SUPPLEMENTO Numero 24 • Primavera - Spring 2019
Considerazioni sulla stampa tipografica Enrico Tallone
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COLOPHON Supplemento Numero 24 - Primavera, Spring 2019
Redazione: Gian Carlo Torre, Marco Picasso Grafica: Paolo Faccini Web: Renato Gelforte Traduzione: Barbara Raineri (inglese) - Tamara Osler-Schweers, Luciana Chini (tedesco) Organizzazione: Bruno Zani, Elio Osler Chi intende riprodurre le parti del presente fascicolo deve citare la fonte o chiedere l’autorizzazione alla redazione. La responsabilità dei testi e dei termini è dei singoli autori. Tutti i marchi e le aziende citate su inPRESSIONI, sono proprietà dei loro detentori. Qualsiasi forma di collaborazione con inPRESSIONI è su invito e a titolo gratuito. Il materiale inviato se non concordato per iscritto, non sarà restituito. Informazioni: www.inpressioni.it - g.insieme@gmail.com
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Considerazioni sulla stampa tipografica: Enrico Tallone
La sintesi delle molteplici fasi necessarie alla creazione di un carattere si rivela nel momento della stampa, quando un velo di inchiostro e una lieve pressione trasferiscono l’immagine sulla candida superficie della carta. La ricerca delle combinazioni più adatte tra pressione e inchiostrazione, in rapporto alla dimensione dei caratteri e al tipo di carta, è sempre stata oggetto delle cure più attente degli stampatori, allo scopo di trarre dalle composizioni l’effetto più netto e leggibile, cercando al contempo di preservare i caratteri da un’usura precoce. Prima di altre considerazioni, è necessario constatare che la grande precisione e rapidità raggiunta dalle macchine tipografiche nel Novecento non ha consentito di eguagliare la fascinosa matericità delle antiche stampe, ottenute da arcaici torchi in legno e inchiostrate con i “mazzi”, semisfere foderate di pelle, ruotate sui caratteri dai torcolieri. Inoltre, tra i diversi sistemi atti a
"Libro Infinito". tiratura di 18 esemplari. LibroInfinito è un tributo alla fisicità del libro, oggetto immortale, talismano della comunicazione scritta. SUPPLEMENTO Numero 24 • Primavera - Spring 2019
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imprimere – torchio, platina, macchina piana e tira-prove a cilindro -, agli effetti della qualità di stampa, non ve ne è uno in assoluto migliore dell’altro, dato che essa dipende in gran parte dalle capacità ed esperienza degli impressori che possono riuscire a ottenere stampe eccellenti da strumenti arcaici, oppure, causa negligenza e imperizia, stampe mediocri da strumenti perfetti. Va da sé che ad ogni esigenza e tiratura corrisponda un tipo di macchina ideale e che uno stampatore capace, dotato di uno strumento preciso, giungerà con più facilità alla perfezione, cui concorrono la scelta e la regolazione di tutti i componenti, tra i quali i rulli, la cui viscosità è essenziale a una efficace inchiostrazione. A tale effetto, rimane insuperata la formula composta di colla, glucosio e glicerina messa a punto all’inizio dell’Ottocento, la cui superficie gelatinosa, inchiostrata, produce ruotando un caratteristico sibilo, definito dagli stampatori francesi “l’amour entre la pâte et l’encre”. Questi rulli delicati sono adatti per l’inchiostrazione al torchio o per essere utilizzati su macchine lente, dato che le rapide rotazioni li surriscaldano, deformandoli. In ogni caso, rivestiti di più tenaci resine sintetiche o di gomma, devono essere regolati in modo da non comprimersi sull’occhio dei caratteri, bensì sfiorarli appena. Al fine di ottenere la desiderata nettezza, oltre alla scrupolosa pulizia dei caratteri dai residui d’inchiostro, è essenziale determinare la consistenza dell’imbottitura da frapporre tra la platina o il cilindro di stampa e la forma, affinché la pressione, ammortizzata da uno strato di cartoncini, permetta il trasferimento dell’impronta sulla carta. La consistenza e lo spessore dell’imbottitura variano secondo le esigenze: nei torchi era consuetudine aggiungere allo strato di fogli incollati sul timpano anche un panno, allo scopo di ammorbidire ulteriormente l’impatto della pressione, mitigando al contempo i difetti dei torchi e le lievi disuguaglianze nelle composizioni, al prezzo di una forte impronta che traspariva sui fogli, in precedenza inumiditi per favorire l’impressione. Disponendo di uno strumento preciso – manuale o motorizzato -, perfettamente rettificato e senza giochi, si potrà utilizzar una imbottitura più rigida, che, non permettendo ai caratteri di affondare eccessivamente, ne preserva le sottili grazie da un precoce arrotondamento. 4 _INPRESSIONI-Marzo 2019-24.indd 4
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Al contempo, però, la rigidità dell’imbottitura metterà in evidenza le più piccole irregolarità di pressione, tra cui le differenze di altezza tra i singoli caratteri, anche se corrispondenti a tre o quattro centesimi di millimetro. Onde appianare queste residue differenze, prima di iniziare la tiratura, sarà ancora necessario imprimere un foglio sottile, disporlo in controluce su un piano inclinato e segnare a lapis le zone dove la pressione appare in eccesso o in difetto. Compensate quelle mancanti con sottili veline, e ritagliate quelle troppo marcate, si procede allo stesso modo sulle parole o sulle singole lettere come quando, nelle composizioni di poesia, alcune righe, sporgendo solitarie dal corpo della pagina, risultano più marcate, similmente ai titoli o agli occhielli posti a fianco di composizioni piene, poiché la pressione scarica più forza sulle zone che oppongono una minore
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resistenza. Al termine di questa operazione (in gergo tipografico “avviamento”), si fissa il foglio sotto il primo strato dell’imbottitura a perfetto registri con la forma, in modo da poter intervenire con precisione in ogni momento. Nessuna opera in tipografia potrà dirsi finita senza questo accorgimento, messo in pratica fin dal Quattrocento.
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"Stabat Mater. Dies iræ. Un’edizione in 60 esemplari, composta a mano e stampata al torchio a braccia Stanhope, contenente due poemi inediti in francese del filosofo Jean-Luc Nancy e 6 incisioni originali firmate e punzonate da Claudio Parmiggiani."
Particolare del carattere Tallone, su piedistallo di composizione.
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ENRICO TALLONE Nato in Toscana nel 1953, Enrico Tallone ha trascorso i primi anni della sua infanzia a Parigi, dove aveva sede la Casa Editrice del padre Alberto. Trasferita nel 1960 l'attività ad Alpignano, nei pressi di Torino, Enrico ha vissuto la sua adolescenza in un quadro di arte e di letteratura costituito dalla casa-officina paterna, ove sono affluiti nomi importanti della poesia e della letteratura italiana e internazionale, come Riccardo Bacchelli, Leonardo Sinisgalli, Giorgio de Santillana, Jean Zafiropulo, Gianfranco Contini, Miguel Angel Asturias, Pablo Neruda, Mario Luzi, Carlo Carena, Elémire Zolla, Yves Bonnefoy, Guido Ceronetti, Marcia Theophilo e Carlo Ossola. Dal 1968 Enrico Tallone continua, prima con la madre e il fratello Aldo e ora con la moglie e i figli, l'opera del padre Alberto che fu definito da Pablo Neruda "maestro de la claridad, profesor de pureza, héroe del Libro", proseguendo la ricerca estetica del design editoriale, volta a valorizzare le opere letterarie degli autori che compongono il catalogo della Casa Editrice (dai filosofi greci presocratici ai poeti contemporanei) attraverso la "bibliodiversità" di ogni edizione. Autore ed editore di una serie di Manuali Tipografici composti a mano, destinati alla divulgazione dei più importanti stili di caratteri, impaginazioni e formati del libro di cultura, ha scritto diversi saggi relativi anche ai caratteri eclettici, liberty, futuristi, razionalisti e modernisti che, nel corso di ricerche ed acquisizioni trentennali, ha riunito in un "archivio degli stili" unico nel suo genere. In virtù della passione e dell'esperienza che lo lega alla tipografia e al design dei caratteri, sono frequenti le conferenze e le lezioni sul tema nelle università e istituzioni culturali. Ha conseguito nel corso degli anni vari riconoscimenti, tra cui il diploma d'onore per il libro graficamente più bello del mondo (in occasione della grande Fiera del Libro a Lipsia nel 1987), ottenuto per l'edizione delle Poesie di Ugo Foscolo, e, recentemente, l'onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica per meriti culturali e artistici, conferitagli nel 2011 dal Presidente Napolitano, la stessa che già il padre ricevette dalle mani di Einaudi. Nel corso degli ottant'anni di storia della Casa Editrice, sono state numerose le mostre delle sue edizioni in Italia e all'estero. Tra le più recenti: Università di Tokyo e Kyoto (1993); Grolier Club, New York (1994); Book Club of California, San Francisco (2001); Fondazione Neruda, Santiago del Cile (2010); Palazzo Isimbardi, Milano (2010); Università di Verona (2011); Parlamento Europeo, Bruxelles (2012) - dove si è tenuta la conferenza "Il carattere corsivo da Manuzio a Tallone"; Parigi, Istituto Italiano di Cultura (maggio 2016), dove si è tenuta l’inaugurazione del Viale dei Canti e in occasione della quale il carattere Tallone – creato da Alberto Tallone ed usato in esclusiva presso l’atelier della casa editrice – è stato utilizzato per immortalare sul muro del viale d’accesso all’istituto le poesie più rappresentative della cultura italiana; New York, Butler Library (27 marzo 2017); acquisizione, da parte della Columbia University, dell’intera collezione Tallone.
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Punzone del carattere "Tallone", usato in esclusiva in casa editrice. Il carattere, disegnato dal fondatore Alberto, è ispirato alle architetture classiche della villa palladiana di Maser ed è stato inciso a mano da Charles Malin, a Parigi, nel 1949.
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