№ 28
del 13 luglio 2012
con Teleradio 15–21 luglio
Disturbi del linguaggio
Voglia Di parole
C T › RT › T Z › .–
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Ticinosette n° 28 del 13 luglio 2012
Agorà Quando il bambino non parla Levante La svolta egiziana Visioni Oltre il paesaggio
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RobeRto Roveda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Pensieri L’anno di Rousseau
Tiratura controllata
Società I labirinti dell’assistenza
Chiusura redazionale Venerdì 6 luglio
Editore
Teleradio 7 SA Muzzano
Redattore responsabile Fabio Martini
Letture Tortomanzia Vitae Soheyla Hosseini
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FRancesca Rigotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . di
nicoletta baRazzoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MaRiella dal FaRRa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Reportage Pupe e motori
gaia gRiMani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . di
MaRco JeitzineR; FotogRaFie di Flavia leuenbeRgeR . . . . . . . . . . . .
Luoghi Novara . Follia in mattone Tendenze Sportivi in vista
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eugenio KlueseR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MaRisa goRza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Coredattore
Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Photo editor
Cruciverba / Concorso a premi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Giancarlo Fornasier
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RobeRto Roveda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MaRco alloni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Impressum 70’634 copie
di
Reza Khatir
Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel . 091 960 33 83 fax 091 960 31 55
Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel . 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt .ch www .ticino7 .ch www .issuu .com/infocdt/docs
Stampa
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In copertina
Voglia di parole Illustrazione di Bruno Machado
La colpa del bosone “Egregio direttore, sono un’assidua lettrice di Ticinosette e le scrivo a proposito di una notizia uscita pochi giorni fa nei notiziari e su tutti i giornali del mondo. Mi riferisco alla scoperta fatta al CERN di Ginevra dove gli scienziati hanno finalmente individuato il famoso bosone che dappertutto viene definito come la «particella di Dio». Ammetto la mia ignoranza a riguardo e mi resta difficile capire l’importanza di questa scoperta che, a quanto intuisco, riguarda la struttura dell’universo. A parte la definizione, che mi pare costruita per vendere i giornali, mi sono posta una domanda: che senso ha spendere tutti quei soldi per cercare una cosa che non modifica di una virgola la vita di tutti noi? Non sarebbe meglio utilizzarli davvero per cambiare l’esistenza di tante persone e soprattutto di tanti bambini che vivono nella miseria più nera? A me sembra un paradosso spendere soldi per «scoprire» Dio anziché andarlo a cercare là dove vive veramente e cioè fra i più bisognosi. Mi scusi per lo sfogo e la banalità, ma mi pareva necessario dire qualcosa a proposito. Cordiali saluti”. Y .M ., Ascona Gentile lettrice, la ringrazio per la sua osservazione che trovo legittima e tutt’altro che banale, in particolare in tempi come quelli attuali . Non conosco con esattezza il valore economico di una struttura come il CERN ma immagino, data la complessità e la sofisticatezza estrema delle tecnologie coinvolte, che si tratti di miliardi e miliardi di franchi . Cifre impressionanti, certo . Devo ammettere però che, personalmente, trovo molto più impressionanti, immorali
e ingiustificati i profitti legati, per esempio, al mercato delle armi e alle speculazioni finanziarie a esso connesse o il fatto che in una sola giornata il circuito borsistico europeo o asiatico possa arrivare a bruciare quantità di danaro immense . Come ha sottolineato il professor Paolo Castorina, docente di Fisica teorica all’Università di Catania in un recente articolo di Matteo Airaghi sul “Corriere del Ticino” (5 luglio 2012) relativamente all’importante scoperta effettuata a Ginevra, “non ci rendiamo nemmeno conto fino a quali limiti è stata spinta la tecnologia per mettere in piedi un esperimento del genere e dunque non possiamo neppure sospettare che molte innovazioni piccole e grandi che più o meno in profondità cambieranno anche il nostro vissuto quotidiano hanno preso spunto (o prenderanno spunto, ndr) proprio dalla ricerca dell’apparentemente inutile e accademico bosone di Higgs” . In altre parole, la risoluzione dei problemi del sottosviluppo e della qualità della vita a livello globale, dipende in primis dalle volontà politiche dei governi e degli stati che avrebbero, crisi o non crisi, tutti gli strumenti per mettere in atto strategie e normative atte all’estinzione del “problema”, senza per questo andare a incidere sugli investimenti in campo scientifico ai quali non si può né si deve rinunciare . Perché, se proprio desideriamo andare in cerca di Dio o spiegare l’origine dell’universo, nessuna strada o possibilità deve essere preclusa, sia essa di natura scientifica, filosofica o religiosa . Buona lettura, Fabio Martini
Quando il bambino non parla...
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Agorà
Il Disturbo Specifico del Lin guaggio colpisce tra il 5 e il 7% della popolazione in età pre scolare e si manifesta con la dif ficoltà da parte del bambino nel produrre o comprendere il lin guaggio parlato. Un disturbo che incide profondamente sullo svi luppo emotivo di chi ne soffre e che persiste in età adulta ma che può essere compensato, an che se non risolto, purché dia gnosticato precocemente testo di Roberto Roveda illustrazione di Bruno Machado
L
a maggior parte dei bambini acquisisce il linguaggio naturalmente, senza sforzi e istruzioni formali, seguendo tempistiche a tutti comuni. Per esempio, le prime parole vengono prodotte entro il primo anno di vita, le prime frasi attorno al secondo anno, dopo il quale, l’abilità di usare parole funzionali come articoli ed elementi flessionali (come il saper coniugare il verbo in numero e persona con il soggetto della frase) emerge impetuosamente. Le pietre miliari di questo magico processo sono comuni alla maggior parte dei bambini, anche a quelli che acquisiscono il linguaggio in modalità non orale, come la modalità delle lingue dei segni1.
Il Disturbo Specifico del Linguaggio La crescita del linguaggio può però seguire tappe di sviluppo atipiche in alcuni soggetti. Esistono infatti bambini che non presentano danni neurologici, deficit uditivi, problemi di natura psicologica o socio-emozionali ma manifestano gravi difficoltà linguistiche in presenza di capacità cognitive non verbali adeguate alla loro età. Il disturbo che li affligge si chiama Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL , spesso chiamato SLI, acronimo dell’inglese Specific Language Impairment ) e colpisce tra il 5 e 7% dei bambini in età prescolare con maggior incidenza tra i maschi rispetto alle femmine. Sebbene il DSL sia stato descritto già all’inizio dell’Ottocento, i criteri diagnostici per identificare i bambini con DSL sono stati riconosciuti lentamente e tra i non esperti questo disturbo è tuttora poco noto. La crescente mobilità
in Europa e i flussi migratori da paesi extraeuropei richiedono l’urgente individuazione di criteri di diagnosi che permettano di distinguere bambini che manifestano un ritardo nel parlare una lingua dovuto a una esposizione tardiva a essa, da bambini con DSL . Per questi motivi, il DSL ha recentemente attirato l’interesse della Comunità Europea che ha finanziato alcuni progetti di ricerca e di intervento su questo disturbo. Ne abbiamo parlato con il dottor Fabrizio Arosio, che insegna Linguistica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e che partecipa al progetto europeo CLAD2, dedicato al DSL e alla dislessia. Dottor Arosio come si manifesta il DSL? “IL DSL si manifesta come una persistente difficoltà a comprendere e a produrre enunciati in presenza di abilità cognitive non verbali perfettamente nella norma e in assenza di deficit uditivi, danni neurologici e problemi psicologici. Tipicamente, il bambino con DSL tarda a pronunciare le DSL prime parole, ha un vocabolario limitato rispetto ai coetanei, presenta difficoltà nel coniugare correttamente i verbi e a usare articoli e alcuni tipi di pronomi. I bambini colpiti da questo disturbo pos sono avere difficoltà in differenti abilità linguistiche. Per esempio, possono mani festare deficit fonologici, morfosintattici (che riguardano la forma che le parole assumono in una frase: un esempio, il pronome di prima persona singolare può realizzarsi come «io» o come «me» a seconda che sia soggetto od oggetto di una frase) e in ampiezza di vocabolario. Nei bambini con DSL il deficit linguistico può riguardare una o più di queste abilità lasciandone intatte altre. Questo fa si che i soggetti colpiti da questo disturbo abbiano caratteristiche eterogenee”.
ripetuto «il topo» anziché usare più appropriatamente il pronome clitico «lo», come in «lo insegue». Un crescente numero di studi ha rilevato un’alta incidenza di deficit linguistici nei parenti biologici di bambini con DSL, per esempio, in nonni, genitori, fratelli. In uno studio condotto da Bishop e colleghi si è trovato che quando il DSL si manifesta in un gemello allora si manifesta anche nel 100% dei casi nei fratelli monozigoti (identici) e nel 50% dei casi nei fratelli eterozigoti (non identici). Questi fatti suggeriscono una componen te genetica del disturbo. I risultati in questo campo sono ancora incerti ma promettenti. Altre ricerche indagano possibili anomalie morfologiche cerebrali nei soggetti con DSL con le moderne tecniche di neuroimmagine. Le teorie del DSL si distinguono in due grandi famiglie; una famiglia attribuisce il DSL a un deficit di processa mento, per esempio, di velocità di processamento dell’informazione linguistica o di limitatezza delle risorse di memoria fonologica a breve termine, un’altra famiglia ricon duce il DSL a un deficit grammaticale, ovvero di conoscenza di alcune proprietà combinatorie del linguaggio”.
“Tipicamente, il bambino con tarda a pronun ciare le prime parole, ha un vocabolario limitato rispetto ai coetanei, pre senta difficoltà nel coniu gare correttamente i verbi e a usare articoli e alcuni tipi di pronomi”
Come viene diagnosticato questo disturbo? “Parecchio lavoro è stato svolto negli ultimi anni al fine di indi viduare i marcatori clinici di questo disturbo, ovvero fenomeni linguistici che permettano di identificare bambini con DSL e di distinguerli dai bambini a sviluppo tipico. Recentemente, parti colare attenzione è stata rivolta alla variabilità interlinguistica dei marcatori clinici; si è osservato che alcuni fenomeni linguistici risultano particolarmente vulnerabili in alcune lingue ma non in altre. Si è osservato che l’omissione del morfema di terza persona singolare presente è un buon marcatore clinico del DSL in inglese (per esempio, il morfema «s» con il quale termina il verbo «loves» nella frase «John loves Mary») ma non in italiano. In italiano e in francese si è scoperto che l’omissione del pronome clitico di terza persona singolare (per esempio, il pronome «lo» nella frase «il gatto lo insegue») è un buon marcatore clinico del DSL nei bambini in età scolare e prescolare. Quando a questi bambini si mostra un’immagi ne di un gatto che insegue un topo e si domanda loro cosa fa il gatto al topo, essi producono in risposta la frase «insegue», una frase non grammaticale in italiano perché manca l’argomento del verbo, oppure producono la frase «insegue il topo», una frase poco felice come risposta alla domanda «cosa fa il gatto al topo» poiché viene
Cosa distingue il DSL dalla dislessia? “La dislessia3 evolutiva è un disturbo che riguarda specificamente la capacità di apprendere la lettura e non dipende da deficit cognitivi, disturbi neurologici o sensoriali. Si manifesta tipicamente Agorà all’inizio del percorso scolastico. La dislessia evolutiva è un disturbo che riguarda un’abilità che non nasce nei bambini in modo spontaneo, senza un insegnamento esplicito. L’abilità di par lare una lingua è al contrario un’abilità esclusiva dell’uomo, che nasce e cresce naturalmente, senza sforzo e istruzioni. Essa è una componente essenziale del nostro essere umani, come lo è il fegato, il cuore e i reni. La lettura non lo è. Recentemente si è indagato il rapporto tra DSL e dislessia evolutiva. Questo è uno degli obiettivi principali del progetto europeo CLAD diretto da Maria Teresa Guasti con il quale collaboro. In queste ricerche si è evidenziato non solo che le difficoltà di lettura hanno una forte incidenza tra i bambini con DSL ma anche che alcune strutture linguistiche che sono particolarmente vulnerabili nei bambini con DSL lo sono anche in un importante gruppo di bambini con dislessia i quali non hanno ricevuto una diagnosi di DSL. Nel progetto CLAD per esempio, si è osservato che un numero sensibile di bambini con dislessia che hanno partecipato a un test di produzione del pronome clitico sono stati identificati come bambini con DSL da questo test, pur non avendo mai ricevuto una diagnosi di DSL. Questi fatti impongono una seria riflessione sulla componente linguistica della dislessia e suggeriscono che gli strumenti diagnostici per identificare il DSL in italiano non sono ancora sufficientemente sofisticati. Tali strumenti (test standardizzati) non sono stati infatti pensati originariamente per identificare specificamente il DSL. Progetti di ricerca come il CLAD hanno come fine anche quello di individuare strutture linguistiche particolarmente vulnerabili per i bambini con DSL e sviluppare materiale diagnostico sensibile (che individui i bambini con DSL come tali) e specifico (che individui i bambini a sviluppo tipico come tali)”. (...)
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Agorà
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Un bambino con DSL quali problemi può incontrare? “Come abbiamo detto questi bambini hanno abilità cognitive non verbali perfettamente adeguate alla loro età e il DSL è una barriera all’attuazione di queste capacità. Questa è una condizione frustrante per i bambini con DSL, anche da un punto di vista sociale, in quanto la loro capacità di interagire verbalmente in modo competente con i coetanei risulta limitata. Questa condizione può spesso portare il bambino a uno stato di isolamento e a sviluppare delle psicopatologie importanti. In studi recenti si è inoltre osservato che il DSL ha un’alta incidenza tra le popolazioni carcerarie di giovani delinquenti/teppisti. In questi soggetti, la fisicità violenta diventa lo strumento attraverso il quale risolvere contrasti che non possono essere affrontati e appianati verbalmente. Il DSL è inoltre causa di seri problemi scolastici in questi bambini. Se non diagnosticato può capitare che il bambino con DSL venga etichettato come un soggetto dalle scarse capacità intellettuali poiché queste non trovano un canale verbale adeguato attraverso DSL cui manifestarsi o anche come un bambino intellettualmente pigro, che non mette impegno nella propria carriera scolastica. Gli insegnanti, anche della scuola dell’infanzia, si trovano spesso impreparati di fronte a questo disturbo e possono sottovalutare le capacità cognitive non verbali di questi bambini. Come abbiamo detto, la dislessia insorge frequentemente nei bambini con DSL, e questo crea un ulteriore problema alla loro vita scolastica. Tra le finalità del progetto CLAD c’è anche un lavoro di informazione e sensibilizzazione degli insegnanti delle scuole, anche dell’infanzia, e degli educatori a questo problema”.
linguistiche nei bambini con DSL. Studi sulla loro efficacia hanno permesso di individuare tecniche di facilitazione dell’apprendimento di nuove parole, di miglioramento delle capacità di usare parole funzionali ed elementi flessivi. Quando abbiamo di fronte un bambino con DSL, dobbiamo sempre ricordare che dietro il suo modo di comunicare verbalmente goffo, frammentario e inadeguato alla sua età, si nasconde una capacità cognitiva non verbale vivace e perfettamente normale. Questi bambini non hanno affatto un ritardo mentale”. Perché l’Unione Europea si interessa tanto a questo disturbo? “Oltre ad aspetti che riguardano la qualità di vita degli individui con il DSL, l’Unione Europea si è sensibilizzata notevolmente anche sul fatto che le risorse educative, anche economiche, che i governi investono in soggetti con DSL non diagnosticato, abbiano scarsa efficacia nel formare cittadini che realizzino le proprie capacità e partecipino attivamente al benessere del paese. Il DSL colpisce bambini che hanno capacità cognitive non verbali nella norma e ostacola il loro successo scolastico ed educativo. Questi bambini hanno dunque bisogno di interventi terapeutici finalizzati e che li mettano nella condizione di beneficiare del sistema educativo scolastico europeo. Va inoltre ricordato che, sulla base degli studi che documentano un’alta incidenza del DSL tra la popolazione carceraria dei giovani con problemi di devianza, la promozione di un intervento sul DSL da parte dell’Unione Europea è anche un intervento a garanzia della sicurezza sociale dei propri cittadini. L’Unione Europea è consapevole del fatto che i bambini con DSL hanno necessità di intervento profondamente differenti da quelle che hanno bambini bilingue che parlano male la lingua del paese in cui vivono e nel quale vengono formati dal sistema educativo perché esposti tardivamente a quella lingua. Interventi finalizzati all’insegnamento della lingua del sistema educativo di un paese possono essere sufficienti per i bambini bilingue, non per i bambini con DSL”.
“Se non diagnosticato può capitare che il bambino con venga etichettato come un soggetto dalle scarse capacità intellettuali poiché queste non trovano un canale verbale adeguato attraverso cui manifestarsi, o anche come un bambino intellettualmente pigro”
Come si può intervenire per aiutare questi bambini? “Oggi, ancora molti bambini con DSL non ricevono una diagnosi. Un bambino che manifesta un importante ritardo nel produrre le prime parole o che all’età di 24 mesi ha un vocabolario molto limitato va sicuramente sottoposto a una valutazione neuropsicologica presso i servizi sanitari riconosciuti e legalmente autorizzati a eseguirla. Ancora troppo spesso i genitori di bambini con DSL si sentono dire: «non si preoccupi parlerà». Questo atteggiamento fatalistico porta alla rimozione di un problema che si ripresenterà in modo devastante nel corso della vita futura del bambino con DSL e va combattuto. A tal fine, in seno al progetto CLAD, oltre che a un lavoro di informazione e sensibilizzazione, è stato sviluppato un test di screening delle abilità morfo-sintattiche e fonologiche per l’età pre-scolare per l’italiano. Tale test, che è in via di standardizzazione, rappresenta un adattamento di un analogo test inglese sviluppato da Heather Van der Lely e collaboratori (Università di Harvard), ha una durata di circa 5 minuti e può essere somministrato da chiunque, sia professionisti che non professionisti, compresi i genitori. È quindi necessario sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce, unita a un tempestivo intervento logopedico. Le tecniche riabilitative sono finalizzate a un miglioramento delle abilità
A proposito di bilinguismo, incide in qualche modo sull’insorgere del DSL? “A tal riguardo, va ricordato un fatto rassicurante per paesi come la Confederazione Svizzera che ha quattro lingue ufficiali. Recenti studi hanno mostrato che il DSL non si manifesta più severamente nei bambini bilingue che nei monolingue. Questi studi suggeriscono che una condizione di bilinguismo non ha effetti diretti sull’insorgenza del DSL e sul suo futuro decorso”.
note 1 Per il linguaggio dei segni vedi Ticino 7 20/2012. 2 Per il progetto CLAD si veda www.cladproject.eu/?lang=it 3 Sul tema della dislessia si veda anche l’intervista realizzata sempre a Fabrizio Arosio su Ticino 7 53/2011 (http://issuu.com/infocdt/docs/n_1053_ti7).
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La svolta egiziana Le recenti elezioni presidenziali egiziane hanno portato un esponente dei Fratelli musulmani alla massima carica istituzionale. Cosa ci si può aspettare? Una deriva fondamentalista o piuttosto un’operazione di pura cosmesi politica? di Marco Alloni
Levante
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La preoccupazione più diffusa in Occidente dopo l’elezione Sessanta (per esempio con Sayyed El Qotb) hanno teorizzato del nuovo presidente egiziano Mohammad Morsi concerne la la violenza come mezzo di assunzione del potere – non hanpossibilità di una deriva fondamentalista dell’Egitto sia sul pia- no mai mirato alla “caduta del tiranno” (dai tempi di Nasser no interno sia su quello internazionale. È una preoccupazione identificato come kafir, cioè come miscredente) attraverso la fondata e infondata allo stesso tempo. Cerchiamo di considerare forza. Tuttavia, nel loro proselitismo, l’orizzonte della presa del le due ipotesi. potere è stato sempre ben presente. E un espediente per fingere Fondato è ritenere che, storicamente parlando, i Fratelli musul- di non perseguirlo pur perseguendolo è stato spesso invocato mani si iscrivano in quel vasto movimento proselitistico che, nello stesso principio coranico della taqeyia, che legittima la a partire dal X secolo, con la fissazione dei princìpi essenziali menzogna come difesa in caso di aggressione dell’infedele. Una di marca mu’tazilita – una delle pratica che qualcuno ha voluto correnti giuridiche dell’Islam – vedere anche nella contraddiziomira a una diffusione della verità ne del primo discorso ufficiale coranica in tutto il mondo. Un del neoeletto presidente Morsi piano implicito nell’affermazio(“Non modificheremo gli accordi ne dell’unicità del Verbo islamiinternazionali”) rispetto a una co che – nel suo universalismo telefonata privata in cui affer– non può che proporsi come mava esattamente il contrario immanente alla stessa profes(“Metteremo mano a Camp David sione di fede islamica. In altre nell’interesse del Paese”). parole, è fondato temere che se Si può dunque concludere che, il rigore letteralistico imposto storicamente e teoricamente all’interpretazione del Corano e parlando, l’Islam legittima – e dell’Islam da parte dei mu’taziliti dunque legittima i Fratelli mupermea ancora i fondamenti del sulmani – a un’imposizione Donna egiziana al seggio (immagine tratta da www.tempi.it) credo, tale credo non possa porsi progressiva dei propri valori e – come alcuni analisti e storici principi di carattere direttamenritengono – che come vocazione “colonizzatrice” del pianeta. te o indirettamente “colonialistico”. Con la possibile conseUn presupposto che non può essere sottovalutato. Se non altro guenza – che i più allarmisti fra gli studiosi pongono come perché non può legittimamente porsi vocazione universalistica loro obiettivo – di ripristinare il califfato in una sorta di unione che non escluda per principio le altrui vocazioni universalistiche panislamica dei paesi arabi post-rivoluzionari. (compresa quella del cristianesimo). In particolare se consideriamo che l’Islam, a differenza del cristianesimo – in cui il rapporto La natura degli interessi Chiesa-Stato è ascritto al noto “Date a Cesare quel che è di Cesare La preoccupazione sulla possibile deriva fondamentalista e a Dio quel che è di Dio” – soggiace ampiamente a quella coin- dell’Egitto è invece piuttosto infondata se restiamo a un mero cidenza fra professione di fede e legge che deriva dalla Sharia discorso politico. I Fratelli musulmani sono prima di tutto un come referente essenziale del credo. Gli stessi Fratelli musulmani movimento pragmatico, che alla priorità pietistica ha da anni stanno d’altronde cercando di proporre, a parziale modifica preferito quella economica e di potere. I loro interessi economici dell’articolo 2 della Costituzione del 1971, una codificazione sono giganteschi. E al contrario dell’immagine che se ne ha sono della “Sharia come fondamento della legislazione egiziana” invece in gran parte uomini d’affari attenti alle dinamiche economiche che dei “principi della Sharia come fondamenti della legislazione nazionali e internazionali. In questa veste mireranno dunque egiziana”. Uno slittamento semantico che allude a un passaggio soprattutto a consolidare i loro interessi, e anche sul piano della Legge islamica da referente a modello. internazionale cercheranno di aggraziarsi quelle alleanze – con gli Stati Uniti in primis – che da sempre foraggiano la stabilità Una questione di potere del paese a suon di miliardi. D’altra parte, sappiamo che i Fratelli musulmani hanno sempre Il braccio di ferro sarà dunque, almeno a medio termine, soposto a principio della loro azione la conquista del potere. A prattutto con la giunta militare. Questa sì una reale concorrente differenza delle frange più eversive – che a partire dagli anni – molto più dei miscredenti – sul piano economico-politico.
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Oltre il paesaggio
» di Roberto Roveda
Vi sono film che paiono intimamente legati ai paesaggi in la squallida vita del protagonista (l’enfant d’en haut del titolo cui si muove l’azione dei protagonisti. Ne richiamano i co- originale): come un pendolare qualsiasi, ogni giorno il ragazzo lori, il clima, le sensazioni. È questa l’impressione suscitata prende la funivia per raggiungere il mondo lussuoso delle dalla visione di Sister, opera seconda dopo piste di sci e degli alberghi a cinque stelle Home (2008) della regista franco-svizzera affollati da una facoltosa popolazione Ursula Meier, autrice di una pellicola ostica, cui sottrarre oggetti griffati da rivendere che vive di emozioni scabre e trattenute per pochi spiccioli. La sua vera vita però e che poco concede al godimento dello è altrove: a fondovalle, dove dominano spettatore. ciminiere, capannoni e case popolari e si Premiato con l’Orso d’Argento all’ultimo lotta per sopravvivere. E la neve è solo un Festival di Berlino, il film ha così nella sua miraggio. Una vita che non trova la miniambientazione forse l’elemento di più spicma consolazione neppure nella relazione cata originalità e raro fascino. Il paesaggio con Louise, dedita all’alcool e agli amori montuoso delle Alpi, ripreso in numerosi facili, di cui il piccolo cerca con difficolcampi lunghi e lunghissimi, non è semplice tà di prendersi cura. In questo contesto fondale all’interno del quale si muovono i disperante di assoluta povertà, il denaro protagonisti – Simon, dodicenne dedito al è in grado di inquinare e alienare tutti i furto, e la sbandata “sorella” maggiore Louirapporti: Simon è costretto a pagare per se – ma è insieme personaggio attivo della avere un po’ di affetto, in un disumano Sister storia, con una sua funzione ben definita. do ut des che contraddice le regole non di Ursula Meier E non solo perché le candide distese di neve scritte del legame di sangue. Svizzera, Francia 2012 sembrano dilatare il senso di vuoto e anafA fronte di uno scenario di tale desolaziofettività che pervade la narrazione che, per stile registico e ne, il pregio del film è certamente quello di non far mai precicrudezza dei fatti, richiama alla mente i drammi sociali delle pitare i toni drammatici nel patetico, ma di preservare misura opere di Ken Loach e dei fratelli Dardenne; ma anche perché e sobrietà anche nel colpo di scena finale, che imprime una è nell’attraversamento di uno spazio di confine che si rivela luce forse ancora più fosca e toccante all’intera vicenda.
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L’anno di Rousseau In Svizzera e nel mondo si moltiplicano edizioni critiche, libri e articoli, convegni, dibattiti e incontri dedicati a Jean-Jacques Rousseau, il filosofo ginevrino di cui si celebra quest’anno il trecentesimo anniversario della nascita di Francesca Rigotti
Jean-Jacques Rousseau è stato un personaggio assai controverso, amato e odiato, disprezzato e venerato. Un autore letto e interpretato in maniere opposte e contraddittorie: illuminista per alcuni, romantico o preromantico per altri; campione delle libertà democratiche ma anche precursore dei totalitarismi novecenteschi, mostro di disumanità quanto paladino della bontà naturale dell’uomo.
Pensieri
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stimolare le loro capacità senza forzarli con un’educazione autoritaria e nozionistica. Il che sarebbe edificante se non fosse che Rousseau ebbe cinque figli, con la sua compagna Thérèse Levasseur, e li abbandonò tutti e cinque, per sua stessa ammissione, all’ospizio dei trovatelli, per poi pentirsene per il resto della vita, per sua stessa ammissione.
La volontà generale e Il “vero” Rousseau la natura Non siamo certo qui per Dal punto di vista politico estrarre da tutte queste Rousseau esaltò la libertà asserzioni il vero Roussee l’eguaglianza politica e au, spolverar via i cocci la democrazia diretta, teoe metterne sul piedistallo rizzando il principio della un’immagine univoca, lusovranità popolare dove la minosa e priva di ombre. volontà dell’individuo si Diremo però che Rousseau scioglie – i suoi avversari fu sicuramente persona che diranno piuttosto affoga – visse nel conflitto tra la nella volontà generale. Lo tensione al perfezionismo e fece sempre con un occhio l’abbandono alle inclinazioalla natura sentita da lui ni naturali, e che rivalutò come ideale di perfezione enormemente il sentimencui guardare, ben sapendo Yüksel Arslan, Arture 272, Influences B-15, Jean-Jacques Rousseau, 1982 (particolare) to pur non dimenticando che è irraggiungibile, perso di presentare i suoi omaggi per sempre. E se quando alla ragione. Fu un animo inquieto, un filosofo errante, un Spinoza parlava di natura bisogna piuttosto pensare all’essenza viaggiatore (come avrebbe voluto che fosse il suo Emile) che del mondo, a una natura metafisica che è la generalizzazione continuamente si spostava in Europa per effetto di persecu- di tutte le nature, per Rousseau la natura comincia a tingersi zioni reali o immaginate. Fu un autore eclettico che scrisse di del verde dei prati e dell’azzurro del cielo e dei colori dei fiori politica, di pedagogia, di musica, di economia e di filosofia; che il filosofo raccoglieva, seccava e schedava nelle sue sedute uno scrittore poliedrico che si interessò di questioni pubbliche, da erborista e botanico dilettante. coi suoi scritti politici quali i Discorsi e Il Contratto sociale, e di questioni intime, con le Confessioni e le Fantasticherie di un La natura materna e benigna passeggiatore solitario, con le quali reinventò, dopo Agostino e “Nascendo, costai la vita a mia madre” scrisse di sé Jean-Jacques Montaigne, il genere introspettivo autobiografico, rivendican- Rousseau la cui madre morì nel darlo alla luce. Quella madre do la fonte viva dell’interiorità e del sentimento. mai conosciuta ma desiderata e sognata viene come sostituita dalla natura buona e materna e da quell’ipotetico “stato La scoperta dell’infanzia di natura” nel quale gli uomini vivevano felici e innocenti e Dal punto di vista pedagogico Jean-Jacques Rousseau fu senza colpe originarie, inclini alla socievolezza e alla vita in l’uomo che scoprì l’infanzia e capì che i bambini non sono comune. Nonostante la carenza materna la sua fu un’infanzia adulti imperfetti, esseri non-ancora-adulti, adulti in miniatura, felice, in compagnia di un padre che leggeva con lui romanzi, adulti-in-potenza, bensì bambini, bambini-in-atto, pienamente di notte, fino all’alba, quando il canto delle rondini li faceva bambini, con la loro identità di bambini. Lo scrisse nell’Emilio, sobbalzare e correre entrambi a letto, e nelle campagne intorno del 1762, opera in cui, contravvenendo i costumi dell’epoca, a Ginevra dove nacque in lui quell’amore per la natura così spronava ad allattare al seno gli infanti, a non fasciarli stretti, vivo da farlo considerare, a causa di alcune sue espressioni, un a farli sgambettare, a lavarli, a farli crescere all’aria aperta, a ecologista avant la lettre.
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I labirinti dell’assistenza Quando si blocca o si rompe la stampante, il PC o qualche altro aggeggio tecnologico siamo il più delle volte costretti ad affrontare un percorso lungo e non di rado penoso testo di Nicoletta Barazzoni illustrazione di Mimmo Mendicino
Società
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A l momento in cui abbiamo acquistato la nuova stampante ci è “sfuggita” la preziosa informazione relativa all’intricata questione del guasto tecnico. Infatti, per la riparazione della stampante il cliente deve rivolgersi direttamente al servizio guasti online. Cerchiamo allora nel sito che corrisponde alla marca del nostro “marchingegno” il numero di telefono, iniziando a impantanarci in quello che possiamo a buona ragione definire il “labirinto dell’assistenza”. La segnalazione del costumer care dovrebbe fornire assistenza online. Ma la chiamata costa 80 centesimi al minuto. Digitato il numero indicato ci imbattiamo nella registrazione telefonica con la quale ci vengono sciorinate ben cinque opzioni da scegliere: ne selezioniamo una che ci elenca altre cinque opzioni. Veniamo rimandati ad altrettante cinque registrazioni, mentre i minuti trascorrono, con spiegazioni complicatissime e nomi tecnici incomprensibili. Dopo un’attesa di circa quindici minuti, finalmente ci imbattiamo nella voce vera di un umano vero. Ci passa una sua collega. Dall’altro capo del telefono una signorina pazientemente ascolta l’esposizione del problema accorso alla nostra stampante. La gentile interlocutrice ci rimanda allora a un altro responsabile (i minuti intanto trascorrono senza nemmeno la compagnia della classica musichetta di sottofondo). Spieghiamo l’inghippo all’ennesimo incaricato, il quale chiede il numero di serie: a questo punto ci rassicuriamo pensando che il guasto sia ormai a un passo dell’essere risolto. Ma ecco che, dopo aver fornito all’impiegato i dati della stampante, egli ci depista nuovamente a un altro tecnico del centro riparazioni, al quale rispieghiamo il motivo della nostra chiamata. Dopo altrettante verifiche vanificate, non sapendo risolvere l’incombenza, ci passa un altro addetto il quale (sempre stando al telefono), registra i nostri dati sul suo computer (sentiamo battere i tasti della sua tastiera) allo scopo di aprire una procedura telefonica di riparazione guidata. Ci vengono suggeriti i passi da fare davanti al nostro computer. Ci pilota tra le risorse del PC: cercare il disco C, aprire la cartella programmi, poi cliccare sulla cartella corrispondente alla marca della nostra stampante; individuata l’opzione Digital Imaging, aprire la cartella Bin. Si apre una lista di file dalle denominazioni incomprensibili (come hpqgplif08) e moltissime altre estensioni numeriche.
Ci indica di aprire una cartella ma in quel preciso momento la linea telefonica si interrompe. La comunicazione è caduta dopo ben 45 minuti passati al telefono. Restiamo frustrati e inferociti e con l’orecchio surriscaldato, senza essere riusciti a risolvere il guasto, per il quale era prevista la re-impostazione della stampante attraverso la re-immissione di numeri che solo la centrale ci avrebbe potuto fornire. Nulla da fare Considerando il fatto non indifferente che la prima telefonata effettuata ci ha portati in Italia, la linea è caduta senza aver risolto il problema. I 45 minuti trascorsi al telefono si sono vanificati con un nulla di fatto. Ci siamo solo complicati la vita, costretti probabilmente ad acquistare un’altra stampante e spinti, nostro malgrado, a obbedire al motto consumistico dell’usa e getta. Anche quando le tecnologie potrebbero essere riparate, restaurate e recuperate. Ci fornisce interessanti informazioni l’articolo dal titolo Se è rotto lo butto, apparso sul quindicinale satirico Il Diavolo: “Ogni modello di stampante che viene messo sul mercato viene prodotto con un numero massimo di stampe prestabilite. Indipendentemente da come e da quante volte noi usiamo la stampante in questione, allo scattare della stampa x, si fermerà e ci segnalerà il guasto, invitandoci a contattare il centro riparazioni”. Di bene in meglio il mercato ci intorta e ci schiavizza? Anche nel caso dei PC la situazione non cambia. Quando la batteria non funziona più non serve a nulla rivolgersi al mega rivenditore specializzato perché verrai depistato a un sito internet, nel quale devi immettere tutti i tuoi dati e la registrazione numerica per identificare il PC . Ecco perché lasciamo il labirinto con quel fastidioso senso di frustrazione e d’impotenza. Dall’altra parte del telefono c’è stata solo la voce registrata di un inesistente supporto tecnico, con un contributo notevole all’operatore telefonico e con una presa in giro non indifferente. Ma cosa succederà a chi acquista le sofisticate stampanti wireless il cui labirinto sarà oltre modo impenetrabile? C’è da sperare che un avveduto tecnico delle riparazioni stampanti e affini si decida a insediarsi sul territorio, mettendo in pratica le sue conoscenze reali e non virtuali. Secondo noi avrà un successo di clientela assicurato.
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Tortomanzia
» di Mariella Dal Farra
È nata una nuova scienza. Si chiama “tortomanzia” ed è ba- donne – frequente il ricorso alla seconda persona singolare, sata su un’equazione simbolica inedita: quella fra “uomini e e cioè a quella “lettrice” che l’autrice interpella direttamente torte”, che è anche il titolo del primo libro che ne tratta. L’idea a più riprese – proponendosi come una sorta di scherzoso è semplice e originale: tracciare delle tipologie maschili che “prontuario” per la scelta del dolce... partner. utilizzino come linee guida la metafora del dessert. Estrapo- Il gioco innescato dal riconoscimento di caratteristiche e lando scampoli di psicologia dalla tecnica atteggiamenti è però ugualmente godibile dolciaria, della quale vengono al contempo da parte del pubblico maschile, propoforniti cenni storici e folclorici, questo nendo ai lettori una galleria di ritratti fra libro descrive prototipi di “maschio” cori quali magari scoprirne uno con un’aria redati di elementi eziologici (per esempio, particolarmente familiare... E se è vero come e perché si diventa uno strudel), che il punto di vista privilegiato è quello modus operandi, controindicazioni e confemminile, con occasionali accenti critici tro... misure. E se si tratta di un approccio nei confronti delle controparti maschili, programmaticamente ludico e disimpeè forse opportuno sottolineare come il gnato, è vero che il gioco viene condotto presupposto da cui muove il libro sia, letin maniera così sapiente da offrire, oltre teralmente, quello della “bambina nella al divertimento che si propone, spunti di pasticceria”; una pasticceria, come segnala riflessione piuttosto affilati. la seconda di copertina, “traboccante di Bettina Dal Bosco, autrice del saggio, prodelizie ma irta di pericoli”, dove gli uopone tre grandi categorie dolciarie, ciascumini rappresentano oggetti di desiderio na delle quali comprende quattro tipi di incondizionato le cui “controindicazioni” dolce per un totale di dodici “uomini-desderivano proprio dall’appetibilità che li Uomini e torte sert” (il parallelismo con i segni zodiacali è caratterizza. di Bettina Dal Bosco sottolineato dall’”ascendente” che chiude Non a caso il gergo amoroso ricorre tradiGiunti, 2012 ciascun capitolo). Si parte con i “Farciti” - Il zionalmente alla terminologia dolciaria tipo Saint-Honoré, Herr Sachertorte, Trappola Millefoglie, Mister per designare l’amato/a, soprattutto in ambito anglosassone: Babà: categoria impegnativa e talvolta un po’ indigesta - per sugar (“zucchero”) e honey (“miele”) sono appellativi frequenti passare ai più complicati “Uomini al cucchiaio” e approdare fra innamorati mentre, da noi, l’aggettivo “sdolcinato” definiinfine ai “Casalinghi”, dolci caserecci che sembrano offrire sce l’eccesso di romanticismo. La “dolcezza” dell’amore non una chance di felicità domestica proporzionalmente maggiore è dunque messa in discussione, semmai tradotta e sublimata rispetto agli altri, senza peraltro rinunciare alle complessità nelle sue componenti orali più incresciose, fino a diventare pasticcere che sono loro proprie. materia di studio. Formalmente collocabile nell’ambito del filone chick lit (abbre- Leggero, spiritoso, arguto, Uomini e torte infierisce gentilmente viazione di chicken literature, “letteratura per ragazze”, il cui sulle nostre infatuazioni rinfocolando, a tratti, i più reconditi capostipite è rappresentato dalle disavventure di Bridget Jones, timori. Un libro che somiglia alla pasta di mandorle: dolce ma la cui nobile antesignana potrebbe essere stata Jane Au- squisito, reso irresistibile proprio da quel lieve retrogusto di stin), Uomini e torte è un libro che si rivolge in primo luogo alle arsenico che rimane in bocca dopo averlo assaporato.
BUON GUSTO, ANCHE
NEL PREZZO
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Rauchen fügt Ihnen und den Menschen in Ihrer Umgebung erheblichen Schaden zu. Fumer nuit gravement à votre santé et à celle de votre entourage. Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno.
.60 CHF
» testimonianza raccolta da Gaia Grimani; fotografia di Flavia Leuenberger
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Soheyla Hosseini
Vitae
proprio alla fine del mio contratto e così ho abbandonato temporaneamente la vita che conducevo laggiù, a dorso di cavallo, nei gipponi, dentro ai camion, non certo l’ideale per una donna in attesa. In quel momento, paradossalmente, la relazione tra me e mio marito si è interrotta e io sono tornata qui, sola e in attesa del figlio. In seguito ho ripreso le missioni in Pakistan per l’UNESCO, in Iran come interprete, in Mozambico per la Croce Rossa. Intanto la mia famiglia d’origine affrontava molte difficoltà e io, benché a mia volta sofferente, ho dovuto fare di tutto per resistere e sostenerli, senza confidare loCostretta ad abbandonare il suo paese, ha ro le mie pene. Mi mantenevo saputo ritrovare un equilibrio e rifarsi gli studi e facevo di tutto per una vita in Svizzera, una nazione che ama aiutare i miei cari: dal gelataio alla vendita di piastrelle e di e che oggi considera la sua vera patria tappeti, dalla giardiniera al meccanico, all’imbianchino. nissima, contro la volontà Dopo essere tornata dalle missioni, non riudei miei genitori che, in un scendo a trovare un lavoro soddisfacente, ho primo momento, mi hanno pensato di avviare un’attività commerciale ostacolato anche se poi hanno per conto mio, con l’aiuto di alcuni amici. accolto benevolmente il mio Sono partita con la pulizia dei tappeti, poi ho matrimonio. Successivamente portato una maestra dall’Italia e ho imparato mi sono trasferita a Milano a restaurarli, e adesso sono diventata l’unica per studiare all’Università donna commerciante di tappeti di tutta la Lettere e Lingue. Lì ho conoSvizzera. Il governo iraniano mi ha conferito sciuto Gabriele Mandel che è dei premi e lavoro ancora su chiamata per stato mio professore di storia l’UNHCR, l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati dell’arte e mio esaminatore ma anche per la Confederazione come innell’esame di ammissione. terprete ufficiale per cinque lingue: il turco, Mandel aveva un progetto il persiano, l’afgano, l’inglese e italiano. A per me che io allora ignoravo: chi mi chiede quanti anni abbia, rispondo mi ha dato subito i suoi libri 95: ho vissuto tre vite a causa dei sacrifici da tradurre in persiano e, poi, e delle pene patite. Per circa vent’anni ho essendo un capo spirituale lavorato a Chiasso, adesso mi sono trasferita Sufi, mi ha introdotta, a me sul lago, a Morcote. Il progetto più grande che ero ignorantissima in mache ho è quello di offrire agli artisti che ne teria, sulla sua stessa strada. La hanno bisogno le pareti del mio negozio per settimana in cui ho terminato le loro esposizioni. l’Università sono partita alla La vita è stata per me qualcosa di orrendo, volta dell’Afghanistan come ma ho vinto sempre, perché ho avuto il cointerprete internazionale. Doraggio di rischiare. La mia preghiera al matpo un mese ero a capo degli tino è: Dio dammi l’energia per costruire il interpreti di tutto il territorio tuo mondo. Sono musulmana, ma frequento afgano perché ero l’unica che anche la chiesa perché mi sento bene così. potesse esprimersi in molte Sono cresciuta qui, la mia patria veramente è lingue: parlavo già persiano, la Svizzera. La mia patria d’origine, l’Iran, mi capivo un dialetto afgano e ha tradito, costringendo la famiglia a separami esprimevo nella lingua zioni dolorose, distruggendola. Tutto questo dell’Azerbaigian da cui provemi ha indotto ad apprezzare la bellezza della niva la mia mamma. Mentre libertà e a vedere al futuro con ottimismo e ero in Afghanistan, sono rimagratitudine soprattutto verso chi ci ha dato sta incinta di Alessandro, mio tutte le cose belle di cui godiamo in questo figlio: sono venuta a saperlo meraviglioso paese.
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S
ono nata a Teheran che è una città incredibilmente grande con almeno 12 milioni di abitanti. La mia infanzia in famiglia è stata la più bella che una persona possa mai avere perché eravamo sei figli; i miei genitori ne avevano adottati altri due con la loro mamma ed eravamo in tutto undici persone. Non era una casa, era un asilo infantile. Ero l’ultimogenita e chiunque passava vicino a me mi faceva una coccola o mi faceva ridere. Da noi c’è l’abitudine che i fratelli si aiutino reciprocamente a crescere, mentre i genitori hanno altri compiti. È per questo che ricordo particolarmente mio fratello Amir, che mi ha allevato. Lui è il mio terzo fratello, mi ha seguito a scuola e si è occupato di me in ogni modo. Amir significa il re e veramente egli è il re della casa, un punto di riferimento. È stato anche provvidenziale, quando, tornato in Iran e diventato pilota di aerei, ha organizzato la mia uscita dal paese, dove, a causa della rivoluzione islamica, non avevo accesso all’Università, pur essendo una delle studentesse più brillanti di Teheran. La ragione era dovuta al fatto che non mi comportavo in modo aderente ai dettami islamici, anche se Khomeini in persona mi aveva inviato una lettera in cui si complimentava per i miei buoni risultati e mi definiva l’orgoglio della mia patria. A quel punto, esattamente in una settimana, forse percependo il pericolo che si addensava su di me, mio fratello preparò il mio viaggio con l’intento che raggiungessi una parte della mia famiglia già emigrata in America. In una settimana, a 17 anni, sono stata strappata dal mio ambiente, messa su un aereo e mandata a Zurigo per ottenere il visto. Ma gli americani me lo hanno rifiutato e sono rimasta qui dove ho studiato al Franklin College. Durante gli studi mi sono innamorata e in seguito sposata, giova-
Pupe e motori testo di Marco Jeitziner; fotografie di Flavia Leuenberger
“Cosa poteva mai capire, quella gente, del suo mondo fatto di pupe, motori e brillantina? E poi, per la combriccola guidare certe vetture e impomatarsi i capelli ogni ora non significava rimpiangere qualcosa, giocare a fare gli attori di un tempo o roba del genere. Voleva dire solamente sposare uno stile di vita unico e indimenticabile, per vivere il proprio personalissimo «american style»”
C’
erano quasi tutte “le signore”, tirate a lucido per la festa. Jack aveva deciso di fare una rimpatriata con gli amici, al solito posto, come ogni anno ormai. Immancabile la sua rossa Chevy Bel Air del ‘56, parcheggiata sul prato poco distante e in bella compagnia. I suoi amici, come lui, condividevano la stessa passione per le auto d’epoca americane con le loro T-Bird, Dodge, Chevrolet, Buick, Mustang o Corvette. Così, quel giorno, atteso freneticamente anche solo per mostrare la propria bella, s’erano dati appuntamento tra i campi, dove al posto delle solite mucche sornione facevano bella mostra di sé rombanti motori e carrozzerie di tutto rispetto. Come quella di Debby, la storica ragazza di Jack, avvolta nel suo corpetto e gonna stampato a fiori. Sin dal primo giorno, quando la notò in una caffetteria di periferia a servire giganteschi caffè e Donuts al cioccolato, lui aveva capito che sarebbe stata lei quella giusta. Poco importava se i suoi genitori non avevano mai approvato perché lo ritenevano “un tipo poco affidabile”... Ogni giorno, dopo il lavoro nel garage del padre, da cui aveva preso la mania delle “old americars”, Jack passava a salutarla. Le faceva un complimento e lei sorrideva sempre, arrossendo e tornando in cucina a nascondersi. Quel sorriso non è mai cambiato. Poi un ammicco in fondo alla sala, allo scassatissimo juke box: il titolare della caffetteria era stato in America molti anni prima e se n’era innamorato. Jack usava prenderlo a pugni quando andava a singhiozzo: come tutti i suoi coetanei, non s’era perso una sola
(...)
puntata della serie televisiva Happy Days. Certo, lui e Debby non vivevano nel Wisconsin, bensì nella noiosa campagna grigionese, ma in fondo che importava? Quando quell’infernale apparecchio non si mangiava la monetina, sputava fuori a tutto volume le migliori di Elvis, dei Diamonds o Sweet Little Sixteen del mitico Chuck. La loro canzone. Da allora Debby non s’è persa un solo raduno con Jack. Non è mai cambiata, a parte il tatuaggio che s’era fatta fare di nascosto al braccio sinistro, una rosa nera. Forse l’unico indizio che potesse tradire la filosofia del suo vestirsi in quel modo. A ogni modo c’erano proprio tutti, arrivati da diversi cantoni del paese, anche i novelli sposini con la carrozzina a tema e persino quello strano santone con la tuba, che vedevano ogni anno. C’era il tizio che ricordava il Johnny di Il selvaggio, stessa giacca di pelle perennemente seduto sulla sua Triumph. Quello che era impazzito per Bob di American Graffiti e s’era fatto il giro del mondo per trovare la stessa Chevy nera del ‘55. Oppure uno dei tanti bulli che erano rimasti folgorati dal Danny di Grease, maglietta attillata, occhiali scuri e pettine sempre a portata di mano.
Flavia Leuenberger Classe 1985, ha frequentato il centro scolastico per le industrie artistiche (CSIA) ottenendo nel 2004 il diploma di grafica. Dopo alcuni anni di esperienza anche in ambito fotografico svolge ora entrambe le attività come indipendente
L’importante era stare assieme per sognare un giorno intero. Già, perché a Jack e ai suoi amici non era mai importato nulla di quello che potevano pensare gli altri. Né quelli di città in giacca e cravatta, incolonnati ai semafori nelle loro vetture moderne, super accessoriate ma senza alcun carattere. Tantomeno, gli importava dei contadini che, cinquanta metri più in là, sghignazzavano dall’alto dei loro trattori mentre aravano i campi di mais. “Hey, maledizione, vuoi mettere i 220 cavalli di una Cadillac De Ville con il tuo ferro vecchio?”. C’era ferro vecchio e ferro vecchio, chiaramente. Cosa poteva mai capire, quella gente, del suo mondo fatto di pupe, motori e brillantina? E poi, per la combriccola guidare certe vetture e impomatarsi i capelli ogni ora non significava rimpiangere qualcosa, giocare a fare gli attori di un tempo o roba del genere. Voleva dire solamente sposare uno stile di vita unico e indimenticabile, per vivere il proprio personalissimo «american style»
Le foto presenti in questo servizio sono state realizzate durante l’US-CAR MEETING tenutosi il 28 e il 29 aprile 2012 a Coira Si ringrazia per la gentile collaborazione il Garage Carrozzeria Maffeis SA di Tesserete
Novara. Follia in mattone testo di Eugenio Klueser; fotografie di Reza Khatir
il cantiere della cupola sono ricorsi all’imposta del sesino in base alla quale ogni volta che un abitante della città acquista della carne paga una tassa aggiuntiva. E la borghesia di Novara, agiata e opulenta, di carne ne riesce a consumare parecchia, contribuendo di fatto ad alimentare la “follia” antonelliana: una cupola che rimanda alla Torre di Babele per quanto svetta verso il cielo, dall’apparenza tanto estrema che c’è già chi scommette sul fatto che bene presto crollerà su sé stessa, come un castello di carte.
Luoghi
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Firenze, 1863, l’Italia è appena divenuta una nazione. Alcuni dei nomi più importanti dell’architettura e dell’arte del Belpaese sono riuniti in una trattoria del capoluogo toscano che si appresta a divenire la capitale provvisoria del nuovo regno. Tra di loro vi è Alessandro Antonelli, l’architetto novarese che molti considerano un genio. Un genio scomodo, sicuro di sé fino alla presunzione, secondo molti un megalomane nella sua costante ricerca della monumentalità più estrema tanto che Vittorio Bersezio, uno dei massimi giornalisti italiani dell’epoca, può scrivere a ragion veduta: “L’Antonelli è un artista sullo stampo di quelli del Rinascimento; nel suo vasto cervello ogni concetto piglia una grandiosità che si spinge fino ai limiti dell’ineffettuabile”. Proprio quando Bersezio scrive queste parole, per esempio, non sono in pochi a ritenere che la cupola che Antonelli sta provando a realizzare a Novara per la basilica di San Gaudenzio sia “ineffettuabile”. Lo si capisce anche durante la riunione conviviale nella trattoria fiorentina quando improvvisamente uno dei commensali, dopo aver parlato di una sua recente visita a Milano e a Torino, domanda con voce resa allegra dal vino: “Chi è quel matto, che sta facendo la cupola di San Gaudenzio in Novara?”. È una doccia d’acqua gelata: la domanda tronca il respiro a tutti. Si cerca di sviare il discorso, ma l’Antonelli, che intanto si è già alzato in piedi lentamente, gravemente, e ha puntato le mani chiuse sulla tavola, con le braccia diritte, con la testa alta, gli occhi sfavillanti, la bocca sarcastica, risponde: “Quel matto sono io”1. La risposta non ammette repliche, né l’architetto novarese è uomo da tentennamenti o compromessi. Alla cupola sta lavorando alacremente da un ventennio, incurante delle critiche e del fatto che l’innalzarsi fino agli oltre 120 metri previsti dal suo progetto stia dissanguando la sua città. Anche perché i novaresi stessi sembrano disposti a ogni sacrificio pur di veder realizzato un monumento alla loro prosperità. Per finanziare
Un milione di mattoni Invece, a quanto pare, ha resistito e continuerà a resistere. E in questo sta il genio di Antonelli che seppe realizzare un’opera in cui “la costruzione laterizia s’affatica a uscire dai propri confini per invadere il campo della costruzione metallica”. Così si espresse Camillo Boito, non certo amante della cupola antonelliana da lui definita “un cannocchiale a tubi che s’accorcia e s’allunga per trastullo”. Eppure nelle parole di quello che è stato uno dei protagonisti più importanti della cultura artistica italiana di fine Ottocento vi è l’intuizione di quello che Antonelli volle fare a Novara: costruire qualcosa che precorresse i tempi, che guardasse già alla moderna architettura in acciaio e cemento armato, usando però il materiale più antico e più tradizionale che esistesse, il mattone. Anzi quasi un milione di mattoni. In questo modo, questo genio, metà architetto classico, metà ingegnere totalmente moderno ed esperto in scienza delle costruzioni “conquista il cielo novarese, penetrato da una cupola di tale altezza come fosse un’enciclopedia della costruzione muraria – riassumendo in essa tutto il percorso fatto nei secoli dall’uomo costruttore, empirico prima e scientifico dopo – che non rimane arida meccanica, ma che si anima nel tumulto dell’ascesa attraverso gli archi nudi e le nervature, attraverso il castello conico sempre più leggero e slanciato fino all’anello terminale. La sua opera è il punto di arrivo di una tecnica antichissima che ha precedenti ravvisabili nelle cupole romane e non coinvolge e non rinnova la tecnica muraria così come era giunta fino al suo tempo, ma riassume in sé i dettami della meccanica antica, ed è uno spunto di partenza – pur inconsapevole – per l’avvento delle opere in calcestruzzo armato”2. Insomma, il “Matto” con i mattoni ci sapeva davvero fare! Per informazioni: Fabbrica Lapidea della Basilica di San Gaudenzio (www.fablap.it) Per saperne di più: AA.VV, Novara e provincia, Touring collana Guide verdi d’Italia, 2009. note 1 L’aneddoto è raccontato nel libro Questioni pratiche di belle arti scritto nel 1893 da Camillo Boito. 2 Massimo Corradi e Valentina Filemio, La Cupola Antonelliana, in La Basilica di San Gaudenzio a Novara, Interlinea Edizioni, 2010.
SPORTIVI IN VISTA Tendenze p. 48 – 49 | di Marisa Gorza
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Le performance sportive sono un’area di sfida prontamente raccolta dall’accessorio più amato del mondo. Quindi non è casuale che proliferino occhiali specifici per ogni disciplina, per gare estreme o solo amatoriali, realizzati con materiali tecnologici e con una valenza estetica di grande impatto
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Astri toro
gemelli
cancro
Tra il 17 e il 18 luglio la Luna si troverà in posizione angolare. Problemi con la famiglia per i nati nella prima e terza decade. Permalosi e inclini a cambiamenti di umore repentini. Incontri sentimentali.
Grazie al forte aspetto tra Luna e Plutone, intorno al 17 luglio potrete conoscere una persona in grado di scuotervi dal profondo. Spese voluttuarie per i nati nella seconda decade favorite da Giove e Venere.
Rivoluzione professionale per i nati nella prima decade. Grazie al fantastico aspetto tra Giove e Urano potrete realizzare qualunque tipo di impresa facendo ricorso alla vostra genialità. Spregiudicatezza.
La Luna trovandosi nel segno sarà al centro di una configurazione astrale particolarmente accesa. Cavalcate l’onda del cambiamento. Favorite i nuovi lidi. Un 17 luglio da superare per i nati nella prima decade.
leone
vergine
bilancia
scorpione
Tra il 17 e il 21 luglio a dominare è il signore dell’intelligenza, Mercurio. Grazie al passaggio e ai buoni aspetti con Venere potrete portare a termine un affare importante facendo ricorso alla vostra simpatia.
Dopo una serie di mesi trascorsi con Marte sul collo è venuto il momento di pensare a cose divertenti. Situazioni sentimentali sbarazzine. Curiosità per l’avventura. Positive le giornate tra il 17 ed il 19 luglio.
Mercurio e Venere positivi per i nati nella seconda decade. È arrivato il momento degli incontri sbarazzini. Promozioni e avanzamenti sul lavoro per i nati nella prima decade. Stress tra il 17 e il 18.
Tenete la lingua bene a freno. Se dovete concludere un affare aspettate di andare incontro ai favori della Luna. Tra il 17 e il 19 luglio, grazie anche a Plutone in Capricorno, sarete molto carismatici.
sagittario
capricorno
acquario
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Incontro con il destino per i nati nella prima decade. I transiti nel segno dei Gemelli assumono un aspetto particolare. Attenti a quello che vi succede. Bene tra il 20 e il 21 luglio: Luna e Mercurio favorevoli.
La fase delle scelte radicali continua… Con Plutone, Urano, Marte e Luna l’unica via per andar incontro al vostro successo sembra quella di partire in guerra. Favorite il cambiamento senza riserva alcuna.
Attenti a non parlare troppo e a mantenere il giusto riserbo. Incontri con persone più giovani per i nati nella seconda decade. Riposatevi di più tra il 21 e il 21 luglio. Non siate permalosi e imparate a perdonare.
Tra il 17 e il 19 la Luna si troverà di transito nella quinta casa solare. Questo aspetto favorirà l’andamento delle vostre relazioni sentimentali. Appetiti sessuali in crescita: momento ideale per il concepimento.
» a cura di Elisabetta
ariete
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Gioca e vinci con Ticinosette
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La soluzione verrà pubblicata sul numero 30
Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate lo 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata, dalla rete fissa) entro giovedì 19 luglio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 17 luglio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!
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Verticali 1. Chi non lo rispetta rischia la patente • 2. Motivetto • 3. Si adoperavano per fare salassi • 4. Topo… ginevrino • 5. Mettere in quarantena • 6. Radici arancioni • 7. Il Ticino sulle targhe • 8. Un’acqua... che tinge • 13. Grossa arteria • 14. Epoche • 18. Essi • 20. La prima nota • 21. Costellazione boreale • 23. Il poeta delle “Parole” • 24. Tirchia • 26. Il solvente della manicure • 27. Dittongo in Coira • 28. Non proprio scandaloso • 32. Attrezzi • 34. Pittore francese • 36. Patemi d’animo • 38. Si defalca dal lordo • 41. Si affiancano spesso agli altri • 44. Italia e Portogallo • 45. Avanti Cristo.
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Orizzontali 1. Un tipo di pavimentazione • 9. Rabbia • 10. Son simili ai DIN • 11. La fine di Aramis • 12. Lavora in una cava • 15. Un personaggio dell’Otello • 16. Sporchi • 17. Gridate • 19. Stampa a spese proprie • 21. Mezza cena • 22. Calibrare le quantità • 23. Il fiabesco Peter • 24. Bruciata • 25. Può esserlo un sospetto • 28. Occidente • 29. Risonanze • 30. Saggia • 31. Il noto Marvin • 32. Decolla ed atterra • 33. Grotta centrale • 34. Consonanti in marea • 35. Strumento a corde • 37. Un tessuto • 39. Un graduato • 40. Incapace • 42. Associazione Sportiva • 43. Città brasiliana • 46. Anomale.
La soluzione del Concorso apparso il 30 giugno è: sOrpassO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Massimo Bernhard Leso 6563 Mesocco, Gr Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!
Giochi
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LA GRANDE LOTTERIA Partecipa ora: www.famigros.ch
In palio oltre 10’000 premi per tutta la famiglia! Premio principale: una VW Touran TSI EcoFuel del valore di fr. 45’000.– rezzatura da 10 buoni Sport XX per un’att .– ciclist a del valore di fr. 1’500
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10 vacanze estive in famiglia presso il Rocksresort di Laax del valore di fr. 1’990.–
50 biglietti famiglia per Bernaqua
Più di 10’000 buoni per tutta la famiglia
FINO AL 27.8.2012 I MEMBRI FAMIGROS POSSONO VINCERE COMPLESSIVAMENTE PIÙ DI 10’000 PREMI. Ogni settimana e per un periodo di otto settimane viene effettuata un’estrazione. Tutti i biglietti ricevuti partecipano anche al sorteggio finale del premio principale. Per ogni fr. 20.– di spesa viene assegnato un biglietto online. I biglietti online si ricevono acquistando nei supermercati, presso i ristoranti Migros, nei negozi melectronics, Micasa, SportXX e Do it + Garden Migros. Possono essere assegnati al massimo 25 biglietti online per acquisto. Sono escluse le vie legali. I premi non possono essere convertiti in contanti né cambiati. NON VI È NESSUN OBBLIGO DI ACQUISTO. BIGLIETTI GRATUITI e altre informazioni al sito www.famigros.ch/lotteria.