Ticino7

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30 I 09 L’appuntamento del venerdì

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Reportage

Marzio Pescia

numero

LANTERNE DI GHIACCIO

Agorà

La scienza in pubblico Società

Etnia: una valenza strumentale Turistario

Homo turisticus

Corriere del Ticino

laRegioneTicino

Giornale del Popolo

Tessiner Zeitung

CHF. 2.90

con Teleradio dall’1 al 7 febbraio


Valore complessivo del pacchetto «friendship» «Comfort» Fr. 1’850.-, prezzo preferenziale Fr. 500.- composto da climatizzatore manuale Fr. 1’250.- e radio/CD, 4 altoparlanti davanti, telecomando al volante, presa AUX Fr. 600.-. 2 Fiesta Trend 1.25 l 82 CV/60 kW: acconto 22.19 % del prezzo di listino. Tasso d’interesse (nominale) 6.2 %, tasso d’interesse (effettivo) 6.66 %. Incluso assicurazione rate Ford, durata 48 mesi, 10’000 km/anno. Cauzione e valore residuo conformemente alle direttive Ford Credit. Assicurazione casco totale obbligatoria non inclusa. Tutti i contributi IVA al 7.6 % incl. La concessione del credito è vietata se causa un eccessivo indebitamento del consumatore (art. 3 LCSI). Con riserva di modifiche. 3 Prezzo preferenziale. Modello riprodotto: Fiesta Titanium 1.25 l 82 CV/60 kW, 5 porte, prezzo di listino Fr. 21’950.con equipaggiamento supplementare (cerchi in lega leggera da 17", ESP inclusivo Fr. 1’150.-, vernice speciale Hot Magenta metallizzata Fr. 750.-).

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numero 6 dall’1 al 7 febbraio 2009

Agorà La scienza in pubblico

DI

NICOLETTA BARAZZONI

Arti Musica. La “leggenda” di Bohuslav Media Tecnologia. Asimov e l’iPod

DI IVO

Società Etnia: una valenza strumentale

Impressum Tiratura controllata 90’606 copie

Chiusura redazionale Venerdì 23 gennaio

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Gastronomia Elogio dell’aglio Vitae Irma Seidler-Bruni

DI

DI

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ORESTE BOSSINI

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SILVESTRO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

DI

MARIELLA DAL FARRA

FABIO MARTINI

GABRIELE SCANZIANI

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Reportage Marzio Pescia. Lanterne di ghiaccio Tendenze Tecnologia. Con il Pc nella giacca

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DI

TESTO E FOTO DELL’AUTORE

ULRICO GONZATO

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Direttore editoriale Peter Keller

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Amministrazione

Turistario Homo turisticus

DI

DUCCIO CANESTRINI

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Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Un disneyano castello di ghiaccio al Festival di Harbin (Cina) Fotografia di Marzio Pescia

Libero pensiero

Cari lettori, il dibattito avviato alcuni mesi fa sui rapporti fra maschile e femminile ha acceso il vostro interesse e numerose sono state le lettere e le comunicazioni inviate alla redazione, spesso a ribadire e a precisare posizioni in precedenza espresse. La questione è estremamente complessa dato che investe ambiti non solo personali e psicologici ma anche collettivi ed economici. Ci ripromettiamo nell’imminente futuro di ritornare su questo tema, anche in relazione allo specifico delle dinamiche che si determinano all’interno delle famiglie nelle situazioni di crisi. Avrete poi notato, a partire dal numero precedente, l’introduzione di una nuova rubrica, intitolata Peccati. Si tratta di una serie di sette appuntamenti mensili curati da Francesca Rigotti, filosofa e docente universitaria che, a partire dal primo testo dedicato all’ira, ci propone una lettura originale e approfondita dei sette vizi capitali. In questo numero diamo invece il via alla collaborazione con l’antropologo e giornalista Duccio Canestrini, membro dell’Associazione Italiana per le Scienze EtnoAntropologiche e autore di testi dedicati al tema della mobilità umana ben noto anche in Ticino. Nei dodici appuntamenti mensili, Turistario – la pagina da lui condotta – ci aiuterà a individuare nuove e originali chiavi di lettura relativamente ai temi del viaggio

e del turismo, più o meno consapevole. Come tutti si saranno poi accorti – se non altro per la presenza dei manifesti di partito, di associazioni e dei gruppi di interesse – la popolazione svizzera sarà presto chiamata a esprimersi pro o contro il rinnovo della libera circolazione delle persone in relazione alla controversa estensione a Bulgaria e Romania, due Stati entrati recentemente a far parte della “grande famiglia europea”. Il Governo e i Cantoni si sono già espressi favorevolmente ma, come abbiamo già potuto constatare in passato, si tratta di indicazioni che a volte vengono clamorosamente disattese. Sarà comunque l’ennesima prova dell’esercizio di una democrazia diretta che ci auguriamo, consentirà agli elettori di assumere una posizione serena e responsabile. Certo, la recente crisi mondiale dell’economia e i timori legati all’occupazione faranno sicuramente riflettere i cittadini all’interno della cabina elettorale. Resta il fatto che è proprio nei momenti di maggiore incertezza che le scelte devono essere coraggiose e per tale ragione sempre ben ponderate. Temi vivi e assai sentiti rispetto ai quali abbiamo voluto fornire un breve contributo con l’articolo dedicato al tema dell’etnia e firmato da Mariella Dal Farra. Cordialmente, La Redazione


La scienza in pubblico

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Agorà

Nell’ultimo decennio gli operatori in ambito scientifico hanno avvertito la crescente necessità di stabilire forme di comunicazione più aperte e innovative nei confronti del pubblico. La posta in gioco è certamente alta e riguarda la capacità da parte dei cittadini di accettare e comprendere le motivazioni e le scelte – spesso complesse ed eticamente sensibili – che la ricerca scientifica contemporanea impone

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a diffusione e la volgarizzazione dei contenuti scientifici rappresenta un fenomeno in un certo qual modo inarrestabile. Risulta infatti evidente che atteggiamenti di diffidenza – se non di aperta ostilità – da parte del pubblico verso determinati settori della scienza possono seriamente compromettere, se non addirittura bloccare i programmi di ricerca. Tale problematica ha imposto da tempo la necessità di sviluppare una nuova cultura del dialogo tra scienziati e cittadini anche per interpretare la crisi di fiducia espressa verso la scienza e i suoi sviluppi. La diffusione di nuovi media con proprie specificità comunicative – internet fra tutti – richiede poi una ulteriore riflessione sulle modalità di trasmissione e diffusione dei dati relativi alla ricerca scientifica. In tale prospettiva può risultare utile analizzare le reazioni espresse dalla popolazione svizzera di fronte a votazioni specifiche, come, per esempio, quella avvenuta nel 1998 sull’ingegneria genetica, denominata Iniziativa per la protezione della vita e dell’embrione dalle manipolazioni o quella del novembre 2003 sulle cellule staminali, respinta a larga maggioranza in seguito all’adesione popolare alle motivazioni dei contrari. Il chiaro “no” venne spiegato dai ricercatori dell’Università di Zurigo, adducendo sia motivi d’elevata compattezza tra i diversi gruppi sociali, sia a causa del frazionamento e della limitata convinzione nella base dei promulgatori. L’influenza (positiva o negativa) e la pressione, in questo caso dell’elettorato, sono dati chiaramente

osservabili. In tale lettura e al cospetto dei nuovi ordini che impongono alla scienza maggiore trasparenza, si parla con una certa insistenza, di comunicazione pubblica della scienza, intesa a un livello divulgativo e non specialistico.

La scienza: un vecchio Giano bifronte? Quando si parla di comunicazione pubblica della scienza, ci si riferisce all’insieme delle attività che intendono variamente avvicinare scienza e società: tra di esse si annoverano mostre scientifiche, centri scientifici interattivi, servizi di informazione per il pubblico. L’origine della comunicazione pubblica della scienza è comunemente fatta risalire alla pubblicazione, a metà degli anni Ottanta, dell’omonimo rapporto di Walter Bodmer, commissionato dalla Royal Society di Londra. L’accademia delle scienze più vecchia al mondo – fondata nel 1660 e attualmente molto attiva e potente –, è un’istituzione indipendente dal Governo e che conta, tra i suoi membri, numerosi premi Nobel. Avendo compreso da tempo che i cittadini hanno una loro autonomia di pensiero, e dunque una loro capacità decisionale, alcuni scienziati particolarmente inclini alla comunicazione stanno considerando come indispensabile il coinvolgimento del pubblico in merito alle conseguenze di alcune scoperte scientifiche. Pensiamo, per esempio, alle controverse e assai delicate questioni che coinvolgono aspetti etici come l’ingegneria genetica o i cibi geneticamente modificati.


tribuito a soddisfare il crescente interesse del pubblico, anche femminile (ricordiamo tra le prime pubblicazioni divulgative Il neutonianesimo per le donne di Francesco Algarotti e L’astronomie des dames di Jérome Lalande) così come i resoconti di scoperte scientifiche pubblicate sulla stampa quotidiana e, con l’avvento della televisione, trasmesse sui canali televisivi. Nulla di nuovo dunque sotto il sole da questo punto di vista se non fosse per la capillarità e la pervasività con cui l’opinione pubblica sta assumendosi il ruolo di partecipante e non più solamente di spettatore passivo incapace di interagire.

Piattaforme elettroniche di dialogo

L’informazione oggi, anche su temi di questa complessità, viene assicurata e resa più fluida proprio grazie alle nuove forme di comunicazione in rete, diventate un tessuto capillare di fili interconnessi che veicolano contenuti e predispongono saperi. Non a caso l’ideatore del World Wide Web, Tim Barners-Lee ribadisce continuamente la funzione ipertrofica e globalizzante della rete in quanto luogo eccezionale di connessioni con cui si elabora, si conservano, si scambiano, si reimpaginano e si utilizzano le conoscenze. Di fronte alle grandi scoperte scientifiche accessibili ai pochi e all’incontrollato mondo degli internauti, la comunità scientifica ha compreso che, se vuole farsi accettare, deve farsi innanzitutto capire, creando delle piattaforme di dialogo con le quali

rendere maggiormente visibili e comprensibili gli intenti e gli obiettivi della ricerca scientifica.

Il ruolo della divulgazione scientifica L’avvicinamento dello scienziato al pubblico lo si può in parte spiegare per ragioni oggettive. La prima, come detto, è da ricondurre all’accesso immediato, libero e incontrollato all’informazione mediante internet; la seconda è da attribuire alle pressioni esercitate da gruppi d’opinione che non hanno nessuna intenzione di lasciarsi manipolare e che nella rete si organizzano per controbattere le questioni scientifiche. La divulgazione scientifica, rivolta ai non specialisti, ha del resto una lunga tradizione storica che ha avuto il suo fulcro in Inghilterra. Anche la pubblicazione di numerosi libri di divulgazione scritti in Italia nel Settecento ha con-

Agorà

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» di Nicoletta Barazzoni; illustrazione di Mimmo Mendicino

Nella rete le informazioni si moltiplicano

Termini come visione globale, sviluppo di metodi partecipativi, informazione, approfondimento, comprensione e consenso, fluiscono e sono formulati esplicitamente o implicitamente quando si parla di comunicare la scienza al pubblico. Rendendo partecipativo il ruolo dei cittadini nel dibattito pubblico in rete vengono infatti aperti forum, publiforum di discussione, blogs, call for comments e talking points ma, soprattutto, si organizzano conferenze e tavole rotonde online, si raccolgono suggerimenti e proposte, attivando incontri interattivi nell’intento di migliorare il livello del confronto e della discussione. Si tratta di meccanismi con i quali si coinvolge il pubblico più direttamente in gruppi composti da cittadini e da esperti che espongono le questioni legate alle scoperte che vengono così dibattute apertamente. Grandi organizzazioni come il Consiglio europeo per la ricerca nucleare (CERN) o il Massachussets Institute of Technology (MIT), ma anche numerose altre istituzioni, hanno introdotto spazi aperti riservati al contatto diretto e all’interazione con il pubblico. A livello europeo la Commissione Europea si è dotata dell’Eurobarometro, uno strumento di monitoraggio finalizzato alla realizzazione di sondaggi mirati a comprendere gli atteggiamenti dei cittadini per quanto riguarda, per esempio, l’informazione tecnologica. Si sta dunque aprendo una via che opta su un modello di comunicazione contrassegnato da un più alto livello di partecipazione democratica e consensuale in grado di tener conto non solo della diffusione della conoscenza ma anche degli aspetti culturali, economici e istituzionali. Certo, lo scopo dell’interazione tra la scienza e il pubblico è quello di creare un dialogo costruttivo... ma non potrebbe anche essere una strategia per convincere il pubblico della bontà e dell’ineluttabilità di alcune scelte in ambito scientifico?


La “leggenda” di Bohuslav

Dischi

B. A. Zimmermann Canto di speranza ECM, 2008 Zimmermann è stato il maggior autore tedesco della generazione nata tra le due guerre. L’opera Die Soldaten merita certamente un ascolto... e questa raccolta pure.

» di Oreste Bossini; illustrazione di Micha Dalcol

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Carlo Serra Musica Corpo Espressione Quodlibet Studio 2008 L‘autore riflette su questioni ancora oscure del fenomeno sonoro, come la relazione tra musica, spazio circostante e il significato dell’espressione corpo sonoro.

dal suo paese e proprio nel corso delle sue peregrinazioni, il compositore scoprì nel 1953 il ciclo di affreschi di Piero della Francesca nella basilica di San Francesco ad Arezzo. Da Il punto culminante di quella qui il desiderio di tradurre le sue emozioni tendenza a concentrare in in una forma musicale. Ne venne fuori una una medesima forma espressorta di piccola sinfonia in tre movimenti, siva linguaggi differenti, meche esprime però più la nostalgia della patria scolando musica, poesia e arti che l’ammirazione per le storie dipinte nella visive, venne raggiunto però Leggenda della Vera Croce. Il lavoro infatti nel mondo eclettico della Panasconde una realtà tutta ceca, tessuta nella rigi del primo Novecento. Il fitta trama di rapporti intellettuali ed emotivi mito della Parigi impressiotra gli artisti emigrati all’estero. Gli affreschi nista, alimentato dalla grande di Arezzo erano stati il buon consiglio di un epopea letteraria di Proust, si pittore di Brno, Rudolf Kundera, conosciuto è protratto fino agli anni Vena Parigi negli anni Trenta. Il suo studio era ti, benché la modernità delle il ritrovo di una serie di artisti cechi emigrasue forme artistiche fosse stata ti, tra i quali figuravano anche il pianista ormai soppiantata da istanze Rudolf Firkusny e il direttore d’orchestra culturali nuove e più diromRafael Kubelik. Dopo la guerra e la sconfitta penti. Parigi rappresentava del Fascismo, la maggior parte di loro si ancora una calamita per artisti sentiva in una posizione difficile, separati provenienti da ogni parte del ormai dalla vita culturale del loro paese e comondo, tra i quali figurava scienti dell’impossibilità di un ritorno, nella anche un giovane violinista nuova situazione determinata dalla cortina e compositore ceco di nome di ferro calata sull’Europa. I loro rapporti Bohuslav Martinu. Rispetto erano destinati inevitabilmente a divenire a Parigi, negli anni Venti la ancor più stretti e solidali dopo la guerra, vita di Praga appariva chiusa in virtù della solitudine culturale provata in una dimensione locale e da ciascuno di loro nella lontananza dalle proprie radici. Non è Musica e arti visive: il caso del compositore un caso infatti che il ceco Bohuslav Martinu e la “Leggenda della lavoro di Martinu, ispirato da Kundera, fosse Vera Croce” di Piero della Francesca dedicato a Kubelik, che senza respiro, malgrado l’inlo interpretò per la prima volta al Festival di dipendenza politica seguita Salisburgo del 1956. Martinu forse vedeva alla dissoluzione dell’Impero nel sogno di Costantino, trasfigurato al asburgico avesse risvegliato centro del lavoro nell’Adagio, il simbolo le forze più vive della cultura dell’aspirazione a ritrovare un paese libero, ceca. Le vicende della vita autonomo e indipendente, che in quei giorni tennero il musicista lontano difficili sembrava un’utopia irrealizzabile.

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Arti

La pittura di Vasilij Kandinskij rappresentò una sponda spirituale decisiva per Arnold Schoenberg, nel periodo in cui quest’ultimo era impegnato a liberare definitivamente la musica dalla forza di gravitazione della tonalità. Paul Hindemith rimase invece folgorato dalla vista dell’altare di Isenheim di Matthias Grünewald, conservato oggi al museo di Colmar (Alsazia francese), al punto di scrivere un’opera ispirata alla vita del pittore. I disegni satirici di Hogarth, tramite il libretto magistrale di Wystan H. Auden, costituirono la fonte del capolavoro del teatro di Stravinskij, The Rake’s Progress. Le grandi tele monocrome di Mark Rothko che rivestono le pareti della omonima cappella nel cuore di Houston (Texas) hanno trovato la loro perfetta espressione sonora nella musica immobile e delicatissima di Morton Feldman. La musica del Novecento insomma ha sviluppato in maniera tumultuosa la tendenza del secolo precedente a sovrapporre suono e immagini, un processo che era stato innescato in primo luogo dai compositori romantici come Berlioz e Mendelssohn.

Libri


Concorso: votare e vincere! La Posta Svizzera dedicherà tre francobolli alle felici ricorrenze della vita: la nuova serie «Auguri» comprenderà i motivi «Matrimonio», «Nascita» e «Anniversario». Votando la vostra serie preferita fra le proposte disegnate da quattro progettisti, con un po’ di fortuna potreste vincere un fantastico premio. La serie che avrà ottenuto il maggior numero di voti verrà realizzata ed emessa il 3 settembre 2009.

Partecipare è facile Tramite internet

Su www.posta.ch/vernissage

Tramite SMS

A

Sylvia Geel, San Gallo

Inviando la parola «posta» seguita dalla lettera della vostra serie preferita al numero 9889 (50 ct./SMS). Esempio: posta D

Tramite cartolina postale

Inviando la lettera relativa alla vostra serie preferita, insieme ai vostri dati a: La Posta Svizzera, Francobolli e filatelia, Servizio clienti, Ostermundigenstrasse 91, 3030 Berna.

B

Carlos Mejía, Uetikon

Ricchi premi aspettano i fortunati vincitori che saranno estratti fra tutti i partecipanti. 1o premio Fondi PostFinance per un valore di CHF 2000.00 2o + 3o premio Conto Deposito o conto e-Deposito PostFinance con primo deposito di CHF 1500.00

C

Jean-Sébastien Monzani, Losanna

4o – 20o premio Libro annuale dei francobolli svizzeri 2008 del valore di CHF 66.00 I premi principali sono offerti da PostFinance

D

Sabina Oberholzer e Renato Tagli, Cevio

Il termine per l’invio è il 15 febbraio 2009 L’estrazione si terrà a fine febbraio 2009. I vincitori saranno informati personalmente. I nomi dei vincitori dei premi principali saranno pubblicati su «La Lente». I premi non potranno essere convertiti in denaro. Non si terrà alcuna corrispondenza in merito al concorso. È escluso il ricorso alle vie legali. Non possono partecipare al concorso gli artisti in lizza, i collaboratori dell’unità Francobolli e filatelia della Posta Svizzera e i loro familiari.

Potrete scoprire quale serie ha riscosso il maggior successo consultando il sito www.posta.ch/vernissage a partire dal 6 marzo 2009 o leggendo il numero di TicinoSette dell‘6 marzo 09


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aver assistito a una conferenza nella quale si auspicava la rapida diffusione delle videocassette, a scapito dei normali programmi televisivi e, soprattutto, dei libri, che sarebbero presto spariti. Il grande scrittore, da bravo bibliofilo, non era ovviamente d’accordo e, qualche giorno dopo, ha ribattuto immaginando come l’evoluzione tecnologica avrebbe migliorato le videocassette. Innanzitutto, per vedere una cassetta è necessario un apparato abbastanza ingombrante e complicato; è facile prevedere la miniaturizzazione di questo apparato: “col tempo queste apparecchiature ausiliarie diventeranno più piccole, più leggere, e più mobili. È possibile infine che spariscano del tutto per diventare parte della cassetta stessa”. Un’altra esigenza è ridurre il consumo energe-

Alberto Pucci Facce da iPod Mondadori Informatica, 2006 L’autore ci racconta in questo volume la storia del fenomeno iPod attraverso una serie di interviste a personaggi famosi che non possono più fare a meno del loro “feticcio”.

za coinvolgere, loro malgrado, chi ci sta intorno, mentre la “supercassetta” immaginata da Asimov dovrebbe permettere la visione anche a una sola persona. E questa supercassetta – piccolo colpo di scena tutto sommato prevedibile – altro non è che il libro: piccolo, portatile, praticamente non consuma energia e, a meno che non si legga a voce alta, è pure discreto. La cosa veramente interessante di questo scritto, però, non è tanto il convincente e appassionato elogio del libro e della lettura, quanto il fatto che Asimov ha involontariamente descritto, o profetizzato, l’iPod: ossia una cassetta “autosufficiente, mobile, che non consuma energia, assolutamente privata e largamente sotto il controllo della volontà”, un oggetto che sta rivoluzionando il presente molto più delle videocassette, ormai obsolete e anacronistiche. Questo piccolo e curioso incidente ci ricorda quanto sia difficile prevedere il futuro: tendiamo a sopravvalutare le novità, come il relatore della conferenza criticata da Asimov, e a sottovalutare le evoluzioni degli oggetti comuni, come invece fa Asimov nel suo articolo. Lo scrittore è stato certamente uno dei maggiori autori di fantascienza. La sua opera mirava a immaginare Nelle sgualcite pagine di un vecchio racconto il futuro per divertire di fantascienza ho trovato il mondo che non i propri lettori, ed è un lavoro che nonoc’è... e qualche piacevole sorpresa stante gli errori – o tico di questo apparecchio, forse proprio grazie agli stessi – ha svolto che dovrà arrivare a conegregiamente. Diverso il discorso verso chi il sumare pochissima energia. futuro lo deve prevedere non per portare diInfine, c’è il problema del letto, ma per prendere decisioni politiche ed disturbo arrecato agli altri: economiche: gli errori, in questi casi, hanno è difficile visionare una casgravi conseguenze. E che, come ben sappiasetta tradizionale da soli, senmo di questi tempi… paghiamo tutti noi.

» di Ivo Silvestro

Media

la vecchia fantascienza e il confronto tra il futuro immaginato quaranta o cinquanta anni or sono con il presente. E pochi giorni fa mi sono addirittura ritrovato tra le mani un racconto contenuto in un volume della arcinota collana Urania ambientato nel… 2008. E, solo per fare qualche esempio, nel futuro immaginato da questi autori le macchine volano, ma non hanno un accessorio per certi versi banale come il navigatore satellitare; il videotelefono è stato previsto, ma per chiamare una persona quando non si è in casa è necessario partire alla ricerca di una cabina telefonica, perché proprio non si pensava ai cellulari e alla loro rapida diffusione; i computer sono onnipresenti, ma solo nei luoghi di lavoro e, in alcuni racconti particolarmente datati, utilizzano ancora le schede perforate; e internet come pure gli ogm (salvo rare eccezioni) non sono proprio stati immaginati. Uno di questi volumi conserva però una vera e propria “chicca”, un articolo di Isaac Asimov su uno degli ultimi ritrovati della tecnica: le videocassette (l’articolo è del 1972). Asimov racconta di

Gianni Sibilla Musica e media digitali Bompiani, 2008 L’iPod ha rivoluzionato il mondo della musica. Il libro offre una panoramica delle nuove tecnologie della musica legate all’informatica e ci aiuta a capire come ci ha conquistati.

»

Ha sempre un certo fascino

Asimov con l’iPod

Asimov attorniato da Pc, stampanti e... iPod? (elaborazione Tecnica T7)

Libri


inevitabilmente seguono. Basandosi sulla lettura del Declino e caduta dell’Impero romano di Edward Gibbon (pubblicato tra il 1776 e il 1789), Asimov realizzò una straordinaria e visionaria lettura di un lontano futuro dell’umanità, con invenzioni quali la psicostoria, una nuova “scienza del comportamento umano ridotto a equazioni matematiche” in grado di prevedere l’evoluzione della società, evidente frutto della visione positivista dello scrittore statunitense. L’idea dell’impero galattico farà poi la sua comparsa in altri cicli appartenenti alla letteratura di genere, come l’inossidable saga di Guerre stellari, debitrice di molte intuizioni asimoviane, oppure Dune di Frank Herbert. In particolare la sovrappopolazione dei pianeti, preoccupazione che ritroviamo in molti scritti di Asimov: nella stessa Fon-

dazione il pianeta Trantor è abitato da 40 (!) miliardi di persone. Ma allo scrittore si deve molto altro: nel racconto Notturno (1941) egli introdusse per la prima volta l’espressione social science fiction – ovvero la fantascienza sociologica –, un nuovo genere letterario che, partendo dalla fantascienza più classica, si lanciava in speculazioni sul futuro dell’umanità. Diventato sieropositivo in seguito a una trasfusione di sangue avvenuta nel 1983, Isaac Asimov morì pochi anni dopo lasciando all’umanità un’eredità ancora oggi tutta da scoprire e influenzando con i suoi scritti eserciti di romanzieri, saggisti ed esperti di robotica, intelligenza artificiale e cibernetica. E da lassù ancora oggi ci osserva… seduto su 5020 Asimov, l’asteroide che la comunità scientifica gli ha voluto dedicare.

Il ciclo della Fondazione I volumi sono riportati seguendo la cronologia indicata dall’autore in Preludio alla Fondazione. Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation) - 1988 Fondazione anno zero (Forward the Foundation) - 1993 Prima Fondazione (o Fondazione; Foundation) - 1951 Fondazione e impero (o Il crollo della galassia centrale; Foundation and Empire) - 1952 Seconda Fondazione (o L’altra faccia della spirale; Second Foundation) - 1953 L’orlo della Fondazione (Foundation’s Edge) - 1982 Fondazione e Terra (Foundation and Earth) - 1986

» a cura della Redazione

Isaac Asimov Conosciuto soprattutto per la sua straordinaria opera letteraria legata alla fantascienza, Isaac Asimov (1920–1992) era un biochimico e un eccellente divulgatore scientifico. Pubblica il suo primo racconto nel 1934 (Little Brothers), ma è a partire dal 1939 che i suoi scritti originali compaiono in diversi periodici specializati, su tutti l’Astounding Science Fiction diretto da John W. Campbell: ne sono un esempio i racconti sui robot positronici – preludio agli scritti che formeranno il fondamentale Ciclo dei Robot e la definizione delle Leggi della Robotica – e quelli che costituiranno le basi del monumentale Ciclo della Fondazione. L’opera completa – non meno di 25 racconti raccolti negli anni in 6 volumi – narra della caduta dell’Impero galattico e dei lunghi anni di interregno e violenze che

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10 analizzare il concetto di “etnia” è necessario innanzitutto riflettere sulla terminologia che qualifica l’argomento, in particolare ponendo una certa attenzione alla datazione dei lemmi, riferita “all’apparizione delle parole in testi scritti” così com’è riportata nel più diffuso fra i vocabolari, Lo Zingarelli. La datazione dei vocaboli (vedi lemmario a destra) indica infatti come la definizione della disciplina etnografica preceda quella della propria materia – l’“etnia” – di più di un secolo. Da questa constatazione discendono due ordini di implicazioni: sul piano linguistico, il termine “etnia” costituisce un aggettivo (“etnico”) sostantivato ad hoc; e specularmente, il concetto di “etnia” si configura come un artefatto, ovvero il prodotto di un approccio interpretativo cui impropriamente si

tende a conferire uno statuto di oggettività. Storicamente l’etnografia nasce dalla necessità da parte degli amministratori coloniali di suddividere i territori africani in aree omogenee. Tale politica si estrinsecò in un’azione classificatrice che coinvolse anche le popolazioni autoctone. L’operazione etnografica, effettuata congiuntamente da amministratori e antropologi, si traduceva sul piano pratico nell’adozione di politiche di-

antropologia culturale presso l’Università di Genova, nell’introduzione al libro di Amsette – op. cit. in apparato –, questo processo induceva nelle popolazioni “nuove forme di identità, basate su costruzioni generate dall’esterno”, ponendo i presupposti per l’esercizio di una politica basata sul divide et impera. Uno degli esempi più drammatici delle conseguenze a lungo termine derivanti dall’adozione programmatica della “politica etnica” è rappresentato proprio dal genocidio ruandese del 1994. Sempre citando Aime, se nell’Africa delle colonie la divisione serviva a creare oggetti più maneggevoli per le politiche d’ingerenza dello A ridosso della votazione sull’estensione della Stato dominante, “nella realtà contemporalibera circolazione delle persone a Bulgaria e nea lo stesso processo Romania un’analisi del termine etnia può trovarsi alla base di rivendicazioni contro verse per i diversi gruppi (per lo Stato, con un conseguente capovolgimenesempio, hutu versus tutsi in to dei ruoli, ma sempre nell’ambito di un Ruanda), che a loro volta rinrapporto di forza”. forzavano retroattivamente le Rientrano in questa categoria le costruzioni categorie delineate a livello di identità regionali che negli ultimi anni teorico. Per dirla con le parole hanno interessato in particolare l’Italia del di Marco Aime, ricercatore di nord e parallelamente il nostro cantone,

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Per

Etnia: una valenza strumentale

Società


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ne non si disfano del loro passato, ma al contrario lo manipolano in funzione dei loro bisogni presenti”.

Jean-Loup Amselle Logiche meticce B. Boringhieri, 1999 L’autore, direttore di studi all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (Parigi), evidenzia come l’invenzione delle etnie sia il risultato dell’opera di amministratori coloniali ed etnologi.

Mariella Dal Farra » diillustrazione di Danila Cannizzaro »

con particolare riferimento all’etnia “padana” decretata dalla Lega Lombarda – e caratterizzata da una presunta discendenza dai “celti”, popolazione dai contorni a sua volta piuttosto sfumati – o a quella “ladina”, che invece è stata utilizzata come base per rivendicare l’ “annessione” di una parte della regione Veneto (il territorio di Cortina, in provincia di Belluno) al Trentino Alto Adige, il cui statuto speciale garantisce un regime economico e fiscale decisamente più vantaggioso. I richiami alle origini risultano quindi, se analizzati in maniera pragmatica, delle proiezioni all’indietro di necessità – generalmente politiche ed economiche – molto attuali. Citando Jean Pouillon in Plus c’est la même chose, plus ça change (in “Nouvelle reveu de psychanalyse”, XV, 1975), si tratta molto spesso di “retroproiezioni camuffate”, in quanto “le società che si dicono moder-

LEMMARI0 ETNICO [vc. dotta, lat. eccl. ethnicu(m) ‘pagano’, dal gr. ethnikos, da ethnos, di etim. incerta; av. 1550] agg. 1 Che è proprio di una razza, di un popolo: i caratteri etnici dei polinesiani. Gruppo e., aggregato sociale che si caratterizza per comunanza di cultura e di lingua ETNOGRAFIA [comp. di etno- e -grafia; 1829] s.f. - Scienza che studia i costumi e le tradizioni dei popoli viventi con intendimenti descrittivi ETNIA [dal gr. éthnos ‘razza, popolo’ (V. etnico); 1945] s.f. - Raggruppamento umano basato su comuni caratteri razziali, linguistici o culturali

Philip Gourevitch Desideriamo informarla che... Einaudi, 2000 Gourevitch dà voce all’orrore di quanto avvenuto in Ruanda nel 1994, dove in cento giorni furono massacrate ottocentomila persone. Il volume è l’anatomia e l’analisi del genocidio.

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Elogio dell’aglio

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Bernard Jensen Aglio Macro edizioni, 2004 Con l’aiuto della moderna ricerca scientifica, ecco svelate le ragioni per cui questo bulbo ha sin dall’antichità un ruolo così importante nella cura delle malattie umane e nell’alimentazione.

» di Fabio Martini; illustrazione di Micha Dalcol

Gastronomia

mondo. Il suo afrore, intenso e penetrante, non lascia indifferenti ma impone una scelta, drastica e inequivocabile. Non è dunque casuale che le classi nobiliari di ogni tempo e luogo lo abbiano detestato: dai sacerdoti del misterioso e antico Egitto, come ci narra Erodoto, era considerato “cattivo” e destinato al popolo; i romani lo legavano alla figura di Marte, deus belli, ma anch’essi lo ritenevano componente dell’alimentazione popolare tant’è che il cuoco Celio (III secolo d.C.), vero autore del De re coquinaria (L’arte culinaria) – unica e pasticciata testimonianza della tradizione gastronomica latina attribuita dall’autore al fantomatico ghiottone Apicio –, ne elude scientemente l’uso. In età medievale e rinascimentale restò confinato alla cucina popolare ma divenne anche strumento per sortilegi e riti magici rivolti soprattutti a fugare il maligno e i suoi flagelli, peste inclusa. In questa corrente di pensiero si inserisce anche l’inglese Bram Stoker che nel suo celebre romanzo Dracula (1897)

Piemonte Boroli Editore, 2007 Nella cucina piemontese l’aglio rappresenta un ingrediente essenziale e ricorrente. Un volume per conoscere e approfondire una fra le più ricche tradizioni culinarie della Penisola italiana.

piatti. Dalla Provenza a quasi tutta la cucina regionale italiana, l’aglio domina: si pensi alla classica bruschetta, all’agliata canavese, al ligure pesto, alla suppa d’agliu sarda, all’aioli provenzale, alla caponata, il repertorio è immenso. L’aglio ama l’abbinamento diede il via a una moda letal pesce e alle verdure senza disdegnare le teraria, quella del vampiro carni e i primi piatti. Pestato, intero, smisucchiasangue, giunta intatta nuzzato, saltato, crudo, cotto, esso determifino a noi. L’aglio rifugge poi na un gusto che può essere certo modulato l’ipocrita, dato che nessuno ma la cui traccia appare sempre chiara e può nascondere la sua fredistinguibile. Il tratto sensuale non viene quentazione: l’alito di chi se però da tutti colto, più per esigenze di bon ne nutre e le mani di chi lo ton che altro, visto che generalmente non lo utilizza conservano a lungo si mangia a spicchi e la quantità utilizzata le tracce del contatto. Ma, per aromatizzare raramente crea problemi tornando alla spezia, è bene a livello gastrico cosa che invece la cipolla a rammentare che ci viene da taluni procura per l’elevato contenuto di soluna pianta, l’Allium sativum, fossidi. Le varietà più diffuse in Italia – ma perenne ma annua in coltusi tratta per lo più di ecotipi eccezion fatta ra, appartenente alla famiglia per il Rosso di Sulmona – sono il Bianco delle Liliacee, secondo alcuni, Piacentino (DOP di Monticelli d’Ongina), alle Alliaceae, secondo altri. il Grosso piemontese, il Bianco napoletano, I suoi organi di propagazione il Rosa napoletano, il Rosa di Agrigento e sono i cosiddetti bulbilli che, infine il Rosso di Sulmona (l’unica vera a gruppi più o meno numerovarietà italiana) e il Rosso di Trapani. Per si, si inseriscono direttamente ottenere la massima Spezia sensuale, dal gusto acuto e intenso, “forza” e piccantezl’aglio non ama compromessi e ipocrisie. Le za è bene pestare nel mortaio gli spicchi sue caratteristiche organolettiche imprimo- pelati prima dell’uso. no forza e peculiarità a innumerevoli piatti Se invece lasciamo gli spicchi interi e pelati della cucina mediterranea per mezz’ora nell’acqua o nel latte, il tono sarà meno incisivo sul fusto della pianta. Senza e delicato. Lasciandolo invece nella sua andare troppo oltre – l’aglio tunica, schiacciandolo ed eliminandolo è conosciuto e utilizzato in dopo qualche minuto dall’inizio della cotcucina in po’ in tutto il montura, libereremo l’aroma senza il rischio di do – la cucina mediterranea mangiarlo inavvertitamente. Ma sempre è lo predilige e ne fa uno degli soltanto per una metà del mondo. ingredienti principe dei suoi

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L’aglio ha da sempre diviso il

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In tutta onestà, non sento di aver subito quello che hanno vissuto loro. A Spalato mia madre si ammalò di tifo e fu ricoverata in un ospedale gestito da suore che le rubavano le poche arance che mio padre riusciva a trovare per lei. Ma la situazione stava peggiorando anche lì, era solo questione di mesi. Mia madre era una bellissima donna e un generale italiano, capo dell’occupazione in Dalmazia, s’innamorò perdutamente di lei. Questo giocò a nostro vantaggio, il generale fece di tutto per proteggerci e ci disse addirittura di andare a Treviso, dove il suo aiutante si sarebbe occupato di noi. Una vita intensa che inizia con una fuga Giunti nella cittadina veneta attraverso l’Europa sconvolta dalla guer- trovammo un alloggio presso una famiglia che ci accolse ra e dal Nazismo. Un viaggio esistenziale con gentilezza. Cominciò una passato anche da New York e Tokyo vita che sembrava normale. Iniziai a frequentare la scuola, i miei cugini e uno zio avvoma non conoscevo una parola d’italiano, i cato molto conosciuto che miei genitori parlavano solo cecoslovacco o aveva uno spirito curioso e tedesco. Devo dire che imparare cose nuove devoto allo studio. per me non è mai stato difficile perché ho Restammo a Zagabria un anavuto un padre meraviglioso e paziente che, no, ma ci fu facile capire che durante le nostre passeggiate, m’indicava gli le cose non sarebbero andate oggetti spiegandomi cosa fossero. come speravamo e che, presto Restammo a Treviso fino al 1943. Il capo o tardi, anche la Jugoslavia della polizia, nostro caro amico, ci organizsarebbe caduta. In quell’oczò un carro trainato da buoi che ci portò a casione, come in quella Monastier, un comune vicino. Vivemmo precedente, fu mia madre a nella stalla di una vedova che non sapeva spingere per partire e questa nemmeno chi fossimo. Nei cinque anni volta si resero tutti conto che successivi ci trasferimmo a Milano, dove non c’era scelta. L’unico a opmio padre ricominciò da zero e alla fine porre qualche resistenza era decidemmo di partire alla volta degli Stati mio zio che, da studioso non Uniti. Arrivati a New York io avevo 13 anni. abituato all’azione, sosteneva Ho fatto centinaia di lavori diversi, mi sono che secondo lui rimanere non sposata a 23 anni e ho avuto due figlie. Dal era rischioso e che non se ne 1962 al 1969 ho vissuto a Tokyo, dove è nata sarebbe mai andato per sela mia seconda figlia e dopo il Giappone guirci in un altro viaggio. Era sono giunta a Lugano. un uomo che amava vestirsi Non vorrei apparire frettolosa nel racconto in modo elegante: mia madre di quest’ultima parte… New York per me ha aprì l’armadio stringendo in rappresentato un periodo bellissimo in una mano un fiammifero e gli città straordinaria. Per non parlare di Tokyo disse che, se non fosse partito o delle mie figlie, che mi hanno dato cinque con noi, avrebbe dato fuoco nipoti stupende, tutte femmine. Non voglio al suo guardaroba all’istante. assolutamente dare più importanza a una Bastò questo per fargli prepaparte della mia esistenza rispetto a un’altra. rare subito le valigie. La tapVedo la vita come una strada particolare, pa successiva fu la Dalmazia. un viaggio, a volte complicato, ma sempre Rappresentò un periodo molricco di possibilità. Bisogna solo avere il to difficile, soprattutto per i giusto occhio per vederle e il coraggio di miei genitori e i miei parenti, coglierle. Oggi, la quiete e la pace interiore il poco cibo che riuscivano a rappresentano, per mia fortuna, le ultime racimolare lo davano a me. tappe di questo percorso.

Irma Seidler-Bruni

Vitae

ono nata a Brno in Repubblica Ceca nel 1935. Il primo ricordo che ho in assoluto è la mia camera da piccola. Era una stanza rotonda di colore verde pisello… a quei tempi molte famiglie le pitturavano così perché pareva che facesse bene agli occhi dei bambini. Ricordo ancora che sul muro, come se fosse dipinta, c’era questa magnifica finestra che si affacciava su un ciliegio. Ho sempre pensato di essere nata nella migliore condizione che si potesse desiderare. La mia famiglia è di origine ebrea e l’atmosfera delicata e idilliaca proseguì per circa 4 o 5 anni. Poi, nel 1939, fummo costretti ad andarcene. Non fu una decisione facile da prendere… mio padre possedeva delle fabbriche e lì c’erano tutti i suoi parenti, le sue radici. La mia era una famiglia benestante, coinvolta nel mercato del tessile e la partenza sembrava condannarci anziché offrirci salvezza. Mia madre invece, la “vagabonda” della famiglia e vera forza della natura, fu il motore di questa partenza. Voleva che ce ne andassimo in quel momento, quando le cose stavano cominciando a non andare bene, non voleva aspettare per forza che peggiorassero. Aveva ragione. Durante quel periodo gli ebrei potevano lasciare il paese dove vivevano solo a condizione che vendessero tutti i loro beni e le loro proprietà. Alla fine cedemmo tutto e ritirammo i soldi che i miei fecero convertire in monete d’oro. Durante il viaggio, per nasconderle, le cucirono ovunque: nelle cinture, nelle spalline e diverse erano anche dentro la mia bambola. Dalla Cecoslovacchia di allora siamo andati a Zagabria, in Jugoslavia. Il rappresentante di mio padre viveva lì e per noi fu un punto d’appoggio. Eravamo tutti convinti che saremmo rimasti non più di un mese, al massimo due. Il tempo che finisse la guerra, questo pensavamo. Vivevo con mia madre, mio padre,

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Lanterne di ghiaccio Il fotoreporter Marzio Pescia ha visitato per noi il “Festival delle lanterne di ghiaccio” di Harbin, una spettacolare manifestazione unica al mondo che si svolge da gennaio a marzo nella capitale della provincia più settentrionale della Cina. Un luminoso susseguirsi di castelli, pagode e templi a grandezza naturale tutti costruiti rigorosamente di ghiaccio e illuminati dall’interno a creare una gelida città, fantastica e suggestiva TESTO E FOTOGRAFIE DI MARZIO PESCIA


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a queste parti l’inverno proprio non scherza. Per lunghi mesi i circa 8 milioni di abitanti della città cinese di Harbin, situata a un migliaio di chilometri a nord di Pechino, devono fare i conti con temperature che scendono regolarmente fino a 30 gradi sotto zero. Centro prevalentemente industriale, Harbin è la capitale della provincia cinese dello Heilongjiang, la più settentrionale del paese, in piena Manciuria. Le persone che s’incrociano per le strade sono talmente infagottate che a malapena lasciano intravedere occhi e guance arrossate dal freddo. Con il loro respiro, i cavalli che trainano le slitte dei turisti nel quartiere russo della città emettono tanto vapore da sembrare ciminiere a quattro zampe. Uno sguardo alle cornici di ghiaccio che ornano costantemente i bordi esterni delle finestre e la voglia di uscire di casa, anche solo per una passeggiata, si attenua. Eppure è affascinante visitare questa vasta città alle porte della Siberia proprio durante i mesi più freddi, quando l’abbondanza di ghiaccio offre la possibilità di dar vita alla principale attrazione turistica della regione: il “Festival delle lanterne di ghiaccio”. Utilizzando circa 120.000 metri cubi di ghiaccio e neve, abili artisti e disegnatori (oltre a circa 10.000 costruttori) vi realizzano ed espongono infatti un centinaio di opere di grandi dimensioni che hanno davvero dell’incredibile. L’edizione 2009 del Festival comprende per esempio una copia in ghiaccio del classico castello dei parchi Disneyland – ispirato a sua volta alla celebre fortezza di Neuschwanstein fatta erigere dal re Ludovico II di Baviera –, torri e cattedrali alte più di 30 metri rifinite fin nei minimi dettagli, raffinate pagode cinesi, battisteri o tavole giganti con i vari pezzi degli scacchi o della dama. La maggior parte di questi veri e propri monumenti può essere visitata dall’interno, grazie a scale d’accesso e a portoni… ovviamente di ghiaccio. Per uscirne, basta poi lanciarsi su uno dei numerosi e gelidi scivoli, più o meno ripidi o tortuosi, che riportano verso il basso. “Le opere vengono preparate in dicembre con blocchi di ghiaccio di diversa forma e dimensione che preleviamo dal letto del vicino fiume Songhua”, spiega il direttore del Festival, Zhao Hong Jun. “In fase di costruzione, all’interno dei blocchi inseriamo degli elementi luminosi, LED o lampade al neon, che utilizziamo in seguito

a sinistra Pagode di ghiaccio illuminate dall'interno attraverso l’utilizzo di LED e lampade al neon scaldano la gelida notte cinese

pagina precedente Operai al lavoro nella fase di preparazione del Festival delle lanterne di ghiaccio di Harbin

Reportage

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per dar vita e luce alle nostre creazioni”, aggiunge. In effetti, il “Festival delle lanterne di ghiaccio” offre il meglio di sé nelle ore serali che qui giungono a dire il vero piuttosto presto. Quando intorno alle 15.30 del pomeriggio il pallido sole invernale di Harbin inizia ad arrossire e si spegne lentamente all’orizzonte, le costruzioni del Festival s’accendono di mille colori. Con il calar della notte, nel buio dell’area circostante – la città con i suoi moderni grattacieli si trova a circa un paio di chilometri di distanza – le gigantesche “lanterne” risaltano sempre più fino a trasformarsi nelle uniche fonti di luce disponibili. Amplificato da temperature e atmosfere glaciali, l’effetto è magico, quasi anestetizzante nella sua spettacolarità. Paradossalmente, si direbbe che più la notte avanza e il freddo si fa pungente, più l’incantesimo del luogo spinge i circa 15.000 visitatori giornalieri in un clima di vera e propria euforia. E allora c’è chi incurante dei capitomboli si lancia sul ghiaccio con apposite biciclette, chi, apparentemente con piacere, riesce a passeggiare gustandosi una coppetta di gelato, oppure chi, a gruppi, usa ritmicamente un tronco come ariete per far risuonare una gran campana di buon auspicio. Da parte loro, all’ombra delle luci rosso-verde-blu di una lunga costruzione che raffigura più volte la facciata principale del Duomo di Milano, centinaia di turisti guidati da alcune cubiste – anche il cubo è di ghiaccio, pur se ricoperto da un tappetino rosso – danzano e cantano “cullati” da rimbombante musica techno anni Ottanta. Una vera e propria discoteca di ghiaccio a cielo aperto! E così, tra esclamazioni di meraviglia, ruzzoloni, canti e balli, le “lanterne” illuminano la gelida notte invernale di Harbin. Il tutto fino a metà marzo, quando le temperature (finalmente, direbbero alcuni) si fanno meno rigide e le costruzioni iniziano lentamente – e letteralmente – a sciogliersi. In primavera, infatti, anche a Harbin il ghiaccio riscopre la sua natura effimera e, pian piano, svanisce. Ogni anno, il destino delle imponenti “lanterne” è dunque segnato. Ma con l’inverno successivo tornano regolarmente a brillare. Sempre più magiche e ambiziose nelle loro evoluzioni architettoniche e luminose. Giunto ormai alla sua decima edizione, il Festival resta inspiegabilmente un’attrazione quasi esclusivamente cinese. “In effetti, i turisti stranieri che ci rendono visita rappresentano circa il 10% del totale”, spiega Zhao Hong Jun. “Notiamo comunque un certo incremento e speriamo nei prossimi anni di essere in grado di attirare un numero sempre maggiore di visitatori da altri paesi”. In effetti, da Pechino la città è facilmente raggiungibile sia in aereo (circa 2 ore di volo) sia in treno (viaggio diurno o notturno della durata di circa 12 ore). Per chi decide di visitare la capitale cinese nei mesi invernali, una deviazione ad Harbin è dunque fortemente consigliata. Certo, a condizione di non aver dimenticato a casa gli abiti più caldi del vostro guardaroba…

“... c’è chi usa ritmicamente un tronco come ariete per far risuonare una gran campana di buon auspicio...”

Reportage

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L'AUTORE Marzio Pescia è nato a Lugano il 12 novembre 1972. Dopo un’esperienza lavorativa nel settore bancario ritorna agli studi laureandosi in economia politica all’Università di Friborgo nel 1997. Si trasferisce in seguito a Berna dove, dal 2000 al 2007, lavora come giornalista per Swissinfo/Radio Svizzera Internazionale. Si occupa di varie tematiche tra le quali politica federale, economia, società, sport e cultura, realizzando numerosi reportage dall’estero, principalmente dall’Estremo Oriente e dall’Asia centrale. Tra il 2004 e il 2005 trascorre un anno sabbatico in Cina, dove conosce la sua futura compagna e apprende il mandarino, studiando in un’università di Pechino e girovagando “sacco in spalla” per il grande paese. Dal 2007 lavora presso i Servizi di diplomazia economica della Segreteria di Stato dell’Economia a Berna (SECO) dove, in qualità di collaboratore scientifico, è incaricato delle relazioni con l’India e con parte del sud-est asiatico. Appassionato di sport, viaggi e fotografia, è attivo in ambito giornalistico con produzioni freelance. Ha visitato Harbin e la provincia cinese dello Heilongjiang in diverse occasioni, l’ultima delle quali all'inizio di quest'anno.

a sinistra Per uscire dalle enormi costruzioni di ghiaccio è possibile lanciarsi su uno dei tanti scivoli... naturalmente di ghiaccio. Sullo sfondo la triste città di cemento...

Reportage

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Con il Pc nella giacca LI HANNO CHIAMATI PORTATILINI, COMPUTERINI, SUBLAPTOP... MA IL LORO VERO NOME È NETBOOK. SONO I PICCOLI COMPUTER CHE DA UN ANNO FANNO BELLA MOSTRA DI SÉ NELLE VETRINE DEI NOSTRI NEGOZI di Ulrico Gonzato

Tendenze

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▮▮▮ Alla fine del 2007, discutendo con un amico, pareva non si potesse proprio scommettere una cicca su quello strambo aggeggio che il costruttore coreano di Pc Asus stava proponendo al mercato. Ma la storia, per quanto sia breve, ci ha dato torto sul eeePc, il padre di questi piccoli gadget elettronici che oggi fanno tanto tendenza. Tutto il mercato informatico vive una profonda crisi, un po’ perché la fiducia del pubblico si è perduta, un po’ perché il mercato stesso è quantomai saturo, un po’ perché – a causa della solita crisi – non si investe più nell’elettronica come nell’ultimo decennio. Tutto insomma pare inesorabilmente “scendere” (leggasi telefoni cellulari) tranne i netbook, che stanno trovando parecchi consensi fra i consumatori: i costi bassi e una forte trasportabilità hanno senza dubbio attratto

l’interesse e oggi, in poco più di un anno, già il 7% dei Pc portatili nel mondo sono netbook, percentuale a parere di molti destinata solo a crescere. Ma che cos’è un netbook? Iniziamo dicendo che, paradossalmente, questo ancora non è chiaro nemmeno agli stessi produttori. In sostanza trattasi di piccoli computer con schermi sotto i 10 pollici, all'interno un processore Atom prodotto dalla Intel e, solitamente, un disco SSD allo stato solido (privo di parti meccaniche). I Giga Byte di capacità mnemonica solitamente non sono molti, hanno l’indubbio vantaggio di consumare molta meno energia e sono parecchio più solidi rispetto ai soliti hard-disk. Il prezzo? Parliamo di una cifra che sta al di sotto dei 700 franchi, con un sistema operativo che può essere Linux (nei modelli meno costosi) o l’arcinoto


Windows… dal fronte Apple al momento non giungono voci di prodotti da inserire in questo nuovo settore. Soffermiamoci brevemente sui sistemi operativi. Linux è certamente il più efficiente a livello energetico e si traduce in una maggiore durata della batteria… ma con meno funzionalità, anche se munito di tutto quello che può servire: da OpenOffice a tutte le applicazioni utili a navigare, chattare e condividere attraverso internet. Senza dimenticare l’interfaccia molto intuitiva. Windows – il più diffuso sistema operativo al mondo – ha moltissime applicazioni che però si pagano: un prezzo energetico maggiore per vantaggi “grafici” forse discutibili. A voi la scelta, entrambi funzionano egregiamente. Qualcuno si chiederà perché è stato chiamato netbook... Sangue freddo, nulla di “esotico”: essendo macchine concepite principalmente per sfruttare le risorse del Cloud computing ovvero di internet ovvero la madre delle reti ovvero net... quindi… netbook! Ma restringere il suo utilizzo alla pura navigazione o alla limatura maniacale del proprio profilo su Facebook sarebbe veramente poco “intelligente”. Sanno fare ben altro… Profondamente convinto dell’utilità dei portatilini, un anno luce fa – informaticamente parlando – ne acquistai uno, che per tutti gli ultimi 12 mesi ho utilizzato in mille situazioni: compagno fedele grazie alla sua piccola stazza e alla discreta durata della batteria (una vita oggi allungata sino a 8 ore), mi ha permesso di scrivere, navigare, mostrare ad amici e curiosi cortometraggi di ogni genere, un’utilità insomma indirettamente proporzionale alla sua grandezza. Certo, nessuno si aspetti di trovarsi di fronte alle oramai

infinte risorse dei “fratelli maggiori”. Ma questo non toglie che possa essere un buon compagno di lavoro, affidabile quanto basta e molto più pratico degli ipercomplessi palmari da 300 pagine di manuale e schermi nettamente più piccoli. Inoltre, il mercato offre oggi molti modelli e ne arriveranno certamente ancora di nuovi. La stessa Asus ha da poco presentato un modello con Touch Screen e comodissimo schermo ribaltabile, oggettino che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi sugli scaffali: e sulla stessa strada si son già mossi Dell e Acer… mentre Nvidia sta facendo capolino con un processore alternativo al già citato Intel Atom. Ma come sempre il fronte tecnologico avanza inesorabile e senza preavvisi. Spero di non aver perso qualche connessione… ▮▮▮ GLOSSARIO ATOM è il processore Intel concepito per i supporti di piccole dimensioni, è la versione ripulita del processore Intel per gli OLPC (One Laptop Per Child), consuma pochissimo ed è potente a sufficienza per le funzioni normali di un Pc. Nvidia ne ha presentato una alternativa l’ottobre scorso CLOUD COMPUTING, dove cloud (nuvola in inglese) è una metafora per definire internet, il Cloud computing è il principio che sfrutta le caratteristiche intrinseche della rete per fornire servizi di ogni genere ai terminali che ne sono connessi, un buon esempio sono le applicazioni di Google che funzionano tutte in rete: e-mail, edizione di testi, eccetera eccetera eccetera... SSD ovvero Solid State Drive ovvero dischi duri allo stato solido (senza parti meccaniche): consumano pochissima elettricità e, benché meno capienti, assicurano una maggiore resistenza. Sono eccellenti per i netbook e tutte le applicazioni che necessitano memoria nei macchinari industriali

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Homo turisticus L’uomo, la ricerca di nuovi mondi e il fascino dell’esotico... Pubblichiamo da questo numero le riflessioni dell’antropologo Duccio Canestrini, un appuntamento mensile per aiutarci a riflettere sul “viaggiare” e l’irrefrenabile attrazione per il “diverso”

Turistario

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una ragazza per bene, rivedo di colpo la casa paterna e l’educazione delle mie sorelle: prevedo tutti i suoi gesti e le più fuggevoli sfumature dei suoi pensieri. È perciò che amo le cattive compagnie: c’è più imprevisto”. Così scriveva Stendhal, turista in Italia, nel 1817. Vicino o lontano, il turismo è sempre stato legato alla ricerca della diversità: si lasciano la casa, le usate compagnie e i ritmi quotidiani per cercare avventurosamente altro. L’inconsueto, l’imprevisto. Definire che cosa sia esotico e che cosa non lo sia è problematico, poiché tutto è relativo. Non c’è dubbio, per esempio, che per lo scrittore Stendhal le ragazze italiane fossero esotiche. Quando si è in viaggio, la sensibilità per ciò che appare come tipico aumenta. Lo sanno bene i baristi della cittadina messicana di Tequila, dove l’omonimo liquore viene servito, ormai esclusivamente ai turisti, con il vermetto dell’agave affogato nel bicchiere. Fa tanto esotico, fa tanto etnico. L’esotismo è probabilmente una tendenza innata dello spirito umano. In ogni epoca e luogo le letterature hanno espresso il fascino di terre e costumi sconosciuti, cui è facile attribuire straordinarie doti di felicità, di bellezza, di fortuna. Nella storia dell’umanità non si è mai viaggiato tanto come negli ultimi anni: per curiosità, per moda o necessità. La mobilità turistica, questa diserzione ludica dal mondo del lavoro, è divenuta il fenomeno antropologico più rilevante della contemporaneità. La planetarizzazione – o la globalizzazione, come viene spesso chiamata – ha messo in campo sirene affascinanti ma anche pericolose. Non si può avvicinarle senza rimanerne in qualche modo contagiati. Merci, idee, malattie, informazioni, denaro e persone viaggiano per le strade del mercato-mondo, dove s’incrociano flussi di

turisti e di immigrati. Questo piccolo mondo che ci permette di avere le banane dal Centroamerica e i giocattoli per i nostri bambini da Taiwan, e che consente di spostarci dal Ticino a un villaggio turistico africano in meno di ventiquattr’ore. L’esotismo è anche una terapia di fuga per l’uomo moderno, malato di complessità. Guardare a un “altrove” o a un passato migliore, apparentemente più semplice e pieno di buoni vecchi valori, ci aiuta a vivere la banalità e le difficoltà della vita quotidiana. Ne abbiamo bisogno. Tanto bisogno che quei valori tradizionali siamo disposti anche a (re)inventarli. Come nel caso delle ricette gastronomiche medievali, riproposte nelle sagre di paese. Placata la smania dell’atollo maldiviano, si fa sempre più turismo domestico. Un turismo attento alla nostra storia e aperto alle influenze planetarie. Così come ormai s’è aperta a nuovi modi e a nuove mode la vita dei giovani, che mescolano tatuaggi polinesiani, henné marocchino, berretti peruviani, collane indiane e piercing africani. Mentre in discoteca impazza la world music, non c’è fiera popolare che non proponga bancarelle etniche, con spericolate contaminazioni di sapori tipo sushi e fagiolata brasiliana. Il binomio saperi-sapori è ormai diventato un luogo comune. Le mescolanze nel cavo orale sono la regola. Le masticazioni solidali, quasi un must. Se un tempo l’esotismo alimentare dei regnanti medievali, che ostentavano sulla tavola raffinati menù stranieri, rispecchiava la volontà di superare la dimensione locale della cucina, oggi i sapori “altri” (così come le vacanze a Sharm el Sheik) sono divenuti oggetto di un vero e proprio esotismo popolare. Così va e così cambia il mondo, anche quello piccolo e antico. Nessun problema, siamo fatti per mutare, auspicabilmente con un po’ di consapevolezza e di autoironia.

» di Duccio Canestrini

“Se trovo una giovane francesina e questa è per mala sorte


Dal 3 febbraio, Venere, il pianeta dell’amore, entrerà nel vostro segno, per restarci per un lungo periodo. Potrete godere anche dell’ausilio di Marte in Acquario, di transito nella vostra undicesima casa. Non vi sarà dunque difficile ottenere quello che desiderate.

Venere e Marte, le stelle dell’amore e del desiderio fanno il loro ingresso nell’Ariete e nell’amico segno dell’Acquario. Amori, incontri, exploit di vita mondana. Cogliete questa settimana per soddisfare i vostri desideri. Successi a catena per i nati in settembre.

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Il 2 febbraio la Luna entrerà nel vostro segno. Il transito avrà l’effetto di amplificare le vostre sensibilità, puntando soprattutto l’indice sulle questioni affettive. Sforzatevi di canalizzare le vostre energie verso un nuovo progetto.

Dal 4 febbraio in poi siete sotto l’influsso di Marte e in preda allo stress. Sbalzi umorali tra il 2 e il 3 febbraio. Cercate di mantenere maggiormente la calma con il partner. Transazioni commerciali per i nati in ottobre.

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Sviluppi in arrivo: grazie all’ingresso di Venere in Ariete e di Marte nell’amico segno dell’Acquario il cuore torna a palpitare mentre le questioni critiche tenderanno piano piano a stemperarsi. Prestigio e soldi per i nati in maggio.

Grazie all’ingresso di Venere in Ariete a partire dal 3 febbraio assisterete a una vostra resurrezione amorosa. Incontri e risvegli erotici per i nati di novembre. Stimoli da Marte dopo il 4 febbraio. Incremento degli incontri sociali, nuove iniziative.

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Fraintendimenti per i nati nella terza decade a causa dell’opposizione di Mercurio. Calibrate meglio le vostre parole e parlate sempre con il cuore se volete essere compresi dal vostro partner. Vita matrimoniale in subbuglio a causa di continue eruzioni di eros e gelosia.

L’ingresso di Giove nella vostra seconda casa solare favorisce un mutamento della vostra situazione finanziaria. Spese impreviste per la casa. Buona riuscita di una vertenza legale per i nati nella prima decade. La vostra immagine pubblica tenderà a rinnovarsi.

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Il mese di febbraio inizia bene per dell’ingresso di Venere nell’amico segno dell’Ariete. Grazie a questo transito la fortuna potrebbe bussare alla porta dei nati in Agosto. Attenzione all’ingresso di Marte del 5 febbraio. Trovate un’attività in cui scaricare le vostre energie in eccesso.

Inizio febbraio favorevole per i nati nella prima decade. Venere in Ariete, Marte e Giove in transito: un tripudio non solo per il vostro cuore ma anche per le vostre tasche, crisi a parte. Grazie a Marte dal 4 febbraio in poi marcerete con il turbo. Conquiste e successi professionali.

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Tra il 2 e il 3 di febbraio il transito lunare favorirà un incontro “fuori porta”, probabilmente con una persona straniera. Sfruttate la presenza di Marte nella vostra sesta casa solare per fare un po’ di sport, solo cosi riuscirete a evitare lo stress e gli attacchi d’ansia.

Fino al 3 febbraio il transito di Venere interesserà i nati della terza decade. Approfittate di questo inizio mese per soddisfare il vostro bisogno d’amore. Dal 4 in poi state attenti a non stressarvi troppo. Tenetevi impegnati su di un unico obiettivo. Favorite la persone più intraprendenti.

Elemento: Aria - fisso Pianeta governante: Saturno e Urano Relazioni con il corpo: sistema nervoso, caviglie e polsi Metallo: piombo Parole chiave: anticonformismo, idealismo

Dal punto di vista simbolico e iconografico, l’Acquario è rappresentato dalla figura di un uomo che con il braccio aperto nella direzione del Capricorno tiene in mano un lembo del manto o un’asticella mentre con l’altro braccio sorregge un’anfora da cui sgorga il fluvus acquarii. Dante, nella Commedia, lo ricollega al periodo dell’anno durante il quale l’inverno trascolora lentamente nella primavera (Inferno, XXIV, 1-6) e nella terra filtrano sostanze nutritive foriere di nuova vita. Il geroglifico dell’Acquario è quello egiziano con il simbolo dell’acqua ripetuto per due volte, a indicare il flusso interiore e quello esteriore ma anche i mondi superiori in relazione a quelli inferiori. Ma l’acqua che sgorga dall’urna di questo segno d’aria è acqua eterea. Acqua di dissoluzione della dimensione egocentrica dell’io che, nella sua valenza aerea, rappresenta l’espansione del “collettivo” a dispetto dell’individualità. Espansione del soggetto verso la dimensione dell’“altro da sé” (a proposito… Barack Obama appartiene al segno del Leone ma con uno spiccato ascendente Acquario). Sorgente di vita, luogo della congiunzione aurea fra i diversi piani dell’io, l’Acquario suggerisce anche il tema dell’abbandono totale e richiama l’immagine della morte mistica degli illuminati nel momento in cui si apprestano alla regione delle idee archetipe e delle affinità profonde. E in effetti l’attitudine al misticismo e alla religiosità è molto forte nei nati nel segno, un aspetto che si coniuga alla marcata sensibilità sociale nella prospettiva di una rinascita dei principi umani in luogo delle espressioni meramente razionali ed economico-ideologiche.

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Il Sole transita nel segno dell’Acquario dal 23 gennaio al 20 febbraio

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» a cura di Elisabetta

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“che ‘l sole i crin sotto l’Aquario tempra…”

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Âť illustrazione di Adriano Crivelli


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1. Noto romanzo di Andrea Camilleri • 2. Sfocia nell’Atlantico • 3. Il nome di Arigliano • 4. I confini di Gandria • 5. Incapace • 6. Podestà elvetico • 7. Gas luminoso • 8. Il noto Presley • 9. Opera di Verdi • 20. Le iniziali della Bruni • 23. Ansiosi • 24. Il poema di Virgilio • 27. Antica città della Mesopotamia • 28. Cassa Malati • 29. Posticipare • 30. Vano, inutile • 31. Inglobare • 33. Il mese del pesce • 37. Quello lieto è rosa o azzurro • 42. Mezza tara • 45. Vendita all’incanto • 46. Il maschio della capra • 50. Rosa nel cuore.

Verticali

1. Alto e snello • 10. La nota Fallaci • 11. Beltà nel cuore • 12. Dicembre in breve • 13. I confini di Essen • 14. Avverbio di luogo • 15. La Yoko di Lennon • 16. Consonanti in tedio • 17. Pari in Antille • 18. Romania, Ohio e Lussemburgo • 19. Una sigla del radiologo • 21. Consonanti in isola • 22. Strage • 25. La prima nota • 26. Mezzo nudo • 28. Chiusura lampo • 32. Illuminano la via • 34. Le iniz. della Pausini • 35. Italia e Malta • 36. Città dello Yemen • 38. Riarsa • 39. Imbianca le vette • 40. Il Nichel del chimico • 41. Sportelli • 43. L’alieno di Spielberg • 44. Il paese dei tulipani • 46. Cuor di vinto • 47. La perde l’innamorato • 48. Maestria • 49. Può essere mancino • 51. La solita rima per amor • 52. La prima donna • 53. Egli.

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A quale romanzo appartiene il seguente finale? La soluzione nel n. 8. Al vincitore andrà in premio Outsider di Friedrich Glauser, Edizioni Casagrande, 2008. Fatevi aiutare dal particolare del volto dell’autore e inviate la soluzione entro giovedì 5 febbraio a ticino7@ cdt.ch oppure su cartolina postale a Ticinosette, Via Industria, 6933 Muzzano.

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Schema realizzato dalla Società Editrice Corriere del Ticino

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“Per evitare che entrambi vivessero nell’incubo del delitto, Constance preferì assumerne su di sé tutto il peso. Il suo atto di espiazione rese libero William e gli donò la possibilità di una vita futura”. Friedrich Glauser (1896–1938) ebbe una vita turbolenta sin dalla giovinezza. Dopo una serie di vicissitudini scolastiche fuggì di casa nel 1921 e si arruolò nella Legione Straniera. Visse in un continuo viaggio per l'Europa barcamenandosi tra diversi lavori. Lo sfondo dei suoi romanzi – letterariamente diviso tra il filone poliziesco legato alla figura del Wachtmeister Studer e altri di spiccato accento autobiografico – è la provincia svizzera di inizio Novecento, di cui l’autore non tesse certamente le lodi. Outsider è la raccolta di quattro racconti inediti legati dal tema della ribellione all’autorità. Un Glauser che entra “a pieno diritto in quella famiglia di grandi scrittori outsider a cui appartengono Robert Walser e Franz Kafka”.

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La soluzione a Epigoni è: Il giovane Holden di J. D. Salinger (Einaudi, 1961). Il vincitore è: F.P., Gravesano.

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Non avrei mai pensato che è bello essere anziani.

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