Inchiostro Fresco Dicembre 2016

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La redazione augura Buone Feste a tutti i lettori MELE pag. 7

CASTELLAZZO BORMIDA pag. 11

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OVADA Ospedale salvo? di Enzo Prato

Pag. 3

VALLE STURA Le "piccole scuole" di Matteo Serlenga

Speciale sui Presepi dell'Oltregiogo

Pag. 7

pag. 2

L'ospedale di Tortona per salvaguardare il territorio

“Bentornato lupo”

RONDINARIA Tangenziale a Predosa di Mattia Nesto

Pag. 11 SPECIALE NATALE

Intervista all'Assessore alla Sanità Marzia Barbieri

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Un approccio scientifico per una vicenda molto interessante dalla valle Stura

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A chi stiamo consegnando l’acqua che beviamo? Intervista ai rappresentanti dei comitati “Sezzadio Ambiente” e “Vivere Predosa”

pagg. 16-17

Le letterine dei Sindaci di Rossiglione, Tiglieto, Urbe e Sassello

Pag. 15 Nuova Libarna Lavori pubblici ad Arquata Scrivia di Marisa Pessino

Pag. 24 Valle Scrivia Automedica in Val Polcevera di Fabio Mazzari

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Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi


l’inchiostro fresco

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La “Prima”

Dicembre 2016

L’atmosfera di Natale

La redazione de “l’inchiostro fresco” vi porta a fare un tour delle più belle natività del territorio

Viaggio tra i presepi dell’Oltregiogo

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ra i ricordi più nebulosi e allo stesso tempo magici che conservo dell’infanzia, v’è quello di un presepe vivente. I miei genitori mi ci portarono la sera di una Vigilia in macchina, a vederlo, e anche se il tragitto durò appena una quindicina di minuti, mi parve di essere arrivato dall’altra parte del mondo, in un posto dove la nascita di Gesù Bambino avveniva davvero, sotto i miei occhi, e dove stazionavano una serie di animali che fino a quel momento avevo visto solo in televisione. Potere dei presepi! Ancora adesso, che sono un po’ più grande, quando mi imbatto in uno di essi, che sia allestito in una casa privata o visitabile al pubblico, vivente o inanimato, meccanizzato o tradizionale, mi fermo ad osservarlo. Non c’è niente che renda maggiormente l’atmosfera del Natale (la neve sulle montagne, il caldo della stalla dove è riunita la sacra famiglia, i doni portati al neonato) come un bel presepe. Nella nostra zona ve ne sono molti bellissimi e meritevoli di una visita. Ne abbiamo descritti alcuni, un piccolo specimen, ma ve ne sono anche altri, a partire, solo per fare un esempio, da quello di Vara Inferiore. Un giretto in più, dunque, fra i nostri cari presepi (stupendi quelli che ripropongono i vecchi mestieri) e uno in meno al centro commerciale a far la coda per comprare i regali, per recuperare il vero senso del Natale. Federico Cabella

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er celebrare degnamente le festività natalizia abbiamo pensato ad una “storia di copertina” collettiva, con una bella foto del Presepe di Viganego, ovvero ad un articolo a più firme che andasse a raccontare i più belli e curiosi presepi dell’Oltregiogo. Noi de “l’inchiostro fresco” ci siamo quasi sentiti in dovere di compiere questa scelta perché, dopo anni e anni in cui scorrazziamo in lungo e largo per gli Appennini, tra Liguria e Piemonte, abbiamo incontrato lungo il nostro cammino numerosissimi presepi di grande valore artistico, sociale ed affettivo. Ecco perché, cari amici lettori, abbiamo pensato di realizzare una prima pagina con tante proposte: per cercare di donarvi “su carta” le emozioni che “con gli occhi e il cuore” abbiamo provato noi paese dopo paese, borgo dopo borgo. Buon viaggio! A Bargagli, nella frazione di Traso, il presepe è strettamente collegato con quella che per anni è stata la principale fonte di reddito di queste zone, ovvero la lavorazione dell’ardesia. Questo presepe meccanizzato è interamente costruito in ardesia, non solo i tetti, ma le intere case in miniatura sono realizzate in questo pregiato materiale. A Traso viene ricostruita con minuzia la vita contadina dei secoli scorsi, con gli antichi mestieri oggi scomparsi, le botteghe, i commercianti, i contadini e, ovviamente non possono mancare i minatori intenti a lavorare ininterrottamente nella cava d’ardesia. Sempre nel Comune di Bargagli, nella frazione di Viganego, si tiene dal 2000 in poi il “Presepe nel bosco”, nato grazie ad un’idea vincente di Cosimo Tondo, che cercò di creare un polo di attrazione per raccogliere fondi per il nuovo campanile della locale chiesa parrocchiale. A Viganego, in un bosco all’aperto, ogni anno, a partire dall’8 dicembre, è possibile camminare all’interno di un vero e proprio paese dell’entroterra genovese in miniatura.

Campo Ligure, anche quest’anno, in occasione della festività dell’Immacolata (8 dicembre) ha riaperto i battenti il presepe meccanizzato più famoso della Liguria. Realizzato nel 1910 per volontà di Gio Batta Macciò padre detto Crispi, (1873-1963) e proseguito dal figlio Gio Batta (detto Baciccia di Crispi) e da uno stuolo di infaticabili aiutanti riuniti oggi nell’Associazione Amici del Presepe, esso viene allestito nell’ampio Oratorio di san Sebastiano, occupando una superficie di circa 80 metri quadri. Attorno al tema entrale della Natività è riscostruito il variegato mondo delle attività agricole, artigianali e pre-industriali del borgo filigraniero. Così troviamo i chiodaroli all’opera all’interno di una antica fucina, gli addetti al maglio ed alla lavorazione del ferro. Orario di apertura: da sabato 17 dicembre a domenica 8 gennaio: apertura tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 18,00. Nel restante mese di gennaio 2017, fino a domenica 29 compresa, il presepe è aperto nei fine settimana con lo stesso orario.

A Pentema, frazione di Torriglia, non possiamo farci scappare il tradizionale Presepe di cui abbiamo parlato ampiamente nel numero scorso. Nato grazie alla volontà di Don Pietro Cazzulo e dell’associazione G.R.S. Amici di Pentema, questo presepe è un vero e proprio museo etnografico all’aperto che, in questa piccola frazione montana, riproduce, grazie a manichini a grandezza naturale e arredamenti dell’epoca, la vita contadina dell’entroterra genovese del XIX e dei primi decenni del XX secolo. A Orero, frazione di Serra Riccò nell’alta Val Polcevera, decisamente particolare e interessante è il Presepe delle Favole. Nel centro storico di questo piccolo borgo montano, che congiunge tre comuni (Serra Riccò, Sant’Olcese e Casella), perfettamente conservato, ogni anno, a partire dall’8 dicembre l’associazione Sacrabandu organizza, con l’aiuto e la collaborazione dei residenti, un vero e proprio mondo delle fiabe, delle favole e dei fumetti a cielo aperto.

A Costa d'Ovada, I primi ideatori, nel lontano 1898, si affidarono alla famiglia Brilla di Savona, ricevendo i consigli e la collaborazione di un figlio del famoso scultore Antonio Brilla (1813-1890). In origine il presepe aveva una superficie di circa 27 mq., con il trascorrere degli anni si arricchì di personaggi e di particolari, fino a raggiungere i 45 mq. Il presepe è ricco di oltre cento statue, per la maggior parte eseguite tra il 1898 e il 1905 da don Vincenzo Grillo e G. B. Barisione, i quali le modellarono utilizzando terra cruda proveniente dalla zona montuosa della Caiella. La capanna di Gesù Bambino è la medesima che venne utilizzata nel lontano 1898. A Tortona, Nei pressi del Santuario della Madonna della Guardia è custodito il più vasto Presepio Stabile esistente al mondo con una superficie totale di 650 m2. Per la sua realizzazione, terminata a dicembre del 2005, sono state necessarie 9250 ore di lavoro. Al suo interno sono presenti 1130 statue di cui 120 in movimento

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

e la ricostruzione dei luoghi in cui visse Gesù: il Lago di Tiberiade, il Pozzo di Sichem, la Valle dei Templi con Obelischi, Sfingi e Piramidi, i villaggi degli allevatori e dei tintori. Durante il percorso, i visitatori sono accompagnati da musiche natalizie e dallo scorrere del tempo: l’alba, in cui le finestre si illuminano e i villaggi prendono vita, il giorno con la massima illuminazione, il tramonto e poi il buio della notte durante la quale alcuni effetti speciali riproducono il passaggio della cometa ed un temporale in lontananza. Ad Arquata Scrivia, presso la Casa Gotica, in via Interiore, 31, si può visitare, la tradizionale “Mostra di presepi aperti e diorami”. I diorami sono particolari presepi con l’effetto prospettiva, inseriti all’interno di appositi boccascena attraverso cui è possibile scoprirne i particolari. Alla collezione si sono aggiunti due nuovi presepi, i cui personaggi sono realizzati all’uncinetto ed un presepe esterno con sagome ad altezza naturale. La Redazione


Ovada e ovadese Dal 1 dicembre 2016 ha preso servizio un nuovo medico nel Punto di Primo Intervento dell’Ospedale di Ovada

L'Assessore alla sanità Saitta rassicura gli animi Q ualcosa si muove nella Sanità Ovadese, dopo il documento condiviso inviato dall’Amministrazione Comunale di Ovada, dai Sindaci della Valle Stura, dai partiti politici, dalle Associazioni di volontariato, di categoria, dai Sindacati (di cui vi abbiamo parlato nello scorso numero, ndr) per una pronta risposta sul futuro dell’Ospedale di Ovada, qualificato dalla Regione come nosocomio di “area disagiata”, ma dove non sono ancora stati attuati quei cambiamenti annunciati. È stato l’Assessore Regionale alla Sanità, Antonio Saitta, in visita all’Ospedale di Ovada, ad annunciare i primi cambiamenti. La prima notizia è che dal 1° dicembre ha preso servizio al Punto di Primo Intervento dell'Ospedale di Ovada il quarto medico, la Dott.sa Miche-

la Pezza che è andata a rafforzare la “squadra” di medici attivi in un Pronto Soccorso che registra circa 6mila passaggi l'anno. Sempre entro il mese di dicembre 2016 l'Assessore alla Sanità ha garantito che sarà attivata la procedura del bando per avere all'Ospedale

di Ovada nei primi mesi del nuovo anno anche il Primario di Lungodegenza, che lavorerà in stretta collaborazione con la dottoressa Paola Varese, Primario del reparto di medicina con la quale l'assessore ha esaminato i positivi risultati di un grande impegno,

dedicato in particolare ai pazienti oncologici. L'Assessore alla Sanità ha quindi incontrato il personale, l’Associazione Vela che opera all’interno della struttura insieme al Sindaco di Ovada Paolo Lantero, i Sindaci della zona, il Presidente della Commissione Sanità

La Chiesa dei Cappuccini torna “a splendere”

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itorna a risplendere la Chiesa dei Padri Cappuccini di Ovada dopo i restauri all’interno del tempio. Per consentire questi lavori, la Chiesa è stata chiusa per tre settimane per essere poi riaperta la domenica per la celebrazione della Santa Messa delle 10.30 in occasione dell’8 Dicembre. I lavori svolti con cura, ad opera di una ditta di Cassinelle, hanno interessato l’imbiancatura di tutto l’interno rispettando naturalmente i colori originali, oltre alla sistemazione delle luci. Per prima cosa si è provveduto a sistemare la parte più recente della Chiesa, la navata a sinistra, mentre poi si è proceduto con la parte destra, la più antica, dove sono sistemati anche due altari laterali per poi concludere con la navata centrale. I lavori

di restauro per una spesa di circa 35.000 euro sono a cura della “Provincia Ligure dei Frati Minori Cappuccini” che hanno garantito, dopo la morte di Padre Giancarlo, la celebrazione della Santa Messa festiva, mentre la cura del tempio con l’apertura e la chiusura della Chiesa oltre alla recita del Rosario nei giorni feriali, viene svolta dalle Suore Ospedaliere che abitano nel Convento attiguo oltre a svolgere servizio in corsia presso l’Ospedale di Ovada. “Chiediamo naturalmente il sostegno agli ovadesi – afferma il Provinciale, Padre Gambaro – conoscendo il legame della città e il voto fatto per erigere la Chiesa ed intitolarla alla Madonna Immacolata se fossero stati salvati dalla peste". Luisa Russo

del Consiglio Regionale Domenico Ravetti, il consigliere regionale Walter Ottria, il Senatore Federico Fornaro, i vertici dell’Asl AL con il Direttore Generale Gilberto Gentili, il Direttore Sanitario Elide Azzan e il Direttore Amministrativo Valter Alpe. Una visita che si è concentrata in ognuno dei tre piani della struttura, dove è palpabile il forte senso di appartenenza che anima i dipendenti e gli stessi pazienti. Con tutti loro Saitta ha voluto condividere le notizie positive sul futuro dell’ospedale di Ovada, il cui mantenimento non è mai stato in discussione ed il cui rafforzamento vede la Regione impegnata ad attuare la programmazione impostata non solo sul disegno della rete ospedaliera piemontese, ma anche sull'integrazione con la rete di assistenza territoriale. La rete ospedaliera della Regione lo definisce, come abbiamo precedentemente ricordato, "ospedale di area disagiata", ma il termine è certamente riduttivo: il nosocomio di Ovada è una realtà che fornisce alla popolazione del territorio del basso Piemonte servizi e prestazioni di ottimo livello, spesso anche di eccellenza, senza dimenticare che è considerato punto di riferimento anche per la popolazione ligure, producendo mobilità attiva. Con il Sindaco di Ovada l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte ha condiviso la necessità di nuovi progetti che consentano alla popolazione anziana con problemi cronici di essere assistita sul territorio, magari a domicilio, incrementando o sperimentando servizi infermieristici sempre più indispensabili per dare

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risposte nuove ai bisogni di salute della popolazione per superare anche i problemi legati al trasporto pubblico. Soddisfatto il Sindaco Paolo Lantero: “La legge 1/600 con il Pronto Soccorso Semplice verrà applicata - dice il Primo Cittadino - l’Assessore Regionale ha manifestato l’apprezzamento e lo stile della struttura dove si trattano le persone e non i pazienti, si è interessato dell’attività dell’Associazione Vela lasciando anche un messaggio scritto in cui si legge, testuali parole: Ho visto concretamente l’umanizzazione di un Ospedale”. Durante l’incontro si è anche parlato del potenziamento degli ambulatori, oltre alle positività che sono rappresentate dall’attività di senologia alla quale la popolazione femminile della zona può fare riferimento e che può ancora svilupparsi, il medico di famiglia, i letti di Osservazione Breve Territoriale (OBT). Un altro dato è rappresentato dal 13% della popolazione della Valle Stura che si rivolge all’Ospedale di Ovada per la buona qualità del servizio. “L’applicazione della legge 1/600 – conclude Paolo Lantero – è monitorata: il livello di attenzione deve rimanere alto” . Enzo Prato

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

OVADA La Confindustria di Alessandria commissiona alla FIAIP una relazione sul tema

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umerose sono le aree dismesse in provincia di Alessandria dovute ad una crisi economica ben presente che parte dal lontano 2008 e coinvolge tutto il territorio proprio per la sua connotazione anche e soprattutto industriale. Per avere una immagine chiara della situazione attuale e valutare la possibilità di un rilancio attraverso politiche di rivalutazione e di finanziamenti agevolati, la Confindustria di Alessandria ha commissionato alla FIAIP della provincia, la più grande associazione degli agenti immobiliari professionali di cui è Presidente Franco Repetto, una relazione sulle aree dismesse in provincia. Una ricerca particolareggiata effettuata da persone qualificate che conoscono il territorio dal punto di vista degli insediamenti industriali, che ha toccato i centri zona, con soluzioni possibili. Il quadro che ne uscito senz’altro complesso in quanto ogni centro zona presenta le sue peculiarità per cui accanto alle grandi realtà affiancano tante piccole imprese

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che vadano in questa direzione, sia con la forma di finanziamenti, sia con quella degli sgravi fiscali per chi investe nel recupero di strutture in disarmo, darebbe certamente un impulso importante. Per limitare il consumo di territorio, laddove risultasse antieconomico intervenire su strutture ormai troppo compromesse, si propone di rendere economicamente interessante la demolizione e ricostruzione socializzando alcuni costi, come quelli per lo smaltimento dell’amianto e del trattamento dei materiali di demolizione, ad esempio. Il costo verrebbe ampiamente compensato con il riutilizzo di un’area già urbanizzata, evitando di consumare altro territorio vergine. Un primo percorso dunque sul recupero delle aree, aspetto decisivo per il futuro della provincia, già stato avviato con questa relazione. Un input davvero prezioso per tutti con il quale potersi confrontare, non solo per trovare eventuali soluzioni, ma anche per una migliore qualità della vita e del paesaggio. l.r.

Leo Club di Ovada T

re nuovi soci sono entrati a far parte del Leo Club Ovada, ossia i giovani dei Lions. Non sono grandi numeri ma appresentano un buonissimo risultato in un piccolo club sempre alla ricerca di nuovi soci che possano portare il proprio contributo in termini di tempo, di voglia e di idee per servire la comunità ovadese. Questi i tre soci: Monica Coscia, nata a Novi Ligure nel 1996, laureanda in scienze della comunicazione con il sogno di fare la giornalista. Per lei oggi giorno la parola è ancora l’arma più potente a nostra disposizione. Andrea Succio, nato a Genova nel 1994, laureatosi con il massimo dei voti in relazioni internazionali, appassionato di musica, suona il flauto traverso, e, come Monica, attraversa il Piemonte con il musical “Romeo e Giulietta, Amore e Odio a Verona”. Alessandro Pestarino, nato nel 1994, frequenta il terzo anno di DAMS a Torino. Si dedica al cinema e alla scrittura e nel 2014 ha pubblicato "I Racconti di D.E.A.T.H." (di cui avevamo trattato lo scorso anno sulle colonne di questo giornale, ndr). Progetta di lavorare nel mondo del cinema ed attualmente è in fase di riprese come regista e sceneggiatore di un corto sul tema del femminicidio. È entrato nei Leo per dare il suo contribuito nell'organizzazione di eventi di promozione culturale ed artistica, in favore di progetti per la collettività. l.r.

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e le aree dismesse presentano problematiche differenti, zone con capannoni in stato di degrado e abbandono, altre con immobili di recente costruzione, ma mai utilizzati ed infine singoli edifici degradati ed inutilizzabili per la difficoltà dell’adeguamento alle normative vigenti. Sono state censite strutture tra i 1.000 e 5.000 mq ad eccezione della zona di Casale e dell’alessandrino dove si trovano aree di maggiori dimensioni con gran parte degli immobili con oltre trent’anni di vita. Dato che le scarse richieste di insediamento vengono prevalentemente dal settore logistico si pone il problema del riuso delle strutture che all’epoca sono state realizzate per rispondere a esigenze di produzione e quindi con dotazioni e specifiche spesso incompatibili con le necessità dei nuovi potenziali utenti. Un’altra proposta riguarda l’aspetto dei costi di adeguamento normativo a cui devono essere sottoposti quasi tutti gli edifici che rientrano nelle categorie esaminate dalla rilevazione. Incentivi

Tre nuovi soci al

Professionalità, scelta e cortesia a due passi dall’autostrada

Tre anni fa e precisamente il 15 giugno 2013 , abbiamo deciso di stabilirci qui perché questo è un punto nevralgico di grande passaggio, a due passi dal Centro Commerciale Bennet di Belforte Monferrato e a pochi metri dal casello autostradale della A26, una delle autostrade più importanti d'Europa”. Con queste parole ci hanno accolti la dott.ssa Paola Marenco ed il marito Lorenzo Albertazzi, illustrandoci l’ampia scelta di prodotti disponibili presso la loro farmacia. La “Farmacia Belforte”, situata in via Pernigotti 5D è quello che si può dire un “centro polifunzionale”. Infatti, come ci spiega Paola Marenco “Disponiamo di ampi e moderni locali e siamo aperti dal lunedì al sabato, in modo tale da offrire la massima reperibilità

ai nostri clienti”. Domandiamo alla dottoressa quali siano i “prodotti di punta” della Farmacia: “Non siamo una farmacia specializzata in questo o quel settore – risponde prontamente la nostra interlocutrice – perché la tipologia di clientela è molto variegata, con numerosi stranieri che, complice, diciamo così, la vicinanza col casello autostradale usufruiscono spesso del nostro servizio, soprattutto nel periodo estivo”. Dotata di un ampio parcheggio (“un fatto più unico che raro per una farmacia” dice, tra il serio e il faceto, il marito Albertazzi), alla “Belforte” ci si può sottoporre a diverse tipologie di esami: “Qui si eseguono i controlli dei trigliceridi, del colesterolo e della glicemia. Si fa il controllo della pressione ed anche dell’Heli-

cobacter pylori – spiega Paola Marenco – un batterio particolarmente antipatico che provoca fastidiosi disturbi al nostro stomaco. Si possono fare test anche sulle intolleranze alimentari - continua l’intervistata – come quello sul dna per l’intolleranza al lattosio”. Al termine della nostra intervista, la dottoressa Marenco ci dice un’ultima cosa: “Siamo ospitati in un complesso moderno e vi sono ancora dei locali vuoti al piano di sopra. Credo che questi possano essere la sede ideale, vista l’ottima posizione già ricordata – afferma la farmacista – per un centro medico o odontoiatrico: chissà che a qualcuno, leggendo quest’articolo, non si accenda la classica lampadina!”. Mattia Nesto

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l’inchiostro fresco

Dicembre 2016

OVADA

Intrecci di culture

Ovada: Dopo Massimo Poggio un’altra alessandrina, Marta Gastini, riceve l’ambito riconoscimento

Con il premio “Ubaldo Arata” nasce la vigna dell’artista

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La premiazione di Marta Gastini (al centro nella foto) in presenza della Presidente di Ovada Due Stelle Onlus, Loredana Puppo

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l premio “Ubaldo Arata” organizzato da “Ovada Due Stelle” continua a far parlare di sé non soltanto per i premiati, nomi prestigiosi del cinema, ma anche per il laboratorio di idee. Così dopo Massimo Poggio, quest’anno l’ambito riconoscimento è stato assegnato a Marta Gastini, figlia di un noto avvocato di Alessandria ed astro nascente del piccolo e grande schermo italiano e non. In una splendida serata con le immortali colonne sonore da film a cura del

quartetto “Carlo e Nao Quartet”, è stato fatto un breve ritratto di Ubaldo Arata tenuto da Paolo Bavazzano dell’Accademia Urbense e da Mauro Beretta, Sindaco di Cremolino. Quindi vi è stata la consegna del premio a Marta Gastini la cui fama ha ormai varcato i confini nazionali e conquistato la cinematografia statunitense ed europea, partendo dal 2009 col famoso “Io e Marilyn” di Leonardo Pieraccioni , per finire con “Questi Giorni di Piccioni e Sadie” di

Craig Godwill. Altrettanto fitta la sua presenza sul piccolo schermo con “Lampedusa” di Marco Pontecorvo e la notissima serie de “I Borgia”. Da ricordare anche la sua presenza con la compagnia “Il Carro di Tespi”, avendo recitato nei teatri di Milano e di Sanremo. Il Premio “Film Commission” del concorso videoclip “Il Mio Monferrato” è stato dato ad Andrea Benetti che si è cimentata a raccontare il Monferrato visto attraverso l’obbiettivo da un

semplice cellulare. Questa “opera prima” è una vera e propria dimostrazione di coraggio da parte di una ragazza che, pur non avendo ancora tutti i fondamentali “da regista fatto e finito”, ha dimostrato di amare il territorio natio. Intanto nasce la “Vigna dell’Artista” dove ogni filare di una vigna messa a disposizione da un’azienda agricola associata all’ “Ovada DOCG”, prenderà il nome del premiato dall’Associazione Ovada Due Stelle. “Sono in lizza alcune aziende

- dice l’ideatore del premio Gianni Viano - si tratta di identificare i filari già avviati con i nomi e i volti degli artisti, mediante un distintivo che stiamo valutando. L’azienda prescelta destinerà una parte della produzione alle iniziative benefiche dell’Associazione e alla promozione del premio Ubaldo Arata che in sintonia con il Comune e la Film Commission di Torino valorizza i talenti locali”. Luisa Russo

Unione tra ristoratori e produttori vinicoli “M enù Ovada” si trasforma in “Ovada Mon Amour”. Questa è l’iniziativa del Consorzio di Tutela dell’ “Ovada DOCG” che ha presentato in Alessandria Si tratta di una partnership tra ristoratori e produttori vinicoli determinati a lanciare un richiamo forte e visibile di attrazione sul territorio, superando sterili campanilismi e individualismi con la proposta di un programma enogastronomico di ec-

cellenze e tipicità da declinarsi in una sorta di un circuito dell’Alto Monferrato. I ristoratori inseriranno stabilmente nei loro menù almeno un piatto, o, a scelta, un intero menù, improntato alla cucina tradizionale alto-monferrina, da abbinarsi agli Ovada Docg dei produttori del Consorzio. La risposta dei ristoratori della zona è stata pronta e massiccia, raggiungendo rapidamente il considerevole numero di quattordici operatori, destinati in prospettiva

a crescere ulteriormente. I ristoratori inseriranno stabilmente nei loro menù almeno un piatto, o, a scelta, un intero menù, improntato alla cucina tradizionale alto-monferrina, da abbinarsi agli Ovada Docg dei produttori del Consorzio. Ovada Mon Amour, non è solo una proposta enogastronomica: intende piuttosto essere un volano moltiplicatore di presenze turistiche e di comunicazione integrata del territorio tutto. La fidelizzazione del cliente/utente

sarà ulteriormente incentivata dalle informazioni fornite da una apposita cartina del territorio data in omaggio, recante la geo-localizzazione di tutte le aziende produttrici e dei ristoranti del circuito, nonché dallo stimolo promozionale lanciato dal Consorzio, per cui conservando tre “collarini” degli Ovada Docg consumati nei ristoranti aderenti, si potrà ricevere, visitando una delle aziende coinvolte, una bottiglia di Ovada Docg in omaggio. l.r.

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Dopo Menù Ovada arriva Ovada Mon Amour con 14 ristoratori e 24 aziende agricole di Ovada e della zona

ome una città divisa da un fiume ha bisogno di un ponte per essere unita, anche due popoli sulle diverse sponde del mediterraneo hanno bisogno di legarsi per permettere l’Integrazione. Per poter permettere ciò bisogna stabilire un contatto comunicativo fra i migranti e lo Stato stesso. Esso dovrebbe consistere in uno scambio reciproco nel quale i profughi diventano cittadini imparando l’italiano. La storia del nostro paese e l’Inno nazionale donando a noi la loro esperienza di vita, la loro cultura per poterla fare nostra e diventare un tutt’uno. Questo contatto comunicativo e la volontà di crearlo sono stati concretizzati dal Comune di Ovada grazie alla serata “Intrecci di Culture” tenutasi il 7 dicembre 2016. Essa ha radunato le realtà del territorio che si occupano di integrazione, richiedenti asilo e rifugiati politici. Matelda Lupori ha trattato il tema “Tornare a scuola e farlo da grandi: sfide e opportunità” con progetti dei Centri Provinciali per Adulti. Presente, inoltre, Ahmed Osman, presidente della Cooperativa Coompany di Alessandria, il quale ha portato all’attenzione del pubblico presente le iniziative e le proposte di cui lui e i suoi collaboratori si occupano nei confronti delle fasce più deboli e di mediazione culturale. A conclusione della serata si sono esibiti i CoroMoro, ragazzi richiedenti asilo più due volontari italiani che hanno proposto al pubblico musica dialettale piemontese. Concludendo, viene utile utilizzare una citazione di Indro Montanelli: “Il nostro paese è sempre stato al centro di grandi migrazioni, ma i suoi cittadini hanno sempre reagito sapendo trarne il meglio e rendendo questa terra italica ricca di storia, tradizioni e fratellanza. In fondo, come canta l’Inno di Mameli, siamo tutti Fratelli d’Italia”. Emanuele Di Gregorio

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

OVADA

Dal Segretario politico della Lega Nord, Pier Sandro Cassulo, riceviamo e pubblichiamo questa analisi

Anche ad Ovada si può cambiare?

Il tema: il recente esito del Referendum ha modificato gli equilibri di forze tra le compagini politiche locali

“I

l risultato referendario nella città più a sud di tutto il Piemonte potrebbe avere un significato che va oltre alle stesse finalità confermative delle modifiche costituzionali. Il PD ovadese per la prima volta dall’inizio dell’era repubblicana non ha vinto in città! Ovviamente non si può leggere quei quasi 4 punti di scarto a vantaggio del “no” come un pronunciamento dal significato trasportabile pari-pari al governo della città. Non possiamo infatti non tenere conto della eterogeneità dello schieramento che ha sostenuto la bocciatura delle modifiche alla costituzione. La sensazione è che la stragrande maggioranza di chi ha votato “no” lo abbia fatto più per bocciare il comportamento del governo Renzi che nel valutare i contenuti delle modifiche stesse. Sono fermamente convinto che se è pur vero che se gran parte della minoranza del PD ha votato “no” sicuramente una parte dell’elettorato di centro destra ha votato “si”. E questo dato è emerso, per quello che può valere, dalle percentuali presenta-

te dalle agenzie dei sondaggi, ma con molta più attendibilità dal voto dei quartieri genovesi che, viste le mie origini, conosco bene. I quartieri dove ha prevalso il “si” sono quelli dove risiedono le famiglie più benestanti della città. Quartieri dove nella storia degli appuntamenti elettorali ha sempre prevalso il centro-destra! Ed allora esultiamo per la vittoria del popolino, per la vittoria di chi sta soffrendo le ingiustizie di questa Europa matrigna che da un lato penalizza le nostre tipicità mentre dall’altro ci lascia soli di fronte ad un’ondata d’immigrazione che solo in piccola parte nasce dalla fuga dalle guerre. Ed allora esultiamo per la sconfitta dei poteri forti che Renzi rappresentava, quei poteri che hanno prosciugato le tasche degli italiani attraverso una tassazione ingiusta e con un sistema bancario (guarda caso proprio targato PD) che ha truffato tanti piccoli risparmiatori. Quindi ritornando al titolo di questo articolo cosa può significare questo voto per il futuro assetto amministrativo di Ovada? Faccio solo una considerazione

che un alternanza di governo generalmente porta sempre nuovi entusiasmi e conseguentemente positivi fattori di crescita, penso che sarebbe un esperimento molto interessante”. Pier Sandro Cassulo

Amici baristi

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molto personale. Arrivavo da un comizio di Salvini, quando aprendo la TV ho ascoltato un intervento di Di Battista del Movimento 5 stelle. Ho sentito dire esattamente le stesse cose, persino sul tema dell’immigrazione e fatto non tra-

scurabile, entrambi mettevano le aspettative dei cittadini al primo posto, cosa questa che il PD ha trascurato ormai da molto tempo. Si può quindi pensare che la variegata coalizione che per la prima volta ha visto il PD soccombere

ad Ovada potrebbe rappresentare il cambiamento alla guida della città? Un programma condiviso nell’interesse della città potrebbe superare le differenze ideologiche appartenenti ai singoli schieramenti? Partendo dal presupposto

d Ovada il caffè è… veramente più buono! Almeno noi de “l’inchiostro fresco” la pensiamo così. E non è tanto una questione di miscela, di particolare tostatura dei cicchi o di un certo arredamento dei locali: il caffè ad Ovada è più buono per esclusivo merito dei baristi. Come non citare infatti gli amici del “Bar del Corso” di via Martiri della Libertà oppure i simpatici gestori de “I due farabutti” di piazza Roma? Questi non sono semplici bar ma, almeno per noi, delle “oasi”, dove “riposar le stanche membra” a suon di amicizia e buon caffè! Red.

I fiumi esondano ma la burocrazia “sta a guardare” O gni anno, durante la stagione autunnale e invernale, molti cittadini proprietari di case o attività nei pressi di corsi d’acqua alzano lo sguardo al cielo con la speranza di trascorrere indenni questi mesi ricchi di precipitazioni. Purtroppo, assistiamo a programmi televisivi in cui “illustri” sapienti tentano di scaricare la colpa a vicenda (solito ping-pong di colpe all’italiana), ad interviste di politicanti che assicurano soluzioni infallibili ad ogni dubbio avanzato e ad urla di facinorosi che sfruttano il dolore della

gente per trarne vantaggio politico o elettorale. Ciò che affermano potrebbe anche essere corretto, l’accusa potrebbe anche avere il suo fondamento, ma la domanda sorge spontanea: perché giocare a rimpiattino o a chi alza di più la voce, invece di rimboccarsi le maniche ed agire prima che i problemi si verifichino? Molto spesso il problema principale è la mancata prevenzione, parola spesso abusata da coloro che dovrebbero vigilare sul nostro territorio invece di preoccuparsi di parlare attraverso lo schermo di una TV. Tut-

tavia, vorrei spezzare una lancia a favore di quei membri dell’Amministrazione Pubblica che si impegnano ogni giorno nell’attività di pulizia dei fiumi e dei loro materiali litoidi poiché la loro attività è spesso bloccata da un lungo iter burocratico. Ma andiamo a vedere cosa dice, parola per parola, il Codice Civile in materia: “Secondo il Codice Civile (art.822, ndr ), le acque interne qualificate come fiumi, oltre ai torrenti ai laghi e alle altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia, appartengono al pubblico demanio e in modo

specifico al demanio idrico”. Ciò significa che i depositi alluvionali e ciò che cresce nell’alveo del fiume, appartiene al pubblico demanio. Molto spesso queste parole sono prese troppo alla lettera, mettendo al primo posto la salvaguardia dell’ambiente (attività nobile e giusta) ed al secondo la sicurezza dei cittadini. Crediamo che poco importi al contadino l’aspetto paesaggistico dopo che il fiume ha tracimato per la mancata cura dell’alveo. E questo non è che il primo ostacolo per coloro che vogliono pulire un fiume o un

torrente. Appurato l’impatto ambientale zero si deve ottenere una valutazione di compatibilità con il buon regime delle acque, il famoso “nullaosta idraulico” rilasciato dal Magistrato del Po, l’autorità garante per numerosi rii e torrenti dell’Oltregiogo (ma non l’unica, è bene ricordarlo). Se le operazioni di estrazioni avvengono senza occupazione dell’alveo, è necessario ottenere il rilascio di un’autorizzazione da parte della Regione; se invece, come accade nella maggior parte dei casi, per effettuare le operazioni di estrazioni è

necessario occupare l’alveo del fiume, sarà necessario ottenere anche un atto di concessione di competenza statale, rilasciato dal dipartimento del territorio del Ministero delle Finanze. Come si può constatare l’iter burocratico per fare prevenzione dei fiumi e dei torrenti non è molto semplice, né tantomeno è realizzabile in breve tempo. Emanuele Di Gregorio

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Valli Stura, Orba e Leira

Le valli del Sol

Sassello, un incontro formativo con i docenti del territorio su limiti e potenzialità delle classi delle aree interne

Pluriclassi e “piccole scuole”, il convegno P ossono essere le piccole scuole di provincia, molte delle quali composte da pluriclassi, poli di eccellenza per la cultura e la didattica? Questa e altre questioni sono state al centro del convegno che si è tenuto a Sassello, presso la sede dell’Istituto Comprensivo, organizzato in collaborazione con INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), che ha visto la partecipazione di numerosi docenti della scuola primaria e secondaria del nostro territorio, molti di loro già impegnati in pluriclassi e insegnamento telematico, come ad esempio nelle scuole di Urbe e a Sassello; all’incontro hanno anche preso parte come relatori docenti da altre regioni, testimoniando la loro esperienza nelle pluriclassi e nell’insegnamento a distanza: infatti, in tutta Italia, le cosiddette “piccole scuole” sono una realtà diffusa e molto importante da Nord a Sud, e possono diventare un centro di aggregazione culturale e sociale. “Le scuole sono un polo importante per le piccole comunità - sostiene Daniele Buschiazzo, Sindaco di Sassello, che ha aperto i lavori - e il nostro istituto, grazie al lavoro della professoressa Zunino, è stato promotore della scuola a distanza”. Le, cosiddette, piccole scuole, spiega Alessandro Gozzi di Sassello: “Si sono sempre dovute progettare: la legge 107 impone grandi novità, siamo in piena digitalizzazione e i fondi devono essere usati al meglio; dobbiamo essere innovativi, facendo il meglio per i nostri studenti: una scuola che si deve sempre saper rinnovare, perché ci

sarà sempre un po’ di onda e un po’ di risacca”. A seguire, la dottoressa Giuseppina Cannella e la dottoressa Tania Jommi, di INDIRE, l’istituto di ricerca che lavora con il Ministero, hanno illustrato il loro lavoro di ricerca, mettendo in risalto gli aspetti sociologici e pedagogici del loro studio sulle pluriclassi e sull’insegnamento a distanza, in una cooperazione tra scuola e comuni in un circuito virtuoso: “La rete - sostengono dà la forza alle piccole scuole di dialogare con il territorio, fornendo documentazione, ricerca e assistenza; all’estero esistono diversi progetti per le cosiddette scuole rurali, di cui in Italia siamo carenti. Con la riforma La buona scuola, abbiamo individuato tre azioni ben precise per la scuola delle aree

interne: mantenimento dei plessi, accorpamento e sicurezza. Inoltre - continuano - abbiamo fatto un sondaggio ai docenti delle piccole scuole e stilato un manifesto dedicato ad esse in sette punti: promozione della scuola di qualità, creazioni di reti sul territorio, territorio come laboratorio, realizzazione di scuole inclusive e attrattive, riorganizzazione del tempo e dello spazio, ripensare i rapporti tra gli enti e investire sul capitale umano”. Tra i relatori, la professoressa Linda Guarino di Trapani ha illustrato un bellissimo progetto svolto “a distanza” con la scuola di Sassello, “Mar@monti”, (di cui già ci eravamo occupati sul nostro giornale, ndr ): “Per una lettura più consapevole del territorio: le aree periferiche, in generale, affronta-

no la scuola come una versione semplificata del modello urbano, ma non è così; tutta la scuola è uguale, sono i numeri che ci sono nemici - sostiene la professoressa - si rischia di perdere il futuro dei nostri territori; durante il terremoto in centro Italia, il primo obbiettivo è stato proprio quello di riattivare le scuole, per creare poli di incontro per i ragazzi, spesso provenienti da frazioni lontane tra loro. Questo avviene - aggiunge la docente soprattutto grazie alla tecnologia e al digitale, che aiuta i ragazzi a collegarsi tra loro abbattendo le distanze: qualità e inclusione sono gli obbiettivi principali e con i mezzi tecnologici a disposizione abbiamo favorito la collaborazione tra scuole, sviluppato competenze didattiche e sperimentato l’inclu-

sione. Bisogna fare sistema, con enti, università e amministrazioni”. Dal nostro territorio, Ivana Ottonello, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo della Valle Stura, ha raccontato l’esempio di Tiglieto, piccolo comune dell’entroterra, dove esiste una unica pluriclasse della scuola primaria: “Il margine tra limite e possibilità è molto sottile - sostiene la dirigente - bisogna costruire curricoli di istituto precisi e i docenti devono essere parte attiva; il tempo è poco, bisogna fare una scelta di ciò che è essenziale e utilizzare mappe concettuali e ci deve essere un interscambio biunivoco: valorizzare i punti di forza delle pluriclassi, individuare livelli e fare esperienze condivise con gli studenti”. “La scuola è molto cambiata, diventando più innovativa - illustra la professoressa Stefania Canepa della scuola media inferiore di Urbe - le scuole piccole devono garantire un clima sereno e positivo, collaborazione costante e continuità didattica; la pluriclasse e l’insegnamento online è una risorsa, che favorisce cooperazione, autonomia, responsabilità e iniziativa per gli studenti, che, per la maggior parte, arrivano già da situazioni analoghe. Utilizziamo molto la piattaforma digitale ETwinning collegandoci con altre realtà europee, senza dimenticare però le nostre radici nel territorio”. “Concludendo - chiude Canepa gli alunni sviluppano autonomia, migliorano le capacità, trovano strategie e socializzano; i docenti si organizzano meglio, sono stimolati e si mettono in gioco”. Matteo Serlenga

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La strada “Cannellona”

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seguito delle numerose segnalazioni fatte dagli abitanti del Voltino, lungo la via Superiore dei Giovi (entroterra di Voltri) riguardo la scarsa sicurezza della suddetta strada, il consigliere municipale Luca Piccardo, capogruppo della Lega Nord del Municipio VII Ponente, ha presentato una interrogazione sull'argomento, denunciando in particolare l'insufficiente presenza di una adeguata segnaletica e la mancata manutenzione del manto stradale: "Nel nucleo abitativo risiedono circa una quindicina di persone, tra le quali anche bambini, e l'unico cartello installato è per segnalare l'attraversamento di animali al pascolo - afferma il consigliere - e la strada che attraversa il piccolo centro abitato è un rettilineo dove spesso le auto transitano a velocità sostenuta, in particolar modo nei weekend e negli orari notturni, in quanto i conducenti, presenti in zona per gite fuori porta e non vedendo segnali indicatori, percorrono la via a velocità sostenuta, a discapito della sicurezza". Gli abitanti, preoccupati per la loro incolumità, più volte si sono rivolti alla Polizia Municipale e al Municipio senza ricevere risposte e inoltre sostengono che negli ultimi anni sono stati investiti numerosi animali domestici. Piccardo termina la sua interrogazione richiedendo al Municipio che si intervenga cercando di eliminare queste criticità e ricordando che, anche se nella zona non risiedono più di una quindicina di persone, le stesse non devono essere considerate di "serie B". l.s.


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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Senza inutili allarmismi ma con un approccio scientifico, ecco una vicenda molto interessante dalla valle Stura

“Bentornato lupo”: la sentinella del territorio D

a una condizione, all'inizio degli anni Settanta, di pressoché totale estinzione nel territorio italiano, il lupo è tornato gradualmente a ripopolare le nostre montagne anche in valle Stura. I primi ad occuparsi della condizione del lupo in Italia furono gli studiosi Erik Zimen e l'italiano Enrico Boitani, che all'epoca stimarono la popolazione complessiva di lupi attorno al centinaio, praticamente sull'orlo dell'estinzione, tutta concentrata attorno alla zona dei Monti Sibillini, della Sila e del Parco Nazionale d'Abruzzo. Oggi il lupo ha riconquistato gli antichi territori dove un tempo viveva, questo grazie a vari fattori: innanzitutto ad una legislazione di tutela della razza e all'immissione a scopi venatori di animali come il cinghiale ed il capriolo; a causa dello spopolamento delle campagne e grazie alle attività di protezione e sensibilizzazione portate avanti per esempio dal WWF e dai parchi nazionali, come l'operazione San Francesco del Parco Nazionale d'Abruzzo. Durante questa sua dispersione naturale, il lupo di generazione in generazione ha risalito la dorsale appenninica per giungere fino alle Alpi Marittime e da qui sta ri-colonizzando tutto l'ar-

Esemplare di lupa fotografata da Paolo Rossi nel Parco del Beigua co alpino. Oggi non è raro sentire parlare di avvistamenti di esemplari o di interi branchi, si moltiplicano episodi di predazione da parte del lupo, sia alla fauna selvatica sia agli animali da allevamento come bovini ed ovini; di conseguenza, si sono ripresentati quei problemi di convivenza con questa specie di cui ci eravamo dimenticati e si è acceso il dibattito su come salvare capra e cavoli o meglio lupi e allevatori. Ma non solo gli allevatori sono preoccu-

pati: il ritorno del lupo procura timori ed apprensioni a molte persone, soprattutto quando si rinvengono segni della sua presenza vicino ai centri abitati come è capitato in questi giorni a Campo Ligure. Sandro Rizzo, abitanti di Campo Ligure, ci ha raccontato che la mattina del 22 novembre ha rinvenuto nei pressi della sua abitazione in località Monrosso la carcassa di un capriolo praticamente tranciata in due, quasi chirurgicamente come afferma il si-

gnor Rizzo: “Sembra che lo abbiano tagliato con un coltello, quello che sorprende è che non vi siano resti in giro e nemmeno tracce di sangue: ho addirittura pensato che qualcuno lo avesse diviso a metà da qualche parte e poi portato qui; ho chiamato la Polizia Provinciale che ha confermato che si tratta di una predazione di lupo ed ha ritirato i resti di capriolo per ulteriori analisi. Non sono sorpreso dal fatto che prosegue il campese - in zona siano

presenti questi animali, d'altronde io stesso ho più volte rinvenuto durante le mie escursioni segnali della loro presenza come tracce ed escrementi, siamo all'interno del territorio del Parco del Beigua, dove sappiamo che il lupo è presente in maniera stabile e continuativa da diversi anni; mi ha stupito invece che possano spingersi così vicini ai paesi ed alle abitazioni". Ma dobbiamo essere preoccupati dalla presenza del lupo? E perchè si avvicina così tanto alle abitazioni? Lo abbiamo chiesto a Paolo Rossi fotografo ed esperto di lupi: “Quella delle predazioni di lupo nei pressi delle nostre abitazioni non è frutto di comportamenti anomali della specie (Canis Lupus Italicus, ndr ) dato che il lupo segue le sue prede (daini e caprioli ad esempio, ndr ) le quali tendono a stazionare nei fondovalle durante il periodo invernale, in aggiunta queste ultime sono attratte dai prati attorno alle case perché sono ricchi di erba fresca e soffice, curata e tagliata spesso dall'uomo. Per giunta alcuni lupi, da buoni predatori opportunisti , hanno imparato a sfruttare le barriere architettoniche dell’uomo (recinti, guard rail, palizzate,ecc, ndr ) per intrappolare e predare con successo gli ungulati.

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Trovare animali uccisi da lupi vicino alle case non significa che - ci dice in esclusiva l’esperto - noi uomini rischiamo di diventare una delle sue prede: gli ultimi attacchi di lupo alle persone risalgono a duecento anni fa, tempi in cui avevamo sterminato ogni preda naturale del lupo costringendolo a ripiegare sulle greggi ed inevitabilmente su qualche pastore; oggi il problema non esiste, gli animali di cui si nutre il lupo sono numerosi e molto più succulenti di un umano (ed a me stesso è capitato che, in questi anni, ogni volta che i lupi mi hanno visto siano fuggiti anche in presenza di cuccioli!. I lupi hanno un ruolo ecologico molto importante - prosegue il nostro interlocutore - essendo al vertice della catena alimentare controllano e regolano il numero di una parte della componente animale dell'ecosistema, come gli ungulati, abbassando il pericolo di sovrappopolazione di alcune specie come il cinghiale ed il capriolo che provocano gravi danni alle colture, predando principalmente individui vecchi o malati”. A buon ragione possiamo quindi esclamare: “Bentornato lupo!”. Luca Serlenga


l’inchiostro fresco

Dicembre 2016

VALLE STURA, ORBA E LEIRA Campo Ligure: in Italia è realtà, perché non farlo in Valle Stura?

alla Liguria al Friuli Venezia Giulia passando per altre Regioni, la Pubblica Amministrazione in questi anni è spesso intervenuta a sostegno dei commercianti con azioni mirate, più o meno simili tra loro. Normalmente lo sgravio fiscale applicato dal relativo Comune ha interessato la tassazione diretta (TARI, TOSAP, pubblicità) ed in alcuni casi, con il sostegno delle associazioni di categoria, si è applicata anche una speciale deroga da parte dell'Agenzia delle Entrate sull'applicazione degli studi di settore. A Campo Ligure è in essere una situazione che meriterebbe a pieno titolo un analogo provvedimento da parte del Palazzo civico. Il caso è quello dell'intervento di demolizione della copertura sul torrente Ponzema in piazza San Sebastiano che sarà sostituita con un ponte. Intervento iniziato da oltre 6 mesi e che realisticamente potrebbe essere concluso non prima della prossima stagione estiva. Il cantiere interessa l'area di accesso più critica e nevralgica del Centro Storico con grave impatto sulla viabilità sia pedonale che veicolare con conseguente ed evidente penalizzazione per

e le istanze dei commercianti che nella stragrande maggioranza dei casi non sono neppure iscritti ad una associazione di categoria. Ovvio che questa situazione non aiuta ad ottenere ascolto e iniziative a favore. Nell'attesa che qualcosa si muova, un primo significativo passo sarebbe comunque già quello di evitare per quest'anno di far gravare sui commercianti anche i costi delle luminarie natalizie. Giovanni Oliveri

le attività commerciali ricadenti nell'area di cantiere (circa una trentina). Tari dimezzata, Tosap e imposta sulla pubblicità eliminate, studi di settore derogati sarebbero dunque da valutare allo scopo di compensare economicamente, almeno in parte, i disagi provocati dai lavori. Un provvedimento in tal senso sarebbe auspicabile da parte della pubblica amministrazione (per la parte relativa alla tariffazione) e da parte dell'Agenzia delle Entrate (per la deroga agli studi di settore). In questo contesto non aiuta certamente il fatto che a Campo Ligure manchi da anni un'associazione in grado di raccogliere e rappresentare i bisogni

Curiosità

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el 1910 l’Avv. Francesco Figari “sciu Checcu” organizzò in località Blin in valle Ponzema a campo Ligure una gara per il salto dal trampolino in sci, ospitando per la prima volta in Italia, campioni norvegesi di tale specialità, proprio come le più moderne gare che vengono disputate oggi. Virginia Calissano

Dal baule del "Canta"

Risolta una situazione di disagio

Sgravi fiscali per i cantieri La stampa aiuta! D Prima

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ell’articolo pubblicato nello scorso numero si segnalava la situazione di pericolosità che, a seguito di alcuni fattori contingenti, quali il maltempo invernale, il ripristino dell’ora solare e la mancanza dell’illuminazione delle strisce pedonali, si era venuta a creare nell’attraversamento di via della Libertà, il tratto di strada statale che collega il centro di Campo Ligure alla locale stazione ferroviaria. Con piacere, come dimostra il confronto tra le due immagini scattate prima e dopo il nostro articolo, si è potuto constatare che ancora una volta la carta stampata ha offerto il suo contributo collaborativo a sostegno di

Dopo chi amministra la cosa pubblica nell’interesse della collettività. Il passaggio pedonale è finalmente tornato ad essere sufficientemente illuminato e più sicuro anche se non bisogna dimenticare di usare sempre la massima prudenza nell’attraversare quel tratto della statale in particolar modo nelle prime ore del mattino e nelle ore serali e notturne e quando il tempo inclemente crea insidie inaspettate ovunque.

Fausto Piombo

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empo fa a Masone non si potevano più tenere pollai nei piccoli giardini delle abitazioni all'interno: il papà del Canta se ne procura uno da una fattoria di campagna e, in barba alle leggi, decise di allevarlo nella propria casa. Il galletto diventa però nel tempo il fedele compagno di giochi del più piccino di casa, un vero membro della famiglia. Il Natale si avvicinava e a pari passo il polletto ingrassava. La tavola era pronta ad ospitare la portata principale, ovvero il grasso cappone. Grande fu lo stupore di tutti quando videro una strana pietanza a strati verdi, bianchi e rossi, con riccioli di maionese. “E il cappone?” chiese il nonno, “Questo si chiama cappon magro”, rispose la mamma. Dalla porta della cucina socchiusa, il cappone mise fuori la testa guardò la scena, sorridendo. Questa è la storia del cappon... magro, della pietà e dell'ingegno di una mamma e di quella magia e speranza che avvolgono, da sempre, la sera della vigilia di Natale. m.s.

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Cucina, Sport e Natura

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illa Margherita sorge sulle pendici boscose e soleggiate del Monte Calvo quale luogo ideale per un pranzo, un meeting o un soggiorno in pieno relax. Recentemente ristrutturato senza barriere architettoniche, l’albergo presenta una sala da pranzo per cerimonie (oltre 100 coperti) e/o meeting, internet Wifi gratuito, cinque piani serviti da ascensore, 3 salette multiuso e 48 posti letto in 31 camere dotate di bagno privato, TV e telefono. Dal 1960, è base ideale per organizzare semplici camminate o vere e proprie escursioni verso i numerosi siti panoramici e di rilevanza geologica e naturalistica del Parco naturale del Beigua – Unesco Global Geopark. La cucina del ristorante è attenta a regimi alimentari particolari con piatti tipici della cucina ligure-piemontese. Inoltre vi sono un campo da calcetto in erba naturale di 800 m², uno da green volley e una cappella privata. Sulla terrazza-solarium si organizzano serate astronomiche con osservazioni del Cielo stellato con telescopi.

Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Federico Cabella • Sito edizione on-line: Mattia Nesto • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Matteo Serlenga (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese) Claudio Cheirasco (Tortona e Tortonese)) Marisa Pessino (Nuova Libarna) Fabio Mazzari (Valle Scrivia)

• Rubriche: Stefano Rivara (La voce del binario) Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: a cura di Guido Cappelletti grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998

Pubblicità raccolta in proprio: geom.Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro fresco” • Consiglio Direttivo: voce di Rondinaria - 2005) Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli • Collegio dei revisori dei Conti: Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano al n° 226160 il 4/10/2005 (soci storici e fondatori dell’Associazione nel 1985) P. IVA e C.F. 02096520065

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Un'inchiesta di Matteo Serlenga: intervista a tutto campo con il Sindaco, Enrico Piccardo

Profughi a Masone: parla l'Amministrazione C

amminando per il paese, vi sarete sicuramente accorti dei nuovi ospiti che hanno raggiunto Masone nelle scorse settimane: tutti giovani ragazzi, alla fermata del bus, al bar, o alla ricerca di una rete wi-fi per poter contattare i propri cari o amici nei loro paesi di origine; abbiamo raggiunto il Sindaco, Enrico Piccardo, per fare luce sulla situazione. “A Masone - ci spiega il Sindaco - ospitiamo già otto persone: due famiglie (cinque e tre persone) sotto protezione SPRAR (Servizi Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, ndr ), mentre adesso, tramite il CEIS, la cooperativa della Fondazione Bianca Costa, che ha affittato tre appartamenti in località Isolazza e uno in via Cordoba, siamo arrivati a ventotto. Dei quattordici che – continua il Primo Cittadino masonese - risiedono all'Isolazza, eravamo stati avvisati dal Viceprefetto Carmine Battista, mentre degli altri sei non ne avevamo avuto contezza, non sapevamo del loro arrivo. Ho scritto quindi una lettera al Viceprefetto dicendo che il Comune di Masone sarebbe stato disponibile a prendere al posto di

questi ragazzi altre famiglie, sotto protezione SPRAR, spiegando altresì che non eravamo a conoscenza degli altri sei: purtroppo il Viceprefetto è andato in pensione il giorno seguente e non abbiamo ricevuto risposta”. Una situazione quindi che non vede protagonista solo il Comune di Masone, ma tutta la Città Metropolitana di Genova: “A novembre

era venuta a parlare con Cristina Lodi, Consigliere delegato della Città Metropolitana per quanto riguarda l’immigrazione - spiega Piccardo - alla quale abbiamo fatto presente che, visto anche la situazione analoga di Rossiglione (sette ragazzi nigeriani, sempre seguiti dal CEIS, dei quali vi avevamo raccontato nello scorso numero, ndr ), sarebbe

opportuno sapere cosa ci piove sulla testa. L'assessore ha detto che prosegue l’intervistato - la situazione verrà alleggerita, anche perché tanti comuni della Città Metropolitana non hanno ancora accolto nessuno: scatterà quindi una manleva per chi è troppo carico. Noi siamo a ventotto ospiti, ben oltre il limite del 3 x mille per paese indicato da

Alfano in una circolare. Il Prefetto Mario Morcone di Roma – precisa il Sindaco - sostiene che i paesi che hanno già i rifugiati SPRAR sono in linea di massima esentati da altri arrivi, ma questa circolare è stata disattesa: per affrontare al meglio la situazione, gli altri comuni devono fare di più”. Un “grido d'aiuto”, quello lanciato dal Primo Cittadino, affinché tutti i comuni facciano la loro parte per sostenere questa situazione e i profughi giunti in Italia, per i quali, naturalmente, anche il comune di Masone ha attenzione: “Cercherò, appena avremo tutta la documentazione, di iscriverli al gruppo volontari e quindi sotto la protezione assicurativa che esiste per il volontariato - sostiene Piccardo - e cominceremo a fargli fare qualcosa: levare le foglie dai tombini, pitturare le ringhiere, imbiancatura degli interni scolastici: siete ospiti, siete qui e siete mantenuti, quindi rimboccatevi le maniche”. “Questi ragazzi, inoltre, vanno incontro ad un inverno che non hanno mai passato in vita loro - aggiunge l’intervistato - sono ragazzi che vediamo disorientati ma sono sicuro

che non daranno problemi. Se riuscissimo a fagli fare in breve tempo qualcosa verranno anche supportati e sopportati dalla popolazione aggiunge prima di salutarci Enrico Piccardo – Diciamo che vederli coi Ray Ban e il telefonino tutto il giorno seduti in un bar non è un belvedere: vedremo se saranno risorse quando si daranno da fare, perché per adesso non lo sono”. Matteo Serlenga

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La parola ai responsabili: abbiamo raggiunto Deborah Cervone del CEIS per un quadro della situazione

“Piccoli numeri per una buona integrazione” N

ell'ambito della nostra inchiesta sull'accoglienza a Masone e più in generale in Valle Stura, abbiamo contattato la responsabile del CEIS a Masone, Deborah Cervone, per farci raccontare qualcosa di più sui ragazzi ospiti in paese. “Attualmente i ragazzi sono 20, maschi, tutti giovanissimi e provenienti dalle zone di guerra dell'Africa - ci spiega Deborah - e, a sorpresa dei più, possiedono un telefono cellulare: loro infatti non sono migranti poveri, perché per intraprendere questo viaggio significa che sono della fascia di reddito

mediana. Hanno infatti alle spalle – prosegue la responsabile - una famiglia che ha messo da parte soldi per una vita per farli scappare dalla guerra e per comprarsi il telefono. La prima cosa che fanno infatti, giunti qui, è mettersi in contatto con le proprie famiglie, dopo aver intrapreso un viaggio lungo dei mesi”. Un “falso mito” quindi, quello dello smartphone, che Deborah vuole sfatare a tutti i costi, assieme a quello dei famosi “35 euro” a testa: “La leggenda dei 35 euro a testa non esiste: questi soldi sono stanziati dall'Europa - spiega Debo-

rah - per fare fronte all'emergenza migranti, con i quali vengono pagati lo stipendio degli operatori, l'affitto degli immobili, il riscaldamento e il mangiare; ai ragazzi arrivano in tasca solo due euro e mezzo, che noi diamo solo se hanno fatto i giorni di presenza nella nostra struttura con relativa firma. I ragazzi - continua la nostra intervistata - sono foto-segnalati, hanno le impronte digitali registrate e non hanno precedenti penali: sono ragazzi che cercano una seconda possibilità, anzi, probabilmente la loro prima”. “Appena avremo i permessi stipu-

leremo una assicurazione per fagli fare i lavori socialmente utili per il comune, come è già avvenuto a Campo Ligure: il progetto di Campo Ligure infatti è stato citato come uno dei migliori mai avviati in Liguria e vogliamo andare avanti su questo modello”, precisa con orgoglio Deborah, raccontando l'ottima integrazione di questi ragazzi nel tessuto sociale: “Un gruppo di ragazzi ospiti a Masone frequenta addirittura la biblioteca e altri di loro hanno fatto amicizia coi ragazzi della Croce Rossa: metà di loro sono cristiani e hanno anche chiesto persino di

poter andare in chiesa, e speriamo che ci sia un buon rapporto anche con il comune”. Un rapporto, quello con l'amministrazione comunale, all'inizio, non proprio idilliaco, soprattutto riguardante il numero dei profughi da accogliere, poiché: “Forse entrambe le parti non si sono capite - spiega Deborah - c'è stato un qui pro quo con il Comune e il nostro responsabile del progetto; noi, prima di cominciare un progetto di accoglienza, ci rivolgiamo sempre ai comuni”. Numeri che, probabilmente, non aumenteranno: “Noi, come CEIS, non abbiamo intenzione

di aumentare il numero degli ospiti - assicura Deborah - perché per una buona accoglienza e integrazione infatti servono piccoli numeri, e non bisogna superare il 2 per cento della popolazione perché sarebbe controproducente”. E, a chi accusa che questi ragazzi ricevano “pacchi per i bisognosi”, il CEIS precisa: “Tutte le donazioni sono state spontanee da parte dei cittadini. I nostri ragazzi seguono regole ben precise: no alcol, no droghe, no violenza, elemosina e no accattonaggio; ogni azione contro la legge viene punita severamente". m.s.

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Rondinaria: intervista all'ex Sindaco Mario Trucco sull’importante opera per la viabilità ormai in dirittura d’arrivo

La “lunga storia” della tangenziale di Predosa

D

opo che i lavori si sono protratti per lungo tempo, il momento dell’apertura della tangenziale di Predosa sembra finalmente giunto. Dopo un primo rinvio a fine novembre, pare che per l’anno nuovo la nuova opera viaria di Rondinaria possa diventare finalmente realtà. Per questo motivo, per capire anche i perché di questi tempi dilatati, abbiamo raggiunto Mario Trucco, ex Primo Cittadino predosino (dal 2004 al 2009) ed uno dei massimi “promotori” dell’opera. Qual è stato l'iter che ha portato all'apertura dei cantieri di lavoro per la nuova circonvallazione? L'iter della attuale circonvallazione è iniziato nel 2004, ma c'erano

stati molti altri tentativi con diverse soluzioni tecniche, mai andati in porto sia per mancanza di volontà da parte degli interlocutori, la Provincia di Alessandria, sia da R.F.I. (Rete Ferroviaria Italiana, ndr) che ha sempre messo a disposizione fondi insufficienti, con i quali non si poteva realizzare le opere sostitutive di tre passaggi a livello. Fin dal 1972 il Comune di Predosa aveva individuato nel piano di fabbricazione un tracciato ipotetico che non prevedeva la soppressione dei passaggi a livello. Nel 1986 l'amministrazione comunale aveva sollecitato la Provincia a risolvere il problema dell'attraversamento dei mezzi pesanti all'interno dell'abitato per circa 1500 m. senza ipotizzare l'eliminazione di tutti i passaggi

a livello. In seguito alla proposta fantasiosa, direi irrealizzabile lungo l'Orba, da parte provinciale, era stato avviato un referendum della popolazione di Predosa per la scelta di una ipotesi alternativa di tracciato ed essa si è espressa per un eventuale tracciato a monte della Ferrovia e addirittura oltre l'Autostrada! Dopo, per molti anni

si è fermato tutto, fino al 2003 quando la Rete Ferroviaria Italiana proponeva di eliminare i passaggi a livello con soli due attraversamenti: uno sulla strada per Mantovana e un altro sulla strada per Castelferro. Arriviamo così nel 2004: si è riusciti a far convergere l'interesse di Predosa con l'interesse della Rete Ferroviaria

Italiana per l'eliminazione di tre passaggi a livello e la disponibilità a partecipare economicamente della Provincia di Alessandria, nella persona del Presidente, Paolo Filippi con la Regione Piemonte, Presidente Mercedes Bresso ed assessore Daniele Borioli, a proporre un progetto soddisfacente che risolve certamente i problemi del concentrico e permette il transito dei mezzi articolati e pesanti verso Ovada e la zona industriale di Capriata e Predosa. A suo giudizio quali saranno i vantaggi di una simile opera? I vantaggi sono notevoli: innanzi tutto i mezzi pesanti allontanati definitivamente dal Paese e poi vi potrà essere un servizio ottimale alla zona ovest industriale di Pre-

dosa, inoltre sarà presente un collegamento semplice con la zona industriale di Capriata e oltre. In più vi sarà, finalmente aggiungo io, l’eliminazione dei passaggi a livello del concentrico cittadino con conseguente eliminazione delle interruzioni di transito veicolare, senza scordare la possibilità per chi non vuole transitare per necessità in Paese, di avere un’alternativa lunga ma a scorrimento veloce. Infine, in ultima analisi, chi giungerà da Mantovana, Carpeneto, Madonna della Villa ecc. o viceversa e vorrà andare ad Alessandria o Novi Ligure non attraverserà più il paese. Dicasi ugualmente per il tragitto Castelferro - Novi. Continua a pag. 12

Il circolo culturale di Silvano d’Orba presenta la nuova edizione del suo tradizionale Armanàculu

È

Si festeggia un nuovo anno con Ir Bagiu

disponibile nelle edicole di Silvano d’Orba il nuovo “Armanàculu d'Sirvòu", il caratteristico calendario del dialetto Silvanese – edizione 2017 – edito dall'Associazione Culturale "Circolo Dialettale Silvanese 'Ir Bagiu". Da molti anni è possibile collezionare i calendari artistici silvanesi, veri e propri cimeli storici, perché raccolgono cartoline d’epoca, vecchie fotografie e disegni, proverbi e modi di dire, tradizioni e favole, poesie e filastrocche “tutte silvanesi”. Quest’anno il calendario è stato arricchito ancora di più con ricorrenze, anniversari e notizie. I mesi di

Restaurata la Parrocchiale

U

n progetto utile e necessario, che all’origine prevedeva il rifacimento di alcune parti fatiscenti delle quattro chiese silvanesi, (San Pancrazio, Santa Maria in Prelio, San Pietro) e che si conclude in questi giorni con l’ultima fase, riguardante i lavori di ristrutturazione del tetto della Parrocchiale. Il restauro completo del tetto ha previsto una spesa di 160.000 euro, raccolti a seguito delle numerose donazioni di volontari, le offerte sia di singoli sia delle Associazioni, degli Enti pubblici e il contributo dell’Amministrazione comunale. m.c.

Gennaio e febbraio sono dedicati al famoso ciclista Imerio Massignan, successivamente si menziona l'anniversario della scomparsa dell'illustre pittore silvanese Natale Morzenti, sconosciuto ai più, la ricerca

storica di Giovanni Calderone circa i caduti Silvanesi della Grande Guerra e tanti altri personaggi degni di essere ricordati. "L'Armanàculu d'Sirvòu" infatti vuole valorizzare eventi e personaggi del passato e

del presente. Ma non solo, all'interno continua la pubblicazione del lavoro di catalogazione delle orchidee di San Pancrazio eseguito da Marco Perasso, una breve ricerca circa i Torrazzi ed il sito storico di

Rondinara unitamente ad un piccolo tributo alla storica "Villa Mignone", oggi conosciuta come “Villa Bottaro”. “Con questo calendario storico ed artistico – affermano Claudio Passeri e Giovanni Calde-

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

rone del Circolo Dialettale Silvanese Ir Bagiu – che costituisce l'edizione numero diciassette, abbiamo voluto continuare la tradizione del Circolo medesimo, per il quale è importante non solo il passato e le ricorrenze che avranno luogo nel 2017, ma anche il presente, affinché anche di esso possa restarne una traccia nel futuro. Perché non è, ne vuol essere – affermano i due soci – un semplice calendario, ma un pezzo da collezione, e così cerchiamo di renderlo ogni anno”. Marta Calcagno

"Bellezze in bicicletta"

D

omenica 4 dicembre presso il Mozart Wine & Coffee di Acqui Terme davanti ad un folto pubblico è stato “tolto il velo” al calendario 2017 de il Cortile di Acqui, realizzato in collaborazione con "l'inchiostro fresco" con gli scatti di Daniele Cifalà e la composizione della bravissima Sara Ponta. Il calendario, partito con una tiratura iniziale di 500 copie, a scopo benefico, vede il patrocinio del comune di Acqui Terme ed è in vendita al prezzo di 10 € presso il bar Mozart e in tutte le edicole della città. Un Natale all'insegna “dell’Amore in sella”. d.c.


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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

Pierfranco Romero risponde all'articolo di Emanuele Di Gregorio

Segue dalla pagina precedente: La tangenziale di Predosa Volgendo il pensiero al passato, c'è stato qualche passaggio che, appunto col senno del poi, avrebbe accelerato durante le trattative per i lavori? Per quanto riguarda la mia amministrazione, dal 2004 al 2009, sono convinto che è stato fatto il massimo sforzo e direi che non si poteva ottenere di più. Dopo è stata molto laboriosa la fase dell'appalto delle opere che ha richiesto almeno la perdita di 2/3 anni. L'esecuzione, anch'essa molto lenta nella prima fase, si è poi, diciamo così, riscattata nei due ultimi anni. Col senno del poi, aggiungerei che se avessi continuato a fare il Sindaco e forse sarei riuscito a vedere alcuni errori progettuali che puntualmente si sono poi evidenziati durante i lavori e che hanno creato diversi interventi da parte dell'attuale Amministrazione. Infine ci corre l’obbligo di chiederle un suo breve profilo personale, sia politico che lavorativo, giusto perché i nostri lettori la possa “inquadrare”. Del mio profilo personale posso solo dire che sono un predosino da sempre e conosco il territorio piuttosto bene. Sono stato in una amministrazione comunale ufficialmente per 29 anni, coprendo cariche di Consigliere, Assessore, Vicesindaco, Sindaco, ma posso affermare, con una certa soddisfazione, che mi sento di aver collaborato "per fare" per almeno 40 anni. La politica non mi ha mai entusiasmato particolarmente ed ho avuto, fino ad oggi, una visione indirizzata verso il sociale a cui dedicare il mio tempo libero, tempo che, purtroppo è sempre più limitato. Mattia Nesto

Servizi e approfondimenti su: www.inchiostrofresco.it

RONDINARIA

Cosa c’entrano i Silvanesi? A

Novembre 2016, su “l’inchiostro fresco”, un articolo a firma di Emanuele Di Gregorio fa rivivere un fatto d’armi del 1689. Condivisibile il motivo che ha determinato lo scontro: tasse non pagate dal nobile genovese Luigi II Botta-Adorno, Marchese di Silvano. Imposte relative ad una sua proprietà in Comune di Ovada, la “Cascina Nuova”, posta sul confine con il Comune di Silvano e, quindi, Silvano ovvero Monferrato, Ovada ovvero Repubblica di Genova. Il Botta-Adorno era anni che non pagava le tasse al Comune di Ovada e quindi alla Repubblica genovese: avvicinato da un esattore ligure rifiuta il pagamento minacciandolo. A questo punto la Repubblica di Genova impone il recupero di quanto dovuto, mediante “l’esproprio di alcuni capi di bestiame”, recupero regolarmente avvenuto tramite soldati ovadesi. Il Botta-Adorno cercò di riprendersi i suoi animali ma, il “blitz”, finì a fucilate e con alcuni morti. Non ritengo però appropriato il numero di armati che il Marchese avrebbe utilizzato per la sua azione militare: seicento per “l’inchiostro fresco”, sette-

cento per la “Stampa Premium” e “AlessandriaNews”. Infatti come riporta lo storico Evandro Baronino i silvanesi vivevano in due realtà divise, in questi termini (almeno nel 1604): - Silvano Superiore: 178 fuochi, 422 bocche, soldati Ø. Registro lire 182 - Silvano Inferiore: 33 fuochi, 78 bocche, soldati Ø. Registro lire 42 Pertanto, le due comunità contavano cinquecento anime. Inoltre, nel 1630 anche il paese di Silvano fu colpito dalla terribile peste che

il Manzoni descrisse così bene nel suo libro “I Promessi Sposi”. I miei compaesani fecero voto che se il morbo fosse passato avrebbero eretto una chiesa a eterna gratitudine di San Carlo Borromeo: la promessa fu mantenuta. Ora, suppongo, che anche a causa del flagello la comunità silvanese non abbia raggiunto un numero di abitanti tale da offrire al BottaAdorno un’armata così imponente. E poi, se i soldati fossero stati così numerosi, come avrebbe fatto il Lomellino con due soli soldati a resistere ad un così consisten-

te assedio sino all’arrivo di forze amiche: forse c’è qualche “zero” in più. Non mi dilungo sul fatto: il Botta-Adorno fu condannato in contumacia dalla Repubblica di Genova e, lui nato nel 1653, morì libero nel 1700 per cause naturali. Penso, quindi, di poter dire che i silvanesi delle “beghe” del BottaAdorno e dei genovesi non gliene importava più di tanto, considerato che anche loro dovevano pagare “tasse” ai Feudatari. Pensandoci bene “in questa diatriba” visto che la Cascina-Nuova fu fatta saltare in aria dagli ovadesi stessi, a rimetterci furono solo i poveri contadini. Tutto sommato la guerra attribuita ai silvanesi la riporrei “ad antiche diatribe” fra fazioni genovesi sempre in lotta quando si doveva eleggere un doge e alle quali gli Adorno non erano sfuggiti. In breve, fu solo “una bega da carruggiu”. I silvanesi non saranno stati degli stinchi di santo anche per come li descrive Umberto Eco nel suo libro “Baudolino”: “Briganti di Silvano che hanno causato la morte della moglie del Santo”. Ma Umberto Eco... era Umberto Eco!

ERRATA CORRIGE

Nel numero di novembre a pag. 12, nell’articolo “Ricordi di Silvano d’Orba” di Pierfranco Romero, è stato riportato un testo non corretto. L’originale è il seguente: “… mi sono soffermato sulla foggia dei costumi, tutti della stessa stoffa e mi sono ricordato che quando abbiamo presentato il libro, “Ciquita” era presente e, parlando con Roberto Basso, ha detto che quella era la stoffa dei vestiti utilizzati per le feste delle Giovani Italiane riadattata per l’occasione”. La redazione

Pierfranco Romero

Una riflessione sarcastica su un Natale che strizza troppo l’occhio all’esterofilia più spiccia

I regali di Gesù Bambino D

omenica 25 dicembre, nasce Gesù, però i regali li porta Babbo Natale. Che a detta di una bambina ha pure la moglie: si chiama Mamma Natalina. Se non fossi andato in supplenza per un giorno a Basaluzzo dopo 40 anni di insegnamento, mi sarei gettato dalla finestra del prossimo prepensionamento convinto che l’autista delle renne fosse scapolo. Strano che mio padre non me l’abbia mai detto. O forse non lo sapeva nemmeno lui. Comunque, in casa nostra la notizia

non avrebbe interessato nessuno. Perché a me e a mio fratello i regali li portava Gesù Bambino. E per salvaguardare la sua incolumità secondo le norme sulla sicurezza di quei tempi, gli lasciavamo a disposizione un fiammifero e una candela che regolarmente usava per non inciampare nei pacchi. Oggi per accendere una candela ci vuole a fianco un estintore e un piano d’evacuazione firmato da RSL, RSPP, ASPP. Ma peggio ancora sarebbe se quelli della protezione animali venissero a sapere che la

notte tra il 5 e 6 gennaio preparavo tre mucchi di fieno e tre vaschette d’acqua per i cammelli dei Re Magi. Loro portavano la seconda mandata di regali ed io in cambio rifocillavo le loro cavalcature. Chissà quante scartoffie bisognerebbe firmare oggi per dare maggengo padano a cammelli persiani, ma a quei tempi gli animali del presepio evitavano la burocrazia e al mattino quel che rimaneva del mucchio e la generosità dei Magi dimostravano che avevano gradito. Del resto i tre Re avevano

un conto di gratitudine da saldare nei miei confronti. Quando infatti un loro carro precipitò nella roggia, fu mio nonno che nella notte li aiutò con i suoi buoi a risalire sulla strada. Ma questa è una storia che la bambina di Basaluzzo non conosce. Alla prossima occasione da supplente gliela racconterò, compresa quella del carbone, che anche nel giorno di festa mi ricordava che comunque certe monellerie in casa non erano gradite. Io di babbo conoscevo solo il mio papà, la cui moglie, mia mam-

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

ma, ha un nome molto più bello di quello della consorte del rosso e panciuto corriere. E poi mio papà era un mago: conosceva i miei desideri prima ancora che io li confidassi su lettera a Gesù Bambino. Ed era certamente lui che gli diceva in quale negozio fare acquisti, perché il regalo era sempre esattamente quello che avevo agognato con gli occhi appiccicati alla vetrina. Poi Gesù mi ha portato anche mia moglie, ma questa è una favola da grandi. Dom&Nico BISio


Tortona e tortonese

Valli Curone, Grue e Ossona

Pagine a cura di Claudio Cheirasco

Sbagliando si impara?

Intervista in esclusiva a Marzia Barbieri, nuovo Assessore Sanità, Lavoro e Politiche Giovanili di Tortona

Un ospedale per salvaguardare un territorio L o scorso mese di giugno l’Assessore alla Sanità del Comune di Tortona, Gianluca Silvestri, ha dato le dimissioni ed il Sindaco, Gianluca Bardone, ha scelto Marzia Barbieri per il nuovo ruolo. “Ritengo doveroso evidenziare che solo da poco più di due mesi sono entrata a far parte della Giunta del Comune di Tortona, - ci ha detto il nuovo Assessore - pertanto, questo mio intervento e la mia attività come Assessore alla salute sono stati preceduti dall’impegno dei Sindaci del territorio che nei mesi e anni passati si sono dedicati con attenzione alla salvaguardia del nostro Ospedale. A tutt’oggi – continua Marzia Barbieri - il Comune di Tortona opera, con determinazione, in stretta sinergia con le Amministrazioni del tortonese”. Qual è il bacino di utenza dell’ospedale di Tortona? Quante persone abitano nel territorio di pertinenza e quali paesi ne fanno parte? Al territorio di pertinenza dell’ospedale di Tortona appartengono 40 Comuni per una popolazione pari a 61.967 abitanti, secondo gli ultimi dati disponibili. I Comuni sono: Alluvioni Cambiò, Alzano Scrivia, Avolasca, Berzano Di Tortona, Brignano-Frascata, Carbonara Scrivia, Carezzano, Casalnoceto, Casasco, Castellania, Castellar Guidobono, Castelnuovo Scrivia, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Dernice, Fabbrica Curone, Garbagna, Gremiasco, Guazzora, Isola Sant'Antonio, Molino Dei Torti, Momperone, Monleale, Montacuto, Montegioco, Montemarzino, Paderna, Pontecurone, Pozzol Groppo, Sale, San Sebastiano Curone, Sant'Agata Fossili, Sarezzano, Spineto Scrivia, Tortona, Viguzzolo, Villalvernia, Villaromagnano, Volpedo, Volpeglino. Cosa comporterà il declassamento in termini organizzativi per l’Ospedale di Tortona? Quali reparti ha perso e quali manterrà? In quale percentuale gli spazi al suo interno sono stati per così dire “disabitati”? La riforma regionale ospedaliera sta comportando un grosso impegno organizzativo per cercare di mantenere il più possibile inalterata la modalità di fruizione dei servizi da parte dei cittadini. A seguito della riforma avviata, già da alcuni anni, dalla Regione Piemonte non sono, purtroppo,

spazi non utilizzati nel nostro nosocomio, si tratta in sostanza, delle ali in precedenza occupate dalla Pediatria e dalla Neurologia. Tuttavia, la reale incidenza potrà essere valutata solo all’esito della fase di riorganizzazione in atto che è seguita con grande attenzione e carica propositiva dai Sindaci del territorio.

In foto l'Assessore Marzia Barbieri più presenti, attualmente, presso il Presidio Ospedaliera di Tortona i reparti di Ostetricia e Ginecologia, di Pediatria, di Neurologia e di Urologia, per le quali branche la presenza specialistica è di natura ambulatoriale. Quanto al Reparto di Cardiologia, invece, sono ora attivi alcuni letti monitorati aggregati al Reparto di Medicina. Sono tutt’ora presenti, invece, le

Strutture di Chirurgia, di Week surgery e di Senologia, che è stata riconosciuta come eccellenza, di Medicina e di Ortopedia. Sono, altresì, presenti le attività di Otorinolaringoiatria, di Dialisi, di Day Hospital Oncologico, di Oculistica, con interventi in Day surgery, di Fisiatria, che è oggetto di potenziamento ed i servizi di diagnostica. Attualmente ci sono alcuni

Parliamo del pronto soccorso, all’atto pratico cosa comporta il declassamento? Come cambierà le nostre abitudini? Che cosa cambierà quando una persona avrà un’urgenza sanitaria oppure avrà bisogno di cure? Verrà curato a Tortona o sarà trasferito in altre sedi ospedaliere? Su questo punto il confronto con l’ASL di Alessandria è aperto in quanto non deve cambiare nulla nelle abitudini di noi cittadini. A fronte di un’urgenza devono rimanere immutate le modalità di interazione con la rete sanitaria che provvederà ad indirizzare la persona, sulla base del suo bisogno di salute, alla Struttura di riferimento più appropriata per i bisogni e per l’urgenza, al fine di garantire le migliori cure al paziente.

La cosa che forse più rammarica è che l’ospedale di Tortona abbia avuto di recente importanti investimenti per il suo ammodernamento spese alle quali ha anche partecipato la fondazione della CRT. Non trova che oggi chiudere interi reparti voglia dire, letteralmente, aver “gettato risorse al vento”? L’aspetto positivo della domanda è che abbiamo la fortuna di avere nella nostra realtà un soggetto come la Fondazione CRT che da sempre ha sostenuto e continua a sostenere il nostro territorio ed investe nelle sue strutture. Il problema da lei sollevato è generale e diffuso in quasi tutte le Pubbliche Amministrazioni che al cambio di maggioranza e di politiche ridefiniscono priorità ed obiettivi con il rischio concreto che ciò che in precedenza era stato programmato e realizzato possa essere non più di attualità. Auspichiamo, però, che gli investimenti realizzati per l’ammodernamento del nostro Ospedale possano diventare comunque funzionali alla nuova struttura e non essere “risorse Continua a pag. 14

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

di Claudio Cheirasco

L’

intervista che l’assessore Marzia Barbieri ha concesso al nostro giornale mi dà l’occasione di ribadire il mio punto di vista sulla vicenda dell’Ospedale di Tortona. Più volte ho sottolineato come la perdita di una funzione centrale così importante (non l’unica a cui ha dovuto rinunciare la città orionina, ma di sicuro la più importante) sia a mio giudizio dovuta a una sbagliata, se non proprio inesistente, strategia di marketing territoriale, vale a dire l’arte e la tecnica di rendere attrattivo un territorio. Un territorio attrattivo è in grado di avvicinare a sé e mantenere in loco i soggetti portatori dei fattori del suo benessere e del suo sviluppo: Imprese, Investitori, Istituzioni e Persone, necessari alla sopravvivenza delle attività economiche, culturali, residenziali e, ahimè, dei servizi pubblici, come nel caso dell’Ospedale Civile di Tortona. Giusta o sbagliata che sia stata, quella fatta dalla Regione Piemonte è stata una scelta a favore di Novi Ligure, che ha potuto mantenere l’Ospedale, a discapito di Tortona, che ne ha subito il declassamento. Che ruolo ha avuto la comunicazione in questa scelta? Quale immagine di Novi è veicolata a Torino e come invece è stata percepita Tortona? Fare marketing territoriale significa avere sotto controllo queste percezioni e significa anche agire su di esse affinché il “prodotto territorio” sia conosciuto e apprezzato, oltre che al suo interno, anche al suo esterno. Un processo lungo, faticoso e dagli esiti incerti ma che è indispensabile attuare da parte delle città, di ogni città; pena l’esclusione dal mercato ed il conseguente declino. Mi rendo conto di essere partigiano in questa mia analisi ma, secondo me, Novi Ligure si è accaparrata l’Ospedale perché è stata più brava di Tortona a promuoversi come sede migliore per ospitarlo.


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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

Segue dalla pagina precedente: Ospedale di Tortona gettate al vento”. Su questa esigenza c’è grande attenzione da parte dei Sindaci del territorio. Sono in corso degli incontri dei Sindaci del Distretto ASL di Tortona con la dirigenza dell’ASL. Come stanno procedendo i lavori? È soddisfatta del risultato che state ottenendo? Personalmente, per ora, ho partecipato ad un solo tavolo in cui ho potuto constatare in prima persona la grande determinazione dei Sindaci ed un atteggiamento costruttivo e progettuale da parte dell’ASL per cui sono convinta che troveremo soluzioni positive. Il prossimo incontro è già stato fissato per il 14 di dicembre. La presunta richiesta di entrare in Lombardia era solo una provocazione o si sta lavorando anche in questa direzione? Come anticipato, sono in carica da poco più di due mesi; ho appreso la notizia dalla cronaca e ad oggi non ho cognizione diretta di procedure in corso in tal senso anche se posso comprendere che particolari momenti di gravità, che coinvolgono i bisogni primari delle persone, possano portare a valutare anche azioni drastiche. Claudio Cheirasco

TORTONA E COLLI TORTONESI

Risponde in esclusiva l’Assessore all’Ambiente, Valentina Montis dopo vittoria elettorale di "Pontecurone per noi"

Il Tortonese e la val Curone: terra di nessuno? Q uando lo scorso 6 giugno Rino Feltri, noto chirurgo dell’ospedale di Tortona (oggi in pensione), con la lista civica “Pontecurone per noi” ha ottenuto il 57,22% delle preferenze, battendo il Sindaco uscente, Ernesto Nobile della lista civica “Torre Civica”, in molti, nella provincia di Alessandria e non solo, si sono stupiti. Già perché “Pontecurone per noi” è letteralmente “nata dal basso” in seguito all’impegno di un gruppo molto determinato di cittadini. Grazie ad un impegno costante nei cinque anni da minoranza sul territorio ed un crescente “tam tam” sui social network, con l’attivissima pagina Facebook omonima, “Pontecurone per noi” ha sorpreso tutte le aspettative. “Il risultato di giugno è stato un grande risultato – ci dice Valentina Montis, giovane Assessore all’Ambiente e Volontariato da noi raggiunta per un’intervista in esclusiva – ma ritengo sia stato il segno evidente della volontà, da parte dei cittadini pontecuronesi, di un cambio di passo nell’amministrazione del paese: ecco perché continuamente organizziamo incontri con la cittadinanza. Perché noi non vogliamo imporre decisioni ma preferiamo che queste scaturiscano da discussioni e accordi comuni, da una volontà il più possibile condivisa”. Domandiamo a Valentina Montis quale sia stato il primo problema “all’ordine del giorno” che la nuova Amministrazione si è trovato di fronte: “Per quanto concerne il mio Assessorato – afferma Valentina Montis – la prima questione, sicuramente non di poco conto, è quella relativa alla gestione dei rifiuti: “Stiamo passando al porta-porta e questo significa un notevole cambiamento. Ad oggi – ci illustra l’Assessore – la gestione dei rifiuti è affidata, per quanto riguarda la raccolta, a Gestione Ambiente, e, per quanto riguarda il trattamento e lo stoccaggio, a S.R.T. (Società Pubblica per il Recupero ed il Trattamento dei Rifiuti,

ndr ). Quando ci siamo insediati, questi Enti ci hanno presentato un piano industriale ventennale preconfezionato – prosegue la nostra interlocutrice – che francamente ci ha lasciato molto perplessi e che vogliamo ridiscutere. Due dei punti fondamentali sono dati dalla sparizione della nostra Area di Raccolta (ma stiamo lavorando per non condannarla alla chiusura), e per quanto riguarda la raccolta dei RAEE/ INGOMBRANTI chiediamo il mantenimento della gratuità del servizio. Duole constatare come, sempre di più, nonostante si dica che vi siano due cabine di regia, Novi Ligure pare avere sempre più potere decisionale su questo territorio: vogliamo prima capire i costi di gestione per accettare questo o quel progetto industriale. Senza un rendiconto preciso, al buio non firmiamo nulla”. Domandiamo di spiegare meglio questo concetto: “Potrei fare l’esempio dell’ospedale: da quando gli equilibri politici in Regione Piemonte sono cambiati – ci dice Montis – l’ospedale di Novi Ligure è diventato, diciamo magicamente, fondamentale e – continua l’intervistata – quello di Tortona da chiudere, anzi da rottamare. Giocare così, per ragioni puramente di pesi politici, sulla pelle dei cit-

tadini è rischioso se non dannoso. Tortonese e val Curone oggi sono territori abbandonati, lasciati in balia di se stessi, la battaglia andava fatta nel momento in cui erano le professionalità ad essere difese, non si può fare una battaglia a posteriori per difendere le mura. Un’altra questione, sicuramente non di poco conto, è quella del verde pubblico. Ho studiato al Gallini, Istituto Agrario a Voghera, e quindi mi sono resa conto fin da subito – ci spiega l’Assessore – che negli anni una gestione, diciamo così, un po’ sbarazzina ha fatto crescere a dismisura il verde pubblico, con scelte di piante non consone all’ambiente circostante. Ciò oggi si traduce in maggiori spese sia di gestione sia di manutenzione”. Quali le possibili soluzioni?: “Oltre ad un totale ripensamento per quanto concerne la scelta delle piante – afferma prontamente Valentina Montis – sicuramente stiamo vagliando diverse soluzioni, le decisioni verranno prese con i nostri concittadini. Uno dei vanti di questa amministrazione – prosegue la nostra interlocutrice – è l'aver approvato un Regolamento comunale per l'impiego di volontari per attività di pubblica utilità in modo tale che, sia possibile avere

un supporto nel settore tecnico, culturale e sociale”. In questi mesi post-elettorali, quali altre iniziative avete intrapreso?: “Abbiamo organizzato due giornate dedicate all’abbellimento del Palazzo Comunale con fiori e piante spontaneamente donate dai cittadini – dichiara l’Assessore all’Ambiente – Poi il Consigliere Dott Jaspal Singh, essendo un fisioterapista, ha avviato nelle scuole di Pontecurone un progetto educativo titolato: “La schiena va a scuola”, per portare all’interno delle scuole medie, con la collaborazione anche degli insegnanti, corretti stili di vita e informazioni agli studenti circa l’importanza delle posture da adottare e le relative implicazioni sulla colonna vertebrale. Senza dimenticare – ci dice ancora Valentina Montis – il nuovo servizio dopo-scuola, gestito dall'Assessore all’Istruzione Dott.ssa Samanta Burato, attraverso il quale vengono proposte numerose attività fisiche e di pratica psicomotoria- educativapreventiva”. Il servizio di Controllo del Vicinato che sta prendendo sempre più corpo, promosso dal nostro Consigliere Diego Zeme. Al termine della nostra intervista, non possiamo fare a meno di chiedere informazioni sul sottopasso della

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

Stazione Ferroviaria di Pontecurone, decorato da bellissimi murales: “Questa è una storia molto significativa – dice soddisfatta Montis – L'idea non è nostra, ma di un nostro concittadino, dopo aver constatato il degrado del sottopasso, e dopo averlo completamente ripulito grazie al prezioso lavoro di alcuni volontari, dei bravissimi artisti hanno eseguito dei bellissimi murales – afferma l’Assessore – e, sulla scia di quest’esperienza, altri ragazzi facendo regolare domanda al Comune compilando un apposito modulo, potranno contribuire ad aggiungere altri murales. Anche R.F.I. ci ha fatto i complimenti, provvedendo al rifacimento della facciata della stazione e dotando il sottopasso, finalmente, di cestini. Se ci si unisce si possono fare grandi cose”. Il punto sul Terzo Valico “Per quanto riguarda il Terzo Valico, coerentemente con quanto affermato in campagna elettorale, l’Amministrazione Comunale di Pontecurone è contraria all'opera, si dimostra altamente preoccupata non soltanto per le numerose inchieste che stanno, di fatto, coinvolgendo i vertici delle varie aziende ivi operanti ma anche per le gravi ripercussioni che i lavori stanno riversando sul territorio: sia in termini di salute dei cittadini sia per i disagi riguardanti la viabilità. Pretendiamo controlli più puntuali da parte delle Autorità preposte ma soprattutto chiediamo che sia valutata sulla base dell'utilità, questo comporta fermare un opera che non porterà nessun beneficio al nostro territorio, non possiamo svendere le nostre vite per un pugno di opere compensative”, questo il commento di Valentina Montis in merito al Terzo Valico (i cui cantieri e cave lambiscono il territorio di Pontecurone, ndr ). Mattia Nesto


di ci a d in S ei d le ta a N i d e in er tt Le le ssello a S e e rb U o, et li ig T e, n io gl si os R

Tiglieto Cari Tiglietesi, il Natale con le sue feste è alle porte e nel periodo più sentito dell’anno invio a Tutti un augurio di pace salute e serenità. Natale dovrebbe essere per tutti un momento di gioia e di serenità e quindi ci richiama ad ascoltare chi ha più bisogno ed è in difficoltà…pertanto nel periodo che dovrebbe regnare pace, benessere e serenità, non posso non pensare a tutti quelli che sono in situazioni di disagio come la malattia, la disoccupazione, la solitudine e la difficoltà di inserimento in un Paese straniero. Voglio ringraziare tutti coloro che si impegnano per rendere il nostro paese una comunità viva e concreta ed attenta a tutti i bisogni della gente. Noi amministratori dedichiamo forza, passione e determinazione per poter dare risposte adeguate ad ogni bisogno della popolazione… ci siamo rimboccati le maniche per incominciare a cambiare, ben consci che la strada intrapresa si presentava difficile ma non impercorribile. Auguro a Tutti che il Natale sia l’occasione per un impegno comune a costruire una atmosfera basata su fraterna e serena convivenza civile. Giorgio Leoncini Sindaco di Tiglieto

Rossiglione Caro Babbo Natale, la sera in cui il nostro Consiglio comunale e' riuscito ad approvare definitivamente il PUC dovrei essere soltanto felice ed indubbiamente lo sono, ma vi e' anche amarezza. Ci sono voluti quasi 16 anni per arrivare in fondo e questo non e' accettabile! Rimpalli infiniti tra uffici, burocra zia estenuante e lungaggini clamorose ingessano i Comuni, imbrigliano lo sviluppo e penalizzano le istanze dei Cittadini, ra llentando la societa' intera. Ebbene Babbo Natale pensaci tu... metti mano a questi assurdi para dossi perché vorrei poter lavora re rispettando leggi, regolamenti, ma soprattutto suon senso! Permetti che io possa finalmente svuotare completamente le briglie del torrente Berlino, lascia che i progetti piu' ambiziosi che abbiamo in cantiere vedano la luce senza ulteriori appesantimenti burocratici affinché la nostra Cittadinanza possa dotarsi di asilo nido, Centro Alzheimer, riqualif icazione urbana, campo da calcio ed ulteriore efficientamento energetico! Gra zie! A nome mio e di tutti i Cittadini che ho il privilegio di ra ppresentare. Buon lavoro a te ed ai tuoi elfi, vi aspetto sotto l'a lbero! Katia Piccardo Sindaco di Rossiglione

L’umanità è ancora in cammino a Volpedo di Claudio Cheirasco

Sassello

Urbe Caro Babbo Natale, per il Comune di Urbe desidererei un anno prospero in cui finalmente si creino nuovi posti di lavoro, nuove opportunità per gli imprenditori e gli artigiani locali; e magari si realizzi un piccolo distributore di benzina.. Un anno di buon tempo che attiri tanti visitatori nella nostra valle. Un Capodanno nei nostri locali che offrono cenoni ai sapori urbaschi e divertimento. Un inverno in cui la neve non esageri… Una primavera propizia per chi ama passeggiare nella natura, per gli escursionisti e per i runner che il 7 maggio aspettiamo numerosi al trail “Cuore a Mille” seconda edizione, dopo il successo dello scorso anno. Un’estate all’insegna del sole nella quale i turisti e i villeggianti trovino rifugio dalla canicola immergendosi nelle acque incontaminate e cristalline dei nostri laghetti e si divertano con le arrampicate, i giri in mountain bike, la pesca nei torrenti e nella riserva dell’Antenna. Fabrizio Antoci Sindaco di Urbe

I miei buoni propositi per il 2017 sono due: il primo è mettere tutto l'impegno possibile in "aree interne", perché può essere una svolta unica per questi territori. Il secondo riguarda le scuole e il completamento dell'efficientamento energetico dell'edificio scolastico. Si tratta di due questioni fondamentali: il miglioramento dei servizi per interrompere la discesa verso la marginalità e l'abbandono e la scuola quale nucleo fondante della nostra comunità. Per quello che riguarda le richieste, sono due e sono semplicissime: un po' di stabilità normativa e un po' meno tagli. Queste due semplicissime richieste ci consentirebbero di operare al meglio.

In una raffinata e sfarzosa cerimonia, giovedì 8 dicembre 2016 Vincenzo Marino e Massimo Citterio sono stati uniti civilmente dal Sindaco Giancarlo Caldone nell’ottocentesco Palazzo Municipale di Volpedo. Per la prima volta dalla sua entrata in vigore il 5 giugno scorso, la legge 76/2016 nota come Legge Cirinnà, viene applicata nel borgo che ha dato i natali a Giuseppe Pellizza. “È la prima Unione Civile che si tiene nel nostro Comune - ha detto il sindaco Caldone - sono contento di poterla celebrare perché essa rappresenta un momento molto importante nel cammino dell'umanità verso il riconoscimento dei diritti della persona. Oggi si compie, anche nella nostra Volpedo un momento epocale, paragonabile per la sua importanza a quanto conquistato con la legge sul divorzio”. Abbiamo raggiunto Massimiliano, uno dei due sposi, per una dichiarazione “a caldo”: “Io e Vincenzo conviviamo ormai da 11 anni, è vero. Per i primi sette anni ognuno di noi due ha portato avanti il suo lavoro, io ero arredatore e lui stilista presso Dolce e Gabbana. Da quattro anni in qua siamo riusciti a coronare il sogno di lavorare insieme – ci dice il neo-sposo - Una bella scommessa quella di condividere anche la giornata lavorativa presso Il sarto Tortona, l’Atelier che abbiamo aperto in via San Marziano a Tortona, scommessa vinta dividendoci i compiti: io seguo la contabilità e la comunicazione mentre Vincenzo crea i suoi abiti su misura. Superata questa prova, abbiamo capito che eravamo pronti a sposarci”. Claudio Cheirasco

Daniele Buschiazzo Sindaco di Sassello

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

l’inchiostro magazine

Cosa c’è da sapere…

Abbiamo raggiunto i rappresentanti dei comitati “Sezzadio Ambiente” e “Vivere P

La scheda L'

insieme delle acque presenti nel nostro pianeta costituisce l'idrosfera e si può raggruppare in due gruppi ben distinti, le acque di superficie e le acque presenti nel sottosuolo. Per acqua sotterranea si intende l'acqua che si trova al di sotto della superficie terrestre. Se l’acqua che penetra nel terreno si arresta e si accumula in prossimità di uno strato impermeabile, in genere piani rocciosi, dà origine ad una falda acquifera. Le falde acquifere possono essere di due tipi: freatica se interessa il terreno prossimo alla superficie ed è alimentata direttamente dai fenomeni meteorici, dallo scioglimento delle nevi e dei ghiacci o dalle infiltrazioni dei corsi d’acqua sovrastanti; profonda se invece interessa zone situate al di sotto dello strato impermeabile, come le falde artesiane. Le acque sotterranee soprattutto quelle delle falde profonde possono rimanere indisturbate dagli effetti antropici per migliaia di anni e sono molto importanti per l'uomo

perchè rappresentano una tra le più grandi riserve di acqua potabile. Ma sia le falde superficiali che quelle profonde possono essere oggetto di inquinamento anche se più difficilmente dei corsi d'acqua superficiali, poiché possiedono la protezione naturale data dai terreni sovrastanti la falda che operano da filtro per gli agenti inquinanti. Però, una volta inquinate, la contaminazione persiste per tempi molto più lunghi (anche decine di anni). Se nel corso della realizzazione di un pozzo idrico, per esempio, si perfora lo strato impermeabile raggiungendo l’acquifero di profondità, l'acqua in tale punto tenderà a salire lungo il pozzo fino ad un livello di equilibrio detto piezometrico; risalendo verso la superficie terrestre quest'acqua può rischiare di contaminarsi venendo a contatto con materiali nocivi, come pesticidi, fertilizzanti, fogne e scarichi industriali che (troppo spesso) si depositano sul suolo e vengono assorbiti dal terreno. Luca Serlenga

A chi stiamo consegnand

U

na vicenda che dura ormai da anni, sicuramente da quattro, ma le cui radici vanno ricercate ancora prima nel tempo. Tra Predosa e Sezzadio, e gli anziani agricoltori dei due paesi lo sanno bene, vi è una falda acquifera unica nel suo genere, sia per qualità che per quantità (vedi box). E proprio qui, a più riprese, la multinazionale “Riccoboni-Grassano Holding S.p.a.”, installatasi già da tempo a Predosa (AL), ha richiesto alle Autorità competenti la possibilità di allargare il proprio stabilimento: la Riccoboni, la cui sede è a Parma, è leader europea nello smaltimento dei rifiuti industriali. Contro l’allargamento di questo stabilimento, sin dal 2012, si sono coalizzati numerosi comitati che, spontaneamente, sono sorti sia nella valle dell’Orba sia in val Bormida. Per saperne di più sui possibili rischi che tale tipologia di insediamento industriale potrebbe provocare, abbiamo raggiunto a Sezzadio, località che potrebbe essere interessata per lo stoccaggio dei rifiuti provenienti dalla Riccoboni, Ivano Sardi, del Comitato “Vivere Predosa” e Piergiorgio Camerin, di “Sezzadio Ambiente”. L’inizio della vicenda “Tutto risale al 2012 – ci dice Camerin mentre ci fa accomodare nella sede della Pro Loco – quando si svolse una conferenza di servizi per discutere intorno ad un progetto di una discarica di rifiuti industriali da oltre un milione di metri cubi che sarebbe dovuta sorgere qui a Sezzadio, in località Cascina Borio. La cosa buffa o meglio, preoccupante – prosegue l’intervistato – è che la cittadinanza, a fronte di un tale impatto ambientale, non è stata debitamente informata dagli organi Regionali e Provinciali competenti, tanto meno dal Sinda-

co di allora, Pier Luigi Arnera, che partecipò alla prima Conferenza dei Servizi senza che nessuno ne sapesse nulla. Inutile dire che, venuti a conoscenza di questo fatto, è scoppiato in paese e non solo, mi si consenta la parola, un bubbone tremendo, una vera e propria sollevazione popolare, perché i terreni dove dovrebbe sorgere la discarica, i sezzadiesi e i predosini li conoscono molto bene per le loro specifiche caratteristiche e per l’acqua sotto contenuta”. Il campo-pozzi di Predosa Che tipo di terreni sono?: “Sono terreni particolarmente fertili, perché ricchi di acqua di ottima qualità – ci risponde Ivano Sardi – Non a caso, tra il 2006 e il 2008, venne realizzato su quei siti il campo-pozzi di Predosa realizzato dall’Amag di Alessandria con un investimento notevole di risorse, per dissetare l’acquese che ogni estate andava in emergenza idrica e doveva razionare a orario la distribuzione dell’acqua: si parla di dieci milioni di euro complessivi ottenuti a seguito di fondi regionali ed europei”. Questo campo-pozzi è particolarmente importante perché, a seguito delle estati torride del 20052006, il Sindaco di Acqui Terme aveva avanzato la proposta di alimentare i suoi acquedotti comunali captando acqua, con un’interconnessione, da questi luoghi: “Tutta la val Bormida, oltre che la bassa valle dell’Orba, gravita attorno a questa falda acquifera di primaria importanza, ma non solo – ci dice Sardi – Presto, a seguito dei lavori del Terzo Valico che stanno impoverendo le falde acquifere della valle Scrivia, anche l’intero novese e il tortonese dovranno approvvigionarsi qui: perciò il problema del possibile inquinamento di tale falda non è locale, ma comprensoriale”.

di Matt

"Comitati di Base val Bormida" Urbano Taquias

I comi del Valle B

"Comitato Agricoltori della valle Bormida" Maurizio Daniele Proprio per scongiurare tali possibili “pericoli”, ben 24 Sindaci della val Bormida si sono coalizzati per la salvaguardia dell’acqua: “In tale coalizione fa clamore l’assenza del Comune di Predosa che – ci dice Ivano Sardi – nonostante l’alternanza di vari Sindaci, non fa parte di questo consorzio per motivi mai ben chiariti”. A questo punto domandiamo ai nostri interlocutori come mai le Autorità provinciali, a fronte dei consistenti investimenti sopra citati, per la realizzazione della inter-connessione idrica con l’acquese (il cosiddetto “tubone”), non si fossero dimostrate preoccupate per l’apertura in loco di una discarica: “Nel corso degli anni – torna a spiegarci Camerin

– abbiamo sempre avuto la netta sensazione, a nostro avviso confermata dai fatti, che la Provincia di Alessandria avallasse ogni tipo di richiesta della Riccoboni, nonostante questa sia stata coinvolta anche ultimamente in inchieste di natura ambientale”. Il ricorso al Tar della Riccoboni La questione della discarica è molto divisiva e sentita dalla popolazione, tanto è vero che nel 2012, a seguito di un’assemblea pubblica a Sezzadio, scoppiò una vera e propria bagarre che portò alle dimissioni di molti consiglieri sia della minoranza sia della maggioranza e, di conseguenza, alle dimissioni dello stesso Sinda-

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l’inchiostro magazine

Predosa” per fare luce sulla questione “falda acquifera” nelle valli Orba e Bormida

do l’acqua che beviamo?

tia Nesto

"Sezzadio Ambiente" Piergiorgio Camerin

I itati lla Bormida

"Comitato Vivere Predosa" Ivano Sardi

co Arnera: “C’è da dir che in un primo momento il progetto venne rigettato – afferma Camerin – ma la Riccoboni fece ricorso al Tar che nel tempo record di 15 giorni ribaltò la sentenza, per di più esponendosi tecnicamente, cosa che, a rigor di legge, non dovrebbe fare (il Tar dovrebbe infatti nominare una commissione tecnica ad hoc, ndr). E, in questo contesto, l’Amministrazione provinciale non ha mosso un dito per tutelare gli interessi della popolazione locale. Gli unici a contrastare questa sentenza, sono stati i comitati, i Comuni della Convenzione ed il Comune di Sezzadio che ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato, che ancora oggi attende risposta”.

Le decisioni di Rita Rossa Nel frattempo, il 16 febbraio del 2016, il Presidente della Provincia di Alessandria, Rita Rossa, senza la richiesta di alcun parere esterno e senza convocare una Conferenza di servizi, autorizza la realizzazione della discarica secondo i contenuti di un progetto definitivo, nel quale è prevista la costruzione di una tangenziale. Il giudizio in merito dei due rappresentanti dei comitati è chiaro: “Questa tangenziale è un’opera ad uso e consumo esclusivo della Riccoboni per raggiungere con più immediatezza i siti della discarica, che taglia in due Sezzadio e che passa a pochi metri dalla storica Abbazia, posta sotto vincolo paesaggistico ed ar-

chitettonico: cosa occorre di più per fermare tale mostruosità? Per fortuna persone, solo per fare due nomi, come Lelio Morricone e Enzo Daniele, rispettivamente Presidente del Comitato Vivere a Predosa e Sezzadio Ambiente continua a lottare per la salvaguardia del proprio territorio”. Ultimi aggiornamenti Quindi ad oggi qual è la situazione?: “Non possiamo che rimanere vigili e fare sentire la nostra voce – rispondono quasi all’unisono Sardi e Camerin – tramite manifestazioni di largo, larghissimo successo come quella di Alessandria dell’11 Giugno 2016, dove abbiamo coinvolto migliaia di persone. Recentemente alla Conferenza sulle opportunità che il Terzo Valico porterebbe al nostro territorio (altra opera da noi fortemente osteggiata) svoltasi in Alessandria – continuano i due interlocutori – sono state avanzate proposte di utilizzare l’acqua di Predosa e Sezzadio per creare un’interconnessione che porti l’acqua al Novese, al Tortonese ed all’Alessandrino. E sono ipotesi degli stessi organi che non hanno difeso la falda interessata dal Progetto Riccoboni o addirittura dagli stessi che hanno firmato le autorizzazioni. Siamo alla mano destra che non sa cosa fa la sinistra. Come ha detto il noto geologo Luigi Foglino, profondo conoscitore della morfologia del territorio avendo progettato il campo pozzi di Predosa Sezzadio, se io ho la spazzatura in casa o la butto in cortile, oppure la accumulo nel balcone. Non mi sognerei mai di metterla certo in frigo dove c'è il cibo: ecco invece stiamo mettendo i rifiuti nel frigo che contiene le riserve idriche di un’intera Provincia. E chi berrà in sicurezza dopo aver fatto ciò?”.

Gli espropri

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ul complesso di tali ricorsi Ivano Sardi ci illustra il contenzioso ancora in atto: “A più riprese la Riccoboni ha tentato di iniziare le procedure propedeutiche ai futuri espropri dei terreni per ampliarsi – ci dice Sardi – con tanto di lettere di pre-avvertimento: ad oggi non c’è ancora riuscita. Tutte le volte hanno trovato la popolazione a respingerli con tanto di barricate nel paese. Per aggirare l’ostacolo allora pare abbiano trovato un professionista che si è detto – continua il nostro interlocutore – pronto a firmare il progetto anche senza un riscontro sul campo”. Per “fortuna” però, almeno nell’ottica dei Comitati, è accaduto un qualcosa un mese fa circa: “Le piogge di novembre hanno fatto esondare la Bormida in più punti – dice Camerin – andando a sommergere per quasi un terzo il tracciato, ancora virtuale, della futura, e non auspicabile, tangenziale. Questo ha fatto di molto raffreddare gli animi”.

I ricorsi 1) Ricorso al Consiglio di Stato presentato dal Comune di Sezzadio contro la sentenza del TAR Piemonte. 2) Castelnuovo Bormida e Cassine contro l’Autorizzazione della Provincia di Alessandria per la questione viabilità 3) I comuni di Acqui Terme, Strevi e Rivalta Bormida presentano ricorso contro l’Autorizzazione della Provincia di Alessandria 4) Ricorso contro l’Autorizzazione della Provincia di Alessandria presentato dal Comune di Sezzadio 5) Ricorso contro la tangenziale presentato dal Comitato Agricoltori della val Bormida

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Buon anno a tutti!

Il segreto per curare i mali del proprio corpo

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inisce l'anno, è inevitabile che ci sia “il botto”: l'Italia chiamata al voto del referendum dopo che l'America ha votato il Presidente e i telespettatori pure hanno votato il vincitore del Grande Fratello... Più democrazia di così! Votiamo tutti sì perché sennò è il finimondo. Anzi, meglio di no perché Renzi deve andare a casa. Guardiamo agli USA che loro di 'ste cose se ne intendono. Che spettacolo il carrozzone delle elezioni americane! I primi mesi alle primarie repubblicane si discute sulla grandezza del pene di Trump (fortuna che gli elettori non sono stati chiamati a giudicare anche su quello), gli ultimi mesi alle presidenziali sulle condizioni di salute di Hillary. Comunque, non su quelle del paese, che evidentemente sta bene, dato che il suo PIL cresce. Non come il nostro che è sempre giù. Ah, quando c'era lui... I tagliagole dell'ISIS avanzano da Est, gli Africani ci invadono da Sud, la Germania ci schiaccia da Nord, perché non si vede nessuno a Ovest? Noi, comunque, tutti questi immigrati non li vogliamo. L'Europa non li vuole. Qualcuno di noi non vuole l'Europa. La terra trema, gli attentati aumentano, nessun posto è ormai sicuro, Lei cosa prova ad aver perso tutta la famiglia? Meglio un attentato o un terremoto? Votate subito, in palio fantastici premi! A proposito, è quasi Natale, li hai già fatti i regali? No? Allora è meglio che ti sbrighi, sennò rischi di rimanere senza! Non ti ridurre sempre all'ultimo! Compra in comode rate! Certo, quest'anno con la crisi non è stato un granché, ma, ne siamo sicuri, il 2017 sarà migliore. Federico Cabella

La stabilità della persona

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er strada vedo molte persone zoppicare con il bastone oppure camminare in modo incerto con una caviglia che cede all'interno più dell'altra. Le scarpe, nella maggior parte dei casi, sono inadeguate: strette davanti, con il tacco dietro. Il tacco esalta e peggiora l’instabilità della caviglia e predispone a distorsioni ed a frattura del femore. Il tacco infatti sposta il tronco in avanti: quando queste persone camminano con il tacco è come se “rincorressero” sempre il proprio baricentro, che è ogni volta spostato in avanti. La scarpa poi, essendo come già ricordato stretta davanti, comprime le dita tanto che il piede non è più stabile, non poggia insomma più sui tre punti cardinali: 1) tallone 2) primo metatarso (l’alluce) 3) quinto metatarso. Invece di questi tre poggia solo sue due punti: il tallone ed il terzo metatarso. È come camminare su dei pattini o pedalare su una bicicletta o su una moto con una sola ruota davanti. Quando vogliamo dare più stabilita a una bicicletta o a una moto mettiamo due ruote davanti. Con una scarpa adeguata e ergonomica fate a meno del bastone e non zoppicate più. Scettici? Vi facciamo provare gratuitamente e giudicherete voi stessi. Dr. Pietro Albano Tel. 0143 381797 Cell. 348 5835106 info@footclinic.it Piazza Dante Alighieri, 12 - Gavi, (Al)

 Le rubriche Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester Matis

Referendum svolto. Ora parleranno solo di Trump?

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oi italiani sopportiamo davvero di tutto. Abbiamo assistito a mesi di una campagna referendaria peggiore della peggiore campagna elettorale, sono stati spesi milioni (di soldi nostri) per inculcare la parola sì nelle teste degli italiani, con fiumi di parole, letterine a casa e spot istituzionali deliranti, ovunque: sui giornali, in tv, internet, sugli autobus, nei maxi schermi delle stazioni ferroviarie. Abbiamo vissuto questo periodo proiettati in una di quelle distopie (utopie negative) tipiche di certa letteratura o cinematografia, un incubo orwelliano alla "1984" col Grande Fratello che ti dice ogni momento e in ogni luogo cosa fare. Mancava solo il farmaco per il controllo delle emozioni o il chip sotto pelle ed eravamo a posto. Tanti dibattiti, ma nessuno o quasi, che dicesse di leggerla questa benedetta Carta Costituzionale. Nessuno, o quasi, che ci ricordasse e si ricordasse di cosa sia un'Assemblea Costituente. Hanno fatto fuori anche quella! Ci hanno provato e ci proveranno ancora. Il centralismo non molla. I poteri forti premono, ma per ora le barricate hanno tenuto. Non è una vittoria, consideriamola solo una tregua armata. Vedremo anche cosa succederà all'altro capo del mondo nelle stanze dei bottoni della grande America del futuro. Noi siamo

piccoli e stretti tra vari fuochi. Teniamo duro! Non cediamo a ricatti e sirene incantatrici dal volto angelico e dall'anima nera. Pretendiamo il rispetto delle regole e la difesa di una democrazia sempre piú sottovalutata. Come regalo di fine 2016, portiamo a casa questo 1 a 0 e palla al centro!

La voce del fisioterapista: approfondimento sulle problematiche della spalla

Capsulite adesiva o spalla rigida C ontinua il nostro viaggio nel mondo riabilitativo della spalla. L’argomento di questo articolo sarà la “spalla rigida”. IN GENERALE Una limitazione del movimento passivo può essere classificato con il nome di rigidità caratterizzata da un’alterazione dei tessuti molli (capsula, legamenti, unità muscolo-tendinee) Dato che il tessuto capsulare è molto innervato, gesti apparentemente semplici come chiudere lo sportello della macchina, lanciare un oggetto, afferrare istintivamente un qualcosa che sta cadendo, evocano un dolore di intensità molto

elevata che si propaga lungo il braccio. Spesso non vi è sollievo dall’assunzione di farmaci antidolorifici e non vi è risultato a seguito di infiltrazioni di cortisone. Esistono 4 fasi che caratterizzano questa problematica: Fase dolorosa Fase della rigidità progressiva Fase del congelamento Fase dello scongelamento

LE CAUSE La spalla rigida può essere divisa in due grandi categorie: Capsulite Adesiva Idiopatica Spalla rigida post-traumatica

LA DIAGNOSI La diagnosi è medica, generalmente basata sulla storia del paziente e i sintomi riferiti durante l’esame clinico. Non esiste un esame strumentale specifico per la diagnosi. IL TRATTAMENTO Quello riabilitativo risulta essere circa il 90% del totale. In base alla condizione del singolo paziente si può scegliere il programma di trattamento più idoneo. In generale il trattamento è caratterizzato da mobilizzazioni passive e autoassistite, esercizi di allungamento ed eventuale terapia in piscina. Vi possono essere indicazioni di sblocco in narcosi

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Un primo gennaio da gourmet

“M

a tu cosa fai a pranzo il primo gennaio?”. Quanti di noi, proprio in questi giorni, si staranno facendo la stessa domanda? Infatti se, chi più chi meno, quasi tutti hanno programmato il da farsi per Capodanno, molto spesso “il giorno dopo” è sempre un mistero. Ma a togliere ogni dubbio ci pensano i gestori del ristorante “All’Ulivo” in via Giuseppe Cesare Abba 5 a Novi Ligure, che hanno predisposto un menù da veri e propri gourmet. Infatti si inizierà con un aperitivo di benvenuto a base di succulenti tartine e prosecco, per proseguire poi con una delicatissima mousse di tonno con crostini dorati, una “vaporata” di polpo al limone e dei buonissimi fagottini di crespelle, con contorno di verdure. A questo punto sarà la volta dei primi: risotto al melograno e brodo al cappone e cappelletti saranno due scelte ottimali per

coniugare innovazione e tradizione. Quindi i secondi, con il cappone bollito con salsa verde e mostarda, l’intramontabile cotechino però proposto in crosta con lenticchie e, per dessert, un semifreddo al torroncino. L’intero pranzo è proposto al costo di 35 euro, con acqua, vino e caffè inclusi. Ora non avrete più scuse sul fatto di non sapere cosa fare il primo gennaio 2017! Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0143/1436731. Mattia Nesto

l’inchiostro fresco

Dicembre 2016

L’intricata e paradossale vicenda di Laura Tiseo

Trent’anni di “Malagiustizia” “

In un seggio di Novi Ligure non mi hanno fatto votare per il Referendum costituzionale!”, così, con questa esclamazione, pronunciata quasi con uno sconforto misto a rabbia, la redazione de “l’inchiostro fresco” ha fatto la conoscenza con Laura Tiseo, da quasi trent’anni “sotto il torchio della giustizia”. Ma andiamo con ordine. Chiedendo il perché non l’avessero fatta votare, siamo in tal modo venuti a conoscenza della sua storia: “Non mi hanno fatto votare per una serie di errori giudiziari che partono tutti dallo, sciagurato, acquisto della mia ex casa. Nel 1989 - ci racconta la signora visibilmente emozionata – ho acquistato da una persona, defunta pochi anni dopo, un’abitazione in via Ugo La Malfa a Novi Ligure. Prima del rogito ci eravamo accordati in scrittura privata: secondo quel documento io dovevo riconoscere al figlio del venditore circa un milione

di lire al mese”. Come avvenivano questi pagamenti?: “Erogavo il dovuto tramite conto corrente, quindi senza ricevuta ma ho conservato tutti i documenti. Fatto sta che per un costo dell’immobile di circa 72 milioni di vecchie lire, ho dovuto versare al figlio del proprietario quasi 30 milioni”. A questo punto domandiamo cosa sia accaduto in seguito: “All'improvviso, intorno al 1994, il figlio mi ha citato in giudizio, denunciando mancati pagamenti – risponde la signora Tiseo – portando come documentazione la scrittura privata

che però era ormai superata, o meglio sarebbe dovuta esserlo – prosegue la nostra interlocutrice - perché nel frattempo era stato fatto il rogito notarile”. E qui inizia una sorta di incubo per la Tiseo: “Da quella data mi sono trascinata per oltre vent’anni da un avvocato all’altro, chiedendo consulenze da Alessandria a Frosinone, passando per La Spezia e Milano. Nonostante questi miei sforzi – spiega affranta l’intervistata – nel 2010 sono dovuta andare via di casa, avendo perso la causa, dopo che per lungo tempo l’ufficiale

giudiziario mi faceva, diciamo così, regolarmente visita”. Oggi dove abita?: “Un po’ di qua e un po’ di là, un po’ da mio figlio, un po’ da mia nuora a Lavagna, - dichiara Tiseo - dove occupo un piccolo bilocale. Però, per quell’alloggio ormai non più mio, continuo a pagare le tasse al Comune di Novi che, puntualmente – dice quasi sdegnata – come Equitalia e l’Agenzia delle Entrate, mi manda le cartelle con indicato il mio, ormai, ex domicilio di via Ugo La Malfa”. Ma cosa c’entra, in quest’artigliata vicenda, il referendum?: “C’entra perché, così come per le ultime Elezioni Europee, non mi hanno lasciato votare a Novi, pur pagando qui le tasse e pur avendo qui ancora la mia residenza e – risponde quasi erompendo Laura Tiseo – addirittuContinua a pag. 20

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi Abbigliamento e giochi a 4 zampe

O Meglio dopo che prima

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hi di noi non ha in casa qualche vestito, magari una vecchia sciarpa, una pelliccia che non si usa più oppure, ancora meglio, una gonna ormai passata di moda? Molto spesso questi capi rappresentano soltanto un ingombro in più nell’armadio, ma non è sempre detto. Infatti alla sartoria “Maria Carla” vige il motto “meglio dopo che prima”. Consegnando nelle sapienti mani della signora Maria Carla un capo definito vecchio in quattro e quattr’otto otterrete un capo trendy e alla moda, magari proprio il vestito giusto da sfoggiare durante le Feste o, perché no, al Veglione di Capodanno. Qualche esempio? Perché non prendere una gonna a ruota in pelle scamosciata, ormai non più utilizzabile e destinata ad essere buttata. Con Maria Carla non si butta via niente e, in men che non si dica, ecco un elegante scialle da sfoggiare nelle occasioni più mondane!

rmai entranti nel pieno della stagione invernale, come è ovvio che sia, le temperatura stanno sempre più precipitando, rendendo spesso e (mal)volentieri difficoltosa la possibilità per i nostri cuccioli, in special modo per i nostri amici cani, di uscire fuori e “sgranchirsi le zampe”. Eppure, affidandosi agli esperti di “Bau Bau Micio Micio” di Novi Ligure anche le temperature più “polari” non vi faranno più paura. Infatti presso il pet-store di viale della Rimembranza 33 c’è un’ampia selezione di vestiti e abbigliamento canino, l’ideale per non avere troppe preoccupazioni durante l’inverno. Cappottini, giubbotti e pettorine termiche saranno l’ideale per i vostri amici animali. Tutti questi capi sono realizzati con materiali al 100% approvati, anallergici e, soprattutto, non tossici. Come non tossici sono i giochi che potrete trovare da Bau Bau Micio Micio. Per un cucciolo, ma anche per un esemplare più adulto, giocare è fondamentale, è sintomo di salute e di stare bene. E affidandosi a Bau Bau Micio Micio né voi né il vostro amico a quattro zampe rimarrete delusi: infatti tutti i giochi presenti nel pet-store sono anallergici e non tossici, l’ideale per far divertire in tutta sicurezza il vostro “amico del cuore”.


l’inchiostro fresco

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Dicembre 2016

PROFUMI d’italia, ricette e ricordi

Prelibatezze natalizie: le crocette calabresi

Segue dalla pagina precedente: Trent'anni di "Malagiustizia" ra mi hanno allontanata dal seggio. Praticamente pago le tasse a quello stesso Comune che mi impedisce di votare. Cosa devo fare? Sono davvero doppiamente disperata – afferma in conclusione la signora - perché ho perso ingiustamente la mia casa, nonostante mi sia comportata correttamente, sono come intrappolata con l’Agenzia delle Entrate e per di più non posso esercitare i miei diritti di cittadinanza attiva!”. Mattia Nesto

In ricordo

N

el quarto anniversario della scomparsa di Napoleone Siri, la moglie con i figli, i due nipoti, la nuora, i generi e tutti i parenti lo ricordano con tanto amore.

Dalla vostra parte Figli maggiorenni: fino a quando il mantenimento?

L'

obbligo di mantenimento dei genitori a favore dei figli non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età, ma perdura fino al conseguimento di un'indipendenza economica, tale da consentire di provvedere autonomamente alle proprie esigenze di vita. Ma quando il figlio maggiorenne può ritenersi economicamente autosufficiente? In più occasioni la giurisprudenza ha precisato che non qualsiasi impiego fa venir meno l'obbligo di mantenimento, si pensi ad esempio al lavoro precario. Tuttavia è stato altresì affermato che, per ritenersi autonomi, l'acquisizione di un lavoro stabile non costituisce una condizione imprescindibile, in quanto anche la disponibilità di un reddito o il possesso di un consistente patrimonio potrebbero garantire un'autosufficienza economica. Un altro elemento

tenuto in considerazione è l'attinenza dell'impiego svolto con il percorso di studi e le attitudini del giovane. Va però aggiunto che la giurisprudenza è orientata nel senso di ritenere cessato l'obbligo di mantenimento nei casi di inerzia e disinteresse nella ricerca di indipendenza economica. Vi è infine da chiedersi se vi sia un limite temporale previsto dalla legge per la sussistenza di tale obbligo. La risposta è no, in quanto l'acquisizione di responsabilità ed autosufficienza varia da caso a caso. Tuttavia si segnala una recente ordinanza del Tribunale di Milano che ha individuato un limite nell'età di 34 anni, affermando che varcata tale soglia il figlio non può più pretendere il mantenimento, dovendo attivarsi per diventare indipendente. Avv. Fabiana Rovegno

È

vero: ogni paese, ogni stato e ogni regione del mondo ha le proprie tradizioni e i propri piatti tipici. Da un lato la scelta è ampia, dall’altro spesso le ricette sono molto simili tra loro, soprattutto per quanto riguarda i dolci. Anche in Calabria all’arrivo del Natale tutto si trasforma, tutto diventa più bello, in un processo che ne cambia completamente l’aspetto: suoni, profumi, sapori, luminarie. Nelle case si preparano pietanze gustose che vengono tramandate di generazione in generazione. Il fico comune (Ficus Carica), nonostante venga considerato un “frutto minore”, è una pianta molto antica. L’appellativo specifico “carica” fa riferimento alle sue origini che vengono fatte risalire dalla Caria, una regione dell’Asia Minore. Già le prime civiltà agricole della Mesopotamia, dell’Egitto e della Palestina lo coltivavano e grazie a questo si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. In Italia il fico esisteva già prima della fondazione di Roma e, se-

condo la leggenda, Romolo e Remo furono allattati all’ombra di questa pianta. Tra le ricette più antiche del periodo natalizio spicca quella delle crocette calabresi. Si chiamano così per la forma molto simile a quella della croce. Per la preparazione bisogna lavare e fare asciugare i fichi, disporli su una teglia, farcirli e poi cuocerli per una quindicina di minuti nel forno. Le crocette possono essere farcite con noci e frutta secca. Dopo averle cotte nel forno caldo possono essere spolverate con zucchero, cannella o spruzzate con il liquore all’anice. Alla fine possono essere così consumati oppure conservati in vasi di vetro per circa un anno. Samuele Anastasio

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

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La Rosa di Natale : consigli per la cura dell'Elleboro

Elleboro è una pianta perenne molto rustica della famiglia delle ranuncolacee ed è originario dei sottoboschi montani di tutta l’Europa centrale. I suoi fiori, simili alle rose selvatiche, vanno dal bianco al porpora, passando per splendide sfumature rosa antico: arricchiranno il nostro giardino d’inverno con eleganza senza richiedere particolari cure. Preferisce un clima fresco e temperato: la “Rosa di Natale” è una pianta invernale che fiorisce da dicembre fino primavera inoltrata. Può essere coltivata sia in vaso che in giardino in posizione ombreggiata, annaffiature regolari e un terreno morbido e ben drenato che è bene concimare una volta all’anno con del compost. Da ricordare: l'Elleboro è una pianta velenosa in tutte le sue parti, per cui è meglio posizionarla al riparo da bambini e animali. Buon Natale!

l'Orto di Marisa L’orzo perlato L’

orzo perlato non necessita di ammollo prima della cottura la quale può avvenire con le stesse modalità del riso, ovvero lessandolo o cuocendolo come i risotti. Pulite tanti carciofi quanti sono i commensali, affettatene due e metteteli in acqua e limone. Pulite il timo, tritate un porro e fatelo appassire con due cucchiai d'olio, metteteci un paio di carciofi con il timo e cuocere per 10 minuti. Togliere quindi il tutto dal fuoco e fate sgocciolare i carciofi. Versate 300 gr di orzo nel tegame di cottura dei carciofi, aggiungete un cucchiaio di olio. Versate del brodo vegetale e portate a cottura come un risotto per 40 minuti. Poco prima del termine della cottura aggiungere i due carciofi e qualche foglia di timo. Servite l'orzo disponendolo dentro i rimanenti carciofi, lessati e svuotati (si è considerato un carciofo per ogni invitato, ma le dosi si possono aumentare). È un piatto che accontenta tutti, e il Natale così deve essere. Buone feste serene a tutti e un grazie a tutti i clienti!


Nuova Libarna

Pozzolo, Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Arquata Scrivia

Abbiamo raggiunto il Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere per fare il punto sulla politica occupazionale cittadina

Le tre sfide dell’Amministrazione Comunale

“N

on bisogna nascondersi dietro ad un dito: oggi le questioni, specialmente quelle occupazionali, sono governate da dinamiche non soltanto nazionali ma anche e soprattutto internazionali. Pure a Novi Ligure, dove però la situazione in questo senso è abbastanza tranquilla e migliore che in altre zone, tale fenomeno è realtà”. Queste le parole di Rocchino Muliere, Sindaco di Novi, da noi raggiunto per fare il punto su alcuni temi particolarmente caldi per quanto riguarda il “lavoro in città”. La questione Cargo Per iniziare, abbiamo chiesto al Primo Cittadino, se vi siano novità sulla questione “Rail Cargo Carrier Italy”, l’azienda che, lo scorso autunno, ha annunciato lo spostamento della sede da Novi a Venezia e Desio: “Innanzi tutto occorre ribadire con

forza che l’Amministrazione segue con attenzione e vicinanza ogni situazione in cui c’è il rischio di perdita anche un solo posto di lavoro – ci risponde Muliere in maniera decisa – Detto questo, nel caso della Cargo, si sta parlando di oltre una ventina di posti di lavoro. Tutto personale qualificato, nella maggior parte dei casi giovane e che ha formato una famiglia qui da noi, magari accendendo dei mutui. Mettere queste persone di fronte all’aut aut: o ci si trasferisce in Lombardia o in Veneto, oppure – prosegue il Primo Cittadino – si perde il lavoro, non ritengo sia cosa eticamente giusta e corretta. Un’azienda solida come la Rail Cargo Carrier Italy può tranquillamente spostare la, diciamo così, testa dell’azienda in altro loco ma mantenere la sede legale a Novi, scongiurando così i licenziamenti. In questo senso mi auguro vi pos-

sa essere al più presto un incontro con il Prefetto di Alessandria, i vertici dell’azienda, i lavoratori e i rappresentanti sindacali”. La questione Eurospin-Unes E invece per quanto riguarda la si-

tuazione “Eurospin-Unes” (di cui ci eravamo occupati nei numeri scorsi, ndr ) ci sono novità a riguardo?: “Bisogna chiarire come l’Amministrazione Comunale non può impedire alcun tipo di insediamento commerciale se non per contingenti vincoli

edilizi – risponde il nostro interlocutore – Spesso la gente mi ferma in strada e si lamenta, ad esempio, della proliferazione delle sale da gioco: vorrei chiarire che il Sindaco come l’Amministrazione comunale non possa, a seguito delle cosiddette liberalizzazioni (il decreto Bersanibis, ufficialmente decreto legge 31 gennaio 2007, ndr ), impedire un bel nulla. Quello che faremo – continua Muliere – è predisporre degli orari ben precisi in cui le sale-gioco potranno essere aperte ma di più non possiamo fare”. Ma, nello specifico, cosa ci può dire sull’apertura del punto vendita Eurospin?: “Il gruppo Eurospin ha avanzato una proposta di riqualificazione completa di un’area da anni lasciata alla più completa incuria – spiega il Sindaco – L’Amministrazione ha ritenuto valida la proposta e, in ottemperanza alla legge 106, abbiamo accettato

il progetto. Certo ci rendiamo conto della vicinanza con il punto Unes ma se Eurospin avesse aperto in un'altra zona, il problema si sarebbe solo spostato, vista la densità commerciale del nostro territorio, quindi non si sarebbe risolto alcunché. Quello che abbiamo potuto fare – prosegue l’intervistato – è accordarci con i dirigenti del nuovo supermercato per una sorta di clausola di salvaguardia: se dopo un anno vi saranno ripercussioni occupazionali in negativo per i dipendenti di Unes, Eurospin si riserva di prendere in particolare attenzione le domande da parte di questi lavoratori. L’Amministrazione continuerà, ovviamente, a monitorare la vicenda”. Continua a pag. 22

Il Consigliere “Cinque Stelle” di Novi Ligure, Giacomo Chirico, ci ha rilasciato un'intervista in esclusiva sulla vicenda

Quel campetto della discordia!

“Q

uali i benefici, quali i costi e quale il piano di rientro per l’accensione di un mutuo, almeno quindicennale a 40.000 euro all’anno, per un ammonto totale di 600.000 euro?”. Queste le domande che Giacomo Chirico, Consigliere del “MoVimento Cinque Stelle” di Novi Ligure (Al), si è posto in Commissione Bilancio e durante l’ultimo Consiglio Comunale cittadino del 29 novembre. Già perché l’Amministrazione Comunale di Novi

ha presentato un progetto per la costruzione di un nuovo campo in sintetico, in località San Marzano, tramite l’accensione di un mutuo a interessi agevolati (a seguito del protocollo d’intensa siglato tra Associazione Nazionale Comuni d’Italia e il Credito Sportivo, ndr). “Nessuno mette in discussione l’attività sportiva a Novi o la bontà di sfruttare interessi agevolati – dichiara Chirico giunto in redazione – Quello che il M5S mette in dubbio è semmai la mancata

illustrazione delle risorse dalle quali attingere per la copertura delle rate di questo ingente mutuo ed inoltre, mi chiedo, come sia possibile – esclama il consigliere – che l’Amministrazione non abbia presentato il progetto in una apposita commissione, ma si sia limitata a illustrare in Consiglio un progetto già definitivo e già con il sì del CONI, praticamente soltanto da approvare. Risorse, per di più, sottratte al bilancio della agenzia Sport in Novi, incaricata dal Comu-

ne di promuovere attività e gare, che già da anni boccheggia e fa fatica a portare avanti i suoi incarichi!”. La motivazione, addotta dal Comune, è stata quella di attuare il tutto con celerità, per non perdere la “stretta finestra” concessa dal Credito Sportivo. A questo punto chiediamo al consigliere se sia stato corretto accelerare i tempi per non perdere i finanziamenti: “Comprendiamo tutto e quando si può risparmiare anche un solo euro ben venga – ci risponde Chi-

rico – Tuttavia il periodo utile per il credito è stato di oltre un mese e mezzo ed è già capitato, in altre occasioni, che con gli stessi tempi si fosse discusso e approvato un progetto. Questa volta invece la Minoranza è stata messa di fronte – prosegue l’intervistato – ad una decisione già presa in altre sedi e che per di più, in un momento sicuramente non facile, condizionerà l’attività sportiva sottraendole risorse”. Inoltre il Consigliere Giacomo Chirico puntualizza ancora una

questione: “Il progetto prende poi in considerazione soltanto il terreno di gioco e la sua recinzione, non l’impianto di illuminazione che invece, – dichiara in conclusione l’intervistato – come è richiesto per un campo regolamentare per la Prima Categoria, rappresenta certo un’ulteriore voce di spesa di non poco conto. Purtroppo nessun business-plan in questo senso è stato presentato dall’Amministrazione”. Mattia Nesto

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

Le vetrine di Novi

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - SERRAVALLe - ARQUATA SCRIVIA Segue dalla pagina precedente: Le tre sfide dell’Amministrazione Comunale

La questione Ilva Ultima questione “sul banco” è quella, di lunga, lunghissima durata, ovvero la questione-Ilva: “Lo stabilimento di Novi è legato, per il rifornimento di materiali, al destino di quello di Taranto – dichiara il Primo Cittadino – Il Governo Renzi e i suoi predecessori in questi anni hanno portato avanti il risanamento dello stabilimento pugliese: sappiamo benissimo che Novi è un impianto avanzato e tecnologico, dotato di un personale giovane e qualificato. Insomma – ci dice in conclusione Rocchino Muliere – l’Ilva, come le altre situazioni, conferma la vocazione commerciale e industriale di Novi che, nonostante la gravissima crisi economica di questi anni, resiste con buoni, anzi ottimi risultati. Non scordiamo che l’Outlet ha investito molto sul nostro territorio e investirà ancora, con l’ampliamento del Retail-Park e conseguenti nuovi posti di lavoro”. m.n.

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Novi Ligure: parla Mario Ristagno, Priore della Residenza per Anziani

L'intento della "Don Beniamino" “G uardi se uno ci pensa bene il concetto è facile: chi come noi si occupa di accoglienza di persone anziane deve impegnarsi a far stare bene il più a lungo possibile i propri ospiti, null’altro dev’essere di intralcio a questa missione”. Queste le parole di Mario Ristagno, da oltre vent’anni Presidente della Confraternita della Maddalena (“in realtà sarei, tecnicamente, il Priore” ci corregge con un sorriso) e responsabile della Residenza per anziani Don Beniamino in Via Crosa Maccarina di Novi Ligure. “La storia di questa struttura è intimamente legata al suo fondatore e ideatore - ci spiega Mario Ristagno facendoci accomodare nel suo elegante ma sobrio studio – Don Beniamino, nell’immediato Dopoguerra, è stato un vero e proprio punto di riferimento cittadino perché, in un momento non facile per la popolazione, si è adoperato per far sì che nessuno potesse soffrire la fame e – prosegue il Presidente – avere un tetto sopra la testa”. Da questi tempi che cosa è cambiato?: “Oh, molto è cambiato da questi tempi che io sono solito definire eroici – ci dice il Priore – Don Beniamino in quel periodo fu in grado di intessere rapporti di fiducia ed amicizia con molte persone di spicco nell’ambito cittadino, persone che poi in futuro sarebbero stati tra i maggiori benefattori della struttura”. L’allora “Piccola Casa di Carità” intorno ai primi anni Settanta si strutturò in un edificio (al tempo del diacono don Francesco Tonelli, ndr ) fornito di tutto, parallelamente all’edi-

ficazione della Chiesa Parrocchiale “Sacro Cuore”: “Oggi Don Beniamino è una Residenza che ospita più di un centinaio di utenti – afferma soddisfatto Mario Ristagno – e che ha un ottimo rapporto con don Giuseppe, il parroco del Sacro Cuore”. Ma lei quando è divenuto priore?: “Sono stato eletto priore nel 1997 e ho trovato una situazione economica non idilliaca – ci risponde prontamente il Presidente – Tuttavia grazie ai numerosi volontari che operano qui, persone con valori profondi e che prestano servizio qui non per guadagnare ma per il gusto di fare del bene,

abbiamo risollevato il tutto”. Da poco è stato completato un’ampia riqualificazione dei piani superiori del corpo centrale della struttura: ora sono disponibili ampi saloni polifunzionali ideali per gli ospiti: “La struttura della Confraternita è semplice ma granitica: c’è un Presidente-priore, un Vice-Presidente/Vice-Priore più un membro che si occupa della tesoreria. Un gruppo coeso che tenta di far stare bene altre persone". Mattia Nesto

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Le meraviglie di Piazza Delle Piane

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iprendiamo anche questo mese la nostra passeggiata per il centro storico della città di Novi Ligure e, dopo aver attraversato con interesse via Roma e via Paolo da Novi, i nostri occhi si soffermano sicuramente sulla bellezza di Piazza Delle Piane, la più importante del centro storico novese. Questa piazza rappresenta il nucleo della storia cittadina grazie alla presenza di alcuni importanti palazzi nobiliari, come Palazzo Negroni, ricco di decorazioni del XVII e XVIII secolo e noto per la presenza di due meridiane,

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una delle quali basata sul calendario rivoluzionario francese. Delimita la piazza anche l’imponente Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta, risalente al XIII secolo e poi ristrutturata più volte nel XVII secolo, coinvolta recentemente in lavori di manutenzione che hanno valorizzato l’edificio religioso, facendo affiorare antiche decorazioni che lo caratterizzano dalla sua creazione. Al suo interno sono conservati preziosi tesori dell’arte, come “L’annunciazione” di D. Fiasella e il gruppo ligneo riproducente la scena del Calvario, sicuramente orgo-

glio dei cittadini novesi. La piazza è molto viva anche dal punto di vista commerciale, infatti ospita ogni giovedì mattina i banchi del mercato e, nelle ore di punta, è una gioia per gli occhi vedere come questa si riempie di persone, di incontri, dei colori della frutta esposta e dei rumori vitali del mercato cittadino, così familiari e rassicuranti. Ecco che il visitatore trova davanti a sé un dipinto fatto con gli occhi, in cui arte, storia e quotidianità si mescolano insieme in questa suggestiva piazza! Chiara Frisone

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POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - SERRAVALLe - ARQUATA SCRIVIA La Torniella

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ome l’anno scorso il Natale di Novi Ligure è “targato” Castelletto d’Orba. Infatti le statue che stanno abbellendo, illuminate una ogni giorno, dall’8 al prossimo 24 dicembre, sono state realizzata dall’associazione di Castelletto d’Orba “La Torniella viva”. L’associazione, vera e propria maestra nel costruire eleganti figure del presepe in legno a grandezza naturale, ogni settembre organizza una riuscitissima manifestazione, “A settembre è già presepe”. Quest’anno ogni finestra del “nuovo” Comune di Novi Ligure è stata illuminata, scoprendo ogni giorno un’inedita figura del presepe. Un modo innovativo e dal grande impatto scenico che ha riscosso l’apprezzamento di tutti i cittadini. Quando il Natale non è solo bello da vivere ma anche da… vedere! Mattia Nesto

L'altra TAV

Intervista al Sindaco Alberto Carbone a fine mandato ma con le idee chiare in testa

Festività: “milleluci” a Serravalle S erravalle Scrivia si illumina a led. Sono stati infatti recentemente rimossi in tutte le strade del paese 297 corpi illuminanti ormai obsoleti e sono stati istallati altrettanti a led, più economici ed efficienti, grazie all’accordo sottoscritto dall’Amministrazione comunale con la ditta “Enel Sole”, un contratto che prevede un risparmio energetico di ben 40.000 euro l’anno. “Era necessario - ci spiega il Sindaco di Serravalle Alberto Carbone da noi raggiunto - anche in funzione della spesa, che può essere contenuta a fronte di una resa illuminativa migliore”. Ma accanto a questa opera di miglioria, il Sindaco annuncia l’attuazione di ambiziosi progetti urbanistici, che riguardano la viabilità del centro storico e in tempi brevi anche opere di acquisizione e bonifica delle coperture in amianto, con recupero dell’area industriale dismessa della ex distilleria “Inga”, da anni sulla bocca di tutti per la presenza del pericoloso materiale. “Tale area, di ben 18000 metri quadrati – spiega il Sindaco Carbone- verrà resa pubblica e destinata a spazio verde. Successivamente si predisporranno interventi per

un suo efficace utilizzo. Parallelamente a questa operazione, si allargherà lo spazio di Via Garibaldi così da accrescere il numero dei parcheggi-auto, prospicienti alla stazione ferroviaria. Una grande opera - commenta Carbone - che tutti si aspettavano, sia in funzione della salvaguardia dell’ambiente sia per riqualificare il territorio, aumentando il grado di vivibilità e benessere dei suoi cittadini”. Ma i progetti di riqualificazione territoriale non si fermano qui, poiché l’accordo recentemente stipulato tra F.R.I. (Rete Ferroviaria Italiana, ndr), il Presidente della Provincia di Alessandria, Rita Rossa e

il Sindaco Carbone, prevedrà un ingente stanziamento di fondi da destinare al paese. Un fatto questo provvidenziale dunque, che consentirà di promuovere importanti interventi di adeguamento della viabilità di Via Roma e il necessario abbattimento di vecchie case disabitate, per rendere agevole il traffico di Via Berthoud. “Al momento - sottolinea il Sindaco Carbone - sono in corso da parte della Provincia di Alessandria studi di fattibilità tecnica ed economica, che si concluderanno presumibilmente nel giro di otto mesi, a seguito dei quali potranno iniziare le opere urbanistiche previste”. Alla

luce di queste importanti novità che cambieranno il volto del paese di Serravalle, il Sindaco tiene a sottolineare che da oltre due anni: “A seguito di grandi sforzi finalmente si sta per realizzare un grande cambiamento, il quale tiene conto delle esigenze di un paese che deve mutare fisionomia, deve garantire ai suoi cittadini maggior benessere e grado di vivibilità”. L’Amministrazione comunale sta lavorando per raggiungere tali obiettivi, tant’è vero che è dell’ultimo minuto la notizia che tra pochi giorni verranno resi pubblici due bandi di concorso che prevedono lo stanziamento di 57.0000 euro da parte della stessa Amministrazione, rivolti agli esercenti o titolari di esercizi commerciali da utilizzare per la messa in opera di interventi di manutenzione o ripristino e messa in sicurezza dei locali adibiti alla vendita. Marta Calcagno

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G

iovedì 15 dicembre si è svolta, presso Palazzo Madama in Roma, una conferenza stampa in cui si è fatto il punto “sui lavori, i ritardi e i non detti” del’“Altra Tav”, ovvero del cosiddetto Terzo Valico. Durante la giornata sono intervenuti Marco Scibona, Senatore M5S e Segretario alla ottava Commissione ai Lavori pubblici e comunicazioni, Mauro Ravarino, giornalista di LaPresse ed autore di “Terzo Valico – L'altra TAV” e Fabrizio Gallo, Consigliere M5S Comune di Novi Ligure. Abbiamo strappato una dichiarazione al Consigliere Gallo durante il ritorno da Roma: “Questa è stata un’occasione importante, una specie di megafono per presentare ad una platea più ampia una questione, il Terzo Valico – ci dice l’esponente del M55 – che se in Oltregiogo, tra Liguria e Piemonte è sicuramente conosciuta, nel resto d’Italia lo è molto meno. Di certo le inchieste che hanno coinvolto le ditte interessate ai lavori – conclude Gallo – stanno facendo molto rumore: conoscere è il primo modo per essere consapevoli di quanto accada”. Mattia Nesto

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I

l Natale, specie nel secondo Dopoguerra, esaltava il comune sentimento di speranza nell’arrivo di tempi migliori. Intanto come per incanto, con l’inizio del mese di dicembre, sembrava che un lievito un clima più mite, più dolce nei rapporti fra la gente. Per gli studenti l’avvicinarsi del lungo periodo di vacanza era un ottimo carburante per rendere ancor più magica l’attesa. Come consuetudine maestri e maestre iniziavano nella parte di lavagna inutilizzata (quella più conosciuta dagli abbonati alle punizioni) a dare vita al disegno che avrebbe rappresentato la Natività. Punti nevralgici della rappresentazione erano la grotta con la cometa, le pecore ed i pastori. Qualche altro insegnante si preoccupava della letterina di buoni propositi che il giorno di Natale ogni scolaro avrebbe nascosto sotto il piatto del papà, in modo tale da essere facilmente ritrovata. La lettura naturalmente avveniva prima dell’inizio del pranzo. E come fosse saldo il rispetto e l’amore verso le tradizioni in quegli anni di vita semplice e povera ma dignitosa, era dimostrato da tutte le persone. Infatti, compatibilmente con le risorse disponibili, ci si vestiva a festa, con le vetrine dei negozi che cambiavano look: qualche luce in più, qualche ritocco qua e là. Questi piccoli/grandi accorgimenti davano subito l’impressione del cambiamento. Gli unici negozi che in occasione del Natale cercavano di adeguarsi alle nuove esigenze erano

le due cartolerie “Bertina” e “Fornari” con la tabaccheria “Lasagna” in tono minore. Ed è proprio in questo modo che la mia generazione aveva fatto conoscenza con le lampadine ad intermittenza, con i primi giocattoli animati, mossi da meccanismi meccanici a corda o a molla che in breve tempo avrebbero pensionato i gloriosi balocchi di legno. Sarà, ma la nostalgia per questi ultimi e la curiosità per i primi ci teneva incollati con il naso alle vetrine, il respiro appannava il vetro, mentre le orecchie diventavano rosse ed i piedi fragili come cristalli. L’avvicinarsi della festa aumentava la frenesia dei preparativi. Gli antichi addobbi natalizi, custoditi in valige di cartone venivano tirati a lucido e sistemati al proprio posto, secondo l’usanza di famiglia. Nel frattempo iniziava la novena di Natale che per i credenti assumeva un ruolo importante di preparazione all’evento. Naturalmente, nella gamma dei preparativi non poteva mancare quello di natura gastronomica, che individuava nel Natale il giorno in cui lasciarsi andare, il giorno in cui ricuperare le ristrettezze patite durante l’anno. Forse solo in parte ma c’era del vero. Cosi non potevano mancare gli agnolotti, la cima, il tacchino, il pollo (dal momento che lo si gustava solo a Natale) e la mostarda. Bei giorni, bei ricordi, belle cose. Giacomo Quaglia

S

ono sempre più frequenti le segnalazioni di cittadini arquatesi relative a guasti degli impianti dell’illuminazione pubblica, avarie che costituiscono potenziale pericolo sia per la circolazione stradale che per la sicurezza e incolumità dei pedoni. Abbiamo chiesto all’assessore ai lavori pubblici del Comune di Arquata, Paolo Spineto, di chiarirci le ragioni di questo disservizio e di farci una panoramica sull’attuale situazione dei lavori pubblici.“L’affidamento straordinario del servizio manutenzione illuminazione pubblica alla ditta Enel Sole, è mirato alla sostituzione di cento punti luce. L’intervento non si configura come rinnovo o proroga del servizio, ma come una tantum per il ripristino delle condizioni di sicurezza delle strade. Si andrà in Consiglio Comunale a deliberare l’acquisizione degli impianti di proprietà Enel Sole, così da effettuare gare di ammodernamento e di manutenzione di queste reti, senza sottostare a vincoli particolari, per risparmiare sugli impianti. Sulla base dell’accordo stipulato il 27-05-2016 con R.F.I.- continua Spineto – siamo in attesa di ricevere un importo di euro 530.000,00, destinato in parte alla sostituzione dei corpi illuminanti con luci led, e un’altra parte destinati al l’elaborazione di progetti da presentare alla Regione per l’ammissione al contributo tramite Italia Sicura”. E il degrado dei cimiteri?: “Abbiamo recentemente approvato un nuovo progetto per indire un bando di affidamento del servi-

zio cimiteriale, trasferito alla Polizia Municipale perché, essendo presente sul territorio, può verificare la situazione in modo puntuale e perché all’interno c’è Claudio Bottaro, che se ne è sempre occupato. Pensiamo di inserire la sistemazione dei cimiteri della frazioni nel piano triennale lavori pubblici. Si affronteranno nell’anno prossimo una serie di asfaltature, tutta la strada di Sottovalle e l’interno del paese. Per quanto riguarda Via Roma è competenza della Provincia, alla quale abbiamo inviato solleciti, per ora senza risposta. Installati i nuovi convettori al Palazzetto dello Sport, terminata la ristrutturazione parziale degli spogliatoi al campo sportivo comunale e rifatta l’illuminazione a norma, collocata una nuova caldaia alla geostruttura tennis, questi alcuni dei lavori pubblici effettuati o già previsti”, conclude l’Assessore. Marisa Pessino

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Campomorone: I consiglieri di opposizione esprimono le loro perplessità in merito alla Grande Opera

Terzo Valico, i consiglieri di minoranza fanno il punto A

seguito del nostro articolo, apparso sul numero di novembre de “l’inchiostro fresco”, relativo al Consiglio comunale straordinario tenutosi nel Comune di Campomorone ed incentrato esclusivamente sulla questione delle tangenti dei lavori del Terzo Valico Ferroviario, abbiamo intervistato i consiglieri di minoranza di Campomorone, ovvero Filomena Puppo, Barbara Massa-

ra (Movimento 5 Stelle Campomorone) e Valentina Armirotti (L’Altra Campomorone), da sempre molto critici su questa opera. Nel prossimo numero ospiteremo la voce dell’Amministrazione Comunale sulla questione. La salute: la questione amianto “Stiamo cercando di lavorare su tutti i punti, prestando molta attenzione riguardo alla salute e alla sicurezza – fa presen-

te Barbara Massara – In merito alla salute è emerso che le ditte stanno utilizzando cemento scadente e, nella nostra zona è stata indagata l’azienda che forniva le centine”. Che materiale hanno utilizzato le ditte? È stato messo bene? Si domandano le consigliere di minoranza. “Non scordiamoci - spiega Barbara Massara - il pericolo amianto che, anche se non se ne parla più dopo essere

finito sui giornali nell’estate 2015, è di stretta attualità. È chiaro che i Sindaci non si possono opporre alle grandi opere - continua Massara - ma il compito di un sindaco è quello di tutelare i cittadini”. Sempre riguardo alla questione amianto Filomena Puppo ci fa presente: “A febbraio di quest’anno il Comune ha organizzato un incontro pubblico, dove i cittadini però non potevano parlare ma solo domandare. In quell’occasione -

continua la consigliera - è stato fatto passare il messaggio che l’amianto non lavorato non è pericoloso, quella non è informazione, è propaganda - accusa Puppo - lo stesso discorso è stato trasportato, dal Comune, sulla questione legalità, spiegando che si fidano della magistratura: anch’io, personalmente, mi fido, ma vorrei anche una presa di posizione da parte delle Istituzioni”. L’accusa,

da parte delle due consigliere, è molto specifica: “Il problema amianto è molto grave perché non viene considerato in un ambiente di lavoro, ma per tutta una popolazione, compresi soggetti molto sensibili, anche la famosa soglia di una fibra al litro è relativa ai lavoratori che hanno un’esposizione limitata nel tempo, mentre nell’ambiente rimane per anni”. Le opposizioni chiedono la creazione di una memoria integrativa,

dove si monitorino le condizioni attuali di salute della popolazione e quelle future.

La questione legalità Riguardo alle questioni della legalità, Valentina Armirotti ci spiega: “Dalle intercettazioni che sono arrivate da Roma e pubblicate dai giornali si parla chiaramente di materiale scadente, tutto ciò sulla pelle dei cittadini - denuncia

la nostra interlocutrice - siamo di fronte ad un consorzio che lavora in maniera illegale, le ditte chiamate dal consorzio hanno o hanno avuto problemi di legalità, basta fare una ricerca in rete su questi nomi ed emerge tutto riferisce Armirotti - quando chiediamo che tipo di appalti vengono fatti per queste ditte la risposta del Comune è sempre la stessa: la strada è provinciale e se ne occupa la Città Metropolitana, il Comune invece

dovrebbe sovraintendere anche questo”. Una delle questioni più “strane” della vicenda è quella del sito “Sigmap”, definito come un portale dove chiunque poteva accedere per verificare le condizioni dell’aria e dell’ambiente, attraverso analisi specifiche, delle zone dei cantieri. Tuttavia il sito è accessibile solo tramite una password che, accusano le consigliere di minoranza, è ad appannaggio di pochi soggetti ben definiti. L’Osservatorio Partecipato della Val Verde “Sulla carta chi ne fa parte può entrare in cantiere quando vuole, fare ispezioni e quanto altro, - affermano in merito le consigliere comunali di minoranza - in realtà, oltre ad essere formato per due terzi da consiglieri di maggioranza, esso è completamente fermo da circa un anno, non vengono più pubblicati dati. I cittadini che partecipano sono davvero pochissimi e sono anche arrabbiati perché si sono resi conto che esso non riesce a svolgere le funzioni per cui era stato istituito”. Nel Comune di Campomorone i consiglieri di minoranza hanno deciso di non aderire all’Osservatorio. Il rifiuto è stato motivato perché esso viene visto come la classica foglia di fico per garantire ai cittadini una partecipazione diretta, in realtà inesistente, trattandosi, come denunciano: “Di un organismo senza potere decisionale, economico e senza possibilità di agire concretamente”. I presunti “segreti” Un altro problema, denunciato dalle consigliere di minoranza di

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

Campomorone è l’alone di segretezza che grava attorno al cantiere del Terzo Valico, dove viene impedito di entrare o scattare fotografie: “Nonostante non siano proprietà private, i cantieri sono gestiti come se lo fossero e il Comune dà la possibilità di farlo. L’Amministrazione ha acconsentito a tutto, anche gli esposti sono sempre stati fatti dopo che sono usciti gli scandali dell’amianto prima e delle tangenti dopo, mai prima” ci dicono in esclusiva. I metodi di controllo Anche la questione dell’indice di pericolosità e la metodologia del prelievo viene messa sotto la lente delle opposizioni in consiglio comunale: “Si utilizzano due sistemi diversi: la Cociv utilizza la totalità del campione per vedere la presenza di amianto, mentre Arpal utilizza la piccola quantità triturata. È inevitabile - fanno presente dalla minoranza - che i dati di Cociv siano decisamente più bassi. Rimane comunque il fatto che è Cociv a fornire i campioni, quindi il controllore ed il controllato coincidono”. In conclusione i consiglieri di minoranza, oltre a riportare i gravi dubbi che ruotano attorno a questa grande opera, la considerano inutile e chiedono invece che le risorse per realizzarla vengano destinate invece per tutela del territorio, la sanità e l’istruzione. Nel numero di gennaio intervisteremo i consiglieri di maggioranza che ci forniranno la loro versione dei fatti e la risposta all’articolo. Fabio Mazzari


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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Per un Natale a misura di bimbo

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ratica guida per far stare al meglio le proprie bimbe e i propri bimbi durante le feste natalizie assieme agli specialisti della Farmacia Lasagna di Busalla. Si fa presto dire che “Natale è una festa a misura di bimbo”. Infatti recenti studi hanno dimostrato che, talvolta, i bambini possono rimanere molto scombussolati durante le festività. Infatti i piccini amano le abitudini, le azioni che si ripetono, pressoché uguali, nel

corso del tempo. Il Natale invece interrompe questa catena consequenziale portando disturbi. Ecco perché è importante mantenere piuttosto fissi gli orari, rispettando il momento del pasto, quello della merenda e della cena, senza scordare, ovviamente la colazione. Certo durante le vacanze si può sonnecchiare qualche ora in più ma senza esagerare. Inoltre è importante spingere le proprie bambine e bambini, ove è possibile, a mantenere inalterati i contatti con i propri coetanei: invece alle volte accade che i piccini si isolino, magari occupati come sono a provare i regali che Babbo Natale ha consegnato loro. Altro fattore fondamentale, per scongiurare ogni tipo di problema connesso alle feste, è quello di non eccedere con dolci e dolciumi, di modo da non compromettere l’alimentazione per pochi giorni di baldoria. Ovviamente qualche strappo alla regola è consentito, anzi quasi consigliato, ma senza mai eccedere. In questo modo, seguendo i consigli degli specialisti della Farmacia Lasagna, il vostro Natale sarà più bello e “a misura di bimbo”. Mattia Nesto

Valle Scrivia: approvata l’automedica e la nuova Casa della Salute

Novità positive per la sanità B

uone notizie, una volta tanto, per quanto riguarda la sanità nell’entroterra genovese, nello specifico per la Valle Scrivia e la Val Polcevera. Infatti non siamo a parlare degli ennesimi tagli o delle difficoltà per chi vive fuori dalla città nel raggiungere i Pronto Soccorso, ma di una battaglia per il diritto alla salute vinta dai cittadini e dalla Pubbliche Assistenze di queste due vallate. Il 5 dicembre, nella sala consigliare del Palazzo Comunale di Busalla si è tenuta una conferenza, riservata agli addetti ai lavori, tra la ASL, i Sindaci dei comuni coinvolti e i rappresentanti delle Pubbliche Assistenze e delle associazioni presenti sul territorio. All’incontro erano presenti i Sindaci di Busalla, Loris Maieron, di Ronco Scrivia, Rosa Oliveri, di Mignanego, Maria Grazia Grondona, di Vobbia, Simone Franceschi e gli assessori di Campomorone Ermina Rebora e di Montoggio Sergio Agosti. Presenti ovviamente tutte le Pubbliche Assistenze ed i comitati della Croce Rossa Italiana, con la Croce Verde Busallese presieduta da Giuseppe Coniglio in prima fila, nonché i sindacati dei pensionati FNP-Cisl e SPI-Cgil del territorio. Il direttore generale della ASL 3 Genovese, Luigi Carlo Bottaro, ha comunicato che, a partire dal mese di febbraio la Valle Scrivia avrà finalmente l’automedica, con servizio di primo soccorso. Il servizio verrà gestito dalle diverse pubbliche assistenze e sarà svolto in maniera assolutamente volontaria. L’automedica permetterà quindi di avere un’assistenza sanitaria minima in Valle Scrivia e servirà a sfoltire il ben noto intasamento degli ospedali genovesi “Villa Scassi” per i codici gialli e rossi e del “Gallino” per i codici bianchi e verdi. Grande soddisfazione è stata espressa dalle diverse Associazioni presenti all’incontro, tra cui la Croce Verde Busallese, da cui è partita la famosa

raccolta firme (di cui si è più volte occupato il nostro giornale, ndr), che sono riuscite a portare a casa un’impresa impossibile. Il presidente della P.A. busallese, Giuseppe Coniglio ha dichiarato: “Ci assumiamo l’onore e l’onere di essere la croce capofila nel servizio dell’automedica”. Grandi novità riguardano anche la Val Polcevera. Il 13 dicembre è stata presentata ufficialmente la nuova piastra sanitaria che verrà realizzata nei locali dell’ex ospedale “Pastorino” di Bolzaneto. Nella struttura, attualmente vuota ad

eccezione dell’ultimo piano dove vi è la Gigi Ghirotti Onlus, sorgerà la nuova “Casa della Salute” che servirà per i residenti dei quartieri genovesi di Bolzaneto e Pontedecimo, per i cinque comuni della Val Polcevera (Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Serra Riccò e Sant’Olcese) e per la media Valle Scrivia (Busalla, Ronco Scrivia, Isola del Cantone, Vobbia, Crocefieschi e Savignone). Un bacino di utenza molto ampio che fino ad oggi denunciava gravi carenze riguardo all’assistenza sanitaria. L’ex ospedale “Frugone”

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Fabio Mazzari

A Serra Riccò il meteo è arrivato a scuola

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a meteorologia, una delle scienze più “misteriose” e che maggiormente condiziona il nostro vivere quotidiano, non può che affascinare i giovanissimi, da sempre innamorati della scienza e dei suoi segreti. Nella Scuola media “Giuseppe Ungaretti” di Serra Riccò si fa sul serio: la meteorologia non la si studierà più su “freddi” libri scolastici ma direttamente sul campo. Nella seconda metà di novembre è stata infatti installata, grazie alla donazione della “Fondazione Cima-Acrotec”, una stazione meteorologica professionale sul tetto dell’edificio scolastico. Il progetto coinvolge tre comuni: Serra Riccò, Sant’Olcese e Ronco Scrivia. L’installazione della struttura è avvenuta alla presenza degli stessi ragazzi dell’istituto e di diverse

autorità locali, quali il Vicesindaco di Serra Riccò, Serena Di Cecio, gli assessori, Alessandro Parodi e Daniela Botta (insegnante di scienze nello stesso istituto scolastico) e l’assessore del comune di Sant’Olcese, Gabriele Taddeo. Estremamente interessati gli studenti della Scuola Ungaretti che, nella palestra scolastica, hanno visto installare dal vivo una stazione meteo professionale compresa di pannello solare per alimentare l’energia dell’istituto. La nuova stazione meteo fornisce tutti i dati fondamentali relativi alla meteo: temperatura, umidità relativa, temperatura apparente, indice di calore, punto di rugiada, pioggia accumulata, intensità di pioggia, velocità, direzione e angolazione del vento e pressione atmosferica. f.m.

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di Busalla infine verrà riconvertito a RSA (Residenza Sanitaria Assistita) per anziani gestita dai comuni di Busalla e Mignanego. Anche ai cittadini dell’immediato entroterra di Genova verrà quindi finalmente riconosciuto il “diritto alla salute”, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione ma troppo spesso disatteso.


l’inchiostro fresco

Dicembre 2016

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE La festa del Natale nell’entroterra: i mercatini

Genovesato: intervista ai fondatori dell’ASD Righi Valbisagno Trail Crew

Cinque amici per il parco Righi U I no splendido parco, alle immediate porte di Genova che è rinato grazie all’azione di cinque amici di vecchia data. Tutti genovesi, ovvero Andrea Vezina, Valter Vernazza, Alessandro Castagnola, Roberto Moretti ed Ernesto Destrero, si sono uniti, creando l’associazione ASD Righi Valbisagno Trail Crew, per realizzare un obiettivo comune, quello di ripulire i sentieri del Parco del Righi-Perlato e renderlo un punto di interesse per chi voglia fare sport, passeggiare all’aria aperta e godersi la natura. “Il gruppo - ci spiega il presidente Vezina - è nato dopo aver visto che il Parco era da anni lasciato a se stesso. Il Comune - ci fanno presente - ha dei mezzi limitati e cerca di fare quello che può. Un grosso problema è nato dall’altissima frequentazione che il parco ha nel fine settimana e nelle giornate festive, oltre a ciò, da qualche tempo, deve fare fronte al problema della presenza di fauna selvatica”. Ma il Parco del Righi-Peralto è forse il vero e proprio polmone verde di Genova, che parte dalla città e sconfina nei comuni di Sant’Olcese da un lato e Davagna dall’altro, comprendendo, nel suo territorio, realtà significative per il patrimonio storico locale, quali l’Acquedotto Storico (la cui costruzione venne completata nel 1275) e il sistema delle fortificazioni di Genova, tra cui il Forte Diamante, recentemente inserito tra i venti castelli più belli d’Italia. I volontari dell’ASD Righi-Valbisagno Trail Crew già da alcuni anni si occupavano, ognuno in autonomia, di tenere puliti alcuni pezzi del

parco ma, come si sa, l’unione fa la forza. Un appoggio è anche arrivato dalle istituzioni locali, tra i più ricettivi il consigliere della Città Metropolitana di Genova, Stefano Anzalone che ha da subito appoggiato il progetto ed ha fornito un aiuto importante. Attivi sono anche i contati con le diverse realtà già esistenti sul territorio, ad esempio la Podistica Peralto e il gruppo Alpha della Protezione Civile, che ha sede nel Forte Begato. Gli obiettivi immediati sono quelli di rendere fruibile il Parco alle attività sportive (per esempio mountain bike e corsa), ma anche alle semplici passeggiate a piedi e alle attività dedicate ai bambini e agli anziani. Una nota dolente, denunciata

dai volontari dell’ASD Righi-Valbisagno Trail Crew è lo scarso senso civico delle persone che, spesso, abbandonano i rifiuti dopo le scampagnate. Ma ci sono anche segnali che fanno ben sperare per il futuro, come i numerosi ragazzi giovani che si sono avvicinati all’associazione e che danno una mano ai volontari. Per tutti coloro che fossero interessati, la sede dell’ASD RighiValbisagno Trail Crew è nel sottopasso della metropolitana di Piazza De Ferrari a Genova dove, nel tardo pomeriggio, è possibile trovare un volontario a disposizione, ma si possono anche contattare tramite mail a righivalbisagnotrailcrew@gmail.com Fabio Mazzari

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l Natale è ormai alle porte e nell’entroterra di Genova sono numerosissimi i mercatini dove poter trovare idee regalo, prodotti tipici di artigianato, oggetti per addobbare alberi e presepi e molto altro ancora. Si comincia in Val Trebbia, nel fiabesco paese di Fontanigorda, caratterizzato dalle sue case bianche che, nella stagione invernale lo fanno assomigliare ad un vero e proprio presepe, dove si tiene da ben dieci anni un grande mercatino nella struttura interna della sala polivalente. Organizzato dall’amministrazione comunale e dalla locale Pro Loco, il mercatino propone l’artigianato e le eccellenze eno-gastronomiche della Val Trebbia genovese e piacentina. Sempre nella stessa valle, nel suo capoluogo, ovvero Torriglia, dalla fine di novembre alla metà di dicembre è andato in scena, organizzato interamente dall’associazione “Tralantolaeilmare” di Mauro Mantilero, un mercato natalizio al coperto nella struttura della “Torriglietta”, con artigianato, enogastronomia locale e, soprattutto, tantissime idee regalo e di gadget natalizi per abbellire l’albero e il presepe. In Valpolcevera, il circolo culturale “Le vie del sale” di Ceranesi ha organizzato un mercatino interamente dedicato ai più piccoli con l’evento “Natale a Ceranesi”, in occasione del quale è stato allestito un filo diretto con la Finlandia, con i piccoli visitatori che hanno potuto inviare la loro letterina

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

Segue dalla pagina precedente: La festa del Natale...

a Babbo Natale. Nella vicina Serra Riccò l’amministrazione comunale e la Pro Loco hanno organizzato, per il giorno dell’Immacolata, “I mercatini di casa nostra”, un grande mercato natalizio con prodotti artigianali e gastronomici con la particolarità di essere formato interamente da produttori e realtà economiche locali. Insieme ai banchetti a Serra Riccò il mercatino ha visto musica, animazione e giochi per bambini e si è concluso con l’accensione dell’albero di Natale allestito con gli addobbi realizzati dagli alunni delle locali scuole elementari e medie. In Valle Scrivia è giunto alla settima edizione il mercatino di Ronco Scrivia, realizzato nella via Postumia nel rione di Villavecchia. Questo mercatino, realizzato dalla locale Pro Loco con la collaborazione dell’amministrazione comunale, è stato premiato lo scorso anno dalla giuria di “Italive” come uno tra i dieci più belli presenti sul territorio nazionale. Nella giornata inaugurale del 4 dicembre i visitatori, oltre che i banchi di prodotti artigianali e gastronomici hanno potuto assistere allo spettacolo itinerante, con gli zampognari e i pifferai e ammirare il ponte romanico, che caratterizza questo importante centro della Valle Scrivia, completamente illuminato. Nel mercatino di Ronco Scrivia si è anche svolta una gustosa gara tra i pasticceri provenienti da diverse zone della Provincia di Genova e non solo, a realizzare il miglior pandolce. Spazio anche alla solidarietà, con lo stand della Pro Loco che ha messo in vendita i prodotti provenienti dalle zone terremotate di Lazio, Umbria e Marche. f.m.

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE Il pittore Marcello Arzuffi in mostra

L’autrice e scrittrice si racconta

Sguardi d'Arte Barbara Torretto A A

N

ipote e figlio di artisti celebri, Marcello Arzuffi, che ha esposto nel mese di novembre alla galleria d’arte “Il Crocicchio” di Campomorone, rappresenta la terza generazione di pittori anzi, come spiega lui stesso, la quarta “Anche il mio bisnonno da parte materna, che si chiamava Zanetti era un pittore e decoratore”. Nato a Bergamo nel 1960, Arzuffi ci racconta la sua storia famigliare: “Mio nonno, Pasquale Arzuffi fu un affreschista – afferma l’artista, tessendo così il lungo filo che lega la propria famiglia a Genova – egli si occupò di realizzare diverse pitture al Santuario della Madonna della Guardia e affrescò anche diverse chiese nell’entroterra genovese a ridosso dell’alessandrino e del piacentino”. La seconda generazione prosegue poi, come ci spiega l’artista: “Con mio padre Luigi che dopo aver seguito mio nonno, si dedicò poi alla pittura da cavalletto, ottenendo molto successo negli anni Cinquanta e Sessanta, negli ultimi

anni ebbe però un ritorno all’affresco dipingendo la cupola della chiesa di Lainate”. Marcello Arzuffi si è specializzato nel ritrattismo, catturando molti volti e sguardi in giro per il mondo, con una particolare predilezione per l’Africa: “Nacque tutto per caso – racconta l’artista - mia moglie come viaggio di nozze voleva fare un safari fotografico in Kenya, io ero inizialmente titubante, una volta sceso dall’aereo e visto il paesaggio sono stato letteralmente colpito dal famoso mal d’Africa”. Nel corso dei suoi viaggi Arzuffi ha ritratto diversi personaggi che vivono ed animano i luoghi dell’Africa e del Medio Oriente, cercando di catturare la situazione, l’ambientazione e l’anima delle persone ritratte. Tra i soggetti rappresentati ci sono soprattutto i bambini e i giovanissimi, con i quadri che, oltre alla bellezza della pittura, spesso ci fanno riflettere sulle tristi condizioni che vivono gli abitanti di queste zone meno fortunate delle nostre. f.m.

utrice e scrittrice con un grande amore per Genova e soprattutto per il suo entroterra, Barbara Torretto è nata però molto distante dalla nostra città, precisamente a Plzen in Cecoslovacchia, da madre boema e padre italiano. Dopo aver vissuto a Genova e studiato a Milano, da diversi anni vive a Crocefieschi, piccolo paese montano dell’entroterra genovese. Barbara Torretto ci spiega come si è avvicinata alla scrittura: “Ho sempre letto moltissimo, mi definisco una vera e propria lettrice onnivora - nei libri, spiega l’autrice - più che le storie e la trama, li scelgo per le emozioni e le suggestioni che mi trasmettono”. Tra i suoi autori preferiti cita Alessandro Baricco ed Erri De Luca, ma non disdegna i classici: “Ultimamente ho avuto occasione di rileggere L’amante di Lady Chatterley di Lawrence” ci dice. Il libro d’esordio scritto da Barbara Torretto, che prima di dedicarsi alla letteratura ha lavorato per Costa Crociere, è incentrato proprio sul paese nel quale vive da diversi anni assieme al marito, è “Crocefieschi, tra aneddoti emozioni e fantasia”. Dopo la serie di racconti dedicata a Crocefieschi, Barbara Torretto ha pubblicato “Vico del tempo buono”, ambientato in gran parte nel centro storico di Genova: “Il romanzo è ambientato all’inizio a Crocefieschi e poi nel centro storico genovese, Vico del tempo buono è un vicolo che esiste veramente e si trova nel quartiere della Maddalena, questo nome così particolare per una strada mi aveva colpito” spiega l’autrice. È usci-

to invece da pochissimo l’ultimo romanzo dell’autrice, dal titolo “Il presente è terra di nessuno” che racconta il mondo dell’entroterra genovese attraverso la storia di due donne, una degli anni ’20 e una di oggi: “Sono due donne entrambe di trentadue anni che hanno due nomi comuni, una Anna e una Maria - racconta Barbara Torretto - per scrivere questo romanzo ho fatto una ricerca sulle tradizioni e la vita del primo dopoguerra, chiedendo ai più anziani che mi hanno raccontato aneddoti tramandati dai loro genitori e dai loro nonni, mettendo a confronto la società di oggi e quella di novant’anni fa. Nel romanzo emerge che le due donne, nonostante tutti gli anni di differenza, hanno gli stessi sentimenti e spesso le stesse ambizioni”. Il romanzo vuole, come fa presente l’autrice, analizzare il passato che è il luogo da cui veniamo e da cui siamo diventati quello che siamo adesso. Fabio Mazzari

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi Al Garitta Bar la Befana vien… in anticipo!

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ice una vecchia filastrocca “la befana vien di notte” ma a Torriglia possiamo dire invece che “la befana viene prima!”. La simpatica vecchietta, che a bordo della sua scopa porta via tutte le festività di Natale, farà la sua apparizione al Garitta Bar di Torriglia nel pomeriggio di giovedì 5 gennaio dalle ore 16.30 in poi. Nel pomeriggio del giorno precedente all’Epifania, nel bar di Marco Besutti e del suo staff, arriverà una particolare “befana torrigliese” che partirà dal vicino Castello dei Fieschi e farà la sua apparizione nel locale, portando sacchi di carbone per chi si è comportato male e tanti dolci e sorprese per i bambini, il tutto con ingresso libero! Mentre i bambini si divertiranno con la befana locale, i genitori

Gente d’impresa

e gli adulti potranno tranquillamente prendersi un ottimo caffè o un aperitivo scegliendo tra le numerose proposte che il bar offre. Il Garitta Bar si trova nel pieno centro di Torriglia, a pochi metri dal capolinea della linea ATP Genova-Torriglia. Fabio Mazzari Per info: cell. 333.96.42.392

Garitta Bar - Via Matteotti, 49 - Torriglia

chiunque, genovese e non, sarà capitato di bere in un classico bicchiere di plastica marchiato “Timossi”: ma qualcuno si è mai chiesto cosa significhi Timossi? Questa è la bella storia di un’impresa “dal cuore famigliare e dalla testa nazionale”. Armando e Mario Timossi, due fratelli della Valpolcevera, si lanciano in questa avventura nel 1952 partendo da una piccola realtà, operante nell'entroterra genovese, fino ad arrivare, nel 2016, ad essere conosciuti in tutta Italia. L'azienda ha visto, in poco più di sessant’anni, tre generazioni che sono state in grado di mettersi in gioco dando il massimo per contribuire alla crescita imprenditoriale focalizzandosi sempre su un punto in comune: la famiglia. “Rapporto umano, dedizione e marcia in più”, questa la definizione data dai figli e dai nipoti per dipingere il “capo” Armando, chiamato così affettuosamente. La Timossi oggi ambisce a commercializzare sul territorio nazionale due linee di prodotti: la prima vede come protagonista l'importazione di liquori, birre e vini ricercati e selezionati ad hoc per garantire il meglio al cliente, la seconda, cuore del progetto, consiste nella vera e propria “creazione” di articoli, sempre nel settore del “beverage”, studiati guardando alle esigenze del consumatore. È da notare come una ditta partita da un piccolo paese come Pedemonte sia arrivata ad importare prodotti provenienti da ogni parte del mondo (Belgio, Francia, Malta, Scozia, Isole Barbados..). Prosit Timossi! Giorgia Tomasella


Sabato 22 gennaio 2017 a Novi Ligure

Il Grand Prix

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abato 22 gennaio 2017 Novi Ligure diventerà per un giorno, per un grande giorno, la “capitale dello sport”. Infatti, come da tradizione, ritornerà anche il prossimo anno la manifestazione organizzata dal Comitato Provinciale di Alessandria “C.S.A.In.”, in collaborazione con la società novese “ASD Il Tempio del Karate”. Tale iniziativa ha ricevuto numerosi patrocini: quello del Ministero del Lavoro e dei Servizi Sociali, della Regione Piemonte, del CONI Regionale Piemonte, della Provincia di Alessandria, dell'U.N.V.S. e del Comune di Novi Ligure. Notizia di pochi giorni fa, inoltre, il riconoscimento ricevuto dalla “Monferrato European Community of Sport 2017”. Abbiamo raggiunto il Presidente Provinciale di Alessandria dell'Ente di Promozione Sportiva, Giampiero Montecucco per una dichiarazione a riguardo: “Sono veramente felice e un pizzico orgoglioso di poter ospitare, nell’ambito del proprio Ente, una manifestazione dai così alti valori umani sociali e sportivi. Sono convinto che lo sport sia veramente, - prosegue lo sportivo novese - una scuola di vita, soprattutto per il grande aiuto che offre a coloro che hanno necessità di riscoprire le proprie capacità e potenzialità”. Inoltre Montecucco

Edito il libro sulla mitica squadra novese

La Comollo

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ha tenuto a ringraziare i vari media e sponsor senza i quali “questa manifestazione non sarebbe stata possibile”: l'emittente televisiva “7 Gold”, il mensile “l’inchiostro fresco”, la panetteria di Novi Ligure “Delucca”, la Centrale del Latte di Alessandria-Asti ed il supermercato “Galassia”. Soddisfazione anche per Giacomo "Gimmo" Borsoi, Presidente de Il Tempio del Karate che ci ha detto: Questa manifestazione sarà idealmente dedicata a Raffaele Montecucco, padre di Giampiero, e grande animatore dello sport novese in questi anni. m.n.

er scrivere un libro sulla Comollo occorreva un autore che, per sua stessa ammissione, non fosse molto pratico di calcio. Solo in questo modo, infatti, ha potuto cogliere lo spirito, lo stile e la funzione sociale di questa bella realtà sportiva, la seconda squadra di calcio cittadina, da alcuni anni ormai scomparsa. Sorte che, peraltro, la accomuna alla molto più nobile e titolata Novese, lasciando negli appassionati del calcio cittadino un vuoto incolmabile e sotto certi aspetti imbarazzante, come si è percepito la sera di venerdì 2 dicembre, giorno della presentazione del libro. In attesa, pertanto, che il calcio cittadino risorga, in un futuro speriamo prossimo, agli astanti non è rimasto che consolarsi col passato. Un passato ricco di gustosi aneddoti, cui si sono abbandonati i relatori: fra loro, oltre allo storico presidente Gianni Malfettani, anche un tifoso d’eccezione, il Sindaco Rocchino Muliere, e un indimenticato ex-calciatore, Luca Ubaldeschi, oggi vice-direttore de “La Stampa”. La Comollo, insomma, come palestra di vita, il campo come luogo di incontro e scontro con gli avversari, lo spogliatoio come l’ambiente dove si conoscono i nuovi compagni provenienti dal Sud. Già, perché la Comollo, realtà “proletaria” del cal-

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

gure

vi Li A No cio cittadino nata nel 1956, ha rappresentato le braccia aperte di Novi verso i nuovi immigrati, in un’epoca in cui la nostra città, fiorente polo industriale, era in forte espansione. Aleggia ancora, fra le numerose persone convenute, segno di quanto questa squadra fosse amata, il ricordo dei più forti giocatori, degli scontri, più o meno leali, con gli storici avversari, e delle rocambolesche trasferte, come quella volta che i giocatori arrivarono a Santhià in autostop, poiché il pullman che li portava si era rotto. Roberto Paravagna ha colto nel segno nel descrivere una delle più belle e rimpiante realtà cittadine. Purtroppo ne resta ormai, in quello che sarebbe il suo sessantesimo anniversario dalla fondazione, la foto ricordo, alla fine della presentazione, degli ex giocatori. Federico Cabella

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

SPORT

Come scegliere l’orologio giusto

Intervista a Antonio Lattarulo, il maratoneta dal cuore “grande così”

Milano-Sanremo dal nobile scopo I

l 29 aprile 2017 partirà, alle ore dieci, dalla Darsena sul Naviglio Grande di Milano una “ultra-maratona” (vengono così chiamate le corse che hanno una lunghezza superiore a quella canonica di 42,195 km, ndr ) con destinazione Sanremo molto particolare: infatti non solo sarà una corsa continuativa con una durata massima di 48 h ma anche e soprattutto sarà una corsa “a fin di bene”. Per capire meglio il senso di questa definizione, abbiamo raggiunto al telefono Antonio Lattarulo, nato a Torino ma che abita a Monticello d’Alba dal marzo del 1988, il quale, dopo una lunga e proficua carriera come corridore di professione, ha deciso da qualche anno di creare “delle sfide a fin di bene”: “Io corro da quando ho 16 anni. Per lunga parte della mia esistenza la corsa ha aderito alla mia vita – spiega Antonio Lattarulo – Poi, quando ho terminato la carriera agonistica ed ho, diciamo così, guardato quanto fatto alle spalle mi sono chiesto: ma perché

non faccio del bene agli altri? E allora mi sono gettato a capofitto in quest’avventura”. Che cosa è in parole povere questa quarta UltraMilano-Sanremo?: “La spiegazione è molto semplice – ci risponde prontamente l’ultramaratoneta – ovvero spingere quante più persone possibili a fare del bene, nello specifico a donare una certa somma, si parla di 10 centesimi a chilometro, ovvero 28,50 euro complessivi (essendo la corsa di

285 km, ndr ) come se fosse una scommessa: io scommetto un tot sul fatto che Antonio taglierà il traguardo di Sanremo!”. La somma che un privato o una ditta investirà a quale Associazione benefica o Onlus andrà?: “La cifra che liberamente si deciderà di investire – afferma il nostro interlocutore – andrà interamente alla Onlus La Collina degli Elfi di Alba (oltre al versamento di 10 centesimi al km, si può acquistare la magliet-

ta dell'evento a diciassette euro, di cui cinque euro per la Onlus, ndr ), una meravigliosa associazione che, in uno splendido ex convento sulle langhe, accoglie i bambini affetti da tumori e le loro famiglie, disponendo – prosegue Antonio Lattarulo – ben sei miniappartamenti che sono in grado di ospitare padri, madri, fratelli e sorelle: una cosa meravigliosa!”. Il percorso della Milano-Sanremo versione “ultramaratona” ricalcherà, grosso modo, quello dell’omonima gara ciclistica?: “Grosso modo sì e per questo – illustra l’ultramaratoneta – si tratta di una corsa dove non ci si può iscrivere ma dove si deve essere accettati, dopo aver presentato un dettagliato curriculum sportivo”. Per partecipare basta collegarsi al sito w w w. u l t r a s o l i d a l e . i t / i t / e le donazioni possono essere effettuate o tramite paypall o tramite due codici iban dedicati. Mattia Nesto

Matteo Volpara ha ricevuto il prestigioso premio dall'Associazione Veterani dello Sport

Lo sportivo novese dell’anno

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abato 10 dicembre, durante una bella cerimonia alla presenza di un folto pubblico, il presidente dell’Associazione Veterani dello Sport di Novi Ligure, Francesco Melone, ha consegnato il premio come “sportivo novese dell’anno” a Matteo Volpara, giocatore della prima squadra della Novese Pallavolo, di soli 15 anni. Alla presenza del Sindaco, Rocchino Muliere, dell’Assessore allo Sport, Stefano Gabriele e del Delegato Nazionale dell’Associazione Veterani dello Sport, Gianfranco Vergnano, Melone si è detto: “Emozionato e soddisfatto per i cinquant’anni di quest’associa-

zione che però si deve prefiggere come obbiettivo – ha spiegato il Presidente – quello di aumentare il numero dei soci, che in questi anni è, ahinoi, calato drasticamente”. Parole di soddisfazione anche quelle pronunciate dal Sindaco Muliere che ha sottolineato “i valori dello sport, sia etici sia morali”. Infine il delegato Vergnano Vernano ha consegnato a Melone una speciale “targa-ricordo” per i cinquant’anni dell’associazione novese. Mattia Nesto

Alberto Isnardi, esperto in orologi da polso presso la gioielleria Roberto Rizzo di Novi Ligure

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empo di regali, in molti sceglieranno di donare un orologio e con l’ampia offerta di modelli che si trova in commercio la scelta potrebbe non essere così facile. Ecco alcuni pratici consigli per individuare il modello giusto. Prima cosa la dimensione, la tendenza attuale è l’orologio di grandi dimensioni anche per il pubblico femminile ma non sempre è gradito per scomodità e peso. Occorre verificare l’orologio già in possesso, se una persona è già abituata ad un orologio grande sicuramente la dimensione non è un problema, se ha un orologio piccolo e non ha espressamente manifestato il fatto come un problema occorre stare su una misura medio piccola. Sportivo oppure elegante? L’orologio sportivo tendenzialmente è in acciaio con il bracciale oppure cinturino in gomma, di generose dimensioni, impermeabile. Quello elegante è più sottile e con cinturino in pelle. La scelta dovrà prendere in considerazione lo stile di abbigliamento e il lavoro che ci si aspetta che segua con l’orologio al polso. Per esempio se una persona lavora in banca ed è spesso in completo bisogna puntare su un orologio più classico ma se nel tempo libero ama nuotare e voglio privilegiare questo

Buon Natale e Buon Anno Nuovo da tutti noi

momento bisogna acquistare un modello sportivo subacqueo. Altra opzione è il tipo di movimento. Per le persone sedentarie oppure con lavori dove conta la puntualità consiglio l’orologio al quarzo, garantisce un’ottima precisione e l’assenza quasi totale di manutenzioni e regolazioni. Per gli amanti dell’orologeria tradizionale e della meccanica sicuramente la sceglierei un orologio meccanico, a carica automatica oppure manuale per i puristi. Ricordo che alcune marche non producono movimenti meccanici ed altre quelli al quarzo, quelli meccanici sono più costosi e di pregio. Quanto spendere per un orologio? La risposta è dipende da cosa ci si aspetta dall’orologio. Per segnare l’ora esatta bastano poche decine di euro. Per un orologio meccanico senza complicazioni in acciaio il prezzo minimo è di 500 euro, se aggiungiamo una marca di prestigio il prezzo aumenta da 2.000 euro in su. L’orologio è sempre meno un segna tempo e sempre di più un accessorio che parla di noi quindi sarà gradita anche una scelta più personale. Ultimo consiglio, se l’orologio è destinato ad una persona anziana attenzione alla leggibilità del quadrante, meglio se a contrasto con le lancette. Ore liete a tutti!


l’inchiostro fresco

Dicembre 2016

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l’inchiostro fresco Dicembre 2016

Natale a Mantovana Arriva il Santo natale e come è ormai tradizione le persone si cambieranno i tanto attesi regali e prepareranno piatti di ogni tipo come nella migliore tradizione culinaria italiana, ecco quindi alcuni accorgimenti per scegliere il vino giusto della Cantina Sociale di Mantovana. Per chi seguendo la tradizione prepara la cena della vigilia a base di pesce e il pranzo di natale più corposo e saporito a base di carne... prima di iniziare un consiglio... ricordate di iniziare sempre con un brindisi ovviamente con il Monteri Brut Pinot, vino V.q.p.r.d. o il Rosè Spumante Pinot Nero “Frattina” perché una cena ed un incontro che si rispetti inizia sempre con questo semplice ma importante rito, che da il benvenuto e inizio al convivio.

LA CENA DELLA VIGILIA

Per gli antipasti con crostacei e di pesce e crostacei vediamo particolarmente indicato il Piemonte Chardonnay d.o.c. “Rugiada” frizzante come da tendenza del momento che "obbliga" a pasteggiare cenare con le bolle. Il “Rugiada” è indicato perché si sposa anche con verdure e formaggi poco stagionati. Per i primi con pesce, vi consigliamo vini bianchi profumati o anche vini rossi ma di poco corpo, guardando alla nostra selezione potreste

proseguire con lo Chardonnay “Rugiada” o il Cortese dell’Alto Monferrato d.o.c., oppure scegliere il nostro Piemonte Rosato d.o.c. “Fior di Rosa”, che si sposa molto bene con i crostacei. I secondi ovviamente dipende, per i piatti a base di pesce Vi consigliamo il nostro Gavi d.o.c.g. “Sguardo”. Questi piatti tendono al dolce e quindi il vino non deve essere troppo alcolico. Se scegliete i crostacei l'ideale è l’ottimo Rosè Spumante “Frattina” in grado di sgrassare la pietanza. Se avete del pesce al forno o arrostito in padella potreste abbinare un vino bianco con buona struttura, come il nsostro Monferrato Bianco Pinot d.o.c., in quanto il sapore di un vino troppo leggero potrebbe non reggere il sapore marcato del piatto.

IL PRANZO DI NATALE

Superfluo dirlo, il pranzo di Natale è da sempre il più importante e corposo delle feste. In questa giornata si dimenticano i sacrifici per godere con la famiglia la festa più importante del calendario. Per un pranzo che si rispetti servono vini e abbinamenti all'altezza, e qui i nostri vini vi esalteranno. Per l'antipasto di formaggi e salumi possiamo portare a tavola un vino rosso non troppo

corposo che permetta ai commensali di iniziare il pranzo in maniera "semplice", in questo caso vediamo bene il Piemonte Bonarda d.o.c., la cui naturale vivacità, aiuterà nella pulizia del palato. Per primi saporiti quali cannelloni ripieni o gli immancabili cappelletti in brodo, è necessario un vino sempre rosso ma più corposo con media acidità, ad esempio il nostro Dolcetto di Ovada, anche nella versione Ovada superiore D.O.C.G, che renderà ancor più deliziosi i vostri primi piatti. Per un secondo di arrosto o selvaggina possiamo salire ancora di corpo, scegliere un vino profumato che possa farci concludere al meglio il vostro tanto atteso pranzo, in questo caso vi consigliamo il nostro Barbera del Monferrato d.o.c., anche nella versione Barbera Monferrato d.o.c.g. superiore, molto indicato per secondi importanti e speziati Per i dolci molto dipende dal gusto delle persone, per noi è ottimo il nostro moscato “Giocoso”, o il vino Dolcetto aromatizzato vino amabile e liquoroso, un'alternativa molto valida. Comunque per finire vi consigliamo di bere con moderazione ma bere vino di qualità, quindi il vino della Cantina Sociale di Mantovana , in questo modo potrete esaltare i sapori del cibo e comunque far del bene al vostro corpo!

Cin cin...Auguri! BUON

NATALE & FELICE ANNO NUOVO dallo Staff e dai Soci della Cantina Sociale di Mantovana

Via Martiri della Resistenza, 48 - Fraz. Mantovana -Predosa (AL) Tel. e fax 0131 710131 - www.mantovana.it - info@mantovana.com Aperti dal Lunedì al Sabato: 8,00-12,00 ● 14,00-18,00 e Domenica: 9,00-12,00


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