Ticino7

Page 1

№ 51 del 20 dicembre 2013 · con Teleradio dal 22 al 28 dic.

Caro babbo naTale...

Pubblichiamo le letterine di alcuni alunni delle Scuole elementari di Minusio indirizzate al grande vecchio, simbolo delle festività natalizie C  T · RT · T Z ·  .–


GIOIA À LA CARTE.

<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2Nje0MAQAvQyE2g8AAAA=</wm>

<wm>10CFWMuwrDMBAEv-jE7j0k2VcGdyZFcK_GpM7_V7bcpVgYlmH2PaPg2Wt7H9snCbqLWWNnxhJFW81utagmSVfQVnp4wCr-dFFFAzCmI6TQxw1hohitEx52H7MyZgEov_N7AT8OqFKDAAAA</wm>

Angeli, Babbi Natale e befane non possono più sbagliare! Con le carte regalo Migros è facile scegliere ciò che più si desidera. Carica ora importi tra 10.– e 3’000.– franchi presso la tua filiale Migros. Oppure vai sul sito www.mondocarteregalo-m.ch


Ticinosette n. 51 del 20 dicembre 2013

Impressum Tiratura controllata 68’049 copie

Chiusura redazionale Venerdì 13 dicembre

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

4 Mundus Animali. Attenti al Natale! di roBerto roveda.............................................. 7 Kronos Etica. Cause ed effetti di carlo Baggi ........................................................... 8 Letture I due elementi di Marco alloNi................................................................... 9 Cucina Editoria. Cucinare sì, ma ticinese di giulio carretti ..................................... 10 Luoghi Natale. Il gioco è fatto di Marco JeitziNer; foto di reza Khatir ....................... 12 Vitae Alberto Belli di gaia griMaNi .......................................................................... 14 Reportage Caro Babbo Natale ti scrivo a cura di reza Khatir ................................. 39 Fiabe Il canto delle farfalle di reza Khatir; illustrazioNi di rachele Masetti .................. 44 Sport Ginnastica presciistica. Pronti per la neve? a cura della redazioNe .................. 46 Tendenze Trucco. Bellezza sotto l’albero di Marisa gorza ..................................... 48 Svaghi .................................................................................................................... 50 Agorà Diana Segantini. Un volto per la cultura RSI

di

Nicoletta BarazzoNi ................

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

Pubblicità

Publicitas Publimag AG Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse 39 Postfach 8010 Zürich tel. 044 250 36 65 tel. 079 635 72 22 fax 044 250 31 32 daniel.siegenthaler@publicitas.com dati per la stampa a: service@publimag.ch www.publimag.ch

Annunci locali

Publicitas Lugano tel. 091 910 35 65 fax 091 910 35 49 lugano@publicitas.ch Publicitas Bellinzona tel. 091 821 42 00 fax 091 821 42 01 bellinzona@publicitas.ch Publicitas Chiasso tel. 091 695 11 00 fax 091 695 11 04 chiasso@publicitas.ch Publicitas Locarno tel. 091 759 67 00 fax 091 759 67 06 locarno@publicitas.ch

In copertina

Dana, III elementare, Minusio (la sua letterina apre il Reportage) Fotografia ©Reza Khatir

Un appuntamento immancabile L’idea di realizzare l’uscita di Ticinosette che precede il Natale coinvolgendo gli alunni di una scuola elementare era affascinante e allo stesso tempo impegnativa. Ho avuto la fortuna di poter contare sulla disponibilità del maestro Corrado Scaroni della III classe della Scuola elementare di Minusio. Un infinito ringraziamento va soprattutto alle bambine e ai bambini, e ai loro genitori per la generosa partecipazione al progetto e per aver concesso la pubblicazione delle fotografie. Un ulteriore ringraziamento inoltre alla Direzione della scuola e al Municipio di Minusio per la gentile concessione. Infine, vorrei scusarmi con i bimbi le cui foto, per motivi di spazio, non sono state pubblicate e ringraziarli di cuore per le belle parole che hanno scritto (a Babbo Natale, si intende). Reza Khatir Le festività natalizie coinvolgono tutti, anche chi suo malgrado di regali, cene, pranzi e affini non ne vorrebbe proprio sapere. I negozi, i centri commerciali, le vie nei centri storici, pannettonate in azienda, tutti parlano la lingua delle palline, candeline, luminarie, nastrini, fiocchi, lunghe barbe bianche... È una vera invasione (in alcuni casi iniziata mesi or sono), per la gioia di chi con il Natale prova a salvare il bilancio della sua attività commerciale. Ma in particolare per i più piccoli, ai quali almeno un paio di pacchettini (quando va male) giungono sempre. A loro, ai bimbi, il fotografo Reza Khatir ha dedicato quest’anno il Reportage coinvolgendo, come lui stesso spiega, una classe di scuola elementare.

Naturalmente la semplicità apparente del pensiero di ragazze e ragazzi e i loro desideri tendenzialmente “concreti” (giochi e oggetti) si scontra con richieste che fanno trasparire una visione di ciò che li circonda assolutamente vigile e in qualche modo “matura” rispetto alle priorità di una vita familiare comunitaria, non senza chiari richiami a situazioni in qualche modo problematiche. Il desiderio di “pace” espresso da alcuni di loro parrebbe una frase fatta, buona forse per partecipare a un concorso di bellezza: ma chiedere che nella propria famiglia non vi siano litigi, che i genitori o i nonni stiano bene – e indirizzare tutto ciò a una persona che vive molto lontano da loro, Babbo Natale –, più che richieste paiono braccia levate che chiedono un intervento. A Natale, lo sappiamo, tutti sono (o dovrebbero essere) più buoni; e una buona parte di questa bontà e di questo amore andrebbero donati solo ai più piccoli. Costa pochissimo e i vantaggi per tutta la società sono incalcolabili. Buone Feste, la Redazione


Un volto per la cultura Radiotelevisione. Diana Segantini, da alcuni mesi a capo del Dipartimento cultura della RSI, ti guarda dritto negli occhi mentre si esprime con autenticità ma soprattutto con credibilità sia su aspetti che la concernono in prima persona sia riguardo la politica aziendale della nostra televisione pubblica di Nicoletta Barazzoni

H

Agorà 4

consolidate ma farlo includendo anche l’altro, il nuovo, il diverso: in senso antropologico largo e anche da un punto di vista artistico-creativo. Insomma, la cultura deve essere esclusiva e distintiva, ma nel contempo anche pienamente democratica e inclusiva.

a un approccio aperto sulla sua mansione dirigenziale. Considerando con grande rilevanza la base – intesa come insieme di profili professionali ma vissuta principalmente come una realtà in cui l’aspetto umano è preponderante –, Diana Segantini accoglie le critiche come un’opportunità per migliorare. La sua cittadinanza nel mondo della cultura l’ha costruita sin da bambina, respirando il significato universale dell’erudizione umana. La sua determinazione non ha a che vedere con il potere (e i suoi abusi), ma con la convinzione che insieme ai suoi collaboratori si potranno costruire progetti culturali la cui validità si forgerà sulla base di un affiatato lavoro di squadra. E il cui risultato finale, oltre a voler emergere nel panorama mediatico, porterà una firma collettiva senza ambire dunque a riconoscimenti esclusivi all’indirizzo del suo operato ma a quello di tutto il team. Ha una visone aperta nei confronti di chi non la pensa come lei perché crede che il parere degli altri rappresenti una fonte di arricchimento. Non persegue il metodo del divide et impera per gestire i suoi compiti, ma al contrario vuole investire nelle risorse umane e nelle competenze professionali dei suoi collaboratori. La sua lente d’ingrandimento, in ambito di cultura radiotelevisiva, si posiziona sul patrimonio del nostro paese ma si orienta anche oltre i nostri confini.

Stiamo costruendo a Lugano un Tempio della cultura, il LAC. Prendiamo la metafora della ragnatela e del ragno e portiamola a noi: cosa intende fare delle “arti della scena” presenti sul territorio, ovvero in che modo pensa di valorizzare la cultura che non potrà entrare nel Tempio? Sicuramente il progetto del LAC è importante, e quindi anche la scelta politica della città di convogliare lì i suoi eventi culturali ha una sua ragione. Sono sicura che il livello culturale di questo grande progetto è alto. Come servizio pubblico, considerato il nostro mandato, non possiamo compiere delle scelte arbitrarie, privilegiando solo un ambito culturale in un unico luogo predefinito. Voglio concentrarmi anche su proposte più contenute, di nicchia, guardare con attenzione a giovani creativi che non dispongono di queste piattaforme. Per me tutto il territorio è importante: non solo Lugano e il Ticino, ma anche il Grigioni italiano e la Svizzera intera. Stiamo già valutando proposte che non presentano dei budget così sostanziosi, a cui voglio riservare la giusta attenzione.

La cultura è una costruzione sociale e convenzionale. L’uomo, secondo Max Weber, è un animale sospeso fra ragnatele di significati che egli stesso intesse. Cosa pensa a riguardo? In questa affermazione c’è un fondo di verità. Tuttavia personalmente vedo piuttosto la cultura come un grande recipiente. Quella della ragnatela può apparire come un’immagine troppo costruita che allude al rischio “gabbia”. Secondo me è invece proprio l’ingabbiamento ciò che bisogna evitare, la chiusura, i compartimenti stagni e impermeabili. Io concepisco la cultura come apertura, circolazione di idee, esperienze, realtà diverse, come confronto e scambio, senza pregiudizi, senza snobismo. Questo confronto deve, da un lato, rispettare valori e tradizioni

I criteri di scelta sono difficili da applicare. Si accontenta qualcuno ma si scontenta qualcun altro? È infatti difficilissimo usare dei criteri universali e dunque non ho l’ambizione di accontentare tutti. Due criteri irrinunciabili sono la professionalità e la qualità del prodotto. Quello della sola forza finanziaria invece no. La creatività e la voglia di creare aprono una porta di accesso ai più giovani, che non hanno forse i mezzi, ma che possiedono un grande potenziale. In redazione discutiamo di queste realtà. Cerchiamo di coprire quotidianamente la varietà delle proposte che il territorio produce, guardando anche fuori dai nostri confini. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio per incuriosire il pubblico e per mettere in luce ciò che non è conosciuto.


Diana Segantini (©RSI, per gentile concessione)

Cosa ci dice di questi primi mesi a capo del Dipartimento cultura RSI? Trovo molto stimolante l’esperienza compiuta sinora. Ci sono più di cento persone che lavorano al progetto e ho la fortuna di poter contare su molti creativi nella mia squadra. Per me è importante scambiarsi le idee, confrontarmi in un dialogo trasparente e arricchente per tutti. In quest’ottica invito i colleghi a essere propositivi. Mi sento molto libera e motivata e farò di tutto perché continuino anche in futuro a essere garantite la qualità e la professionalità, che sono la nostra ragion d’essere. Ha avvertito del provincialismo dato soprattutto dal fatto che ci conosciamo tutti e quando non ci conosciamo siamo gli amici degli amici? Conosco bene il territorio e la sua realtà. Siccome per natura sono molto ottimista, affronto le situazioni cogliendo la forza propositiva che le sottende. Venire da fuori, in questa chiave di lettura, è senz’altro un vantaggio poiché non faccio parte di un club e non sono schierata. La cultura non richiede l’adesione a questo o quel partito per essere credibile e promuovere delle attività culturali. Ci sono a volte delle pressioni, ma non mi spaventano. Non mi sento condizionata e non mi faccio condizionare. In questo senso sono convinta, determinata e coraggiosa. Gli ascolti sono come la pagella dell’alunno. Lei come li interpreta quando non raggiungono le aspettative aziendali? Sicuramente gli indici sono una parte importante per la SSR e dunque anche per la RSI che ha peraltro la miglior performance di tutta l’azienda. Dovendomi assumere la responsabilità degli indici, quando diminuiscono devo riflettere e prenderne

atto, ma con ciò non crolla tutta la strategia dell’offerta del Dipartimento cultura. Questo spirito lo trasmetto ai miei collaboratori. Sicuramente è importante avere la bussola degli ascolti. Guardando gli ultimi mesi, comunque, stiamo andando bene. La rotta è quella giusta. Lo share non è l’unico metodo per misurare la nostra qualità, e dunque voglio incentivare la squadra a essere innovativa. Avendo accanto a me dei produttori e dei redattori convinti, motivati e autorevoli, con grandi capacità e competenze, cerco di spingerli anche verso il nuovo, ovviamente nel rispetto della linea editoriale indicata dal Dipartimento e dall’azienda. Mi piace dare fiducia e libertà. Quindi lei punta sull’autorevolezza piuttosto che sull’autoritarismo? Non sono una grande amica delle regole. Sono però molto esigente e sicuramente pongo dei paletti, all’interno dei quali lascio un ampio raggio d’azione e di pensiero. Mi piace la condivisone, ma anche decidere. Attribuisco grande valore a chi sta dietro le quinte. Come riesce a conciliare televisione di qualità, aspetto finanziario e indici di ascolto? Sono degli equilibri molto fragili e come dirigente devo considerare il budget di cui dispongo ma nel contempo devo creare un’offerta all’altezza del servizio pubblico, autorevole, credibile. Stiamo vivendo un momento di ristrettezze economiche ma nel contempo potrebbero aprirsi altre porte con la nuova concessione che prevede segnatamente un potenziamento del web. Dobbiamo sviluppare i contenuti per questo nuovo modo di comunicare. I tre vettori radio, televisione e web saranno convergenti e paritari. (...)

Agorà 5


“Nei tre vettori, radio, televisione e web ci sarà un grande stravolgimento, ma con la sfida di cogliere intelligentemente questo cambiamento digitale. Nessuno ha la ricetta, nemmeno i cinesi. Sono aspetti che vanno affrontati considerando gli elementi culturali, stando attenti alle nuove tendenze, trovando il giusto rapporto con il pubblico tradizionale, legato al territorio, e che non vogliamo spaventare con dei contenuti all’avanguardia e con tematiche anche globali” Ancora prima che ci fosse il crollo dell’economia la filosofia imprenditoriale di Hayek ha investito nella creatività, puntando sull’esclusiva dell’orologio Swatch. Che cosa ne pensa? Sono appena tornata da Shanghai dove ho visitato l’albergo The Swatch Art Peace Hotel. I pilastri della Swatch sono creatività e innovazione, con un forte accento sulla tradizione e un attaccamento ai valori del nostro paese. Posso solo abbracciare questa filosofia perché con essa sono nata e spero davvero di poter trasmettere ai miei collaboratori questa scintilla, per arricchire l’offerta ed essere in grado di aprirsi a un nuovo tipo di audience, come per esempio i giovani, che non sono fruitori di radio o di televisione. Agorà 6

Alla sua nomina si diceva che lei non proviene dal settore. È meglio essere una tecnica, una stratega, o entrambe le cose? Queste voci di corridoio non mi preoccupano poiché sono infondate. Sono stata scelta per le mie capacità e per la mia formazione. Ho fatto delle esperienze nell’ambito della produzione e della documentaristica televisiva, e altre esperienze importanti nella cultura. Mi sento privilegiata di poter vivere questa mia passione, portandola nel mio lavoro. Sono piuttosto una stratega, nel senso che ho delle visioni manageriali che intendo mettere in atto con i colleghi. Certo ci vuole una parte di tecnicismo ma, per tornare alla nostra ragnatela, essa può diventare molto stretta e limitante quando ci sono solo forme molto chiuse e un eccesso di burocrazia che non mi appartengono. Come si pone di fronte alla politica del compromesso? I compromessi non li amo molto, però devo dire onestamente che quando si lavora in un team, o in un comitato direttivo, ci sono scambi e dunque si deve trovare un accordo comune per il bene generale. Sono piuttosto generosa nell’aprirmi. Fino a ora non ci sono state situazioni in cui mi sono detta: non ho potuto fare quello che avevo in mente di fare. A volte, proprio per dei principi strategici, non bisogna accelerare troppo, bisogna lasciare che i tempi si sviluppino, cercare una maggiore accettazione per costruire, scalino dopo scalino, l’obiettivo da raggiungere. Dunque in questo senso non sento la frustrazione del compromesso. Nel bilancio di un’azienda la voce del personale è quella che incide maggiormente su tutto l’assetto finanziario.

Come affronta il punto di vista umano e le implicazioni relazionali? Siamo un’azienda che produce comunicazione e dunque all’interno del Dipartimento sono fondamentali il contatto umano, e lo scambio. Negli ultimi mesi ho costruito questa cultura del dialogo, che non significa essere d’accordo su tutto. Sono una persona che si pone all’ascolto, anche in situazioni in cui mi devo imporre e decidere perché ho delle responsabilità. La mia porta è sempre aperta e dunque cerco di investire molto nella conoscenza personale dei collaboratori. Non faccio distinzione tra i ruoli, tra assistenti, freelance, produttori, redattori ecc. Deve essere una squadra che funziona. Si tratta di gestire un centinaio di presone e trovare degli equilibri, una cosa a cui punto con grande convinzione. Sono molto portata all’equità. Esprimersi apertamente su tematiche relazionali, per certi collaboratori, a volte non è possibile. I miei collaboratori li tratto e li rispetto con il principio della confidenzialità e dell’anonimato. Ciò fa parte dell’integrità innanzitutto di tutti gli esseri umani che devono essere trattati come tali. Certo il mio approccio aperto, ma anche molto diretto e schietto, può anche intimorire. Ma lo faccio per incentivare e dimostrare che tutti possono parlare di quello che non funziona, facendolo in modo rispettoso e con civiltà. Dove ci sono situazioni interpersonali che non vengono risolte il prodotto ne risente. Se, per esempio, in un’équipe medica non si va d’accordo a risentirne è il paziente. Organizzo settimanalmente dei momenti di incontro informali, di svago tra di noi per conoscerci meglio, mettendo in comune delle impressioni senza creare una situazione di costrizione e forzatura. Cerco di far incontrare i miei collaboratori, e dunque ho ideato, dal mio arrivo, questo spazio perché voglio prima sapere quali problemi ci sono per poi risolverli. Però voglio anche responsabilizzare il team. La fiducia si costruisce con dei rapporti personali e interpersonali. La serenità sul posto di lavoro per me è un requisito determinante. Se dovesse incontrare la politica culturale della RSI tra qualche anno come la vorrebbe? Possiamo utilizzare la cultura come un ponte, individuando un’apertura verso i giovani, e un collegamento con un pubblico urbano che accede alle nuove tecnologie con grande facilità.


Attenti al Natale!

Nelle leggende e tradizioni così come nella realtà, la più popolare delle feste non rappresenta affatto un “lieto evento” per alcuni animali... di Roberto Roveda

Mi ci ha fatto pensare per la prima volta mia figlia Arianna,

che ha solo quattro anni. Eravamo nel bel mezzo dell’ennesima replica della storia di Babbo Natale – repetita juvant, si dice, ma i bambini quando si fissano con una favola esagerano proprio! – e mi ero appena soffermato con tono partecipe sulle fatiche del canuto vecchietto costretto ogni anno a sciropparsi i continenti e a fare su e giù dai camini quando la pargola, con fare un po’ saccente, ha frenato la mia vis narrativa con un “ma papà, a faticare sono le renne, Babbo Natale se ne sta bello comodo sulla slitta mentre loro corrono, poverine!”.

rosso vivo da ustione che fece sì che da allora lui e quelli come lui venissero chiamati “Pettirosso”. Certo, altre fonti dicono che il petto rubicondo sia stato un premio divino per la passione amorosa mostrata nei confronti di Gesù, ma a me la tesi dell’ustione convince maggiormente! Se poi dalla tradizione e dalle leggende ci spostiamo alla gastronomia abbiamo la prova certa che a Natale conviene più ancora che in altri giorni far parte della conventicola dell’Homo sapiens.

Requiem per capponi e capitoni E anche tra tavola e cucina ci sono casi che definiremmo “umani” se A Natale una fatica “bestiale” non stessimo parlando di animaNon ha mica tutti i torti la bimba, li. Per esempio, il capitone, cioè mi sono detto, anche perché a l’anguilla femmina: viene allevata pensarci bene per il buon Papà Naapposta perché diventi bella grossa, tale sono previsti in ogni casa latte, le impediscono persino di riprodurbiscotti e magari un “cordiale” per si perché non sprechi energie e si rianimarlo mentre le renne attenimpingui, le affibbiano un nome dono al freddo, pronte a ripartire che non è certo un complimento di corsa, cariche come muli (non a (“testone” in vernacolo partenocaso, una metafora animale). peo) e tutto perché qualcuno ha Mi sono allora ritrovato a riflettere detto che più è grosso il capitone sul fatto che a Natale non proprio che si mangia a Natale, più porta Michelangelo Merisi detto il Caravaggio tutti fanno festa, anzi alcune bestie fortuna. Adorazione dei pastori (1609) sono costrette a fare i turni doppi e La palma della “sfiga” però non Museo regionale, Messina tripli. Delle renne abbiamo detto, può sfuggire al cappone che prima, però pensiamo anche al bue e all’asi“zac!”, viene privato dei gioielli di nello. Come testimonia ogni presepe che si rispetti eccoli famiglia, quindi viene costretto a una vita da eunuco in lì in quel di Betlemme mentre in piena notte gli tocca far un pollaio ridotto ad harem per l’unico gallo, e quando è da termosifone al piccolo Gesù che se la dorme beato e per bello pieno e morbido finisce in forno, per di più ripieno. di più nella loro mangiatoia. Cornuti e mazziati, si direbbe Se non è accanimento questo… a Napoli. Una giornata di duro lavoro, il bue nei campi, Ecco, dopo quello che ho detto, non mi sono stupito di l’asino a portare da Nazareth a Betlemme la Sacra Famiglia scoprire un’ultima leggenda legata al Natale e agli animali. e poi una bella notte in bianco e pure a digiuno perché c’è Una storia che racconta di come allo scoccare della mezun intruso a mensa. A Giuseppe e Maria è andata bene che zanotte tra il 24 e il 25 dicembre, gli animali – soprattutto due millenni fa non esistesse ancora la Protezione animali… quelli delle fattorie – acquistino meravigliosamente il dono anche perché secondo alcune leggende ci fu anche un altro della parola. Allora le bestie possono parlare tra loro, scamcaso di sfruttamento di lavoro “bestiale” nella capanna. biarsi segreti sui loro padroni umani, ma guai ad ascoltarli Si racconta, infatti, che a controllare che non si spegnesse di nascosto! Secondo la leggenda si rischia di attirare su di il fuoco quel 25 dicembre di 2013 anni fa non c’erano i sé la sfortuna o la cecità! Insomma a Natale anche per gli novelli mamma e papà, ma un piccolo uccellino dal piu- animali c’è (forse) l’occasione di una piccola rivincita. maggio marrone. Il pennuto passò tutta la notte a sbattere furiosamente le ali per ravvivare i tizzoni del focolare ed invito alla lettura evitare così che il nuovo nato prendesse freddo. Al mattino Alice Andreoli, Renna aggredisce Babbo Natale e altre storie di uomini l’uccellino era più morto che vivo e con il petto di un bel e animali, Sironi, 2007.

Mundus 7


Cause ed effetti

I comportamenti morali degli uomini attivano circostanze, apparentemente imprevedibili e aleatorie, ma indispensabili per produrre determinati eventi storici. Come confermano il pensiero biblico e la fisica moderna di Carlo Baggi

Kronos 8

Il grande interesse che il pensiero biblico presta all’impor- emerge che il rapporto di causa-effetto non è lineare, ma tanza della dimensione del tempo conduce non solo alla che in esso operano concause decisive. Per spiegare questa consapevolezza che il rapporto con lo spazio, ossia con le ingerenza il pensiero biblico offre un altro elemento considecose, debba essere equilibrato per non vanificare il significato rando la figura del navì, il profeta. Costui non era l’oracolo o della vita; ma anche al chiarimento del concetto della sua l’aruspice della cultura greco-latina, non prediceva il futuro, santificazione1. In particolare “santificare il tempo” significa ma era un uomo dotato di straordinario acume spirituale, operare nella realtà con la consapevolezza che l’uomo, se non che riferiva quanto “sentiva” essere già avvenuto nella realtà è più che umano, è meno che umano. Centro del discorso non spirituale e che sarebbe accaduto anche nella dimensione è dunque la santità, intesa come espresstorica, qualora non si fosse rettificato sione spirituale confinata nell’istituzione il comportamento morale in atto4. In religiosa, ma piuttosto come l’attitudine questo caso, solo la decisione dell’uoa manifestare in pienezza il vero signimo poteva permettere o evitare uno ficato dell’uomo nella Creazione. Una straordinario salto temporale dall’univerpropensione che trova il suo punto di so spirituale a quello materiale5. riferimento essenziale nel principio di responsabilità. Gli eventi, che accompaL’universale principio gnano ogni periodo della storia collettiva di responsabilità o individuale, sono in realtà domande Tutto ciò vuole significare che i comporche interpellano l’uomo affinché questi tamenti morali attivano circostanze, apsi chieda: chi li determina? La corretta parentemente imprevedibili e aleatorie, risposta impone la verifica del proprio ma indispensabili per produrre determicomportamento, perché sarà da quel rinati eventi storici. Lo schema che regge scontro che potrà emergere il vero primo questo processo è singolarmente analogo responsabile di ciò che accade a se stessi, a quanto, in fisica, è espresso dal TeoreAlbert Einstein durante una lettura al prossimo e alla Creazione. Quell’esame ma di John Stewart Bell che, nel 1964, nel 1921 (yovisto.blogspot.com) richiede non solo la capacità di leggere gli confermò un esperimento compiuto nel eventi, ma anche d’interpretarli. Ed è su 1935 da Einstein, Podolski e Rosen. In questo che il pensiero biblico2 fornisce un’argomentazione pratica, si erano prelevate da un medesimo processo fisico che trae spunto da alcuni dati genealogici, apparentemente due particelle subatomiche, aventi il medesimo senso di insignificanti, riportati nel libro della Genesi3. rotazione (spin) e, dopo averle materialmente separate e allontanate, si era invertito il senso rotatorio di una di esse. Un rapporto non lineare Il risultato fu che anche l’altra, nonostante la distanza, In essi compare la figura di Timna, sorella di Lotan, un Ho- simultaneamente aveva modificato nello stesso modo il reo. Costei, di stirpe nobile, voleva entrare a far parte d’Isra- senso di rotazione. Le due particelle erano inspiegabilmente ele, ma poiché non fu accolta preferì divenire concubina di collegate e l’attitudine espressa da una era “responsabile” del Elifaz, nipote di Giacobbe, piuttosto di non aver nessuna comportamento dell’altra. Un’interazione, immagine di un parte in quel popolo. Da quell’unione nacque Amalek, che universale principio di responsabilità, che impone a tutto poi fu un acerrimo nemico d’Israele, tanto da assurgere a il Creato di sapere ciò che deve essere fatto. simbolo di ogni suo futuro persecutore. La spiegazione data a questo sciagurato evento è di tipo morale: Timna non doveva essere rifiutata, pertanto Amalek fu la conseguenza note di quell’ingiusto comportamento. Tuttavia l’aspetto etico di 1 A.J. Heschel, Il sabato, pag. 21 segg., Garzanti, 1999 questa concomitanza cela una trama più complessa; infatti, 2 Talmud, Sanhedrin 99b. David Banon, La lettura infinita, pag. 129, Jaca Book quell’effetto negativo poteva anche non verificarsi se, per 3 esempio, Timna se ne fosse andata o se fosse stata sterile. 4 Genesi 36: 12,22,29 Il racconto del libro di Giona è significativo. Amalek è, quindi, frutto non solo di un atto moralmente 5 Su quest’aspetto: 2 Re 20:1-11. Anche il significato spirituale negativo (il rifiuto), ma anche di altri fattori che di per sé della festa ebraica di Rosh Ha-Shanah (Capo dell’anno) ripercorre questo percorso. sono positivi (la risolutezza e la fertilità). Da questo racconto


Letture I due elementi di Marco Alloni

Cosa

distingue il grande reporter Ryszard Kapuscinski da molti suoi colleghi? Due elementi che fanno di un cronista un vero giornalista. Il primo: soggiornare abbastanza a lungo in un luogo per comprenderne lo spirito. Il secondo: avere una padronanza narrativa tale da far parlare gli eventi. Ne dà prova in particolare in Shah-in-shah, libro in cui ripercorre ascesa e declino degli ultimi scià di Persia fino all’avvento di Khomeini nel 1979. Anche in questo libro compaiono le due caratteristiche di cui sopra, al punto che il reportage si profila come una sorta di romanzo. Perché è così importante possedere queste qualità per rappresentare il mondo? Per una ragione spesso negletta: che alla base della conoscenza della realtà risiedono l’esperienza e la parola. Di norma il giornalismo di corrispondenza degli inviati è perfettamente documentato ma manca di tali doti decisive. Ne si ricavano così quasi sempre resoconti che ricadono in un difetto o nell’altro: o la presentazione asettica del mondo attraverso

la sua evenemenzialità oppure un resoconto compiuto attraverso una superfetazione sentimentalista che dovrebbe surrogare l’esperienza. In entrambi i casi, l’esperienza non trasuda dalla cronaca e la lingua è o povera o retorica. Kapuscinski si muove sul crinale di un sapere esperienzale e di una forza narrativa che fa invece delle sue cronache un’autentica testimonianza. Laddove per “testimone” non si intende colui che si limita a posizionarsi dietro una telecamera, filmando a casaccio, ma chi dispone di una telecamera mentale e linguistica in grado di rappresentare il mondo nell’unico modo davvero cogente: attraverso le parole adeguate per esprimerne lo spirito. Per riconoscere il grande giornalismo basta affidarsi a un semplice trucchetto. Se nel leggere o ascoltare una testimonianza si ha l’impressione di riconoscere il respiro della storia siamo di fronte al grande giornalismo. Se il respiro che avvertiamo è quello del contingente siamo di fronte alla mera cronaca.

Buon iNatale.

Con ogni iPhone insieme a un abbonamento a Sunrise NOW max, Sunrise adesso ti regala uno iPad mini.

Gratis

99.– CHF*

+ Offerta valida fino al 28.12.2013 stipulando un nuovo abbonamento mobile Sunrise NOW max (CHF 129.– / mese) per 24 mesi con un iPhone. iPad mini 16 GB con modulo 3G gratis invece di CHF 459.–. Un apparecchio per cliente. * iPhone 5s 16 GB con Sunrise NOW max per 24 mesi CHF 99.– invece di CHF 748.– senza abbonamento. Non inclusa carta SIM per CHF 40.–. Con riserva di modifiche e solo fino ad esaurimento scorte. Ulteriori informazioni sono disponibili nei Sunrise center o sul sito sunrise.ch

Shah-in-shah di Ryszard Kapuscinski Feltrinelli, 2004


Cucinare sì, ma ticinese Momento di gioia e di condivisione, il Natale rappresenta un’occasione per dar sfogo alla propria creatività in campo gastronomico, senza rinunciare alle proprie radici e tradizioni di Giulio Carretti

Cucina 10

Il Natale è festa di convivialità e di incontro per eccellenza, forse il momento più intenso dell’anno da questo punto di vista. Che si organizzi la cena di vigilia o il pranzo del 25 dicembre, si tratta sempre e comunque di un momento speciale. E non solo per i bambini – perché in fondo, diciamo la verità, è la loro festa – ma anche per gli adulti che hanno modo di incontrare parenti, congiunti e amici, condividendo con loro una giornata di serenità e spesso di autentiche beatitudini gastronomiche. Del resto, la mania per la cucina si è diffusa a macchia d’olio negli ultimi anni grazie al web, che offre soluzioni e proposte di ogni genere, e all’insistente bombardamento mediatico su chef e pseudochef, sempre pronti a confrontarsi a colpi di forchetta e schiumarole. Cucinare bene presuppone però notevoli conoscenze anche se l’ambito di riferimento è quello del proprio territorio d’appartenenza. A riguardo, proprio nelle prime settimane di dicembre sono giunti in redazione due diversi volumi di cucina e ricette rigorosamente ticinesi: Casa nostra. Le ricette, pubblicato per la prima volta dall’Istituto Editoriale Ticinese di Belinzona nel 1967 e oggi riproposto con una nuova grafica essenziale ma moderna, e Le ricette di mia nonna. Tradizione culinarie del Ticino, di Giuliana Campana, edito dal locarnese Armando Dadò. Il primo è un volume storico a cui molte famiglie ticinesi hanno attinto nel corso dell’ultimo mezzo secolo, mentre il secondo rappresenta un omaggio, particolarmente sentito, alla tradizione e all’eredità di una nonna, Pierina, alle cui ricette la nipote Giuliana si è ispirata nella stesura del testo. Un testo doppiamente interessante in quanto non tratta solo di gastronomia ma ci insegna, per esempio, a utilizzare gli aromi, a preparare bevande e infine ci guida all’uso degli oli essenziali, degli idrolati e di altri rimedi e prodotti utili alla bellezza e al benessere. Il sapore della memoria Un aspetto non trascurabile nella morte di un genitore, al di là dell’inevitabile dolore che ne deriva, è legato alla perdita di una memoria, una corpus di ricordi, esperienze e tradizioni, a cui potevamo un tempo accedere – bastava una domanda! – e da cui di colpo veniamo estromessi. Un aspetto che spesso emerge come consapevolezza solo in un secondo momento, a volte a distanza di mesi se non di anni. Ci sono, per esempio, sapori e aromi a cui dalla perdita di mia madre, ormai avvenuta oltre vent’anni fa, non ho più

avuto accesso. Qualcosa ho tentato di ricostruire, chiedendo a mia zia – per esempio, la trippa alla fiorentina o un certo modo di preparare gli strozzapreti –, ma non è più la stessa cosa. Del resto in cucina, ognuno di noi manifesta in modo indecifrabile la propria personalità, e non c’è piatto, pur nell’aderenza più attenta alle indicazioni, che realizzato da due persone diverse abbia il medesimo gusto. Un mistero affascinante, se vogliamo, che ci riporta alle attività “creative” che la preparazione del pranzo natalizio in qualche modo impone. E nei due volumi citati non mancano suggerimenti e stimoli: dalle classiche lasagne al riso alla siciliana, dagli gnocchi di patate e Sbrinz in salsa rosa al ris in cagnon bianc, dal filetto di manzo all’arancia al coniglio alla carbonara, dal polpettone alla bellinzonese al classico bollito. Per quanto concerne torte e dessert non c’è che l’imbarazzo della scelta fino alla conclusione con un Grand Marnier alla ticinese. Due volumi che, con stili e approcci differenti, ci riportano alla nostra più autentica tradizione culinaria: un modo per ricordare e ritornare alla nostre radici senza rinunciare al piacere condiviso di un buon pranzo. Casa nostra. Le ricette Istituto Editoriale Ticinese, 2013 Volume storico dell’editoria dedicata alla gastronomia del cantone, viene riproposto in una veste grafica totalmente rinnovata e di chiara lettura che ripropone solo la parte dedicata alla cucina della precedente edizione che includeva invece un’ampia sezione dedicata all’economia domestica. Nonostante l’assenza di immagini e fotografie, il libro si presenta elegante e al contempo sobrio. Le ricette di mia nonna. Tradizione culinarie del Ticino di Giuliana Campana Armando Dadò editore, 2013 Un omaggio realizzato con affetto e ammirazione per una “grande” nonna da parte di Giuliana Campana, esperta non solo di gastronomia ma anche erbe medicinali e aromatiche. Rispetto al precedente, presenta una veste grafica classica, con ampio spazio alle fotografie e un breve glossario finale. Se da un lato si tratta di volume più legato alla tradizione cantonale e alla memoria di antichi sapori, dall’altro presenta un’ampia sezione dedicata agli oli essenziali, agli idrolati e ai rimedi naturali.


Festeggiate all’insegna del buon gusto con le specialità per le feste di Bell

<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2MTAwMwQAra8yag8AAAA=</wm>

<wm>10CFXKoQ4DIRAE0C9aMjPAAl3Z4EhFcx5zqe7_q8vVVTz31oqa8POcr2O-g2AplgvgjDpqUvPo2ZMUFFxgftBZhQ7_6yahAdj3Mcrgm24shrHH6Ol7fi4NIzAncQAAAA==</wm>

www.bell.ch

Arrosto alla ticinese

Prosciutto di tacchino

Arrosto di gigot d’agnello

Lombata di agnello in crosta di erbe aromatiche


Natale. Il gioco è fatto di Marco Jeitziner; fotografie ©Reza Khatir

Ma, mi chiedo, una volta entrati nel negozio, sul cui muro esterno c’è magari appeso un Babbo Natale scalatore, i bambini penseranno ancora che i giocattoli li porta lui? Nel retrobottega non ci sono elfi che costruiscono e supervisionano tutti i balocchi, perché quegli “elfi”, semmai, stanno molto lontano da qui e hanno gli occhi a mandorla. Be’, ai commessi di questi negozi consiglio un po’ di fantasia: dite ai bimbi che voi siete solo degli intermediari, che riferirete i desideri dei piccoli clienti direttamente a Santa Claus, con cui siete collegati tramite Skype, ok?

Luoghi 12

Era difficile non entrarci senza far spazientire i genitori o l’amichetto di turno. Chi non è più piccino forse ricorderà un negozio di balocchi nella capitale, all’angolo tra viale Stazione e via Torre, con le sue ampie vetrine e il luminoso interno rosso. Erano gli anni ottanta. Oggi non c’è più, è proprio sparito dal Ticino e ha delle filiali solo nella Svizzera tedesca e francese. Ma è bello sapere che queste botteghe di ninnoli, soprattutto nel periodo prenatalizio, continuano a sopravvivere e a essere frequentate, anche nell’era del “tutto elettronico” e dei discutibili Babbi Natale appesi come ladri a muri e balconi. Baloccaggini e baloccamenti Entrateci e vedrete. Vi perderete al suo interno, in baloccaggini e baloccamenti, letteralmente, tra scaffali ricolmi di “preistorici” giochi di legno e di animali di peluche d’annata. Quasi conoscevamo tutto l’assortimento, i numeri di serie di ogni soldatino e di ogni singolo dinosauro di gomma, i commessi ci salutavano per nome. Mi piace credere che anche i bambini di oggi si nascondano dietro giganteschi orsacchiotti e i genitori li cerchino tra più o meno famose bambole e bambolotti. Anche papà e mamma conosceranno a memoria il prezzo del bambolotto parlante. Se i pargoletti hanno preso un bel voto in matematica o non hanno fatto troppi capricci per andare dal dentista, allora meritano un premio. Ma quale? Eh, questo è il dilemma. Mi viene a mente “Turbo Man”, il più venduto a Natale, come nel film Una promessa è una promessa. Oppure un qualsiasi giocattolo dell’assurda bottega delle meraviglie del film Mr. Magorium, dove tutti i balocchi prendono vita.

Vecchio o nuovo? Ah, l’eterno dilemma che anche noi non possiamo fare a meno di sollevare: tradizionali o moderni? E chi lo sa! È probabile che in futuro prevarranno sempre più i giochi elettronici, la consolle con cui smanettare davanti alla televisione, rispetto al cavallino a dondolo, ai giochi da toccare e assemblare. Non avendo questa gioiosa (o sofferta, dipende) incombenza, e senza voler consigliare alcunché, ho trovato interessante e divertente scorrere la lista dei giocattoli “più gettonati per il Natale 2013” segnalati da un popolare quotidiano britannico. Il primo è... la nave della guardia costiera (?), forse per una precoce sensibilizzazione sui drammatici sbarchi di clandestini. Segue il set del piccolo dottore: sapersi misurare la pressione a tre anni può essere utile. Poi la fatina volante che si “guida” con le mani: peccato che per farlo si consumano sei batterie. Il morbido pupazzetto elettronico che reagisce in base a come lo si “tratta”, basta non dimenticare come lo si è chiamato, altrimenti rischia di snobbarvi. Due modelli di tablet per bambini, così è sicuro che il prossimo Natale vi chiederanno quelli veri. L’intramontabile Monopoly, tanto per inculcare il valore dei soldi e i loghi di note aziende. Toh, le bambole emo o punk a mo’ di fatine dei desideri proprio ci mancavano, ma il look è alla moda. La pistola che spara diciotto dardi è perfetta per fare imboscate al nonno da dietro il divano. Infine i pesciolini robot che si animano al contatto con l’acqua e il cagnolino elettronico che risponde alla voce con più di cento comportamenti (si sono ispirati al Cacciatore di androidi di Philip K. Dick?). Ecco, magari, dico magari, converrebbe anche entrare in altri tipi di negozi di giocattoli, come all’Ospedale del giocattolo a Lugano o a GiocaSolida a Locarno: sono dei programmi occupazionali per disoccupati nei quali si riciclano e si riparano i balocchi. Sotto Natale, si sa, siamo tutti più buoni e giusti, vero?


Luoghi 13


S

Vitae 14

ono nato a Guardea, un paesino nei pressi di Orvieto. Conservo un bel ricordo della mia infanzia, che ho trascorso in mezzo alla natura, nella libertà totale, andando a fare i bagni al fiume, correndo in bicicletta e rubando con gli amici la frutta dalle piante dei contadini. I genitori ci permettevano di fare cose che adesso sarebbero inconcepibili. Il territorio incontaminato in cui sono cresciuto e la libertà datami dalla mia famiglia sono stati determinanti nella formazione del mio carattere e si sono rivelati una grande risorsa e un punto di forza per la mia evoluzione personale. Al termine della scuola media ho frequentato l’Istituto tecnico industriale e, già durante gli studi, lavoravo nell’azienda di famiglia, che si occupava d’impianti idraulici ed energie alternative. Questo piacevole periodo di studio e lavoro mi ha indotto a sviluppare amore e passione per la mia professione, che tutt’oggi è rimasta l’attività principale nella mia vita. Lavorando nell’azienda di mio padre, la cosa che più mi appassionava e mi divertiva, era quella di installare impianti solari termici e il primo l’ho montato quando avevo soli 17 anni! Nel ‘96, mi sono trasferito in Svizzera per due ragioni importanti: l’amore per Simona, che poi è divenuta mia moglie, e un fatto politico inaspettato e determinante, la discesa in campo di una forza totalmente contraria a ciò che fino ad allora aveva costituito il mio credo politico con figure di riferimento come Enrico Berlinguer e Sandro Pertini che rappresentavano il mio ideale. A distanza di anni, devo dire che il tempo e gli eventi italiani, hanno confermato la mia intuizione di allora e qui in Ticino è stato quasi naturale aderire alle idee e ai progetti degli ecologisti che, occupandosi sia dell’ambiente sia dei diritti sociali, soddisfano pienamente le mie aspirazioni a creare un mondo migliore. Nel periodo della mia adolescenza avevo fatto parte di un circolo culturale, in cui gli interessi e gli argomenti trattati erano molteplici: arte, musica, poesia e questo è stato un passaggio importante ed esaltante che ha fatto nascere in me una vera passione per tutte le espressioni artistiche,

ma in particolar modo per la musica, dalla classica, all’opera, al jazz. In questo circolo ho conosciuto Pasquale, una persona davvero formidabile, che quando parlava, t’incantava e ti faceva appassionare all’argomento che trattava. Con lui abbiamo fatto di tutto: dalle serate dedicate alla musica classica con ascolto e spiegazione, a quelle di musica jazz, a gite guidate alla Cappella Sistina di Roma con commento sul posto dei dipinti di Michelangelo, ad altre visite a siti interessanti della Roma antica. Una cosa veramente esaltante era quando si organizzavano dei concerti di musica classica dal vivo in un castello che ci metteva a disposizione il proprietario, nostro amico. Nello stesso periodo mi ero anche iscritto al gruppo archeologico di Guardea, che si occupava della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico e artistico e ogni anno si svolgevano diverse attività, come campi estivi di ricerca archeologica diretti da un archeologo, lezioni sull’archeologia e sulle strutture architettoniche del passato, gite in città d’arte, musei, mostre. Risale a quel periodo l’inizio della mia collezione di monete, quasi tutte della Roma antica, passione che coltivo ancora oggi. In questi ultimi anni ho conosciuto l’opera di uno scrittore e giornalista, Tiziano Terzani, che è diventato un po’ il mio maestro di vita per gli ideali che trasmette e l’aspirazione a un cambiamento radicale della nostra società, basata tutta sul denaro. Una cosa che mi piacerebbe molto fare in futuro è di mettere a disposizione la mia esperienza di lavoro nelle regioni povere del mondo, magari per portare acqua potabile, costruire strutture igienico sanitarie, realizzare dei pozzi o cose del genere. Alcune volte in questi paesi basta davvero poco per aiutare e cambiare l’esistenza di tante persone. La mia famiglia, e mia moglie in particolare, sono state il perno della mia crescita. Indirettamente mi hanno insegnato ad apprezzare le piccole cose della vita e a gustare il presente, con positività e un po’ di sana autoironia.

ALBERTO BELLI

Idraulico sognatore e innamorato dell’arte vorrebbe mettere a disposizione degli altri le sue capacità, per dare acqua e servizi igienici a chi non li ha

testimonianza raccolta da Gaia Grimani fotografia ©Flavia Leuenberger


“Vorrei che la mia famiglia fosse felice e che tutti passeranno un bel Natale” Martina

“Vorrei tanto questi doni: la pace nel mondo, la PSP, un cucciolo di cane, lo scudo di capitan america e il costume”

“Vorrei la pace nel mondo, e un serpente” Samuele

“Vorrei che non ci fossero più bambini poveri nel mondo che ci fosse più neve a Natale”

Nicolas

allievi della III classe, Scuola elementare di Minusio; fotografie ©Reza Khatir

Piero


Caro Babbo Natale, vorrei la pace nel mondo. Ciao Jillian


Caro Babbo Natale, vorrei che il giorno di Natale siano tutti contenti Lucio


Caro Babbo Natale, in questo Natale vorrei la pace nel mondo e poter aiutare tutti quelli che stanno male Paolo

Caro Babbo Natale, vorrei un cricetino e che la mia famiglia vivesse felice e contenta Joanne


Caro Babbo Natale, desidero tanto una PlayStation e un robot Youssef

Caro Babbo Natale, vorrei vedere il tuo laboratorio e che anche i genitori ricevessero dei regali. Ciao Kata


Il canto delle farfalle di Reza Khatir; illustrazioni ©Rachele Masetti

Fiabe 44

n un paese lontano, così lontano che nessuno sa se sia esistito davvero, viveva un bimbo felice in una grande casa, con un ampio giardino disseminato da piccoli stagni e molti sentieri pieni di gelsomini profumati. In questa spaziosa dimora vivevano anche i suoi genitori e la nonna materna. La nonna era piccola e gentile, come la brezza di una serata di giugno, girava per la casa e spesso raccoglieva le briciole che il bimbo lasciava cadere mentre mangiava il pane. A volte raccoglieva pure i chicchi di riso caduti in cucina, perché credeva che il pane e il riso fossero doni di Dio e non bisognava davvero camminarci sopra con i piedi! Diceva spesso che era stanca e vecchia e che non vedeva l’ora di andare in paradiso. I genitori del ragazzo erano spesso assenti per motivi di lavoro, così lui passava molto tempo con la nonnina e lei gli raccontava tante belle fiabe. Un giorno, mentre faceva i compiti, chiese alla nonna: “Nonna, cosa è il paradiso?” “È un posto bellissimo” rispose lei, “nel quale tutti vogliono bene a tutti, senza cattiveria o rancore e puoi avere quello che desideri senza toglierlo a qualcun’altro”. Il ragazzo rifletté e poi chiese di nuovo: “Quando andrai in paradiso, visto che ti piace così tanto?” “Beh, quando mi porterai i primi soldi guadagnati con le tue mani…” rispose la nonna sottovoce.

Passò qualche giorno e il ragazzino continuava a riflettere su queste parole, voleva così bene alla nonna che avrebbe fatto di tutto per renderla felice. Decise quindi di andare a cercare lavoro il sabato successivo. Sabato mattina si alzò di buon’ora e si vestì con panni pesanti lasciando alla nonna un biglietto sul tavolo della cucina: “Vado a lavorare!”. Attraversò il lungo viale che portava al cancello di casa e nel farlo pensò alla sua mamma, perché si rese conto che le foglie che ricoprivano il sentiero avevano il colore dei suoi capelli fulvi. Arrivò all’angolo del grande cancello, dove si trovava una porticina un po’ più grande di lui, e da quella porticina uscì. La strada era ampia e alberata, con spaziosi marciapiedi. Tutte le case erano nascoste alla vista e si vedevano solo cancelli e muri. All’angolo della strada c’era una panetteria, entrò senza esitazione e chiese al panettiere se avesse lavoro per lui. Il panettiere, sorridendo, gli disse che erano al completo, ma che poteva riprovarci la primavera successiva. Andò allora al vicino negozio di dolciumi, ma invece di un lavoro gli offrirono un pasticcino. Poi chiese al fruttivendolo, al carpentiere e così via… alcuni sorrisero, altri rimasero sorpresi dall’insolita richiesta del ragazzo, anche in virtù del fatto che all’apparenza non sembrava né povero né bisognoso. Arrivata l’ora di pranzo senza aver concluso nulla, a malincuore si decise a tornare a casa e riprovare un altro giorno. Sulla strada del ritorno, non lontano da casa sua, scorse un ragazzo con la pelle


scura, forse con qualche anno più di lui, che vendeva rose per la strada. “Ciao” disse il nostro eroe, “fermati che ti devo chiedere una cosa…” “Cosa vuoi, devi comperare un fiore?” rispose il fioraio, fissandolo con i suoi lucidi occhi neri che sembravano due preziose sfere di onice. “No, ma voglio sapere cosa devo fare per lavorare come te” “Però! Non mi sembri un ragazzo povero, non capisco perché tu lo voglia fare” Dopo un momento di silenzio il ragazzo rispose: “Devo lavorare in modo che mia nonna possa andare in paradiso” “Come? Che brutta cosa!” commentò indignato il venditore di rose; “io lavoro perché la mia nonna possa vivere e tu mi chiedi di fare morire la tua! No, non ti posso aiutare” e si allontanò via scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

Il bimbo tornò a casa confuso, non aveva capito cosa intendesse dire il fioraio. Quella notte rimase sveglio e anche il giorno dopo non riuscì a stare tranquillo, ma lentamente comiciò a capire qualcosa, come una musica che assomigliava al canto delle farfalle che spesso osservava in giardino nella stagione calda. Passarono i giorni. Le vacanze erano iniziate e lunedì non doveva più andare a scuola. Sdraiato sul morbido tappeto del salotto leggeva un libro e la sua amata nonna era seduta su una poltrona davanti al camino acceso. Davanti a casa un furgone si fermò e l’autista lasciò un grande albero di Natale proprio davanti alla sua porta. Il bimbo guardò i grandi occhi azzurri e limpidi della nonna, sentendo tutta la gioia di averla lì vicino, mentre fuori dalla finestra iniziavano a cadere i primi grandi fiocchi di neve. Fiabe 45


Pronti per la neve? L’arrivo delle festività natalizie rappresenta per molti il ritorno sulle piste da sci. Ma la neve non è solo un innocuo passatempo; una buona preparazione fisica è dunque d’obbligo a cura della Redazione

Colonna vertebrale Avanzare a quattro zampe (passo dell’orso), un po’ come fanno i bebè prima a muovere i primi passi. Questo esercizio aiuta a sciogliere gambe e braccia, permette di “far lavorare” e riscaldare anche la muscolatura della colonna vertebrale. ➔ Eseguire circa 20 passi, con brevi pause tra una serie e la successiva.

Sport 46

Gli

sport sulla neve sono per la maggior parte di noi un’attività ludica ma, come ben sappiamo, le cronache dei mesi invernali raccontano troppo sovente di incidenti sulle piste da sci, con pericoli che vengono sia dalla neve e dalle difficoltà delle piste (spesso sottovalutate), sia dagli altri utenti, a loro volta impreparati, irrispettosi “padroni delle piste” o presunti emuli di Lara Gut. Lo sci e lo snowboard in particolare presentano dunque elementi di pericolo per la nostra incolumità fisica e, a differenza dei professionisti e degli sportivi d’élite, è quasi esclusivamente la preparazione a fare la differenza tra i grandi atleti e coloro che dedicano i loro fine settimane alle discese. Infatti, i movimenti di base restano gli stessi per tutti e, per chi non bada al costo dell’equipaggiamento, anche le attrezzature utilizzate posso essere assai simili a quelle impiegate in Coppa del mondo.

sCioltezza delle gambe È un semplicissimo ma efficace esercizio di elevazione. In piedi e con le gambe appena divaricate, le braccia tese in avanti, prima scendete lentamente con la schiena dritta sino a quasi toccare i glutei con i talloni... poi risalire. ➔ Procedere con 10 ripetizioni per 3 volte, riposando tra una serie e l’altra. Nei giorni seguenti aumentare il numero di risalite per singola serie.

Vado a sciare... per tenermi in forma? Scendere lungo un pendio a 40/50 km/h e credersi ottimi sciatori è il modo più semplice per farsi del male, soprattutto se abbiamo trascorso gli ultimi sei mesi seduti davanti a un PC. Come pure andare sulle piste da sci “per riprendere la forma” e fare dello sport all’aria aperta è il classico errore da non fare. In verità dovrebbe essere esattamente il contrario: prima ci si prepara fisicamente, poi si inforcano gli sci. In generale, la preparazione dovrebbe avvenire qualche settimana prima, andando in palestra e svolgendo esercizi mirati sulla muscolatura (soprattutto degli arti inferiori) e della resistenza con, se possibile, almeno due sedute a settimana. E poi c’è la ginnastica presciistica, da praticare in casa o sulle piste… Obiettivi? Aumentare la resistenza allo sforzo, l’agilità e anche l’equilibrio: ecco alcuni semplici esercizi suggeriti anche nel portale ok-salute.it.


Migliorare la resistenza È un esercizio assai diffuso e inaspettatamente “ostico” per alcuni. Si piegano le ginocchia sino a toccate i talloni con i glutei, avanzando mantenendo le gambe flesse: prima si pone avanti il tallone, poi la punta del piede ➔ Iniziare con 10 passi, riposa circa 30”; ripetere la serie 3 volte e nei giorni successivi provare ad aumentare il numero di passi.

stiMolare le caviglie Sono una parte delicata del piede e per questo andrebbero sempre riscaldate a dovere. L’esercizio consiste nell’avanzare a gambe semipiegate e con i piedi leggermente divaricati: questo permette anche di migliorare la resistenza delle gambe (muscolatura delle coscia). ➔ Fare 20 passi per volta, 3 volte consecutive: aumentare nei giorni successivi il numero di passi.

rafforzare gli addoMinali Sono una componente fondamentale della nostra muscolatura, anche per chi pratica dello sci! Le mani devono essere incrociate dietro la testa: il ginocchio destro deve toccare quello sinistro e viceversa. ➔ Eseguire 10 incroci alternati; riposare 30” e poi ripetere almeno 3 volte. Aumentare nei giorni a seguire il numero di serie.

Bioflorina® agisce delicatamente contro la diarrea e riequilibra la flora intestinale alterata.

Per il benessere della flora intestinale.

• Probiotico naturale. • Una sensazione di benessere per tutta la famiglia. Voglia leggere il foglio illustrativo. La preghiamo di chiedere consiglio al suo farmacista o al suo droghista (Elenco D).

sanofi-aventis (svizzera) sa, 1214 Vernier/GE

026003-08/2012

• Regolarizza la flora intestinale alterata e agisce contro la diarrea.


Bellezza sotto l’alBero Tendenze p. 48 – 49 | di Marisa Gorza

rieccolo il Merry Christmas! Giorni di festa e d’incanto, di tavolate in famiglia, di occasioni mondane e non. e anche di fatica, di corse affannate alla caccia dell’imperdibile strenna o dell’ultimo o penultimo regalo. Giorni eccitanti sui quali aleggia quella particolare atmosfera sospesa tra la voglia di bontà e quella di follie

G

iorni gioiosi – è l’augurio per tutti! – dove i temi ricorrenti dell’amore, del calore di un focolare ritrovato e celebrato ci rendono più belle, più vere. Tuttavia se alla magica notte della Natività, o al veglione di San Silvestro vogliamo apparire perfette, tanto per ammaliare il nostro compagno o per fare un figurone ovunque ci troviamo, un sapiente maquillage è l’ideale. Ci rivolgiamo perciò a Morena Musi, esperta e sensibile make-up artist di T.LeClerc e Olfattorio (Milano), nostra

grande amica e sempre generosa nel dispensare preziosi consigli di bellezza: Il concetto di bellezza, si sa, cambia nel tempo. Tant’è che la ricerca cosmetica si evolve secondo le nuove esigenze assecondando un’attenzione meticolosa verso ogni dettaglio, con l’obiettivo quindi di far sparire il più piccolo difetto della pelle. Il volto truccato, oltre a presentarsi assolutamente naturale, deve essere luminoso e levigato con un incarnato effetto porcellana. O, per meglio dire con un linguaggio più attuale, deve apparire come rifinito da un sapiente Photoshop.


Questo effetto come si ottiene? Con i correttori modernamente evoluti, ma procediamo per gradi. Per sfoggiare un trucco senza sbavature, il primo gesto da compiere, dopo l’abituale crema da giorno, è l’applicazione di un Base Primer che prepara l’incarnato al fondo tinta idratante, oppure al tipo Fluide Anti Age, secondo la grana della pelle. Lo step successivo prevede l’uso mirato del correttore per illuminare e cancellare del tutto le zone concave e in ombra (vedi occhiaie, nasogeniene, codice a barre intorno alle labbra ecc). Il Fluide Correcteur di T.LeClerc, molto confortevole e dal texture leggero e fluido, ha proprietà emollienti (derivate dalla glicerina e dal talco) e antiradicali (dalla vitamina E) e contiene inoltre pigmenti capaci di riflettere la luce. Eccolo l’effetto photofinish! Come si applica? Mediante il pratico pennellino incorporato, si appone direttamente sul contorno occhi, sulle palpebre per dare ulteriore luminosità allo sguardo, sui solchi ai lati della bocca... Poi si picchietta leggermente con la punta delle dita in modo che la materia si fonda con l’epidermide. Da tener presente che la tonalità Banane (leggermente gialla) è un vero e proprio SOS per le occhiaie dalle sfumature bluastre, mentre

l’Orchidée (rosata) è la panacea per i calamai sul marronegrigiastro, tipici delle carnagioni più scure. Vero e proprio camaleonte è la tonalità Beige. Tra l’altro i nostri correttori sono adatti anche al volto maschile per donare freschezza e minimizzare i segni dello stress dei nostri dinamici uomini. Ma qualora le cicatrici, le occhiaie e i segni della stanchezza fossero più accentuati? Si può usare l’Anticerne Professionnel, decisamente più coprente. Mimetizza anche macchie scure, discromie e couperose. Agenti emollienti (polisiloxani, olio di jojoba, stearate) lo rendono particolarmente morbido e waterproof: resiste anche a una bella nuotata in piscina! Si fissa il tutto con una spolverata di cipria e un tocco di fard sotto gli zigomi per un viso scolpito, cesellato e rifinito, pronto per affrontare flash impietosi. O come fosse stato fotografato con le nuove tecniche dette di clonazione che valorizzano le zone più perfette della pelle. E per il trucco di occhi e labbra? Suggerisco di esagerare almeno un po’. Una volta (anche due) all’anno è permesso. Stiamo festeggiando oppure no?

Sunrise TV: Molto più di una televisione. Ora con un buono di CHF 300.– per il tuo nuovo televisore.

Ora con buono digitec da CHF 300.–

Solo con la funzione ComeBack di Sunrise TV hai accesso a tutta la programmazione degli ultimi 7 giorni e ricevi consigli sui programmi più adatti a te.

sunrise.ch/TV In caso di stipula di un nuovo contratto Sunrise TV Set comfort dal 20.10 al 28.12.2013 solo presso Sunrise, mobilezone e digitec. Buono utilizzabile su digitec.ch previa attivazione da parte di Sunrise. Buono valido solo fino al 28.2.2014. Nessun pagamento in contanti. Con riserva di modifiche e solo fino ad esaurimento scorte. Ulteriori informazioni sono disponibili nei Sunrise center o sul sito sunrise.ch


La domanda della settimana

Vista la recente scelta del parlamento uruguaiano, sareste favorevoli alla legalizzazione della marijuana nella Confederazione?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro martedì 24 dicembre. I risultati appariranno sul numero 1/2014 di Ticinosette.

Al quesito “La vostra famiglia sarebbe in grado di far fronte a un’improvvisa spesa di 5000 franchi?” avete risposto:

SI

31%

NO

69%

Svaghi 50

Astri ariete Fase positiva per gli affari. Incontri durante un viaggio. Cercate di mantenere vigile la vostra proverbiale aggressività. Marte disarmonico.

toro Vita sentimentale in rosa. Natale in compagnia delle persone più care. Giove comunque vi aiuta. Ogni cosa va affrontata con la giusta serenità.

gemelli Marte e Urano favorevoli. State per essere folgorati da una idea geniale. Seguitela. Disturbi nella comunicazione per i nati nella terza decade.

cancro Favoriti da un’importante configurazione astrale. Ponetevi una scala delle vostre priorità e agite di conseguenza. Prudenza tra il 26 e il 27 dicembre.

leone Momento ideale per un incremento delle relazioni sociali. Incontri e gite. Seguite una dieta disintossicante. Natale un po’ dispendioso.

vergine Atmosfere romantiche: potrete passare un splendido Natale in compagnia della persona che più amate. Opportunità professionali. Cambiamenti.

bilancia Agite senza riserve. Momento cruciale per i nati nel segno. Evitate i vecchi schemi, non voltatevi indietro. Possibili errori di giudizio su un amico.

scorpione Tra il 23 e il 25 Luna favorevole. Collaborazione con il vostro partner. Strutturatevi ed espandetevi. Ritorno di fiamma peri nati nella terza decade.

sagittario Tra il 22 e il 23 si profila un’importante opportunità. Nuova energia favorita dal lungo transito di Marte in Bilancia. Bene il 26 e il 27 dicembre.

capricorno Possibile ritorno di fiamma grazie ai pianeti favorevoli. Abbandonate i vecchi schemi. Non indietreggiate di fronte ai nemici. Occhio agli zuccheri.

acquario Incremento delle attività sociali e dei rapporti di collaborazione. Saprete destreggiarvi di fronte alle scelte favorite dal lungo transito di Saturno.

pesci Importanti novità in ordine a possibili collaborazioni professionali. Tra il 22 e il 24 tenete la bocca chiusa evitando di scrivere un sms/mail di troppo.


Gioca e vinci con Ticinosette

1

2

3

4

5

9

6

7

La soluzione verrà pubblicata sul numero 1

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate lo 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata, dalla rete fissa) entro martedì 24 dicembre e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro lunedì 23 dic. a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

8

10 3

11

12

13

14

15

16

17

18

1

19

20

21

23

22 7

5

24

25

26

27 4

28 29

30

31

34

32

Orizzontali 1. Possono causare ritardi • 9. L’ama Zivago • 10. Strumenti a corde • 11. Fiori novembrini • 13. Sta per “orecchio” • 14. Rimanere • 15. Bella località turistica ligure • 17. Altare pagano • 19. Dio nordico • 20. Radice piccante • 21. Mezza riga • 22. Felice, gaio • 24. Un recipiente per liquidi • 25. Tiro... centrale • 26. L’Essere Supremo • 27. Aspettato • 28. Intacca i denti • 29. La nota Zanicchi • 31. Il nome di Montesano • 34. Privo di malattie • 36. Trastullo • 37. Abili nuotatrici • 39. Nanni, regista • 40. Il dio greco della guerra • 44. Rilevanti, ragguardevoli • 47. Arrabbiato • 48. Il rischio del giocatore. Verticali 1. Noto film del 1986 di Martin Scorsese con Paul Newman • 2. Un giorno della settimana • 3. Abati • 4. Capo etiope • 5. Glorie, onori • 6. Ispida • 7. Auspicare • 8. Paventare • 12. Prestare orecchio • 16. Delfino di fiume • 18. Caverna oscura • 20. Solchi lunari • 23. Cavare l’acqua! • 24. Il programma del teatro • 25. Il figlio di Abramo • 30. Un locale... inutile • 32. Pronome personale • 33. Due nullità • 35. Dittongo in Coira • 38. Venuto al mondo • 41. La Kant di Diabolik • 42. La nota più lunga • 43. Devota • 45. La fine della Turandot • 46. Cuor di balena.

33

36

35 2

37

Soluzioni n. 49

38 8

39

40

1

41

42

G

10

43

L

12

A

14

D

44

17

46

45

I

19

A

2

R A

24

48

O

27

6

R

E R

D

I

38

1

2

3

4

5

6

7

8

R

42

O

45

M

48

A

O 22

A

25

4

T O

E

L

E

I

E

N

32

A

A R

A R 36

M

E

39

E

N

I

R

E

N

I

O

T

F

R

R

I

18

O

N

O

D

O

N

E

21

G

N

R

I

I O

26

E

I

9

I N T

16

C

E

O

R

R

E

S

S

M

A

S

A

R

I

I

N

O

V

O

N D

S

H

V

29

44 46

8

23

33

I

37

A

O

N

C E

T 31

7

11 13

A

D

43

S

I

28

40

M A

6

O N

M

35

T

I

I

B

T R

M

L

30

5

I 15

20

I

I 34

T

I

D

La parola chiave è:

O

P

T

47

3

T

41

A I

R

E

O

R

47

E 49

M

N

T

M

A

I

La soluzione del Concorso apparso il 6 dicembre è: RILEGARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Paula Fattorini via Franscini 10 6828 Balerna Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!

Premio in palio: buono RailAway FFS per l’offerta “Sciare e slittare al Nara” RailAway FFS offre 1 buono del valore di 100.– CHF per 2 persone in 2a classe per l’offerta RailAway FFS “Sciare e slittare al Nara” da scontare presso una stazione FFS in Svizzera. Ulteriori informazioni su ffs.ch/railaway-ticino

Sciare e slittare al Nara. Neve, sole e tanto divertimento! Situata tra i 1400 e i 2200 m di quota, la stazione del Nara offre divertimento per chi ama lo sci, lo snowboard e la slitta! Lunghe piste da sci offrono giornate favolose; ma il piatto forte è la pista da slitte che si snoda attraverso il bosco nero con un dislivello di ben 500 metri. Una discesa unica in Ticino!

Svaghi 51


PRODOTTI PROFESSIONALI COME DAL PARRUCCHIERE2 MA A PREZZI MIGROS,

<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2Njc3MQYAL16ynA8AAAA=</wm>

<wm>10CFWLoQ6AMAwFv6jLa7uug0kytyAIfoag-X_FhkNccuKutWIBH1vdz3oUBsdIqu5Riy0WxM1TyZqCCIaxQAWsK9sweMbvoVkB6LMhFoJ2jsSZzHoGkruE57pfs1wkjnoAAAA=</wm>

Novità alla tua Migros: I am Professional. La linea tra?ante per i capelli con pregiate sostanze a?ive per soddisfare le esigenze più elevate. Maggiori informazioni su www.migros.ch/iam-professional-it

Risveglia la tua bellezza.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.