l’inchiostro fresco
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Nelle pagine centrali un tour della troupe de l'inchiostro fresco nelle zone alluvionate
Dicembre Nelle e pagine dello sport i vent'anni del pattinaggio artistico di Castelletto d'Orba. Ampio servizio fotografi co sul2014 nostro sito
Fondato nel 1985
La voce del tuo territorio
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ANNO XIX / N. 9 - DICEMBRE 2014
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Un film su come eravamo nell'Alta Valle dell'Olba
Servizio a cura di Fabio Mazzari - pag. 29
Claudio Passeri da Silvano d'Orba ci invia la Madrina del mese di Dicembre
Stella Porta di 22 anni, studentessa
Gian Carlo Bina e la sua idea di “agricoltura biologica ad uso domestico”
L’uomo è ciò che mangia I
l filosofo tedesco Ludwig Feurbach lo aveva già capito nel 1862 : “L’uomo è ciò che mangia”, come recita il titolo di un trattato proprio di quell’anno. L’idea oggi è ancora più valida, in un Mondo squassato da una crisi economica pervicace e stringente e nel quale gli eventi climatici catastrofici si susseguono senza soluzione di continuità. Se l’uomo è ciò che mangia dunque, bisogna iniziare ad avere un rapporto migliore con la Natura. È quello che sta tentando di fare Gian Carlo Bina, veterinario di chiara fama (ex Direttore dei Servizi Veterinari e del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L. di Alessandria), il quale, una volta andato in pensione, ha creato nella sua natia Pozzol Groppo una “piccola azienda agricola ad uso domestico”, con un unico grande obiettivo: arrivare a produrre l’80% del cibo per la propria famiglia attraverso l’agricoltura “integralmente biologica”. Bina ha realizzato quindi, grazie alla sua grande esperienza con gli segue a pag. 2
L'umanesimo che viene dalle campagne G “L
ianni Repetto, prolifico autore dell'Oltregiogo, ha firmato il suo ultimo libro “La comunità invisibile” nel quale tratta della scomparsa delle comunità contadine, colonna portante della società di un tempo e aggiungeremmo noi e insostituibili sentinelle del territorio che nabrenevano integro e in buona salute i sedimi sia di montagna, di collina e di pianura. Una sapienza antica andata persa come ci dimostra l'attuale dissesto idro-geologico. Qui di fianco vi proponiamo una riflessione dell'autore. La Redazione
a lealtà, la parola data, il senso del dovere, l’accoglienza dell’ospite, il rispetto dell’anziano, il senso di responsabilità del capo: questi i principi che permeavano le antiche società agropastorali. Nei secoli si sono tramandati nelle campagne, ma, dopo il Mille, sono andati scemando con la rinascita delle città, sino ad essere spazzati definitivamente via dalla rivoluzione borghese, che ha sostituito all’etica dell’uomo quella della merce. Ma segue a pag. 2
La società che cambia
S
tiamo assistendo nelle città e nei paesi dell’Oltregiogo, sia sul versante piemontese come, e soprattutto, sul versante ligure, a profonde modificazioni strutturali. Il sistema produttivo, il tessuto commerciale e di conseguenza i flussi demografici stanno mutando radicalmente. C’è da spaventarsi di fronte a questo “nuovo” che avanza? Direi di no perché questi cambiamenti sono fisiologici in una società evoluta quale è la nostra. Dobbiamo infatti ricordare che se, nel secondo Dopoguerra, l’Oltregiogo era terra d’agricoltura e di piccoli commerci, negli anni Sessanta è diventato luogo di industrie, grazie anche alla sua posizione sita in quello che allora veniva definito “il triangolo industriale”. E proprio in quell’epoca assistemmo ad una crescente urbanizzazione che lasciò le campagne in mano ad un nuovo soggetto economico: quello dei “metalmezzadri”. Soggetto formato da chi, pur godendo di segue a pag. 2
All'interno le pagine de l'inchiostrino redatte dagli alunni delle scuole di Novi Ligure - Ovada - Isola del Cantone - Masone
l’inchiostro fresco fresco 2 l’inchiostro Dicembre 2014
TERRITORIO
L’uomo è ciò che mangia
La società che cambia prosegue dalla prima pagina
Prosegue dalla prima pagina animali e dopo aver seguito corsi di aggiornamento sulle più moderne tecniche di coltura, tra la Val Curone e la Val Staffora, un’azienda totalmente biologica appunto, dove non si usano pesticidi di derivazione chimica, si produce la totalità del mangime per gli animali e soprattutto non si usa la forza motore per la coltivazione, bensì la “forza Youk”. Youk è uno splendido cavallo frisone che accompagna ed aiuta il dottor Bina ora nella semenza, ora nell’aratura ora nella raccolta dei frutti. A Pozzol Groppo si coltivano pesche, kiwi, mele, pere, ciliegie ed albicocche, è ospitata una simpatica capretta chiamata Valentina, che fornisce dell’ottimo latte per “formagette” da consumarsi fresche o stagionate e poi conigli, galline e anche anatre. Bina, nel pieno rispetto della tradizione, seleziona le razze, andando a ricercare quelle “storiche”, come il mais ottofile tortonese o il coniglio da fattoria, non facendole entrare in contatto con specie “aliene” ad esse. In questa casa-azienda rivivono le antiche comunità contadine: “Per mangiare la pasta, io porto le mie uova – racconta Bina – da un mio amico che macina la farina con il mulino d acqua con la macina a pietra: grazie all’amicizia posso servire sulla mia tavola pasta all’uovo di prima qualità!”. Non è un sogno o un semplice divertissement di
una persona “solida economicamente”, ma una scelta studiata ed una precisa filosofia di sviluppo: “In Francia da qualche anno c’è una fiorente industria di aziende interamente biologiche e si producono vini totalmente realizzato a traino animale – ci dice Bina, illuminandosi durante la spiegazione – Mio nonno coltivava la terra e io ho origini contadine, cosa di cui sono orgoglioso. La crisi economica potrebbe
L'umanesimo che viene dalla campagna che senso ha recuperare le comunità di villaggio nel mondo globalizzato di oggi? Se c’è una speranza di salvare le sorti della civilizzazione umana e del pianeta stesso, essa non può prescindere dalla terra. L’agricoltura e la pastorizia hanno subito negli ultimi cent’anni radicali mutamenti nella loro conduzione, incidendo nei vari Paesi sempre meno sull’economia e sull’occupazione. Agricoltori e pastori, nel Sud del mondo, hanno abbandonato le forme di gestione arcaica delle terre e degli armenti, per trasformarsi in manodopera semischiavistica nelle grandi piantagioni, retaggio dello sfruttamento coloniale e neocoloniale. Altri, nel Nord opulento e progredito, o sono stati trasformati in operai dalla rivoluzione industriale o sono stati emarginati dalla meccanizzazione delle campagne, che ha messo in crisi il rapporto diretto tra uomo e terra. In entrambi i casi questa storica mutazione ha creato oggi moltitudini di disperati: quelli dei paesi poveri cercano con migrazioni pericolose e clandestine di sfuggire a condizioni di sfruttamento disumane, quelli dei paesi ricchi vengono espulsi dai
farci accorgere delle enormi potenzialità di una coltivazione a misura di contadino. Abbiamo dimenticato che siamo ciò che mangiamo: e a vedere certi cibi-spazzatura in commercio non mi stupisco affatto del momento di difficoltà generale”. La sfida per un mondo migliore passa anche da un cavallo che ara la terra.
uno stipendio fisso nelle industrie locali in gran parte irizzate (Italsider, Morteo, Finsider etc.) o nelle Ferrovie dello Stato, continuava a mantenere in vita la piccola proprietà contadina, la quale, però, stava assumendo, per via dei passaggi ereditari o delle compravendite, dimensioni sempre più ridotte fino ad avvicinarsi alla cosiddetta “minima unità colturale”, soglia al di sotto della quale tale proprietà viene considerata economicamente non-remunerativa. Ed è proprio in questo contesto che, accanto alla figura dei lavoratori dell’Industria e del Terziario, nel basso Piemonte si affermò un’altra figura professionale: quella del “terzista”, che, “meccanizzando l’agricoltura”, sostituì i “metalmezzadri” accorpando la “spezzettata proprietà contadina”, dando vita alle colture intensive. Oggi, con la “globalizzazione” e con l’avvento delle nuove tecnologie digitali, l’uomo, spezzando le catene della fatica fisica, avrà nuovamente tempo per riscoprire i vecchi ritmi “biologici” della terra.
Mattia Nesto
GB Cassulo
prosegue dalla prima pagina
processi produttivi industriali, che pure avevano contribuito ad alimentare. Con il senno del poi, l’idea di un mondo basato sulla “comunità di villaggio” si potrebbe dunque dire sia davvero a misura d’uomo. L’uomo, infatti, in quanto individuo, ne è protagonista indispensabile, anzi, non può non esserlo in quanto gli compete questo ruolo: è un impegno che deve assumersi facendo parte della comunità. In questo contesto, ciascuno diventa responsabile di fronte a tutti gli altri, in una sorta di “responsabilità policratica” che vede tutti coinvolti diversamente, ma equamente nella gestione della vita economica e sociale del gruppo. Che non è “collettiva”, ma “condivisa”, secondo quei principi di solidarietà, di lavoro e di sobrietà che stanno alla base dell’idea stessa di comunità. A questo si potrebbe affermare che la comunità di villaggio sia il modo naturisticamente più “leggero” di stare sulla Terra e quello umanamente più “intenso” di condividere l’esistenza.
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Gianni Repetto
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Dedichiamo questa pagina al “San Biagio” dove per anni abbiamo stampato l'inchiostro fresco
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TERRITORIO
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È in via di definizione l’integrazione tra la storica testata ligure e La Stampa. Chiude il San Biagio
“Il Secolo XIX” made in Torino È in via di definizione l’integrazione tra la storica testata ligure e La Stampa. Mentre a Genova attendono il nuovo direttore, designato da Elkann, viene decretata la chiusura del centro stampa di Bolzaneto. Il giornale uscirà dalle rotative di via Lugaro
alla chiusura. Un’eventualità che sarebbe stata prevista e forse pianificata nello stesso accordo tra la famiglia Agnelli e quella Perrone: a quanto risulta ai sindacati, infatti, nella nuova società frutto della fusione non rientrerebbe proprio la tipografia di Genova Bolzaneto. Insomma, negli accordi dei mesi scorsi il passaggio da Genova a Torino, per quanto riguarda la rotativa da cui far uscire le copie del XIX sarebbe stato uno dei punti fermi. C’è anche la data dell’ultimo giorno, il 31 gennaio 2015, in cui le rotative genovesi stamperanno il Decimonono, tra l’altro, senza direttore da settimane dopo le dimissioni di Umberto La Rocca sostituito ad interim dal vice Alessandro Cassinis e in attesa di un suo successore. Da mesi si fa il nome di Luca Ubaldeschi, uno dei vice di via Lugaro. Al Decimonono, diretto da un piemontese, stampato a Torino, di proprietà degli Agnelli, della Liguria resteranno solo i lettori. Si spera.
“F
ermate le rotative!!” L’ordine stavolta non è per fare una ribattuta dell’ultima ora. Anzi, la notizia, è di quelle da non strillare, almeno per gli editori. Già, perché le macchine delSecolo XIX di Genova si fermeranno per sempre decretando, come temono i sindacati, la chiusura del Centro Stampa San Biagio sulle alture della Superba. Il progetto di inglobare lo storico quotidiano ligure nella Stampa, partito con la costituzione dellaSocietà Italiana Editrice, partecipata al 77% da Fiat e al 23% dalla famiglia Perrone, accelera e dà la sua prima mazzata proprio a Genova che vedrà il suo giornale stampato a Torino nella tipografia della Busiarda, in via Lugaro. La conferma è arrivata, come spiegano i sindacati ge-novesi, nel corso di una riunione tra le organizzazioni,i, il responsabile del Centro Stampa e l’amministratore delegato della Sep, società alla quale fa capo il Decimo-nono. “Con questa decisione altre 55 famiglie genove-si saranno presto sulla strada” denunciano Slc Cgill e Fistel Cisl. Senza la principale commessa il Centro Stampa San Biagio appare destinato, inevitabilmente,,
Fonte: “Lo Spiffero” diretto da Bruno Babando www.lospiffero.com/cantina/secolo-xix-made-in-torino-18524.html Nella foto il Centro Stampa San Biagio di Genova-Bolzaneto. A lato Carlo Perrone editore de “Il Secolo XIX” assieme a John Elkann presidente enova ha sempre anticide “La Stampa”
Dal G8 di Genova ad oggi
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Tipografie: tramonta un'epoca? • Cuneo. A causa dei problemi finanziari, L'Aga Grafica dichiara fallimento ed è affidata ad un curatore fallimentare. • Genova. “Il Secolo XIX” perde la sua autonomia, diventando una succursale de “La Stampa” di Torino. Di conseguenza, sembra ormai certa la chiusura del “Centro Stampa San Biagio”, punto di riferimento della carta stampata ligure e non.
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I tipografi dell'Aga Grafica presidiano lo stabilimento
er quanto diverse per tempo luogo e dimensione, queste due vicende sono entrambe parte di un fenomeno più grande: la crisi della carta stampata. Dall'agonia dei giornali di partito, ultima vittima eccellente, “La Padania”, alle difficoltà dei periotua edi la Richi card” d “Gol aggio in om
Una riflessione di Matteo Clerici
dici, si veda le operazioni-marketing di “Chi”, tutto parla della fine di un mondo. Per quanto le ragioni siano diverse, il denominatore comune è unico: il Web. L'avvento della rete ha determinato un nuovo modo di fare notizia, più rapido, economico, plurale. Morta la ne-
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cessità delle grandi redazioni, del giornalista classico e della stampa in grande stile, il giornalismo di oggi è ormai un sito web, con una miriade di collaboratori agili (e precari) e la capacità di esistere appoggiando (quasi) solo alla Rete. Molti quotidiani, incapaci di affrontare le novità, affondano, portando con sé le strutture collegate, in primis le tipografie. È indubbio che siamo di fronte ad un momento di grandi cambiamenti: qualcosa di simile alla scoperta dell'America o l'invenzione del motore a scoppio. E, come in quei momenti, qualcuno rimarrà indietro, vittima della Storia. Allo Stato ed alle parti sociali il compito di rendere la transizione il meno dolorosa e con il minor numero possibile di vittime. (m.c.)
pato le tendenze che poi si sono concretizzate nel Paese. Così è stato anche nel 2001, quando dal 21 giugno al 22 luglio il “Genoa Social Forum” ha contestato duramente, proponendo modelli di sviluppo alternativi, il G8 di Palazzo Ducale. Ai Grandi della terra veniva chiesto uno sviluppo del mondo più equilibrato. Assistiamo invece, con grande amarezza, ad una politica che favorisce le grandi concentrazioni che incanalano le ricchezze nella mani di poche persone. Ciò accade in tutti i settori, anche in quello, molto sensibile, dell’informazione. Gian Battista Cassulo
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l’inchiostro fresco
A Molare presentati i libri “Calcio e acciaio” di Giordano Lupi e “To Jest” di Fabio Izzo
OVADA
Dicembre 2014
I commercianti si consorziano per donare alla città un Natale solidale
Tra messaggi e speranza S i è preparato il Natale ad Ovada con una serie di iniziative “A Natale più buoni per tutti” è l’evento che viene presentato dai commercianti del gruppo “Imprese Ovadesi” che vede coinvolti tutti gli esercenti del territorio che vogliono richiamare l’attenzione commerciale di chi vive nella realtà ovadese. Gli esercenti aderenti preparano dei buoni sconto che nel periodo natalizio verranno regalati e distribuiti ai consumatori finali, i quali avranno la possibilità di poter risparmiare sull’acquisto dei regali di Natale nei diversi punti vendita. Si organizzano altresì dal 6 dicembre isole di degustazione con cioccolata calda, panettone, pandoro e vin brulè che coinvolgeranno non solo il centro storico, ma anche la periferia, dando lustro alla città. Le luminarie allestite per le vie della città avranno un qualcosa di particolare ed iniziative sono in programma per coloro che saranno presenti in città. Ci sarà spazio anche alla solidarietà con la “Settimana della S. Vincenzo” oltre allo sportello Caritas, mentre l’atmosfera magica del Natale verrà rappresentata dai Presepi allestiti nella Parrocchia, nei due Oratori e quello di attualità degli Scolopi. Tra i numerosi calendari che molte Associazioni preparano spicca, come sempre, quello della Croce Verde Ovadese il cui ricava-
Nella foto il presepe allestito dai padri Scolopi in San Domenico nel 2013
Il piano regionale è di “area disagiata”
Novità nella Sanità ovadese O
vada rientra tra gli ospedali di area disagiata. Questo è quanto contenuto nella bozza illustrata in Commissione Regionale, poi approvata dalla Giunta Regionale, ma non mancano le tensioni soprattutto nelle zone in cui si è provveduto al declassamento degli ospedali, per cui si prospettano manifestazioni, contestazioni e ricorsi. Ovada si salva perché ritenuta area di zona disagiata, dove sarebbero garantiti i servizi di Medicina, Fisiatria, Radiologia, Punto di Primo Intervento con personale proprio a 24 ore e addirittura potrebbe ritornare Chirurgia dopo la chiusura del 1 aprile 2013 con il Day Surgery o Week Surgery con appoggio sui letti di Medicina. Un riconoscimento che il Sindaco di Ovada giudica positivo come tutti i componenti delle Associazioni di volontariato che da anni seguono con apprensione le sorti dell’Ospedale di Ovada. “Pensiamo di aver già dato parecchio in termini di tagli – affermano alcuni rappresentanti – dopo la lettura del piano della Regione”. Intanto ad Ovada, il tema sanità è sempre rimasto un problema quanto mai attuale e di attenzione anche con la nuova Giunta Paolo Lantero. Il primo cittadino ha infatti incontrato i componenti dell’Osservatorio Attivo, quindi si è svolto un incontro tra tutti i Sindaci dell’ Ovadese al termine del quale hanno emesso un documento unitario, poi si è tenuto a Silvano d’Orba un confronto tra i primi cittadini e il Consigliere Regionale delegato alla Sanità Beppe Ravetti ed infine il segue a pag. 6
La Valle Stura
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to (7.000 euro) è stato destinato al sostegno delle famiglie di Castelletto d’Orba, colpite dall’alluvione del 13 ottobre scorso. Un calendario che ha come soggetto il romanzo storico o fantastico, in costume o contemporaneo e dove sono protagonisti non solo i militi, ma anche cittadini ovadesi selezionati tra il maggio e giugno scorso. Il calendario, in due formati, quello classico da appendere al muro e a piramide da scrivania per ufficio, è in distribuzione al mercatino dell’antiquariato dell’8 dicembre e al mercato di sabato 20 dicembre oltre che presso la sede di Largo 31 Gennaio 1946. Non solo, ma sia i militi che il gruppo dei Donatori di sangue hanno deciso di rinunciare rispettivamente alla tradizionale cena di fine anno e al pranzo dell’ 8 dicembre per destinare ulteriori risorse agli alluvionati Gli auguri dell’Amministrazione Comunale avranno invece luogo il 16 dicembre al Teatro “Splendor” in occasione della consegna dell’Ancora d’Argento all’Ovadese dell’Anno ed il premio della Pro Loco di Ovada. La serata sarà aperta dall’esecuzione di due classi della Civica Scuola di Musica “A. Rebora” coordinati da Giulia Cacciavillani, mentre la novità della serata sarà costituita dall’esordio di un nuovo gruppo musicale ovadese, nato per volontà dei Maestri Gian Battista Olivieri e Andrea Oddone e composto da una quindicina di elementi tutti diplomati e professionisti del settore. Enzo Prato
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OVADA
Dicembre 2014
Un’inchiesta sull’importanza del nosocomio ovadese
L’iniziativa “Amici a pranzo”
E sia interregionale!!! 50 volontari O Sindaci a confronto prosegue da pag. 5
ricco confronto di Palazzo “Delfino” tra le istituzioni, i Sindacati, le associazioni di volontariato e categorie dei commercianti. Un percorso che il Sindaco di Ovada Paolo Lantero aveva già annunciato e che ora trova attuazione. Molti aspetti positivi sono emersi comunque dall’affollata riunione: dagli interventi di Emilio Delucchi, Direttore del Consorzio Servizi Sociali e del Dott. Mauro Rasore sono emerse le necessità di un Pronto Soccorso funzionale per il territorio e la salvaguardia del Distretto, uno fra i più vecchi d’Italia, e che costituisce il valore aggiunto all’operatività dell’ASL; Pino Coco, per l’Aido, ha sottolineato la necessità di stringere un patto fra Comuni ed Associazioni; per Gian Paolo Campora, della CISL, è necessario uno stretto legame tra sanità e trasporti, mentre Padre Ugo, per l’Osservatorio Attivo, con documentazione alla mano, ha ricordato le promesse non mantenute per l’Ospedale di Ovada ed ha riconosciuto come la presenza unanime e corale dei Sindaci sia fondamentale. Un aiuto o meglio un conforto in più è arrivato dal Sindaco di Masone Piccardo che si è dichiarato disponibile, anche a nome dell’Unione dei Comuni della Valle Stura a sottoscrivere un patto con i Sindaci di Ovada in quanto per la Valle, l’ospedale di Ovada è un punto di riferimento irrinunciabile. (l.r.)
L’
Ospedale di Ovada è una risorsa preziosa, non solo per il Basso Piemonte ma anche per tutto il territorio limitrofo. Se ne accorgono ora più che mai i Comuni di Tiglieto, Rossiglione, Campo Ligure e Masone, che si sono riuniti assieme con altri 12 Sindaci, associazioni di volontariato e sindacati il 29 Ottobre a Palazzo Delfino per dare il totale appoggio e sostegno in vista di un preoccupante ulteriore taglio. L’Ospedale a Maggio contava 58 posti letto, come voluto dal Patto di Roma per la salute. Un numero insufficiente se si considera la presenza attiva della struttura nel territorio oltre che l’eccellenza di Oncologia e Fisiatria. “Per noi il vostro ospedale è sempre stato un punto focale” dice il Sindaco di Masone Enrico Piccardo, anche presidente dell’unione montana della Valle Stura. Un ulteriore restringimento dell’operatività dell’Ospedale ovadese vorrebbe dire spostare chi ha bisogno di curarsi a Novi, Tortona, Acqui o Alessandria: c’è chi è impossibilitato a muoversi o chi perde l’assistenza da parte della famiglia. Lo stretto accordo e l’unanimità fra i sindaci fa prendere in considerazione la quantità di abitanti distribuiti nei comuni in un territorio che diventa così interregionale: la questione dell’Ospedale non riguarda solo l’ovadese; già la Valle Stura da sola conta più di 10.000 abitanti per un totale, si stima di 40.000 abitanti complessivi nel territorio servito dall’Ospedale. Intanto, a seguito dei primi tagli già effettuati tempo addietro, a fare i contri è il Centro di Primo Intervento di Novi Ligure, oberato dal lavoro, sovraffollato e con tempi d’attesa infattibili. Maria Virginia Calissano Nella foto in alto il Sindaco di Masone, Enrico Piccardo, durante il suo intervento
Dott. Sergio Diana Orari Medico Chirurgo Prof. a c. di impiantologia Università di Genova Specialista in Chirurgia Maxillo - Facciale Specialista in Odontostomatologia C.T.U. Tribunale di Genova
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vada. Continua ad essere operativa in città l’iniziativa “Amici a pranzo”, la mensa nata dalla collaborazione fra il Consorzio Servizi Sociali, la Parrocchia, la Caritas e la S. Vincenzo che usufruisce dei locali del Santuario di S. Paolo, mentre il Consorzio ha concordato con la Camst (ex Policoop) la fornitura dei pasti. Si sono messi a disposizione una cinquantina di volontari, suddivisi in quattro “squadre” settimanali, coadiuvati da un rappresentante del C.S.S., dalle Suore della S. Croce e dalle suore di N.S. della Pietà e coordinati da un rappresentante della Parrocchia. Partita in sordina nel dicembre 2013, la mensa ha continuato a servire in questi mesi i pasti a molte persone, famiglie e singoli, raggiungendo circa 45 utenti Dopo una breve pausa nel mese di agosto, l’iniziativa è ricominciata a settembre, sempre con lo stesso stile e attenzione al servizio. Un’iniziativa che ha portato sollievo ad alcune persone o famiglie in difficoltà, ma anche un mezzo per attualizzare solidarietà sociale, condividendo il disagio in cui molti si trovano. Un’altra piccola fiammella è stata dunque accesa, nel mare delle piccole indifferenze quotidiane. L’Ovadese del resto è sempre molto ricettivo alle iniziative di volontariato, grazie ai tanti
che sono cresciuti nell’impegno dei gruppi giovanili e nelle associazioni presenti in città e alla lungimiranza e collaborazione tra enti preposti, istituzioni e responsabili dei gruppi di volontariato e parrocchia, che riescono a colloquiare con mentalità progettuale e non di scontro. “È bello che accada, è giusto farlo sapere – affermano i coordinatori della mensa - affinché altri si mettano a disposizione, spinti dall’esempio e dalla dedizione di chi li precede di un passo…” (l.r.)
Prosegue con successo l'iniziativa “Amici a pranzo” che sta diventando non solo un'occasione di solidarietà, ma anche di integrazione sociale
OVADA Novità al Barletti
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a novità costituita dall’indirizzo di studio in Agraria, agroalimentare e agroindustria dell’Istituto tecnico “Barletti” di Ovada rappresenta per tutti i Comuni dell’Ovadese un’importante occasione per riflettere sulle potenzialità del territorio e per incentivare la valorizzazione dei prodotti e delle attività agricole locali. È con tale forte motivazione che i Sindaci hanno risposto alla proposta del Dirigente scolastico dell’Istituto ed hanno offerto alla scuola, nell’ambito delle manifestazioni dedicate alla promozione di prodotti tipici territoriali, uno spazio espositivo nel quale professori e alunni dell’Agrario hanno presentato il piano di studi, l’organizzazione scolastica e i laboratori attivati e proposte dall’indirizzo di studio con proiezioni di slides e distribuzione di materiale informativo. Sono state inoltre fornite alle famiglie informazioni utili all’orientamento per la scelta delle scuole superiori. Lo spazio espositivo è stato condiviso con la Tenuta “Cannona”, partner effettivo della scuola per le attività laboratoriali in vigna e in cantina, in preparazione dell’indirizzo dedicato alla Viticoltura e all’Enologia che prenderà il via a partire dal terzo anno dell’Agrario, mentre i primi appuntamenti che hanno ospitato l’agrario sono stati la Fiera Regionale del Tartufo “Tarsobi, Tartufi & Vino” di Trisobbio e la manifestazione “Tartufi e Vino” di Ovada. (l.r.)
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Alla scuola secondaria di primo grado “Sandro Pertini”
Musica “a pieno ritmo”
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i sta svolgendo a pieno ritmo il corso ad indirizzo musicale presso la Scuola Secondaria di Primo Grado “Sandro Pertini” di Ovada, fortemente voluto ed ottenuto dalla Dirigente Patrizia Grillo, che vede la presenza di 25 alunni suddivisi nei quattro strumenti assegnati: chitarra, flauto, pianoforte e violino. Si tratta di alunni che frequentano le classi prime e che aggiungono all'orario scolastico curricolare, 30 ore per gli iscritti al tempo normale e 36 per quelli iscritti al tempo prolungato, le due ore specifiche dell'indirizzo musicale: una di musica di insieme e una, individuale, di strumento. Le ore si svolgono in orario pomeridiano concordato con le famiglie. La scuola Pertini ha così arricchito la propria offerta formativa, ed è davvero “bello” poter vedere l'entusiasmo con cui i ragazzi hanno accolto l'insegnamento di strumento e ascoltare le note che arrivano dall'aula di musica, dove sono stati sistemati strumenti musicali, leggii e attrezzature. L'ambizione è quella di trasformarla in un piccolo spazio per concerti. Il corso ha potuto avviarsi grazie alla forte coesione che si è realizzata tra scuola e territorio e all'impegno di tutti i soggetti coinvolti: dai genitori agli alunni, dagli insegnanti curricolari di educazione musicale e gli altri insegnanti della scuola, che hanno accolto il nuovo indirizzo come un motivo di arricchimento per tutte le materie, agli insegnanti di strumento. Un grazie alla Scuola di musica per la collaborazione formalizzata con il progetto “Musica maestro!”. Ma oltre la buona volontà, è stato determinante l'aiuto economico dato alla scuola per poter acquistare strumenti musicali e attrezzature: un ringraziamento particolare al Rotary Club che ha donato alla scuola due splendidi flauti, al Comune di Ovada per il contributo all'acquisto del pianoforte digitale, a Bruno Oliveri per aver “messo a nuovo” le chitarre e a Franco Taulino di Tuttomusica di Alessandria per aver messo a disposizione violini e attrezzature in comodato d'uso. Sabrina Caneva
L’Arca di Noè
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di Davide Ferreri
Puntare P untaaree in in aalto lto
n fifior oretto oret etto to (chissàà se se qualcuno sa ancora cos’è) per le vacanze natalizie. natalliziie. Feste, F ste, vacanze, Fe vacan anze ze,, regali rega re gali vanno va anno be benone, enone, soprattutto per ch chi hi avràà i sol soldi ldi per ffar ar gir girare i are l’l’economia l’economia, i , quin quindi i di chi hi può uò sspenda. pend pe nda. a Volevo Vole Vo levo vo proporre pro ropo porr rree un un’a un’astensione ast sten ensi sion onee mo mora morale: rale le:: da dall pu punt puntare ntar aree il ddito itoo in ccontinuazione, it onti on tinu nuaz azio ione ne,, da dall dall’accusare ll’aacc ccus usar aree se sempre emp m re qualcuno, qual qu alcu c no, dal cercare ovunque responsabili minacciosi. In Italia poi siamo campion campioni ni mo mond mondiali ndia ialil di denuncia, denu de nuncia i , con una metà tà che h addita add ddit ita l’l’al l’altra ltra (q ((quindi: uiinddi:i rovesci rovesciamo iamo le l parti ti e sia siamo i mo a post posto). to). ) Il bbambino ambi am bino no della del ella la mangiatoia man angi giat atoi oiaa inviterà invi in vite terà rà a inginocchiarsi ing ngin inoc occh chia iars rsii e a tacere, tace ta cere re,, a sorridere sorr so rrid ider eree con con lui, lui, a immaginare imm mmag agin inarre un sorso sors rsoo di bontà, a puntare più in alto. Ascoltiamolo, per una volta. Auguri.
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Benvenuti a Gnocchetto
N
otevole interesse sta suscitando la pubblicazione realizzata alla frazione Gnocchetto d’Ovada e che racconta la storia della Chiesa del S.S. Crocifisso e della frazione. La prima parte, basata sui documenti presenti nell’archivio Vescovile di Tortona, si sofferma sulla nascita della Chiesa costruita nel 1670 per volontà di Don Manfredo Prasca, rettore di Belforte. Vengono anche raccontati i contrasti tra i Parroci di Belforte, i Protettori del Crocifisso che amministravano i beni della cappella, l’eremita che custodiva la chiesa, le Diocesi di Acqui e Tortona. La seconda parte fa riferimento ai documenti presenti presso l’Archivio vescovile di Acqui e racconta la storia della Chiesa a partire dal 1805 con l’iter che la portò a diventare Parrocchia nel 1944 e l’elenco dei cappellani e dei parroci oltre alle numerose cascine che facevano parte della Parrocchia di Gnocchetto Vi sono anche notizie sul Vescovo salesiano Giovanni Battista Marenco che visse al Gnocchetto e sulle famiglie Oliva e Sciaccaluga fondatrici del Cotonificio. Sono anche indicate tutte le attività un tempo presenti nella frazione e le iniziative non andate a buon fine per ottenere la costruzione del cimitero e della fermata della ferrovia. Ci si sofferma poi sullo spopolamento della frazione e del circondario che, in cento anni, ha registrato un calo di settecento abitanti. La pubblicazione rientra tra le iniziative per raccogliere fondi per il restauro del campanile della Chiesa. (l.r.)
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l’inchiostro fresco
OVADA
Dicembre 2014
Molare: asilo e sala multimediale Venti felini da adottare “a distanza”: chiamate l'ENPA
C'era una volta
È
operativo a Molare il micronido "C'era una volta" riservato ai bambini da 6 mesi a 3 anni. Il personale educativo proviene dalla “Bulli e Pupe” , ditta che operava già ad Ovada presso i locali dell’Asilo “Coniugi Ferrando” e vincitrice della gara d'appalto indetta dall'amministrazione comunale di Molare. I posti disponibili sono 24. Il prezioso contributo dell'amministrazione, cosciente dell'attuale congiuntura economica, permetterà di applicare rette mensili agevolate e accessibili a tutte le tasche. Si tratta di un progetto partito nel 2009 e che aveva visto la sistemazione delle strutture dell’immobile che ospita anche la Biblioteca Civica con dotazione degli arredi necessari, un vasto giardino, zona per giochi, mensa e servizi igienici adeguati all’età. La realizzazione ha avuto un finanziamento della Regione Piemonte di 250.000 Euro e del Comune di 135.000 Euro. Sempre nello stesso edificio che ospita la Biblioteca Civica è stato inaugurato, con il contributo della Banca Carige, il Salone Multimediale offrendo numerose opportunità per gli studenti del paese. (l.r.)
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I gatti di Edda Vigo
enti gatti da accudire e una casa da custodire: per realizzare questo progetto, derivante da un testamento, la sezione di Ovada dell’Ente Nazionale Protezione Animali, propone di adottare a distanza un gatto ospite della casa di Edda. La signorina Vigo, nata a Genova e residente da anni a Mornese e deceduta il 31 agosto del 2013, ha infatti lasciato questo impegno all’ENPA che tramite i suoi volontari svolge quotidianamente recandosi a Mornese una volta al giorno per il mangiare, la pulizia delle lettiere, le coccole che ogni felino attende con ansia, oltre a sbrigare tutte le pratiche burocratiche legate all’abitazione. I simpatici felini devono rimanere a Mornese per cui l’ENPA ha un enorme impegno sia economico che di tempo, ma vuole rispettare le ultime volontà di Edda, amante dei felini. Le sue ultime parole, stringendo il braccio ad una volontaria, sono state: “Mi raccomando i miei gatti!” Enpa propone un progetto che prevede il versamento in contanti, o sul
c/c postale o tramite banca di una cifra mensile per un anno e con la possibilità di rinnovarla. Da parte dell’E.N.P.A. l’impegno a tenere informato colui che ha effettuato il versamento sullo stato di salute del gatto adottato a distanza e inviando le foto, e anche con la possibilità di recarsi a Mornese per andare a trovare il micio adottato, previo avviso ai volontari. Una presenza a largo raggio per l’E.N.P.A. presente sul territorio da venticinque anni e che consiste nel solo nel gestire il canile municipale, ma oltre cento colonie feline sparse sul territorio. Ma è in corso anche un’opera di sensibilizzazione e di educazione presso le scuole dell’ovadese in collaborazione con la dirigenza scolastica, la presenza con un punto di riferimento in Ovada e nei Comuni durante il mercato, oltre ad un gruppo di agenti di polizia giudiziaria “guardie zoofile ENPA” che interviene in casi di maltrattamento o malgoverno. (l.r.)
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Intervista al sindaco di Masone sull'Ospedale di Ovada e su altre questioni cruciali
Difendiamo la “salute” in valle C ome già accennato a pag. 6 nel pezzo “E sia interregionale!!!” in Valle Stura sono sempre più sentite le preoccupazioni per il ventilato ridimensionamento dell’ospedale di Ovada, in quanto il bacino d’utenza di questo nosocomio non è solo l’ovadese, ma anche il vicino territorio ligure. Per saperne di più, allargando il discorso anche ad altre importanti questioni, abbiamo chiesto a Enrico Piccardo, sindaco di Masone notizie in merito. “Mi sono recato in Regione Liguria per chiedere informazioni sull’ospedale di Ovada – ci dice Enrico Piccardo – l’assessore Claudio Montaldo mi ha detto, anche molto sbrigativamente, che la filosofia è quella di chiudere i piccoli centri ospedalieri (fonti di costo), per favorire quelli grandi. Per noi della Valle Stura – prosegue il sindaco – l’ospedale di riferimento, secondo Montaldo, dovrebbe diventare quello di Voltri, nonostante che per raggiungerlo, senza contare le ricorrenti code tra il casello di Voltri e Voltri stessa, ci si impiega dai 25 ai 30 minuti mentre quello di Ovada è molto più fruibile, sia perché più vicino sia per la comodità dei parcheggi. Ho provato a chiedere di intavolare un’azione comune con la Regione Piemonte ma non ho trovato alcun tipo di sponda”. Altro problema all’ordine del giorno è quello sul funzionamento dell’Unione dei Comuni “Questo organismo rimane una risorsa a cui credo – risponde il primo cittadino di Masone - ma non sono condivisibili le aggregazioni a tutti i costi se non con attenta valutazione economica, esempio come quelle della polizia municipale e ho molti dubbi sulle aggregazioni delle funzioni tecniche. Economicamente non hanno portato i benefici sperate, anzi si stanno ritorcendo contro il singolo abitante, gravato di nuovi oneri. La Regione spinge per le unioni – prosegue Piccardo – ma, se realizzate in questo modo, si perdono solo
competenze e si aumentano le imposte. Sono da ripensare in maniera più proficua”. Come è stato l’impatto delle alluvioni a Masone? “Limitato, come a Tiglieto, mentre molto forte è stato a Rossiglione e Campo Ligure e ultimamente a Mele – afferma il Sindaco – c’è stata un’ottima collaborazione tra i Sindaci dell’Unione dei Comuni, un aiuto reciproco. A Masone abbiamo avuto soprattutto problemi relativi alla viabilità e alle frane, come quella in località Regalli, Baracchetta, Verne e Rian del Pizzo. Con le nostre risorse comunali abbiamo già messo in sicurezza tre frane e realizzato un muro d’argine in località Rian del Pizzo”. Dalla Regione e dalla Provincia avete avuto sostegni? “Lo Stato ha stanziato per le zone colpite una miseria, se si considera che soltanto nel genovesato i danni superano i 200 milioni. Ci è poi stata concessa – continua deciso Piccardo - la possibilità di allentare il patto di stabilità e di attingere a mutui a tasso zero: manovre che posticipano solo i pagamenti che dovranno comunque esserci e che ricadranno sugli abitanti. Infine la Provincia è praticamente un morto che cammina: possiamo dire sia stata un desaparecido dell’alluvione”. E la Città Metropolitana? “E chi l’ha vista? – ci risponde Piccardo tra il serio e il faceto – l’unica volta che si è fatta per così dire viva è per comunicare che il primo impegno che si dovrà effettuare sarà la stesura dello statuto. Siamo molto preoccupati per le prossime nevicate. Nessuno sa se il sale sia stato o meno comprato, qui c’è il rischio che alle prime nevi finiremo tutti a sciare! Del resto – conclude amaro il sindaco - noi delle valli in Regione e anche nella Città Metropolitana, è come se non esistessimo sulla cartina: nella giunta metropolitana quattro membri sono di Genova, due del Tigullio. Di noi si ricordano solo per imporci aree SIC e ZPS con tutti i vincoli possibili!”. (m.n.)
Federalismo male interpretato
L’
intervista al Sindaco di Masone è assai significativa, sotto vari aspetti ed impone alcune riflessioni. Innanzitutto la sanità. Pare che tra Regioni, soprattutto se di colore politico diverso, vi siano barriere insormontabili. Basta pensare alla recente “guerra sui treni” tra Piemonte e Liguria, quando quest’ultima ha minacciato pesanti tagli sulle linee per Savona di competenza piemontese. Anche per la sanità, i cittadini della valle Stura gravitano preferibilmente sul Basso Piemonte, più facilmente raggiungibile, sia per i collegamenti che per offerta sanitaria. Si tratta di oltre 10.000 persone delle quali la sanità piemontese dovrebbe tenere conto. Altro tema affrontato da Piccardo: il buon funzionamento dell’Unione dei Comuni SOL. Dopo un buon avvio, sta “tirando il fiato”, nel momento in cui, dopo le amministrative, due dei cinque Comuni, hanno cambiato “colore politico”, facendo emergere le prime criticità. Forse a causa della composizione territoriale, che vede i tre Comuni della valle Stura (Campo, Masone e Rossiglione), tra loro omogenei e, almeno teoricamente, idonei a costituire in futuro un unico Comune e due, Tiglieto, in val d’Orba, e Mele, sul versante genovese, disomogenei? Forse la sovrapposizione di compiti e funzioni tra gli enti territoriali? Speriamo che le parole di Piccardo siano di sprone al raggiungimento dei risultati di efficienza ed economicità, che, ad oggi, tardano ad arrivare. (m.c.)
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l’inchiostro fresco
VALLE STURA
Dicembre 2014
Il dissesto La pioggia trascina a valle la collina. Il territorio è sempre più disastrato idrogeologico
A
seguito degli eventi alluvionali del mese di ottobre e novembre che hanno duramento colpito la valle Stura, Aldo Siri, Consigliere di riferimento per la valle Stura e Orba, sta organizzando un convegnodibattito pubblico dal titolo: “Il dissesto idrogeologico: cause, effetti, rimedi, prevenzione; proposte e consigli”. L’incontro, cui sono stati invitati non solo gli Amministratori locali, ma anche geologi, guardie forestali, il locale Consorzio boschivo, e tecnici regionali, ha per scopo di fare il punto sulla grave situazione ambientale del nostro territorio. Se è vero che il clima pare cambiato e le precipitazioni sono ormai “tropicali”, è anche vero che, a causa dell’abbandono da parte dei contadini, valido ed insostituibile presidio, il nostro territorio è ormai fragilissimo. In occasione del convegno, i tecnici invitati, potranno fornire alla popolazione risposta alle numerose domande che ricorrono in questi giorni; gli amministratori informare su quanto è stato fatto e cosa si prevede fare in difesa del territorio. Sarà poi fondamentale capire cosa potranno fare, a scopo preventivo, i proprietari dei boschi e dei terreni prativi, così pesantemente colpiti dalle numerose frane. Insomma un incontro di fondamentale importanza per comprendere e prevenire. Per informazioni e per conoscere la data dell’incontro potrà essere contattato il Comune di Masone: tel. 010 92 60 03. Massimo Calissano
Da qui non si passa: c'è la frana N emmeno il tempo di ripulirsi dal fango dell'esondazione del torrente Angassino e Campo Ligure si ritrova nuovamente in ginocchio, questa volta a causa di numerose frane che, in seguito alle forti piogge del 13 ottobre, hanno colpito la maggior parte delle strade periferiche del paese, rendendo irraggiungibili numerose località. Tra queste, uno dei casi più gravi è sicuramente quello di Via Mongrosso, la cui situazione, dopo la disastrosa esondazione di un piccolo torrente in quella fatidica data di ottobre, sembra essersi ulteriormente aggravata nei giorni scorsi: un piccolo smottamento, in seguito alle precipitazioni di mercoledì 12 novembre, ha assunto le proporzioni di una gigantesca frana che, lenta ma inesorabile, ha iniziato una disastrosa discesa verso valle, isolando completamente venti famiglie (più di sessanta persone), alcune delle quali proprietarie di aziende agricole. Nella giornata del 15 novembre l'evento ha assunto delle proporzioni talmente allarmanti da costringere il comune ad emanare un preventivo ordine di evacuazione per sette famiglie all'inizio di Via Mongrosso, rientrate poi nelle loro abitazioni il giorno seguente. Il 17 novembre, per consentire alle aziende agricole isolate di essere raggiunte dai mezzi necessari per lo svolgimento della loro attività, è stata riaperta una strada alternativa (località Buzero), anch'essa danneggiata dalle forti piogge del 13 ottobre. Una buona notizia per i residenti delle alture di Via Mongrosso, ma non altrettanto per le famiglie di una parte di Via Figari,
le quali, a causa dell'ampliarsi della frana, restano prive di ogni collegamento stradale. Anzi, a dire il vero una via c'è: si tratta di un sentiero sterrato, umido e trascurato, reso percorribile solo grazie al tempestivo intervento di alcuni volontari tra i residenti che, in un solo pomeriggio, hanno ricoperto il terreno fangoso con ghiaia e pietrisco per renderlo meno scivoloso, per poi deviare l'acqua che vi confluiva dalla collina soprastante con un piccolo argine. Raggiungere questa località in macchina, tuttavia, rimane impossibile, e le prospettive non sembrano puntare all'ottimismo: a
causa dell'entità della frana (ancora instabile), trovare delle soluzioni praticabili resta difficile, mentre il sindaco Andrea Pastorino, nel frattempo, spera in un tempestivo intervento dell'esercito, momentaneamente ancora impegnato a Voltri, dove la situazione è decisamente più grave. Nel frattempo, il sostegno non manca: bottiglie d'acqua sono state messe a disposizione dei residenti nella sede della Croce Rossa, mentre gli abitanti della parte di Via Figari non interessata dalla frana hanno momentaneamente messo a disposizione dei parcheggi aggiuntivi. Insomma, nonostante
l'isolamento fisico, le famiglie di Mongrosso non sono di certo abbandonate a loro stesse, e la solidarietà da parte di tutti non manca di sicuro: lo stesso sindaco, sempre pronto a venire incontro alle richieste dei residenti, ha portato di persona un carico di fieno ad un'allevatrice della zona. In attesa che la situazione si sblocchi al più presto, c'è una sola cosa da fare: arrangiarsi come meglio si può. E in questo, i residenti di Via Figari e Via Mongrosso stanno dimostrando di essere imbattibili. Nicolò Rizzo
Spaventosa frana a Bisaccia di Mele
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nche Mele e la Val Leira sono state pesantemente colpite, come quasi tutto il territorio regionale, dagli eventi alluvionali del 15 novembre che, in questa zona si sono tradotti in frane. La principale di esse è avvenuta in frazione Bisaccia, all'altezza della cartiera Casalino, per giorni la frana si è mossa e vi è stato un ingente lavoro dei mezzi d'opera del Comune per ripristinare la strada. La frana, che si trova su un'area di proprietà privata è stata anche oggetto, saba-
to 22 novembre di un sopralluogo, di progettisti e dell'Amministrazione per un progetto di riempimento. Amarezza ha suscitato, nella maggioranza comunale, il grande spazio dato dai quotidiani locali della presunta pericolosità di un pilone dell'autostrada Genova-Torino, profondo ben trenta metri e del tutto privo di rischi, a fronte della scarsa informazione data alla situazione, ben più grave e seria della frazione Bisaccia e della sua preoccupante frana. (f.m.)
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VALLE STURA
Dicembre 2014
Caterina Campodonico in un libro di Rita Nello Marchetti
A Campo Ligure riapre i battenti
“Caterina e l'angelo” Il Presepe S Q abato 22 novembre, al Museo della Carta di Mele, è stato presentato, nell'ambito del Festival dell'Eccellenza al femminile, il nuovo libro di Rita Nello Marchetti, dal titolo “Caterina e l'angelo”, pubblicato da Erga Editori. Rita Nello Marchetti, genovese che ha all'attivo diversi romanzi, specialmente destinati a bambini e ragazzi, ha ricostruito la storia di Caterina Campodonico, venditrice di dolciumi vissuta nel XIX
secolo e rappresentata in quella che forse è la più famosa statua del Cimitero Monumentale di Staglieno. Durante l'incontro tra la scrittrice ed il pubblico sono stati letti alcuni brani dal libro ed è stata offerta, a tutti i partecipanti, una tazza di té con i canestrelli dell'Acquasanta. La realizzazione dell'evento è stata possibile grazie alla collaborazione del Comune di Mele e della Pro Loco Ex-Melle. Fabio Mazzari
A Campo Ligure ricordata la “Grande Guerra”
4 Novembre 1918
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e quest’anno si è celebrato il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale (anche se l’Italia entrerà nel conflitto solo il 24 maggio successivo), non per altro, come ogni anno, la quasi totalità dei Comuni italiani, ha celebrato, il 4 novembre scorso, la fine di quella tragica guerra, che ha segnato profondamente il corso del Novecento ed è stata il prodromo del secondo conflitto mondiale. La tragicità di quel conflitto, che, solo in Italia, causò oltre 600.000 morti, per non parlare dei mutilati e feriti, è ancora oggi molto viva, in quanto coinvolse, per la prima volta nella storia dell’Umanità, l’intero globo. Anche a Campo Ligure, sabato 8 novembre, si è ricordata questa ricorrenza monito per tutti della fondamentale importanza della pace tra tutti i popoli. Posa della corona alla presenza delle autorità in P.zza Vittorio Emanuele II a Campo Ligure . Massimo Calissano
“Torneranno i prati”
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roprio a cento anni di distanza dallo scoppio della Grande Guerra, ritroviamo Ermanno Olmi, il noto regista de “L’albero degli zoccoli”, sul grande schermo con “Torneranno i prati”. Nel film si racconta una storia in cui gli uomini, di fronte all’orrore del conflitto bellico, sono messi a nudo, disumanizzati tra le trincee di fronte alle loro paure “come animali scacciati dai boschi che mentre fuggono hanno negli occhi il ricordo dei prati”. Scaramouche
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uando, nella notte tra il ticabili, l’opera di restauro ed 10 e l’11 ottobre scorso allestimento di tutto l’apparato le acque del torrente scenografico ed il presepe sarà Ponzema ruppero gli argini riaperto al pubblico domenica ed invasero l’Oratorio dei san 7 e lunedì 8 dicembre più bello Sebastiano a Campo Ligure, in che mai, in occasione della festipochi avrebbero scommesso vità dell’Immacolata. Un piccoche, anche quest’anno come lo miracolo dovuto alla tenacia ormai da oltre un secolo, il pre- ed abilità degli Amici del Presesepe meccanizzato più famoso pe, l’Associazione che da anni della Liguria, avrebbe riaperto ne cura l’allestimento. Ma ora i battenti. Nato nel 1910 per vo- è indispensabile che il presepe lontà di Gio Batta Macciò padre sia visitato e sostenuto; l’ingres(detto Crispi, 1873-1963) e pro- so è libero; il pastore Gelindo seguito dal figlio Gio Batta (det- è pronto ad inchinarsi e dare il to Baciccia di Crispi) e da uno benvenuto a tutti, grandi, ma stuolo di infaticabili aiutanti, il soprattutto mi piccini! Il presepresepe viene allestito nell’am- pe è situato nell’Oratorio dei ss pio Oratorio di san Sebastiano, Sebastiano e Rocco di Campo occupando una superficie di Ligure, in piazza san Sebastiano circa 80 metri quadri, Sono cen- 1 con ampio parcheggio antitinaia le figure tra le quali oltre stante. Orario di apertura: (oltre cento in movimento, azionate all’anteprima dell’Immacolata) a gruppi da appositi motorini da sabato 20 dicembre a marelettrici. Attorno al tema entra- tedì 6 gennaio: apertura tutti le della natività è riscostruito il i giorni dalle 10 alle 12 e dalle variegato mondo delle attività 14,30 alle 18,00. Nel restante agricole, artigianali e pre-in- mese di gennaio il presepe sarà dustriali del borgo filigraniero. aperto nei fine settimana con lo Così, accanto alla rappresenta- stesso orario. (mc) zione dei pastori, dei taglialegna e dei carbonai, troviamo i atale N chiodaroli all’opera all’interno n o Bu di una antica fucina, gli addetti al maglio ed alla lavorazione del ferro. Oltre all’immancabile laboratorio di filigrana, troviamo anche figure che riproducono scene di vita quotidiana, dalle filatrici, alla donna che impasta il pane, fa il bucato o si dedica alle normali faccende contadine. Il tutto, lo ricordiamo, in Prenotazioni per visite di comitive movimento! Ripulito l’Oratorio telefonare ai numeri: 010 920 534; da fango e detriti, gli Amici del 921 005; 010 921 278 ; 010 920 354. Presepio hanno ripreso, infa-
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A Sassello per ricordare la Beata Chiara “Luce” Badano Gli abitanti di Vara Inferiore in allarme
Fede in Oltregiogo Quel campanile M D
omenica 26 ottobre, si sono tenute a Sassello le celebrazioni per ricordare la figura della Beata Chiara “Luce” Badano. Alle ore 11, nella chiesa parrocchiale gremita di fedeli, il Vescovo Monsignor Pier Giorgio Micchiardi ha presieduto la celebrazione Eucaristica, alla presenza di autorità civili e militari. Nell’omelia, il Vescovo, ha presentato la Beata Chiara, come modello per i giovani di oggi alla ricerca di una propria identità. “Chiara è modello ed esempio, in quanto ha vissuto l’invito di Gesù ad amare con intensità Dio ed il prossimo nelle varie circostanze della vita lieti e tristi” – ha sottolineato Monsignor Micchiardi. In molto hanno venerato la salma della Beata che riposa nel cimitero di Sassello e si auspica che presto possa essere trasferita nella chiesa parrocchiale. Nel pomeriggio, si è tenuta, sempre nella chiesa parrocchiale, a cura della vice postulatrice, la signorina Maria Grazia Magrini, la presentazione delle figure di tre giovani sante, che per certi aspetti e caratteristiche possono essere accomunate le une alle altre (anche per quanto concerne l’ambiente “parrocchiale” entro il quale sono cresciute): si tratta di Santa Teresa di Lisieux, e le beate Chiara Badano e Teresa Bracco: queste due ultime sono nate e vissute nella Diocesi di Acqui. Gian Luca Ferrise e Mattia Nesto
Vara Inferiore
Il museo contadino
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ell'ex canonica della chiesa di Vara Inferiore, è stato ricavato un suggestivo museo dedicato alla memoria contadina. Vestiti dell'epoca, attrezzi agricoli, vecchie biciclette usate dai contadini, giochi e bambole del tempo passato fanno rivivere la stagione di un tempo perduto, ma sempre vivo nei cuori della gente del posto, tanto è vero che il nostro cronista, sentitosi coinvolto, ha subito stretto amicizia con una simpatica contadinella La Redazione
olti forse si ricorderanno la poesia “La fontana malata” di Eugenio Palazzeschi, nella quale si descriveva una fontana malfunzionante immersa nel silenzio di una notte paesana. Qualcosa di simile sta accadendo a Vara Inferiore, frazione di Urbe, dove il campanile (ampliato negli anni Cinquanta per potersi meglio avvistare dai fitti boschi circostanti) versa in condizioni a dir poco pessime. Durante il nostro consueto “tour di consegna giornali” abbiamo incontrato la gentile signora Silvana che, dopo aver notato la macchina de “l’inchiostro fresco”, ci ha fermato dicendo: “Guardate il nostro povero campanile come è ridotto: scrivete sul giornale lo stato in cui si trova”. Urbe appartiene alla diocesi di Acqui Terme e proprio al vescovo della città termale è rivolta la “richiesta d’aiuto dei Varelfi” (nome inventato dalla fervida fantasia della proprietario dell’albergoristorante Vara): “Le chiese delle altre frazioni sono state messe a nuovo: chiediamo al signor vescovo che sia fatto lo stesso per il campanile, perché ora è un rischio per tutti”. La chiesa ospita, oltre che un ufficio postale (“Il cui affitto permette di pagare l’assicurazione” ci ricorda Silvana) anche un piccolo “museo contadino”. Si tratta di un vero gioiellino, nel quale sono ospitati gli oggetti, i vestiti e gli utensili “del tempo che fu
a Vara”. Una raccolta già vasta ma che di anno in anno si arricchisce con i lasciti degli abitanti. Vara inferiore è una minuscola comunità tra i monti e le selve di Urbe: i suoi abitanti vogliono tornare a sentirsi sicuri all’ombra del loro campanile. Mattia Nesto
L'inchiostro in edicola
ostro a L'inchi Martin a a l o c in edi di Urbe
l’inchiostro fresco
Celebrato ad Acqui Terme il “Grazie dei campi” a cura della Coldiretti provinciale - www.inchiostrofresco.it
Dicembre 2014
Perché a Casale il Reparto Natalità è rimasto e ad Acqui Terme no?
Ennesimo spreco nella Sanità “L a nostra amministrazione ha fatto notare come la Giunta Chiamparino non abbia tenuto in debita considerazione l’ubicazione della struttura di Acqui Terme, la sua possibilità di ampliamento e la recente ristrutturazione con ampliamento per la realizzazione del Dipartimento Emergenza ed Accettazione terminata tra il 2002 e il 2003 con un esborso di circa € 4.000.000,00. Il declassamento sarebbe sicuramente un danno erariale. Senza contare che gli Ospedali di Novi Ligure e Casale, con buona probabilità, necessiteranno di ingenti interventi di ristrutturazione che potrebbero causare ulteriori costi ai danno della collettività”. Questo quanto ci hanno detto in Comune dove ci viene fatto notare che, se i punti nascite con meno di 500 parti l'anno devono essere chiusi, così come è stato fatto ad Acqui, ciò non è avvenuto per l’Ospedale Casale, dove nel 2013, i nati sono stati solo 479. “La reazione della nostra amministrazione - ci dicono ancora in Comune - è stata quindi forte e decisa a difesa dei nostri cittadini.” Sotto il coordinamento del sindaco Enrico Bertero, che ha immediatamente convocato la Giunta, l'amministrazione comunale ha deliberato un atto di diffida e la messa in mora nei confronti della regione Piemonte. “Successivamente - ci puntualizzano sempre in Comune - si è
Tra il 2002 e il 2003 per l'ospedale di Acqui sono stati spesi 4 milioni di euro. Ed ora lo si vuole declassare? Questo è un danno erariale!
proceduto ad organizzare una delegazione di protesta presso gli uffici dell’Assessore Saitta con richiesta di essere ascoltati dalla Commissione Sanità”. Nel frattempo, l'amministrazione comunale sta esaminando gli estremi per il ricorso al TAR, con l'impegno che, se la Regione perseguirà in questo suo atteggiamento darà il via ad una raccolta firme
da inviare al Ministro della Salute, al Capo dello Stato e al Presidente della Regione Chiamparino. “Ultima azione - promettono in Comune - infine, simile a quella già fatta per la difesa dell’ambiente, è la stesura di una “convenzione” a tutela della salute”. Federica Balza
Poche speranze per il nosocomio acquese
Delegazione in Regione I
l territorio acquese si è ribellato feroce- (Alessandria, Asti, Cuneo) e di una Regione mente ai “giochi del potere politico regio- (Liguria). L’assessore Regionale Antonio Saitnale” e lunedì 17 novembre, una numero- ta, in difesa del proprio operato, ha giustificasa delegazione, si è recata a Torino, dall'asses- to l'arrivo a questa decisione con la presunta sore regionale Antonio Saitta. Nonostante le mancanza di dati di sintesi che la Provincia quattro ore di attesa, nulla sono valse le prese di Alessandria non avrebbe mai fornito anche di posizione dei presenti e dei dati incontro- se più volte richiesti; con un piano modulato vertibili portati all’attenzione dell’Assessore su parametri di sicurezza per i pazienti; con e del Presidente della Commissione Ravetti, l’obbligo di istituire per la provincia di Alesalludendo addirittura, quest'ultimo, all'impos- sandria non più di n° 2 DEA I livello «Sposibilità di cambiare quanto deciso poiché dan- ke»; con il forte saldo negativo che la Regione neggerebbe la loro immagine nei confronti di presenta a causa di prestazioni pagate fuori Novi Ligure e Casale. Chiara quindi, in favore Regione e con la possibilità, al vaglio, di audei poteri forti di Novi e Casale, la condanna mentare l’assistenza a domicilio ed eventuali a morte della salute pubblica di un’area che annali e radiografie. presenta numeri superiori a quelli indicati e che tocca territori di tre Provincie Piemontesi Federica Balza
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Il nodo dell'ospedale
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a Giunta Regionale ha approvato la revisione della rete ospedaliera del Piemonte: un atto indispensabile per tornare a programmare l’offerta sanitaria pubblica e privata come non si faceva da troppo tempo ha dichiarato il governatore Sergio Chiamparino. Il presidente del Piemonte ha sottolineato come sia stato avviato un percorso che entro il 2017 consentirà di mettere in movimento risorse importanti per almeno 400 milioni di euro destinate anche all'edilizia sanitaria e soprattutto a rafforzare in modo considerevole l’assistenza territoriale e domiciliare. L'Ospedale Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria resterà la struttura principale, hub, con tutte le specialità. Gli ospedali di Novi Ligure e Asti saranno i Dea (Dipartimento Emergenza ed Accettazione) di primo livello, anche Casale. Le strutture di Acqui e Tortona sono state declassate a ospedale di base, senza reparti come Cardiologia e la Rianimazione e punto nascite. Ovada, verrà dichiarato "ospedale in area disagiata", con pronto soccorso, medicina e chirurgia ambulatoriale. Federica Balza
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ACQUI TERME
Dicembre 2014
Acqui Storia
Anche per l’azienda di Cassine il 2014 si chiude all’insegna dell’incertezza
È
C'è futuro per Tacchella Macchine? U
proseguito con un nuovo importante incontro il ciclo delle Giornate Culturali dell’Acqui Storia. Il prestigioso e longevo Premio Storico Letterario italiano ed europeo, dedicato alla memoria della Divisione Acqui, ha invitato il pubblico all’incontro con Massimo Filippini, figlio di un Ufficiale fucilato il 25 settembre 1943 dai Tedeschi a Cefalonia, per la presentazione del suo libro “I caduti di Cefalonia: fine di un mito”, IBN Editore, il 30 novembre alle ore 16,30 ad Acqui Terme presso la Sala Conferenze di Palazzo Robellini. Introdotto dal Responsabile Esecutivo del Premio Acqui Storia Carlo Sburlati, hanno presentato il libro lo storico Aldo A. Mola e il professor Carlo Prosperi. Massimo Filippini ha pubblicato tre volumi su i caduti di Cefalonia; qui, ricostruisce nella sua prima parte le operazioni militari sull’isola e offre ulteriori probanti riscontri documentari. (f.b.)
na moratoria per la Tacchella Macchine. Svolta inaspettata per il futuro dei lavoratori dello stabilimento della Tacchella Macchine di Cassine, che nelle scorse settimane, avevano dato vita ad uno sciopero ad oltranza davanti ai cancelli dello stabilimento per protestare contro il piano di riorganizzazione aziendale che prevedeva anche il trasferimento di ben 27 lavoratori presso lo stabilimento di Riva presso Chieri del gruppo Imt. Lunedì 24 novembre, si è tenuto in Prefettura ad Alessandria un incontro, convocato dal Prefetto Romilda Tafuri, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti sindacali di categoria, Mirko Oliaro, Alberto Pastorello e Antonio Bordon e delle rappresentanze sindacali unitarie. Per l’azienda, c’era l’amministratore delegato dell’Imt, Luca Peli, oltre ai rappresentati dell’unione industriale di Alessandria. All’incontro, erano presenti anche il senatore Federico Fornaro, i sindaci di Cassine e
Un'eccellenza dello sport
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rande riconoscimento per l'A.S.D. Virtus Triathlon di Acqui Terme che viene proclamata ufficialmente Centro Federale. A giugno la lettera di ufficializzazione e da settembre l'inizio delle attività. Per la prima volta in Italia, la Federazione Italiana Triathlon assegna il prestigioso riconoscimento di "Centro Tecnico Territoriale" alle cinque strutture più meritevoli: Visone, Novara, Marostica, Roma e Rimini. Rigorosissimi i requisiti, fra i più significativi: la presenza di un numero minimo di istruttori con eccellente qualifica riconosciuta, l'organizzazione di un numero minimo di gare, una soglia minima di atleti di diverse categorie partecipanti e qualificati a gare di livello nazionale e internazionale, la partecipazione regolare degli istruttori a convegni di aggiornamento. Primo raduno ufficiale di allenamento, sabato 22 e domenica 23 novembre 2014, per i 20 atleti più bravi del nord-ovest. Federica Balza
Strevi Gianfranco Baldi e Alessio Monti e gli assessori di Acqui Terme Guido Ghiazza e Renzo Zunino. Dopo una lunga durata molte ore, caratterizzato da un muro contro muro tra azienda e sindacati il Prefetto Tafuri, ha proposto una moratoria di un anno con il conseguente blocco dei trasferimenti. Per procedere alla sottoscrizione dell’accordo, i sindacati hanno chiesto l’assenso dei lavoratori che stazionavano con bandiere e cartelli davanti alla Prefettura e la successiva sigla dell’accordo che prevede, per la durata di un anno, il mantenimento nel sito produttivo di Cassine dei 27 lavoratori che si sarebbero dovuti trasferire a Riva presso Chieri. L’accordo raggiunto ha consentito la ripresa del lavoro dal 25 novembre e l’attivazione di un tavolo di crisi presso la Prefettura di Alessandria. La prossima riunione tra azienda e sindacati si terrà nel mese di marzo del prossimo anno. Gian Luca Ferrise
l’inchiostro fresco
30° edizione del Presepe Vivente di Capriata d'Orba - mercoledì 24 dicembre ore 21.00
RONDINARIA
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2014 Qui Dicembre si legge l'inchiostro:
Alla Corte del Caffé Via Girardengo, 14 Novi Ligure (AL) Tel. 0143 26.21
Caffé Alla Corte del & l'inchiostro a Novi Ligure
La Scuola di Ballo A.S.D. WB è una grande eccellenza di Rondinaria Una domenica
“S
Emozioni in pista...
iamo un gruppo di amici appassionati di ballo che vogliono condividere tempo e spazi assieme: ballare per me è questo, nient’altro che stare in compagnia e prendersi cura del proprio corpo e della propria mente” dice Wilmer Poggio, master della Scuola di Ballo A.S.D. WB di Alessandria con ballroom a Castelazzo Bormida e non vi sono parole migliori per descrivere questo impianto sportivo, che inaspettatamente ci appare nel bel mezzo della campagna. Lì, in una bella location, si allevano le coppie dei ballerini sotto lo sguardo attento di Wilmer, il quale, dopoa verci fatto da guida e illustrate le tecniche di insegnamento ci mostra anche un magazzino a fianco della scuola di ballo. Un vero e proprio “deposito di Zio Paperone” delle rape. E ciò ci dimostra una volta di più, come si possa sposare benissimo la leggiadria di una ballerina con il duro lavoro della terra e della trasformazione dei suoi prodotti. L’allenatore, prima di salutarci, prende una rapa in mano e ci dice: “Vedete chi balla è come questa rapa: un frutto della terra. Per diventare deliziosa questa rapa va cotta al forno, secondo ricetta. Per fare sì che i nostri piedi non ci servano soltanto per portarci in giro, ma per volare sulla pista, serve allenamento. Una rapa e un ballerino hanno già tutto al suo interno: ha bisogno soltanto della passione giusta per fare fruttare questo potenziale”. Mattia Nesto
La scuola di ballo al completo. Sul nost o sito www.inchiost o esco.it inter ista al maest o Wilmer Poggio e alcuni filmati con le esibizioni dei ballerini
“di legno”
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opo gli appuntamenti di Castellazzo Bormida e Basaluzzo, domenica 23 novembre alle 16 presso la S.O.A.M.S. di Capriata d’Orba è andato in scena l’ultimo atto della rassegna “Burattini in Società”. I burattini mantengono sempre il loro fascino vintage, attirando spettatori di ogni età e rimandando ad un’epoca in cui il vero intrattenimento era “fisico” ed interattivo, non virtuale ed individuale. Spesso gli spettacoli sono molto articolati ed interessanti, segue a pag. 16
Concorso fotografico ideato da Claudio Passeri per l'inchiostro fresco
Click: una foto per un giorno N
ella nostra società mass-mediale, la fotografia è divenuta oggetto di un'ingordigia maniacale, un bene effimero usa e getta. È divenuta ciò che non è, o comunque non è nata per essere. La fotografia è arte, è poesia. Oggi, purtroppo, sembra non più... Eugenio Montale, nella relazione per il Nobel (1975), si domandò se fosse ancora possibile la poesia nella società di massa: come conciliare il silenzio, la discrezione, l'intimità di un momento poetico con l'isterica abitudine di affermare, in pubblico, la propria virtuale esistenza? Cosa resterà dei mille scatti che ci facciamo?... Cercando di aprire uno spiraglio in un mondo oramai soggiogato da iPhone, smartphone, merendine e play-station, un mondo in cui la riflessione è sempre più rara – quasi fosse una malattia da debellare – vogliamo ribadire il ruolo fondamentale che la poesia ha nell'animo umano. Certo, non è un bene materiale, tangibile come lo sono una brioche o cento euro, ma non per questo è meno importante. Perché la poesia è pura emozione; è ciò che colora il mondo ai nostri occhi. L'uomo non è solo corpo; è anche, soprattutto, spirito. E lo spirito
e la mente hanno bisogno di un loro nutrimento, più impalpabile di quello corporale, ma di certo ugualmente fondamentale. Hanno bisogno di felicità, di suggestione, di poesia... in altre parole, di emozioni. Proprio per questo, L’Inchiostro Fresco, in collaborazione con il fotografo professionista Claudio Passeri e con l'Associazione Culturale “Circolo Dialettale Silvanese Ir Bagiu”, promuove il concorso fotografico “Una fotografia, un'emozione”, aperto a tutte le Scuole Secondarie di primo e secondo grado, appartenenti alle zone del Novese, dell’Ovadese e di Rondinaria. Il concorso vuole, appunto, far riflettere i ragazzi e le ragazze sull'importanza della fotografia non come bene effimero di consumo, ma come possibile o effettiva opera d'arte, che rimane nel tempo e può diventare, così, un bene… durevole! Regolamento e info su: www.inchiostrofresco.it/blog/2014/10/02/fotografia-unemozione oppure contattare Claudio Passeri 331/8509752
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Una domenica “di legno” prosegue da pag. 15 con una morale sottesa che rimane come monito e ricordo. Si tratta di un’esperienza a tutto tondo, che coinvolge il pubblico in un vortice collettivo di risate, lacrime e riflessioni. In scena a Capriata è andato lo spettacolo Pirù, Demoni e Denari della Compagnia Walter Broggini. La Compagnia ha partecipato a varie rassegne e ai più importanti festival italiani di teatro di figura, oltre ad aver calcato i palchi di molti Paesi europei ed extraeuropei. Ha sviluppato un’innovazione degli stilemi del teatro popolare dei burattini, con creazioni rivolte ad un pubblico variegato, come nel caso dello spettacolo presentato a Capriata. Pirù, Demoni e Denari è recitato del tutto “dal vivo”, giocando sull’espressività semplice, simbolica e gestuale delle “teste di legno” e sulle battute che coinvolgono il pubblico e che cambiano in base alla situazione. Si tratta di una libera interpretazione del mito di Orfeo e ha vinto, tra gli altri, il Premio Nazionale “Fauno d’Oro” a Silvano d’Orba nel 1992. Benedetta Acri
La gente di Capriata ormai si è affezzionata ad un'iniziativa diventata tradizione
Trent'anni di presepe vivente Q uest'anno si fa cifra tonda: trent'anni giusti giusti! E ognuno questo lasso di tempo lo può riferire alla propria esperienza, valutando se sia grande o meno. Quando parliamo di una manifestazione, invece, come nel caso del presepe vivente di Capriata, sicuramente intendiamo un'istituzione per il nostro territorio. Pochi altri eventi, infatti, possono contare su una così lunga tradizione alle spalle e su una così vasta partecipazione di pubblico come la rappresentazione della Natività nel comune bagnato dall'Orba. Grazie soprattutto all'abilità dell'Ente Manifestazioni di Capriata che anche quest'anno si assumerà l'onere e l'onore di organizzare questa magnifico e suggestivo spettacolo, coniugando, come sempre, la tradizione con l'innovazione. Perchè il raggiungimento del traguardo della trentesima edizione sarà anche una garanzia, ma se non “ti rinnovi” difficilmente il pubblico continua a premiarti, partecipando in gran numero. E allora non mancheranno, come di consueto, gli animali esotici, lama e cammelli su tutti, ma verranno anche realizzate nuove rappresentazioni: saranno in tutto ben duecento le comparse chiamate a ricreare in paese l'atmosfera magica della notte del Santo Natale. Per l'occasione l'Ente ha instaurato dei rapporti di collaborazione con associazioni e artisti della zona. Insomma, divertimento a chilometro zero e valorizzazione delle risorse che si hanno a livello locale. Il percorso non sarà lo stesso, ma subirà alcune variazioni, mentre inalterato sarà mantenuto il servizio di navetta che accompagnerà i visitatori che verranno da fuori dai principali parcheggi del paese al centro cittadino, dove avverrà la manifestazione. Gli avventori al termine del percorso potranno rifocillarsi con delle squisite frittelle e riscaldarsi con un buon bicchiere di vin brulé e contestualmente
assistere all'esposizione dei presepi realizzati in occasione del quarto concorso "Il presepe e la famiglia", evento nell'evento, riservato agli istituti scolastici della provincia di Alessandria. Concludiamo consigliando a tutti coloro che vorranno partecipare di visitare il sito http://presepeviventecapriata.altervista. org/ per avere maggiori informazioni. L'invito per tutti e di ritrovarsi la notte del 24 dicembre a Capriata d'Orba per respirare la magica atmosfera del più grande presepe vivente della zona, giunto ormai alla sua trentesima edizione. Federico Cabella
Le copie del libro “I progionieri di Villa Monachorum” sono disponibili a Frugarolo, Bosco Marengo e Alessandria
Spy-story in Santa Croce
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osa c’entra Papa Bergoglio con un presunto attentato al complesso monumentale di Santa Croce sito in Bosco Marengo, la Chiesa di San Fruttuoso di Capodimonte e un oscuro giovane architetto “mezzo monaco mezzo artista” del 1007? Per risolvere questi intricati enigmi basta leggere l’avvincente libro “I prigionieri di Villa Monachorum” edito da LinelaB. Edizioni, del pittore frugarolese Dino Scarabello. Nell’opera di Scarabello al dato storico, ricercato attraverso attente e meticolose ana-
lisi, si mescola quello fantastico, intriso di storie paesane su lugubri passaggi segreti costruiti dai monaci sotto Santa Croce “raccontante per far spaventare i bambini dal ritorno di scuola”. Da noi raggiunto nella sua bella casa di Frugarolo, alle cui pareti campeggiano i magnifici dipinti dei portoni del paese, oppure le raffinate imitazione di Morandi “il mio pittore del cuore”, Scarabello ci spiega il perché del suo libro: “Ho voluto cimentarmi in quest’impresa per riannodare il filo della memoria e le chiacchierate primaverili con amici”. (m.n.)
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Alla scoperta di un percorso storico-culturale ideato da Pierfranco Romero
Silvano: un paese denso di storia N
el mese scorso siamo entrati nel paese di Silvano, nel “centro storico periferico”. Oggi, proseguendo il cammino, siamo nel vero “centro storico”: il primo castello, le prime case, i primi palazzi, secoli di storia di basso Medioevo. In questo periodo la vita era difficile: guerre, carestie e malattie la facevano da padrone e non era difficile morire di fame.
Pierfranco Romero Le foto di questa pagina sono di Claudio Passeri
La Madrina del mese
Il Castello vecchio sui merli
San Giovanni Battista
Palazzo Zucca-Adorno
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i questo maniero rimangono pochi resti, visibili dal fondo del paese e pure dall’Autostrada: resistono alle intemperie come per secoli hanno resistito agli assalti dei nemici. Con esattezza non si sa quando fu eretto: è plausibile sia stato costruito intorno all’anno 1000. Il castello era un possedimento famigliare degli Aleramici. Ebbe poi potere su Silvano la famiglia Veggi di Nizza Monferrato. Nel 1182 il Castello resistette all’assalto di alessandrini e genovesi. Intorno al 1200 venne infeudata la famiglia Zucchi poi nobili de Cuchis e poi Zucca. Nel 1440 il Castello fu conquistato e distrutto dagli alessandrini. Nel contempo il doge di Genova Adorno in pegno di un prestito fatto al Marchese del Monferrato ottenne l’investitura del feudo di Silvano Superiore. La famiglia Zucca scende a vivere allora al Palazzo di Silvano Inferiore.
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i questa Chiesa costruita ai piedi ome abbiadel Castello Zucca si hanno pomo detto che notizie. Come scrive Sergio Basnel 1446 il caso l’arciprete Antonio da Valenza fu stello Zucca fu obbligato ad officiare le funzioni parconquistato e rocchiali proprio in detta chiesa per distrutto dagli le precarie condizioni della malanAlessandrini. La data Pieve di Prelio (1347). Nel 1492 nobile famiglia costruita la nuova chiesa di S. Pietro, Zucca scese a l’arciprete si vivere nella parte inferiore del paese: stabilì defi- la sconfitta degli Zucca, l’arrivo degli nitivamente Adorno ebbe però effetti negativi su in questa Silvano Inferiore. Silvano Superiore p a r r o c c h i a . iniziò invece una fase propizia che La chiesa in si conclusa con la costruzione del diverse oc- Castello Adorno e della Chiesa di S. casioni fu Pietro: intorno nacque un bellissimo ristrutturata “Ricetto”. Gli Adorno acquistarono e si ma cadde de- stabilirono dal 1446 al 1492 nel palazfinitivamente zo adiacente a quello Zucca. Questo in tale stato è stato recentemente ristrutturato dai di usura e fu definitivamente sconsa- fratelli Ilario e Leonardo Cocco, mancrata: questo accadde nella seconda tenendo le caratteristiche storiche metà del’700. Nella seconda metà del essenziali. Nel 2011 ha fatto visita a 1800 con l’arrivo delle Madri Pie a Sil- Silvano una delle ultime eredi della vano divenne abitazione per le suore, nobile famiglia Zucca, Liana Zucca, asilo e sino al 1930 sede delle scuole che vive a Roma e che sta portando Elementari. Oggi è una bella abitazio- avanti con successo una ricerca storine civile. ca sulla sua famiglia.
Lapide caduti Ecco nella sua interezza questa splendida ragazza di Silvano d'Orba, la ventiduenne Stella Porta, nostra madrina per il mese di dicembre. A tutti i lettori dell'inchiostro fresco auguriamo
Buone Feste!
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conflitti in cui l’Italia fu coinvolta dal 1900 al 1945 fecero sì che ben 71 Silvanesi vi perdessero la vita. Un’approfondita ricerca del dott. G. Calderone del Circolo “Ir Bagiu” ha fatto sì che si scoprissero, purtroppo, altri cinque caduti. Parte di essi sono ricordati sulla lapide posta in Piazza C. Battisti: una bella lapide un tempo sormontata da una magnifica aquila in bronzo che ora… non c’è più. Altri caduti sono ricordati nel monumento eretto accanto all’odierno edificio scolastico.
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DALL'OLTREGIOGO
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Novi Ligure: la storica bottega dell’arte in via Girardengo 49 Serravalle: uu concerto innovativo
Riapre il Melograno Musica & salute I S
l Melograno ha aperto, anzi riaperto i battenti a Novi Ligure, in via Girardengo 49, sabato 22 novembre. Diciamo “riaperto” perché i proprietari avevano già operato in via Roma ed ora hanno deciso di trasferirsi nella centralissima via cittadina, curando l’arte in tutte le sue sfaccettature, da quella moderna a quella tradizionale sino anche ad affrontare l’arte contemporanea e d’avanguardia. All’inaugurazione erano presenti le Autorità cittadine, con il Sindaco Rocchino Muliere che ha “alzato la serranda” per primo, dando ufficialmente l’inizio alla cerimonia. Come prima, sarà molto attivo il laboratorio, in cui si realizzeranno cornici su misura, cornici di artigiano intagliate a mano e d’antiquariato. Nadia Zunino, sorta di “animo gentile” del negozio, proporrà i suoi conosciuti e apprezzatissimi trompe-l'œi (tecnica attraverso cui in un quadro si propone un oggetto tridimensionale dando l’impressione che sia reale, ndr) di gusto provenzale. Il restauro avrà un ruolo dominante nell’attività de “Il Melograno”. Il negozia potrà ospitare anche mostre personali di pittori, che potranno essere esposte nella galleria dello stabile. Il Melograno sarà una “bottega d’arte” al centro di Novi Ligure, gestita da proprietari attenti e esperti nella “ricerca del buon gusto”, con un ampio laboratorio attrezzato con i più moderni macchinari per realizzare cornici e quadri “su misura”. Non solo il negozio offrirà interventi di grande qualità e di alto artigia-
abato 6 dicembre alle ore 21 andrà in scena presso il Centro Pastorale “Maria Regina” di Serravalle Scrivia (località Ca’ del Sole) la kermesse “Il Musical al cinema – Con un poco di zucchero”, promosso dalla Lilt provinciale e sarà presentata dal dott. Enzo De Cicco, Radiologo Specialista dell’Università di Genova. La serata si inserisce in un ciclo di eventi che hanno al
nato, ma darà anche alle sue creazioni quel “tocco artistico” che non guasta quando si parla di bellezza. Sarà possibile anche la realizzazione di quadri ex novo con per soggetti persone ed animali, ovvero il modo migliore per testimoniare l’affetto ad una persona cara od ad un nostro “amico a quattro zampe”. Il Melograno insomma è pronto a rifiorire tra quadri e cornici. Eleuterio
In breve Gli Scout novesi presenti alla Route Nazionale 2014 di San Rossore (Pisa) A Vara Inferiore i varelfi divorano l'inchiostro
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trovare e t e t o p resco lo di Acqui Terme f o r t s o i one L'inch lla stazi e d r a b che al
centro il tema della salute, il tutto “condito” in salsa musicale. Sarà questo un inedito spettacolo dove la musica, sposandosi alla medicina, avrà l’inusuale ruolo di diffusione scientifica. Il ricavato, grazie alle note dei Cameristi dell’Orchestra Classica di Alessandria che suoneranno le immortali melodie dei musical hollywoodiani, andrà in beneficenza. Eleuterio
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Appuntamento con Novantico sabato 20 dicembre tutto il giorno. Una giornata dedicata all'antiquariato
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Rocchino Muliere traccia un bilancio dei suoi primi sei mesi alla guida di Novi Ligure
Sindaco? Un impegno bello e difficile A bbiamo raggiunto nel suo ufficio Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure, per chiedere “un bilancio” sul suo primo semestre da primo cittadino. “In realtà sono solo cinque mesi scarsi, dato che la nuova Amministrazione ha preso fattivamente il via a fine giugno!” ha sottolineato Muliere, in maniera un po’ ironica. “Questo mio inizio da Sindaco – dice il nostro interlocutore entrando nel merito – è stato molto coinvolgente ma anche molto difficile, sicuramente intenso. Le criticità allu-
Fare San Martino
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a Fiera di Santa Caterina si inserisce nella serie di attività correlate alla “fine dell’anno agricolo”, ovvero a quello che una volta rappresentava il termine dei contratti sanciti tra proprietari, braccianti e mezzadri della Pianura Padana. “Fare sanmartino” è un’espressione gergale che significa “cambiare lavoro/sede di lavoro/trascolare” dato che dopo l’11 novembre i contadini con il bestiame si spostavano dai pascoli e rinegoziavano i patti agricoli per l’anno successivo. Famosa fu la frase, di Vittorio Emanuele II, durante la battaglia di San Martino, “Fioeui, o i piuma San Martin o i auti an fa fé San Martin a nui”: “O vinciamo a San Martino o siamo costretti ad andarcene sconfitti”. (m.n.)
vionali, soprattutto del 13 ottobre esempio, una raccolta differenma anche del 4 novembre, oltre ziata spinta e una manutenzione alla ovvia gravità e difficoltà del ottimale dei parchi pubblici, cosa momento, si ripercuoteranno sui per la quale stiamo già lavorando. prossimi bilanci: è naturale av- Ci vuole tempo per mettere mano venga ciò, con quasi 8,5 milioni al piano edilizio e assicurare un di euro di danni”. Molti commen- degno decoro pubblico. Interventi tatori locali non riescono ancora questi, che assieme all’assessore ad individuare nella sua attività di all’Urbanistica, Enrico Gattorgoverno, la famosa “svolta” pro- na, stiamo già predisponendo. messa in campagna elettorale: “Mi E – termina – occorre molto tempo rendo conto di avere alimentato per ripensare l’utilizzo della Canumerose aspettative – risponde serma Giorgi, magari dando l’opMuliere – ma per fare una svolta, portunità ai giovani di installaruna svolta vera, serve del tempo. segue a pag. 20 Serve del tempo per ripensare, ad
Un evento storico che ha segnato la vita commerciale della città
407 volte Santa Caterina Curiosità e storia per una fiera C ome ogni anno, puntuale, è arrivato uno degli appuntamenti più attesi dai Novesi e non solo: la Fiera di S. Caterina. La storica manifestazione, giunta alla sua 407° edizione, una delle più conosciute e apprezzate del territorio alessandrino, si è tenuta quest’anno dal 22 al 25 novembre presso le vie principali del centro cittadino. Il Luna Park ha anticipato come sempre la Fiera, giungendo in piazza Pernigotti (meglio conosciuta come del Maneggio) già dal 14 novembre. Nei giorni che hanno visto Novi invasa dalle bancarelle è avvenuta la consueta esposizione delle macchine agricole presso il Mu-
seo dei Campionissimi. Anche quest’anno non si è svolta la tradizionale Fiera del Bestiame. L’ultimo suo svolgimento risale all’edizione del 2012. In occasione dell’avvicinarsi della manifestazione, abbiamo raggiunto nel suo studio il “primo cittadino” di Novi Ligure, Rocchino Muliere, alla sua prima Fiera da sindaco, il quale ha confermato che “la sua organizzazione è ormai consolidata, una macchina collaudata a prescindere dall’amministrazione in corso. Non ci sono novità riguardo alle bancarelle, ma per domenica 23 è prevista un’esposisegue a pag. 20
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a Fiera di San Caterina a Novi Ligure è una delle più antiche d’Italia. È dedicata a S. Caterina d’Alessandria (d’Egitto), vissuta tra il III e il IV secolo. La Fiera pare abbia avuto origine tra il XII e il XVI secolo, ma la nascita ufficiale avviene nel 1607, quando il Senato genovese accolse la richiesta fatta dai Rettori della Comunità di Novi e istituì tre fiere annuali: la Fiera di S. Caterina (25 novembre), di S. Giorgio (23 aprile) e di S. Bartolomeo (24 agosto). A quest’ultime si sovrapposero le cosiddette Fiere di Cambio, che attiravano a Novi banchieri e mercanti da tutta Europa e che cessarono definitivamente l’attività nel 1752. Rimase quella di S. Caterina, cui parte fondamentale e tradizionale era la Fiera del Bestiame, soprattutto il mercato dei cavalli. La Fiera ha sempre esercitato un fortissimo richiamo per appassionati e contadini, con l’esposizione delle migliori razze prima sotto i portici, poi al Maneggio dove sorgeva la cavallerizza militare. Benedetta Acri
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NOVI E NOVESE
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Intervista a Muliere prosegue da pag. 19 vi delle startup (ndr.: aziende ad alto impatto tecnologico)”. Molte quindi le sfide che da Sindaco nei prossimi mesi/anni avrà da affrontare: “Certamente, ma anche numerose le opportunità – afferma convinto il sindaco – perché, nonostante la situazione di disagio sociale generale, la risposta che i giovani del novese, assieme ai volontari della Protezione Civile, hanno dato nei giorni dell’alluvione ci fa ben sperare per il futuro: è stata un qualcosa di grande e di commovente. A loro debbo dire grazie e promettere il massimo impegno dell’Amministrazione per far sì che le conseguenze di eventi climatici eccezionali, come quelli passati, non più possano essere così catastrofiche”. Mattia Nesto 407 volte S. Caterina prosegue da pag. 19 zione di automobili in corso Marenco. Le difficoltà economiche del periodo, aggravate dall’evento alluvionale che ha colpito Novi, non permettono per quest’anno l’organizzazione della Fiera del Bestiame: i costi di allestimento delle stalle e tutti gli accorgimenti per garantire il benessere degli animali sono a tutt’oggi proibitivi. Ed è un peccato perché la Fiera del Bestiame, oltre ad essere caratteristica, fa parte della tradizione storica della Fiera e della città in generale. Anticipo che stiamo già pensando a migliorare e diversificare la Fiera estiva del 5 agosto, che sarà interessata da possibili cambiamenti.” Benedetta Acri
Ricostruire il partito sul territorio, Terzo Valico e bilancio comunale
Forza Italia: tre passi in avanti E leggere i portabandiera e i coordinatori locali e portare il partito al congresso dopo anni. Fare chiarezza su TAV e bilancio. In piena stagione invernale, Forza Italia a Novi Ligure è pronta a ridiventare protagonista sulla scena politica. A Costanzo Cuccuru, coordinatore uscente di FI e Vice Presidente del Consiglio Comunale di Novi, il compito di illustrare il programma del partito. Come egli ammette, la situazione involutiva creatasi negli ultimi anni non è stata facile da gestire. Il partito ha dovuto subire una serie di eventi negativi
a livello nazionale, con traumatiche scissioni, nonché a livello locale come il crollo di consensi alle recenti elezioni europee e amministrative, oltre ad un confusionario avvicendamento di 4 coordinatori locali in 4 anni tra cui la defezione di Andrea Scotto passato da coordinatore FI a candidato sindaco di una formazione civica alternativa”. Allora, la strada per rinascere ricomincia dal tesseramento, da concludere entro novembre per portare a congresso gli
aderenti locali entro dicembre e quelli provinciali e regionali entro gennaio-febbraio. Difficoltà o meno, Forza Italia non rinuncia a monitorare la difficile situazione locale cittadina. Riguardo alla con-
Renzi? Un rappresentante delle classi dominanti
Esaltiamo la nostra identità L' attenzione per Novi, per i grandi temi della città, che si lega ad una missione nazionale: “Ricostruire il Partito Comunista”. A descrivere gli obiettivi del Partito dei Comunisti Italiani è il segretario della sezione di Novi Ligure Gianni Malfettani. Come annunciato, il primo grande passo è la creazione di un partito erede del vecchio PCI, una forza politica in grado di riunire le anime della sinistra. Per Malfettani, la situazione può essere favorevole, “con malcontento diffuso e disinteresse per la politica”, il momento adatto affinché i rappresentanti dei lavoratori si mettano insieme per intercettare il dissenso. Per favorire l'unione sono in programma una serie d'iniziative, come l'apertura di un circolo ad Alessandria. Chiamato “Marx 21”, sarà aperto a tutte le persone di sinistra, e verrà inaugurato domenica 14 dicembre.
Nell'occasione si terrà una conferenza su Enrico Berlinguer, a 30 anni dalla sua morte. Ma il Partito dei Comunisti Italiani non dimentica Novi Ligure né trascura i temi caldi che agitano la cittadinanza. Esaminando le possibili difficoltà del bilancio comunale, Malfettani ritiene che i tagli a livello nazionale si ripercuotono pesantemente sull'amministrazione locale, il cui compito diventa quello di non gravare sulle fasce sociali più fragili. Ancora più deciso il verdetto sulla questione TAV: “La riteniamo da sempre un'opera inutile e dannosa anche se il Comune, non potendo modificare la situazione, cerca di ricavarne delle compensazioni”. Infine, un rapido giudizio su Matteo Renzi: “È il rappresentante di un governo che colpisce lavoratori, pensionati e disoccupati”. Matteo Clerici
troversia sul bilancio, Cuccuru fa notare come “In campagna elettorale, il sindaco uscente Robbiano avesse definito a posto il bilancio comunale, anche se l’assessore Marubbi non lo aveva firmato. Tuttavia, la nuova amministrazione ha dovuto far fronte, dopo soli tre mesi, a coprire un buco di 1.026.000 Euro”. Per far fronte a ciò il gruppo Forza Italia e Lega Nord e tutta la minoranza ha proposto di non mettere le mani nelle tasche dei novesi per coprire questo buco ma utilizzare “una tantum” gli utili dell’ACOS. E’ finita come sempre, a pagare sono sempre i novesi. Il secondo tema caldo è la TAV, verso cui Forza Italia sceglie una posizione “Favorevole, ma con riserva”. In altre parole, l'opera è accettabile se porta vantaggi concreti, rispettando però “La tutela dell'ambiente e del territorio con tutte le sue attività”. Inoltre, Cuccuru parla chiaramente di “11 anni di chiacchiere e senza proposizioni chiare”. Questioni opache come la presenza o meno dello shunt, l’indicazione sostenibile del tracciato o la colpevole assenza di Rete Ferroviaria Italiana a sostegno dell’intera area del novese. Difficoltà o meno, Forza Italia è pronta a vigilare. Matteo Clerici “I partiti devono essere palestra di dialogo interculturale prima di diventare soggetti di contrattazione politica” Cardinale Carlo Maria Martini Milano 6-12-1998
La Flamp comunica che per il ritiro merci occorre rivolgersi all'Agenzia Immobiliare Rapetti
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NOVI E NOVESE
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Maserati ritorna a Novi Ligure
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Mostra fotografica sul lavoro femminile nel XX secolo
Grande evento Le donne nell'industria “M aserati è un nome e un marchio conosciuto in tutto il Mondo. Se lo si pensa vengono subito in mente i concetti di bellezza, ricerca dei materiali e grande qualità: in un certo qual modo, la speranza di questo evento, è di legare strettamente il nome di Mario Maserati, pittore novese d’adozione, a quello della sua illustre famiglia di provenienza”, in queste parole di Claudio Pagetto si può racchiudere il senso della giornata di sabato 15 novembre. Giornata nella quale la neonata Associazione “Novinterzapagina” (con già più di 30 iscritti) si presenta idealmente e materialmente alla città, con una serie di iniziative volte ad inserirsi nelle celebrazioni relative al centenario della casa automobilistica emiliana, portando contemporaneamente alla ribalta il pittore Mario Maserati, che dal 1943 fino alla sua morte avvenuta nel 1981, visse a Novi in maniera ritirata, conosciuto da tutti con il titolo di “professore”. Parlavamo però della “giornata” di sabato. “Sabato la città si è animata, con un evento improntato sulla creatività, la cultura e l’organizzazione che è stata ottimale e certosina” ricorda l’ingegner Giovanni Castellani, presidente dell’Associazione e grande animatore dell’evento. Molto forte è la componente artistica e culturale dell’iniziativa: “Mario Maserati è un pittore che, come recita il titolo della mostra – Pittore del Novecento - ha attraversato
tutte le principali avanguardie e stili del secolo appena trascorso – spiega il professore di Storia dell’Arte Roberto Bergaglio, curatore della mostra e del relativo catalogo curato da Epoké edizioni – Partendo dagli anni della formazione giovanile presso l’Accademia di Brera ha poi conosciuto e collaborato con il Movimento Novecento propugnato da Margherita Sarfatti. Si è quindi avvicinato ora a De Chrico ora a Morandi, per poi ritirarsi a Novi dal 1960, continuando le sue speculazioni artistiche”. A Novi il pittore lavorò molto e su numerosi supporti: dalla tela cerata, al mosaico sino alle raffigurazioni di arte sacra “Un pittore a tutto tondo che se forse non ascrivibile ai grandissimi, può essere a degno titolo inserito nei principali pittori italiani del XX secolo” termina convinto Bergaglio. La Galleria PagettoArte ospiterà la mostra pittorica su Maserati: “La Galleria PagettArte spero possa diventare un centro nevralgico per la città – afferma convinto Claudio Pagetto spalleggiato dal figlio Nicolò – Aprendo le finestre siamo in via Girardengo, salendo le nostre scale si passa dal corso principale, di fianco alla chiesa di San Nicolò, ad uno spazio espositivo pensato e costruito per essere all’avanguardia. Di questo ringrazio mio figlio. A Novi è tempo che si ritorni a sentire il rombo del pittore!”. Mattia Nesto
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a fotografia come documento storico inconfutabile, testimonianza visiva dell’importanza delle donne nello sviluppo industriale del Paese. È ciò che rappresenta e attesta questa mostra, curata dall’INAIL e dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Isral e il comune di Novi Ligure. Si tratta di foto provenienti da archivi, collezioni private, centri studi, e ritraggono diversi ambienti di lavoro in differenti epoche storiche: dai campi ai laboratori tessili, dalle industrie convertite alla fabbricazione di armi e proiettili durante le guerre a centralini e fabbriche di sigari. 22 pannelli fronte-retro testimoniano il massiccio coinvolgimento delle donne a livello lavorativo tra la fine dell’Ottocento e gli anni ‘50 del XX secolo in Piemonte, soprattutto in periodi difficili, come durante le Guerre Mondiali. La mostra si concentra soprattutto sui rischi connessi alla sicurezza: durante l’inaugurazione, Barbara Menegatti della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo
soccorso – onlus ha sottolineato che “le donne lavoravano a mani nude, in ciabatte, senza occhiali protettivi né masche-
Sul nostro sito
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ul nostro sito il resoconto completo della giornata di studi avvenuta sabato 8 novembre presso la Biblioteca Civica di Novi Ligure “Il lavoro declinato al femminile: tra sofferenze e canti” e una riflessione sociostorico-politica a firma di Franco Astengo dal titolo “Donna e lavoro”.
rine. È impressionante la foto degli anni ’20 che ritrae delle lavoratrici a Casale Monferrato immerse fino alle ginocchia nelle fibre di amianto”. E continua: “le Società di mutuo soccorso erano molto diffuse nell’Alessandrino, e non tutti sanno che ne esistevano molte esclusivamente femminili, anche a Novi Ligure. Il valore delle donne nel mondo del lavoro, il loro contributo per lo sviluppo economico, sono da riscoprire oggi, in tempi di crisi”. Anche il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, ha sottolineato che “il nostro è un momento storico particolare e l’industria novese, perno fondamentale dell’economia locale, va difesa. Il ruolo delle donne è sempre stato significativo per la nostra città, nonostante in questa mostra non siano presenti fotografie riguardanti il Novese”. L’esposizione itinerante è rimasta a Novi fino al 16 novembre nella suggestiva cornice di Palazzo Dellepiane, a disposizione del pubblico negli orari di apertura degli uffici comunali.
www.inchiostrofresco.it Benedetta Acri
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NOVI E NOVESE
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Al via le “Dolci Terre”
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antenute le tradizioni unite a molteplici iniziative che quest’anno hanno accolto i visitatori. Ritorna il Mercato delle Dolci Terre, con più di cento bancarelle di prodotti tipici del territorio; sei saranno i percorsi del gusto organizzati nei padiglioni espositivi con l’elite delle produzioni agroalimentari tra cui presidi Slow Food, formaggi e salumi, prodotti della terra, dolci, vini e distillati, pastifici; due i Laboratori del Gusto a cura della Condotta Slow Food Gavi Ovada, “I passiti della Val Bagnario incontrano i formaggi erborinati” curato da Alberto Mallarino e Giovanni Norese (6 dicembre), “Mani in pasta”con preparazioni e degustazione di paste tipiche novesi,condotto dalle cuoche Anna Rivera e Agata Marchesotti (8 dicembre) presso il Museo dei Campionissimi. Eleonora Gatti
Il Presidente della Pro Loco pozzolese, Fabrizio Fossati, fa il bilancio delle niziative
Pozzolo, paese in festa “L a sede della Pro Loco si è trasferita nel Castello di Pozzolo nel 2005 e, grazie a questa splendida cornice, tutti noi ci siamo sentiti ancora più coinvolti”. Con queste parole ci ha accolto Fabrizio Fossati, Presidente della Pro Loco di Pozzolo Formigaro, da noi intervistato per fare un bilancio delle principali iniziative promosse da questo sodalizio. “La Pro Loco collabora alla creazione dei suoi eventi in sintonia con il Comune e con le altre organizzazioni pozzolesi” ci dice Fossati prima di illustrarci le principali manifestazioni. “A Gennaio c’è la tradizionale cena e pranzo di San Sebastiano (Patrono di Pozzolo, ndr), durante il quale, nelle cantine del Castello, serviamo gli agnolotti fatti a mano dalle nostre donne, da quelli al brasato, a quelli con il ragù, passando per burro&salvia, in brodo e anche nel vino” ce ne parla quasi facendoci venire l’acquolina in bocca il nostro interlocutore. La Fiera delle Palme e la Festa del Paese (seconda domenica d’Agosto, ndr) sono gli eventi “centrali” dell’attività della Pro Loco: “La Fiera delle Palme era ed è pensata per i commercianti pozzolesi, i quali possono stare aperti an-
che la domenica – ci dice il Presidente - mentre la Festa di agosto, con la sagra e i suoi fuochi d’artificio, ha sempre un grande successo di pubblico”. Come mai da alcuni anni si è deciso di spostarla dal centro del paese alla palestra/pattidronomo?: “Per ragioni di permessi – chiarisce Fossati – una volta per fare una festa bastava montare una tenda e cucinare frittelle. Ora, per la complessità di burocrazia e divieti, dobbiamo garantire la massima sicurezza e rispettare gli standard igienici. Inoltre – conclude Fossati – la palestra è l’unico sito dove le autorità ci autorizzano a sparare i fuochi”. Gli altri appuntamenti della Pro Loco quali saranno?:
“Verrà riconfermato il raduno delle auto e moto d’epoca, che si svolge ad inizio giugno – dice Fossati – e che si svilupperà nella cornice del Castello. Senza dimenticare che sempre a giugno ci sarà la StraPozzolo, manifestazione divenuta ormai storica”. Ci potrebbe parlare degli appuntamenti di Natale: “Per le imminenti festività organizzeremo domenica 21 dicembre i mercatini di Natale in Piazza Italia, mentre la notte del 24 accoglieremo i convenuti all’uscita di Messa con cioccolata e vin brulé”. Da non dimenticare il tradizionale cenone di capodanno nelle cantine del castello che quest’anno verrà organizzato in collaborazione con la Pozzolo D’Argento, afferma il Presidente. Infine chiediamo quale sia il “fiore all’occhiello” dell’organizzazione: “Sono felice della collaborazione con l’assessore al Commercio, Lucia Ferrando e – terminando la sua illustrazione, Fossati ricorda che – l’aver partecipato per tre volte al Bando Nazionale per il Servizio Civile, riuscendo a qualificare persone operative per la Pro Loco, è stato un grande risultato”. Mattia Nesto
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7 dicembre ore 21, SOMS di Silvano d'Orba spettacolo “Gaber se fosse Gaber” di Andrea Scanzi
23 Qui Dicembre si legge l'inchiostro: 2014 Bar Sport Ristorante Il Toscano
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Sempre più forti le voci sul nuovo assetto della società termale per rilanciare l'offerta benessere
Le Terme di Acqui saranno privatizzate L e Terme di Acqui verso la privatizzazione. Dopo molti anni che se ne parla, è giunto il momento della tanto attesa privatizzazione delle Terme di Acqui spa, le cui principali quote societarie sono attualmente in mano per il 79,90 % a FinPiemonte Partecipazioni e per il 16,77 % al Comune di Acqui Terme. Dopo l’insediamento del nuovo Consiglio d’amministrazione e la decisione delle Regione Piemonte di cedere le proprie quote ai privati, si sono ufficialmente aperti i giochi di una delle più importanti privatizzazioni in ambito provinciale, che vede da una parte i sostenitori della “privatizzazione secca”, ovvero la cessione in toto delle quote societarie ai privati e dall’altro chi invece desidererebbe una “privatizzazione morbida” con parte delle quote che rimarrebbero quindi in mano pubblica. Il tema è molto complesso, tenuto conto che all’orizzonte vi sono già alcuni investitori privati interessati ad acquisire le Terme di Acqui, tanto che una proposta d’acquisto è già stata formulata ed ora si trova sul tavolo del Presidente delle Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Più che sulle modalità di vendita, l’attenzione degli acquesi ed in particolare dei lavoratori delle Terme di Acqui, è puntata sul piano industriale che i privati dovranno necessariamente presentare al momento dell’acquisto. Un
Sassello: Paola e Marco presentano “Impressioni romantiche”
La musica dei Pizzicanduo F ormato da due musicisti savonesi, il PizzicanDuo, (Paola Esposito, mandolino e Marco Pizzorno, chitarra) nasce per riscoprire e rivalutare il repertorio originale per questa formazione. Tale letteratura, ancora poco conosciuta e spesso soggetta a comuni stereotipi, comprende brani di diversa epoca: dal Barocco al Romanticismo, fino ad arrivare allo stile moderno, la cui ricerca timbrica si sposa perfettamente con le caratteristiche sonore dei due strumenti. Il repertorio originale proposto comprende lavori di Raffaele Calace, Giacomo Sartori, Carlo Munier, Ettore Carosio, Niccolò Paganini e altri compositori noti negli ambienti mandolinistici. In questo programma non mancano inoltre trascrizioni di brani tratti da altri organici strumentali che ben si adattano alle sonorità del duo chitarra-mandolino: musiche di Astor Piazzolla, Josè Luis Merlin, Katsumi Nagaoka. Nei concerti del PizzicanDuo figurano inoltre rivisitazioni di musiche popolari in stile “classicheggiante” trascritte dagli stessi musicisti, che hanno in questo modo un approccio non solo tecnico-esecutivo, ma di costruzione musicale e libera interpretazione. (el.ga.)
vero e proprio piano di sviluppo ormai necessario per dare un concreto futuro alle Terme di Acqui, in un momento in cui la crisi economica ha determinato una contrazione del giro d’affari dell’interno settore termale a livello nazionale. Le scelte potrebbero essere molteplici. Si va da un investimento molto spinto sul “benessere”, con il potenziamento della spa del Lago delle Sorgenti e la riapertura del Centro benessere del Regina, ad un miglioramento ed implementazione dei servizi attualmente erogati in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. In questo ultimo caso, si potrebbe prefigurare oltre al rilancio delle cure termali tradizionali, che vede oggi al primo posto la fangoterapia, anche la creazione di un specifico percorso dedicato alla riabilitazione fisica e cardiologica. Infatti, è ormai provato a livello scientifico che la riabilitazione in ambiente termale può dare ottimi risultati sia per quanto riguarda le persone affette da traumi che per la terza età. Implementando tali attività con un valido sistema di riabilitazione cardiologica, molti pazienti che vengono oggi inviati fuori Regione, potrebbero benissimo venire ad Acqui Terme per fare riabilitazione con un incremento anche delle attività alberghiere presenti in città. Gian Luca Ferrise
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SPECIALE AMBIENTE - UN TOUR DELLA TROUPE DEL
Novi Ligure: emergenze e inadempienze. Di chi la colpa?
Un novese ricorda l'alluvione di ottobre
4 allarmi in 25 giorni Ho spalato, ma n Q chiamatem S
uattro allarmi meteo in venticinque giorni, un alluvione e mezzo, allagamenti vari e scuole più chiuse che aperte: questo il bilancio dell'ultimo mese a Novi Ligure. E questi dati dovrebbero essere già sufficienti a destare più di un ragionevole sospetto: ma com'è possibile che accadano fenomeni come questi in una città con una bassissima componente di rischio idrogeologico? D'accordo, ci hanno insegnato che non c'è più il tempo di una volta: per esempio, anni fa poteva piovere forte, venire un temporale forse, ma mai si erano riversate sulla nostra martoriata cittadina le temibili "bombe d'acqua", responsabili dei recenti disastri. Specie se, come al solito, noi uomini decidiamo di dar loro una mano. La manutenzione dei tombini in città è stata avviata solo a disastro compiuto, così come quella dei fossi nelle campagne. Siamo uno strano paese di recriminatori dove sembra che nessuno sia in grado di prevedere niente di quello che può accadere dal presente a pochi giorni. A proposito di fossi: che fine hanno fatto quelli attorno alla 35 ter? Spariti, nella foga di terminare nel più breve tempo possibile la grande opera, col risultato che il BassoPieve paga forse il conto più salato di questa ondata di maltempo. Se lo chiedi lo confermano anche i cantonieri del Comune, mandati – in ritardo, ovviamente – a pulire i pochi fossi rimasti. Il ragionamento è semplice: piove tanto, la terra arriva al punto di non tenere l'acqua che non viene più incanalata e allaga le strade e le case. Poi, al massimo, si chie-
de lo stato di calamità naturale. Con questi poco confortanti presupposti, assistiamo nella medesima zona al procedere dei lavori per l'Alta Velocità. Forse arriveremo anche noi di Novi ad avere la nostra piccola laguna? Basterà semplicemente dirottare i pullman di turisti stranieri diretti all'Outlet: loro, si sa, hanno un debole per questo genere di paesaggi. Inoltre creare nuove inutili esigenze porta nuovi posti di lavoro. E in tempi di crisi... Molto più modestamente, invece, riteniamo che rispettare un ambiente (col suo contorno di cultura e tradizione) non sia solamente un vuoto proposito da sbandierare, ma più concretamente un modo per assicurarsi un futuro. Sarebbe terribile sentir dire, un'altra volta, "non potevamo pensare che...". Non è vero, ormai da anni se ne parla e i risultati dell'ignavia di cittadini e amministratori sono sotto gli occhi di tutti. Non è più tempo di nascondersi. I rifugi, insieme a molte delle nostre belle colline, sono franati. Federico Cabella Nella foto in alto due alluvionati di Novi (alluvione del 13 ottobre). Nella foto in verticale due alluvionati di Busalla (alluvione 15 novembre).
i è impegnato a favore di Novi Ligure nell'alluvione di ottobre ma rifiuta l'etichetta di angelo, definendosi semplicemente “Cittadino scioccato”. Andrea Pernigotti, ingegnere d'azienda novese di 48 anni, racconta la sua recente esperienza. L'antefatto è semplice: pur non colpito direttamente dall'alluvione del 18-19 ottobre, Pernigotti decide di offrirsi come spalatore “Per dovere verso i cittadini e per senso della comunità”. L'ingegnere si reca alla caserma: con lui, altri volontari, cittadini ma anche di, Saluzzo, Torino e Varese. Nel corso della giornata, Pernigotti e colleghi lavorano in due zone: prima sotto il Palazzo di Vetro, dove cercano di rimediare i danni del Rio Gazzo, e poi in zona Lodolino. Un lavoro difficile, che ha lasciato diversi ricordi. Ricordi positivi, come l'affiatamento con gli altri volontari: “Ci siamo scambiati mail e telefono, rimarremo in contatto”. E ricordi negativi, come l'odore del fango,simile a quello del cartone bagnato, e gli oggetti delle persone, “Ricordi di una vita spazzati via in un attimo”. Ma Andrea è un ingegnere ed il suo lavoro lo spinge a considerazioni più tecniche. Secondo lui, i problemi di Novi sono dovuti a piani regolatori sbagliati, che hanno “tombato” i rii locali: “Con precipitazioni eccezionali, l'acqua si ricava vie di fuga alternative. Un metro cubo d'acqua pesa una tonnellata: se un letto di acqua e ghiaia lo rallenta, uno di cemento lo fa accelerare, aumentandone la potenza distruttiva”. Matteo Clerici
LL'INCHIOSTRO FRESCO NELLE ZONE DEI DISASTRI
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Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma tutto è rimasto sempre uguale
non Dal Polesine ai giorni nostri mi angelo T anto tempo fa – non molti collaborare usando gli strumenlettori lo ricorderanno – ti di pianificazione territoriale due alluvioni, quella del (pare che i fiumi non rispettino Polesine del '51 e quella di Fi- i confini politici). Ci sono voluti renze del '66, causarono più un vent'anni per far sì che la procentinaio di vittime e decine di posta diventassero legge, e nel migliaia di sfollati. A seguito di 1989 vennero costituite le Auquesti eventi si capì che comu- torità di Bacino, con l'obiettivo ni, provincie e regioni dovevano di superare le frammentazioni
A Silvano d’Orba un convegno di Legambiente
Energia idroelettrica: problema o risorsa? S
i è svolto presso la Soms di Silvano d’Orba, organizzato da Legambiente con il patrocinio della civica Amministrazione, un incontro dal titolo: “Ripensare l’idroelettrico anche sull’Appennino”. Durante i lavori si è discusso, avvalendosi della presenza di esperti locali e nazionali, dei vantaggi e degli svantaggi che presenta l’idroelettrico. L’incontro è stato di stringente attualità, non solo per i numerosi eventi alluvionali che, a livello locale, si sono succeduti oltre che nell’ovadese, sull’intero Oltregiogo ma anche per il fatto che è in progetto la realizzazione di una centrale idroelettrica sul torrente Piota, precisamente in località “La Pieve” nel Comune di Silvano, ad opera della Società Novicousult s.a.s. di Basaluzzo, la quale nel corso del convengo ha distribuito un interessante depliant illustrativo. Il fatto che Legam-
biente, più volte contraria a interventi di qualsiasi tipo sugli alvei di fiumi o torrenti, nonostante esempi virtuosi e “green” di rinaturalizzazione ambientale come quello operato addirittura nella “garzaia” di Valenza Po (dove è stata data l’autorizzazione per la coltivazione di una cava di ghiaia, trasformata in seguito in un’oasi na-
turalistica), oggi si ritrovi quantomeno a valutare la portata di un intervento di tal tipo, rappresenta un notevole “salto di qualità” nella mentalità di quest’organizzazione, troppe volte in passato legata a doppio filo a posizione “integraliste” sulle varie questioni ambientali. Scaramouche
di competenza che da sempre intralciano una pianificazione unitaria per la tutela del suolo e delle acque. Ovviamente in Italia se c'è qualcosa che funziona bisogna presto metterci mano, e con un decreto del 2004, ancora in vigore, le cose cambiarono. In peggio. In proposito l'associazione per la difesa del suolo commentava: «il sistema di gestione proposto per la difesa del suolo, la tutela delle acque e i servizi idrici è incapace di coordinare competenze, ruoli, responsabilità e poteri decisionali delle istituzioni interessate […] viene smontata l’architettura istituzionale attuale delle Autorità di Bacino. […] Ne risulta un quadro della pianificazione totalmente incomprensibile, confuso, prova lampante della mancata assimilazione dei problemi principali delle materie regolate». Questo decreto è stato criticato da quasi tutti nel settore, salvo che da parte di pochi esponenti del mondo industriale. Eppure vige. Possiamo allora capire perché durante le alluvioni di queste settimane molti amministratori non hanno fatto che giocare a palla avvelenata: il comune, la provincia, la regione, il consorzio che doveva fare i lavori, la protezione civile, quelli che monitoravano il meteo, i magistrati che non sbloccano i cantieri. Tutti responsabili, nessuno è colpevole. Le vittime sono sempre le persone comuni, sempre incazzate. E hanno ragione. Ma le cause del dissesto idrogeologico, quali sono? Fra tutte le informazioni che ho cercato,
un dato più di tutti sembra cogliere il punto: dal 1956 al 2010 a fronte di un incremento della popolazione del 24% c'è stato un incremento del suolo consumato del 156%. Ora c'è da chiedersi, tutte queste case, questi centri commerciali, questi castelli, ci servono? In Italia ci sono più edifici che persone e gli edifici non sono sempre costruiti dove si dovrebbe. 6.250 scuole e 550 ospedale sono costruiti in zone ad elevato rischio idrogeologico. Dal dopoguerra ad oggi il costo dei danni per frane e inondazioni è stato di 61,5 miliardi di euro. Per mettere in sicurezza l'intero territorio italiano sono necessari 40 miliardi. Paradossalmente ai governi in carica conviene riparare i danni piuttosto che prevenirli. Costa meno. Dopotutto il peggio che può capitare è qualche vittima. Dulcis in fundo, la quota destinata al dissesto idrogeologico nell'ultima legge di stabilità è di soli 180 milioni, eppure possiamo permetterci diversi miliardi per le grandi opere. Forse l'avrete già immaginato, ma questa storia non ha un lieto fine. Arnaldo Liguori
Piove, governo ladro! • Nel 1951 il Po inondava il Polesine • Nel 1966 Firenze andava sott’acqua • Nel 1968 il Trentino con il Biellese erano allagati • Nel 1994 è toccato al Piemonte • Nel 2002 è la volta della Lombardia • Nel 2011 la Liguria è circondata dall’acqua • Nel 2012 c’è l’alluvione della Maremma
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Dal sindaco, Fabrizio Antoci, riceviamo e pubblichiamo questo resoconto
Testa da Ministro
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apete perché è bello fare il ministro? Lo so, qualcuno è già tentato di dire “per lo stipendio”. No, venali, calcolatori che non siete altro! Fare il ministro è bellissimo perché si può dare libero sfogo alla fantasia, “spararne” di tutti i colori e sperare anche nell’applauso. Prendiamone uno a caso: Franceschini (PD), beni artistici, culturali o roba simile ( i ministeri cambiano nome di volta in volta come se così facendo diventassero più appropriati). Come passa le notti costui? Pare a concepire mostruosità, come quella di ristrutturare e riportare agli antichi splendori niente meno che il Colosseo! L’Italia intera scricchiola economicamente e geologicamente, cadono pezzi di territorio da tutte le parti, tra un po’ non ci saranno soldi per pagare le pensioni e lui una mattina se ne esce col Colosseo. E dietro di lui i soliti tecnologici che illustrano l’idea con tanto di simulazioni al computer e simili virtuosità (che tali rimarranno per sempre). Ma non dovrebbe neppure osare di pensarla una roba del genere, ricacciarla subito nei meandri della mente insieme ai pensieri più sfrenati…e invece… Paf! Sfornata bella calda. Alluvionati e terremotati d’Italia e del mondo unitevi, al suo passaggio, in una sonora e fragorosa pernacchia! Ester Matis
Acqua e fango anche su Urbe I recenti eventi alluvionali hanno colpito la nostra zona con estrema violenza. Già nelle giornate del 9-13 ottobre abbiamo avuto precipitazioni intense, ripetute nei giorni del 4 e 5 novembre (211 mm) e il 15 novembre (circa 300 mm in poche ore). In ottobre, a causa delle forti piogge, abbiamo avuto un paio di emergenze, una nei pressi di Acquabianca ed una sulla strada di Marasca sulle quali stiamo intervenendo in urgenza per circa 10.000 euro. Purtroppo però i guai peggiori erano ancora da venire: nelle prime ore di sabato mattina la violentissima perturbazione che si è abbattuta sul ponente ligure ha causato due gravi problemi sulla strada provinciale 40 Urbe-Faiallo, comportandone la temporanea chiusura. La furia dei ruscelli tracimati ha trasformato le strade in torrenti provocando il dilavamento del manto in molti punti e la completa distruzione dell’asfalto e delle cunette sulla strada comunale del Maraschino. La spinta dell’acqua, accumulatasi in grande quantità, ha inoltre causato l’abbattimento di oltre 20 metri del muro di cinta della scuola in località Campè nonché danni alle sorgenti e alle vasche dell’acquedotto. Il campo sportivo di Martina è stato completamente allagato con danni al manto erboso e ai vani spogliatoio. Anche i privati hanno subito allagamenti, dal mini market a Martina invaso dall’acqua che ha rotto gli argini dei cunettoni nella scarpata alle spalle del negozio, al privato di Vara
la frazione più alta del Comune con il resto del territorio. Metteremo in atto ogni tentativo per portare all’attenzione di tutti il nostro problema affinché si possa trovare, assieme alla Provincia di Savona, al più presto i finanziamenti per una soluzione definitiva che consenta agli abitanti della frazione di poter ritornare ad usufruire delle corse della “corriera”. Si tratta per lo più di ragazzi che già fanno grossi sacrifici per frequentare le scuole superiori ad Ovada o di anziani che non hanno mezzi propri per muoversi. Fabrizio Antoci
Superiore il cui stabile è messo in pericolo dalla fuoriscita di un rio tombinato che si è intasato sotto le fondamenta. Sia il Comune che i privati non possono con le loro forze riparare danni che ammontano a svariate decine di migliaia di euro. Si attende la proclamazione dello stato di calamità nella speranza di ricevere i contributi necessari per la ricostruzione. Ma il problema maggiore riguarda la provinciale 40 che è stata riaperta ma, a causa del cedimento della sede stra-
Volontariato gratuito
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Novi Ligure Daniele Tartaglia dice basta ai bocconi avvelenati pericolosi per i nostri amici a quattro zampe. Per info: recarsi in via Cavallotti, 56.
dale al km, 3,950 in frazione Vara Inferiore, il traffico è consentito a senso unico alternato con un divieto di transito per i mezzi di peso superiore ai 35 q.li che non permette più il passaggio delle corriere della linee ATP per Genova. Pertanto Vara Superiore non è raggiungibile dai mezzi del trasporto pubblico, che sono costretti a fare capolinea nella frazione inferiore. E quel che è più grave, i tecnici della provincia di Savona, al primo sopralluogo, verificata a spanne la portata dell’intervento, si sono già detti impotente circa la possibilità di effettuare i lavori di ripristino del muro di contenimento a causa del cronico deficit dell’ente. La mia amministrazione naturalmente reputa inaccettabile questa prima risposta perché si tratta dell’interruzione di un pubblico servizio, l’unico che collega
Natale a Silvano
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ilvano attende il Natale promuovendo l’arte e la cultura. Vari gli appuntamenti a partire dal 7 dicembre, presso la sede SOMS, alle ore 21 andrà in scena “Gaber se fosse Gaber”, un incontro spettacolo, proposto dalla fondazione Gaber, scritto ed interpretato dal giornalista e scrittore Andrea Scanzi. Venerdì 19 dicembre ore 21, presso la SOMS avrà luogo il concerto natalizio. Sabato 20 dicembre alle ore 21 presso l’Oratorio di via IV Novembre, grande festa di Natale con musica e canti, con il gruppo Cantachiaro. Il 6 gennaio la Parrocchia organizza per i bambini l’arrivo della la Befana, con la distribuzione della calza. (m.c.)
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Un film-documentario con protagoniste Urbe e Tiglieto: le storie dei valligiani e della loro terra
Vite incrociate in alta Val d'Olba I due paesi dell'alta Val d'Olba, Urbe e Tiglieto, sono i protagonisti di un film documentario, che sarà presentato la prossima primavera, dal titolo “Vite incrociate: 1944-2014 nella Valle dell'Olba”. Il documentario è nato per volontà di Ermanno Africano, residente a Varazze ma tiglietese di origine, che ha raccontato l'evoluzione ed il cambiamento di questi due paesi negli ultimi settant'anni. Africano spiega che il film «è un docufilm, come lo ha definito il nostro stesso regista, Carlo Martinotti, di Bistagno vicino ad Acqui Terme». Il film inizia ai giorni nostri, quando una signora scopre su Facebook un gruppo dedicato alla vecchia Val d'Olba. I ricordi iniziano nel 1944, l'anno più duro della guerra, dove dopo cinque anni di conflitto in Europa era riapparso lo spettro della carestia e, dove, le famiglie sfollavano dalle città alle zone interne. Una delle protagoniste, è una genovese sfollata a Tiglieto, con la sua famiglia, che per diverse ragioni intreccerà la sua vita con quella di una famiglia contadina della zona. Il film racconta poi i diversi decenni: gli anni cinquanta, quelli della grande ripresa, con tanto di spezzoni originali dell'epoca e gli anni '60 e '70, i due decenni dello sviluppo economico del paese, dove l'economia da prettamente agricola inizia ad incentrarsi sul turismo e sull'edilizia e dove, compare una seconda famiglia protagonista del film. Gli anni '70 in Valle sono
Con Virginia Calissano alla scoperta delle Capanne di Marcarolo
Oh parco delle mie brame! D a Campo Ligure si sale in direzione Piani di Praglia, per poi scendere giù in Val Polcevera, una fetta di questo tragitto, tra curve in salita, non è più Liguria ma Piemonte: sono le Capanne di Marcarolo, una frazioncina immersa nell'omonimo Parco. La Regione Piemonte, per risparmio, sta seriamente valutando l’accorpamento di questa lingua di natura con un parco naturalistico ad Asti. Dalle Capanne di Marcarolo, ad Asti? Sì. Scelte regionali. L’Inchiostro fresco si domanda ragionevolmente se non fosse più semplice, sia come gestione sia come posizione geografica, accorpare il Parco delle Capanne a quello del Beigua o quello del’Antola? Sottolineiamo fin d’ora che questi ultimi sono in Regione Liguria. Ma Liguria e Piemonte non fanno forse parte dell’Italia? Il Sindaco di Mornese, Simone Pestarino, fornisce informazioni necessarie
a capire la via migliore. Anzitutto il territorio dei due parchi è differente: nel Basso Piemonte il parco è appenninico montano, nell’astigiano è collinare. La gestione quindi appare notevolmente differente. Per non parlare delle dimensioni: il primo è infatti una superficie di 8.000 ettari con costi di gestione annui di €120.000 e dai 12 ai 18 dipendenti, mentre il secondo ha una superficie di 1.200 ettari con un costo di € 130.000 e più personale. Un ultima considerazione da farsi è sottolineare che il Parco delle Capanne conta 600 mila visitatori all’anno, numero da non sottovalutare per un patrimonio da non disperdere. Il vero risparmio avverrebbe quindi unendo le forze (e le risorse) tra regioni? Maria Virgnia Calissano
anche quelli della gioventù dell'autore, con le compagnie dei giovani che ogni estate si trovavano in vacanza in Valle e delle grandi feste in piazza. I protagonisti di Vite incrociate sono tutti vestiti rigorosamente seguendo l'epoca di riferimento, rappresentano varie scene dell'epoca, dai “segantini”, ovvero i ragazzi che tagliavano la legna per costruire le traversine ferroviarie, all'arrivo del treno al vapore (dove tra i protagonisti ci sarà anche l'ex sindaco di Rossiglione, Agostino Barisone), con musiche inedite di Mattia Niniano, che realizza un leit motiv con strumenti sempre diversi. Anche il monumento per eccellenza di Tiglieto, la Badia, sarà protagonista, con immagini dall'alto, prese addirittura con un drone e inviate alla Rai. Per la trama, i costumi, gli allestimenti ed il montaggio gli organizzatori hanno fatto tutto in proprio, nel tempo libero dal lavoro. La prima del film, spiega Ermanno Africano, avverrà sicuramente in Valle e non ve ne sarà una solamente, in quanto i partecipanti a “Vite incrociate” sono stati circa duecento e tutti vorranno ovviamente vedersi all'interno del film. Fabio Mazzari
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e la vita avesse una seconda edizione, come vorrei correggere le bozze. John Clare, Lettera a un amico - 1831
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l’inchiostro fresco
CURIOSANDO
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Giorgio Dalpian ci fa scoprire la cultura della terra e le ricette originali
On the road
Non perdiamoli… i sapori!!! C La ricetta P P remetto non sono un giornalista e non sono un gastronomo, sono semplicemente un cuoco contadino autodidatta. Vorrei però dire ai lettori di tener in vita quelle tradizioni che io chiamo necessità e che i nostri antenati ci hanno trasmesso per anni e anni rispettando la natura. Oggi parliamo di rose e di sciroppo di rose. Quasi tutte le famiglie genovesi che avevano la possibilità di un piccolo pezzetto di terra o un terrazzo sui tetti di Genova coltivavano una pianta di rose. Non le rose da giardino bellissime ma le rose da sciroppo: centofoglie, rugosa, gallica, musciata, forse meno appariscenti ma profumatissime e ricche di proprietà benefiche per l’uomo. Noi genovesi da questi petali raccolti al momento giusto ne abbiamo ricavato un infuso e poi uno sciroppo che per anni nei tempi passati ci invidiava tutta Italia. Con l’evento dei prodotti industriali, la chimica, i coloranti, i cosiddetti aromi, si era quasi persa questa bontà naturale che deliziava grandi e piccini nei mesi estivi. Un piccolo gruppo di contadini che avevano mantenuto queste varietà di rosa (che i genovesi avevano importato dal medio Oriente) hanno ripreso a coltivarle negli anni ‘90 e han-
er la ricetta dell’infuso si immergono i petali in acqua precedentemente portata a ebollizione con alcune fette di limoni. Si spegne il fuoco e si lascia macerare il tutto per 24/36 ore. Si filtra il liquido, si torchia la massa dei petali residua e si aggiunge lo zucchero. Si riporta ad ebollizione per 10 minuti. Si versa il contenuto in piccole bottiglie. Lo sciroppo di rosa ha proprietà rinfrescanti, remineralizzanti da bere con l’aggiunta di acqua fresca o tiepida. Oggi è molto apprezzato anche sullo yogurt, sul gelato fior di latte e nel thè. Io l’ho proposto come “bagna” nella torta di compleanno di mia nipote Alessia ed è stato un successo con tutti i suoi amici. Provate! Dosi per 1 lt. di sciroppo: g 400 petali, 2/3 fette di limone, lt 1 di acqua, kg 1 zucchero.
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iò che accade nei primi mesi di vita del cucciolo può essere decisivo e talvolta irreversibile, e proprio per questo motivo è importante conoscere le fasi di sviluppo comportamentale del cane. Vi sono alcune fasi evolutive e tutti noi abbiamo bisogno di consigli pratici di gestione quotidiana per relazionarsi al meglio col nuovo arrivato. Al cucciolo dobbiamo insegnare nel modo corretto a non fare pipì in casa, a vivere le prime esperienze, il gioco, insegnare il suo nome e molto altro ancora. Tutti i comportamenti (corretti e scorretti) che il cucciolo mette in atto e che vengono premiati (per premio si intende anche solo un’attenzione) tenderanno a ripetersi. Ogni volta che il cucciolo piange o abbaia, bisogna evitare di consolarlo: piuttosto è necessario ignorarlo completamente. È fondamentale cercare di insegnare al cucciolo che ogni tanto deve stare per conto suo. La banda di Anna
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Info: Clara Cuniolo 345 08.90.426
no riproposto lo sciroppo. Piano piano il consumatore ha ripreso ad apprezzare e i giovani agricoltori hanno aumentato le colture e lo sciroppo a conquistato una sua piccola quota di mercato. Nel 2004 Slow Food lo ha inserito nell’arca dei prodotti da salvare ed è un presidio. Il presidio riunisce coloro che producono lo sciroppo di rosa secondo la ricetta tradizionale genovese utilizzando i petali delle varietà su elencate, coltivate in modo sostenibile senza pesticidi e fertilizzanti chimici.
on l’approssimarsi del periodo invernale il Club Silvanese ha dato l’addio alla stagione motoristica. L’ultima gita dell’anno ha visto i centauri, una ventina in tutto, impegnati nel ponente Ligure - alture in provincia di Imperia e Savona - con sconfinamenti sulle colline Cuneesi. Per la “classica” di chiusura Alessandro Soldatini, presidente e leader del gruppo, conferma di prediligere le strade della Regione confinante: la mitezza del clima ed una buona dose di fortuna hanno consentito di evitare le violente piogge di questo periodo. Irene Basso
Giorgio Dalpian
Presentato un libro di Roberto Anta
Il federalismo M
artedì 25 novembre alle ore 17.30 è federalismo britannico. Un tema, il federastato presentato il nuovo libro del lismo, oggi al centro del dibattito politico Dott. Claudio Giulio Anta “Lord internazionale. Il testo di Claudio Giulio Lothian. The Paths of federalism”, (Peter Anta si presenta dunque come una preziosa Lang, Bruxelles, 2014), presso la Lords Li- antologia di scritti di Lord Lothian, precebrary, House of Parliament, di Whestmister duta da una parte introduttiva in cui egli si Palace di Londra. Un luogo insolito, affa- accinge a contestualizzare le opere fondascinante e nel contempo curioso, legato mentali, con grande rigore critico ed anatuttavia alla storia del libro. Claudio Giulio litico. “L’interesse verso un personaggio Anta, conosce Michael Ancramm, attuale così poliedrico – ci spiega l’autore - è nata tredicesimo marchese di Lothian ,padre di poiché negli ultimi dieci anni mi sono Lord Lothian (il vero nome è Filip Kerr) interessato di tematiche afferenti l’Euroa cui è dedicato il testo, poiché gli invia peismo e il pacifismo, in particolare mi una copia del suo libro, edito nel febbraio sono avvicinato allo studio della politica 2014, dando inizio una feconda corrispon- britannica dei primi 40 anni del ‘900, in denza epistolare. Nasce quindi un‘unione cui Lord Lothian fu un personaggio di di intenti, legata ad un interesse comune, grande rilievo”. quella di presentare gli scritti e la figura di Lord Lothian, il più grande teorico del Marta Calcagno
l’inchiostro fresco
RIFLESSIONI
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Pensieri in libertà de “l’inchiostro fresco”, una rubrica sul “mondo che ci gira intorno” redazione@inchiostrofresco.it - tel. 0143 46.569
Mondo classico
Il turismo viaggia I sindacati tutelano sui binari i giovani?
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a nuova alluvione - ennesima e simbolo di un'Italia alla deriva (forse davvero come sosteneva Metternich, solo un'espressione geografica) - mi fa nascere la seguente riflessione. La differenza tra la cultura greca e quella romana, nell'età classica, era "in nuce" questa: i greci vivevano di ipotesi, ma poco di realtà. I romani, per contro, vivevano più di realtà che di ipotesi. Ad esempio i greci sapevano tutto del cerchio; i romani, invece, non sapevano molto del cerchio. Sapevano solo che avevano a disposizione un arco di circonferenza, ma sapevano usarlo concretamente alla perfezione. Per costruire un acquedotto, una volta definita la pendenza ed il percorso, agivano. E laddove c'era vuoto riempivano con un ponte; laddove una montagna, foravano. La conoscenza era come si comportavano le cose nella realtà. I greci, invece, consideravano molti problemi reali una sorta di "gioco intellettuale". Se pensate all'acquedotto al quale appartiene il "Pont du Gard" in Francia, si capisce bene la portata della costruzione romana: pendenza fissa di 25 cm per ogni km, con un errore minore del 2%. E non avevano la nostra tecnologia! Ora, nella nostra amata Italia, abbiamo centinaia di ingegneri, professori, sovrumani rettori, illustri personaggi e magni dirigenti. Tutta gente che vive nel proprio mondo di carta (e che si autopremia perché, in quel mondo, le cose vanno sempre bene). Siamo una società di "ellenici classici". Concludo senza voler fare polemiche, ma auspicando che qui, forse, bisognerebbe applicare più il metodo della Roma classica, anziché dell'antica Grecia... Claudio Passeri
H Il trenino di Casella
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ontinua la decrescita della produzione industriale. Mentre i cosiddetti grandi manager finiscono col distruggere l’italianità di quella che era la più grande industria del nord, (non solo automobilistica), nell’economia delle nostre zone il settore turistico non può che assumere un’importanza sempre maggiore. Due importanti avvenimenti possono favorire l’afflusso, specie dall’estero, di nuovi visitatori: l’Expo Milano 2015 e il recente riconoscimento alle colline di Langhe, Roero e Monferrato inserite nella “World Heritage List” dell’Unesco, il patrimonio artistico e ambientale dell’umanità. Mentre il primo avvenimento, pur centrato su Milano, può favorire anche le regioni limitrofe, ma solo per un periodo limitato di tempo, il secondo avrà sicuramente un’efficacia pubblicitaria più estesa nel tempo. Il nuovo sito Unesco comprende 29 Comuni in diverse zone delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, per un’area complessiva superiore a 100 chilometri quadrati. Cosa dovrebbe fare, allora, una classe dirigente avveduta? Tra le altre cose, favorire i trasporti ferroviari in tutte le zone con potenzialità turistiche, specialmente con i mezzi più ecologici. Invece, come abbiamo già ripetuto, si continua a insistere sul finanziamento di mega-gallerie per la mitica Alta Velocità; quando, con investimenti molto meno gravosi, si potrebbe ripristinare una circolazione decente sulle neglette linee di collegamento tra Liguria e Piemonte e tra basso Piemonte e altre aree della regione. Ad esempio acquese e ovadese sono in questo senso molto penalizzati. E’ ormai noto che al turista di qualità non interessa tanto piombare in Italia con treni superveloci, ma piuttosto avere (anche) la possibilità di spostarsi su mezzi decenti, preferibilmente con possibilità di trasporto biciclette, con orari certi e attraversando paesaggi piacevoli. Sembra, al contrario, che questa logica sia estranea a chi determina le scelte strategiche. Stefano Rivara
o 22 anni e giovani di belle speranze ne conosco pochi. Quasi la metà sono senza lavoro e quelli che lavorano hanno per lo più un impiego a tempo determinato. Quando il tuo orizzonte temporale non va più in là dei tre mesi del tuo contratto a progetto, di sposarsi o comprarsi una casa manco a parlarne. Chi studia, come me, può posticipare quel momento fino alla laurea, ma prima o poi tocca a tutti e a guardare i dati dell'Istat c'è solo da deprimersi. Ma queste sono cose già dette e stradette. Il punto è che i nostri genitori possono ancora godere dei benefici dello “stato sociale”, del welfare, i giovani invece sperimentano una sempre più limitata possibilità di forme di protezione sociale, dispongono di stipendi contenuti, forme lavorative incerte e devono muoversi geograficamente sempre di più, spesso in condizioni di precariato. In altre parole, questa è la “flessibilità”. Ma in tutto questo quale è il ruolo dei sindacati? Le teorie economiche e le ricerche empiriche ci dicono che i sindacati, contrattando per ottenere stipendi più alti del livello di mercato fanno aumentare la disoccupazione, in particolare quella giovanile. Perché se un'impresa è costretta a pagare i suoi dipendenti più di quanto potrebbe va da sé che
non può assumerne di nuovi. D'altra parte l'Italia odierna è un caso particolare, molti dirigenti vengono pagati ben più del dovuto e fin troppi lavoratori fanno comunque fatica ad arrivare a fine mese. Quel milione di manifestanti di Roma forse non chiedeva troppo, ma il giusto. Eppure meno del 10% dei giovani tra i 18 e i 30 anni sono iscritti a una delle quattro principali sigle sindacali. C'è chiaramente una mancanza di comunicazione e allora viene da chiedersi: CGIL, CISL, UIL e UGL rappresentano i giovani? Tutelano i loro interessi? Se accettiamo l'ipotesi secondo la quale il costo dei salari più alti ricade sui disoccupati arriviamo alla conclusione che gli assunti e i non assunti sono due gruppi che hanno, inevitabilmente, interessi conflittuali. I primi però sono tutelati, i secondi no. E di questi ultimi, tanti sono giovani. L'unica speranza è che la prossima volta che un sindacalista incontra un giovane entrambi si siedano a un tavolo, magari davanti a un caffè, e parlino. Arnaldo Liguori Secondo la Commissione Europea al 2010 il tasso di sindacalizdida zazione in Italia è del 33,8%, mentre a livello continentale è del 23,4.
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BIMBI DI IERI, BIMBI DI OGGI
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Le Leve: quelli del '64 e quelli del '44
il ’64 I
TA A I R
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l 1964 è stato un anno cruciale per la storia d’Italia. Nel 1964 viene terminato l’ultimo tratto dell’Autostrada del Sole, “la strada dritta”, la Ferrero lancia sul mercato la Nutella e, in quella torrida estate, fanno la loro comparsa, per la gioia dei vitelloni, i primi topless. Ma il ’64 è anche un anno di grandi capolavori nel mondo del cinema: da “Matrimonio all’Italiana” a “Deserto Rosso”. Il tutto senza dimenticare le grandi questioni politiche che si consumavano all’ombra dei palazzi del potere. Il 1964 è infatti l’anno del fallito colpo di Stato, ribattezzato “Piano Solo”. E contestualmente a tutti questi eventi cosa accadeva a Capriata d’Orba? Nascevano i ragazzi e le ragazze che vedete ritratti nella foto qui sotto mentre festeggiano i loro cinquant’anni passati in mezzo alla Storia!!! Eleuterio Al bar del Mercatone Uno di Serravalle Scrivia, dove si legge l'inchiostro fresco, le brioches sono più dolci da quando è nata Giulia.
il ’44 D
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AN V L SI
omenica 16 Novembre partecipando alla S. Messa della Giornata del Ringraziamento, i quattro "levanti" del 1944 si sono ritrovati per ricordare e festeggiare i loro settant'anni. Attorniati da familiari e da amici della comunità francavillese, Gabriella, Vittorina, Mario e Gianfranco hanno reso grazie al Signore per le tante gioie che hanno accompagnato il cammino della loro vita e, terminata la celebrazione, sul sagrato della chiesa, hanno iniziato a far memoria del loro passato rispolverando aneddoti, fatti e personaggi del loro ricco percorso di vita. Il clima di affetto ed amicizia si è fatto ancor più intenso presso l'accogliente agriturismo "La Baita" dove, a tavola, hanno ripercorso - con emozione - momenti dell'infanzia e della gioventù trascorse a Francavilla Bisio, documentando il tutto con fotografie e dediche le cui date erano inequivocabili... Al termine, un po' a malincuore, i saluti di commiato con il proposito di ritrovarsi molto presto!!! Rosa Mazzarello
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Serravalle Scrivia: inaugurazione della “personale” del pittore Lorenzo Bogliolo (ex caffé Roma)
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La parola ai Giudici
Il comune di Arquata prende posizione sulla “grande opera”
Terzo Valico: ricorso al TAR I mpugnata dalla Giunta Spineto di Arquata, davanti al Tar del Lazio, competente per le grandi opere, la determina del Ministero dell’Ambiente sulla verifica di ottemperanza, cioè sulla corrispondenza fra progetto e fasi attuative del Terzo Valico dei Giovi. “L’opera prevista, almeno per la parte che interessa questo Comune, si ritiene costituisca un forte negativo impatto ambientale e sociale che potrebbe pregiudicare la qualità della vita, la salute dei cittadini e le risorse naturali del territorio arquatese. Per altro, il progetto stesso mal si coniuga con lo sviluppo urbanistico e viabile intervenuto nel periodo successivo l’approvazione del progetto definitivo”. Questa la motivazione del ricorso. Il Ministero ha dato da mesi l’ok alla richiesta di Cociv di avvio anticipato dei lavori, che prevedono lo scavo del pozzo a Radimero, dove verrà calata la “talpa” utilizzata per scavare il tunnel verso Genova. Il progetto del primo lotto prevede anche il deposito di smarino a Libarna e opere viabilistiche che la Giunta arquatese ha giudicato negative per “il territorio, l’ambiente, il paesaggio e la popolazione”. Il ricorso al Tar sul primo lotto è stato affidato agli avvocati del foro di Genova Mat-
tia Crucioli e Emiliano Bottazzi, già legali designati dalle associazioni Afa, Pro Natura e da undici cittadini per il ricorso sull’avvio anticipato dei lavori del primo lotto, a verifica incompleta. Marisa Pessino Nella foto la marcia NO TAV di Novi Ligure del 20 aprile 2013
Riposa a Lemmi il bersagliere Ferdinando Ricci
Per il 2 novembre C erimonia toccante a Lemmi, frazione di Grondona, domenica due novembre, in comme- morazione del bersagliere Ferdinando Ricci, caduto nella seconda guerra mondiale e sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’onore di Francoforte sul Meno (Germania). I resti mortali sono stati traslati, per il rimpatrio, in una cassetta avvolta nella bandiera tricolore, simbolo di pace, giustizia e libertà, per la quale in tanti sono morti, dispersi, distrutti per sempre. Le care spoglie riposano ora nel Cimi-
tero di Lemmi, ai piedi del Monumento ai Caduti, per desiderio e volontà dei nipoti Maria Grazia e Gian Luigi Motto. Breve è stata la sua vita terrena. Nato nel 1923 a Genova, nel gennaio 1943 è chiamato alle armi. Catturato in Dalmazia l’8 settembre del ’43, viene deportato in Germania, dove muore a Dortmund il 10 giugno 1944. Nel 1963 è trasportato nel cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno. La commemorazione è stata il ringraziamento a un giovane, partito a vent’anni che non è più tornato, come hanno ben espresso le preghiere dei fedeli: “A 70 anni dalla morte, le tue spoglie, bersagliere Ferdinando Ricci,ritornano nella terra dove sei nato per il riposo dei giusti”. Si può ben intuire lo strazio di una madre che non ha avuto nemmeno la possibilità di piangere sul corpo del figlio. Perdere la vita è un prezzo sempre inaudito. Passano i decenni, segue a pag. 32
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l Comune di Arquata ha fatto ricorso al Tar del Lazio chiedendo di annullare la determina che autorizza il Cociv a far partire in via anticipata le operazioni di scavo del primo lotto del Terzo Valico. Il progetto presenterebbe infatti rischi per la salute e la qualità della vita dei cittadini. Una buona notizia per molti degli abitanti di Arquata, ma i comitati NoTav non sono contenti; un portavoce dichiara che “se da una parte la giunta Spineto fa ricorso al Tar, che è sempre un bene, dall'altra collabora con il Cociv non revocando le autorizzazioni”, vorrebbero insomma un impegno più concreto. Il rapporto conflittuale tra il movimento NoTav e la giunta comunale sembra per molti versi insanabile. I tentativi di espropri continuano e i comitati di oppongono. L'ultima parola, sul primo lotto di costruzione, la diranno i giudici. C'è solo da sperare che i tempi proverbiali della giustizia italiana una volta tanto facciano un'eccezione. Nel frattempo il Consiglio Regionale piemontese ha chiesto al Governo che parte dei fondi destinati al Terzo Valico siano trasferiti per la messa in sicurezza delle zone danneggiate dalle alluvioni. Arnaldo Liguori
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ARQUATA SCRIVIA
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Per il 2 novembre - Ferdinando Ricci prosegue da pag. 31 ma non passa il dolore per le vite umane strappate agli affetti dei loro cari dall’assurdità della guerra. Quel dolore, quel sacrificio, quelle sofferenze non possono essere voltate come la pagina di un libro. La libertà e la democrazia vanno difese anche attraverso la conoscenza della storia della patria e l’onore tributato alla memoria di quelle vite. Ancora una preghiera dei fedeli: “Donaci, o Signore, la forza di custodire e difendere il bene prezioso della pace”. La storia insegna che le guerre non producono vincitori, ma solo sconfitti. Distruggono vite umane, ricchezze economiche, ambientali, culturali e procurano sofferenza, miseria, morte. Oggi sta crescendo la consapevolezza che la pace si costruisce partendo dal popolo “Mai più la guerra”. “L’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità”. Alla celebrazione hanno presenziato le Istituzioni militari, rappresentate da Raffaele Liotta, maresciallo della stazione dei carabinieri di Arquata, Giovanni Chessa , brigadiere, il Gruppo Bersaglieri di Arquata e l’ Amministrazione Comunale di Grondona con il gonfalone, a testimonianza di una coscienza civile e di un sentimento di appartenenza alla comunità. Se riusciremo a costruire un mondo di pace onoreremo e ringrazieremo degnamente i caduti di tutte le guerre. Alle Istituzioni e ai cittadini che hanno onorato con la loro presenza l’importante commemorazione il ringraziamento riconoscente della famiglia. (m.p.)
Eleonora Gatti ci porta alla scoperte degli artisti in Valle Scrivia
Talenti al Teatro della Juta L
a Compagnia Stregatti di Alessandria, l' Associazione rone, della Compagnia Stregatti, fondata nel 2007 e impegnata Commedia Community e la Compagnia arquatese del a diffondere l'arte teatrale in ambito giovanile, “ciò che più Barchì si fondono per la prima volta in un unico corconta per noi è il contatto diretto col pubblico, riuscire a trasmettere un messaggio”, e continua “è difficile defipus e aprono le porte al loro pubblico sabato 22 novembre ore 21, presso la sede del Teatro Juta nire cosa non è teatro al giorno d'oggi, al di là del in Via Bruno Buozzi ad Arquata Scrivia, con gusto personale di ognuno, mi sento di dire che l'intramontabile Carlo Goldoni in una delle intorno a noi c'è molta non professionalità: si sue commedie più divertenti, “il Ventaglio”. Il esercita un mestiere in maniera superficiale senza conoscerlo a fondo. E' curioso Comune, è stato coinvolto nel progetto “Adotta una Compagnia” promosso dalla Fondazione come invece in ambienti amatoriali Piemonte dal Vivo, un'attività che permette di e sconosciuti possano celarsi grandi far conoscere e diffondere la cultura teatrale cose”. La dimostrazione che anche in una piccola realtà, si può essere pubnella nostra regione. Passione e professionablico di un grande spettacolo. lità sono i denominatori comuni di questa unione. “Nasciamo come un'associazione culturale, Eleonora Gatti ora il nostro è diventato un mestiere; la cifra Nella foto l'attrice Giusy Bartone (a destra) stilistica del gruppo è che oltre a essere artisti con la sua manager Daniela Faletti e la mascotte della Compagnia Teatrale siamo anche tecnici”, spiega l'attrice Giusy BaDove trovare l'inchiostro? Da questo mese a Novi Ligure lo potrete trovare anche all' di Porta Genova dove i gatti sono soliti prendere il sole e farsi coccolare!!!
SPECIALE RIFIUTI Discariche chiuse
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n provincia di Genova, hanno chiuso due importanti discariche ovvero Scarpino e “La Birra”. Abbiamo intervistato in merito il presidente regionale di Legambiente, Santo Grammatico. Le colpe del basso risultato della Liguria nella raccolta differenziata, ci dice “sono nel sistema usato nei decenni trascorsi per cui ci si è affidati alle discariche, ritenute economicamente convenienti. La realtà è ben diversa: si esternalizzano i danni ambientali prodotti, che diventano danni economici per tutti i cittadini” accusa il presidente regionale di Legambiente. “Gli errori di programmazione prosegue Santo Grammatico - hanno riguardato la volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti puntando su un sistema di incenerimento. Il dibattito è su inceneritore sì, inceneritore no per più di un decennio, non ha lasciato spazio alle alternative”. (f.m.) L'articolo integrale è visibile sul nostro sito
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A Mignanego si è svolto un convegno sul riciclo
Dai rifiuti si può creare ricchezza N el Teatro “San Giuseppe” di Mignanego, venerdì 14 novembre, si è tenuto l'incontro “Quanto ci costano i rifiuti? Ridurre, riutilizzare, riciclare per guadagnare”. Il convegno, che ha visto la partecipazione di un folto pubblico, è stato organizzato da diverse liste civiche dei cinque comuni della Val Polcevera: Laboratorio Mignanego, M5S Campomorone, L'Altra Campomorone, Insieme per Ceranesi, ViviAMO Serra Riccò, M5S Sant'Olcese e Comitato Indipendente per Sant'Olcese. L'incontro è stato introdotto da Davide Pedemonte, consigliere comunale di Serra Riccò che ha illustrato la situazione, decisamente negativa, della raccolta differenziata : la Val Polcevera e la Valle Scrivia infatti, sono tra le “maglie nere” della Provincia per percentuale di rifiuti differenziati. Pedemonte ha definito la nostra civiltà come “figli di un mondo che spreca” che, molto spesso, non sa quanto materiale si possa in realtà differenziare e riciclare. Dai dati mostrati nell'incontro è emerso che la qualità della raccolta differenziata non è molto cambiata dal 2006 ad oggi e, fatto ancora più grave, sono pochissimi i Comuni nella nostra Regione che hanno raggiunto l'obbligo europeo del 65% di rifiuti differenziati. In Val Polcevera e in Valle Scrivia la percentuale è attualmente meno di un terzo e, su tredici comuni, solamente uno (Busalla) effettua la raccolta dell'umido! Davide Pedemonte ha spiegato che, più quantità di rifiuti vanno in discarica più si paga. Ma l'altro argomento che ha tenuto banco è la chiusura, fino a luglio, della discarica di Scarpino, per mancanza di un impianto di divisione tra secco ed umido, anche qui siamo di fronte ad una legge europea che è stata recepita dall'Italia solo dopo dieci anni. Simone Bruzzese, consigliere comunale di Mignanego, ha illustrato come i cinque comuni della Val Polcevera abbiano deciso,
da gennaio 2015, di adottare un sistema di raccolta dei rifiuti misto, ovvero non con il porta a porta ma con i cassonetti dell'umido. Questo sistema ha spiegato Bruzzese, non ha ottenuto, dove applicato, risultati soddisfacenti, mentre è nettamente meglio adottare il sistema di porta a porta “spinto”. Dove è stato adottato il sistema misto, infatti, la percentuale media è del 44%, inferiore pure all'obbligo previsto nel 2008 del 50%. Federico Valerio, presidente del Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti della Liguria ha portato l'esempio virtuoso del suo comune, Bogliasco che, assieme agli altri quattro comuni del Golfo Paradiso (Pieve Ligure, Sori, Recco e Camogli), adottando un sistema porta a porta spinto, ha ottenuto una percentuale superiore al 70%, con benefici per i cittadini in termini di tasse. In Liguria comunque, vi sono una quindicina di Comuni che hanno superato la percentuale del 65%, fino ad arrivare all'eccezionale 81% di Garlenda. Infine Valerio ha sfatato il mito che la differenziata spinta sia costosa, dimostrando, con dati alla mano, l'economicità della stessa rispetto alla raccolta con cassonetti e che, anzi, il sistema di raccolta porta a porta può creare posti di lavoro, fondamentali in tempo di crisi. Sul recupero dei materiali è emerso, dai dati dell'Unione Europea, di come l'Italia sia fortemente arretrata. In tutta la UE infatti solamente Malta, Slovacchia, Romania e Bulgaria fanno peggio di noi in termini di guadagno dal riciclo dei materiali, una tendenza da invertire assolutamente, visto che entro il 2020 bisognerà per legge riciclare e riutilizzare il 50% dei materiali differenziati. Fabio Mazzari
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l’inchiostro fresco
L'Unione della Val Trebbia è realtà - Tutto sul nostro sito www.inchiostrofresco.it
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Entroterra dove sei?
La conta dei danni dopo l'alluvione in Valle Scrivia e Val Polcevera
Due vallate in ginocchio D
opo un mese di piogge pressoché continue, la furia alluvionale si è abbattuta sulla Valle Scrivia e la Val Polcevera, colpendo le due vallate, cuore produttivo ed industriale dell'entroterra. Busalla e Mignanego i centri più colpiti, con danni economici davvero pesanti. “Ce lo aspettavamo che prima o poi sarebbe successo” è il commento che si sente nei bar e nelle strade dei due paesi, dopo che, appena un mese fa, Savignone e Montoggio hanno subito gli stessi danni. A creare il disastro, come al solito, non sono stati i fiumi, ma i piccoli rivi, di cui quasi si ignora l'esistenza, a Montoggio fu il Carpi, a Busalla è stato il Migliarese e a Mignanego il Riccò. Dopo tre giorni dal disastro il sole, come una benedizione, illumina il cielo e la vita è tornata poco a poco alla normalità. A far rassicurare le persone però è la temperatura, il netto calo termico ha portato via l'anomalo caldo umido delle settimane scorse e, con esso, il rischio di nuove alluvioni. Ma i danni, nonostante la grande reazione della popolazione dell'entroterra sono enormi: nella devastata Piazza Garibaldi di Busalla la furia dell'acqua ha spazzato via lo storico Bar Nin, uno dei più antichi del paese e molti negozi della stessa, il fioraio ammette sconsolato “temiamo di non riaprire più”,
nella vicina Mignanego è un'altra attività storica, il Mobilifico Casaccia, a contare danni imgenti con il magazzino letteralmente distrutto. Ci sono gravi danni, ma c'è anche molta voglia di reagire e tornare subito alla normalità: i bar pieni e le persone in giro per compere e commissioni di tutti i giorni ne sono la prova, nè manca chi, sdrammatizza la situazione
con le battute. Infine, a differenza di quanto avviene spesso in questi casi, il lavoro delle amministrazioni comunali durante l'emergenza è stato riconosciuto da tutti come straordinario: il sindaco di Busalla, Loris Maieron e la sindaco di Mignanego, Maria Grazia Grondona sono scesi loro stessi in strada, con stivali e pala a dare una mano alla cittadinanza, così come asses-
sori e consiglieri comunali, che tra COC e allerte, hanno letteralmente passato giorni e nottate insonni. Nel Comune di Mignanego, abbiamo sentito l'ex sindaco ed oggi assessore, Michele Malfatti che ha dato un quadro ampio e preciso delle frane e della situazione del territorio, così come l'addetto alla Protezione Civile presente all'interno del Municipio. A Busalla abbiamo parlato direttamente con il sindaco Maieron, che ha anch'egli illustrato dettagliatamente la situazione e parlato degli interventi in corso, anche un addetto della Provincia, presente in Piazza Garibaldi, ha risposto a tutte le nostre domande. Non possiamo che ringraziare gli amministratori locali che, malgrado gli enormi impegni e lo stress di queste giornate hanno risposto con cura e gentilezza alle nostre domande. Infine le colpe di tutto ciò: prevale l'opinione media che trovare le responsabilità sia davvero difficile, l'ormai famosa cementificazione? Forse, ma la maggior parte degli edifici sui fiumi sono stati costruiti minimo 50-60 anni orsono, quando non esistevano piani regolatori. Un anno climaticamente eccezionale? Forse anche quello. Ma la voglia di tutti è quella di rimboccarsi le maniche e non di cercare presunti colpevoli. Fabio Mazzari
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ntroterra Cenerentola della nuova Città Metropolitana? A sentire quanto uscito nei primi consigli provinciali sembra proprio di si. La scarsa rappresentanza numerica (cinque consiglieri su diciotto) e esecutiva, in quanto nessuno dei cinque ha avuto deleghe dal Sindaco Metropolitano, Marco Doria, rischia di aprire una netta frattura tra l'area Genova e Riviera e l'Entroterra: la costa “ricca” e pluri-considerata a livello politico e l'interno “povero” e sotto-rappresentato. I cinque consiglieri della Città Metropolitana sono: Antonino Oliveri (Campo Ligure), Laura Repetto (Busalla), Arnaldo Buscaglia (Bargagli) e Giovanni Collorado (Castiglione Chiavarese), più il “jolly” di Cristina Lodi (consigliere comunale di Genova ma residente e per molti anni attiva a Serra Riccò), i restanti tredici rappresentano la città e i comuni costieri. Ad aver acceso la polemica sulla mancata rappresentatività, durante uno dei consigli è stato Giovanni Collorado, “veterano” della politica provinciale, che ha subito avuto l'appoggio di un altro esponente storico dell'entroterra, Antonino Oliveri. Sono proprio i Comuni interni che, in questi periodi, si sono trovati di fronte ai problemi maggiori, per via delle estensioni territoriali unite alla scarsa popolazione, il tutto con fondi che, anno dopo anno, sono sempre minori. (f.m.)
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VALLE SCRIVIA
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Montoggio: vino e gastronomia in favore degli alluvionati attorno ad una tavola imbandita
Mille bottiglie per la Valle Scrivia S i è svolta, nella serata di venerdì 14 novembre, nel celebre “Ristorante Roma” di Montoggio, la cena di beneficenza “Mille bottiglie per ricominciare”. L'iniziativa, nata per volontà dell'Accademia “Alta Valle Scrivia di Degustazione Gastronomica ed Enoica”, fondata da un gruppo di persone della Valle quali l'ex sindaco di Busalla, Mauro Valerio Pastorino, Antonello Barbieri e Bruno Guzzo. La cena di venerdì 14 ricalca quella, dallo stesso nome, che fu pensata per aiutare, nel dicembre 2011, le popolazioni delle Cinque Terre e della Val di Vara, colpite allora da una tragica alluvione. Quest'anno, dopo i recenti eventi alluvionali che hanno avuto il loro epicentro proprio in Valle Scrivia, ed in particolar modo a Savignone e Montoggio, l'Accademia ha deciso di riproporre la cena di beneficenza, destinata questa volta alla propria zona. La serata, che ha ottenuto un grande numero di adesioni, ha visto un ricco menù con specialità quali taglie-
rini al tartufo bianco, battuta di fassona e fonduta di Castelmagno, ma il vero protagonista della serata è stato il vino, grazie alla collaborazione di due importanti aziende vinicole, ovvero la Renato Ratti di Alba e la Grappa Barile di Rocca Grimalda, sono state vendute bottiglie di vini pregiati delle Langhe e del Monferrato (dolcetto, barolo, nebbiolo). Un nuovo successo del vino solidale, dopo quella dello sciacchetra e del vermentino di tre anni orsono. Il ristorante Roma di Montoggio, che ha organizzato assieme all'Accademia la serata, è un'autentica istituzione in Valle Scrivia per gli appassionati della buona cucina: attivo dalla fine del XIX Secolo e, da allora, sempre gestito dalla stessa famiglia, compare da anni sulla prestigiosa Guida Michelin, che l'ha insignito altresì del marchio “Bib-Gourmand”. Fabio Mazzari
Storia e memoria: soldati, contadini e navigatori: i liguri nell'Africa Orientale Italiana
Genovesi & company nel Corno d'Africa L' avventura coloniale italiana in Africa ed il ruolo dei liguri nelle conquiste oltremare. Questo l'argomento di “La Liguria in Eritrea”, tesi di laurea del dottor Davide Silvestri. Come ricorda il testo, gli inizi furono modesti: stretto tra limiti di bilancio e necessità di consolidare il neonato Stato, il Regno d'Italia non potè investire molte risorse nel nuovo territorio. Il boom avviene sotto il regime fascista, che fa della guerra in Etiopia “La guerra fascista per eccellenza”, pensata per acquisire prestigio internazionale e rilanciare l'economia interna. E la Liguria diede il suo contributo allo sforzo bellico. Fin dall'800, giornali come la “Borsa”, “il Corriere Mercantile” ed “Il Caffaro”, avevano sostenuto la necessità di una politica coloniale più aggressiva. Studiosi come il geologo genovese Arturo Issel ed il naturalista spezzino descrivono terre incantevoli, pronte ad essere sfruttate. Allo scoppio della guerra (Ottobre 1935) la Regione fornisce risorse umane: il 135° Battaglione CC.NN. È composto da volontari di Ortonovo (provincia di La Spezia) mentre quelli del capoluogo prediligono
la Legione “Indomita”. Non mancano neanche i contestatori: sempre dalla città del Levante sbarca in Etiopia Bruno Rolla, che nel 1936 svolgerà missioni di propaganda per conto del PCI. Alla fine delle ostilità, il bilancio è modesto: nonostante la vittoria, “Neppure la costituzione dell’A.O.I. e la martellante propaganda spostarono
però verso il Corno d’Africa le ingenti masse auspicate dal regime”. Tuttavia, dal finire degli Anni Trenta in poi, l'Etiopia vede una rilevante presenza italiana; Asmara diventa così “Una piccola Roma”, con i suoi caffè, teatri, edifici di culto e la sua presenza di personalità (fisiche o giuridiche) provenienti dalla Liguria. Come Alberto Denti di Pirajno Amari, di La Spezia, sbarcato come medico e diventato poi direttore del Personale e degli Affari Generali. O come il bordigotto Luciano Dalmasso: medico e farmacista, ebbe problemi con il Derghe per le sue attività politiche. O come la dottoressa Gibello Sacco Esilda (di Cairo Montenotte, provincia di Savona): una vita a favore dei malati di mente di Asmaua e Massara, premiata con l'ingresso nell'Ordine dei Cavalieri di Malta. Matteo Clerici Nella foto la partenza dei soldati dal porto di Genova nel 1936, alla conquista dell'Etiopia.
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VALLE SCRIVIA
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L'onestà della parola
Luigi e Sonia gestiscono la Gastronomia Imperiale di Isola del Cantone
Una storia lunga 31 anni L a “Gastronomia Imperiale” è “aperta ininterrottamente” da 31 anni e da ben due generazioni. Il negozio inizia l’attività con Gianni e Rina e ben presto la figlia Sonia dà una mano sino a quando i due genitori, andati in pensione, lasciano nelle mani della figlia la gestione del negozio. Sonia, a cui si affianca il marito Luigi, porta ben presto la gastronomia a “farsi un nome” anche fuori dai confini della Valle Scrivia. Le specialità della Gastronomia Imperiale sono la pasta fatta a mano: ravioli, pansotti, trofie, gnocchi e pasta fresca. Ricca anche la scelta di torte dolci o salate, con i gustosi canestrelli e baci di dama, senza dimenticare i “funghetti” panna e cioccolato. Sonia è un’”artista” della focaccia genovese con cipolle e con la salvia. Molto apprezzata la farinata, l’insalata russa, la cima alla genovese (cantata anche da Fabrizio De André), le pizze e i polli allo spiedo, cotti secondo antica ricetta. Per Natale i clienti potranno trovare un’ampia gamma di panettoni, cucinati personalmente da Luigi e Sonia, il cappon magro e le lasagne. Si confezionano anche cesti natalizi, così da poter far trovare un gentile presente sotto l’albero alle persone speciali della nostra vita. La Gastronomia Imperiale è aperta tutti i giorni tranne il lunedì e la domenica pomeriggio. Domenica mattina sempre aperti. Per informazioni e prenotazioni 010/9636274 – 333/88067354 Scaramouche
Acqui Terme: grande successo per il libro di Rosa Amato
Una grande donna M
enzione d’Onore per Rosa Amato, Donadoni e dal presidente dell’ANPAI Marautrice della biografia di Costan- co Delpino, dopo un lungo e approfondito za del Carretto Doria. Dopo l’ap- esame delle opere pervenute, ha deliberato prezzamento venuto a dicembre 2013 dal di assegnare al saggio di Rosa Amato CoPremio Letterario Internazionale “Trofeo stanza del Carretto Doria: un’aristocratica Penna d’Autore” (dove aveva raggiunto la genovese dall’intraprendenza economica gesemifinale) per Rosa Amato, docente pres- novese, edito da Impressioni Grafiche, una so l’Istituto Superiore Rita Levi Montalcini menzione d’onore con medaglia della seziodi Acqui Terme, arriva un nuovo riscontro ne narrativa. Si tratta della prima biografia positivo. Nella mattinata di domenica 19 ot- sulla principessa Costanza del Carretto Dotobre, nel Salone degli Stucchi di Villa Duraz- ria, vissuta a Genova e morta a Napoli nel zo a Santa Margherita Ligure, si è svolta la 1591, nipote del celebre ammiraglio Andrea cerimonia conclusiva della XXXVII edizione Doria. Personaggio poco conosciuto nel del Premio Letterario Internazionale “Santa panorama storico italiano, Costanza rapMargherita Ligure – Franco Delpino”, una presentò un’eccezione a tante nobildonne manifestazione che quest’anno ha registrato dell’epoca inclini a sperperare denaro e a la partecipazione di 742 concorrenti da tutta circondarsi di fasti e splendori pur di espriItalia. La commissione giudicatrice presie- mere la grandezza della loro casata. duta dal prof. Giovanni Giosuè Chiesura, dal sindaco di Santa Margherita Ligure Paolo Mauro Bonavita
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bbiamo intervistato il novese Enrico Marià, giornalista e autore di poesie, nella redazione di “Panorama di Novi Ligure” proprio nei giorni in cui il periodico novese festeggia i cinquant’anni dalla sua fondazione. “Cosa resta” è una raccolta di poesia, edito per Punto a Capo Editore, caratterizzate da temi forti e linguaggio semplice, che nella prefazione di Mauro Ferrari viene definito “cronachistico, quasi da articolo di giornale”. Questa scelta di un linguaggio “piano” è voluta oppure “casuale”?: “È una scelta necessaria – risponde Enrico Marià – nel senso che per mie lacune, di formazione culturale, non sarei a mio agio ad usare parole più altisonanti. Per me la Poesia, una cosa tanto grande e meravigliosa da sentirmi meno di un puntino quando vengo menzionato accanto ad essa, dev’essere diretta emanazione delle persone per poter avere un, seppur minimo, senso”. Al tuo quinto lavoro, senti di aver cambiato le tematiche proposte?: “Più che i temi, che sono parte essenziale di me – dice Marià – è cambiata la forma. I primi libri erano più torrenziali, in Cosa resta ho voluto fare un’operazione di sottrazione. Eliminare il superfluo, tentare di raggiungere il cuore delle cose”. Quindi per te la cosa che più conta per fare poesia è l’onestà?: “Questo è il classico domandone – afferma divertito l’autore – A parte scherzi non lo so, forse è semplicemente il mio modo di fare le cose. Le cose fatte in modo onesto e sincero sono poi quelle che mi riescono meglio. Parlare del contesto in cui io vivo, ad esempio, seguendo l’insegnamento di Gustave Flaubert: se vuoi essere universale parla del tuo villaggio”. Mattia Nesto
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Il giornalino dei bambini Scuola Primaria Giovanni Pascoli di Novi Ligure Cari lettori, che emozione, dopo mezzo secolo, tornare in questa scuola che mi ha vista timida scolaretta! Le grandi aule luminose, i lunghi corridoi, i pavimenti in mosaico genovese mi hanno riportata indietro nel tempo. Ed ora sono qui, “dall‛altra parte”, cari 40 pulcini spesso in lacrime e con il gravoso compito di insegnare loro le basi della vostra lingua. Con la mia cara collega Daniela Baiardi, simpatica ed elegante signora, auguro a tutti, ma proprio tutti un felicissimo e sereno Natale. Un grazie particolare al collega Natalino , sempre disponibile per i miei problemi con l‛informatica.
Buon Natale,
dalla maestra Tiziana della 1°A e °B
Un pensiero di Natale
I
1°A
piccoli della 1°A e della 1°B aspettano la notte di Natale perché arriva Babbo Natale a portare i regali. Ai bambini piace moltissimo addobbare l‛albero e preparare il presepe con la famiglia e mettere Gesù bambino nella capanna la notte di Natale. Un aspetto che molti hanno rilevato è l‛illuminazione del periodo natalizio che porta allegria nelle case. Anche il gatto che s‛arrampica sull‛albero e lo fa cadere è motivo d‛ilarità! Un bambino ha detto “Natale è una festa importante per tutti, anche per i cattivi, i ladri, i mafiosi, gli antipatici”.
tt u t a llora, Buon Natale a , i n i b am b i a d
i!
Novi Ligure: si è svolta il 29 novembre la giornata dell'orientamento alle scuole Pascoli
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1°B A partire da dicembre sul nostro sito (www.inchiostrofresco.it) verranno pubblicati tutti gli altri disegni
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Il Sindaco di Novi interrogato dalla 5° B
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l Sindaco della nostra città, Rocchino Muliere, è venuto a trovarci e a chiedere le nostre idee per un Natale "a misura di bambino". Noi abbiamo proposto molte cose: una cena "in rosso" la notte di Natale, mettere un grande albero in piazza delle Piane addobbato con palline e messaggi fatte dai novesi e una lotteria natalizia per ogni acquisto in un negozio della città. Il Sindaco ha risposto a ogni nostra domanda e ci ha detto che alcune nostre idee le avrebbe presentate in Consiglio comunale. Ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa e quindi noi, alunni della 5°B della scuola Pascoli, vi diamo appuntamento al prossimo numero dove potrete leggere tutte le nostre idee. Non ci resta che augurarvi Buone Feste!!
Sul nostro sito il video dell'incontro
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L Via Pietro Isola, 14 - 15067 Novi Ligure (AL) tel. 0143/23.08 - libreria@buoneletture.191.it
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SCUOLA PRIMARIA CARLO mALINVERNI DI iSOLA DEL CANTONE
Un presepe in legno per tenere viva la memoria degli antichi mestieri
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stato per noi un lavoro interessante, poiché abbiamo visto e utilizzato strumenti propri della lavorazione del legno e conosciuto, osservato e sperimentato il mestiere del falegname, avvicinandoci così all‛artigianato, ovvero alle tradizioni del nostro paese che vanno via via perdendosi e che è bello riuscire a non dimenticare per tenere vivo il legame col passato, memoria delle nostre tradizioni locali. In occasione dell‛esposizione del presepe, ci sarà la possibilità di partecipare a una pesca di beneficenza e a un mercatino nei giorni stabiliti.
La nostra scuola
al giorno 8 dicembre al 6 gennaio, nell‛Oratorio di Isola del Cantone verrà esposto il presepe, realizzato da noi alunni della Scuola Primaria “Carlo Malinverni”, nell‛ambito dei Progetti “Con il legno” e “Decoriamo”, tenuti gratuitamente dagli esperti Giuseppe Gnecco e Maura Deirino. Il signor Gnecco ha realizzato un magnifico presepe in legno, con statue a grandezza umana, esposto e incrementato ogni anno nel suo giardino nella frazione di Creverina. Invitato anni fa nella nostra scuola per un‛intervista su tale attività, due anni fa ha iniziato con noi una collaborazione, che ha visto la realizzazione di piccole statue in legno per la composizione di un nostro presepe. L‛attività è proseguita l‛anno scorso, anche con l‛aiuto dell‛esperta Maura Deirino che, oltre ad aiutarci a disegnare i personaggi, ha predisposto con noi un grande fondale per lo sfondo. Per invitare tutti a visitare il nostro presepe abbiamo preparato con le maestre un volantino con una bella filastrocca:
Sport Valle Stura - 57
Gli alunni di Isola del Cantone augurano ai lettori dell'inchiostro
Buone Feste
ACCORRETE TUTTI QUANTI CON SCIARPA, CAPPOTTO E GUANTI: C‛E‛ UN BELLISSIMO PRESEPE DI LEGNO COMPENSATO CHE GLI ALUNNI DELLA PRIMARIA HANNO REALIZZATO GRAZIE ALLA PREZIOSA COLLABORAZIONE DEL SIGNOR GIUSEPPE GNECCO E DELLA SIGNORA MAURA DEIRINO CHE, CON PAZIENZA E PASSIONE, HANNO DATO FORMA A TANTE STATUINE E A UN DOLCISSIMO GESU‛ BAMBINO. SU, ENTRATE NELL‛ ORATORIO PARROCCHIALE E VEDRETE QUANTO QUESTO PRESEPE SIA SPECIALE, UN PRESEPE FATTO CON POCO, ANZI, QUASI CON NIENTE, PER RICORDARE CHE, CIO‛ CHE CONTA, E‛ IL CUORE DELLA GENTE.
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A Il Corriere delle quinte BC Dicembre 2014
Scuola Primaria "Giovanni Paolo II" di Ovada
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orrei la Terra senza inquinamento, con prati fioriti e boschi verdi; se l'uomo utilizzasse cose naturali, prive di materie tossiche, l'ambiente sarebbe più verde e bello. Jacopo
È
stata una presentazione interessante, dobbiamo crescere imparando a non inquinare il nostro pianeta. Esistono soluzioni e dobbiamo fare del nostro meglio per sfruttarle e farle diventare un nuovo modo di vivere. Pietro
Vorrei un mondo più pu-
lito e ecologico con auto elettriche, energia solare ed eolica. Si potrebbe fare meglio la raccolta differenziata, far crescere i boschi,i fiori e non uccidere gli animali. Margherita
L
L
e classi quinte della scuola primaria "Giovanni Paolo II" hanno partecipato ad una interessante lezione "IL sole in classe" sulle fonti rinnovabili grazie all'Associazione ANTER (Associazione Nazionale Tutele Energie Rinnovabili). Ecco alcune idee sul tema "Il mondo che vorrei" dove con il contributo di tutti si suggeriscono le risorse energetiche naturali per p salvare il nostro pianeta.
gie intelligenti la Terra sarebbe più pulita e noi saremmo più felici. Questo è quello che dovrebbero capire tutti!!! Denise
Al posto di costruire i parcheggi dappertutto
potrebbero mettere dei pannelli solari; vorrei anche più mezzi pubblici e più alberi. Amina
Un'idea fantastica quella di utilizzare le
pale eoliche e per chi non usa le auto solo semplici biciclette. Gaia
V
orrei che tutti noi non sprecassimo energia. Maria
a nostra scuola ha bisogno di rifare il tetto e sarebbe una bella idea chiedere al Comune di mettere un impianto fotovoltaico utilizzando l'energia del sole. Giulia
Se tutti noi cominciassimo ad usare ener-
M
i piacerebbe che il mondo fosse libero dall'inquinamento e dallo sfruttamento esagerato delle risorse naturali. Vorrei che la vita per l'uomo e gli altri esseri viventi fosse migliore e che la ricerca portasse soluzioni concrete a problemi come le malattie e la rovina della Natura. Emanuele
Dovremmo imparare ad utilizzare
l'energia pulita nel modo migliore. La mia famiglia ci ha già pensato installando un impianto fotovoltaico e i pannelli solari sul tetto della casa. Anita
Vorrei un mondo pulito, scuole e biciclette. clette.
Si dovrebbero spegnere le luci quando si
Alaa
esce da una stanza, utilizzare lampadine a basso consumo e non tenere il riscaldamento troppo alto in casa. Beatrice ce
Vorrei un mondo che non sia inquinato e che sia senza fabbriche ed industrie. Vanessa
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SCUOLA PRIMARIA DI MASONE
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hi erano gli Elfi? Erano gli aiutanti di Babbo Natale. Quest 'anno gli Elfi di Babbo Natale sono gli alunni della I A e della II B della scuola primaria di Masone, impegnati a creare due simpatici presepi da presentare a chiunque si rechi a visitare la mostra che si terrà nell' oratorio di Mele. Certo perchè hanno aderito, con le loro insegnanti, al concorso dei presepi!! Il tema proposto non è molto semplice (Gesù pane e vita per il mondo) ma tante „teste“ hanno prodotto delle simpatiche idee. Il punto di partenza è utilizzare materiale poco costoso facile da reperire e da lavorare in modo che i bimbi comprendano che basta veramente poco per ottenere qualcosa di speciale. La classe IIB propone di utilizzare prodotti del bosco:pigne ,ghiande ,ricci ... Ogni bimbo si impegna a portare a scuola questi materiali e si propone di dipingere le pigne con i colori della paceche diventeranno i personaggi del presepe. Si suddivide la classe in due gruppi : uno dipinge le pigne: qui c'è davvero da divertirsi perchè oltre a pitturare le pigne il colore arriva su mani, abiti, visi. I bambini imperterriti continuano il proprio lavoro divertiti. L‘altro gruppo deve decidere come fare la capanna, ed ecco l'idea : costruiamo la capanna a forma di mondo! Benissimo, ma come possiamo crearla? Con la carta pesta! Gonfiamo un palloncino di medie dimensioni, i bimbi ritagliano striscioline di giornale in quantità, pren-
Piccoli Elfi al lavoro!
diamo una bacinella, mettiamo vinavil e acqua, mescoliamo e... si parte! Una volta inzuppata la carta copriamo il palloncino. I bimbi felicissimi hanno collaborato tantissimo; ovviamente, una volta avviato il lavoro, i gruppi si sono interscambiati. Un nonno gentilissimo e molto abile ci ha preparato gli attrezzi dei pastori. A questo punto nasce un problema: "dove appoggiamo il mondo e le statuine?" Soluzione trovata: un falegname amico delle insegnanti ha procurato una tavola di legno, qui verrà fissato il mondo e intorno metteremo dei fogli accartocciati dopo essere stati dipinti con semplici pennellate dai bambini. Incolliamo tutte le statuine ed ecco il presepe pronto! La classe IA invece propone di utilizzare il pane, materiale poco costoso facile da trovare. Chiediamo aiuto a un fornaio del paese che, gentilmente, ci prepara una pagnotta, la dividiamo a metà, la spennelliamo di vinavil e la incolliamo su una tavola di legno con la colla a caldo. Con il „coperchio“ della pagnotta facciamo la capanna, le statuine le prepariamo con la pasta secca. In questo caso il lavoro si svolge con pochi bimbi alla volta, che sono davvero entusiasti! Creano cosine molto simpatiche! Intorno alla pagnotta, sulla tavola, i bimbi incollano i legumi. Infine diamo una spruzzata di vernice trasparente che rende il tutto più luccicante! Anche il presepe di pane è pronto! Classi IA e IIB Scuola Primaria di Masone
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Novi Ligure: al Museo dei Campionissimi si è svolto un convegno su “Sport e Alimentazione”
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La Società “Uò Cycling Team” ha proposto una Gran Fondo innovativa
Randonée: tour per l'ovadese O vada scopre la Randonée, ossia un ciclismo inteso soprattutto come divertimento, passione, amicizia nonchè un modo per promuovere il territorio ovadese e la sua nascosta bellezza, tralasciando così le solite Gran Fondo per esaltati, le corsette in circuito o le crono per una cinquantina di agonisti incalliti. La ricetta sembra quella giusta in quanto la prima edizione ha già registrato la presenza di 240 iscritti e per il 2015 gli organizzatori sperano di raggiungere quota 500 cercando di far venire ad Ovada un po’ di gente senza tanto agonismo, ma solo per il piacere di pedalare. Tutto è nato nell’estate al Bar “Trieste” di Ovada, quando Roberto uno dei fondatori della Società Ciclistica “Ua Cycling Team”, ha lanciato l’idea raccolta con entusiasmo dai suoi amici di gruppo. Così alla prima edizione si sono presentati 240 iscritti provenienti da diverse parti del Nord Italia affascinati dalla possibilità di pedalare sui due percorsi (un lungo da 160 km e un percorso corso da 125 km), che hanno attraversato i luoghi più suggestivi e caratteristici dell’ovadese, dalle colline che si stendono verso Acqui, fino alle montagne del vicino appenino ligure con il passaggio sul Passo Faiallo, con i suoi 1060 metri sul livello del mare che ha rappresentato uno dei momenti più scenografici, con la vista diretta sul mare, I commenti dei partecipanti sono
stati tutti estremamente positivi e soprattutto concordi nell’affermare che poche volte avevano pedalato in posti così belli, vari,
privi di traffico, del tutto lontani e diversi dai ritmi frenetici che caratterizzano la vita quotidiana di chi arriva dalla grande città.
Questa volta hanno vinto davvero tutti: quelli che hanno preso parte a una corsa per la prima volta, ai più anziani, alle tante ragazze, al partecipante che ha fatto il percorso lungo in 9 ore in sella a una “Graziella”. A posteriori sembra tutto semplice, ma l’organizzazione ha richiesto l’impegno e la fatica di tanti volontari che senza chiedere nulla hanno lavorato sodo per far passare una bella giornata a tutti i partecipanti. E la cosa bella è che tutto il lavoro è stato fatto divertendosi e con il sorriso. Enzo Prato
Serata di ricordi presso il Salone dei padri Cappuccini
Da 35 anni campioni A distanza di 35 anni i vin- di Ovada Paolo Lantero che ha citori dell’unico scudetto sottolineato come il tamburello di tamburello che Ovada possa essere un veicolo di traipuò vantare si sono ritrovati no per l’intera zona sia sotto l’anel restaurato Salone dei Cap- spetto sportivo che turistico. Un puccini durante una bellissima momento significativo per Ovaserata di ricordi ed emozioni or- da hanno rappresentato Aldo ganizzata da “Ovada in Sport”. “Cerrot” Marello, Franco CapusIl trionfo avvenne nel '79 con so, Giuseppe “Beppe” Bonanate, lo Sferisterio di Via Lung’Orba Pietro Chiesa, Ettore Scattolini Mazzini gremito di spettatori ed Enrico “Chicco” Arata che come non mai ed unica testi- hanno ricordato le proprie senmonianza insieme ai giocatori sazioni nel vincere lo scudetto e di quel periodo che rappresen- il legame che lega loro ad Ovada, tò questo sport per Ovada e il una piazza tra le più importanti territorio. È stato veramente a livello nazionale per la discibello rivedere tutti insieme quei plina. Sono anche intervenuti campioni premiati dal Sindaco Giuseppe “Beppe” Frascara,
figura storica del tamburello locale, Renzo Bottero la firma ufficiale della disciplina, Manuel Beltrami, il più forte giocatore degli ultimi dieci anni e tutti i giocatori che hanno vestito la maglia dell’Ovada. Ha portato il contributo storico Paolo Bavazzano che ha tracciato le origini di questo gioco e Diego Sciutto che ha coordinato la serata. Si è anche tracciato un bilancio della 12 ore di tamburello con la premiazione di Vanda Vignolo e Zaim Servizi in rappresentanza dei volontari che hanno lavorato. Enzo Prato
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Il 2015 dell'Overall
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i sono appena spente le luci di una stagione ricca di soddisfazioni che OVERALL Cycling Team apre già le porte al 2015. Così ad ospitare il primo raduno tecnico per la verifica delle misure di biciclette ed abbigliamento, non poteva che essere la stupenda location del Museo dei Campionissimi di Novi Ligure dove si respira e si palpa l’aria del grande ciclismo. Questo l’organico 2015: confermati Mario Ruo Rui, Luca Usan e Luca Raggio. Sette nuovi arrivi: tre al primo anno in categoria, Raul Colombo, Luca Limone, Davide Ostorero e poi Riccardo Bennati, Jalel Duranti, Nicolò Lavazza e Alberto Rossi quest’ultimo proveniente dalla MTB. “Overall 2015 – afferma il Team Manager, Massimo Subbrero - è composta esclusivamente dalla categoria Internazionale Under 23, una scelta condivisa da tutto lo staff del Team, per crescere ancora e in previsione anche delle regole che l’UCI presto emanerà in ambito di squadre dilettantistiche”. Battendo la concorrenza di altri Team, Overall si è aggiudicata un importante trio di giovani al primo anno negli Under, che sono risultati elementi di spicco della categoria Juniores e già tutti vincenti che con l’inserimento di alcuni Under già di esperienza oltre a completare l’organico si preannuncia una stagione competitiva. (e.p.)
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SPORT
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Castelletto d’Orba: continuano i successi di una storica società L'Ovada Calcio e i Boys Calcio
20 anni sui pattini Torneo di Natale I L’
l 13 dicembre alle ore 21, durante il tradizionale saggio di fine anno, si festeggeranno i vent’anni di attività agonistica della squadra di Pattinaggio Artistico di Castelletto d’Orba. Per celebrare degnamente questa importante ricorrenza, non soltanto sportiva, ma anche evento importante per tutto il paese, abbiamo intervistato la “storica” allenatrice Simona Maranzana. “La squadra esisteva già da qualche anno ma è nel 1994 che abbiamo trovato finalmente una casa: infatti con la costruzione del Polifunzionale abbiamo trovato a Castelletto una struttura moderna ideale per lo sport” ci dice l’allenatrice Maranzana. Quali sono stati i primi passi della società? “Sono stati subito passi rapidi – risponde la pattinatrice – dai 10-15 atleti iniziali, abbiamo avuto una grande risposta dalle bambine e dai bambini di Castelletto, ma anche di tutto l’ovadese e anche della valle Stura, che hanno subito amato questo sport, iscrivendosi in molti. Praticamente – continua nel ricordo Maranzana – quasi tutta la leva dell’88 di Castelletto
da bimbo ha indossato i pattini!”. Quali sono stati i vostri migliori risultati “Al di là degli ottimi risultati sportivi – ci dice Simona Maranzana – va sottolineato come tanti ragazzi una volta iscritti siano rimasti in società, come ad esempio Alessia Puppo, classe 1989 di Rossiglione, ora nuova allenatrice”. Nonostante il pattinaggio artistico sia una sport ancora pensato solo al “femminile”, almeno in certe zone, avete avuto anche qualche ragazzo di valore? “Si, anzi – sottolinea l’allenatrice – forse i risultati migliori sono arrivati proprio dai maschi!”. Da chi è composta la società? “Attualmente siamo 35 iscritti, Alessia Puppo è l’allenatrice, io sono la coallenatrice assieme a Patrizia Filanti, poi c’è come aiutante Laura Massone e Sebastiano Pastorini che collabora come tecnico esterno. Imprescindibile l’aiuto di Mario Ottonello e il sostegno, oltre che delle varie Amministrazioni comunali, del Presidente uscente della Polisportiva Maurizio di Dio assieme”. Il pattinaggio artistico a Castelletto è pronto per festeggiare i suoi primi vent’anni: “e non vediamo l’ora di trovarci tutti qui tra dieci anni per festeggiare il trentennale” ci dice, raggiante, Simona Maranzana, salutandoci. (m.n.)
Ovada Calcio e i Boys Calcio come consuetudine festeggiano il Natale con tre momenti significativi. Il primo appuntamento è fissato sabato 13 dicembre 2014 presso il Santuario della Chiesa di S. Paolo in Corso Italia con la S. Messa celebrata alle 19.30. A seguire presso il salone “Cena di Natale” preparata da un ristorante di Ovada alla presenza di tutte le categorie giovanili, degli sponsor, dei dirigenti, dei responsabili dell’Alessandria Calcio con la quale l’Ovada ha instaurato la collaborazione e naturalmente le istituzioni. Ad ogni tesserato presente alla serata un simpatico ed utile omaggio. Il terzo momento è invece rappresentato dal grandioso Torneo di Natale 2014 organizzato dall’A.S.D. Boys Calcio in programma dal 20 al 21 dicembre su tre strutture al coperto: il palazzetto dello Sport del Geirino, il campo sportivo Comunale “Franco Maccagno” di Capriata d’Orba e il campo sportivo Comunale di Castelletto d’Orba. La formula è quella di cinque più un giocatore ed è riservato alle categorie Pulcini 2004, 2005, 2006 e Piccoli Amici 2007/08/09. Le fasi di qualificazioni sono in programma dal 20 al 21 dicembre, mentre le finali si disputeranno solo al Geirino nella giornata del 22 dicembre. È in corso l’allestimento della manifestazione e il calendario del torneo sarà disponibile dal 12 dicembre sul sito www.asdovadacalcio.it (e.p.)
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SPORT
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La dott.ssa Marcella Bianchi ha donato due defibrillatori
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In arrivo novità per i giovani alla
Sport: salute e sicurezza Frugarolese A “F
are sport vuol dire fare del bene al proprio corpo, se non lo si facesse nella più completa sicurezza sarebbe assurdo, non crede?” ci dice la dott.ssa Marcella Bianchi, raggiunta presso l’omonima farmacia sita in Pasturana. Marcella Bianchi alla fine di ottobre ha donato due defibrillatori di ultima generazione a due società sportive di Novi Ligure: la A.S.D. G3 Tiger Novi e il circolo Ilva. “Siamo contenti di quest’iniziativa – afferma la dott. ssa Bianchi – perché garantire
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l defibrillatore semiautomatico è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l'arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare.
ncora una volta grande attenzione del Comune di Frugarolo al progetto di formazione dei giovani del paese e non solo, con importanti novità in arrivo dalla A.S.D. Polisportiva Frugarolese. L’associazione sportiva infatti, con il suo centro di aggregazione presso il Campo Sportivo Comunale “P. Bolzi” in Via S. Rocco 14, introduce nuove occasioni di innell’attività agonistica dei nostri contro, svago e apprendimento motorio, attraverso una serie di ragazzi la sicurezza è un fatto attività coinvolgenti diverse faetico di grande importanza”. sce di età. Oltre ad una già conoQuanto può essere utile avere un defibrillatore “a portata di sciuta attività calcistica con una prima squadra, un settore giomano”?: “Può fare la differenza tra salvare o perdere una vita – vanile dei Pulcini con progetti risponde la nostra interlocutrice di crescita futura basati sui sani – Come anche ha ricordato principi sportivi ed una squadra l’assessore allo Sport di Novi senior aperta a tutti e che realizza anche eventi solidali, le Ligure, Stefano Gabriele, l’Italia iniziative riguardano inoltre altri è molto indietro nel dotarsi di settori dello sport. L’Associaziotecnologie simili. Basti pensare ne in parola, difatti, predispone che in Francia o in Germania altresì un’attività di dopo-scuola vi sono defibrillatori installati sportivo dedicato al volley, banelle principali vie e piazze sket e tennis, con possibilità delle città”. (m.n.)
di organizzazione di tornei ed eventuali corsi specifici su richiesta. Tutto questo accompagnato da una particolare cura ed ammodernamento dell’area sportiva, ed in particolar modo della tensostruttura polivalente e dei campi all’aperto a 11, a 8 e a 6 che possono essere affittati da gruppi di ragazzi in cerca di un sano divertimento. Una dimostrazione di grande impegno da parte dei dirigenti dell’Associazione e di tutte le persone esperte nel settore sportivo, che mettendo il loro tempo libero a disposizione della comunità, contribuiscono alla crescita dei giovani in un ambiente sereno ed ispirato alla genuinità dei valori. Samantha Brussolo
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Dicembre 2014
Tacchino alla senape in forno con patate una upi r e re p e da L a n i uc Fam
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Ingredienti (3 persone): Coscia di tacchino (kg 1 circa); 3 grosse patate; 10 pomodorini; 2 cucchiai di senape; 1/2 cipolla; prezzemolo; 1 bicchiere di vino bianco; 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva; rosmarino; alloro; sale; pepe. Procedimento: Prendete la coscia di tacchino e sciacquatela per bene. Mettete sul fuoco una pentola con l’alloro e il rosmarino e un pugnettino di sale. Quando l’acqua bolle aggiungete i pezzi di tacchino e 1/2 bicchiere di vino bianco. Fate bollire per cinque minuti,poi spegnete il fuoco e lasciate marinare il tacchino per circa 1 ora,quindi scolatelo e
Stella di Natale cura e mantenimento
a Stella di Natale è tradizione in queste festività, ma come curarla? La poinsettia è una pianta tropicale: ha bisogno di essere innaffiata quando il terreno è quasi asciutto, evitando i ristagni; necessita di molta luce (non diretta) e non sopporta l'aria viziata: arieggiamo più volte la stanza in cui c'è la nostra piantina, tenendola, pero, al riparo da correnti d'aria. Quando le bratte rosse appassiscono, tagliatele a 10 cm dalla base, lavando la ferita con un pochino di acqua calda. Verso maggio va concimata regolarmente fino a settembre e, volendo, si può rinvasare.Tra ottobre e novembre, la Stella ha bisogno di 15 ore di buio al giorno: per aiutarla potete coprirla con un sacchetto nero. Seguendo queste indicazioni la Stella ci regalerà i suoi bellissimi fiori rossi ad ogni Natale!
mettetelo in una teglia da forno. Sbucciate le patate, lavatele e tagliatele a pezzi e aggiungetele nella teglia,intorno al tacchino. Lavate i pomodorini,tagliateli a pezzi e spargeteli sulla carne e sulle patate. Unite il prezzemolo e la cipolla tritati. Condite con l’olio extravergine d’oliva,il sale e il pepe. Emulsionate la senape con il rimanente vino e dell’olio d’oliva con cui spennellerete la carne. Infornate a 180°C (ventilato) per circa 50 minuti rigirando di tanto in tanto la carne e bagnandola se necessario con un po’ di acqua della marinatura. Servite il Tacchino con le patate ben caldo, accompagnandolo con della mostarda di Cremona a piacere. Buon appetito!
l'Orto di Marisa Benessere e salvaguardia dell'ambiente
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ella mia piccola attività ho imparato, grazie alle domande dei clienti, quanto sia importante trasmettere la necessità di imparare a leggere gli ingredienti del cibo che acquistiamo, a distinguere il cibo “Buono” da quello “Cattivo”, il “Sano” dal “Contaminato”. Il benessere del vostro corpo e la salvaguardia dell’ambiente sono e debbono essere obbiettivi comuni che si possono ottenere attraverso un insieme di azioni che devono far parte della nostra vita quotidiana. Ogni anno le stagioni sono diverse e i cereali ne seguono il comportamento. Ecco perché il farro, il granoturco (pignoletto e ottofili), la fagiolana di Figino, l’orzo, la patata quarantina di Torriglia, cereali che di anno in anno differiscono nel colore e nella durata, ma rimane fermo il fatto che la macinatura a pietra viene sempre fatta lentamente per non alterarne le caratteristiche organolettiche. Ricordiamoci sempre che noi siamo ciò che mangiamo e intorno a noi abbiamo un territorio che va rispettato così come noi vogliamo rispetto (terzo valico permettendo). Buone feste a tutti, Marisa
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