Ticino7

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52 numero

24 | XII | 10

I SIGNORI DEL MONDO

Corriere del Ticino

laRegioneTicino

Tessiner Zeitung

CHF 3.–

con Teleradio dal 26 dicembre al 1. gennaio


» illustrazione di Adriano Crivelli spinas | gemperle

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numero 52 24 dicembre 2010

Agorà WikiLeaks: strumento di democrazia? Vitae Bruno Storni

DI

FABIO MARTINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

DEMIS QUADRI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Reportage I signori del mondo

Impressum

DI

DI

GIORGIA RECLARI; FOTOGRAFIE DI REZA KHATIR . . . . . . . . . . . . .

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GIORGIA RECLARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Tiratura controllata

Astri / Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Chiusura redazionale

Sondaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

40

72’011 copie

Venerdì 17 dicembre

Tendenze Arredamento. Design fino al midoll(in)o

DI

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Deborah all’età di 14 anni Fotografia di Reza Khatir

Democrazia e segretezza Cari lettori, nel corso degli ultimi decenni, parallelamente all’intensificarsi del monitoraggio sociale attraverso schedari elettronici, videosorveglianza e raccolte di dati personali per gli utilizzi più diversi, si sono rese necessarie legislazioni e forme di tutela a garanzia della privacy individuale. Essa rappresenta infatti un diritto inalienabile e segna un confine netto fra noi e gli altri, riservando alla volontà di ciascuno la decisione di fornire o meno informazioni personali. Ora la questione di fondo che ci poniamo è la seguente: gli stati, le organizzazioni pubbliche e private, le aziende, le stesse famiglie, al pari degli individui, debbono/possono avere dei segreti, in parole più semplici, esercitare una loro privacy? Julian Assange sostiene che con la diffusione dei documenti riservati a opera di WikiLeaks sta rendendo il mondo migliore, più trasparente e più democratico. In svariate occasioni egli ha affermato che se per tenere segreto qualcosa vengono spesi denaro e risorse pubbliche evidentemente c’è sotto qualcosa di poco chiaro. Ora, in realtà gli stati impongono segreti per una grande varietà di ragioni, buone e cattive: logiche militari, strategiche, economiche, commerciali, ambientali, sociali ma anche per scopi nefasti (il segreto di stato applicato dai governi italiani alle stragi come al caso Abu Omar ne è un chiaro esempio) e di pura supremazia. Resta però difficile immaginare uno stato, una chiesa, un’istituzione, un ambiente di lavoro, uno stesso gruppo familiare al cui interno sia possibile agire senza filtri, senza un minimo codice di riservatezza. Provate a immaginare cosa accadrebbe se, per esempio, le vostre conversazioni in ufficio, sul lavoro, in casa, con amici e familiari riguardo a colleghi, parenti o conoscenti venissero sempre rese note. Oppure, immaginate che ogni giudizio, anche il più sciocco e insignificante

sulle vostre capacità professionali e relazionali vi fosse sempre e comunque trasmesso. Si dice che le nazioni devono scegliere la via diplomatica in luogo dei conflitti per trattare/risolvere le loro questioni e i loro attriti. Ma come agire diplomaticamente quando si vorrebbe veder cancellato ogni elemento di riservatezza? Secondo Francesca Rigotti, nostra abituale collaboratrice e docente di Teoria politica, intervistata a riguardo nell’Agorà presente su questo numero, le persone hanno certamente il diritto a una privacy mentre gli stati, le istituzioni, le aziende e anche le stesse famiglie dovrebbero essere contrassegnati dalla maggior trasparenza possibile. Tutto ciò pare auspicabile, ma resta il fatto che stati, istituzioni, aziende e famiglie sono composte da persone e non pare cosa facile delimitare il confine fra privacy personale e collettiva. Riteniamo che Assange sia un pacifista che lotta per un mondo migliore e meno ipocrita e siamo contrari alla sua incriminazione per spionaggio (fra l’altro solo una percentuale minima di quanto pubblicato da WikiLeaks è realmente top-secret). Ciò non toglie che le sue scelte e le sue posizioni dividano in modo trasversale filosofi, intellettuali e operatori dell’informazione in tutto il mondo. È un fatto importante che tocca un nervo scoperto nella comunicazione sociale contemporanea. Ma, ci chiediamo, è possibile trattare, agire, confrontarsi facendo tabula rasa della privacy, collettiva o personale che sia? La stessa WikiLeaks funziona perché fa della segretezza la propria cifra distintiva (viene mantenuto un riserbo totale sui finanziatori, sulle logistiche, sui nomi degli analisti sparsi per il mondo e, aspetto da non ignorare, le informazioni vengono raccolte in forma del tutto anonima). Questione di sicurezza direte voi… eh sì, ma allora? Cordialmente, Fabio Martini


WikiLeaks: strumento di democrazia?

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Agorà

La seconda metà del 2010 è stata dominata sul piano mediatico e internazionale dalla diffusione dei documenti “segreti” da parte di WikiLeaks. Dell’argomento abbiamo già trattato (Ticinosette, n. 37/2010, “Segretezza a caro prezzo”), ma l’evolversi della situazione – con la pubblicazionedi altri dispacci, l’arresto a Londra di Julian Assange e, soprattutto, il dibattito che infervora sui media di tutto il mondo – inducono a un indispensabile approfondimento

I

l quesito dominante che la maggior parte delle persone si pone riguardo alla “questione” WikiLeaks è se vi sia un’utilità reale nella divulgazione dei documenti. Al momento sono state prodotte tre differenti ondate di dispacci e files. Le prime due contenevano comunicazioni e documenti relativi alle attività militari in Iraq e Afghanistan. La terza, recente e di cui ci occupiamo, ha riguardato le comunicazioni diplomatiche che dalle diverse ambasciate statunitensi nel mondo sono state inviate negli ultimi anni e decenni al Dipartimento di Stato. Si tratta di materiale talmente diversificato e così poco omogeneo da impedire la formulazione di una risposta univoca al nostro quesito. Un esempio: rendere noto che in Cina alcune aziende contraffanno il latte in polvere aggiungendo come additivo la plastica è una notizia importante e utile, così come lo sono tutte le conoscenze relative alla gestione disonesta e illegale di enti e organizzazioni pubbliche e private. Ma sapere cosa pensano gli ambasciatori statunitensi delle abitudini e dei comportamenti dei diversi ministri europei ha un peso marginale e non influisce in modo essenziale sulle relazioni diplomatiche. D’altra parte, la pubblicazione da parte di WikiLeaks dell’elenco di centinaia di siti e aziende considerate come possibili obiettivi di attentati terroristici ci pare insensato in quanto fornisce “idee” e spunti a chi intende colpire in modo violento queste organizzazioni e le persone che vi lavorano. Come è stato più e più volte ribadito, la maggior parte delle notizie fornite dai dispacci pubblicati erano da tempo ampiamente a conoscenza di giornalisti, operatori e dei cosiddetti “lettori informati” (fra tutte e come esempio, l’appoggio tacito dei paesi arabi alla politica ant-iraniana di Washington per il timore del potenziamento nucleare del paese guidato da Ahmadinejad). Di veramente segreto in realtà non c’è molto. Come ha dichiarato Vincent Cannistraro ex capo dell’antiterrorismo della CIA in un’intervista recente ad Anna Guaita del “Messaggero”: “Le informazioni realmente top-secret passano su diversi canali, e sono poche decine. Passano


Professoressa Rigotti, l’intellettuale e filosofo francese Bernard-Henri Lévy ha fortemente criticato le posizioni di Assange e dei suoi collaboratori sostenendo che se da un lato esistono informazioni che è indispensabile divulgare, perché riguardano i diritti umani o gravi violazioni commesse dai governi, è altrettanto sbagliato considerare la diplomazia mondiale come uno “spazio aperto”. Qual è il suo pensiero a riguardo? “I due schieramenti pro e contro, dei fautori e dei detrattori di Assange, raccolgono personaggi decisamente eterogenei: tra gli avversari troviamo Bernard-Henry Lévy, ex «nouveau philosophe» francese negli anni Settanta, insieme ai repubblicani Sarah Palin e Mike Huckabee, che ha chiesto addirittura la pena di morte per il divulgatore dei segreti di stato, ma anche il capo del partito tedesco dei Verdi, Cem Ödzemir; dall’altra, il linguista nonché attivista politico Noam Chomsky, il presidente brasiliano Lula da Silva eroe del Terzo Mondo, la comunità del Cyberspace e… Vladimir Putin, il magnate e amico di Berlusconi, despota di uno stato appestato come pochi dalla mafia e dalla corruzione. C’è da rimanere più che perplessi. Personalmente ritengo, schierandomi con Chomsky piuttosto che con Lévy nonostante la sgradevole compagnia di Putin, che la democrazia possa fiorire soltanto sul terreno di un’opinione pubblica critica e informata, e che sia legittimo per i media rendere pubbliche le notizie anche se estratte direttamente dal ventre dello stato. Dopo di che, se lo stato vuole mantenere nascoste alcune informazioni considerate delicate e rischiose, che lo faccia, ma in maniera professionale e senza accusare la stampa dei propri fallimenti e della sua incapacità”. Dietro le posizioni radicali di Assange & soci, di pubblicare senza filtri e senza distinzioni, non si nasconde a suo parere una posizione fondamentalmente nichilista e

di cinismo ideologico? O invece, al contrario, mettendo in piazza le “nefandezze” commesse si stimolano i paesi democratici a elevare il grado di trasparenza e di democrazia al loro interno? Casi di impeachment come quelli di Richard Nixon o di Giovanni Leone in Italia sono stati possibili grazie al lavoro di indagine, selezione e ricerca di alcuni bravi giornalisti. Secondo lei è possibile arrivarci anche attraverso la pubblicazione massiccia di documenti riservati? “L’attività di Julian Assange e dei suoi collaboratori ricorda molto il giornalismo investigativo di Woodward e Bernstein, i due redattori del «Washington Post» che negli anni Seattanta rivelarono le attività di spionaggio delle azioni dei politici democratici da parte del candidato repubblicano al rinnovo della presidenza agli Stati Uniti Richard Nixon. La vicenda è narrata nel film Tutti gli uomini del presidente, del 1976, con Robert Redford e Dustin Hoffman, in cui i due giornalisti sono celebrati come eroi. Ma avrebbero anche potuto finire come criminali, messi a tacere con una pallottola in testa. Nel caso di Woodward e Bernstein la conseguenza fu un innalzamento del grado di trasparenza e di democrazia della politica statunitense: speriamo che ciò accada anche nel caso di Assange”. Perché Assange a suo parere ostenta tanto marcato personalismo? Non sarebbe stato più utile e opportuno gestire l’intero affare attraverso la struttura dell’organizzazione, conservando un maggior grado di understatement? “Assange ostenta un forte personalismo già soltanto nel suo aspetto fisico: è una specie di folletto, giovane ma coi capelli bianchi, magro, misterioso, eclettico, un Andy Warhol del XXI secolo. Ha un aspetto vagamente extraterrestre, o da pop-star, tutto vestito di nero: eroe della libertà per alcuni, nemico pubblico numero uno per altri. Ma anche se il personalismo non lo cercasse, esso gli verrebbe sicuramente appioppato dai media, come è stato fatto per Roberto Saviano o con il premio Nobel cinese per la pace Liu Xaobo, quello che, dei tre, rischia sicuramente di più”. Quali potenziali ha, secondo lei, un’organizzazione come WL? Si ridurrà a un episodio di teppismo mediatico o ha la possibilità di divenire uno strumento di evoluzione dei rapporti economici e politici nel mondo? “WikiLeaks, o altre analoghe organizzazioni, diventeranno inevitabilmente strumenti costitutivi del corretto funzionamento di una democrazia fondata sulla buona informazione dei cittadini, la limpidezza e la trasparenza. Del resto è un processo quasi inevitabile; se si esamina la questione di WikiLeaks in termini filosofici si nota infatti che sono in gioco due aspetti: uno è quello tecnico, che permette la divulgazione di notizie che si vorrebbero tenere segrete. L’altro aspetto è quello etico, che si interroga sulla giustizia e sulla liceità di tali operazioni. È lo stesso problema che investe le questioni di bioetica e di biopolitica: è lecito ed è giusto fare tutto ciò che è tecnicamente possibile fare, dalle bombe atomiche alla fecondazione artificiale? È giusto e lecito divulgare segreti di stato perché si è in grado di farlo? Forse sarebbe più corretto domandarsi se i segreti di stato, gli arcana imperii come li chiamava Tacito e più tardi i teorici della ragion di stato, siano leciti e giusti nelle liberaldemocrazie o non facciano piuttosto parte del mondo di Machiavelli e dei suoi tentativi di garantire realisticamente la sicurezza del potere sovrano. Le democrazie liberali dovrebbero essere il terreno della trasparenza e dell’apertura, del trionfo della Öffentlichkeit, la sfera pubblica, come la chiama Habermas. Se quindi lo stato ricava la sua legittimazione democratica dalla informazione completa dei cittadini, l’informazione stessa diventa un diritto/dovere civile”.

Agorà

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» di Fabio Martini

sul canale «Roger», non il «SiprNet» (Secret Internet Protocol Router Network). Questo canale, a cui WikiLeaks ha avuto accesso, serve centinaia di ambasciate e consolati. È stato allargato e democratizzato dopo gli attentati dell’undici settembre, per far sì che tutti sapessero quel che succede, per favorire quello che nel mondo dell’intelligence definiamo cross fertilization, cioè la strategia di massimizzare la conoscenza condividendola”. Meno del 5% dei documenti pubblicati possono essere considerati effettivamente come segreti. Inoltre, come sostenevamo nel precedente articolo, WikiLeaks non è in grado di garantire un’analisi accurata di veridicità delle centinaia di migliaia di files che riceve (a parte quelli che giungono da fonti certe e accreditate) ma, al contempo, produce una massa informe di dispacci immettendoli nel circuito giornalistico apparentemente senza alcun criterio ma solo nella convinzione che ciò garantirà una maggiore trasparenza al sistema nel suo complesso. La faccenda è seria, non tanto per gli scandali e scandaletti su primi ministri e governi, ma perché tocca un nervo scoperto della contemporaneità: la modalità con cui oggi si trasmettono e diffondono le informazioni a livello globale, la loro manipolazione e le conseguenze che da tutto questo possono derivare sotto il profilo economico, politico, sociale e strategicomilitare. Una situazione che, disarticolando il tradizionale concetto di diplomazia, invita nel contempo alla messa in campo da parte degli stati di sistemi di comunicazione ultra segreti e praticamente inaccessibili. Abbiamo a tal riguardo posto alcune domande a Francesca Rigotti, studiosa e libera docente di Teoria politica nonché nostra collaboratrice.


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» testimonianza raccolta da Demis Quadri; fotografia di Igor Ponti

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lontano e capire com’è fatto l’universo. Qualunque sia il suo scopo, bisogna fare in modo che un satellite prima di essere lanciato sia testato al cento per cento, perché una volta partito non lo puoi tirare giù per stringere una vite… Adesso si possono caricare nuovi programmi: ci sono diversi calcolatori a bordo, per cui è possibile modificare i programmi e mandarne versioni corrette. È successo per esempio che una sonda su Marte non funzionasse per un errore di software, ma poi il programma è stato ricaricato e ora tutto va bene. Ma di regola bisogna fare il possibile per creare le condizioni a terra per Ha uno sguardo privilegiato sul nostro testare il satellite nel modo futuro. Perché viviamo in un pianeta più completo, anche se a volte dove il numero di transistor prodotti ogni i termini imposti dalle finestre di lancio portano gli ingeanno è di molto superiore a quello delle gneri a sbagliare. Mi occupo formiche… e il silicio è dopo l’ossigeno soprattutto di validazione, simulazione e test per ridurre al l’elemento più presente minimo gli errori dei sistemi LED e fototransistor a infraroselettronici di bordo. Il lavoro dell’ingegnere si. Il terzo passo è arrivato un è quello di risolvere problemi, anche quelli paio d’anni dopo, presso una che crea lui stesso sbagliando. ditta che produceva sistemi di Una decina d’anni fa ho cominciato a incontrollo e acquisizione dati segnare microcalcolatori e informatica alla per il sincrotrone del CERN. SUPSI, e più recentemente anche al PolitecVisto che la tecnologia era nico di Losanna per un corso di tecnologia un po’ la medesima (sistemi spaziale. Penso sia giusto, quando si hanno di misurazione e di controllo esperienze e conoscenze professionali incomputerizzati), abbiamo coteressanti, poterle trasmettere. Insegnare ti minciato a lavorare anche per obbliga a riordinare quello che sai. Lavorare l’Agenzia Spaziale Europea. con i giovani è stimolante: a volte sono molto Poi nel 1986 sono tornato in brillanti e puoi imparare da loro. L’elettroniTicino e mi sono messo in ca è affascinante, puoi fare di tutto ed è per proprio, iniziando a lavorare questo che può venirne fuori il lato creativo per l’industria e riuscendo poi delle persone. Dal 2000 sono anche municia vincere concorsi per progetti pale a Gordola: mi occupo dell’acquedotto, nel settore spaziale. della Commissione culturale e del tempo Una sonda o un satellite è una libero. È molto interessante, anche se fa male macchina complessa che lavovedere certi fenomeni di mala gestione la cui ra in modo autonomo, consuprogettualità si limita a proiettare nel futuro mando il minimo di energia il passato, senza spinte innovative. Si ruota possibile (normalmente protroppo attorno agli affari del cemento, ma il dotta da pannelli fotovoltaigrigio del futuro è quello del silicio (la mateci). Si muove a 28.000 km/h ria prima dei transistor), che attraverso l’eletnel vuoto, esposta a grandi tronica permette di gestire in modo efficiente differenze di temperatura e a le risorse e di ottimizzare le infrastrutture. Su forti radiazioni ionizzanti. Ho reti ferroviarie costruite più di un secolo fa, lavorato su satelliti per telecooggi con elettronica e informatica si possono municazioni commerciali e far passare dieci volte più treni di un tempo. per missioni scientifiche destiGrazie ai nuovi transistor che commutano nate a osservazioni della Terra miliardi di volte al secondo, abbiamo il web o astronomiche. Ogni generain ogni casa a costi irrisori usando vecchie zione di satelliti ha strumenti linee telefoniche diventate autostrade per più sensibili per guardare più informazioni ad altissima velocità.

Bruno Storni

Vitae

o studiato ingegneria elettronica negli anni Settanta. L’elettronica era ancora prevalentemente analogica, ma si lavorava già sui transistor. Erano appena nati i primi rari ma futuristici microcalcolatori che oggi troviamo dappertutto: nei telefonini, nelle automobili, nei pacemaker, nelle macchine fotografiche. Ora possono contenere anche un miliardo di transistor contro i duemila del primo che ho utilizzato a inizio carriera. Terminati gli studi, nel 1976, c’era ancora la crisi orologiera. Non è stato facile trovare lavoro. Ho iniziato in un’industria di telecomunicazione a Soletta, in una regione molto toccata da una crisi dovuta al fatto che l’industria orologiera, pur sapendo già produrre quelli elettronici, aveva puntato sugli orologi meccanici. I giapponesi invece non ci hanno pensato due volte a inondare il mondo di orologi al quarzo… Così la Svizzera, campione del mondo della micromeccanica, s’è fatta fregare dalla microelettronica, che è poi ciò di cui mi sono occupato da allora. Il transistor è stata l’invenzione del secolo: ha trovato un sacco di applicazioni che nessuno osava immaginare. Già al primo lavoro ho potuto partecipare a un progetto innovativo: una ricetrasmittente a circuiti integrati ibridi. Pesava mezzo chilo ed era portatile. Allora non c’erano ancora i telefonini: da lì è nato un modello di telefono senza fili e poi un radiotelefono cellulare. Più tardi sono passato a una ditta dove sviluppavamo periferici per calcolatori. All’epoca i periferici più affidabili erano i lettori di nastri perforati, perché i supporti magnetici in certi ambienti non erano ancora abbastanza sicuri. Calcolatori e macchine utensili venivano programmati con questi nastri e bisognava creare periferici che li leggessero in fretta. Anche se oggi è la preistoria dell’informatica, è stato un lavoro interessante: c’erano già motorini passo a passo,

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H


Questa serie di fotografie è stata realizzata da Reza Khatir nel 1989 con una macchina Polaroid di grande formato (50 x 60 cm). È stata esposta anche in occasione del 700esimo della Confederazione, con il titolo “Vers l’avenir”, al Museo dell’Eliseo di Losanna e al Museo d'Arte e di Storia di Friborgo nel 1991.

Deborah, 35 anni (in copertina all'età di 14 anni) Non credo che vent’anni fa avrei mai immaginato di percorrere tante strade e così diverse. Sono una sognatrice, ma non costruisco castelli in aria. È importante pensare al futuro, ma senza vivere solo in funzione di obiettivi lontani. Credo che la vita sia una continua sorpresa e vada assaporata passo dopo passo, senza programmare troppo perché non sai mai dove ti condurrà. Da bambina volevo fare la fiorista, poi ho studiato tecnica dell’abbigliamento, diventando sarta di costumi teatrali. Il destino mi ha portata in seguito a viaggiare per qualche anno in Asia, dove ho lavorato come guida subacquea. Ora ho voltato pagina e sono tornata a studiare, seguendo un corso di specializzazione in tecnica dell’abbigliamento. In futuro? Chissà, mi lascio sorprendere…

Hanno stretto il mondo fra le mani per qualche istante, davanti all’obiettivo di una macchina fotografica. Quell’unico scatto ha fissato in un eterno presente gli sguardi rivolti all’avvenire di dodici bambini. Era il 1989 e avevano tutta la vita davanti. Ma oggi, a vent’anni di distanza, quale futuro ha infine raggiunto i giovani protagonisti? Successi, rimpianti, illusioni e speranze di cinque adulti che hanno accettato di alzare lo sguardo dal presente per raccontare le loro storie. Che (forse) sono un po’ anche quelle di tutti noi.

testo a cura di Giorgia Reclari; fotografie di Reza Khatir (1989 e 2010)

I signori del mondo


Michele, 30 anni Certezze, stabilità e un mondo di pace: questo è quanto vorrei dal futuro. Amo la tranquillità e la cerco nel contatto con i paesaggi delle nostre montagne e valli, dove mi reco spesso per partecipare a escursioni e per gestire una capanna. Lì mi rilasso e ho tempo per riflettere. Ho sempre avuto, fin da bambino, il bisogno del contatto con la natura, volevo diventare selvicoltore, per trascorrere più tempo possibile all’aria aperta. Poi, invece, ho finito per compiere la formazione come pittore. È un lavoro che mi piace comunque e da cinque anni mi sono messo in proprio: una scelta impegnativa, ma di grande soddisfazione. Ora sogno una famiglia, con cui condividere una casa e una vita tranquilla.


Pamela, 36 anni La svolta nella mia vita è arrivata tardi, vent’anni fa ero ancora una quindicenne che sognava di fare la stilista, come molte mie coetanee. Avevo però già l’esigenza di un rapporto profondo con le cose e le persone e credevo nell’impegno per la salvaguardia della natura; ero quel che si dice “un po’ alternativa”. A 20 anni ho fatto il mio primo viaggio in India, un’esperienza fondamentale che mi ha portata ad aderire al movimento Hare Krishna: una scelta di vita spirituale e di ricerca interiore. Da un anno gestisco un ristorante vegetariano insieme a mio marito, che è di origine indiana. Mi piacerebbe che in futuro sprecassimo meno tempo a rincorrere inutili evoluzioni tecnologiche e che dessimo priorità alla nostra vita interiore e a un rapporto vero e sincero con le persone.


Sela, 24 anni Forse il mio amore per il viaggio è nato proprio in quel momento, da quel piccolo mappamondo che stringevo fra le braccia. Avevo solo quattro anni quando scattarono la fotografia, ma da allora è stato un pensiero fisso che non mi ha più lasciata. Mi piacerebbe avere sempre una valigia pronta, da afferrare al volo e partire, non importa verso quale meta. Con il mio lavoro – ho studiato informatica e ora sono webmaster alla SUPSI – con un click posso essere ovunque, virtualmente. Ma amo il contatto vero e reale con persone e luoghi lontani. Il mio auspicio per il futuro è che la gente viaggi di più, si confronti con altre culture e realtà meno fortunate della nostra, imparando l’umiltà e la comprensione reciproca. Sarebbe un mondo migliore. Il mio sogno personale? Stringere un mappamondo fra le braccia e poter finalmente dire “L’ho visitato tutto!”.


Tania, 29 anni Tutto ma non una vita tranquilla e monotona! Ecco che cosa mi aspetto dal futuro. Spero di mantenere la voglia di scoprire e di rimanere in uno stato di perenne “precarietà esistenziale” che mi obbliga a reinventarmi di continuo senza mai adagiarmi nella routine. In generale credo che fosse molto più semplice pensare al futuro vent’anni fa rispetto a oggi. Da bambini si osa sognare, si ha un senso di onnipotenza, che con il passare degli anni viene ridimensionato dai condizionamenti esterni. Si prende coscienza di una serie implicazioni pratiche che creano limitazioni. Il mio sogno è lavorare nell’editoria, ma mi sono resa conto di quanto sia complicato accedervi. Per ora sto terminando gli studi in Lettere e nel frattempo insegno italiano, poi… si vedrà. Se dovessi rifare oggi la foto con un mappamondo fra le mani non esiterei a scegliere due punti: Buenos Aires e la Toscana. Sono i miei due luoghi dell’anima, dove spero un giorno di tornare, magari per sempre.


Se ne va, la natura, in autunno: rallenta i ritmi, si addormenta. E noi, che da essa dipendiamo, corriamo a rifugiarci in casa, dove tentiamo di ricreare la luce e il tepore delle stagioni più calde, godendoci più che mai l ’arredamento che ci circonda: lampade accese più a lungo, atmosfere morbide, comode poltrone da cui farsi abbracciare e materiali semplici e naturali

DESIGN FINO AL MIDOLL(IN)O IN)O

E

Tendenze p. 38 | di Giorgia Reclari

Egg di Nanna Ditzel

così il legno e gli intrecci di fibre vegetali – protagonisti assoluti dei mobili outdoor in estate – portano la natura in casa anche d’inverno, creando con i loro colori caldi raffinate. Giunco, rattan, vimini e midollino abe naturali, atmosfere accoglienti e raffinat bandonano verande e piscine per arredare soggiorni e camere da letto fra maglie, reti, antica quanto l’uomo e dalle umili origini, trame e orditi. È una tecnica millenaria, an quella dell’intreccio delle fibre vegetali. In Occidente come com in Oriente rami flessibili e giunchi venivano tessuti per creare utensili d’uso quotidiano: cesti da semina e da trasporto, gerle, vasi. Oggetti fanno però la gioia degli amanti del folklore. di poco valore, creati da artigiani e cestai che oggi fann Ma è con viaggi e commerci fra l’Europa e le sue colonie che le fibre asiatiche come il rattan – dalla cui trafilatura si ricava il midollino – giungono alle nostre nostr latitudini e vengono scelte da artigiani e artisti per le loro creazioni, contribuendo a diffondere il gusto per l’esotico e l’arredamento in stile coloniale, di moda per tutto l’Ottocento. Fino a quando, nel Novecento, i designer più celebri qua hanno definitivamente spezzato il legame tra intrecci di fibre naturali e moda dell’etnico, creando pezzi d’arredamento che declinano l’uso del materiale secondo un gusto moderno e all’avanguardia seco e continuano ancora oggi ad arredare ogni tipo di abitazione. abitaz

S-Chair di Tom Dixon PICCOLI OGGETTI D’ARTE Nel 1927 Mies van der Rohe disegna la “MR”, una sedia con struttura in acciaio cromato e seduta in midollino intrecciato. Un oggetto che unisce tradizione e innovazione, con l’inedito accostamento tra la fibra naturale e il metallo. Le “MR” sono parte dell’arredamento che il gruppo di architetti e designer Deutscher Werkbund elabora per alcuni appartamenti a Stoccarda. Fra tradizione e innovazione si muove anche Isamu Kenmochi, uno dei maggiori designer giapponesi del dopoguerra, che nel 1958 crea una poltrona dalla forma essenziale e moderna, interamente realizzata in rattan. Vincitrice di numerosi premi, è ora esposta al MoMA di New York. Altrettanto calda e accogliente come un nido è la celebre poltrona pensile Egg della designer danese Nanna Ditzel. Realizzata in midollino e appesa al soffitto con una catena,

Bolla di Michael Sodeau è oggi proposta da Pierantonio Bonacina anche nella versione con piedistallo autoportante. Un’altra seduta entrata nella storia del design è la “S-Chair”, ideata nel 1991 da Tom Dixon (e anch’essa esposta al MoMA): quasi una scultura nella sua eleganza e flessuosità, leggera e dinamica come un’unica pennellata, ma molto resistente grazie alla struttura in metallo. Oltre che in midollino è disponibile in paglia di palude o con vari rivestimenti in pelle e tessuto. L’uso delle fibre naturali nel design contemporaneo non conosce crisi e ha fornito continui stimoli anche negli ultimi anni. Recentemente il campo d’applicazione si è esteso dalle sedute ad altri oggetti d’arredamento, con risultati di grande fascino. Come le lampade “Bolla”, disegnate da Michael Sodeau per Gervasoni: grandi “bottiglie” che regalano angoli di luce calda, merlettata dall’intreccio del midollino.


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Astri gemelli

cancro

Aprite le porte alla passione. Grazie ai transiti di Giove e Urano in undicesima casa solare potrete inaspettatamente iniziare una nuova collaborazione professionale. Aumento di interesse per l’occultismo.

Tenete la lingua a freno e siate meno ipercritici nei confronti di familiari e amici. Continuando così rischiate l’isolamento sociale. Cambiamenti positivi e inattesi in ordine alla propria posizione professionale.

Tra il 30 e il 31 la Luna transiterà nel segno dello Scorpione. Il passaggio consentirà opportunità inaspettate. Favorite le professioni più originali. Vita sentimentale in crescita per i nati nella seconda decade..

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Conclusione inaspettata di un vecchio affare. Grazie al transito di Mercurio gran fermento per quanto riguarda la vita sociale. Momento adatto per incontrare un vecchio amico che non vedevate da tempo.

Grazie al transito lunare avrete la possibilità di passare le ultime ore del 2010 in compagnia delle persone che condividono i vostri interessi culturali. Vita sentimentale in crescita per i nati nella seconda decade.

Gli ultimi giorni del 2010 saranno ricchi di fermenti culturali. Vita sociale colorata da culture straniere. Viaggi e gite per i nati nella terza decade. Notte di San Silvestro all’insegna dei giochi di società.

Grazie alla fase retrograda di Venere possibili ritorni di fiamma, colpi di fulmine, viaggi in compagnia del partner, vita mondana in continua crescita. Vantaggi professionali e occasioni inaspettate.

sagittario

capricorno

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Non avrete certo il tempo per annoiarvi. Le idee vanno e vengono con una certa velocità, se non si è dotati di tempismo, sarà difficile afferrarle. Notte di San Silvestro segnata da discipline mistiche e propiziatorie.

Cielo segnato da configurazioni astrali ricche di magia. Grazie a Plutone e Nodo Nord incontri karmici per i nati della prima decade. Metamorfosi. Opportunità professionali per i nati nella terza decade.

Ritorno di vecchie collaborazioni. Incontri con persone straniere. Momento creativo e novità economiche favorite dai transiti di Giove e Urano. Apritevi maggiormente agli altri e lasciatevi coinvolgere.

Mercurio, Giove e Urano in quadratura. Fine d’anno movimentata, ricca di incontri e di opportunità professionali. Occasioni che vanno e vengono a velocità impressionante. Puntate ai vostri reali obiettivi.

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Orizzontali 1. Rilucere, splendere • 10. È vicino a Bellinzona • 11. Lo zio della capanna • 12. Villaggio • 13. Cantore epico • 14. Pari in Congo • 15. Folletto • 17. Massimo, cantante • 19. Centilitro • 20. Raganella arborea • 21. Tappa aerea • 22. Congiunzione • 23. Paladini • 25. Fiume russo • 26. Il nome di Abatantuono • 28. Son due in cento • 29. Introiti, ricavi • 30. Cono centrale • 31. Moneta • 32. Mare centrale • 34. Una... a Zurigo • 36. Uruguay e Malta • 38. Segnale d’arresto • 40. Lode, encomio • 42. Il bel Brad • 44. Il noto Greggio • 45. Satira pungente • 48. Gergo da registi • 49. Una sigla dell’enologo • 51. Trampoliere sacro • 52. Pesce prelibato.

sangue • 13. Lega le persone • 16. È ghiotto di miele • 18. Il Sodio del chimico • 19. Disinfettante per piscine • 23. Le isole con Favignana • 24. Una finestra circolare • 27. Eterogenei, multiformi • 33. Brina • 35. Lista • 37. Né tuo, né suo - 39. Avverbio di luogo • 41. Fiaccarono Annibale • 43. Terna • 46. Dittongo in boato • 47. È bella ma stupida • 50. La fine della Turandot.

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Verticali 1. Noto film di Hicks • 2. Un personaggio dei “Promessi sposi” • 3. Fu cacciata dall’Olimpo • 4. Catena montuosa francese • 5. La nota Papas • 6. Cuor di balena • 7. Privo di fede • 8. Il nome di Steiger • 9. Un pigmento del

» a cura di Elisabetta

toro

La soluzione verrà pubblicata sul numero 1

ariete La fine del 2010 è caratterizzata dal transito retrogrado di Mercurio. Attività mentale febrile, soprattutto per quanta riguarda la risoluzione di vecchie vicende. Imprevisti riconducibili a uno stato di iperattività.

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Questionario Ticinosette

Cari lettori, allo scopo di valutare il gradimento del nostro settimanale e di migliorare il servizio offerto, vi chiediamo gentilmente di compilare il questionario rispondendo in forma anonima alle seguenti domande. Nello spazio in calce pote-

te fornire inoltre un commento più esteso o eventuali suggerimenti. Per chi ha accesso a Internet è possibile compilare il questionario sul sito www.ticino7.ch. Grazie per la collaborazione, la Redazione

» In che località abitate? _________________________________________________________________________________ » Che tipo di professione svolgete? _______________________________________________________________________ » Da quante persone è composto il vostro nucleo familiare? ______________________________________________ fascia di età appartenete? » A quale ❏ meno di 25 anni ❏ da 26 a 45 anni ❏ da 46 a 65 anni ❏ più di 65 anni quale frequenza consultate Ticinosette? » Conquasi giornalmente ❏ da tre a cinque volte alla settimana ❏ meno di due volte alla settimana ❏ luogo consultate Ticinosette? » In che a casa ❏ ❏ al lavoro ❏ in un ritrovo pubblico (biblioteca, bar ecc.) ❏ sul Web ❏ altro » Siete più interessati: ❏ ai programmi radiotelevisivi ❏ alle rubriche ❏ a entrambi » Quali rubriche apprezzate maggiormente? ______________________________________________________________ » Quali invece vi interessano meno o per niente? _________________________________________________________ » Quali argomenti o rubriche, attualmente non presenti, vorreste vedere trattati in Ticinosette? _____________________________________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________________________________ Inviare in busta chiusa a: Ticinosette c/o Centro Stampa Ticino SA, Via industria, CH - 6933 Muzzano. Oppure via fax al seguente numero: +41 (0) 91 960 32 51.

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