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Pirateria, una sentenza dell’UE ”affonda” anni di battaglie contro i corsari
Il marò Latorre operato, tutto ok. Il ritorno in India previsto per il 12 gennaio
Fincantieri costruirà una seconda nave
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extra-lusso per Seabourn
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Sped. in A. P. - 45% - art. 2 comma 20/B, Legge 662/96 - Filiale di Napoli Imprimé a Taxe Reduite - Taxe Percue - Tassa Riscossa - Napoli Italy
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Confitarma: viva partecipazione e sentita solidarietà ”Norman Atlantic” alle famiglie vittime. Ma palesi imprecisioni da stampa generalista Porto di Napoli tutto ok,approvato bilancio previsione 2015 e revocate le dimissioni del Segretario Generale Il Comitato Portuale ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione 2015 e la richiesta di esercizio provvisorio, dando il via libera al piano economico finanziario dell’Autorità Portuale di Napoli. Un piano che registra un avanzo di cassa di euro 74.388.863,00, un avanzo economico di euro 124.000,00 e un avanzo finanziario di euro 61.063.617,00 “L’Autorità Portuale- ha commentato il Commissario Straordinario, Francesco Karrer- ha anche per quest’anno contribuito con risorse proprie al piano di investimenti in opere e interventi di manutenzione per un importo pari a 10 milioni di euro. In più ammonta a 630 mila euro la somma risparmiata in ossequio alla legge sulla spendine review e destinata allo Stato” All’ordine del giorno c’erano, oltre all’approvazione del previsione 2015, l’adozione del Piano Operativo Triennale 2015-2017 e la sua approvazione e l’elenco annuale delle opere 2015, entrambi approvati. In particolare per il piano annuale è stato sottolineato che il 75% delle opere fa parte degli interventi previsti nel Grande Progetto prima tranche. Continua a pag. 2 ☛
Roma, 29 dicembre 2014 – Confitarma esprime la più viva partecipazione per il drammatico incidente occorso al traghetto Norman Atlantic della Visemar di Navigazione S.r.l. e manifesta innanzi tutto la sua sentita solidarietà alle Famiglie delle vittime di cui si ha notizia.
Confitarma, che tra i suoi associati include la prima flotta del mondo di navi traghetti ro/ro pax, intende tuttavia puntualizzare alcune palesi imprecisioni apparse in queste ore sui principali organi di stampa in ordine allo stato di manutenzione del traghetto di bandiera italiana, bandiera peraltro
recentemente ricompresa nella white list del Paris Mou (Memorandum of Understanding on Port State Control) e cioè al top della sicurezza, come pure intende smentire false notizie sui diversi passaggi di proprietà della nave che fanno confusione tra proprietà e noleggio.
La Norman Atlantic – una nave conforme a tutte le regolamentazioni internazionali, costruita solo da cinque anni in uno dei migliori cantieri del mondo specializzato proprio nella costruzione di traghetti e da sempre di proprietà degli Armatori Visentini – era in ottime condizioni sotto il profilo della sicurezza, come comprovato proprio dalla recente visita tecnica che aveva messo in evidenza, in un quadro di eccellenza delle sue dotazioni, soltanto marginalissime misure da migliorare, nessuna delle quali ritenuta, anche lontanamente, un pericolo per la sicurezza della navigazione. Come noto, il controllo mutuale, severo ed assolutamente trasparente previsto dal Paris Mou, non consente la partenza di una nave in caso di comprovate deficienze di safety ed infatti la Norman Atlantic, proprio in questo incidente terribile ed imprevedibile, sta dimostrando tutta la sua qualità costruttiva, peraltro in difficilissime condizioni meteo marine. Continua a pag. 2 ☛
Fincantieri acquisisce un doppio ordine dalla Carnival Corporation Fincantieri si è aggiudicata un ordine per la costruzione di due nuove navi da crociera, destinate ai brand del gruppo statunitense Carnival Corporation, Carnival Cruise Line e Holland America Line. Le unità saranno gemelle rispettivamente di “Carnival Vista” e “Koningsdam”, attualmente in costruzione presso gli stabilimenti Fincantieri. La nave per Carnival Cruise Lines, che sarà la 26esima nella flotta per il brand, avrà 133.500 tonnellate di stazza lorda, una capacità di 3.954 passeggeri ed entrerà in servizio nella primavera 2018. L’unità per Holland America Line, la seconda della classe Pinnacle, avrà invece una stazza lorda di 99.500 tonnellate, potrà ospitare a bordo 2.650 passeggeri, e sarà consegnata nell’autunno del 2018. Giuseppe Bono, CEO di Fincantieri, ha commentato: “Essere scelti ancora una volta per un ordine così importante è il miglior riconoscimento delle nostre capacità. Si tratta infatti di un segnale estremamente significativo, soprattutto se consideriamo il momento di evoluzione che sta vivendo la navalmeccanica nel comparto crocieristico, sia in Europa che in Asia. Fincantieri può contare su un portafoglio ordini
solido e senza eguali in termini di diversificazione e qualità del prodotto, che ci conferma leader di settore. Questa posizione si è consolidata anche grazie al rapporto con Carnival, una partnership che negli anni ha permesso all’azienda di crescere e che oggi si rafforza con il recente accordo per il mercato cinese e con ordini come questi, ai quali ci auguriamo ne seguiranno di ulteriori”. “L’ordine a Fincantieri dimostra il nostro continuo impegno per offrire ai nostri clienti il meglio possibile a bordo attraverso i brand del gruppo”, ha dichiarato Arnold Donald, Presidente e CEO di Carnival Corporation. “Le nuove unità saranno all’avanguardia in termini di tecnologia e allestimenti per dare vita a un’esperienza moderna di crociera e contribuire alla crescita della domanda”.
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DALLA PRIMA PAGINA CONFITARMA In attesa che le necessarie indagini facciano luce sulle cause e sulle responsabilità dell’incidente, Confitarma auspica che tutti gli sforzi convergano ora verso l’obiettivo comune del completamento del salvataggio dell’equipaggio, con la viva speranza di non dover assistere ad uno spiacevole, triste e palesemente ingiusto “tiro al bersaglio” dei nostri media nei confronti della società armatoriale e della nave italiane.
PORTO DI NAPOLI La seduta era stata aperta da una relazione del Segretario Generale dimissionario, Emilio Squillante. Nella relazione il Segretario ha esaminato le principali questioni dal grande progetto, alle concessioni, ai piani di impresa, al nuovo piano regolatore specificando per ognuno dei punti le criticità e la necessità di proseguire sulla strada intrapresa con l’Atto di indirizzo già emanato da parte del Commissario Francesco Karrer. Al termine della relazione il Segretario Generale ha revocato le dimissioni, così come richiesto dal Comitato Portuale nella precedente seduta.
l’inForMaTore naVale di napoli giornale Marittimo È un periodico edito dalla EDI.MAR. sas di Gennaro Scotto Pagliara Direttore Responsabile gennaro sCoTTo Pagliara Condirettore: silVio sCoTTo Pagliara sede: Stazione Marittima (Porto), 80133 Napoli Direzione, redazione e pubblicità: Calata Vitt. Veneto (ex manufatto USO) Tel. e Fax: 081-203633 e-mail: gescotto@tin.it Registrazione presso il Tribunale di Napoli n° 1716 del 18/7/1964. Registro Nazionale della Stampa n° 9504 spedizione in abbonamento Postale
impaginazione e grafica eDiMar sas.
Confitarma rivolge infine un convinto apprezzamento per lo straordinario impegno di tutti gli uomini della Marina Militare, della Guardia Costiera e dei mercantili,
coinvolti sia in mare che a terra, nelle importanti e complesse operazioni di salvataggio che si stanno positivamente completando in queste ore.
stampa: alFa di Castaldo gaetano napoli ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Pubblicazione iscritta al Centro Nazionale ISDS (International Serials Data System) del Consiglio Nazionale Ricerche con il numero di codice ISSN 0393-9952. Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n° 5707 Responsabile del trattamento dei dati personali (D.Lgs.196/2003) gennaro scotto Pagliara Direttore dell’Informatore Navale di Napoli
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Pirateria, una sentenza dell’UE ”affonda” anni di battaglie contro i corsari
rasburgo, 5 dicembre 2014 – Un gruppo di pirati dopo essere stati accusati di aver dirottato il veliero da crociera ”Le Ponant” nel Golfo di Aden nel 2008, e per il quale fu stato pagato un riscatto di oltre 2 milioni di dollari Usa per il suo rilascio. Adesso, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha ordinato alla Francia di pagare migliaia di euro per un gruppo di pirati somali per un ritardo di 48 ore nella presentazione degli uomini accusati davanti al giudice al loro arrivo
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nel paese. Un giudice presso la corte europea dei diritti dell’uomo emesso la sentenza la scorsa settimana, determinando che ”la Francia ha violato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, non presentando immediatamente gli imputato dinanzi ad un’autorità giudiziaria al loro arrivo in Francia”. I pirati dovranno essere risarciti,sono nove in totale, anche se furono accusati e condannati per altri dirottamenti: una nave da crociera battente bandiera francese e yacht in due inci-
denti separati al largo delle coste della Somalia nel sempre nel 2008. I nove uomini somali facevano parte di un gruppo di 12 pirati presi inizialmente e custoditi nel corso degli attacchi successivi. La Corte ha stabilito che, a causa del ritardo 48 ore, la Francia non ha fatto abbastanza per proteggere i diritti dei pirati alla libertà e alla sicurezza ed ha ordinato al governo francese di pagare tutti e 9 pirati con cifre che si aggirano dai 2.000 a 9.000 euro.
La Danimarca rimborsa presunti pirati per un cavillo giuridico Copenhagen, 9 dicembre 2014 – Nove sospetti pirati somali hanno ricevuto 19.600 corone danesi (equivalenti a 3.247 dollari statunitensi) ciascuno come risarcimento da parte della Danimarca per essere stati detenuti troppo tempo prima di essere portato davanti a un giudice, ha spiegato l’ufficio del pubblico ministero. L’importo è sconcertante, tenendo presente che la metà della popolazione somala vive con un dollaro al giorno. In parole povere la somma ricevuta consente di vivere per 10 anni in quel paese:un modo che incentiva il prosperare del numero delle bande dedite alla pirateria invece di dissuadere i somali che vivono lungo le coste. Il gruppo di pirati somali è sospettato di aver tentato di dirottare una nave danese ”Torm Kansas” nell’Oceano Indiano il 10 novembre del 2013.Il team di sicurezza armati sulla nave erano gia’ pronti per respingere l’attacco. La ”Antipirateria Operation Ocean Shield” formata da
navi da guerra della NATO, hanno passato l’allarme alla ”HDMS Esbern Snare” che era la nave più vicina alla zona ed è stata inviata sulla scena. Durante la notte, la nave da guerra trova una baleniera e una barca in prossimità della zona segnalata per l’attacco a bordo della nave danese,i nove presunti pirati erano a bordo di due piccole imbarcazioni e sono stati catturati come pirati. I sospettati hanno sono stati detenuti per 13 giorni prima di essere portati davanti a un giudice. Secondo la legge danese, una persona deve essere portata davanti a un giudice entro le 24 ore. Nel corso di una audizione i sospetti hanno detto che erano pescatori e che avevano perso le loro imbarcazioni. Questo ed altri fattori, ha portato i pubblici ministeri di chiudere il caso. La decisione del giudice sulla compensazione dei presunti pirati arriva a pochi giorni dopo quella della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha ordinato il pagamento di un
indennizzo per i pirati somali quantificato in migliaia di euro (dai 2.500 ai 9.500) per non aver per presentato “immediatamente” gli uomini accusati davanti al giudice al loro arrivo nel paese. Il programma di Risposta Umanitaria Maritime Piracy (MPHRP) ha detto che la decisione della Corte europea per i diritti umani e’ ripugnante e offensivo per tutti i marittimi
che sono sopravvissuti agli attacchi di pirateria. Queste sentenze in materia di rimborsi a presunti pirati hanno colpito l’opinione pubblica mondiale specie dopo le più recenti notizie che hanno saputo di un marittimo vietnamita ucciso dai pirati in un attacco a bordo di una nave cisterna, la ”VP Asphalt 2” che ha avuto luogo nel pomeriggio di 2 giorni fa.
Luca Casaura nuovo vice president corporate marketing di Costa Crociere Genova, 10 dicembre 2014 – A partire da oggi Luca Casaura ha assunto la carica di Vice President Corporate Marketing di Costa Crociere (www.costacrociere.it), a diretto riporto di Norbert Stiekema, Executive Vice President Sales & Marketing. In questa posizione Luca Casaura coordinerà tutte le attività di marketing relative al piano di sviluppo e posizionamento del brand, strategia media e di comunicazione, ricerca e sviluppo del prodotto. La sua carriera professionale è iniziata in Unilever Italia a fine 1997, per poi proseguire dal 2000 nel gruppo Danone, dove ha maturato un lunga e significativa esperienza. Dal 2013 ricopriva il ruolo di Activia Global VP Marketing, lanciando in 72 paesi la prima campagna globale di comunicazione integrata per il brand leader nel mercato dei latticini. Tra il 2008 e il 2012 Luca Casaura ha lavorato come Marketing, Communication and Media Director di Danone Italia, dopo diverse esperienze internazionali, prima come Marketing Director della divisione “Enfants et Desserts” di Danone Francia e in seguito come Marketing Director di Danone Canada. “Sono entusiasta di lavorare con Luca” ha commentato Norbert Stiekema “un professionista del marketing eccezionale, con grande capacità di visione, creatività e capacità di portare il cambiamento, tutti elementi fondamentali per rafforzare ulteriormente il brand Costa”. Luca Casaura, 42 anni, sposato, padre di una giovane figlia, con una grande passione per la storia e il teatro, ha cominciato la sua carriera internazionale dopo essersi laureato in Economia e Scienze Politiche nella prestigiosa Università Bocconi di Milano.
Tir, costi minimi, il Governo affonda 2mila imprese di autotrasporto Roma, 22 dicembre 2014 – Grazie Italia. Non solo lo Stato vara norme inique e assurde. Non solo non è in grado di applicarle. Spinge anche le imprese a intentare cause per far valere i loro diritti per poi vedersi cancellare questi diritti per legge e rimanere senza tutele con il costo aggiunto delle spese sostenute. L’ennesimo clamoroso paradosso si è consumato ancora una volta nel settore dell’autotrasporto dove il governo ha cancellato nella legge di stabilità i cosiddetti costi minimi di sicurezza, che già rappresentavano la prova concreta dell’ennesimo fallimento delle scelte, in materia di politica dei trasporti, compiute dai governi che si sono succeduti alla guida del paese. Ma il peggio deve ancora a venire: la nuova norma non salvaguarda il pregresso - rivela Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – con un risultato aberrante: circa 2.000 imprese di autotrasporto italiane che si sono avvalse delle norme di Stato per far valere i loro diritti avviando cause legali nei confronti dei committenti, seguendo le procedure di legge, sono state freddate da un secco taglio verticale contenuto nella legge di stabilità”. “Tutte le cause avviate, per un valore che si può stimare per circa 30 milioni di euro - conclude Longo – diventano immediatamente spazzatura. I giudici, infatti, nel prendere atto della modifica normativa, chiuderanno le cause senza neanche archiviarle. Il tutto, nel paese della certezza del diritto ?”.
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Rame come il pane Roma, 5 dicembre 2014 – Una Commissione di inchiesta del Senato ha concluso recentemente un’istruttoria bipartisan durata due anni, che ha indagato sul comportamento delle principali banche statunitensi. Messe sotto la lente di ingrandimento per fondato sospetto di posizione dominante e manipolazione dei mercati delle commodity fisiche, l’entità del fenomeno ha riguardato, tra altri, 6.000 miglia di pipeline controllate da Morgan Stanley, 1,5 milioni di tonnellate di cargo navale di alluminio di Goldman Sachs e 2,7 miliardi di dollari di rame di JP Morgan. La regolamentazione bancaria statunitense da 12 anni non vieta agli istituti di possedere commodity fisiche, ma ne fissa il limite entro il 5% del loro capitale di I livello o delle transazioni di consegna fisica. Durante l’istruttoria è apparso presto chiaro che se “i topi” avevano ballato così abbondantemente a lungo era perché i “gatti” erano altrove. La Borsa dei Metalli di Londra (LME), dove sono avvenute le transazioni, senza un sistema di controllo sui magazzini aggiornato alla crescita dei mercati e la Fed (Federal Reserve), che non aveva neanche idea dell’ammontare delle quantità di commodity fisiche detenute dalle
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banche, con rischi molto gravi per l’economia reale. In tutti i casi, sui mercati delle materie prime la bufera non sarà uno tzunami. Già ben prima che si chiudesse l’istruttoria spirava vento di censura, facendo correre ai ripari banche ed organi di controllo. Come riporta The Guardian, Credit Suisse e Deutsche Bank “stanno facendo i bagagli” dal mercato fisico delle commodity; JP Morgan, che deteneva in commodities fisiche oltre il 12% del suo capitale, ha venduto per 3,5 miliardi di dollari; Morgan Stanley sta sfoltendo le sue operazioni e Goldman Sachs ha messo all’asta i suoi magazzini ricolmi di materie prime. Intanto, sono state introdotte anche nuove regole, che supervisionando i magazzini coinvolti negli scambi commerciali, hanno drasticamente tagliato i tempi di attesa delle industrie manifatturiere, che erano arrivati speculativamente fino a due anni, anche se non si è riusciti ad impedirne l’aumento dei premium (costi aggiuntivi che i buyers devono pagare per la consegna delle merci). Il vero scoop dell’inchiesta parlamentare è stata la scoperta dell’equiparazione del rame ai metalli preziosi (oro, argento, platino e palladio), decisa dalla Federal Reserve e dall’OCC (Office of the Comptroller of the Currency) sin dal 1995, su richiesta di una banca non identificata. Un escamotage che ha consentito ai banchieri di sfuggire alle regole di sistema sulle commodity, stipando liberamente quantitativi di rame senza dichiararlo agli organismi di controllo. L’OCC ha giustificato l’equiparazione con l’uso del metallo nel conio delle monete in corso legale, ma la Commissione senatoriale ha fatto notare che la moneta più associata al rame, il penny, dal 1984 è prodotta per il 97,5% con zinco. A fine 2010 il rame a tre mesi sulla Borsa di Londra (LME) raggiungeva il record assoluto di 9.950 dollari alla tonnellata e JPMorgan guardava al lancio sul mercato finanziario di un Fondo exchange-traded (ETF) di titoli fisici di rame. Le scorte di rame del gigante bancario nel 2010 ammontavano a un valore di 1,65 miliardi, nel 2011 a 2,72 miliardi e nel 2012a 1,22 miliardi. Il rame fisico nel gennaio-novembre 2014, nonostante il rapido declino di greggio, zinco e alluminio, ha perso in media solo il 9% del suo valore di mercato, con un prezzo oscillante intorno ai 6.500 dollari alla tonnellata. Per il 2015, come riporta SMH, le previsioni sono contrastanti. lCSG (International Copper Study Group) prevede nei mercati globali un deficit di rame di 307.000 tonnellate, agganciato soprattutto alla domanda cinese che copre il 40% di quella globale. CLSA, invece, ne prevede un prezzo stazionario per tutto l’anno con un nuovo trend in ascesa verso il 2016. Pessimista la previsione 2015 della banca americana Goldman Sachs, che ha rivisto al ribasso il prezzo del metallo a circa 6.200 dollari a tonnellata. Restano comunque elementi che sfuggono alle previsioni, già di per sé abbastanza volatili, legati alla sua appetibilità che potrebbero avere effetti im-
nella foto: lingotti di…rame
portanti sull’andamento della commodity. Ad esempio, a inizio 2014 emerse uno scandalo internazionale, quando nel porto di Qingdao le autorità cinesi scoprirono una società commerciale che, sotto la pressione della stretta creditizia del sistema finanziario cinese, impegnava il rame come garanzia collaterale a più di un prestatore. Ma non solo. Anche uno sciopero minerario di tre settimane, come quello riportato da Bloomberg all’impianto minerario di Antamina (Peru) della BHP Billiton Ldt può fare la differenza. Infatti, alla ripresa estrattiva a fine novembre, la Borsa dei Metalli di Londra (LME) batteva il prezzo del rame con consegna a tre mesi a 6.382 dollari a tonnellata metrica, segnando il ribasso settimanale più forte dall’aprile 2013 (-2,7%). Da Bloomberg, al 26 novembre scorso , per la prima volta dal 2001, il prezzo del metallo al Comex di NewYork segnava un – 13%. Sempre in tema minerario, da una denuncia di Amnesty International, a Letpadaung, regione di Sagaing (Myanmar) sono a rischio circa 25.000 persone che vivono o hanno attività agricole nei terreni che il governo birmano sta destinando alle attività minerarie per l’estrazione di rame. Ciò ha riportato un clima di grave tensione sociale, che nel 2012 aveva causato la chiusura dell’impianto per quasi un anno. A sollevare le forti proteste il nuovo contratto minerario tra il governo birmano (51%) e la joint tra la cinese Wanbao Mining Ltd e la Myanmar Economic Holdings Ltd dei militari (49%) che estende l’area di sfruttamento. Sul fronte dei commodity futures (contratti negoziati nei mercati regolamentati che, ad una data futura, impegnano all’acquisto o alla vendita di una determinata quantità di merce ad un prezzo prefissato), il rame sta registrando perdite giornaliere consistenti, tra le più alte degli ultimi 4 anni. Gli speculatori ne temono l’immissione di maggiori quantità sul mercato globale, per la discesa del prezzo del petrolio, che rappresentando l’8% dei costi di produzione mineraria del rame, rende conveniente alle compagnie minerarie spingerne la produzione; che ha numeri da capogiro. I maggiori produttori di rame nel mondo sono in ordine di grandezza Cina, Perù, USA, Cile e Australia, che da sola nel 2013-2014 ha esportato 8,7 miliardi di dollari di rame. Ciononostante, il mondo continua ad avere fame di rame, sebbene esso sia anche riciclabile al 100%. Il prodotto raffinato è il risul-
tato della lavorazione di ciò che viene estratto dalle miniere con quello che viene rastrellato sui mercati dello scrap. Questo ultimo elemento impatta direttamente sulla vita quotidiana di molti paesi. Se in Italia i furti di cavi contenenti un’alta percentuale di rame non ha risparmiato neanche le linee ferroviarie ad alta velocità, in Canada e negli Stati Uniti i furti dilaganti del metallo mettono in discussione la diffusione degli autoveicoli elettrici, per i continui furti di pochi metri di cavo per volta che mettono fuori uso a tempo indeterminato colonnine e stazioni di rifornimento. La refurtiva viene pagata a peso da ricettatori, che confondono nei carichi autorizzati diretti nelle fonderie la merce rubata. Il prezzo della commodity sui mercati incoraggia il mercato illegale, che finisce sui consumatori finali, con le sospensioni dei servizi danneggiati, con i costi economici salati per i lavori di sostituzione dei cavi rubati – rendendo diseconomiche attività di servizio -, con l’aumento degli incidenti sul lavoro, legati alle operazioni di ripristino delle linee elettriche tranciate. In diversi paesi si sta lavorando con i commercianti di scrap per introdurre sistemi di tracciabilità e si stanno utilizzando cavi di conduzione di acciaio che basse percentuali di rame rame. In Stati come l’Ohio si sta incentivando la popolazione a segnalare i movimenti sospetti con numeri verdi gratuiti e ricompense di 5.000 dollari se l’allarme conduce ad un arresto. Recentemente, il Journal Gazette ha diffuso una sentenza storica emessa nello Stato dell’Indiana che condanna per furto e traffico di rame a 11 ani di carcere il dipendente di un’azienda ch edovrà anche risarcire il danno causato di un milione di dollari con un pagamento mensile di almeno 100 dollari. In Europa è stato avviato il progetto PolPrimett di partnership tra forze di polizia e imprese private di telecomunicazioni, energia e trasporti e industria di rilavorazione. Nel solo Portogallo, la Guardia Nazionale ha reso noto che nei primi 6 mesi dell’anno ha registrato 2.959 furti di rame, mentre la Camera di Commercio e Industria del Sud Africa, paese BRICS che continua a essere la punta avanzata dello sviluppo economico del continente africano, ha definito i furti di rame una vera e propria emergenza per il sistema di fornitura elettrica dl paese. Con un trend in crescita, nel solo mese di settembre ne sono stati rubati 173 tonnellate (in agosto 160 e 158 in luglio). Giovanna Visco
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Una donna al timone del gigante Carnival Corp: Christine Duffy, nuovo presidente Miami, 18 dicembre 2014 – La Carnival Corporation ha annunciato di aver scelto Christine Duffy, capo della Cruise Lines International Association, per portare avanti il suo marchio omonimo. Duffy, ha iniziato come un agente di viaggio più di 30 anni fa, e inizierà il suo lavoro come presidente dalla sede a Doral Cruise Line Carnival dal 1° febbraio 2015. Il suo predecessore Gerry Cahill, che era stato presidente e CEO della linea dal 2007, e’ andato in pensione il 30 novembre scorso. “Amo quello che ho fatto a CLIA, io amo il settore delle crociere, io amo l’industria dei viaggi”, ha detto Duffy. “Le cose si sono evolute abbastanza rapidamente” dopo che il CEO Carnival Corp. Arnold Donald si avvicinò a lei per il lavoro. Ha scoperto la scorsa settimana che era stata selezionata per assumere la guida della più grande compagnia di crociere al mondo, con 24 navi “Fun Ships” che girano intorno al globo. “Christine è uno dei leader più rispettati e dinamiche nel settore dei viaggi,” ha detto Donald in un comunicato. “Lei porta una esperienza in Carnival Cruise Line che aiuterà la societa crocieristica a continuare a fornire esperienze di vacanza senza pari a milioni di persone ogni anno.” Duffy, 53enne, è stata presidente e CEO di CLIA negli ultimi quattro anni. Il suo mandato coincideva con il naufragio fatale della Costa Concordia nel 2012 e un incendio bordo della Carnival Triumph l’anno successivo, crisi che ha costretto l’associazione crocieristica di guidare attraverso la copertura delle notizie negative per non far precipitare la fiducia del pubblico. Dopo il disastro Concordia, CLIA ha guidato una revisione delle procedure di sicurezza e ha raccomandato 10 nuove regole che sono state adottate dalle linee aderenti. Durante il suo periodo di presidenza a CLIA, Duffy ha inoltre ampliato il gruppo a livello mondiale per portare anche gruppi di crociera più piccoli nell’ambito dell’associazione come un grande ombrello.CLIA ha anche stabilito le associazioni nei mercati emergenti, tra cui Sud-Est asiatico e Asia del Nord. Prima di arrivare all’associazione, nel dicembre del 2010, Duffy è stato presidente e CEO di incontro e di incentivazione aziendale aziendale Maritz Travel. Ha iniziato la sua carriera come agente di viaggio a Philadelphia, dove vive. Lei e suo marito si sposteranno a Miami per il nuovo incarico. Duffy ha detto che la sua priorità immediata sara’ quella di come aiutare la transizione CLIA a una nuova leadership. Un portavoce per l’associazione ha detto che Duffy e Adam Goldstein, presidente CLIA eletto e presidente e chief operating officer di Royal Caribbean Cruises, stavano sviluppando un piano di transizione che comprenderà la ricerca di un successore. “Il mio obiettivo è quello di entrare e imparare e conoscere la squadra per capire insieme come continuare a far crescere il business e fornire grandi vacanze in crociera ai nostri ospiti”, ha detto. Una curiosità:alla Carnival Cruise Line è stata eliminata la “s” dalla ultima parola nel suo nome, un cambiamento che è stato integrato nell’ annuncio di mercoledì senza spiegazioni alcuna. Una seconda novita’: l’annuncio sulla assunzione di Duffy, la Carneval è diventato l’ultimo operatore a promuovere una donna ad una posizione di leadership. La scorsa settimana, Celebrity Cruises chiamato Lisa Lutoff-Perlo a presidente e CEO. Alla fine dell’anno scorso, Crystal Cruises scelse Edie Rodriguez (quindi Edie Bornstein) come presidente e chief operating officer e Jan Swartz è
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Il marò Latorre operato, tutto ok. Il ritorno India previsto per il 12 gennaio (a mezzanotte), come Cenerentola Milano, 5 gennaio 2015 – Massimiliano Latorre, il marò ricoverato da qualche giorno al Policlinico di San Donato, è stato sottoposto oggi ad un intervento chirurgico per una anomalia cardiaca. L’operazione ha avuto “esito positivo”.L’intervento, eseguito dal professor Carminati, ha permesso di chiudere un forame ovale pervio (Pfo), un’anomalia cardiaca in cui l’atrio destro comunica con l’atrio sinistro, con il rischio di trombosi ed ischemia cerebrale.Lo ha reso noto l’ospedale in una nota in cui si spiega che il marò “è stato sottoposto a una procedura di cardiologia interventistica” che “ha avuto esito positivo”. Il fuciliere di Marina dovrebbe tornare in India il 12
La Mafia di Roma, coinvolge anche tre ufficiali della M.M. ed una nave fantasma Roma, 15 dicembre 2014 – Altri 6 arresti nell’inchiesta romana. Tre dei destinatari sono uomini della Marina Militare. La tranche dell’inchiesta nell’ambito della quale sono state eseguite le ordinanze riguarda un presunto commercio in ”nero”di carburante che avrebbe rifornito invece le pompe di benzina legate al clan. Gli arrestati sono Mario Leto (capitano di Corvetta della Marina Militare), Sebastiano Distefano (primo maresciallo Marina Militare) e Salvatore Mazzone (maresciallo Marina Militare). In manette anche Lars P.Bohn della fallita societa’danese O.W. fallita meno di un mese fa perche’vittima di ammanchi milionari da parte di un suo dirigente, Massimo Perazza della Global Chemical Broker e Andrea D’Aloja con la Abac Petroli, titolari di società conniventi per ottenere il carburante. Dieci in tutto gli indagati. L’associazione criminale, hanno ricostruito gli investigatori della finanza, aveva organizzato, solo sulla carta però, la consegna di milioni di litri di prodotto petrolifero presso il deposito della Marina Militare di Augusta, in provincia di Siracusa, attraverso la nave cisterna “Victory 1″, mai attraccata però nel porto siciliano in quanto naufragata davanti alle coste della Nigeria nel settembre 2013, tanto che alcuni membri dell’equipaggio risultano ancora oggi formalmente dispersi.Secondo quanto accertato, il sodalizio criminale avrebbe attuato una frode per 7 mln di euro grazie a false attestazioni di rifornimento nel deposito della Marina Militare di Augusta, in Sicilia. Il tanker ”Victory 1” con una stazza di 2.615 tonnellare fu costruita nel 1968 in Svezia e nella sua lunga carriera ha cambiato nome molto spesso:il precedente era
”Baltic Swan”.L’armatore era una societa’ nigeriana la Multi-Trade Group. La nave affondo’ a settembre 2013.Il 21 novembre i parenti delle vittime i cui corpi non sono mai stati trovati hanno presentato una petizione per sapere lo stato delle indagini e delle ricerche,rivolgendosi alla societa’ armatrice e all’Amministrazione e Sicurezza dell’Agenzia dell’Agenzia nigeriana marittima (NIMASA) I genitori dei membri dell’equipaggio della nave naufragata e ancorata al largo di Lagos, portarono una petizione la gestione dell’Amministrazione e Sicurezza dell’Agenzia nigeriana marittima (NIMASA) per l’atteggiamento del proprietario della nave, la Multi-Trade Limited. Nella petizione datata 21 ottobre e indirizzata al Direttore Generale di NIMASA, Mr. Patrick Akpobolokemi, i firmatari signori Vincent Abiodun e Maxwell Odega,accusarono il proprietario della nave di colpa grave. Il padre del secondo meccanico della nave Mr Vincent Abiodun, affermo’che il corpo di suo figlio, Omotayo Olatunde Abiodun non fu recuperato, adducendo a diversi motivi. I genitori dei marinai deceduti avevano detto che la nave in questione non era in classe e non era assicurata sia l’equipaggio che la nave aggiungendo che,in quelle condizioni non doveva essere consentito di navigare. Parlando al giornale locale Vanguard, il signor Maxwell Odega e Mr. Godwin Odega, hanno detto che entrambe le società di trasporto e NIMASA non ancora si sono degnate a rispondere alle loro richieste. Parte della petizione recita: “Assurdo che una nave in ancoraggio nelle acque
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dell’Isola Bonny con il mare mosso, il 15 di settembre 2013, sono più noti alla società che a noi.” “La nave e’ stata cosi’ fino al 21 Settembre 2013; un forte vento ha iniziato a soffiare fino a quando non ha rotto l’ancoraggio e la nave e’ anda alla deriva con i membri dell’equipaggio. “La nave al momento dell’ancoraggio aveva solo 2° tecnico, 3° Ufficiale,un elettricista, saldatore con due ‘AB’ senza il compagno di Master Chief Engr Capo. “Tuttavia, il mare si e’ agitato moltissimo, sono state fatte le chiamate di soccorsi al Collins Egwagwu e la moglie e il capitano della nave che non è mai venuto”. “Allo stesso tempo, con la catena dell’ancora spezzata e la nave alla deriva fino a quando entrò in collisione con la roccia al Bar Beach, dove il governo dello Stato di Lagos sta svolgendo opera di bonifica. La nave si capovolse lasciando tre uomini nel mare in tempesta. I firmatari spiegarono nella petizione che Multi-Trade Group era stata avvertita di non operare con una nave in quelle condizioni. I funzionari dei porti nigeriani si sono attivati di assistere solo quando l’allarme è stata sollevata. “Sono fermamente convito e con veemenza pretendo di sapere da che parte mio figlio è stato visto, sulla riva o qualsiasi creek”, ha detto il signor Maxwell Odega Parlando sullo sviluppo,il Presidente di Multi-Trade Mr. Collins Chijioke Egwagwu ha detto che, contrariamente alle affermazioni dei firmatari, quando la difficoltà coinvolto la nave, sia i funzionari del nigeriano Marina e NIMASA sono stati allertati per svolgere missione di salvataggio.
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Fincantieri costruirà una seconda nave extra-lusso per Seabourn
Canale di Suez, collisione tra nave e peschereccio: 13 morti e 13 dispersi Trieste, 1 dicembre 2014 – Seabourn, brand di Carnival Corporation, gruppo leader nel settore crocieristico, ha ordinato una seconda nave extra-lusso a Fincantieri, attraverso l’esercizio dell’opzione contenuta nell’ordine della prima unità dell’inizio del 2014. La nuova nave entrerà a far parte della flotta di Seabourn nella primavera del 2018, e sarà messa a punto secondo le caratteristiche e le soluzioni tecniche d’avanguardia che fanno di Seabourn uno fra i brand di maggior prestigio nel segmento extra-lusso. Sarà gemella di quella annunciata all’inizio di quest’anno, con consegna prevista per la fine del 2016. Con esse continuerà l’ammodernamento della flotta dell’armatore cominciato nel 2009. L’unità avrà circa 40.350 tonnellate di stazza lorda, sarà lunga circa 210 metri, larga 28 e potrà raggiungere i 18,6 nodi
di velocità di crociera. Potrà inoltre ospitare a bordo appena 604 passeggeri in 302 spaziose suite, tutte dotate di balcone privato. Questa unità avrà nella sicurezza uno dei suoi punti di forza maggiori. Sarà infatti costruita adottando le più avanzate tecnologie, i cui standard supereranno le richieste delle normative di riferimento. Rilevante sarà la riduzione dei consumi, ottenuta anche grazie all’ottimizzazione dell’idrodinamica. “Abbiamo riscontrato un incredibile entusiasmo e interesse da quando abbiamo annunciato l’ordine per la prima unità, e siamo molto lieti che la domanda per il nostro brand ci consenta di aggiungere una seconda nave ultra-lusso alla nostra flotta in espansione” ha dichiarato Richard D. Meadows, Presidente di Seabourn. “Queste due nuove navi offriranno l’eleganza raffinata per cui siamo noti,
nonché gli svaghi, le innovazioni e il design moderno che caratterizzano il marchio Seabourn”. Giuseppe Bono, Amministratore delegato di Fincantieri, ha commentato: “Non è mai scontato l’esercizio di un’opzione quando si parla di investimenti di tale portata. Siamo quindi felici che Seabourn abbia deciso di “raddoppiare” la sua fiducia nei nostri confronti, soprattutto alla luce del fatto che la nostra collaborazione è così recente, e che si rafforza tanto velocemente. Credo che queste siano indicazioni importanti di come i nuovi clienti, insieme a quelli di lunga data, come in questo caso il gruppo Carnival di cui fa parte Seabourn, e il mercato intero, riconoscano Fincantieri come il leader mondiale di questo avanzatissimo comparto in tutte le sue declinazioni, compresa quella extra-lusso in cui opera il nostro partner per questo progetto”.
Comportamento omertoso sulla collisione nel Canale Suez. Di certo è 26, il numero dei morti e dispersi Cairo, 17 dicembre 2014 – Il comandante della containership ed il primo ufficiale sono detenuti dopo la tragica collisione nel canale di Suez che ha ucciso 13 pescatori egiziani e tredici dispersi. La nave dovrebbe essere una portacontainer del Kuwait e pare che sia stata bloccata a 85 chilometri dal luogo della collisione e posta sotto sequestro nel porto di Safaga. ”Il peschereccio “Badr”,trasportava quaranta uomini al momento dell’incidente,e la
nave killer non si è fermata dopo l’avvenuto incidente,” ha detto Bakri Abul Hassan, il capo del principale sindacato dei pescatori in Egitto, aggiungendo anche che” l’ incidente è avvenuto tra Ras Ghareb e El-Tor sulla penisola del Sinai”. Quattordici i pescatori sono stati salvati dalle acque, e operazioni di ricerca sono in corso per il recupero degli altri corpi scomparsi. Anche se il pubblico ministero non ha rivelato il nome della
nave o della società armatrice della nave, i media e le cronache giudiziarie dicono che si tratta di un portacontainer battente bandiera di Panama in rotta dall’ Italia all’Arabia Saudita. Ha rotto questo stato di omerta’ (mai tanto segreto per un cosi’ tragico avvenimento) il GulfShip News che ha riferito che la nave in questione dovrebbe essere la 6.921 TEU ”Al Safat”, gestito da United Arab Shipping Co (UASC). Tutti i media del mondo maritimo hanno contattato l’UASC per ottenere una conferma sul coinvolgimento della loro
nave nella collisione, ma non hanno ricevuto risposta alcuna. Resta da aggiungere,e questa e’ una notizia diffusa sin dal secondo giorno dopo l’incidente, che la societa’ armatrice e il Governo egiziano daranno alla famiglia del morto o disperso ben 720 (settecentoventi) dollari. E pensare che meno di due mesi fa,per una collisione tra due navi ”estere” nel Canale di Suez, fu inviato finanche un video.Nomi delle navi,visibilissimi nel video,ed i nomi degli equipaggi e la nazionalita’.Mancava solo l’indirizzo ed il numero di telefono.
Cairo, 14 dicembre 2014 – Una collisione all’alba tra una nave ed un peschereccio egiziano nel Golfo di Suez, ha ucciso almeno 13 pescatori egiziani morti e altri 13 dispersi all’alba di oggi. La nave che ha colpito il peschereccio, che imbarcava 40 uomini tra pescarori e marittimi, non è riuscito a fermarsi subito dopo l’incidente, ha detto Bakri Abul Hassan, il capo del principale sindacato dei pescatori dell’Egitto. L’incidente è avvenuto nel Golfo di Suez tra Ras Ghareb sulla terraferma egiziano e El-Tor nella penisola del Sinai. I corpi dei 13 pescatori sono stati recuperati nel Golfo, che collega il Mar Rosso per il Canale di Suez e del Mediterraneo. Altri 14 pescatori sono stati estratti dall’acqua mentre una ricerca e soccorso era in corso per coloro che ancora mancavano. Una nave battente bandiera panamense e’ sospettata del coinvolgimento nella collisione ed è stato poi fermata nei pressi del porto di Safaga, a sud del Golfo, ha detto Abdel Rahim Mustafa, portavoce dell’Autorità Pubblica dei Porti del Mar Rosso. Un uomo che è sopravvissuto all’incidente, Al-Sayyed Mohamed Arafat, ha detto ai giornalisti che aveva saltato dalla barca da pesca prima della collisione con l’altra nave. Ha detto che era scivolato in acqua e che per quattro ore e’ rimasto aggrappato a una cassa di legno prima di essere salvato.
Nella foto, da sinistra a destra: SULTAN BIN SULAYEM – Presidente di Dubai Port Authority and Free Zone. MAURO MURATORE – Comandante di Costa Serena. SUA ALTEZZA SHEIKH HAMDAN BIN MOHAMMED – Principe Ereditario di Dubai. TONIO BORGHERO – Chief Engineer. LUCA MELONE – Hotel Director Il Dubai Cruise Terminal si trova a Port Rashid, il porto di Dubai. E’ considerato uno dei 5 porti più lussuosi in cui le navi possono fare scalo.
Costa Serena inaugura il nuovo terminal crociere 3 di Dubai Dubai , 11 dicembre 2014 – Costa Serena ha inaugurato oggi il nuovo terminal crociere 3 di Port Rashid, Dubai, alla presenza di SA Sheikh Hamdan Bin Mohammed. Il comandante Mario Muratore, insieme al Chief Engineer Tonio Borghero e all’Hotel Director Luca Melone hanno preso parte alla cerimonia in rappresentanza di Costa Crociere. La nave, che batte bandiera italiana, ha salutato con un lungo fischio di sirena l’inaugurazione del terminal.
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