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24 | XII | 09
numero
L’appuntamento del venerdì
Corriere del Ticino
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laRegioneTicino
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Tessiner Zeitung
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CHF 3.–
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con Teleradio dal 27 dicembre al 2 gennaio
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R EPORTAGE Meridiane | AGORÀ Estetica | K RONOS Calendario | TENDENZE Capodanno
Âť illustrazione di Adriano Crivelli
numero 53 24 dicembre 2009
Agorà Medicina estetica. La soluzione dolce Arti Fra Roberto Pasotti. Un fratello a Stans
Impressum Tiratura controllata 89’345 copie (72’303 dal 4.9.2009)
Chiusura redazionale Venerdì 18 dicembre
Editore
Teleradio 7 SA Muzzano
Direttore editoriale Peter Keller
Kronos Calendario. La ricerca dell’inizio Vita itae e Mascia Cantoni
DI
DI
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PATRIZIA MEZZANZANICA
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GIANCARLO FORNASIER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ROBERTO ROVEDA
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STEFANIA BRICCOLA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Reportage Le meridiane. Un tempo antico
DI
R. CAROBBIO; FOTO DI A. MENICONZI
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MARISA GORZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Astri/Giochi Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Tendenze Capodanno. Una notte scintillante
DI
Redattore responsabile Fabio Martini
Coredattore
Giancarlo Fornasier
Photo editor Reza Khatir
Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12
Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch
La fine (di un anno) “Ticino7 reagisce all’articolo del Caffè sul futuro del settimanale di programmi radiotelevisivi. Futuro difficile se non incerto, quantomeno nella sua attuale forma, risulta dalle verifiche del nostro giornale (checchè ne dica la redazione di Ticino7). Il Caffè sarà felice di essere smentito dai fatti, nonostante la dietrologia che permea l’articolo di risposta di Ticino7. E comunque, naturalmente, auguriamo lunga vita a Ticino7”.
Stampa
(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona
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In copertina Chiesa di Santa Maria a Banco di Bedigliora Fotografia di A. Meniconzi
Gentili lettori, con le parole appena lette si chiudeva un editoriale del 26 luglio scorso firmato dalla vice direttrice, la gentile Simonetta Caratti, del settimanale “il caffè” (o “il Caffè oppure ancora “Caffè”). Qualcuno forse si ricorderà di una ben poco oculata e circoscritta “sparata” di poche settimane prima proveniente dalle stesse pagine del domenicale, secondo la quale Ticinosette – il nome della testata si scrive a tutte lettere da almeno 18 mesi, cioè da quando è stata rivista nella sua parte grafica e testuale; e a questo aggiungiamo pure che i “programmi radiotelevisivi” sono una delle componenti del settimanale... – sarebbe stato sul “punto di morte”. Anzi, secondo quanto sostenuto dai solidali colleghi di Locarno, quelli che state leggendo avrebbero dovuto essere i nostri ultimi “respiri”. A oggi non sappiamo chi siano state le fonti “bene informate” che hanno spinto il settimanale locarnese a darci per spacciati, e non nascondiamo una ben poco sopita curiosità. Quale opportunità migliore dunque, essendo questo l’ultimo numero di Ticinosette targato 2009, per far presente agli amici de “il caffè” che il nostro settimanale è ancora vivo e vegeto. Con grande sollievo da parte nostra e, speriamo, anche dei nostri lettori.
Che quello che sta per terminare sia stato un anno difficile nessuno lo nega: la crisi ha toccato l’intero mondo economico, e il livello occupazionale in Svizzera come nel resto del pianeta ne ha risentito. Il settore della stampa ha, naturalmente, seguito a ruota. Purtroppo, secondo alcune fonti, il peggio dovrebbe ancora arrivare... Proprio per garantire la presenza della nostra testata in edicola quale allegato al “Corriere del Ticino”, “laRegione Ticino” e “Tessiner Zeitung”, Editori e Redazione hanno preso alcune misure “di risparmio” con un’ottimizzazione e una razionalizzazione delle risorse a disposizione, oltre a un adattamento settimanale delle pagine in carta patinata della nostra rivista in funzione della presenza pubblicitaria. Questo non ha impedito negli scorsi mesi di inaugurare nuove rubriche, come pure di allargare il numero dei collaboratori (giornalisti, fotografi e illustratori) la cui età media è certamente fra le più basse delle testate giornalistiche cantonali. Anche in questo senso, lo sforzo di rinnovamento iniziato nei primi mesi del 2008 è proseguito, alla ricerca di temi, argomenti e reportage fotografici capaci di catturare l’attenzione e il vostro interesse. È dunque a voi che rivolgiamo, oltre ai nostri sentiti auguri di Buon Natale e Buone Feste, un ringraziamento per le tante dimostrazioni di affetto e di riconoscimento del lavoro svolto sin ora. A voi, come ai nostri Editori, al personale tecnico e grafico indispensabile alla pubblicazione di Ticinosette, all’Amministrazione e a tutti i collaboratori. Nella speranza che il prossimo sia un anno più prodigo di serenità, di pubblicità... e di buon senso. Dietrologicamente parlando, si intende... Cordialmente, la Redazione
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edicina estetica contro chirurgia? Non proprio. Non se si osservano i dati statistici che danno comunque entrambe in crescita, anche se la percentuale della medicina è molto più alta. A tramontare è il vecchio concetto di chirurgia estetica. Le donne non vogliono più bisturi, punti, cicatrici, sofferenze e lunghe degenze ospedaliere, ma continuano a desiderare, quasi ostinatamente, di apparire più giovani, più belle e più toniche. Così, la chirurgia si adegua e diventa soft e il confine fra le due scienze si fa sottile, spesso si confonde tanto l’una diventa poco invasiva e l’altra si specializza. Un trattamento richiede oggi i tempi di una pausa pranzo e gli effetti sono evidenti da subito. Forse per questo, negli ultimi anni, si è registrato un boom di interventi light, punture, tecniche varie che permettono alla nostra pelle di tendersi, rassodarsi, rimpolparsi, apparire fresca e idratata anche quando per età, o per la poca cura, così in forma non dovrebbe essere. “La storia della medicina estetica non è così recente come molti sono portati a pensare” spiega Grazia Puglia, consulente di comunicazione di aziende e associazioni che operano in questo campo. “I primi tentativi risalgono ai primi anni Sessanta. Venivano iniettate sostanze plastiche, come il silicone e il teflon, con risultati spesso discutibili e anche dannosi, tanto che poi sono state proibite. Negli anni Ottanta si usava il collagene di derivazione animale, che era assorbibile dai tessuti, ma richiedeva un doppio test di tollerabilità. Il salto di qualità è avvenuto con l’avvento del botox e dei filler all’acido ialuronico. Entrambi molto richiesti hanno però proprietà diverse. Il primo non riempie, ma inibisce l’uso dei muscoli mimici del viso responsabili, nel tempo, della formazione delle rughe. L’effetto è quello della paralisi: limitando il funzionamento del muscolo la pelle si distende. L’acido ialuronico, invece, così come i nuovi collageni più evoluti che non necessitano più di test preliminari, è un vero e proprio filler (dall’inglese to fill, riempire, ndr.). È indicato non solo per attenuare le rughe ma per rimodellare il viso e il corpo. Oggi, infatti, con l’acido ialuronico è possibile correggere il naso, alzare il sopracciglio, rimpolpare lo zigomo, il polpaccio, sollevare il gluteo, arrotondare il seno, scolpirsi e ridisegnarsi a proprio piacimento. Con la tecnica dell’hydro-reserve, anche ristrutturare e idratare la pelle profondamente”.
Realtà e aspettative
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Nella medicina estetica, ricerca e tecnologia sono in perenne evoluzione. E non solo per farci più belli. Un filler conosciuto anche dalla medicina curativa è l’acido polilattico particolarmente adatto a riempire zone del viso lipo-atrofiche, cioè senza più grassi, come accade ai malati di Aids che assumono farmaci fortemente disidratanti. Nuovi studi sostengono, inoltre, che
trapiantando cellule di grasso autologo, debitamente trattato e preparato, si trapiantano anche cellule staminali che attecchiscono e diventano parte stesse dell’organismo. Più belli e più sani quindi, quasi una versione contemporanea della locuzione latina mens sana in corpore sano. Anche se non è sempre così. Sono molte, infatti, le donne anche giovani che ricorrono a interventi non necessari o ne hanno aspettative utopistiche. Donne fragili, desiderose di riempire un vuoto affettivo, più che dar volume a un gluteo, capaci di entusiasmarsi per un pessimo risultato e di disperarsi per performance più che apprezzabili. Donne che da belle si fanno brutte e che a furia di ricorrere a ritocchi e interventi sembrano fatte in serie. “Molte sono vittime di un approccio decisamente superato dalla chirurgia estetica”, spiega il dr. Eugenio Gandolfi, specialista in chirurgia plastica a Lugano e Como, e professore a.c. all’Università di Siena. “Hanno iniziato quando gli strumenti a disposizione erano limitati, spesso deformanti, e non sanno come tornare indietro. Oppure si sono affidate a professionisti dalla mano pesante che invece di consigliar loro tecniche meno invasive, hanno assecondato uno squilibrio che con la patologia estetica ha poco a che vedere. Parlo di patologia di proposito, perché mi capita spesso di vedere donne che vivono una reale sofferenza riguardo al loro aspetto fisico. Oggi il patrimonio della medicina e della chirurgia estetica è vasto, abbiamo molti strumenti a disposizione e possiamo offrire un aiuto reale e sicuro, ma l’onestà è sempre necessaria. Compito del medico è curare, non vendere, per cui a me capita di vedere una paziente due, tre volte, prima di decidere se e come intervenire”.
Verso metodi più naturali Dall’approccio classico della chirurgia estetica anni Ottanta, quello del “taglio e tiro” per intenderci, si passa a quello contemporaneo che interviene per gradi. Laser frazionati per illuminare la pelle senza bruciare, trapianti di grasso per ringiovanirla quando si asciuga, e fili per tendere un viso che cade. C’è chi si porta avanti e si sottopone ai primi interventi – o trattamenti, se parliamo di medicina estetica – per prevenire, chi vuole qualcosa di più energico ed efficace, e chi continua a richiedere fianchi più snelli e seni più floridi. “L’intervento alla mammella è ancora il più richiesto” continua, infatti, il dottor Gandolfi “mentre la liposuzione è in calo per via di tecniche di medicina estetica che in alcuni casi danno discreti risultati. La novità, per quanto riguarda l’aumento del seno, sta nell’abbandono delle protesi convenzionali a favore del trapianto di grasso: un metodo naturale, senza tagli e cicatrici, che richiede solo anestesia locale”.
» di Patrizia Mezzanzanica
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Medicina estetica. La soluzione dolce
Agorà
Sei donne su dieci sono soddisfatte del loro aspetto fisico e, pur riconoscendo di avere rughe e rughette, preferiscono tenersele. Ma cosa succede alle altre quattro? E quali sono le nuove tendenze dell’estetica?
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dalle note vetrate (ricordiamo l’evocativo gioco di luci presente nella Cappella di Casa Rezzonico a Lugano) ai mosaici, ai dipinti murali e su tela. Formatosi frequentando le botteghe di Felice Filippini, Filippo Boldini e Hans Stocker, nel 1966 il frate si trasferisce al convento del Bigorio (Capriasca); un angolo di pace dove la sua pittura – che risente della scuola rinascimentale spagnola di El Greco (1541–1614) ma, in particolare, di Francis Bacon (1909–1992) e dei suoi tormenti interiori – trova piena maturazione.
Una mostra collettiva presso la Fondazione Frey-Näpflin rappresenta un’occasione unica per apprezzare la crescita espressiva della “sacralità” di fra Roberto Pasotti Dopo la mostra del 2006 “Sakrale Kunst von Dürer über Rubens zu Fra Roberto Pasotti” (L’arte sacra da Dürer a Rubens a Fra Roberto Pasotti), è la seconda volta che fra Roberto espone presso la Frey-Näpflin. Una fondazione
L’arte di fra Roberto Fontana Edizioni 2009 In poco più di 200 pagine una carrellata delle opere di Roberto Pasotti. Con contributi scritti di Gerardo Rigozzi, Maria Will, Giuseppe Curonici e Wolfgang W. Müller dell’Università di Lucerna.
Internet
www.freynaepflinstiftung.ch Nella pagina internet della Fondazione (in tedesco e inglese) è possibile trovare informazioni sulla storia, le opere e il calendario delle esibizioni, passate e future.
privata che, come dimostrano anche le opere presenti in questa collettiva, raccoglie lavori di notevole pregio: da Peter Paul Rubens (1577–1640) alla scuola toscana di Filippino Lippi (1457–1504) al realismo francese di Gustave Coubert (1819–1877). La mostra – visitabile sino al 28 febbraio 2010 – rappresenta dunque un’imperdibile opportunità per apprezzare sia la recente produzione del “frate del Bigorio” sia per scoprire gli ampliati spazi di questa piccola ma “ricca” fondazione.
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teressante volume recentemente pubblicato sull’opera di Pasotti (vedi Apparati), libro che mostra anche la “poliedricità” di fra Roberto, artista capace di esprimersi utilizzando tecniche figurative molto lontane fra loro;
Libri
» di Giancarlo Fornasier
Arti
Da poche settimane si è inaugurata presso la Fondazione Frey-Näpflin a Stans “Für Seele, Geist und Sinne” (Per Anima, Mente e Sensi), una mostra collettiva con opere provenienti dagli archivi della Fondazione stessa, lavori della bavarese Rosi Bauer – classe 1942, artista e restauratrice – e dipinti di frate Roberto Pasotti, artista al quale lo scorso anno il nostro settimanale (Ticinosette n. 20, 2008) aveva dedicato un approfondito Reportage. La collettiva diventa un’occasione per apprezzare “materialmente” anche parte delle opere riprodotte nell’in-
Un fratello a Stans
Una delle sale espositive della Fondazione Frey-Näpflin a Stans. Alle pareti alcune delle opere su tela di fra Roberto Pasotti (fotografia di Peter Keller)
La ricerca dell’inizio In che anno siamo? In che giorno cade il Natale? Quando inizia l’anno? Domande banali, all’apparenza, a cui tutti rispondono prontamente. Ma chi ha stabilito queste date e quando? Il discorso si fa allora più complicato e la storia un po’ più lunga. Bisogna andare a circa 1500 anni fa, agli albori dell’età medievale…
Le date sono punti di riferimento posti dall’uomo in quel
fiume in continuo scorrimento che è il tempo. Si tratta di convenzioni, senza le quali però sarebbe ben difficile orientarsi nel corso della vita, convenzioni che usiamo ogni santo giorno senza che riflettiamo troppo sulle loro origini. Perché, per esempio, diciamo che siamo nel dicembre del 2009 e non in un’altra data possibile? Perché affermiamo che il 25 dicembre è Natale, quasi che non vi siano altre possibilità, né ci siano mai state? La nostra storia comincia con Dionigi il Piccolo, un dotto monaco che visse a Roma tra il V e il VI secolo, circa un millennio e mezzo fa, quindi. Nel 525 ricevette l’incarico dal papa di elaborare un metodo matematico per prevedere la data della Pasqua, che deve corrispondere sempre alla prima domenica di luna piena dopo l’equinozio di primavera. Per compilare la sua tabella con le ricorrenze pasquali cominciò a contare gli anni in un modo nuovo, partendo non dalla data della fondazione di Roma – come si usava all’epoca – ma dalla nascita di Cristo. Dionigi si basò su documenti storici e sulla testimonianza dei Vangeli e fissò la nascita di Gesù al 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazione di Roma. Il nostro modo di contare gli anni inizia da quel momento, tanto che siamo soliti dire “avanti Cristo” per le date precedenti a quel giorno, “dopo Cristo” per le date seguenti. Il bello è che Dionigi, per quanto fosse scrupoloso, si sbagliò nei suoi calcoli, tanto che probabilmente la data di nascita di Cristo andrebbe retrodatata di sei o sette anni. Quindi, oggi, saremmo in realtà nel 2015 o 2016 dalla venuta al mondo di Gesù, ma ormai il danno è fatto. Gli uomini di Chiesa del Medioevo cominciarono ben presto a contare gli anni partendo dai calcoli di Dionigi e l’era cristiana divenne a partire dall’VIII secolo l’era dell’Europa, per poi divenire con la conquista e la colonizzazione europea di buona parte del pianeta, la datazione più diffusa. Non l’unica però: per i musulmani in questo dicembre inizia l’anno 1431 dell’era musulmana, cominciata con la fuga di Maometto dalla Mecca (corrispondente al 16 luglio del 622 d.C.). Se poi avessimo conservato il calendario nato con la Rivoluzione francese, la datazione corrisponderebbe alla proclamazione della Repubblica (22 settembre 1792) e quindi oggi
saremmo nell’anno 218. Insomma, c’è di che sbizzarrirsi… Un’altra data su cui c’è voluto del tempo per mettersi d’accordo è quella dell’inizio dell’anno. Dionigi, come detto, aveva scelto il 25 dicembre che era considerato tradizionalmente il giorno della nascita di Cristo. Era appunto una tradizione, perché nessuno conosceva il giorno esatto, né lo conosciamo oggi. Molti storici moderni, per esempio, pensano più a una data del primo autunno, che a una dicembrina. Probabilmente la festa per la nascita di Cristo, la festa del Natale, andò a sostituire una importante festa romana, quella per la nascita del Sole, imposta a tutto l’Impero dall’imperatore Aureliano nel 273. Il 25 dicembre, l’inizio dell’anno fissato da Dionigi, non venne accettato da tutti: in alcune zone l’anno continuò a cominciare il 1. gennaio, come era previsto nell’antico calendario romano, in altre il giorno dell’incarnazione di Cristo, 25 marzo, come avveniva in buona parte della Svizzera fino al XVI secolo. Oppure il Capodanno era variabile e corrispondeva alla data di Pasqua. A prevalere fu poi la data del 1. gennaio che venne imposta dal nuovo calendario elaborato verso la fine del Cinquecento per volere di papa Gregorio XIII. Il “calendario gregoriano”, quello ancora in uso oggi, riformava il “calendario giuliano”, voluto da Giulio Cesare, allora in uso in tutta la cristianità. Il nuovo calendario era molto preciso dal punto di vista astronomico, un vero portento. Aveva però il grave difetto di essere imposto da un papa, cosa che non andava per nulla bene al resto del mondo cristiano, protestanti e ortodossi in testa. Così si diffuse immediatamente, dal 1582, nei Paesi totalmente cattolici – Spagna e Italia, per esempio – mentre faticò di più nel resto dell’Europa. In Svizzera cominciò a essere adottato dai cantoni di Lucerna, Friburgo, Uri, Schwytz, Soletta nel 1584. Da ultimi, qui da noi, lo adottarono i Grigioni tra il 1784 e il 1798 per terminare con il comune di Süs, in Engadina che resistette fino al 1811. L’ultimo Stato europeo a conservare il calendario giuliano è stato invece la Grecia, che si è adeguata solo nel 1932, mentre l’anno giuliano è ancora in vigore per la Chiesa ortodossa che celebra così il Natale e il Capodanno con uno slittamento di alcuni giorni, esattamente al nostro 7 gennaio e al nostro 14 di gennaio.
Kronos
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» di Roberto Roveda; illustrazione di Livia Alessandrini
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» testimonianza raccolta da Stefania Briccola; fotografia di Igor Ponti
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tempo prima del pensionamento per via dei postumi di un grave incidente d’auto avvenuto nel 1992. Mi sono detta che non poteva essere questo a mettermi ko. Ho ripreso la pittura, ho studiato psicografologia, ho coltivato passioni che il lavoro in televisione mi aveva precluso. In seguito ho conosciuto per caso dei membri della Fondation Suisse Madagascar (www. fsmsuisse.org) attiva sull’isola di Nosy Be. Mi è stato chiesto di fare qualcosa perché la situazione laggiù non era delle migliori. Ed eccomi da otto anni presidente della Fondazione con un comitato direttivo completamente Volto caro ai telespettatori, ha vissuto rinnovato. L’attività è portata avanti da soli volontari tra cui la stagione più avvincente e pionieristi- Fiorenzo Melera che vive in ca nella storia della televisione. Oggi è Madagascar per seguire e far impegnata in un progetto umanitario di giungere a termine i progetti. Il nostro è un impegno a tutto grande importanza campo per garantire salute la presenza di Mascia e Core istruzione attraverso la realizzazione di rado. Fin dall’inizio del mio acquedotti e scuole sull’isola di Nosy Be. È lavoro ho sempre avvertito importante che i giovani malgasci imparino la simpatia della gente anche a camminare con le loro gambe e per questo se, quando mi sono sposata, è nata la scuola di formazione alberghieroqualcuno rimase deluso e disturistica CFTH, che comprende un hotel di se:” Mah… la spusà un talian”. applicazione. Spendersi per una buona causa Non mi sono mai sentita una mi ripaga un po’ del rammarico di aver tolto star. Ho sempre considerato il tempo prezioso alla famiglia per gli impegni mio lavoro come tale. Certo televisivi. All’epoca della scomparsa di mio sarei ipocrita se dicessi che marito però il lavoro e la simpatia delle gente non mi fa piacere quando mi mi hanno aiutata ad andare avanti. Anche riconoscono per strada, ma nell’esperienza umanitaria in Madagascar non ho mai puntato alla poposso dire di incontrare persone che hanno polarità. Credo che il segreto fiducia in me e per questo ringrazio tutti. del mio successo sia dovuto Credo nel Destino anche se non concepisco a una perenne sfida con me l’idea di stare ad aspettare la buona sorte. stessa che mi ha portato ad Sono molto combattiva. Non a caso la mia affrontare in televisione tutti biografia-intervista, raccolta da Giuseppe i ruoli possibili del mestiere da Zois, s’intitola Mascia di guerra. Ovviamente segretaria ad annunciatrice e non tutto nella vita si riesce a realizzare. In da conduttrice a regista. L’inItalia mi chiesero di girare un film con Ancontro che ha determinato thony Perkins in cui avrei avuto il ruolo della la mia vita è stato quello con giornalista impicciona. Accettai. Avevamo già la volontà. Ogni tappa della scelto i costumi, ma poi la casa di produzione mia carriera è stata perseguita fallì. Una bella sfida e un’attrice mancata! con testardaggine combattenCome quando agli inizi degli anni Novanta do contro una timidezza che stavo concretizzando il sogno di fare la regia nessuno sospetta. Da bambina di un lungometraggio con protagonista Marmi imponevo di fare quello the Keller, ma poi l’incidente automobilistico che più mi intimoriva. Avevo me lo impedì. La vita è quella che è. Puoi fare il terrore del telefono? Via alprogetti, tuttavia poi… sono convinta che, lora a telefonare! Poi nel corso quando sei a un bivio il libero arbitrio ti porta della vita ho sempre cercato a scegliere la strada che credi sia la migliore, di superare le mie paure. Ho ma agli appuntamenti importanti non puoi lasciato la televisione molto mancare: il nostro Destino li conosce già.
Mascia Cantoni
Vitae
ono stata la prima annunciatrice della Tsi. Ho iniziato a fare televisione nel 1960 a Zurigo. Ai tempi eravamo in pochissimi e ci occupavamo di tutto, dal mandare le linee per avere la diffusione a cambiare le bobine dei film. La televisione è stata una grande avventura. Tutti abbiamo dovuto imparare il mestiere facendolo. Nel 1961 ci siamo trasferiti a Lugano dove Peppino Longoni aveva adattato una rimessa dei tram a studio televisivo. Non c’erano le cabine annunci. Avevamo solo un carro di reportage con la regia mobile. Quindi se, per esempio, c’era una partita di calcio, (poiché era tutto in diretta) dovevo andare sul campo per fare l’annuncio con qualsiasi condizione atmosferica. Sono nata a Lugano, da madre svizzera francese e da padre malcantonese. Mi sento svizzera, ma anche internazionale. Ho sposato un italiano e ho passaporto europeo. Dopo il matrimonio sono andata a vivere per tre anni a Milano. Lì ho votato per la prima volta con grande soddisfazione quando in Svizzera il voto alle donne non era ancora concesso. Ho lavorato molto in Italia dove fra l’altro alla radio ho condotto Il gambero e Il gioco dei cinque Cantoni su abitudini e differenze di vita nella Confederazione. Sono stata la prima conduttrice alla rete 1 della Radiotelevisione italiana del fortunato quiz Chi ti ha dato la patente nel 1968. Ricordo anche il successo riscosso per quindici anni con Corrado con la trasmissione Un‘ora per voi dedicata agli italiani oltre Gottardo e iniziata nel 1964. Ci occupavamo della parte ricreativa per la quale incontravamo cantanti e attori. Quando fu possibile la diffusione dei programmi della Tsi nella Svizzera interna gli autori e i produttori della trasmissione pensarono di interromperla. Invece accade qualcosa di impensabile. Gli italiani organizzarono un referendum affinché Un’ora per voi continuasse, ma sempre con
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Meridiane. Un tempo antico di Raffaella Carobbio; fotografie di Alessandra Meniconzi
Cantato dai poeti, quantificato dalla scienza, meditato dai filosofi… il trascorrere del tempo attanaglia l’uomo fin dall’antichità. Tempo che fugge e tempo che sembra non passare mai. Siamo andati a riscoprire alcune delle meridiane ancora presenti sul nostro territorio: orologi che non frantumano il tempo in secondi, ore che non scoccano inesorabili ma che sono lì da leggere, per chi vuole e per chi sa ancora decifrarle
in queste pagine: a Muzzano, nella casa Bernardoni, è presente una rarità: uno specchietto riflette la luce solare sulla meridiana all’interno dell’abitazione in apertura di reportage: la meridiana costruita dagli allievi della Scuola d’arti e mestieri di Bellinzona: ponendoci con i talloni in corrispondenza della data incisa sulla lastra, il corpo funge da gnomone e la nostra ombra indica l’ora...
a destra: in Ticino le meridiane sono una presenza antica, alcune risalgono al XVI secolo. Questa si trova sul campanile della chiesa di Muzzano
Meridiane: luci e ombre del tempo “Che cos`è, allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so: eppure posso affermare con sicurezza di sapere che se nulla passasse, non esisterebbe un passato; se nulla sopraggiungesse, non vi sarebbe futuro; se nulla esistesse non vi sarebbe un presente” così Sant'Agostino rifletteva sul tempo, un concetto sfuggente… ma anche il tempo, per sua natura, fugge e l’uomo da sempre tenta da un lato di renderlo a sé familiare e amico mentre dall’altro cerca di catturarlo, quantificandolo. Nella storia umana si sono avvicendati modi diversi di considerare e quindi di misurare il tempo e, strettamente correlate a questa variabilità, sono stati sviluppati metodi e strumenti differenti. Insomma, dalla semplice osservazione del susseguirsi di luce e buio, giorno e notte, agli orologi atomici! Tra le prime tecniche adottate per misurare il trascorrere del tempo – forse si tratta addirittura della più
antica in assoluto – c’è la meridiana: questo strumento era già in uso presso i Babilonesi e, grazie a loro, si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. In realtà, questo modo di determinare il passare del tempo osservando la proiezione dell’ombra accomuna molte civiltà, dalla Cina all’America precolombiana. L’Europa per esempio è ricca di complessi megalitici preistorici, i cromlech (allineamenti di dolmen o menhir), che svolgevano una funzione di questo genere, e fra i quali è particolarmente noto il sito di Stonehenge in Inghilterra. La gnomonica Il principio della meridiana è apparentemente molto semplice. Si tratta infatti di osservare il percorso tracciato dall’ombra durante l’intera giornata: cammino dell’ombra e dunque cammino del Sole… o della Terra? In effetti, ciò che noi oggi diamo per scontato – ovvero che la Terra orbita attorno al Sole e non
a sinistra: Ciona: “Cernis qua vivis qua moriere latet” (vedi l’ora che vivi quella morta è nascosta). La meridiana spesso reca un motto o un ammonimento morale
viceversa – per i nostri antenati, prima del XVI secolo, tanto evidente non era. Questa antichissima forma di misurazione del tempo dunque si fonda sulla gnomonica, la scienza che studia il movimento del sole osservando l’ombra proiettata dallo gnomone (dal greco gnomon, “ciò che indica” ma anche “colui che possiede conoscenza”) sulla raggiera disegnata su un piano in cui esso è conficcato. Il primo a illustrarne le leggi fu Vitruvio (I secolo a.C.) che dedicò alla costruzione degli orologi solari il nono capitolo del trattato De architettura. Esistono meridiane di diverso genere, le più frequenti sono verticali, dipinte sulle facciate di edifici sacri o sulle abitazioni. Meno frequenti ma non certo rare sono le meridiane orizzontali che spesso si trovano nelle piazze o in altri luoghi pubblici. in alcuni casi sono costruite in maniera che la persona possa leggere l’ora proiettando la propria ombra direttamente sul quadrante e fungendo quindi essa stessa da gnomone.
Orologi senza ticchettio In passato le meridiane scandivano i ritmi di vita delle comunità ed erano profondamente legate al contesto storicosociale e alle sue esigenze: per esempio, ne esistono alcune che suddividono il giorno in “ore canoniche”, ossia nei momenti di preghiera dettati dalla regola di San Benedetto; altre, di derivazione astrologica, attribuivano ogni ora e giorno della settimana a un pianeta (denominazione che è giunta immutata fino a noi). Anche la collocazione dipendeva dalle relazioni e dai ruoli sociali insiti nella comunità: infatti, le troviamo sulle facciate delle case comunali, dei monasteri e delle chiese, delle ville padronali di campagna e dei castelli. Le accomuna, invece, l’ammonimento morale o il motto che si trova scritto sulla maggior parte delle meridiane, che invita a riflettere sull’incessante fuga del tempo e a non dimenticare l’effimera condizione umana.
| p. 38 Tendenze | di Marisa Gorza |
Una notte scintillante
Luccichii di stelle e riverberi di luna… la notte di Capodanno è fatta per brillare di luce propria, ma anche riflessa. Scegliendo un abito Versace (sopra a sinistra) lo splendore è garantito, specialmente con la lunga toilette costruita nel jersey laminato e lucenti micro cristalli. Oppure con il mini-dress plasmato sulle curve da paillettes “liquide”. E non scherzano nemmeno le toilettes grande soirée di Angelo Marani, un patchwork di broccati, tulle e organza punteggiato di lustrini. Irresistibile la giacca con revers in merletto scintillio, da abbinare alla corta gonnella millestrati di veli trasparenti. Allora lungo-lungo o corto-corto? L’eterno dualismo, tipico di questo season mood, spesso convive; però Coveri by Francesco Martini esorta a festeggiare una mezzanotte da sballo e da ballo con l’abitino di raso decisamente corto, dal corpetto decorato dai semi rossi delle carte da gioco e la parte inferiore a palloncino sfaccettato come un diamante. Mini-mini sono pure alcune mise di Blumarine (a destra) in charmeuse di seta in tinte accese, strutturate su drappeggi asimmetrici affastellati da pietruzze. Focus sulle gambe svettanti su sandali vertigo con cavigliera di Swarovski. La notte incantata riscopre con Lorenzo Riva il glamour sofisticato del nero di un lungo, infinito abito-bustier di georgette che si conclude in uno strascico a ricche volute. Il buio profondo e misterioso è però squarciato qua e là da lampi siderali. Mentre la proposta glam di Parah Noir per una nottata travolgente s’infiamma di un rosso esuberante e benaugurante. Linea sinuosa e dettagli dorati nei punti strategici la rendono preziosa e sensuale. Nondimeno la sera di Brunello Cucinelli va contro corrente per l’eterea sovrapposizione di sete e chiffon di abiti lunghi e impalpabili.
Tonalità rigorosamente neutre e chiare, tanto da ricordare le vesti delle delicate fanciulle dipinte dal Botticcelli. Insomma, ognuna brinderà al Nuovo Anno calata nella tenuta che meglio interpreta e, come suggerisce We Are Replay, uno smoking, classico maschile declinato al femminile, può assumere un coté disinvolto e spiritoso. Come? Sostituendo il tradizionale mikado nero con la tela blue-black denim dei jeans. Più il tocco divertente e brillante di un papillon oversize in jais e perline. Di sicuro lo smoking è l’abito che ha sempre fatto scintille nel guardaroba maschile. Oltre ad adombrare l’aplomb rigoroso, è l’alleato di propositi gaudenti e magari trasgressivi. Decisamente “da sera”, non può mancare in questa speranzosa fine anno. Un po’ reazionario e noiosetto? Macché! Le nuove interpretazioni lo hanno reso più democratico (non nel prezzo...), tanto da comparire in ambienti insospettati. Edizione tutt’altro che severa quella “spezzata” di Dolce&Gabbana dal pantalone trapuntato e la giacca in seta doppiata chiusa da alamari (ottima pure per il brindisi sulle terrazze di Saint Moritz). Convinto che l’adagio in vino veritas funzioni – ancor meglio se si tratta di un rosso – Kean Etro (al centro) addobba il suo buontempone con un tuxedo nelle vellutate sfumature del Merlot e del Barolo. Che la notte di Capodanno sia anche quella di rilassato bicchiere in compagnia? E se qualcuno avesse nostalgia per la mai ripudiata versione nell’eterno binomio bianco/nero può rivolgersi a Costume National e alle sue rielaborazioni dello smoking della tradizione. Dissacrate da cuciture termosaldate, parti siliconate, linee slim e colletto della camicia candida così altero da snobbare il “vecchio” papillon...
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Incontri sentimentali di una certa importanza in vista. I nati nella terza decade devono comunque stare attenti a non cedere di fronte ai loro desideri illusori. Momento karmicamente decisivo.
San Silvestro spumeggiante per i nati nella terza decade. Grazie ai transiti lunari e a un’ottima congiuntura astrale potrete mettere le ali ai vostri desideri. Particolarmente fortunati i più creativi.
San Silvestro caratterizzato dall’ingresso della Luna nel vostro segno. Questo passaggio potrebbe amplificare l’entità di alcune vostre paure riguardo al futuro. Rilassatevi perché sono del tutto ingiustificate.
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Fino alla mezzanotte di San Silvestro, nonostante Marte, dovrebbe filar tutto per il verso giusto. Poi dovrete sforzarvi di esercitare più controllo sulle vostre sensazioni. Situazione più tranquilla per quelli della prima decade.
San Silvestro, fino alla mezzanotte, caratterizzato da forti sbalzi umorali. Godetevela senza pensarci troppo! Dopo la “mezza” tutto andrà a gonfie vele. Inaspettati cambiamenti di vita per i nati nella terza decade.
San Silvestro si presenta come un momento fantastico per abbandonarsi tra le braccia del partner. Inquietudini sentimentali per i nati in settembre. Atmosfere magiche e sensuali per i nati nella terza decade.
Fine d’anno movimentata a causa degli aspetti tra Luna e Urano. Incontri inaspettati con persone alquanto originali. Momenti di tensione per i nati nella seconda decade provocati dal transito di Marte.
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Un po’ d’inquietudine a causa del passaggio lunare. San Silvestro comunque frizzante e allegro se controllate le vostre ansietà. Momento favorevole per i nati nella terza decade favoriti dai transiti planetari.
Grazie al transito del Nodo Lunare in aspetto con Urano si aprono possibilità inaspettate per voi. Incontri imprevedibili. Venere, Plutone e Saturno congiunti per i nati nella prima decade. Importanti scelte sentimentali.
Fine d’anno segnato dal cambio di Luna. A mezzanotte l’astro lascerà l’amico segno dei Gemelli per entrare nel Cancro. Divertitevi ma ricordatevi dei vostri cari. Transizione importante per i nati nella terza decade.
Gli ultimi giorni del 2009 potranno essere turbati da una passeggera Luna nei Gemelli. Non preoccupatevi! San Silvestro divertente in compagnia delle persone a voi più care. Preparatevi a un miracoloso 2010.
Orizzontali 1. Era denominato anche Pirro • 10. Lo dice il rassegnato • 11. Il noto Ramazzotti • 12. Un’andatura del cavallo • 14. Prep. semplice • 15. I confini del Ticino • 16. Città del Canada • 18. Solitario, deserto • 20. La nota Mazzini • 21. Cortile agreste • 22. Dittongo in pietra • 23. Pari in virgola • 25. Un ballo appassionante • 28. Nord-Est • 29. Fiume dell’Estremo Oriente • 31. Navi medievali • 33. Sono dodici in un anno • 34. Bagna la Baviera • 35. Un ruolo del calciatore • 36. Un commissario dei gialli • 38. Gara automobilistica (Y=I) • 40. Ghiaccio inglese • 41. Escursionisti Esteri • 42. Lo sputa il drago • 44. Vi è anche quello a muro • 47. Tiro centrale • 48. Nominativo in breve • 49. Lo dice chi rimanda • 50. Coro a due • 53. Il nocciolo della pesca • 54. I limiti di Asterix • 55. Azzurri, celesti.
• 13. Ancoraggio • 17. Dittongo in Coira • 19. Il longevo figlio di Enoch • 22. Nel cuore della Cina • 24. Il noto Marvin • 26. Gigari • 27. Vi sosta la carovana • 30. Un frutto • 32. Altro nome del Lago di Como • 36. Cuor di tapino • 37. Dottrinali • 39. Il nome della Massari • 42. Francia e Italia • 43. Mezzo uovo • 45. Biologo tedesco • 46. La porta in dono la sposa • 49. Il noto di Carota • 51. Touring Club • 52. In mezzo al coro.
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Verticali 1. Noto romanzo di Giuliana Morandini • 2. Sbagli • 3. Il fiume di Bottego • 4. Non manca al diplomatico • 5. Il nome di Schipa • 6. Art. femminile • 7. Nacquero dal sangue di Urano • 8. Sistema montuoso dell’America Settentrionale • 9. Rosa nel cuore
» a cura di Elisabetta
ariete San Silvestro e inizio d’anno segnati dal transito di Marte e da una dinamica Luna in Gemelli. Atmosfere divertenti in compagnia di persone più giovani. Evitate di parlare a sproposito di questioni di lavoro.
La soluzione verrà pubblicata sul numero 2
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Il clima cambia molto più in fretta di quanto si riteneva. Nell’Antartide si sono staccate masse di ghiaccio con una superficie grande quasi come il Belgio. Questo sviluppo è letale per le specie animali che popolano il Polo sud: un riscaldamento di soli 2 °C causa la morte di un pinguino imperatore su due. Dobbiamo impedirlo! Sosteneteci: www.greenpeace.ch
I ghiacci dell’Antartide si sciolgono prima del previsto.