Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

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l’inchiostro fresco Contiene l’inchiostrino di Acqui Terme - Novi Ligure - Gavi e Capriata - Isola del Cantone - Tagliolo Monferrato e Ovada

Dicembre 2015

Fondato nel 1985

La voce dell’Oltregiogo

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Distribuito gratuitamente

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ANNO XXX / N. 10 - DICEMBRE 2015

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

Valle Scrivia

Il trenino di Casella - pag. 15

A Voltaggio un presepe d’incanto - pag. 19

Ovada:presentato il progetto scuola del Pertini - pag. 3

Trasformiamo le vie dei nostri centri urbani in un supermercato all’aria aperta

Negozi: milleluci delle città MATTIA NESTO

ruolo ancora più importante. Infatti i negozi dei piccoli e piccolissimi borghi con la loro presenza, permettono ai residenti di poterci vivere servendo una clientela spesso e volentieri composta da persone anziane che si spostano con maggior difficoltà, garantendo così alle piccole realtà urbane di svolgere la loro missione di “sentinelle del territorio”. Questa è l’Italia di ieri, di oggi e di domani: ogni paese una tessera diversa di uno stesso mosaico.

@Mattia Nesto

Le premesse storiche

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acob Burckhardt, storico svizzero dell’Ottocento, fu uno dei maggiori studiosi della civiltà italiana. Nella sua più celebre opera, “La civiltà del Rinascimento in Italia”, egli sottolineava come uno dei fattori decisivi del “boom” economico e culturale avvenuto in Italia tra il 1200 e il 1300 (grosso modo gli stessi anni della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, de “Il Canzoniere” di Francesco Petrarca e de “Il Decamerone” di Giovanni Boccaccio), fosse la comparsa delle città. Bisognerebbe dire “ricomparsa” dato che, in epoca romana, le città che punteggiavano l’impero, erano andate via via quasi scomparendo con le invasioni barbariche. Ma che città erano quelle del tardo Medioevo italiano? Erano città piccole, oggi, nella maggior parte dei casi, le chiameremmo grossi paesi. Firenze contava 25.000 abitanti, Bologna 12.500 e Genova 70.500. Città quindi tutto sommato contenute che, facendo un parallelo temporale forse un po’ ardito, potrebbero essere paragonate alle attuali città “capo-zona” dell’Oltregiogo: Novi Ligure, Ovada, Busalla, Masone e Tortona.

Una nuova rinascita?

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n queste città, da un anno circa, si sta assistendo ad un timido “germogliare” di nuove attività commerciali, dove i settori merceologici

Conclusione

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cco che forse, fermo restando l’importanza occupazionale di grandi agglomerati commerciali quali gli ipermercati e ancor di più i vari Outlet in giro per l’Italia, la sfida della globalizzazione potrebbe essere vinta con “un’arma” medioevale: il piccolo commercio.

trainanti sono soprattutto quelli dell’abbigliamento e della gastronomia. I negozi nelle città sono punti molto importanti perché “rendono vivo” non solo il tessuto economico ma anche quello sociale di una comunità, tanto è vero che, quando essi sono vuoti o disadorni per non dire abbandonati, rendono triste tutto il contesto urbano. Le vetrine ricche di mercanzie ed illuminate trasformano invece l’ambiente in un contenitore stimolante, all’interno del quale si sviluppa nell’individuo allegria e voglia di fare e anche chi, meno fortunato, non può

permettersi “il lusso delle compere” si sente, almeno in minima parte, coinvolto, consentendo di sentirsi meno “soli tra la folla”, concorrendo a ridurre quell’esclusione sociale che colpisce gli strati più disagiati della popolazione.

I negozi “luci della città”

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negozi dunque intesi non solo come luogo di commercio ma anche come strumento di aggregazione sociale. Ed è in questo senso che, attraverso una pianificazione lungimirante da parte degli Amministratori, si potrebbe pensare, proprio

come in epoca tardo medioevale, di riorganizzare le vie cittadine come se fossero le “corsie di un supermercato diffuso”, dove vi si possa trovare raggruppati i negozi per categorie merceologiche omogenee, facendo così tornare in primo luogoo il Centro Storico, il “cuore pulsante” della città, quale luogo deputatoo al commercio.

Le sentinelle del territorio

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negozi però non sono utili sol-tanto nelle città di medie-grandii dimensioni ma anche, se non di più, nei piccoli paesi, dove svolgono unn

Tanti Auguri dall’inchiostro fresco

All’interno OVADA Scoperta targa ricordo per Caneva e Oddone di Luisa Russo - pag. 3

VALLE STURA Pianpaludo: comitato per il Tariné di Mattia Nesto – pag. 7

RONDINARIA Focus su Silvano d’Orba di Mattia Nesto – pag. 11

MAGAZINE Grande Guerra I figli di Fresonara di Domenico Bisio – pag. 16

Natale nell’Oltregiogo I presepi e i mercatini di Eleuterio – pag. 19

VALLE SCRIVIA Salata e Caprieto di Cristina Corzetto – pag. 28

SPORT Convegno a Novi: sport e alimentazione di Benedetta Acri – pag. 37

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l’inchiostro fresco

DAL CIRCONDARIO: TORTONA E I COLLI TORTONESI

Dicembre 2015

Nocturne Alley: via Guala!?

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più giovani forse associano in automatico “Nocturne Alley” alla saga di Harry Potter. Infatti con questo nome si indicava una strada malfamata e buia, contraddistinta dall’oscurità, dai maghi lì presenti e dai suoi anfratti. Ma forse i meno giovani si ricordano una splendida canzone dei “New Trolls”, “Vorrei Comprare una Strada”. Vittorio De Scalzi, voce di questo famoso complesso, cantava: “E tanta luce nei buffi tubi di vetro colorato”. Peccato invece che un’importante via di Tortona sia molto più simile alla strada “buia e senza luce” di Harry Potter piuttosto che a quella colorata e luminosa dei New Trolls. Parliamo di Via Guala, arteria situata nella zona sud di Tortona, e precisamente ubicata dietro Strada Viola in corrispondenza del Quartiere R9. Questo quartiere, destinato ad ospitare villette, ha subito un destino piuttosto controverso. Infatti la sua realizzazione si sarebbe dovuta collegare ad una zona soggetta a “forte espansione industriale” e tale quartiere avrebbe dovuto essere arricchito da piste ciclabili e zone verdi. Purtroppo, un po’ per la crisi edilizia globale, un po’ per la crisi edilizia di alcune aziende del tortonese, i progetti sono rimasti su carta ed oggi il quartiere si presenta tetro e addirittura senza luce. Dal gennaio del 2010, secondo numerose segnalazioni pervenuteci in redazione, la situazione è precipitata. Non è stato più effettuato alcun intervento di manutenzione e il manto viario è ormai ridotto ad uno strato provvisorio di asfalto. Le erbacce e i rampicanti “hanno preso” sempre più piede, andando addirittura a coprire la segnaletica stradale. In più, rispetto al progetto originale, non è stata realizzata una seconda via d’accesso al quartiere e quindi i residenti, al momento, si ritrovano con un unico ingresso: un ponticello dove, per di più, moltissimi parcheggiano impunemente rendendo il passaggio difficoltoso. Mattia Nesto

Una città per tutti MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

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rmai le comunità che, più o meno spontaneamente, sorgono su Facebook hanno raggiunto un numero davvero considerevole. Non passa giorno senza che una nuova pagina su una città, una squadra, un borgo o un determinato ricordo non vengano create. Eppure alcune, forse per la loro natura più partecipata e/o appassionata, spiccano sulle altre. Questo è il caso della pagina “Tortona e Colli Tortonesi. Turismo & Cultura” che, sorta ad agosto, nel giro di pochi mesi sta sempre più facendo parlare di sé. A questo proposito la redazione de “l’inchiostro fresco” ha voluto intervistare il suo ideatore e curatore Claudio Cheirasco. Nato a Torino ma “tortonese d’adozione”, Cheirasco è arrivato a Tortona quasi per caso, circa dodici anni fa, “portato” dal suo lavoro di Autista-soccorritore della Croce Rossa. Qui si è trovato bene e, dopo aver trovato l’amore ed essersi sposato, vi si è fermato in pianta stabile, anche adesso che ha lasciato la Croce Rossa per dedicarsi alla comunicazione. “Tortona mi ha adottato e grazie al mio lavoro in Croce Rossa ho potuto conoscerne molto bene luoghi e abitanti, sia della città che del comprensorio

l’inchiostro fresco - 20 mila • Direttore onorario: Rino Vaccaro • Direttore responsabile: Luisa Russo • Codirettore: Federico Cabella • Sito a cura edizione online: Mattia Nesto • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Virginia Calissano (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese) Marta Calcagno (Rondinaria) Marisa Pessino (Nuova Libarna) Fabio Mazzari (Valle Scrivia)

Nuove opere

Intervista al blogger Claudio Cheirasco

copie

• Rubriche: Stefano Rivara (La voce del binario) Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: a cura di Sara Ponta grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998

Pubblicità raccolta in proprio: geom.Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico • Consiglio Direttivo: Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro Marta Calcagno, Massimo Calissano, fresco” voce di Rondinaria - 2005) Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli • Collegio dei revisori dei Conti: Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato al n° 226160 il 4/10/2005 Milano (soci storici e fondatori dell’AssoP. IVA e C.F. 02096520065 ciazione nel 1985)

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– afferma Cheirasco – Proprio in ottica di voler promuovere e fare conoscere sempre di più questo bel territorio, ho creato il gruppo, pensato sia per chi è tortonese, sia per chi ci segue da fuori, con l’intento di catturarne l’attenzione”. Come mai ha deciso di creare proprio un gruppo Facebook?: “Vede, a Tortona ho trovato una comunità Facebook molto vivace, – ci risponde rapido Cheirasco – penso al profilo del dottor Massimo Galluzzi, che io chiamo spregiudicatamente Mike anche se lui preferirebbe un appellativo più formale, alle “lezioni” del Maestro Bergaglio, ai gruppi di Villalvernia e di Garbagna, solo per fare qualche esempio. Con un tessuto già così fertile è stato facile per me inserirmi nella rete; in un certo senso mi sono trovato il lavoro già fatto”. Domandiamo all’intervistato a chi sia rivolto il gruppo: “Il gruppo è stato immaginato con due finalità comunicative ben distinte anche se in molte azioni sovrapposte. La prima a carattere interno, avente la funzione di far conoscere ai residenti le bellezze e le curiosità del loro territorio e quindi di aumentare il senso di appartenenza alla comunità locale; la seconda rivolta alla promozione del luogo, alla sua immagine esterna, con la funzione di intercettare potenziali turisti e visitatori. Abbiamo la fortuna che il territorio di Tortona si espanda su quattro provincie di Regioni diverse: il Piemonte con la provincia d’Alessandria, la Liguria con la provincia di Genova, la Lombardia con la provincia di Pavia ed anche l’Emilia con la provincia di Piacenza. Inoltre, non dimentichiamolo, siamo il baricentro di quello che fu il “triangolo industriale”, siamo facilmente raggiungibili da Genova, Torino e Milano”. Quindi c’è l’intenzione di promuovere un “turismo a medio-corto raggio”?: “Esattamente proprio così, un lavoro di promozione della città e del territorio”.

Venerdì 20 novembre, con la benedizione di S.E. Mons. Vittorio Viola, è stata inaugurata la Variante Esterna all’abitato di Tortona. Un’opera tanto attesa, quanto utile anche al circondario della città.

A Tortona uno dei presepi più grandi d’Europa

Alla Madonna della Guardia un gioiello artistico

BENEDETTA ACRI

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@ @FernGully89

el cuore di uno dei centri religiosi più importanti della zona dal 2005 si trova un’opera unica e di enorme valore. Il presepe artistico del Santuario Madonna della Guardia di San Luigi Orione a Tortona ha una lunga tradizione. Riprendendo l’idea di San Francesco, lo stesso don Orione organizzò personalmente il presepe vivente. Dietro l’esempio del loro padre fondatore, gli Orionini hanno coltivato l’amore per il presepio. Il primo nel più importante santuario della Congregazione – quello di Tortona – fu costruito negli anni 195060. Attirò numerosi visitatori per tutto l’anno: aveva una superficie di circa 50 mq ed era molto curato nei particolari. Purtroppo l’esondazione del torrente Ossona del 1977

inondò la cripta distruggendolo. Ma la tradizione non venne meno: il presepio venne ricostruito nel seminterrato del reparto pellegrini del Centro Mater Dei, accanto al Santuario. All’annuncio della futura proclamazione a santo di don Orione – a Roma il 16 maggio 2004 – si pensò ad un ulteriore sviluppo: nel settembre 2003 iniziarono i lavori per allestire quello che, con 650 mq di figure meccaniche ed incantevoli scenari, è uno dei più vasti presepi d’Europa. Sono stati utilizzati oltre 400 quintali di materiali come gesso, resine, legno, stoffa e altro, tutto rigorosamente ignifugo, e sono occorse più di 6500 ore lavorative. Appena si entra ci si trova di fronte un vero capolavoro: sono riprodotti i paesaggi della Terra Santa, d’Egitto e della Giordania e sono proposte molte scene e simboli tratti dalle

Sacre Scritture e di vita quotidiana dell’epoca. L’atmosfera è resa ancora più suggestiva dalla musica e dalla riproduzione di vari eventi atmosferici come l’alternarsi del giorno e della notte: il gallo canta tre volte all’alba, riprendendo il famoso episodio del tradimento di Pietro, e al primo chicchirichì il sole sorge. La capanna con la Sacra Famiglia si trova all’uscita con una piccola sorpresa: accanto all’enorme presepe vi è una sua minuscola riproduzione, di difficilissima creazione. E’ possibile visitare il presepio dalle 15 alle 17 domenica e festivi.

Altri presepi A pag. 9 il presepe meccanizzato di Campo Ligure e a pag. 19 i presepi di Voltaggio, di Vara Inferiore e l’albero di Natale di Giorgio Dalpian


Gli Istituti Scolastici di Ovada all’avanguardia nell’applicazione di tecniche di insegnamento volte direttamente al mondo del lavoro

“La scuola che esce dalla scuola”: questa “L è la sintesi dei progetti del “Pertini” a Scuola che esce dalla Scuola – afferma la Dirigente Scolastica Patrizia Grillo - che si propone al territorio come sperimentazione dell’innovazione in un’ottica di lavoro di rete con tutte le realtà e le risorse presenti è la sintesi dei nostri progetti “Così dopo” A come Agricoltura, I come Innovazione – Innovazione tecnologica e tradizione agricola nel territorio Ovadese: dal laboratorio scientifico alla rete multimediale” che ha visto protagonisti oltre all’Istituto “Pertini”, l’Istituto Superiore “Carlo Barletti”, l’Associazione Enoteca di Ovada e del Monferrato e la Coldiretti con il momento di confronto di cui è stato protagonista il Vice Ministro alle Politiche Agricole e Forestali, Andrea Olivero. Ora il progetto viene ampliato con un percorso di continuità e orientamento attraverso la scoperta della scienza e della tecnologia in interazione con le attività produttive del territorio. Nasce così “Mi oriento con coScienza” che vede, oltre all’istituto Comprensivo “Sandro Pertini” di Ovada, la collaborazione dell’Istituto Superiore “Carlo Barletti” di Ovada, l’Università del Piemonte orientale, l’Associazione Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, le Associazioni di categoria: Coldiretti, CIA, Confagricoltura, la Confartigianato, l’Unione Artigiani e la Confindustria. Nel corrente anno scolastico verrà effettuato un ampliamento a tutte le attività produttive che caratterizzano l’Ovadese in quanto la finalità è il raccordo tra le iniziative tecnico scientifiche realizzate nell’ambito della programmazione curricolare e le realtà presenti sul territorio attraverso una serie di azioni di incontro e confronto e l’uso delle nuove tecnologie e del collegamento in

In questa iniziativa coinvolte le Associazioni di categoria, le Università e soprattutto le aziende del territorio

Nella foto da sinistra Roberto Paravidino Presidente Coldieretti; Il Sindaco di Ovada Paolo Lantero, il vice Ministro alle Politiche Agricole e Forestali Andrea Olivero, Patrizia Grillo Dirigente del Pertini, Felice Arlotta Dirigente del Barletti e il Sen. Federico Fornaro.

rete tra i laboratori scientifici, sia scolastici, sia territoriali e aziendali. Le tematiche affrontate saranno le biotecnologie e l’uso delle alternative nella produzione agricola, l’innovazione tecnologica legata alla tradizione artigiana e la ricerca di applicazioni informatiche e strumentazione elettronica nel campo della meccanica tradizionale e della meccatronica. Tre le fasi previste, di cui la prima in programma in questi mesi, dove saranno coinvolti nel progetto le classi IV e V della Scuola Primaria con circa 203 alunni, tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado con circa 310 ragazzi e gli studenti delle classi prime e seconde dell’Istituto Superiore Barletti con 288 alunni è in programma

anche un incontro con i rappresentanti delle realtà produttive, identificate le aziende campione su cui si terranno i laboratori territoriali alcuni dei quali collegati con i laboratori scolastici. Nella seconda fase, da dicembre a maggio, si realizzeranno i laboratori e si predisporranno le visite alle aziende, mentre la terza fase è quella della documentazione e verifica delle iniziative svolte; vi sarà una specifica attività di continuità tra la Scuola Primaria e la Secondaria di Primo Grado puntando sullo scambio di esperienze attraverso la LIM e gli strumenti multimediali. Nella stessa fase si concluderà il corso di formazione per docenti e si provvederà all’allestimento di due nuovi laboratori di scienze nella scuola primaria e al potenziamento dei laboratori già esistenti presso la Secondaria di Primo e Secondo grado. (e.p)

Le mogli dei due ex Sindaci, madrine del nuovo mezzo “Man” assegnato alla Protezione Civile alessandrina

A Caneva e Oddone verrà scoperta targa ricordo A i due Primi Cittadini di Ovada Franco Caneva e Andrea Oddone che hanno rivestito un ruolo importante nella Protezione Civile verrà intitolato con una targa il quartier generale della Protezione Civile, inaugurato nel giugno 2010 ed ubicato nella zona industriale del Coinova in Via Molare. Franco Caneva, scomparso nell’agosto del 2014 fu anche Assessore provinciale alla Protezione Civile, mentre Andrea Oddone, deceduto lo scorso luglio, dimostrò grande interesse verso il gruppo di Ovada. L’annuncio è stato dato nel corso della giornata regionale della Protezione Civile che si è svolta pro-

L’annuncio dato nel corso della cerimonia in Piazza Martiri della Benedicta

prio ad Ovada con l’inaugurazione di un nuovo mezzo con il taglio del nastro delle madrine Marisa Delfino, moglie del compianto Sindaco Andrea Oddone, e Nerina Migliardi ed Emanuela Caneva, rispettivamente moglie e figlia del Sindaco Franco Caneva. Il nuovo Man a quattro assi dotato di 18 metri cubi di capacità è stato donato da un imprenditore alessandrino, con il compito di tra-

sportare il materiale raccolto dai cingolati e va ad aggiungersi al parco mezzi veramente attrezzato della provincia grazie a tutti coloro che hanno creduto in queste “sentinelle a tutela del territorio”. Il Gruppo Ovadese costituto nel 1992 con coordinatore Andrea Morchio è composto attualmente da venticinque volontari, ha in dotazione sei mezzi propri e due del coordinamento provinciale di stanza ad Ovada, mentre si è tenuto un nuovo corso con quarantacinque iscritti con il compito di reclutare nuovo personale. Luisa Russo


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OVADA

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Eventi Natale ovadese

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vada e la zona si preparano al Natale con molte iniziative non solo di richiamo, ma anche di riflessione. Accanto ai presepi, sono previsti i tradizionali Concerti. Il primo si svolgerà al Teatro Splendor mercoledì 16 dicembre alle ore 21 con gli auguri dell’Amministrazione Comunale e la consegna dell’Ancora d’argento all’Ovadese Giorgio Malaspina dell’Anno 2015, mentre il secondo si svolgerà alle ore 21 nell’antica Chiesa di San Domenico dei Padri Scolopi a cura del Coro dei Padri Scolopi con la direzione dei Maestri Carlo Campostrini e Patrizia Priarone. La San Vincenzo di Ovada organizza dall’8 al 16 dicembre la consueta “Settimana della Carità” con la raccolta presso le Chiese di generi alimentari non deperibili a favore dei poveri della città. Anche i commercianti della città radunati nell’Associazione “Vivi Ovada” organizzano una serie di iniziative sconto per coloro che si recano nei negozi per gli acquisti natalizi. Sono anche previsti eventi esterni di richiamo a cura dei gruppi di Ovada. Non mancano poi i calendari. Da sottolineare quello della Croce Verde ovadese che racconta 70 anni di storia. E’ stato infatti inserito nel contesto delle celebrazioni per i 70 anni dell’Associazione. I volontari distribuiranno il calendario ogni mercoledì e sabato in Piazza Assunta durante il mercato, alla fiera di Sant’Andrea e sarà disponibile nelle versioni a piramide e da posizionare al muro. Come ogni anno i proventi serviranno per finanziare le attività della Croce Verde Ovadese. Infine le consuete luminarie addobberanno le vie del centro storico di Ovada. Luisa Russo

Le sacre rappresentazioni in Ovada tra tradizione, attualità e riflessione

A Costa d’Ovada e Gnocchetto in mostra due presepi da raccontare e da vivere T ra le sacre rappresentazioni di Ovada allestite in occasione delle vacanze natalizie ritorna a Costa d’Ovada il tradizionale “Presepe di San Rocco” che tanto successo ha sempre riscontrato tra i moltissimi visitatori che anche a piedi raggiungevano la frazione. L’ultima edizione risale al 2007/2008, a cui sono seguiti i lavori di ristrutturazione della Chiesa, dopo il sisma del 2003, il presepe fu esposto con alcuni esemplari alla “Badia” di Tiglieto e all’Oratorio dell’’Annunziata di Ovada. Già due anni fa fu ripresa l’esposizione di alcune immagini con la Natività, mentre nel 2014 furono anche sistemate nella sacra rappresentazione alcune case, la bottega dei falegnami e i Re Magi. Chiaramente non è stato possibile riproporre il presepe originale nella sua versione di 45 metri quadrati, ma ne verrà ripresentata almeno la metà. Il fondale del pittore Franco Resecco è stato restaurato, una decina di statue sono state ripulite, il lavoro è stato veramente tanto, ma tutto è stato superato grazie all’entusiasmo che il Consiglio Pastorale ha creato con il gruppo di lavoro. Da ricordare comunque che la famiglia Barisione detiene la proprietà del presepe, ma generosamente lo ha temporaneamente affidato alla Parrocchia. L’orario di apertura è fissato nei festivi e nei prefestivi delle vacanze natalizie. Al Santissimo Crocifisso del Gnocchetto di Ovada è dal 1995 che rivive la tradizione del presepe ingrandito di anno in anno fino ad occupare un’area di circa cinque metri quadrati. La rappresentazione nasce dall’interessamento della famiglia Pastorino, originaria di Genova e viene realizzato tutti gli anni da Renzo Pastorino. Con il passare del tempo sono anche state aggiunte nuove statuine ed elementi meccanizzati. È possibile visitarlo alla Messa prefestiva dell’Immacolata, il 24 dicembre alle 21 per la Mes-

sa di Natale, il 5 gennaio alle ore 16 per l’Epifania, mentre per altre visite ci si può rivolgere alla Parrocchia di Ovada. La città però si caratterizza anche per altre rappresentazioni: singolari i due presepi degli Oratori di San Giovanni Battista e dell’Annunziata; ispirati alla tradizione francescana quelli dei Cappuccini, San Paolo della Croce, le Monache Passioniste, S. Lorenzo, e la Parrocchia, mentre fa sempre riflettere quello allestito in San Domenico dai Padri Scolopi legato ad un tema di attualità. Un itinerario dunque suggestivo da percorrere durante le vacanze per un Natale che riporti ai sani valori della festa. Luisa Russo

All’ex Villaggio Assunta di Ovada ripristinati i collegamenti viari

Nuova strada dopo 50 anni U n bel regalo di Natale se lo sono fatti gli abitanti di Via Capitano Marchelli, l’ex Villaggio Assunta, di Ovada. Dopo cinquant’anni è stata asfaltata la strada grazie al contributo degli abitanti stessi. “Finalmente ci siamo riusciti – questa l’esclamazione di Roberto Barisione colui che ha profuso gratuitamente anche molto tempo - mi sono adoperato per trovare un compromesso tra tutte le parti interessate della strada dal momento che abito nella via e non si era mai riusciti a risolvere il problema. Già 30-35 anni fa era stato fatto un tentativo senza la possibilità di trovare un accordo, ma subendo delle spese in quanto fu costituito un consorzio dei proprietari con il sostenimento di costi. Ho valutato le soluzioni offerte cercando il migliore rapporto prestazione prezzo scartando

soluzioni di sicura breve durata”. La zona interessata al lavoro ha riguardato circa 800 metri quadri con 6.5 di larghezza media cioè la parte di strada che da Corso Saracco conduce all’interno fino alla deviazione con l’altra parte che sbuca in Via Dania: è stata effettuata la scarifica del fondo esistente per una profondità di 8 cm, con la relativa pulizia quindi la stesura e rullatura di petrischetto bituminoso per uno spessore di medio 8 cm

Qui Montaldeo

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olta partecipazione di pubblico domenica 15 novembre in occasione della tradizionale “castagnata di San Martino” allestita presso il Castello Doria di Montaldeo. Una giornata all’insegna della storia e dei sapori del territorio. (b.a.)

compresa la successiva mano di sigillo eseguita con spruzzatura di emulsione bituminosa e infine la stesa di velo di sabbia oltre alla messa in quota delle caditoie. Un tratto di strada di non secondaria importanza, in quanto ha sempre rappresentato una via d’accesso strategica per la Tre Rossi, senza contare le numerose famiglie che vi abitano. Mancherebbe l’illuminazione ma ogni villetta o casa tiene accesa una luce, verso la strada, per contribuire alla sicurezza di chi vi abita o transita, ricordando così di più l’antico Villaggio Assunta. Ci sarebbero tante altre piccole cose da sistemare, ma per il momento gli abitanti si accontentano di ciò che è stato raggiunto, sperando che qualcuno se ne accorga dal momento che è pur sempre una strada privata ad uso pubblico. Luisa Russo

Le otto messe di Mezzanotte

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e Messe di Mezzanotte rappresentano sempre un qualcosa di veramente coinvolgente per Ovada e le frazioni. Molto frequentate le funzioni con la tradizionale cioccolata calda e il panettone serviti al termine delle celebrazioni, lo scambio di auguri ed anche di regali. Ben otto sono le Messe anche se non tutte vengono celebrate alle 24 per la mancanza di sacerdoti. Alle 21 è la volta della frazione Gnocchetto, quindi alle 22 al Convento delle Passioniste a Grillano, alle 22.30 a Costa d’Ovada, infine le funzioni delle ore 24 in Parrocchia N.S. Assunta, al San Paolo di Corso Italia, dai Padri Scolopi, alla frazione S. Lorenzo. A queste si aggiungono le funzioni nei paesi dell’Ovadese caratteristiche per l’atmosfera. (l.r.)


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OVADA

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Nel luglio 2016 grande appuntamento in Valle Stura grazie ad un accordo tra il Vespa Club di Ovada e Genova

Si svolgerà a Rossiglione il raduno del Vespa club 2016 D opo tredici edizioni in Ovada di cui nove nazionali e tre regionali, emigra a Rossiglione il raduno del Vespa Club in programma il 16 e 17 luglio 2016 in seguito all’incontro che si è svolto tra il Vespa Club di Ovada e di Genova. E’ stato infatti siglato un accordo tra Nico Bonaria, Presidente del Vespa Club Ovada, e Vittorio Vernazzano, Presidente del Vespa Club Genova e Direttore Turistico del Vespa Club Italia, con lo scopo di unire le forze e le caratteristiche dei due Club per ampliare i rispettivi raduni creando un evento capace di attirare ed interessare un sempre maggior numero di vespisti oltre ad una raccolta di fondi da devolvere in beneficenza. Fanno parte dell’accordo anche Guido Minetti e Sylvia Pizzorno del Museo Passatempo di Rossiglione che, insieme ai rappresentanti dei due Vespa Club, allestiranno nel museo una mostra tematica sulla Vespa che potrà essere visitata anche dai non vespisti e aiuteranno nelle varie sistemazioni del raduno e dove le associazioni grazie alle loro strutture si sono attivati per ospitare l’evento. Già stilato un programma provvisorio dei due giorni. Il sabato alle 14.30 apertura iscrizioni presso l’area Ferriera, quindi giochi “Luna VespPark”, poi giro turistico con sosta per aperitivo in Rosa, rientro a Rossiglione con gioco di regolarità alle ore 20.30, spaghettata e a seguire festa a tema (in valutazione le varie possibilità, anche se al momento la più probabile è Toga Party). La Domenica dopo l’apertura delle iscrizioni, alle 8.30 Nutella party, quindi giochi Luna VespPark, alle 10.45 foto di gruppo (probabilmente su uno dei ponti di Rossiglione), ore 11.00 giro turistico con sosta per aperitivo, rientro a Rossiglione per pranzo, infine lotteria e premiazioni. Il Museo Passatempo sarà aperto e visitabile durante i due giorni

con orari ancora da definire. Si sta anche lavorando per una serie di attività culturali o meno (visita ad altri musei vicini, escursioni …) da effettuare singolarmente o in piccoli gruppi anche autonomamente. Ma la parte forse più importante

di questo accordo è la raccolta fondi da devolvere in beneficenza nel territorio, per creare qualcosa di tangibile. Per questo gli organizzatori vorrebbero che fossero segnalate entro il 10 dicembre alla casella e mail info@vespaclubo-

vada.com proposte e casi da valutare, per un panorama più ampio delle varie possibilità. Tra tutte le segnalazioni pervenute verrà scelta quella ritenuta più consona. Luisa Russo

35 anni di “Rocce Nere”

Programma SABATO - ore 14,30 apertura iscrizioni a Rossiglione, area Ferriera - giochi “Luna VespPark” - giro turistico con aperitivo in Rosa - rientro a Rossiglione con gioco di regolarità - ore 20,30 spaghettata - a seguire festa a tema

DOMENICA - ore 8,30 apertura iscrizioni - Nutella party - giochi Luna VespPark - ore 10,45 foto di gruppo - ore 11,00 giro turistico con aperitivo - rientro a Rossiglione per pranzo - lotteria e premiazioni

Evento organizzato dal Rotary Club di “Ovada del Centenario”

A cena in 150 per beneficenza

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abato 7 Novembre il Rotary Club di “Ovada del Centenario” ha organizzato con l’aiuto diretto dei Soci e la collaborazione dei Giovani del Rotaract insieme ai Ragazzi dell’Interact, una cena benefica di raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dalla recente alluvione in Costa Azzurra. Infatti in Francia il Club De Beausoleil, gemellato con quello di Ovada, è impegnato nel portare aiuto alla popolazione della Costa Azzurra, provata e segnata dalla recente grave alluvione. Il presidente del RC di Ovada, l’Ing. Enrico Ferrari ha tenuto a sottolineare che: “Insieme ad altre realtà, compreso il contributo che i francesi hanno destinato, il nostro Club è riuscito ad essere protagonista nel donare, in dotazione alla Croce Verde Ovadese, un’ambulanza completamente attrezzata! Troviamo quindi

giusto che, - prosegue Enrico Ferrari - noi soci italiani cerchiamo di ricambiare la generosità dei nostri cugini francesi!”. La cena, ha avuto come piatto forte la Perbureira, preparata dall’appassionato socio Gianni Barisione e dalla moglie Rita, esperti nella famosa specialità culinaria che ha portato al successo la Sagra di Rocca Grimalda. Tutte le portate sono state realizzate a cura ed a spese del resto dei soci e loro consorti in modo generoso e gustoso, tale da decretare un successo. Prossimo appuntamento per il pubblico di Ovada sarà una serata teatrale, sempre organizzata dal Rotary Club del Centenario, in collaborazione con la Compagnia Teatrale “La Brenta” presso il Cinema Teatro Splendor martedì 26 Gennaio con la commedia in dialetto ovadese: “In Camel per Setimio…” (g.f.)

3° Ristoenoteca

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l 18 dicembre 2015 presso il Salone della Chiesa di San Paolo della Croce di Corso Italia in Ovada in occasione della festa degli Auguri, si svolgerà la “3° Ristoenoteca” organizzata dal Lions Club Ovada. Una cena a scopo benefico che vedrà la partecipazione di tre importantissimi ristoratori dell’Ovadese: La Volpina, La Bruceta e L’Osteria Nostrale Archivolto. Il dolce sarà invece preparato dalle Pasticcerie Claudio. Ancora una volta si avrà una formula unica che incarna al meglio i valori di solidarietà e collaborazione, propri del Lions Club Ovada. Veramente rilevante la finalità: raccogliere fondi per istituire “borse lavoro” da destinare a famiglie che si trovano in difficoltà. Enzo Prato Per info: Paolo Polidori 3397183084

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l Coro A.N.A. “Rocce Nere” di Rossiglione ha festeggiato lo scorso 15 novembre il 35° anniversario della fondazione essendo stato costituito nell’ottobre del 1980. La ricorrenza è stata celebrata nel salone del Ricreatorio Parrocchiale di Rossiglione con un pomeriggio di brani musicali e letterari dal titolo “Voci e note dalla trincea” prendendo spunto dal centenario della Grande Guerra. Veramente applaudito il concerto diretto da Gian Carlo Oliveri e le letture a cura di Donatella Zunino. Le “Rocce Nere” tra l’altro provengono da un tour di concerti dove hanno ottenuto molti consensi specialmente nel Basso Piemonte con la partecipazione al raduno nazionale degli Alpini ad Acqui Terme il 10 ottobre, ad Ovada il 16 ottobre presso la Loggia nell’ambito delle manifestazioni della Grande Guerra, a Castelletto d’Orba il 1 novembre n occasione della sistemazione delle lapidi dei caduti e il 29 novembre a Trisobbio. Per il mese di Dicembre già fissati gli appuntamenti del 13 a Genova Nervi e del 20 a Masone, ma sono previsti altri momenti di buona musica nel periodo natalizio. Oggi dopo trentacinque anni, sotto la guida dell’attuale Maestro Gian Carlo Oliveri, le “Rocce Nere” hanno ancora voglia di “fare coro”, cantando con semplicità e passione, ma serve naturalmente un ricambio nei suoi componenti. Per questo viene anche lanciato dal direttivo un messaggio per raccogliere nuove voci desiderose di avvicinarsi a questo genere musicale. Il gruppo delle “Rocce Nere” si ritrova il venerdì alle ore 21 presso la sede di Piazza Giacomo Matteotti 7 per le prove, ma attende anche nuove adesioni per continuare una storia di cultura e musica che nacque in Valle Stura prendendo il nome da un caratteristico gruppo montuoso che sorge nei pressi di Rossiglione. (l.r.)


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l’inchiostro fresco

MATTIA NESTO

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OVADA DA BERE E DA GUSTARE

Dicembre 2015

Il centro dell’ovadese rinomato per

@Mattia Nesto

l Monferrato, e in particolar modo l’Alto Monferrato, è da sempre stato un territorio vocato alla produzione di vini. Eppure, nonostante la bellezza e la tipicità delle colline dell’ovadese, da troppi anni a questa parte il vino più tipico di queste zone, il Dolcetto, ha conosciuto un appannamento di immagine certo non all’altezza della sua peculiarità, forse a causa di indirizzi commerciali spesso rivolti alla quantità più che alla qualità, con poche ma luminose eccezioni. Proprio con il fine di un radicale cambiamento e “per far meglio conoscere un territorio che merita di essere scoperto” da circa tre anni è sorto il Consorzio Tutela Ovada DOCG. “Tutto nasce da un gruppo di produttori del territorio che, animati da un nuovo modo di fare impresa – ci spiegano Paolo Baretta, portavoce del Consorzio, e Lidia Carbonetti, titolare dell’azienda “Rocco di Carpeneto” – hanno voluto puntare decisamente sulla qualità e sulla promozione del territorio. In questo senso si è voluto partire dalla cose buone precedentemente fatte, ovvero l’ottenimento della DOCG Ovada. Anche grazie all’identificazione immediata di questo vino con il territorio, in pochi anni abbiamo raggiunto importanti risultati”. Dopo un periodo non facile, ora i vini ovadesi sono ritornati in forze nelle principali guide e riviste specializzate. Si sono organizzate degustazioni per addetti ai lavori (come ad esempio una recente con la redazione della guida dell’Espresso) direttamente sul territorio. “Sia io che Lidia non siamo originari di Ovada o di Carpeneto, io gardesano lei romana – afferma il nostro interlocutore – e volendo cambiare vita ci siamo trasferiti qui perché ci siamo innamorati di questi posti unici. Purtroppo però ci siamo accorti di come la zona non fosse adeguatamente valorizzata, nonostante il tesoro racchiuso in vigneti strepitosi –prosegue Paolo Baretta. Tuttavia, grazie alla spinta impressa dal nostro attivissimo Consorzio, guidato dal Presidente, Italo Danielli, e dal Vicepresidente, Giuseppe Ravera, le cose stan-

Bere bene vuol dire Il re agnolotto conoscere L’ il territorio Abbiamo intervistato Paolo Baretta, membro del Consorzio Ovada DOCG Nella foto Paolo Baretta intervistato da Mattia Nesto, a lato il logo e la zona del Consorzio

no cambiando rapidamente: i vini ovadesi sono tornati ad esempio a essere regolarmente presenti nelle varie manifestazioni vinicole d’Italia e d’Europa”. Numerosi produttori della zona parteciperanno ad esempio al “Critical Wine” di Genova così come in altri eventi in tutta Italia e fuori (anche a Vienna e Bruxelles). “Il Consorzio non è certo chiuso ai soli suoi membri, questo lo voglio sottolineare con forza – ci dice Baretta indicandoci i filari che ravvivano con i loro sgargianti colori autunnali le colline di “Rocco

di Carpeneto” – Quando ad esempio organizziamo degustazioni per critici delle guide enogastronomiche o per altri giornalisti, cerchiamo di far partecipare anche i non associati, proprio per rafforzare l’immagine unitaria e nuova di un intero territorio. Dobbiamo – conclude con grande convinzione Baretta - metterci in testa di muoversi sempre assieme, lasciando da parte ogni vecchia gelosia, perché solo così potremo rendere giustizia e onore ad un territorio bello come l’ovadese”.

L

a zona dell’Ovada DOCG ricade sui seguenti comuni: Ovada, Belforte, Bosio, Capriata d’Orba, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Cassinelle, Castelletto d’Orba, Lerma, Cremolino, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Mornese, Morsasco, Parodi, Prasco, Rocca Grimalda, San Cristoforo, Silvano d’Orba e Trisobbio

Agnolotto di Tagliolo, ha ottenuto il riconoscimento De.Co. Il prestigioso premio è stato consegnato nell’ambito dei festeggiamenti per la patronale di San Carlo nel corso del concerto tenuto dal Corpo Bandistico locale. Il primo prodotto riconosciuto De.Co per Tagliolo Monferrato non poteva che essere l’agnolotto, il piatto che da sempre accompagna le feste popolari del paese. Un progetto iniziato dalla precedente amministrazione del Sindaco Franca Repetto e poi proseguito dall’attuale di Giorgio Marenco grazie all’impegno dei consiglieri Paola Marchese e Marco Gaglione. Un percorso che ha comportato la costituzione di un regolamento Comunale che consentisse a chiunque di segnalare prodotti, manufatti e di richiederne la dichiarazione di tipicità riferita al territorio comunale; quindi la costituzione di una commissione che analizzasse la documentazione relativa alle segnalazioni ed alle candidature di produttori che desiderano iscriversi nel registro De.Co ed infine un registro di prodotti e produttori che possono utilizzare e fregiarsi della De.Co. La commissione che ha ana-

lizzato la documentazione era composta da Federico Robbiano, Assessore nonché Presidente di Commissione; Giuseppe Coco, Vice Sindaco di Silvano d’Orba, Juri Risso, cuoco e titolare del Ristorante “La Bruceta” di Cremolino, e Luigi Camera, titolare dello storico ristorante “da Gino” di Tagliolo Monferrato. Tre i premi assegnati: alla Compagnia dell’agnolotto innanzitutto il riconoscimento De.Co del prodotto che ha segnalato l’Agnolotto di Tagliolo, poi il premio di iscrizione ufficiale della Compagnia nel registro dei produttori De.Co e infine un terzo quadro che rappresenta il logo De.Co dell’Agnolotto di Tagliolo ideato da Consuelo: la parte alta del logo è specifica per l’agnolotto, mentre lo sfondo e la parte bassa diverranno lo standard per gli eventuali altri prodotti De.Co. Come ha sottolineato il Sindaco Marenco: “L’agnolotto ha un disciplinare: carne cruda di maiale, ma io dico anche la produzione collettiva, in gruppo realizzata dalla Compagnia dell’Agnolotto che continua la tradizione di uomini e donne che in vista delle feste preparava a mano centinaia e centinaia di agnolotti.” (e.p.)

Il dolcetto M sbanca a Merano

entre la scuola di avvicina all’agricoltura, continuano i riconoscimenti per il Dolcetto d’Ovada. Il vino, prodotto dalla Cascina La Maddalena Bed & Wine frazione San Giacomo di Rocca Grimalda, Bricco del Bagatto – Dolcetto di Ovada DOC – annata 2013 ha ottenuto la classificazione Entry Level al Merano Wine Award 2015. Infatti le commissioni Wine Hunter hanno rilevato un elevato potenziale qualitativo dell’etichetta degustata e per questo motivo hanno scelto il vino meritevole di essere promosso tra le eccellenze locali a livello nazionale e internazionale. Per questo motivo i titolari della Cascina La Maddalena hanno partecipato dal 7 al 9 novembre scorso all’Area Merano Wine Award all’interno del Merano Wine Festival 2015, prestigiosa manifestazione che si è tenuta nella splendida cornice del Kurhaus di Merano. (l.r.)

Nella foto Serena Garbarino e il Sindaco Giorgio Marenco mentre premiano il presidente Dino Ponte


MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

Daniele Buschiazzo, Sindaco di Sassello, nuovo Presidente dell’Ente Parco Beigua

Monte Rama 1148

Un parco al servizio del territorio

a Orbarin

1082

essere perduti”. In conclusione domandiamo, alla luce del nuovo Presidente di Regione, Giovanni Toti, quali siano i rapporti con Genova: “Direi buoni – afferma prontamente Buschiazzo – Giusto un paio di giorni fa ho avuto un colloquio con il Direttore Generale Ambiente della Regione, Gabriella Minervini, la quale mi ha ribadito ancora una volta la più compatta comunanza d’intenti. Sassello come Urbe non sono soli e una valle come questa, tra poco patrimonio mondiale dell’umanità, va rispettata e tenuta da conto!”.

Passo del Faiallo

Monte Ermetta 1267

Vara Urbe

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due paesi sia in questa medesima direzione”. Non pensa che la prospettiva di nuovi posti di lavoro portati dalla cava possa fare “gola a molti” e quindi far cambiare idea sul “NO” all’estrazione del titanio?: “Ma guardi, a questo credo poco! – esclama deciso Daniele Buschiazzo – Grazie all’indotto portato dal turismo, dalle industrie dolciarie e dalle attività agricole posso affermare che a Sassello, con qualche eccezione, non vi sia un’emergenza occupazionale. La nostra più importante risorsa è il nostro territorio, stravolgerlo significherebbe

Monte Argentea

Tiglieto

LIGURIA Olbicella

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scivola sulla vicenda del monte Tariné: “I Comune di Sassello e di Urbe (ndr, Sindaco Fabrizio Antoci), lo dichiaro ufficialmente - afferma il Primo Cittadino si costituiranno parte civile al Tar contro il ricorso presentato dell’azienda CET in merito al respingimento operato dalla Regione Liguria sulla possibilità di nuovi sondaggi nella zona di Piampaludo. L’azione dei Comuni, mi piace sottolinearlo, – continua il nostro intervistato – è stata pressoché univoca e credo che anche la stragrande maggioranza della popolazione dei

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A Piampaludo un gruppo di residenti e non si organizza per tutelare l’ambiente

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l nostro foglio di informazione locale più di una volta si è occupato della vicenda legata alla possibile apertura, per il momento comunque scongiurata (almeno nel breve termine), di una cava di titanio sul monte Tariné, la montagna che domina Urbe, Piampaludo. Lo scorso aprile una società del cuneese (CETsrl) dopo circa 30 anni di silenzio, richiedeva alla Regione Liguria l’autorizzazione ad eseguire ulteriori indagini atte a “meglio” valutare le potenzialità del giacimento di rutilo. Alcuni cittadini della valle dell’Olba hanno formato il “Comitato Spontaneo del Monte Tariné” ed hanno scritto le osservazioni da presentare in Regione perché tale richiesta venisse respinta. Nonostante il Comitato non sia ancora un’associazione vera e propria, è riuscita a far sottoscrivere le osservazioni da circa 2000 cittadini. La redazione de “l’inchiostro fresco” è andata a fargli visita presso le ex scuole elementari di Piampaludo. “I fondatori sono Massimo Argo, Ileana Bego,

Marco Lòleo ed io, Sonia Pesce – spiega la nostra interlocutrice – Il Comitato, va detto subito, non è ancora un’associazione ma solamente un gruppo spontaneo e non nego che più di una volta ci sia venuta in mente l’idea di costituirci come associazione vera e propria a livello giuridico”. In quali direzioni si è mossa l’attività del Comitato?: “Principalmente la nostra intenzione è quella di informare e rendere viva l’attenzione sul nostro monte – risponde pronta Pesce – anche perché l’apertura di una cava, oltre agli evidenti sconvolgimenti dell’ecosistema e dell’ambiente locale, causerebbe l’inquinamento dell’Orba, che scorre proprio ai piedi del Tariné, e nel suo percorso attraversa poi i Comuni a valle sino all’Oltregiogo/BassoPiemonte che ne subirebbero le conseguenze. Massimo Argo ha poi sottolineato

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per salvare il Tariné e l’Orba

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Nella cartina il percorso del torrente Orba

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econdo gli studi il 10% del Tariné è composto da titanio. Cosa ne facciamo del restante 90%?” “Io non posso che dirmi fiero e soddisfatto per la nomina a Presidente dell’Ente Parco Beigua e mi piace subito ringraziare il mio predecessore, Dario Franchello che in questi anni ha saputo coniugare la conservazione del territorio con lo spirito di promozione”, con queste parole Daniele Buschiazzo, Sindaco di Sassello, ci ha accolti nel suo ufficio all’indomani della nomina. Una nomina di pregio che arriva veramente “ad un passo” dall’investitura ufficiale a “Patrimonio Unesco” del Parco: “Un riconoscimento di assoluto prestigio – ci dice il Sindaco – di cui Franchello è il principale artefice. Partendo proprio da quest’importante traguardo potremo predisporre tutti insieme un Ente Parco ancora più moderno e funzionale”. In che modo l’Ente Parco del Beigua potrà essere più funzionale e moderno?: “Ad esempio superando la dicotomia fra Parco guardiano e Parco come centro di sviluppo di un territorio – ci spiega Buschiazzo – Perché quando osservo foto degli anni ’50 e ’60 vedo le nostre valli ben tenute, i boschi – pur essendo più sfruttati - erano curati e tagliati e vi erano molte più case sparse sulle colline mentre oggi non è più così? Un ecosistema, per poter funzionare bene – prosegue nell’analisi – va continuamente monitorato e manutenzionato. Non si può permettere di lasciare i boschi all’incuria: vincoli e sviluppo possono coesistere (come coesistevano negli anni ’50). Dobbiamo preservare e custodire, non provocare abbandono!”. Il discorso poi, quasi naturalmente,

segue a pag. 8

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l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

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Un intervento atteso: sono iniziati ad ottobre i primi lavori per la bonifica dell’area

Dicembre 2015

Un Comitato per il Tarinè prosegue da pag. 7

come: “Il Sindaco di Sassello, Daniele Buschiazzo, come Fabrizio Antoci, Primo Cittadino di Urbe, ci hanno dato una grossa mano, soprattutto a livello di conoscenze tecniche. La recente nomina di Buschiazzo a Presidente del Parco del Beigua – continua il nostro interlocutore – non fa che aumentare in noi le speranze di avere una voce autorevole. Altra fonte di preoccupazione nasce dal fatto che la ditta cuneese, disponendo di un capitale ridottissimo, non sarebbe in grado di realizzare l’operazione. Quindi ci chiediamo quale sia il fine di questa “ripresa delle ostilità, attivata in prossimità della scadenza della concessione. Marco Loleo, geologo di Varazze ricorda che nelle “Note Illustrative della Carta Geologica Regionale (2012)” si afferma che la presenza di titanio era nota già agli inizi del ‘900 e che studi di fattibilità erano stati eseguiti nel 1976, 1982, 1984; studi più recenti (2004) eseguiti su campioni estratti anche in sondaggi profondi per conto della società mineraria interessata, finalizzati alla verifica di fattibilità dell’operazione. La conclusione fu che i problemi ambientali e sanitari erano tali da rendere impossibile lo sfruttamento del giacimento, peraltro espressamente vietato dalle norme del Parco. Il ricorso che la società CET ha presentato all’indomani del respingimento della sua stessa richiesta da parte di Regione Liguria – ha continuato Loleo – che riteniamo difficilmente accoglibile, non ci fa abbassare la guardia. Continueremo a vigilare sul nostro monte: non come sentinelle militari ma come cittadinicustodi”. (m.n.)

a notizia era stata anticipata dall’amministrazione comunale l’anno scorso, appena insediatasi: a Mele verrà realizzata un edificio scolastico, studiato per accompagnare gli alunni dalla scuola dell’infanzia sino alle medie. Un caso unico in Italia questa scuola, costruita con sistemi interamente eco-compatibili e con l’utilizzo di spazi interni aperti innovativi. “Abbiamo visto diverse scuole che esistono nel nord Europa - spiega il sindaco di Mele, Mirco Ferrando - il nostro progetto complessivo prevede tutti i tre ordini scolastici dell’obbligo. Questo progetto, nel quale sono compresi anche la mensa e la palestra comunale, ha un costo complessivo di cinque milioni di euro ed è stato diviso in cinque lotti”. Attualmente, ci spiega il sindaco,: “Un finanziamento di cinque milioni di Euro da parte del Governo Italiano e della Regione Liguria è impossibile, da qui è nata la divisione in cinque lotti”. Il primo lotto sarà la scuola dell’infanzia e il perché ce lo spiega il Primo Cittadino: “Attualmente la scuola dell’infanzia è quella in difficoltà, dato che, innanzi tutto si trova decentrata rispetto alle altre scuole e poi, - continua nell’analisi negli ultimi anni, abbiamo avuto una crescita demografica di circa duecento persone, tra cui molte coppie giovani con bambini che da Genova si sono trasferite qui a Mele. Perciò è inevitabile che la scuola dell’infanzia abbia delle difficoltà”. Il Comune di Mele ha partecipato ad un bando regionale per i fondi B.E.I. per l’edilizia scolastica ed è entrato in graduatoria e, data la posizione nel bando, c’è la sicurezza del finanziamento. La nuova scuola sorgerà in una zona limitrofa al centro del paese, attualmente inutilizzata. I lavori per la bonifica e la predisposizione dell’area (che comprendono lo sbancamento di una parte di collina), partiti lo scorso ottobre, andranno avanti per tutto l’anno prossimo e, a fine 2016, ci spiega il sindaco Mirco Ferrando: “Faremo il bando per la costruzione dell’edificio e da lì potremmo utilizzare il finanziamento”. L’edificio, che sarà un prefabbricato, verrà costruito in tempi brevissimi e sarà realizzato con tecnologie eco-compatibili, ovvero legno, acciaio e vetro, senza l’utilizzo

A Mele una scuola eco-compatibile di cemento armato e sarà autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie all’utilizzo dei pannelli solari. L’obiettivo è quello di inaugurare la scuola dell’infanzia entro il 2018 e, da lì, partire con i nuovi lotti. In graduatoria per i fondi statali il Comune di Mele è al quinto posto regionale, una buona posizione che permette di guardare con speranza al futuro. Mele è un comune che, da tempo, investe molte risorse sulla scuola, l’attuale scuola media è un modello regionale grazie al suo utilizzo di nuove tecnologie elettroniche. Fabio Mazzari

Ad Olba San Pietro (SV) sorge una struttura ricettiva al passo con i tempi

Novità: la “bianca civetta” di Urbe “L a civetta bianca”, mai nome fu più azzeccato di questo per definire il posto, che noi dell’ “inchiostro fresco”, abbiamo visitato. Salendo l’Alta Val’Orba, per raggiungere San Pietro d’Orba, nel cuore del quale è nato questo B&B, inaugurato ufficialmente l’11 ottobre. Si è detto “nel cuore” perché mai definizione fu più calzante: una struttura ricettiva sì contenuta, ma molto graziosa ed accogliente, proprio come se si fosse “nel cuore” di casa propria. Ci accoglie Loredana Scaion, proprietaria del B&B, una dinamica e intraprendente signora milanese ed è subito simpatia. Siamo a nostro agio e passiamo immediatamente all’intervista, con una domanda quasi d’obbligo: “Chi gliel’ha fatto fare?” Ci risponde con un bel sorriso: “L’amore per questi luoghi, basta conoscerli più a fondo che te ne innamori subito!” e viene subito voglia di fare qualcosa di utile perché la Valle venga resa nota per poter essere di nuovo frequentata e, perché no, ripopolata come un tempo. Gli Zunino, imprenditori locali, hanno investito molto tempo e denaro per questa zona ed il B&B

ne è un ottimo esempio: esso potrebbe diventare punto di appoggio per le più disparate attività che questo territorio potrebbe offrire. primo fra tutte l’escursionismo. L’Alta Val d’Orba (e tutto il comprensorio del Monte Beigua) difatti, presenta itinerari escursionistici di magico interesse. In collaborazione con “Escursioni Liguria” (rappresentato in zona dall’esperta guida Serena Siri), la “Civetta Bianca” offre appoggio confortevole per chi volesse affrontare i percorsi escursionistici che verranno proposti. Sembra tutto a posto quindi? Non è così semplice rispondere a questa domanda. Loredana ci ha spiegato

quanti e quali difficoltà burocratiche ha dovuto affrontare per poter ottenere licenze e permessi necessari, nonostante la buona volontà di alcuni funzionari della PA per sveltire gli stessi. Tutto troppo farraginoso e non adeguato ai tempi, complicato ulteriormente dal passaggio Province/Regioni. Le regole di vogliono, ovvio, ma non applicate con metodi Ottocenteschi: nell’epoca dell’informatica occorre più velocità; pochi giorni, non mesi per ottenere un certificato, altrimenti si rischia il depotenziamento di attività che hanno bisogno di ottenere visibilità e di entrare in campo rapidamente, per non spre-

care risorse ed energie. Loredana ci dice che può somministrare ai suoi clienti solo prodotti locali oppure sigillati, ma se è così, perchè non appoggiare, con finanziamenti europei, imprese agricole locali ed agevolarle nell’ottenere un marchio “Valle” ad hoc. Aiutare i giovani imprenditori a coltivare prodotti locali (sottobosco, castagni, ecc...) ed aprire centri vendita (in particolare con l’uso dell’e-commerce). Queste dovrebbero essere proposte fortemente appoggiate dagli abitanti della valle, ma anche da un’imprenditoria giovane che deve trovare la forza di affermare politicamente il discutere questi temi, le amministrazioni Regionali si devono coinvolgere per favorire ed agevolare questi progetti. Sarebbe necessario un coordinamento per tutto ciò, ad esempio la creazione di un centro telematico di raccolta dati, informazione e divulgazione di una “Vita in Valle”, favorito dagli Enti Locali, i cui costi non saranno eccessivi. L’ingresso del “Beigua Geopark” tra i siti dell’UNESCO è un’opportunità da non perdere. Enrico Repetto


l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

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Ad Ovada riunito il comitato dei pendolari Il prestigioso conferimento dello Yad Vashem a due cittadini della Valle Stura

No al nuovo orario “I Giusti fra le Nazioni” di Masone S M ercoledì 18 novembre, nella sala consiliare del Comune di Ovada venticinque comuni di Liguria e Piemonte, nella persona dei sindaci o loro delegati ed i rappresentanti del CDTVSeO, il Comitato che rappresenta i pendolari di valle Stura, Orba e dell’acquese, si sono riuniti per esaminare il nuovo orario cadenzato della linea ferroviaria Genova Ovada Acqui, elaborato da Trenitalia. “Il cadenzamento di orario - esordisce Fabio Ottonello, presidente del Comitato - può essere una buona cosa, ma deve tener conto delle esigenze dei viaggiatori (in gran parte lavoratori e studenti ndr) che quotidianamente raggiungono il capoluogo ligure per lavoro o studio. L’orario proposto, sopprime il treno “diretto” delle 17,04 (regionale veloce ndr), in una fascia cruciale di rientro a casa. La sua sostituzione con un convoglio “normale” alle 11,13 è inaccettabile. Inoltre, prosegue Ottonello, Trenitalia, nonostante le rassicurazioni fornite nel corso dell’ultimo incontro lo scorso 6 novembre, ci ha messo di fronte al fatto compiuto, pubblicando sul proprio sito, l’orario che sarà in vigore dal prossimo 13 dicembre. Da esso abbiamo quindi appreso che, da tale data, saranno soppressi due treni nei festivi (sabato e domenica). Ed anche questa scelta è inaccettabile. Se è vero infatti che il pendolarismo interessa maggiormente i giorni lavorativi, - conclude Ottonello - non dobbiamo dimenticare la vocazione turistica delle nostre valli, raggiunte da visitatori alla ricerca di un paesaggio ancora incontaminato e delle numerose bellezze artistiche”. Su proposta del sindaco di Ovada, Paolo Lantero, interprete della volontà di tutti i presenti, è stato redatto un documento nel quale viene richiesto un immediato confronto con l’assessore regionale ligure ai trasporti Giovanni Berrino che, ad oggi, non è stato possibile incontrare. Molto affidamento infatti viene riposto nel neo assessore regionale

che certamente saprà comprendere la vitale importanza del mantenimento in piena efficienza di una linea ferroviaria che rappresenta per migliaia di cittadini, l’unico mezzo per poter raggiungere il capoluogo ligure, anche in vista della ventilata drastica riduzione delle corse ATP.

Maria Virginia Calissano Il Consigliere della Regione Piemonte Paolo Mighetti (MS) ha dichiarato: “da Acqui Terne raggiungere Genova senza cambi è ormai impossibile”

i è tenuta lunedì 16 novembre nel CinemaTeatro di Masone, la cerimonia di consegna della medaglia di “Giusto fra le Nazioni” alla memoria di due cittadini masonesi: Giacomo e Rosetta Ottonello. L’evento ha assunto, inevitabilmente, grande importanza alla luce dei drammatici avvenimenti di cronaca degli ultimi tempi, dal terrorismo internazionale fino alla recrudescenza dell’antisemitismo. Alla cerimonia di Masone erano presenti le autorità politiche della Valle Stura con i sindaci di Masone, Campo Ligure, Rossiglione e Tiglieto, rappresentanti della Città Metropolitana di Genova e della Regione Liguria, con Antonino Oliveri e Stefano Mai ed esponenti della Comunità Ebraica Genovese. Ospite d’onore il dott. Amit Zarouk, portavoce dell’Ambasciata di Israele in Italia che ha consegnato le onorificenze alla me-

Campo Ligure: rinnovato l’antico presepe nell’oratorio dei S. S. Sebastiano e Rocco

Il presepe meccanizzato

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nche quest’anno, in occasione della festività dell’Immacolata (8 dicembre) riaprirà i battenti il presepe meccanizzato più famoso della Liguria, ovvero “il presepe meccanizzato di Campo Ligure”. Realizzato nel 1910 per volontà di Gio Batta Macciò padre (detto Crispi, 1873-1963) e proseguito dal figlio Gio Batta (detto Baciccia di Crispi) e da uno stuolo di infaticabili aiutanti, il presepe viene allestito nell’ampio Oratorio di San Sebastiano, occupando una superficie di circa 80 metri quadri, Sono centinaia le figure tra le quali oltre cento in movimento, azionate a gruppi da appositi motorini elettrici. Attorno al tema centrale della natività è riscostruito il variegato mondo delle attività agricole, artigianali e pre-industriali del borgo filigraniero. Così, accanto alla rappresentazione dei pastori, dei taglialegna e dei carbonai, troviamo i chiodaroli all’opera all’interno di una antica fucina, gli addetti al maglio ed alla lavorazione del ferro. Oltre all’immancabile laboratorio di filigrana, troviamo anche figure che riproducono scene di vita quotidiana, dalle filatrici, alla donna che impasta il pane, fa il bucato o si dedica alle normali faccende contadine. Il tutto, lo ricordiamo, in movimento! Un piccolo capolavoro dovuto alla tenacia ed abilità degli Amici del Presepe, l’Associazione che da anni ne cura l’allestimento. Ma ora è indispensabile che il presepe sia visitato e sostenuto; l’ingresso è libero; il pastore Gelindo è pronto ad inchinarsi e dare il benvenuto a tutti, grandi, ma soprattutto piccini! Maria Virginia Calissano l presepe è situato nell’Oratorio dei SS. Sebastiano e Rocco di Campo Ligure, in piazza san Sebastiano 1, con ampio parcheggio antistante. Orario di apertura: da sabato 19 dicembre a mercoledì 6 gennaio; apertura tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 18,00. Nel restante mese di gennaio il presepe è aperto nei fine settimana con lo stesso orario. Prenotazioni per visite di comitive telefonando per appuntamenti ai numeri: 010 920 534; 921 005; 010 921 278 ; 010 920 354.

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Da Tiglieto ad Acquabianca

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ei chilometri all’andata e sei al ritorno tra monti innevati e tetti bianchi: un paesaggio che, inerpicandoci da Rossiglione verso Tiglieto, ci porta in un piccolo Trentino a due passi da casa. Questo il tragitto, partendo da Novi Ligure: Autostrada A26, uscita a Ovada, strada del Turchino, a Rossiglione girare verso Tiglieto, a Tiglieto lasciare l’auto davanti alla chiesa e da lì iniziare a scarpinare verso Acquabianca. Vi divertirete!!!!!!!

moria dei Giusti. La storia di Giacomo e Rosetta Ottonello venne scoperta, quasi casualmente nel 2002, da Paolo Ottonello, sindaco di Masone dal 2004 al 2014 e grande appassionato di storia locale. Amit Zarouk ha spiegato che: “Il riconoscimento di Giusto fra le Nazioni è l’unica onorificenza esistente nello Stato d’Israele, i Giusti erano persone comuni - ha proseguito il portavoce dell’Ambasciata Israeliana - che durante la Shoah, hanno compiuto una scelta chiara, portando luce nel periodo più buio, mostrando umanità a rischio della propria vita. Dal momento della sua fondazione, lo Stato d’Israele - continua Zarouk - ha sentito l’obbligo morale di conservare la memoria dei Giusti fra le nazioni, con una legge apposita del Parlamento nel 1953 che ha fondato lo Yad Vashem, per questo oggi onoriamo la memoria, il coraggio e lo spirito di altruismo di Giacomo e Rosetta Ottonello che salvarono da morte sicura la famiglia Ortona. Purtroppo in Europa non furono molte le persone così, una frase famosa dice che salvare un essere umano è come salvare l’umanità, ricordare questi eventi ci può aiutare a non rischiare di ripeterli”. Paolo Ottonello ha raccontato come è venuto a conoscenza della storia di Giacomo e Rosetta a Masone: “Nel 2002, durante le mie ricerche sulle vicende storiche della Valle, venne fuori la storia della famiglia Ortona, da lì mi sono attivato contattando gli eredi e via via ho scoperto questo straordinario fatto - continua Paolo Ottonello - nella vicenda entra a pieno titolo la figura di Don Franco Buffa, parroco di Masone dal 1934 al 1945, in anni terribili segnati dalla guerra, la dittatura e le leggi razziali. Don Buffa, che era parroco di Morbello, ospitò in segreto la famiglia Ortona nella Canonica di Masone assieme alla famiglia Ottonello. Alla fine del 1945, don Buffa fu costretto ad andare via per minacce di morte, ricevute da persone mai identificate, in abiti civili, procurate a causa degli Ortona”. Conclude Ottonello che “è un grandissimo onore per Masone avere nel nostro comune persone insignite della medaglia di Giusto tra le Nazioni”. Maurizio Ortona, che all’epoca era un bambino di pochi mesi assieme al fratello di poco più grande Bruno, ha raccontato, con commozione, le memorie dell’epoca, tramandate dai ricordi famigliari: “La storia di queste persone straordinarie, Giacomo e Rosetta, intrise di carità cristiana, che ci hanno accolto e protetto per quasi due anni. La storia della nostra famiglia è simile - ha proseguito Maurizio Ortona - a quella di tante famiglie costrette a nascondersi per evitare la morte certa”.

Gian Battista Cassulo Fabio Mazzari


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l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Dicembre 2015

Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester Matis

Le serpi in seno

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nternet e droga. I due pilastri della terza guerra mondiale. Altro che umanoidi robotizzati! Ci sono in giro cervelli formattati, sguardi dalla pupilla dilatata, comandati a distanza, senza vita autonoma, senza libero arbitrio. Camminano su una terra che non amano, non conoscono, qualcuno vuole ancora credere che sia piatta! Rappresentazioni in carne ed ossa del male. Sentimenti, empatie, emozioni: zero! Dialogo: zero! Aperture: sottozero! Pedine indifferenti, bombate di sostanze stupefacenti al soldo della morte in persona. Menti deviate a cui fin dalla tenera età è stato scollegato qualche neurone di troppo e consegnato qualche mitra in più, mentitori e omertosi per comodo e finalità. Appendici infette di smartphone e social networks. Sono i nuovi schiavi di quei poteri carichi di ricchezze incommensurabili e mai sazi che li armano, li drogano, li sfruttano. È un esercito in ordine sparso, per le strade del mondo, collegato dalla rete. Un tumore metastasizzato. E le nazioni “pacifiche”, democratiche, liberali e solidali che fanno? Si parlano addosso. Chiacchierano. Si sbrodolano di teorie su fantomatici “patti”, soluzioni “diplomatiche”, “ricognizioni”, “interventi” ma solo un “pochino”... manca solo che si rivolgano ai ghost busters, in fondo sembra proprio una guerra coi fantasmi: sbucano dal nulla all’improvviso ed è troppo tardi...

Il Vescovo di Albenga-Imperia a Campo Ligure

I 25 anni di Oliveri M ercoledì 4 novembre, mons. Mario Oliveri, vescovo di Albenga Imperia, ha celebrato la messa pontificale nella chiesa parrocchiale di Campo Ligure, in occasione dei 25 anni di ordinazione vescovile. Nativo di Campo Ligure, mons. Mario ha sempre mantenuto con la cittadina natale uno stretto rapporto, non mancando mai alle celebrazioni in

onore della Santa patrona, Maria Maddalena, nel luglio di ogni anno. La popolazione di Campo, assieme alle due Confraternite locali, affollando la chiesa che giusto 25 anni prima vedeva il suo concittadino consacrato vescovo, gli ha tributato, al termine della celebrazione, un caloroso applauso, a dimostrazione dell’affetto e della stima che nutre nei confronti del prelato. (m.v.c.)

Mons. Oliveri, circondato dal clero diocesano e dai sacerdoti campesi. Si riconoscono, con la mozzetta viola, da sinistra a destra, il canonico don Carlo Oliveri, il parroco di campo Ligure don Edoardo Piombo ed il parroco di Rossiglione, don Alfredo Vignolo.

Intervista a Rosanna Spigo, Responsabile de La Generale Pompe Funebri di Genova

50 anni di assistenza nei momenti più difficili T MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

ra le eccellenze del territorio spicca, sia per la propria storia sia per il numero dei suoi dipendenti, “La Generale” di Genova, azienda leader nel settore delle Pompe Funebri. Nata nel 1968 dall’unione delle imprese operanti a Genova, La Generale si è imposta subito sul mercato per il modus operandi “dinamico e al passo con i tempi”, diventando ben presto capofila del settore da Nervi a Cogoleto. “Sino alla fine degli anni Sessanta – ci dice il Direttore Generale, dott.ssa Rosanna Spigo, da noi raggiunta nella sede centrale di via Carpeneto 13/r a Sampierdarena – le onoranze funebri erano condotte da addetti occasionali, mentre con La Generale, scaturita, mi piace ricordarlo, dall’unione dei migliori professionisti del settore, si è fatto un salto di qualità formando un personale ad hoc”. Domandiamo alla nostra interlocutrice quanti siano i dipendenti de La Generale?: “Ad oggi contiamo 105 dipendenti distribuiti su 22 uffici da Levante a Ponente e – prosegue Rosanna Spigo – possediamo un parco macchine composto da ben 45 mezzi”. La Generale negli ultimi anni si è espansa anche in Valle Stura con sede a Masone: “Sì, esatto e di questo dobbiamo dire grazie a Rinaldo Pastorino – ci dice la Responsabile – il quale, da volto storico delle gloriose onoranze La Valle Stura, è diventato per noi referente in zona. Coadiuvato dal nostro Impresario Domenico Ottonello, anch’egli masonese, possiamo affermare con orgoglio di esserci radicati anche in valle Stura. A questo proposito vorrei sottolineare – continua Rosanna Spigo – che abbiamo mantenuto, accanto al nostro logo, il nome La Valle Stura proprio per continuare in loco la tradizione di questa storica agenzia”. Domandiamo a Rosanna Spigo se vi sia un aumento delle cremazioni: “Abbiamo registrato un notevole aumento.

Nella foto da sinistra Domenico Ottonello e Rosanna Spigo, intervistati da Mattia Nesto

Per la Casa Editrice De Ferrari, “La Generale” ha sostenuto la pubblicazione di due volumi molto curati e di pregio sulle bellezze architettoniche genovesi che testimoniano l’interesse anche culturale di questa impresa radicata sul territorio.

Ad oggi infatti, nel Comune di Genova, sono state 6.000 le cremazioni - risponde prontamente il Direttore Generale – una cifra importante”. E invece per le “dispersioni” delle ceneri come ci si deve comportare?: “Per le dispersioni, altro trend in salita, - afferma Rosanna Spigo - vi sono precise regole da seguire stabilite dalle Amministrazioni Comunali che predispongono determinate aree per questa operazione. A Genova, ad esempio – ci dice la Responsabile – vi sono state 170 dispersioni, molte delle quali in mare”. Per le dispersioni in mare vi sono delle “urne speciali”, magari ad impatto zero?: “Certamente, sono state pensate delle urne ecologiche realizzate con il sale marino che – spiega la nostra interlocutrice – al momento del contatto con l’acqua, lentamente si disciolgono”. A questo proposito Domenico Ottonello, che durante l’intervista ci ha raggiunto nella sede centrale, ricorda: “Sono stato io il responsabile della prima dispersione in mare a Genova. Ancora oggi quando incontro la moglie di quell’ex marinaio – prosegue il masonese – lei mi dice che, una volta all’anno, prende il vaporetto e, giunta a destinazione, lascia cadere una rosa tra i flutti. Un bel modo di ricordare un caro tanto amante del mare”.


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Il Sindaco ci parla delle Associazioni

Abbiamo incontrato il Sindaco, Ivana Maggiolino, per fare il punto su Silvano

Aria di sicurezza tra il Piota e l’Orba

La “nuova” Biblioteca Comunale

ni ambientali e di logica di sviluppo sostenibile. Detto questo – precisa l’intervistata – il nostro non è un NO a prescindere ma motivato”. Se dovesse riassumere il suo operato, quali termini userebbe?: “Tentare di far vivere al meglio i cittadini – stigmatizza il Sindaco – Grazie al presidio territoriale dei nostri agenti e mediante il non eccessivo aumento delle imposte, posso dire che a Silvano si vive e si può vivere bene”.

a Biblioteca di Silvano d’Orba è stata recentemente risistemata sia dal punto di vista edilizio, con importanti interventi di ristrutturazione e messa a norma dei locali, sia dal punto di vista dell’archivio, volto a poter offrire una capacità di fruizione sempre maggiore. “Proprio per questo lo scorso anno abbiamo indetto un bando nelle scuole per la creazione del logo della biblioteca – ricorda il Primo Cittadino – Bando vinto dagli allori studenti della II media che hanno creato uno splendido logo che abbiamo subito adottato”.

Eventi letterari: “Silvano incontra”

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opo le presentazioni di Bruno Gambarotta e di Raffaella Romagnolo, per l’anno nuovo sono previsti gli incontri con il finalista al Premio Strega Alessandro Perissinotto che discuterà giovedì 18 febbraio delle modificazioni del mondo del lavoro negli ultimi anni, mentre il 19 marzo sarà la volta di Claudia Priano con un’esplorazione a 360° del mondo della cronaca.

La riqualificazione della SOMS

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inalmente stiamo portando a termine i lavori di rinforzo dei solai dell’edificio della SOMS – ci dice Ivana Maggiolino – che permetteranno di usufruire dei locali al primo piano come punto di ritrovo. Nell’ultima variazione di bilancio abbiamo approvato interventi di riqualificazione del salone per ottenere il certificato prevenzione incendi”.

Il circolo culturale Ir Bagiu

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a quasi tre anni con il circolo Ir Bagiu abbiamo intessuto un ottimo e fattivo rapporto di collaborazione – dice il Sindaco – Grazie alla loro attività abbiamo potuto installare dei pannelli storico-informativi lungo la via per la Chiesa di San Pancrazio. È in fase di conclusione il percorso storico-ricreativo che collega Silvano agli altri paesi di Rondinaria”.

Silvano d’Orba: luogo di commerci e di cultura

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MATTIA NESTO

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@Mattia Nesto

ilvano d’Orba è uno dei primi paesi nei quali “l’inchiostro fresco” si è sentito, per così dire, a casa. Infatti il paese “laddove l’Orba si beve il Piota”, per citare Sergio Basso, ha sempre donato alla nostra testata non soltanto un buon numero di affezionati lettori, ma anche molti temi, eventi ed iniziative da presentare sulle nostre pagine. Anche per questo abbiamo deciso per questo mese di dicembre di dedicare un approfondimento proprio su Silvano, andando ad intervistare nel suo studio il Primo Cittadino, Ivana Maggiolino. Il Sindaco, dopo averci accolto, ha esordito dicendo: “Lo scorso novembre, l’agente di Polizia Locale, Paolo Pecorara, nel sventare il furto di un computer ai danni del Comune non solo ha dimostrato una grande professionalità ma anche un notevole coraggio e sprezzo del pericolo. Per questo – ha proseguito la Maggiolino – nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di venerdì 27 novembre ho consegnato a nome del Comune un elogio scritto all’agente che andrà direttamente nel suo fascicolo. Un gesto doveroso per una persona che permette alla cittadinanza intera di sentirsi più protetta”. Dopo i giusti elogi all’agente Pecoraro, domandiamo al Sindaco di illustrarci la

recente Convenzione siglata tra Silvano, Carpeneto e Serravalle Scrivia sugli appalti e sui lavori pubblici, la cosiddetta C.U.C. (Centrale Unica Committenza): “Abbiamo fatto fronte alla C.U.C. come previsto dalla legge entro il 31 ottobre – risponde prontamente il Primo Cittadino - Si tratta di una centrale unica per l’acquisto di servizi e forniture per i Comuni con a capo Serravalle, in quanto Comune più popoloso con quasi 8.000 abitanti”. A proposito di lavori, vi sono stati degli interventi di rilievo negli ultimi mesi, soprattutto in merito all’alluvione del 2014?: “Il Comune di Silvano ha predisposto tre interventi di un certo rilievo, due dei quali legati ai danni alluvionali – spiega Ivana Maggiolino – Il primo è il parziale rifacimento della riva destra del Piota e l’altra è la risistemazione

Per Natale

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Silvano d’Orba fervono i preparativi in vista delle imminenti festività natalizie. Oltre al tradizionale concerto di Natale, realizzato dal Gruppo Cantachiaro, la SOMS organizzerà il “mercatino del giocattolo usato” e il Comune predisporrà il 22 dicembre uno spettacolo per i bambini con i burattini.

della Strada dei Sette Venti, ormai cronicamente soggetta a continue erosioni causate dall’acqua”. Domandiamo alla nostra interlocutrice con quali risorse siano state effettuati tali interventi: “Il Comune di Silvano vi rientra solo in parte, con un investimento complessivo di 10.000 euro – ci spiega il Sindaco – Il restante è stato assicurato da parte della Regione Piemonte e grazie ai fondi provenienti dall’Unione Europea”. E il terzo intervento?: “Si tratta dello sblocco dei finanziamenti per il P.T.I., cioè il Piano Territoriale Integrato – dice Ivana Maggiolino – Erano finanziamenti già previsti due anni fa ma solo ora è stato possibile renderli disponibili. Grazie a queste risorse potremo mettere in sicurezza l’ex cimitero della Villa Superiore, un intervento per valorizzare un bene artistico e paesaggistico”. Con la variazione di bilancio sono stati predisposti due interventi su due strade. Il primo in Strada San Pancrazio, con la messa in sicurezza per un ammontare di 40.000 euro. Il secondo presso il Brico di San Carlo, davanti all’omonima chiesa, già oggetto di un intervento passato per un valore di 45.000 euro. A proposito di sicurezza del territorio la possibile centrale idroelettrica sul Piota si farà o non si farà?: “Come Comune la nostra posizione è stata, fin da subito, chiara e netta: siamo contrari per ragio-

Alcuni pareri del Sindaco... sulla variazione di Bilancio

“L

e nuove regole del pareggio di bilancio previste dall’articolo 35 del D.D.L. Stabilità 2016 all’esame del Senato, stimolano gli enti locali a investire entro la fine dell’anno l’avanzo di amministrazione accumulato negli anni precedenti per il blocco imposto dal patto di stabilità, il caso appunto di Silvano. La finestra temporale è limitata solo al 31 dicembre, data entro la quale gli Enti dovranno trasformare l’avanzo in “Fondo Pluriennale Vincolato”. Pertanto la variazione di bilancio è stata approvata con applicazione di avanzo di 350.000 euro. Ringrazio gli uffici per il loro grande lavoro visto che saranno impegnati per tutto il mese di dicembre.”.

su doposcuola silvanese

“A

nche quest’anno – ci ha detto Ivana Maggiolino – abbiamo organizzato un doposcuola per i ragazzi delle elementari, un servizio pulman e la mensa. La gestione è affidata alla cooperativa Azimut di Alessandria”.


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l’inchiostro fresco

RONDINARIA

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Capriata d’Orba: grande partecipazione di pubblico per le celebrazioni della SAOMS

Centoquarant’anni di solidarietà D ue giornate all’insegna della fratellanza e della solidarietà, sabato 7 e domenica 8 novembre per celebrare i 140 anni dalla fondazione della Saoms di Capriata d’Orba. Era il 1875, quando due cittadini capriatesi, Camagna e Borgatta lanciarono l’idea di costituire una Società Operaia di Mutuo Soccorso, acquistarono la carta e iniziarono la sottoscrizione che, nel giro di poco tempo, si arricchì di un gran numero di iscritti. Il 2 Dicembre dello stesso anno nella Sala municipale capriatese si radunava il Comitato provvisorio e venivano eletti un Presidente ed un Segretario, nonché una commissione per la preparazione dello Statuto. Da lì a poco l’adunanza generale dei soci approvò il primo Statuto, che riportava la presenza di 55 soci fondatori, tutti maschi. Un giorno memorabile, poiché da quella data anche a Capriata d’Orba si istituì la prima Società di Mutuo Soccorso, fondata sui principi dell’unione e della fratellanza, con l’obiettivo fondamentale del “mutuo soccorso” degli operai, artigiani e agricoltori fra di loro, attraverso la promozione di importanti ed ineludibili finalità, quali l’istruzione, la moralità e il benessere. “Principi morali che ancora oggi, a distanza di 140 anni, non sono venuti meno - afferma Carlo Francesco Campora, Presidente della Saoms capriatese – poiché uno degli obiettivi fondamentali che ispirano la Società attuale è la vita comunitaria, la promozione dell’associazionismo, oggi ancora più che nel passato, attraverso forme ricreative e culturali”. La nuova bandiera affissa alla parete, rappresenta oggi il simbolo di una nuova epoca, che tuttavia ha mantenuto vivi i valori di un tempo e si impegna a preservarli. L’inaugurazione della mostra allestita da Claudio Rotta Loria, dal titolo “Mutuo soccorso e Solidarietà, immagini grafiche ed una fontana”, ha aperto le giornate celebrative, che sono iniziate con la conferenza sul tema: “L’attualità del mutuo soccorso”, alla presenza di Lorenzo Robbiano,

Un progetto per le scuole

L

a Consulta Soms Novesi e Ovadesi in collaborazione con la Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo soccorso, ente afferente alla Regione Piemonte, ha promosso un concorso rivolto a tutti gli studenti delle Scuole secondarie di primo e secondo grado delle zone del novese e dell’ovadese sul tema “L’attualità del mutuo soccorso”, con l’obiettivo di contribuire alla diffusione e ad una maggiore conoscenza tra le giovani generazioni, dei principi e della realtà contemporanea del mutuo soccorso.

studioso di storia locale, Maria Teresa Gotta, Presidente della Saoms e della Consulta Soms di Novi-Ovada, Ivana Tripodi e altre sostenitrici del Comitato Colibrì di Alessandria. Al termine del dibattito, si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati di benemerenza ai Soci ordinari Soams, iscritti dal 1930 in poi. A seguire, la consegna degli attestati ai Soci sostenitori, ed in ultimo è stata omaggiata una targa in segno di ringraziamento da parte di tutti gli associati, al Presidente Campora, per la devozione, l’impegno e la serietà nel portare avanti il suo compito e soprattutto per lo spirito aggregativo che lo ha sempre animato e che infonde costantemente tra i membri del gruppo. Lo spirito di solidarietà e di aiuto viene interpretato oggi, secondo una nuova declinazione dalle sostenitrici del Comitato Colibrì, attraverso la formula del “Microcredito”, cioè un finanziamento a tasso zero, rivolto a coloro che si trovano in temporanea difficoltà occupazionale e di reddito. La giornata di domenica 8 novembre è stata animata dal Corteo, la benedizione della nuova Bandiera Sociale, la Santa Messa e per finire dal tradizionale pranzo sociale, momento di festa e aggregazione di tutti i soci. Marta Calcagno

107 anni a Castelletto d’Orba

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anti auguri a Maria “Milina” Tacchino che ha compiuto lo scorso novembre 107 anni e se li gode in piedi e in piena salute. Ai nostri auguri di uniscono quelli del Sindaco, Mario Pesce, e del Vicesindaco, Amelia Maranzana.

Succede a Bosco... Rubrica a cura di Samantha Brussolo

A

nche Bosco Marengo ha il suo Cervellone! Come in altri 800 locali diffusi su tutto il territorio nazionale, anche al Barcollando, noto locale del Comune alessandrino, è giunto il gioco a quiz multimediale del momento. Sull’onda dei principali format televisivi che tengono incollati allo schermo ogni sera migliaia di persone pronte a mettersi in gioco cercando di indovinare la risposta esatta, il Cervellone riproduce le stesse emozioni provate dai concorrenti in trasmissione direttamente nei locali. Il gioco, al quale si partecipa in squadra, avviene alla presenza generalmente di due persone dello staff; uno che presenta, leggendo le domande a risposta multipla che appariranno nello schermo, e l’altro che invece si occupa di gestire la parte tecnica. Le squadre dovranno così rispondere a domande di cultura generale che spazieranno ad esempio dalla storia alla geografia, dalla musica al cinema, mediante l’utilizzo di pulsantiere in loro possesso. Da spettatori a veri concorrenti con il Cervellone!

Il mercatino dell’antiquariato

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n attesa delle colorate luci del Natale, giornate all’insegna della tradizione e dei ricordi nel Comune di Bosco Marengo. Si è svolto difatti domenica 22 novembre, su organizzazione dell’A.T. Pro Loco di Bosco Marengo, il mercatino dell’antiquariato e dell’usato, alla presenza di molti hobbisti in grado di trascinarci, grazie alle loro esposizioni di pezzi antichi, nelle tranquille e meno frenetiche atmosfere del passato. L’esposizione, tenutasi presso la centrale Piazza del Mercato, luogo da sempre di ritrovo dei boschesi, è stata accompagnata dal buon cibo di stagione come la polenta con pollo in umido, vino e krapfen per tutti. Cibo e storia dunque, quale accoppiata perfetta per una giornata all’insegna del riposo e della tranquillità!

A Silvano d’Orba il Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu” ha presentato il calendario

“L’Armanàculu d’Sirvòu 2016 ”

Nella foto Giovanni Calderone mentre legge a Pier Franco Romero un brano di questo “tócu rèru da luò ”, un pezzo raro da conservare


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RONDINARIA

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Fornaro e Borioli contro i tagli ai trasporti

Preoccupante situazione per i dipendenti del gruppo Michelin

La Francia abbandona Alessandria? Più treni per tutti “A D a quando il 3 novembre la multinazionale francese produttrice di pneumatici Michelin ha ufficializzato un piano per tutto il comparto industriale italiano, piano che prevede la chiusura del sito di Fossano in provincia di Cuneo in cui sono impegnati 400 dipendenti, la chiusura di un reparto nell’alessandrino, quello dei “ricoperti”, con 30 dipendenti ed il ridimensionamento di quello di Torino, con 120 operai, c’è stato un susseguirsi di incontri tra azienda e sindacati ma anche di scioperi, perché, oltre ai lavoratori già citati, vi sono almeno altri 300 somministrati (160 solo in Alessandria) a rischiare la “mannaia” della mancata conferma. Il primo incontro è avvenuto lunedì 16 novembre nella sede di Confindustria a Torino e parrebbe aver portato a una parziale apertura con l’azienda che ha parlato di un piano di investimenti riguardanti anche Alessandria. Si parla di circa 180 milioni di euro a “bilanciare” la chiusura di Fossano e del reparto alessandrino, ma strettamente dipendenti dall’andamento del mercato e pertanto poco sicuri. Perciò i primi a “pagare” per questa situazione potrebbero essere proprio i lavoratori interinali, quasi tutti giovani e con le stesse mansioni dei loro colleghi con contratti più “tutelati”. I sindacati si sono detti scettici nei confronti dell’azienda e proseguiranno con la mobilitazione e gli scioperi. Oltre ai sindacati, chiaramente in prima linea, c’è la Regione Piemonte che “monitora” costantemente la situazione. “La Regione Piemonte proseguirà, in modo continuo, i contatti tra sindacati e la proprietà della Michelin, impegnate nel confronto per evitare le drammatiche conseguenze che avrebbe la chiusura dello stabilimento di Fossano, con conseguente licenziamento di 400 lavoratori, cui si potrebbe aggiungere la perdita di 30 posti di lavoro ad Alessandria e di 129 a Torino. L’obiettivo, naturalmente, è quello di garantire gli attuali livelli occupazionali e mantenere una forte presenza produttiva dell’azienda e del suo indot-

to, sul territorio regionale”. Questo quanto comunicato dall’Assessorato al Lavoro, Istruzione e Formazione professionale, che fa capo a Gianna Pentenero. Daniele Cifalà

bbiamo depositato un’interrogazione al Ministro dei Trasporti sui nuovi e gravi tagli che si profilano per il trasporto ferroviario del basso Piemonte e in particolare nella Provincia di Alessandria”, ha dichiarato Federico Fornaro a margine di una conferenza stampa sulla delicata tematica relativa ai trasporti. Il Senatore dem ha poi proseguito dicendo che: “Le più colpite da ulteriori riduzioni di servizi sembrerebbero essere le direttrici dell’Ovadese e dell’Acquese, sia nelle relazioni con Alessandria, sia in quelle con la Liguria. Ma altri gravi tagli si temono per Novi Ligure,- continua Fornaro - che secondo al-

cune ipotesi verrebbe bypassata dai collegamenti tra Genova e Milano, precludendo così in questo modo a molti pendolari del Novese il collegamento diretto con là capitale lombarda”. Borioli e Fornaro denunciano una sostanziale desertificazione del trasporto ferroviario locale, che chiama in causa certo il gestore dei servizi, Trenitalia, ma anche le responsabilità di Regione e Governo, che hanno il dovere di garantire ai cittadini il fondamentale diritto alla mobilità. “Comprendiamo le difficoltà economiche – affermano i due senatori – ma su certi servizi non si può concedere nulla”. Marta Calcagno

La voce del binario Oltre alla convenzione con il FAI di Alessandria è stato ufficializzato il passaggio catastale definitivo del Complesso al Comune

Importanti novità per il complesso Monumentale

Santa Croce, FAI e Demanio O ttime notizie per Santa Croce, il complesso voluto nel 1566 da Papa Pio V, che mai come in questo periodo sta “rinascendo” grazie ad accordi e nuove collaborazioni. Infatti il Sindaco, Gianfranco Gazzaniga, raggiunto telefonicamente, è orgoglioso di annunciare che: “Oltre alla convenzione firmata il 12 novembre presso il Comune col FAI di Alessandria, che porterà ad un’ulteriore valorizzazione del Complesso Monumentale e del museo Vasariano, il 19 novembre, presso gli uffici del demanio a Torino, è stato ufficializzato il passaggio catastale definitivo del Complesso al Comune: per cui possiamo affermare che Santa Croce torna a casa”. Gazzani-

ga precisa che i lavori di ristrutturazione muraria per la creazione dello spazio da dedicare all’attività di protezione civile per le opere d’arte, verranno terminati entro dicembre, per cui dai primi mesi del 2016 potranno partire i primi progetti che vedranno: “L’indissolubile e indispensabile collaborazione con la SITI di Torino, società del Politecnico partecipata dalla Regione”. Infine il Primo Cittadino boschese dichiara con soddisfazione che: “Questo progetto ci inorgoglisce e sono ben conscio dell’assunzione di responsabilità che ciò comporta”. Daniele Cifalà

Riflessioni «ferroviarie» di Stefano Rivara

Grandi ponti e lunghe gallerie

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alle Alpi alla Sicilia, si continua, da anni, a preferire le grandi opere, ancorché inutili o addirittura fumose, a scapito del trasporto ferroviario per i pendolari. Tra le ultime recenti notizie: ritorna in auge il progetto per il faraonico ponte sullo Stretto di Messina, anche se probabilmente non si farà mai; ma intanto è già costato alle collettività centinaia di milioni di euro in studi e progetti. All’estremo opposto dell’Italia, abbiamo la ferrovia Aosta-Prè San Didier a forte rischio di chiusura. Questo perché la regione (Valle d’Aosta) preferisce finanziare l’inutile aeroporto di Aosta, con un traffico praticamente inesistente, piuttosto che le su linee ferroviarie concretamente utili a pendolari e turisti (e all’ambiente). Tanto che ormai si considera a rischio pure la linea principale, quella che porta al capoluogo di Aosta. Complimenti. Intanto, in Piemonte, sempre e solo parole

sull’eventuale ripristino di alcune linee ferroviarie “sospese”: se ne parlava soprattutto per la Ovada – Alessandria e la Casale Monferrato - Mortara. Sulla Acqui Terme – Genova verrà soppresso l’unico “diretto” e rimarranno solo i treni che effettuano tutte le fermate. Invece, s’insiste con le molto più costose (e lucrose per molti, evidentemente) TAV e Terzo Valico. Si vuole pensare in grande: ponti giganteschi, gallerie lunghissime. Le opere più modeste, che servirebbero davvero, non rientrano nei piani immaginifici di governo e regioni. Tutto cambia perché nulla cambi. Si vede che a molti va bene così.


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Daniela Segale presidente dell’Ente, Simone Franceschi della Comunità del Parco

Prove tecniche sulla “Genova-Casella”

Cambio di vertice al Parco dell’Antola Signori in carrozza I l Parco Regionale dell’Antola ha rinnovato i suoi vertici, con la nomina dei nuovi presidenti dell’Ente Parco e della Comunità del Parco. A succedere a Roberto Costa, che ha ricoperto la presidenza dell’Ente dal 2001 al 2015, sarà Daniela Segale, già presidente della Pro Loco di Torriglia e attualmente nel Consiglio direttivo dell’Unpli (Unione Pro Loco Italiane) della Provincia di Genova. La nomina è arrivata direttamente dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. La scelta è stata oggetto di alcune polemiche, da parte dello stesso Roberto Costa, che era stato indicato come candidato unico alla presidenza da parte della Comunità dell’Ente Parco. Il presidente uscente denuncia infatti come per la nomina: “Sia stato anteposto il criterio dell’appartenenza politica rispetto a tutte le altre valutazioni, nominando una persona da chi era stato indicato dalla Comunità del Parco a ricoprire l’incarico”. Il dubbio, sollevato anche da alcuni amministratori locali, è che le nomine siano avvenute tramite il cosiddetto ‘Manuale Cencelli’, sistema ben conosciuto in Italia che assegna incarichi in proporzione agli esponenti delle diverse forze politiche, sospetto avvallato dal fatto che, quasi in contemporanea all’Ente Parco del Beigua è stato nominato Daniele Buschiazzo, in area centrosinistra, mentre l’Ente Parco Antola è stato assegnato a Daniela Segale, in area centrodestra, vicinissima a Giorgio Bornacin. Una seconda obiezione fatta dall’ex presidente Roberto Costa è sulla ripartizione geografica, in quanto due membri su cinque del Consiglio del Parco provengono dalla stessa località, ovvero Ron-

Daniela Segale è nata a Genova nel 1968. Risiede a Torriglia ed è impiegata nel settore marittimo. É membro del Consiglio di amministrazione dell’Unione nazionale Pro Loco Italiane.

Il saluto di Roberto Costa

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oberto Costa, il Presidente uscente, era già stato alla guida dell’Ente Parco Antola nel lontano 2001, nominato dalla giunta presieduta da Sandro Biasotti e poi riconfermato dalla successiva di Claudio Burlando. Una persona dunque scelta non tanto per la sua appartenenza partitica quanto per la sua conoscenza del territorio. Costa, nel congedarsi dalla sua carica, ha ringraziato i due ex presidenti di Regione che hanno avuto fiducia in lui, tutti coloro che in questi anni lo hanno coadiuvato nella gestione del Parco e tutti i volontari che in questi anni hanno fornito la loro collaborazione.

co Scrivia. Assieme alla nomina del presidente dell’Ente Parco si è svolta quella del presidente della Comunità del Parco, l’organismo che rappresenta i comuni compresi all’interno del territorio del Parco, rappresentanti della Città Metropolitana, dell’Università di Genova e di diverse associazioni del territorio (associazioni di agricoltori, caccia, pesca, ambientaliste, pro loco, ecc..) e la scelta è caduta su Simone Franceschi, sindaco di Vobbia, indicato dal sindaco di Torriglia, Maurizio Beltrami, votato all’unanimità del consiglio della Comunità con la sua sola astensione. La neo-presidente Daniela Segale ha cercato di gettare acqua sul fuoco dichiarando di capire “lo sfogo di Costa, che è una persona che stimo oltre che un concittadino torrigliese, ma dopo tanti anni non è facile lasciare e, rimanendo Roberto Costa nel Consiglio del Parco, lo considero una risorsa che potrà darmi una mano”. La redazione dell’Inchiostro Fresco fa ovviamente gli auguri di un buon lavoro per i prestigiosi incarichi ricevuti, alla neopresidente dell’Ente Parco Daniela Segale e della Comunità del Parco Simone Franceschi confidando che si continui la valorizzazione delle bellezze e delle eccellenze che contraddistinguono il Parco dell’Antola e le sue vallate. Fabio Mazzari La Redazione dell’inchiostro fresco fa i migliori auguri a Daniela Segale per la sua nomina. Al contempo ringrazia Roberto Costa per la sempre splendida collaborazione dimostrataci negli anni.

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l conto alla rovescia sembra stia per terminare: la riapertura della storica Ferrovia “Genova-Casella” è sempre più vicina. Come già anticipato nel numero scorso, con le interviste ai sindaci di Sant’Olcese, Armando Sanna, e di Casella, Francesco Collossetti, nella primavera del 2016 la linea tornerà a funzionare dopo una lunghissima pausa. I primi segnali che finalmente, dopo tanta attesa da parte dei pendolari della Val Polcevera e Valle Scrivia, qualcosa si sta muovendo, vi sono stati all’inizio del mese scorso. Giovedì 6 novembre infatti un locomotore è partito dal capolinea di Piazza Manin a Genova ed è arrivato nel paese dell’alta Valle Scrivia, fermandosi nelle diverse stazioni, con molte persone che, incredule, hanno assistito all’evento. Si è trattato di “prove tecniche” per collaudare i diversi punti che hanno comportato la chiusura per oltre due anni della linea che, come sembra, hanno dato un esito positivo. La ferrovia Genova-Casella, una delle poche linee a scartamento ridotto in Italia, fu chiusa, per lavori, nel novembre del 2013, a causa del rischio di cedimento del ponte in località Fontanassa. Il periodo previsto per questi lavori era stato stimato in circa un anno ma, nell’ottobre e

novembre dell’anno scorso, come è ben noto, l’alluvione colpì duramente il territorio dell’alta Val Polcevera e Valle Scrivia, con diverse frane che si verificarono proprio lungo il percorso della linea. Tutto ciò rese vani i lavori effettuati fino ad allora (ormai quasi completati) e si dovette ricominciare tutto da capo, con un danno enorme per i numerosi pendolari che ogni giorno raggiungono Genova per lavoro e studio, costretti a ricorrere nuovamente alla linea di bus sostitutiva. Durante quest’estate, inoltre, una nuova “grana” si è abbattuta sulla storica linea, con il furto di maniglie e corrimano da parte di ladri mai identificati. Nel frattempo autorità, attività commerciali e semplici cittadini non sono rimasti a guardare. Così per protesta è nata l’idea di scattare un “selfie” davanti ai binari vuoti del treno. Iniziativa che, in pochissimo tempo ha riscosso una marea di adesioni. L’associazione “Amici Ferrovia Genova-Casella” di Andrea Martinelli ha monitorato costantemente, negli ultimi mesi, i lavori sulla linea. Lo stesso Martinelli, da noi raggiunto, spiega che: “Attualmente i lavori sono a buon punto, con la messa in sicurezza delle frane, la ristrutturazione dei caselli delle fermate, gli interventi sul nuovo ponte di Fontanarossa e il consolidamento della sede ferroviaria”. Non rimane quindi che attendere la riapertura ufficiale di questa gloriosa linea. Sul nostro sito ufficiale potete leggere un ampio resoconto dei lavori. Noi de l’inchiostro fresco parteggiamo per una più pronta apertura: non vediamo l’ora di ritornare su quei rossi vagoni!!! Fabio Mazzari


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l’inchiostro fresco Dicembre 2015

Ernesto Cabruna, medaglia d’oro al valor militare

Lo spirito dei tempi 1915 MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

Cento anni fa l’Italia unita

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omenica 22 novembre è stato presentato, nell’ambito delle celebrazioni della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, il ritratto di Ernesto Cabruna, “l’asso dei cieli” nato a Tortona nel 1889, medaglia d’oro al valore militare e sodale compagno di Gabriele d’Annunzio con il quale effettuò “l’impresa di Fiume”. Il ritratto di Ernesto Cabruna è stato eseguito da Cristina Cattaneo ed è stato posto accanto agli altri degli “illustri tortonesi” lungo i portici Frascaroli. Alla presenza di Vittorio Viola, Mons. di Tortona, è stata ricordata così una figura davvero di grande prestigio per la città dell’Oltregiogo. Cabruna infatti fu uno dei veri e propri protagonisti dei primi anni della nostra Aeronautica nella quale entrò a far parte a 18 anni, presso la “Legione Carabinieri di Roma”. Il tortonese partecipò come volontario alla guerra italoturca del 1912, dove fece parte di un contingente che occupò le isole di Rodi e Coo. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, con il rango di brigadiere, venne inizialmente impiegato sull’Altopiano di Asiago nella “10ª Compagnia Carabinieri Mobilitata”. Per il suo eroico soccorso prestato durante la “battaglia degli Altipiani” nel maggio del 1916 (durante la quale gli austroungarici effettuarono pesanti bombardamenti) egli ricevette la medaglio di bronzo al valore militare. In quel maggio “non più radioso” chiese di diventare un pilota d’aereo. Nel tardo giugno del 1917, con il grado di maresciallo, Cabruna, ottenuto il brevetto di pilota, si trovò subito impegnato in aspri combattimenti al fronte, il più famoso dei quali fu quello sopra Conegliano del 29 marzo 1918 che gli fece ottenere la promozione a sottotenente (Cabruna attaccò da solo una

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formazione austro-ungarica composta da un bombardiere e da ben dieci caccia). A memoria di questa impresa, il celebre Achille Beltrame disegnò la copertina a colori della Domenica del Corriere dell’8 settembre 1918 intitolata “1 contro 11”. Al termine della guerra, entrò nell’orbita di Gabriele d’Annunzio che, grazie allo “spregio del pericolo e all’ardor pugnace” dimostrato a Fiume, gli consegnò la “Medaglia d’oro della Marcia dei Ronchi”. Dopo che Fiume divenne italiana, il 24 maggio 1924, Ernesto Cabruna, richiamato con il grado di capitano della Regia Aeronautica, venne insignito della medaglia d’oro al valor militare, oggi conservata presso il museo D’Annunzio Eroe al Vittoriale. Durante la Seconda Guerra Mondiale ebbe numerosi contatti con la Resistenza e, in occasione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, fu ricercato dalle SS e dalla milizia fascista. Finì i suoi giorni a Rapallo, nel 1960, sereno e in pace con se stesso. Cabruna fu un “uomo tutto d’un pezzo” di un’Italia che, forse, non c’è più e un vero esponente dello “spirito dei tempi”.

on questo nostro numero terminiamo, nell’anno del Centenario dall’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, le pagine dedicate al ricordo della Grande Guerra. Una guerra che sbandierata nel nostro Paese come “quarta guerra d’indipendenza”, ovvero utile al conseguimento dell’Unità Nazionale con la futura acquisizione dei territori “irredenti” del Trentino Alto-Adige e del Friuli-Venezia-Giulia, si sarebbe potuta evitare. Infatti, secondo recenti documenti, l’Austria avrebbe ugualmente concesso “Trento e Trieste” al nostro Paese se non fossimo entrati in guerra (dato che, nel decennio precedente, nonostante l’alleanza con gli Imperi Centrali – la Triplice Intesa - la posizione nazionale fu ondivaga, divisa filo austrotedeschi e filo anglo-inglesi). Quindi, venuto a mancare il cosiddetto “casus belli”, perché questo conflitto risultò così cruciale per il nostro Paese? Perché nel fango delle trincee del triveneto si consolidò, nel modo forse più drammatico, lo spirito nazionale a partire dalla conoscenza tra genti provenienti da ogni angolo della Penisola, facendo affermare l’uso della lingua italiana. Per la prima volta piemontesi e siciliani, laziali e veneti si ritrovarono a ridosso dei reticolati o arroccati sui monti a condividere un medesimo destino, suolo e appunto lingua. Nella Grande Guerra, tragicamente, si può dire che si fecero gli italiani, come aveva profetizzato Massimo d’Azeglio. Alla luce dei recenti sconvolgimenti internazionali, guarda caso originatisi anch’essi, come dicono autorevoli studiosi (Eric Hobsbawm), dalla Grande Guerra, non ci resta che dire che, ricalcando le parole del grande uomo politico romano Cicerone “Per conoscere il futuro occorre ripensare il passato”. La Redazione

Speciale la

I figli di Fresonara

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resonara li ha ricordati tutti, quel soleggiato e freddo 1° novembre. A dire il vero non li aveva mai dimenticati. Ma la scusa di avere continui impegni dava il permesso di rimandare di anno in anno il dovere di offrire, per qualche minuto, il nostro cuore alle 19 vittime della Prima Guerra Mondiale riportate sulla consunta lapide del Monumento ai Caduti. Certamente non saranno stati tutti eroi. Probabilmente avranno avuto paura quando per l’ultima volta udirono l’ordine perentorio degli ufficiali intimare di uscire dalla trincea, per lanciarsi, forse, in un ennesimo attacco suicida. Ma proprio per questa loro fragile umanità è nostro dovere non dimenticarne il sacrificio. Troppo piccoli per poter modificare quella Grande Storia che per compiersi ha dovuto e voluto passare anche attraverso il loro corpo. Nella nostra ricerca li abbiamo trovati riversi sull’Isonzo, sul Grappa, sul Cengio, sul San Michele… Li abbiamo sentiti agonizzare negli ospedali da campo. Abbiamo visto le lacrime delle loro madri, dei figli, delle mogli. Abbiamo sentito l’urlo strozzato dei padri e dei fratelli. Ecco perché bisognava gridare il loro nome. Nella tragedia hanno avuto la consolazione di poter essere rimpianti come uomini, e non come numeri. Quell’esercito che il 24 maggio marciava per raggiungere la frontiera aveva il fucile in spalla e un nome nel petto. Borsano Giovanni di Giacomo - capitano di complemento 38° reggimento fanteria nato il 5 ottobre 1883 a Fresonara, morto il 12 novembre 1915 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Decorato di medaglia d’argento al valor militare. Borsano Cesare Andrea di Domenico - tenente in servizio atti-

vo, 2° reggimento alpini, nato il 17 maggio 1895 a Fresonara e morto il 5 luglio 1917 nella 47ª sezione sanità per ferite riportate in combattimento. Decorato di medaglia di bronzo al valor militare. Gamaleri Enrico di Augusto - tenente di complemento, 43° reggimento fanteria, nato il 18 marzo 1895 a Fresonara e morto il 25 maggio 1917 sul Monte Santo per ferite riportate in combattimento. Decorato con medaglia d’argento al valor militare. Gamaleri Angelo Pio di Nicolò - sergente allievo ufficiale 1° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 16 dicembre 1889 a Novi Ligure e morto il 7 novembre 1917 a Rovigo per malattia. Barisone Carlo di Giovanni - soldato 1° reggimento fanteria nato il 31 agosto 1889 a Fresonara, morto il 9 dicembre 1918 nell’ospedale da campo n.013 per malattia. Barisone Domenico di Giovanni Battista - soldato 155° reggimento fanteria, nato il 10 luglio 1885 a Fresonara, morto il 15 ottobre 1915 sul monte San Michele per ferite riportate in combattimento

Arquata Scrivia e i s ELEONORA GATTII

A

@ @viaggiatrice191

d Arquata Scrivia domenica 8 novembre è stata inaugurata nella sala consiglio del Comune la mostra storica “Arquata nella Grande Guerra”. L’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici dell’Arte di Serravalle Scrivia, dell’Associazione Culturale “Giovanni Ponta” di Rigoroso, ma anche i cittadini così come alcuni storici del territorio hanno contribuito in maniera notevole alla riuscita dell’evento. Durante la manifestazione inaugurale è intervenuto il Sindaco, Paolo Spineto, ringraziando tutti quelli che hanno collaborato, e che hanno reso possibile il recupero dei reperti d’epoca, ricerca tutt’altro che facile, data la difficoltà nel

rintracciare i parenti dei caduti in guerra cento anni fa. Il primo cittadino ha ricordato, inoltre, l’importanza della mostra come testimonianza di chi si è ferito, o ha perso la vita combattendo per il proprio Paese. In molti hanno voluto presenziare durante l’inaugurazione, gli ufficiali delle forze armate, i carabinieri, gli assessori comunali, le associazioni combattentistiche e d’Arma, così come molti alunni delle classi di Arquata accompagnati dalle maestre. Da ammirare nella mostra le foto degli ospedali di guerra del medico Giacomo Sorelli, le immagini del cappellano militare Luigi Simonotti e, grazie al contributo dell’Associazione Nazionale Alpini, è stato possibile ricostruire il periodo in cui l’esercito britannico si insediò alle Vaie.


l’inchiostro fresco

Dicembre 2015

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Una riflessione di Federico Cabella

2015 Je suis humaine

Grande Guerra

A Pegli la mostra di Ovada

Ricerca a cura di Dom&Nico BISio

(sepolto a Redipuglia sacrario militare). Bocca Giuseppe di Pietro - soldato 160° reggimento fanteria, nato il 13 marzo 1895 a Fresonara, disperso il 20 maggio 1917 sul Monte Vodice in combattimento. Bricola Lorenzo di Luigi - soldato 38° reggimento fanteria, nato il 29 aprile 1894 a Fresonara e morto il 17 aprile 1917 nella 7ª sezione di sanità per ferite riportate in combattimento (sepolto a Oslavia sacrario militare). Castellari Carlo di Vincenzo - soldato 6° reggimento bersaglieri, nato il 27 giugno 1891 a Castel San Pietro dell’Emilia e morto il 29 maggio 1917 sul Monte Vodice per ferite riportate in combattimento. Ferrarese Giovanni Battista di Domenico - soldato 155° reggimento fanteria, nato il 18 dicembre 1888 a Fresonara e morto il 19 ottobre 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combatti-

suoi caduti

mento. Ferrarese Oreste di Giuseppe - soldato 138° reggimento fanteria nato il 13 dicembre 1897 a Fresonara, morto il 23 febbraio 1918 sul Monte Grappa per ferite riportate in combattimento (forse sepolto a Bassano del Grappa sacrario). Ferrari Antonio di Giuseppe soldato 78° reggimento fanteria nato l’11 luglio 1889 a Fresonara e morto il 4 settembre 1917 sul campo per ferite riportate in combattimento. Giavino Alessandro di Annunziato - soldato 2ª compagnia di sanità, nato l’8 ottobre 1881 a Fresonara, morto il 27 maggio 1917 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Giracca Giuseppe di Giovanni Battista - soldato 139° reggimento fanteria, nato il 7 marzo 1886 a Fresonara e morto il 10 agosto 1918 nell’ospedale da campo n. 085 per malattia. Lume Giovanni Battista di Giuseppe - soldato 251ª compagnia mitraglieri Fiat, nato il 14 settembre 1895 a Fresonara e morto il 15 giugno 1918 sul Montello per ferite riportate in combattimento (sepolto a Norvesa della Battaglia – sacrario Montello). Lume Giuseppe di Clemente - soldato XXIII reparto d’assalto, nato il 16 giugno 1897 a Fresonara, disperso il 6 giugno 1917 sul medio Isonzo in combattimento. Massarioli Pietro di Antonio - soldato 23° reggimento fanteria nato il 14 agosto 1899 a Fresonara, disperso il 15 giugno 1918 sul Monte Solarolo in combattimento. Sulla lapide ne risulta uno, ma negli elenchi dei caduti risultano due fresonaresi con lo stesso nome e cognome: 1 - Repetto Antonio di Stefano - soldato 132° reggimento fanteria,

nato il 3 luglio 1895 a Fresonara e morto il 3 novembre 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento. 2 - Repetto Antonio di Giuseppe - soldato 38° reggimento fanteria, nato il 7 ottobre 1887 a Fresonara e morto il 27 giugno 1915 sul Monte Sabotino per ferite riportate in combattimento. Verde Alessandro di Giuseppe soldato 3° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 1° settembre 1894 a Fresonara e morto il 25 febbraio 1916 sul Monte Cengio in seguito a caduta di valanga (sepolto a Pocol sacrario militare). Non segnato sulla lapide, ma riportato negli elenchi dei caduti, risulta anche il fresonarese: Ferrari Battista di Pio - soldato 32° reggimento artiglieria da campagna, nato il 5 gennaio 1895 a Fresonara e morto il 14 novembre 1917 sul Piave per ferite riportate in combattimento. Infine vogliamo anche ricordare un maestro elementare di Alluvioni Cambiò che, prima di partire per la guerra, insegnava a Fresonara: Corradi Ettore di Pietro - sottotenente di complemento 37° reggimento fanteria, nato il 15 maggio 1890 ad Alluvioni Cambiò e morto il 15 maggio 1917 nell’ambulanza chirurgica d’armata n. 1 per ferite riportate in combattimento sulle alture di San Marco. Cento anni dopo la Canzone del Piave porta ancora, insieme agli altri 600.000, anche i nomi dei Caduti fresonaresi. Ma l’Inno d’Italia cantato dagli alunni della Scuola Primaria quel soleggiato, freddo 1° Novembre sia la speranza di non dover più riscrivere altre lapidi.

L

a Mostra “Ovada e l’Ovadese nella Grande Guerra” curata presso la Loggia di San Sebastiano dall’Accademia Urbense e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ovada dall’11 ottobre fino al 4 novembre scorso, dopo l’enorme successo di visitatori che ha riscontrato con circa quattromila presenze tra classi delle scuole cittadine e singole persone, (compreso il Vescovo della Diocesi di Acqui Terme Mons Piergiorgio Micchiardi) proveniente da ogni parte dell’Italia settentrionale, continua in parte a Genova Pegli. Tutto il materiale esposto è stato infatti restituito ai possessori, mentre una decina di pannelli a colori della misura 70 x 100 cm. di proprietà dell’Accademia Urbense sono stati consegnati al “Museo della batteria” di Pegli nella sede del Coordinamento Ligure Studi Militari ricavata dai soci e dove verso la metà di dicembre si svolgerà una mostra sulla Grande Guerra a Genova. Ciò è stato reso possibile grazie all’intervento del socio dell’Accademia Urbense Andrea Gandino che è venuto in contatto con il Generale Luciano Repetto, già Capo di Stato Maggiore della Divisione Corazzata “Centauro”. Repetto che frequenta la zona, avendo una residenza estiva a Tagliolo Monferrato, oltre ad avere discendenti della zona, già si era reso disponibile a prestare del materiale per la mostra di Ovada ed ha tenuto anche una conferenza il 17 ottobre nell’ambito delle iniziative collaterali sul tema. “Le operazioni di pace a 100 anni della Grande Guerra”. Da qui è nata questa collaborazione con l’Accademia Urbense di Ovada che porterà non solo a nuove conoscenze culturali, ma potrà ampliare la meritevole azione che l’Associazione di Ovada svolge con attenzione da anni su tutto il territorio che ormai supera i confini della zona. (l.r.)

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L

a mediocrità dell’attuale classe politica, già evidente al di fuori di ogni sospetto, si misura con precisione nelle situazioni di crisi. A seguito dei terribili attentati parigini, assieme alle parole di cordoglio si distinguono i soliti commenti, ignoranti e pretestuosi, di alcuni nostri governanti o presunti tali (Dio ce ne scampi!). “Dobbiamo chiudere le frontiere” sentenzia qualcuno, “Bisogna radere al suolo lo Stato islamico” risponde qualcun altro, per non essere da meno. Senza specificare ulteriormente che il sedicente stato islamico che promuove attacchi terroristici in tutto il mondo nasce proprio nell’Iraq, ridotto a polveriera in seguito alla caduta del raìs Saddam Hussein. Operazione maldestramente condotta dagli Stati Uniti col docile appoggio del Governo Italiano. E ora, dunque, come ci si dovrebbe comportare? Chi bisognerebbe attaccare? La popolazione inerme di quei luoghi, ormai prostrata da decenni di continue lotte? Al sangue si risponderebbe col sangue, come nella più burbera delle vendette. Senza contare che in questo modo si farebbe il gioco dei terroristi, che non aspettano altro che un buon motivo per aizzare i civili, colpiti dalle bombe, contro i “crociati” che li hanno attaccati. L’argomento della chiusura delle frontiere risulta puerile nel tentativo di cavalcare l’onda lunga della quanto mai

attuale questione dei profughi. Posto che i migranti sono utili alla crescita economica del nostro paese, come ci impone la dittatura del Pil - non parliamo di valori di solidarietà e accoglienza, pensando di non trovare terreno comune con i nostri interlocutori politici -, e che fra di essi potrebbe esserci benissimo qualche infiltrato terrorista, chiudere le porte del paese significherebbe non già risolvere il problema dell’immigrazione, che ci sarebbe sempre, ma favorire quella clandestina, senza controlli, magari parziali, ma che comunque già avvengono. Tuttavia pare che si preferisca continuare così, a speculare su quel risicato “chissà-quanto” percento per avere più potere di contrattazione in Parlamento. In questo modo i salotti delle trasmissioni televisive dedicate alla strage, nella conseguente diretta continua che non si capisce se serva più a esasperare gli animi degli spettatori o a fare pubblicità ai terroristi, si affollano di cinici personaggi che aggiungono morbosi dettagli all’orrore e invocano punizioni per il nostro orgoglio ferito. Evitando accuratamente di chiedersi come mai dei ragazzi, nati a Parigi o in qualsiasi altro posto d’Europa, educati nelle nostre scuole e cresciuti insieme a noi, decidano di farsi saltare in aria nel nome di Allah. Federico Cabella


l’inchiostro fresco Dicembre 2015

Linea Grafica - Fresonara

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Natale nell’Oltregiogo Dal 19 dicembre al 10 gennaio 2016 le opere di Leardo Traverso ed altri artisti in mostra

Nella Chiesa di San Gualberto di Vara

Un Presepe d’incanto a Voltaggio Aria natalizia A N

Voltaggio in occasione delle Festività Natalizie, apre la Mostra “Il Presepe Incanta” che rinnova l’appuntamento con l’arte e la tradizione secolare dei Presepi italiani. La manifestazione si svolge dal 19 Dicembre 2015 al 10 Gennaio 2016 presso il Convento dei Frati Cappuccini, gli Oratori di Sant’Antonio Abate e nella Chiesa Parrocchiale di N.S. Del Gonfalone. Curatori dell’esposizione sono Angela Bagnasco, Emilio ed Elio Burri, Jo e Sandra Cavo, Luciana Scarone, Emma e Rosa Traverso, Leardo Traverso. Caratteristici presepi sono inoltre visitabili presso la Sala “Il Castello” e lungo le vie del paese. L’evento è organizzato dall’“Associazione Onlus L’Arcangelo” con il contributo di Beni Culturali Cappuccini Genova, Comune Voltaggio, Presidenza Consiglio Regionale Piemonte, Fondazione Cassa Risparmio Alessandria, Viscol Spa. Si ricorda inoltre che sono aperte presso il Convento dei Frati Cappuccini le iscrizioni per il tesseramento 2016 a sostegno dell’attività dell’Associazione nella Pinacoteca di Voltaggio. Leonardo Bisio

llo a Sasse e l a t a N ostro con il n lerici C Matteo

Nel racconto di Giorgio Dalpian il ricordo di un tempo che fu

Natale al profumo di Genova V

orrei ricordare alcune tradizioni che purtroppo si stanno perdendo: l’albero di natale “genovese” fatto con una bella e grossa “ramma” d’alloro. Sì, proprio alloro profumato piantato in un vaso di terracotta fasciato con un bel foglio di carta colorata: la cosiddetta carta zucchero. Poi l’addobbo. Non palline di plastica o finta neve ma venivano appesi mandarini, arance, pere martin sec, mele carle, fichi secchi (tutto infilzato con una sorta di gancetto). Poi l’albero raggiungeva l’apice della perfezione, quando venivano aggiunti torroncini, caramelle, grossi cioccolatini fasciati in stagnola luccicante e pure i nastrini bianchi&rossi: i colori di Genova. Un ramoscello d’alloro di questo albero finiva poi sopra il pandolce alla fine della grande festa. Il taglio “du pandöçe” era un rito: il più giovane lo tagliava, il più anziano lo distribuiva ai convitati. E buon appetito!!!

atale è, come tutti sappiamo, una delle feste più importanti del calendario cristiano ma non solo. Infatti, con alle spalle due millenni di storia, questa ricorrenza è entrata a far parte della cultura stessa della nostra società, riempiendo quei giorni a cavallo del nuovo anno di un’atmosfera magica e piena di soprese. E quale atmosfera più ricolma di soprese di quella che, grandi o piccini non importa, si respira davanti ad un bel presepe, magari ricco di statuine e di piccole miniature che rappresentano, ancora meglio del vero, la capanna di Betlemme oppure la bottega del fornaio, il laboratorio del maniscalco oppure il cortile con le galline. Un presepe davvero magico per la redazione de “l’inchiostro fresco” è quello che abbiamo scoperto nella Chiesa di San Giovanni Gualberto a Vara Inferiore, nel Comune di Urbe, in provincia di Savona. A Vara Inferiore, oltre al presepe, la gentile Lorena dell’omonimo Albergo Vara ha saputo donare un’atmosfera da fiaba grazie ai suoi ineffabili “varelfi”, gli elfi custodi della valle dell’Olba assieme ai “beig” del monte Beigua e Tariné. Ma si parlava del presepe. Questa sensazione di “storia dal sapore antico e affascinante” è donata proprio dal presepe custodito nella chiesa. Un presepe meccanizzato che ripercorre un’intera giornata, dalle tenue rosee luci dell’alba sino alla notte più profonda. Come quest’estate abbiamo filmato nel nostro video “Terrori e meraviglie dalla Valle dell’Orba”, questa rappresentazione si

contraddistingue anche per il perfetto movimento delle sue statuine: vi è una donna che vende dei tessuti, un falegname che sega un tronco d’albero ed anche un simpatico asinello che fa girare una macina. Un mondo perfettamente citato, con cura e amore per i particolari. Quando, nel torrido luglio del 2015, il “diretur” Gian Battista Cassulo si trovò di fronte a questo spettacolo, disse quasi soprappensiero: “Anche se fuori ci sono quasi quaranta gradi, guardando questo presepe si sente voglia del calduccio di una stanza con un bel fuocherello, proprio come se nevicasse”. In fondo questo è il presepe: un teatro che mette in scena plasticamente una rappresentazione, sia sacra che profana. Perché oltre alla sacra famiglia ci sono anche tutte gli altri personaggi, dai lavoratori ai soldati fino agli animali che sono parte integrante di quel piccolo mondo antico. A Vara Inferiore per vivere un “sogno di un mattino di mezzo inverno” basta varcare la porta di una chiesa. Eleuterio


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Natale nell’Oltregiogo

l’inchiostro fresco Dicembre 2015

La principessa Gavia

Bianchi, Turchini e Rossi: la storica ricchezza di Gavi

Le tre Confraternite G avi è una città in cui letteralmente ad ogni angolo la società si mescola con la fede. Infatti vi sono presenti da quasi più di 600 anni ben tre confraternite: la Confraternita dei Bianchi, la Confraternita dei Rossi e la Confraternita dei Turchini.

La Confraternita dei Bianchi

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a Confraternita dei Bianchi, secondo i documenti e i capitolati, è quella di più antica fondazione ed è caratterizzata dall’uso della tonaca di colore bianco, alternata alla cappa di colore nero, quest’ultima utilizzata per l’accompagnamento dei defunti, nel suggestivo corteo delle donne vestite di nero durante la processione eucaristica dell’ottava del Corpus Domini. I Bianchi si sono sempre contraddistinti per opere che potremmo definire di “pubblica utilità”. A loro spettava la gestione dell’ospedale (costruito attiguo all’oratorio), la sepoltura dei defunti meno abbienti e dei prigionieri del Forte. Inoltre si occupavano anche del “Monte del grano”.

La Confraternita dei Turchini

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li archivi attestano la nascita della Confraternita dei Turchini attorno alla seconda metà del Cinquecento. Contraddistinti anch’essi da un forte ruolo sociale, ai Turchini venne affidata la delicata gestione del “Banco di Pietà”, organo che concedeva prestiti senza praticare alcun interesse nei riguardi di chi fosse in ristrettezze economiche. A conferma di quest’antico ruolo vi è l’insegna posta all’ingresso dell’oratorio, su cui si può leggere “Monte Pio”. Inoltre, oggi conservata nella sala consiliare dell’Edificio Comunale, i Turchini

conservavano i preziosi dati in pegno in una poderosa cassaforte in legno e doghe di ferro.

La Confraternita dei Rossi

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a Confraternita della Santissima Trinità, meglio conosciuta come Confraternita dei Rossi, sorse attorno ad una cappelletto situata in zona Alice, quasi sulla riva del torrente Lemme. Secondo noti studiosi, i Rossi erano la confraternita più numerosa, forse perché, assieme alla Confraternita di “Morte et Oratione” (quella dei Bianchi), i Rossi gestirono sia il “Monte di Grano” che anche un forno, costruito nel 1670, ed abito a casa e cascina a uso negozio. Dopo dieci anni di intenso utilizzo, nel 1680, i Rossi la diedero in affitto con l’obbligo di vendere il pane e i generi alimentari a prezzo basso.

Le Confraternite unite nell’emergenza

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a le Confraternite oggi sono vive più che mai. Infatti, senza citare i numerosi appuntamenti religiosi o le manifestazioni organizzate dall’Associazione “L’Oltregiogo”, nel 2003, a seguito del sisma che colpì la Chiesa di San Giacomo, gli oratori dei Bianchi, dei Turchini e dei Rossi hanno fatto sì che le celebrazioni liturgiche proseguissero, grazie al proprio impegno personale ed ai loro mezzi. Un’azione questa che, per citare Maurizio Monero, curatore di uno speciale realizzato in collaoborazione con la Banca Carige, rientra perfettamente: “In linea con i loro cinque scopi fondamentali: il culto, la carità, la penitenza, la catechesi, l’evangelizzazione, con in aggiunta la missione peculiare della promozione del culto pubblico”. Eleuterio

L’edicola de “Il Forte” “l ’inchiostro fresco” ormai da diversi anni è “arrivato” anche a Gavi e tra i punti di distribuzione spicca, sia per numero di copie lasciate a disposizione, sia per la cortesia che con-traddistingue i gestori, l’edicola del centro commerciale “Il Forte”. Situata in una posizione strategia, ovvero in via Serravalle, quest’edicola serve, oltre che l’intero contado di Gavi, anche tutte quegli utenti che, arrivando dalla vallee Scrivia o val Borbera, vanno in direzione di Novi e viceversa. a. Un’edicola anche tabaccheria che si è imposta nel corso del el tempo come un vero e proprio “punto di informazioni sul mondo intero”.

L

a redazione de “l’inchiostro fresco” ringrazia l’Amministrazione comunale di Gavi e l’Associazione Esercenti gaviesi per il supporto fornitoci per queste pagine.

Bailo s.r.l.

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“Professionalità nel costruire per abitare meglio” t Edilizia residenziale t Impianti industriali t Fognature, acquedotti t Impianti sportivi t Movimento terra, demolizioni t Materiali edili Sede Amministrativa: Via Nino Bixio, 10 - NOVI LIGURE (AL) Magazzino Deposito: SS 35 BIS dei Giovi, angolo via Ghiare - BOSCO M.GO Tel. 0143 31.40.88 - Fax 0143 70.350 - info@bailocostruzioni.it

C’

era una volta lt una principessa. Così iniziano molte fiabe e anche per la storia di Gavi si potrebbe utilizzare questa frase. Infatti, narra la leggenda, che nel VI secolo d. C. una principessa di rara bellezza, Gavia, figlia prediletta di Clodomiro, re dei Franchi e di Giunteca, figlia del re dei Burgundi, si sposò per amore con un bel giovine di

um in tan fam terna quanto con quella e si rifugiò in val Lemme ne sorpresa dagli armig domiro e poco ci manc fosse passata a fil di spa soccorso sopraggiunse dei Goti, Amalasunta, la soltanto la liberò dalla s


mili ili origini, ii i contrasto nto con la miglia paa materna, e. Qui vengeri di Clocò che non ada. In suo la regina a quale non soldataglia

Natale nell’Oltregiogo ma le assegnò anche il potere sul contado della val Lemme. Gavia, in compagnia dell’amato compagno, eresse così, su un picco roccioso, un maniero che dominava tutta la vallata e lì, governando bene sui suoi cari sudditi, coltivò il suo grande amore. Su quel roccione oggi si posa l’antico borgo che da quell’avventura “romantica” prese il nome di “Monserito”, dal francese “Mon Cheri” ed ancora ai giorni nostri, camminando per le sue vie, si respira quella grande storia. Ma perché Gavi si chiama così? Perché , proprio per onorare la memoria di quella principessa cortese, gli abitanti di quel borgo vollero dare a tutto il paese il nome di Gavi conferendo l’appellativo di “Cortese” al vitigno che oggi dà origine al celebre bianco “Gavi”.

l’inchiostro fresco

Dicembre 2015

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orrei per quest’anno che tutti, grandi e piccini, siano più buoni. Vorrei non vedere più altri bambini soffrire la fame, non vorrei più dover assistere a guerre e bombardamenti in ogni parte del mondo e sono stufo di dovermi svegliare con la paura che tutto, in pochi secondi, possa precipitare nell’orrore. Chissà se tu, caro Babbo Natale, che sei infinitamente buono, puoi riuscire a far esaudire i miei desideri? Nell’attesa di un tuo segno, ho deciso di fare così. D’ora innanzi cercherò di fare arrabbiare il meno possibile i miei genitori, cercherò di essere rispettoso degli altri senza dover rinunciare alle mie idee ma, attraverso domande e risposte, parlando e discutendo, comunicare con tutti. Forse è poco, forse è molto, ma magari a qualcosa serve. Vuoi vedere che i grandi nel guardare noi piccoli “comportarci bene”, non ne prendano esempio una volta per tutte e la piantino lì di fare casino? Un bambino troppo cresciuto

Sentiero della Val Lemme G

avi e il territorio circostante hanno sempre goduto di un’invidiabile posizione così come sono “baricentrici” rispetto al porto di Genova e alle distese della Pianura Padana. Proprio per quest’ubicazione così particolare, da Gavi e per Gavi, si sono, nel corso dei secoli, diramate numerose strade che vennero utilizzate nei tempi andati per il commercio del bene più prezioso: non l’oro, bensì il sale. E proprio su queste vie del sale sono stati oggi tracciati dei percorsi che si possono attraversare per una salutare passeggiata o per un appassionante giro in bicicletta. Il più famoso di questi sentieri è il “Sentiero della Val Lemme” che si sviluppa su un percorso di quasi 80 km, dalla sorgente del torrente Lemme al passo della Bocchetta fino alla confluenza a Predosa con il fiume Orba. Un suggestivo percorso in mezzo alla natura che bene si interseca con altri percorsi, come la rete sentieristica esistente presso il “Parco delle Capanne di Marcarolo” . In collaborazione con il Rotary Club di Gavi

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l’inchiostro fresco Dicembre 2015


In un interessante convegno promosso dai pentastellati novesi si è discusso sul tema “Rifiuti a km zero”

Novi Ligure: il M5S boccia il teleriscaldamento I niziamo dall’antefatto: mercoledì 23 settembre il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha accolto la proposta dell’azienda Acosì di realizzare il teleriscaldamento per alcune aree della città. Questo intervento, nelle intenzioni, si inserisce all’interno del progetto PAES (Piano d’azione per l’energia sostenibile), sottoscritto dalle autorità locali, che si propone un abbattimento del venti per cento delle emissioni di CO2 entro il 2020. Mancando, però, un’adeguata informazione riguardo a questo intervento, il Movimento Cinque Stelle di Novi Ligure ha deciso di organizzare, sabato 2 novembre, presso la Biblioteca di Novi Ligure, una giornata “tecnica”, in modo da poter mettere al corrente i cittadini riguardo ai problemi e ai vantaggi che presenta questo nuovo investimento di oltre quattro milioni di euro. L’introduzione è stata affidata all’ingegner Andrea Pernigotti che ha spiegato in che cosa consiste il teleriscaldamento: in soldoni, la distribuzione, attraverso un sistema di tubi interrati, di acqua calda, proveniente da una centrale di produzione, agli edifici che necessitano di riscaldamento. È stato, infatti, evidenziato come la più grande fetta del progetto e delle risorse (oltre il cinquanta per cento) sia stata investita nel teleriscaldamento delle zone di Via Crispi e del Museo dei Campionissimi. I maggiori beneficiari dovrebbero essere gli impianti sportivi, le scuole e gli edifici dell’edilizia economica popolare. Ma a questo punto sorgono i dubbi dell’ingegner Pernigotti: “si tratta di un investimento elevato, che non garantisce vantaggi, nemmeno in termini di riduzione delle emissioni, rispetto ai vecchi impianti”. Non da meno è l’intervento della consigliera comunale Lucia Zippo, maggiormente tarato su argomenti politici: “l’azienda Acos,

promotrice del progetto, è una partecipata del Comune. Se non riuscisse a far fronte agli impegni economici, si attingerebbe dalle casse pubbliche e quindi sarebbero ancora una volta i cittadini a pagare. Inoltre il finanziamento, già oneroso, potrebbe crescere nel tempo. In questo caso ci si rifarebbe sui consumatori finali, che vedrebbero aumentare le tariffe”. A completare il giudizio, nel complesso negativo, fornito dal convegno è intervenuto Paolo Tkalez, coordinatore della Commissione Energia e Impian-

ti dell’Ordine Ingegneri di Torino: “Il teleriscaldamento non rappresenta una priorità – ha detto – e incide veramente poco sulle emissioni di CO2. Non si tratta di un investimento volto al risparmio e, colpo di grazia finale, presenta un ammortamento dei costi in circa trent’anni. Un periodo di tempo troppo lungo: non possiamo sapere come evolverà la situazione in un così lungo lasso di tempo”.

Energy day

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enerdì 27 novembre si è svolto l’incontro, promosso dall’Amministrazione Comunale, in merito alle politiche di risparmio energetico da adottarsi per i prossimi anni. Numerosi gli argomenti toccati, con una particolare attenzione per “il possibile ripensamento e rilancio del bike-sharing” e la decisione di “puntare sul teleriscaldamento, operazione che sta facendo bene in tutta Italia”. Mattia Nesto

Federico Cabella

Senza una politica ecologica e senza l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili, uno scenario apocalittico

Il futuro della Terra? Un’enorme Isola di Pasqua MATTIA NESTOO

@Mattia Nesto

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li interventi previsti nel pomeriggio sono stati affidati a Fabrizio Gallo, Capogruppo e Consigliere Comunale novese del MoVimento Cinque Stelle (M5S), Roberto Cavallo, Vice Presidente del Comitato Scientifico del Piano Nazionale sulla Prevenzione dei Rifiuti, e Mirko Busto, attuale portavoce e Deputato (anche se i consiglieri pentastellati preferiscono dire “cittadino”, ndr) per il M5S e componente dell’Ottava Commissione Permanente sui rifiuti. L’argomento principale è stato il riciclo dell’immondizia che, come più volte ribadito dagli stessi conferenzieri, è sempre e comunque preferibile, anche in termini economici, rispetto al suo conferimento in discarica. “Dobbiamo cercare di comprendere come sia giunto il momento di modificare il nostro paradigma culturale – afferma Fabrizio Gallo – Ovvero non dobbiamo parlare più in termini di rifiuti

L’Isola di Pasqua è un’isola vulcanica al largo delle coste del Cile colonizzata tra l’800 e il 900 d.C. da alcuni esploratori polinesiani, provenienti dalle Isole Figi del Pacifico meridionale. Sino al 1200 d.C. gli abitanti vissero in armonia con la natura circostante ma la necessità di costruire i “moai”, ovvero le enormi teste rituali, portò al costante depauperamene delle risorse ivi presenti.

ma di risorse: perché ciò che si getta nel cestino può in quasi tutti i casi, se debitamente trattato, divenire risorsa per qualcun altro: l’economia lineare, io consumo e poi butto, deve diventare – prosegue il consigliere pentastellato – economia circolare, io consumo, riciclo, qualcun altro ottiene risorse”. Roberto Cavallo, ingegnere in agraria, forte della sua esperienza tramite la “Cooperativa ERICA”, ha ricordato che: “Andando avanti di questo passo, con le odierne emissioni di anidride carbonica (CO2) – spiega Cavallo – la temperatura globale media della Terra è destinata a salire, con conseguenze catastrofiche per tutti noi: la sopravvivenza stessa del genere umano è legata alle scelte che prenderemo oggi”. Infine l’intervento del portavoce del M5S alla Camera dei Deputati, Mirko Busto, è iniziato con una metafora: “L’isola di Rapa Nui, meglio conosciuta come Isola di Pasqua, sino al 600 d.C. era abitata da quasi 9000 maori. Costoro costruivano enormi

statue, le famose teste dell’Isola di Pasqua, per ingraziare gli spiriti degli antenati. Le famiglie più potenti erano in competizione tra loro – ha continuato nella sua metafora Cavallo – e nel giro di poco più di 300 anni tagliarono tutti gli alberi dell’isola per posizionare e raddrizzare le enormi teste appena scolpite nella pietra. Sapete cosa successe? Gli abitanti non ebbero più a disposizione legna né per le capanne né per le canoe, utili per la pesca o fuggire e dovettero così rifugiarsi nelle caverne. Diventarono cannibali e scesero a qualche centinaio di unità. Un popolo era giunto al suo termine. La Terra, la nostra Terra – nel concludere la sua comparazione, dice Busto – è come se fosse una colossale Isola di Pasqua e come quell’atollo immerso nel Pacifico ha risorse limitate. Quindi, se non vogliamo fare la fine degli abitanti di quell’isola, dobbiamo necessariamente imparare a ri-utilizzare le nostre risorse disponibili e i nostri rifiuti nel modo più corretto”.


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POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Intervista esclusiva all’on. Mario Lovelli, già Sindaco di Novi Ligure, sul Teatro Romualdo Marenco e sulle fasi più salienti del suo recupero

Novi Ligure: storia di una città, storia di un teatro MATTIA NESTO

dal cambio di colore dell’Amministrazione avvenuto il 2 agosto 1985 (ndr, il Pentapartito si sostituì alla precedente Maggioranza di Sinistra) – dice il nostro interlocutore – in quanto economicamente i tempi non erano più così floridi, ma la questione teatro s’imponeva con forza dato che, nel frattempo, il Politeama Italia era stato chiuso per motivi di sicurezza come così fu anche per quello del circolo Italsider”. Eppure, dopo la stagione del Pentapartito, lei venne eletto Sindaco: per quali ragioni non riuscì a riprendere la questione Marenco?: “Innanzi tutto già a partire dalla seconda metà degli Anni Novanta il foyer e il primo piano del teatro – ricorda Lovelli – erano stati resi agibili e funzionali per eventi e mostre. Tuttavia, durante gli anni della mia Amministrazione, l’offerta culturale a Novi era aumentata in maniera esponenziale – prosegue l’intervistato – Basti ricordare l’approvazione e la realizzazione della riqualificazione dell’area ex Ilva con il Museo dei Campionissimi, il Centro fieristico DolciTerre e la nuova Biblioteca cittadina oltre al Teatro Ilva poi divenuto Giacometti, trasferito gratuitamente al Comune nell’ambito del progetto urbanistico dell’area ex Ilva, spazi culturali più che degni per Novi”. Però per il teatro non si fece nulla!: “In realtà si riuscì a strappare, per così dire, la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, grazie all’interessamento di Gianfranco Pittatore – ci risponde l’ex Sindaco di Novi Ligure – e nel marzo 2004 si arrivò alla costituzione della Fondazione Teatro Marenco che mise subito a disposizione 2,5 milioni di euro per i lavori. Il resto è storia di oggi”.

@ @Mattia Nesto

A

seguito del nostro articolo “Il Gran Ballo del Marenco”, apparso su “l’inchiostro fresco” di Novembre 2015, in merito all’iter della ristrutturazione del teatro cittadino partito a far data dal 1981, abbiamo intervistato uno dei protagonisti di quegli anni, forse uno dei più importanti: l’on. Mario Lovelli, già Sindaco di Novi Ligure dal 1995 al 2004. Lovelli ci ha fatto un quadro molto dettagliato del momento storico in cui, sul finire degli anni Settanta, il tema del Teatro Marenco era tornato di forte attualità: “Occorre ricordare come in quell’epoca il tessuto associativo cittadino fosse molto vivo e vitale, con Gli Amici della Musica in testa che – spiega Mario Lovelli – grazie al loro spassionato impegno avevano portato a Novi i grandi nomi della musica classica, da Pollini ad Abbado”. Ma che tipo di città era la Novi degli anni Ottanta?: “Novi possedeva un centro nevralgico per la vita culturale del calibro del Politeama Italia, ovvero una struttura con quasi 1200 posti dove si ospitava la stagione concertistica e vi era anche il Teatro dell’allora circolo Italsider. Quindi – afferma con una punta di nostalgia Lovelli – c’era un humus ricco e poi si era anche in un momento favorevole dal punto di vista della disponibilità di risorse dei Comuni”. Domandiamo, anche in considerazione che dall’80 all’85 Lovelli fu Assessore alla Cultura, come questa “congiuntura felice” si fosse riservata sul Marenco: “L’Amministrazione Comunale, all’epoca, ebbe la possibilità di accendere un mutuo che permise di finanziare il primo lotto dei lavori – risponde pronto Mario Lovelli – Le condizioni erano favorevoli perché, sostanzialmente, lo Stato poi rimborsò quasi interamente la cifra investita”. Perché allora, se il momento era propizio, non si è “premuto sull’acceleratore” per portare a termine la ristrutturazione del teatro?: “Perché rapidamente le cose mutarono, indipendentemente

Volontariato: presentato il calendario 2016

12 mesi con l’AIDO D urante un’affollata conferenza stampa presso il Salone di rappresentanza del Comune di Novi Ligure, è stato presentato lo scorso novembre il calendario 2016 dell’Associazione Donatori Organi Novesi in collaborazione con il “C.S.V.a.a.” (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria). Alla presenza del Vicesindaco, Felicia Broda e dell’Assessore allo Sport e al Volontariato, Stefano Gabriele, i rappresentanti dell’Aido hanno mostrato i dodici quadri che raccontano i dodici mesi dell’anno: per ogni mese uno scorcio di Novi affidato ai più importanti pittori locali. “Un’occasione importante questa - ha sottolineato il Vicesindaco, Felicia Broda – perché il volontariato ormai sta diventando sempre più importante nella nostra società. Spesso, occorre ammetterlo – prosegue il Vicesindaco – riesce ad intervenire in maniera più celere laddove l’Amministrazione arriva invece con più lentezza. È un ausilio prezioso per il Co-

mune”. Stefano Gabriele sottolinea poi “lo stato di salute” di cui gode il volontariato in città: “Grazie al perfetto lavoro di organizzazione operato dal mio predecessore nella carica di assessore (la stessa Broda, ndr) le 35 organizzazioni del territorio lavorano insieme per il bene della città. Solo lavorando assieme possiamo realizzare qualcosa di grande”. In merito alle iniziative promosse dall’Aido va ricordata la “scuola di volontariato” allestita sabato 6 novembre presso la tenuta “La Federica”, in località Merella, dove attraverso le lezioni di esperti del settore, si è potuto comprendere meglio come, per citare le parole della stessa Broda, “il volontariato rimane un qualcosa di gratuito ma ormai la complessità degli interventi impone delle competenze. Scuole come queste servono proprio per ottenere competenze specifiche”. L’AIDO di Novi Ligure è pronto ad “accompagnarci” anche nell’anno che verrà. (m.n.)

San Bovo bye bye?

“O

rmai è chiaro ed evidente a tutti come la volontà di RFI e Trenitalia sia una ed una sola: la chiusura della linea Novi Ligure-Tortona e la dismissione dello scalo ferroviario di San Bovo. Sui giornali nei mesi scorsi si sono letti proclami di rilancio ma si tratta di aria fritta: quella questione è, il caso dirlo, un binario morto”, queste le parole che Andrea Pernigotti, membro dell’Associazione Pendolari Novesi, ha pronunciato venerdì 13 novembre durante la prima conferenza da sei anni a questa parte dell’associazione. Un’asserzione che bene si è inserita nel corso della serata organizzata nella sala del Consiglio Comunale, durante la quale Riccardo Leardi ed altri membri hanno esposto, punto dopo punto, tutte le criticità delle tre linee su cui gravita il traffico pendolare novese, ovvero la “Novi-Genova”, la “Novi-Torino” e la “NoviMilano”. (m.n.)

Le ferrovie in un libro di Dino Bergaglio

Treni e uomini “S toria delle ferrovie a Novi Ligure”, dalle origini al Terzo Valico, è il titolo della recente pubblicazione di Dino Bergaglio, autore molto conosciuto ai novesi per la stesura di numerosi saggi e monografie che hanno caratterizzato la storia del territorio alessandrino. Un testo importante, è stato detto, da voci eminenti del dibattito storiografico recente, quali quelle di Giuseppe Rocca, docente del Dipartimento di Geografia economica all’Università di Genova, di Lorenzo Robbiano, storico novese e di Renzo Piccinini, Presidente del centro Studi “In Novitate”. Anche il Sindaco Rocchino Muliere ha espresso parole di ammirazione e compiacimento per un’opera tanto significativa, un minuzioso contributo alla ricostruzione della storia della città, per il fatto che l’evoluzione delle ferrovie si è intrecciata indissolubilmente con quella dello sviluppo urbano ed ha contribuito grandemente a dare impulso alle attività economiche. Il saggio di Dino Bergaglio offre un’attenta analisi della storia delle ori-

gini della ferrovia dal 1854 in avanti, delineando in particolare l’evoluzione del sistema ferroviario in Piemonte, dal Risorgimento fino ai tempi odierni. “Di fronte ad anni di meticolosa raccolta di circolari e di documenti tratti da riviste specialistiche, - racconta Dino Bergaglio - mi sono persuaso ad attingervi per la ricostruzione della storia dell’evoluzione ferroviaria”. Il libro è così un utile strumento per comprendere la “geostoria” della città, le trasformazioni del sistema ferroviario durante il ventennio fascista, quelle nel secondo dopoguerra, fino alle soglie del XXI secolo, un tempo che inaugura purtroppo una nuova politica di tagli e di contrazione di traffici, con il declino dell’importante scalo novese di San Bovo. Ma Bergaglio con grande obiettività storica, accenna anche alla nuova realtà ferroviaria, rappresentata dalla linea “Terzo Valico AV/AC”, evidenziando le numerose difficoltà legate alla sua attuazione, per il frapporsi di una lunga serie di problematiche, che animano ancora un intenso dibattito. (m.c.)


l’inchiostro fresco

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Dicembre 2015

Le associazioni ambientaliste della valle Scrivia e il Comune di Arquata dicono NO al Biodigestore

Natale ad Arquata

Nuova riunione per fermare la centrale

I

l Comune di Arquata si schiera ufficialmente contro il progetto ENERGA (biodigestore nel Comune di Isola del Cantone) nell’assemblea informativa di giovedì 12/11/2015 che si è tenuta presso la sala Juta di Arquata. L’assemblea è stata organizzata dall’amministrazione comunale di Arquata Scrivia in collaborazione con l’Associazione Isolese Ambientalista, AIA. Questa associazione, composta da liberi cittadini isolesi, è stata fondata il 24 giugno del 1995, ed ha come obbiettivi statutari la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e la difesa del territorio Isolese e del benessere dei suoi abitanti. L’incontro di Arquata si inserisce all’interno della capillare campagna informativa di AIA, che ha portato alla realizzazione di altre 4 pubbliche riunioni nell’ultimo mese. L’assemblea ha avuto un buon successo di pubblico, circa 80 persone. Presenti politici ed amministratori, Paolo Spineto (sindaco di Arquata Scrivia), Stefania Pezzan (consigliere di maggioranza di Arquata Scrivia) Roberto Prando e Alberto Basso (assessori del Comune di Arquata Scrivia), Vittorio Gifra (presidente del Consiglio Comunale di Arquata) Giulio Assale (sindaco Isola), Cristian Nardi (rappresentante gruppo consigliare minoranza Isola), il sindaco di Vignole Borbera Teti e l’assessore Bellò di Grondona. AIA (Associazione Isolese Ambientalista) ha condotto l’assemblea premettendo che la finalità di queste riunioni è quella di sensibilizzare e dare massima informativa a tutti gli abitanti della valle Scrivia (in particolare Arquata e Basso Piemonte) sul tema insediamento ENERGA. Sono stati presentati e condivisi con il pubblico i contenuti tecnici del progetto, e le criticità dell’insediamento, come la locazione assolutamente inidonea. L’impianto, infatti, sorgerebbe a soli 70 metri dalle sponde del torrente con 5 metri di dislivello rispetto alle acque, che sono utilizzate per uso idropotabile da 100.000 cittadini del Piemonte. Inoltre erano considerati fattori di rischio l’estrema vicinanza alle case di località Braghina e Prarolo (350/400metri), la sproporzionata taglia dell’impianto

Nella foto un momento della riunione a Isola del Cantone

A Vocemola il comitato si fa sentire

Vogliamo il ponte D a alcuni giorni si può leggere ad Arquata un manifesto dei cittadini di Vocemola, frazione del capoluogo, in cui gli stessi manifestano sentimenti di amarezza e di stupore per le polemiche apparse su Facebook relative alla ricostruzione del Ponte di Vocemola. Questo il testo integrale del manifesto.

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oi Cittadini Vocemolesi, stupiti e amareggiati da articoli e commenti di “Arquata in Movimento” apparsi su Facebook e su giornali vari, che polemizzano in modo sterile sulla ricostruzione in corso del Ponte di Vocemola manifestiamo quanto segue: prendiamo atto sbigottiti del fatto che l’attuale minoranza consiliare abbia sempre votato contro quest’opera per noi di vitale importanza, ricordando a tutti che sul ponte transitano, tra l’altro, lo scuolabus dei bambini di Vocemola, del Capoluogo, delle frazioni, mezzi di pronto soccorso e di emergenza per necessità di protezione civile.

Ringraziamo sentitamente: l’attuale Maggioranza Consiliare, il Sindaco, la Giunta e, in particolare, il Vicesindaco, Assessore ai Lavori Pubblici, geometra Bisignano, per aver avuto il coraggio di iniziare e realizzare finalmente un’opera così complessa e adeguata alle norme di sicurezza viabile, statica e idraulica. Fatti e non parole, a differenza di altri che, come in passato, vendono oggi solo proclami, polemiche e critiche pretestuose e strumentali, non essendo mai riusciti a fare nulla di concreto per una ricostruzione effettiva del ponte. Le parole che non risolvono nulla le lasciamo a coloro che vogliono fare pre campagna elettorale sulla pelle di noi Cittadini Vocemolesi. All’attuale Governo Comunale ribadiamo massima fiducia e il nostro pieno sostegno per il grande impegno e il difficile lavoro finora svolto e in svolgimento.

che tratterà 90 tonnellate al giorno di rifiuti (ovvero 33.000ton/anno, 10 volte l’umido prodotto da tutti gli abitanti dell’ alta Valle Scrivia) con conseguente notevole incremento del traffico veicolare sulla già tormentata viabilità della valle, l’assenza di una normativa regionale specifica che regoli questi impianti e l’insediamento in netto contrasto con le finalità del contratto di fiume, ovvero con il protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino i idrografico di un corso d’acqua. L’accordo è stato sottoscritto nel corso del 2014 da regione Liguria, regione Piemonte, provincia di Alessandria, Città metropolitana di Genova, e da tutti i comuni della Valle. Va ricordata infine la presenza nella documentazione di progetto di uno scarico in Scrivia privo di sistema di monitoraggio in continuo. AIA è convinta

Solidarietà a Borghetto

“M

arylin: arte e solidarietà” è la denominazione del service che i Lions Novi e Lions di Borghetto Valli Borbera stanno predisponendo in favore della casa per disabili di Piuzzo. Il pittore arquatese Enrico Debenedetti partecipa all’ iniziativa mettendo a disposizione una parte delle sue opere dedicate alla pop art, in particolare gli interventi che l’artista ha operato su manifesti di celebrità, quali Marylin Monroe, James Dean e su soggetti pubblicitari. II presidente dei Lions si dichiara molto contento di questo connubio, appunto “arte e solidarietà” e informa che Enrico Debenedetti è a disposizione di chi è interessato a visionare la sua intera produzione artistica, previa telefonata al numero 3401187031. Marisa Pessino

Il Comitato “Cittadini Vocemolesi a favore del Ponte”

Ampio servizio sul nostro sito

che “una dettagliata informazione e la comune riflessione siano le condizione assolutamente indispensabile e necessarie per arrivare a condividere con tutti i cittadini il pensiero dell’Associazione, non un aprioristico “No”, ma un consapevole e motivato rifiuto all’insediamento”. Il consigliere Pezzan ha ricordato che il comune di Arquata Scrivia ha espresso ufficialmente la sua opposizione al progetto con delibera consigliare del 1/09/2015 in appoggio alla delibera del consiglio comunale di Isola del Cantone del 24/08/15, inviata alla Provincia di Alessandria, Regione Piemonte, Regione Liguria, Prefetto di Alessandria, Asl di Alessandria, ARPA Piemonte ed agli organi del Contratto di Fiume del Torrente Scrivia, che comprende tutti i comuni del bacino dello Scrivia. Tale delibera verrà portata in consiglio comunale. Ha inoltre informato l’ufficio ambiente della Provincia di Alessandria, che a sua volta ha richiesto di partecipare alla Via (valutazione impatto ambientale), fornendo anche l’informazione della richiesta dell’espletamento di questa procedura da parte della Regione Piemonte. Il sindaco di Isola ha confermato quanto già espresso in precedenza, ovvero l’assoluto impegno a proseguire in ogni sede amministrativa l’opposizione all’insediamento e la massima pressione soprattutto a Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e comuni limitrofi (in particolare Novi Ligure), perché si esprimano con gli uffici della Regione Liguria nel rigettare l’impianto, per i famigerati rischi di scarichi in Scrivia. Il sindaco di Arquata è intervenuto a confermare la comune sintonia con il primo cittadino Isolese. Anche Michele Bernuzzi del Partito Democratico di Arquata Scrivia ha ribadito la contrarietà. L’iter autorizzativo dell’impianto dovrebbe ora seguire la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), indetto dai tecnici della regione Liguria ,e approdare alla conferenza dei servizi con il coinvolgimento della regione Piemonte. Marisa Pessino

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e Botteghe di Arquata”, con il suo Presidente, Francesco Moncalvo, si stanno preparando per le imminenti festività natalizie. “Il trend, sotto il profilo dei consumi, sembra favorevole – ci dice il Presidente - e questo ci consente un cauto ottimismo. Dopo un lungo periodo, questo sarà il primo Natale con il segno più, anche perché le famiglie sembra che possono guardare al futuro con minore preoccupazione e maggiore speranza”. Quali sono le iniziative proposte dal Consorzio?: “L’atmosfera natalizia, curata dal nostro Consorzio – spiega Francesco Moncalvo – non mancherà e più precisamente, allestiremo un mercatino natalizio in piazza Bertelli con una trentina di stand a tema con anche una slitta condotta da Babbo Natale e merenda con prodotti dei commercianti del Consorzio, il tutto dalle ore 10 alle ore 18 circa” Che Natale sarebbe, senza un mercatino?: “Certo, abbiamo pensato anche ai decori natalizi, cioccolata calda e vin brûlé, torrone, il tutto accompagnato dalle melodie tipiche del Natale. Domenica 13 dicembre - prosegue Moncalvo – in collaborazione con Croce Verde, Pro Loco e Consorzio, Babbo Natale raccoglierà le letterine dei bimbi con tanto di merenda in piazza Bertelli e musica Gospel”. Chiediamo ancora al Presidente quali saranno le altre iniziative del Consorzio?: “Da sabato 21 Novembre a giovedì 24 dicembre ci sarà un concorso a premi, In Crociera con Noi, che metterà in palio un tour nel Mediterraneo e nove buoni spesa. La premiazione – continua l’intervistato - avverrà ai primi di gennaio. Infine sta partendo la Botteghe Card, una carta fedeltà che sarà gratuita e personalizzata, con la quale i nostri clienti potranno usufruire di sconti e promozioni. Tutto ciò sarà la degna chiusura di un 2015 che per Arquata è stato particolarmente ricco di manifestazioni”, conclude il Presidente. (m.p.)


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l’inchiostro fresco

AVVENIMENTI E PERSONAGGI DELL’OLTREGIOGO

Dicembre 2015

A Gavi spettacoli per ripensare alla Storia in chiave moderna

Abbiamo intervistato Andrea Scotto, storico locale

Tra Resistenza e Resilienza La prigione del Forte di Gavi MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

BENEDETTA ACRII

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a Resistenza è certamente una delle pagine più tragiche e fondanti della nostra storia di “giovane” Repubblica. Eppure “occorre sempre coltivarla e ripensarla altrimenti, quei ragazzi, giovani per sempre, caduti sulle montagne, si ritroverebbero vecchi e senza voce dall’oggi al domani”. Con queste parole, dense di passione e amore per la propria terra (e il suo recente passato), Gabriella Calorì del centro ippico “La Dolce Vita ASD” di Gavi (località Cheirasca 10) ci ha presentato il ciclo di incontri che ha realizzato proprio per “mantenere viva la fiammella della memoria”: cinque incontri con musica e contributi video intitolati “Resistenza tradita? La cultura apre le porte ai diritti e alla libertà”. “Si tratta di serate pensate per offrire uno spettro quanto più moderno e ampio possibile del tema Resistenza – ci dice Calorì - Ci siamo potuti avvalere di professori e di esperti, ma soprattutto di persone appassionate alla, per così dire, materia”. Il 27 di novembre si è svolto il primo degli incontri, titolato “Parole e musica”, dove il prof. Luciano Borghini ha recitato alcune poesie di Garcia Lorca (“perché la Resistenza è resistenza contro tutti i regimi e non è certo finita il 25 aprile del 1945”), accompagnato dai canti partigiani ri-arrangianti in chiave folk-rock dai Modena City Ramblers: “L’idea è quella di rendere moderno un concetto che troppo spesso suona antico – spiega Giulia Oddone, co-ideatrice del progetto – Abbiamo

@FernGully89

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scelto di organizzare gli incontri di venerdì alle 18 proprio per dare l’opportunità a tutti, specie i più giovani, di seguirli e di interessarsi in merito”. Dopo l’appuntamento con Borghini, gli incontri proseguiranno con il seguente calendario: 11 dicembre “Cesare Pavese mito e realtà, corso monografico” con il prof. Paolo Roberto Poggio, 15 gennaio 2016 “La Benedicta, storie e racconti” con Enrico Ghiotto, 12 febbraio 2016 “Racconti. Un partigiano, una storia, una vita” con Maria Teresa

Zanotto ed infine 11 marzo 2016 “Resistenza e Resilienza, percorsi di resilienza nel cammino della vita” a cura della dott.ssa Laura Ottonello. Un incontro “sui generis” quello finale: “Sì, un incontro particolare – conferma Gabriella Calorì – Assieme alla Ottonello, tramite anche un percorso teorico-pratico, andremo alla scoperta dei diversi modi che ha la psiche umana di superare un trauma. E quale trauma fu più grande, nel vissuto della Giovane Italia, delle pagine della Resistenza?”.

l 2015 è un anno di valenza storico-culturale importante, occasione per ricordare il nostro passato e (ri)scoprire le vicende che hanno caratterizzato il nostro territorio, come quella del Forte di Gavi, protagonista diretto che continua dalle sue stanze ormai vuote a raccontarci la sua storia. Per il centenario della Grande Guerra, lunedì 23 novembre presso la Biblioteca civica di Alessandria si è tenuto l’incontro “Militari prigionieri al Forte di Gavi e in Cittadella dall’Unità d’Italia alla Prima guerra mondiale”. Abbiamo raggiunto il relatore Andrea Scotto, membro del comitato “Amici del Forte di Gavi” e storico, per raccontarci del ruolo assunto dal bastione durante il primo conflitto mondiale: “smilitarizzato nel 1859, con l’Unità d’Italia, ed adibito a ergastolo fino al 1908, il Forte di Gavi fu utilizzato a partire dal 1915 per la detenzione dei prigionieri austro-ungarici custoditi a cura del Secondo Corpo d’Armata: 250, di cui due ufficiali, all’inizio della guerra, che diventarono quasi 600 nel 1917”. Trattandosi di soldati, meno inclini degli ufficiali a lasciare memorie scritte, è molto difficile trovare notizie di prima mano: “l’unico loro ‘documento’ conservato al Forte sono i graffiti che hanno lasciato nei sotterranei della parte alta della fortezza, attualmente non visitabile. Da fonti indirette sappiamo che erano condotti fuori dal Forte a lavorare come operai

per civiche amministrazioni o privati, debitamente autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, a patto però di farli lavorare al massimo 10 ore al giorno (trasferimenti compresi) e pagarli quanto gli italiani.”. A riprova della tollerabilità delle condizioni di prigionia, al Forte sono morti solo sei prigionieri, ricordati in una lapide nel cimitero di Gavi: Augusto Ieric, Vincenzo Moschitz, Marco Sormas, Giuseppe Devetack, David Istvan e Adolf Pietschmann. “Paradossalmente, abbiamo più informazioni sui soldati loro carcerieri come quelli, appartenenti al 260° reggimento della Brigata Murge, immortalati in questa fotografia nel 1917”.

“La staffetta” a Ronco

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enerdì 27 novembre nella sala “Columbia” di Ronco Scrivia è stato proiettato il film “La Staffetta” del regista Enzo Francesco Ferraro. Il film, totalmente autoprodotto, narra di una storia veramente accaduta, ovvero quella di una donna, per l’appunto la staffetta che, innamoratasi di un partigiano, donò a lui non soltanto il suo cuore ma anche la sua vita. Tra gli attori molti abitanti dei paesi della Valle Scrivia e del novese.

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Mattia Nesto


Campomorone: in mostra le opere di

Un progetto nazionale per impedire lo spopolamento e l’abbandono delle aree montane

Sviluppo per l’entroterra genovese Gustavo Tiranti S i chiama I.T.I., ovvero Investimento Territoriale Integrato, il progetto che coinvolge, da ormai alcuni mesi, le “aree interne” dell’entroterra genovese. Tale iniziativa, lanciata a livello nazionale dall’economista Fabrizio Barca, già Ministro degli Affari Regionali sotto il Governo, è uno strumento nato per rilanciare zone montane particolarmente svantaggiate dal punto di vista economico, logistico e demografico al fine di invertire il processo di spopolamento e di progressivo abbandono economico-sociale, iniziato già dal primo dopoguerra. In Liguria l’area prescelta come capofila del progetto è quella delle Valli dell’Antola e del Tigullio. Si tratta di una zona molto vasta che conta però appena 18721 residenti all’ultimo censimento, sedici sono i comuni che ne fanno parte: Bargagli, Borzonasca, Davagna, Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Lumarzo, Mezzanego, Montebruno, Né, Propata, Rezzoaglio, Rondanina, Rovegno, Santo Stefano d’Aveto e Torriglia. Come responsabile ufficiale è stata scelta il sindaco di Fontanigorda, l’architetto Margherita Asquasciati. Questa zona è caratterizzata dalla presenza di molte aziende agricole, ben 746, ma la maggioranza di esse sono di dimensioni molto piccole (la metà ha un’estensione di meno di un ettaro) e quasi sempre a conduzione famigliare. Negli ultimi dieci anni il numero di aziende agricole è sceso del 16% e la superficie agricola addirittura di quasi il 20%. Un punto molto debole di questi territori è quello rappresentato dal comparto scolastico: solamente in due dei sedici comuni sono presenti

scuole “secondarie di secondo grado” (ovvero i licei), ma l’offerta è anche carente dal punto di vista sanitario. Nel territorio infatti non è presente nessun ospedale, ma solo alcuni ambulatori e case della salute, l’area è inoltre poco servita dal punto di vista dei trasporti (distante sia dalle linee ferroviarie che autostradali e coperta solo da poche corse di autobus) e di quello telematico, con una copertura della banda larga ancora insufficiente. Il processo delle aree interne, definito quasi come un “ultimo treno” per queste zone svantaggiate, sta procedendo in Liguria a grandi passi con la valorizzazione delle numerose eccellenze del territorio (pa-

Fabio Mazzari

Nella foto Margherita Asquasciati, Sindaco di Fontanagrossa

La storia di un arquatese, imprigionato dalle Grandi Opere

I miei campi divisi dal Tav MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

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pesso si legge sui giornali o si vede in televisione come una “grande opera” possa tradursi in un “volano” per l’economia del territorio, con rilancio per l’indotto e molteplici opportunità di impiego per giovani e meno giovani della zona. Eppure non sempre “è tutto rose e fiori”. A questo proposito riportiamo la storia di una persona originaria di Arquata Scrivia, la quale ha deciso di restare anonima, che ci dice di aver ricevuto: “Un trattamento non consono dagli addetti del C.O.C.I.V.” (ndr, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, ovvero la società subcontraente di Tav S.p.a. per la progettazione e costruzione della Linea Ferroviaria ad Alta Velocità “Tortona -Novi Ligure – Genova”). “Nel 2014 - ci dice l’intervistato – ho ceduto alcuni terreni, appartenenti alla mia famiglia da più di cento anni, al COCIV. Questi terreni sono ubicati in località Casa Rossa - ci precisa l’ex proprietario – poco distanti dalla strada che collega Arquata con Gavi. In questa zona possiedo ancora altri terreni che prima raggiungevo attraverso una strada

interpoderale”. Quali erano le clausole del contratto?: “Nel contratto e precisamente al paragrafo 8, era stabilito – ci mostra il nostro interlocutore – che il Consorzio mi avrebbe garantito l’accesso ai campi, altrimenti l’indennizzo per la mancata produzione”. Domandiamo che cosa sia accaduto: “I lavori dell’Alta Velocità hanno letteralmente modificato il profilo di quel territorio e la vecchia stradina interpoderale – risponde pronto – è stata cancellata, ed io non ho più la possibilità di raggiungere il resto della mia proprietà fondiaria”. Come giudica il comportamento del COCIV?: “Mi preme affermare che personalmente non ne faccio una questione politica: mi schiero sempre in direzione dello sviluppo e del lavoro. Tuttavia – afferma il nostro interlocutore al termine dell’intervista - il comportamento della società è stato per lo meno scorretto. Quei terreni non sono vitali per me, d’accordo, ma sono un pezzo della storia di famiglia. Pur avendo dovuto cederne una parte, direi in termini quasi obbligati, e per di più non potendo più raggiungere quel che resta della mia vecchia proprietà d’un tempo, mi si riempie il cuore di tristezza”.

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dell’artista nel rappresentare le bellezze della nostra terra, attraverso colori vivi e intensi, che comunicano subito calore e solarità “Essendo una persona molto estroversa ho intrapreso una pittura solare - spiega l’artista - amando l’estate e il sole uso sempre colori molto vivi, nelle mie opere non si vedrà mai una nuvola”. Riguardo alla Liguria, che è raffigurata nei suoi luoghi più belli e caratteristici, come le Cinque Terre, Portofino, Boccadasse, ma anche la stessa Varazze, dove vive l’artista, Gustavo Tiranti dice: “Amo tantissimo la mia terra, che offre paesaggi unici, ormai non riesco a resistere più di qualche giorno distante dal mare e dai miei luoghi d’origine”.

esaggistiche, eno-gastronomiche, storiche, ecc…) e, per quanto riguarda il turismo, l’inversione di tendenza è ormai in atto: gli agriturismi e bed breakfast nell’area Valli dell’Antola-Tigullio è passato dai 41 del 2005 ai 67 attuale e anche gli alberghi sono passati da 25 a 27. La grande sfida sarà quella di frenare lo spopolamento e creare nuove prospettive economiche in questi luoghi.

Fabio Mazzari

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colori vivi e intensi del mare e dei paesaggi della Liguria sono, da sempre, il tratto distintivo della pittura di Gustavo Tiranti, artista varazzino che ha esposto a cavallo tra il mese di novembre e quello di dicembre, alla galleria d’arte “Il Crocicchio” di Campomorone. Tiranti, parlando della sua pittura spiega: “È una cosa innata in me, già da bambino mi accorsi di avere talento, anche se non gli davo importanza, è stato verso i 17-18 anni che capii il mio potenziale”. Un avvicinamento alla pittura interamente da autodidatta: “Trovo che dipingere sia come cantare, se si è bravi non servono scuole o accademia” dice l’artista, che ha alle spalle anche una tradizione familiare: lo zio era pittore, il nonno scultore e il bisnonno scultore del ferro. La Liguria, in particolar modo la sua riviera con i colori del mare e dei borghi marinari che si affacciano sul mare, sono il soggetto preferito da Gustavo Tiranti. In tutte queste opere è evidente la grande abilità

Natale a Vobbia

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omenica 20 dicembre si svolgerà la prima edizione de “Il Mercatino di Natale di Vobbia”, evento organizzato grazie alla Pro Loco. Un’elegante tensostruttura ospiterà gli espositori con i prodotti tipici delle vallate ed inoltre vi sarà spazio anche per un presepe vivente. Un appuntamento da non perdere! (s.a.)


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l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Dicembre 2015

Assieme a Cristina Corzetto alla scoperta dei tesori tra cielo, terra e… nuvole

Il bel “Pincio” della Val Vobbia: Salata e Caprieto MATTIA NESTO

per una preziosa reliquia custodita al suo interno. “In questa chiesa sono conservate una parte delle reliquie di San Benedetto Spinola – ci dice Cristina – e vi è anche uno splendido esemplare di organo realizzato tra il 1760 e il 1779 dal noto artigiano Filippo Piccaluga”.

@ @Mattia Nesto

“A

vete presente il terrazzone panoramico del Pincio a Roma? Oggi vi porterò alla scoperta del Pincio della val Vobbia, ovvero delle frazioni di Salata e Caprieto” con queste parole Cristina Corzetto, la nostra guida indiscussa dal torrente Vallenzona al Vobbia, passando per il torrente Fabbio, ed autrice del blog “Vobbia cultura tradizione e turismo”, ci accoglie in un nebbioso giovedì mattina di inizio novembre per portarci alla scoperta di altri tasselli che compongono il variegato e suggestivo Comune di Vobbia.

Qui Salata La prima tappa del nostro viaggio è al Mulino di Salata, uno splendido ex mulino di metà Ottocento da molti anni ormai riconvertito a ristorante. Qui, all’ombra della possente ruota ad acqua, la signora Licia da Forte dei Marmi, ma da una vita vobbiese di adozione, ci ha illustrato le bellezze del luogo: “Una volta tutte le genti della val Vobbia venivano qui per macinare la farina di grano e di castagne – ci spiega la signora di origini toscane – Era un mondo intero che si spostava a piedi sui crinali dei monti da Busalla a Crocefieschi, uno spettacolo che, seppur fossi stata una ragazza, mi ricordo ancora molto bene riempiendomi, oggi come allora, di emozione”. Licia poi ci accompagna nel dehors dove ci fa vedere un’ampia pista da ballo (“protetta” da due macine originali del mulino ai lati dello spazio dedicato all’orchestra) e i famosi vasconi per la pesca delle trote, vero e proprio appuntamento fisso per tutti i villeggianti della val Vobbia. A questo punto, lasciatoci alle spalle il mulino, ci inerpichiamo verso Salata. “Probabilmente il toponimo della frazione – ci spiega Cristina Corzetto – indica che, oltre al fatto di essere su di una delle famose vie del sale, vi potesse essere stata anche una salina, o comunque un deposito di sale nelle vicinanze”. Una vera perla è la chiesa di San Antonio di Salata, caratteristica per la sua colorazione rosa antico ed anche

Trasporti nell’entroterra genovese: è di nuovo il caos

ATP nell’occhio del ciclone I problemi per l’ATP Genova, l’azienda che si occupa del trasporto pubblico locale sul territorio dell’ex Provincia di Genova, sembrano non avere mai fine. Nonostante ormai i conti risanati, anche “grazie” a pesanti costi per i lavoratori (che hanno subito un taglio di circa 3000 € all’anno sullo stipendio, ndr), il futuro dell’azienda è ancora incerto. Mancano all’appello infatti ben un milione e settecentomila euro che, precedentemente, erano versati dalla Provincia di Genova all’ATP. I motivi di questo mancato versamento vanno ricercati da più parti: da una parte il delicato passaggio legislativo che ha portato alla soppressione dell’ente Provincia e alla creazione dell’ente Città Metropolitana, dall’altra dai continui tagli agli enti locali perpetrati dal Governo centrale ma c’è anche, ed è un’opinione di diverse persone, una cattiva gestione aziendale. Dinanzi a queste prospettive incerte per i lavoratori e le loro famiglie, gli autisti ed il personale di ATP, nella giornata di martedì 10 novembre hanno scioperato ed hanno manifestato a Genova davanti alla sede dell’ex Provincia in Via Roma. Alla manifestazione erano presenti tutte le principali sigle sindacali del trasporto (Filt Cgil, Uil Trasporti, Fit Cisl, Faisa Cisal e Ugl Trasporti), con la sola eccezione dell’Usb che aveva già indetto uno sciopero un paio di settimane prima. I lavoratori di ATP e i delegati sindacali hanno manifestato distaccandosi in maniera netta dalla politica (“né rossi né neri ma soltanto tranvieri” era lo slogan che si leggeva su molti striscioni) ed attaccando pesantemente le istituzioni sia locali, con la Città Metropolitana di Genova e la Regione Liguria definite assenti e indifferenti verso il futuro sia dei lavoratori che dei numerosi pendolari. Critiche anche vero le istituzioni nazionali, con il Governo “reo”, secondo il personale ATP,

di aver fatto riforme dannose come la soppressione delle province, senza trasferire i fondi. Numerose sono le criticità dell’ATP denunciate durante la manifestazione: “Non abbiamo certezze sul futuro - ha spiegato Andrea Gamba della Filt Cgil, che ha proseguito - l’ATP è un’azienda in sottorganico, con un parco mezzi molto vecchio (l’età media degli autobus è di 14-15 anni, ndr) e nella quale i lavoratori hanno dovuto accettare sacrifici molto pesanti in questi ultimi anni, come il taglio di 300 euro sullo stipendio”. I delegati sindacali di ATP, nella stessa giornata, sono riusciti ad incontrare gli assessori ai trasporti della Città Metropolitana di Genova, Gianni Vassallo, e della Regione Liguria, Gianni Berrino. L’anno scorso, per ripianare i debiti, fu venduta la sede dell’ex Provveditorato agli Studi, oggi sul tavolo c’è l’ipotesi di una fusione tra AMT e ATP. Fabio Mazzari

Qui Caprieto Ma la voglia di conoscere ancora più a fondo questi affascinanti luoghi fa volgere il muso della nostra macchina “inchiostrifera” alla volta di Caprieto, “là dove osano le nuvole”. Appena arrivati a Caprieto veniamo accolti da Salvatore e Ornella, due simpatici abitanti, grandi appassionati di natura, storia locale e animali. “Caprieto una volta era un paese molto vivo – ci dice subito la signora Ornella – Fino agli anni’70 avevamo ben due trattorie. Questo borgo, si dice sia stato fondato intorno al 1252 – prosegue la nostra interlocutrice – quindi nello stesso periodo del Castello della Pietra”. Domandiamo alla signora l’origine del toponimo “Caprieto”: “Le origini sono incerte e ci sono due grandi scuole di pensiero – ci risponde pronta – C’è chi sostiene che derivi dall’assonanza con il vicino Monte Cavriè, 960 m.s.l. del mare, probabilmente di origine vulcanica, ma c’è anche chi, come ad esempio Cristina Corzetto, dà un’altra spiegazione”. “Leggendo gli Annali del Caffaro (documenti storici tra i più importanti su Genova e sull’intero Oltregiogo, ndr) mi sono imbattuta in una notizia strana – afferma la blogger vobbiettese – Intorno al 1100 a Genova aveva preso molto potere una famiglia di allevatori di capre, i Pagano, che però erano molto osteggiati dai locali, tanto che quando uscivano da messa, questi erano bersaglio di improperi e sputi a profusione! Poi dopo qualche secolo di loro non se n’è saputo più nulla. Eppure – continua nell’analisi Cristina – uno dei cognomi più diffusi qui a Caprieto è proprio Pagano. Perché non pensare che il nome stesso del paese possa essere un riflesso dell’antico mestiere dei Pagano, ovvero i caprai?”. Cammi-

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nando per le viuzze del borgo si può respirare l’aria del tempo che fu, con prospettive e visuali inedite dei monti circostanti, i quali, dopo un’iniziale nebbia, si sono mostrati in tutta la loro bellezza grazie ad un inaspettato sole dell’Estate di San Martino. “Nelle belle giornate, passando sui crinali e sulle creste - prorompe orgoglioso Salvatore – si vede il Monviso, buona parte delle Alpi, Novi Ligure e il mare di Genova con le navi all’ancora. Uno spettacolo fantastico”. E di spettacolo fantastico si è infatti trattato quando, imboccato un sentiero che conduce direttamente al Castello della Pietra di Vobbia, il famoso “sentiero dell’Imperatore”, la redazione de “l’inchiostro fresco” si è ritrovata letteralmente “al di sopra delle nubi”, con un mare di terre, boschi e monti tutt’intorno. “Qui lo sguardo dilaga davvero per infiniti spazi, tanto per citare il Leopardi – ci dice piena di emozione Cristina Corzetto – Le alture sono ricche di erbe officinali profumatissime e i boschi abbondano di ciliegi secolari. La val Vobbia qui a Caprieto è davvero una terra magica dove uomo e natura si confondono sino a divenire una cosa sola”. Thriller medioevale in val Vobbia Mentre passeggiavamo per i boschi la signora Ornella, forse ispirata dall’atmosfera un po’ da fiaba dei fratelli Grimm, ci ha raccontato una leggenda medievale davvero affascinante. “Si dice che in pieno Medioevo un gruppo di religiosi, forse monaci, si fosse installato nei dintorni del Castello della Pietra. Questi erano soliti compiere processioni notturne, tutti incappucciati, recitando litanie in latino. I locali erano spaventati terribilmente da queste presenze notturne e mal tolleravano i religiosi. L’ostilità crebbe a tal punto nei loro confronti che una notte, dopo l’ennesima processione, gli antichi abitanti risolsero il problema in modo schietto: lanciando pietre verso gli uomini in processione che scapparono a gambe levate senza farsi mai più vedere in val Vobbia!”.


l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

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Il primo cittadino parla delle difficoltà di un piccolo comune ma anche dei suoi punti di forza

Davagna, il punto del sindaco Malatesta

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acconta in modo molto schietto il primo anno e mezzo da sindaco, Romildo Malatesta, primo cittadino di Davagna, quasi duemila abitanti sparsi in varie frazioni alle porte di Genova. “In quest’anno e mezzo di mandato ho toccato con mano i problemi di un’amministrazione” ci spiega Malatesta, elettricista in pensione eletto a maggio dell’anno scorso. “Ero già nella maggioranza con la lista ‘Davagna di tutti’ ma fare il sindaco è una cosa molto diversa, questi diciotto mesi sono stati per me molto problematici perché sono più portato a risolvere i problemi pratici che quelle amministrativi e finanziari, grazie ai miei collaboratori risolviamo anche questi” prosegue Malatesta “sono stato fortunato, lo scorso autunno, nel corso delle ripetute alluvioni occorse a tutti i comuni a noi limitrofi, a non aver dovuto gestire emergenze” per questo, continua il primo cittadino davagnino “Sono stato contestato da qualcuno per non aver fatto richiesta di danni alluvionali, ma a mio parere, questo atto mi avrebbe accomunato a quella politica scorretta che troppe volte abbiamo visto in Italia”.

Sul programma Relativamente al programma, il sindaco ci spiega “siamo andati avanti con il programma iniziato sei anni fa e che abbiamo illustrato in campagna elettorale” in particolare, prosegue “stiamo realizzando la strada di Meco Superiore. Questo progetto sta incontrando delle difficoltà per via di alcune varianti, ma è un’opera che dobbiamo assolutamente finire perché è molto attesa dai residenti della zona”.

Sull’educazione e turismo locale Davagna ha i suoi punti di forza “una scuola frequentata da oltre cento alunni che copre l’intero ciclo dell’obbligo, dalle mater-

no di Rosso”. Malatesta rincara la dose: “finanziamenti, che attualmente mancano, è stato un grave errore aver chiuso le vecchie Comunità Montane, che erano un presidio importante per i nostri territori”.

Sull’Unione dei Comuni

ne alle medie. La scuola è in possesso del certificato CPI ed è soggetta costantemente a tutte la manutenzione e le migliorie per renderla sempre più sicura e bella”. “Qualche problema lo abbia-

mo avuto riguardo al trasporto scolastico” continua Romildo Malatesta “per il fatto che il nostro comune si compone di numerose frazioni, non tutte raggiungibili con gli Scuolabus molto grandi.

È per questo motivo che, dovendo impiegare mezzi più piccoli sto utilizzando un terzo pullmino del Comune” dice il sindaco. Tra le realtà economiche da citare trova posto la Coop Monti di Ca-

penardo “produttrice di carni di qualità presente sul territorio da oltre vent’anni e, grazie alla bella intuizione di tre giovani che stanno facendo conoscere il nome del nstro paese, lo zaffera-

Un’intervista di Fabio Mazzari al Sindaco di Savignone

Bigotti: ecco il mio bilancio A ntonio Bigotti, primo cittadino di Savignone, rieletto l’anno scorso con oltre l’ottanta per cento dei voti, racconta il bilancio di un anno e mezzo del secondo mandato, in modo schietto e diretto come è da sempre abituato a fare, ponendo l’attenzione soprattutto sulla battaglia a difesa dei piccoli comuni, che l’ha visto più volte protagonista. “Il primo anno e mezzo del mio secondo mandato - dice il sindaco Bigotti - è stato impegnativo, a causa dell’alluvione che qui ha colpito duramente e a causa della quale abbiamo dovuto realizzare quattro grandi interventi - prosegue il primo cittadino savignonese - finite le somme urgenze, per le quali abbiamo ottenuto l’80% di fondi dalla Regione sui danni calcolati allora, sono stati indispensabili altri lavori per i quali abbiamo dovuto spendere altri 3-400 mila euro. Abbiamo dovuto accendere dei mutui e la nostra capacità mutuabile è ormai all’osso, mentre lo Stato ci prende seicentomila euro ogni anno”. Proprio da qui il discorso volge, inevitabilmente, sulle protesta che Antonio Bigotti ha effettuato in difesa dei piccoli comuni contro i tagli governativi, tra le quali ricordiamo l’elemosina chiesta davanti alla Cattedrale di San Lorenzo a Genova e la chiusura per protesta del Municipio. “Ogni comune deve mettere la sua parte, in seguito per circa milletrecento comuni su quasi ottomila arriva una compensazione. Non sappiamo con quali criteri abbiano stabilito come vada ripar-

tito questo Fondo. Alcune grandi città in dissesto - illustra la situazione Bigotti - ricevono due o tre volte rispetto a quanto elargiscono, mentre comuni come il nostro devono addirittura mettere altri soldi. Qui in Valle Scrivia otto comuni su nove sono nella nostra stessa condizione - dice il Sindaco - nei casi di città in dissesto economico, a mio parere, va individuato chi ha portato a ciò e sequestrare tutto ai responsabili, come accade con i casi di mafia”. Prioprio riguardo a questo Bigotti lancia una provocazione: “la soluzione è quella di andare in disavanzo, visto che lo Stato ha fatto decreti per salvare Alessandria, Catania, Reggio Calabria, Roma, Venezia e la Campania, faccia anche un decreto salva-Savignone”. Una provocazione ovvio, ma sotto c’è anche una denuncia: “Fino a che non arrivano i fondi dalla Regione noi non possiamo fare nulla, sono riuscito ad ottenere, grazie ad ANCI Liguria, un decreto dove a noi comuni alluvionati non vengano tolti soldi per girarli al Fondo di Solidarietà Comunale”. Nonostante gli eventi alluvionali e i problemi dei fondi, Savignone è un comune vivo che negli ultimi anni si è decisamente rilanciato: “Abbiamo avuto una stagione estiva intensa - spiega il sindaco - abbiamo ripristinato il nostro centro storico, che è molto bello, e siamo in dirittura d’arrivo per entrare a far parte del circuito dei ‘Borghi più belli d’Italia’”. Infine, sulle vicende dell’Unione dei Comuni, dove proprio il Comune di Savigno-

ne venne accusato, specialmente dal Partito Democratico di Busalla, di aver fatto saltare il nome di Simone Franceschi, il sindaco Bigotti chiarisce tutto: “Eravamo d’accordo nel votare il nome di Franceschi, una parte dell’opposizione di Ronco Scrivia (Michelina Gatto, della lista del M5S, ndr) aveva evidenziato un errore procedurale nella continuità di Franceschi alla presidenza, in quanto egli era stato per due ore sindaco sia di Ronco Scrivia che di Vobbia - dice Bigotti - lui si è dimesso, ma non doveva farlo perché era già decaduto. Si è ripresentato e in quel momento i miei due consiglieri di maggioranza in Unione hanno proposto a Franceschi una piccola riflessione”. Riflessione che, spiega Bigotti: “Non c’è stata allora i miei due consiglieri non l’hanno votato. Con il sindaco di Busalla Maieron abbiamo proposto i nomi di Collossetti (sindaco di Casella) o Brassesco (sindaco di Valbrevenna). Ma il Pd non si è presentato in consiglio e da li lo stesso Pd ha scavato la fossa a Franceschi. A quel punto non Bigotti, ma Brassesco, Collossetti e Fantoni (sindaco di Montoggio) hanno posto il veto al nome di Franceschi”. (f.m.)

Riguardo all’Unione dei comuni, il primo cittadino davagnino dice “Al momento, per rispettare gli obblighi di legge, attraverso delibere di Consiglio, abbiamo associato le funzioni fondamentali con Bargagli, Torriglia e Lumarzo, mi domando” prosegue Malatesta “come funzionano le Unioni visto che dove si sono realizzate da tempo qualche problema è sorto. Se producono un effettivo risparmio al momento non lo si intravvede, anzi sembra che vengano a generare un ulteriore incremento di burocrazia”.

Sulla Città Metropolitana di Genova “Sono molto scettico dal risultato ottenuto con l’abolizione della Provincia e l’istituzione della Città Metropolitana” conclude Romildo Malatesta “a noi piccoli comuni è venuto a mancare quel supporto tecnico-logistico non solo delle strade comunali, ma è venuta a mancare addirittura la manutenzione ordinaria sulle strade provinciali stesse”. Fabio Mazzari

Natale a Torriglia

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ttava edizione del Mercatino di Natale di Torriglia che è stato organizzato dall’associazione “Tralantolaeilmare”. Questa edizione si è svolta nell’arco di due weekend: l’ultimo fine settimana di novembre e quello dell’Immacolata. Hanno partecipato oltre quaranta espositori con i loro banchetti dedicati ai prodotti tipici locali. (f.m.)

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l’inchiostro fresco

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PROFUMI D’ITALIA,

Dicembre 2015

Saperi & Sapori della vecchia Genova

Pranzo di Natale: Nadalini in brodo

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anti i piatti di Natale ma oggi vi parlo dei “Maccheroni di Natale”, anche se forse si dovrebbero chiamare meglio “Nadalini”. Di certo sono un formato di pasta ormai scomparso che era d’obbligo nel pranzo natalizio: lunghi e filiformi si cuociono e si servono su un sontuoso brodo di cappone. Per preparare un buon brodo di cappone occorre acqua fredda, sale, sedano, carota, cipolla e naturalmente il cappone. Si fa lessare il cardo, tagliato a pezzetti, al dente. A questo punto prendete della trippa, con tutta la pelle, e tagliatela a listarelle. Prendete un pezzo di salsiccia, sgranatela e saltatela in padella senza nulla per farne uscire il grasso. Su una padella con poco fuoco saltate prima il cardo e poi ripetete l’operazione con la trippa. Con un colino filtrate il

brodo. Mettere sul fuoco e mentre ritorna a bollire unire salsiccia, cardi, trippa e maccheroni. Regolate il sale. Tenere i maccheroni al dente. Mescolare il tutto e rimpiattare caldissimo. Finire quindi con la classica nevicata di parmigiano reggiano grattugiato.

Buon Natale Giorgio Dalpian

Vini di buona qualità Tesori della terra calabrese: dalla vendemmia 2015 Una noce tutta da bere

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nnata particolare per i vini, quella del 2015. Le condizioni di caldo superiori alla media e la piovosità primaverile a livello ottimale, dopo un inverno non troppo rigido, hanno favorito una rapida maturazione delle uve. Quindi una vendemmia anticipata, e un’ottima qualità. In calo invece le quantità raccolte, anche rispetto all’anno precedente che già era un po’ “scarsino”. Come riferito dal responsabile della cantina sociale di Rivalta Bormida, le contrazioni più marcate riguardano i vitigni a bacca bianca (cortese, moscato e chardonnay) e le barbere. Lo stesso produttore però ci ha riferito che: “Le uve sanissime e con perfetto equilibrio tra acidità e zucchero, come non capitava da diversi anni, hanno permesso di ottenere vini di straordinaria qualità ben strutturati, ricchi di colore e profumo”. Anche dal punto di vista fitosanitario, l’annata ha registrato una scarsa incidenza delle classiche patologie della vite, a

Spathiphyllium:

l’eleganza di un grande classico

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RICETTE E RICORDI

elegante Spathiphyllium è tra le più diffuse piante d’appartamento: è bello e rigoglioso, facile da mantenere e necessita di poche cure. E’ una pianta sempreverde, originaria delle zone tropicali dell’America: per farla crescere sana necessita di luce, ma non diretta, e predilige un ambiente umido. Ama una temperatura compresa tra i 18 ed i 25 gradi e, in estate, può anche essere sistemata in esterno, all’ombra, sempre in vaso. Poche sono le nozioni da seguire per mantere la nostra pianta in salute: il terreno deve essere umido, ma non bagnato, e bisogna avere l’accortezza di pulire le foglie con un panno umido, in modo da permettere alla pianta di respirare; è una pianta che purifica l’aria, ma poco sopporta le correnti ed il fumo. Con la sua eleganza sarà sicuramente perfetto in un angolo del vostro salotto!

parte la “flavescenza dorata” che ha creato qualche problema specialmente nella zona dell’ovadese. Qualche danno dalla grandine, come ogni anno, c’è stato, ma solo in aree relativamente circoscritte. Molto soddisfatti della qualità dei vini anche nella zona di Strevi, come riferisce Andrea Costa della cantina Marenco, soprattutto per: “L’uva sana, con un bel colore e una buona carica aromatica”. I prezzi hanno risentito di questa situazione di buona qualità e non elevata quantità, denotando una leggera ripresa: fino al 20% in più rispetto al 2014 Stefano Rivara

“L

a noce vuol essere seminata, e piantata a differenza di quasi tutte le altre piante in terreno misto e ben concimato, un terreno duro, caldo e secco; inoltre la noce prima di essere seminata può essere macerata nell’acqua così ché possa crescere più velocemente e al tempo stesso rendere il frutto di più giocondo sapore”, così scriveva Columella, naturalista latino, nel “De Re Rustica”(3, 22). Inoltre Plinio il Vecchio nella “Naturalis Historia” testimonia l’importazione della noce in Europa da parte dei greci tra il VII e il V sec. a.C. dall’Asia Minore. I Romani chiamavano l’albero della noce “Jovis glans” cioè ghianda di Giove, poiché per i latini era l’albero consacrato al re degli dei. In Calabria, parte del territorio montano è caratterizzato dalla presenza di alberi di faggio, castagno e noce; quest’ultimo diventa così un alimento importante nel fabbisogno alimentare dei calabresi soprattutto nel periodo autunnale. La cultura contadina locale vuole che l’addormentarsi sot-

l'Orto di Marisa

to un albero di noce porti alla follia, piantarlo vicino casa può attirare le disgrazie altrui e ripararsi sotto di esso durante i temporali significa rischiare di essere colpiti da un fulmine. Si può notare come, nonostante il noce fornisca un frutto che costituisce un prezioso nutrimento per l’uomo, la tradizione scaramantica lo consideri un albero maledetto e nefasto. In Calabria ancora, precisamente nella zona di Limbadi (comune in provincia di Vibo Valentia), nell’area del Monte Poro, si produce il così detto “nocino”: il liquore della noce. Questa bevanda alcolica, dal forte aroma e di colorazione bruna tendente al nero, è tipica della zona. Per produrlo si usa macerare le noci per 40 giorni, inserite all’interno di un contenitore con vino malvasia, alcool, zucchero e aromi vari facoltativi. Dopo averlo fatto imbottigliare e maturare per circa otto mesi, può essere servito alla fine dei pasti come gustoso digestivo. Samuele Anastasio

Una “dolce” storia di famiglia

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riginaria di Rovigo e molto orgogliosa di questa terra che fin dal ‘400 è stata un borgo estense e in seguito luogo di collegamento tra Venezia e Ferrara, vorrei proporre una ricetta molto semplice, ma davvero amata da me e dai miei tanti cugini. Prendete 200 gr di uvetta e mettetela in ammollo con 125 ml di rum, tagliate a pezzi 350 gr di pane secco, fate bollire un litro di latte, unite 100 gr di burro, 220 gr di zucchero e versate il tutto sul pane. Quando sarà assorbito (occorre circa mezz’ ora), unite 5 uova, l’uvetta e un po’ di limone grattugiato, mescolate bene e versate in una tortiera a cerniera imburrata, spolverata di pan grattato. A questo punto infornate a 180 gradi per un’ora circa. Questo piatto si chiama Nicolotta e i Nicolotti erano la gente povera che chiedeva l’elemosina, ma per me bambina, era Natale solo se mia nonna la preparava. Auguro a tutti feste serene e ricche di affetti!


Il giornalino dei bambini

Il Saracchino www.scuolesaracco.it

www.progetti-saracco.it

Pagina a cura della scuola “G. Saracco” di Acqui Terme

E-mail: acquiprimocircolo@libero.it - Via XX Settembre, 20 - 15011 Acqui Terme (AL) - tel. 0144.322723

A scuola di creatività

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li alunni delle classi 2° hanno partecipato, con entusiasmo, a una lezione di Patchwork, grazie alla collaborazione delle signore Anna, Fiorenza, Elisa, Rinuccia, M. Grazia, Rita e Giorgia dell‛Associazione di promozione sociale “Noi che ... il patchwork”. Hanno realizzato con l‛aiuto delle “nonne” simpatiche cartoline, utilizzando ritagli di stoffa a scelta. I nostri “piccoli artigiani” hanno ritagliato e

incollato stoffe su una base di cartoncino e tela. In seguito le esperte hanno rifinito il manufatto con cuciture a macchina. E‛ stata una bellissima esperienza per lo sviluppo della creatività e della manualità. Speriamo di ripetere questa bellissima attività anche il prossimo anno. Le maestre delle classi II

Che cos’è il patchwork?

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l lavoro con le pezze, ovvero in inglese il, consiste nella cucitura di diverse parti di diversi tessuti, così da ottenere motivi fantasiosi e/o geometrici.

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noi pittori… come i pittori…

ll‛interno del progetto sui colori primari e secondari, nella sezione E, si è deciso di inserire uno spazio dedicato alla pittura. All‛inizio abbiamo lasciato i bambini esprimersi liberamente sia con strumenti convenzionali come pennelli, rulli e spugne, sia con strumenti non convenzionali, come ortaggi, frutta, spazzolini, sirin-

ghe (senza ago), schiuma da barba etc. Al termine del progetto, abbiamo proposto ai bambini una serie di opere di grandi pittori e abbiamo cercato di imitarli, facendo proprio come loro… dipingendo come loro .. ed eccoci a trasformaci in piccoli Kandinskij, piccoli Mirò , piccoli Mondrian, piccoli Monet e piccoli Pollock!

Il sogno di un bambino

C‛

era una volta un bambino che credeva a tutti i sogni. Un giorno ha sognato una festa dove i bambini ricevono regali. Il bambino decide di chiamare il sogno “La Festa di Natale”. E da quel momento tutte le famiglie festeggiano la famosa:

FESTA DI NATALE Leonardo Siri Con questo pensiero vorrei fare gli auguri di Buone Feste alle insegnanti di Pasturana ed a tutti i bambini del mondo


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l’inchiostro fresco Dicembre 2015

KidSchool: dove internazionale e locale si fondono

Benedetta Acri

Gavi & Capriata d’Orba

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Novi dal 2008 è aperto un Istituto privato a formazione bilingue (italiano/inglese) con Scuola dell‛Infanzia e Primaria che dall‛anno scolastico 2015/2016 è un Istituto Paritario il cui Progetto educativo, secondo le intenzioni della Direttrice, prevede una formazione di alto livello. “Proponiamo, oltre all‛insegnamento delle materie curricolari ministeriali, lo studio approfondito dell‛inglese con insegnanti madrelingua e un ricco programma di attività: musica con maestri di Conservatorio, laboratori di spagnolo con docenti madrelingua e tanto sport”. Gli ambienti sono luminosi e curati “affinché i bambini possano sentirsi a casa e le classi sono a numero limitato per seguire meglio le lezioni”. Nei pomeriggi senza rientro fino alle 18 è attivo il tempo pieno “per stare a scuola svolgendo i compiti, andando così incontro alle esigenze delle famiglie, con minori costi per babysitter etc. Nostro cavallo di battaglia è l‛inglese, che entra nella quotidianità”. Dalla terza elementare gli studenti sostengono gli esami Cambridge e al termine del ciclo scolastico hanno acquisito competenze generalmente conseguite in Italia nelle scuole superiori specialistiche. “Il progetto bilingue inizia nella Scuola dell‛Infanzia, dove i bambini imparano ad esprimersi in italiano e inglese, protagonisti, con insegnanti qualificati, di progetti dedicati all‛arte, alla musica e all‛educazione motoria in collaborazione con associazioni sportive tra cui l‛A.S.D. Budo Arashi”. Una scuola d‛eccellenza, trampolino di lancio verso il futuro: una preparazione completa dal sapore internazionale in un ambiente sereno e stimolante.

Isola del Cantone

Novi Ligure

La Scuola Bilingue, centro di apprendimento d’eccellenza

“Natale senza confini”

Service Poster per la Pace Lions Club Gavi e Colline del Gavi

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ome da tradizione, il Lions Club Gavi e Colline del Gavi, ha promosso anche quest´anno tra i ragazzi della scuola media dei plessi di Gavi e di Capriata, il concorso internazionale di disegno “Un poster per la pace” che, nell‛edizione

2015-2016 si propone con il tema: “Condividi la pace”. In un momento storico come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da divisioni e conflitti globali, il concorso si pone l‛obiettivo di formare le giovani coscienze e fornire loro spunti di riflessione

sul valore della concordia tra i popoli diventando, attraverso l‛attività artistica, l‛occasione di approfondimento e confronto sotto la guida degli insegnanti. Anche questa edizione ha visto impegnato un alto numero di ragazzi: 82 elaborati sono stati sottoposti alla giuria composta dalla pittrice e scultrice Alessandra Guenna e dalla professoressa Lorenza Priano affiancate dal Presidente del Lions Club Roberto Gemme e dai componenti del comitato “Un poster per la Pace” Alessandro Cartasegna, Alma Pasero, Adriano Picchiò e Giulia Picollo. L‛elaborato che verrà inviato al concorso appartiene a Bartolomeo Bisio (classe IIª D). “Quest‛anno la giuria, che ringraziamo per la disponibilità e l‛impegno, ha individuato nell‛elaborato del giovane Bisio il candidato ideale da proporre — dice il dottor Cartasegna da anni promotore dell‛iniziativa

— per l‛originalità e il forte contenuto simbolico, rappresentando i paesi del mondo amalgamati in una torta già divisa in sette spicchi, ognuno dei quali riportare i colori simbolo della pace; attorno la gioia della condivisione è stata espressa attraverso un gruppo di mani di diverso colore e etnia pronte “innocentemente” a condividere un dolce attimo di gioia e di pace”. “Particolarmente attuale — aggiunge il presidente del Club, Roberto Gemme — anche per aver colto, proprio nell‛anno dell‛Expo, l‛importanza del ruolo che riveste il cibo nella nostra attuale società, laddove la fame può diventare un‛arma potentissima, il cibo condiviso si fa strumento di pace”. Un plauso anche a Diego Traverso e Davide Nuti, entrambi della classe IIª C, classificatisi secondi parimerito. Simona Vitali


l’inchiostro fresco

Dicembre 2015

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gni volta sembra un‛impresa raccontare e cantare in modo diverso il Natale, eppure, ormai da qualche anno, noi alunni della Scuole Primarie di Isola del Cantone e di Vobbia lo facciamo in chiesa, mentre nell‛Oratorio allestiamo il presepe, realizzato da noi con l‛esperto Giuseppe Gnecco, e offriamo il rinfresco. Quest‛anno è prevista anche la partecipazione straordinaria degli alunni cinquenni dell‛Asilo Infantile; poiché, come negli anni scorsi, ci sarà una certa affluenza di pubblico, lo spettacolo si svolgerà il giorno 19 dicembre alle ore 10.00 nella Chiesa di San Michele Arcangelo, anziché nell‛Oratorio. In un mondo che

dovrebbe essere senza confini, nel quale sarebbe bello vivere nel rispetto reciproco, anche alla luce dei recenti fatti di violenza e intolleranza, desideriamo testimoniare la voglia di un futuro di pace e di uguaglianza, scoprendo il Natale nei vari continenti, attraverso usanze, canti e tradizioni, senza dimenticare quelle del nostro Paese, narrate nel nostro dialetto, attraverso il canto “Incominça un meize avanti”, proprio della tradizione isolese. In questo “viaggio”, un filo rosso ci unisce: il desiderio di un mondo di pace e amore, perché il Natale sia tutti i giorni, senza confini di spazio e senza tempo.

…Fuoco, fuoco notte e dì, si le streghe fan così!!!!! Tagliolo

Scuole Primarie di Isola del Cantone e di Vobbia Istituto Comprensivo di Ronco Scrivia

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tmosfere misteriose anche a Tagliolo, nella scuola dell‛infanzia, tra la storia della strega Arancina, quella del fantasma Puzzapazza, la preparazione di pipistrelli che ci guardano a testa in giù e le decorazioni appese all‛albero di Halloween. SOFIA (3 anni): “ Io non ho paura delle streghe e mi sono truccata da ragno …….. no…… da zucca!

i t n a v a e z i e m n u Incominça I

ncominça un meize avanti in te case disperæ comme a mæ, comme a mæ ammugiâse quarche franchetto pe guarnîse, peguernîse i vascellæ.

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mattin che l’é ancon scûo ven da-a porta o leitâ «oh donne cae gh’é o læte fresco «donne cae, donne cae vegnî accattâ». mattin che l’é ancon scûo satan sciù tutti i figgiêu «oh moæ cäa, tïa fèua o pandöçe «co-o zebibbo, co-o zebibbo e co-i pignêu». uande sêunna mezanêutte va sciù Messa co-o Bambin e tutti corran in San Loenso pin de sêunno, unno, pin de sêunno e pin de vin.

ciù pe-i boschi, sciù pe-i fosci sciorte o fûmme da-i fûmmajêu e se sente un odô de rosti che o me tïa, che o me tïa sciù o mæ chêu. h’é ‘na squaddra de zoenotti con chitarra e mandolin e van a fâghe a serenata a-e figge belle, a-e figge belle e a-o Bambin.

LORENZO (5 anni): “Quel signore che è sceso dalla macchina si è spaventato quando gli abbiamo chiesto “DOLCETTO O SCHERZETTO?”. REBECCA (5 anni): “Mi piaceva suonare i campanelli…….” LUCA (4 anni): “Si…. La gente si spaventava tutta……anche il Sindaco…” SOFYEN (3 anni): “Si è spaventato mio fratello quando siamo andati di sopra……( si riferisce agli scherzetti ai compagni della Primaria). ILARIA (5 anni): “…Delle signore ci hanno regalato i pacchetti di caramelle ma le abbiamo fatto “buhhh” lo stesso” DENNIS (4 anni): “io mi sono divertito a mangiare solo con la luce della zucca con gli occhi e la bocca bucati”. PIETRO (4 anni): “siiiii e poi dopo mangiato le maestre facevano le streghe che dondolavano il calderone….” VANDA (4 anni): “ma dentro non c‛erano le code di serpente ed i ragni senza un dente ….c‛erano le caramelle ed i cioccolatini fatti “da” fantasmino…..” ALESSANDRO (3 anni): “siiii erano….erano tanto buoni!!!!” Dopo aver percorso le vie del paese ed aver divertito tante persone, ma specialmente noi, la festa è terminata con il pranzo a lume di zucca ed il pentolone pieno di dolci (grazie alle mamme) rovesciato dalle maestre – streghe e fantasmi. Il prossimo appuntamento, nel prossimo numero, è per raccontarvi la festa più bella dell‛anno festeggiata in un paese col borgo ed il castello più suggestivo dei dintorni. Spaventosi saluti dai bimbi di Taglioloooo!!!!

hi ghe va pe sentî Messa e chi ghe va pe devozion e chi ghe va pe unn-a pisaggia e chi ghe va, e chi ghe va pe dâ un ronson. uande Messa a l’é finîa chi va a casa e chi a giâ e tutti i cappi de famiggia e a-e pignatte, a-e pignatte fan boggî.

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Ad Ovada RACHELE (5 anni): “Mi piace Halloween perché mi fa tanto ridere il fantasma Puzzapazza e poi mi sono truccata da zucca con la bocca arancione ed ill naso verde”. LUCA (4 anni): “ La maestra mi ha fatto il naso nero e poi tutta la ragnatela sulla faccia……spaventavo tutti quelli che mi vedevano”. GABRIELE (4 anni): “ Avevo la faccia col ragno disegnato ed un lenzuolo con sopra un fantasmone….allargavo le braccia e facevo “ uh…uh….uh…”.

alunni in biblioteca

Ringraziamo i nostri affezionati clienti e auguriamo a tutti

Buone Feste

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l’inchiostro fresco Dicembre 2015


Al Cortile di Acqui Terme il 2 gennaio celebra la “giornata di Fausto Coppi”

Ad Acqui Festa per il Campionissimo MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

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l Cortile di Acqui Terme, il bicicortile dedicato alla “memoria condivisa” su due ruote, si appresta a chiudere l’anno vecchio ed ad iniziare l’anno nuovo “col botto”.

Il diavolo rosso di Asti Tra le ultime acquisizioni della collezione acquese, vi è una splendida bici scarlatta appartenuta al mitico Giovanni “il Diavolo Rosso” Gerbi, il campione che ad inizio Novecento fu tra i protagonisti del ciclismo di allora. Gerbi, nato ad Asti, era un corridore non soltanto molto forte ma anche dotato di grande astuzia. Infatti, non essendo un grande velocista e soffrendo gli arrivi in volata, faceva in modo di staccare tutti “da lontano” con fughe anche di 100-150 chilometri. Gerbi seguiva il credo de “il fine giustifica i mezzi” come quella volta in cui, avendo studiato perfettamente il percorso di gara, fece in modo di passare per primo un passaggio a livello e poi, d’accordo col casellante, fece abbassare la leva, impedendo così agli altri corridori di raggiungerlo. Un vero asso che godette di grande, grandissima popolarità tanto che Paolo Conte, astigiano anch’egli, gli dedicò la celebre canzone. Il Campione del Mondo L’ex ciclista Gianni Masello ha consegnato allo staff de “Il Cortile” una maglia addirittura appartenuta ad un Campione del Mondo. Si tratta della divisa di Jens Veggerby, ciclista danese che corse quasi sempre per squadre italiane, il quale nel 1993 si laureò iridato nella disciplina, ormai uscita fuori da quelle olimpiche, del “fondo su pista”.

Gli amici del triathlon di Visone Per tutto il mese di novembre la vetrina del bici-museo è stata letteralmente “invasa” dalle maglie, cimeli, oggetti e medaglie della squadra di triathlon di Visone. Un importante “gemellaggio” tra discipline diverse accumunate dalla stessa, grande, passione. Acqui Terme “in rosa” Ma tra gli oggetti più suggestivi della raccolta spicca, senza ombra di dubbio, la bicicletta e la maglia rosa di Giovanni Pettinati, il corridore che vinse una tappa del Giro d’Italia nel 1954 e indossò per sei giorni la maglia rosa nel 1958. Grazie alla benevo-

Sabato 12 dicembre alle ore 15 il via al

Gran Galà in bici

Ecco la squadra dei “Baby Campioni” premiata lo scorso anno. Per l’edizione 2015 saranno ancora più numerosi i partecipanti

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lenza della moglie Giordana e della figlia Mirella è possibile ammirare questi cimeli nel Cortile. La figlia Mirella ha raccontato che: “Fausto Coppi era solito, quando si allenava, passare per la nostra casa di Cartosio per chiamare mio padre. Assieme a lui facevano il giro per Sassello e il passo del Turchino e poi tornava a casa dove era nostro ospite. Una persona gentilissima e simpatica, come del resto suo figlio Faustino, mio coetaneo”. 2 gennaio: Festa del Campionissimo Ma il vero momento clou per gli ani-

ran Galà del ciclismo con ospiti illustri e presentazione della seconda edizione del libro di Fabrizio Tacchino sono i contenitori di una grande festa delle due ruote in programma sabato 12 dicembre 2015 alle ore 15 presso la Loggia di San Sebastiano ad Ovada. Ci saranno non solo gli appassionati e gli amici che nella zona sono veramente tanti grazie alla radici e alle tradizioni del ciclismo, ma interviene quale testimonial Gianluca Bortolami ex professionista vincitore del Giro delle Fiandre e Coppa del Mondo, gli azzurri Oliviero Troia, Ilaria Sanguinetti, il professionista Cristiano Salerno. Per quanto riguarda invece il libro viene presentato a soli due anni dalla prima edizione “Obiettivi, tipologie e mezzi di allenamento nel ciclismo” edito da Calzetti – Mariucci, letteralmente esaurito in 2000 copie. Ora è uscita una riedizione con grafica rinnovata e aggiunta di nuovi capitoli per un totale di 550 pagine dedicate all’allenamento nel ciclismo scritto dal preparatore atletico Fabrizio Tacchino di Castelletto d’Orba o meglio, come dice lui di “Bozzolina”. “Quando a inizio 2013 dopo aver lavorato giorno e

matori del bici-museo sarà il prossimo 2 gennaio, anniversario della scomparsa del Campionissimo. Infatti per quell’importante data il Cortile ospiterà tre biciclette Bianchi da collezione più tutta una serie di cimeli, foto e documenti del Campionissimo. Una giornata speciale per ricordare Fausto Coppi un campione che, a distanza di anni, fa ancora battere il cuore a milioni di appassionati in giro per il Mondo.

notte per la stesura di questo libro misi un punto di fine – dice Fabrizio Tacchino - ero sicuro di aver fatto un buon lavoro perché frutto di un esperienza vissuta sul a strada e condivisa con i miei preziosi colleghi, ma il successo era poi lasciato al giudizio di chi lo avrebbe letto. Con orgoglio posso testimoniare con affetto le centinaia di mail da sconosciuti lettori che hanno fatto i complimenti ai contenuti di questo testo che definisco un importante pietra miliare sulla metodologia dell’allenamento, non inventando niente di innovativo ma mettendo un sapiente ordine ai concetti che regolano l’allenamento nel ciclismo senza la presunzione di una verità assoluta ma di un buon input su cui far riflettere atleti, nuovi tecnici e colleghi ma soprattutto quale “antidoto” culturale al doping che ha flagellato questo sport”. “Dedico – conclude Fabrizio Tacchino - la ristampa del libro alla memoria del mio papà Giulio, che mi ha avviato prima a questo sport e poi incentivato a farne una bellissima e appagante professione”. Luisa Russo


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l’inchiostro fresco

SPORT

Dicembre 2015

Lo sport principe dell’ovadese e di Rondinaria non si ferma d’inverno

Boys Calcio e Ovadese preparano il

3°Campionato indoor monferrino Torneo di Natale Q M uest’anno la Messa di Natale e la Cena sociale dedicata al settore giovanile dei Boys Calcio e dell’USD Ovadese si svolge sabato 12 dicembre con il seguente programma: ore 19.30 Messa presso il Santuario di San Paolo di Corso Italia; a seguire la consueta cena nel Salone della Chiesa con lo scambio di auguri. Partecipano tutte le squadre del settore giovanile dai Primi Calci agli Allievi, mentre per la Juniores e la Prima Squadra viene organizzato uno scambio di auguri alternativo. E’ anche in preparazione il tradizionale Torneo di Natale in programma il 19-20-21-22-23 dicembre

entre per il tamburello specialità Open, si stanno allestendo le squadre con la rinuncia del Carpeneto e la conferma nella serie A del Cremolino, si sta disputando nelle palestre d Basaluzzo, Voltri e Ovada il 3° campionato indoor dell’Alto Monferrato Ovadese. Undici le squadre al via suddivise in due gironi rispettivamente da cinque e sei squadre. Nel girone A figurano il Basaluzzo Italvalv con Bevilacqua, Borsa, Garibaldi, Notarangelo, Sant; il Carpeneto con Daniele e Luca Oddone, Olivieri, Piccardo, Carlo Frascara, il Gollo Team con Fabrizio e Andrea Gollo, Tassistro e Guglielmero; la new entry del Voltri e la squadra del Comitato con Agosto, Mauro e Riccardo Bavazzano, Parodi, Gaviglio. Nel girone B al via i campioni in carica del Cremolino Frutti con Parodi, Frutti, Ottria e Ferrando; Ovada in Sport con Stefano Frascara, Macciò, Chiappino, Vignolo; i Luluchi con Chiara e Luana Parodi, Ratto, Bisio; CarpenetOvada con Caneva, Lanza, Arata, Olivieri, Robbiano e la Voltri 2. (e.p.)

Intervista a Roberta Borello, direttrice del centro danza novese

2015, riservato alle categorie Pulcini 2005, 2006, 2007 a sei giocatori, Piccoli Amici 2008– 2009 a cinque giocatori. Il torneo si svolgerà al Palazzetto dello Sport del Geirino di Ovada con gare di qualificazione in programma il 19 dicembre dalle 14.30 alle 22.30 e al Palazzetto di Castelletto d’Orba di Regione Castelvero nelle giornate del 20 e 21 dicembre, mentre le finali si svolgeranno il 22 e 23 dicembre 2015 nuovamente al Geirino di Ovada. Il calendario del torneo sarà scaricabile dal sito internet www.usdovadese.it a partire dal 12 dicembre 2015. Enzo Prato

Rocca Grimalda: festa per i 30 anni della

La danza: arte, passione e disciplina Polisportiva BENEDETTA ACRII

@FernGully89

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l centro danza di Roberta Borello compie 36 anni: un’istituzione artistico-culturale novese che ha raccolto sempre grandi successi. La direttrice ci racconta di essere “soddisfatta del 2015: abbiamo partecipato con una coreografia apposita alla ‘Traviata’ con gli Archi Novesi di Luisa Corsini di cui l’anteprima è avvenuta a Novi e la prima a Basilea. È stata la nostra prima tournée estera, un’esperienza emozionante che speriamo di ripetere anche questo 13 dicembre, sempre a Basilea. Al di là dei professionisti formati, abbiamo iscritte le figlie degli ex allievi. Ciò vuol dire che abbiamo lasciato qualcosa a livello personale, non solo con formazione, disciplina, arte, musica ed esercizio fisico. Le allieve vengono seguite fin da piccole nella crescita, noi insegnanti diventiamo figure di seconde mamme o zie, si instaura un bel rapporto.”. I corsi sono vari e per tutti i gusti. Si parte dalla danza propedeutica

con la novità delle lezioni rivolte ai bambini di tre anni insieme alle mamme: “sono molto apprezzate, si tratta di un momento di gioco e condivisione con i figli importante, visti i ritmi odierni.”. Poi il corso dai 4 ai 6/7 anni e le lezioni di preparazione alla danza: classica, moderna, contemporanea, hip hop, flamenco e un laboratorio coreografico. Inoltre, grande successo hanno i corsi dedicati al benessere psico-fisico, aperti a tutti: tai chi, pilates e yoga. Sono molti gli spetta-

coli in programma: “l’11 dicembre replicheremo a Viguzzolo una rappresentazione realizzata insieme all’associazione DanzArte a Tortona. Il 28 dicembre parteciperemo al concerto di capodanno a Novi con l’Orchestra Classica di Alessandria diretta dal maestro Maurizio Billi nell’ambito del Festival Marenco. Un’esperienza molto positiva che ripetiamo da qualche anno, una prova per le ragazze che devono confrontarsi con la musica dal vivo. La sera di sabato 23

gennaio e domenica 24 alle 16 per i bambini terremo la replica dello spettacolo ‘La bottega delle meraviglie’ con alcune modifiche al teatro Giacometti nell’ambito della rassegna Tealtro. Inoltre, una nostra allieva, Simona, ha vinto il concorso ‘Giovani Talenti’: con la borsa di studio parteciperà ad uno stage settimanale di danza in Puglia a febbraio.”. Nonostante sia una realtà di provincia, si è riusciti a creare un centro forte, d’eccellenza proprio a detta di esperti del settore. “Le allieve professioniste tornano sempre volentieri a casa. Molte di loro stanno avendo una fulgida carriera, fanno parte o hanno fondato compagnie importanti con le quali girano il mondo. Siamo anche in contatto con l’associazione Aida di Milano legata al Teatro alla Scala. Quindi, si deve andare avanti per continuare a contribuire alla formazione di talenti e a migliorare la scena artistico-culturale locale e non solo. L’entusiasmo è la base di tutto.”.

S

impatica rimpatriata presso il Ristorante degli Sportivi di Cremolino, per la Polisportiva Rocca Grimalda di calcio che nella stagione 84/85 vinse il campionato di 3°categoria. Una serata conviviale dove si sono ritrovati dopo 30 anni oltre venti persone tra giocatori e dirigenti ripercorrendo i momenti più salienti della Polisportiva, sfogliando le foto di allora e raccontando aneddoti di un calcio che forse oggi sta piano piano scomparendo. Una dimostrazione della grande amicizia che si era creata e della voglia di partecipare che ancora oggi vive in questi ragazzi. Molti sono ancora coinvolti nello sport perché seguono i figli, qualcuno ha ottenuto il patentino di allenatore, mentre altri sono semplici spettatori, ma quegli anni d’oro (come era scritto nella torta) non si potranno mai dimenticare. La Polisportiva aveva i mosso i primi passi ad Ovada nel ‘78 al Geirino quando il complesso disponeva solo di un rettangolo di gioco, poi nell’80 il trasferimento a Rocca Grimalda e la vittoria della 3° categoria. E’ stata anche raccolta una cifra destinata all’Associazione Vela di Ovada. (e.p.)


l’inchiostro fresco

SPORT

Dicembre 2015

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Sabato 16 Gennaio 2016 un convegno di grande prestigio

Novi Ligure per due giorni capitale dello Sport giovanile

CITTÀ DI NOVI LIGURE

Convegno sportivo Sport e Salute BENEDETTA ACRII

@FernGully89

CON IL PATROCINIO DI

A

Novi Ligure sabato 16 Gennaio dalle ore 16.00 al Museo dei Campionissimi si svolgerà un Convegno sullo “Sport, Salute e Alimentazione”. Ad aprire i lavori, sarà il Sindaco, Rocchino Muliere, che darà il saluto della città ai convenuti. Quindi gli organizzatori del convegno, Giampiero Montecucco e il Commissario per il Piemonte, Rino Fatuzzo, ringrazieranno tutti i partecipanti per la loro presenza. Nella scaletta del convegno sono previsti gli interventi

di numerosi esponenti del mondo dello sport che lo tratterranno da diversi punti di vista.

Karate e danza S

port giovanile in campo, Domenica 17 gennaio a Novi Ligure. Al Palasport novese infatti dalle ore 9.00 alle ore 19.00 si svolgerà una giornata interamente dedicata al settore giovanile delle “Arti Marziali Karate”. La manifestazione rientrerà nel novero delle prove internazionali, valevole per le qualificazioni degli azzurri e azzurrini, quale secondo “Grand Prix Regionale Piemonte C.S.A.IN.”. Al termine dei combattimenti, nell’intermezzo tecnico durante il quale i giudici prepareranno le classifiche, il pubblico potrà assistere alle esibizioni delle atlete del corpo di ballo della “ASD Associazione Contemporary Dance Theater Tap Wall”, società alessandrina diretta dalle istruttrici Laura Barbera e Alessia Gaione. La manifestazione sarà organizzata dal Comitato Provinciale di Alessandria, dall’Ente di Promozione Sportiva C.S.A.IN. in collaborazione con il Comitato Regionale Piemonte e con la Società ASD Il Tempio del Karate. L’iniziativa ha ricevuto inoltre i patrocini dalla Regione Piemonte, dal CONI Regionale, dalla Provincia di Alessandria, dal Comune di Novi Ligure e dal quotidiano La Stampa. Visto i successi ottenuti nelle passate edizioni, è prevista la presenza a Novi Ligure di oltre quattrocento atleti. Giampiero Montecucco ha sottolineato che: “Grazie all’impegno mio e dei miei collaboratori in ogni manifestazione organizzata in quarant’anni in qualità di dirigente sportivo sia a livello provinciale che nazionale nelle più svariate discipline, dal calcio alla pesca sportiva, abbiamo sempre fatto centro. Spero che anche questa manifestazione abbia i dovuti crismi per il successo che merita”. Il Presidente Montecucco ha ricordato che: “La manifestazione è importante in quanto è legata ad un convegno (ndr, “Sport, Salute e Alimentazione”) che da molti anni non abbiamo più avuto occasione di convocare. Un grandissimo plauso dunque va – aggiunge al termine dell’intervista Montecucco - agli oratori del convegno citato e agli atleti successivamente convenuti e provenienti dalle diverse regioni e dalle nazioni vicine: lo sport infatti deve guardare sempre avanti, nonostante gli avvenimenti incresciosi avvenuti ai nostri amici francesi”. Federico Cabella

Sull’alimentazione Sulle raccomandazione per l’alimentazione interverranno infatti Gianluca Bombara, ciclista reduce dal Giro d’Italia in solitaria e, a seguire, l’ex olimpionico Giacomo Crosa. Il dott. Tiziano Gastaldi tratterà il tema relativo a: “Ciò che la chimica non spiega”, mentre il dott. Filippo Parodi si soffermerà nell’“Alternativa sulle onde magnetiche”. L’ing. biofisico Cristian Conte e il dott. Francesco Antonio Bonomo metteranno invece in campo le loro conoscenze sull’alimentazione da un punto di vista più strettamente tecnico. Sullo sport e i figli In merito a: “Lo sport e i figli. Quando i genitori si trasformano in ultras” vi sarà un appratimento curato dalla Delegato CONI di Alessandria, Maria Cristina Mensi. Sulla nutrizione nello sport Per quanto riguarda invece “La nutrizione nello sport”, il dott. Carlo Massa (maratoneta) e il dott. Luca Speciale, medico nutrizionale della Nazionale Italia di ultramaratona, sveleranno i segreti della dieta per affrontare con successo l’impegno agonistico. Sul sostegno finanziario Infine, tema molto pregnante in questo periodo, l’Assessore allo Sport Regione Piemonte, Giovanni Maria Ferraris, il Presidente Regionale CONI, Gianfranco Porqueddu, e l’Assessore allo Sport di Novi Ligure, Stefano Gabriele, discuteranno sul “Sostegno finanziario per lo sport giovanile”. Al termine dei lavori Luigi Fortuna, Presidente Nazionale C.S.A.In., trarrà le conclusioni sul convegno.

La corretta alimentazione nello sport Lo sport e i figli. Quando i genitori si trasformano in ultras La nutrizione nello sport Sostegno finanziario per lo sport giovanile?

Sabato 16 gennaio 2015 - ore 16.00 Museo dei Campionissimi di Novi Ligure Apertura del Sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere

Saluto del Presidente Giampiero Montecucco

Saluto del Commissario Regionale Piemonte Rino Fatuzzo

Moderatore del convegno Dott. Mattia Nesto redattore de “l’inchiostro fresco” • Raccomandazione per l’alimentazione Gianluca Bombara, ciclista reduce dal Giro d’Italia in solitaria Giacomo Crosa, olimpionico Dott. Tiziano Gastaldi: “Ciò che la chimica non spiega” Dott. Filippo Parodi: “In alternativa alle onde magnetiche” Intervento dell’Ing. biofisico, Cristian Conti e Dott. Francesco Antonio Bonomo • Lo sport e i figli. Quando i genitori si trasformano in ultras Maria Cristina Mensi, delegato CONI Alessandria Manuele Borsoi, Istruttore karate • La nutrizione nello sport Dott. Carlo Massa, maratoneta Dott. Luca Speciale, medico nutrizionale Nazionale Italiana di Ultramaratona • Sostegno finanziario per lo sport giovanile? Stefano Gabriele, Assessore allo Sport del Comune di Novi Ligure Giovanni Maria Ferraris, Assessore allo Sport della Regione Piemonte Gianfranco Porqueddu, Presidente Regionale Piemonte CONI Conclusioni: Luigi Fortuna, Presidente Nazionale C.S.A.In.


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l’inchiostro fresco

SPORT Trial a Mongiardino

Dicembre 2015

Lovelli al quarto posto

In provincia di Torino gli atleti novesi si fanno onore

Karate Club Novi ancora sul Podio O tto medaglie d’oro, una d’argento, due di bronzo e tre quarti posti: questo il bottino per gli atleti dell’ Asd Karate Novi ai Regionali organizzati dall’AICS Piemonte Karate a Brandizzo, in provincia di Torino. Guidati dagli istruttori Luca Lerma e Serena Rocca, gli atleti novesi si sono presentati in quattordici alla griglia di partenza, mettendosi subito in evidenza e facendo letteralmente incetta di medaglie nelle specialità “kata individuale”, riconfermandosi protagonisti per il secondo anno consecutivo.

I

l 22 novembre nel percorso permanente autorizzato trial, si è svolto l’ultimo dei 6 allenamenti collettivi organizzati sotto l’egida della sezione “Nuova Mongiardino Trial Team” del M.C. della Superba di Genova. A consuntivo dell’anno 2015, il percorso trial, ha ospitato la prova di Campionato Regionale Ligure con 85 partenti e 165 presenze che hanno pranzato presso il ristorante “Costa Salata”. Il progetto per il 2016 è quello di un’ulteriore miglioramento del percorso, che ospiterà una gara pensata su due giorni ancora con data da definirsi. (s.a.)

Federica Fossati

S

i è svolto sabato 21 novembre a Mortara (PV) il “Campionato Interregionale di Categoria fra Piemonte, valle d’Aosta, Lombardia e Liguria” nel quale protagonista è stato l’atleta novese Luca Lovelli nella categoria juniores 1° fascia, categoria riservata ai ginnasti di età compresa fra 15 e 16 anni che svolgono un’attività di alta specializzazione. Luca, seppur reduce da una settimana di influenza che lo ha costretto a letto fino al giorno precedente la gara, è sceso in campo con tutta la grinta di un ragazzo concentrato ad accedere alle ammissioni alle finali nazionali che si terranno il prossimo 12 dicembre a Torino. La gara è stata dura e sofferta. Attrezzo dopo attrezzo la stanchezza e la fatica si facevano sempre più sentire per un ginnasta che non si era potuto preparare al meglio e che aveva ancora poche forze, ma ciò nonostante Luca ha conservato le energie ed ha concluso la gara piazzandosi ottimamente in 4° posizione, utile per le ammissioni alle finali nazionali. Soddisfatto per il risultato ottenuto, ora Luca Lovelli si concentrerà per preparare al meglio i prossimi campionati Italiani di Categoria. Andrea Lamborizio

La compagine allenata da Quagliozzi nelle zone alte della classifica grazie alla grinta e allo spirito di sacrificio

La Pozzolese Volley corsara a Valenza U n’altra bella affermazione per la Pozzolese Volley in Prima Divisione. Infatti le “ragazze terribili” allenate da mister Quagliozzi si sono imposte sull’ostico campo di Valenza. Una vittoria importante che ha consentito alle atlete pozzolesi di portarsi nelle zone “più nobili” della classifica. Le bianco-rosse di Pozzolo sono scese in campo con Roveda in regia, Repetti, Quagliozzi, Silvano, Conte, Vecchione e Barbieri libero, successivamente sono entrate Sarais, Orsi, Plazza mentre non sono state utilizzate Bovone e Milanese. Il match è stato molto combattuto perché le valenzane hanno iniziato premendo sull’acceleratore, volendo fare evidentemente bella figura davanti al loro pubblico. Il primo set così va, meritamente è il caso di

I 60 anni di A.I.A. a Novi Ligure

Mister Quagliozzi si è detto orgoglioso del carattere e dell’abnegazione per il sacrificio delle sue ragazze terribili

dirlo, al Valenza. Successivamente però il carattere della Pozzolese Volley esce fuori. Gli errori commessi nel precedente set, vengono ridotti praticamente a zero, nonostante un Valenza mai domo che serve bene e cerca sempre di mettere in difficoltà gli ospiti. Tuttavia, con una consapevolezza e sicurezza che aumenta set dopo set, le biancorosse strappano un 3-1 “corsaro” che riempie di grande gioia tutti i sostenitori ed appassionati. Un ottimo e fruttifero risultato per le biancorosse che dimostra una crescita costante. Risultato finale: - Z.S.I Valenza - ASD Pozzolese Volley

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Federica Fossati

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n importante traguardo è stato raggiunto sabato 3 dicembre 2015 dalla sezione A.I.A. di Novi Ligure. Infatti in quella data gli arbitri novesi hanno festeggiato i 60 anni dalla costituzione della sezione. La cerimonia, organizzata al Salone dei Campionissimi, ha visto la partecipazione di Marcello Nicchi, Presidente Nazionale dell’Associazione Arbitri Italiana. Davide Parodi


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Dicembre 2015

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l’inchiostro fresco Dicembre 2015


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