Ovada, così come per certi aspetti anche a Castellazzo Bormida, abbiamo potuto osservare una sorta di “laboratorio politico” dove le Opposizioni, seppur mantenendo gruppi consigliari distinti, dimostrano una convergenza d’intenti molto interessante, che si traduce in numerose mozioni comuni. In questa pagina vi proponiamo le interviste ai tre diversi Capogruppo delle Opposizioni: Patto per Ovada, Essere Ovada e il MoVimento Cinque Stelle. La Redazione

Mauro Rasore capogruppo di “Essere Ovada” ci illustra le sue linee guida

Salvare l’ospedale per salvare la città MATTIA NESTO

R

@Mattia Nesto

aggiunto nel suo studio medico, Mauro Rasore, capogruppo di “Essere Ovada” (lista civica di Minoranza), ci appare sin da subito estremamente chiaro: “Ad Ovada si sta correndo un serio rischio, ovvero cioè quello di diventare una frazione di Acqui Terme”. In che senso? : “Non me ne vogliano gli acquesi, nulla contro di loro – dice rapido il nostro interlocutore – Ma è evidente che se, come pare, la società dei rifiuti diventerà comune alle due città, l’ospedale ovadese venisse ridotto e, aggiungiamoci anche il ventilato depotenziamento del Lercaro a favore delle strutture acquesi, Ovada perderebbe per sempre il suo ruolo di centro-zona”. Ovada dunque una frazione di Acqui Terme?: “La mia è semplicemente una provocazione ma fino ad un certo punto, però! Vorrei dire, cioè, che dobbiamo imparare a valorizzare i nostri punti di forza”. Quali sarebbero queste eccellenze?: “Ospedale, pista da elisoccorso e campo Geirino” elenca Mauro Rasore che, entrando nel merito, prosegue: “Il nostro ospedale, un vero gioiellino che dovremmo preservare e, perché no, rendere più funzionale, mentre lo stiamo smontando pezzettino dopo pezzettino”. Perché l’ospedale di Ovada è così strategico?: “Innanzi tutto perché funziona bene ed è una

struttura di alto livello – sostiene Rasore – poi perché ha il vantaggio di essere vicino ad un casello autostradale di grande importanza, è in una posizione di cerniera con la valle Stura e in più - continua il medico - con la dotazione di un reparto di chirurgia e di una pista per l’elisoccorso anche in notturna diventerebbe un nosocomio di punta”. L’altra leva per rilanciare Ovada?: “Oltre all’ospedale e alla pista di elisoccorso, c’è il campo sportivo Geirino – afferma Mauro Rasore – un impianto che potrebbe tranquillamente ospitare in ritiro squadre di Serie A, quali il Torino, la Sampdoria o il Genoa”. Come mai una struttura sportiva del genere è, secondo le sue parole, sottoutilizzata?: “Per lo stesso motivo della mancanza di impegno sull’ospedale o sull’elisoccorso – dice l’intervistato – Governare per quasi 70 anni senza dei veri concorrenti non è mai una bella cosa – continua Rasore – Si possono fare molte cose a costi contenuti, come ad esempio un’Università della Terza Età”. Al termine il medico ha poi dichiarato: “Lo scorso novembre la Maggioranza ha presentato una mozione dove veniva prefigurato un maggiore coinvolgimento da parte della popolazione. Ad oggi – conclude amaramente l’intervistato – non è stato fatto alcun passo in questo senso”.

ed ad Essere Ovada, stiamo lavorando bene, con un’unione di intenti, pur provenendo da storie, sia personali che politiche, molto ma molto differenti”. Domandiamo all’esponente grillino come mai vi sia questa “coesione”?: “Perché tutti quelli che non fanno parte dell’attuale Maggioranza si accorgono in maniera lampante della situazione in cui versa Ovada – ci dice in modo diretto il nostro interlocutore – La città è bloccata, schiava di una politica che è preoccupata solamente a mantenere lo status quo. Grazie all’unità delle Opposizioni stiamo riuscendo a muovere le acque, come con la proposta del rifacimento – prosegue Emilio Braini – dello statuto e del regolamento del Consiglio, ormai obsoleto per questi tempi moderni a nuove soluzioni per incentivare il turismo”. Quali sono le altre direttive che il MoVimento Cinque Stelle sta perseguendo? “Sicuramente quelle di aumentare la trasparenza negli atti del Comune – spiega il grillino e gli fa eco Agresta – Come M5S ovadese vogliamo essere il filo diretto della cittadinanza con le Amministrazioni”. Tra le proposte sul tavolo quella dell’installazione, in località Coinova, di una pista attrezzata per l’elisoccorso anche notturno: “Una proposta seria e concreta, dal costo contenuto – afferma Braini – Un investimento di 40.000 euro che però fino ad ora non ha trovato risposta in Maggioranza. Eppure le risorse ci sono, nonostante il Patto di Stabilità, occorre solo saperle investire nel modo giusto”. Domandiamo in conclusione all’esponente pentastellato in quali casi ad Ovada le risorse non siano state investire a dovere?: “Basta vedere la scalinata di via Roma – risponde pronto il grillino – Un’opera faraonica, costruita in modo discutibile, che si sta già deteriorando e con due locali che non possono essere utilizzato per problemi strutturali. Se questo non è spreco di risorse io non so proprio come definirlo!”. (m.n.)


l’inchiostro fresco

OVADA

Agosto 2015

Contro il degrado di alcune storiche facciate L’11 luglio si è spento l’ex Sindaco di Ovada

5

Ancora a rischio l’ovadese

Dipingiamo la città Per Andrea Oddone Puliamo lo Stura L’ N L’ Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Ovada Sergio Capello non solo è disponibile al dialogo con i i cittadini, ma per le caratteristiche che il suo Assessorato comporta, è sempre facile incontrarlo per la strada. Ovada specialmente nel centro storico, ma anche nella circonvallazione (ultimamente in Via Lung’Orba Mazzini) registra interventi alle case, ma i due “simboli negativi” della città sono sempre rappresentati dal Palazzo di Piazza Assunta, angolo con Piazza Garibaldi e in Via Lungo Stura con una facciata da anni abbandonata. Il “Movimento 5 Stelle”, “Patto per Ovada” ed “Essere Ovada” hanno chiesto che il Sindaco si impegni

ad emettere un’ordinanza che comporti il completamento delle opere relativamente alla facciate esterne, all’installazione degli infissi e ripristinato il decoro di Piazza Assunta “Da parecchi anni - affermano i gruppi di minoranza in Consiglio Comunale – la piazza è deturpata da un edificio di cui non è mai stata completata la ristrutturazione ed appare ancor’ oggi privo di serramenti e con le facciate in parte ammalorate e allo stato grezzo”. Da parte della Giunta per il momento ci sarà un’opera di persuasione, di dialogo verso i titolari degli edifici in questione affinché si convincano a procedere

inchiostro fresco vuole qui ricordare Andrea Oddone, già sindaco di Ovada e storica figura politica dell’Oltregiogo. Oddone, purtroppo spentosi per un brutto male, lascia un vuoto sia nella politica sia nella società ovadese. Sempre ricco di energia e molto attento alle dinamiche relative al mondo della Scuola, Oddone era quel che si dice “un uomo di altri tempi con la mente rivolta al futuro”. I redattori ricordano commossi che un giorno d’inverno di qualche anno fa, mentre distribuivano il giornale presso l’ospedale, incrociarono il Sindaco Oddone che disse a loro: “I giornali fanno ricco il territorio”. Un bel ricordo che non dimenticheremo. La redazione tutta si unisce al cordoglio dei famigliari, dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza intera. La Redazione

Luisa Russo

Società, sanità e politica si mescolano ad Ovada

ell’ovadese la paura dell’alluvione non se n’è ancora andata, anche a distanza di quasi un anno questo fantasma persiste stabilmente. L’inondazione che ha colpito duramente l’intera Valle Stura sta ancora facendo discutere, soprattutto per lo strascico di riorganizzazione e prevenzione in funzione di un ennesimo evento che speriamo non si verifichi – cosa che ormai accade con regolarità. Ma se l’evento atmosferico non è affar nostro perché a governare i cambiamenti climatici non siamo ancora abilitati dalla Natura, possiamo almeno organizzarci per ciò che di umano è possibile: prevenzione ed ingegneria civile. Ed è qui che il nodo non viene al pettine. Sono passati circa 10 mesi ed ancora il letto dello Stu-

A Lerma aumentano i bidoni arancioni

AIDO sui documenti Raddoppiano i Velo OK L N a proposta, recentemente formulata dal Consigliere di Minoranza Emilio Braini del M5S, di dotare Ovada di un’anagrafe per i donatori di organi collegata direttamente con il SIT (Sistema informatico trapianti) è pienamente condivisa e sostenuta da chi, da sempre, si adopera per la promozione della donazioni di organi a copo di trapianto terapeutico. Il Gruppo Intercomunale AIDO di Ovada, ritiene utile, ai fini di allargare la platea dei potenziali donatori, proporre ai cittadini la possibilità di manifestare la volontà di donare organi e tessuti al momento del rilascio o del rinnovo della Carta d’Identità dal proprio Comune di residenza. “Non si tratta di sostituire nelle finalità istituzionali le Associazioni impiegate in tale settore - spiega il Vice Presidente dell’AIDO ovadese Giancarlo Marchelli - ma di implementare l’attività di divulgazione offrendo direttamente al cittadino maggiorenne una possibilità di scelta o, quantomeno, di presa di coscienza dei problemi legati alla donazione di organi”. Nel quadriennio 2011-2014 L’AIDO nazionale attraverso le proprie delegazioni locali aveva proposto e sostenuto progetti pilota, analoghi negli scopi declinati dall’inizitiva ovadese, che aveva evidenziato l’utilità di tale iniziativa realizzata, tra l’altro, a costo zero. I dati relativi alle donazioni di organi riferiti al 2014 rimangono drammatici; a fronte di 2.976 espianti (139 in più rispetto al 2013) erano 8.758 i pazienti in attesa di un trapianto terapeutico mentre stabili erano le opposizioni ai prelievi che sfioravano il 31% del

totale dei potenziali donatori. “Il Gruppo AIDO ovadese - dice il Presidente Ada Bovone - è impegnato da anni nella divulgazione del valore della donazione. A tal proposito, come sezione, abbiamo realizzato il concorso Don’Arte nel 2012 e il progetto “Imparare a donare” negli anni 2013 e 2015 entrambi rivolti a giovani in età scolare residenti nei Comuni di Ovada e del comprensorio”. Il Consiglio Direttivo dell’AIDO ovadese ritiene infatti prioritario investire nei giovani, una scelta obbligata per formare nuove generazioni di cittadini consapevoli ed informati. (e.p.)

on vengono rimossi, ma addirittura raddoppiano i Velo Ok nel centro abitato di Lerma. In un primo tempo erano state sistemate due colonnine arancione presso la strada centrale di Lerma che conduce a Palazzo Comunale, in attesa di una decisione definitiva. La sistemazione provvisoria dei due Velo Ok aveva dato la possibilità al Comune di Lerma di ricavare dati utili relativi non solo sul flusso della circolazione ma anche sulla velocità delle auto in transito. Il tratto di strada percorso da un flusso di circa 300 passaggi nella notte e un totale giornaliero di 1600, aveva registrato anche la velocità di 120 chilometri orari scesi poi naturalmente dagli 80 in giù. “I due Velo Ok – precisa il Sindaco di Lerma Aloisio - non sono stati sanzionatori, ma già la loro presenza è servita come un deterrente a diminuire la velocità. Si pensava per la loro sistema-

zione definitiva ad una decisione unanime a livello di Unione Montana dei sei sette comuni e cioè oltre a Lerma, Belforte, Casaleggio, Mornese, Bosio, Molare e Cremolino, ma le altre Amministrazioni hanno optato al controllo con il telelaser”. Il Consiglio Comunale di Lerma invece dopo l’ultima seduta ha deliberato di aggiungere altre due colonnine arancione in Via Dante, quella delle piscine. “Non avrei mai voluto prendere questa decisione – continua il sindaco Bruno Aloisio – ma gli ulti-

mi rilievi durante le ore serali, hanno evidenziato l’assoluta urgenza. Ci sono auto e moto che passano molto veloci, tagliando la curva con un rischio di incidenti elevato. Non ci interessa far cassa – conclude Aloisio – come qualcuno ironizza perché non conosce la materia ma fare prevenzione. Oltretutto Via Dante è anche frequentata anche da anziani e bambini”. Per i tempi di installazione infine si pensa che entro il mese di agosto si provvederà all’installazione delle colonnine arancione. (l.r.)

ra, nella zona di Ovada, è rimasto ed è stato lasciato immacolato da come l’alluvione si è manifestata. La situazione preoccupa molto i cittadini: la città sorge a ridosso del torrente Stura, ed una parte, addirittura lo copre, per non parlare di quella zona che invece sorge sopra. Una parte del muraglione composto da grossi massi è, ad oggi, decisamente instabile ed una parte è stata portata via dall’acqua, perdendo così ogni genere di protezione per il terreno. Il letto stesso risulta rialzato notevolmente, a causa di detriti, sabbia, terra che si sono accumulati nel corso dei mesi e che ha fatto diventare il canale di dimensioni di gran lunga ridotte rispetto a quelle che dovrebbero essere di sicurezza per la zona. Il 15 Luglio, a Palazzo Delfino, c’è stata la riunione di protesta a seguito della raccolta di un’ingente quantità di firme. La petizione ha lo scopo di sollecitare le tempistiche dei lavori o, comunque, i lavori stessi. Abitanti, artigiani, commercianti assieme per discutere della situazione. Uno stretto cerchio si è incontrato con il vice Sindaco Giacomo Pastorino e con l’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capello per parlare della pericolosità dello stato di abbandono del torrente. I sopralluoghi sono già stati fatti ma la macchina è lenta. La petizione, comunque, arriverà anche in prefettura. A conclusione – in senso esclusivamente figurativo – c’è anche l’ombra di una potenziale centrale idroelettrica in zona mulino Mandelli, proprio dove sorge il centro storico. In una già instabile situazione e terreno poco controllato, si teme l’implosione con un carico di lavoro ben più alto delle possibilità e della gestione che già non riesce ad assicurare sicurezza al territorio. Nulla è certo e nulla è sicuro: neanche ciò che potrebbe e dovrebbe esserlo da tempo! VIRGINIA CALISSANO

@ @MVirgiCalissano

l’inchiostro fresco www.inchiostrofresco.it Direttore onorario: Rino

Vaccaro

Direttore responsabile: Luisa Russo Sito a cura di Mattia Nesto Grafica e impaginazione:

a cura di Sara Ponta

grafica2@inchiostrofresco.it Editore de "l’inchiostro fresco"

Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria al n° 226160 il 4/10/2005 P. IVA e C.F. 02096520065 Sede Legale: Piazza Garibaldi, 5 - 15076 Ovada (AL) “l'inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente Ass. Club F.lli Rosselli La raccolta pubblicitaria è curata in proprio tramite i soci dell’Associazione Club Fratelli Rosselli

Redazione: Via Municipio, 20 - 15067 Novi Ligure

redazione@inchiostrofresco.it Tel. 0143/46.569 Tipografia: Industrie Tipografiche Sarnub S.p.A. Cavaglià (BL) La tiratura di questo numero è di

15.000 copie


6

l’inchiostro fresco

OVADA

Agosto 2015

Notte Magica a Carpeneto

I

l favore della notte, tra fiaccole e musiche, ci catapulta in un mondo fantastico, popolato da fantasmi, maghi, streghe e stregoni, elfi e folletti, creature dei boschi, per una serata unica fuori dal comune. La tradizione popolare monferrina è ricca di leggende su streghe, animali fatati, pozioni e incantesimi. Il fascino incantato di Carpeneto, caratteristico borgo sulle colline ovadesi, è ispiratore della Notte Magica. La manifestazione si svolge il primo venerdì di agosto antecedente la notte di San Lorenzo (quest’anno il 7) ed è ormai uno degli appuntamenti più attesi dell’estate. Attira da anni appassionati e curiosi del soprannaturale e non solo. La serata propone la possibilità di degustare i prodotti tipici del territorio, come gli agnolotti, la farinata di Montaldo e la focaccia di Recco. Le strade del paese sono “invase” da bancarelle di artigianato e rarità, con accessori, abbigliamento, oggettistica, etc. per uno shopping notturno all’insegna dell’originalità. Inoltre, la serata è animata da artisti che intrattengono il pubblico con spettacoli adatti a tutte le età tra cartomanti, pirati, giullari, mangiafuoco, maghi e streghe, mangiaspade, incantatori di serpenti, ballerine del ventre, acrobati, esibizioni teatrali, circensi e di danza. Una notte “straordinaria”, nell’accezione letterale del termine: una serata popolata da creature fantastiche, un’atmosfera fiabesca che appassiona ed affascina tutti, dai bambini agli adulti indistintamente. Perché, si sa, nulla intriga di più di ciò che è misterioso ed oscuro. Benedetta Acri

A Ovada il vino,il territorio e le belle ragazze protagonisti di una serie di manifestazioni anche nazionali

All’enoteca regionale si brinda con la bellezza

E

noteca Regionale di Ovada e dell’Alto Monferrato: un’estate tra eventi ed emozioni naturalmente con il buon vino e il territorio ovadese come comune denominatore alla base di ogni manifestazione. Si è infatti svolta la sessione di degustazione di vini del territorio per la “Guida

si realizzata da Gianni Armano “Obiettivo scatti su Vogue”. Il Concorso di Bellezza Accolte da Danilo Ferrari gestore del Balloon, dal Dj Holly, da Lucia Bianchi fotografo ufficiale della selezione e dal team di Miss Reginetta d’Italia Piemonte, le candidate al Concorso “Miss Reginetta”, che

avrà la sua finale nazionale a settembre, hanno sfilato davanti alla giuria presieduta da Davide Rossi Talent scout di Miss Genova Giovane e composta da Roberta Rosa della Nailevo srl, di Ilenia Pastorino della Glamour di Ovada. Hanno primeggiato Francesca Iardella di Genova, Giada Sampò di Cuneo e

Luisa Russo

La nuova associazione “Casal Regium” propone un’estate ricca di eventi culturali

In breve

Spettacoli radicati nel territorio

Coperta da Guinnes

A

C’

è anche il Mercatino dell’Usato negli eventi di “Casal Regium” in programma presso il campo sportivo di Casaleggio Boiro ogni terza domenica del mese. L’appuntamento che ha preso avvio il 21 giugno scorso riguarda il mercato alternativo, sbaracco, baratto, riciclo, svuota soffitte e qualunque altra diavoleria che difficilmente si può trovare in altri posti. L’esposizione è aperta a tutti dalle ore 9 alle 19 con 5 Euro a piazzola e prenotazione obbligatoria. Nel ridente paesino si è svolto nel luglio scorso lo spettacolo itinerante ideato e diretto da Ian Bertolini e Guido Ravera “Dai Diamanti non esce niente”, un’occasione di cultura e divertimento. Casaleggio però è sempre stato scelto come scenografia per eventi culturali e questo rappresenta un buon biglietto da visita per il rilancio turistico in

Dott. Sergio Diana Medico Chirurgo Prof. a c. di impiantologia Università di Genova Specialista in Chirurgia Maxillo - Facciale Specialista in Odontostomatologia C.T.U. Tribunale di Genova

Orari Via Torino 54 Ovada Lun 9 - 12.30 Mer 9 - 12.30 Gio 15 - 19.30

Vini 2016 de l’Espresso” a cura del Consorzio Tutela Ovada DOCG che ha proposto di includere tutti i produttori del territorio interessati con gli Ovada DOCG e i Dolcetti di Ovada DOC protagonisti dell’assaggio. E’ aperta per tutto il periodo dell’estate la mostra fotografica dedicata ai paesaggi piemonte-

Verdiana Letizia di Alessandria. Si aggiungono le fasce sponsor, Ilaria Buratti di Genova Miss Reginetta d’Italia Balloon/Slide, Federica Mana Miss Reginetta d’Italia Balloon/Myracol salute e benessere, Lisa Margiotta e Alessia Graglia, Miss Reginetta d’Italia Balloon/ InSmile UV Power il sorriso in bocca. Le premiate si aggiungono alle già ammesse alla finale regionale Miss Reginetta d’Italia Piemonte Giulia Randazzo di Casale Monferrato, Linda Boragina di Genova ed Alessia Debandi di Tortona. Miss Reginetta d’Italia 2015 è uno dei più rilevanti concorsi di bellezza in Italia con tremila candidate iscritte in tutto il territorio nazionale con più di 250 selezioni, nel 2015 in tutta Italia.

Via XX Settembre 8/2 Genova Lun 15 - 19.30 Mar 9 - 17.00 Mer 15 - 19.30 Ven 15 - 19.30

Tel. 010/54.37.64 serdian@tin.it servizio urgenze 393/20.00.084

un momento non facile dove l’apporto del volontariato è da considerarsi fondamentale. Ricordiamo infatti che Alessandro Bolchi vi ha ambientato il Castello dell’Innominato nella prima trasposizione televisiva de “I Promessi Sposi”. Alcuni anni fa è stato ospitato nella Pieve del Castello il critico cinematografico, nonché Presidente della Mostra del Cinema di Venezia Marco Muller; alla Corte del Castello da anni Tonino Conte dà il via al suo Agriteatro, un percorso d’arte e di teatro tra borghi e castelli. Lo scorso anno è stato ospitato un celebre vignettista newyorkese, Raymond Verdaguer che ha esposto le sue opere presso la Chiesa del Castello. Infine Ian Bertolini, liceale tra l’altro della vicina Mornese, che con la sua regia rappresenta una novità fra i giovani per il territorio, fondendo altresì musica e teatro. (l.r.)

nche le allieve del corso “Maglia che passione” organizzato ad Ovada dall’Associazione Culturale e Banca del Tempo “L’Idea”, sono entrate nel Guiness dei primati contribuendo a realizzare la coperta più grande del mondo. Le signore ovadesi coordinate dalla maestra Maria Pizzuto hanno infatti confezionato una decina di pezzi della misura di 50 x 50 cm ed alcune hanno poi preso parte a Trieste in Piazza Unità d’Italia per la mega installazione. E’ stato superato abbondantemente il recente record di 1020 metri quadri in quanto hanno quasi raggiunto i 3000 metri quadri (per la precisione 2886). Al termine dell’evento le singole pezze facenti parte dell’opera collettiva, sono state vendute attraverso un’asta pubblica ed il ricavato destinato all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Ovada comunque ancora una volta si è fatta onore a suon di uncinetto e gomitoli. (l.r.)


Masone, il sindaco Enrico Piccardo ci racconta il primo anno di mandato

Massimo Calissano eletto Priore generale

Tante emergenze ma il bilancio è ok Nomina prestigiosa “I I primi mesi abbiamo dovuto dedicarli quasi interamente alle situazioni di emergenza. La stagione dei disagi è partita già nella seconda metà di agosto, con tre frane e poi è proseguita con i ben noti eventi autunnali, che ci hanno colpito duramente a novembre” spiega il Sindaco di Masone Enrico Piccardo, che traccia in questa intervista il bilancio di un anno di mandato. “La pulizia degli alvei dello Stura e del Vezzulla hanno evitato danni ancora più ingenti, ma la situazione peggiore è stata causata dai piccoli ruscelli in secca durante l’estate e dalle diverse frane lungo il territorio. Anche il Parco del Beigua ci ha aiutato a ripartire. – prosegue il nostro interlocutore - Come non bastasse questa primavera abbiamo anche dovuto far fronte all’emergenza lupi, specie nella zona verso i Piani di Praglia, causata dal progressivo abbandono dei terreni agricoli coltivati”. Emergenze a parte, il Primo Cittadino masonese

traccia comunque un bilancio positivo del suo primo anno di Amministrazione: “Siamo riusciti ad appaltare Villa Bagnara e la piscina, a breve sa-

la costruzione di una nuova scuola materna, a sostituzione di quella attualmente esistente, stiamo inoltre cercando fondi per un riammodernamento della scuola me-

Nella foto i Consiglieri Silvia Pastorino e Stefano Bessini con il Sindaco Enrico Piccardo

ranno realizzati dei nuovi lavori al Museo Tubino, nella sua parte esterna dove si potranno organizzare feste e manifestazioni e, - ci dice Piccardo - dall’anno prossimo partirà

dia, sia strutturale che energetico”. Ma è su una rigenerazione turistica nel Centro Storico che il Sindaco Piccardo punta moltissimo: “L’ex villa del Barone Podestà, che grazie ad

un bando sarà trasformata in una struttura turistica con ristorante, camere e appartamenti nonché, nella parte alta, degli appartamenti a canone agevolato”. Per cambiare argomento, come il resto della Valle Stura, anche Masone punta molto sulle energie rinnovabili: “Con l’arrivo di 1060 pannelli solari frutto di un sequestro che ci sono stati donati - spiega il Sindaco - di cui 20 kw saranno installati per illuminare le gallerie”. Infine, sulla questione della centrale a biomasse, che per molto tempo è stato un argomento molto dibattuto a Masone, il sindaco Enrico Piccardo dice: “È stata una delle prime questioni di cui ci siamo occupati, attualmente funziona e stiamo valutando attentamente i consumi energetici dal punto di vista economico”. Fabio Mazzari L’intervista completa è visibile sul nostro sito www.inchiostrofresco.it

Campo Ligure: chiusa la biglietteria della stazione ferroviaria in seguito ad un furto

Ennesima beffa per i pendolari VIRGINIA CALISSANO

D

@ @MVirgiCalissano

al 1° Luglio la biglietteria ferroviaria di Campo Ligure non è più autorizzata all’erogazione di biglietti per il treno – un servizio ancora molto utilizzato da studenti e lavoratori pendolari nonché villeggianti. Rimane unicamente al servizio del viaggiatore la tipica “macchinetta”, funzionante unicamente a carta di credito o bancomat, che non accetta quindi banconote o monete: l’ideale considerando che le tratte affrontate da un regionale hanno un costo che probabilmente non supera la decina di euro (su Campo Ligure poi siamo introno a € 3,00). La motivazione è collegata ad un furto subito dalla cooperativa Fuori

Fila, che gestisce la biglietteria e risalente al 2010, quando una notte, proprio nella biglietteria, è stata rubata la cassaforte murata contenente i tagliandini di viaggio. Furto da € 40.000 che ora Trenitalia deve riscuotere. Ma questi soldi, mal coperti da assicurazione (perché nessuno si aspettava una cifra così alta) e quindi difficilmente risarcibili in pieno, furono regolarmente denunciati arrivando a segnare tagliandino per tagliandino. Ma Trenitalia non sente ragioni: la cifra va riconsegnata pienamente. Marco Preti fa sapere che vengono i brividi solo a pensare di: “Ridare di tasca nostra una somma così ingente”. Se non si arriva ad un accordo, la concessione della vendita verrà ceduta ad un altro operatore da scegliere sempre in loco.

Chi abita a Campo Ligure però sa che il paese è leggermente staccato dalla Stazione e si trova inoltre in posizione opposta a Masone, altra località servita dalla stessa linea. Lunedì 6 Luglio si sono incontrati per discutere della situazione i rappresentati della cooperativa assieme con il dirigente regionale di Trenitalia Enrico Melloni ed il sindaco di Campo Ligure Andrea Oliveri per raggiungere un comune accordo nell’interesse dei cittadini. Ma Trenitalia rimane comunque irremovibile perché quei biglietti, a prescindere dalla fine che hanno fatto, per loro vanno incassati. Punto. Le trattative sono aperte ma per adesso la prospettiva sembra essere unilaterale e chi paghherà in senso figurativo, come sempre, è il viaggiatore.

l Vescovo di Acqui, mons. Pier Giorgio Micchiardi ha recentemente nominato i nuovi membri del Priorato diocesano per il quadriennio 2015 – 2019. Sulla base dei nominativi indicati dalle Confraternite della Diocesi di Acqui Terne in occasione dell’annuale incontro presso il Santuario della Madonna delle Rocche di Molare, il S.E. ha confermato cinque dei membri uscenti, nelle persone di Massimo Calissano (Campo Ligure) Marcello De Chirico (Ponzone), Simone Ottonello (Masone), Alcide Sartore (Bandita) ed Arturo Vercellino (Cassinelle). Ad essi si aggiungono Davide (Ivo) Ferrando (Ovada) ed Alberto Zunino (Toleto). Priore generale è stato nominato Massimo Calissano. 58 anni, genovese ma appartenente ad una antica famiglia campese per parte di madre, è l’attuale Priore della dei s.s. Sebastiano e Rocco di Campo Ligure. Sposato, tre figli, esercita la professione di Consulente del Lavoro a Genova, e di docente di materie giuridiche ed economiche. E’ inoltre collaboratore da lunghi anni de l’ “inchiostro fresco” per il quale cura le pagine delle valli Stura e Orba. Abbiamo raggiunto il nuovo Priore generale e gli abbiamo chiesto quale è il compito ed il ruolo delle Confraternite nella Società odierna. “Il mio pensiero va spesso al tempo ed alla regola di san Carlo Borromeo che riformò le Confraternite a seguito del Concilio di Trento. Anche allora il mondo cristiano viveva un periodo di forte travaglio a seguito dell’avanzare della riforma protestante, - prosegue il neo eletto priore - con un clero spesso scarsamente formato e non adeguatamente sorretto dai vescovi che non sempre risiedevano stabilmente nelle proprie diocesi”. Calissano

ha ricordato come la rivitalizzazione delle Confraternite allora fu determinante, quale baluardo contro l’eresia e l’evangelizzazione delle popolazioni. Non per nulla, i più begli oratori che ancora oggi possediamo sorsero appunto nel corso del Seicento. Il parallelo con oggi? “La realtà contemporanea vede una presenza sempre minore del sacerdote sul territorio, spesso chiamato a reggere numerose parrocchie. – illustra il nostro interlocutore - Ecco quindi il ruolo della Confraternita: promuovere la formazione cristiana, con un vivo senso di appartenenza alla comunità parrocchiale e partecipazione alla vita liturgica. Quindi, attraverso una capillare presenza sul territorio, la Confraternita deve essere presidio di fede ed esempio per tutti i cristiani, insostituibile supporto per il clero, in particolar modo laddove costituiscono l’unica forma di vita associata cristiana”. Molto spesso le Confraternite vengono identificate dal loro aspetto esteriore, mi riferisco alle processioni con i grandi Cristi. “La processione costituisce una delle più antiche forme di espressione della fede – risponde pronto Calissano - I grandi crocifissi raffigurano sempre nostro Signore e la sua testimonianza sulla croce porta sempre un forte massaggio tra la gente.” Samuele Anastasio

Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

via Roma 19 Masone (GE) - tel 010.926088 - www.pasticceriavigo.com


8

l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Agosto 2015

Il comitato pendolari ha promosso un

Prosegue l’avvincente racconto di come lo sport del tennis si sia radicato in valle Stura.

Incontro con ATP La nascita delseconda tennis a Rossiglione puntata F Da sinistra: il presidente del Comitato Ottonello, il consigliere Toscano, il presidente ATP Beltrami, i direttori Vermengo e Rolandelli

VIRGINIA CALISSANO

L

@ @MVirgiCalissano

unedì 20 luglio, nella sala consiliare del Comune di Masone si è svolto l’incontro pubblico promosso dal Comitato Difesa Trasporti valli Stura e Orba e la dirigenza dell’ATP – Azienda Trasporti Provinciali – che gestisce il trasposto su gomma nel territorio della Provincia di Genova. Il Comitato, costituitosi spontaneamente la sera del 25 ottobre 2013 a Campo Ligure in occasione del paventato taglio di treni sulla linea ferroviaria “Genova-Ovada-Acqui”, cui è seguita la raccolta di oltre 4.000 firme, si è dato propria struttura organica con l’approvazione dello statuto e la nomina dei propri rappresentanti, nella assemblea dello scorso 16 aprile. Come si evince dal nome, il Comitato ha per scopo salvaguardare il servizio ferroviario e su gomma locale, monitorando la qualità del servizio. Di qui l’atteso incontro con i vertici ATP. Presenti, oltre ai membri del Comitato, presieduto da Fabio Ottonello, i Sindaci della vallata ed i dirigenti dell’azienda: il presidente Maurizio Beltrami, il Direttore generale Giovanni Vermengo ed il direttore di servizio Roberto Rolandelli. Ha preso la parola la portavoce del Comitato per il trasporto su gomma, Monica Pastorino la quale ha evidenziato come le nostre Comunità necessitino di raggiungere il capoluogo per due motivi: lavoro e scuola. Occorre un contatto diretto con ATP cui

Per Monica Pastorino: “lavoro e scuola a rischio senza collegamenti con Genova” segnalare in tempo reale i disservizi. Quindi occorre rivedere la modalità e la tariffazione degli abbonamenti cercando di armonizzarli con le altre aziende di trasporto locali (Ferrovie e AMT). Il presidente Beltrami è intervenuto facendo presente le forti difficoltà economiche dovendo servire un territorio morfologicamente difficile e conciliare gli orari scolastici e delle ferrovie, al fine di non sovrapporre le corse. Il direttore generale Vermengo ha assicurato di provvedere al fine di armonizzare gli orari ed intervenire contro un altro diffuso problema, quello dei “portoghesi” che sottraggono risorse all’azienda e… posti ai viaggiatori. Il folto pubblico che affollava la sala, segno della sensibilità nei confronti dei trasporti, la cui efficienza è vitale per la sopravvivenza delle nostre valli, è intervenuto evidenziando altri problemi, quali la tempestiva informativa, utilizzando il sistema “Simon” di AMT ed il maggior coordinamento con Trenitalia, oltre ad una tariffazione più equilibrata. Una serata importante, grazie alla determinazione del Comitato e, ovviamente, alla disponibilità di ATP. Ci auguriamo sia l’inizio di una fruttuosa collaborazione!

orti dell’esperienza di nostro padre, conoscitore di tutto quello che riguardava la costruzione di un campo, ma anche le attrezzature come racchette, raccordature, riparazioni, fornitori, ecc. partimmo con molto entusiasmo. Il fondo un campo da tennis ha la necessità di un drenaggio molto efficace, ma a questo si trovò soluzione con l’utilizzo dei detriti provenienti dai lavori di ristrutturazione dell’ex dopolavoro che il geom. Franco Minetti, l’attuale commercialista, mise a disposizione e che dettò anche il tempo di inizio dei lavori. L’altro geometra, Gian Luigi Odano, anch’esso uno dei venti, chiamò due muratori, da un cantiere vicino, per la costruzione del muretto di contenimento dei detriti. Gianni Leveratto (il Barxiunin) e Giuseppe Pastorino (Marietto Chiculin di Masone) furono i demolitori e i trasportatori del materiale. Il tutto spianato e livellato perfettamente con sabbia e ghiaia si prestò ad essere costipato da un rullo compressore che Nicolò Minetti, il Presidente della Pro Loco appena costituita, riuscì a farci mettere a disposizione dalla Provincia. Con la stesa di un paio di centimetri di manto rosso il campo era pronto. Operando manualmente Giorgio Zara, Pino Ravera ed il sottoscritto, si procedette alla posa in opera dei pali di recinzione, della rete di cinta e dei pali per l’impianto di illuminazione.Ci si avviò dunque al giorno dell’inaugurazione che avvenne il lunedì della Madonna degli Angeli del 1971. Impartì la benedizione il Vescovo Mons. Ferrando, coadiuvato dall’omonimo Don Gianni, alla presenza dell’allora Presidente della Provincia Di Pasqua, dell’Assessore alle Finanze Avv. Mario Tagliabue, del vicesindaco Nino Folli, in una cornice di pubblico plaudente e festante. Salatini, pasticcini per tutti e via ad un’esibizione tennistica da parte di tennisti del CUS, centro universitario sportivo di Genova, arrivati per interessamento di co-

❶ ❷

❶ Il primo Presidente del Circolo, Avv. Gian Luigi Masnata, alla chiusura di un Corso FIT per giovani.

❷ Il dirigente Zambelli premia il vincitore di un torneo Coppa SAI, coadiuvato da Mario Minetti e Giorgio Zara.

❸ Minetti Angelo Domenico, padre di Mario, Giorgio ed Anna Maria, con il M.o Lubrano ed il dirigente Zara Giorgio.

lui che diventerà il primo Presidente del circolo, Avv. Gian Luigi Masnata. Il campo è ora di nostra proprietà benché disponibile per chiunque voglia usufruirne perché l’accordo che Dario Ravera aveva convenuto era quello di ospitare il campo sul nostro terreno, gli spogliatoi ricavati al piano terreno della nostra abitazione, il servizio telefonico, la cura e la manutenzione dell’impianto ecc., tutto a nostro carico, gratificati peraltro dal fatto che trascorsi 15 anni la struttura sarebbe passata di nostra proprietà. Questo incrocio di interessi pensiamo sia stata una buona soluzione, lineare, pratica, positiva soprattutto ai fini di attivare un meccanismo dimostratosi molto utile per tutti. Non solo, ma ci sarebbe anche da rilevare come il contribuente non venne neppure sfiorato da questo gioco di interessi: cosa che non sempre accade nel nostro palcoscenico politico-amministrativo. A questo punto si apre una nuova fase, un nuovo discorso: quello che vede l’attività del campo da tennis nel suo aspetto funzionale, ricreativo ed agonistico. Questa seconda fase la chiamerei “era Zambelli”. Ci si iscrive alla F.I.T., partecipando a tutte le direttive e promozioni che il Comitato Regionale emana. Di particolare importanza è l’adesione all’iniziativa di organizzare corsi giovanili sotto la guida di maestri federali che la F.I.T. avrebbe inviato ai circoli che ne facessero richiesta. Tutto questo gratuitamente. Il mantenimento di vitto e alloggio del maestro a carico del circolo venne calcolato e sostenuto dalle iscrizioni degli aspiranti tennisti con una quota per l’intero corso molto contenuta (5000 lire, tutto compreso, se ben ricordo). Grande successo. Faccio notare che il primo maestro che ci fu inviato dalla F.I.T., Marco Lubrano, era dotato di eccezionale bravura: diventerà in seguito il responsabile regionale di tutti i maestri F.I.T., tutt’ora operante in questa veste.

Shopping a Rossiglione

Mario Minetti


l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Agosto 2015

Masone: fino al 20 settembre visitabile la mostra di Chiara Samugheo

La fotografa dei divi al Museo Tubino

9

i sapori dell’Oltregiogo Rubrica a cura di Marco Fossati

Basilico,il re delle piante te

I Da sinistra Fabio Mariani (presidente FIAF), Ruggero Pastorino, assessore Luisa Giacobbe, Chiara Samugheo e il Sindaco Enrico Piccardo

S

i è inaugurata sabato 4 luglio, nell’ambito della XVII Rassegna Internazionale di Fotografia al Museo civico “Andrea Tubino” di Masone, la mostra di una delle più grandi fotografe italiane contemporanee: Chiara Samugheo. Si tratta di una delle retrospettive più prestigiose mai ospitate dal Museo di Masone, che sarà visitabile fino al 20 settembre ogni fine settimana. Il responsabile del Museo, Gianni Ottonello ha dichiarato: “Siamo estremamente orgogliosi di aver invitato qui a Masone una persona del calibro di Chiara Samugheo, la prima fotografa professionista italiana, che ha

immortalato tutti i più grandi divi del cinema e dello spettacolo e che, con estrema modestia, non è mai voluta apparire più di tanto pur avendo vissuto a contatto delle più grandi personalità del mondo dello spettacolo e della cultura”. Il responsabile ha poi proseguito affermando che: “Alcune sue fotografie sembrano vere e proprie opere d’arte”. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta alla presenza, oltre che dell’artista, del sindaco di Masone, Enrico Piccardo e dell’assessore Luisa Giacobbe. Il primo cittadino masonese ha introdotto la mostra con queste parole: “Siamo orgogliosi di avere qui presente

un’artista di grido alla nostra mostra, una vera e propria maestra della fotografia, con queste immagini che letteralmente esaltano i personaggi”. L’assessore Giacobbe ha proseguito “È una cosa straordinaria avere qui una persona come Chiara Samugheo che ha lavorato a fianco dei più grandi personaggi della storia del cinema”. L’artista ha ringraziato il numeroso pubblico presente a Masone ed ha parlato della sua lunga carriera, iniziata nei primi anni Cinquanta con una macchina fotografica in bianco e nero, come reporter di denuncia, testimoniando le difficili condizioni di vita del sud Italia, come

i baraccati e le invasate, per poi dedicarsi alla ritrattistica, arrivando a lavorare fianco a fianco dei massimi divi dell’epoca. All’interno della mostra è possibile vedere ritratti di personalità del calibro di: Charlie Chaplin, John Wayne, Sofia Loren, Alfred Hitchcock, Glenda Jackson, Claudia Cardinale, Francis Ford Coppola e molti altri. In contemporanea alla mostra di Chiara Samugheo, il Museo Tubino ospita anche la bellissima mostra fotografica di Ruggero Pastorino, originario della Valle Stura ma residente da anni ad Asti, con le sue fotografie subacquee Fabio Mazzari

Dall’Agriturismo “Il Sottobosco” continua la rubrica Saperi&Sapori di Giorgio Dalpian

Melanzane ripiene con la “maniglia” M ese di agosto mese della Madonna. In tutti i paesi dell’ entroterra genovese agosto era ed è ancora adesso il mese delle feste patronali dedicate alla Madonna. Tradizione era che si partiva dalla città e si andava nei paesi a festeggiare: Busalla, Torriglia, Né, Savignone, Sant’Olcese erano le mete preferite perché c’erano grandi balli campestri, incominciava a far fresco e la sera si stava d’ incanto, grandi partite alle bocce, semplici fuochi d’ artificio. Le Proloco e le Associazioni offrivano cibo di strada con quello che si produceva in quel momento nella vallata. Frittelle in tutte le maniere dolci o salate, torte di verdure, focaccette con o senza formaggio, panisse fritte, ripieni di verdura varie. Le melanzane erano la

caratteristica della Fontanabuona, della Valle Scrivia, della Valpolcevera. Ortaggio molto in uso nella cucina genovese specialmente nella varietà del tipo nano, tondeggiante e piccola “tonda genovese” gusto dolce/amaro. Le melanzane si prestano particolarmente ad essere cucinate ripiene. Piatto molto semplice con ingredienti così detti “poveri” anche se non ho mai visto la loro dichiarazione dei redditi. Due erano le cotture: per i più noiosi di stomaco cotto al forno, per i buongustai infornate e fritte: che code si facevano per averne un cartoncino! Io vi propongo la ricetta di quelle fritte con la maniglia. Lavate le melanzane senza eliminare il gambo, tagliatele per lungo e fatele bollire molto al dente. Con un cucchiaino svuotatela dalla

polpa che pesterete nel mortaio con uno spicchio d’aglio, funghi secchi ammollati e rosolati per qualche minuto in un tegame con un po’ d’olio extra vergine. Unite la mollica di pane imbevuto nel latte il formaggio grattugiato, uova, origano, sale e pepe. Mescolate in modo da ottenere un composto morbido e omogeneo. Riempite le melanzane passate nell’ uovo poi nel pane grattugiato con il loro gambo (maneggia). Disponetele su un tegame e lasciatele leggermente asciugare. Olio d’oliva o strutto ben caldo, friggetele, un pizzico di sale (per non bruciarvi prendetele per la maniglia). Buon appetito e alla prossima!!! Giorgio Dalpian

l Basilico (Ocimum basilicum, baxaicò in dialetto) rappresenta uno degli aromi per eccellenza della cucina mediterranea e ligure e, grazie alle sue numerose proprietà, viene considerato il “re” (da basileus in greco) delle piante. Nello scoprire questa pianta vedremo i suoi principali usi alimentari, erboristici, cosmetici e, infine, vi riporterò la ricetta di un liquore tradizionale. La raccolta delle foglie di basilico viene fatta da maggio a settembre, preferendo quelle giovani in caso si volesse preparare il pesto, e il modo migliore di utilizzarle è da fresche quando sono appena state staccate dal fusto, oppure possiamo conservarle nel congelatore o farle seccare. Uso alimentare: Oltre alla preparazione del classico pesto, questa pianta si rivela molto utile nel migliorare la digeribilità di alcune preparazioni: sughi rossi, carni, pesce… oppure anche solo per insaporire e arricchire i nostri piatti. In caso lo volessimo utilizzare in cottura ricordiamoci di non aggiungerlo subito, perché sul lungo tempo perderemmo la sua fragranza. Tralasciando la preparazione del nostro amato pesto, un trucco per ottenere un colore più chiaro consiste nel far bollire alcuni secondi le foglioline di basilico prima di asciugarle e pestarle/tritarle, personalmente evito sempre questa pratica preferendo un pesto più ricco in nutrienti e profumo anche se leggermente più scuro. Infine possiamo darci la possibilità di sperimentare con gli aperitivi (mojito con il basilico al posto della menta…), i digestivi (sorbetto al basilico, liquori…) e i dolci. Uso erboristico: Come molte piante della stessa famiglia, il basilico presenta ottime proprietà aperitive e digestive (a seconda di quando lo si assume) ma i suoi benefici non si limitano a questo; è una pianta adatta a contrastare i crampi intestinali, ha un’azione vermifuga (si

pensa che il pesto sia nato come medicamento composto da aglio e basilico con questa finalità) e utile per diminuire condizioni di stress e nervosismo. In tutte queste situazioni possiamo ricorrere all’infuso di basilico da solo o con piante ad azione simile, per poter preparare questa tisana abbiamo bisogno di un cucchiaio di foglie fresche o 2/3 cucchiai di foglie secche e una tazza d’acqua bollente. Dopo un’infusione di 10 minuti possiamo filtrare e consumare a caldo o temperatura ambiente. In caso di inappetenza bere una tazza 15 minuti prima del pasto, per un’azione digestiva 20-30 minuti dopo aver finito di mangiare (oppure utilizzare il sorbetto o il liquore). Diversamente, nei periodi di stress/ nervosismo possiamo consumare 2-3 tazze al giorno a stomaco vuoto, una al mattino, una alla sera e la terza al bisogno. Oltre alle proprietà già elencate, l’olio essenziale di basilico è un ottimo antisettico orale, quindi possiamo preparare un infuso (vedi sopra) oppure utilizzare 2 gocce di olio essenziale in un cucchiaino di bicarbonato, scioglierlo in acqua e utilizzarlo per i gargarismi. Uso cosmetico: Come la menta, il basilico è un ottimo tonico per la nostra pelle e dona lucentezza anche ai nostri capelli. Possiamo utilizzarlo per impacchi lenitivi quando abbiamo arrossamenti oppure per un bagno fresco e tonificante. In caso scegliessimo il bagno si mettono 1 o 2 manciate di foglie fresche in un fazzoletto di stoffa, in modo da non intasare lo scarico, mentre riempiamo la vasca. Come ultimo suggerimento, possiamo utilizzare l’infuso (vedi uso erboristico) come tonico analcolico per il viso da consumare in 2-3 giorni. Marco Fossati Laurendo in Scienze Erboristiche presso l’Università degli Studi di Pisa


10

l’inchiostro fresco Agosto 2015


Sergio Scolaro

Sergio Scolaro Assistenza, vendita, noleggio PC Realizzazione applicativi ad-hoc Centralini telefonici Impianti di videosorveglianza Informatizzazione aziende

Consulente Informatico Loc. Giora, 7 - Capriata d’Orba Tel. 333/33.87.999 scolaropc@gmail.com

Intervista ad anno dalle elezioni al Sindaco di Basaluzzo, Gianfranco Ludovici

Per i capriatesi un’amara sorpresa

Roma spende, i comuni pagano E la piscina? MATTIA NESTO

G

@Mattia Nesto

ianfranco Ludovici, storico Primo Cittadino di Basaluzzo, nell’accoglierci per un’intervista “ad un anno e poco più dalle ultime elezioni”, vuole subito mettere le cose in chiaro: “Amministrare un piccolo Comune come Basaluzzo non è affatto facile, bisogna dirlo con decisione. Infatti – continua il Sindaco – il Patto di Stabilità ci impone di risparmiare ed introitare risorse senza poi poterle investire. Ecco perché gli investimenti funzionali che servirebbero non si possono fare”. Una situazione bloccata senza via d’uscita quindi?: “Bisogna ingegnarsi e cercare di sfruttare al meglio il poco che si riesce a racimolare – risponde sicuro Ludovici – Detto questo appare sempre più evidente come il conto delle spese pazze di Roma venga addebitato ai comuni”. Addentrandoci più nella politica locale, recentemente ha “tenuto banco” la questione sollevata dal Consigliere Rosanna Borsa su una presunta “poca attenzione” da parte del parroco locale in merito al banco alimentare. Chiediamo allora al Primo Cittadino di spiegarci meglio la vicenda: “Niente di particolare, senza alimentare facili polemiche, la questione si è così risolta: si sono attivate due iniziative uguali ed indipendenti, una da parte del Comune che, con la collaborazione della Sig.ra Borsa, ha contattato il Banco Alimentare per attivare le procedure amministrative necessarie per l’erogazione del servizio; d’altro canto Monsignor Aldo Tacchino ha dato la disponibilità, presso la parrocchia un sabato al mese, alla distribuzione di generi alimentari a chi ne ha necessità”. Quindi si tratta di due iniziative completamen-

te disgiunte?: “Esatto. La finalità è la medesima: aiutare chi ne ha bisogno”. Cambiando argomento, il Primo Cittadino si è dimostrato molto soddisfatto delle Convenzioni per i servizi di Polizia Municipale e Protezione civile, attivate con i Comuni di Fresonara, Bosco Marengo e Frugarolo: “Trovo che le convenzioni, genericamente, siano uno strumento efficace – afferma il nostro interlocutore – soprattutto nella gestione dei servizi socio-assistenziali e dei rifiuti, che sono tra i più importanti da garantire al cittadino”. Al termine della nostra intervista, Ludovici alleggerisce i toni e termina dicendo che: “Comunque, anche se le risorse sono quelle che sono, grazie ai volontari

della Pro Loco, l’estate a Basaluzzo sarà sempre ricca di appuntamenti, il prossimo sarà il 25 e 26 luglio con la Sagra della tagliatella e del cinghiale e poi il 29 e 30 agosto con la Sagra del pesce. Tra le due sagre si inserirà la serata clou di venerdì 21 agosto, quando si potrà fare un viaggio in musica a Genova con Le Quattro Chitarre. Un grande appuntamento che il Comune è lieto di organizzare assieme all’inchiostro fresco ed il cui incasso sarà devoluto in beneficenza. Vorrei ancora segnalare che il 5 settembre si terrà un concerto a favore dell’A.I.S.M. con Vittorio De Scalzi, voce e chitarra dei New Trolls, e la Beggar’s Farm”.

Estate piena per il paese sull’Orba

BENEDETTA ACRI

@FernGully89

La movida estiva di Capriata Q S e le vacanze in campagna sono la vostra routine estiva o avete già esaurito i vostri giorni di ferie nei mesi precedenti, non disperate, agosto è ricco di serate e manifestazioni che vi terranno impegnati e vi faranno divertire. Il sindaco Daniele Poggio ci racconta che “a Capriata la stagione è iniziata con il successo del centro estivo parrocchiale, che ogni anno vede la partecipazione di numerosi bambini e ragazzi provenienti anche da comuni limitrofi, e della festa patronale dei SS. Pietro e Paolo che ha attirato curiosi e buongustai con le sue tradizionali Lasagne con Stubiaröi (fagioli borlotti). Il 2 agosto sarà la volta della Trattorata, con trattori di ieri e di oggi a confronto, manifestazione unica organizzata dalla Cantina Sociale Produttori Insieme ormai da anni. I weekend estivi nella piazza interna del Comune saranno animati da

Il Sindaco di Capriata d’Orba, Daniele Poggio nel suo ufficio.

incontri di vario genere: concerti, serate danzanti, teatro, etc. Un altro evento che distingue Capriata è la serata del 14 agosto: per le vie del centro vengono allestiti dei tavoli attorno ai quali le persone si ritrovano per cenare insieme, portando ognuna le sue specialità, il tutto musicato da un’orchestra. Il mese di agosto si chiuderà il 29 con il 3° Palio dei Balloni: si svolge nella parte vecchia del paese e vede varie squadre sfidarsi in una competizione a dir poco particolare”. Capriata ormai da anni ospita anche una manifestazione di stampo politico, che attira sostenitori e semplici curiosi da tutta la provincia e non solo: la Festa della Padania, dal 20 al 23 agosto. Tra comizi ed incontri con esponenti della Lega Nord si potranno gustare piatti della tradizione. Insomma, un’estate capriatese ricca di eventi per tutti i gusti. (b.a.)

uesti mesi si stanno rivelando più caldi del solito per gli abitué della Piscina Lido di Capriata d’Orba. La struttura, di proprietà di una ditta privata, rimarrà chiusa per la stagione estiva 2015. La notizia ha lasciato l’amaro in bocca a molti, visto il successo delle estati passate, e ha suscitato scalpore. Il sindaco Daniele Poggio e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Stefano Cairello ci hanno illustrato la situazione della piscina e il suo possibile futuro. “Un perito del CTU ha richiesto informazioni presso il nostro Comune. Ha appurato l’agibilità e la regolarità

L’

impianto capriatese si presentava grazioso alla vista per via di una colorazione a righe verticali bianche e blu che faceva venire in mente gli stabilimenti balneari di inizio novecento.

della costruzione che molto probabilmente andrà all’asta. Non abbiamo nessun documento ufficiale che lo attesti, ma ciò presume che ci sia stata un’esecuzione immobiliare sulla proprietà della piscina che rimarrà chiusa in attesa di sviluppi. Sicuramente il problema non è stata la stagione estiva passata molto piovosa, ma sono altri i motivi a monte, di natura economica. Si tratta di una struttura privata, la gestione era a carico dei proprietari. Ci fa ben sperare per il futuro la serie notevole di richieste di informazioni per acquisto e gestione”. Infatti, si auspica che subentri un’altra ditta privata che amministri la piscina in modo migliore: “il Comune purtroppo non ha risorse. Finché la perizia non sarà terminata non si avrà il costo definitivo: non abbiamo comunque né la possibilità economica per acquisirla né soprattutto per gestirla”. Un fiore all’occhiello per il paese che ci auguriamo di rivedere aperta e piena di persone la prossima estate.


12

l’inchiostro fresco

RONDINARIA

Agosto 2015

Ir Bagiu ricorda Sergio Basso

Predosa: intervista a Federica Ferretti, capogruppo FAI “I Fiumi della Bassa Valle”

Percorsi e corsi d’acqua da scoprire MATTIA NESTO

I

l circolo culturale “Ir Bagiu” di Silvano d’Orba ricordano Sergio Basso, fondatore e primo Presidente dell’Associazione Dialettale Silvanese, nonché autore di pubblicazioni di grande pregio. Il 13 luglio 2015 Sergio Basso avrebbe compiuto 69 anni. In memoria sua, di Elio Robbiano (scomparso il 15 luglio 2010) e di tutti i collaboratori che sono mancati, i soci del circolo dialettale perseguono al meglio l’attività del Bagiu, attraverso nuove iniziative: oltre trenta, se consideriamo quelle già realizzate nell’anno in corso, quelle di imminente realizzazione e quelle in programma per i prossimi due anni. Attualmente il Circolo è impegnato nella commemorazione del Primo Centenario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, nel recupero del vecchio cinematografo della famiglia Chiappino e nella valorizzazione del territorio silvanese con la pubblicazione della guida turistica di Silvano d’Orba. L’attuale Presidente del circolo dialettale, Claudio Passeri, ha espresso il suo ringraziamento ai soci: Giovanni Calderone, Marco Perasso, Pierfranco Romero, Maria Ausilia Piano, Paolo Scarsi, Valeriano Angelo Calcagno, Ornella Bonafé, Alessandro Soldatini, Luigina Repetto, Sergio Torazza, Paola Scaglia, Roberto Basso, Emma Dal Cin, Rita Capuzzo, Renza Ravera, Isa Pietranera, Paola Ravera e Renza Priano, grazie ai quali i progetti del Circolo hanno preso forma e costituiscono oggi una fondamentale testimonianza di quanto sia ancora vivo e pulsante l’amore di molti per il paese e per le proprie origini. Instancabili sostenitori sono Sindaco Ivana Maggiolino, Mons. Alessandro Cazzulo, parroco della comunità silvanese, la contessa Liana Zucca, l’ing. Giuseppe Morchio e i silvanesi di ieri e di oggi, che continuano a sostenere le numerose iniziative. A breve verrà ripresentato il volume di Sergio Basso sulla storia del paese. Marta Calcagno

I

@Mattia Nesto

l 24 giugno scorso presso il Lido di Predosa è sorto un nuovo gruppo FAI nella provincia di Alessandria: si tratta del gruppo “I Fiumi della Bassa Valle” che abbraccia i territori di Basaluzzo, Francavilla Bisio, Fresonara e Predosa. Abbiamo chiesto al capogruppo Federica Ferretti di spiegarci il perché di questa nuova nascita all’interno della Delegazione FAI di Alessandria: “L’idea è quella di valorizzare e raccontare il nostro territorio, in sintonia con gli obiettivi del FAI di salvaguardia e difesa dei beni, siano essi culturali o ambientali – ci dice Ferretti – Così sono sorti diversi gruppi e anche il nostro i Fiumi della Bassa Valle, che prende il nome dal corso del Lemme e dell’Orba e la cui sede è al Lido di Predosa”. Quindi possiamo dire un “gruppo rivolto alla natura e all’acqua”?: “Sì, l’idea è proprio quella – conferma la nostra interlocutrice – Vogliamo anzi incentivare la conoscenza di questi luoghi, proponendo camminate e percorsi

Anche a Silvano il Fai

E

ra il mese di Luglio 2014, un anno fa, quando a Silvano d’Orba si costituiva il gruppo Fai, (Fondo Ambiente Italiano) denominato “Gruppo Colline dell’Orba”, per iniziativa di una ristretta cerchia di amici, uniti dalla passione per il territorio e dalla volontà di preservarlo e valorizzarlo. Inizialmente un gruppo di solo 12 persone, che nel giro di un anno sono diventate ben 70, ci spiega Fabrizia Repetto, la Presidente della sezione silvanese. “La Fondazione nazionale FAI di Milano – dice la Presidente - favorisce al massimo le nuove forme associazionistiche, poiché solo grazie alla collaborazione e alla coesione dei suoi gruppi sparsi sul territorio, si può realizzare un importante progetto comune, quello di conservare e promuovere le ricchezze del nostro territorio. Il Fai Silvanese nel giro di un solo anno ha accresciuto il numero degli iscritti, grazie ad una rete di contatti, faticosamente stabiliti, con amici simpatizzanti, appartenenti a comuni limitrofi. Oggi il Gruppo Colline dell’Orba comprende varie sedi, nei comuni di Carpeneto, Trisobbio, Castelletto d’Orba e Roccagrimalda. Una conquista importante che ha già dato i suoi frutti. In questo anno di vita - spiega Fabrizia Repetto - sono state organizzate varie iniziative. Il 6 settembre a Carpeneto si è svolta la presentazione ufficiale del gruppo, a seguire, il nostro esordio a Silvano, al Circolo teatro Soms nel corso della splendida serata “Incontri di musica danza”, a Roccagrimalda nell’ambito della manifestazione “Rocca e i suoi vini”. Tre eventi organizzati dal gruppo Fai con tanta passione ed impegno. Ora sarà la volta di Castelletto d’Orba.

pensati anche per le bici che facciano scoprire un territorio affascinante”. Quali sono le peculiarità di questo territorio?: “Sicuramente la ricchezza di erbe spontanee, che possono anche essere utilizzate in cucina – spiega il capogruppo – Notevoli poi le tracce storiche ed architettoniche che sono ancora rintracciabili, come dighe, mulini, castelli e borghi, o le numerose storie e leggende, senza dimenticare la ricchezza faunistica con la possibilità, in certe zone, di avvistamenti”. I membri del gruppo i Fiumi della Bassa Valle sono 11 e si sta predisponendo, per il prossimo 20 settembre, una giornata “particolare”: “Il nostro gruppo passerà l’estate a misurare i percorsi ed a saggiarne la difficoltà così da proporre una giornata a settembre pensata ad hoc – afferma la nostra interlocutrice – Il nostro obbiettivo è fare conoscere un territorio che merita davvero di essere attraversato sia a piedi, sia in bici come a cavallo od in canoa: l’importante è perdersi tra la natura ed i corsi d’acqua dei Fiumi della Bassa Valle”.

D

della Memoria” con la piena consapevolezza che bisogna ricordare, per non ripetere la terribile esperienza del regime nazista e gridare alla libertà, alla democrazia, alla tolleranza, al rispetto. Al tavolo di presentazione sotto la regia di Pier Franco Romero esponenti del Circolo Culturale “Ir Bagiu”, Marina Garbini, Maria Ausilia Piano, Carla Olivieri, Stellio Sciutto, Claudio Passeri, Giovanni Calderone, Patrizia Romero. Tra gli intervenuti, un plauso allo scrittore – amico è stato espresso dal Sen. Adriano Icardi, da Ugo Cavallera e dal Chirurgo Vezio La Ganga che rinunciando ad altri impegni, hanno voluto essere presenti per una dimostrazione d’affetto. La serata è anche stata allietata da una sorpresa con alcune canzoni interpretate dall’amato nipote. Come sempre il ricavato dalla vendita dei libri sarà destinato totalmente in beneficenza: questa volta la somma verrà devoluta ad una famiglia bisognosa di Silvano d’Orba.

opo l’evento alluvionale del 13 ottobre scorso con il crollo del ponte che aveva isolato una parte di Castelletto d’Orba, è ritornato alla normalità il collegamento sul rio “Albedosa” che permette di raggiungere le frazioni “Crebini Cazzuli” e “Passaronda” oltre San Cristoforo. Particolarmente soddisfatto il Sindaco Mario Pesce: “Si è lavorato con celerità – ha affermato – impiegando 75 giorni per portare a termine quest’opera che ha comportato una spesa di 112.000 Euro, ottimale come soluzione strutturale e impatto ambientale”. Anche la Presidente della Provincia di Alessandria Rita Rossa ha sottolineato il grande lavoro istituzionale che è stato effettuato: “Dobbiamo ringraziare – afferma - anche i nostri rappresentanti a Roma e per questo territorio Federico Fornaro per aver costantemente fatto presente le nostre emergenze. Oltre a questo ponte sono stati ultimati alcuni lavori in ambito provinciale per la considerevole somma di 6 milioni e 700 mila euro”. Un’apertura in largo anticipo rispetto alle previsioni, in quanto il Sindaco di Castelletto d’Orba aveva promesso che per le feste delle frazioni tutto sarebbe ritornato alla normalità.

Luisa Russo

Luisa Russo

Marta Calcagno

Silvano d’Orba: presentati i libri “Excursus Vitae” e “Viaggio nelle Barbarie”

Minetti: uno scrittore d’eccezione A

ncora due fatiche letterarie per Bartolomeo Minetti, chiamato per gli amici “Meo”, già Sindaco di Silvano d’Orba per quattordici anni. Presso il Teatro Saoms un attento pubblico composto da amici, parenti, politici e cittadini non solo del paese, sono stati presentati i due libri “Excursus Vitae” e il “Viaggio nelle barbarie”. Ancora una volta il “Meo” nell’ “Excursus Vitae” ha dimostrato l’attaccamento al suo paese, alla famiglia, all’amicizia, ai valori politici nella più ampia accezione del termine, mettendo in versi la sua vita, dialogando con il passato e intervenendo nel presente, lasciando alla futura generazione quel sapore vitale, ricco di spontaneità e di poche certezze. Le sue poesie raccontano gli affetti, le passioni, le speranze di un uomo di fede e di cuore che ha trovato nella quotidianità l’ispirazione per scrivere, senza mai tralasciare il suo piglio critico che lo caratterizza. Nel “Viaggio nelle barbarie” emerge l’uomo – insegnante, attento alla verità storica, colui che ha vissuto gli orrori della guerra e che ha voluto conoscere “I luoghi

Castelletto d’Orba Riaperto il ponte


l’inchiostro fresco

RONDINARIA

Agosto 2015

13

Sei serate di musica in sei località dell’Oltregiogo, a sostegno dalla LILT di Novi Ligure Ester… nando…!!!

La musica che cura: note di solidarietà “L a musica è la miglior medicina dell’anima” diceva Platone. Parte da questo assunto la neonata Associazione Musica e Cultura “Pentagramma” della quale è presidente Gianluca Faragli, giovane e già affermato pianista di San Cristoforo, che si prefigge di promuovere sul territorio provinciale la conoscenza della musica interpretata da artisti di provenienza ed esperienza internazionale. Ma con la musica si possono raggiungere anche ambiziosi obiettivi di salute aiutando la ricerca scientifica. A questo secondo aspetto ha sicuramente pensato Gianni Castellani, presidente della sezione LILT di Novi Ligure, proponendo a “Pentagramma” di prevedere per l’edizione della Rassegna “Settimane Musicali Internazionali 2015” un ingresso ad offerta il cui ricavato sarà interamente devoluto da LILT a favore del

progetto di ricerca “M2pK” messo in atto dal Dipartimento di Prevenzione Oncologica dell’ASL AL in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Alessandria per la sperimentazione di un nuovo marcatore precoce per i tumori intestinali. Primo di questi appuntamenti è stato, lo scorso 19 luglio, il recital pianistico di Nikolay Bodganov presso la Chiesa N.S. Assunta di Grondona. Federica Fossati

Camminata per non dimenticare

I

n occasione dell’80° anniversario del disastro della diga di Molare “per non dimenticare” il 9 agosto si è deciso di dare vita ad un nuovo sentiero con partenza da località Albareto. Il sentiero è stato realizzato grazie al lavoro dell’AIB di Molare e della Forestazione. (f.f.)

Due maschere a Fërsnèra A spasso per Castelletto

S

i arriva passando da tutti i punti cardinali. Varcato il confine, il cartello avvisa che gli autoctoni la chiamano Fërsnèra. E rende altresì noto che si sta transitando nello storico territorio di Frixinaria, uno dei 18 toponimi che hanno contraddistinto, nei suoi 1200 anni di vita, l’antica curtis prima del suo nome definitivo: Fresonara. A destra di San Glicerio, un pannello fa presente al viandante che oltre la Chiesa, il Castello, le Sagre e lo Sport, nel paese dei bacecchi c’è il Teatro. Nessun altro Comune dei dintorni espone i simboli delle due maschere. Fresonara, invece, il posto dove il Dramma e la Commedia si consumano sulle assi di un palco, ce l’ha. Si chiama Teatro Comunale, ma è solo un riassunto. In realtà è la Casa di chi vuole fare teatro, sia stando dalla parte di chi recita, sia stando seduto in sala. A Teatro palcoscenico e platea vivono in simbiosi: entrambi creano l’ambiente adatto alla crescita dell’altro. Antica memoria quella del Teatro a Fresonara. Quando alcuni la sedia se la portavano da casa e i più temerari si inerpicavano sui pioli della scala di legno poggiata al muro. Tradizione interrotta soltanto negli anni in cui nei paesi si chiusero le S.M.S., i cortili dei preti e le porte di numerose abitazioni per cercare lavoro e fortuna in città. Perché proprio nel momento in cui nasce la meccanizzazione della campagna, nessuno vuol più fare il contadino. Un ’68 che è durato 35 anni. Poi, nel 2003 la riapertura del nuovo Teatro, incisa nel sangue del Sindaco di allora, che è lo stesso di adesso. L’8 settembre il Comunale compirà dodici dozzine di mesi. E in 144 lune ha visto svolgersi al suo interno 210 manifestazioni (tra cui nove Stagioni Teatrali per 40 Compagnie diverse). La media l’abbiamo fatta noi: una ogni tre settimane. Nonostante i corvi, sembra che quel sangue non sia stato versato invano. Dom&Nico BISio

È

stata Domenica 26 luglio la passeggiata tra le acque e i vini del Monferrato, di cui Castelletto si pregia di essere zona rinomata. Le sorgenti d’acqua sono un patrimonio antico per il paese: anticamente vennero attribuite alle acque sorgive castellettesi proprietà medicamentose, di origine minerale o sulfurea. Le fonti storiche riportano che l’acqua delle sorgenti, scoperta già verso la metà del 700 venne utilizzata per la cura delle malattie croniche dello stomaco, per curare i calcoli renali, i reumatismi o le malattie della pelle e dei bronchi. La passeggiata tra

le fonti alla scoperta dell’acqua si è svolta tra le sorgenti principali: Lavagello, Cannone, Sovrana, Albedosa e Feja, in un territorio in cui l’acqua fu per secoli un bene prezioso, anche soggetto alla commercializzazione. E così fu, anche il vino, prodotto d’eccellenza delle numerose cantine locali, che si pregiano di grandi nomi e marchi doc e docg. Tra un bicchiere di acqua pura di sorgente e di ottimo dolcetto doc, la passeggiata castellettese ha portato i visitatori alla scoperta di un territorio ricco di storia e di importanti tipicità. Grazie alla guida di Giovanni Dolcino, noto pittore castellettese, appassionato di storia locale e l’organizzazione del gruppo Fai Colline dell’Orba, anche Castelletto è stata protagonista, per una domenica, della storia del nostro territorio. Marta Calcagno

Riflessioni a ruota libera di Ester.

Europa ed Expo (ci dicono che è un onore averli)

S

i spendono miliardi per allestire fiere mondiali dell’alimentazione, deturpando paesaggi ed espropriando terreni (unica vera fonte di sostentamento globale). Si realizzano lavori enormi dall’estetica discutibile, (ma è meglio non farlo) che danno da mangiare, sì, ma soprattutto ad estrosi architetti ingordi, a politici ed intrallazzatori di professione. Ed il pubblico paga e resta incantato da scenografie virtuali futuristico tecnologiche disumane che fanno sentire grandi da un lato e miseri al contempo. Intanto all’altro lato dell’Europa, burocrati degli stati che “contano” decidono il bene comune, cioè cosa si può o non si può, ufficialmente per equilibrare i mercati e salvaguardare ambiente e consumatori, in realtà per avvantaggiare alcuni a scapito di altri (leggi Italia) con

regole e norme assurde come: il diametro delle vongole veraci, la nomenclatura in latino obbligatoria per i pesci al mercato, l’uso di solo latte (?) in polvere per fare i formaggi, l’abbattimento degli ulivi italiani, gli ingredienti (strani) per la piadina romagnola dop (ma non li sanno meglio in Romagna?). E via, via con le str...avaganze! Avanti così e, a dispetto dell’Expo, da mangiare ci rimarranno veramente solo gli insetti! Ester Matis

IO SONO 4 MILLIMETRI

De Andrè a Basaluzzo

G

rande appuntamento in musica per venerdì 21 agosto presso il “Palafeste” di Basaluzzo dove si esibirà l’apprezzato gruppo ligure “Le Quattro Chitarre” in uno spettacolo ispirato alle musiche di Fabrizio De Andrè intitolato “Genova e l’ombra di un sorriso”. L’evento musicale avrà anche una finalità benefica in quanto l’incasso della serata sarà interamente devoluto al sostegno dell’associazione onlus “DI.A.PSI.” (Difesa Ammalati Psichici, ndr) di Novi Ligure. Pasquale Dieni, Gino Cabona, Gianni Amore e la “nuova voce solista” Aldo Ascolese proporranno uno show musicale che presenterà i più grandi successi di “Faber” dedicati a Genova e all’entroterra ligure. Un viaggio in musica che toccherà non soltanto i luoghi più belli della Liguria ma che farà anche riaffiorare gli odori, i sapori e i sentimenti di quella terra magica. A fare da presentatore e showman vi sarà Davide Ferreri che allieterà il pubblico con i suoi irriverenti intermezzi tra il dissacrante e il comico. Nel corso della serata sarà anche premiato un reduce della Seconda Guerra Mondiale, “perché la memoria, anche in un giorno di festa, non venga dimenticata”. Un grande appuntamento a cui tutti quanti siete invitati. (s.a.)


Speciale la Grande Guerra Busalla: Carmelo Balbi ci ha inviato questo documento che, nell’ambito del centenario della Grande Guerra pubblichiamo

La cartolina dal fronte e i buoni sentimenti ra del Comando, diretta al padre all’indirizzo di Pieve di Borgo Fornari tramite l’Ufficio postale di Busalla, circostanza tra le altre che risulterebbe da chiarire. Non c’è persona che non abbia intima coscienza di vivere in una società, meglio in un mondo, così profondamente diverso da quello di un secolo fa, da farne costante argomento di riflessione e di discussione per constatare quello che di positivo va riconosciuto come vero progresso e quello che invece è andato inevitabilmente

Carissimo padre,

D

a diversi giorni, che attendo vostre notizie, ma mai mi giungono, ciò vuol dire che avrete molto da fare, dato che avete le patate da raccogliere, ma con tutto ciò ne son contento, perché se adesso avete tanto lavoro, al termine di questo avrete tante patate. Lasciando a parte le burle, io son sempre ansioso di ricevere vostre lettere perciò vi prego di scrivere più sovente. Il mio stato di salute è ottimo, anche il fratello sta bene, che ho ricevuto ieri. Di pure voi tutti spero che sarà il medesimo. Il pacco l’avete ancora spedito? Se lo avete ancora da spedire, vi prego di metterci anche una scatoletta di pesto, siccome ho voglia di mangiare una trenetadda, però dovete informarvi a quanto peso deve rimanere il pacco siccome c’è un limite stabilito e non si può di più. Quando mi risponderete, mi farete pure sapere se queste cartoline, come pure quelle illustrate vi fanno pagare la multa, siccome ne ho mandate diverse ai parenti e non ho più avuto risposta, perciò ho questo dubbio. Non potendo dirvi altro, vi saluto infinitamente insieme a tutti di casa ed abbracciandovi mi dico vostro figlio Vittorio.

Quando la guerra fa pensare alla famiglia

U

na cartolina, una scelta a caso tra le tante, scritta sulla Nave officina e di appoggio “Varese”, dopo l’inizio della prima guerra mondiale, da un marinaio, già operaio dell’Ansaldo di Sampierdarena, sottoposta alla censu-

perduto, soprattutto in semplicità, schiettezza, onestà, in buoni sentimenti. Proprio dalla cartolina del marinaio si possono trarre alcuni indizi, per esempio, sul rapporto rispettoso e responsabile con il padre, che non essendo sicuramente un letterato, ha bisogno di sapere le cose essenziali e di essere rassicurato sulla salute fisica e psicologica del figlio. Forse più di qualsiasi ricerca sociologica e storica sull’Italia tra la prima grande guerra e i giorni nostri, le cartoline e le lettere dei

Bosco Marengo: nell’Anniversario della “trasvolata su Vienna” di D’Annunzio, un frammento di storia

Album di famiglia con dedica MATTIA NESTO

U

@Mattia Nesto

n pomeriggio di fine luglio Pio Moccagatta, collezionista e appassionato di storia locale di Bosco Marengo, è venuto in redazione e ci ha detto: “È con orgoglio che vi porto alcuni documenti della Prima Guerra Mondiale appartenuti ai miei zii paterni – ha esclamato il boschese che poi ha aggiunto – Testimonianze dirette di tempi tragici ma anche ricchi di sentimenti”. E questa tragicità mista alla delicatezza dei sentimenti è in effetti riscontrabile nella corrispondenza di questi due fratelli, Giovanni Moccagatta, classe 1897, purtroppo spentosi per la “spagnola” all’Ospedale Militare di Pavia nel 1918, e Pio Vincenzo, un ragazzo della “classe di ferro” del 1899. “Molto interessante è la cartolina che Giovanni ha scritto a Pio. Una perfetta riproduzione

La cartolina postale riproducente il volantino lanciato da D’Annunzio il 9 agosto 1815 su Vienna

del volantino propagandistico che D’Annunzio lanciò dal suo Ansaldo S.V.A. su Vienna il 9 agosto 1918 – spiega Pio Moccagatta – Un reperto molto raro che testimonia come quell’episodio rimase vivo nelle coscienze”. Al termine il nostro interlocutore ha ricordato: “I miei zii hanno avuto destini differenti ma hanno patito le stesse sofferenze – spiega il boschese – In fondo quei due destini diversi per uguali sofferenze si sono riflessi nei destini e nelle sofferenze di tutti gli Italiani che hanno fatto, nel bene e nel male, l’Italia”.

I fratelli Moccagatta Giovanni (classe 1899) e Engenio (classo 1897) di Bosco Marengo

combattenti ai propri famigliari possono fornire la prova del profondo cambiamento di sensibilità, educazione, senso civico avvenuto rispetto alla società odierna, chiusa, com’è, in un conformismo consumistico, senza veri ideali, con poco rispetto per gli interessi comunitari, scarsa generosità per chi è diverso o nel bisogno, buoni sentimenti generalmente persi di vista.

Il senso civico ai giorni nostri e le politiche di rigore

S

olo per fare un esempio del pressoché dimenticato senso di appartenenza ad una municipalità, giungono da molte parti del Comune di Busalla lagnanze, mugugni, accuse di trascuratezza per le modalità con cui le strade e le piazze comunali non verrebbero curate, liberandole tra l’altro di tutti gli scarti che molte persone noncuranti buttano a terra anziché utilizzare i contenitori appositi. Si ha l’impressione che molti concittadini tendano a vedere la pagliuzza nell’occhio, in questo caso, dell’Amministrazione e trascurino il trave che sta ben infisso sulla strada dei comuni, per fare fronte, si dice, senza capirne un granché, ad una “politica di rigore” e di “stabilità finanziaria”. Proprio per dovuto rispetto della verità si deve almeno riconoscere che il personale da adibire alla pulizia delle strade, assai limitato, riesce tuttavia a fare il proprio dovere, anche nei momenti in cui il lavoro risulta più faticoso, per esempio nella calura estiva o con i rigori dei mesi invernali. Carmelo Balbi

Albergo - Ristorante

Ampio salone per Cerimonie, Matrimoni e Comunioni Cucina casalinga Pensione familiare

no

an Aperto tutto l’

Vara Inferiore (Savona) - Via Vara, 18 Tel. 019 733.004 - albergovara@gmail.com


Ad 80 anni dal disastro della diga di Molare una nuova minaccia incombe sulla Valle dell’Orba?

Frana ad Olbicella: il passato torna a far paura MATTIA NESTO

diamo venga dr dragato il fondo sia dra a dell’Orba come dell’Orbarina, per rimuovere tutti gli arbusti e il materiale sabbioso che ostruisco il corretto defluire delle acque. Almeno così i rischi in questo senso non ve ne sono”. “L’inchiostro fresco” seguirà con attenzione la vicenda anche considerato il fatto che la comunità di Olbicella, nonostante l’esiguo numero dei suoi membri, è molto attiva e viva, con feste e attività culturali che richiamano nel “verde borgo” molti visitatori: “Le Istituzioni debbono darci la possibilità di vivere in questi luoghi dal valore affettivo incalcolabile – afferma un altro signore – Possibile che nel 2015

@Mattia Nesto

“S

embra quasi uno scherzo del destino ma è così. Il prossimo 13 agosto cadrà il tragico ottantesimo anniversario del disastro della diga di Molare ed oggi ci ritroviamo con un nuovo pericolo proprio nella stessa zona” queste le parole, colme di paura, che gli abitanti di Olbicella, dopo aver chiamato a gran voce un nostro intervento, ci hanno detto. Giunti ad Olbicella, più precisamente in località “Cortile”, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi un qualcosa di davvero inquietante. Infatti, passati alcuni campi coltivati, grosso modo dove la collina si bagna nelle acque dell’Orba, ecco una frana di dimensioni considerevoli. “Tutto è successo molto velocemente ci dice uno degli “storici” abitanti della frazione di Molare – Dopo le violenti piogge dello scorso inverno abbiamo visto letteralmente la terra scomparire dai nostri piedi, mangiata dall’azione combinata del torrente Orba e del suo affluente Olbicella”. L’Olbicella (anche conosciuto con il nome di “Orbarina”) è un piccolo affluente dell’Orba che però spesso tra febbraio e aprile è “carico” d’acqua. Mentre stavamo scattando alcune foto per il nostro servizio, una signora ci ha raggiunto per dirci: “Questa parte di Olbicella, oggi per così dire più periferica, era una volta il vero e proprio centro del paese – prosegue l’olbicellese - Ottant’anni fa, le acque che non trovarono sfogo dalle aperture della diga di Molare, si riversarono proprio in questa valle, distruggendo ogni cosa, comprese case, campi e mietendo molte vittime”. A conferma di quanto detto dalla signora vi è il fatto che molti campi, oggi coltivati o tenuti come giardino, sono “più bassi”, rispetto alla strada, segno appunto della terribile alluvione del ’35. “Abbiamo più volte chiesto sia al Comune di Molare come alla Provincia di Alessandria di intervenire – ci dice un altro signore che abita a Genova ma che ha “il cuore” in questi luoghi – Le Istituzioni rispondono che le risorse non ci sono e che gli smottamenti che vediamo sono originati dal fatto che questa sia una frana di origine storica, per di più ubicata su friabili rocce di origine calcarea. Certo ci rendiamo conto che il momento non sia dei più facili, - continua il nostro interlocutore – ma almeno chie-

Dal Comune di Molare

R

aggiungiamo telefonicamente il Sindaco di Molare, Enrica “Nives” Albertelli, per chiedere se la critica situazione si possa risolvere: “All’Amministrazione Comunale sta molto a cuore la vicenda della frana di Olbicella – dice Albertelli – tanto è vero che, all’indomani della scorsa alluvione, abbiamo subito fatto domanda a Roma per chiedere le risorse necessarie alla messa in sicurezza”. È arrivata una risposta a questa domanda di contribuzione?: “Per il momento no – ci risponde il Sindaco – tuttavia siamo fiduciosi. Il messaggio che mi preme lanciare è che non vogliamo lasciare soli e abbandonati gli olbicellesi”. Samuele Anastasio

per un piccolo disguido della linea telefonica, servano mesi per ripristinarlo? So che siamo un costo per la compagnia telefonica come per il Comune, poche persone che non danno grandi profitti ma che pagano le tasse esattamente come chi abita ad un metro dalla porta dell’edificio comunale – conclude amaramente ma anche in modo orgoglioso – Però noi viviamo nei posti che ci piacciono. Dateci la possibilità di vivere nella terra che amiamo”. Un gruppo di olbicellesi mostra una foto di come era il paese prima del disastro di Molare

Una ricostruzione storica dalla viva voce del prof. Alessandro Laguzzi

13 agosto 1935: il disastro di Molare

MATTIA NESTO

I

@Mattia Nesto

l prossimo 13 agosto saranno passati ottant’anni esatti dal disastro della diga di Molare, ovvero dall’onda anomala che, a causa del franamento di una parete rocciosa nell’invaso, ha fatto sì che le acque “scavallassero” la diga, andando poi a tracimare, con una violenta forza d’urto, per la prospiciente valle dell’Orba, arrivando

sino a Capriata d’Orba. All’epoca la centrale era un fiore all’occhiello dell’ingegneria italiana, capace di rifornire di energia l’intera città di Genova. Un evento che marchiò a fuoco le coscienze degli abitanti dell’ovadese e che oggi, a quasi un secolo di distanza, assieme al professor Alessandro Laguzzi, noto storico ed esperto della diga di Molare dell’Accademia Urbense, vogliamo ricordare. “Furono quat-

tro ore di pioggia, dalle cinque alle nove del mattino a provocare tutto. Un evento climatico eccezionale certo ma nessuna delle misure di sicurezza previste funzinò – ci dice il nostro interlocutore – Infatti le chiuse non poterono essere aperte, visto che, essendo a sifone, visto che erano ostruite dai rami e dai tronchi che si erano accumulati nel letto dell’Orba che non era stato dragato. In più si tentò di aprire la chiusa di profondità, - continua il professor Laguzzi – ma non si fece in tempo a iniziare l’apertura, che tutta la diga vibrò, come se stesse cedendo. A quel punto non si fece più nulla e si lasciò che la storia come le acque prendesse il suo corso”. Domandiamo al docente ovadese se non si fossero pensate

ad altre misure di sicurezza: “Era stato pensato una sorta di muraglione, lungo oltre cento metri, per bloccare le eventuali acque in eccesso – risponde pronto Laguzzi – Peccato che venne edificato non come una vera diga, ma come un semplice muro in verticale. Come le acque si abbatterono sulla costruzione, il muro cedette nella parte inferiore, nelle fondamenta per poi essere distrutto e venire trascinato dalla corrente”. Solo in Ovada le acque mieterono oltre cento morti. “Quando ad Ovada si sparse la voce che a Molare qualcosa stava succedendo, un giovane di allora che io ho intervistato in età avanzata – ci racconta il docente - Si precipitò al Borgo di Ovada, dove abitava la sorella con la nipotina, con l’intento di portare quest’ultima in salvo, in alto, dove egli abitava, in località Cappellette. Purtroppo la sorella non volle acconsentire a ciò, giustificando il rifiuto nel fatto che era abituale per gli abitanti del borgo che le acque in eccesso della diga arrivassero a sommergere le cantine ed a lambire i primi piani. Di quella bambina e quella signora non si poté sapere più nulla”. Da allora la diga è ancora in piedi, ad eterno monito di quella tragica mattinata. “Tutte le volte che a Molare e dintorni si inizia anche solo a ragionare intorno ad un riutilizzo della diga – ci dice in conclusione il nostro intervistato – tutti rifiutano con orrore. È una traccia di paura indelebile rimasta nella gente del nostro territorio”.


16

Viaggio

l’inchiostro fresco Agosto 2015

Val Vobbia: tra memoria artigiana, arte contadina e bellezze paesaggistiche

Arezzo Ligure, ad ogni angolo una storia MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

V

obbia, comune appartenente al territorio della città metropolitana di Genova e “capitale” dell’omonima valle, si presenta come “un comune articolato”, nel senso che è costituito, oltre che dal capoluogo, dalle cinque frazioni di Alpe, Arezzo Ligure, Noceto, Salata e Vallenzona. Nel suo territorio rientrano anche le località di Caprieto, Casareggio di Salata, Costa Clavarezza, Costa di Vallenzona, Piani di Vallenzona, Poggio, Selva e Vignogna. Grazie all’idea e alla splendida guida di Cristina Corzetto, nota artista ed autrice del blog “Vobbia cultura tradizioni e turismo” ed all’insegnante di scuola primaria, nonché Assessore alla Cultura del Comune di Vobbia, Barbara Demergasso, iniziamo in questo numero un tour di queste località. Come prima tappa “gli inchiostriferi” hanno scelto Arezzo Ligure, frazione che conta circa 53 abitanti. Cristina Corzetto ci ha presentato la suggestiva storia del “museo privato” di Katia e Gianni Lagorio: un vero e proprio scrigno contenente la sapienza del tempo che fu. “Io da sempre ho avuto il pallino sia per il fare le cose con le mie mani sia per il collezionismo – ci dice Gianni Lagorio – Negli anni ho raccolto molti cimeli, sia provenienti dalla mia famiglia che fatti da me medesimo.

Il comune di Vobbia tra feste e sagre

A

nche questa stagione 2015 vedrà in tutto il territorio comunale di Vobbia, un susseguirsi di manifestazioni culturali e sociali preparate e pianificate dai vari enti ed associazioni che operano da anni nei diversi paesi del comprensorio. Un fiore all’occhiello per questo lembo di entroterra genovese a volte penalizzato dalla posizione geografica, ma forte delle proprie risorse umane, impegnate senza sosta nel concretizzare idee e progetti a favore dei residenti e valligiani. Per illustrare meglio lo spirito che anima chi dedica tanto tempo alla comunità spesso aiutato da un piccolo gruppo di amici, ho incontrato Marco Sanfelice, Presidente dell’ A.C.L.I di Arezzo Ligure che dista circa quattro km dal capoluogo. Marco in un’intervista appassionata, spiega il proprio impegno costante dedicato a chi come lui ha sempre amato il paese dove si villeggiava e ci spiega come si è trasformata l’ACLI e come opera per assicurare alla popolazione manifestazioni ed incontri in un perfetto clima conviviale. Da cosa nasce questo desiderio di mantenere “vivo” il borgo di Arezzo dove ha trascorso l’infanzia?

Questo desiderio nasce da un grande senso di appartenenza che per il sottoscritto è un senso della vita. Ma è un fatto puramente personale? No. Assolutamente. È condiviso da tutti gli amici di Arezzo in virtù di una magia speciale ed inspiegabile che ci lega a queste quattro case sperdute nell’entroterra genovese. L’area dove opera l’A.C.L.I poco distante dalla chiesa di San Antonio Abate, comprende il campo di calcio, un piccolo punto ristoro ed i campi da bocce più uno spazio molto curato dedicato ai bambini. Sanfelice ci tiene a precisare come i risultati raggiunti siano stati possibili anche grazie all’impegno di Silvia Scotto precedente presidente triennale ed alle diverse persone che operano con competenza nel corso dei tre mesi estivi. Ma non tralascia di parlare della parte organizzativa che si affronta mesi prima dell’iniziò della stagione con la preparazione burocratica. Cristina Corzetto

Li ho conservati poi in questa casa, adibendola ad una sorta di museo personale, però accessibile a tutti”. Si tratta di un reale omaggio alla cultura contadina, come nel caso dei due modellini in miniatura di una calcinaia e di una carbonaia che fanno bella mostra di sé nel cortile della casa. “Li ho costruite io stesso, attraverso i ricordi dei miei nonni e parenti e dei ricordi di quando ero bambino – spiega Lagorio – Mi piace ricordare come la pietra di Vobbia sia unica nel suo genere, molto pregiata, perché è resistente e maneggevole, una specie di oro di pietra!”. In una piccola rimessa vengono invece conservati centinaia di utensili utilizzati per la coltivazione o l’artigianato: “La mia vera e più intima passione e la lavorazione del legno e qui ho delle pialle e dei banchi di lavoro dei primi del Novecento – afferma il vobbiettese – Ho dei falcetti usati per strappare le erbacce di quasi 200 anni. Tutti questi strumenti sono fatti con materiali poveri, spesso di recupero – continua il nostro interlocutore – Trovo sia un bell’insegnamento per le nuove generazioni: non occorrono i migliori e più nuovi materiali, ma quello che davvero conta è fare fruttare ciò che si ha!”. Proseguendo al primo piano dell’abitazione la nostra visita,

Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it filmati e foto su una bellissima giornata trascorsa ad Arezzo Ligure

siamo rimasti colpiti da un antico arcolaio, che la signora Katia è riuscito a conservare assieme ad altri preziosi reperti, come degli antichi bauli usati per i viaggi transoceanici di alcuni parenti in America. E proprio dall’America è arrivato il più grande “riconoscimento” all’arte di Gianni Lagorio: “Quasi per caso sono venuto a conoscenza che, una vecchia moschiera (reticella di stoffa per proteggere il bovino dalle mosche, ndr) che avevo fatto io da ragazzo è conservata in un museo di Monterey. Un’emozione grandissima per uno come me, che preso la licenza elementare in tempo di guerra, quando con una formaggetta si diventava professori”. Eppure, visitando la casa dei coniugi Lagorio, in cui ogni oggetto è fatto, letteralmente, “con le proprie mani” e dove ad ogni angolo viene fuori una storia (gli infissi lignei delle finestre, recuperate da vecchie doghe). Proprio come la casa di Itaca fu costruita da Odisseo attorno all’ulivo intagliato per fare il letto, così questa casa di Arezzo è costruita dalle mani di Lagorio. Ma d’altronde tutta Arezzo Ligure, con la sua area svago attrezzata e la chiesa romita è un paese d’altri tempi: tempi in cui il finale era dolce ed autentico come una bella giornata passata in mezzo alla natura.


o nelle terre selvagge dell’Oltregiogo Fraconalto: una fattoria con mucche, vitelli e buoi allo stato brado

l’inchiostro fresco Agosto 2015

Piampaludo: quando una montagna ti regala una favola

I Guardiani del Tarinè

Moglie e buoi dei paesi tuoi La storia di Andrea Giaroli: da ingegnere elettronico a allevatore di mucche assieme alla moglie biologa. Un modo per reinventarsi la vita. Ampio servizio video fotografico sul nostro sito www.inchiostrofresco.it

MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

“I

n realtà io allevo vitelli di pura razza piemontese però in effetti il proverbio è calzante a pennello. Da bimbo venivo tutte le estati a Fraconalto e stavo sempre in mezzo agli animali e alla natura. Qui ho conosciuto mia moglie e qui, prima o poi, sapevo di dovere ritornare. L’aria di casa è sempre la più buona”, con queste parole, cariche di amore per la propria famiglia, la propria terra e la propria professione ci ha accolto Andrea Giaroli “ex” ingegnere elettronico ed ora allevatore bovino presso la cascina “Soriassa” di Fraconalto. Una storia iniziata da lontano se è vero che, il giorno prima della maturità, Giaroli l’aveva passato in una cascina in mezzo al fieno e subito dopo il conseguimento della laurea aveva preso il treno per tornare nella “sua” Fraconalto: “Io qui ci sto bene, mi sento a mio agio – spiega il nostro interlocutore – Quando nel 2011 la mia azienda, nell’ottica di una ristrutturazione societaria, aveva trasferito la produzione da Genova a Brindisi sono stato messo di fronte ad una scelta: o partire per la Puglia con una lauta gratificazione sia di posizione sia di stipendio, oppure reinventarsi da qualche altra parte. La scelta, per me, è stata

semplice – prosegue Giaroli – il cuore batteva a Fraconalto e grazie al suggerimento e al sostegno di mia moglie, ho aperto una piccola azienda agricola”. Cosa producete alla “Soriassa”?: “Principalmente salumi e carne bovina – risponde pronto l’allevatore - Ho imparato l’arte di insaccare da un maestro norcino di Capriata d’Orba, Luigino Bergaglio. Prima facevo assaggiare i miei salumi e la carne solo ad amici e conoscenti, poi la cosa si è allargata ed ora abbiamo clienti anche da Genova”. Domandiamo ad Andrea Giaroli in che modo vendano la carne: “Dopo l’approvazione dell’Asl di Novi Ligure, siamo potuti diventare venditori ambulanti su prenotazione – dice il nostro interlocutore – Ovvero noi produciamo e vendiamo su prenotazione, portando carne a chilometro zero, carne di pura razza piemontese, personalmente selezionata”.

Dopo aver partecipato a numerose fiere, tra cui la prestigiosa “Fiera di Cuneo”, l’obbiettivo è quello di consolidarsi sempre più: “Certo anche se di sicuro il momento non è dei più facili – afferma Giaroli – però il lavoro dell’allevatore, anche se durissimo, per me è il più bello del mondo. Ci si sveglia quando sorge il sole, anzi prima, e si vive a stretto contatto con i propri animali. Qualche notte fa una vacca ha partorito purtroppo un vitellino già morto – dice in conclusione l’intervistato – ho sofferto per giorni, un vero lutto. Ma ogni volta che nasce un nuovo vitellino, il miracolo torna a compiersi. Senza un contatto intimo e genuino con la natura e con la mia famiglia io non saprei vivere”.

AI LETTORI

A

bbiamo dedicato le pagine centrali del numero di luglio ad una carrellata di articoli che rappresentano un ventaglio di tutto l’Oltregiogo dalla Val Vobbia in provincia di Genova sino ad Urbe e Sassello in provincia di Savona passando per Fraconalto in provincia di Alessandria. Buon viaggio!!!

17

U

sciti dal caldo afoso della “bassa” della Valle dell’Orba, dopo esserci lasciati alle spalle Ovada, ci immergiamo nella Valle Stura per poi, a Rossiglione, abbandonarla per arrampicarci verso Tiglieto alla volta di Olba san Pietro (Urbe). La nostra destinazione finale è Piampaludo, una frazione di Sassello ma mezza in condominio con il comune di Urbe, dove già eravamo andati lo scorso anno quando una frana la isolò dal resto del mondo costringendo i suoi abitanti ad un lungo giro per scendere a valle. Lì ci sta aspettando la Polisportiva Piampaludo che ha organizzato una marcia sul Tarinè, una delle vette più belle del Parco del Beigua, per richiamare l’attenzione della gente sul pericolo di una miniera per l’estrazione del Titanio, un prezioso metallo di cui è ricca questa montagna ma che, estraendolo, si libererebbero pericolosissime fibre più micidiali che quelle dell’eternit. A Piampaludo, dopo aver costeggiato l’Orbarina troviamo già l’organizzazione nel pieno

del suo ritmo, con la distribuzione delle magliette arancioni “Keep calm and save Tarinè” e le indicazioni date al microfono da Sonia Pesce, anima della Polispostriva, mentre il Sindaco di Urbe, Fabrizio Antoci in rigorosissimi calzoncini corti, saluta i convenuti annunciando che la Regione Liguria non ha concesso l’autorizzazione alla miniera. Applausi per lo scampato pericolo ma, come ha detto il Presidente del Parco del Beigua, Dino Franchello, “sempre vigili perché non si sa mai”. Più allegri e consapevoli, soprattutto per noi che veniamo dalla bassa valle dell’Orba le cui fonti alle falde del Faiallo sono alimentate da queste falde acquifere, iniziamo la scarpinata lungo sentieri ombrosi dove gli alberi funzionano molto meglio che i condizionatori, tanto che la fatica non la sentiamo minimamente. Ma mentre andiamo su per la rupestre via ecco un “oooohhh” generale: alle radici di grande albero vediamo scolpito un folletto e poi più avanti un altro ancora e così via sino ad un

maestoso tiglio segnato come monumento nazionale. Sapevamo che qui vicino c’è la Contea dei Varelfi ma non immaginavamo che anche il Tarinè avesse i suoi guardiani!!!! Guardiani ai quali un’artista del posto, Antonella Bruzzone, ha dato forma con un’invidiabile arte da intarsio chiamandoli “I Beig” allegri e simpatici abitatori del bosco. Le sorprese però non erano terminate perché ai piedi del grande tiglio abbiamo trovato un gruppo di bambini che aspettavano Dario Franchello per ascoltare da lui un racconto preso a prestito da un libro di Biancangela Pizzorno, “Le incisioni rupestri nell’area del Monte Beigua e nell’Alta Valle dell’Orba” (1990). E poi di nuovo gambe in spalle per arrivare alla vetta, dove ci attendeva un vento che faceva correre le nuvole sulla cordigliera del Faiallo, proprio stampata di fronte a noi che, incantati da quello scenario, sentivamo il Tarinè come una montagna incantata. Gian Battista Cassulo


18

l’inchiostro fresco Agosto 2015

Viaggio nelle terre selvagge dell’Oltregiogo

La storia del più antico bacino artificiale della regione Liguria

La Val Noci, il rubinetto di Genova S ituato in un’incantevole località del comune di Montoggio, il Lago di Val Noci è un invaso idrico artificiale di grosse dimensioni (circa 7,5 km complessivi per una portata massima di 3,3 mc di acqua), nato alla fine del primo conflitto mondiale per risolvere gli annosi problemi di approvvigionamento idrico della città di Genova. Il capoluogo regionale, infatti, come ben noto, ha al suo interno diversi corsi d’acqua, i più importanti come è noto sono il Bisagno ed il Polcevera, che però durante i mesi estivi, essendo torrenti a corso irregolare, vanno irrimediabilmente in secca. Questo, unito ad una piovosità media annua non elevata (circa 500-600 mm, più concentrata in autunno e primavera) dovuta al fatto che le precipitazioni si concentrano nelle aree montane esaurendosi una volta arrivate verso il mare, ha comportato per secoli un cronico problema di mancanza di acqua potabile. Tra il 1919 ed il 1924, con l’impulso dovuto alla ricostruzione post-bellica, venne deciso, anche in virtù di una stagione autunnale eccezionalmente piovosa, di interrompere il corso naturale del Rio Noci, nel comune di Montoggio costruendo una diga di dimensioni imponenti. La

diga, completata nel 1924, ha uno sbarramento alto ben 56 metri, a gravità massiccia in calcestruzzo di cemento, dotata di opere di scarico di superfice, di fondo e di mezzo fondo. La diga, la cui costruzione è stata completata nel 1923, è la terza più alta della Liguria. La Valle del Rio Noci, osservabile dalle località di Sanguineto Superiore e di Caiasca, è stretta tra i monti Bano (1035 mt), Alpesisa (984 mt) e Candelozzo (1036 mt), con i loro ripidi fianchi boscosi che donano a questa zona un microclima estremamente temperato. La vegetazione di questi monti è molto ricca, vi

sono infatti boschi di castani, ontani, carpini, maggiociondoli, ciliegi selvatici e frassini e, sulle cime, ogni primavera fioriscono i narcisi. Le acque del lago, vengano convogliate più a valle, in località Acquafredda Superiore, dove si trova un impianto di depurazione, visibile anche dalla Strada Provinciale che collega il quartiere genovese di Struppa con Montoggio (strada di Aggio). Queste acque sono quindi utilizzate per scopi idrici, alimentando la città di Genova e i comuni circostanti con un impianto di interconnessione assieme al Lago del Brugneto, al vecchio acquedot-

to civico genovese ed altri invasi, quali la Busalletta, il Gorzente, il Faiallo, ecc… Grazie a questi sistemi di interconnessione l’annoso problema della mancanza di acqua sulla costa ligure è stato da tempo risolto, al punto che l’ultimo caso di razionamento idrico fu nella caldissima estate del 2003, e fu limitato ad alcune zone circoscritte e a certi orari del giorno. Oltre che per scopi idrici, il lago è da tempo anche una meta ambita per i pescatori, grazie all’abbondanza, nelle sue acque di carpe, tinche, lucci e salmerini. Fabio Mazzari

A spasso per le Quattro Province

U

n’opera fondamentale per chi vuole conoscere ed esplorare il territorio montano che si estende tra il torrente Scrivia ed il fiume Trebbia, nel territorio chiamato delle Quattro Province (Genova, Alessandria, Piacenza e Pavia), con ben centotredici escursioni diverse adatte a qualunque tipo di turista: dagli scalatori fino alle famiglie con bambini. Questo è “La Catena dell’Antola”, il libro scritto da Andrea Parodi e Alessio Schiavi edito da Parodi Editore, che riprende, aggiornando e ampliando in modo consistente, la guida “Appennino Ligure” pubblicata nell’ormai lontano 1974 da Euro Montagna e Attilio Sabatini. Il libro è un’ampia raccolta di luoghi, itinerari, testimonianze, che fanno scoprire l’enorme biodiversità di queste vallate, la bellezza dei paesaggi naturali, le grandi ricchezze storico-artistiche, la rete museale e le tipicità eno-gastronomiche. Ampio spazio viene dato, ovviamente, al territorio

compreso all’interno del Parco Regionale dell’Antola, ma non solo. Nelle pagine del libro possiamo scoprire pittoreschi borghi, quasi isolati dal resto del mondo, che sembrano usciti da un libro di fiabe come Pentema, Senarega, Croso, luoghi abbandonati da decenni come Reneusi, vallate suggestive come i Campassi e la Val Curone, ma anche monumenti storici, come i numerosi castelli che si trovano lungo queste vallate che, dall’Epoca Napoleonica fino alla Seconda Guerra Mondiale sono stati teatri di avvenimenti importanti, fino alla scienza e alla tecnologia con l’Osservatorio astronomico, che permette di osservare, in una zona completamente vergine dall’inquinamento luminoso, i cieli fino a tutta l’Italia Centrale. Molto ricca e di alta qualità, infine, la parte fotografica, frutto di numerose collaborazioni. Fabio Mazzari


Rainero Cantagalli, storico membro del Comitato No Tav “risponde” al sindaco di Fraconalto Il Terzo Valico escluso dal piano Junker

Invece dei boschi, cave di pietra? La UE non finanzia I N MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

ella prima pagina del numero di luglio de “l’inchiostro fresco” è apparsa l’intervista con il Sindaco di Fraconalto, Francesco Di Vanni. Nell’articolo il Primo Cittadino si è detto “favorevole al Terzo Valico, viste le dirette e importanti ricadute sull’economia del territorio”. A questo proposito Rainero Cantagalli, uno degli storici membri del Comitato “No Tav - No Terzo Valico” di Novi Ligure, ha voluto far sentire la sua opinione in merito. “Il Sindaco derubrica il rapporto affaristico tra l’ex Ministro alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici, Maurizio Lupi e il plenipotenziario Ettore Incalza, come note vicende: lo trovo riduttivo – dice Cantagalli - Si tratta invece, stante le intercettazioni, di una preoccupatissima esternazione dei due sul pericolo che le risorse stanziate per il Terzo Valico venissero dirottate per far fronte alle disastrose emergenze alluvionali dello scorso anno”. Domandiamo all’esponente del Comitato No-Tav se sia stato accolto positivamente il documento firmato da tutti i Sindaci in cui si chiedevano maggiori garanzie, financo a minacciare una serrata dei cantieri: “Trovo paradossale questo documento – ci risponde prontamente Cantagalli – Per anni e anni gli stessi Sindaci ci hanno propinato la solita solfa per quale i lavori non si potevano fermare perché la Legge Obiettivo lo proibiva e perché ce lo chiedeva l’Europa. Quindi se ora i Sindaci firmano un documento finalizzato a bloccare i lavori, quanto sostenevano prima non era vero – prosegue il suo discorso - ma era semplicemente una presa per i fondelli nei nostri confronti!!!”. Al di là di ciò, non trova che siano positive le ripercussioni economiche sul territorio di Fraconalto citate dal Sindaco?: “Certo non discuto le temporanee ripercussioni positive – afferma Rainero Cantagalli - ma io mi chiedo: a che prezzo, se si consideri che l’opera costa 117 milioni di euro a chilometro! Queste sono risorse pubbliche, quindi che provengono dalle tasche dei cittadini!”. Lei quindi vuol dire che è solo una questione di presunti pubblici costi eccessivi?: “Non solo, forse questo è il minimo - dice con fermezza l’attivista No-Tav – Si pensi invece il consumo del territorio. Per fare un esempio a Novi Ligure, nel basso Pieve, l’ultimo pol-

Foto cult della manifestazione del 20 aprile 2013 a Novi Ligure

mone verde della città, è attivo un cantiere operativo di poco meno di sette ettari, un campo base di oltre quattro ettari e un sito di rimodellamento morfologico di oltre 530.000 metri quadri – prosegue il nostro intervistato – Questo sito non è altro che un luogo dove riversare lo smarino proveniente dalla galleria di servizio della Castagnola che, neanche a farlo apposta, ricade nel Comune di Fraconalto. Solo a Novi il consumo del territorio è pari a 31 ettari, 60 campi da calcio, a cui vanno aggiunti oltre dieci chilometri di linea ferroviaria divisi in due rami, per una superficie consumata di binari maggiore di quella dei cantieri”. Facciamo presente a Cantagalli come il Sindaco si sia detto molto vicino e attento alla tematica ambientale: “Io questo non lo metto in discussione - spiega il nostro interlocutore – Però se io leggo che Fraconalto è famoso per la ricchezza boschiva domando al Sindaco: cosa farebbe se vedesse in quelle zone l’abbattimento di tutti gli alberi e al loro posto un riempimento con pietre e pietrame di dubbia provenienza? I benefici temporanei di oggi sono veramente un inezia rispetto ai danni irreparabili che sta causando e causerà quest’opera e potrebbero essere una condanna sottoscritta per il futuro”.

Avviso ai lettori La sede NO TAV di via Paolo Giacometti, 21 è aperta tutti i martedì dalle ore 21 per discutere e incontrare i cittadini.

l Terzo Valico è stato escluso dai progetti finanziati dall’Unione europea nell’ambito del piano Junker. Respinta la richiesta di 160 milioni di euro fatta del governo italiano. Finanziate invece la Torino-Lione e il valico del Brennero. Le ragioni del rifiuto? L’opera non avrebbe le caratteristiche di “transnazionalità” richieste dalla Commissione europea, ma è ipotizzabile che anche l’assenza di una seria e attenta analisi costibenefici abbia influito sul blocco dei finanziamenti. Olivier Onidi, responsabile delle reti Ten-T della direzione Mobilità della Commissione europea, ha spiegato che il Terzo Valico potrebbe essere finanziato in futuro solo se l’Italia riuscirà a dimostrarne l’utilità in rapporto a un adeguato volume di traffici in entrata e in uscita dal porto di Genova, ad oggi assai contenuto. Ma questo non basta. Sono necessari degli accordi tra gli enti interessati alla costruzione e i gli enti territoriali degli altri paesi europei che dovrebbero beneficiare della nuove linea ferroviaria (Svizzera e Baviera). Inoltre, ribadisce Onidi, è necessario che il governo italiano investa nel rilancio del porto di Genova, senza il quale l’opera non trova ragion d’essere. In proposito se è espresso in questi giorni Fabrizio Palenzona, dirigente d’azienda, banchiere e persona molto potente nel settore dei trasporti: “Se non si decide che il porto di Genova deve competere con quello di Rotterdam il Terzo Valico ferroviario non serve a niente”; e in questo senso ad oggi non si è ancora né fatto né deciso nulla.

Non è detta però l’ultima parola. L’eurodeputato ligure Brando Benifei ha infatti annunciato che ci sono 200 milioni di euro, non compresi nel piano Junker, e parte di un fondo europeo per la mobilità, che potrebbero essere assegnati al Terzo Valico. Ma i tempi sono stretti. La regione Liguria e il governo avranno tempo fino al prossimo autunno per convincere l’Europa dell’utilità della nuova linea ferroviaria, altrimenti, dice Benifei, “non ci verrà dato neppure un euro”. L’attuale stato delle infrastrutture portuali di Genova non fa certo ben sperare e, in ogni caso, per adesso gli unici a pagare saranno solo i contribuenti italiani. Come sempre. Arnaldo Liguori

Stragulp!

S

abato 12 e domenica 13 settembre presso il Centro Fieristico Dolci Terre a Novi Ligure ritorna, per il secondo anno consecutivo, “CartooNovi”, la manifestazione dedicata al mondo dei fumetti e dei cartoni animati. Dopo il successo dello scorso anno, l’evento di quest’anno si ripropone ancora “in più grande stile”, con un maggior numero di spazi espositivi che ospiteranno numerosi espositori ed esperti del mondo dei fumetti. L’offerta è davvero tutti i gusti: si spazia dal fumetto classico fino al manga giapponese, senza naturalmente dimenticarsi dai gadgets (alcuni dei quali davvero molto rari), le cards, i giochi di ruoli, i modellini di robot provenienti direttamente dal Giappone e molto altro. “Ciliegina sulla torta” sarà il raduno, previsto per domenica 13 settembre, di cosplayers (appassionati di fumetti che si travestono, in maniera bisogna dirlo molto fedele, come i loro eroi dei fumetti) che sicuramente sapranno dare un tocco di colore e di magia ad una grande manifestazione. In più, rispetto alla precedente edizione, sarà ampliato lo spazio giochi, dove ci si potrà cimentare in epiche sfide nei più importanti e celebri giochi di ruolo. Da non dimenticare che quest’anno vi sarà uno spazio dedicato a workshop ed incontri con autori. Un importante evento che renderà Novi Ligure, almeno per due giorni, al pari di Gotham City o di Metropolis! Scaramouche


20

l’inchiostro fresco Agosto 2015

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Personaggi del tempo che ffu: uno studioso e Consigliere g comunale di grande prestigio

Un esempio di cittadinanza attiva

Roberto Allegri: l’uomo e la Storia Fiorella di Novi S F e siete nati o avete abitato a Serravalle Scrivia nel secondo dopoguerra quasi certamente il nome dell’avvocato Roberto Allegri vi suonerà famigliare. Forse l’avete conosciuto di persona o forse ne avete soltanto sentito parlare, ma è pressoché impossibile che questo grande protagonista della vita culturale del paese vi giunga del tutto nuovo. Per la verità, la vastità della sua cultura e il suo spessore umano lo hanno reso un punto di riferimento non soltanto per il suo paese natale ma per tutto il novese, dove le sue opere sono tuttora lette e apprezzate. Nato a Serravalle Scrivia il 4 agosto 1931, compì gli studi superiori a Genova, dove conseguì il diploma di maturità classica presso il liceo Andrea D’Oria. Sempre nel capoluogo ligure frequentò l’università e si laureò in giurisprudenza il 15 luglio 1957. Nonostante avesse cominciato il praticantato presso un prestigioso studio legale della città, essendo il richiamo delle origini molto forte, decise di ritornare a Serravalle e avviare uno studio proprio. Proprio il legame con la città natale lo spinse a inserirsi appieno nella vita culturale locale. Intrattenne numerose collaborazioni con le associazioni del territorio, tra cui la Banda “Pippo Bagnasco” e la Polifonica Serravallese, che godettero perciò della sua eclettica preparazione e dei suoi preziosi consigli. Fu però l’attività di storico quella che, forse, gli regalò le migliori soddisfazioni. Grazie alla sua cultura giuridica, con l’aiuto della quale poteva cogliere le più sottili sfumature politiche nascoste nelle pieghe degli eventi, fu il primo a comporre una organica storia di Serravalle. Carducci sosteneva che non potesse esistere una storia d’Italia davvero completa finché non fosse stata composta la storia dei singoli Comuni, protagonisti attivi del panorama politico italico per secoli. Fedele al dettame carducciano e spinto dall’amore per la propria terra, l’avvocato Allegri compose la sua storia in due parti: “Serravalle nella storia”, la prima, comincia dalle origini, con particolare riguardo all’ importante centro romano di Libarna e giunge al 1815. Nel corso dell’800 i Comuni perderanno progressivamente la qualifica di soggetti politici autonomi e la loro storia sarà progressivamente inquadrata nelle vicende italiane: nella seconda parte, dal titolo “Serravalle: due secoli di storia”, si ripercorre questo processo fino ad arrivare quasi ai giorni nostri. L’opera storica di Roberto Allegri non si limita comunque a queste monografie e non si concentra solo sul paese natale. Tra i lavori presenti nella sua sterminata bibliografia ricordiamo almeno “Gli statuti di Serravalle dal ‘300”, “Novi Ligure e la sua storia”, “I Rati Opizzoni e la feudalità tortonese”. I suoi libri di storia si caratterizzano per una narrazione fluida e scorrevole che, pur mante-

stantemente fino all’ultimo, grazie alle conversazioni che intratteneva quotidianamente con i suoi concittadini. Un atto d’amore a una lingua che va scomparendo, pubblicato nel 2007, postumo e probabilmente incompleto, almeno nelle intenzioni dell’autore. In concomitanza con la pubblicazione del Vocabolario, l’amministrazione comunale ha deciso di intitolargli la nuova biblioteca, nella rinnovata Villa Caffarena. Forse non è un caso che essa vanti una notevole sezione locale, che raccoglie le opere dell’avvocato, insieme a quelle di coloro che, come lui, si sono voluti occupare del nostro territorio.

iorella è “l’anima pulita” di Novi Ligure. Con la sua bici, i suoi prodotti per pulire e la sua ramazza gira in lungo e in largo i viali della città per pulirli e rendere Novi “più a misura di cittadino”. Il suo esempio, scaturito dal più genuino senso di volontariato, è un esempio per tutti. Assieme a “l’inchiostro fresco” ed a partire dallo scorso mese di luglio, Fiorella, una volta ogni 30 giorni, si prenderà cura della pulizia del “Monumento alla Costituzione” sito in Piazza Falcone e Borsellino (ex Piazza della Stazione). Anche pulire una panchina o liberare un tombino dalle erbacce è un grande gesto civico.

Mattia Carrea

Mattia Nesto

Un ricordo L’avv. Roberto Allegri e alle sue spalle la Civica Biblioteca di Serravalle Scrivia, luogo di studio e di cultura che i suoi concittadini gli hanno meritatamentre dedicato nendo l’attenzione alla fonti, riesce a catturare il lettore quasi si trattasse di un’opera di narrativa. Poliglotta e cultore delle lingue straniere, non perdeva occasione per approfondire questo interesse. La figlia Valentina mi ha raccontato durante una piacevole conversazione come il padre, ancora molto giovane, cercasse di apprendere il tedesco conversando con i soldati tedeschi che presidiavano il ponte sullo Scrivia a Serravalle, durante la II guerra mondiale. Quell’idioma rimarrà poi il suo preferito. Conosceva molto bene anche l’inglese e durante le sue vacanze cercava spesso il dialogo con i turisti stranieri che incontrava, nell’intento di rinfrescare la sua parlata. Aveva persino sviluppato interesse per le lingue orientali e comincia-

to lo studio del giapponese, ma fu costretto a interromperli a causa dei primi segni della malattia che purtroppo lo limitò enormemente negli ultimi anni. Sempre nel ricordo della figlia, emerge la grande capacità dell’avvocato di unire, nella vita quotidiana, serietà nel lavoro e costante attenzione per il mondo della cultura ma anche grande umorismo e grande ironia, caratteristiche che hanno reso “Nene”, questo il soprannome con cui era conosciuto in paese, tanto amato a Serravalle. L’avvocato spirò l’11 novembre 2004, ma la morte non impedì la pubblicazione dell’opera cui probabilmente Allegri era più legato, il “Vocabolario e grammatica della lingua serravallese”. Il lavoro di una vita, che l’avvocato Allegri ha aggiornato co-

I

l ricordo che ho di Roberto Allegri è quello di un uomo tutto d’un pezzo, fedele al suo pensiero di liberale sempre pronto a tendere la mano al prossimo e attento alle questioni sociali. Sono stato con lui seduto per molti anni (‘80-’90) sugli stessi banchi del consiglio comunale di Novi Ligure ed eravamo vicini di seggio perché a quei tempi militavo nel PRI. Sedevo di fianco anche al geom. Domenico Cattaneo del PSD. Due galantuomini che ricorderò sempre e che tentavano invano di tenermi a freno durante le battaglie consiliari. Anzi quando, nel 1993, dopo la presentazione di una mia mozione sull’ipotetica esistenza di un monopolio sulle aree edificabili, mi beccai una denuncia, Allegri, senza pretendere alcun compenso, mi difese con successo facendomi uscire a testa alta dal tribunale e di questo gli sarò sempre grato. Gian Battista Cassulo

Chiara Tonelli presenta una nuova realtà

Piemonte-Russia A

bbiamo intervistato Chiara Tonelli, giovane imprenditrice di Novi Ligure, a proposito di una nuova associazione che nasce per risaldare i rapporti tra la Regione Piemonte e la Russia: “Piemonte Russia nasce nel solco di Lombardia Russia e Liguria Russia. La motivazione principale è quello di riavvicinare terre che storicamente sono state da sempre interessate da intensi scambi. Scambi che ahimé – precisa Tonelli – a seguito delle sanzioni si sono drasticamente ridimensionati”. Domandiamo alla giovane imprenditrice in che misura, per quanto concerne il Piemonte, gli scambi siano diminuiti: “Il Piemonte, come ha ricordato il nostro Presidente Matteo Beccuti nella conferenza di presentazione dello scorso 25 giugno – afferma la nostra interlocutrice – ha ridotto il suo export di oltre il 20%, quasi il doppio rispetto alle altre Regioni, a causa

delle sanzioni. Urge quindi un rapido riavvicinamento”. Quali sono i membri dell’Associazione?: “Come per le esperienze lombardi e liguri, i cui Presidenti, rispettivamente Gianluca Savoini e Ubaldo Santi ringrazio per la collaborazione, anche Piemonte Russia è formata da giovani – ci dice Chiara Tonelli – giovani che lavorano principalmente nel mondo dell’imprenditoria, anche se tra i sostenitori dell’associazione si possono trovare persone rappresentative di tutti i settori della società. Siamo un gruppo variegato e determinato”. Chiediamo a Tonelli se l’associazione possa essere ricondotta a qualche “sigla politica”: “Sgombriamo i dubbi: non siamo emanazione di alcun partito – risponde prontamente l’imprenditrice – anche se i pilastri di Sovranità e Identità a cui l’associazione si ispira fanno sì che ci siano più affinità con l’area del centrodestra. Anche se debbo dire che – prosegue Chiara Tonelli – anche numerosi imprenditori iscritti in partiti del centrosinistra hanno risposto presente”. Come mai i russi amano tanto il nostro territorio?: “Innanzi tutto apprezzano molto la nostra cultura, architettura e i nostri vini – dice la nostra intervistata – ma soprattutto, a sottintendere tutto, vi è una lunga tradizione di rapporti culturali e di amicizia tra le nostre due nazioni. Per questo dobbiamo riallacciare i rapporti!”. In conclusione Tonelli ha ricordato: “L’Associazione ha un sito internet www. piemonterussia.org e una pagina Facebook” Piemonte Russia. Lì si possono trovare tutte le nostre iniziative che già quest’autunno coinvolgeranno anche il nostro Oltregiogo”. (m.n.)


l’inchiostro fresco

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA Tra cibo della tradizione e musica

Agosto 2015

21

L’associazione Agape è impegnata nell’aiutare i bambini brasiliani

Agosto: Tassarolo…In Festa! A Pej abita la solidarietà BENEDETTA ACRI

@FernGully89

D’

estate una festa tira l’altra, come le ciliegie. E come le ciliegie, i paesi dell’Oltregiogo sono piccoli, colorati, belli e pieni di gusto e qualità. Uno di questi è Tassarolo (AL), borgo immerso nel verde sulle colline del buon vino tra Novi Ligure e Gavi. Meta di villeggiatura soprattutto per i liguri, nel weekend dal 10 al 12 luglio è stata animata da “Tassarolo…In Festa!”. La manifestazione, organizzata per la prima volta dall’Associazione Asilo Infantile Spinola, ha visto molti giovani del paese, tra cui i giocatori della squadra di calcio locale, impegnati a servire le prelibatezze del territorio: agnolotti piemontesi, salamelle, arrosti,

tagliatelle, dolci, vini (soprattutto il Gavi bianco). Non si è fatta attendere la risposta del pubblico: picco per la serata di sabato 11 con 1300 coperti. Ma le serate non sono terminate con le gambe sotto al tavolo: finita la cena, la festa ha proseguito con il “bar mobile” che ha servito birra e cocktail, biscotti e pasticceria secca nel vicino cam-

po sportivo polifunzionale che per l’occasione si è trasformato in una grande pista da ballo con musica dal vivo, tavolini, gonfiabili per bambini. I più piccoli (e non solo) si sono divertiti anche a vincere peluche e giocattoli allo “sparatutto” e a convincere genitori e nonni ad acquistare caramelle e dolciumi dalle bancarelle presenti. Un weekend all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Ma l’estate a Tassarolo non finisce qui: in occasione della festività di San Rocco il 15 e 16 agosto torna la celeberrima Sagra del Superagnolotto, il fiore all’occhiello del paese, ormai una leggenda per buongustai e non solo. Non ci resta che augurarvi buon appetito tra i boschi e le vigne delle colline gaviesi.

Incontro imperdibile con gli artisti di strada per le vie cittadine

Serata Arquattiva

ELEONORA GATTI

S

@viaggiatrice191

abato 18 luglio un’altra serata ricca di eventi si è svolta ad Arquata Scrivia, ancora memore del grande successo della Festa delle Candele. “Arquattiva” ha animato il borgo piemontese con incontri che hanno coinvolto un grande pubblico. Fortemente voluta dall’Assessore Cucinella che ha voluto impreziosire il nostro territorio attraverso l’arte

antica degli artisti di strada, si consolida come evento imperdibile della stagione estiva arquatese. Giocolieri, trampolieri, saltimbanchi, equilibristi facenti parte del gruppo “Ars Alkemie” si sono esibiti per le vie cittadine. Dalle ore 21 alle ore 22 uno show di bolle di sapone si è svolto in Piazza della Libertà a cura de “I Giullari del 2000”. Come sempre, i negozi e i locali di Arquata hanno dato la loro partecipazione rimanendo

aperti con vetrine a tema e offrendo degustazioni, street food e altre sfizioserie per i passanti. Un mercatino di bancarelle tipiche riempiva le vie centrali. Dalle ore 21 la Biblioteca si è spostata in piazza per offrire al pubblico dei più piccoli un laboratorio di lettura all’aperto. Anche durante Arquattiva è stato possibile visitare la Mostra Permanente di Presepi dell’Associazione Arqua.Tor. Presepi presso la Casa Gotica di Via Interiore.

ELEONORA GATTI

L’

@viaggiatrice191

Associazione di volontariato “AGAPE” svolge il suo generoso operato presso la parrocchia di Pej di Zerba, un borgo di frontiera tra le province di Piacenza, Pavia, Alessandria e Genova. Solidarietà e amore sono le parole d’ordine di questo gruppo di volontari impegnati ad aiutare in maniera reale i bambini del quartiere più povero di Buerarema, cittadina dello stato di Bahia, in Brasile. I volontari sono coinvolti da qualche anno nella costruzione di una grande casa accoglienza, chiamata “Padre José Carlos”, che offre vari servizi come quello del doposcuola, delle attività ricreative, del sostegno psicologico o del reparto di fisioterapia. Ma non basta! Infatti ci si impegna nella sfera delle adozioni a distanza, che consentono di dare un forte sostegno ai bambini in gravi difficoltà, senza per questo allontanarli dalla loro terra. Lucia Marcheselli, Presidente del gruppo, ci ha consentito di scoprire più a fondo l’amorevole attività dell’Associazione; con lei da ricordae l’apporto di Don Enzo Manici, parroco di Pej, vicepresidente, il Dott.

Pietrino un pozzolese

L

a scomparsa di Pietrino per tutti i pozzolesi che lo conoscevano è una perdita inestimabile. Con la sua innata “ver“verve”,”, il suo humor profondamente ve pozzolese, la sua maschera da commedia dell’arte, l’intercalare dialettale e la fisicità ne facevano un personaggio inimitabile. Indimenticabili le sue innumerevoli partecipazioni a spettacoli musicali, teatrali, varietà, commedie, dove esprimeva un talento naturale incontenibile. Le serate al “Bar Bar Centrale” Centrale” si trasformavano in autentici spettacoli di “caba“cabaret”” improvvisato dove si scaret tenava un’irrefrenabile allegria. Inoltrre le disfide a boccette, la sua amata Ferrari di cui seguiva da sempre le gesta.........grazie Pietrino! Gianni Nesto

Christos Chlapanidos segretario, l’Ing. Fabio Tagliani amministratore. Ma il loro sostegno non è solo a distanza, dato che ogni anno il gruppo si reca con alcuni padrini e madrine dei bambini adottati proprio nella terra in questione, dimostrando personalmente alla gente del posto quanto siano vicini a loro e impegnati nell’aiutarli. L’Associazione propone ogni anno diverse iniziative, come la cena di solidarietà al Ristorante Capanne di Cosola. I volti dei bambini attraverso le fotografie invitano i partecipanti a riflettere sulle loro condizioni di vita. Quest’anno la cena si è svolta il giorno 6 giugno con la presenza del vescovo di Piacenza-Bobbio Mons. Gianni Ambrosio. Ad agosto invece, la compagnia filodrammatica “I Gobbi” di Arquata Scrivia si esibirà con uno spettacolo teatrale nel centro polivalente di Pej. Il progetto risulta notevole in quanto coinvolge tutto il paese e sono molte le persone che offrono un aiuto concreto all’Associazione e di conseguenza ai bambini bisognosi. Uno squarcio di umanità e cristianità in questo piccolo paese di frontiera ma dal cuore grande quanto una metropoli del Brasile.


22

l’inchiostro fresco

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Agosto 2015

Ogni scusa è buona per visitare questa località L’inchiostro fresco alla scoperta del mondo delle confraternite

Appuntamento a Arte sacra ad Arquata Scrivia Sottovalle ELEONORA GATTI

come un ristorante sociale. Nella serata di sabato alla Chiesa di San Giacomo Apostolo il Gal Centru di Corsica e la Cunfraternita corsa di a Pieve di a Serra si sono gemellate con l’Associazione Oltregiogo; inoltre sono stati eseguiti dai confratelli Canti Sacri.

@viaggiatrice191

S I

n questo caldo e afoso agosto vi consiglio di fare una gita a Sottovalle, bellissima frazione di Arquata Scrivia. Ogni giorno è consigliato, il paesaggio è magnifico e un po’ di fresco è assicurato, ma se vi servono scuse, ce ne sono in abbondanza. Il 7, 8 e 9 agosto si organizza la proverbiale Sagra delle Frittelle, dolci e salate, dove potrete gustare il sapore di una tradizione vecchia di decenni e insieme ad essa vini e piatti tipici, il tutto accompagnato ogni sera da musica e spettacolo. Alle 19:30 inizia la serata gastronomica e dalle 21:00 la serata danzante, suoneranno nei tre giorni, rispettivamente, Mastromarino Live Music, l’Orchestra 3° Desy Luna e la Grazziella Group Live Band. Il 22 agosto, una corsa podistica ripercorre suggestivi sentieri boschivi fino alla vecchia cappelletta del paese e ritorno, con tanto di rinfresco finale alla “Baracca”. Il 26 agosto invece, per gli amanti della natura, ci sarà, sempre alla “Baracca”, una serata sui fiori di Sottovalle con una proiezione a cura di un botanico, che parlerà delle bellezze floreali locali. Un grazie va come sempre ai volontari della Pro Loco e

A.R.C.I. del paese, che tutti gli anni, malgrado la crisi e le difficoltà con cui tutti dobbiamo quotidianamente confrontarci, trovano comunque il tempo e le risorse per portare avanti questi eventi. Ed è proprio questo associazionismo – che non si trova certo solo a Sottovalle – la linfa vitale che rende i nostri piccoli e grandi paesi ben più ricchi di quanto a volte possano sembrare. (a.l.)

abato 11 luglio ad Arquata Scrivia presso la Sala Polifunzionale Juta si è svolto un convegno intitolato “Mediterraneo comunità di saperi”, dove le Confraternite dell’Oltregiogo hanno incontrato quelle Corse. Il progetto “Tracce Liguri nell’Oltregiogo” è giunto al suo terzo anno di attività ed è promosso dall’Associazione Oltregiogo e finanziato dalla Compagnia di San Paolo. L’obiettivo è quello di ridare un’identità attuale alle confraternite grazie alla collaborazione e l’unione fra queste ultime e di conseguenza valorizzare l’Arte Sacra attraverso nuove

Confraternite ad Arquata

Si ringrazia per le foto il sig. Mario Marconi iniziative come l’apertura degli Oratori, la calendarizzazione delle processioni e gli incontri confraternali. All’incontro sono intervenuti anche i rappresentanti del Gal della Corsica, che insieme alla confraternita progettano di rilanciare il loro territorio, puntando sui giovani. Un modello che può essere interessante anche per il nostro Oltregiogo, pertanto si è cercato di

realizzare una sinergia tra le confraternite nostrane e quella corsa. Il legame si fonda senza dubbio su un principio religioso, ma si cerca di impegnarsi per la valorizzazione del territorio e delle proprie genti. Il loro lavoro non passa inosservato tanto che nella città di Bastia sono riusciti a riservarsi un luogo adattato per ospitare i malati bisognosi di cure in ospedale, così

Un cenno storico

Mario Angeli

M

entre andiamo in stampa ci giunge la triste notizia della scomparsa di Mario Angeli, Sindaco di Novi Ligure dal 2 luglio 1985 al 23 aprile 1995, periodo cruciale sia per la storia del nostro Paese sia per la città che proprio in quegli anni si apprestava a profonde modificazioni. Quinto Primo Cittadino dal Dopoguerra, Angeli prese il testimone da un altro Sindaco storico, Armando Pagella, e si ritrovò alla guida di una civica Amministrazione che per la prima volta vedeva il PCI all’opposizione. La redazione de “l’inchiostro fresco” si unisce al cordoglio della famiglia e della cittadinanza. La Redazione

Siamo nel 1435, in epoca medievale ed è in questo periodo storico che le confraternite si istituzionalizzano: vengono chiamate confraternite dei disciplinanti, ovvero coloro che si flagellano. La pratica viene eseguita dai confratelli dopo la messa in un luogo appartato, proibito al pubblico. Questa prassi viene svolta fino agli anni ‘50, successivamente i confratelli si sono limitati a cantare le lodi sacre a messa e in occasione delle feste. In pochi sanno per esempio che le confraternite hanno una vasta tradizione di canti sacri popolari e di ricette tipiche dei confratelli, come per esempio quella del pane.

L’unica realtà ad Arquata Scrivia è rappresentata dalla Confraternita di San Carlo Borromeo che ha sede in Via Interiore all’oratorio dell’Assunta; gli iscritti sono 180 ma solitamente i partecipanti alle attività sono solo 25. Il canto è al giorno d’oggi poco praticato, se non nelle ricorrenze pasquali o come accompagnamento ai defunti, vengono organizzati pellegrinaggi al santuario di Montaldero e in Valle di Gavi fino alla Chiesa dei Frati Francescani.

Mongol Rally

P

rosegue l’avventura del team Shamshir che a bordo della loro Panda battezzata “La Poderosa” stanno attraversando i Balcani. Nella foto qui sotto un momento “storico”. L’arrivo de “La Poderosa” nella città bosniaca di Srebrenica, teatro del massacro di quasi diecimila musulmani bosniaci.

Shopping a Novi Ligure ALLINI PAOLO EMME FULVIO

assicurazioni

SOLUZIONI ASSICURATIVE DALLA A alla

Z

Sede: Novi Ligure (AL) C.so Marenco, 85 Tel. 0143/23.04 – 23.05 - Fax 0143/24.44 Filiale: Busalla (GE) Via S. Giorgio, 18 Tel. 010/96.49.011 - Fax 010/96.49.011


La rassegna dedicata alle erbe officinali giunta alla sua terza edizione

Millerbe, l’oro verde della Liguria

S

i è tenuta domenica 5 luglio a Torriglia, la terza edizione di “Millerbe - l’oro verde della Liguria”, la rassegna dedicata alle erbe spontanee, aromatiche e officinali, organizzata dall’Associazione “Tralantolaeilmare”, con il patrocinio dell’Ente Parco Antola e del Comune di Torriglia. Durante la presentazione si sono tenute due conferenze: la prima realizzata dalla biologa nutrizionista Linda Sacchetti e la seconda dal futuro dottore erborista Marco Fossati, nostro collaboratore del sito. Sacchetti ha parlato di un piatto antico della tradizione ligure: il “prebuggiun”, una mescolanza di erbe e di piante spontanee degli orti e dei prati, che, nel corso dei secoli, è stata utilizzata nella gastronomia popolare e, ancora oggi, molte delle erbe con cui veniva preparato si trovano nei mercati di Genova e del Genovesato. Linda Sacchetti ha spiegato che le diverse erbe con cui si realizza il Prebuggiun hanno proprietà nutrizionali molto elevate, ciò era già noto nel 1918 quando Oreste Mattirolo scrisse “Phytoalimurgia pedemontana”, libro ancora oggi pubblicato che elencava e descriveva le diverse erbe e piante spontanee al fine del loro utilizzo alimentare. Leggenda vuole che il suo nome risalga a Goffredo da Buglione, ma, in realtà il nome viene dal fatto che le erbe devono necessariamente essere bollite prima di essere consumate, al fine di perdere quella piccola parte di tossicità presente. Pietanze simili al Prebuggiun, oltre che in Liguria, si sono diffuse in regioni con caratteristiche geografiche simili (ovvero presenza di montagne vicine al mare) quali l’Abruzzo, la Calabria, la Sardegna. Marco Fossati ha invece parlato del grande patrimonio erboristico della Liguria, focalizzandosi su cinque erbe raccolte proprio durante la “caccia al tesoro verde” della mattinata: l’elicriso, l’iperico, la rosa canina, il sambuco e il serpillo. L’elicriso, pianta perenne fiorescente è da tempo utilizzata in campo erboristico come tossifugo, antistaminico, antinfiammatorio e antinevralgico e per combattere gli sfiammare la pelle in caso, ad esempio, di eritemi solari e/o ustioni. L’iperico, detto anche “erba di San Giovanni” si può usare in infusione per miscele di erbe digestive e ipotensive, la sua tintura è da tempo riconosciuta come un ottimo antidepressivo, ma vi è anche un uso esterno,

come cicatrizzante in caso di ferite, ustioni ed eritemi solari. La rosa canina, un arbusto non molto grande, molto conosciuta per via delle confetture, viene utilizzata come astringente, vitaminizzante ed antidiarroico e, con uso esterno per maschere di bellezza leviganti, schiarenti e toniche. Il sambuco, molto conosciuto per via dei fiori, viene infatti utilizzato come sudorifero e diuretico e le sue bacche, tramite decotto, hanno funzione antinevralgica e lassativa. Infine il serpillo, una varietà di timo selvatico, viene utilizzato

internamente tramite infuso o tintura per sedare le tossi catarrali e favorire la digestione, mentre per uso esterno viene utilizzato come detergente per le ferite e per uso orale, nonché tramite suffimigi per la cute. Al termine della conferenza lo stesso Marco Fossati ha fatto una dimostrazione pratica di preparazione della tintura di iperico, con i fiori raccolti la mattina stessa, mentre Linda Sacchetti ha parlato della preparazione delle ricette tipiche liguri a base di erbe. Fabio Mazzari

Il salumificio Torrigino: il più piccolo ma il più gustoso e genuino d’Europa

Vobbia: salumi d’autore

I

l salumificio Torrigino di Vobbia è ormai un’istituzione dell’Oltregiogo, ma è conosciuto anche in Liguria e Piemonte. Grazie ad una lunga tradizione, fatta di selezione dei prodotti, competenza e idee, Torrigino è una delle vere eccellenze del territorio. Celeberrime le famose “mostardelle” che, grazie ad un macchinario inventato dal papà dell’attuale proprietario, Gianni Torrigino, hanno letteralmente invaso le tavole di tutta la Liguria ed oltre. “Siamo il più piccolo salumificio d’Europa per metri quadri – spiega il titolare – però non ci sentiamo inferiori a nessuno! È un lavoro che ci piace un mondo e lo facciamo con passione. Usiamo carni, erbe e aromi della nostra terra: questi salumi non potrebbero essere così apprezzati se non fossero fatti a Vobbia”. Un grande libro mastro ricco di importanti traguardi a cui, negli ultimi mesi, si è aggiunto un nuovo e notevole capitolo: “Recentemente siamo

stati ospiti nel padiglione organizzato dal Parco dell’Antola all’Expo di Milano – dice il nostro interlocutore – Si è trattata di un’esperienza bellissima in cui due valli, la val Vobbia e la val Trebbia, si sono unite per offrire alla platea internazionale il meglio dei loro prodotti: dalla patata

quarantina al canestrelletto di Torriglia”. Gianni Torregini insiste molto sull’importanza della promozione sia del territorio sia dei suoi prodotti: “In val Vobbia abbiamo dei gioielli architettonici, come il Castello della Pietra, che per fortuna oggi è stato riaperto e ristrutturato e che richiama

un gran numero di turisti. Anche se – prosegue il discorso – si potrebbero utilizzare molto di più le eccellenze che si possiedono”. In che senso?: “Da quattro anni ai piedi del Castello della Pietra sorge, a pochi metri dalla strada e perfettamente funzionale, un punto ristoro che potrebbe essere la vetrina permanente dei nostri prodotti. Purtroppo – constata amaramente Torrigino – la struttura è chiusa da quattro anni. Eppure perfino in autostrada c’è un cartello con segnata la presenza di questo punto ristoro. La nostra terra è troppo bella per essere chiusa ai viaggiatori!”. In conclusione, Gianni Torrigino dopo averci illustrato la preparazione di un altro suo prodotto di punta, ovvero la pancetta “steccata”, ci dice: “Nel Medioevo bastava una via per collegare i popoli. Oggi – termina il salumiere – nell’era digitale non riusciamo a conoscere bene i luoghi in cui abitiamo”. (m.n.)

Pensare accanitamente

S

i intitola “Pensare accanitamente” il libro realizzato da Massimo Dagnino e dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Ronco Scrivia. Si tratta di uno dei primissimi progetti a livello nazionale di didattica resa pubblica, dove temi, poesie, citazioni, disegni realizzati dagli studenti della prima classe dell’Istituto sono diventati i protagonisti di un libro, grazie all’idea dell’insegnante di lettere-storia e geografia, Massimo Dagnino. Dagnino ha spiegato che, troppo spesso, la poesia viene quasi ignorata nei programmi scolastici, in quanto rilegata alle voci di genere (lirica, prosa, ecc...) e limitata agli autori classici, ignorando quelli contemporanei. Nel progetto di “Pensare accanitamente”, invece, sono stati soprattutto questi ultimi autori ad essere analizzati ed elaborati dai ragazzi. L’idea del libro come strumento didattico, dice sempre il professor Dagnino, è una proposta che unisce le competenze trasversali della scuola tra le diverse materie, dal disegno alla scrittura. Il libro, stampato da una piccola casa editrice di Cosenza, verrà venduto nelle librerie e nelle edicole della Valle Scrivia dal prossimo settembre, in contemporanea con l’inizio del prossimo anno scolastico. Riguardo ai contenuti, Dagnino dice: “Abbiamo rotto una sorta di tabù, un grosso problema è sempre stato rappresentato dal fatto che il materiale dedicato ai ragazzi delle Scuole Medie è realizzato da adulti, qui invece siamo di fronte a materiale realizzato da coetanei”. La risposta dei ragazzi a questo tipo di metodologia particolare è stata estremamente positiva, con i giovani che hanno dimostrato di saper abbattere l’ansia della pagina bianca ed hanno dato sfogo alle loro interpretazioni, con disegni, poesie e prose. Il libro, inoltre, verrà presentato in autunno a Milano, nell’ambito di una rassegna teatrale, all’interno della quale vi saranno alcuni tra i maggiori poeti contemporanei. Fabio Mazzari


24

l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Agosto 2015

Cristina Corzetto ci accompagna in un tour storico-culturale in un territorio a cavallo tra Piemonte e Liguria

Origini dei luoghi di culto in Val Vobbia e Val Borbera L e Pievi o chiese battesimali furono fondate nel V secolo con l’inizio dell’opera di evangelizzazione delle campagne. La Pieve di Caranza (Mongiardino) fu tra le prime chiese a sorgere nella valle; il documento più antico che ne fa menzione, risale al Maggio 946. Tra i luoghi di culto ammantati di mistero e da un’aurea enigmatica troviamo la chiesa di Noceto; dedicata alla Natività di Maria bambina, fu edificata alla fine del X secolo. Disponeva di tre altari e pochi arredi. Ad una sola navata, la chiesa tanto cara ai paesani conserva tra le mille voci che vi hanno pregato, vecchie leggende e storie popolari. Spesso nelle campagne il culto religioso traeva molta della propria forza dalla superstizione. Fu così che nacque la stregoneria, inizialmente pratica magica per favorire un buon raccolto. In seguito tra le molte manifestazioni blasfeme troveremo le “segnature” tramandate dai padri, da secondogenito a secondogenito, cultori e detentori delle antiche tecniche di guarigione. Fu sempre in epoca altomedievale che fecero breccia nel panorama contadino i guaritori. Esperti di erbe e di preparati naturali, goderono per lungo tempo di un’ottima reputazione; si ricorreva allo stregone per le ferite da taglio, per i salassi e per le più comuni malattie del tempo. Messi al bando dalla Santa Inquisizione che ne confiscò immediatamente gli averi, i guaritori e le guaritrici dovettero affrontare uno sterminio senza precedenti. Furono gli abitanti delle campagne i più colpiti da questa frenesia religiosa che si videro spogliati da ogni bene terreno ancor prima di venire giudicati. In un “registro dei morti” del secolo XV conservato nella chiesa parrocchiale di Crocefieschi, in una breve nota, il parroco fa riferimento alla defunta come “lamia” di Noceto. Non si conoscono le sorti in vita della poveretta che morì comunque piuttosto anziana. Per molti secoli il sentimento religioso fu contaminato da influenze sempre più marcate tra i seguaci del Maligno. Tra le segnature più comuni troviamo quelle per le distorsioni.

Nella foto la Pieve di Caranza, dall’archivio del Centro di Studi Ligustici

Si univano preghiere spesse recitate al contrario, con unguenti a base di grasso animale che andavano a lenire la parte contusa. Spesso si “segnava” il corpo dell’ammalato con tre croci rovesciate o si praticavano tre nodi attorno all’arto dolente legato con un nastro rosso. Ritroviamo la paura del Maligno nell’iconografia locale e ritroviamo le leggende legate ad esso nei racconti della costruzione dei ponti medievali che lo vedevano unico artefice di tali meraviglie. Racconti questi con una matrice fantastica simile in tutta Europa. Ma il sacro ed il profano coesistevano semplicemente negli animi delle persone

Il grande cantautore trascorreva le estati nel paese della Valle Scrivia

Savignone ricorda Fabrizio De Andrè A diversi danni dalla sua scomparsa, avvenuta prematuramente nel gennaio del 1999, l’amore della Liguria per Fabrizio De Andrè, da alcuni definito come il più grande cantautore italiano, è ancora molto vivo e si è anche trasmesso nelle nuove generazioni. Per ricordarlo Savignone, con un’iniziativa nata dal Sindaco Antonio Bigotti, grande appassionato di musica, dai cantautori al rock, si è svolto dal 10 al 12 luglio l’evento “Faber 48”, che ha unito assieme musica, poesia e pittura. L’iniziativa è stata organizzata dall’Amministrazione Comunale di Savignone e dal Club “Fabrizio De Andrè” di Busalla, in collaborazione con la Pro Loco Busalla. La scelta di Savignone non è stata casuale, il cantautore infatti trascorreva, negli anni Sessanta e Settanta, le estati nel fresco del piccolo centro valligiano e, non era difficile incontrarlo seduto nelle panchine davanti alla fontana. Non tutti sanno, inoltre, che la canzone ‘Inverno’ parlava proprio di Savignone con “un campanile che non sembra vero segna il confine tra la terra e il cielo”. Gianni Congiu, presidente del Club De Andrè Busalla ci ha illustrato la mostra e la storia del club: “Siamo nati nel 2003, da

sabato abbiamo intitolato ufficialmente Creuza De Andrè, nella salita chiamata delle ‘Coglie’ e, la domenica la gara di pittura estemporanea, dove ogni pittore ha estratto a sorte un verso di una canzone di De Andrè ed ha realizzato un quadro a tema. I primi tre classificati saranno poi esposti nel nostro Municipio e, ovviamente ogni serata è stata accompagnata dai gruppi musicali”. (f.m.)

un gruppo di amici appassionati della musica dei cantautori che, nel corso degli anni abbiamo fatto diverse iniziative. Abbiamo messo una targa con le parole della ‘Guerra di Pietro’ vicino alla bocciofila di Busalla e, grazie all’ex sindaco Mauro Valerio Pastorino abbiamo fatto intitolare la Passeggiata De Andrè a Sarissola”. Ogni anno, inoltre, spiega sempre Congiu: “Organizziamo il nostro ‘dormono sulla collina’, dedicato a personaggi illustri scomparsi da poco, come ad esempio Lucio Dalla o Don Andrea Gallo o ai grandi poeti. Abbiamo anche ottenuto un diploma di partecipazione dall’Università di Siena e, nella casa dove soggiornava

De Andrè d’estate abbiamo apposto una targa”. Proprio riguardo ai trascorsi estivi del cantautore Congiu racconta un simpatico aneddoto: “Venne qui un giorno a fare un concerto Michele Maisano, un cantante famoso all’epoca, i ragazzini gli andarono subito incontro a chiedere un autografo e lui rispose ‘lo chiedete a me quando avete Fabrizio De Andrè qui?”. L’assessore alla cultura del Comune di Savignone, Claudia Garrè ha illustrato la manifestazione ‘Faber 48’: “Si tratta dell’apertura di una stagione estiva molto ricca per Savignone, abbiamo diviso l’evento in tre giornate, nella prima l’inaugurazione ufficiale con la mostra fotografica e le letture in piazza, il

adattate da generazioni ad una vita dura dove la speranza veniva alimentata con ogni mezzo possibile. Per questo motivo la stregoneria ebbe la sua origine proprio nelle campagne, quando un mancato raccolto poteva significare l’estinzione di interi nuclei famigliari per fame, dove una malattia poteva portare l’individuo all’immobilità e pertanto ad essere un peso nell’ambiente sociale, non più produttivo. Le “Stazioni rogazionali” nascono per sopperire alla mancanza di certezze delle comunità rurali dell’entroterra. Venivano posti nei boschi, piccoli altari o piccole croci di legno dove i contadini portavano offerte e si raccoglievano in preghiera per propiziare un buon raccolto. Spesso lo stesso parroco si recava sui luoghi con i fedeli, in una sorta di processione ad invocare la clemenza del tempo e della madre terra. Camminando lungo i sentieri ancora esistenti si ci può imbattere in queste antiche testimonianze di una fede vissuta come speranza; si possono trovare contadine che praticano le segnature e che suggeriscono alle mamme dei bambini affetti da Pertosse di coprirli per bene e di condurli ad un crocevia. Dove durante i sabba si incontravano le streghe. Cristina Corzetto

A Torriglia la “cena in bianco”

L

a nuova moda del momento sbarca anche a Torriglia. Stiamo parlando della “cena in bianco”, la moda nata in Francia un paio d’anni fa e che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia (della cena in bianco di Bari di qualche settimana fa, con oltre diecimila partecipanti ne hanno parlato persino i tg nazionali). Dopo il grande successo di Genova, l’evento è arrivato anche a Torriglia, nella serata di sabato 25, organizzata dalla Pro Loco Torriglia, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Nei vicoli del centro storico del “capoluogo” della Val Trebbia genovese, tante persone, vestite di bianco hanno partecipato alla cena che, si è svolta in contemporanea alla “Notte bianca di Torriglia”, una serata di musica e divertimento che ha coinvolto i bar principali del paese (Garitta, Aldo e Prie Neigre) con la musica non stop del deejay Danijay, con la partecipazione di numerosi giovani arrivati dai paesi limitrofi e anche da Genova. (f.m.)

Shopping a Busalla


l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Agosto 2015

In breve

Nella frazione di Isola del Cantone tecnologia e ambiente uniti

La centrale di Mereta Q uando si parla di produzione di energia da fonti rinnovabili in genere si pensa a impianti fotovoltaici oppure ai parchi eolici. Esiste invece, e negli ultimi tempi è in forte sviluppo, il settore idroelettrico basato sulla realizzazione di “mini centrali” che sfruttano la normale portata dei corsi d’acqua. Secondo uno studio condotto dalla ESHA “European Small Hydroelectric Association”, il bacino idrico italiano ha una conformazione tale da poter consentire la costruzione di almeno 10000 piccole centrali con potenze comprese tra 50 e 500 Kw. In Liguria, la legge 16/2008 stabilisce criteri e iter per ottenere le autorizzazioni necessarie mentre con decreto 1667 del dicembre 2013 si è creato un fondo con dotazione di 1689mila euro per incentivare le iniziative volte alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e prevede rimborsi del valore investito fino al 50%. La centrale in costruzione a Mereta, frazione del Comune di Isola del Cantone, ad opera de Iniziative Imprenditoriali Italiane Srl con sede a Torino, è di tipo “a basso salto” con potenza di 502 KW. Il cantiere è stato aperto il 20 aprile e prevede la conclusione dei lavori entro 284 giorni. Le opere di cana-

lizzazione ancora in allestimento sul bordo destro del torrente Scrivia, a pochi passi dal ponte che collega la strada provinciale alla strada comunale di Mereta, sono visibili e invasive rispetto alla naturale configurazione del torrente.

L’estate di San Martino a Ceranesi

C

eranesi festeggia l’“Estate di San Martino”, non si tratta ovviamente della popolare leggenda, resa celebre da Giosuè Carducci, dell’ultimo colpo di coda dell’estate in piena stagione autunnale, ma della tradizionalesagra che si svolgerà, dal 5 al 9 agosto, nella frazione di San Martino di Paravanico. La sagra è organizzata dal Circolo “Amici della Parrocchia di San Martino di Paravanico Onlus” in collaborazione con l’U.C. Morego, il Motoclub Superba e la Federazione Italiana Motociclismo con il contributo del Consorzio per il bacino imbrifero montano del Bormida. Si tratta di una cinque giorni dove si alterneranno: sport, ricreazione, storia e tradizioni, eventi gastronomici, raccolte fondi e le tradizionali sagre campestri di paese. L’apertura della sagra avverrà mercoledì 5 agosto con la “cena comunitaria”. (f.m.)

Ma la struttura a lavori conclusi resterà coperta da massi e ghiaia. Lo Scrivia poi, con le piene autunnali farà la sua parte, portando altro materiale o modellando a piacere l’alveo. Tenuto conto che il torrente Scrivia è un corso d’acqua che, complice la mancata tutela e il costante inquinamento, è diventato un convogliatore a valle di scarichi industriali e fognari, l’installazione di questa piccola centrale risulta un modo per valorizzare una risorsa pubblica dalle enormi potenzialità che, se risanato e reso balneabile, con i suoi grandi invasi e le sue spiagge, darebbe un formidabile slancio turistico a tutta la valle Scrivia e ai molti comuni dell’Oltregiogo Piemontese. Purtroppo la realtà è un’altra e per il momento solo i privati, stimolati dalle incentivazioni economiche, riescono a trovare forme di valorizzazione le cui ricadute sono e restano fatalmente di interesse non pubblico. Renato Piras

Scrittori e cucina a Savignone

25

I cittadini si sentono abbandonati

Il Caso di Sorli

G

astronomia e cultura si sono unite, a Savignone, venerdì 24, nella frazione di San Bartolomeo di Vallecalda. Nella mite serata estiva, i residenti della zona hanno preparato e servito ai partecipanti una cena a base di prodotti tipici locali, a cui è seguita una presentazione letteraria. La scelta di unire il cibo e la lettura va avanti da due anni a Savignone, grazie al corso tenuto dalla scrittrice genovese Claudia Priano presso la biblioteca civica di Casella, sull’arte della scrittura. Il gruppo dei partecipanti al corso, sempre più numerosi nel corso dei mesi, si è dato come nome “Gli Esploratori della Scrittura” e, hanno presentato il frutto delle loro fatiche a San Bartolomeo di Vallecalda, con un reading in piazza allietato dalle specialità gastronomiche locali, con la collaborazione delle Pro Loco di Casella e Savignone. (f.m.)

Villa Serra nella “top ten” dei Parchi

I

mportante riconoscimento per Villa Serra di Sant’Olcese ed il suo ampissimo giardino all’inglese, la bellissima struttura di Comago è stata infatti inserita nei dieci “Parchi più belli d’Italia”. Un riconoscimento importante al grande lavoro di restauro, iniziato negli anni ’80 e portato avanti con grande successo di questa villa e della sua area verde, frequentata ogni giorno da centinaia di adulti, bambini e cani per jogging, passeggiate, e quant’altro. Per la Liguria un doppio successo, visto che nella “top ten” dei Parchi più belli è presente anche Villa Grock di Imperia. (f.m.)

ELEONORA GATTI

Q

@viaggiatrice191

ualche settimana fa avevamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook “l’inchiostro fresco” alcune foto sullo stato in cui riversavano le strade provinciali 138 e 135 presso il comune di Sorli, dopo i danni alluvionali dell’anno scorso. Ad oggi nulla è cambiato. Nonostante qualcuno si sia mosso per rimuovere gli ironici cartelli che i cittadini avevano posizionato per la strada come segno di protesta, nessuno si è preoccupato di aiutarli. Gli abitanti, infatti, ci hanno raccontato che le strade sono impraticabili e la loro viabilità è davvero messa a rischio:

le auto si danneggiano in modo grave a causa dei profondi buchi sulla carreggiata e di conseguenza le spese di manutenzione sono a carico dei privati. Come se non bastasse diversi animali sbucano improvvisamente dall’erba alta, spaventando chi è alla guida. I cittadini sono sfiniti e si chiedono come mai delle richieste così minime come tagliare l’erba o coprire i buchi con della semplice ghiaia non siano ascoltate dagli enti competenti. Dopo la continua indifferenza stanno quasi per rassegnarsi a fare i lavori per proprio conto. Ciò che chiedono è solamente di essere ascoltati e di riordinare una strada che sta diventando un forte disagio per chi deve circolare presso Sorli.

Anche ai bordi della “Novi-Ovada” si trova di tutto

A Basaluzzo rifiuti ingombranti

C

on l’alluvione del 13 ottobre 2014 il Lemme nella sua furia ha portato a valle ogni cosa e sul ciglio della strada qualcuno ha riordinato in bella mostra questi rifiuti che aspettano una mano “pietosa” che li porti alla pubblica discarica. GB Cassulo

Shopping ad Arquata Scrivia


26

l’inchiostro fresco

PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI Tour dei ricordi novesi

Agosto 2015

Continua la rubrica sui sapori della Calabria

Il Bergamotto C ontinua la rubrica sui prodotti tipici della terra di Calabria. In questo articolo parlerò, di un frutto coltivato solo nella provincia di Reggio Calabria: il bergamotto. Si tratta di un frutto leggermente più piccolo dell’imparentata arancia amara e custodisce il suo aromatico tesoro all’interno della sua buccia. L’origine del bergamotto rimane incerta e incerta risulta essere la sua genesi. Deriva dal turco beg-armundi, cioè “pero del signore” per la sua somiglianza con la pera bergamotta. Secondo la tradizione il frutto sarebbe originario delle Isole Canarie, importato da Cristoforo Colombo e poi introdotto in Calabria ad opera degli spagnoli tra il XV e il XVI secolo. Si racconta infatti la storia del moro di Spagna che avrebbe venduto un ramo della pianta ai signori Valentino di Reggio Calabria per 18 scudi. La sua zona di coltivazione, come sottolineato in precedenza, è molto ristretta, limitata alla zona ionica costiera della provincia di Reggio. Un’area caratterizzata da un microclima particolare, classificata come “tropicale temperatura umida”. I prodotti del Citrus Bergamia sono: i frutti, gli oli essenziali, la polpa e il succo. La sua essenza per esempio viene usata per usi terapeutici, antistress o come unguento balsamico per liberare le vie respiratorie. Il frutto può essere consumato crudo e utilizzato in cucina per preparare carne, pesce, dolci, gelati. Secondo alcuni studi dell’Università della Calabria, il succo di bergamotto

L

idurre i conterrebbe delle qualità importanti per ridurre livelli nel sangue di trigliceridi, glucosio e colesterolo. Insomma, le proprietà di questo frutto sono straordinariamente varie e importanti. Questo frutto, importante anche per la salute, costituisce per la Calabria una realtà di enorme prestigio tanto da aver ricevuto dall’Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.). Da diversi anni la diocesi di Locri-Gerace, come gesto di comunione, fa dono dell’essenza di bergamotto a tutte le 225 diocesi italiane per profumare l’olio del Crisma il giovedì Santo. Samuele Anastasio

Lo statice : colore senza tempo

o Statice è una splendida pianta rustica, coltivata soprattutto per ottenere fiori da recidere e seccare, poiché i suoi colori restano brillanti e vividi, come se fossero freschi. Le piante di Statice sono molto facili da curare e, posizionate in giardino, ci regalano splendidi colori per tutta l’estate, fino ad autunno inoltrato. E’ una pianta robusta e resistente: amante del sole, necessita di un terreno asciutto e ben drenato (per evitare muffe radicali), innaffiando al massimo 1 o 2 volte a settimana. In autunno la pianta va potata per ottenere una fioritura abbondante l’anno successivo. I fiori recisi non vanno messi in acqua, ma lasciati seccare direttamente, per evitare marcescenze e possono essere utilizzati per fare colorate composizioni che ci terranno compagnia per tutto l’inverno.

Il selvaggio... della Novi anni ‘30

S

iamo intorno agli anni ‘30. I cittadini novesi dell’epoca non erano certo poco fantasiosi per quanto concerne le attrazioni rivolte al pubblico. Pare infatti che, in occasione della fiera di Santa Caterina, un uomo travestito da selvaggio, intrattenesse curiosi e bambini che venivano a vederlo. Rinchiuso dentro una gabbia, quasi del tutto spogliato e ricoperto solo da pelli di animale, l’individuo emetteva versi gutturali da fare invidia a Tarzan, ed era presentato come un selvaggio catturato in una Terra lontana. Durante l’esibizione, oltretutto, un complice gli lanciava carne cruda che veniva divorata, senza ovviamente rispettare le regole del galateo, in un sol boccone, per dare un senso di disgusto ai divertiti spettatori, paganti di un “salato” biglietto. Lo spettacolo non era di certo degno di un palco teatrale, ma faceva ridere, tanto che venne replicato, più volte, nel corso di altre feste cittadine. (e.g.)

Un uovo di Pasqua che fa ….beeeeh! C’

erano una volta due bambini di tre e quattro anni che, accompagnati dal cugino grande, stavano facendo un giro per il Parco Castello di Novi Ligure. Era una bella giornata di primavera e si era quasi in prossimità di Pasqua. I due bimbi, mentre si stavano rincorrendo all’ombra della torre del castello, d’un tratto si bloccano, attirati da uno strano rumore di campanacci: “Ma chi è quel signore che viene su dalla collina?” dice il bambino e la bambina gli fa eco: “Guarda, guarda, davanti a lui c’è qualcosa di bianco che si muove!” I due bambini in preda alla curiosità si avvicinano e il cugino più grande, accorso per vedere cosa stesse succedendo, risponde loro: “Quello bambini è un pastore che porta un agnellino per Pasqua”. A quel punto, il pastore con uno sguardo bonario dice ai tre novesi: “Questo vedete è il regalo che Fausto Coppi, il Campionissimo, metterà nell’uovo di Pasqua per suo figlio Faustino”. I due bambini, increduli, si guardarono negli occhi e all’unisono esclamano: “Cosa? Un agnellino in un uovo?”. E il pastore, divertito, risponde pronto: “Certo bambini! Si tratta di un uovo di cioccolato molto grosso, dove l’agnellino può stare comodamente. Sapete Faustino ama tanto gli animali e suo papà Coppi sa come renderlo felice”. I due bambini quel giorno scoprirono così che, nella Novi di un tempo, le sorprese erano dietro l’angolo: alle volte avevano l’aspetto dolce e tenero di un bianco agnellino e il dolce sapore di buon cioccolato. Umberto Cecchetto

l'Orto di Marisa I ricordi uniscono “La Pieve”

R

icordava con tanta mostalgia il dott. Mascherini che ragazzino andava per pane nelle cascine della Frascheta, come tanti, perché la guerra non faceva trovare nella città nemmeno questo genere di prima necessità e spesso i contadini lo cedevano a prezzi correnti, senza ritoccarli, o regalandolo mossi a pietà dagli sbadigli da fame. Mia suocera abitava in zona Pieve e con le vicine alla sera, seduta nei cortili, si trasmettevano ricette per utilizzare gli avanzi, se c’erano. Prendete 6 uova, fatele rassodare, 6 pomodori San Marzano, tagliateli in due e scolateli, capovolgerli per un quarto d’ora e asciugarli dal liquido. Preparate una salsa contorno (80 gr), prezzemolo poco, 1 cucchiaio di capperi, 2 acciughe, mezzo limone, 3 tuorli delle uova sode e maionese quanto basta. Con questo composto riempite le uova, i pomodori, sedano tenero, carote sottili “ét voilà”. Un antipasto o un piatto unico fresco e nutriente. Ricordava ancora il dott. Mascherini questo parlottare tra vicini, le lucciole nelle notti estive e si chiedeva “È davvero finita un’epoca?”

Vi aspettiamo in zona Pieve, Parco Villa Aurora, il 28/29/30 agosto Buona Estate!!!!


Il TAR salva Chiamparino, ma per molto meno la Lega fu mandata a casa: è giustizia? Il voto in Grecia e il pianto di un anziano

Cittadini di serie A, cittadini di serie B Disperazione L P o scorso mese i Piemontesi hanno scoperto una cosa molto singolare, cioè che se le irregolarità nella presentazione di una lista elettorale sono fatte da un piccolo partito di centrodestra questo comporta la non validità delle elezioni e la conseguente decadenza del governo regionale eletto, se invece sono fatte dal PD l’esito delle elezioni non è in discussione. Sembra assurdo pensare di vivere in un Paese così, dove la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è un po’ più uguale, ma questo è: facciamocene una ragione. La passata legislatura regionale è terminata con un anno di anticipo in quanto il TAR Piemonte ha ritenuto che la lista Pensionati per Cota, che aveva raccolto circa 15 mila voti ed eletto un solo consigliere regionale,

Chiamparino e Cota: stesso reato, diverso verdetto a causa delle irregolarità riscontrate nella presentazione della lista stessa invalidasse totalmente l’esito delle elezioni. In questa legislatura invece il TAR sostiene che anche se la Procura della Repubblica di Torino ha avviato un’indagine penale su 12 persone fra funzionari ed amministratori del centrosinistra con l’accusa di aver taroccato centinaia di firme utili alla presentazione di diverse

liste fra cui quella del PD di Torino, anche se la lista PD a Torino ha raccolto circa 371 mila voti ed eletto otto consiglieri, l’elezione di Sergio Chiamparino non è in discussione. Va anche messo in evidenza come tutta questa vicenda non abbia avuto alcun eco mediatico, anzi i giornali e tg nazionali hanno completamente ignorato la notizia, mentre invece le “firme false” quando governava la Lega

erano presentate come uno scandalo gigantesco. Ogni commento a tutto questo è superfluo ed ogni cittadino può liberamente farsi la sua idea su questa situazione. A mio avviso, la politica si fa nelle piazze, fra la gente, sui luoghi di lavoro e nelle istituzioni, non nei tribunali e quindi credo che indipendentemente da come andrà a finire questa battaglia legale, il compito della Lega sia quello di denunciare ogni giorno l’immobilismo totale e le promesse elettorali palesemente tradite del PD e della Giunta Chiamparino in spregio della fiducia ottenuta dai cittadini piemontesi, solo un anno fa. Riccardo Molinari Vice Segretario Federale Lega Nord

ochi giorni dopo lo storico voto del referendum in Grecia avrei dovuto scrivere un articolo con delle considerazioni di tipo politico su questa consultazione: su come, per esempio, quest’Europa di banche e banchieri sia lontana da quella sognata da Spinelli; oppure quanto sia opportuno che un politico ceda al compromesso; in alternativa riferirmi all’eterna frammentazione della sinistra che ha vanificato i buoni risultati ottenuti dal governo col voto. Ma su ognuno di questi argomenti sono state spese migliaia di parole e sento che non potrei aggiungere carne al fuoco del dibattito. Piuttosto la mia attenzione è stata attirata dalla patetica scena di un vecchietto, accasciatosi per la disperazione davanti allo sportello bancomat.

per la prima volta, messo democraticamente in discussione il primato della finanza sulla politica. Non lo ha fatto, colpa che graverà storicamente su di lui e sul suo partito. Oggi, noi italiani, dobbiamo interrogarci su cosa è diventato il Partito Democratico, un Partito che non è che un’ombra riflessa e distorta di quello che era la sinistra italiana. Un partito con grave deriva autoritaria, in cui la cultura e preparazione politica dei massimi dirigenti è oramai assente e sostituita da un mix micidiale di avidità e supponenza, quando non arroganza. Questa deriva, per altro, non è estranea alla nostra realtà cittadina.

È il 3 luglio, fa caldo, la Grecia in fermento si prepara al voto nell’incertezza più totale. Il povero anziano tenta di ritirare la pensione, ma la liquidità delle banche è limitata. Gira quattro diversi terminali, senza successo. Di fronte all’ultimo rifiuto si accascia per terra, stremato, e scoppia a piangere. La scena fa il giro del mondo, entra in tutte le case, compresa la mia. Mi si stringe il cuore. La postura abbandonata del suo corpo, il calzino che spicca sotto i sandali in primo piano accrescono il senso di compassione per quell’uomo. Potrebbe essere mio nonno, è un anziano, dovrebbe essere tutelato. Invece è indifeso, il simbolo della resa della povera gente di fronte ai poteri forti, economici, quelli che aprono e chiudono i rubinetti dei soldi. Fortunatamente molte altre persone, come me, si commuovono per la terribile situazione dell’uomo e qualcuno, con molte più disponibilità delle mie, decide di corrispondergli una cifra annuale che copra le spese legate ai suoi bisogni primari. Quella che si dice solidarietà! L’anziano signore è salvo e può tornare a sorridere, tiro un sospiro di sollievo. Anche se, mi viene da pensare, quei soldi gli spettano per diritto e non per carità, perché ha lavorato tutta una vita e nessuno che abbia lavorato per una vita intera, versando contributi previdenziali, merita di patire un’umiliazione del genere. Nel frattempo, immagino, molti altri anziani, a Salonicco, Patrasso o Larissa, sono crollati per la disperazione. Sfortunatamente per loro, però, non c’era nessuna telecamera a riprenderli.

Avv. Fabio Garaventa

Federico Cabella

La grave crisi economica della Grecia non deve farci dimenticare i valori non negoziabili della democrazia

Sempre e comunque onore al “No” dei greci M i sono iscritto sin da principio al sostegno al NO del popolo Greco. L’ho fatto anche in considerazione della testimonianza diretta di amici ed amiche greche, giovani uomini e donne costretti ad emigrare, senza un futuro e senza una famiglia alle spalle, ridotta oramai alla sopravvivenza. Il No del popolo greco è il no a questa Europa della finanza privata che specula sino a costringere gli Stati a garantire i propri guadagni e socializzare le perdite. Un NO a questa EUROPA senza ideali, in cui ogni nazione, Germania in testa, persegue un proprio disegno di leadership e di predominio in una architettura istituzionale assente, composta di prezzolati bu-

Il Cambio della Guardia davanti al Parlamento greco

rocrati, di cui il Presidente JUNKER è il degno rappresentante, capaci solo di recitare la commedia e legiferare su latte e formaggi, assenti nel compito primario di difendere i popoli dagli avvoltoi della finanza. Un quadro chiaro ed indiscutibile, per chi vuole vedere. A questo proposito non è possibile non censurare gravemente l’atteggiamento del Partito Democratico, che ha preteso ed ottenuto con ogni mezzo la leadership della politica italiana e che, con tutta evidenza è divenuto uno dei garanti e maggiordomi dei poteri forti sul territorio nazionale. Il nostro Presidente Renzi aveva un’occasione unica per far valere un peso politico in uno scenario internazionale che vedeva,


28

l’inchiostro fresco

MAGAZINE

Agosto 2015

Circolo di lettura

C

astellazzo Bormida è un paese ricco di cultura, nonché di soprese. Binomio che ben si sposa parlando del Circolo della Lettura che, ci spiega il suo Presidente, Loredana Corrado: “È uno dei primi in Italia, visto che è stato fondato nel 1848 per volontà di Nicola Bodrati, Sindaco e prete di Castellazzo”. Una realtà importante che però, sino a qualche tempo fa, giaceva addormentata: “Quando sono stata eletta Presidente ho cercato di fare di tutto per aprire il circolo al paese. Per questo – prosegue Corrado – ho proposto incontri letterari, presentazioni di libri e organizzato pranzi sociali, forte anche della mia militanza nell’associazione che organizza la tradizionale Festa del Fritto Misto alla Piemontese”. Loredana Corrado ci parla poi un suo “fiore all’occhiello” per coinvolgere il maggior numero di persone attorno al circolo: “Quest’anno abbiamo organizzato la festa dell’8 marzo, pensata proprio per far riavvicinare l’universo femminile al Circolo di Lettura dal quale si erano allontanate perché percepito come ad uso esclusivo degli uomini”. (m.n.)

Concerti per organi storici

A

nche quest’estate, la Provincia di Alessandria con l’Associazione Amici dell’organo organizza una rassegna di concerti sugli organi storici. Giunta alla trentaseiesima edizione, è diventata un evento culturale importante nel nostro territorio. Da giugno a settembre, gli appuntamenti fissati sono diciassette, anche in località fuori della provincia; fra queste, il 12 settembre, Masone. I concerti si svolgono su organi costruiti per la maggior parte nel XIX secolo, tutti restaurati più o meno di recente, presenti in varie chiese del territorio. I concerti sono tenuti da organisti affermati alcuni dei quali provenienti dall’estero. In alcuni casi prevedono anche l’accompagnamento di altri strumenti musicali; oppure, come nel concerto all’oratorio S. Antonio di Viguzzolo del 19 settembre, un coro gregoriano. La rassegna è coordinata dalla professoressa Letizia Romiti, insegnante al Conservatorio e concertista lei stessa. Per il mese di agosto, da segnalare le date del 7 alla chiesa parrocchiale di Lerma, dell’8 a quella di Grondona, del 9 a Balzola, del 29 a Molare e del 30 a Garbagna (quest’ultimo alle 16.30, mentre gli altri concerti iniziano alle 21). Questi appuntamenti, oltre che l’occasione per ascoltare musica suggestiva al di fuori dei soliti circuiti commerciali, possono essere l’occasione per visitare chiese e centri storici del territorio.

Carrosio: sabato 1° agosto il paese è tornato ai fasti dei mitici Caroselli degli anni ’70

Altro che Viareggio: meglio il Carosezzo MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

C’

era una volta… il Carnevale a Carrosio. Potremmo iniziare così la nostra intervista a Leardo Traverso, noto artista locale ed autore dei preziosi presepi ispirati ai paesi e ai borghi dell’Oltregiogo, che è venuto in redazione per parlarci della manifestazione “Il Carosezzo di Carrosio”, avvenuta lo scorso 1° agosto. “Dal 1968 al 1975, per iniziativa di un gruppo di amici - dice Traverso – a Carrosio abbiamo organizzato un grande carnevale, con carri allegorici realizzati da noi stessi. Poi visto che il clima era troppo rigido – prosegue il nostro interlocutore – abbiamo pensato di spostare la festa in aprile, chiamandola, il Carosezzo di Carrosio. Dalla seconda edizione la festa è letteralmente esplosa”. Questa festa era un momento che riuniva tutto il paese, in cui i parenti, i compagni di scuola e i vicini di casa si ritrovavano, a partire dal 1° di novembre, di sera nei garage oppure in parrocchia per realizzare i carri: “Si trattava davvero di una festa popolare in cui tutti gli abitanti di Carrosio si sentivano protagonisti, portando di volta in volta materiale e oggetti vari, spesso di recupero – spiega Leardo Traverso - Ricordo un anno in cui, un signore, passando per Serravalle Scrivia, ha acquistato uno scopettino in forte sconto. Allora durante la riunione per raccogliere il materiale – prosegue nel racconto l’artista locale – il signore mette lo scopettino. Tutti si girano interdetti e gli chiedono a cosa sarebbe servito. Lui ci pensa e dice che sarebbe potuto essere un cimiero da guerriero antico. Così è nato un carro ispirato alla guerra di Troia!”. Chiediamo a Traverso se la partecipazione all’epoca era numerosa: “Ogni anno erano coinvolte il giorno della festa tra le tremila e le quattromila persone, ma c’è chi dice che si raggiungevano picchi di cinque-

Una riflessione a firma di Stefano Rivara sul capoluogo ligure

Genova per noi, oggi

D

a polo industriale di grande importanza, Genova, negli ultimi anni, sta trasformando sempre più la propria economia verso il settore terziario. Le più grandi industrie della città, come ex Italsider, Ansaldo, cantieri navali, sono state o smantellate o fortemente ridimensionate. Anche il porto, tradizionalmente l’attività trainante della città, ha perso parte della sua importanza e centralità, specialmente nel settore merci. L’industria del turismo ha invece ricevuto nuovo vigore dai recenti cambiamenti che hanno interessato la storica “Superba”. Zone un tempo destinate solo ad altre attività sono state trasformate in poli d’attrazione turistica. Il porto antico, un tempo avulso dal resto della città e frequentato praticamente solo dagli addetti ai lavori, è diventato un gioiellino che attira decine di migliaia di

turisti il mese, anche per la presenza del nuovo Acquario, d’importanza internazionale. Molti spazi un tempo occupati da fabbriche, oggi sono sede di ventri commerciali, come la Fiumara di Sampierdarena (se questo sia un bene o un male, dipende dai punti di vista: sarebbe un discorso lungo). Anche in periferia, quartieri un tempo grigi e fumosi, come la collina di San Biagio un tempo sede d’impianti petroliferi, sono diventati colorati quartieri residenziali, anche se, nello stesso tempo, altri quartieri che fino a poco tempo fa conservavano la dignità di tanti centri storici satelliti, oggi scontano un nuovo degrado. Strade un tempo sede di traffico rumoroso e inquinante, oggi, con la pedonalizzazione, sono luoghi piacevoli e apprezzati. Vedasi via San Vincenzo o via San Lorenzo, ad esempio. Anche i commercianti

mila – spiega l’intervistato – Poi partecipavano anche numerosi gruppo folkloristici, come i Buffa e Scrolla di Serravalle, il gruppo della Lachera di Roccagrimalda ed anche le majorette di Occimiano”. C’è stata un’attrazione che ha riscosso particolare successo?: “Se dovessi scegliere un’attrazione in particolare senza dubbio sceglierei le majorette made in Carrosio – ci dice divertito Traverso – Si trattava di un gruppo di ragazze di Carrosio tra i dieci e quindici anni che, vestite da majorette, portavano delle lettere formanti la scritta Benvenuti a Carrosio”. Che fine hanno fatto queste ragazze di una volta?: “Alcune se ne sono andate da Carrosio ma durante la festa del 1° agosto molte di loro sono tornate e le abbiamo fatte partecipare alla festa – dice il nostro interlocutore – Oltre alla proiezione di spezzoni di filmati storici, tutti digitalizzati, anche questa carrambata delle ragazze di Carrosio ha reso la serata ancora più magica e magari uno sprone per le nuove generazioni”. Al termine dell’intervista, Leardo Traverso ha ricordato: “Ogni domenica, dal 15 agosto al 15 settembre, a Carrosio saranno ospitati i miei presepi, ispirati ai borghi dell’Oltregiogo. Invito tutti a darci un’occhiata: chissà che lo spirito del Natale – conclude Traverso – anche fuori stagione, possa coinvolgere gli spettatori”. di queste vie ne hanno tratto vantaggio. Numerosi centri, anche più piccoli, dovrebbero seguire questi esempi. (s.r.)

Palazzo Ducale punto d’eccellenza

T

ra le mete più gettonate per chi visita Genova, vi è Palazzo Ducale, uno degli edifici più ricchi di storia della città. Costruito nel XIII secolo, ampliato nel XVI, già sede dei dogi della Repubblica Marinara, vittima di bombardamento navale e incendiato verso la fine del’700. Quindi recuperato, divenne in seguito sede prima di uffici comunali, poi, fino a pochi decenni fa, anche oscura sede degli uffici giudiziari. Recentemente restaurato, è ora, oltre che patrimonio storico, sede di mostre, congressi, archivi oltre che punti informativi e commerciali. è perciò sempre affollato di turisti di varia provenienza. Da segnalare, nella galleria ad ingresso libero, una mostra di quadri del pittore ligure Corrado Puma. Queste opere si caratterizzano per paesaggi di borghi urbani in cui spesso compaiono, come elementi distintivi, una piazzetta con pavimento a scacchi e una mongolfiera colorata.

Stefano Rivara Stefano Rivara


La Scuderia Bellaria di Novi Ligure si presenta ai nostri lettori. Un luogo a due passi dalla città che vede lo sport protagonista

Un’oasi verde dove uomo e natura sono una cosa sola I n un caldo venerdì di inizio Luglio i redattori de l’Inchiostro Fresco si sono recati presso la Scuderia “La Bellaria” di Novi Ligure, dove sono stati accolti dal vice presidente Fioravante Patrone che, improvvisandosi cicerone, ha guidato “gli inchiostriferi” in un tour del maneggio. Patrone ha ricordato come la nuova gestione della Scuderia è iniziata il primo luglio 2010 e dopo cinque anni si sta consolidando come una solida realtà del settore. Patrone, dialogando appassionatamente, ha mostrato un piccolo branco di cavalli in libertà, intenti a pascolare nell’area a loro adibita, per poi passare a spiegazioni di carattere più “tecnico”. I redattori si sono poi avvicinati ai “box” dove era in corso la consueta attività mattutina di pulizia e sellaggio dei cavalli. Qui Patrone ha segnalato, tra gli altri, il cavallo Opus, che ha recentemente vinto il campionato regionale di categoria. Dopo la presentazione dell’istruttore Aniceto Patrone, gli inchiostriferi hanno visitato gli altri paddock che ospitano alcuni cavalli (tra cui dei bardigiani) in attesa di essere cavalcati per una lezione di equitazione, che ha avuto luogo poco dopo a cura

di Aniceto. Da lì, gli inchiostriferi sono stati accompagnati sulle sponde di un piccolo laghetto che si trova al confine tra Novi e Pasturana. Terminato il giro della scuderia, Fioravante Patrone ha portato i redattori alla “club house” della scuderia, dove vi è stata data l’occasione di godere di un po’ di ristoro. Prima di andarsene, però, i redattori hanno osservato i nuovi pannelli fotovoltaici che riescono ad alimentare l’intera struttura, assieme ad altre testimonianze di attenzione ai problemi ambientali: dalla raccolta differenziata alla raccolta e riuso dell’acqua piovana. Davide Parodi

Alcuni momenti di vota nella Tenuta “Bellaria” di Novi Ligure

Le “ragazze terribili” di coach Marco Fanti si sono fatte onore nel torneo internazionale di Volley

Volley Valle Scrivia: diario portoghese P recisa e dettagliata, la cronaca del Torneo Internazionale di Lousa in Portogallo, dove ha partecipato il Volley Scrivia, ci è arrivato direttamente dalle stesse ragazze, che, con simpatica spigliatezza hanno raccontato emozioni e cronache di questa avventura sportiva. Il primo giorno è stato riservato alle emozioni, all’amicizia con le coetanee di altri paesi europei, mettendo alla prova l’inglese imparato durante l’anno scolastico. Via via che il torneo è entrato nel vivo, sono iniziati gli appuntamenti agonistici: la prima partita, con la vittoria contro la squadra spagnola dell’Angry Hornets, il terzo giorno, la vittoriosa doppietta contro due squadre portoghesi (Sesimbra e Gueifãs), un tris di vittorie che hanno permesso alla squadra della Valle Scrivia di chiudere il girone di qualificazione al primo posto. Poi, è arrivata anche una sconfitta, che ha interrotto il cammino verso la finale ma, il VolleyScrivia è uscito indub-

LIB R E R IA

biamente a testa alta dal torneo, con la vittoria nella finale per il nono posto. Un risultato sicuramente positivo per la squadra di Marco Fanti sostenuto anche dai genitori delle giovani atlete. Brave ragazze!!! Fabio Mazzari

Libri - Libri scolastici - Oggettistica - Cartoleria

Buone Vacanze! NOVI LIGURE - Via P. Isola, 14 Tel. 0143.2308


30

l’inchiostro fresco

SPORT

Agosto 2015

Lo Sferisterio di Ovada ha

Due giovani arquatesi in sella sul cammino degli antichi pellegrini

Santiago de Compostela: sport e fede Un nuovo look I P BENEDETTA ACRI

re di colore, ti senti a contatto con l’Infinito. Il percorso è sempre ben segnalato, sicuro, e la nostra attrezzatura era idonea e completa (la bici era una mountain bike).”. Questa esperienza ha scatenato nei ragazzi curiosità per viaggi simili: “Arrivare al Santuario con questo percorso suscita un’emozione incredibile: è maestoso, pieno di persone, la funzione religiosa è officiata in diverse lingue.”. Per intraprendere il cammino necessitano credenziali e organizzazione: “ci siamo iscritti alla Confraternita di San Giacomo, bisogna scegliere la modalità di percorrenza – a piedi, in bici o a cavallo – e ad ogni fermata vieni schedato e pongono timbri da collezione. A Santiago il Centro Pellegrini consegna la pergamena personale in latino che conferisce l’indulgenza plenaria. Bisogna essere preparati fisicamente e attrezzati. Non c’è un tempo stabilito per terminare il cammino, si può svolgere anche a tappe in vari momenti, il minimo per ottenere l’indulgenza sono 100km a piedi e 200km in bici.”.

@FernGully89

aolo Nicolò, classe 1984 di Pasturana, e Nicolò Ameri, classe 1983 di Arquata Scrivia, mossi dalla curiosità e dalla voglia di avventura, sono partiti in bici da Roncisvalle, in Navarra, e sono giunti in Galizia a Santiago de Compostela in dieci giorni (dal 18 al 28 giugno), per un’impresa di 810km. Paolo ci racconta che “lungo il percorso si respira un’atmosfera di grande spiritualità e meditazione, entri in un mondo altro in cui la natura predomina e pellegrini di ogni nazionalità sono i tuoi compagni di viaggio, tutti uniti verso un’unica meta. Un’esperienza di vita a tutto tondo, che ti cambia e ti resta dentro. Tornato a casa vorresti subito ripartire.”. Un viaggio anche artistico-culturale: “è impressionante vedere questi borghi in cui svettano cattedrali immense. Ogni regione che abbiamo attraversato ha le sue caratteristiche. La Castilla ci ha offerto il percorso più bello: distese di grano a perdita d’occhio, mille sfumatu-

l maestoso muro dello Sferisterio di Via Lung’ Orba Mazzini, simbolo del tamburello, cambia aspetto o meglio colore. Grazie infatti ad un impegno condiviso tra Amministrazione Comunale, Consorzio Servizi Sportivi e le due società di tamburello che utilizzano il campo, Ovada in Sport e Paolo Campora, si è provveduto a colorare di marrone parte del muro, per tutta la lunghezza del campo da gioco e per un’altezza di circa dieci metri. Questo si è reso necessario per rispondere alle esigenze dei giocatori per una maggiore visibilità della pallina, oltre che per gli spettatori stessi che cercavano di individuare la pallina solo quando veniva colpita dall’atleta, rimanendo però fuori dal gioco nel passaggio da una parte all’altra del campo. Un intervento che ha sfidato il caldo di questa estate tanto che coloro che hanno effettuato il lavoro (tecnici

della Boero) hanno scelto le ore del tardo pomeriggio e serali per poi proseguire nella notte per completare l’opera di verniciatura di circa 1000 metri quadri grazie alla presenza di un cestello elevatore. Ora un colore scuro, accoglie giocatori e sportivi, con un impatto diverso dopo che per oltre settant’anni molti erano abituati al colore chiaro. Ci saranno però altri lavori che interesseranno la struttura di Via Lung’Orba Mazzini: eliminare l’umidità vicino al locale bar che poi va ad interessare gli spogliatoi sottostanti, chiudere l’ingresso per rendere il luogo più raccolto oltre a conservare questo polmone verde a ridosso del centro storico. L’inaugurazione ha visto la presenza del Consigliere Delegato allo Sport Poggio, del Consigliere Elena Marchelli e di rappresentanti delle due società di tamburello. Enzo Prato

Anche il busallese Mario Berardi sullo stesso percorso

M

auro Berardi di Busalla, sessantun’anni ben portati, un passato da maratoneta, è stato uno dei numerosi pellegrini che, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, ha percorso lo storico “Camino di Santiago”, non a piedi però, come la maggioranza dei viandanti, ma interamente a due ruote con la sua bicicletta.“Sono partito da Saint Jean de Port, al confine tra Francia e Spagna, il 28 maggio sotto una leggera pioggia ed ho iniziato da lì il mio Camino in bicicletta” ci spiega Mauro Berardi “l’idea è nata leggendo un romanzo di Ken Follett ‘I pilastri della terra’ e da un episodio nella mia vita privata negativo che è accaduto dopo Pasqua e che mi ha fatto scattare la molla”, chiedendo a Berardi il suo rapporto con la fede ci dice “non sono assolutamente cre-

dente, anzi mi definisco ateo, ma al Camino sono quasi di più i non credenti che lo percorrono per curiosità rispetto ai Cristiani praticanti”. “Il primo giorno è stato il più difficile” spiega Mauro Berardi, non solo per l’impatto con lo sforzo fisico, quanto perché “sono partito da Roncisvalle dove la temperatura era di appena 7° e pioveva e da lì ho percorso ben 850 km in bicicletta”. Ma il viaggio, dice, ha ampiamente ripagato lo sforzo “ho potuto visitare tutta la parte nord-ovest della Spagna, che è meno conosciuta a livello turistico rispetto a quella Mediterranea, ma dove vi sono città stupende, come Pamplona, Lèon, Astorgia e Ponferrada, ricche di monumenti medioevali”, durante il Camino Mauro ha anche avuto un incontro importante “con Fernando, un ragazzo paraplegico

che mi ha dato volontà e carattere per continuare il viaggio”. Il resto del Camino, ci spiega Berardi, è proseguito molto bene “ho alloggiato negli ‘Albergue’, che inizialmente danno un’impressione di promiscuità, ma è un impatto di pochi secondi, piano piano ho riempito la Credenziale con i ‘sellos’ ovvero i timbri” e, soprattutto dice “ho incontrato davvero persone di tutti i paesi: spagnoli ovviamente, ma anche tanti italiani, francesi, inglesi, ecc… e persino giapponesi e coreani”. Infine l’emozione più bella “l’entrata a Santiago de Compostela, che è una bellissima città, patrimonio dell’Unesco, dove nel momento in cui si arriva alla fine del Camino dà un’emozione indescrivibile”. Fabio Mazzari

A Pozzolo estate in gol D

opo il successo dello scorso anno, anche quest’anno è stato riproposto a metà luglio il Campo Estivo: una settimana intensa di scuola calcio, che per l’occasione, è stata estesa a tutta la categoria Pulcini, che comprende le annate 2004/2005 e 2006. Il “Summer Camp”, riservato ai più grandicelli (2004 e 2005) ha avuto luogo sulle colline del tortonese, più precisamente a Momperone, presso la tenuta “Il Fienile”. La struttura, che offre tra l’altro un’ottima vista panoramica, ha ospitato 24 piccoli atleti che si sono allenati sotto le direttive di Mister Pelagalli, ex allenatore ed ex giocatore di Milan, Roma e Atalanta. (s.a.)


l’inchiostro fresco Agosto 2015

31


32

l’inchiostro fresco Agosto 2015


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.