Ticino7

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numero

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L’appuntamento del venerdì

19 VI

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Reportage - AlpTransit pt. 2

Nella testa del mostro Agorà Videogiochi e dipendenza Società Obiezione di coscienza Tendenze Fotocamere digitali

Corriere del Ticino

laRegioneTicino

Giornale del Popolo

Tessiner Zeitung

CHF. 2.90

con Teleradio dal 21 al 27 giugno


Âť illustrazione di Adriano Crivelli


numero 26 19 giugno 2009

Agorà Videogiochi: non solo demoni

DI

NICOLETTA BARAZZONI

Società Obiezione. La coscienza in cammino

Impressum

Vitae La Maya

DI

DI

....................................

NICOLETTA BARAZZONI

.........................

KURT SGHEI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Tiratura controllata 90’606 copie

Chiusura redazionale Mercoledì 10 giugno

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

Redattore responsabile Fabio Martini

Reportage AlpTransit pt. 2. Nella testa del mostro Astri

DI

G. FORNASIER; FOTO R. BUZZINI. . .

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Tendenze Fotocamere digitali. La frontiera del pixel Giochi

DI

ULRICO GONZATO . . . . . . . . . . . . . . . . .

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4 6 8

33 37 38 39

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Cantiere AlpTransit: fresa meccanica a Faido Fotografia di Roberto Buzzini

Libero pensiero Gentili lettori, pubblichiamo un commento della nostra collaboratrice Nicoletta Barazzoni, autrice dell’Agorà presente su questo numero. Un contributo forte e destinato a sollevare riflessioni e interrogativi sul tema dei videogiochi. La Redazione Ogni epoca ha i suoi mali, le sue storture, le sue paure: ogni epoca ha le sue guerre. Ma i conflitti, i complotti, gli attacchi a sorpresa, i nemici, nella guerra armata tra mondi, restano fuori dalle mura delle case, fuori dalle famiglie. Altrove nella guerra vera si uccidono futuro e speranze. Oggi il pericolo si nasconde nelle stanze dei nostri figli, senza immaginare che la guerra la stiamo alimentando in uno scontro ad armi impari. È un conflitto che striscia sul monitor del computer, che intreccia le sue trame allucinanti, senza corpo né anima, tra i fili del wireless. Era durante i compleanni dei nostri figli che le bombe a mano incartate facevano le loro timide apparizioni con il nuovo Gameboy dallo schermo miniaturizzato e integrato. Non avevamo ancora realizzato che l’ascesa di questi “prodotti” avrebbe siglato il crollo delle nostre certezze, ammorbidite dai vizi dei nonni emancipati, i quali ci rassicuravano sull’inoffensivo gioco elettronico interattivo, capace di rivoluzionare la vita dei ragazzi. Avevamo esempi di proibizionismo allo stato puro, esercitato da genitori rigidi che non concedevano ai figli nemmeno l’accesso

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alla televisione. La linea dura non ci sembrava la soluzione più educativa per l’igiene mentale dei nostri figli. Pensavamo che l’intransigenza al Gameboy, al cellulare, e al computer non fosse il solo modo per crescerli. Inesorabilmente si intravvedeva da lontano la via del non ritorno, con la consapevolezza tardiva che l’elettronica multimediale avrebbero colonizzato l’immaginazione dei nostri figli, annichilendone la creatività. Ora che sono cresciuti con la protesi del mouse, ci rendiamo conto di essere impotenti perché la nostra forza sindacale di genitori è stata minata dal potere subliminale dell’industria dell’intrattenimento fantasy. La colpa è tutta della famiglia perché è il nucleo privilegiato dentro il quale i piccoli pazienti designati dalla dipendenza patologica dei giochi virtuali crescono. Oggi con molto più pessimismo di ieri ci chiediamo se chi mette al mondo figli sia un incosciente, un eroe o un fatalista. Con le feste a sorpresa abbiamo permesso al nemico di usurpare le nostre case, lasciando che rapinasse i nostri sogni, come quello di crescere dei figli liberi da condizionamenti. Non bisogna essere dei genitori nati “imparati” per capire che la valanga ha trascinato con sé le sue vittime designate. E la cosa più disarmante è che chi ha lanciato il sasso non si preoccupa minimamente di nascondere il braccio, accumulando profitti abominevoli sulla nostra pelle e su quella dei nostri ragazzi. Nicoletta Barazzoni

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Videogiochi: non solo demoni

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Agorà

Studi recenti compiuti da psicologi e psichiatri sul comportamento dei giovani paragonano l’eccessivo utilizzo dei videogiochi e dei giochi online alla dipendenza dalla droga, dall’alcol e dal gioco d’azzardo. E le analogie in effetti non mancano. Ma è preferibile evitare le generalizzazioni: un uso contenuto di queste forme di intrattenimento non rappresenta infatti necessariamente un aspetto negativo sul piano della crescita personale

N

ell’era di internet c’è chi si arricchisce promettendo divertimento assicurato. L’industria dell’intrattenimento, infatti, non considera affatto le conseguenze psicologiche e i disturbi indotti in chi gioca eccessivamente alla playstation o in chi trascorre giornate intere al computer in compagnia dei giochi online. E tanto meno si preoccupa della narrazione proposta dal mondo digitale interattivo che riproduce il modello di un’umanità allo sbando, priva regole e dominata dalla violenza. Il professor Douglas Gentile dell’università del Minnesota ha recentemente pubblicato uno studio a livello nazionale, condotto su un campione rappresentativo di giovani americani tra gli 8 e i 18 anni. Lo studio ha preso in esame i loro comportamenti, il coinvolgimento dei genitori e, fra questi, la percentuale di giovani che incontrano difficoltà psicologiche. I risultati scaturiti dall’indagine indicano che l’8,5% dei giocatori presenta quadri patologici definiti tramite una serie di sintomi specifici che si ripercuotono sulla famiglia, sulla scuola, e più in generale in ambito sociale sul piano psicologico. Ma i guadagni crescono Il fenomeno favorisce gli “investimenti creativi” i grandi compagnie come la Nintendo o la Blizzard che si concentrano in particolare sui software e sull’hardware. Includendo webcam, lettore musicale, le consolle attuali consentono anche di scaricare video e programmi televisivi. Il famoso gioco online World of Warcraft, prodotto dalla Blizzard, raggruppa

nel mondo 10 milioni di giocatori. Per accedere al gioco si sottoscrive un abbonamento mensile di circa 20 franchi che moltiplicato per la somma degli utenti e per i mesi dell’anno consente il raggiungimento di introiti elevatissimi. La cocaina del mondo virtuale In un’intervista riguardo la dipendenza dai videogiochi la Sweden Youth Care Foundation, ha descritto World of Warcraft come il gioco più pericoloso sul mercato. Sven Rollenhagen, l’autore dello studio, ha detto che “non c’è un singolo caso di dipendenza da videogiochi su cui abbiamo lavorato, in cui WoW non abbia avuto una sua parte. Il gioco è paragonabile alla cocaina. Capita che qualcuno lo pratichi senza dormire fino a svenire”. Si tratta di un gioco di ruolo multi giocatore online. Ciò significa che si gioca necessariamente online e ci si trova immersi in un mondo popolato da altri giocatori provenienti da tutte le parti d’Europa (è diffuso in tutto il mondo, ma ovviamente l’accesso è regionalizzato). Per iniziare occorre prima di tutto acquistare la scatola base del gioco, del costo di circa 60 franchi. Una volta compiuta l’installazione, si attiva un account giocatore online tramite il sito web ufficiale e si potrà giocare per 30 giorni senza ulteriori costi. Superato il mese di gioco compreso nel prezzo della confezione, per continuare sarà necessario sottoscrivere un abbonamento dalla periodicità mensile al costo di ben 20 franchi. Da questo punto inizia l’ascesa per il raggiungimento dei livelli con le continue espansioni illimitate del gioco.


Dipendenza e autocontrollo Marco è un accanito giocatore di diciotto anni: “se qualcuno pensa che ci siano alternative valide ai giochi elettronici si sbaglia. Non sono paragonabili a nessun altro gioco per una serie di ragioni, tra queste il fatto che il gioco online scarica adrenalina ma anche il desiderio di aggregazione, certamente virtuale, tra persone che provengono da ogni parte del mondo. Mi capita di giocare con gruppi di venti o trenta ragazzi (anche con adulti di sessant’anni) con i quali ci scambiamo informazioni, si crea una condivisione e una complicità che solo il gioco riesce a dare. E poi da che mondo è mondo l’uomo non è solo cacciatore ma è anche giocatore”. Marco ammette che il gioco è una vera e propria droga anche se dice che non può essere paragonato al gioco d’azzardo. L’assuefazione non tarda a manifestarsi. “Ci arrabbiamo con quelli della Blizzard perché spesso accade che la scheda madre non riesce a inviare i dati generando l’intoppo più frequente: la cosiddetta Lag, che si verifica nelle partite multiplayer, indicando negativamente il tempo di scambio di dati tra computer”.

In termini generali, gli studiosi tendono a dare maggior risalto agli aspetti negativi del fenomeno. Ma, come sempre accade, non mancano anche i risvolti positivi legati per esempio il fatto che i videogiochi contribuiscono a incrementare l’abilità del giocatore e le sue innumerevoli doti di coordinazione e di conoscenza degli strumenti informatici. Senza dimenticare che la padronanza della lingua inglese è spesso indispensabile perché molti giochi sono utilizzabili solo in questa lingua. Di fronte a una situazione di eccesso bisognerebbe trovare la via di mezzo. È di sicuro una questione di moderazione ma giocare può anche voler dire liberarsi dalle tensioni quotidiane, per provare emozioni positive. Alcuni studiosi, tra questi l’esperta Kimberly Young, hanno iniziato a prendere in considerazione anche i benefici derivanti dai giochi online che permettono all’utente di sviluppare e costruire un’autoconsiderazione, un senso di sé e la capacità di pianificare, organizzare e collaborare con gli altri durante i giochi interattivi. Ma, come sempre, tutto dipende dall’uso che se ne fa e dalla capacità di autocontrollo del giocatore.

» di Nicoletta Barazzoni

I produttori invocano la libertà Tra le personalità più influenti del settore, spiccano Dan Houser e suo fratello Sam, inventori del famoso gioco cult violento con simulazione della vita criminale (con aggressioni sul genere Guantanamo) Grand Theft Auto. L’utente ha anche la possibilità all’interno del gioco di smerciare droga “virtuale” attraverso un vero e proprio minigame appositamente studiato. Entro fine anno è in arrivo un’altra loro creatura prodotta dalla Rockstar Games: il nuovo videogame Red Dead Redemption che uscirà per Playstation 3 e Xbox 360. Sono giochi che hanno un impatto enorme sui ragazzini e sui giovani. Con questi virtual sport – che esaltano in particolare il bene e il male, i buoni e i cattivi ma anche i non morti nel segno dell’immortalità –, i game designer hanno la pretesa di “offrire” al giocatore il più alto grado di libertà possibile, incitandolo a compiere atti che non entrino mai in conflitto con la trama del gioco. In realtà vengono realizzati videogiochi che incitano, per esempio, al bullismo immergendo l’utente nella peggior scuola di vita che si possa immaginare, come nel caso del videogioco Bully.

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La coscienza in cammino

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Società

I settori sono innumerevoli con 1900 istituti d’impiego di tipo diversificato, all’interno dei quali ci sono attività altrettanto differenziate. Si passa dall’aiuto sanitario, negli ospedali e nelle case anziani, a quello sociale, come per esempio nei foyer, nei laboratori protetti, nei centri d’accoglienza per tossicodipendenti ma anche i programmi occupazionali per i disoccupati, il trasporto dei disabili, l’aiuto domiciliare. Inoltre esiste anche l’attività nel campo ambientale (per esempio, presso Wwf o Greenpeace), per la protezione delle foreste, del paesaggio, dell’agricoltura e dei sentieri di montagna. Anche l’aiuto allo sviluppo e umanitario all’estero rientra nelle attività proposte che richiedono però particolari competenze professionali. La nuova procedura d’ammissione al servizio civile sarà dunque un atto formale? Nel senso pratico del termine direi di sì. La persona interessata deve scaricare il formulario e riempirlo, cosa che rende automatica la sua accettazione. Penso, tuttavia, che dato che il Servizio civile dura una volta e mezza il Servizio militare (la prova dell’atto), la scelta rimane comunque una decisione profonda e motivata e non certo legata a fattori di Otto Dix, The Skat Players (1920), Staatliche Museen, Berlino opportunismo. In questi termini non è assolutamente un atto formale. Durante il Servizio civile uno studente Dal 1° aprile scorso, con il là dell’abolizione dell’esame universitario, che ha terminato la sua sostegno del Gruppo ticinese di coscienza e dei criteri reformazione, riceve una retribuzione fiper il servizio civile (GTSC), è strittivi – che stabilivano la nanziaria interessante. Non crede che la entrata in vigore la nuova e credibilità del postulante e lunga durata stabilita per il Servizio civile semplificata procedura d’am- la presenza di un conflitto di sia tutt’altro che demotivante? missione al Servizio civile. coscienza –, è da sottolineare La retribuzione è la stessa prevista per il Grazie ad essa la prova dell’atto che con la nuova procedura Servizio militare. Per gli studenti, inoltre, è costituita dal fatto stesso sarà inoltre possibile risparl’indennità resta fissata al minimo di 53 franche una persona accetti di miare parecchi milioni di chi al giorno, non certo paragonabile con la eseguire 390 giorni di servizio franchi all’anno. retribuzione di un pricivile al posto dei 260 previsti per il Servizio militare. Com- Sono stati necessari anni di rivendicazioni mo impiego da accapiere più giorni rappresenta e iter legislativi prima che l’obiezione di demico... Piuttosto, la dunque la prova dell’esistenza coscienza, in ambito militare, venisse final- maggiore motivazione potrebbe venire dalle di un “conflitto di coscienza” da parte di chi si rifiuta mente considerata un diritto e non un “delitto” interessanti esperiendi adempiere all’obbligo del da imputare ai soliti militanti dell’antipa- ze professionali che Servizio militare: conflitto di triottismo di sinistra. E un’altra importante si possono compiere nell’ambito del Servicoscienza che merita rispetto. conquista è stata ottenuta di recente… zio civile. La nuova procedura oltre ad La prossima mossa, già annunciata, sarà annullare le indagini sulle Di che cosa si occupa, quali quella di un Servizio civile di durata idenmotivazioni degli obiettori di sono le attività e in quali tica a quello militare… coscienza, elimina la discrimi- contesti opera il Servizio Prima di arrivare a un eventuale Servizio nazione e le suddivisioni tra civile? civile della stessa durata di quello milita“buoni e cattivi”. Al di là delle Le attività del Servizio civire, a mio parere, si arriverà all’abolizione soddisfazioni del coordinato- le sono numerose. Lo scorso dell’obbligo di leva così come è avvenuto re del GTSC, Luca Buzzi – che anno sono stati svolti ben 400 in molte altre nazioni. A questo punto non abbiamo incontrato – e al di mila giorni di Servizio civile.


Perché lei sostiene che chi opta per il Servizio civile è ancora penalizzato rispetto a chi sceglie il servizio militare? Evidentemente per la durata di una volta e mezzo che comporta un maggiore impegno… Ma è proprio sulla base di questa differenza che la procedura d’ammissione è stata semplificata. Sono pienamente d’accordo: la soluzione semplificata non sarebbe arrivata senza questa differenza. I tempi sono quelli che sono e d’altra parte le esigenze sono diverse. Noi da sempre abbiamo sostenuto che la priorità principale era l’eliminazione dell’esame di coscienza. Tutte le altre rivendicazioni sarebbero state poste in secondo piano.

Internet

www.serviziocivile.ch Nel sito del Gruppo ticinese per il servizio civile (GTSC) è possibile ottenere indicazioni sul Servizio civile in Svizzera e sulla relativa procedura d’ammissione, oltre naturalmente ad altre numerose informazioni.

Libri

» di Nicoletta Barazzoni

si giustificherà nemmeno più un discorso sulla medesima durata. Si porrà, invece, il problema di mantenere e conservare un Servizio civile efficace, perché la società si sarà accorta dei benefici fondamentali offerti da questa forma alternativa alla difesa armata. E non potrà più farne a meno. L’obbligo al Servizio militare è ancorato nella Costituzione. Questo possibile scenario implica dunque una modifica costituzionale, di riflesso anche al Codice penale militare… Anche il Servizio civile ha richiesto una modifica della Costituzione. È stato necessario attendere più di un secolo, ma ciò non toglie che per qualsiasi cambiamento si è dovuto intervenire sulla Costituzione. Per noi già oggi la giustizia militare è assurda, nel senso che è un diritto “separato” poco trasparente perché i processi e i verdetti si tengono a porte chiuse. L’anno scorso, a generale insaputa di tutti, ci sono stati oltre 2000 procedimenti penali in Svizzera a opera dei tribunali militari, con 59 condanne al carcere per rifiuto del servizio.

Ruggero Valentini Non si darà pace. Obiettori, pacifisti e nonviolenti Edizioni Stop, 1999 Un volume di sicuro interesse per coloro che intendono approfondire il pensiero nonviolento e la scelta dell’obiezione di coscienza come atteggiamento etico, politico e interpersonale.

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» testimonianza raccolta da Kurt Sghei; fotografia di Igor Ponti

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La Maya

Vitae

nita qui in Ticino? Bé, per amore, naturalmente. Era il 1990. Di soli spettacoli non si riusciva a campare, così mi venne l’idea di creare, qui a Lugano, una scuola di flamenco. Ho dovuto inventarmi tutto, la struttura, i metodi di insegnamento... allora non sapevo una parola di italiano. Venivano e vengono soprattutto donne. Maschi pochi, si vergognano. Fare la ballerina e la coreografa non è un mestiere facile. Tocca studiare molto e prepararsi a lungo, su ogni dettaglio. Quando sto allestendo un programma c’è l’eventualità che diventi proprio insopportabile: non dormo la notte, non mangio. A fare questa Le sue origini, l’infanzia vissuta in li- vita ci si deve abituare, si bertà in una famiglia anticonformista, vive con pochissimi soldi, gli studi musicali sono il preludio allo si ha poco tempo per gli sbocciare di una passione sfrenata per amici, si è spesso in viaggio, il flamenco. La storia di una artista che l’unica cosa certa è prorpio l’insicurezza. Va da se che la con tenacia e coraggio ha saputo tra- vita privata ne risente. Sono smettere al pubblico e ai suoi allievi la scelte: io mi sento serena, non avessi fatto tutto questo bellezza della danza gitana oggi sarei morta dentro, ho riveste un ruolo centrale, è sempre saputo che questa era la mia strada. sul suo movimento e sul ritUna strada che sembra non finire mai, una mo dei suoi piedi – taconeo formazione, un apprendere continui. – che la musica muove, con Ho preso casa. Una casa bellissima, circonun processo d’improvvisadata dal verde. Amo la natura, non riuscirei zione fondato su suggestione a starci lontana. È come la musica, un nue ispirazione. La ballerina trimento per l’anima. Devo starci in mezzo tiene il tempo e ispira il tapper poterla amare, per poterla osservare peto melodico della chitarra e avvertirne la bellezza profonda. Non ci e del canto). Con El Candil si deve limitare mai, a ciò che pare. Molti il sogno di vivere di danza credono il flamenco un ballo folkloristico, cominciava a concretizzarsi. una “spagnolata”, un pittoresco turbinare È da allora che suona con noi di gonne… il flamenco è molto di più, da Josele Heredia, chitarrista e sempre in evoluzione, non morirà impagliacantante flamenco di fama to come un folklore qualsiasi. Proviene dalla internazionale, discendente strada percorsa dagli zingari partiti secoli fa di una dinastia di musicisti dall’India e giunti sulle rive dell’Atlantico, gitani leggendaria nel monpassando sopra e sotto il Mediterraneo. do del flamenco. Tenemmo Scende dalle cassepanche delle cucine ana battesimo (battesimo del daluse. Si confonde con il canto del muezpalco) suo figlio, Niño Josele, zin. Il cuore è in Andalusia, ma l’identità, allora un ragazzo che oggi l’anima, muove da più parti. Arabi, ebrei, suona con Paco de Lucia e in zingari e cristiani. Insieme. Il flamenco importanti progetti jazz. El è anticonformista, per quanta tradizione Candil è un progetto che conporti con sé, le sue radici profonde sanno tinua rinnovandosi di anno accogliere. Mi ritengo fortunata di fare parte in anno: abbiamo collaborato di questa grande famiglia. Quando vedo che con musicisti maghrebini e i miei allievi ne sono conquistati – tanto che musicisti curdi e ora stiamo magari cambiano qualche atteggiamento lavorando a un programma nella loro vita – allora mi sento pienamente con chitarristi di estrazione soddisfatta: sto restituendo quello che tante classica. Com’è che sono fipersone straordinarie mi hanno dato.

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A

volte mi sembra proprio di non avere radici: sono cresciuta in Svizzera tedesca, il mio cognome è ungherese, mia nonna invece era spagnola. Sono bilingue, parlo spagnolo e svizzero tedesco. Ho avuto il privilegio di nascere in una famiglia libera, da piccola facevo un po’ quello che mi pareva: niente chiesa, niente orari e spesso restavo a dormire fuori dagli amici. Ci pensava la musica a tenermi in riga. Mi sono diplomata in flauto traverso. Avevo una paura matta di suonare davanti a un pubblico, dal nervoso mi si attorcigliavano le budella; non ero destinata alla classica. È in Spagna che ho capito cosa avrei voluto fare da grande. Stavo fra il pubblico, in prima fila, sul palco, e ad ogni scatto di reni, un ballerino flamenco faceva volare gocce di sudore. Una di quelle goccioline volò dal palco alla mia guancia, come un bacio. Da allora non ho avuto più dubbi, avevo dieci anni: decisi che sarei diventata una ballerina di flamenco. Certo non è stato facile – né così romantico – specie per una ragazzina che in Svizzera chiamavano la “spagnola” e in Spagna la “svizzera”. I miei ci credevano poco e gli amici, quando tiravo fuori la storia del flamenco, mi guardavano perplessi. Ero una pecora nera, una stramba, una sognatrice testarda, e infatti, finito il liceo, decisi di andare per la mia strada. Presi il diploma di maestra di scuola – lavoravo qui in Svizzera come docente e appena potevo scendevo a Madrid, a Siviglia, per imparare a ballare. Non ci sono diplomi né lezioni regolamentari, in una scuola di flamenco. Si impara guardando e ascoltando. Sei tu stessa a decidere quando smettere, devi sentirti in grado di salire sul palco. Per sei anni feci questa vita ubiqua. Nel 1989 lasciai l’insegnamento e mi impiegai a formare il gruppo, El Candil (nel flamenco la ballerina


AlpTransit pt. 2

Nella testa del mostro di Giancarlo Fornasier; fotografie di Roberto Buzzini

Immaginate un’enorme biscia di 3400 tonnellate di acciaio e tubi idraulici che avanza decine di metri al giorno. Il suo compito: perforare il massiccio del San Gottardo. Sopra la sua testa rotante 2000 metri di roccia, a volte compatta a volte meno. Attorno solo umidità insopportabile e “piccoli” omini: sapienti operai e tecnici che governano il suo stancante incedere… Eccola, la vedo: è la fresa!


S

ono da poco passate le 10. Scambiamo due parole con Monica Knapp, responsabile per i media, la persona che ci accompagnerà alla scoperta del cantiere AlpTransit. Questa di Faido sarà una delle due stazioni multifunzionali (l’altra è a Sedrun, si veda Ticinosette n. 25) della più lunga galleria ferroviaria mai costruita… una volta terminata, i 57 km ci porteranno senza vedere la luce del sole da Bodio a Erstfeld. Una delle grandi attrazioni di questo cantiere è senza dubbio la presenza delle frese meccaniche, enormi “vermoni” che bucano la roccia, lasciando al loro passaggio so-

pagina precedente Un moderno Caronte pronto a "traghettare" fuori dalla montagna coloro che hanno terminato la loro giornata di lavoro. Nel cantiere AlpTransit di Faido al momento sono impiegati 518 operai

lo detriti. Ci raggiunge il tecnico Mauro Nicastro, da quasi 4 anni con AlpTransit. “Le frese sono state montate a Bodio nel corso del 2002 e sono diventate operative all’inizio del 2003, quando hanno cominciato ad avanzare verso nord – ci spiega –. Nel frattempo a Faido si procedeva con l’esplosivo alla realizzazione della stazione multifunzionale. Una volta arrivate le due macchine sono state cambiate entrambe le


un mese…”. “Abbiamo fortunatamente superato i noti problemi della famigerata Sacca di Piora…” aggiunge Monica sorridendo. Sappiamo, sappiamo…

teste, per questioni di usura e perché il diametro del tunnel doveva essere aumentato in funzione della natura geologica della roccia”. Il diametro è così passato da 9 a 9,40 metri e le due frese sono ripartite verso Sedrun nel giugno del 2007. “Ora l’avanzamento nelle due canne, est e ovest, procede in modo spedito. Nel novembre scorso, per esempio, siamo riusciti a procedere con una delle frese anche di 704 metri in

sopra Addetti alla manutenzione "coccolano" la fresa meccanica a destra Un nuovo turno ha inizio: 16/17 operai trascorreranno 9 ore al fronte, in condizioni ambientali a volte molto proibitive...

Dentro la montagna Una volta vestiti con la classica tuta arancione entriamo nella montagna a bordo di un'auto. Monica mi fa notare con voce tenue che “tra i minatori la donna in galleria è considerata ben poco augurante… anche se oggi meno di una volta, ma i retaggi a volte rimangono…”. Una volta scesi ci spostiamo in direzione nord. Siamo a circa 18 km dal portale di Bodio e alcuni operai stanno impermeabilizzando la galleria. “Qui è la roccia che decide: l’impermeabilizzazione è fra gli ultimi processi della costruzione e messa in sicurezza. L’avanzamento con la fresatrice meccanica permette, rispetto all’esplosivo, un lavoro leggermente più celere. Ma la fresa ha un grosso costo di preparazione prima della sua messa in funzione, va montata e necessita di una manutenzione minuziosa… – ci fa notare Mauro –. Con l’esplosivo possiamo avanzare di circa 3 metri al giorno, al massimo; con la fresatrice invece in un anno si avanza di 12/13 metri di media al giorno… che può voler dire andare avanti con punte di 30/35 metri oppure di due metri al giorno... dipende dalla morfologia della roccia. Qui a Faido la fresa lavora 18 ore al giorno, con operai che fanno due turni di 9 ore. Il terzo turno è dedicato alla manutenzione della macchina, in particolare al cambio dei dischi (quelli che comunemente potremmo pensare siano delle punte che attaccano la roccia sono invece dei dischi, ndr.) in modo che la fresa possa lavorare senza interruzioni. Ma è la geologia ad avere sempre l’ultima parola…”. Il rumore si fa più assordante e anche la temperatura sale. Monica ci confida che alcune macchine sono delle novità anche per lei e ogni volta che scende le sorprese non mancano mai. E a volte sono negative: “Allora la pressione dei media si fa subito sentire. La responsabilità è notevole... tutto è sempre sotto lo stretto controllo delle autorità come della pubblica opinione e dei media”. Alle nostre spalle sopraggiunge un trenino che ci condurrà verso la testa della fresa meccanica. Saliamo. Poster di donnine poco vestite abbeliscono le pareti interne, accompagnati da cartelli sull’obbligo di casco e cuffie, e messaggi vari scritti a mano. Passa al nostro fianco un altro treno "decorato" da scritte e disegni: i writer non mancano nemmeno con 2000 metri di roccia sulla testa a quanto pare… “I turni di avanza-


mento sono costituiti da 16/17 persone per volta, che permangono nel sottosuolo per 9 ore… – ci informa nel viaggio Mauro –. Le pause per mangiare vengono effettuate in appositi container. Radio e internet permettono un costante collegamento con l’esterno. Non si è mai soli…”. Scendiamo. Dopo pochi minuti a piedi siamo nella parte finale della fresa, una breve pausa pranzo ed è già tempo di proseguire. La macchina è lunga nel suo complesso 440 metri circa, ma quella che comunemente viene identificata come la “testa” è posizionata nei primi 25 metri di questo lungo “treno”. Saliamo. Al nostro fianco cavi, attrezzi e computer: “L’informatica – dice Mauro – aiuta molto. Ma l’avanzamento, la pressione di spinta della testa e la valutazione della compattezza della roccia sono parametri che solo l’uomo può valutare. Non potrebbe essere altrimenti…”.

sopra Cataldo, una vita in galleria. Per lui “un cantiere vale l’altro (...) ma in fondo le macchine sono sempre quelle, fuori e dentro la montagna…”

sotto L'apertura che permette di accedere alla "testa" della fresa meccanica. La sostituzione dei dischi è un'operazione complessa e insita di difficoltà

Nel ventre del mostro Sono le 13 circa quando arriviamo a ridosso della testa della fresa. Tre operai stanno pulendo la parte posteriore della testa, nella zona chiamata dello “scudo”. Una radio gracchia parole poco comprensibili… L’umidità si fa sentire e gli obiettivi delle macchine fotografiche si coprono di vapore. Altro “fumo” ma di una sigaretta segna la presenza di un altro operaio. Baffi neri e casco leggermente rivolto all’indietro… Clint Eastwood...? No, è Cataldo, un calabrese di Crotone addetto alla manutenzione delle perforatrici posizionate dietro la testa. Ha finito il suo lavoro e ci guarda appoggiato a una balaustra. È a Faido da 7 anni e in passato ha lavorato “nelle Filippine, in Africa, in Russia. Ma le condizioni di lavoro più difficili le ho trovate nelle Filippine… la sicurezza lì è un’altra cosa. Qui sei tranquillo, non hai uscite di gas e cadute di materiale...” ci dice osservando la volta grigia coperta di grezzo Beton spruzzato, al suo interno anche fibre di ferro per migliorare la resistenza. “Non di rado capita di ritrovare ragazzi che hanno lavorato in cantieri dove ero presente anch'io. Qui ne ho incontrato uno che era con me in Marocco, pensa te…”. Ribadisce che ad oggi AlpTransit è il cantiere più sicuro nel quale ha lavorato; in verità è il suo primo impiego in Svizzera, anche se per lui “un cantiere vale l’altro… Certo, ci sono differenze tecniche... ma in fondo le macchine sono sempre quelle, fuori e dentro la montagna…”. Lasciamo l’amico calabrese e prendiamo un passaggio che ci porta più sotto, nella parte inferiore della testa. Saliamo una scaletta e siamo dentro la testa della fresa: sorprendentemente lo spazio non è così angusto e due ragazzi austriaci stanno sostituendo alcuni dischi… chiedono “gentilmente” di non essere fotografati. “Tra chi opera al fronte, la manutenzione della testa è certamente il lavoro più duro” ci assicura Mauro. I dischi sono di acciaio e la sostituzione di tutti e 68 non avviene contemporaneamente, ma in base al loro consumo. Se non sorgono ulteriori problemi, la sostituzione di un disco necessita di 20 minuti circa. “Un disco pesa circa 150 kg…” accenna Mauro ma proprio in quel momento si rompe un anello della catena dell’argano con il quale avviene la manutenzione. Un sordo rumore metallico e poi un attimo di silenzio. Tutto a posto… ma è un gran brutto lavoraccio. Statene certi. Prendiamo la via del ritorno passano sotto grandi tubi idraulici ed enormi cavi elettrici. A terra solo fango grigio, una miscela di cemento, roccia e terra. L’ambiente ormai è familiare, il caldo pure e la stanchezza si fa sentire. “È proprio l’ora di incamminarci verso il trenino…” puntualizza Monica orologio alla mano. Ci indirizziamo spediti verso la coda della fresa e incrociamo un folto gruppo di operai; è il nuovo turno, quello della messa in moto della macchina. Ora qui non è più possibile rimanere… I ragazzi entrano nel ventre del grande mostro mentre noi, invece, risaliamo. Verso la luce ■


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Astri toro

gemelli

cancro

Forte crescita dell’attrazione fisica per i nati nella seconda decade. Canalizzate correttamente le energie legate all’eros, altrimenti correte il rischio di alimentare la vostra tendenza alla gelosia e al possesso.

Momento karmico particolarmente importante per i nati nella terza decade. Vivete questo solstizio estivo per arricchirvi di nuove energie. Sbalzi umorali, con forti alti e bassi. Storie sentimentali in clandestinità.

Tra il 23 e il 24 giugno la Luna attraverserà il vostro segno: questo transito contribuirà ad amplificare la vostra naturale sensibilità. Possibili momenti di disagio emotivo per i nati di giugno.

leone

vergine

bilancia

scorpione

I nati in agosto continueranno a essere fortemente sollecitati dall’azione dei pianeti. Cercate di controllare i vostri stati d’animo e così le vostre gelosie. Sbalzi di pressione di origine psicosomatica.

Finalmente l’azione di Saturno potrà rivolgersi verso soluzioni di tipo più costruttivo. Brevi tensioni tra il 21 e il 22 promosse dal transito lunare. Non sono da escludere progetti matrimoniali per i nati in settembre.

Grazie ai fortissimi transiti di Giove la vostra creatività sarà in crescendo. Particolarmente fortunati i nati nella terza decade. Momenti di passione per i nati nella seconda decade scatenati dai transiti di Venere e Marte.

Tensioni amorose. Se volete canalizzare le energie in maniera corretta cercate di scatenare il vostro Eros. Evitate però di generare con il partner situazioni di antagonismo. Possibili eccessi alimentari: attenzione.

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capricorno orno

acquario

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Discordie con il partner a causa dell’opposizione di Mercurio di transito nella vostra settima casa solare. State attenti a non essere ipercritici. Con la vostra ironia correte il rischio di non essere compresi.

Momento favorevole per la vita affettiva. Grazie a Venere e a Marte in movimento nella vostra quinta casa solare potrete accendere le vostre passioni e abbandonarvi a un ritrovato erotismo. Bene il lavoro.

Anche nell’ultima settimana di giugno si realizzerà un momento particolarmente importante per i nati nel segno, favoriti sia sul piano creativo sia su quello spirituale. Gelosie e passioni da controllare.

Tra il 23 e il 24 giugno si realizzerà un ottima configurazione astrale. Grazie a Venere di transito nella vostra terza casa solare potrete avere numerosi incontri sentimentali. Cambiamenti rivoluzionari in arrivo.

Adesso anche con assicurazioni veicoli a motore. Oltre alla salute, ora Sympany vi assicura anche i veicoli a motore e l’economia domestica. Approfittate di una copertura completa da un offerente unico, di interessanti ribassi di combinazione e pagamenti mensili dei premi senza spese aggiuntive. www.sympany.ch

» a cura di Elisabetta

ariete Nel lavoro cercate di essere fantasiosi e puntate sui settori più innovativi. Momento estremamente fortunato per attori, politici e artisti. Tra il 24 e il 25 giugno avrete la possibilità di vivere giornate speciali.


Si sa che l’erba del vicino è sempre la più verde, ma a volte è meglio guardare al proprio orto. Sprattutto in fatto di pixel... di Ulrico Gonzato

Tendenze

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■ Fermiamoci dunque un momento a scoprire cosa siano questi mega-pixel: sono i milioni (Mega) di puntini quadrati (Pixel) che formano un immagine, “entità” piccolissime, invisibili a occhio nudo ma che grazie a una buona lente d’ingrandimento possono essere “individuate”! Ma che cosa avviene quando è possibile avere una risoluzione tanto elevata da eccedere le necessità generali del pubblico? Che cosa accade una volta raggiunti i 12 mega-pixel? Gli studi compiuti dallo staff di Olympus e presentati lo scorso marzo in una conferenza a Las Vegas dimostrano che, per la maggior parte delle esigenze tipografiche e di consumo, i 12 mega-pixel soddisfano pienamente le aspettative. Per quelle poche cose che esigono un maggior dettaglio ci si può rivolgere ad apparecchiature ad hoc che eccedono di molte lunghezze la fatidica “misura”. Allora, qual è il destino delle

macchine fotografiche? Quali sono le tecnologie che manterranno la corsa all’innovazione in questo settore? Che cosa dobbiamo “cercare” quando ci apprestiamo all’acquisto di una nuova macchina fotografica? Tecnicamente si può aumentare molto la sensibilità ISO, migliorare insomma le prestazioni dei sensori in situazioni di bassa luminosità, così da avere foto sempre meno “rumorose” e colori più vividi! Un’altra frontiera è quella di catturare in uno scatto una maggior quantità di informazioni, una gamma di colori più ampia che permetta di ottenere più dettagli, oppure – almeno nei sogni più sfrenati di grafici e fotografi – catturare tutte le profondità di campo possibili. (Piccola nota: avete presente quando nei ritratti il soggetto è a fuoco e lo sfondo invece risulta sfocato? Beh, questa è la profondità di campo, ovvero lo spazio all’interno del quale i soggetti ripresi sono a fuoco...). Queste tecnologie non sono proprio dei miraggi ma già in evoluzione e si stanno moltiplicando più o meno segretamente nei laboratori di ricerca e sviluppo delle più grandi industrie di tecnologia dell’immagine. Esiste anche un’altra frontiera, un altro terreno per l’innovazione ovvero l’uso che faremo delle fotografie che

scattiamo. All’inizio erano le fotografie e le diapositive, recentemente sono comparse le candide cornicette digitali che si possono posizionare in giro per casa... per non parlare delle foto scattate con il nostro telefonino, iPhone ecc. ecc. e inserite nei social network (come l’arcinoto Facebook oppure Flickr per intenderci). Volete sapere che cosa ci riserva il futuro? Vi consiglio di scoprire la tecnologia Photosynth di Microsoft (http://photosynth.net) lasciando a voi la sorpresa. Concludiamo con qualche segnalazione e una curiosità. Sul fronte macchine fotografiche compatte tenete d’occhio tre modelli: la Sony CyberShot DSC-G3 che coniuga compattezza, un’ottima connettività wireless e 10 mega-pixel. La Polaroid PoGo, sì proprio una macchina Polaroid digitale che ti stampa le foto quando le scatti! La Kodak EasyShare Z980 in grado di fornire prestazioni paragonabili alle macchine fotografiche professionali in formato e prezzo compatto! Infine la curiosità: la Samsung ha presentato il Samsung Pixon12, un telefonino con 12 mega-pixel di fotocamera integrata. Ovviamente la Sony non si farà attendere con il suo Sony Ericsson Satio, cellulare con un sensore di 12 mega-pixel ■


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Orizzontali 1. Distorsione • 10. Esimersi • 11. È famosa quella cinese • 13. Porto algerino • 14. Uno squillo telefonico • 16. In mezzo al grano • 17. Il nome della Massari • 19. Nuovo Testamento • 20. Il santo del 28 agosto • 22. La sopporta il mulo • 24. Dubitativa • 25. Si contrappone a off • 26. Grandioso • 27. Il noto Ventura • 28. Lustra i pavimenti • 29. Ha composto il Bolero • 31. Lo “spinto” del sarto • 32. Se è comune, è mezzo gaudio • 33. Paesi Bassi • 34. Norvegia e Thailandia • 35. Capacità, virtù • 36. Ha scritto “L’edera” • 38. Mani di vernice • 41. Particella nobiliare • 43. Dittongo in Coira • 44. Ciascuno • 46. Uncini da pesca • 48. Diede ordine di incendiare Roma • 49. Mai usate • 50. Ha per capitale Teheran.

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Cangiante (f) • 8. Azzardar • 9. Il Nichel del chimico • 12. La Clerici della tv • 15. La prova un alibi • 18. L’eroina di V. Hugo • 21. Competizione • 23. Leali, sincere • 27. Cava centrale • 30. Incerti • 32. Sono vicemamme • 35. Proibizione • 37. Consonanti in Luisa • 39. Nome russo d’uomo • 40. Il niente del croupier • 42. Struzzo australiano • 45. Nonna senza pari • 47. Il pronome dell’egoista.

Verticali 1. Noto film del 2007 di Peter Hedges con Steve Carell • 2. Logorio • 3. La trasmissione televisiva condotta da Emanuela Folliero • 4. Il Connery 007 • 5. Può essere ottuso • 6. Zambia, Spagna e Lussemburgo • 7.

Soluzioni n. 24 2

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 28

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