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L'Italia nell'arena dell'Impresa 4.0
L'ultima puntata della lunga storia del progetto varato nell’ottobre del 2012 dall’allora esecutivo Monti sono gli emendamenti al decreto legge “Semplificazioni”, approvati dalle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato a fine gennaio. Nella lista delle mozioni spiccano voci che toccano da vicino i temi contenuti nell’Agenda Digitale. Proviamo a riassumerli: un iter più snello per la posa della nuove reti a banda larga (soprattutto in caso di utilizzo di tecnologie di scavo a basso impatto ambientale), l’esenzione degli operatori sanitari dall’obbligo della fatturazione elettronica, l’esclusione dalla Web Tax (pensata per gli “over the top” come Google, Amazon e Facebook) di alcuni soggetti, tra cui Borsa Italiana, la “certificazione” di blockchain e smart contract quali tecnologie per l’aggiornamento e l’archiviazione dei dati. In ultimo c’è il passaggio, previsto a partire dal 2020, dei poteri e delle funzioni del Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale: diventeranno prerogativa del presidente del Consiglio.
Al di là della disquisizione sulla bontà del travaso di competenze, è interessante mettere a fuoco che cosa ci sia oggi sul tavolo dell’esecutivo e delle figure deputate a gestire i progetti legati al digitale, a partire da quello di Luca Attias, l’erede di Diego Piacentini nel ruolo di Commissario, e del direttore generale dell’Agid, Teresa Alvaro.
Le misure ci sono. Serve visione A detta di molti, il 2019 potrebbe essere l’anno del tanto atteso cambio di passo per la trasformazione in chiave tecnologica del Paese, ma non sono pochi coloro che, lecitamente, scorgono elementi di preoccupazione legati a una possibile (e molto pericolosa) empasse nell’attuazione dei progetti definiti sulla carta. Autorevoli rappresentati dell’ecosistema italiano dell’innovazione (ne ospitiamo alcuni in questo numero di Technopolis) plaudono alle misure contenute nella legge di bilancio 2019: in particolare le agevolazioni fiscali a sostegno degli investimenti in materia di Industria 4.0 e gli strumenti di supporto e di incentivo per startup e venture capital. Ma l’invito a ragionare in ottica strategica e di lungo periodo, non solo in termini di provvedimenti di utilità contingente, suona altrettanto forte: è necessario infatti definire in modo chiaro e programmatico un piano di crescita organica legata a questi settori. Se la diffusione delle reti 5G è il leitmotiv che accompagnerà molte iniziative in materia di telecomunicazioni, è necessario evidenziare che sullo sviluppo delle nuove reti aleggia qualche ombra, sia di carattere normativo sia legata ai grandi operatori coinvolti, così come non sembra del tutto cristallino il futuro prossimo del piano per la banda ultralarga. C’è poi la “new entry” dell’obbligo della fatturazione elettronica fra imprese, introdotto all’inizio del 2019 e su cui è troppo presto per fare bilanci. E ci sono naturalmente tutti i provvedimenti legati alla Pubblica Amministrazione, quali PagoPa, Spid e quelli per i progetti di scuola e sanità digitale. La sfida da affrontare, come si può ben intuire, contiene elementi importanti per il futuro dell’Italia. Giocarla con troppa superficialità sarebbe deleterio per tutti: cittadini, aziende e l’intero sistema Paese.