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del 27 gennaio 2012
con Teleradio 29 gen. – 4 feb.
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Ticinosette n° 4 27 gennaio 2012
Agorà Figli e divorzio. Tutoria: un tema dibattuto Società Abbandono del nido. Il grido di Antigone
Impressum
Visioni Senza scampo
Tiratura controllata 70’634 copie
Salute Infezioni virali. Bambini bersaglio
Chiusura redazionale Venerdì 20 gennaio Editore Teleradio 7 SA, Muzzano Direttore editoriale Peter Keller Redattore responsabile Fabio Martini Coredattore Giancarlo Fornasier Photo editor Reza Khatir Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55 Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch Stampa (carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona Pubblicità Publicitas Publimag AG Mürtschenstrasse 39 Postfach 8010 Zürich Tel. +41 44 250 31 31 Fax +41 44 250 31 32 service.zh@publimag.ch www.publimag.ch Annunci locali Publicitas Lugano tel. 091 910 35 65 fax 091 910 35 49 lugano@publicitas.ch Publicitas Bellinzona tel. 091 821 42 00 fax 091 821 42 01 bellinzona@publicitas.ch Publicitas Chiasso tel. 091 695 11 00 fax 091 695 11 04 chiasso@publicitas.ch Publicitas Locarno tel. 091 759 67 00 fax 091 759 67 06 locarno@publicitas.ch In copertina Target familiare Elaborazione di Antonio Bertossi
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Media Internet. Il Ticino dei piccoli Letture Danzare in due Vitae Fausta Ferretti
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ELISABETTA LOLLI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CHIARA PICCALUGA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Fiaba La testa del drago
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MARCO JEITZINER . . . . . . . . . . . . . .
ROBERTO ROVEDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
GAIA GRIMANI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Reportage Destini incrociati DI
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GIANCARLO FORNASIER; FOTOGRAFIE DI REZA KHATIR . . . . . . . . . . .
FABIO MARTINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tendenze Auto e viaggi. Bimbi a bordo
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PATRIZIA MEZZANZANICA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Famiglie e istituzioni Questo numero di Ticinosette, come avrete modo di verificare, è interamente dedicato alla famiglia e rientra in un progetto di sei uscite a tema previste nel corso di questo 2012. L’articolo di apertura è dedicato a un argomento spinoso e assai dibattuto: il diritto tutorio, la custodia dei figli delle coppie separate o divorziate e i problemi connessi ai diritti di visita. Pretendere di esaurire o far luce in modo definitivo su questioni così articolate in due pagine è utopico e non è certo il nostro scopo. Ci interessa piuttosto avviare una riflessione, dati i molti punti interrogativi, sia a livello giuridico sia riguardo all’interazione fra istituzioni e utenti. Premesso che la fine di un rapporto coniugale è il risultato di una complessa e insondabile stratificazione di fattori affettivi, intimi, sociali, culturali oltre che spesso di rancori e risentimenti; premesso che, da parte loro, le istituzioni non possono che muoversi con un inevitabile grado di approssimazione rispetto alle infinite sfumature e implicazioni personali connesse a una crisi coniugale (nel tentativo, a
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senza conservanti
Libera il naso in pochi minuti – per ore
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FRANCESCA RIGOTTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Kronos Giovani e social network. Solo grasso nella rete
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Quelli con l’arcobaleno
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VALENTINA GERIG . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
FABIO MARTINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Raffreddore?
Leggere il foglietto illustrativo. Mepha Pharma SA
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volte forzato, di “far quadrare il cerchio”), molti dubbi restano aperti. La lettura delle decine e decine di testimonianze presenti sul sito del Movimento Papageno (www.miopapageno.ch), creato da genitori non affidatari, separati o divorziati, certamente non tranquillizza. In svariati casi emergono decisioni che paiono spesso impugnate in modo unilaterale e sbilanciato a favore del genitore affidatario, che nella maggior parte dei casi è la madre (e qui in effetti un regime di bigenitorialità, strada intrapresa da qualche tempo in Italia, potrebbe aiutare molte famiglie a superare meglio queste drammatiche fasi). Ma ciò che fra le righe pare emergere è una sorta di alleanza fra i diversi attori dell’apparato istituzionale, un sistema che, proprio in quanto burocrazia, difficilmente sembra in grado di promuovere una rigorosa e costante vigilanza critica sul proprio operato. Invitiamo dunque alla lettura dell’articolo, convinti che un dibattito più aperto e libero possa giovare a tutti, figli, genitori e istituzioni. Cordialmente, Fabio Martini
Tutoria: un tema dibattuto
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Agorà
Situazioni di disagio, separazioni in corso, affidamento dei figli, diritti di visita. Quali sono le autorità coinvolte e le misure di protezione quando un nucleo familiare si sfalda? Entriamo nel complesso mondo del Diritto Tutorio, tra le difficoltà di chi è a capo delle Commissioni Regionali e chi ne critica l’operato di Valentina Gerig
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el complesso ambito delle problematiche familiari, l’autorità tutoria interviene, fra l’altro, nei casi in cui – come recita l’articolo 307 del Codice Civile Svizzero – “il bene del figlio è minacciato e i genitori non vi rimediano o non sono in grado di rimediarvi”. L’Ufficio di vigilanza sulle tutele è l’organo di controllo, mentre l’autorità tutoria è rappresentata dalle 18 Commissioni Tutorie Regionali (CTR) presenti su tutto il territorio del canton Ticino. Opera inoltre l’Ufficio del Tutore Ufficiale che si occupa di sostenere minori e adulti che necessitano di sostegno e di seguire i procedimenti legati alla normativa d’adozione di un minore. L’avvocato Ulderico Provini, responsabile della Commissione Tutoria di Chiasso, ci spiega in modo più chiaro quando viene chiamata in causa la CTR se un nucleo familiare è in difficoltà: “Si parte dalla conoscenza di una situazione di disagio segnalata da parenti, conoscenti, istituti scolastici, magistratura, servizi sociali, enti ospedalieri o forze dell’ordine. A quel punto si dà incarico all’Ufficio delle Famiglie di valutare la situazione. In seguito viene decisa la necessità o meno dell’intervento della CTR, per aiutare i genitori in conflitto, o il minore che, in alcuni casi, è vittima di maltrattamenti”. I casi che capitano più spesso sul tavolo della CTR di Chiasso sono “tutele e curatele volontarie quando il richiedente non riesce più a gestire la sua vita quotidiana e in qualche caso anche, purtroppo, il disagio di minori con genitori «disattenti» ai loro reali bisogni, sia a livello psicologico, sia a livello materiale”, spiega ancora l’avvocato Provini, che aggiunge: “Sta a chi cura i minori accorgersi quando esiste un comportamento preoccupante: per esempio, un bambino di regola vivace che si chiude in se stesso, le cui prestazioni scolastiche calano, che va a scuola con vestiti sporchi o non adatti alle stagioni. Ci capitano anche casi in cui i genitori ci mettono l’anima, ma non riescono a gestire i figli. In queste occasioni cerchiamo di aiutare sia il genitore, sia il figlio”.
Abbiamo chiesto anche al responsabile della Commissione Tutoria di Massagno, l’avvocato Francesco Hurle, quali siano le problematiche più frequenti nel suo Dipartimento: “I casi che ci occupano maggior tempo sono relativi ai problemi familiari, ovvero i diritti di visita e il collocamento dei bambini. In questi ultimi tre anni inoltre abbiamo avuto alcuni casi di madri con problemi di alcolismo, una cosa che prima non si era mai verificata. Le problematiche legate agli adolescenti, invece, vanno a ondate: abbiamo avuto un boom negli anni Novanta con l’apertura dei canapai. Ora la situazione si è normalizzata”. La famiglia sta scomparendo? In Svizzera due terzi dei matrimoni falliscono. In Ticino si contano più di 800 divorzi all’anno. Sono cifre impressionanti che sembrano parlare chiaro. Il 4 ottobre scorso, sul “Giornale del Popolo” è apparsa un’intervista in cui la responsabile della Commissione regionale di Bellinzona, Flavia Marone, ha parlato di uno “scollamento familiare drammatico”. Abbiamo chiesto all’avvocato Provini e all’avvocato Hurle la loro opinione: “Effettivamente la famiglia come modello è in difficoltà seria” dichiara Francesco Hurle. “Chi ne soffre, se non c’è un ambito di accoglienza, sono i figli. Ci sono casi in cui gli adulti di riferimento diventano molti (quando i genitori divorziano e si risposano) e per i figli diventa difficile capire a quale figura rivolgersi”. Secondo l’avvocato Provini sono cambiate le priorità: “È aumentata la litigiosità, la perdita del valore della famiglia come era inteso una volta. Per parecchie persone è più importante apparire che essere. Minori introiti e maggior lavoro implicano spesso meno tempo da dedicare all’educazione dei figli che vengono lasciati a se stessi. Per fortuna si parla di una minoranza, dato che le famiglie sane sono la maggioranza”.
inserito d’ufficio e talvolta potrebbe addirittura non essere abbastanza: “Quando una madre accusa il padre senza fondamento, ci dovrebbero essere delle misure che permettono di passare l’affidamento automaticamente a quest’ultimo. Invece a volte psicologi e operatori coinvolti adducono giustificazioni per noi inconcepibili: per esempio, il fatto che la ex coniuge si comporta male perché non ha superato il «lutto della separazione»”, spiega Scardamaglia. “C’è qualcosa che non va: il diritto di visita, dal momento in cui una mamma inizia a ostacolarlo, deve essere fatto rispettare da subito, con intransigenza. Le autorità non devono abbandonare il genitore non affidatario”. Insieme è meglio Uno dei concetti-chiave per cui si batte strenuamente il movimento è quello della bigenitorialità: “Dal momento in cui una coppia si separa, spesso il padre viene improvvisamente accusato dalla ex d’inaffidabilità e di avere lacune importanti nell’educazione del figlio. Il bambino non si può sdoppiare, però i padri devono poter continuare a essere presenti per educarlo e crescerlo. Se io vedo mio figlio ogni due settimane che trasmissione di cultura e pensiero posso dargli? Bigenitorialità non significa autorità parentale congiunta, ma custodia parentale alternata, significa creare un contesto equo di separazione. Non dico sia sempre facile, ma tante volte le Commissioni Tutorie non aiutano, tendono a rassegnarsi, a non essere abbastanza intransigenti con le affermazioni arbitrarie dell’ex coniuge che non rispetta i diritti del genitore non affidatario”. Come rispondono alle critiche e ai malumori le Commissioni Tutorie? Sentiamo l’opinione dell’avvocato Provini: “Partiamo dall’inizio: la coppia si presenta davanti al Giudice del divorzio, che regola la vita separata dei coniugi, l’attribuzione dell’abitazione coniugale, gli alimenti, l’affidamento dei figli e i diritti di visita. Se c’è conflitto su questi diritti di visita, i genitori si rivolgono alla CTR . Qui si cerca di evitare il coinvolgimento dei figli, ma quando gli ex coniugi sono acerrimi nemici, diventa molto difficile fare in modo che il figlio veda il genitore non affidatario in modo sereno, come lui auspicherebbe. Noi cerchiamo, pur applicando la legge, di mediare il conflitto con il buon senso e di favorire una soluzione, ragionata e accettata. I più combattivi sono quelli che usano i figli come strumento di vendetta nei confronti dell’altro genitore perché non hanno mai digerito il divorzio o la separazione. Questo è un grande problema. Fortunatamente ci sono anche moltissimi casi in cui i genitori si odiano ma rispettano il diritto di visita, senza coinvolgere i figli nella loro diatriba”. L’avvocato Francesco Hurle spiega il suo punto di vista: “È vero che la figura del padre come genitore non affidatario è a volte in difficoltà. Le riferisco però un caso concreto: una madre ha boicottato i diritti di visita dell’ex coniuge. Noi le abbiamo impartito l’ordine, ha continuato a non rispettarlo, allora abbiamo denunciato il suo comportamento al procuratore. La signora si è presa una multa ed è incorsa in un’accusa penale. Ha capito di aver sbagliato e la situazione si è risolta”. L’avvocato è aperto alle critiche: “Se intelligenti e rivolte al regolamento giuridico, sono sicuramente costruttive”.
“Dal momento in cui una coppia si separa, spesso il padre viene improvvisamente accusato dalla ex d’inaffidabilità e di avere lacune importanti nell’educazione del figlio. Il bambino non si può sdoppiare, però i padri devono poter continuare a essere presenti per educarlo e crescerlo”
I diritti di visita, una questione spinosa Per risolvere i conflitti che insorgono quando due coniugi diventano ex, esiste dal 2007 un’associazione chiamata Movimento Papageno, formata da genitori (per lo più padri) non affidatari, separati o divorziati. I rapporti tra i sostenitori del movimento e le autorità preposte alla Tutela non sono esattamente idilliaci. Le critiche più frequenti: incoerenza, eccessiva ingerenza, o al contrario, insufficiente tutela nel caso in cui l’ex coniuge non rispetti i diritti di visita tra papà non affidatario e figlio. È una questione particolarmente spinosa, questa, che il Codice Civile Svizzero regola con l’articolo 292. C’è un passaggio, in particolare, che il Movimento Papageno non digerisce affatto: “Il Consiglio federale rinuncia per ora a punire espressamente il genitore incaricato della custodia che impedisce di esercitare il diritto di visita. È infatti lecito temere che punendo un genitore soffra anche il figlio. Peraltro i giudici e l’autorità di protezione dei minori hanno già la possibilità di multare i genitori che non si attengono a quanto concordato in merito al diritto di visita”. Secondo Gianfranco Scardamaglia – coordinatore del Movimento Papageno, ex padre non affidatario dei suoi figli che nel corso degli anni sono andati a vivere con lui – l’art. 292 invece va
Agorà
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Il grido di Antigone L’uscita dei figli dal nucleo familiare viene propinata dai media e da molta pubblicistica come un’occasione di rinascita per i genitori. Una visione che non sembra però tener conto delle reali dinamiche emotive e familiari testo di Francesca Rigotti illustrazione di Micha Dalcol
Società
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Quando Antigone, l’antica eroina greca che non si rassegnava a lasciare insepolta la salma del fratello Polinice, giunge in prossimità del cadavere sorvegliato dalle guardie e lo vede, nudo e in stato di putrefazione, “lancia un grido acuto, come di uccello angosciato in vista del nido deserto”. Così scriveva Sofocle nella tragedia Antigone, circa 2.500 anni fa, e così noi capiamo. Capiamo che il dolore della sorella di Polinice è terribile, lacerante, lo capiamo perché esso è paragonato allo strazio dell’uccello che trova il nido vuoto, orbo degli implumi. Le loro grida altissime ci risuonano nelle orecchie da centinaia di anni. La “sindrome del nido vuoto” Se sia stato il verso della tragedia a dare lo spunto alla terminologia medico-psicologica di “sindrome del nido vuoto”, non lo sappiamo. Sappiamo che il nome viene dato a una condizione che colpisce i genitori nel periodo in cui i figli lasciano la casa e che viene studiata prevalentemente dalla sociologia e dalla gerontologia. La sindrome colpisce particolarmente le donne, si dice, perché la venuta dei figli non rappresenta per il padre una reale cesura nella programmazione della vita e del lavoro, mentre essa stravolge completamente l’esistenza della giovane donna che diventa madre. Così anche la dipartita dei figli pare coinvolgere soprattutto le donne. I sociologi raccontano che la fase del “nido vuoto” è relativamente recente nella storia della famiglia. L’aumento della speranza di vita, la diminuzione della mortalità infantile, il mutamento del comportamento generativo, l’obbligo scolastico e l’uscita relativamente precoce dal lavoro hanno reso possibile la standardizzazione della sequenza del ciclo familiare: matrimonio, nascita dei figli, fase post-genitoriale (o del “nido vuoto”») e infine scioglimento dell’unione coniugale con la morte di uno dei coniugi. L’associazione concettuale di nido e vuoto suggerisce comunque, essi aggiungono, una connotazione negativa, mentre la nuova situazione che si crea dopo l’uscita di casa dei figli deve essere letta come normale, gradevole e persino desiderabile. Così dicono gli esperti. Che però paiono aver chiuso il cuore e le orecchie al grido antichissimo dell’uccello che trova il
nido vuoto, e che ci raccontano che la situazione è recente e positiva, e che tutto è sotto controllo. Facciamo leggere loro le parole di uno scrittore contemporaneo, del narratore che più intensamente nei nostri anni si è dedicato alle tematiche familiari. Si tratta di Jonathan Franzen, i cui aspri romanzi Le correzioni (2001), Zona disagio (2006) e Libertà (2011) gettano luce sui rapporti familiari più che cento trattati di sociologia e di gerontologia. Al (Alfred), il padre della famiglia protagonista di Le correzioni, colpito da Parkinson e da demenza senile, si aggira per la grande casa vuota dove ogni oggetto rimanda a un mondo separato, quello nel quale i figli conducono le loro vite, e alle ampie distanze che separano il padre da loro: e il solo pensiero gli fa tremare le mani ancora di più. Né tragedia, né commedia Abbiamo introdotto i riferimenti ad Antigone e a Le correzioni come antidoto realistico ad alcune posizioni, provenienti soprattutto dall’ambito americano, che con poca delicatezza valutano in maniera entusiasticamente positiva la condizione familiare che si crea dopo il distacco dei figli dai genitori: la fase del “nido vuoto” deve rappresentare a loro avviso un momento aperto e privilegiato nella vita dei coniugi, un’esperienza di gioia e alleggerimento piuttosto che di perdita e vuoto. Le donne in particolare vengono esortate a trovarsi un nuovo compagno, un nuovo lavoro, una nuova possibilità di studio: a donne e uomini si predica di darsi al volontariato, fare sport, viaggiare, imparare una lingua, curarsi del proprio corpo, per esempio, facendo bagni di schiuma profumati a lume di candela (sic). Se non vogliamo accettare il destino drammatico proposto dalla tragedia, non possiamo nemmeno però approvare queste ridicolizzazioni da commedia se non da operetta: abbiamo talvolta l’impressione che ci venga tolta persino la dignità del dolore e della sofferenza, per propinarci un mondo dipinto tutto di rosa nel quale sono stati soppressi concetti come “destino” (ma anche responsabilità), per venire sostituiti dall’onnipresente e onnipotente “sindrome da”, come se tutto quel che provoca dolore e affanno fosse unicamente malattia.
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Senza scampo
Il film di Rose Troche, regista statunitense, liberamente tratto
» di Fabio Martini
usufruiscono, e il cui fratello minore ha perso la vita nell’incidall’omonima raccolta di racconti della scrittrice Amy Micha- dente stradale che ha annullato l’esistenza di Paul. el Homes, era passato pressoché inosservato alla sua uscita, una La condizione di quest’ultimo si trasforma quindi in una sordecina di anni fa, ma rivisto oggi conferma ta di cartina al tornasole capace di far risall’assoluta attualità. Oggetto dell’interesse tare le modalità morbose e malate di quedella regista di origine portoricana, nata nel sto microcosmo sociale, vero e proprio 1964, sono quattro famiglie della middle campionario di un’umanità sofferente e class americana, fulcro di una vicenda che capace solo di ritrovare nell’enfatizzazione muove intorno a un’assenza, quella di Paul, degli “oggetti”, della materialità, una penoun giovane finito in coma in seguito a un sa consolazione alla propria fragilissima grave incidente stradale. La madre Esther – condizione esistenziale. In tale drammatiinterpretata con l’usuale bravura da Glenn co quadro ogni gesto compiuto nei conClose –, nel dedicarsi totalmente alle cure fronti dell’altro viene sistematicamente di cui il figlio necessita, finisce per porre in frainteso per una endemica impossibilità secondo piano sia il rapporto con la figlia di capirsi per quello che realmente si è. Julie (Jessica Campbell) sia la relazione Un film certamente duro e drammatico coniugale con il marito. che segna uno strappo e un tentativo di A questa storia si intrecciano quelle di approfondimento rispetto alle storie famiAnnette (Patricia Clarkson), in piena crisi liari un po’ patinate ed edulcorate in stile La sicurezza degli oggetti coniugale, di Helen (Mary Kay Place) insodAmerican Beauty che il cinema americano regia di Rose Troche disfatta della propria vita, e di Jim (Dermot ha prodotto in quegli anni. USA, 2001 Mulroney), un avvocato professionalmenSe da un lato la famiglia borghese contite frustrato a cui la propria famiglia appare ormai come un cor- nua a essere un serbatoio sempre colmo di spunti e occasioni, po estraneo dalla quale si sente di fatto estromesso. A connet- dall’altro emerge la raffigurazione di una società irreparabiltere le storie dei quattro nuclei familiari è Randy il giovane mente ferita e incapace di individuare in sé uno strumento giardiniere, dei cui servigi tutti i personaggi in modo diverso valido e potente di autoguarigione.
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Bambini bersaglio I mesi della seconda parte dell’inverno sono quelli in cui, per le evidenti caratteristiche climatiche e di umidità, i bambini contraggono più facilmente le infezioni virali alle vie respiratorie di Elisabetta Lolli
Salute
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Raffreddore, influenza, laringite, tracheite, sinusite, faringite, in altre parole, le malattie dell’inverno, sono per lo più di origine virale e puntualmente tendono a colpire soprattutto i bambini. L’elevata incidenza in età pediatrica è dovuta sia alla facilità di diffusione – i bimbi si portano spessissimo le mani alla bocca – sia alla frequentazione quotidiana di asili e scuole. La risposta a queste situazioni è spesso sproporzionata e contrassegnata da un evidente abuso farmacologico. La ragione è presto detta: per ogni bambino che si ammala c’è un genitore che deve modificare la propria pianificazione giornaliera se non addirittura settimanale, con tutta una serie di ricadute sociali a cascata. In risposta vengono messi in campo una serie di presidi medici che mirano a far scomparire i sintomi nel più breve tempo possibile, a prescindere dal fatto che il corpo stia ancora lottando contro il virus (nell’immagine quello dell’influenza). Va inoltre aggiunto che, per quanto concerne i farmaci comunemente adottati in questi casi, come mucolitici, sedativi della tosse, antistaminici, ecc., non vi sono evidenze scientifiche sulla loro reale efficacia. Gli studi si riferiscono infatti per lo più alla popolazione adulta in cui il rischio di insorgenza di effetti collaterali è da valutare in maniera diversa rispetto ai bambini. Primo intervento e disturbi fastidiosi Il farmaco di primo intervento, al quale più spesso i pediatri fanno riferimento, è il paracetamolo. Agendo come antipiretico e antinfiammatorio, garantisce buoni risultati ed è ben tollerato se assunto nelle dosi consigliate. Si tenga presente che il paracetamolo, solo se sovradosato, può avere effetti epato e nefrotossici. Se la somministrazione dell’aspirina in età pediatrica è oggi assolutamente sconsigliata per il rischio contrarre la sindrome di Reye, si sta d’altra parte diffondendo l’uso dell’ibuprofene, un antinfiammatorio disponibile in vari dosaggi come farmaco da banco e quindi acquistabile senza ricetta. Efficace nel contrastare la febbre associata alle infezioni respiratorie, l’ibuprofene risulta complessivamente ben tollerato e sicuro, purché assunto nelle dosi consigliate. Non deve essere peraltro in alcun modo somministrato a bambini con ulcera peptica o a bambini che hanno mostrato ipersensibilità verso la classe
degli antinfiammatori (condizione peraltro difficile da verificare dato la sporadicità di un tale evento). La tosse e la congestione nasale sono forse gli aspetti che in età pediatrica determinano il maggior disagio. È importante precisare che a oggi sia l’uso dei sedativi per la tosse sia la somministrazione di prodotti decongestionanti e antistaminici su bambini di età inferiore ai dodici anni non hanno riportato differenze significative rispetto ai risultati in placebo. L’uso poi dei decongestionanti nasali ad azione simpaticomimetica nei soggetti inferiori ai dodici anni va evitata a causa delle svariate controindicazioni che comprendono fra l’altro disturbi cutanei, contrazioni muscolari, dispnea, tachicardia, ecc. Una soluzione di miele con acqua o latte tiepidi dà comunque ottimi risultati come calmante della tosse ed emolliente. Il miele oltre a essere piacevole da assumere ha un elevato effetto lenitivo in quanto le sostanze dolci che contiene favoriscono la secrezione salivare. La via delle erbe I fitoterapici rappresentano uno strumento interessante per affrontare e prevenire le malattie stagionali pediatriche. Si deve però tener presente che, analogamente ai farmaci di sintesi, anche i fitoterapici possono produrre effetti secondari e quindi il loro uso indiscriminato deve essere evitato. Fra le sostanze più efficaci per prevenire e trattare i sintomi influenzali vi è certamente l’echinacea. Anche in questo caso le evidenze sperimentali riguardano gli adulti in cui l’utilizzo di echinacea purpurea si è dimostrato valido. Per dovere di precisione, va sottolineato che uno studio in età pediatrica ha segnalato reazioni allergiche all’echinacea nel 5% dei casi. Una buona azione preventiva può essere svolta con la somministrazione di zinco, minerale essenziale al buon funzionamento del sistema immunitario. Ricerche recenti hanno attestato la sua capacità di contribuire a ridurre la frequenza degli episodi influenzali e la loro intensità. Studi tedeschi hanno infine mostrato l’efficacia e la sicurezza delle radici del geranio sudafricano senza che siano stati riscontrati effetti collaterali rilevanti. L’impiego delle sostanze estratte da questa pianta pare dunque assai promettente anche se si attendono ulteriori studi e approfondimenti.
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Il Ticino dei piccoli Crederci fino in fondo e lanciarsi a capofitto in un progetto pensato per offrire alle famiglie un punto di riferimento nella rete. Un sito tutto ticinese per trovare in modo semplice e a colpo d’occhio le informazioni su attività, intrattenimenti, atelier, corsi, punti di incontro, sport, passeggiate... per i bambini
di Chiara Piccaluga
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sfida non facile quella che due ticinesi – che preferiscono non farsi troppa pubblicità – stanno perseguendo da qualche mese con tanta passione ed entusiasmo. Il progetto si chiama www. ticinoperbambini.ch ed è un portale che prima dell’ottobre del 2010 nel nostro cantone non esisteva; una proposta nata con l’obiettivo di raggruppare sotto un unico tetto tutto ciò che viene offerto ai bambini e alle famiglie. “Vuole essere una piattaforma online che tutti possono consultare con facilità, soprattutto i genitori”, ci conferma Verena, co-fondatrice del progetto nel maggio 2009. “Da tempo riflettevamo sul fatto che il Ticino, pur essendo piuttosto piccolo, offre per tutti una moltitudine di attività da fare. Peccato però che le informazioni siano sparse un po’ ovunque qua e là, sulle agende dei giornali, in qualche bacheca, nel web, ecc. In nessun posto si può avere la visione di tutte le offerte di attività e quindi è nato il proposito di coprire questa mancanza. Ora, entrando nel nostro sito, si apre tutta la panoramica di un Ticino pieno di vita e di opportunità”. Di tutto di più Sul portale ticinoperbambini.ch si possono trovare attività di tutti i generi quali spettacoli, corsi e colonie, musei ed esposizioni da visitare, indirizzi di associazioni ed enti, lavoretti manuali
per ogni occasione, attività sportive, rubriche di natura e cucina e molto altro. “L’Agenda di ticinoperbambini.ch è sicuramente il punto di riferimento del nostro sito”, ci spiega ancora la signora Verena “dove risulta possibile avere facilmente una panoramica delle offerte settimanali e mensili dei vari appuntamenti. Abbiamo recentemente attivato il Mercatino che riscuote molto successo e interesse in quanto permette alle famiglie di vendere e/o scambiare giocattoli, vestiti e vari accessori per i bambini; rubrica peraltro disponibile gratuitamente. Il nostro database presenta svariati contenuti e attualmente abbiamo una banca dati che supera seicento indirizzi. Per fare alcuni esempi concreti, abbiamo l’offerta di più di settanta colonie, una ventina di proposte di gite, contatti per scuole di ripasso e recupero scolastico, numerosi asili nido, famiglie diurne, offerte di baby sitting, contatti di pediatri e levatrici… tutto per informare anche i neogenitori.
Hop hop. Segnaliamo anche una simpatica rubrica dedicata alla natura e agli animali, redatta da un’etologa, con storie, favole e racconti per ogni età”. Riuscire a rimanere sempre aggiornati su tutte le numerose attività possibili nel cantone è certamente impegnativo, se consideriamo poi che il sito è aggiornato quotidianamente...
Illustrazione tratta da englishemporium.wordpress.com
Tac tac. “Da parte nostra viene svolta una costante e importante ricerca che spazia da internet ai vari giornali e ai contatti personali. Inoltre i vari enti, gruppi e associazioni presenti sul territorio, ci segnalano i loro appuntamenti. Collaboriamo con «laRegioneTicino», nostro importante mediapartner, dove siamo presenti settimanalmente al sabato con l’«Agenda di ticinoperbambini». Mensilmente redigiamo una newsletter dove vengono segnalate le novità del sito oltre a notizie e proposte interessanti. Precisiamo a questo proposito che è possibile iscriversi cliccando «Newsletter» nella pagina iniziale del sito”. E i progetti e le nuove proposte non si fermano... “Innanzitutto va detto che uno dei soci realizzatori del sito è un web-designer professionista e grazie alla collaborazione con la Assolo Networks SA possiamo sbizzarrirci cercando di rendere il sito sempre attraente sotto il profilo grafico e informatico. Attualmente stiamo realizzando un’applicazione per iPhone che permetterà di essere aggiornati anche dal profilo tecnologico. Abbiamo inoltre nel cassetto alcune idee per nuove rubriche che proporremo prossimamente”.
Un’idea aperta e “permeabile” Giovani pieni di grinta e voglia di fare dietro a un progetto senz’altro utile e che cresce costantemente. “Il portale è in continuo sviluppo e abbiamo in media circa 450 visite tutti i giorni. L’aspetto interessante riguarda naturalmente le molteplici segnalazioni riguardo le attività e gli appuntamenti che ci permettono di essere aggiornati costantemente e che rendono ticinoperbambini.ch un punto di riferimento dinamico. Riceviamo spesso anche idee e consigli per proporre nuove rubriche, come è stato il caso, per esempio, del «Mercatino». In questi due anni di attività abbiamo avuto un riscontro crescente che ci invoglia a sviluppare nuove idee per dare maggiore risalto a questo nostro bellissimo e interessantissimo cantone”. Ed è anche un sito che propone dei lavoretti da fare in casa con i bambini. “Forniamo degli spunti per trascorrere le giornate, o anche poche ore, in maniera creativa. In questo senso cerchiamo anche di indirizzare gli utenti verso altri siti interessanti per il tempo libero”. Il portale cresce anche a misura della richiesta di chi entra in contatto con ticinoperbambini: “Sì, vogliamo che sia proprio una crescita continua in base alle proposte presenti nel cantone, ma anche in base alle esigenze delle famiglie.
Per fare un altro esempio, la rubrica dei compleanni è nata dalla collaborazione con alcune mamme che sempre più spesso richiedevano delle informazioni per luoghi dove organizzare le feste di compleanno. Mi permetto di citare una recentissima new entry «L’Atelier dei compleanni» che propone di festeggiare con un’animatrice in un ambiente simpatico e a misura di bambino. Il nostro obiettivo è quello di creare una rete di contatti affidabile e funzionale e di dare spazio a coloro che hanno idee o svolgono attività interessanti”.
Contanti in sole 4 ore. Consulenza di credito personale: Via Violino 1, Manno Lugano. Telefono 091 604 22 00 Credito Express fino a max. CHF 10’000.–; tasso annuo effettivo 13.9%; durata massima 12 mesi, costo totale degli interessi CHF 1’390.–. La concessione di crediti è vietata se conduce a un indebitamento eccessivo (art. 3 LCSI). CREDIT-now è un marchio di BANK-now SA, Horgen.
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Solo grasso nella rete Sempre più giovani alienati, obesi e analfabeti coi social network? Appunti non molto azzardati e qualche riflessione sul futuro prossimo delle giovani generazioni... testo di Marco Jeitziner illustrazione di Mimmo Mendicino
Kronos
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Se fosse vero quanto si racconta nel film The social network, storia hollywoodiana di Facebook, oggi avremmo molte più interfacce virtuali di quante Wikipedia sia riuscita a recensire finora, ossia oltre 300 nel mondo. Secondo il film la rete sociale più utilizzata e famosa sarebbe nata perché il suo fondatore, un secchione di famiglia ebrea, era stato lasciato dalla sua ragazza (si veda anche Ticinosette n. 50/2010, ndr.). Per vendicarsi, mise in rete le foto di centinaia di studentesse di varie scuole statunitensi, che attirarono la morbosità e la curiosità di altri studenti. Il giovane miliardario ha smentito questa tesi, ma forse gli conveniva. Insomma, avremmo la pretesa di fare sesso, innamorarci o sposarci grazie a internet, senza nemmeno uscire di casa e confrontarci con la gente vera. Ma non accade già tutto questo? Generazioni complici Molti adolescenti e giovani sembrano essere sempre più spesso vittime di questa (troppo) comoda ma (molto) meschina invenzione. I pericoli che si intravedono sono l’asocialità, anche se appare paradossale, l’obesità e l’analfabetismo. Le reti sociali, dicono, servono per “conoscere” altre persone, standocene seduti davanti allo schermo a chattare in modo smozzicato commenti che, di solito, non avremmo nemmeno il coraggio di esprimere faccia a faccia. Che delusione, poi, quando la realtà supera, ahi noi in peggio, il virtuale! Li vediamo, questi giovani passeggeri della “nave società”, sempre più incapaci di avvicinare un’altra persona con delle frasi in italiano compiuto o con un discorso che abbia un senso. Il problema è che la generazione che oggi governa questa “nave” assiste volontariamente a un rischioso naufragio. Giustificarsi ancora nel 2012 dicendo che “ai miei tempi non c’era tutto questo”, non serve a niente. Che bella scoperta: questo è ammutinamento! Così l’ipocrisia generazionale li porta a tagliarsi fuori volontariamente da questo mondo, sguazzando nell’ignoranza informatica. Problemi grassi, dirà qualcuno. Sì, letteralmente. Grasso che naviga Le reti sociali sono tra le cause dell’obesità dei giovani, è ovvio. Usare internet fino a sette ore ogni giorno, come dicono
alcuni studi, induce al consumo di cibi e bevande malsane. Certo, molti giovani internauti hanno falangi e muscoli facciali molto ben allenati: è già qualcosa. Ma difendere, come fa qualcuno, le reti sociali perché sono, finalmente, un luogo d’incontro per gli obesi (o per altri discriminati) mi sembra il colmo: così si isolano due volte, prima dalla società dell’immagine reale, poi nel “ciberspazio”. Ingrassando ulteriormente, per di più. Ma ogni volta che ci connettiamo a una rete sociale, confermiamo di appartenere a questa grassa società, riproducendola. Eppure la ragazza o il ragazzo che ti piace abita alla porta accanto, da ben cinque anni. L’hai scoperto solo ora perché te l’ha detto ieri sera “postando” un commento, mentre sgranocchiavi patatine alle cipolle. Quando la vedevi uscire di casa, mentre tu “smanettavi” con il nulla virtuale e fuori c’era il sole, ti chiedevi sempre chi fosse. Potevi conoscerla davvero, ma coatto come sei, non l’hai fatto, perché eri online cercando di capire chi fosse. Scaricare la lingua Ora, sei figlio delle chat e di Skype e non puoi farci nulla, ma il mondo vero è un altro, ragazzo. Se fai volontariamente il buffone nelle reti sociali mondiali, per tutto il popolo della rete sei e rimarrai un buffone. Perché di quella foto compromettente, una volta messa in rete, te ne dimenticherai in fretta. Anche se ti vuoi vendicare di qualcuno, lascerai tracce ovunque. Era meglio una volta, quando si appendevano manifesti in paese o si scriveva sui cavalcavia. Oggi, augurati solo che ti messaggino altri insulti, altrimenti troverai il tuo avversario sotto casa, non un ologramma, ma in carne e ossa coi nervi a fior di pelle. Chi pensa che i social network offrano copertura e protezione, che il “nome utente” sia divertente, sbaglia e ha sbagliato (un altro) mondo. Te ne accorgi perché non sei stato capace di chiedere direttamente a una ragazza di uscire, perché non sai più nemmeno dire ciao a qualcuno guardandolo negli occhi. Sei un asociale in sovrappeso: non ti vergogni? No? Allora chi scrive qui non è poi così fuori strada. Continua pure a parlare come mangi, cioè male. O a parlare come digiti, che è poi la stessa cosa.
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Danzare in due
» di Roberto Roveda
Quando si parla di famiglia subito il pensiero corre a un nu- sensazioni e le emozioni perdute, oppure semplicemente lacleo di persone formato – generalmente – da mamma, papà e sciandosi. Ciò che non funziona si butta: è la regola della società relativa prole. Sembra, cioè, che sia la genitorialità a dare forma odierna, quella del consumo. Non è molto meglio comunque al nucleo familiare e che prima dell’arrivo del pargolo o dei mettere una bella pietra sopra al problema e proseguire, come pargoli si sia di fronte a un’entità ancora non se nulla fosse: il conto si ripresenterà alla ben definita. Niente di più sbagliato sembra prima occasione, sotto forma di rabbia, volerci dire A passo di coppia, denso saggio rancori, vendetta. sulle dinamiche tra uomo e donna scritto da Viceversa si può provare a danzare, sugPaola Bassani, psicoterapeuta milanese che da gerisce Paola Bassani, perché è proprio la anni si occupa di coppie, soprattutto di coppie scoperta che l’idillio non esiste, che la vita giovani, ai loro primi passi nel matrimonio o di coppia è fatta di delusioni, di scoperta nella convivenza. di lati oscuri e sconosciuti dell’altro, di Il tema cardine del libro, infatti, è proprio la piccoli – ma anche grandi tradimenti –, centralità del rapporto a due all’interno della tutti aspetti che segnano il passaggio dalla famiglia, la necessità di dedicare energie non coppia alla famiglia. Come dice il sottotisolo alla cura dei figli, ma anche a una costante tolo del libro, “Inciampi, cadute e volteggi e impegnativa manutenzione della relazione del cammino a due”, la coppia esiste solo che pone le basi per la nascita di un nucleo quando è in movimento senza paura di familiare. Una cura che deve cominciare da susbagliare e di cadere; quando ognuno dei A passo di coppia bito, quando si è coppie novelle e si comincia a due ricerca senza paura la propria evodi Paola Bassani fare i conti con le prime disillusioni del ménage luzione personale, nel momento in cui Paoline Editoriale Libri, 2011 familiare. Quando si scopre che stare insieme “tradisce” se stesso, le cose in cui crede con “lui” o “lei” non assomiglia minimamente a un idillio, per intraprendere vie nuove e inesplorate. Così facendo si può ma ha tutte le caratteristiche della realtà e della quotidianità. provare ad affrontare l’inevitabile crisi con la quale ogni coppia Pensiamoci, sembra dire Paola Bassani: ci innamoriamo, deci- prima o poi deve fare i conti, anche più volte nel corso della diamo di vivere e di formare una famiglia. L’euforia dell’inna- propria esistenza “a due”. Non per nulla il termine greco krisis moramento e la spensieratezza dei primi tempi, però, passano e (da cui crisi deriva) significa sì “separazione”, ma anche “scelta”. nella quotidianità nascono e si alimentano i dissapori, i dubbi. Si può quindi scegliere di lasciarsi, di mettere la testa sotto la Attraverso le lenti distorte che ogni innamorato indossa ci sabbia modello struzzo oppure di fronteggiare fino in fondo ciò siamo sempre visti uguali, fatti l’uno per l’altro e, viceversa, ci che ci sta accadendo, cercando magari di trasformare amarezza, scopriamo, giorno dopo giorno, diversi! dolore e disillusione in occasioni di crescita personale e a due. A questo punto può sopraggiungere il panico, oppure si accusa Il requisito fondamentale è che ci sia una disposizione reciproca l’altro di averci in fondo “tradito” offrendoci un’immagine di alla fiducia, a considerare la coppia come un luogo dove ci si sé non corrispondente alla realtà. Si può alimentare il rancore può disilludere ma anche conoscere, comprendere completae rimanere fermi, immobili e incancreniti in una dimensione mente, perdonare e perdonarsi. Un percorso difficile, tortuoso, fuori dal tempo. Comincia allora a “mancare ossigeno” e lo a volte sfiancante, l’unico però percorribile… almeno che non cerchiamo altrove, in una nuova relazione che restituisca le si voglia danzare da soli.
Frese da neve Honda: ai vertici dell’efficienza con un assortimento completo
www.honda.ch
» testimonianza raccolta da Gaia Grimani; fotografia di Igor Ponti
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Fausta Ferretti
Vitae
Il mio lavoro ha diversi aspetti: dopo aver pianificato la settimana con i colleghi, mi occupo in particolare dell’assemblaggio delle pagine di sport. Curo dunque i contatti settimanali con i collaboratori esterni, propongo servizi, interviste, e quant’altro. Sono sempre stata una mamma di corsa: sveglia alle 7; colazione veloce, ma non troppo; arrivo in redazione alle 9; sguardo ai quotidiani; lettura della posta elettronica, breve briefing con i colleghi, quindi al lavoro. Stacco alle 12.30 circa; pranzo in famiglia, sistemazione cucina e arrivo in redazione alle 14. Lavoro di solito fino alle 19 – spesso anche È l’unica donna del cantone a dirigere un oltre... –, cena alle 20. Dopo periodico. Mamma e inguaribile ottimista, cena dipende, poiché sono è arrivata al giornalismo “per caso” e ne impegnata nel comitato di sodalizi o associazioni locali ha fatto una professione aperta alla com- (Processioni Storiche, Sagra prensione del territorio e della gente dell’uva, per non citarne che un paio). Mi dà soddisfazione figlio, mi hanno indotto a vedere il giornale che evolve, che diventa più lasciare la scuola per fare la ricco, più completo. Partiti da una tiratura di mamma, almeno per un po’. circa 3.500 copie siamo arrivati oggi a circa Il giornalismo è arrivato più 7.000. È bello stare a contatto con la gente, tardi, quando già era nata che spesso entra in redazione, anche solo anche la seconda figlia e ci per portarci una notizia colta al volo, per un eravamo trasferiti completasuggerimento, per fornirci qualche spunto mente a Mendrisio, dopo un di riflessione. periodo in cui ci dividevamo Pur immersa in tutta questa attività, la mia fra il Borgo e Milano. Mio famiglia occupa per me uno spazio impormarito, con altri, aveva ritirato tantissimo. Talvolta ho fatto veri salti mortali la tipografia Stucchi di Menper conciliare lavoro e impegni familiari, ma drisio, dove tra l’altro veniva ho sempre cercato di non farlo pesare ai miei. stampato il settimanale reMio marito è una persona paziente, non si gionale “l’Informatore”, nato è mai lamentato per i miei orari, talvolta nel 1932. Quando i miei due sballati. Abbiamo tre figli: un maschio e due figli andavano all’asilo, ogni femmine. I due maggiori sono indipendenti e tanto passavo in redazione per la più giovane, ormai quasi ventenne, ha inidare una mano al redattore ziato l’accademia di architettura a Mendrisio. responsabile, Tino Ferrazzini. Con loro ho un ottimo rapporto e anche se Era un passatempo che mi non sono stata una madre fisicamente semdivertiva. Poi tutto precipitò, pre presente, ho cercato di esserci quando poiché a fine agosto, menhanno avuto bisogno di me. Anche la mia tre assisteva a una partita di famiglia d’origine ha rappresentato un punto calcio del Mendrisio, Tino fu di riferimento essenziale, soprattutto i miei colto da un ictus e morì un genitori e ciò che mi hanno trasmesso: la copaio di settimane più tardi. stanza, l’impegno e l’integrità morale di mio Quando si sentì male, io stapadre, la dolcezza, la pazienza e l’equilibrio vo tornando dalle vacanze di mia madre. al mare. Arrivai in redazione Della vita ho capito che tutto può cambiare e trovai delle facce lunghe e da un momento all’altro e dunque bisogna preoccupate. Mi dissero che saper apprezzare quanto di buono e di bello dovevo darmi da fare per far ci viene offerto, anche e specialmente le picuscire il giornale almeno quel cole cose. Sono un’inguaribile ottimista, che venerdì. Feci del mio meglio e vede sempre prima il lato migliore e crede continuo a farlo ancora oggi. che a tutto si possa porre rimedio.
»
L
a prima immagine della mia infanzia è quella di me sul balcone con il foulard rosso e un braccio al collo perché ero passata attraverso i vetri della porta d’ingresso che dava sulle scale. Aspettavo il mio papà, fierissima di mostrarmi ferita. Altri flash: i giochi sotto il pergolato a casa dei nonni, la mia bambola Rebecca con un bel vestito a righe bianche e marrone, il mio bellissimo cigno a dondolo azzurro, la mia nunin tutta vestita di nero. Fino a cinque anni ho abitato a Morbio Superiore. Poi ci siamo trasferiti a Mendrisio, poiché papà insegnava alla scuola di avviamento professionale. Abitavamo in una villetta al Ronco, che dava sulla via Carlo Pasta. Un quartiere tranquillo dove c’erano diversi bambini, coi quali ho stretto subito amicizia. Di quel periodo ricordo il gran giocare, fin quando calava la notte. Non ne avevamo mai abbastanza. Quando avevo undici anni, abbiamo traslocato in una casa più grande, in zona Villa Foresta. Avevo cominciato a frequentare il ginnasio, il posto era molto bello, ma allora c’erano poche case e non avevo amici. Papà era diventato molto esigente in fatto di studio e la scuola in quegli anni mi pesava. In compenso adoravo leggere e divoravo libri a tutto spiano. Dopo il ginnasio ho chiesto di partire in collegio. Volevo staccarmi un po’ da casa e dimostrare a me stessa che potevo arrangiarmi da sola, superando anche il grave ostacolo del tedesco come lingua di studio. Dopo un anno e mezzo ho sostenuto con successo gli esami d’ammissione alla magistrale di Menzingen. Ottenuta la patente di scuola elementare e maggiore, sono partita per l’Università di Friborgo dove ho conseguito il Diploma di insegnamento superiore. Rientrata in Ticino ho insegnato per tre anni al ginnasio francese, tedesco e geografia, anni bellissimi. Poi il matrimonio e l’arrivo del primo
Il nucleo familiare non è un concetto astratto: sono persone che vivono sotto lo stesso tetto, legate il più delle volte da vincoli giuridici, religiosi o di sangue. Ma non tutte le famiglie vedono la presenza di un padre e di una madre, in altre non vi sono figli o ve ne sono molti. Ci sono famiglie “allargate” e altre dove più generazioni si confrontano, coppie legate da affinità ed esigenze che nessuna autorità riconosce, e comunità familiari dove anche gli animali domestici sono considerati membri attivi bisognosi di cure e ai quali dare (e ricevere) affetto, amore, ascolto e gratificazioni testo di Giancarlo Fornasier; fotografie di Reza Khatir
Destini incrociati
Umberto, il cane Lempy e Piritta
Massimo, Nicolò e Michela
Leila, Gabriella e Yasin
M
ai come in questi ultimi anni parlare di “famiglia” è stato così complesso e delicato. Non perché il concetto di nucleo familiare non esista più, sia superato o assai poco di moda, ma perché sta vivendo cambiamenti radicali. Mutamenti tanto profondi da scardinare il modello cristiano della triade padre-madre-figli, di volta in volta dilatato o compresso in funzione delle scelte di vita del singolo. Le lotte per il riconoscimento delle coppie omosessuali e quelle di fatto (di persone non sposate ma che convivono) sono solo due tra gli esempi più recenti di come, slegatisi dal vincolo del matrimonio – civile e religioso – uomini e donne stiano scegliendo di condividere tutta o parte della loro esistenza con una o più persone, ma seguendo una visione personale e in qualche modo libera dalle costrizioni imposte dai classici modelli sociali e familiari. Questi ultimi, malgrado tutto, ancora di stampo profondamente patriarcale. Se per alcuni queste dinamiche mostrano il profondo sfaldamento che sta colpendo in varia misura tutte le democrazie occidentali, e le conseguenti accuse sulla mancanza di valori sino a pochi decenni fa considerati solidissimi (ma lo erano veramente?), quello che certamente non è possibile affermare è che la società non si stia trasformando, alla ricerca di strutture più aperte, elastiche e modificabili con maggiore facilità. E come sappiamo, i cambiamenti dovrebbero essere intesi come fenomeni positivi e liberatori per nuovi slanci e idee. Ripensare i modelli, incentivare i progetti Sostenere che tutto ciò sia in qualche modo positivo oppure sfilacci la trama già debole del nostro tessuto sociale in modo irreversibile è naturalmente un esercizio che va rimesso alle coscienze e all’esperienza di ognuno di noi. Certamente ci troviamo ad affrontare richieste e visioni di vita che nascono da esigenze e stili in passato rari o del tutto sconosciuti. Essendo proposte e rivendicazioni che vengono dalla stessa società civile, esse dovrebbero sempre essere seriamente considerate e analizzate proprio per capire “dove stiamo andando”. Ma come avviene in altri ambiti, anche rispetto alla famiglia le istituzioni sembrano viaggiare a una velocità inferiore. La politica, la prima antenna dei cambiamenti in atto, tende a sottovalutare la portata di questi nuovi fenomeni... e spesso non si accorge nemmeno del collasso subito dai modelli precedenti. Se sino a tre decenni fa il concetto di “matrimonio” era indelebilmente associato a quello di “coppia”, oggi sono le separazioni e i divorzi a essersi imposti come strumenti giuridici di divisione e “resa dei conti”, con tutte le dolorose conseguenze e gli interrogativi del caso (si veda a proposito l’Agorà a l’Editoriale presenti in questo numero). Ogni comunità dovrebbe preoccuparsi prima di tutto della sua sopravvivenza, e in questo senso il profondo valore della prole costituisce un punto fermo. Senza riproduzione e prosecuzione della specie la nostra civiltà avrebbe avuto vita assai breve, e dall’uomo alla società il passo è corto. Malgrado in Svizzera le autorità da tempo abbiano colto il ruolo centrale della figura dei figli – i primi a essere difesi e protetti, almeno negli intenti –, nella trasformazione della famiglia sono proprio loro a essere diventati leve e strumenti per ottenere altro: la libertà dell’individuo (e a volte anche del denaro). Purtroppo, sul significato della parola “libertà” le opinioni divergono e le illusioni non mancano. Forse crediamo ancora di poter essere liberi quando siamo “soli e indipendenti”, dimenticandoci che probabilmente sono l’insoddisfazione personale e le mancate rivendicazioni le maggiori responsabili dei nostri fallimenti. Le cose durano nel tempo se sono spinte da intenti e progetti comuni: forse sono proprio questi a mancare oggi.
Reza Khatir Nato a Teheran nel 1951 è fotografo dal 1978. Ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali. Ha vissuto a Parigi e Londra; oggi risiede a Locarno ed è, fra le altre cose, docente presso la SUPSI. Per informazioni: www.khatir.com. nota alle fotografie Le persone riprodotte in queste pagine appartengono a nuclei familiari residenti nel Sopraceneri. Per ragioni di privacy sono stati omessi sia i loro cognomi, sia la loro età, così come il luogo di residenza.
Rosina, Werner e la loro discendenza
Laura, Aurora e Massimo
in senso orario: Elena, Gaia, Enea e Corrado
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La testa del drago trascrizione di Fabio Martini illustrazione di Rachele Masetti
C’era una volta re Alfonso che tanto desiderava
ciott’anni, passò di lì il figlio del re di Manduria, che
avere un erede. Con sua moglie, la regina Fiordaliso,
notata la bellezza e la grazia della ragazza, intenta
si raccomandava sempre al cielo ma di figlioli nean-
a sistemare i fiori alla finestra, se ne innamorò per-
che l’ombra. Un giorno, mentre pregavano insieme
dutamente.
nella cappella di corte, udirono una voce:
Dato che non sapeva come farsi ricevere, aspettò
“Il figliolo l’avrete, ma dovrete scegliere. Se lo vo-
che un giorno la balia uscisse per far spese e per
lete maschio, morirà presto in guerra. Se lo volete
convincerla a lasciarlo entrare le offrì una sacca
femmina, fuggirà e sarà quel che sarà…”.
piena d’oro. La balia disse al principe: “Compra del
Non sapendo che decisione prendere, il re e la regina
vino buono e offrilo alle guardie in modo da farle
convocarono i saggi del regno.
ubriacare. Io ti lascerò la porta aperta”.
“Che dobbiamo fare? È una scelta difficile”.
Così i due giovani si conobbero, si amarono e di lì
Il più anziano dei consiglieri si alzò e con voce
a qualche tempo decisero di
grave disse:
sposarsi all’insaputa dei lo-
“Il maschio non vi conviene perché non potrà re-
ro genitori. Passati nove
gnare. Scegliete la femmina, ma dovrete sorvegliarla
mesi, a Giada nacque
e tenerla rinchiusa perché non fugga”.
un bellissimo bam-
Il re e la regina la sera seguente tornarono a pregare
bino che fu chia-
nella cappella e dopo un po’ la voce si fece sentire
mato Lotario.
di nuovo:
Accadde però
“Il figliolo l’avrete, ma dovete scegliere. Se lo volete
che il padre di
maschio, morirà presto in guerra. Se volete la fem-
lei, re Alfonso,
mina, fuggirà. Decidete!”.
decidesse di
“Che sia femmina”, rispose allora il re.
far visita alla
Di lì a nove mesi la regina ebbe una bella pupetta
figlia per ve-
che fu chiamata Giada. Finché restò piccina la
dere come sta-
tennero con loro a corte ma una volta diventata
va. Quando scoprì
una bimba vivace e allegra,
che si era sposata di nascosto e che ad-
con grande rammarico, la
dirittura aveva avuto un bambino, se ne
condussero in un castel-
andò infuriato e senza neanche volerla salutare.
lo che aveva al centro
Passarono gli anni e Lotario divenne un bel ragazzo,
un gran giardino e lì
forte e allegro. Un bel giorno gli venne voglia di
la lasciarono insie-
andare a conoscere suo nonno, re Alfonso. L’in-
me alla sua balia.
domani si alzò di buon’ora, prese la borsa con un
Tutt’attorno al ca-
po’ di danari, il cavallo e partì al galoppo. Il nonno
stello il re mise a
però non lo accolse bene: se ne stava zitto zitto e
guardia i suoi soldati
a malapena lo salutava. Dopo qualche settimana,
più fidati, perché nes-
rattristato per quella cattiva accoglienza, entrò nella
suno potesse avvicinarsi
sala del trono e rivolgendosi al nonno gli disse:
o fuggire.
“Io sono vostro nipote ma voi mi ignorate come fos-
Quando la ragazza ebbe di-
si l’ultimo dei villani. Perché non mi parlate? Per voi
andrei a tagliare la testa al drago che pietrifica…”
specchio che tiene in casa e tutto il cotone che
“Proprio quello che volevo”, disse il re, che era assai
possiede. Vi chiederà cinquanta denari e voi glieli
malvagio. “Portami la testa del drago e io ti farò
darete”.
mio erede”.
Lotario, una volta arrivato alla casa, chiese alla
Dovete sapere che questo drago era così spaventoso
donna quanto gli serviva.
a vedersi che chiunque incrociava il suo sguardo si
“Cinquanta denari e lo specchio e il cotone sono
trasformava in statua. Ma il giovane non si perse
vostri”, rispose la donna.
d’animo: prese una sacca con molte monete, saltò
Dopo aver pagato, Lotario fece per andarsene ma
sul suo cavallo e via…
la donna lo fermò.
Lungo la strada incontrò un vecchietto.
“Ascoltatemi con attenzione, signore. Il drago vive
“Dove andate giovanotto così di corsa?”.
in mezzo a un giardino di fiori profumatissimi il cui
“Per diamine, vado ad ammazzare il drago!”.
odore attira come il miele. Appena ne avvertirete il
“Ahi, caro mio! Con quel cavallo non andrete lon-
profumo vi metterete i batuffoli di cotone nel naso
tano. Vi ci vuole un cavallo alato per superare la
e vi legherete alla schiena lo specchio in modo che,
foresta delle belve. Trenta danari e sarà vostro!”.
se vi girate, il drago ci si possa specchiare dentro.
Con il cavallo alato superò le fiere che, facendo dei
Avete capito? Solo così ce la farete”.
salti, cercarono di acchiapparlo ma senza successo.
“D’accordo signora, seguirò il vostro consiglio”.
Di nuovo, lungo la strada incontrò un altro vec-
Lotario volò sopra valli, fiumi e pianure fino a che cominciò a sentire un piacevolissimo profumo. “Ma che odore meraviglioso… deve essere il giardino del drago”. Sceso da cavallo si preparò come gli aveva detto la donna: mise il cotone nel naso e legò alla schiena lo specchio poi, camminando all’indietro come un gambero, attraversò il giardino fino all’ingresso del palazzo dell’orrido bestione. Questi, sentito che qualcuno era entrato nel suo giardino, uscì allo scoperto sbuffando fumo e fiamme dalle narici, ma appena il suo sguardo incrocio lo specchio tutto il suo enorme corpo si pietrificò e il palazzo si dissolse al vento come fosse polvere. Lotario allora gli tagliò la testa, la mise in una sacca e volando sul suo cavallo tornò verso il regno del nonno. Appena arrivato, si recò nella piazza principale e davanti a tutti, mercanti, contadini e passanti,
chietto.
tirò fuori dalla borsa la testa del drago che da seco-
“Dove cor-
li terrorizzava quelle terre. La gioia della gente fu
rete giova-
tale che, sollevato di peso Lotario, lo condussero
notto?”.
davanti alla corte chiedendo che fosse lui il nuovo
“Sto andando ad
re. Di fronte al coraggio del nipote, alla volontà del
ammazzare il drago!”.
popolo e in ricordo della promessa fatta, Re Alfon-
“Ahi, ragazzo mio! Vi ci vuole uno specchio e del
so abdicò e il giorno dopo Lotario fu incoronato
cotone. Dopo il bosco troverete una casa dove vive
re. Questo, almeno, è quanto un viandante mi ha
una donna cieca. Ditegli che volete comprare lo
raccontato…
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Bimbi a bordo Tendenze p. 48 – 49 | di Patrizia Mezzanzanica
La parola d’ordine è sicurezza, ma prendersi cura di un bambino in auto vuol dire anche garantirgli serenità e comodità. E i bambini, come ben sanno i genitori, sono viaggiatori particolarmente esigenti
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hi, come me, è nato durante il boom economico, non può non ricordare gli insopportabili viaggi in auto di quando era piccolo: le soste alle stazioni di servizio per alleviare il disagio del mal d’auto, lo sfinimento dei lunghi rientri in coda dalle gite domenicali addormentati sui sedili posteriori, un fratello sull’altro, scomposti e spesso privi anche dei più banali sistemi di protezione. E quale genitore non rammenta il lamentoso “quanto manca?” che li costringeva a inventarsi continuamente giochi, filastrocche, indovinelli, per intrattenere una prole sempre più stremata e litigiosa? Preistoria? Non proprio. A nessun bambino, neppure oggi, fa piacere trascorrere molto tempo in auto ma rispetto ad allora molte cose sono migliorate, non solo riguardo alla sicurezza, ma anche al comfort e al divertimento.
La malattia da movimento Si chiama cinetosi ed è un disturbo che si riscontra maggiormente nell’età infantile pre-scolare durante il trasporto passivo del corpo, quindi non solo in auto ma anche in treno, nave, aereo o autobus. È dovuta a un’eccessiva stimolazione delle strutture dell’equilibrio situate nell’orecchio. Per risolvere il problema, oltre a farmaci specifici che è possibile acquistare in farmacia, esiste un rimedio meccanico: Sea-band è costituito da due bracciali in tessuto elasticizzato con inserito all’interno un bottone di plastica, che posizionato in un’area precisa del polso, consente di esercitare un’adeguata pressione su un punto particolare (denominato P6 dalla medicina cinese) che controlla i sintomi della nausea e del vomito. Prodotto in tessuto colorato ed elasticizzato per aderire anche al braccio dei più piccoli, esercita un’azione pressoria calibrata. In vendita in farmacia.
Ingannare il tempo Intrattenere un bambino in auto è un ottimo espediente per distrarre la sua attenzione dal tempo in cui è costretto a rimanerci. A riguardo esistono in commercio speciali supporti da fissare ai poggiatesta per iPad, tablet, netbook e lettori dvd, oltre a lussuosissimi poggiatesta monitor, in pelle, con schermo digitale da 9 pollici. Sul portale eBay se ne trovano per tutte le tasche e di ogni forma e dimensione. Anche monitor tendine parasole e monitor girevoli, da fissare al soffitto dell’auto. Sono però da utilizzare con cautela poiché leggere, o fissare punti dotati di movimento proprio come uno schermo, può aggravare i sintomi di cinetosi. Per i più piccoli Chicco propone invece il pannello “Gioco Auto Safari”, grazie al quale si può viaggiare alla scoperta degli animali della giungla con suoni, melodie ed effetti luminosi. L’inevitabile cambio Fra quelli morbidi da passeggio, il più trendy è sicuramente Melobaby. Bello e pratico, se chiuso è una busta che sta in una comune borsa, ma quando si apre è organizzato in modo da avere spazio sufficiente per tutto quanto è necessario alla prima igiene del neonato: pannolini, salviettine e crema, compreso un materassino per il cambio di 50 x 32 cm. Dotato di divertenti bustine per ogni evenienza è disponibile nei migliori negozi di accessori per bambini.
Seduti e sicuri Quello della sicurezza è il campo in cui la ricerca si è maggiormente specializzata. In commercio la scelta di seggiolini per auto è vastissima e molte le marche che propongono prodotti di qualità. Prénatal presenta due versioni: una più basic, l’altra più “tecnologica” che include il riduttore per i primi mesi e i copricinture imbottiti, il morbido poggiatesta e le tensionatore delle cinture di sicurezza. Sempre Chicco, invece, per agganciare il seggiolino in auto utilizza il sistema di fissaggio Isofix, innovativo, pratico e sicuro, che non fa uso delle cinture di sicurezza e garantisce il massimo livello di protezione. La sua gamma di prodotti comprende modelli che vanno dalla nascita, con un riduttore che consente alla colonna vertebrale di rimanere orizzontale (la posizione ideale nelle prime settimane di vita), fino ai 12 anni. Un’auto dedicata Panda Mamy è l’auto prodotta dalla Fiat progettata apposta per le esigenze delle mamme e dei bambini. La parola d’ordine a bordo è sicurezza. Ha gli attacchi Isofix per il seggiolino, uno speciale specchietto retrovisore per il controllo costante del bambino affiancato a quello normale, sedili lavabili, tappetini personalizzati, mille tasche portaoggetti, ganci per seggiolini, il controllo elettronico della stabilità di serie e una gamma di divertenti colori: dal Mirtillo Monello al Grigio Perbene, all’Arancio Narciso. È disponibile in versione benzina o metano.
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Con Venere nella vostra dodicesima casa solare, i sentimenti vengono vissuti segretamente. Abnegazione o storie nascoste. Una email inaspettata è portatrice di novità professionali. Più apertura in famiglia.
Tra il 2 e il 4 febbraio Luna in Acquario. Il transito coadiuvato dai Marte e Mercurio rivoluziona gran parte delle vostre relazioni sociali. Scelte improvvise e inaspettate. Non fatevi prendere dall’ansia!
Grazie all’arrivo di Mercurio il periodo si colora di ricche novità per i nati nella prima decade. È il momento giusto per iniziare una collaborazione professionale con un amico. Tensioni per i nati in giugno.
Amori nuovi che arrivano e vecchi amori che vanno. O diversamente, una scelta d’amore vi spinge ad affrontare rinunce personali. Emotività amplificata per il cambio del mese. Iperattività nel settore culturale.
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Calo di concentrazione per i nati nella prima decade indotto dall’arrivo di Mercurio. State attenti a non sottovalutare una situazione. Sbalzi umorali verso il cambio del mese. Maggior concentrazione.
Con Marte nel segno non si può giocare una politica attendista. Puntate dritti verso i vostri obiettivi senza tentennamenti. Concentravi verso ciò a cui più tenete. Malumori e ansie, spesso ingiustificate.
Tra il 2 e 4 febbraio la Luna è dalla vostra parte. Momento ideale per preparare un esame o affrontare un colloquio di lavoro. Con Mercurio di transito nel segno dell’Acquario riuscirete a trovare le parole giuste.
Con Mercurio e Giove di traverso si sviluppa una certa tendenza a voler trascurare i dettagli. Se non volete combinare guai state più attenti a quello che scrivete e a come parlate. In amore andate forte.
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Febbraio davvero alla grande. Novità in arrivo per i nati nella prima decade. Grazie ai transiti di Urano, Saturno e Mercurio state gettando le basi per un importante futuro. Sbalzi umorali con il partner.
Se siete nati in dicembre e avete deciso di dare una svolta alla vostra vita questo è il momento. Fiducia in voi stessi ed edonismo, questa è la ricetta che fa per voi. Più problematici i nati nella terza decade.
Grazie all’arrivo di Mercurio e a una magica Luna si concretizzano importanti novità professionali. Notizie inaspettate e prontezza dialettica per i nati nella prima decade. Inizia un progetto a lungo termine.
Marte e Venere in opposizione. Momento particolare per le energie sessuali. Cercate di incanalarle armonicamente altrimenti correte il rischio di tensioni o gelosie fuori controllo tra il 2 e il 4 febbraio.
» a cura di Elisabetta
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Soluzioni n. 2
La soluzione del Concorso apparso il 13 gennaio è: ECONOMIA
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Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Maria Sulmoni via A. Manzoni 19 6850 Mendrisio Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!
La soluzione verrà pubblicata sul numero 6
Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate lo 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata, dalla rete fissa) entro giovedì 2 febbraio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 31 gennaio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!
Orizzontali 1. Un formaggio quasi verde • 9. La coppiera degli dei • 10. Santa • 11. Nome di donna • 12. Lo Jacopo di Foscolo • 14. Fiumiciattolo • 16. Assicurazione Invalidità • 17. Ingorde • 20. Periodi storici • 22. Austria e Belgio • 23. Altro nome del lago di Como •25. Il sobborgo londinese in cui si svolge un famoso torneo di tennis • 28. Il regno dell’oltretomba • 29. Andato in poesia • 30. Pari in borgo • 32. L’incidente dell’assicuratore • 34. Il dog che si gusta • 35. Un libro dell’induista • 37. Isola greca • 39. Privi di fede • 40. Le stuzzicano i profumi • 41. La capitale greca • 42. L’antico nome del Po • 44. Il Ticino sulle targhe • 46. Antenati • 47. Uno a Zurigo • 49. Emirato arabo • 51. È Verzasca e Gambarogno • 53. Matematico greco. Verticali 1. Fu il primo presidente USA • 2. Lo simboleggia il fiore di loto • 3. Conforme alle norme • 4. Fiume russo • 5. Piccolo difetto • 6. Città croata • 7. L’Ottieri scrittore • 8. Lamenti poetici • 13. Ha il cordiglio • 15. Breve esempio • 18. Cuor di gobbo • 19. Prescelta, votata • 21. Piace al beone • 24. Abbellita • 26. Proprio stolto • 27. Elenco • 31. Le Alpi con il Monte Bianco • 33. Riuscire ad avere • 36. Pittore francese • 38. Il moschettiere con il nasone (Y=I) • 41. Fiume italiano • 43. Quattro romani • 45. Profondi, intimi • 48. Il nome di King Cole • 50. Avanti Cristo • 52. Pari in verde.
Questa settimana ci sono in palio 100.- franchi in contanti!
Giochi
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cHF 5’790.– Vantaggio cliente*
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