Ticino7

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L’appuntamento del venerdì

Reportage - Lago Maggiore

Villa Taranto Agorà Occupazione giovanile

Corriere del Ticino

Scienza Il Planetario di Milano

laRegioneTicino

Domus La cucina

Tessiner Zeitung

CHF 3.-

con Teleradio dal 13 al 19 settembre


Per dipingere.

Per smaltare.

Per limare.

Per tutto il resto.


numero 38 11 settembre 2009

Agorà Occupazione. Una Fenice per lavorare Società La musica da passeggio

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LUDOVICA DOMENICHELLLI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

KERI GONZATO

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Impressum

Scienza Il Planetario di Milano. Una città di stelle

Tiratura controllata

Vitae Claudio Perrone

Chiusura redazionale

Reportage Lago Maggiore. Villa Taranto

Editore

Tendenze Borse. Il business a tracolla

90’606 copie (73’723 dal 4.9.2009)

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ROBERTO ROVEDA

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NICOLETTA BARAZZONI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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REZA KHATIR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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MARISA GORZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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FRANCESCA RIGOTTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Redattore responsabile

Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Coredattore

Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Venerdì 4 settembre Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

Domus La cucina

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Fabio Martini

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

La vasca delle ninfee e i giardini terrazzati di Villa Taranto, Pallanza Fotografia di Reza Khatir

Vero o falso? Sul numero di giovedì 3 settembre del “Corriere del Ticino” lo spazio dell’ “Opinione” è stato affidato a Luciano Cattaneo, avvocato, il quale, senza eccessivi preamboli, entra nel merito delle recenti vicende politiche italiane e degli attacchi mossi al premier Berlusconi dalla stampa di opposizione, avvertita come ostile e pruriginosa. Nella sostanza, l’intervento di Cattaneo – che si allinea sulle posizioni del quotidiano della famiglia Berlusconi, di cui peraltro invita caldamente alla lettura – è centrato sul ritrito adagio del “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ecco allora (vado a ritroso) riproposti l’affare SME, le magagne di De Benedetti, il malloppo all’estero della famiglia Agnelli proprietaria della “Stampa”, la cacciata di Forattini per la vignetta su D’Alema, fino al confronto fra le accuse (“pretese, queste ultime”) rivolte al premier, sospettato di frequentare prostitute e veline, e quelle al direttore dell’“Avvenire”, oggi dimissionario, attestate invece “da una sentenza giudiziaria. Quindi di per sé comprovate e liberamente divulgabili”. Cattaneo conclude poi sostenendo che: “Basta aprirsi a più voci e fonti di informazione. E mirare alla verità dei fatti. Tenendosi alla larga da certi moralisti”. Ma perché, signor Cattaneo, tentare di deviare l’attenzione delle persone dai gravissimi comportamenti di un uomo politico con responsabilità nazionali e internazionali qual è Berlusconi (non Boffo), andando a rimestare nel sudiciume della parte avversa? Potrà forse funzionare come strategia in un’aula di tribunale ma non funziona né sul piano giornalistico né su quello politico.

Perché il problema della degenerazione del dibattito civile nella vicina Penisola sta altrove: nel mancato percorso di indipendenza e di autonomia dei media italiani – giornali, radio e televisioni – da decenni asserviti e proni ai poteri forti; nell’enorme responsabilità del Parlamento e dell’attuale opposizione che, quando ne avevano la possibilità, non hanno prodotto una seria e rigorosa legge sul conflitto d’interessi; nell’opportunismo di una componente consistente del mondo giornalistico italiano che ha visto nell’ascesa di una destra illiberale (e illiberista), opportunità di carriera e di affermazione senza precedenti; nell’imbarbarimento dei toni del dibattito politico e mediatico, trasformato in spettacolo da prima serata. Perché il problema non sta nella “verità dei fatti” in sé, ma nella possibilità di disporre dei mezzi giusti e delle garanzie necessarie atte al suo raggiungimento. Prima di congedarci, una precisazione in risposta alla lettera del signor Ovidio Biffi di Massagno, comparsa sul “Corriere del Ticino” del 4 settembre. Teniamo a precisare che lo spazio intitolato Links, che dal numero 36 di Ticinosette apre il fascicolo contenente i palinsesti televisivi, è curato direttamente dalla RSI nella persona di Nico Tanzi. Ne consegue che la redazione di Ticinosette non è in alcun modo responsabile delle opinioni e dei contenuti espressi in tale ambito, a prescindere o meno dalla loro condivisibilità. Cordialmente, Fabio Martini


Occupazione. Una Fenice per lavorare

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Agorà

In Svizzera il numero dei giovani senza lavoro è in costante crescita. Per tentare di arginare il problema nel nostro cantone è nato Progetto Fenice. Messa a punto su mandato cantonale, l’iniziativa si prefigge di promuovere il collocamento di giovani qualificati nel mondo del lavoro. Con risultati incoraggianti…

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recarietà del mondo del lavoro, instabilità lavorativa, disoccupazione: sono alcune delle problematiche che molti giovani devono affrontare oggi. I dati parlano chiaro: in Svizzera il tasso di disoccupazione dei giovani al di sotto dei 25 anni – siano essi diplomati o non qualificati – è il più alto di tutte le categorie di età. Inoltre, in una situazione di recessione come quella che stiamo vivendo, i giovani sono la categoria più duramente colpita dalla penuria di impiego. E la situazione non sembra migliorare, anzi. Stando ai dati pubblicati dal Segretariato di Stato dell’economia (Seco) nel solo mese di luglio i giovani senza lavoro in Svizzera sono aumentati di oltre 3000 unità, per un totale di 25.693, che corrisponde a un 73,6% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Cifre allarmanti, che costringono i cantoni ad andare alla ricerca di soluzioni innovative per tentare di invertire questa drammatica tendenza. Numeri che tuttavia spiegano solo in parte l’enorme portata del problema. In molti casi infatti, la difficoltà a trovare un posto di lavoro si ripercuote anche a livello personale; parecchi studi dimostrano come il ricorso a cure di natura psichiatrica aumenti parallelamente all’insicurezza lavorativa.

Una risposta “pubblica” Oggi più che in passato è dunque molto importante sollecitare enti pubblici e aziende ad agire in favore dei più giovani e ampliare le misure a sostegno del loro inserimento nel mondo del lavoro. Il canton Ticino già da tempo si sta muovendo in questa direzione. Nel novembre 2007, su mandato cantonale, è nato Progetto Fenice, iniziativa messa a punto dalla Labor Transfer di Camorino e che si prefigge di promuovere il collocamento di giovani

qualificati nel mondo del lavoro e di sostenerne l’inserimento. L’idea di base è semplice: mettere in contatto chi cerca un impiego con i potenziali datori di lavoro, fornendo ai primi un sostegno a tutto campo e ai secondi incentivi economici legati all’assunzione. Il tutto viene finanziato con i proventi della vendita dell’oro della Banca nazionale. Entriamo nei dettagli. Il Progetto Fenice si rivolge ai giovani dai 19 ai 35 anni con una formazione conclusa e che si trovano in regime di assistenza. Recentemente tuttavia la fascia dei candidati “è stata estesa anche a coloro che sono a fine indennità di disoccupazione e che non necessariamente si sono annunciati all’assistenza” spiega la responsabile del progetto Andreana Bernasconi Lolli. Nella prima fase la Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, rispettivamente gli Uffici Regionali di Collocamento (Urc), evidenziano alla Labor Transfer le candidature di giovani in possesso dei prerequisiti d’ammissione al progetto. Preso contatto con i candidati, si entra nella seconda fase del programma. “Per capire se c’è la collocabilità presso aziende attive sul nostro territorio – aggiunge Andreana Bernasconi Lolli – i nostri consulenti organizzano dei colloqui individuali preliminari che fanno da filtro per l’ammissione vera e propria al progetto. L’ammissione non è infatti diretta”. Verificata l’idoneità del candidato, “vengono organizzate tre giornate di studio – aggiunge la responsabile del progetto – in cui si insegna al giovane come proporsi verso le aziende, come redigere un curriculum vitae”. Corsi di bilancio personale e professionale, come di tecnica di ricerca di impiego che offrono al giovane gli strumenti necessari per proporsi nel modo adeguato.


dell’organico aziendale. “Nella fase di messa a punto del progetto – aggiunge la responsabile – temevamo di riscontrare chiusura da parte delle aziende e difficoltà nel reperire i contatti sul territorio, e invece la risposta è stata ben superiore alle attese”. L’obiettivo che si prefigge a sua volta la Labor Transfer è quello di favorire e sostenere l’inserimento definitivo e stabile del giovane in azienda. “Il nostro progetto è aperto a tutti, tuttavia il ragazzo che decide di intraprendere il cammino con noi – specifica Andreana Bernasconi Lolli – deve essere interessato e motivato a reinserirsi professionalmente. La casistica è a ampio regime e contempla giovani provenienti da tutti i distretti del cantone.” Non solo: la formazione dei candidati selezionati copre molti settori professionali, in modo da soddisfare le diverse esigenze aziendali. Al progetto hanno pure preso parte giovani con una formazione universitaria. Un trait d’union tra il sociale e l’economico dunque, che offre la preziosa occasione, con i tempi che corrono, di inserirsi gradualmente nel mondo del lavoro creando nuove sinergie che potranno in futuro tramutarsi in collaborazioni definitive.

e n o i z a r icu s s a ’ n a u z n o i e l s g o re V a i l p m e. a t r u l e t a s o di o da p t a t s o l l e d esame I CA VA N UO

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Una collaborazione che funziona Fino a ora i risultati sono considerati molto incoraggianti. Da gennaio dello scorso anno – quando Fenice è partito come progetto pilota – sono stati coinvolti 131 giovani. Di questi, 102 hanno soddisfatto i requisiti di base e sono stati realmente ammessi al progetto. In poco più di un anno e mezzo 62 giovani hanno portato a termine il percorso ideato dalla Labor Transfer e di questi ben 38 giovani hanno centrato l’obiettivo, ottenendo un collocamento definitivo. Più del 50%, una percentuale ragguardevole. Attualmente sono 40 i giovani che partecipano al progetto. “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti finora; – conclude Andreana Bernasconi Lolli – al riguardo abbiamo ulteriormente potenziato i contatti con le aziende del canton Ticino”. Un’opportunità unica per i molti, troppi giovani in difficoltà e che, come l’uccello mitico, la Fenice appunto – che dopo una lunghissima esistenza bruciava se stesso sopra un altare per risorgere di nuovo dalle proprie ceneri – hanno oggi la possibilità di riscattarsi e soddisfare quel desiderio di autorealizzazione essenziale per sentirsi parte integrante del corpo sociale.

» di Ludovica Domenichelli

Il ruolo del “privato” Terminato il percorso formativo, si entra nella terza fase: l’accompagnamento e l’inserimento in azienda. Le modalità sono due: stage semestrale o bonus. Alle aziende la libertà di scelta. “L’azienda che sceglie la formula dello stage riceve per un periodo di sei mesi 1200 franchi. Al giovane verrà versato uno stipendio pari o superiore a tale importo – spiega Andreana Bernasconi Lolli –; altre aziende invece scelgono la via del bonus, che prevede un finanziamento del 60% dello stipendio pattuito tra le parti. In entrambi i casi, per responsabilizzare maggiormente il singolo, l’azienda stipula il contratto direttamente con il candidato”. La durata del progetto, stage compreso, è di 13 mesi. “Nel caso in cui il giovane nel momento in cui viene a scadere il contratto a tempo determinato non fosse inserito in azienda, può venir reinserito nel progetto, in modo tale da garantirgli un ulteriore affiancamento nella ricerca di una soluzione definitiva”, precisa la responsabile. Partecipando al progetto le aziende che operano in Ticino colgono l’opportunità di reperire giovani collaboratori qualificati da inserire poi all’interno

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stituiti di gommalacca. Un disco altrettanto nero che si fà scrigno di ricordi sonori e che ancora oggi, spinto da un forte revival, affascina e ispira sogni lontani. Negli anni diminuiscono i “giri” incisi sul disco – da 78 a 45, sino a 33 – e aumenta la durata della registrazione musicale. Tuttora alcuni considerano la qualità di riproduzione del vinile, calda e ricca, come la migliore. Ma in, in verità, nei decenni scorsi venivano immessi sul mercato sia dischi scadenti e a buon mercato sia vinili di alta qualità, molto spessi e pesanti. Attorno alla confezione degli LP (o Long Playing) si sviluppa tutta parallelamente l’arte della copertina, che diventa un vero e proprio spazio creativo in grado di attrarre le settine” di plastica, di minore stampe di Warhol così come le fotografie di qualità ma molto più semplici Wolff. Ma gli anni Ottanta saranno anche teda riprodurre e copiare –, che stimoni della trasformazione dei ritmi electro si impongono come complein impulsi digitali impressi su dischi compatmento ai dischi. ti e luccicanti, i Cd o Compact Disc. Sotto l’albero natalizio del Ma in precedenza la corsa frenetica al perfe1925 appare la prima radio a zionamento tecnico partì dalla giapponese: larga diffusione che indebol’azienda Sony mette in commercio il mitico lisce il primato dei grammoWalkman: il primo Sony Walkman dai colori foni. Ciononostante, grazie blu e argento è immesso in commercio nel anche a costanti migliorie tec1979 e da quel giorno tutti potranno pasniche, fino agli anni Ottanta seggiare, per davvero, con il proprio gruppo il grammofono (divenuto poi preferito nelle orecchie. L’oggetto diventerà giradischi), sarà il principale simbolo di una generazione e perderà pomezzo di diffusione della mupolarità solo con l’avvento dei lettori Cd sica registrata. portatili negli anni Novanta. Sony tenterà la Negli Stati Uniti il grammorimonta lanciando i lettori mini-disc sotto il fono prende le vesti super conome Walkman, ma sarà l’americana Apple a lorate di un oggetto destinato lanciare il nuovo status symbol della musica a divenire un cult: il juke-box. portatile, l’I-pod con le sue infinite decliSe oggi si acquistano pillole nazioni. La musica diventa così sempre più di musica su Internet, in quei eterea ed impalpabile, digitale: veloce come decenni i suoni “uscivano” un fluido, si scarica da quell’universo vicino inserendo una monetina in e lontano chiamato cyber-spazio. quelle scatole luminose, conRubata, scambiata, trasformata i brani musentendoci di godere all’istansicali continuano a essere ascoltati e amaLa musica ha il potere di far risaltare le ti. In una simbiosi tra nostre emozioni e i sapori della vita. Questo tecnologia e biologia, grazie alla tecnologia, che ci permette di por- il ritmo si dimostra tare le nostre note preferite sempre con noi parte integrante della vita, analogamente al nostro respiro e al battito cardiaco. Come se te del succo musicale che ne l’uomo avesse utilizzato le sue infinite risorse scaturiva. Con le gonne a ruoper scovare il modo di soddisfare un bisogno ta, il rock&roll di Elvis e i balli quasi primordiale: quello di essere più felice scatenati, gli anni Cinquanta, sentendo il suo sangue scorrere al ritmo di portano anche un’altra innoun’assolo di Jimmy Hendrix, di una ballata vazione: il vinile, evoluzione dei Birds o delle serenate di Chopin. dei dischi in precedenza co-

» di Keri Gonzato

Società

dell’elemento musicale nell’esistenza di molti di noi ha qualcosa di inspiegabile e misterioso. I brani musicali sono in grado di valorizzare le emozioni ed esaltare gli istanti della nostra vita. L’energia che la musica trasmette è qualcosa di unico: forse per questo nel corso del tempo sono state sviluppate tecnologie sempre più avanzate, che hanno permesso di portare con noi la nostra musica preferita, ovunque. Oggi, infatti, lettori Mp3, mini-altoparlanti, stereo di ogni forma e genere sono oggetti quotidiani e “banali” quanto lo spazzolino da denti o il sapone. Il primo vero passo compiuto verso la “musica da passeggio” è da attribuire a Emile Berliner. Inventore tedesco, nel 1888 Berliner rivoluziona il modo di ascoltare la musica: trasforma il fonografo in grammofono e porta così la musica pre-registrata nei luoghi pubblici. Con alcuni accorgimenti tecnici Berliner perfeziona il disco di incisione semplificandone la riproduzione e il trasporto. Nel 1918 la società tedesca BASF lancia un nuovo supporto, il nastro magnetico, che costituirà la base delle audiocassette – quelle “cas-

La musica da passeggio

L’importanza

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Una città di stelle

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Scienza

sopra di noi è punteggiata complessivamente da 7200 stelle, quando a occhio nudo, per fare un paragone, è possibile vederne circa 6000 nelle migliori condizioni di visibilità… quasi impossibili nella nostra regione. Quando il planetario è completamente in funzione, infatti, vengono proiettati le immagini di tutti i settori del cielo – che si uniscono fino a formare in un’unica immagine tutta la volta stellata –, i principali movimenti che vi avvengono e i fenomeni astronomici osservabili da qualunque luogo della Terra in qualunque periodo dell’anno. Lo strumento, inoltre, è provvisto di 45 proiettori singoli che riproducono le principali stelle, mostrando anche le variazioni di luminosità a seconda dei cambiamenti astronomici. Vi sono poi dei proiettori mobili che visualizzano i movimenti astrali dei corpi celesti principali come il Sole, la Luna e i cinque pianeti visibili a occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno). Altra possibilità offerta da un planetario è quella di mostrare non solo la situazione attuale, ma di evidenziare i cambiamenti avvenuti a livello astronomico rispetto al lontano passato e quelli che avverranno in futuro. Insomma un planetario, pioggia o non pioggia, cielo limpido o meno, consente di compiere delle vere e proprie osservazioni astronomiche guidate in un cielo virtuale, Due immagini d’epoca del Planetario. Nella foto in alto: Ulrico Hoepli (il ma sul quale sono riprodotte tutte le caratsecondo da destra) davanti al futuro ingresso con l’architetto Piero Portaluppi teristiche di quello reale. (il primo a sinistra). Fotografie tratte dal sito del planetario (vedi Apparati) Ma la filosofia del Planetario di Milano non è fatta solo di tecnologia, per quanto raffinata. Certo, questo luogo è dotato di tutti A vederlo dall’esterno non Immediatamente si mette in i più moderni mezzi tecnologici come un fa una grande impressione: funzione un sofisticato sisistema di proiezione multimediale e anche un edificio neoclassico, sor- stema di proiezione messo un proiettore laser per effetti speciali. Però montato da una cupola e appunto dalla tedesca Zeiss, la scelta è stata quella di non abbandonare un po’ annerito da anni di detto appunto “strumento mai l’idea originaria di avere un esperto inquinamento cittadino. Ep- planetario”. È questo disposiin carne e ossa a guidare il pubblico nelle pure, datemi retta, il civico tivo che, oltre a dare il nome osservazioni e nelle Planetario “Ulrico Hoepli” rappresenta il modo più sem- L’osservazione notturna della volta celeste è conferenze. L’obiettivo plice e comodo per scoprire le oggi difficile nelle nostre città. Una possibile è di avvicinare il grande pubblico ai temi meraviglie del cielo, sempre alternativa è quella di visitare un planetario. dell’astronomia classipiù nascoste dalle luci delle città e dall’inquinamento Come quello donato dall’editore Ulrico Hoepli ca fino alle ultime scoperte e acquisizioni nel atmosferico. alla città di Milano 80 anni fa... campo dell’astrofisica Soprattutto, non c’è bisogno grazie all’aiuto di esperti delle varie disciplidi grandi attrezzature per all’intero edificio, riproduce ne in grado di dare vita a veri e propri eventi le osservazioni: basta acco- in maniera del tutto realistica unici. Rispetto alla semplice proiezione di modarsi in una delle 300 il cielo stellato utilizzando un video forse si “perde qualcosa” in termipoltroncine della grande sala come schermo di proiezione ni di spettacolarità e di effetti speciali, ma si interna, alzare lo sguardo, la cupola a forma di emisfero guadagna in umanità e originalità. aspettare che faccia buio in che sormonta la sala. La volta Per questa sua capacità di rinnovarsi, non sala e lo spettacolo cominci. celeste che viene a mostrarsi


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AA.VV. Astronomia pratica De Agostini, 2006 Tra le molte pubblicazioni disponibili, segnaliamo questa guida completa (ma pratica) per scoprire i segreti dell’universo. Con approfondimenti sulle tecniche, gli strumenti per l’osservazione e la storia dell’esplorazione spaziale.

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» di Roberto Roveda

Ulrico Hoepli (1847–1935) Nato nel Canton Turgovia, Hoepli arrivò nel 1870 a Milano, dove rilevò una piccola libreria specializzata in testi tecnico-scientifici, alla quale affiancò, l’anno seguente, una casa editrice. Presto si rese conto dell’assenza di un’editoria in lingua italiana di carattere tecnico e scientifico e per questa ragione ideò una collana di testi agili che chiamò “manuali”, traducendo così la parola inglese handbook. Nel 1875 uscì perciò il Manuale del tintore, cui fecero seguito oltre duemila titoli. Grande mecenate, Hoepli, oltre al Planetario milanese, creò la Fondazione Ulrico Hoepli il cui fine è di “sostenere le istituzioni e iniziative di pubblica utilità o che si adoperino per promuovere le scienze e le arti in Svizzera”. Libreria e casa editrice Hoepli sono ancora oggi attive... naturalmente a Milano.

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© Disney Enterprises, Inc.

© 2009 Twentieth Century Fox Film Corporation

© 2008 CPT Holdings, Inc.

© 2009 Dreamworks Llc.

© 2009 Universal Studios

Ticinosette

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» testimonianza raccolta da Nicoletta Barazzoni; fotografia di Igor Ponti

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a disposizione ma essere sei persone in una, anche se mi piace stare solo. Con mia moglie ci ritroviamo la sera. Lei lavora, io lavoro. Stiamo decisamente bene insieme e con nostro figlio Lorenzo, gran bel dono del Padre Eterno… Lo abbiamo chiamato così in nome della magnifica città che mi ospita, Lugano. Se potessi distruggere qualcosa distruggerei la mafia. Quanto è bella la mia terra senza la mafia. I miei compaesani sono gente onesta. Fanno l’olio d’oliva, raccolgono i limoni e le arance. I mafiosi sono una realtà invisibile ma purtroppo molto reale e presente in tutto il mondo. Intendo dire Una tuta da meccanico e tanta simpatia. che esiste lo stesso male ma Una vita vissuta lavorando per dare e chiamato con nomi diversi. ricevere, con la spontaneità di chi riesce Non me ne intendo, ma se è vero che uno come Bush è imad accettarsi per ciò che è... pastato nella vendita di armi e, per non far “scadere” i proben lontano. Ma mi sono iettili, scatenava guerre… beh, che si faccia sempre divertito lo stesso e ora un bell’esame di coscienza. Fosse riuscito con un Negroni ballavo tutta a investire nell’aiuto alle popolazioni e non la notte... con due non ne nella morte di povere persone indifese... parliamo! E la paura? Balbettavo una volta. Poi, creIl lavoro che ho scelto, meccascendo, mi sono reso conto che chi ho di nico di moto, è il mio punto fronte non è migliore di me. e posso dire a forte e per esprimere al mequattrocchi che cosa penso, senza timore. glio le mie capacità ho aperto La soluzione in parte è stata data da questa un’attività commerciale. Ho città che mi ospita che è ultra controllata e le mani sporche di grasso per dà sicurezza grazie alla polizia sul territorio. il lavoro che faccio ma non In Sicilia mancano questi aspetti, ma non mi sono mai sporcato le mani manca l’acqua fresca... cosa che alcuni metnella vita. La sporcizia, quella tono in dubbio. Tra i monti, sulle spiagge e vera, sta da un’altra parte. Mi le coste d’argilla, ovunque guardi si può solo danno fastidio certe persone. dire che è una terra magnifica. La leggenda Mi dà fastidio il razzismo. Mi secondo cui il re cretese Minosse avrebbe piaccio tutto e non cambierei inseguito Dedalo fino in Sicilia per punirlo nulla di me. Certo che se mi è la prova che c’è una ricchezza di storia in fossi impegnato di più nella questa regione. In particolare ad Agrigento, mia grande passione, le gare dove sole e cielo azzurro, e i mille colori motociclistiche, avrei ottenudella natura si staccano dal marrone delle to maggiori risultati… montagne. Qui, invece, ci sono i palazzi che Da ragazzo ho vissuto nelle invadono la natura e impediscono di ammicase popolari. Dodici famiglie, rarla. Credo che la teoria sulla produttività o tutte del sud Italia. Se avessi sul costruire, quelle teorie che si preoccupano una bacchetta magica farei solo di distruggere mi hanno stufato. Sono stare bene le persone che stantalmente stanco la sera che non sogno più. no male. Tac e direi: “Sei stato Faccio il mio lavoro con onestà e spero nel male fin troppo, ora basta”. Se bene dei miei cari. Non mi preoccupo di iminvece incontrassi uno che sta maginare la mia vita tra dieci anni. Non ho bene gli direi: “Vai a zero, non la certezza di esserci domani. Questa giornata completamente, ma vai a zero me la godo. Domani anche. Ma non vado e non lamentarti così capisci oltre. La cosa più importante per me, a parte veramente cosa significa fare mia moglie, mio figlio e la mia famiglia, è la fatica alla fine del mese”. mia moto. Quando sono in sella mi sento Non vorrei avere più tempo leggermente libero.

Claudio Perrone

Vitae

ono siciliano. A 38 anni vivo il mio strabismo con serenità perché mi piace e mi appartiene. Nel 1978 hanno provato a sistemarlo all’ospedale di Varese, ma senza successo. Ho conosciuto persone con il mio stesso problema agli occhi e, scherzando, una di loro mi ha chiesto: “Anche tu Claudio quando vai in moto e prendi un moscerino nell’occhio non ci vedi più e devi toglierlo assolutamente?”… Nel mio genere di strabismo non puoi mettere fuori uso l’occhio “buono” e lasciar fare a quello pigro. Di sicuro potrei operalo di nuovo ma, visto che non mi dà problemi e il 96% delle probabilità che tutto vada bene potrebbe bastare, resta pur sempre quel 4% che ci veda doppio e ciò non mi alletta. Vero è che riesco a vedere più cose tutte insieme: 4 donne, 4 volte tutto, 4 volte mille franchi… Chi ha l’occhio sinistro strabico si dice sia un introverso, uno che si isola, uno che non si fida. Io, al contrario, sono solare e sempre allegro. Mi piace essere spiritoso e far ridere gli altri. Anche il pittore Rembrandt era strabico e forse dal suo strabismo ha tratto il suo genio. Certo che chiudere un occhio, come deve fare uno strabico, aiuta a cogliere dei particolari che non vedi a prima vista, anche quelli tridimensionali. Nello storto trovi la dimensione nascosta delle cose. Noi strabici quando guardiamo è come voi quando chiudete un occhio e vi domandate: “ma è dritta sta cosa?”. Il mondo lo vedo corrotto e dunque è meglio chiudersi in casa ad ascoltare la musica e non pensarci. Se guardi le cose reali per come sono ci rimani troppo male e quindi meglio tapparsi le orecchie e andare avanti. C’è qualche cosa che non voglio vedere? Ho picchiato il muso e non voglio che succeda di nuovo. Essendo un soggetto allergico, non mi sono mai avvicinato alle droghe, me ne tenevo

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Il tesoro del Lago Maggiore testo e fotografie di Reza Khatir

Seguiteci alla scoperta di uno dei luoghi incantati che il Lago Maggiore offre. Un viaggio nella bellezza e nel ricordo di quel capitano scozzese che amò profondamente questi magnifici e affascinanti luoghi


sopra: la Valletta e il ponte romano; nella pagina precedente: uno scorcio di Villa Taranto a Pallanza

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Giardini Botanici di Villa Taranto rappresentano il sogno di un uomo, il capitano scozzese Neil McEarchan, arciere della Regina d’Inghilterra. All’età di 8 anni giunse per la prima volta in Italia, un incontro per lui fatale, con una terra che amò per tutta la vita profondamente. Verso il 1928 l’amore per l’Italia e la fortissima passione per la botanica lo spinsero a mettersi alla ricerca di terreni che si prestassero alla realiz-

zazione di un meraviglioso giardino. Solo due anni dopo, e a seguito di un’inserzione apparsa sul “Times”, riuscì a trovare cio’ che andava cercando. Acquistò infatti dalla marchesa di Sant’Elia una proprietà di 20 ettari chiamata “La Crocetta”, situata sul promontorio della Castagnola a Pallanza. I lavori di trasformazione vennero effettuati dal 1931 al 1940, e McEarchan ribattezzò la proprietà Villa Taranto, in onore dell'an-


La fontana dei putti

tenato Mc Donald, nominato Duca di Taranto da Napoleone. L’aspetto dei giardini era allora diverso: il parco era meno vasto e non aveva alcuna impronta stilistica essendo costituito prevalentemente da castagni, robinie e bambù. Il capitano iniziò quindi ben presto a trasformarne l’aspetto, con opere di sbancamento e di costruzione. L’area dei giardini venne quasi raddoppiata con l’acquisto di altre proprietà confinanti; la vegetazione

pre-esistente venne in gran parte sradicata attraverso l’abbattimento di oltre 2000 piante, si creò un impianto idrico con acqua pompata dal lago e l’assetto altimetrico del terreno venne variato con lo scavo di una valletta artificiale per le colture che necessitavano un clima protetto e ombreggiato, e la creazione di giardini terrazzati per le colture da posizionare in pieno sole. Vennero inoltre sistemati oltre 7 km di viali. Da ultimo


sopra: la serra inglese; pagina seguente: le sequoie Sempervirens (sin.) e i giardini terrazzati (des.), con in primo piano la scultura “Il pescatore” di Vincenzo Gemito

vi fu il delicato lavoro di ripopolamento botanico dei giardini che portò il capitano McEacharn a fare più volte in giro per il mondo per reperire semi e piante da coltivare nel suo parco. Quest’opera stimolò giardinieri e floricoltori alla coltivazione di specie fino ad allora sconosciute nei giardini e nei vivai della città. Oggi il patrimonio botanico dei Giardini è molto vasto: comprende circa 1000 piante non autoctone e 20.000 varietà e

specie di particolare valenza botanica. L’importanza del giardino non è data però solo dal suo patrimonio botanico, ma anche dalla bellezza e armonia dell’insieme, e dalla cornice naturale che li ospita, sospesi come sono tra lago e monti. Visitando i Giardini, ognuno ritroverà scenari fiabeschi: dalla romantica Valletta alla distesa delle Eriche, dalle serre con la “Victoria cruziana” ai viali di Azalee, Aceri, Rododendri e Camelie, dai


giardini delle Dalie, con oltre 300 varietà, ai mille colori delle fioriture autunnali. Sullo sfondo dei Giardini terrazzati, con le loro cascatelle, piscine, vasche per ninfee e fior di loto, Villa Taranto regala immagini di una bellezza che si rinnova ogni

anno seguendo i ritmi della natura. I giardini furono donati dal Capitano McEacharn allo stato italiano e aperti al pubblico nel 1952. Alla sua morte (1964) egli fu sepolto in una cappella, appositamente costruita, in mezzo il giardino ■

La salita all’alpe in 4x4. Adesso in tournée.

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partire da Roncato, che propone borse da lavoro per ogni personalità ed esigenza. Alla morbida pelle, nei classici toni marrone, nero e avana, aggiunge il nylon stone washed in sfumature aranciate e l’inedito poliestere color blue jeans, giusto per chi apprezza il casual business look. Ogni cartella nasconde all’interno una busta porta PC in neoprene e dei reparti per ampliare lo spazio a piacere. Quello delle borse professionali è certo un settore esigente, sia sul piano pratico che visivo. Così, i prodotti di punta della Tucano vanno dalle collaudate Opera Work-Out alle eleganti slimcase chiamate Fina, alle custodie per mini notebook fino ad arrivare ai nuovissimi modelli Expanded, apprezzata evoluzione del genere. Le office bag diventano difatti sempre più leggere, più funzionali e perfino più sfiziose, tanto che da prerogativa maschile si sono trasformate in contenitori coerenti pure con le necessità di una donna manager sempre in movimento. Gherardini ha studiato un modello per vere stakanoviste in cuoio inglese tutto impunturato. Ben organizzato all’interno e ben curato nelle rifiniture

e nel design, è corredato da un’originale chiusura a passante e maniglia ergonomica. E piacerà di sicuro alla donna d’affari raffinata la borsa da lavoro, arricchita da cartellette e astucci applicabili, realizzata da Furla in vitello stampa cocco dalle sfumature lapislazzuli. Forme arrotondate, scintillanti zip e preziose catenelle per lei che sa coniugare lo stile con le necessità del quotidiano. Intanto Cerruti 1881, partner storico della maison varesina Principe, seleziona vitelli lucidati e nappe soft per costruire, con artigianalità tutta italiana, la razionale executive-ventiquattrore dalla linea dinamica e maschile. Vero e proprio ufficio portatile. Ha chiusura a combinazione, reparti interni foderati con tessuto logato dedicati a ogni aggeggio high tech e perfino tasche segrete per gli oggetti più personali. In caso di un imprevisto pernottamento di lavoro o... non. Anche Bric’s coniuga la componente tecnica-strutturale a quella estetica. In particolare quando crea cartelle e messenger bag della linea Pininfarina, maneggevoli e leggere, ma soprattutto dotate di accorgimenti tali da rendere

disponobile ogni oggetto in qualsiasi situazione lavorativa. Attenta scelta delle pelli, indiscussa artigianalità e cura meticolosa dei dettagli caratterizzano da oltre un secolo i set da scrivania e le agende Tavecchi, ai quali si sono ora aggiunte borse professionali e portadocumenti. Oggetti di prestigio destinati a un pubblico moderno e dinamico, pur attento alla qualità tradizionale. Da segnalare, tra l’altro, le eleganti cartelle unisex Rialto in pelle serigrafata in sei colori e con cuciture a contrasto. È double face e con doppia personalità l’originale borsa portacomputer in nappa soft di Gabs. Da un lato è nera, seriosa e formale, ma... oplà, dall’altro lato è divertente e colorata di viola. Sempre in un piacevole contrasto di tinte, ecco la proposta Jaguar, giocata sull’arancio e sul marrone e dal nostalgico design che la fa assomigliare alla cara, indimenticata cartella dello scolaro. Ha multitasche zippate, scomparti porta-tutto e tracolla staccabile pure la borsa da lavoro firmata Braccialini. È percorsa all over, sul tessuto jacquard, da sfreccianti macchinine rosso Ferrari. Lavorare non è mai stato così divertente e... veloce ■

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La cucina Spazio creativo, connesso al nostro esistere, la cucina, a dispetto della concezione obitoriale di tanti designer, resta un ambiente di vita e bellezza. Con questo scritto della filosofa Francesca Rigotti inauguriamo una serie di articoli dedicati agli ambienti domestici

È innegabile che la pratica dell’alchimia, grande precorritrice

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della chimica, molto abbia a che fare con quella della culinaria, a cominciare dagli attrezzi: calderoni, vasi, alambicchi e mortai, pestelli e cucchiai, coltelli e forchettoni. Si osservi la famosa incisione di Albrecht Dürer Melancholia I. Molti degli attrezzi ivi rappresentati non sfigurerebbero in una cucina ove i cibi ribollono, le bevande fermentano e le volute di vapore si addensano dentro la cappa mentre viene cucinata la materia del mondo: il pentolino o crogiuolo che poggia sulla fiamma del fornelletto, la bilancia a due braccia per pesare gli ingredienti; la clessidra per misurare i tempi di cottura; la campanella che chiama: “il pranzo è in tavola!”. Il tutto accompagnato dalla presenza centrale del fuoco che scioglie, coagula e amalgama gli ingredienti/elementi finché sul fondo del recipiente si raccoglie il risultato di tanto lavoro: l’oro puro realizzato grazie alla pietra filosofale, o più semplicemente la pietanza cucinata, calda, buona e preziosa come oro. E adesso un rapido confronto con le cucine “all’americana” che ci vengono proposte dall’attuale produzione in serie e che presentano, in confronto all’antro dell’alchimista, la vivacità e l’allegria di uno studio dentistico. Tutto è sterilizzato, incassettato e sistemato in perfetto ordine, nella cucina autoclave. Chissà come saranno infelici le posate a star lì ognuna isolata in una perfetta scanalatura a patire la solitudine della forchetta globale, invece che ritrovarsi tutte insieme a chiacchierare nel disordine del cassetto. Non una padella in vista, non una treccia d’aglio o di peperoncino al muro: soltanto superfici cromate e lucidissime simili a carrozzerie di automobili. Persino i fuochi se ne stanno nascosti, sostituiti magari da piastre elettriche subito coperte dopo l’uso, in una stanza piccolissima o in un “angolo cottura”, che si ridurrà in

futuro al forno a microonde incastonato in qualche mobile, o alla scatoletta di pillole dell’astronauta, orribile ricordo di distopie anni Sessanta. Tutto questo all’interno di una curiosa contraddizione, ovvero la moda dilagante del cibo lento, sano e intelligente, macrobiotico ed ecocompatibile, possibilmente tradizionale ma con una punta di esotico. Ma per preparare questo tipo di alimentazione occorre spazio, spazio della cucina per la cucina. La cucina più bella del mondo si trova a Münster, cittadina della Germania settentrionale che deve la sua fama al fatto di aver ospitato, insieme a Osnabrück, la firma dei trattati della pace di Westfalia che concludevano la Guerra dei Trent’Anni. È la cucina del prof. Harald Weinrich, insigne romanista, sei lauree h.c., cattedra al Collège de France, autore di opere fondamentali della storia del pensiero. Ora, la cucina dei Weinrich è una cucina-studio in grado di suscitare un brivido di piacere in ogni persona che ami impastare i cibi oltre che a cucinare il pensiero. Lungo una parete corre un immenso armadio da farmacia nei cui ripiani chiusi da sportellini a vetri si intravedono pasta, olio, riso, zucchero ecc. Il fuoco, nel senso dei fornelli, è posto lungo una parete, ma questo per permettere al tavolo del lavoro intellettuale di troneggiare al centro; inoltre la cucina presenta una porta-finestra che dà sul jardin aux herbes, da cui attingere salvia, timo o basilico e le erbe aromatiche che riescono a crescere nel clima tedesco nord-occidentale. Da una cucina così bella e gemütlich usciranno prodotti da forno e prodotti dell’ingegno di altissima qualità come quelli che infatti propone Weinrich, perché la bellezza è la cosa di cui dovremmo alimentarci, in cucina e altrove, in questi tempi di denutrizione cronica o addirittura di carestia da bellezza, per essere in grado di produrre e generare altra bellezza.

» di Francesca Rigotti; immagine tratta da www.desko.it

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Astri a cura di Elisabetta

ariete

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Nella seconda metà di settembre Venere favorirà soprattutto i nati nella terza decade. Grazie agli ottimi transiti di Giove potranno realizzarsi anche i progetti più impegnativi. Puntate in alto. Lavori in casa.

A metà mese, i nati nella seconda decade, stimolati dal transito di Marte, potranno assumere toni di sfida nelle proprie lettere o nelle comunicazioni di routine. State attenti a non offendere il vostro partner.

gemelli

cancro

Vita sentimentale alla grande per i nati nella terza decade. Grazie all’ottimo transito di Venere nella vostra terza casa solare potreste iniziare una nuova storia sentimentale durante un incontro culturale.

Grazie al forte transito di Marte i nati nella seconda decade realizzeranno quanto prima di aver più energia del solito. È importante praticare un’attività sportiva per sfogare e scaricare gli eccessi. Rischio gastrite.

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vergine

Venere trovandosi in opposizione con Giove e Nettuno favorisce un irripetibile distacco dalle realtà quotidiane. Cercate dunque di abbandonarvi all’amore senza per questo crearvi una visione irreale o troppo idealizzata del vostro partner.

Grazie al transito di Marte in Cancro, a partire da metà mese, i nati nella seconda decade potranno affrontare qualunque tipo di scelta con la giusta forza e determinazione. Fondamentale l’educazione ricevuta nel corso dell’infanzia.

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A metà mese, i nati nella terza decade potranno ricavare dalla loro vita sentimentale nuove soddisfazioni e nuove emozioni. Frequentazione di ambienti mondani. Improvvisa attrazione verso le atmosfere lussuose.

Grazie agli ottimi transiti di Marte si consiglia quanto prima di iniziare un progetto coinvolgendo persone di altre città. Meccanismi di svogliatezza e di auto indulgenza per i nati nella terza decade. Attenti alla dieta!

Dimezzate la banana con la buccia. Mettetene da parte una metà, sbucciate e affettate l’altra. Pelate e tritate lo scalogno.

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Senza aggiungere grassi, fate rosolare brevemente le rondelle di banana, lo scalogno e la pasta al curry. Bagnate con latte di cocco e brodo vegetale, coprite e fate cuocere per 5 minuti.

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Pelate le patate e tagliatele a pezzi di 1 cm. Aggiungetele alla salsa di cocco e fatele cuocere.

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Salate e pepate i petti di pollo. Fate arrostire nell’olio di colza per 4 – 6 minuti su entrambi i lati. Mischiate miele e salsa di soia e spennellate i petti di pollo a fine cottura. Togliete la padella dal fuoco, copritela con un foglio di alu e lasciate riposare per 10 minuti.

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Pelate e affettate l’altra metà della banana e aggiungetela alle patate, assieme al succo di limetta. Riscaldate ancora bene e insaporite con sale e pepe.

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Prima di servire, tagliate i petti di pollo a fettine; ponetele sulle patate e bagnatele con il fondo di cottura del pollo.

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capricorno orno

A partire dalla seconda metà del mese potrà esserci un significativo aumento dei contatti sociali favorito dal transito di Giove nella terza casa solare. Crescita di interesse per gli ambiti informatico e mediatico.

Calo energetico getico per i nati nella seconda decade provocato dal transito angolare di Marte. Possibili litigi scaturiti dal risorgere di antiche questioni legate ai tempi dell’infanzia. Novità professionali in arrivo.

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pesci

A metà settembre Venere si troverà in opposizione rispetto ai nati nella terza decade. Il transito interesserà anche Giove e Nettuno: non è da escludere una eccessiva auto indulgenza verso le forme di piacere erotico e alimentare.

A metà mese potrete beneficiare degli effetti del transito di Marte nella quinta casa solare. Vi sentirete pieni di energie e vorrete gridare al mondo la vostra personalità. Competitività e aggressività relativamente bonaria.

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1 banana* , 1 scalogno, 2 – 3 cucchiaini di curry rosso in pasta, 2 dl di latte di cocco, 2 dl di brodo vegetale, 500 g di patate, 4 petti di pollo, 1 cucchiaio di olio di colza, 2 cucchiai di miele*, 2 cucchiai di salsa di soia, 2 – 3 cucchiai di succo di limetta, sale, pepe nero* macinato grosso

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Un’idea della famosa cuoca Florina Manz

Altre ricette e un grande concorso sul sito:

www.maxhavelaar.ch


Âť illustrazione di Adriano Crivelli


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La soluzione verrà pubblicata sul numero 40

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Orizzontali 1. È vicino a Gentilino • 10. Apostasia • 11. Tiretto centrale • 12. Il Ticino sulle targhe • 13. Erbe irritanti • 14. Andata in poesia • 16. Le iniz. di Toscanini • 17. Il nome di Fleming • 18. Essi • 20. Stuzzica le nari • 22. Fiume della penisola balcanica • 23. Dittongo in reità • 24. L’ultimo nato della nidiata • 27. La nota De Agostini • 29. Tasse doganali • 31. Italia e Austria • 32. Est-Ovest • 33. Cons. in ozono • 34. Sinistra in breve • 36. Art. romanesco • 37. Veicolo pubblico • 38. Città degli USA • 41. Consonanti in ruota • 42. Crescono con noi • 43. Giardino invernale • 44. L’hanno adunco i rapaci • 46. Fiume russo • 47. Pari in grossi • 48. Noto stilista • 50. Possono provocare allergie • 52. Natale a Ginevra • 54. Negazione • 55. È in agonia.

Corrisponde a circa 30 grammi • 21. Freccia • 25. Dittongo in giada • 26. Blu chiaro • 28. Abdicazione • 30. Non equilibrato • 32. Il noto Ramazzotti • 35. Ha scritto “La cantatrice calva” • 36. L’alieno di Spielberg • 39. Proprio così! • 40. Diede ordine di incendiare Roma • 45. Astio • 49. Il Cellamare • 51. Romania e Malta • 53. Ente Turistico.

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Verticali 1. Opera di Rossini • 2. Camera mortuaria • 3. Il Nichel del chimico • 4. Né mio, né suo • 5. Antica cambiale • 6. Fa le fusa • 7. Vaso floscio • 8. Musicista ungherese • 9. Università • 15. Gigari • 19.

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