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IL PROCESSO DI PROTEZIONE E INCLUSIONE SOCIALE DELL’UNIONE EUROPEA 2008-2010:

Le opportunità per gli operatori locali


Sommario

1  Introduzione

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2  Cos’è l’MCA (Metodo di Coordinamento Aperto) per le politiche sociali  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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3  Come funziona l’MCA per le politiche sociali

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3

4  Il coinvolgimento di EUROCITIES nell’MCA per le politiche sociali  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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5  Il sostegno alle attività a livello comunitario: il programma PROGRESS  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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6  Il piano d’azione nazionale per l’inclusione sociale 2008-2010 – una panoramica per gli operatori locali: Italia  . . . . . . . . . . . . 13 7  Glossario

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1 Introduzione

Ai dipendenti delle amministrazioni locali e agli assistenti sociali, alle prese con la routine di tutti i giorni, l’Agenda sociale dell’Unione europea appare spesso come qualcosa di distante. Alcuni potranno avere avuto dei contatti con il Fondo Sociale Europeo, ma l’impressione generale è che i processi di sviluppo e coordinamento delle politiche di Bruxelles siano complicati, astratti, forse addirittura estranei alla propria attività. Il presente documento intende confutare questo stereotipo, chiarendo il valore concreto delle politiche sociali dell’UE con particolare riguardo al loro funzionamento e all’impatto sulle realtà locali. Coordinare le politiche ad di là dei confini nazionali e delle diverse culture amministrative è un esercizio complesso, specialmente quando implica la creazione di nuovi metodi di apprendimento reciproco e il cambiamento di pratiche lavorative di vecchia data. Per far ciò è necessario acume politico, autorità e capacità di pianificazione: in questo, l’Agenda sociale dell’UE non fa eccezione. Ogni iniziativa necessita di una struttura, di un’ossatura sulla quale poter costruire un processo di apprendimento politico. Nel caso dell’Europa sociale, questa ossatura è rappresentata dal Metodo di Coordinamento Aperto, definito nel gergo di Bruxelles “MCA per le politiche sociali”. La competenza dell’MCA sociale è riservata ai ministeri nazionali e alla Commissione europea; non è previsto un ruolo formale per le città. Ciononostante, EUROCITIES ha intrapreso diverse attività volte a incoraggiare la partecipazione delle città a questo processo, con lo specifico intento di attirare l’attenzione verso le problematiche dei centri urbani. È nostra ferma convinzione che l’MCA sociale possieda due dimensioni che sono state finora trascurate e che, se considerate, accrescerebbero l’efficacia delle politiche sociali promosse dall’UE.

Innanzitutto, un intervento a livello locale produce risultati migliori se si basa su una conoscenza approfondita delle dinamiche e delle decisioni assunte a livello nazionale ed europeo. Il secondo elemento, forse ancora più importante del precedente, è che solo quando si riconosce alle città un ruolo di legittime protagoniste nei processi decisionali è possibile migliorare le politiche sociali grazie al valore concreto del lavoro svolto dai funzionari locali. Questo documento ha lo scopo di informare gli operatori locali riguardo all’MCA sociale, descrivendone gli elementi fondamentali e individuando le opportunità di partecipazione, a livello europeo, attraverso EUROCITIES o canali nazionali. Ci auguriamo che la lettura di questo documento renda il processo che è alla base dell’MCA sociale non solo comprensibile, ma anche pertinente alla vostra attività. Ma la nostra ambizione è anche quella di incoraggiare la vostra partecipazione, quella dei vostri colleghi e di altri operatori: maggiore sarà il coinvolgimento di coloro che operano nell’ambito dei servizi sociali, migliori saranno le politiche intraprese. L’obiettivo globale dell’MCA sociale è rendere visibile la coesione sociale in Europa. Affinché questo obiettivo possa concretizzarsi, è indispensabile ottenere il sostegno e la partecipazione degli operatori locali. Concentrandosi principalmente sull’apprendimento politico attraverso lo scambio di conoscenze a tutti i livelli amministrativi, gli operatori hanno a disposizione un ventaglio di possibilità non solo per approfondire ulteriormente le proprie cognizioni sulle tendenze attuali e sulle buone pratiche, ma anche per contribuire attivamente al dibattito politico.

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2 Cos’è l’MCA (Metodo di Coordinamento Aperto) per le politiche sociali Il processo di protezione e inclusione sociale dell’Unione europea si fonda sul cosiddetto “Metodo di Coordinamento Aperto” (MCA), un approccio “soft” al coordinamento intergovernativo fra le varie politiche, in virtù del quale le decisioni rimangono a livello nazionale e la cooperazione è volontaria.1 La Commissione europea si limita quindi a svolgere un ruolo di vigilanza, mentre il Parlamento europeo è praticamente assente da questo processo. Il motivo principale del coordinamento fra le politiche sociali a livello comunitario risiede nel fatto che, nonostante le notevoli differenze esistenti fra i vari sistemi di previdenza sociale in vigore in Europa, i singoli Stati membri si trovano ad affrontare problematiche comuni (come i cambiamenti demografici, i flussi migratori o, più di recente, la recessione economica) che richiedono una risposta di tipo coordinato. Nell’MCA sociale, i governi nazionali decidono insieme di perseguire obiettivi comuni e di utilizzare gli stessi indicatori comuni per monitorare il proprio stato di avanzamento. Su queste basi elaborano delle relazioni strategiche nazionali in materia di protezione e inclusione sociale che vengono valutate in una relazione congiunta dalla Commissione europea e dal Consiglio dei Ministri.2 Gli incontri hanno luogo inoltre nelle cosiddette “revisioni paritetiche” (peer reviews), dove rappresentanti dei Ministeri per gli Affari sociali nazionali valutano

reciprocamente programmi e strategie per affrontare specifici problemi sociali. Per quanto il potere legislativo rimanga competenza esclusiva dei governi nazionali, esiste in questo processo una chiara dimensione europea: i ministeri nazionali sottoscrivono un’agenda comune e valutano volontariamente i risultati ottenuti dalle politiche di altri Paesi sulla base di indicatori comuni. Per questo motivo l’MCA sociale viene spesso definito come un mezzo di apprendimento reciproco. Mettendo a confronto i rispettivi risultati nell’affrontare problemi sociali analoghi, i governi nazionali si espongono a un clima concorrenziale, passando al vaglio successi e fallimenti delle politiche sociali proprie e altrui. Si tratta quindi di un sistema che favorisce le condizioni di un ‘apprendimento mediante monitoraggio’, anche se non sono previste sanzioni formali in caso di risultati insoddisfacenti. Un altro aspetto ambiguo è che questo processo, malgrado la sua presunta apertura, è limitato ai rappresentanti degli Stati membri, alla Commissione europea e agli esperti in materia. La partecipazione pubblica è in pratica inesistente e gli attori non governativi hanno solo un accesso limitato tramite eventi come l’annuale Tavola rotonda europea sulla povertà e l’esclusione sociale, oppure grazie alle attività previste dal programma PROGRESS.

1. Varato per la prima volta con la politica europea per l’occupazione, il metodo di coordinamento aperto viene oggi applicato in diversi campi, come l’istruzione e le politiche giovanili. 2. Il Consiglio dei Ministri è il principale organo decisionale dell’Unione europea. È composto da 27 ministri nazionali (uno per ogni Stato membro), mentre il numero dei rappresentanti varia in base agli argomenti trattati in occasione delle riunioni del Consiglio. Il Consiglio preposto alle politiche sociali è l’EPSCO (Occupazione, politica sociale, salute e consumatori), costituito dai ministeri responsabili dell’occupazione, della protezione sociale, della tutela dei consumatori, della sanità e della parità di trattamento.

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3 Come funziona l’MCA per le politiche sociali L’MCA per le politiche sociali venne adottato nel 2000 in occasione del Consiglio europeo di Lisbona, dove i capi dei 15 Stati membri concordarono una strategia decennale per migliorare la competitività dell’Europa sul piano economico e imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà. Il metodo è stato rivisto due anni più tardi e successivamente nel 2005, apportando notevoli modifiche alla sua struttura. I tre settori d’intervento (inclusione sociale, pensioni, assistenza sanitaria e le cure a lungo termine), un tempo distinti, sono stati razionalizzati in un unico quadro caratterizzato da obiettivi comuni e dalla semplificazione delle procedure di rendicontazione. Allo stato attuale l’MCA, strutturato in cicli per favorire la cooperazione fra Stati membri e la presentazione periodica di relazioni alla Commissione europea, consta di diversi elementi chiave: gli obiettivi comuni, le relazioni strategiche nazionali sulla protezione e l’inclusione sociale, le relazioni congiunte sulla protezione e l’inclusione sociale, gli indicatori comuni.

a) Gli obiettivi comuni I governi nazionali hanno deciso di perseguire insieme due serie di obiettivi: gli obiettivi globali dell’MCA sociale e gli obiettivi specifici per ciascun settore d’intervento, ovvero inclusione sociale, pensioni e assistenza sanitaria e le cure a lungo termine.3 Gli obiettivi generali, che riguardano tutti i settori d’intervento dell’MCA sociale, sono i seguenti: 1. coesione sociale, parità fra uomini e donne e pari opportunità per tutti grazie a sistemi di protezione sociale e a interventi a favore dell’inclusione sociale che siano adeguati, accessibili, finanziariamente sostenibili, adattabili ed efficienti; 2. un’efficace interazione reciproca fra gli obiettivi di Lisbona per conseguire una maggiore crescita economica, maggiori e migliori opportunità di occupazione e

maggiore coesione sociale e con la strategia per lo sviluppo sostenibile dell’UE; 3. buona governance, trasparenza e partecipazione dei soggetti interessati all’elaborazione, all’applicazione e al monitoraggio di queste politiche.

Gli obiettivi specifici riguardano i tre settori tematici di intervento dell’MCA per le politiche sociali. Quelli specifici per l’inclusione sociale sono: 1. accesso universale alle risorse, ai diritti e ai servizi necessari per partecipare nella società, prevenendo e affrontando nel contempo il problema dell’esclusione e lottando contro qualsiasi forma di discriminazione che sia causa di emarginazione; 2. integrazione sociale attiva di tutti, promuovendo la partecipazione al mercato del lavoro e la lotta contro la povertà e l’esclusione; 3. valido coordinamento fra le politiche per l’inclusione sociale, con la partecipazione di tutti i livelli di governo e dei soggetti interessati, comprese le persone in situazione di povertà, facendo in modo che tali misure siano efficaci, efficienti e integrate in tutte le politiche pubbliche pertinenti, come le politiche economiche e di bilancio, le politiche dell’istruzione e della formazione nonché i programmi dei fondi strutturali (in particolare l’FSE). Sulla base di questi obiettivi, i ministeri nazionali di competenza elaborano delle relazioni strategiche nazionali (RSN) sulla protezione e l’inclusione sociale.

b) I principali soggetti interessati L’MCA per le politiche sociali è un processo che avviene a livello intergovernativo, ovvero tutte le decisioni vengono prese dai governi nazionali, che si riuniscono nel Consiglio EPSCO (Occupazione, Politica sociale, Salute e Consumatori).

3. COM(2005) 706 definitivo, Lavorare insieme, lavorare meglio: un nuovo quadro per il coordinamento aperto delle politiche di protezione sociale e di integrazione nell’Unione europea, Bruxelles, 22.12.2005.

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Per coordinare tale processo, l’UE ha istituito un Comitato per la protezione sociale (SPC).4 Questo organismo che è costituito da due funzionari per ciascun governo nazionale e da due rappresentanti della Commissione europea,5 ha il compito di monitorare le tendenze sociali e la messa a punto di politiche per la protezione sociale, promuovere lo scambio di conoscenze, esperienze e buone pratiche fra i governi nazionali ed elaborare relazioni, formulare opinioni o intraprendere altre attività entro i settori di sua competenza. In seno all’SPC è stato creato un sottogruppo “Indicatori” che ha lo scopo di formulare e definire indicatori in grado di monitorare i progressi ottenuti dai vari Paesi nel cammino verso il raggiungimento degli obiettivi comuni. Il Comitato per la protezione sociale collabora regolarmente con gli altri comitati UE responsabili delle politiche economiche e sociali, e più specificamente con il Comitato per l’occupazione (EMCO) e il Comitato per la politica economica (EPC).

c) Relazioni strategiche nazionali sulla protezione e l’inclusione sociale (RSN) Ogni tre anni, i Ministeri per gli Affari Sociali dei singoli Stati membri elaborano delle relazioni strategiche nazionali (RSN), in cui vengono descritti gli interventi politici previsti per raggiungere gli obiettivi comuni fissati dall’MCA sociale. Come indicato nella tabella sottostante, ogni RSN è composta da quattro sezioni, compreso un piano d’azione nazionale (PAN) per l’inclusione sociale (vedi Sezione 1 della tabella). Relazione strategica nazionale sulla protezione e l’inclusione sociale Introduzione

Sezione 1

Sezione 2

Sezione 3

Visione d’insieme e messaggi generali

Piano d’azione nazionale per l’inclusione sociale

Strategia nazionale per le pensioni

Strategia nazionale per la salute e le cure a lungo termine

Le RSN offrono una visione generale della situazione socioeconomica di ogni Paese, delineano le problematiche relative allo sviluppo sociale, specificano le politiche prioritarie delle amministrazioni nazionali e gli interventi che ne consentiranno l’attuazione. Vengono inoltre descritti gli accordi di governance volti a migliorare il coordinamento fra le varie politiche, in particolare i meccanismi previsti per intensificare la collaborazione fra i vari livelli amministrativi e la partecipazione della società civile. Le RSN rappresentano una valida fonte di informazione per gli operatori a qualsiasi livello amministrativo: contengono infatti tutte le misure adottate o previste da un determinato Stato membro e rappresentano uno dei pochi documenti che consentono di descrivere, in modo preciso e aggiornato, l’evoluzione degli interventi politici. Una comune critica alle RSN tuttavia è quella di essere degli strumenti più descrittivi che strategici, in quanto riassumono semplicemente in un unico documento delle misure politiche piuttosto che fornire una base per la loro applicazione. Questo difetto è rispecchiato nelle sezioni dedicate all’inclusione sociale: sebbene queste sezioni vengano chiamate Piani d’azione nazionale, molte non indicano un budget per ciascun obiettivo, né contengono un calendario di attuazione.

d) Relazioni congiunte sulla protezione e l’inclusione sociale Ogni anno la Commissione europea e il Consiglio dei Ministri elaborano una relazione congiunta sulla protezione e l’inclusione sociale. Questo documento, basato sulla valutazione di tutte le relazioni strategiche nazionali, descrive il progresso delle politiche nazionali e definisce messaggi chiave comuni a tutti gli Stati membri. In quanto espressione della posizione comune della Commissione e del Consiglio, le relazioni congiunte costituiscono uno dei più importanti punti di riferimento nel processo di modernizzazione e di riforma in materia di protezione e inclusione sociale in Europa. A queste relazioni vengono

4. Maggiori informazioni sul Comitato per la protezione sociale dell’UE sono reperibili alla pagina web: www.ec.europa.eu/social/main. jsp?catId=758&langId=en 5. La Commissione europea ha il compito di fornire al Comitato un supporto organizzativo e di analisi.

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allegati dei documenti di accompagnamento e dei “profili paese”, i quali danno un quadro dettagliato della situazione socioeconomica e delle misure politiche in atto in ogni Stato membro.6 Ogni ciclo MCA ha una durata di tre anni. Nel primo anno, le relazioni congiunte presentano una valutazione completa delle RSN. Negli anni successivi si concentrano invece su un tema specifico. Il primo di questi anni a tema specifico è stato il 2007, dedicato in particolare alla povertà infantile (Relazione congiunta per il 2008); nel 2009, l’approfondimento ha riguardato l’esclusione abitativa e il problema dei senza dimora. Nel 2010, l’interesse si concentrerà sugli impatti sociali dell’immigrazione. 2006

Anno a tema generale - Relazioni strategiche nazionali 2006–2008

2007

Anno a tema specifico – La povertà infantile

2008

Anno a tema generale - Relazioni strategiche nazionali 2008–2010

2009

Anno a tema specifico - L’esclusione abitativa e il problema dei senza dimora

2010

Anno a tema specifico - Gli impatti sociali dell’immigrazione (da confermare)

2011

Anno a tema generale - Relazioni strategiche nazionali 2011–2013 (da confermare)

Gli anni caratterizzati dal tema di approfondimento, di recente introduzione, danno alla Commissione e agli Stati membri la possibilità di eseguire un’analisi esaustiva e accurata di una specifica problematica sociale. L’importanza di una tale iniziativa non deve essere sottovalutata: l’esauriente studio sulla povertà infantile nel 2007 ha generato grande interesse su un argomento spesso trascurato. Da ciò è scaturito, in tutti gli Stati membri, un dibattito pubblico che ha condotto in ultima analisi a considerare la lotta contro la povertà infantile

come una delle priorità politiche nelle recenti relazioni strategiche nazionali di almeno 13 Paesi. Il documento riguardante il fenomeno dei senza dimora e l’esclusione abitativa per il 2009 include varie ricerche, fra cui uno studio indipendente dal titolo: “Housing exclusion: welfare policies, housing provision and labour markets” (L’esclusione abitativa: politiche di welfare, disponibilità di alloggi e mercati del lavoro), nonché un’autovalutazione della situazione in ogni Stato membro basata su un questionario redatto dal Comitato per la protezione sociale. Inoltre, la relazione UE sulla situazione sociale per il 2009 conterrà una sezione tematica sull’argomento, con l’adozione di indicatori comuni per monitorare il prezzo degli alloggi e il fenomeno della povertà abitativa. Anche se l’autovalutazione dei singoli Stati membri viene coordinata dai rispettivi Ministeri per gli Affari sociali, alcuni Paesi coinvolgono in questa attività enti locali, enti regionali ed altri soggetti interessati.

e) Gli indicatori statistici comuni Per monitorare e valutare i progressi ottenuti nel cammino verso il raggiungimento degli obiettivi comuni, durante un incontro svoltosi a Laeken (Belgio) nel 2001 gli Stati membri concordarono l’adozione di una serie di indicatori comuni (spesso denominati “indicatori di Laeken”).7 Questi indicatori, più volte sottoposti a modifiche al fine di rispecchiare l’evoluzione delle tendenze sociali, sono stati messi a punto da un sottogruppo8 del Comitato per la protezione sociale dell’Unione europea. L’attuale serie di indicatori comprende, fra gli altri, il tasso di rischio di povertà, il tasso di disoccupazione e il tasso di abbandono scolastico. Questi indicatori comuni influenzano in maniera significativa le metodologie di raccolta dei dati nei vari

6. Poiché gli autori di questi profili sono anche i responsabili delle misure politiche adottate a livello nazionale, questi documenti tendono a presentare gli effetti di tali politiche sotto una luce favorevole. Per una valutazione possibilmente più imparziale di questi profili è disponibile un’analisi eseguita dalla Commissione europea alla pagina web: www.ec.europa.eu/employment_social/spsi/docs/social_inclusion/2008/ joint_report_en.pdf 7. EUROCITIES (2001): Strengthening the Role of Local Authorities in the EU Strategy for Social Inclusion (Rafforzare il ruolo degli enti locali nella strategia comunitaria a favore dell’inclusione sociale); European Public Social Platform (2003): Report on the National Action Plans for social inclusion (Piattaforma pubblica sociale europea: Relazione sui Piani d’azione nazionale per l’inclusione sociale); EUROCITIES (2005): EUROCITIES Proposals for strengthening the OMC (Le proposte di EUROCITIES per il rafforzamento dell’MCA). 8. Per maggiori informazioni su questo sottogruppo: www.ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=751&langId=en

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Stati membri, e più specificamente il modo in cui vengono misurati i fenomeni sociali. Lo sviluppo di nuovi indicatori e la loro continua revisione contribuisce ad attirare l’attenzione dei ministeri nazionali verso problemi sociali emergenti o precedentemente trascurati, come la povertà infantile o l’esclusione abitativa.

f) I punti cardine del ciclo dell’MCA sociale 2008-2010 Il diagramma sottostante illustra il ciclo triennale dell’MCA sociale 2008-2010. Il ciclo è strutturato in modo da far tesoro dei progressi realizzati nei tre anni precedenti: la relazione congiunta per il 2008 (corrispondente al punto 1 del diagramma) prescrive infatti specifiche raccomandazioni da adottare per il metodo di coordinamento aperto durante il triennio 2008-2010.9 Dopo l’adozione della relazione congiunta da parte del Consiglio EPSCO (punto

9 > Tema di approfondimento per il 2010 sugli impatti sociali dell’immigrazione

2), la Commissione invia agli Stati membri una nota dettagliata sulle modalità di preparazione delle RSN (punto 3). Successivamente gli Stati membri hanno a disposizione circa 6-7 mesi per preparare le rispettive RSN (punto 4) e, durante questo periodo, avviano delle consultazioni interne (interministeriali) ed esterne (per esempio con ONG) prima di procedere alla stesura della relazione. La relazione viene quindi ultimata e adottata dall’autorità o dal ministero di competenza, e successivamente inviata alla Commissione per essere da questa vagliata e valutata. Questo iter dura da tre a quattro mesi e i risultati finali vengono inseriti sotto forma di raccomandazioni nella relazione congiunta per il 2009 (punti 5 e 6). Per tutto il 2009 sono state condotte attività di ricerca sul fenomeno dei senza dimora e sull’esclusione abitativa, che entreranno a far parte della relazione congiunta per il 2010 (punti 7 e 8). Nel 2010 il Comitato per la protezione sociale dell’Unione europea si occuperà in modo più specifico degli impatti sociali dell’immigrazione (punto 9).

1 > Relazione congiunta per il 2008

2010 2 > Relazione congiunta adottata dal Consiglio EPSCO

8 > Relazione congiunta per il 2010

Ciclo MCA 7 > Tema di approfondimento sull’esclusione abitativa e il fenomeno dei senza dimora: la Commissione elabora una relazione sulla base dei questionari inviati agli Stati membri

2009 6 > Relazione congiunta per il 2009

3 > Elaborazione da parte della Commissione europea di linee guida (basate sulle raccomandazioni contenute nella relazione congiunta) per la stesura delle relazioni strategiche nazionali (RSN) dei singoli Stati membri

4 > Preparazione delle RSN nei vari Stati membri (6-7 mesi)

5 > Analisi e valutazione delle RSN da parte della Commissione europea, che include dati e raccomandazioni nella relazione congiunta per il 2009

9. Relazione congiunta per il 2008 sulla protezione e sull’inclusione sociale, pp.118-119.

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2008


4 Il coinvolgimento di EUROCITIES nell’MCA per le politiche sociali Dal 2000 EUROCITIES si occupa di seguire attentamente la partecipazione delle città al metodo di coordinamento aperto e in particolare il coinvolgimento di questi soggetti alla preparazione e all’attuazione dei Piani d’Azione Nazionale per l’inclusione sociale (PAN Incl). Nel 2001 è stato istituito un gruppo di lavoro sull’inclusione sociale con lo scopo di sostenere il contributo delle città all’MCA ed è stata avviata una collaborazione con altre reti europee per sviluppare una piattaforma sociale pubblica europea al fine di migliorare la cooperazione fra enti locali ed enti regionali. Nei documenti programmatici e nei rapporti di valutazione EUROCITIES ha evidenziato l’insufficiente partecipazione degli enti locali alla preparazione e alla scelta dei contenuti dei PAN, la mancanza di sensibilizzazione nei confronti dell’Agenda sociale dell’UE a livello urbano e l’assenza di politiche di inclusione sociale locale nei PAN.10 Considerando il ruolo cruciale che le città svolgono nell’offerta dei servizi sociali, è stata ribadita l’importanza del loro coinvolgimento nella preparazione e nell’attuazione dei PAN. Analoghi timori sono stati espressi in diverse relazioni congiunte sulla protezione e l’inclusione sociale, dove è stata messa in evidenza l’insufficiente partecipazione delle amministrazioni comunali al metodo di coordinamento aperto. La relazione congiunta per il 2008, ad esempio, ha invocato un ulteriore miglioramento della governance “con il coinvolgimento costante delle parti interessate, ivi comprese le autorità locali, nel ciclo di azioni strategiche del metodo aperto di coordinamento”.11 Per vincere queste sfide, EUROCITIES e la Commissione europea hanno istituito il programma Inclusive Cities for Europe (Città per l’inclusione sociale in Europa). Tale iniziativa opera in due direzioni: dal basso verso l’alto, promuovendo la partecipazione delle città all’MCA sociale con la diffusione della conoscenza dell’Agenda sociale europea; dall’alto verso il basso, sensibilizzando i governi nazionali a riconoscere il ruolo svolto dalle città nella valorizzazione dell’inclusione sociale. Con riferimento al ciclo dell’MCA sociale 2008-2010, EUROCITIES ha cominciato a mobilitarsi per favorire un

maggiore coinvolgimento delle città nella preparazione dei PAN Incl 2008-2010. A tal scopo sono stati organizzati in diversi Stati membri dei seminari cui hanno partecipato rappresentanti delle amministrazioni locali e loro omologhi a livello nazionale, ivi compresi i funzionari responsabili della stesura dei PAN. I seminari, che si sono svolti nel Regno Unito, in Polonia e nei Paesi Bassi, hanno offerto ai rappresentanti degli enti locali un’occasione preziosa per discutere delle problematiche più importanti e delle priorità legate alla progettazione e all’applicazione delle politiche di inclusione sociale a livello nazionale ed europeo. I seminari si sono rivelati positivi per entrambe le parti: i rappresentanti dei ministeri nazionali hanno potuto conoscere le problematiche locali relative all’attuazione e all’offerta di servizi sul campo, mentre i funzionari comunali hanno ottenuto informazioni dirette sui PAN e sul processo di inclusione sociale dell’Unione europea. Alcune fra le questioni discusse in occasione di questi seminari hanno riguardato l’edilizia sociale, l’offerta di servizi destinati ai disoccupati a lungo termine, l’accessibilità e la fruizione dei servizi sociali. I partecipanti hanno menzionato problemi specifici come la scarsa fruizione delle prestazioni sociali nei Paesi Bassi dovuta alla mancanza di chiarezza nelle informazioni, l’emergenza nel Regno Unito di zone urbane critiche, caratterizzate da molteplici problemi sociali, e la persistenza di gravi problemi di emarginazione sociale in alcuni strati della popolazione in Polonia. Nonostante l’eterogeneità di questi problemi, tutti i partecipanti hanno ribadito la necessità di approcci integrati a livello locale per lottare contro il carattere sempre più sfuggente e mutevole delle questioni sociali. Le conclusioni di questi seminari hanno costituito la base delle raccomandazioni emesse dalle città ai ministeri responsabili della stesura dei PAN.12 Nel PAN olandese e nel PAN polacco è stata fatta esplicita menzione dei seminari organizzati da EUROCITIES. Per rendere più incisivo l’impatto di queste iniziative, EUROCITIES ha inviato una lettera al Comitato per la protezione sociale (SPC), sottolineando l’importanza dei PAN a livello cittadino, soprattutto in relazione a problemi tipici delle aree urbane come ad esempio la coesistenza di

10. EUROCITIES (2001): Strengthening the Role of Local Authorities in the EU Strategy for Social Inclusion (Rafforzare il ruolo degli enti locali nella strategia comunitaria a favore dell’inclusione sociale); European Public Social Platform (2003): Report on the National Action Plans for social inclusion (Piattaforma pubblica sociale europea: Relazione sui Piani d’azione nazionale per l’inclusione sociale); EUROCITIES (2005): EUROCITIES Proposals for strengthening the OMC (Le proposte di EUROCITIES per il rafforzamento dell’MCA). 11. Vedi: Consiglio dell’Unione Europea, documento 7274/08, Relazione congiunta per il 2008 sulla protezione e sull’inclusione sociale. 12. Sono stati organizzati tre seminari nazionali a Bydgoszcz (Polonia), ad Eindhoven (Paesi Bassi) e a Leeds (Regno Unito). Il Processo Di Protezione E Inclusione Sociale Dell’unione Europea 2008-2010 / 7


diverse forme di povertà. Per facilitare il dialogo sono stati anche forniti ai membri del Comitato per la protezione sociale nominativi di funzionari ed esperti in vari centri urbani di grandi dimensioni. Il messaggio di EUROCITIES ha ribadito le conclusioni raggiunte nei seminari nazionali, sottolineando il ruolo svolto dagli enti locali nell’erogazione dei pubblici servizi e le difficoltà incontrate nell’applicazione delle politiche sociali sul campo. Nella seconda metà del 2008, dopo la stesura dei PAN da parte degli Stati membri, l’attività di EUROCITIES si è concentrata sulla valutazione di questi documenti, con l’intenzione di verificare fino a che punto erano state prese in considerazione le problematiche locali. A tale scopo è stato formulato un questionario per assistere gli operatori urbani nella valutazione dei PAN; i risultati del questionario sono stati ulteriormente discussi nel corso di un seminario internazionale che ha visto insieme rappresentanti dei governi nazionali e della Commissione europea, amministratori comunali, ONG ed esperti.

6 > EUROCITIES rilascia una dichiarazione sugli impatti sociali dell’immigrazione

5 > EUROCITIES pubblica un documento programmatico sul tema dell’edilizia accessibile 4 > EUROCITIES pubblica l’opuscolo “Il processo di protezione e inclusione sociale dell’Unione europea 20082010: le opportunità per gli operatori locali”

I risultati della nostra valutazione sono stati presentati alla Commissione come contributo alla relazione congiunta. Dalla valutazione è emerso che le città sono state coinvolte nella preparazione di questi piani in vari modi, come ad esempio tramite consultazioni con associazioni nazionali oppure organizzando incontri specifici. Tutte le relazioni hanno riconosciuto il ruolo svolto dagli enti locali nell’applicazione delle politiche per l’inclusione sociale; tuttavia, nella maggior parte dei casi non è stata riconosciuta l’esistenza di problemi urbani specifici né di disuguaglianze locali, e solo alcuni documenti hanno menzionato l’esigenza di approcci integrati nella lotta contro la povertà e l’esclusione. Pertanto, nelle nostre raccomandazioni abbiamo chiesto una partecipazione più profonda, tempestiva e sistematica delle città alla stesura dei PAN e migliori meccanismi di cooperazione fra enti locali e governi nazionali. EUROCITIES ha anche proposto di assistere la Commissione europea nell’elaborazione di linee guida volontarie sui processi di consultazione per il

2010

prossimo ciclo dell’MCA.13

2010

Ciclo MCA 2009

1 > EUROCITIES organizza un seminario internazionale e tre seminari nazionali sul tema dell’inclusione sociale

2008

2 > EUROCITIES invia un messaggio al Comitato per la protezione sociale (SPC): “È necessario che i molteplici aspetti dell’esclusione sociale siano affrontati in modo integrato e in un clima di genuina collaborazione tra tutte le parti interessate”

3 > EUROCITIES esamina i Piani d’azione nazionali per l’inclusione sociale 2008-2010

13. Le linee guida per la consultazione sono state annunciate dalla Commissione europea nel documento “Un rinnovato impegno a favore dell’Europa sociale: rafforzamento del metodo di coordinamento aperto per la protezione sociale e l’integrazione sociale”, COM (2008) 418 def., Bruxelles, 2.7.2008.

8 / Il Processo Di Protezione E Inclusione Sociale Dell’unione Europea 2008-2010


5 Il sostegno alle attività a livello comunitario: il programma PROGRESS Nei capitoli precedenti sono state descritte le componenti principali dell’MCA, ovvero gli obiettivi e gli indicatori comuni, le RSN e le relazioni congiunte. Per rafforzare la loro applicazione, il programma dell’Unione Europea per l’occupazione e la solidarietà sociale PROGRESS (20072013) sta finanziando una serie di attività ausiliarie. Grazie al contributo dato alle reti e alle attività di scambio e di ricerca, PROGRESS offre una base concreta indispensabile per l’MCA per le politiche sociali, favorendo l’ analisi e lo sviluppo delle politiche in questione.14 Grazie alla loro natura relativamente aperta, queste attività rappresentano per gli operatori cittadini un modo per partecipare ai processi dell’MCA.

La revisione paritetica nel sottoprogramma per la protezione e l’inclusione sociale La revisione paritetica (peer review) mira a facilitare l’apprendimento reciproco fra i ministeri nazionali attraverso una serie di seminari su vari temi. Ogni ministero ha la facoltà di scegliere gli argomenti che considera particolarmente attinenti alla propria realtà. Nel 2009 sono stati organizzati dieci seminari di questo tipo in otto Paesi, con argomenti che hanno spaziato dall’assistenza sociale in Danimarca alle strategie urbane in Gran Bretagna, dagli approcci integrati per affrontare il problema dell’esclusione dei Rom in Grecia alla pianificazione dell’assistenza per i senzatetto in Austria.15 Ogni seminario prevede la partecipazione di un rappresentante dello Stato membro, il quale sottopone all’attenzione degli esperti della Commissione, ai rappresentanti degli altri Paesi e ad organizzazioni di esperti un programma o un’iniziativa politica che diventa successivamente oggetto di discussione da parte dei partecipanti, i quali ne considerano il funzionamento

in un contesto nazionale, il contributo in termini di raggiungimento degli obiettivi dell’UE e l’eventualità che alcuni elementi della politica in esame possano essere applicati anche in altri Paesi. Le conclusioni di questi seminari rappresentano una preziosa fonte di informazioni per gli operatori e sono reperibili alla pagina web:  www.peer-review-social-inclusion.eu/peer-reviews.

Sottoprogramma di valutazione Questo programma mira ad assistere la Commissione nell’opera di monitoraggio e valutazione dell’applicazione dei Piani d’azione nazionale per l’inclusione sociale. La Commissione ha creato una rete di esperti indipendenti in materia di inclusione sociale incaricata di stilare una serie di relazioni che valutano l’applicazione dei PAN e le loro implicazioni per il futuro delle politiche sociali dell’UE.16 Gli esperti sono tenuti a fornire queste relazioni tre volte all’anno: due relazioni riguardo a una problematica specifica, individuata come priorità nell’ambito della strategia per l’inclusione sociale, e una valutazione indipendente del “settore d’inclusione sociale” della relazione strategica nazionale per la protezione e l’inclusione sociale. Le relazioni danno un giudizio prezioso e indipendente sulle politiche nazionali e un’analisi del contesto di tali misure descritte dai ministeri nei relativi documenti. Due tipici esempi di queste relazioni sono la valutazione e le raccomandazioni per il miglioramento del processo d’inclusione sociale nell’Unione europea (2008) e l’interazione fra questo processo d’inclusione sociale e la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione (2007). Tutti questi documenti sono disponibili alla pagina web: www.peer-review-social-inclusion.eu/ network-of-indipendent-experts.

14. In questo senso, l’obiettivo del programma PROGRESS differisce da quello del Fondo Sociale Europeo, che nasce a sostegno della cosiddetta ‘azione diretta’, ovvero l’attuazione di politiche per l’occupazione e l’inclusione sociale nei singoli Stati membri. 15. Il programma di revisioni paritetiche per il 2009 è disponibile alla pagina web: www.peer-review-social-inclusion.eu/peer-reviews 16. Tutte le relazioni sono disponibili alla pagina web: www.peer-review-social-inclusion.eu/network-of-independent-experts

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Progetti di scambio transnazionali17 Questi progetti intendono promuovere l’apprendimento reciproco e lo scambio di buone pratiche fra gli operatori (ONG, enti locali ecc.) negli Stati membri dell’UE ma anche nei Paesi candidati e nei Paesi EFTA/SEE. Ecco alcuni dei progetti organizzati nel 2008 e nel 2009: ■■ European Cities Against Child Poverty (Rete di città europee contro la povertà infantile)18, un’iniziativa portata avanti dalla Greater London Authority per affrontare le origini della povertà infantile in diverse città e condividere esperienze pratiche che hanno ottenuto risultati positivi. Il progetto si occupa in particolare del ruolo svolto dalle politiche per l’istruzione e l’assistenza sanitaria nella lotta contro la povertà, sull’accesso dei genitori al mondo del lavoro e sull’impatto delle condizioni abitative precarie sull’infanzia. Le città aderenti a questo progetto condividono le rispettive conoscenze mediante casistiche e questionari, e su questa base hanno elaborato un manuale sulla povertà infantile e sui modi di affrontare il problema da parte delle amministrazioni comunali. ■■ Il progetto CONNECTIONS,19 condotto dalla città di Rotterdam, mira a indagare e a comprendere le strutture di governance che mettono in relazione le politiche sociali, i servizi e le parti interessate e creano un approccio coordinato ed efficace per lottare contro l’esclusione sociale. Questo progetto si avvale di un metodo di revisione paritetica, mediante il quale le città partecipanti possono esprimersi sulle reciproche politiche. Ogni città identifica un argomento che serve a illustrare una risposta ‘unificata’ o integrata. Questi argomenti sono ad esempio: ■■ l’accesso a servizi di qualità per gruppi emarginati  (sanità, prestazioni sociali, alloggi, strutture di quartiere); ■■ prevenzione e lotta all’esclusione finanziaria; ■■ strutture residenziali a lungo termine per i cittadini senza fissa dimora;

■■ inclusione dei gruppi più esposti, come famiglie monoparentali e adolescenti con problemi; ■■ elaborazione di politiche/strategie combinate. Per la revisione paritetica, ogni città si avvale di un gruppo composto da un funzionario amministrativo locale o da un esperto in erogazione di servizi, da un rappresentante di un’organizzazione di volontariato/ONG con esperienza nell’erogazione di servizi nel settore in questione e di un rappresentante del mondo accademico o della ricerca.

Eventi I principali eventi internazionali finanziati dalla Commissione europea tramite il programma PROGRESS sono la Tavola rotonda sulla povertà e l’esclusione sociale e lo European Meeting of People Experiencing Poverty. La Tavola rotonda sulla povertà e l’esclusione sociale è un convegno annuale che riunisce circa 300 rappresentanti dei ministeri nazionali e delle principali reti UE. L’evento ha luogo in ottobre e viene organizzato dal Paese che detiene la presidenza dell’UE (la Svezia per il secondo semestre del 2009). Quest’anno il tema dell’incontro verte sulle nuove difficoltà di inclusione attiva alla luce della recessione economica. L’ordine del giorno viene sempre redatto in stretta collaborazione con la società civile attraverso le reti UE sostenute dal programma PROGRESS. Nel mese di maggio di ogni anno ha luogo a Bruxelles lo European Meeting of People Experiencing Poverty. Organizzato dalla Commissione europea, dal Paese che detiene la presidenza dell’Unione Europea e dall’EAPN (European Anti-Poverty Network), tale evento consente alle popolazioni colpite da povertà ed esclusione sociale di intrecciare un dialogo con i responsabili politici nazionali ed europei.

17. Per maggiori informazioni sui progetti di scambio transnazionali: www.ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=751&langId=en 18. Per maggiori informazioni sul progetto European Cities Against Child Poverty: www.againstchildpoverty.com/ 19. Per maggiori informazioni sul progetto CONNECTIONS: www.connectiontionsprogress.eu

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Studi PROGRESS finanzia anche studi comparativi internazionali che trattano in modo specifico aree già identificate dalle RSN e avanzano proposte per interventi futuri.20 Questi documenti sono di norma accompagnati da studi a carattere nazionale e offrono una panoramica esaustiva delle problematiche e delle misure politiche adottate in un determinato settore.

Un sostegno alle principali reti europee Per creare capacità e coinvolgere nel dialogo i rappresentanti della società civile, il programma PROGRESS contribuisce a coprire i costi di esercizio

di importanti reti UE come l’EAPN (European AntiPoverty Network), Eurochild, COFACE, Caritas Europea, Eurodiaconia, FEANTSA e la European Social Network. Dal 2008 EUROCITIES riceve inoltre il sostegno del programma Inclusive Cities for Europe.21 Il sostegno alle reti UE rappresenta probabilmente il filone di finanziamento più importante del programma PROGRESS, in quanto crea un legame concreto di collaborazione fra Commissione europea, Comitato per la protezione sociale e società civile, consolidando significativamente le capacità di comunicazione e di analisi delle varie reti con la produzione di numerosi documenti, anche di tipo programmatico, eventi e così via.

20. Gli studi sono consultabili alla pagina web: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=751&langId=en 21. Per maggiori informazioni sulle reti supportate: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=751&langId=en

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6 Il piano d’azione nazionale per l’inclusione sociale 2008-2010   – una panoramica per gli operatori locali Come già anticipato nelle parti introduttive di questo opuscolo, ogni relazione strategica nazionale per la protezione sociale 2008-2010 prevede come secondo capitolo un Piano d’azione nazionale per l’inclusione sociale (PAN Incl). Questi documenti rappresentano una preziosa fonte di informazioni sulle tendenze e le priorità relative alle politiche sociali nazionali. Tutte le relazioni sono consultabili accedendo alla pagina web della Commissione europea riservata all’MCA sociale: www.ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=757&langId=it La tabella sottostante riassume il Piano d’azione nazionale adottato in Italia, specificando le principali priorità politiche e i relativi provvedimenti. Nell’ultima colonna viene descritta nei particolari la dimensione locale del piano, facendo eventualmente riferimento a politiche o programmi specifici che vedono il coinvolgimento delle autorità locali. Vengono anche forniti i dati dei referenti responsabili del PAN nei dipartimenti ministeriali. I dati riepilogativi presenti nella tabella sono stati prodotti dalla sede di EUROCITIES a Bruxelles e con il contributo nostri membri, laddove possibile. I numeri di pagina citati nella colonna “Priorità politiche” si riferiscono al documento originale.

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ITALIA Il PAN è stato preparato con la collaborazione degli enti locali e regionali, ma anche di ONG e delle parti sociali. Nel PAN si ribadisce la necessità di un’adeguata struttura di cooperazione fra tutti i livelli amministrativi, in particolare tramite l’organizzazione di tavole rotonde permanenti con la partecipazione di rappresentanti di tutti i governi ma anche attraverso la definizione di criteri base per l’erogazione di servizi pubblici a tutti i livelli. Il PAN menziona anche il “divario Nord-Sud”, con disparità fra i tassi di povertà che non hanno equivalenti in altri paesi europei.

Membri del Comitato per la protezione sociale Raffaele Tangorra Ministero Solidarietà, economista Ufficio del Primo Ministro, Dipartimento Affari economici Via Barberini 38, 00187 Roma Tel.: +39 06 36 75 4457 E-mail: rtangorra[at]lavoro.gov.it Giovanni Geroldi Direttore Generale Politiche Previdenziali Ministero del Lavoro Via Flavia 6, 00187 Roma Tel: +39 06 46832431 E-mail: ggeroldi[at]lavoro.gov.it

Priorità politiche

Interventi chiave

Dimensione locale

Persone in condizione di estrema povertà e senza dimora

Introduzione di una “Carta Acquisti” per i soggetti più indigenti (destinata all’acquisto di generi alimentari, al pagamento delle bollette, alla fruizione di sconti). Inoltre, è in previsione la possibilità di collegare questa carta all’accesso ad altri servizi (per esempio a indennità e ad assegni familiari).

Gli interventi nella lotta contro il fenomeno dei senzatetto (registro per le persone senza fissa dimora) saranno attuati in modo congiunto a livello nazionale, regionale e locale, avvalendosi dell’esperienza acquisita dalle unità di monitoraggio locale (finanziate dagli enti locali e dall’Unione europea). Finora il programma è stato attuato in diversi grandi comuni ma potrebbe espandersi su tutto il territorio nazionale attraverso un accordo con l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani).

(pp. 29-30)

Programma nazionale di lotta contro il fenomeno dei senza dimora e la povertà estrema (creazione di un registro dei cittadini senza dimora per consentire l’accesso a servizi cui hanno diritto). Creazione di linee guida per la comparazione della povertà in diversi centri urbani. Creazione di una tavola rotonda nazionale sul tema dell’inclusione sociale simile alla tavola rotonda a livello UE, in cui verrebbero coinvolti gli enti locali e altre parti sociali.

Piano per il sostegno delle famiglie a basso reddito (p. 30)

Piano per i cittadini più giovani (pp. 31-33)

Piano nazionale per l’edilizia popolare volto ad aumentare il numero di alloggi e a migliorare gli alloggi già esistenti, con progetti di riqualificazione urbana (con un interesse specifico per le famiglie a basso reddito, gli anziani, le persone a rischio di sfratto, gli studenti in affitto). Introduzione della “Carta Acquisti” (vedi sopra) e miglioramento della rete dei servizi locali disponibili a favore delle famiglie a basso reddito e delle famiglie con minori. Piano d’azione per i minori (2008-2010) che prevede un sostegno generalizzato ai minori e alle famiglie in settori come l’istruzione o l’occupazione ma anche contro l’abuso e lo sfruttamento di minori. Miglioramento dei servizi di affidamento. Aumento della disponibilità di strutture per l’assistenza dei minori, specialmente nelle regioni con maggiori carenze.

Piano per l’integrazione delle popolazioni di immigrati, Rom e Sinti (pp. 33-34)

Il piano nazionale per l’edilizia popolare sottolinea la necessità di investire in progetti integrati di riqualificazione urbana.

Tali misure si imperniano sul miglioramento della conoscenza della lingua italiana (in special modo per i figli degli immigrati di recente insediamento), sulla promozione dell’accesso all’istruzione (specialmente fra la popolazione femminile, con assunzioni e programmi di formazione) e sull’accesso agli alloggi (ristrutturazione degli alloggi esistenti, progetti di riqualificazione urbana, aumento del numero di alloggi). Mappatura della situazione delle comunità Rom, Sinti e delle popolazioni nomadi in generale, individuando strutture e servizi locali disponibili per queste comunità, oltre a progetti di inclusione locale. Scambio di esperienze nel campo del lavoro con i Rom fra Italia e i Paesi dei Balcani occidentali.

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Nel campo dei servizi per l’affidamento, dei comitati di coordinamento regionale saranno preposti alla raccolta di dati relativi alle realtà locali e lanceranno nuove iniziative alla luce di queste nuove conoscenze. Le autorità locali sono inoltre responsabili dell’erogazione dei servizi di assistenza all’infanzia e della creazione di indicatori per il monitoraggio delle iniziative volte ad aumentare il numero di strutture locali destinate all’infanzia. Gli enti locali vengono menzionati nel contesto dei programmi di riqualificazione urbana, nonché nella raccolta di esperienze locali nella lotta contro l’emarginazione dei Rom e dei Sinti e nello scambio di esperienze fra varie regioni europee.


7 Glossario

Agenda sociale dell’UE Destinato ad essere ridefinito nel 2010, lo scopo generale dell’Agenda è quello di modernizzare il modello sociale europeo e garantire non solo una collaborazione fra le politiche economiche, sociali e di occupazione ma anche un loro reciproco consolidamento. La Commissione europea si avvale di una serie di strumenti politici per raggiungere gli obiettivi definiti nell’Agenda, come la legislazione, il dialogo sociale, il finanziamento di strumenti e la cooperazione fra gli Stati membri.

Comitato per la protezione sociale dell’Unione europea (SPC) Il processo politico sociale dell’UE viene coordinato dal Comitato per la protezione sociale dell’Unione europea. Questo organismo, costituito da due delegati di ciascun governo nazionale e da due rappresentanti della Commissione europea, ha il compito di monitorare le tendenze sociali e lo sviluppo delle politiche per la protezione sociale, promuovere lo scambio di conoscenze, esperienze e buone pratiche ed elaborare relazioni, formulare opinioni o intraprendere altre attività entro i settori di sua competenza.

Metodo di coordinamento aperto Il metodo di coordinamento aperto è uno strumento inteso a coordinare le politiche fra Stati membri, basato sulla cooperazione volontaria. Si avvale di meccanismi legislativi “soft” come linee guida e indicatori, analisi comparative e condivisione delle migliori pratiche, definiti “soft” in quanto non sono previste sanzioni ufficiali. L’MCA è stato varato per la prima volta nell’ambito della politica europea per l’occupazione; oggi viene applicato in diversi campi, per esempio per le politiche sociali, nell’istruzione e nelle politiche giovanili.

Metodo di coordinamento aperto per le politiche sociali Definito comunemente MCA sociale, è un approccio “soft” al coordinamento intergovernativo fra le varie politiche, in virtù del quale le decisioni rimangono a livello nazionale e la cooperazione è volontaria. L’MCA è strutturato in cicli triennali e consta di diverse componenti principali: gli obiettivi comuni, le relazioni strategiche nazionali sulla protezione e l’inclusione sociale, le relazioni congiunte sulla protezione e l’inclusione sociale, gli indicatori comuni.

Obiettivi comuni In seno all’MCA sociale, gli Stati membri hanno concordato degli obiettivi comuni, che vengono tradotti dagli Stati membri in politiche nazionali attuate tramite Piani d’azione nazionali. Agli Stati membri è data facoltà di decidere le modalità per raggiungere questi obiettivi.

Piano d’azione nazionale per l’inclusione sociale (PAN Incl) Questo piano descrive le priorità nazionali nel settore delle politiche sociali e delinea gli sviluppi nelle tendenze socioeconomiche. Molti piani d’azione nazionali non indicano un budget per ciascun obiettivo, né contengono un calendario di attuazione.

Processo di protezione e inclusione sociale dell’Unione Europea Grazie a questo processo, l’Unione europea può coordinare e promuovere fra gli Stati membri la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, e riformare i sistemi di previdenza sociale in base allo scambio di politiche e all’apprendimento reciproco. Il processo di basa sul metodo di coordinamento aperto (MCA).

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PROGRESS (Programma UE per l’occupazione e la solidarietà sociale, 2007-2013) Lo scopo di questo programma di finanziamento è quello di consolidare l’applicazione delle politiche sociali comunitarie e di informare sullo sviluppo di tali politiche. Vengono finanziate una serie di attività ausiliari come le revisioni paritetiche, i progetti di scambio transnazionali, studi comparativi e convegni. PROGRESS sostiene inoltre alcune fra le principali reti UE, come ad esempio EUROCITIES.

Relazioni congiunte sulla protezione e l’inclusione sociale Ogni anno la Commissione europea e il Consiglio dei Ministri elaborano una relazione congiunta sulla protezione e l’inclusione sociale. Questo documento, basato sulla valutazione di tutte le relazioni strategiche nazionali, descrive il progresso delle politiche nazionali e definisce messaggi chiave comuni a tutti gli Stati membri.

Relazioni strategiche nazionali sulla protezione e l’inclusione sociale (RSN) Ogni tre anni, i Ministeri per gli Affari sociali dei singoli Stati membri elaborano delle relazioni strategiche nazionali (RSN), in cui vengono descritti gli interventi politici previsti per raggiungere gli obiettivi comuni fissati dall’MCA sociale. Le RSN offrono una visione generale della situazione socioeconomica di ogni Paese e delle problematiche relative allo sviluppo sociale, in particolar modo delle politiche prioritarie delle amministrazioni nazionali e degli interventi che ne consentiranno l’attuazione. Ogni RSN è composta da quattro sezioni, compreso un piano d’azione nazionale (PAN) per l’inclusione sociale.

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Revisione paritetica (peer review) In un processo di revisione paritetica, colleghi ed esperti provenienti da campi analoghi applicano le proprie esperienze e conoscenze per valutare criticamente l’opera degli altri e trarne insegnamento. Diffusa nel mondo accademico, la revisione paritetica viene sempre più applicata in altri settori di attività.

Revisione paritetica (peer review) sulla protezione e l’inclusione sociale La revisione paritetica nell’ambito dell’inclusione sociale si basa su una serie di seminari in cui i rappresentanti dei governi nazionali invitano gli omologhi di altri Stati membri a valutare una misura politica, un programma o un accordo istituzionale attualmente in vigore. Nella prima fase di una revisione paritetica, il governo ospite traccia una breve relazione su una determinata politica, e successivamente un esperto indipendente produce una seconda relazione, nella quale questa politica viene inserita in un contesto più ampio. Su questa base, i rappresentanti degli altri governi esprimono i propri commenti, aggiungendo informazioni riguardanti la situazione nei rispettivi Paesi. Ha luogo quindi una riunione generale, nel corso della quale le politiche del Paese ospite vengono passate più attentamente al vaglio con visite sul campo, ulteriori presentazioni e discussioni. Nella terza e ultima fase, il Paese ospite riceve delle osservazioni e delle raccomandazioni; i pareri espressi possono quindi servire a migliorare le procedure sin qui seguite.


Questa pubblicazione è patrocinata dal Programma comunitario europeo per l’occupazione e la solidarietà sociale (2007-2013) Il programma è stato istituito per sostenere finanziariamente l’attuazione degli obiettivi dell’Unione europea nel campo dell’occupazione e degli affari sociali, così come stabilito dall’Agenda sociale. A tale scopo, PROGRESS mira a: ■■ fornire un’analisi e un servizio di consulenza politica in materia di occupazione, solidarietà sociale e parità fra uomini e donne; ■■ monitorare e documentare l’attuazione della legislazione UE e delle relative politiche in materia di occupazione, solidarietà sociale e parità fra uomini e donne; ■■ promuovere il trasferimento, l’apprendimento e il sostegno delle politiche fra gli Stati membri su obiettivi e priorità dell’Unione europea; e ■■ dare voce alle opinioni dei soggetti coinvolti e della società in senso più ampio. Per ulteriori informazioni: www.ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=327&langId=it Le informazioni contenute nella presente pubblicazione non rispecchiano necessariamente le posizioni o le opinioni della Commissione europea. Gli autori di questa pubblicazione sono: Simon Guentner, EUROCITIES Senior Policy Officer – Social Affairs, Anna Drozd, EUROCITIES Programme Officer – Social Inclusion, Rory Moody, EUROCITIES Communications Officer – Inclusive Cities EUROCITIES Square de Meeûs 1, B-1000 Bruxelles, Belgio Tel.: +32 2 552 08 88 www.eurocities.eu

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