Inchiostro Fresco: febbraio 2015

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l’inchiostro fresco La madrina del mese è Laura Chiaramonte di Novi Ligure - Sul nostro sito servizio di Chiara Boarini con foto di Claudio Passeri

Torriglia: una gara di solidarietà per Ilaria - Tutto nelle pagine delle Valle Scrivia  A Masone concessa la cittadinanza onoraria al prof. Saccomanno

Febbraio 2015

Fondato nel 1985

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La voce del tuo territorio

www.inchiostrofresco.it - redazione@inchiostrofresco.it - Tel. 0143/46.569

Distribuito gratuitamente

ANNO XXX / N. 1 - FEBBRAIO 2015

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

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ubblichiamo questa vignetta uscita dalle matite di Gianni Bozzola in solidarietà e rispetto verso le vittime dell’attentato parigino a Charlie Hebdo. Un attacco alle libertà occidentali, in particolare alla libertà di parola e di espressione. Valori simbolo scaturiti dalla Rivoluzione Francese del 1789, quando dalla rappresentanza per ceti si passò alla rappresentanza individuale e libertaria, archiviando definitivamente il concetto teocratico dell’origine del potere.

Le giovani speranze del Carrosio calcio - pag. 29 La Redazione

Intervista a Mario Pesce, Primo Cittadino di Castelletto d’Orba

Ecco il conto dell’alluvione “C

astelletto d’Orba, assieme a Viguzzolo, è stato il paese più colpito della provincia di Alessandria durante l’alluvione dello scorso ottobre”. Queste le parole di Mario Pesce, Sindaco di Castelletto che ha dovuto affrontare (come del resto i suoi colleghi dell’Oltregiogo) il catastrofico evento alluvionale. Pesce, dopo la classica riunione mattutina che tiene con i cantonieri per pianificare i lavori da farsi in giornata (“Il controllo del territorio prima di tutto” ), ha accolto nel suo ufficio i reporter de “l’inchiostro fresco”, ai quali ha mostrato in cifre i danni subiti dal paese: “Richiesta danni generici 991.000 euro, richiesta danni per le attività commerciali e imprenditoriali 256.000, 36.000 euro per i terreni, mentre per quelli destinati alle attività 89.000 euro. Per un ammontare pari a 1 milione 372.426. Una montagna, letteralmente, di soldi”. Castelletto (come ha sottolineato il sindaco) è stato il paese più sinistrato, perché è attraversato da ben due torrenti, l’Albara e l’Albedosa. I due corsi d’acqua, che scorrono in budelli stretti tra vie e case, sono tracimati e l’irruenza delle acque ha finito per “svuotare” le case degli oggetti e dei beni contenuti: “La furia dell’acqua ha portato via qualcosa come centomila euro di suppellettili – ci dice il sindaco – ora diventata, spiace dirlo, spazzatura”. Una giornata vissuta davvero con

tanta paura: “Ricordo che alle 8.20 ero sul ponte del Cannone, quando è arrivata la prima ondata ed era tutto tranquillo, non pioveva neppure – afferma Pesce – Poi, intorno alle 9.30-10.45 il finimondo, un mare è esploso da questi due torrenti. Per come sono andate le cose è un miracolo che nessuno si sia fatto male. Per fortuna a quell’ora i bambini erano già tutti al sicuro, a scuola”. Anche grazie all’impegno quotidiano del senato-

“Il sentiero è tracciato”

di Federico Cabella

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artiamo dalle splendide coste di Lerici e passiamo attraverso la piana di San Lazzaro di Savena per arrivare nelle nostre dolci colline. “Percorso tortuoso” dirà qualcuno: non è un caso, perché tortuosa è anche la materia di cui vogliamo parlare. È cronaca ormai dell’anno scorso che il primo cittadino del grazioso paese ligure ha approvato il nuovo piano urbanistico, cancellando le nuove costruzioni e fermando così il consumo del territorio. segue nelle pagine centrali

re Federico Fornaro (già sindaco di Castelletto d’Orba) “a cui quotidianamente rompo le scatole sulla questione”, Pesce ci dice che Stato e Regione Piemonte stanzieranno i fondi necessari, probabilmente non tutti, ma buona parte, al fine di fare ripartire il paese. “Grande la risposta dei castellettesi e di tutte quelle ragazze e ragazzi che ci hanno dato una mano – ricorda il Sindaco – Senza di loro non ci saremmo potuti rialzare in così breve tempo. Un grazie speciale anche a Don Stefano, alla Caritas e alla Croce Verde Ovadese che sono riusciti a fare avere alle persone colpite dall’alluvione 43 elettrodomestici”. L’Amministrazione ha anche aperto un conto corrente dedicato agli alluvionati: “Non certo per trovare tutti i fondi utili, ma per far sentire meno sole queste persone sfortunate”, dice il sindaco. In conclusione Pesce ha voluto ricordare come “La strada e il ponte per i Crebini Cazzuli (ndr: duramente colpita durante l’alluvione) è di competenza provinciale. I lavori di ripristino sono già partiti e abbiamo avuto rassicurazioni verbali da Alessandria che quanto prima la situazione tornerà normale”. Mattia Nesto Sul nostro sito ampio reportage fotografico e video realizzato da Gian Battista Cassulo, Davide Parodi e Mattia Nesto.

Quale eredità?

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on ereditiamo la terra dai nostri avi; la prendiamo a prestito dai nostri figli. Nostro è il dovere di restituirgiela”. Questa la risposta di un pellerossa ad un colono bianco che gli chiedeva perchè la sua tribù cercasse di utilizzare meno risorse possibili, facendo anche dei sacrifici. Per anni, pubblico e privato in Italia hanno seguito la regola opposta: costruire, pensando solo al vantaggio immediato. Al massimo, si tentava di rimediare grazie alla buona volontà del privato o, più spesso, nascondendo il tutto con una sanatoria. La crisi ha ridotto stanziamenti pubblici ed attivismo privato: risultato, il territorio cede ed il cittadino ne paga il prezzo. Le recenti alluvioni nel Genovesato e nell’Oltregiogo dimostrano come la politica “costruisci ora, pensa poi” non paga. I danni, in termini di produzione, paura e (purtroppo) vite umane, sono ormai troppo rilevanti e spingono ad un cambio radicale di strategia. Allora, il primo passo è una rinnovata fermezza dello Stato: basta nascondere la polvere sotto il tappeto, è tempo di dare ai nostri figli una terra degna (e sicura) di essere abitata. Matteo Clerici

Nel Magazine la storia di un locale cult del Basso Piemonte: il Mulino di Borghetto Borbera - Un’intervista di Mattia Nesto ad Alessandro Grosso


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l’inchiostro fresco

TERRITORIO

Febbraio 2015

Una proposta de “l’inchiostro fresco” per ricordare un uomo politico ovadese

100 anni fa l’Italia entrava in guerra

Dedichiamo l’ospedale di Ovada a Genocchio C

asualmente andando ad Ovada per un servizio fotografico abbiamo visto un manifesto che annunciava una conferenza in ricordo di Vincenzo “Enzo” Genocchio. Ci ha fatto piacere il fatto che quest’uomo politico venga ricordato per il suo impegno nei confronti dei suoi concittadini. Infatti Genocchio è stato un vero protagonista nel mondo della politica ovadese e non. Abbiamo quindi chiesto all’ex sindaco di Capriata d’Orba, Pier Sandro Cassulo, il quale è stato per molti anni un amico e collaboratore di Enzo Genocchio, una riflessione, mista al ricordo personale, di questo politico che per anni ha militato nelle fila del Partito Socialista Italiano.

Il 24 maggio 1915 il nostro Paese, rompendo la Triplice Alleanza entrava in guerra a fianco della Triplice Intesa contro gli Imperi Centrali. Da questo numero vi proporremo una serie di anedoti sulla Grande Guerra.

U

fficiali aristocratici e reclute in miseria, analfabeti ed intellettuali, industriali e pastori. La Prima Guerra Mondiale è uno spaccato della società italiana: logico che ne mostri uno degli aspetti più rilevanti, come la superstizione. Tra gli oggetti più usati, simboli religiosi. Esponenti di una fede popolare, i soldati italiani pensavano che crocifissi, medagliette ed ex voto fossero in grado di deviare o fermare i proiettili. Alcuni per sicurezza, accoppiavano al possesso l’invocazione del santo protettore o quello più venerato nel proprio paese. Con il progredire del conflitto, la religione viene quantomeno accantonata. Benito Mussolini, all’epoca in prima linea, ricorda come ogni soldato creava il suo portafortuna personalizzato. I simboli sacri lasciarono spazio a statuette d’avorio, cornetti e lettere dei familiari. I più arditi toccavano le stellette dei superiori, mentre i più romantici portavano con sé un sacchettino di terra raccolta vicino casa: nel peggiore dei casi, non sarebbero stati seppelliti in terra “totalmente” straniera.

La redazione

L’IN

CHI OSTR

AI LETTORI

Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom. Umberto Cecchetto socio dell'Ass. "Club F.lli Rosselli". Contattarlo al:

328 60.87.969

va come principio fondamentale il rispetto dellaa libertà di pensiero, ha trovato la sua giusta collocazione in quel partito che negli anni Settanta maggiormente rispondeva a questa caratteristica: il Partito Socialista Italiano. I suoi interventi nelle assemblee di partito e con i cittadini erano sempre caratterizzati da una lucidità d’analisi che non aveva confronti. Nei tempi in cui il Partito Socialista era al governo del Paese e della Regione Piemonte, Enzo ha sempre indirizzato tutti i propri sforzi e tutte le autorevoli conoscenze intessute nel corso degli anni a livello nazionale, per favorire lo sviluppo della sua città. A riscontro di questo fatto, moltissimi ovadesi affermano come Ovada abbia vissuto il solo periodo di eccellenza proprio quando Enzo ne è stato Vice sindaco e poi Presidente dell’Asl. La realizzazione dell’ospedale civile di via Ruffini è sicuramente l’esempio più significativo. Purtroppo l’aver dedicato tutte le sue capacità e tutto il suo impegno in una città profondamente ancorata ad una tradizione di

potere matrice PCI, ha avuto per lui risultati penalizzanti. Infatti ad Ovada tutto quello che deriva da una parte politica diversa da quella che ancora oggi risulta maggioritaria,

Pier Sandro Cassulo Già sindaco di Capriata d’Orba

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Matteo Clerici

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nzo è stato un uomo che professionalmente amava molto la politica genuina e la scuola. La laurea in lettere e filosofia lo ha condotto a dedicare tutta la sua breve vita ad Ovada, la sua città. In questo borgo antico adagiato sui rilievi tra Piemonte e Liguria, Enzo è stato prima professore di liceo, poi preside di scuola media. La capacità di attuare metodi d’insegnamento innovativi, aperti al dialogo con tutti gli addetti, gli ha permesso di guadagnarsi l’affetto incondizionato di allievi, colleghi ed in genere di tutto il personale scolastico. L’acuta intelligenza di cui era dotato gli ha consentito di diventare presto un protagonista sia come politico sia come pubblico amministratore. Uomo che ave-

è cosa, pare, da cancellare o dimenticare. Quando Enzo si rese conto dell’impossibilità di abbattere questo “muro di Berlino”, decise di impegnarsi in un contesto molto più ampio, ottenendo subito importanti riconoscimenti nel partito Socialista prima ed in Forza Italia poi. Ma la malattia del secolo, il cancro, lo portò via, proprio quando stava raggiungendo i massimi livelli della sua carriera politica, a tutte le persone che gli volevano e gli vogliono, ancora bene. Oggi Ovada è diventata una città dormitorio e vive ancora quasi esclusivamente delle opere realizzate da Vincenzo Genocchio, come giustappunto l’ospedale per la difesa del quale attualmente sono sorti numerosi comitati. Però fino ad ora l’Amministrazione comunale se ne è guardata e se ne guarda bene da denominare l’ospedale civile con il suo nome, anzi il posizionamento di una targa a suo ricordo (posta nell’atrio d’ingresso), è stata un’iniziativa non partita dalle Istituzioni ma voluta unicamente del personale dell’ospedale stesso. Caro Enzo, non importa. Tutti quelli che ti hanno stimato e voluto bene non hanno dimenticato la tua espressione intrigante ed affettuosa nello stesso tempo. Io non potrò mai scordare le tante ore trascorse insieme come compagni di partito e come amico, le tue parole e le canzoni che amavi tanto”.

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Sul nostro sito - www.inchiostrofresco.it - servizio sulla vicenda inerente la gestione dello Story Park di Ovada a cura di Mattia Nesto e Benedetta Acri

Ravera: il nodo del bilancio

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ome di consueto, a inizio anno, il Sindaco di Belforte, Franco Ravera, ha informato le famiglie del paese con una lettera in cui si delinea l’elenco dei lavori e delle spese sostenute nel corso del 2014, oltre alle prospettive future. Tra i lavori iniziati e terminati nell’ anno appena trascorso figura la messa in sicurezza per i danni alluvionali della strada comunale Belforte – Sante Criste per un importo di 112.100 Euro, mentre tra i lavori iniziati e non ancora terminati figurano la realizzazione del collettore fognario da zona ponte di Belforte a depuratore comunale per 200.000 Euro, l’allargamento e nuova illuminazione pubblica Via Rossiglione per 94.000 Euro e la ristrutturazione del campanile della Chiesa Sante Criste alla frazione Gnocchetto con un contributo della Gal Borba per 45.000 Euro. Sono stati anche effettuati interventi dalla società di gestione del servizio idrico integrato Comuni Riuniti Belforte Monferrato, riguardanti la sostituzione delle catene depuratore comunale per 1.300 Euro, il rifacimento delle condotte idriche per 13.000 Euro, la sostituzione di due pompe sommerse dell’acquedotto comunale per 6.000 Euro, la manutenzione degli impianti elettrici dell’acquedotto comunale per 6.200 Euro e il ripristino delle condotte per danni alluvionali per 48.000 Euro. A preoccupare però il primo cittadino è il fatto che le nuove normative sulle imposte municipali

Bilancio di un anno e prospettive future di un piccolo Comune a ridosso del centro zona di Ovada

Gnocchetto d’Ovada riferimento religioso anche per la Valle Stura

Un campanile da salvare I

niziati alla frazione Gnocchetto d’Ovada i lavori di restauro al campanile della Chiesa del Santissimo Crocifisso risalente al 1935. I lavori relativi alle opere murarie sono finanziati dal Comune di Belforte Monferrato, nel cui territorio si trova la Chiesa e una parte della frazione, e dalla Regione Piemonte per una spesa di trentamila Euro, messi a disposizione dal Gal Borba attraverso il bando del “Programma di sviluppo locale Le vie del Bene-essere”. Alle casse della chiesa competerà la spesa per il ripristino delle quattro campane, con una spesa di circa diecimila Euro. Resteranno poi da affrontare una serie di opere riguardanti i muri di sostegno dell’intercapedine retrostante la chiesa, le scale laterali esterne ed altri interventi alle pareti esterne della chiesa e della canonica. Già negli anni 2004-2005 si erano svolti i lavori di restauro del tetto e della facciata della chiesa finanziati dalla popolazione, dalla Diocesi di Acqui Terme, dal Comune di Belforte

Dott. Sergio Diana Medico Chirurgo Prof. a c. di impiantologia Università di Genova Specialista in Chirurgia Maxillo - Facciale Specialista in Odontostomatologia C.T.U. Tribunale di Genova

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Monferrato e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Tra l’altro nella Parrocchia viene allestito in occasione del Natale il caratteristico presepe uno dei più belli e meno conosciuti dell’ovadese e della Valle Stura, realizzato dalla famiglia Pastorino su una superficie di circa cinque metri quadrati e comprendente anche alcuni elementi meccanizzati. Una Parrocchia non priva di un suo fascino tanto che si racconta che, dove ora sorge il tempio, esisteva un “pilone” antichissimo sul quale era dipinta e difficile da cancellare un’ immagine del Crocifisso. Proprio in quel luogo, al tempo custodito da un eremita e da due fedelissimi chiamati “Protettori del Crocifisso”, nacque il Sante Criste. Non solo gli abitanti della frazione Gnocchetto sono legati a questa Chiesa, ma anche famiglie di Belforte, Ovada e della vicina Valle Stura che si ritrovano durante la S. Messa del sabato delle ore 16 durante il periodo che va dal 28 marzo fino al 31 ottobre. (l.r.)

(IMU, TARI, TASI), privano l’amministrazione comunale di imposte proprie per un valore di 300.000 Euro, per cui Belforte Monferrato non sarà più in grado di garantire investimenti sulle infrastrutture e i servizi volti al miglioramento del bene pubblico come è avvenuto in passato. Inoltre il Sindaco, quale presidente dell’Unione dei Comuni “Dal Tobbio al Colma”,( con Belforte figurano i Comuni di Bosio, Casaleggio Boiro, Cremolino, Lerma, Molare, Moltaldeo, Mornese e Tagliolo Monferrato), dopo i danni alluvionali del 13 ottobre scorso, si è fatto portavoce presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, affinché, in luogo di finanziamenti e contributi, si possano utilizzare, per il tempo necessario all’ammortamento di interessi e capitale, gli introiti IMU provenienti dai fabbricati di tipo D ubicati nel proprio territorio. Infatti la particolare posizione geografica e l’oculata politica amministrativa hanno consentito l’insediamento nel Comune di diverse attività industriali, artigianali e commerciali di rilievo. Quindi gli introiti potrebbero finanziare l’accensione di mutui finalizzati agli interventi di ripristino e messa in sicurezza, nonché di intervento per la tutela idrogeologica del territorio per tutti i Comuni colpiti facenti parte dell’Unione Montana, una soluzione che non richiederebbe esborsi diretti da parte di Stato, Regione e Provincia. Enzo Prato


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l’inchiostro fresco

OVADA

Febbraio 2015

Un’iniziativa di “Sentiero di Parole” e “Tavola Rotonda” Il gruppo “Grazia Deprimi” propone alle scuole

Parte il progetto “Una L’Aido per la cultura bussola per Piperita” della disponibilità S

entiero di Parole, l’Associazione di Ovada che si occupa dei disturbi dell’apprendimento, in collaborazione con la “Tavola Rotonda” ha ottenuto il finanziamento di un nuovo Progetto, da parte della Fondazione social dal titolo “Una bussola per Piperita”. Il nome scelto per il Progetto ha evidentemente lo scopo di destare curiosità. In effetti il tema dei Disturbi Specifici dell’apprendimento ha ancora bisogno di molta attenzione. Nonostante la normativa scolastica sia presente ed accorta, dal 2010 in poi, si suscitano piccoli e grandi drammi nei familiari che vivono direttamente il disagio di scoprire di avere un figlio o una figlia dislessica, di doversi orientare all’interno del problema: capire che percorso intraprendere e soprattutto, strada facendo, avere la forza e la costanza di accompagnare, seguire e sostenere il bambino, la ragazzina nel quotidiano... I compiti, la fatica, i voti, le sconfitte, il proporre continuamente letture della situazione che non creino ansie, frustrazioni, che non scatenino conflitti o smarrimenti, cadute di fiducia in se stessi... Tuttavia, non pochi autorevoli firme hanno provato ad offrire visioni più solari e sdrammatizzanti del tema delle difficoltà di apprendimento. Ad esempio, Daniel Pennac ha scritto “Diario di scuola”, un’autobiografia che con toni umoristici, ma non sminuenti, narra tali fatiche dal punto di vista del bambino, e poi del professore illuminato da buoni propositi e buone prassi utili per coinvolgere gli studenti più ostici. Si è scelto quindi Piperita, un personaggio della serie famosissima di Schulz, meno noto di Snoopy e Charlie Brown, ma estremamente significativo: in poche vignette

coglie appieno gli accadimenti del rapporto tra studente con difficoltà e mondo scolastico. Il titolo del progetto richiama quell’idea e la volontà di offrire un orientamento sul tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento ed un possibile approccio più sereno. Occorrono dei punti di riferimento per affrontare un problema: consulenti, strumenti, strategie adeguati, anche modulabili rispetto alle unicità dei casi. Occorrono insomma delle “bussole”. Sentiero di Parole si propone così di dare continuità al progetto 2013 “Dislessici, ma non stupidi” dell’associazione

di Volontariato Onlus “La Tavola Rotonda” con un’alternanza dei ruoli di partnership e di capofila, che consente una crescita di competenza delle stesse organizzazioni e puntando sul soddisfacimento dei bisogni culturali e formativi del territorio. Intanto hanno preso avvio presso la Sede di Jovanet di Via S.Antonio ad Ovada gli incontri sulle mappe concettuali per aiutare a studiare aperti ai Soci già tesserati o per chi vuole iscriversi. Il prossimo incontro è fissato per il 20 febbraio alle 20.30. (La Segreteria dell’associazione)

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l Gruppo AIDO “Grazia Deprimi” potrà sviluppare, nel 2015, progetti ed implementare con nuove iniziative la propria presenza sul territorio grazie all’aiuto del Gruppo “Calasanzio” facente riferimento alla Comunità del Padri Scolopi di Ovada. Il contributo recentemente elargito a favore dell’AIDO ovadese sarà quasi totalmente destinato alla realizzazione del progetto “Imparare a Donare” destinato ai ragazzi in età scolare. Si tratta di una iniziativa, nata nella primavera del 2013, che ha la

duplice finalità di divulgare la donazione di organi a scopo di trapianto terapeutico e di promuovere la cultura della disponibilità verso gli altri. Sarà utilizzato il materiale predisposto dall’AIDO nazionale integrato con i supporti didattici elaborati dal nostro Gruppo. “Il nostro obiettivo - spiega la referente del progetto Maria Paola Giacchero - è quello di avvicinare il maggior numero di giovani perché riteniamo fondamentale proporre a loro un modello di solidarietà ed impegno a prescindere dalle loro scelte fu-

Nel 2015 gli amanti degli oggetti d’antiquariato ad Ovada troveranno più scelta

Raddoppia il mercato dell’usato

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aranno sempre sette le edizioni del Mercatino dell’Antiquariato e dell’Usato proposte dalla Pro Loco di Ovada e dell’Alto Monferrato Ovadese, ma con diverse innovazioni. Intanto le date fissate sono quelle tradizionali del Lunedì dell’Angelo, il 6 Aprile, il venerdì 1 maggio, festa dei Lavoratori, Martedì 2 giugno festa della Repubblica, Sabato 15 Agosto, Domenica 4 Ottobre, Domenica 1 novembre solennità di Ognissanti e Martedì 8 Dicembre festa dell’Immacolata. Due le Domeniche in calendario, quella di Ottobre e quest’anno anche il 1 novembre dal momento che la Festa di Tutti i Santi cade proprio la domenica. Intanto la prima novità riguarda l’abbinamento con la Mostra scambio auto, moto, bici, accessori e ricambi d’epoca allestita presso il Parco “Pertini” che con il 2015 viene riproposta due volte: accanto alla consueta

data dell’8 dicembre, quest’anno si svolgerà anche il 1 maggio. Il successo di questa mostra scambio, organizzata dal Vespa Club in collaborazione con la Pro Loco di Ovada all’interno del mercantino, ha infatti acquistato una impor-

tanza tale da riproporla un’altra volta con aumento di espositori e naturalmente di visitatori. “Avevamo avuto quest’ idea – spiega l’organizzatore Nico Bonaria con la prima edizione del 2010 ed il successo è andato via via

in crescendo”. Contemporaneamente si svolgerà in Via Buffa un raduno statico di auto, moto, bici d’epoca: chi arriverà può posteggiare il mezzo e per chi lo desidera un pranzo tra appassionati. L’altra particolarità, per la verità già sperimentata durante l’ultimo appuntamento del Mercatino del dicembre scorso, è l’abbinamento con il tradizionale mercato che troverà spazio in Via Torino e in Via Buffa e si andrà ad aggiungere agli appuntamenti consolidati del mercoledì e sabato. Un impegno notevole per gli organizzatori, per la Polizia Municipale, ma con un riscontro di flusso turistico senza precedenti in quanto Ovada durante questi appuntamenti viene presa letteralmente d’assalto da visitatori provenienti non solo dal Nord Italia, ma anche dall’estero per cui “il tutto esaurito” viene sempre assicurato. (l.r.)

Shopping ad Ovada

ture. Proprio in questi giorni, con il Parroco Don Caviglione e le collaboratrici parrocchiali, stiamo programmando per i mesi di Gennaio e Febbraio 2015 i primi incontri con gli studenti delle comunità di Tagliolo M.to e Belforte M.to. Attività che abbiamo intenzione di estendere anche ai plessi scolastici della zona”. “Tra le iniziative di sostegno ai progetti di promozione sociale, conclude la Presidente Ada Bovone, abbiamo attivato il sito del gruppo che, nel corso del 2014, ha registrato quasi 1000 contatti; un dato lusinghiero in considerazione della specificità della nostra proposta e del limitato raggio di competenza territoriale della delegazione.” Al 31 Dicembre 2014 il Gruppo AIDO “Grazia Deprimi” contava 929 iscritti residenti ad Ovada e nei 16 Comuni del comprensorio con un incremento di 38 unità rispetto all’anno precedente. Numeri importanti che collocano il Gruppo Ovadese tra i più numerosi della provincia di Alessandria.

Anche a Molare

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nche Molare ha il suo mercatino dell’antiquariato il terzo sabato di ogni mese in Piazza Negrini. “Non conosce soste – afferma il Sindaco Nives Albertelli, ideatrice di questo appuntamento – sta diventando un appuntamento importante. Averlo poi spostato dal centro del paese all’attuale sito lungo la provinciale che porta ad Acqui e Cassinelle sta suscitando più interesse”.


l’inchiostro fresco

OVADA

Febbraio 2015

Grande ritorno di un gruppo musicale degli anni ‘80

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FOLKLORE E GASTRONOMIA IN PIAZZA

La Vadum Big Band Ovada in Carnevale di nuovo in scena maschera a Rocca I

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opo tantissimi anni è stata costituita un’ orchestra ad Ovada. Si tratta di una nuova formazione ovadese, dal nome “Vadum Big Band”, proprio a testimoniare le origini e il legame con la città di Ovada ed utilizzando il termine latino Vadum che rappresenta il primo nome con cui veniva chiamata la cittadina, in base agli scritti ritrovati negli archivi storici. Quindi anche un omaggio storico/culturale alla città. È un gruppo, nato dalla volontà di due musicisti ovadesi, Gianni Olivieri, Maestro del Corpo Bandistico “A. Rebora” e di Andrea Oddone, direttore d’orchestra, compositore ed arrangiatore ormai affermato, entrambi componenti della nuova compagine. “L’ultima orchestra, forse risale agli anni 80, con la ritmo sinfonica del compianto Fred Ferrari - affermano gli organizzatori - per cui l’idea era in serbo da tempo e dalla collaborazione tra noi due con altri musicisti in varie orchestre in cui ci si ritrova a suonare, abbiamo trovato lo stimolo per far nascere anche ad Ovada una nuova big band. La nostra città ha sempre avuto un forte legame ed interesse nei confronti della musica e la Scuola “Rebora” ne è testimonianza ed artefice al tempo stesso”. Questa è una tradizionale big band formata da 16 musicisti (4 trombe, 4 tromboni, 5 sax, pianoforte, batteria e basso), alcuni ovadesi ed altri piemontesi e liguri, tutti professionisti che hanno un notevole curriculum alle spalle. Quasi tutti svolgono attività di insegnamento musicale in

diverse scuole di ordine e grado, molti hanno all’attivo incisioni per importanti etichette discografiche; citare i curricula di ognuno è praticamente un’impresa interminabile; si ricordano soltanto le esperienze e collaborazioni di alcuni di loro con artisti quali Avion Travel, PFM, Roberto Vecchioni, Simone Cristicchi, Paolo Conte. Inoltre tra i componenti c’è chi si occupa specificamente di direzione di orchestre sinfoniche, chi ricopre ruoli di prima parte presso importanti teatri lirici italiani, altri arrangiatori e compositori. L’esordio si è svolto al Teatro “Splendor” di Ovada nel dicembre scorso in occasione del tradizionale concerto di Natale, ma sono in programma altri appuntamenti. (e.p.)

l Carnevale di Ovada cambia formula. L’appuntamento presentato dalla Pro Loco di Ovada e dell’Alto Monferrato ovadese si svolgerà domenica 15 febbraio alle 14.30 nel centro storico, ma non ci sarà più la Caccia al Tesoro proposta dai gruppi Scout e Borgoallegro. Dopo due anni il Carnevale verrà animato da veri professionisti, specializzati in questi eventi con tema “Il circo”. Verrà allestita una struttura dove prenderanno parte mangiafuochi, fachiri, illusionisti, domatori di serpenti che faranno provare ai bambini nuove emozioni. Tutti sono invitati a partecipare mascherati con il tema proposto per giocare e divertirsi serenamente. “Ovada – afferma il Presidente della Pro Loco Tonino Rasore – non poteva rinunciare a questo appuntamento”. Sembra comunque che per l’edizione 2016 si ritornerà alla tradizionale sfilata di maschere e carri. Luisa Russo

Per ulteriori informazioni rivolgersi allo IAT di Via Cairoli, tel 0143 82.10.43.

Città della musica

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mpazza nell’ovadese il Carnevale. Senz’altro l’appuntamento più importante è a Rocca Grimalda, ma ovunque si festeggia Re Carnevale. L’edizione 2015 del Carnevale di Rocca Grimalda è in programma nei giorni 7 – 8 febbraio con un programma articolato. Sabato 7 febbraio alle ore 16 inizia la tradizionale questua: la Lachera visita alcune cascine del territorio eseguendo le danze propiziatorie di rito nelle aie sempre accolta con offerte di vino e cibo. Spesso al calar della sera nelle cascine vengono accesi fuochi. Il corteo con largo seguito di amici e aggregati rientra in paese intorno alle ore 20 e raggiunge il belvedere dove si brucia il Carvà con suggestive danze intorno al fuoco. Nel pomeriggio, dalle ore 18 circa, nel centro storico si svolge la questua dei bambini: accompagnati dal suono di campanacci e coperchi bussano di casa in casa chiedendo dolci e generi alimentari con un grande rinfresco conclusivo alle ore 19. Tutti si ritrovano alla piazza belvedere alle ore 20 per il falò. La Lachera proseguirà fino a notte fonda raggiungendo la corte di Santa Limbania per le danze finali. Domenica 8 febbraio alle ore 15, dopo aver visitato l’ultima cascina il corteo della Lachera rientra in paese e attraversa il centro storico eseguendo le danze tradizionali nelle varie poste: dalla “porta” al “belvedere” con balli conclusivi aperti a tutti. Il centro storico diventa una grande isola pedonale con spettacoli di giocoleria, truccabimbi, clown, trampolieri, danze, teatro di strada. Nelle corti generi alimentari preparati dalle associazioni locali. Ospite straordinario dell’edizione 2015 “La Poulido de Gemo” con costumi, danze, tradizioni, parodie e ambiguità dal carnevale della Provenza. Nelle corti del centro storico generi alimentari a cura delle associazioni locali. Il Carnevale di Rocca Grimalda si svolge con qualsiasi condizione meteo, in caso di brutto tempo gli spettacoli si effettueranno nelle grandi cantine di Palazzo Borgatta. Collaborano al Carnevale di Rocca la Lachera, Saoms, CRB San Giacomo, Polisportiva, Gruppo Parrocchiale, Museo della Maschera.

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on la Vadum Big Band, Ovada può fregiarsi della denominazione di “Città della Musica”. Un appellativo che si addice perché annovera il Corpo Bandistico “A. Rebora” e soprattutto la Scuola di Musica, ma in passato la città ha registrato la presenza di numerose orchestre costituite da personaggi di spicco quali Dino Crocco, Fred Ferrari, Cesare Marchini tanto per citarne alcuni. Altri stanno per spiccare il volo a dimostrazione della vivacità musicale della città. (e.p.)

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l’inchiostro fresco

Corso di fotografia

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l “photo35 centro fotografico ovadese” comunica l’avvio di una serie di incontri fotografici per fare conoscere le basi della fotografia. Gli incontri sono rivolti a tutti gli appassionati di fotografia, siano essi fotografi dilettanti o principianti, non è fondamentale avere una sofisticata attrezzatura o solamente uno smartphone, è importante avere il piacere di imparare ad utilizzare al meglio la propria attrezzatura. Gli incontri articolati in 6 serate di cui due di teoria di base per il miglior uso di qualsiasi strumento fotografico, due escursioni dove si potrà affrontare le differenti tipologie di immagini e due incontri intercalati con le escursioni di commento alle foto realizzate. Al termine degli incontri con data da concordare verrà allestita una mostra dei partecipanti. Curatore degli incontri sarà il professionista Angelo Gandolfi, noto fotografo naturalista, vincitore di prestigiosi premi internazionali e abituale fotografo della rivista “Oasis” e “Bell’Europa”. Gli appuntamenti avranno inizio venerdì 13 febbraio nella Sala Mostre della Biblioteca Civica “Coniugi Ighina”, piazza Cereseto 7, Ovada. (e.p.)

Studenti in palcoscenico

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OVADA E OVADESE

Febbraio 2015

l 6 febbraio presso la Secondaria Pertini di Ovada, si terrà un importante evento: i settanta ragazzi del Laboratorio Teatrale dopo tre mesi di attività, attraverso le esperienze proposte dalle docenti del laboratorio, Cavanna, Frisone, Pettinati e Priano, sono pronti per una prova davanti al pubblico. La performance sarà itinerante nei locali della scuola ed il pubblico, su prenotazione, avrà a disposizione cinque repliche a cui assistere, a partire dalle ore 18, una ogni ora con ultimo inizio alle ore 22, per un massimo di 20-25 persone a replica. E’ possibile prenotare l’orario dello spettacolo presso la portineria o i docenti responsabili. Si tratta di un evento unico nel suo genere che sarà un’ulteriore occasione di “scuola aperta” e di sperimentazione attiva per rendere i ragazzi “protagonisti” e “attori” ma di nuove e diverse forme di apprendimento. La realizzazione è a cura della Compagnia “Poco Stabile” del Laboratorio teatrale della Scuola Media Pertini in collaborazione con gli alunni ed i docenti del Corso Musicale istituito presso la scuola ovadese di via Galliera. (e.p.)

Strade, ferrovie e frane

Il lavoro nobilita l’uomo... basta trovarlo... ma a volte è tutto inutile

Chiusure e fallimenti: 2014 anno nero 1

51 fallimenti e 25 concordati preventivi nell’anno 2014 nel circondario del Tribunale di Alessandria, che comprende tutto il territorio della provincia tranne la zona del casalese, più una piccola parte della provincia di Asti (la zona di Nizza Monferrato). A questi va aggiunto un numero imprecisato di chiusure di società e ditte, che hanno cessato l’attività soprattutto per gli effetti della crisi economica, pur senza bisogno di dichiarare il fallimento. I numeri sono in aumento rispetto agli anni precedenti, che già risentivano della situazione di crisi. Colpite sono soprattutto le ditte di edilizia, di trasporti e del settore commer-

ciale; ma nessun settore è esente da difficoltà. Vi sono anche nomi piuttosto noti, come la Acerbi di Tortona e come la storica Fonti Feja di Castelletto d’Orba, inattiva già dal 2013, della quale tutti avranno bevuto almeno una volta l’acqua minerale. In tutta la provincia, la situazione meno infelice pare quella dell’acquese, dove le criticità sono meno gravi che altrove. Tra le chiusure, ricordiamo la tipolitografia Ovadese e le concessionarie FIAT SAMA di Alessandria e Cavanna di Ovada. Anche un’altra nota ditta di imbottigliamento, questa volta di bevande dolci, la Abbondio di Tortona, partecipa a questo triste elenco.

Era una delle prime produttrici di bibite italiane, fondata nel lontano 1889. Quest’azienda per tanti anni è stata uno dei principali fornitori locali di bevande gassate, soprattutto gazzosa e chinotto. Negli ultimi anni si era

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le Agenzie coinvolte troviamo oltre alla Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus con le sedi di Novi Ligure, Ovada e Tortona, l’Enaip Piemonte di Acqui Terme ed Alessandria, l’ENFAP Piemonte di Alessandria, la CNOS FAP di Alessandria, l’Ente Scuola per l’Industria edilizia ed affini di Alessandria, il FOR.AL. – Consorzio per la F.P. dell’alessandrino con le sedi di Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Valenza. Tra i principali argomenti trattati le situazioni di rischio in caso di emergenza, riconoscere la catena di comando del servizio e lo scenario di rischio degli interventi, nonché agire in sicurezza.

pendolari dell’Acqui-Ovada-Genova sanno benissimo che, ogni volta che piove un po’ intensamente, rischiano di trovarsi la linea bloccata da qualche frana che precipita, o rischia di cadere, sull’unico binario. Gli ultimi eventi alluvionali, ma non solo quelli, hanno provocato su tutto il nostro territorio appenninico decine d’interruzioni di strade per frane. Molte frazioni sono rimaste completamente isolate; alcuni paesi hanno potuto essere raggiunti solo con strade alternative. Oltre ai disagi, costi di ripristino per queste situazioni sono sempre ingenti. Per prevenire, come doveroso, questi fenomeni, ci sono tre sistemi: o costosissime e spesso obbrobriose opere in cemento armato; o terrazzamenti dei terreni, come si faceva una volta in molte zone della Liguria, che richiedono, però manutenzione attenta e continua; oppure lasciare fare alla natura, nel senso che gli alberi che naturalmente crescerebbero, nel nostro clima, sui pendii, rappresentano un ottimo freno agli smottamenti del terreno. Sia perché proteggono dalle erosioni dovute da precipitazioni intense, sia perché il loro apparato radicale forma una rete di stabilizzazione sotterranea. Per funzionare in tal modo, le piante hanno però bisogno di crescere abbastanza. Se ogni dieci o venti anni si taglia il bosco per far legna, i poveri alberelli non hanno il tempo di creare un apparato radicale abbastanza profondo ed esteso. Occorrerebbero perciò anche norme di legge che obblighino a mantenere un’adeguata copertura arborea per tutti i pendii, oltre una certa pendenza, gravitanti su strade e ferrovie. Non si tratterebbe neppure di superfici improduttive, perché tali aree potrebbero essere dedicate anche alla raccolta di funghi o castagne o ghiande o frutti di bosco. Ma forse a qualcuno conviene spendere tanti soldi in appalti per muraglioni di cemento o ripristini di strade franate, invece che prevenire.

Enzo Prato

Stefano Rivara

ingrandita puntando ad un mercato più esteso, inizialmente con un discreto successo. Evidentemente, la concorrenza e il calo dei consumi sono stati fatali. Stefano Rivara

Al via i corsi di formazione per ottocento volontari P

iù di 800 volontari coinvolti, tredici Agenzie Formative impegnate nell’erogare formazione sono i numeri di un corso al quale sono iscritti tutti i volontari di Protezione Civile della Provincia di Alessandria, facenti parte delle Associazioni o Gruppi Comunali o Intercomunali di Protezione Civile regolarmente iscritte ai registri territoriali. Il titolo del corso ha come denominazione “Sensibilizzazione alla gestione di situazioni di rischio per volontari della Protezione Civile del Piemonte”, ha la durata di quattro ore ed avrà luogo presso le Agenzie Formative presenti in tutte le città capo zona della Provincia di Alessandria. E’ Andrea Mor-

chio di Ovada, figura nota della Protezione Civile per il suo impegno, il referente del coordinamento provinciale del volontariato per questi corsi gratuiti: “Non c’è solo un impegno sul campo sempre puntuale ed

efficace – dice – come sta avvenendo in questi ultimi mesi, ma con questi percorsi formativi si intende uniformare ed approfondire le conoscenze di base dei volontari in materia di prevenzione integrandole con le competenze tipiche del ruolo, consentendo, attraverso una specifica sensibilizzazione, l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di tutti gli aspetti da considerare per attuare in modo sicuro ed efficace gli interventi a cui sono chiamati i volontari nelle diverse situazioni”. Gli addetti alle Segreterie sono infatti impegnati nel contattate tutti gli iscritti per la richiesta dei documenti necessari per poi partire con i relativi appuntamenti. Tra

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Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria al n° 226160 il 4/10/2005 P. IVA e C.F. 02096520065 Sede Legale: Piazza Garibaldi, 5 - 15076 Ovada (AL) “l'inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente Ass. Club F.lli Rosselli La raccolta pubblicitaria è curata in proprio tramite i soci dell’Associazione Club Fratelli Rosselli

Redazione: Via Municipio, 20 - 15067 Novi Ligure

redazione@inchiostrofresco.it Tel. 0143/46.569 Tipografia: Industrie Tipografiche Sarnub S.p.A. Cavaglià (BL) La tiratura di questo numero è di

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Acqua dolce per un conto salato

Campo Ligure: liquami dalla discarica in località Caporale chiusa da anni

Veleni nello Stura? I

l 30 dicembre 2014, a seguito di segnalazione di residenti, il Consigliere Regionale della Lega Nord, Francesco Bruzzone, ha presentato al Presidente della Regione, Claudio Burlando, e alla Giunta un’interrogazione con risposta scritta avente per oggetto: “liquami rossastri provenienti dalla discarica del Caporale - Comune di Campo Ligure (GE)”. Parrebbe infatti che dalla discarica scendano nei ruscelli adiacenti, oltre all’acqua,

anche liquami dalla colorazione rossastra che, come riscontrato da un sopralluogo, sembrano aver già colorato indelebilmente il fondo dei rivi, affluenti del torrente Stura. Nel corso di una breve intervista l’esponente del Carroccio ha spiegato che la situazione è emersa dopo i recenti eventi alluvionali del mese di novembre, in seguito ai quali le intemperie hanno eradicato la fitta vegetazione che occultava i ruscelli rendendoli visibili. La

fuoriuscita dei liquami, potrebbe avere origine dal percolato della discarica che può contenere metalli pesanti ed il colore rosso potrebbe far pensare alla presenza di cromo. La preoccupazione dei residenti pare quindi essere giustificata e condivisibile. Con l’interrogazione Francesco Bruzzone ha chiesto di sapere se la Regione Liguria sia a conoscenza della situazione e se a tal proposito non ritenga opportuno avviare un sollecito accertamento da

parte di ASL e ARPAL con la finalità di fare luce sulle circostanze e, nel caso risultasse necessario, attuare tutte le azioni di tutela igienica, sanitaria ed ambientale. Queste risposte dovranno arrivare entro 60 giorni dalla data di presentazione dell’interrogazione e la stampa come i cittadini Campesi saranno, anche sulle colonne de “l’inchiostro fresco”, dovutamente informati.

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li eventi alluvionali dello scorso ottobre hanno rilevato la fragilità del nostro territorio. Se l’esondazione dei torrenti Ponzema e Berlino nella notte tra il 10 ed 11 ottobre hanno devastato parte degli abitati di Campo Ligure e Rossiglione, è stato l’uragano del lunedì successivo a collassare un territorio già provato da mesi di abbondanti precipitazioni. Innumerevoli frane hanno colpito case, strade, minacciato corsi d’acqua, cau-

sando danni per milioni di euro. Dopo l’intervento dei militari, i Comuni valligiani hanno attivato importanti lavori di ripristino per la messa in sicurezza, ma a che punto sono i lavori? E quali sono le principali criticità riscontrate? Nel prossimo numero daremo un ampio resoconto sullo stato dei lavori, sulle problematiche ancora aperte e sulle soluzioni adottate e da adottare. Massimo Calissano

Fausto Piombo

Apprezzamenti per Masone: Saccomanno il presepe di Campo cittadino onorario M

ercoledì 7 gennaio si è tenuto il consueto incontro per lo scambio degli auguri tra il cardinal Angelo Bagnasco e i rappresentanti della Regione Liguria. Come negli anni passati la cerimonia ha avuto luogo nella sala al piano terreno del palazzo regionale in piazza De Ferrari a Genova, dove, per l’occasione, erano stati allestiti alcuni presepi tipici della tradizione ligure. Alla presenza di buona parte dei Consiglieri e degli assessori regionali, il presidente Claudio Burlando ha indirizzato gli auguri di rito a Sua Eminenza; a sua volta il cardinale, nel ringraziare e contraccambiare gli auguri, ha ricordato come il lavoro costituisca oggi, nella nostra Regione, la priorità assoluta. Mons. Bagnasco e il governatore hanno quindi passato in rassegna le teche che custodivano oggetti, statuine e sculture legate alla tradizione del presepe ligure. In particolar modo si sono soffermati ad ammirare un pezzo proveniente dal presepe meccanizzato di Campo Ligure. Si tratta della riproduzione di una antica fucina campese opera di Simone Leoncini (Renzo di Ghingo) che da molti anni collabora all’Associazione “Amici del presepe” che allestisce il grandioso presepe meccanizzato nell’Oratorio dei Santissimi Sebastiano e Rocco. Massimo Calissano

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Il cardinale Bagnasco loda Simone Leoncini per la sua “fucina campese”, fiore all’occhiello del presepe meccanizzato di Campo Ligure gestito dall’Associazione “Amici del presepe” dell’oratorio SS. Sebastiano e Rocco

Il Sindaco di Masone, ing. Enrico Piccardo, insieme al neo cittadino masonese, Fabio Saccomanno, che sta ringraziando il Consiglio comunale per l’onoreficenza ricevuta

ella mattinata di sabato 20 Dicembre 2014, in occasione di un Consiglio Comunale straordinario e alla presenza di un numeroso pubblico, è stata conferita al prof. Fabio Saccomanno la cittadinanza onoraria del Comune di Masone. Tale onorificenza ha una duplice valenza. La prima è legata al profondo vincolo affettivo del professore alla frazione della Cappelletta di Masone, di cui è stato ed è ancora “il Sindaco”. La seconda è un riconoscimento professionale che ha implicitamente portato lustro al paese, orgoglioso di avere uno scienziato di fama nazionale e internazionale nel campo dell’ analisi e controllo dei sistemi elettrici di potenza. Il suo attaccamento alla Cappelletta di Masone lo ha portato anche a scrivere un volumetto ad essa dedicato. Nel corso del Consiglio Comunale, dopo le parole del Sindaco, Enrico Piccardo, sulle motivazioni dell’assegnazione della cittadinanza, ha preso la parola il prof. Tomaso Pirlo, amico da una vita di Saccomanno. È intervenuto anche l’ex Sindaco, Paolo Ottonello, per sottolineare il suo gradimento a tale onorificenza. Silvia Pastorino


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l’inchiostro fresco

VALLE STURA

Febbraio 2015

Il prof. Pastorino illustra un antico manufatto

Il coro della Valle Stura incanta la Commenda di Prè

La meridiana di Masone I canti degli alpini N

el pomeriggio di sabato 20 dicembre 2014, nella sala del Consiglio Comunale di Masone, il prof. Pasquale Aurelio Pastorino, per due mandati Sindaco masonese, ha presentato il modello di una meridiana piana ad ore canoniche realizzata da Domenico Macciò “Terasin”, noto inventore di Masone. Tutti nasce durante una delle consuetudinarie passeggiate di Pastorino, durante la quale casualmente ha scorto, nei pressi del Parco del Romitorio di Masone, una pietra dalla forma particolare. Osservato con più attenzione quello che poi si rivelerà come un reperto di grande valore, si è subito reso conto di essere di fronte ad una vera rarità: una meridiana piana ad ore canoniche, seppure parzialmente mutilata. Con pazienza ha fatto ricerche mirate dell’oggetto e ne ha studiato il possibile uso e funzionamento, procedendo quindi alla realizzazione di un modello in scala 1:2. Nella vita quotidiana dei monasteri vi è un aspetto poco conosciuto: quello relativo ai metodi di misurazione del tempo. Si sa che i monaci medievali usavano orologi ad ore solari, detti comunemente “meridiane ad ore canoniche”, con le quali scandivano i momenti di attività e di preghiera della loro giornata. I diversi censimenti fatti in Italia dall’Unione Astrofili Italiana hanno accertato che esistono ormai solo rari casi di quadranti medievali ad ore canoniche. Pertanto, l’aver riconosciuto il reperto di un orologio solare ad ore canoniche e di averne compreso il funzionamento, è stato motivo di grande soddisfazione per il prof. Pastorino. Sono stati forniti da Pastorino numerosi dettagli costruttivi riguardante lo gnomone (o stilo), il suo posizionamento angolare rispetto al piano orizzontale del-

la meridiana, l’orientamento del manufatto su cui è realizzata la meridiana e il sottile gioco di incroci tra l’ombra dello gnomone (di cui è presente ancora il perno tronco sulla pietra) e le cordicelle laterali. L’Amministrazione Comunale di Masone ha ringraziato Pastorino per la chiarezza ed il rigore scientifico dell’esposizione. Si informa che il reperto è custodito all’interno dell’ Abbazia del Romitorio, in attesa di una sua valorizzazione e della sua fruibilità. Silvia Pastorino

Una nuova giornalista

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i presento, sono Virginia Calissano, redattrice da ormai 3 anni per il nostro caro Inchiostro Fresco, piccolo ma grande perno dell’attualità locale e non solo! Ho una notizia da comunicare a te, Lettore: sono diventata GIORNALISTA! L’ordine me lo ha comunicato giovedì 22 Gennaio. Parlo in prima persona, perché è un avvenimento importante per la mia carriera nel campo comunicativo intrapresa a 360 gradi! Continua quindi a seguirci, con la passione che da prima che entrassi in redazione sicuramente hai maturato! Grazie quindi a Te e al Team dell’Inchiostro Fresco, per il cammino già intrapreso e per quello che seguirà! (m.v.c.)

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le ma anche sui centri abitati. Buona la partecipazione dei cittadini dei comuni di Masone, Campo Ligure, Rossiglione e Tiglieto che hanno quasi riempito la sala, partecipando attivamente al dibattito con diversi interventi con i quali sono stati affrontati gli aspetti essenziali relativi al dissesto idrogeologico del territorio, rendendo possibile anche l’analisi cause – effetti – soluzioni.

che hanno spaziato dal tema natalizio ad i più classici e tipici della nostra regione e cultura. Una raccolta di canzoni scandite in 4 Tempi da quattro/cinque selezioni ciascuna. Nonostante fino a qualche tempo addietro sembrava che questi cori andassero pian piano a scomparire vista l’anzianità dei membri, abbiamo notato con piacere l’arrivo nei due gruppi canori di giovani che con costanza ed entusiasmo si sono inseriti! Anche gli abiti, oltre alle magnifiche voci unite, sono stati i protagonisti dell’evento: come vuole la tradizione, la divisa “da montagna” con camicie colorate e scozzesi e scarponcini abbinati, hanno reso ancora più suggestivo il contesto. Lo sfondo che ha accompagnato la serata è stato benefico: lo scopo è quello infatti di devolvere i fondi raccolti in occasione di ogni concerto in favore della Commenda stessa o delle missioni in India di supporto alla popolazione. Un ringraziamento va a Ezio Falco, fotografo ed amico dei coristi, che grazie a queste fotografie, permetterà a chi non ha potuto partecipare di avere un ricordo della serata.

Fausto Piombo

Virginia Calissano

ella cornice storica e suggestiva della Commenda di Prè, a Genova, nel cuore del centro storico, si è svolta il 19 Dicembre una serata dedicata alla musica ed ai ricordi. È infatti nella Chiesa Inferiore ed Oratorio di San Giovanni di Prè in Commenda che il Coro Rocce Nere, del gruppo Ana Rossiglione ed il Coro Monte Zerbion, del Gruppo Ana Sant’Olcese, hanno intrattenuto gli ospiti con canti

Un dibattito a Masone con ospite il Consigliere regionale

Siri: difendiamo il territorio L

o scorso dicembre a Masone presso il teatro “Opera Macciò” si è tenuto un incontro pubblico sul tema più che mai attuale del dissesto idrogeologico, titolato: “Difesa e sicurezza del territorio, un impegno prioritario per le Valli Stura ed Orba”. L’incontro-dibattito è stato organizzato dal Consigliere Regionale valligiano Aldo Siri, che in occasione dei drammatici eventi alluvionali dell’ultimo autunno si è dimostrato sensibile ai pro-

Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

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blemi locali e soprattutto vicino agli abitanti di Genova e della Valle Stura colpiti dalla calamità. All’evento, moderato da Maria Luisa Repetto, conduttrice dell’emittente televisiva locale TeleMasone, hanno preso parte Guido Paliaga (Vice Presidente Ordine dei Ge-

ologi di Genova), e Germano Gadina (Presidente Regionale Coldiretti) che hanno illustrato le problematiche del nostro territorio legate alla mancanza di manutenzione ed all’abbandono delle campagne, situazioni che, oggi più che mai, si ripercuotono negativamente non solo sull’ambiente natura-


Olba S. Pietro: volontariato in nome dell’acqua

Fare comunità L’

acqua dello zampillo della fontana della frazione di Olba San Pietro, provenendo da un acquedotto privato, aveva un costo assolutamente insostenibile per il Comune (circa 2300 euro a semestre). A questo punto la comunità di San Pietro si è mossa spontaneamente. Due nostri compaesani hanno deciso di fornire gratuitamente l’acqua mettendo a disposizione una sorgente di loro proprietà. Un altro nostro compaesano ha dato disponibilità ad effettuare gratuitamente il lavoro per collegare la fontana con la vicina sorgente. Un altro ancora ha messo a disposizione il mezzo per lo scavo e la sua manodopera. Altri hanno dato supporto e hanno ripulito la vasca. All’amministrazione comunale non è rimasto che impiegare un proprio dipendente a supporto e accollarsi i costi minimali della tubisteria e del poco asfalto a freddo necessario. Piccole storie di paese, si potrebbe dire. In realtà si tratta di esempi virtuosi. In un momento in cui l’Italia si dibatte in una crisi economica e di valori senza precedenti, nelle piccole comunità come la nostra si trovano gli anticorpi per combattere questi virus che sembrano inarrestabili. La cultura dell’accoglienza, della solidarietà e del volontariato sono la medicina migliore per tirarci fuori da questo periodo nero. Mi pare che noi, a Urbe, ci stiamo dando da fare positivamente: abbiamo famiglie e bambini che vengono da altre parti d’Italia e del mondo che si sono perfettamente integrati e sono una ricchezza per tutta la comunità, nel rispetto di regole condivise.

Ci conosciamo tutti ed è pertanto più facile aiutare gli anziani, i più deboli e i più bisognosi. Ci sono coloro che, in ogni frazione, spontaneamente si curano, ognuno secondo il tempo e le capacità di cui dispongono, delle proprietà comunali - aiuole, alberi, tombini, fontane - oppure organizzano feste e sagre, allestiscono lotterie, si curano delle chiese, senza parlare dei volontari della Croce Rossa e delle Protezione Civile. Quando non ci si divide, quando si fa squadra, si vince: possiamo tutti dare e fare di più ma, ripartendo da questi piccoli grandi valori, abbiamo ancora la speranza di una rigenerazione contro la corruzione, il malcostume e l’indifferenza dilaganti. Fabrizio Antoci Sindaco di Urbe

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Un beato a Sassello

i è ufficialmente conclusa martedì 6 gennaio con il sigillo da parte del vescovo di Acqui, monsignor Pier Giorgio Micchiardi (nella foto), della documentazione che verrà inviata alla Congregazione per le Cause dei Santi, la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio, il carmelitano scalzo fra Gioacchino al secolo Leone Pietro Giacomo Ramognino. Nato a Sassello in provincia di Savona il 12 febbraio 1890 da una famiglia modesta e laboriosa, da giovane si mise a fare il falegname dopo aver aiutato sin da piccolo i genitori in diverse attività. La sua partecipazione attiva ed intensa a momenti associativi, confraternite e opere di mutuo soccorso furono da subito esempio di profonda atten-

zione ai bisogni della gente. Fra Gioacchino è soprattutto ricordato per essere stato il promotore dell’idea di erigere un santuario in onore di Maria Regina della Pace sul monte Beigua. Gian Luca Ferrise

Fuochi d’artificio tra le montagne del Beigua

Urbe dà il benvenuto al 2015 L

a solita vecchia storia, tante aspettative moltissime delusioni. Capodanno scivola quasi sempre via con una coda di sorda delusione. C’è chi sceglie una città d’arte, chi una festa esclusiva in un locale alla moda e c’è anche chi “organizza tutto a casa, così è più facile”, ma il risultato quasi sempre è lo stesso: una serata storta, in “cui si vuole fare troppo e invece si finisce col non fare nulla”. Eppure c’è chi si diverte, quasi nascosto tra i monti e le valli. Il 31 dicembre

i cittadini di Urbe e i villeggianti hanno festeggiato un ultimo dell’anno davvero diverso. Nonostante il leitmotiv della temperatura sotto zero, la serata “ha scaldato i cuori”, come ha detto il sindaco Fabrizio Antoci nell’inviarci una suggestiva istantanea dei festeggiamenti di fine d’anno. E a giudicare dalla foto che qui vi proponiamo, scattata ai rintocchi della mezzanotte, quello di Urbe “è un anno nuovo che sarà tutto da ricordare”. Scaramouche

Sassello&Urbe

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itengo che il percorso che ci ha condotto all’Unione con Sassello sia l’unico percorribile, in considerazione sia delle leggi vigenti e di quelle che si annunciano nel breve, sia delle obiettive difficoltà in cui si dibattono i piccoli comuni come il nostro, oberati ormai da mille normative e stretti fra le esigenze dei magrissimi bilanci e la necessità di fornire, sempre e comunque, servizi all’altezza. Siamo orgogliosi del nostro stemma e della nostra storia ed è per questo che consideriamo l’Unione una giusta risposta ai nostri problemi, una risposta di buon senso e antitetica rispetto alla fusione. Con i contributi regionali e statali che saranno attributi all’Unione dei comuni del Beigua, si copriranno le spese e gli investimenti di avviamento, in primis per adeguare ed uniformare le piattaforme informatiche dei due comuni. Abbiamo già avviato sinergie nelle attività di Ragioneria e, a brevissimo, ci convenzioneremo per la funzione di Polizia Municipale. A seguire provvederemo, in sintonia con Sassello, ad integrare le altre funzioni, secondo il cronoprogramma già consegnato alla Regione. Questo percorso ci consentirà, a regime, una migliore organizzazione del lavoro, maggiore efficienza e competenza, il tutto per il bene delle nostre comunità. Lasciatemi infine esprimere le mie congratulazioni per il primo presidente dell’Unione, eletto nella seduta inaugurale del 23 dicembre, Daniele Buschiazzo, cui va tutta la stima mia e di tutta la nostra amministrazione. Fabrizio Antoci

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Un anno decisivo Il Sindaco, Enrico Bertero, ci spiega la vicenda inerente la struttura simbolo della città

Tutto sul Grand Hotel

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n anno decisivo per la città termale. Il 2015 sarà un anno molto importante per il futuro di Acqui Terme. Infatti, nelle prossime settimane, verrà pubblicato il bando per la realizzazione delle nuove sedi per le scuole medie cittadine. La scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Bertero è stata quella di utilizzare in nuovo strumento del contratto di disponibilità. Anche l’area produttiva ed artigianale di regione Barbato potrà finalmente decollare grazie all’ampliamento del passaggio a livello della linea ferroviaria Acqui Terme – Alessandria. Oggi i mezzi pesanti non possono raggiungere regione Barbato in quanto il passaggio a livello è troppo stretto. Con il suo allargamento l’area diventerà finalmente accessibile per i camion e quindi pienamente fruibile per le aziende. Per quanto riguarda invece il sistema termale acquese è stata assegnata proprio nei giorni scorsi la gestione del grand hotel Nuove Terme di piazza Italia per otto mesi al gruppo Uappala Hotels di Livorno. Nel frattempo, le Terme di Acqui stanno effettuando la valutazione del proprio patrimonio aziendale per poi giungere alla definitiva messa in vendita delle quote sociali che secondo le previsioni dovrebbe avvenire entro la fine dell’estate. Attualmente il pacchetto azionario delle Terme di Acqui spa è in mano per il 79,9% a FinPiemonte Partecipazioni, la finanziaria della Regione Piemonte e per il 16,77% al Comune di Acqui Terme. Le restanti quote del 2,19% sono della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e per l’1,05% dall’omonima banca a cui si aggiunge il restante 0,08% che è in mano alla Finsystem di Genova. La vendita ai privati delle Terme di Acqui dovrebbe finalmente consentire il rilancio del sistema termale acquese. Il 2015 oltre ad essere l’anno dell’Expo sarà l’occasione di una serie d’importanti eventi. Nei prossimi mesi si terrà il campionato mondiale di scacchi mentre il 10 e 11 ottobre Acqui Terme verrà letteralmente invasa da oltre 25 mila penne nere per il raduno del 1° raggruppamento alpini che comprende Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Francia. L’evento più importante dell’anno sarà comunque rappresentato dalla mostra antologica dedicata a Pablo Picasso che si terrà nell’area espositiva del liceo classico “Giuseppe Saracco” di corso Bagni. (g.l.f.)

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aziende di filatelia e numismatica del settore, e da un allora giovane dottor Carlo Sburlati. La fontana d’acqua calda ormai divenuta caratteristica della città aveva rappresentato allora una speranza di rilancio termale per la città, speranza ancora attuale. Dalla Bollente insomma “nasce” e deve ripartire il futuro della città termale.

176 mila euro. Ci facciamo spiegare dal Sindaco di Acqui Terme, Enrico Bertero, cosa sia accaduto: “Il problema che si era presentato durante la gara era quello che il gruppo Allegroitalia aveva preso parte alla gara non direttamente ma con una società partecipata che però non aveva il requisito richiesto della gestione di strutture alberghiere per un determinato numero di anni. Di qui - continua il Sindaco - l’assegnazione con riserva ed una serie di successivi approfondimenti che alla fine hanno determinato la scelta del consiglio d’amministrazione di assegnare la gestione al gruppo Uappala Hotels nonostante l’offerta fosse stata inferiore rispetto al gruppo Allegroitalia”. Spontaneo chiedersi come si evolverà questa situazione e cosa si proporrà per questa struttura una volta che il gruppo Uappala Hotels terminerà il suo mandato di gestione. Attualmente chiuso per manutenzione ed inventario delle suppellettili, la riapertura del grand hotel è prevista per il prossimo 1° febbraio, data d’inizio del contratto per il nuovo gestore. Attesissima qualche indiscrezione circa il processo di privatizzazione attualmente in atto che dovrebbe entro quest’anno portare alla pubblicazione di un nuovo bando per la cessione delle quote della società termale acquese da parte di FinPiemonte Partecipazioni che attualmente ne detiene il 79,9 % mentre anche il Comune di Acqui Terme che possiede il 16,77% del pacchetto azionario dovrebbe procedere alla pubblicazione di un bando per la dismissione della propria partecipazione nelle Terme di Acqui.

Federica Balza

Federica Balza

na questione particolarmente travagliata quella dell’assegnazione della gestione per i prossimi 8 mesi dell’hotel a quattro stelle di piazza Italia. Ma ecco che, dopo lunghe giornate di attesa, si è finalmente definita l’assegnazione della gestione del grand hotel Nuove Terme. Il consiglio d’amministrazione delle Terme di Acqui presieduto dall’avvocato Stefano Ambrosini ha definitivamente assegnato la gestione al gruppo Uappala Hotels di Livorno nonostante dopo l’apertura delle buste e la gara al rilancio la gestione fosse stata assegnata con riserva al gruppo Allegroitalia Hotels & Resorts. Il gruppo, che annovera fra le sue gestioni anche il Golden Palace di Torino, aveva presentato l’offerta più alta superando la soglia dei 300 mila euro sebbene la base d’asta fosse stata posta a

La Bollente Il monumento F L ilippo Lingeri, cittadino acquese ed eccellente curatore del seguitissimo gruppo Facebook “Sei di Acqui se...”, lancia un appello, condiviso da molti cittadini acquesi: “Il monumento della Bollente non dovrà andare ai privati”. È possibile infatti che, in occasione della prossima cessione delle quote sociali ai privati, il monumento, di proprietà delle Terme di Acqui, opera dell’ing. Cerruti e inaugurato l’11 maggio del 1879, non rimanga di proprietà pubblica. Il sindaco Enrico Bertero accoglie l’appello e conferma il sussistere del problema: “Fino ad oggi come amministrazione comunale non ci siamo posti questo problema ma evidentemente

deve essere analizzato con attenzione per trovare una soluzione tenuto conto che il monumento della Bollente è a tutti gli effetti di proprietà delle Terme di Acqui e con la cessione delle quote sociali potrebbe effettivamente passare ai privati”. Aggiunge, quindi, essere un problema di cui parlerà al prossimo incontro con il Consiglio d’Amministrazione. Fra le soluzioni: la “scorporazione”, strumento grazie al quale il monumento della Bollente verrebbe assegnato al Comune di Acqui Terme che, già da sempre, ne cura periodicamente la manutenzione. Restiamo in attesa degli sviluppi. Federica Balza

a fontana “la Bollente” e il suo monumento opera dell’ing. Cerruti veniva inaugurato l’11 maggio del 1879 con la contemporanea sistemazione dell’omonima piazza. Le Poste Italiane emetteranno nel 1979 un francobollo dedicato al primo centenario a seguito di una campagna fortemente voluta dall’editore Bolaffi, proprietario di una delle più importanti

Premio Acqui Ambiente

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l Premio Internazionale Biennale Acqui Ambiente giunge quest’anno alla decima edizione: una manifestazione scientificoculturale che ha preso spunto dalla pluriennale lotta degli abitanti della valle Bormida per il diritto a vivere in un ambiente salubre, pulito, sano e culturalmente stimolante. In questi giorni gli editori stanno spedendo libri che concorrono nella sezione delle opere a stampa di autori italiani e stranieri pubblicate dal 2013 al 2015 su argomenti scientifico-divulgativi relativi all’ambiente e libri dedicati alla tutela del territorio. (f.b.)


GENTE D’IMPRESA: La Elete S.r.l. un’eccellenza del territorio a tutela della nostra tranquillità

Paesi: sicurezza e tecnologia P

er la nostra rubrica “Gente d’impresa” presentiamo la Elete S.r.l., azienda ovadese leader nel settore della vigilanza. Elete Guard ha iniziato la propria attività il 1 gennaio del 2001, dopo che per anni il titolare, Severino Tirandi, si era occupato di impiantistica per allarmi. “È stata una naturale evoluzione - ci dice Tirandi – ci siamo infatti accorti del fatto che ormai far suonare una sirena non era più un deterrente per fermare i malintenzionati. Occorreva fare di più, dando una copertura completa ai nostri clienti. Perciò, da gestori di impianti di sicurezza, dopo aver acquisito la certificazione del RINA per la Qualità e l’attestazione di Professionista della Security Aziendale, siamo diventati una azienda di vigilanza con guardie armate e videosorveglianza”. Elete gestisce impianti in un territorio molto ampio che copre l’intero ovadese, arrivando sino a Genova e alla riviera ligure. “L’area compresa tra Masone e Tortona, e tra Lerma e Prasco è completamente servita dalla nostra rete Wireless criptata con nostri ripetitori – prosegue Severino – un territorio così vasto richiede la ricezione tempestiva degli allarmi per poter partire prima e riuscire ad arrivare in un tempo ragionevole. Questo è il motivo per cui proponiamo rivelatori e telecamere esterni.”. Chiediamo quale sia, oltre al “fattore tempo”, un altro dato fondamentale per Elete: “Per noi è importantissimo che arrivi il segnale di allarme, per questo testiamo tutte le centrali dei nostri clienti anche più volte al giorno. Le Telecamere installate sono poi di grandissimo aiuto per ottenere informazioni adeguate al rischio

e informare opportunamente la pattuglia presente sul posto”. Eppure con un sistema di telecamere in teoria i ladri dovrebbero essere immediatamente riconosciuti: “Non è così semplice, dato che noi seguiamo scrupolosamente le norme sulla privacy – spiega Tirandi – le nostre

telecamere, che devono essere sempre annunciate da segnalazioni apposite, richiedono autorizzazioni specifiche da parte del Garante della Privacy, a cui noi ci atteniamo scrupolosamente”. Chiediamo ancora: “Le Pubbliche Amministrazioni sono sensibili al problema

della sicurezza?”: “La domanda di sicurezza da parte della popolazione è molto forte e i comitati di quartiere richiedono la presenza di aree video-sorvegliate. I Comuni certamente “sentono” il problema, ma devono rispondere anche a esigenze di bilancio. Il rischio serio però è che spesso quando le telecamere servono non funzionino correttamente. Mantenere l’adeguato livello di servizio è per noi un impegno imprescindibile, per questo tutte le telecamere dei nostri clienti vengono controllate anche più volte al giorno, per avere la certezza che quando le immagini servono siano poi realmente disponibili”. Elete ha 9 guardie armate per il presidio della sala operativa e per i servizi di ispezione presso i siti dei clienti abbonati: “La copertura per 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 rappresenta il nostro

impegno costante per essere sempre pronti alle esigenze dei nostri clienti. Riuscire ad allestire anche delle Pattuglie diurne significa fare due turni in più rispetto ai due turni canonici delle guardie notturne, quelle che mettono i biglietti nelle serrande dei negozi per capirci, e ci permette di essere sempre subito pronti per essere più vicini alle esigenze dei nostri clienti”. Vi è mai capitato un episodio particolarmente singolare, in merito ad una segnalazione di un privato?: “Constatiamo come i ladri, negli ultimi anni, siano quasi sempre organizzati in bande di 3-4 elementi e questo rende difficile il nostro lavoro sul campo. In più sanno perfettamente che appena toccano il suolo pubblico, diventano privati cittadini e diventa difficile poter procedere. Si figuri che durante un’effrazio-

Quando la campana suona per chi è andato via: dall’Orba allo Utah

Storia di un silvanese minatore

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iemonte, primi del Novecento: Cesare Motta è un contadino di Silvano d’Orba che per sfuggire alla miseria decide di emigrare oltreoceano, insieme all’amico Luigi Bisio. A raccontare la loro storia è una delle discendenti di Luigi. I due arrivano negli USA e si trasferiscono nello Utah, dove lavorano nella miniera di rame del Bingham Canyon, vicino a Salt Lake City. I due parlano inglese poco e male, ma sanno essere prudenti: quando arriva la paga, invece di sperperarla in qualche saloon, can-can, whiskey, poker e don-

ne facili, i due corrono in città e spediscono i soldi in patria, per la famiglia. Cesare e Luigi lavorano negli States per 15 anni, tornando ogni tanto a Silvano a rivedere amici e parenti. Durante uno di questi soggiorni, Cesare sposa la

cognata di Luigi e si trasferisce in USA dove nascono, Elma, Ambrogio (Bisi) e Domenico. La famiglia Motta acquista un piccolo terreno dove coltiva ortaggi secondo la tradizione silvanese. Ha successo, e dal campo si passa ad una fattoria che Domenico e Bisi hanno condotto fino alla pensione. Ma i legami con la terra dei padri non sono interrotti: quando uno dei figli di Cesare, Domenico, ormai già grande e sotto le armi, viene inviato nel 1953 di stanza a Parigi, prende una licenza per visitare Silvano. L’obbiettivo della sua macchina fotografica coglie le immagini più

suggestive del vecchio borgo, della processione di San Pancrazio, della vendemmia e delle elezioni, quando ancora la DC sfidava alla “Peppone e Don Camillo” il PCI. Il tempo passa, l’amore per le proprie radici non muta. I ragazzi di Cesare Motta sono ormai cittadini americani, ma dai viaggi a Silvano si sono portati oltreoceano il suono registrato delle campane del borgo. L’eco delle campane in America non si sente ed a loro manca, dicono i parenti quando parlano dei silvanesi d’America. Matteo Clerici

ne, una volta scoperti dalla signora che si era sporta dal terrazzo, i ladri non hanno fatto altro che fare un passo dall’altra parte della strada e, stando fermi, guardare con sfacciataggine verso il nostro cliente.”. Dopo i primi anni, in cui la videosorveglianza, soprattutto nei luoghi pubblici, era avvertita dalla popolazione come una violazione della privacy, una specie di “grande fratello”, la situazione è molto cambiata. Anzi si è, per certi versi, completamente rovesciata: un luogo video-sorvegliato è un posto dove ci si sente più sicuri: “Questo è proprio vero anzi, le richieste dei cittadini per l’installazione di nuove telecamere in aree più o meno a rischio sono sempre di più anche se non è la telecamera a rendere sicuro un luogo, ma una vigilanza costante, veloce ad intervenire ed efficace nelle procedure di intervento.”. Se doveste dire qualcosa che contraddistingue in modo particolare la vostra azienda?: “Non dovremmo dirlo noi – risponde il titolare – ma la formazione continua, l’attenzione all’evoluzione tecnologica, il rapporto fiduciario che si instaura con i nostri clienti sono certamente un plus che ci viene riconosciuto. Un cliente che ci sceglie, praticamente, ci consegna le chiavi della propria casa in mano. Logico che si fidino molto di noi”. Prima di congedarci Severino Tirandi ci dice: “In un mondo tecnologico come il nostro, anche i ladri sono sempre più preparati, per questo noi, che abbiamo la responsabilità delle proprietà affidate in sorveglianza, dobbiamo cercare di essere sempre almeno un passo avanti!”. L’eterna “lotta tra Guardie e Ladri” si arricchisce di un nuovo capitolo. (m.n.)

Le nuove sentinelle

P

assando per un paese qualunque di Rondinaria, le telecamere sono ormai vista comune. Nei negozi come negli spazi pubblici, moderne o più datati, gli occhi elettronici fanno parte della nostra vita quotidiana. Di fronte a tale aumento di tecnologia, qualcuno sicuramente penserà a Skynet, la rete di computer principale antagonista della serie Terminator. Aldilà di paure apocalittiche, più telecamere vuol dire più sicurezza in zone altrimenti difficili da controllare. “Skynet si è fermato a Rondinaria”, può essere cosa buona. (m.c.)

O la terra o il lavoro

L

a storia di Luigi Bisio, riportata in questa pagina, è racconto dolce amaro. È un bel racconto di realizzazione e coraggio, di un uomo capace di andare oltreoceano ed ottenere un futuro migliore. Ma è anche una storia di dolore e sacrificio: abbandonare la propria terra non è facile, lasciare i propri affetti, emigrare è sempre una scommessa. Ora, la storia si ripete: come nella Silvano d’Orba che fu, i giovani italiani espatriano in cerca di futuro. O la terra od il lavoro, a voi la scelta. Matteo Clerici


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l’inchiostro fresco

RONDINARIA

Febbraio 2015

La vita e la casa di Carlo Massone testimoniano la sua tragica vicenda

Pensieri in libertĂ de “l’inchiostro frescoâ€?

“Sono un cittadino di serie Z� “S

ono un cittadino di serie Z, ecco quello che sono. Non posso piĂš andare avanti cosĂŹ, guardate come sono costretto a vivereâ€? ci dice Carlo Massone quando ci accompagna a visitare la sua casa ai Crebini Cazzuli, dove vive da solo in condizioni quantomeno disagiate. Infatti, a causa della vicenda prima dei camion con i collaudi falsi e poi per la mancanza cronica di lavoro portata dalla crisi, il camionista non ha piĂš alcuna forma di reddito e in piĂš “non ho neppure sviluppato i contributi necessari per avere una pensione, come devo fare?â€?. La casa di Massone si articola su tre piani e all’ingresso sono appesi ad una parete tutti gli stralci degli articoli di giornale che nel corso di questi trentun anni si sono occupati della sua vicenda. La prima stanza, una sorta di studio, è invasa da un numero incalcolabile di fogli e faldoni “tutti documenti raccolti da me che testimoniano quest’orrore che mi riesce difficile chiamare vitaâ€? esclama il castellettese. In un angolo vi è una stufa, dall’aria piuttosto vecchia e consunta, “unica forma di riscaldamento che mi posso permettereâ€? dice il camionista. Ai piani superiori vi è un’altra sala, dove sono contenute invece le cartelle esattoriali di Equitalia e tutte le citazioni in Tribunale e multe, “ho talmente tanto buste verdi (le comunicazioni giudiziarie, ndr) che sembrano un cesto di insalataâ€? fa, tra il serio e il faceto, Massone. Infine all’ultimo piano c’è la cucina, con un desolante frigo vuoto. Alla nostra domanda su come, dato che non possiede reddito, riesca a sopravvivere, Massone ci dice: “Grazie a forme di solidarietĂ spontanea, come quella di una signora di Mantova che mi ha donato alcuni pacchi di cibo (pasta, conserva di pomodori e formaggi, ndr). Gli assi-

che siano legali o no per cui allo stato attuale delle cose posso dire che i Velo-ok sono legali. Detto questo lo strumento in questione non è nient’altro che un cilindro vuoto di materiale plastico e di colore arancione con un led di segnalazione sulla sommitĂ alimentato da un pannellino solare. Per cui di per sĂŠ serve esclusivamente come deterrente nelle zone critiche dove di solito gli automobilisti indisciplinati corrono troppo; ma all’occorrenza può essere dotato al suo interno di sistema di rilevazione della velocitĂ ma in questo caso deve essere presidiato da un’agente delle forze dell’ordine perchĂŠ la multa sia valida, anche se l’argomento è molto nebuloso in quanto sembra che ultimamente il ministero dei trasporti abbia cambiato l’articolo che ne regola l’utilizzo. L’unica cosa chiara per me rimane il buon senso: per cui Velo-ok o no NON correte soprattutto nei centri abitati. La vita, a differenza di una multa, non ha prezzo.

stenti sociali mi hanno dato un buono di 50 euro, lo scorso novembre e dicembre, per fare la spesa. Come posso tirare avanti in questa condizione?â€?. Infine, Carlo Massone ci mostra la propria camera da letto che egli stesso definisce “tanaâ€?. In effetti piĂš che ad una camera da letto rassomiglia maggiormente ad una di quelle tane che i soldati, impegnati durante la Prima Guerra Mondiale, si scavavano letteralmente tra una trincea e l’altra. Sopra la testata di un letto improvvisato ecco le fotografie degli immancabili camion, quasi una sorta di monito giornaliero: la prima cosa che Massone vede, quando si sveglia o quando va a dormire, sono la foto dei suoi camion, il simbolo della propria vicenda paradossale e tragica. “Sono un uomo solo, ossessionato dai suoi debiti e che si mangia le mani per essere stato onesto, troppo onesto da piĂš di trent’anni. Non so se avrò la forza di tirarmi su ancora dal letto. Se le cose non cambieranno in fretta – afferma Carlo Massone prima di salutarci in una nota finale piena di inquietudine – non so davvero per quanto ancora avrò la forza di vivereâ€?. Dal primo gennaio 2015 sono cambiate le norme per la revisione periodica degli autoveicoli. Infatti la legge impone ai centri di revisione privata di dotarsi di videocamere, in modo da documentare il regolare svolgersi delle operazioni. “Tutto giusto – commenta Carlo Massone – peccato che per chi come me ha a che fare con i mezzi pesanti non si può rivolgere ai centri privati, ma alle Motorizzazioni, le quali non hanno l’obbligo di dotarsi di camereâ€?. Gattopardianamente insomma, sostiene Massone, “si cambia tutto per non cambiare nienteâ€?.

Daniele CifalĂ

Mattia Nesto

Bosco Marengo, paese “presidiato�

Velo-non ok D

allo scorso 20 Dicembre chi passa da Bosco Marengo avrĂ trovato ad accoglierlo gli ormai famosi Velo-ok; indipendentemente dalla strada da cui si arrivi loro sono lĂŹ ad aspettare. Per dovere di cronaca esattamente un giorno dopo uno dei Velo-ok è stato vandalizzato dai soliti incivili ma è stato prontamente ripristinato. Dunque facciamo un po’ di chiarezza su questi Velo-ok, cosa sono e come funzionano. Iniziamo col dire che ne ho lette e sentite di tutti i colori soprattutto sul fatto

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Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione e nel contempo lettera aperta indirizzata al Sindaco di Carrosio

Carrosio, mia cara Carrosio

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arrosio, mia cara Carrosio, sei purtroppo in continuo e costante declino. Quanto scritto nella Divina Commedia da Dante - III canto dell’inferno, “Lasciate ogni speranza Voi ch’entrateâ€? potrebbe sicuramente ben adattarsi al nostro beneamato paese. L’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Cassano, reggente oramai 2007, non può certamente esimersi da evidenti responsabilitĂ per ciò che sta accadendo. L’area industriale ha avuto oramai il sopravvento su quella urbana. Lo spopolamento è certamente un dato di fatto inconfutabile. Molti e molti anni fa se non altro era luogo di villeggiatura, oggi neanche piĂš questo. E dico ciò con immenso rammarico. Recentemente un fatto è stata l’ennesima riprova di questo impoverimento. La macelleria ha chiuso. Non perchĂŠ a Carrosio siano tutti vegetariani, ma bensĂŹ perchĂŠ l’amministrazione di Voltaggio ha offerto un piccolo contributo spese, affinchĂŠ l’attivitĂ si trasferisse da loro. Cosa ha fatto il nostro Sindaco per difendere una delle pochissime attivitĂ commerciali presenti? Nulla! Nessun contributo, nessun aiuto! Per sottoscrivere però polizze di tutela legale in favore degli amministratori comunali, i soldi sono stati reperiti, eccome. Soldi pubblici, dei cittadini. Se si considera che l’etĂ media delle persone residenti a Carrosio è di oltre 75 anni, si ha la necessitĂ di sostenere incondizionatamente e senza remore le due o tre attivitĂ ancora rimaste. Queste continuano il loro lavoro, certamente piĂš per spirito di servizio che per redditivitĂ . Ma purtroppo non finisce qui. Parrebbe infatti che anche il medico Massa stia per lasciare‌ Sicuramente negli ultimi anni il

Sindaco ha riservato estrema e massima attenzione per altre problematiche, sicuramente rilevanti quali il Metanodotto, la Centrale a Biomasse, il Terzo Valico, impiegando il tempo a fare riunioni, a partecipare a congressi, a contattare consulenti, ad elaborare progetti. Ha tralasciato però le piccole cose, quelle dei semplici cittadini. Ma talvolta sono proprio le piccole cose che fanno la differenza. Oggi i cittadini si sentono soli, abbandonati al proprio destino. Privi magari di cose banali, come un semplice momento di aggregazione. Neanche per il Capodanno l’amministrazione è riuscita ad organizzare un piccolo evento, nonostante siano state recentemente effettuate notevoli spese sia per la ristrutturazione dell’asilo che per l’acquisto della cucina al suo interno, nulla è stato fatto. Carrosio un paese a dir poco lunare. Basta attraversare le sue vie in un qualsiasi giorno della settimana: un deserto. Non si incontra nessuno. L’unica ragione che oggi stimola le persone a venire nel nostro paese è la voglia di passare una piacevole serata nella nostra bellissima pizzeria. Ah dimenticavo‌ i 20 minuti in cui avvengono i fuochi pirotecnici per la festa patronale! Ho ritenuto doveroso scrivere queste brevi considerazioni certamente con spirito di critica ma finalizzate ad una crescita ed a difesa di quelle poche cose che ancora ci sono rimaste. Odino Piero Odi

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l’inchiostro fresco

RONDINARIA

Febbraio 2015

Sui binari dei ricordi

Alla scoperta di un percorso storico-culturale ideato da Pierfranco Romero

Silvano: un paese denso di storia C

on questo numero de l’inchiostro fresco termino la mia “Via Crucis” sperando di non avervi annoiato troppo. Devo però dire che parecchi lettori hanno telefonato alla redazione del giornale ed a me per avere più notizie e per sapere come visitare i siti: a loro un Grazie affettuoso. Considerato che il territorio di “Rondinaria” non è solo il silvanese ma è ben più vasto, mi permetterò di scrivere di questa bellissima zona, ricca di storia e di monumenti, in un prossimo numero a veloce “volo d’uccello”. Grazie a tutti.

Pierfranco Romero

Ecco la Madrina del mese

Comune di Silvano d’Orba

La Soms

La Fontana

La Pietra Grossa

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O

ggi nel centro del paese un bel fabbricato: il nostro Comune. Per quel che ricordo la sede comunale nei primi del’900 (1925?) era sito nel palazzo delle Scuole Elementari, al primo piano. Grazie all’interessamento dell’allora Sindaco, professor Meo Minetti, Monsignor Mariani cedette alla cittadinanza l’edificio che ospitava l’asilo infantile intitolato a Palmina Robbiano. L’edificio non solo fu ristrutturato ma, sul retro fu costruita una casa alloggio per anziani e, nelle vecchie stalle, un bellissimo spazio polivalente particolarmente adatto a mostre e conferenze. Le foto di questa pagina sono di Claudio Passeri.

L’Arca di Noè

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a Società Operaia di Mutuo Soccorso viene fondata a Silvano nel 1876 con il preciso scopo di sostenere le famiglie dei soci in caso di necessità. Fu proprio nel periodo della Guerra ’15-’18 che fu operativa, aiutando le famiglie che si trovavano in difficoltà economica perché padri, mariti e figli erano stati chiamati alle armi e, molti, purtroppo non tornarono. Nel 1905 finì la costruzione del fabbricato che oggi vediamo: fu per molti anni sala da ballo e cinematografica, ospitò anche più o meno improvvisate compagnie di rivista. Oggi, rivisitata ed ampliata, viene utilizzata in particolare per presentazioni culturali, sportive e per rappresentazioni teatrali. Sulla Soms ha scritto un bellissimo libro Marina Elettra Maranetto (pluripremiata scrittrice di origini silvanesi): “Una storia nella cronaca – La società operaia a Silvano d’Orba dal 1876 al 1926”.

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ulla strada che porta al ponte e piene dei torrenti Orba sull’Orba che collega Silvano e Piota molti, molti anni a Rocca Grimalda, una vecchia fa, portarono alla luce questo fontana. In effetti a fine ‘800 “enorme masso” che costituì per inizi ‘900 era un lavatoio che molto tempo punto di riferimenveniva utilizzato dalle silvanesi to per le carte topografiche e fu per lavare indumenti, fare bu- termine di confine tra Silvano cato, oppure come fontana per e Rocca Grimalda (confine più rifornirsi di acqua ad uso do- volte contestato). Se oggi quemestico. Purtroppo il lavatoio sto reperto storico può essere era posto a fianco di un rio che ricordato nell’antico splendore, faceva defluire le acque di sco- lo dobbiamo a Dominic Motta, lo di cucine e bagni. Negli anni che nel 1953 la immortalò con Quaranta infiltrazioni di questi altre bellezze di Silvano che liquami causarono un’epidemia sono scomparse. Nel 1977, una di tifo: il medico condotto decre- disastrosa alluvione la somtò la chiusura del lavatoio. Apriti merse quasi completamente: lo o cielo! Ed a furor di popolo fu scorso agosto un gruppo di gioriaperta la fontana: si ripresentò vani silvanesi dell’Associazione il tifo. Il lavatoio fu chiuso defi- “Silvano Oggi”, con la collaboranitivamente e solo negli scorsi zione storica del circolo dialetanni è stato ristrutturato ed oggi, tale “Ir Bagiu”, ha riportato alla si può vedere in tutta la sua ori- nostra vista buona parte della pietra stessa. ginale bellezza.

di Davide Ferreri

Il globo amonte r a i h C a r u a L re di Novi Ligu Intervista di Chiara Boarini su www.inchiostrofresco.it

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n esercizio di geografia molto facile è guardare anche di sfuggita un planisfero e vedere la distribuzione delle nazioni sul totale del nostro pianeta. Europa e Stati Uniti, che hanno tirato i fili della Storia degli ultimi 2500 anni circa, anche perché i fili li avevano in mano loro, sono due coriandoli nella vastità delle popolazioni che abitano le terre emerse. Se fra duecento o duecentomila anni dovesse rovesciarsi la proporzione fra suolo occupato e potere internazionale, il fenomeno non sarebbe né bello né brutto, né favoloso, né catastrofico, ma solo, per il calcolo delle probabilità, del tutto realistico.

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Novi Ligure

ulle nostre pagine facciamo ancora una volta rivivere, grazie al reportage firmato da Giovanni Calderone e “illustrato” da Claudio Passeri, “questo piccolo gioiello” che il 5 maggio 1953 da una “mano barbara e vile” venne cancellato. Un percorso sinuoso che partiva da Novi Ligure ed arriva fino ad Ovada. Un “giro dei paesi su rotaia” il cui ricordo è ancora vivo nel cuore di chi è stato passeggero anche per un solo giorno. Nell’articolo (che potrete trovare proposto integralmente sul nostro sito) Calderone si interroga sui motivi che spinsero le Autorità di allora a dismettere questa linea perfettamente integrata con il territorio, in nome di un non ben definito progresso ed a favore delle “couriere”, ben più inquinanti e ingombranti. Noi de “l’inchiostro fresco” ci sentiamo in dovere di non perdere questa memoria del tempo che fu, perché se è vero che “la Storia è maestra di vita”, è vero anche che “dagli sbagli si impara”. Invece di inseguire un fumoso quanto dubbio progresso, perché non ripensare alle cose davvero utili e funzionali, come appunto fu questa splendida tramvia, che il passato ci aveva donato? Eleuterio

Sul nostro sito: www.inchiostrofresco.it ampio servizio sulla tramvia Novi-Ovada

Ovada


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l’inchiostro fresco Febbraio 2015

Frugarolo e Bosco a piedi

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a politica di contenimento dei costi ha coinvolto come sappiamo anche il territorio alessandrino attraverso una riduzione delle fermate dei treni, con conseguente rischio di un vero e proprio isolamento nonché di notevoli disagi per i lavoratori pendolari e gli studenti. Proprio i tagli alle fermate sulla linea “Torino-Genova” hanno messo in seria difficoltà gli abitanti di Frugarolo e Bosco Marengo, che già nel maggio scorso si sono riuniti in un’assemblea pubblica per far sentire la loro voce contro le decisioni prese da Trenitalia e Regione Piemonte. Il periodo di difficoltà economica e la necessità di una riduzione della spesa, infatti, hanno condotto a decisioni che rischiano di paralizzare il tessuto locale, mettendo a dura prova tutti coloro che sono costretti giornalmente a ricorrere al servizio ferroviario per ragioni di studio o di lavoro. Proprio per questa ragione, i due comuni interessati dai tagli continuano la loro battaglia per un ripristino delle fermate dei treni, inserendo un apposito questionario on line che, una volta compilato, permetterà di quantificare il bacino di utenza del servizio. Il questionario, in forma anonima, lo si trova nel sito del Comune di Frugarolo e può essere compilato accedendo direttamente al form oppure stampandolo per poi consegnarlo presso i seguenti punti di raccolta a Frugarolo: Comune, Bar S.M.S., Bar “Dal Tubo”, Tabaccheria di Via Matteotti. Samantha Brussolo

L’anima dei paesi: i Sindaci con il loro spirito di servizio per la comunità

I re pastori dell’Oltregiogo I

re pastori. Nel mondo antico erano i primi sovrani, i capi delle più antiche comunità d’Europa. Lontani dagli sfarzi degli imperi orientali, i re pastori vivevano in piccoli nuclei, a volte poco più che famiglie allargate, e governavano grazie al carisma ed all’impegno per la comunità. Erano i custodi delle tradizioni locali, cucitori sociali che costruivano il loro regno giorno per giorno. Sono passati millenni, ma i re pastori esistono ancora nell’Oltregiogo. Sono il notaio, il parroco, il farmacista o il maresciallo dei carabinieri. Tutti i piccoli notabili di paese, fondamenta della società e custodi delle tradizioni, pronti ad assumere oneri e spesso privi di onori. Durante la Seconda Guerra Mondiale, furono questi “re pastori” a salvare i loro paesi, agendo da mediatori informali tra nazifascisti e partigiani. Negli anni del terrorismo agirono da moderatori della

Paese mio che stai sulla collina

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ndando ad intervistare i Sindaci ed avvicinandoci alle realtà dei paesi di Rondinaria, ci siamo resi conto di come questi Primi Cittadini siano in “trincea”. Infatti tra loro e la popolazione non vi è nessuna mediazione, come ad esempio hanno i politici di “più alto rango”, e abbiamo visto come faticano sempre più ad amministrare a causa, oltre alla mancanza di risorse, anche perché nei paesi stanno scemando le antiche figure, richiamate nell’articolo di Matteo Clerici, che facevano da “cuscinetto” tra loro e la gente. Vogliamo dunque rendere omaggio a questi Sindaci e nel contempo ricordare quell’”antico diorama” ormai andato, assumendoci nel nostro piccolo, come giornale, l’onere di contribuire a rendere ancor più vicina la figura del Sindaco alla sua gente. La redazione

scena politica, evitando che tante piccole Guerre Fredde si trasformassero in conflitti veri e propri. Con l’avvento della crisi, sono l’ultima risorsa per molti disperati, che lo Stato non può (o non vuole) aiutare. Spesso, danno l’impulso decisivo ad attività di volontariato o promozione sociale, sostenendo (con risorse proprie) organizzazioni meritorie ma fragili. In un mondo che cambia alla velocità della luce, mantengono vivi usi e costumi, tutelando un “piccolo mondo antico” magari pieno di difetti. Il regno di un “re pastore”, gli attuali Sindaci, è un regno difficile: non sono per lui gli onori di un conquistatore, né le ricchezze di un sovrano opulento. Più spesso, gli verranno rinfacciate le colpe, mentre i meriti verranno dimenticati. Allora, nel nostro piccolo, grazie a questi moderni re pastori.

RONDINARIA Santa Croce di Bosco

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ambio di proprietà a Bosco Marengo per il complesso monumentale di Santa Croce, il Demanio ha infatti deciso di donare la struttura al Comune. Dopo anni di controversie, quindi, il complesso torna, a titolo gratuito, ai boschesi come da promesse fatte dalla nuova giunta comunale e dal sindaco Gianfranco Gazzaniga qualche tempo fa. Per Santa Croce, ora, si prospetta un futuro da centro internazionale per la sicurezza del patrimonio culturale mobile in emergenza. Un’ottima notizia quindi per chi ama questa importante risorsa architettonica che speriamo venga valorizzata e curata sempre più. Daniele Cifalà

Matteo Clerici

Scopriamo l’arte di Leardo Traverso in esposizione a Gavi

L’arte dei presepi in Vallemme

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eardo Traverso è conosciuto, ormai da vent’anni, come “mister presepe”. Infatti il tecnico di computer nato a Carrosio ha una vera e genuina passione per quest’arte nella quale si contraddistingue per la cura nei dettagli e un legame molto stretto con il territorio. “È dal 1995 che faccio presepi – ci dice Traverso – ho iniziato così per gioco e ora tutti gli anni, da settembre a novembre, realizzo un presepe ex novo”. Originariamente le creazioni era tutte in legno ora sono fatte di gesso: “Per creare scene sempre nuove mi ispiro ai borghi dell’Oltregiogo, soprattutto quelli più piccoli – spiega il nostro interlocutore – le mie rappresentazioni non figurano mai un paese in particolare ma, come in una specie di puzzle, prendo un pezzo di uno e un pezzo dell’altro, per creare un set, a mio avviso, originale”. Le creazioni di Traverso presentano statuine

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semplici “di quelle che si comprano al mercato ma che io adatto per poter dialogare con le altre”. Infatti ad ogni statuina viene tolto il basamento e poi si “aggiunge” un oggetto: un sacco, una boccia, un fiasco di vino oppure uno scialle di seta. E in più, come bene evidenzia la foto, ogni singola abitazione è decorata anche all’interno, con cura e passione. “Tanto per dire quando ho dovuto realizzare una panetteria mi sono chiesto: – ci dice Traverso - come faccio a realizzare i filoni di pane? Ho provato con il dido, ma non ero capace. Allora mi sono messo ad impastare per davvero – illustra il nostro interlocutore – dei mini panini, appositamente pensati per il presepe”. Tutti i presepi di Traverso sono improntati al realismo, dalla proporzione tra gli oggetti e le statuine alla veridicità delle suppellettili: “Mi piace

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pensare ai miei presepi come un organismo vivente - afferma Traverso in conclusione del nostro incontro – una volta ho fatto una via che rimaneva un po’ buia e un po’ stretta. Allora ho inserito alla fine di questa via cieca un vespasiano, come quelli di una volta. Pura e semplice verità insomma, colorata verità”. Mattia Nesto


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Alessandro Grosso ricorda il padre Nino, storico proprietario del locale

Il Mulino di una volta R

aggiungiamo Alessandro Grosso, affermato imprenditore nel settore del design del legno, per farci raccontare “Il Mulino di una volta”, visto che suo padre, Nino, ne è stato lo storico proprietario ed “inventore”. “Molti si dimenticano che quando ha aperto il Mulino, nel 1968, c’erano soltanto altre due discoteche, anzi sale da ballo con dischi in Italia: il Piper di Roma e la Capannina di Viareggio – ci dice Alessandro Grosso – ricordo ancora la volta che mio padre Nino, imprenditore edile, passando per la val Borbera ha notato quel gruppo di case diroccato. Lì è nato il Mulino ed è diventato subito il centro nevralgico del mondo giovane di allora”. Ma chi “passava” per il Mulino? “Faccio prima a rispondere tutti – afferma sorridendo Grosso – figurarsi che nel 1969 è arrivata Patty Pravo. C’era tanta di quella gente che la statale da Vignole e Borghetto era completamente intasata, però in sala ci saranno state 200 persone scarse perché si pagava 5.000 lire, troppe. Allora mio padre ha messo il biglietto a tremila lire ed ha riempito in un attimo la sala. Se non un successo economico – continua Alessandro Grosso – fu un clamoroso successo d’immagine: da quel momento il Mulino lo conoscevano tutti”. Al Mulino si sono esibiti Beppe Grillo (“Veniva da Genova in treno e lo andavo a prendere in stazione ad Arquata”), Pippo Baudo, Mike Buongiorno, si poteva assistere al cabaret di Cochi&Renato, dei Gatti di Vicolo Miracoli, ascoltare

Nella foto grande la pista all’aperto coperta dal “fungo” diventato simbolo del locale stesso. A lato Nino Grosso impeccabile barman. Nella foto in basso Patty Pravo in un momento di relax prima del suo mitico concertro del 1969 con a fianco il piccolo Alessandro Grosso

il jazz di Romano Mussolini ed anche le grandi orchestre di liscio. “Una volta i cachet erano abbastanza contenuti – spiega Grosso – e di conseguenza si poteva avere grandi artisti sotto casa, per così dire. Alle volte poi si instauravano amicizie speciali, come quella con Fabrizio De André e Ivano Fossati. Una mi-

Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it ampio servizio fotografico

tica sera – prosegue l’imprenditore – davanti ad un caminetto Fossati, Oscar Prudente e De André hanno improvvisato un concerto con pentole e voce per pochi intimi. Una serata magica”. Grosso ha avuto anche una fortunata carriera come DJ “Uno dei primi qui in Piemonte. Ho lavorato con Linus a Radio Milano International ed una volta alle Rotonde di Garlasco ho presentato una sconosciuta cantante italo-americana: era Madonna!”. Il racconto di una stagione forse irripetibile che è finita nella seconda metà degli anni ’80, “Ovvero con l’esplosione delle tv private. Gli artisti prendevano di più e in televisione raggiungevano un pubblico ben maggiore”. Al Mulino sono cresciuti, ascoltando buona musica e guardando grandi spettacoli, intere generazioni di ragazze e ragazzi che lì si sono conosciuti e magari anche innamorati! Mattia Nesto

Il ballo è per giovani I

l ballo: un’attività socialmente associata a un mondo adulto, d’“altri tempi”. Nulla di più sbagliato. Spiccano i giovani, anzi, i giovanissimi. Presso la scuola WB Danze di Castellazzo Bormida si allenano talenti cat.12-15 anni. Federica e Vasile sono campioni italiani di liscio tradizionale piemontese classe B3 e vincitori della Coppa Italia nello stesso genere e nel ballo da sala. Elisa e Mattia sono campioni nazionali e detentori della Coppa Italia nel liscio tradizionale piemontese classe B1 e vicecampioni della Coppa Italia classe B2 nel ballo da sala. Ragazzi che hanno ereditato la passione per la danza dai genitori. La coppia Federica-Vasile si è formata un capodanno in una sala da ballo, a 10 e 8 anni, inizialmente per gioco, poi l’affinità in pista li ha decretati “ballerini da competizione”. Elisa e Mattia sono stati accoppiati intorno ai 10 anni e hanno subito “funzionato”. Il ballo non è solo divertimento, ma ha anche regole

da seguire. Una disciplina che fa felici anche i genitori, molto presenti e coinvolti. Perché il ballo è “poco moderno” ma completo: coinvolge mente, corpo, ha un piglio diverso. In tempi “virtuali” e di social network, si riscoprono il rispetto, il senso dello stare insieme e del ritrovarsi: i ragazzi si ingentiliscono verso le ragazze, si rapportano faccia a faccia e condividono esperienze. La ricchezza delle scuole di ballo sono proprio i giovani. Il ballo favorisce anche l’integrazione: Vasile, di origine rumena, ha trovato nella danza un forte strumento di coesione e condivisione. Federica, Vasile, Elisa e Mattia sono in primis amici, mai antagonisti, nonostante gareggino nella stessa categoria. Il ballo è corretto, rafforza i legami, diverte e coinvolge, aiuta a migliorarsi: parafrasando un famoso film, “non è (solo) uno sport per vecchi”. Benedetta Acri


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l’inchiostro fresco

ARTE - CULTURA - LETTERATURA - TEA

Febbraio 2015

Roberto Rizzo, storico gioielliere di Novi Ligure Scopriamo la coppia di falsari di opere d’arte a P

La mia vita da romanzo I falsi d’autore diventa R

oberto Rizzo è una persona tutta da leggere. L’abbiamo incontrato per una chiacchierata informale sul suo libro “Il testamento. Uno scambio di persone per l’eredità Arfini” uscito per la Casa Editrice Kimerik ma ben presto il discorso è scivolato sui “grandi temi”: dal concetto di uguaglianza e libertà nella società moderna, passando per pensieri come “la bella letteratura è quella che ti sorprende, che ti lascia con gli occhi incollati alla pagina” sino ai ricordi di una vita vissuta intensamente, tra i quali le amicizie con persone del calibro di Eugenio Montale e Fabrizio De André. “Ho sempre avuto la passione della scrittura e ho scritto di tutto: dalle poesie ai testi filosofici fino ai thriller” ci dice Rizzo davanti ad una tazzina di caffè “stretto, anzi strettissimo”. Come la letteratura che ama, anche la vita del nostro interlocutore è stata, decisamente, “da romanzo”: “A 18 anni mi sono messo a girare l’Europa in autostop – racconta Rizzo – ed ho fatto i lavori più svariati ed impensabili per guadagnare quei pochi soldi che mi servivano per vivere”. Anni fruttuosi questi che lo hanno di fatto come “accompagnato” nel mondo dei gioielli. Roberto Rizzo durante il suo percorso esistenziale ha fatto la conoscenza dicevamo di personaggi fondamentali per la cultura di questo Paese (e non solo): “Ho frequentato Montale a Milano. Andavo a casa sua tutte le settimane – ci dice Rizzo – Una persona di cultura eccezionale, che non aveva bisogno di farne sfoggio perché era parte integrante della sua persona. Un vero liberale, un uomo libero, come ce n’erano un tempo. All’epoca partecipavo ai concorsi letterari e fu proprio lui a sconsigliarmi di farlo. Mi diceva continua a scrivere ma lascia perdere quei mondi imbolsiti”. Intensa anche l’amicizia con De André, storia di una collaborazione mancata: “Mi sono dilettato a scrivere musica al punto da sostenere con successo un esame come autore musicale e letterario ed un giorno un importante produttore di Torino, Amos

Pilotti, mi notò e disse che sarei piaciuto tantissimo a De André e allora fissò un appuntamento – il nostro interlocutore illustra – Conobbi De André che fu subito entusiasta. Avrei dovuto partire con lui e De Gregori per la Sardegna, per la registrazione dell’album. Purtroppo la sera prima di partire – confessa Rizzo – fui vittima di un gravissimo incidente e per mesi rimasi immobilizzato. Ahimè la collaborazione non andò in porto, ma l’amicizia e la stima rimasero intatte”. Tutto ha un che di avventuroso e particolare nella vita di Rizzo. Anche la scelta della casa editrice è stata avventurosa: “Esatto, è stato lo zampino di mia moglie che ha inviato le bozze di alcuni libri, a mia insaputa – illustra Rizzo – Con mio compiacimento ho ricevuto molte risposte positive, anche di grandi case editrici, tra cui appunto quella della Kimerik”. Come mai ha scelto proprio la casa editrice di Patti? “Per la motivazione con la quale hanno scelto “Il Testamento” – risponde pronto Rizzo – Hanno detto che hanno intenzione di intessere una collaborazione a lunga scadenza con me. Per questo hanno scelto il libro più breve e con minori risvolti psicologici. In fondo gli altri, che usciranno nei prossimi anni, erano molto più corposi, tomi di 500 pagine di lettura meno agile. Siamo partiti dal piccolo per arrivare al grande!”. Chiediamo a Rizzo quali siano i suoi numi tutelari in fatto di scrittura: “Io ho letto ed amato Kafka, Proust, Joyce e London, poi vengono tutti gli altri – ci dice dopo aver riflettuto per qualche secondo – Ho scelto questi autori, eleggendoli a scrittori del cuore, perché nella loro letteratura non ci si annoia, ci sono sorprese, vicende che ti avvincono. Non amo la letteratura che si intorcina su se stessa, come in Musil, in cui in 1600 pagine non succede mai nulla. La letteratura dev’essere come la vita: i fatti non possono scivolare indolori anche se ci appaiono strani in fondo restano sempre agganciati al dato reale della nostra esistenza”. Scaramouche

Il sentiero è tracciato prosegue dalla prima pagina

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a strada è segnata, la Resistenza di quanti non si arrendono allo “sviluppo” portato avanti a colpi di betoniera dà i primi frutti. Nel frattempo si viene a sapere che la giovane Sindachessa - così si dice? - del comune del Bolognese da tempo sta portando avanti la battaglia istituzionale contro un nuovo enorme complesso edilizio in una frazione rurale del paese. La sua filosofia parte da un assunto molto semplice: prima si sfrutta lo spazio già occupato da carcasse di costruzioni dismesse, poi semmai si passa ad altro. La freschezza del pensiero di una ragazza unito alle doti di buone econome da sempre riconosciute a tutte le donne. Che il futuro sia davvero il loro? Non lo si può dire con certezza, ma di sicuro la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità rappresenta la nuova frontiera del confronto politico. L’argomento, per intenderci, sul quale presto o tardi si polarizzerà la dialettica dei nostri governanti. Noi ovviamente non siamo in grado di dare risposte, Dio ce ne scampi!, ma due conti semplici li sappiamo fare: è bastata una stagione con qualche millimetro di precipitazioni in più per mettere in seria difficoltà il nostro territorio, mostrando come la Natura, per dirla con Leopardi, non tenga in alcun conto “le magnifiche sorti e progressive”. Invitiamo gli amministratori del nostro territorio – quasi tutti uomini, ovviamente – a riflettere sul comportamento della giovane e coraggiosa sindachessa. O quantomeno a lasciare maggiore spazio alle donne in politica: ne avremmo solo che dei benefici. Federico Cabella

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apitare in una mostra d’arte o in un museo gremito di opere di artisti eccellenti è sempre un’esperienza incantevole per un appassionato di arte o anche per tutti quelli che quando vedono un bel quadro provano una sensazione piacevole e entusiasmante. Ma ritrovarsi in un museo “casalingo” non è un’esperienza da tutti, perché la casa di Fulvia Crepaldi e Fabrizio Gastaldo non è un’abitazione come tutte le altre, anzi l’atmosfera del focolare domestico si fonde con quella frenetica, delirante e fantasiosa dell’atelier di un pittore. Non sono critici d’arte, non sono allievi di accademie artistiche, né professori di storia dell’arte, ma marito e moglie che decidono, in un giorno di trent’anni fa, di essere una cosa sola: falsari. E forse sono davvero una cosa sola. I loro quadri, che riproducono copie in olio su tela, su juta o cartoncino dei capolavori dei più grandi maestri del passato, sono dipinti a quattro mani; Fulvia inizia a stendere un lungo collo alla Modigliani e Fabrizio seguirla completando occhi, capelli e viso della dama presa a soggetto. Ogni falso è carico di una profonda unicità, tratto principale dei quadri, è sempre originale e non è mai uguale al precedente anche se ritrae la medesima scena. Se vi siete immaginati

la coppia che dipinalletto ge con il cavalletto immersi in un prato pafiorito di campaico gna, o nel classico oe atelier appartato arsolitario dall’araredamento radical chic avete sbagliato: il luogo dove si concentra tutta la loro creatività è semplicemente la cucina di casa, zona angolo cottura per essere precisi, mentre la vita di tutti i giorni scorre come se nulla fosse. Perché ciò che colpisce di più è proprio come la routine domestica si fonda con il talento e che il tutto sia vissuto in modo gioviale, familiare e ludico tra le mura domestiche. Dietro ogni loro creazione, che amano e cura-


l’inchiostro fresco

ATRO E RIFLESSIONI NELL’OLTREGIOGO

Febbraio 2015

Pozzolo Formigaro Federica Fossati presenta una nota sull’arte scenica

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Busalla 2313: l’anno della...

ano“veri” La magia del teatro Sottomissione no come piccoli “figli”, non c’è solo una spiccata capacità nel dipingere, ma visite ai musei, studi approfonditi e meticolosi sui libri dedicati, ricerca del particolare, per rendere la copia il più possibile vicina all’originale. E ci riescono, tanto che i loro quadri sono conosciuti a livello internazionale e sono stati esposti in luoghi prestigiosi come l’Hotel de Paris di Montecarlo, il Carlton di Cannes fino all’Hilton di Milano. Per non parlare dei personaggi del mondo dello spettacolo e di quello politico che hanno voluto nella propria casa un quadro di Fulvia e Fabrizio, da Patty Pravo ad Antonello Venditti, dalla famiglia Del Piero a Jerry Calà. “L’arte è una menzogna che ci fa capire la verità”, diceva Orson Welles in F for Fake, film del 1973 dedicato proprio ai falsari di opere d’arte. La cosa strana è che questi quadri, anche se chiamati falsi, sanno comunque trasmettere una verità.

Eleonora Gatti

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ono Federica Fossati, e lo scorso settembre mi sono laureata in Scenografia all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Il mio progetto di tesi è nato dall’idea di unire la fotografia al teatro. Ho quindi pensato che il modo migliore fosse quello di realizzare una retrospettiva fotografica di uno spettacolo teatrale. Così avrei potuto seguire uno spettacolo fin dalle fasi della preparazione, e osservare e documentare in prima persona quali sono tutti i passaggi che portano ad uno spettacolo pronto ad andare in scena. Solitamente quando si va a teatro non ci si sofferma sui dettagli “tecnici”, ma si guarda l’opera nella sua totalità. Ma è proprio lì che sta la magia, nel riuscire a far sì che non si notino i singoli particolari, ma lo spettacolo nella sua pienezza. Lo spettacolo che

ho seguito è “Scacco Matto”, prodotto dal Teatro della Tosse per la stagione estiva ed è andato in scena a Genova e ad Apricale (in provincia di Imperia). Il mio lavoro è consistito nell’assistere ai vari incontri tra il direttore artistico, il regista, lo scenografo e il costumista, e nel documentare il lavoro per la realizzazione dei costumi, la costruzione delle scenografie e l’allestimento. Ho assistito alle prove dello spettacolo, alla prima e all’ultima replica. Questa esperienza al Teatro della Tosse mi ha permesso di capire, almeno in parte, come funziona la “macchina teatrale”. Sono entrata in contatto con registi, attori, tecnici, scenografi, costumisti e sarte, ma anche cassiere, segretarie, pubblico, ognuno dei quali vive e affronta l’esperienza

del teatro in modo diverso. Nonostante i momenti di stress, di insicurezza, di ansia da prestazione, tutti avevano sempre il sorriso in viso. Quando ho dovuto salutare tutti per l’ultima volta ero triste, perché significava che quell’esperienza volgeva al termine. Ma ogni fine ha un nuovo inizio e spero che il futuro mi riservi ancora momenti come quelli che ho vissuto in quei mesi. Federica Fossati

onostante sia appena cominciato, possiamo già affermare che “Sottomissione” di Michel Houellebecq è il libro più discusso del 2015. Infatti lo scrittore-filosofo francese nel suo romanzo (che prende il titolo dalla traduzione letterale della parola Islam, ndr) tratteggia come nel 2022 le elezioni presidenziali francesi vengano vinte da un candidato di confessione islamica (che batte al rush finale Marine Le Pen) il quale porta gradualmente la Francia, sulla scia di quanto sta avvenendo in tutta Europa, ad una islamizzazione sempre più spinta. La tesi di fondo proposta dal libro è quella del “tramonto della civiltà fondata sui valori dell’Illuminismo”: molto più che un libro di islamizzazione si tratta quindi di un libro sulla de-illuminizzazione del Vecchio Continente. Temi molto vicini, seppur fatte le debite differenze, a quelli proposti in “Anno 2313. Una strada spedizione” di Vittorio Pluderi, edito da De Ferrari nel 2012. Pluderi, milanese di nascita ma genovese d’adozione, immagina appunto un’Europa islamizzata, in cui grandi catastrofi naturali si sono abbattute sull’Italia, rendendola remota e irraggiungibile come “un tempio dell’antico Egitto”. Nel libro si vedono strani “commistioni di cognomi” che indica la mescolanza delle origini in

questa Italia “di un futuro non troppo lontano”: Mohammed Salvatore Costa, Aziz Augusto Croccarepetto, Fatima Tavella, Alì Pastore etc. Anno 2313 è un libro singolare, in cui “posando lo sguardo sul domani si cercano di trovare le risposte dell’oggi”. Busalla insomma ha il suo Houellebecq. Eleuterio

Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester.

Kalashnikov e fantasia

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rima dell’orrenda mattanza del 7 gennaio, quanti comuni mortali avevano mai sentito nominare il settimanale satirico francese ora internazionalmente noto? Quanti seguivano le sue dissacranti vignette della discordia? Oggi (15 gennaio, ndr), quelle pagine raggiungeranno quota 5 milioni di copie per ribadire la loro sopravvivenza, in una sorta di “the day after” dove vengono tenuti alti il tiro e i toni. In Italia un quotidiano le distribuirà addirittura come proprio inserto…cosa non si farebbe per vendere una copia in più! Qualcuno poi si sta già “facendo il grano” con la produzione di gadget riportanti lo slogan del momento: “Je suis Charlie”, dalle magliette alle matite e altro ancora. Dicevano che i napoletani erano maestri in queste cose, ma anche in Francia a quanto pare non scherzano. Così, mentre molti hanno colto l’occasione per farsi

un giro a Parigi (meglio se a spese nostre) tra capi di stato e cagnoni vari, altri vendono “ricordini” o video amatoriali, o fotogrammi di immagini scabrose (quanto avrà pagato Rai uno con Vespa per avere l’esclusiva di svelarci i cadaveri nel supermercato ebraico? Non vedevamo l’ora!), mentre tutto questo accade, la gente comune, pacifica, inerte e impreparata ad affrontare questa terza guerra mondiale, la esorcizza portandosi a casa un Charlie, un oggetto, un simbolo. Perché in questo modo, forse inconsciamente, già commemora, già vorrebbe relegare al passato qualcosa di enorme e di terribilmente presente e…ahimè futuro. E intanto in Inghilterra si pensa alla possibilità di censurare i fumetti di Peppa Pig perché i maiali sono esseri impuri! Siamo alla follia. Ester Matis


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l’inchiostro fresco

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Febbraio 2015

Abbiamo intervistato Agamennone, coscienza critica del paese che non le ha mandate a dire

Uno spreco chiamato Pozzolo “H

o letto il vostro articolo Pozzolo paese in festa (n. 9 2014 p. 22, ndr). Ma quale festa? Pozzolo Formigaro è un paese abbandonato, in preda all’incuria e allo spreco!” queste le parole di Agamennone, nota “coscienza critica locale” che ci ha raggiunto in redazione per fare il punto della situazione in cui versa il paese. Agamennone quasi vuole “accompagnarci” per le vie, denunciando le varie brutture lungo l’ideale cammino: “Subito all’ingresso di via Roma, dopo la rotonda del pozzo d’entrata in paese, i due marciapiedi sono in una condizione fatiscente – dice il pozzolese - sono pieni di buchi e risultano molto pericolosi” Quindi l’attenzione del nostro interlocutore si rivolge alla piazza centrale e più precisamente al dosso dissuasore di velocità, posto tra la farmacia e il monumento ai caduti: “Quel dosso non dissuade un bel niente – ci dice Agamennone – infatti è stato pensato appositamente per la Milano-Sanremo, evento che capita una volta l’anno. Se i ciclisti non debbono trovare difficoltà a passarlo figuratevi se in macchina qualcuno rallenta per quel dosso”. La soluzione di Agamennone è quella di destinare almeno uno dei cinque vigili presenti a Pozzolo in quella zona, dando così anche una mano ad attraversare la strada ai bambini che, prima di andare a scuola, si recano in panetteria per comprare la colazione. Agamennone a questo punto si “scaglia” contro la locale Pro Loco: “Alla Pro Loco interessa soltanto organizzare cene e pranzi, non si preoccupano di offrire una proposta culturale al paese” sostiene con forza l’interlocutore. “Un altro problema è lo stato in cui versano le chiese, soprattutto quella del cimitero – fa Agamennone continuando il discorso – è inutile che certi preti si adornino con tutti i paramenti, con tanto di bastone pastorale e fanno suo-

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i presentiamo in questa pagina “due facce della stessa medaglia”. Infatti entrambi i personaggi di questi articoli amano intensamente il loro paese, Pozzolo Formigaro, ma lo amano “su due posizioni diametralmente opposte”: uno lo loda, magnificandone la storia e la tradizione, l’altro lo critica, e lo critica perché “ne è affezionato” e perciò lo vorrebbe più bello e più vitale di quanto, a suo avviso, sia. Noi de l’inchiostro fresco ci poniamo nel mezzo, attenti osservatori, pronti a cogliere il buono di ciascuna delle due “facce”. Scaramouche

Dipinto di Giancarlo Moncalvo

nare le campane ad ogni ora, con evidente inquinamento acustico, se non si occupano di segnalare alla diocesi di Tortona come gli edifici di culto locali cadano letteralmente a pezzi”. La “denuncia” si sposta ora “sul fatto che ai disabili è praticamente precluso non soltanto l’ingresso alla farmacia sita nella piazza principale – sottolinea il pozzolese – ma anche lo stesso ingresso del Comune non è a misura di disabile, dato che è in salita”. Infine Agamennone si concentra su, a suo dire, “lo scandalo dei pacchi alimentari”: “Parlo di scandalo perché - spiega il pozzolese – trovo assurdo, anzi vergognoso che persone che hanno un lavoro, una macchina e una casa di proprietà ricevano dei pacchi alimentari. Bisognerebbe destinare

Prima puntata le magre risorse a chi ne ha davvero bisogno!”. Prima di congedarsi la “coscienza critica del paese” vuole ancora esprimere un ultimo concetto: “Perché dobbiamo vedere sprecate le risorse in progetti inutili oppure in piccoli privilegi, come ad esempio una specie di taxi a disposizione di un ex papabile, auto parcheggiato tutte le mattine in una via trafficata, quando, con poco sforzo, tutti i quasi cinquemila pozzolesi potrebbero vivere in armonia e, soprattutto, con pari dignità? Tutte le Amministrazioni – conclude Agamennone – che si sono succedute in questi anni sono andate nella direzione opposta. Invece di Pozzolo paese in festa io direi uno spreco chiamato Pozzolo!”. (m.n.)

Giacomo Martini, memoria storica locale, si racconta “I Senza Volto” a scuola

“Pozzolo terra mia”

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a passione per la Storia, anzi per le storie è nata quando lavoravo in ferrovia. È in stazione, ascoltando le battute e i discorsi dei viaggiatori che ho preso consapevolezza della mia terra” in questo pensiero biografico si può condensare l’intera Al centro del dipinto “La battaglia di San Romano” (1438) di Paolo Uccello, è raffigurato Michele Attendolo signore di Pozzolo

opera storica di Giacomo Martini che negli anni, grazie a conferenze, libri e articoli sulle colonne de “Il Popolo di Tortona”, ha raccolta una mole immensa di materiale su Pozzolo e le sue tradizioni. Un lavoro fatto di “passione, passione per una memoria che dev’essere condivisa, altrimenti è un binario morto, non serve a niente” ci dice Martini. Lo storico pozzolese volge la propria attenzione sulle nuove generazioni, “menti fervidi che non devono es-

sere lasciate sole” perché è da lì che parte il nostro futuro. Abitare in un piccolo centro come Pozzolo non significa non poter fare i conti con la “grande” storia: “Quanti di voi sanno che nel celebre dipinto La Battaglia di San Romano – spiega Martini – il condottiero che troneggia al centro è Michele Attendolo, fu signore proprio di Pozzolo nel XV secolo?!”. Quindi una storia dal valore antropologico molto forte? “Esatto. Come ebbe modo di dire il grande antropologo pozzolese Francesco Remotti, mio compagno di scuola alle elementari – confessa lo storico – nell’era dell’interconessione globale l’identità stessa risiede nelle differenze e l’ossessione della purezza e della diversità produce incomprensioni e conflitti – conclude Giacomo Martini – conoscere la storia vuol dire anche coltivare la pace”. Mattia Nesto

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i è svolto lunedì 2 febbraio nell’Aula rossa dell’I.I.S Ciampini-Boccardo di Novi Ligure un incontro dibattito sul tema della nascita della società industriale dell’800, le ripercussioni del fenomeno in ambito sociale, la nascita del movimento operaio e delle società assistenzialistiche che lo accompagnarono. Un discorso ampio e articolato alla presenza di uno dei più noti storiografi locali in materia, Lorenzo Robbiano. Gli alunni delle classi V, hanno avuto modo di interagire con l’autore, che ha illustrato alcuni aspetti della questione attraverso la presentazione della sua opera “I Senza Volto” di recente pubblicazione. Marta Calcagno Una delle SAOMS di cui si parla nel libro

Riflessioni a Ruota Libera

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ove anni come Presidente della Repubblica. Nove anni come arbitro delle contese politiche del Paese, come supremo garante della Costituazione. Sicuramente, per Giorgio Napolitano sono stati nove anni vissuti appieno, costosi dal punto di vista fisico e mentale. Ma, parafrasando la celebre canzone, cosa resterà di questi nove anni? Allora, nell’album dei ricordi entrerà di sicuro la fine del 2011, con l’Italia che scopre la crisi e Silvio Berlusconi costretto a lasciare il ruolo di premier a Mario Monti. Napolitano traghetta l’Italia attraverso acque agitate: la sua azione è così decisiva da spingere il New York Times a battezzarlo “Re Giorgio”. Altra fotografia, questa volta più informale. In visita alla natia Napoli, l’orami ex presidente espone una maglietta con la scritta: “Mi chiamo Giorgio e sono di Napoli”. Origine mai negata, sia nei momenti belli, quando il Caffè Gambrinus gli aveva dedicato un coctkail, che in quelli sgradevoli, come quando Bossi gli aveva dato del terùn. Soprattutto, però, tanta vita istituzionale. Più volte, Napolitano ha sottolineato la necessità di abbassare i toni e di lavorare in un clima di concordia partitica. Più volte, gli si è risposto con indifferenza mista a disprezzo, come se si parlasse ad un parente rimbambito dall’età e non alla massima carica dello Stato. segue nella pagina a fianco


l’inchiostro fresco

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Febbraio 2015

Riccardo Guasco espone al Museo dei Campionissimi

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Di paese in paese, di Leva in Leva

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a prestigiosa mostra Campionissimo me – Riccardo Guasco un illustratore sul tracciato: illustrazioni, disegni e schizzi intorno al mondo del ciclismo continua a riscuotere successo ed interesse. All’inaugurazione, avvenuta il 2 gennaio scorso, 55° anniversario della morte di Fausto Coppi, erano presenti la direttrice del museo Chiara Vignola, il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere, il giornalista sportivo Davide Dezan e soprattutto l’autore delle opere Riccardo Guasco, oltre ad altre personalità del mondo politico, sportivo e culturale. Il sindaco Muliere ha ricordato il Campionissimo Coppi, “un grande uomo oltre che un mito sportivo”. Guasco ha asserito che “è un onore esporRiflessioni a Ruota Libera prosegue da pag. 18

Uno Stato per cui ha sacrificato tempo e salute. Bolzano: durante il conferimento di una laurea honoris causa, la combinazione tra toga da cerimonia e caldo di stagione gli provoca un malore. Sebbene ripresosi, Napolitano dovette ammettere come il Quirinale non è “Una passeggiata di salute”. Un dovere percepito come male necessario ed indispensabile, come gli annessi duelli con Berlusconi. 2011: durante i mesi di agonia del Governo Berlusconi, il Cavaliere risponde al Presidente con voce alta e sgarbata. Napolitano lo riprende in maniera gelida: “Si calmi”. La rivincita nel 2013: Napolitano viene rieletto e le deputate di Berlusconi lo accolgono con un coro di scherno “Meno male che Giorgio c’è”. Insomma, nove anni di duelli, contrasti ed (almeno qualche soddisfazione): alla Storia il giudizio su cosa rimarrà veramente. Matteo Clerici

re al Museo dei Campionissimi in questa data particolare. Nella mia mostra sono presenti non solo lavori finiti, ma anche schizzi e ogni mia opera sul ciclismo. Non essendo un esperto di questo sport, mi sono concentrato sugli aspetti personali, legati alla vita di Coppi e di altri campioni, ho immortalato più uomini-ciclisti che sportivi in bici. Sono molti infatti i volti, è centrale la ricerca dell’aspetto umano, epico ed interiore del ciclismo, non la bicicletta in sé.”. Accompagnano l’esposizione alcune dueruote storiche concesse in prestito dalla Mitica, la corsa vintage la cui immagine è stata realizzata proprio da Guasco. Diverse opere esposte possono essere acquistate dai

visitatori e verranno consegnate loro al termine della mostra, che sarà a disposizione del pubblico fino all’ultimo fine settimana di marzo. Riccardo Guasco, “Rik”, illustratore e pittore, è un artista alessandrino conosciuto e apprezzato a livello nazionale ed internazionale: è segnalato da “La Repubblica” tra gli undici illustratori italiani che tutto il mondo ci invidia. I suoi tratti sono semplici e spigolosi, uno stile che ricorda il futurismo e il cubismo, con molti ritratti di profilo. Utilizza pochi colori, caldi, terrei, infondendo leggerezza e calore ai suoi lavori. Visitando la mostra ci si ritrova immersi in un mondo fatto di espressioni, di passione, di gioia e di dolore, di colori e di volti spigolosi ma intensi. Il tutto ricorda per certi aspetti l’atmosfera epica, eroica e surreale del lungometraggio “Appuntamento a Belleville” di Sylvain Chomet. Spesso gli schizzi sono anche più interessanti delle opere finite, denotando al meglio il valore artistico e la visione d’insieme dell’illustratore. A tal proposito, l’immagine più significativa è proprio quella del Campionissimo, “di casa” a Novi e al Museo: il ritratto di Fausto Coppi con il sorriso e non malinconico è una gradita novità e la summa del lavoro e della visione dei ciclisti di Guasco.

D

omenica 16 Novembre partecipando alla S. Messa della Giornata del Ringraziamento, i quattro "levanti" del 1944 si sono ritrovati per ricordare e festeggiare i loro settant'anni. Attorniati da familiari e da amici della comunità francavillese, Gabriella, Vittorina, Mario e Gianfranco hanno reso grazie al Signore per le tante gioie che hanno accompagnato il cammino della loro vita e, terminata la celebrazione, sul sagrato della chiesa, hanno iniziato a far memoria del loro passato rispolverando aneddoti, fatti e personaggi del loro ricco percorso di vita. Il clima di affetto ed amicizia si è fatto ancor più intenso presso l'accogliente agriturismo "La Baita" dove, a

Quelli di Francavilla Bisio tavola, hanno ripercorso - con emozione - momenti dell'infanzia e della gioventù trascorse a Francavilla Bisio, documentando il tutto con fotografie e dediche le cui date erano inequi-

vocabili... Al termine, un po' a malincuore, i saluti di commiato con il proposito di ritrovarsi molto presto!!! Rosa Mazzarello

e quelli di Basaluzzo

Benedetta Acri

N

ell’anno in cui a Novi Ligure cadevano le bombe, ovvero nel 1944, a Basaluzzo nascevano questi baldi giovanotti che settant’anni dopo si sono ritrovati in compagnia del Sindaco Gianfranco Lodovici e del loro parroco

don Aldo Tacchino. “l’inchiostro fresco” sarà disponibile a pubblicare una foto del loro incontro anche tra cento anni! La Redazione

“L

e leve” sono molto radicate nei paesi, forse perché possono essere considerate come un modo diverso per “stare assieme, ritrovarsi e passare una giornata diversa dalle altre”. Infatti le ragazze e i ragazzi “di ieri”, durante questi pranzi e cene, tornano a rivivere gli episodi di ieri: “Ti ricordi Giuseppe quando pescavamo assieme al fiume?”, “E tu ti ricordi, Nina, quando coglievamo i Non ti scordar di me in quel pratone dietro alla chiesa”. Nei paesi, forse per il fatto di essere pochi, ci si conosce tutti e quindi anche la possibilità di aver condiviso momenti belli assieme è maggiore. Ecco cosa sono le leve per noi de l’inchiostro fresco, un simpatico modo per viaggiare attraverso i propri ricordi di ieri e quelli di oggi.

abbigliamento

Pinuccia Intimo uomo, donna e bambino Merceria Maglieria Biancheria Abbigliamento per la casa

paretog@yahoo.it

Via Francavilla, n. 4 15060 Basaluzzo (Al)


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l’inchiostro fresco Febbraio 2015

PROFUMI, SAPORI E AMICI A QUATTRO ZAMPE

a n u per pi e r a n Lu i c a u d e m a F Cheesecake al mandarino Ingredienti 500 g di ricotta, 200 g di zucchero, 150 g biscotti tipo digestive, 60 g burro, 5 fogli di gelatina, mandarini, baccello di vaniglia, latte, rhum.

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Il cane anziano

A

a quando si può affermare che un cane... “sta invecchiando”? Innanzitutto va detto che questa condizione varia a seconda della stazza, del peso, delle eventuali malattie avute in precedenza, delle attività svolte nell’arco degli anni e della conformazione morfologica. Un soggetto di grossa taglia, per esempio, invecchierà prima di uno di taglia “toy”; un esemplare che ha trascorso una vita sana e attiva lo farà, invece, meno velocemente di coloro che hanno subito operazioni o trascorso lunghi periodi con grandi o piccoli problemi di salute. A grandi linee, un cane si definisce anziano quando ha: 11 anni e mezzo se è di taglia piccola (meno di 10 kg) - 10 anni se è di taglia media (tra 10 e 25 kg) - tra gli 8 e i 9 anni se è di taglia grande (tra 26 e 45 kg) - 7 anni e mezzo se è di taglia gigante (più di 45 kg). La sua alimentazione va controllata e, a volte, integrata da glucosamina, acidi grassi e vitamine C ed E; a questo proposito è bene dare un alimento “Senior”. Quindi Cibi troppo ricchi e non ben bilanciati in proteine e minerali possono portare a complicanze anche serie. Cerchiamo di alimentare al meglio il nostro amico , ma questo già da cucciolo, perché l’obesità può avere come conseguenza lo scatenarsi o l’aggravarsi di una serie di patologie, già di per sè tipiche dell’età. Infine un piccolo consiglio che do: adottate un cane anziano, vi saprà ripagare con tanto amore ! La banda di Anna

San Valentino in fiore

San Valentino l’omaggio floreale è sicuramente tra i più tradizionali ed apprezzati: ma cosa scegliere? Il fiore romantico per eccellenza è la rosa rossa a gambo lungo, come la qualità Red Naomi, dalla splendida infiorescenza e dal dolcissimo profumo. Altri fiori che si prestano per questa festività sono i gigli bianchi, omaggio alla purezza dei sentimenti, oppure le orchidee, emblema della sensualità. Le rose, a differenza degli altri fiori, possono essere facilmente seccate per conservare il ricordo di questa qual giornata nel tempo: sistematele in un luogo caldo e ventilato per qualche giorno, spruzzandoci sopra un po di lacca per capelli perr mantenerle lucide. Piccolo consiglio: aggiungere all’acqua per i fiori recisi qualche goccia di candeggina delicata servirà ad abbattere la carica batterica presente e li farà durare di più!

Preparazione Frullate i biscotti con il burro morbido e un cucchiaio di rhum. Distribuite il composto sul fondo di uno stampo a cerniera foderato con carta forno. Pressate e mettete in frigo per 20 minuti. Mettete in ammollo tre fogli di gelatina. Mescolate la ricotta con 150g di zucchero, i semi di mezzo baccello di vaniglia e la scorza grattugiata di un mandarino. Sciogliete la gelatina strizzata in tre cucchiai di latte caldo, poi unitela alla ricotta e mescolate bene. Mettete in frigo per 30 minuti. Versate il composto di ricotta nello stampo, livellate la superficie e mettete in frigo per due ore. Mettete in ammollo altri due fogli di gelatina , spremete i mandarini, filtrate il succo e pesatene 300g poi sciogliete nel succo 50g di zucchero e portate a ebollizione per un minuto. Togliete dal fuoco, unite la gelatina strizzata e mescolate fino a farla sciogliere completamente. Lasciate raffreddare fino a quando il composto non inizierà a rapprendersi. Disponete sulla superficie della ricotta un giro di spicchi poi versate la gelatina in modo da ricoprire la superficie. Rimettete in frigo per altre 4 ore. Togliete la cheesecake dallo stampo e decorate a piacere.

l'Orto di Marisa Le radici tesori nascosti

C’

era una volta… la capacità di preparare piatti semplici con prodotti della nostra bellissima terra tra Liguria e Piemonte dove la massaia pescava a piene mani dalle tradizioni delle due regioni. In questo periodo dell’anno abbiamo le radici di Chiavari, la scorzonera, le radici a bastoni: tutte verdure disintossicanti e amarognole, che insieme a costetto, valeriana, borragine costituiscono depuratori naturali eccezionali. Ricetta le frittelle di borragine si fanno così: grammi 400 di borragine, 50 g di grana, 200 g di farina, maggiorana, birra, sale, olio per friggere. La pastella si fa con farina, birra un goccio d’olio e la si lascia riposare due ore, tritare la borragine, unire la maggiorana, il formaggio grattugiato e il sale e mischiare alla pastella, friggere in olio bollente quindi a cucchiate. Una volta… tutto questo era preceduto dalla raccolta nelle nostre campagne facendo belle scampagnate, oggi (terzo valico permettendo) contadini della Merella li producono con tanta pazienza e passione.


Scaduta la convenzione dell’ultima gestione del “Parco Avventura” di Novi Ligure

Un castello troppo solitario G

iovedì 8 gennaio la troupe de “l’inchiostro fresco TV” si è recata presso il Parco Castello per documentare lo stato di completo abbandono in cui versa l’ex “Parco Avventura”. Infatti, come è stato già testimoniato da molti giornali (e in particolare dall’articolo di Gino Fortunato “Il Parco avventura chiude e diventa un debito per Novi” apparso su “La Stampa” di mercoledì 7 gennaio a pag. 43), il 31 dicembre è scaduta la convenzione dell’ultima gestione del parco, quella che era stata affidata all’imprenditore di origini romene Johnny Pascanu. A distanza di una settimana l’intera struttura è completamente abbandonata, come testimoniano le nostre immagini, divenendo un serio pericolo per tutti gli avventori, specie se bambini, che si avventurano sul Castello. Sulle colonne de “La Stampa” l’assessore ai Lavori Pubblici e vice sindaco, Felicia Broda, ha spiegato come le strutture non possano essere rimosse in quanto “sotto sequestro giudiziario”. Infatti la società che nel 2010 aveva aperto il parco avventura, la “Progetto outdoor”, già dopo un anno era stata coinvolta in problemi di insolvenza dei pagamenti nei confronti della ditta fornitrice le attrezzature. Una serie di blocchi e contro blocchi dell’attività ha fatto sì che il parco in questi anni funzionasse “a singhiozzo”, sino alla definitiva chiusura lo scorso dicembre. Naturalmente capiamo le ragioni, fondate, fornite dall’Amministrazione Comunale, ma siamo perfettamente consci di

Nella foto Mattia Nesto mentre intervista l’avv. Fabio Garaventa nel suo studio. Sotto uno scorcio particolarmente pericoloso delle strutture abbandonate dell’Avventure Park Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it ampio servizio fotografico e contributi video

come, soprattutto per il fatto che spesso il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere, si riferisca, durante i suoi discorsi pubblici, allo “spirito del sindaco Carlo Acquistapace che nonostante le devastazioni della guerra e del bombardamento, si impegnava a piantare gli alberi in Castello”, non si possa tenere “il polmone verde della città” in un tale stato di abbandono. Bisogna considerare anche il fatto che, nonostante il parco sia chiuso, essa rimanga un costo per la città, dato che l’eventuale smontaggio delle strutture significherebbe un esborso notevole per le già esangui casse municipali. Occorrerebbe forse, e questa è la proposta che molto modestamente ci sentiamo di muovere come inchiostro fresco, pensare a forme alternative di utilizzo del parco. Perché ad esempio non usare la suggestiva scenografia naturale del Castello, costituito da una fresca boscaglia e da scorci quasi “gotici”, per organizzare un Festival Medio-

evale, magari coinvolgendo le Associazioni di Volontariato e gli appassionati di fumetti, di libri e saghe fantasy che affollano Novi come l’Italia? Da un posto morto e senza voce, si potrebbe ottenere una larga partecipazione di giovani e giovanissimi, che affollerebbero le pendici del castello, ricreando una magica atmosfera degna de “Il Trono di Spade” o

di “Ivanhoe”. La credete un’utopia? Forse è così, ma non ritenete che anche il sindaco Acquistapace, in un periodo così difficile come quello della Ricostruzione, non avesse fatto a suo tempo un gesto utopico, “p i a n t a n d o gli alberi laddove fischiavano le bombe”? Abbiamo poi raggiunto lo studio dell’avv. Fabio Garaventa, per avere un parere legale sulla vicenda. “Prima di essere un avvocato sono un cittadino di Novi – ci dice Garaventa – e negli ultimi tempi mi ritrovo con amici in Castello a portare a spasso il cane. Uno spazio tanto bello tenuto così male è difficile

a vedersi”. Quali i rischi di questo abbandono?: “Una volta c’è era un custode che si occupava del Parco Castello – ricorda l’avvocato – ma ora non c’è più nessuno che ne occupa, basti vedere come i cestini, pochi, pochissimi, non vengono quasi mai svuotati. Tutte le attrezzatture lasciate senza nessun tipo di vigilanza sono un pericolo per tutti. Se qualcuno, in maniera improvvida, le usasse e poi si facesse male, mi pare giusto ritenere che dovrà essere il Comune, e quindi noi cittadini-contribuenti, a rispondere per pagare i danni”. Garaventa ha poi tenuto a precisare come, proprio in questi giorni, il sindaco Rocchino Muliere si sia più volte detto pronto “ad intervenire personalmente” e quindi pare che la situazione si possa in qualche misura sbloccare. “Oltre all’Adventure Park dismesso e senza controlli o impedimenti fisici per raggiungere le strutture - spiega l’avvocato – molto grave è la situazione in cui versa il patrimonio boschivo ed arboreo del parco. Proprio domenica scorsa – conclude il legale – ho visto con i miei occhi un gruppo di turisti russi passeggiare per il Castello, lamentandosi di come non vi fosse nessun tipo di attività per bere qualcosa di caldo. In un periodo di crisi come questo, dove l’eventuale superfluo va necessariamente tagliato, non vedo perché non si debba sfruttare l’essenziale che già si possiede”.

No antenne?

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iovedì 15 gennaio il comitato di cittadini “no antenna” rappresentato da Gianni Caccia, professore del liceo Amaldi, ha incontrato l’Amministrazione comunale sulla questione di un nuovo impianto per la telefonia mobile da eseguirsi in via San Giovanni Bosco, non distante dall’omonima Scuola per l’Infanzia. Nessuna “alzata di toni” da parte del comitato ma nelle parole di Caccia una serie di domande che i cittadini novesi si sono fatte: “Lungi da noi il voler lanciare allarmi e men che mai vogliono fare ciò i firmatari della petizione, ma immagino che nessuno voglia barattare il segnale telefonico con la salute”. Il comitato ha presentato i dati ARPA 2011, nel quale è riportato come: “la soglia di potenza del segnale per la telefonia mobile si categorizza su alta” e quindi come, stante le più di 36 antenne presenti in città, non vi sia “urgenza” per l’implementazione di nuovi dispositivi per il segnale telefonico. L’Amministrazione Comunale, rappresentata dal sindaco Rocchino Muliere, dal vice Felicia Broda, dell’Assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura con delega all’Ambiente Cecilia Bergaglio e dal consigliere Alfredo Lolaico, si è detta disponibile ad ascoltare le richieste del comitato e soprattutto “A darsi un nuovo appuntamento di natura tecnica – come sottolineato anche da Muliere – così da fare il punto con i tecnici del Comune”. In conclusione il Sindaco ha ribadito che “rivedremo le zone sensibili, che magari negli anni potrebbero essere cambiate”. Eleuterio

Mattia Nesto e Davide Parodi


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l’inchiostro fresco

NOVI LIGURE

Febbraio 2015

Il presidente Ghelardi presenta il Il Mons. Viola saluta la città ed i suoi abitanti

Rotary Club Il discorso del mese I

l Rotary Club cambia rotta: praticamente conclusi i grandi progetti internazionali, il nuovo corso passa per l’aiuto al territorio ed all’attenzione verso i suoi protagonisti. Gian Paolo Ghelardi, presidente del Rotary Club Novi Ligure, descrive azioni e programmi dell’anno rotariano in corso. Parola d’ordine, “Basta progetti internazionali, sì a quelli locali in particolare nel sociale ed a favore dei giovani”. Al primo posto, l’Aiuto contro la povertà con le Dame di San Vincenzo, già concretizzatosi con la fornitura di nuove cucine alla mensa dei Poveri e da sviluppare ulteriormente con il supporto alla realizzazione, insieme a don Livio Vercesi, di una casa-famiglia nel novese. Altrettanto importante, il progetto Giovani. In tandem con il Club di Acqui, Ghelardi e compagni hanno offerto uno spettacolo-lezione di orientamento alle superiori, dedicata agli studenti di terza media. E gli stage, pensati per favorire la scelta del percorso universitario: tra gli istituti coinvolti, l’Università Cattolica di Piacenza. Sulla stessa linea, le borse di studio dedicate ai meritevoli: l’ultima in ordine di tempo quella per Giada Cipollina, studentessa di Biologia, anche grazie alla sponsorizzazione di Elah-Dufour. Si muove nel mondo dei giovani anche il Progetto Defibrillatore: in tandem con il Club di Gavi-Libarna, ha come finalità il fornire tale strumento medico

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d’emergenza ad alcune scuole della città. Parlando del territorio, menzione speciale per il progetto “Emergenza alluvione” e “Scriviamo la mia Novi”. Grazie alla prima iniziativa, è stato utilizzato un fondo alluvione per sostenere tre micro-imprese, danneggiate dal recente maltempo. La seconda istituisce un premio letterario con la pubblicazione del libro i cui proventi andranno ad un progetto del Servizio Emergenza Anziani cittadino che mira ad assicurare agli anziani il rifornimento dei medicinali essenziali anche nei periodi festivi. Infine, menzione speciale per il Premio Rotary che, dal 1981, ogni anno premia i protagonisti nel “fare del bene” del mondo locale. Tra i vincitori, le suore di Don Bosco, la Croce Rossa, il Centro aiuto alla Vita, l’associazione Diapsi, l’associazione IRIS, il Banco Alimentare ed il Corpo Musicale “Romualdo Marenco”. Matteo Clerici

essa di saluto per Vittorio Viola. Il neo nominato vescovo della diocesi di Tortona onora la città di Novi Ligure celebrando messa nella Chiesa della Collegiata. L’evento, svoltosi il 4 gennaio, ha visto la presenza dei rappresentanti della vita politica istituzionale: i sindaci, di Novi e dei paesi vicini, i comandanti dei carabinieri e dei vigili urbani. A fianco a loro, le varie associazioni: Croce Rossa, Agesci, dame di San Vincenzo ed altre congregazioni religiose. Da non dimenticare, la gente comune, venuta in massa per conoscere meglio il nuovo pastore. Ad aprire la cerimonia, il sindaco Muliere: il suo discorso introduttivo ha ricordato la storia della Collegiata, che nel 1815 ospitò il Papa Pio VII, e di Martino Canessa, vescovo emerito ancora nel cuore dei fedeli. Ha poi sottolineato come pubblica amministrazione, cittadini ed associazioni (laiche e cattoliche) abbiano creato punti di riferimento, spirituali ed umani. Chiusura speciale con un monito alla politica, affinchè rimanga servizio destinato ai cittadini, e con un dono al prelato, una targa ed il gonfalone cittadino. Momento di commozione durante la predica, quando il Vescovo ha spiegato come Dio abbia scelto di farsi bambino, piccolo e debole, per stare al livello dell’uomo. Questo è il Natale: un Dio a misura d’uomo, che riduce la sua potenza per amore di tutti. Ciò

Master in Enologia I

Foto di Federica Fossati

deve spingere all’azione: all’amore, gratis come quello divino, ed al fare senza lamentarsi: “Realismo, senza pessimismo”. L’ideale è ispirarsi allo stemma di Novi, incarnando il motto “In Novitate Vivam” una novità continua nel rapportarsi col prossimo, specie con il povero “La cui presenza è scuola di fede”. Alla fine del-

la messa, la parola ai sacerdoti locali, che hanno ringraziato il vescovo Viola per la presenza, dichiarandosi pronti ad un rinnovamento della fede ed una piena collaborazione. Dopo la liturgia, il prelato è rimasto in città per i colloqui individuali. Matteo Clerici

Un ricordo di Monica Già da alcuni mesi è mancata all’affetto dei suoi cari e dei suoi amici Monica Rumore. Oggi si sente ancora di più la mancanza della sua gioia di vivere e della sua disponibilità per gli altri. Il padre Mimmo e tutti i familiari ringraziano quanti hanno partecipato alle esequie.

l MEM, Master in Enologia e Marketing, (prima denominato MES, Master in Enologia a Sommelleire), della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, compie 10 anni. Da otto il corso è svolto in collaborazione con l’Ente di Formazione Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, nella sede di Novi Ligure, presso la quale si svolgono, prevalentemente, le lezioni frontali. Le esercitazioni e i laboratori e lo stage di fine Master si effettuano, invece, presso l’Università Cattolica, nella sede di Piacenza, e presso Aziende del settore vitivinicolo a livello nazionale ed estero. Per il decimo compleanno del corso, non poteva esserci regalo migliore dell’ottimo riconoscimento internazionale raggiunto che, nell’anno accademico appena concluso, l’ha classificato al 13° posto tra i Master ed i corsi MBA Mondiali del settore Food and Beverage, secondo il ranking Eduniversal Best Master americano. Tale classificazione ha preso in considerazione oltre 4000 Master ed MBA presenti in oltre 150 Paesi e li ha suddivisi in 30 settori omogenei. Il Prof. Marco De Faveri, direttore del Corso Master, sottolinea che, anche per queste motivazioni, il corso attira numerosi studenti da molte Regioni Italiane, dal nord al sud, e diversi sono stati gli stranieri che hanno studiato nel Master che si tiene a Novi Ligure. (l.m.)

Shopping a Novi Ligure


Il Terzo Valico Abbiamo intervistato Melania Cazzulo, archeologa arquatese davanti al TAR

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opo un primo ricorso presentato mesi fa al TAR del Lazio competente sulle grandi opere, l’Amministrazione comunale di Arquata ha conferito agli avvocati Emiliano Bottazzi e Maria Crucioli del foro di Genova nuovo mandato al fine di impugnare la determina del 30 ottobre scorso con la quale il Ministero dell’Ambiente aveva dato parere favorevole sul primo lotto del progetto esecutivo del Terzo Valico dei Giovi. “Esistono elementi aggiuntivi – chiarisce il sindaco Paolo Spineto – soprattutto la preoccupazione per le fonti idriche di Borlasca, Rigoroso, che alimentano l’acquedotto di Arquata e in parte gli abitati di Serravalle Scrivia, Novi Ligure e Pratolungo di Gavi, nonché le fonti del Monte Zuccaro, che alimentano l’acquedotto di Sottovalle”. Secondo il Comune di Arquata il Cociv non ha rispettato la delibera del Cipe 2006 che chiedeva appositi sondaggi idrogeologici per preservare le fonti idriche, studi da eseguire prima dell’avvio dei lavori e non durante gli stessi. A compromettere le fonti sarebbe in particolare lo scavo del tunnel dei Giovi sotto l’Appennino, che dovrebbe iniziare a breve, a partire dal cantiere di Radimero. Risponde Cociv che gli approfondimenti idrogeologici a tutela delle fonti degli acquedotti “sono stati regolarmente effettuati, come risulta anche da un documento redatto dal gruppo di lavoro idrogeologia, nel quale si fa riferimento a un censimento delle fonti del 2005 e del 2012, che evidenzia come la linea passerebbe distante dalle sorgenti di Rigoroso e Borlasca”. Anche i cittadini della frazione arquatese di Sottovalle hanno fatto opposizione al Tribunale delle Acque, attraverso il consorzio che gestisce l’acquedotto, perché non ancora approvato dal tavolo di confronto regionale il progetto di un acquedotto alternativo, da realizzare prima dell’inizio dei lavori. (m.p.)

L’inchiostro fresco ad Arquata si trova in tutte le edicole e presso i supermercati UNES e Micro. A Serravalle Scrivia presso il Mercatone Uno. A Rigoroso presso il negozio di alimentari. È reperibile anche a Grondona. La Redazione ringrazia questi punti di distribuzione per l’ospitalità.

“Questa è la mia terra”

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rcheologa per passione e per mestiere, oltreché innamorata del suo lavoro”. Si presenta così Melania Cazzulo, giovane archeologa arquatese tornata nella sua terra dopo studio e lavoro. La sua è una storia che inizia tanti anni fa, quando da bambina “Giocavo a farmi le interviste, fingendomi una rinomata professionista che girava documentari sugli scavi in cui lavorava, filmando in diretta le sue scoperte”. La passione dell’infanzia diventa scelta precisa col percorso di stu-

dii Il liceo classico, poi l’università: prima a Genova, Conservazione dei Beni Culturali, poi Pisa, la specialistica in Archeologia; infine di nuovo nel capoluogo ligure. Nel mezzo, esperienze sul campo, come quella ai Balzi Rossi ed in Calabria, al tempio magno di Kaulonia. Momenti formativi, che la mettono in contatto con colleghi e professori tanto amici quanto utili formatori. Tornata in Piemonte in cerca di lavoro, conosce Arteventi Libarna, associazione di Alessandria che crede nel potenziale del territorio

Il parco dimenticato I

l Parco Mairano di Via Libarna, dedicato al sindaco arquatese degli anni ‘60 e terminato nel 2013, si proponeva come uno spazio verde ricco di piante ma anche come “area sensoriale” con gradini profumati, sedute aromatiche e aree musicali attrezzate anche per i concerti. I 3000 metri quadrati di giardino promettevano relax, convivialità e sicurezza di essere in un luogo protetto e salvaguardato. Ad oggi le cose non stanno proprio così: il parco si presenta mal tenuto, abbandonato e purtroppo preso di mira come scarico di rifiuti urbani, nonostante l’installazione di telecamere. I cittadini, al di là della musica e dei profumi, rivorrebbero un’area verde pulita e protetta per poter portare i bambini a giocare in tutta tranquillità. È un peccato che una così bella iniziativa sia lasciata andare, data la sua strategica posizione e le opportunità che offre. (e.g.)

e vuole farlo conoscere. Nasce così Archeosapori, evento in cui Cazzulo un viaggio nelle cucine dei romani, da quelli più poveri a quelli più ricchi, cercando di far capire qual era il significato del cibo allora. Nel mentre, segue un doppio binario. Da una parte, lavora con la Soprintendenza del Piemonte: studio di materiale, ma anche articoli e convegni. Dall’altra la preparazione in attesa del premio Liliana Mercando, di un bando dei Beni Culturali e di un nuovo cantiere. Un percorso che permette a Melania un giudizio complessivo sull’archeologia italiana. Sicuramente, vi sono aspetti incoraggianti. La preparazione degli addetti ai lavori: “Siamo sicuramente avvantaggiati, ma non i migliori. Il nostro è un metodo più severo e rigoroso rispetto a quello di altri paesi,ad esempio gli Stati Uniti amano stupire abbandonandosi a volte ad interpretazioni molto fantasiose e sensazionalistiche. Abbiamo una vecchia scuola, esperienza sul campo, ma buone scuole di archeologia sono presenti altrove, soprattutto in Francia, dove la metodologia di scavo è molto valida.”. O come le potenzialità del territorio, “Ric-

chissimo di archeologia, ma non lo sappiamo. Il potenziale dal punto di vista paesaggistico, enogastronomico e culturale è enorme”. Non vanno però trascurati ostacoli ed impedimenti. Tra i peggiori, la progressiva diminuzione di fondi: il Ministero sovvenziona solo gli scavi di emergenza, mentre università ed altri enti di ricerca non hanno più soldi. Di conseguenza, peggiora la situazione degli archeologi: “Università e Ministero continuano a creare escamotage per coinvolgere “giovani” di trenta e quarant’anni, fornendo rimborsi inadeguati alla manodopera altamente qualificata e specializzata”. In ogni caso, Melania ha scelto: “Io ho deciso di non andare a cercare l’oro in altre terre, ma di rimanere qui stringendo i denti. Questa è la mia terra, qui sono le mie origini ed è giusto che io mi dedichi alla loro scoperta e al loro studio, lo sento come un dovere”. Marisa Pessino

Chocomoment

Lo chef Spadafora con il titolare della Chocomoment Sul nostro sito ampio reportage a cura di Marta Calcagno

La Fabbrica del Cioccolato

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a Grande Festa del Cioccolato Artigianale si è tenuta da venerdì 9 a domenica 11 Gennaio nel centro di Serravalle Retail Park, allietando i clienti con degustazioni e iniziative per adulti ma anche per più piccoli. Gli eventi si sono succeduti in ogni giornata e comprendevano vari momenti: La Fabbrica del Cioccolato (tutti i giorni dalle 10 alle 20), un laboratorio dove è stato possibile conoscere le fasi di lavorazione grazie anche all’impiego di una macchina per la macinazione delle fave di cacao tostate e di macchinari che permettono la creazione di cioccolatini; Lezioni di cioccolato per adulti (domenica dalle 10 alle 12) e Laboratori per bambini Baby-Ciok (tutti i giorni dalle 15.30 alle 17.30) per chi si è voluto avvicinare alla lavorazione del cioccolato in modo divertente; Cioccolato &... (tutti i giorni alle 18) per concludere la giornata con degustazioni di birra e cioccolato. La Festa del Cioccolato si è realizzata con la collaborazione di Chocomoments, una vera e propria Fabbrica di Cioccolato Itinerante nelle piazze italiane, con lo scopo di far conoscere la storia dell’ amatissimo alimento attraverso la sua lavorazione in presa diretta e con l’uso di materie prime di alta qualità. Del progetto fa parte Domenico Spadafora, lo chef patissier calabrese volto del programma di Rai 2 “Detto Fatto”, che domenica 11 gennaio alle ore 12 ha tenuto per l’appunto lo show-cooking davanti a un attento pubblico. “Siamo stati lieti di portare Chocomoments a Serravalle Retail Park” spiega Spadafora “le persone sono state partecipi anche perché come si sa il cioccolato attira tutte le età”. Lo chef è stato Campione del Mondo di pasticceria a Rimini nel 2009 e ora vive e lavora a Pavia. Tutti i giorni alla Mostra Mercato del Cioccolato Artigianale sono state esposte le creazioni dei maestri cioccolatieri, acquistabili e soprattutto gustabili. Eleonora Gatti


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l’inchiostro fresco

ARQUATA SCRIVIA E VAL BORBERA

Febbraio 2015

Spettacoli teatrali nell’Oltregiogo:riparte la stagione ad Arquata e a Castelnuovo

Teatro della “Juta” Teatro del Rimbombo A

d Arquata Scrivia Sabato 17 gennaio alle ore 21 si riapre il sipario su M.AR.T.(E) – ORANGE 2014/2015, inizia la stagione teatrale organizzata dalla Compagnia Teatrale Stregatti e dall’Associazione Commedia Community, con il sostegno della Fondazione Live Piemonte dal Vivo e di Acos Energia, presso il Teatro della Juta. Un nuovo e tanto atteso appuntamento con la recitazione che viene sostenuto anche quest’anno dalla Fondazione Live Piemonte dal Vivo Acos Energia S.p.a, con la collaborazione del Consorzio Le Botteghe di Arquata e del Distretto Novese. Il Carnet degli spettacoli è denso di opere di straordinario valore artistico, con inizio sabato 21 gennaio con “Il malato immaginario” di Molière, portato sulla scena dalla Compagnia Teatrale Stregatti per la regia di Gianluca Ghnò e Luca Zilovich. Sabato 21 febbraio

Carnevale ad Arquata

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omenica 22 febbraio Arquata Scrivia si animerà con i colori e le atmosfere del carnevale abbinate ad una “spruzzata” di letteratura. Infatti, con partenza alle ore 14, si svolgerà per le vie cittadine la festa “Carnevale con i grandi libri”, dove i partecipanti saranno invitati a travestirsi come i celebri personaggi dei racconti più belli: vi sarà quindi chi impersonerà il maghetto Harry Potter, le ragazze dal viso dolce diventeranno per un giorno Dorothy da Il Mago di Oz e ci sarà anche chi, magari sfoggiando per l’occasione un ghigno d’altri tempi, farà la parte del terribile capitano Achab. Buon divertimento…e buona lettura!!! Eleonora Gatti & Scaramouche

sarà la volta della Compagnia Macapà e compagni di viaggio, che porta in scena Pre-occupati, testo di Riccardo Gigli e regia di Desiree Angiletta. Sabato 21 marzo la compagnia Masca in langa ripercorre le strade delle langhe di Beppe Fenoglio, con Lettere dal parentado, liberamente tratto da “Il mio amore è Paco”. Saranno numerosi gli spettacoli fuori cartellone, legati all’Orange festival , riguarderanno prosa, cabaret, musica, con Paolo Bonfanti, noto bluesman e i BuddyBolden Legacy Band. Assoluta novità della stagione teatrale 2014-15 del teatro della Juta è “Domenica a teatro” una mini rassegna domenicale che prevede due spettacoli. Domenica 1 febbraio ore 16 “L’uomo perfetto” e domenica 22 marzo “Il gatto in tasca” di G. Faydeau. Marta Calcagno

A

l via la stagione teatrale 2015 anche per il Teatro del Rimbombo in collaborazione con il Comune di Castelnuovo Bormida, all’interno del teatro costruito dai membri della compagnia stessa, tra le navate della sconsacrata chiesa di Santa Maria del Rosario, di Piazza Marconi. Dopo lo spettacolo “Farfalle, in scena il 27 febbraio”, scritto diretto e interpretato da Andrea Robbiano, con la scenografia di Francesca Mazzarello, gli spettacoli proseguono a ritmo incessante fino a giugno presentando i lavori che la compagnia del Teatro del Rimbombo (che festeggia i venticinque anni di attività) ha messo in scena negli ultimi anni: si tratta di spettacoli scritti da Enzo Buarnè (fondatore

della compagnia insieme a Laura Gualtieri) e da Andrea Robbiano, per le regie di Enzo Buarnè, Laura Gualtieri e Andrea Robbiano. I titoli finali del cartellone sono costituiti dai saggi delle quattro classi di allievi dei corsi di teatro che la compagnia del Teatro del Rimbombo organizza all’interno del Centro Culturale del Pioppo nelle cui sale è in allestimento il Museo del Pioppo. Il 1 marzo alle ore 21 andrà in scena “Cabaretnoir”, (comic horror) di Renzo Buarnè, regia Laura Gualtieri, il 28 marzo ore 21, “C’era una volta il giorno dopo” (teatro canzone) di Enzo Buarnè e Andrea Robbiano, il 18 aprile ore 21 “Favola Jazz”(commedia gangstes) con Enzo Buarnè e Andrea Robbiano, 16 marzo ore 21 “Von Blau” (tra-

gedia scritta da E. Buarnè), e in ultimo, il 19 luglio la programmazione terminerà con lo spettacolo itinerante “Sulla scacchiera”. Una compagnia d’eccezione quella del Rimbombo, artisti di straordinario talento, che portano in scena un entusiasmante e coinvolgente esempio di arte e passione. Marta Calcagno

Portalettere dopo l’Unità d’Italia: Elena Ratti di San Martino di Sorli

C’era posta per te... L

e Poste Italiane nacquero nel 1862, un anno dopo l’Unità d’Italia. Per entrare a farne parte bisognava avere superato la maggiore età, essere cittadino del Regno, di specchiata onestà, superare un attento esame per dimostrare di sapere leggere e scrivere, far di conto e conoscere un po’ il francese. Allora gli Uffici Postali Periferici erano dati in concessione dal Regno ai privati che si occupavano del recapito e del ritiro della corrispondenza. Molte volte i procaccia e i portalettere erano “figli d’arte” poiché questo lavoro si tramandava di padre in figlio. Il portalettere era depositario di segreti di molte famiglie: dal libretto di risparmio al ritiro con delega della pensione, alla lettura della corrispondenza. Elena Ratti nasce a Sorli nel 1869 – prima di quattro sorelle, tutte alfabetizzate – discendente dalla famiglia dei Notai Ratti, presenti a Sorli sin dal 1753, dove nella vecchia casa è stata di recente posta una targa, - e venne assunta dalle Regie Poste con l’autorizzazione di padre Costantino. La portalettere Elena percepiva uno stipendio più basso dei suoi colleghi uomini e non aveva la possibilità di fare carriera. Partiva ogni mattina da San Martino di Sorli a piedi, inerpicandosi nei luoghi più sperduti, per un raggio di azione di chilometri e attraverso il sentiero della Madonna del Lago giungeva all’Ufficio Postale di Garbagna per il ritiro della posta, si portava appresso una borsa di cuoio detta “bolgetta”, pesantissima e carica di posta. A quei tempi nu-

merosi italiani erano analfabeti e la posta era una sorta di magia a cui sempre più persone faceva ricorso: dettando la missiva che voleva inviare a una persona cara o farsi leggere la lettera appena giunta. Elena con il bello e cattivo tempo – con la sua inseparabile bolgetta e d’inverno con ampio mantello nero e sovrascarpe – recava a destinazione a Sorli ed Albarasca la cartolina per l’arruolamento nell’Esercito, una lettera d’amore, le notizie da un parente nelle “Meriche” o la morte di un soldato al fronte. Un giorno aprì una lettera destinata alla sua famiglia che arriva-

l’inchiostr o fresco va da uno non ben precisata “zona di guerra” con la quale comunicavano la morte di suo figlio Amansio di anni diciotto deceduto in prigionia nella prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale perse un figlio in un bombardamento, uno tornò dal fronte ferito e un altro andò soldato in Africa. Finita la seconda guerra mondiale, Elena andò in pensione con attestato di benemerenza e medaglia. Lasciò il suo lavoro alla figlia Rita Poggio, la quale, per entrare alle Poste, non ha più avuto bisogno dell’autorizzazione paterna, guadagnava quanto i suoi colleghi maschi e aveva la stessa possibilità di fare carriera (i primi passi vero le pari opportunità!) non andava a piedi, ma in bicicletta e poi in moto. L’altra figlia Poggio Maria Pia nata nel 1897, fu titolare dell’Ufficio Postale alla Castagnola di Fraconalto, e successivamente all’ufficio Postale di Arquata Scrivia, sapeva l’alfabeto Morse e usava il telegrafo. Entrambe le figlie andarono in pensione con diploma dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e medaglia d’oro raffigurante San Michele Arcangelo Patrono delle Poste e Telegrafi.

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La gara di solidarietà unisce la Val Trebbia nella raccolta fondi per trovare una cura... di Ilaria”, che raccoglie fondi a favore della ricerca su questa patologia degenerativa. Tra le numerose iniziative in favore dell’associazione e della ricerca, è stata particolarmente partecipata quella del giorno dell’Epifania, presso il Centro equestre “Il Mulino del Lupo” di Torriglia, dove i gestori, Marco e Timothy Monfrini, hanno ideato la “Befana di Solidarietà”, una festa equestre, durata tutta la giornata, che ha visto numerosi partecipanti ed il cui ricavato è andato interamente in beneficenza per la ricerca contro questa terribile malattia. Nella mattinata della Befana, caratterizzata da un magnifico sole invernale ed una temperatura particolarmente mite, i protagonisti assoluti sono stati i bambini, con il battesimo della sella, mentre nel pomeriggio si è svolta una ginkana non competitiva, che ha visto molti partecipanti, sia bambini

Tutti per Ilaria

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n tutta la Val Trebbia prosegue la catena di solidarietà in favore di Ilaria Biggi, la ragazza diciasettenne di Montebruno che, dall’estate scorsa è stata colpita dall’Atassia di Frederich, una malattia degenerativa che comporta danni progressivi al sistema nervoso. Per questa terribile malattia, purtroppo, al momento non esiste alcun tipo di cura. In breve tempo, a Montebruno ed in tutta la Val Trebbia è scattata una catena di solidarietà che ha colpito un po’ tutti, a cominciare dal padre Luca, che pur conoscendo la grande umanità degli abitanti del profondo entroterra ligure, non si immaginava un tale riscontro. La famiglia Biggi ha creato l’associazione “Per il sorriso

che adulti, tra cui la stessa Ilaria Biggi. Particolare simpatia hanno suscitato, tra il pubblico presente, i due splendidi pony cavalcati da bambini. Luca Biggi, padre di Ilaria ha spiegato che “l’idea è nata dai gestori del maneggio, che hanno organizzato questa manifestazione, la cui risposta da parte della gente è stata eccezionale, sia come pubblico che come partecipanti. Anche la famiglia Monfrini aveva scoperto quasi per caso la vicenda di Ilaria e ne è rimasta colpita, decidendo di organizzare questo evento e si sta anche pensando ad un secondo evento di solidarietà in primavera. Anche l’evento del ping-pong a Montebruno del 3 gennaio ha avuto una grande partecipazione di persone”. Riguardo ai contatti Biggi dice “siamo sempre attivi con la Gofar di Torino, che porta avanti la ricerca su questa malattia”. Fabio Mazzari

Nel piccolo comune montano spuntano bollette arretrate di anni. La popolazione più che disorientata è allibita

2015: acqua salata a Propata P

er i centosettanta residenti di Propata, piccolissimo comune situato a mille metri ai piedi del Monte Antola, il 2015 non è certamente iniziato nel migliore dei modi. Gli abitanti del paese, infatti, si sono visti recapitare nelle cassette della posta le lettere di Mediterranea delle Acque che chiedono il pagamento di oltre mille euro a testa, per i consumi idrici effettuati dal 2006 al 2012. Per capire cosa è successo, è indispensabile una spiegazione a monte: all’interno del Comune di Propata si trova il Lago del Brugneto, il principale bacino idrico artificiale della Provincia di Genova. Proprio per questa ragio-

Uno scorcio del Lago di Brugneto

ne, anche in virtù di un onere di compensazione, nel piccolo comune della Val Trebbia l’acqua non si è mai pagata dalla fine degli anni Cinquanta in poi. Dopo l’arrivo delle lettere shock, più della metà dei residenti di Propata si sono rivolti ad un legale, che ha potuto constatare di come non vi sia depositato da nessuna parte un contratto tra Mediterranea delle Acque ed il Comune di Propata. I residenti, a cominciare dal sindaco, Renato Cogorno, chiedano espressamente a Mediterranea delle Acque che la fornitura del servizio idrico venga regolata con un regolare contratto e che venga pagata dai cittadini solamente l’acqua effettivamente consumata, come avviene pressoché ovunque. Una situazione abbastanza paradossale quella di Propata, il paese infatti è ricchissimo di fonti

idriche, tuttavia, a causa proprio del contratto gratuito non scritto, l’acqua nei rubinetti di casa non arriva depurata, come nel resto della Provincia, ma assolutamente pura, con il problema che, spesso nei mesi autunnali in seguito alle forti piogge, esca dai rubinetti mista a fango e terriccio, costringendo, assurdo ma vero, i residenti ad utilizzare in quel periodo dell’anno l’acqua minerale per cucinare! Mediterranea delle Acque per il momento non fa passi indietro, e, a sostegno degli abitanti del piccolo comune appenninico si sono schierati anche i Forum per l’acqua pubblica, nelle prossime settimane sarà esaminata, dai giudici, la questione, che potrebbe costituire un caso a livello nazionale per la giurisprudenza. Fabio Mazzari

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l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA

Febbraio 2015

Il pittore Marino Di Fazio si dedica a questa particolare tecnica La discarica a cielo aperto di

Il naif della Val Polcevera H

a esposto in due mostre tra novembre e dicembre, alla prestigiosa Galleria d’Arte “Il Crocicchio” di Campomorone. Si tratta di Marino Di Fazio, pittore che si dedica ad una tecnica piuttosto rara: il naif. Di Fazio, classe 1949, ha iniziato a dipingere quasi per caso, da completo autodidatta nella seconda metà degli anni Settanta “Avevo comprato un libro sui pittori naif della Jugoslavia, e mi ero letteralmente innamorato di quelle immagini, da lì è nata in me l’idea di provare a realizzare dei quadri simili” spiega l’artista, che continua “il naif è uno stile particolare e particolareggiato, per realizzarlo ci vuole tantissima pazienza, è come immedesimarsi in un mondo visto con gli occhi di un bambino”. I quadri di Di Fazio sono una sorta di naif realistico, in quanto immortalano luoghi, monumenti e persone realmente esistenti. I suoi soggetti principali infatti sono le vallate dell’Oltregiogo: la Val Polcevera soprattutto, ma anche la Valle Scrivia e la Valle Stura, specialmente durante i mesi invernali, che sono quelli più amati dall’animo bambino. Numerose sono le località ritratte da Marino Di Fazio: la stessa Campomorone, Pontedecimo all’epoca del tram, il Santuario della Guardia, Busalla, Arquata Scrivia, ma anche scorci della Riviera Ligure con alcuni, rari, “sconfinamenti” al di fuori dalla nostra regione come le Dolomiti o la celebre Piazza del Campo di Siena. I luoghi dipinti sono presi da fotografie e reinterpretati da Di Fazio. Nella vita di tutti i giorni, Di Fazio da poco in pensione, ha avuto un’occupazione completamente differente: il tecnico di computer, essendo stato uno dei primissimi in Italia, nel lontano 1972 a fare questo lavoro. Con la Galleria d’Arte “Il Crocicchio”, Di Fazio ha da anni una proficua collaborazione, con mostre che,

ad ogni edizione, riscuotono sempre grande successo di pubblico. Svariate sono le mostre a cui Marino Di Fazio ha preso parte, sia collettivi che personali, tra cui ricordiamo il Premio Naif “Trofeo Progesso” di Genova, il diploma d’onore “Premio Areopago” di Roma, la Rassegna internazionale naif di Chivasso, la Biennale d’arte naif ad Andresy in Francia, la Mostra del naif europeo di Madrid e molte altre ancora. Nel mese di gennaio, infine, ha esposto alla Mostra internazionale d’arte naif di Castiglione del Lago, in Umbria.

Torriglia U

n manifesto che lascia poco spazio all’interpretazione quello apposto dall’Amministrazione Comunale di Torriglia contro l’abbandono dei rifiuti ingombranti e le discariche abusive. Il Comune dell’Alta Val Trebbia, sin dall’insediamento dell’attuale amministrazione comunale (nel 2010) ha posto tra gli obiettivi primari l’aumento della raccolta differenziata e la lotta al degrado provocato dall’abbandono dei rifiuti. Nel parcheggio pubblico di Torriglia, vicino alle abitazioni, ai campi sportivi ed all’ingresso del cimitero comunale, si trova una discarica abusiva in mezzo ai posti auto che periodicamente, nonostante venga spesso sgomberata, ricompare più o meno nello stesso punto. Davvero un brutto biglietto da visita per quello che è, in tutta la sua restante area, uno dei paesi più belli dell’entroterra genovese. È perciò triste constatare che, malgrado l’epiteto “incivile” a chi abbandona i rifiuti, e la specificazione ben precisa, delle sanzioni pecuniarie a chi viene colto in fragrante (fino a 620 euro per i privati), questo triste fenomeno non si è ancora concluso.

Fabio Mazzari

Fabio Mazzari

L’Oltregiogo è ricco di leggende e fatti inspiegabili. Ai confini della realtà

I misteri dell’entroterra genovese

L’

entroterra ligure è ricco di leggende, tradizioni e misteri. Alcuni di essi sono antiche credenze popolari, la cui origine si perde nella notte dei tempi, spesso retaggio dell’antica povertà che per secoli ha contraddistinto queste zone prima dello sviluppo economico del Novecento. Ma altri raccon-

ti sono molto recenti e, quindi, ancora più misteriosi, in quanto nell’attuale civiltà delle missioni spaziali, dei voli intercontinentali e delle telecomunicazioni che ormai raggiungono ogni angolo del globo, tutto ciò che non ha una spiegazione strettamente scientifica è ormai raro e, inevitabilmente, fa notizia. Sono

molti, come detto prima, gli avvenimenti inspiegabili che sono successi in Liguria, in particolar modo nella sua zona interna, prendendo spunto da tre libri, ovvero “Liguria Misteriosa” di Valerio Lonzi, “Liguria leggendaria e misteriosa” di Massimo Centini e Danilo Tacchino e “Misteri e segreti di Genova” di

Stefano Roffo e Elena Donato; si può fare un viaggio negli avvenimenti inspiegabili della nostra terra. Il primo mistero è stato vissuto in prima persona, all’età di quattordici anni, dall’autore del primo libro: Valerio Lonzi si trovava infatti a Nè, in Val Graveglia (entroterra di Levante) in un campo scout quando verso la mezzanotte fu svegliato da un rumore insolito, aprì la tenda, prese in mano una torcia elettrica e si trovò di fronte ad una cosa incredibile: un essere grigio, ritto sulle zampe posteriori, con enormi occhi scuri, simile ad un coniglio gigante era davanti a lui, spaventato gridò e svegliò gli altri ragazzi, a cui raccontò, in stato confusionale di aver visto questo strano animale. Tornato a casa, la madre notò inoltre tre cicatrici sulla schiena, i medici dichiararono che tali cicatrici potevano essere state fatte solamente da strumenti chirurgici a laser. Sempre nell’entroterra di Levante, in Val d’Aveto, si trova

il Lago delle Lame, situato ad oltre 1600 mt di altitudine, è un lago glaciale incastonato in una splendida area paesaggistica. Nei pressi di questo lago, un campeggiatore, vide un cervo bianco, specie ritenuta estinta almeno in zona, e gli scattò una foto. Una volta ritornato a Genova, però, una sorpresa inquietante apparve sviluppando le foto: al posto del cervo le foto ritraevano una donna dalla figura evanescente, vestita solamente di un abito bianco leggero, che beveva l’acqua del lago. Fabio Mazzari

Nella foto una suggestiva immagine notturna di Campo Ligure tratta da: www.mcglenmysteries.it Nei prossimi numeri proseguiremo questo viaggio nell’ignoto.


l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA

Febbraio 2015

Presepi da premio

Si è tenuto presso Palazzo Spinola di Genova un importante convegno con numerose associazioni

Economia: una rosa contro il declino U

n incontro vivo e stimolante quello svoltosi giovedì 4 dicembre presso la Sala della Minoranza di Palazzo Spinola di Genova, recante per titolo “Una rosa contro il declino. Per rilanciare l’economia e creare nuovi posti di lavoro”. Il titolo, sicuramente azzeccato perché stimolava la fantasia e la curiosità, partiva da un concetto semplice ma pervicace, che ci riassume così Miriam Pastorino, grande animatrice e ideatrice del progetto: “Si parte da una cosa apparentemente piccola, bella ma anche un poco inutile: la rosa. Dalla rosa si inizia un viaggio per scoprire un mondo: un mondo fatto di industria, con lo sciroppo di rose e l’agricoltura connessa ad esso, l’importanza dei parchi delle ville di Genova e del suo Entroterra. La rosa è un simbolo d’amore ma spesso ha anche le spine, ed ecco allora che si parla di disagio giovanile e padri separati. La rosa insomma è il nostro simbolo, simbolo di una società complessa e in difficoltà, ma che non si vuole arrendere”. La manifestazione, patrocinata tra i numerosi Enti dal Comune di Genova, dalla Provincia di Genova e dall’Arci, ha visto sfilare numerosi esperti e professionisti, che hanno presentato le loro proposte per rilanciare un territorio, quello dell’Oltregiogo, troppe volte sottostimato dai suoi stessi abitanti. Molto interessante, anche alla luce di quanto fatto in questi anni da “l’inchiostro fresco”, la volontà di quest’organizzazione di intessere un rapporto molto forte e vicendevole tra Genova e il suo retroterra, anzi in una visione più ampia tra costa e Oltregiogo. Non a caso l’evento si è svolto proprio nei saloni che ospitano le riunioni della Città Metropolitana: infatti se città metropolitana dovrà essere, essa dovrà necessariamente partire da un maggior interscambio “tra mare e monti”. Tra i partecipanti Germanno Gadino, Presidente della Col-

Nella foto un momento del Convegno. Sul nostro sito il resoconto integrale di questa interessante giornata di studio.

diretti Liguria, ha illustrato come “nonostante le asperità del territorio, l’agricoltura negli ultimi tempi ha ripreso spazi, talvolta troppi spazi. Questo però sottende una volontà forte di fare impresa in questo strategico settore. Se c’è molta domanda, significa che vi sono anche ottime possibilità di guadagno. Nei prossimi cinque anni il Governo stanzierà 379 milioni di euro per Genova. Sono fondi che vanno intercettati e fatti fruttare a dovere”. Il Presidente Gadina ha poi voluto sottolineare come: “Impegnarsi in un’agricoltura consapevole vuol dire anche essere sentinella del

territorio. È dannoso – conclude il suo intervento – vedere enormi terreni lasciati nel più completo abbandono. I danni ambientali sono figli anche di questa non cura del territorio”. Anche Sergio Rossi, noto esperto di tradizioni locali, si è detto convinto del progetto: “Anche perché se non si parte da dove si poggiano i piedi, cioè sulla terra, da dove si dovrebbe partire?” Mattia Nesto Si ringrazia la dott.ssa Fulvia Meinero per l’imprescindibile aiuto e sostegno.

Dodici mesi dedicati alle bellezze naturali della Val Trebbia

Il Calendario 2015 dell’Antola

I

l Parco Naturale Regionale dell’Antola rinnova l’appuntamento con il Calendario annuale, dedicato alle bellezze paesaggistiche presenti all’interno del vasto territorio del Parco. Le fotografie, realizzate da fotografi professionisti e non, tutti provenienti dalla Provincia di Genova, immortalano

le meraviglie di questo angolo dell’entroterra ligure. Si comincia dal mese di gennaio, con il Monte delle Tre Croci innevato, con il cartello completamente coperto dal manto bianco, suggestiva la foto di febbraio, con il mare visto dalla cima dei monti, marzo con il tramonto dal Monte Prelà, uno splendido arcoba-

leno sopra il Lago del Brugneto è invece, il soggetto del mese di aprile. A maggio è la volta della catena dell’Antola con i prati fioriti, mentre le luci della Festa di San Pietro sul Monte Antola vengono immortalate nella pagina di giugno, semplice ma allo stesso tempo spettacolare è la fotografia di luglio: due far-

falle che si posano sulle arniche fiorite, una splendida immagine dell’estate montana. Le faggete ombreggiate della Val Terenzone, tra Gorreto e Rondanina, sono il soggetto di agosto, mentre a settembre vi è l’immagine di due daini in combattimento, presi da vicino, nella Val Brugneto. Di tutt’altro carattere è la fotografia del mese di ottobre, non più bellezze naturalistiche ma un immagine dal sapore quasi fantascientifico: la notte stellata nei pressi dell’Osservatorio di Casa del Romano, con i celebri cieli stellati di questa zona, completamente priva di inquinamento luminoso, che permettono straordinarie osservazioni astronomiche. Novembre con l’incontaminato pascolo delle vacche e dicembre con un suggestivo paesaggio innevato regalano una fine d’anno di rara bellezza. Fabio Mazzari

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abato 17 gennaio, nell’affascinante scenario dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate di Mele, in occasione della festa patronale del comune più limitrofo a Genova dell’entroterra di Ponente, si è tenuta la premiazione ufficiale del concorso dei presepi, organizzata dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate, con il patrocinio del Comune di Mele e della Pro Loco Mele Ex-Melle. Le sacre rappresentazioni presenti erano divise in tre categorie differenti: presepi realizzati da privati, i presepi delle vetrine dei negozi all’interno del Comune di Mele ed i presepi realizzati dalle scuole. Questi ultimi erano, ovviamente, i più numerosi, quest’anno si è avuto il record con ben settantacinque classi scolastiche che andavano dagli asili nido fino alle scuole medie, che hanno partecipato e straordinaria è stata la partecipazione a livello territoriale. Hanno partecipato infatti scuole della Città di Genova, della Valle Stura e Leira, del Ponente Genovese, di Ovada (tra cui ha avuto un buon risultato la scuola primaria Giovanni Paolo II del nostro direttore, Luisa Russo, ndr), della Provincia di Alessandria e della Provincia di Savona. A tutte le settantacinque classi è stato donato un pacco contenente materiale didattico. Grande soddisfazione espressa anche dal Sindaco Mirco Ferrando. Fabio Mazzari


l’inchiostro fresco

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EVENTI & PERSONAGGI

Febbraio 2015

Apre un nuovo ristorante all’insegna della cucina ligure e non solo: All’Ulivo El Nigro alla Casa del Batterista

Nel cuore di Novi mangiare bene Da Cuba a Novi A

Novi Ligure in via G.C. Abba 5 apre il ristorante All’Ulivo. “Sono stata sempre appassionata al mondo della cucina e della gastronomia” ci dice Ginevra che assieme alla mamma Rosanna è l’ideatrice del progetto - “La mia famiglia è di Genova ma originaria di Rovereto, dove adesso abitiamo. Cercavamo un locale accogliente in centro a Novi. Ora l’abbiamo trovato e vogliamo che il cliente da noi si senta coccolato ed a suo agio”. Il ristorante propone una cucina di ispirazione ligure – piemontese, senza dimenticare “sortite” anche in altre regioni d’Italia: “Mi piace definire la cucina che faremo come sapori uniti d’Italia: su una base ligure e piemontese, proporremo di volta in volta pietanze da tutte le regioni d’Italia”. In un’atmosfera intima e raffinata, All’Ulivo

si candida a diventare un ristorante “da segnare sull’agenda”. All’ingresso, quasi ad accogliere il cliente, troneggia un maestoso dipinto raffigurante un ulivo: “Il mio trisavolo – spiega in conclusione Ginevra – aveva un ristorante nel centro storico di Genova agli inizi del secolo. Per noi, la cucina, è un vizio di famiglia!”. Mattia Nesto

Parte il Liceo Sportivo Amaldi

L’

offerta formativa a Novi Ligure si arricchisce di una nuova proposta: sabato 24 gennaio è stato infatti presentato presso l’aula magna del comprensorio scolastico il nuovo Liceo Sportivo. Il Liceo Sportivo sarà un percorso di studi improntato all’approfondimento delle scienze motorie, in un quadro culturale che favorisca l’apprendimento di discipline economiche, matematiche, fisiche e naturali. Presso il liceo Amaldi potranno quindi essere formate figure professionali subito spendibili nel mondo agonistico. Una scuola a tutto sport! Eleuterio

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resso La Casa del batterista di via Roma 28 a Novi Ligure, Andrea Barabino, maestro di batteria, la prima settimana di marzo organizzerà un incontro con un drummer d’eccezione, Horacio El Nigro Hernandenz, direttamente da Cuba. La sesiòn di batteria con l’artista cubano sarà un’occasione più unica che rara per apprendere tutti i trucchi del mestiere, in compagnia di un professionista che ha suonato, tra gli altri, con Santana. Solo alla Casa del batterista di Andrea Barabino si può avere la possibilità di

Mimmo Rumore ci spiega i mille segreti del

Mondo del Burraco

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aggiungiamo al Circolo Ilva di Novi Ligure Mimmo Rumore, storico volto del negozio Flamp e amante del gioco del burraco. “Il gioco del burraco – ci dice Rumore – è per l’80% fortuna e per il 20% conoscenza delle regole. Logico che in partite piuttosto tirate la tensione salga e possano avvenire anche dei litigi: forse è per questo che mariti e mogli non giocano mai assieme”. Rumore, in modo molto competente ed appassionato, ci descrive questo mondo, fatto di regole precise e di un’organizzazione raffinata: “Organizzare un torneo di burraco non è affar semplice – spiega il giocatore - l’Associazione Salice Burraco, a cui faccio parte, conta più di cento iscritti. Quindi bisogna anche trovare luoghi ad hoc per svolgere i tornei”. Anche a Novi Ligure, dopo qualche tempo di dimenticanza (se si eccettua la tradizione portata avanti dalla locale Accademia), si sta riprendendo a giocare a burraco: “In effetti io con altri amici ci stiamo muovendo e abbiamo già organizzato delle giornate di gioco a novembre, a dicembre, poi il 18 gennaio, al circolo Ilva, mentre il 25 gennaio all’Hotel I Viaggiatori”. Nelle parole di

Mimmo Rumore si capisce bene come siano “giornate di grande condivisione, dove le signore, più numerose dei signori, sono forse meno competitive ma quelle brave, sono davvero degli assi!”. Nonostante la tradizione del burraco non sia così radicata in zona (molto più diffusa in Lombardia e nell’alto Piemonte) anche a Novi e dintorni sta crescendo l’interesse verso questo sport: “Negli ultimi mesi ci siamo recati tre volte a Grondona – afferma il nostro intervistato prima di accomiatarsi – per spiegare, regolamento alla mano, il gioco del burraco. Anche ad Arquata e in Valle Scrivia c’è tanto desiderio di riprendere le carte da gioco in mano!”. Mattia Nesto

partecipare ad eventi di così alto livello, umano e musicale. Perché, come cantava Pino Daniele, “Il feeling è sicuro/ quello non se ne va/ lo butti fuori ogni momento/ è tutta la tua vita e sai/ di essere un nero a metà”. Eleuterio

Le biografie di Buffa

Una storia d’altri tempi, di prima del motore

Mister mille lire al mese

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In questi tempi di crisi la canzoncina che più rimbomba dentro la testa è un tormentone che i media sono andati a ripescare fino in fondo agli anni trenta (il 1939 per la precisione) simbolo, allora come oggi, della speranza di ognuno di noi, comune mortale, di vedere la propria busta paga gonfiarsi come una zampogna. A dire il vero questa canzone non è mai passata di moda, al punto che gli esperti la inserirono nel novero dei brani evergreen, i più popolari tra gli italiani. Parliamo, dopo cotanto preambolo, di “Mille lire al mese”, che nel 1939 sbancò, diventando una sorta di inno nazionale. Negli anni del boom economico fu rispolverata come beffardo sfottò ad una povertà che consideravamo alle

spalle, negli anni ottanta accompagnò la nascita dello yuppismo e dell’edonismo reaganiano, nei novanta quello della luna di miele col bipolarismo. Ed oggi è una delle più popolari sdrammatizzazioni della crisi economica globale. A cantare “Mille lire al mese” era un piemontese, per la precisione alessandrino: quella voce sorniona, agrodolce, gonfia di ironia, arrivava dall’ugola di Gilberto Mazzi, nato tra Tanaro e Bormida il 3 gennaio 1909. Alessandria gli consegnò le prime lezioni di canto, lui poi si trasferì a Milano, poco più che adolescente, ma ebbe esperienze giovanili anche negli Usa. E fu proprio Mazzi a raccontare che negli Stati Uniti ebbe la sua prima esperienza davanti ad un microfono, in occasione di un’intervista che un cronista gli fece circa le sue impressioni (di italiano) sulla città statunitense dove si trovava: New York.

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Lui é Donkan, é scappato di casa lunedì a Predosa (Alessandria), ha 4 mesi, l’orecchio destro ancora un po’ storto e la pettorina rossa, soffre di epilessia, quindi ha bisogno delle sue medicine.

A Tassarolo A Predosa


Settore giovanile con 90 iscritti e i Giovanissimi 2001 grandi protagonisti nel campionato regionale

Il calcio è giovane a Carrosio U

n vecchio spot di una pubblicità televisiva locale recitava: “Il futuro del calcio comincia da Carrosio”. È proprio così, nel piccolo centro della Val Lemme il calcio giovanile rifiorisce con 90 iscritti e una squadra, i Giovanissimi, che dopo aver vinto la fase provinciale, disputano quella regionale con risultati importanti. In questa stagione il Carrosio è presente con i Piccoli Amici, leve 2007, 2008 con Mister Corrado Cuttica; quindi i Pulcini 2006 di Luca Grosso, i 2005 di Giovanni Sorce. i 2004 con Andrea Cavo e i Giovanissimi 2001 di Salvatore Magrì; preparatore dei portieri è Michele Elia; Direttore Sportivo Luca Filippini e Auditor tecnico dell’attività di base Emanuele Bruzzone. Come si vede la società ha puntato su tecnici di esperienza, competenza e qualità con trascorsi importanti. Inutile nascondere che il fiore all’occhiello è rappresentato dai Giovanissimi 2001 qualificati ai regionali grazie ad un cammino provinciale di otto vittorie in altrettante gare, 94 gol segnati e zero subiti. Ora per i ragazzi di Salvatore Magrì si sono spalancati i palcoscenici regionali che hanno portato ad affrontare compagini blasonate quali Chieri, Pedona, Valenzana Mado, Asti, Cambiano, Pro Dronero, Luserna, Centallo. Nella storia del Carrosio Calcio era successo una sola volta che una squadra si qualificasse per i regionali , ma questa qualificazione, per i numeri espressi, non ha riscontri non solo nella storia del Carrosio Calcio ma ne trova difficilmente anche nel panorama provinciale. È stata una cavalcata straordinaria ed indimenticabile, e se è vero che la qualificazione ai regionali era l’obiettivo del gruppo, è altrettanto vero che nessuno poteva prevedere risultati così eclatanti. Sono numeri quindi inequivocabili che sanciscono senza dubbio le credenziali della migliore squadra della provincia alessandrina - e che costituiscono quello che può senza dubbio essere considerato un vero e proprio record. Mister Magrì ha certamente preso in mano un gruppo con validissime credenziali, ma il lavoro che ha svolto alacremente dal 22 agosto, primo giorno del ritiro, è stato magistrale: ha costruito la mentalità della squadra, ha dato al gruppo nozioni tecniche fondamentali, ha reso ogni calciatore del gruppo sicuro di se stesso, individualmente ed all’interno del gruppo. Nessuna prima donna, ma tut-

Atleti all’insegna di una genuina competizione

Una giornata di sport

ti protagonisti di un calcio globale, che mai si affida agli episodi. Una squadra che non rinuncia mai alla propria identità e che cerca sempre di imporre il proprio gioco. La dimensione fa certamente effetto, ma non è risultato del caso. Il Carrosio Calcio, se da una parte può rappresentare la sorpresa, ha lavorato in silenzio in questi anni, concentrando le proprie forze sul settore giovanile. Ora i programmi di medio termine non escludono che a Carrosio si possa tornare a vedere qualche squadra di categoria, ma se così sarà, lo sarà esclusivamente se questa sarà frutto della continuità del settore giovanile. Mister Magrì, uomo innamorato del calcio, grande competente, ha sposato proprio questo concetto: lavoro, sul campo, con i giovani per insegnare loro e riportare prioritari i concetti della tecnica, della tattica. Il Carrosio merita ora il rispetto degli addetti ai lavori, e certamente la stima per l’impegno profuso. Sul campo, a fianco di Mister Magrì, Michele Elia che si è preso cura dei portieri. Questa la rosa: Portieri: Matteo Petrucci, Mirco Cairello; Difensori Luca Lechner, Samuele Carrea, Marco Ottaviani, Andrea Cairello, Mirko De Ceglia, Alessio Bruzzone; Centrocampisti: Matteo Contardo, Matteo Ferraris, Davide Demicheli, Edoardo Repetto, Matteo Tosonotti; Attaccanti: Alessio Repetto, Dario Maroni, Marco Repetto, Diego Brunetti, Federico Zunino. Enzo Prato

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omenica 18 gennaio a Novi Ligure il Comitato Provinciale C.S.A. In. di Alessandria, con il patrocinio della regione Piemonte, del CONI regionale e del comune di Novi Ligure, è stato promotore di una giornata di sport dedicata in primis ai giovani. Presso l’ippodromo “Corrado Romanengo”, struttura ormai in abbandono che meriterebbe di essere riscoperta e sfruttata, si è tenuto il

“XVII Cross Coppa Città di Novi Ligure”. La kermesse di corsa campestre, sotto l’egida dell’Atletica Novese, ha visto la partecipazione di 244 atleti di tutte le età. Nella stessa mattinata, il Palazzetto dello Sport è stato “invaso” da centinaia di piccoli atleti al cospetto di un pubblico numeroso e appassionato. L’ASD Il Tempio del Karate ha organizzato il “Gran Prix Regionale C.S.A.In. 2015 X Memorial Ba-

rison e Robotti”, competizione di carattere interregionale, che ha coinvolto circa 250 atleti provenienti da società sportive piemontesi, lombarde e liguri. Un altro esempio lampante di quanto lo sport rimanga un momento di aggregazione e di formazione, una scuola di vita grazie alla sana competizione e al confronto, fucina di amicizie e di caratteri. Benedetta Acri

Karate a Novi ica n e m o d a Un nte a n o i z o m e


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SPORT

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Calcio: tanto entusiasmo per le squadre del Settore Giovanile Piccoli campioni crescono

I talenti dell’ASD Tiger Novi Il “Carando”

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opo i primi mesi di attività, l’ASD Tiger Novi, società sportiva che aderisce al progetto Scuola Calcio Milan, ha presentato le squadre del Settore Giovanile al cospetto del sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, dell’assessore allo sport Stefano Gabriele e del responsabile di Milan Junior, il dott. Edgardo Zanoli. A dimostrazione del continuo sostegno e partecipazione attiva dell’AC Milan verso questo progetto che coinvolge molte società calcistiche a livello nazionale ed internazionale. Il sindaco Muliere ha sostenuto che “il ruolo delle società sportive è fondamentale per una città come la nostra, dei Campionissimi del ciclismo. Ed è importante l’impostazione che una grande società dà ad una scuola calcio.”. L’assessore Gabriele ha sottolineato che “i settori giovanili sono importantissimi perché sono incubatori di educazione. Non si impara solo uno sport, ma anche ad essere amici, a rapportar-

si con gli altri e stare insieme. È una vera e propria scuola di vita, si impara ad essere uomini”. Il dott. Zanoli ha ribadito la vicinanza del Milan alla società, dicendo che “è una soddisfazione, soprattutto per il coinvolgimento non solo dei ragazzi ma anche dei genitori. La condivisione è importante. Il progetto vuole trasmettere la cultura sportiva e i valori della società

AC Milan dando la possibilità ai ragazzi di avere un’esperienza calcistica a tutto tondo ed esprimere il proprio talento. È un dovere formare i giovani, dentro e fuori dal campo: lo sport serve a fare molte cose nella vita, aiuta a vivere meglio, ed è questo che principalmente l’esperienza nelle scuole calcio Milan deve significare, a prescindere dalla carriera che intraprende-

ranno in futuro questi giovani”. Il vicepresidente Franco Ciliberto ha esposto un bilancio dei primi 3 mesi di attività congiunta tra ASD Tiger e AC Milan: sono 70 i tesserati, con quasi il 50% di nuovi iscritti; gli allenatori possono usufruire del portale telematico per rimanere sempre aggiornati sulle migliori tecniche di preparazione e hanno la possibilità di recarsi al centro sportivo Vismara per assistere agli allenamenti delle squadre giovanili del Milan; continua amche il lavoro con i genitori, sia sul discorso calcistico che per la crescita personale dei ragazzi, sottolineando ancora una volta l’importanza della collaborazione tra società e famiglie. È questo il bello del calcio, il calcio pulito e divertente che piace a tutti e che vorremmo vedere più spesso negli stadi. Una scuola di sport e di vita per gli atleti e le famiglie, secondo lo stile Milan (almeno quello di una volta). Benedetta Acri

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rofei del Carando e Acqui Calcio ai Boys di Maffieri, Maestro di calcio, ma prima di tutto di vita. Tecnico che non è mai stanco di vincere: Giulio Maffieri aggiunge altri due allori alla sua lunga storia alla guida dei Pulcini 2004. Vincitori al 17° Memorial Carando, il grande evento di calcio giovanile organizzato dall’Arquatese, che quest’anno si è disputato nel weekend del 20-21 dicembre. Il gruppo oggi Boys Calcio Ovada allenato da Maffieri è abbonato al primo gradino ad Arquata avendolo vinto anche negli ultimi tre anni quando erano la gloriosa “Due Valli Stefano Rapetti di Silvano D’Orba”. In questo importante torneo oltre la grande prestazione collettiva si sono distinti con premi individuali Nicolò Mazzarello per la determinazione e la grinta dimostrata in campo e Jacopo Cannonero come capocannoniere. Il successo è stato bissato, la settimana successiva, al torneo organizzato dall’Acqui Calcio presso il centro sportivo Mombarone, dopo che la squadra di Maffieri ha ottenuto la qualificazione alla finale sconfiggendo squadre della portata dell’Acqui, Felizzano Olimpia e salendo sul gradino più alto del podio vincendo contro l’Orione Voghera. Formazione Boys Calcio: Massone, Sciutto, Mazzarello, Barbato, Cannonero, Tagliotti, Alloisio, Ozzano, Campodonico, Visentin, Canestri. Daniele Bonafiglia

Ovada: dopo il torneo di Natale, un altro evento Ok per la Boxe Ovada e il Maestro Sergio Corio

Ecco il torneo di Pasqua Giangiusi Loi promosso D

opo il riuscitissimo Torneo di Natale organizzato dall’A.S.D. Boys Calcio che ha coinvolto le strutture al coperto del Geirino di Ovada, il “Maccagno” di Capriata d’Orba e il palazzetto di Regione “Castelvero” di Castelletto d’Orba dove si è svolto anche il torneo della Befana, sono già aperte le iscrizioni al Torneo di Pasqua 2015 in programma il 2 - 3 - 4 e 6 Aprile. Si prospettano numerosi adesioni in quanto il torneo giovanile si svolgerà su ben quattro strutture: il campo maggiore del Polisportivo “Geirino” di Ovada che all’occorrenza può anche disporre del campo sintetico oltre che del Palazzetto in caso di pioggia; la

struttura del “Maccagno” di Capriata d’Orba che dispone di una struttura al coperto e tre campi all’aperto di cui due sintetici e uno in erba a undici, la new entry rispetto alla scorsa edizione di Castelletto d’Orba che dispone del campo maggiore a undici più il Palazzetto ed infine lo “Stefano Rapetti” di Silvano d’Orba che presenta il campo maggiore in erba oltre a due campi sintetici. Come si vede le disponibilità di spazi sono notevoli per cui ci sono i presupposti per accogliere numerose squadre con le finali di categoria in programma il 6 Aprile solo ad Ovada. Ci si avvicina anche alla 29° edizione dell’appuntamento giovanile, una delle più longe-

ve non solo della Provincia per cui l’organizzazione dell’Ovada Calcio e dei Boys Calcio confidano in un successo. In campo le categorie Giovanissimi 2000, Giovanissimi 2001, Esordienti 2002, Esordienti 2003 tutte a undici giocatori, quindi Pulcini 2004, 2005, 2006 e Piccoli Amici a sette giocatori. Per le iscrizioni contattare Paolo Brenta al 328 7732149, Carmelo Barca al 347 3122169 oppure compilare l’apposito modulo scaricabile dal sito dell’Ovada Calcio nel sito asd ovadacalcio.it oppure tramite fax al numero 0143/80149. Le iscrizioni devono pervenire entro il 13 marzo 2015. Enzo Prato

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opo Luca Susetti e Benito Di Gregorio, un altro ovadese a distanza di vent’anni sale ring della boxe come Prima Serie Nazionale e questo traguardo rappresenta per il Maestro Sergio Corio ed i suoi collaboratori motivo di grande soddisfazione. Si tratta di Giangiusi Loi, classe 1982 che soltanto nel 2005 ha cominciato il suo percorso nella “noble art” con 38 combattimenti da dilettante di cui 13 incontri nella Terza Serie e 25 nella Seconda Serie con le sconfitte sempre ai punti e mai prima del limite. Così la FederBoxe, grazie ai risultati raggiunti negli ultimi due anni, gli ha riconosciuto il passaggio che gli permetterà di combattere senza il casco protettivo. Così lo descrive il Maestro Sergio Corio al quale si deve la continuità di questo sport ad Ovada: “Giangiusi – dice – è il classico ragazzo che non salta un allenamento, ha buona potenza e grande velocità, mentre l’unico neo riguarda la mancanza di continuità che è un vero peccato, perché ha grinta da vendere. Comunque sa rapportarsi con tutti coloro che frequentano la palestra e soprattutto si rende utile verso i più giovani”. Ora si attende l’esordio da “Prima Serie” in modo da far ritornare ad Ovada nuove emozioni con la boxe. Enzo Prato


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