Ticino7

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23 numero

L’appuntamento del venerdì

29 V

09

Reportage

Verzasca sommersa Agorà Demenza senile Arti J.G. Ballard Società Panchine a rischio

Corriere del Ticino

laRegioneTicino

Giornale del Popolo • Tessiner Zeitung

CHF. 2.90

con Teleradio dal 31 maggio al 6 giugno


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numero 23 31 maggio 6 giugno 2009

Agorà Alzheimer. Quando la mente vola via Arti Le visioni di J.G. Ballard

Impressum Tiratura controllata 90’606 copie

DI

DI

ANTONELLA SICURELLO

MARIELLA DAL FARRA

Società In ricordo della panchina Vitae Elisabeth Drucker

DI

DI

...................................................

ROBERTO ROVEDA

GAIA GRIMANI

..........................

...............................................

..............................................................

Chiusura redazionale Venerdì 22 maggio

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale

Reportage Verzasca sommersa

DI

R. ROVEDA; FOTO DI M. BLÄTTLER

Tendenze Navigando sui mari del benessere

DI

...........................

PATRIZIA MEZZANZANICA

....................

Peter Keller

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

4 6 8

10 35 40

Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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Due gli spunti: il ricordo di James G. Bal-

la vera “esclusività”, per farci sentire un po’

lard, scrittore e grande smascheratore delle

più “fighi”, per ricaricarci come molle in vista

ipocrisie della società del consumo e dell’ef-

dell’imminente rientro nel ciclo inarrestabile

fimero, e il tema del mercato del turismo i

del lavoro. Ora, mi chiedo, la vacanza non

cui prodotti, come sottilmente suggerisce

dovrebbe essere un momento in cui, oltre al

Duccio Canestrini nei suoi Turistari, sono

riposo e al divertimento – certo ingredienti

ormai ascrivibili all’ambito dell’illusorio e

indispensabili –, si dovrebbe tentare, almeno

della falsità più sfacciata. L’esempio delle

tentare, di ritrovare una dimensione esisten-

crociere, ci spiega Patrizia Mezzanzanica nel

ziale più autentica? Un momento di pausa da

Tendenze di questo numero, è paradigmatico:

utilizzare per ripulire davvero la nostra mente

ambienti hollywoodiani, scenari architetto-

dal superfluo e dalle iniquità del quotidiano?

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nici creati ad hoc, centri benessere sofisticati,

Certo, la vacanza è oggi un prodotto come un

un mondo galleggiante concepito apposta

altro, analogamente al detersivo, allo scooter

per farci sentire – almeno per una settimana

o ai fondi d’investimento, e la figura del “turi-

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o due – altro da ciò che per il resto dell’anno

sta fai da te” è stata addirittura pesantemente

siamo. E sulla stessa linea i villaggi vacan-

ridicolizzata dai pubblicitari. Ma cosa c’è di

In copertina

Nelle acque della Verzasca Fotografia di Matthias Blättler

ze che nella formula del “tutto compreso”

meglio di una partenza senza meta, a parte la

annichiliscono qualsiasi forma di iniziativa

linea dell’orizzonte che, invitante, si stende

personale, svuotandoci di idee e passioni.

davanti a noi?

Universi paralleli in cui l’artificio e la finzione dominano incontrastati: per farci assaporare

Cordialmente, Fabio Martini


Quando la mente vola via

4

I

l linguaggio si impoverisce, la memoria si inceppa, il telefono diventa un apparecchio che fa strani rumori e il denaro assume improvvisamente un valore oscuro. Sono le prime avvisaglie della malattia di Alzheimer, una patologia senile che fa perdere lentamente il controllo della mente e del corpo, fino alla completa dipendenza dagli altri. In Ticino, secondo l’Associazione Alzheimer Svizzera, ne sarebbero affette circa cinquemila persone. Il malato diventa “una creatura che quasi più nulla ha da spartire con la persona di una volta”. Con queste parole Ombretta Moccetti, infermiera psichiatrica al centro diurno terapeutico di Pro Senectute a Lugano e consulente della sezione ticinese dell’Associazione Alzheimer, ha descritto in un libro la condizione della madre colpita a 63 anni da questa forma di demenza (A Brüsinpiàn gariva ul suu, Edizioni Giornale del Popolo). Una testimonianza lucida della sua trasformazione e delle difficoltà nell’accudirla, fino all’inevitabile ricovero in una casa per anziani. “Spesso i familiari sono costretti a compiere questo passo”, racconta Ombretta Moccetti a Ticinosette. “Ma non bisogna sentirsi in colpa, perché c’è una buona qualità di vita anche negli istituti e si può continuare a stare vicino al proprio congiunto. Quando decisi di ricoverare mia madre, che aveva vissuto per anni con me e mio marito, i nostri rapporti si fecero più distesi. Ero meno ansiosa, perché non dovevo più temere che a casa cadesse e si facesse del male”.

Rischi e contenzione Il rischio di un infortunio, però, non scompare una volta fuori delle mura domestiche. Anche nelle case di cura i malati di Alzheimer vanno incontro a rischi. Per evitare che ciò accada, gli istituti applicano misure di contenzione fisica (limitano la libertà di movimento) e farmacologica. “Ma lo fanno sempre meno e

»

Agorà

Sono circa cinquemila gli anziani ticinesi affetti dalla malattia di Alzheimer o da altre forme di demenza. Molti vivono nelle case di cura e spesso, nella fase detta “itinerante”, sono soggetti a forme di coercizione tese alla loro tutela. I nuovi approcci tendono però a limitare queste pratiche, grazie anche a una diversa concezione della malattia e dell’ambiente nella quale viene affrontata solo in caso di emergenza”, sostiene Moccetti. “Le sbarre al letto, per esempio, sono utilizzate se c’è il rischio di caduta. Con mia madre non è stato necessario ricorrere a queste misure”. Resta il fatto che la contenzione continua a essere oggetto di viva discussione non solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra i familiari. “Quando andavamo a trovare mio padre, spesso ci capitava di trovarlo legato. Era davvero tristissimo. La motivazione che ci veniva data era legata al rischio di cadute o alla possibilità che rappresentasse un pericolo anche per gli altri pazienti. Ma la domanda che mi facevo e continuo a farmi, anche ora che lui non c’è più è la seguente: si tratta di una risposta davvero necessaria o piuttosto è la soluzione adottata a causa dell’inadeguatezza della struttura a ospitare questo tipo di malati?”. Sono le parole di G.L., che ha dovuto affrontare il lungo calvario della malattia paterna. Ma attenzione, esiste anche la realtà opposta, e cioè quella in cui la contenzione, e addirittura il maltrattamento, si verificano all’nterno delle mura domestiche, quando il malato non è ospedalizzato e i familiari non sono in grado, per sensibilità e competenza, di affrontare i disagi e le complesse problematiche connesse alla demenza senile.

Gli obiettivi a livello cantonale “In questo tipo di patologie, almeno nella fase cosiddetta «itinerante», la contenzione fisica risulta spesso inevitabile”, spiega Silvano Morisoli, direttore della casa per anziani di Sementina e Presidente dell’Arodems, l’associazione che riunisce i direttori delle case di cura ticinesi. “In genere è usata a scopo di custodia o per evitare che la persona possa recare danno a se stessa o agli altri. Va presa con il consenso dell’anziano o, in caso di incapacità di intendere e di volere, dei familiari o del suo rappresentante legale e del medico curante. Ma prima della sua adozione vanno messe in


razione, si interviene con la creazione di reparti ad hoc e con la formazione specifica del personale”. Di che cosa si tratta: i letti sono disposti in modo da ricordare un ambiente domestico più che una casa di cura e sono così bassi da non aver bisogno di sbarre per evitare le cadute. Inoltre, gli spazi, sia interni che esterni, sono concepiti per permettere ai malati di Alzheimer di camminare in piena libertà senza perdersi e senza rischi per la loro incolumità. Anche l’organizzazione dei turni del personale infiermieristico viene strutturata non su base rigida, ma più elasticamente, in modo da rispondere alle esigenze dei pazienti, i cui tradizionali ritmi di vita risultano spesso del tutto alterati. “In un contesto del genere si riduce anche il ricorso a misure di contenzione”, sottolinea Morisoli. “Queste strutture dispongono di ampi spazi per rispondere adeguatamente alla fase itinerante della malattia. Inoltre, l’an-

ziano percepisce e vive la presenza di altre persone”. Le strutture di Gemmo, Claro, Bedano sono fra quelle in cui questo tipo di rinnovamento è previsto o è in fase di completamento. “La tematica è ben recepita e l’orientamento in questa direzione ampiamente condiviso”, conferma Carlo Denti. Iniziative di sicuro interesse generale ma il tema resta complesso e ricco di sfaccettature. A parte il generale ritardo nell’attuazione di questi interventi di adeguamento emergono altri interrogativi. Per esempio, quali le difficoltà che si generano all’interno delle famiglie qualora esse decidano di non ricoverare il proprio congiunto? Quali i problemi relativi ai costi e alla copertura economica da parte delle casse malati anche in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione e al futuro inevitabile incremento di tali patologie? Tutti aspetti riguardo ai quali Ticinosette svolgerà presto ulteriori inchieste.

» di Antonella Sicurello; ill. di Danila Cannizzaro

atto tutte le opzioni terapeutiche meno restrittive della libertà personale”. Negli ultimi anni il metodo di cura delle demenze sta cambiando a favore di una maggior rispetto della libertà dell’anziano. Gli esempi cominciano a essere numerosi, sia in Svizzera interna – è il caso della clinica Sonnweid di Wetzikon, nel canton Zurigo – sia in canton Ticino. Ne abbiamo parlato con Carlo Denti, capo della Sezione del sostegno a enti e attività sociali del Dipartimento sanità e socialità (DSS) nonché uno dei promotori del Forum Alzheimer che da due anni organizza attività di sensibilizzazione e formazione e un convegno sulle tematiche della demenza senile: “L’adeguamento delle strutture cantonali dedicate a questo tipo di patologie è attualmente in corso e riguarda sia le 55 strutture sussidiate sia le restanti 10 strutture private. Naturalmente si tratta di un processo che richiede del tempo ma laddove si prevede una ristruttu-


Le visioni di J.G. Ballard

Libri

James G. Ballard Tutti i racconti. 1956-1962 Editore Fanucci Per la prima volta vengono raccolti in tre volumi tutti i racconti di quello che da molti è considerato come una delle voci più interessanti della letteratura inglese.

» di Mariella Dal Farra; illustrazione di Mimmo Mendicino

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Crash, 1996 di David Cronenberg Trasposizione cinematografica di un romanzo di J.G. Ballard il film, da molti giudicato come “disturbante”, ruota intorno al tema della pulsione sadomasochistica e della relazione tra sesso e morte.

come i suoi capolavori. Sono libri nei quali il mondo si scompone in dicotomie reiterate e ossessive – scienza e pornografia, corpo e macchina, consumismo massmediatico e violenza, periferia suburbana e villaggio globale – concetti che, nel corso degli anni di prigionia giapponese e alla successivi, si riveleranno per ciò che sono: le visione, per molti aspetti “decoordinate del nostro vivere attuale. finitiva”, del riverbero della E se la perversione rappresenta una “valida” bomba sganciata su Nagasaki. alternativa alla psicosi, Ballard – che qualcuUn’immagine riproposta in no ha definito come “il cronista del disagio forma traslata in tutti i suoi mentale contemporaneo” – ci permette di romanzi, con particolare ricomprenderne e sperimentarne a fondo il ferimento ai primi quattro meccanismo, erotizzando l’angoscia fino a (Vento dal nulla, 1961; Deserto sublimarla, letteralmente, “ad arte”. La sua d’acqua, 1962; Terra bruciata, codificazione dell’immaginario contem1964; Foresta di cristallo, 1966) poraneo è peraltro talmente accurata che in cui la catastrofe si declina l’aggettivo “ballardiano”, diventato d’uso nei quattro elementi fondacorrente, viene incluso nel Collins English mentali. Dictionary con il significato di “somigliante Proprio quando sembra giuno evocativo delle condizioni descritte nei gere a patti con la gigantesca romanzi e nei racconti di J.G. Ballard”. empasse, la fine del mondo La natura di queste conseguenze viene torna a fargli visita sotto forulteriormente approfondita nella terza fama del repentino decesso se del suo percorso narrativo, attraverso della moglie, che lo lascia una tetralogia (Cocaine nights, 1996; Super genitore unico di tre figli Cannes, 2000; Millenium people, 2003; Repiccoli. Il processo di elabogno a venire, 2006) che Nei romanzi di Ballard, la realtà si scompone di fatto costituisce un in dicotomie reiterate e ossessive – scienza unico grande affresco pop. Per usare le sue e pornografia, corpo e macchina, periferia parole, “Vedo periferie suburbana e villaggio globale –, le coordinate che si diffondono per del nostro vivere attuale il pianeta, la suburbanizzazione dell’anima, vite senza senso, noia assoluta. Una specie razione imprime alla sua prodi mondo della tv pomeridiana, quando sei duzione letteraria una svolta mezzo addormentato. E poi, di tanto in tanvertiginosa, e si traduce in to, bum! Un evento di una violenza assoluta, opere chiaroveggenti quali del tutto imprevedibile: qualcosa come un La mostra delle atrocità (1969), pazzo che spara in un supermercato, una Crash (1973) e Condominium bomba che esplode. È pericoloso”. (1975), da molti considerati

»

Arti

Dev’essere a causa di quel dialogo interiore che si avvia quando si apre un libro e, silenziosamente, si comincia a leggere. Dev’essere la risonanza delle parole che, una volta interiorizzate, diventano virtualmente indistinguibili dal ricordo del discorso che ci è stato fatto da una persona in carne e ossa. Dev’essere che quelle parole ci somigliano e che, in qualche modo strano ed esatto, parlano di noi, svelandoci cose che di noi stessi ignoravamo. È morto James G. Ballard. Aveva settantotto anni, un cancro alla prostata e una curiosità immutata nei confronti di se stesso e del mondo. Primo teorizzatore in ambito fantascientifico dell’inner space, sembra che abbia considerato una fortuna il poter osservare da vicino l’approssimarsi della propria fine, e scriverne, come stava facendo insieme al medico che lo seguiva. È probabile che la sua scomparsa abbia rattristato più noi che lui. Di sicuro, la sua dimestichezza con la “materia” era di gran lunga superiore alla nostra. Ragazzino, era sopravvissuto alla detenzione in un campo

Film


Per chi non conoscesse la scrittura di Ballard, la lettura di questo romanzo può rappresentare un’eccellente punto d’inizio. I temi cari allo scrittore inglese compaiono tutti e risultano ben bilanciati in una trama in cui l’elemento “giallo” – l’indagine svolta dall’ex pilota d’aereo Paul Sinclair –, diviene il pretesto per una impietosa anatomia del mondo presente. L’ambito è quello dell’enclave di Eden-Olympia, una technology community di manager e supertecnici dediti a una vita di lavoro e successo professionale, un universo separato immaginato nel verde e nella luce cangiante di una Costa Azzurra del tutto verosimile. Il protagonista, convalescente da

Abbiamo letto per voi un incidente di volo, giunge sul luogo in compagnia della moglie, assunta come medico pediatra presso il centro medico di Eden-Olympia. Un ruolo precedentemente ricoperto dal dottor David Greenwood, stimato professionista, che qualche tempo prima, in un’apparente crisi di follia, aveva compiuto una strage nel “villaggio” prima di togliersi la vita. Proprio su questa vicenda Paul, le cui giornate vuote di convalescente invitano a una qualche forma di azione, inizia a indagare. E le scoperte sono davvero inquietanti: i supermanager, esemplari di un’economia portata alle sue estreme conseguenze, vivono una realtà in cui ogni distinzione fra pubblico e privato è

abolita. L’uso di narcotici ed eccitanti, le pratiche sessuali più estreme, la caccia grossa a immigrati e prostitute, sono attività che vengono apertamente incoraggiate per compensare l’impegno professionale profuso nell’interesse delle multinazionali. Sullo sfondo la figura di un inquietante psichiatra, Wilder Penrose, ispiratore e guida della comunità. La prosa lucida e iperealista del romanziere inglese, affonda senza pietà e riserve nello schema di una società in cui, sotto l’apparente perfezione della superficie, si nasconde un mondo patologizzato e condannato alla deriva, una realtà in cui ogni forma di principio etico evapora tragicamente di fronte ai presunti

James G. Ballard Super Cannes Feltrinelli, 2000

» di Fabio Martini

»

valori di profitto e successo. Profetico, come sempre, Ballard ci parla di una società tutt’altro che ignota o immaginaria.

Gli scavi tornano di moda: con le ipoteche sotto il 2%. Offriamo ipoteche interessanti a condizioni vantaggiose. Sulle abitazioni rinunciamo alla maggiorazione del tasso per le ipoteche di 2° grado. Inoltre potete pagare gli interessi in due sole rate annuali. Maggiori informazioni sulla nostra vasta gamma di servizi bancari nel sito www.bancamigros.ch oppure chiamando la Service Line allo 0848 845 400.


In ricordo della panchina

Georges Simenon Maigret e l’uomo della panchina Adelphi, 2004 Un capolavoro di Simenon con protagonista un uomo, il signor Louis, che ha il coraggio di uscire dai ranghi e sedersi su una panchina, e guardare se stesso negli altri.

che “oggi stare in panchina è un’anomalia sociale più grave se chi si siede si sottrae non Mikhail Nesterov, Ritratto di Natasha Nesterova, olio su tela, 1914 solo alle regole non scritte della produttività e dell’efficienza, ma anche allo sguardo degli altri”. Il nemico contro il quale si Quando non ci pensano le Quindi è consentita la panchina solo a chi stanno mobilitando in Euro- autorità, ci sono i comitaha una buona giustificazione: anzianità, pa sindaci, consigli comuna- ti di cittadini che, come a malessere improvviso, gravidanza all’ottavo li, associazioni di cittadini Pordenone, in Friuli, hanno mese e via di questo passo. benemeriti e anche qualche messo dei triangoli acumiIn tutti gli altri casi qualcosa non funziona. ministro, ebbene sì… sono nati sulle panche per evitare Chi, sostando su una panchina, non rientra le panchine! Proprio quelle che qualcuno ci schiacci un nelle categorie appena menzionate è sicurain legno e metallo sulle quali pisolino. mente qualcuno di poco raccomandabile. tutti ci siamo seduti con non- A prima vista il problema è Minimo uno sfaccendato o un disoccuni, genitori e amici. Le com- che spesso le panchine sono pato… per quale altro motivo starebbe lì pagne discrete e silenziose il luogo di vita degli esclusi, mentre tutto il mondo corre? delle nottate tra amici, a volte degli emarginati, in sintesi “Per molti stare su una panchina è l’immail luogo della nostra prima gli “extracomunitari”, congine della provvisorietà, della precarietà, educazione sentimentale e siderati cioè di tutti quelli forse del declino” prosegue Sebaste. Che non solo di quella… che sono al di fuori della qualcuno semplicemente voglia riposarsi In Francia è lotta aperta da comunità sociale. Che siano all’aperto o godersi il dolce far nulla è anni: il sindaco di Tolosa le fa stranieri del Terzo mondo qualcosa di inaccettabile e di incomprensibagnare con gli idranti tutte o clochard nostrani, meglio bile. Come spiega l’antropologo Franco La le sere per evitare che ven- far sparire le panchine o liCecla: “Nelle città europee e americane “il gano usate impropriamente mitarne l’uso perché questi riposo” diventa, se esercitato in pubblico, dopo il calar del sole. Sarkozy, “extracomunitari” non dialtrettanto osceno di un atto sessuale”. In quando era ministro degli sturbino troppo, facendo di questo senso le panchine diventano simbolo Interni, propose di eliminare una panca di legno la loro di trasgressione, peggio di eversione e scontutte quelle che si trovava- sala da pranzo, il loro salotvolgimento delle reno vicino alle case. Paura di qualche contagio? Mah… Sedersi su una panchina significa fermarsi gole sociali. Chi sta su L’Italia proibizionista e per- e osservare il mondo che corre. Un atto di una panchina, invece, è fuori controllo e si benista del terzo millennio trasgressione in una società basata sull’ef- ritrova fermo mennon può certo mancare in tre il mondo viaggia. una “battaglia per la civiltà” ficienza e la produttività Troppo pericoloso per come questa. In alcune città una società come la nostra che si basa su è severamente vietato, ripeto to, la loro camera da letto. produttività e consumo all’infinito, senza “severamente vietato”, sedersi Ma tanto zelo non si spiega troppe complicazioni e troppo questioni. E sulle panchine dopo le 23:00. solo con la voglia di decole panchine hanno pure il difetto di essere A Padova, il sindaco le ha ad- ro e di asetticità sociale che gratis…forse per questo le stanno togliendirittura eliminate in alcune caratterizza l’odierno vivere do dalle città, per poi piazzarle nei centri zone della città per evitare “civile”: Beppe Sebaste, nel commerciali. la sosta degli indesiderati. suo libro Panchine, azzarda

» di Roberto Roveda

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Beppe Sebaste Panchine Laterza, 2008 Un viaggio sul filo dei ricordi, seguendo, come un filo di Arianna, le panchine che, nel corso della vita, hanno accompagnato momenti fatti di emozioni, sentimenti o semplicemente riposo.

»

Società

Libri


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Abbiamo visto per voi cui leggere le luci e le ombre delle relazioni umane. Da questa ricerca artistica nasce una pellicola irripetibile che ha lasciato un’impronta luminosa nella storia del cinema francese. La vicenda è ambientata nella Parigi degli anni Trenta. Tra le strade della “ville de l’amour” si sviluppa la storia lirica di una passione tesa tra speranza e disperazione. Con Gli amanti perduti la metrica dei poemi di Prévert si trasforma in cinema tramite i bianchi, i neri, le pause lunghe e quelle appena accennate. Romantico e malinconico, il mimo Baptiste Debureau (Jean-Louis Barrault) si innamora perdutamente della fascinosa Garance (Arletty) e da qui inizia il racconto

di un amore passionale e al contempo struggente, eterno quanto incostante. La vicenda, le cui redini sono tirate da un fato spietato, intreccia fughe e inseguimenti, separazioni dolorose e intensi ricongiungimenti. Al di là della teatralità lirica e del pathos, la narrazione si sviluppa con la naturalezza e la fluidità della vita stessa. Il film trasporta lo spettatore nella Parigi del realismo poetico che si svela tra i chiaro-scuri dei bistrots, degli alberghi a ore e dei piccoli teatri. Prévert, con le sue parole, e Carné, con le sue immagini, toccano nel profondo le fragilità dell’uomo. Un film unico e speciale. Gli amanti perduti, conservando il fascino eterno della poesia,

Amanti perduti (Les enfants du paradis) di Marcel Carné Francia, 1945

» di Keri Gonzato

Sotto uno strato di polvere, nascosta tra gli scatoloni della memoria collettiva, trovo una chicca cinematografica. Si tratta della pellicola Gli amanti perduti nata dall’incontro artistico di Marcel Carné e Jacques Prévert. Carné, il regista, è stato uno dei maggiori esponenti del realismo poetico che, attraverso uno stile cinematografico teatrale, raccontava storie di gente ordinaria alle prese con i giochi del fato. Prévert, il poeta, è invece conosciuto per essere stato capace di comunicare in modo apparentemente semplice la complessità dei sentimenti umani. Un poeta e un regista con una sensibilità affine collaborano a creare un linguaggio unico attraverso

mette in scena lo spettacolo della vita con lirismo e potenza. Il film è oggi disponibile in dvd grazie alla BIM che lo ha messo in distribuzione nel 2008.

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» testimonianza raccolta da Gaia Grimani; fotografia di Igor Ponti

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collaborare per svilupparne una per il Ticino. Io non avevo mai fatto questo genere di lavoro. La prima mattina che sono uscita per provare a vendere la pubblicità, sono andata a Chiasso all’Albergo Corso e sono riuscita ad avere un contratto di due anni. Un successo inaudito. A un certo punto, però, girando per il Ticino, incontravo difficoltà a vendere perché gli inserzionisti non erano interessati a una rivista italiana, così capii che era il momento di crearne una ticinese. Chi accettò di tentare, fu Valerio De Giorgi che in qualche mese realizzò un prototipo di copertina dal titolo: Il manager Un’esistenza piena di soddisfazioni in ticinese, che a me parve brutcampo lavorativo. Ma con un rimpianto, to. Lui mi propose allora di trovargliene un altro. Restai l’infanzia priva d’amore, e una certezza, tutta una domenica mattina un amore appassionato per la vita a pensare e poi venne fuori Ticino Management. particolare istruzione, senza Sono una donna che nella vita ha sostenuto appoggi di nessun genere. e vinto tante battaglie in campo sociale. Per Ho cominciato con il settore esempio, adesso hanno cambiato i conteniimmobiliare: un’attività nata tori della spazzatura nella mia strada che è quasi per caso, dalla necessitutta in salita e li hanno piazzati in cima. tà. Quando sono arrivata in Morale: si deve fare tutta la salita con i sacItalia e cercavo casa, nessuno chi pesanti. La zona è abitata da anziani per parlava l’inglese, nessuno sai quali è arduo raggiungere i contenitori, che peva darti una mano ed era sono assai scomodi: bisogna alzare il copermolto difficile trovare qualchio che pesa, tenerlo sollevato e buttare il cosa di bello e particolare. Ma sacco dentro. Ho scritto allora al Municipio piano piano ho trovato il mio e ho ricevuto una risposta nella quale, punto “spazio” e allora mi sono detper punto, sono spiegati tutti i vantaggi di ta: “visto che ci sono riuscita questa scelta. Non mi ha convinto, ma il io, posso aiutare gli altri a riscontro così immediato e particolareggiato trovare casa” e mi sono messa alle mie richieste mi ha fatto piacere. Ma a sviluppare quest’attività a non sono solo una combattente, anche se livello internazionale. È stato chi combatte crede in ciò per cui lotta e bello mettere insieme case e ciò denota un atteggiamento positivo: mi persone e aiutarle anche a piacciono i momenti in cui ci si ritrova con espletare tutte quelle pratiche se stessi nel magico contatto con la natura, che per uno straniero erano specialmente durante le passeggiate in moncomplicatissime. E poi abbiatagna che amo tanto. Adoro respirare l’aria mo fondato un club internapura e, quando posso, fermare in immagini zionale di donne per avere fotografiche le mie emozioni. Ho inoltre la possibilità d’un contatto, molte amiche che mi vengono a trovare e per sapere a chi rivolgersi se con le quali s’è costituito un rapporto da si ha bisogno di qualcosa, per vere “sorelle d’anima”; infine ho due figli soccorrersi l’una con l’altra. di cui sono molto orgogliosa. Un lavoro successivo che mi Tutto questo per dire che amo appassionaè piaciuto molto è stata la ractamente la vita. Non ho trovato però la mia colta della pubblicità. Tutto realizzazione nell’amore di coppia. Sono tutè avvenuto apparentemente tavia una buona compagna per il mio gatto per caso: una delle mie clienti con cui faccio interminabili conversazioni: a immobiliari aveva cinque rilui riesco a dare quell’amore che, non avenviste di management in Italia do ricevuto, non sono stata forse capace di e mi ha chiesto se volevo dare alle persone, come avrei voluto.

Elisabeth Drucker

Vitae

i ricordo pochissimo della mia infanzia: è una porta che si è chiusa tanti anni fa e che ancora adesso mi fa male perfino socchiudere. Mi ricordo più di tutto l’ospedale: ero una bambina spesso malata… nel ’36 ho avuto la difterite, che allora era una malattia molto grave e ho dovuto trascorrere un anno in ospedale per riprendermi. Ho avuto un’infanzia separata da mia madre e quando ci siamo ritrovate, lei non era soddisfatta della mia educazione e abbiamo avuto parecchi conflitti. Anche l’esperienza scolastica non è stata delle migliori, né in Inghilterra, quando ero adolescente nella boarding school in cui ero stata collocata per imparare l’inglese, ma dove in realtà facevo da consulente linguistica alla mia docente di francese, senza imparare nulla ed ero emarginata perché straniera; né successivamente negli Stati Uniti, a Colombia, nella Carolina del Sud dove c’eravamo trasferiti e dove mia madre aveva un fratello, anche lui molto severo. Dovevo essere a casa alle dieci di sera. Una volta sono arrivata tardi e mi ha chiuso fuori dalla porta. Ben presto mi sono trovata una famiglia con due bambini di otto e nove anni che sorvegliavo e aiutavo a fare i compiti. Davo una mano anche nelle pulizie, perché la mamma dei ragazzi aveva subito un’operazione: facevo insomma la ragazza alla pari e questo andava abbastanza bene. Anche là a scuola ho avuto dei problemi perché non ero americana, poi mi hanno visto una volta parlare con un ragazzo di colore e questo alla fine degli anni Cinquanta non era un comportamento accettato negli Stati del Sud. Nonostante ciò, in seguito ho avuto un gran successo con il lavoro, la cosa che ha significato di più nella mia vita e nella quale forse sono riuscita meglio. Ne ho ricavato molte soddisfazioni, perché ho fatto tutto da me, senza una

»

M


Verzasca sommersa di Roberto Roveda; fotografie di Matthias Blättler

Un mondo totalmente liquido è un universo diverso da quello in cui siamo abituati a muoverci. Le sensazioni mutano, i rumori si attutiscono e svaniscono, odorato e tatto assumono significati diversi. In questo spazio è l’acqua a dominare, rivelandosi in tutta la sua forza vitale, in tutta la sua capacità di essere avvolgente e materna… ma anche oscura, inafferrabile, inevitabilmente aliena rispetto all’uomo. È accompagnati da questi pensieri, che ci immergiamo nelle acque verde smeraldo del fiume Verzasca


Il

primo contatto è con la trasparenza cristallina delle acque del fiume Verzasca e con le caratteristiche fisiche di un mondo sommerso, fatto di rocce e sassi lentamente modellati dal lavorio delle acque. Il panta rei, il “tutto scorre come un fiume” pronunciato da Eraclito più di duemila anni fa trova un riscontro immediato e il fluire dell’acqua del fiume diviene paradigma di tutta la natura e dei suoi elementi, nel suo inarrestato procedere, all’apparenza infinito. Se cercavamo una metafora della vita, è bastato questo primo approccio per trovarlo, anche se l’incontro è ancora a un livello superficiale. Solo quando l’immersione diviene totale e si completamente circondati, quasi in un liquido amniotico primordiale, le sensazioni si moltiplicano e l’acqua non è più solo elemento fisico della natura, non più la combinazione chimica di due molecole di ossigeno e una di idrogeno che si incontrano a formare la primordiale combinazione. Ci ritroviamo in un mondo “altro”, liquido ed estraneo, in cui l’uomo si muove – è proprio il caso di dirlo – “come un pesce fuor d’acqua”.

Certo l’acqua è parte della nostra vita, è elemento insostituibile di sopravvivenza e come raccontano i versi di una grande poetessa dell’Ottocento, Emily Dickinson “ l’acqua è insegnata dalla sete”, cioè dal bisogno più primario che ci sia. Eppure essere circondati totalmente dall’elemento liquido assume sempre i caratteri dell’esperienza fuori dal comune, quasi del rito di iniziazione a un universo nuovo, condotto attraverso regole proprie. Il principio di tutto Immediatamente l’acqua si sente, come cosa viva, animata e pulsante. Forse per questa sue essenza vitale, l’uomo l’ha sempre considerata il suo punto di partenza. “Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” racconta uno dei ver-


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setti iniziali della Genesi biblica. E “l’acqua è il principio di tutte le cose” affermava il greco Talete, padre della filosofia, più di 2500 anni fa. Per i greci classici Oceano, cioè acqua in costante movimento proveniente dal nulla e al nulla diretta, era la divinità primordiale precedente agli dei dell’Olimpo, prima di Zeus e di Afrodite, di Ulisse e della guerra di Troia, prima della storia. Mentre si è immersi totalmente la certezza diviene assoluta: prima della storia l’acqua c’era già e già aveva cominciato a spaccare e modellare pietre con manualità d’artista. Ancora adesso, impercettibilmente, l’acqua scava, allarga solchi e crea pozze. Rimanendo immersi non può sfuggire quel verso di Giuseppe Ungaretti “Stamani mi sono disteso in

a sinistra: la fotografia è stata scattata in prossimità del “Ponte dei salti” di Lavertezzo. Il riflesso sotto la superficie fa apparire il deflusso dell'acqua simile a un'immensa bocca in alto: siamo nella zona del Bolastro. Una tipica capra di razza nera si abbevera nelle limpide acque della Verzasca al centro e in basso: la superficie dell'acqua, ripresa dal basso, agisce come uno specchio generando straordinarie simmetrie dovute alla riflessione pagina precedente: fra due mondi. Al di sopra si scorge la chiesa di Lavertezzo



a sinistra: raggi di luce si riflettono sulle rocce di granito modellate dall'azione millenaria delle acque sopra: il corso della Verzasca offre ai bagnanti, qui ripresi nella zona delle Posse, la possibilità di un piacevole refrigerio

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39 un urna d’acqua e come una reliquia ho riposato”. Nell’infuriare della Grande Guerra il poeta riconosceva nell’acqua un rifugio sicuro dove riposare e dimenticare gli orrori del presente. Riti di passaggio Eppure accanto a questo aspetto rassicurante e accogliente, l’acqua ci trasmete un senso di estraneità, di potenza immane capace di esercitare una forza incontrollabile che come da la vita, così se la può riprendere oppure semplicemente cambiare. Una volta sotto, esiste nell’immediato un senso fisico di cambiamento di stato. Ci si perde, manca la cognizione del tempo e dello spazio, mancano i suoni, mancano i punti di riferimento usuali. Forse per questo, nell’antichità l’acqua era una barriera impenetrabile e insuperabile e dall’elemento liquido scaturivano i miti, della creazione come nella Genesi biblica e della distruzione, come nel racconto del diluvio. Tra questi due opposti, inizio e fine, “scorre” tutta l’ambiguità dell’acqua che per i poeti e gli artisti è una barriera inquietante, onnipresente, meravigliosa ed enigmatica. Il profeta Giobbe scrive: “Dio ha tracciato un cerchio sulla superficie delle acque ai confini della luce e delle tenebre”

e l’acqua diviene spartiacque tra due mondi, quello terreno e quello dello spirito, ma anche tra quello della salvezza e della perdizione e allo stesso tempo è passaggio per metterli in comunicazione, legarli, confonderli. L’immersione in essa consente la purificazione, la rigenerazione finale come insegnano le grandi religioni, dal cristianesimo con il battesimo e all’induismo, con le sacre abluzioni nel fiume Gange. Rimane una sensazione forte, che trova conferma una volta tornati all’aria aperta, una volta riassaporati odori e suoni conosciuti. Nell’acqua si è soli con sé stessi e si guardano le cose sotto una prospettiva diversa. Forse non a caso Carl Gustav Jung affermava che “chi guarda allo specchio dell’acqua vede per prima cosa la propria immagine… e chi va verso se stesso rischia l’incontro con se stesso” ■


di Patrizia Mezzanzanica

Qualche settimana fa il più titolato quotidiano italiano pubblicava un corposo speciale dedicato alla bellezza. Tendenze, piaceri, consigli rivolti a uomini e donne in vista delle prossime vacanze estive perchè, si scriveva, “la cura del corpo appassiona sempre di più gli italiani”. E non solo sulla terraferma, ma anche in pieno oceano e alle latitudini più impensate, grazie alle proposte offerte dalle grandi navi da crociera

L’offerta è varia e comprende spa “griffate” in località turistiche con vigna e orto biologico oppure in ambito urbano, per una remise en forme istantanea magari fra un appuntamento e l’altro, o ancora noti centri termali sempre meno “stabilimenti” per la cura di patologie come asma e artrite, e sempre più beauty farm. Luoghi da sogno, esclusivi e raffinati i cui fatturati sembrano ignorare crisi e recessione, santuari del piacere e dell’armonia dove abbandonare il proprio corpo – e la propria mente – alle consolatorie cure di qualificati terapisti.


E fra le mille offerte che allettano il turista più esigente non poteva certo mancare quella delle grandi nave da crociera, che tra hammam e suite termali si assicurano una larga fetta del mercato. Costa Crociere è leader del settore con 14 navi in servizio e 3 in ordine che operano in tutto il mondo. Nel 2008, dai maggiori porti internazionali, sono partiti circa 1,2 milioni di persone per un fatturato di 2,3 miliardi di euro. Fiordi norvegesi, isole greche, Emirati Arabi, Caraibi, Centro America, l’offerta è vastissima e fra i vari servizi offerti a bordo una speciale attenzione merita la spa, in particolare la Samsara spa che con i suoi 6000 mq è già presente su Costa Serena e lo sarà, fra breve, anche su Costa Pacifica e Luminosa, le nuove ammiraglie che saranno inaugurate a giugno. Non solo relax in piscina, ristoranti, grandi chef e paesaggi mozzafiato quindi, ma anche cura del corpo e spazi wellness. L’arredo delle Samsara spa è lussuoso e raffinato, l’atmosfera è orientale, le cabine e le suite hanno accesso diretto alla zona dei trattamenti dove ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico e farsi coccolare un po’. Un’esperienza benessere a 360 gradi che comprende l’Area Termale, con sauna e piscina talassoterapica a getti d’acqua massaggianti, il Santuario Tridosha con vapori aromatizzati, e il Tempio della Pace, sala di meditazione e rilassamento. Se il nuovo trend del benessere è dunque rappresentato dalla crociera, lo studio e la progettazione degli ambienti interni diventa più che mai una priorità. Per chi ha deciso di lasciarsi alle spalle (ahimé…) l’epoca del viaggio “on the road”, il mercato del turismo propone soluzioni contrassegnate da una grande “funzionalità”: l’utente si trova immerso in uno spazio altamente accogliente e scenografico, in ambienti seduttivi e fantasmagorici di grande impatto, completamente estranei alla dimensione della quotidianità. Una tendenza che ha nello stile “maximalista” dell’architetto Joseph Farcus il suo punto di forza.

Norvegia, Emirati Arabi, Malta: sono alcuni dei numerosi itinerari proposti


»»illustrazione di Adriano Crivelli

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Orizzontali 1. Impiastricciare • 9. Fa coppia con lui • 10. Restituite • 11. Anguste • 13. L’antico Eridano • 14. Città svizzera • 15. Torti senza pari • 17. Sgorga dal tronco • 20. Le iniz. di Cerusico • 22. Selve • 23. Costose o troppo saporite • 24. Meridione • 25. Ultimo Scorso • 26. Cifra imprecisata • 27. Gigaro • 28. Insetto nocivo all’agricoltura • 30. Ha la voce fievole (f) • 31. Norvegia e Cuba • 32. Lo cela l’esca • 34. Scarsa • 36. Gravosi da portare • 38. Haute Voltage • 39. Oriente • 40. Satira • 41. Il nome della Zoppelli • 42. Una voce del tennista • 43. In mezzo al coro • 44. Mesti, mogi • 47. Il Paradiso perduto • 48. È un affluente del Reno.

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 24

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Verticali 1. Noto film del 1992 di Andrew Birkin • 2. Traguardo • 3. Bevanda spumeggiante • 4. Il direttore d’orchestra nato a Parma • 5. Pari in strette - 6. Mosca soporifera • 7. Dittongo in paese • 8. Risonanza • 12. Dittongo in beato • 13. Lo pseudonimo di Bernardino di Betto • 16. Scoppiava nel saloon • 18. Innalzata • 19. Cantore epico • 21. Coincidenza • 22. Frivolo, leggero • 29. Torte di frutta • 31. Negazione • 33. Comprendono quattro settimane • 34. È con Ambrì • 35. Guasto navale • 37. Ponte... sul confine • 45. Cons. in ironia • 46. Tiro centrale.

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La soluzione a Epigoni è: L’opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers (Mondadori, 2001). Il vincitore è: B.S., Minusio.

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Il 1 giugno Marte inizia il transito nella vostra seconda casa solare. Possibili spese economiche riconducibili ai mezzi di trasporto, ma anche un ritrovato impegno nel promuovere la vostra immagine pubblica.

Dal 2 di giugno, Marte il dio della guerra, archetipo della volontà e dei desideri entrerà nel vostro segno. Canalizzate l’esplosione di energie verso obiettivi determinati. Scaricatevi con un’attività sportiva.

Tra il 2 e il 3 giugno la Luna creerà un ottimo aspetto con i valori espressi da Giove e Nettuno. Momento ideale per risolvere una vertenza legale, o per aprirvi a nuove vie di conoscenza. Incontri femminili.

Dal 2 giugno in poi i nati nella prima decade inizieranno a essere sostenuti da una ritrovata lucidità intellettuale. Le incomprensioni sorte nel corso del mese precedente potranno essere così facilmente appianate.

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Dal 2 giugno in poi i nati nella prima decade potranno subire un improvviso calo energetico. Qualche problema di comunicazione con i vostri interlocutori. Vita sentimentale sempre a gonfie vele.

Grazie all’ingresso di Marte potrete far finalmente fronte a tutti i cambiamenti da cui, da diverso tempo siete sollecitati. I nati nella prima decade saranno colti da un improvviso attivismo.

Ultimi giorni segnati dalla lunga opposizione con Venere dal segno dell’Ariete. Per cui occorrerà ancora qualche giorno prima che la vita affettiva possa raggiungere un certo equilibrio.

Cercate in ogni modo di moderare la vostra caratteriale irruenza nei confronti del partner o dei soci. Evitate di essere arroganti e provate a rispettare di più i vostri alter ego. Improvvisi cali di voce.

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Ultimi giorni di follie d’amore per i nati nella terza decade, da tempo baciati dal lungo transito di Venere. Maggiori possibilità di successo per le storie sentimentali che riusciranno a rinnovarsi.

Dal 2 giugno in poii Marte tornerà t erà a sostenervi. Il transito interesserà soprattutto i valori della vostra quinta casa solare, per cui vi sarà uno scossone alla vostra vita erotica. Situazioni divertenti e buona compagnia.

I nati nella terza decade potranno rilassarsi grazie alla ritrovata fiducia in se stessi. Momento ottimo, assolutamente da non perdere, per dare il via a nuove iniziative in campo professionale.

Anche se il mese inizia con la Luna opposta, a partire dal 2 giugno, grazie a Marte potrete arricchire la vostra quotidianità di nuova energia. Spostamenti legati ai vostri interessi e incontri culturali.

Webspecials

» a cura di Elisabetta

ariete

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