Interni Annual Contract 2010

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InTernI AnnuaL 20 contract 10 MonoGraFIa aLLeGaTa a monographic SUPPLEMENT TO INTernI N° 12 DICEMBRE/DECEMBER 2010

AnnuaL contract 2010

Mercati Geografie e prospettive Markets Geography and perspectives Tendenze Cohousing, low budget, ecosostenibile Trends Co-housing, low-budget, ecosustainable

AnnuaL contract 2010 € 7* in Italia/Italy *da vendersi solo congiuntamente con/sold only as supplement to INTERNI N° 12/2010 al prezzo complessivo di/at combined price of €10

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Architetture Parcheggi e garage le nuove frontiere del progetto Architecture Parking facilities and garages: the new project frontier

wITH comPLeTe EnGLisH TexTs

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INTerNI AnnuaL 20 ConTracT 10

INdice/CONTENTS I.A EDiToriaLe 8

un settore sempre più flessibile AN INCREASINGLY FLEXIBLE SECTOR DI/BY GILDA BOJARDI

ProGeTTi, ProDoTTi e TenDenze DESIGNS, PRODUCTS AND TRENDS

I.A News 10

scenari del contract CONTRACT SCENARIOS DI/BY GIORGIO BERSANO

aLLeGaTo a/SUPPLEMENT TO INTerNI N° 12 DICEMBRE/DECEMBER 2010

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sistema abitare HABITAT SYSTEM DI/BY GIORGIO BERSANO

I.A INsight 18

waterhouse design hotel DI/BY ALESSANDRO ROCCA

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vocazione oriente ORIENTAL VOCATION DI/BY ROSA TESSA

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dubai italian style DI/BY ANTONELLA GALLI

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hong kong lounge DI/BY MATTEO VERCELLONI

I.A INteriors&architecture 48

IN COPERTINA: LE SCALINATE SCENOGRAFICHE DEL DOT BAIRES SHOPPING, IL PIÙ GRANDE CENTRO COMMERCIALE DI BUENOS AIRES, IN ARGENTINA. IL PROGETTO ARCHITETTONICO, A FIRMA DELLO STUDIO PFEIFER Y ZURDO È, OLTRE CHE TEMPIO DELLO SHOPPING, ANCHE LUOGO D’INCONTRO E DI SVAGO. FIORE ALL’OCCHIELLO DEL DOT BAIRES, IL PROGETTO ILLUMINOTECNICO DI PABLO PIZARRO CHE HA UTILIZZATO SOPRATTUTTO APPARECCHI LED E FLUORESCENTI DE IGUZZINI. (FOTO FRANCISCO NOCITO). ON THE COVER: THE DRAMATIC STAIRCASE OF DOT BAIRES SHOPPING, THE LARGEST MALL IN BUENOS AIRES, ARGENTINA. THE PROJECT BY THE STUDIO PFEIFER Y ZURDO CONTAINS SHOPS AND ENTERTAINMENT FACILITIES. ONE OUTSTANDING FEATURE OF DOT BAIRES IS THE LIGHTING DESIGN BY PABLO PIZARRO, USING LED AND FLUORESCENT FIXTURES BY IGUZZINI (PHOTO FRANCISCO NOCITO).

cambiare venezia CHANGING VENICE DI/BY PATRIZIA CATALANO

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parking design DI/BY ALESSANDRO ROCCA

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toolbox, l’ufficio condiviso TOOLBOX: THE SHARED OFFICE DI/BY VIRGINIO BRIATORE

I.A Design 98

lo shopping si illumina SHOPPING LIGHTS UP DI/BY CRISTINA MONICA

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spazio mutante MUTANT SPACE DI/BY PATRIZIA CATALANO

I.A service 126

traduzioni TRANSLATIONS DI/BY STEVE PICCOLO / CLAUDIA CAVALLARO

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indirizzi FIRMS DIRECTORY DI/BY BARBARA BARBIERI

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ILLUSTRAZIONI DI Natalia Resmini

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Contract italiano, un mondo a trecentosessanta gradi. Nelle pagine che seguono, i materiali più innovativi, gli arredi ideali per usi specifici o plurifunzionali. Le luci tecnologiche e quelle décor. I progetti delle aziende più rappresentative, gli architetti attivi nel settore, le istituzioni e le associazioni di categoria.

I.A product design di/by LAURA TRALDI

progetti 16

piemonte incontract materiali

22 42 62 64 77 82 96 106

artesia / international slate company marazzi tecnica cleaf omnidecor palagio vivaterra ghirardi stone contractors franz isella donati group ospitalità

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ceramiche atlas concorde energia

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enel luce

46 66 78 104

cini & nils lolli e memmoli sidesign reggiani furniture

54 56 58 92 110 112

driade sigma l2 lapalma lamm pedrali valdichienti benessere

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teuco caleido by co.ge.fin hatria ilva ambienti

94 Il Polo per l’Innovazione Strategica (Polins) a Portogruaro (progetto di Marco Acerbis), edificio di Classe A+ per efficienza energetica ed ecosostenibilità dei materiali utilizzati. Come il gres cristallizzato SistemA di Marazzi Tecnica, utilizzato per la facciata ventilata e realizzato con oltre 40% di materiale riciclato. The Pole for Strategic Innovation (Polins) at Portogruaro (project by Marco Acerbis), a Class A+ building for energy efficiency and ecosustainability of the materials utilized. Like the SistemA crystallized stoneware by Marazzi Tecnica, used for the ventilated facade and made with over 40% recycled material.

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miodino faram group cucine

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snaidero modulnova gatto pedini

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Un seTTore semPre PIÙ FLessIBILe IL SISTEMA DI ORIENTAMENTO SI BASA SU UNA SERIE DI 10 FOTOGRAFIE CHE PERMETTONO AGLI AUTOMOBILISTI DI ASSOCIARE LA POSIZIONE DELLA LORO AUTO AD ATMOSFERE E SENSAZIONI CHE DIVENTANO PUNTI DI RIFERIMENTO SPAZIALI. JACQUES FERRIER ARCHITECTURES, “LES YEUX VERTS”, PARCHEGGIO A SOISSON, FRANCIA, 2010, FOTO DI LUC BOEGLY.

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eDITorIaLe

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li scenari del contract sono mutevoli ma molto stimolanti. La crisi, come raccontano le pagine che seguono, ha da una parte creato dei grandi vuoti in questo settore (perdita di commesse soprattutto in Europa, negli Emirati e negli Usa), ma d’altra parte, ha spinto le associazioni e le imprese a individuare nuove strategie, nuove proposte, nuovi format. Ad esempio, si parla sempre di più di visione a trecentosessanta gradi, dove le aziende consorziate intorno a uno staff progettuale o a una grossa impresa di costruzioni offrono un prodotto ‘chiavi in mano’ sotto il segno del made in Italy, sempre apprezzato all’estero come sinonimo di

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qualità (a questo proposito vale la pena ricordare che il padiglione italiano all’appena concluso Expo Shanghai è risultato terzo per numero di visite, seguendo i due mostri sacri d’Oriente, Cina e Giappone). Altro fattore importante, la penetrazione sempre più significativa nei cosiddetti mercati emergenti: India, Sud America e Paesi di area balcanica stanno aprendosi, aggiornando le loro strutture ricettive, commerciali, imprenditoriali. Il mondo cambia e il contract lo segue: se il settore dell’ufficio è meno ricettivo di un tempo, stanno crescendo opportunità di lavoro per altre tipologie architettoniche, nello specifico, stazioni (ferroviarie, marittime, aeroportuali) musei, parking (a cui abbiamo dedicato un intero servizio) e naturalmente aree commerciali soprattutto in quei Paesi emergenti precedentemente citati. Altri due fattori hanno un valore

significativo: quello che possiamo definire il fenomeno legato a un piano di marketing territoriale, come la nascita di un nuovo quartiere residenziale in un’area periferica piuttosto che di un hotel deluxe in una zona centrale entrambe situazioni che aumentano l’indotto locale e, di conseguenza, spingono verso un ulteriore sviluppo più vivace e dinamico della zona interessata. L’altra voce sempre più sensibile è quella del Social Housing che si declina ovviamente nell’architettura low cost e che, contrariamente alle voci prima citate, coinvolge moltissimo anche l’Italia: case per studenti, single, giovani coppie, hotel low budget ma anche architetture temporanee (come il temporary shop di Brescia che presentiamo nel numero) che dimostrano che la realtà che ci circonda è molto mobile e flessibile e che la produzione deve avere sempre le antenne vigili per non perdere alcuna opportunità. Gilda Bojardi

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UNA RADICALE trasformazione DEGLI stili DI VITA E DEI TREND DI consumo CONDIZIONA UN mercato DEL contract INCERTO FRA soluzioni top di gamma, GRANDI FORNITURE, INSTALLAZIONI low cost ORIENTATE AL Social Housing. IN ALTO, L’ATTICO DI UNO STABILE DI NEW YORK ARREDATO CON BAGNI, CUCINE, CABINE ARMADIO “CUSTOM MADE” DEL GRUPPO EUROMOBIL PROFESSIONAL. IN BASSO, LA SEDE DELLA GIOIELLERIA BUCHERER DI LUCERNA, DOPO LA RISTRUTTURAZIONE E L’INSERIMENTO DI 1500 CORPI ILLUMINANTI DE IGUZZINI, DI CUI 400 PER LE SOLE VETRINE. A DESTRA, LA SEDE DELLA LIVING DIVANI AD ANZANO DEL PARCO, PROGETTATA DA PIERO LISSONI E ARREDATA CON MOBILI CONTRACT DELLA TECNO.

S

e fino a tre anni fa il settore del contract era un ulteriore momento di affermazione del made in Italy, tanto da collocare l’Italia quale principale esportatore di contract nel mondo, oggi questo segmento di mercato risente della crisi e dei nuovi modelli di consumo. Fino a determinare un mutamento di scenario dove la domanda è contraddittoriamente interessata al su misura, alle grandi forniture, agli interventi di costo contenuto, ai progetti glamour o alle soluzioni sostenibili. “Il contract evidenzia segnali di ripresa, anche se il mercato sta cambiando. Finita l’era degli alberghi a cinque stelle o delle residenze di lusso, oggi deve confrontarsi con l’impoverirsi dei mercati occidentali e le esigenze delle economie emergenti” afferma Rosario Messina, presidente di FederlegnoArredo. Ne deriva che quantità e qualità delle richieste variano a seconda degli stati e delle località, esasperando un approccio a macchia di leopardo che costringe le aziende a variegate strategie di brand. “La crisi del contract” sostiene Roberto Barbazza di B&B Italia, “è il risultato delle difficoltà economiche di Stati Uniti ed Europa. Rimangono gli sbocchi positivi di Cina, India, Russia, Singapore, Oman, Dubai, Katar, attirati da brand di prestigio ma destinati a clienti che non capiscono la qualità del design italiano”. Per il gruppo Poltrona Frau la diversificazione delle unità produttive permette contract rivolti ad alberghi, auditorium, teatri, uffici, yacht Privilegiati appaiono i mercati di India ed Emirati Arabi. Il fatturato

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contract del gruppo raggiunge ormai 70 milioni di euro, e nel primo semestre 2010 è cresciuto più del 50% rispetto all’anno passato” dichiara il coordinatore contract Kurt Wallner. Positivo il giudizio di Alberto Valentini, direttore commerciale di Schiffini “Nel 2010 ci sono stati segnali di ripresa sui mercati asiatici. Stiamo puntando ad una precisa strategia del contract che richiede un parallelo intervento sul retail per garantire visibilità al brand”. Al frantumarsi del mercato si accompagna il moltiplicarsi dei livelli di intervento: “Lavoriamo la plastica stampata, che utilizziamo per sedute e complementi destinati a progetti in Spagna, Stati Uniti, Inghilterra, Paesi Scandinavi, Sud America, Estremo Oriente. Ci limitiamo alle personalizzazioni di prodottto, ma il contract vero e proprio è affidato ai rivenditori” rivela Barbara Minetto della Magis. Cresce comunque il problema del contenimento dei costi. “A realizzazioni glamour si affiancano interventi di tono minore in cui l’ingegnerizzazione di prodotto ricorre a fornitori locali per evitare il costo di trasporto e risparmiare sulla mano d’opera” dichiara Luca Spinelli, responsabile contract di Poliform/Varenna “Tuttavia, se nel 2009 il settore ha risentito della crisi, anche se in misura minore rispetto a quello dell’arredo, nel 2010 si sono intravisti segnali di ripresa”. Attento alla diversificazioni del mercato appare Boffi, top di gamma di bagno e cucina, interessato a declinare il glamour del brand con una rinnovata attenzione al prezzo.

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News / 11

GLI ScenarI DeL conTracT

testo di Giorgio Bersano

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“Il social housing si rivolge a studenti, single, giovani coppie, rappresenta una nuova forma di business per il contract nazionale”. (Rosario Messina, presidente Federlegno Arredo).

Secondo Roberto Gavazzi, amministratore delegato del gruppo. “Ci vorrà del tempo prima che il contract ritorni ai volumi d’affari dei periodi pre-crisi. I mercati di Stati Uniti e U.K. si stanno riprendendo, dove abbiamo successo perché facciamo riferimento al marchio Boffi Contract che permette interventi con un prezzo ridotto del 20%”. Altri operatori sono interessati alle prospettive del Social Housing, che prevede investimenti per 10 miliardi di euro destinati alla costruzione di 50.000 nuovi alloggi “high quality & low cost”. Non a caso FederlegnoArredo, Assimpredil/Ance, Comune di Milano hanno concordato un progetto per la possibile fornitura di arredi a basso costo destinati a futuri progetti di edilizia sociale del territorio milanese. Sostiene Rosario Messina: “Il Social Housing si rivolge a studenti, single, giovani coppie, e rappresenta una nuova forma di business per il contract nazionale. Anche se non tutte le aziende hanno un’organizzazione adeguatala per la

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produzione a grande scala”. Quello del “low cost” è comunque un percorso già utilizzato da Veneta Cucine per contract di Nord Africa, India, Cina, a un prezzo inferiore rispetto a quelli del made in Italy tradizionale, secondo Denise Archiutti, figlia del fondatore dell’azienda: “Il nostro fatturato contract è rimasto invariato negli ultimi due anni, grazie ad una flessibilità della organizzazione e alla differenziazione dei prodotti. Ma siamo attenti alle prospettive del Social Housing, anche per la nostra capacità di realizzare forniture economiche”. In parallelo, il contract è considerato possibile sbocco per settori in crisi come quello dell’ufficio, caratterizzato da una fortissima contrazione di volumi e un accentuato interesse per soluzioni economiche. “L’obbiettivo è potenziare la nostra strategia rispetto al contract di aeroporti, stazioni, musei, biblioteche, strutture culturali” rivela il management di Tecno, impegnato nel rilancio di un’azienda un tempo leader del settore. Tuttavia,

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sullo sfondo delle difficoltà del contract si agita il problema di imprese troppo piccole per una efficace azione di promozione ed organizzazione operativa. “Per un contract di successo, la scelta obbligata è la partnership con aziende complementari cercando di offrire un pacchetto completo. Per quello che ci riguarda, ci sono stati segnali e numeri di ripresa dopo il blocco degli investimenti” dichiara Alfredo Guzzini, presidente de iGuzzini Illuminazione da tempo attivo sul mercato del contract illuminotecnico per alberghi, musei, showroom, centri commerciali di livello. Quello della integrazione delle forniture è un problema affrontato dal gruppo Euromobil attraverso il Total Home Design. “innovativo concetto progettuale che vede la contaminazione delle tre aziende del gruppo: Euromobil cucine, Zalf mobili, Désirée divani” afferma l’amministratore delegato Gaspare Lucchetta “all’interno di una formula che ci permette di fornire risposta concreta, coordinata,

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scenari del contract / 13

trasversale, competitiva ai diversi settori del contract”. Per la promozione del contract e la costruzione di cooperazioni aziendali sul modello “azienda-in-rete” sono sorti progetti e raggruppamenti tesi a supportare penetrazione di mercato e capacità operativa delle unità produttive. Fra questi le iniziative dell’l’ICE/Istituto Commercio con l’Estero, che ha dato luogo a missioni internazionali e ad un apposito portale; oppure il progetto Piemonte In Contract” promosso dall’Unioncamere del Piemonte e rivolto a 105 imprese della regione. In parallelo, sono nati raggruppamenti di aziende come “Italian Contract Design Industry”, sorto all’interno di FederlegnoArredo; Toscana Interiors, consorzio che racoglie 35 imprese del centro italia; i-Style dove convergono dieci aziende lombarde; il marchio “By-Lissoni” sorto dalla cooperazione fra attività progettuale dell’architetto Piero Lissoni e le forniture Boffi.

In alto da sinistra, camera da letto del Mandarin Oriental Hotel di Barcellona, arredato da B&Bitalia su progetto di Patricia Urquiola; la camera degli appartamenti del Setai Hotel di New York, arredati con cucine, armadiature, letti di Poliform. Sotto, sempre da sinistra, l’esterno del Setai Hotel e uno dei soggiorni delle suites affidate al contract di Cassina; cucina Schiffini “custom made” per il New York Riverhouse; il bagno del Lute Hotel di Amsterdam, arredato grazie al contract di Boffi e ai mosaici di Bisazza.

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Sistema abitare

testo di Giorgio Bersano

L’

Istituto Nazionale per il Commercio Estero ha avviato un progetto di promozione del contract che, sostenuto dal Ministero per lo Sviluppo Economico, si è sviluppato in collaborazione con le principali associazioni italiane legate al “sistema abitare” dell’ICE. Fra queste ADI/Associazione Disegno Industriale, CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Confapi, Confartigianato, Confindustria

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Con un portale, una serie di missioni mirate e corsi di formazione, nasce Contractitaliano, progetto del mise organizzato dall’Istituto Nazionale per il Commercio Estero in collaborazione con le associazioni del sistema abitare. un progetto che punta ad affinare le competenze delle aziende italiane, a migliorare la loro partecipazione a gare internazionali per fornitura di beni e servizi per grandi opere e a facilitare i contatti con la business community contract all’estero.

Marmomacchine, Confindustria Ceramiche, FederlegnoArredo, FederTessilivari. Chiamata “Contractitaliano”, l’iniziativa è nata con l’obiettivo di segnalare a livello internazionale l’eccellenza e la capacità operativa di aziende o progettisti del contract nazionale, per migliorare la competitività del sistema Italia e favorirne l’accesso alle opportunità del business internazionale. In una prima fase il progetto si è rivolto alle unità produttive, anche di dimensione artigiana, che fanno riferimento alla filiera dell’arredo a cui propongono mobili, finiture, materiali pregiati, lavorazioni di eccellenza. Senza dimenticare gli avanzati traguardi delle apparecchiature elettroniche o della domotica nazionale. In tempi successivi Contractitaliano si propone di coinvolgere anche operatori del settore edilizio (progettisti, costruttori, general contractors, etc.) interessati alla realizzazione dei servizi “chiavi in mano”. Il progetto punta ad affinare le competenze

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delle aziende italiane, a migliorare la loro partecipazione a gare internazionali per fornitura di beni e servizi per grandi opere e a facilitare i contatti con la business community contract all’estero. Il progetto ha già predisposto un apposito portale on line (www.contractitaliano.com) dal mese di settembre, presentato alla 25esima edizione della fiera veronese “Abitare il Tempo”. In quella sede è stata realizzata una installazione multimediale dello Studio Simone Micheli capace di documentare sul grande schermo i felici esiti di alcuni fra i più significativi progetti del contract nazionale. Il portale, rigorosamente bilingue vuole essere “uno strumento di comunicazione e marketing fra l’offerta made in Italy e una domanda internazionale di contract”. E prevede, da un lato, un’aggiornata rassegna di progetti, dall’altro, momenti di approfondimento della dimensione economica del settore grazie alla segnalazione di aziende e progettisti,

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opportunità, affari, informazioni, eventi. Il portale verrà promosso a livello internazionale. A questo proposito, già a settembre il progetto ha visto la partecipazione italiana alla quarta edizione di “Arc Interiors”, la ‘borsa’ della fornitura contract statunitense organizzata a Los Angeles dal 23 al 26 settembre 2010, utilizzata come occasione di incontro fra studi di progettazione americani e delegazione nazionale di imprenditori del settore. A novembre, presso l’Armani Hotel di Dubai, è stata realizzata un’iniziativa a supporto del contract italiano che ha unito la missione di una delegazione italiana di operatori della filiera alla presentazione del nuovo portale alla business community del contract emiratino. Contractitaliano prevede inoltre iniziative di formazione, funzionali a migliorare le competenze degli operatori attraverso apposite giornate in collaborazione con i distretti italiani (novembre 2010).

foto sopra. Lo stand di Contractitaliano presentato alla 25esima edizione della fiera veronese Abitare il Tempo. In quella sede è stata realizzata una installazione multimediale dello Studio Simone Micheli per documentare sul grande schermo alcuni fra i più interessanti progetti del contract nazionale. pagina a lato, foto grande. Un’immagine di Dubai dove, lo scorso novembre presso l’Armani Hotel di Dubai, è stata realizzata un’iniziativa a supporto del contract italiano che ha unito la missione di una delegazione italiana di operatori della filiera alla presentazione del nuovo portale alla business community del contract emiratino. foto PICCOLA. Arc Interiors, la ‘borsa’ della fornitura contract statunitense organizzata a Los Angeles dal 23 al 26 settembre 2010, utilizzata come occasione di incontro fra studi di progettazione americani e delegazione nazionale di imprenditori del settore a cui ha partecipato Contractitaliano.

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16 / product design

La ricetta piemontese per ‘fare sistema’ si chiama InContract, un progetto triennale che mira a raggruppare piccole e medie imprese doc per aiutarle ad affrontare il mondo.

progetti

uniti è meglio by piemonte incontract

L

a forza del made in Italy, si sa, sta nella sua capacità di proporsi come garanzia di qualità in tutto il mondo. Per questo l’internazionalizzazione del marchio e della produzione a esso legata è da sempre uno dei punti fermi di una politica votata al sostegno dell’economia italiana nel mondo. Lo sanno bene in Piemonte dove da un paio d’anni le aziende, insieme alla filiera tutta e alle istituzioni, ‘fanno sistema’ grazie al progetto InContract. Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte e di Unioncamere Nazionale, racconta come. Di cosa si occupa il Centro Estero per l’internazionalizzazione? Il Cento Estero per l’Internazionalizzazione s.c.p.a. (Ceipiemonte) è la prima agenzia italiana che razionalizza in un’unica società le funzioni legate all’internazionalizzazione. È il punto di riferimento per le imprese straniere interessate a conoscere il sistema economico locale e per quelle

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In questa pagina e in basso nella pagina a fianco, progetti contract realizzati interamente da aziende della filiera che fa parte del progetto piemonte InContract. Nella pagina accanto, in alto. Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte e di Unioncamere Nazionale.

in cerca di una business destination di qualità in Italia. Attraverso un network dinamico di uffici nel mondo, l’Agenzia mette infatti a confronto la produzione locale con le esigenze espresse dai mercati internazionali creando le condizioni per sviluppo di possibili business, valorizzando le potenzialità di attrazione turistica del territorio e gestendo programmi di formazione in materia di commercio internazionale. Come mai avete sentito l’esigenza di creare un progetto come InContract? Le aziende piemontesi del contract hanno dimostrato, negli ultimi anni, un impegno costante e un’evoluzione produttiva tali da consentire loro di giocare un ruolo importante sulle fasce più alte del mercato. D’altra parte però, la committenza internazionale mira sempre più a stringere rapporti durevoli con realtà strutturate a filiera come unico riferimento, tralasciando la relazione con piccoli fornitori. Da qui, la volontà di sviluppare in Piemonte un progetto che puntasse su un’offerta aggregata di imprese, nella convinzione che questa sia la strada vincente per promuovere all’estero la capacità produttiva regionale, fatta di Pmi che in molti casi non avrebbero la possibilità di competere singolarmente. È nato così Piemonte InContract, un progetto triennale avviato nel 2009, sostenuto da Unioncamere nazionale, il sistema camerale piemontese e gestito da Ceipiemonte. A chi si rivolge Piemonte InContract? A operatori internazionali del contract, un comparto che coinvolge il settore delle opere destinate a ospitalità, la ristorazione, gli uffici, la ricreazione e l’industria navale e aeroportuale. Sul suo sito dedicato (www piemonteincontract.com), il progetto propone alla committenza estera un quadro generale delle competenze piemontesi in fatto in di contract. Quali aziende possono far parte della filiera? Piemonte InContract ha selezionato circa 100 imprese eccellenti tra 4.000 esistenti in base

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al know-how tecnico, la qualità aziendale, il livello di internazionalizzazione, l’esistenza di un ufficio estero strutturato, le potenzialità delle risorse umane. Ne è nata una squadra completa dal punto di vista del prodotto, motivata, che si distingue per stile, design, cultura, tecnologia, capacità di innovazione, efficienza, qualità, in grado di rispondere con tempestività alle commesse internazionali. Quali tipi di iniziative portate avanti in Italia e all’estero? Sulla base delle richieste degli operatori esteri il team del progetto organizza incontri b2b in Piemonte o nel mondo, offrendo ai buyer supporto e assistenza nell’identificazione degli interlocutori piemontesi più rispondenti alle proprie esigenze. A livello di progetti di filiera, in quali altri settori si propone il Piemonte? Il Piemonte è una regione dinamica sia nel settore industriale e manifatturiero sia in quello dei servizi, con risorse umane flessibili e preparate da un sistema formativo e universitario considerato tra i migliori in Italia. La regione ospita inoltre centri ricerca e poli di innovazione di livello internazionale, che contribuiscono al consolidamento di un’economia basata sulla conoscenza e sullo sviluppo di servizi avanzati. In questo contesto sono nati alcuni progetti tesi a mettere in contatto operatori stranieri e piemontesi. Piemonte InContract infatti è nato sull’onda positiva di un percorso adottato con soddisfazione e risultati tangibili in iniziative analoghe della Camera di commercio di Torino, quali From Concept to Car, Think Up, Torino Piemonte Aerospace, che Ceipiemonte gestisce operativamente. Si tratta di progetti pluriennali dedicati rispettivamente ai comparti automotive, ICT, aerospazio, cui hanno fatto seguito anche altre iniziative strutturate secondo la stessa logica, per i comparti meccatronica, subfornitura e design. Quali sono stati gli obiettivi raggiunti ad oggi e cosa vi aspettate dal secondo anno di attività?

Nel primo anno di vita (settembre 2009-agosto 2010) Piemonte InContract ha conquistato numerosi interlocutori stranieri, come dimostrano alcune importanti negoziazioni in corso. Ma c’è anche chi ha già ricevuto ordini, quali a titolo di esempio: 3000 porte e pavimenti vinilici in Qatar, 700 porte in Marocco, lampade led a basso consumo e rubinetteria sanitaria per il settore navale negli Usa, tavoli e sedie in Libano, ecc. Risultati che nascono da un fitto programma di attività tra cui: contatti diretti con 14 buyer, 380 incontri di affari, 69 visite aziendali da parte di operatori stranieri, 5 missioni scouting presso i committenti. Per il secondo anno ci aspettiamo di concretizzare numerose altre trattative sorte dai contatti avviati durante la prima annualità e di continuare nell’attività di scouting alla ricerca di nuove aree da esplorare e buyer da invitare in Piemonte. Lei non ha solo un ruolo a livello regionale ma anche nazionale. Esistono altre realtà attive quanto il Piemonte in questo settore del contract? A livello nazionale nel 2010 è stato lanciato il progetto “Contract Made in Italy”, promosso dal Ministero per lo sviluppo economico e realizzato dall’Istituto Commercio Estero con l’obiettivo di realizzare azioni promozionali che aiutino le aziende medio-grandi a maggiore potenziale (ma anche le PMI ad esse complementari o con esse in rapporto di subfornitura) ad esplorare le opportunità offerte dal contract internazionale per forniture di produzione nell’ambito dell’Interior Design e forniture integrate (chiavi in mano). Qual è l’atout del Piemonte in questo senso? Il Piemonte, grazie alla sua radicata vocazione industriale e plurisettoriale, è in grado di offrire un portfolio di aziende altamente specializzate in tutte le categorie merceologiche previste dal settore contract, costituendo una filiera ideale e completa per i buyer alla ricerca di soluzioni “chiavi in mano”.

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Shanghai Shabby Chic: un nuovo boutique hotel mescola archeologia modernista, antiquariato cinese e design cosmopolita per un’accoglienza, molto esclusiva, e vista panoramica su Pudong.

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E

stetica postindustriale, nel South Bund di Shanghai, per un boutique hotel ricavato in un edificio che, negli anni trenta, ospitava il quartier generale dell’esercito giapponese. L’albergo si trova sulle rive del fiume Huangpu vicino ai Cool Docks, l’hotspot più caldo del momento, e può offrire 19 stanze, un ristorante da 60 posti, un cocktail bar e uno spazio separato, il Waterhouse, che può accogliere 800 persone, per feste ed eventi, oppure può essere utilizzato per cene da 500 posti seduti. In collocazione strategica, a poca distanza dal sito dell’Expo 2010 e al limite orientale del centro storico, Waterhouse sembra uno dei pochi progetti di architettura di qualità che, in Cina, utilizza le risorse e il fascino di una struttura esistente. E di questo bisogna rendere merito ai progettisti, la coppia formata da Lyndon Neri e Rossana Hu, architetti e designer che, dopo una formazione nelle università americane, si sono dedicati a coniugare alta gamma europea

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progetto di Neri & Hu Design and Research Office (NHDRO) foto di Derryck Menere testo di Alessandro Rocca

Waterhouse design hotel

Dalla terrazza dell’hotel si gode un magnifico panorama dello skyline di Pudong, il downtown di Shanghai. Pareti in acciaio Cor-ten, parapetto in cristallo, pavimento in doghe di legno e sedie Chair One, design di Konstantin Grcic per Magis. pagina a lato. la piccola corte interna, con gli scuri in legno grezzo che risaltano sull’intonaco bianco e una veduta dalla strada, parallela interna al Bund, con la vecchia struttura in cemento armato sovrastata dal nuovo inserimento in acciaio Cor-ten.

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e new design cinese. Le loro attività si applicano su diversi fronti, da quello commerciale, con l’apertura di Design Republic, a Shanghai, e di altri showroom, all’attività di designer, con oggetti in cui la tradizione cinese e l’influenza occidentale si mescolano e si sovrappongono con molta originalità, all’avvio di uno studio di architettura, Nhdro, che oggi opera a tutte le scale, dalle ristrutturazioni alla pianificazione, con incarichi in Asia e Nord e Sud America. In questo progetto, l’obiettivo è la creazione di un’accoglienza di alto standard, sia per il design che per la qualità dei servizi, e con un’immagine molto connotata, di forte impatto visivo e molto design-oriented, per la raffinatezza del contrasto tra lo scabro delabré dell’edificio in abbandono e gli innesti minimalisti in materiali brutali, come il cemento e l’acciaio Cor-ten. Il secondo tema del progetto è il rapporto volutamente incerto tra gli spazi privati delle camere e i luoghi collettivi, hall e ristorante, che sono separati in maniera meno netta di quanto ci si potrebbe aspettare. L’atmosfera è dunque carica di ambiguità per questa rete di scambi di ruolo tra vecchio e nuovo, tra pubblico e privato e tra interno ed esterno, tra memorie dell’occupazione giapponese e riferimenti alla più sofisticata cultura europea. A partire dalla citazione del Caixa Forum

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madrileno di Herzog & De Meuron per finire al design firmato da un maestro del moderno come Arne Jacobsen. La selezione degli arredi è composta da una combinazione di elementi di provenienze diverse, una mescolanza d’autore in cui Neri e Hu alternano le proprie creazioni con pezzi d’antiquariato e altri di design contemporaneo, di produzione Mooi, B&B, Vitra, Magis, con pezzi disegnati da Tom Dixon, Hans Wegner, da Kana Ishikawa e dal nostro Antonio Citterio.

La mescolanza tra vecchio e nuovo segna l’identità dell’albergo, sia nell’architettura che nell’arredamento. il Waterhouse oggi rappresenta un modello per la Cina futura: mix perfetto tra passato e futuro.

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Il desk della reception, con lampade da tavolo di Tom Dixon, si trova all’interno di uno spazio a doppia altezza che conserva tutte le tracce lasciate dal tempo e dall’abbandono. In acciaio verniciato nero e intonaco bianco risalta l’inserto del nuovo passaggio in quota sospeso sul vuoto del foyer. pagina a lato. Le stanze sono pensate come spazi fluidi e poco differenziati. Il bagno è interpretato come un banco attrezzato su cui si innesta la monumentale vasca (produzione Toto) racchiusa in un box vetrato.

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IL PIacere DeLL’auTenTIcITà by Artesia / International Slate Company

MaTerIaLI

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ntrando in un centro benessere, si cerca tutti la stessa cosa. Un ambiente ovattato e protetto dall’inquinamento visivo e acustico esterno, uno spazio in cui rilassarsi, abbandonarsi, farsi coccolare, un luogo più al naturale possibile, dove sentirsi finalmente in armonia con se stessi. Pochi pensano a quante sfide architetti e progettisti di interni devono vincere per poter realizzare questi piccoli paradisi artificiali. Che, infatti, devono essere messi a punto utilizzando le più avanzate tecnologie (rigorosamente da nascondere) e i materiali più performanti (ma capaci di creare un ambiente caldo e accogliente). E così, mentre nell’arredo e negli interior il sapore autentico fa sempre più tendenza, anche nelle spa oggi si preferiscono i materiali naturali rispetto a quelli artificiali, soprattutto quando sono in grado di offrire lo stesso tipo di performance e anche qualcosa in più. Questo è particolarmente vero quando la spa viene costruita in casa, come nel caso di questa piscina con cascata di una residenza privata italiana. Qui i rivestimenti sono

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stati realizzati con le pietre Quarzite Mix Colour di Artesia® nella versione Murales per le pareti e 30x60 per il pavimento. Una scelta dettata da ragioni estetiche ma anche funzionali. Innanzitutto, la piscina si colloca in un ambiente ‘aperto’ sull’esterno grazie alla presenza di ampie vetrate. L’intensa sfumatura naturale che la pietra dà all’acqua crea quindi continuità con il panorama fruibile attraverso le ampie vetrate e amplificato grazie al riflesso delle luci degli specchi strategicamente posizionati per aumentare l’idea di profondità e armonia con il bosco. Ma altre ragioni, funzionali, hanno portato i committenti di questo spazio a preferire la Quarzite Mix Colour di Artesia® su altri materiali: grazie allo spacco naturale, essa infatti fornisce un grip elevato anche in zone che entrano in contatto con l’acqua. La pietra naturale, insomma, piace ad architetti e progettisti per arricchire di un valore estetico e concettuale interni e esterni. Gli architetti Vito e Claudia Grimaldi, ad esempio, hanno utilizzato la Quarzite High

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Funzionalità E estetica AU NATUREL VANNO A BRACCETTO NEGLI spazi RIVESTITI CON LE pietre naturali. CHE PER QUESTO PIACCIONO SEMPRE DI più AD architetti E INTERIOR DESIGNER.

UNA SPA RESIDENZIALE RIVESTITA CON LE PIETRE QUARZITE MIX COLOUR DI ARTESIA® NELLA VERSIONE MURALES PER LE PARETI E 30X60 PER IL PAVIMENTO. IL LORO USO PERMETTE DI DARE ALL’ACQUA UN’INTENSA COLORAZIONE NATURALE MA ANCHE DI ASSICURARE UN GRIP ELEVATO PER IL BORDO PISCINA. FOTO DI MATTEO CARASSALE. NELLA PAGINA ACCANTO. IN ALTO, UN DETTAGLIO DEI RIFLESSI SULL’ACQUA DELLA PISCINA RIVESTITA CON QUARZITE MIX COLOUR DI ARTESIA®, FOTO DI MATTEO CARASSALE. SOTTO, UNA PIAZZA A TITO (PZ), RIQUALIFICATA DAGLI ARCHITETTI VITO E CLAUDIA GRIMALDI UTILIZZANDO QUARZITE HIGH RESISTANCE NELLA VERSIONE DEHOR DI ARTESIA® (CON LARGHEZZA CM 30, LUNGHEZZE A CORRERE DA 30 A 60 CM). FOTO DI FRANCESCA DONDERO.

Resistance nella versione Dehor di Artesia® per il loro intervento, realizzato insieme a Idrostrade Ingegneria, su una piazza a Tito (PZ), dove si è creato un ampio spazio verde con la pavimentazione in pietra della piazza e delle passerelle che conducono al centro storico e l’inserimento di erbe e giardini. La scelta è stata dettata in questo caso dalle performance tecniche eccellenti del prodotto, ingelivo e carrelabile in uno spessore di soli 3 cm.

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Artesia® è un brand specializzato in pavimentazioni di International Slate Company, azienda che pur investendo in ricerca e sviluppo per arrivare a soluzioni sempre più innovative ed ecologiche, non ha mai rinunciato al suo punto di forza: la lavorazione manuale delle più ricercate ardesie e pietre preziose che l’azienda seleziona ed estrae in tutto il mondo, per proporle alla sua committenza aggiungendoci la qualità di una lavorazione made in Italy.

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vocazione oriente

progetto d’interni Peia Associati foto courtesy di Peia Associati testo di Rosa Tessa

In alto l’esterno del Kempinsky Tower completato nel 2010, a Doha, in Qatar. La torre è di AEB, studio ingegneristico locale, mentre le suite e i residence, sono stati progettati dallo studio di architettura Peia Associati. pagina A lato l’ingresso del Kempinsky con la sitting lounge a sinistra, reinterpreta, nei decori, la tradizione del Paese. Il grattacielo, uno dei più alti di Doha, sale per 62 piani.

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Nelle Torri di Doha, in Qatar, dove la tradizione locale rivive attraverso traduzioni contemporanee. L’architetto Giampiero Peia racconta come ha interpretato la modernità nei suoi più recenti progetti nell’emirato.

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el firmamento del contract dei prossimi anni, lo stato del Qatar ambisce ad essere una luminosa stella. Sul suo sviluppo economico ed immobiliare scommettono studi internazionali di architettura, contractor, aziende fornitrici e immobiliaristi che in quell’area, nei prossimi anni, potrebbero avere il loro bel daffare. Sebbene l’emirato non abbia numeri sorprendenti in termini di popolazione locale,

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l’idea è che Doha, la sua città più grande, possa diventare la Singapore del Middle East, attirando manodopera straniera e management internazionale. L’architetto italiano Giampiero Peia, socio insieme a Marta Nasazzi di Peia Associati, studio di architettura che lavora da circa sei anni in Qatar, racconta come da quelle parti la crisi ci sia stata, ma senza paralizzare del tutto il mercato.

Peia Associati negli ultimi due anni, ha realizzato a Doha dei residence e delle suite di lusso all’interno del Kempinsky, una torre che, progettata da AEB, studio ingegneristico locale, è stata terminata lo scorso maggio. Mentre l’anno scorso sono stati conclusi i lavori per l’Alfardan Towers di Doha, due torri gemelle, una per uffici e l’altra per residenze, progettate dallo studio Peia in collaborazione con AEB. Due building

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A sinistra, la Spa del Kempinsky, con controsoffitto in cartongesso per attutire i rumori; pavimento e rivestimenti in gres porcellanato di Naxos Ceramiche e sedute di Moroso; sotto, lobby ascensori con decorazioni arabeggianti e, in basso, il bar con sedute di Moroso. In tutti gli ambienti l’illuminazione gioca un ruolo importante. Interessanti alcuni faretti con tecnologia led progettati da Peia in collaborazione con Martini illuminazione; Nelle suite poltroncine di Giorgetti; rubinetteria e lavandini di Cisal.

“Al Kempinsky, in soli due anni, abbiamo realizzato 450 suite di lusso, con aree comuni, spa, palestra, due ristoranti, uno spazio gourmet e l’area dei bambini”.

commerciali che offrono servizi di lusso con, a piano terra boutique, ristoranti, spa e piscine. “Il Kempinsky è stata una sfida contro il tempo” racconta Peia. “In soli due anni abbiamo realizzato 450 suite di lusso, aree comuni, spa, palestra, due ristoranti, uno spazio gourmet e lo spazio dei bambini, con pavimento in gres porcellanato particolarmente sofisticato che ha preso il posto del marmo quasi dappertutto, guadagnando in spazio, manutenzione e costi”.

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“Una delle sfide più interessanti per le Alfardan Towers” spiega l’architetto “è stata la sede della Bmw, dove abbiamo realizzato un soffitto stretch che è stato trasformato in un cielo dai colori cangianti attraverso l’utilizzo di una membrana traslucida all’interno della quale è stata collocata una complicatissima rete di led”. Entrambi i building sono degli Alfardan, una delle famiglie più potenti del Qatar, importante dealer automobilistico del Paese che,

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“il successo di un progettO è nelle mani dell’architetto ma anche del cliente che, in questo caso, è MOLTO SENSIBILE AL made in italy”.

oltre a Bmw e Rover vende anche Ferrari, Maserati e Ducati. “Gli Alfardan” racconta Peia “conoscono i marchi italiani e li apprezzano. È un dato importante perché, come di consueto, il successo di un progetto è nelle mani dell’architetto, ma anche del cliente che, in questo caso è molto sensibile al made in Italy”. E spiega pro e contro nella progettazione di contract in quest’area del Golfo. Racconta che in Qatar è difficile fare un’architettura

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Sopra, il piano terra della torre. Particolari glI effetti di luce del soffitto che si riflettono sul pavimento. A destra Lo showroom di Bmw, con uno scenografico soffitto stretch, retroilluminato da led che cambiano colorI; poltroncine di Living Divani. A sinistra, LO showroom Aida, con marchi di lusso internazionali. A lato, le Alfardan Towers a Doha, progettate da AEB insieme a Peia Associati. Le due torri gemelle, una residenziale e l’altra per uffici, sono state completate lo scorso anno. Lo studio italiano ha realizzato anche tutte le parti comuni, l’ingresso, una boutique di lusso, la Spa e lo showroom di Bmw.

contemporanea essenziale e pulita. Quando i committenti chiedono ‘progetti moderni’ bisogna scendere a compromessi. “Hanno un patrimonio culturale importante – spiega l’architetto – fatto di intarsi, lavorazioni e materiale straordinario, che però va reinterpretato e non semplicemente trattato come un ‘copia - incolla’. Altra difficoltà: fare un progetto che abbia un art direction unica degli interni ed esterni dell’edificio, senza la quale si creano risultati stridenti e complicazioni

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“In Qatar hanno un patrimonio culturale importante – intarsi, lavorazioni, materiale straordinario – che va reinterpretato non semplicemente come un copia - incolla”. tecniche”. Ma un vantaggio importante – sottolinea l’architetto – è che è corta la catena del comando. Sono in pochi nella stanza dei bottoni e, perciò, le decisioni vengono prese velocemente. Intanto a Doha si scommette sulla decisione finale della Fifa rispetto ai mondiali del 2022 che tra le nove destinazioni in lizza vede anche il Qatar. Aspettando il responso, il Paese lavora sull’idoneità all’evento calcistico che svolgendosi, in ogni caso, a giugno sarebbe sottoposto a temperatura di quaranta-cinquanta gradi. E per questo a Doha hanno progettato otto stadi all’aperto con impianti green e, addirittura, con aria condizionata all’aperto. Insomma sembra che in Qatar si possa progettare tutto, persino il clima.

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In alto, Aida, lo showroom di moda, al piano terra delle Alfardan Towers; sedute di Cappellini e lampadari Saint Louis. Sopra,un angolo della Spa, decorata con mosaici Bisazza; pavimento Eiffelgres; sedute Living divani, lampadari di Barovier & Toso e tappeti Kasthall nella lounge della Spa. Rubinettera e lavandini di Cisal. A destra la piscina con chaises longue e tavolini di B&B italia. Di Technogym tutte le macchine per la palestra.

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OsPITaLITà

AccoGLIere eD emozIonare by Ceramiche Atlas Concorde

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CON UN’insolita iniziativa, CREANDO CIOÈ UN VERO E PROPRIO albergo ALL’INTERNO DI UNA FIERA, Ceramiche Atlas Concorde HA ACCOLTO ARCHITETTI E PROGETTISTI A BRACCIA APERTE. PERCHÉ UNO SPAZIO DICE PIÙ DI MILLE PAROLE.

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i fa presto a dire contract. Ma il knowhow e l’expertise necessarie per portare a termine la realizzazione di un albergo o di un altro spazio per l’ospitalità sono qualità che si costruiscono con il tempo e con un impegno costante nel settore. E, soprattutto, avendo un occhio (e un orecchio!) di riguardo per le esigenze degli architetti. Per questo Ceramiche Atlas Concorde, forte dell’esperienza maturata a livello internazionale con prestigiose realizzazioni nel settore dell’hospitality design, ha deciso allo scorso Cersaie di creare un concept space totalmente

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dedicato alle soluzioni per l’hospitality design: l’Atlas Concorde Hotel. Qui le collezioni ceramiche più recenti per pavimenti e rivestimenti, ispirate a marmi pregiati e a intonaci di grande raffinatezza, sono state utilizzate per dar vita a un realistico quanto suggestivo progetto di hotellerie, curatissimo del dettaglio e nello stile. Una lobby d’ingresso accoglieva ad esempio i visitatori con boiserie in stile inglese e superfici lappate ispirate al marmo, realizzate con il decoro Line della collezione Plenitude: la pavimentazione era in piastrelle 60x60 dalla collezione Style nel colore Travertino Chiaro Lappato, e la parete in mosaico

IL ROYAL BATHROOM RIVESTITO CON LA TONALITÀ DI ADMIRATION CREMA MARFIL 40X80 CON LA ZONA LAVABI RIVESTITA A PARETE CON ADMIRATION CREMA MARFIL DECORO RIPPLE 20X80. NELLA PAGINA ACCANTO, LA LOBBY DELL’ATLAS CONCORDE HOTEL RIVESTITA CON UNA BOISERIE CON IL DECORO LINE DELLA COLLEZIONE PLENITUDE WHITE E CANVAS. A PAVIMENTO, LA COLLEZIONE STYLE IN TRAVERTINO CHIARO LAPPATO 60X60.

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l’executive suite dell’atlas concorde hotel: per le pareti è stata utilizzata la collezione plenitude mentre a pavimento c’è la collezione style beige safari lappato 60x60. nella pagina a fianco l’ingresso dell’executive suite: A PAVIMENTO STYLE TRAVERTINO CHIARO LAPPATO 60X60 E BEIGE SAFARI LAPPATO 60X60, A RIVESTIMENTO PLENITUDE TULIP MUD.

la lezione dell’atlas concorde hotel? la ceramica è capace di trasformare gli ambienti, riscaldandoli e arredandoli.

tridimensionale. Era sempre Plenitude (nella versione Mud) la protagonista della Executive Suite, in cui i toni caldi delle piastrelle venivano ulteriormente ravvivati dall’effetto scenografico della quinta frontale rivestita dai petali lievemente lustrati del decoro Tulip. A pavimento, la singolare ricercatezza di Style Beige Safari Lappato, nel formato 60x60, dava all’ambiente un effetto di sofisticata rarefazione grazie alle sue inaspettate screziature. Una sensazione di calda eleganza e squisita ricercatezza si scopriva invece nel Royal Bathroom, rivestito con la tonalità di Admiration Crema Marfil 40x80. La zona lavabi interamente rivestita

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a parete con Admiration Crema Marfil decoro Ripple di formato 20x80, presentava una superficie tridimensionale piacevole al tatto fatta di morbide ondulazioni, mentre l’intera vasca e la parete sovrastante erano a mosaico. Il pavimento Style Crema Marfil Lappato 60x60 si coordinava perfettamente col rivestimento in un incontro armonioso tra cromie perfettamente bilanciate. Un modo diverso, ad alto impatto emozionale, per raccontare le proprie novità prodotto ad un pubblico – quello degli architetti e dei progettisti – per il quale spesso poter toccare con mano e vivere un materiale in prima persona è molto meglio di mille parole.

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Nella reception del grattacielo VQ Ventiquattro Radisson Blu Residence due grandi pannelli retroilluminati in bronzo riportano incisi motivi ispirati alla scrittura araba antica. Il board in cuoio e bronzo, su progetto di Matteo Nunziati, è stato realizzato da Essemme, azienda di Siena specializzata nella produzione di arredi per showroom. Domina la hall uno chandelier di antica manifattura araba; il rivestimento della sala è in marmo travertino, le luci di FontanaArte, i divani di Matteograssi. Tutto il progetto del grattacielo, firmato da Matteo Nunziati, ha coinvolto firme prestigiose del made in Italy.

Un grattacielo di venti piani firmato da Matteo Nunziati nella metropoli degli Emirati segna un bel punto a favore del migliore made in Italy

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e il vero lusso non è ostentazione, ma qualità e stile, la scelta progettuale dell’architetto milanese Matteo Nunziati per il grattacielo VQ Dubai si è orientata con convinzione verso un lusso sostanziale. Nella folla di torri e grattacieli che si assiepa nello skyline di Dubai, l’edificio progettato da Matteo Nunziati si distingue per coerenza progettuale e per il coinvolgimento, in ogni parte della realizzazione, delle migliori aziende italiane dell’arredo, dei rivestimenti e delle finiture per l’edilizia. Il grattacielo in questione è il VQ Ventiquattro Radisson Blu residence, un lussuoso edificio di venti piani collocato a Dubai Marina, tra la

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spiaggia di Jumeriah e Media City, in una zona che fa da cerniera tra la parte turistica e il cuore operativo della metropoli. I 152 appartamenti sono residenze raffinate a cui è affiancato un servizio alberghiero gestito da Radisson che offre servizi ricettivi e di confort quali business center, wellness center, spa con due piscine esterne, ristorante, beauty center, bar, lounge. Una formula mista, quindi, tra residenziale e hospitality, che garantisce il massimo della privacy e dei servizi. Il complesso è di proprietà di Abyaar, società del Kuwait di real estate e development che ha in programma importanti investimenti nel settore immobiliare (1,4 miliardi di dollari in tre anni). E che ha scelto di investire nel made in Italy per un progetto di qualità totale. Nunziati ha seguito e coordinato la progettazione sia dell’estetica dell’esterno, sia del design interno, dai rivestimenti all’illuminazione, dagli arredi al landscape. Progettando ad hoc soluzioni e pezzi di arredo, finiture e tagli, luci e strutture. L’impronta complessiva è ispirata a un living domestico, rilassato e raffinato, che fa sentire gli ospiti come a casa, anche negli spazi comuni. La hall, come ambiente dedicato all’accoglienza, mantiene un tono elevato, che unisce magnificenza e rigore al contempo. Si ispira alle grandi costruzioni

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Dubai Italian Style progetto di Matteo Nunziati foto di Beppe Raso testo di Antonella Galli

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monumentali egizie: l’ampio volume (alto 6 metri, lungo più di 30 e largo 17) è interamente rivestito in marmo travertino, secondo un disegno variato grazie alla diversa dimensione delle lastre e con fughe accostate, non stuccate. Tagli di luce si inseriscono a interrompere la continuità dei rivestimenti, grazie a Slot di FontanaArte, in cui è stata inserita una luce continua a LED. Un legame con la tradizione araba lo creano le due fontane rivestite in marmo nero Black Absolute anch’esse illuminate da luce a LED. Il wellness center maschile al terzo piano (quello femminile, separato, si trova al primo) è caratterizzato da un grande terrazzo con due piscine rivestite con Ecotech, un materiale ceramico prodotto dal gruppo Florim. Gli appartamenti sono di tre tipologie, tra i 50 e i 110 mq, e sono arredati secondo uno stile contemporaneo e lineare, con il coinvolgimento di aziende del calibro di Poliform, Varenna, Feg, Salvarani per arredi e cucine, Matteograssi per le sedute, Florim per i rivestimenti ceramici, FontanaArte per le luci, Rapsel per i sanitari, con pezzi progettati appositamente per il VQ dall’architetto Nunziati. Una sinergia virtuosa, che ha portato a un risultato di qualità a tutto tondo.

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IL PERIMETRO DELLE piscine È SEGNATO DA linee di luce REALIZZATE DA FontanaArte; UN TRATTO LUMINOSO SOBRIO, MA CON EFFETTI DI grande suggestione.

LE PISCINE ESTERNE DEL WELLNESS MASCHILE SUL TERRAZZO DEL TERZO PIANO SONO RIVESTITE CON ECOTECH, MATERIALE CERAMICO PRODOTTO DAL GRUPPO FLORIM, PER LA PRIMA VOLTA IMPIEGATO A DUBAI. I DUE PERGOLATI IN TEAK A BORDO PISCINA OSPITANO BAR E LOUNGE DEL WELLNESS CENTER MASCHILE.

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HonG KonG LounGe

progetto di Foster+ Partners foto di Nigel Young, Foster + Partners e David Long testo di Matteo Vercelloni

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IL NUOVO ATRIO DELLA Cathay Pacific NELL’Hong Kong INTERNATIONAL Airport PROGETTATO DA Foster + Partners, AUTORI DEL GRANDE HUB intercontinentale, SI OFFRE COME spazio sperimentale CHE UNISCE AL COMFORT DEDICATO ALL’ATTESA TIPOLOGIE innovative DI ARREDI.

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idea di ‘non luogo’ che Marc Augé attribuiva allo spazio aeroportuale sembra definitivamente superata; gli aeroporti diventano sempre più architetture che alle funzioni del transito, arrivo e partenza, uniscono quelle di una sosta sempre più articolata in spazi dedicati allo shopping, alla cura del corpo e al relax. Come in una sorta di ‘mondo parallelo’ il mosaico di offerte che compone la scena dell’aeroporto del nuovo millennio ci assorbe in modo totale e l’idea di soglia da passare prima di intraprendere il viaggio necessita di soluzioni d’interni sempre più all’altezza di una domanda diversificata e in continua evoluzione. Da questo punto di vista si assiste a un’interessante sperimentazione anche nel settore delle lounge business e first class che le principali compagnie aeree offrono ai loro clienti di fascia alta. Quella pensata da Foster + Partners

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VISTA DELLA ZONA ATTESA CON LO SPAZIO OCCUPATO DALLE CATHAY SOLUS CHAIRS, REALIZZATE SU DISEGNO DA POLTRONA FRAU, LE CAPSULE ATTREZZATE CIRCOLARI CON SCOCCA LACCATA PORTANTE IN HOURGLASS E INTERNO DI PELLE BORDEAUX CHE RICORDANO LA FAMOSA “ELDA CHAIR” DI JOE COLOMBO (1963).

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Sopra. vista della caffetteria-ristorante con zona self-service e tavoli collettivi. sulla destra, uno scorcio del bancone di marmo, rettilineo che estende in verticale la superficie della pavimentazione, dello stesso materiale. Pagina a lato, in alto. le ‘isole’ indipendenti in nicchia foderate di legno. In basso. un’immagine della reception di ingresso con soffitto di acciaio riflettente.

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come in una sorta di ‘mondo parallelo’ il mosaico di offerte che compone la scena dell’aeroporto di nuovo millennio ci assorbe in modo totale.

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per l’aeroporto di Hong Kong, inaugurata lo scorso ottobre, si pone come uno dei riferimenti per comprendere l’evoluzione degli esclusivi spazi di accoglienza e passaggio per i viaggiatori di ogni Paese. L’idea di salotto un po’ asettico e impersonale che ancora qualche anno fa caratterizzava la maggioranza delle lounge degli aeroporti va via via scomparendo per offrire spazi ad alto grado emozionale: spazi molto personali, scanditi in modo differente di luogo in luogo, in cui scelte materiche e compositive, cromatiche e spaziali, concorrono a dare un’immagine esclusiva rapportata a quella della compagnia area e degli interni degli aeromobili, in un’unica strategia di offerta per un viaggio ‘completo’. A dire il vero la Cathay Pacific è stata tra le prime ad affrontare questo percorso e la nuova lounge di Foster si

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affianca a valide sperimentazioni condotte nel passato. In questo progetto come di consueto si valorizza il panorama della pista di decollo offerta dalla grande vetrata continua lungo la quale, sopra un lungo tappeto rosso, sono collocate comode poltrone e tavolini, ma l’idea di scandire con l’arredo lo spazio architettonico emerge in modo esplicito con la proposta della Cathay Solus Chair, una sorta di microcellula appositamente disegnata, un riuscito cocoon volumetrico attrezzato con piano di lavoro a scomparsa in cui ci si può isolare all’interno dello spazio complessivo evitando i tradizionali banchi operativi in linea che troppo ricordano lo spazio ufficio, che forse il manager in transito non vuole, almeno in aeroporto, ricordare. Un’accurata palette materica organizza superfici di marmo e rivestimenti lignei

sotto un soffitto in parte riflettente; nella zona caffetteria il lungo bancone rettilineo funge da spina di riferimento per allineare sgabelli essenziali e isole accoglienti e raccolte, in cui appartarsi per attese prolungate.

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materiali

arcobaleno green

by marazzi tecnica

Sinonimo di ceramica italiana nel mondo ora indica anche progetti sostenibili. Con SistemA e sistemn, Marazzi risponde alle esigenze di chi è attento, oltre all’estetica e alla funzione, anche all’ambiente.

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ettantacinque anni e non sentirli. È sempre giovane, infatti, quanto a spirito, atteggiamento e curiosità intellettuale il gruppo Marazzi, che non smette mai di regalare innovazione, tecnologia e stile in tema di rivestimenti. Ma è soprattutto in relazione alle tematiche ambientali che il Gruppo riscuote il dieci e lode anche nel settore del contract. Qui Marazzi Tecnica, il brand del gruppo specializzato nella produzione e commercializzazione di lastre in grès e ceramica per superfici verticali ad alta sollecitazione e superfici orizzontali ad alto traffico, impegna infatti da anni tutte le sue energie nella ricerca e sviluppo di soluzioni sempre più green. Tutti i suoi prodotti nascono in fabbriche ‘a ciclo chiuso’ che garantiscono un sistema di raccolta e di utilizzo degli scarti di produzione, delle acque di lavorazione, delle materie prime in esse contenute e del calore generato in alcune fasi. E dopo il successo di SistemA, un insieme di prodotti eco certificati,

coordinabili e componibili in gres cristallizzato – perfetto per esaltare le caratteristiche estetiche cromatiche ma anche tecniche come l’assorbimento d’acqua e la resistenza meccanica – quest’anno Marazzi Tecnica ha giocato al raddoppio con SistemN. Se SistemA era tutto un brio di cromie spesso anche azzardate, l’innovativo gres porcellanato di SistemN risponde alle esigenze di chi progetta luoghi in cui necessitano tonalità neutre, offrendo colorazioni dal bianco al nero in gradazione e diverse finiture superficiali – naturale dall’estetica morbida e vellutata, levigata dai toni brillanti ed eleganti, bocciardata dalle elevate performance tecniche – e dando la possibilità di creare superfici continue tra pavimento e rivestimento, tra interno ed esterno. Perché il successo nel contract non si costruisce solo attraverso l’innovazione tecnologica ma anche grazie alla capacità di pensare insieme agli architetti per saper rispondere e spesso anticipare le loro necessità anche a livello di estetica. Non stupisce quindi che architetti avanguardistici da sempre attenti alle problematiche ecologiche scelgano proprio le innovazioni di Marazzi Tecnica per i loro

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Il Polo per l’Innovazione Strategica di Portgruaro, edificio di Classe A+. per la facciata ventilata esterna, Marco Acerbis ha scelto SistemA di Marazzi Tecnica, un gres cristallizzato, realizzato con tecnologia esclusiva, ideale per creare continuità nelle superfici outdoor e indoor, pareti ventilate e pavimenti sospesi, caratterizzato da una particolare profondità e tridimensionalità nella colorazione. Sotto. Le pareti ventilate dell’Una Hotel di Modena progettato da Tiziano Lugli, realizzate con SistemA di Marazzi Tecnica. Nella pagina accanto. Il gres porcellanato SistemN di Marazzi Tecnica, realizzato con processi produttivi eco accorti, disponibile in tonalità neutre dal bianco al nero in gradazione, diverse finiture di superficie e quattro formati dal 10x 60 cm al 60x60 cm rettificato. Perfetto per ambienti a grande traffico come musei e spazi pubblici. Nella pagina accanto, in basso. I magazzini Wilkinson a Phoenix in Arizona riqualificati utilizzando lastre in gres porcellanato 60x60 Crome Antracite_C della collezione Sistem T di Marazzi Tecnica.

edifici. L’ha fatto Marco Acerbis per il suo Polo per l’Innovazione Strategica (Polins) a Portogruaro, uno tra i primi edifici in Italia ad aver ottenuto la Classe A+ che indica efficienza energetica ed ecosostenibilità dei materiali utilizzati. Come il gres cristallizzato SistemA, scelto da Acerbis per la facciata ventilata, realizzato con oltre il 40% di materiale riciclato. Anche in tema di ristrutturazioni in chiave eco di edifici già esistenti, Marazzi piace ai progettisti tant’è che a Phoenix in Arizona, il grande blocco che ospita i magazzini Wilkinson realizzati con pannelli di calcestruzzo finiti a graniglia sono stati completamente rimodernati utilizzando ceramiche (lastre in gres porcellanato 60x60 Cromie Antracite_C SistemT) del colosso modenese. La porzione inferiore del fronte d’ingresso con aperture irregolari è stata uniformata da una trave gialla in acciaio la cui quota di imposta rappresenta il bordo inferiore della nuova facciata ventilata che avvolge l’intero edificio: un accorgimento che ha permesso, oltre che di riqualificare architettonicamente l’edificio, anche di diminuire significativamente i consumi energetici per il riscaldamento e il raffreddamento.

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energia

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GLI EDIFICI POSSONO OGGI ESSERE “RICOPERTI” DA IMPIANTI FOTOVOLTAICI SUL TETTO O SULLE PARETI (PAGINA ACCANTO) CON INSTALLAZIONI IN VERTICALE CHE CONSENTONO DI SFRUTTARE TUTTA LA SUPERFICIE.

IN TEMA DI impegno PER risolvere IL PROBLEMA DEL cambiamento climatico, ENEL È DA sempre IN prima linea. CON iniziative concrete.

PoLe PosITIon

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en vengano le conferenze sul riscaldamento globale come il COP 16 che l’ONU sta conducendo a Cancun in Messico proprio in questi giorni. Peccato che ognuno di questi incontri abbia un retro della medaglia pesante dal punto di vista ecologico in termini di emissioni di CO2. Per questo Enel, con Enel Green Power d’intesa con il Ministero della Tutela del Territorio e del Mare e la Semarnat, ha installato sul tetto dell’albergo che ospita i partecipanti al COP 16, un impianto fotovoltaico a film sottile di nuova generazione. I pannelli, flessibili e adesivi, sono stati applicati direttamente sul tetto del Moon Palace Hotel, rendendo così superflua la

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by Enel

realizzazione di strutture di supporto aggiuntive e assicurando all’impianto un’operatività di circa 20 anni. Il risultato atteso a conferenza chiusa, è un’emissione di sole 3 tonnellate di CO2. Un bel traguardo se si considera che nel 2009 a Copenhagen, nonostante l’impegno del governo danese, ne sono state generate ben 5,7! L’utilità del progetto non si ferma del resto alla conferenza: già nel 2011, l’impianto permetterà di abbattere più di 100 tonnellate di CO2 e di generare energia sufficiente ad accendere 13.000 lampadine da 10 W (più di 5 per ognuna delle 2.457 stanze dell’hotel). Il COP 16 PV è il primo impianto fotovoltaico a film sottile a essere installato in Messico: un’opportunità per lanciare lo sviluppo del solare in America Latina. Si tratta infine di un modello di business facilmente replicabile che consentirà a settori specifici, come quello del turismo, di adottare strategie di sviluppo sostenibile. Il progetto è una chiara dimostrazione di come le tecnologie per la produzione di energia da

fonti rinnovabili si possano integrare armonicamente nel tessuto urbano di aree densamente popolate e dell’impegno di Enel nel sostenere l’adozione di tutte quelle tecnologie che garantiscono una produzione di energia distribuita sul territorio. Impianti fotovoltaici, solari termici, mini eolici e geotermici chiavi in mano sono solo alcune delle soluzioni che Enel Green Power mette a disposizione dei singoli utenti. A queste si aggiungono altre innovazioni come il display domestico abbinato al contatore elettronico (che consente di monitorare in tempo reale numerose informazioni relative ai consumi, alle tariffe disponibili e ai contratti), le smart grids per immettere energia nella rete e ricevere da remoto l’aggiornamento sui consumi, la mobilità elettrica per spostarsi in città a zero emissioni, il Diamante per produrre energia dal sole e, grazie all’idrogeno, renderla disponibile anche di notte e Archilede, il lampione a LED per un’illuminazione pubblica più efficiente e di basso impatto ambientale.

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luce

design e innovazione by cini & nils

Una luce che si rinnova di continuo, un sistema assolutamente, flessibile, sorgenti di ultima generazione. Con i nuovi nati della serie “Componi”, Cini & Nils rinnova la sua promessa: illuminazione sempre diversa senza mai cambiare le lampade. Con Tenso ioduri, l’azienda offre un’illuminazione ad alta efficienza e bassissimo consumo.

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on capita spesso che l’anima di un’azienda, spesso complessa da definire a parole, riesca a comunicarsi attraverso un solo oggetto. È successo però a Cini&Nils, l’azienda nata nel 1969 dal desiderio di due designer di diventare imprenditori di se stessi e della propria creatività. Dalla mente di Franco Bettonica (1927-1999), fondatore di Cini&Nils insieme a Mario Melocchi (1931), nasce nel 1972 il celeberrimo Cuboluce. Una scatola che illumina, un oggetto di una semplicità disarmante ma capace di dirla lunga sull’aspirazione dei due designer di traghettare l’azienda – fino ad allora incentrata sulla progettazione di complementi d’arredo – verso l’universo dell’illuminazione. Vero e proprio ‘anello di congiunzione’ tra oggetti e luci per forma e funzione, infatti, il Cuboluce è diventato il capostipite di una nuova generazione di prodotti dedicati alla magia della luce cui Cini&Nils si dedica fin dal 1982. L’accoppiata BettonicaMelocchi continua oggi, a più di dieci anni dalla scomparsa di Franco, grazie alla collaborazione tra sua figlia Luta e Mario Melocchi, che hanno infatti firmato le ultime collezioni del marchio. Insieme, Luta e Mario portano avanti la tradizione di Cini&Nils tutta giocata, come ai tempi del Cuboluce, sulla ricerca continua di una soluzione progettuale intelligente, funzionale da articolare in un design senza tempo, perfetto per gli ambienti contract. Innovazione e design sono infatti le

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parole d’ordine che hanno portato anche allo sviluppo di TensoApparecchi a ioduri metallici (HQI), come TensoFari ioduri e TensoGradi ioduri: apparecchi plug in/out a ioduri metallici con un’efficienza di oltre 4 volte maggiore rispetto alle sorgenti alogene di ultima generazione. Grazie al sistema TensoClic, sia TensoFari che TensoGradi sono facilmente spostabili e adattabili anche una volta installati. TensoGradi è disponibile retinato per luce indiretta, opalescente per luce indiretta e diffusa e tuttopalescente per la luce uniforme, mentre TensoFari con la sua rotazione libera su 360° permette un’illuminazione d’accento ovunque la si desideri. Del resto, l’approccio alla personalizzazione quasi illimitata era già stata il cavallo di battaglia della loro collezione precedente, la Componi, che permette di “cambiare la luce senza dover sostituire la lampada”: una possibilità offerta grazie alla componibilità di dischi, lenti e anelli assemblabili facilmente a mano sulla struttura in cromo o nichel satinato. Tutta la produzione Cini&Nils è made in Italy.

TensoGradi Ioduri di Cini&Nils (progetto di Luta Bettonica e Mario Melocchi), tensoapparecchio plug in/out a ioduri metallici a bassissimo consumo e elevata efficienza per l’lluminazione generale. è disponibile retinato per luce indiretta , opalescente per luce indiretta e diffusa, tuttopalescente per luce uniforme. Nella pagina a fianco: una realizzazione in cui viene utilizzato Componi200. La serie Componi è realizzata in ottone e acciaio per la struttura, vetro borosilicato per i componenti e vetro ottico per le lenti.

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La sala dedicata al ristorante e al PG’s bar di palazzina grassi, circondato da una teoria di colonne ottocentesche in marmo. grandi tappeti a terra e due banconi lunghi oltre sette metri che si fronteggiano. nell’area centrale i tavoli con poltroncine e divanetti. per le luci lampade tipo industriale sopra i banconi e lampade artistiche originali di murano su boiserie di specchio.

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Un gioiello che fa parlare di sé: sedici camere con sei suite per una superficie di 2800 metri quadri. 289 specchiere, 1700 led luminosi, 4000 mattoni veneziani d’epoca. Design, arte e un concept di ospitalità unico al mondo. Benvenuti a Palazzina Grassi, l’indirizzo più cool della Serenissima.

CamBIare venezia

progetto di Philippe Starck foto di Henry Thoreau testo di Patrizia Catalano

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NASCE DA un’intesa TRA L’IMPRENDITORE Emanuele Garosci E IL DESIGNER FRANCESE philippe starck L’HOTEL PIÙ GETTONATO DALLE star QUANDO SCENDONO IN LAGUNA.

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enezia ha un nuovo indirizzo e, a giudicare dai successi riportati, dal tipo di pubblico che lo frequenta, sembra riportare in vita i fasti del mitico Hotel des Bains citato da Thomas Mann in Morte a Venezia, piuttosto che quelli del Danieli, location idilliaca in Al di là del fiume tra gli alberi, il famoso romanzo scritto da Ernest Hemingway. Stiamo parlando di Palazzina Grassi, l’hotel firmato da Philippe Starck, star designer ormai di casa qui in laguna che finalmente ha esaudito il suo sogno: realizzare un albergo di charme nella città più fascinosa del mondo (e il primo Starck Hotel in Italia). Si tratta di una assoluta novità per la Serenissima perché Palazzina Grassi (a Dorsoduro, a due passi dal museo di Pinault) porta in città un linguaggio nuovo, decisamente più contemporaneo, un hotel che funziona come salotto per gli ospiti e per la città, un ristorante che propone un menù tarato sulle richieste di un pubblico internazionale, una ‘cicchetteria’ dove sostare a fare chiacchiere fino a tarda notte e una Krug Lounge dove leggenda dice abbia trascorso buona parte dei suoi momenti di relax il bell’attore Johnny Deep che ha scelto la Palazzina come suo quartier generale in occasione di uno shooting di un film per un paio di mesi la scorsa primavera. L’hotel conta due accessi principali, uno (doveroso) dal Canal Grande, e uno da Calle Grassi: non esistono insegne sopra i portali che indicano l’indirizzo: al loro posto due teste di toro stilizzate

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STARCK HA VOLUTO UN’ATMOSFERA MOLTO SCENOGRAFICA PER LE ZONE CONVERSAZIONE E RISTORANTE CON LUCI SOFFUSE EFFETTO ABAT-JOUR. NELLA PAGINA ACCANTO. LA KRUG LOUNGE (NE ESISTONO SOLO DUE AL MONDO) PARETI IN MATTONI D’EPOCA, POUF E TAVOLI BASSI. L’ACCESSO E’ CONSENTITO SOLO AGLI OSPITI DELL’HOTEL E AI POSSESSORI DELLA MEMBERSHIP CARD.

dell’artista Aristide Najean. All’ingresso non esiste un vero e proprio reception desk, si è accolti da due grandi specchiere fronteggianti sulle quali spiccano le opere in vetro, due immaginifiche interpretazioni della Serenissima sempre a opera di Najean. Le sale dell’hotel sono caratterizzati da enormi tappeti dai disegni originali e dalle tinte vivaci. Una cornice ellittica di colonne ottocentesche apre il varco alla dining room caratterizzata da due lunghissimi tavoli, due monoliti lunghi oltre sette metri fronteggianti: il primo è attrezzato come bar caffetteria mentre il socondo, dietro a cui si cela la cucina, è punto d’appoggio per colazioni e il ristorante. Nell’area centrale poltroncine divanetti e tavolini compongono la zona ristorante vera e propria. A chiudere lo scenario boiserie in mogano

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alle pareti, luci soffuse e una galleria di pezzi unici di vetri di Murano. Al piano nobile ma rivolta verso il Canal Grande c’è inoltre la Krug Lounge (seconda al mondo) posizionata nell’area cinquecentesca dell’edificio a cui è possibile accedere solo attraverso una membership card. I tre piani superiori ospitano le camere da letto. Se il piano terra e i corridoi dei piani giocano su atmosfere di penombra, la luce domina le camere. Tappeti color avorio, stucchi e marmi chiari, mobili in pelle e acciaio, specchi e cristalli, praticamente ovunque è possibile. Dietro un progetto che ha stravolto il concetto dell’ospitalità del lusso nella città del leone alato c’è un personaggio a dir poco creativo: è Emanuele Garosci, torinese classe 1973, già noto per avere aperto a Milano l’Hotel Nhow in zona Tortona vero e proprio catalizzatore del design district milanese. Garosci arriva a Venezia circa due anni fa e se ne innamora. Decide di creare una casa in laguna: “un luogo in cui vivere e far vivere, le emozioni più vere di una città spesso esplorata in maniera troppo superficiale”. Questo ha significato occuparsi degli ospiti anche quando escono dall’hotel organizzando cene in case di

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nobili veneziani, tour alla scoperta della città e dei luoghi più autentici con guide d’eccezione, lezioni di cucina veneta e pic nic sulle isole della laguna. A questa creatività organizzativa si aggiunge un’attentissima ricerca degli arredi, dell’illuminazione e delle finiture. Per citarne alcune: XO, Emeco, Fornasetti, Cassina, Vitra, Baxter, fratelli Boffi, Driade, Chelini Gervasoni e altri per gli arredi; Flos, Zumtobel, Fornasetti, Venini, Ingo Maurer, Italamp per le luci; Duravit by Starck, Hansgrohe per i bagni. E inoltre, General Building per parquet e pitture e stucchi; Del Tongo per le boiserie; Schonhuber-Franchi per porcellane e cristalli. LA SUITE DELUXE CONTEMPLA UN’AMPIA ZONA LIVING CON DIVANI CASSINA, ABAT-JOUR FORNASETTI, SPECCHI EXTRA LARGE. NELLA PAGINA A LATO, SOPRA. LA ZONA DESK DI UNA CAMERA DA LETTO CON IN PRIMO PIANO L’ARMADIO CON PROFILI IN ACCIAIO E ANTE IN CRISTALLO TRASPARENTE. SOTTO. UNA VISIONE D’INSIEME DELLA CAMERA DA LETTO. IL LETTO NON SI POGGIA A PARETE MA È A CENTRO STANZA CON VISTA SUL CANAL GRANDE.

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Le camere da letto sono dominate dalla luce, pareti chiare, tende e moquette color tortora, ove è possibile, trasparenze specchi, acciai e cristalli.

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FUrnITurE

IL loro ultimo NATO SI TROVA A Milano. MA DI REALIZZAZIONI contract TARGATE Driade È PIENO IL MONDO. TUTTO MERITO DI UN CERTO signore francese…

ELEganza eclETTica by Driade

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on è un problema, per Elisa Astori, Amministratore Delegato di Driade, ammettere di dovere molto a Philippe Starck. “Il nostro marchio è nato nel 1968, quando l’Italian Design aveva così tanto da dire che sembrava inutile andare all’estero per cercare il nuovo”, racconta. “Fino ai primissimi anni Ottanta, Driade lavorava esclusivamente con i grandi nomi italiani – Enzo Mari, Antonia Astori, i Vignelli…”. Una sorta di autarchia per un made in Italy a tutto tondo, in cui alla produzione tutta italiana (spesso più di alto artigianato che industriale) si univa anche una creatività targata Belpaese doc. Un approccio che funzionava ma che all’improvviso cambia radicalmente grazie a un incontro. “Nel ’84, il giovanissimo Philippe Starck mostrò a Enrico Astori gli schizzi della sua seduta Costes”, ricorda Elisa. “Lui fu molto colpito perché attraverso il segno di questa poltroncina vedeva un grande talento, nel quale ha deciso di credere”. Inizia così un sodalizio che dura ormai da 26 anni e che ha cambiato sia Starck (da quel momento in poi proiettato nell’universo del design italiano) che Driade in modo inequivocabile. “La realizzazione del Café Costes insieme a Starck nel 1984 fu il primo contract di Driade”, spiega la Astori. “Incontrando Philippe siamo entrati in un settore che fino ad allora non ci apparteneva e lo abbiamo fatto con un designer straniero e fuori dal territorio nazionale. Il Café Costes è stato l’ incipit della nuova Driade che

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poi è quella di oggi: sempre aralda del made in Italy ma aperta al mondo intero”. Insieme a Starck, il marchio viaggia infatti ovunque, sempre a suon di realizzazioni contract di alta gamma. “Ogni anno invitiamo Starck a realizzare una nuova collezione”, spiega la Astori. “E lui ci propone di partecipare alle sue commesse alberghiere, da cui poi nascono prodotti disegnati ad hoc che entrano poi a catalogo”. Diventando poi best seller. Come la collezione Royalton, nata per l’omonimo hotel di New York o la Neoz progettata per il Delano di Miami. “Starck li pensa in linea con la personalità dell’albergo che sta facendo nascere”, spiega la Astori. “Si tratta quindi sempre di arredi molto caratterizzati, in cui il designer mescola, come è nel suo stile e in quello di Driade, piccole touches di ispirazioni che gli vengono da varie epoche e sapori”. Trasformarsi in icone sembra il destino di tutte le linee concepite da Starck per il contract di Driade: anche per le sue ultime nate, infatti, come la collezione Monseigneur o la Moore (progettate nel 2008 per Hotel SLS di Los Angeles) il successo al di fuori dall’universo contract è stato importante. “Come Driade puntiamo sul contract progettato ad hoc, ma si tratta di un mondo sempre molto fluttuante, il cui destino dipende dall’andamento del mercato dell’immobiliare e dell’ospitalità. Il grosso del nostro fatturato viene sempre dal retail, dal residenziale o dalle commesse a ristoranti o luoghi pubblici che scelgono però da prodotti già esistenti a

catalogo”, spiega Elisa Astori. È stato questo del resto l’approccio scelto da Italo Rota per l’Hotel Boscolo Exedra di Milano. Per questo hotel di lusso strategicamente posizionato nel Quadrilatero della moda, Rota ha selezionato pezzi Driade di Starck (come la sedia Lagò e il tavolo Pip-e) ma anche di altri (come la poltrona Vigilius di Matteo Thun) . “La nostra proposta per l’abitare”, spiega la Astori, “nasce dalla sperimentazione e dal piacere del mix tra antico e moderno, tra eleganza tradizionale e design ultracontemporaneo. Un approccio che ben si sposava con la ristrutturazione pensata da Rota per l’edificio storico che ospita il Boscolo Exedra”. E con il desiderio di chi, nel contract o nel residenziale, ha capito che il nuovo lusso si costruisce sperimentando. IN ALTO. POLTRONA MERAN E VIGILIUS DI MATTEO THUN, PROGETTATE PER REALIZZAZIONI CONTRACT IN TRENTINO E UTILIZZATE DA ITALO ROTA NELL’HOTEL BOSCOLO EXEDRA DI MILANO. SOPRA. RISTORANTE BON DI PARIGI DI PHILIPPE STARCK CON LE SUE SEDIE NEOZ. NELLA PAGINA ACCANTO, LE SEDIE LAGÒ DI PHILIPPE STARCK SEMPRE ALL’HOTEL BOSCOLO EXEDRA DI MILANO.

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Il design? Secondo Sigma L2 fa rima con emozione. Per questo da 45 anni l’azienda toscana sperimenta con forme e materiali dando vita a prodotti pensati per trasformare gli ambienti. Facendo breccia nel cuore.

sofisticate ironie by sigma L2

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Lampadario di Simone Granchi in ottone galvanizzato oro/nero con cristalli molati a mano e plexiglass nero. Realizzato nel 2008 da Simone Granchi è stato il primo prodotto di Sigma L2 a utilizzare i led. A sinistra, lampadario della collezione Rings composto da cerchi dorati diametro 80cm, disponibile anche in argento e con diametri superiori ai 135cm. Progettato da Simone Granchi nel 2005.

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no chandelier illuminato a LED, un lampadario decorato con gli ingranaggi di orologi, una lampada da tavolo ‘vestita’ con tessuti rubati alla moda. Mescolare sapori, sperimentare con materiali e tecnologie, osare suggerendo l’inedito. Niente spaventa Sigma L2. Perché dal momento in cui fu creata, nel 1965, questa piccola realtà a cavallo tra industria e artigianato di Sesto Fiorentino, persegue un unico obiettivo artistico: ricercare l’emozione da comunicare attraverso la forma. Da questa azienda, nata dall’amore di Paolo Granchi per le ceramiche artistiche e poi evolutasi in un produttore di illuminazione e complementi

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Vasi in maiolica torniti e decorati a mano e dorati con oro zecchino della collezione Happy Garden, ideati da Granchi Studio. A sinistra un lampadario dalla collezione GEAR, ispirata all’ingranaggio di un orologio e di un motore, progetto di Simone Granchi. Sotto, la lampada Scotty della serie Scottish, un connubio classico-moderno che utilizza materiali usati nel settore della moda. Di Simone Granchi.

d’arredo a tutto tondo, ci si può aspettare quindi di tutto: come un insolito sodalizio tra un pellame mimetico e un tartan o tra una ranocchia e un vaso in maiolica decorato a mano con oro zecchino. E si può star certi di una cosa: in tutta questa ricchezza di forme e suggestioni il comune denominatore sarà sempre un mix di buon gusto unito e qualità superiore. Da sempre gli oggetti, le lampade e gli arredi di Sigma L2 nascono per integrarsi negli interior contemporanei portando quel guizzo di preziosità e di colta ironia che piace alla clientela più sofisticata. Il knowhow artistico e produttivo di Sigma L2 è maturato negli anni. È stata infatti la curiosità per i materiali del suo

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fondatore prima e dei suoi eredi oggi a portare l’azienda a sperimentare con ottone, ferro, cristallo, legno, acrilici, senza mai comunque abbandonare l’originaria prima passione per la ceramica. Ed è questo saper fare, squisitamente italiano, in cui nulla viene lasciato al caso, unito al costante desiderio di utilizzare il design per comunicare emozioni e scaldare il cuore e alla capacità di realizzare prodotti custom-made, che rende Sigma L2 un partner ideale per il settore contract, in particolare quello di lusso. Non a caso la sua ultima nata, la collezione Rings, è stata scelta da MSC Crociere per arredare le navi Fantasia e Splendida.

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Attinge a piene mani dalla tradizione modernista aggiungendo un tocco contemporaneo. Lapalma spopola nel contract con il suo design evergreen.

progetti senza tempo by lapalma

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he si tratti di arredare un interior dal sapore caldo e accogliente, come quello di un bar interamente rivestito di legno massello illuminato da luci soffuse, oppure di aggiungere un quid high tech a uno spazio commerciale molto toys for the boys, come uno showroom di Audi, Lapalma ha sempre la risposta pronta. Grazie ad un oculato programma di sviluppo, che permette la declinazione di prodotti in varie rifiniture, Lapalma è infatti in grado di renderli adatti a qualunque tipo di atmosfera o ambiente contract. Per questo, le sue sedute piacciono molto, sia nel settore dell’hotellerie che in quello della ristorazione oltre che negli spazi comunitari dei centri congressi. Un successo cui il marchio di Cadoneghe (PD) è abituata. Da oltre 30 anni, Lapalma produce soluzioni per il residenziale e il contract e pur cercando sempre il rinnovamento e l’innovazione continua ad attingere a piene mani dalla tradizione dei grandi Maestri del movimento moderno. Per

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Un bar a Zurigo, arredato con gli sgabelli Thin di Karri Monni per Lapalma: l’altezza, variabile, è gestita da un sistema a gas per un effetto soft del movimento e lo spessore del seggiolino, qui nella versione in legno, è variabile per assicurare l’estrema comodità della seduta.

questo sceglie di lavorare con progettisti capaci, sensibili all’estetica pulita e razionale, ma anche in grado di aggiornarla in linea con il gusto contemporaneo. Lo scopo è quello di dar vita ad una linea di prodotti riconoscibili, universali, privi di ostentazioni e durevoli nel tempo. Un timeless design ragionato e pensato, lontano mille miglia dall’estetica modaiola e di tendenza, che, unita all’uso di materiali naturali quali legni provenienti da piantagioni controllate, cuoio, ma anche metallo e vetro, riordina la varietà di elementi e funzioni in un insieme

Nella pagina accanto, Jo, la reinterpretazione contemporanea della sedia cantilever a firma di Alfredo Häberli: disponibile anche in una versione con braccioli rimane comunque impilabile.

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compiuto. Oltre a questi plus estetici e funzionali, Lapalma mette anche l’accento sulla qualità, da sempre araldo del made in Italy. L’azienda interpreta questa parola attraverso il controllo delle materie prime utilizzate nel momento della scelta e durante le varie fasi di lavorazione, la verifica dei componenti durante l’assemblaggio e del prodotto finito fino all’imballo e successiva spedizione. Mentre una particolare macchina testa il prodotto finito per assicurarne l’affidabilità. È basandosi su tutti questi fattori che il modello Thin di Karri Monni e la sedia a sbalzo impilabile Jo di Alfredo Häberli spopolano nel settore del contract. Thin, declinato in versione seduta con o senza braccioli ma anche come sgabello, si fa araldo di un design pulito e razionale, funzionalissimo grazie all’altezza

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aggiustabile con sistema a gas, la base è zincata rivestita di un foglio d’acciaio inox con finitura tela di lino, il sedile in legno curvato o rivestito in cuoio. Mentre Jo ripropone una versione squisitamente contemporanea della classica sedia cantilever, opportunamente impilabile. Di essa dice Alfredo Häberli: “Mi sono innamorato dell’idea di lavorare con una linea sottilissima di 30x10mm e di proporre una sedia a sbalzo in cui fosse possibile aggiungere anche i braccioli, pur mantenendo la caratteristica impilabilità”. Perché il successo nel contract si costruisce soprattutto grazie alla flessibilità.

Uno showroom Audi, arredato con gli sgabelli Thin di Karri Monni per Lapalma. Nella pagina accanto: lo sgabello Thin di Karri Monni per Lapalma, declinato in diversi colori e finiture.

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Cinquanta metri quadri sequestrati alla ’ndrangheta che ora tornano ai milanesi con la nuova veste di prima boutique del lusso etico, solidale, sostenibile. Lo SpazioCangiari viene vestito sartorialmente da Cleaf.

Pareti tessili by cleaf

materiali

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ecuperare e salvaguardare le tradizioni artigianali, utilizzare materie prime naturali dando lavoro alla manodopera locale: è questa in sintesi la filosofia di Cangiari, il fashion brand nato dal consorzio di imprese sociali Goel, la cui mission è il cambiamento della Calabria e il riscatto delle comunità locali. Lo scorso novembre Cangiari ha aperto uno spazio a Milano, curato dallo studio ViaPiranesi sotto la direzione creativa dell’Architetto Anna Barbara. In linea con la sartorialità delle collezioni del marchio, l’architetto ha concepito uno spazio da vestire come un abito firmato Cangiari, in cui il tessuto si sarebbe trasformato in una superficie solida. Un’aspirazione che sa molto di sogno, insomma, che però è stato possibile realizzare grazie all’utilizzo delle superfici della linea Fusion di Cleaf. Impiegando infatti una tecnologia esclusiva e d’avanguardia, Cleaf ingloba nella superficie filati e tessuti, riproponendone la texture e la finitura naturale. Dall’abbinamento tra diverse soluzioni di Cleaf, nello SpazioCangiari sono state realizzate 6 pareti mobili di cui 4 centrali per configurare, a seconda delle

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esigenze, una sala conferenze, uno spazio vendita o un unico spazio espositivo. Altre due pareti laterali delimitano poi il camerino ma con una rotazione di 90 gradi possono disegnare una nuova sala. Le superfici e finiture Cleaf vestono lo spazio giocando su abbinamenti cromatici e materici, su stile e funzione per trasformare l’ambiente in un contenitore sensoriale e polifunzionale. Gli elementi espositivi invece, realizzati con nove referenze di legno laminato Cleaf, riprendono il design delle tipiche casse da corredo della tradizione calabrese. La finitura Tranché utilizzata dona alla superficie l’effetto materico del legno grezzo attraverso una lavorazione dal sapore artigianale che conserva un tratto irregolare e archetipo. Una soluzione ad alto impatto visivo ma anche squisitamente funzionale, che non abdica alla durabilità del materiale, conservando l’impronta originale del legno. Le superfici utilizzate testimoniano il percorso verso l’innovazione stilistica e tecnologica compiuto da Cleaf e la forte contaminazione tra mondo del design e mondo della moda. L’azienda realizza dal 1975 superfici per gli interior di tutto il mondo, facendo leva su un know-how di produzione esclusivo e versatile che spazia dai processi di nobilitazione, sezionatura, bordatura, alle più recenti tecniche di stampa digitale e pannello nobilitato melaminico sottile per porte.

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Il nuovo SpazioCangiari a Milano le cui pareti mobili sono state realizzate con pannelli Fusion di Cleaf che inglobano nella loro superficie filati e tessuti grazie all’impiego di una nuova tecnologia messa a punto dall’azienda. Nella pagina accanto, due dettagli degli elementi espositivi del negozio, rifiniti con superfici Cleaf Tranché che evocano, a livello sia visivo che di texture, la naturalità del legno.

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materiali by omnidecor

Giochi di riflessi e superfici sulle quali lo sguardo scorre liberamente. Ma anche colori pieni, intensi e vivaci, per architetture contemporanee e interior design. Le nuove frontiere del vetro satinato per interni ed esterni.

non solo trasparenza

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n ampio spazio con dodici modelli sperimentali di nuove urbanizzazioni per simboleggiare diverse interpretazioni realistiche della città del presente: un sistema infinito, privo di confini o di recinti solidi, illimitato e attraversabile, abitabile ovunque e ovunque provvisorio. Per realizzare la sua suggestiva installazione per il progetto “Verso una nuova carta di Atene”, presentato alla XXII Biennale di Architettura di Venezia, Andrea Branzi voleva materiali duttili e reversibili, in grado di restituire sottili accenni di realtà sotto forma di ombre e movimenti di luce, pur senza circoscrivere lo spazio entro rigidi confini. Il suo scopo? Creare delle superfici-non superfici, che esistono ma allo stesso tempo lasciano correre lo sguardo. La sua scelta è caduta sui vetri di Omnidecor e in particolare sul DecorFlouMirror

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Extraclear e sul DecorFlouGlossy, un vetro bifrontale satinato da un lato e specchiato dall’altro, stratificabile, temperabile e utilizzabile sia negli interior per partizioni o arredi che in architettura per la realizzazione di facciate. Entrare nell’Olimpo dell’Architettura d’autore è stato un grande onore per l’azienda di Erba. Ma anche un riconoscimento ufficiale del suo ruolo sempre più importante nella ricerca e sperimentazione tecnologica delle superfici in vetro. Altro esempio è la collaborazione con l’architetto Julio Jose Mejon per la realizzazione di una clinica odontoiatrica a Lleida, in provincia di Barcellona. L’effetto high tech futurista perseguito da Mejon Artigas è stato reso possibile grazie al vetro Decorgem. Ottenuto attraverso un particolare processo di fusione del colore nel vetro ad alte temperature, questo particolare tipo di materiale presenta infatti cromatismi pieni, decisi e omogenei, perfetti per architetture che puntano sul grande effetto visivo. In particolare, in questo caso, l’architetto

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LA SPA OFFICINE DEL BENESSERE DI SEREGNO, PROGETTATA DA NEWARCH ARCHITETTI ASSOCIATI E REALIZZATA CON VETRI OMNIDECOR CON TEXTURE ALTERNATE, SIA TRASPARENTI CHE OPACHE. Nella pagina accanto. Due viste sulla clinica odontoiatrica progettata da Julio Jose Mejon Artigas a Lleida, presso Barcellona. Il particolare effetto cromatico delle facciate è stato ottenuto utilizzando il vetro Decorgem di OmniDecor ottenuto con un particolare processo di fusione del colore nel vetro.

ha modulato sapientemente le diverse nuance del verde abbinando il color giada più soft al più brillante color menta. E se a Lleida l’accento viene posto sul protagonismo di colori decisi e squillanti, a Seregno i Newarch Architetti Associati hanno invece giocato con effetti tattili e visivi a contrasto. Per la nuova spa Officine del Benessere hanno scelto vetri satinati Omnidecor con texture alternate, trasparenti e opache per diffondere e moltiplicare la luce, spalancando e delimitando allo stesso tempo gli spazi e liberando in tal modo lo sguardo. Perché c’è molto di più, nel vetro, della solita trasparenza.

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Non chiamateli chandelier

by lolli e memmoli

Sono vere e proprie architetture di luce sempre diverse quelle che Lolli e Memmoli progettano e realizzano a mano, dando un volto sempre nuovo al cristallo di Bohemia. Strizzando l’occhio alla tradizione ma guardando soprattutto al futuro.

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luce

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ome spesso succede quando si visita l’atelier di un artista, anche per andare da Lolli e Memmoli è necessario uscire dai circuiti standard della borghesia e del design milanese. Il loro showroom si trova infatti nel sud della città, in una viuzza non esattamente facile da reperire. Una posizione che si potrebbe pensare insolita per uno spazio vendita se non si capisse poi immediatamente entrandoci che più che uno spazio commerciale questo è un vero e proprio laboratorio. È qui infatti che dal 1993 Ivan Lolli e Mario Memmoli, architetti, creano a mano, insieme al loro team di oltre 20 artigiani specializzati, le loro cascate di luce capaci di regalare grandeur a qualunque interior. Chiamarli chandelier sarebbe riduttivo. La definizione non terrebbe infatti conto della fondamentale differenza tra le creazioni del duo milanese e quelle dei marchi tradizionali. Innanzi tutto i progetti di Lolli e Memmoli nascono dall’invenzione di un particolare sistema di aggancio dei cristalli che permette loro di evitare la presenza di impegnative strutture: i cristalli si legano infatti gli uni agli altri come apparentemente sospesi nel vuoto. “Il cristallo affascina per la sua trasparenza e delicatezza”, spiegano, “ma in realtà si tratta di un materiale pesante. All’origine della nostra ricerca c’era il desiderio di liberarlo di qualsiasi sovrastruttura superflua per enfatizzarne la leggerezza”. Oltre a raggiungere questo scopo, l’ingegnoso sistema permette anche un assemblaggio non ripetitivo delle gocce, che infatti si sviluppano in lungo e in largo, dando vita a sistemi di illuminazione sempre unici e per questo perfetti per il mercato contract. Il loro è insomma una sorta di decostruttivismo contemporaneo, che permette

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Phebo square Red Night, nella sala riunioni dell’atelier Haute di Vincenzo De Cotiis a Brescia: perfetto per arredare lo spazio del marchio di abbigliamento donna tutto votato all’alta moda artigianale a cavallo tra lo stile 70s rebel e la sartorialità haute couture. Ugolino system circular, con diametro 180 cm, domina la hall del Cerruti Radisson hotel di Düsseldorf progettato da Matteo Thun. Nella pagina accaNto, il Caifa square nella versione altezza 2 metri nell’ingresso dell’atelier Haute a Brescia.

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a destra, V-Carré nella versione 120 x 120 cm allo showroom Continuo Fashion Shoes di Milano di Maurizio Berchielli. Sotto. Un gigantesco lampadario, composto da oltre 30.000 cristalli, con un diametro di 5m e un peso di 800kg. L’illuminazione è data da 156 lampadine. Progetto fuori misura commissionato dalla compagnia greca Festival per il piano bar delle esclusive navi crociera di lusso European Vision.

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In occasione del Design Week FuoriSalone 2010 Lolli e Memmoli hanno presentato la collezione di Phebo – Senza Titolo – che festeggia il decennale dalla nascita del loro modello phebo, con una rivisitazione dedicata al mondo dell’arte. I nuovi nati sono editati in 6 copie uniche per modello, rispettivamente ispirate a Van Gogh, Anish Kapoor e Victor Vasarely. Sotto, i lampadari Vladimiro illuminano le suite del Four Seasons hotel gresham di Budapest.

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giochi di sovrapposizioni e lunghezze diversificate costituite da migliaia di cristalli, proposti con una vasta palette di colori, arricchita ogni anno da nuove sfumature e tonalità create appositamente. Le cromie sono infatti l’altro punto di forza delle creazioni di Lolli e Memmoli. Il processo creativo che i due hanno messo a punto li porta da un lato a sviluppare una collezione declinabile in un’infinita varietà di colori e toni ma dall’altro anche a poter proporre soluzioni ad hoc, appositamente pensate per il luogo destinato ad ospitarle. È lo spazio stesso, in questo caso, che dà loro il brief e che li ispira nell’assemblaggio dei cristalli di vari colori e nuance. Un lavoro quasi certosino, e rigorosamente artigianale, la cui riuscita è direttamente proporzionale alla qualità dell’impegno che vi si inietta non solo dal punto di vista creativo ma anche tecnico, a livello di imballaggi, organizzazione commerciale e logistica delle spedizioni e delle installazioni. Il fatto che dal 1993 ad oggi Lolli e Memmoli abbiano stregato armatori greci, alberghi, istituzioni, marchi del design (come Poliform e Minotti) e della moda (come Moschino), la dice quindi lunga su quanto il duo e il loro atelier di preziosi collaboratori siano apprezzati nel mondo intero. Perché piacciano non è un mistero. Da anni il mercato del lusso colto ha capito che la sola tradizione non basta per creare interior accattivanti per un mercato sempre più incentrato sul nuovo e il contemporaneo. Con le loro creazioni, Lolli e Memmoli sono capaci di proporre un’interpretazione nuova e colta del passato, di fatto trasformandolo senza però denaturalizzarlo. Le loro architetture di luce confortano chi non sa osare – perché utilizzano un materiale che da sempre è sinonimo di qualità –

ma parlano a chi sa andare oltre – perché di fatto scardinano la sostanza originale dello chandelier tradizionale tutto improntato sulla presenza di una struttura e sulla ripetitività del decoro. Ma è soprattutto il loro costante desiderio di andare oltre, senza sedersi sugli allori, che piace ai loro clienti. Basti vedere come anche un loro modello cult come il Phebo sia stato reinterpretato all’ultimo FuoriSalone, attingendo a piene mani dal mondo – amatissimo dai due – dell’arte contemporanea. Oltre ad una coloratissima versione ispirata a Van Gogh, Lolli e Memmoli hanno infatti progettato anche una rivisitazione in chiave Op Art, ispirata a Victor Vasarely, in cui le migliaia di carré di cristallo giocano sull’alternanza tra bianco e nero per definire contorni geometrici plastici; mentre in un’altra versione (ispirata all’opera di Anish Kapoor), il volume interno del pezzo è stato realizzato con tessere d’oro per dare un effetto scavato del volume nero esterno, generando così un’inaspettata luce dai riflessi dorati. Del resto, il loro motto è “evoluzione e coerenza”. Ed è su questo che costruiscono il loro successo.

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ParKInG DesIGn

testo di Alessandro Rocca

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eresa Sapey, architetto di origine piemontese con studio a Madrid, ha realizzato quattro parcheggi, in Spagna, che hanno fatto epoca, dimostrando come la grafica e gli elementi decorativi possano cambiare completamente il carattere di un luogo solitamente triste e trascurato. L’idea è che “un parcheggio deve andare oltre la propria funzione” per essere anche qualcosa d’altro e per assumere un ruolo positivo nell’esperienza urbana. Nel progetto di plaza Vázquez, racconta Sapey, il parcheggio “è trasformato in un polo di attrazione e di identificazione del quartiere madrileno di Chueca. Eros è la figura che ispira il progetto, un Eros moderno, anonimo e quotidiano, che coinvolge tutti gli utilizzatori del parcheggio citando versi dal quinto canto della Divina commedia: Amor che nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte che ancor non m’abbandona”. Oklahoma City: l’obiettivo di Ellott Associates è interpretare “quello che di solito è un luogo buio, sporco, oppresso da soffitti troppo bassi e con pavimenti cosparsi di macchie d’olio, un luogo

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che tutti sarebbero ben lieti di poter evitare” con un’architettura piacevole e perfino eccitante. L’intera struttura è avvolta in una rete metallica che consente di avere il 25% di aperture sulle pareti, come richiesto dalla legge, e che alla luce del sole si dissolve in una specie di nube luminosa, “gli spigoli spariscono e le superfici descrivono, attraverso la riflessione, i mutevoli paesaggi dei nostri cieli”. Negli interni, il progetto contrasta il classico problema della difficoltà di orientamento con un codice colore realizzato attraverso l’illuminazione fluorescente. È d’aiuto anche la disposizione del blocco scale e ascensore in facciata perché il contatto visivo con l’esterno aiuta a riconoscere la posizione del parcheggio, e della propria auto, rispetto al campus della Chesapeake Energy Corporation. Un altro plus è costituito da un atrio a tutta altezza, il soffitto è a circa 30 metri, che funziona come un camino, che favorisce la circolazione dell’aria, e che ospita una grande scultura di luce che usa i colori dell’illuminazione utilizzati per identificare i quattro livelli. Il problema della segnaletica e dell’orientamento è un fattore decisivo per la qualità ambientale e per la funzionalità di un parcheggio. Axel Peemöller è un graphic designer tedesco che è intervenuto, per Emery Studio, gli interni dell’Eureka Tower Carpark di Melbourne. Stimolato dall’ammirazione per il lavoro dell’artista svizzero Felice Varini, Axel ha adottato un lettering grandi dimensioni che si basa sul principio dell’anamorfosi. Si tratta dell’effetto ottico, molto usato dagli artisti del Rinascimento italiano, per cui

una figura è dipinta in maniera distorta in modo che appaia regolare solo quando è vista da un particolare punto di vista. Le parole deformate di Axel sono quindi calcolate in modo da raggiungere la massima evidenza per l’occhio del guidatore dell’auto in movimento. Un’intuizione felice per un progetto di grande successo. “Quando ho ricevuto l’incarico, racconta Axel, mi ci sono voluti dieci minuti per mettere l’idea su carta, altri dieci per farla funzionare, e altri dieci per spiegarla al cliente. Un lavoro fatto in mezz’ora, è il mio attuale record di velocità!”. Nel coloratissimo parcheggio per il centro civico di Santa Monica protagonista è la sostenibilità, e i pannelli fotovoltaici che ricoprono tetto e tre pareti diventano elementi architettonici che caratterizzano l’immagine e lo skyline dell’edificio. Un progetto dello studio che fu del grande Charles Moore, indimenticabile maestro che sapeva unire tecnologia e misura d’uomo, spirito modernista e cultura popolare. In Italia lo studio di Massimo Iosa Ghini, architetto e designer già legato al mondo dell’automobile per via di una solida collaborazione con Ferrari, ha ridisegnato il piano terreno, con gli spazi destinati al pubblico (ingresso pedonale, parcheggio al piano terreno, e zona ascensori), e all’amministrazione del Garage San Marco, punto terminale della circolazione automobilistica a Venezia. Il progetto è impostato sulla continuità di un elemento a nastro che attraversa ed avvolge i diversi ambienti nelle molteplici funzioni di pensilina, insegna esterna e corpo illuminante, e rafforza la relazione tra l’ambiente urbano e gli interni del garage.

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Madrid, Oklahoma City, Melbourne, Santa Monica: il parcheggio, che è stato spesso interpretato come un semplice servizio, assume qualità ambientali e urbane grazie a invenzioni poetiche, graphic design e tecnologie d’avanguardia.

Teresa Sapey usa citazioni letterarie, grafica aggressiva e stampe fotografiche di grande formato nel progetto del Plaza Vázquez de Mella Parking. Madrid, 2005, foto di Pablo Orcajo.

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A seconda dei punti di vista le scritte di grandi dimensioni sono percepite come segni astratti o come indicazioni direzionali. Per il conducente d’auto, le lettere distorte delle parole “In”, “out”, “up” e “down” si allineano perfettamente per indicare, a ogni incrocio, la giusta direzione.

La segnaletica all’interno dell’Eureka Tower Carpark, Melbourne, 2006. Progetto del graphic design tedesco Axel Peemöller per l’agenzia di comunicazione Emery Studio. Il parcheggio è riservato ai residenti di una torre residenziale di 90 piani. 791 automobili su quattro livelli, nel Car Park One di Chesapeake, progettato da Elliott + Associates Architects. Oklahoma City, 2008, foto di Scott McDonald Hedrich Blessing Photographers. Il blocco di scale e ascensore si affaccia all’esterno ed è un contatto visivo importante per riconoscere la posizione del parcheggio, e della propria auto, rispetto al campus della Chesapeake Energy Corporation.

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MOORE RUBLE YUDELL ARCHITECTS & PLANNERS, CIVIC CENTER PARKING, SANTA MONICA, CALIFORNIA, 2007, (FOTO DI JOHN EDWARD LINDEN). ELEMENTI VERTICALI U-GLASS IN VETRO COLORATO, PANNELLI FOTOVOLTAICI, PANNELLI PREFABBRICATI IN CEMENTO ARMATO E MAGLIA METALLICA PER CREARE UNA SUPERFICIE VIBRATILE E LEGGERA CHE PARTECIPA ALLA QUALITÀ URBANA DEL CENTRO DI SANTA MONICA. PANNELLI U-GLASS PRODOTTI DA BENDHEIM, COLORAZIONE DEI PANNELLI DI GROSVENOR SOLUTIONS IN GLASS; PANNELLI FOTOVOLTAICI DI RWE SCHOTT SOLAR INC.

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A Santa Monica, 900 posti auto su sei livelli diventano l’occasione per una presenza tecnologica, sostenibile e multicolore, grazie alla doppia facciata che smaterializza il volume e lo trasforma in una memorabile presenza urbana.

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PARKING IN STILE ITALIANO: dinamismo FUTURISTA E ROSSO (QUASI) Ferrari NEL RESTYLING DEL garage San Marco, L’UNICO LUOGO DI Venezia CONCESSO ALL’automobile. IOSA GHINI ASSOCIATI, RIQUALIFICAZIONE GARAGE SAN MARCO, VENEZIA, 2008: UN NASTRO IN ACCIAIO LACCATO ROSSO ATTRAVERSA E AVVOLGE GLI AMBIENTI SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ, NELLE MOLTEPLICI FUNZIONI DI PENSILINA, INSEGNA ESTERNA E CORPO ILLUMINANTE, QUINDI COME ELEMENTO DI CONNOTAZIONE DELLO SPAZIO SIA URBANO CHE INTERNO. (PH. HENRY THOREAU). FINITURE E COLORI: BIANCO PER I MATERIALI MAT COME LA PELLE DELLE VETRINE ED IL PRAL (MATERIALE ACRILICO) DEGLI ARREDI SU MISURA; SILVER PER LE LACCATURE SPAZZOLATE DELLE PARETI ESPOSITIVE E PER I PAVIMENTI, SIA QUELLI INTERNI, IN LISTONI DI GRES CON PARTICELLE DI METALLO, CHE ESTERNI, IN RESINA CON QUARZI GRIGI; ACCIAIO LUCIDO PER LE COLONNINE DI SOSTEGNO DELLE PARETI VETRATE, LE ZOCCOLATURE E GLI APPOGGI DEGLI ARREDI SU MISURA.

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La tradizione incontra la contemporaneità nella nuova sede Campari che porta la firma di Mario Botta e Giancarlo Marzorati.

cotto high tech materiali

by palagio vivaterra

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ue corpi di fabbrica incernierati fra loro; una torre con piani seminterrati a cui si aggancia un ponte a due piani con altri interrati. La nuova sede della Campari a Sesto San Giovanni è un complesso articolato, progettato per contenere – a guisa di un involucro d’autore – due edifici precedenti: la vecchia sede dell’azienda e una lobby. Per realizzarlo, gli architetti Mario Botta e Giancarlo Marzorati hanno puntato su soluzioni che privilegiano un’immagine di alta qualità figurativa, creata da un uso intelligente delle parti terrazzate per alleggerire l’impatto orizzontale e verticale dei due edifici. Per farlo, hanno utilizzato un sapiente mix di materiali tradizionali, interpretandoli in chiave contemporanea. Aggiungendo cioè alla loro innata valenza estetica anche un ruolo funzionale. Per nobilitare l’immagine architettonica delle residenze che sono parte del complesso, sono state scelte ad esempio delle lastre in Terracotta Palagio sulle pareti. Le facciate sono a doppia pelle con la sezione interna completamente vetrata mentre l’esterno è stato rivestito da lame di cotto Palagio, disposte verticalmente e montate a secco su

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Un dettaglio delle residenze che sono parte del complesso della nuova sede della Campari a Sesto San Giovanni. Per realizzarle gli architetti Mario Botta e Giancarlo Marzorati hanno utilizzato a piene mani le lastre in terracotta estrusa Imprunetina di Palagio i cui elementi possono essere fissati a varie angolazioni, dando così la possibilità di creare sapienti giochi di luce tra esterno e interno. A sinistra, una vista di insieme sulle residenze. L’uso delle lastre di terracotta Palagio conferisce loro un’estetica a cavallo tra modernità e tradizione.

struttura in acciaio. Le lastre Palagio, realizzate su misura dall’omonima azienda (parte del gruppo Vivaterra) per rispondere alle esigenze dei progettisti, sono in terracotta estrusa Imprunetina di dimensioni 50x140x1000 mm, posate in verticale. L’elemento singolo presenta tre fori a stella nel senso di estrusione, utilizzati per il fissaggio alla sottostruttura metallica. Il particolare foro consente il posizionamento della lastra a diverse angolazioni, come nel caso delle vetrate in corrispondenza delle quali le lame sono inclinate di 45 gradi: in questo modo la luce filtra attraverso di esse e, a seconda dell’esposizione, crea all’interno disegni cangianti alle diverse ore del giorno. Anche per rimettere a nuovo il famoso mosaico di Depero, simbolo della Campari, Botta e Marzorati hanno utilizzato un prodotto Palagio: un mosaico con listelli in terracotta prodotti a misura e sagomati. Il cotto, insomma, nella mani dei due architetti, si è rivelato quindi un materiali assolutamente versatile, perfetto per rispondere alle esigenze dell’architettura contemporanea. E di farlo nel totale rispetto della tradizione autoctona.

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luce

illuminare e reinventare by Sidesign

innovazione, tecnologia e design. la ricetta di successo di un nuovo marchio del made in italy rende la luce stessa protagonista del progetto.

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Dall’alto in senso orario. Un’immagine d’ambiente con la lampada Q3 da parete, dalla collezione Quadrat di Giuseppe Bavuso per SiDesign. lampada da parete Q1 e un dettaglio della lampada da parete q2.

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prirsi a nuovi mercati. E farlo scommettendo sul design ma facendo leva sulla sua consolidata esperienza di innovazione tecnologica nel settore dell’illuminazione. È stato un passo strategico importante quello fatto da SIDE, azienda da sempre impegnata nello sviluppo di prodotti tecnici per l’illuminazione di interni e esterni, attraverso la creazione del suo nuovo marchio SiDesign. Alle ambiziose intenzioni, SiDesign ha immediatamente dato seguito con i fatti attraverso una collezione, a firma di Giuseppe Bavuso, che rende la luce stessa la protagonista del progetto. Scegliendo la mano di questo designer, celebrato per il suo rigore minimalista ma anche per il suo sapiente uso di materiali innovativi, SiDesign ha dato un segnale volutamente chiaro alla sua presenza sul mercato: la sua vision è quella di fornire prodotti altamente professionali, in cui la luce viene progettata non solo per quanto riguarda la forma del suo contenitore (la lampada stessa) ma soprattutto perché essa possa essere utilizzata per vestire l’ambiente che la ospiterà. Nella la sua prima collezione targata SiDesign, Quadrat, Bavuso ha giocato con le infinite

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Nella pagina accanto. Un interior arredato con la lampada da parete Q4 e, in sovraimpressione, la lampada q8 da esterno della collezione quadrat, design giuseppe bavuso.

possibilità offerte dalla tecnologia a led, in particolar modo con il mettere a disposizione fonti luminose estremamente piccole, ridotte alle dimensioni di un foglio. Il progetto è quindi stato declinato in una proposta assolutamente trasversale, che copre tutte le tipologie e le destinazioni d’uso: dalle lampade a parete per interni, piccoli punti luce che a guisa di lucciole segnano lo sviluppo dei percorsi, a quelle per esterni a luce diretta o a luce indiretta, appositamente pensate per le aree verdi, passando per le lampade da parete progettate per la valorizzazione delle facciate degli edifici. Il risultato è una luce sempre diversa, capace di reinventare gli ambienti con la sua presenza. Una luce che, da sola, arreda, come nella migliore tradizione del design e della produzione completamente made in Italy.

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La vasca in salotto o in camera da letto. Un sogno per molti. Ma come renderla una presenza piacevole e non intrusiva? Teuco propone una soluzione firmata Talocci Design.

relax diffuso by Teuco

benessere

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È

la luce la protagonista principale della residenza bolognese non a caso chiamata Maison de la Lumière. Luce che filtra liberamente attraverso le ampie vetrate che delimitano il perimetro dell’abitazione e che si riflette negli interior caratterizzati da una palette orientata al bianco e ai toni caldi del legno. Luce che diventa un sinonimo di leggerezza e pulizia degli spazi. Si inserisce quindi alla perfezione in questo contesto l’uso della vasca Seaside di Teuco, progettata da Talocci Design. E non solo per l’atmosfera unica ricreata dai fari subacquei e dall’illuminazione perimetrale. Sono anni che gli interior di tendenza, soprattutto negli ambienti contract ma oggi sempre di più anche nel residenziale d’autore, propongono la possibilità di un benessere diffuso, declinato in soluzioni (vasche o, mini-piscine o saune) da posizionare in camera da letto o persino in salotto. Il rischio, lavorando in questo senso, è chiaramente quello di spezzare gli spazi, di bloccare l’orizzonte visivo con strutture importanti. Invece di lavorare per sottrazione, proponendo prodotti formato mignon, per la Seaside, Teuco ha intelligentemente optato per un progetto di grandi dimensioni (215x200cm) ma discreto e raffinato, nato con l’intento di armonizzarsi all’ambiente. La Seaside è infatti disponibile in una versione con sistema di arredo, che consente di evitare l’incasso e quindi di ottenere una massima libertà di ambientazione. L’idromassaggio classico è poi stato sostituito con un sistema blower che cela i comandi e la rubinetteria all’interno di un

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SOPRA, la vasca Seaside rappresenta il connubio perfetto tra l’avanguardia tecnologica e l’attenzione al design, per una nuova dimensione del benessere firmata Teuco. A LATO, la zona lounge de La Maison de La Lumière, una residenza privata a Bologna tutta giocata sui rimandi tra esterni e interni. Nella pagina accanto. SOPRA, la piscina all’esterno della casa, collegata visivamente all’interior grazie all’ampia vetrata. SOTTO, l’area benessere con la vasca idromassaggio Seaside di TEUCO. Malgrado le dimensioni importanti (215x200 cm) la vasca si integra nell’ambiente grazie alle sue forme leggere ed è disponibile anche con un sistema d’arredo che consente di evitarne l’incasso.

vano apribile, al fine di ridurre al minimo le parti a vista nella logica della massima pulizia formale. L’illuminazione, posizionata lungo tutto il bordo vasca, la fa apparire come sollevata da terra, mentre sui lati più lunghi oltre ad una cascata illuminata trovano spazio tre cuscini e poggiatesta mobili: una vera e propria zona relax da condividere. Completa l’approccio “essenziale” anche la tipologia dell’arredo abbinato a Seaside, dotato di un esclusivo sistema di aerazione naturale e di una pratica nicchia per riporre ogni accessorio legato al tema del benessere. La vasca Seaside, insomma, è una presenza che non disturba. Né visivamente, né dal punto di vista sonoro, visto che come tutti i prodotti Teuco può contare sul sistema Hydrosilence, il solo al mondo ad essere veramente silenzioso. Un prodotto particolarmente adatto per la Maison de la Lumière, quindi, un’architettura tutta giocata sul meccanismo dialettico tra il dentro e il fuori. E per ogni realizzazione, privata o contract, votata ad un interior pulito, essenziale e funzionale ma allo stesso tempo caldo ed accogliente.

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PIeTre naTuraLI: LA cHIave DeL successo è neL serVIzIo

SOLUZIONI personalizzate AL know-how DI CHI IL MESTIERE LO FA DA decenni. È QUESTO IL segreto CHE FA andare A GONFIE VELE IL SERVIZIO STONE Contractors DI Marmi Ghirardi.

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MaTerIaLI

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Nella pagina accanto. Le due nuove strutture che, insieme al restauro conservativo, hanno dato nuova vita al Teatro ALLa Scala di Milano. Il rivestimento dell’ellissoide è costituito da listelli che esplicano anche una funzione frangisole e sono realizzati in marmo di Botticino lavorato con finitura spazzolata. Lo stesso materiale ricopre la torre scenica realizzata con sistema a facciata ventilata. rivestimenti di Ghirardi Stone Contractors.

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he il marmo faccia parte della tradizione edilizia italiana è un dato di fatto, che affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Ovunque, nel mondo, questo materiale che è sinonimo di lusso, si lega infatti nell’immaginario popolare e non, con il Belpaese e il suo patrimonio artistico e architettonico. Ma in un mercato sempre più competitivo, in cui i Paesi emergenti sono sempre più agguerriti e propongono soluzioni spesso decisamente più a buon mercato, il poter far leva su un passato glorioso non basta per raggiungere un successo commerciale e sostenibile. Il futuro delle commodities di altissima qualità, come il marmo, certamente si gioca non sul terreno dei prezzi quanto su quello della qualità, unita al servizio. La parola chiave è quindi, come sempre, innovazione. Unita alla capacità di rinnovarsi a livello organizzativo per poter offrire soluzioni personalizzate e perfettamente calibrate alle esigenze di architetti e costruttori. L’hanno capito alla Marmi Ghirardi di Carpenedolo in provincia di Brescia: un’azienda nata nel 1938 dalla passione di Renato Ghirardi, un artigiano particolarmente abile nella pratica di martello e scalpello sulle pietre naturali, e trasformata progressivamente negli anni ’60 in una realtà imprenditoriale che opera su scala mondiale. La chiave del successo dell’azienda, che oggi ha commissioni in tutta Europa, Stati Uniti, Medio ed Estremo Oriente, è stata la capacità di percepire le evoluzioni del mercato dell’edilizia e di rispondere

Le risorse umane altamente specializzate impiegate nei laboratori di Marmi Ghirardi ricoprono un ruolo insostituibile nelle diverse attività che concorrono al raggiungimento dei massimi standard qualitativi e dei più elevati livelli di soddisfazione della committenza. Negli stabilimenti aziendali, estesi su un’area di 70.000 mq, sono eseguite tutte le fasi di lavorazione sulle pietre naturali. Il ciclo produttivo si avvale dei macchinari più innovativi e tecnologicamente avanzati per il taglio e la lucidatura, nonché per realizzare le più svariate lavorazioni e finiture.

adeguatamente e in modo immediato con soluzioni perfettamente calibrate per dar seguito alle necessità di architetti e costruttori. Innanzitutto uscendo dalla dimensione familiare dell’azienda, pur senza perdere mai le qualità di passione per la lavorazione della pietra, per la qualità e la serietà. Marmi Ghirardi l’ha fatto investendo in nuove tecnologie e attrezzature ma anche e soprattutto sulle risorse umane. Fin dai primi anni ’90, l’azienda ha fatto infatti incetta di ingegneri, architetti e progettisti cui propone una formazione continua e aggiornata con lo scopo di poter offrire ai propri clienti un elevato grado di specializzazione nella gestione e nella progettazione delle lavorazioni. La vision della famiglia Ghirardi, la cui terza generazione è tutt’oggi a capo dell’azienda, è infatti semplice ma efficace: focalizzarsi su commissioni di altissima qualità e prestigio rispetto alle produzioni

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seriali. Il che chiaramente si traduce in un alto grado di integrazione verticale, occupando tutti i diversi segmenti di cui il mercato stesso si compone: non solo estrazione e commercializzazione di lastre e blocchi, quindi, ma anche la lavorazione del prodotto fino al finito e soprattutto l’offerta di servizi tecnici di supporto. Gli architetti e i costruttori non vogliono soltanto un prodotto ma hanno bisogno di poter far leva su un know-how maturato sul campo. Per questo oggi Marmi Ghirardi propone una sorta di ‘pacchetti chiavi in mano’, chiamato Stone Contractors, unico in Italia. Si tratta di un’innovativa concezione nella fornitura di servizi specialistici di alto profilo nel campo delle pietre naturali dove vengono richieste qualità, professionalità e capacità di problem solving, ma soprattutto competenze distintive nello sviluppo di un progetto. A partire da un concept iniziale, insomma, Ghirardi mira a proporre soluzioni altamente performanti attraverso metodi di posa evoluti e sistemi tecnicamente avanzati. Ad ogni sfida, viene quindi proposta una soluzione pensata ad hoc e la possibilità di supervisionare, con competenza e creatività, l’intero processo di realizzazione. Le scelte tecniche e la selezione dei materiali adeguati assumono infatti oggi un ruolo sempre più fondamentale per la costruzione delle nuove architetture (rispetto per esempio alle tematiche ambientali), ma anche per il recupero edilizio e la conservazione del patrimonio architettonico e urbanistico.

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La passione per il marmo? In Italia affonda le sue radici nella notte dei tempi. Ma per tenersi al passo serve l’innovazione, nel prodotto e nel servizio.

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Lo showroom di BHC Home Experience a Milano dove Marmi Ghirardi espone i propri rivestimenti. Pannelli alti 2 metri e un vasto campionario di collezioni e materiali pregiati (marmi, graniti, onici, limestone e travertini) offrono al visitatore un interessante e ampio panorama di soluzioni nell’ambito della progettazione e del design. Nella pagina accanto, in alto. Dettagli di una parete ventilata realizzata per il nuovo Auditorium della Banca di Credito Cooperativo in provincia di Brescia. La facciata è rivestita da pietra New Tonalite, un materiale in esclusiva di Marmi Ghirardi, lavorata con finitura spazzolata e sabbiata per inserirsi armoniosamente nel contesto urbano e ambientale circostante. In basso, Breccia Aurora, estratta in cave rimaste inattive per 30 anni, dopo un lungo lavoro di preparazione tecnica effettuato da Ghirardi: grazie alla riapertura dei giacimenti, l’azienda ha oggi l’esclusiva mondiale su questo prodotto di gran pregio.

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A Torino SI È INAUGURATO IL PRIMO co-working: UNO SPAZIO DI LAVORO di 1300 mq DOVE SI affittano 44 postazioni E scrivanie individuali, SI USANO RECEPTION, CUCINA, SALE RELAX E ALTRI ambienti in comune E SI prenotano SALE RIUNIONI. TUTTO a partire da 300€ al mese.

TooLBox: L’uFFIcIo conDIvIso progetto di Aurelio Balestra, Giulio Milanese, Caterina Tiazzoldi foto di Sebastiano Pellion di Persano ed Helene Cany testo di Virginio Briatore

LA RECPTION DI TOOLBOX, ORGANIZZATA DALL’ARCHITETTO CATERINA TIAZZOLDI CON IL SISTEMA PARAMETRICO ADAPTABLE COMPONENT. LA VARIETÀ DERIVA DALLA DECLINAZIONE E TRASFORMAZIONE DI UN’UNICA REGOLA PROGETTUALE CHE PERMETTE DI ENFATIZZARE L’IDEA DI MOLTEPLICITÀ. PAGINA A LATO. LA GRANDE NAVATA DELL’UFFICIO CHE PRESENTA DA UN LATO LE POSTAZIONI DI LAVORO INDIVIDUALI E DALL’ALTRA GLI SPAZI DEI SERVIZI COMUNI E. UNA SALETTA DI CONVERSAZIONE E RELAX, CON ARREDI IKEA E PAVIMENTO IN CAUCCIÙ NATURALE.

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I

l titolo è siamo soli. Siamo single. Abbiamo pochi soldi e vivere in città è sì meraviglioso, ma anche faticoso. Nonostante si vantino almeno 1750 amici su facebook poi si fa fatica a trovarne uno con cui condividere uno spazio di lavoro, una segreteria o la bolletta del gas! Inoltre è bello non avere legami e il santo che va per la maggiore nel XXI secolo è San Precario, cantato anche da Lorenzo Palmeri, l’unico designer musicista sulla scena italiana. Per questi ed altri

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motivi è stata salutata con entusiasmo l’apparizione, all’angolo tra corso Turati e corso Dante, a Torino, di Toolbox: un ufficio che offre la possibilità di avere strumenti di lavoro e di relazioni ad un costo contenuto, anche per brevi periodi. Nato da un concept di Aurelio Balestra, Giulio Milanese, Caterina Tiazzoldi e realizzato su progetto architettonico di quest’ultima, l’edificio è parte di un’area urbana in grande trasformazione: di fronte, ad esempio, è prevista la costruzione del nuovo quartiere generale dell’Istituto Europeo di Design, progettato da Mario Cucinella.

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Toolbox occupa il piano terra di un palazzo per uffici di 4.500 mq, frutto di precedente ristrutturazione di un edificio industriale degli anni Settanta. Al secondo e terzo piano si sono insediate realtà importanti come Coca Cola Italia, Accenture, H3G e Symantek. L’idea base è rispondere alla mutata realtà professionale di Torino, sempre meno legata al lavoro tradizionale, organizzato in aziende e chiuso in uffici veri e propri, e sempre più caratterizzata dalla presenza di liberi professionisti, spesso forzatamente indipendenti. Toolbox è un ambiente

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disegnato per una nuova generazione di architetti, web designer, creativi, giornalisti, professionisti e imprenditori indipendenti. Un posto pensato per inventare un nuovo approccio al lavoro e all’esistenza, che a soli sei mesi dall’apertura ha già affittato la metà dei posti disponibili ed è stato scelto da Google per un incontro di lavoro internazionale tenutosi il 17 novembre scorso. Dopo una fase in cui il lavoro da casa è apparso come un’alternativa percorribile, si è riscoperta la necessità di spazi dedicati. Questi sono necessari per tre ragioni: socialità, bisogno di essere professionalmente riconosciuti dagli altri e da se stessi e – dato che l’abito fa il monaco – l’impossibiltà di vivere felici stando tutto il giorno in tuta o in pigiama! Il progetto Toolbox è stato sviluppato modulando socialità e privacy, relax e lavoro, formalità e informalità. Molteplicità e varietà sono i valori primari di Toolbox. Le pareti della zona di ingresso-reception sono formate da cubetti di dimensioni variabili sui quali sono

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indicate le posizioni dei differenti servizi offerti dalla struttura. La composizione è ottenuta con un sistema parametrico che è la felice ossessione con cui l’architetto Caterina Tazzioli, docente anche alla Columbia di New York, sta tentando di riformulare mezzo pianeta! Esso consiste nello sviluppare infinite configurazioni per sottolineare la filosofia di una struttura pronta ad assorbire i cambiamenti. Il valore della ristrutturazione sta anche nell’essere un progetto low budget, in cui la campata principale dell’edificio è stata mantenuta a vista, nuda e cruda, suddivisa longitudinalmente con l’inserimento di volumi filtro usati come vani tecnici, mentre sul lato corridoio si affacciano i volumi contenenti i servizi comuni: sale riunioni, locali stampanti, spazi d’incontro informali, un patio e la cucina. Dopo tanti Co.Co.Co forse è giunto il momento di dire buon co-lavoro!

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A LATO. SONO VISIBILI I VARI LIVELLI DI TRASPARENZA DELLE BOLLE CHE COSTITUISCONO LA TEXTURE ESTERNA DEL CONTENITORE-BAR. E, SOTTO,UN’ALTRA CABINA FONO ISOLATA IN CUI TELEFONARE O PARLARE SENZA DISTURBARE CHI LAVORA NELL’OPEN SPACE. A DESTRA, IL TAVOLO COMUNE DELLA CUCINA, DOTATA ANCHE DI FORNI E FRIGORIFERO. QUI SOTTO. UNA DELLE PICCOLE SALE RIUNIONI PRENOTABILI A RICHIESTA. PAGINA ACCANTO, FOTO GRANDE. IL CONTENITORE DEL BAR, CON IL TAVOLO TIPO ‘MANGIA IN PIEDI’, ESEGUITO SU MISURA E RIVESTITO CON MATERIALE CERAMICO. FOTO PICCOLE. UNA DELLE CABINE DEDICATE ALLE CONVERSAZIONI TELEFONICHE, CON RIVESTIMENTO FONO ISOLANTE. IN BASSO, IL PICCOLO PATIO CON BAMBÙ, CHE DÀ LUCE ALLO SPAZIO DELLA CUCINA.

A POCHI MESI DALL’apertura LE PERSONE CHE HANNO SCELTO DI lavorare A Toolbox SEMBRANO CONTENTE. SONO NATE ANCHE nuove collaborazioni PER nuovi business E TUTTI DISPENSANO micro-consulenze AGLI ALTRI co-workers.

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titolo

Benessere

i due volti del nuovo calore Caleido by co.ge.fin

I decori grafici e altamente personalizzanti dei suoi radiatori. Le forme contemporanee e essenziali dei suoi biocamini d’autore. Caleido riscalda gli interior, arredandoli.

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Un ambiente arredato con il radiatore modello Geiger della collezione Caleido by Karim Rashid realizzato da un’unica piastra in acciaio con incisione decorativa sulla lamiera. A sinistra e in basso nella pagina accanto. Il biocamino Klino della linea Caleido EcoFire Design di Alessandro Canepa con piani inclinati in acciaio inox e vetro. Funziona senza canna fumaia, alimentato a bioetanolo.

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a funzione che diventa forma. Il calore che si trasforma in design. Il radiatore che arreda è ormai una realtà consolidata nel panorama degli interior d’autore, soprattutto per quanto riguarda il settore del contract in cui un prodotto dalla forte personalità può fare miracoli per caratterizzare uno spazio e dare quel tocco firmato che fa la differenza. Chiaro che, in un settore comunque tecnico come quello del riscaldamento, estetica e funzione devono anche andare pari passo con un altissimo livello di know-how tecnologico e con una particolare attenzione a livello di materiali e qualità della realizzazione. Creatività sì, quindi, ma solo se non tralascia la matrice rigorosamente funzionale da cui prendono origine i prodotti legati al riscaldamento. Per questo Co.Ge.Fin, con il suo marchio Caleido, seleziona attentamente i propri fornitori sempre e solamente in territorio nazionale e realizza la produzione nei propri stabilimenti italiani. Un made in Italy doc, quindi, che poi l’azienda esporta nel mondo grazie al suo costante impegno nel settore del contract. Calza quindi perfettamente, per un marchio del Belpaese che però ha una presenza sempre più importante a livello internazionale, la scelta di Karim Rashid – star indiscussa del progetto, che spesso lega il suo nome a marchi italiani di altissimo livello – come progettista della sua ultima collezione di radiatori di design. Partendo da una singola piastra in acciaio, Rashid ha lavorato sul decoro, proponendo incisioni dirette sulla lamiera di nuances dinamiche, decori artistici e fluide proiezioni scenografiche, quasi a guisa di salvascreen da computer fissati per sempre sullo ‘schermo’ degli interior che li ospitano. Si va dal tortuoso avvitamento di sfumature graduali su sfondo nero del modello Geiger alle

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linee sinuose di Kelvin, passando per il gioco cromatico dai toni accesi di Therme. In parallelo alla tendenza che trasforma il radiatore in una presenza importante e caratterizzante nell’arredo, Caleido risponde anche a quella opposta, che vede invece protagonista il più tradizionale tra i sistemi di riscaldamento – il caminetto – trasformandolo in un oggetto contemporaneo non solo come forme ma anche come spirito e funzione. Oltre a regalare le affascinanti atmosfere che solo il fuoco vivo sa dare,

i biocamini della linea Caleido Ecofire Design sono infatti assolutamente eco e utilizzano combustibile completamente biologico e rinnovabile (il bioetanolo o alcol denaturato). Il primo nato di questa serie è il nuovissimo Klino, progettato da Alessandro Canepa, un biocamino che non richiede installazione di canna fumaria, realizzato con piani inclinati di acciaio, la cui fiamma viene protetta da un vetro trasparente. Il risultato è un gioco di riflessi della fiamma sui vari materiali che creano un’atmosfera calda e avvolgente.

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furniture

Il piacere di poter scegliere. La sicurezza della qualità. Il beneficio dell’ergonomia. Con le nuove collezioni Lamm rinnova il suo impegno per un contract d’autore.

come tu vuoi

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by lamm

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Due moduli dal sistema di sedute HL3 di Lucci e Orlandini, con schienale ergonomico lineare ma elastico: è disponibile in varie tipologie: sedia su base a 4 gambe con sedile fisso o ribaltabile o su base girevole e sedute su barra. Sotto. La sedia Lucky di Emilio Nanni con una sagoma flessibile che asseconda i movimenti del corpo: la sua monoscocca in polipropilene ha una superficie differenziata, con finitura opaca antisdrucciolo sul lato seduta e lucida all’esterno.

Nella pagina accanto. La collezione Lokai di Marco Piva, in varie declinazioni: poltroncina, sedia, sgabello, tavolino. Superversatile, può essere vestita con tessuto, panno, ecopelle, fibre sintetiche oppure in vera pelle grazie alla schiuma tura realizzata su stampo apribile da calzare e sfilare a piacimento.

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econdo Marco Piva, armonia ed equilibrio “sono due tra le più affascinanti e seducenti suggestioni alla base dell’idea stessa di design”. Per questo ha chiamato Lokai (parola hawaiana che indica proprio questi due concetti) la sua collezione di sedute e tavolini per Lamm. La traduzione progettuale di armonia ed equilibrio ha dato così vita a forme dolci e aggraziate ma anche a un’anima green, ottenuta grazie all’uso di una schiumatura realizzata su stampo apribile, in modo da poter essere calzata e sfilata a piacimento dalla struttura. Ogni elemento può quindi essere vestito e

svestito in linea con i dettami del momento. La versatilità di Lokai sta anche poi nell’ampia gamma in cui viene realizzata, pensata per rispondere alle articolate necessità del settore contract: dalla semplice seduta su base a slitta essa viene infatti declinata anche come poltroncina con braccioli, divanetto, pouf, lounge, sgabello da bar, fino al tavolo da caffè e persino ai cuscini. L’accoppiata versatilità e sostenibilità rappresenta il cuore di un approccio che Lamm, azienda nata nel 1959 e attivissima nel settore contract a livello internazionale, persegue da sempre. La sua produzione, estremamente diversificata e sempre orientata al miglioramento e all’eccellenza, scaturisce da un processo continuo d’innovazione, ricerca e sviluppo sull’uso dei materiali, studi ergonomici delle forme e messa a punto di meccanismi in grado di migliorare le condizioni di utilizzo dei prodotti e di garantire il benessere e la sicurezza della persona. Caratteristiche che si notano nel sistema di sedute polifunzionali HL3 di Lucci e Orlandini il cui sviluppo lineare dello schienale, più elastico rispetto a una struttura tradizionale, consente di assecondare i movimenti e gli adattamenti di postura della persona migliorando il comfort di seduta. Ma anche nella sedia Lucky di Emilio Nanni, qualificata da una sagoma morbida e flessibile pensata per accogliere il corpo. È grazie a questi atout e al servizio completo e personalizzato dalla progettazione all’allestimento e posa in opera garantiti dall’azienda, che Lamm è arrivata ad essere partner di scelta per costruttori e architetti che preferiscono il made in Italy in tutto il mondo.

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chiamateci consulenti

ambienti

by miodino faram group

Non più fornitori ma partner. Il Gruppo Miodino Faram conquista gli architetti con una nuova filosofia e una profonda trasformazione aziendale. E i risultati si vedono.

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er Tallo de Cristofaro, responsabile dello sviluppo commerciale di MioDino-Faram Group, il successo oggi si costruisce cambiando prima di tutto il modus operandi. “È tutta una questione di cultura aziendale”, dice. C’è da credergli. Grazie ad una trasformazione profonda, il MioDino-Faram Group è riuscito infatti ad affrontare la crisi economica in modo egregio uscendone a testa alta e addirittura rafforzato anche a seguito dell’acquisizione della Faram, azienda storica dell’arredo per ufficio. “Siamo partiti da un’attenta analisi delle esigenze del mercato”, continua de Cristofaro, “e abbiamo investito in risorse umane nei settori della progettazione, della ricerca e sviluppo e nel commerciale. A questa crescita in capitale umano è poi corrisposto anche un forte investimento nella ricerca di materiali, nello studio di forme evolute e nell’applicazione di tecnologie all’avanguardia. “Oggi non siamo più solo produttori di arredi e partizioni per ufficio ma una realtà che progetta, produce e installa. Insomma un partner per architetti e costruttori”. La parola chiave è quindi consulenza. Per ogni committente viene studiata “la soluzione più adatta a creare un ambiente di lavoro confortevole e funzionale, in cui l’organizzazione degli spazi e l’ottimizzazione dei parametri ambientali – illuminazione, temperatura, acustica, profondità visiva – favorisca la creatività, la comunicazione

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interna ed esterna, lo scambio delle informazioni, la collaborazione”, dice de Cristofaro. Lo scopo finale è sempre, chiaramente, quello di migliorare la qualità del lavoro. “Lo facciamo proponendo un linguaggio progettuale tecnologico, un design cosmopolita, un utilizzo di materie prime doc (accuratamente ricercate presso fornitori provenienti dal territorio) e una forte attenzione alle tematiche ambientali”. Della trasformazione del gruppo MioDino-Faram si sono accorti immediatamente alla Regione Lombardia che gli ha commissionato la fornitura di pareti divisorie e arredi per la loro nuova sede. “Abbiamo lavorato a stretto contatto con lo studio di progettazione, gli architetti, la Direzione Tecnica e la proprietà per arrivare a soluzioni esteticamente piacevoli ma anche funzionali. Come una parete divisoria in doppio vetro con un profilo molto contenuto ma un’elevata capacità di isolamento acustico e arredi studiati per rendere più agevole e confortevole il tempo passato in ufficio. Perché è il dettaglio dopotutto che fa la differenza nel quotidiano”. Un motto che piace, oltre che alla Regione, anche alle archistar. Da Norman Foster a Zaha Hadid, da Jean Nouvel a Studio Gensler sono tanti infatti i grandi dell’architettura che scelgono il MioDino-Faram Group. In Italia, ad esempio, hanno appena concluso le trattative per le forniture a Tecnimont per la Torre

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Garibaldi a Milano e agli uffici Alitalia a Roma. “Abbiamo cantieri che vanno da alcune decine a diversi milioni di euro”, conclude de Cristofaro, “ci stiamo facendo apprezzare da chi non ci conosceva. Siamo entusiasti del nostro lavoro e ci piace trasmettere questo entusiasmo anche alla nostra committenza. Dopotutto, da un partner ci si aspetta anche questo”.

In alto. Gli uffici della nuova sede di Armosia Italia Srl a Roma, di Acta Architettura con le pareti P700 – P600 e gli arredi Dinamico e CO. Sopra, gli uffici della Blend Tower di Milano. L’interior designer Marco Vigo ha scelto le pareti attrezzate New Structural e gli arredi CarpeDiem. Nella pagina accanto, in alto. Gli uffici della Cisco System a Vimercate (MB), progetto di PCMR, arredati con la parete attrezzata P450 e le pareti P500 P700. In basso, la sede del Gruppo Garnova, produzione di biodiesel dal riciclo di prodotti a base di carne, a Granollers (Barcellona): qui l’interior designer Emili Muñoz ha scelto pareti P900, arredi Aplomb.

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materiali

fab prefab

by franz Isella

Da abitazione di fortuna a scelta stilistica. Il prefabbricato cambia volto. Quello nuovo sfoggia un look contemporaneo e un’anima green.

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Gli interni di Just Home, il prefabbricato di Franz Isella progettato in partnership con l’architetto Paolo Caputo in occasione di Interni Think Tank, allo scorso FuoriSalone. Nella pagina accanto. In alto, l’esterno di Just Home. L’interpretazione di Caputo sul prefabbricato è stata squisitamente contemporanea: giocando con le trasparenze dei rivestimenti, l’architetto ha di fatto realizzato una scatola di luce, a metà tra l’abitazione e lo spazio espositivo. In basso, un rendering che mostra l’adattabilità del modello di Franz Isella, di fatto assemblabile in azienda e posizionabile ovunque.

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ono ormai lontani i tempi in cui la parola prefabbricato faceva rabbrividire gli amanti dell’architettura e del design. Da anni, infatti, gli avanzamenti tecnologici e la ricerca nel settore dei materiali permettono la realizzazione di strutture di grande qualità funzionale e sempre di più anche di valenza estetica. Un esempio delle potenzialità del prefabbricato d’autore lo hanno dato l’architetto Paolo Caputo e la Franz Isella all’evento Think Tank di Interni all’Università Statale lo scorso aprile, durante il FuoriSalone con il progetto Just Home. Questo sistema prefabbricato modulare autoportante per insediamenti abitativi e tecnologici, di fatto un container attrezzato appositamente pensato per offrire comfort e altissima personalizzazione a costi contenuti e ad alta velocità di realizzazione, è stato infatti interpretato da Caputo come una sorta di dimora della luce – a metà tra un modulo abitativo in vetro, un’installazione artistica e un contenitore funzionale. Le potenzialità del progetto vanno però ben oltre l’estetica accattivante. Da sempre la Franz Isella, azienda che da mezzo secolo è impegnata nel settore dell’architettura tecnologica mobile e che propone soluzioni per l’ONU, la Protezione Civile e con i grandi dell’edilizia cantieristica, lavora per definire

nuovi paradigmi per un sistema di edilizia civile ad alto comfort anche nei modelli base. L’idea è quella di progettare sistemi aperti, che possano adeguarsi alle esigenze sempre mutevoli di chi le usa, consentendo ampliamenti, sopraelevazioni, nuovi rivestimenti o semplici ristrutturazioni funzionali utilizzando i vari moduli progettati dall’azienda. I moduli abitativi di Just Home sono realizzati a partire dalla struttura costituita da telai metallici di 3,00 x 6,00 x 3,00 m, assemblabili a piacere secondo varie combinazioni. È questa l’ossatura da cui possono poi nascere prefabbricati da uno a tre piani, in linea e a ballatoio, a corte, oppure con andamento irregolare, con logge, verande, balconi, pergolati. Al telaio sono applicati meccanicamente i tamponamenti in pannelli in vetro fotovoltaico, legno, oppure policarbonato; ma anche a sandwich finiti con lastre in rame ossidato, corten, Corian®, pietra tecnica o ceramica strutturale. La stessa grande varietà di rivestimenti è anche disponibile per gli interni. Just Home è quindi una vera e propria casa flessibile, che sa persino cambiarsi d’abito. Ma è anche una realtà eco-sostenibile, che utilizza solo materiali rigenerabili e riutilizzabili, assicurando anche un ottimo isolamento energetico-termico (classe A).

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Dot Baires Shopping, il piĂš grande centro commerciale dedicato allo shopping e allo svago di Buenos Aires, si caratterizza per un complesso progetto architettonico dal forte dinamismo geometrico.

progetto di Studio Pfeifer y Zurdo foto di Francisco Nocito testo di Cristina Monica

all’ultimo piano di Dot Baires Shopping, grandi lucernari a cono con sospensioni Gem firmate iguzzini. le vele triangolari, poste a copertura della zona dedicata al food, sono illuminate indirettamente da piccole fasce di tubi nascoste nella struttura. Le superfici della facciata principale sono punteggiate da led rossi, che durante le ore di buio conferiscono un aspetto singolare alla struttura.

lo shopping si illumina

Nella pagina a fianco. sulla scala nell’atrio principale, effetti di luce ottenuti grazie a ledplus, posti nelle alzate, e ad apparecchi miniwoody, maxiwoody, woody e iroll posti nelle relative colonne.

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il lighting designer pablo Pizarro, utilizzando apparecchi di illuminazione firmati iguzzini, ha connotato in maniera forte le diverse zone dello shopping center.

Sulla fontana fasci di luce radente, mentre gruppi di led seguono le linee e le curve delle aiuole e delle panche poste nelle terrazze esterne. led gialli si susseguono nelle facciate laterali.

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ot Baires Shopping ha inaugurato nel 2009 a Buenos Aires ed è il più grande centro commerciale della capitale argentina. Centro commerciale inteso non solo come luogo dedicato allo shopping ma anche come luogo d’incontro e di svago. Infatti conta, oltre a numerosi negozi e a un ipermercato, anche bar, ristoranti, un cinema multisala e, a breve, una palestra. Posto in una delle intersezioni stradali più strategiche della metropoli sudamericana, Dot Baires Shopping è una struttura con una forte identità che occupa una superficie coperta di quasi 190.000 mq, con aree disposte su tre piani, tre

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livelli di parcheggi interrati e spazi esterni con terrazze e giardini. Interessante lo studio del progetto illuminotecnico che si è sviluppato in concomitanza con la complessa progettazione architettonica, al fine di contribuire a enfatizzare il dinamismo delle forme geometriche che caratterizzano l’edificio ideato dallo Studio Pfeifer y Zurdo su commissione di IRSA, società leader nello sviluppo immobiliare in Argentina. Le diverse illuminazioni – prevalentemente Led di ultima generazione e lampade a bassa potenza molto efficienti dal punto di vista energetico, con una prevalenza di luci di colore bianco caldo e giallo – connotano le varie zone dell’edificio che si identificano anche grazie agli apparecchi scelti: al primo piano tubi fluorescenti; al secondo linee luminose curve; al

terzo applique e apparecchi a incasso ad alogenuri metallici. Grandi apparecchi trasludici sono posti nelle aree di passaggio, dove apparecchi a incasso creano macchie di luce sul pavimento. Nella zona dedicata al food quattro grandi lucernari funzionano anche di notte grazie a sospensioni Gem con lampade a induzione. Nei parcheggi l’illuminazione è garantita da apparecchiature a sospensione con tubi fluorescenti bianchi e nei box da plafoniere con lampade al sodio ad alta pressione. All’esterno, le aiuole sono illuminate da proiettori MiniWoody con schermo wall washer e, lungo le facciate, sono installati proiettori Radius. Il lighting designer Pablo Pizarro, utilizzando apparecchi firmati iGuzzini, ha studiato un progetto illuminotecnico che si sposa perfettamente con quello architettonico.

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Due mesi di lavoro per uno spazio commerciale all’interno di Franciacorta outlet. un negozio a tempo dai dettagli architettonici molto studiati.

un temporary store realizzato all’interno di un grosso centro commerciale e adattabile a diverse merceologie di prodotto. questo il progetto di Goods, realizzato da antonio gardoni architetto bresciano specializzato in progetti di negozi. il tutto è realizzato utilizzando semplicente due materiali: multistrato verniciato grigio e laminato giallo lasciato a vista.

spazio mutante

progetto di Antonio Gardoni foto di Ottavio Tommasini testo di Patrizia Catalano

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INTERNI ANNUAL CONTRACT dicembre 2010

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ntonio Gardoni ha le idee molto chiare sul suo temporary store realizzato in due mesi all’interno di Franciacorta Outlet, vicino a Brescia. “Goods è un progetto che gioca con gli elementi del banale e con gli stereotipi tipici del mondo del retail a creare uno spazio instabile e vagamente inquietante.

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Il progetto prevedeva un grande spazio vuoto presso il villaggio outlet e come programma funzionale un temporary store a rotazione per la vendita di qualsiasi cosa: vestiti, accessori, casalinghi, chitarre, cappelli, libri, ecc … Come esporre la merce senza conoscerne l’identità e le caratteristiche è stato il punto principale da risolvere e il progetto finale prende proprio spunto da questo problema. L’assenza di identità del prodotto viene riassunta in una superficie che riveste tutto lo spazio di un grigio banale che rivela attraverso i sistemi più vari d’apertura un interno giallo pop. Cerniere per ante, guide scorrevoli, aperture a bilico e a ribalta, pannelli con contrappesi, soffietti, tapparelle e cassetti sono solo una parte degli espedienti per far sì che il grigio si trasformi

in luce e riveli innumerevoli e flessibili opportunità espositive. L’inserimento di schermi video e pannelli a led è supporto della mutevole comunicazione interna così come la serie di tubi fluorescenti che si possono accendere in modo indipendente a comporre una scritta. Una serie di carrelli di diverse dimensioni e variamente attrezzabili (appenderia e mensole) può essere usata per occupare lo spazio centrale e quando non in uso può essere stivata nel piccolo magazzino situato sul retro del negozio. All’esterno un grande insegna da cinema è supporto per segnalare l’attività temporaneamente ospitata e in una vetrina laterale un tabellone con numeri riposizionabili diventa il conto alla rovescia dei giorni mancanti alla chiusura.

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luce

È un’illuminazione sartoriale che nasce da progetti pensati ad hoc quella che Reggiani realizza per gli spazi commerciali. Il suo scopo? Regalare emozioni.

ogni cosa è illuminata by reggiani

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he la luce abbia un ruolo importantissimo nel settore del retail è risaputo. Quanto invece essa si stia trasformando in un fattore assolutamente determinante per il successo di uno spazio vendita, a seguito soprattutto dell’evoluzione dell’esperienza dello shopping, è invece forse cosa meno nota. All’interno del caotico scenario della comunicazione commerciale contemporanea la sfida per i marchi è infatti quella di riuscire a offrire un messaggio di tipo emozionale, in linea con la trasformazione del punto vendita in un contenitore di percezioni da vivere in prima persona, in grado di suscitare attenzione e suggestione. Al suo ruolo tecnico, informativo e funzionale, quindi, la luce ne aggiunge un altro, trasformandosi nello strumento principale di

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Per illuminare il negozio Next in Oxford Street a Londra, Reggiani ha scelto Varios, una poliedrica famiglia di proiettori con orientamento motorizzato: un telecomando in radiofrequenza permette di regolare l’orientamento del fascio di luce a distanza, per massima flessibilità e economicità della regia luminosa. Sotto. Lo store di Benetton di Padova. Per questa location, uno spazio ristrutturato con soffitti alti e decorazioni a stucco, sono stati scelti apparecchi re led luce (16w 850lm 3000K cri 90) Quadriplus con un riflettore Dark Light a 4 vani, capace di fornire una quantità di luce adeguata sia per l’illuminazione generale dell’ambiente, che per l’illuminazione delle isole espositive. Per le vetrine, invece, si è optato per una soluzione tailor made. In basso, Quadriplus 4x 16W (incasso fisso con riflettore Dark Light a 4 vani ) della famigliare led luce di Reggiani Illuminazione Spa. Nella pagina accanto, lo store Iconic di Dubai che ospita 250 marchi di diverse categorie merceologiche. La vasta gamma di apparecchi reggiani con ottiche intercambiaBIli ioS nelle tipologie ad incasso o a binario, ha permesso di dare corpo, anche dal punto di vista estetico, a soluzioni formalmente differenti.

questa nuova regia dello spazio architettonico. All’interno di questa nuova realtà, è chiaro che l’individuazione di soluzioni progettuali pensate sartorialmente e la flessibilità nell’uso di prodotti a catalogo diventa una necessità per gli spazi commerciali, insieme alla capacità da parte delle aziende che le supportano di saper interpretare la luce con finalità espressive. Lo sanno bene da Reggiani Illuminazione Spa dove da anni si lavora per modificare il linguaggio della luce, trasformando il lighting design in un progetto di natura complessa, capace di integrare qualità dell’architettura e degli interni, filosofia e identità del marchio e relativo prodotto, comfort e costi di gestione, immagine unitaria e dettagli. Le competenze dell’azienda vanno dal supporto tecnico alla consulenza illuminotecnica, dalle

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soluzioni in grado di ottimizzare la qualità, l’efficienza e i costi d’illuminazione fino alla progettazione e realizzazione di apparecchi creati su misura, nel pieno rispetto delle normative energetiche dei singoli Paesi in cui opera. Non è quindi un caso che, insieme a tanti altri, anche brand illustri della moda high street, come Benetton o Next, abbiano proprio scelto Reggiani Illuminazione Spa per arredare con la luce i propri megastore. Perché per creare un’esperienza, ci vuole l’amore per il dettaglio che viene solo da un’esperienza decennale nel settore e da un impegno costante nell’innovazione.

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materiali

Per tutte LE STAgioNI

by Donati group

“Con un pannello di alluminio conquisterò il mondo”. La storia di due imprenditori (pardon, inventori) che con un fortunato brevetto stregano architetti e designer.

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alire sui tetti da giovanissimi ha fatto la fortuna di Franco Donati e di suo fratello Pino. È stato infatti lavorando in tandem come coibentatori, cimentandosi quindi sui mix di materiali per realizzare superfici sempre più resistenti e isolanti per l’edilizia, che i due hanno inventato nel 1998 Doluflex®, un pannello in alluminio unico: totalmente ignifugo, leggerissimo e duttile, e altamente personalizzabile grazie alla possibilità di integrarlo con rivestimenti di ogni tipo. “Una volta brevettato, è iniziata l’avventura”, spiega Franco. Avventura che grazie all’estro creativo e alla capacità imprenditoriale ha portato i due fratelli a essere fornitori di fiducia di tanti grandi marchi del design (da Boffi a Molteni passando per B&B Italia) e di studi di architettura internazionale: al momento Donati Group sta infatti lavorando con Renzo Piano nella realizzazione di un complesso residenziale a Trento. Ma è solo l’ultimo di una lunga serie. “Abbiamo appena terminato le camere di degenza dell’Ospedale Maggiore di Bergamo, la ristrutturazione dell’Ospedale Niguarda a Milano, il centro direzionale della Fiera di Rho”, dicono i fratelli Donati. La loro ricetta è semplice ma efficace: a ogni potenziale uso del suo pannello crea una nuova azienda. “Abbiamo la Xeliox per gli impianti di energia termica per applicazioni industriali e solar

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L’ATON SHOP DI BERGAMO, UNO SPAZIO VENDITA MA ANCHE UN HUB CREATIVO VOLUTO DAI DONATI.

cooling, la Restival che produce reti e microreti in lamiera stirata, la Rirradia che offre sistemi radianti a soffitto o parete in metallo e cartongesso”, spiega Pino. Ma l’impero nato a partire dal fortunato brevetto non bastava più ai due, che più che imprenditori amano definirsi ‘inventori’. “Pensavo spesso a quante altre cose si potrebbero realizzare con il pannello”, confessa Franco, “e facendo leva sul grande interesse dei progettisti sul materiale ho chiesto a Marco Zanuso Jr di progettare qualche pezzo in limited edition per noi”. Il risultato? Degli arredi immediatamente finiti a catalogo presso la prestigiosa Galérie Italienne a Parigi. “Quello che ci mancava era una sorta di hub creativo, un luogo di incontro per designer, architetti e creativi in generale dove si potesse sperimentare liberamente con il Doluflex® e poi far vedere i risultati al grande pubblico”, spiega Pino. È nato quindi nel 2009 l’Aton Shop a Bergamo. “Non vendiamo solo arredi realizzati con il Doluflex® come quelli di Zanuso ma anche altri, accuratamente selezionati da noi. In un solo anno, siamo andati in attivo”, dicono i Donati, precisando: “come gruppo, la crisi non ci ha intaccati”. Che siano dei novelli Re Mida? Forse. Ma di magico, nel loro tocco, c’è solo l’inventiva. E un sano pragmatismo targato made in Italy vecchia maniera.

SOTTO, UN TAVOLO DI MARCO ZANUSO JR REALIZZATO CON IL PANNELLO Doluflex® e lavorazione Ironx® DI DONATI GROUP. NELLA PAGINA ACCANTO. IN ALTO, IL TEATRO DEL MUSEO DEL DESIGN ALLA TRIENNALE DI MILANO CON PANNELLI REALIZZATI CON LA LAVORAZIONE Ironx®, BREVETTATA DA DONATI GROUP. IN BASSO, A DESTRA, LA LIBRERIA DI GIACOMO LONGONI IN VENDITA ALL’ATON SHOP, SEMPRE A LAVORAZIONE Ironx®. IN BASSO A SINISTRA GLI INTERIOR DELL’ATON SHOP DI BERGAMO.

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by Teuco

benessere

comfort mignon Giocando a nascondino con i vari elementi che lo compongono, Nilo Gioacchini progetta per Hatria un bagno funzionale, modulare e adattabile a qualsiasi esigenza di spazio.

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by Hatria

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edicato a chi pensa che il benessere sia un privilegio solo di chi si può permettere il lusso di un bagno XXL. Succede spesso, in tema di sanitari di design, di trovarsi davanti creazioni mastodontiche: bellissime, ma certamente non adatte agli spazi minimal con cui gli architetti si devono sempre di più confrontare, soprattutto nelle grandi realtà metropolitane, anche nel settore del contract. E per loro, le possibilità di scelta, volendo mantenere degli standard comunque molto alti a livello di usabilità ed estetica, si restringono immediatamente al minimo. Per questo l’ADI ha voluto quest’anno premiare il sistema G Full progettato da Nilo Gioacchini per Hatria, seleziondolo tra i migliori progetti made in Italy. G Full infatti offre una risposta concreta alla problematica degli spazi piccoli, giocando con l’integrazione delle funzioni e l’adattabilità delle forme. Il cuore del sistema è l’innovativo sanitario monoblocco integrato che unisce in un unico elemento le funzioni di vaso-bidet e di seduta, proposte nella versione da 140 cm e oggi da 120

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Il G Full di Nilo Gioacchini per Hatria, declinato in varie combinazioni. Qui nella versione 120 cm con lavabo profondo. Sotto, quella a 140 cm articolato a L. Nella pagina accanto: in alto, il sistema WC e bidet in linea con il modulo a doppio lavandino alto e, sotto, il blocco da 120 cm wc-bidet e contenitore.

cm, ideale per ambienti di dimensione contenuta. Grazie ad una copertura in legno massello o in materiale composito bianco, G Full può poi essere richiuso, trasformandosi in un’utilissima panca d’arredo. Lavorando sempre sul tema della scomparsa, Gioacchini ha poi previsto anche una gamma di cassetti da applicare al sistema che, oltre a nascondere le soluzioni tecniche sottostanti dell’elemento monoblocco, aumentano gli spazi disponibili per il contenimento di prodotti e accessori nell’ambiente bagno. Ovviamente modularità e adattabilità il vero plus del progetto, realizzato in una grande varietà di versioni, anche con panche a L su cui può essere appoggiato il nuovo lavabo dal bacino profondissimo. Utilizzando quest’ultimo in appoggio al monoblocco, al posto del bidet, è possibile quindi realizzare un vero e proprio bagno integrato in meno di un metro quadrato. Perché non ci siano limiti al benessere.

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Variando s’impara. E si cresce, soprattutto se si progetta e realizza tutto sotto il proprio tetto. La storia di un’azienda che quanto a produzione gioca sempre in casa. In trasferta in giro per il mondo, ci vanno solo i suoi prodotti finiti.

Frida, di Odoardo Fioravanti, nata dalla sperimentazione nell’applicazione di un’esile struttura in rovere Massiccio ad un sottile guscio in multistrati realizzato con la tecnologia del tranciato tridimensionale per dare comfort alla seduta e un nuovo appeal contemporaneo al legno. Sotto, Pasha DI MARCO POCCI E CLAUDIO DONDOLI, in versione trasparente e fumé, con cuscino.

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Il bello dell’autarchia by pedrali

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Sotto. La sedia Miss You di Marco Piva in policarbonato. Resistente agli urti, infrangibile, impilabile, ideale per l’uso in ambito contract ma anche residenziale.

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La nuova sospensione L002 DI Alberto Basaglia e Natalia Rota Nodari, formata da due gusci in policarbonato stampato: quello interno, in materiale opalino, diffonde la luce e nasconde la lampadina, quello esterno permette di avere diverse tonalità di colore. Pasha, DI MARCO POCCI E CLAUDIO DONDOLI, Ispirata alle bergère d’antan nelle forme ma realizzata in policarbonato è nata per il mondo contract, per dare un tocco (ironico) di classe alle aree lounge degli hotel o dei ristoranti. Qui nella versione nera con pouf.

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ifficile trovare qualcosa che non sia presente nel catalogo Pedrali, la cui produzione spazia dalle sedie in plastica, acciaio e legno a quelle rivestite di cuoio e pelle; dai tavoli e basamenti in alluminio, acciaio inox e legno, agli sgabelli imbottiti: e perfino alle lampade per interni. Un’offerta a tutto tondo, quindi, quella che l’azienda di Mornico al Serio (BG) esporta in tutto il mondo, perfetta per soddisfare le esigenze più varie dei professionisti del settore contract, dove flessibilità e varietà delle soluzioni sono una necessità almeno al pari della qualità intrinseca del prodotto stesso. Per avere successo, Pedrali ha scommesso sul design. Non tanto inteso come manifestazione estetica del prodotto ma soprattutto come qualità del progetto, pensato nei minimi dettagli per essere realizzato interamente all’interno del perimetro aziendale. Nella produzione 100% made in Italy, infatti, Pedrali crede fermamente e ha investito per anni per essere oggi in grado di realizzare internamente ogni articolo della propria collezione. Nella fabbrica in provincia di Bergamo

si stampa infatti la plastica, si lavorano i tubi metallici, la ghisa e l’acciaio inox, si vernicia, si salda, si fanno imbottiture. L’avere sotto diretto controllo tutte le fasi produttive permette, oltre ad un ferreo check a livello di qualità dei manufatti, anche il raggiungimento di standard eco-friendly altissimi, conditio sine qua non, secondo l’azienda, per essere competitivi in un mercato sempre più attento ai temi della sostenibilità. Ma anche a livello di innovazione questa sorta di ‘autarchia’ ripaga. Negli ultimi anni, infatti, l’azienda si è orientata verso l’introduzione di nuovi materiali usando il metallo abbinato al policarbonato, al nylon, al polipropilene, al cuoio, al legno e al vetro e altre numerose combinazioni di materiali e ha portato avanti anche la ricerca sui polimeri, che hanno permesso grazie alle nuove tecniche di stampaggio e alla continua ricerca di soluzioni cromatiche la nascita di nuove collezioni di sedute.

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Con due collezioni pop, firmate da Karim Rashid e Alessandro Dubini, Valdichienti si rinnova. Senza però rinnegare il suo legame con la tradizione artigianale che l’ha fatta grande nel mondo, anche nel settore contract.

by valdichienti

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rivoluzione soft

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Il divano Kivas di Karim Rashid, sopra nella versione Metal e sotto in quella con rivestimento in pelle ignifuga studiata appositamente per alberghi e locali pubblici: modulare nei colori e nelle combinazioni, si trasforma in pouf, dormeuse o soluzione angolare in variazioni senza fine. Nella pagina accanto, il pouf Trip di Karim Rashid, oggetto multifunzionale la cui composizione a foglia si apre proponendo orientamenti e visuali sempre diverse.

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l made in Italy è anche e soprattutto conosciuto nel mondo e apprezzato nel settore del contract grazie a tante realtà che puntano sull’evoluzione più che sulla rivoluzione delle forme come proprio cavallo di battaglia. Questo, unito alla qualità che viene da decenni di esperienza nella realizzazione artigianale dei manufatti, nella lavorazione dei materiali accuratamente selezionati, nel rapporto ad personam che queste aziende vogliono poter sviluppare con la propria committenza, le rendono assolutamente appetibili per i real estate developer di tutto il mondo. Una di queste aziende è Valdichienti, conosciuta nel mondo per i suoi imbottiti e arredi di estrema qualità e preziosismo, che sanno mescolare il piacere della decorazione con delle forme comunque pulite e razionali. Forte dei suoi successi, Valdichienti quest’anno ha deciso di uscire dalla logica ‘evolutiva’ e di rompere con le estetiche colte e sofisticate che la caratterizzano da sempre: l’ha fatto con un guizzo pop, aprendosi all’universo di Karim Rashid e di Alessandro Dubini. Il primo ha progettato una collezione che ruota intorno a tre elementi centrali: letto, divano e pouf. È una svolta pop per l’azienda in cui

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Il divano Time Out di Alessandro Dubini in cui comfort e l’accoglienza si propongono in dimensioni generose senza compromettere essenzialità ed eleganza. Il letto Twee di Karim Rashid, caratterizzato dalla testata a onde: un progetto di alta personalità del design ma anche molto focalizzato sull’ergonomia. il dondolo rock on di alessandro dubini, una rivisitazione contemporanea della tradizionale seduta.

il letto si trasforma in un’isola di riposo, il divano modulare in luogo ‘pubblico’ e il pouf in “uno spazio di contemplazione: per filosofeggiare, conversare, godere del bello”. Il tutto declinato attraverso un design morbido in cui si legge chiaramente la mano di Rashid e in una grande vivacità cromatica, anche sottolineata dalla presenza di cuciture a vista. Allo stesso modo Alessandro Dubini, con la sua Rock On e il suo divano Time Out, gioca con le forme tradizionali (quello della dondolina e del divano capitonné) per proporre soluzioni nuove ed essenziali seppur di grande presenza in un interior. Due collezioni molto, molto “firmate” che dimostrano la versatilità di Valdichienti e il suo desiderio di portare il suo saper fare artigianale nel mondo in modo sempre più articolato, capace di rispondere alle esigenze sempre più variegate della propria committenza.

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Cucine

La cucina Orange di Snaidero. Grazie ad un mportante sforzo progettuale, Orange elimina il concetto di “fuori misura” consentendo di lavorare con basi, pensili e armadi letteralmente con uno standard “a misura”, permettendo così lo sviluppo di infinite soluzioni compositive. Oltre ad essere bella e funzionale (e super high tech, con schermi LCD integrati) la cucina è anche green: utilizza legno ecologico, verniciature a base di acqua e ha pannelli a bassissima emissione di formaldeide. Nella pagina accanto, la Trump Tower di Istanbul, l’ultimo progetto contract di Snaidero.

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Dopo gli storici successi negli Stati Uniti, il colosso friulano punta sui nuovi mercati asiatici e sulla Turchia. Facendo leva sull’approccio di sempre: qualità e innovazione prima di tutto.

cucine nel mondo by snaidero

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chi si azzarda a considerare la Turchia il fanalino di coda dell’Europa l’ingegner Edi Snaidero, amministratore delegato e direttore generale del gruppo leader delle cucine componibili, risponde a suon di cifre. “È al 17esimo posto nell’economia mondiale e al sesto in quella del vecchio continente” dice “E, soprattutto, vanta un mercato immobiliare ancora dinamico e pronto a investire sulla qualità”. Ne sa qualcosa l’azienda che porta il suo nome

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che l’anno scorso ha terminato la consegna di 180 cucine in un’area residenziale di Istanbul e di 386 a Burjak. E che chiude il 2010 festeggiando la fornitura alle due lussuose Trump Towers progettate da Brigitte Weber nella capitale turca (144 metri di altezza per 39 piani). Non è la prima volta che il Gruppo Trump sceglie il colosso udinese per allestire le cucine dei suoi prestigiosi edifici: le Towers di Chicago, nel 2006, avevano infatti già impegnato Snaidero nella consegna di 472 modelli Idea, progettate da Pininfarina Design. Questa volta, però, entra sotto i riflettori l’innovativa Orange, una cucina nata per soddisfare le sempre più imperanti necessità legate ai criteri dell’ecosostenibilità degli architetti. Per la Orange viene infatti utilizzato solo legno ecologico, trattato con vernici a base di acqua ma soprattutto un nuovo pannello a bassissima emissione di formaldeide. Come dire, cambiano i tempi e insieme ad essi la proposta contract dell’azienda. Basti pensare al caso Korea. Marginalmente toccato dalla crisi mondiale, il Paese del sud est asiatico vanta un’economia che cresce a pieno ritmo la cui popolazione aspira sempre di più ad uno standard dell’abitare occidentale. Il che il più delle volte si traduce in una scelta per il meglio del made in Italy. Per questo due importantissimi gruppi industriali Koreani, SsangYong e Gs, hanno affidato alla Snaidero la fornitura di cucine all’interno di alcuni importanti progetti edilizi realizzati a Seoul, per un totale di 6 milioni di euro. “Abbiamo utilizzato per questo particolare contratto due modelli di punta, Terra e Certosa” spiega l’ingegner Snaidero “entrambe nelle versioni in legno. Ma abbiamo anche realizzato soluzioni ad hoc in esclusiva per soddisfare le particolari esigenze di questo mercato, dettate dalle condizioni climatiche fatte di estati molto umide e inverni rigidi”. La capacità di ascoltare (e spesso anticipare) le necessità dell’edilizia è quindi una conditio sine qua non per avere successo nel settore del contract e una qualità che si impara anche con l’esperienza. È infatti dal 1992 che le cucine friulane targate Snaidero spopolano ad esempio negli Stati Uniti dove l’azienda è brand italiano leader nel mercato del lusso del multi-housing. “Il nostro business guarda sempre di più ai mercati esteri e al settore contract”, conclude Snaidero. “Crediamo che la creatività, l’innovazione e il privilegio di avere alle spalle una storia, una forte cultura d’impresa e solidi valori siano gli ingredienti necessari per essere competitivi oggi. Per questo siamo ottimisti verso il futuro”.

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cucine

Pragmatismo in stile italiano

by modulnova

progettazione, produzione made in italy e qualità a giusto prezzo. l’ approccio di modulnova è piaciuto a Norman Foster che ha introdotto l’azienda nel mondo contract.

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l successo per Modulnova si costruisce pezzo per pezzo, giocando in casa a livello di progettazione e produzione, proponendo solo qualità a un giusto prezzo. Un approccio che è piaciuto a Norman Foster e che ha aperto all’azienda le porte del mondo del contract. A Prata di Pordenone non si fa mai il passo più lungo della gamba. Perché per arrivare a qualità e per proporre innovazione ci vuole un impegno costante, serio e duraturo. Parola di

Giuseppe Presotto, co-titolare, insieme ai fratelli Dario e Carlo, di Modulnova. “Abbiamo costruito il nostro successo su una mission aziendale che mira a soddisfare innanzi tutto le esigenze del pubblico contemporaneo”, dice Presotto. Lo facciamo perseguendo il bello, la qualità e la funzionalità grazie al nostro impegno nell’innovazione che affrontiamo con passione e competenza. La loro ricetta è semplice ma efficace: una struttura snella, progettazione e produzione made in Italy portata avanti nei loro stabilimenti, tre titolari che si occupano (senza deleghe!) della gestione. Un approccio che funziona, tant’è che Modulnova ha mantenuto il suo fatturato durante la crisi, a

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il programma cucina moon gola di modulnova, con ante in finitura bianco laccato opaco. sopra, un dettaglio con piano cottura e lavello. a destra, una visione di insieme dove si nota il piano con finitura agglomerato di spessore 20 mm. nella pagina accanto, la cucina moon gola in un interior con zona pranzo.

discapito dei competitor in perdita, e nel 2010 ha registrato un incremento a doppia cifra percentuale. Merito anche della grande flessibilità produttiva e l’utilizzo di materiali di altissimo livello, lavorati da un personale specializzato per offrire un’alta personalizzazione del prodotto. Sono queste le ragioni per le quali rivenditori, costruttori e architetti ci apprezzano in tutto il mondo”, spiega Presotto. Il primo a cogliere il potenziale di Modulnova è stato niente di meno che Norman Foster. Nel 2005, per arredare le cucine di un quartiere residenziale a Edimburgo da lui riqualificato e in parte costruito ex novo, l’archistar ha infatti scelto proprio l’azienda di

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Prata, impegnandola nel settore del contract per la prima volta. “All’inizio è stato tutto un andirivieni dei loro esperti, impegnati nella verifica della qualità del prodotto dato che il complesso abitativo è stato progettato per un target molto alto”, spiega Presotto. “Una volta soddisfatti i loro criteri, la scelta è poi caduta su Moon Gola, nella versione laccata. A livello compositivo, non abbiamo dovuto fare alcuna modifica perché pescando dalle varie soluzioni a catalogo siamo riusciti a rispondere ad ogni esigenza degli interior”. La collaborazione con Foster si è trasformata in un ottimo biglietto da visita per Modulnova. “Da allora, siamo stati richiesti per tante altre situazioni contract, non

solo in UK ma in tutto il mondo”, ammette Presotto. “Ogni cucina Modulnova è unica perché prodotta su ordinazione per ogni singolo cliente, che può chiedere dimensioni, misure, soluzioni dimensionali ad hoc. Un bel vantaggio per costruttori e architetti che, insieme alla qualità garantita dalla produzione tutta made in Italy, fa di Modulnova un partner d’eccezione.

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IL futuro DELLA CUCINA NEL SETTORE contract? PER Gatto SI COSTRUISCE CON Soluzioni PERSONALIZZABILI E flessibili MA ANCHE SUGGERENDO PROGETTI avveniristici IN CUI DESIGN, FUNZIONE E tecnologia COESISTONO IN UNO spazio ultra COMPATTO.

CucIne

SOrpreNDeNTemente Kitchen

by Gatto

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empre più cuore della casa, la cucina è pronta per compiere un salto qualitativo in più. Che la porterà a realizzare interamente la sua annosa aspirazione a trasformarsi in una vera e propria zona living, nello spazio d’eccellenza per accogliere, condividere, vivere. È questa la vision di Gatto Cucine, uno tra i marchi del made in Italy più noti del settore, attivissimo sia in suolo nazionale che nel mondo anche attraverso la sua divisione Contract, dedicata alla fornitura di cucine e arredi per grandi progetti abitativi. Apprezzatissima dagli estate developer per il know how progettuale, la flessibilità delle sue soluzioni e la celerità dei tempi di consegna, proprio in nome di questa vision Gatto Cucine ha

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Tre declinazioni della parete autoportante (e chiudibile in tutte le sue parti) della cucina Sheer di Gatto Cucine: pensata per accogliere gli elettrodomestici ma anche, all’occorrenza, tant’altro, dalla dispensa alle sedie del tavolo. Nella pagina accanto. In alto, la cucina Sheer, una sfera in carbonio di 148 cm di diametro, aperta e chiusa. In basso, il piano di lavoro e il lavello in Corian® con i fuochi a infrarossi, comandati elettronicamente e fuoco centrale in pietra lavica naturale.

recentemente aggiunto al suo catalogo di cucine tradizionali o di design, un prodotto assolutamente all’avanguardia in cui design e tecnologia si fondono in un’unità nuova. La nuova nata si chiama Sheer ed è composta da una sorprendente sfera in carbonio di 148 cm di diametro. Questo contenitore strabiliante, dal sapore Star Trek, si apre automaticamente, grazie a un sofisticato sistema a motore elettrico azionabile con un telecomando. Ed è osservando come i progettisti e gli ingegneri della Gatto hanno risolto tutti i problemi funzionali della cucina che si coglie il vero e proprio valore di Sheer, al di là del suo design a forte impatto emozionale. Nulla, infatti, nella forma della

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cucina, è lasciato al caso. La parte superiore della sfera assolve la funzione di cappa aspirante e di sistema di illuminazione grazie alla presenza di fari luce, mentre la parte inferiore diviene piano cottura e contiene anche un tavolo estraibile in alluminio ed acciaio e due carrelli di servizio. Il piano di lavoro e il doppio lavello sono entrambi in Corian®, Dupont; i fuochi sono a infrarossi, comandati elettronicamente, mentre il fuoco centrale è in pietra lavica naturale. Il sistema Sheer si completa poi con un elegante mobile parete autoportante, completamente chiudibile, che oltre a fungere da dispensa, permette anche l’inserimento laterale degli elettrodomestici e di quattro sedie pieghevoli.

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Cucine

Focolari componibili by pedini

Ha contribuito, abbracciando l’idea della componibilità, alla creazione della cucina contemporanea. Ma non è beandosi delle glorie passate che Pedini costruisce il suo successo oggi. Il suo motto? Qualità e creatività.

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UNA POSSIBILE COMPOSIZIONE DELLA CUCINA INTEGRA DI PEDINI IN CUI L’ABBINAMENTO CON I MATERIALI TECNICI VALORIZZA APPIENO LA SENSAZIONE DI NATURALEZZA DELLA FINITURA ROVERE TINTO CAMOSCIO. MASSIMA ESSENZIALITÀ DELLA FORMA GRAZIE ALLA CAPPA NASCOSTA. NELLA PAGINA A FIANCO. ALTRE DUE COMPOSIZIONI REALIZZATE CON GLI ELEMENTI DI INTEGRA DI PEDINI. IN QUESTO CASO L’ISOLA CENTRALE (VISTA NEL DETTAGLIO NELLA FOTO IN ALTO) SI APRE ALLA ZONA LIVING GRAZIE A UN GRANDE ELEMENTO A GIORNO ATTREZZATO, MENTRE LA ZONA OPERATIVA È DOTATA DI COTTURA E LAVELLI PERFETTAMENTE INTEGRATI NEL TOP. I CONTENITORI SONO SCANDITI DALL’ALTERNARSI DI MODULI DI DIVERSE LARGHEZZE E PROFONDITÀ IN CUI SI INSERISCONO LIBERAMENTE GLI ELEMENTI A GIORNO IN ROVERE TABACCO.

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a chiave del successo di Pedini nel mondo trova le sue radici in un’intuizione. Una di quelle, fondamentali, che poi hanno cambiato l’universo della cucina per sempre e che oggi si danno per scontate. Era il 1956 quando l’azienda di Lucrezia di Cartoceto (PU) ebbe l’idea di proporre una cucina modulare anziché fissa, aprendo così la strada alle interpretazioni libere cui siamo oggi abituati. Più di 50 anni di esperienza, quindi, che si vedono. Prova ne è che Pedini è un marchio diffusissimo nel mondo, apprezzato soprattutto nel settore del contract come araldo del made in Italy di qualità. Di Pedini non piace solo l’approccio al prodotto, incentrato sulla proposizione di un design sempre in linea o in anticipo sui tempi e di doti tecniche all’avanguardia. Ma anche l’attenzione per il dettaglio delle finiture e delle lavorazioni, la dinamicità creativa nell’interpretare lo spazio cucina e la costante ricerca sui materiali alternativi.

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Egregia figlia di questo modus operandi è Integra, di Pedini, una cucina che racchiude in sé una vasta gamma di elementi d’arredo per composizioni a parete, a penisola, ad isola, disponibile nella versione lineare e curva. Una grande flessibilità formale, quindi, in linea con la tradizione Pedini. Che, anche grazie alla disponibilità di diversi accoppiamenti cromatici (dal legno di rovere naturale, tinto camoscio, tabacco, grey e silver, ai laccati in tante varianti cromatiche sia opache che lucide) davvero è in grado di dar vita ad un numero quasi infinito di soluzioni. Ma la caratteristica che più piace di Integra è il suo saper rispondere perfettamente al nuovo life style residenziale, che vede la cucina sempre più aperta sulla zona living – o utilizzata come tale essa stessa. Per questo in alcune composizioni, l’isola centrale di Integra si trasforma nel fulcro di ogni attività aprendosi verso il salotto con un grande elemento a giorno attrezzato. Mentre la

zona operativa è dotata di cottura e lavelli perfettamente integrati nel top e di un piano snack che suggerisce la più ampia libertà di utilizzo. La funzionalità, insomma, c’è ma non si vede, completamente incorporata nel progetto della cucina. Come nel caso della cappa dissimulata dietro le ante e dell’illuminazione a led extra slim del piano di lavoro. E, oltre alla nascita di Integra, quest’anno Pedini ha anche da festeggiare l’apertura di uno showroom a New York, al numero 40 di Lispenard Street. Una vetrina davvero internazionale che sottolinea, con una presenza importante, il ruolo chiave che il made in Italy firmato Pedini ha nello sviluppo dei progetti contract di lusso in tutto il mondo.

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Una serie di finiture innovative permette di trasformare ogni ambiente in un luogo perfettamente igienizzato e di sconfiggere i piccoli invisibili nemici che minano ogni giorno la nostra salute.

Pennellate di sicurezza Benessere

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i dà spesso per scontato di essere al sicuro quando si è in casa o in un ambiente pensato e arredato da chi se ne intende. Eppure non è così. Batteri ed emissioni di sostanze volatili sono infatti sempre in agguato. E sono questi piccoli, micidiali nemici a minare la salute di tante persone, aiutati nel loro insinuarsi ovunque dalla loro invisibilità. Per risolvere il secolare problema, Ilva, il brand che fa parte del Gruppo IVM fondato nel 1970 da Adriano Teso e Massimo Milesi, ha messo a punto dei prodotti assolutamente innovativi che permettono di rendere più salutari gli ambienti. Come Hecoparquet, una linea di prodotti vernicianti a bassissimo contenuto di emissioni residue, con una quantità di sostanze soggette a evaporazione non quantificabile attraverso analisi e specifici test. Il prodotto, che risponde ai severi parametri fissati dal Deutsche Gutemeinshaft Mobel, l’Istituto tedesco del Mobile di Norimberga, può essere applicato a

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by ilva

ogni tipo di parquet evitando così l’emissione di sostanze volatili (la cui presenza spesso si nota a causa dell’odore persistente) e quindi la possibilità che elementi più pesanti migrino con il tempo sulla superficie, venendo infine inalate o in diretto contatto con il corpo attraverso i pori della pelle. Per cucina e bagno, poi, che a regola dovrebbero essere gli ambienti più igienizzati, Ilva ha poi sviluppato Silver Power. Questo prodotto, che sfrutta il potere disinfettante dell’argento (conosciuto da secoli) in combinazione con le nanotecnologie, di fatto rivoluziona il concetto di finitura per il legno. Le nano particelle di argento contenute in Silver Power, infatti, mille volte più piccole del diametro di un capello, rendono le superfici trattate ostili allo sviluppo dei batteri che vi si depositano (come salmonella, stafilococco, escherichia coli o candida), riducendone la crescita del 99%. Grazie alla dispersione omogenea nella finitura, l’azione delle nano particelle contenute in Silver Power è ottimale su tutta la superficie verniciata e dura per sempre: oltre a non evaporare, la finitura è infatti resistente anche all’effetto dei prodotti di pulizia. Del resto, la sua presenza rende superfluo l’uso dei disinfettanti. Da utilizzare in totale tranquillità poiché non contengono biocidi e non rilasciano sostanze nocive alla salute, le finiture Silver Power sono disponibili in versione sia trasparente che colorata. Perché alla salute si coniughi anche lo stile.

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Un ambiente con pavimentazione in legno rivestita con Hecoparquet di Ilva che evita l’emissione di sostanze volatili. A sinistra. Una cucina le cui superfici sono state rivestite con Silver Power di Ilva, una vernice con nano particelle in argento dal potere disinfettante che riduce la crescita dei batteri del 99%. Nella pagina accanto. Una sedia rivestita con Hecopur, una linea di vernici prodotta da Ilva per l’industria, completamente esente da solventi aromatici (ritenuti dannosi per l’uomo e l’ambiente) che offrono tutte le proprietà di resistenza chimico fisica dei prodotti tradizionali.

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I.A EDiToriaLe

an increasingly flexible sector

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The scenarios of contract keep changing, but they are always stimulating. The crisis, as narrated on the following pages, has created some big gaps in this sector, on the one hand (loss of business, above all in Europe, the Emirates and the US), while on the other it has prompted associations and companies to identify new strategies, new proposals and formats. For example, there is increasing discussion of a 360° vision, where companies working together around a design staff, or large construction firms, can offer ‘turnkey’ products under the sign of Made in Italy, a category increasingly seen abroad as synonymous with quality (speaking of Made in Italy, we should mention that the Italian pavilion, at the recently concluded Shanghai Expo, ranked third in terms of number of visits, behind the two local champions China and Japan). Another important factor is the growing penetration of the so-called emerging markets: India, South America and the countries of the Balkan area are opening, updating their structures for hospitality, commerce and business. The world changes and contract follows suit: while the office sector may be less receptive than in the past, opportunities are growing for work on other architectural typologies, specifically stations (railway, ports, airports), museums, parking facilities (readers will find an entire article) and, of course, shopping centers, especially in the emerging markets mentioned above. Two other factors have a significant role to play: one is what we might call the phenomenon connected with territorial marketing, like the birth of a new residential neighborhood in a suburban area, or of a deluxe hotel in a central area, both situations that increase local business and, as a result, stimulate more lively, dynamic development of the zones in question. The other increasingly urgent area is that of Social Housing, which obviously focuses on low-cost architecture, and also represents a major factor in Italy: homes for students, singles, young couples, low-budget hotels, but also temporary works of architecture (like the temporary shop in Brescia seen in this issue) that demonstrate the fact that the reality around us is highly mobile and flexible, and that production must always stay alert, so as not to miss any opportunities. - Caption pag. 8 The system of orientation is based on a series of 10 photographs that permit motorists to associate the location of their car with atmospheres and sensations that become spatial reference points. Jacques Ferrier Architectures, “Les yeux verts”, parking facility at Soisson, France, 2010, photo Luc Boegly. Gilda Bojardi

I.A News Contract scenarios p. 10 text Giorgio Bersano A radical transformation of lifestyles and consumption trends is impacting an uncertain contract market, with high-end solutions, big projects and low-cost installations oriented toward social housing. Until three years ago the contract sector was another zone of the success of Made in Italy, so much so that our country was one of the biggest contract exporters in the world. Today this market segment is feeling the pinch, and the rise of new models of consumption. The scenario has change, and the demand side expresses contradictory orientations, focusing on customizing, big supplies, but also low-cost items, glamorous design and sustainable solutions. “Contract is showing some signs of a rebound, but the market is changing. After the era of five-star hotels and luxury residences, today we need to come to terms with the slump of western markets and the needs of emerging economies”, says Rosario Messina, president of FederlegnoArredo. As a result, the quantity and quality of needs can vary, depending on geography, taking a scattered approach to extremes that force companies to adopted a wide variety of different brand strategies. “The contract crisis”, according to Roberto Barbazza of B&B Italia, “is the result of the economic problems of the United States and Europe. But there are still positive outlets in China, India, Russia, Singapore, Oman, Dubai, Katar, attracted by prestigious brands. Nevertheless, these are places where the end-users do not understand the true qualities of Italian design”. For the Poltrona Frau group, diversification of production units makes it possible to focus on hotels, auditoriums, theaters, offices, yachts, especially in markets like India and the Arab Emirates. The contract sales of the group reach levels of 70 million euros, and grew by 50% in the first half of 2010, according to the group’s contract coordinator Kurt Wallner. Positive signals also come from Alberto Valentini, sales director of Schiffini. “In 2010 there were signs of a comeback on Asian markets. We are wagering on a precise strategy for contract, that requires a parallel project on the retail side to guarantee brand visibility”. The fragmentation of the market is accompanied by a multiplication of intervention levels: “We work with moulded plastic, used for seating and complements for projects in Spain, the US, England, Scandinavia, South America and the Far East. We try to limit customizing, but the true contract business relies on dealers”, says Barbara Minetto of Magis. The problem of cost limitation is growing. “The glamour projects are being joined by less showy jobs in which product engineering is done by local suppliers to cut down on transport costs and save on labor expenditures”, explains Luca Spinelli, contract director of Poliform/Varenna. “Nevertheless, while in 2009 the sector was hit by the crisis, though less than the furnishing sector in general, in 2010 we’ve seen some signals of a rebound”. Boffi also pays attention to market diversification, in its position at the top of the line of bath and kitchen furnishings. The glamour of the brand has to be combined with a new focus on pricing. According to Roberto Gavazzi, CEO of the group, “time will tell if contract can go back to the sales volume of the pre-crisis period. The US and UK markets are coming back, and we are successful there because we have the Boffi Contract brand, that permits projects at prices that are reduced by 20%”. Other operators are interested in the prospects of Social Housing, involving investments of 10 billion euros for the construction of 50,000 new “high quality & low cost” housing units. It is no coincidence that FederlegnoArredo, Assimpredil/Ance and the City of Milan have reached an agreement on a project for possible supply of low-cost furnishings for future housing projects in the Milan territory. Rosario Messina: “Social Housing is aimed at students, singles, young couples, and represents a new type of business for the Italian contract sector. Though not all the companies have the right kind of organization for largescale production”. The “low-cost” route has already been taken by Veneta Cucine for contract furnishings in Northern Africa, India and China, at prices lower than those of traditional

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Made in Italy, according to Denise Archiutti, daughter of the founder of the company: “Our contract sales have remained steady over the last two years, thanks to our flexible organization and the differentiation of products. But we are also paying attention to the prospects of Social Housing, because we are capable of producing economical solutions”. In parallel, contract is looking like a possible safety valve for sectors in crisis, like that of office furnishings, where volume has shrunk dramatically and everyone seems to be gearing down to the most economical solutions. “The objective is to upgrade our strategy in the area of contract for airports, stations, museums, libraries and cultural facilities”, the management at Tecno say, as they try to revive a company that was once a leader in this sector. But the difficulties in approaching the contract sector are related to the problem of the small size of many companies, which are not able to effective promote and operate in organizational terms. “To have success in contracting there is no choice but to establish partnerships with complementary companies, trying to offer a complete package. Where we are concerned, there have been some signals and numbers pointing to a rebound after almost total blockage of investment”, says Alfredo Guzzini, president of iGuzzini Illuminazione, a company that has long been active in the technical lighting contract market for hotels, museums, showrooms and high-end shopping centers. Integration of suppliers is a problem also approached by the Euromobil group through Total Home Design, an “innovative design concept that calls for the contamination of the three companies of the group: Euromobil cucine, Zalf mobili, Désirée divani”, says CEO Gaspare Lucchetta, “inside a formula that permits us to provide concrete, coordinated, versatile and competitive responses in a wide range of contract sectors”. For the promotion of contract and the construction of corporate cooperation based on the networking model, projects and groupings have emerged to promote market penetration and the operative capacity of production units. These projects include the initiatives of ICE (the Foreign Trade Institute), involving international missions and a special portal; or the “Piedmont In Contract” project promoted by Unioncamere of Piedmont, involving 105 companies in the region. In parallel, groupings of companies have appeared, like “Italian Contract Design Industry”, created inside FederlegnoArredo; Toscana Interiors, the consortium of 35 companies in central Italy; i-Style, involving ten Lombard companies; and the “By-Lissoni” trademark, based on cooperation between the architect Piero Lissoni and Boffi. - Caption pag. 10 Above, the penthouse of a building in New York furnished with custom-made bathrooms, kitchens and wardrobes by the group Euromobil Professional. Below, the headquarters of the Bucherer jewelers in Lucerne, after restructuring and insertion of 1500 lighting fixtures by iGuzzini, including 400 just for the windows. Right, the headquarters of Living Divani at Anzano del Parco, designed by Piero Lissoni and furnished with contract items by Tecno. “Social housing focuses on students, singles, young couples, and represents a new form of business for contract in Italy” (Rosario Messina, president of Federlegno Arredo). - Caption pag. 13 Upper left, a room in the Mandarin Oriental Hotel in Barcelona, furnished by B&B Italian, and designed by Patricia Urquiola; the bedroom of the suites of the Setai Hotel in New York, furnished with kitchens, wardrobes and beds by Poliform. Lower left, exterior of the Setai Hotel and one of the living areas in the suites contracted by Cassina; Schiffini custom kitchens for the New York Riverhouse; the bathroom of the Lute Hotel in Amsterdam, with contract furnishings by Boffi and mosaics by Bisazza.

Habitat system p. 14 text Giorgio Bersano

With a portal, a series of strategic missions and training courses, Contractitaliano is the project of ICE (the Foreign Trade Institute), aimed at refining the expertise of Italian companies to improve their chances in international bidding for the supply of goods and services for major projects, facilitating contacts with the foreign contract business community. The Foreign Trade Institute (ICE) has launched a project to promote contract business. Supported by the Ministry of Economic Development, the project is organized in collaboration with the leading Italian associations connected to the “habitat system” of ICE. They include ADI/ Association of Industrial Design, CNA/National Confederation of Crafts and Small and Medium Businesses, Confapi, Confartigianato, Confindustria Marmomacchine, Confindustria Ceramiche, FederlegnoArredo, FederTessilivari. Known as “Contractitaliano”, the initiative has the aim of granting international visibility to the excellence and operative capacity of companies or designers in the national contract sector, to improve competitive strength of the Italian system and to favor access to the opportunities of international business. In an initial phase the project focuses on production units, also in the area of crafts, involved in the furnishings system, and providing furniture, finishes, fine materials, excellent craftsmanship. Without neglecting the advanced sectors of electronic devices and home automation. In the near future Contractitaliano will also involve operators in the construction sector (designers, builders, general contractors, etc.) interested in providing “turnkey” services. The project’s goal is to refine the expertise of Italian companies, improving their capacity to compete for international contracts for the supply of goods and services for major works, while facilitating contacts with the foreign business community. A special portal has already been put online (www.contractitaliano.com) in September, and was presented at the 25th edition of the fair in Verona “Abitare il Tempo”. The presentation involved a multimedia installation by Studio Simone Micheli, capable of documenting, on a large screen, the good results of some of the most significant national contract projects. The portal is completely bilingual and acts as a “tool of communication and marketing, between the offerings of Made in Italy and the international demand for contract business”. It includes an updated register of projects, as well as in-depth research on the economic situation of the sector, thanks to information supplied by companies and designers on opportunities, business and events. The portal will be promoted on an international level. Already, in September, the project was part of the Italian participation at the fourth edition of “Arc Interiors”, the ‘bourse’ of contract furnishings in the United States, organized in Los Angeles from 23 to 26 Sept 2010, utilized as an opportunity for encounters between American design studios and a national delegation of entrepreneurs working in this sector. In November, at the Armani Hotel in Dubai, an initiative was organized to support Italian contract, combining the mission of an Italian delegation of operators in the system with the presentation of the new portal to the business community of contract in the Emirates. Contractitaliano also calls for training initiatives, aimed at improving the expertise of operators, through special one-day programs in collaboration with the Italian districts (November 2010), and through an “executive course” organized by SDA Bocconi of Milan, together with sector professionals (March 2011). - Caption pag. 15 “Arc Interiors”, the

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interni ANNUAL CONTRACT 2010 ‘bourse’ of contract furnishings in the US, organized in Los Angeles from 23 to 26 September 2010, was utilized as an opportunity for encounters between American design studios and a national delegation of entrepreneurs in the sector, including the participation of Contractitaliano. An image of Dubai, where in November, at the Armani Hotel, an initiative to support Italian contract was organized that combined the mission of an Italian delegation of operators of the contract system with the presentation of the new portal to the business community of the Emirates. The Contractitaliano stand at the 25th edition of the Verona fair Abitare il Tempo featured a multimedia installation by Studio Simone Micheli to document, on a large screen, some of the most interesting contract projects done by Italian companies.

I.A INsight Waterhouse design hotel p. 18 photos Derryck Menere project Neri & Hu Design and Research Office (NHDRO) text Alessandro Rocca Shanghai Shabby Chic: a new boutique hotel that mixes modernist archaeology, Chinese antiques and cosmopolitan design for very exclusive hospitality with a fine view of Pudong. Postindustrial aesthetics in the South Bund of Shanghai, for a boutique hotel created in a building that once housed the command post of the Japanese army, in the 1930s. The hotel is on the bank of the Huangpu River near the Cool Docks, Shanghai’s latest hangout. It offers 19 rooms, a restaurant that seats 60, a cocktail bar and a separate space, the Waterhouse, that can contain 800 persons for parties and events, or 500 persons for sit-down dinners. In a strategic location, close to the Expo 2010 site and at the eastern edge of the historical center, Waterhouse seems like one of the few projects of architectural quality in China to use the resources and charm of an existing structure. The credit for this goes to the designers, the duo Lyndon Neri and Rossana Hu, architects and designers who after training in American universities have concentrated on combining high-end European tastes and Chinese new design. The activities cover different areas, from commercial projects, with the opening of Design Republic in Shanghai and other showrooms, to design activities, creating objects in which the Chinese tradition and Western influences overlap in very original ways. They have also opened an architecture studio, Nhdro, that now operates on all scales, from renovation to planning, with jobs in Asia and North and South America. In this project, the goal is the creation of high-level hospitality, both in terms of design and of quality of services, with a very striking image of great visual impact, very design-oriented in the refinement of its contrast between the dilapidated image of an abandoned building and minimalist insertions of rugged materials like concrete and Cor-ten steel. The second theme of the project is the intentionally uncertain relationship between the private spaces of the rooms and the collective spaces, the hall and the restaurant, which are separated less clearly than one might normally expect. The atmosphere is full of ambiguity thanks to this network of exchanges of roles between the old and the new, the public and the private, inside and outside, memories of the Japanese occupation and references to the most sophisticated European culture. Starting with the citation of the Caixa Forum in Madrid by Herzog & De Meuron, and extending to design by a modern master like Arne Jacobsen. The selection of furnishings features a combination of elements from different sources, a signature mixture in which Neri and Hu alternate their own creations with antiques and contemporary design pieces produced by the likes of Moooi, B&B, Vitra and Magis, including objects by Tom Dixon, Hans Wegner, Kana Ishikawa and Antonio Citterio. - Caption pag. 19 From the terrace of the hotel, a splendid view of the skyline of Pudong, the ‘downtown’ of Shanghai. Walls in Cor-ten steel, glass parapet, wooden flooring, and Chair One chairs by Konstantin Grcic for Magis. Facing page: the small internal courtyard with raw wood shutters that stand out on the white stucco, and a view from the street, parallel to the Bund, with the old structure in reinforced concrete topped by the new Cor-ten insert. A mixture of old and new sets the tone of the hotel, in terms of both architecture and decor. Today, the Waterhouse represents a model for the China of the future: a perfect blend of past and future. - Caption pag. 21 The reception desk with table lamps by Tom Dixon is located inside a two-storey space that conserves the traces left by time and neglect. The insertion of the new suspended passage over the foyer stands out with its black painted steel and white plaster. Facing page: the rooms are designed as fluid, only slightly differentiated spaces. The bathroom is interpreted as an accessorized counter, featuring a monumental tub (produced by Toto) enclosed in a glass box.

Oriental vocation p. 24 photos Peia Associati project Peia Associati text Rosa Tessa The towers of Doha, in Qatar, where local tradition lives on in contemporary translations. Architect Giampiero Peia talks about how he has interpreted modernity in his latest projects in the Emirate. In the contract firmament of the next few years the state of Qatar wants to be one of the brightest stars. International architecture studios, contractors, suppliers and real estate brokers are wagering on its economic and constructive growth. While this Emirate doesn’t have surprising numbers in terms of local population, the idea is that Doha, its biggest city, can become the Singapore of the Middle East, attracting foreign labor and international management. The Italian architect Giampiero Peia, a partner together with Marta Nasazzi of Peia Associati, an architecture studio that has been working in Qatar for about six years now, says that there has been some impact of the crisis, but without paralyzing the whole market in Qatar. Peia Associati, over the last two years, has built residences and luxury suites inside the Kempinski Doha, a tower designed by AEB, a local engineering studio, that was finished in May. Last year work was concluded on the Alfardan Towers of Doha, two twin towers, one for offices, the other for apartments, designed by the Peia studio in collaboration with AEB. Two commercial buildings that offer luxury services, with boutiques, restaurants, spas and swimming pools on the ground level. “The Kempinski was a race against time”, Peia says. “In just two years we made 450 luxury suites, common areas, a spa, a fitness center, two restaurants, a gourmet space and a space for children, with particularly sophisticated porcelainized stoneware flooring that took the place of marble almost everywhere, with advantages in terms of

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space, maintenance and costs. One of the most interesting challenges for the Alfardan Towers”, the architect explains, “was the BMW facility, where we made a stretch ceiling that has been transformed into a sky of changing colors, thanks to the use of a translucent membrane inside which we positioned a very complicated network of LEDs”. Both buildings are owned by the Alfardans, one of the most powerful families of Qatar, and owners of important automobile dealerships, selling vehicles by BMW and Rover, but also Ferrari, Maserati and Ducati. “The Alfardans”, Peia says, “know and appreciate Italian brands. This is important because, as usual, the success of a project is in the hands of the architect, but also of the client, who in this case is very aware of the qualities of Made in Italy”. Peia explains the pros and cons of contract projects in this area of the Gulf. He says that in Qatar it is hard to make essential, clean contemporary architecture. When the clients ask for ‘modern projects’, compromise is the order of the day. “They have an important cultural heritage – the architect explains – composed of inlays, craftsmanship, extraordinary materials, but it must be reinterpreted, not simply applied by ‘cutting and pasting’. Another difficulty is to do a project that has just one source of art direction for the interiors and exteriors of a building. Otherwise, there can be clashing results and technical complications”. But there is one important advantage – he emphasizes – namely that the chain of command is a short one. So decisions can be made very quickly. In the meantime, Doha is betting on the final decision of FIFA regarding the soccer World Cup for 2022, for which Qatar is one of the candidates. Waiting for the response, the country is working on making itself the ideal place for the event, in spite of the very high temperatures in the month of June, when the World Cup would be played. At Doha eight outdoor stadiums have been designed, with ecological systems and even forms of outdoor air conditioning. In short, it looks as if anything, even the climate, can be designed in Qatar. - Caption pag. 24 Above, exterior of the Kempinski tower completed in 2010 in Doha, Qatar. The tower is by AEB, a local engineering studio, while the suites and residences are by the architecture studio Peia Associati.Facing page: the entrance of the Kempinski with the lounge, to the left, reinterprets the local tradition in its furnishings. The skyscraper, one of the tallest in Doha, has 62 floors. - Caption pag. 26 Left, the spa of the Kempinski, with a plasterboard suspended ceiling to cut down on noise; floor and facings in stoneware by Naxos Ceramiche, seating by Moroso; below, the elevator lobby with Arabian decorations and, below, the bar with seating by Moroso. In all the spaces lighting plays an important role, including interesting spotlights using LED technology, designed by Peia in collaboration with Martini illuminazione; in the suites, chairs by Giorgetti; faucets and washstands by Cisal. “At the Kempinski, in just two years we made 450 luxury suites with common areas, a spa, a fitness center, two restaurants, a gourmet space and a children’s area”. “The success of a project is in the hands of the architect, but also of the client, who in this case is very aware of the quality of Made in Italy”. - Caption pag. 27 Above, the ground floor of the tower. The particular lighting effects of the ceiling are reflected on the floor. Right, the BMW showroom, with a striking stretch ceiling backlit by LEDs that change color; chairs by Living Divani. Left, the Aida showroom, featuring international luxury trademarks. To the side, the Alfardan Towers in Doha, designed by AEB together with Peia Associati. The two twin towers, one residential, the other for offices, were completed last year. The Italian studio has also designed all the common areas, the entrance, a luxury boutique, the spa and the BMW showroom. “In Qatar they have an important cultural heritage, composed of inlays, craftsmanship, extraordinary materials, but it must be reinterpreted, not simply applied by cutting and pasting”. - Caption pag. 28 Above, the Aida fashion showroom on the ground floor of the Alfardan Towers; seating by Cappellini. Saint Louis chandeliers. Above, a corner of the spa decorated with Bisazza mosaic tiles; Eiffelgres flooring; seating by Living divani, lamps by Barovier & Toso, with Kasthall carpets in the spa lounge. Faucets and washstands by Cisal. Right, the swimming pool with chaises longues and tables by B&B Italia. All the fitness gear is by Technogym.

Dubai Italian Style p. 34 photos Beppe Raso project Matteo Nunziati text Antonella Galli A 20-storey tower designed by Matteo Nunziati in the metropolis of the Emirates scores points for the best of Made in Italy. If real luxury is not ostentation, but quality and style, then the choices made by the Milanese architect Matteo Nunziati for the VQ Dubai tower were oriented, with conviction, toward substance. In the crowded skyline of Dubai the building designed by Nunziati stands out for its coherent image and for the involvement, in every part, of the best Italian manufacturers of furnishings, facings and finishes. The tower in question is the VQ Ventiquattro Radisson Blu residence, a luxurious 20-storey structure at Dubai Marina, between the Jumeriah beach and Media City, in a zone between the area for tourism and the operative heart of the city. The 152 apartments are refined residences that can take advantage of hotel services run by Radisson, offering comforts like a business center, a wellness center, a spa with two outdoor pools, a restaurant, beauty center, bar and lounge. A mixed formula between a residence and a hotel, guaranteeing maximum privacy and service at the same time. The complex is owned by Abyaar, a Kuwait-based real estate and development company that is planning major investments (1.4 billion dollars over three years). The firm has chosen to invest in Made in Italy for projects of total quality. Nunziati has supervised and coordinated the design of the external look and the interiors, from facings to lighting, furnishings to landscaping. He has designed custom solutions and furnishings, finishes and layouts, lighting and structures. The overall impact has a domestic, relaxed but refined flavor, making guests feel right at home even in the common areas. The hall keeps a lofty tone, combining magnificence and rigor. It is based on the grand monumental constructions of Egypt: the large volume (6 meters high, over 30 meters long and 17 meters wide) is entirely clad in Travertine marble, with a design that is varied by the different sizes of the slabs. Opens for light interrupt the continuity of the facings, thanks to the Slot by FontanaArte, containing a continuous strip of LEDs. A link with the Arabian tradition is created by the two fountains clad in Black Absolute marble, also lit by LEDs. The men’s wellness center on the third floor (the women’s facility is separate, on the first floor) has a large terrace with two swimming pools faced in Ecotech, a ceramic material produced by the Florim group. There are three types of apartments, from 50 to 110 sq meters, furnished in a contemporary, linear style, thanks to companies like Poliform, Varenna, Feg and Salvarani for furnishings and kitchens, Matteograssi for seating, Florim for ceramic facings, FontanaArte for lighting, Rapsel for bath fixtures, including custom pieces designed for the VQ by Nunziati. A fertile synergy that leads to results of exemplary all-around quality.

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- Caption pag. 34 In the reception area of the VQ Ventiquattro Radisson Blu Residence tower, two large backlit bronze panels have engraved motifs inspired by ancient Arabic script. The board in leather and bronze, designed by Matteo Nunziati, was made by Essemme, a Sienabased company specialized in the production of showroom furnishings.The hall features an antique Arabian chandelier; the space is clad in Travertine marble, while the lights are by FontanaArte, and the divans are by Matteograssi. The entire project for the tower, by Matteo Nunziati, involves prestigious companies of Made in Italy. The edge of the swimming pools is marked by lines of light made with the Raso fixtures by FontanaArte; a sober luminous feature, but with a very evocative effect. - Caption pag. 37 The outdoor swimming pools of the men’s wellness center on the third-floor terrace are clad in Ecotech, a ceramic material produced by the Florim group, used here for the first time in Dubai. The two teak pergolas beside the pool contain the bar and lounge of the men’s wellness center.

Hong Kong Lounge p. 38 photos Nigel Young, Foster + Partners e David Long project Foster+ Partners text Matteo Vercelloni The new Cathay Pacific lounge at the Hong Kong International Airport designed by Foster + Partners, creators of the major intercontinental hub, is an experimental space that combines comfortable waiting and innovative furnishings. The idea of the ‘non-place’ Marc Augé saw as being epitomized in airports seems to be a thing of the past; airports are becoming true works of architecture that transform functions of transit, waiting and departure into an increasingly complex environment of spaces for shopping, care of the body and relaxation. Like a sort of ‘parallel world’, a mosaic of offerings that is fully absorbing. The threshold to be crossed before setting off on a voyage requires interior solutions that can meet diversified demands that are constantly evolving. So we are seeing lots of interesting experimentation, also in the sector of business and first class lounges offered by major airlines. The lounge created by Foster + Partners for the Hong Kong airport, and opened in October, is a point of reference to understand the evolution of these exclusive spaces of hospitality and passage for travelers from all over. The idea of a rather antiseptic, impersonal waiting room that still formed the matrix for most airport lounges until a few years ago has gradually vanished, in favor of spaces of great emotional impact: very personal places, with their own specific identity, where materic and compositional, chromatic and spatial choices generate an exclusive image, connected with that of the airline and the airplane interiors, to form a unified strategy that offers a ‘complete’ voyage. Cathay Pacific was one of the first to take this route, and Foster’s new lounge joins a list of valid experiments already done in the past. In this project, as usual, the panorama of the runways is visible through a continuous glazing. Along that wall, on a long red carpet, comfortable armchairs and tables offer a fine view. The idea of pacing the architectural space with furnishings emerges explicitly in the Cathay Solus Chair, a sort of custom-designed microcell, a volumetric cocoon accessorized with a vanishing worksurface. Passengers can retreat into this nest inside the space, avoiding the traditional rows of workstations that seem too much like an operative office. A selected range of materials features marble surfaces and wooden facings, under a partially reflecting ceiling; in the cafe area the long counter functions as a spine of reference to align essential stools and secluded islands for longer waits. - Caption pag. 39 View of the waiting area with the space occupied by the Cathay Solus Chairs, custommade by Poltrona Frau, accessorized circular capsules with a lacquered hourglass shell and bordeaux leather interior, similar to the famous Elda Chair by Joe Colombo (1963). - Caption pag. 40 Above, view of the cafe-restaurant with self-service zone and collective tables. On the right, view of the marble counter, like a vertical extension of the floor made with the same material. Facing page, top: the independent ‘islands’, niches lined with wood. Below: image of the reception area at the entrance, with the reflecting steel ceiling. Like a sort of ‘parallel world’, the mosaic of offerings of the airports of the new millennium is fully absorbing.

I.A INteriors&architecture Changing Venice p. 48 photos Henry Thoreau project Philippe Starck text Patrizia Catalano A gem that gets talked about: sixteen rooms and six suites in an area of 2800 sq meters. 289 mirrors, 1700 LEDs, 4000 antique Venetian bricks. Design, art and a unique hospitality concept. Welcome to Palazzina Grassi, the coolest address in the Serenissima. Venice has a new address, and judging from its success and the type of clientele, it seems to revive the glories of the legendary Hotel des Bains cited by Thomas Mann in Death in Venice, rather than the luxury of the Danieli, the idyllic location in Across the River and Into the Trees, the famous novel by Ernest Hemingway. We’re talking about Palazzina Grassi, the hotel designed by Philippe Starck, the star designer who feels right at home on the lagoon, where he has finally made a dream come true: to created a charm hotel in the most charming city in the world (and the first Starck Hotel in Italy). This is an absolutely new development for Venice, because Palazzina Grassi (at Dorsoduro, close to the museum of Pinault) brings the city a new, decidedly more contemporary language, a hotel that functions as a salon for its guests and the city, a restaurant with a menu to meet the tastes of an international audience, a ‘cicchetteria’ to hang out and converse till late at night, and a Krug Lounge where Johnny Depp is said to have spent most of his time, when he chose the Palazzina as his headquarters during a film shoot for a couple of months last spring. The hotel has two main entrances, one from the Grand Canal, and one from Calle Grassi: there are no signs, but just two stylized bull heads by the artist Aristide Najean. At the entrance there is no real reception desk. One is welcomed by two large mirrors, face to face, to enhance works in glass, two striking interpretations of the city, also by Najean. The spaces of the hotel have enormous carpets with original designs and lively hues. An eclectic frame of 19th-century columns opens the way to the dining room, characterized

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by two very long tables, two seven-meter monoliths, face to face: the first is set up as a cafe-bar, while the second, with the kitchen concealed behind it, is the surface for breakfasts and the restaurant. In the central area chairs, divans and tables set the stage for the restaurant proper. Mahogany panels dress the walls, in a scenario of diffused light and one-of-a-kind works of Murano glass. Upstairs, but facing the Grand Canal, the Krug Lounge (the second in the world) is positioned in the 16th-century part of the building, with access only to members. The three upper levels contain the hotel rooms. While the ground floor and the corridors feature shadowy atmosphere, light is the protagonist in the rooms. Ivory-color carpets, pale marble and stucco, furnishings in leather and steel, mirrors and crystal. Behind a project that has transformed the concept of hospitality in Venice, there is a very creative person: Emanuele Garosci, born in Turin in 1973, already known for having opened the Hotel Nhow in the Tortona zone of Milan, a true catalyst of the Milan design district. Garosci came to Venice about two years ago, and fell in love with the city. He decided to create a home on the lagoon: “a place in which to live and let others live the true emotions of a city that is often explored in too superficial a way”. This meant paying attention to guests even when they leave the hotel, organizing dinners in the homes of Venetian nobles, tours to discover the city, the most authentic places to visit with exceptional guides, as well as Venetian cooking lessons and picnics on the islands of the lagoon. This organizational creativity is joined by great refinement of the furnishings, from the lighting to the finishes. Some of the companies involved: XO, Emeco, Fornasetti, Cassina, Vitra, Baxter, Boffi, Driade, Chelini, Gervasoni and others, for the furniture; Flos, Zumtobel, Fornasetti, Venini, Ingo Maurer, Italamp for the lights; Duravit by Starck and Hansgrohe for the baths. And also: General Building for wood floors, painting and stucco work; Del Tongo for the boiseries; Schonhuber-Franchi for the porcelain and crystal. - Caption pag. 48 The space for the restaurant and the PG Bar at Palazzina Grassi, surrounded by a maze of 19th-century marble columns. Large carpets share the space with two counters over seven meters in length. In the central area, tables with chairs and small sofas. For the lighting, industrial fixtures on the counters, and original Murano glass artistic lamps reflected by mirrors. This is the start of collaboration between the entrepreneur Emanuele Garosci and the French designer Philippe Starck, to create the hottest hotel for celebrities on the lagoon. - Caption pag. 50 Starck wanted a very theatrical atmosphere for the conversation and restaurant zone, with soft abat-jour effect lighting. On the facing page: the Krug Lounge (there are only two in the world) with vintage brick walls, hassocks and low tables. Open only to hotel guests and members. - Caption pag. 52 The deluxe suite has a large living area with Cassina sofas, lamps by Fornasetti, and extralarge mirrors. On the facing page, above: the desk zone of a hotel room with the wardrobe in the foreground, featuring steel sections and transparent glass doors. Below: overall view of the bedroom. The bed is not against the wall, but in the center of the room, with a view of the Grand Canal. The hotel rooms are full of light, with pale walls, drapes and carpets, and transparency, mirrors, steel and crystal, used wherever possible.

Parking Design p. 70 text Alessandro Rocca Madrid, Oklahoma City, Melbourne, Santa Monica: parking, often seen as a mere service, is taking on environmental and urban qualities thanks to poetic inventions, graphic design and avant-garde technologies. Teresa Sapey, an architect whose background is in Piedmont but who works in Madrid, has done four parking facilities, in Spain, that set the pace, showing that graphics and decorative features can completely change the usually sad, neglected atmosphere of such places. The idea is that “a parking area should go beyond its function” and become something more, with a positive impact on urban experience. In the project of Plaza Vázquez, Sapey narrates, the parking area “has been transformed into an attraction, an identifying feature of the Chueca neighborhood of Madrid. Eros is the figure behind the project, a modern Eros, anonymous, everyday, involving all the users, citing verses from the fifth canto of the Divine Comedy: Amor che nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte che ancor non m’abbandona.” Oklahoma City: the aim of Elliott + Associates is to interpret “what is usually a dark, dirty, oppressive place with low ceilings and floors covered with oil stains, a place everyone would be happy to be able to avoid”, making it into a pleasant, even exciting work of architecture. The whole structure is wrapped in a metal screen that opens the walls by 25%, as dictated by law, and dissolves in the sunlight into a sort of luminous cloud. “The angles vanish and the surfaces, through reflection, form mutable skyscapes”. Inside, the project deals with the classic problem of orientation by using a color code done with fluorescent lighting. The positioning of the staircases and elevators at the facade also helps, because visual contact with the outside makes it easier to find a parked car later, thanks to the view of the campus of the Chesapeake Energy Corporation. Another plus is a full-height atrium, with a ceiling about 30 meters high, that functions as a chimney to improve air circulation, while containing a large light sculpture that uses the colors of the identification lighting on the four levels. Signage and orientation are decisive factors for the environmental and functional quality of a parking garage. Axel Peemöller is a German graphic designer who has worked, with Emery Studio, on the interiors of the Eureka Tower Carpark in Melbourne. Stimulated by his admiration for the work of the Swiss artist Felice Varini, Axel has used big lettering based on the principle of anamorphosis. An optical effect often employed by the artists of the Italian Renaissance, in which a figure is painted in a distorted way so that it looks normal only when seen from a particular vantage point. Axel’s deformed words, then, are calculated to reach maximum legibility for the eye of a driver of a car in motion. A clever intuition for a project that is a great success. “When I got the job – Axel says – it took me ten minutes to get the idea on paper, another ten to make it work, and ten more to explain it to the client. A work done in a half hour, setting a new speed record, for me!”. In the very colorful parking garage for the civic center of Santa Monica the protagonist is sustainability, and photovoltaic panels covering the roof and three walls become architectural features that stand out on top of the building. A project by the studio once run by the great Charles Moore, the unforgettable master who knew how to combine technology and a human scale, a modern spirit and popular culture. In Italy the studio of Massimo Iosa Ghini, an architect and designer already connected with the world

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interni ANNUAL CONTRACT 2010 of automobiles thanks to his work with Ferrari, has redesigned the ground floor – with spaces for the public (pedestrian entrance, parking, elevator zone) – and the administrative offices of Garage San Marco, the car traffic terminal in Venice. The project is based on the continuity of a ribbon element that crosses and wraps the various spaces, with the multiple function of canopy, outdoor signage and lighting, reinforcing the relationship between the urban setting and the interiors of the garage. - Caption pag. 71 Teresa Sapey uses literary quotations, striking graphics and large photographic reproductions in the Plaza Vázquez de Mella Parking project in Madrid, 2005, photo Pablo Orcajo. Depending on the vantage point, the large inscriptions are perceived as abstract signs or directional indicators. For motorists the distorted letters of the words “in”, “out”, “up” and “down” line up perfectly to point the way at each intersection. - Caption pag. 73 The signage in the Eureka Tower Carpark, Melbourne, 2006. Project by the German graphic designer Axel Peemöller for the Emery Studio communications agency. The parking garage is for the residents of a 90-storey residential tower. 791 automobiles on four levels, in Car Park One at Chesapeake, designed by Elliott + Associates Architects. Oklahoma City, 2008, photo Scott McDonald Hedrich Blessing Photographers. The block of staircases and elevators faces outward, offering visual contact with the outside, overlooking the campus of the Chesapeake Energy Corporation. that makes it easier to find a parked car. - Caption pag. 74 Moore Ruble Yudell Architects & Planners, Civic Center Parking, Santa Monica, California, 2007 (photo John Edward Linden). U-Glass vertical elements in colored glass, photovoltaic panels, prefabricated reinforced concrete panels and metal mesh, to create a vibrant, light surface that contributes to the urban quality of the center of Santa Monica. U-Glass panels produced by Bendheim, coloring of the panels by Grosvenor Solutions in Glass; photovoltaic panels by RWE Schott Solar Inc. In Santa Monica, 900 parking places on six levels become an opportunity for a technological, sustainable, multicolored presence, thanks to the double facade that dematerializes the volume and transforms it into an urban landmark. Parking, Italian style: futurist dynamism and (almost) Ferrari red in the restyling of the San Marco garage, the only place accessed by cars in Venice. - Caption pag. 76 Iosa Ghini Associati, renovation of Garage San Marco, Venice, 2008: a ribbon of red painted steel crosses and wraps the spaces seamlessly, functioning as a canopy, external signage and lighting, adding character to the urban and interior space (photo Henry Thoreau). Finishes and colors: white for the matte materials, like the skin of the glazings and the Pral (acrylic material) of the custom furnishings; silver for the brushed lacquer finish of the exhibit walls and the floors, both inside – in strips of stoneware with metal particles – and outside, in resin with gray quartz; shiny steel for the support columns of the glazed walls, the baseboards and supports of the custom furnishings.

Toolbox: the shared office p. 86 photos Sebastiano Pellion di Persano ed
Helene Cany project Aurelio Balestra, Giulio Milanese, Caterina Tiazzoldi text Virginio Briatore The first coworking facility has been opened in Turin: a 1300 sq meter workspace where 44 individual workstations and desks can be rented, with use of the reception, kitchen, lounge and other common areas, and meeting rooms available by reservation. All starting from 300 euros per month. The title is we are alone. We are single. We’re short on cash and living in the city is great but arduous too. You might have 1750 friends on Facebook, but you can’t find even one with whom to share a workspace, a secretary and a gas bill! What’s more, it’s probably better to have no ties, especially in these days of runaway freelancing, where it’s hard to rely on any kind of steady employment. These are just some of the reasons behind the enthusiastic response to the appearance, at the corner of Corso Turati and Corso Dante, in Turin, of Toolbox: an office that offers the possibility of having working tools and relationships at a reasonable price, also for short periods of time. Based on a concept by Aurelio Balestra, Giulio Milanese and Caterina Tiazzoldi, with architectural design by the latter, the building is part of an urban area in rapid transformation: in front of it, for example, construction is planned of the new facility of the European Design Institute, designed by Mario Cucinella. Toolbox occupies the ground floor of a 4500 sq meter office building, the result of an earlier restructuring of an industrial building in the 1970s. The second and third floors contain the offices of important firms like Coca Cola Italia, Accenture, H3G and Symantek. The basic idea is to respond to the changing professional scene in Turin, less linked to traditional kinds of work, and with a growing amount of outsourcing and freelancing. Toolbox is an environment designed for a new generation of architects, web designers, creative professionals, journalists and independent entrepreneurs. A place conceived to invent a new approach to work and existence, which just six months after its opening has already rented half of its available spaces, and has been chosen by Google for an international work meeting held on 17 November. After a phase in which work from the home seemed like a viable alternative, people have rediscovered the need for separate spaces. Such spaces are necessary for three reasons: social contact, the need for professional recognition by others, and the impossibility of happy living if you spend the whole day in a track suit or bathrobe! The Toolbox project balances social contact and privacy, relaxation and work, formality and informality. Multiplicity and variety are the main values of Toolbox. The walls of the entrance-reception zone are formed by cubicles of different sizes on which the positions of the different services offered by the structure are indicated. The composition is done with a parametric system that is the happy obsession with which the architect Caterina Tazzioli, who teaches at Columbia University in New York, is attempting to reformulate half the planet! It consists in developing infinite configurations to underline the philosophy of a structure that is ready to absorb changes. The value of the restructuring also lies in the fact that it is a low-budget project, in which the main span of the building is still visible and exposed, subdivided lengthwise by the insertion of filter volumes used as technical spaces, while along the corridor the volumes containing common services are lined up: meeting rooms, printer rooms, informal lounges, a patio and a kitchen. - Caption pag. 86 The reception area of Toolbox, organized by the architect Caterina Tiazzoldi with the Adaptable Component parametric system.

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The variety comes from the interpretation and transformation of a single design rule that permits emphasis on the idea of multiplicity. - Caption pag. 89 Facing page: the large space of the office, with individual work position on one side and common services on the other. A lounge for conversation and relaxation, with Ikea furniture and natural rubber flooring. To the side, the various levels of transparency of the bubbles that form the external texture of the container-bar. Below, another soundproofed cabin for making phone calls or talking without disturbing the people working in the open space. Right, the common table in the kitchen, with ovens and a refrigerator. Directly below, one of the small meeting rooms, available by reservation. Facing page, large photo: the container of the bar with the table for ‘eating on foot’, made to measure and covered with ceramic material. Small photos: one of the cabins for phone calls, with soundproofing. Below, the small patio with bamboo, which brings light to the kitchen space. A few months after the opening, the people who have chosen to work at Toolbox seem happy. New collaborations and new business ideas have also developed, and everyone offers free micro-consulting to the other coworkers.

I.A design Shopping lights up p. 98 photos Francisco Nocito project Studio Pfeifer y Zurdo text Cristina Monica Dot Baires Shopping, the biggest shopping and entertainment center in Buenos Aires, stands out for its complex architectural design, of great geometric dynamism. Dot Baires Shopping opened in 2009 in Buenos Aires, as the biggest shopping center in the Argentine capital. Not just a collection of stores, but a place to gather and enjoy leisure time. Besides the many stores and a hypermarket, the mall has cafes, restaurants, a multiplex cinema, and it will soon have a fitness club. Positioned at one of the most strategic intersections of the metropolis, Dot Baires Shopping is a structure with a strong identity, with almost 190,000 sq meters of indoor areas on three levels, as well as three underground parking levels and outdoor spaces with terraces and gardens. The lighting design, developed in parallel with the complex architectural project, emphasizes the dynamism of the geometric forms of the building created by the studio Pfeifer y Zurdo, commissioned by IRSA, the leading real estate developer in Argentina. The different lighting systems – mostly LEDs of the latest generation and low-power bulbs for very efficient energy use, with prevailing tones of warm white and yellow – add character and identity to the various zones of the complex: the first floor uses fluorescent tubes, the second curved luminous lines, the third appliques and built-in metal halide fixtures. Large translucent fixtures are positioned in the areas of passage, where built-in lamps create zones of light on the floor. In the food area four large skylights also function at night thanks to Gem hanging induction lamps. The parking areas are luminous thanks to hanging fixtures with white fluorescent tubes and ceiling boxes with high-pressure sodium lamps. Outside, the green areas are lit by MiniWoody spots with wallwasher screens, while Radius spots have been installed along the facades. Lighting designer Pablo Pizarro, using fixtures by iGuzzini, has developed a lighting design project that is perfectly coordinated with the architectural design. - Caption pag. 99 On the upper level of Dot Baires Shopping, large conical skylights contain Gem hanging fixtures by iGuzzini. The triangular veils covering the food zone are indirectly lit by small bands of tubes hidden in the structure. The surfaces of the main facade are studded with red LEDs, giving the structure a singular image at night. On the facing page: on the staircase of the main lobby, lighting effects achieved thanks to LEDplus fixtures, placed on the elevations, and MiniWoody, MaxiWoody, Woody and Iroll fixtures positioned in columns. Lighting designer Pablo Pizarro, using fixtures by iGuzzini, has added vivid character to the various zones of the shopping center. - Caption pag. 100 The fountain has beams of grazing light, while LED groups follow the lines and curves of the green zones and benches on the outdoor terraces. Yellow LEDs form a sequence on the lateral facades.

mutant space p. 102 photos Ottavio Tommasini project Antonio Gardoni text Patrizia Catalano Two months of work for a commercial space inside the Franciacorta Outlet. A temporary store with very refined architectural details. Antonio Gardoni has very clear ideas about his temporary store made in two months inside the Franciacorta Outlet, near Brescia. “Goods is a project that plays with banality, with the typical stereotypes of the retail world, to create an unstable, vaguely disquieting space. The project called for a large empty space at the outlet village, with the functional program of a temporary store, by rotation, to sell anything: clothing, accessories, housewares, guitars, hats, books, etc.… The main issue to resolve was how to display merchandise without knowing what kind of products will be sold. The final project solves precisely this problem. The lack of product identity is summed up in a surface that covers the whole space with a banal gray color that reveals, through a wide range of opening system, a pop yellow inside. Hinges for doors, sliding tracks, hatch panels, folding doors, blinds and drawers are just a few of the expedients to make the gray be transformed into light, revealing an infinity of different flexible display opportunities. The insertion of video screens and LED panels to support the changing internal communications is one tactic, like the series of fluorescent tubes that can be turned on independently to compose a message. A series of trolleys of different sizes, equipped in various ways (for hanging garments or with shelves) can be used to occupy the central space, and when not in use can be stored in the small storeroom at the back of the shop. Outside, a large cinema marquee announces temporary activities, and a lateral board has mobile numbers to indicate the countdown of the number of days before closure. - Caption pag. 102 A temporary store set up inside a big shopping center, to adapt to the sale of different types of products. This is the Goods project, created by Antonio Gardoni, the architect from Brescia who specializes in store design. All done by using just two materials: gray painted plywood and yellow laminate.

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I.A product design Italian contract, a 360-degree world. On the following pages, the most innovative materials, the ideal furnishings for specific or multifunctional uses. Technological and decor lighting. The projects of the most representative companies, and the architects, institutions and associations active in this sector.

projects United is better

by piemonte incontract p. 16 The Piedmont recipe for ‘systemizing’ is called InContract, a three-year project that aims at grouping small and medium businesses to help them approach the world. The force of Made in Italy lies in its capacity to offer guarantees of quality all over the world. This is why the internationalization of the brand and its production has always been a constant of a policy designed to support Italian trade in the world. They know all about it in Piedmont, where for a couple of years companies, their suppliers and institutions, are ‘systemizing’ thanks to the InContract project. Ferruccio Dardanello, President of Unioncamere Piemonte and Unioncamere Nazionale, tells us how it’s done. What does the Center for Internationalization do, exactly? The Centro Estero per l’Internazionalizzazione s.c.p.a. (Ceipiemonte) is the first Italian agency that rationalizes, in a single entity, the functions linked to internationalization. It is the reference point for foreign companies interested in knowing more about the local economic system, and for those in search of a quality business destination in Italy. Through a dynamic network of offices around the world, the agency puts local production in touch with the needs expressed by international markets, creating the conditions for the growth of possible trade, bringing out the potential of the territory to attract tourism and managing training programs in the area of international commerce. Why did you feel the need to create a project like InContract? Piedmont-based contract companies have demonstrated, in recent years, their constant commitment and productive evolution, permitting them to play an important role in the high segments of the market. Nevertheless, international clients tend to establish lasting relationships with structured, complete situations, and thus overlook relationships with smaller suppliers. This has led to the desire to develop, in Piedmont, a project that can develop an aggregated offering of businesses, in the belief that this is the path to success to promote our regional production capacity abroad, composed of small and medium businesses that often would not otherwise have a chance to compete on their own. The result is Piedmont InContract, a three-year project launched in 2009, supported by Unioncamere nazionale, the Piedmont system of chambers of commerce, and managed by Ceipiemonte. To whom is Piedmont InContract addressed? To international contract operators, a segment that involves works for hospitality, restaurants, offices, recreation, shipping and airports. At the website (www piemonteincontract.com) the project offers foreign clients an overall view of the potential of Piedmont for contract furnishings. What companies can become a part of the chain? Piedmont InContract has selected about 100 excellent companies from 4000 existing firms, based on their technical know-how, corporate quality, level of internationalization, the existence of a structured foreign office, the potential of human resources. What has emerged is a complete team, in terms of product, a motivated team that stands out for style, design, culture, technology, innovation, efficiency and quality, ready to promptly respond to the needs of international clients. What are your initiatives in Italy and abroad? Based on the requests of external operators, the project team organizes b2b encounters in Piedmont or elsewhere, offering buyers support and assistance to help them find the sellers who can best fulfill their needs. On a systems level, what other sectors are fortes for Piedmont? Piedmont is a dynamic region in the industrial manufacturing sector and in the service industries, with flexible, well-trained human resources, thanks to one of the best education systems in Italy. The region also contains research centers and poles of innovation operating on an international level, which contribute to consolidate an economy based on knowledge and the development of advanced services. In this context, certain projects have emerged design to put foreign operators in touch with Piedmont businesses. Piedmont InContract, in fact, appears in the positive wake of a series of efforts that have led to tangible results, promoted by the Chamber of Commerce of Turin, including From Concept to Car, Think Up, Torino Piemonte Aerospace, which Ceipiemonte manages in operative terms. These are multiyear projects for the automotive, ICT and aerospace sectors, respectively. They have been joined by other initiatives structured with the same logic to support other sectors, including design. What objectives have been achieved so far and what do you expect from your second year of activity? In the first year of the program (September 2009 – August 2010) Piedmont InContract convinced many foreign contacts, and important negotiations are now proceeding. Some companies have already received orders: for example, 3000 vinyl floors and doors for Qatar, 700 doors in Morocco, energy saving LED lamps and faucets for the shipping sector in the USA, tables and chairs for Lebanon, etc. Results that come from an intense program of activities: direct contacts with 14 buyers, 380 business meetings, 69 corporate visits by foreign operators, 5 scouting missions. For the second year, we expect even more concrete results, concluding negotiations that began during the first year and continuing our activity of scouting in search of new areas to explore, new buyers to invite to Piedmont. Your role is not only regional but national too. Are there other regions that are as active as Piedmont in the contract sector? On a national level, in 2010, a project was launched called “Contract Made in Italy”, promoted by the Ministry of Economic Development and organized by the Institute of Foreign Trade with the aim of undertaking promotional actions to help medium-large businesses of great potential (but also small-medium firms that are complementary to them, or already act as their suppliers) to explore the opportunities in international contract to supply products for interior design and turnkey projects. What is Piedmont’s potential, in this sense? Thanks to its deeply rooted industrial, multisectorial tradition, Piedmont is

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able to offer a portfolio of companies highly specialized in all the merchandise categories of the contract sector, constructing an ideal, complete system for buyers in search of turnkey solutions. - Caption pag. 17 On this page and below on the facing page, contract projects done entirely by companies of the system organized by the project Piedmont InContract. On the facing page, above: Ferruccio Dardanello, President of Unioncamere Piemonte and Unioncamere Nazionale.

materials The pleasure of authenticity

by artesia / international slate company p. 22 Functional quality and a natural look go hand in hand in spaces faced with natural stones. Which is why they are increasingly popular with architects and interior designers. Entering a wellness center, everyone looks for the same thing. A protective environment, far from the visual and acoustic pollution of the outside world, a space in which to relax and let yourself go. It should be as natural as possible, so we can finally feel a sense of harmony and peace. Few people think about the challenges architects and interior designers have to meet to create these little artificial paradises. Which have to be developed by using the most advanced technologies (rigorously concealed) and high-performance materials (but ones that also create a warm, welcoming atmosphere). So while in decor and interiors authenticity is a must, spas today also prefer natural materials instead of artificial ones, especially if they can offer the same type of performance, or even something more. This is particularly true when the spa is built in a home, as in the case of this swimming pool with a waterfall in a private home in Italy. Here the facings are made with Quarzite Mix Colour by Artesia® in the Murales version for the walls, and the 30x60 format for the floor. A choice dictated by both aesthetic and functional reasoning. First of all, the pool is in an environment ‘open’ to the outside, thanks to the large windows. The intense natural shading the stone gives to the water creates continuity with the panorama, whose effect is amplified by the light in strategically positioned mirrors to convey an idea of depth and harmony with the forest. Other, more functional reasons also convinced the clients to choose Quarzite Mix Colour by Artesia® over other materials: thanks to the natural hewn finish, it provides better grip, even in zones in contact with the water. Natural stone, in short, is a favorite of architects and designers to enrich aesthetic and conceptual value, both indoors and outdoors. The architects Vito and Claudia Grimaldi, for example, have used la Quarzite High Resistance in the Dehor version by Artesia® for their project, done together with Idrostrade Ingegneria, for a square at Tito (PZ), where a large green area has been created with stone paving for the square and the walkways that lead to the historical center, enhanced by grass and plantings. The choice, in this case, was dictated by the excellent technical performance of the product, which resists frost and can be used as pavement for vehicle areas with a thickness of just 3 cm. Artesia® is a brand that specializes in pavements, of the International Slate Company, a firm that invests in research and development to find innovative and ecological solutions, but has never abandoned its true forte: the manual working of the finest slate and high-quality stones, selected and quarried all over the world, with the added value of Italian workmanship. - Caption pag. 23 A residential spa faced with Quarzite Mix Colour stones by Artesia® in the Murales version for the walls, and the 30x60 format for the floors. The stone gives the water an intense natural color, but it also ensures better grip by the side of the pool to prevent slipping. Photo Matteo Carassale. On the facing page: above, detail of the reflections on the water of the pool clad with Quarzite Mix Colour by Artesia®, photo Matteo Carassale. Below, a square in Tito (PZ), renovated by the architects Vito and Claudia Grimaldi using Quarzite High Resistance in the Dehor version by Artesia® (width 30 cm, lengths from 30 to 60 cm). Photo Francesca Dondero.

Green rainbow

by marazzi tecnica p. 42 A synonym of Italian ceramics in the world now focuses on sustainable projects. With SistemA and SistemN, Marazzi responds to the needs of those who care about aesthetics, function and the environment as well. Seventy-five years, without feeling it. Always young in spirit, and full of curiosity. The Marazzi group never stops pursuing innovation, technology and style in the field of ceramic facings. And when it comes to environmental themes, the group takes high marks, even in the contract sector. Here Marazzi Tecnica, the brand of the group that specializes in production and marketing of stoneware sheets and ceramic tiles for high-stress vertical surfaces and high-traffic horizontal surfaces, has put lots of energy into research and development to create increasingly green solutions. All the products are made in ‘closed-circuit’ factories that guarantee systems of gathering and utilization of scrap materials, water and the heat generated in certain phases of the work. After the success of SistemA, a system composed of eco-certified, coordinated components in crystallized stoneware – ideal to bring out aesthetic and chromatic characteristics, but also technical features like absorption of water and mechanical strength – this year Marazzi Tecnica has attempted an encore with SistemN. While SistemA was based on lively, even risky hues, the innovative porcelainized stoneware of SistemN responds to the needs of designers making places that call for neutral tones, offering shadings from white to black, with different surface finishes – natural, with a soft, velvety look, polished in bright, elegant tones, hammered for high levels of technical performance – and offers the possibility of creating continuous floor-facing, indoor-outdoor surfaces. Because success, on the contract market, is not only built through technological innovation, but also thanks to the ability to think along the same lines as architects, to respond to their needs or even predict them, also on an aesthetic level. It should come as no surprise that leading architects who focus on ecology tend to choose the innovations of Marazzi Tecnica for their buildings. Like Marco Acerbis, for example, for his Pole of Strategic Innovation (Polins) at Portogruaro,

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one of the first buildings in Italy to obtain Class A+ rating for energy efficiency and ecosustainability of materials. Like the crystallized stoneware of SistemA, chosen by Acerbis for the ventilated facade, made with over 40% recycled material. In the area of ecological renovation projects, Marazzi is also a favorite of designers. In fact, in Phoenix, Arizona, the large block that contains the Wilkinson warehouses, made with concrete panels finished with gravel, has been completely modernized using ceramics (sheets of porcelainized stoneware, 60x60 cm, Cromie Antracite_C SistemT) by the giant from Modena. The lower portion of the entrance facade, with irregular openings, is now more uniform thanks to a yellow steel beam whose impost level represents the lower border of the new ventilated facade that wraps the whole building: a device that permits architectural transformation of the building, while significantly diminishing energy consumption for heating and cooling. - Caption pag. 43 The Pole for Strategic Innovation of Portgruaro, a Class A+ building. For the external ventilated facade, Marco Acerbis has chosen SistemA by Marazzi Tecnica, a crystallized stoneware made with exclusive technology, ideal to create continuity of outdoor and indoor surfaces, ventilated walls and raised floors. The coloring has a particular three-dimensional effect of depth. Below: the ventilated walls of the Una Hotel in Modena, designed by Tiziano Lugli, made with SistemA by Marazzi Tecnica. Facing page: the SistemN porcelainized stoneware by Marazzi Tecnica, made with ecosustainable production processes, available in neutral shades from white to black, in different surface finishes and four sizes, from 10x60 cm to 60x60 cm. Perfect for high-traffic areas like museums and public spaces. On the facing page, below: the Wilkinson warehouses in Phoenix, Arizona, renovated using sheets of porcelainized stoneware, 60x60 Crome Antracite_C, from SistemT by Marazzi Tecnica.

Textile walls by cleaf p. 62

Fifty square meters taken back from organized crime and now once again open to Milan in the new guise of the first ethical and sustainable luxury boutique. SpazioCangiari gets dressed with fine tailoring by Cleaf. To recover and safeguard crafts traditions, to use natural materials giving work to local laborers: this, in short, is the philosophy of Cangiari, the fashion brand created by the consortium of social businesses Goel, whose mission is to change Calabria and help its local communities. In November Cangiari opened a space in Milan, designed by the studio ViaPiranesi under the creative direction of the architect Anna Barbara. In line with the fine tailoring of the brand’s collections, the architect invented a space to be dressed up like a Cangiari outfit, where fabric would be transformed into a solid surface. An aspiration that seems like a dream, but has been made possible thanks to the use of the surfaces of the Fusion line by Cleaf. Employing an exclusive avant-garde technology, Cleaf incorporates yarns and fabrics in the surface, conveying their textures and natural finishes. Combining different Cleaf solutions, in SpazioCangiari six mobile partitions have been made, including four at the center, to form a conference room, a retail space or a large, single exhibit space, depending on changing needs. Two more lateral walls border the fitting room, but with a rotation of 90 degrees they can also form a new space. Cleaf surfaces and finishes clad the space, playing with chromatic and materic combinations, style and function, to transform the environment into a sensorial, multifunctional container. The display fixtures, on the other hand, made with nine types of Cleaf laminated wood, evoke the design of the typical dowry chests of the Calabrian tradition. The Tranché finish gives the surface a materic effect of raw wood, through fine craftsmanship that conserves an irregular, archetypal character. A solution of great visual impact, but also clearly functional, that does not compromise the durability of the material, conserving the original look of the wood. The surfaces utilized illustrate the path toward stylistic and technological innovation taken by Cleaf, and the lively contamination between the world of design and that of fashion. Since 1975 this company has made surfaces for interiors all over the world, relying on exclusive, versatile production know-how that ranges from processes of lamination and facing, sectioning and moulding, to the most recent techniques of digital printing and thin melamine facing for doors. - Caption pag. 63 The new SpazioCangiari in Milan, whose mobile partitions are made with Fusion panels by Cleaf that incorporate yarns and fabrics in their surfaces, thanks to the use of a new technology developed by the company. On the facing page, two details of the display fixtures of the store, finished with Cleaf Tranché surfaces whose image and texture evoke the sensation of natural wood.

Transparency and much more by omnidecor p. 64

Plays of reflections and surfaces, where you run your eye over freely. But also bright and rich colours, contemporary architectures and interior design. The new frontiers of frosted glass for inside and outside spaces. A large space with twelve experimental models of new urbanizations, the symbols of the may ways the current city is realistically understood: an infinite system, without boundaries or solid enclosures, unlimited, that you can cross and live everywhere and everywhere is temporary. To carry out his charming installation for the project “Verso una nuova carta di Atene”, presented at the 22nd Venice Biennale of Architecture, Andrea Branzi wanted ductile and reversibile materials to lend some subtle hints of reality, such as shades and light movements, yet without setting limits to space. His goal? To create no-surface surfaces, existing yet not capturing our look. His choice fell on Omnidecor glass, in particular DecorFlouMirror Extraclear and DecorFlouGlossy, a two-faced glass, frosted on one side and mirrored on the other one, that may be stratified, tempered and used both in interiors for partitions or furniture units and in architecture for the façades. Joining the Olympus of Auteur Architecture was a great honour for the Erba-based company. But also an official acknowledgement of its chief role in research and technological experimentation of glass surfaces. Another example is the cooperation with architect Julio Jose Mejon for the carrying out of a dental clinic in Lleida, in the province of Barcelona. The high-tech look pursued by Mejon Artigas obtained through the Decorgem glass, a special colour fusion into high

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temperature glass; this special material features rich, precise and homogenous colours, perfect for architectures, to get a striking visual effect. In particular, in the case at issue, the architect skilfully modulated the many shades of green by matching the softer jade and the brighter mint colour. An if in Lleida the emphasis is placed on bright, eye-catching colours, at Seregno, instead, Newarch Architetti Associati aimed at clashing, tactile and visual effects. For the new spa Officine del Benessere, they chose the frosted glass Omnidecor with alternating transparent and opaque textures, to spread and multiply the light, at the same time opening and delimiting the room, and to set our look free. Because in glass, there is much more than the ordinary transparency. - Caption pag. 65 The spa Officine del Benessere at Seregno, designed by Newarch Architetti Associati and carried out with Omnidecors glass featuring transparent and opaque textures. Opposite page. Two views of the dental clinic designed by Julio Jose Mejon Artigas in Lleida, close to Barcelona. The special colour effect of fronts was obtained by using Decorgem glass by OmniDecor, the outcome of a special colour fusion process.

High-tech terracotta

by alagio vivaterra p. 77 Tradition meets with contemporaneousness at the new Campari headquarters designed by Mario Botta and Giancarlo Marzorati. Two hinged buildings; a tower with basements hooked onto a two-level bridge with more basements. The new Campari headquarters at Sesto San Giovanni is a well-organized complex designed as a shell to include two previous buildings: the old headquarters of the company and a lobby. Architects Mario Botta and Giancarlo Marzorati opted for choices that aimed at a top-quality image, obtained through a smart use of the terraced parts, to reduce the horizontal and vertical impact of the two buildings. So a skilful mix of traditional materials used in a contemporary manner, by adding a functional role to their innate aesthetic quality. For instance, to extol the architectural look of the residences, that are part of the complex, slabs of Terracotta Palagio were chosen for the walls. The double-skin fronts have a fully glazed inside section, while the outside cladding is in blades of Cotto Palagio, vertically laid and dry assembled on a steel structure. The Palagio slabs, custom-made by the homonymous company (belonging to the Vivaterra group) are in extruded terracotta Imprunetina, size 50x140x1000 mm, vertically laid, to meet the designers’ requirements. The single piece features three star-like holes in the extrusion for the fastening to the metal substructure. The special hole allows to place the slab at different angles, as in the glass walls, where the blades are inclined by 45°: so the light filters through to create patterns changing to the hour of the day and the exposure. Also to renovate the famous mosaic by Depero, Campari’s symbol, Botta and Marzorati made use of a Palagio product: a mosaic with terracotta strips, made-to-measure and shaped. In short, baked clay turned out to be a most versatile product in the hands of the two architects, perfect for meeting the requirements of contemporary architecture. And totally respectful of the native tradition. - Caption pag. 77 A detail of the residences, that are part of the complex of the new Campari headquarters at Sesto San Giovanni. For their realization, architects Mario Botta and Giancarlo Marzorati made a profuse use of slabs in extruded terracotta Imprunetina by Palagio, fastened at different angles, thus providing for skilful plays of light between inside and outside. Left, a general view of the residences. The use of slabs of terracotta Palagio lends them a modern and traditional appearance at the same time.

Natural stones: the key to success is service by ghirardi stone contractors p. 82

Solutions customized for the know-how of those who have been plying the trade for decades. This is the secret behind the ongoing success of the Stone Contractors service by Marmi Ghirardi. Marble is a familiar part of the Italian building tradition, with roots in very ancient times. All over the world this material is a synonym for luxury. It is closely linked to the image of our country, with its architectural and artistic heritage. But in an increasingly competitive market, where the emerging countries are becoming more effective and can propose solutions at very low prices, a glorious past isn’t enough to achieve commercial and sustainable success. The future of commodities of very high quality like marble will undoubtedly be based not so much on issues of pricing as on those of quality combined with service. The key word, then, as always, is innovation. Combined with the capacity to update on an organizational level, to be able to offer personalized solutions, perfectly gauged to the needs of architects and builders. All this has been understood at Marmi Ghirardi, of Carpenedolo in the province of Brescia: a company founded in 1938 thanks to the passion of Renato Ghirardi, an artisan of great skill in the carving of natural stones. The company gradually transformed, in the 1960s, into a business operating on a worldwide scale. The key to its success, now with commissions from all over Europe, the United States, the Middle and Far East, has been its ability to perceive evolutions of the construction market and to respond immediately, with solutions precisely geared to meet the needs of architects and contractors. First of all, the dimension of the family firm had to be surpassed, though without losing the qualities of passion and fine workmanship. Marmi Ghirardi invested in new technologies and equipment, but also in human resources. Since the early 1990s the company has hired engineers, architects and designers, who are offered continuing, updated training in order to grant clients a high level of specialization in the management and design of projects. The vision of the Ghirardi family, whose third generation remains at the helm of the company, is simple but effective: to focus on commissions of very high quality and prestige, over and above industrial production. This clearly translates into a high degree of vertical integration, occupying all the various segments of the market today: not just quarrying and supply of sheets and blocks of stone, then, but also the making of finished products and, above all, the supply of technical support services. Architects and builders do not want just a product; they need to be able to rely on know-how developed in the field. This is why Marmi Ghirardi now offers a sort of ‘turnkey packaging’, known as Stone Contractors, the only one of its kind in Italy. This is an innovative concept of

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supply of specialized, high-profile services in the field of natural stones, where the requirements are quality, professionalism and problem solving, but above all distinctive expertise in the area of project development. Starting with an initial concept, Ghirardi proposes high-performance solutions through advanced installation methods and technically innovative systems. Every challenge is met with a custom solution, offering the possibility of expert, creative supervision of the entire production process. Technical choices and selection of the right materials are more fundamental than ever today for the construction of new works of architecture (in relation, for example, to environmental concerns), but also for building renovation and conservation of architectural and urban heritage. - Caption pag. 00 On the facing page: the two new structures that together with the conservative restoration now make up the Teatro alla Scala in Milan. The cladding of the ellipsoid is composed of slats that are also sunscreen elements, made with Botticino marble with a brushed finish. The same material is used to cover the stage tower, made with a ventilated facade system. Facings by Ghirardi Stone Contractors. The highly specialized human resources working in the laboratories of Marmi Ghirardi play an indispensable role in the various activities that lead to achievement of the highest quality standards and levels of satisfaction of clients. In the company’s plants, with an area of 70,000 sq meters, all the phases of workmanship of natural stone are performed. The production cycle makes use of the most innovative and technologically advanced machinery for cutting and polishing, as well as for the creation of the widest range of finishes and types of workmanship. A passion for marble? In Italy it has roots in very ancient times. But to keep pace with today’s markets innovation of products and services is a must. - Caption pag. 00 The showroom of BHC Home Experience in Milan, where Marmi Ghirardi displays its facing materials. Panels with a height of 2 meters and a vast range of collections and fine materials (marble, granite, onyx, limestone and Travertine) offer visitors an interesting overview of solutions for projects and design. On the facing page, above: details of a ventilated wall made for the new auditorium of Banca di Credito Cooperativo in the province of Brescia. The facade is covered with New Tonalite stone, an exclusive Marmi Ghirardi material with a brushed, sandblasted finish, for harmonious insertion in the surrounding urban and environmental context. Below, Breccia Aurora, taken from quarries that were not used for 30 years, after a long process of technical preparation done by Ghirardi: thanks to the reopening of the quarries, the company now has the worldwide exclusive on this very precious product.

possibility of bonding it with facings of all kinds. “Once it was patented the adventure began”, says Franco. An adventure that thanks to creative verve and entrepreneurial smarts has made the brothers the favorite suppliers of major design brands (from Boffi to Molteni to B&B Italia) and international architecture studios: at the moment, in fact, Donati Group is working with Renzo Piano on the construction of a residential complex in Trent. But this project is just the latest in a long series. “We just finished the rooms of the Ospedale Maggiore in Bergamo, the restructuring of the Niguarda hospital in Milan, and the management center of the Milan Fair at Rho”, the Donati brothers explain. Their recipe is simple but effective: to create a new company for every potential use of the panel. “We have Xeliox for thermal energy plants for industrial applications and solar cooling, Restival to produce screens and microscreens in pressed sheet metal, Rirradia to offer radiant ceiling or wall systems in metal and plasterboard”, Pino says. But the empire created around this successful patent was no longer enough for the duo, who prefer to think of themselves as inventors rather than businessmen. “I often thought about how many other things could be made with the panel”, Franco admits, “so I took advantage of the great interest expressed by designers, and asked Marco Zanuso Jr to come up with some limited editions for us”. The result? Furnishings that immediately wound up in the catalogue of the prestigious Galérie Italienne in Paris. “What we were lacking was a sort of creative hub, a meeting place for designers, architects and creative people in general, for free experimentation with Doluflex® and to show the results to a wider audience”, Pino explains. So in 2009 the created the Aton Shop in Bergamo. “We don’t only sell furnishings made with Doluflex® like those of Zanuso, but also other carefully selected products. We are already turning a profit, after just one year”, the Donati brothers say, specifying: “as a group, we have not been hurt by the crisis”. The Midas touch? Maybe. But the magic comes from invention. And healthy pragmatism, that of old-school Made in Italy. - Caption pag. 107 The Aton Shop in Bergamo, a retail space but also a creative hub created by the Donati brothers. Below, a table by Marco Zanuso Jr, made with the Doluflex® panel and Ironx® by Donati Group. Facing page: above, the theater of the Design Museum at the Milan Triennale, with panels made with the Ironx® method patented by Donati Group. Lower left, the bookcase by Giacomo Longoni on sale at the Aton Shop, also made with the Ironx® method. Lower left, interior of the Aton Shop in Bergamo.

Fab prefab

A thrilling welcome

From emergency shelter to stylistic choice. Prefab changes its image. The new version has a contemporary look and a green soul. By now the idea of prefabrication as an ugly insult to lovers of architecture and design is a thing of the past. For years now, in fact, technological advances and research on materials have made it possible to create structures of great functional quality and excellent looks using prefabricated parts. One example of the potential of prefabrication came from the architect Paolo Caputo and Franz Isella during the event ThinkTank produced by Interni at the State University in Milan in April, for the FuoriSalone, with their project Just Home. This self-supporting prefabricated modular system for residential and technological complexes makes use of a freight container outfitted to offer comfort and a high level of personalization, on a limited budget and with fast installation time. It was reinterpreted by Caputo as a sort of abode of light – somewhere between a glass residential module, an art installation and a functional container. The potential of the project goes well beyond its attractive looks. As always, Franz Isella, a company involved for half a century in the sector of mobile technological architecture, providing solutions for the UN, Civil Defense organisms and large worksites, strives to define new paradigms for a system of civil construction with a high level of comfort even in the most basic models. The idea is to design open systems that can adapt to changing needs, permitting additions, vertical growth, new claddings, or simple functional restructuring using the various modules designed by the company. The residential modules of Just Home are made starting with a structure composed of metal frames measuring 3 x 6 x 3 meters, assembled at will in different combinations. This skeleton can be used to create prefabricated units with one to three floors, in linear or balcony configurations, with courtyards or irregular footprints, featuring loggias, verandahs, balconies and pergolas. The frames are mechanically outfitted with panels in photovoltaic glass, wood or polycarbonate; they can also be equipped with sandwich panels, finished with oxidized copper, Cor-ten, Corian®, technical stone or structural ceramics. The same wide variety of coverings is also available for the interiors. Just Home is a true flexible house that can even change its appearance. And it is also an ecosustainable company, using only materials that can be regenerated and recycled, while also guaranteeing excellent insulation and thermal-energy performance (class A). - Caption pag. 97 The interiors of Just Home, the prefabricated house by Franz Isella, designed in collaboration with the architect Paolo Caputo for Interni ThinkTank, during the last FuoriSalone in Milan. On the facing page: above, the exterior of Just Home. The interpretation of prefabrication by Caputo was clearly contemporary: playing with transparent facings, the architect created a box of light, somewhere between a home and an exhibition space. Below, a rendering showing the adaptability of the Franz Isella model, which can be assembled at the factory and positioned anywhere.

With an unusual initiative, the creation of a true hotel inside a fair, Ceramiche Atlas Concorde welcomed architects and designers with open arms. Because a space says more than a thousand words. It’s easy to say contract. But the know-how required to make a hotel or another hospitality space is something constructed over time, with constant effort and commitment. And, above all, with an eye (and an ear!) on the needs of architects. This is why Ceramiche Atlas Concorde, relying on experience gained on an international level in prestigious projects of hospitality design, decided to create a concept space at the latest Cersaie, totally devoted to hospitality design solutions: the Atlas Concorde Hotel. Here, the latest ceramics collections for floors and facings, based on fine marble and very refined plaster finishes, were used to create a realistic, evocative hotellerie project, featuring great attention to detail and style. An entrance lobby welcomed visitors with English-style boiseries and lapped marble-like surfaces made with the Line decoration of the Plenitude collection: the flooring was in 60x60 cm tiles from the Style collection, in the color Travertino Chiaro Lappato, while the wall was in three-dimensional mosaic. Plenitude (in the Mud version) was also the protagonist of the Executive Suite, where the warm tones of the tiles were enlivened by the dramatic effect of the frontal partition covered with the gently buffed petals of the Tulip decoration. On the floor, the unique refinement of Style Beige Safari Lappato, in the 60x60 size, gave the space an effect of sophisticated rarefaction, due to its unexpected variations. A sensation of warm elegance and exquisite refinement was found in the Royal Bathroom, clad with the tones of Admiration Crema Marfil 40x80. The washstand area was entirely faced, on the walls, with Admiration Crema Marfil in the Ripple decor, format 20x80 cm, for a three-dimensional surface pleasant to touch, thanks to its soft undulations, while the entire tub and the wall behind it were in mosaic. The floor, in Style Crema Marfil Lappato 60x60, was perfectly coordinated with the facings, in a harmonious encounter of perfectly balanced hues. A different way of narrating new products, with great emotional impact for an audience – composed of architects and designers – for whom being able to touch and experience a material is much better than a thousand words. - Caption pag. 31 The Royal Bathroom clad with the tones of Admiration Crema Marfil 40x80, with the washstand area faced with Admiration Crema Marfil, in the Ripple design, 20x80 cm. On the facing page, the lobby of the Atlas Concorde Hotel, faced with a boiserie using the Line decoration of the Plenitude collection, in white and canvas. On the floor, the Style collection in pale lapped Travertine, 60x60 cm. - Caption pag. 32 The Executive Suite of the Atlas Concorde Hotel: for the walls, the Plenitude collection; on the floor, the Style Beige Safari Lappato collection, 60x60 cm. On the facing page: entrance to the Executive Suite: on the floor, Style Travertino Chiaro Lappato 60x60 and Beige Safari Lappato 60x60; wall facings in Plenitude Tulip Mud. The message of the Atlas Concorde Hotel? Ceramics can transform spaces, conveying a sense of warmth and refined decor.

by Franz Isella p. 96

For all seasons by donati group p. 106

“I will conquer the world with an aluminium panel”. The tale of two businessmen (pardon me, inventors) who have enthralled architects and designers with a patent. Roaming rooftops as kids was a stroke of luck for Franco Donati and his brother Pino. Working in tandem installing insulation, in fact, mixing materials to make stronger surfaces with better performance, the two managed to invent Doluflex® in 1998, a unique aluminium panel: totally flameproof, very light and ductile, easy to personalize thanks to the

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hospitality by ceramiche atlas concorde p. 30

energy Pole position

by enel p. 44

Enel has always been a front runner in the efforts to resolve the problem of climate change. With concrete initiatives. Conferences on global warming, like the UN initiative in Cancun, Mexico, are undoubtedly praiseworthy. Unfortunately these meetings, involving

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people that arrive from all over the world, have their own negative repercussions in terms of CO2 emissions. This is why Enel, with Enel Green Power, in agreement with the Ministry of Environmental Protection and Semarnat, has installed – on the roof of the hotel that houses the participants at COP 16 – a photovoltaic system using thin films of the latest generation. The flexible, adhesive panels have been applied directly to the roof of the Moon Palace Hotel, without requiring added structures, while guaranteeing operative efficiency of about 20 years. At the end of the conference, the expected result is emission of just 3 tons of CO2. Quite an achievement, if we consider the fact that in 2009, in Copenhagen, in spite of the efforts of the Danish government, the output reached a level of 5.7 tons! But the usefulness of this project doesn’t stop here: in 2011 the system will permit elimination of over 100 tons of CO2 and will generate enough energy to turn on 13,000 10W bulbs (more than 5 for each of the 2457 hotel rooms). COP 16 PV is the first thin-film solar system to be installed in Mexico: an opportunity to launch the development of solar energy in Latin America. In the end, this is a business model that is easy to reproduce, allowing specific sectors, such as tourism, to adopt strategies of sustainable growth. The project is a clear demonstration of how technologies for the production of energy from renewable sources can be harmoniously integrated in the urban fabric of densely populated areas, and of the commitment of Enel to encourage the use of all those technologies that guarantee energy production distributed throughout the territory. Photovoltaic systems, thermal and solar equipment, mini-windmills and turnkey geothermal plants are just some of the solutions Enel Green Power makes available to individual users. These are joined by other innovations like home displays combined with electronic meters (for realtime monitoring of information on consumption, rates and contracts), smart grids to input energy to the network and receive updates on consumption, electric mobility for zero-emissions movement in the city, the Diamante to produce energy from the sun and, thanks to hydrogen, to also make it available at night. Finally, there is also Archilede, the LED lamp for more efficient public lighting with low environmental impact. - Caption pag. 45 Buildings can now be “covered” with photovoltaic systems on the roof (above) or the walls (facing page), with vertical installation that permit total use of the surface.

light Design and innovation by cini & nils p. 46

Continuously renewed light, an absolutely flexible system, the latest generation of light sources. With the new products of the “Componi” series, Cini & Nils updates a promise: lighting that is always different, without ever having to change the bulbs. With Tenso metal halide bulbs, the company offers very high-efficiency, low-consumption lighting. It is seldom possible to communicate the essence of a company through a single object. But that is just what happens with Cini&Nils, the firm founded in 1969 by two designers as a vehicle for their creativity. Franco Bettonica (1927-1999), the founder of Cini&Nils together with Mario Melocchi (1931), created the famous Cuboluce in 1972. A box that lights up, an object of disarming simplicity but a clear message of the hopes of the two designers to shift the company – previously focused on furnishing complements – into the lighting sector. A true ‘missing link’ between objects and lights, in terms of both form and function, the Cuboluce became the first of a new generation of products connected with the magic of light, products issued by Cini&Nils starting in 1982. The BettonicaMelocchi duo continues today, more than ten years after Franco’s death, thanks to the collaboration between his daughter Luta and Mario Melocchi, for the design of the latest collections. Together, Luta and Mario forge on with the tradition of Cini&Nils, one of ongoing research to find intelligent, functional design solutions, inserted in timeless forms that are perfect for the contract sector. Innovation and design are the key words behind the development of the Tenso metal halide fixtures (HQI), like TensoFari and TensoGradi: plug in/out metal halide fixtures whose efficiency is over 4 times greater than the latest generation of halogens. Thanks to the TensoClic system, both TensoFari and TensoGradi are easy to move and adapt once installed. TensoGradi is available with screens for indirect lighting, in an opalescent version for indirect and diffused light, and a full-opalescent model for uniform light. TensoFari, with its free 360° rotation, is ideal for accent lighting, wherever it is needed. The approach of almost unlimited personalization was already the strong point of their previous collection, Componi, which makes it possible to “change the light without ever changing the bulb”: a possibility offered by the composition of disks, lenses and rings, easily assembled by hand on the chrome or satin nickel structure. All the products of Cini&Nils are Made in Italy. - Caption pag. 47 TensoGradi Halide by Cini&Nils (design by Luta Bettonica and Mario Melocchi), tensile metal halide fixture with plug in/out operation, for very high lighting efficiency and very low energy consumption. Available with screens for indirect lighting, in an opalescent version for indirect and diffused lighting, and an all-opalescent version for uniform lighting. On the facing page: an installation using Componi200. The Componi series is made in brass and steel, for the structure, borosilicate glass for the components, and optical glass for the lenses.

Don’t call them chandeliers by lolli e memmoli p. 66

Real architectures of light, always different, designed and made by hand by Lolli & Memmoli, in Bohemian crystal. With one eye on the tradition, the other on the future. As often happens when you visit an artist’s studio, a trip to see Lolli & Memmoli means getting off the beaten track of the bourgeoisie of Milanese design. Their showroom is in the southern part of the city, on a little street that is not that easy to find. It might seem like a strange location, but once inside you realize that it is not a retail space but a true laboratory. This is where, since 1993, Ivan Lolli and Mario Memmoli, architects,

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have created by hand, with their team of over 20 specialized artisans, cascades of light that add grandeur to any interior. It would be an understatement to call these works chandeliers. That term doesn’t account for the fundamental difference between the creations of the Milanese duo and those of traditional brands. First of all, the projects of Lolli & Memmoli come from the invention of a particular system of attachment of the crystals, allowing them to avoid the presence of structural parts: the crystals are connected to each other, as if they were suspended in the void. “Crystal is fascinating for its transparency and delicacy”, they explain, “but actually it is a heavy material. We wanted to free it of any superstructure, to bring out its lighter side”. Besides achieving this, the ingenious system also permits non-repetitive assembly of the pieces, in all directions, so each lighting system is unique, making the works perfect for the contract market. A sort of contemporary deconstructivism that permits games of overlaps and different lengths, composed of thousands of crystals, in a wide range of colors that is enriched every year with new, specially created shadings and tones. The hues are another strong point of the creations of Lolli & Memmoli. The creative process they have developed lets them produce a collection available in an infinite range of colors, while also offering custom, site-specific solutions. The space itself, in these cases, provides the guidelines and inspiration for the assembly of crystals of different colors and nuances. Very patient work, rigorously done by hand, whose results are directly proportional to the care that goes into it in both creative and technical terms, also on the level of packing, organization, logistics and installation. Since 1993 Lolli & Memmoli have enchanted Greek ship owners, hotels, institutions, design trademarks (like Poliform and Minotti) and fashion houses (Moschino), proof that the duo and their atelier of precious collaborators are appreciated all over the world. The reasons why are no mystery. For years now the cultured luxury market has understood that tradition, on its own, does not suffice to create attractive interiors for a target increasingly enamoured of all things new and contemporary. With their creations, Lolli & Memmoli offer a new, erudite interpretation of the past, transforming it without destroying its character. Their architectures of light are reassuring – because they use a material that has always been a synonym for quality – but they are also daring – because they break down the original substance of the traditional chandelier, with its focus on a structure and repetitive decorative modules. Above all, they have a constant desire to go further, without resting on their laurels, and this attitude appeals to clients. Just look at how one of the cult models, the Phebo, was reinterpreted at the latest FuoriSalone, with unabashed references to the world of art. Besides a very colorful version inspired by Van Gogh, Lolli & Memmoli also designed a reworking as Op Art, based on the approach of Victor Vasarely, in which the thousands of crystals play with alternation of white and black to form sculptural geometric contours. In another version (that draws on the work of Anish Kapoor), the internal volume of the piece is made with gold, as if it had been hollowed out of the black external volume, generating an unexpected effect of gilded light. After all, their motto is “evolution and consistency”. This is the key to their success. - Caption pag. 67 Phebo Square Red Night, in the meeting room of the Haute atelier of Vincenzo De Cotiis in Brescia: perfect to furnish the space of this women’s fashion brand, with its accent on crafted high fashion, between Seventies rebel style and haute couture. Ugolino System Circular, diameter 180 cm, dominates the hall of the Cerruti Radisson Hotel in Düsseldorf, designed by Matteo Thun. On the facing page, Caifa Square in the version with a height of 2 meters, in the entrance of the Haute atelier in Brescia. - Caption pag. 68 Right, V-Carré in the 120 x 120 cm version, at the Continuo Fashion Shoes showroom of Maurizio Berchielli in Milan. Below: a gigantic installation of over 30,000 crystals, with a diameter of 5 meters and weight of 800 kg. Lit by 156 bulbs. Off-scale project commissioned by the Greek Festival company for the piano bar of the exclusive European Vision luxury cruise ships. - Caption pag. 69 For Design Week FuoriSalone 2010, Lolli & Memmoli presented the Phebo collection – Untitled – to celebrate the tenth birthday of their Phebo model, reinterpreted with an eye on art. The new pieces were made in editions of 6 copies for each model, inspired by Van Gogh, Anish Kapoor and Victor Vasarely. Below, the Vladimiro lamps in the suites of the Four Seasons Hotel Gresham in Budapest.

and reinventing by Sidesign p. 78

Innovation, technology and design. The key to success of a new Italian brand and the light as portagonist of the project. Joining new markets by betting on design, yet relying on its well-established experience of technological innovation in the lighting field. SIDE, a company that has always devoted itself to developing outdoor and indoor high-tech lighting appliances, made a major strategic step with its new brand SiDesign. SiDesign has passed from ambitious intentions to actions in a short time, through a collection designed by Giuseppe Bavoso, where the light is the protagonist of the project. By choosing the touch of this designer, celebrated for his minimalist rigour, but also his skilful use of innovative materials, SiDesign gave an intentionally clear signal to the market: its vision is to supply extremely professional products, where the light is designed not in terms of the shape of the lamp, but must of all to be used to decorate the setting. In its first collection for SiDesign, Quadrat, Bavuso played on the numberless possibilities offered by the LED technology, in particular through extremely compact light sources, as small as a sheet. So this design is meant as an absolutely cross- proposal covering all typologies and uses: from indoor wall lamps, small light spots marking the routes like fireflies, to indirect or direct light lamps purposely designed for the outdoors or wall lamps that enhance the fronts of buildings. The result is an always different light, that reinvents the room. A light meant as a piece of furniture, as in the best tradition of an all-Italian design and production. - Caption pag. 79 From above, clockwise. A setting with the wall lamp Q3, collection Quadrat by Giuseppe Bavuso for SiDesign. Wall lamp Q1 and a detail of the wall lamp Q2. Opposite page. An interior fitted out with the wall lamp Q4 and, superimposed, the outdoor lamp Q8, collection Quadrat, designed by Giuseppe Bavuso.

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Everything is illuminated by reggiani p. 104

Reggiani’s lighting fittings are the outcome of ad hoc designs for stores. Their goal? To call forth emotions. It’s a well-known fact, the light plays a major role in retail trade. Instead, not many people know that it is changing into an absolutely decisive factor for the success of an outlet, especially due to the evolution of the shopping experience. Within the chaotic scenario of communication meant for the contemporary trade, the challenge for brands is to be able to convey an emotional message, in line with an outlet transformed into a container of feelings to be experienced personally, to attract attention and fascinate. So, besides its technical, informative and functional role, now the light is changing into the chief medium of the new direction of the architectural space. Within this new situation, to find purposely designed solutions and products with a flexible use is obviously a prerequisite for stores, as well as the company’s capability to give expressive purposes to the light. And that’s quite clear at Reggiani Illuminazione Spa, where they have been working for years to change the language of light, and the lighting design is now a complex project, that combines the quality of architecture and interiors, philosophy and identity of the brand and its product, comfort and operating costs, unit image and details. The company offers technical assistance, lighting advice, solutions to optimize quality, efficiency and lighting costs, as well as the planning and carrying out of bespoke appliances, fully complying with the energy rules of each market it operates on. So, it’s not by accident, that besides many other brands, also some famous ones of high street fashion, like Benetton or Next, turned to Reggiani Illuminazione Spa to refurbish the lighting in their megastores. For details done with loving care are necessary to create an atmosphere, and that’s possible only with a ten-year old experience in the industry and great care in doing innovation. - Caption pag. 105 To light up the Next store on Oxford Street in London, Reggiani chose Varios, a versatile line of spotlights, the beam of which is directed through a radio frequency remote control, to get maximum flexibility and inexpensiveness. Below Benetton store in Padua. For this location, a renovated space with high ceilings and stucco decorations, Re Led lighting fittings (16w 850lm 3000K cri 90) Quadriplus with four-compartment Dark Light, to supply the proper amount of light both to the whole room and to the single expository cluster. Instead, a bespoke solution was chosen for the shop windows. Below, Quadriplus 4x 16W (fixed embedding with 4-compartment Dark Light), Re Led line by Reggiani Illuminazione Spa. Opposite page, the Iconic store in Dubai selling 250 brands of different products. The wide range of Reggiani fittings with interchangeable optics BIli ioS , embedded or track models, allowed different solutions also from the aesthetic point of view.

furniture Eclectic elegance by driade p. 54

The latest project is in Milan. But contract furnishings by Driade are found all over the world. All thanks to a certain French gentleman… Elisa Astori, CEO of Driade, has no problem admitting that she owes a lot to Philippe Starck. “Our brand was born in 1968, when Italian Design had so much to say that it seemed useless to look for new ideas elsewhere”, she says. “Until the early 1980s, Driade worked only with the big Italian names – Enzo Mari, Antonia Astori, the Vignellis…”. Made in Italy was completely made there (often more by fine craftsmen than by industry), based on inimitable local sources of creativity. The approach worked, but then radically changed, thanks to an encounter. “In 1984 the very young Philippe Starck showed Enrico Astori some sketches for his Costes seating”, Elisa recalls. “Enrico was impressed. He could glimpse a great talent in those sketches, and he decided to believe in that talent”. This was the start of a partnership that has lasted 26 years and has changed both Starck (projecting him into the universe of Italian design) and Driade. “The creation of Café Costes together with Starck in 1984 was the first Driade contract”, Astori explains. “By meeting Philippe, we entered a sector that was previously beyond our reach, and we did it with a foreign designer, outside the national territory. Café Costes was the start of the new Driade, the company of today: always a champion of Made in Italy, but open to the whole world”. Together with Starck, the brand has traveled everywhere, always in the high-end contract context. “Every year we invite Starck to make a new collection”, Astori says. “And he invites us to take part in his hotel projects, for which he creates custom projects that later find their way into the catalogue”. And then become bestsellers. Like the Royalton collection, created for the hotel of the same name in New York, or the Neoz, designed for the Delano in Miami. “Starck thinks these things up to match the personality of the hotel he is designing”, Astori explains. “So they are always pieces of great character, where the designer mixes – in his style, and that of Driade – little touches of inspiration that arrive from different eras, different atmospheres”. The fate of all the lines created by Starck for Driade contract projects seems to be transformation into an icon: even for the latest inventions, in fact, like the Monseigneur or the Moore collection (designed in 2008 for the Hotel SLS in Los Angeles), success outside the contract universe has been an important factor. “At Driade we focus on custom-designed contract furnishings, but that is a world full of fluctuations, depending on the trend in the real estate and hospitality markets. Most of our sales still come from retail, residential, restaurants, public spaces that choose products that already exist in the catalogue”, Elisa Astori remarks. This was also the approach chosen by Italo Rota for the Hotel Boscolo Exedra in Milan. For this luxury hotel with a strategic location in the city’s fashion quad, Rota selected Driade items by Starck (like the Lagò chair and the Pip-e table), but also by other designers (the Vigilius chair by Matteo Thun) . “Our offerings for living”, Astori continues, “come from experimentation and the pleasure of mixing antique and modern, traditional elegance and ultracontemporary design. An approach that worked well with the restructuring designed by Rota of the historic building that contains the Boscolo Exedra”. In both

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the contract and the residential sectors, the new luxury will be constructed through experimentation. - Caption pag. 55 Top: the Meran and Vigilius chairs by Matteo Thun, designed for contract projects in the Trentino region and used by Italo Rota for the Hotel Boscolo Exedra in Milan. Above: the Bon Restaurant in Paris by Philippe Starck, with his Neoz chairs. On the facing page: the Lagò chairs by Philippe Starck, at the Hotel Boscolo Exedra in Milan.

Sophisticated ironies by sigma L2 p. 56

Design? According to Sigma L2, it rhymes with emotion. That’s why the Tuscan company has been testing shapes and materials to obtain products meant for changing a room. Getting to people’s heart. A Led-working chandelier decorated with the gears of a watch, a reading lamp “dressed” with fabrics stolen from fashion. Mixing flavours, testing materials and technologies, risking the unusual. Nothing frightens Sigma L2. Because from its very beginning, in 1965, this small firm halfway between industry and craft, based in Sesto Fiorentino, has been pursuing one artistic goal: shapes conveying emotion. With this company, originated by Paolo Granchi’s passion for artistic pottery and then developed into a manufacture of lighting fittings and ornamental objects in the round, anything can happen: like an unusual matching of camouflage leather and tartan or a frog and a majolica vase, hand-decorated with pure gold. But the common denominator of all this wealth of shapes and charm will always definitely be a mix of taste and superior quality. Sigma L2 lamps and furniture have always been designed to fit into contemporary interiors with that touch of preciousness and cultivated irony appreciated by the most refined client base. The artistic and manufacturing know-how of Sigma L2 has developed over the years. First, the curiosity about materials of its founder, and then his heirs, led the company to experiment with brass, iron, crystal, wood, acrylic, however never giving up the first, original passion for ceramic. And is just that know-how, authentically Italian, where nothing is left to chance, combined with the wish to use design to convey emotions and warm people’s heart and its capability to customize, that makes Sigma L2 an ideal partner for the contract sector, highend in particular. It’s not accidental, that the latest collection, Rings, was chosen by MSC Crociere to refurbish the sheeps Fantasia and Splendida. - Caption pag. 56 Chandelier by Simone Granchi in galvanized brass black/gold with hand-ground crystals and black Plexiglass. Carried out by Simone Granchi in 2008, it was the first Sigma L2 product making use of LED. Left, chandelier from the collection Rings formed by gilt rings with an 80 cm dia, available also in silver and with diameters over 135cm. Designed by Simone Granchi in 2005. - Caption pag. 57 Majolica vases, turned and hand-decorated with pure gold, collection Happy Garden by Granchi Studio. Left, a chandelier from the collection Gear, inspired by the gears of a watch and a motor, design by Simone Granchi. Below, the lamp Scotty from the line Scottish, a classic-modern union making use of materials peculiar to the fashion industry. By Simone Granchi.

Timeless projects by lapalma p. 58

To draw fully on the modernist tradition, adding a contemporary touch. Lapalma makes contract waves with its evergreen design. Whether the task at hand is to furnish a warm, welcoming interior, like that of a bar entirely clad in solid wood, with soft lighting, or to add a high-tech touch to a very toys-for-boys commercial space, like an Audi showroom, Lapalma always has a quick response. Thanks to a strategic development program that permits reworking of products in a range of finishes, Lapalma can adapt them to any type of atmosphere or contract setting. This is why the company’s seating is a favorite in the hotel sector, for restaurants and for the collective spaces of convention centers. So much so that the brand from Cadoneghe (PD) has gotten used to success. For over 30 years Lapalma has been producing solutions for the residential and contract markets, while always pursuing renewal and innovation, borrowing widely from the tradition of the great masters of the Modern Movement. For this reason, the company chooses to work with skilled designers oriented toward a clean, rational aesthetic, but also capable of updating that look to jibe with contemporary tastes. The goal is to create a line of recognizable, universal products, without ostentation, and made to last. A timeless design, well thought out and considered, far from the latest fashions and trends, which combined with the use of natural materials like wood from controlled forests, cowhide, but also metal and glass, reorders the variety of elements and functions into a coherent whole. Besides these aesthetic and functional advantages, Lapalma also puts the accent on quality, always an earmark of Made in Italy. The company interprets the term through control of raw materials, in terms of selection and during the various phases of processing, testing components during assembly as well as finished products, all the way to the packaging and shipping. Special machinery is used to test finished products to guarantee their reliability. Thanks to all these factors, the Thin model by Karri Monni and the Jo stackable cantilever chair by Alfredo Häberli are reaping major rewards in the contract sector. Thin, in the chair version with or without armrests, but also configured as a stool, embodies a concept of clean, rational design, of great functional quality thanks to the gas height adjustment system, the galvanized base clad in a sheet of stainless steel with linen finish, and the seat in curved wood, or covered with cowhide. Jo offers a clearly contemporary version of the classic cantilever chair, for handy stacked storage. Alfredo Häberli talks about the project: “I fell in love with the idea of working with a slender 30x10mm line, and producing a cantilever chair to which it would be possible to add armrests, while maintaining the characteristic of stacking for storage”. Because success, in contract, is based above all on flexibility. - Caption pag. 59 A bar in Zurich furnished with

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interni ANNUAL CONTRACT 2010

the Thin stools by Karri Monni for Lapalma: the adjustable height is set using a gas system for soft movement. The thickness of the seat, seen here in the wooden version, is variable to ensure total comfort. On the facing page, Jo, the contemporary reinterpretation of the classic cantilever chair, by Alfredo Häberli: also available in a version with armrests, but still stackable. - Caption pag. 60 An Audi showroom furnished with Thin stools by Karri Monni for Lapalma. On the facing page: the Thin stool by Karri Monni for Lapalma, available in different colors and finishes.

As you like it

by lamm p. 92

The pleasure of being able to choose. The assurance of quality. The benefits of ergonomics. With the new collections, Lamm renews its commitment to good design in the contract sector. According to Marco Piva, harmony and balance “are two of the most fascinating and seductive factors behind the very idea of design”. Thus the name Lokai (a Hawaiian word that indicates precisely those two concepts) for his collection of seats and tables created for Lamm. The design translation of harmony and balance gives rise to gentle, graceful forms, but also with a green approach, thanks to the use of foam made with an opening mould, so it can be attached to or removed from the structure at will. Every piece, then, can be covered or uncovered, in line with the needs of the moment. The versatility of Lokai also lies in the wide range of offerings, conceived to meet the many different requirements of the contract sector: from simple seating on base runners to small armchairs, divans, hassocks, lounges, bar stools, even coffee tables and cushions. The combination of versatility and sustainability is at the core of the approach of Lamm, a company founded in 1959 and very active in the contract sector on an international level. Its production, extremely diversified and always oriented toward improvement and excellence, comes from an ongoing process of innovation, research and development on the use of materials, ergonomic study of forms and development of mechanisms capable of improving the usage conditions of products, while guaranteeing wellbeing and safety. Characteristics that can be seen in the HL3 multifunctional seating system by Lucci and Orlandini, where the linear form of the back, which is more elastic that traditional structures, adapts to movements and shifts in position of the seated person, improving comfort. Or in the Lucky chair by Emilio Nanni, with a soft, flexible profile designed to welcome the body. Thanks to these strengths and complete, personalized service, from design to installation, Lamm has become a preferred partner of builders and architects who appreciate Made in Italy all over the world. - Caption pag. 93 Two modules from the HL3 seating system by Lucci & Orlandini, with a linear ergonomic, elastic back. Available in a range of types: chair on 4-legged base with fixed or folding seat, chair on swivel base, and barmounted. Below: the Lucky chair by Emilio Nanni, with a flexible shape that adapts to the movements of the body: the polypropylene one-piece chassis has a differentiated surface, with textured matte finish for the inner seat and a shiny outer finish. On the facing page: the Lokai collection by Marco Piva, in different versions: small armchair, chair, stool, table. Very versatile, it can be covered with fabrics, eco-leather, synthetic fibers or real leather, thanks to the foam process using an mould that opens, to that the pieces can be attached to or removed from the structure at will.

The beauty of autarky by pedrali p. 110

You learn from changes. And you grow, especially if you design and manufacture in-house. The story of a company, that is on its home ground, as far as production is concerned. Only its finished products are away, travelling the world. It’s hard to find something missing in Pedrali’s catalogue, that range from plastic, steel and wood chairs to the leather ones, from tables and bases in aluminium, stainless steel and wood, to padded stools, and even interior lamps. So, supply in the round, products exported all over the world by the company based in Mornico al Serio (BG), perfect for meeting all kinds of requirements coming from the professionals of the contract sector, where flexibility and variety of solutions are as necessary as the intrinsic quality of the product. Pedrali bet on design to be successful. Not just meant as a beautiful product but as top-quality design, carefully studied in all details and entirely carried out inside the company. Pedrali firmly believes in a 100% made-in-Italy production and has invested for many years to be now able to carry out in-house every item of its collection. So inside the factory located in the province of Bergamo, they mould plastic and work metal tubes, cast iron and stainless steel, they paint and weld and make padding. Such a strict control on the whole production cycle allows to check quality and attain excellent eco-friendly standards, sine qua non for the company, in order to be competitive on a market increasingly conscious of sustainability issues. But this sort of “autarky” is rewarding also as far as innovation is concerned. In the past few years, the company opted for some new materials, combining metal with polycarbonate, nylon, propylene, leather, wood and glass and many more, and also got ahead with the study of polymers, which led to some new seating collections based on new moulding techniques and a continuous search for chromatic solutions. - Caption pag. 110 Frida, by Odoardo Fioravanti, featuring a novel use of a thin structure in solid oak with a slim shell in multilayer according to the three-dimensional shearing off technology, to lend comfort to the seating and a new contemporary appeal to the wooden structure. Below, Pasha by Marco Pocci and Claudio Dondoli, in transparent and tinted glass, with cushion. - Caption pag. 111 The new suspension lamp L002 by Alberto Basaglia and Natalia Rota Nodari, formed by two shells in moulded polycarbonate: the inner one, in an opal material, spreads the light and hides the bulb, the outer one provides for several shades of colour. Pasha, by Marco Pocci and Claudio Dondoli, inspired by the shape of the bergère of old, yet carried out in polycarbonate, is meant for the contract sector, to lend an (ironic) touch of class to lounges in hotels or restaurant. Here in the black model with pouf.

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A soft revolution by valdichienti p. 112

With two pop collections, designed by Karim Rashid and Alessandro Dubini, Valdichienti undergoes a radical change. However without denying its bond with the craft tradition underlying its success worldwide, in the contract sector, too. Most of all “Made in Italy” means also to be world-famous and appreciated in the contract sector thanks to many firms, that rely on evolution rather than revolution of shapes as their forte. And the quality resulting from decades of handicraft experience, carefully selected materials, relations on an individual basis established with their customers, make these firms absolutely attractive for the property market and developers all over the world. Among them. Valdichienti, well-known for its topquality and precious soft furniture, that mixes the pleasure of decoration and neat and functional shapes. Relying on its success, this year Valdichienti decided to leave the “evolutionary” logic and break with the cultivated and sophisticated aesthetics, that has always been its hallmark, and following a pop inspiration, it joined the world of Karim Rashid and Alessandro Dubini. The former designed a collection centred on three components: bed, sofa and pouf. It’s a pop breakthrough for the company and the bed changes into a rest island, the modular sofa into a “public” place and the pouf into a contemplation space: “to philosophize, talk and take pleasure in beauty”. All that stated through a soft design, clearly revealing Rashid’s touch, and a variety of bright colours, also emphasized by the use of an ornamental stitching. Likewise, Alessandro Dubini, with his Rock On and his sofa Time Out, plays on traditional shapes (like the “dondolina” and the capitonné) to propose new and basic solutions yet most noticeable in an interior. Two very, very “designer” collections showing Valdichienti’s versatility and its wish to use its craft know-how in an increasingly structured way, to meet the varied requirements coming from its customers. - Caption pag. 113 The sofa Kivas by Karim Rashid, above the Metal model and below the model covered with fireproof leather purposely studied for hotels and public premises: modular in colours and matches, it changes into pouf, dormeuse or a corner arrangement with numberless variations. Opposite page, the pouf Trip by Karim Rashid, a multipurpose, leaf-like object opening to offer always different views. - Caption pag. 115 The sofa Time Out by Alessandro Dubini, largesized and comfortable yet basic and refined. The bed Twee by Karim Rashid, marked by the wave-like head: a first-rate design yet also focused on ergonomics. The swing Rock by Alessandro Dubini, a contemporary reassessment of the ordinary chair.

wellbeing Widespread wellbeing by Teuco p. 80

The bath-tub in a sitting room or a bedroom? A dream for many. But how can we make it a pleasant and not intrusive presence? Teuco’s proposal is by Talocci Design. The light is the protagonist at the Bologna residence called, not accidentally, Maison de la Lumière. It filters freely from the large glass walls, that define the perimeter of the house and is reflected in the interiors marked by a white palette and the warm hues of wood. It becomes synonymous with space lightness and neatness. So the tub Seaside by Teuco, by Talocci Design, fits into this context perfectly. And not only for the unique atmosphere re-created by the underwater spotlights and the external lighting. For many years already, trendy interiors, especially in hotels and alike, but now also in residential “auteur” houses, allow a widespread wellbeing, thanks to tubs, mini-pools or saunas suitable for a bedroom or even a living room. Obviously the risk is to break up the room and obstruct the visual horizon with prominent structures. Instead of working by subtraction, offering miniature products, Teuco has smartly opted for a large-sized project with Seaside (215x200cm), yet discreet and refined, meant to suit the surroundings. Actually, Seaside is available as a furniture system, no embedding requested and maximum setting freedom. The ordinary hydro-massage was replaced by a blower system hiding the controls, taps and fittings, inside an opening compartment, to reduce the visible parts to the minimum and obtain the best neatness of form. The lighting, all along the tub edge, makes it look raised from the floor, while the longer sides accommodate three, removable cushions and the headrest, as well as a lit up waterfall: an actual relaxation area to share. The “essential” approach is completed with the fittings coming with Seaside, supplied with an exclusive, natural ventilation system and a handy niche for accessories. In short, the tub Seaside is a visually discreet and noiseless presence, for like all Teuco products it is supplied with Hydrosilence, the only really noiseless system worldwide. So, a most suitable product for the Maison de la Lumière, an architecture all played on outside-inside cross-references. And for every project, private or contract, asking for neat, essential and functional interiors, yet warm and comfortable. - Caption pag. 81 Above, the bath-tub Seaside, the perfect combination between state-of-the art technology and design, for a new nature of wellbeing coming from Teuco. Next, the lounge at La Maison de La Lumière, a private residence in Bologna all played on inside-outside cross-references. Opposite page. Above, the swimming-pool, visually connected with the inside through the large glass wall. Below, the wellbeing area with the whirlpool bath Seaside by Teuco. Despite its remarkable size (215x200 cm) the tub fits into the surroundings, thanks to its light shape. Available also with a system, that prevents it from being embedded.

The two faces of the new warmth

Caleido by co.ge.fin p. 90

The graphic, highly customized decorations of its radiators. The contemporary, essential forms of its design bio-fireplaces. Caleido warms up interiors with style. Function becomes form. Warmth becomes design. The decor radiator, at this point,

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is an established reality in signature interiors, especially in the contract sector where products with forceful personality can make all the difference to add character to a space. Of course in a technical sector, like that of heating, aesthetics and functional quality have to go hand in hand with a very high level of technological know-how and particular attention to the quality of materials and workmanship. Creativity is a plus, but not at the expense of a rigorously functional matrix. This is why Co.Ge.Fin, with its trademark Caleido, carefully selects all suppliers only from the national territory, and makes all its products in its own Italian plants. Genuine Made in Italy, then, which can be exported all over the world thanks to the company’s constant commitment to the contract sector. For an Italian brand with an increasing international footprint, the choice of Karim Rashid – an outstanding design star who often works with the best Italian trademarks – is a perfect fit to create the latest collection of design radiators. Starting with a single steel plate, Rashid has worked on the decoration, proposing direct incisions on the metal, for dynamic nuances, artistic patterns and fluid, dramatic projections, almost like the screensaver of a computer, permanently attached to the ‘screen’ of the host interiors. The designs range from the twisting of gradual shadings on a black background of the Geiger model, to the sinuous lines of Kelvin, all the way to the chromatic game of bright tones of Therme. In parallel with the trend that transforms radiators into an important decor presence, Caleido also responds to the opposite trend, toward the most traditional of all heating systems – the fireplace – transforming it into a contemporary object, not just in terms of form, but also in terms of spirit and function. Besides creating the fascinating atmosphere only visible flames can generate, the bio-fireplaces of the Caleido Ecofire Design line are absolutely ecological, using completely biological, renewable fuel (bioethanol or denatured alcohol). The first model of this series is the very new Klino, designed by Alessandro Canepa, a bio-fireplace that does not require installation of a chimney, made with inclined planes of steel. The flame is protected by a transparent glass window. The result is a game of reflections of the flame on other materials, creating a warm, welcoming atmosphere. - Caption pag. 91 A space furnished with the Geiger model radiator from the Caleido by Karim Rashid collection, made with a single steel plate with decorative engraving. To the left and on the lower part of the facing page: the Klino ecological fireplace from the Caleido EcoFire Design line by Alessandro Canepa, with inclined planes of stainless steel and glass. The unit burns bioethanol and requires no chimney.

Comfort mignon by Hatria p. 108

Playing hide and seek with its components, Nilo Gioacchini designs a functional, modular bath for Hatria, that adapts to all spatial needs. For those who think wellbeing is a privilege only of those who can afford the luxury of an XXL bathroom. When you look at designer bath fixtures, you are often faced with gigantic creations: they’re gorgeous, but they are not going to fit into the minimal spaces to which architects always have to adapt, especially in big cities, and in the contract sector as well. For such applications, the range of choices immediately narrows dramatically, if they want to maintain high standards of use, comfort and aesthetics. This is why ADI, this year, has heaped praise on the G Full system designed by Nilo Gioacchini for Hatria, selecting it as one of the best projects Made in Italy. G Full offers a concrete solution to the problem of small spaces, playing with the integration of functions and the adaptability of forms. The heart of the system is the innovative monoblock integrated fixture that combines, in a single element, the functions of the toilet, the bidet and seating, in two versions measuring 140 cm and now 120 cm, ideal for tight spaces. Thanks to a cover in solid wood or white composite material, G Full can be closed and transformed into a very useful bench. Working on the same theme of hidden functions, Gioacchini has also included a range of drawers to apply to the system, concealing technical solutions under the monoblock while increasing the spaces available for storage of products and accessories in the bath. Modular design and adaptability are clearly the projects true advantages, thanks to a wide variety of versions, also with L-shaped benches on which to position the new washstand with a very deep basin. Using the latter on the monoblock, in place of the bidet, it is possible to create a true bathroom inserted in a space of less than one square meter. Because there should be no limits to wellbeing. - Caption pag. 109 The G Full by Nilo Gioacchini for Hatria, in various combinations. Here it is seen in the 120 cm version with deep washstand. Below, the 140 cm L-shaped version. On the facing page: top, the linear toilet and bidet system with double high washstand and, below, the 120 cm toiletbidet and storage block.

Healthy brushstrokes by ilva p. 124

A series of innovative finishes to transform any environment into a perfectly hygienic place, eliminating those tiny enemies that threaten our health every day. We take it for granted that we are safe in our homes, or in an environment designed and furnished properly. But we’re not. Bacteria and emissions of substances are a constant threat. So are those tiny enemies that threaten the health of many people, aided in their attack by their cloak of invisibility. To solve this age-old problem Ilva, the brand that is part of Gruppo IVM founded in 1970 by Adriano Teso and Massimo Milesi, has developed absolutely innovative products that make living environments more healthful. Like Hecoparquet, a line of varnish products with very low emissions, with a quantity of substances subject to evaporation that falls below the measurable level of even the strictest tests. The product, which meets the severe standards set by the Deutsche Gutemeinshaft Mobel, the German Furniture Institute of Nuremberg, can be applied to any type of wooden flooring, avoiding

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emissions of volatile substances (whose presence can be noticed due to persistent odors) and the possibility that the heavier elements can move, over time, onto the surface, getting inhaled or coming into direct contact with the body through the pores of the skin. For the kitchen and the bath, which should be the most strictly sanitized of spaces, Ilva has developed Silver Power. This product, which takes advantage of the disinfectant power of silver, combined with nanotechnologies, revolutionizes the concept of wood finishing. The silver nanoparticles contained in Silver Power, a thousand times smaller than the diameter of a human hair, make the treated surfaces resistant to the growth of bacteria (like salmonella, staphylococcus, escherichia coli or candida), reducing it by 99%. Thanks to the homogeneous dispersion in the finish, the action of the nanoparticles in Silver Power is optimized across the whole coated surface, and lasts forever: besides not evaporating, the finish is also resistant to the effects of cleaning products. In any case, its presence makes the use of disinfectants unnecessary. Perfectly safe because they contain no biocides and release no harmful substances, the Silver Power finishes are available in both transparent and colored versions. Because health can also be combined with style. - Caption pag. 125 A space with wood flooring covered with Hecoparquet by Ilva, to prevent emissions of volatile substances. Left: a kitchen in which the surfaces have been coated with Silver Power by Ilva, a paint with silver nanoparticles whose disinfectant punch reduces bacteria growth by 99%. On the facing page: a chair coated with Hecopur, a line of paints produced by Ilva for industry, completely free of aromatic solvents (dangerous for man and the environment), while offering all the properties of chemical and physical resistance typical of traditional products.

environments Call us consultants by miodino faram group p. 94

No longer suppliers, but partners. The group MioDino Faram convinces architects with a new philosophy and a profound corporate transformation. And the results are evident. For Tallo de Cristofaro, director of commercial development of MioDinoFaram Group, success has to be constructed today by changing one’s modus operandi. “It is all a question of corporate culture”, he says. And seeing is believing. Thanks to a profound transformation, the MioDino-Faram Group has been able to approach the economic crisis with dignity, even reinforcing its position following the acquisition of Faram, the historic office furniture maker. “We started with careful analysis of the needs of the market”, De Cristofaro continues, “and we invested in human resources in the areas of design, research and development and sales. This growth in human capital was joined by major investment in research on materials, the study of evolved forms, the application of advanced technologies. Today we are not just producers of office furnishings and partitions, but a reality that designs, produces and installs. In short, a partner for architects and builders”. The key word, then, is consulting. For every client, the group develops “the best solution to create a comfortable, functional work environment, in which spatial organization and optimizing of environmental parameters – lighting, temperature, acoustics, visual depth – encourage creativity, internal and external communication, exchange of information, cooperation”, says De Cristofaro. The final objective, of course, is always that of improving the quality of work. “We do this by proposing a technological design language, a cosmopolitan design, a use of excellent raw materials (carefully selected from suppliers identified in the territory), and close attention to environmental issues”. The transformation of the MioDino-Faram Group was noticed immediately by the Lombardy Region, which commissioned the group to supply divider partitions and furnishings for its new headquarters. “We worked in close contact with the design studio, the architects, the Technical Division and the client to find aesthetically pleasing but also functional solutions. Like the double-glass partition with a very small border, but high soundproofing capacity, and furnishings designed to make the time spent in the office more comfortable and productive. Because details make a big difference in everyday use”. A motto that appeals not only to the Regional government, but also to starchitects. From Norman Foster to Zaha Hadid, Jean Nouvel to Studio Gensler, the big names in architecture are choosing the MioDino-Faram Group. In Italy, for example, an agreement has just been reached with Tecnimont for the Garibaldi Tower in Milan and the Alitalia offices in Rome. “We have worksites ranging from tens of thousands to millions of euros”, De Cristofaro concludes, “and we are making a name for ourselves even in situations where we were previously an unknown quantity. We are enthusiastic about our work and we like to transmit that enthusiasm to our clients. After all, that’s what you should expect from a partner”. Caption pag. 95 Above: the offices of the new headquarters of Armosia Italia Srl in Rome, by Acta Architettura, with the P700 – P600 partitions and the Dinamico and CO furnishings. Above, the offices of the Blend Tower in Milan. The interior designer Marco Vigo chose the New Structural accessorized partitions and the CarpeDiem furnishings. On the facing page, top: the offices of Cisco Systems at Vimercate (MB), a project by PCMR, furnished with the P450 accessorized partition and the P500 P700 partitions. Below, headquarters of Gruppo Garnova, the producer of biodiesel from recycling of meat-based products, at Granollers (Barcelona): here the interior designer Emili Muñoz chose the P900 partitions and Aplomb furnishings.

kitchens Kitchens throughout the world by snaidero p. 116

After the great success in the United States, the Friuli-based colossus is now focused on the new Asian markets and Turkey. By relying on its usual approach: quality

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interni ANNUAL CONTRACT 2010

and innovation, first of all. Engineer Edi Snaidero, CEO and general manager of the leading group manufacturing sectional kitchens, replies with figures to those, who dare say Turkey is the straggler of Europe. “It ranks 17th in world economy and 6th in the European one” he says. “And most of all it boasts a still brisk property market ready for investing in quality”. And that’s something the company knows very well, since last year 180 kitchens were delivered to a residential district of Istanbul and 386 to Burjak. And at the end of 2010, they will celebrate the supply to the two, sumptuous Trump Towers designed by Brigitte Weber in the Turkish capital (144 m high and 39 floors). That’s not the first time the Trump Group chooses the Udine-based colossus to fit out the kitchens of its prestige buildings: the Towers in Chicago, in 2006, had requested 472 Idea models by Pininfarina Design. This time, however, only the innovative Orange is in the spotlight, a kitchen meant to meet the more and more prevailing requisites of eco-sustainability coming from architects. Orange features ecofriendly wood only, treated with water-based paints, but most of all a new panel with a very low emission of formaldehyde. As they say, times are changing and the company’s contract supply is changing, too. Just think of Korea. Marginally affected by the world crisis, the south-east Asian country boasts of an economy growing at full rate with a population aspiring to a western living standard more and more. And that means to choose the best of Italian production more often than not. That’s why two leading Korean industrial groups, SsangYong amd Gs, entrusted Snaidero with the supply of kitchens for some major building projects in Seoul, for a total of 6 million €. “For this special contract, we used two leading models, Terra and Certosa” engineer Snaidero explains “both in wood. But we also carried out two, exclusive, ad hoc solutions meeting the special requirements of this market, imposed by the climate conditions made of very humid summers and harsh winters”. The capability to consider (and often to forestall) the building requests is therefore sine qua non to be successful in the contract sector and it’s a quality you learn also from experience. Actually, since 1992 Snaidero kitchens are having a big success, for instance in the US, where the company is the Italian leading brand in the multi-housing high-end market. “Our business is more and more oriented to the foreign markets and the contract sector”, Snaidero states. “We believe that creativity, innovation and the privilege of having a strong entrepreneural culture and solid values behind us, are the necessary ingredients to be competitive now. That’s why we are optimistic about the future”. - Caption pag. 116 The kitchen Orange by Snaidero. Through a major planning effort, Orange eliminates the “oversize” concept, enabling to work with base units, wall units and cupboards literally according to a “madeto-measure” standard, thus allowing the development of numberless arrangements. Besides being beautiful and functional (and super high tech, with built-in LCD screens) it’s also a “green” kitchen: it makes use of eco-friendly wood, water-based paints and panels with a very low emission of formaldehyde. Opposite page, the Trump Tower in Istanbul, the latest contract project by Snaidero.

Pragmatism, Italian style

by modulnova p. 118 Design, production Made in Italy, and quality at the right price. The approach of Modulnova appeals to Norman Foster, who has introduced the company to the world of contract. Success, for Modulnova, is built piece by piece, working in-house on design and production, proposing only high quality at the right price. A approach appreciated by Norman Foster, who has opened the doors of the world of contract for the company. At Prata di Pordenone they never bite off more than they can chew. Because to achieve quality and generate innovation constant commitment is required, along with serious, continuous work. Take it from Giuseppe Presotto, co-owner of Modulnova, together with his brothers Dario and Carlo. “We have built our success around a corporate mission that aims to satisfy all the needs of the contemporary public”, says Presotto. “We do it by pursuing beauty, quality and function, thanks to our commitment to innovation, approached with passion and expertise”. The formula is simple but effective: a slim structure, design and production Made in Italy, in their own plants, three owners who handle the management. An approach that works, so much so that Modulnova has been able to keep its sales steady during the crisis, unlike its competitors, and in 2010 even reported double-digit percentage gains. Credit should also go to great production flexibility and the use of very high quality materials, crafted by specialized personnel to offer high levels of product personalization. “These are the reasons why dealers, builders and architects from all over the world call on us”, Presotto explains. The first to notice the potential of Modulnova was Norman Foster. In 2005, to furnish the kitchens of a residential project in Edinburgh, which he renovated with new additions, the starchitect called in the company from Prata, for its first experience in the contract sector. “At first it their experts were always coming and going, checking on the quality of the products, because the residential complex was designed for a very high target”, Presotto explains. “When their criteria had been met, the choice went to Moon Gola, in the lacquer version. On a compositional level, we didn’t have to make any modifications. We simply used the various solutions in the catalogue to respond to all the needs of the interiors”. The collaboration with Foster became a great calling card for Modulnova. “Since then we have been asked to take part in many other contract situations, not only in the UK but all over the world”, Presotto says. “Every Modulnova kitchen is unique because it is made to order for each individual client, who can set the measurements and other parameters. This is a big advantage for builders and architects. Together with the quality guaranteed by production completely Made in Italy, this makes Modulnova an exceptional partner”. - Caption pag. 119 The Moon Gola kitchen program by Modulnova, with doors in matte white lacquer finish. Above, detail with range and sink. Right, overall view showing the counter, 20 mm thick, with composite finish. On the facing page, the Moon Gola kitchen in an interior with dining zone.

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Surprisingly kitchen by gatto p. 120

The future of the kitchen in the contract sector? For Gatto it will be constructed with personalized, flexible solutions, but also by suggesting futuristic projects where design, function and technology coexist in an ultra-compact space. The heart of the home, the kitchen, is ready to make a leap forward in terms of quality. Finally achieving its age-old dream of being transformed into a true living area, the space of entertaining and sharing par excellence. This is the vision of Gatto Cucine, one of the outstanding trademarks of Made in Italy in this sector, very active on the domestic front but also in the world, thanks to its Contract division, which supplies kitchens and furnishings for large residential projects. A favorite of real estate developers for its design know-how, flexible solutions and quick delivery times, Gatto Cucine has put this vision into focus in a recent catalogue of traditional and design kitchens, absolutely advanced products where styling and technology combine in a new kind of unity. The latest entry is called Sheer, and is composed of a surprising carbon sphere, 148 cm in diameter. This amazing container, with a sci-fi look, opens automatically thanks to a sophisticated electric motor system with a remote control. Observing how the designers and engineers of Gatto have resolved all the functional issues of the kitchen, we can see the true value of Sheer, beyond its design of striking emotional impact. Nothing in the form of the kitchen is left to chance. The upper part of the sphere is an exhaust hood and lighting system, thanks to the presence of spotlights, while the lower part becomes a counter and range, also with an extractable table in aluminium and steel, and two serving trolleys. The counter and the double sink are both in Corian® by Dupont; the burners are infrared units, with electronic controls, while the central burner is in natural lavic stone. The Sheer system also includes an elegant self-supporting partition cabinet, that can be closed completely, functioning as a pantry while permitting lateral insertion of appliances and four folding chairs. - Caption pag. 00 Three versions of the selfsupporting partition (all parts can be closed) of the Sheer kitchen by Gatto Cucine: conceived to contain appliances but also, if needed, everything from a pantry to chairs. On the facing page: top, the Sheer kitchen, a carbon sphere 148 cm in diameter, open and closed. Below, the counter and sink in Corian® with electronically controlled infrared burners and a central burner in natural lavic stone.

Sectional fireplaces by pedini p. 122

Pedini helped to create the contemporary kitchen based on the concept of modularity and now it is not building its success by revelling in its past glories. Its motto? Quality and creativity. Pedini’s key to its worldwide success relies on its intuitions, one of those hunches, that have changed the kitchen world for ever and are now taken for granted. It was in 1956 that the company based in Lucrezia di Cartoceto (PU) had the idea to propose a modular kitchen, thus smoothing the way for the many free interpretations we got used to. So over 50 years of experience, and it shows. So much so that Pedini is a most popular brand all over the world, chiefly appreciated in the contract sector as herald of high-end, Italian products. It is appreciated not only for the approach to an always fashionable design, or even ahead of its time, and cuttingedge technical qualities, but also for the carefully studied details, finishes and works, the creative energy and the constant study on alternative materials. Integra, by Pedini, is an excellent example of this modus operandi , as it comes in a wide range of components suitable for wall-mounted, peninsula and island arrangements, available in linear and curved models. So a high form flexibility, in line with Pedini’s tradition, that can really provide for almost numberless solutions through several chromatic matches (from natural oak, suede-coloured, tobacco, grey and silver, to many matte and glossy lacquers). But the hallmark of Integra is its perfect suitability to the new residential life style, where the kitchen is more and more often connected with the living room – or even used as such. That’s why in some arrangements, the central island of Integra changes into the heart of all activities, opening onto the sitting room with a large, fitted, open unit. The working area is supplied with hob and sinks perfectly embedded in the top and a breakfast top allowing maximum freedom of use. In short, the practical aspects are there, yet not visible, an integral part of the kitchen design. Like the hood disguised behind the doors and the extra slim LEDd lighting over the worktop. And, besides Integra, this year Pedini has also celebrated the opening of a new showroom in New York, 40 Lispenard Street. A really international showcase stressing the key role of Pedini’s luxury contract products supplied all over the world. - Caption pag. 123 A possible arrangement of the kitchen Integra by Pedini, where the matching with high-tech materials fully extols the feeling of naturalness of the suede-coloured oak finish. An extremely essential shape thanks to the hidden hood. Opposite page. Two more arrangements carried out with Integra units by Pedini. Here the central island (detail in the top picture) is linked to the living room through a large, fitted, open unit, while the working area is supplied with hob and sinks embedded in the top. The storage units are emphasized by modules in different widths and depths, that accommodate the tobacco oak components.

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Ceramiche Atlas Concorde spa Via Canaletto, 141 41042 Spezzano di Fiorano MO Tel. 0536867811 www.atlasconcorde.it marketing@atlasconcorde.it In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Germania: Markus Wildenberg Vitalisstrasse 96 (Gebaeude Cerberus) 50827 Koeln Tel. +49 221 67783051 Fax +49 221 67783059 markus.wildenberg@t-online.de Janssen Eric Handelsvertretung Ragione sociale/Company name: Schlossstr.18 67434 Neustadt Artesia® & Artecta® di International Tel. +49 6321 937805 Slate Company srl Fax +49 6321 937806 Presidente/Chairman: Ivo Dondero ej@ericjanssen.de Amm.Del./Managing Director: Klaus Siemensen Segeberger Strasse 127 Giovanni Beronio 24539 Neumuenster Dir. Comm./Sales Manager: Tel. +49 4321 71230 Fax +49 4321 71180 Gianluca Ligorio Ragione sociale/Company name: Klaus.Siemensen@t-online.de Dir. Marketing/Marketing Manager: Cini&Nils srl Spagna: Marco Gonzales Francesca Dondero Presidente - Amm.Del./ChairmanC/figols, 15 Tipologie produttive/ Managing Director: 08028 Barcellona Production Lines: Artesia: Mario Melocchi Tel. +34 934914222 Fax +34 934914244 pavimentazione e rivestimenti in Dir. Comm./Sales Manager: info@marcosgonzalez.net ardesia e pietre naturali per interni ed Federico Frisiero Svizzera: Lux -Vision esterni. Artecta: coperture per tetti in Tipologie produttive/Production Lines: Stelzenweg 24a 4146 Hochwald ardesia Illuminazione di design Tel. +41 61 7939893 Fax +41 61 Esportazione/Export: Designers: Luta Bettonica, Mario 7939894 40% sul fatturato annuo Melocchi, Luca Melocchi info@lux-vision.ch Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): A cura dell’azienda Francesca Dondero Esportazione/Export: 46% sul fatturato annuo Artesia® & Artecta® di International Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Slate Company srl Via Pezzonasca 27 16047 Moconesi GE A cura dell’azienda Mario Melocchi (adv.) Tel. 0185935000 Fax 0185935001 Francesca Purchiaroni (adv./p.r. ) www.slate.it info@slate.it Chicca Berlati (p.r. ) In Italia: Rivolgersi all’azienda per Cini&Nils srl Ragione sociale/Company name: informazioni sui punti vendita. Viale Certosa 138 Tel. 023343071 Cleaf spa Foreign countries: contact the Fax 0238011010 Presidente/Chairman: Company for information. www.cinienils.com info@cinienils.com Luciano Caspani AGENTI ITALIA: Amm.Del.-Dir. Comm./Managing Piemonte: Ivan Boretto Director-Sales Manager: Via Cavallermaggiore 6 10139 Torino TO Alessandro Carrara Tel. 3939535807 Fax 0114473797 Tipologie produttive/ ivanboretto@vanslighting.com Production Lines: Lombardia: Zeroluce Lighting Pannelli nobilitati, laminati e bordi Consulting Designers: Ragione sociale/Company name: Via Zappella 15 24050 Cividate Al Piano Cleaf Research Lab CO.GE.FIN s.r.l. Tel. 3488462658 Esportazione/Export: Amm.Del./Managing Director: info@zeroluce.it www.zeroluce.it 30% sul fatturato annuo Danilo Rossetti P.R. - Pubblicità/Advertising (2010): Tipologie produttive/Production Lines: Triveneto: Giampietro Pesce Aluma Light Oikos sas - Monza MB Radiatori e scaldasalviette d’arredo Via Cavalieri Di Vittorio Veneto 9/7 Cleaf spa Designers: Bullo Antonio, Canepa 30030 Peseggia Di Scorzè Via S. Ambrogio 18 Alessandro, Di Marco James, Tel. 3937048229 fax 041448710 20050 Macherio MB Rashid Karim alumalight@gmail.com Tel. 0392074 Fax 0392017820 Esportazione/Export: Marche/Abruzzo/Umbria: www.cleaf.it - info@cleaf.it 55% sul fatturato annuo Vittorio Zanetti In Italia: nei migliori negozi del settore. Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Via Cassiano 9/B 60018 Rivolgersi all’azienda per Giuffrida -Bragadin s.r.l. - Milano Montemarciano informazioni sui punti vendita. CO.GE.FIN s.r.l. 
 Tel. 0719193399 Fax 0719198407 Foreign countries: contact the Via Maddalena 83 25075 Nave BS agenziazanetti@alice.it Company for information. Tel. 0302530054 Fax 0302530533 www.caleido.bs.it cogefin@cogefinsrl.it Lazio: Emilio Pesciaroli Via Maria Micara 12 00100 Viterbo VT In Italia: Rivolgersi all’azienda per Tel. 0761344165 Fax 0761/344165 informazioni sui punti vendita. info@illumitalia.it Foreign countries: contact the Campania: Giuseppe Messina Company for information. Via Della Costituzione 45 81022 CASAGIOVE Ragione sociale/Company name: tel. 0823460019 Donati Group spa fax 0823460019 - 3473549751 Presidente/Chairman: gmrappresentanze@tiscali.it Giuseppe Donati Calabria: Renato Pagliuso Amm.Del.- Dir. Comm./Managing Via G. Casciaro 2c Director-Sales Manager: 87068 Rossano Scalo CS Franco Donati Ragione sociale/Company name: Tel. 0983514092 Fax 0983514092 Tipologie produttive/Production Lines: Ceramiche Atlas Concorde spa renato.pagliuso@tin.it Allestimenti Contract Presidente/Chairman: Luca Mussini Sicilia: Giancarlo Scala Designers: Amm.Del./Managing Director:: Via Della Regione 101 Donati Group Workshop Maurizio Mazzotti 95037 San Giovanni La Punta Esportazione/Export: Tipologie produttive/ Tel. 0957512893 Fax 0957512894 5 % sul fatturato annuo Production Lines: x jlwas@tin.it Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Pavimenti e rivestimenti ceramici Sardegna: Danilo Costa A cura dell’azienda in Grés porcellanato e Monoporosa. Via Torres 7/c 0700 Sassari Donati Group spa Esportazione/Export: Tel./Fax 079277971 Via Lombardia, snc 24030 Medolago BG 75 % sul fatturato annuo costadanilo@tiscalinet.it tel. 0354936411 fax 0354931028 Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): AGENTI EUROPA: www.donatigroup.com A cura dell’azienda Austria: Wohnbedarf Jandl GmbH info@donatigroup.com press@atlasconcorde.it Boecklingstrasse 6/6 1020 Wien doluflex@donatigroup.com Tel. +43 1 3195195 Fax +43 1 3171495 In Italia: Rivolgersi all’azienda per office@wohnbedarf.at informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information

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Ragione sociale/Company name: Driade spa Presidente/Chairman: Enrico Astori Amm. Del./Managing Director: Elisa Astori Dir. Comm./Sales Manager: Elisa Astori Tipologie produttive/ Production Lines: Complementi di arredo, oggetti, mobili finiti Designers: Ed Annink, Ron Arad, Antonia Astori, Miki Astori, Becchelli, Bortolani, Maffei, Mario Bellini, Claudio Bellini, Sebastian Bergne, Rodolfo Bonetto, Linde Burkhardt, Giuseppe Chigiotti, David Chipperfield, Lluis Clotet, Nicola De Ponti, Pietro De Rossi, Xie Dong, Rodolfo Dordoni, Naoto Fukasawa, Christian Ghion, Ron Gilad, Francisco Gomez Paz, Konstantin Gricic, Toyo Ito, Laudani & Romanelli, Elliott Littman, Vittorio Locatelli, Ross Lovegrove, Xavier Lust, Enzo Mari, Paolo Navone, Fabio Novembre, Jonatahan Olivares, Ludovica + Roberto Palomba, Christophe Pillet, Peter Emrys Roberts, Kazuyo Sejima, Mann Singh, Borek Sipek, Philippe Starck, Matteo Thun, Oscar Tusquets, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka, Marco Zanuso. Esportazione/Export: 67% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): A cura dell’azienda Driade spa Via Padana Inferiore 12 29012 Fossadello di Caorso PC Tel 0523818618 Fax 0523822628 www.driade.com com.it@driade.com export@driade. com In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per ulteriori informazioni al numero verde 800270270 Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Enel Spa Presidente/Chairman: Piero Gnudi Amm.Del./Managing Director: Fulvio Conti Direttore Relazioni Esterne/ Director External Relations: Gianluca Comin Tipologie produttive/Production Lines: Energia Pubblicità/Advertising (2010): Saatchi&Saatchi Milano/Roma Enel spa Sede Legale: Viale Regina Margherita, 137 00198 Roma tel. 0683051 fax 0683055823 www.enel.com In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

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Ragione sociale/Company name: Franz Isella S.p.A. Presidente-Amm.Del./ChairmanManaging Director: Claudio Maria Castiglioni Dir. Comm./Sales Manager: Luigi Sartori Tipologie produttive/ Production Lines: Standing and Mobile Housing Designers: Caputo Partnership. Esportazione/Export: 17% sul fatturato annuo Franz Isella spa Via Manzoni, 55 21020 Casciago VA Tel. 0332220086 Fax 0332227119 In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information

Ragione sociale/Company name: Gatto spa Presidente-Amm. Del./ Chairman-Managing Director: Daniela Gatto Dir. Comm./Sales Manager: Federico Marchetti Tipologie produttive/Production Lines: Cucine componibili Designers: Studio Tecnico Interno - Sergio Tarducci Esportazione/Export: 35% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising (2010): A cura dell’azienda Gatto spa Via direttissima del Conero 35/37 60021 Camerano AN Tel. 071730121 Fax 0717301298 www.gattocucine.it gatto@gattocucine.com In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per ulteriori informazioni. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Ghirardi Srl Presidente/Chairman: Stefano Ghirardi Amm.Del./Managing Director: Daniele Ghirardi Dir. Comm./Sales Manager: Anna Ghirardi Tipologie produttive/ Production Lines: Progetti in pietra naturale Designers: Riccardo Blumer, Mario Botta, Daniele Brunoni, Antonino Cardillo, Studio Chiarini, Francesco Lucchese, Studio Rodighiero Associati, Denis Santachiara, Studio VerdeArchitettura. Esportazione/Export: 80% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): DUE Oltrelacomunicazione Snc BS - press@duecomunicazione.it

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Ghirardi Srl Via S. Croce 49 25013 Carpenedolo BS tel. 0309966011 fax 0309965428 www.ghirardi.it info@ghirardi.it In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Hatria - Marazzi Group spa a socio unico Presidente/Chairman: Alessandro Poletto Dir. Comm./Sales Manager: Maurizio Francalanci Tipologie produttive/ Production Lines: Vitreous China, Fine Fire Clay Designers: Adalberto Dal Lago, Nilo Gioacchini, Francesco Lucchese Pubblicità/Advertising (2010): A cura dell’azienda P.R. (2010): Studio Monika Carbonari - Padova Hatria - Marazzi Group spa Viale Virgilio 30 - 41123 Modena Tel. 059384350 Fax 059384212 www.hatria.com press@hatria.com In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Ilva by Ivm srl Vice Presidente/Vice President: Federica Teso Managing Director: Roberto Marzi Dir. Comm./Sales Manager: Marco Buttafava Tipologie produttive/Production Lines: Vernici per legno Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Parini Associati srl - Milano Ivm srl Via Canova, 12 20145 Milano Tel. 02430 221 Fax 024815 783 www. ivmgroup.com ivm@ivmgroup.com In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Lamm spa Presidente/Chairman: Eugenio Morselli Amm.Del./Managing Director: Andrea Margelli Dir. Comm./Sales Manager: Michele Serafini - Italia Carlo Barbieri - Estero Tipologie produttive/Production Lines: Sistemi di sedute per collettività, contract, didattica, conferenza e ufficio.

Designers: Giovanni Baccolini, Baldanzi & Novelli, Bartoli Design, Dante Bonuccelli, Giorgio Gurioli, Justus Kolberg, Lucci & Orlandini, Emilio Nanni, Giancarlo Piretti, Marco Piva. Esportazione/Export: 48 % sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising: A cura dall’azienda P.R. (2010): Cavalleri Comunicazione Milano Lamm spa Via Verdi 19/21 43017 San Secondo Parmense PR tel. 0521877511 fax 0521877599 www.lamm.it info@lamm.it In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Lapalma srl Soci Amministratori: Dario e Romano Marcato Dir. Comm./Sales Manager: Dario Marcato Tipologie produttive/ Production Lines: sedute e tavoli Designers: Shin Azumi, Tomoko Azumi, Shin & Tomoko Azumi, Enzo Berti, Fabio Bortolami, Piergiorgio Cazzaniga, Alfredo Häberli, Romano Marcato, Karri Monni, Patrick Norguet, On-Design, Simon Pengelly, Gabriele Pezzini, Leonardo Rossano, Mario Ruiz, Takashi Shinozaki, Andreas Störiko, Hannes Wettstein. Esportazione/Export: 90% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising (2010): A cura dell’azienda Lapalma s.r.l. Via Ettore Majorana 26 35010 Cadoneghe PD Tel. 049702788 Fax 049700889 www.lapalma.it info@lapalma.it In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Lolli e Memmoli srl Tipologie produttive/Production Lines: Illuminazione Designers: Ivan Lolli e Mario Memmoli Lolli e Memmoli srl Via Vivarini 7 20141 Milano - Italy Tel. +39 0289502342 Fax +39 0289540974 www.lollimemmoli.it info@lollimemmoli.it In Italia:Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Marazzi - Marazzi Group spa a socio unico Presidente/Chairman: Filippo Marazzi Amm.Del./Managing Director: Maurizio Piglione Tipologie produttive/ Production Lines: Gres porcellanato smaltato e non smaltato, gres cristallizzato, monocottura, bicottura, monoporosa in pasta bianca, mosaico Pubblicità/Advertising (2010): A cura dell’azienda P.R. (2010): Studio Monika Carbonari - Padova Marazzi - Marazzi Group spa Viale Virgilio 30 - 41123 Modena Tel. 059384111 Fax 059384303 www.marazzi.it press@marazzigroup.com In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: MioDino Faram Group Presidente/Chairman: Francesco Mio Amm. Del./Managing Director: Paolo Mio Dir. Comm./Sales Manager: Enrico Venesia Tipologie produttive/Production Lines: Pareti e arredi per ufficio Designers: Daniele Del Missier Esportazione/Export: 38% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): MioDino and Faram Communication Unicacontatto - Pordenone info@unicacontatto.com Industria Mobili Mio Dino Srl Via Montecassino 16 30026 Portogruaro VE Tel. 0421205411 Fax 0421205400 www.miodino.it info@miodino.it Faram spa Via Schiavonesca 71 31040 Giavera del Montello TV Tel. 0422884937 Fax 0422 882018 www.faram.com faram@faram.com Sedi/Showroom: miodino UK 8 St John’s Lane, Clerkenwell London EC1M 4BF Tel. +44 203 3262571 info@miodino.co.uk – www.miodino. co.uk FARAM LTD 132 Commercial Street E1 6AZ London Tel. +44 2074569400fax +44 2074569450 faram@faram.co.uk www.faram.com FARAM US INC 450 Seventh Av. Suite 2804 New York, NY 10123 - USA Tel. +1 347436 8488 fax +1 347436 8475 n.long@faram.com FARAM RU LLS Golikovskij Per. 15 119017 Moskow - RUSSIA Tel. +7 4959533778 fax +7 4959533876 info@faramru.ru

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MIODINO FARAM GROUP – ANTE PRIMA 21 rue Cassette - 75006 Paris FRANCE Tel. +33 (1) 40 49 04 04 www.ante-prima.com MIODINO FARAM GROUP – GARANCE SAS 22 Place aux Huiles 13001 Marseille - FRANCE tel. +33 491 136000 fax +33 491 549703 annemarieroux@garancesas.com FARAM MIODINO MENA (QATAR) P.O.Box 63517 Doha - QATAR tel. +974 4313719 fax +974 4429994 info@farammiodino-mena.com MIODINO FARAM GROUP - A.M.O.S. DESIGN Beethovenova 641/9 601 05 Brno - REPUBBLICA CECA tel. +420542212898 fax +420542214439 amos@amosdesign.cz www.amosdesign.cz MIODINO FARAM GROUP - OPERA ITALIA SRO Jeseniova, 2770/56, ZIZKOV PSC 13000, PRAHA 3, CZECH REPUBLIC MIODINO ROMANIA IMPEX SRL SOS Pantelimon, 248/250 Sector 2, Bucharest, ROMANIA tel. +40 2122 31 546 Fax +40 255 0158 innamorati@miodino.ro MIODINO LISBOA SA Avenida 24 Julho, N°3-31 1200-480 Lisboa – PORTUGAL tel. +35 1 91 555 0151 info@lafattoria.pt MIODINO FARAM GROUP Via Senato, 36 20121 Milano – ITALY Tel. 0276390690 fax 0276390691 milano@miodino.it MIODINO FARAM GROUP Viale Stelvio, 70 20159 Milano - ITALY Tel. 0269003880 fax 0269490680 milano@faram.com MIODINO PIEMONTE SRL Corso Vittorio Emanuele II, 82 10121 Torino - ITALY Tel. 011535370 fax 011544930 guido.clara@miodinopiemonte.it MIODINO FARAM GROUP Via Salaria, 719 00138 Roma - ITALY Tel. 0688640004 fax 0688641406 roma@faram.com

Ragione sociale/Company name: Modulnova srl Presidente-Dir. Comm./ChairmanSales Manager: Dario Presotto Tipologie produttive/ Production Lines: Modulnova Cucine - Modulnova Designers: Andrea Bassanello Esportazione/Export: 20% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising (2010): A cura dell’azienda P.R. (2010): MCS - Milano Modulnova srl Via Gabbana, 87 33080 Prata di Pordenone PN Tel 0434425425 Fax 0434425400 www.modulnova.it info@modulnova.it

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Ragione sociale/Company name: Omnidecor spa Legale Rappresentante-Dir. Comm./ Legal Advisor-Sales Manager: Alfredo Bresciani Amm.Del./Managing Director: Ferruccio Bresciani Tipologie produttive/Production Lines: Vetro satinato/colorato/decorato Designers: Defne Koz, Marc Krusin Esportazione/Export: 50% sul fatturato annuo P.R. - Pubblicità/Advertising (2010): Oikos Associati - Monza MB Omnidecor spa Via del Lavoro 1 22036 Erba CO Tel. 031633701 Fax 031610331 www.omnidecor.net info@omnidecor. net In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information

Ragione sociale/Company name: Pedini spa Presidente-Amm.Del./ChairmanManaging Director: Daniele Radi Temelini Dir. Comm./Sales Manager: Claudio Torcoletti (Italia) Simone Gennari (Estero) Tipologie produttive/ Production Lines: Mobili per cucine e bagni Designers: Domenico Paolucci (cucine) Stefano Bizzarri e Claudio Cinti (bagni) Esportazione/Export: 70% sul fatturato annuo estero 30% sul fatturato annuo italia Pubblicità/Advertising (2010): Studio Gori - Udine Pedini spa Via Aspio 8 61030 Lucrezia di Cartoceto PU Tel. 0721899988 Fax 0721899955 www.pedini.it info@pedini.it In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Pedrali spa Presidente-Amm. Del./ Chairman-Managing Director: Giuseppe Pedrali Dir. Comm./Sales Manager: Monica Pedrali Tipologie produttive/Production Lines: Sedie, sgabelli, tavoli, complementi, illuminazione Designers: Balutto Adriano, Basaglia Alberto e Rota Nodari Natalia, Busana Alessandro, Dondoli Claudio e Pocci Marco, Fioravanti Odoardo, Gori Cristian, Lo Scalzo Moschieri Daniele,

Manzoni Maurizio e Tapinassi Roberto, Pensi Jorge, Piva Marco, Semprini Roberto. Esportazione/Export: 70% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): A cura dell’azienda Pedrali spa Sp 122 Mornico al Serio 24050 Bergamo Tel. 03583588 Fax 0358358888 www.pedrali.it info@pedrali.it In Italia:Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Piemonte InContract Tipologie produttive/Production Lines: Interior decoration, pavimenti, rivestimenti, serramenti, rubinetteria, materiali elettrici ed elettronici, mobili, arredo tessile, allestimenti, complementi di arredo, domotica, sicurezza, wellness, refrigerazione commerciale Interior decoration, Flooring, plastering and locks, Taps and fittings, Electrical and electronic material, Furniture, Home textiles and upholstery, Exhibition equipments, Furnishings and fittings, Home automation, Safety, Wellness, Commercial refrigeration. Piemonte InContract Corso Regio Parco 27/29 10152 Torino Italia Tel. 0116700511 Fax 0116965456 www.piemonteincontract.com incontract@centroestero.org

Ragione sociale/Company name: Reggiani spa Illuminazione Presidente/Chairman: Danilo Reggiani Export Manager: Graham Cosentino Sales Director Italy: Francesco Ronchi Tipologie produttive/Production Lines: Apparecchi d’illuminazione Designers: D’Alesio e Santoro, Brombini e Saccardo, Gabetti & Isola, L.A.P.D. (LAPD Consultants | Lighting Design | Product Design | London), Paolo Portoghesi, Fabio reggiani, Rogers Stirk Harbour + Partners, Alvaro Siza.

Esportazione/Export: 44 % sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Phoenix Advertising - Torino Reggiani spa Illuminazione Viale Monza 16 20845 Sovico MB Tel. 03920711 fax 0392071999 www.reggiani.net contact@reggiani.net In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Sidesign by Side spa Presidente/Chairman: Giuseppe Castellaro Amm. Del.-Dir. Comm./Managing Director-Sales Manager: Roberto Pievani Tipologie produttive/Production Lines: Apparecchi per illuminazione tecnica di interni ed esterni Designers: Giuseppe Bavuso Esportazione/Export: 25% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Oikos Associati Monza MB Side spa Via Carlo Cattaneo 90 20035 Lissone MB Tel 0392449001 Fax 0392459338 www.sidespa.it www.sidesignweb.com info@sidespa.it info@sidesignweb.com In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Sigma L2 Paolo Granchi srl Presidente-Amm.Del./ChairmanManaging Director: Giovanna Piermattei Dir. Comm./Sales Manager: Francesca Granchi Tipologie produttive/Production Lines: Illuminazione, piccoli mobili, complementi Designers: Simone Granchi - Granchi Studio Esportazione/Export: 80% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): A cura dell’azienda Sigma L2 Paolo Granchi srl Via Degli Olmi,145 50019 Sesto Fiorentino FI Tel. 0554207107 Fax 0554207158 www.sigmal2.it info@sigmal2.it In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

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Ragione sociale/Company name: Snaidero Rino spa Presidente-Amm.Del./ChairmanManaging Director: Edi Snaidero Dir. Comm./Sales Manager: Ivano Dri Tipologie produttive/Production Lines: Cucine componibili Designers: Paolo Pininfarina, Massimi Iosa Ghini, Roberto Lucci, Paolo Orlandini Esportazione/Export: 37,9% sul fatturato annuo PR (2010): A cura dell’azienda (Responsabile: Sandra Snaidero) Snaidero Rino spa Viale Rino Snaidero 15 33030 Majano UD Tel. 0432063111 Fax 0432063235 www.snaidero.it lineaverde@snaidero. it In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information.

Ragione sociale/Company name: Teuco Guzzini spa Presidente/Chairman: Gianluca Guzzini Amm. Del./Managing Director: Mauro Guzzini Dir. Comm./Sales Manager: Paolo Saggiorato Tipologie produttive/Production Lines: Vasche idromassaggio, box doccia, cabine doccia multifunzioni e con bagno turco, lavabi e sanitari, combinati, minipiscine Designers: Angeletti & Ruzza, Ron Arad, Paolo D’Arrigo, Frog Design, Werner Scholpp, Nilo Gioacchini, Massimo Iosa Ghini, Fabio Lenci, Giovanna Talocci, Maurizio Varratta, Jean Michel Wilmotte Esportazione/Export: 35% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising (2010): Armando Testa (creatività) Universal McCann (pianificazione) P.R. (2010): Weber Shandwick - Milano Teuco Guzzini Spa Via Virgilio Guzzini 2 62010 Montelupone MC Tel. 07332201 Fax 0733220391 www.teuco.it teuco@teuco.it In Italia: nei migliori negozi del settore. Rivolgersi all’azienda per ulteriori informazioni al numero verde 800270270 Foreign countries: contact the Company for information.

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Ragione sociale/Company name: Valdichienti srl Presidente-Amm.Del. -Dir. Comm./ Chairman-Managing Director-Sales Manager: Gianluca Latini Tipologie produttive/Production Lines: Imbottiti pelle e tessuto. Designers: Alessandro Andreucci, Giuseppe Bavuso, Alessandro Dubini, Samuele Mazza, Vittorio Prato, Karim Rashid. Esportazione/Export: 50% sul fatturato annuo Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Santi&Santi Milano Luca Santi (p.r) Valdichienti srl Via W. Tobagi 62029 Tolentino MC Tel. 0733960060 Fax 0733974457 www.valdichienti.it -info@valdichienti.it In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information

Ragione sociale/Company name: Vivaterra spa Amm.Del./Managing Director: Giovanni Avezzano Dir. Comm./Sales Manager: Massimiliano Vittori Tipologie produttive/Production Lines: cotto imprunetino per pavimenti, rivestimenti e architettura Pubblicità/Advertising/P.R. (2010): Fabio Luciani Comunicazione di Impresa Firenze www.fabioluciani.it Vivaterra spa Via Provinciale Chiantigiana 36 50022 Greve in Chianti FI t el. 05585901 www.vivaterra.it info@vivaterra.it In Italia: Rivolgersi all’azienda per informazioni sui punti vendita. Foreign countries: contact the Company for information

B&B ITALIA spa S. Provinciale 32, 15 22060 NOVEDRATE CO Tel. 031795111 Fax 031791592 www.bebitalia.com info@bebitalia.com B&B ITALIA spa - DIVISIONE CONTRACT Via S. Andrea 3 20020 MISINTO MB Tel. 031795111 Fax 031795600 www.bebitaliacontract.it info@bebitalia.it BAROVIER & TOSO srl Fondamenta Vetrai 28 30141 MURANO VE Tel. 041739049 Fax 0415274385 www.barovier.com barovier@barovier.com BENDHEIM www.benheim.com BISAZZA spa V.le Milano 56 36075 ALTE DI MONTECCHIO MAGGIORE VI Tel. 04447075111 www.bisazza.com info@bisazza.com BOFFI spa Via Oberdan 70 20030 LENTATE SUL SEVESO MB Tel. 03625341 Fax 0362565077 www.boffi.com boffimarket@boffi.com CAPPELLINI - CAP DESIGN spa Via Busnelli 1 22036 MEDA MB Tel. 031759111 www.cappellini.it CASSINA spa POLTRONA FRAU GROUP Via Busnelli 1 20036 MEDA MB Tel. 03623721 www.cassina.com www.cassina-ixc.jp info@cassina.it EIFFELGRES Via Radici in Piano 9-11 41042 FIORANO MO Tel. 053699681 Fax 0536996825 www.eiffelgres.it ESSEMME srl Via della Lisciata 26 53034 COLLE VAL D’ELSA SI Tel. 0577924550 Fax 0577926712 www.essemmesrl.it info@essemmesrl.it EUROMOBIL spa Circonvallazione Sud 21 31020 FALZÈ DI PIAVE TV Tel. 04389861 Fax 0438840549 www.gruppoeuromobil.com eurocen@euromobil.it FLORIM CERAMICHE Via Canaletto 24 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536840111 Fax 0536844750 www.florim.it info@florim.it FONTANAARTE spa Alzaia Trieste 49 20094 CORSICO MI Tel. 0245121 Fax 024512560 www.fontanaarte.it info@fontanaarte.it FORNASETTI C.so Matteotti 1/A 20121 MILANO Tel. 0289658040 Fax 026592244 www.fornasetti.com gallery@fornasetti.com GIORGETTI spa Via Manzoni 20 20036 MEDA MB Tel. 036275275 Fax 036275575 www.giorgetti-spa.it info@giorgetti-spa.it ICE Via Liszt 21 00144 ROMA Tel. 0659921 Fax 654220108-54218249 www.ice.gov.it ice@ice.it I GUZZINI ILLUMINAZIONE spa Via Mariano Guzzini 37 62019 RECANATI MC Tel. 07175881 Fax 0717588295 www.iguzzini.com iguzzini@iguzzini.it IKEA ITALIA RETAIL srl S. Provinciale 208 3 20061 CARUGATE MI Tel. 02929271 mFax 0292927330 www.ikea.it www.ikea.com KASTHALL AB Box 254 SE 511 23 KINNA Tel. +46 320205900 Fax +46 320205901 www.kasthall.com info@kasthall.se Distr. in Italia: PVM Piazza S.Giacomo 14 20034 GIUSSANO MB Tel. 0362 351280 Fax 0362 351177 brunoped@tin.it LIGNE ROSET ROSET ITALIA srl C.so Magenta 56 20123 MILANO Tel. 0248514007 Fax 0248022388 www.ligne-roset.it info@ligne-roset.it

LIVING DIVANI srl Strada del Cavolto 22040 ANZANO DEL PARCO CO Tel. 031630954 Fax 031632590 www.livingdivani.it info@livingdivani.it MAGIS spa Via Triestina Accesso E 30020 TORRE DI MOSTO VE Tel. 0421319600 Fax 0421319700 www.magisdesign.com info@magisdesign.com MARTINI spa Via Provinciale 24 41033 CONCORDIA SULLA SECCHIA MO Tel. 053548111 Fax 053548220 www.martinilight.com info@martinilight.com MATTEOGRASSI spa Via Monte Grappa 66/68 20034 GIUSSANO MB Tel. 036286621 Fax 0362866292 www.matteograssi.it info@matteograssi.it MOROSO spa Via Nazionale 60 33010 CAVALICCO UD Tel. 0432577111 nr. verde 800016811 Fax 0432570761 www.moroso.it info@moroso.it MURANO DUE FDV - FIRME DI VETRO spa Via delle Industrie 16/c 30030 SALZANO VE Tel. 0415741290 Fax 0415741259 www.muranodue.com muranodue@firmedivetro.com NAXOS FINCIBEC spa Via Valle D’Aosta 47 41049 SASSUOLO MO Tel. 0536861300 Fax 0536804844 www.naxos-ceramica.it PALAZZINA GRASSI San Marco 3247 30124 VENEZIA Tel. 0415284644 Fax 0412410575 www.palazzinagrassi.it info@palazzinagrassi.com POLIFORM spa Via Montesanto 28 22044 INVERIGO CO Tel. 0316951 Fax 031695801 www.poliform.it info@poliform.it POLTRONA FRAU spa S. Statale 77 km 74,500 62029 TOLENTINO MC Tel. 07339091 Fax 0733971600 www.poltronafrau.it info@poltronafrau.it PORADA ARREDI srl Via P. Buozzi 2 22060 CABIATE CO Tel. 031766215 Fax 031768386 www.porada.it info@porada.it RUBINETTERIA CISAL spa Via P. Durio 160 28010 ALZO DI PELLA NO Tel. 0322918111 Fax 0322969518 www.cisal.it cisal@cisal.it RWE SCHOOT SOLAR INC. www.schottsolar.com SAINT-LOUIS 30 rue de Paradis F 75010 PARIS Tel. +33 1 47702570 Fax +33 1 42466416 SCHIFFINI MOBILI CUCINE spa Via Genova 206 19020 CEPARANA SP Tel. 01879501 Fax 0187932399 www.schiffini.com info@schiffini.it TECHNOGYM spa Via G. Perticari 20 47035 GAMBETTOLA FC Tel. 054756047 nr verde 800 707070 Fax 0547650555 www.technogym.com info@technogym.com TECNO spa Piazza XXV Aprile 11 20154 MILANO Tel. 03175381 Fax 0317538489 www.tecnospa.com info@tecnospa.com TOOLBOX OFFICE LAB Via Agostino da Montefeltro 2 10134 TORINO Tel. 0113157111 www.toolboxoffice.it info@toolboxoffice.it TOTO EUROPE GmbH Peter-Müller-Straße 16 D 40468 DÜSSERLDORF Tel. +4921122972500 Fax +4921122972550 www.eu.toto.com ZANOTTA spa Via Vittorio Veneto 57 20054 NOVA MILANESE MB Tel. 03624981 Fax 0362451038 www.zanotta.it sales@zanotta.it

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ANNUAL CONTRACT 2010 ALLEGATO a/SUPPLEMENT TO INTERNI N° 607 DICEMBRE/DECEMBER 2010 direttore/editor GILDA BOJARDI bojardi@mondadori.it art director CHRISTOPH RADL caporedattore centrale central editor-in-chief SIMONETTA FIORIO simonetta.fiorio@mondadori.it a cura di/edited by PATRIZIA CATALANO interniv@mondadori.it contributi redazionali editorial contributors GIORGIO BERSANO ANTONELLA BOISI (architetture) VIRGINIO BRIATORE CLAUDIA FORESTI ANTONELLA GALLI CRISTINA MONICA ALESSANDRO ROCCA ROSA TESSA LAURA TRALDI MATTEO VERCELLONI testi produzione/production texts LAURA TRALDI CLAUDIA FORESTI fotografi/photographs HELENA CANY DAVID LONG DERRICK MENERE FRANCISCO NOCITO SEBASTIANO PELLION DI PERSANO BEPPE RASO HENRY THOREAU OTTAVIO TOMMASINI NINIGEL YOUNG illustrazioni/illustration NATALIA RESMINI grafica/layout ELENA MARIANI internie@mondadori.it ELENA MICHELINI imkt2@mondadori.it traduzioni/translations STEVE PICCOLO CLAUDIA CAVALLARO segreteria di redazione responsabile/head ALESSANDRA FOSSATI alessandra.fossati@mondadori.it assistente del direttore/assistant to the editor ADALISA UBOLDI adalisa.uboldi@mondadori.it BARBARA BARBIERI barbara.barbieri@mondadori.it

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