l’inchiostro fresco CONTIENE UN INSERTO “SPECIALE MOTORI” E IN SECONDA PAGINA UN REPORTAGE SU CASTELLAZZO BORMIDA Luglio 2015
Fondato nel 1985
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La voce del tuo territorio
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ANNO XXX / N. 6 - LUGLIO 2015
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Fraconalto: intervista al Primo Cittadino, Francesco Di Vanni, su ambiente, occupazione e Terzo Valico
Là dove terra e cielo s’incontrano MATTIA NESTO
@Mattia Nesto
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n una mattinata di giugno ai redattori de “l’inchiostro fresco”, mentre percorrevano la “vecchia” strada per Fraconalto, quella che una volta era l’antica “via del sale” tra la Repubblica di Genova e il suo retroterra, in modo quasi automatico sono venute alla mente le celeberrime strofe iniziali della poesia “San Martino” del Pascoli “La nebbia agli irti colli/ Piovigginando sale”. Infatti “un mare di nebbia” incastonato tra le verdi valli e i monti solitari ha fatto da cornice all’intervista con Francesco Di Vanni, Sindaco di Fraconalto, comune a cavallo tra la provincia di Alessandria (a cui “appartiene”) e quella di Genova ed “a metà strada” tra il bacino dello Scrivia e quello del Lemme. Motivo principale del nostro incontro è stato il grande clamore suscitato dal comunicato ufficiale emanato dai Sindaci sul cui territorio “operano” i cantieri del Terzo Valico, su un possibile ordine di “fermo dei lavori”, a causa del prolungato silenzio del Ministero delle Infrastrutture (nel momento in cui andiamo in stampa non si è ancora arrivati a nulla): “La questione Terzo Valico per Fraconalto, inutile negarlo, è cruciale – ci dice infatti il Primo Cittadino – e assieme a tutti i Sindaci della zona, con in testa quello di Alessandria, Rita Rossa, abbiamo avuto un incontro con l’ex Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, caduto però nel nulla in quanto proprio in quella giornata il Ministro dovette rassegnare le dimissioni per le note vicende. Ora il Ministro è Delrio – prosegue Francesco Di Vanni – che, in un recente incontro in Regione Piemonte, ci ha assicurato che al più presto sarà nominato un Commissario e istituto un Osservatorio”. Domandiamo al Sindaco se i cantieri del Terzo
Chi è il Sindaco
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rancesco Di Vanni è stato per molti anni un autista della AMT di Genova e 12 anni fa ha ricoperto la carica di vice-Sindaco a Fraconalto. Giunto alla pensione si è dedicato all’associazionismo e poi nel 2014, “un po’ a sorpresa” ci dice lo stesso Primo Cittadino, gli è stato chiesto di presentare la sua candidatura a Sindaco di Fraconalto. Ma dal giorno della pensione Di Vanni si è occupato, tra le altre cose, del Circolo Ricreativo dell’AMT in qualità di Presidente, quindi ha prestato il suo contributo nel Patronato presso l’ufficio di Di Negro e alla Pro Loco di Castagnola. (m.n.)
Valico, che punteggiano massicciamente il territorio, abbiano portato e portino più vantaggi o svantaggi per il paese: “Personalmente, assieme a quasi tutti i Sindaci firmatari il documento, sono favorevole al Terzo Valico e devo ammettere che il ritorno economico c’è, con ristoranti pieni e praticamente tutte le case già occupate dai lavoratori. Certo abbiamo qualche disagio, ma i vantaggi sono nettamente maggiori, come ad esempio, nell’ottica delle opere di compensazione, l’allar-
gamento della strada vecchia che proseguirà sino a Serravalle Scrivia”. Fraconalto è un comune che si distende su un vasto territorio (oltre 15 km quadrati) ed è “confederato” in quanto si articola nelle frazioni di Castagnola, Molini, Tegli e numerose località, tra le quali le più importanti sono Borgosereno, Casasse, Chiappa, Freccia, Lià e Pian dei Grilli. Molto importante, in un comune ricco di boschi come questo, è la salvaguardia dell’ambiente: “Anche se il nostro territorio non ricade di-
rettamente in quello protetto del Parco dell’Antola e delle Capanne di Marcarolo – risponde Di Vanni – dobbiamo rispettare molti vincoli. Ad esempio qualche mese fa la ditta Seva ha presentato un’offerta per costruire sette pale eoliche, le quali darebbero energia per oltre 15.000 megawatt, ovvero potrebbero soddisfare i bisogni di ben 12.000 famiglie, quasi buona parte della valle Scrivia. Tutti gli Enti sono favorevole ma l’Ente Parco si è messo di traverso (a causa di una particolare specie
di uccello, il Biancone, che rischierebbe di ferirsi o peggio nello scontro con una delle eliche, ndr). Ad oggi è ancora tutto fermo”. Chiediamo al Sindaco un commento sull’ “Unione Val Lemme”, l’Unione dei Comuni costituitasi tra la stessa Fraconalto, Voltaggio (dove vi è la sede), Carrosio (il cui Sindaco, Valerio Cassano, ne è il Presidente) e Parodi Ligure: “L’Unione Val Lemme, anche se mancante di Bosio per proprie scelte, è l’unica soluzione per gestire territori così ampi e impervi, quali i nostri, con le poche risorse che ormai i Comuni hanno a disposizione. Va detto che, a rigor di legge, non potremmo costituire un’Unione di Comuni, in quanto siamo al di sotto della soglia minima di 3000 abitanti, avendone soltanto 2600. Detto questo in Regione Piemonte abbiamo già avuto rassicurazioni per una deroga”. Se non si ottenesse la deroga cosa accadrebbe?: “Abbiamo ricevuto richieste di unirci con Gavi, – afferma il Primo Cittadino - ma così facendo perderemmo la qualifica di unione montana. C’è anche da considerare che abbiamo il bacino idrico in comune con la valle Scrivia e quindi si potrebbe pensare di andare assieme d Arquata Scrivia. Essere un territorio di confine in certe occasioni conviene”. Come si presenta il paese dal punto di vista della socialità?: “Il paese è molto vivace, soprattutto d’estate – spiega il Sindaco – quando i circa 350 abitanti diventano molti di più grazie all’arrivo dei villeggianti. Proprio per garantire la migliore ospitalità, oltre alla Pro Loco di Fraconalto, vi sono anche quelle di Castagnola e di Molini, le cui sedi, messe a disposizione dal Comune, sono comunque sempre aperte e a disposizione di tutti anche per permettere ai residenti di avere un luogo di aggregazione. Inoltre – ci
segnala il Sindaco soddisfatto - notevole è sono le nostre eccellenze gastronomiche, con ristoranti rinomati come Il ristorante Bacci a Castagnola, La Trattoria dei Cacciatori a Freccia, senza considerare il ristorante- albergo Pian dei Grilli inoltre gli agriturismi Alpino a Tegli e La Sereta in Loc. Sereta e per l’ospitalità anche l’affittacamere Il Roseto di Villa Adriana in Castagnola”. Da quali eventi sarà punteggiata l’estate del paese?: “L’estate è piena di avvenimenti, dalla festa Patronale della Madonna della Salute, la prima domenica di luglio, alla Festa della Pace, passando per la Mostra Canina e infine la grande cena, con oltre 200 persone coinvolte, della Castagnola dove tutti diamo una mano: anche io e precisamente nelle cucine!”. In conclusione domandiamo a Di Vanni un parere sulla “qualità della vita” a Fraconalto: “A mio avviso è alta – risponde deciso – Abbiamo boschi ricchi di funghi, aree ad hoc per i cacciatori e l’aria buona. Siamo vicini alle stazioni ferroviarie di Borgo Fornari e Busalla (ecco l’importanza di parlare di Oltregiogo più che di Città Metropolitana di Genova e Provincia di Alessandria, ndr), quindi non siamo tagliati fuori dal mondo. Certo i servizi autobus, anche a causa della crisi del Cit di Novi Ligure, non sono ottimali ma ormai tutti quanti noi siamo abituati a far fronte ai disagi”. A Fraconalto si vedono paesaggi come se si fosse dentro il quadro di Caspar David Friederich Il Viandante sopra un mare di nebbia. Il nostro obiettivo è quello di continuare a passeggiare in mezzo a capolavori di natura. Sul nostro sito: www.inchiostrofresco.it ampio servizio fotografico e video
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l’inchiostro fresco Luglio 2015
LE SENTINELLE DEL TERRITORIO - IL TURISMO E LA CULTURA LOCALE
Castellazzo Bormida: intervista a tutto campo a Gianfranco Ferraris, Sindaco dell’ultimo paese bagnato dal corso del torrente Orba
Una poltrona che scotta, ma sono sereno MATTIA NESTO
Le Scuole
@Mattia Nesto
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ntrare nella Sala Consigliare del Palazzo Comunale di Castellazzo Bormida, chiamata “Sala Resistenza”, è un’esperienza intensa perché si respira l’aria delle Istituzioni che, quasi idealmente, si riflette nei legni pregiati, di memoria sabauda, di cui sono composti i seggi. Una sensazione non dissimile, ma aggiornata, quella che ci ha dato la conoscenza avuta con il Primo Cittadino di Castellazzo, Gianfranco Ferraris, “ex macchinista con la passione per le linee ferroviarie e per le moto”. Una conoscenza non casuale in quanto abbiamo voluto incontrare il Sindaco di Castellazzo, ultimo paese rivierasco del torrente Orba prima che questi si getti nelle acque della Bormida, per creare “un fronte unitario” di tutti i Sindaci dei paesi uniti dal corso di questo torrente, per contrastare il pericolo rappresentato dalla possibile apertura di una miniera di titanio nelle viscere del monte Tarinè. La solitaria montagna che elevandosi sopra i comignoli di Urbe, fornisce con le sue falde acquifere la linfa vitale all’Orba, che il Manzoni definì “selvosa” nel Marzo 1821. E i seri rischi che questa possibile operazione porterebbero con sé (il titanio è contenuto in minerali dalla cui lavorazione si liberano particelle cento volte più cancerogene dell’amianto) sono stati rappresentati dai cronisti de “l’inchiostro fresco” al Sindaco Gianfranco Ferraris. “Guardi, credo che il problema sia grosso ed ho preso visione del parallelismo che sulla prima pagina del numero di giugno avete fatto con l’Acna di Cengio – risponde il Sindaco – Ricordo bene quegli anni, dato che io ero tra i dimostranti che subirono la carica della polizia a metà anni’80 quando ci mettemmo a protestare, occupando gli argini della Bormida, per giorni interi. Quindi conosco molto bene i pericoli che si corrono a far circolare qualcosa di dannoso lungo i corsi d’acqua e per quanto mi è possibile sono pronto fin d’ora ad adoperarmi per unire le forze. Considerando che il bacino orografico della Bormida - prosegue il Primo Cittadino – è lo stesso dello Scrivia e dell’Orba: non posso quindi neppure immaginare i pericoli che potrebbero correre non solo le popolazioni rivierasche dell’Orba ma addirittura quelle dell’alessandrino e di tutto il novese”. Nel corso di questo nostro primo incontro, Ferraris allarga il concetto di “unione di forze” anche a temi di carattere politico-sociale, come l’associazionismo, molto presente nel tessuto della sua città: “Come amministrazione comunale, a Castellazzo non possiamo lamentarci della, mi si consenta, solitudine del potere, perché siamo
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no dei fiori all’occhiello di Castellazzo Bormida sono le scuole. L’Istituto Comprensivo “G. Pochettino” racchiude al proprio interno la Scuola dell’Infanzia, la Primaria e la Secondaria di I grado. Quest’Istituto fa da punto di riferimento ad un largo “bacino d’utenza”: le scuole di Bosco Marengo, Fresonara, Predosa e Bergamasco. Una scuola ambiziosa che vuole crescere sempre di più e che permette alle giovani coppie che vogliono prendere residenza in questo Comune di potere offrire ai propri figli la migliore delle educazioni sino alla soglia della Scuola Superiore.
ci circondati dall’enorme contributo che ci viene dalle Associazioni – spiega Gianfranco Ferraris – Senza di esse ci sarebbero grandi problemi. Non solo le associazioni rendono vivo un paese che, nonostante le sue belle chiese e i suoi storici palazzi, sarebbe privo di attrattive, ma coinvolge le persone in cose belle e positive, come le nostre numerose feste e sagre”. Quali sono i principali appuntamenti
di Castellazzo?: “Oltre al celebre Presepe Vivente, la Festa del Centauri dell’11 e 12 luglio è davvero un momento topico nella vita non solo locale. Qui a Castellazzo tutti siamo motociclisti, io per primo. In più - continua il Sindaco – in quegli stessi giorni l’Associazione Commercianti organizza la Mezzanotte Bianca: un grande appuntamento per le vie cittadine chiuse al traffico con gli spettacoli più diversi ad ogni angolo. La prima domenica di ferragosto c’è poi la Sagra del Fritto Misto alla piemontese, mentre la quarta domenica di settembre, contestualmente ai festeggiamenti per il Santo Patrono (la Madonna Addolorata, ndr) vi è la Sagra della Zucca. Come potete vedere ce n’è per tutti i gusti”. Le sagre dove sono organizzate?: “In questi anni ho cercato di riqualificare alcune aree urbane. Ad esempio ho dato all’Associazione Alpini la Stazione, così da potervisi fare la sede. Allo stesso modo ho trasformato, grazie all’aiuto di tutti, l’ex zona-bar del campo sportivo ad
area sagre. In questo modo, con un’area attrezzata a disposizione, ogni associazione può fare la sua festa e introiettare gli incassi per le iniziative future”. In conclusione chiediamo al Sindaco se Castellazzo Bormida possa essere chiamata cittadina invece che paese, anche con “soli” 4700 abitanti: “Io credo di sì – ci risponde pronto - Abbiamo le scuole dell’infanzia, le materne, le primarie e le medie. Un’ottima rete commerciale costituita da tre supermercati, piccoli negozi e ogni sabato un mercato rionale di grande successo. Sul piano dell’insediamenti produttivo siamo riusciti ad intercettare il Gruppo Guala che si è installato nella nostra area industriale che con la sua presenza ha arricchito un panorama di ditte già presenti da anni di tutto rispetto. Abbiamo inoltre due case per anziani, una biblioteca ottimamente funzionante con un archivio storico aggiornato e curatissimo. Inoltre possiamo fregiarci del secondo Circolo di Lettura più vecchio d’Italia dopo
quello di Firenze. Infine, per quanto riguarda lo sport, abbiamo una squadra di calcio che per la prima volta nella sua storia è stata promossa in serie D oltre a 185 ragazzi del settore giovanile, si sta facendo onore in Eccellenza. Aggiungo che – termina con giusto orgoglio il Primo Cittadino – possediamo, caso forse unico per un paese di queste dimensioni, la Casa della Salute (un edificio messo a disposizione dal Comune, ndr), dove sono presenti tutti i medici di famiglia e dove il Servizio Sanitario Nazionale fa prelievi e visite specialistiche (ginecologiche, pedriatiche ecc..), c’è poi uno sportello del CISSACA dove vengono fatti i prelievi di sangue dell’AVIS, senza dimenticare la Castellazzo Soccorso, il nostro pronto soccorso di paese. Tutti insieme si può fare grande un paese”. Nella foto in alto il Palazzo comunale e ritagliato il Sindaco Gianfranco Ferraris
Intervista a Giuseppe Ferraris, membro del Gruppo Consiliare di Minoranza “Castellazzo che cambia”
Con gli atti di forza non si amministra un paese Il Gruppo Consiliare “Castellazzo che cambia” non darà l’appoggio al Sindaco, Gianfranco Ferraris. Ciò potrebbe provocare il commissariamento del Comune e portare a nuove elezioni. Una situazione “eccezionale” che merita un focus appropriato.
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er comprendere meglio la situazione politica di Castellazzo Bormida noi de “l’inchiostro fresco”, dopo avere intervistato il Primo Cittadino, abbiamo voluto sentire anche la voce della Minoranza Consigliare. In tal senso abbiamo chiesto a Giuseppe Ferraris, esponente del gruppo “Castellazzo che cambia” una sua opinione: “Il Sindaco Gianfranco Ferraris ci ha tradito due volte – Ferraris, entrando subito nel vivo della questione, ci spiega – il primo tradimento si è verificato cinque giorni dopo la nostra vittoria elettorale (avvenuta il 26 maggio
2014 con la Lista Civica “Sovranità e progresso”, riconducibile all’area di quello che una volta era l’Ulivo, ndr), quando il 31 maggio la massima carica provinciale del PD, Domenico Ravetti, si è seduto al tavolo di Nuovi Orizzonti (il principale schieramento di opposizione, ndr) per cooptarlo in Maggioranza e sostituirci. Questo perché, quando, all’indomani delle elezioni (vinte dalla Lista Civica “Sovranità e progresso”, riconducibile nell’area di quello che era una volta l’Ulivo, ndr), nonostante il nostro gruppo avesse accettato di far parte dell’alleanza solo
a determinate condizioni programmatiche come il ricambio generazionale e il non consumo del territorio, abbiamo appreso dai giornali locali, quindi senza neppure essersi seduti attorno ad un tavolo, la formazione di una Giunta composta dai soliti noti e improntata alle vecchie politiche”. E il secondo tradimento?: “Il secondo tradimento si è verificato quando – continua a spiegarci il Consigliere di Minoranza – è stato disatteso l’accordo per il Bene Comune che avevamo siglato in seguito alla nostra uscita dalla Maggioranza per evitare il com-
missariamento del Comune”. Oggi la situazione com’è?: “Il Sindaco, il primo aprile scorso, ha pensato bene di voler ricomporre la vecchia Giunta, sollevando dall’incarico alcuni Assessori che stavano svolgendo, a detta di tutti, un ottimo lavoro in Comune”. Si potrebbe dunque dire che l’Amministrazione si poggia su una Maggioranza non ben definita e che, di fatto, “può andare avanti” , sia pure “a denti stretti”, solo grazie alla “larga intesa” prima citata e sottoscritta per il bene comune da gli eletti. Scelta molto sofferta anche da parte di alcuni consiglie-
D.M. SERVIZI NOLEGGIO MINIGRU CINGOLATE RACCORDATURA TUBI OLEODINAMICI per medie e alte pressioni t manutenzioni e riparazioni di MACCHINE OPERATRICI, MEZZI AGRICOLI, MEZZI DA GIARDINAGGIO; t revisione e riparazione di CILINDRI IDRAULICI; t manutenzione e riparazione di MACCHINARI PER VIGNETO; t revisione, riparazione e montaggio di componenti meccanici, elettrici ed idraulici; SI ESEGUONO APPLICAZIONI IDRAULICHE, MECCANICHE O DI CARPENTERIA SU ATTREZZATURE E MACCHINARI Via della Cantina Sociale - Capriata d’Orba (AL) - Cell. 346/853.24.51 - Fax 0143/46.598 www.dmservizi.net - d.m.serviziminigru@gmail.com
ri, come nel caso di Daniela Messina, che, per questo suo atteggiamento di collaborazione, ha subito l’espulsione dal Movimento Cinque Stelle. “La lotta politica – conclude Giuseppe Ferraris – sia nel nostro gruppo, Castellazzo Che Cambia (costituitosi dopo la fuoriuscita di quattro consiglieri di Maggioranza eletti nella lista del Sindaco, ndr), sia in Nuovi Orizzonti, non si è scatenata tra possessori di tessere di partito, ma tutti noi, come cittadini responsabili, abbiamo deciso di partecipare alle larghe intese con il Partito Democratico, partito di riferimento del Sindaco a partire dall’approvazione del bilancio o per puntare su specifiche tematiche quali la nascita di una Consulta Giovani che oggi annovera più di 80 iscritti ed è una fabbrica di idee”. A quanto spiegato, nonostante questo vostro impegno, il Sindaco Ferraris pare non lo “abbia apprezzato”, convincendosi ad andare alla “resa dei conti”? “Io non saprei dire perché abbia fatto questa mossa, forse è stato spinto da qualche organismo di partito – ipotizza il nostro interlocutore – Noi però ci troviamo costretti, fermo restando l’approvazione del prossimo bilancio, a non dare più la fiducia al Sindaco che ormai da tempo non ha più la maggioranza e non può governare in maniera legittima”. (m.n.)
Sempre maggiori offerte per gli automobilisti: in città sono già due le autopompe 24 ore su 24 La preoccupazione degli abitanti di via Voltri
Distributori verso il self-service Puliamo lo Stura A L’
nche Ovada si sta orientando verso il self service 24 ore 24 per i distributori di benzina. Delle sette autopompe che da alcuni anni fornivano gli automobilisti, ora sono diventate sei di cui due con servizio automatico per l’intera giornata. Il self service è in Via Voltri presso l’ex ENI, chiuso per parecchio tempo, e riaperto nel mese scorso, mentre l’altro è il Q8 sempre nella strada che conduce all’A 26. E’ stata invece chiusa, momentaneamente per problemi di sicurezza, l’autopompa Q8 di Via Gramsci. La riapertura è in dubbio per il cedimento di una soletta e una sporgenza pericolosa verso l’esterno lato fiume, oltre alla consistente cifra che la Compagnia dovrebbe sborsare per la sistemazione considerando poi che la struttura è anche a ridosso del centro abitato per cui a rischio chiusura. Anche da parte degli utenti inizia qualche protesta verso i gestori delle strutture i quali a loro volta cercano di coinvolgere le Istituzioni. “La tendenza – affermano alcuni gestori – è quella di arrivare piano piano ad eliminare il personale per cui i distributori diventeranno tutti automatici. Il problema è però legato ai disabili e alle persone anziane che potrebbero trovarsi in difficoltà nel fare benzina, oltre ai soliti problemi di sicurezza in quanto è sempre in agguato, considerando i tempi, l’avvicinarsi di persone sconosciute che approfittano di determinate situazioni di debolezza. Purtroppo - continuano - siamo troppo abituati ad avere il servizio vicino a casa, mentre all’estero per trovare un benzinaio bisogna anche percor-
rere settanta chilometri. Altro problema non ancora risolto è quello di eliminare le autopompe vicino al centro abitato per cui c’è il rischio che in Ovada diminuiscano fra qualche anno altre strutture”. Dobbiamo comunque considerare che accanto alle sei autopompe, altre due, seppur in territorio di Belforte Monferrato e Cremolino, sono molto vicine per cui la zona non può lamentarsi anche se si sta elevando una protesta contro la tendenza di automatizzare in toto il servizio. Da sottolineare comunque che si tratta di una decisione ripercorribile sul territorio nazionale, da cui non è esclusa la città e il territorio limitrofo. Luisa Russo
acqua fa sempre paura e non sempre si può fermare. I titolari delle aziende di Via Voltri ad Ovada hanno incontrato il Sindaco Paolo Lantero per conoscere gli impegni dell’Amministrazione Comunale, dopo l’ultima alluvione che ha riempito nuovamente il letto del fiume di ghiaia oltre ad aver rotto gli argini. Il Primo Cittadino ha cercato di fare un po’ di chiarezza tra gli intervenuti sottolineando che per arginare gli eventuali straripamenti bisogna sempre rivolgersi ed avere il parere del Genio Civile. Come Amministrazione Comunale, dopo i vari sopralluoghi, è già stata fatta una stima dei danni non solo per Via Voltri ed è già stato inoltrato un progetto che comprende la pulizia del fiume e un nuovo sostegno per l’argine, mentre i cittadini stan-
no pensando ad un’altra iniziativa che comunque non vuole essere di contrasto con quella dell’Amministrazione, ma deve camminare di pari passo. L’idea degli abitanti è quella di contattare un ingegnere competente affinché venga redatto un progetto limitatamente alla pulizia della ghiaia dal letto del fiume. Bisognerà chiaramente poi individuare la ditta che sia disposta ad effettuare il lavoro e naturalmente sia interessata a prelevare il materiale.. In questo contesto bisognerà però valutare i tempi di esecuzione in quanto non è possibile aspettare ulteriore tempo in quanto dalle statistiche i periodi di piena sono stati individuati a novembre e ad agosto. C’è dunque preoccupazione, ma anche la volontà di combattere contro la potenza dell’acqua. (l.r.)
Sulla rotatoria di piazza XX Settembre intervengono le minoranze consiliari; l’Assessore spiega cosa si farà
Nuovo look per la rotonda “della discordia” È la rotonda della discordia, una delle poche ancora provvisorie in Ovada. E’ situata in Piazza xx Settembre nell’incrocio tra Via Lung’ Orba Mazzini, Corso Saracco, Corso Libertà e Via Cairoli. Sul problema sono intervenuti i gruppi consiliari di minoranza in Consiglio Comunale, Patto per Ovada, Essere Ovada e Movimento 5 Stelle affermando che le Giunte Comunali dello stesso colore politico abbiano sempre rinviato la soluzione della rotonda provvisoria e per la quale urge un investimento definitivo perché all’ingresso della città, quindi un impatto d’immagine negativo. Ora, per ovviare al guasto dell’impianto di irrigazione,
che non verrà riparato, vengono spese circa 3.000 euro per sostituire le piante, ma di fare la rotonda definitiva non se ne parla. “Come gruppi di minoranza – affermano - vogliamo denunciare l’incapacità’ della Maggioranza a mettere in atto opere che migliorino Ovada”. Non sta certamente a guardare l’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capello alle prese con numerosi problemi: dal verde pubblico che cresce a dismisura, al numero limitato di cantonieri a disposizione, agli altri lavori che incombono relativamente sulle strade e ai danni alluvionali dell’autunno scorso ancora da risolvere. “Si è provveduto – sottolinea l’Assessore Capello – a far
pulire la rotonda di Piazza xx Settembre dalle piante infestanti e secche; l’incarico è stato affidato alla Ditta Nicola Giraudi che ha provveduto a sistemare piante perenni con altre di stagione e vasi con photinie per dare un aspetto decoroso. C’è l’impegno di sistemarla definitivamente per i prossimi anni, ma bisogna trovare una considerevole cifra, circa 100.000 Euro e non è facile per il patto di stabilità a cui dobbiamo attenerci”. Intanto, dopo le polemiche, godiamoci questa nuova visione della Rotonda che dà un’immagine diversa al l’ingresso della città. Luisa Russo
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l’inchiostro fresco
La struttura del Geirino
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OVADA
Luglio 2015
al 12 giugno scorso è attiva la piscina all’aperto del Geirino con tutti gli spazi esterni attigui con campi da beach volley e tennis, sperando naturalmente in condizioni atmosferiche buone, che possano favorire un buon afflusso. Con l’apertura della piscina riprendono anche i corsi per gestanti, neonatale, nuoto baby, bambini adulti ed altre attività come nuoto libero. Parallelamente è in pieno svolgimento l’attività di stage e campus estivi notevolmente sviluppatosi negli ultimi anni grazie anche alla presenza del Direttore della struttura Andreas Brignoli. “Per iniziare il discorso sul Geirino – dice – bisogna valutare il percorso avviato quattro anni fa. Con l’avvento della piscina il centro sportivo ha completato il suo iter per diventare un centro completo e quindi appetibile per tutti gli sport indoor e outdoor. Abbiamo iniziato con una settimana di basket ed ad oggi tra basket, volley, calcio, ritmica, danza, lavoriamo più di dodici settimane in estate, con numeri che aumentano sempre più. Siamo quasi alle 500 presenze da fuori regione ed anche da fuori Italia”. Nello specifico dal 14 al 27 giugno Basket …da tutta Italia sotto il progetto “Insieme nel basket”; dal 28 giugno all’11 luglio Volley con il progetto Arenzano; dal 13 al 18 luglio la società Vinovo di ritmica, il basket con la società Mamy Oleggio; dal 20 al 25 camp di Basket ad alta specializzazione; dal 20 agosto al 12 settembre il Genova Calcio; dal 24 al 29 il Pegli Volley. Dal 6 luglio al 7 agosto proseguirà al Geirino Estate qui, l’iniziativa estiva per ragazzi e giovani. “Il mio obiettivo – conclude Brignoli – è sempre stato quello di promuovere il Geirino come un campus universitario, cercando di collaborare con tutte le maestranze che ci lavorano, più il coinvolgimento di altri Hotel come l’Hotel Belforte nostro partner.” (l.r.)
Realizzato nel quartiere PEEP un progetto atteso da anni e perorato dal compianto don Valorio
Via Firenze arricchita da una Cappellina Votiva F inalmente si è concretizzato il desiderio condiviso da molti di avere nella zona della “nuova Ovada” nel quartiere del PEEP, un segno che richiamasse la fede cristiana dei suoi abitanti. Da anni, questo progetto nato con il compianto Don Valorio, “ha camminato” passo dopo passo, lentamente, ma senza fermarsi mai, grazie all’impegno e alla generosità di tante persone e, volontari. Così lunedì 1° giugno a conclusione del Mese Mariano si è svolta l’inaugurazione dell’edicola in occasione della celebrazione annuale in onore della Madonna in questo quartiere con la S. Messa e la processione. Un piccolo segno in una zona di Ovada diventata popolosa tanto che già parecchi anni fa gli studenti della Facoltà di Architettura di Genova avevano proposto qualche bozzetto che rappresentasse un punto di riferimento religioso. La cifra troppo esosa e i progetti un po’ troppo avveniristici avevano fatto ripiegare su un qualcosa di alternativo che comunque si ispirasse ad uno dei bozzetti da costruire sempre nel terreno dato in concessione dal Comune alla Parrocchia. E’ stata così costruita questa edicola votiva in muratura completata da un cancello con vetro costruito dalla Ditta Gaggero di Tagliolo Monferrato per custodire l’immagine della Madonna di Fatima mentre ha diretto i lavori l’Architetto Emanuele Vignolo. “Tutto è nato – spiega il Parroco di Ovada Don Giorgio Santi - nel 2000, quando ancora presente Don Valorio, venne celebrata la festa del Corpus Domini in questa zona e si avvertì la necessità di un luogo di culto. La coincidenza poi nell’Anno del Giubileo dell’apparizione dei pastorelli a Fatima ci suggerì di dedicare questo luogo alla Madonna, per cui lo scorso anno durante il pellegrinaggio della Parrocchia a Fatima provvedemmo all’acquisto dell’imma-
gine da sistemare nell’edicola”. Da allora il quartiere ha sempre registrato momenti di preghiera in particolari occasioni dell’anno, oltre alla presenza delle Suore della Santa Croce che visitano le persone anziane e gli ammalati. Ci sono ancora alcuni piccoli lavori per completare la cappellina, poi qualche famiglia del luogo dovrà anche prendersi cura della pulizia. “Ci auguriamo – conclude Don Giorgio – in un risveglio di fede e partecipazione in questa zona, molto abitata”. (l.r.) Nella foto il Parroco Don Giorgio Santi e il Vice Don Domenico Pisano durante l’inaugurazione
Madonna del Carmmine:: uultimati ltimati i llavori avori aall’organo ll’organo SSerassi erassi uuno no ddei ei ppiù iù aantichi ntichi ddella ella pprovincia rovincia
In festa l’Oratorio dei Turchini Q uest’anno la ricorrenza della Madonna del Carmine sarà festeggiata dalla Confraternita della SS. Annunziata, domenica 19 luglio con una solenne processione. Si tratta della festa celebrata dall’Oratorio di Via S. Paolo della Croce, quello dei Turchini, per il colore delle cappe. La festa si ricollega alla particolare devozione dell’Ordine degli Eremiti, costituito nel XIII secolo sul monte Carmelo in Palestina, verso nostra Signora del Carmine. Dopo il fallimento delle Crociate i frati Eremitani si rifugiarono in Europa e l’Ordine nel 1600 adottò una regola rigorosissima che ebbe i suoi paladini in Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce. Nell’Ordine fu sempre molto vivo il culto della Madonna che venne diffuso attraverso lo scapolare che la tradizione religiosa popolare riteneva concesso dalla Madonna a San Simone Stock, generale dell’Ordine dei Carmelitani nel 1245. In preparazione della festa, l’Oratorio della SS. Annunziata a partire da giovedì 16 luglio rinnova il
rito del triduo, che comprende la santa Messa al mattino alle 8.30 e il santo Rosario con l’adorazione eucaristica alle ore 20.45. Si tratta della liturgia preparatoria alla solenne processione del 19 luglio, preceduta dalla santa Messa solenne alle ore 17.30 con il coro degli Scolopi diretto dai Maestri Patrizia Priarone e Carlo Campostrini. Per le vie della città sfileranno i Confratelli vestiti con cappe e tabarrini di antica e pregevole fattura , seguiti dal-
le grandi Casse processionali in legno scolpito e dorato dell’Annunciazione di Anton Maria Maragliano (1738) e della Madonna del Carmine opera di Luigi Fasce (1735), e dai Crocefissi arricchiti con puntali decorati con fiori e fregi in argento, oltre alle Confraternite della Diocesi. Sarà presente in processione la banda musicale “A. Rebora” diretta dal maestro Giovanni Battista Olivieri. La Chiesa sarà adornata, come ogni anno, con splendide compo-
sizioni floreali grazie alla famiglia Giraudi in ricordo di Pietro e Maria Giraudi. Per la patronale sono stati anche ultimati i lavori di ripulitura generale all’organo da parte dei fratelli Marzi. Si tratta di un intervento che segue dopo oltre vent’anni quello del restauro generale. L’organo da attribuirsi ai fratelli Serassi di Bergamo risalente al 1832 è stato poi ampliato dalla Ditta Bianchi di Novi Ligure a fine 800 ed è uno dei più antichi della provincia. (l.r.)
l’inchiostro fresco
OVADA
Luglio 2015
“Tempi” incerti
Il Centro di Formazione Professionale “ Casa di Carità” tra i primi dieci presentati alla Compagnia San Paolo
“Territori da vivere”: una sfida importante G rande soddisfazione alla Fondazione “Casa di Carità Arti e Mestieri” per il risultato ottenuto relativo alla partecipazione al bando proposto dalla Compagnia San Paolo sui Territori da Vivere. Il piazzamento fra i primi dieci su cento presentati rappresenta un’interessante sfida che permette di intervenire con gli strumenti della formazione e della comunicazione nel tessuto della promozione del patrimonio culturale e paesaggistico per il triennio 2015 – 17. Il progetto, presentato agli organi di informazione presso la Sala “Quattro Stagioni” del Comune di Ovada, è partito da un’attenta osservazione del territorio in cui operano i tre Centri della Casa di Carità in provincia di Alessandria e cioè quelli di Ovada, Novi Ligure e Tortona per poi costruire una linea di intervento. “In questa area che ha beneficiato delle aree di passaggio – spiega la referente del progetto Elena Gualco – dai tempi dell’antica Via Postumia presso Libarna, delle medievali vie del Sale verso la Liguria fino alle attuali direttrici del traffico economico nazionale ed internazionale, esistono luoghi di storia, cultura e tradizioni, le persone si muovono sempre più, ma meno consapevoli del patrimonio storico culturale su cui poggiano i loro passi, per cui abbiamo un bene che rappresenterebbe, se valorizzato, uno strumento di sviluppo importante”. L’obiettivo del progetto è dunque il miglioramento complessivo della vivibilità delle città e dei paesi seguendo due temi: il paesaggio con la porta di ingresso alla zona individuata dall’Unesco nel giugno 2014 “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte Langhe Roero e Monferrato” e la storia dei luoghi, delle persone, delle devozioni religiose. Pertanto l’impegno della Fondazione Casa di Carità è quello di formare nuovo il capitale umano ossia un team di volontari coordinati da tutor esperti per supportare le azioni che i partner stanno realizzando per la costruzione di un’identità turistica competente ed attraente. Ad oggi i partner sono i Comuni di Ovada, Novi Ligure e Tortona, Alexala ATL della provincia di Alessandria, l’Associazione Oltregiogo, l’Istituto di Istruzione Superiore C. Barletti di Ovada, l’Associazione Libarna Arteventi, il Lions Club di Ovada e il Rotary Club Ovada del Centenario, oltre al contributo della Soprintendenza ai Beni archeologici, la Diocesi di Acqui, il Paniere dei prodotti della provincia di Alessandria, l’Accademia Urbense di Ovada e l’Associazione Tortona 360. Il progetto avrà poi nella sua fase finale percorsi, guide e contenuti on line sui temi condivisi dai “Territori da Vivere” gli itinerari archeologici, storici, di devozione e il paesaggio con la revisione della comunicazione e del calendario delle manifestazioni Il
catalogo delle attività formative è in preparazione, ma già sono aperte le iscrizioni al primo corso di “Tecnico dell’Accoglienza Turistica” di 600 ore organizzato ad Ovada da ottobre 2015 a giugno 2016. (l.r)
L’ovadese sul web
Da sinistra il Docente Massimo Giordani del Politecnico di Torino, il Direttore della Casa di Carità di Ovada Marisa Mazzarello, il Sindaco Paolo Lantero, referente del progetto Dott. Elena Gualco, l’Assessore Grazia Di Palma,
Nelle analisi dei siti internet più rilevanti a livello mondiale cliccatissimi: il Museo della Maschera di Roccagrimalda, il Castello di Trisobbio, il Castello di Tassarolo, il Museo dei Campionissimi, la Parrocchia N.S. Assunta di Ovada, il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, oltre al Forte di Gavi e ai Musei di Pellizza in Volpedo.
Grande visibilità per l’associazione ovadese Cittadinanaza Attiva presente in Ovada
“Vedrai” in rete Obiettivo sanità N S elle settimane scorse Vedrai…associazione di volontariato che si occupa di apprendimento, autonomia e comunicazione con informatica, telematica e più canali comunicativi, con sede ad Ovada ed operante da dodici anni sul territorio alessandrino con collegamenti tra il Piemonte meridionale e la Liguria, è stata ammessa a far parte come socia del GLIC, la rete dei Centri ausili operante a livello nazionale, con sede presso l’Ausilioteca di Bologna. I centri ausili si qualificano per la loro attività di informazione, consulenza sperimentazione, formazione sugli ausili tecnologici adatti alle persone con molteplici tipi di disabilità. Spesso collegati alle ASL oppure a Istituti di riabilitazione, i trenta centri ausili operanti in Italia sono un patrimonio a disposizione anzitutto delle persone disabili e delle loro famiglie: spesso le tecnologie informatiche possono cambiare la vita in senso più che positivo. L’attività e l’elenco dei centri è consultabile sul sito: www.centriausili.it Vedrai… porterà alla
rete nazionale soprattutto due specificazioni: la grande rilevanza che ha il volontariato nella sua attività, superando spesso barriere economiche; la sperimentazione praticata con tutte le principali tipologie di disabilità, ma soprattutto con le gravi disabilità motorie, psichiche, genetiche e sensoriali. Per contatti: www.vedrai.it oppure vedrai@vedrai.it (l.r.)
ono intervenuti anche il Presidente nazionale Tonino Aceti e il Segretario regionale Alessio Terzi alla nascita presso il Salone “Padre Giancarlo” della Chiesa dei Padri Cappuccini della delegazione ovadese di “Cittadinanza Attiva”, gemmazione dell’Assemblea di Acqui Terme coordinata da Giorgio Pizzorni. I vertici nazionali e
Cos’è “Cittadinanza Attiva”
“C
ittadinanza Attiva” è un movimento di partecipazione civica, nato nel 1978, che opera in Italia e in Europa per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori. Dal 2000 è membro del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU) presso il Ministero dello Sviluppo economico. Attraverso 21 sedi regionali e 270 assemblee locali Cittadinanza Attiva si occupa di: Sanità, Politiche dei consumatori, Giustizia, Scuola, Cittadinanza europea e attivismo civico in Italia e nel mondo. Nel 2011 Cittadinanza Attiva, nella figura dell’allora Segretario Regionale, Gabriele Ideo, aveva concesso il proprio patrocinio alla Scuola Italiana del Cittadino Responsabile, promossa da Associazione Vela e Fondazione CIGNO. La Scuola, che da allora ha mantenuto le proprie affollate lezioni con cadenza mensile, trattando svariati argomenti, ha per finalità fornire ai cittadini gli strumenti culturali per un corretto utilizzo del servizio sanitario nazionale, evitando il consumismo sanitario e promuovendo un corretto stile di vita. Vela e Fondazione CIGNO hanno anche presentato la “Carta di Varazze 2015” dal titolo “Quando la sanità si ammala, le cure proposte dai malati”. (l.r.)
regionali di “Cittadinanza Attiva” prima hanno visitato i reparti dell’Ospedale di Ovada accompagnati dalla Dott.ssa Paola Varese e dal Direttore Sanitario Simone Poretto, per poi essere accolti nel Salone “Padre Giancarlo” dal Presidente di Vela Mauro Corazza, dal Senatore Federico Fornaro, dai rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e dalle Associazioni operanti in città. L’incontro si è collocato nell’ambito della campagna nazionale itinerante “Sono malato anch’io – la mia salute è un bene di tutti” ed è stata l’occasione per presentare la carta dei diritti del malato al Pronto Soccorso, promossa dal movimento dei cittadini insieme con la SIMEU, la Società Italiana di Medicina di Urgenza, e l’Academy of Emergency medicine and care (AcEMC). Il documento è stato illustrato dall’Assemblea acquese all’Hotel Nuove Terme, alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni locali e Regionali oltre che di ASLAL.
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“L
a meteorologia non è divinazione, ma è applicare nozioni scientifiche su qualcosa di così sfuggente come il tempo. È anche e soprattutto una passione, che nasce quando si è piccoli e che non ti lascia mai solo un minuto”, con queste parole ricche di entusiasmo, Nicola Gastaldo, meteorologo nato a Masone, ma che vive tra Masone ed Ovada, ci ha spiegato la sua affascinante professione. Professione che lo porta, quasi letteralmente, a stare sempre con “la testa fra le nuvole e i piedi bene appoggiati sulla fisica” come egli stesso ammette: “Anche quando andavo alle elementari le maestre mi dicevano che avessi il pallino del tempo. Diciamo che la svolta è arrivata a 15-16 anni quando – continua nel racconto il nostro interlocutore – ho realizzato le mie prime previsioni per qualche negozio di Ovada. La cosa si è allargata ed ora collaboro, oltre che con il Centro Epson di Masone, anche con tre radio, www.radiogioia.it di Biella, www.radiomillionaire.it di Torino e www.radiofrancoalfano.it, dove faccio le previsioni del tempo”. Domandiamo a Gastaldo se ormai, viste le nuove tecnologie, non si sia persa quella “romantica incertezza” sul “che tempo che fa”?: “Diciamo che la meteorologia non è dire delle profezie, bensì fare delle stime, delle previsioni appunto, quindi non bisogna prestare troppa fede a quello che gli smarhphone o i canali tematici ci propongono. Se io che sono ad Ovada non collaboro con il meteorologo di Novi Ligure, le mie previsioni saranno comunque erronee”. Troppo spesso attraverso la meteorologia si crea allarmismo: “Concordo. Io ho previsto un’estate fresca e con rovesci, vi saranno brevi punte di caldo molto intenso. Dicendo questo non voglio creare allarmismo solo rendere più consapevoli le persone”. Eleuterio
Luisa Russo
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l’inchiostro fresco
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OVADA
Luglio 2015
“E…state in Ovada”
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ivere Ovada come una vera e propria meta turistica, dove non manca mai il divertimento e dove si pensa al divertimento di tutti, dai bimbi ai nostalgici anni ’70: questo è il filo conduttore e l’idea dei rinnovati appuntamenti per i “Venerdì di Luglio” che sono stati chiamati “E…state in Ovada”. Per divertirsi non è necessario macinare centinaia di chilometri, ma quest’anno basterà uscire di casa e dirigersi in centro città. Il calendario è fitto, ricchissimo, ed è stato possibile renderlo importante grazie alla preziosa collaborazione dell’Amministrazione Comunale, del Corpo della Polizia Municipale e delle molte associazioni che hanno contribuito a creare per ogni tema un vero evento. Dopo l’avvio del 26 giugno con “Ovada dei Piccoli” e del 3 luglio con “Ovada a 4 Zampe”, il 10 luglio si svolge “Carnevale e Silent Party”, una vera e propria coloratissima festa di carnevale estiva; Rio si trasferisce in Ovada, nelle piazze del centro Flash Mob e sfilata finale dei gruppi meglio mascherati, con votazione del miglior gruppo mascherato; inoltre in Piazza Assunta l’imperdibile evento dei Peakbeta: ritorna il fantastico e mitico Silent-Party e pronti a ballare tutta la notte. Il 17 luglio “Seventy Uò”: per una sera Ovada verrà trasformata e si ritornerà ai mitici anni ’70, con la partecipazione di Auto, Moto e Pullman d’epoca ed il concorso “Vota il miglior look anni ‘70”. Il 24 luglio “Ovada in Saldo”, mentre la Pro Loco farà “Girare le Balle” nel famosissimo palio ovadese in Corso Libertà, i soci di Vivi Ovada propongono i loro migliori saldi estivi… un po’ come il venerdì nero americano… cercare lo sconto pazzo e votazione della vetrina più bella. Il 31 luglio La “Notte dello Sport” nel centro storico della città, con la possibilità di vedere in pratica quello che offrono gli atleti del nostro territorio con vere dimostrazioni all’aperto. Infine il 7 agosto “Capodanno Estivo in Bianco” con la collaborazione di Enoteca Regionale Ovada. Dalle 21 in poi degustazione vini e prodotti gastronomici del territorio Parteciperanno i migliori produttori locali di prodotti gastronomici della zona ad una serata in cui il tema principe sarà colorato di un candido bianco La serata è accompagnata dalla prima edizione di “Inebrianti di Ovada” brindisi offerto dall’Enoteca Regionale di Ovada. (e.p.)
Campomorone: nascerà a Isoverde il primo “hospice” per gli animali selvatici
In Valpolcevera l’Ospedale degli animali Sensibilità a confronto E ra già stato anticipato alcune settimane fa nell’intervista sul nostro sito al Sindaco di Campomorone, Paola Guidi, ora c’è l’ufficialità: il primo “ospedale” destinato agli animali selvatici vedrà la luce ufficialmente in Alta Val Polcevera, e precisamente a Santo Stefano di Isoverde, piccola frazione del Comune di Campomorone immersa nel verde delle colline del genovesato. I lavori per la realizzazione di questo importante presidio, che sarà il primo della Liguria, inizieranno a partire dal mese di luglio. L’edificio che ospiterà questo singolare “ospedale” sarà l’ex scuola di Santo Stefano, assegnata dal Comune all’ENPA (Ente Nazionale Protezione
entre in Valpolcevera gli amministratori locali e gli ambientalisti si attivano in iniziative come questa, mirata ad alleviare le sofferenze degli animali selvatici e a garantire l’equilibrio dell’habitat naturale dell’Appennino ligure-piemontese, tra le colline dell’Alto Monferrato non si respira un’analoga aria come dimostra la vicenda del “canile lager” di Tagliolo scoperto quasi per caso. Nella pagina a fianco un’intervista a Piero Rapetti, Capo Nucleo Guardia Zoofila della provincia di Alessandria. (GB Cassulo)
ai veterinari vi saranno anche volontari dell’ENPA che si prenderanno cura degli animali- Sono molto poche le strutture di questo tipo esistenti in Italia, motivo per cui il nuovo ospedale di Santo Stefano di Isoverde sarà particolarmente importante. In Italia il primo hospice per gli animali selvatici è nato nel 1997 nei pressi di Roma e, ad oggi, ricovera in media circa cinquemila pazienti ogni anno, altre strutture si trovano a Quart (Valle d’Aosta), a Bernezzo (Piemonte), a Cenate Sopra (Lombardia, gestito direttamente dal WWF), a Treviso (Veneto), a Codigoro (Emilia Romagna), a Catanzaro (Calabria) ed a Olmedo (Sardegna). Fabio Mazzari
La questione trasporti sul tavolo di lavoro: dall’Assessore regionale Francesco Balocco le risposte
Al Piemonte la Genova-Ovada-Acqui Terme D opo la Sanità ad Ovada si è parlato di trasporti grazie all’intervento dell’Assessore Regionale ai Trasporti, Francesco Balocco. Per Ovada Sanità e Trasporti rappresentano due grossi problemi sul tavolo della Giunta Lantero che coinvolgono anche la vicina Valle Stura e l’Acquese. Buone notizie arrivano dalla Sanità annunciate dal Senatore Federico Fornaro: lo sblocco delle assunzioni con bandi per l’ingresso di personale medico ed infermieristico, mentre parte il tavolo di confronto con la nuova dirigenza Asl e i Sindaci. Intanto il nuovo Direttore Sanitario, Gilberto Gentili, ha già visitato la struttura ospedaliera di Ovada incontrando il personale medico e il Sindaco Paolo Lantero. Si attendono naturalmente le prime indicazioni sperando che sia confermato quanto già annunciato nell’incontro della Soms. Per i trasporti il quadro della situazione attuale vede Ovada e il suo hinterland di sedici comuni assai penalizzata: la linea ferroviaria “Ovada-Alessandria” è stata soppressa per il trasporto passeggeri e sostituita da autobus; la “Acqui-OvadaGenova” ha avuto il taglio di alcune corse e viaggia comunque con problemi di non poco conto per i pendolari. La via che sta seguendo l’assessorato ai trasporti della
Dott. Sergio Diana Medico Chirurgo Prof. a c. di impiantologia Università di Genova Specialista in Chirurgia Maxillo - Facciale Specialista in Odontostomatologia C.T.U. Tribunale di Genova
Orari Via Torino 54 Ovada Lun 9 - 12.30 Mer 9 - 12.30 Gio 15 - 19.30
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Animali) dopo un bando di gara lanciato nell’aprile de 2014. La struttura, di due piani facilmente raggiungibile dal centro della frazione, funzionerà da vero e proprio “pronto soccorso” per la numerosa fauna selvatica che si trova nelle vallate dell’entroterra genovese: cinghiali, daini, caprioli, volpi, tassi, lupi, scoiattoli, ma anche uccelli, in particolare rapaci, anfibi ed altro ancora. I “pazienti” che saranno trovati feriti nei numerosi boschi della Liguria verranno portati in questa struttura, dove avranno tutte le cure necessarie grazie ad un personale di medici veterinari specializzati e, l’hospice servirà anche come ricovero notturno per gli animali in caso, ad esempio, di calamità naturali. Oltre
Via XX Settembre 8/2 Genova Lun 15 - 19.30 Mar 9 - 17.00 Mer 15 - 19.30 Ven 15 - 19.30
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Regione Piemonte è di chiedere che la tratta “Acqui-Ovada-Genova” sia trasferita dalla competenza della Regione Liguria a quella del Piemonte, con conseguente passaggio delle risorse relative: “E’ una richiesta che ha una ragione ben motivata - afferma l’assessore della Regione Piemonte Balocco - darebbe continuità alla linea Asti- Acqui, che diventerebbe Asti-Acqui-Ovada-Genova, con possibilità di incrementare i passeggeri e quindi gli introiti, e razionalizzazio-
ne del percorso e degli addetti: questo porterebbe anche ad un risparmio di gestione, che si aggirerebbe sul 10%. Con questa cifra a disposizione, potremmo prendere in considerazione la possibilità di ripristinare alcune corse sull’Ovada-Alessandria.” Quindi, le due operazioni sono collegate e successive: la richiesta al Ministero di passaggio di competenza è stata inoltrata e adesso non resta che aspettare che si segua l’iter necessario. I tempi comunque non saran-
no brevi per poter ottenere il cambio di competenza che è stato richiesto, anche se la speranza di un processo accelerato, in base alle necessità emerse, è concreta. Sempre troppo lontana comunque, per gli utenti delle due tratte, per Genova e per Alessandria: per quest’ultima è stata vibrante la richiesta di un provvedimento che ripristini la linea ferroviaria, da parte della rappresentante dei pendolari. “Vengo dalla Valle Stura e lavoro ad Alessandria: la mia vita, come quella di molti altri nelle mie condizioni, è stata notevolmente complicata dalla soppressione dei treni passeggeri su questa tratta: il trasporto su gomma non sostituisce in modo altrettanto positivo il treno e crea assai più disagi”. Nel periodo estivo c’è poi in programma anche la soppressione dei mezzi su gomma nei mesi estivi per raggiungere Ovada dai paesi: “E’ improponibile una situazione di questo genere – ha fatto presente Francesco Campora - il servizio di trasporto deve esserci tutto l’anno e nei fine settimana: non è pensabile che ci siano comuni che restano isolati, e i cui cittadini sono impossibilitati a raggiungere il centro zona, se non con mezzi privati”. Luisa Russo
Sergio Scolaro
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La parola alla Minoranza Consiliare: intervista all’ex Sindaco, Giancarlo Sardi
Il punto sulla vicenda del canile
Predosa? Un paese oggi bloccato Orrore a Tagliolo MATTIA NESTO
MATTIA NESTO
@Mattia Nesto
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A
bbiamo raggiunto l’ex Sindaco di Predosa, Giancarlo Sardi, per un’intervista sul futuro del paese, stretto tra le morse del Patto di Stabilità e la necessità di attuare i lavori di manutenzione e politiche oculate. “Se io dovessi descrivere quest’anno trascorso sui banchi della Minoranza, lo definirei un anno perso – dice Sardi – Non tanto per me, quanto per Predosa. Infatti non ho visto nulla, alcun investimento, vedremo se nel bilancio di previsione (non ancora discusso in Consiglio, ndr) l’attuale Maggioranza rispetterà le promesse elettorali”. Sardi però ha subito precisato che non addossa: “Le colpe dei non investimenti all’attuale Amministrazione, bensì al fatto che il Patto di Stabilità impone ai piccoli Comuni l’impossibilità di disporre delle risorse. Ciò che imputo all’Amministrazione – prosegue l’ex Primo Cittadino predosino – è il fatto che, proprio per tali ristrettezze, non abbia pensato a nuove politiche, in modo da non dare ai cittadini la sensazione, anche molto tangibile, di imporre solamente tasse tralasciando di sostenere quei servizi rivolti alle famiglie e alla crescita culturale”. Domandiamo a Sardi se, a distanza di un anno, si sia spiegato i perché della sua sconfitta elettorale: “Io ho fatto una campagna elettorale in sordina in quanto, con i tagli economici imposti dallo Stato, non ho avuto il coraggio di presentarmi ai cittadini per promettere grandi cose – spiega il nostro interlocutore – Cosa che invece non ha fatto la mia controparte che ha condotto nei miei confronti una campagna molto aggressiva, anche andando sul personale. In più l’incendio doloso dell’Edificio comunale è stata, diciamo così, la ciliegina sulla torta che ha bloccato gli investimenti più importanti”. Se tornasse indietro cambierebbe qualcosa del suo operato?: “No, nulla – risponde pronto Giancarlo Sardi – Piuttosto, col senno del poi, sarebbe stato meglio presentarsi subito dopo il mio primo mandato (Sardi è stato Sindaco di Predosa dal 1999 al 2004 e dal 2009 al 2014, ndr). Questo lo dico perché all’epoca del mio primo mandato, agli albori del 2000, c’erano le risorse per avviare nuove politiche pubbliche. Quando, dopo una pausa di cinque anni, sono stato nel 2009 rieletto, ciò che avevo predisposto dieci anni prima l’ho trovato o derubricato, o cancellato o rimaneggiato. (Unione dei Comuni, edilizia scolastica, Piano
regolatore, Patti territoriali, ndr). Mi sono rimboccato le maniche ma i cinque anni del mio ultimo mandato, nell’ottica amministrativa, non mi hanno permesso di far molto”. Spesso si legge sui giornali locali di problematiche relative all’inquinamento nel territorio di Predosa e di presunte discariche abusive, c’è qualcosa di vero?: “Il territorio di Predosa è integro e non inquinato – afferma l’ex Sindaco – Anche grazie al lavoro di un’azienda come la Riccoboni – Grassano che trasforma il dannoso in utile, il territorio predosino è integro, nonostante si sentano e si leggano ancora attacchi alla stessa Riccoboni, che porta tra l’altro lavoro e occupazione. I problemi sono in altre zone, non qui”. Prima di congedarci, chiediamo a Sardi quale potrebbero essere le linee guida per lo sviluppo di Predosa: “A mio giudizio sono due le cose fondamentali: il lavoro e la programmazione – sostiene deciso il nostro interlocutore – Lavoro vuol dire fare in modo che le attività imprenditoriali con politiche aziendali serie e certificate, si possano installare
@Mattia Nesto
vincia di Alessandria che ci ha illustrato quanto avvenuto: “Nei 18 box presenti sono stati trovati quattro cani ancora vivi ma in pessime condizioni igienicosanitarie e oltremodo debilitati
ercoledì 1° luglio per le vie di Ovada è stata indetta una fiaccolata, organizzata dai volontari E.N.P.A. cittadini e della zona, per “chiedere giustizia… per dire mai più …per non dimenticare” l’orrore del “canile lager” di Tagliolo Monferrato, sito in località “Caraffa”, dove da qualche anno era presente un allevamento di Labrador. Purtroppo la vicenda ormai è nota: nella mattina di lunedì 15 maggio lo spettacolo che si è parato davanti ai Carabinieri della locale Mattia Nesto mentre intervista Piero Rapetti stazione è stato davvero con facilità sul territorio, come la lo Stato permette ai piccoli Comuni da film dell’orrore. Per saRiccoboni, mentre programmazio- di tornare a gestire maggiormente perne di più, abbiamo raggiunto e affamati, due carcasse nelle ne significa avere idee chiare, come le proprie risorse, oppure l’accorpa- Piero Rapetti, docente di Tec- gabbie e i resti di altri sedici razionalizzare le spese, con, ad mento in entità più grandi è l’uni- nologia di Acqui Terme, guardia cani sono stati rinvenuti nella zoofila capo nucleo per la Pro- “zona notte”, presumibilmente esempio, l’Unione dei Comuni. O ca soluzione”. morti di fame e sete. In più – ha continuato la guardia zoofila Rapetti -, in un congelatore, sono di Davide F Ferreri Ferreri stati ritrovati i resti di quattro cani ed un gatto”. Uno scenario da incubo che, mentre stiamo andando in stampa, non ha ancora trovato un “colpevole” ufficiale (anche se il proprietario dello stabilimento è stato denunciato per maltrattamento e più volte interrogato in merito). “Come E.N.P.A. avevamo già segnalato il canile nel 2011 – dice il nostro interlocutore – Ma poi non si era conon si hanno notizie, credo, nella storia intera, di donne che abbiano dichiarato una guerra o si siano messe cretizzato nulla. Purtroppo oggi a capo di un esercito. Come, nella cronaca penosa e sempre uguale della truffa nostrana, le figure femmiveniamo a sapere, a distanza di nili sono pressoché assenti. Non è solo il minor numero nella politica e ai governi a giustificare una maggiore quasi 5 anni dalla prima segnarettitudine, ci pensa la natura (la donna deve generare e non annientare) e la cultura (il maschio, che cresce meno o mai, vuole giocare con i soldatini anche da grande e fare il tifoso anche fuori dallo stadio). La prossima lazione, che quello era un canile rivoluzione potrebbe partire dal genere. degli orrori”. L’augurio è che storie come queste non si debbano Davide Ferreri né più leggere né più raccontare, ma ci chiediamo: perché chi di dovere non è intervenuto? Il Sindaco di Tagliolo, che per legge è la massima autorità sanitaria locale, non era forse a conoscenza di quanto stava accadendo sul suo territorio? Attendiamo risposte in merito.
l’Arca
Donne
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Inchiostro fresco TV
Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it un filmato sulla frana di Grillano
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l’inchiostro fresco
RONDINARIA
Luglio 2015
Almanacco a cura di Samantha Brussolo e Daniele Cifalà
Divertirsi a Rondinaria
Bosco Marengo News
Frugarolo: la Sagra del Bufalo
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ome ogni anno dal 26 giugno al 28 giugno presso l’area verde Piazzale “Lella Lombardi” si è svolta la “Sagra del Bufalo” di Frugarolo. Finito di gustare gli ottimi piatti il divertimento è stato assicurato dalle orchestre che hanno coinvolto i presenti in balli country molto suggestivi. Daniele Cifalà
Gavi: una festa tira l’altra
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n giugno ricco di eventi a Gavi, che si è animata da spettacoli e musiche, appuntamenti con la cultura, la storia e l’arte. Un carnet composto dalle esibizioni della falconeria, dalle visite guidate al Forte e dall’osservazione delle meraviglie della volta celeste. Queste iniziative sono state patrocinate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dall’Associazione Amici del Forte di Gavi e dal Lions club Gavi e Colline del Gavi. Apprezzatissimo dal pubblico Sebastiano Pantaleo, il falconiere torinese che ha condotto le evoluzioni di sei uccelli rapaci, tra cui l’aquila Dea, librati in volo dal bastione della Mezzaluna del Forte. Suggestivo l’appuntamento con le stelle, promosso dal gruppo arquatese astrofili, i quali hanno puntato quattro telescopi su Saturno per scoprire tutti i suoi segreti. Anche gli esercenti gaviesi hanno saputo attirare l’attenzione dei turisti, con il tradizionale “Mercatino del borgo”, nato per promuovere l’enogastronomia e l’artigianato locali. Il logo del Mercatino del Borgo
Marta Calcagno
Auto d’epoca
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alto nel passato in Provincia di Alessandria con la rievocazione d’auto d’epoca “Circuito Bordino”, tenutasi il 19, 20 e 21 giugno in onore di Pietro Bordino, pilota italiano della scuderia Fiat negli anni 20’, morto proprio ad Alessandria a bordo di una Bugatti prima di una competizione. Le autovetture, veri gioielli a quattro ruote condotti per metà da stranieri giunti in terra nostrana per prendere parte alla manifestazione, ci riportano indietro di quasi un secolo, negli anni seguenti il primo conflitto mondiale. La più antica di queste autovetture, infatti, risale al 1923 mentre le più recenti, si fa per dire, rappresentano il simbolo della rinascita e dell’uscita dalla guerra, essendo collocabili storicamente intorno agli anni 50’. Il raduno, al quale hanno preso parte più di cinquanta autovetture, ha preso il via dal capoluogo piemontese per poi dirigersi verso le Langhe attraverso i paesi di Mombaruzzo, Pollenzo, Treiso, Monforte, Barolo e Alba, e successivamente far ritorno in Provincia e concludersi dinnanzi lo splendido scenario del Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo. Giunte una ad una dopo la prova cronometrata tra Frugarolo e Bosco Marengo, le autovetture sono state posizionate sul prato dinnanzi la chiesa per farsi ammirare e fotografare da una folla di curiosi ed appassionati, che non hanno perso tempo a scambiare opinioni con equipaggi italiani e stranieri in attesa del pranzo di chiusura. La manifestazione oltre a ridare luce ai fasti del passato, ha avuto anche il privilegio di mettere in risalto le bellezze paesaggistiche delle Provincia di Alessandria e delle Langhe, quest’ultime nuove entrate nei siti patrimonio dell’Unesco. Samantha Brussolo
Una mostra di pittura... senza età
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orna l’arte in Santa Croce. Presso il Complesso Monumentale di Bosco Marengo, infatti, sarà visitabile fino a domenica 19 luglio la mostra “L’arte è per tutti” con ingresso il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Gli artisti che espongono alla mostra – sessantotto artisti per settantacinque opere - appartengono a diverse generazioni con diverse esperienze di vita. Molti di loro hanno una formazione accademica, ma alcuni sono autodidatti, avendo fatto proprio il linguaggio artistico a seguito di conoscenze intraprese in campo poetico, tecnico e letterario. Tutti, ad ogni modo, avendo operato in differenti realtà territoriali, spesso di grandi dimensioni, hanno preso parte a gruppi e movimenti, sostenendo l’arte come un linguaggio
universale per parlare all’umanità o, come si desume dal titolo della mostra, per parlare con tutti. Eterogeneo dunque il contenuto delle opere. Esse sono infatti libere ed appartenenti a correnti differenti, ma allo stesso tempo accomunate dalla medesima preoccupazione per la condizione dell’uomo in epoca contemporanea e dal medesimo obbiettivo di far rivivere il passato e quei principi che oggi sembrano sgretolarsi di fronte alla rapidità degli eventi. Rallentare e ricercare, o non dimenticare, le proprie radici può essere dunque considerato il filo conduttore di una mostra che, inserita in un sito storico di grande interesse, contribuirà a valorizzare il piccolo borgo alessandrino. Samantha Brussolo
Festa di fine anno scolastico all’ombra di Santa Croce
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l tempo purtroppo, non è stato clemente, ma la voglia di stare assieme, giocare e divertirsi dei bambini e dei ragazzini, ha fatto si, che la prima edizione della Festa d’inizio Estate al Complesso Monumentale di Santa Croce, abbia avuto un gran successo. Le associazioni, che ne hanno permesso la realizzazione, colgono l’occasione per ringraziare l’ Amministrazione per gli spazi concessi. La manifestazione, è stata anche un occasione “benefica”: sono stati infatti devoluti 300 euro all’Associazione “Terre des Hommes”, per la ricostruzione di una scuola in Nepal,crollata
nel recente disastroso terremoto. Ringraziamo le mamme, i papà e i nonni che hanno aderito all’iniziativa e che, ....sotto sotto....., avrebbero voluto anche loro, per un poco ,tornar bambini. Con l’augurio di ritrovarci presto, auguriamo a tutti Buone Vacanze!!! (s.b.)
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Antiquariato Usato al 24 maggio ogni quarta Domenica del mese l’A.T. Pro Loco di Bosco Marengo invita tutti in Piazza Mercato per passeggiare e scovare qualche oggetto interessante alla Mostra mercato dell’Antiquariato e dell’Usato. L’iniziativa giunta al secondo anno, la quale ha riscosso nella precedente edizione un’ottima affluenza di pubblico, oltre a promuovere l’Antiquariato e a mettere in mostra l’Usato è organizzata anche per mostrare le bellezze del paese come il Complesso Monumentale di Santa Croce con annesso museo, la casa natale di Papa Pio V, il Mulino con il Vecchio Lavatoio e la Passeggiata Panoramica dei Bastioni. Daniele Cifalà
Chiostri di poesia
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artedì 30 giugno si è svolta presso il chiostro di Santa Croce “Poesia nel chiostro, incontro con i poeti”, un evento promosso da Punto a Capo Editrice e dal Comune di Bosco Marengo. Si è potuto assistere alle letture delle proprie poesie da parte di numerosi poeti. Da Raffaele Floris, passando per Vanda Guaraglia, Marco Maggi, Luisa Pianzola sino ad arrivare a Giangiacomo Amoretti, il chiostro di Santa Croce è stato degno di un certame del Rinascimento. Samuele Anastasio
l’inchiostro fresco
RONDINARIA - PENSIERI IN LIBERTÀ Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester.
Alle cooperative il grano, a noi la scabbia.
F
rancia, Germania, Spagna hanno chiuso le frontiere, questi ultimi addirittura sparano alle imbarcazioni se non si qualificano adeguatamente, come sarebbe obbligato a fare qualsiasi soldato di fronte a qualcuno che non si facesse riconoscere nel tentativo di varcare certi confini. Stop! Basta! O ti presenti col visto o torni indietro. In Italia invece succede di tutto e questi traffici di merce umana che vanno avanti da anni ed anni hanno raggiunto ora livelli insostenibili e insostenibile è anche il peso morale. Pensiamo a quanti soldi sono passati per le mani dei vari Buzzi di turno, della malavita che sotto forma di cooperativa è a stretto contatto con amministrazioni e politica e gestisce la finta “accoglienza”. Ma cosa vogliono ancora farci credere dopo fior di intercettazioni? Che lo fanno in nome di una disinteressata solidarietà? Ci spieghino piuttosto i veri motivi per cui non possiamo dire “basta invasione” come tutti gli altri Stati forse più civili del nostro. Per cui non si possa impegnarsi per creare campi profughi in una zona franca sul loro territorio. Noi, invece, ci rendiamo complici dei trafficanti che al di là del Mediterraneo fanno pagare un biglietto assai salato per sbarcare sulle nostre coste e col malloppo non si comprano la merenda, ma finanziano l’Isis, che non è esattamente una robina da poco o un manipolo di fanatici terroristi come ce la vendono in tv, è uno stato dittatoriale nemico dell’occidente e alla conquista del mondo! Quindi tutti coloro che sono coinvolti in “mafia capitale” dovrebbero essere accusati di attentato contro la salute e l’incolumità pubblica ( caspita,
lo hanno fatto per molto meno a Bassolino e alla Jervolino!) e contro lo Stato e se non basta, di favoreggiamento del terrorismo internazionale e poi obbligati a vita a pulire i cessi degli alberghi-ghetto per clandestini. Responsabile anche il governo, ministero dell’interno in primis per l’incompetenza dimostrata. Noi lo diciamo nel loro interesse: se ne vanno presto a casa, ne potrebbero approfittare per fare quel volontariato che
amano tanto e di cui ora c’è assai bisogno, magari in qualche grande stazione trasformata in dormitorio per malati di scabbia e malaria. In alternativa potrebbero farsi qualche viaggetto quotidiano in seconda classe su dei bei sedili sudici e puzzolenti e provare a chiedere quanti extracomunitari hanno il biglietto. Attenti però ai colpi di machete! Ester Matis
Loro tendono le mani... e noi cosa facciamo?
Luglio 2015
I profughi tra accoglienza e allarme C i sono sostanzialmente due modi di approcciarsi alla “questione profughi”: il primo è quello dell’accoglienza, della solidarietà e dell’apertura verso chi fugge dal proprio paese per questioni umanitarie; il secondo è quello che porta l’attenzione sui problemi di sicurezza, ordine pubblico e minaccia della propria cultura e identità. I primi hanno come riferimento modelli sociali che guardano verso sinistra, i secondi verso destra. Stupisce che dopo tanti anni sia ancora così: caduto il comunismo, con l’Occidente in crisi, Grillo in politica, la società liquida e gli antichi valori non più solidi, dà sempre un certo senso di sicurezza sapere che questa dicotomia si mantenga ancora viva. Non pretendiamo in queste poche righe di risolvere la secolare contesa, né di ridurre a giusta sintesi un conflitto che andrebbe studiato più dal punto di vista antropologico che politico, semplicemente constatiamo come, con l’esplodere della questione profughi, le idee delle persone siano tornate a polarizzarsi intorno a queste due distinte posizioni. Entrambe coerenti e per certi versi giuste, dato che il nostro secolo ci insegna che non necessariamente due verità opposte si escludono. Ma lasciando il campo della metafisica e della speculazione, per tornare alla nostra realtà, tocca ai politici affrontare la questione e, attraverso la loro mediazione, stabilire se il fenomeno si possa arrestare, se le frontiere vadano aperte o serrate e se questi poveri disperati possano entrare
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akari è un libico che lavora nell’entroterra siciliano. Raccoglie frutta per dieci ore al giorno dal lunedì al sabato e per cinque ore la domenica. Il datore di lavoro dovrebbe pagarlo 700 euro al mese ma da sette mesi gliene dà solo 100 per le spese. La schiavitù sembra essere tornata in Europa, le imprese mafiose, le cooperative “alla 29 giugno” e gli scafisti sono i nuovi negrieri. Nel 2014 il numero di richiedenti asilo nel Paesi UE è arrivato a 626.065. E mentre il Consiglio europeo discute della crisi migratoria all’insegna della “solidarietà” e “responsabilità di tutti”, la Francia respinge i migranti alle frontiere, l’Ungheria vuole costruire un colossale reticolato di filo spinato ai suoi confini est e in ogni dove crescono i movimenti xenofobi. Pare quasi assurdo che esseri umani fuggiti da povertà e guerra trovino nella civilissima Europa, che invece dovrebbe portare colà benessere e tecnologia, un tragico destino come questo. Eppure è così. (a.l.)
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nel nostro territorio e in quale misura. In attesa che Renzi, l’Europa o il Padreterno trovino una soluzione, ci sono sparse per il territorio italiano, compreso il nostro, molte strutture che si danno da fare per mediare tra i nuovi arrivati e gli indigeni (che, in questo caso, saremmo noi). Come dire, il problema c’è e in qualche modo va affrontato. Fa scandalo sentire che molti si arricchiscono su questo bieco commercio di esseri umani, mentre raramente si parla della fitta rete di operatori, spesso giovanissimi e disoccupati, che si occupano di trovare alloggi, distribuire generi alimentari, soccorrere e perfino insegnare l’italiano agli spaesati profughi. Insomma che i fondi europei per l’integrazione, quando ben spesi e non consegnati alle mafie, a qualcosa servono. Creano indotto, si direbbe in termini economici, fanno girare l’economia e danno lavoro. Che non è poco. Un giorno, magari già domani l’Italia chiuderà le barriere, le forze internazionali affonderanno i barconi prima che partano, la Libia si stabilizzerà e i profughi africani si reindirezzeranno verso un’altra meta, perché l’Europa è si bella, ma triste e decadente. Quand’anche succeda, potremmo comunque definirci orgogliosi di quanti si sono prodigati (onestamente, ovvio) per fare in modo che quest’inevitabile (forse...) incontro di genti avvenga nel modo meno traumatico possibile. Questo è un aspetto della nostra cultura di cui dovremmo andare fieri, una volta tanto. Federico Cabella
Soddisfatti e rimborsati
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pesso si pensa sia opportuno rivolgersi alla propria compagnia di assicurazione per essere risarciti di un danno subito, per poi fare i conti con tempistiche burocratiche lunghissime, soldi spesi per visite mediche e ogni sorta di necessità. PATAVIUM con l’agenzia di Novi Ligure in via Pietro Isola 25 e a Tortona in via Milazzo 10, è la società a cui affidarsi per farsi risarcire i danni causati da malasanità, incidenti stradali o problematiche di cui è responsabile il Comune (quante volte capita che a causa delle buche in strada si cada e ci si faccia male?). Grazie alla professionalità ed esperienza dello staff viene garantito il diritto al risarcimento e vengono anticipate tutte le spese mediche sostenute per la cura delle lesioni subite. Il compenso dell’agenzia è esclusivamente a provvigione e gli iscritti CISL potranno godere inoltre di un trattamento particolare con uno sconto sulla percentuale richiesta. Edoardo Speranza
Per maggiori informazioni: Edoardo Speranza cell. 338/7369926 - tel. 0143/510287
Dalla Costituzione t "SU -B 3FQVCCMJDB SJDPOPTDF B UVUUJ J DJUUBEJOJ JM EJSJUUP BM MBWPSP F QSPNVPWF MF DPOEJ[JPOJ DIF SFOEP OP Fò FUUJWP RVFTUP EJSJUUP t "SU -B 3FQVCCMJDB UVUFMB JM MBWPSP JM UVUUF MF TVF GPSNF F BQQMJDB[JPOJ
Umberto Cecchetto Logistica
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Esempi virtuosi di imprenditoria locale Le nuove tecnologie al servizio delle famiglie e delle imprese: l’ecoefficienza in espansione
Progetto Assistenza
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resentiamo in questo numero “Progetto Assistenzaâ€?, il nuovo centro per l’assistenza alla persona diurna e notturna domiciliare ed ospedaliera sorto a Novi Ligure in via Marconi 65. “In questi anni sono nati, anche nelle piccole cittĂ , centri di questo tipo centri di questo tipo – dice il titolare Andrea Dapelo da noi raggiunto - E per questo non ci si può limitare od offrire un servizio fatto e finito ma occorre proporre soluzioni funzionali per ogni tipo di esigenza, andando a conoscere i reali bisogni, manifesti o meno, delle personeâ€?. Progetto Assistenza offre una gamma di soluzioni vastissima che accompagnano le persone che ne fanno richiesta da un’ora a 24 ore. “Puntiamo molto sulla selezione personale dei nostri collaboratori – afferma Dapelo - Infatti noi siamo un franchising e ci appoggiamo su un nome, Progetto Assistenza, molto conosciuto e rinomato in Italia. Dobbiamo per questo mantenere questi standard qualitativi molto elevatiâ€?. Per questo i collaboratori sono rappresentati da Assistenti di Base, Operatori Socio Sanitari qualificati e Infermieri Professionali anche per quanto concerne le badanti, altro servizio disponibile, la filiale di Novi Ligure si appoggia su una agenzia interinale qualificata. “Infine – termina il discorso il titolare – Chi viene da noi può rivolgersi a una serie di nostri collaboratori per le esigenze piĂš disparate: da l’imbiancatura della casa all’impianto elettrico. Progetto Assistenza costruisce l’assistenza giorno dopo giorno sulle tue esigenze!â€?. Eleuterio
Il novese chiama Expo
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el prestigioso sito milanese, l’Italian Makers Village in via Tortona 32 ovvero il Fuori Expo di Confartigianato, noto a tutti per essere il punto nevralgico dell’annuale Fuori Salone, si è svolto un incontro con il Distretto del Novese alla scoperta del territorio del Basso Piemonte. Ăˆ stata anche l’occasione per la presentazione del libro “Novi e il Novese. Guida alla visita del territorioâ€?, che aiuterĂ turisti e non solo ad addentrarsi piĂš a fondo nel territorio avendo a disposizione itinerari costruiti su misura e adatti ad ogni necessitĂ . Durante l’incontro di lunedĂŹ 22 giugno sono stati in molti a intervenire per promuovere la zona e le eccellenze che offre, anche a chi si trovava per la prima volta a contatto con questa realtĂ . Nella prima parte Barbara Gramolotti, responsabile del Distretto del Novese, ha presentato le loro iniziative in collaborazione con Oneiros Viaggi by il Mondo in Valigia, un’agenzia di tour operator che crea percorsi per il cliente nel territorio piemontese. CosĂŹ è successo a Fabrizio Marta, travel blogger di Vanity Fair che ha portato la sua testimonianza dopo essere stato visitatore dei territori piemontesi. L’intervistato ha raccontato sul suo blog una prospettiva diversa dei luoghi che è andato a visitare essendo su una sedia a rotelle. Successivamente l’Ing. Giovanni Castellani, rappresentante del Club Lions di Novi Ligure, ha introdotto il libro “Novi e il Novese. Guida alla visita del territorioâ€? edizioni EpokĂŠ. Scritto in due lingue con lo scopo di arrivare a piĂš persone possibili, offre itinerari turistici e gustosi fra le eccellenze del nostro territorio. Tra i protagonisti: Gavi e le sue colline, il Museo dei Campionissimi, le strette della Val Borbera, il MacArthurGlen di Serravalle Scrivia, il Centro di Novi e i palazzi dipinti e molti altri. All’interno viene proposto una sorta di pranzo immaginario che comprende tutti i migliori prodotti della zona: la focaccia, la farinata, i ravioli, il Montebore, cosĂŹ come il cioccolato Novi, i salami del Giarolo e la grappa Gualco. (e.g.)
Un caldo risparmio con Autogas Nord I l Gruppo Autogas Nord è leader nella distribuzione di gas GPL per uso domestico, agricolo e industriale; in costante espansione su tutto i territorio nazionale, è un solido riferimento nel comparto energetico, nel settore delle energie rinnovabili. Grazie ad un progetto di diversificazione realizzatosi nel 2012 - l’azienda è nata nel 1958 - il Gruppo opera in tutti i comparti dell’energia: metano, energia elettrica, fotovoltaico, biomasse, e propone differenti programmi per il risparmio energetico. Nel 2014 il progetto di diversificazione del Gruppo Autogas Nord è stato caratterizzato dal consolidamento definitivo del settore Energie Rinnovabili, con focus sul Fotovoltaico sia civile che industriale. Parallelamente, in linea con la riorganizzazione interna, si è sviluppata e strutturata la nuova divisione Energia & Efficienza, dedicata al tema del Risparmio e dell’Efficienza Energetica con particolare attenzione agli aspetti della consulenza e diagnosi energetica fondamentali per l’individuazione delle soluzioni piĂš adeguate. Energia ed efficienza: risparmio e sostenibilitĂ . “Energia & efficienzaâ€?: una nuova divisione dedicata al risparmio energetico e all’ecosostenibilitĂ che esprime, nel proprio nome, molto piĂš di uno slogan ma una filosofia e un obiettivo. Incaricati della Autogas Nord sono a vostra disposizione per individuare insieme a voi, con un sopralluogo attento e meticoloso, nella vostra casa o nel vostro luogo di lavoro, quali sono le soluzioni migliori per abbattere i costi delle bollette e migliorare l’efficienza energetica del posto.
Contenere i consumi e salvaguardare l’ambiente è possibile ed è un diritto e un dovere, nei confronti del nostro habitat naturale e dei nostri figli. Il Gruppo Autogas Nord propone alcune soluzioni finalizzate a ridurre i consumi di energia: il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi energetici in modo che ci siano meno sprechi, sia sfruttando l’energia in modo piÚ efficiente. Il risparmio energetico è un guadagno per tutti. Il consulente incaricato di eseguire un sopralluogo, è attento nel controllare il tipo di spazio riscaldato, il modo con cui si ottiene il calore, verifica l’attuale caldaia e gli altri impianti presenti, e ne calcola l’efficienza energetica
attraverso dati chiave molto precisi. Questo lavoro di indagine è fondamentale affinchÊ si possa comprendere qual è lo stato attuale dell’edificio esaminato e si possa quindi stabilire quale è il miglior intervento possibile, affinchÊ non solo ci sia una giusta spesa ma il corrispondente ritorno dell’investimento in termine di risparmio futuro. Risparmiare energia può dunque essere piÚ semplice di quanto non si possa pensare. Il Gruppo Autogas Nord propone le migliori soluzioni per ottenere minori consumi, minori emissioni, maggiori risparmi. L’azienda si propone come il vostro consulente energetico. Conviene anche grazie alle
Per info
www.autogasnord.it/it/int/vantaggi Per il Piemonte: Autogas Nord è a Volpiano. Numero Verde 800.07.99.88 – energia@autogasnord.it Per informazioni sul gruppo visitate il sito www.autogasnord.it
agevolazioni fiscali. La legge di stabilità 2015 ha prorogato al 31 dicembre 2015 la detrazione fiscale per gli interventi volti a migliorare l’efficienza energetica sulle unità immobiliari, confermando al 65 per cento la percentuale di detraibilità delle spese sostenute; tale proroga, con i medesimi termini, vale anche per i condomini. Gli interventi interessati da tale opportunità sono quelli volti ad assicurare un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, e riguardano sia interventi strutturali che impiantistici. Condizione indispensabile per fruire della detrazione è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici o su parti di edifici residenziali esistenti, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale. Se sono stati realizzati piÚ interventi agevolabili, che siano anche cumulabili, il limite massimo di detrazione applicabile sarà costituito dalla somma degli importi previsti per ciascuno degli interventi realizzati.
La primavera non ha portato solo profumi e fiori ma anche pericoli: il cinipide del castagno
Un killer si aggira nei boschi della Valle Stura VIRGINIA CALISSANO
la situazione pare notevolmente migliorata. Ciononostante il traguardo è ancora lontano, ma c’è un sistema naturale che in Italia sta funzionando per combattere il fastidioso Cinipede. Si tratta di una lotta biologica coordinata sul territorio nazionale che prevede i lanci di un altro insetto parassitoide anch’esso originario della Cina e non dannoso per i castagni: il “Kamjio”. Per parafrasare il film “Cobra”: “Tu sei il male cinipide, io, Kamjio, la cura!”.
@ @MVirgiCalissano
L’
inchiostro Fresco aveva già affrontato il problema riguardante il temibile killer del castagno (Strategie per la salvezza del castagno, convegno di Campo Ligure, 10 ottobre 2012). L’infezione della pianta si manifesta lentamente e progressivamente nell’arco delle stagioni ed è dura scovare il colpevole. Eppure “le indagini” hanno portato all’identificazione: si tratta del “Cinipede Galligeno”, ovvero una piccola vespa di 2-3 mm proveniente dalla Cina, che si riproduce per partenogenesi (ovvero da solo, ndr) per deporre poi le uova nelle gemme del castagno – nel corso dell’estate. Le larve hanno un lunghissimo periodo di gestazione che procede fino all’estate successiva e, nei mesi freddi, non è visibile la malattia, che si manifesta poi ad un anno di distanza. I primi indizi di infezione sono riconoscibili nella primavera. Al rifiorire del castagno è possibile notare delle insorgenze anomale chiamate “galle”: protuberanze sferiche lisce e lucide che variano dal verde al rosso. Questo è il segnale che le larve sono ormai “pupe” e le femmine saranno pronte a ri-deporre uova in nuove gemme e ricominciare il ciclo. Numerosi i danni per le piante ed in Valle Stura sono tangibili vista la fitta proliferazione di castagni. I rametti nati infatti non riescono a crescere ed in alcuni casi vi è anche il diradamento della chioma. Raramente, per fortuna, l’insetto porta alla morte della pianta. Ottime però sono le notizie dall’entroterra: dall’ultimo report dell’Inchiostro
Curiosità “Il cinipide è femmina”: di questo dannoso insetto esistono solo esemplari femmine, perché si riproducono per partenogenesi. Quindi non servono i maschi.
Riceviamo e pubblichiamo questo ricordo di uno scarpinatore
A proposito del Tarinè… Zaino I in spalla l recente articolo apparso sul Vostro giornale riguardante il Monte Tarinè appartenente al gruppo montuoso del Beigua mi ha ricordato un episodio della mia lontana gioventù. L’amore per la montagna è sempre stata una passione primaria e la zona di Piampaludo è stata il “Paradiso” dei campeggiatori ovadesi. Nell’estate del 1948 avevamo piantata la tenda in prossimità della località “Boschiassi”. Per una settimana abbiamo girato in lungo e in largo tutta la zona ammirando i panorami, i paesaggi, gli immensi prati verdi e le incisioni rupestri. Per eccesso di prudenza (eventuali banchi di nebbia) mi portavo appresso una busso-
I
l 19 luglio la Polisportiva di Pianpaludo (Urbe) assieme al comitato spontaneo “Salviamo il Tarinè” organizza una camminata con zaino in spalla sulle pendici del monte Tarinè per sensibilizzare la popolazione e gli amanti della natura sui pericoli derivanti dalla ventilata apertura di una miniera di Titanio. La partenza è fissata per le ore 16 presso le ex scuole di Pianpaludo e la camminata durerà circa due ore. Info: comitatospontaneoamicitarine@ gmail.com
la magnetica. Ogni tanto mi divertivo a posarla sul terreno per controllare il punto Nord. Non era sempre così: in certi posti, in certi territori l’ago magnetico ruotava come impazzito. Segno evidente che lì sotto c’era del minerale. Alla luce di fatti odierni si aprono due alternative: - Approfondire le ricerche in tutta la zona per scoprire nuovi giacimenti oppure salvaguardare il territorio come bene della natura. Al buon senso degli uomini la decisione. W.S. (anziano campeggiatore)
E...state a Piampaludo
L
a Polisportiva di Piampaludo ha organizzato nei mesi di luglio ed agosto numerosi appuntamenti che renderanno “da ricordare” l’estate passata all’ombra del Monte Tarinè. Dopo una merenda a base d’anguria svoltasi domenica 28 giugno nella suggestiva Rocca della Marasca e il “Banchettando in Campo” di domenica 5 luglio durante la quale i bimbi di Urbe sono stati protagonisti con un “laboratorio di trucco” degno di Hollywood, gli appuntamenti proseguiranno poi con tradizionale “Festa della porchetta”, giunta ormai alla quarta edizione. Infine domenica 28 luglio tripudio di oggettistica e bricolage con i “Mercatini del Fai da Te”. Scaramouche
Una Valle che punta sulla cultura
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a cultura è l’oro dell’Italia è stato detto da più parti, la nostra miniera su cui puntare per valorizzare il turismo e l’economia. Un esempio lo abbiamo nelle nostre zone, e precisamente in Valle Stura dove, da Mele a Tiglieto, negli ultimi anni, è nata una rete museale unica in Liguria, che ha portato alla scoperta di questa valle, così vicina a Genova ma ancora poco conosciuta. Il “Museo della carta” di Mele, recentemente ampliato e situato nei locali di una vecchia cartiera, è ormai un punto di riferimento sia per le scuole, con i bambini e i ragazzi che si rendono conto del lavoro nei secoli scorsi, che per tutti gli appassionati della carta artigianale e dei suoi molteplici utilizzi. Il Museo “Andrea Tubino” di Masone, nato quasi per scommessa nel 1980, all’interno dell’antico convento degli Agostiniani, è il più importante museo della Liguria delle attività produttive, non solo il ferro, principale attività per secoli, ma anche una serie di testimonianze dei nostri nonni e bisnonni. Splendido, e uno dei pochissimi in Italia, è il Museo “Pietro Bosio” di Campo Ligure, dedicato interamente alla filigrana, attività ancora oggi cardine del paese, con oltre duecento pezzi non solo locali ma provenienti da tutto il mondo. Incredibile è infine la parola esatta per definire il Museo Passatempo di Rossiglione, l’ultimo nato, grazie alla straordinaria attività di Guido Minetti e della moglie Silvia Pizzorno che, per oltre vent’anni hanno raccolto gli oggetti della nonna, arrivando a realizzare un museo che è la testimonianza del Novecento e che è apparso anche sui media nazionali. Fabio Mazzari
Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni
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l’inchiostro fresco
VALLE STURA, ORBA E LEIRA Presentata l’ultima ricerca dello storico masonese Aurelio Pastorino ricca di spunti sull’antico Oltregiogo Anche Carrosio a Torino Luglio 2015
Un libro su Masone nel Basso Medioevo N ella suggestiva sala conferenziale dell’antico Convento degli Agostiniani di Masone, oggi trasformato nel Museo Civico e dedicato alla memoria dell’appassionato e infaticabile ricercatore Andrea Tubino, sabato 13 giugno il professor Pasquale Aurelio Pastorino ha presentato l’ ultimo saggio “Masone e l’Oltregiogo genovese nel Basso medioevo” (X-XIII sec.) alla presenza di un folto pubblico e dell’emittente locale. Ci sono tre tematiche nella ricostruzione storica di Masone nel Basso Medioevo che appaiono davvero stimolanti. Anzittutto la scoperta di un orologio solare ad ore canoniche impresso su una grande pietra di calcecisto, localmente “chiamata pietra matta”. Era usata come panchina e rappresenta soltanto una parte, essendo la più piccola andata perduta La seconda scoperta riguarda il primo castello di Masone o Castrum Mansionis (già esistente nel 1183) le cui tracce, pochi muri perimetrali, sono reperibili all’interno e all’esterno di un’abitazione privata, costruita sul sito della scomparsa chiesa seicentesca di san Francesco Saverio, che a sua volta aveva utilizzato nella struttura i resti dell’antico fortilizio. Il sito è individuabile, a fianco della chiesa parrocchiale, verso il greto del torrente Stura. Nell’attività del professor Pastorino, in questo emulo del concittadino Andrea Tubino, colpisce l’uso del colpo d’occhio e della successiva interpretazione. Quanti di noi avevano visto la panchina-meridiana senza accorgersi di nulla? E quanti studiosi conoscevano il sito della scomparsa chiesa dedicata al santo gesuita senza pensare a qualcosa di antecedente? Il fuoco di artificio finale del saggio di Pastorino, già sindaco di Masone per due mandati, è la ridefinizione del Romitorio, l’antico monastero di Santa Maria di Vesolla. L’interpretazione si fa audace e convincente in un rimando, complesso ma fluido, a fonti epigrafiche e archivistiche. Si evidenzia in queste pagine la grande esperienza di divulgatore, fatta
come giornalista pubblicista e come direttore di tele Masone; il saggista avanza l’ipotesi che il monastero masonese non sia altro che la famosa Santa Maria di Ban, l’abbazia madre da cui sono figliati altri due monasteri, a Sezzadio verso il 1230 e alla fine dello stesso secolo sulle pendici del Molte Colma; egli suffraga questa teoria con un attento e misurato controllo delle fonti archivistiche e materiali attualmente conosciute. Non dimentichiamoci che nel saggio si delinea un vibrante affresco del Basso Medioevo a Masone e nella nostra Valle Stura mai tentato, con tale profondità, dagli studiosi precedenti.
A
nche la Confraternita di Carrosio (Oratorio SS. Trinità) ha partecipato al XXIII Cammino di Fraternità di Torino. Il Raduno si è svolto in Piazza Arbarello. Erano presenti circa 100 Confraternite e 5000 persone (dati ricavati dal sito della Famiglia Cristiana). La piazza era veramente gremita. Si ha avuto il piacere di scambiare qualche impressione con persone appartenenti alla Confraternite di Catania, Palermo, Taranto, Bari, Amantea, Vibo Valentia e con un gruppo proveniente dalla Sardegna. Leardo Traverso
Franco Paolo Oliveri
Accolti da mons. Cesare Nosiglia sfilano i Cristi processionali Il museo di Mele propone sempre novità
Torino abbraccia le Confraternite
L’
ostensione della S. Sindone è stata l’occasione per radunare a Torino le Confraternite d’Italia. Nella festosa cornice di piazza Albarello, in pieno centro città, domenica 14 giugno, è stata celebrata la santa Messa dall’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, unitamente all’assistente nazionale mons. Parmegiani. Nonostante un principio di pioggia, che purtroppo ha impedito ai numerosi “cristi” di sfilare, ha poi avuto seguito la processione che si è poi snodata per le vie della Consolata, Giulio, Piave, san Domenico e Bligny, per rientrare nella piazza Albarello. Nel pomeriggio, con un bel sole, pellegrinaggio alla s. Sindone.
Gomitoli di carta U n workshop davvero originale quello che si è tenuto sabato 27 giugno al Museo della Carta di Mele-Acquasanta durante tutta l’intera giornata, dal mattino alle 10:00 fino al tardo pomeriggio alle 18:00, le numerose partecipanti all’evento hanno infatti realizzato abiti leggeri e adatti alla stagione estiva lavorando ai ferri gomitoli… di carta! il titolo del corso era, per l’appunto “Filiamo la carta”. La simpatica e singolare iniziativa è nata da un’idea di Claudia Ricci, che, come spiegano dal Museo, ha sempre avuto riluttanza a gettare via qualunque cosa che non avesse ancora esaurito il suo scopo, il passo successivo è stato il riciclo e il riuso, da lì ha imparato le tecniche di lavorazione dei vari materiali, compresa la filatura della carta che, proposta nel workshop dal Museo di Acquasanta, ha riscosso subito enorme successo, al punto che tutti i posti disponibili per il corso erano già stati prenotati con alcuni giorni d’anticipo. Diversi e particolari i vestiti e gli oggetti creati dalle sarte della carta, coprispalle, abiti estivi, ma anche centrini e oggetti da cucina. Il Museo, inaugurato nel 1997 e recentemente ristrutturato e ampliato, è oggi uno dei fiori all’occhiello per il Comune della Val Leira e specialmente per la frazione di Acquasanta e, come avevamo parlato nel numero di febbraio del nostro giornale, ha fatto rinascere, dopo decenni, l’antico mestiere del mastro cartaio, con il giovane voltrese Giuseppe Traverso. Fabio Mazzari
l’inchiostro fresco
VALLE STURA, ORBA E LEIRA
Luglio 2015
Campi in terra battuta come quelli della vicina Albaro anche in Valle Stura
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Per gli alpinisti dell’inchiostro ricordiamo...
Com’è nato il tennis a Rossiglione Il 150° del Cervino Q Inizia in questo numero de “l’inchiostro fresco” un viaggia a ritroso nel tempo, firmato da Mario Minetti, per scoprire come la passione del tennis sia sempre più dilagata a Rossiglione. Il borgo della valle Stura si
è infatti contraddistinto negli anni per numerosi appassionati della racchetta. Una storia ricca di spunti ed episodi curiosi che noi dell’inchiostro siamo orgogliosi di potervi proporre, a puntate, via via sul nostro giornale.
L
a costruzione del campo da tennis a Rossiglione non è stato un fatto casuale, come potrebbe sembrare, ma un evento piuttosto macchinoso e pensato per lungo tempo: è stato l’episodio che ha dato l’avvio al tennis in Valle Stura. E’ stato un avvenimento di un certo valore, di una certa importanza, anche dal punto di vista culturale. Il tennis a Rossiglione è stato la naturale emanazione degli otto campi da tennis che ancor oggi fanno bella mostra di sé a Genova Albaro, a ridosso dei Bagni Lido in Corso Italia. Questa è senz’altro una notizia che pochi possono conoscere o quanto meno, pur conoscendo i fatti, che ora racconteremo, abbiano potuto collegarli con il campo da tennis di Rossiglione. Andiamo per gradi. Fatto il campo a Rossiglione, per spirito di emulazione anche Campo Ligure e Masone costruirono i loro campi e fondarono i loro circoli. Ma intendiamoci subito: qui si parla di campi e di club messi a disposizione delle rispettive cittadinanze. Perché, ad onor del vero, alcune famiglie di un certo tenore sociale, come quelle dell’ing. Rossi a Campo Ligure e dei Piaggio a Masone disponevano di loro campi privati da tempo. Ma allora torniamo ai campi da tennis di Genova Albaro. Nel 1926 il Comune di Genova, sulla spinta delle politiche dell’allora regime fascista, costruisce un magnifico centro sportivo dotato di bellissime piscine, una coperta dotata di tribune per competizioni internazionali e tre scoperte con trampolini per adulti e bambini, attorniate da una grande pista per pattini a rotelle pavimentata con piastrelle in gres rosso zigrinato, otto campi da tennis
Nella foto in alto l’innaugurazione avvenuta nel 1971. In basso un gruppo di bambini dei corsi organizzati dalla FIT.
in terra rossa. Il regime cerca di avvicinare le masse allo sport, anche a quelle discipline, come appunto il tennis, allora praticato da pochi fortunati. A condurre, a gestire con personale attrezzato per la manutenzione e cura degli otto campi da tennis viene incaricato nostro padre (voglio coinvolgere anche i miei fratelli Giorgio ed Anna Maria in questo discorso). Era un ambiente, quello di Albaro, bellissimo: gentilezza, eleganza, signorilità, in un incantevole scenario di verde e di mare. Nonostante lo sforzo di avvicinare la gente al tennis, l’ambiente tendeva a mantenere quel certo sapore di riservata frequenza. Per tutta la nostra giovinezza restammo coinvolti in quel mondo. E quando nostro pa-
La scheda
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l campo ha dimensioni regolamentari, con fondo in terra battuta, di anno in anno risistemato con aggiunta di terra rossa (manto e sottomanto) acquistata presso la ditta ICIS di Dronero (CN). Il rettangolo recintato misura 18x36 m. Attualmente non c’è né Presidente né Consiglio Direttivo, poiché la mancanza di giovani, l’invecchiamento dei soci, il trasferimento per motivi di lavoro di altri frequentatori, non ha più consentito al Circolo di proseguire l’attività. Ciò nonostante il campo, ancorché privato, è accessibile a tutti, senonchè ben pochi sono quelli che lo usano.
dre fu messo a riposo e lo spazio che avevamo attorno a casa qui a Rossiglione sembrò adatto alla costruzione di un campo da tennis, sentimmo il dovere, l’obbligo quasi, di costruire il campo di cui stiamo parlando. Non voglio dilungarmi a parlare di tutto il faticoso percorso per arrivare al risultato, perché si rese necessario anche il coinvolgimento di tanti amici. Ne cito appena due per ora: Dario Ravera e Giorgio Zara, in totale i soci fondatori furono ventidue. Fu Dario infatti che si assunse l’incarico di costituire la società con un’autotassazione che ci consentisse di sostenere il primo impatto di spese. Mario Minetti Fine prima puntata
uesto è un anno importante perché si festeggia i 150 anni della conquista della vetta del Cervino, rimasta fino ad allora inviolata. Una sfida avvincente tra due grandi protagonisti: l’inglese Edward Whymper e la guida valdostana Jean Antoine Carrel. Il 14 luglio 1865 il Cervino venne scalato per la prima volta dal versante svizzero da una cordata guidata dal francese Michel Croz con Edward Whymper ed i loro compagni lungo la cresta dell’Horlni. Purtroppo nella discesa quattro di questi precipitarono. Pochi giorni dopo, il 17 luglio, fu la volta di Jean Antoine Carrel che, accompagnato dall’abate Gorret, conquistò la vetta dal versante italiano lungo la cresta del Leone. Il Cervino, a distanza di 150 anni, resta la montagna simbolo di tutte le montagne che ancora ai nostri giorni affascina alpinisti e storici do tutto il mondo. Dala importante quindi per la valle d’Aosta, ma soprattutto per Breuil Cervinia e Valtournenche. Per celebrare questi 150 anni saranno tenuti per 10 giorni vari eventi alpinistici, spettacoli con musica
e danze, film no-stop e teatro. Ad esempio la rappresentazione teatrale della piece di Livio Viano che racconta l’eroica storia della conquista della vetta, la presentazione di alcuni libri con la partecipazione di Reinhold Messner ed Hervè Barmasse, la celebrazione dell’amicizia tra le guide del Cervino con quelle di Zermatt con una S. Messa in vetta. Vi sarà una ampia degustazione di piatti tipici e, varie attività creative outdoor anche per i bambini e trekking con le guide del Cervino che porteranno alla scoperta della “Gran Becca”. Sarà in tutto una vera emozione! Per saperne di più sul calendario dei pacchetti turistici si potrà visitare il sito Cervino Tuorism Management (0166 940986) o il sito www.luvevda.it/Offerte/Cervino150. Una occasione unica irripetibile da non perdere; 10 giorni di festeggiamenti per l’anniversario dei 150 anni delle prime due ascensioni, per avvicinarsi a una delle montagne più famose al mondo e, magari chissà, coronare un sogno: salire in vetta! Maria Virginia Calissano
Cavalieri e dame a Campo Ligure
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l 21 giugno nel Centro Srorico a Campo Ligure, uno dei borghi più belli d’Italia, Pro Loco, Amministrazione comunale e commercianti hanno organizzato una grande festa, i “Sapori nel Borgo” con mostre, spettacoli, gastronomia e giocolieri. (f.m.)
Shopping a Rossiglione
Paesaggi degni dell’UNESCO
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a alcuni mesi a questa parte, si moltiplicano le iniziative finalizzate a pubblicizzare i territori vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero recentemente entrati a far parte del Patrimonio dell’Umanità per decisione dell’Unesco. Un riconoscimento molto importante che ancora una volta suggella l’impegno degli amministratori locali che hanno promosso questa importante candidatura. Dopo i classici brindisi, è giunto però il momento di rimboccarsi le maniche. Come continuare allora nella promozione di questi territori? La prima cosa da fare è quella di fare coesione in primo luogo all’interno del Monferrato che va da Merana a Casale, per dare un forte senso di unità territoriale. Per sua natura, il Monferrato, è un territorio molto variegato con varie peculiarità che unite insieme possono rappresentare un vero e proprio volano per l’economia della provincia di Alessandria. Già da tempo, sia le Langhe che il Roero, stanno dimostrando di saperci fare per quanto riguarda la valorizzazione e la promozione del territorio. A questo punto tocca proprio al Monferrato farsi avanti senza timore, tenuto conto che può anche giocare l’importante ruolo di mediazione ed interscambio con altre regioni limitrofe. Tra queste la Liguria che rappresenta una vera e propria finestra sul Mediterraneo e la laboriosa Lombardia che con Milano costituisce il crocevia naturale per gli scambi economici con il Nord Europa. In questo scacchiere economico e sociale amplificato dal recente riconoscimento da parte dell’Unesco, un ruolo fondamentale può essere giocato dall’acquese che per sua natura geografica assicura la continuità territoriale con le Langhe ed il Roero. Tra le ricchezze che può vantare, oltre ai vigneti dai quali nascono pregiati vini quali il Brachetto d’Acqui e il Dolcetto d’Acqui, vi è un vasto patrimonio culturale che affonda le proprie solide radici nella storia dell’antica Roma. Acqui Terme in epoca romana era infatti la terza città termale più importante dell’impero. A questo punto non resta altro che chiudere per un attimo gli occhi per fare un salto nel passato per poi riaprirli subito per progettare il futuro. (g.l.f.)
Saliti sul palco i vincitori Brando Quindici e Giordano Bruno Guerre
“Acqui Ambiente” 2015 S ì è svolta domenica 28 giugno la cerimonia di consegna del Premio Acqui Ambiente. Nella cornice dello splendido parco di Villa Ottolenghi – zona Monterosso ad Acqui Terme – la premiazione si avvalsa della conduzione di Antonia Varini, giornalista e volto molto amato del mattino di Rai Uno. Dopo grande attesa, l’assegnazione dei “Testimoni dell’Ambiente” anche quest’anno ha visto premiate personalità di assoluto rilievo a livello nazionale. Katia Ricciarelli, da sempre sensibile alle tematiche ambientali, è una delle voci italiane più rappresentative del panorama artistico degli ultimi trent’anni del XX secolo riuscendo ad affermare, grazie alla sua versatilità, il proprio talento anche in campo teatrale e cinematografico. Renzo Martinelli è stato premiato per la pellicola Vajont, la diga del disonore: un duro atto d’accusa verso chi sottovaluta le, spesso annunciate o prevedibili, tragedie ambientali. Ambito riconoscimento per Luca Barbareschi che ha ricevuto il premio Ken Saro Wiwa, conseguito per la grande attenzione che da sempre dimostra per la tematica ambientale a partire dalle sue produzioni cinematografiche e nella conduzione dei personaggi che in esse va a rappresentare. Ottimo traguardo per il concorso delle opere a stampa che, con il record di volumi presentati, ha visto vincitori: Brando Quilici – con Il mio amico Nanuk, Sperling & Kupfer – in una struggente rappresentazione del rispetto per la natura con particolare attenzione ai sentimenti degli animali, spesso assimilabili a quelli dell’uomo, e il duo Giordano Bruno Guerri e Lorenzo Capellini grazie al volume – Con
Nella foto Katia Ricciarelli e il vincitore Brando Quilici D’Annunzio al Vittoriale, Minerva Edizioni – arricchito da un prezioso contributo fotografico, dove guida del Presidente del Vittoriale conduce il lettore nella filosofia di vita di Gabriele D’Annunzio il cui “godere” era da intendersi come il piacere della conoscenza, della difesa della natura e della bellezza della creazione. È stata novità di quest’anno l’ideazione di
una sezione complementare al concorso suggerita dalla concomitanza con Expo 2015 con la quale si è cercato di ampliare il coinvolgimento del pubblico più giovane allo scopo di sensibilizzare fin da subito ad una coscienza ambientale. Il tema “Expo 2015 Padiglione Italia: la ricerca di uno sviluppo equilibrato tra la produzione del cibo e lo sfruttamento delle risorse” ha visto la partecipazione delle scuole medie inferiori e superiori della Città di Acqui Terme, che hanno ricevuto un riconoscimento in occasione della cerimonia. Non si è trascurato, nel corso della conduzione, il risalto ad un traguardo di grande prestigio per LangheRoero e Monferrato che, sfondo paesaggistico della cerimonia, sono state riconosciute nel 2014 come parti integranti del Patrimonio Mondiale concorrendo all’affermazione mondiale di cultura, arte e patrimoni storici e culturali di cui il Piemonte è custode primario. Federica Balza
Gara per le Terme Acqui in pillole
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nnunciato nella stagione invernale e atteso dalla popolazione acquese, è stato deliberato il bando d’asta pubblica per la dismissione della partecipazione azionaria detenuta dalla Finpiemonte Partecipazioni in Terme di Acqui S.p.A. La partecipazione riguarda 1.185.720 azioni ordinarie di Terme di Acqui S.p.A., del valore nominale complessivo di 26.619.414 euro, pari al 81.19% del capitale sociale della stessa, ovvero 32.786.518,80 euro. La Società Cedente ha stabilito quale base d’asta della partecipazione un prezzo pari a 14.947.101 euro. L’assegnazione avverrà a favore del miglior offerente e, in caso di gara deserta o di presentazione di offerte inferiori alla base d’asta o della presentazione di una sola offerta, verrà avviata una fase di negoziazione con tutti gli offerenti. Un bando che lascia l’Amministrazione comunale molto delusa dalla mancata condivisione richiesta e portata avanti con decisione da parte del Sindaco Enrico Bertero che risponde: “Da questo bando apprendiamo il totale spregio e disprezzo del territorio da parte della Regione. Dopo assidui incontri da parte mia e delle nostre autorità territoriali, in aprile, maggio e inizio giugno, dopo le prime rassicurazioni e la Delibera del 28 maggio, spedita a tutti gli organi coinvolti, al fine di condividere l’emissione del bando, non solo non abbiamo ricevuto un palese rifiuto ma altresì non abbiamo ottenuto alcuna risposta”. (f.b.)
Nuovi orari in Posta
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rari estivi ridotti per gli uffici postali della città. Nel periodo compreso tra il 7 luglio ed il 16 agosto gli uffici postali di Acqui Terme seguiranno i seguenti orari. Ufficio postale di via Trucco 27: apertura ridotta dal 27 al 31 luglio e dal 10 al 14 agosto dalle 8,20 alle 13,35. Ufficio postale di corso Marx 34: giornate di chiusura 13, 18 e 25 luglio - 22 e 29 agosto. (g.l.f.)
Livorno e Cagliari ad Acqui
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itiri estivi di calcio ad Acqui Terme. Dall’11 al 28 luglio è previsto il ritiro del Livorno, mentre dal 28 luglio al 5 agosto sarà la volta del Cagliari. Grazie all’interessamento dell’assessore allo sport Mirko Pizzorni, dal 7 al 14 agosto saranno presenti ad Acqui Terme gli allievi del Torino Calcio. Con tutta probabilità, come sottolineato dall’assessore allo sport, il prossimo anno si terrà ad Acqui Terme anche il Camp estivo del Toro. (g.l.f.)
Nostalgia canaglia
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ostalgia del passato anni ’60 -’70 ’80. L’appuntamento è per sabato 25 e domenica 26 luglio ad Acqui Terme. Durante la giornata vi saranno esposizioni di auto, moto e biciclette d’epoca. Mostre fotografiche “Acqui come era” - “La moto nel tempo”. Specialità culinarie a cura della Pro loco di Morsasco. Mercatino antiquariato e Brachetto Day. A partire dalle 22 di sabato spettacolo di moda. Prima e dopo discomusic. Info: commercio@ comuneacqui.com. (g.l.f.)
Una grande mostra
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al 11 luglio al 30 agosto si terrà nell’area espositiva del Liceo “Giuseppe Saracco” di corso Bagni ad Acqui Terme l’Antologica dedicata a Pablo Picasso dal titolo “Picasso – Segni dialoganti”. Le opere di grafica, in ceramica e le tele ad olio saranno disposte in base ai temi trattati in ambienti cromaticamente differenti se pur omogenei tra di loro grazie all’utilizzo di identiche tipologie, cosicché in un rimando di comuni sensazioni si potranno ammirare cinque temi cari a Picasso quali le figure femminili, la mitologia, la tauromachia, la natura morta e il paesaggio. (g.l.f.)
A Vara Inferiore tra il Monte Argentera e il Beigua una valle ricca di incisioni rupestri
A Sassello un’interessante convegno
Una terra antica come la pietra Il lotto di Genova Il prof. Assereto L S a terra di Urbe è certamente una terra speciale, perché si ha la netta impressione di varcare un “confine”, quasi sospeso tra la storia e il tempo, di una terra remota e antica, ma anche a portata di mano se solo si ha la voglia, magari nel fine settimana, di fare “una gita fuori porta” a contatto con la natura e con gente simpatica e gioviale. Ma nessuno di noi “inchiostriferi” si sarebbe aspettato una conferma “archeologica” di questa sensazione. Eppure Enrico Repetto, novese d’adozione ma “urbense di cuore, gambe e di nascita”, qualche settimana fa ci ha raggiunto in redazione stringendo un paio di foto e dicendoci: “Ho visto i servizi che avete reallizato sul Tarinè ma io vi porto delle foto di quella zona direttamente dalla preistoria!”. Incuriositi da una frase tanto enigmatica abbiamo voluto vederci chiaro e abbiamo chiesto spiegazioni a Repetto: “Tra il Monte Argentera e il Beigua, in una valle stretta tra la zona Brigastrella, Roccia del Tron e Bosco delle Faie sono state ritrovate numerosi incisioni rupestri, molto probabilmente risalenti alle popolazioni celtiche lì insediate”. Come testimoniamo le foto si possono infatti vedere queste incisioni scavate nella roccia che paiono quasi una specie di quadro astratto, tanto curate e aggraziate si presentano. “Figurarsi che ancora a fine Ottocento – ci spiega Enrico Repetto – i boscaioli della zona utilizzavano queste scanalature per affilare la legna ed è per questo motivo che sono ancora molto evidenti, dato che sono servite sino a poco più di 90 anni fa”. Questi reper-
ti sono stati studiati, per conto dell’Università di Piacenza, dalla nota storica locale Biancangela Pizzorno. La terra magica di Urbe e dintorni si arricchisce quindi di un nuovo tassello, denso di Storia e antico come la notte dei tempi. “Tutti noi abbiamo visto le immagini delle migliaia di turisti che affollano ogni anno il sito di Stonehenge per aspettare l’alba del Solstizio d’Estate – termina il discorso il nostro interlocutore – Ebbene un anno io, assieme a mia moglie, mi sono trovato proprio nel mattino del Solstizio d’Estate nel Bosco del Tron: il primo raggio del sole estivo colpiva tutta la valle e illuminava centinaia di pietre ed incisioni rupestri. Sembrava quasi una mappa stellare scolpita nella pietra. Anche i nostri luoghi possono essere magici una volta ogni tanto”. Scaramouche
Ballo liscio, bocce e bancarelle per la festa patronale di Vara Inferiore
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omenica 12 luglio tutti a Vara Inferiore per la festa patronale di San Giovanni Gualberto; questo il ricco programma che gli abitanti del posto, nel più ampio spirito del volontariato e per il piacere di fare qualcosa di bello per il loro paese hanno organizzato:
sabato 11 luglio Grande Gara di Bocce e serata danzante con l’orchestra “I Saturni”
domenica 12 luglio Frittelle, bancarelle e grande fiera nel bel paesaggio della “Contea dei Varelfi”
abato 27 giugno si è svolta presso il Nuovo Polo Museale Perrando di Sassello, la presentazione dell’ultimo libro del Prof. Giovanni Assereto, ordinario di Storia Moderna dell’Università degli Studi di Genova, “Un gioco così utile ai pubblici introiti: il Lotto di Genova dal XVI al XVII secolo”. Nel 1576 le Leges novae di Genova stabiliscono che due volte l’anno si sorteggino cinque patrizi per rinnovare i Serenissimi Collegi, la massima carica di governo. Su quei cinque nomi naturalmente si scommette, e lo si fa secondo modalità che prefigurano il gioco del lotto. Dal 1644, quando la Repubblica autorizza le scommesse e ne appalta la gestione, la loro popolarità non fa che crescere in patria e nel resto d’Italia, al pari degli introiti per le casse pubbliche e private; cosicché altre città cercano di copiarne lo schema, e spesso dietro quei tentativi vi sono speculatori liguri, compresi gli stessi appaltatori. Se l’origine genovese del lotto è nota da tempo, in questo libro si esaminano per la prima volta, sulla scorta della documentazione archivistica, i meccanismi primitivi del gioco, le modalità degli appalti, le manovre per riprodurlo al di fuori di Genova, le ricadute economiche e istituzionali che ne sono derivate, alcune delle quali decisamente curiose e inaspettate. (f.f.)
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iovanni Assereto è ordinario di Storia Moderna. I suoi principali campi di ricerca sono la storia politica, economica e sociale della Liguria fra XVI e XX secolo. È da molti anni collaboratore del Dizionario biografico degli Italiani; fa parte sin dalla fondazione del comitato editoriale di “Studi settecenteschi”. Nel 2001-2003 ha coordinato una ricerca di interesse nazionale (PRIN 2000) sull’organizzazione militare della Repubblica di Genova; nel 2008-2010 ne ha coordinato un’altra (PRIN 2007) relativa alle forme di controllo del territorio e del mare in Liguria fra XVI e XIX secolo; nel 2011-2013 una terza (PRIN 2009) sul tema “Istituzioni, corpi armati e definizione degli spazi terrestri e marittimi in Liguria dal Seicento all’Unità”.
La politica dei due forni
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n tempo la Repubblica di Genova fu maestra del “doppio gioco” specialmente nei confronti degli spagnoli, ai quali, nello stesso tempo, scortava i galeoni e li assaliva coi suoi corsari. Anche con il lotto la “Superba” si comportava in siffatta maniera: da un lato infatti prometteva sontuosi guadagni a chi fosse risultato vincitore, ma dall’altra “sfilava legalmente” di tasca le lire ai propri cittadini con i più inventivi balzelli. Un po’ come accade oggi con la nostra novecentesca Repubblica parlamentare, che resta maestra in questa “politica dei due forni”, modernamente coniata da uno dei suoi più illustri politici, Giulio Andreotti. (sa.a.)
Albergo - Ristorante
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an Aperto tutto l’
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l’inchiostro fresco Luglio 2015
Speciale Ruo
Estate
La nostra auto a gas tenuta insieme con lo scotch
Una Yaris antidiluviana L a zona di distribuzione de “l’inchiostro fresco”, dopo trent’anni di attività, è diventata ormai molto vasta, abbracciando un territorio che va da Sassello sino a Torriglia, passando per la valle Stura, Acqui Terme, Ovada e l’Ovadese, la valle dell’Orba, Rondinaria, la val Lemme, Novi e il Novese, Tortona, la valle Scrivia, la val Borbera e la val Vobbia. Un territorio che presenta notevoli differenze. Esemplare è il caso di quando, salendo a San Cristoforo, poco dopo Capriata d’Orba, si intravede da una parte estendersi la Pianura Padana e dall’altra si possono notare i primi rilievi del Monferrato. Una zona quindi sospesa tra la pianura e la collina, “a due passi” dal mare e dalle montagne. Naturalmente, per portare quasi 20.000 copie del nostro giornale ogni mese lungo queste vie (che, grosso modo, ricalcano ora le antiche strade consolari romane ora le medioevali vie del sale), occorre un “destriero” che stia ben saldo sulle “zampe”, ovvero un compagno fedele di viaggio, proprio come un tempo avevano i pellegrini e i cavalieri. E tutte queste qualità si assommano nella formula un po’ più moderna della nostra Toyota Yaris, soprannominata “Ombromanto”, come il mitico destriero di Gandalf il Grigio, lo stregone protagonista della saga de Il Signore
degli Anelli. Ma la nostra Yaris, ormai un po’ vecchiotta anche se vero e proprio gioiello della tecnologia Made in Japan, non potrebbe macinare chilometri senza l’aiuto fornitoci dai professionisti in fatto di motori e affini dell’Oltregiogo. Quindi ci pare giusto ricordarli a partire dall’Elettrauto 81 di Ovada che ha fornito l’impianto a gas, Novi Gomme che ci suggerisce sempre i migliori treni di pneumatici per “aggredire” le impervie strade degli Appennini ed anche l’Elettrauto Nepote di Novi Ligure, dove ci rechiamo quando la nostra Ombromanto “fa i capricci”. Ma non dobbiamo neppure dimenticarci l’Autodemolizioni Zerbonia di Frugarolo, a cui talvolta ci affidiamo per un pronto “lifting” meccanico, oppure F.M. Auto, dove andiamo quando vogliamo ozonizzare “la selleria” della Yaris e, infine, per i piccoli ritocchi non può mancare la provvidenziale mano della Carrozzeria Locatelli di Arquata Scrivia. Insomma se anche questo mese, cari amici lettori, potete leggere questa copia de “l’inchiostro fresco”, è anche (e soprattutto) merito di questi professionisti che, oltre a sapere svolgere al meglio il loro mestiere, sono diventati anche degli amici. Sempre pronti all’avventura in sella all’inchiostro! (m.n.)
Con le pin n il fucile e gl
... e la macch E
state è sinonimo di vacanza e il mezzo p Dopo una bella revisione, per l’auto iniz il necessario per la vostra vacanza. Le r ciate il carico tra asse anteriore e posteriore, n curate i carichi sul tetto (v. art.61 C.d.S.). Un’a le luci per non accecare gli altri piloti. Il carico colare la visibilità e la libertà di movimento de fuori” in teoria è illegale (art.169 C.d.S): Evviv su seggiolini adatti in base all’altezza e al peso; con la rete; tutti i passeggeri devono allacciare e aiuto per il conducente, non certo agitarlo, d spalla! Ricordate di rifornire la macchina con v vostra piaga (vi capisco e vi sono vicina “nella un medicinale adatto per godersi il viaggio. E c fondamentali per sgranchirsi le gambe. No ai c palpebra” fermatevi per un caffè o un pisolino venti. Dulcis in fundo, la “partenza intelligen nelle ore clou e nelle date da bollino rosso o acqua e cibo, e cercate di non far surriscaldare vacanza è anch’esso un impegno, nella gioia e partendo da una buona pianificazione: l’auto lamiere e gomme che, se capito e conosciuto attenzione alle multe: rispettate il Codice della
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ote e Motori
e 2015
Shamshir, il viaggio è una scelta
Al via la 12° edizione del Mongol Rally L’
ne, li occhiali. ... hina?
privilegiato per spostarsi rimane l’automobile. zia la sofferenza: il carico valigie. Portate solo regole sono enunciate nell’art.164 C.d.S.: bilannon superate i limiti di peso e ingombro, assiaccortezza con una macchina colma è regolare o – sia inanimato che animato – non deve ostael conducente. La consuetudine del “braccino va! I bambini piccoli devono essere posizionati gli animali chiusi nei loro trasportini, gabbie o e le cinture di sicurezza ed essere di compagnia distrarlo o abbandonarlo a sé ronfandogli sulla viveri di prima necessità; se il mal d’auto è una a nausea e nel dolore”) è d’obbligo assumere cari piloti, non fate gli spacconi: le tappe sono colpi di sonno: se vi sentite stanchi e “ve cala la o in un luogo non appartato per evitare malvite”: se potete, evitate di avviarvi nei weekend, nero. In caso contrario, armatevi di pazienza, e troppo l’auto nelle code. Insomma, andare in e nel dolore cercate di godervi i giorni di ferie che vi accompagnerà è un fedele destriero di o nei dettagli, vi darà grandi soddisfazioni! E a Strada! Benedetta Acri
undici dicembre 1936 Edoardo VIII abdicava al trono dell’impero britannico a favore del fratello minore Alberto, Duca di York, da quel momento Re Giorgio sesto.Per Edoardo, Duca di Windsor, fu così l’inizio di un lungo viaggio intrapreso con l’amata Wallis Simpson, causa o motivo, della rinuncia al trono.Dietro ad una rinuncia vi è molte volte, più di quanto si usi pensare, la decisione di una scelta. La scelta è viaggio, ed il viaggio sta alla base di ogni sfida. Nato nel 2004 in Inghilterra, il Mongol Rally, raduno non competitivo a scopo benefico, vedeva ai nastri di partenza sei squadre, delle quali, solo quattro tagliarono l’arrivo nella capitale mongola di Ulan Bator. Giunta alla sua dodicesima edizione, il prossimo 19 luglio, prenderà il via dallo storico
circuito di Goodwood, la corsa automobilistica del Mongol Rally 2015. Più di duecento le squadre iscritte, provenienti da ogni parte del mondo, dalla Nuova Zelanda a Novi Ligure. Le regole del Mongol Rally rimangono invariate: vietati navigatori satellitari, autostrade e cilindrate superiori ai 1200cc. L’obiettivo resta quello di sempre, salire sulla pedana di Ulan Bator. È l’arrivo l’unico ed ambito premio per chi, riuscendo a dominare le strade di mezzo mondo, saprà arrivare fino in fondo. Ostacoli naturali, maltempo, strade tortuose di territori in conflitto o poco battuti, nessuna assistenza tecnica, organizzativa o medica; colline, pianure, montagne, giorno e notte, la posta in palio resta solo ed esclusivamente l’arrivo. Alla guida di una panda elaborata per l’occasione dal-
lo staff di Christian Sansone, Sansone auto, dalla Pool Racing di Cassano Spinola e dalla preziosa collaborazione della MCM trasporti, Michele Gallini e Alfredo Jegher, entrambi classe 1984, attraverseranno per il team Shamshir quattordici nazioni. Alfredo e Michele guideranno attraverso Yugoslavia, Grecia e Turchia , salendo verso la mondana Baku, inoltrandosi in oriente per i fascinosi sentieri dell’antica Persia “il paese delle rose” dritti fino a quell’immenso prato del mondo che è la Mongolia. Dovranno superare situazioni dove la comunicazione con gli indigeni non sarà semplice o i rifornimenti di carburante da ricercare come oasi nel deserto. Non a caso, i due nostri rallysti hanno voluto attingere dal sinuoso vocabolario persiano per il nome del team, shamshir in persiano indica la scimitarra e per difendere Novi Ligure lungo la via della seta, in quella che gli organizzatori “the adventurists” definiscono: “La più grande avventura del mondo” servirà davvero la scimitarra, o come diciamo noi, un atteggiamento da “forza e coraggio che dopo carosio c’è voltaggio”. Chissà se anche Edoardo (altro rallysta) scelse di porre due spade incrociate nel suo curioso biglietto da visita di Prince of Wales, a ricordare che il viaggio, come del resto la vita, sia una scelta da difendere a spada tratta. Forza Shamshir! (s.a.)
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Siamo tutti Riformisti
Le grandi personalità della Novi Ligure di una volta
Il Geom. Domenico Cattaneo: R uomo sportivo e Socialdemocratico P arlare di Domenico Cattaneo non è facile. Non perché non ci sia niente da dire, ma perché non si saprebbe da dove iniziare. Domenico era il Consigliere comunale, l’Assessore, era il Geometra, era lo sportivo, ma soprattutto, era una persona per bene. Il ricordo di chi lo ha conosciuto, anche a quattordici anni dalla sua scomparsa, rimane indelebile. Cattaneo era il Socialdemocratico per antonomasia a Novi Ligure. Consigliere Comunale dal 1965 ininterrottamente fino al 1995. Assessore dal 1980 al 1990. Cattaneo era il “Geometra”, la sua professione. Proprio a motivo della sua professione, per la sua imparzialità e la sua etica, spesso veniva nominato dal Tribunale consulente tecnico unico (CTU). Cattaneo era nato a Pozzolo Formigaro il 18 febbraio 1923, è deceduto a Novi Ligure il 11/08/2001. A Novi Ligure aveva lo studio professionale, ma la sua attività era nota in tutta la provincia, in modo particolare nel novese, dove oltre ad essere uno stimato professionista era apprezzato per le sua qualità umane. Cattaneo, però, era impegnato anche nello sport. E’ stato calciatore di fama nazionale ed ha calpestato molti campi di calcio, da quelli di serie minore fino a raggiungere la serie A. Proprio in serie A negli anni del dopoguerra ha giocato nella Roma nel ruolo a lui più adatto, quello che una volta era il “mediano”. Ha indossato per diversi anni la maglia della Novese ricoprendo anche il compito di capitano. Dopo aver smesso l’attività di calciatore, Cattaneo ha esercitato per diversi anni il ruolo di allenatore. Molti lo ricordano ancora mentre allenava la Novese quando, la più importate società calcistica di Novi, militava in serie “C”. Cattaneo non amava la scena pubblica, e per quanto risulta, credo non abbia mai fatto un comizio nella sua lunga carriera politica. Preferiva il contatto diretto con le persone, e non solo in politica. Era piacevole sentirlo conversare di sport, mai fazioso e sempre competente, anche quando parlava della Juventus, squadra per la quale faceva il tifo. Cattaneo non amava parlare della sua vita privata, ne amava sbandierare il suo passato. Pochi sanno, infatti, che da ragazzo ha vissuto in Trentino Alto Adige du-
ivedendo la foto del Geom. Domenico Cattaneo, dove mi sta parlando durante la presentazione dell’Associazione Polisportiva Novese che negli anni Ottanta presiedevo, altro non posso che pensare a quel periodo e a quanto il Partito Socialdemocratico, del quale Cattaneo era un illustre portabandiera, sia stato lungimirante perché oggi anche gli eredi del vecchio PCI si professano tali. Lo PSDI era nato per volere di Giuseppe Saragat nel 1947 da una costola dello PSI (la scissione di Palazzo Barberini), non condividendo il programma frontista con il PCI. A quei tempi, dopo una breve esperienza nel PSI, dal quale mi allontanai nel 1982 perché vi intravvedevo un non condivisibile processo di feudalizzazione, militavo nel PRI, un piccolo partito di massa, per dirla alla Ugo La Malfa, dove l’idea mazziniana dei doveri che precedono i diritti e il concetto dell’unione del capitale con il lavoro erano molto più confacenti al mio modo di pensare. Ma nell’Italia dell’epoca le grandi idee erano aria fritta, perché, nonostante
rante il periodo fascista: suo padre era ferroviere e, siccome non aveva mai voluto prendere la tessera del PNF, fu spedito ai confini con l’Austria, dove si trasferì con la famiglia. Probabilmente quei paesaggi lo avevano affascinato, tanto che le sue vacanze le trascorreva con la famiglia sempre in montagna, per lo più in Valtournenche. Da politico, Cattaneo, prediligeva più fare che dire. Non era tipo da sbracciarsi per grandi progetti e grandi opere, quasi sempre irrealizzabili, era piuttosto concreto nel suo operare e nel sua agire. Per esprimere meglio il suo pensiero di amministratore della cosa pubblica, siamo andati a ricer-
care una delle sue rare interviste dove, a proposito della gestione del territorio, diceva: “E non si tratta, beninteso, di progetti faraonici, come certi che circolano, ma completamento di opere già iniziate, di manutenzioni improrogabili, di piani organici per realizzare opere di urbanizzazione primaria e secondaria. E già, perché bisogna rendersi conto che se da una parte è necessario operare per creare, dall’altra è indispensabile intervenire continuamente per completare e fronteggiare il continuo invecchiamento di ciò che esiste”. Per Cattaneo politico essere: “socialdemocratici di vecchia data vuol
dire aver visto nel giusto con le scelte di Saragat nel‘47. Certo, ci fa piacere che ultimamente molti si professino socialdemocratici, finanche il PCI ha abbandonato il dogma del totalitarismo comunista, per approdare al socialismo riformista, ma quando noi sostenevamo le riforme ci hanno considerato socialtraditori. Nello stesso tempo – continuiamo a citare - ci auguriamo che i nuovi socialdemocratici non lo siano solo per opportunismo. Essere socialdemocratici significa aver praticato una scelta che è nello stesso tempo ideologica, politica e morale. Significa aver portato, e portare, avanti l’opzione per la
giustizia nella libertà”. Sono passati 25 anni da queste affermazioni e 14 anni dalla sua scomparsa e questi concetti sono sempre attuali, anche se la politica, nazionale e locale, sembra finita in mano a dilettanti allo sbaraglio. Come si vede, non è facile parlare di chi nella sua vita ha sempre lottato per affermare i valori di giustizia e libertà, ma chi ha avuto l’onore e il piacere di conoscere Domenico Cattaneo, sa che non c’è retorica. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Novi, entrando dall’ingresso principale di via Nino Bixio, sulla destra del vialetto. Francesco Mascolo
la grande rimozione storica per la quale, come ebbe a scrivere Vittorio Foa, venne fatto credere che gli italiani erano sempre stati antifascisti e che avessero partecipato alla Seconda Guerra Mondiale dalla parte dei vincitori, la verità vera era che la guerra l’avevamo persa e che nel nostro Paese a comandare erano gli americani, come ci insegna la strategia della tensione, il rapimento Moro e come amaramente constatò lo stesso Craxi con i fatti di Sigonella, dopo i quali iniziò la sua parabola discendente che lo portò a morire esule (o in contumacia?) ad Hammamet. Il tutto mentre dall’altra parte l’URSS foraggiava il PCI e il suo collateralismo, creando nel nostro Paese un dualismo per il quale alla DC andava il controllo del governo nazionale e all’opposizione la gestione di gran parte delle amministrazioni locali, a partire dalle neo nate regioni con il cui avvio assistiamo ad una esponenziale crescita del Debito Pubblico. Tutto ciò si dissolve con la Caduta del Muro di Berlino del 1989 e con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. Se il P.C.I. dell’epoca, invece di inventarsi, a far data dalla svolta della Bolognina, tutta una serie di nomi, avesse posto una pietra tombale sulla scissione di Livorno del 1921 e avesse riconosciuto la lungimiranza della scissione di Palazzo Barberini del 1947, avesse scelto di chiamarsi Partito Socialista (o meglio Socialdemocratico), adesso non sarebbe prigioniero delle sue contraddizioni: un partito che vorrebbe essere socialdemocratico ma che si sta facendo rottamare. GB Cassulo Una cronologia 21 marzo 1989 Svolta della Bologninaa
3 febbraio 1991 Nasce il P.d.S. Achille Ochetto
21 aprile 1996 L’Ulivo di Romano Prodi
13 febbraio 1998 8 Nascono i DS. - Massimo Dalema
14 ottobre 2007 Nasce il P.D. - Walter Veltroni
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l’inchiostro fresco
POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA
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Costi e benefici del Terzo Valico
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ul tema Terzo Valico si è parlato per tanto tempo di un documento misterioso. Lo cercavano tutti, i Comitati NoTav, gli esperti, l’osservatorio ambientale, le amministrazioni comunali; eppure non saltava mai fuori. Vi era forse in esso un potere così grande da non poter essere toccato da mani mortali? Evidentemente no, era solo l’analisi costi-benefici dell’opera, ovvero quel documento che dovrebbe spiegare l’utilità del Terzo Valico. Finalmente, dopo anni, questa “arcana pergamena” è stata resa pubblica. Essa risale al 2002 ed è stata analizzata da due tra i massimi esperti di infrastrutture in Italia: i professori Marco Ponti e Francesco Ramella, dei Politecnici di Milano e Torino, i quali la commentano così: “non trovano riscontro nella realtà né le previsioni di crescita del traffico né l’orizzonte temporale di saturazione delle infrastrutture esistenti; appaiono altresì non correttamente stimate le ricadute che si conseguirebbero con la realizzazione dell’opera, in particolare per quanto riguarda i traffici di merci ai quali sarebbe correlato oltre l’80 per cento dei benefici complessivi”, e aggiungono che la stima dei benefici economici è “quindici volte superiore a quella che è stata recentemente da noi stimata con l’utilizzo della metodologia standard”. Un commento alquanto lapidario, nei confronti del quale le autorità, a livello locale come nazionale, dovrebbero soffermarsi almeno un momento. Considerato che da più voci arrivano dubbi sull’utilità del Terzo Valico, considerati i rischi per l’ambiente e la salute delle persone, considerati gli scandali di corruzione recentemente associati all’opera c’è da chiedersi se l’analisi costibenefici non sarebbe davvero “tutta da rifare”. Arnaldo Liguori
Quest’estate ritorna la romantica atmosfera dalla Notte delle Candele
Grandi nomi per la rassegna tortonese
Il luglio di Arquata Scrivia Arena Derthona ELEONORA GATTI
@viaggiatrice191
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iovedì 9 luglio 15000 candele illumineranno la cittadina di Arquata Scrivia. Ritorna anche quest’estate l’attesissima “Notte delle Candele” che permetterà a negozianti e privati di esporre all’esterno le illuminazioni in modo tale che la notte venga rischiarata solo “dal lume delle candele”. Lampioni, luci artificiali, neon, saranno messi a riposo in questa magica e suggestiva serata arquatese. Oltre ai negozi aperti, ci sarà una jazz band in Piazza del Comune i “The Buddy Bolden Legacy” con il palco illuminato
di luce artificiale a contrasto con l’ambiente circostante. Alle ore 22 si prevede il lancio delle lanter-
ne volanti, acquistabili in uno dei banchetti posizionati per le vie del paese. Nel centro storico sarà presente un mercatino. In Piazza Caduti invece, L’Associazione Gruppo Arquatese Astrofili metterà a diposizione i suoi telescopi per far scrutare il cielo e le stelle. La festa è organizzata dal Consorzio Botteghe di Arquata Scrivia, la Pro Loco arquatese e dall’Associazione “Santo Bertelli” e “Arquator”. Giovedì 30 luglio sarà invece la volta della “Serata Vintage”. Per tutte e due le serate è gradito l’abito a tema: bianco per la Notte delle Candele, d’epoca per la Serata Vintage.
A Libarna un concerto per festeggiare il “solstizio d’estate”
BENEDETTA ACRI
Note nel giorno piu’ lungo E
@FernGully89
state, tempo di feste, divertimento, spensieratezza e concerti. I festival musicali estivi sono sempre numerosi e anche la provincia di Alessandria non è da meno. Uno dei più importanti e famosi appuntamenti è Arena Derthona, giunta alla sesta edizione. La manifestazione vede Tortona ospitare quattro concerti di alto calibro. La splendida e suggestiva cornice della centralissima Piazza Duomo fa da sfondo alle esibizioni di artisti che spaziano per età, generi musicali e
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roseguono a pieno ritmo le attività di rilancio dell’area archeologica di Libarna, grazie all’attività della Sopraintendenza archeologica del Piemonte e l’associazione “Arteventi” del comune di Serravalle, supportate dal mese di maggio dall’ ARCUS, società costituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, volta a promuovere lo sviluppo dell’arte della cultura e dello spettacolo. Un connubio indispensabile, per favorire il grande progetto
di riqualificazione del sito archeologico di età romana, che risulta essere oggi tra i più importanti del nord Italia. Melodiose note musicali hanno risuonato tra le vestigia dell’anfiteatro romano in occasione del solstizio d’estate, facendo risuonare Libarna che si è animata ed ha accolto tra le sue antiche mura molti visitatori, come un tempo accolse una grande ed operosa civiltà, che faceva dell’arte e della musica uno dei maggiori interessi. Nel suggestivo
scenario notturno si sono esibiti sabato 20 giugno i musicisti del corpo musicale di Serravalle “Pippo Bagnasco” e domenica 21 gli allievi del Conservatorio Vivaldi di Alessandria. Un elogio alla musica classica dell’epoca barocca con un quartetto di tromboni, alternati ad un quintetto che ha presentato brani della tradizione jazz, dallo swing al blues, dalla samba alla bossanova. Marta Calcagno
attitudini, accontentando vari tipi di pubblico. Si tratta di un’occasione unica per la città che vanta il pieno appoggio dell’Amministrazione Comunale: un’opportunità per le attività commerciali, l’enogastronomia e il turismo della zona. Infatti, saranno molti gli appassionati che giungeranno nel cuore di Tortona per assistere ai concerti dei loro beniamini, dando nuova spinta agli esercizi locali e scoprendo le eccellenze e bellezze cittadine. Il primo ad esibirsi il 13 luglio sarà Burt Bacharach, grande compositore vincitore di 3 Oscar e 6 Grammy; il 15 luglio sarà la volta dell’eclettico pianista Stefano Bollani; il 16 luglio toccherà al visionario cantante pugliese Caparezza; mentre il 17 luglio il concerto dei Subsonica, band torinese, sarà intenso ed esplosivo tra musica e tecnologia, suoni ed immagini. Gli spettacoli inizieranno alle 21.30, i biglietti sono acquistabili sulle piattaforme ufficiali Ticketone, BookingShow e HappyTicket. Una bella iniziativa per gli amanti della musica e non solo, un modo efficace per ravvivare e risvegliare la vita cittadina attirando turisti e curiosi e rilanciando così l’economia e la cultura locali.
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Ufficialmente dato l’avvio ai lavori di recupero del Teatro di Novi Ligure Serravalle Scrivia: un’estate “calda” per il centro McArthurGlen
Tuffo tra passato e futuro Concerti e lavori in corso MATTIA NESTO
BENEDETTA ACRI
@Mattia Nesto
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rganizzata dalla Civica Amministrazione, si è svolta giovedì 11 giugno, presso la loggia di Palazzo Dellepiane, la conferenza stampa per la presentazione ufficiale dei lavori di ristrutturazione del Teatro Romualdo Marenco di Novi Ligure. Un appuntamento importante che il Sindaco, Rocchino Muliere, non ha esitato a definire come “storico”, in quanto “Nonostante un percorso lungo e periglioso possiamo finalmente dire che i lavori partiranno, anzi sono già partiti. Grazie al contributo, lasciatemelo definire cocciuto, dei due precedenti Sindaci Mario Lovelli e Lorenzo Robbiano – ha proseguito Muliere – e all’interessamento della Senatrice Manuela Repetti questo teatro diverrà realtà”. I tempi di ristrutturazione, per bocca dello stesso Sindaco, sono stati stimati intorno ai 750 giorni lavorativi, un tempo tutto sommato esiguo se si pensa alla mole di attività da compiersi. Infatti come è stato illustrato da un info point allestito al primo piano dello stesso Palazzo Dellepiane, le condizioni in cui versa il teatro sono preoccupanti: “E’ da trent’anni e oltre che si parla di riapertura del teatro – ha spiegato Nino Andronico, Presidente della Fondazione Teatro Marenco – Ora finalmente, nonostante svariate traversie, le risorse ci sono, grazie, tra gli altri, alla Cassa di Risparmio di Alessandria. Tutta la cittadinanza è tenuta a partecipare a questo momento storico”. Invito alla partecipazione lanciato anche dall’Assessore alla Cultura Cecilia Bergaglio, la quale ha affermato: “Si aprirà un dibattito che ci auguriamo possa condividere tutti i cittadini. Infatti la domanda vera sarà quella della destinazione del teatro, di cosa ci andremo a fare. Per questo motivo – prosegue l’intervento l’Assessore Bergaglio – invitiamo le associazioni culturali, non occorre siano per forza teatrali. Tutte le associazioni sono invitate a partecipare ed a rendere vivo il nostro teatro”. Accorate parole, in conclusione, di Rocchino Muliere che ha detto “Quando il teatro venne inaugurato, con l’antico nome di Teatro Carlo Alberto, il 2 ottobre 1839, per la città venne organizzata una solenne fiaccolata. La mia promessa è quella di rivederci qui tra poco meno di un anno e mezzo per una nuova fiaccolata. Un nuovo inizio per una grande avventura”. Qualcuno dal pubblico ha chiesto se 750 giorni non siano “una stima a dir poco ottimistica”. Muliere, dopo aver risposto pronto: “Ce la faremo”, alza gli occhi, mormorando “Speriamo”. Tutta la città di Novi Ligure spera con lui.
@FernGully89
50 nuovi posti di lavoro, portando a 2200 le persone impiegate nel più grande designer outlet del lusso in Europa, oltre alla nuova occupazione indiretta legata soprattutto ai settori edilizio e turistico. Questo è il prospetto dell’ampliamento del Serravalle Outlet. Destinazione turistica internazionale, “si espanderà fino a 70 nuovi negozi, giungendo ad un totale di 51.500mq, potendo contare sulla propria posizione come principale destinazione della moda in Europa e sulla vicinanza
Il Centro Danza di Roberta Borello raccoglie g un altro successo
La Bottega delle meraviglie
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l weekend del 12 e 13 giugno è stato caratterizzato a Novi Ligure da un evento molto speciale: presso il Teatro comunale “Paolo Giacometti” il “Centro Danza” di Roberta Borello ha presentato il suo 36° saggio di danza dal titolo “La Bottega delle Meraviglie”. Sulle note delle più diverse arie, di fronte ad un pubblico attento e partecipativo, si sono alternate sul palco le future promesse della panorama artistico novese. Gli applausi sono andati a Simona Viola che nel febbraio 2016 parteciperà ai “Giovani talenti” e a Gaia Zuccotti e Simone Mozzanti che frequenteranno presso il Centro di formazione professionale A.I.D.A. un corso intensivo della durata di una settimana, e beneficeranno di una borsa di studio di due giorni offer-
ta dal maestro Massimo Cherubini, ballerino e coreografo della sezione danza contemporanea del M.A.S. di Milano. Questo saggio verrà replicato nella veste di uno spettacolo di beneficenza poco prima di Natale 2015, sempre al Teatro Giacometti Il quadro più suggestivo del saggio è stata l’esibizione delle “Trottole”, allieve del corso avanzato, nel loro sgargiante tutù rosso che ha riscosso scroscianti applausi. La loro bravura sarà premiata con la partecipazione alla “Rassegna danza” promossa dalla Città di Novi Ligure. Simone Anastasio Sul nostro sito ampio servizio fotografico
con Milano. Il polo attuale sarà ristrutturato senza alcuna modifica agli orari. I 115 milioni di Euro rappresentano il più grande investimento nel centro dall’apertura.” Si stima che i lavori, iniziati a fine giugno, termineranno con l’inaugurazione del nuovo polo nell’autunno 2016. Ma l’estate del Serravalle Outlet è anche fatta di musica e divertimento: il Summer Program sarà ricco di eventi rigorosamente gratuiti. La McArthurGlen ha puntato in modo massiccio sul Serravalle Outlet, visto anche l’EXPO a Milano, “arruolando” artisti in linea con l’alto posizionamento del marchio, che trasmettano i valori di eccellenza, modernità ed attualità, pieni di carisma e di fama nazionale ed internazionale, che incontrino il gusto di un pubblico vasto ed eterogeneo. Insomma, il meglio del momento: si parte il 18 luglio con Chiara, vincitrice di X Factor 6; si prosegue il 25 luglio con il grande Francesco De Gregori; il 1 agosto è la volta di Jack Savoretti, talentuoso cantautore italo-inglese osannato dalla critica come “il nuovo Bob Dylan”; e si chiude in bellezza l’8 agosto con l’unica data italiana del musicista inglese John Newman, più volte in vetta alle classifiche. Le serate inizieranno ad animarsi dalle 18 con musica ed intrattenimento per bambini e famiglie; si proseguirà con l’happy hour dalle 18.30 e street food fino ad arrivare alle 21, quando gli artisti saliranno sul palco. Al termine dei concerti il centro rimarrà aperto fino alle 24 per un’esperienza unica di shop-
ping notturno. Il programma si arricchirà con la Festa di Fine Saldi (22-23 agosto) e con altre iniziative. Non ci resta che segnarci le date sull’agenda ed immergerci nella calda e allegra estate del Serravalle Designer Outlet.
In castello a Novi Ligure
Camelot BENEDETTA ACRI
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@FernGully89
n seguito alle polemiche per la chiusura del Parco Avventura e per lo stato di abbandono in cui versava quello che dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della città, sono molte le iniziative estive che puntano a rivalutare il Parco Castello di Novi Ligure. Dopo la Festa d’Estate di sabato 20 giugno e la Festa del Cane di domenica 21 giugno, organizzata dall’associazione ARCA Novese, venerdì 26 giugno ha trionfato l’atmosfera medioevale. Immerse nel verde, molte persone si sono date appuntamento per partecipare ad una nuova ed originale iniziativa, organizzata per la prima volta. “Camelot – Una notte in castello” è stata una serata all’insegna del buon cibo, della musica, del ballo, della socializzazione, delle risate e del divertimento. Un evento unico in una location accattivante: ingresso dalle 20.30, cena dalle 21 con un menù di degustazione comprendente i vini dell’Agriturismo Villa Pallavicini di Monterotondo di Gavi, furgoni e stand di street food con varie specialità di cibo da strada e drink. Un vero tributo a Novi, con suggestive proiezioni di sue foto di ieri e di oggi e la consegna da parte del Sindaco Rocchino Muliere di una targa alla signora Fiorella come ringraziamento per il prezioso lavoro volontario di pulizia della città. La serata è proseguita con la performance del DJ Francesco Fontes che ha animato l’atmosfera con la sua musica, spingendo i partecipanti a scatenarsi sulla pista da ballo. Sicuramente un’occasione per stare in compagnia e per movimentare l’estate novese, attirando visitatori e curiosi. È importante sfruttare e migliorare la situazione del Parco Castello, perla della città troppo spesso sottovalutata, isola verde ricca di storia che merita di essere riscoperta e vissuta al meglio.
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A SPASSO PER L’OLTREGIOGO: DA LIBARNA ALLA VAL BORBERA
In un reportage di Stefano Rivara le curiosità di un borgo curioso come una storia antica
A Isola del Cantone torna la sagra più gustosa
Carrega Ligure: un Comune estremo A tutta Nutella STEFANO RIVARA
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@Stefanorivara
osto nell’angolo del Piemonte confinante sia con la Liguria che l’Emilia, nell’alta Val Borbera, Carrega Ligure, è un piccolo-grande comune. Piccolo per numero di abitanti, grande per ampiezza e bellezza del territorio montano. Detiene alcuni record: è il comune non alpino con più bassa densità di abitanti per km quadrato (1,5); il meno popoloso della provincia di Alessandria (84 residenti); e, alle ultime elezioni amministrative, del 31 maggio, quello con la più bassa percentuale di votanti. Questo fenomeno non è dovuto a scarso impegno degli abitanti, ma a un fatto tecnico: all’anagrafe hanno diritto al voto anche 244 iscritti all’Aire (i residenti all’estero) che in pratica non votano quasi mai. In tal modo, i 67 votanti su 76 aventi residenti, che sarebbero percentualmente molti, fanno risultare una percentuale complessiva poco superiore al 20%. E pensare che, un secolo fa, il comune contava oltre 2000 abitanti; 150 anni fa oltre 3000. Nonostante che la prima vera strada che collega Carrega al resto del mondo sia stata costruita negli anni 60; prima c’erano solo mulattiere. Più di recente è stata sistemata la strada che collega a Capanne di Carrega e, attraverso Casa del Romano, a Torriglia e Genova. Un percorso panoramico e suggestivo, legato alla storia recente: proprio nei pressi di Capanne, il famoso comandante partigiano Aldo Gastaldi “Bisagno” insediò il comando della
sua Divisione. A quel tempo, la mancanza di strade costituì un vantaggio per i partigiani che potevano rendere difficoltosi i rastrellamenti dei più motorizzati nazisti. Oggi, al contrario, carenza di collegamenti pubblici scarsa manutenzione delle strade sono un problema per residenti (quasi tutti anziani) e villeggianti. Il sindaco neoeletto, con oltre l’80% dei consensi, è Marco Guerrini, un giovane architetto che s’interessa di recupero dei centri rurali. Sostituisce, dopo due mandati, Guido Gozzano. Quest’ultimo aveva lanciato la campagna per l’acquisto alla cifra simbolica di 1 euro di case abbandonate, senza successo a causa dei problemi burocratici. Ed è stato fautore anche di un accorpamento tra alcuni comuni della valle. Operazione che appare sempre più indispensabile. Nella foto la chiesa della Fraz. di Campassi
Un patrimonio naturale da salvaguardare
Paesi di montagna N
ell’Appennino ligure-piemontese, lo spopolamento degli ultimi decenni ha reso alcuni borghi e paesini quasi disabitati, o del tutto abbandonati. Alcuni sopravvivono solo come sede di seconde case per villeggianti. Un tempo, da questi paesi partivano molti emigranti all’estero, ma le nuove nascite compensavano le partenze. Più di recente, per concentrazione degli abitanti in grandi città e centri costieri, restano quasi solamente gli anziani. D’altra parte, per chi volesse stabilirsi nei centri montani, dove, fra l’altro, la vita è molto più sana, le difficoltà nel raggiungere scuole e posti di lavoro sono elevate: mezzi pubblici ridotti o soppressi (resistono a malapena gli scuolabus per i più piccoli); strade sempre più dissestate, quando non addirittura interrotte per le frequenti frane. La riduzione dei finanziamenti pubblici agli enti locali, aggravata dalla soppressione delle province, rende la situazione in costante peggioramento. Eppure c’è un patrimonio, non solo naturale e paesaggistico, ma anche architettonico, da salvare. Tanti edifici, costruiti con tecniche appropriate all’ambiente del luogo, rischiano di andare in rovina senza adeguata manutenzione. Alcuni borghi sono autentici gioielli. Basta, per vederli, andare a fare un giro, ad esempio, in Valbrevenna, o nelle alte valli Borbera, Spinti, Orba. Adesso, con la bella stagione, è anche il momento appropriato. (s.r.)
C’è “rondine” per te...
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os’hanno in comune le rondini e la posta elettronica? Entrambe “hanno le ali”. Le rondini hanno robuste ed eleganti ali che con la coda formano la caratteristica forma “a V”, mentre le email, volando dappertutto on line, portano sempre al loro interno la lettera “@”. Entrambe non sono costrette dai confini o dall’asperità dei luoghi: raggiungono ogni vetta ed anche ogni paese. Ecco perché la soluzione per i piccoli borghi sono le ali di internet: con le rondini della posta elettronica anche il più sperduto eremo si troverebbe al centro del mondo. Scaramouche
ELEONORA GATTI
@viaggiatrice191
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lo statuto dell’USI e perciò il 20% del ricavato delle manifestazioni viene devoluto in beneficienza. La Sagra della Nutella, oltre alla celeberrima crema di nocciole, proporrà un menù ricco con svariati dolci, bevande e cucina tipica. Venerdì 17 la serata sarà dedicata ai giovani con il concerto dei Buio Pesto, sabato 18 i Rock Brothers e Dj Fontes animeranno la serata insieme a uno Schiuma Party e domenica 19 musica per tutti con la Denise Band. Ringraziamo per la disponibilità e le informazioni l’organizzatore Franco Repetto.
l 17, 18 e 19 luglio Isola del Cantone ospiterà una delle sagre più attese della stagione, ovvero quella della Nutella. Giunta alla sua XV edizione, si presenta ricca di novità ed appuntamenti. La festa è organizzata dall’USI (Unione Sportiva Isolese), che si occupa da anni di organizzare sagre e manifestazioni ad Isola del Cantone, come per esempio la Sagra della Tagliatella di giugno. L’Unione è caratterizzata dal volontariato e mira a realizzare eventi benefici per il paese: a Natale, per esempio, viene organizzata una visita di Babbo Natale all’asilo, per A Isola del Cantone regalare doni ai bamsi schiuma d’allegria bini. L’Estemporanea di Pittura “Scatti da Isola” è un altro evento facente parte del calendario USI e si svolgerà nelle giornate del 4 e 5 luglio. Giunta alla sua 44esima edizione, coinvolgerà anche i bambini delle scuole di Isola che esporranno i loro lavori per concorrere alla palma del “Pittore isolese”. L’attuale Presidente dell’associazione è Paolo Bisio che ha sostituito il fondatore storico Carlo Zuccarino, prematuramente scomparso al quale è Vi aspettiamo alla stata dedicata la zona Sagra della Nutella sportiva. Negli ultimi anni è stato modificato
17-19 luglio
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Giuseppe Coniglio, nuovo presidente della P.A. lancia il rinnovamento
La Croce Verde diventi la casa dei Busallesi
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na Croce Verde come una casa di vetro, aperta a tutti i cittadini, che diventi la “casa di tutti i Busallesi”. Queste sono le parole del neoeletto presidente della Croce Verde di Busalla, Giuseppe Coniglio. Le recenti elezioni hanno completamente rinnovato i vertici della Pubblica Assistenza, con una grande partecipazione dei cittadini al voto. “Il numero di persone che si sono recate a votare è stato uno dei più alti degli ultimi anni” dice Coniglio “come presidente ho apprezzato moltissimo la non candidatura dell’attuale sindaco di Busalla, Loris Maieron, che era vicepresidente uscente, dando così un forte segnale di separazione tra la politica e la pubblica assistenza”. Coniglio coglie anche l’occasione per togliersi qualche “sassolino dalla scarpa”: “Lo Statuto art. 3 della Pubblica Assistenza prevede che esse siano apartitiche, aconfessionali e fondate sul principio democratico. Qui invece alcuni consiglieri della Pubblica Assistenza hanno fatto polemiche sull’esito delle votazioni, e in lista vi erano due persone apertamente inserite nella politica, una facente parte dell’Amministrazione comunale e l’altra della Segreteria di un partito politico”. Porte aperte alla Croce Verde, questa è la nuova parola d’ordine del presidente: “Fino ad oggi la Pubblica Assistenza viene vista con una certa soggezione e distacco da parte dei cittadini. Pongo come obiettivo il riportare i giovani e i cittadini tutti nella Croce Verde, visto che oggi sono pochissimi”. Sulla eredità pesantissima presa in carico da Coniglio dice: “Non posso che ringraziare l’ex Presidente Ade-
lio Broggi, per tutto quello che ha fatto negli anni per questa Croce, a cominciare dalla sede attuale, una delle più belle mai viste e il Consiglio Direttivo di cui ho apprezzato il grande lavoro svolto”. Giuseppe Coniglio, alla sua prima esperienza come Presidente della Pubblica Assistenza, sta vivendo il suo incarico con entusiasmo “Abbiamo già parlato con l’Assessore Fabrizio Fazzari e come prima iniziativa vorremmo organizzare un momento dedicato ai bambini e bambine. Non abbiamo preclusioni contro nessuna amministrazione, il nostro interesse è camminare nell’interesse della Croce Verde” spiega Coniglio, che prosegue “ritengo una cosa un
po’ anomala però che nessuno di questa amministrazione, dopo una settimana, abbia fatto una telefonata o un cenno di congratulazioni”. Uno dei primissimi atti del nuovo consiglio sarà quello di pubblicare un periodico della Croce Verde dove saranno pubblicate tutte le attività della P.A. e dove verranno invitati i cittadini a visionare personalmente il lavoro svolto dai volontari e dove sarà ben accetto chiunque voglia dare una mano, un consiglio e qualsiasi cosa possa servire affinché la Croce Verde sia sempre più casa dei busallesi. Uno dei cavalli di battaglia del nuovo Consiglio Direttivo è quello del pagamento delle autostrade: “Siamo all’assurdo: una
nostra ambulanza che entra in autostrada per prestare soccorso, si trova costretta a pagare il biglietto di ingresso autostradale. Se, ad esempio, il Telepass non funziona cosa facciamo? Lasciamo morire il ferito?”. Dubbi anche sulla normativa degli interventi: “Perché siamo obbligati a fare gli interventi di urgenza assieme all’auto medica in tutte le condizioni climatiche incontrandosi davanti all’entrata dell’autostrada prima di portare la persona al primo ospedale, quando abbiamo la nostra sede attrezzata ed operativa ad appena cento metri dal casello?”. Fabio Mazzari
Rosa Oliveri, nuovo sindaco di Ronco Scrivia, traccia il programma
Rendiamo operativa l’Unione dei Comuni
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l neoeletto sindaco di Ronco Scrivia, Rosa Oliveri, 53 anni, assistente sociale presso il Comune di Serra Riccò, sposata con un figlio, traccia il suo programma per i prossimi cinque anni alla guida del secondo comune più popoloso della Valle Scrivia genovese. Oliveri, che ha ricoperto l’incarico di vicesindaco durante il mandato di Simone Franceschi e di assessore sotto Gianluigi Sacchi (i precedenti Primi Cittadini di Ronco), spiega che l’eredità di Franceschi è sicuramente molto pesante: “È stato un sindaco che, sotto molti aspetti, ha fatto la differenza - dice il primo cittadino - e dobbiamo a lui questo progetto ambizioso che è l’Unione dei comu-
ni della Valle Scrivia”. Proprio il potenziamento dell’Unione è il cavallo di battaglia del sindaco Oliveri, che segue la stessa linea dei colleghi di Busalla Loris Maieron, Mauro Fantoni di Montoggio e Giulio Assale di Isola del Cantone: “Il potenziamento ed il pieno funzionamento dell’Unione è stato il primissimo punto del nostro programma elettorale, è necessario - continua Rosa Olvieri - lavorare in un’ottica di sussidiarietà, tenendo conto ovviamente delle esigenze di ogni ente, che sono ovviamente diverse in comuni di grandi dimensioni come Ronco Scrivia o Busalla rispetto a piccoli comuni montasegue a pag. 24
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l’inchiostro fresco
L’Unione dei Comuni prosegue da pag. 23 ni come Vobbia e Valbrevenna”. Un tema su cui il sindaco Oliveri vuole ripartire è anche quello del riallacciamento dei rapporti tra enti e cittadinanza: “C’è un’enorme disaffezione sia verso la politica in se stessa, testimoniata dal numero sempre più basso di votanti, che verso le istituzioni, che non sono più recepite come un punto di riferimento, è necessario lavorare col territorio e nel territorio, fianco a fianco con il tessuto di associazioni e di realtà esistenti”. Sempre riguardo alle politiche comuni nella Valle Scrivia, il primo cittadino ronchese cita quella relativa ai rifiuti: “In otto comuni su nove abbiamo già la gestione associata dei rifiuti, la chiusura della discarica della Birra e quella temporanea di Scarpino hanno provocato grossi problemi, puntiamo ad una raccolta porta a porta in tutti i Comuni che, però, deve essere uniforme in tutta la Valle a differenza di quanto avviene adesso”. Infine, una stoccata sulla soppressione della Provincia “per noi comuni interni è stata una grave perdita” spiega “abbiamo discusso anni sulla trasformazione di questi enti per arrivare, di colpo, alla loro chiusura”. Fabio Mazzari
Festa a Torriglia
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VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE
Luglio 2015
al 3 al 5 luglio a Torriglia si è svolta l’edizione 2015 di “Festissima”, la festa organizzata dall’UNPLI dove le diverse Pro Loco si uniscono e promuovono i loro territori. Quest’anno a fare da padrone di casa è stata la Pro Loco di Torriglia, che ha ospitato nel capoluogo della Val Trebbia le “colleghe” di Busalla, Campo Ligure, Gattorna, Moneglia, Savignone e Vobbia. Protagoniste assolute le specialità gastronomiche: canestrelli, mostardella, gofri, cuculli, aperitivo alla rosa e frittura di pesce. (f.m.)
A Isola del Cantone documenti, cimeli e ricordi della Prima Guerra Mondiale: una “guerra di popolo”
Una mostra per ricordare la Grande Guerra T ra le tante iniziative realizzate nel territorio della Valle Scrivia per ricordare i cento anni dell’entrata nella Grande Guerra dell’Italia, una nota particolare merita la mostra allestita dal Centro Culturale e il gruppo Alpini a Isola del Cantone domenica 7 giugno nei locali del Palazzo Spinola. Nella sala al piano terra sono state esposte numerose foto scattate nei luoghi che tra il 1915 e il 1918 videro contrapporsi le truppe Italiane e le Austro-ungariche. I soggetti ritratti nelle foto erano proprio quelli tipici dei campi di battaglia.: vedute panoramiche delle montagne del fronte dell’Isonzo ai confini con la Slovenia, canno-
Nella foto due alpini mostrano i reperti del conflitto bellico
ni di ogni dimensione, trincee con soldati infagottati con gli immancabili elmetti e i visi scuri di fango ma con occhi ridenti. Disposti sui tavoli libri e reperti bellici di varie forme, elmetti, munizioni da cannone, bombe a mano, granate, proiettili originali e caricatori di fucile Carcano modello 91 in dotazione all’esercito Italiano. Montata su un manichino una tuta da sciatore originale con sci in legno, “ciaspole” e occhiali da sole in vetro verde a forma triangolare. Nella cine-sala al primo piano è stato proiettato a ciclo continuo un lungometraggio dedicati agli Alpini. Un film fatto di immagini di guerra , raccontati da un esperto di storia come il Genera-
Marco Gandolfo ha ripercorso la storia del “Primo Partigiano d’Italia”
le Alpino Italico Cauteruccio e sottolineati da canzoni del Coro di Conegliano. Un film impressionante della durata di un’ora circa che descrive con la precisione militare del Generale Cauteruccio, il quale, sembra abbia il potere di far rivivere agli spettatori la vita di trincea, le difficoltà, i disagi del freddo, la fame, le condizioni igieniche proibitive subite dai soldati Italiani, le battaglie cruente come quella dell’Ortigara combattuta tra il 10 e il 29 giugno del 1917 dove su un contingente di 20 mila Alpini impegnati ne caddero 16 mila: il 60% della truppa e il 75%degli ufficiali. Renato Piras
Feûgo & Prie
Un film per ricordare Aldo Gastaldi L È stato presentato il 17 giugno nel Salone di Rappresentanza del Comune di Genova, davanti ad un folto pubblico di rappresentanti delle Istituzioni locali (erano presenti tutti i Sindaci e molti Consiglieri comunali della Val Trebbia e della Val Bisagno), di appassionati di storia contemporanea, anziani e molti giovani, il film-documentario “Bisagno”, dedicato alla figura di Aldo Gastaldi, riconosciuto, alcuni anni fa, come il “Primo Partigiano d’Italia”. Il film-documentario è stato girato da Marco Gandolfo, regista genovese di 38 anni che ha al suo attivo diversi documentari realizzati dal 2008 ad oggi. La scelta della figura di Aldo Gastaldi, ha spiegato il regista, non è stata casuale. Gandolfo infatti frequentò l’Università di Genova assieme al nipote di Gastaldi, anch’egli di nome Aldo, che da molti anni cura personalmente gli eventi che riguardano la figura dello zio, e da lì si appassionò alla vicenda di questo protagonista della storia del
In alto la locandina del film. In basso il regista Marco Gandolfo durante le riprese
Novecento. Nel film “Bisagno” viene ripercorsa interamente la storia di Aldo Gastaldi, dai suoi inizi quando, ad appena diciannove anni, nel 1940, affiggeva, con grande coraggio dato il momento storico, volantini contro il regime fascista nell’Università di Genova fino alla chiamata alle armi e all’incredibile vicenda dopo l’armistizio del settembre 1943: Gastaldi fece nascondere le armi della caserma di Chiavari (nella quale era Sottotenente). Qui venne in contatto con un altro giovane, Giovanni Serbandini, e si stabilì a Cichero, in Val Trebbia, dove venne eletto comandante con il nome di “Bisagno”. Sotto il comando di Gastaldi la “divisione Cichero” guadagnò il rispetto e l’appoggio della popolazione locale, e assieme a Serbandini il quale prese il nome di “Bini”, si dotò di un codice etico, con precise regole: essere sempre gli ultimi a ricevere cibo e vestiario, non prendere ma chiedere alla popolazione contadina e ricambiarla, non importunare le donne,
fino alla tragica morte, avvenuta appena un mese dopo la fine del conflitto, in un incidente stradale. Un grande personaggio per un grande film. Fabio Mazzari
Il museo del lupo
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Rondanina sono a buon punto i lavori di allestimento del centro visita dedicato al Lupo Appenninico, realizzato dal Parco dell’Antola, nei locali dell’ex canonica. Tra breve i visitatori potranno visitare questo centro, unico nel suo genere, per conoscere, immersi in un ambiente interattivo, tutti gli aspetti del lupo, dal suo habitat alle sue prede, nonché i dati aggiornati sulla sua presenza in Liguria e la sua distribuzione sul territorio regionale. (f.m.)
Shopping a Busalla
e tradizioni Pagane si uniscono a quelle Cristiane in una festa di due giorni, lungo i prati e le aie, come l’antica tradizione contadina. È successo a Montoggio con l’evento “feûgo e prie”, ovvero “fuoco e pietre”, una due giorni iniziata la sera del 21 giugno con la celebrazione del Solstizio d’Estate, con l’area sportiva di Montoggio trasformata in una piccola Stonehenge (con tanto di riproduzione dei famosissimi dolmen!) e finita il 23 notte, con il tradizionale “confeûgo” del santo patrono, San Giovani Decollato, che oltre che del capoluogo regionale è il patrono anche del comune più orientale della Valle Scrivia. Una lunga festa che ha unito ben tre tradizioni: le celebrazioni Pagane e new-age del solstizio d’estate con balli e danze presso le pietre, le tradizionali feste contadine delle campagne che hanno rappresentato per secoli uno degli eventi più sentiti dai paesi e le celebrazioni della Chiesa Cristiana, con il tradizionale falò di San Giovanni. Fabio Mazzari
l’inchiostro fresco
VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE
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A Sant’Olcese si è discusso di questo fenomeno degli ultimi anni
Cyberbullismo, un nemico da affrontare
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yberbullismo, una parola entrata da poco nei nostri vocabolari ma che sta diventando la nuova insidia dei giovanissimi. Che cosa è il cyberbullismo? È “una forma particolarmente odiosa di persecuzione”. Il termine unisce il “bulling” (il classico bullismo) al “cyber” (il digitale). La vittima, a differenza del bullismo tradizionale, ha pochi mezzi per difendersi, a causa dell’anonimato del molestatore, la sua difficile reperibilità e la ripetizione sistematica degli attacchi. Il fenomeno è in costante crescita e, secondo alcuni studi, nei paesi più avanzati ha addirittura superato il bullismo tradizionale, con risvolti
drammatici. Di questo fenomeno, nato con lo sviluppo di internet e dei social network si è discusso a Villa Serra di Sant’Olcese, con la conferenza “ConsapevolMente digitale”, incentrata sul progetto portato avanti congiuntamente dalle scuole medie della Val Polcevera e della Valle Scrivia, dall’Istituto Comprensivo di Serra Riccò e Sant’Olcese “Alice Noli” di Campomorone e Ceranesi, la “Vito Scafidi” di Busalla e Mignanego, Istituto Comprensivo di Montoggio-Casella-Savignone e la “Giovanni Pascoli” di Ronco Scrivia, con la collaborazione della Polizia Postale di Genova e dell’ALID (Associazione per le Libertà Digitali). Circa mille i
La rivincita del maschio L a casa editrice Sagep di Genova ha appena dato alle stampe il romanzo “La rivincita del maschio”. la notizia di per se non ci sarebbe, se non si stesse parlando di un romanzo rimasto letteralmente sommerso per quasi novant’anni e di cui tutti, ormai, ne avevano dimenticato l’esistenza o, meglio se ne parlava riferendosi al caso letterario, ma davvero quasi nessuno aveva potuto leggerlo. Il romanzo in questione fu pubblicato dalla torinese Amalia Guglielminetti, scrittrice e poetessa vissuta tra il 1881 e il 1941. La Guglielminetti, proveniente da una famiglia industriale agiata ebbe da giovane anche una relazione sentimentale con il poeta Guido Gozzano e si distinse per le sue idee fortemente libertine per l’epoca, quasi una femminista ante-litteram. “La rivincita del maschio” uscì a puntate tra il 1920 e il 1921 in terza pagina sul giornale torinese “La Gazzetta del Popolo”. In brevissimo tempo, per le tematiche di questo romanzo, la Guglielminetti
venne denunciata per oltraggio al pudore. Il libro però non ebbe fortuna e scomparve completamente dalla circolazione. Almeno fino ad oggi, quando è tornato disponibile nelle librerie grazie al lavoro della Sagep, in un’edizione arricchita da un’ampia analisi introduttiva a cura di Alessandro Ferraro ed una poesia che il celebre poeta valtrebbino Giorgio Caproni dedicò proprio all’autrice. La Liguria fa da sfondo alla trama. L’autrice infatti passava le sue estati a Varigotti e ambientò il suo più controverso romanzo proprio nella regione. Fabio Mazzari
Il museo del videogioco di Gattorna
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attorna, una delle otto frazioni che compongono il Comune di Moconesi in provincia di Genova, ospita il primo Museo del Videogioco d’Italia. “La Mecca del Videogioco” si trova presso il Polimuseo ospitato nelle locali Scuole Medie in via Terzonasco. Da Space Invaders all’ultimo capitolo di Assassin’s Creed c’è spazio per tutti i gusti! Samuele Anastasio
Specie aliene
Scoperta shock
Dopo quasi novant’anni torna alla luce un caso letterario
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tupore e disgusto sono stati i sentimenti provati, alcuni giorni fa, dai clienti di un noto ristorante di Busalla. L’esercizio commerciale, famoso in Valle Scrivia per aver ospitato numerosi personaggi famosi dello sport e dello spettacolo, ha pensato bene di sostituire i classici centrotavola che si trovano in tutti i ristoranti, di solito fiori o candele, con girini di rana vivi! Alcune persone che cenavano nel locale, inorriditi dalla visione di questi poveri animali chiusi in bocce di vetro (sembra che vi fossero anche delle piccole trote), hanno immediatamente avvisato i Carabinieri di Busalla e, di seguito le guardie zoofile. I malcapitati girini, una trentina in tutto, sono stati liberati e reimmessi nel torrente “Busalletta”, mentre per i titolari dell’esercizio, madre e figlio, è scattata una pesante denuncia per maltrattamento e detenzione illegale di animali, con conseguente multa di diecimila euro. (f.m.)
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a situazione dei nostri fiumi è obiettivamente migliorata rispetto a poche decine d’anni fa. Maggiori attenzioni alle fonti d’inquinamento, unita alla diminuzione d’industrie impattanti, permettono almeno di evitare situazioni disastrose tipo quella del Bormida dopo l’ACNA di Cengio. La presenza di depuratori fognari limita pure l’inquinamento organico. Un altro problema, forse meno grave ma non trascurabile, si è invece intensificato: le specie invasive, in origine estranee all’ambiente locale. Il fenomeno riguarda soprattutto i corsi d’acqua del bacino del Po, quindi tutti quelli a nord dello spartiacque appenninico. Se una specie compare in uno qualsiasi dei fiumi del bacino, prima o poi può risalire gli altri, almeno finché trova condizioni adatte alla propagazione. Più difficile che accada invece per i torrenti, come Polcevera o Bisagno, che vanno direttamente dai monti al mare. Stefano Rivara
ragazzi coinvolti, di età compresa tra gli 11 ed i 14 anni, a cui sono stati proposti dei questionari, i quali, una volta compilati, sono stati consegnati ai genitori degli stessi. Le domande si focalizzavano su alcuni semplici punti: cosa guardano i ragazzi di questa fascia di età su internet? Quanto tempo passano davanti allo schermo? Chi incontrano? Ed altre domande simili. Claudio Canavese, Presidente dell’AILD, spiega lo scopo dell’associazione: “Siamo nati nel 2007 per parlare di software libero, open source e appunto libertà e diritti digitali”. L’impegno dell’ALID nella prevenzione del cyberbullismo è notevole: “È un fenomeno pericoloso ed in forte crescita, - afferma Claudio Canavese data anche l’età delle vittime. I teenager sui social network cercano la comunicazione anche con sconosciuti, a differenza degli adulti che li utilizzano i social network per parlare con le persone che conoscono”. Per combattere ciò l’ALID ha creato l’autodifesa digitale, ovvero una sorta di guida per utilizzare la tecnologia prima e meglio di chi vuol fare del male, come in una i palestra. Il vero problema del cyberbullsimo spiega Canavese è che: “Non si riesce a fermarlo in tempo perché a volte gli adulti non hanno i metodi per parlare a tu per tu con i ragazzi”. Nadia Rania, ricercatrice presso il DISFOR (Dipartimento di Scienze della Formazione) dell’Università di Genova spiega che dal risultato di questo questionario “emerge che i ragazzi, hanno buone relazioni sia con gli insegnanti che con i coetanei e dichiarano di non sentirsi particolarmente soli e, per fortuna, i non ci sono numerosi casi di bullismo e cyberbullismo. L’età analizzata è quella nella quale si entra in contatto con diverse situazioni in modo più forte e diretto”. Fabio Mazzari
Shopping ad Arquata Scrivia
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l’inchiostro fresco
PROFUMI D’ITALIA, ESPLORAZIONI E INVENTIVA
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Giornata Medievale al Castello di Borgofornari
Un frutto della terra ponte tra Piemonte e Calabria
La castagna pane dei poveri Sprazzi di storia fra le mura R N icordo quando ero un ragazzino e frequentavo le scuole elementari che le nostre maestre, in alcuni periodi dell’anno, per spiegarci bene l’andamento delle stagioni, ci facevano portare a scuola alcuni prodotti della terra che maggiormente rappresentavano quel determinato periodo. Quando arrivava l’autunno ecco che, su i banchi di scuola, apparivano le castagne nella loro totale bellezza. Il nostro territorio è costellato dalla presenza di castagneti, alcuni dei quali secolari. La castagna è diventata così per le nostre zone un’importante fonte di sostentamento. Questo frutto era conosciutissimo nell’antica Roma e diversi autori latini ne descrivevano le sue qualità. Varrone nel De Re Rustica parlava di castanea venduta nei mercati frutticoli della città eterna e spesso offerta in dono dai giovani alle donne amate. Anche Virgilio sottolineava come la castagna fosse un frutto comune e allo stesso tempo pregiato. Plinio il Vecchio invece, nella Naturalis Historia, dava notizie riguardanti la provenienza della castanea attribuendone infatti l’origine all’Asia Minore e chiedendosi poi perché la natura abbia nascosto un
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ELEONORA GATTI
frutto di così scarso valore all’interno di una cupola irta di spine. Lo scrittore si soffermava anche sull’utilizzo del frutto in ambito culinario: “...sono più buone se mangiate tostate, vengono macinate e costituiscono un buon sostituto del pane durante il digiuno delle donne”. L’Italia può vantare diverse qualità di castagne annoverate tra le migliori del mondo, alcune perfino tutelate dall’Unione Europea (tra queste va ricordata la Castagna Cuneo eccellenza del Piemonte). In Calabria il frutto viene utilizzato in diverse ricette, per produrre farina,
marmellate, dolci, liquori, zuppe, ecc… Purtroppo da qualche anno a questa parte, a causa dei repentini cambi del tempo, la produzione della castagna in Calabria ha avuto un brusco rallentamento. È certo però che nel periodo che va da ottobre a dicembre, il profumo che esce dalle case dei nostri paesi è inconfondibile. Basta chiudere gli occhi per sentirlo anche ora, immaginando le castagne a bollire nell’acqua o che scoppiettano tra le braci dei caminetti accesi. Samuele Anastasio
Lavanda: una pianta dai mille utilizzi
a Lavanda, splendida pianta mediterranea perenne dalla crescita molto rapida, fiorisce proprio in questo periodo, riempiendo l’estate con i suoi colori ed il suo caratteristico profumo. È una pianta rustica che predilige posizioni assolate e ventilate; non necessita di abbondanti annaffiature: aspettate sempre che il terreno sia asciutto prima di irrigare ulteriormente. Svariati sono gli i utilizzi di questa pianta: i fiori, seccati, sono ottimi profumatori per ambienti ed armadi, l’olio essenziale è, invece, molto usato per le sue proprietà lenitive e calmanti. La Lavanda è anche un ottimo rimedio contro le zanzare: il suo profumo è, infatti, insopportabile per questi fastidiosi insetti. Sistematela nel vostro terrazzo insieme a Gerani e Citronella per unire l’utile al dilettevole!
@viaggiatrice191
ella giornata di Domenica 14 giugno il Castello di Borgo Fornari si è animato con una festa tutta in stile medievale, organizzata dalla locale Pro Loco in collaborazione col Comune di Ronco Scrivia. Nonostante le sue antiche origini, pare infatti che sia stato costruito nel 1100 in una zona a metà fra la Liguria e la Pianura Padana, il Castello ci è apparso in buone condizioni al di fuori delle mura e all’interno, permettendo ai visitatori di esplorarlo nel migliore dei modi. Dopo un impervio cammino fra i boschi che raccomanda di munirsi di tuta e scarpe comode, un invitante profumo di carne arrostita all’aperto ha accolto chi entrava anticipando il ricco menù in stile medievale, preparato per l’occasione. Fra le ricette tipiche sono state cucinate la Zuppa di Ciceri e Farro, i Maccaroni con Fagioli et Zafferano, l’Asado, e le tanto attese Salsicce di Carne di Maiale sulla graticola. All’interno è stato possibile visitare il percor-
so didattico sulla vita quotidiana medievale: persone e animali sono stati riprodotti a grandezza naturale e, accompagnati da cartelloni informativi, hanno aiutato a calarsi nell’atmosfera antica. Il personale ha accolto i visitatori rigorosamente vestito in abiti d’epoca, avendo cura di salvaguardare ognuno dalla pioggia scrosciante che ha caratterizzato l’evento di domenica. La Giornata Medievale ha raggiunto la sua settima edizione ma non è l’unico appuntamento dell’estate: ricor-
l'Orto di Marisa
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diamo, per l’appunto, che giovedì 9 luglio dalle 18:30 alle 21 si terrà l’apericena di prodotti tipici locali all’interno del Castello, e dalle 21 alle 23:30 invece si svolgerà il Festival Teatrale dell’Antico Acquedotto di Genova dal titolo “Il viaggio di Andalò da Savignone”. Domenica 19 luglio si incontrerà l’orchestra Cajon in una serata dal titolo “Musica al Castello” e la “Serata sotto le stelle”, a cura dell’Osservatorio Astronomico del Righi, concluderà gli eventi estivi martedì 11 agosto.
Ricetta al risparmio, ma…
ochi sanno che la bietola era apprezzata dai Greci e citata da Orazio e Plinio che ne ricordava la diffusione e la varietà a costa larga, allora molto conosciute. È un’erbacea annuale che si presenta in due versioni: a foglia piccola, da taglio, a costa, con una parte bianca e croccante. È ricca di vitamina A, B9, di ferro ed è rinfrescante e lassativa. Nella novesità, da via Casteldragone andando nella zona di Casteldragone (si coltivava l’eccellenza dell’orticultura che si portava anche con il cavallo ai mercati di Genova) le bietole erano una coltivazione primaria e insieme a cavoli, pomodori e ortaggi di ogni genere. Scaloppe di coste: un chilo di coste, quattro cucchiai di grana, cinque cucchiai di pan grattato, un uovo, burro o olio e sale. Pulire le coste, lavare i gambi e farli bollire in acqua salata per una decina di minuti, scolarli, asciugarli, disporli sul piano e tagliarli a pezzi lunghi 5 cm. Cospargerli di grana metà dei gambi, coprirli con l’altra metà e premere finché le due parti si attaccano bene. In un piatto sbattere l’uovo col pan grattato e immergere i due pezzi attaccati, quindi disporli in una padella con olio e farli dorare, servirli ben caldi. In questo ultimo periodo, così difficile economicamente, nelle nostre terre c’era stato un ritorno all’orticultura, a dimostrazione che di terra si può vivere, ma il TAV e l’alluvione stanno distruggendo queste speranze di lavoro. Buona estate
Marisa Pessino ci presenta l’intensa e suggestiva attività del Gruppo Astrofili di Arquata Scrivia
Le stelle punteggiano il cielo dell’inchiostro I l Gruppo Arquatese Astrofili (GAST), attivo sul territorio arquatese e provinciale da oltre un decennio, ha tenuto nell’anno accademico 2014-2015 un corso di astronomia all’Unitre Arquata – Grondona. Durante gli incontri il pubblico è stato accompagnato in un viaggio immaginario nell’universo, con tappe sempre più distanti tra le meraviglie del nostro cosmo. Le lezioni, tenute da esperti nel settore,hanno affrontato, con Anna Ferrarazzo e Andrea La Camera, un viaggio all’interno della nostra galassia, la Via Lattea. Nel corso del ciclo di lezioni Daniele Cipollina ha parlato dell’astronomia dei Maya, Valter Luna delle comete, Manuel Ghio ha affrontato un entusiasmante viaggio virtuale dalla superficie del nostro pianeta al centro, scoprendo cosa si nasconde sotto i nostri piedi, Claudio Ferretti ha fatto rivivere l’emozione della conquista della luna. Ultima la lezione pratica al telescopio, per osservare gli oggetti del cielo primaverile, con Daniele Cipollina, Claudio Ferretti, Manuel Ghio, Andrea La Camera, Valter Luna, Andrea Malvezzi, Roberto Marchelli, Filippo Massa, Alessandro Robotti. Abbiamo approfondito con Daniele Cipollina alcuni punti affascinanti.
Perché di notte sembra che la sfera celeste si sposti da est a ovest? La Terra ruota da Ovest a Est entro la sfera celeste. Di notte sembra che la volta celeste si sposti perché il movimento apparente è dovuto alla rotazione della Terra. Al Polo Nord, il cielo sembra girare in senso antiorario, come una ruota enorme, il cui perno sia direttamente fissato in corrispondenza della stella polare. Al Polo Sud sembra che la volta celeste giri in senso orario. Per un os-
che se si muovono alla velocità di molti chilometri al secondo, sembrano immobili. Le costellazioni restano immutate per anni ed anni; solo a distanza di secoli si potrebbero notare, a occhio nudo, cambiamenti nelle loro forme. Ma tutti gli astri che fanno parte del sistema solare sono assai più vicini. Se, ad esempio, si osserva la Luna, è possibile notare che per la maggior parte dell’anno, sorge in media 50 minuti più tardi ogni notte, e l’altezza della sua traiettoria nel cielo cambia con le stagioni. E’ pure facile rilevare come tutti i pianeti, gli asteroidi e alcune comete cambino di posizione nei nostri confronti. Il movimento del Sole sullo sfondo delle stelle non è evidente, ma avviene realmente.
Sulla nostra pagina facebook ampio servizio fotografico sugli Astrofili
servatore che si trovi tra un polo e l’equatore, il “perno” è a metà dell’orizzonte (45°). Le stelle a meno di 45° dal “perno”, restano visibili tutta la notte. Gli astri a più di 45° dal perno tramontano e sorgono. Gli astri che sono vicini al centro della gigantesca ruota sembra che si muovano più lentamente delle stelle più lontane. Tutti però, si muovono alla stessa velocità angolare, circa 360° in 24 ore. Perché il sole ha un percorso mutevole? Il Sole è basso in inverno, un pò più
alto in primavera e autunno, e alla sua altezza massima in estate. Questo vale per l’emisfero boreale. Per l’emisfero australe si invertono i punti cardinali. La Luna è alta in inverno, più bassa in primavera e autunno e alla sua minima altezza in estate. Qual è il rapporto fra stelle e stagioni? Le stelle e i pianeti sembrano muoversi descrivendo un arco di circa 15° all’ora. Ma ogni sera sorgono circa 4 minuti prima della sera precedente. Questo anticipo giorna-
liero è dovuto allo spostarsi della Terra intorno al Sole; in un anno l’anticipo totale è di un giorno. quindi le stelle che sorgono e tramontano a una certa latitudine non sono visibili per tutto l’anno. In una parte dell’anno il sorgere e il tramontare di una stella si verificherà durante il giorno. Ogni costellazione, a una data ora, si trova più a Ovest in estate che in primavera, più in autunno che in estate, e così via. Le stelle si muovono? Le stelle sono così lontane che, an-
Che cos’è lo zodiaco? Il percorso del Sole rispetto alle costellazioni si chiama eclittica. Nel corso di un giorno il Sole si muove di 1° e quindi in un anno compie un giro completo di 360°. Mentre la Terra ruota attorno al Sole, il suo equatore è inclinato di circa 23,5° rispetto al piano della sua orbita. quindi la posizione dell’eclittica nel cielo pare che cambi nel corso dell’anno. Il 21 giugno l’eclittica è allo zenit alla latitudine Nord di 23,5° e il 22 dicembre è allo zenit alla latitudine Sud di 23,5°. Nelle date in cui avviene il fenomeno, detti dei “solstizi”, la Terra è agli estremi della sua orbita. Tutti i pianeti, e anche la Luna, seguono traiettorie che non divergono più di 9° dall’eclittica; cioè, seguono una strada larga circa 18°, con l’eclittica nel mezzo. A questa strada gli antichi diedero il nome di Zodiaco. Le sue dodici divisioni si chiamano “segni”. Normalmente descriviamo la po-
sizione dei pianeti riferendoci alle costellazioni dello Zodiaco. Così, “Giove è nei Pesci” vuol dire che Giove è nell’area compresa nella costellazione dei Pesci. Abbiamo sentito parlare di magnitudini. Che cosa si intende? Lo splendore delle stelle è misurato in “magnitudini”. La magnitudine apparente dipende dalla effettiva quantità di luce che emette il corpo celeste e dalla sua distanza dalla Terra. Alcune stelle variano di magnitudine perchè la loro emissione di luce non è costante. I pianeti variano di magnitudine con il variare della loro distanza dalla Terra. Le stelle più luminose sono dette di magnitudine 0, quelle di magnitudine 1 sono 2,5 volte più luminose di quelle di magnitudine 2; e, a loro volta, le stelle di magnitudine 2 sono 2,5 volte più luminose di quelle di magnitudine 3. Così una stella di magnitudine 1 è 6,25 volte più luminosa di una di magnitudine 3. Alcuni corpi sono di magnitudine negativa. Così il Sole è di Magnitudine -27, la Luna piena -13. In una limpida notte scura, a occhio nudo si possono distinguere anche le stelle “deboli” cioè di magnitudine 5 o 6. I binocoli ci aiutano a vedere fino a magnitudini 8 o 9, e un telescopio di 15 cm. fino a circa 13. La luminosità dei pianeti varia secondo la loro posizione rispetto al Sole e alla Terra. I pianeti ci appaiono più luminosi quando la Terra è posta tra essi e il Sole. Per esempio, la magnitudine di Marte varia da -2,8 a +1,6 e quella di Giove da -2,5 a -1,4. I pianeti brillano più stabilmente che le stelle. La luce di una stella ci viene come da un punto piccolissimo, e l’interferenza dell’atmosfera in questo sottile raggio di luce è notevole. La luce di un pianeta ci viene come da un disco, così che il raggio è più consistente. Marisa Pessino
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MAGAZINE
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L’estate della Jole
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state uguale vacanze. Ovvero: il mare sta alla montagna come il costume da bagno sta allo zaino. Ci sta anche la signora Jole. Che ha scelto il mare: Diano Marina. Per lei e per Luigino. E quest’anno spenderà 65 euro al giorno per lei e 35 per Luigino. Se la signora Jole si fermerà a Diano Marina per due settimane, si domanda: perché la signora Jole è andata al mare con Luigino? Risposta: perché il marito della signora Jole avrà le ferie proprio quando lei dovrà ritornare a lavorare. E Luigino ha bisogno di iodio. Subito. Ma forse la signora Jole è sola, separata dal marito, e piuttosto che lasciare Luigino alla (ex) suocera, si taglierebbe le gambe. Proprio quelle che tutte le settimane si fa rassodare dal massaggiatore. Che è anche un bell’uomo. E poi lo ha sentenziato il giudice: Luigino andrà al mare con la mamma! Ma Luigino non è soltanto un bambino. È anche uno schermo difensivo. Perché con la scusa che il piccolo deve fare merenda, la signora Jole potrà allontanarsi dalle insinuanti insistenze di quell’antipatico signore stempiato, con la pancetta e con il costume modello anni cinquanta. Quel signore che non perde occasione per far capire che è il solito cretino che vorrebbe portare a letto la signora Jole. Ma la signora Jole non vuole avventure con la pancetta. Lei sogna il suo Giulio. Tutto un altro fisico. Lui le massaggia i glutei, lei lo messaggia. Usando gli stessi sottintesi tattici del signore col costume del 1955. Luigino intanto ha già fatto i compiti. Adesso gioca sulla spiaggia. Da solo. Perché il papà, che l’anno scorso lo aiutava a costruire la fortezza per imprigionare le onde del mare, non c’è, è andato via. Ogni tanto guarda la mamma. La controlla continuamente. Sorride nonostante il tribunale. E aspetta di essere ricambiato. Anche la mamma sorride. Si domanda: Luigino sorride alla mamma o sorride perché fra due settimane rivedrà finalmente il papà? E la mamma sorride a Luigino o alla risposta al suo sms? Dom&Nico BISio
Novi Ligure: celebrati i 100 anni dei “Leoni di Liguria”
Nei paesi più abitanti grazie agli stranieri
Il loro motto era...
Anziani in aumento S
“Qui non si passa”
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omenica 21 giugno a Novi Ligure è stato ricordato il centenario del 157° Reggimento fanteria “Leoni di Liguria”, fondato il 1° marzo 1915 e soppresso nel 1996. L’evento è stato organizzato da alcuni ex commilitoni del battaglione, tra i quali Gianni Costantini. Dopo la Santa Messa celebrata nella Parrocchia della Pieve, è stata deposta una corona di fiori presso la caserma “Luigi Giorgi”, dove, per l’occasione, erano presenti alcuni mezzi militari della seconda guerra mondiale messi a disposizione da Mario Grassi. La bandiera del Reggimento è fregiata della Croce di Cavaliere dell’Ordine di Militare d’Italia, di due medaglie d’oro, una conquistata sul Monte Zovetto nel giugno del 1916 e l’altra sul fronte egiziano nel dicembre del 1941, di due medaglie d’argento meritate sempre negli stessi teatri di guerra. Uno degli ultimi comandanti del Btg. “Leoni di Liguria” di stanza a Novi Ligure è stato il Col. Domenico de Simone, che fu molto attivo nel tessuto sociale della città e collaborò alla riuscita di numerose manifestazioni sportive cittadine come la StraNovi e la StraBorbera. Il portone della caserma “Giorgi” è stato definitivamente chiuso nel settembre del 1995 dal M.llo Gennaro Pasquariello, oggi in pensione e ancora abitante a Novi Ligure. (s.a.)
Nella foto in alto un momento della giornata. A lato il Col. Domenico de Simone mentre interviene nel 1983 alla presentazione della Polisportiva Novese
Arquata Scrivia: presentato il consuntivo attività giugno 2015
I Rangers sul territorio E cco l’attività di Giugno 2015 del Gruppo Rangers presieduto dal Cav. Gian Paolo Gifra • Consegna dei brevetti agli autisti abilitati alla guida in emergenza e come da direttive della Protezione Civile Nazionale ed Europea targhette con nominativo e Gruppo sanguigno del Volontari da apporre sulla divisa istituzionale • Pulizia Ordinaria con taglio erba e raccolta rifiuti al Parco Torre di Arquata Scrivia. • Supporto alla Polizia Locale e Rappresentanza durante inaugurazione Nuova P.zza della Libertà ad
Arquata avvenuta Sabato 6 Giugno. • Pulizia Ordinaria con taglio erba e raccolta rifiuti alla chiesa di Montaldero di Arquata Scrivia . • Prevenzione Incendi e incolumità pubblica durante fuochi artificiali nella serata di Sabato 20. Con 2 mezzi attrezzati per l’antincendio boschivo e 7 Rangers. • Nella serata di giovedì 25 Verifica d’urgenza alla pineta di rettorato loc.Varinella su segnalazione di privati cittadini per un probabile incendio boschivo, poi risultato un falso allarme. Samuele Anastasio
ono stati diffusi ufficialmente i dati quinquennali dell’ISTAT sulla situazione demografica italiana, a livello nazionale emerge un forte calo delle nascite ed un aumento dell’età media. In Liguria la popolazione in cinque anni è cresciuta di circa dodicimila persone (da 1 milione e 570 mila residenti si è passati a 1 milione e 583 mila), tuttavia la crescita è dovuta interamente alla popolazione straniera (passata da 111 mila a 138 mila unità), mentre gli italiani, come in tutto il paese, sono in calo. Tuttavia il 2014, dopo decenni ha registrato per la prima volta un calo di residenti stranieri (in parte dovuto all’acquisizione di cittadinanze italiane). La “crescita” ligure tuttavia si è concentrato esclusivamente nei grandi centri, in particolar modo nel capoluogo Genova, che ha visto aumentare i suoi residenti da 586mila a 592mila, così come gli altri comuni principali della regione: Savona, Imperia, La Spezia, Sanremo tutte con segno positivo. Nell’entroterra invece, dopo molti anni, una netta inversione di tendenza, con molti comuni in calo netto, un effetto probabilmente causato dalla crisi (i tagli al trasporto pubblico hanno penalizzato i pendolari, ad esempio), ma che per la prima volta inverte il fenomeno di deurbanizzazione cominciato a partire dagli anni ’60. In dettaglio cala nettamente l’alta Valpolcevera, con Campomorone che passa dai 7306 residenti del 2010 ai 7139 attuali, Ceranesi che scende sotto la soglia psicologica dei quattromila (3908 residenti), Serra Riccò (34 abitanti in meno) e Mignanego (57 in meno), mentre in controtendenza è Sant’Olcese che guadagna 55 residenti, arrivando a 5966 effettivi. Calo demografico più marcato in Valle Scrivia, con Busalla che perde 94 residenti arrivando a 5641 abitanti e Ronco Scrivia che ne perde 61, Savignone invece è in controtendenza anche se con soli sei abitanti in più, Casella scende di ben 78 unità, Montoggio di undici
mentre Isola del Cantone ne guadagna sei. I cinque comuni dell’Unione della Valle Stura sono anch’essi in calo, passando dai 13002 abitanti di cinque anni fa ai 12849 attuali. Situazione sempre più preoccupante in Val Trebbia, dove tutti i comuni, Torriglia compresa sono in calo e addirittura due di essi (Fascia e Gorreto) sono entrati a far parte degli enti sotto i cento residenti. Riguardo alla popolazione straniera, infine, i dati sono molto contrastanti, il comune più multirazziale dell’Oltregiogo è Isola del Cantone, con 153 stranieri su 1541 residenti (quasi il 10%) con al primo posto la comunità marocchina, molti immigrati anche a Busalla (7,7%) e Ronco Scrivia (6,8%), dove al primo posto c’è la comunità rumena, mentre percentuali più basse si registrano nell’Alta Valpolcevera (tra il 2 ed il 4%) e in Valle Stura (4,2%) dove prevale la comunità equadoriana. Una curiosità: Mele è l’unico comune oltre al capoluogo dove risiedono cittadini israeliani. Fabio Mazzari
Il FAI novese chiama Sant’Andrea
I
l neonato gruppo novese del Fai, composto da Ada Geraldini Caraccia, presidente, Daniela Barbieri, Antonella Cambiaggi, Beppe Merlano, Isidoro Parodi, Mauro Ratto e Gianni Respighi ha deciso di puntare al recupero e restauro dell’altare della chiesa Sant’Andrea. “Un primo intervento che vuole portare Novi, in questo caso la zona di Porta Genova, ai suoi antichi splendori” ha dichiarato Isidoro Parodi. Federica Fossati
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La B1 è tornata! La città di Novi Ligure festeggia la promozione della squadra
Il dolce sapore della vittoria
Grandi bocciatori a Serravalle Scrivia
A
Serravalle Scrivia si è svolta lo scorso 20 e 21 giugno una due giorni di gare, dove appassionati e intenditori del gioco delle bocce hanno potuto ammirare 104 giocatori di “A” impegnati a conquistare il diritto a partecipare al Campionato italiano - Categoria A – a Coppie (TORINO 12-13 settembre 2015 – presso la società FORTINO A.S.D.). A spuntarla è stata la squadra della Calvarese. Gianni Camera
G
randi soddisfazioni per la Novi Mangini Pallavolo che, grazie alla determinazione e alla passione di una grande squadra, ha ottenuto il passaggio in B1. Il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere sabato 13 giugno ha accolto e premiato i giocatori nella Sala di Rappresentanza Comunale, consegnando loro una spilla con il simbolo della città. La soddisfazione aumenta se si pensa che la maggior parte dei giocatori proviene da Novi o dai territori limitrofi. Alcuni di loro avevano, già giocato in squadre di alto livello, in particolar modo il capitano Stefano Moro, proveniente da un’esperienza in serie A. Grazie alla sua esperienza Moro è stato un punto di riferimento per tutti gli altri giocatori. Ad accompagnare la squadra c’erano l’allenatore, i
dirigenti, gli sponsor, ex giocatori e i tifosi che hanno sostenuto attivamente i ragazzi in ogni scontro. Lo stesso Sindaco ha sempre seguito la squadra e ha promesso che cercherà di apportare alcune delle modifiche necessarie per la ristrutturazione del palazzetto dello sport, dove vengono disputati gli incontri ufficiali, nonostante i fondi siano molto limitati. Dopo più di vent’anni la pallavolo novese ha raggiunto nuovamente un grande traguardo. I ragazzi si sono allenati duramente e hanno sempre giocato “con il cuore”, nonostante alcune sconfitte non si sono mai scoraggiati e alla fine ce l’hanno fatta. Come dice il capitano Moro, o si retrocede di nuovo in serie B o si va in A! Federica Fossati
Riccoboni Holding e Comune insieme per i giovani
Sport e ambiente a Predosa G iovedì 11 giugno presso il centro sportivo di Predosa si è svolta la terza edizione di “Una mattinata di sport e ambiente”, promossa e organizzata dalla Riccoboni Holding in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Polisportiva. “I veri protagonisti di questa mattinata sono gli alunni delle classi Primarie e gli studenti delle Secondarie di Primo Grado di Predosa – ci dice Matteo Monge, uno degli organizzatori – Si tratta di una specie di focus, in cui s’impara giocando, sul tema del rispetto dell’ambiente”. La giornata si è aperta con il saluto del Sindaco, Giancarlo Rapetti, che ha affermato “L’importanza, non soltanto a livello occupazionale, di un’azienda come la Riccoboni per il territorio, per la quale – ha sottolineato il Primo Cittadino predosino – lo smaltimento dei rifiuti industriali è
diventato ragione d’eccellenza, sia nel campo dell’attività di routine come in quello della ricerca scientifica . Il lavoro giornaliero di alto profilo e qualità della Riccoboni ci consente di essere, tutti quanti, un po’ più in salute”. Successivamente agli alunni, divisi per classi, sono
stati assegnati diverse funzioni: una classe ha giocato una partita di pallone, un’altra di tennis, altri studenti si sono impratichiti con le regole e le tecniche del rugby mentre altre due classi si sono gettata alla “ricerca del rifiuto perduto”. Quest’ultima attività consisteva in una “caccia” ad alcuni rifiuti disseminati a suo tempo dagli organizzatori per tutto il campo sportivo. Compito delle ragazze e dei ragazzi era di individuarli, raccoglierli e classificarli a seconda del materiale. Ciò non solo per “allenare l’occhio” nel trovare gli scarti dei vari processi consumistici, ma anche per sensibilizzare gli alunni e gli studenti nel conoscere i diversi tipi di rifiuti per la raccolta differenziata. Una mattinata ricca e di sole e di bei spunti che, come ha detto il responsabile della comunicazione della Riccoboni, Giuseppe Totaro “Unisce sport e ambiente: due valori imprescindibili per assicurare un’ottima qualità della vita”. Samuele Anastasio
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l’inchiostro fresco
SPORT
Luglio 2015
Borberissima 2015
L’
estate in Val Borbera si apre con una manifestazione di grande richiamo, giunta quest’anno alla sua quarta edizione. Domenica 21 giugno è andata difatti in scena la corsa ciclistica “Borberissima 2015. Le strade del Timorasso”, con partenza da Cabella Ligure e rientro in paese dopo aver attraversato la vallata antistante con un giusto mix di salite, tratti tecnici e sentieri panoramici; percorso adatto non solo per i patiti dello sport agonistico ma anche per gli amanti di una passeggiata su due ruote a contatto con la natura. Come ogni anno obiettivo della Borberissima rimane ad ogni modo quello di trascorrere una giornata di sport e amicizia, con un ricco pacco gara per tutti, incorniciata dallo splendido scenario della vallata. Per quanto riguarda il podio maschile il gradino più alto è andato ad Alberto Riva del C.S. Paladonbosco con il tempo di 1:16:03, seguito da Fabio Meirana del Baikers Team Livellato con 1:22:44 e da Damaino Chiesa del Pedale Godiaschese con 1:24:24. Ad aggiudicarsi invece la vittoria nella classifica femminile è stata Gaia Ravaioli del Speed Wheel Savona con il tempo di 1:32:11, seguita da Sara Mossolani con 1:51:53 e da Cristina Casazza con 2:36:43. Quasi duecento partecipanti per una giornata dal sapore tipicamente estivo che apre le porte alla stagione turistica della Val Borbera. Samantha Brussolo
Prima della partenza per il Portogallo una bella sorpresa per il nostro giornale
Le ragazze del VolleyScrivia in redazione P rima della partenza per il prestigioso “Torneo Internazionale di Lousa”, per il quale il sito di Inchiostro Fresco sarà media partner ufficiale, una delegazione della squadra giovanile delle ragazze del Volley Scrivia si è recata in visita alla nostra redazione di Novi Ligure (AL) sabato 20 giugno, accompagnate dal presidente Marco Fanti, dai dirigenti Elisa Fiorito e Antonella Gentile, dal dirigente accompagnatore Giuseppe Coniglio e dall’allenatore Ubaldo Fini nonché da alcuni genitori delle ragazze. Le giovani promesse della pallavolo, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni che ci hanno onorato della visita sono: Sara Gazzari (il capitano), Giorgia Chino, Caterina Testino, Matilde Pierini, Beatrice Mangiarotti, Taisia Violi, Clara Milanese, Rebecca Ansaldo, Susanna Alvigini, Agnese Rustichini e Alice Pignoni. Il presidente dell’Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco”, Gian Battista Cassulo ha, dopo i saluti di rito, accompagnato la squadra presso il “Monumento alla Costituzione” in Piazza Falcone e Borsellino, dove ha illustrato l’art. 4 dei Principi fondamentali della Costituzione in riferimento allo sport inteso come un’attività svolta per “concorrere al progresso materiale e spirituale della società”. La nostra redazione ha donato una targa ricordo al presidente Marco
Fanti, per il suo impegno a favore dello sviluppo dello sport per i giovanissimi in Valle Scrivia e Val Polcevera, il quale ha ricambiato donando una tuta griffata del Volley Scrivia. Durante il rinfresco a base di focaccia novese e di yogurt gentilmente offerto dall’agente di zona della Centrale del Latte di Alessandria e Asti, Carlo Ruzzon, il presidente Fanti ha annunciato in anteprima un prestigiosissimo traguardo ottenuto dalla squadra femminile che, dalla prossima stagione 2015-16 disputerà, per la prima volta, la Serie C nazionale. Il Sindaco di Novi, Rocchino Muliere, non ha voluto mancare all’appuntamento e ha portato alle giovani atlete il saluto dell’Amministrazione comunale novese. Fabio Mazzari
“Ra Bisranna”
S
i è svolta, con il patrocinio del Comune di Bosco Marengo e la collaborazione dell’ A.T. Pro Loco e dell’ AICS, venerdì 29 Maggio la 13° edizione della corsa podistica “Ra Bisranna” valida come prova del Campionato Provinciale AICS 2015 che ha visto trionfare Mamadou Yally , già “argento” alla StraAlessandria, che ha coperto i 6km e 400 metri del percorso in 20’55” seguito dagli altri 96 partecipanti. La manifestazione è stata affiancata da una “camminata non competitiva” libera di 6 km e da un percorso per i bambini di 1km. Daniele Cifalà
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