ticino7
personaggi
Il cane Peo: e ora vado in tournĂŠe!
numero 10 / 10 marzo 2017 / con programmi radio & tv dal 12 al 18 marzo
Parliamone La tecnologia ha cambiato il modo di comunicare ma torneremo presto a guardarci in faccia
corriere del ticino / la regione
35
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Sommario
parliamone
ticino7 il pensiero della settimana Come sarebbe stata diversa la storia fra Romeo e Giulietta se avessero avuto un telefono. (Isabel Allende)
storia di copertina
Il colpaccio dei «copioni» di Fabio Martini I «copioni» sono Bobby Murphy e Evan Spiegel, ex studenti dell’Università di Stanford, in California. Nel 2011 hanno lanciato Snapchat, una app oggi popolare fra i giovanissimi che consente di postare video e immagini per un breve arco di tempo (massimo 24 ore), dopodiché scompaiono. L’obiettivo iniziale era quello di disporre di un sistema per copiare i risultati dei compiti universitari senza lasciare traccia del misfatto. Da qualche giorno Bobby e Evan sono balzati agli onori della cronaca in quanto proprietari miliardari della società Snap Inc. che ha debuttato a Wall Street raggiungendo in breve tempo una capitalizzazione di oltre 33 miliardi di dollari, la quotazione più alta mai raggiunta da una società hi tech. L’aspetto bizzarro della faccenda è che ad oggi Snap Inc. ha fatturato ben poco ma, a quanto pare, promette bene: qualche anno fa Mark Zuckerberg (patron e fondatore di Facebook) ne aveva tentato l’acquisto con un’offerta di tre miliardi di dollari che fu però respinta con sdegno. Le perplessità espresse da media e analisti sono molte e riguardano soprattutto la sopravalutazione del titolo in relazione ai rischi associati allo sviluppo della società. Ma non era accaduto lo stesso con Facebook e Google?
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ticino e non solo
05 35
05 a piena voce di Fabio Martini
35 personaGGi peo, il cane tutto Blu un tour spettacoloso! a cura della Redazione 36 sette continenti misterioso nepal di Carla Artaria
lo sapevi? possessori di smartphone in svizzera
2012
48% 2013
protagonisti
08
08 sette domande Giovanna masoni Brenni di Roberto Roveda 10 ore sette svincolo di luGano nord di Giorgia Panzera
38 società faceBook, quale comunità? di Marco Jeitziner
tendenze
39
58% 2014
39 enoloGia mitica alBana di Maurizio Pratelli 40 stile un diavolo per capello di Valentino Odorico
tv e radio
11 dadomenica12asaBato18
Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.
relax
42
42 stelle & curiosità astroparade di Betty l’oGGetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 43 Gioca (e vinci) con ticino7 il cruciverBa
69%
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dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabiomartini CorEdaTTorE Giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch
ticino7
A piena voce
Storia di copertina
Il diffondersi degli SMS a discapito della classica telefonata ha fatto sorgere timori riguardo l’autenticità e la qualità delle comunicazioni. Ma per gli studiosi del settore torneremo presto a guardarci in faccia, a parlare e a litigare. Scrive Fabio Martini
O
mar Kamal è nato nel 1976. Di professione fa il blogger, lo scrittore e l’autore televisivo. Ha lavorato anche per la RAI e attualmente è social media manager di Radio Dimensione Suono (RDS). Omar, nel corso del 2016, ha deciso di condurre un esperimento singolare: per un anno intero ha usato il telefono per fare gli auguri di compleanno a duecento fra parenti, amici e conoscenti. In qualche modo una sfida, perché, come confermano analisi e ricerche di mercato, la telefonata sarebbe ufficialmente morta nel 2007, anno in cui a livello globale il numero medio degli SMS inviati ogni mese superava il numero medio delle telefonate. Ad accelerare questa mutazione, l’ingresso nel mercato, proprio quell’anno, del primo iPhone che segnava il passaggio dal cellulare, in sostanza un telefono portatile, a un «dispositivo» all connected, capace di svolgere un gran numero di funzioni fino a quel momento prerogativa dei computer. Da allora la dibattuta invenzione di Alexander Graham Bell e Antonio Meucci ha imboccato il viale del tramonto: nel giro di sei mesi la telefonata è morta. Certo, il telefono fisso è ancora presente in moltissime case, ma lo si usa sempre meno e pare destinato a una breve e inevitabile estinzione provocata dall’affermazione di un competitor formidabile: lo smartphone. E Omar? Con la fine del 2016 ha concluso il suo programma di telefonate, a volte brevi – quando si trattava di persone con
diamo i numeri
17 miliardi di SMS inviati nel 2000
500 miliardi di SMS inviati nel 2004
4.100 miliardi di SMS inviati nel 2008
cui era abitualmente in relazione –, a volte molto più lunghe – con gli amici e i conoscenti che non sentiva da tempo. L’intenzione era di far capire agli interlocutori come un contatto diretto, come quello offerto da una telefonata, sia in grado di trasmettere in modo più intenso e tangibile l’affetto e l’attaccamento verso i propri amici e parenti. Terminato il suo giro di telefonate Omar ha infine atteso il suo compleanno per vedere cosa sarebbe accaduto. In pratica nulla, solo sei telefonate, un totale fallimento. Ovviamente sono arrivati i soliti auguri via Facebook, 5
Storia di copertina
WhatsApp, Instagram ecc, ad attestare che la comodità della tecnologia ci ha, almeno per ora, confinati in una sorta di inerzia comunicativa e in una sempre più impigrita capacità di porci in relazione diretta con gli altri. I tempI d’oro Dalla prima telefonata, effettuata il 10 marzo del 1876 fra Alexander Bell e il suo assistente, a oggi sono trascorsi quasi 150 anni, un periodo durante il quale la telefonia ha rappresentato il sistema di comunicazione a distanza per eccellenza. Nelle abitazioni il telefono godeva di una sua specifica collocazione, affiancato dalla classica rubrica e in posizione strategica in modo da poter essere raggiunto velocemente. Per risparmiare si era introdotto anche il sistema del duplex: si alzava la cornetta e se era libero componevi il numero e parlavi con chi avevi chiamato. Oppure la si alzava e non accadeva nulla: l’abbonato collegato a noi in duplex era al telefono e non c’era che da aspettare. Se poi quest’ultimo aveva un figlia adolescente, la faccenda poteva trasformarsi in un incubo. Ma l’uso del telefono garantiva al contempo una serie di vantaggi. I giovani che andavano in vacanza senza i genitori, non erano costantemente monitorati come avviene agli adole6
diffusione dei cellulari
roberto cucinelli
Numero dI persoNe che usaNo lo smartphoNe Nel moNdo (IN mIlIoNI) 2013
2017
Asia e Pacifico
2.426 2.944
Europa
672 728
Africa e Medio Oriente 526
671
Sudamerica
solo a voce
415
472
Nordamerica 270
287
totale globale
5.102 Nel 2017 4.306 Nel 2013
Fonte: Emarketer
Star internazionale nell’ambito della moda e della produzione di capi in cashmere di alta gamma, Roberto Cucinelli, umbro e con un patrimonio di circa un miliardo e mezzo di dollari, è un imprenditore lucido e sensibile alle dinamiche sociali e ai nuovi concetti in ambito aziendale. Dopo aver trasformato l’antico borgo di Solomeo, in provincia di Perugia, negli headquarters della sua azienda, ha introdotto una serie di disposizioni che i suoi dipendenti sono tenuti rispettare. Una di queste riguarda la modalità di comunicazione interna all’azienda che deve avvenire attraverso il telefono e mai per email, a prescindere dal ruolo e dalla funzione ricoperta. Un modo per creare relazioni più autentiche e un clima più umano e meno formale fra i dipendenti.
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scenti di oggi, e poteva passare anche una settimana fra una telefonata e l’altra, perché chiamare casa costava parecchio, soprattutto se si trattava di interurbane. Mi spiace... Ma NoN c’è caMpo La diffusione delle segreterie telefoniche negli anni ottanta, ha iniziato a modificare abitudini e comportamenti. Si poteva naturalmente lasciare messaggi ma anche far finta di non essere in casa e non rispondere, decidendo così se parlare o meno con la persona che ci aveva chiamato. Con gli anni novanta sono arrivati i cellulari, le cui dimensioni si sono rapidamente ridotte ma il cui principale inconveniente era l’assenza di campo con il conseguente rischio che la telefonata si interrompesse. Un problema che si è trasformato in un ottimo strumento per liberarsi degli interlocutori indesiderati con la classica formula: «Mi senti? Pronto? Non ti sento più. Scusa ma qui non c’è campo». Poi, con il sopraggiungere dell’SMS e la massiva diffusione dell’email, dei social media e di WhatsApp, tutto è mutato. A tal punto che l’idea di telefonare a qualcuno, soprattutto sul numero fisso di casa, ci appare sempre più come una intromissione, quasi una violazione della privacy, e un’azione da compiere solo se strettamente necessario o con persone con cui si è tacitamente convenuto di utilizzare questo canale. Nuove prospettive Email, SMS, Facebook, Instagram, Twitter ci permettono dunque di comunicare a livelli diversi ma sempre nella forma scritta del messaggio medio-breve. Una modalità che ha portato a un notevole imbarbarimento nella comunicazione, soprattutto fra persone prossime, come parenti e amici stretti. Le poche lettere e cartoline che mi sono rimaste dei miei genitori e dei miei nonni rivelano non solo una certa attenzione alla forma e ai dettagli ma anche elementi, benché semplici e talvolta ingenui, di letterarietà. Si avverte, leggendole, il tentativo e lo sforzo di trasmettere in modo accurato emozioni, sensazioni, riflessioni. Oggi la maggior parte delle comunicazioni sono contrassegnate da una estrema sinteticità: mancano preamboli e forme di cortesia; la firma e il congedo non sono considerati più necessari (del resto quando riceviamo un SMS sappiamo quasi sempre da chi giunge, così come le email); se i messaggi vengono inviati utilizzando le tastiere degli smartphone gli errori e i refusi abbondano. Eppure, nonostante questi aspetti e per qualche misteriosa ragione, i messaggi mantengono una
loro singolarità, rispecchiando lo stile, l’atteggiamento, la personalità di chi li ha inviati. L’introduzione degli emoticon – e anche qui c’è chi ne fa gli usi più diversi e bizzarri – sembra dunque svolgere una funzione compensativa, di rafforzamento del contenuto emotivo della comunicazione: faccine sorridenti o arrabbiate, cuoricini, strani animaletti, pollice verso, pollice in su ecc svelano sentimenti e reazioni, ci trasmettono condivisione o distacco. vis-à-vis A scomparire nei sistemi di comunicazione umana, anche se temporaneamente, è stato dunque il suono della voce umana. In realtà, si tratta di una condizione transitoria generatasi in una fase di evoluzione tecnologica: con l’avvento dei messaggi vocali di WhatsApp, infatti, la voce è tornata in gioco attraverso il sistema di messaggistica vocale che potremmo definire anche come «telefona-
ta in differita». Certo, la telefonata classica, ci permetteva di compiere lunghe, a volte estenuanti conversazioni che potevano sfociare in litigate tremende come in romantiche elucubrazioni amorose. Dal suo, il messaggio vocale offre alcuni indubbi vantaggi. Consente innanzitutto di mentire, dato che la «differita» concede del tempo per elaborare una risposta ad hoc. Per il resto è solo questioneditempo.Franonmoltolatecnologia permetterà di utilizzare sistemi di video chiamata più efficienti, rapidi e ad alta definizione e Skype, con i ritardi e i blocchi immagine, sarà solo un ricordo.Eallorapotremmotornareascrutarci in faccia e a bisticciare, a flirtare, a discutere o a trattare affari in tempo reale, come si faceva un tempo, prima ancora che Bell e Meucci si mettessero a litigare per la proprietà del brevetto del telefono. Rinunceresti mai al tuo telefonino? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7 7
Protagonisti
sette domande
Giovanna Masoni Brenni
Amo la mia professione di avvocato e ho una grande passione per la musica 1 In politica si è occupata spesso di cultura. Da dove nasce questo interesse? In famiglia. Quando ero bambina mi portavano a visitare monumenti e città, a scoprire il nostro territorio. Poi si andava per antiquari e la sera mia madre spesso ci leggeva libri ad alta voce. Oppure si suonava o ascoltava musica. I miei interessi culturali sono nati così; poi la politica mi ha un po’ distolto da questi piaceri. Reggendo per diverso tempo il Dicastero della Cultura a Lugano ho però avuto il privilegio di non allontanarmene troppo.
Dunque è stata sua madre a trasmetterle il gusto per la lettura? Sì, ci leggeva libri come Per chi suona la campana di Hemingway, Non ti chiamerò più padre di Bacchelli, Noi vivi di Ayn Rand e ancora i Promessi sposi o i Buddenbrook. Magari saltava pagine noiose o difficili, ma devo a lei il gusto per i grandi romanzi e il teatro. Lo devo a lei e a buoni professori e amici. Le letterature contemporanee le trovo invece più difficili: ci vorrebbero guide che aiutino a scegliere. In fondo, il tempo per la lettura è poco e vi è il rischio di perdersi. Amo molto anche la poesia. 2
3 E quali sono i suoi poeti preferiti? Leopardi, Montale, Ungaretti, Dante, Zanzotto, Luzi, Pavese. Anche in Ticino i bravi autori non mancano, come Orelli o Pusterla. Non mi dispiace nemmeno la poesia dialettale; di recente è stato ripubblicato un libro di poesie di Pino Bernasconi attorno al Monte Generoso: l’ho trovato intenso e interessante.
8
il personaggio
Nata a Lugano nel 1963, ha studiato Diritto a Zurigo conseguendo il brevetto di avvocato nel 1991 e quello di notaio nel 1993. Dal 1988 esercita la professione nello studio di famiglia. È entrata in Consiglio Comunale a Lugano nel 1992 ed è stata capogruppo del PLR dal 1996 al 2002 e Presidente del Consiglio Comunale nel biennio 2003-’04. Dal 2004 è stata Municipale a Lugano. Ha ricoperto la carica di Capo Dicastero del Territorio (Edilizia Privata, Edilizia Pubblica, Genio) e della Cultura oltre che vicesindaco. Dal 1991 è sposata con Paolo Brenni ed è mamma di Franco (nato nel 1993) e di Paola (1998). 4 Con questa preparazione letteraria come mai ha scelto di fare l’avvocato? Lo studio del diritto è stata una scelta naturale. Certo, la mia è una famiglia di giuristi, nessuno però mi ha spinta a diventare avvocato. Se ci fossero state pressioni forse avrei fatto altro, per spirito di contraddizione. Viceversa, sono cresciuta in un ambiente di professionisti felici del loro lavoro e che grazie alla professione sono cresciuti anche umanamente e hanno acquisito competenze importanti. Quindi è stato naturale per me scegliere la strada del diritto. È il mio lavoro e mi piace molto. 5 E se non fosse cresciuta in una famiglia di giuristi, cosa avrebbe fatto? Forse qualcosa legato alla musica, magari alla musica leggera. Tra i miei «poeti» preferiti, infatti, inserisco anche De Andrè, Brel, Brassens e Guccini. Mi sarebbe piaciuto fare canzoni e «canzo-
nette». In generale la musica mi piace tutta, mi mette di buon umore ascoltarla e suonare; cantare mi dà forza. La musica sprigiona una carica positiva, energia, come fare sci d’acqua! 6 È dunque un’amante dello sport? Certo! Non l’ho mai fatto a livello agonistico, però mi piace. Soprattutto gli sport acquatici e quelli a contatto con la natura, come lo sci d’acqua e la vela. In inverno mi piace sciare e amo la natura del nostro cantone: fare passeggiate, cercare funghi, osservare la flora e gli animali. I nostri boschi sono sempre stati una «passione», che voglio recuperare ora che ho un po’ più di tempo. 7 Quello con il territorio ticinese è un legame molto forte... Si, quando c’era la pausa scolastica estiva molti miei compagni e compagne andavano via. Non vedevano l’ora di partire mentre a me piaceva rimanere qui. Stavo in una casa in collina, nel verde, mi piaceva fare passeggiate, esplorare, stare «in giro» tutto il tempo a contatto con la natura e con il nostro territorio, che dal punto di vista naturalistico è straordinario. È in quelle belle estati che ho imparato a guardare le stelle cadenti; e a considerare il bosco come un amico, a sentire dentro di me lo spirito di Hermann Hesse quando diceva che andare nella natura alla fine porta a sentirsi parte della stessa. E io della natura del Ticino mi sento veramente parte.
Intervista di Roberto Roveda Fotografia fornita dall’intervistata
ticino7
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Protagonisti
ticino7
ore sette
Svincolo di lugano nord, ore 7 e 19 di giovedĂŹ 16 febbraio 2017.
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Foto di ŠGiorgia Panzera
Ticino e non solo
ticino7
Personaggi
Peo, il cane tutto blu Un tour spettacoloso! mi conoscete già? Mi chiamo Peo Marameo, sono nato di mercoledì nei boschi attorno a Comano. Sono alto 1 centimetro in più di mio cugino Pio, che vive in Australia. I miei capelli sono blu celeste e ho gli occhi neri neri. Dopo aver molto studiato mi sono laureato in ciucaciuncologia. Da molti anni lavoro in televisione dove ho molti amici... Riconoscermi non è difficile, sono l’unico ad avere il dolcevita arancione!
ecco la mia casa Dai, scoprite cosa mi piace e tutti i miei amici su rsi.ch/casapeo dove potrete rivedere le ultime puntate di «Colazione con Peo» (in onda sabato e domenica alle 8.00 su RSI LA1), mandarmi un messaggio oppure un disegno, ascoltare le fiabe, seguire le avventure di S-Rini e Ta-Pit, cantare e ballare, ripassare arte, geografia e la storia con i miei filmati in giro per i paesi. O ancora rivedere la mia spettacolosa festa di compleanno!
sono in tournée Psst, psst... ehi amici. Nei prossimi mesi sarò in giro per il cantone Ticino con un bellissimo spettacolo tutto nuovo. Venite a vederlo dai, arriverò anche vicino a casa vostra. Così potremo conoscerci e divertirci insieme. Se volete saperne di più andate su rsi.ch/casapeo. A presto!
finalmente il libro Le nostre amiche Lela e Ursula hanno scritto e disegnato un libro per voi. Si intitola Peo e Pio, un lungo lunghissimo viaggio (Fontana Edizioni, 2016) ed è la storia di due viaggi straordinari durante i quali abbiamo attraversato luoghi sconosciuti e incontrato creature buffe e affascinanti. Quante avventure, alcune non le ricordavo nemmeno io... E poi il finale è una grande sorpresa. Il prossimo appuntamento nelle librerie è per sabato primo aprile (no, non è uno scherzo) alla Libreria dei ragazzi di Mendrisio.
Venite a troVarmi
w Domenica 12 marzo
Studi radio, Lugano-Besso
w Domenica 21 maggio
Palexpo, Locarno
w Domenica 17 settembre
Scuola media, Stabio
w Domenica 19 novembre
Sc. elementare, Roveredo GR
scaricate la sua app Nella nuova applicazione per smartphone e tablet del cane Peo potrete allenare la memoria e sfidare il mitico cane blu o un amico al gioco del memory. Ma non solo... Tante sorprese vi aspettano. Volete scaricarla? La trovate nel sito dellaRSIodigitando«Appdel Peo» negli Store. t7 35
Ticino e non solo
sette continenti
Misterioso Nepal
Tra ricostruzione e antichi rituali sette curiosità 1. Bandiera
La bandiera del Nepal unica al mondo a forma di doppio triangolo è la combinazione dei vessilli di due antiche case reali con i relativi simboli.
Il luogo da visitare è lassù, tra le montagne più alte del mondo, dove il dio denaro non è ancora riuscito a corrompere le altre divinità. Un viaggio di Carla Artaria
2. Aeroporto di Lukla
Situato a 2.850 m è considerato il più pericoloso al mondo. Con una pista di soli 450 metri in salita per rallentare e frenare gli aerei, è privo di strumentazioni ed è a strapiombo su un dirupo.
3. Guide
Sherpa ora sinonimo di guida alpina in realtà significa «uomo dell’est». Giunto anni fa dal Tibet, il gruppo etnico buddista contrassegnato da una propria tradizione linguistica, è noto per la resistenza fisica alle alte quote e per l’ospitalità.
4. Everest
In tibetano Chomolangma ossia «dea madre dell’universo» e per i nepalesi Sagarmatha «il dio del cielo». È a lei che rivolgono le preghiere gli sherpa prima di ogni ardua impresa. Il nome Everest fu dato nel 1865 in onore del geologo inglese George Everest.
5. Calendario
Il calendario tradizionale nepalese parte dal 56 a.C. per cui sono già nel 2073. Il loro Capodanno cade in aprile e lo festeggiano per una settimana con suggestivi rituali per assicurarsi la buona sorte.
6. Nomi
I nomi dati ai bambini sono tradizionalmente quelli del giorno in cui vedono la luce, uguali per maschietti e bambine che si chiamano quindi come i giorni della settimana.
7. Terremoto
Il terremoto è per i nepalesi il «rullo del tamburo degli dei» che, irritati per la loro condotta, inviano una sorta di punizione al fine di riportarli sulla retta via. 36
Il
Nepal si sta pian piano riprendendo dal terremoto che lo ha colpito nell’aprile del 2015. Dopo mille indugi e intoppi burocratici finalmente a Kathmandu si scorgono estesi cantieri, situati per lo più accanto a edifici miracolosamente rimasti in piedi. La città dunque cerca di riprende forma, purtroppo senza tener conto delle caratteristiche viuzze di Thamel il cui aspetto verrà completamente stravolto. Ma il Nepal non è solo terremoto e così decido di recarmi ancora una volta nel Kumbu, la famosa valle dell’Everest dimora del popolo Sherpa. Anche qui si ricostruisce ma in modo più rispettoso forse perché sotto il diretto sguardo degli dei della montagna.
Come nasCe un monastero Volo da brivido su Lukla e scarpinata di duegiorniperarrivareaTengbocheaben 3.870 metri di altitudine, sede di un’importante gompa, un monastero buddista dovetuttigliannialpleniluniodinovembresisvolgelacerimoniadelManiRimbu. Laleggendaraccontadiunlamatibetano chespensieratosorvolavaquestemontagne.D’improvvisotoccòterraneiparaggi mainmodotantobruscodalasciarvil’impronta dei suoi piedi. Meditando sull’accaduto, che interpretò come un segno del cielo, preannunciò la costruzione del monastero che vide la luce nel 1923. Raso al suolo da un terremoto nel 1933 e ridistrutto nel 1989 da un furioso incendio, il gompa come l’araba fenice è ogni volta ri-
ticino7
Quale mano? / Usate solo la mano destra per porgere il danaro. l’Usanza deriva dal fatto che la mano sinistra è destinata solo alla pUlizia del corpo. ma anche se ve ne dimenticate, nessUn problema: al massimo qUalche nepalese vi gUarderà stUpito e non avrà dUbbi sUlla vostra provenienza.
Il gompa di Tengboche e un momento della cerimonia.
sortodalleceneriespiccaoratraunasbalorditiva natura, circondato dalla spettacolare visione dei più famosi ottomila, accanto all’AmaDablam che nell’armoniadellesueformesuperapurel’Everest. Tradizioni TerapeuTiche Per partecipare al Mani Rimbu i pellegrini giungono faticosamente sin qui da ogni dove, ma di turisti se ne vedono ben pochi. Porta d’ingresso è un kani, la tipicacostruzioneadarcosulcuisoffittoesuberanti immagini di pittoresche divinità avvertonoilpellegrinochestaperentrare inunrecintosacro.Pertregiorniildramma danzato e recitato tenta di risvegliare negli spettatori valori morali ed etici per lo più alquanto assopiti. Esibendo variopinticostumiepregiatemascheredelfol-
clore buddista, i monaci volteggiano nel cortile centrale, dando vita a una suggestiva rappresentazione dal contenuto altamente simbolico. In una baraonda di suoni e frastuoni, con cembali, tamburi e trombe telescopiche si supplicano le divinità locali di scacciare gli spiriti maligni, distruttori della prodigiosa capacità di vivere dell’uomo. Su questo palcoscenicomagiaefedesiincontranoescontrano,catalizzandoleenergienegative,dandolapossibilitàaglispettatoridiliberarsi da angosce e grattacapi attraverso una rigenerazione terapeutica, una vera e propria panacea dell’anima. Tra atti consolatori e gesta terrificanti si raggiunge il culmine della tensione nella danza macabra che mette in scena scheletri, teschi e ossa umane. È allora che il
numeroso pubblico, che partecipa divertito tra risa e sollazzi, si intimorisce ed è stimolatoariflettere.Lafarsaburlescaha una funzione catartica, una sorta di purificazione mentale che alle nostre latitudini è affidato allo psicanalista. Dissolti i fantasmi e vinte le paure, ai presenti vengono distribuite le pillole della longevità sottoforma di riso rosso, allegorica promessa di lunga vita. ricominciare con fanTasia Al calar delle tenebre il festival come lo chiamano loro, prosegue con baldorie e festini sul terreno erboso nei pressi delle sobrie abitazioni dei monaci. L’eccezionale chiarore della luna, ampliato dal riverberodellenobilivetteinnevate,illumina ed elettrizza l’atmosfera e sotto un cielostraordinariamentestellatoledanze sherpasiscatenanoinunaselvaggiasarabanda profana. Accampate per l’occasione, le varie cucine offrono gustosi momo, specialità tibetana di ravioloni ripieni insaporiticonspeziearomatiche.Epervincere il freddo della notte niente di meglio che un po’ di chang, il micidiale distillato di orzo che riscalda sì le orecchie ma distrugge il fegato. Per loro però è tutto «no problem», perché l’indomani affideranno a incenso e acqua santa il compito di purificarli. Dopo queste emozioni benefiche ritorno nella caotica Kathmandu. Altri ritmi, altre priorità e la sporcizia che pare arrivata a un punto di non ritorno. Del terremoto rimangono le ferite, soprattutto quelle inferte ai preziosi monumenti risalenti a epoche lontane ma che i nepalesi con ingegnoso ottimismo si accingono a restaurare. 37
Ticino e non solo
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SOCIETÀ
Facebook, quale comunità? Il fondatore Mark Zuckerberg ha di recente pubblicato una lettera sui futuri sviluppi del più noto dei social. E il dibattito non si è fatto attendere. Scrive Marco Jeitziner
Il
recente scritto di Mark Zuckerberg (leggi l’articolo a destra) non è certo passato innosservato agli addetti ai lavori, alimentando il dibattito soprattutto negli Stati Uniti. Il documento è considerato il «manifesto» di Facebook, il nuovo «Zuckerberg pensiero», insomma. Un ennesimo colpo di marketing per ingrandire – e siamo quasi a 2 miliardi di utenti!–asuovantaggiolapiù grande comunità virtuale del mondo? O c’è dell’altro? Certo è che la lettera è stata pubblicata proprio in un momento di divisioni e populismi, di crescenti critiche alla globalizzazione che Zuckerberg invece idolatra.
poniamoci delle domande La prima perplessità riguarda proprio il «sistema Facebook». «L’idea di unire il mondo è lodevole, ma alcune critiche, supportate da vari studi, rimproverano il fatto che Facebook renda certe
persone ancora più sole e più isolate (…)» scrive per esempio Barbara Ortutay sul The Jakarta Post. Il sistema dei «like», si chiede, non è una forma di disimpegno comunicativo? I post, invece di unire, non «allargano le voragini politiche e culturali»? Per il giovane redattore alla Mobile Industry Review Adam Pothitos, «prima di saltare tutti sul carrozzone delle influenze umanitarie del mondo tecnologico,
controverse bolle di filtraggio Delle «filter bubbles» si parla già da qualche anno e tra coloro che mettono in guardia c’è Eli Pariser, 36enne statunitense, attivista di internet. Nel suo libro The Filter Bubble: What the Internet Is Hiding from You illustra come Google, Facebook e altre piattaforme, tramite la registrazione di tutto quello che si digita e si cerca, oscurino altre fonti di informazione e ci offrano quello che «dovremmo» leggere o vedere. L’effetto, dice Pariser, è un «ecosistema di informazioni» che danneggerebbe l’intera società. Tuttavia, vari esperimenti condotti da altri esperti hanno relativizzato le accuse, dimostrando come la stessa ricerca effettuata da diverse persone darebbe risultati praticamente identici. Insomma, i filtri che applichiamo, limitano o espandono i nostri gusti? Nel dubbio, fate una prova con un collega o amico. 38
dobbiamo ancora ricordare che niente e nessuno è al di là di critiche, purché siano costruttive». Già, perché tra queste ne figura una molto grave: la manipolazione dell’informazione. Gli algoritmi di Facebook, e ne parla anche il prestigioso Time, sono al centro delle critiche perché creerebbero delle «bolle di filtraggio» ( filter bubbles), fornendo agli utenti solo informazioni di parte, se non false, isolandoli ideologicamente e culturalmente. Secondo alcuni ciò avrebbe contribuito all’elezione del nuovo presidente statunitense. Nella lettera Zuckerberg sostiene che queste bolle «mi preoccupano e le ho studiate attentamente» ma «i social media forniscono già maggiori punti di vista rispetto ai media tradizionali». Per Diletta Parlangeli di Wired «l’appiattimento dei punti di vista, tuttavia, è proprio ciò che viene contestato alla sua e ad altre piattaforme». Il giornalista Luca De Biase, nel suo blog, riporta le accuse di ipocrisia di Zuckerberg, perché «la sua piattaforma è chiusa e ipercontrollata», mentre Andrea Intini su Il Giornale osserva che «nessuno, però, sembra preoccuparsi se il giovanotto, che detiene i big data (anche quelli più privati) delle nostre esistenze, stia tramando dietro le quinte (...)». Vedremo, anche se a pensar male raramente si sbaglia.
Il manIfESTO Per un mondo migliore Nella lettera «Building Global Community» (costruirelacomunitàglobale) Zuckerberg vuole «sviluppare l’infrastruttura sociale per la nostra comunità – per sostenerci, per tenerci al sicuro, per informarci, per l’impegno civico e per l’inclusione», partendo da «cinque importanti domande»: w «Come possiamo aiutare le persone a costruire comunità solidali che rafforzino le tradizionali istituzioni in un mondo in cui l’appartenenza a queste istituzioni è in declino?». w «Come possiamo aiutare le persone a creare una comunità sicura che impedisca danni, aiuti durante le crisi e ricostruisca poi in un mondo dove chiunque in qualsiasi luogo può influire su di noi?». w «Come possiamo aiutare le persone a edificare una comunità informata che ci espone a nuove idee e costruisce comprensione comune in un mondo in cui ogni persona ha una voce?». w «Come possiamo aiutare le persone a costruire una comunità civilmente impegnata, in un mondo in cui la partecipazione al voto a volte comprende meno della metà della nostra popolazione?». w «Come possiamo aiutare le persone a costruire una comunità inclusiva che rifletta i nostri valori collettivi e l’umanità condivisa dai livelli locali a quelli globali, che abbracci le culture, le nazioni e le regioni in un mondo con pochi esempi di comunità globali?».
Tendenze
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enologia
Mitica Albana Deve probabilmente il nome ai colli Albani, ma è dell’Emilia Romagna che ha fatto la sua vera patria. Negli ultimi decenni ha subito una rinascita, grazie alla passione e all’impegno di alcuni sensibili produttori. Scrive Maurizio Pratelli Romagna e Toscana. Le fu servito in una brocca di terracotta ma appena l’ebbe bevuto rimasecosìestasiatadallabontà di quel nettare che esclamò: «Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità».
A
veva ragione Claudio Lolli quando in uno deibranipiùfamosidel suoepocalealbumHovistoanche degli zingari felici, 40 anni compiuti nel 2016, cantava «A quel vino ci mettiamo sotto come a una cascata, è così rosso, anche se è Albana». Il vitigno romagnolo più nobile dopo il Sangiovese ha infatti le stesse caratteristiche organolettiche di un vino rosso. Manonpensiatechecommercialmente abbia avuto vita facile, perché la sua riscoperta è tutto sommato abbastanza re-
cente. Pur essendo da sempre nelcuoredellasuaterra,chelo considera a ragione un’eccellenza, il salvataggio dell’estinzione lo si deve soprattutto a chi ha creduto nella sua vinificazione nelle versione passite, tanto apprezzate a suo tempo anchedaLuigiVeronelli.Ottenuta la DOCG nel 1987, la storia dell’Albana ha origini quasi leggendarie: si racconta addirittura che la figlia dell’imperatore Teodosio, Galla Placidia, assaggiò per prima questo vino durante una sosta mentre attraversava il confine tra
indole nobile
Oggi l’Albana viene prodotto dall’omonimo vitigno autoctono nelle versioni Secco, Amabile, Dolce e Passito. Il tipo Secco ha gradazione alcolica minima di 11,5 gradi, colore giallo paglierino, profumo fruttato, sapore asciutto, leggermente tannico, caldo e armonico. È indicato per il pesce in generale, per le zuppe e i brodetti. Si può servire anche con il fegato d’oca e con le carni bianche. Perfetto come aperitivo.
Natura vulcaNica Se nel suo monumentale Vino al Vino, prezioso volume del 1975, Mario Soldati ricordava come l’Albana dolce fosse una conseguenza del tipo di terreno su cui è coltivata, quando di fatto le vigne sono vicine ai cosiddetti buldùr (bollitori) sorta di piccoli vulcanelli naturali simili ai geyser, il nuovo trionfo di questo vitigno va però attribuito in gran parte a quei piccoli produttori resistenti. Essi hanno fatto dell’Albana in purezza un grande vino secco dal magnifico colore doratoambrato – grazie alle sue bucce ricche di tannino – che può variaredimoltoasecondadella vinificazione e delle stagioni. Essere interpreti etici di un territorio, ognuno con la propria mano e la propria sensibilità, ha permesso a tutta un’area, pensiamo in particolare alla zona della Brisighella, di esprimere un vino capace finalmente di andare ben oltre i propri confini. Vignaioli come Andrea Bragagni, Paolo Babini, Stefano Bariani, Filippo Manetti, Danila Mongardi, solo per citarne alcuni, hanno dato all’Albana, con o senza lunghe macerazioni sulle bucce, quella naturale fierezza contadina che il suo carattere «rosso» andava cercando da sempre.
grandi bottiglie Rossi di gioia
Certamente l’Albana vive anche di interpretazioni più moderne, ma chi, per esempio, ha deciso di imbottigliarlo solo in magnum lo ha fatto nel rispetto di una tradizione che nel passato vedeva l’Albana arrivare in tavola solo in bottiglie grandi. L’Emilia Romagna tutta – e tra i bianchi pensiamo anche alla Malvasia e non solo all’Albana – sta oggi regalando grandi soddisfazioni enologiche perché finalmente si è riscoperta la voglia di essere spontanei, non forzando la natura ma piuttosto assecondandola, unendo il sapere antico con il nuovo. Un vino così «rosso», anche se è un’Albana, che sarebbe arrivato dritto al cuore di Togliatti. Ma qui non ci sono bandiere da sventolare ma solo calici da levare. 39
Tendenze
stile
Un diavolo per capello L’attenzione ai colori, ai tagli di tendenza, ai nuovi prodotti, sta proiettando il mercato «hair» verso una costante crescita. Scrive Valentino Odorico
«I
o vivo sempre insieme ai miei capelli», cantava Niccolò Fabi qualche anno fa in un brano presentato al festival di Sanremo. E il verso del cantautore romano non fa una piega (perdonate il doppio senso): i capelli, per chi ha la fortuna di averli, non solo vanno trattati con cura ma possono caratterizzarci fortemente, contribuendo a delineare la nostra immagine pubblica. Per quanto riguarda i prodotti in commercio, non c’è distinzione tra il segmento maschile e quello femminile: la pubblicità presenta costantemente un ricco ventaglio di formulazioni che promettono miracoli. Il pubblico però oggi è più attento nel valutare la nocività di molti trattamenti, realizzati spesso con principi tossici o fortemente aggressivi. Per far luce sulle problematiche più comuni, abbiamo incontrato il noto esperto in tricologia e stilista hair Carmelo Spina, che ci ha spiegato quali sono le esigenze più comuni tra i consumatori ticinesi che a lui quotidianamente si rivolgono.
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Signor Spina, come mai oggi sembrano essere aumentate le problematiche legate al cuoio capelluto e ai capelli? Oggiilclienteèpiùsensibileaitemidella salute. Inoltre, l’immagine è importante per chi lavora in certi settori o è in contatto con il pubblico. Lo stile di vita attuale che molti conducono è fortemente legato a ritmi stressanti, che portano a disporre di poco tempo e a seguire spesso un’alimentazione poco sana; anche l’inquinamento è un ulteriore elemento che causa problematiche alla nostra cute. Queste sono spesso la causa principale dei tanti problemi legati ai capelli; altre criticità possono essere causate da trattamenti molto aggressivi o dall’uso di prodotti con un’alta componente chimica, oltre che da patologie fisiche. Quanto incide il prodotto che si usa? Moltissimo! Per questa ragione è importante scegliere quello giusto e più adatto a noi: controllando che la composizione sia priva di sles (sodium laureth sulfate), di sostanze petrolchimiche, di pesticidi, di profumi sintetici, parabeni e coloranti artificiali. Per questo, la scelta del prodotto è fondamentale: l’ideale è optare per qualcosa che sia un connubio perfetto tra natura e scienza, due realtà apparentemente lontane, ma che oggi grazie alla ricerca vengono proposte con soluzioni vincenti. Io, per esempio, scelgodeitrattamenti«MineralTreatment» con bioformulazioni, contenenti pregiati oli essenziali. La salute del cuoio capelluto resta fondamentale. Come va scelto il prodotto o il trattamento più adatto? Dopo un’attenta diagnosi fatta da un acconciatore esperto in tricologia, o da un
l’importanza dell’alimentazione
Pe avere capelli sani è essenziale mantenere integri i microelementi del quale sono composti. L’alimentazione in questo senso è determinante. Un ruolo importante è svolto dalle vitamine del gruppo B che troviamo nei cereali, nel lievito di birra, nel fegato e nel tuorlo d’uovo. Le sostanze ricche di polifenoli sono poi indispensabili anche perché rallentano l’ingrigimento. Da bandire invece lo zucchero raffinato e i cibi che lo contengono perché il saccarosio depaupera le riserve di vitamine del gruppo B dell’organismo.
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Consigli / Il phon non va utIlIzzato a lungo ed è Importante mantenere la gIusta dIstanza (almeno 15 centImetrI) dal cuoIo capelluto e dalla chIoma. per fIssare la pIega sI consIglIa dI utIlIzzare Il getto dI arIa pIù fredda e comunque maI ascIugare I capellI con un getto troppo caldo.
Sette conSigli per la teSta 1. Caduta o alopecia
Le cause possono essere di natura genetica o riconducibili a stress, disfunzioni ormonali della tiroide, dell’ipofisi, delle ghiandole surrenali o di natura psicosomatica, oltre all’effetto di alcuni farmaci o in caso di chemioterapia. Con trattamenti mirati a base di Boehmeria nipononivea e Serenoa serrulata si riscontrano notevoli miglioramenti e molti casi possono essere risolti.
2. Prurito, dolenzia o tricodinia
Sono provocati dall’infiammazione dei follicoli piliferi causata spesso del disturbo cutaneo alla radice dei capelli, come una dermatite seborroica o un eccesso di forfora. Con trattamenti a base di oli dalle proprietà altamente lenitive, si riesce a equilibrare lo stato idrolipidico e ad attenuare o a eliminare il disagio.
3. Eccessiva sudorazione
Solitamente è causata dall’attività delle ghiandole sudorifere e regolata da stimoli nervosi ormonali e ambientali. Per la cura sono indicati bagni capillari e lozioni a base di pepe nero, menta piperita e anche impacchi di argilla arricchita di silice, alluminio e ferro.
4. Sebo
La causa spesso è legata a una alimentazione poco sana, oppure può essere riconducibile a un disturbo ormonale o a stress. Una detersione delicata e dei trattamenti mirati a base di argilla, olio di eucalipto, Aloe barbadensis e lozioni al rosmarino, aiutano a migliorare e spesso a risolvere il probelma.
5. Forfora
Pur trattandosi di un fenomeno fisiologico e ciclico può essere conseguenza di stati di ansia e problemi digestivi. Il rimedio è l’uso di uno shampoo a base di Melaleuca alternifolia e rosmarino con abbinata una lozione specifica. Nei casi più acuti trattare con un peeling a base di olio di riso.
dermatologo, siamo in grado di riconoscere le caratteristiche dei nostri capelli e del nostro cuoio capelluto, con anche l’eventuale disagio presente. A questo punto l’esperto indica qual è il prodotto più adatto da usare: la corretta applicazione farà sì che si possa migliorare la situazione; questo ovviamente deve essere fatto con costanza. Può parlarci dei problemi più frequenti che riscontra nel suo studio? In base ai periodi dell’anno, con i cambiamenti climatici e stagionali, il no-
strocorposubiscealterazionichepossono essere di natura fisica e/o psicofisica, con riflessi sul nostro sistema immunitario e metabolico. Come gli occhi e la pelle, anche i capelli esprimono il nostro stato attuale, in autunno come in primavera. È noto che in questi periodi si assiste un aumento della caduta, in quanto è in atto un processo fisiologico «di ricambio» naturale. Bisogna però distinguere sempre la caduta stagionale da quella patologica, che spesso è segno di malattia: questo è uno dei principali problemi che riscontro.
6. Capelli disidratati e opachi
La causa spesso sono trattamenti troppo aggressivi, un clima secco, lavaggi frequenti, alimentazione scorretta o anoressia. Shampoo a base di miele, aloe, calcio, zinco e manganese, associato a impacchi di olio e maschere, aiutano la rivitalizzazione.
7. Capelli danneggiati
Questo problema può essere causato da trattamenti troppo aggressivi o da un uso errato del phon, ferri arriccianti o piastre. Trattamenti a base di olio e cheratina idrolizzata o a base di olio di Crambe abyssinica, aiutano a ricostruire lo stelo. 41
Relax
stelle & curiosità l’oggetto La seggiovia
Astroparade
di Betty
Il coraggioso Cancro, sostenuto dai pianeti, pare inamovibile al contrario del Leone che ascende, infiammato d’amore. Meglio la Vergine e i Gemelli là dove il Toro, un po’ confuso, retrocede
Lo sci è uno sport individualistico, ma non è detto che da soli non ci si diverta; anzi, la possibilità di scegliere in quale pista mettersi alla prova, come e dove fermarsi per uno spuntino e come aggirare le code agli impianti di risalita sono piccole libertà da non sottovalutare. E poi, vuoi mettere la possibilità di salire accanto a perfetti/e sconosciuti/e mentre affronti l’immancabile sci-lift o la seggiovia? Nella seconda in particolare, sorella minore della funivia, la regola (quasi sempre disattesa) è di occupare tutti i posti a sedere, di solito 4 ma che possono arrivare anche a 8. Ecco che la riservatezza tutta svizzera impone qui un’eccezione, e così quei 1015 minuti di silenzio a decine di metri di altezza si spezzano. E qualcuno attacca bottone: «Bella giornata, siamo stato fortunati!»; «Mi hanno parlato bene dei tuoi sci (enorme bugia, ndr.), come vanno?»; «Quanta gente oggi! Ieri era più calmo...» (per forza, di venerdì la gente lavora, ndr.) e altri luoghi comuni e banalità da giornata in libertà. Divise per tipo di trazione, sistema di fissaggio delle celle di trasporto e altre particolarità tecniche, i primi impianti di risalita vennero sviluppati negli Stati Uniti (anni trenta). In Svizzera la prima seggiovia nasce sullo Jochpass. Era il 1944: lo sci stava per vivere il suo grande boom, i cambiamenti climatici e la scarsità di neve erano un incubo lontano.
istruzioni per l’uso Sette motivi per bere caffè americano di Walter Mariotti
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SAGIttArIo
Grazie a Venere in retrogradazione nel segno amico dell’Ariete ritorni di fiamma, passioni improvvise, colpi di fulmine. Il cielo è costellato dai valori di fuoco. Momento professionale decisivo per i nati nella terza decade segnati da Saturno. Guardate al futuro senza timori e senza farvi inibire dal passato.
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CANCro
«Coraggio, soprattutto a livello individuale, è anche volontà civile e responsabile di non rassegnarsi all’incalzante degrado morale. E infine quella buona cosa che consiste nel saper pagare sulla propria pelle i propri errori: virtù rara oggi ma per questo ancora più apprezzabile». (Walter Bonatti, scalatore).
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VErGINE
Con Marte in toro brillate di energia. Ma avvertite al contempo anche un gran bisogno di giustizia e per trovarla, come scrisse Piero Calamandrei: «bisogna essere fedeli. Essa come tutte le divinità si manifesta solo a chi crede». Affronterete la settimana con entusiasmo e forza di volontà. Contenete la rabbia.
4 gemelli
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7 acquariO
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12 tOrO
trail12eil13stateattentiaquello che dite, e a non far critiche sconsiderate e mal fondate. Venere, benevola, influenza positivamente la vita sentimentale delle prime due decadi. Giove favorisce la vostra vita professionale.
«Ho la sensazione che la gente agisca sempre meno e parli sempre di più. Su qualunque questioncina ci si scontra, si discute, ma poi, quando c’è da spostare una sedia, non la sposta nessuno!», diceva Giorgio Gaber. Siate più concreti! Luna di traverso con Marte in toro. «La morale sessuale», ha scritto Cesare Pavese, «è un palliativo della gelosia. Essa tende a evitare il confronto con la capacità virile di un altro. La gelosia è il timore di questo confronto».
1. È meno buono di quello tradizionale. Ma non si sceglie per la qualità, bensì per la praticità. 2. Viene servito «to go», in bicchieri di plastica con il coperchio per portarlo in giro. Così si fanno due cose insieme. 3. Non si
«È cosa bellissima», ha scritto Epicuro, «la vista del prossimo, quando al primo incontro ci si scopre dello stesso sentimento, o almeno col desiderio ardente verso questo fine». Dopo il 13 la Luna potrebbe indurvi a colpi di testa.
Per Bertrand russell: «La psicologia dell’adulterio è falsata dalla morale convenzionale, che esclude, nei paesi monogami, che l’attrazione per una persona possa coesistere con il serio affetto per un’altra. tutti sanno che questo è falso». Mercurio e Plutone in buon aspettofinoal13.Grazieaquestotransitoriuscirete a penetrare al di sotto della superficie e ad andare fino al fondo della realtà delle cose. Ma dovrete faticare, nulla è scontato. Sviscerate tutte le implicazioni.
paga il servizio al tavolo. Forse anche perché non c’è il servizio. E spesso neanche il tavolo. 4. Si beve in bicchieri di carta, di tutte le misure. Una buona idea, almeno dopo non c’è bisogno di lavarli. 5. Bevendolo, si può
Grazie alla retrogradazione di Venere e alla Luna Nera, possibile ritorno di fiamma. Amori e attrazioni irrefrenabili. Particolarmente aggressivi i nati nel mese di luglio tra il 16 e il 17 a causa degli aspetti di Marte con la Luna in Scorpione.
Amplificazione degli appetiti sessuali. Con l’arrivo di Marte nel toro l’umore tende a stabilizzarsi maggiormente. La retrogradazione di Venere apre prospettive ai nati tra la seconda e la terza decade. Accettate qualche rinuncia. Il 16 marzo Luna e Marte in opposizione. Dovrete contare fino a dieci prima di prendere qualunque decisione. Controllate l’ansia facendo sempre una cosa alla volta. Se non ci riuscite, elencate su un foglio bianco i vostri impegni.
ammirare qualunque meraviglia. Addirittura le palme a Milano. 6. Si possono scegliere decine di varianti. In genere il sapore è lo stesso, ma vuoi? 7. Costa di più, è meno buono ma fa trend. Cosa pretendere di meglio?
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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 16 marzo e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 14 marzo a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 9
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1. Mammiferi dei Bovidi dalle lunghe corna anellate w 10. La ripara il calzolaio w 11. Uno detto a Zurigo w 12. Altare pagano w 13. Residuo inutile w 14. Ricostituente w 16. Pari in giorno w 17. Cerimonie w 19. Equipaggiato w 22. Pari in antica w 23. La somma degli anni w 24. Subì un decennale assedio w 26. Le iniziali di Toffolo w 27. Combattere w 29. Nota scolastica w 31. In mezzo al coro w 32. Argovia sulle targhe w 33. Un’incognita w 35. Dittongo in beato w 37. Calibrata w 40. Hanno il cordiglio w 42. Nome russo d’uomo w 43. Il bel Sharif w 45. Croce Rossa w 46. Mora w 48. Fiume russo - 50. I confini di Arogno w 51. Originale, strampalata w 53. Formano lo scheletro w 54. Devoti w 55. Particola w 56. Vale a dire
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1. Lo stato difeso dalle guardie svizzere w 2. Segno zodiacale w 3. Un fungo anche pericoloso w 4. Dubitativa w 5. Un dolcetto w 6. Il mitico re di Egina w 7. E’ chiamata anche Breuil w 8. La Parade musicale w 9. Povertà assoluta w 15. Rabbia, furore w 18. Copricapo papale w 20. Due al cubo w 21. Si coltiva w 25. Vaso panciuto w 27. Abitano sulle rive del Verbano w 28. Malati w 30. Può essere mancino w 34. Svezia e Thailandia w 36. Simili ai DIN w 38. Aspro w 39. Grossa arteria w 41. Bel paesino del Malcantone w 44. Amare senza limiti w 47. Ella w 49. Insenature w 52. Nel cuore dei Tropici w 53. La fine della Turandot
TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 3marzo 2017 edITORe Teleradio7SA,Muzzano AmmINIsTRAzIONe viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa TicinoSA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona pubbLIcITà PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA Facciaafaccia(foto ©Vadymvdrobot)
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La soluzione del Concorso apparso il 24 febbraio è: TRATTORE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Nicole Bonanomi-Piegai Lugano Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 43
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