Ticino7

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36 numero

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L’appuntamento del venerdì

Reportage - Ceresio

Il pescatore Agorà Depressione Società Lebowski Vitae Bruno Cereghetti

Corriere del Ticino

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Giornale del Popolo

Tessiner Zeitung

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numero 36 28 agosto 2009

Società A proposito di Lebowski

Impressum Tiratura controllata

ROBERTO ROVEDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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GIULIO CARRETTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Agorà Depressione. Un male (quasi) invisibile

Vitae Bruno Cereghetti

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CLAUDIO CARRER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . G. LOCATELLI; FOTO DI F. BANFI . . . . . . . . . . . . .

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ADRIANO CRIVELLI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Astri / Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Reportage Ceresio. Professione: pescatore

DI

90’606 copie

Chiusura redazionale Venerdì 21 agosto

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

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Illustrazione

DI

Direttore editoriale Peter Keller

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

“l’anima d’improvviso mi fuggì...”

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Reti e galleggianti Fotografia di Franco Banfi

Nella musica classica l’interpretazione è fondamentale. Tanto che la stessa esecuzione dell’opera regalataci dal solista, da tutta l’orchestra e dal suo direttore, è capace a volte di superare per genialità e invenzione la composizione originale, ed essere così ricordata con espressioni quali “la migliore interpretazione di sempre” o “l’insuperabile esecuzione”. Per questa ragione Herbert Von Karajan, i Berliner Philharmoniker, Arturo Benedetti Michelangeli, Vladmir Horowitz o György Cziffra (e ci fermiamo qui solo per questioni di spazio) sono diventati nei decenni punti di riferimento, capisaldi per tutti gli amanti della musica classica. Tanto imprescindibili da farsi, di tanto in tanto, irraggiungibili. In altri ambiti artistici l’interpretazione di un soggetto e la sua esecuzione seguono un percorso molto simile. Pensiamo alle arti figurative: nella fase di studio chiunque voglia cimentarsi, per esempio, con il ritratto, è molto probabile confronterà il suo linguaggio espressivo e la sua tecnica esecutiva con quelle di Otto Dix, Oskar Kokoschka, Egon Schiele, Andy Warhol o Lucian Freud (per restare ai nostri secoli). Per la stessa ragione la Regina d’Inghilterra passa in secondo piano se chi l’ha fotograficamente immortalata si chiama Annie Leibovitz. La stessa Marilyn Monroe è diventata oggi poco più che un oggetto, forse un simbolo, nelle serigrafie del citato Warhol. Tutto questo per dire che cosa, vi chiederete... Per ricordare che martedì 18 agosto è scomparsa una tra le più importanti scrittrici e traduttrici italiane. Di sempre. 92 anni, Fernanda Pivano “li aveva conosciuti tutti”, lei: da Ernest Hemingway ad Allen Ginsberg, da Cesare Pavese (a lui il merito se Einaudi pubblicherà in italiano L’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, tradotta proprio da una giovane Pivano) a Charles Bukowski… Non dimenticherò mai la prima volta che lessi

“Quello che mi importa è grattarmi le ascelle”, una lunga intervista che Fernanda Pivano fece al funanbolico scrittore statunitense. Lui, con quella sua lingua “colorita” e così reale, da strada, ai margini. E poi ancora Jack Kerouac, Henry Miller e su su sino ai giorni nostri, al rapporto di amicizia con Fabrizio de André – che da Spoon River trasse l’ispirazione per Non al denaro, non all’amore né al cielo – e la vicinanza a parolieri ben più umili (Vasco Rossi e Ligabue). La dimostrazione di quanto la sua figura fosse importante e “popolare”, e di quanta attenzione la Pivano dedicasse ai più giovani, ai loro sogni e ai loro ideali. In verità, vi sono ben poche parole e nomi da riportare su queste pagine che non abbiate già letto negli scorsi giorni. Rimane una certezza: se oggi molti autori di lingua inglese vivono nelle nostre librerie e biblioteche – pubbliche o intimamente personali – è solo grazie al lavoro di persone come Fernanda Pivano, alla loro passione per la scrittura, alla loro curiosità e dedizione, alla loro ricerca e interpretazione della vita e delle parole di altri. È quella bistrattata e difficile operazione nota come traduzione. Come per la musica classica, come per le arti nel loro insieme, solo l’esecuzione, la reinterpretazione, sono in grado di mantenere in vita un’opera. Il suo destino sarebbe altrimenti solo l’oblio. Personalmente sto rileggendo Tenera è la notte di Francis S. Fitzgerald: un modo per riassaporare lo stile del grande narratore e, soprattutto, ridare vita (purtroppo solo per poche ore) anche alle parole di Fernanda. Buona lettura, Giancarlo Fornasier PS: Lo stesso giorno anche il nostro Hugo Loetscher ci ha lasciati. Sono certo che un posticino tra le anime del cimitero di Spoon River lo ha già trovato...


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I

l “male oscuro”, è questo l’appellativo con cui frequentemente viene indicata la depressione. Oscuro perché poco si sa sulle cause che la scatenano, e oscuro perché, pur coinvolgendo larghi strati della popolazione, di depressione si tende a parlare sempre troppo poco. Eppure, secondo i dati forniti dalla Caritas nel 2004, la depressione colpisce più del 10% della popolazione mondiale e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è la prima causa di invalidità permanente a livello globale.

La situazione in Svizzera I dati elaborati da Equilibrium, associazione che si occupa di questo disturbo dell’umore (www.depressionen.ch), evidenziano come uno svizzero su cinque si ammala di depressione almeno una volta nella vita. Si tratta però di un problema ancora troppo poco sentito, come dimostra anche una semplice ricerca su Internet. Accostando i termini “depressione” e “Svizzera” la maggior parte dei risultati riguarda la depressione che sta colpendo la Confederazione a livello economico... Una sorta di rimozione a cui bisogna porre molta attenzione, rammentando che, secondo gli ultimi dati dell’OMS, la Svizzera si situa a livello globale in una posizione medio-alta per quanto concerne i tassi di suicidio: 18 ogni 100.000 abitanti contro una media europea di 12. Ogni anno circa 1400 persone si tolgono la vita, vale a dire più di tre al giorno (nei due terzi dei casi uomini): un numero elevatissimo, tre volte maggiore rispetto ai decessi provocati dagli incidenti stradali.

Un po’ di chiarezza

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Agorà

Un male (quasi) invisibile

Il 5% dell’intera popolazione svizzera soffre di depressione: 350.000 persone, un esercito di cui non si parla mai a sufficienza. Ma questo oscuro male non è una colpa da espiare. È una malattia dalla quale è possibile guarire

Per provare a dissipare parte dell’oscurità che circonda il tema della depressione, ne abbiamo parlato con la dottoressa Beatrice Corsale, psicologa e psicoterapeuta che collabora con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, e docente nelle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia dell’AIAMC, l’Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva.

Dottoressa Corsale, si parla spesso di depressione, a volte in maniera superficiale. Ma che cos’è la depressione? “È prima di tutto una patologia grave che va oltre il sentirsi tristi e malinconici in qualche occasione. Fa parte dei Disturbi dell’umore e comprende il Disturbo depressivo maggiore e il Disturbo distimico. Nel Disturbo depressivo maggiore, tra gli altri sintomi, l’umore depresso deve essere presente per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, per almeno due settimane. Mentre nel Disturbo distimico deve essere presente quasi ogni giorno per un periodo di almeno due anni”. Possiamo dire che è un disturbo caratteristico dell’epoca contemporanea? “Che la depressione sia aumentata è opinione molto diffusa, anche tra gli specialisti. Dobbiamo però anche pensare che oggi c’è molta più attenzione al problema di quanta ce ne fosse in passato. Allo stesso tempo sono venuti sempre più a mancare nella società contemporanea rapporti e legami sociali forti e realmente significativi, mentre si continuano a dare alcuni input che possono favorire l’insorgenza della depressione, come quello di essere adeguati solo se costantemente produttivi, il che porta spesso le persone a prefiggersi obiettivi o ritmi di vita poco o per nulla realistici”. Come vive una persona depressa? “Vive con fatica ogni momento e ogni situazione della giornata. Ha perso interesse per le attività, da quelle che fino a qualche tempo prima davano gioia alle più semplici necessità quotidiane, tanto che alzarsi dal letto può diventare una fatica insostenibile. Le conseguenze si estendono alla sfera lavorativa, con continue assenze dal lavoro. Solitamente, poi, quando si soffre di depressione si riducono o si perdono buona parte dei contatti sociali, cosa che, tra l’altro, contribuisce ad aggravare lo stato depressivo. Anche a livello familiare la depressione ha delle ripercussioni importanti, anche se queste variano da caso a caso. Non dimentichiamoci poi che proprio la famiglia e i problemi che nascono all’interno di essa possono essere uno dei fattori che fanno precipitare nella depressione. Allo stesso tempo, però, bisogna rilevare che in molti casi sono proprio i familiari a spingere il depresso a intraprendere un percorso di cura”.


bambino possono esservi disturbi cognitivi e sociali, disturbi dell’attaccamento e dello sviluppo”. Che cosa significa trovarsi di fronte una persona depressa? “Significa avere a che fare con una persona che può piangere anche per tutta la seduta, che riferisce una grande difficoltà di vivere e a cui bisogna restituire una speranza. Una persona depressa all’inizio non crede che esista la possibilità di stare meglio tanto che spesso si rivolge allo specialista spinta da parenti e conoscenti. Però un colloquio con un clinico è già un segnale positivo, poiché sta indicare che la persona ha voglia di avere cura di sé e che è disposta a fare qualcosa per uscire dalla sua condizione”. I farmaci sono d’aiuto? “Una terapia farmacologica è indicata in alcuni casi ma raramente dovrebbe essere l’unica cura. Questo perché numerosi studi hanno dimostrato che la psicoterapia è efficace quanto i farmaci nel trattamento delle fasi acute e può essere opportunamente integrata con il trattamento antidepressivo in relazione alle specifiche problematiche cliniche del paziente. Sul lungo periodo, però, la psicoterapia (la gran parte degli studi fa riferimento alla psicoterapia cognitivocomportamentale) è più efficace dei farmaci,

che hanno scarsa utilità nel prevenire le ricadute. Un’adeguata terapia psicologica consente alla persona di acquisire maggiori strumenti per fronteggiare adeguatamente le difficoltà e, di conseguenza, di mantenere nel tempo i benefici ottenuti. In generale si ricorre in maniera eccessiva all’uso esclusivo dei farmaci, con costi sociali ed economici enormi proprio legati alle ricadute, frequenti nella patologia depressiva, e al continuo uso di medicinali. In questo senso si può fare l’esempio della Gran Bretagna dove, partendo da un’analisi economica costi-benefici, il governo ha deciso di stanziare 221 milioni di euro (circa 340 milioni di franchi, ndr.) entro il 2010, per finanziare un progetto di cura della depressione che vede coinvolti 250 gruppi. Questi sono costituiti da psicologi e psicoterapeuti, disseminati nei servizi territoriali in tutta la nazione per un totale di 10.000 psicologi clinici, con l’obiettivo di trattare con la psicoterapia 800.000 pazienti l’anno entro il 2013”. Alla luce del grande dibattito sui costi della salute e pensando a quanta attenzione si pone in Svizzera sulle questioni economiche, forse varrebbe la pena provare a riflettere sul modello inglese. Un’alternativa in grado di accendere una nuova luce sul lato “oscuro” della depressione...?

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» di Roberto Roveda

Parlando di famiglia, il depresso riesce a svolgere i suoi compiti di genitore? “In alcuni casi la fatica e la mancanza di energia che caratterizza chi è depresso rendono ancora più difficile prendersi cura dei figli. Alcune persone depresse, inoltre, possono avere reazioni eccessive e irritarsi molto anche per eventi di poco conto e questo naturalmente può nuocere al rapporto genitori-figli. Per quanto riguarda eventuali ricadute sui figli, queste dipendono anche dalla loro età. Infatti, solitamente l’impatto è maggiore nei primi anni di vita. In molti casi, avere un genitore depresso, comporta nel bambino maggiori probabilità di provare emozioni negative, piuttosto che positive, e lo svilupparsi di uno stile di pensiero negativo e pessimista. Condizioni che possono favorire la successiva insorgenza di una psicopatologia. Un problema peculiare è dato inoltre dalla cosiddetta “depressione post partum”, di cui si stima che soffrano almeno il 10% delle madri. Tra le altre cose, le madri depresse hanno difficoltà a sincronizzare la propria attenzione con quella del figlio. Stabilire un’adeguata sincronia tra madre e neonato è invece di grande importanza per un armonico sviluppo dell’individuo. Tra le possibili conseguenze a lungo termine della depressione post partum nel

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A proposito di Lebowski

www.lebowskifest.com Il sito vi guida alle diverse manifestazioni del festival americano. Un portale per approfondire la conoscenza del mitico Drugo.

» di Giulio Carretti

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Internet

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Società

uscì, qualcuno mi disse: “Sai, ho visto un film assurdo. In fondo non ci ho capito niente, però era divertente”. La pellicola in oggetto era Il grande Lebowski (1998) a firma di una delle coppie storiche del cinema statunitense, quei fratelli Coen autori, fra l’altro. del recente e strapremiato Non è un paese per vecchi (2007). Inutile tornare a parlare del film, straordinaria parodia in chiave tardo-hippie della tradizione hard-boiled di Dashiell Hammet e Raymond Chandler. Il personaggio di Drugo (The Dude, nella versione in lingua originale), interpretato magnificamente da Jeff Bridges, vecchio freak scanzonato ormai irriducibilmente estraneo a ogni meccanismo produttivo, è in realtà quanto di più lontano dall’immagine che ognuno di noi si è fatto del detective Philip Marlowe, la cui iconografia è legata alle interpretazioni magistrali di Robert Mitchum e Humphrey Bogart, grandi “miti” del cinema noir. Il film dei Coen è un inno alla inconcretezza e al rifiuto di una società fondata sul consumo e su valori

Bill Green et al. La vita secondo il grande Lebowski Sperling & Kupfer, 2007 Un libro che è anche una guida al macrocosmo Lebowski: curiosità, interviste ai protagonisti e innumerevoli consigli per condurre una “vita sana”.

cult movie. Nel programma del festival la proiezione è d’obbligo e a seguire tornei di effimeri. In tal senso, il trio bowling a volontà, degustazioni di white rusdi amici, al centro del film, sian (il cocktail preferito dal protagonista), si configura quasi come un travestimenti e merchandising vari sempre modello di moralità anche se all’insegna di uno stile di vita che forse farà le regole non sono quelle delstorcere a qualcuno ma certo non dannegla falsa società puritana ma gia nessuno e, soprattutto, non disturba la piuttosto quelle del bowling tranquilla vita dei bravi borghesi. Con il (“Questo non è il Vietnam, passare degli anni, le edizioni si susseguono è il bowling, ci sono delle e prolificano iniziative analoghe anche in regole!” esclama a un certo Europa (Italia inclusa, come dimostrano le punto il personaggio Walter prime due manifestazioni tenutesi ad Asti a Sobchak interpretato da John partire dal 2008). L’edizione americana del Goodman). Inevitabile che la 2009 ha, almeno negli Stati Uniti, ottenuto faccenda avesse un seguito firisonanza nazionale con un tour che, parno al diffondersi di una sorta tito da Louisville il 10 e 11 luglio, toccherà di mania globale. Seattle, Portland, San Francisco, San Diego, Ma facciamo un passo indieDenver, Minneapolis, Chicago, Toronto, tro, al 2002, quando quattro Boston, New York, Philadelphia, Washingamici di Louisville, in Kenton, per concludersi a Austin il prossimo 9 tucky, decidono di dar vita, e 10 ottobre. Ma lasciati da parte gli eccessi un po’ fra il serio e il faceto che gli americani, sempre un po’ bambinoni, amano mettere Un personaggio trasformato in mito. Uno stile in atto, resta il piacere di vita alla “grande” ma in fondo sornione e di una pellicola singolare, ai tempi tacciata inoffensivo. Questi gli ingredienti che hanno dalla critica come pofatto di Drugo un oggetto di un culto globale co consona allo stile dei Coen. I due fratelli (e come potrebbe essere altriseppero invece tracciare con genialità e legmenti), a un festival dedicagerezza il ritratto di una generazione che, to a Lebowski. Il successo è pur avendo perduta ogni fiducia e illusione immediato anche grazie alla nelle ideologie e nel futuro, era capace di partecipazione dello stesso ritrovare nella dimensione di un quotidiano Bridges e, via via, man mano senza fini e senza obiettivi una sua morale, che le edizioni si susseguono, ben più integra e solida di quella offerta degli altri protagonisti del dallo spettacolo del potere.

Jeff Bridges e John Goodman in una foto promozionale de Il grande Lebowski

Quando

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19.08.2009 10:45:32


» testimonianza raccolta da Claudio Carrer; fotografia di Igor Ponti

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formato come autodidatta, sfruttando la grande voglia di conoscenza, lo spirito di osservazione e il piacere per la fatica trasmessomi dai miei genitori, contadini che lavoravano dalla mattina alla sera. Non ho mai cercato esempi aulici e non mi sono mai piaciute le cose troppo teoriche. Per questo mi sono sempre tenuto a distanza da movimenti estremisti che non avessero i piedi per terra. Anche se eravamo nel ’68 e pure io auspicavo grandi cambiamenti, il mio punto di riferimento era il socialismo storico, impostato sulla “politica delle cose” e con l’obiettivo preciso di far progredire le classi Classe 1950, originario di Muggio, ha meno abbienti attraverso il un’intensa attività istituzionale alle progresso di civiltà e di sospalle. Dal ’92 dirige l’Ufficio dell’assicu- cietà. Come la maggior parte dei giovani che provenivano razione malattie, ma tra pochi mesi... da famiglie economicamente molto modeste, non mi poveicolare in modo esaustivo tevo permettere di “divagare” unendomi a e comprensibile, nel tentativo gruppi rivoluzionari che, attraverso slogan di facilitare le scelte dei cittafacili e il più delle volte desolatamente vuoti, dini che regolarmente sono predicavano l’abbattimento della borghesia. chiamati a prendere decisioni Borghesia a cui in realtà essi stessi appartenell’ambito dell’assicurazione nevano per condizione economica in quel malattie. Come funzionario contesto di grande diffusione del benessere... dirigente ho sempre chiesto Quella del ’68 in realtà è stata una “rivoluai miei collaboratori di non zione borghese”, che ha sì portato ad alcuni sprecare il tempo, perché la cambiamenti positivi, come il ruolo della considero una delle azioni donna o quello della scuola all’interno della peggiori della vita per chi ha società, ma che ha pure comportato qualche il privilegio di vivere nella eccesso, come l’antiautoritarismo che di fatto migliore epoca della storia: il ha spazzato via l’autorità e l’autorevolezza. progresso, un altro dei valori Io sono dunque sempre rimasto un socialsostanziali e immanenti in democratico e oggi mi fa specie osservare cui credo profondamente, ha in questa situazione di mercato catastrofica infatti portato benessere macome sia il pensiero della destra a uscire vinteriale e culturale che hanno cente quando invece dovrebbe imperare una contribuito a democratizzare socialdemocrazia moderna e illuminata. La la nostra società. L’importanstessa che per diventare vincente dovrebbe za che attribuisco al progresso però re-imparare a parlare alla gente di proderiva sicuramente dalla mia gresso in modo positivo. appartenenza ideologica al Io intanto continuerò a credere nel promovimento della socialdemogresso e affronterò il resto della mia vita crazia storica, a cui mi sono con lo stesso spirito e voglia di fare e di avvicinato sin da ragazzino. cambiare che mi accompagnano da sempre. A dieci-undici anni, pur proUn grave incidente occorsomi in gioventù venendo da una famiglia non che mi ha costretto su una sedia a rotelle politicizzata, avevo già svilupnon mi ha mai condizionato e non mi ha pato un profondo senso di impedito di realizzare i miei obiettivi. Non giustizia sociale e fui attratto mi spaventa dunque nemmeno l’idea di dalla figura di Guglielmo Cafare il pensionato... perché so per certo che nevascini e dalla sua “politica non sarò un “pantofolaio”: avrò tempo per delle cose” tesa a far star bene le mie antiche passioni, come il ciclismo e anche chi nella vita partiva l’hockey su ghiaccio... e di riflettere su che sfavorito. In politica mi sono cosa fare da grande.

Bruno Cereghetti

Vitae

na costante voglia di cambiamento mi ha portato a realizzare molto nei miei primi cinquantanove anni di vita, e ora sto per andare in pensione. A metà gennaio del prossimo anno lascerò infatti l’Ufficio cantonale dell’assicurazione malattie che io stesso ho creato e che dirigo dal 1992. Me ne vado con nostalgia, pensando soprattutto agli eccellenti collaboratori che hanno contribuito in modo determinante a realizzare gli obiettivi dell’Ufficio, ma senza rammarico. Come in politica, anche nella vita professionale prima o poi si deve lasciare, magari quando gli altri non se lo aspettano e dunque destando stupore. È una caratteristica che ho già avuto modo di manifestare più volte, come quando nel 1986 decisi di interrompere la mia attività presso le elementari di Locarno, nonostante fare il docente fosse stato il mio sogno, sin da ragazzino. Complici la mia avversione per la staticità e la convinzione che il cambiamento sia il sale della vita, colsi l’opportunità di diventare collaboratore personale (il primo nella storia del governo ticinese) dell’allora consigliere di Stato socialista Rossano Bervini, persona a cui ancora oggi mi lega un rapporto di profonda amicizia. Qualche anno dopo mi capitò invece l’avventura di essere chiamato a dirigere questo ufficio. Un’avventura del tutto inimmaginabile ed imprevedibile, visto che avevo sempre considerato l’assicurazione malattie una materia da cui stare alla larga... Poi, assumendo la carica, scoprii che è molto più complessa di quanto potessi immaginare, ne rimasi affascinato e si è rivelata la mia “sirena” da cui rimanere attratto. Del resto, in questa veste ho potuto sfruttare tutte le mie esperienze precedenti. La formazione di docente mi è servita a trasmettere alla popolazione un’informazione che mi sono prefisso di

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U


Professione: pescatore di Giancarlo Locatelli; fotografie di Franco Banfi

La sveglia suona alle tre di notte. Non c'è tempo da perdere: ho appuntamento alle cinque al porto del TCS di Muzzano, presso la foce del Vedeggio. Lì mi aspettano René e Nico: spero mi aiuteranno a meglio capire che cosa significa oggi fare pesca con le reti sul Lago di Lugano. O meglio, Ceresio, dal celtico “keresius”, ramificato...


A

rrivo in orario e prima di salire sulla piccola barca noto l’insegna sul camion posteggiato lì a due passi, “Fiori Gaberell”. Il lago è calmo e verde. È tempo di uscire. Durante la fase di pesca incontriamo dei cigni, degli svassi e una famigliola di gabbiani che ci segue fiduciosa… capisco più tardi il motivo di tanta fedeltà:

i gardon più piccoli finiscono a loro “come premio per aver saputo aspettare, se lo meritano, ci seguono dall’inizio” dice l'amico Nico. Tutto si svolge in un’atmosfera tranquilla e amichevole. Mi colpiscono molto i commenti e le piccole battute che arricchiscono le spiegazioni di René Gaberell. Una su tutte: ogni qualvolta la rete si fa più pesante, qualsiasi ne sia il motivo, arriva puntuale l’esclamazione “… o è il tappo del

lago o qualcosa di grosso”, questo anche quando le reti si sono chiaramente infangate sul fondo. Ci si ride sopra e si continua a pescare. Il bottino finale sarà costituito da una notevole trota di circa 2 chilogrammi, 5 lucioperca per un totale di 12 chilogrammi di peso, 15 gardon e alcuni cavedani. Renè e Nico sono soddisfatti... altre volte la pesca va peggio e, anche se in rapporto agli 800

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nella pagina accanto Il pescatore RenĂŠ Gaberell nella fase di raccolta delle reti. Ăˆ necessario compiere questa operazione entro le 8.30 del mattino, in modo da permettere la libera circolazione sulle acque del lago a sinistra Un pigo (Rutilus pigus) caduto nelle fini maglie della rete prima pagina di reportage RenĂŠ scruta le acque del Ceresio alla ricerca delle reti


metri di reti calate il pesce non è molto, la giornata può essere dichiarata “buona”. Più tardi davanti a un caffè René mi spiega: “Il Consorzio Pescatori con reti del Ceresio si è costituito da circa un anno… Otto pescatori semiprofessionisti, in seguito divenuti nove, che hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per la valorizzazione del pesce di lago con il titolare dello Spaccio Ittico di Noranco. L’intento è quello di favorire lo smercio dei prodotti della pesca professionale utilizzando la rete di distribuzione di cui dispone un centro di lavorazione e commercio come lo Spaccio Ittico”. Come mai hai usato la parola semiprofessionisti? “Perché sui nostri laghi vivere solo di pesca è impossibile, questo è un lavoro che viene definito «accessorio». Tutti noi svolgiamo altre attività, io, per esempio, ho un negozio di fiori...”. Da un punto di vista economico, qual è il ricavo annuale? “A seconda della tipologia di pesce catturato l’incasso annuale si aggira tra i 15 e i 20.000 franchi. Tenendo conto però di tutte le spese: licenza, acquisto e manutenzione della barca, materiali per la pesca, assicurazioni e posto barca, che da solo costa circa 1700 franchi all’anno... Alla fine il guadagno è poco. In fondo la pesca è una «passionaccia»”. Quante sono le uscite annuali? “Tra le 120 e le 150. Con la nuova legge, per rimanere nel contingente dei pescatori professionisti, devi uscire minimo 50 volte in un anno e dimostrare di prendere almeno 1000 kg di pesce. Quota che si supera di gran lunga uscendo regolarmente”. L'attività della pesca comporta levatacce e orari non usuali... “Solitamente ci alziamo attorno alle 4 del mattino. Questo perché le reti alle 8:30 devono essere completamente ritirate per lasciare libero il lago. Per lo stesso motivo alla sera non possono essere calate prima delle 17:30. Qualche volta ci capita di fare delle nottate intere, soprattutto nelle zone dove c’è il pericolo che le reti vengano manomesse. C’è sempre il furbo di turno... come hai potuto vedere anche questa mattina una delle reti era stata toccata...”. Quali sono le principali tipologie di pesce che catturate? “Le qualità considerate più pregiate sono il lucioperca, la trota lacustre e


il pesce persico. I lucci qui non sono molto richiesti ma tramite lo Spaccio Ittico riusciamo a farli arrivare ai ristoranti di Zurigo. Dove l’anno scorso è finita anche una magnifica trota lacustre di 6,5 kg per la quale non si trovava acquirente. Poi ci sono coregoni, lavarelli, tinche, carpe e il pesce bianco, soprattutto gardon, un ciprinide introdotto circa dieci anni fa che si è diffuso enormemente. Tra l’altro è in corso un progetto proprio per la rivalutazione del pesce bianco ora sostenuto anche dalla Regio Insubrica. Pur avendo una carne molto delicata e saporita questi pesci contengono molte lische e per lungo tempo non venivano consumati. Con dei nuovi macchinari, chiamati intaglialische o inteneratrici, abbiamo trovato il modo di neutralizzare le lische che vengono sminuzzate in sezioni di un millimetro circa. Così facendo anche il gardon può essere utilizzato per il fritto. Inoltre, come novità c’è la musse di gardon affumicato, che verrà venduta già pronta in un sac à poche, dal quale sarà possibile stenderla direttamente sulle tartine”.

Mi puoi parlare delle altre iniziative nelle quali il Consorzio è attivo? “La principale riguarda il controllo delle carni dei pesci che vendiamo. Ogni due o tre mesi in varie zone del lago preleviamo coregoni, lavarelli, pesci persico e gardon. Cioè quelle specie che a causa del grasso presente nelle loro carni più facilmente potrebbero assimilare dei veleni. Li inviamo al Laboratorio Cantonale d’Igiene dove vengono catalogati, pesati e controllati, con particolare attenzione all'eventuale presenza di metalli pesanti. Ci interessa molto assicurare una filiera veloce e sicura. Inoltre come AssoreTI, l’Associazione Pescatori con Reti del Ticino di cui il Consorzio fa parte e che comprende i circa venti pescatori con reti del Ceresio e circa una quindicina di pescatori della parte svizzera del Verbano, stiamo cercando con molto impegno di reintrodurre pesci che sono spariti dalle nostre acque. Fra questi la trota mormorata della quale sono stati importati dei ceppi dall’Italia e l’alborella. Nel nostro incubatoio di AssoreTI a Brusino è

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stata tentata una prima europea di riproduzione di alborelle in cattività. Siamo riusciti a far sì che andassero in frega e sono già state reintrodotte nella zona di Poiana, Capolago, dietro Brusino. Ne stanno nascendo altre che verranno immesse in altre zone. Staremo a vedere... bisogna comunque tentare, anche se le probabilità di successo non sembrano molto elevate...”. Nelle ore trascorse con René e Nico gli aneddoti e i soggetti di discussione non sono mancati. Ho notato che i termini che il pescatore ama utilizzare maggiormente per descrivere la sua attività sono “gioco” e “passione”, riuscendo anche a riunirli in un’unica emblematica frase: “Se c’è la passione giochi bene… come in qualsiasi lavoro”. Dopo una mattinata passata in compagnia è ora di lasciarci. René Gaberell mi osserva e si sincera: “Mi raccomando, parla del Consorzio Pescatori con Reti del Ceresio... non solo di me. Perché alla fine quello che conta è il gioco di squadra...” ■

a sinistra, dall'alto in basso Una fase della raccolta del pescato. In primo piano un gardon (Rutilus rutilus) Un esemplare di persico sole (Lepomís gibbosus) René Gaberell e l'amico Nico al lavoro sull'imbarcazione

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Orizzontali 1. Per nulla secondari • 9. Assicurazione Invalidità • 10. Il dio dei venti • 11. Luce centrale • 12. Un ovino • 14. Il noto Ughi • 15. Concime • 16. Chiude la preghiera • 17. Predisporre, allestire • 20. Chiara e limpida • 21. Il Sodio del chimico • 22. Pratico • 23. Funzione trigonometrica • 25. Dittongo in poeta • 26. Epoca • 27. Senatore in breve • 28. Saluto a Maria • 29. Abbonda sulle labbra degli stolti • 30. Ne soffre chi fatica a respirare • 32. Vasto altopiano asiatico • 33. Cantone svizzero • 34. La sopporta il mulo • 35. Si empiono di schede • 36. Procuratore Pubblico • 37. In mezzo al coro • 38. Giusta, imparziale • 40. Elegante via luganese • 42. Complessino canoro • 44. Estate losannese • 45. Località grigionese • 46. Comprendente 365 giorni • 47. Solca i mari. Verticali 1. Ha per capitale Moresby • 2. Colmate • 3. Piccolo difetto • 4. Un’azione degli acidi • 5. Raganella arborea • 6. L’antico Eridano • 7. Fu riconosciuto da Carlo V •

8. Le immagini sacre del Pope • 13. I Cristiani d’Egitto • 14. Il movimento culturale di C. Salutati • 16. Antico Testamento • 18. Rimarcare • 19. Norvegia e Austria • 24. La parcella del professionista • 28. Esploratore norvegese • 29. Monaco russo • 31. Baronetto inglese • 36. Fra la “o” e la “r” • 38. Il mitico re di Egina • 39. Antica cambiale • 41. Pari in cartone • 43. Nel cuore di Giava.

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Astri a cura di Elisabetta

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Grazie al trigono di Venere i nati in Ariete potranno iniziare il mese di settembre in maniera assai piacevole. Questo passaggio astrale tenderà a favorire le relazioni personali, lavorative e in ambito sentimentale.

Venere vi spinge a vivere situazioni divertenti e spassose. Tutto in questo momento sembra volto a farvi star bene e a soddisfare i vostri desideri. Settembre inizia però svogliatamente per i nati nella prima decade.

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Grazie ai buoni transiti di Venere, a settembre riuscirete a vedere con occhi differenti ciò che vi circonda e ad affrontare con maggior piacere le vostre attività quotidiane. Incremento della vita sociale e degli incontri.

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Grazie al passaggio di Venere riuscirete a fare una ottima impressione sui vostri interlocutori e a trasmettere simpatia. Ottimo periodo per divertirsi in compagnia degli amici o del partner. Miglioramento dell’aspetto fisico.

Settembre inizia positivamente. Questo è il periodo adatto per porsi delle mete e per darsi da fare per raggiungerle. Le energie dell’Ego, stimolate dal passaggio di Marte, tendono a protendervi verso il futuro.

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Settembre inizia alla grande grazie agli ottimi transiti di Giove e Mercurio. Potrete realizzare importanti iniziative professionali utilizzando al meglio le vostre risorse comunicative. Aiuto da parte di amici potenti.

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Il mese inizia positivamente per i nati di novembre a causa dell’ottimo transito di Venere nella vostra nona casa solare. Momento buono per allargare le conoscenze e fare nuove amicizie con persone straniere.

Scontri con il partner provocati da un Marte in opposizione di transito nella vostra settima casa solare. Maggiormente colpiti i nati nella prima decade. Evitate di subire intromissioni da parte dei vostri familiari.

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