Inchiostro fresco maggio 2015

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l’inchiostro fresco CONTIENE L’INCHIOSTRINO DI MASONE, VOBBIA, OVADA, ACQUI TERME E NOVI LIGURE Maggio 2015

Fondato nel 1985

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La voce del tuo territorio

www.inchiostrofresco.it - redazione@inchiostrofresco.it - Tel. 0143/46.569

Distribuito gratuitamente

ANNO XXX / N. 4 - MAGGIO 2015

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

Novi Ligure

Maggio: Festa della Mamma

La Liguria al voto A scuola di Costituzione, tutto nelle pagine centrali

Regionali: R i li parlano l i candidati did i - pag. 8 e 9

Di mamma ce n’è una sola... ma noi facciamo gli auguri a tutte!!!

Nell’ex scuola Passalacqua è stata ricavata un’oasi protetta nella natura per i nostri amici a quattro zampe

Tortona: una scuola per gatt BENEDETTA ACRI

C’

@FernGully89

era una volta a Passalacqua, frazione di Tortona, quando la campagna brulicava ancora di famiglie, una scuola immersa nei campi, tra cascine e chiesette. Negli anni ’50, con l’urbanizzazione incipiente, la struttura è stata chiusa ed abbandonata. Fino al 2005, quando è tornata ad ospitare dei cuccioli. Non più umani questa volta, ma gatti. La scuola è diventata una casa per 130 mici che qui hanno trovato cibo, acqua, pulizia e cure grazie ai volontari dell’Associazione Gattile della Passalacqua. Una decina di persone provenienti da Tortona, Castelnuovo Scrivia, Voghera e Novi Ligure che si prodiga giornalmente per accudire i felini. I gatti ospiti sono sterilizzati, una colonia che convive pacificamente e che non perde occasione per accogliere i visitatori con coccole e fusa. I volontari sono i loro “genitori”, padroni amorevoli che si prendono cura di loro ma che sono felicissimi quando uno dei piccoli lascia il nido e viene adottato. Non tutti conoscono la realtà del gattile: i mici non sono riconosciuti da molti come animali da accudire, sono percepiti come indipendenti. Niente di più sbagliato. Anche i gatti hanno i loro bisogni e si affezionano alla casa, alle abitudini e soprattutto ai padroni: sono la loro famiglia, donano amore incondizionato. Anche per loro è traumatico essere abbandonati, sballottati da

Dai tempi degli antichi Egizi i gatti sono simbolo di eleganza, indipendenza e intelligenza

o ...e pens

a te!!!

un ambiente all’altro e sradicati dal loro mondo. La gestione della struttura e degli animali (comprese visite veterinarie e medicine) è sulle spalle dell’Associazione che raccoglie risorse tramite donatori privati ed iniziative benefiche. Il comune di Tortona mette a disposizione solo la struttura, in comodato d’uso: se si trovasse un acquirente gli animali sarebbero sfrattati. La scuola ha un giardino recintato ed è stata ammobiliata con arredi minimali ma essenziali, spesso donati. Le aule sono utilizzate per accogliere i gatti bisognosi di un ambiente più tranquillo e i cuccioli. Questi ultimi arrivano numerosi soprattutto durante la bella stagione. Come ci spiega una delle volontarie, “nel periodo estivo si moltiplicano gli abbandoni, nonostante le campagne di dissuasione. Arriviamo a dover ospitare non meno di 15 felini per stanza e ogni estate i gattini sono sui 40/50 esemplari. La cultura della sterilizzazione è importante: non ci sarebbero tanti abbandoni”. Una situazione critica, accentuata dal fatto che questo è l’unico gattile della zona: “tutti i giorni ci chiedono di accogliere dei felini, ma siamo in grado di accettare solo i casi di vera emergenza perché possiamo ospitare fino ad un certo numero di mici, per mantenere un equilibrio di vita salutare nella colonia”. Per questo si cercano sempre volontari, che devono di-

mostrarsi operosi: “chi viene deve pulire, fare tutto, non solo coccolare i gatti. Noi ci impegniamo a dar loro una casa, un bel cortile, a creare per loro uno spazio sicuro ed accogliente”. Gli animali sono liberi di scorrazzare per il giardino recintato e per la scuola, ognuno ha il suo nome e la sua storia. Tutti hanno bisogno di una casa. Ricordando che gli animali non sono peluche, se veramente convinti ed in grado di prendersi cura nel modo adeguato dei gatti, basta consultare la pagina Facebook dell’Associazione, chiamare il n° 349.7730292 o recarsi al gattile, aperto dalle 9.30 alle 12, festivi compresi. Un posto idilliaco nella campagna tortonese, immerso nella natura di un luogo caratteristico, ripopolato anche grazie all’avvento di questi dolci e bellissimi “a-mici”.

Chi l’ha visto?

M

itolo, il gatto un po’ playboy che bazzica in via Municipio a Novi Ligure è da qualche settimana che non si vede in giro. Chi l’ha visto? Avrà trovato una casa dov’è coccolato e curato? A noi piace pensare di sì......


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l’inchiostro fresco

LE SENTINELLE DEL TERRITORIO - LA VIABILITÀ

Maggio 2015

Intervista esclusiva al Sindaco di Serravalle Scrivia, Alberto Carbone sulla questione “viabilità”, sul commercio e sull’occupazione

Serravalle: una circonvallazione per muovere il paese A versi motivi, in primis quello economico. Avevamo chiesto anche il passaggio autostradale gratuito per il tratto “Serravalle – Vignole”, ma si è rivelato inattuabile.

bbiamo raggiunto Alberto Carbone, Primo Cittadino di Serravalle Scrivia, per un’intervista “a tutto campo” sulle questioni più importanti sia per la propria cittadina sia per la viabilità in Valle Scrivia. Situata in un punto nevralgico, Serravalle Scrivia si candida nel 2015, l’anno di Expo Milano, per un rilancio all’insegna “di un nuovo modo di pensare la viabilità”.

Sindaco da tempo si parla della circonvallazione: si fa o non si fa? È un tema importante, proprio per questo motivo non da oggi l’Amministrazione si sta muovendo per trovare una strategia attuativa. È del febbraio 2014 infatti una delibera del Consiglio comunale, che prevede la richiesta di tale opera all’interno di un progetto più ampio, che riguarda il Terzo Valico. Faccio parte del Comitato di Pilotaggio, che segue i lavori di questa Grande Opera, ed insieme ad altri 15 sindaci della zona ci siamo rivolti al Ministro delle infrastrutture e dell’ambiente per chiedere che la circonvallazione sia considerata come opera strategica per la viabilità delle valli Scrivia, Lemme, Borbera e Spinti. L’ex ministro Maurizio Lupi aveva preso in considerazione le nostre richieste, pertanto siamo in attesa di risposta da Graziano Delrio. Quando si parla di traffico scattano sempre le bandiere ideologiche: da un lato quelle degli ambientalisti che inneggiano alla città pulita e dall’altro quelle dei commercianti che agitano lo spettro della chiusura. La circonvallazione accontenterà gli uni a scapito degli altri? Lei come vede questa questione? Credo che questa questione sia già stata risolta. I commercianti, se un tempo erano contrari, ora bene comprendono che la circonvallazione è diventata un’opera indispensabile per il deflusso dei mezzi, che sono stimati intorno alle 23.000 unità. Gli ambientalisti saranno senz’altro favorevoli, perché l’intervento garantirebbe l’eliminazione del traffico in paese e il miglioramento della qualità dell’aria. Al di là della circonvallazione, per favorire la mobilità delle persone, sarebbe possibile attuare un protocollo d’intesa tra Regione e Trenitalia così da rendere operativo una sorta di servizio metropolitano tra Alessandria, Novi, Serravalle ed Arquata Scrivia prevedendo magari una fermata in corrispondenza dell’Outlet? E’ un’idea che era già stata presa in considerazione dall’Amministrazione, ma non è realizzabile per di-

Con l’Outlet ormai Serravalle si sta spostando verso Novi Ligure. Quale sarà il destino del centro storico serravallese? Abbiamo in progetto un’idea, già da tempo presa in considerazione, ma che ora stiamo concretizzando. Riguarda le opere di ampliamento di Via Roma per recuperare il centro storico e valorizzarne la bellezza e la fruibilità. Parallelamente a questo, è stato stabilito che non sarà più possibile ricostruire le

Uno scorcio del Centro Commerciale di Serravalle Scrivia e a lato il Sindaco Alberto Carbone. Sotto il Sindaco di Busalla Loris Maieron

Il Sindaco Loris Maieron punta su una nuova viabilità per una città più vivibile

Busalla: è l’ora della tangenziale? I l sempre più diffuso pendolarismo ha comportato l’estensione dei problemi di viabilità anche nei centri extra-urbani. Via Vittorio Veneto, la centralissima via di Busalla, è uno degli esempi di questo. Essa infatti è la principale arteria commerciale della Valle Scrivia e dell’alta Val Polcevera. Purtroppo ciò comporta un traffico simile a quello genovese cittadino. Il Sindaco Loris Maieron, ritornato a maggio scorso alla guida del Comune valligiano a dieci anni di distanza dal primo mandato, punta a rilanciare il progetto della tangenziale, proposta scaturita durante la sua prima amministrazione. “Una strada alternativa per Busalla è fondamentale” spiega il Primo Cittadino busallese “durante la mia precedente amministrazione eravamo riusciti ad arrivare ad un accordo con i commercianti, per una pedonalizzazione di Via Vittorio Veneto durante il fine settimana ed in occasione degli eventi. Un progetto come questo - continua Maieron - non può essere fatto se non con

la realizzazione di una strada alternativa”. L’idea di decongestionare il traffico busallese, ci spiega il Sindaco, è molto vecchia “già il piano regolatore del 1988 prevedeva la trasformazione di un tratto della Camionale in strada per il traffico locale, costruendo due nuove gallerie autostradali”. I progetti della tangenziale andarono avanti, fino all’inaugurazione del primo tratto avvenuta nel 2003, che collegava la rotonda autostradale con la strada di Sarissola, lungo il torrente Scrivia. Lo stesso

progetto doveva poi continuare, passando per l’area dell’ex-Genoa Club, con un sottopasso presso la stazione ferroviaria e procedendo sotto Villa Borzino sbucando poi nella strada per Borgo Fornari. Il progetto aveva già ottenuto il finanziamento regionale e l’approvazione della Provincia, con l’accesso ai fondi per le strade ex-Anas che venivano erogati tramite una graduatoria provinciale. Tuttavia, nel 2004, con l’elezione di Mauro Pastorino a sindaco di Busalla, si ha avuto un’inversione

improvvisa. L’Amministrazione insediatesi, infatti, cancellò questo progetto, considerato troppo invasivo per la Villa e ne elaborò un altro, che attraversava l’area ferroviaria. Con questo cambiamento il Comune di Busalla perse il finanziamento regionale, che andò in favore dell’opera classificatesi al secondo posto, ovvero la Galleria del Turchino. Attualmente la giunta Maieron è tornata sul vecchio progetto “abbiamo avuto un incontro in Regione” dice il Sindaco “purtroppo la situazione attuale è estremamente difficile ed ipotesi di finanziamento non ce ne sono”. Una speranza potrebbe arrivare dagli oneri di urbanizzazione del Terzo Valico ferroviario, ma il primo cittadino è molto cauto e realistico “il Comune di Busalla non viene toccato dai lavori se non molto marginalmente, quindi sarà molto difficile, il nostro grande problema attuale è quello di trovare una situazione di sbocco”. Fabio Mazzari

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case che sono state abbattute.

Sindaco, molti si aspettavano che l’Outlet costituisse un traino per il commercio locale, ma pare non sia così… In realtà mi risulta che l’Outlet sia davvero un grande traino per il commercio. Molti dimenticano che l’Outlet lavora in stretta sinergia con il territorio, si fa promotore di iniziative finalizzate alla conoscenza dei prodotti tipici di questa area territoriale piemontese, dall’agroalimentare, al tessuto, come conferma l’apertura, lo scorso 9 maggio, del temporary store “Le Dolci Terre”. Soprattutto nel periodo estivo attraverso feste, esposizioni, concerti l’Outlet è divento per così dire “il trampolino di lancio” delle offerte territoriali. Non in ultimo una buona occasione di occupazione per i nostri giovani. La vecchia” Inga” è ormai ridotta ad un cumulo di macerie. Cosa si prevede per valorizzare l’area? Quest’area è di proprietà privata. Ho disposto, in accordo con la Prefettura di Alessandria, un’ispezione da parte dei Consulenti tecnici del Ministero, per la verifica del grado di pericolosità legato alla presenza di amianto. A seguito della perizia è emerso un livello medio basso, che non pregiudica in alcun modo la salvaguardia dell’ambiente né la salute dei cittadini. Ho tuttavia provveduto a disporre un‘ordinanza per la messa in sicurezza della zona, che non è più area industriale. Se si verificherà la possibilità di entrare in possesso di tale area territoriale, verrà destinata a servizi.

Il “Mercatone Uno” inspiegabilmente sta chiudendo. Quali prospettive potrebbero esserci per il personale che ci lavora? Attualmente non ci sono notizie ufficiali in merito. L’assessore Regionale Gianna Pantenero, ha dichiarato che non vi sarà una chiusura di tutti i punti commerciali. Tuttavia la crisi economica ha ridotto le vendite del Mercatone Uno di Serravalle, tanto da provocarne la prossima chiusura. Sarà il tribunale di Bologna a stabilirne la chiusura definitiva se non ci sarà un nuovo acquirente. Personalmente mi sono impegnato a prendere accordi con il Direttore dell’Outlet di Serravalle per favorire l’assunzione dei dipendenti del Mercatone per i quali sono stati già previsti corsi di lingua inglese e russa in vista, nel quadro di una mobilità dei lavoratori, delle nuove assunzioni. Marta Calcagno


Le rassicurazioni della Regione Piemonte: le future prospettive dell’Ospedale e del Distretto illustrate in un incontro pubblico

Salvo e potenziato il Pronto Soccorso “I l Pronto Soccorso di Ovada sarà come quello di Acqui Terme e Tortona”. Questo l’annuncio di Domenico Ravetti, componente in Regione della IV Commissione Sanità che ha dato un sospiro di sollievo all’affollata assemblea presente alla Soms, in occasione dell’incontro promosso il 17 aprile dal Comune di Ovada con l’Assessore Regionale Antonino Saitta. Gli interventi di Ravetti e dell’Assessore sono stati seguiti con attenzione in quanto hanno evidenziato il lavoro effettuato dalla Giunta Regionale sulla Sanità in questi mesi e gli obiettivi a lungo termine della sanità come integrazione con il territorio. Rimanendo sempre in ambito locale non dovrebbero esserci problemi nemmeno per il Distretto, che pur essendo lontano dai parametri stabiliti di soglie di abitanti ( fra 80 e 150 mila), ha dimostrato negli anni un consapevole lavoro di integrazione con i servizi sociali e un esempio quasi da esportare. Dovrebbe ritornare la Chirurgia di base e si prenderà in considerazione anche il discorso Riabilitazione nel reparto Fisiatria che rappresenta una delle Eccellenze dell’Ospedale di Ovada. “Il tutto si è potuto comunque salvare – ha continuato Ravetti – perché l’Ospedale di Ovada è stato considerato presidio di area disagiata, in una zona collinare e a cavallo tra due Regioni, altrimenti non sappiamo come sarebbe andata a finire”. Un’Ovada che comunque, grazie al volontariato, ha dimostrato di essere una realtà viva e all’avanguardia nelle iniziative in ambito sanitario, tanto da riscontare il parere favorevole

dello stesso Assessore: “Rispetto alla città metropolitana – ha detto – nella periferia ho trovato una marcia in più”. Domenico Ravetti ha quindi illustrato l’obbligo riformista di una politica sanitaria che aveva bisogno di un piano di rientro e di un cambiamento di rotta nella scelta delle emergenze – urgenze: “Eravamo di fronte ad una sanità sostanzialmente commissariata, nonostante la bravura del personale e dell’apparato tecnologico, per cui si doveva cambiare e l’unica possibilità era attivare la logica dei Quadranti dentro il Patto della Salute; con il pia-

Da sinistra: Domenico Ravetti, Paolo Lantero, Antonino Saitta ed Enrico Piccardo

no di ristrutturazione ci siamo guadagnati la possibilità di nuove assunzioni per un’assistenza territoriale più capillare”. Altro tassello importante, anzi decisivo, è stata la riapertura del dialogo con la Liguria, sostenuta con forza dal Sindaco di Masone, Enrico Piccardo, presente all’incontro, il quale ha ribadito che l’intera Valle Stura gravita comunque sull’ospedale di Ovada. Intanto il 27 aprile scorso sono stati resi noti i nominativi dei nuovi Direttori che non saranno più valutati sotto l’aspetto economico, ma sui risultati effettivamente raggiunti e da qui si partirà con il nuovo corso. Luisa Russo

La Diocesi di Acqui e l’Ovadese si preparano per recarsi a Torino il prossimo 5 giugno. Aperte le iscrizioni

Pellegrini alla Sindone: evento che accomuna N on solo dal Piemonte, è in atto un pellegrinaggio a Torino in occasione dell’Ostensione della Sindone esposta occasionalmente per il bicentenario della nascita di Don Bosco, il Santo che ha legami anche con il territorio ovadese. In preparazione a questo evento che si protrarrà fino al 24 giugno, i Padri Passionisti del Santuario delle Rocche di Molare, sono stati gli unici, nella Diocesi di Acqui Terme, ad organizzare due serate di riflessione storico – scientifica e meditazione con la pre-

senza del Dott. Alessandro Piana, sindonologo ed esperto, nonché autore di diversi volumi sul tema. Senz’altro da secoli “Il Mistero dell’uomo della Sindone” provoca l’intelligenza e il cuore di fedeli, curiosi, scettici, ma anche storici, scienziati, teologi che si sono

affaticati per capire il Sacro Telo e nel corso del tempo le domande si sono moltiplicate; per molti la visita è il culmine di un cammino interiore, senza contare poi che l’evento mette in campo nuove sinergie, suscita nuove risorse e fa conoscere meglio la città di To-

rino e il suo territorio. Numerosi i pellegrinaggi già organizzati: quello Diocesano guidato dal Vescovo di Acqui Terme Mons. Piergiorgio Micchiardi avrà luogo venerdì 5 giugno con partenza da Acqui Terme - Movicentro ed eventualmente da altre località, S. Messa

alle ore 18 presso la Chiesa di S. Lorenzo in Piazza Castello. Iscrizioni entro il 25 maggio presso il proprio Parroco, Vicario Mons. Paolino Siri 349 4547866; Don Stefano Minetti 335 6916770; Don Claudio Barletta 340 2508281. La Parrocchia di Ovada organizza due pellegrinaggi: i giovani dell’Oratorio di Borgoallegro il 16 maggio e il 23 maggio gli adulti con visita alla Sindone, Museo Egizio e Santuario di Maria Ausiliatrice. Inoltre la Casa di Carità di Novi e Ovada con gli allievi si recherà in loco il 15 maggio. (l.r.)

Nella foto al centro il Vescovo di Acqui Mons. Piergiorgio Micchiardi


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Ovada: i Sindaci di quartiere

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OVADA

Maggio 2015

vvio dei lavori per le otto Consulte di Quartiere elette da 489 cittadini di Ovada. Dopo tutta la fase preparatoria con l’individuazione dei Quartieri, la nomina dei Sindaci, le assemblee per formare le Consulte e le elezioni dei membri dei cinque membri delle Consulte stesse, con il mese di aprile, ha preso avvio il lavoro vero e proprio con gli incontri tra i rispettivi Sindaci di Quartiere e gli eletti. Incontri che si sono rivelati importanti in quanto sono serviti per mettere a fuoco i problemi della città e cercare una soluzione. Intanto questi gli eletti con i rispettivi voti: Quartiere 1 (Sindaco Elena Marchelli): votanti 131, Nespolo Renato 40, Morchio Angelo 17, Cavanna Donato 16, Bavazzano Paolo 12, Trotti Rosanna 11; Quartiere 2 (Sindaco Silvana Repetto): votanti 132, Sciutto Lorenzo e Lottero Mario 33, Bisio Eleonora 17, Ferraris Roberto Pierpaolo 13, Olivieri Delia 11; Quartiere 3 (Sindaco Elena Marchelli) votanti 31: Nervi Emilio 12, Ravera Irene 7, Arata Mauro Pasqualino 5, Marchelli Giacomo 4, Bronzati Daniele 3; Quartiere 4 (Sindaco Gian Piero Sciutto) votanti 62: Vignolo Vanda e Graziano Giuseppe 15, Repetto Gianni 11, Ferlisi Carmelo 9, Marenco Franco 8. Quartiere 5 (Sindaco Gian Piero Sciutto) Votanti 41: Rossi Alessandro 12, Ferlisi Concettina Caterina 10, Ferlisi Antonella 9, Jansen Mark 5, Piccardo Gianni 3; Quartiere 6 (Sindaco Fabio Poggio) Votanti 28: Parodi Luigino 8; Lottero Chiara e Garrone Pietro Paolo 7, Martini Ivano 4, Siri Giorgio 2. Quartiere 7 (Sindaco Fabio Poggio) Votanti 34, Luciani Marco 11, Olivieri Giovanni 9, Ravera Marco 7, Sgambellone Pasquale 4, Caneva Giulio 3; Quartiere 8 (Sindaco Silvana Repetto) Votanti 30, Repetto Ivano Gianluigi 10, Ottonelli Alberto 8, Pastorino Giovanni Giuseppe 6, Ravera Adele Colomba 4, Torino Olivieri Giovanni Paolo 1. (l.r.)

Mario Esposito neo coordinatore del Partito Democratico dell’ovadese si presenta ai lettori de l’inchiostro fresco

Una sfida collettiva per affrontare il futuro C on l’elezione di Mario Espoosito a coordinatore di zona del Partito Democratico in sostituzione di Fabio Barisione, inizia una nuova fase di lavoro e di programmazione per il futuro del territorio ovadese. Un’elezione unanime e condivisaa da tutti in quanto l’obiettivo era di individuare una persona del centro zona per questo nuovo percorso. La scelta è caduta su Mario Esposito, già capo gruppo di maggioranza per due legislature in Consiglio Comunale ad Ovada e con un’esperienza maturata sul campo. Dalla relazione di apertura dell’assemblea di zona, si evince la volontà e l’impegno del nuovo coordinatore di aprire con un percorso ben definito e circostanziato di contenuti e organizzazioni. Il primo passo la scelta di una segreteria formata da quattro persone del territorio scelte sulla base di competenze specifiche: Roberta Cazzulo, Daniela Ferrari, Roberto Gallo, Marco Lanza collaboreranno con il neo-coordinatore alla stesura delle linee programmatiche, ed insieme ai segretari dei circoli dei paesi, formeranno il coordinamento di zona. “Certo quello che si prospetta – afferma Esposito - è una sfida importante per il nostro futuro territoriale, nel quale vogliamo essere protagonisti di un processo sempre più spinto, per altro un lavoro già avviato da tempo, consapevoli che occorre istituire un soggetto politico e amministrativo allargato, che guardi e segua positivamente l’evoluzione della zona ad iniziare dall’unione dei comuni. Con questi presupposti, consapevole che il raggiungimento di questi obiettivi prefissati non dipende certamente dalla volontà dei singoli, ma da un leale e profondo lavoro di squadra che coinvolgerà tutti ad iniziare dal ripristinare i tavoli di lavoro del momento dell’ovadese che sono stati il punto di riferimento dei programmi elettorali che hanno portato alla vittoria i sindaci Pd del nostro territorio. Credo sia fondamentale garantire

un coinvolgimento più ampio possibile di tutti gli organismi del partito ricercando nel confronto e nell’imprescindibile sintesi con le istituzioni locali, il giusto mix tra l’attività di partito e i livelli amministrativi. Lungo questo percorso dovremmo cercare di essere precursori di un cambiamento tanto difficile, quanto indispensabile, per affrontare con lungimiranza le conseguenze legate ai nuovi assetti istituzionali. Consapevole delle difficoltà strettamente correlate al momento storico sociale ed economico faremo della trasparenza, del confronto e della ferma determinazione i nostri punti di riferimento, per

accompagnare, cittadini, iscritti ed elettori delle primarie in un cammino comune fatto di idee, proposte, che possano tradursi per la nostra zona in nuove opportunità di sviluppo. Con l’appoggio dei nostri straordinari volontari e dei nostri rappresentanti istituzionali e con lo sguardo aperto verso tutte quelle forme più o meno organizzate di rappresentanza della società civile, accoglieremo positivamente tutti i cittadini che riterranno di partecipare a questa partita provando a conseguire quei propositi che solo il Pd può concretamente determinare.”

Domenica 17 maggio il ruggito delle mitiche “due ruote”

Il “Vespa club” presenta il 7° Motorinovada N

ell’ambito di “Paesi & Sapori”, domenica 17 maggio è in programma il “7° MotorinOvada”. Si tratta di un raduno di ciclomotori d’epoca a rullo, monomarcia, turismo, scooter, sportivi e fuoristrada immatricolati entro il 1993, organizzato dal Vespa Club Ovada. Il programma della giornata prevede alle ore 9 presso Piazza Martiri della Benedicta l’apertura delle iscrizioni; alle 11 partenza per il giro turistico di circa 20

chilometri; alle 11.30 sosta per aperitivo presso la S.A.O..M.S di Costa d’Ovada; alle 12.15 Finto Gran premio di Fondo Valle. Alle 13 pranzo presso gli stand di “Paesi & Sapori”, seguono alle 14 guide acrobatiche con gimkana, gara di rallentamento, gara di arresto e alle 15.30 Premiazioni e saluti. Per informazioni telefonare al 345 01277767 oppure motoclan50cc@gmail.com o www.motorinovada.altervista.org. (e.p.)

Shopping ad Ovada

Luisa Russo

Da Ovada per Expo 2015

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ono per il momento 22 le corse per l’Expo di Milano organizzate dalla SAAMO di Ovada con l’Agenzia Orava Travel di Via Torino. Il calendario degli appuntamenti ha preso il via il 9 maggio per proseguire il 16 e 23 maggio, quindi 4, 11, 18 e 25 giugno, 2, 9, 16, 23 e 30 luglio, 6, 20 e 27 agosto, 3, 10, 17, 24 settembre, 1, 8, 15 ottobre. Partenza alle ore 8.30 da Piazza xx Settembre e ritorno da Milano alle 19; per chi ne farà richiesta potrà partire dalla Valle Stura (Rossiglione, Campo Ligure e Masone). Le prenotazioni dovranno avvenire presso l’Agenzia di Viaggi entro il venerdì precedente, mentre la SAAMO mette a disposizione uno degli ultimi bus da 54 posti. Diversi i costi a seconda che si tratti di Over 65, adulti, bambini, studenti. Vengono organizzati viaggi anche per gruppi di almeno 35 persone, mentre è allo studio la possibilità di presentare una serie di corse con partenza e ritorno da Acqui Terme. Luisa Russo


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OVADA

Maggio 2015

Sabato 16 e domenica 17 maggio in Piazza Martiri della Benedicta ad Ovada

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Due signore genovesi aprono un asilo

Quindici pro loco per Paesi e Sapori I bebè di Mornese R È itorna nel terzo weekend di maggio, sabato 16 e domenica 17, in Piazza Martiri della Benedicta di Ovada il tradizionale appuntamento di “Paesi & Sapori” organizzato dalla Pro Loco di Ovada e dell’Alto Monferrato Ovadese con il patrocinio del Comune. Già definite le Pro Loco o Associazioni che vi partecipano con i loro tradizionali piatti. La Pro Loco di Battagliosi e Albareto con il focaccino neutro o farcito; Belforte Monferrato con le trofie al pesto; Carpeneto con i salamini al dolcetto; Cassinelle con la rosticciata mista con patate; Castelletto d’Orba il fritto misto di pesce; Cimaferle con la focaccia al formaggio; Costa e Leonessa con le frittelle e le patatine fritte; Montaldo Bormida con la farinata; il Santuario della Madonna delle Rocche di Molare con la polenta bianca o al sugo; Trisobbio con le piadine di polenta far-

Per ogni paese un sapore: dalle trofie al pesto di Belforte alla focaccia al formaggio di Cimaferle passando per le celebri piadina di polenta di Trisobbio

cite; l’ANSPI – Oratorio di Silvano d’Orba con i dolci casalinghi; l’ASD Tagliolese con gli agnolotti; la Croce Verde Ovadese con lo stoccafisso; la Polisportiva Rocca Grimalda con le lasagne alla peirbuieria e la Pro Loco di Ovada che effettuerà servizio bar e gelato. Si cena al sabato

e alla domenica e si pranza a mezzogiorno della domenica. Manifestazioni collaterali con musica sono in programma nelle due serate. Un ottima vetrina per tutte le Pro Loco che poi riproporranno i piatti nelle rispettive feste e sagri patronali durante l’estate. (l.r.)

stato inaugurato a Mornese il nuovo asilo nido “I cuccioli di Winnie”, gestito da due giovanissime signore genovesi Francesca Carrena e Rosa Fiasco, trasferitisi nel piccolo centro dell’ovadese. Il nuovo asilo nido ha trovato lo spazio in una metratura di 120 metri quadrati nei locali offerti dal Comune in via Perusso 2 ed è stato adattato in base alle esigenze dei bambini. Ci sono spazi interni per bambini, operatori e per i servizi oltre ad un cortile privato ad uso esclusivo della struttura in piena sicurezza e con giochi certificati.. Saranno disponibili 6 posti per bambini tra 3 mesi e tre anni con il seguente orario: apertura alle 7.30 e chiusura alle 17.30; l’ingresso è dalle 7.30 alle 9.30, mentre il primo ritiro è dalle 12.30 alle 13.45 e il secondo dalle 16 alle 17.30 con possibilità di prolungare l’orario di due ore in caso di bisogno. L’attività viene garantita dal 1 settembre al 31 luglio dell’anno successivo.

Qualificato anche il personale educativo con la figura del coordinamento pedagogico che svolge compiti di indirizzo e sostegno tecnico nonchè promozione della qualità dei servizi. “Speriamo – afferma il Sindaco, Simone Pestarino – che la struttura possa essere un punto di riferimento anche per i paesi vicini dal momento che i nidi più vicini erano ad Arquata Scrivia e ad Ovada”. Con l’Asilo Nido si completa anche l’offerta scolastica del paese con l’obiettivo di creare una continuità didattica con la Scuola dell’Infanzia e di conseguenza con la Scuola Primarie di 1° Grado e la Secondarie di 1° grado che fanno capo all’ Istituto Comprensivo di Molare. “Da parte nostra – affermano le organizzatrici – c’è stato un impegno anche di spesa, ma siamo convinte che l’organizzazione attuata e il progetto educativo che si basa sulla curiosità e sulla libertà del bambino incontreranno attenzione”. (e.p.)

Il contributo delle allieve del corso “Maglia che passione” per entrare nel guiness dei primati Padre Ugo riconfermato Provinciale d’Italia

Mega coperta made in Ovada

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nche Ovada, tramite le allieve del corso “Maglia che passione”, organizzato dall’Associazione Culturale e Banca del Tempo “L’Idea”, ha partecipato all’invito lanciato dall’Associazione Picknitartcafe di Trieste per la realizzazione della coperta più grande del mondo confezionata all’uncinetto ed entrare così nel guiness dei primati. Le partecipanti al corso sono infatti venute a conoscenza attraverso una locandina appesa presso un’ edicola di Ovada e dal dire al fare il fatto è stato breve. Sotto la guida di Maria Pizzuto, le partecipanti al corso armate di uncinetti e gomitoli hanno confezionato una serie di pezzi che poi uno alla volta saranno cuciti insieme agli altri pervenuti da molte parti d’Italia e parteciperanno alla mega installa-

tua edi la Richi card” d “Gol aggio in om

zione in Piazza Unità d’Italia di Trieste il prossimo 20 giugno nella più grande piazza d’Europa per la più grande coperta del mondo. La sfida si annuncia imponente in quanto la coperta fatta di pezze da 50 x 50 cm o da 25 x 150 cm deve superare il recente record giapponese di 464,46 metri quadri che aveva battuto il precedente record di circa 300 mq..

Al termine dell’evento le singole pezze facenti parte dell’opera collettiva, verranno vendute attraverso un’asta pubblica ed il ricavato destinato all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Ovada ancora una volta non ha voluto mancare a questo evento che rappresenta già un successo per la passione. Le partecipanti al corso si ritrovano

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ogni venerdì dalle 14.30 alle 16.30 e collezionano simpatici pezzi a maglia oltre ad apprendere nuove tecniche. Ma non c’è solo il corso di maglia, ma in un altro giorno anche quello di cucito per un percorso completo in questo settore che trova l’entusiasmo dei partecipanti Luisa Russo

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Consenso unanime P

adre Ugo Barani è stato riconfermato per la seconda volta alla guida della Provincia d’Italia dei Padri Scolopi che comprende non solo l’Italia, ma anche le Missioni in Costa d’Avorio. Una riconferma che premia non solo il lavoro effettuato dallo Scolopio nello scorso quadriennio, ma anche il carisma del sacerdote attento e disponibile ai problemi della Comunità. Un consenso unanime per Padre Ugo anche se l’apostolato inizia a farsi pesante per i numerosi problemi che la Congregazione deve affrontare considerando anche che il Provinciale non ha mai voluto abbandonare Ovada che considera quasi come una prima casa. Padre Ugo è infatti arrivato in città nel 1971, insieme a Padre Rocca e al compianto Padre Panizzi, e si appresta ad affrontare un altro mandato dopo quello precedente oltre ad aver ricoperto per otto anni il ruolo di Economo ed ancora prima di Provinciale dell’Alta Italia. Suoi Assistenti sono due volti conosciuti anche ad Ovada dove hanno svolto il noviziato Padre Alberto Magrone e Padre Stefano Locatelli, oltre a Padre Mario Saviola e Padre Sergio Sereni. Ma Padre Ugo ad Ovada è soprattutto apprezzato per le battaglie a favore dei deboli, tramite l’Osservatorio Attivo, coinvolgendo migliaia di persone nelle manifestazioni oltre ad essere un attento osservatore dei problemi della città. (l.r.)


l’inchiostro fresco

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EXPO INCHIOSTRO

Maggio 2015

La dott.ssa Marta Esposito tra i 14 finalisti del FameLab

Samuele Anastasio ci fa scoprire i prodotti della Calabria

Rocca Grimalda Expo 2015 Sapori forti... terra dolce BENEDETTA ACRI

@FernGully89

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lasse 1988, la dott. Marta Esposito, rocchese, ha ottenuto le lauree triennale in Scienze Biologiche e magistrale in Molecular Biology and Genetycs all’Università di Pavia. È al secondo anno del Dottorato in Genetica, Biologia Molecolare e Cellulare, svolgendo il suo progetto di ricerca nel laboratorio di Microbiologia Molecolare. Il suo percorso e le sue conoscenze le hanno aperto le porte dell’Expo Milano 2015. L’abbiamo incontrata alla vigilia dell’importante evento e ci ha spiegato che “Il FameLab è un concorso internazionale che nasce una decina di anni fa in Inghilterra. Non è molto pubblicizzato in Italia: me l’ha segnalato la professoressa di Microbiologia Giovanna Riccardi, credendo molto nelle mie capacità comunicative. Non è una sfida facile: bisogna avere talento espressivo naturale per spiegare in modo piacevole e comprensibile a tutti un concetto scientifico complicato in tre minuti.”. Il FameLab, coordinato per l’Italia dalla società Psiquadro in collaborazione con British Council Italy, coinvolge 27 nazioni che porteranno i vincitori nazionali a Cheltenham in Inghilterra per la finale mondiale. “Sono giunta seconda alla selezione locale di Genova, insieme al primo andrò alla finale nazionale all’Expo il 9 maggio. I primi tre di ogni selezione hanno vinto una

masterclass presso l’isola Polvese sul lago Trasimeno: il principal trainer era il conduttore BBC Quentin Cooper che presenterà anche la finale mondiale. È stata l’esperienza più bella della mia vita, sia dal punto di vista conoscitivo che relazionale.”. Il padiglione britannico ospita la finale italiana: 14 partecipanti, due interventi diversi, semifinale al mattino, secondo round al pomeriggio per i 7 finalisti. “Fondamentale è la capacità d’intrattenimento: è un talent show per giovani scienziati. La giuria comprende da una parte professori o persone competenti, dall’altra professionisti della comunicazione: devono essere lavori corretti in entrambi i campi”. In bocca al lupo a questa giovane ricercatrice rocchese: se tali sono le premesse, la aspetta una rosea carriera.

SAMUELE ANASTASIO

@Sammy_camo

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e dovessimo elencare tutti i prodotti tipici della Calabria ci vorrebbe un’intera giornata di lavoro: molteplici infatti sono le ricette e i cibi prelibati calabresi. Mi soffermerò, dunque, sui tre prodotti che a mio parere caratterizzano questa terra: il vino, il peperoncino e la ‘nduja. Secondo il mito greco, gli Enotri, originari dell’Enotria (terra del vino), approdando sulle coste calabresi trovarono un territorio fertile e florido; per cui chiamarono la Calabria Ausonia, in ricordo dell’Ausonide, fertile zona della Siria. Il re Enotrio vi regnò per molti anni e alla sua morte lasciò la sua eredità al figlio Italo. Ma che cosa esportarono i coloni greci nel venire sulle coste calabresi? Ovviamente l’uva e i suoi vitigni. Ed è così che ebbe inizio l’eccellente produzione vinicola della Calabria, produttrice di alcuni tra i migliori vini d’Europa e della penisola. Il vino Cirò senza dubbio è uno dei più rinomati e ha assunto la denominazione di vino di origine controllata già dal 1969. Con molta probabilità, vista la sua prelibatezza, nell’antichità veniva offerto

Torna la kermesse culinaria sulle colline di Gavi: tra fiori da mangiare e terre da gustare

Monterotondo: “Mercato per la gola” BENEDETTA ACRI

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@FernGully89

ome ogni anno Monterotondo, amena località gaviese immersa nella natura nota in Italia e all’estero, meta turistica e matrimoniale di vip e non solo, ospita il “Mercato per la gola”. Giunto ormai alla XV edizione, si svolgerà come di consueto l’ultima domenica di maggio, il 31. Si tratta di un mercatino alimentare con animazione per bambini e degustazioni gastronomiche organizzato dal Circolo ACLI di Monterotondo e dalla Condotta Slow Food di Gavi e Ovada, il cui nuovo fiduciario è Andrea Zoccheddu, insieme ai panificatori novesi che proporranno le loro specialità per tutta la giornata, tra cui la celeberrima focaccia. Quest’anno l’evento ha un’importanza particolare essendo in contemporanea con “Expo Milano 2015” il cui tema è proprio il cibo. Un cibo di qualità, sano ed ecosostenibile, che punta al “km zero” e ai sapori locali. La manifestazione vuole per l’appunto valorizzare il territorio e il vino Gavi D.O.C.G., in collaborazione con il Consorzio Tutela del Gavi. Saranno presenti una quindicina di bancarelle provenienti anche dalle regioni limitrofe, tra cui produttori dei presidi Slow Food come Testa in Cassetta di Gavi, Fragolina Profumata di Tortona, Montebore; l’Enoteca del Gavi per la degustazione e la promozione del famoso bianco locale; il Birrificio di Pasturana.

La cucina di Monterotondo proporrà un pranzo a base di agnolotti “a culo nudo” o nel vino Gavi D.O.C.G. Star della giornata le ormai famose e tipiche fritture con fiori di acacia, “gusti” e verdure di stagione, un tripudio di sapori e un’estasi per il palato. In caso di maltempo, la manifestazione si svolgerà ugualmente, essendo la zona pranzo al coperto, ma in forma più contenuta. Prodotti genuini, degustazioni che appagano non solo la bocca e la pancia ma anche il cuore e l’anima. Una domenica ricca di gusto, dove si possono assaporare specialità e rarità della gastronomia locale, sempre di alta qualità. Non ci resta che festeggiare in compagnia il 15° anniversario di uno degli eventi culinari più attesi del territorio brindando con un buon bicchiere di Gavi D.O.C.G. immersi nel panorama campestre delle colline gaviesi.

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a questo numero la rubrica a cura di Samuele Anastasio, autore del blog “ArcheoBrutium” sul nostro sito. Assieme a lui andremo a scoprire i saperi e i sapori della magica terra di Calabria.

ai vincitori delle olimpiadi. Questo vino si produce oggi tra i territori di Strongoli, Cirò, Crucoli e Melissa. Fu molto utilizzato come taglio del Barolo e di altri vini, soprattutto piemontesi. Le tre varianti sono il rosso, il rosato e il bianco e si sposano con tutti i cibi calabresi. Da non sottovalutare altri vini: il Donnici (nella provincia di Cosenza), il Greco di Bianco (in provincia di Reggio Calabria) e il vino di Lamezia (in provincia di Catanzaro). Il secondo prodotto tipico, ma non per ordine d’importanza, è il peperoncino. Tutti noi ricordiamo i fasti di Franco Neri, comico di Zelig, che nei suoi sketch parlava spesso del peperoncino di Soverato. Ovviamente non solo a Soverato si può trovare il peperoncino, ma in tutti i paesi della Calabria. Si presenta in diverse forme: dalla salsa, alla marmellata, alla lavorazione per i salumi e altre prelibatezze. Oltre al suo tipico sapore, il peperoncino ha diverse proprietà benefiche e c’è chi lo vende perfino come viagra naturale. Il terzo prodotto è la celeberrima ‘nduja, che trae il nome dal latino inducere. Il prodotto è tipico del paese di Spilinga, in provincia di Vibo Valentia. Storicamente la ‘nduja era un piatto povero, nato per non sprecare nessuna delle parti del maiale. Si può utilizzare spalmato sul pane, come base per il ragù, per condire la pizza, ecc… Di sicuro il pane, la pasta, il pesce, i prodotti della terra come le castagne, le noci, i funghi, caratterizzano questa regione dove mare e montagna si confondono col blu cobalto del cielo e dove odori e profumi si mescolano con il verde della natura.

l’inchiostro fresco www.inchiostrofresco.it Direttore onorario: Rino

Vaccaro

Direttore responsabile: Luisa Russo Sito a cura di Mattia Nesto Grafica e impaginazione:

a cura di Sara Ponta

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Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria al n° 226160 il 4/10/2005 P. IVA e C.F. 02096520065 Sede Legale: Piazza Garibaldi, 5 - 15076 Ovada (AL) “l'inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente Ass. Club F.lli Rosselli La raccolta pubblicitaria è curata in proprio tramite i soci dell’Associazione Club Fratelli Rosselli

Redazione: Via Municipio, 20 - 15067 Novi Ligure

redazione@inchiostrofresco.it Tel. 0143/46.569 Tipografia: Industrie Tipografiche Sarnub S.p.A. Cavaglià (BL) La tiratura di questo numero è di

15.000 copie


Abbiamo incontrato Lia Zunino, il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Sassello, una scuola diffusa

Gli alunni “in rete”

MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

I

n un’Italia dove le scuole, letteralmente, “crollano a pezzi”, ci sono plessi scolastici che non solo resistono ma che, nonostante le piccole dimensioni, puntano a proporre un’offerta formativa basata sull’eccellenza e qualità. È quello che si nota andando a conoscere Lia Zunino, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Sassello la quale, in una torrida giornata di metà aprile, ci ha accolto nel suo studio dicendoci: “La vita della Dirigente Scolastica è piena di piccoli imprevisti e grandi problemi, non è facile. Ma la grande fatica è ripagata dal vedere i ragazzi realizzati un domani, è questa la gioia più grande”. Zunino, dirigente da 10 anni delle scuole di Sassello, non solo abita proprio nel borgo in provincia di Savona ma conosce a fondo il territorio e per questo ha predisposto “programmi specifici per gli studenti che frequentano la scuola in questa terra”. L’Istituto comprensivo “copre” 6 comuni, Sassello, Urbe, Pontivrea, Mioglia, Giusvalla e Stella, i quali si estendono per un’area vasta oltre 270 km quadrati per un complessivo di 7488 abitanti. Gli studenti frequentati le scuole sono 521.

Progetto “Piccole scuole”

L’

Istituto Complessivo di Sassello partecipa al progetto nazionale “Piccole Scuole” avente come obiettivo quello di salvaguardare le sedi degli istituti caratterizzati da forti disagi provocati dall’ubicazione territoriale e da una bassa densità demografica (in questo caso avente una media di 27,2 abitanti per km2). Grazie alla collaborazione del C.R.E.M.I.T. (Centro di ricerca e educazione ai Media e alla tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, a Sassello, in questo ambito, vengono proposti due percorsi. 1) Modello orizzontale: una scuola scelta, ad esempio di Urbe per la propria pluriclasse, utilizza la videoconferenza per collegarsi due volte a settimana con

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la scuola secondaria di Mioglia, secondo un comune progetto. Tale modalità offre alla scuola di Urbe di suddividere la pluriclasse unica in 2 classi, una che lavora in modo autonomo col docente e l’altra che è occupata “a distanza” con Mioglia, sotto la supervisione fattiva di un tutor appositamente formato e selezionato 2) Modello verticale: si realizza tramite una lezione in rete, un giorno alla settimana, tra una classe remota costituita da allievi residenti nel Comprensorio Sassellese e le classi effettive di due Istituti Superiori della città di Savona, ai quali i suddetti studenti sono regolarmente iscritti (tale modalità viene attivata anche in causa di maltempo).

“In realtà a Giusvalla non abbiamo più la scuola – spiega Zunino – ma l’edificio scolastico, per gentile concessione del Comune, lo utilizziamo come laboratorio per il nostro progetto legato allo studio dei fenomeni metereologici”. Nelle parole della dirigente scolastica si evince come, soprattutto in un territorio “disagiato e dove le distanze da coprire sono ingenti”, le scuole sono un luogo d’aggregazione sociale di primaria importanza. Attualmente l’Istituto comprende 14 sedi scolastiche, dislocate in 7 edifici e offre un’offerta formativa centrata su 4 scuole dell’infanzia, 6 scuole primarie e 4 scuole secondarie. A Sassello e Mioglia viene proposto il tempopieno mentre il tempo-potenziato prolungato sempre a Mioglia ed ad Urbe. “Tra una sede e l’altra le distanze possono superare anche i 35 km – ricorda Lia Zunino – Proprio per ovviare al fattore distanza l’Istituto Comprensi-

vo si è messo, per così dire, in rete, potenziando le tecnologie di comunicazione e dotandosi di una rete wi-fi aperta e di una rete VPN, utilissima per le videoconferenze con gli altri docenti e plessi scolastici, andando oltretutto a risparmiare fino a 3000 euro di bollette telefoniche, risorse reinvestite per la pulizia delle aule”. Partito nel 2008, questo percorso si è poi concretizzato l’anno successivo con il progetto, promosso dalla Regione Liguria, “Scuole in rete” che, partito proprio grazie all’esempio sassellese, ha portato a “stretta comunicazione” altri istituti liguri. Nel, come piace definirlo alla stessa Zunino, “piccolo regno montano di Sassello”, la storia non si è fermata ma è costantemente in marcia: tra un muro di epoca medioevale, un elegante palazzo ligure del Seicento, spunta un brillante tablet in grado di collegarsi col mondo intero.

Fede e devozione ad Urbe

Mar@Monti in Francia

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l Comprensorio Sassellese, in piena coerenza con quanto realizzato fino ad ora, propone, per il prossimo futuro, i seguenti percorsi, sempre grazie alla collaborazione col C.R.E.M.I.T., gruppo del Prof. Pier Cesare Rivoltella. 1) Percorso MarGrosseto@Monti in collaborazione con l’Istituto Comprensorio di Favignana (Piccola Scuola delle Isole Egadi) dove si prefigura un fattivo scambio di conoscenze secondo il comune denominatore del meteo: da un lato la conoscenza, tutta sassellese, delle nuvole, “che ad occhio nudo un abitante di Sassello sa riconoscere se portatrici di neve o di pioggia”, dall’altro la tradizione della “lettura dei venti” degli abitanti di Favignana che quando c’è alta marea sono “isolati dal mondo”, nonostante la vicinanza con la città di Trapani. 2) Attuazione del percorso sperimentale sul meteo con una rete di “Piccole scuole francesi”, della cittadina di Saint Etienne.

Mons. Pier Giorgio Micchiardi, Vescovo di Acqui Terme (a sinistra nella foto mentre riceve un dono dal Sindaco di Urbe, Fabrizio Antoci) in visita pastorale. Tutto sul nostro sito

3) Ampliamento dei contatti con altre “Piccole Scuole” liguri ed italiane per attuare un confronto sui “modelli didattici” e sulle modalità di organizzazione


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l’inchiostro fresco

ELEZIONI REGIONALI

Maggio 2015

Una questione sul tavolo: i trasporti

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iovedì 16 aprile, nella sala mons. Macciò a Masone, si è riunito in seduta plenaria il Comitato Difesa Trasporti della Valli Stura ed Orba. Nella serata, alla presenza, oltre dei consiglieri regionali Aldo Siri, Antonino Oliveri Edoardo Rixi (Lega Nord), e dei rappresentanti delle Amministrazioni comunali locali e del Basso Piemonte, il Comitato si è strutturato approvando il proprio statuto, nominando il Consiglio direttivo ed eleggendo il Presidente nella persona di Fabio Ottonello. Tra i numerosi temi trattati, la chiusura della linea in vista dei lavori al nodo di Sampierdarena, la questione del biglietto integrato ed in generale la qualità del servizio. Il consigliere regionale Oliveri ha informato che i lavori al nodo di Sampierdarena interesseranno la locali linea della valle dal giugno 2016 a tutto il 2020. Il Consigliere Siri, ha invece ribadito la necessità di uniformare le tariffe ferroviarie all’interno della città metropolitana. Il Consigliere Rixi ha poi evidenziato la necessità di rinegoziare il contratto di servizio con Trenitalia, per salvaguardare il traffico passeggeri sulle linee cosiddette secondarie, ma vitali per la sopravvivenza delle valli Stura ed Orba. Infine la presenza di un numeroso gruppo di pendolari piemontesi, ha consentito di allargare la sfera di azione del Comitato anche all’intero bacino di utenza della linea, rendendo il Comitato interregionale. A tal fine, il Comitato direttivo ha incluso, non solo rappresentanti dei Comuni di Campo Ligure, Masone, Rossiglione e Tiglieto, ma anche di Ovada, Acqui, ed altri Comuni piemontesi. VIRGINIA CALISSANO

@ @MVirgiCalissano

La parola ai candidati

Risponde Raffaella Paita

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La voce di Oliveri Uniti per la Liguria Sei domand ❶ ❹ S governatore della Region ono subentrato in Consiglio Regionale nel marzo del 2013, avendo mancato l’elezione al primo colpo per pochi voti. In questi due anni mi sono occupato di servizi pubblici locali, ambiente, agricoltura e parchi, contribuendo all’approvazione delle più importanti leggi di riforma: dal servizio idrico al ciclo dei rifiuti, dal trasporto pubblico all’urbanistica. In particolare, ho concentrato il mio impegno su alcuni temi di importanza vitale per una regione caratterizzata da una elevata vulnerabilità dal punto di vista idrogeologico come la Liguria. La prevenzione dei fenomeni alluvionali passa attraverso gli interventi strutturali, ma soprattutto mettendo in campo una costante e programmata attività di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua. Su questo mi sono battuto per semplificare le procedure volte a consentire ai Comuni di rimuovere gli accumuli di materiale terroso e ligneo laddove essi costituiscono un ostacolo pericoloso al regolare deflusso delle acque. Per quanto riguarda gli eventi alluvionali di fine 2014 che hanno duramente colpito anche la Valle Stura ho seguito da vicino l’attività di reperimento dei finanziamenti messa tempestivamente in campo dalla Regione per superare l’emergenza, rimborsare le aziende alluvionate e far fronte ai gravi movimenti franosi che hanno interessato tutti i nostri Comuni: Mele, Masone, Campo Ligure, Rossiglione e, più recentemente, Tiglieto. Il presidio del territorio rurale rimane la condizione fondamentale per fare della prevenzione una strategia di lungo respiro. Per questo occorre promuovere il recupero produttivo delle aree a vocazione agricola e forestale, valorizzare uno straor-

dinario patrimonio di risorse ambientali e paesaggistiche e sostenere le attività agricole e zootecniche, vero motore dell’economia montana nonché volano di sviluppo economico anche in chiave turistica. Senza trascurare naturalmente la necessità di garantire un adeguato livello di servizi, in primis la mobilità. Non a caso il trasporto ferroviario è stato uno dei problemi su cui mi sono maggiormente impegnato, nella consapevolezza di quanto sia cruciale questo tipo di servizio per una vallata con una così alta incidenza di pendolarismo scolastico e lavorativo. I prossimi anni saranno decisivi per mettere in campo politiche all’altezza di queste sfide. Ci sarà di aiuto il nuovo ciclo di fondi europei e il nuovo assetto di funzioni che la Regione, unica in Italia, ha messo in campo con l’obiettivo di mettere ordine alle istituzioni locali e dare efficienza al sistema, tutelando l’autonomia dei Comuni. Sono sfide che sono pronto a raccogliere sotto il simbolo del PD e sotto la guida di Raffaella Paita che su questi temi si è già spesa molto, con i fatti, dimostrando costante ascolto e attenzione ai problemi del nostro territorio. Antonino Oliveri, Consigliere Regionale PD

Andremo avanti con il progetto dell’agenzia regionale e con la gara unica, facendo in modo che le nostre aziende vi arrivino in condizioni positive. Circa l’integrazione ferro/gomma è tempo di realizzarla concretamente e compiutamente. Questo vale ancor di più per l’entroterra, al fine di garantire un servizio adeguato e funzionale ai numerosi lavoratori e studenti pendolari. Stiamo lavorando con Trenitalia per mantenere e se possibile aumentare i collegamenti tra la valle Stura e il capoluogo. Abbiamo ottenuto che RFI si impegni su una organizzazione dei lavori sul nodo di Genova che eviti la paventata chiusura della linea Genova Acqui.

❷ Il presidio del territorio dell’en-

troterra è elemento chiave nella strategia di tutela complessiva dell’assetto idrogeologico ligure, nonché la più grande sfida per la politica regionale dei prossimi anni. In questi mesi Italia Sicura, la struttura di missione del Governo contro il dissesto, ha garantito alla Liguria il finanziamento di diversi interventi. Realizzeremo un piano pluriennale dedicato alla regimazione delle acque, individuando un insieme organico di provvedimenti, compreso un regolamento edilizio-tipo regionale, da attuarsi in collaborazione con i Comuni. Inseriremo inoltre il reddito di inclusione attiva, una forma di sostegno economico per giovani disoccupati e categorie fragili legata a progetti di cura del territorio.

❸ Il fenomeno della mobilità

extra-regionale in ambito sanità è un altro punto al centro dell’agenda dei prossimi anni. Occorre tendere a creare le condizioni di un rientro della mobilità stessa, ragionando su accordi di collaborazione tra aziende sanitarie di diverse regioni, creando poli di eccellenza presso i nostri centri ospedalieri, sviluppando una rete capillare di presidi sanitari.

Il mantenimento delle tradizionali attività artigianali delle Valli Stura e Orba è fondamentale per tutelare, preservare e promuovere l’identità di questo bellissimo territorio. La Regione deve dotarsi di fondi di garanzia per sostenere il credito alle imprese, attraverso accordi con il mondo delle banche, potenziando lo strumento dei confidi, che rilasciano garanzie al credito. Lo sviluppo della Liguria e del suo entroterra passa anche attraverso il potenziamento del comparto agroalimentare e dell’artigianato alimentare, sostenendo l’internazionalizzazione delle imprese e valorizzando l’identità del marchio locale nella produzione agricola. Proponiamo, inoltre, di eliminare l’IRAP per nuove imprese per il primo triennio di attività.

❺ Il mio progetto di governo della

Liguria parte proprio da queste realtà locali, dal territorio e dai sindaci, che sono la vera forza identitaria della Liguria. Accanto al processo di unione dei comuni ai fini di rafforzamento ed efficientamento dei servizi alle comunità, sempre perseguito attraverso un confronto e una costruzione dal basso, con la partecipazione dei comuni stessi, nei prossimi cinque anni si darà vita a strumenti e sedi di confronto e coinvolgimento permanente dei sindaci nella definizione delle scelte strategiche, nell’ottica di una politica costruita insieme.

❻ Intendo dare un forte incenti-

vo all’agricoltura e all’allevamento come forma di tutela e presidio del territorio; questo attraverso premi agroambientali per gli allevatori liguri che potrebbero essere comparabili a quelli percepiti dagli allevamenti dell’arco alpino. E’ mia intenzione infine creare un’Agenzia Regionale per i fondi agricoli.

e a due can

Cari lettori

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remessa. Le domande, sotto forma di intervista, sono destinate ad essere pubblicate su “L’Inchiostro Fresco”, mensile di informazione edito dall’Associazione Fratelli Rosselli e distribuito gratuitamente nell’area dell’Oltregiogo genovese (valle Stura, Orba, Scrivia, Urbe, Sassello), nonché nell’ovadese, acquese e parte del Tortonese. La sede è a Novi Ligure. Tiratura media 22mila copie. Le domande vertono principalmente sulle problematiche dei Comuni di Campo Ligure, Masone, Rossiglione e Tiglieto (valli Stura ed Orba), in relazione al capoluogo ligure (città metropolitana di Genova cui appartengono) ed il confinante territorio ovadese ed acquese. Massimo Calissano


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ELEZIONI REGIONALI

Maggio 2015

Risponde Enrico Toti

de al candidato e ne Liguria

ndidati didati consiglieri ❶ Domanda: qual è la posizione del candida-

to Governatore in merito alle problematiche su esposte? (Mantenimento in efficienza della linea ferroviaria, revisione del Contratto di servizio con Trenitalia, lavori al nodo di Sampierdarena, collegamenti su gomma).

Domanda: come pensa di intervenire a difesa del territorio dell’entroterra?

Domanda. Come ritiene di poter strutturare la fruizione dei servizi ospedalieri interregionali?

❹ Domanda. Quali progetti e soluzioni ha per invertire questa

tendenza e tutelare le storiche attività artigianali locali? Come si pensa di intervenire a livello regionale per fornire adeguate agevolazioni alle aziende che vogliono rimanere ed investire nei nostri territori?

❺ Domanda: cosa pensa sia necessario fare a difesa delle realtà locali in seno alla città metropolitana di Genova?

❻ Domanda. Quali provvedimenti intende adottare per favori-

re il ritorno alle campagne e limitare la diffusione di animali sostanzialmente estranei al nostro ecosistema?

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La parola ai candidati

Cambiare verso La voce di Siri ❶ L’

E’ indispensabile che siano garantiti i servizi di trasporto pubblico ferroviari e su gomma che interessano le Valli Stura e d’Orba in direzione Genova – Ovada – Acqui Terme. Il nuovo contratto di servizio con Trenitalia deve assicurare un servizio efficiente e rispettoso delle esigenze dei pendolari. Per i lavori al nodo ferroviario di Genova – Sampierdarena assolutamen necessario è assolutamente che venga quantomeno mantenut un binario mantenuto o comu comunque garantito un servizio che ricadute non abbia ab tempi di percorsui tem renza attuali. Parimenti è necessario garantire efficienti collegamenti ed interscambi su gomma.

❷ Si deve, innanzitutto,

stilare un elenco dei dissesti verificatosi nei Comuni di Urbe – Tiglieto – Rossiglione – Campo Ligure e Masone, stabilendo le priorità e avviando gli interventi, oltre che monitorare le aree che già evidenziano cedimenti e per questo agire preventivamente (prevenire costa un decimo del curare e salvaguardia le persone). Le strutture a briglia sui torrenti e fiumi devono essere mantenute in efficienza individuandone le modalità. Ovviamente la Regione Liguria dovrà farsi carico di acquisire risorse economiche adeguate da ripartire ad ogni Comune.

❸ L’obbiettivo è garantire effi-

cienti servizi sia di base che specialistici sul territorio, migliorando in modo significativo la risposta e la fruibilità delle strutture liguri anche per ridurre le fughe verso altre regioni. La vicinanza dell’Ospedale di Voltri lo rende naturale riferimento, deve essere quindi arricchito di eccellenze onde poter attrarre sempre un

maggiore flusso di utenza. D’altra parte, data anche per la vicinanza con il Basso Piemonte, si deve lavorare per una maggiore facilità di accesso ai servizi ospedalieri interregionali.

L’aspetto occupazionale e conseguentemente il rilancio dei settori artigiani e produttivi in genere, compresa la villeggiatura, sarà un’assoluta priorità nel mio impegno. Potrà avvenire tramite l’acquisizione di specifici finanziamenti, in primis Europei, per supportare ogni impresa che desideri installarsi nelle vallate interne, attribuendovi priorità rispetto ai grandi centri urbani. Si potrà così facilitare l’occupazione di quei valligiani che non vogliono lasciare le loro terre, oltre che per attirare nuove imprese e residenti.

I tanti piccoli paesi della Provincia di Genova che fanno parte della Città Metropolitana devono godere di pari dignità rispetto alla città di Genova e quindi essere garantiti i servizi sul territorio che erano già erogati dalle ex Comunità Montane e dall’ex Provincia. Deve essere data loro libertà di scegliere autonomamente, ad esempio, se consorziarsi con altri Comuni o gestire direttamente le loro risorse e servizi, fra questi la fornitura dell’acqua.

❻ La riscoperta della necessità

che l’uomo torni a gestire e proteggere il territorio per evitare il dissesto idrogeologico deve guidare una forte iniziativa di sostegno, anche economico, a favore di chi intenda dedicarvisi. Il controllo della proliferazione di animali dannosi, in particolare di cinghiali e caprioli, deve attuarsi tramite una seria ed equilibrata attività di contenimento. Per i lupi che sono rimasti credo che il problema debba trovare soluzioni equilibrate e responsabili, quali l’indennizzo a chi dovesse subire danni.

azione politica che serve alle nostre Valli non è figlia di ideologie: è pratica e concreta, le risposte alle nostre esigenze sono chiare. Per questo la caratteristica più importante per un Consigliere Regionale delle nostre Valli è di sapersi muovere con esperienza ed astuzia fra i meandri burocratici e le noiose e troppo lunghe lotte politiche, per far prendere decisioni a nostro vantaggio. Altrimenti si parla, ma nulla cambia. Altrimenti la Città Metropolitana, guidata dal Sindaco di Genova, continuerà a sfruttarci, senza dare nulla in cambio. Ma noi non siamo figli di un Dio minore. Per questo la mia esperienza di ben 5 anni, un ciclo legislativo completo, è unica, è un un valore che auspico non sia sprecato e una risorsa che metto a vostra disposizione. Dopo 5 anni conosco alla perfezione i meccanismi di ordini del giorno, mozioni, commissioni e tutte le astuzie per FARE, non chiacchierare, in Regione, che senza di me si sarebbe occupata solo dei temi cari ai cittadini e degli interessi clientelari (che non mi hanno mai coinvolto, grazie all’indipendenza economica derivata dal mio lavoro di libero professionista). L’ho già dimostrato forzando il Consiglio a fare una seduta monotematica sui tagli alla Ferrovia Genova-Acqui Terme, assieme al Comitato, Sindaci e rappresentanti locali. Abbiamo vinto questa prima battaglia. Voglio al vostro fianco continuare questa guerra e sfodererò tutte le mie armi per minimizzare eventuali disagi relativi ai lavori al nodo di Sampierdarena. Poi quando ho saputo che si voleva mettere in vendita una parte dei locali della struttura dell’ex Ospedale “B. Pizzorni” di Rossiglione, non potevo permetterlo: tanti di noi, e anche mie zie hanno,

nel passato contribuito volontariamente, autotassandosi, alla sua costruzione. E’ nostro. Oltre alla sua storicità, è la sua funzione di servizio di base che non può essere sacrificata alla ragione della centralizzazione, della Città Metropolitana. E ancora una volta abbiamo vinto. Le mie prossime battaglie saranno per restituire l’autonomia dei nostri comuni sulle proprie risorse (e non finire nelle mani dell’IREN e compagnia bella), offrendo il supporto “legalese e di astuzia politica” che ho maturato. Saranno quelle di ottenere risorse per chi vuole vivere nelle nostre valli: incrementare i servizi di base; salvaguardare i collegamenti per i pendolari e istituire il biglietto unico integrato; creare fondi per nuove attività, specialmente agricole, che migliorano il terreno e ci salvaguardano dalle alluvioni; creare le condizioni che nuove imprese arrivino (e non scappino come l’INVAT). Sarà salvaguardare il Monte Tarinè dal diventare una disastrosa miniera a cielo aperto. Sarà quella di vigilare che non si sperperi denaro come nei 3 impianti a Biomassa di Masone, Campo Ligure e Rossiglione: antiquati e inefficienti, di valore solo per chi li ha costruiti. Sarò a servizio di tutti, sarò un canale per portare le vostre esigenze in Regione, dove è meglio avere uno spadaccino esperto.

Dott. Sergio Diana Medico Chirurgo Prof. a c. di impiantologia Università di Genova Specialista in Chirurgia Maxillo - Facciale Specialista in Odontostomatologia C.T.U. Tribunale di Genova

Orari Via Torino 54 Ovada Lun 9 - 12.30 Mer 9 - 12.30 Gio 15 - 19.30

Via XX Settembre 8/2 Genova Lun 15 - 19.30 Mar 9 - 17.00 Mer 15 - 19.30 Ven 15 - 19.30

Tel. 010/54.37.64 serdian@tin.it servizio urgenze festivo 393/20.00.084


Quale futuro per la città termale?

I

l 2015 sarà l’anno della svolta per Acqui Terme? Solitamente le previsioni per il nuovo anno si fanno a gennaio. Questa volta le vogliamo fare invece a maggio, a seguito di una serie d’importanti novità che si stanno profilando all’orizzonte. In primo luogo, la decisione definitiva presa dalla Regione Piemonte e dal Comune di Acqui di procedere alla privatizzazione delle Terme di Acqui spa con una gara che non ha mai avuto precedenti nella storia del sistema termale acquese. A questo sta lavorando il consiglio d’amministrazione delle terme in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale di Acqui Terme. Con tutta probabilità, già in autunno, le Terme di Acqui potrebbero avere un nuovo “padrone” se il bando in corso di predisposizione andrà a buon fine. Anche per il centro congressi di zona Bagni s’intravede una soluzione. Questa volta a prendere una netta decisione sul futuro del palacongressi è stato il sindaco Enrico Bertero e la giunta comunale che hanno deciso d’intraprendere la strada della richiesta di manifestazione d’interesse per la ricerca di soggetti privati interessati a gestire la struttura congressuale che dispone di circa mille posti a sedere. Al momento il centro congressi di zona Bagni viene utilizzato saltuariamente per eventi e mostre, senza però la predisposizione di un preciso cartellone di eventi in grado di coprire le spese di gestione della struttura che sono oggi a totale carico del Comune. Con la “privatizzazione” della gestione del centro congressi tali costi graverebbero sul gestore privato che verrebbe comunque aiutato nella promozione degli eventi da parte dell’amministrazione comunale per i primi tre anni. Il centro congressi di zona Bagni è costato oltre 10 milioni di euro e sarebbe sicuramente un peccato non assicurare la realizzazione di eventi congressuali e fieristici in grado di attirare visitatori ad Acqui Terme con la conseguente rivitalizzazione dell’intera economia cittadina. (g.l.f.)

Presentata l’iniziativa telematica volta a stimolare il turismo nella città della Bollente per la kermesse internazionale

Il nuovo portale Acqui… for EXPO 2015 L’ evento tanto atteso per l’Italia e per il mondo è giunto alla sua inaugurazione: Expo 2015 è iniziato e tutta Italia cercherà di fare, di questa kermesse, la sua miglior vetrina. “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Quale miglior emblema del titolo potrebbe essere se non il Monferrato e le nostre colline? Nutrire il pianeta vuol dire cibo, ma anche arte e cultura. Proprio la zona di Acqui Terme e dei paesi circostanti ha quella straordinaria capacità di nutrire il corpo – ergendosi a patria dei più fini palati e detentrice di preziosi termali per il benessere più naturale e duraturo possa conoscersi – ma anche la mente – con le sue perle d’architettura, d’arte e di eventi che fanno della zona un punto cardine dell’offerta culturale nazionale. Piuttosto singolare e degna di merito da parte di

chi ne ha curato le relazioni, gli intenti e la realizzazione, è certo l’iniziativa che ha visto coinvolti il Comune di Acqui Terme e altri 15 Comuni limitrofi: il sito internet “Acqui… for EXPO 2015” (visitabile su www.acquese.it). Nato dalla firma di un protocollo d’intenti con il preciso scopo di dare concretezza alle iniziative culturali, turistiche ed enogastronomiche di zona, si tratta di una collaborazione che ha visto impegnati i protagonisti stessi dell’offerta: i comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cartosio, Cassine, Castelletto d’Erro, Denice, Melazzo, Mombaldone, Montechiaro d’Acqui, Morbello, Pareto, Ponti, Ponzone, Ricaldone e Strevi. Un contenitore virtuale in cui ciascuno di essi potrà promuovere le proprie iniziative con l’intento di evidenziare le eccellenze cultu-

Anche Giuso presente

E

in tema Expo è proprio Bruno Lulani a firmare, quale amministratore delegato della Giuso – azienda leader nella produzione di ingredienti composti per pasticceria e gelateria artigianale – la propria partnership con la gelateria artigianale Rigoletto, che avrà la gestione esclusiva dell’area tematica “Gelato e Cioccolato” di Padiglione Italia a Expo 2015. Per l’iniziativa, la Società collaborerà alla realizzazione del progetto “Il Gelato delle Regioni” dove verranno proposti oltre 30 gusti a rotazione, utilizzando come ingredienti base alcune tra le eccellenze agro-gastronomiche italiane. (f.b.)

rali, enologiche, le attività commerciali, il proprio turismo sportivo e tutte le bellezze naturali e paesaggistiche che il nostro territorio offre. Non si trascurano naturalmente le informazioni sulla possibilità di collegamento con il sito meneghino di Expo: sarà la STAT Viaggi a garantire il miglior servizio dedicato, con corse feriali che garantiranno il collegamento alle principali stazioni di partenza dei treni diretti al sito fieristico ed un servizio diretto per il collegamento nei giorni di sabato e domenica dove si potrà godere inoltre di diversi pacchetti alla scoperta del fantastico territorio monferrino Patrimonio dell’Umanità, 50° sito UNESCO. Ed è così che in un solo sito potremo avere le corrette indicazioni su come scoprire le torri di Bistagno, Cartosio, Castelletto d’Erro, Ca-

vatore, Denice, Merana, Terzo e Visone; la torre atterrata di Morbello, più nota come “Torre del Marocco”; i castelli di Melazzo, Castelnuovo Bormida, Morsasco, Orsara Bormida e Prasco; i resti di altrettante strutture a Grognardo, Melazzo – con la “Tinazza” Moncrescente – Montechiaro, Morbello, Ponti e Visone; la porta gotica di Pareto; gli absidi di Pievi risalenti a epoca romanica; il parco secolare “Il Quartino” di cui furono proprietari i marchesi Scati a Melazzo e poi ancora musei, giardini, ville – suggestiva e di particolare importanza la splendida Villa Ottolenghi. Ecco, questo e molto altro ancora si potrà scoprire da questo sito. Expo 2015 è partito: noi siamo pronti. Anzi, ripartiamo da qui. Federica Balza

Martedì 28 aprile, Giancarlo Mazzuca, ospite del Grand Hotel Nuove Terme, ha presentato il suo libro

Il direttore de “Il Giorno” ricorda Montanelli C ontinuano i brillanti e prestigiosi incontri promossi dalle che hanno fatto la storia del Novecento; racconta fantasticherie giornate culturali del Premio Acqui Storia che, il 28 apri- ed esperienze, progetti e speranze, talvolta andate a buon fine, le scorso, hanno visto protagonista, in una gremitissima talvolta meno, ma pur sempre degne di essere state vissute e sala Belle Epoque del Grand Hotel Nuove Terme, il Direttore coltivate insieme ai suoi più fedeli collaboratori – i “Montanelli de “Il Giorno” Giancarlo Mazzuca in occasione boys” – di cui il direttore, certo, si annovera fra i più stretti e presenti, soprattutto nell’avventura della presentazione del suo nuovo libro “Indro Montanelli. Uno straniero in patria” edito da de La Voce, conclusasi proprio vent’anni fa. Tante le bizzarrie, le osservazioni che su se stesso Cairo. Certo il protagonista di questa biografia non ha potuto passare inosservato fece e che proprio al suo autore, allievo e agli interessi di una folta cittadinanza ora definito “erede” da illustri del panoe di numerose autorità territoriali, rama giornalistico, ha avuto modo di così come l’autore, suo grande confidare. Sono tutte testimonianze, vero, ma c’è chi insegna che amico e collaboratore per lungo per esse debba sempre esserci tempo. Con gli aneddoti di una vita, l’autore ricorda date, avveuna certa riverenza. Ed infatti, come hanno riconosciuto i tanti che nimenti, colloqui; fornisce riflessioni sui momenti e sugli uomini Giancarlo Mazzuca in una foto storica con Indro Montanelli al libro hanno dato una lettura figlia

di una conoscenza diretta del protagonista, è lui, con le sue debolezze, le sue velleità e il suo talento. Tutto sembra immergere in un dialogo a tu per tu con il personaggio che vi si narra, trascurando le tristezze che pur lo accompagnarono per far spazio a quell’ironico sempre pungente che ha affascinato i tanti giovani aspiranti giornalisti presenti che fanno ancora di lui un Maestro insuperabile. Amore – per il suo mestiere, per la verità, per i propri lettori – e coraggio – di non approfittare delle situazioni comode e di fare del suo controcorrente uno stile di vita – queste le forze che di lui traspaiono. Critico del mal costume italiano, ha saputo far apprezzare valori politici, religiosi e personalità senza distinzioni. È così che la serata ha affascinato tutti noi, in un dibattito fra autore e relatori – il responsabile del Premio Carlo Sburlati e il presidente Rotary Bruno Lulani – che ha fatto spazio al ricordo di chi, con coraggio, ha saputo trovare al giornalismo quell’unico padrone che tutti noi vorremmo sempre riconoscere: il lettore. Federica Balza


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A Capriata d’Orba entra in Giunta Comunale Giampietro Arata in sostituzione di Gianni Parodi. Poggio “Maggiore coesione”

Capriata: un laboratorio politico che anticipa i tempi MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

“I

n un momento storico e politico come questo, a mio parere, le divisioni partitiche valgono fino ad un certo punto. La cosa che davvero conta è essere tutti uniti e rivolti al bene comune”. Quest’affermazione con la quale ci accoglie il Sindaco di Capriata d’Orba, Daniele Poggio, bene si adatta a commentare la sostituzione dell’Assessore al Bilancio, il dimissionario Gianni Parodi, con Giampietro Arata, membro proveniente dalle file della Minoranza Consigliare, avvenuta nel corso del Consiglio Comunale dello scorso 27 aprile. Poggio, che abbiamo incontrato presso il centro sportivo assieme al Vicesindaco con delega ai Lavori Pubblici, Franco Norbiato, e al consigliere comunale Cristina Dameri, mentre stava sovraintendendo ad un’opera di risistemazione del verde pubblico, nell’informarci di questo avvicendamento, ci ha precisato che “La decisione di Gianni Parodi di rassegnare la delega è stata presa in totale autonomia, motivandola per tre ragioni: l’età, il fatto di essere originario di Rocca Grimalda e la mancanza di patente automobilistica. La decisione di fare entrare in giunta a Giampietro Arata, di Capriata e persona squisita, ci è sembrato il percorso più naturale nell’ottica di una più ampia e trasparente collaborazione tra Maggioranza e Minoranza”. Giampietro Arata avrà dunque un incarico “di peso” nella vita amministrativa del paese? “Esatto. Non sono per gli interventi spot – ci risponde Poggio – Se cambio ci doveva essere, occorreva farlo real-

mente, affidando alla Minoranza consigliare un ruolo di primaria importanza”. Il Primo Cittadino di Capriata, assieme alla consigliera Dameri, ha poi ricordato i lavori fin qui approntati dall’Amministrazione: “Abbiamo approntato la messa in sicurezza dell’area retrostante il bocciodromo, dove il cedimento del terreno minacciava gravi conseguenze, oggi scongiurate. Poi dopo – prosegue il Primo Cittadino - aver già appaltato i lavori per la demoli-

zione delle pericolanti strutture retrostanti l’edificio comunale, stiamo predisponendo l’asfaltatura integrale di via Roma, la strada principale, e di sei vie laterali, in modo da rendere il traffico più scorrevole e agevole nel centro storico”. Poggio ha portato all’attenzione anche il fatto che, sempre nell’ottica di una migliore viabilità “La strada Oltreorba, dopo la disastrosa alluvione dello scorso autunno-inverno, sarà finalmente aperta”. In conclusione

il Sindaco Poggio ha affermato come “Il Comune parteciperà ad un bando Nazionale per i Comuni al di sotto dei 3000 abitanti. Riteniamo di avere buone ragioni per pensare di poterlo vincere, così da avere le risorse necessarie per la riqualificazione e la messa in sicurezza del tetto del cimitero. Inoltre, sempre sul tetto, potremo installarvi dei pannelli fotovoltaici e lo stesso tipo di intervento sarà effettuato anche per le tribune del campo sportivo”.

Ovada e Capriata d’Orba sono due cimiteri di dimensioni non dissimili ma dalla gestione differente

Camposanti a confronto D opo numerose segnalazioni, pervenuteci direttamente dai cittadini di Ovada, in merito ad alcune inefficienze del cimitero cittadino, la redazione centrale de “l’inchiostro fresco” ha voluto vederci chiaro e si è recata direttamente “sul campo”. Giovedì 22 aprile ai redattori si è parata di fronte una situazione non certo preoccupante ma con qualche criticità che, per dovere di cronaca, va posta all’attenzione. Infatti se le tombe monumentali e la maggior parte delle “colombaie” sono pulite e tenute in ordine così non si può dire per i campi laterali, soprattutto i campi L e N. Infatti queste zone cimiteriali si presentano alla compassionevole vista dei frequentatori con un disordinato gruppo di croci di legno storte, cadenti e ammucchiate o comunque mal poste nel terreno, quasi totalmente ricoperte da alte erbacce, creando un contrasto ancor più marcato

Ovada

Capriata d’Orba

soprattutto con la ricchezza delle altre tombe prospicienti. Visto che “l’inchiostro fresco” abbraccia un territorio “largo e diffuso”, abbiamo voluto fare una comparazione con un altro cimitero, di dimensioni lievemente più piccole, ma comunque non dissimile da quello ovadese: il cimitero di Capriata d’Orba. A Capriata, grazie ad un preciso e puntuale lavoro condotto dalle varie Amministrazioni che si sono via via succedute, il locale camposanto si presenta ordinato e ben tenuto, con prati dove l’erba è tagliata e dove la ghiaia è pulita e costantemente rimessa. Soprattutto dove le differenze tra le tombe o le cappelle monumentali, le colombaie e le tombe a terra, pur rimanendo, non si sentono così marcatamente come in quello di Ovada. Nonostante “davanti alla morte siamo tutti uguali”, emerge invece chiaramente come non dappertutto sia così. Scaramouche

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l’inchiostro fresco

RONDINARIA

Maggio 2015

Prosegue il tour tra le bellezze di Ovada con Pierfranco Romero

Alla scoperta della memoria e del folklore di Rondinaria

La mia Rondinaria Antiche misure fresonaresi N 1481. È giusto ricordare che il 26 novembre 1986 un incendio distrusse l’organo del 1888 riducendo in “stato pietoso” gli stalli del coro del primo Ottocento. I lavori di ripristino ci offrono ora la possibilità di apprezzare pienamente le linee architettoniche della Chiesa e tutte le opere rimaste di artisti quali Giacomo Filippo Parodi, G. B. Bisio, Domenico Fiasella, Antonio Brilla e P. Bozzoni. Pensavo di poter concludere qui il mio viaggio nella città di Ovada ma, sono ancora troppe le bellezze che mi piace descrivere. Arrivederci al prossimo numero!

R

iprendiamo il percorso fra le bellezze storiche di Ovada. Vista la Parrocchiale troviamo poco lontano da lei, la Loggia di San Sebastiano. Ora è destinata ad aventi culturali, ma fu Parrocchiale della città dal secolo XIII col titolo di “Santa Maria Assunta”. L’edificio del XVIII secolo, ridotto in condizioni precarie, fu venduto: una navata andò alla Confraternita di San Giovanni Battista che vi fece lo scenografico scalone, e, le altre due alla Confraternita di San Sebastiano che fu poi abolita lasciando il suo nome al locale, passato, di proprietà del Comune. Ancora oggi sono visibili lungo le pareti lacerti di bellissimi affreschi Quattrocenteschi. Uscendo dalla loggia, a sinistra, si entra nell’Oratorio di San Giovanni Battista: lo scalone, citato, porta alla Chiesa sopraelevata. Ristrutturata nei primi anni del Settecento, l’edificio mostra alla nostra vista affreschi di Carlo Bensa di Genova, Canepa da Voltri oltre a quadri raffiguranti Madonne e Santi. Bello il Crocefisso ligneo di Giovanni Bissoni e meravigliosa la cassa che raffigura la “decollazione” del Battista. Quest’opera, del peso di circa 13-14 quintali, è dovuta ad Anton Maria Maragliano (1664-1739). Una seconda cassa processionale di pregevole fattura ma, di dimensione ridotte, rappresenta il Battesimo di Gesù nel Giordano. Ogni anno il 24 giugno un corteo, aperto da portatori di Cristi, si muove per le vie del paese con al centro le due casse. Spettacolare “l’inchino” che le due pesanti opere eseguono nel piazzale di fronte alla Parrocchiale. In via San Paolo c’è l’Oratorio dell’Annunziata, sede della Confraternita detta “dei Turchini”, dal colore della cappa: l’Oratorio è stato più volte ristrutturato e riccamente decorato. Le volte sono affrescate dall’ovadese Ignazio Tosi (18111861) e dal novese Luigi Sansebastiano: alle pareti due tele di Luca Cambiaso (1527-1585) ed una, forse, dello Spagnoletto. Anche in quest’oratorio vi sono due casse lignee: “l’Annunciazione” di Anton Maria Maragliano e, l’altra, “la Madonna del Carmelo” di Luigi Fascia, anche lui di origine genovese. L’Oratorio custodisce il “Polittico dell’Annunciazione” attribuito un tempo al nipote di Ludovico Brea, Francesco, ed alla sua bottega: ma, oggi riconosciuto come opera di Agostino Bombei (1480-1549). Proseguendo per la via troviamo la casa natale di San Paolo della Croce (Paolo Francesco Daneo). Nel

Pierfranco Romero 1918 fu dichiarata Monumento Nazionale e nel 1926 fu affidata alla cura di alcune suore laiche: è sicuramente interessante una visita! Di fronte troviamo piazza San Domenico. A sinistra Palazzo Spinola, di facciata alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Il palazzo edificato nella seconda metà del XVIII secolo si presenta quadrato, compatto, con grosse finestre e col piano nobile compreso di “mezzanini”. Dietro il blocco principale, un portico del Settecento, divide il cortile lastricato dal giardino: questi due cortili ospitavano, nel secolo scorso, agguerrite partite di calcio fra gli alunni delle scuole medie e ginnasiali dei Padri Scolopi. La chiesa e il retrostante convento furono opera del domenicano Padre G. Cagnasso di Taggia, nel

el Regno di Sardegna il Sistema Metrico Decimale fu introdotto da Carlo Alberto nel 1845. Nel 1861 Re Vittorio Emanuele II decreta la nuova Legge sui Pesi e Misure valida per tutto il Regno d’Italia. Ma nel mondo contadino le misure restavano quelle tramandate dagli avi. I campi erano misurati a staia, ciascuna di 589,5 mq, per cui circa 17 staia formavano un ha. Sottomultiplo dello staio era la tavola, 18 volte più piccola, cioè poco meno di 33 mq. A sua volta essa veniva divisa in 12 piedi (2,72 mq). Un piede equivaleva a 12 once e 1 oncia valeva 12 punti formati da 12 atomi ciascuno. Ma a Fresonara si adoperava anche la Moggia grande, equivalente a 47,15 are, cioè 4715 mq e quindi a 8 staia. Si usava pure la Giornata piemontese, che valeva 38,10 are, cioè 3810 mq. L’origine del nome derivava dalla corrispondenza con la quantità di terreno arabile mediamente con una coppia di buoi in una giornata, praticamente un quadrato di 62 m di lato. L’oncia, oltre che unità di superficie,

era anche una misura di peso. Ad once si comprava il seme-bachi per l’allevamento dei bigäti atti a produrre la seta. Un’oncia equivaleva a 30 grammi di uova, che potevano raggiungere anche il numero di 50.000 e oltre. C’erano poi grandezze delle quali soltanto gli iniziati ne comprendevano il valore: il mes di (mezzo dito = 8 mm circa), in dì (17 mm), deuo dëja (35 mm), trai dëja (6 cm), quätar dëja (8 cm), in smëss (pugno chiuso con pollice alzato = 14-15 cm), in pärm (un palmo = 22 cm) ina uangä (una vangata = 30 cm), ina sningiä (una ginocchiata = 55 cm), in óm (una persona = 170 cm), in trabuch (trabucco, canna graduata di circa 3 metri). Lo staio era anche un contenitore rotondo di legno con asta per livellare il volume del grano o del mais. In base al peso specifico: 8 staia per 13 kg l’uno equivalevano a 1 quintale di frumento; 8 staia per 14 kg l’uno equivalevano a 1 quintale di mais. Dom&Nico BISio

Gli alunni della scuola media ricordano il 70° anniversario della liberazione dell’Italia

“Aria di libertà” a Castelletto d’Orba “Aria di libertà” di Federico Fornari

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omenica 26 aprile a Castelletto d’Orba l’Amministrazione comunale e la sezione ANPI di Castelletto e Montaldeo, in occasione del 70° anniversario della Resistenza, hanno organizzato una serata per commemorare la storia del movimento partigiano, i migliaia di giovani caduti in nome della libertà, per la dignità e il riscatto della Patria dal giogo nazifascista. Lo hanno fatto attraverso il coinvolgimento dei giovani studenti della scuola media, presentati dalla Prof.ssa Stefania Trolli, i quali hanno lavorato da protagonisti, con grande passione e dedizione, alla realizzazione di un video intitolato “Ricordi nell’Aria”, che prende spunto dalla storia del partigiano-bambino genovese, Mario Ghiglione, nome di battaglia “Aria”, presente alla serata. “Ghiglione fu una giovane staffetta partigiana - ricorda il Senatore Federico Fornaro, autore di una precedente pubblicazione “Aria di Libertà”, (dedicata alla storia del partigiano “bambino”) - fu un adolescente che combatté la resistenza, per ribellarsi alla menzogna e alle ingiustizie”. Così gli studenti hanno voluto intervistare il partigiano, tra i pochi ancora rimasti, per sentire dalla viva voce il racconto delle sue imprese, rievocate con una straordinaria freschezza espressiva e grande intento comunicativo. Marta Calcagno


l’inchiostro fresco Maggio 2015

Montagne di mare: la culla dell’Orba ida

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CASTELLAZZO Casal Cermelli

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Mattia Nesto mentre indica là dove nasce l’Orba

Capriata d’Orba

ba/Orba impegnata a custodire il proprio fiume”. Il Faiallo è un luogo mitico e dalle parole di Nicholas si capisce bene come tutto ciò che si fa lassù abbia un sapore epico: “Qui d’inverno la neve picchia particolarmente forte, per così dire – spiega il giovane gestore – ma ci siamo accorti che è proprio nella stagione apparentemente più difficile, il periodo

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(nella foto a lato), uno dei ragazzi che gestiscono il bar ristorante “La Nuvola sul Mare” che domina il passo del Faiallo. “La Nuvola sul Mare è di proprietà di Giorgio Bodrato ma è gestito, sotto la supervisione di Giorgia, figlia di Bodrato, da Jacopo Rastelli, nonché da un gruppo di 7 ragazzi provenienti da Olba San Pietro, Badia di Tiglieto e Piampaludo. Una sorta di squadra-primavera della valle dell’Ol-

Castelletto d’Orba Silvano d’Orba Pio

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Stefano Rivara

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in cui registriamo le maggiori presenze”. Chiediamo a questo guardiano “della valle dell’Olba” il perché di questo boom di presenze: “Perché questo territorio è un territorio unico nel suo genere – ci risponde senza esitazioni – Dove si può fare una camminata con le ciaspole immersi nella neve e contemporaneamente, alzando gli occhi, abbracciare tutta quanta la città di Genova affacciata sul mare. Qui da noi – conclude Bongiorni – si cammina sulle montagne di mare”.

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LIGURIA

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Passo del Faiallo

Monte Argentea Monte Ermetta 1082 1267 Monte Rama 1148

Il “rito dell’ampolla” di GB Cassulo alle fonti dell’Orba...

Per saperne di più www.inchiostrofresco.it cliccare “Montagne di mare”

I

inchiostro fresco è nato, nella sua veste di “giornale dei paesi”, come strumento di informazione per raccontare i borghi di Rondinaria, mitica città romana che sorgeva “sulle rive dell’Orba”. Proprio il torrente Orba si potrebbe quindi definire come “il fiume dell’inchiostro fresco”. Per questo motivo giovedì 16 aprile, Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto si sono inerpicati fin sul passo del Faiallo per andare alla ricerca delle fonti dell’Orba. Giunti in una giornata “che nulla aveva da invidiare alle Cime Tempestose di Emily Bronte e caratterizzata da una nuvola di fantozziana memoria” i due inchiostriferi, dopo una faticosa ricerca tra scoscesi costoni di roccia, sono riusciti ad individuare “la mitica fonte”, un allegro zampillo d’acqua, gorgogliante di fresca vitalità, custodito nel compluvio di due collinette ricoperte da un manto erboso punteggiato da primule e violette. Ma i due baldi reporter d’assalto non avrebbero mai potuto trovare “il luogo di nascita dell’Orba” senza le sapienti indicazioni di Nicholas Bongiorni

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Capanne di Marcarolo l Parco regionale delle Capanne di Marcarolo, istituito nel 1979, è l’area naturale protetta più centrale rispetto alla città di Genova e all’ Oltregiogo. Anche quest’anno l’Ente Parco ha programmato un ricco calendario d’iniziative, con cadenza praticamente settimanale, in prevalenza delle giornate di sabato o domenica. Sono previste escursioni guidate, a piedi e in mountain bike, mostre, conferenze e corsi, con esecuzione o partenza in diversi luoghi del parco. Il calendario completo lo si può trovare sul sito del Parco: www.parcocapanne.it. Segnaliamo, tra gli appuntamenti più prossimi, l’escursione in mountain bike del con partenza dalla diga della Lavagnina, domenica 17 maggio; l’escursione botanica sul monte Tobbio, con partenza da Voltaggio, sabato 31 maggio; e l’escursione notturna con partenza da Capanne di Marcarolo sabato 13 giugno. Sono occasioni per conoscere alcuni aspetti di questo territorio molto interessante dal punto di vista storico e naturalistico, per chi non c’è ancora stato; e per chi già conosce questi luoghi, di acquisire nuove conoscenze assistiti da persone esperte nei diversi rami di specializzazione. In rapporto al resto del territorio, queste zone appaiono, a prima vista, quasi selvagge e incontaminate. Non tutti sanno, invece, che i disboscamenti, gli scavi per le vecchie miniere (d’oro) e la costruzione delle dighe per gli acquedotti hanno modificato non poco il paesaggio. Senza però diminuirne il fascino.

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Parco del Beigua: cercando la fonte dove nasce l’Orba l’inchiostro fresco si è avventurato sul Faiallo

Orbarin

RONDINARIA Un parco da conoscere


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l’inchiostro fresco Maggio 2015

La Fiera di San Bovo è...

tradizione, cultura, commercio e imprenditoria locale

SPECIALE SAN BOVO

Saluto del Sindaco D a alcuni anni la festa di San Bovo, a cui nei tempi passati era legata la fiera, ha avuto una nuova vitalità perché, a fianco della tradizionale processione in cui la statua del Santo a cavallo sfila per le vie del nostro paese, negli ultimi 20 anni, si svolge una fiera delle attività economiche locali. Le nostre aziende e gli artigiani locali mettono in vetrina i loro prodotti, le loro lavorazioni: uno spaccato delle attività che si sono insediate sul territorio basaluzzese a partire dagli anni settanta. Un esempio della laboriosità e dell’ingegno che si vuole offrire alla cittadinanza e a quanti vorranno visitare gli stand, soprattutto ai giovani in cerca di idee innovative e spunti per future innovazioni. Per il 5° anno consecutivo, proprio per stimolare nuove iniziative e nuove imprenditorialità, l’amministrazione comunale assegna nel corso della manifestazione il premio «Imprenditore dell’anno». Gli anni passati hanno visto la premiazione di Adriano Picchiò a capo della Pca spa, Alfonso Valerio della Prisma srl, Roberto Roveta della Italvalv snc e Adelio Giacomello della Cometa. Tutte aziende storiche del tessuto imprenditoriale basaluzzese che malgrado le difficoltà di questi anni hanno mantenuto posizioni di prestigio nel panorama nazionale. Il sindaco Gianfranco Ludovici

Mostra fotografica organizzata dalla S.M.S. sui carri allegorici del paese

Quando c’era il carnevale I

l 25 e il 26 aprile la S.M.S. di Basaluzzo organizza la MOstra “Quei vent’anni di carri, passione e mascherate: le glorie del Carnevale Basaluzzese 1984 - 2004”. La Mostra si terrà presso il salone sociale che nell’occasione verrà intitolata alla memoria di Mino Timossi, socio rifondatore della S.M.S. e ideatore del primo carnevale nel lintano 1984.

Appuntamenti 13 e 14 giugno Festa patronale in località S. Antonio 27 e 28 giugno Sagra del Pesce 11 luglio Sagra della Paella 25 e 26 luglio Sagra della Tagliatella e del Cinghiale 26 luglio Passeggiata cicloturistica “Trofeo Orlando Natale” 28 agosto Gara podistica “A rà stràsüoda”

“Rondinaria”... in cr n O rganizzata dal Gruppo Ciclistico “Caviriò team” e con il patrocinio del Comune di Basaluzzo il 24 luglio, con ritrovo alle ore 17.00 presso il ristorante “Creuza de ma”, si correrà una innovativa corsa ciclistica a carattere agonistico: la specialità del chilometro con partenza da fermo. Questa manifestazione sportiva, oltre alle sue fina-

lità competitive, ha lo scopo di raccogliere fondi da destinare al sostegno della Protezione Civile Basaluzzese. Anima di questa iniziativa il consigliere comunale Angelo Dalponte che è anche un valido e appassionato ciclo-turista. Appuntamento dunque per tutti i velocisti delle due ruote e per il prossimo 24 luglio a Basaluzzo. (g.b.)

29 e 30 agosto Sagra del Pesce 5 settembre Serata benefica pro AISM, (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) con Vittorio De Scalzi e i Beggar’s Farm 12 settembre Gara a cronometro “Trofeo Bar Luisa”


Il giornalino dei bambini Intervista al Sindaco Enrico Piccardo sul “Barone-Podestà” del quale abbiamo parlato lo scorso numero

Masone: un asilo a misura di paese MATTIA NESTO

Uno dei graziosi pannelli che decorano l‛asilo “Barone-Podestà”

@Mattia Nesto

“L

a cosa veramente da chiedersi non è se l’asilo Barone-Podesta il prossimo anno rimarrà aperto oppure verrà chiuso ma se vi saranno le condizioni economiche per poterlo sostenere”, con queste parole cariche di realpolitik direbbero gli studiosi universitari, Enrico Piccardo, Sindaco di Masone accogliendoci nel suo studio, ha voluto mettere le cose in chiaro sul “destino” dell’asilo Barone-Podestà. “L’asilo è frutto di un lascito, di una cessione di questo storico edificio al Comune, la cui gestione negli anni venne affidata ad un gruppo di suore provenienti da La Spezia – spiega Piccardo – Il decadimento è avvenuto nel momento in cui le suore, per carenza di vocazioni, si sono trovate costrette ad andarsene. Per qualche anno i costi sono stati contenuti grazie ad un lascito di una benefattrice locale, ma poi anche queste risorse sono finite e allora sono iniziati i chiari di Luna”. Il Sindaco spiega che senza il supporto delle religiose, i costi sono sensibilmente aumentati e nonostante l’aiuto da parte della Regione Liguria, “il Comune in maniera autonoma non può sostenere i costi. Proporre rette di 500-600 euro ai genitori che volessero iscrivere lì i propri figli pare francamente assurdo. Il parroco, che è il responsabile della gestione, non ha potuto fare altro che mandare le quattro lettere di licenziamento per gli insegnanti”. Per ovviare a questa difficile situazioni, in un primo momento, si era pensato di accorpare l’asilo privato al comparto pubblico, ma questo, nonostante sia l’interessamento del locale dirigente scolastico Maria Garlando col Ministero della Pubblica Istruzione a Genova sia quello di Enrico Piccardo, soprattutto con uno stretto e fattivo rapporto con il consigliere Pippo Rossetti in Regione, è stata accantonato, per ragioni strettamente di conservazione, per quanto possibile, dell’attuale personale. “In questo momento la soluzione più plausibile è quella di legare l’asilo Barone-Podestà all’asilo primavera, così da mantenere almeno 2 dei 4 insegnanti attualmente presenti come corpo docente – illustra il Sindaco – L’idea è quella di aggregare 2 dei 4 insegnanti ad una cooperativa, così che la scuola possa appoggiarsi ad essa. Bisogna fare si che le domande

dalla Scuola Primaria di Masone

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IL PROGETTO E-TWINNING

l progetto E-Twinning a cui il plesso di Masone (Ge) ha aderito per l‛anno scolastico 2014/2015, è uno strumento che promuove la collaborazione scolastica in Europa attraverso l‛uso delle Tecnologie dell‛Informazione e della Comunicazione. Il Portale eTwinning (www.etwinning.net) è il principale punto d‛incontro e luogo di lavoro del programma e fornisce supporto, strumenti e servizi per facilitare le scuole nell‛istituzione di partenariati a breve e lungo termine in qualunque area didattica. Il gemellaggio elettronico garantisce alle scuole partecipanti innumerevoli benefici: lo scambio di conoscenze ed esperienze, il confronto fra i metodi di insegnamento, l‛arricchimento culturale, linguistico, e umano dei partecipanti, ma soprattutto la consapevolezza che viviamo in un‛Europa unita, multilinguistica e multiculturale. Abbiamo aderito ad un progetto di scambio di informazioni sui luoghi di provenienza con altre 12 scuole europee “Your country, my country” e ad un progetto che prevede videochiamate tra le varie scuole: “I Skype with

my little eye”. Lasciamo la parola ai bambini… Noi bambini della classe quarta della scuola primaria di Masone, abbiamo partecipato ad un progetto molto interessante: attraverso la LIM della nostra scuola parliamo “in diretta” con una classe di bambini in Grecia e abbiamo visto e commentato alcune presentazioni di altre scuole europee. Durante le videochiamate utilizziamo Skype e parliamo in inglese. Abbiamo parlato del nostro paese, Masone, realizzato un power point per farlo conoscere ai nostri amici stranieri. Poi ci siamo scambiati lettere e biglietti augurali, abbiamo realizzato cartelloni e preparato video da inviare in Grecia. Ci è piaciuto molto comunicare in inglese, anche se inizialmente eravamo un po‛ agitati o vergognosi, già dalla seconda video chiamata, preparandoci alcune domande e argomenti (il nostro animale preferito, i cibi che ci piacciono…) siamo riusciti a dialogare con i nostri amici. E‛ stato bello conoscere altri bambini, parlare con loro e speriamo di poter continuare questo gemellaggio anche per il prossimo anno scolastico.

di iscrizioni all’asilo arrivino numerosi, così da non gravare troppo per quanto concerne le rette”. Fin qui il destino, immediato, ovvero del prossimo anno scolastico, dello storico asilo. Ma, per quanto concerne l’edilizia scolastica, a Masone pare “bollire in pentola” qualcosa di molto grosso. “In Comune abbiamo lavorato intensamente ad un progetto, già consegnato alla Regione – ci dice in esclusiva Enrico Piccardo – per la costruzione di un asilo ex novo, nell’area scolastica del Ronco, visto che il polo scolastico di maggiori dimensioni del paese è situato proprio là. Abbiamo già avuto rassicurazioni da Genova e appena potremo avere le risorse partiamo. Da parte sua – continua Enrico Piccardo – il Comune ha già previsto l’apertura di un mutuo agevolato”. Piccardo ha voluto anche ricordare come “Dopo che il decreto Mille Proroghe sarà finalmente attivo, partiremo con la coibentazione degli edifici scolastici e l’installazione di pannelli fotovoltaici, così da rendere le nostre scuole più moderne e accoglienti per i bambini”. Infine il Sindaco ha sostenuto, con fermezza ma anche con decisione: “Masone è un paese di quasi 4000 abitanti in discesa. Per poter rendere un paese veramente a misura di cittadino bisogna fare sì che la rete dei trasporti, della sanità e dei servizi sia davvero efficiente e che anche per i nostri bambini sia assicurato non soltanto il futuro ma anche l’immediato presente. Purtroppo mantenere tutti questi servizi, soprattutto di questi tempi, non è affare derubricabile con facilità”.

La scuola di Vobbia C i presentiamo: siamo gli alunni della pluriclasse della Scuola primaria di Vobbia. La nostra pluriclasse è formata da sei alunni: Lisa (prima elementare), Matilde (seconda elementare), Alessio e Ginevra (terza elementare), Sebastiano (quarta elementare) e Alice (quinta elementare). Pochi sì, ma decisamente buoni, come dice sempre la nostra maestra. Essere una piccola classe comporta dei vantaggi, ma ahimè anche qualche svantaggio, la maestra, infatti, ci marca stretti ed è difficile nascondersi al suo attento sguardo. Quando c‛è un interrogazione sappiamo già che nessuno potrà farla franca, nessuna pietà neppure per i più piccoli. Ma a questo punto vi chiederete quali saranno mai i vantaggi. Tanto per iniziare il nostro orario, un po‛ particolare (e come poteva non esserlo), che ci costringe a scuola per ben cinque ore e ventiquattro minuti al giorno e che, di conseguenza, ci da diritto a una ricreazione piuttosto lunga. Durante questa pausa giochiamo tutti insieme con giochi da tavolo o con le costruzioni. Se il tempo lo permette, usciamo in piazzetta per giocare a “Fulmine” o a “Ce l‛hai”. Ogni tanto capita di litigare, ma in realtà siamo tutti amici. Ci sono poi anche vantaggi dal punto di vista didattico (che parolona!). I più piccoli; infatti, possono essere aiutati dai compagni più grandi che nel frattempo ripassano gli argomenti affrontati negli anni precedenti. Ma i vantaggi non finiscono qui! Il Comune di Vobbia tiene particolarmente alla sua scuola e così ci mette a disposizione lo scuolabus per tutte le uscite che facciamo e vi possiamo garantire che non sono poche. La maestra dice sempre che non si fa scuola solo seduti dietro un banco… per fortuna! Oltre alle nostre tre maestre, ogni lunedì, arriva Carmen, una simpaticissima signora di Noceto che gratuitamente organizza dei veri e propri laboratori di decoupage e non solo. Con lei realizziamo lavoretti di ogni tipo e dall‛anno scorso abbiamo iniziato a decorare i nostri vecchi, scusate, antichi armadi in legno. Quest‛anno poi ci hanno abbinato alle due pluriclassi della Scuola primaria della Valbrevenna, così abbiamo potuto conoscere nuovi amici. E‛ arrivato il momento di salutarvi. Ciao a tutti e venite a trovarci nella nostra bella Val Vobbia, vi apettiamo. Gli alunni della Scuola Primaria di Vobbia


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l’inchiostro fresco Maggio 2015

Scuola priomaria P. A. Damilano di Ovada, classe II B

Gli alunni delle scuole “Saracco” di Acqui Terme in visita a Novi Ligu

Visita al mulino Mandelli

I cittadini del doman

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unedì 20 aprile siamo andati a visitare il mulino Mandelli di Ovada. Appena arrivati Ilaria, la proprietaria, ci ha accolti benissimo, salutandoci con un grande sorriso. Subito dopo ha iniziato a raccontarci la storia del mulino. I primi mulini erano a vento. Gli uomini, molti secoli fa, hanno usato la forza degli animali e degli schiavi per ruotare le pesanti macine. Vicino ai fiumi sono stati costruiti mulini che

funzionavano con la forza dell‛acqua che, scorrendo sulla ruota, la faceva girare e permetteva alle macine di schiacciare i chicchi di grano e ottenere la farina. Adesso, invece, usiamo i mulini ad energia elettrica. Ci siamo trovati in una grande cortile. Davanti noi si ergeva la struttura del mulino. Sembrava un castello. Aveva ai fianchi due silos come torri giganti. Ce n‛era una più grande dell‛altra. Dal silos più grande uscivano due tubi numerati da dove veniva aspirato il grano. C‛era un tubo sotto terra che portava la farina al magazzino. C‛erano due prese, un camion grosso e un trattore. Tre antiche macine di pietra erano posato contro un muro. Abbiamo visto il grande magazzino. Dentro c‛erano due macchinari che servivano ad impacchettare la farina. Invece, quando siamo entrato dentro al mulino, abbiamo visto dei macchinari che servivano a macinare il grano. C‛era un gran rumore;

da numerosi tubi trasparenti usciva la forma che, versata sul macchinario, si faceva macinare poco per volta. C‛era anche un altro macchinario che serviva a ripulire il grano. A luglio i contadini raccolgono il grano e viene portato dai trattori che si fermano nel cortile e si mettono sulla presa. Il grano viene buttato in una buca e poi viene aspirata dai tubi del silos. Da qui viene trasportata in un altro silos e bagnato di

a c q u a ; quindi passa alla macinazione. La prima macchina la macina grossolanamente e via via le altre macchine le macinano sempre più finemente, finché non diventa una polvere bianca: la farina! La mugnaia Mandelli ci ha portato nel laboratorio di analisi. C‛erano tanti barattoli e vasi di diversa forma pieni di grano e farina. La mugnaia ci ha mostrato come faceva ad analizzare tutti i tipi di grano. Ha infilato in una macchina, che sembrava un mulino in miniatura, una manciata di chicchi. Essi sono stati divisi in crusca e in vari tipi di farina. La mugnaia ci ha regalo tre sacchetti da osservare bene a scuola. Nel primo c‛erano i chicchi di grano, nel secondo la crusca e nel terzo la farina. Lavoro di gruppo della classe II B Insegnanti di classe Bruna Angela Grosso Marina Guaglino Paola Icardi

editore de “l‛inchiostro fresco” è un circolo culturale che si chiama “Club Fratelli Rosselli” il quale s‛ispira a quei principi di libertà e di giustizia sociale che sono, o dovrebbero essere, alla base della vita democratica del nostro Paese. In questo quadro, già da anni, stiamo conducendo nell‛ambito delle scuole una serie di incontri finalizzati all‛insegnamento della “cittadinanza attiva”, partendo dall‛illustrazione dei principi fondamentali, scaturiti dalla Rivoluzione Francese, che sottendono le moderne Costituzioni. Ovvero illustriamo il concetto della divisione dei poteri e della legge intesa come “espressione della volontà generale”. Per attivare questa forma d‛insegnamento, abbastanza complessa per alunni dell‛età di dieci anni, ci appoggiamo, facendo tesoro del “metodo Montessori”, ad una similitudine: quella con il mondo del calcio, come già abbiamo illustrato nelle pagine centrali de “l‛inchiostrino” dello scorso numero. Questa tipologia didattica per insegnare la Costituzione era nata nel lontano 1993, quando Gian Battista Cassulo, attuale Presidente del “Club Fratelli Rosselli”, era stato invitato, nella sua qualità di “Cultore della materia Partiti Politici e Gruppi di Pressione” presso l‛Università di Genova, a tenere una lezione nelle scuole medie di Varazze, per commemorare, assieme all‛Onorevole Roberta Pinotti, allora Assessore Provinciale alla Cultura, il centenario della nascita di Lelio Basso, uno dei “Padri Costituenti” del 1948. La lezione si rivelò un “successone” e da quella data Cassulo fu invitato in quasi tutte le scuole a tenere cicli seminariali in materia costituzionale.

Con il pat Assessora

La voce del tuo territorio

Invita la S.V. alla “Cos

da sud

interpretata dalle classi V della di Acq Nella foto: il redattore de “l’inchiostro fresco”, Mattia Nesto, mentre illustra ad un gruppo di alunni in visita al “Monumento alla Costituzione”, l’art. 6 dei Principi Fondamentali

La redazione de “l’inchiostro fresco”

Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Acqui Terme Silvia Miraglia

Ed ancora oggi, sotto le “insegne dell‛inchiostro” con lo spettacolo “CostituAmo”, continua quel percorso finalizzato a stimolare nei giovani “il senso dello Stato” e, soprattutto, il “senso della cittadinanza attiva”, senza la quale (come Norberto Bobbio insegnava) nessuna democrazia può sopravvivere, a partire dalle scuole Primarie, là dove le coscienze individuali iniziano a prendere forma e a compenetrarsi con le altre coscienze individuali. Matteo Clerici

Giovedì 4 gi presso la loggia settecente Via Nicoló Girar

Il Sindaco di Novi Li Rocchino Mulier

CostituAMO

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li alunni delle class Quinte della Scuola Primaria Giuseppe Saracco di Acqui Terme verranno gioved 4 giugno in visita a Novi Ligure, accolti dagli alunni della 5°B e D della locale scuola Primaria Giovanni Pascoli, per visitare il “Monumento alla Costituzione” eretto in piazza “Falcone e Borsellino” Lì il redattore Mattia Nesto illustrerà i 12 Principi fondamental della Costituzione sui quali verrà, ad opera degli alunni, affissa una coccarda tricolore. A seguire, la 5°D proporrà una canzone scritta dalla maestra ….. in onore del giudice Giovanni Falcone Successivamente le scolaresche si recheranno in via Municipio a visitare la redazione de “l‛inchiostro fresco”, dove saranno accolti da un lauto rinfresco a base di focaccia e bibite. Indi, per le ore 10-10.30, gli alunn si sposteranno nella settecentesca loggia del palazzo Cambiaso – Negrotto, conosciuto come “Palazzo Dellepiane”, per recitare lo spettacolo “CostituAMO”. La cittadinanza è invitata ad intervenire”.


l’inchiostro fresco Maggio 2015

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News dalla Scuola Zucca

trocinio del Comune di Novi Ligure ato Pubblica Istruzione

La Resistenza nella scuola

di Novi Ligure

rappresentazione teatrale stituiAmo”

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a Scuola Primaria“Giuseppe Saracco” qui Terme (Al)

La Casa di Carità di Ovada ricorda il 25 aprile

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oto di gruppo per gli alunni impegnati a diffondere il loro amore per la lettura in occasione dell‛iniziativa

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L’Assessore alla Pubblica Istruzione Cecilia Bergaglio

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Il vulcano dell’amicizia

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a storia che ha come titolo ‘Il vulcano dell‛amicizia‛, scritta negli anni precedenti dagli alunni della classe 5°B frequentanti la scuola G.Pascoli di Novi Ligure, è diventata un divertente e significativo musical con l‛aiuto del dott. Antonio Bajardi. Sarà possibile assistere allo spettacolo sabato 23 maggio, alle ore 17, in occasione della Festa dell‛Acqua organizzata da Acos, in piazza Dellepiane a Novi. La storia, ambientata in vari luoghi della Terra, racconta le vicissitudini di tutti gli animali, uomo compreso, che ad un certo punto della loro vita decidono di radunarsi intorno a un vulcano per imparare a comunicare e a comprendere i loro linguaggi. E‛ una fiaba, ma non solo, è anche una favola per il semplice fatto che ha una morale, il messaggio più profondo è che bisogna rispettarsi, essere amici e che uniti

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si vincere su tutto, infatti nella fiaba si narra di vari antagonisti che però non hanno mai la meglio sull‛unione dei personaggi buoni. Nonostante le avversità gli animali sono riusciti a farcela e a incontrarsi, benché si siano accorti di essere diversi, hanno trovato qualcosa che li legava, così sono riusciti a far loro delle regole comuni per rispettarsi. Un messaggio che ci ha ispirato molto è che se si crede veramente in una cosa, anche se è fermato, prima o poi, questa si avvererà, ad esempio nel racconto i protagonisti hanno un ideale e il suo raggiungimento è sempre fermato da un antagonista, ma alla fine l‛ideale si avvera. Leggendola si può capire come si può creare un rapporto essendo tutti diversi, il rispetto si crea quando fai capire chi sei, che cosa vuoi fare e se sei disposto a collaborare. Rappresenta lo sforzo cui ogni animale ha messo per imparare a capirsi nonostante il linguaggio diverso e il rispetto di tutto e verso tutti, uomini di ogni etnia e animali. Il decalogo che gli animali

alla fine decidono di rispettare spiega che dobbiamo aiutarci tutti e fondamentale è il rispetto per qualsiasi ambiente, offrendo la possibilità agli animali di vivere nel loro habitat naturale. La parola amicizia è quella che ci rende uniti, rispettando tutti gli esseri viventi in questo mondo e curando tutti quelli che stanno male, uomini, piante, animali, questo è il vulcano dell‛amicizia. Non di minore importanza è la possibilità che questo spettacolo ci offre, dopo cinque anni trascorsi insieme, di svolgere un‛ attività che ci veda ancora uniti per esprimere ciò in cui crediamo e per divertirci.

Questo testo sarà recitato dagli alluni della classe 5°B, arricchito dai canti proposti dagli alunni della 5° D, il 23 maggio in occasione della “Festa dell‛Acqua” alle ore 16 in piazza Dellepiane a Novi Ligure.

pesso si sente dire che la data del 25 aprile va perdendo di significato, che i giovani non si riconoscono più nei valori che ci ha tramandato, che andrebbero messe da parte le celebrazione e la giornata dovrebbe tornare ad essere lavorativa. Per carità, giusto mettere tutto in discussione. Ma proprio nell‛esercitare questo nostro diritto, questa nostra grande libertà, ci rendiamo conto dell‛enorme patrimonio che quel preciso momento storico ci ha tramandato. Ben se ne sono accorti gli educatori della “Casa di Carità Arti e Mestieri di Ovada”, i quali rappresentano la prima linea della lotta per istruire e formare i ragazzi, per dare loro un futuro che si spera essere migliore. Esattamente come sulle montagne i nostri padri combattevano per garantirci un‛esistenza libera e felice. I tempi sono cambiati, le armi fortunatamente sono diverse e più appropriate alla vita di una società civile: cultura e conoscenza, informazione e sviluppo di spirito critico. In quest‛ottica venerdì 24 aprile è stata organizzata dal Centro una giornata tematica sulla memoria: si è iniziato con la proiezione del film “L‛uomo che verrà”, perfetta rappresentazione di come non vada dimenticata la barbarie nazi-fascista e di come essa abbia causato vittime fra la gente semplice, innocente, che pretendeva di vivere una vita normale. La vera Resistenza, fatta di piccoli più che di grandi episodi, è stata portata avanti da queste persone, perciò è ancor di più un patrimonio collettivo. Al termine del film ha preso la parola la direttrice del Centro, Marisa Mazzarello, che ha ricordato l‛importante ruolo svolto in quel periodo da monsignor Cavanna, il quale si premurò di dare conforto agli ovadesi colpiti dal conflitto, e introdotto a parlare Francesco Lantero, persona che quei drammatici fatti li ha vissuti sulla propria pelle. Dopo un iniziale momento di commozione, Lantero ha ricordato ai ragazzi che lo ascoltavano attenti come non mai, alcuni aneddoti riguardo ai tempi della guerra e alla sua carriera lavorativa di operatore meccanico, che l‛ha portato ad essere insignito del titolo di Maestro del Lavoro d‛Italia. Lavoro che, come ricorda lo stesso Lantero nel suo discorso, nobilita, professionalizza, dà dignità all‛uomo. L‛appello finale, prima di chiudere fra gli applausi dei ragazzi, è quello di non perdersi d‛animo e mettere sempre il massimo impegno in ciò che si fa. Una bella giornata di formazione, insomma. Da ricordare insieme a tutte le altre passate in prima linea, a combattere per garantire un futuro ai ragazzi del nostro territorio. Federico Cabella


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l’inchiostro fresco

SPETTACOLI E TEATRI NELL’OLTREGIOGO

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Ovada: giovani dell’Oltregiogo recitano

Gli attori del Rimbombo si cimentano in un’avventura tra drammaturgia e spirito sociale

Giulietta e Romeo Attori (e teatri) forti come pioppi I

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a alcuni mesi al Centro Polifunzionale di Mornese si tengono le prove del musical “Giulietta e Romeo” con musiche di Riccardo Cocciante e testi di Pasquale Panella. Il progetto, proposto dalla’Associazione Culturale Musicale “Il Quadrifoglio”, in collaborazione con il gruppo di danza storica “Le Gratie d’Amore” e A.S.D Atmosfera Danza, è di tipo formativo e l’intero evento non ha scopo di lucro. Lo spettacolo debutterà l’11 e 12 settembre 2015 alle ore 20.30 nel Parco S. Pertini di Ovada, e andrà in tournè per un anno nel nord Italia. La compagnia è composta da professionisti del settore, in particolare per la parte tecnica/organizzativa, e da talenti ancora inespressi. È un’occasione per i giovani cantanti selezionati di mettersi in gioco e di crescere professionalmente. L’impegno loro richesto è intenso e devono conciliare le prove, che si svolgono due sere a settimana, con lo studio e con il lavoro. Una volta a settimana ogni cantante partecipa anche ad una lezione privata a Genova con la preparatrice vocale Rossella Pellegrino. Diventa così un impegno a tempo pieno. I ragazzi si sono avvicinati alla musica e alla recitazione da bambini, grazie a spettacoli scolastici o a lezioni di musica e canto private. Per molti di loro questa è la prima esperienza “professionale”, alcuni vorrebbero che il canto diventasse il loro lavoro, per altri è solo una passione. Partecipando alle prove ho avuto l’occasione di intervistare i cantanti e ho chiesto

loro degli aneddoti divertenti. Lorenzo Pestarino, che interpreta Romeo, ha raccontato che nella prima prova generale non avevano mai provato la scena del bacio; così è andato dalla regista, Silvia Re, per chiederle se doveva baciare davvero Giulietta o solo fare finta. La regista gli ha detto di agire come meglio credeva nel momento dell’interpretazione e lui ha baciato tutte e quattro le interpreti! “Mi credevano un pazzo! - mi ha raccontato - e per un mese quasi non mi hanno parlato!” Ora si è creato un bel gruppo, molto affiatato. Sono tutti emozionati e entusiasti di far parte di questo progetto che, seppur faticoso, regala e regalerà grandi emozioni e soddisfazioni. Federica Fossati

l teatro del Rimbombo inaugura una nuova sede, una location quanto mai suggestiva, all’interno di un’area naturalistica di grande bellezza, votata alla pioppicoltura, situata nel comune di Castelnuovo Bormida. Dopo vent’anni di onorata attività teatrale nella sede operativa dei Crebini Cazzuli (Castelletto d’Orba), gli artisti del Rimbombo scelgono il paese di Castelnuovo per realizzare un progetto di ampio respiro, in collaborazione con il Comune: l’allestimento del Centro Culturale del Pioppo. Si tratta di un’idea innovativa, che mira non solo a promuovere l’arte teatrale, ma anche la valorizzazione del patrimonio arboreo del territorio, che da anni ormai è votato alla coltivazione di pioppi bianchi. L’edificio verrà inaugurato il 16 maggio. Lo stabile è stato pensato come una sorta di percorso, che si snoda attraverso varie sale espositive, a partire da quelle museali, del preesistente museo del pioppo, che è stato abbellito e rivisitato, per arrivare alle sale teatrali, adibite ai corsi di recitazione, ma anche ad attività culturali e formative. Un percorso quindi che il visitatore potrà compiere in totale libertà, ma anche un vero e proprio viaggio nell’arte, nella cultura, nella fantasia, elementi questi che il teatro sa donare e che gli attori del Rimbombo hanno voluto riprodurre con grande estro creativo e spirito di

Nella foto due attori del Rimbombo

Un museo unico in Italia

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l museo del pioppo è l’unico in Italia e nel mondo se ne annovera solo un altro in Cina. Il territorio di Castelnuovo Bormida, da almeno tre secoli è dedito alla pioppicoltura, generazioni di Castelnovesi perciò hanno vissuto su questa coltivazione e sulla sua trasformazione. Il Comune di Castelnuovo dunque ha sviluppato negli anni una serie di iniziative atte a incrementarne la coltivazione ed ha ottenuto la certificazione PECF (Certificazione ambientale che permette la tracciabilità e l’identificazione del prodotto), la quale ha permesso l’aggregazione tra agricoltori, accordi di filiera con l’industria, innovazione e sviluppo tecnologico. Il Comune di Castelnuovo inoltre è parte attiva dell’Associazione Best Quality Italia, finalizzata l’Alta Qualità Italiana “Certificata e Garantita” sui mercati esteri. Il pioppo rappresenta una grande risorsa nella produzione italiana di legno e sostiene un sistema di produzione destinato ad una filiera tutta a marchio nazionale. (s.a.)

INAUGURAZIONE 16 MAGGIO ORE 17.00

innovazione. Il percorso termina con l’arrivo in teatro, “Il teatro del Bosco Vecchio”, allestito sulle vestigia del vecchio oratorio sconsacrato del SS. Rosario. Esso dispone di ben 100 posti a sedere ed è il luogo dove la compagnia propone gli spettacoli delle stagioni teatrali, i saggi finali dei corsi di recitazione, i seminari con artisti professionisti del teatro italiano. Arte e cultura ancora una volta si fondono per valorizzare un territorio che può diventare un importante patrimonio arboricolo e sede di spettacolo, arte e turismo. (m.c.)

La stagione “del Rimbombo”

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a nuova stagione teatrale del cast del Rimbombo è stata puntellata da una serie di successi, che hanno visto il “tutto esaurito” nelle sale del teatro del Bosco Vecchio, con Cabaret Noir di E. Buarnè e L. Gualtieri, “C’era una volta il giorno dopo”, “Favola Jazz”, di E.Buarnè e A. Robbiano. Andrà in scena il 16 maggio alle ore 21 “Von Blau”, tragedia scritta e diretta da E. Buarnè, per proseguire con la stagione estiva, il 19 luglio, con lo spettacolo itinerante “Sulla scacchiera”. (s.a.)

Lo spettacolo sui partigiani emoziona il pubblico. La “generazione ribelle” raccontata in una toccante piès

La vita nella “6ª Zona” rivive sul palcoscenico L a “generazione ribelle”, ragazze e ragazzi cresciuti sotto l’egida e i dogmi del fascismo che decidono di insorgere contro il regime e i suoi alleati e combattere per i valori che saranno fondamento del mondo in cui viviamo oggi: libertà, uguaglianza, democrazia. Tutto ciò è narrato nello spettacolo teatrale “6ª Zona. Storie di una formazione partigiana”, ideato e musicato da Marcello Fera. La pièce è andata in scena al teatro Giacometti di Novi il 23 aprile, facente parte del programma voluto fortemente dall’Amministrazione Comunale per celebrare il 70° anniversario della Liberazione. La “6ª Zona” del titolo comprendeva parte della Riviera e dell’Appennino liguri, Genova, le divisioni Antola e Pinan-Cichero fino al Novese, ed illustra le storie individuali, le motivazioni e le emozioni di alcuni giovani che dal 1943 rifiutarono il fascismo e la sua guerra. Un flashback in parole e musica di archi dal vivo che racconta la figura di Aldo “Bisagno” Gastaldi e fa rivive-

re quei momenti, drammatici ma anche intrisi di amicizia, avventura, canti e sorrisi. E soprattutto da giovani pieni di speranza e fiducia: credevano fermamente in un futuro migliore, rischiavano la propria vita per un ideale più grande. Tutti valori che devono essere riscoperti dai ragazzi di oggi, vessati da un lungo periodo di crisi e dalla prospettiva di un avvenire incerto. È importante coinvolgerli nella riscoperta dell’onestà, del coraggio, dell’iniziativa, del patriottismo e dello spirito di sacrificio di questi “piccoli grandi eroi del passato”. Uno spettacolo che ha avuto molto successo e che ha coinvolto ed emozionato il pubblico novese. Al termine, è stato consegnato un attestato di benemerenza e di riconoscimento ai partigiani combattenti viventi della città: “Lupo”, “Cucciolo” e “Pinocchio”. Un simbolo per celebrare la loro scelta di lottare anche per noi, i “figli del domani” che possono vivere in un mondo emancipato. (b.a.)


Al Forte il Distretto del Novese ha organizzato una rievocazione storica di grande successo Festeggiato il compleanno della nuova Italia

Gavi: una storia, tante storie MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

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omenica 26 aprile si è svolta a Gavi una manifestazione (rientrante nel progetto nazionale “Invasioni Digitali”), organizzata dagli “Amici del Forte di Gavi”, dal “Distretto del Novese” e dal gruppo storico torinese “Militaria 18481918”, al cui centro vi è stata “la riscoperta della memoria di un borgo affacciato sulla storia”. Infatti, grazie alla competenza e all’abnegazione dei volontari che hanno animato il Forte di Gavi (la cui visita, per l’occasione, era completamente gratuita), all’interno dell’imponente opera difensiva, si è stati come “proiettati a spasso nel tempo”. I visitatori, numerosi nonostante una giornata più simile ad un autunno di ungarettiana memoria che al “solare giorno di trionfo di Vittorio Veneto”, da piazza Dante “in basso” nel paese, sono stati trasportati, grazie ad un bus navetta gratuito, all’ingresso del Forte. Qui le stanzone custodi di una memoria antica sono state “invase” da infermiere di campo, alpini dal cuore impavido, un infido prigioniero absburgico (impersonato da un magistrale, anche per il perfetto accento teutonico, Andrea Scotto) e da medici condotti delle due Guerre Mondiali. Grazie ad un mix di intrattenimento teatrale e arte affabulatoria, gli “Amici del Forte di Gavi” hanno destato interesse nei visitatori, con scene degne della migliore “commedia all’italiana”. Contestualmente a ciò, in paese, è stato allestito un mercatino con numerose bancarelle che offrivano il meglio dei prodotti dell’enogastronomia locale. La visita è stata anche l’occasione per sapere qualcosa in più sul Forte, la cui costruzione dovrebbe essere del IX secolo d.c. In realtà i primi insediamenti sono risalenti all’età pre-romana ad opera

dei Liguri Cavatorini. Il nome “Cavatorini” si riflette anche nell’antico toponimo del borgo appenninico, per l’appunto “Cavi”, termine utilizzato per evidenziare l’abbondanza di cave di ossidiana di cui la zona era ricca. Grande curiosità ha suscitato, oltre che la storia della rocambolesca fuga del soldato inglese Jack Pringle (il Forte fu, durante la Seconda Guerra Mondiale, una prigione italo-tedesca dove vennero rinchiusi una decina di soldati anglo-americani), la vicenda dell’orologio che veniva dall’altro capo del Mondo. Un prigioniero di origine neozelandese, un giorno di fine agosto 1943, durante una libera uscita in paese, aveva portato ad aggiustare un prezioso orologio all’orologiaio del posto. Però presto venne l’8 settembre e nello sbando generale i prigionieri del Commonwealth furono trasferiti in un altro luogo. Il soldato non poté più tornare a Gavi sino al 1976 quando, durante un viaggio in Italia, passò anche nel borgo che gli era rimasto incastonato nella memoria. Qui egli ricercò l’antico orologiaio, che però nel frattempo era deceduto. In compenso trovò il figlio, anch’egli orologiaio che,

dopo una ricerca nel magazzino paterno, riuscì a scovare l’orologio del’43, riconsegnandolo, perfettamente riparato e funzionante, all’incredulo neozelandese. Quell’orologio conferma che a Gavi “la ricerca del tempo perduto” anche se lunga, spesso e volentieri è fruttuosa.

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rossimo appuntamento: domenica 31 maggio “Gavi città aperta”. Chiese e palazzi aperti alla mattina e al pomeriggio, con visite guidate, esposizioni d’arte e non solo. Per una Gavi come non l’avete mai vista!

l’Arca

Il 70° del 25 aprile S abato 25 Aprile 2015 anche Novi Ligure ha festeggiato il Settantesimo anniversario della Liberazione ad opera dei Partigiani e delle Forze Armate anglo-americane e della susseguente nascita della Repubblica Italiana. Alle 9.30, mentre nel Centro Storico le colorate e variegate mercanzie di “NoviAntico” punteggiavano le vie, nel Piazzale Divisione Acqui, sono iniziate le celebrazioni, con un tributo ai Caduti di Cefalonia da parte dei rappresentanti dell’ANPI novese, delle Forze Armate e degli Alpini, nonché della Croce Rossa, dei Marinai, degli Aviatori, dei Finanzieri. dei Carabinieri e dei Sindaci di Novi Ligure e di Bosio. Il corteo s’è poi diretto di fronte al grande prato davanti la Caserma dei Carabinieri, dove alle 10.00,dopo un’introduzione musicale ad opera del “Corpo Musicale Romualdo

di Davide Ferreri Ferrer

La Svizzera verde

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al 2012 uno studio dell’ONU redige la classifica dei paesi più felici del mondo. Chissà perché, ma mi pare un’iniziativa tristissima, per niente felice. Primo: perché estendere una condizione così intima e personale ad una nazione intera? Secondo: è venuto fuori l’incredibile: in Europa, i più felici sono gli Svizzeri, i più tristi sono i greci. Pazzesco. Terzo: ci sarà mai un primato mondiale positivo che sfugge alla ammirabilissima Svizzera? Quarto: giusto per non ribadire che i soldi non fanno la felicità, e lo dice anche l’ONU. Quinto: chi lo va a dire a quell’infelice (eccezionale) di Ginevra che, poverino, non sa dove sbattere la testa e a quel serafico saggio di Salonicco che si sta godendo la vita che non hanno letto il rapporto dell’ONU? Davide Ferreri

Marenco”, il Sindaco Rocchino Muliere ha tenuto un breve discorso nel quale ha ricordato i valori della Resistenza, plaudendo la scelta di alcuni cittadini novesi di apporre alle finestre il Tricolore. Dopo di che, il Clero novese – tra cui un parroco di nazionalità indiana - ha, nel coro dell’omelia, sottolineato anch’esso gli insegnamenti consegnatici dalla Resistenza. La cerimonia si è conclusa, dopo un altro intermezzo musicale, con l’ntervento del Presidente dell’ANPI di Novi Ligure, Franco Barella (Lupo) e con quello del Viceministro Enrico Morando, il quale ha parlato dell’importanza della Resistenza definendo il 25 aprile come “il compleanno una nuova Italia” libera dal nazifascismo. Davide Parodi Sul nostro sito ampio servizio video fotografico a cura di Davide Parodi


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l’inchiostro fresco Maggio 2015

A Serravalle dipendenti in mobilità

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA Ad Arquata un “fitto calendario” di manifestazioni e pronunciamenti giuridici

Caso Mercatone Terzo valico: cortei e sentenze del Tar P V

ELEONORA GATTI@viaggiatrice191

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l Gruppo bolognese Mercatone Services Spa, che sul territorio italiano possiede novanta negozi con insegna Mercatone Uno e conta circa quattromila addetti, ha da tempo registrato un notevole calo dei consumi con conseguenti sofferenze finanziare. La società, la cui direzione ha sede a Imola, sta tentando di far fronte a tutto ciò mettendo a punto un piano industriale che trasformerebbe l’offerta commerciale da generalista a specializzata nell’arredo casa. Intanto gli istituti di credito non si sono ancora pronunciati in merito al debito, e i dipendenti sono giustamente preoccupati del loro futuro. Questi ultimi, assunti presso il negozio di Serravalle Scrivia, riferiscono che dal 21 marzo è stata imposta una svendita di tutto il magazzino e di quegli articoli che ormai non vengono più rimpiazzati da nuovi ordini, con il risultato che molti scaffali rimangono vuoti a testimonianza del declino di un’azienda in crisi. Il gruppo ha sempre chiesto ai propri addetti disponibilità e serietà nel lavoro, ma ora, denunciano i dipendenti, non sta dimostrando un eguale atteggiamento, lasciandoli all’oscuro di quello che sta accadendo e facendoli cadere in balia di uno stato angoscioso e di perenne paura per la perdita del posto di lavoro. In questo quadro, il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha nominato tre commissari, Vincenzo Tassinari, Ermanno Sgaravato e Stefano

ista la situazione di grave difficoltà in cui grava il punto vendita Mercatone Uno di Serravalle Scrivia, la redazione de “l’inchiostro fresco” ha inviato Eleonora Gatti, reporter “di zona”, per andare a parlare direttamente con i dipendenti in merito allo stato delle cose. I lavoratori si sono dimostrati molto aperti e disponibili, tanto da inviare alla stessa Gatti una lettera, nella quale, dal loro punto di vista, spiegano la situazione riassunta in questo articolo. Contestualmente a ciò, come potete vedere a pag. 2 di questo numero, la nostra inviata Marta Calcagno ha intervistato il sindaco di Serravalle, Alberto Carbone, domandagli rassicurazioni sul personale del Mercatone Uno. Recentemente si è potuto leggere su “La Stampa” di un interessamento del gruppo francese “Conforama” per il punto vendita di Serravalle. Conforama, interessato ad un’espansione nel novese, potrebbe rappresentare una “via di salvezza” da questa difficile situazione. La Redazione Coen, che avrebbero 180 giorni di tempo, più una proroga di 90 giorni all’occorrenza, per ristrutturare l’azienda è ridarle una sostenibilità commerciale. Si applicherebbe così la legge Marzano essendo una società con più di 500 dipendenti e sofferenza economica. I 34 addetti del punto vendita di Serravalle Scrivia confidano nelle nuove direttive e sperano inoltre che si possa trovare un acquirente per il punto vendita, aperto sin dal 1990, dove lavorano da 25 anni persone capaci e serie, che data l’età rischiano a tutti gli effetti di rimanere “in mezzo a una strada”.

rimavera “calda” ad Arquata per il Terzo valico, dove si sono concentrati tre eventi di notevole importanza: appello del comitato No Terzo valico affinchè si blocchino gli espropri previsti il 15 aprile a Radimero, corteo del 18 aprile per le vie del paese, e udienza del Tar del Lazio il 22 aprile, sui ricorsi presentati dal Comune di Arquata, da Afa, Pro Natura e cittadini. Il Cociv , su ordine del Ministero dell’Interno, intende espropriare l’area vicina al cantiere di Radimero, dopo i due tentativi andati a vuoto a settembre e a novembre. I No tav hanno annunciato il blocco pacifico degli uomini del Cociv, per impedire l’ampliamento del cantiere, che consentirebbe di mettere in funzione la talpa per scavare il tunnel. Alla fine l’esproprio non è avvenuto come comunicato dal Prefetto di Alessandria, Romilda Tafuri. Come in altre occasioni il presidio del movimento arquatese si era organizzato per essere già sul posto, in modo da anticipare le mosse delle forze dell’ordine e dei dipendenti del consorzio. Alcuni hanno pernottato in tenda, gli altri si sono ritrovati già dalle sei del mattino nel piazzale della zona “Vaie”. Durante la notte si era diffusa la voce che ci potesse essere un tentativo di sgombero alle prime ore del mattino, in modo da consentire l’esproprio senza problemi. I manifestanti si sono quindi alternati nella sorveglianza delle strade, ma la notte è passata tranquilla, così come la mattinata, fino alla comunicazione del nulla di fatto. Per le vie di Arquata, il 18 aprile, la marcia popolare si è prospettata come una giornata di festa per il movimento, in attesa di nuovi sviluppi dal fronte espropri. Il Cociv potrà ritentare di espropriare la terra del presidio fra circa una ventina di giorni, in forza dei termini di legge che pongono un periodo di impedimento tra un tentativo e l’altro. Non rimane

molto tempo, però perché il 19 luglio scadono i termini dalla proroga del Cipe di “Dichiarazione di pubblica utilità” risalente al 2013. La manifestazione era mirata al blocco dei lavori soprattutto dopo gli scandali emersi dall’inchiesta sulle grandi opere e alla messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico. Presenti al corteo Sandro Plano, sindaco di Susa, in rappresentanza dei Sindaci della Val di Susa. Il 28 gennaio scorso c’è stata l’udienza nel merito al Tar Lazio dei primi ricorsi presentati dall’Associazione AFA, cioè l’impugnazione della determina direttoriale che consentiva l’avvio dei lavori in via anticipata e del Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo. Durante l’udienza Co.civ ha chiesto un rinvio in quanto non erano trascorsi ancora 30 giorni dall’ultimo ricorso presentato, sul se-

condo lotto. Questo rinvio però è stato l’ultimo. Infatti il tribunale ha fissato per il 22 aprile la discussione nel merito di tutti i ricorsi di AFA e di quelli del Comune di Arquata Scrivia. Ad oggi non è stata adeguata nessuna viabilità prevista dal progetto, nemmeno quelle i cui lavori sono iniziati già nel 2013. Le nostre strade, percorse da decine e decine di camion, sono ormai da paese del terzo mondo, piene di buche e costellate di cantieri e semafori che allungano paurosamente i tempi per spostarsi da un paese all’altro, soprattutto in Vallemme. Il piano cave è stato stravolto, infatti c’è chi sostiene che il terzo valico sia un unico grande cantiere, perciò le terre possono andare ovunque nell’ambito dei siti prescelti: e allora assistiamo a trasporti impazziti. Camion che da Castagnola dovevano andare a Novi deposi-

È qui il Terzo Valico!!! Ripristiniamo la Genova-Casella

Tutto sulla nostra pagina Facebook

tano a Libarna; da Libarna, invece di percorrere poche decine di metri, sembra prendano l’autostrada a Vignole e vanno chissà dove. E’ previsto poi per il futuro che una parte dello smarino di Novi vada a Voltaggio invece che alla Pieve. E’ vietato dalla delibera della Regione percorrere i centri abitati, eppure i camion del Terzo Valico sono quasi ovunque. Notizia recentissima è poi che un sito, quello di Castello Armellino, in cui dovevano essere depositati 1.300.000 mc. di smarino contenente schiumogeno, non sia disponibile. Perciò Cociv ha chiesto una variante chiedendo di portare 300.000 mc. di terra a Bettole di Pozzolo e 1.000.000 di mc. ad Alessandria, località Cascina Clara e Buona, in un sito che ha subito l’esondazione della Bormida nel 2008, nel 2011 e nel 2014. I comuni interessati ovviamente si oppongono, ma restano 1.300.00 mc. di terre “addittivate” da piazzare da qualche parte. Sul versante ligure pare stiano rallentando il lavori di adeguamento del nodo ferroviario di Genova tra Brignole e Voltri, perchè non sanno dove portare la terra proveniente dagli scavi, infatti tutti i siti se li è presi il Terzo Valico. In questa situazione è chiaro il motivo per cui Co.civ abbia chiesto un rinvio alla discussione dei ricorsi, il 22 aprile, quando al Tar si parlerà anche e soprattutto del rischio della distruzione delle risorse idriche. Marisa Pessino


l’inchiostro fresco

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA Uno spreco chiamato Pozzolo: il ritorno di Agamennone

@Mattia Nesto

ntrando in redazione Agamennone con voce tonante ha esclamato: “A Pozzolo Formigaro una volta c’erano i romani, adesso ci stanno solo i barbari!”. Un po’ stupiti abbiamo chiesto spiegazioni e il polemista locale non ha esitato a rispondere: “All’interno del Castello sono conservati dei meravigliosi affreschi che la Sovrintendenza ha deciso di strappare dalla loro sede originale, cioè la chiesa della Madonna delle Ghiare, per allocarli nella Sala Consigliare, assieme – continua Agamennone – alle prestigiose tele raffiguranti San Bovo e la Madonna con Gesù Bambino del XV secolo, una Natività del ’700 e un ritratto del canonico

Bottazzi. Oltre ai consiglieri e ai loro pochi intimi, nessuno di fatto può ammirarle”. Il pozzolese prosegue ricordando sdegnato come: “Qualche tempo fa, in località Zinzini, è stato ritrovata una tomba romana a pozzetto che serviva per l’incenerazione, risalente al II secolo d.C. E sapete dove è stata collocata? In una malsana porcilaia, per non dire di peggio, ovvero in una sala al di sotto delle cantine”. Il nostro interlocutore dice che “A Pozzolo si sta buttando letteralmente via la possibilità di vedere con i propri occhi la grandezza del passato”. La coscienza critica del paese si infuria quando chiediamo se qualche insegnante ha chiedo di poter visionare l’opera: “Ma che visionare? Io mi auguro sem-

pre si possa trovare uno sponsor culturale ma qui in paese nessuno parla di queste cose, tantomeno gli insegnanti”. Agamennone poi ha voluto ribadire come: “Il Castello, sede del Comune, invece di essere adibito come centro congressi per conferenze, è stato oggetto di ammodernamenti discutibili, con bocche di lupo e porte che stonano con l’impianto medioevale del complesso”. In conclusione il polemista paesano si è fermato un attimo sulla soglia e ci ha detto: “Con tutti i geometri e gli architetti che ci stanno a Pozzolo, possibile che non si riesca a costruire un muro che stia dritto da solo senza bisogno di essere costantemente puntellato? A buon intenditor…poche parole!!!”.

Al Bar Clipper di Novi Ligure si combattono le difficoltà economiche

Crisi? No, meglio un caffè MATTIA NESTO

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“Intorno al Melo” ha promosso un’iniziativa davvero educativa

Dai romani ai barbari Novi: gaia città per un giorno Il dio delle piccole cose V

MATTIA NESTO

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@Mattia Nesto

negozi per le vie delle nostre città e paesi chiudono uno dopo l’altro, i negozianti si lamentano per le continue tasse, che aumentano sempre più ed i cittadini paiono ormai rassegnati “a non riuscire più neppure ad arrivare alla fine del mese”. Eppure c’è chi, nonostante la flessione economica, non demorde e “combatte la crisi a colpi di idee”. È il caso del Bar Clipper di Novi Ligure dove Marco&Katia, i due simpatici gestori, hanno ideato un ingegnoso modo per aumentare la clientela, facendola anche risparmiare. Infatti grazie ad una tesserina si ha diritto, raggiunto un certo tot di ordinazioni, ad una consumazione omaggio. Tessera dopo tessera, ordinazione dopo ordinazione la clientela viene fidelizzata, oltre a risparmiare un bel gruzzolo. Nell’epoca in cui le tessere di partito ”valgono poco o nulla” la “tessera” migliore da possedere è quella del Bar Clipper!

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ome fare per rilanciare la città? Quali i modi per recuperare “l’aria frizzante e piena di opportunità” che si respirava una volta a Novi Ligure? In molti se lo chiedono di questi tempi. C’è chi è per “le grandi opere”: proporre eventi faraonici, invitare star di grido (musicali, culinarie e perché no, del piccolo&grande schermo) e propugnare iniziative “in grande stile”. Ma c’è anche chi crede, forse sbagliando, “che per fare le cose grandi bisogna iniziare da quelle piccole”. Ed ecco allora coloro i quali suggeriscono come occorra partire dai piccoli gesti di decoro urbano: non lasciare i negozi sfitti tristi e vuoti, ma spingere i legittimi proprietari a mantenerli comunque in ordine, magari con “temporary shop” o mostre d’arte itineranti o più semplicemente tenerli puliti. Educare non tanto i bambini, dato che le maestre a scuola insegnano loro la raccolta differenziata e il rispetto per l’ambiente, quanto i genitori a non gettare per strada cartacce e/o rifiuti ed a rimuovere le deiezioni del proprio cagnolotto (anche se la stragrande maggioranza lo fa. Ma si potrebbe anche sensibilizzare i cittadini tenere, di concerto con l’Amministrazione Comunale, sgombro da rifiuti di vario genere la parte di fosso davanti casa (cosa che limiterebbe i danni di certe “anomale alluvioni”, come abbiamo cercato di documentare nel video-reportage “Alle radici dell’alluvione” sul nostro sito). La famosa autrice indiana Arundhati Roy scrisse nel 1997 “Il dio delle piccole cose”. Forse sarebbe bene che anche noi, sulla scia di quel bel testo, non ci scordassimo “che è dai piccoli passi che si iniziano le grandi camminate”. Allora mettiamoci tutti quanti insieme “al passo”. Gianni&Pinotto

enerdì 24 aprile i giardini pubblici della città di Novi Ligure si sono animati da “pulitori d’eccezione”. Infatti l’Associazione “Intorno al melo”, assieme agli insegnanti e agli alunni delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria Giovanni Pascoli ed al C.S.R. (Consorzio Servizi Rifiuti), ha organizzato “La gaia città” ovvero una mattinata dedicata alla pulitura e all’ “abbellimento” del parco cittadino, ormai cronicamente sommerso da spazzatura e cartacce. I bambini hanno dimostrato un vivo entusiasmo per l’iniziativa, andando a cercare con cura ed attenzione ogni possibile rifiuto e/o mozzicone di sigaretta. Caterina, una delle insegnanti di “Intorno al melo”, scuola steineriana che sorge sulle colline tra Gavi e Novi, ci ha detto che “Rendere migliore la città in cui si vive è un gesto che arricchisce corpo ed anima. Farlo poi da piccoli significa crescere enormemente. Un bambino che pulisce il parco oggi, sarà un cittadino che domani non lo sporcherà”. Riunitisi intorno alle ore davanti al monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra, alunni e insegnanti, divisi in “squadre” e, forniti di guanti e sacchetti forniti dal C.S.R., hanno ripulito il parco fino alle ore 11.30, quando si sono spostati in piazza Dellepiane, per un rinfresco organizzato dal Comune. Un meritato premio per questi “piccoli/grandi pulitori” a base di focaccia, molto apprezzato dalle alunne e dagli alunni. Giornate come queste sono “lezioni di civiltà” a cielo aperto! Scaramouche

Nella foto un gruppo di giovani “ecologisti” intenti rendere più bella la città. Un plauso agli operatori ecologici del Comune, i quali, prima dell’arrivo dei bambini, hanno controllato che non vi fossero rifiuti pericolosi

Shopping ad Arquata


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l’inchiostro fresco Maggio 2015

DAL CIRCONDARIO: BOSCO MARENGO

Sabato 18 Aprile nuova manifestazione tra sfilate di motociclette, attività per bambini ed ecologia

Il “Sabato del villaggio” boschese

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i è svolta sabato 18 Aprile, col patrocinio del Comune di Bosco Marengo e l’organizzazione del Lions Club “Bosco Marengo Santa Croce”, la manifestazione “Il Sabato del Villaggio”. L’evento è stato organizzato per dare inizio alle celebrazioni del “Centenario dei Lions”, il cui primo club fu fondato da Melvin Jones nel 1917. Lo “start” è stato dato alle 10 del mattino in piazza del mercato dove sono stati allestiti diversi stand che hanno accontentato dai più piccini ai

Boschesi placidamente spaparanzati nel dehor del Bar Gatti impegnati nella lettura de l’inchiostro fresco

più grandi. Il sabato del Villaggio ha proposto a tutti i presenti la sfilata motociclistica dei “Lions Riders”, l’esposizione del Club delle 500, un baby scivolo per i numerosi bimbi e non ha tralasciato la salute, con screening sanitari gratuiti. A completamento delle innumerevoli iniziative, si è aggiunta la pulizia dello spazio verde antistante Santa Croce e la creazione di un’aiuola in largo Melvin Jones oltre ad un percorso ciclistico per i bambini delle scuole elementari del pae-

se, concluso con l’estrazione di due biciclette in premio. Prima di terminare la giornata alle ore 17, con la Santa Messa, c’è stato ancora tempo per la consegna delle nuove divise dell’ A.C. Boschese per un banchetto Bio, per l’intrattenimento con “Ridiamo con i Clown” e il mago dell’ AVOI. Un’ottima iniziativa che anima ancor di più la vita del piccolo e caratteristico borgo Alessandrino.

Nuova area giochi

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ovità per tutte le famiglie nel Comune di Bosco Marengo. Nel borgo alessandrino, infatti, è stata creata una nuova area giochi per bambini in sostituzione di quella precedente che si trovava di fronte della caserma dei carabinieri. Il nuovo spazio, dedicato ai più giovani, si trova ora nella zona cosiddetta “Valgelata”, ossia la parte più bassa del paese che guarda verso la campagna e dove si respira ancora la genuinità e la semplicità di un tempo. Samantha Brussolo

Daniele Cifalà

Dal 1° Maggio partono le iniziative per la festa Patronale: numerose le iniziative che animeranno il borgo all’ombra di Santa Croce

Bosco Marengo in Festa per il Suo Illustre Patrono: Pio V A rchiviato il “Sabato del Villaggio” il dinamico borgo non si ferma e propone subito un calendario ricco di eventi per commemorare al meglio il suo illustre patrono Papa Pio V. Grazie all’impegno e alla collaborazione della Parrocchia della Pro Loco degli Amici di Santa Croce e dell’Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Gianfranco Gazzaniga si partirà il 1° Maggio con la festa liturgica che, alle 20.45, vedrà la consueta processione con la Santa messa Solenne presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Guido Gallese Vescovo di Alessandria. Si proseguirà il 5 maggio presso il salone comunale alle ore 21 con la conferenza pubblica del professor Don Cesare Silva il cui tema sarà “San Pio V Papa Riformatore”

Patrono di Bosco Marengo è Pio V, meglio conosciuto come “il Papa della Battaglia di Lepanto”

E ancora l’8 Maggio con il primo Santo Rosario alle ore 21 di fronte alla casa natale del Santo Patrono. Il Culmine dei festeggiamenti si raggiungerà con un trittico di date la prima il 10 maggio con la Festa Patronale che inizierà alle ore 10.30 con l’esibizione della Banda “Romualdo Marenco” di Pozzolo Formigaro e proseguirà alle ore 11 con la Santa Messa Solenne chiusa dalla processione con la statua del Santo per le vie del paese. Alle ore 16 battesimo della sella per i più piccoli in Piazza Mercato e per chiudere in bellezza la prima delle tre giornate dalle ore 18 esibizione delle Band “The Pub 73” e “Black Stone” con possibilità di cenare in piazza Cardinale Boggiani al centro del paese, in una “cornice” magnifica sotto un “tetto” di stelle. Il

giorno 11 alle 15.30 si terrà la Santa Messa presso il cimitero in ricordo di tutti i defunti del paese. Il trittico si chiuderà il 12 maggio con la Fiera Patronale, che da mattina a sera, per le vie del paese raggrupperà decine di espositori che ci delizieranno con il meglio dell’artigianato locale il tutto incorniciato da mostre di quadri e moto d’epoca in un “simbolico” salto nel passato carico di storia tradizione e cultura. Segnalo inoltre che sono già presenti nel piazzale del Campo Sportivo e in Piazza Mercato i giostrai che con le loro attrazioni allieteranno i più piccini fino alla fine delle festività. Insomma un calendario “pregno” di Iniziative assolutamente da non perdere. Non Mancate!

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Daniele Cifalà


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Un incontro sul futuro della storica ferrovia che collega Genova alla Valle Scrivia Un gioiello paesaggistico da valorizzare

Sant’Olcese: il trenino di Casella vive L’Alpe di Vobbia

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i è tenuto sabato 18 aprile, nella sala delle conferenze di Villa Serra a Sant’Olcese, l’incontro pubblico dal titolo “Il trenino vive”, dedicato al futuro della storica linea ferroviaria Genova-Casella. La scelta di Sant’Olcese non è stata casuale, infatti il comune dell’Alta Val Polcevera, è quello nel cui territorio vi sono più fermate (ben undici) della linea e quindi il più coinvolto dal punto di vista del pendolarismo. La linea Genova-Casella, come è noto, è stata temporaneamente chiusa nel novembre 2013, per la riparazione di un ponte in ferro a Fontanassa e€d il servizio attualmente viene svolto da autobus sostitutivi. La riapertura della linea era prevista per dicembre 2014 ma, gli eventi alluvionali che si sono susseguiti tra ottobre e novembre dell’anno scorso, hanno provocato numerosi danni, seppur di lieve entità, che ne hanno posticipato la riapertura. L’incontro è stato introdotto dall’assessore alla mobilità di Sant’Olcese, Enrico Trucco, che ha spiegato come “l’iniziativa, fortemente voluta dal Comune, potrebbe sembrare fuori tempo, ma la nostra comunità ci crede

Nella foto grande da sinistra il Sindaco Armando Sanna con gli assessori Enrico Trucco e Simona Lottici. A lato lo storico trenino in partenza dalla stazione genovese di piazza Manin

fortemente e vuole sostenere questa nostra risorsa che è il trenino di Casella. Il tavolo tecnico, inaugurato ufficialmente ad inizio di aprile dal Comune sta lavorando in prospettiva della riapertura della linea ferroviaria”. Nel corso della giornata è stato presentato ufficialmente il libro “U trenin di Casella” scritto da un giovanissimo autore di Sant’Olcese, Manuel Carrossino, classe 1996, pubblicato dalla locale casa editrice “L’impronta”. Manuel ha presentato il suo libro dicendo che: “avevo iniziato come una ricerca per un concorso indetto dall’associazione A Compagna, ad un anno di

distanza mi è stato proposto di trasformarlo in un libro ed ho subito acconsentito, specialmente in questo periodo dove il nostro treno rischia la chiusura, vogliamo rilanciarlo anche con un libro per farlo vivere”. Andrea Martinelli, presidente dell’Associazione “Amici della Ferrovia Genova-Casella” ha presentato, tramite diapositive, l’intera storia del trenino: dalla sua nascita, difficile e tormentata, passando per il suo grande sviluppo tra le due guerre, il rischio chiusura più volte paventato dai governi durante il boom economico degli anni ’60 e ’70, ai diversi incidenti che ne misero a rischio la sopravvivenza, alla sua rinascita quasi miracolosa avvenuta a fine anni ’80 ed il suo

impiego anche in chiave turistica. L’incontro pubblico di sabato 18 è stato concluso dall’interventodell’assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco che dopo aver ringraziato il comune di Sant’Olcese per l’opportunità data ha detto la Regione “dopo aver investito in maniera consistente su questa linea ferroviaria, vuole assolutamente far vivere questa linea”. Vesco ha anche criticato la logica del trasporto pubblico in base ai passeggeri e non alle tratte chilometriche “si rischia di penalizzare le zone interne, perché ritenute poco produttive, i continui tagli di trasferimenti al trasporto pubblico stanno danneggiando enormemente le tratte interne, non si può considerare la Genova-Casella al pari di altre tratte”. I problemi sono nati, a detta dell’Assessore Regionale, “dagli errori degli anni ’80 e ’90 che si stanno ripercuotendo ancora oggi, sono mancati adeguati investimenti sul materiale rotabile e sulla rete”. “Questa rete - ha concluso l’Assessore Vesco - rimane prioritaria per il trasporto pubblico della nostra regione”. Fabio Mazzari

Borsa scambio dei Giovi

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omenica 17 maggio, l’associazione onlus “Mastodonte dei Giovi” di Francesco Bertuccio di Ronco Scrivia organizza la periodica “Borsa scambio dei Giovi”, una mostra-mercato dedicata al modellismo ferroviario ed ai giocattoli da collezione. (f.m.)

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ull’Appennino ligure-piemontese, con lo spopolamento degli ultimi decenni per concentrazione degli abitanti in grandi città e centri costieri, vi sono paesini quasi disabitati. Alcuni sopravvivono solo come rifugio per vacanzieri. Tra questi, un posto particolare spetta all’Alpe di Vobbia: un borgo a oltre 1000 m nel parco dell’Antola, un tempo abitato da alcune decine di famiglie, ora da un solo residente fisso! La maggior parte delle abitazioni è però mantenuta in funzione, grazie ai proprietari che usano i locali come seconda casa. Costoro possono godere, oltre che dell’ “aria buona” di montagna, di un panorama stupendo, con le Rocche di Reopasso proprio di fronte, la cima del Tobbio e gli altri monti della zona appena più in là; e, sullo sfondo, l’intero arco delle Alpi Occidentali. Se si sale poco più in su, al valico dell’Incisa, da lì si vede il golfo di Genova, e si possono percorrere i sentieri che portano facilmente alle vette della zona, come il Monte Buio (1402 m) e il Monte Antola (1570 m). All’Alpe c’è anche un esercizio pubblico, l’albergo-ristorante Alpino (con annesso negozio di ali-

mentari) aperto, ovviamente a uso dei turisti, tutti i giorni nella bella stagione, nei week-end il resto dell’anno. In questo piccolo paradiso il problema principale è quello dei collegamenti. All’Alpe si può giungere da due versanti: via Busalla – Crocefieschi, la strada più breve specialmente per chi viene da Genova, come la maggior parte dei villeggianti; oppure da Isola del Cantone – Vobbia. La prima sarebbe la migliore, ma ora è in condizioni piuttosto sconnesse, soprattutto appena oltre Crocefieschi; inoltre l’ultimo tratto viene chiuso in caso di neve. La seconda ha il fondo in migliori condizioni, ma è più ripida, stretta e tortuosa; è comunque tenuta aperta anche in caso di nevicate. Sarebbe opportuno che le amministrazioni interessate si adoperassero per migliorare la percorribilità di queste strade. In quella da Crocefieschi occorrerebbe un parziale rifacimento del fondo; in quella da Vobbia sarebbe bene mettere in sicurezza alcuni tratti esposti con guardrail o muretti. Questo anche a favore delle notevoli potenzialità turistiche di questi luoghi. Stefano Rivara


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VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

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Regionali: parla il candidato alla presidenza della Regione Liguria Un viaggio attraverso i gusti e gli aromi della gastronomia ligure

Pastorino: valorizziamo Tra i fornelli dell’antica cucina dell’Oltregiogo l’entroterra ligure “C’ I è bisogno di più attenzione, rispetto a quanto fatto in questi anni, alle aree interne. A livello locale ci sono state iniziative dei singoli comuni, dell’Anci, della Regione e a livello nazionale il progetto dell’ex ministro Barca sulle aree interne è positivo, è mancata però un ottica di sistema Liguria, bisogna valorizzare le eccellenze sempre”. Le vallate interne quindi un obiettivo primario, per Luca Pastorino, 43 anni, sindaco dal 2006 di Bogliasco, centro di cinquemila persone limitrofo al capoluogo regionale e da sempre luogo balneare dei genovesi, e oggi candidato alla presidenza della Regione Liguria per le liste civiche “Rete a sinistra” e “Rete civica”. La candidatura di Luca Pastorino è nata da una scissione nel Partito Democratico dopo le vicende, ben note, delle elezioni primarie di gennaio, ed ha raccolto l’adesione di molte persone della società civile. Con l’entroterra, il candidato alla presidenza regionale, ha un legame familiare, la moglie infatti è originaria dell’alta Val Trebbia, di Barchi di Ottone, dove si reca tutte le estati. “Dobbiamo lanciare il brand Liguria che non sia limitato solo alla Riviera, ma deve essere inclusivo dell’entroterra, che ha un enorme potenziale ancora oggi non sfruttato. Bisogna valorizzare i borghi, con i loro centri storici, le eccellenze ambientali, i parchi, che al momento non sono ancora pienamente sfruttati. Non bastano le poche giornate degli Expo” spiega Luca Pastorino. “Un errore è stato quello di togliere le Comunità Montane, forse sull’onda dell’antipolitica, ma si è tagliato quello che costava meno e che funzionava. La stessa riforma delle Province doveva diventare un’occasione per capire chi lavorava bene e chi no, l’effetto è che oggi mancano i soldi e soprattutto la definizione delle funzioni, basta vedere una cosa semplice che è uscita su tutti i giornali nazionali: passa il Giro d’Italia e non ci sono i soldi per asfaltare le strade. Dobbiamo capire chi fa cosa, con che soldi e che competenze”. Nel suo programma elettorale, relativamente all’entroterra Pastorino spiega “dobbiamo portare avanti ed affinare il progetto delle aree interne, contestualizzandolo in un ambito regionale, legato con la costa ed i suoi servizi. Dobbiamo evitare che questi paesi

diventino borghi fantasma e proprio per ciò va implementato il progetto delle aree interne, è molto positiva, adesso, l’esperienza della media distribuzione che sta aprendo negozi in aree disagiate con acquisti mirati, oppure puntando sulle imprese verdi mettendo a frutto i fondi regionali per l’agricoltura”. Per rivitalizzare l’entroterra bisogna risolvere il problema dei trasporti, sui cui Pastorino punta molto “nei comuni che da anni sono attrattivi, purtroppo non sono aumentati i servizi di trasporto pubblico locale, che è in grave crisi, come prima cosa bisogna arrivare ad una gara unica, per le cinque aziende di trasporto su gomma e comprensive anche del trasporto del ferro. Attualmente c’è uno squilibrio insostenibile, riguardo al trasporto, tra costa ed entroterra, il grave problema è che le aziende di trasporto pubblico e le ferrovie non si parlano. La gara unica, però, non deve essere fatta in base allo storico, come sembra, ma va fatta analizzando le domande di trasporto per ogni comune e territorio”. Fabio Mazzari

“Io che conosco il tuo cuore”

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n occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, il Comune di Campomorone ha presentato, nei rinnovato auditorium del “Cabannun”, il libro di Adelmo Cervi e Giovanni Zucca “Io che conosco il tuo cuore”, edito da Piemme.Il romanzo racconta la storia di un padre partigiano raccontata dal figlio, che non ha praticamente mai conosciuto il suo genitore, che si divide in due parti : la prima che narra la fine degli anni ’30, la vita nelle grandi famiglie contadine come appunto quella dell’autore e la seconda due anni dopo la fucilazione del padre, con vedove e bambini soli in una società distrutta ed impoverita dalla guerra. (f.m.)

n occasione dell’Expo internazionale di Milano, che promuove i prodotti del mondo in Italia ed i prodotti italiani nel mondo, vogliamo nel nostro piccolo fare una sorta di “expo” dei diversi prodotti agro-alimentari dell’Oltre Giogo genovese, alcuni di essi molto antichi e recentemente riscoperti. Cominciando dalla Val Trebbia, il piccolo Comune di Rondanina offre un tipo particolare di ravioli (la cui origine è comunque del vicino paese di Fascia), prodotti non con la carne ma… con l’ortica! La pianta erbacea, il cui utilizzo a scopo alimentare era già conosciuto dai Greci e dai Romani, nel paese valtrebbino ha una lunga storia di impiego nella cucina, grazie all’abbondanza di ortiche nei prati, specialmente all’inizio della primavera, al momento dello scioglimento della neve.

I ravioli all’ortica ravioli all’ortica di Rondanina, il cui sapore ricorda molto da vicino quello della borragine (utilizzata nel basso Piemonte, specialmente nelle vallate meridionali della Provincia di Cuneo), si caratterizzano per la delicatezza del gusto. I contadini della Val Trebbia, nel corso dei secoli, diventarono esperti nel raccogliere e trattare le ortiche, che hanno il massimo del loro sapore nella tarda primavera, anche se i ravioli, oltre che la minestra di ortiche sono a base delle tavolate della locale festa patronale di San Bartolomeo, il 24 agosto.

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Il quadrello roseguendo sempre nella stessa valle, verso Piacenza, Rovegno è la patria del biscotto “quadrello”, al punto che tale dolce è stato recentemente certificato con il marchio di “denominazione comunale di origine”. Il quadrello è un biscotto a forma quadrata, con un buco centrale realizzato con la farina di castagne. Le castagne, per secoli, hanno letteralmente sostituito il grano nella preparazione del pane e dei dolci. La farina nasce dalla macinatura in mulini di pietra delle castagne, messe ad essiccare per quaranta giorni. Questo biscotto che è quasi una sorta di antenato del più celebre canestrello, è ancora oggi prodotto e venduto da due pasticcerie site all’interno del Comune di Rovegno.

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Il pesto d’aglio rrivando a Torriglia, non parliamo del famosissimo canestrelletto, che è noto praticamente a tutti, ma di un prodotto molto antico, una salsa nota come “pesto d’aglio”. Si tratta di un condimento a base d’aglio,

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dal colore bianco e dalla consistenza cremosa, con un sapore dolce, dovuto all’incontro dell’aglio con i pinoli. Questo “pesto d’aglio”, tuttora prodotto e facilmente trovabile nei negozi della valle, sembra che sia nato dalla frazione di Pentema e, fino a pochi decenni fa, veniva prodotto con formaggio e panna prodotti localmente. Sembra che tale condimento sia nato come sostituto al ben più conosciuto pesto genovese, a causa della scarsità di basilico nelle vallate montane.

Le troffie di castagne cendendo verso Genova, sono esclusive della zona compresa tra la Valle Scrivia e l’alta Val Polcevera, le trofie di castagne, variante locale delle più conosciute trofie levantine. Si tratta di un piatto povero ma gustoso, realizzato con la farina di castagne che, come detto precedentemente, nei secoli scorsi fungeva da sostituta del grano nelle vallate interne. Oltre che nel sapore e nella preparazione, le trofie di castagne si caratterizzano per un aspetto particolare, sono infatti più grandi e meno elaborate delle omonime a base di farina. Per lungo tempo dimenticate, oggi sono prodotte da alcuni negozi tra Busalla, Pontedecimo e Campomorone.

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Il corzetto nfine, in alta Val Polcevera è tipica di Serra Riccò la pasta nota come corzetto, si tratta di un tipo di pasta molto antico, la cui origine è testimoniata già da alcuni scritti risalenti al XVI secolo. Il suo nome deriva dal latino “crossia”, ovvero bastone pastorale, fu infatti proprio il fiore pastorale ad ispirare la decorazione di questo singolare tipo di pasta. I corzetti si diffusero in due diverse aree della Provincia di Genova: uno nella Val Fontanabuona, e specificatamente a Cicagna, dove presero il nome di “corzetti stampati”, l’altro in Val Polcevera e, nello specifico, a Serra Riccò, dove presero il nome di “corzetti alla polceverasca” o, in dialetto “tiae coe die”. La differenza tra i due tipi di corzetti sta nella realizzazione, fatti con lo stampo (come suggerisce il nome) quelli del Levante, fatti a mano quelli polceveraschi ma, in entrambi i casi, è uguale la forma tonda e, soprattutto, il loro accompagnamento con il sugo (o meglio il tocco) di funghi. Ancora oggi molto apprezzati nella cucina locale, sono il piatto tipico della grande festa di San Rocco, che si tiene ogni 16 agosto a Serra Riccò.

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Fabio Mazzari


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VAL TREBBIA

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Il destino dello stabilimento di Rovegno è incerto Quarta ed ultima puntata degli x-files liguri-piemontesi scovati da Fabio Mazzari

Quale futuro per l’Acqua Val Trebbia?

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ta destando parecchia preoccupazione in Val Trebbia, il futuro dello stabilimento delle acque minerali “Alta Val Trebbia” e dei suoi dipendenti. L’11 marzo, infatti, la produzione è stata temporaneamente sospesa ed i lavoratori sono stati messi ufficialmente in ferie. La notizia della sospensione della produzione ha colto gli abitanti del posto e le amministrazioni locali parecchio di sorpresa, nel corso della sua breve esistenza (il marchio è nato infatti nel 2008), l’acqua Val Trebbia si era affermata sul mercato locale, ritagliandosi un buon segmento di vendita ed era riuscita ad imporsi a livello nazionale grazie all’accordo con il gigante della grande distribuzione Conad, per cui produceva l’acqua a marchio in tutta Italia. Le ragioni della sospensione della produzione sono dovute al passaggio del marchio, avvenuto lo scorso anno, ad un’azienda di Roma proprietaria di diversi marchi di acque minerali. Tale ditta ha richiesto un programma di ristrutturazione, tramite concordato preventivo, in quanto il marchio viene ritenuto poco produttivo. L’Amministrazione comunale di Rovegno si è attivata sin da subito per salvare questa importante azienda del territorio, il Sindaco Bruno Pepi

I misteri dell’Oltregiogo Inquietanti presenze sulla “Via del Giovo” Q

si è rivolto immediatamente alla Regione Liguria “Il 29 maggio sapremo se il piano industriale verrà accettato almeno dal sessanta per cento dei creditori, in modo da salvare l’azienda, se la risoluzione sarà positiva il Tribunale di Genova, che è quello competente in merito, nominerà un amministratore” spiega il primo cittadino rovegnese, che prosegue “a differenza di quanto scritto da un importante quotidiano regionale, non vi sono stati assolutamente ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti, che hanno ricevuto regolarmente il salario fino ad oggi e che, attualmente, si trovano in una situazione di ferie a rotazione”. In ogni caso, spiegano dal Comune di Rovegno, ci sono buoni margini per arrivare ad una risoluzione positiva della vicenda. Bruno Pepi conclude: “Ai primi di aprile si è recato in visita in Val Trebbia il presidente della Regione, Claudio Burlando con due assessori regionali, che hanno incontrato i lavoratori dello stabilimento ed hanno garantito che, anche in caso mancata risoluzione delle trattative, la Regione si impegnerà per salvare lo stabilimento ed i posti di lavoro”. Fabio Mazzari

uarta ed ultima puntata del viaggio alla scoperta dei misteri e dei segreti dell’Oltregiogo. Questa volta tocca al Ponente. A Mele esiste una antica strada chiamata “Via del Giovo”, che inizia da Voltri, raggiunge Masone ed arriva fino ai Piani di Praglia. Nella prima parte di questa strada (che, nei secoli scorsi era l’unica di collegamento tra costa ed interno, prima della costruzione della Strada del Turchino) esiste una casa abbandonata, conosciuta come “Cà delle anime”. Nell’epoca dei viandanti, che portavano il sale a dorso di mulo dalla Liguria al Piemonte e l’Emilia, c’erano diverse locande ed una di queste era proprio la Cà delle anime. La locanda era conosciuta per l’estrema gentilezza con cui i proprietari accoglievano i viaggiatori, ma, secondo la leggenda, questa gentilezza nascondeva ben altro. I proprietari depredavano ed uccidevano i malcapitati viaggiatori con un sistema tremendo: una serie di soffitti mobili facevano cadere addosso il tetto ai viandanti che morivano sul colpo. Leggende forse sì, ma ancora negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nei pressi di quella casa, alcuni contadini trovarono numerose ossa, che all’esame si rivelarono umane e risalenti ad alcuni secoli prima. Dopo questi ritrovamenti, in breve tempo, la casa è diventata un luogo leggendario per i giovani del Ponente genovese e della Valle Stura, diversi testimoni hanno giurato di aver visto figure bianco-perlacee muoversi, rumore di finestre e porte sbattute e, qualcuno ha anche affermato di aver assistito a fenomeni di poltergeist, con barattoli ed attrezzi che, letteralmente, volavano in aria. Le testimonianze

dei ragazzi furono poi confermate, dopo un’iniziale riluttanza, anche da un’anziana coppia di contadini, a conferma che forse non si trattava di semplici leggende inventate sul momento. Spostandoci più a nord, a Rossiglione si narra che, attorno alla metà XVII secolo erano diventati estremamente popolari, in paese, una coppia di artisti girovaghi, che si esibivano

nei pressi del ponte sul torrente Gargassa. Questi due artisti di strada, come li chiameremmo oggi, erano però assai particolari, uno era dall’aspetto normale, parlava e si mostrava sempre con il suo volto, l’altro era alto ben oltre due metri, aveva sempre un cappuccio in testa e non parlava mai, tranne qualche strano gemito, la gente del posto pensava che si trattasse di

Il terzo Festival del Canestrelletto

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i svolgerà domenica 7 giugno a Torriglia, la terza edizione del Festival del Canestrelletto, organizzata dall’Amministrazione Comunale e dall’associazione “Il Canestrelletto”. La festa celebra il più famoso biscotto dell’entroterra ligure, riconosciuto con il marchio d.o.p. (denominazione di origine protetta) e definito dai gastronomi come “la stella del Genovesato”. Nella giornata di domenica 7, lungo le vie di Torriglia, i diversi produttori del canestrelletto offriranno ai presenti la degustazione gratuita del celebre dolce. Oltre alla parte gastronomica vi sarà spazio alla musica, con il ballo liscio delle orchestre di “Giuse & Alessia” ed Andrea Fiorini, musicista molto conosciuto in Valle. L’origine del canestrelletto di Torriglia, il celebre biscotto a forma di fiore, che, in altre zone della Liguria, a seconda della ricetta diventa “canestrello” o “canestrellino” è molto antica, il primo documento scritto risale infatti al 1576, con la denuncia di un mulattiere derubato della sua merce, tra cui “un cavagno di damasche e canestrelli”. Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it ampio servizio cliccando “3° Festival del Canestrello di Torriglia”

un ragazzo afflitto da qualche ritardo mentale e, dal volto probabilmente deforme. L’uomo suonava il piffero ed il “gigante” ballava, suscitando l’entusiasmo della gente del luogo, che offriva da mangiare a questa strana coppia, la sera si ritiravano a dormire presso una stalla nel paese. Tuttavia a metà del ‘600 vi fu inverno particolarmente rigido, con nevicate mai viste prima, una quantità enorme di neve travolse la stalla dei due malcapitati che morirono sul colpo, la primavera successiva, allo scioglimento della neve, la gente di Rossiglione andò a recuperare i corpi dei due sventurati tanto amati dal paese e fece una scoperta incredibile: il gigante non era un uomo, ma un orso marsicano ammaestrato, a cui il padrone aveva insegnato a muoversi in posizione eretta, come fosse umano! Ancora oggi alcuni giurano di vedere, nelle freddi notti invernali, le figure eteree di un uomo con il piffero di un orso muoversi sul ponte di Rossiglione. I frati, normalmente, richiamano alla mente immagini di devozione, gentilezza ed amore per il lavoro, basti pensare ai letterari Frà Tuck di Robin Hood e Fra Cristoforo de I Promessi Sposi. Tuttavia molto meno bonari erano quelli di uno strano fatto che si dice sia avvenuto a Tiglieto parecchi decenni fa, un uomo del posto, dopo una classica serata passata nell’osteria, a suon di partite a carte e vino, uscì molto tardi dal locale. Forse per l’ora, forse per qualche bicchiere di troppo era particolarmente stanco e, essendo casa sua piuttosto distante, decise di fermarsi a dormire in una cascina nei pressi della famosa Badia. Qui però fu protagonista di un incontro ben poco felice: una decina di frati fantasma lo circondarono e lo malmenarono! Convinto di aver sognato tutto l’uomo non diede subito peso alla cosa, tuttavia al mattino, ritornato a casa per andare al lavoro nei campi, si accorse di avere diversi lividi lungo le braccia e la schiena! Fabio Mazzari

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PROFUMI, SAPORI E AMICI A QUATTRO ZAMPE

I consigli del centro estetico NEW LINE di Novi Ligure

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prile dolce dormire” dice il detto, in tutti i sensi. Non si ha voglia di muoversi, di stare in linea e di pensare all’arrivo dell’estate. Ma adesso basta, con Maggio bisogna attivarsi, lasciare da parte, le cattive abitudini e dedicarsi alla cura del corpo.Ma da dove iniziare? Un’alimentazione sana è il punto di partenza. Alimenti freschi, di stagione, cotti in modo semplice e leggero che sostituiscono quelli molto calorici del periodo invernale: subito il corpo si attiva, si sgonfia e da subito una sensazione di benessere. Preferire frutta e verdura affiancata a uova, carne e pesce; in questo modo ci si sente sazi senza troppi sacrifici. Ultimo, ma non per importanza, il bere: almeno 2 litri di liquidi al giorno, possibilmente acqua liscia, tisane o centrifugati. Evitare espressamente bibite gassate e dolcificate. A tutto questo va abbinato sicuramente l’attività fisica: iniziare con lunghe passeggiate a passo sostenuto per poi aggiungere esercizi mirati una volta ripreso il ritmo. In questo modo si va a risvegliare il metabolismo il quale andrà a bruciare più calorie con la conseguente perdita di peso. Già l’unione di questi due elementi porta dei risultati, ma come ottenerne di più e in meno tempo? Integrando trattamenti estetici locali per combattere anche il più ribelle degli inestetismi. Gambe gonfie e con buccia d’arancia? Pressomassaggio abbinata a fanghi o bendaggi. Imbevuti di principi attivi drenanti e snellenti riducono la circonferenza d icaviglie, polpacci e cosce dando una piacevole sensazione di leggerezza e allo stesso tempo smaltiscono i liquidi trattenuti che sono causa della cellulite. Ideale per chi soffre di cattiva circolazione. Cuscinetti ostinati o rilassamento tessutale? Le ultime ricerche hanno dato vita a macchinari professionali in grado di sciogliere gli accumuli di grasso spesso posizionati in punti critici come: addome, fianchi, interno ginocchio e glutei. Bastano poche sedute per vedere la silhouette modificarsi rendendo le forme più armoniose. Questi sono tutti buoni consigli, ora tocca a voi!

La Rubrica di Dalpian

La torta cappuccina

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a torta cappuccina: per questa ricetta le bietole si fanno lessare in acqua bollente salata e si strizzano bene. In una padella con olio si fa soffriggere una cipolla, si aggiungono le bietole tagliuzzate e si fanno cuocere per far evaporare bene l’acqua. Una volta raffreddate si aggiunge, rimescolando, uova, cagliata, parmigiano e prezzemolo tritato. Si stende una sfoglia sottile nel tegame, si spalma il composto e si copre il tutto con almeno sei sfoglie tirate sottilissime intercalate sempre da un filo d’olio. Arrotolare la pasta intorno ai bordi del tegame, soffiare in mezzo alla sfoglia in maniera da creare un bel cappuccio.

Bulbi, come conservarli dopo la fioritura

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arcisi, tulipani, giacinti...i bulbi con il loro colore e profumo danno inizio alla primavera e ci accompagnano per tutta la stagione. Che siano piantati in giardino o coltivati in vaso, arriva purtroppo il momento in cui i loro splendidi fiori appassiscono; non buttateli: con i nostri consigli potrete conservarli e piantarli nuovamente il prossimo anno. Una volta appassiti, tagliate fiori e foglie ormai ingiallite, estraeteli dal terreno e puliteli accuratamente. Lasciate i bulbi qualche giorno ad asciugare all’aria aperta, evitando l’esposizione diretta alla luce del Sole. Quando saranno ben asciutti riponeteli in un sacchetto di carta o in una scatola e conservateli al riparo dal freddo fino a quando non sarà la stagione giusta per piantarli di nuovo (solitamente tra ottobre e dicembre per i bulbi primaverili).

Sul sito dell’inchiostro le altre ricette

l'Orto di Marisa La storia a tavola

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area compresa fra Novi, Gavi ed Ovada costituisce un’interessante cerniera fra Piemonte e Liguria. Ed anche la cucina, naturalmente, mostra l’incontro tra le due regioni, basta ricordare la presenza tra i piatti locali delle trofie col pesto. Il Novese risente tuttavia anche, in modo notevole, dell’influenza della cucina padana. Bisogna ricordare anche che nell’antichità questa era una zona interamente coperta da boschi ed essi rappresentavano una notevole risorsa: quindi miele, castagne, funghi, bacche di ogni tipo che la brava massaia sapeva trasformare. Essendo una cucina legata alla stagionalità, alla mancanza di spreco e alla sopravvivenza, si usavano molto le erbe spontanee (ortica, luppolo, valeriana, tarassaco, asparagina etc). ed è ecco qui una bella ricetta con le ortiche: scottare un mazzetto di foglie di ortiche in acqua bollente, quindi risciacquare in acqua fredda (così rimangono verdi). Scolare e asciugare. Tagliuzzare e mescolare in una scodella con almeno un uovo, aggiungere sale, noce moscata e fare delle piccole frittelle, passarle nella farina e friggerle in abbondante olio. Servite con Buon maggio a tutti! verdure bollite e buon appetito. Minimo costo e tanta bontà!


Novi Ligure: come anticipato nel numero scorso ecco una recensione del libro di Robbiano Quando le FS rappresentavano un servizio

Sui binari creatività e tecnologia Treni d’altri tempi Le vecchie F.S. “D U n liberista puro come Luigi Einaudi diceva che beni quali l’acqua, la luce, l’aria, i trasporti, la sanità ed in genere i servizi debbono restare pubblici. Questa sua affermazione è contenuta in un libriccino ormai introvabile titolato “Lineamenti di economia liberale”, edito nel 1944. Forse a Torino, nella omonima Fondazione, è possibile trovarne una copia. I nostri attuali governanti farebbero bene a “far tesoro” di queste indicazioni perché, ad esempio nel caso delle Ferrovie, il trasporto pubblico è la linfa vitale di un Paese e, proprio perché “pubblico”, non deve assolutamente cadere nelle mani dei privati, o per lo meno, dovrebbe coinvolgerli nella gestione, facendo però in modo tale che sempre sia lo Stato e solo lo Stato a sovrintendere a questo fondamentale servizio. In questa pagina le Ferrovie vengono rievocate con la recensione di un bel libro di Lorenzo Robbiano, con il ricordo di un vecchio deviatore, Pierino Cassulo che ormai non c’è più e con la foto di una squadra di cantonieri, tra i quali il mitico Riccardo Manfredi, anch’egli purtroppo scomparso, che tra le rotaie vi passò tutta la sua vita. Gian Battista Cassulo

a Novi Ligure al resto del mondo”, è il nuovo libro di Lorenzo Robbiano, un elegante volume, dal titolo quanto mai simbolico, che ci regala l’immagine di una Novi d’inizio ‘900 già industrializzata, in cui l’avvento del treno a vapore costituisce un momento di straordinaria importanza per lo sviluppo del commercio, facendo diventare la città in pochi anni un luogo di scalo delle merci e un nodo ferroviario strategico per le comunicazioni con le più importanti città del Nord Italia. Da qui l’idea che il treno sia l’emblema del progresso, dell’evoluzione dei tempi, veloce dominatore degli spazi. Con il suo arrivo, si profila la necessità di innovare l’armamento ferroviario, renderlo sicuro e adeguato ai traffici sempre più intensi. Ed è per questo che Robbiano dedica la sua pubblicazione alla storia di una delle imprese più note al mondo, per la sua capacità di progettare brevetti e nuovi macchinari , fino a diventare nel tempo l’azienda leader nel settore dell’armamento ferroviario. “È la parabola evolutiva della famiglia Valditerra, che lascia indelebilmente un segno nella storia dell’imprenditoria novese, spiega Lorenzo Robbiano, da pioniera dell’armamento a grande protagonista della meccanizzazione e dell’automazione, grazie al primo brevetto del treno di rinnovamento rapido, che è stato in-

novativo e rivoluzionario per il mondo dell’armamento”. La storia della famiglia Valditerra, racconta l’autore, è la storia di un’impresa che ha saputo tener testa al morso della crisi, poiché non ha mai cessato di innovarsi e ancora oggi, con l’avvento dell’alta velocità, brevetta macchinari sempre più moderni e sofisticati, per vincere ancora una volta la sfida con il progresso, con le incalzanti trasformazioni tecnologiche, attraverso l’export delle sue infrastrutture ferroviarie in Australia, negli Stati Uniti, in Canada, proiettando così l’innovazione tecnica, da Novi “oltre i confini del mondo”. Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla Croce Rossa, in occasione del centenario. Marta Calcagno

In alto la mitica squadra dei cantonieri di Novi Ligure mentre esegue una saldatura, da sinistra: Riccardo Manfredi, Luigi Gatti e Angelo Torrielli. A lato Sergio Valditerra sulla linea ferroviaria del Brennero in una foto scattata negli anni ‘50

Caviriò – Ho ottantanove anni, in questo lungo periodo di vita molte cose sono cambiate. Questa volta voglio raccontarvi un aneddoto sulle Ferrovie dello Stato per farvele vedere così come erano e come le ho vissute. Il 1° febbraio del 1943, appena rientrato dal fronte, fui assunto in Ferrovia e inquadrato nei ruoli del Personale Viaggiante con sede presso lo scalo di Novi San Bovo, con la qualifica di “frenatore”. A quei tempi a bordo di ogni convoglio vi dovevano essere almeno due o tre frenatori che, nei treni merci, erano ricoverati nelle garitte di appositi carri. Uno di questi carri era sempre in coda e nei tratti in forte pendenza dovevo impedire, azionando con un volano i ceppi frenanti delle ruote, che il treno, se in discesa, non “spingesse” troppo in avanti la locomotiva - che a quei tempi non era ancora dotata del sistema frenante Westinghouse ad aria compressa - oppure che non lo facesse “scivolare” all’indietro, se in salita. Era un lavoro molto impegnativo soprattutto quando il treno percorreva le linee dei Giovi, in particolar modo quando si doveva passare da Busalla. Lì era tutto uno smanettare e ci voleva un’intesa con il macchinista che solo l’esperienza poteva insegnare, anche perché a quei tempi i telefonini non c’erano e tutto era basato sull’intuizione o sui fischi in codice della locomotiva. Era una vita molto disagiata, con unici compagni di viaggio il freddo o il caldo e il buio delle gallerie. Fortunatamente, dopo quel primo periodo di tirocinio, grazie ad un concorso interno, fui promosso “deviatore”. Il mio nuovo incarico consisteva nell’azionare da un’apposita cabina di controllo gli scambi di stazione per smistare i treni sui binari di arrivo e partenza.

Il lavoro era più confortevole anche perché queste cabine, se si esclude quella centrale dove operavano i dirigenti al movimento, erano dislocate ai limiti delle stazioni e i ferrovieri le avevano “personalizzate” con tanto di orticello retrostante e con dei pergolati che all’estate, oltre ad una buona uva, davano un’ottima ombra. Posso confermare che in quegli anni i treni viaggiavano bene, quasi sempre in perfetto orario e il ritardo massimo era di cinque o dieci minuti. I viaggiatori trovavano sempre posto a sedere, le vetture erano pulite e d’inverno sempre calde perché il personale viaggiante aveva l’obbligo di presentarsi mezz’ora prima della partenza del treno per controllare, assieme ad un addetto di stazione chiamato “verificatore”, se tutto era in ordine. La stessa cosa veniva fatta dal macchinista, che noi chiamavamo “il maestro” per l’abilità che doveva avere nel riparare i guasto alla “sua” macchina, assieme al suo “secondo”. Si faceva la “prova freni”, si controllavano le batterie delle vetture, si ispezionavano i servizi igienici e se c’era qualcosa che non andava il Capo treno provvedeva a segnalare la disfunzione al reparto competente. Solo dopo quei controlli il treno poteva partire dalla stazione di testa e se durante il viaggio succedeva qualche inconveniente il personale di bordo si attivava per ripararlo, perché chiedere “riserva”, soprattutto per il macchinista, era considerato un demerito. Certo anche a quei tempi qualche mugugno c’era, ma tutti erano contenti del servizio che le Ferrovie dello Stato offrivano soprattutto agli studenti e ai lavoratori, che godevano di abbonamenti a tariffa ridotta. (fonte: l’inchiostro fresco giugno-luglio 2008, pag. 28) Cassulo Pierino


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Festival da coiffeur

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MAGAZINE TEATRO

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l mestiere del parrucchiere è una disciplina a cavallo tra arte e artigianato. Plasmare una materia, sperimentare con la creatività, portare a termine le idee con una grande dose di manualità, utilizzando strumenti appositi, sono caratteristiche che corrispondono a forme artistiche e artigianali. In questo caso la materia sono i capelli, la creatività viene applicata su nuovi tagli, tinte, acconciature, i ferri del mestiere sono forbici, pettini, prodotti. E come nel mondo dell’arte nascono capolavori e fenomeni, così nel settore dell’hairstyling emergono veri maghi della forbice, che diventano una sorta di star nel loro ambiente. Chiara Favaro titolare del salone “Total Look” di Arquata si può definire un’hair stilist non più solo casalinga, ma a largo respiro. E’ stata recentemente al Festival di Sanremo, dove ha lavorato nell’ “Area stile”, spazio allestito all’ Hotel Royal di Sanremo. Qui esperti di moda e stilisti seguivano il backstage di tutti i partecipanti: artisti, giornalisti, ospiti, ai quali fornivano assistenza. Inoltre la sera dalle 22 alle 24 preparavano le modelle per le sfilate degli sponsor. L’abbiamo intervistata. Parlaci di te, delle tue esperienze professionali più importanti e del percorso formativo che ti ha portato a diventare un hair stilist di successo. “Ho iniziato a intraprendere questo lavoro a 20 anni dopo il liceo artistico e due anni di accademia di Brera. L’arte è sempre stata nelle mie corde e questo lavoro mi permetteva di poterla esprimere. Ho frequentato corsi di formazione per poter essere al passo con la moda. Nel 2005 la mia prima esperienza nel mondo dello spettacolo: selezione di miss Italia nel mondo a Cinecittà Roma. A febbraio 2015 una nuova grande esperienza: hair stylist al festival di Sanremo” Come e in che misura l’arte entra nella tua vita e si fa mestiere? “Mi considero una figlia d’arte... Mia mamma Franca crea acconciature da più di quarant’anni e mi ha trasmesso questa passione... È un lavoro in continuo divenire. La moda cambia e bisogna sempre essere aggiornati per poter offrire il meglio alle clienti”. Quanta soddisfazione provi nel cogliere l’emozione di piacersi negli occhi di una cliente? “Vedere la cliente contenta è la soddisfazione più grande.” Lavori anche per il mondo dello spettacolo e della tv? “Lavorare nel mondo dello spettacolo e della tv per me è una grande soddisfazione! Ho superato delle selezioni per entrare a far parte di un gruppo Area Stile Make Up Artist che mi ha permesso di lavorare al festival di Sanremo a contatto con tutti gli artisti. Esperienza emozionante, in un contesto diverso dall’abituale”. (m.p.)

È stato presentato a Cogorno il progetto

Una prima assoluzione per Pier Carlo Fabbio, ma la vicenda continua

“Terre di Castelli” Restare col cerino in mano È I ELEONORA GATTI

@viaggiatrice191

n data 18 aprile alle ore 10 è stato esposto, presso l’Auditorium di San Salvatore dei Fieschi a Cogorno, il progetto “Terre di Castelli Fieschi e Spinola” che punta al restauro dei numerosi castelli e palazzi appartenuti alle suddette famiglie. Il progetto, cofinanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Liguria, rientra nel programma “Castelli e Dimore difensive delle Valli del Genovesato”, e mira alla promozione di questo meraviglioso territorio, l’Oltregiogo genovese, dal grande valore storico e culturale attraverso l’ambito turistico e la diffusione in rete. Il percorso parte da San Salvatore di Cogorno e dopo una serie di tappe arriva fino a Isola del Cantone appartenente ai Feudi Imperiali Spinola. Il progetto è diviso in tre fasi: un primo momento di ricerca e pianificazione attraverso i contatti con gli enti locali, sopralluoghi e ripre-

se fotografiche, lavoro d’archivio e stesura della sceneggiatura. Una seconda fase che comprende il layout grafico e i testi dove sono stati creati un brand e delle riprese video. E la fase finale di editing e revisione. E’ possibile saperne di più attraverso il canale YouTube dedicato e il portale www.terredicastellifieschiespinola.it, che spiega in maniera esauriente la storia di questi incantevoli siti. I pannelli espositivi posizionati a Cogorno daranno al visitatore le informazioni essenziali sui luoghi da visitare. Per citare alcune strutture aderenti al progetto: Il Castello di Borgo Fornari, la Basilica di San Salvatore dei Fieschi, l’Abbazia di Sant’Andrea di Borzone, il Castello di Santo Stefano d’Aveto, il Castello di Roccatagliata, il Castello di Torriglia, il Castello di Montoggio. L’iniziativa è stata curata da Simona Caleca, Giulio Ferrando, Bruno Repetto e Carla Monica Risso.

notizia recentissima che l’ex Sindaco di Ales- te”, con la segreta speranza di riuscire a tamponare sandria, Piercarlo Fabbio, assieme ad altri il dissesto ereditato, senza riuscirvi, però, in quanto co-imputati è stato completamente assolto la natura clientelare del potere che in genere condall’accusa di “dissesto finanziario” del Comune di traddistingue il sistema politico italiano, glielo ha Alessandria, in quanto, come si legge nella motiva- impedito. Fabbio sapeva che se avesse portato i “lizione, le radici di tale dissesto andavano ricercate bri in Tribunale” la prima cosa che sarebbe succesmolto indietro nel tempo a carico delle numerose sa, come poi è accaduto, sarebbe stata la messa in Amministrazioni che precedentemente si erano mobilità dei dipendenti comunali. Il suo successore, alternate alla guida del governo della città. Noi de Rita Rossa, non si è fatta questi problemi e ha fatto “l’inchiostro fresco” questa sentenza, molto mode- dichiarare il default per la città di Alessandria, con stamente, l’avevamo già anticipata dedicando, sul tutte le ricadute che ancora oggi si vedono. Ai lettonumero di luglio-agosto 2012, all’argomento ben tre ri un giudizio sulla vicenda. Mentre stiamo andando pagine (pp. 3-4-5) ed a pag. 4 avein stampa, ci giunge notizia della condanna, vamo elencato i sindaci, le magin primo appello, comminata mercoledì gioranze ed i fatti salienti che dal 29 aprile a Fabbio per “falso ideologico”, a 1991 avevano movimentato la vita causa della delibera presentata in Consiglio di “Palazzo Rosso”, sede del Comunale sul “bilancio consuntivo 2010”. Comune alessandrino. AddiDelibera che però fu prontamente ritirata rittura avevamo arricchito tale sere rivotata alla luce dei correttivi richiesti vizio con una caricatura del Sindaco dalla Corte dei Conti. Anche su questa viFabbio mentre “reggeva il cerino in cenda attendiamo i risultati conclusivi, in mano”, perché se a Fabbio occorreva quanto i legali di Fabbio hanno annunciaimputare un’accusa, quest’accusa più to ricorso. La nostra impressione è che, che di natura giudiziaria avrebbe dovuto anche in questo caso, tutto si concluderà essere di natura politica, perché da buon de“in una bolla di sapone”. mocristiano ha tentato, per evitare strappi, Sulla nostra pagina Facebook una di “dare un colpo al cerchio ed uno alla bot- video-intervista di Pier Carlo Lava GB Cassulo

La pittrice iraniana racconta la propria arte e il proprio stile alla nostra Eleonora Gatti da Arquata

Il mondo di Mozghan: mille e una notte su tela ELEONORA GATTI

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@viaggiatrice191

lle porte di Arquata Scrivia, in un piccolo negozio adibito ad atelier, Mozhgan Ghassemi Rejaee Locatelli ci ha mostrato i suoi quadri ricchi di fascino. Con umiltà e discrezione ha portato la sua storia personale in questo paese timidamente incuriosito dai suoi volti, dalle sue sculture, dal suo metodo d’insegnamento che caratterizzano una grande artista. Originaria dell’Iran, nasce nella cittadina di Mashhad dove diventa la prima ventenne ad aprire una galleria d’arte. Fin dalla più tenera età è particolarmente attratta da questo mondo, ma i suoi studi si spingono oltre con lo scopo di raccogliere una conoscenza più ampia e poter formare una formata, ricca, perfet-

tamente capace di trasmettere il suo sapere agli altri. Da qui il suo diploma in economia e successivamente i molteplici studi artistici. Pienamente consapevole delle sue capacità, ad oggi Mozhgan può vantare un curriculum eccellente e tante soddisfazioni che l’hanno portata ad essere pittrice, scultrice, grafista, specialista in ritratti e anatomia. Ad Arquata si è trasferita nel 2006 e ha iniziato a tenere lezioni di pittura con ottimi risultati: i suoi allievi la adorano e riconoscono in lei non soltanto le capacità artistiche ma la grande dote di saper insegnare. Il suo metodo si basa sull’importanza di formare allievi completi, che sappiano fondere una buona dose di tecnica con una forte componente di talento e manualità. Il patrimonio culturale italiano e le bellezze di questo paese la attraggono notevolmente, tanto che decide di iniziare a studiare la lingua per riuscire a leggere e comprendere personalmente i grandi artisti passati, come Caravaggio o Michelangelo. I suoi quadri trasmettono un senso di tempo dilatato, i soggetti vengono attraversati da veli fluttuanti che dilazionano la scena come se una mano invisibile avesse strappato con le sue unghie la tela, in un gesto che ci riporta al nostro percorso di vita, alla caducità del tempo. Gli istanti fissati sono nel presente, ma già nel gesto del dipingere irrimediabilmente scivolano via dal pennello e diventano già passato. Ed è proprio così quindi, che alle porte di Arquata Scrivia, in un piccolo negozio adibito ad atelier, Mozhgan Ghassemi Rejaee Locatelli decide di insegnarci come si fa arte.


Intervista a Roberto Scarabello, dirigente della Boccardo Badminton Novi su una realtà a misura di cittadino

Uno sport individuale da giocare in squadra MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

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ei viaggi tra gli sport cosiddetti “minori”, noi de “l’inchiostro fresco” non potevamo non andare a trattare della squadra del Boccardo Badminton Novi. Infatti la formazione novese, grazie ad una storia seppur giovane ricca di grandi soddisfazioni, ha saputo, nel vero senso della parola, “fare comunità attorno a sé”, andando a riunire gruppi di giovani sotto “l’egida della sport e dello stare assieme”. Per questo abbiamo intervistato Roberto Scarabello, dirigente del società novese, ill quale ci ha svelato un mondo fatto “di spirito di squadra applicato ad uno sport individuale”. “A Novi il badminton, uno sport nel nostro Paese non molto diffuso, ha potuto attecchire grazie all’impegno, all’abnegazione e all’entusiasmo di Agostino Remotti, il quale entrò in contatto con questa disciplina grazie al Prof. Giorgio Cardini, animatore dell’Acqui Badminton – ci dice Scarabello – Remotti, professore di Educazione Fisica presso la Scuola Media Boccardo di Novi Ligure, a partire dal 2002 ha proposto questo sport, ideale da giocarsi a scuola, ai suoi studenti. Ha trovato subito ottime risposte e da lì è partita la nostra avventura”. Un’avventura che, nonostante abbia appena 13 anni, è già stata foriera di grandi risultati: “Sì è così – conferma il dirigente – Gli anni di grazia sono stati il 2007 quando, a soli cinque anni dalla nostra nascita, abbiamo vinto i Giochi Sportivi Studenteschi, grazie alle atlete Anna Boveri, Silvia Corradi, entrate poi in Nazionale, Ariele Salandin e Matteo Scarrone” e poi il 2010 con il raggiungimento della Serie A Nazionale a Squadre.

Nella foto l’organico al completo della Boccardo Badminton Novi

Ritorna il meeting

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itorna sabato 30 maggio ad Ovada al “Geirino” la 10° edizione del Meeting Disabili organizzato dal Lions Club della città. Un evento che sa emozionare perché nel corso di questi anni ha proposto storie non solo di sport, ma anche di vita e confermato come l’attività sportiva possa integrare atleti normodotati e portatori di handicap. L’appuntamento rappresenta anche l’ultima gara per Maurizio Nalin, l’atletica paraolimpico vincitore della medaglia d’oro a Barcellona nel getto del peso e che proprio ad Ovada ha allacciato un rapporto di amicizia con molte persone. “Lo sport può essere occasione di rinascita – spiega Nalin – per chi subisce una menomazione”. Nalin si dedicherà all’attività di allenatore. (e.p.)

Domandiamo a Roberto Scarabello ad oggi quale sia “lo stato di salute” del Badminton a livello locale?: “Molto buono – ci risponde senza esitazioni – Vedo con piacere che il ricambio generazionale c’è stato. Per gli storici giocatori che se ne vanno, per impegni di studio o di lavoro, ve ne sono sempre di nuovi che arrivano. La nostra società – prosegue il discorso Roberto Scarabello – è basata sul concetto di sport pulito, di competizione leale e di rispetto verso l’avversario. Prima dei risultati conta far crescere sani ed educati i nostri ragazzi. Il Badminton, proprio come costituzione per così dire, è l’antiviolen-

za. Grazie ad insegnanti esperti come Remotti o più giovani come l’ex atleta Matteo Serra, cerchiamo di trasmettere questi saldi principi ai più giovani”. La dirigenza del Boccardo Badminton Novi è formato, oltre dallo stesso Scarabello, anche da Mirella Oneto, Enrico Demicheli e Monica Ubaldeschi. Prima di salutarci il dirigente novese ci ha detto: “Il Badminton è uno sport che si può praticare ovunque, già da molto piccoli. Il nostro obiettivo per il futuro è quello di coinvolgere i bambini a partire dai 7-8 anni, l’età ideale per iniziare. Ne vedrete insomma delle belle e dei molto bravi!”.

Ottantacinque i piloti impegnati in una gara in mezzo alla natura

Mongiardino a tutto gas S otto l’egida della sezione “Nuova Mongiardino” trial team del Moto - club della Superba, il 26 aprile scorso si è svolta la prima prova di CRL nel percorso automobilistico “La Lübbia di Salata”. Gli 85 piloti si sono adoperati per affrontare le 8 zone proposte. Da evidenziare, il notevole numero di bambini dai 5 anni in su che hanno partecipato alla manifestazione, il che fa ben sperare per lo sviluppo della disciplina, la quale mette a contatto “uomo e natura”. Nella TR2 ha vinto Delucchi seguito da Ansaloni e Faveto. Nella TR3, podio per Adamo che ha regolato Lazzaroni e Valeri. Nella TR4 vittoria per Curletto del NMTT seguito da Bruzzo e Palmerini. Nella TR5 Doglio ha “castigato” Lopresti e Merlo. Nel raggruppamento

Numerosi i bambini dai 5 anni in su che hanno gareggiato: segno del sicuro futuro di questo suggestivo sport

“nero”, podio per Bergamasco a seguire Delfino e Milfa. Nella sezione femminile Brancati, già seconda all’Europeo di categoria, ha conquistato il podio. Gli organizzatori ringraziano l’Amministrazione Comunale, i Carabinieri e la Forestale per la fattiva collaborazione, i supporter Ristorante Costa Salata, Caseificio Vallenostra e il Salumificio Torrigino.

Sidio Corradi: vita da capitano

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d Ovada, durante la distribuzione de “l’inchiostro fresco”, abbiamo incontrato Pinuccia Messina, importante e nota autrice nata a Messina ma cresciuta a Genova, la quale ci ha presentato il suo ultimo libro: “Fame di Pallone. Una vita, una passione… col rossoblù nel cuore”. Il volume, una sorta di “biografia condotta come se fosse un manuale per diventare un giovane uomo”, racconta la vita e le imprese sportive di Sidio Corradi, storico e indimenticato capitano del Genoa anni’70. Corradi, nato a Porto Ercole, “il più giovane scudettato del Bologna Campione d’Italia 1963/64”, si è sempre dimostrato “un leone in campo, però avendo al contempo un grande rispetto per l’avversario”. Messina nelle pagine del libro edito da “De Ferrari” e arricchito da una prefazione del noto giornalista Francesco Mortola, ha illustrato come “Corradi non sia soltanto un esempio per i giovani di oggi ma per tutti. Infatti egli è l’emblema di un calcio che è soprattutto sport, oltre che guadagno e desiderio di fama”. Tutti i tifosi genoani non si scordano le gesta di questo grande ala che, nonostante nel 1967 il Genoa militasse in Serie C, scese di categoria e portò il “vecchio Grifo” dalla C alla A. Ad oggi, assieme a Marco Rossi, Corradi vanta il primato di essere l’unico giocatore rossoblù ad aver segnato in serie C, B ed A. Samuele Anastasio

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Tutti per Telethon

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SPORT

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opo Silvano d’Orba e Capriata d’Orba, Telethon si svolge quest’anno sabato 23 maggio a Castelletto d’Orba a partire dalle ore 14 presso l’impianto di Regione “Castelvero” grazie all’organizzazione dell’A.S.D. Boys Calcio con il patrocinio del Comune e di Telethon. Quest’anno tra l’altro avranno luogo gare di calcio e di tamburello con lo slogan “Né vincitori, né vinti, ma tutti insieme vincenti”. Per il tamburello che disputa le partite nel Palazzetto con il coordinamento di Pinuccio Malaspina e Mario Bavassano partecipano l’Istituto Comprensivo di Molare, la “Paolo Campora” di Genova Voltri, la “Paolo Campora” di Ovada e Basaluzzo. Per il calcio al via le categorie Pulcini 2004, 2005, 2006 e Piccoli Amici sotto la regia di Carmelo Barca e Paolo Brenta. Queste le squadre suddivise per gironi che disputeranno le qualificazioni e poi le finali. Sul campo A per i 2004 in campo nel girone A: Boys Calcio Castelletto d’Orba, Pozzolese, FelizzanOlimpia; per il girone B: Boys Calcio Ovada, D. Bosco Alessandria, Alessandria Lions; per il girone C: Aurora Alessandria, Acqui, Vallestura. Sul campo B i 2005: nel girone A: Boys Calcio 1, Pozzolese, Alessandria; nel girone B: Boys Calcio 2, Aurora Alessandria, D. Bosco Alessandria. Sul campo C i 2006: per il girone A: Pozzolese, Boys Calcio 2, Aurora Alessandria; per il girone B: Alessandria, D. Bosco Alessandria, Acqui; per il girone C: Dertona Calcio Giovanile, Boys Calcio 1, GSD San Fruttuoso. Infine sul campo D i Piccoli Amici: per il girone A: Boys Calcio 1, Pozzolese, Valli Scrivia; per il girone B: Boys Calcio 2, Aurora Alessandria, D. Bosco Alessandria. Ingresso ad offerta: tutti pagano. (e.p.)

A Roma il 23 maggio presso il Salone del CONI, la 4 B ritirerà un premio nazionale di 2000 Euro

Alunni ovadesi vincono “Racconta il tuo sport” S ale sul gradino più alto del podio nazionale la 4 B della Scuola Primaria “Padre Damilano” di Ovada con una vincita di 2.000 Euro e la premiazione il 23 maggio 2015 presso il Salone d’Onore della sede CONI in Via Foro Italico a Roma. La scolaresca ha infatti partecipato alla IX edizione del concorso indetto dall’ A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani) di narrativa riservato alle Scuole Primarie e Secondarie di 1° grado avente come tema “Racconta il tuo sport”. La classe, con la referente del progetto Jole Lombardo e l’insegnante Paola Oliveri, ha preso in considerazione l’attività dell’istruttrice di ju jitsu Romina Repetto che, all’interno del modulo scolastico, segue gli allievi dalla prima classe, per scrivere e narrare “La Scuola dei Piccoli Samurai”. In sintesi si racconta che una bambina, proveniente dal Giappone, si integra in una classe e nasce un’amicizia con gli alunni che le fanno condividere le tradizioni e le feste; in cambio la piccola giapponese fa entrare i nuovi amici nella Scuola dei Samurai. Nasce quindi non solo uno scambio culturale fra due realtà, ma anche la conoscenza di uno sport nuovo, con codici di comportamento da seguire e una storia che parte da lontano e accomuna due mondi apparentemente diversi. Ora si sta organizzando la gita a Roma per ritirare il premio e vivere una giornata da veri campioni. Intanto un primo riconoscimento è già stato assegnato al “Palamariotti” di La Spezia durante i campionati italiani ACSI di ju jutsu. La maestra Jole Lombardo e le alunne Greta Zuccotti e Arianna Montobbio, in rappresentanza della classe, sono state insignite della medaglia d’oro. Inoltre, durante la cerimonia d’apertura della manifestazione, prima dell’inno di Mameli, il presidente FIJILCAM Giancarlo Bagnulo e la presidente ACSI

Liguria Roberta Gelli con tutti i dirigenti ACSI, hanno presentato l’allenatrice della classe, Romina Repetto – istruttrice dell’Ovada Academy presso la Body-Tech – per l’ottimo lavoro svolto di divulgazione del ju jutsu nell’ambiente scolastico, evidenziando l’importanza della vittoria di questo elaborato sull’arte marziale, per quello che dona a livello di valori morali, rispetto a tutti gli altri sport più diffusi. Soddisfazione per questi successi non solo tra i vincitori, ma anche tra il personale docente e la dirigente dell’Istituto Comprensivo Patrizia Grillo. (e.p.)

Una bella chiacchierata tra sport e divertimento con Gugliemo Guido

Bocce: sport e divertimento MATTIA NESTO

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@Mattia Nesto

ncontrare Guglielmo Guido, campione di bocce specialità “volo” di soli 14 anni, è un’esperienza davvero interessante. Infatti il giovane novese è quello che si può definire “un ragazzo con la testa sulle spalle”, animato da una sana e genuina passione per questo sport, per lo studio e per l’andar per funghi. Uno sport, le bocce, certamente “non per giovani”, almeno nell’immaginario collettivo ma che Gugliemo ha saputo fare suo. “Mio nonno è stato un grande bocciatore ed è con lui che ho fatto le prime partite nel giardino di casa di mia nonna”. Da lì la passione è aumentata e allora il bambino, all’epoca di soli 8 anni, ha iniziato a fare le prime gare. “È arrivato ai 12 anni che ho però iniziato a disputare le gare vere e proprie, i campionati nazionali – ci dice Guido – Mi sono sempre trovato a mio agio sul campo da gioco”. Una delle caratteristiche più curiose di questo giovane ragazzo è l’assoluta sicurezza che dimostra durante le partite: “Molti mi danno del “freddo” – afferma Guglielmo – ma io non mi sento così. Semplicemente se sbaglio ho sbagliato, non posso tornare indietro. Questo io lo so perfettamente e non mi cruccio se ac-

cade”. Chiediamo al baby-campione quale sia però la cosa a cui pensa durante le partite per rimanere concentrato: “Beh sarà banale – ci risponde pronto – ma il mio pensiero è rivolto esclusivamente alla partita, non ad altro. Io mi diverto un mondo a giocare e non vorrei per nessuna ragione dover smettere di farlo”. Guglielmo Guido è stato più volte convocato per gli stage della nazionale ed i bene informati già assicurano un radioso futuro. Ma noi chiediamo come si immagina tra dieci anni: “Di sicuro con un lavoro, anche se non so ancora quale – afferma Guido – e sicuramente continuerò a giocare. La mia specialità – conclude il ragazzo – è il tiro a volo, dove occorre costanza e precisione, occhio insomma. Per me queste sono fattori decisivi pure per quanto riguarda la vita, ci vuole costanza e precisione nella vita di tutti i giorni. Forse anche per questo il mio super-eroe preferito è Occhio di Falco”. Nella foto il giovane campione serravallese, Guglielmo Guido ripreso presso la redazione de l’inchiostro fresco durante l’intervista. Sul nostro sito il filmato in esclusiva

Torna il Giro dell’Appennino

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omenica 26 aprile i paesi e i borghi dell’Oltregiogo sono stati attraversati dalla fiumana multicolore dei corridori impegnati nel “Giro dell’Appennino”. A spuntarla, dopo una gara contraddistintasi per l’asprezza del circuito ed un tempo incerto, è stato lo spagnolo Omar Fraile che ha battuto allo sprint Stefano Pirazzi e Damiano Cunego. Sul nostro sito un doppio reportage del passaggio del giro a Novi Ligure e Serravalle Scrivia, realizzato da Stefano Rivara, e a Sant’Olcese, da Gian Battista Cassulo. (s.r.)

Il passaggio davanti al Museo del Ciclismo di Novi


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