fresco All’interno Speciale Urbe: un paese montano sparso in molte frazioni da pag. 15 a pag.l’inchiostro 18
Febbraio 2016
Fondato nel 1985
La voce dell’Oltregiogo
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ANNO XXXI / N. 1 - FEBBRAIO 2016
Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)
Le “Freedom Sisters” di Ovada - pag. 6
Solidarietà in Val Polcevera - pag. 25
Il Carnevale di Rossiglione - pag. 9
Morego (GE): oltre duecento aziende agricole impegnate nel convegno a favore del “Km0”
Appennini a tutta natura
OVADA Lantero e il futuro della città di Luisa Russo - pag. 3
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oom nella “green economy” nel 2015. Mai così tante aziende agricole infatti hanno aperto i battenti, superando ogni record dal 1946 ad oggi. Tuttavia, al netto di questo dato straordinario, lo stato di questo settore in Italia denota una condizione di sofferenza: oltre un terzo delle aziende agricole sono gestite da persone over 65 anni, contro un dieci per cento scarso di under 35. Comunque il dato del 2015 fa ben sperare per il futuro, specialmente per quanto riguarda le nuove generazioni che stanno scoprendo il valore della terra. Di questo, e soprattutto di un progetto in grande scala, si è parlato alla fine di gennaio, in un’affollata assemblea a Morego, quartiere a nord di Genova (dove si trova la sede del IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia, scherzi del caso, verrebbe da dire: la tecnologia avanzata e l’agricoltura a pochi metri di distanza!). Il progetto discusso, nato dall’iniziativa di alcuni agricoltori e allevatori della zona, consisterebbe nel mettere in rete tutte le imprese agricole dell’alta Val Polcevera e delle zone limitrofe. I numeri sono imponenti: ben 112 sono le aziende censite tra i sei comuni dell’area dei Giovi (ndr, Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Busalla, Serra Riccò e Sant’Olcese) e quasi una novantina sono attive nel territorio del Municipio Valpolcevera della Città Metropolitana di Genova, portando a duecento le
All’interno
VALLE STURA Leoncini e Pesce si confrontano di Fabio Mazzari – pag. 8
RONDINARIA I mongoli a Silvano di Pierfranco Romero – pag. 11
I Laghi del Gorzente, foto di Stefano Milano
The Italian Dream
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aro Inchiostro fresco, ho visto su Facebook una serie di bellissime fotografie dei Laghi del Gorzente, il luogo da cui proveniva mia nonna paterna. Quando le ho guardate, mi sono venute le lacrimucce da emigrante e le ho subito ri-condivise. I miei amici scozzesi le hanno viste e ne sono rimasti entusiasti. Anche le mie cugine, che vivono in Argentina, hanno avuto modo di visionarle e le hanno ri-condivise, anche loro
con una lacrimuccia dedicata alla nonna che non c’è più. Pure gli altri miei cugini nel Connecticut (USA) le hanno guardate con malinconia ed i miei amici neozelandesi mi hanno detto che questi laghi a loro ricordano i paesaggi alpini degli antipodi. Insomma, volevo ringraziarvi e farvi sapere che vi leggono su più continenti. I “Novesians” vi seguono (beh, almeno io dalla verde Scozia....). Un’emigrante italiana in Scozia
Speciale San Valentino
Una favola per tutti gli innamorati a pag.10
imprese agricole presenti sul territorio. Numeri di tutto rispetto dunque, soprattutto per un’area che, dagli anni ’50 in avanti ha subito imponenti trasformazioni del territorio: dapprima con insediamenti industriali (ancora oggi sono moltissime le fabbriche medio-piccole presenti) e in seguito commerciali (la grande distribuzione) che hanno stravolto l’aspetto prevalentemente agricolo tipico di queste zone. I promotori di quest’iniziativa, Luigi Previati insegnante in pensione e oggi “contadino” a tempo pieno e Claudio Golotta, medico, hanno preso contatti con le diverse amministraccon zioni comunali censire le aziende zzion agricole presenti e la loro attività aagri principale, così da arrivare ad una pprin “banca dati” complessiva delle real““ban Il gruppo, a breve, si cottàà esistenti. e
stituirà con il nome “Vivere la Valpolcevera” ed avrà un logo ufficiale, cercando di far giungere la propria voce alle amministrazioni locali. Claudio Golotta, affermando che “Un’alimentazione sana è il primo passo per stare bene”, ha posto l’accento sull’importanza dei prodotti genuini, preferibilmente biologici e a chilometro zero, ovvero “dal produttore al consumatore”. La salvaguardia dell’agricoltura significa anche, come ha spiegato sempre Golotta, creare un presidio per il territorio, in quanto il progressivo abbandono dei terreni è causa principale del dissesto idrogeologico. Il gruppo “Vivere la Valpolcevera” si pone quindi come obiettivi quattro punti fondamentali: il primo è quelsegue a pag. 2
I NOSTRI PAESI Focus su Mornese servizio – pag. 15
Cambio della guardia all’inchiostro fresco
Dopo Luisa Russo, il testimone passa ad un nuovo Direttore Responsabile, Federico Cabella, che si presenta al lettori a pag. 24
l’inchiostro fresco
Pagina a cura di Claudio Cheirasco e Mattia Nesto
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Cultura ed arte per una città a cavallo tra Oltregiogo, Oltrepò e Via Emilia
L’AgriCultura L’Agri Cultura
Il polo museale di Tortona: tris di bellezze
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SI UI
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AI LETTORI
Tortona è una città dalla grande storia. Probabilmente di origine ligure, ma cresciuta e divenuta polo centrale in epoca romana, quando fu crocevia di grandi strade consolari (la via Fulvia, la via Postumia, la via Emilia-Scauri), la città testimonia questa “presenza nei secoli” con
Il Museo Diocesano
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ompletamente ristrutturato e aperto al pubblico a partire dal 2004, il Museo Diocesano di Tortona sorge all’interno di uno dei cortili interni della locale Diocesi. A seguito di numerosi ampliamenti succedutosi lungo gli anni (e terminati nel 2014), oggi ospita una collezione davvero ricca, con opere e reperti anche molto antichi, testimoni, come avevamo avuto modo di ricordare poco sopra, della “grande storia” di Tortona. La direttrice, Lelia Rozzo, ci dice infatti: “Senza ombra di dubbio uno dei reperti più importanti è il Codice Purpureo, risalante al V-IV secolo d.C. e ritrovato a Sarezzano”. Questo codice di Sarezzano venne realizzato con la porpora di tiro e il suo inchiostro era composto da una miscela di oro, argento e rame. Proseguendo per il museo si possono “incontrare” anche due bolle papali che accordano privilegi speciali alla
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na delle più famose opere del filosofo greco Platone, il “Fedro”, è ambientata in un contesto molto particolare. Infatti Fedro, un discepolo dell’Accademia, incontra per caso per le vie di Atene il maestro Socrate e con lui inizia a discorrere su temi come il valore della retorica, l’importanza della bellezza nella vita e, soprattutto (il motivo per il quale questo dialogo è tanto celebre), dell’ “eros come mania divina”. Mentre i due parlano fittamente piano piano si allontanano dal centro di Atene, escono fuori le mura e si fermano in una bella radura piena di verde, un’amena valle dove scorreva l’Ilisso, un piccolo corso d’acqua dell’Attica. Ecco che Platone, semplicemente scegliendo di ambientare il dialogo in questo particolare luogo, ci “dà” un grande insegnamento. Ovvero quanto sia importante la natura per la nascita di un pensiero, lo svilupparsi di un ragionamento o, per così dire, “l’accensione” della classica lampadina in testa simbolo di una nuova idea e quanto bisogni vivere in armonia con essa. Se l’amore, come Platone ci dice per bocca della sacerdotessa Diotima anche nel dialogo “Il Simposio”, è “tensione verso la conoscenza dell’essere”, così la natura, il “verde” e la terra non sono semplice cornice per le nostre idee ma ne sono anche il primo “alimento”, che rende forti queste idee e in grado di propagarsi alle altre persone. Questo ci può donare un luogo nel quale natura e uomo vivono in sintonia. Per questo motivo eventi come quello con il quale apriamo il giornale, sono appuntamenti tanto importanti. Perché proporre un’agricoltura “a chilometro zero” significa inquinare meno e far nascere, anzi ri-nascere, quella “corrispondenza d’amorosi sensi” tra uomo, animali e natura. Estremizzando, potremmo quindi dire che Platone, più di 2300 anni fa, ci ha fatto capire quanto conti “l’agricultura”. (m.n.)
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Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom. Umberto Cecchetto socio dell'Ass. "Club F.lli Rosselli". Contattarlo al:
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città di Tortona. Entrambe le pergamene risalgono al 1100, prima della distruzione della città operata dal Barbarossa. Notevoli anche le opere della statuaria, con le struggenti rappresentazioni lignee della Passione del Cristo ed alcuni pregevoli statue provenienti dalla ex Basilica minore di N.S. di Loreto, oggi convertita a sede della chiesa ortodossa romena cittadina. Il museo Diocesano bene racconta le diverse identità geografiche degli artisti che, lungo i secoli, hanno lavorato a Tortona, con pittori provenienti dall’Oltregiogo ligure, dal Piemonte, dalla Lombardia, dall’Oltrepò pavese ed anche dal Novese e dalla val Borbera. Proprio dalla val Borbera proviene una rara tela a tema sacro di Felice Giani, anticamente conservata presso la chiesa di Pallavicino, frazione di Borghetto Borbera. Oggi una copia, perfettamente rassomigliante all’originale, è stata posta nella chiesa stessa.
numerose opere artistiche e statuali di grandi pregio. Per questo motivo, assieme al nostro anfitrione Claudio Cheirasco, abbiamo fatto un tour tra i tre musei cittadini, ovvero il Museo Diocesano, la Pinacoteca e la raccolta di Palazzo Guidobono.
La Pinacoteca
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a Pinacoteca di Tortona è nata con la volontà di rendere fruibile al pubblico il patrimonio d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. La già ricca collezione è stata integrata con altri quadri di pittori legati al divisionismo, in una ricostruzione organica che ha richiesto dieci anni di lavoro. Oggi la Pinacoteca “Il Divisionismo” è il punto di riferimento di questa corrente pittorica che si è sviluppata a cavallo tra Otto e Novecento soprattutto nelle nostre zone e che vede nell’impegno sociale il suo tratto saliente. A Tortona si possono ammirare non solo le opere dei grandi maestri quali Gaetano Previati, Giuseoppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Carlo Fornara ed Angelo Morbelli ma anche quelle di artisti ritenuti “minori” tra cui il tortonese Angelo Barabino. Il legame con il territorio è aumentato dalla vicinanza a Volpedo, luogo in cui ha vissuto Giuseppe Pellizza e in cui è visitabile il museo a lui dedicato. Oltre all’esposizione permanente sono attivi dei laboratori didattici con le scuole. Attraverso una proposta didattica strutturata si compie un percorso con gli studenti. Le attività svolte cambiano secondo l’età, si parte da attività ludiche che si fanno via via più complesse. Ogni anno partecipano ai laboratori circa 5000 ragazzi provenienti dalle scuole della provincia di Alessandria e Pavia. Da quest’anno, ogni terza domenica del mese l’iniziativa “Divisionismo in famiglia” consentirà ai genitori di fare laboratorio insieme ai loro figli.
Palazzo Guidobono
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erzo ma non ultimo mo ccome om me im iimmportanza, è Palazzo zzzo Gu zzo G Guidobouidob iddob oboobo edi difificcio cio cch ci he no, un imponentee edifi che e”” de ddella ella llla ci ccittà ittttà e sorge proprio nel “cuore” uunnic icip ipioo. che fu in passato sede del M Municipio. “Mu M seeo Negli ampi saloni ora vi è iill “Museo viche R a ccooltltee ac Archeologico e delle Civiche Raccolte n onno ng Artistiche e Storiche” e qui veng vengono stre e ver rni n sorganizzate anche mostre vernisente Palazzo Palazz zzzo sage d’arte. Recentemente to la mostraa Guidobono ha ospitato “Twins” di Elisa Muliere, re, apprezzata artista tortonese diplomatasi all’Acmatasi all’Ac cademia di Belle Arti di Bologna. Durante l’inaugurazione della personale l’abbiamo raggiunto per un’intervista. Come nasce la sua passione per l’illustrazione, il disegno e l’arte in generale? Ho cominciato a disegnare e ad usare il colore da piccola con mia nonAppennini a tutta natura prosegue dalla prima pagina
lo di approfondire la conoscenza della realtà contadina e agricola in valle, il secondo è di coinvolgere tutte le persone ed i soggetti che hanno interesse in questo progetto, il terzo è quello di organizzare incontri in tutti i comuni ed i territori coinvolti per far conoscere la portata del progetto e, infine, come quarto e ultimo punto far approvare a livello politico (Comuni, ex Provincia e Regione) iniziative concrete di sostegno ai produttori locali, facilitando per esempio la vendita dei prodotti di quest’aziende nei mercati locali e rionali. Fabio Mazzari
La foto è di Riccardo Davico e Angelica Guida
na, che era una pittrice. Poi tutto vien da sé: si cresce e si sceglie una strada per esprimere sé stessi. E si studia, si indaga, si va a fondo. Che mostra è Twins? La mostra si svolge su un doppio binario espositivo: una parte del percorso è dedicata ad opere più datate in dialogo con alcune di recente produzione, fino alle inedite del 2016; l’altra raccoglie tutto l’impianto di lavori creati attorno ad ‘Icaro deve cadere’, il mio primo libro d’artista edito nel 2014 dalla casa editrice Grrrz Comic Art Books di Genova. È una mostra complessa, che racchiude diversi aspetti della mia produzione, resa fruibile ed efficace anche grazie al supporto curatoriale dello Spazio Espositivo Adiacenze di Bologna. Qual è il suo legame con Tortona? Tortona è la mia città natale. È un pezzo della mia storia, la custode delle mie radici. È la città della mia famiglia, è casa.
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un anno e mezzo dall’elezione incontriamo il Sindaco di Ovada, Paolo Lantero, soddisfatto per questo incarico di Primo Cittadino, pronto a “vivere” il 2016 con nuovo slancio e attenzione all’attività amministrativa. “Pensavo di conoscere la città in molti aspetti, - ha commentato - visto il mio precedente incarico di Assessore all’Urbanistica per dieci anni, ma non è così. Nell’arco della giornata mi trovo a gestire diverse tematiche, spesso contrapposte, e a prendere decisioni in poco tempo, anche se non manca la collaborazione con i colleghi della Giunta e i consiglieri di maggioranza. Questa legislatura si è caratterizzata – prosegue Lantero nel suo ragionamento - per i tagli agli assessorati, ma non è mai venuto meno il mio obiettivo di fare squadra. Per questo ho assegnato le deleghe allo sport e ai giovani ai miei consiglieri, proprio nell’ottica di costruire un gruppo di governo dove tutti concorrono alle scelte, con piena responsabilità e possono integrarsi, sostituirsi e aiutarsi”. In quest’ottica rientrano i cosiddetti Sindaci di Quartiere?: “Esattamente. In ciò rientra la figura dei Sindaci di Quartiere, istituiti all’inizio della legislatura, che, attraverso un impegno gratuito di conoscenza della macchina amministrativa, interagisce con la popolazione, dialoga e riflette sulle necessità della città. Quindi mi è scomoda la posizione di leader, ma credo nella capacità decisionale del gruppo”. Non mancano sul “banco” numerosi problemi che sono il riflesso delle decisioni a carattere di governo nazionale ed europeo, primo fra tutti il patto di stabilità che frena l’attività amministrativa sia in una compressione di spesa sia nel groviglio del rispetto delle leggi che comporta una meticolosa burocrazia che svilisce di fatto l’operato. “Recentemente – afferma il Sindaco - ad esempio abbiamo constatato
Si ridisegna il futuro della città pensando alla valorizzazione del territorio
Tutti al lavoro nel nome di Ovada Da sinistra: Simone Subrero, Roberta Pareto, Giacomo Pastorino, Paolo Lantero, la segretaria Rosanna Carosio, Grazia Dipalma, Sergio Cappello che nuove disposizioni regionali ed europee stanno rivoluzionando il mondo dei trasporti e quello sanitario con ripercussioni sulla cittadinanza. Per i trasporti, in termini regionali, si parla di un nuo-
vo affidamento del servizio ad una struttura unica; in sanità le regole del tetto massimo dell’orario e del riposo obbligato dei medici, secondo le normative europee, stanno interferendo con l’attività ospeda-
liera anche nel nostro nosocomio; a ciò si aggiunga anche la difficile situazione economica della Regione in questo settore e alla necessità di mantenere le eccellenze senza spese e senza tagli all’ospedale e
ai servizi. Poi - continua il Primo Cittadino - la riorganizzazione dei distretti e dei Consorzi disegnerà un nuovo scenario per cui si dovrà anticipare o trasferire la nostra esperienza, oltre i confini ovadesi,
Proseguono i lavori nella parte vecchia di Ovada per una trasformazione della città
Le Aie: una perla nel Centro Storico C’ è grande attesa in città per conoscere il nuovo volto delle Aie nel centro storico di Ovada. Lo scorso mese di gennaio è stato infatti determinante per l’avvio dei lavori su tutte le aree pubbliche, mentre per quanto riguarda le palazzine sono oggetto delle ultime rifiniture. Si è trattato naturalmente di un percorso lungo quello che ha interessato la riqualificazione del “cuore” del Centro Storico ovadese per lunghi anni lasciato nell’incuria più completa. Poi, grazie al gran lavoro della precedente Amministrazione guidata dal compianto Sindaco Andrea Oddone, si è potuto dare il via al grande progetto che avrebbe cambiato il volto di Ovada. Finalmente il 2016 è l’anno della definitiva rinascita che molti attendevano. Bisogna anche ricordare che l’iter dei lavori è stato segnato dalla crisi dell’impresa costruttrice la CESA e dalla situazione del mercato immobiliare per cui
i soci della Società “Aie” hanno ridato nuovo impulso all’impresa con una ricapitalizzazione di tre milioni di Euro. Molto dipende, come in tutti i casi dalla burocrazia perché il Comune dovrà acquisire, secondo gli accordi, gli spazi pubblici. C’è comunque il vantaggio che l’attuale Primo Cittadino, Paolo Lantero, ha seguito nella qualità di Assessore all’Urbanistica della Giunta Oddone tutto l’iter burocratico per cui già conosce l’iter procedurale. Sembra che ci sia interesse per gli spazi commerciali tanto che tre dei sette negozi sono già stati sistemati, poi c’è tutta la parte abitativa che deve incontrare il parere favorevole di coloro che sono interessati. Nella società AIE figura anche il patron di Telecity Giorgio Tacchino con Emo Molinari componente e portavoce della società. Senz’altro un grande complesso che trasformerà nel vero senso della parola il centro storico della città. (l.r.)
per un distretto efficace ed efficiente, senza perdere la qualità. Da non sottovalutare le dimissioni di Emanuele Rava dalla presidenza dell’Ipab Lercaro che rimette in discussione il lungo lavoro svolto in questi anni e in pericolo la struttura che è l’unica casa di riposo pubblica e per la quale si stanno prospettando nuove soluzioni, dopo un confronto aperto con i Sindaci della zona”. In tema poi di tutela dell’ambiente, ferma è stata la posizione del Comune sul parere negativo all’insediamento di una centralina idroelettrica sullo Stura. “Anche se non è possibile desistere sulla futura localizzazione perché la normativa sulle fonti rinnovabili di pubblica utilità potrebbe superare la contrarietà espressa”. I recenti insediamenti aziendali nel territorio e la fattiva collaborazione del Comune con gli altri enti locali e con le associazioni sta aprendo uno spiraglio e un rilancio sull’immagine della città e dell’Ovadese. “Si è intrapresa una nuova strada – puntualizza il nostro interlocutore – che cambia la filosofia politica e determina un cambiamento: non si dovrebbe più parlare di Ovada come centro zona, ma di zona ovadese a cui sta a cuore il territorio e tenta di valorizzarlo al massimo nelle sue potenzialità che sono il turismo e l’enogastronomia. Ripensare alla zona come fulcro di eventi e di attrazione per i turisti richiede una sinergia fra i Comuni e i vari enti, con lo Iat e l’Enoteca in cabina di regia. In quest’azione ricostruttrice – termina Paola Lantero - grande peso ha avuto l’intuizione di un nuovo corso di agraria, agroalimentare, agroindustria con indirizzo enologico, con il preciso scopo di formare nel campo dell’agricoltura e dell’attività vitivinicola, giovani esperti che costituiscono il domani”. Luisa Russo
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l’inchiostro fresco
OVADA
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Ottimo il lavoro del Consorzio Servizi Sociali, ma preoccupano i rapporti con l’Asl
Apre in Piazza Nervi ad Ovada la
30 progetti per il Piano di Programma Farmacia del Borgo D I l bilancio del Consorzio Servizi Sociali dell’Ovadese (che comprende Ovada e i 15 Comuni della zona) di cui è Direttore Emilio Delucchi (nella foto) si chiude in pareggio, per un ammontare di 2.481.374 euro ed evidenzia, come ogni anno, la buona qualità del servizio e l’attenta gestione delle risorse, tanto da rappresentare un modello da esportare all’esterno. Da tutta l’attività illustrata nel “Piano di Programma 2016”, emergono alcune preoccupazioni che riguardano diversi settori. Sono comunque trentacinque i progetti e i servizi finanziati dal Consorzio e dalla Regione Piemonte, con o senza cofinanziamento di altri Enti che saranno attivi nel 2016. Innanzitutto il perdurare del peggioramento delle condizioni inerenti la casa in seguito all’aumento del numero di sfratti, le modalità di conduzione delle case popolari e la difficoltà di pagare affitti e spese condominiali, pone il Consorzio come punto di riferimento per sopperire al momento di difficoltà, grazie anche al Comune di Ovada, che con i contributi è intervenuto sui casi più drammatici. Importante e di grande attualità il progetto “ASSO”, attraverso il quale partirà un’azione di sensibilizzazione dei commercianti dei pubblici esercizi in collaborazione con il Comune di Ovada e degli altri Enti che sceglieranno di partecipare, relativamente al contrasto del gioco con le “slot machine” che sta causando l’aumento di ludopatie e le richieste di sostegno economico generato dal gioco d’azzardo. Continua con grande utilità l’esperienza di “Amici a pranzo” gestita insieme a Caritas e Conferenza di San Vincenzo presso il Salone del Santuario di San Paolo della Croce in Corso Italia. Inoltre si è dato luogo ad una convenzione con la Prefettura di Alessandria per l’ospitalità dei profughi richiedenti asilo. Tra gli altri servizi, ma non di minore
importanza, lo sportello dell’Unione Italiana Ciechi, lo “spazio neutro” ed il servizio psicologico di counseling familiare che ha come scopo quello di comprendere e far comprendere le dinamiche relazionali ed emozionali che possono costituire degli ostacoli al normale svolgimento della vita familiare, il servizio di assistenza e l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità gravi presso le strutture scolastiche. Nell’ambito della formazione in collaborazione con la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri è stato avviato un corso
• Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Massimo Calissano (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese) Marta Calcagno (Rondinaria) Marisa Pessino (Nuova Libarna) Fabio Mazzari (Valle Scrivia)
Luisa Russo
opo diverso tempo di attesa Ovada ha la quarta farmacia. La Regione Piemonte aveva infatti concesso già verso la fine dello scorso anno la farmacia numero quattro, quindi si è provveduto ad individuare il sito per poi provvedere ad avviare i lavori di ristrutturazione del locale. La farmacia è stata sistemata in Piazza Nervi nei locali dell’ex macelleria da tempo chiusa e sarà principalmente a servizio della popolazione del “Borgo”, oltre alla vasta zona collinare alle spalle che comprende appunto le zone delle Cappellet-
In questo 2016 diverse iniziative per ricordare la fondazione della Pubblica Assistenza
Settant’anni di Croce Verde ovadese S ettant’anni fa, l’11 gennaio 1946, ad Ovada in Corso Saracco 6, in una “serata nevosa” (così scrive l’autore del libro Giancarlo Marchelli) fu costituita da diciassette soci fondatori la Croce Verde di Ovada. Da quella data tanti furono i momenti importanti di un cammino sempre in crescita e con un impegno che si può ancora leggere oggi sopra le autorimesse della sede: “L’uomo si innalza, abbassandosi a chi soffre”. Non si possono dimenticare gli sforzi e la tenacia per arrivare all’attuale sede, il volontariato dei militi, oggi in 150 circa, raggruppati in squadre, e soprattutto il parco automezzi, iniziato con una barella a mano, fino all’attuale costituito da venti mezzi sempre più sofisticati. I settant’anni sono stati ricordati con un primo appuntamento il 10 gennaio scorso, ma durante questo 2016 verranno organizzati altri eventi celebrativi. Un traguardo importante per la Croce Verde Ovadese diventata negli anni un punto di riferimento per i cittadini e le istituzioni dell’intero territorio per i servizi resi alla popolazione. E’ stato percorso un lungo viaggio prezioso in questi
l’inchiostro fresco - 15 Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Federico Cabella • Sito a cura edizione online: Mattia Nesto
per Operatori Socio Sanitari, oltre ad un corso di aggiornamento per operatori interni. L’attività è dunque immensa coordinata da una pianta organica molto ristretta, ma purtroppo si addensano le nubi sul futuro del Consorzio sempre in stretto contatto con il Distretto Sanitario. Spetta naturalmente alle Autorità competenti non snaturare quanto fatto con impegno, abnegazione e spirito di sacrificio, anche se la legge dei numeri ha sempre la prevalenza sul lavoro eseguito.
mila copie
• Rubriche: Stefano Rivara (La voce del binario) Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: a cura di Sara Ponta, Yulia Saitova grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998
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e con ambulanza base (due militi) su tutto il territorio ovadese e nell’area novese attraverso la sotto sezione di Basaluzzo. Si occupa poi dei trasferimenti in urgenza dall’ospedale di Ovada presso altri ospedali della rete alessandrina, quindi servizio dialisi, trasferimenti ordinari, trasporti per consulenze, visite e esami specialistici non disponibili a Ovada. Tra i progetti immediati c’è anche l’acquisto della sede con la Croce Verde da tempo disponibile alla trattativa, dopo aver fatto tutti i passi necessari, in attesa che l’Asl dia un’ indicazione in merito. (l.r.)
70 anni, non solo sulle strade con i servizi e i chilometri, ma anche tra la gente di Ovada e della zona. Nel primo appuntamento celebrativo si è svolta la Santa Messa celebrata da Padre Ugo, già milite e dirigente del sodalizio, quindi un doveroso omaggio al cimitero con la deposizione della corona presso il cippo realizzato dal compianto scultore Emilio Ravera e quindi incontro conviviale dei volontari e amici della Croce Verde Ovadese all’Enoteca di via Torino per la consegna
dei ricordi artistici realizzati in vetro da Ugo Parodi che riproduce lo stemma del 70° anniversario. Sono stati ricordati e letti i nomi dei soci fondatori perché idealmente fossero vicini alla festa, quindi premiati i benefattori Liliana Tortarolo, la famiglia Barisione con Ezio e la signora Maria Ferrando di Ovada e Franca Bonino di Basaluzzo. La Croce Verde Ovadese copre i servizi di emergenza con ambulanza medicalizzata (medico e infermiere 118 + 2 militi) per i casi più gravi
te, di S. Evasio e della frazione S. Lorenzo. A gestire la nuova farmacia è Caterina Gaggeri, originaria del Pavese, piazzatasi al 64° posto nella graduatoria regionale. La farmacia del “Borgo” andrà quindi ad affiancare le altre tre già presenti: due nel centro storico, la Frascara in Piazza Assunta e la Moderna in Via Cairoli, oltre alla Gardelli di Corso Saracco, senza contare le tre para farmacie presenti in città. C’è soddisfazione non solo a livello di popolazione in quanto la collocazione può anche soddisfare la zona di Via Novi, ma anche tra l’Amministrazione Comunale di Ovada in quanto si tratta di un servizio veramente completo. Un iter abbastanza lungo in quanto è dal 2012 che il Comune di Ovada con la nuova normativa regionale aveva i requisiti per un nuovo punto vendita. Varie le ipotesi sorte per la collocazione come nell’area di Via Novi, nelle due logge accanto alla scalinata di Piazza Castello ed ora quella definitiva di Piazza Nervi. I lavori di ristrutturazione sono stati lunghi in quanto si è trattato di sostituire i banconi in marmo atti alla vendita della carne e le celle frigorifere oltre a tutte le piastrelle perimetrali. La farmacia ha anche a disposizione un ampio parcheggio davanti al locale. Luisa Russo
Convenzione Famiglia 2016
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a preso il via il 7 gennaio scorso e si protrarrà fino al 31 marzo presso la Croce Verde Ovadese Onlus la Convenzione Famiglia 2016. Chi sottoscrive la convenzione ha diritto a speciali agevolazioni nell’utilizzo dei trasporti delle ambulanze. La Convenzione è possibile effettuarla presso la sede di Largo 11 gennaio 1946 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12
in orario di ufficio. La Direzione della Pubblica Assistenza precisa che nessuna persona è autorizzata a riscuotere somme a domicilio per conto della Croce Verde Ovadese.
l’inchiostro fresco
OVADA
Febbraio 2016
Un fatto tragico
Prime iniziative nei due Santuari Giubilari dell’Ovadese dopo l’apertura di Mons. Pier Giorgio Micchiardi
Alle Rocche e a Mornese le Porte Sante G rande concorso di fedeli al Santuario delle Rocche di Molare e al Santuario di Santa Maria Domenica Mazzarello a Mornese per l’apertura della Porta Santa. E’ stato il Vescovo di Acqui Terme Mons. Pier Giorgio Micchiardi ad officiare le celebrazioni in un momento di rara emozione e partecipazione. Alle Rocche di Molare tra le varie iniziative già programmate in questo anno giubilare che si concluderà il 13 novembre 2016, da segnalare “Casa Zaccheo” ossia la possibilità di proporre a tutti coloro che vogliono farsi promotori presso conoscenti ed amici di aprire le porte della loro casa per un momento di incontro guidato da un sacerdote Passionista. Per fare questo è sufficiente contattare il Santuario delle Rocche chiedendo di Padre Marco Ermano al numero 0143/888146 oppure all’email marcoermano@libero. it. Anche per Mornese c’è una bozza di programma: dopo la festa di San Giovanni Bosco e del 2 febbraio con la Presentazione del Signore, l’11 febbraio ricorre la Beata Vergine Maria di Lourdes con il Giubileo degli anziani ed ammalati, quindi il 28 maggio alle ore 16 Giubileo della Comunità Educante. Particolare importanza durante i venerdì della Quaresima alla Via Crucis. Tutti i giorni alle ore 16 la comunità religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice dei Mazzarelli prega il Rosario e i Vespri con quanti desiderano condividere la preghiera e la domenica è anche prevista l’adorazione. Infine il cappellano, don Tommaso Durante che vive al lato del Santuario, è disponibile per le confessioni. Si tratta dunque di una possibilità in più che viene offerta ai fedeli che non potrebbero recarsi a Roma in questo Anno della Misericordia. Oltre ai due centri dell’ovadese, punti di riferimento della zona
per aver dato i natali ai Santi Paolo della Croce e Maria Domenica Mazzarello, in Diocesi di Acqui Terme la terza Porta Santa è stata aperta al Santuario di Nostra Signora delle Grazie in Cairo Montenotte, oltre naturalmente alla porta della Cattedrale di Acqui Terme. Luisa Russo
Nella foto il Vescovo della Diocesi di Acqui Terme Mons. Pier Giorgio Micchiardi
Focus di attenzione sulla manifestazione ovadese che compie 20 anni
Un mercatino calamita del territorio I l mercatino dell’Usato e dell’Antiquariato che quest’anno celebra i vent’anni è stato inserito nel quadro delle iniziative del progetto “Territori da Vivere”, una iniziativa promossa dalla Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri con la collaborazione di svariati soggetti, tra cui il Comune di Ovada e cofinanziata dalla Compagnia San Paolo. Il progetto intende valorizzare i Beni Culturali che afferiscono alle “terre di mezzo” tra Ovada, Novi Ligure e Tortona, ricostruendo attorno ad essi elementi di attrattività turistica per gli ospiti. Si tratta di obiettivi ambiziosi, che possono contribuire ad una svolta significativa anche per il territorio ovadese. L’Ente capofila è la Casa di Carità, ma sono diversi gli Enti che hanno aderito al progetto e tra essi c’è il Comune di Ovada che, come contributo, ha messo a fattore comune proprio le sette edizioni del “Mercatino”, consapevole che questi eventi sono in grado di spostare parecchie migliaia di visitatori ed attorno ai quali si può provare a costruire (e comunicare) una vera e propria proposta turistica. I Mercatini, organizzati ormai da quasi vent’anni dal-
la Pro Loco di Ovada e del Monferrato Ovadese per conto del Comune di Ovada, costituiscono un ottimo strumento di promozione del territorio, in quanto riescono a far cono-
scere la città e la zona circostante. Lo testimoniano i passaggi presso l’Ufficio Iat di Ovada, che da nove anni collabora nella realizzazione di questo ed altri eventi per conto
della Pro Loco di Ovada: “I visitatori del Mercatino – confermano Anna e Cristina, le operatrici dello Iat – si rivolgono al nostro ufficio richiedendo variegate informazioni su altre realtà dell’Ovadese, oltre a quelle relative alla città ed alle opportunità gastronomiche della zona. Gli Espositori, che ormai da più di dieci anni partecipano a tutte e sette le edizioni, sono circa 190 su 271 posti totali a disposizione e questo garantisce una proficua continuità e stabilità alla Mostra Mercato dell’Antiquariato ed evidenzia il grado di attaccamento dei partecipanti ad una Manifestazione di successo. In parallelo si registra il costante afflusso di visitatori stimato dagli 8.000 ai 12.000 passaggi che ad ogni Edizione affollano Vie, Bar, Ristoranti ed esercizi commerciali della città”. Le edizioni del 2016 saranno il 28 marzo (Lunedì di Pasqua), domenica 1 maggio, giovedì 2 giugno, lunedì 15 agosto, domenica 2 ottobre, martedì 1 novembre, giovedì 8 dicembre. (e.p.) Foto tratta dal blog “Nel garage di Angela”
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n fatto da ricordare e non dimenticare. Ricorre in questo mese il 71° anniversario di un episodio della Seconda Guerra Mondiale, accaduto il 27 febbraio alla frazione Gnocchetto del Comune di Ovada, ma all’epoca Comune di Tagliolo-Belforte. Si tratta del deragliamento di un treno che transitava sulla linea ferroviaria “Genova–Acqui”; i partigiani avevano organizzato un attentato ad un convoglio su cui dovevano trovarsi soldati tedeschi che avrebbero dovuto giungere in località “Sante Criste” verso le diciannove e trenta, a poca distanza dal confine con Rossiglione. Ma da Genova, per circostanze mai chiarite, venne fatto partire prima l’accelerato Genova – Torino, carico di pendolari, che raggiungevano le famiglie sfollate in Piemonte. Quando il treno giunse nel punto in cui erano stati allentati alcuni bulloni dei giunti delle rotaie sul ponte che collega la galleria della “Rocca” con la galleria del “Ciso”, la motrice si staccò dalle vetture, la prima vettura e il bagagliaio si rovesciarono, mentre le altre vetture si inclinarono su un fianco. Il bilancio fu di diciassette morti di cui quindici sul posto, mentre un passeggero morì all’ospedale di Ovada e un altro in uno degli ospedali di Genova, ventitré invece i feriti. Tra le vittime anche uno di Gavi, Giuseppe Cabella, 39 anni, operaio. Di questo tragico episodio in occasione del 40° anniversario si svolse una cerimonia in ricordo delle vittime, con la presenza dei famigliari, mentre il 27 febbraio 2016, durante una manifestazione ricordo, verrà sistemata una lapide collocata presso la Chiesa della frazione. Il luogo in cui ci fu il deragliamento si trova in una zona boschiva che si può raggiungere tramite il sentiero che collega Gnocchetto con le cascine Gavonosi e Fumazun. (l.r.)
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l’inchiostro fresco
OVADA
Febbraio 2016
Nuovi docenti alla Rebora
Giovani talenti: abbiamo in esclusiva intervistato Claudio Calcagno, in arte “Sito”, il noto rapper ovadese
Una vita vissuta nel segno della musica hip-hop MATTIA NESTOO
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on il corrente anno musicale sono cresciuti i corsi alla “Rebora” di Ovada superando i 150 iscritti. Un grande risultato, per un patrimonio culturale della città, che continua anche a sfoderare nuovi talenti che si affermano nel campo musicale non solo a livello locale. La nuova stagione intanto è coincisa con la nomina del nuovo Direttore Artistico individuato in Andrea Oddone di Silvano d’Orba e già in giovane età Maestro del Corpo Bandistico Romualdo Marenco di Novi Ligure e di altri complessi liguri. Oddone è andato a sostituire Ivano Ponte da quindici anni alla guida della Rebora con l’impegno di aprire la scuola a sonorità nuove, di musica contemporanea. Così, accanto ai corsi da tempo presenti quali flauto, clarinetto, sax. tromba, trombone, volino, violoncello, pianoforte, chitarra, si sono affiancate nuove figure di spicco. Sono Nicola Bruno, Matteo Cerboncini e Stefano Resca i docenti dei tre nuovi corsi che formano il trio di rock psichedelico dei “Mamasuya” e si occupano rispettivamente dell’insegnamento del basso, della chitarra elettrica e della batteria. Con loro l’insegnante del corso di canto è il musicista genovese Roberto Tiranti, all’attivo sei anni con i New Trolls e una collaborazione con i “Buio Pesto” per l’album “Palanche”. Non solo questi corsi vengono proposti alla Rebora, ma anche laboratori propedeutici per bimbi, corsi complementari di musica d’assieme, ear training, ritmica, masterclass e seminari. È partito anche il progetto “Orchestrando”, rivolto ai bambini tra la quinta classe della Primaria e la Scuola Secondaria di Primo Grado che vuole avviare alla musica d’insieme, in particolare per gli strumenti a fiato. La Rebora è poi più comunemente conosciuta per il Corpo Bandistico che, nel 2015 ha tenuto apprezzati concerti in occasione delle patronali, anche nella zona ovadese e, sotto la guida dal Maestro Gian Battista Olivieri, si prepara il nuovo repertorio. Luisa Russo
@Mattia Nesto
egli anni ’50 se uno nasceva a Capriata d’Orba, Novi Ligure, Tortona o Ovada e voleva “fare musica”, probabilmente avrebbe suonato liscio o swing. Se fosse nato negli anni Sessanta avrebbe fatto il beat, mentre nei Settanta la disco-music e così via. Ma cosa suona un ragazzo degli anni Ottanta, come Claudio Calcagno, classe 1983, genovese d’origine e ovadese d’adozione? “Io suono l’hip-hop, anzi faccio l’hip-hop perché penso sia la musica che meglio mi rappresenta, quella che mi ha formato quando ero giovane e frequentavo la prima liceo all’artistico di Acqui Terme e che ancora adesso mi riempie di soddisfazioni”. Claudio, in arte “Sito”, si interessa di hip-hop, ovvero di quella musica pulsante composta da assonanze e rime su ritmi sincopati, dal 1998: “Sin da quell’anno assieme ai miei amici, la crew (ndr, la band nel mondo hip-hop) “Il Lato Oscuro”, ci riunivamo al Parco Pertini di Ovada – ricorda Claudio – per fare gare di freestyle, cioè ci sfidavamo nel comporre rime mentre uno di noi faceva la beatbox, ovvero riprodurre il suono della batteria con la bocca”. Che musica ascoltavi alla fine degli anni Novanta?: “Erano gli anni di Neffa e dei suoi Messaggeri della Dopa le cui rime letteralmente divoravo. Poi ascoltavo Assalti Frontali, Colle der Fomento e Cor Veleno”. Il nostro interlocutore poi ci racconta come i dischi di questi ed altri autori, all’epoca non così conosciuti al grande pubblico, se li
Il rapper Claudio Calcagno in arte “Sito”
facesse arrivare in un negozietto di musica che oggi non c’è più all’inizio di via Cairoli. “Spesso andavamo a Genova, in Feltrinelli, alla Fnac o anche al Libraccio di Alessandria. Tutte le volte tornavo con almeno dieci dischi”. Il tuo primo album, “Pioggia Sporca” in uscita a marzo, è stato prodotto, tra gli altri, da Gaetano Pellino, fratello di uno dei tuoi idoli giovanili, Neffa: “Gaetano è stato fondamentale perché mi ha dato forza e ha creduto in me. Poi le cose sono andate molto velocemente e ho intessuto numerose collaborazioni, anche di una
certa importanza”. Chiediamo a “Sito” se l’hip-hop dopo vent’anni dal suo esordio, sia un genere musicale molto seguito in Italia: “So che magari tanti che mi leggono non hanno mai ascoltato una canzone hip-hop – ci risponde rapido Sito – Però io noto sempre più ragazze e ragazzi che si avvicinano a questa musica e devo dirti che in questi anni a mio parere il livello di qualità e consapevolezza nell’ascolto sia molto aumentato. Ormai, anche in Italia, questo genere non ha nulla da invidiare alle produzioni pop di altri Paesi”.
Ovada: conclusa una stagione di intensa attività per il gruppo di mamme gospel
Un disco per le “Freedom Sisters” È
in allestimento il secondo cd del coro “Freedom Sisters”. Dopo un meritato riposo a conclusione di un tour de force veramente importante che ha interessato il periodo tra la fine dell’anno scorso e l’inizio del 2016, il coro gospel dell’Ovadese (la sede ufficiale del coro dove si svolgono settimanalmente le prove è il Comune di Mornese) sta preparando una serie di brani da inserire nel nuovo album. Intanto bisogna registrare il grande successo con il quale il coro ha concluso il 2015. Ricordiamo infatti il concerto presso la Parrocchiale dell’Assunta di Ovada il 23 dicembre, il 3 gennaio a Montacuto in Val Curone, il 5 gennaio a Belforte Monferrato e il 9 a Ronco Scrivia. Si tratta di un gruppo tutto femminile (fatta eccezione per il Maestro Daniele Scurati) nato nel 2001 da un’idea di Suor Tina dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Mornese che propose ad un gruppo di mamme di riunirsi in un coro e partecipare alla recita scolastica dei figli. L’esperimento fu un successo tanto da spingere le “neo-coriste” a buttarsi in un progetto canoro (il nome iniziale del coro era “Coro Ten”) rivolto alla musica e al canto Gospel. A guidarlo, con il suo prezioso supporto, è il Maestro Daniele Scurati, entrato a far parte del gruppo nel 2004 come Direttore e tastierista. Il coro è composto da Soprani, Contralti, Tenori e Bassi; questi ultimi due settori, normalmente affidati a voci maschili, in questo caso, sono sempre composti solo da donne, perché si è voluta mantenere l’impronta femminile data al coro alla sua nascita anche se non è facile trovare Bassi tra il gentil sesso…. Negli anni il coro ha cambiato nome, diventando ufficialmente le “Freedom Sisters”. Oggi il gruppo è composto da più di venti persone, tutte cantanti non professioniste. Se è vero che la musica gospel fa bene all’animo di chi l’ascolta, è altrettanto vero che dona emozioni grandissime a chi la canta. Non è stato ancora svelato nulla sul nuovo cd, ma c’era molto entusiasmo per iniziare una nuova avventura. (l.r.)
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Sale la protesta degli utenti di questa storica ferrovia voluta dal Giuseppe Saracco nel 1892 oggi ridotta a una delle peggiori d’Italia
Sulla “Genova-Ovada-Acqui Terme” pendolari in rivolta H anno suscitato le forti proteste dei pendolari i nuovi orari cadenzati sulla linea ferroviaria “Genova-Ovada-Acqui Terme”. L’Inchiostro Fresco ha intervistato Fabio Ottonello, presidente del comitato “Pendolari Genova-Acqui” ed assessore al bilancio del Comune di Masone. “Riguardo al nuovo orario, che ci era stato presentato a fine ottobre in Regione - spiega Ottonello - da subito abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava, non è possibile con tredici coppie di treni, che sono già di per sè il minimo sindacale, avere un orario cadenzato. Ciò vuol dire - prosegue il presidente del comitato - avere treni ogni ora con un buco durante la giornata”. Il treno soppresso è il “diretto” delle ore 17:00 che fermava nelle stazioni principali (Campo Ligure-Masone, Rossiglione, Ovada) saltando le fermate “minori”. Questo treno, essendo un diretto e coprendo un’ora di punta, era fondamentale per un’area caratterizzata da forte pendolarismo. Al posto di questo treno è stato inserito un regionale alle ore 11:13 che viene ritenuto poco più che inutile. Le amministrazioni comunali della Valle Stura e dell’Ovadese hanno alzato la voce, inviando una lettera firmata da tutti e ventisei i sindaci dei comuni coperti dalla linea ferroviaria e da quelli limitrofi ad essa, alla quale ha dato la solidarietà anche l’assessore del Comune di Genova, Anna Dagnino. La richiesta del comitato dei pendolari e delle amministrazioni comunali è di “recuperare il treno delle 11:13 e spostarlo in un orario più utile e recuperare nelle ore di punta tre collegamenti” ci ha spiegato Fabio Ottonello. Oltre
a ciò, nella parte genovese della linea si è aggiunto un altro problema: le corse degli autobus di Atp, stabilite a settembre, non sono state cambiate in funzione dei nuovi orari dei treni, creando ulteriori problemi ai pendolari, in particolare quelli delle zone interne. Anche Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione denuncia la situazione dei nuovi orari, in particolar modo quello legato agli studenti: “abbiamo un buco tra le 14 e le 16 del pomeriggio, proprio nell’orario in cui escono i ragazzi delle scuole superiori, questi nuovi orari non sono accettabili in una zona come la Valle Stura, caratterizzata da forte pendolarismo”. Con il nuovo orario cadenzato sono state anche cambiate le frequenze di fermata in alcune stazioni, ad esempio sono
La voce del binario
I treni di Novi
Riflessioni «ferroviarie» di Stefano Rivara
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Pendolaria
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nche quest’anno, la famigerata linea ferroviaria Genova-Ovada-Acqui Terme risulta tra le dieci peggiori d’Italia, anche se solo (si fa per dire) al 10° posto (la peggiore in assoluto sarebbe la Roma-Lido di Ostia). Almeno secondo i risultati del rapporto annuale “Pendolaria 2015” di Legambiente, che analizza le situazioni di maggior disagio, anche in base alle segnalazioni dei pendolari. Va detto che l’ultimo anno non pare essere stato il più brutto in tema di disservizi; quindi il 10° posto in altri anni sarebbe stato forse più “elevato”. I pendolari di questa linea, come magra consolazione, possono ve-
dere che c’è chi sta peggio. Non entra invece in classifica l’Ovada-Alessandria, visto che i treni continuano a non esserci proprio. Restano i disagi ancora maggiori sui bus sostitutivi, ma questi non entrano in classifica. Per chi, invece, in treno viaggia occasionalmente, c’è una piccola difficoltà in più. I biglietti a fasce chilometriche, quelli senza scadenza che si potevano utilizzare, timbrandoli, quando servivano, non saranno più in commercio dopo il 31 marzo 2016. Chi ne è ancora in possesso può utilizzarli ancora fino al 30 giugno. Erano questi, introdotti poco più di vent’anni fa, una comodità, soprattutto per
evitare le file alle biglietterie. Probabilmente, su questa decisione, ha influito il diffuso fenomeno dell’evasione: in troppi viaggiavano con biglietto non timbrato facendo finta di non sapere di quest’obbligo. E spesso gli addetti al controllo non applicavano le sanzioni nella misura prevista. Quindi si tornerà ai vecchi tempi, quando ogni biglietto ferroviario dovrà contenere l’indicazione delle stazioni di partenza e destinazione. Oggi è però possibile acquistare i biglietti anche tramite internet. Utile, basta che poi i treni viaggino… Stefano Rivara
rande successo per la pubblicazione del volume “Storia delle ferrovie di Novi Ligure” a cura dello studioso di storia locale Dino Bergaglio.
state reintrodotte alcune fermate a Genova-Granara, una stazione considerata dai più quasi inutile, in quanto priva di collegamenti con la strada, mentre vengono, in alcuni orari saltate stazioni molto frequentate come Costa di Sestri e Mele-Fado. Il comitato dei pendolari della Genova-Acqui ha avuto da subito l’appoggio ed il sostegno di tutte le amministrazioni comunali delle zone coinvolte: “I Comuni della Valle Stura e dell’Ovadese stanno lavorando fianco a fianco per salvaguardare la linea”. Riguardo agli orari del mattino, il presidente del comitato Fabio Ottonello spiega che: “se, come sembra, a partire dall’estate ci sarà il cadenzamento pieno, temiamo di perdere un collegamento nella fascia oraria mattutina che magari sarà inserito in qualche altra ora del giorno. È anni - continua Ottonello - che in Valle Stura e Ovadese conviviamo con questa spada di Damocle del trasporto ferroviario, con le corse che saltano quando nevica o quando avvengono le frane. Avere dei collegamenti con la città è un freno contro lo spopolamento delle aree interne”. Una delle possibili novità per il futuro è il prolungamento della linea fino ad Asti, così come avveniva fino a qualche decennio fa, una notizia che, se venisse confermata, porterebbe indubbi vantaggi ai pendolari delle stazioni più importanti. A livello nazionale, inoltre, a partire dal mese di giugno, verranno soppressi i biglietti a fasce chilometriche, sostituiti dal ritorno dei vecchi biglietti da stazione a stazione, un problema in più per il pendolarismo. Fabio Mazzari
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l’inchiostro fresco
SPECIALE TIGLIETO
Interviste a cura di Fabio Mazzari
Febbraio 2016
Intervista a Giorgio Leoncini, Sindaco di Tiglieto, dopo la “spaccatura” interna al PD delle ultime Amministrative
Una politica “del fare” e non del “dire” per il Comune G iorgio Leoncini, Sindaco del Comune di Tiglieto eletto a maggio 2014 con la lista “Provare a Cambiare” parla dei problemi e degli impegni affrontati in un anno e mezzo di amministrazione e risponde alle critiche della minoranza.
Dopo un anno e mezzo di amministrazione, con le difficoltà di questo momento storico, cosa è stato realizzato a Tiglieto? Abbiamo scelto una politica del “fare” al posto di quella del “parlare”, pur consapevoli che i rischi del fare sono ben superiori rispetto a quelli di un confortevole immobilismo. L’amministrazione comunale, oltre ad aver dedicato risorse per la viabilità comunale e le ordinarie necessità, ha volto i suoi sforzi, con l’aiuto della Regione e della Città metropolitana, soprattutto verso la salvaguardia del territorio con interventi mirati sul dissesto idrogeologico; tra le opere realizzate nel cimitero importante è stata la rimozione e bonifica dell’amianto. Stiamo inoltre lavorando al piano di sviluppo rurale ed al progetto di risparmio energetico per rendere più efficiente e meno costosa l’illuminazione pubblica. Quindi l’amministrazione di Michelangelo Pesce è stata troppo ferma riguardo alle cose da farsi? Da alcuni punti di vista è stata pervasa da immobilismo, e mi spiace dirlo avendo fatto parte anch’io dell’amministrazione precedente. È da dire che non è facile “governare” in questi periodi. Infatti i problemi in un piccolo comune come il nostro sono gli stessi di una città, con la differenza che nelle città ci sono uffici ed apparati tecnici, mentre nei piccoli comuni è il sindaco che ci mette la faccia in prima persona. Lo scontro a Tiglieto però è stato forte, come testimoniano i mani-
festi della minoranza… Alla parte di minoranza dico una cosa: la campagna elettorale è finita da un bel po’ di tempo, ora c’è da impegnarsi a fare per il bene del paese. Vorrei anche dare un consiglio amichevole alla minoranza, stimolandola a fare un’opposizione costruttiva ed energica. In tutte le democrazie dove c’è un’opposizione che più che parlare agisce, anche la maggioranza riesce a raggiungere obiettivi migliori. Tra i punti critici venivano indicate la chiu-
sura dello sportello bancario e della scuola dell’infanzia, cosa ci può dire in merito? Riguardo alla chiusura dello sportello bancario va detto che un sindaco non può incidere sulle decisioni strategiche degli istituti bancari. Comunico, per chi non lo sapesse, che il consiglio regionale della Liguria a novembre dello scorso anno ha deliberato, con un o.d.g. votato da tutte le forze politiche, con la sola astensione del M5S, per la salvaguardia degli sportelli bancari dei piccoli comuni interni ed in particolare Tiglieto. Per ciò che riguarda la scuola dell’infanzia si sapeva già da un anno che non c’era il numero sufficiente di
bambini, il fatto che l’asilo sarebbe stato chiuso era già noto. Sarebbe necessaria una deroga, nazionale o regionale, per i comuni come il nostro riguardo ai numeri minimi di alunni. Uno dei problemi di un comune come Tiglieto è quello dello spopolamento e del progressivo invecchiamento dei residenti, cosa si può fare per invertire o comunque arginare questo fenomeno? È un problema molto grave non solo a Tiglieto ma in quasi tutta la fascia delle “zone interne”, basta pensare che, per il mancato incremento demografico, da noi ci sono
Intervista a Marina Pesce, capogruppo di minoranza a Tiglieto
Dopo un anno e mezzo un paese immobile
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arina Pesce, capogruppo della lista di minoranza di Tiglieto “Costituzione” boccia senza appelli il primo anno e mezzo di amministrazione Leoncini. La spaccatura nata all’inizio del 2014 a Tiglieto è stata superata o ha lasciato strascichi? A Tiglieto non era mai successa una vicenda simile, e purtroppo quanto è avvenuto ha lasciato profonde divisioni nel paese. Quello che ha pesato di più è stato che sia Giorgio Leoncini che Roberto Pesce (attuale assessore ai lavori pubblici, ndr) fossero stati scelti nella precedente amministrazione personalmente dal sindaco Michelangelo Pesce, averli visti presentarsi contro è difficile da superare sia per noi che per una buona metà dei nostri cittadini. Qual è la sua valutazione di questi diciotto mesi di mandato dell’amministrazione di Giorgio Leoncini? Molto deludente, non c’è progettualità ma solo ordinaria amministrazione. Abbiamo affisso un manifesto dove denunciamo che questa amministrazione si è rivelata completamente inadeguata al compito. Capiamo che il momento è difficile, ma lo era anche prima, si deve pensare comunque a qualche progetto, per poter aprire la possibilità di accedere a qualche bando regio-
nale od europeo. In particolare quali sono stati gli errori dell’amministrazione? Nei primissimi mesi l’amministrazione ha di fatto goduto del lavoro della precedente: un bilancio con qualche soldino a disposizione ed alcuni progetti già avviati. Due vicende denotano che le cose non stanno funzionando: abbiamo perso lo sportello bancario, così i nostri cittadini devono scendere sino a Rossiglione, pur non essendo certo colpa dell'amministrazione la scelta della banca di chiudere, non l'abbiamo vista attivarsi in per ostacolarne la chiusura. Anche più grave è stata la chiusura della scuola dell’infanzia. Ora i nostri bambini si spostano alla scuola di Urbe, ma la perdita della scuola sul territorio porta inevitabilmente al trasferimento altrove delle famiglie. Quindi un netto peggioramento rispetto all’amministrazione di Michelangelo Pesce… Decisamente, basti pensare che prima abbiamo aperto la farmacia comunale, ovviamente anche grazie al lavoro fatto dal Dott. Giorgio Leoncini, allora assessore alla sanità, abbiamo ristrutturato il Palazzo Comunale con abbattimento delle barriere architettoniche, realizzato al piano terra i locali che ospitano la farmacia e apportato
diversi interventi per il rilancio turistico e culturale del paese, ma siamo soprattutto riusciti a realizzare un impianto di fitodepurazione, il primo realizzato in Liguria, totalmente finanziato dalla Regione Liguria e dall'A.T.O., che raccoglie e smaltisce, in maniera totalmente naturale, le fognature della parte bassa del paese. Come opposizione state facendo pressione sulla giunta su quello che non funziona? Stiamo svolgendo il ruolo di opposizione in modo non strumentale, ma di critica puntuale, è questo il ruolo assegnatoci dagli elettori, e c’è da dire che il Sindaco sembra si preoccupi di più di quello che facciamo noi come minoranza piuttosto che realizzare il Suo programma. Riguardo agli altri enti, ad esempio all’Unione dei Comuni, secondo lei come si sta muovendo l’attuale amministrazione? Ho idea che il nostro paese sia piuttosto isolato, e non sono riuscita ancora a comprendere cosa pensi davvero Leoncini: alle volte pare favorevole, altre volte nettamente contrario.
ben più ultra ottantenni che ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 14 anni. Corriamo il serio rischio di diventare paesi che vivono esclusivamente nel periodo estivo, per impedire ciò bisogna salvaguardare i presidi fondamentali: scuole, trasporto pubblico, posta, sanità ma anche i negozi, i bar, le associazioni. Tra le accuse della minoranza c’è quella che la sua squadra è politicamente molto eterogenea… È vero che la mia amministrazione comprende anime diverse, io, come sanno tutti in paese, sono vicino al Partito Democratico anche se, essendo il sindaco di tutti i tiglietesi non ho più la tessera. In un paese delle nostre dimensioni cavalcare la politica nazionale non ha alcun senso, bisogna lavorare assieme per il bene comune di tutti i cittadini. Infine riguardo all’unione dei comuni qual è la sua posizione in merito? Proprio in Valle Stura l’unione ha attraversato periodi difficili… Le unioni di comuni sono in crisi dappertutto, alla fine si sono rivelate un costo aggiuntivo per i comuni stessi. Nei primi tre anni di funzionamento l’unione SOL (Stura-Orba-Leira) ha unito, nonostante gli sforzi, tre funzioni: polizia municipale confluita dalla Comunità Montana, raccolta dei rifiuti e canile, poco per completare davvero una unione. La nostra unione ha realtà territoriali molto diverse, da Mele che è un comune quasi marittimo a noi che siamo un comune montano, differenze che certamente non rendono facili percorsi comuni. Da ultimo, a proposito di unione, voglio ringraziare moltissimo la presidente Katia Piccardo ed il vicepresidente Enrico Piccardo che hanno fornito un aiuto incondizionato, mettendo in atto una vera “unione” che ha permesso al nostro paese di superare momenti difficili.
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VALLE STURA, ORBA E LEIRA
Febbraio 2016
A Rossiglione per la gioia dei bambini la mostra “Il Palazzo dei Balocchi”
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Un gruppo di mamme e papà di Masone
Giocattoli al Museo Passatempo Il nostro campetto 25 anni da Vescovo C ome sono cambiati i giochi per i bambini dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri? Con che cosa si divertivano da piccoli i nostri nonni e bisnonni? La risposta la potete avere al Museo Passatempo di Rossiglione che ha ufficialmente riaperto i battenti dopo i lavori di ampliamento che hanno ingrandito il museo, oggi visitabile anche nella parte superiore dell’edificio. Proprio ai piani superiori è allestita, fino a Pasqua, la mostra “Il Palazzo dei Balocchi” che, attraverso un percorso cronologico, testimonia l’evoluzione dei giocattoli e, di conseguenza, della società e dell’economia nell’arco di circa cento anni. Piatto forte dell’esposizione, spiega il fondatore e curatore del museo, Guido Minetti, è la collezione di antiche marionette donate da un appassionato genovese, ma non mancano altre curiosità come i primi giochi da tavolo, per poi passare ai giochi da strada di una volta, ai nomi diventati famosi e conosciuti ancora oggi (Monopoli, Meccano, ecc…) fino ad arrivare ai primi giochi elettronici, vera e propria “rivoluzione” nel mondo del giocattolo. Sempre nel piano superiore del Museo sono state allestite due sale permanenti, una dedicata al Cotonificio Ligure che, dal 1869 al 1981, fu la principale attività industriale di Rossiglione e l’altra agli anni ’40 del secolo scorso, cioè gli anni della II guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra, con diversi cimeli dell’epoca, tra cui la bicicletta di Gino Bartali. Una nuova sorpresa è prevista poi da Pasqua in avanti, quando Rossiglione diventerà, per alcuni mesi, la capitale italiana della Vespa, in occasione del 70° compleanno del famoso scooter della Piaggio. Guido Minetti, grande appassionato di Vespa, ci ha anticipato che saranno esposti diversi cimeli e curiosità provenienti dai vari “Vespa Club” sparsi sul territorio italiano e non solo, mentre quest’estate è previsto un mega-raduno di Vespe a Rossiglione. Fabio Mazzari
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artedì 13 gennaio, con una sentita cerimonia, tutta la Diocesi di Acqui si è stretta attorno al suo Vescovo, Mons. Micchiardi, per celebrare i 25 anni di ordinazione episcopale. Pier Giorgio Micchiardi, nato il 23 ottobre 1942 a Carignano (e battezzato Pier Giorgio in onore del beato Pier Giorgio Frassati), fu ordinato sacerdote il 26 giugno 1966, dal cardinale Michele Pellegrino. Il Priorato per le Confraternite diocesano ha consegnato in dono al suo Vescovo un artistico piatto di ceramica di Albissola. (v.c.)
Carri, maschere,stelle filanti e tanta allegria in Valle Stura
Festa grande a Rossiglione MATTIA NESTO
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@ @Mattia Nesto
Rossiglione c’è grande attesa per la festa di Carnevale che quest’anno si svolgerà domenica 7 febbraio. Come da tradizione il paese della valle Stura proporrà un “menù delle feste” ricco di colori, appuntamenti, musica e allegria, grazie al sostegno e all’organizzazione della Pro Loco Rossiglione. Il programma prevede la sfilata per le vie del paese del carro allegorico, interamente costruito dai genitori degli alunni delle scuole del borgo. La partenza è prevista in via E. Pizzorni, proprio davanti al Ristorante Italia, quindi si proseguirà per via Roma, entrando così nella borgata inferiore. A questo punto si gireranno le vie del paese sino a raggiungere l’area ex Ferrera dove si procederà alla rottura di cinque pentolacce stracariche di dolciumi e leccornie per i bambini dell’Asilo, delle scuole elementari e delle medie, il tutto accompagnato da una lauta e “croccante” merenda con le bugie. Una grande festa da vivere in grande allegria!
“Da un gruppo di genitori di Masone riceviamo e pubblichiamo”
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l campetto parrocchiale “Angelo Pastorino” di Masone è da sempre luogo di ritrovo per i nostri bambini e ragazzi di tutte le età, che sono soliti trascorrere i pomeriggi giocando a calcio, ed inoltre è anche il centro delle attività sportive dell’Estate Ragazzi, che si svolge ogni anno nell’oratorio nei mesi di giugno e luglio. Vedendo le locandine poste in vari locali del nostro paese che pubblicizzano una lotteria premi per finanziare i lavori di rifacimento del manto del suddetto campo, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci: dove andranno allora a giocare i nostri ragazzi? Poiché rendere il terreno del campo da semplice terra battuta a erba sintetica potrà sicuramente portare vantaggi in termini economici, con l’affitto a società sportive o per manifestazioni calcistiche, ovviando al disagio del fondo fangoso ne avrebbero un beneficio anche i nostri ragazzi. Tuttavia pensiamo che, visti gli alti costi di installazione (si parla di 70.000 euro) e, probabilmente, di manutenzione, si presenterà il problema di preservare il più possibile l’integrità del terreno di gioco. Già da ora i nostri ragazzi trovano sovente e inspiegabilmente chiuso il
cancello di accesso al campetto e per poter giocare devono scavalcare la recinzione a rischio della loro incolumità. Purtroppo sempre più spesso li si può trovare a giocare nell’area situata a fianco delle scuole medie che non ha di certo i requisiti di un campo da pallone ed è in una zona decentrata e difficilmente controllabile. Vorremmo essere rassicurati dai promotori di questa iniziativa che le nostre sono preoccupazioni infondate e che i ragazzi potranno continuare a giocare nel loro “storico” campetto, perché non bisogna mai dimenticare che tutte le opere parrocchiali sono nate, e devono continuare ad essere, a favore e tutela della nostra gioventù e al servizio della comunità”. Un gruppo di genitori
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l’inchiostro fresco Febbraio 2016
Speciale San Valentino Una storia molto speciale per festeggiare il “San Valentino” 2016
L’Oltregiogo, là dove alberga l’amore P ermettetemi che mi presenti: io sono Tino, un bassotto di cinque anni e sono nato ed abito a Genova. Ma non sono sempre stato lì. Infatti qualche tempo fa la mia famiglia, papà Francesco, che lavora in un’azienda della grande distribuzione a Sampierdarena, mamma Marietta, che è impiegata in un importante ufficio legale della Regione Liguria, e Filippo, che va al liceo ad Alessandria, si è trasferita ad Ovada, dopo essersi innamorata, una domenica di primavera visitando uno dei suoi celebri mercatini vintage, del Centro Storico di quella città, circondata dall’Orba e dallo Stura. Mi ricordo bene le vie di Ovada, così simili a quelle dell’angiporto di Genova ma senza il caos perenne della città portuale: i piccoli carruggi invasi dal profumo della focaccia calda appena sfornata, le grida gioiose dei bambini all’uscita da scuola e, soprattutto, l’erba fresca del Parco Pertini. Quando mi portavano in questo parco ero tutto contento e scodinzolavo: lì potevo correre, rotolare e rincorrere le farfalle come invece non potevo fare a Genova quando andavo al Porto Antico. E proprio lì, un giorno, la vidi. Era Tina, una bassottella di tre anni ed era bellissima. Me ne innamorai all’istante. Tutti i giorni, nel tardo pomeriggio o dopo cena facevo in modo di “convincere” papà Francesco o mamma Marietta a portarmi al parco, presentandomi davanti a loro col guinzaglio in bocca e con Tina passavo dei momenti indescrivibili: avete presente “due cuori e una capanna”? Ecco noi eravamo “due bassotti ed un parco”. Ma un giorno, mi ricordo bene quel giorno, era inizio novembre, sentii Marietta pronunciare queste parole: “Francesco, sai quanto mi piaccia Ovada, anzi si può dire che io ti abbia convinto a trasferirci qui. Ma ora non ce la facciamo più: i pochi treni sono scomodi per noi, è quasi sempre difficile raggiungere Genova e col nostro lavonno ro così impegnativo gli orari ferroviari ci stanno me è schiavizzando. E poi anche Filippo, lo vedi come stralunato? Lui va al liceo ad Alessandria e se prilto, ma era comodo con il treno, ora che l’hanno tolto, mo con le corriere arriva a scuola stravolto. Dobbiamo nto ritornare in città!”. E fu così che, per l’isolamento ore. nel quale Ovada era caduta, “persi” il mio amore. pe, Me ne tornai a Genova con la coda tra le zampe, assieme alla mia famiglia. Tutti eravamo un po’ abùa bacchiati perché il nostro sogno di una vita “più er misura d’uomo e di cane” era tramontato. Ma per me, che “il sole era rimasto ad Ovada”, è stataa ancora peggio. Passavo le lunghe mattinate e gli infiniti pomeriggi a guardare dalla mia finestra del sesto piano, le finestre del palazzo di fronte.
Pensavo sempre a Tina e al Parco Pertini. E anche Tina pensava sempre a me. Non voleva più andare al “nostro parco”: stava rintanata sotto una sedia tutto il giorno, non aveva più voglia di giocare e quasi non mangiava più. Un tardo pomeriggio addirittura, cogliendo l’occasione di una porta socchiusa, uscì di casa e si diresse verso la stazione. Si mise ferma come una statua sul marciapiede ad aspettare il “regionale” da Genova, sperando di vedere scendere il suo Tino. Ma, ahilei, erano solo pendolari stanchi ed affamati quelli che sciamavano fuori dal treno, tutti desiderosi di arrivare a casa il più rapidamente possibile. Solo una ragazza di buon cuore, Giuseppina, la riconobbe e accarezzandola le disse: “Tina, ma cosa ci fai qui in stazione tutta sola? Ora ti riporto a casa”. Tina triste la seguì e allora i suoi padroni, preoccupati da questa situazione, decisero di portarla dal veterinario. Il dottore la visitò e disse: “Questo cane non ha niente, è solo triste e stressato: magari mi sbaglio, ma la sua malattia è il mal d’amore!”. La famiglia di Tina si ricordò di quel bassotto “genovese” con il quale era solita giocare al parco Pertini. Guardarono nel loro telefono e trovarono una foto dei due “piccioncini” intenti a scavare una buca. Sì, doveva essere proprio quello “il playdog” che aveva occupato il cuore di Tina! Ma come fare per rintracciarlo? Beh i due decisero di postare la foto su Facebook, in un gruppo dedicato a “Gli ovadesi e quelli che amano Ovada”. Neanche a farlo apposta a quel gruppo era iscritto anche Francesco, solito la sera, dopo il lavoro, a dare una sbirciatina alla sua bella Ovada. La sera in cui i padroni di Tina postarono la foto di Tino, Francesco era connesso: la vide subito e la “mostrò” anche al suo cagnolotto. Tino impazzì e con il muso entrò quasi nello schermo, “sbausciandolo” tutto: è lei, ma sì è proprio
lei, Tina con me! Francesco non perse tempo e rispose su Facebook: “Cercasi Tina disperatamente! Sono Francesco il padrone di Tino: perché non facciamo incontrare i due innamorati ai Piani di Praglia, questa domenica?”. E fu così che Tino e Tina la domenica successiva si “riabbracciarono” nei verdi piani di Praglia e da quel giorno per tutte le domeniche successive le due famiglie, l’una di Ovada, l’altra di Genova si ritrovarono su quei dolci declivi tra il mare e i monti. L’Oltregiogo ancora una volta “ci aveva messo lo zampino”: non un territorio, seppur aspro e irto, che divide, ma un “dolce ponte” tra genti e popoli diversi. Per questo “San Valentino”, alla redazione de “l’inchiostro fresco” piace pensare a Tino e Tina che, felici e contenti, si rincorrono su e giù per gli Appennini. Eleuterio Nestorio
Sergio Scolaro
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Un ricordo di un episodio della Seconda Guerra Mondiale vissuto da Pierfranco Romero
Anna Assandri, Presidente dell’ANPI
Autunno 1944: i Mongoli a Silvano Spazio ai giovani Q S uell’ottobre del 1944 era ricco di belle giornate: le colline che fiancheggiavano la strada che da Silvano d’Orba portava alla frazione Bocchetta avevano assunto una miriade di colori che ne esaltavano la bellezza. L’Italia si preparava ad una delle stagioni, però, più tristi della sua storia. I tedeschi, in ritirata, compressi dalle forze alleate e dai partigiani, cercavano di svincolarsi dalla presa con il cosiddetto “colpo di coda del serpente”. Avevo poco più di quattro anni e, sul seggiolino posto sul manubrio della bici di mamma, stavo ritornando da Silvano alla nostra casa della Valle dei Cochi. In prossimità della “Calcinara” ci viene incontro un contadino che invita la mamma a tornare indietro: sotto San Pancrazio è ferma una corriera carica di “mongoli”. Nel frattempo ci raggiungono tre uomini della nostra frazione: uno sul bavero della giacca sfodera un fascio littorio. Una signora dice a mia mamma “Vieni con me… stai tranquilla”. Si riprende il cammino e giunti dopo le curve della cascina “Pagliaccia”, ecco la corriera: fermo, a terra dal lato dell’autista, un uomo vestito di scuro con molte righe sul cappello e sul petto. Veniamo fermati: la mamma continua a dirmi di non guardare dietro la corriera. Come tutti i piccoli disobbedisco e vedo “freddi occhi e visi giallognoli” che mi guardavano: forse guardavano la mamma che era una bella e giovane signora. Il nostro amico parla brevemente con l’ufficiale e possiamo proseguire. La mamma sospirò: quei mongoli cercavano i giovani renitenti
alla leva. Ora vi sorgerà spontaneo chiedervi come un bimbo di 4 anni possa ricordare così chiaramente quanto ho scritto: è evidente che averlo sentito raccontare anche da mia mamma ha contribuito a fissarlo nella mia mente in modo così indelebile. Vi dico, però, che oggi, dopo più di 70 anni, alcune notti mi sogno quel giorno e rivedo quei visi, quegli occhi che mi parevano tanto “cattivi” e mi sveglio… tutto sudato! (p.r.)
i è svolto sabato 23 gennaio il secondo Congresso dell’Anpi (Associazione nazionale Partigiani d’Italia) di Silvano d’Orba, per eleggere il nuovo Presidente della sezione, in seguito alla scadenza quadriennale del mandato. Presenti il Presidente dell’Anpi Provinciale Roberto Rossi, e il Sindaco di Silvano, Ivana Maggiolino. Il Segretario uscente Dondo Bruno ha sottolineato come l’associazione ha visto un crescendo di iscritti, dai 14 membri del 2009 si è passati a 108 nel 2016,
segno tangibile della volontà dei membri di condividere gli ideali dell’associazione. Parole di plauso sono giunte anche dal Sindaco Maggiolino, che ha aperto i lavori del Congresso sottolineando l’importanza della sezione silvanese. L’elezione del nuovo Comitato Direttivo è proseguita con la nomina del Presidente Anna Assandri, 23 anni, studentessa. Il prossimo appuntamento del Congresso Provinciale è previsto per il 20 marzo unitamente alla riunione del Direttivo. (m.c.)
Il ricordo del Circolo Cultura “Ir Bagiu” del compaesano emigrato tanti anni fa per gli Stati Uniti d’America
Mancato il fotografo “storico” Dominic Motta L o scorso novembre a Salt Lake City (Utah, USA) è mancato Dominic Motta il quale, per le numerose e splendide fotografie che ci ha lasciato può essere, a ragione, considerato il fotografo “storico” della Silvano degli anni ‘50 del secolo scorso. Dominic con la sorella Elma e la figlia Amy era tornato a Silvano nell’ottobre del 2014 per far visita ai cugini e per vedere ancora una volta la casa di via Crocera da dove nel 1922 erano partiti, giovani sposi, i suoi genitori: Veronica Rocca e Cesare Motta. Già agli inizi del ‘900 nello stato nord americano dello Utah esisteva una fiorente comunità di silvanesi, molti dei quali avevano trovato lavoro nelle ricche miniere di Bingham, distante una ventina di chilometri da Salt Lake City. Là si diressero i coniugi Motta sicuri di trovare appoggio e lavoro. Dominic nacque nell’agosto del 1929 e, divenuto cittadino americano, fu chiamato a compiere il servizio militare in
Nella foto Dominic Motta, seduto a capotavola, durante la sua ultima visita a Silvano d’Orba
piena guerra fredda, tra la fine degli anni ‘40 e i primi anni ‘50 del secolo scorso. Inviato in Europa, si trova, nel 1953, a Parigi e approfitta di una licenza di quindici giorni, accordatagli agli inizi di maggio, per venire a far visita ai parenti di Silvano e vedere così, per la prima volta, il paese dei suoi genitori. Armato di una macchina fotografica “megagalattica” e con pellicola già a colori, Dominic ha immortalato gli scorci più rappresentativi di Silvano e la processione di San Pancrazio del 12 maggio. Entusiasta del paesaggio, allora non molto diverso da quello conosciuto dai genitori, Dominic approfitta di un’altra licenza nel mese di settembre dello stesso anno per far ritorno a Silvano lasciandoci ricordi indelebili e nostalgici della vendemmia di oltre sessant’anni fa. Non solo! Fotografa parenti, amici, personaggi caratteristici, case, contrade, luoghi, istanti e aspetti della vita contadina che non potremmo avere così nitidi se non ci avessero
lasciato, tramite la cugina Lorenza Priano, oltre quaranta delle sue splendide fotografie. Fra questa la “Pietra Grossa”, il “Chiqué”, la “Fornace”, il pozzo della “Cuntrà di ∫dròi”, l’attuale via Calcinara - e in particolare quella che riprende un bue che su una strada collinare in salita, traina con fatica un carro che ha sopra una bigoncia piena di uva, “aiutato” dalle vigorose spinte di due giovani contadini. Questa immagine che ci ricorda, così vivamente, la vendemmia dei tempi andati, assieme alla foto della Pietra Grossa fa bella mostra di sé all’ingresso del Comune. Profondamente dispiaciuta alla notizia della morte di Dominic, il Sindaco, Ivana Maggiolino, ci ha assicurato la sua totale disponibilità ad organizzare una mostra permanente con le foto scattate tanti anni fa da questo “figlio di Silvano” che, pur nato negli Stati Uniti, tanto ha amato il paese dei suoi genitori. Giovanni Calderone
l’inchiostro fresco
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RONDINARIA
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Fresonara: Bisio a caccia di furbetti
Numerose le iniziative per i giovani dell’associazione “Estation Esperanza”
Gli imboscati Ecco i ragazzi di Castellazzo Bormida P
P
er gentile concessione dell’Autore, Paolo Masini, appassionato ricercatore di storia locale, rivisitiamo, dal suo libro “Fresonara 1742 -1751” alcune delibere prese dal Consiglio della Comunità di Fresonara riguardanti la nomina di giovani per il servizio militare. (In quegli anni il Regno Sardo, alleato con gli austriaci, era in armi contro i francesi). Leggendo tra le righe non emerge molta simpatia per tale prestazione da parte dei Fresonaresi, certo non desiderosi di servire una patria che a volte appare ostile e sempre molto lontana. Pure l’Amministrazione Comunale non è molto convinta di eseguire le richieste che arrivano da S.E. il Governatore della Provincia. A volte, forse volutamente, il Consiglio manda cittadini non idonei; a volte con ricorsi e suppliche cerca di evitare il servizio ad altri. La scelta dei futuri soldati viene fatta dal Consiglio della Comunità pescando tra le famiglie più numerose per non arrecare troppo danno, considerando che le braccia e il lavoro dei giovani erano una delle principali risorse. Ad ogni richiesta da parte del Governatore, seguiva una delibera di nomina del reclutato, al quale veniva notificato il precetto. Le vicende degli arruolamenti e le relative diserzioni hanno le sequenze di un film tragicomico. Ecco alcuni esempi. L’anno 1742 Giovanni Bordino diserta. Il Consiglio obbliga il figlio, Giò Batta, a presentarsi in caserma al posto del padre. Ma il 21 ottobre dello stesso anno viene richiesto un altro soldato, perché il Bordino non ha i requisiti, per cui viene nominato Pio Giuseppe Colombo.
L’11 Giugno 1744 è reclutato anche Gaspare Giora. E naturalmente sette giorni dopo si rifà un’altra nomina, perché, guarda caso, Gaspare è piccolo di statura. In sostituzione si manda al fronte Giuseppe Penovo, che… non ha i requisiti, per cui è rimandato a casa. Al sostituto, Piero Giora, viene citata la pena di anni due di catena in caso di mancata presentazione. Ma l’esercito vuole anche due uomini sovrannumerari. Si scelgono Carlo Carlevari e Bartolomeo Maglietto. Ma il Carlevari è rifiutato come inabile e al suo posto è nominato Filippo Bordino, che non si fa trovare in casa. Al posto del renitente viene nominato Giò Maria Valacco, il quale, quattro giorni dopo si rivela anch’egli renitente. A pareggio dei conti si nomina come soldato sovrannumerario Dioniggi Bocca. BISio Dom&Nico
romuovere iniziative rivolte alla realtà giovanile sviluppando azioni di carattere economico, sociale, culturale e di volontariato. Questo lo scopo dell’associazione giovanile “Estacion Esperanza” di Castellazzo Bormida, nata dall’entusiasmo di un gruppo di ragazzi della zona, i quali, con grande dedizione, hanno deciso di dedicare parte del loro tempo all’organizzazione di attività in grado di stimolare la creatività e le passioni dei giovani associati, in un paese già foriero di numerose proposte nel corso dell’anno. L’associazione, pur essendo molto recente essendosi costituita lo scorso 4 settembre, vanta già oltre 50 associati di età compresa tra
assunta che, dopo una conoscenza iniziale, mi ha raccontato di suo figlio e dell’amore che prova per lui. E fin qui voi direte “nulla di eccezionale” per una madre. Però una mattina, facendo più tardi del solito, ho conosciuto il suo compagno, che è un ragazzo marocchino e di religione musulmana. Chiacchierando con i due, sempre più amichevolmente, ho scoperto che in questa coppia, che potremmo definire “multiconfessionale”, c’era e c’è la massima tolleranza e il massimo rispetto per le fedi di entrambi. Sono sicuro che il loro bambino crescerà in una famiglia dove non ci saranno “guerre sante” dettate da differenze etniche, religiose o socio-culturali e questo, alle porte di San Valentino, mi dà grande speranza che non tutto sia perduto e che la tolleranza e soprattutto l’amore, quello con la “A” maiuscola, salveranno davvero il mondo. Meditate gente meditate.
i 16 ed i 36 anni, i quali una volta al mese si riuniscono in assemblea per l’approvazione delle varie iniziative rientranti nel progetto “Spegniamo la televisione ed accendiamo il cervello”, che verranno poi realizzate presso il Circolo di Lettura “Nicola Bodrati” ed i locali della Soms, questi ultimi messi a disposizione dal Comune di Castellazzo per incentivare lo sviluppo della cultura giovanile. A parlarci il Presidente Peter Nicholosi ed il socio Francesco Delfino: “Tra le numerose attività ricordiamo il laboratorio teatrale Nowhere presso i locali della Soms, nato ad ottobre e diretto da Luca Zilovich della compagnia Bachalon Teatro di Torino, con l’obbiettivo di creare una rete sociale cittadina intorno ad un luogo di produzione di performance e spettacoli in continuo rapporto con l’ambiente in cui si trova, favorendo così la formazione artistica anche per coloro che rischierebbero di rimanere esclusi a causa dei costi elevati o la difficoltà di raggiungere i luoghi. Il corso terminerà a marzo, con spettacolo nel mese di aprile, ed è gratuito per tutti i partecipanti. Sempre presso i locali della Soms è stato altresì attivato un corso di chitarra tenuto da Francesco Delfino e Simone Ravetti, articolato in lezioni che, partendo delle nozioni basilari, giungeranno all’insegnamento dei primi accordi, delle melodie e delle tecniche chitarristiche. Anche questo corso si presenta gratuito per i partecipanti e il termine è previsto per il mese di giugno. Il giorno 27 gennaio, inoltre, ricordiamo che presso il Circolo di Lettura si è tenuto un incontro di carattere storico con Alessandro Scagliola, inerente al lavoro nei campi di concentramento”. Queste sono solo alcune delle attività avviate dalla neo costituita associazione giovanile, in attesa di ulteriori novità nel corso dei prossimi mesi.
Daniele Cifalà
Samantha Brussolo
Una storia di Rondinaria tutta da riflettere
L’amore oltre ai confini N el bar in cui mi reco a fare colazione da qualche mese, dietro al bancone, c’è una simpatica barista italiana che avrà più o meno la mia stessa età, forse qualche anno in meno. Al bar, si sa, non si va solo per
fare colazione ma anche per fare quattro chiacchiere per iniziare al meglio la giornata. E così, gustando un buon cappuccino, magari accompagnato da una fragrante brioche, a volte mi sono ritrovato di buon mattino solo con la neo
Furia, cavallo dell’Iride P
oco prima di andare in stampa, un sabato mattina di fine gennaio, i redattori inchiostriferi erano, tra Basaluzzo, Capriata d’Orba e Predosa, alla ricerca di qualche airone cinerino da fotografare. Però quella mattina di quei begli uccelli non se vedeva l’ombra. Ma ecco che “di un’altra ombra” gli inchiostriferi hanno fatto conoscenza: ovvero di Furia, un bel puledro dal nero manto, incontrato in località Iride. Il cavallino è venuto incontro ai redattori tutto festante e li ha salutato con il classico “Iiiiiih”. Per fortuna, uno dei due inchiostriferi, aveva portato con sé un po’ di carote le quali, senza neanche chiederlo, sono state spazzolate, in men che non si dica, da Furia, il cavallo dell’Iride. (m.n.)
l’inchiostro fresco
Febbraio 2016
At cuntu quel cu cunta Pillole mornesine
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itorna anche quest’anno “Il Carnevale dei Paesi” il tradizionale appuntamento con i carri allegorici. La festa, quest’anno prevista per il 28 febbraio e, in caso di maltempo, per il 6 marzo, si è sempre contraddistinta per la sfarzosità dei suoi carri allegorici che, partendo da Mornese intorno alle ore 12.30, “attraverseranno” anche Lerma e Casaleggio Boiro, coinvolgendo varie associazioni e proloco dei paesi, per poi tornare in piazza Doria a Mornese, dove si brucerà il fantoccio e si mangeranno le “bugie” offerte da Belforte.
Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese
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o scorso gennaio l’ex Parco delle Capanne di Marcarolo, nel cui territorio rientra anche Mornese, è diventato l’“Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese”. “Con il parco abbiamo sempre avuto ottimi rapporti – ci dice Pastorino – anche se credo sia importante coinvolgere di più i centri dei paesi che lo circondano. Così che l’evento che si svolge a Marcarolo non, per così dire, muoia lì ma coinvolga anche i vari centri cittadini”.
Unione Montana tra il Tobbio e la Colma
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ura da quasi tre anni la “vita” dell’Unione Montana tra il Tobbio e il Colma, una delle maggiori e più importanti della Regione Piemonte. Ne fanno parte i Comuni di Belforte Monferrato, Bosio, Casaleggio Boiro, Lerma, Montaldeo, Cremolino, Molare, Mornese e Tagliolo. “Con i Sindaci dell’Unione mi sento spesso – ci confessa il Primo Cittadino – ed ho un ottimo rapporto. Grande merito va a Franco Ravera, Sindaco di Belforte, che fa da collante ed è un punto di riferimento per tutti noi”.
Intervista a tutto campo con Simone Pestarino, Primo Cittadino di Mornese
Speciale Paesi : oggi vi presentiamo Mornese
Il Carnevale dei Paesi
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Un Comune dove si vive bene
MATTIA NESTO
@Mattia Nesto
“I
tempi difficili ci impongono di essere sinceri con i nostri cittadini: nonostante le ristrettezze di bilancio l’Amministrazione Comunale si è impegnata a garantire tutti i servizi già esistenti a Mornese”, con queste decise parole ci ha accolti nel suo studio Simone Pestarino, Sindaco di Mornese. “Poter offrire tutti i servizi vuol dire, per un bilancio comunale, delle spese ma – ci dice Pestarino – se mi consentite la parola, è un bello spendere: significa fare in modo che a Mornese si possa vivere bene!”. A questo punto Pestarino ci elenca tutti i servizi presenti nel borgo che vanno dalle 3 linee di scuolabus (Parodi– Montaldeo, Casaleggio Boiro – Tagliolo – Belforte e Bosio – Gavi), alla presenza di un ambulatorio dove si possono fare le analisi del sangue una volta a settimana, un ufficio postale aperto tutti i giorni e il mantenimento di una locale stazione dei Carabinieri. “Certo le difficoltà ci sono, ma ci sono anche dei segnali positivi – spiega il Sindaco – come ad esempio l’apertura di un asilo nido proprio a due passi dal Comune. Perciò a Mornese si può dare ai propri figli un’istruzione che va dall’asilo nido e arriva alle medie. Ovvero una giovane coppia può mettere su famiglia qui da noi!”. A questo punto il discorso, quasi fatalmente, “scivola” sul bilancio: “Siamo riusciti, nonostante tutto, a ridurre per quanto possibile le spese – afferma Pestarino – e per aumentare, per quanto possibile, le entrate, nonostante i Finanziamenti da parte dello Stato siano sempre meno”. Chiediamo quindi quali siano stati i principali lavori comunali?:
Porte aperte al castello dei Doria
I
l Castello Doria sarà visitabile sabato 19 e domenica 20 marzo. L’apertura sarà possibile anche quest’anno il Comune di Mornese ha aderito alle giornate FAI di Primavera grazie alla costituzione già lo scorso anno del Gruppo Fai Mornesino, nel quale partecipano consiglieri e cittadini. Sarà un momento unico per visitare il castello Doria e non solo: anche per godere delle bellezze e delle specialità enogastronomiche del paese.
“Grazie a fondi provenienti dalla Provincia di Alessandria, ottenuti dalla precedente Amministrazione ma investiti da noi, - ci dice il Sindaco mornesino abbiamo completato già nel 2014 la pavimentazione di tutti gli edifici scolastici. Quest’anno abbiamo portato a compimento - prosegue nel discorso l’intervistato – grazie ad un finanziamento europeo, il porticato prospiciente l’edificio comunale, recuperando così
alcuni locali da poter sfruttare per futuri utilizzi”. Il “tessuto associativo” di Mornese come lo giudica?: “Molto ricco senza dubbio – risponde pronto il Primo Cittadino – con l’Associazione Mornese E20, che si occupa soprattutto degli eventi, il T.G.S Valponasca e le Ex-Allieve molto attente alle tematiche sociali, il Mornese Calcio e la neonata Pro Loco”. Domandiamo all’intervistato se non giudica addirittura “troppe” le associazioni presenti in paese come Mornese: “Io sono convinto che le associazioni non sono mai abbastanza, però – puntualizza – lo scorso autunno l’Amministrazione comunale ha invitato tutte le associazioni a fare sinergia e lavoro di squadra. Auspicandosi che per il 2016 venga accolto”. In conclusione non possiamo non chiedere “una battuta” sul successo della “Giornata Fai” del marzo dell’anno scorso: “L’apertura straordinaria del Castello Doria – quasi prorompe Pestarino - ha riscosso un successo clamoroso, risultando il sito più visitato tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Per questo motivo – termina di spiegare il Sindaco – stiamo lavorando per riproporlo questa primavera: i lettori de “l’inchiostro fresco” sono tutti invitati!”.
Lavori forestali Anche nel 2015 sono proseguiti gli interventi per il mantenimento degli antichi sentieri.
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l’inchiostro fresco
RONDINARIA
Febbraio 2016
Piccoli ospedali, grandi problemi
Intervista al dott. Pietro Albano, titolare della FootClinic di Gavi
Riflessioni a ruota libera di Ester.
È
sempre in bilico la situazione dei “piccoli” ospedali di zona, costantemente a rischio di soppressione o ridimensionamento nell’ottica del risparmio. Uno di questi, ad esempio, è l’ospedale di Ovada, che ha già subito ridimensionamenti di alcuni reparti e rischia di perdere anche il pronto soccorso. L’opposizione degli addetti ai lavori e dei cittadini si è già fatta sentire più volte. Viviamo in un’epoca in cui i bilanci economici sembrano avere il sopravvento su altri tipi di approcci. Senza però, e questo è molto grave, che quest’indirizzo politico “risparmioso” porti a ridurre i veri sprechi, non solo nel campo della sanità. Ancora di recente, il consigliere regionale e presidente della commissione sanità Domenico Ravetti ha avvertito che occorre insistere nella logica degli accorpamenti, aggiungendo al risparmio economico la possibilità che, negli ospedali più grandi, le cure siano migliori. Dello stesso parere è il direttore dell’Asl alessandrina, Gentili. Chi ha esperienza nella sanità, tuttavia, sa che spesso non è così. Anzi, capita spesso che gli ospedali di dimensioni più “umane” possano fornire un’assistenza, anche di tipo psicologico, che è più problematica nei grandi complessi. Inoltre, non si deve pensare ai soli malati, ma ai congiunti che, specialmente se anziani, a volte si trovano a dover sopportare costi e disagi insopportabili per raggiungere i parenti se posti in realtà troppo distanti. Può essere inevitabile, nell’ottica di risparmio ed efficienza, accorpare altri servizi pubblici territoriali; ma si tratta di uffici che normalmente i cittadini frequentano poche volte nella vita o mai, come prefetture o tribunali. La sanità è un’altra cosa. Basti pensare, tra l’altro, a quanto possono essere decisivi pochi minuti di distanza in più nel raggiungere il pronto soccorso più vicino. (s.r.)
Ester… nando…!!! Anno Bisesto fa rima con...
L’
Ok il piede è giusto! MATTIA NESTO
Q
@Mattia Nesto
uante volte abbiamo sentito dire che “una casa si inizia a costruire dalle fondamenta?”. Allo stesso modo per “costruire” giorno dopo giorno la nostra salute occorre iniziare dai piedi. È un po’ questo il leitmotiv emerso dall’intervista che abbiamo realizzato col medico Pietro Albano, titolare della Footclinic.it di Gavi: Piede e Postura. “La passione per questa specializzazione medica nasce anche da ragioni personali. Infatti i miei piedi sono di dimensioni ridotte rispetto alla struttura corporea - ci dice accogliendoci nel suo studio – e per questa disfunzione ho sofferto fortissimi dolori. Poi un giorno, osservando mia nonna intenta ad occuparsi della campagna, le ho chiesto come mai le si fossero formate ai piedi le cosiddette cipolle. E per questa mia personale sofferenza da un lato e curiosità dall’altra, ho deciso di dedicarmi a studiare questa parte del corpo”. Pietro Albano, dopo aver prestata per anni la propria professione medica presso l’Ospedale di Alessandria ed avere conseguito una lunga esperienza in Inghilterra, dal 1997 ha aperto a Gavi una vera e propria “clinica del piede”, dove il paziente può trovare tutta la strumentazione e godere delle conoscenze tecniche acquisite dal dott. Albano per “la salvaguardia delle fondamenta del nostro corpo”. “Per introdurre meglio il tema, se mi consente, faccio una piccola comparazione. - ci dice il nostro interlocutore - L’italiano medio è quasi ossessionato dalla propria auto e, per la sua sicurezza, non
tralascia di fare la convergenza delle gomme. Io mi chiedo perché, allo stesso modo, non pensa a controllare i suoi piedi?”. Il medico podologo afferma infatti quanto siano: “Importanti per la salute del corpo i piedi, perché l’anca, il ginocchio e la schiena sono ad essi intimamente legati. Abitudini comportamentali errate, costrizioni legate alla moda e lo stress quotidiano, portano spesso a lesioni, fratture o peggio malformazioni delle anche e delle ginocchia. E per risolvere tali problemi – afferma con decisione il medico gaviese – il ricorso alle protesi sembra ormai la soluzione di tutto”. Allora quale potrebbe essere una soluzione alternativa, forse anche meno invasiva di un’operazione?: “A meno che non ci si trovi di fronte ad una frattura, un semplice plantare, appositamente pensato per ognuno, potrebbe risolvere
gran parte dei problemi citati. Per non parlare poi di calzare scarpe adatte!”. Che tipologia di plantare consiglia ai nostri lettori?: “Più che la tipologia serve un plantare specifico per la data persona. Ad esempio, dopo una radiografia di colonna e ginocchia da in piedi – ci dice Pietro Albano – direttamente nel mio studio realizziamo questi plantari, studiati su misura, diversi per il piede sinistro e quello destro”. Prima di congedarci il dott. Albano ha piacere di esprimere ancora un altro concetto: “Il piede è una parte anatomica troppo importante per essere considerata una semplice estremità. Per questo un posturologo-podologo che si rispetti – ribadisce in conclusione – non può avere solo, conoscenze mediche ma anche meccaniche e fisiche. Si potrebbe dire: dimmi come cammini e ti dirò chi sei!”.
anno bisestile viene ogni quattro anni per motivi troppo noiosi e ragionieristici che non vale la pena ricordare ora. Personalmente mi ha sempre portato male; c’è chi ritiene che “fu puro caso!” come disse anche Cavaradossi nella “Tosca” (e a lui andò decisamente male, ma non so se allora corresse un anno col febbraio lungo o no!). Bando alle ciance, una cosa è certa: sarà un anno di spettacolari novità, che fanno rima con libertà. Sì, ma quali? E per chi? Qualche esempio: è probabile che qualcuno si sentirà libero di guidare senza patente, visto che pare venga depenalizzato tal fatto, come reato di poco conto... Povere autoscuole! Ovviamente sarà definitivamente depenalizzato il reato di immigrazione clandestina. Al limite ci beccheremo l’ennesima multa stratosferica da Bruxelles per mancanza di controlli, ecc., ecc. e così tutti liberi più che mai con “quell’andare e venire” (altra citazione lirica piuttosto funesta anche per la povera Mimì della “Boheme”). A proposito, è di oggi (14 gennaio ndr) la notizia che due pericolosi terroristi se la scorrazzano per la Liguria in furgone grigio. La do-
manda sorge spontanea: avranno la patente? Ah! Ah! In questo caso poco importa, avranno a bordo ben altri mezzi per fare danni. Un regalino a qualche banca sarà poi d’obbligo per liberarla dai debiti che continuerà ad essere libera di accumulare. In compenso noi rischiamo di essere liberi di pagare il canone Rai se avremo la luce in casa, ma magari non il televisore. Comunque sia, vedrete che il 2016 passerà velocemente, nonostante il giorno in più. In fondo, il vero, grosso problema dell’esistenza umana è che ogni giorno che passa è, in realtà, ...un giorno “in meno”! Per questo propongo di festeggiare l’esubero delle 24 ore a noi concesse dal calendario, con qualcosa di “buono” a scelta e a piacer, dal materiale all’evanescente. Ester Matis
Tutto sull’alluce valgo
L’
alluce valgo non è in sé ereditario, si eredita una predisposizione di lassità legamentosa e muscolare dei flessori dell’alluce e dei muscoli della volta plantare. Nessuno nasce con il dito storto ma piu si cammina più l’alluce devia. Un piede piatto (o valgo) condizionerà sicuramente la lunghezza dei legamenti e muscoli che a loro volta potranno permettere al primo dito un atteggiamento in valgismo: l’avampiede si allarga a ventaglio dando vita alla tipica protuberanza che caratterizza l’alluce valgo. La base d’appoggio dell’alluce soprastante si sposta, provocando la deviazione del dito verso l’esterno. Il primo metatarso e l’alluce non sono più allineati ma formano tra loro un angolo detto di valgismo da cui prende nome la deformità. L’alluce valgo colpisce prevalentemente le donne in età adulta. Le forme che si manifestano in giovane età sono più spesso quelle congenite. Il sintomo principale è il dolore che è evidente anche a riposo. In seguito si manifesta tumefazione e arrossamento. Il sintomo principale è il dolore, evidente anche a riposo poi tumefazione e arrossamento. Camminare fa bene alla salute però... se i nostri piedi lavorano male sul terreno cammi-
nare accelera l’usura delle articolazioni di caviglia, ginocchio, anca e dei dischi intervertebrali. Immaginate i vostri due piedi come due mani, come le scimmie hanno in effetti 4 mani, poiché piedi e mani hanno la stessa forma scheletrica. Guardate i piedi di una scimmia: hanno lo spazio largo tra il primo dito ed il secondo, mangiano e si aggrappano ai rami con i piedi, quando camminano non picchiano sul tallone ma mordono il terreno con le dita dei piedi... Il terreno naturale è fangoso, sabbioso e le dita possono aggrapparsi a questo terreno e dare la spinta propulsiva in avanti. Purtroppo oggi camminiamo su terreni duri, non modificabili: pensate ai danni che si creano ogni volta che il tallone entra in conflitto con l’asfalto: è come picchiare la testa contro un muro 10.000 volte al giorno, tanti sono mediamente i passi in una giornata. Inevitabile che questi traumi creino onde di urto retrogrado che usurano e danneggiano le articolazioni e la schiena. Dott. Pietro Albano
Speciale Urbe Qui Tarinè
Il Sindaco, Fabrizio Antoci fa il consuntivo del 2015
Un anno di svolta per un paese montano sparso su molte frazioni Buongiorno Sindaco Antoci, che anno è stato per la Sua amministrazione? È stato un anno intenso anche per il Comune di Urbe, denso di attività e di progetti, alcuni già portati a termine, altri che vedranno la luce nel prossimo futuro. Da quello che leggo sulla pagina Facebook dell’Opposizione, il fatto che abbiamo effettuato risparmi sul bilancio aumentando la quantità e la qualità dei servizi erogati, dà fastidio. Ma purtroppo per loro e per fortuna dei cittadini le cose stanno proprio in questi termini, ecco i tagli principali: • 9.300 euro in meno sui costi degli amministratori • 56.945 euro di risparmio sui compensi del segretario comunale • 3.000 euro di diminuzione della spesa per servizio polizia municipale Abbiamo letto che avete costituito un’Unione di Comuni con Sassello. Primo bilancio? Da dicembre 2014 siamo in Unione con Sassello. Come ho già avuto modo di sottolineare, si tratta di un percorso, in parte obbligato, che ci dovrebbe consentire di reagire alle difficoltà – di ordine economico ma anche organizzativo – in cui si dibattono ormai da anni i piccoli comuni come il nostro, senza perdere la nostra identità. Insomma una strada, assolutamente alternativa alla fusione, che ci ha consentito di ricevere ad oggi 86.000 euro di contributi regionali per il 2015 e circa 120.000 euro per il 2016. Tali importi, da dividere al 50% con Sassello, verranno impiegati a partire dai primi mesi del prossimo anno per:
Ad aprile partirà la nuova raccolta dei rifiuti che dovrebbe consentirci di passare in breve tempo dal misero attuale 20% di raccolta differenziata all’obbligatorio 65% imposto dalla Comunità Europea, pena multe milionarie agli inadempienti. Sono già stati effettuati una serie di incontri con la popolazione e altri sono in programma in primavera: sarà una bella sfida ma sono certo che, insieme, ne usciremo soddisfatti. Intanto la rivoluzione sarà a costo zero, nessun aumento della tariffa, in attesa di cogliere i frutti dello sforzo e poter magari abbassare la TARI quando saremo diventati un Comune virtuoso.
• sistemazione strade • sicurezza stradale e videosorveglianza • potenziamento e integrazione del sistema informatico
• piano di protezione civile Tra poco partirà, anche a Urbe, il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti. Era proprio necessario?
Cosa avete fatto per la scuola e per gli anziani? Come sempre garantiamo un livello elevato di servizi di assistenza agli anziani e di supporto alla scuola: senza timore di essere smentito, possiamo vantare i migliori servizi del circondario: • un numero di assistenze domiciliari a favore di anziani e disabili superiori alla somma di quelle erogate a Sassello e a Stella • tutti gli ordini di scuola attivi (infanzia, primaria e secondaria inferiore) con servizio di scuolabus e di mensa garantito con un contributo a carico delle famiglie che non varia da parecchi anni. Anzi, a partire da ottobre, abbiamo realizzato due giorni di doposcuola ulteriori per i bambini della primaria con servizio mensa e rientro con scuolabus senza aggravi di spesa per le famiglie che hanno aderito.
Abbiamo letto sul Vostro sito che avete concluso gli appalti per lo sgombero neve. E’ soddisfatto? E le strade? Il servizio di sgombero neve è stato totalmente appaltato con un risparmio di oltre 10.000 € l’anno: in pratica rispetto ai contratti stipulati dalla precedente amministrazione, abbiamo inserito tutte le strade comunali (20% in più rispetto al 2012), risparmiando però sull’esborso compenso agli appaltatori (circa 20% in meno). Colgo l’occasione per ringraziare gli appaltatori “storici” per la disponibilità dimostrata - naturalmente a parità di competenza e di professionalità – per aver compreso le necessità di risparmio dell’amministrazione in cambio di una durata maggiore del contratto (quattro anni). Sono stati effettuati lavori di manutenzione ordinaria sulle strade per 40.000 euro, quanti il bilancio ci ha consentito di fare ma, come detto, nel 2016 ne faremo di più. Interventi straordinari di regimentazione acque al Maraschino, a Marasca, ad Acquabianca. Vuole ricordare altri obiettivi raggiunti? Dal giugno scorso abbiamo la copertura Wi-Fi di tutta la piazza in frazione Olba San Pietro: due ore gratuite al giorno di navigazione in Internet per chiunque si connetta con cellulare, tablet o pc portatile. Stiamo continuando la sostituzione delle finestre della scuola a Campè: dopo la scuola dell’infanzia, adesso è la volta della palestra e prossegue a pag. 18
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er saperne di più sulla situazione del Tarinè abbiamo raggiunto presso i suoi uffici il portavoce del MoVimento Cinque Stelle della Regione Liguria, Andrea Melis. Quanto è concreta la richiesta di sondaggi avanzata dalla Compagnia Europea di Titanio (C.E.T.)? Sono vent’anni che la C.E.T. tenta di effettuare rilevazioni sul Tariné e fino ad ora non vi è mai riuscita. Io sono originario di Stella San Giovanni e quindi conosco perfettamente quei luoghi, che amo in modo particolare. Anche per questo, a livello personale, mi sono molto speso in questo senso. Appena il M5S si è insediato in Regione, abbiamo subito presentato un’interpellanza sulle problematiche relative all’impatto ambientale di una simile operazione, utilizzando osservazioni già proposte dal WWF. A Luglio la Regione ha respinto il ricorso della C.E.T. adducendo i motivi legati a vincoli che un’area ricadente nella zona Parco reca con sé. In questo senso ci riteniamo soddisfatti e facciamo un plauso a questa decisione. Tuttavia rileviamo come la C.E.T. non voglia ancora arrendersi. Per questo motivo noi come M5S continueremo a vigilare, magari tramite un più stretto rapporto con gli Amministratori locali e con il “Comitato Spontaneo Amici del Monte Tarinè”. per l’Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. Ricordiamo che l’11 febbraio, presso il teatro parrocchiale di Sassello, si svolgerà l’incontro pubblico, su questa vicenda, “Parla il Tarinè”. (m.n.)
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l’inchiostro fresco Febbraio 2016
Discutiamo...
Un viaggio in mezzo alla natura 2
1 Nella foto Antonio Pilo
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iteniamo non sempre agevole sintetizzare in poche righe un giudizio esauriente circa l’operato della nostra Amministrazione comunale. Tuttavia ci corre l’obbligo di rimarcare in modo deciso la completa assenza di iniziative da parte di questa Amministrazione incapace di dare risposte alle esigenze della nostra Comunità e comunque sordi al dialogo con le altre componenti del consiglio comunale. Quanto sopra non per mera critica politica ma nell’interesse dei nostri concittadini. Poco è stato fatto su alcune priorità: Salute, Scuola, politiche sociali e Sicurezza del territorio. È diffuso il malcontento tra la popolazione. Manca una reale politica di programmazione, ma solo improvvisazione. Tutto trova giustificazione con la legge di stabilità, così come dicono, che non consente di spendere. Non si può pensare di ambire al virtuosismo amministrativo, ricorrendo solamente a tagli lineari delle spese di bilancio a scapito di efficienza e della qualità dei servizi (decoro urbano, viabilità e mensa scolastica) o aumentando l’ IMU sulle seconde case (un vero assalto alla diligenza), dove la sola priorità sembrerebbe essere la raccolta differenziata. Poco o nulla è stato fatto per venire incontro alle difficoltà dei commercianti, imprenditori, artigiani e disoccupati. Auspichiamo anche Noi l’immediata riapertura del villaggio di Vallescura e del cantiere di esbosco alla Gattazè. Ci siamo attivati con la Regione Liguria segnalando alcune delle problematiche più urgenti della Vallata, sostituendoci a questa Amministrazione del tutto latitan-
Martina
te. Nel frattempo la stessa Regione ha assegnato la concessione della sorgente “Acqua del Faiallo” ad un gruppo imprenditoriale, con l’auspicio che porti nuovi posti di lavoro. Per sopperire ad una vera emergenza della vallata , da oltre un anno abbiamo incaricato uno studio di professionisti di Genova per valutare se sussistano le condizioni di fattibilità per la realizzazione di un distributore di carburante nel centro di San Pietro, in alternativa alla poco probabile riapertura di quello di Acquabianca. La pratica è ben avviata nonostante le innumerevoli difficoltà incontrate, l’ultima delle quali con i proprietari del terreno dove dovrebbe sorgere l’impianto. Noi siamo, nell’ambito di procedure di legge, al ricorso di manodopera qualificata locale, evitando un incomprensibile impiego di operatori foresti. Il sindaco pare ossessionato da tutte quelle opere che fortunatamente sono state realizzate a regola d’arte dalle precedenti amministrazioni (es. depuratori) e condivise da Regione e Provincia. Vedremo cosa sarà capace di fare questa amministrazione. Antonio Pilo Responsabile Lista e già candidato sindaco;
Franco Dimani Consigliere di minoranza già sindaco per tre mandati.
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Urbe Olba San Pietro
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1 Studenti della Facoltà di Geologia di Genova nel geopark 2 La chiesa di Acquabianca crocevia di strade e sentieri 3 Il “casello” dell’alta via dei monti 4 Asini al pascolo tra Acquabianca e Vara Superiore 5 Il Museo contadino di Vara Inferiore nella contea dei “Varelfi” 6 La diga dell’antenna, là dove nasce l’Orba 7 Il palazzo comunale a sentinella delle sue frazioni 8 Una panoramica di Olba San Pietro sotto una coltre di neve
Vara Su La diga dell’Antenna
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a diga dell’Antenna domina con il suo massiccio profilo la valle dell’Orba. Il lago, creato nel 1922, si trova nel tratto tra le frazioni di Vara Inferiore e San Pietro d’Olba, entrambe facenti parte del Comune di Urbe. Diminuiti nel corso degli anni, oggi la capienza della diga si è attestata sui 30000 m3 e la condotta forzata va a finire nella centrale del Limbo a San Pietro d’Olba. Tutte le volte che portano le copie del giornale, i redattori inchiostriferi rimangono sempre ammirati per la sua possente mole.
Vara Inferiore 5 Il museo contadino P
iccolo “gioiello” della tradizione popolana, il Museo della Civiltà Contadina di Urbe sorge nella frazione di Vara Inferiore nei locali dell’ex canonica della Chiesa di San Giovanni Gualberto. I reperti esposti sono frutto di donazioni e lasciti che negli anni si sono accumulati e testimoniano la grande vivacità e di quel borgo e delle valli appresso, soprattutto tra la fine dell’Ottocento sino agli anni Cinquanta.
l’inchiostro fresco
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Precisiamo...
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envenuti nel reame boscoso di Urbe, tra mare e monti L MATTIA NESTO
@ @Mattia Nesto
Acquabianca
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Passo del Faiallo
uperiore
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Sulle nuvole
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osto a 1044 m s.l.m. (ndr, sul livello del mare), il Passo del Faiallo collega il Passo del Turchino con San Pietro d’Olba, attraversando l’alta valle del torrente Orba (il quale nasce sul monte Reixa) e, tramite l’antica via Carnellona, unisce Voltri a Masone ed a tutta la Valle Stura. Il passo, una sorta di spartiacque naturale, è luogo di singolari fenomeni atmosferici, molto studiati a livello scientifico ed ha una nevosità molto elevata. Il nome Faiallo deriva dal latino “fagus”, ovvero faggio, visto che la zona è particolarmente ricca di questi alberi. Oggi il Passo del Faiallo è una delle più importanti mete di escursionismo in Italia.
a “paternità” della definizione è di Lia Zunino, ex Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Sassello. La scorsa primavera, da noi raggiunta per un’intervista sull’imminente chiusura dell’anno scolastico, ci aveva infatti raffigurato con entusiamo il territorio che va da Urbe a Sassello quale “un reame boscoso, ovvero una terra per così dire magica sospesa tra la storia e la natura”. E noi siamo stati colpiti da quella descrizione. In effetti anche noi de “l’inchiostro fresco” tutte le volte che ci inerpichiamo “all’ombra del Tariné” verso il cuore del Parco del Beigua, veniamo avvolti da questa atmosfera affascinante. La ricchezza naturalistica dei boschi e dei monti che fanno “da corona” ad Urbe ad esempio ci fa sentire al contempo protetti, riparati ma ci spinge anche a valicarli per raggiungere il Passo del Faiallo e riminare il mare da Savona a Genova. Anche il nostro “diretùr”, GB Cassulo ama in maniera particolare questo “reame boscoso” tanto che, quest’autunno, ha affrontato assieme a Giusy il sentiero che da Martina va ad Acquabianca. Ecco perché abbiamo pensato di dedicare le pagine centrali de “l’inchiostro fresco” di febbraio 2016 proprio al reame boscoso di Urbe. Perché, come sosteniamo anche in prima pagina nell’articolo sui tre parchi dell’Oltregiogo (Parco dell’Antola, Parco delle Capanne di Marcarolo e Parco del Beigua, ricadente giustappunto anche nel Comune di Urbe), questa è la vera “industria” del nostro territorio. Apprezzando lo sforzo che gli Amministratori comunali, succedutisi negli anni, hanno compiuto nel fare ciò, contemporaneamente alla manutenzione delle strade (compito non facile, vista anche l’asprezza della zona), ci auguriamo che si possa puntare ancora di più su questo “oro verde” del reame boscoso di Urbe.
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La parola a Lorenzo Zunino, Capogruppo di Insieme per Urbe
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n merito alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Urbe alla vostra redazione ritengo opportune alcune considerazioni e precisazioni. Appare singolare che il Sindaco non abbia di meglio da fare che attaccare il sottoscritto e il nostro Gruppo che oltretutto, in Consiglio Comunale, si è sempre comportato con senso di responsabilità, condividendo spesso e volentieri gli Ordini del Giorno con la Maggioranza. Personalmente credo che l’arroganza e la presunzione non siano consoni alla risoluzione dei problemi che affliggono la Nostra Valle, ma servono solo a generare ulteriori dannose divisioni nell’opinione pubblica. Nello specifico occorre precisare quanto segue: 1) Il sito di Campè era stato identificato in pieno accordo con l’Assessorato all’Ambiente della Regione Liguria, individuato come Distretto per Attività produttive e non obbligatoriamente per Impianti a Biomasse. Inoltre il ventilato accordo (utilizzato in modo strumentale) con la Società Benarco di Pastorino era stato stipulato quando il progetto si riferiva al sito della Ciapela, poi abbandonato per i molteplici vincoli determinati dalla Regione Liguria. 2) il Progetto turistico “Tuffati nel Verde”, deriso dal Sindaco, ha portato al Comune i fondi per l’acquisto di un pulmino multiuso, bici mountain bike, ciaspole, depliant illustrativi e tutta la segnaletica per 7 sentieri (percorsi storici). Segnalo che le targhe/frecce e cartelli non sono di plastica ma di materiale speciale resistente a tutte le temperature ed eventi naturali ma non all’opera dei vandali
che ne hanno distrutto una grande quantità. 3) A riguardo degli impianti di depurazione occorre precisare che gli 800.000 € circa per gli eventi alluvionali sono stati assegnati al Comune di Urbe grazie all’impegno della nostra Amministrazione (Ramorino) e all’impegno dei referenti Provinciali e Regionali. L’impianto che avevamo progettato per S. Pietro prevedeva una costruzione seminterrata a basso impatto ambientale e di misure ridotte a monte del campetto di calcio, era tecnologicamente avanzato per evitare odori e rumorosità. È stato cancellato! In sostruzione è stato realizzato un impianto di fitodepurazione che occupa tutto il campetto di calcio a rischio di sgradevoli odori per il circostante abitato. Proprio per le ridotte misure che non consentirebbero la funzionalità di quel tipo di impianto. 4) I lavori in economia nel campetto di calcio erano stati eseguiti a S. Pietro come per le piccole strutture analoghe nelle altre Frazioni, aree di svago in particolare per i ragazzi, e abbiamo ritenuto fosse giusto ristrutturare anche quelle. Senza contare le numerose richieste avute da persone impegnate nel sociale, festeggiamenti etc. Con i fondi a disposizione non potevamo certo approntare uno stadio! Inoltre è opportuno precisare che gran parte del lavoro svolto dall’attuale Amministrazione, rivendicato come un successo, era stato impostato ed avviato dalla nostra Amministrazione e sarebbe quantomeno onesto riconoscerlo. Lorenzo Zunino
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l’inchiostro fresco
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Un anno di svolta per un paese montano sparso su molte frazioni - prosegue da pag. 15 simamente toccherà alle finestre della scuola primaria. Dallo scorso settembre, inoltre, è stato istituito il nuovo capolinea autobus ATP e TPL a Martina: la corsa che partiva da Acquabuona alle 7.20 della mattina adesso parte da Urbe. Si ringraziano i privati che hanno concesso il terreno, in attesa di acquisirlo gratuitamente. Grazie poi ad un’intuizione del Vice Sindaco, abbiamo potuto acquisire gratuitamente un cospicuo numero di pannelli solari nuovi dalla Guardia di Finanza, provenienti da un sequestro. Inoltre, a costo zero, abbiamo provveduto al taglio degli alberi lungo le strade comunali, davanti alla scuola di Campè e al cimitero di Olba San Pietro. Sul capitolo Turismo outdoor vi state muovendo? L’Opposizione mormora... Il consigliere Bongiorni, con l’ausilio dell’ufficio tecnico, sta ultimando un progetto di sistemazione e di segnalazione dei sentieri principali che si sviluppano nel territorio comunale. Con l’occasione, ha provveduto a evidenziare i principali siti di interesse sportivo, naturalistico e turistico del nostro territorio. È intenzione dell’amministrazione presentare il lavoro non appena si apriranno i bandi del nuovo PSR per provare ad ottenere i fondi necessari per l’esecuzione delle attività previste. Quando saranno ultimate, i turisti e gli escursionisti potranno avvalersi di una carta dei sentieri e di una segnaletica in legno, precisa e puntuale che consentirà loro di percorrere il nostro splendido territorio senza timore di perdersi o di trovarsi in difficoltà. Un progetto serio e consapevole, ben lontano dalle velleitarie targhette in plastica di “Tuffati nel Verde” presenti solo all’inizio dei percorsi e senza alcuna indicazione della lunghezza, delle caratteristiche e delle difficoltà dei sentieri indicati. È stata una lunga estate, l’Acquedotto comunale ha retto? L’acquedotto, sia pure con le sue storiche magagne dovute all’età e alla mancanza di sufficienti risorse per la manutenzione straordinaria,
La loocalità Campè nella foto di Enrico Repetto ci ha comunque consentito un’erogazione costante di acqua anche durante la scorsa torrida estate, senza ricorrere a razionamenti o a divieti come successo in Comuni vicini. E per questo dobbiamo ringraziare anche l’appaltatore del servizio di manutenzione ordinaria. A proposito di acquedotto, una precisazione. Noi non abbiamo aumentato la bolletta dell’acqua: l’aumento è stato fatto nel 2013 dalla precedente amministrazione (vedi copie delle delibere qui sotto), solo che poi hanno pensato bene di non chiederne più il pagamento, rimanendo indietro di due anni nella bollettazione! Attualmente che lavori pubblici sono in corso? Abbiamo visto due cantieri attivi Abbiamo finalmente sbloccato i lavori per il nuovo depuratore di San Pietro e per il ripristino della condotta per il depuratore di Martina, a seguito dei danneggiamenti dell’alluvione 2010. La precedente amministrazione ci si era addormentata sopra, così abbiamo rischiato di perdere i finanziamenti della Protezione Civile: grazie allo sforzo di noi amministratori, dell’ufficio tecnico del Comune e dello studio tecnico incaricato del progetto siamo riusciti a recuperare due anni di ritardo e ad appaltare i lavori nel corso di quest’anno: i lavori di Martina sono praticamente finiti con soddisfazione di tutti, utenti, proprietari dei terreni e amministrazione. I lavori di San Pietro sono iniziati e, grazie al tempo clemente stanno continuando: gli scavi per la
nuova condotta sono conclusi, ora si deve attraversare l’Orba e proseguirli sulla sponda destra dove sorgerà l’impianto. A proposito, sento tante voci stonate sull’argomento: con buona pace dell’opposizione, il sito dove far sorgere il depuratore è stato scelto da loro, noi non lo abbiamo potuto spostare di un millimetro, purtroppo. L’unica cosa che abbiamo potuto fare è stato evitare un ennesimo depuratore vecchio stile, di quelli tanto cari alla giunta Dimani che ne ha costruito ben sei e che ci fanno spendere 20.000 euro l’anno solo di energia elettrica per il funzionamento delle pompe e che non funzionano mai al 100%, nonostante la costante manutenzione degli operai del Comune. Abbiamo optato per la fitodepurazione, un sistema più moderno, più ecologico e meno costoso in termini di gestione e manutenzione. Si tratta di una modalità di depurazione per la quale, una volta che il liquame è passato nelle fosse imhof – sistemate sempre nello stesso luogo ma completamente rifatte – passa tra le radici di piante appositamente sistemate, per un secondo livello di depurazione, prima di finire nel fiume. In pratica si ottiene lo stesso risultato di un depuratore senza dover costruire un altro brutto edificio di cemento in mezzo alle case, potendo preservare il prato esistente anche se non più calpestabile e praticamente senza necessità di pompe elettriche. Del resto il campetto di Cascina, dove anch’io avevo tirato i primi calci al pallone, era purtroppo da almeno un decennio inutilizzabi-
le. Il 21 gennaio si è svolto un incontro pubblico, presente il progettista di entrambi i progetti, che ha dissipato dubbi sulla fitodepurazione e menzogne (nel vecchio progetto il depuratore non era seminterrato). Prospettive 2016 per l’occupazione, ci sono novità? Siamo naturalmente favorevoli al sorgere di attività imprenditoriali in loco. Abbiamo aiutato, sveltendo le pratiche burocratiche di nostra competenza: • la prossima riapertura del villaggio turistico Vallescura • il prossimo inizio dei lavori di esbosco alla Gattazè • l’aggiudicazione della concessione per l’imbottigliamento dell’Acqua del Faiallo Mentre le prime due attività hanno già tutti i permessi per l’avvio e quindi speriamo che possano portare beneficio e posti di lavoro già a partire dal primo semestre 2016, per la terza siamo ancora indietro perché i privati devono prima trovare e mettere a norma gli immobili idonei per l’imbottigliamento. Con tutti gli imprenditori intratteniamo ottimi rapporti e siamo d’accordo, per gli eventuali posti di lavoro, di favorire i residenti. L’amministrazione quando sarà il momento si preoccuperà di mettere in contatto aziende e manodopera locale. Nel Vostro programma elettorale si parlava di lotta all’evasione… Abbiamo iniziato una vera lotta
all’evasione, cominciando dagli evasori totali, in primis i proprietari delle dighe dell’Antenna e del Buietto, nonché della Centrale elettrica del Limbo: dobbiamo recuperare l’IMU arretrata obbligando all’accatastamento di questi manufatti. Le comunicazioni sono già state inviate ed è già stato fatto un primo incontro con l’Agenzia delle Entrate di Savona. Ora toccherà ai proprietari di immobili “fantasma” cioè a chi vive in immobili non accatastati e pertanto non assoggettati a tasse, pur usufruendo di tutti i servizi comunali. Successivamente, con il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, sarà più facile colpire chi evade in tutto o in parte la TARI. Infine, l’assessore Dameri si sta occupando di concludere il posizionamento dei contatori dell’ex acquedotto per chi ne sia ancora privo e ad obbligare all’allaccio gli utenti che siano serviti da tratte fognarie nuove o ripristinate. Abbiamo letto che Lorenzo Zunino lamenta il fatto che abbiate abbandonato il progetto della centrale a biomasse a Campè Il nuovo PUC, piano urbanistico comunale, è in itinere da circa 15 anni, una vita: anche su questo siamo intervenuti e, se non fosse per il passaggio di consegne fra Provincia e Regione dello scorso luglio che ha rallentato le cose, saremmo finalmente in porto. Pazienza, dovremo attendere gennaio o febbraio per deliberare finalmente in Consiglio Comunale. Il nuovo strumento urbanistico ci consentirà, tra l’altro, di chiudere la penosa questione del progetto della Centrale a biomasse a Campè. La vecchia amministrazione aveva scelto, per costruire una centrale a biomasse, il quartiere più residenziale di Urbe, in località Campè, per di più davanti alle scuole comunali. Inoltre si era accordata, per costruzione e gestione, con un privato, tale Sig. Pastorino della ditta Benarco. Sapete che fine ha fatto? Ve lo dico io, quattro anni di prigione per inquinamento ambientale avendo costruito una centrale simile a Ventimiglia per
bruciarci di nascosto rifiuti tossici! Per tale vicenda, il comitato dei proprietari contrari alla centrale si stava rivolgendo al TAR che gli avrebbe sicuramente dato ragione, viste le premesse. Noi abbiamo trovato un accordo, con una stretta di mano, che verrà sancito appunto nel nuovo PUC. Abbiamo risparmiato al Comune spese legali per almeno 20.000 euro. Al posto della centrale il consigliere Pizzocro sta progettando un centro sportivo (anche per dotare la scuola di una vera palestra), alimentato con energia solare. Siete soddisfatti dell’operato dei Vostri dipendenti? Consentitemi una considerazione sui dipendenti comunali, sempre bistrattati e sempre nell’occhio del ciclone: mi sento di ringraziarli per il lavoro svolto perché, se è vero che dobbiamo ancora migliorare, è anche vero che tutti i servizi alla popolazione sono sempre coperti, estate ed inverno, con competenza e cortesia. Con l’occasione comunico che la pianta organica ha subito il taglio di un posto di lavoro, che verrà prossimamente ufficializzato non appena decorreranno i tempi corretti, perché dobbiamo sempre avere l’obiettivo del conseguimento dell’efficienza e dell’efficacia preservando però l’economicità dell’azione amministrativa. Tirando le somme, dall’insediamento, nel maggio 2014, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Tirando le somme, un anno e mezzo di lavoro intenso, alcuni traguardi raggiunti, altri a portata di mano, altri per i quali c’è ancora da lavorare (benzinaio, non ci siamo dimenticati) e dei quali daremo notizia alla popolazione non appena ci saranno novità: ma la buona volontà e l’entusiasmo non ci mancano! Colgo l’occasione per porgere – a nome di tutta l’Amministrazione Comunale – i migliori auguri di un sereno e proficuo 2016 a tutti i miei concittadini. La Redazione
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Il dottor PC
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utogas Nord è un’azienda del Gruppo Autogas Nord leader nella distribuzione di Gas GPL per uso domestico, agricolo e industriale, con una proposta completa di soluzioni competitive per soddisfare qualsiasi necessità. Il GPL è un prodotto ecologico che il Gruppo propone in serbatoi interrati, fuori terra e reti canalizzate, ideale per la produzione di energia nel rispetto dell’ambiente. Il Gruppo Autogas Nord opera inoltre nel settore delle Energie Rinnovabili e in tutti i comparti energetici: Impianti Fotovoltaici, Energia elettrica, Metano, Prodotti Speciali (Gas Puri) e propone le migliori soluzioni di Risparmio energetico. Offerte chiavi in mano, assistenza in tutte le fasi, prodotti di alta qualità, all’insegna della trasparenza e dell’affidabilità, come ormai da anni ci riconosce la nostra fidelizzata clientela. “Energia & Efficienza” è la nuova divisione dedicata al risparmio energetico e all’ecosostenibilità che esprime, nel proprio nome, molto più di uno slogan ma una filosofia e un obiettivo. Gli incaricati di Autogas Nord sono a vostra disposizione per individuare, con un sopralluogo attento e meticoloso, quali sono le soluzioni migliori per abbattere i costi delle bollette e migliorare l’efficienza energetica del posto. Il Gruppo Autogas Nord propone alcune soluzioni finalizzate a ridurre i consumi di energia: il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi energetici in modo che ci siano meno sprechi, sia sfruttando l’energia in modo più efficiente. Il consulente incaricato di eseguire il sopralluogo, è attento nel controllare il tipo di spazio riscaldato, il modo con cui si ottiene il calore, verifica l’attuale caldaia e gli altri impianti presenti e ne calcola l’efficienza energetica attraverso dati chiave molto
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edichiamo l’approfondimento di questo mese a raccontare la professione di Sergio Scolaro, consulente e tecnico informatico operante nella provincia di Alessandria. Da quanti anni svolge questa attività? Dal 1995 al 2005 ho lavorato come dipendente in due società del settore IT (Information Technology), come tecnico informatico e successivamente ho intrapreso la libera professione. In pratica sono 20 anni che svolgo questa attività, ma la mia formazione è cominciata già nei primi anni ’80.
Per contatti: Autogas Nord è a Volpiano (TO) - Tel. 800.07.99.88 energia@autogasnord.it. Per informazioni sul gruppo visitate il
www.autogasnord.it
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Ecosostenibilità
cosostenibilità non sarà forse la parola più bella del mondo ma, senza ombra di dubbio, è una delle più importanti per i tempi a venire. Infatti per ecosostenibilità si intende una data attività umana, di qualsiasi genere, la cui pratica è intimamente regolata secondo assunti ecologisti, volta al minore impatto sulla natura possibile e irreggimentata nel quadro di uno sviluppo sostenibile. Uno dei nodi chiave, si fa presto a capirlo, di un’attività di questo tipo è rappresentato dalle cosiddette “energie rinnovabili”, ovvero quella linea di sviluppo energetico che prende per buono l’assioma secondo cui “il mondo trasforma in maniera ciclica la propria energia” e per questa ragione l’uomo inserendosi in questo ciclo, attraverso l’utilizzo di energie “pulita” come il vento, l’acqua o l’energia solare, non impatta in natura. Ma econostenibilità non significa “ecologismo a tutti i costi”, ovvero quella sorta di “filosofia della rinuncia”, sostenuta da più parti, per la quale ogni tipo di nuova energie è sempre e comunque dannoso per la natura: “no” alle pale eoliche, “no” alle centraline sui fiumi, “no” ai pannelli solari. Non entrando nel merito delle singole questioni (il cui no, in molti casi, è sacrosanto e oltremodo giustificato) essere sempre contrari non soltanto non permette uno sviluppo ma rende ancora più forti gli “appetiti” di chi, in barba alla natura, è solamente interessato a fare business. Lungi dal giustificare di abbracciare “un male minore” occorre, a nostro modesto parere, ragionare in maniera lucida e pragmatica sui “costi-benefici” senza trincerarsi, né dall’una né dall’altra parte, in inutili schieramenti preconcetti. W quindi un’ecosostenibilità ragionata e ragionevole! La redazione
precisi. Questo lavoro di indagine è fondamentale affinché si possa comprendere qual è lo stato attuale dell’edificio esaminato e si possa quindi stabilire quale sia il miglior intervento possibile, affinché non solo ci sia una giusta spesa ma il corrispondente ritorno dell’investimento in termini di risparmio futuro. La legge di stabilità 2016 ha prorogato al 31 dicembre di quest’anno la detrazione fiscale per gli interventi volti a migliorare l’efficienza energetica sulle unità immobiliari, confermando al 65% la percentuale di detraibilità delle spese sostenute; tale proroga, con i medesimi termini, vale anche per i condomini. Gli interventi interessati da tale opportunità sono quelli volti ad assicurare un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, e riguardano sia interventi strutturali che impiantistici.Condizione indispensabile per fruire della detrazione è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici o su parti di edifici residenziali esistenti, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale. Richiedi subito un Check up energetico GRATUITO per scoprire come risparmiare!
In che cosa consiste esattamente la sua attività? Principalmente il mio ruolo è quello del consulente informatico, ovvero offro supporto tecnico alle piccole aziende e ai privati, consigliando prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo e gestendo la garanzia e l’assistenza hardware e software. Che cosa la distingue dagli altri operatori del settore? Non avendo un negozio, bensì un laboratorio attrezzato per le riparazioni, la mia clientela è prevalentemente basata sul passaparola; principalmente lavoro direttamente presso i clienti e, non dovendo mantenere alcun esercizio commerciale, riesco ad essere competitivo sul mercato. Quindi fa concorrenza alle grandi catene dell’informatica? Assolutamente no! Quelli che propongo ai miei clienti sono solamente prodotti professionali che di norma non vengono venduti nella grande distribuzione. Negli anni ho selezionato alcune marche con cui ho un rapporto diretto, sia per la prevendita sia per il post vendita. Intende per l’assistenza dopo l’acquisto? Certo! Oltre alla scelta di un prodotto, in caso di guasto o di problemi, il rapporto con la grande distribuzione
è sempre difficoltoso. Credo che sia una prerogativa avere un tecnico di fiducia che, all’occorrenza, intervenga a domicilio, in assistenza remota o che semplicemente vi risolve il problema con una telefonata, come spesso mi capita. Oltre alla vendita di computer e periferiche, sviluppa anche del software? Sì, sono quasi 15 anni che commercializzo un piccolo programma di fatturazione, interamente sviluppato da me, che si adatta alle esigenze di ogni cliente, ma non è raro che mi capiti di realizzare dei programmi ad hoc, volti non solo alla fatturazione. E per quanto riguarda la formazione? Dall’anno scorso collaboro con “Il Circolo di Prometeo S.r.l.s.”, una società con sede a Frugarolo, in via Cavour 21 (tel. 0131/296183), dove proponiamo corsi e percorsi informatici, con la finalità di offrire la possibilità di apprendere tutte le nozioni fondamentali, necessarie per l’utilizzo corretto del computer. I corsi vengono tendenzialmente svolti la sera dopo le 18.30 e sono divisi in base al grado di difficoltà; si possono comunque organizzare anche corsi al pomeriggio, rivolti sia ad adulti sia a ragazzi delle scuole secondaria di primo e secondo grado. (d.c.)
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l’inchiostro fresco
PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI
Febbraio 2016
Tesori della terra calabrese: Il Mostacciolo
Le ricette e i sapori della tradizione
Farinata per tutti i gusti
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ella calda” è la prima attività artigianale di Novi che ha aperto i battenti in questo nuovo anno 2016. Un segnale positivo in questi momenti di crisi. Il nuovo negozio take away produce artigianalmente la pizza al tegamino, focaccia al formaggio, gastronomia artigianale e soprattutto farinata. In breve tempo è diventato il punto di ritrovo di molti studenti che mentre aspettano l’autobus od il rientro scolastico ne approfittano per mangiare un trancio di pizza o di focaccia. - Ho sfornato farinata per vent’anni a Capriata d’Orba presso lo storico locale Cannon d’Oro con grande soddisfazione - afferma Maurizio Cabella ideatore del nuovo punto gastronomico - poi ho individuato un piccolo esercizio sfitto in centro Novi (via Pietro Isola 20 piazza delle corriere, di fronte al supermercato Gulliver) e dopo averlo ristrutturato graziosamente lo abbiamo inaugurato venerdì 15 gennaio ed è stato subito un successo. Non mi aspettavo cosi tanta
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gente!! Usiamo semplicemente farina di ceci selezionata, acqua, olio e sale. Un ottimo piatto anche per chi ha problemi di allergie alimentari! Chi vuole venire a trovarci potrà godere di un assaggio gratuito”. La Bella calda vi aspetta... anche in pausa pranzo. Samuele Anastasio
La farinata nella storia
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a farinata è il tipico alimento “da sopravvivenza”. Infatti venne inventata, secondo gli storici, dai marinai genovesi che, a causa dei lunghi mesi passati sulle navi lontani da casa e dalla terraferma, si inventarono un piatto sì “povero”, ma molto nutriente, oltre che buonissimo. La leggenda narra che la “l’anno di nascita” vada fissato al 1284, durante la battaglia di Capo Meloria (al largo di Livorno), che vedeva di fronte i genovesi al comando di Oberto Doria e i pisani agli ordini del Conte Ugolino della Gherardesca. Si narra che alcune galee genovesi, sorprese da una tempesta, cominciarono a “rullare” vorticosamente, provocando il rovesciamento di alcuni barilotti d’olio e di sacchi di ceci. Ceci e olio si mescolarono e “tempestivamente” nacque la farinata, a fainà. A tutti buon appetito! Eleuterio
Durante le festività natalizie, soprattutto in Calabria, la quantità di cibo, biscotti, panettoni e dolci mangiati è considerevole. Tra questi spicca un tipo di biscotto duro preparato con farina e miele: il mostacciolo. Oggi questo gustosissimo dolce lo si può trovare tutto l’anno e in diverse zone e regioni d’Italia. Il primo a nominarlo fu il poeta siceliota Teocrito, vissuto a Siracusa tra il 315 a.C. e il 260 a.C., che ne fa menzione negli Idilli; il nome deriverebbe quindi da latino mustaceus ovvero mustaceum. Più recentemente Gerhard Rohlfs, studioso tedesco, nel suo celebre “Dizionario dialettale delle tre Calabrie” (1934) definì i mustacea come “specie di dolci di farina impastata con miele e mosto cotto”. Leggenda vuole che la sua diffusione venne affidata ad un monaco misterioso che, apparendo all’improvviso e sparendo nel nulla, li offrì alla popolazione del piccolo comune di Soriano (oggi in provincia di Vibo Valentia). Questa tradizione culinaria venne tramandata di generazione in generazione, facendo si che questo dolce diventasse tipico proprio di Soriano Calabro. I mostaccioli si ottengono impastando una parte di acqua e tre parti di miele locale, sciolto a bagnomaria, quindi viene setacciata la farina che si aggiunge lentamente al tutto per ottenere l’amalgama perfetta. Dopo averlo fatto riposare una notte, l’impasto viene poi lavorato per ottenere la forma preferita. Segue la cottura nel forno a 220 gradi per circa venti minuti. I maestri
l'Orto di Marisa
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Un fiore per ogni amore a San Valentino S
La festa degli innamorati è ormai alle porte e i fiori sono tra i regali più tradizionali... ma che tipo di fiore fa al caso vostro? Se volete mostrare il vostro interesse a qualcuno, preferite fiori nelle tonalità del rosa: ranuncoli, tulipani (o rose..per che no?), mentre se la vostra relazione è agli inizi meglio rose bianche (o un mix di rose bianche e rosse per simboleggiare la purezza dell’amore). La rosa dai toni arancioni è quella che fa al caso vostro, invece, per chiedere all’amata di far salire il rapporto di grado. Volete fare colpo? Optate per una rosa rossa, singola e a gambo lungo. Se invece la tradizione non fa per voi, potete scegliere una pianta (una rosellina magari), con una bella confezione a tema...crescerà insieme a voi e ad il vostro amore
“mostacciolari”, così come vengono chiamati, danno dunque all’impasto delle forme particolari che rappresentano il forte legame dell’uomo verso il territorio, gli animali e la natura. Si possono trovare biscotti a forma di cavallo, pesce, capra, gallo, oppure a forma del Santo protettore del paese dove i dolci vengono venduti in occasione delle feste patronali. Una collezione di forme tradizionali oggi si può trovare e visitare presso il Museo di Palmi (RC), il Museo delle arti e mestieri di Roma e il Centro Culturale del folklore e delle tradizioni popolari di Soriano. Samuele Anastasio
Carnevale
i avvicina il carnevale ed è difficile dire che tempo farà, ma una cosa è certa: è la stagione dei malesseri invernali e distrarre i bimbi obbligati in casa non è facile. Quindi perché non fare delle frittelle di zucca?! Pulite la zucca, tagliatela a fette e cuocerla in una casseruola coperta di acqua fredda per 20 minuti, quindi scolatela e asciugatela bene con un panno, mettete 1 kg di zucca in una terrina, aggiungete 160 gr di uvetta, 50 gr di zucchero, 100 gr di farina, 1 bustina di lievito in polvere, la scorza di un limone e un pizzico di sale. Mescolate il tutto e formate delle palline grandi come una noce, friggetele in tanto olio caldo e disponetele su carta da cucina perché perdano l’unto e servitele calde con tanto zucchero. Naturalmente è una ricetta veneta ma con le sue varianti credo che ogni regione ne abbia una. Buon Carnevale a tutti!
Abbiamo intervistato Rocchino Muliere che ha tracciato il bilancio 2015 e ha illustrato le linee di sviluppo per il 2016
Occupazione e vivibilità: i punti cardine nell’agenda del Sindaco di Novi Ligure MATTIA NESTO
@Mattia Nesto
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priamo il 2016 andando ad intervistare il Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, sulle prospettive di sviluppo, anche occupazionale, di questa città una volta “capoluogo dell’Oltregiogo”, visto che l’anno appena iniziato, da molti definito “in ripresa”, dal nostro, sia pur piccolo, “osservatorio privilegiato” de “l’inchiostro fresco”, non ci pare così roseo. “Che cosa fa Sindaco?”, chiediamo a Muliere che sorprendiamo a scrutare dalla finestra del suo ufficio. “Quando posso, do una sbirciata fuori, tanto per osservare i comportamenti della gente e per vedere, ad esempio, se qualcuno, diciamo sbadatamente, non raccolga le deiezioni dei cani”. Ci viene da sorridere a tutti e due, anche perché sappiamo che non basta un occhio “da Grande Fratello” per sorvegliare una comunità intera, ma che il miglior Carabiniere di se stesso è l’autodisciplina, che si impara in due Istituti di Socializzazione Primaria: la famiglia e la scuola. Ed a questo punto iniziamo l’intervista.
Situazione occupazionale “Sono giorni importanti per due situazioni che mi stanno particolarmente a cuore: ovvero l’Ilva e la KME di Serravalle Scrivia, entrambe aziende in seria difficoltà. Di concerto con il Governo, le Autorità competenti e la proprietà, stiamo cercando di trovare la soluzione più ottimale” ci dice Rocchino Muliere - Ilva e KME sono questioni cruciali e la speranza è che gli in-
teressi dimostrati da importanti gruppi stranieri siano interessi reali – rimarca il Primo Cittadino – e non manovre atte a far chiudere gli stabilimenti, eliminando così la concorrenza. Tuttavia – prosegue Muliere – per quanto riguarda l’Ilva il futuro del gruppo è direttamente legato al risanamento del sito di Taranto, per il quale il Governo ha investito risorse importanti”. Su un eventuale “spacchettamento” della vendita dell’Ilva qual è la sua posizione?: “Io francamente mi auguro, se vendita ci dovrà essere, – ci dice il Sindaco – che sia nel suo complesso e non spacchettata. Lo stabilimento di Novi è uno stabilimento moderno e funzionale, appetibile sul mercato ma – ribadisce Muliere – ripeto: il futuro di questo stabilimento è un futuro, almeno per me, unitario”.
I lavori del Terzo Valico Altra questione “calda” sul tavolo è quella dei cosiddetti “lavori di permeabilità” (ndr, ovvero quegli interventi finanzianti con risorse provenienti da cosiddette “Grandi Opere”) collegati al Terzo Valico Ferroviario: “Anni fa avevamo fissato con RFI una cifra di 22 milioni di euro per i lavori citati. Queste risorse saranno finanziante tramite l’approvazione del Quarto Lotto di lavori del Terzo Valico – ci dice il nostro interlocutore – e gran parte di esse serviranno al Comune di Novi per finanziare la cosiddetta tangenzialina da Novi a Pozzolo, consentendoci di allargare la strada e di offrire una maggiore e migliore viabilità”.
I collegamenti ferroviari
La nuova sede municipale
Spinosa questione, che gioca molto anche sul tavolo dei NoTav, è quella dei collegamenti
A proposito di interventi pubblici, domandiamo al Primo Cittadino a che punto siano quelli relativi al “trasferimento” della sede municipale da Palazzo Giacometti a Palazzo Dellepiane: “In questi giorni stiamo ultimando l’adeguamento dei locali ex Mariposa - spiega Rocchino Muliere – dove troveranno spazio lo Sportello per il pubblico e stiamo anche recuperando altri locali al pianterreno per l’archivio. Se non vi saranno intoppi – continua Muliere – il trasferimento sarà completato entro fine febbraio”. Ma il “vecchio” Palazzo Pallavicini a cosa sarà destinato?: “Siamo in dirittura d’arrivo per l’accordo con l’INPS, che qui si trasferirà assieme al Centro per l’Impiego. – ci risponde l’intervistato – Ciò vorrà dire per il Comune un notevole risparmio, incamerando gli affitti dei locali dell’Istituto Previdenziale e del Centro dell’Impiego (ndr, che invece oggi sono a vantaggio di privati)”.
Dal 1980 al 1985 è stato consigliere comunale di Alessandria e dal 1985 consigliere comunale di Novi Ligure. Eletto nel 1995 e nel 1999 nel Consiglio provinciale. Mentre nel 2000 è stato eletto in Consiglio regionale Piemonte. Nelle elezioni 2005 è stato rieletto in Consiglio regionale. Il 25 maggio 2014 è stato eletto Sindaco di Novi Ligure.
ferroviari, soprattutto sulla linea Novi – Milano: “Mi rendo conto, anche da quanto riportato dall’Associazione pendolari – illustra Muliere – della situazione quasi invivibile dei lavoratori che da Novi vanno a Milano in treno. Nel mese di dicembre ho avuto un incontro con i dirigenti di RFI per far sì che questa linea venga potenziata. Collegamenti più numerosi e ottimali su Milano – termina il Sindaco – sul modello di quelli con Torino, dev’essere una battaglia di cui anche l’Amministrazione si fa carico”.
Raccolta differenziata Cambiando argomento, chiediamo al Sindaco “novità” sul piano rifiuti: “L’Associazione del Consorzio Raccolta Rifiuti aveva fissato entro il 30 novembre 2015 il tempo utile per presentare un progetto industriale – dichiara il Sindaco – L’unico soggetto che ha presentato tale progetto è Gestione Ambiente, che è il referente del bacino Novi – Tortona. Ora, preso atto che i Comuni dell’ovadese e dell’acquese vorranno gestire in house la rac-
colta (ndr, ovvero in proprio) – continua nel ragionamento Rocchino Muliere – stiamo aspettando anche noi novità in merito che dovranno necessariamente arrivare entro il 31 dicembre 2016. Stiamo pensando inoltre di introdurre una tariffa puntuale per quanto riguarda l’imposta sui rifiuti. Una parte sarà riferita alla metratura della casa ed un’altra invece sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti – prosegue Muliere – con un sistema molto forte di controlli in modo che nessuno, per così dire, possa fare il furbetto”.
Questione interventi post–alluvione Abbiamo chiesto al Sindaco se l’Amministrazione abbia provveduto a realizzare degli interventi di manutenzione e salvaguardia nell’area dell’ex Bricchetta/Villa Minetta/ Porta Genova, una delle aeree dalle quali veri e propri torrenti d’acqua melmosa hanno invaso Novi: “Con la supervisione dell’Assessore competente, Felicia Broda, – ci dice il Primo Cittadino – abbiamo provveduto alla pulizia dei fossi, eliminando rifiuti e ostacoli vari che potevano provocare degli improvvisi allagamenti. Anche nella zona del Basso Pieve sono stati effettuati interventi in tal senso – prosegue l’intervistato – per impedire che, al di là dell’eccezionalità dell’evento, si ripetano i fatti dell’autunno 2014”.
Il parco “protetto” dell’Asilo Garibaldi “Questo è un po’ il mio sogno nel cassetto, ma siamo a buon punto
FOCUS CITTÀ A L L U S – ci chiarisce Muliere – Ormai il parco giochi dei cosiddetti Giardinetti è ridotto, anche per colpa di vandali e persone che tengono in nessun conto il decoro urbano, in uno stato fatiscente. Per questo motivo, ed anche per rispondere ai tanti genitori che ce lo chiedono, – spiega il Primo Cittadino – vorremmo rendere il secondo cortile dell’Asilo Garibaldi, quello per intenderci a fianco del Monumento ai Caduti della Grande Guerra, un vero e proprio parco giochi urbano”. In che modo, domandano alcuni dei giornalisti?: “Tenendolo distinto da quello utilizzato dagli scolari dell’asilo – precisa il Sindaco – questo spazio delimitato ci permetterà di chiuderlo alla sera, così da non lasciarlo in balia di malintenzionati di ogni risma”.
Il decoro urbano Infine l’intervista cade inevitabilmente sul “decoro urbano”, uno dei temi maggiormente sensibili per i novesi, come riscontriamo noi sulle pagine de “Il Setacio” e sul nostro sito, da oggi edizione on-line: “Spesso i cittadini mi chiedono maggiori controlli e, per quanto il bilancio ci permetta, noi provvediamo. Tuttavia – afferma Muliere – non possiamo mettere alle spalle di ogni cittadino, mi si permetta l’immagine, un vigile. Occorre che ognuno di noi aumenti il proprio senso civico e dia una mano all’Amministrazione a mantenere bella e vivibile la nostra città”.
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l’inchiostro fresco
POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA
Febbraio 2016
Serravalle Scrivia: abbiamo intervistato il nuovo Vicesindaco
Pozzolo F.ro: gli eventi della biblioteca “Caterina De Marco”
Innovazione prima di tutto Letture per buoni cittadini È L stata approvata a tutti gli effetti la recente nomina di Marco Freggiaro, 50 anni, a Vicesindaco di Serravalle Scrivia, che sostituisce il dimissionario Pasquale Vecchi, ora passato all’opposizione. Un incarico inaspettato, giunto direttamente dal Sindaco, Alberto Carbone, che aggiunge quindi agli incarichi istituzionali già ricoperti da Freggiaro (cultura, sport, turismo, associazioni e rapporti con le frazioni) anche quello di Vicesindaco con, perciò, un aggravio di lavoro e di impegno. Tuttavia dalle parole del neo-Vicesindaco “la nuova mole di lavoro” non sarà di ostacolo al buon andamento delle sue già molteplici attività, ma un ulteriore stimolo a contribuire al bene della cittadinanza e del paese. Marco Freggiaro inizia il suo percorso politico nel 2007, con l’elezione a Consigliere nella lista del Sindaco, Antonio Molinari. Nel 2012 si candida nella lista “Serravalle Nuova” capeggiata da Alberto Carbone e risulta il primo candidato eletto con 299 voti, entrando a pieno titolo nella Giunta comunale rivestendo i numerosi incarichi già citati. Attualmente è impiegato alla “Siof” di Pozzolo Formigaro, sportivo, amante del calcio e della corsa, è padre di famiglia nonché musicista da molti anni nel corpo Bandistico del paese “Pippo Bagnasco”. Ecco la sua intervista.
Un’opinione personale sulla sua città… Serravalle in questi anni si è aperta all’innovazione, alla cultura e al turismo, grazie all’opera di valorizzazione del sito archeologico di Libarna. Insieme alla Soprintendenza archeologica del Piemonte e l’Associazione Libarna Arteventi sono state infatti realizzate straordinarie attività musicali, teatrali, archeologiche e culturali. Non dimentichiamo un progetto internazionale, la candidatura dell’Oltregiogo a Patrimonio dell’Unesco, che vede Libarna come luogo d’elezione, per far conoscere non solo il sito e la sua identità storica, ma anche rafforzare l’immagine
vizi alla Persona) l’Amministrazione comunale continuerà, come ha sempre fatto in questi anni, a seguire progetti a sostegno dell’occupazione e in difesa del lavoro, promuovendo bandi di concorso per l’impiego e la diffusione di lavori socialmente utili. In questo anno e mezzo di attività che ci resta prima delle elezioni del 2017, occorrerà spendere tutte le energie a disposizione per poter contribuire al miglioramento della vita del paese e dei suoi cittadini, sempre privilegiando il rapporto diretto, chiaro e trasparente con l’utenza.
di un territorio attento ad integrare lo sviluppo culturale e sociale, valorizzando le risorse e le peculiarità locali. Oggi le fasce deboli, i disoccupati, gli immigrati sono un problema a cui, se lo si vuole arginare, occorre dare delle risposte urgenti, attuare delle politiche mirate. Cosa ne pensa? Insieme al CSP (ndr, Consorzio Ser-
E nel 2017 si ricandiderà? E se sì, con quale ruolo? È una domanda che ritengo prematura, occorre stare a vedere come si configurerà il panorama politico del tempo. Certo è che se si presenterà l’occasione di lavorare ancora seriamente per il bene del mio paese, non mi tirerò sicuramente indietro. Marta Calcagno
a Biblioteca comunale “Caterina De Marco” di Pozzolo Formigaro ha dato vita per la prima volta nel mese di dicembre alle “Letture Animate” per gli alunni della scuola elementare. Alcune insegnanti leggono ad alta voce un racconto che delle scenografe ed attrici “mettono in scena”. Un grande successo! Ma la Biblioteca non si ferma qui! Infatti dal mese di febbraio inizierà la seconda edizione del concorso “Il Giocalibro”: ogni gruppo di bambini suddiviso per età dai 6 ai 13 anni ha a disposizione un determinato numero di libri collocati in un apposito scaffale. Chiunque voglia partecipare può prendere in prestito un libro per volta della sua categoria. Il libro può essere tenuto minimo una settimana massimo un mese. Il partecipante una volta letto il libro deve dare un giudizio e rispondere a delle domande, per comprovare la sua “buona fede” nella lettura di esso: ai vincitori spetteranno “lauti premi”
offerti dall’Associazione Lions, dalla Pro Loco e dalla “Pozzolo d’Argento”. Per la scuola secondaria di primo grado invece sono stati predisposti due progetti che coinvolgono le classi II e III. Uno riguarda il problema dell’alcolismo e gli incontri saranno tenuti dalla psicologa Elisabetta Grosso. Inoltre i ragazzi assisteranno ad un incontro con un medico in cui verranno sviluppati i temi sui danni che l’alcolismo provoca sul fisico. L’altro progetto si
incentra sulla cittadinanza attiva e sarà suddiviso in diverse giornate alle quali parteciperanno il Sindaco di Pozzolo Formigaro, Andrea Miloscio, l’Associazione Emergency, i volontari dell’Associazione “Clown terapia” di Alessandria e Legambiente del Circolo di Ovada e Valle Stura. Questo progetto è rivolto ai giovani per sottolineare l’importanza di impegnarsi sia politicamente che socialmente all’interno della comunità. (s.a.)
Incastonato nell’Appennino un bacino idrico che disseta Genova e offre un’attrattiva turistica
Sentiero Naturalistico dei Laghi del Gorzente I l Sentiero Naturalistico Laghi Gorzente (SNLG) è inserito all’interno del Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo. Si tratta di una semplice escursione ad anello poco faticosa e che sa regalare, oltre al fascino della natura che attraversa, anche panorami di ampio respiro. Nelle giornate limpide invernali dall’ Alta Via (AV) è possibile vedere la Corsica, avendo alle spalle la pianura e più in là buona parte della Alpi Occidentali, dalle Alpi Liguri al gruppo del Monte Rosa. L’ambiente circostante è molto vario e “ricco”, si attraversano zone umide e boschi di faggi, si costeggiano rii e laghi artificiali (Lago Lungo). Inoltre lungo il percorso sono spesso visibili le testimonianze lasciate da chi abitava queste zone
fino a non troppi decenni fa (niviere, carbonaie). Il sentiero parte sotto i Piani di Praglia, raggiungibile da Genova passando per Campomorone e da Alessandria passando per Capanne di Marcarolo. Il segnavia da seguire è quello CAI (rosso-bianco-rosso) con simbolo SN (sentiero naturalistico); nella seconda parte della gita si seguirà un pezzo dell’AV per il ritorno. Oltre ai cartelli orientativi (segnavia), sono presenti cartelli didattici e vengono segnati i nomi delle principali piante e alberi. Nella sua prima parte l’itinerario attraversa alcune zone umide, con diversi guadi, fino a costeggiare il bacino artificiale del Lago Lungo. Questa parte è quella più interessante dal punto di vista naturalistico, vista la varietà di pian-
te e fioriture. Nella seconda parte si sale fino a incontrare l’AV, con interessanti scorci sui Laghi del Gorzente, in particolare dal Bric Lagolungo (punto panoramico con panchina) e su Genova. Nel complesso l’anello richiede dalle 5 alle 6 ore, il periodo consigliato è la primavera (viste le fioriture di pregio), ma l’anello conserva il suo fascino anche nelle serene giornate invernali e con la neve. Stefano Milano
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a questo numero de l’inchiostro fresco, inizia la collaborazione di Stefano Milano, naturalista ed escursionista che ci porterà alla scoperta delle meraviglie dell’Oltregiogo.
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l’inchiostro fresco
POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA L’Assessore Francesco Bisignano: un’opera pensata per la sicurezza
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Partito il “toto nomi” per la poltrona di Primo Cittadino
Il nuovo ponte di Vocemola Quale sindaco per Arquata? A I perto al traffico il 5 gennaio 2016, il nuovo ponte di collegamento fra Arquata Scrivia e la frazione Vocemola, ha ricevuto un primo collaudo statico con esito positivo, con la presenza sul ponte di una colonna di mezzi da 40 tonnellate ciascuno nelle due corsie. L’abbassamento è stato di circa 2 cm, a fronte di una normativa che ne fissa 5,5. Date queste premesse l’Amministrazione comunale ha deciso di aprire la strada al transito, anche senza il collaudo ufficiale, perché i previsti fenomeni meteorologici nevosi avrebbero potuto isolare la frazione, i cui abitanti percorrono l’area di servizio Valle Scrivia Est lungo l’autostrada A7, che non sarebbe stata sgomberata dalla neve. Nell’ordinanza di apertura al traffico si legge che, per essere del tutto terminato, mancano al ponte “solo gli elementi in neoprene armato da installare in corrispondenza degli appoggi laterali delle travi in calcestruzzo armato precompresso, posizionate entro il 19 gennaio dall’azienda costruttrice La Preve di Roccavione di Cuneo”. Completato l’intero iter, il ponte è stato ufficialmente inaugurato il 27 gennaio. Non sono mancate le polemiche da parte soprattutto dell’associazione Arquata in Movimento, secondo cui, prima di utilizzare la struttura sarebbe stato necessario il preventivo rilascio del certificato del collaudo statico. “Del nuovo ponte è stato completato solo il primo lotto lungo circa 230 metri – dice l’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco Francesco Bisignano, che aggiunge - il primo tratto del ponte era quello a rischio sicurezza idrogeologica. In quel punto le alluvioni hanno sempre colpito, perciò noi lì siamo intervenuti, costruendo un’opera nuova e sicura. La seconda parte, lunga 150 metri, non è stata toccata. Il rischio di esondazioni in quel punto è molto basso, pertanto, in base alle nostre disponibilità economiche, abbiamo dato priorità al primo lotto.
La moderna struttura visto da Vocemola In passato – chiarisce ancora il Vice-Sindaco – la giunta Morando era intervenuta solo dopo il cedimento o il crollo delle strutture del ponte. Noi abbiamo deciso di intervenire prima e non dopo, per prevenzione e tutela del transito.” Continua poi affermando che - “la Giunta Morando con tre delibere del 2000 e del 2001 aveva programmato e progettato l’intero ponte a una corsia con campate a 25 metri, un solo marciapiede e senza cavidotti, per una spesa totale di euro 5.230.000. L’attuale Amministrazione ha realizzato un ponte a due corsie, conforme alla normativa antisismica, con i cavidotti dei servizi, un marciapiede per ogni lato e il famoso ponte ad arco per consentire il deflusso di piene catastrofiche in sicurezza idraulica, per una spesa totale, per il Comune, nel rispetto del patto di stabilità, di euro1.830.000 da sommarsi ai 700.000 euro di contributo regionale”. E dunque oggi gli abitanti di Vocemola transitano su un ponte sicuro. All’appello manca il secondo lotto, lungo 150 m e già previsto nel bilancio 2015, per la somma di 1,7 milioni di euro. Non mancano, comunque, le critiche. Dice l’associazione “Arquata in movimento” che “la parte ancora da fare contrasta con quella rifatta che consente il passaggio di due veicoli affiancati. Nei restanti 150 m, invece, il passaggio è stretto e capace di far transitare un veicolo per volta”. Precisa Francesco Bisigna-
no “a titolo personale avrei anche affrontato la spesa necessaria per completare il ponte, finanziandola con recuperi derivanti dall’evasione fiscale comunale e dai risparmi energetici ottenuti con gli interventi sulle fonti rinnovabili, già programmati. L’opposizione ha sempre votato contro, anziché collaborare, non pensando agli interessi dei cittadini, ma alla campagna elettorale per le prossime amministrative nel 2016”. (m.p.)
l 12 giugno, giorno fissato per le consultazioni amministrative comunali, non è molto lontano, ma la campagna elettorale arquatese non è ancora entrata nel vivo. Ciò che colpisce è la timidezza degli aspiranti sindaco: l’Amministrazione uscente sembra in agonia politica, la sinistra dibatte di strategia generale, fra sinistra estrema e efficientismo. Al momento sembra che quest’ultima fornisca qualche spunto, elaborando la visione di Arquata futura. Del gruppo, infatti, fanno parte i NO-TAV, il cui capolista potrebbe essere il dottor Diego Sabbi, stimato medico di base. I più agguerriti politicamente sono certamente i rappresentanti di “Arquata in Movimento”, associazione costituitasi lo scorso anno, che non manca di offrire spunti di riflessione attraverso punzecchiature sull’operato degli attuali Amministratori. Fanno sentire la loro voce su Facebook e più recentemente diffondendo volantini collocati nelle cassette postali, il cui dissertare sfido
la popolazione a comprendere. Sono per ora i soli a “buttare in scena” le proprie idee nelle forme fragorose e assieme accattivanti che la politica richiede. Forse il movimento Cinque Stelle si apparenterà con questa lista, la cui aspirante sindaco pare sia Mariagrazia Morando, già primo cittadino PD di Arquata. “Ci presentiamo alle elezioni per vincere”, precisano. E qual è la grande occasione per vincere? Il quadro economico–politico generale estremamente preoccupante. Chi governa nei periodi di crisi perde, perciò l’attuale maggioranza dovrà lavorare duramente da subito, puntando su programmi proiettati al futuro e al continuo cambiamento, che operi al di là della normale amministrazione cittadina, favorendo un ecosistema per nobilitare la libera iniziativa e la creatività dei cittadini. E ancora, deve mostrare unità nei fatti e capacità comunicative. Il candidato sindaco della Giunta uscente dovrebbe essere l’attuale assessore alle finanze Alberto Basso. Ma quan-
ti degli uscenti si ricandideranno? Nella composizione del gruppo di Palazzo Spinola ci sarà un rinnovamento? Queste le indiscrezioni che rimbalzano. Non conosciamo al momento succulenti retroscena, se non il fuoco di fila di dichiarazioni dell’associazione “Arquata in Movimento”, accompagnate da richiami di battaglia, con la tecnica della goccia cinese. Un post, e poi un altro, e poi un altro ancora con l’obiettivo di sottrarre alla Giunta Spineto quel voto di opinione che alle amministrative può essere decisivo per la conquista della città. La campagna elettorale è solo all’inizio, gli Arquatesi hanno la responsabilità di scegliere se vogliono amministrare la città per sopravvivere o ripiombare nella mediocrità. Per questo vogliamo un primo cittadino che non si accontenti di governare un condominio, ma esigiamo una classe dirigente proiettata al futuro. I candidati sindaci ci dicano quale visione hanno elaborato per Arquata di domani. (m.p.)
Nuovo thriller in valle Scrivia: il maresciallo Anselmi sulle tracce di un uomo senza identità
Tra Montoggio, Arquata e Novi D opo “1945. Mistero in Valle Scrivia” l’autore arquatese Ennio Di Biase si cimenta nel secondo romanzo “Il mosaico del maresciallo”, ambientato negli stessi luoghi a due anni di distanza. Tra Montoggio, Arquata Scrivia, Novi e i boschi dell’Appennino, in un dopoguerra ancora permeato di tradizioni e cultura contadina, l’indagine sulla scomparsa di un uomo senza identità porterà il maresciallo Anselmi ad assemblare indizi frammentari come tessere sparse, per ricomporre il metaforico mosaico di una vicenda che affonda le radici nella prima guerra mondiale. Ed è proprio un episodio riguardante la guerra che, scritto con carattere di stampa diverso, frammezza i capitoli del libro e con la tecnica del flashback riconduce ad elementi chiarificatori dell’intera vicenda. L’intreccio tipicamente “giallo” si snoda tra i preparativi per le imminenti nozze del maresciallo con Carla, una ragazza che risiede in una frazione di Montoggio e che contrappone all’approccio
La copertina del volume di Ennio Di Biase
analitico del fidanzato ed al retaggio della vita cittadina da lui recentemente abbandonata una spontaneità molto diretta ed il fiero attaccamento alle proprie radici. L’apparente coinvolgimento della giovane donna sarà ulteriore fonte di angoscia per Anselmi, fino alla sorprendente intuizione finale che riuscirà a far luce sull’intricata vicenda. La passione per la storia locale e la montagna appenninica porta l’autore ad un’operazione di recupero della realtà contadina dello scorso secolo, fra essiccatoi per castagne, carbonaie, vecchi mestieri e serate all’osteria, nella dignitosa povertà di una terra avara ma rispettata. Il romanzo è disponibile in libreria e nei principali book store online, sia in formato cartaceo che ebook. (s.b.)
Le vetrine di via Paolo Giacometti a Novi Ligure
l’inchiostro fresco
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AVVENIMENTI E PERSONAGGI DELL’OLTREGIOGO
Febbraio 2016
Al Museo dei Campionissimi di Novi un interessante convegno
omenica 17 gennaio, presso l’elegante cornice del Borgo di Castellania, Paolo Aresi, bergamasco, giornalista e scrittore, ha presentato il suo libro: “La vita a pedali”, ispirato all’infanzia di Felice Gimondi, edizioni Bolis. In apertura Pietro Cordelli, Presidente dell’Associazione Colli di Coppi, ha illustrato le diverse attività dell’Associazione, tra cui “La Mitica”, manifestazione ciclistica che si terrà nel mese di giugno sulle strade che videro le imprese di Fausto e di Serse Coppi. Prendendo spunto dal museo del falegname di Almenno San Bartolomeo, in provincia di Bergamo, che conserva, tra gli altri cimeli, esemplari delle numerose biciclette che adattate per i più diversi scopi: pompiere, barbiere, arrotino, gelataio, scrivano, ombrellaio, Paolo Aresi ricostruisce la storia ciclistica della gente normale del secolo scorso, della povera gente per cui la bicicletta era strumento di divertimento e di lavoro, obiettivo, spesso proibito, dei sogni di migliaia di ragazzini di allora. Anche per Gimondi la bicicletta era un sogno di un ragazzino che gli avrebbe consentito di emulare le imprese del suo grande campione, Fausto Coppi, era allora al culmine della carriera. La sua famiglia, però, tifava per Gino Bartali, e il giovane Felice doveva tacere e fingere di condividere l’entusiasmo comune. In caso contrario gli sarebbe stato vietato di assistere alle imprese del “suo” campione durante il giro di Lombardia al colle del Ghisallo, a cui tutti si recavano con il camion del padre con caldaia a carbone, adibito a mezzo di trasporto collettivo. Divenne campione, Felice Gimondi e fu un grande campione, onesto, bravo e tenace. Marcella Traverso
Federico Cabella si presenta ai lettori
Il nuovo direttore Sport e salute: un gioco di squadra L’
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n pubblico partecipato e molto interessato si è presentato Sabato 16 gennaio al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Il motivo? Assistere al convegno “La corretta alimentazione nellosport”, organizzato C.A.In. – Comitato Regionale di Alessandria, Coni – Comitato Regionale Alessandria, col patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Regione Piemonte, la Provincia di Alessandria, il Comune di Novi Ligure, l’inchiostro fresco, la Stampa e Telecity. Gran mattatore della giornata è stato il “padre nobile” della manifestazione, Gian Piero Monte-
cucco che ha salutato e presentato i conferenzieri, coadiuvato da Mattia Nesto, redattore de l’inchiostro fresco. Gli interventi hanno ruotato attorno al mondo dello sport: dopo il saluto del Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere e del Senatore Federico Fornaro, Gianluca Bombara ha raccontato, con vivo divertimento da parte del pubblico, gli episodi più curiosi del suo “Giro d’Italia in solitaria”. E’ stata quindi la volta di Stefano Storti, titolare della palestra Pathos, che ha trattato l’argomento “il movimento è salute”. Gli interventi “medicoscientifici” affidati al dott. Tiziano Gastaldi e al dott. Filippo Parodi
hanno “strappato” un grande interesse al pubblico, così come l’accalorato discorso di Maria Cristina Mensi, delegata Coni Alessandra. A “chiusura” dei lavori, dopo le argomentazioni proposte dal maratoneta Carlo Massa, ecco l’intervento dell’Assessore allo Sport di Novi Ligure, Stefano Gabriele che si è detto entusiasta di simili iniziative. Infine Luigi Jacopini, componente della direzione generale, ha salutato tutti i presenti affermando come “sono proprio manifestazioni come queste che tengono viva e alta l’attenzione per il mondo dello Sport e dello stare insieme in salute”. (s.b.)
Domenica 16 gennaio si è svolto il 2° Grand Prix Regionale Piemonte
Le arti marziali a Novi Ligure
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na grande giornata di sport e di gioventù quella celebrata domenica 16 gennaio al Palazzetto dello sport di Novi Ligure. L’occasione era particolarmente “ghiotta”: infatti si trattava del II Grand Prix Regionale Piemonte, durante il quale la locale società “Il Tempio del Karate” si è particolarmente distinta per le grandi prove dei suoi atleti. La manifestazione è stata organizzata dal gruppo E.N.S.T.L., dal Comitato Provinciale dell’ente di Promozione Sportiva C.S.A.IN., la manifestazione ha ricevuto i patrocini dalla Regione Piemonte, dal CONI Regionale, dalla Provincia di Alessandria, dal Comune di Novi Ligure e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dal quotidiano La Stampa, Telecity e dal “nostro” mensile “l’inchiostro fresco”. Presente anche il Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere e Stefano Gabriele, Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili. Cinque ore di sport ad alto livello che hanno allietato il numeroso pubblico che ha occupato gli spalti del palazzetto. (d.c.)
Da Novi Ligure...
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furore n o .c
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In bici con Gimondi
insediamento alla carica di Direttore Responsabile de “l’inchiostro fresco” è, innanzitutto, per me motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Il giornale che sono stato chiamato a dirigere, infatti, essendo stato fondato nel 1985 – addirittura un anno prima della mia nascita -, ha una storia più che trentennale che in questa sede vorrei ripercorrere. Perché proprio la storia, non lo dico io per primo, è “maestra” ed insegna agli allievi che la seguono a svolgere bene i propri compiti, anche quando sono difficili, come quello in cui mi cimento. L’“inchiostro” - così affettuosamente ormai tutti lo chiamano – nasce come voce del circolo culturale “F.lli Rosselli”, per poi trasformarsi, all’inizio degli anni ’90, nel foglio di ambiente accademico dell’Università di Scienze Politiche di Genova, dove gli studenti si possono confrontare riguardo ai temi che maggiormente sconvolgono quel particolare periodo storico, contrassegnato da grandi cambiamenti. A cavallo del nuovo millennio, infine, l’ultima mutazione: il giornale sbarca nell’Oltregiogo, diventando la voce dei paesi che sorgono su questo vasto e finora troppo sconosciuto territorio. Quattro sono i Direttori che si sono finora succeduti alla sua guida nel corso del tempo: Stefano Rizzi, Rino Vaccaro, Gianni Ricca e, ultima in ordine di tempo, Luisa Russo, che ringrazio per avermi lasciato il posto alla guida di un giornale dinamico e in salute: sono ben 20.000 le copie distribuite, nell’ultimo numero, capillarmente in tutti i paesi a cavallo dell’Appennino, mettendoli così nelle condizioni più favorevoli per far sentire la propria voce. “L’inchiostro fresco”, inoltre, patrocina manifestazioni e spettacoli, promuove la cultura e il vasto repertorio di tradizioni locali, offre libera tribuna di discussione alle forze politiche del territorio, senza dimenticare di rendere conto del contesto generale nel quale ci tro-
viamo. Una “bella” responsabilità, insomma, che mi assumo con l’entusiasmo e la voglia di far bene che conservo dal primo giorno che ho messo piede nell’allora sede di Capriata, anche grazie ad una squadra di redattori abili e motivati. A loro e ai lettori tutti, in conclusione di questo breve intervento, va il mio saluto, unito al ringraziamento ai soci del “Club F.lli Rosselli”, che è l’editore del giornale, per la fiducia accordatami. Spero di dimostrare, nel corso del tempo, di essermela meritata. Federico Cabella
La Shoah sui banchi di scuola
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ono molti anche quest’anno gli istituti di istruzione primaria e secondaria che hanno aderito alle proposte di studio ed approfondimento, così come hanno fatto le classi quinte dell’Istituto Ciampini Boccardo di Novi Ligure, coinvolti sul tema “Antisemitismo e razzismo nella politica del Fascismo italiano”. Due sono stati gli incontri a cura dei professori Gian Piero Armano e Agostino Pietrasanta. Marta Calcagno
Una catena di solidarietà per il bambino di Ceranesi colpito da un incidente
L’alta Valpolcevera si mobilita per Diego Si sente dire spesso che nel periodo che stiamo vivendo la solidarietà è piano piano scomparsa e che prevale l’individualismo ma, ci sono gesti e mobilitazioni che smentiscono questi fatti.
È
il caso di Diego Barbieri, per cui, in alta Valpolcevera, è partita un’autentica catena solidale. Diego è un bambino di dieci anni che vive a San Martino di Paravanico, una piccola frazione nel comune di Ceranesi, nell’ottobre del 2014 (all’epoca aveva nove anni) un incidente tanto fortuito quanto devastante gli cambiò per sempre la propria vita. In un soleggiato pomeriggio di inizio autunno, mentre giocava assieme al fratellino Francesco di quattro anni, Diego fu colpito accidentalmente in testa da un attrezzo agricolo in funzione, danneggiando la scatola cranica e provocando gravissimi danni neurologici. Un terribile calvario quello a cui viene sottoposto il povero bambino, al punto che appena viene ricoverato all’ospedale pediatrico “Gaslini” di Genova, per i medici le possibilità che sopravviva sono pochissime, nei primi due giorni fu operato tre volte, con asportazione della scatola cranica e un intervento alle meningi. Nel febbraio 2015, dopo oltre tre mesi di coma iniziò a dare miglioramenti inizialmente lentissimi poi, via via, più consistenti, al punto che dalla tarda primavera inizia un lungo percorso di riabilitazione in una clinica privata nei pressi di Lecce e, da questo inverno è potuto finalmente ritornare a casa. La vicenda di Diego ha subito commosso i paesi di Ceranesi e Campomorone, con una catena di solidarietà che ha coinvolto i residenti della zona, gli amici, i colleghi di lavoro (il padre è impiegato presso il Comune di Ceranesi, ndr), la scuola che frequentava Diego e
il parroco. Tra i più impegnati nella raccolta di fondi, per aiutare la famiglia Barbieri a pagare le cure per il proprio figlio, c’è l’associazione culturale “La via del Sale” (un servizio su questa associazione è presente sul nostro sito, ndr). La presidente dell’associazione, Maristella Cuccadu ci spiega “la nostra politica è quella di unire l’arte con l’utilità e l’aiuto verso il prossimo, alcuni anni abbiamo aiutato la Gigi Ghirotti e, quest’anno, avendo appreso della situazione di Diego Barbieri non potevamo rimanere indifferenti, nei nostri corsi rivolti ai più piccoli partecipano anche molti compagni di
pò dell’istruzione e del miglioramento delle condizioni di vita di queste popolazioni africane, nel pieno della seconda fase del colonialismo, nella quale le grandi potenze europee conquistarono e si spartirono l’Africa, con episodi spesso tragici. A Padre Francesco Borghero sono attualmente dedicata una strada a Ronco Scrivia ed una a Genova, nel quartiere di Quarto.
scuola di Diego” prosegue la presidente de La Via del Sale “tutta la riabilitazione in clinica è stata a carico della famiglia Barbieri, prima di decidere per la raccolta di solidarietà abbiamo parlato con il Sindaco Mauro Vigo, che ha appoggiato da subito l’iniziativa ed è uno più attivi in questa catena solidale. Per aiutare Diego” conclude Maristella Cuccadu “abbiamo organizzato un mercatino di beneficienza appena prima di Natale che si è svolto qui a Ceranesi e nel centro commerciale ‘L’Aquilone’ di Genova. Abbiamo raccolto milleduecento euro e vogliamo, nei prossimi mesi, organizzare nuove iniziative”. I progressi fatti da Diego in questi mesi hanno, a detta di tutti, qualcosa di miracoloso, il bambino ha cominciato a riacquistare la vista e riesce nuovamente a mangiare da solo, anche se non può ancora camminare e solo da pochissimo ha ricominciato ad acquisire l’uso della parola e, appena prima di Natale Diego, accompagnato da altri bambini, è rientrato nella sua classe. Dopo i mesi di incubi, però, la famiglia guarda con speranza al futuro, Diego è potuto da qualche tempo tornare in casa propria, riadattata per potersi muovere con i suoi limiti e con a disposizione gli attrezzi per il suo progressivo miglioramento.
Fabio Mazzari
Fabio Mazzari
In occasione del 150° anniversario della missione, la Valle Scrivia ricorda
Francesco Borghero: “padre” d’Africa R onco Scrivia ha ricordato, nel mese di gennaio, la figura di Padre Francesco Borghero, in occasione del 150° anniversario della sua missione in Africa. Francesco Borghero, primogenito di dodici figli, nacque a Ronco Scrivia nel 1830 e frequentò il Seminario di Genova, successivamente seguì l’abate benedettino Pierfrancesco Casaretto a Subìaco, nei pressi di Frosinone dove venne ordinato prete nel 1854. Nel 1858 si trasferì in Francia, a Lione, dove entrò a far parte della Società delle Missioni Africane, nella primavera del 1861 sbarcò nella “Costa degli Schiavi” dove ebbe modo di conoscere molti ex
schiavi provenienti dal nord America e dal Brasile, a queste persone Padre Borghero dedicò le cure pastorali e, sempre in questa parte dell’Africa si impegnò anche per la cura dei malati e per l’educazione dei più giovani. Terminata la sua missione, nel 1866 diventò direttore e professore al Seminario di Genova, dove rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1892. L’esperienza di Padre Borghero è quasi unica nel suo genere ed è ancora oggi attuale, egli riuscì a far convivere il sincretismo religioso degli ex schiavi con il cristianesimo, instaurando un rapporto di reciproca tolleranza e rispetto. La sua missione, inoltre, si occu-
Un ritratto di Padre Borghero
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l’inchiostro fresco
VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE
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Sono a buon punto i lavori per il C.R.A.S. di Isoverde. Una struttura unica in Italia che fa onore alla Valle Scrivia
Ospedale degli animali, apertura prevista in primavera S i avvicina l’apertura del primo C.R.A.S. (Centro Recupero della Fauna Selvatica) della Liguria, che si inaugurerà a breve a Santo Stefano di Isoverde, frazione del comune di Campomorone in alta Valpolcevera, nei locali di una ex scuola chiusa ormai da anni. La scelta, della quale l’amministrazione del sindaco Paola Guidi va orgogliosa, è avvenuta dopo un bando di riqualificazione dell’edificio, vinto appunto dall’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). I lavori per la ristrutturazione e la messa a norma dell’edificio sono ormai giunti a buon punto e la riapertura sembra ormai questione di poche settimane, rispettando i tempi previsti dal Comune di Campomorone che, in un’intervista di inizio autunno l’aveva fissata per la fine del 2015. Il
Colesterolo buono e cattivo
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l colesterolo non è “sempre uguale”. Infatti questa molecola prodotta naturalmente dal nostro organismo è una componente fondamentale delle membrane cellullari, è precursore della Vitamina D e di vari ormoni. E allora come mai spesso e volentieri se ne “parla così male”? Perché il colesterolo diventa pericoloso quando aumenta a dismisura e, soprattutto, quando viene a sbilanciarsi il rapporto tra il cosiddetto colesterolo buono e quello cattivo. Per un soggetto sano i valori di riferimento sono 200 mg/dl per il colesterolo totale e 110-115 mg/dl per il colesterolo LDL. Ricordiamo che l’ipercolesterolemia (cioè quando i valori del colesterolo sono molto più alti del naturale) è, assieme all’ipertensione, uno dei principali fattori di rischio per le malattie caridiovascolari e prima causa di morte nei paesi industrializzati. Per abbassare i livelli di colesterolo nel corpo e ridurre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari, bisogna modificare lo stile di vita, mantenendo un peso
medici veterinari professionisti e potranno portare la loro assistenza i volontari dell’Enpa, il C.R.A.S. di Campomorone avrà un’ampia area esterna, che verrà inaugurata in un secondo momento, destinata a fare da “centro riabilitazione” per gli animali selvatici ospitati nella clinica.
breve ritardo è stato dovuto ad alcune problematiche dell’Enpa che hanno fatto interrompere e posticipare i lavori di alcune settimane. La struttura, come già anticipato, sarà la prima di questo genere in Liguria. Fino ad oggi, infatti, nella nostra regione non esistono centri di questo tipo e la fauna selvatica, malata o ferita, che viene ritrovata nei boschi o nelle aree protette veniva portata, con inevitabili costi di trasporto, fuori dal territorio regionale, prevalentemente in Piemonte e in Emilia Romagna. Per la struttura di Santo Stefano di Isoverde l’amministrazione comunale di Campomorone ha visitato e preso a modello un C.R.A.S. in provincia di Viterbo, considerato uno dei più moderni ed efficienti in Italia. Oltre all’ambulatorio interno, dove opereranno
corporeo nella norma, evitando il fumo e gli alcolici e facendo attività fisica 30-40 minuti tutti i giorni. In questa “missione possibile” ci può aiutare l’Olio di Perilla Vegicaps, un integratore alimentare a base di semi di Perilla, un supporto naturale per le difese dell’organismo. Anche l’integratore alimentare di acidi grassi, Omega-3, è un alleato prezioso per combattere il colesterolo. Entrambi questi prodotti, insieme a tanti altri specifici per prevenire i disturbi cardiovascolari, si possono trovare presso la Farmacia Lasagna di Busalla in via Vittorio Veneto 46. Quando la salute è… a portata di farmacia! (m.n.)
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Mostra felina di Genova
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abato 23 e domenica 24 gennaio si è svolta a Genova la prestigiosa manifestazione “World Cats”, ovvero una delle più importanti fiere feline a livello internazionale. Una bella occasione per vedere da vicino “i propri pelosi amici”. (s.b.)
Una tradizione antichissima che rivive in Valle Scrivia attirando un vasto pubblico
Il “mandillo dei semi” a Ronco Scrivia G rande successo di pubblico per la seconda edizione del “Mandillo dei semi” di Ronco Scrivia, che si è svolto nella giornata di domenica 17 gennaio nei locali del teatro parrocchiale. Il “Mandillo”, inserito nella tre giorni dedicata al ruolo della Valle Scrivia all’interno del Parco dell’Antola, ha visto la partecipazione di numerosi espositori, arrivati dalla Liguria e non solo che hanno proposto i loro prodotti e, soprattutto, hanno fatto riscoprire diverse varietà di sementi e ortaggi di cui si stava perdendo l’esistenza, perché poco commerciali e meno redditizi. Tra gli espositori più particolari sicuramente la più grande collezione di patate d’Europa, che comprende varietà di tuberi non commerciali di ogni parte del mondo. Interessante il lavoro della “Rete dei semi rurali”, un’associazione nata nel 2007 a Scandicci in Toscana, per affermare il valore della biodi-
versità e dell’agricoltura contadina tradizionale, in contrasto alla monocoltura intensiva, che oggi conta una cinquantina di aziende sparse in tutta Italia e che ha presentato un’ampia collezione di mais e grano di diverse specie non commerciali che crescono sul territorio italiano. Al “Mandillo” di Ronco Scrivia hanno partecipato anche realtà molto importanti e consolidate sul territorio, come il Consorzio della Patata Quarantina Genovese, il cui presidente, Massimo Angelini che vive proprio a Ronco Scrivia spiega “iniziai a riprendere la coltivazione della patata quarantina nel 1983, quando essa era ormai scomparsa, con un lavoro molto paziente siamo riusciti a far coltivare nuovamente questa patata a centinaia di agricoltori e un centinaio di essi fanno parte del nostro consorzio”. Molto numerosi anche i giovani presenti, segno di un progressivo riavvicinamento
La manifestazione è stata l’occasione per riscoprire sementi e ortaggi semiscomparsi
dei giovani all’agricoltura, in particolar modo quella biologica e tradizionale. Tra i più attivi Alessio Melloni da Bettola, in alta Val Nure, che si occupa del recupero di terreni incolti e abbandonati da anni e che trasforma in orti a coltivazione non intensiva e biologica. Nella sala del teatro curiosità e laboratori, anche per i bambini e lo spazio della Pentagora Editori, che a Savignone ha premiato il giorno prima i migliori libri dedicati alla letteratura rurale. Grande soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa dal Sindaco di Ronco Scrivia, Rosa Oliveri “il risultato è ottimo, sia per il numero di espositori che di partecipanti, è andata ancora meglio della scorsa edizione e vogliamo portare avanti questo evento nei prossimi anni, migliorando e approfondendo alcuni aspetti”. Fabio Mazzari
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VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE
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opo il rilevamento ufficiale, avvenuto alla fine dello scorso luglio, della presenza di amianto nelle aree di scavo del cantiere per il Terzo Valico Ferroviario a Isoverde e Cravasco, frazioni di Campomorone, il clima politico tra i comitati e l’amministrazione comunale resta teso. Il nostro giornale ha ascoltato le due “campane”: quella del Comitato No Tav-Terzo Valico, rappresentato da Gianluca Putzolu e quella dell’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco, Paola Guidi (nella foto), e del Vicesindaco, Moreno Pecollo. Il portavoce del comitato NoTav-Terzo Valico, Gianluca Putzolu, spiega come l’amministrazione comunale di Campomorone abbia, a suo dire, minimizzato i rischi “fidandosi ciecamente delle rilevazioni di Arpal e Asl senza procedere a proprie verifiche”. Il sindaco Guidi ha puntualizzato che la competenza sui dati ambientali è stata affidata a questi enti, Arpal e Asl, tramite una struttura ministeriale ed ha affermato che: “assieme a diversi comuni della Provincia di Genova e di Alessandria ci siamo pubblicamente lamentati di come le amministrazioni, che sono gli enti più a contatto col territorio, non sono stati inseriti in questa struttura ministeriale”. Le posizioni divergenti non si fermano qui. Infatti il Comitato notifica che “una parte del materiale contaminato da amianto, come certificato dalla magistratura, è finito in cava”; l’Amministrazione Comunale controbatte dicendo che “i dati ambientali in nostro possesso certificano che siamo pienamente in linea con i livelli di sicurezza ambientale”. Un fatto certo, come detto in apertura di articolo, è il rilevamento di amianto nelle rocce o, per meglio dire, la presenza di rocce amiantifere. Tuttavia anche su questo, comitato e amministrazione hanno pareri differenti. Se dal Comitato dicono che: “basta una sola fibra di amianto, come stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per provocare malattie quali il mesotelioma e i casi di Casale Monferrato e Broni lo dimostrano”, dal Comune ribattono che: “è una cosa scorretta far confusione tra l’amianto lavorato, come era
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Campomorone: Comitato e l’Amministrazione divisi su tutto
Terzo valico: botta e risposta tra Comune e No-Tav nel caso dell’Eternit, e la serpentinite, che è appunto una roccia contenente fibre di amianto allo stato grezzo, com’è nel caso del cantiere di Isoverde”. Il Comune di Campomorone è salito alla ribalta delle cronache regionali a novembre per un consiglio comunale estremamente turbolento, nel quale le due liste di minoranza (L’Altra Campomorone e Movimento 5 Stelle Campomorone, ndr) hanno presentato una mozione congiunta, respinta dalla lista di maggioranza (Campomorone Solidarietà e Progresso, ndr), con la quale veniva si chiedeva la chiusura del cantiere. Il Comita-
Serra Riccò promuove la letteratura per l’infanzia
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Nella foto l’autrice Beatrice Solinas Donghi
re Marco Torre scommette molto su questa iniziativa che potrebbe diventare una sorta di Premio Andersen o Premio Giffoni dell’entroterra genovese e vorrà essere come un punto di riferimento per quanto riguarda la letteratura per le nuove generazioni. Al concorso potranno partecipare bambini e ragazzi di età
compresa tra i tre ed i quattordici anni, con i premi che saranno divisi in tre categorie: scuola materna (3-6 anni), scuola primaria (6-11 anni) e scuola secondaria (11-14 anni). La proclamazione dei tre vincitori e la premiazione dei racconti più belli, selezionati da un’apposita commissione nominata dal Comune di Serra Riccò e dal servizio socio-culturale dello stesso avverrà nel mese di maggio all’interno dell’affascinante cornice del Castello di San Cipriano. Beatrice Solinas Donghi nacque a Serra Riccò il 29 marzo del 1923. Esordì nel mondo della letteratura nel 1959 con il romanzo “L’estate della menzogna” a cui seguirono diversi altri romanzi. Dai primi anni settanta alla narrativa classica unì quella per bambini e ragazzi, diventando una delle più apprezzate autrici del settore. Fu autrice, nel 2001, di una delle più importanti monografie su Emily Bronte, dal titolo “Al di qua della leggenda”. È scomparsa a Genova il 23 ottobre del 2015. (f.m.)
to “accusa” la maggioranza di “non aver rispettato la democrazia, impedendo il dibattito”, l’Amministrazione risponde che “proprio perché c’è democrazia ci sono delle regole: un Consiglio Comunale non può diventare una curva da stadio, il pubblico può assistere ma non intervenire, è il regolamento”. Infine posizioni lontanissime tra Comitato e Amministrazione anche sull’utilità dell’opera: se i primi sostengono che: “Noi non siamo solo quelli del NO ma vogliamo valutare il rapporto costi-benefici delle opere, il Porto di Genova ha un traffico prevalentemente locale, privilegiando nettamente il trasporto su gomma”; i secondi rispondono che “il Porto di Genova è il più importante d’Italia e per reggere la concorrenza con gli altri ha bisogno di nuove infrastrutture, altrimenti perderà la sua importanza strategica nel Mediteranneo”. Fabio Mazzari
I venerdì “music hall” a Torriglia
Il Paese delle Fiabe amministrazione comunale di Serra Riccò, per iniziativa di Marco Torre assessore alla cultura e persona da tempo attenta alle politiche rivolte alle nuove generazioni, vuole ricordare la sua celebre concittadina Beatrice Solinas Donghi, scrittrice di libri per l’infanzia e l’adolescenza, con un premio letterario rivolto a bambini e ragazzi. Il concorso, dal nome “Paese delle fiabe” vuole da un lato ricordare e promuovere la figura di Beatrice Solinas Donghi, valorizzando il lascito della scrittrice locale, attualmente conservato presso la Biblioteca Civica “Edoardo Firpo” e dall’altra avvicinare bambini e ragazzi al mondo della letteratura e della scrittura creativa. L’assesso-
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rande musica in val Trebbia e più precisamente a Torriglia dove il palco del “Garitta Bar” ogni venerdì del mese, dalle ore 21 alle ore 23, sarà occupato da una band diversa. Da mesi infatti “la casa del rock” di Torriglia ospita numerose band e cantanti, dagli “Spuncia Porchi”, ormai dei veri e propri veterani e appuntamento fisso dello scorso Oktoberfest, ai “Lucilla e La Vie on Road” sino ai “Fabio Fabiuskas” e molte altre proposte, tutte da ascoltare. Le band si potranno esibire gratuitamente con i loro strumenti per farsi conoscere e trascorrere in compagnia di nuovi amici serate in allegrie. Serate che saranno “condite” da gustosi aperitivi speciali accompagnati, a richiesta,
da piastra calda, ideale per scaldare gli stuzzichini alla salsiccia e al formaggio. Al Garitta Bar si suona, si mangia e si beve alla grande! Mattia Nesto Per info: cell. 333.96.42.392 visitate la pagina Facebook “Garitta BAR”
Aperitiv i
Caffè
Garitta Bar - Via Matteotti, 49 - Torriglia
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l’inchiostro fresco
DALLA REDAZIONE
Febbraio 2016
L’inchiostro fresco si racconta ai suoi lettori: 365 giorni attraverso l’Oltregiogo
Caro amico ti scrivo… “C aro amico ti scrivo così mi distraggo un po’/ l'anno vecchio è finito ormai…”, questo l’incipit dell’ ispirata canzone “L’Anno che verrà” di Lucio Dalla. E noi de “l’inchiostro fresco” non sappiamo trovare parole migliori per raccontarvi, cari amici e lettori, l’anno appena concluso dove, sulle nostre colonne, abbiamo “vissuto e cercato di farvi respirare l’Oltregiogo”, ovvero quella fetta di territorio unica per cultura, tradizioni e patrimonio naturalistico, a cavallo degli Appennini, tra Genova e la parte bassa dell’alessandrino. Il 2015 infatti è stato certamente un anno importante per il nostro mensile, per certi aspetti anche difficile, ma che, grazie all’attenzione e al costante seguito che, ancora oggi, ci date, lo abbiamo percorso intensamente.
Da San Biagio Stampa alla Sarnub Il 2015 si è aperto per noi con una “grossa novità”: “l’inchiostro fresco”, dopo essere uscito per anni dalle rotative del “San Biagio Stampa” di Genova, che inaspettatamente - con nostro grande dispiacere - è stato chiuso, si è dovuto “trasferire” in provincia di Biella, più precisamente a Caviglià, dove adesso “nasce” dalle rotative delle “Industrie Tipografiche Sarnub”. Anche lì abbiamo trovato nuovi tipografi/amici come quelli che avevamo al San Biagio e che cogliamo l’occasione di salutare ancora una volta. Un “matrimonio” con la Sarnub che ormai ha superato il fatidico primo anno e che vede entrambe le parti “felici e contente”. Ma ripercorriamo insieme questo 2015 ormai archiviato. I danni dell’alluvione Il numero di marzo è stato contraddistinto dal “dovere fare i conti” con i danni dell’alluvione dell’autunno 2014. Assieme al Sindaco di Castelletto d’Orba, Mario Pesce, abbiamo analizzato i costi di questo eccezionale evento atmosferico. Soleiman Coulou Nel numero di aprile, invece, è stata
la volta della bella storia di Soleiman Coulou, un giovane ivoriano, oggi abitante a Stazzano, che insegue un sogno: diventare un giorno un grande stilista di moda. La scuola per i gatti A maggio la copertina del giornale l’abbiamo dedicata alla “scuola per gatti” di Tortona, ovvero una ex edificio scolastico, ormai abbandonato, ora adibito a centro di ricovero per felini. Un servizio che ci ha riempito il cuore di gioia e ci ha fatto sorridere di fronte a quel “batuffoloso spettacolo miagolante” rappresentato dai simpatici gattini.
Tanti padroni nessun padrone “T
anti padroni nessun padrone” quante volte il nostro “paròn” GB Cassulo l’ha ripetuto ai noi poveri redattori inchiostriferi?! Già, perché “l’inchiostro fresco”, che è distribuito gratuitamente per tutto l’Oltregiogo in un numero di copie oscillante, a seconda dei mesi e delle notizie, tra le 15.000 e le 20.000 copie e che da oggi è anche rivista on-line, riesce sempre ad uscire nonostante il periodo di crisi nera che stiamo vivendo. Ma come è possibile tutto ciò? Semplicissimo: gli “inchiostriferi” sono in grado letteralmente di “tappezzare” la parte bassa della provincia di Alessandria e quella alta dell’ex provincia di Genova, con una punta in quella di Savona (Urbe e Sassello), grazie alle piccole pubblicità che gli esercenti e le ditte dell’Oltregiogo “prendono” su queste pagine. Un lavoro certosino curato dal nostro responsabile per la raccolta pubblicitaria, il buon geom. Umberto Cecchetto, socio storico del “Club Fratelli Rosselli” che è l’editore de “l’inchiostro fresco”. Un lavoro che, per l’appunto, pone in capo all’inchiostro “tanti padroni ma nessun padrone” perché, quando un qualcuno decide di non rinnovare il suo spazio
pubblicitario, c’è sempre un altro, magari nuovo, che, visti i nostri costi contenuti, si propone per sostituirlo. E alla mal parata, anche se non si riesce a trovare il “turn-over”, la perdita finanziaria per il giornale è talmente minima che il “colpo” non si sente neppure! Mala tempora sono invece per quei giornali che si reggono solo sulle stampelle di alcuni grandi inserzionisti oppure di grandi gruppi imprenditoriali, che poi dettano legge. L’inchiostro fresco non concorre a nessun tipo di finanziamento pubblico e quindi si basa sulla più pura “iniziativa privata”. Anche per questo motivo, per continuare a tentare di informarvi su quanto avviene tra il Polcevera, lo Scrivia, il Borbera, il Lemme, l’Orba e lo Stura, abbiamo “bisogno anche di voi” che ci leggete. In questa pagina trovate un fac-simile di un bollettino dove, qualora vi faccia piacere, potrete contribuire a che l’inchiostro possa andare avanti ancor meglio. Parafrasando una famosa battuta di John Belushi: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. La Redazione
Riportiamo qui sotto il Fax-simile del bollettino del Conto Corrente Postale della nostra associazione. Chiunque voglia sostenerci metta una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio aiuterà l’inchiostro fresco a crescere in libertà!
LE I M I S FAC-
La miniera di Titanio L’estate “targata inchiostro” è stata contraddistinta dal nostro impegno per richiamare l’attenzione sulla ventilata cava di titanio del Monte Tariné, una delle cime “simbolo”, assieme all’Antola, al Tobbio e al Beigua, della nostra zona di distribuzione. Qui, dove le falde acquifere vanno ad alimentare le sorgenti del torrente Orba che nasce dal Faiallo, richiamandoci alla tragica vicenda dell’Acna di Cengio, che rese il Bormida “il corso d’acqua più inquinato d’Italia”, abbiamo voluto sensibilizzare l’opinione pubblica di fronte agli analoghi pericoli che la possibile cava di titanio potrebbe rappresentare per un’intera vallata: la valle dell’Orba, da Urbe a Castellazzo Bormida. Là dove terra e cielo s’incontrano e motori rombanti Sempre seguendo questa nostra linea editoriale mirata a far conoscere anche i luoghi più disagevoli, ma non per questo meno suggestivi, dell’Oltregiogo, l’apertura del numero di luglio è stata poi dedicata al piccolo borgo di Fraconalto, “là dove cielo e terra si toccano” mentre la prima pagina di agosto, in un ideale passaggio di testimone dai monti alla pianura, è stata pensata per dare la meritata ribalta al caratteristico appuntamento internazionale della “Madonna dei Centauri” di Castellazzo Bormida (nuova città dove abbiamo iniziato, proprio da quel mese, a distribuire il nostro mensile). L’Oltregiogo e l’UNESCO Mensile che invece ad ottobre è sta-
to “aperto” da una notizia per la quale, non lo neghiamo, abbiamo “esultato”: ovvero la proposta di candidatura dell’Oltregiogo, avanzata dall’omonima associazione presieduta dal gaviese Dino Angelini, a Patrimonio Unesco (e il cui iter continuiamo e continueremo a seguire). Genova e il suo entroterra Per gli ultimi due numeri del 2015, abbiamo pensato, per quello di novembre ad un focus sulla Città Metropolitana di Genova, così da carpirne tutti i “segreti”, soprattutto per concorrere a tutelare il nostro territorio, mentre per la copertina di dicembre abbiamo voluto “chiudere” l’anno con un messaggio positivo: cioè una prima pagina pensata per i piccoli/medi negozianti che rappresentano la vera e propria “spina dorsale” della nostra Bell’Italia. Per il 2016 siamo anche on-line Ed ora? Il 2016 come sarà? Noi, non avendo sfere di cristallo o doti divinatorie particolari non lo sappiamo ma abbiamo già raggiunto un “piccolo-grande traguardo”. Lo scorso mese infatti abbiamo trasformato il nostro sito internet in una vera e propria “rivista on- line”, iscrivendolo al Registro Stampa del Tribunale di Alessandria con Direttore Responsabile il nostro Federico Cabella, che, come tanti altri, ha preso il patentino da giornalista proprio qui da noi, crescendo “a pane e inchiostro”. Insomma “fiocco azzurro” in casa “Club Fratelli Rosselli”, che è l’editore del giornale: l’11 gennaio 2016 è nato “l’inchiostro fresco on-line” http://www.inchiostrofresco.it/ ! Perciò, anche per concorrere a dare unitarietà a questo territorio - che va da Torriglia a Sassello, dove, leggendo l’inchiostro fresco, è possibile comparare tra loro notizie e scelte amministrative che, seppur operate in contesti diversi, sono sempre inscritte in un’area appenninica unica nel suo genere - vogliamo continuare a dare alle stampe questo nostro foglio di informazione locale. La redazione
Inizia la rubrica Le Storie del Museo della Bicicletta di Acqui: racconti di uomini&bici
Una terra unita dalle due ruote
Il “giro di Tiglieto” in bicicletta
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MATTIA NESTO
@Mattia Nesto
“Q
uando qui ad Acqui ci si voleva sgranchire un po’ le gambe in bici si andava a Tiglieto” – come a Tiglieto? – “Si, insomma l’alta valle dell’Orba la consideravamo un po’ il nostro cortile di casa. Da Acqui si passava per Pareto, quindi si andava a Sassello e da lì a Tiglieto e poi si tornava. Una cento chilometri di sgambata in allegria”. Ecco uno dei tanti episodi curiosi che ci hanno raccontato Giuseppe Bolla e Luigi Cazzola, ex ciclisti dell’acquese, incontrati presso il bici-museo “Il Cortile di Acqui”. Giuseppe Bolla è stato uno dei più promettenti corridori dilettanti che, dopo aver fatto tutta la trafila dagli juniores ai seniores, ha corso per anni con una squadra di Santa Margherita Ligure, ottenendo risultati davvero lusinghieri. “Ho vinto una corsa a Firenze ed una a Torino. Ma ne ho corse davvero tante – ricorda il ciclista – Ero un velocista ma anche uno scalatore passista che si presentava al traguardo sempre in volata o nei primi dieci, spesso nei primi cinque. Poi regolarmente – prosegue Giuseppe Bolla prorompendo in una sonora risata – mi piazzavo o secondo o terzo o quarto, non vincendo mai!”. Ha mai pensato di fare “il grande salto” nei professionisti?: “Non l’ho mai voluto fare perché sono convinto che o uno è davvero bravo o per stare lì nel mezzo, a galleggiare, facendo una fatica boia, non ne vale la pena – ci risponde in modo franco l’acquese – Certo io ero veloce, avevo un buon passo e mi sono tolto le mie soddisfazioni, però non avevo i numeri dei primissimi”. “Ma cosa dici?! Se ogni volta in salita mi massacravi!”
Il Museo della Bicicletta di Acqui ricorda il Campionissimo
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randissimo successo di pubblico per la commemorazione del 56° anniversario della scomparsa di Fausto Coppi, avvenuta il 2 gennaio 1955. Per l’occasione il Museo della Bicicletta di Acqui Terme ha ospitato una vetrina interamente dedicata alla memoria del Campionissimo, con una fiammante Bianchi degli anni ‘30 magnificamente restaurata. Sulle pareti, oltre a maglie e cimeli storici, anche una serie notevole di fotografie e memorabili scatti che immortalano Coppi nei suoi momenti più felici. Da ricordare una foto, tratta da un giornale francese, nel quale si vede un giovanissimo Fausto Coppi nel momento della vittoria della sua prima gara ciclistica, nel 1938. Si trattava di una corsa amatoriale con arrivo a Castelletto d’Orba. Dal gennaio di quest’anno il museo è diventato una vera e propria associazione, chiamata “Associazione Culturale L’Arco – Il Cortile di Acqui”. (m.n.) Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it ampio servizio video. Per info: Angelo 333/6496266, Claudio 335/5249068. Luca 331/1455770 oppure ilcortilediacqui@gmail.com
s’inserisce il nostro secondo interlocutore, Luigi Cazzola, anch’egli ex corridore - “Dovete credermi – ci dice Cazzola - Bolla aveva, in gergo si dice così, una gamba davvero da far spavento. Ma d’altronde quelli erano altri tempi!”. Domandiamo al nostro simpatico interlocutore di raccontarci un episodio significativo di quando correva in bici: “Basti pensare che il giorno della gara, ad esempio a Savona, si andava in treno con la bici al seguito – ci risponde l’acquese – Quindi si correva e poi, una volta terminata la gara, visto che non c’erano più treni disponibili, si ritornava, più o meno allegramente, in bicicletta a casa”. “Mi ricordo di una volta in cui, gareggiando in riviera – aggiunge Giuseppe Bolla – tornammo a casa in bici dal Passo del Turchino, facendolo tutto di notte e arrivando ad Acqui Terme all’alba: col traffico di oggi c’avrebbero ammazzato”. Moltissime le storie e i “fatti memorabili” capitati a questi due corridori, entrambi accumunati da una sana e grandissima passione per uno sport così pieno di sacrifici come è il ciclismo: “Si può dire che io corra da una vita – ci dice in conclusione Bolla – e anche se la mia ultima gara l’ho fatta nel 2001, questa passione non viene mai meno. Corridore si nasce, non si diventa!”.
Oltregiogo oltre ad essere stato nei secoli un territorio di passaggio e, potremmo dire, di servizio per l’Impero Romano prima, per i marchesati medievali, per la Repubblica di Genova e per lo Stato Italiano poi, è anche terra di bici. Infatti, anche grazie alla particolare conformazione orografica del territorio, questa zona si presta ad essere “pedalata”. Ed è per questo che la passione per il ciclismo qui è così forte, corroborata anche dai grandi campioni dell’Oltregiogo. Le strade stesse, anche se costruite dall’uomo, uniscono i luoghi in maniera quasi naturale: da Tiglieto ad Acqui, da Novi al Passo dei Giovi e poi dal Turchino ad Ovada, da Tortona a Torriglia passando dal Brallo, si respira uno spirito di appar-
tenenza ancor più accentuato dall’essere “a cavallo” di una bicicletta, quasi sentendosi come i carovanieri sulle antiche vie del sale dell’Oltregiogo. Ecco allora che uno spazio comune e condiviso come il Museo della Bici di Acqui è davvero un posto magico. Perché si configura come una sorta di centro nevralgico dove appassionati, ex corridori o semplici curiosi si possono riunire, confrontarsi e raccontare le loro storie: il tutto sotto l’ombrello di un forte substrato culturale. Parafrasando il titolo di una recente pubblicazione per Nottetempo di Caterina Bonvicini e Alberto Garlini, nel Museo della Bici di Acqui si coltiva l’arte di saper raccontare. Mattia Nesto
Uno dei Gran Tour di Rondinaria
Un percorso per “fuori di gamba”
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l nostro responsabile per la raccolta pubblicitaria, geom. Umberto Cecchetto, appassionato corridore in bici a livello amatoriale, consiglia a tutti i lettori “su due ruote” de “l’inchiostro fresco” questo, massacrante, percorso: partenza da Novi Ligure – Serravalle Scrivia – Gavi – Voltaggio – Castagnola – Busalla – Crocefieschi – Vobbia – Costa Salata – Mongiardino – Viguzzolo – Tortona (e, se siete ancora vivi) – arrivo a Novi. Tempo di percorrenza: 4 ore, con una buona gamba. Si consiglia di farsi accompagnare da mogli o fidanzate con macchina al seguito!!! La redazione
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l’inchiostro fresco Febbraio 2016
La lotteria del tamburello
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.T. Paolo Campora” e Croce Verde Ovadese insieme per una grandiosa lotteria che ha già preso il via per sostenere le attività delle due associazioni. Sono stati messi in circolazione tra gli esercenti ventimila biglietti al prezzo di 1 Euro e le estrazioni si svolgeranno il 20 maggio alle ore 18 presso il Caffè Trieste. Dodici i premi in palio. Una iniziativa tesa anche a riavvicinare la città di Ovada al tamburello, sport storico del territorio. Il legame poi con la Pubblica Assistenza non è casuale in quanto la struttura oltre ad essere prospiciente allo Sferisterio, ai tempi d’oro del tamburello ovadese quando la sede sportiva era veramente al completo di spettatori, il servizio bar, tra le gradinate, veniva svolto dai volontari della Croce Verde. C’è la volontà di fare bene per la Paolo Campora nel prossimo campionato di serie C a libero con l’arrivo di William Wahll che permetterà un gemellaggio con la squadra di Les Pennes di Mirabeu a pochi chilometri da Marsiglia, per far conoscere la realtà ovadese agli amici francesi attraverso il tamburello con incontri sportivi e scambi culturali. A fianco di William Wahl giocheranno il mezzo volo Matteo Gandini, da fondocampo Luigino Materozzi, il terzino Fabio Matterozzi, oltre ad essere valorizzati i giovani del vivaio con la collaborazione del Carpeneto. La squadra di serie D sarà composta prevalentemente da giocatori ovadesi e anche per questo campionato saranno inseriti nuovi innesti di giovani del vivaio. Alla presentazione della Lotteria erano presenti per la Paolo Campora il Presidente Mario Arosio, il Vice Cino Puppo, i consiglieri Guido Chiappino e Volonnino; per il Comune il Sindaco Paolo Lantero e il Consigliere Delegato allo Sport Fabio Poggio e per la Provincia di Asti il presidente del Comitato Tamburello Mimmo Basso. (e.p.)
Dopo 32 anni una squadra di Lega Pro approda alle semifinali di Coppa Italia
SPORT Ovada in Sport in serie A
Orsi grigi: l’orgoglio di Alessandria O “S tretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia” così terminano molte favole ma quella dell’Alessandria sembra non voler proprio finire. Infatti la squadra di Angelo Gregucci dopo aver già regolato Palermo e Genoa supera, in rimonta ed in trasferta, lo Spezia e si regala la semifinale di Coppa Italia contro il Milan, entrando nella storia. Un’impresa quindi da record dato che i “Grigi” sono, assieme al Bari della stagione 1983-84, la seconda squadra di terza divisione ad approdare ad una semifinale di Coppa Italia. Partita sentitissima, giocata in uno stadio “Picco” tutto esaurito vista la rivalità tra gli spezzini e gli alessandrini e risolta da un super Riccardo Bocalon. La punta veneta, entrato a partita iniziata, con un “uno-due micidiale” man-
hanno proseguito nell’organizzazione dell’appuntamento pasquale. Queste le categorie interessate: Piccoli Amici a sette giocatori (20082009) che saranno impegnati solo sabato 26 marzo, quindi i Pulcini 2005, 2006, 2007 a sette giocatori, gli Esordienti 2004 a nove giocatori, gli Esordienti 2003 a undici giocatori e i Giovanissimi 2002 e 2001 a undici giocatori. Non si gioca la Domenica di Pasqua e finali in programma tutte al Geirino di Ovada il lunedì dell’Angelo. Le adesioni si chiudono il 28 febbraio: bisogna inviare via fax la scheda al numero 0143/80149 oppure via email all’indirizzo asdboyscalcio@ libero.it I calendari completi saranno disponibili sul sito a partire dal 12 marzo 2016. Per informazioni contattare Carmelo Barca (347 3122169) e Paolo Brenta (328 7732149).
rmai è ufficiale: la compagine dell’Ovada in Sport prenderà parte al prossimo campionato a muro di serie A. La dirigenza a sciolto la riserva e ha iscritto la squadra la massimo campionato. Fino all’ultimo l’incertezza è stata molta in conseguenza a due fattori determinanti: la rosa dei giocatori e l’alto costo, almeno per la società ovadese, della partecipazione al torneo. Entrambe le problematiche sembrerebbero essere superate in quanto a disposizione del tecnico Gian Marco Barisione ci saranno tutti gli atleti che nella scorsa stagione hanno conquistato il titolo di Campione d’Italia della serie B con l’aggiunta del mezzovolo Cristian Boccaccio proveniente dal Grillano. Sul fronte economico l’arrivo di qualche piccolo sponsor e l’impegno di più persone nel recuperare sovvenzioni fanno intendere che le spese potranno essere affrontate. La partecipazione alla serie A è però vissuta più come soddisfazione e premio di esserci che non tanto per possibilità di raggiungere risultati importanti. Senza nulla togliere ai giocatori ovadesi, che sono i primi ad esserne consapevoli, sarà molto difficile raggranellare punti in un torneo che si presenta al via con squadre altamente competitive e costruite appositamente per arrivare il più in alto possibile. “Da parte nostra vivremo alla giornata - afferma il tecnico Barisione - nella consapevolezza dei nostri limiti ma anche fiduciosi di poterci togliere qualche soddisfazione in particolar modo nelle gare casalinghe. Importante però, sarà che tutti i giocatori abbiano lo spirito di gruppo e facciano veramente squadra, solo così potremo affrontare un torneo dignitoso”. La società ovadese schiererà al via anche un seconda formazione che prenderà parte al campionato di serie C. Anche in questo caso confermati i giocatori della passata edizione con l’aggiunta di qualche nuova pedina fra le quali spicca il nome di Giancarlo Marostica.
Enzo Prato
Enzo Prato
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l termine della partita abbiamo chiesto agli avventori del Bar Ideal di Novi Ligure, dove il tifo per l’Alessandria era più caldo che mai, qualche commento. Alcuni in particolare, al di là dei soliti “pallonari”, ci hanno colpito perché esprimevano un giudizio positivo sull’Alessandria Calcio, non tanto per come avesse giocato, quanto perché aveva ridato onore all’omonima città, precipitata agli ultimi posti nella graduatoria dei Comuni italiani. La Redazione
da i Grigi “all’inferno dal Diavolo”: un inferno che in questo caso ha l’aspetto del paradiso dato che in semifinale l’Alessandria affronterà “nientepopodimenoche” il Milan a San Siro. Per i piemontesi dolce, anzi dolcissimo è stato il ritorno in città, dove sono stati festeggiati e osannati fino a tarda notte. Sfida quindi dal sapore vintage e piena di ricordi quella tra Alessandria e Milan, visto che il “Golden Boy” Gianni Rivera, primo italiano a vincere un pallone d’oro, ha militato proprio nell’Alessandria e poi nel Milan. La sfida di andata si è giocata martedì 26 febbraio e il Milan l’ha “spuntata” solo grazie ad un calcio di rigore trasformato da Mario Balotelli. Ma il sogno continua… Daniele Cifalà
Ovada: quest’anno il torneo giovanile di Pasqua si svolgerà su quattro strutture
Boys Calcio per il Trentennale
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oncluso con successo il Torneo di Natale con le affermazioni dell’Alessandria, Aurora e Boys Calcio, il tempo non permette soste e sotto con altri appuntamenti. Il 20 e 21 Febbraio a Castelletto d’Orba torneo di Carnevale per Pulcini 2007 e Piccoli Amici poi dal 24 al 28 marzo la 30° edizione del Torneo di Pasqua “Città di Ovada” dislocando le gare su ben quattro strutture: il Geirino di Ovada, lo “Stefano Rapetti” di Silvano d’Orba, Regione “Castelvero” di Castelletto d’Orba e il campo sportivo di Molare. Si celebra il trentennale di una manifestazione giovanile che nel corso degli anni è sempre aumentata di interesse per cui l’organizzazione confida ancora in una grande adesione di società per un appuntamento da non dimenticare. Un pensiero viene naturalmente rivolto a coloro che trent’anni fa ebbero questa felice intuizione e a tutti coloro che
Viale Italia, 26
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Il giornalino dei bambini
Cappuccetti in technicolor a Rossiglione Cappuccetto Arancione
Nuove versioni della fiaba “Cappuccetto Rosso”, scritte dagli alunni della classe III primaria di Rossiglione con la supervisione della Maestra Francesca Cavanna
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appuccetto Arancione viene chiamata così, perché indossa sempre un piumino ed un cappuccio arancione, anche perché l‛arancione è il suo colore preferito. Cappuccetto vive in una cascina, in campagna. Un giorno, mentre sta raccogliendo le castagne nel bosco, vede una piccola volpe, bloccata in una trappola dai bracconieri. Cappuccetto, che ama gli animali, prende la bestiola ferita ed affamata. La porta nella sua cascina, la sfama e la cura, fino alla sua guarigione. Cappuccetto e la volpe diventano amiche. Il giorno del compleanno della nonna di Cappuccetto, la mamma, con l‛aiuto di Cappuccetto, prepara un cesto peno di regali per la nonna: uno scialle, una coperta, un po‛ di arance, dei cioccolatini confezionati in una scatola arancione. La nonna di Cappuccetto vive in un paese poco lontano, in una villa. Cappuccetto, mentre si dirige verso il paese, incontra un lupo, su un motorino. L‛animale le chiede dove sta andando. Lei gli risponde che va in paese. Il lupo si offre di accompagnarla. La volpe, che segue sempre la bambina, si accorge del pericolo. Allora chiama le altre volpi del bosco, che, armate di bastoni, circondano il lupo, facendolo fuggire. Passato il pericolo, Cappuccetto può portare il regalo alla nonna. L‛amicizia tra la bambina e la volpe si rafforza e le due diventano inseparabili. Nicoletta Cosi
Cappuccetto Azzurro
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appuccetto Azzurro vive in una villa molto grande. Un giorno la mamma le dà una cesta con: un paio di occhiali da sole di plastica azzurra, una coperta di flanella azzurra e anche un paio di ciabatte azzurre, da portare alla nonna. A Cappuccetto dà un gilet azzurro. Cappuccetto si mette in cammino. Ad un certo punto attraversa un ponticello e vede un lupo, con una strana aria. Il lupo indossa una maglia azzurra. Gli animaletti del bosco si avvi-
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cinano a Cappuccetto, per aiutarla. Tutti indossano qualcosa di azzurro. Il lupo non ha buone intenzioni, allora Cappuccetto si allontana. Arrivata a casa della nonnina, le dà la cesta. Ormai è sera: Cappuccetto torna a casa. Vede il ponticello ancora affollato dagli animaletti del bosco. Più tardi Cappuccetto fa amicizia con loro e tutti i giorni va a trovarli. Torna a casa, contenta dell‛amicizia fatta, e racconta alla mamma l‛avventura vissuta. Marco Corrionero Brascì
Operazione “porte aperte” per l’Asilo Infantile di Montaldo Bormida
A.A.A. cercasi B come bimbi essere “casa.” Le maestre ed i bimbi chiedono aiuto a “tutti” per poter mantenere in vita questa struttura, che è ricca di tradizioni e di amore utile alla crescita delle nuove generazioni e che svolge un ruolo sociale nel paese. Per tale motivo la scuola, attraverso le colonne dell’inchiostro fresco, lancia un appello che potremmo sintetizzare in: “A.A.A. cercasi B come bimbi”. E sabato 6 febbraio è stato organizzato un “open day” per poter dare l’opportunità a tutti quanti vogliano di conoscere questo luogo dove “si cresce bene”.
L’
asilo infantile “Padre Schiavina” è ospitato in una caratteristica casetta incastonata nel centro storico di Montaldo Bormida, paese agricolo facilmente raggiungibile sia da Ovada come da Acqui Terme. Questo asilo è il solo luogo di raduno rimasto per bimbi e ragazzi e, per questo, è un gioiello da preservare con riguardo, perché ormai è diventato un punto di riferimento per
tutto il paese: lo si inizia a frequentare da piccini, poi per il catechismo e il dopo-scuola. Ma non solo i piccolini trovano ospitalità in questo asilo, dato che tra le sue mura si ospitano corsi di formazione (in passato anche per il cucito e il ricamo) e si riuniscono associazioni. Si fanno feste e, nel periodo invernale, si celebra la messa. “Questa scuola - ci dicono i responsabili dell’asilo - è sorta nel
1878 per opera di Padre Giovanni Schiavina sostenuto da tutta la comunità montaldese a scopo pedagogico rivolto soprattutto ai giovani del posto. Attualmente si sta rivelando come un valido supporto alle famiglie del luogo, ma accoglie anche bambini dei paesi del circondario e di migranti in condizioni disagiate.” Si tratta di una scuola cattolica salesiana caratterizzata per il suo
Le insegnanti
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Cappuccetto Viola
orario della Scuola dell’Infanzia (bimbi dai 3 ai 6 anni) e della Sezione Primavera (bimbi dai 20 ai 36 mesi) è il seguente: dalle 07,30 alle 17,00.
appuccetto Viola vive in un piccolo paese di montagna, dove tutti gli abitanti si conoscono tra di loro. Abita con mamma, papà ed una sorellina più piccola. La sorellina di Cappuccetto Viola si chiama Cappuccetto Lilla. Hanno questi nomi, perché una è sempre vestita di viola e l‛altra di lilla. Hanno una cagnolina, di nome Lucy: l‛hanno trovata abbandonata ai bordi della strada. Intenerite dal dolce sguardo, le sorelline hanno deciso di portarla a casa, sperando che i genitori accettino di adottarla. Questi accontentano le figlie, a condizione che se ne occupino loro. Cappuccetto Viola, dopo essere tornata da scuola, aver fatto i compiti e aver studiato, va dalla nonna Giuseppina. Porta frutta, verdura e dei deliziosi succhi di mirtillo. Si fa accompagnare da Lucy, perché possono esserci dei pericoli, strada facendo. Cappuccetto Viola osserva un bambino, che fa mille capricci, non accorgendosi che un pullman sta arrivando a grande velocità. Lucy la prende per i pantaloni e la tira indietro, altrimenti ci sarebbe finita sotto. Cappuccetto e Lucy riprendono il tragitto e, arrivate dalla nonna, Cappuccetto le racconta quello che è successo. La nonna dà dei biscotti a Lucy ed abbraccia la sua nipotina. L‛amicizia tra Cappuccetto Viola e Lucy si rafforza ancora di più. Francesca Leoncini
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l’inchiostro fresco Febbraio 2016