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L’appuntamento del venerdì
R EPORTAGE Giancarlo Vitali AGORÀ Allergie: l’ambrosia MEDIA Kids on the Block VITAE Jaleel Al-Muaid
Corriere del Ticino
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laRegioneTicino
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Tessiner Zeitung
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CHF 3.–
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con Teleradio dal 18 al 24 aprile
Per qualitĂ
Wildrice Mix Coop, 1 kg, fr. 4.50
4.50
e convenienza.
Per 5000 vantaggi e altrettante bontĂ .
numero 16 16 aprile 2010
Media Handicap. Kids on the Block
Impressum Tiratura controllata 89’345 copie (72’303 dal 4.9.2009)
Chiusura redazionale Giovedì 8 aprile
Editore
Teleradio 7 SA Muzzano
CHIARA PICCALUGA. . . . . . . . . . . . . . . . . .
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DEMIS QUADRI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Agorà Allergie. L’ambrosia: una pianta ad alto rischio
Vitae Jaleel Al-Muaid
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DEMIS QUADRI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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STEFANIA BRICCOLA; FOTO DI REZA KHATIR . . .
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Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Reportage Pittura. Il mondo di Giancarlo
DI
Direttore editoriale Peter Keller
Redattore responsabile Fabio Martini
Coredattore
Giancarlo Fornasier
Photo editor
Di preti, bambini e dolorosi silenzi
Reza Khatir
Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55
Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch
Stampa
(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona
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In copertina
Pennelli. Atelier di Giancarlo Vitali a Bellano (Lecco) Fotografia di Reza Khatir
Gentili lettori, le notizie e il tam tam mediatico – definito dal cardinal Sodano, decano del collegio cardinalizio, alla stregua di un “chiacchiericcio”, quasi si trattasse di bazzecole da bar o da salone per signore – attorno alle sempre più pressanti accuse di pedofilia nei confronti di ecclesiastici, parroci e alti prelati, stanno scuotendo l’opinione pubblica e sono al centro di un dibattito acceso e quanto mai complesso. È qui necessario ricordare, per ragioni di chiarezza, che la pedofilia, nella società laica e civile in cui come cittadini ci troviamo a vivere e partecipare, è un crimine di estrema gravità, perseguito penalmente e punibile con lunghi anni di carcere. Ma evidentemente una legge analoga non è valsa all’interno della Chiesa (il passato è d’obbligo, visto che qualcosa, pare, forse si sta facendo). Stiamo parlando di quella stessa Chiesa che a ritmo serrato, ci ricorda quanto criminali siano le attività nel campo delle biotecnologie, quanto la caduta dei valori morali sia la fonte principale del degrado sociale, quanto la sperequazione economica abbia prodotto danni incalcolabili alla società umana… di quella stessa Chiesa che condanna apertamente guerre e conflitti. Il rischio che si avvii un processo generalizzato contro questa istituzione certamente esiste: i crimini commessi dai preti pedofili non solo contribuiscono a demolire l’immagine e la credibilità di un’istituzione fondata sull’adesione ai principi evangelici ma rischiano di mettere seriamente a repentaglio le innumerevoli iniziative meritorie che migliaia e migliaia di religiosi in tutto il mondo stanno portando avanti per far fronte al sottosviluppo e ai problemi ad esso connessi. Serve pertanto cautela, anche da parte di chi le critiche, peraltro sacrosante, le solleva. In
altre parole, se crimini sono stati commessi, questi vanno accertati e severamente puniti. Inoltre il fenomeno della pedofilia, benché diffuso fra le file degli ecclesiastici maschi – le cronache di oggi, 8 aprile, provenienti dalla Norvegia ne danno l’ennesima conferma – non può d’altra parte divenire la testa d’ariete utilizzata per una sommaria battaglia anticlericale. Questa distinzione, a noi chiara, pare non esserlo altrettanto al cardinal Sodano e a padre Cantalamessa i quali, attraverso una serie di paralleli (le battaglie contro Pio X e Pio XII, la shoah), tanto impropri quanto storicamente inadeguati, hanno agitato ulteriormente le acque parlando di complotto mediatico, dimostrando così paura e insicurezza. Certo che “non è colpa di un vescovo se un suo sacerdote si macchia di colpe gravi”, ci dice Sodano. Il prete che abusa di un minore è pienamente responsabile del suo atto. Ma il problema non sta solo lì, ma nel fatto che per decenni, una volta giunti a conoscenza dei crimini, le gerarchie ecclesiastiche – fra cui lo stesso Sodano – hanno agito con uno stile fondato su una cultura omertosa che ha contribuito a sollevare un odioso “muro del silenzio”, estendendo in tal modo la responsabilità dei crimini a chi sapeva e non faceva nulla per impedire il loro ripetersi. Questo è il nocciolo del problema, non la Chiesa in sé. Quello che ci si aspetta è una azione decisa, immediata ed esemplare, in grado di restituire credibilità e fiducia ai fedeli, disorientati e allibiti da tali ipocrisie. E forse un’apertura su temi come quello del celibato e del sacerdozio alle donne, contribuirebbe non poco a far crescere il prestigio, decisamente a rischio, dell’istituzione religiosa. Cordialmente, Fabio Martini
L'ambrosia: una pianta ad alto rischio
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Agorà
L'ambrosia, a dispetto del nome che rimanda alla mitica bevanda degli dei dell’Olimpo, è una pianta infestante, causa di gravi allergie respiratorie e la cui presenza sul territorio va tenuta sotto costante controllo. Grazie al monitoraggio che coinvolge vari organi della Confederazione e cantonali, quali la stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil (ACW), MeteoSvizzera, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) e il Centro svizzero per l'allergia, la pelle e l'asma, si riesce a ottenere una panoramica completa sulla distribuzione di questo arbusto e le problematiche socio-sanitarie ad esso connesse
Frustrato.
L’
ambrosia è presente sul territorio svizzero da più di un secolo, ma è solo dal 2003 che si osserva una sua diffusione massiccia in Ticino. Importata involontariamente dal Nord America alla fine dell’Ottocento, grazie allo scambio di merci fra i due continenti, questa pianta ha iniziato a diffondersi un po’ ovunque. L’ingresso nel nostro Cantone è avvenuto dalla Lombardia, una regione invasa massicciamente da questo arbusto infestante – il nome scientifico è Ambrosia artemisiifolia – che si riproduce facilmente grazie all’abbondante produzione di semi, anche più di 3.000 per pianta. Questi ultimi possono permanere per oltre 40 anni sul terreno mantenendo la loro capacità germinativa. Ma al di là del carattere infestante, il problema concerne soprattutto la salute pubblica, dato che il polline di ambrosia, come conferma il Centro svizzero per l’allergia, la pelle e l’asma, “è altamente allergenico: bastano 5–10 granuli per m3 per scatenare una reazione allergica. A titolo di paragone, per le graminacee ci vogliono 20–49 grani per m3 per causare un’allergia. I granuli pollinici sono inoltre talmente piccoli che riescono a insinuarsi nelle parti più basse del nostro sistema respiratorio. Oltre alle allergie respiratorie, in rari casi provoca allergie cutanee, con effetti analoghi all’ orticaria”. Ma il problema rappresentato dall’ambrosia assume notevole rilevanza anche sotto il profilo dei costi socio-sanitari. Come evidenziano alcune analisi effettuate dall’Unità di allergologia dell’Ospe-
dale universitario di Zurigo e alcuni studi condotti su un campione di oltre 5.800 persone (SAPALDIA), attualmente in Svizzera l’8% della popolazione manifesta una sensibilizzazione ai pollini di questa pianta. Agroscope mette in risalto anche il fatto che “oltre ai rischi per la salute, vi sono conseguenze anche economiche legate alla diffusione dell’ambrosia. Si stima che in Svizzera, con 300.000 allergici all’ambrosia vi siano costi a carico del sistema sanitario tra i 10 e i 30 milioni di franchi”. Per comprendere e approfondire la reale entità del problema abbiamo incontrato Maria Cristina Mola del servizio fitosanitario cantonale, responsabile per la ricerca sull’ambrosia nel Canton Ticino a cui abbiamo rivolto una serie di domande. Qual è la reale diffusione dell’ambrosia nella Svizzera italiana? ”L’ambrosia è presente prevalentemente nel Sottoceneri, questo perché il seme, troppo pesante per poter essere trasportato dal vento,
Realizzare sogno. resta incastrato nei pneumatici e con il quotidiano via vai frontaliero ha trovato un ottimo vettore di dispersione. Ogni anno si registrano nuovi ritrovamenti a sud e a nord del Monte Ceneri ma per il momento sono conosciuti solo rarissimi focolai a nord di Biasca”. Su quali terreni si insedia maggiormente? La pianta per insediarsi ha bisogno di aree con molta luce e trova terreno fertile so-
prattutto su suoli nudi e dunque dove vi è poca competizione con altre specie vegetali. Predilige zone nei pressi di cantieri, depositi, discariche e aree abbandonate. In Ticino, il 38% di tutti i ritrovamenti si trova in questi luoghi, il 14% nei giardini privati, il 15% lungo strade e sentieri e il 9% nei campi coltivati. La si ritrova con una certa frequenza anche nei giardini, perché prima del 1° marzo 2005 erano presenti i semi dell’ambrosia nel mangime per uccelli. Grazie alla modifica dell’Ordinanza federale concernente la produzione e la messa in commercio di alimenti per animali, è stata proibita la presenza di semi di ambrosia in questo tipo di nutrimenti”. È possibile debellarla definitivamente? ”No, ogni anno si registra un aumento dei focolai. È importante continuare il monitoraggio e eliminarla costantemente altrimenti rischiamo che si espanda troppo. Penso che non arriveremo a situazioni simili alla Lombardia perché il nostro Cantone non
Per maggiori informazioni: · Ufficio fitosanitario cantonale Maria Cristina Mola Viale Stefano Franscini 17 6500 Bellinzona www.ambrosia.ch mariacristina.mola@ti.ch · Agroscope: www.agroscope.admin.ch · Centro svizzero per l’allergia, la pelle e l’asma: www.ahaswiss.ch · SAPALDIA: www.sapaldia.net
Una pianta da eliminare Dal 2006 l’ambrosia è stata inclusa nell’Ordinanza federale sulla protezione dei vegetali (Opv). È dunque considerata organismo particolarmente pericoloso la cui eliminazione tramite sfalcio, erbicidi o estirpazione manuale è diventata obbligatoria. Per questioni ambientali è ovviamente sconsigliato l’uso di erbicidi. A tal riguardo, la stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil (ACW) tiene a precisare che “la lotta contro l’ambrosia risulta efficace se condotta a tutti i livelli: a livello privato, regionale, nazionale e internazionale. Non è sempre semplice riconoscere questo arbusto, è facile confonderlo con altre specie vegetali, assomiglia soprattutto
NOVITÀ: contanti in sole 4 ore. Credito espresso al numero verde 0800 40 40 42 o credit-now.ch/express Credito Express fino a max. CHF 10’000.–; tasso annuo effettivo 13.9 %; durata massima 12 mesi, costo totale degli interessi CHF 1’390.–. La concessione di crediti è vietata se conduce a un indebitamento eccessivo (art. 3 LCSI). CREDIT-now è un marchio di BANK-now SA, Horgen.
Agorà
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» di Chiara Piccaluga
Felice.
offre così tanti luoghi propizi al suo stabilimento, infatti abbiamo molto bosco e una minor presenza di aree industriali e campi coltivati abbandonati. Ma è fondamentale che se un cittadino trova l’ambrosia contatti il Servizio fitosanitario cantonale, in modo che gli venga spiegato come procedere per eliminarla. L’ambrosia, ormai si sa, è una pianta capace di scatenare allergie forti e difficilmente curabili. In collaborazione con i miei colleghi del servizio fitosanitario, è stato deciso di effettuare la lotta a partire da tre punti diversi: legale, informativo e attraverso il monitoraggio”.
all’Artemisia vulgaris”. La differenza tra le due specie, come indicato dall’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), è però individuabile: l’ambrosia si sviluppa tardi e lentamente, raggiunge i 10–15 cm a fine maggio, ha fiori verdi, principalmente in agosto. Se strofinate, ovviamente utilizzando dei guanti, le foglie emanano un odore erbaceo e la pagina inferiore della foglia è verde. L’artemisia, invece, raggiunge i 25–50 cm di altezza verso fine maggio, i fiori si aprono a partire da fine giugno. Se strofinate, le foglie emanano un odore penetrante e aromatico e la pagina inferiore della foglia è biancastra. È consigliabile effettuare l’estirpazione della pianta preferibilmente prima della sua fioritura. Se si interviene durante la fioritura, è buona norma proteggersi dai pollini con una apposita mascherina anti-polvere. Un contatto prolungato con il polline in alta concentrazione può infatti causare allergie anche nelle persone meno sensibili. Naturalmente è bene che le persone particolarmente soggette a reazioni allergiche evitino ogni tipo di contatto con l’ambrosia. A tal riguardo, è bene ricordare che i sensori di Meteosvizzera hanno rivelato che la fioritura relativamente tardiva dell’ambrosia in agosto e settembre, può determinare un ulteriore carico per gli allergici in un momento dell’anno in cui altri pollini sono presenti solo in basse concentrazioni.
Cecità, paralisi cerebrale, spina bifida, sindrome di Down, distrofia muscolare: temi non facili da spiegare a un bambino. Ma una troupe di simpatici pupazzi venuti dall’America e scritturati da Pro Infirmis raccoglie la sfida ne che nel loro percorso di crescita i bambini debbano essere protetti da tutto ciò che
può essere potenzialmente scioccante, difficile o possa in qualche modo minacciare la loro spensieratezza. C’è una
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Una parte degli adulti ritie-
Kids on the Block
Nelle fotografie: due momenti dello spettacolo di Kids on the Block
storiella che può illustrare questo atteggiamento: quella del genitore che sostituisce il pesciolino rosso morto con un altro il più possibile identico al primo, in modo che il figlio non si accorga del trapasso e non debba affrontare precocemente un evento tanto inquietante e misterioso. C’è chi invece non considera i bambini semplicemente come dei simpatici frugoletti incapaci di riflettere sui grandi temi della vita. Anche loro insomma, benché a volte un po’ rumorosi, si pongono delle domande, cercano delle risposte, sanno riconoscere i problemi con i quali immancabilmente prima o poi ci si deve confrontare. Il programma educativo Kids on the Block, nato negli Stati Uniti dalle ricerche dell’educatrice Barbara Aiello e riproposto in Ticino da Pro Infirmis, segue questo secondo tipo di approccio. La proposta è condotta attraverso uno spettacolo teatrale di pupazzi, alcuni portatori di handicap e altri sani, che presentano nelle scuole una serie di storie. Queste rappresentazioni hanno lo scopo di sensibilizzare e informare i bambini sulle situazioni vissute quotidianamente dai disabili e su cosa significhi essere differenti. Da noi il progetto è arrivato nel 1996, in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni di Pro Infirmis. Carla Cheda, responsabile
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Internet
www.proinfirmis.ch Associazione politicamente indipendente e confessionalmente neutra, con sede a Zurigo, Pro Infirmis offre una serie articolata di servizi specificamente dedicati alle persone portatrici di handicap: dalla consulenza sociale al sostegno, dalla formazione all’assistenza personale e all’accompagnamento.
al Teatro Sociale di Bellinzona dello spettacolo Targato H e autore, con Alessandro Castriota, del libro Handicappato e carogna (Mondadori), il teatro può essere un ottimo mezzo per trattare questioni tematiche di questo tipo. Senza necessariamente puntare sull’estro satirico e sulle armi della comicità come fa Anzalone, ma non dimenticando l’importanza del sorriso, anche con Kids on the Block l’handicap e la diversità salgono sul palco. Le tematiche vengono trattate con sensibilità e competenza, ma in questo caso – come sottolinea ancora Carla Cheda – la finalità non è tanto quella dell’intrattenimento ma piuttosto di fornire degli strumenti educativi e di conoscenza.
» di Demis Quadri
del progetto, sviluppato grazie all’aiuto di alcune volontarie, racconta che nel 1998 – dopo una fase sperimentale realizzata grazie a pupazzi presi in prestito a Ginevra – l’organizzazione ha acquistato i suoi primi pupazzi: “Ogni kit di pupazzi”, ci spiega la signora Cheda, “tratta una tema particolare. Ci sono sempre un personaggio sano e uno con un handicap che dialogano. Da queste situazioni
e dalle domande dei bambini nascono dei piccoli spettacoli. Alla base delle scenette ci sono anche dei testi in inglese, preparati da esperti, che noi ci siamo occupati di tradurre, adattandoli un po’ perché non sempre riflettevano la realtà ticinese. Attualmente abbiamo cinque pupazzi, ciascuno contraddistinto da un particolare handicap, ai quali se ne aggiungono tre sani utilizzati per far parlare i primi dei loro problemi. A seconda della classe trattiamo i temi in maniera diversa: se ci troviamo di fronte una prima o una seconda elementare cerchiamo di avvicinare le problematiche in modo più semplice, mentre con le quarte e le quinte diamo degli spunti già più approfonditi. Le reazioni, che dipendono molto anche dai percorsi proposti dai docenti che ci invitano, in generale sono molto positive: i bambini sono attenti e mostrano curiosità”. Come insegna l’attore David Anzalone, spastico dalla nascita, protagonista recentemente
ezzo di listino Fr. 15’850.- meno sconto Fr. 1’900.-), acconto Fr. 4’255.-, durata 48 mesi, 10’000 km/anno, tasso (nominale) 3.9% incl. assicurazione rate Ford, tasso (effettivo) 3.98%. Cauzione e valore residuo conformemente alle direttive Fiesta Titanium 1.25 l 82 CV/60 kW, 5 porte, prezzo di listino Fr. 22’650.- con equipaggiamento supplementare di Fr. 1’600.-. Ka Titanium 1.2 l 69 CV/51 kW, prezzo di listino Fr. 17’800.- con equipaggiamento supplementare di Fr. 1’600.-.
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» testimonianza raccolta da Demis Quadri; fotografia di Igor Ponti
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ho cominciato a studiare il tedesco e a cercare lavoro. Quel periodo è stato veramente duro. Ho inviato un centinaio di candidature, ma non avevo nessuna possibilità perché all’epoca nel canton Zurigo la direzione sanitaria impediva l’assunzione di medici stranieri, tranne nel caso di persone con specializzazioni che non aveva nessuno. O almeno così mi si diceva. Ero disperato: ero un medico, mi piaceva fare quel mestiere, ma non potevo lavorare. Finché ho scritto una lettera al dottor Müller dell’ospedale di Uster dicendogli: “Sono un medico yemenita, sposato, ho il permesso di soggiorno. Quando gli si chiede se il lavoro di chi- Sto cercando invano un imrurgo renda più cinici, risponde: “Un piego. Sono stufo di stare a casa a guardare la tv e vorrei po’ sì”. Ma con la sua simpatia e la sua frequentare il reparto di chidisponibilità dimostra subito di essere rurgia senza compenso”. Lui ben diverso dal televisivo dottor House probabilmente si è commosso e ha risposto che non poteva arrivare in un paese in cui le assumermi nella sua équipe, ma poteva cose sono fortemente in conprendermi come medico ospite per un mese. trasto con quello che hai visto Durante quel mese ho conosciuto il secondo e imparato dove sei cresciuprimario, dottor Segantini, e altre persone, to. Devi riuscire a conservare e tramite loro nel 1995 ho trovato il mio quello che è tuo e ti sembra primo posto di lavoro in Ticino, alla Clinica buono, e allo stesso tempo esSant’Anna di Sorengo. Più tardi per tre anni sere capace di integrarti in una mi sono trasferito per la formazione a Bellinnuova società. Ma quando zona, quindi a Basilea per altri tre anni e alla cominci a conoscere la gente e fine sono arrivato a Locarno, dove lavoro da la cultura diventa tutto molto otto anni in chirurgia generale e traumatolopiù semplice. gia. Rispetto a un grande ospedale, nel quale Ho iniziato gli studi a Bologna impari molte cose ma l’ambiente è dispersivo e poi continuato a Perugia, doe mancano un po’ i contatti sociali tra i collave mi sono laureato. Durante boratori, in un piccolo istituto si ha un’équipe l’università ho anche conodove le persone possono conoscersi e comusciuto mia moglie, che allora nicare meglio, instaurando più facilmente studiava medicina a Zurigo un rapporto di fiducia. Lavori magari tanto, ed era venuta in Italia per imsei comunque affaticato, ma l’ambiente è più parare la lingua. Poi la nostra piacevole e senti meno lo stress. La vita del storia è andata avanti, ma dochirurgo generale è dedicata soprattutto al po gli studi sono tornato nello lavoro: devi occuparti di una pancia, poi opeYemen per un anno. Dovevo rare una gamba rotta, quindi intervenire su decidere cosa volevo dalla vita qualcuno che è stato accoltellato... Insomma e se desideravo restare nel mio hai un campo molto vasto e tanto da fare. Io paese o tornare in Europa. (come quasi tutti i chirurghi) passo più tempo Alla fine un po’ per amore e all’ospedale che a casa. Tra sala operatoria, un po’ perché mi ero abituato urgenze, ambulatorio, picchetti, ecc. lavoro a un’altra vita ho deciso di in media tra le 60 e le 70 ore la settimana. Le emigrare in Svizzera, e qui mi situazioni difficili non mancano, ma si hanno sono sposato. Ho abitato per anche tante soddisfazioni nel vedere il risulun anno a Bauma, un paesino tato del proprio lavoro, quando il paziente tra Winterthur e Rapperswil, torna a stare bene… Soprattutto se si tratta dove mia moglie ha trovato il di bambini: gli adulti non sempre mostrano suo primo impiego come mei propri sentimenti, ma coi bambini puoi dico dopo la laurea. Io intanto sentire veramente la loro gioia.
Jaleel Al-Muaid
Vitae
engo dallo Yemen, stato che si affaccia sul Mar Rosso, nel sud della penisola araba. Un tempo lo si chiamava Arabia Felix. È un paese molto bello, con una storia ricca di civiltà alle spalle, anche se adesso ci prendono in giro dicendo che siamo rimasti a 5.000 anni fa… Si tratta di una terra con risorse umane e petrolifere importanti, che però non vengono sfruttate perché le condizioni sociali e politiche non sono abbastanza stabili da permetterlo. Per questo nello Yemen ci sono tanti problemi economici. Oltretutto il suo territorio è circondato da paesi ricchissimi che lo rendono un po’ l’orfano della regione. Sono nato tra le montagne della catena che attraversa il paese da sud a nord, in un piccolo villaggio a 1.900 metri di altitudine. Quando avevo 7 o 8 anni ci siamo trasferiti in città, dove ho fatto le scuole. Dopo il liceo ho prestato servizio militare e poi ho ottenuto una borsa di studio. A dire la verità mi era stato proposto di andare a studiare aeronautica militare, ma l’idea non mi piaceva. Volevo fare medicina e ho avuto la possibilità di andare a studiare all’estero. Nello Yemen l’università c’è, ma tutti i giovani a 18-19 anni vogliono venire in Europa. Così sono arrivato in Italia, dove la vita da studente era come dappertutto un po’ spensierata: hai le preoccupazioni dello studio, ma non hai troppe responsabilità. In più sei lontano dalla famiglia, sei libero, e l’arrivo in un paese europeo, provenendo da una cultura diversa, offre tante cose. È stata più dura dal lato economico, perché la borsa era di 300.000 lire e per poter andare avanti bisognava lavorare e studiare allo stesso tempo. In Italia lo facevano in tanti, soprattutto se erano stranieri e magari provenienti da paesi poveri dove la famiglia non li poteva sostenere. All’inizio poi c’era anche la nostalgia, e il conflitto culturale è stato piuttosto grande: non è facile
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V
il mondo di Giancarlo testo di Stefania Briccola; fotografie di Reza Khatir
Artista appartato e tenacemente legato al suo territorio, Giancarlo Vitali, seguendo un percorso intimo e personale, si accosta a quella “linea lombarda” che per naturale estensione dalla poesia giunge a lambire altre forme artistiche. Un tratto, un’attitudine, che Luciano Anceschi definì come in re – per la sua capacità di germinare nella realtà concreta e quotidiana del mondo – e che da Caravaggio a Sereni, da Ermanno Olmi a Fabio Pusterla, segna attraverso i secoli l’interesse dei “lombardi” per “le cose”, in una prospettiva antiretorica di disincanto e discrezione. Abbiamo incontrato il maestro nella sua casa di Bellano…
il
Lario di Giancarlo Vitali non ha nulla a che vedere con le immagini da cartolina del “ramo del lago di Como”. Per il pittore di Bellano (Lecco) lo specchio lacustre offre il meglio di sé quando è grigio, plumbeo e denso di mistero. “Il mio lago – osserva Giancarlo Vitali – è quello che fa star male i villeggianti. Ma a voler guardare è una cosa assurda. Insomma vengono a casa nostra e poi si lamentano del lago… che allora se ne stiano a casa loro. Oltretutto sono loro a deprimere noi”. Quello scenario che già ispirò Alessandro Manzoni, il maestro lo vede tutti i giorni dalla finestra della sua dimora, lombarda e ottocentesca, carica di fascino e di ricordi, in cui ogni angolo trasuda pittura. I quadri migliori dell’artista ottantenne, amato da Giovanni Testori, si trovano qui, ben custoditi nello studio o appesi alle pareti. Si può tranquillamente affermare che l’autore li considera parte di se stesso come se ogni tela fosse un brandello della propria anima. Nessuno può immaginare il suo dispiacere nel vederli lasciare la casa. Sui muri si scorge una nutrita galleria di ritratti di bellanesi, da Il farmacista Pirola (1977), che ha l’aria di un predicatore, alla Dama dei gatti (1985), con tanto di esemplare felino in testa, fino a La bottega di Pino Arrigoni (1986) dove si incontra il ciabattino detto Cecio. È il microcosmo del paese che Andrea Vitali traspone nei suoi fortunati romanzi a ispirare il pittore che testimonia di un mondo che va scomparendo, dove la gente si chiama ancora per nome e vive il senso profondo di un’esistenza corale. Un’accademia in solitudine Tutta questa arte, che ha fatto versare fiumi di inchiostro a critici del rango di Giovanni Testori, Carlo Bertelli, Vittorio Sgarbi e Marco Vallora, è nata a Bellano molto tempo fa. “Ho fatto da solo l’Accademia – ricorda Giancarlo Vitali – nella cucina di mia madre. Le rubavo il tavolo che mi serviva da cavalletto. La mia fortuna è stata quella di aver avuto due genitori che mi hanno aiutato moralmente. A loro pareva strano che da una famiglia di pescatori potesse nascere uno che voleva fare il pittore”. Un autodidatta geniale che a 17 anni vinse una borsa di studio per l’Accademia di Brera che non potè però frequentare perché Milano era allora difficile da raggiungere. Sta di fatto che all’età di 20 anni aveva già realizzato
in apertura: un ritratto di Giancarlo Vitali; in basso: il maestro di Bellano seduto al centro del suo studio
oltre cento ritratti. Giancarlo Vitali ha proseguito il suo percorso tra alti e bassi, rimanendo sconosciuto a livello nazionale fino all’età di 54 anni. Ma proprio allora, nel 1983, Giovanni Testori gli fece visita dopo che la casuale visione di uno dei suoi conigli scuoiati aveva suscitato in lui un’emozione vivissima. “A un primo momento – nota Giancarlo Vitali – mi sorse il dubbio che Testori mi prendesse in giro. Poi mi è parso strano che fosse venuto apposta da Milano per prendersi gioco di me. Ogni volta che giungeva a casa nostra era sempre più entusiasta. Si fermava di fronte ai miei quadri, li guardava e si emozionava. Un giorno disse di aver trovato un approdo sul Lario”. Fu il critico e scrittore a vedere nel dipinto del coniglio scuoiato una creatura posta “sull’altare del sacrificio”, riuscendo quasi a farne un martire. Gli animali macellati in effetti sono un Leitmotiv del pittore di Bellano, noto anche per i suoi tori squartati. E sorprende pensare che quando ha iniziato a dipingerli non sapeva nemmeno chi fosse Annibale Carracci. “Sono soggetti – spiega Giancarlo Vitali – che uno si ritrova senza saperlo. Poi ti convinci della loro ispirazione leggendo quello che hanno scritto i critici. Probabilmente avvertivo un po’ di pena per l’animale morto, ma anche la suggestione pittorica di una carne macellata che è una tavolozza ricchissima”. Una forza tranquilla Dalle trame dense della sua pittura emerge un’ironia che riconcilia con la vita e sembra lontana da quella estrema di Varlin che appare come un memento mori. La si respira anche nell’atmosfera di Casa Vitali che conserva la forza tranquilla di un museo vivo dove l’arte dialoga con i grandi del passato
e la cultura si declina in convivio. Non si contano i personaggi noti passati da Bellano e puntualmente accolti con tutti gli onori dalla signora Germana, bellissima moglie e musa dell’artista. Tra i tanti, l’architetto di Mendrisio Mario Botta, che nel 2008 ha curato l’allestimento della mostra Ritratti di pollame, carne, rose e girasoli alla Casa dei Costruttori di Lecco, e il poeta Franco Loi, che scrive in dialetto milanese e nelle incisioni del maestro ha fiutato la forza cieca di un genio medianico. Entrambi nell’universo di Giancarlo Vitali hanno ritrovato il loro mondo.
Note biografiche Giancarlo Vitali è nato nel 1929 a Bellano (Lecco), sul lago di Como. Ha iniziato a dipingere a quindici anni, dopo un periodo di lavoro all’Istituto d’Arti grafiche di Bergamo. Nel 1948 rinuncia alla borsa di studio per l’Accademia di Brera vista l’impossibilità di vivere a Milano. Continua la sua attività di pittore e dal 1981 si dedica anche all’incisione. Nel 1982 realizza la prima cartella di incisioni Il mio paese del lago stampata da Giorgio Upiglio. Nel 1983 riceve la visita di Giovanni Testori che nel 1985 curerà la personale Giancarlo Vitali alla Compagnia del Disegno di Milano. Tra le esposizioni spiccano l’antologica dell’opera incisa al Castello Sforzesco di Milano (1994), la mostra curata da Marco Goldin a Palazzo Sarcinelli a Conegliano (1996), l’omaggio del Comune di Bellano in occasione dei 70 anni dell’artista all’ex Cotonificio Cantoni (2000) e Ritratti di pollame, carne, rose e girasoli, a cura di Carlo Bertelli, alla Casa dei Costruttori di Lecco (2008).
pagina accanto: pennelli, colori, materiali. Tutto è organizzato e tenuto secondo un ordine preciso a destra: particolare del Crocefisso, opera realizzata nel 1999, anno in cui Vitali tenne un’importante mostra personale ad Assisi
» illustrazione di Adriano Crivelli
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La soluzione verrà pubblicata sul numero 18
Giochi
Orizzontali 1. Non sa né leggere né scrivere • 10. C’è chi l’ha di potere • 11. Il nome di Polanski • 12. Cenci • 14. Comunità Europea • 15. Andato in poesia • 16. Cavalli dal manto variegato • 18. Se ne fa uno di risate • 20. Il nome di Ughi • 21. E’ anche scaleno • 23. Escursionisti Esteri • 24. L’antico Eridano • 25. Glarona sulle targhe • 27. Sovrastare, soggiogare • 30. Né mie, né sue • 32. Titubar • 33. Precisa • 35. Pari in pertica • 36. Dopo Cristo • 37. Rovente, scottante • 38. Due romani • 39. Devoto • 40. Uno detto a Zurigo • 41. Corrono quelle di corridoio • 43. Il Cellamare • 44. Sportello • 46. Grosso camion • 48. Un raggio del chirurgo • 50. Proibizioni • 51. Uno a Londra • 52. Antenate • 53. I confini di Arogno.
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Verticali 1. Ci accoglie sull’aereo • 2 La bevanda degli dei • 3. Crudeli, efferati • 4. Il nome della Massari • 5. Si tende per tirare • 6. Carnefice • 7. Le iniz. di Montesano • 8. Il Publio Cornelio, storico romano • 9.
Soluzione n. 14
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Dispari in arnie • 13. Gli orologi degli allenatori • 17. Indigente, spiantato • 19. Lo scuote chi rifiuta • 22. Ciascuno • 26. Soldato prezzolato • 27. Divinità femminile • 28. Il nome della Duncan • 29. Topi di fogna • 31. Porticciola • 34. Misere • 42. Abitazioni, dimore • 45. Preposizione semplice • 47. Andata in poesia • 49. Cuor di cane • 50. Vero solo a metà.
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Mercurio, in moto retrogrado, riporta alla luce vecchie questioni economiche. Cercate di venirne a capo, soprattutto se siete delle prime due decadi. Attenti alle parole in libera uscita. Bene il 22 e il 23 aprile.
Grazie al transito di Mercurio riuscirete a risolvere una vecchia questione. Incontro con un caro amico. Tensioni intorno al 22 aprile per i nati nella seconda decade. Controllate di più la vostra gelosia.
Tra il 18 e il 19 aprile la Luna transiterà nel vostro segno. Il passaggio da un lato tenderà ad amplificare le vostre emozioni, dall’altro vi farà avvertire che è arrivato il momento di riposarvi. Disturbi di stagione.
Grazie agli ottimi transiti del 21 aprile potrete realizzare qualcosa di importante. Possibile sviluppo di una vecchia collaborazione professionale per i nati nella seconda decade. Vita sentimentale favorevole.
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Evitate di litigare con il mondo intero tenendo a freno l’improvvisa esacerbazione del vostro spirito critico. Cercate di riposarvi tra il 23 e il 24 aprile. Le vostra emotività tenderà a essere amplificata.
Cambiamenti in vista per i nati nella terza decade, influenzati dalla natura rivoluzionaria dell’opposizione di Saturno con Urano. Se dovete avviare qualcosa di importante non fatevi frenare da inutili inibizioni.
Tre il 21 e il 22 aprile la vostra ottava casa solare sarà interessate da un significativo stellium di pianeti. Segni premonitori per i nati nella prima e seconda decade. Possibile sviluppo in ambito professionale.
Probabile scontro con il partner a causa della mancata soluzione di una vecchia questione. I nati nella prima decade devono imparare a controllare di più il proprio orgoglio. Avanzamenti professionali in vista.
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Intorno al 22 aprile vi sentirete più intraprendenti grazie a un’improvvisa ventata di energia. Sfruttate il flusso per avviare nuovi impegni. Rapporti con un paese estero. Notizie in arrivo dagli ambienti familiari.
Grazie agli importanti ttransiti siti di VeV nere, Saturno e Urano stanno per delinearsi sui vostri orizzonti inaspettate soluzioni. Possibili ritorni di fiamma. Vita sentimentale alla grande per i nati nella terza decade.
Possibili vertenze familiari tra il 22 e il 23 aprile a causa dei transiti nella vostra quarta casa solare. Interferenze nella vostra vita sentimentale da parte della vostra famiglia di origine. Controllate l’orgoglio e l’irascibilità.
Grazie a Mercurio nella vostra terza casa potrete rivedere un vecchio amico. Provate a dare maggior spazio alla vostra vita sociale. Possibile nascita di una situazione sentimentale. Tensioni tra il 18 e il 19 aprile.
» a cura di Elisabetta
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