Interni Panorama 73

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IL MaGazine DeL DesiGn N. 73 – 3 OTToBre 2013 Numero speciale per i lettori di

DesIGn

la forza delle idee

Casa

minimalismo caldo

SPecIaLe

Porte, infissi e finiture d’arredo

Cover story

GIan Luca Sghedoni Kerakoll

MADE&MODA In vetrina

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indice

3 ottobre 2013

INterNIPANoramaNEws

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attualità creativa

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RACCONTI DI MODA ATTRAVERSO TRE VOLUMI RAFFINATI, ORIGINALI, DIVERTENTI f ash ion and des ig n sh ape l’esc lusiva tec nologia liquid sh aping modella i nuovi levi’s revel l ’arte di vive re graz ie al restauro filologic o di pierre bergé rivive la casa dove visse j ean c octeau abitare g ree n. s og no o real tà? tutela del territorio e risparmio energetic o: se ne parla a madeexp o 2013 g iro d’ital ia (in pol trona) Rolo, la poltrona da campo disegnata da giulio iacch etti, acc ompagna davide rampello inviato spec iale di “strisc ia la notiz ia”

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nuovi intrecci

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pizz o: dal l a moda al l ’arredo erotic o e romantic o quando è fash ion, poetic o e innovativo nel design s culp tural jewel ry tra arte e artigianato, gioielli pezz i unic i ideati c ome c omplementi d’arredo proge tti di moda designer e arch itetti ch e c reano moda, stilisti ch e firmano linee di design il compass o trova cas a luisa bocch ietto, presidente adi, spiega c ome e perch É vuol rendere l’assoc iaz ione un c entro di gravità permaNente anomale conve rge nze “plart” e “fabb rica delle idee” c oltivano la c ultura del design e promuovono l’innovaz ione a tutto campo camminando con nouvel le innovative ch aussures “pure” progettate dal grande arch itetto franc ese tappe ti... mi è ve nuta un’idea la c ollez ione design oriented realizz ata da nodus una s cel ta vincente Eleonore cavalli, art director di visionnaire, racc onta i segreti di una c ontinua asc esa mol to più che p rodotto innovaz ione, estetica, nuove formule per c onquistare i mercati esteri: il new deal unopiù sec ondo l’ad marc o dolc ino ol tre il l uss o aman resort, rifugi esc lusivi nei luogh i più b elli del mondo supe rf ici (im)pu re “th e canyons”, film diretto da paul sch rader, c elebra la morte del c inema

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IdeeINterNIPANorama

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una casa tutta per me panorama degli arredi l i ch iamano...bouque t arredi, tessuti, dec ori floreali e naturalmente fiori riscaldano la casa d’autunno l a cas a è gl amour quando il mondo della moda sposa l’arredo

panorama degli interni sì, mi piace l ’ordine... e al l ora? minimalismo estremo per un progetto d’interior nel padovano

cover story un fu turo in total g ree n l’uomo e la natura al c entro del progetto az iendale di Gian Luca sgh edoni, ad di k erakoll

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rubrINterNIPANorama

declinazioni fragranze

l ’ampol la ma gic a de sign e la vorazione ar tigianale nei nuo vi complementi di profumeria per l ’ambiente cul ti frizzante signorina è gio vane e fre sc a la nuo va fra granza femminile di s al vat ore ferra gamo

gioielli

94 st orie uniche

le b amboline gioiel campioli tra mod a e de sign

occhiali

100 rock and chic carrera 6000

de sign ricerc

illuminazione

101 l uce , le ggerezza e col pla stiche di k oziol

l o lamiame di france

sc a

at o per l ’occhiale d a sole

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ore le nuo ve lamp ade in ma terie

food

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. inedit o e di tendenza il finger f ood di be cooking 103 caffè e trè si chiama trè la nuo va macchina d a c affè vergnano

materiali

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le possibilit à del qu arz o ricompos t o nel proget t o di l orenz o palmeri per s t one it aliana 105 un ser vizio complet o il temporar y st ore johnnie w alker expl orer ’s cl ub al charle s de ga ul le di p arigi

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Diret t ore re spons abile

specialecasaPANorama

infinite possibilità

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ar te at tenzione al de sign del l ’interno e al l ’ecosos tenibilit à per le nuo ve c ase pref abbric ate sai che c ’è di nuo vo? dal set t ore del l ’edilizia può arriv are il rilancio del made in Ital y la signora del le por te inno vazione di gamma e inve stimenti in r&s sono per ilaria ferrero il futuro di ferrerole gno 100% made in it al y tradizione ar tigianale it aliana e indus trializzazione ev ol ut a nel proget t o ber t ol ot t o por te sbizzarrirsi con il de sign re sidenziale , contra ct e ora anche outdoor per le superficie te cnol ogiche di cosentino inve stire nel caldo non sol o de sign, ma anche efficienza e rispet t o del l ’ambiente per c aminet ti e s tufe p alazzet ti

indirizzi

Il prossimo

Interni Panorama uscirà a febbraio 2014

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GILDA BOJARDI boj ardi@mond adori.it Ar t-dire ct or C hristoph R adl christoph.radl@radl.it

per i let t ori di

Capored at t ore centrale S imonetta F iorio simonetta.fiorio@mondadori.i

Anno 17° n. 73 al le ga t o a Panorama n. 42 del 9 ot t obre 2013

A cura di Patrizia C atalano interniv@mondadori.it H anno col labora t o Maria S ole Asperti Monica Baio Maurizio Barberis Alessandro Bini O livia C remascoli Valentina C roci Ali F ilippini C laudia F oresti L una F umagalli Antonella G alli R enata G iorgi L aura R agazzola Maria Antonietta S bordone Danilo S ignorello H enry T horeau G rafic a Elena Mariani internie@mondadori.it C hiara Maggioni imkt2@mondadori.it

in coper tina G ianl uc a S ghedoni, AD di K erak ol l FOTO © Maki G alimber ti/ L uz Pho t o f or K erak ol l

NUMERO SPECIALE DI

ARNOLDO MONDADORI EDITORE 20090 SEGRATE -MILANO INTERNI L a rivista dell’arredamento via D. Trentacoste 7 20134 Milano tel. 02.215631- 20 linee r.a. telefax 02.26410847 www.mondadori.com/interni www.internimagazine.com Pubblicità Mondadori Pubblicità 20090 S egrate - Milano Tel. +39 02 7542 2203 F ax +39 02 7542 3641 C oordinamento S ilvia Bianchi silvia.bianchi@mondadori.it www.mondadoripubblicita.com

S tampato da ELCOGRAF S.p.A. via Mondadori, 15 - Verona S egreteria di red azione S tabilimento di Melzo Alessandra F ossati - responsabile Adalisa Uboldi - assistente del direttore settembre 2013 © C opyright 2013 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.- Milano Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono

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INterNIPANoramaNews tra moda e design, in tv o sul web, grazie a mostre o fiabe, una spiccata creatività è in grado di farsi strada guardando al futuro.

attualità creativa

Da Vivienne we stw oo d a Yves S aint la urent , da S al vat ore Ferra gamo a Chris tian Dior, da jean P aul G aul tier a kans ai Yamamo t o, persino la favola di Cenerent ola può e ssere a t tu alizza ta facen do in doss are ai persona ggi prin cipali l ’al ta mo da. Cenerent ola una favola al la mo da R ivista e il l us tra ta da Ste ven gu arna ccia corraini edit ore 2013.

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grafica

Tre volumi illustrano, con arte raffinata, originale e divertente, la storia della moda, dagli anni Cinquanta a oggi. Eccentrico. Giorgio Armani, Corraini Con questo volume, nato per accompagnare l’omonima mostra, Giorgio Armani svela il suo lato ‘eccentrico’ attraverso disegni e fotografie di abiti accessori realizzati dal 1985 a oggi. Le lavorazioni di materiali pregiati, gli accostamenti sorprendenti di tessuti e pietre si ritrovano nell’elegante rilegatura del volume che raccoglie pagine di carta preziosa, in un’alternanza di texture che rispecchia tutta la matericità e la ricercatezza delle collezioni di Giorgio Armani. Completano il volume le fotografie del ’allestimento, un trionfo di colori, fantasie e grafi he.

racconti di moda Lora Lamm. Grafica a Milano 1953 1963. Catalogo della mostra (Chiasso, 25 maggio /21 luglio 2013). A cura di Lora Lamm e N icoletta Ossanna Cavadini, Silvana Editoriale. Lora Lamm è una delle illustratrici più apprezzate e affermate nel campo della grafica pu blicitaria degli anni Cinquanta e Sessanta. La produzione dell’artista svizzera, a Milano nel secondo dopoguerra, risulta ancora oggi molto attuale per la grande capacità comunicativa, gli studiati effetti cromatici, lo stile originale e raffin to. Il volume presenta alcuni dei suoi lavori più importanti: bozzetti, manifesti, inviti e packaging realizzati per la R inascente (della quale fu grafica in erna e poi consulente creativa) e per altre importanti aziende tra cui Pirelli ed Elizabeth Arden.

tre opere di L ora Lamm: La mod a si diff onde con la R ina scente , ca. 1960, C ommit tente: La R ina scente Milano , C o llezione: Museum für Gestaltun g Z uri go; Pire lli per lo scoo ter, 1959, Archivio St orico Pire lli; Pneuma tici Pire lli per bicic let te , 1960, Archivio St orico Pire lli.

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Steven Guarnaccia, Cenerentola. Una favola alla moda, Corraini 2013 Steven Guarnaccia, Illustratore, disegnatore per diversi quotidiani e riviste, collaboratore del MoMa, autore di libri per ragazzi e docente di Illustrazione alla Parsons T he N ew School for Design di N ew York (dove vive), sa trasformare le fiabe classi he in racconti contemporanei. N el suo ultimo lavoro ha vestito, con tessuti ricercati e abiti di alta moda, Cenerentola, la matrigna, le sorellastre, e il “mago padrino”, fra cappotti di velluto e scarpe vertiginose. E il classico delle favole, rivisitato in chiave modaiola, grazie al tratto inconfondibile delle illustrazioni nitide e colorate. di Guarnaccia, si trasforma in una divertentissima storia della moda. I risguardi del libro, infatti, sono un utile indice dei capi fi mati che compaiono nella favola. Da ritrovare e riconoscere fra le pagine. (S.F.)

il mago padrino (Kar l lagerfe ld) con la bacchet ta magica f ornisce A cenerent ola, ve stit a di “stra cci ” a firma Chris tian Dior, Burberr y, Yve s Saint Laurent , De Pinna , Sonia Delauna y, e che indoss a sc arpe aut o d a cors a di Katharina denzin ger, tut t o l’occorrente per re carsi a l ballo: L’ abit o d a sera s arà di Vivienne We st wood e i s and ali Di Miuccia Prad a.

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TESSUTI

Fashion and design shape

I jeans Levi’s Revel modellano, sollevano e allungano le forme del corpo grazie all’esclusiva tecnologia Liquid Shaping. N ell’autunno del 1934, L evi’s presentò il primo jeans da donna al mondo, il L ady L evi’s jeans. Oggi il brand che nel 2010 ha stabilito un nuovo standard nella forma con L evi’s Curve Id, aiuta ancora una volta le donne a trovare il ‘jeans perfetto’ con il lancio di L evi’s Revel. Il nuovo modello offre un’innovativa tecnologia modellante in attesa di brevetto, la più alta qualità di tessuto denim e speciali dettagli di design, uniti in una forma all’avanguardia che aiuta le donne ad apparire e sentirsi al meglio ogni giorno. Il design team L evi’s ha preso ispirazione dal desiderio delle donne di possedere jeans confortevoli che esaltino le

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forme e mettano in luce le loro caratteristiche fisi he migliori. Dopo anni di sviluppo e centinaia di fitting in tut o il mondo, da San F rancisco a San Paolo, da Stoccolma a Shanghai, sono stati ideati i jeans L evi’s Revel che si caratterizzano per l’esclusiva tecnologia L iquid Shaping. Questa innovazione, che è stata fusa all’interno del jeans attraverso tecniche di design all’avanguardia – come quella della stampa serigrafica – cont olla l’elasticità del tessuto in zone strategiche per avvolgere perfettamente la fi ura, solleva e definisce e forme del corpo e rende la silhouette armoniosa e modellata, il tutto in modo molto confortevole. Il denim dei jeans L evi’s Revel è stato attentamente selezionato, sviluppato e testato: presenta un tessuto stretch a doppia trama, che mette in evidenza il corpo femminile e lo segue nei movimenti, risulta super soft al tatto e offre un tessuto rinforzato che mantiene la sua forma mentre modella quella di chi lo indossa. ( C.F )

Il nuo vo Levi ’s Revel jeans p resent a un te ssut o st ret ch a dopp ia t rama che met te pe rfet tamente in ev idenza il co rpo femm in ile e l o se gue ne i moviment i. inol t re sf rut ta l ’inno vat ivo s istema di ve st ibil ità L ev i’s C u rve Id che off re al le donne una ve st ibil ità che semb ra f at ta su m isu ra el iminando i problem i e le f rus t raz ion i più comun i le ga t i al la f o rma f isica.

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DIMORE

L’arte dI vIvere Milly-la-forêt: la casa dove visse Jean Cocteau, grazie al restauro filologico di Pierre Bergé ritrova gli antichi splendori. Bronzi, tessuti, dipinti, opere degli amici artisti del calibro di Picasso, Modigliani, Max Jacob.

Dopo un periodo difficile, dovuto ai tempi della guerra e alla scomparsa di amici cari, Cocteau scopre a sud di Parigi, a pochi chilometri da Fontainbleu, nel piccolo borgo di Milly -laForêt, la casa della vita, quella, che secondo le sue stesse parole, gli era destinata. Parte di una grande tenuta semidiroccata, accoglie il poeta, stanco della troppa mondanità parigina e desideroso di un rifugio per lui e per l’amico Jean Marais. Là, nel corso degli anni, senza mai veramente rinunciare ai fasti mondani della capitale, si dedicherà ai suoi innumerevoli talenti: pittura, letteratura, teatro, poesia, e infine ai piacevoli ozi di una dimora da sogno, una casa museo piena dei ricordi (importanti) di una vita vissuta splendidamente. La casa, su tre piani, viene democraticamente divisa tra i due inseparabili amici: il primo piano al maestro, il secondo a Jean Marais, e il piano

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terra per gli ospiti e per ricevere. La casa si riempie di oggetti strani e bizzarri, coerenti con la tradizionale affezione del poeta per il mondo della surrealtà. Bronzi, tessuti, dipinti, oggetti raccolti con spirito di casualità, accumulati attraverso doni di amici e ritrovamenti casuali, assieme alla sua preziosa biblioteca, alle lettere di amici persi nel tempo, come Marcel Proust o Max Jacob, l’inneffabile poeta-pittore che aveva cercato di sedurre il garzone del carro funebre al funerale della moglie di Picasso. Altri tempi, altri uomini, altri mondi. Dopo qualche anno e molte vacanze in costa azzurra ospite di Francine Weisweiller, Cocteau trova nuova energia nell’amico Eduard Dermit, attore e, ça va sans dire, pittore. Alla sua morte, avvenuta nello stesso giorno, anzi, a poche ore dalla morte della sua più cara amica, Edith Piaff, Eduard ne diviene erede ed esecutore testamentario. La casa di Milly viene chiusa, il grande salone, la biblioteca, i ricordi di una stupenda vita, avvolti nel buio delle persiane serrate. Quando

anche Eduard Dermit muore la casa viene acquistata da Pierre Bergé, amico e sodale di Yves Saint Laurent, con l’idea di trasformare questa straordinaria dimora, impregnata dello spirito di un’epoca inimitabile, in un museo aperto al pubblico grazie al sostegno del Consiglio regionale dell’Île-de-France, del Consiglio generale dell’Essonne, del sindaco di Milly-la-Forêt e della Maison Cartier. Dopo nove anni di attento restauro, voilà, la casa è ritornata agli antichi fasti, con una parte museale che ospita i ritratti del poeta eseguiti dai suoi amici Picasso, Modigliani, Max Jacob e molti altri. (Maurizio Barberis). UN RITRATTO DEL POETA JEAN COCTEAU. LA SUA CASA A MILLY-LA-FORÊT, NON LONTANO DA PARIGI, DOPO NOVE ANNI DI RESTAURI VOLUTI DAL SUO ATTUALE PROPRIETARIO PIERRE BERGÉ, FA PARTE DELLA RICCA COLLEZIONE DI CASE D’ARTISTA PRESENTI IN TERRITORIO FRANCESE. 50 ANNI FA, ESATTAMENTE L’11 OTTOBRE DEL 1963 COCTEAU MORIVA STRONCATO DA UN INFARTO. IN SUO ONORE, UNA SERIE DI OGGETTI PRODOTTA DA ROCHE BOBOIS CON LA COLLABORAZIONE DI PIERRE BERGÉ. A LATO, UN PIATTO DELLA COLLEZIONE DEDICATAGLI.

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MADE

ABITare Green: soGno o reaLTà?

Riqualificazione urbana, tutela del territorio, risparmio Energetico: se ne parla a MADE expo 2013 con una serie di iniziative, eventi e mostre. Tra i temi caldi dell’autunno, la casa rappresenta per il governo italiano una delle priorità, dalla gestione dell’Imu al “piano casa” da 4,4 miliardi di euro che prevede prestiti per le categorie più deboli, progetti di edilizia sociale e creazione di un fondo per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie. Altri nodi cruciali per il rilancio economico sono rappresentati da riqualificazione urbana, tutela del territorio e delle infrastrutture, sicurezza degli edifici, risparmio energetico. Tematiche affrontate dal calendario di iniziative ed eventi di MADE expo 2013, in Fiera Milano Rho dal 2 al 5 ottobre. La Commissione ambiente della Camera ha approvato la scorsa primavera la soluzione del credito di imposta del 55% per le misure a favore dell’efficienza energetica degli edifici. Una soluzione che impegna il Governo sugli incentivi per il risparmio energetico degli edifici. Su questo fronte, sono interessanti i dati che emergono dal Primo Rapporto MADE expo su conoscenza e consapevolezza riguardo il tema della sostenibilità degli operatori del mondo della casa (imprese, progettisti e studenti). La ricerca rivela che il 94% degli intervistati considera il legno il materiale

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sostenibile per eccellenza, cresce l’attenzione verso i materiali indispensabili per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, aumenta il consenso verso soluzioni tipo passiv haus tedesca, ma oltre il 30% non conosce la Direttiva Europea 2010/31 che definisce le caratteristiche degli Edifici a Energia Quasi Zero. La strada da fare è ancora tanta in tema di sensibilizzazione e MADE expo (madeexpo.it) ha fornito il suo contributo con iniziative come il concorso “Instanthouse@ school” (tre progetti per una scuola dell’infanzia a Milano che associano il rigore economico e costruttivo con i valori di sostenibilità economica e sociale), la mostra “MADE 4 Ceramics” (miscelare argille è imparare dalla natura, conoscere la cultura dei luoghi, progettare il futuro rispettando l’ambiente), il progetto “Le finestre raccontano” (per testare dal vivo le prestazioni dei serramenti di ultima generazione), la mostra convegno “Smart Village“ (su sostenibilità ed efficienza energetica), “Growing City” (appuntamento internazionale sul rapporto tra verde, agricoltura e nuove tecnologie del costruire) e altre iniziative green. Un panorama delle soluzioni costruttive e tecnologiche più adatte per raggiungere gli obiettivi 20/20/20: riduzione del 20% dei gas serra, utilizzo del 20% di fonti rinnovabili e soglia del 20% di risparmio energetico entro il 2020. Sogno o realtà? (Danilo Signorello) In alto, progettata da Paolo Ven turella&Meno MenoP iu Arch itetcs, Solar Loo p è un a scultura sperimen tale fotovoltaica collocabile in parch i, giardin i e situazion i urban e. sopra a destra, 8 H ouse a Copenh agen, progetto StudioBig, rappresen ta un con cetto inno vativo di sviluppo edilizio sosten ibile, dove abitazion i, n egozi, giardin i e piste ciclabili si fon dono .

Il made in Italy e il progetto internazionale Opportunità, risorse, strategie. Il progetto internazionale è il titolo della tavola rotonda organizzata da Interni mercoledì 2 ottobre, ore 14,30, padiglione 7, area Made 4 Ceramics, della Fiera di Rho. Il convegno vuol fare il punto sulle imprese italiane che esportano la tradizione industriale nel mondo e sugli architetti che lavorano a livello internazionale. Architetti e imprenditori dibattono sulle prospettive future con particolare attenzione alle nuove tecnologie applicate a materiali e sistemi, al rispetto dei valori del territorio dove si progetta e all’ecosostenibilità. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e amministratore unico di Mapei, apre i lavori del convegno cui partecipano gli architetti Mario Botta, Duccio Grassi, Cino Zucchi e Patricia Viel e gli imprenditori Alberto Agostini (Secco Sistemi), Filippo Manuzzi (Ceramica Sant’Agostino), Stefan Rubner (Gruppo Rubner) e Silvio Santambrogio (TreP - TrePiù).

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design&TV

GIro D’ITaLIa (In PoLTrona) Eccellenze del Belpaese. A raccontarle ci pensa, una volta alla settimana, Striscia la notizia. Nuovo inviato speciale, Davide Rampello (direttore artistico di Expo 2015) che gira da paese in paese portandosi la propria seduta: Rolo, una poltrona da campo disegnata da Giulio Iacchetti. Tempo di novità a Striscia la notizia. La nostra attenzione però non è concentrata sulla conduzione completamente femminile di Michelle Hunziker e Virginia Raffaele o sul contorno completamente maschile dei “velini”. Ci intriga la nuova rubrica settimanale Paesi e Paesaggi condotta dall’inviato speciale Davide Rampello, direttore artistico di Expo 2015 che riassume così la nuova avventura: “Girerò a piedi in varie cittadine con questa sedia pensata per essere trasportata; la apro, mi ci siedo e racconto la storia del paese e del paesaggio che ho davanti. Darò un’immagine dell’Italia che è formidabile, ricca di saperi e su cui tutti dobbiamo puntare!”. Rolo, la poltrona con cui Rampello scorrazza, è una classica sedia da regista, con l’aggiunta di una copertura in tela che la rende simile a una casetta, proteggendo dalle intemperie e al

contempo interpretando l’idea di una poltronarifugio da esterni. “È poi anche un’altana in tela e legno di faggio in cui raccogliersi per leggere un libro, osservare la natura, godersi il sole, ripararsi dal vento, un po’ come trovarsi in un safari tutto italiano” aggiunge Giulio Iacchetti designer della poltrona “come tutti gli altri prodotti di Internoitaliano, Rolo è anche il nome di una cittadina, in questo caso della provincia di Reggio Emilia, un omaggio a paesi appartenenti a un’Italia minore, mai celebrata, ma rappresentativa di una autentica identità nazionale”. Precisa il designer: “L’ambizione di Internoitaliano è restituire un valore di normalità al design: i suoi prodotti sono progettati per essere duraturi e diventare parte del quotidiano e ogni progetto è portatore di una propria autonomia stilistica in grado di adattarsi a contesti molto diversi tra loro”. (S. F.)

Ro lo, po ltrona da campo con stru ttu ra in faggio massello, tela e cuo io, disegna ta da Giu lio Ia cchetti e realizza ta da BeD Living di Bu ttrio per In terno italiano 2013. La po ltrona na sce dalla richiesta di Davide Rampello di una sedu ta in o ccasion e delle riprese televisive en plen a ir della nuo va ru brica di Striscia la no tiz ia in tito lata Paesi E Paesaggi, da lu i con dotta.

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Nuovi intrecci Imprenditori della moda che approcciano il mondo dell’arredo, archistar che affrontano il fashion system. Le relazioni si fanno strette, a vantaggio dei piÚ.

le mera viglie del pizz o e le sue diverse applic azioni, anche nel de sign e ne gli interni: una lezione di gus to e d ’impe gno cer t osino del la maison Sophie hal let te f abbric ante di pizz o e di tul le d al 1887, a Caudr y, nel nord del la francia .

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PIzzO: dalla moda all’ arredo di Olivia Cremascoli

che sia sangallo, Broderie Suisse, macramé, raschel al tombolo, trina valenciennes o tulle ricamato poco importa. ciò che conta è che sia pizzo: erotico e romantico nella moda,poetico e innovativo nel design.

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Dal l ’al t o: un pla stron in pizz o di s an gal l o, cus t o dit o nel textilmuseum del la cit tà di san gal l o , centro e conomico del la S vizzera orient ale . la su a in dus tria te ssile ris ale al XV se col o e d è divent ata f amos a per la pro duzione di te ssuti e, sopra t tut t o, di pizz o. a fine 2008, miuccia prad a ha ‘re suscit at o’ il pizz o di s an gal l o: L e due mo del le ai la ti inf at ti in doss ano c api pra da in pizz o di s an gal l o, pro dot t o dal l ’azien da te ssile Fors ter R ohner St. G al len . a destra , in primo piano: un c an dido abit o fiorit o del l ’archivio st orico del textilmuseum di san gal l o (www .st.gal lenbo densee .ch) . di Chris tian L ouboutin , decol leté da sera in pizz

o.

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A

ll’inizio del xx secolo, i pizzi di San Gallo erano richiesti in tutto il mondo: nel 1910 la Svizzera esportava 89mila quintali di pizzo (o ricamo) per un valore di oltre 200 milioni di franchi, al punto che questa era la principale voce d’esportazione dell’economia elvetica. Ancora all’inizio degli anni Sessanta, in Italia, non c’era mamma o bambina sciccosa che non avesse dei capi estivi d’abbigliamento in pizzo di San Gallo. Poi, gradatamente, l’oblio, fino alla riduzione ad oggettistica da souvenir o da vecchie zitelle (i poggia-testa e poggia-braccia da poltrona, i centrini, i grembiuli e le crestine delle cameriere, le sovra-tovaglie per i pranzi importanti). Ma, da poco tempo a questa parte, il rinomato pizzo di San Gallo sta letteralmente conoscendo una seconda giovinezza grazie a Miuccia Prada, che è stata la prima – forse nostalgica delle sue vestine infantili – a riproporne il richiamo glamorous, presentando infatti una collezione donna autunno-inverno 2008–2009 ricca d’interventi con il pizzo di San Gallo (prodotto, nello specifico, dall’azienda Forster Rohner AG St. Gallen), facendo giubilare tutti, incantati. Il pizzo realizzato nell’omonima, elegante cittadina elevetica (www.st.gallen-bodensee.ch) è stato poi utilizzato, nelle plurime sue varianti, da molte altre celebri griffe internazionali, da Dior a Vivienne Westwood. Invece Arkis, casa di moda svizzera con quartier generale a San Gallo e con sfilate in calendario a Parigi, è andata oltre: ha investito anche nel settore alberghiero, contribuendo a dare vita, sotto l’egida del Textilland Ostschweiz (www.textilland.ch), a un raggruppamento di ‘hotel tessili’, quattro e cinque stelle, che nel cantone di San Gallo diventeranno nove entro fine anno (tra i fornitori anche Christian Fischbacher, marchio ben noto nel settore dell’arredo, che ha appunto sede a San Gallo), i quali assicurano ai propri ospiti

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s opra: di Lou is e Hederströ m per Bsweden, c handelier Gladys in acc iaio a traf ori pizz o. a s inistra: k ate midd leton nell’abito nu nz iale , c on pizz o di s arah bu rton per alexander mcqueen della f ranc es e S ophie H al let te (su oi anc he i rami in pizz o), c he ha c ontribu ito pu re all’interior dell’hotel cha vanel di parigi. a destra, su llo sf ondo: Leav ers , tende in pizz o di S ophie H al let te per l’hotel cha vanel di parigi, inau gu rato in agosto su progetto di Anne Peyroux ed Emmanuèle T his y, di cu i v ediamo anc he u na camera c on moqu ette di EGE a dec oro pizz o; testiera del letto in Krion di porcelanosa a dec oro pizz o; luc i di Ango world , in c oc oon di s oia, a dec oro tu lle; v ellu ti e plaid in cac hemire di lelièvre . es padrilllas in pizz o di valentino

gara vani .

poltronc ina Lily Lac e di Dror Bens hetrit per bbb emme bona cina . Cro c het light, in tessu to di pizz o e res ina, di marc el w anders Personal Edition .

una fruizione tessile di qualità, scevra da tutte le possibili allergie provocate da materiali surrogati o di sintesi. Ma la tradizione tessile di San Gallo appare in tutta la sua magnificenza nel Textil Museum (www.textilmuseum.ch), nel centro storico della minuscola urbe collinare, esternamente contrassegnato da una sorta di stilizzata bandiera costituita da un verosimile scampolo di pizzo mosso dal vento. Nel museo c’è di che sbizzarrirsi: dalla rinomata bliblioteca (www.textilbibliothek.ch), dedicata in toto al mondo tessile e fornita anche di riviste di moda, a sale espositive che presentano mostre temporanee e celebri collezioni tessili (fino al 30 dicembre, Die Welt in Schachteln/Il mondo inscatolato, cioè due famosissime collezioni private, acquisite dal museo, di Leopold e John Jacob Iklé e di Charlotte Bing-Hubner), come anche, vicino ad antichi telai, una parata di scampoli che indicano le tendenze della primavera-estate 2014 (visibili sino al 15 ottobre), oppure suggerimenti di corsi per imparare l’antica arte del pizzo-ricamo svizzero, che segnalano il fiabesco villaggio alpino di Appenzell – dove le donne hanno avuto diritto al voto solo nel 1991, peraltro senza averlo affatto richiesto – quale miglior luogo per l’apprendimento (da Verena Schiegg, tel. 0041-71-7874491, schiegg@free.mhs.ch). Di fatto, in Europa, la supremazia del pizzo viene da sempre rimbalzata tra Svizzera e Francia, in quanto il nostro prezioso tombolo di Burano (Venezia) non ha fatto granché per ri-vivere nella contemporaneità. Infatti, nel nord della Francia, nel comprensorio di Nord-Pas-de-Calais, dicono che il vero pizzo lo fanno

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loro, mentre quello svizzero, pur superbo, è ‘broderie’ (ricamo). Una delle più famose maison di pizzo (e tulle) francese è Sophie Hallette 1887 di Caudry, che, oltre a fornire abitualmente una parata di griffes internazionali della moda (da Dolce & Gabbana a Gucci, da Nina Ricci ad Alexander McQueen, da Valentino a Christian Dior haute couture) ha fornito il candido pizzo per l’abito indossato da Kate Middleton per sposare William d’Inghilterra. Ma, recentemente, s’è messa a sperimentarlo anche nell’interior design, grazie a una piccola storia tra donne. Infatti, a Parigi, in una traversa di place della Madleine, ha ufficialmente aperto, a fine agosto, un raccolto e delizioso hotel d’arte-design, il Chavanel (www.hotel-tronchet.com), un quattro stelle progettato dalle giovani architette Anne Peyroux & Emmanuèle Thisy, per Sophie Charlet, la proprietaria, che oltre a utilizzare il pizzo di Sophie Hallette (www.sophiehallette.com) negli interni (alle finestre, su alcuni pavimenti e pareti, come tocco decorativo) simula le diversificate increspature del pizzo su parecchie superfici (dalle textures delle lampade alle testiere dei letti, alle peretine bianco latte dei bagni). Insomma, un albergo d’atmosfera, declinato al femminile, dove l’apprezzamenteo per il pizzo, che non è comunque mai stucchevole, trionfa oggi anche negli interni grazie a un’applicazione innovativa. Per il futuro sarà da ricordare: basta solo abiti da sposa e veli per entrare in Vaticano: oggi il pizzo, adeguatamente trattato, è solo all’inizio di una sua possibile, ampia applicazione anche negli interni e non solo domestici.

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sculptural jewelry di Claudia Foresti

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gioielli tra arte e artigianato. Monili evocativi che dialogano con installazioni D’autore. Pezzi unici, disegnati ad hoc. Anelli, bracciali e collane ideati come fossero complementi d’arredo.

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sotto, installaz ione e gioielli di giorgio vigna . L’ ANELLO IN OR O E IL BR ACCIALE IN AR GENTO OSSIDATO CON SALDATURE IN OR O DE LLA COLLEZ IONE SEGMENTI SONO CONNOTATI DA STRU TTURE AEREE , AVVOLGENTI ED EV OCATIVE CHE SI R IF ANNO ALLE SCU LTURE PERM ANENTI IN BR ONZ O E AR GENTO R ADUR A de lla Nancy Olnick and Gior gio Spanu Ar t Collection. nella pagina accanto, in alto, collier in or o r osa 18 car ati con diamanti che f a par te de lla collez ione Babe l di N athalie Jean .

PAGINA A LATO SOTTO, gioielli di carla riccoboni . da sinistr a, Collana a libr o lessico, pezz o u nico composto da u n collare e d a u n pende nte re alizz ato con sottili laminette re ttangolar i in Ar gento a motiv i f lore ali, u nite tr a lor o tr amite u n sistema di legatur a med iev ale in spago e Collana impr onta ,composta da piccoli pende nti re ttangolar i in lastr a sottile di Ar gento, con impre ssi motiv i simbolici, inf ilati su catena indu str iale ‘a coda di topo’.

A LATO, Spilla in ar gento e topaz io ide ata da antonia astor i e re alizz ata da Lovato Eu genio per la mostr a Il des ign ital iano incontra I L g io iel l o , a cur a di Alba Cappellier i e Mar co Ro manelli

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progetti di moda di Claudia Foresti

Designer e architetti che creano collezioni moda. Stilisti che firmano linee di design. Connubi che si ripetono. E si evolvono.

Mobilit à, modularit à, dina micit à e l o s tile di vit a del XIX se col o sono i concet ti che s tanno al la b ase del la nuo va col laborazione fra Adid as e Tom Dixon . L a col lezione co mprende un’ ampia ga mma di a cce ssori e abbiglia ment o: borse d a via ggio conver tibili, valigie e spor t swear dal le linee ele ganti. L o scopo del la col lezione unise x T he Capsule è quel l o di per met tere di p ass are una set ti mana l ont ano d a c as a por tando con sé una sola valigia e gli abiti in e ss a contenuti, co me una sor ta di kit di sopra v vivenza .

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sopra , occhiali d a sole Archw ay e Angel del la C ol lezione S pring di pq , il marchio dise gna t o d a Ron A rad. personalizzabile dal la linea continu a e fl uid a, sono realizza ti con un sol o pezz o e un sol o materiale . I la ti a branchia permet t ono al le a ste di pie garsi al l ’interno liberamente impedendo al l o s te sso tempo l ’aper tura verso l ’esterno . so t t o, Depar ture s , la prima Capsule C ol le ction Piqu adro firma ta da Ant onio M arras . si compone di 15 pezzi, tra me ssenger, car tel le , zaini, borsoni, por taf ogli e cus t odie per i Pad e i Phone . O gni pezz o è disponibile nel le due varianti pel le -te ssut o te cnico o tut ta pel le oppure nel le varianti pel le -te ssut o c amoufl ge e pel le -te ssut o che ck per un t otale di 30 ar ticoli.

a la t o, N ova shoe , la nuo va sc arp a H aute C outure in edizione limit ata dise gna ta d a Zaha H adid per United Nu de . Z aha H adid – architet t o con la p assione per le c alza ture – e il diret t ore crea tiv o di U nited N ude , R em D. Koolhaa s – architet t o e prossimo diret t ore del la biennale di venezia 2014) – hanno crea t o una sc arp a dal de sign inno vativ o: l ’inconf ondibile lingu aggio architet t onico di H adid tra smet te un senso di mo viment o.

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Premio Compasso d’o ro ADI

Luisa Bocchietto, presidente di ADI, racconta i ‘come’ e i ‘perché’ di Claudia Foresti l’Associazione per il Disegno Industriale, nata nel 1956, diventerà “Un centro di gravità permanente”. Grazie alla sua regia.

Il Compasso trova Casa di Patrizia Catalano

un ritra t t o di l uis a bocchiet t o at tu ale pre sidente adi , f oto di enrico b asili. la L ampad a d a e sterno ma y day, dise gna ta d a k ons tantin gricic per fl os , che ha p ar te cip at o nel 2001 al la XIX edizione del premio . la scimmiet ta zizi, dise gna ta da bruno munari è s tata por tata al la prima edizione del premio comp asso d ’oro , 1954, la produzione era pigomma .

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rendering d el prog etto di mass ima de La cas a del des ig n, a mil ano in z ona Gari bald i, ch e os piterà l’ adi , l ’ass oc iaz ione per il dis eg no indus trial e. l o s paz io s arà pronto nel 2015 e per l ’occ as ione è prev ista l a prima ediz ione del premio c ompass o d’oro internaz ional e. ogg etti storic i ch e h anno v into il c ompass o d’oro. macch ina da sc riv ere l ettera 22, des ig n marc el l o nizz ol i per olivet ti (I ediz ione, 1954). tEAK TABL E, di alb erto meda per alia s , (XXII ediz ione, roma 2012). STATIC, orol og io, Rich ard Sapper, LO RENZ (V I EDIZ IONE, 1960) pesc iera, des ig n Roberto s ambonet per sambo net (x ediz ione, 1970). l ampada v ic o mag istretti per artemide .

L

uisa Bocchietto ha 5mila ‘amici’ su facebook, il social network più famoso al mondo, e una schiera di giovani designer che quotidianamente le chiedono di visionare i loro progetti, le loro utopie i loro sogni. Faticoso? Sorride con garbo la Bocchietto, architetto di natali piemontesi – vive e lavora a Biella, città d’origine – in trasferta a Milano per rivestire la carica di presidente ADI, che svolge con grande entusiasmo e passione. “È un dovere fino a che ricopro la carica di presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale, una passione, per chi come me da anni svolge il ruolo di progettista e creative director”. Quali sono le tappe che considera fondamentali della sua presidenza ADI, è vero che ha dragato il famoso premio del Compasso d’Oro fuori dalle paludi meneghine, in acque nazionali, rendendolo più visibile e condiviso? Sorride nuovamente la signora che ama vestirsi di bianco. “Vero e non vero. Diciamo che ho puntato a portare la prestigiosa premiazione del Compasso d’Oro fuori da Milano, che ne è la sede naturale, per occasioni che ci sembravano adeguate e in sintonia al nostro modo di

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operare. Nel 2008 a Torino, quando la città ha rivestito il ruolo di World Design Capital, il capoluogo piemontese, fresco di Olimpiadi invernali, stava vivendo una stagione particolarmente felice e di grande visibilità. Nel 2011 la ventiduesima edizione del premio è stata portata a Roma: la capitale celebrava i centocinquant’anni della Repubblica italiana, quale occasione migliore se non il Compasso d’Oro per mostrare al mondo la qualità dei designer e delle imprese del made in Italy? Anche quella è stata una bellissima puntata”. Ma i milanesi non se ne sono risentiti? “Forse, ma va capito che ADI conta associati in tutta Italia che spesso si sentono un po’ la periferia dell’impero. Diciamo chiaramente che Milano resta oggi più che mai il centro del design internazionale, questo è fuori di dubbio”. Ritiene che Expo 2015 accentuerà il ruolo di Milano come epicentro del design internazionale? “Questo me lo auguro. Da parte nostra mi rivolgo con orgoglio al fatto che dal 2015 ADI in zona Garibaldi a Milano avrà una sede molto prestigiosa che le è stata data in comodato d’uso dal Comune della città per ben 35 anni. Si tratta di un edificio dei primi del ‘900, la ex Tram a Cavalli, successivamente sede Enel: 3500 metri quadri, piu 1500 mq di archivi interrati, suddivisi in tre corpi, uno spazio incredibile”. Certo si tratta di un progetto ambizioso. Come contate di organizzarvi? “Siamo consapevoli dell’importanza del progetto e proprio per questo vogliamo valorizzarlo sotto il segno di quelle che sono le nostre coordinate di sempre, cultura e design. Uno degli edifici ospiterà la Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro, un vero e proprio museo del design italiano che conta migliaia di pezzi attualmente non visibili. Ma è uno

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s otto. Domo, manif esto per l ’artig ianato s ardo (x ix ediz ione, 2010). f iat 500: l a v ers ione storica, c ompass o d’oro ediz ione 1959 e qu el l a c ontemporanea, adi index 2008 gruppo fia t . tu tte l e immag ini s ono state f ornite dal l ’ Arch iv io f ondaz ione ADI Co l l ez ione Compass o d’Oro.

spazio che deve essere molto vitale, oltre a un bookshop e a una galleria delle idee sono previsti spazi per dibattiti, mostre e conferenze organizzate sia da noi che da realtà e imprese che hanno la nostra filosofia di pensiero. Inoltre, poiché lo spazio è davvero strategico, intendiamo coinvolgere in modo più diretto le altre associazioni come AIAP e AIPI così come le altre numerose associazioni presenti sul territorio milanese che hanno dichiarato il loro interesse a collaborare al progetto in modo da creare un’autentica Casa del design”. Ci sarà una preview della sede per la ventitreesima edizione del Compasso d’Oro nel 2014? “Non sappiamo se gli spazi, già in corso di ristrutturazione, saranno utilizzabili per quella data invece, e questo è un progetto importante a cui lavoriamo con impegno, nel 2015 alla Casa del Design vedremo la prima edizione internazionale del Compasso d’Oro aperta a tutti: un progetto straordinario che segna ancora una volta il carattere di Milano come polo centrale di questa disciplina”. È prevedibile che gli ultimi mesi della sua direzione (conferitale nel 2007 e rinnovata nel 2011) saranno a dir poco roventi visto tutto quello che avete in opera. Un’ultima domanda: è già partita la totonomina per un futuro direttore ella Casa del Design? “Direi di no, è ancora prematuro; stiamo attuando il Concorso per individuare il progettista degli spazi di allestimento della Collezione e con Deloitte, azienda di servizi di consulenza e revisione, il business plan che ci aiuterà a capire come strutturare la nuova gestione. Questo cambio di scala è un passaggio epocale per ADI e credo vada fatto nella massima trasparenza. Per altro non sono certo io la persona che ama anticipare gli scoop, non è nel mio stile”.

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Anomale convergenze

IL ‘plart’ E LA ‘fabbrica delle arti’, Ciascuna nel proprio ambito, coltivano LA cultura DEL design E PROMUOVONO L’INNOVAZIONE A TUTTO CAMPO. di Maria Antonietta Sbordone

Maria Pia Incut ti imprenditrice , col lezionis ta e idea trice del la F ond azione Plar t, Pla stic a Ar te e T ecnol ogia . Plar t. O pera di Wand a R o mano dal tit ol o ‘C orazza bl u’, realizza ta in bo t tiglie di PET , 2008.

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ra solitarie operazioni di valorizzazione delle risorse e dubbie iniziative volte all’innovazione, alcune vicende napoletane appaiono anomale per una città abituata com’è ad attingere a piene mani dal passato. Come in una gigantesca wunderkammer, la città al primo impatto sembra esplodere in un clash inarrestabile; una realtà tanto spaventosa quanto autentica, si dibatte tra il clangore della metropoli occidentale e la calma meditativa della sua geografia mediterranea. In fondo si tratta di una vivace dualità che dà frutti in piena autonomia, un sistema che si autoalimenta e resiste alle crisi, perché ha sviluppato propri anticorpi. Così ci si imbatte nel piano interrato (1.000 mq) di un palazzo storico nel centro dello shopping napoletano, dove da tempo la Fondazione Plart (Plastiche, Arte e Tecnologia) risponde a una formula alternativa di fruizione dell’arte, del design e della scienza, con un unico filo conduttore, i materiali polimerici. Centro per la conservazione delle plastiche, vanta una collezione di 1.500 pezzi, raccolti in circa 30 anni da Maria Pia Incutti, anima imprenditoriale e culturale del Plart. La collezione forma il nucleo centrale dell’esposizione storica, esibita in un lungo nastro vetrato a clima controllato. L’ansia e l’interesse per la conservazione del suo patrimonio, portano Maria Pia a concepire uno spazio che sarà riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali come il “Giacimento del design dei materiali polimerici del Centro Sud”. Il Plart si compone di varie parti; il laboratorio per la caratterizzazione dei

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in al t o, Ins tal lazione del la sezione Mul ti mediale “N uo va SE P – Era del dia mante ” di Stef ano Gar giul o/Kaos, 2013. a centro pagina , Col lezione s t oric a. G ioc at t oli in pla stic a de gli anni 50 . G al leria dei pro t oti pi st orici del la Gufram (poliuret ano anni 70) , in pri mo piano l ’at tacc apanni-c actus di G uido Drocco e Franco Mel lo “Cac t us”. a sinis tra , Col lezione s t oric a. L ampada R adios ve glia “mod . Ex-60 T imco” materiali vari, anni 70 . so pra , Col lezione s t oric a: radio in materiali vari, anni 40 . L ampada T uc ano , Old T imer F errari D ESIGN in polis tirene , anni 60 .

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nuove formule di dialogo TRA ARTE, DESIGN, SCIENZA E ARTIGIANATO, favoriscono la nascita di modelli di sviluppo REPLICABILI E FLESSIBILI, IN autonomia E NEL rispetto delle parti.

sopra, Gius i Laurino direttrice creativa e f ondatrice della “Fabb rica delle Arti” con una scu ltura di Renato Barisani. a sinistra, Fabb rica delle Arti. Serie di terrecotte realizz ate dai bambini ch e partecipano alle attività del laboratorio insieme ad artigiani, designer e artisti. sotto, Fabb rica delle Arti. Lo spaz io del laboratorio intervallato da pilastri colorati ricolmo di pezz i unici.

materiali plastici, la sezione multimediale, una biblioteca specializzata ed un’area dedicata alla formazione. Qui si fa scouting, si individuano i nuovi designer, si realizzano mostre ed eventi, in una parola si promuove la cultura contemporanea nel suo manifestarsi. Ecco che, accanto ai prototipi dei Maestri degli anni 70, della Gufram, si alternano quelli di importanti designer, quali De Lucchi, Dixon, Novembre e degli emergenti, come Formafantasma, Mischer’Traxler, Sander Bokkinga. Cosicché la fruizione continua nella sezione multimediale, “Plastiche Alchemiche”, la cui interazione, costituisce un motivo in più per approfondire la conoscenza dell’universo dei polimeri ed immaginarne una svolta sostenibile. Dall’altra parte della città, la “Fabbrica delle Arti”, esplora la tradizione artigianale che a Napoli non si è mai spenta, solo un pò offuscata dalla ricerca di una nuova identità; sospesa tra i quotidiani affanni del “tira a campare” e l’aspirazione a coltivare l’unicità delle tante manifatture ancora esistenti. La “Fabbrica delle Arti” di Giusi Laurino, è installata in uno dei quartieri più antichi della città, a San Carlo all’Arena: al centro delle

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“Pizz a d’arg il l a” serie real izz ata in col l aboraz ione con Sl owf ood, nel l ’ambito di “Manif atture del l ’Arte” e “Comunità d el Cibo” con l a consul enz a del maestro pizz aiol o Gino Sorbil l o, 2012. Fabb rica del l e Arti. Tagl iere in cotto f atto a mano, desig n Stil el ibero, Fornace De Martino, Ruf ol i.

attività, la figura esile di Giusi, direttrice creativa, instancabile esploratrice di unicità manifatturiere, si muove sicura in un ecosistema denso di relazioni tra artisti, designer, creativi ed artigiani, con una storia recente e passata fatta di straordinarie narrazioni. La “ricerca” è la parola chiave, la “sperimentazione” è lo strumento affinché materiali e tecniche tradizionali, insieme a processi creativi rivoluzionari, rinascano e si propongano quali campioni di una nuova estetica del “fatto a mano”. Giusi Laurino è in campo dal 1995 con la sua prima galleria la “Fabbrica del Lunedì”, dove sono transitati tra gli altri, Lucio del Pezzo, Riccardo Dalisi, Fabrizio Plessi, che evolve nell’attuale formula dell’officina-atelier e galleria espositiva (500 mq), articolandosi in spazi che si aprono su un giardino ed un ampio laboratorio ricolmo di pezzi unici. La formula, oramai consolidata, risiede nel valutare coralmente l’idea del designer, o dell’artista in residenza ed in esclusiva per la Fabbrica, individuare la manifattura di pregio, realizzare l’opera, la cui unicità è garantita dal processo innovativo che produce

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contenuti nuovi. Esempi ne sono le figurazioni di Nathalie Du Pasquier che diventano carta da parete o riggiole per la ceramica vietrese, i tappeti in cotto di Chung Eun-Mo realizzati dall’antica fornace De Martino a Rufoli, i mosaici da parete di Renato Barisani, le oniriche figurazioni di Oreste Zevola che diventano sculture domestiche. Due protagoniste silenziose della scena contemporanea che agiscono in autonomia e rispetto delle parti, danno vita a modelli replicabili ma, soprattutto, forniscono efficaci case-history da indagare e sostenere. (foto di Henry Thoreau)

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Le scarpe, come le case, si progettano e si costruiscono: ne sono convinti i fondatori del marchio Ruco Line, Marco Santucci e Daniela Penchini. Che hanno lanciato le innovative Pure, le prime chaussures firmate dal grande architetto francese.

CAmmiNANDO Con NouvEL di Antonella Galli

Jean N ouvel con D aniela Penchini, diret t ore ar tis tico di Ruco Line , nel l o sho wroom di via Montena pole one a Milano . Daniela in doss a le sc ar pe Pure proget tate dal l ’architet t o france se per l ’azien da. Al centro , i mo del li del la c apsule col le ction Pure lancia ta durante il S al one del Mobile 2013 e, nel la pagina a cc ant o in al t o, le Pure con la bors a che le contiene , sem pre di Jean N ouvel . pagina a la t o. i dise gni e le f orme del le sc ar pe nel la se de R uco L ine a Mugnano (Perugia) e la tar taruga simbol o del l ’azien da.

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uando negli anni Ottanta Marco Santucci, ancora studente, vendeva agli amici scarpe etniche di maglia con l’aiuto di Daniela Penchini, non immaginava certo di arrivare a realizzare un progetto di scarpe d’avanguardia insieme all’archistar Jean Nouvel. Quello che da studenti era poco più di un gioco per Marco e Daniela si è presto trasformato in una professione – fare scarpe – e in un marchio – Ruco Line – che dalla provincia di Perugia è arrivato, grazie a geniali intuizioni come le sneakers con il tacco, nei negozi di tutto il mondo e ai piedi di donne e uomini dalla Cina, agli Stati Uniti. Ma ai fondatori di Ruco Line non bastava ancora: Marco e Daniela, oggi rispettivamente amministratore delegato e direttore creativo dell’azienda, hanno pensato di coinvolgere Jean Nouvel nel più avanzato progetto di scarpe mai sperimentato. E l’architetto francese, grazie alla sintonia con Daniela – anch’essa con una formazione di architetto e convinta che le scarpe, come gli edifici, siano da disegnare e costruire – ha accettato con entusiasmo ideando Pure, una scarpa concettuale e minimale, da cui emerge l’essenza dell’oggetto: su una suola alta in gomma ‘a cassetta’ è fissata con una doppia fascia la tomaia liscia, che avvolge il piede (con un’unica cucitura verso l’interno). Nessun decoro, solo un segno distintivo sulla tomaia: la stampa di lettere e numeri, una sorta di codice identificativo che la rende unica. Questi elementi essenziali dissimulano la complessità del progetto: “Nouvel ha preteso il massimo della semplicità, ma solo in apparenza”, racconta Daniela, che ha seguito da vicino la realizzazione del progetto; “le scarpe Pure devono la loro perfetta calzabilità alla seconda tomaia interna che aderisce al piede; all’esterno la pelle di vitello liscio ingrassato di altissima qualità garantisce l’effetto minimale e lineare voluto

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dall’architetto”. Il massimo della qualità nella forma più essenziale: dopo il lancio della capsule collection durante lo scorso Salone del Mobile (anche alla Statale di Milano durante la mostra evento di Interni Hybrid Architecture and Design) il progetto Pure prosegue con la collezione primavera-estate 2014, che aggiunge nuove finiture fashion, in tonalità opache e calde e con finish metallici. Pure è stata ben accolta e richiesta da un pubblico sofisticato, che guida le tendenze; in parallelo, Ruco Line prosegue la sua attività nel segno positivo: ha infatti chiuso il 2012 con un + 13% rispetto al 2011, con le vendite on-line che arrivano a pesare il 7% dei ricavi totali. Dopo l’inaugurazione del nuovo showroom milanese di via Montenapoleone 27, altre aperture sono all’orizzonte: il piano triennale con il partner cinese per 80 nuovi flagship store (oltre gli attuali 25), nuove aperture in Giappone, ma anche a Londra e in Italia. Non sorprende che per il 2013 da Ruco Line si attenda un’ulteriore crescita del fatturato.

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s opra. Daniel a Pench ini, direttore c reativo del l ’az ienda c on Marc o Santucc i, f ondatore e amministratore del eg ato di Ruc o Line . A s inistra, al cu ni ambienti del l a s ede di Ruco Line a Mug nano, a poch i ch il ometri da Perug ia, u n tabacch if ic io del l ’Ottoc ento ric onv ertito nel 1990 da Marc o Santucc i e Daniel a Pench ini nel l a s ede az iendal e. s otto, l e sc arpe model l o Pu re Dester l amé oro, model l o f emminil e per l a primav era estate 2014; l a tomaia esterna in pel l e di v itel l o l aminato eff etto c rack . In bass o, l e R 200, prime s neak ers c on il tacc o, ch e h anno dec retato il succ ess o di Ruc o Line a l iv el l o mondial e.

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In voga negli anni ’80 e ’90, trascurato nei decenni successivi. Oggi, il tappeto, dà un tono all’ambiente” come ben diceva l’indimenticabile Drugo alias Jeff Bridges nel Grande Lebowski, il film epico dei fratelli Coen. di Patrizia Catalano

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Tappeti... Mi è venuta un’idea

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Al cune imma gini dei tappeti realizza ti d a nodus . so t t o. il bo zzet t o e la realizzazione di T he s tranger within realizza t o d al la coppia di de signer di f ormaf ant asma , at tu almente in e sposizione al mak di vienna . pagina a la t o. sul caval l o il lho t se di b ar t oli de sign. t otal bla ck con merlet t o il tappet o del la sl ovena nika zup anc .

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nsomma diciamolo, il tappeto è il tappeto, e non esiste moquette o magnifico pavimento che tenga. Soprattutto nella casa d’autunno, che oggi più che mai segue il mondo della moda ritrovando un piacere dimenticato per tutto quello che riguarda il mondo tessile, il tappeto diventa un complemento irrinunciabile. E se per anni ci siamo dimenticati della cultura del tappeto di design, importando i bellissimi kilim orientali, oggi con una cultura del progetto sempre più espansa a tutti gli ambiti, c’è chi ha trovato l’energia per proporre una collezione totalmente design oriented. Si chiama Nodus e dietro c’è un signore che di arredamento ne sa parecchio: Andrea Galimberti. Famoso come proprietario dello storico negozio di via Garibaldi in zona Brera a Milano, Il Piccolo, Galimberti proviene da una famiglia che ha fatto dell’interior decoration di alta gamma il suo core business: “Abbiamo arredato più di 700 negozi, principalmente dei più importanti nomi della moda italiana e internazionale. Gioco forza che dai negozi siamo passati agli interni delle case dei proprietari delle aziende e, grazie a un ottimo passaparola, dei loro clienti e amici”. All’interno di questo brand di famiglia Galimberti inserisce Nodus, la collezione di tappeti di alto artigianato progettata da designer internazionali. “Il furniture design negli ultimi anni è andato troppo verso una direzione minimalista e diciamocelo, punitiva. Io ho imparato molto dai miei clienti e amici della moda: c’è bisogno di calore nelle case e soprattutto di emotività e di sorprese”. 50 designer e architetti – Sam Baron, i fratelli Campana, le Front per citarne solo alcuni – hanno dato vita a un progetto segnato dalla creatività delle idee, circa 60 pezzi a tiratura unica o limitata realizzati da artigiani indiani, nepalesi, asiatici con tecniche che garantiscono una assoluta qualità e unicità di ogni singolo pezzo. Dice il vecchio saggio: non è vero che là fuori c’è crisi, quel che manca spesso sono le idee e la voglia di rinnovarsi.

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tappet o t ondo con b ase in col ore grigio e applic di frange in col or ros a: è jupon di s am b aron.

azione

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Una Scelta vincente di Danilo Signorello

“È

nato tutto dal poliuretano espanso. Era il 1958 quando nonno Vittorio e zio Pompeo misero in piedi a Zola Predosa, nel bolognese, Ipe, azienda familiare che realizzava imbottiture per sedili d’auto e divani in questo materiale, nuovo e rivoluzionario per quegli anni”. Con queste parole, Eleonore Cavalli, art director di Visionnaire, brand lanciato nel 2004, ama ricordare le origini di un’azienda che rappresenta oggi un punto di riferimento nel settore dell’arredo di lusso. Da allora un’ascesa continua, grazie anche al padre Luigi che, entrato in azienda nel 1961 (anno della prima partecipazione al Salone del Mobile di Milano), determinò il nuovo corso di Ipe, viaggiando per il mondo ed esportando il marchio in una cinquantina di Paesi. Alla fine degli anni 90 ecco la terza generazione Cavalli, i fratelli Leopold, oggi amministratore delegato di Visionnaire, e Eleonore. “Da oltre 15 anni mi occupo dell’immagine dell’azienda”, racconta Eleonore, “e nel tempo le responsabilità sono cresciute: gestisco a 360 gradi la comunicazione per l’estero e posso orgogliosamente dire di far parte del team creativo. Stiamo già lavorando al prossimo Salone del Mobile che rappresenterà per me il vero debutto nella direzione artistica”. Oggi il brand ha un catalogo di circa 3 mila prodotti, creati da un team di designer esperti e “visionari” che offrono soluzioni total look per grandi progetti residenziali, ma anche per progetti su misura nel settore yachting e jet. Nel settore dell’arredo c’è un’Italia a due velocità: quella del design industriale e minimal che “sente” la crisi e quella del lusso. Cosa ha fatto la differenza? “Oggi non basta fermarsi alla produzione di arredi e complementi in sè e per sè. Il nostro business spazia dall’aviazione di lusso, agli yacht, ma anche al mondo dei boutique hotel: abbiamo partner per nuovi progetti a Dubai e in Cina. Al debutto di Visionnaire, specie i competitor, ci guardavano con sufficienza, ci ritenevano “kitch”, senza pensare che l’Italia che piace all’estero non è solo quella del minimal industriale, ma anche quella dei grandi architetti e mecenati del Rinascimento, di scultori e pittori come Michelangelo, dei fasti dell’antica Roma. Ambientazioni teatrali, quasi da fiaba che proponiamo per lussuosi chalet di montagna come per dimore regali negli Emirati Arabi, in India e in Russia”. Da dove nasce la filosofia Visionnaire? “Può essere un film, il paesaggio di un paese lontano, la protagonista di un romanzo, un’immagine ‘rubata’ alla moda... Tutto è fonte d’ispirazione per creare qualcosa di nuovo. L’attenta osservazione del mondo, dell’evoluzione continua della società contemporanea e della cultura sono al centro della creatività e della modernità di Visionnaire. Un approccio curioso e cosmopolita che ha permesso di

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Lusso, stile, qualità alla base del successo di visionnaire. Eleonore Cavalli, art director del brand, racconta i segreti di un’ascesa continua.

espanderci in tutto il mondo. In nome di un nuovo modo di concepire l’arredamento, non legato strettamente al prodotto ma capace di rappresentare una vera e propria filosofia di vita”. Da brand a 360 gradi a lifestyle: come è stato gestito il passaggio e quali sono i nuovi settori di investimento? “Forte di un aumento dei ricavi del 50% nel 2012 e di una stima di incremento del 30% anche quest’anno, Visionnaire accellera la sua evoluzione da marchio di arredamento a brand lifestyle puntando sul retail diretto. In programma, una serie di aperture che interesseranno, a partire dalla fine di quest’anno, l’Europa fino all’Africa e all’America con opening che proseguiranno anche nel 2014. Dopo l’inaugurazione dello scorso giugno del primo shop in shop parigino presso Bertrand Prestige, a due passi dagli

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a sinis tra , il tavol o Tilmum , de sign ale ss andro la sp ad a e s amuele mazza , in una del le s ale da pranz o del la re sidenza V isionnaire a B yron Bay (Aus tralia) .

Champs Elysées, in anticipo di quasi due anni sulla tabella di marcia, il prossimo passo sarà l’apertura entro fine anno di un corner londinese”. Novità e progetti futuri a breve scadenza. “Nel 2014 apriremo corner a Miami e San Paolo. In Africa sono previsti già dai prossimi mesi corner in Nigeria e Costa D’Avorio. Di prossima apertura il monobrand di Ho Chi Minh in Vietnam. Stiamo inoltre lavorando su progetti contract: in consegna un club maschile di 4.500 metri quadrati a Pechino e un boutique hotel a partire dal 2014, progetti totalmente bespoke, chiavi in mano. Oltre a uno yacht da mille e una notte in collaborazione con Azimut Benetti consegnato all’armatore a fine luglio”. Per concludere, ci descriva con quattro aggettivi lo stile Visionnaire. “Unico, esclusivo, contemporaneo e made in Italy”.

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qui so t t o, pol troncina mc ar thur con rive stiment o in pel le na buk mae strale; in basso a sinis tra , div ano wilbur tre pos ti in pel le mar ble . entram bi de sign ale ss andro la sp ad a. nel la p agina a cc ant o, ele onore c aval li sul la pol trona obelisk nel la visionnaire de sign gal ler y di milano; eclipse è un lamp adario con c atenel le finitura oro . entram bi de sign ro ber t o lazzeroni.

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Innovazione, estetica, nuove formule per penetrare i mercati esteri, oltre a una gamma produttiva vastissima ideale per il contract. Questo il New deal di Marco Dolcino per la rinascita di Unopi첫.

MoLto pI첫 cHe proDotto di Alessandro Bini

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U In al t o e a de stra , la terrazza d i Palazz o Bel trade , re s idenza di l usso a poch i pass i dal Duomo d i Milano . Arred i, acce ssor i e pergole sono d i UnoPiù .

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nopiù, ormai 35 anni di vita, nasce a Soriano nel Cimino, piccolo centro nel cuore della campagna della Tuscia, a 15 km da Viterbo, un mondo legato da secoli alla cura e alla cultura del giardino. Dal 1978, si trasforma da piccola realtà artigianale ad azienda capace di conquistare mercati lontani, portando nel mondo il made in Italy attento alla qualità. Da luglio dello scorso anno, dopo un periodo di flessione – inutile negarlo – parte di gran carriera per un vero e proprio rilancio, non solo finanziario. Per guidare la nuova stagione viene scelto Marco Dolcino, uomo forte di un’esperienza pluridecennale maturata all’interno di importanti aziende del made in Italy: esordio in Sambonet, per poi trascorrere 15 anni di lavoro in Kartell e un successivo approdo alla Emu. Il nuovo amministratore delegato ha le idee molto chiare, sa che i prodotti dell’azienda nascono da una profonda conoscenza dei materiali e dalla capacità di proporre soluzioni innovative che non dimenticano l’eleganza italiana. Un design non estremizzato, che nasce dalla collaborazione con nomi importanti dell’architettura, inserito in un contesto produttivo industriale – non da tiratura limitata – accompagnato da un forte contenuto di ricerca.

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52 / appunti / L’INCONTRO

3 OTToBre 2013

INTERNI•PANORAMA

Qui sopra , l ’al le stiment o del W Hotel di S an Pietroburgo , in R ussia , realizza t o d al l ’aziend a di S oriano nel Cimino , no ta ormai in tut t o il mondo per gli arredi per e sterni. A de stra e qui a fian co, le vetrine di al cuni dei 31 punti vendit a ge stiti diret tamente d a U no Più .

Marco Dolcino, cos’è Unopiù oggi? È una realtà forte, capace di 35 milioni di fatturato annuo, generati da 31 punti vendita sparsi nel mondo e gestiti direttamente, oltre a 6 franchising in forte sviluppo. Presidiamo in modo forte Italia, Francia, Germania, Spagna e, attraverso i negozi in franchising, Île de La Réunion, Slovenia, Svizzera e Marocco, come dicevo, con ottimi risultati. Una formula secondo lei efficace? Sì, ed è un progetto che sto perseguendo con decisione. Realizzare grandi catene, in giro per il globo è troppo costoso. Gestiamo direttamente l’80 per cento dei nostri negozi, e il 20 per cento è in franchising, ovvio che ribaltando questa proporzione il mercato si amplia a dismisura. Anche perché ritengo che Unopiù non sia soltanto un’azienda di prodotto, che resta al centro, con la capacità di design e innovazione italiana, ma sia soprattutto un’azienda di servizi. Disponiamo di oltre duemila articoli e siamo in grado di fornire un servizio che copre tutte le esigenze della vita all’aria aperta, dalla struttura all’arredamento, passando per gli accessori. Credo che la vera sfida del prossimo futuro sia quella di esportare un’azienda, non più soltanto singoli prodotti. La forma di collaborazione commerciale con imprenditori che vogliano affiancarci nella conquista di nuovi mercati, mi sembra la strada più efficace.

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Un’ottica che vi rende, di fatto, molto orientati al settore del contract. Vero, ed è un’altra delle leve, finora un po’ sottovalutata, su cui intendo far forza, poiché può portare a eccezionali risultati di crescita anche a livello internazionale. Probabilmente siamo l’unica azienda al mondo a poter fornire una gamma così vasta di prodotti che si prestano ad arredare completamente lo spazio esterno. Questo significa offrire al progettista potenzialità infinite: abbiamo un’enorme ricchezza in termini di stili e materiali, inesuaribili possibilità espressive tra cui spaziare. Quali sono i best seller dell’azienda e quelli su cui puntate di più in questo periodo? Vorrei essere un po’ provocatorio e dire che in realtà non spingiamo alcun prodotto specifico, ma la capacità di fornire un servizio complesso e completo, dunque puntiamo sull’azienda. Al di là di questo, che è comunque centrale nella nostra visione attuale, stiamo rivedendo il tema delle strutture, in particolare lavoriamo sulle pergole. Manufatti prodotti da molte aziende, che puntano soprattutto sull’aspetto tecnologico, a cui noi possiamo aggiungere una grande valenza estetica. Ma lo facciamo anche con un approccio assolutamente innovativo, introducendo il concetto di mobilità e estendibilità, un sistema di flessibilità che crea una nuova rivoluzione in questo manufatto.

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OLtre il Lusso di Antonella Galli

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drian Zecha, imprenditore indonesiano, di hotellerie se ne intende: diversamente non avrebbe potuto fondare e gestire, tra il 1972 e oggi, diverse catene alberghiere internazionali, dai Regent International Hotels ai Rafael Hotels, fino ad arrivare al suo gioiello, gli Aman Resorts. Zecha, ottant’anni compiuti, ha innestato sulle sue origini indonesiane e ceche una formazione universitaria negli Stati Uniti, a cui sono seguite precocissime esperienze imprenditoriali in Asia, sia nel settore dell’editoria che in quello dell’ospitalità a cinque stelle. Uomo dal successo planetario, schivo e riservato, non si concede alle interviste, alimentando la sua leggenda: preferisce che siano le sue imprese a parlare per lui. Oggi Aman (che in sanscrito significa ‘pace’) è il marchio dell’hotellerie più esclusivo e ricercato al mondo; a settembre ha celebrato, a venticinque anni dalla sua fondazione (nel 1988), l’apertura del ventiseiesimo resort: l’Amanoi, in Vietnam. Solo pochi mesi prima, a giugno, è stata Venezia il palcoscenico di una prestigiosa apertura, dove ha inaugurato il resort Aman Canal Grande, nel cinquecentesco palazzo Papadopoli, adornato da affreschi del Tiepolo. La formula segreta di Aman è complessa e, al tempo stesso, semplice: il

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L’idea guida di Adrian Zecha, fondatore degli Aman Resort, è di creare rifugi esclusivi nei luoghi più belli del mondo, in piena sintonia con l’ambiente. Come ha fatto, di recente, a Venezia e in Vietnam.

vero lusso non risiede nello sfarzo e nei grandi numeri, o nella visibilità a tutti i costi; piuttosto, è nell’avere a disposizione i luoghi più belli del mondo, nel silenzio e nella riservatezza, in ambienti in cui si concentra il meglio del lusso, in armonia con l’ambiente, la natura e le tradizioni locali. È per questo che gli Aman Resort sono uno diverso dall’altro, edificati secondo lo stile locale, il più possibile inseriti nel territorio. E offrono un’esperienza ricercata, fino al minimo dettaglio, passando per l’arredo, gli accessori, il cibo, l’attenzione del personale, le proposte per vivere da vicino il luogo. A Venezia, ad esempio, Aman propone ai suoi ospiti una visita guidata al Ghetto e alle sinagoghe nascoste, un giro per Venezia accompagnati da uno scrittore che ne conosce i segreti, o ancora una lezione di cioccolateria (con degustazione) in un’antica bottega della città. Nell’Amanoi vietnamita, invece, sono disponibili corsi di yoga di fronte a un lago ricoperto da fiori di loto ed escursioni guidate nel parco naturale di Nui Chua, in cui si trova il resort. Così si spiega come mai chi entra a far parte dell’esclusivo club dei clienti Aman, viaggia solo se ad accoglierlo c’è uno dei gioielli di Adrian Zecha.

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A de str a, l a stanz a Madd alen a, un a del le ventiqu at tro c amere del re sor t Aman Can al Gr ande a V enezi a, in au gur at o l o scorso giu gno . (FOTO © amanre sor t s). S opr a, l a h al l del re sor t Amanpuri a Phuket , in T h ail andi a; è il pri mo re sor t Aman, aper t o d a Adri an Z ech a nel 1988, ambient at o in un a piant agione di alberi di cocco .© Pho t o gr aphic images A man 2 Book b y Basil Pao). N el l a pagin a pre cedente , il re sor t Amanw an a sul l ’isol a di Mo yo, in Indone si a, un a riser va marin a e n atur ale . © Pho t o gr aphic i mages Aman 2 Book b y Basil Pao

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SuPerfIcI (Im)Pure di Andrea Pirruccio

Glamour, torbido, morboso: The Canyons, il film diretto da Paul Schrader e scritto da Bret Easton Ellis, immerge i personaggi in un mondo attonito e patinato, in cui si celebra la morte del cinema.

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critto da uno degli autori più cool, oltre che dotati, della scena letteraria americana (quel Bret Easton Ellis che, in American Psycho, per citare solo una delle sue opere, impiegava centinaia di pagine per descrivere nei dettagli ogni capo di vestiario griffato e ogni oggetto di design posseduto da Patrick Bateman, il serial killer protagonista, assiduo frequentatore di una palestra progettata da Philippe Starck), diretto dal grande Paul Schrader (regista di opere controverse come Hardcore, American Gigolò, Mishima e Affliction, e sceneggiatore di alcuni dei più indimenticabili film di Martin Scorsese) e interpretato da una coppia di attori che aveva procurato al film una certa risonanza mediatica (la giovane e già ‘ex diva’ Lindsay Lohan, celebre per i suoi eccessi legati all’abuso di alcol e droghe e per la conseguente frequentazione di numerosi rehab, e l’attore porno dall’eclatante nome d’arte di James Deen, qui al suo primo ruolo in una pellicola non a luci rosse), The Canyons pareva destinato a diventare, sin dalla sua fase embrionale, un cult annunciato, per quanto di nicchia. In realtà il film, distribuito negli Stati Uniti a inizio agosto e presentato Fuori Concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, è stato accolto da un clima di indifferenza quando non di aperta ostilità. Melodramma raffreddato e verboso (scandito da una serie pressoché ininterrotta di dialoghi, l’opera racconta la rabbia stolida che assale un giovane produttore cinematografico nello scoprire che la sua compagna lo tradisce con un attore da lui stesso scritturato per interpretare un horror di serie B), il film di Schrader descrive, molto ‘ellisianamente’, una gioventù catatonica e atarassica, che galleggia nel lusso ma sembra incapace di provare emozioni o sentimenti, se non legati a una malsana volontà di sopraffazione. I due protagonisti, Tara e

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Christian, vivono in un lussuoso loft a Malibu, abbarbicato sulle colline di Los Angeles: un appartamento dove ogni superficie – dal parquet agli schermi televisivi, dalle vetrate a tutta altezza con vista sui canyon del titolo, alla enorme cucina a isola con elettromodestici incassati – sembra perfettamente levigata e sterile, proprio come le anime dei suoi abitanti che, tra quelle stanze, si dedicano a scambi di coppie e confessano tradimenti e omicidi con la stessa vacua e rassegnata indifferenza con cui ingoiano cocktail e pasticche, e decidono di vivere insieme e fingere soprassalti di gelosia nonostante l’evidente ignavia del loro (non) amore. Film di superfici asettiche e impure, dunque, che sembra raccontare, come sempre in Ellis,

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lo scacco di una generazione che ha tutto ma non ‘sente’ niente, The Canyons offre allo spettatore, neanche troppo tra le righe, un’altra, desolante chiave di lettura: aperto infatti da una serie di immagini che mostrano interni ed esterni di sale cinematografiche in rovina, e punteggiato da una serie di indizi che di quelle immagini sembrano il corollario – la Lohan che si chiede se prova ancora interesse verso il cinema, uno schermo televisivo in cui un horror classico come Freaks viene interrotto per dar luogo a una chat –, quella di Schrader/Ellis sembra un’opera testamentaria, funebre e sinistra sulla morte del cinema. O, almeno, del cinema come lo abbiamo conosciuto (e amato) finora.

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nel le imma gini, i due pro tagonis ti di the c any ons (2013), linds ay l ohan e j ame s deen (nome d ’ar te del l ’at t ore hard Br yan Mat thew S evil la) . pre sent at o fuori concorso al l ’ul tima mos tra del cinema di venezia , il film è diret t o d a paul schrader e scrit t o d a bret ea st on el lis . a centro p agina , una del le s ale cinema t ografiche in disf aciment o su cui scorrono i tit oli di te sta del l ’opera .

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IdeeINterNIPANorama

Una casa tutta per me

In quanti modi si può intendere la parola ‘abitare’? Possiamo vivere una casa (ovvio) ma anche un luogo, un’idea, un abito. Quel che conta è amare il proprio spazio vitale.

. un ens amble di vasi in cris tal l o f anno da cont orno al la consol le we stin di cat telan It al ia con b ase in ferro e piano in le gno di noce c analet t o.

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Vasi in cristallo colorato, tessuti d’arredo a motivo floreale, tavolini e consolle e, naturalmente, fiori. La casa d’autunno non è mai stata così calda.

Li chiamano... bouquet

di Patrizia Catalano foto di Henry Thoreau

di Patrizia Catalano foto di Henry Thoreau

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in rosso e gial

l o il vaso bol le smal l di purho . acc ant o, col lezione firew orks vaset t o e vaso c ar t occio di se guso . tavolino di bonaldo . te ssut o a cqu arel l di chris tan fischb acher .

pagina a cc ant o. in cris tal l o sf accet tat o il vaso t ommissimo verde a cido e tra sparente di saint -l ouis , acc ant o in col or tab acco , a due al tezze , vasi gid ge on di visionnaire . tavol o gu al tiero con piano in ro vere di miniforms . composizione di fiori in te ssut o di S ia. te ssut o col lezione opium di avigdor .

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66 / panorama degli arredi

3 Ottobre 2013 INTERNI•PANORAMA

c oppa amaryl l is e vas o orch id, produz ione dau m da amlet o missa glia . tavol ino g iano di forna set ti . c ompos iz ione di g arof ani bianch i armani fiori . tessu to v ento d’oriente di giardini . pag ina acc anto. vas o k astl e acqu amarina di purho e acc anto vas o impero di na sonmoret ti . c ons ol l e s eine in ac ero tinto nero di armani ca sa . tessu to midsu mmer di chris tian fishb acher .

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INTERNI•PANORAMA 8 aprile 2011

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LOREM IPSUM / 67

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68 / LOREM IPSUM

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18 aprile 2012 INTERNI•PANORAMA

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INTERNI•PANORAMA 3 Ottobre 2013

LI CHIAMANO BOUQUET... / 69

vas o canne mul tic ol ore e f azz ol etto in opal ino ross o entrambi di venini . tavol ino vanity di bonaldo . g arof ani in tessu to di sia . tessu to neda di missoni home . pag ina acc anto. vas o bol l e s mal l in aranc io e nero di puhro e del l a c ol l ez ione nu ova f rontiera, il vas o brecc ia a tiratu ra l imitata di se guso . sg abel l o bar occh io di forna set ti . tessu to abou t fl ow ers d i ded ar .

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70 / panorama degli arredi

3 Ottobre 2013 INTERNI•PANORAMA

vas i l e rois d e l a f orĂŞt in c ristal l o sf acc ettato e c ol orato di marc el w anders per baccara t . c ons ol l e s ol itaire di mau riz io pereg al l i per zeus no t o . tessu to di la ura urbina ti . pag ina acc anto. ai du e estremi, vas i kenz o maison , s egu ono in v erde e azzu rro i vas i di saint -l ouis , al c entro vas o arabesqu e di versa ce home . c ompos iz ione fl oreal e ros alb a picc inni di fiori rosalb a. c ons ol l e diamond in l eg no l acc ato fendi ca sa . tessu to pardes d i rubel li .

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INTERNI•PANORAMA 8 aprile 2011

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72/ ideeINterNIPANorama

IL saper fare è glamour di Patrizia Catalano foto di Henry Thoreau

Colore, morbidezza, ton sur ton e Artigianalità. Lusso e mercati internazionali. Il mondo della moda, quando sposa l’arredo, lo fa a modo suo.

de sign organico per le se ggioline propos te d a Missoni ho me. S iamo a Milano , durante il fuoris al one 2013 nel l o sho wroom dedic at o al la linea c as a.

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74 / PANORAMA DEGLI ARREDI

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INTERNI•PANORAMA

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INTERNI•PANORAMA

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IL SAPER FARE è GLAMOUR/ 75

pag ina a l ato. per alb erto v ig natel l i di cl ub house it alia ch e tra i su oi brand incl ud e fendi ca sa (f oto qu i a s inistra e s otto) Lo stil e e l ’el eg anz a s ono gl i atout di un modernismo ch e piac e al pubbl ic o internaz ional e. Du rante il fu oris al one anch e brand d el l a moda ch e non h anno u na h ome c ol l ection c reano ev enti e s ituaz ioni ch e cattu rano l ’attenz ione del pubbl ic o del des ig n. in bass o, a s inistra, l o s paz io di balencia ga c on abiti storic i.

il made in italy è l’unico sistema che ha in forza moda e design. DUE SETTORI che devono essere sempre più in sintonia per competere sui mercati internazionali.

Un mondo cald o e av vol g ente c on arredi e acc ess ori real izz ati in material i preg iati: é il total l ook d i armani ca sa pres entato l o sc ors o fu oris al one nel teatro armani prog ettato da tadao ando, in z ona tortona.

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76 / PANORAMA DEGLI ARREDI

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INTERNI•PANORAMA

Palazzi suntuosi, allestimenti scenografici. e l’arte sposa l’artigianalità.

maison hermè s h a occu pato l o s paz io l iberty del c irc ol o f il ol og ic o mil anes e. nel s al one c entral e (S OPRA), s i è pres entata c on u na imponente instal l az ione ideata da ph il ippe nig ro ch e rappres entava l e nu ov e c ol l ez ioni del march io f ranc es e. a l ato anc ora h ermès h a pres entato u na l ussu os a su ite ideal e per il mercato internaz ional e del l ’h otel l erie.

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INTERNI•PANORAMA

3 Ottobre 2013

IL SAPER FARE è GLAMOUR / 77

in al to. v ers ac e: th e h aas b roth ers f or versa ce home : u n prog etto s pec ial e pres entato nel pal azz o storic o del l a mais on v ers ac e in v ia g esù real izz ato dai du e artisti americani.

a l ato. A tribu te to g abriel l a c res pi: l a interior dec orator c el ebre s oprattu tto negl i anni s ettanta / ottanta è s tata omagg iata da sergio rossi ch e h a real izz ato u na mostra a pal azz o c res pi c on i su oi pezz i.

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IdeeINterNIPANorama / 79

di Laura Ragazzola foto di Henry Thoreau

“via tutto”: È lo slogan che contraddistingue questo progetto d’interior. Unica eccezione: l’eclettica collezione d’arte africana e contemporanea che punteggia gli spazi totalmente bianchi.

sì, mi piace l’ordine... e allora?

Nel la p agi na a fia nco , il soggior no co n pol tro nci ne vi ntage di de sig n danese e div ano di living . S ul mobile scuro , scul tura afric ana d ’epoc a acquis tata al la gal leria Afric a curio . In al t o, il ritra t t o del l ’architet t o (e padro ne di c as a) Aldo Pariso t t o i nsieme al suo ama tissimo c ane G ild a. S opra a si nistra , il l oc ale -pra nz o: il tavol o, u n model l o in massel l o di ro vere dise g nat o d a Pariso t t o, È abbi nat o al le Y-C hair di carl h ansen & s ØN . S i intra v vedo no al cu ni pezzi del la col lezio ne dome stic a d ’ar te co ntempora nea .

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a professione (architetto) e la passione (arte contemporanea) del padrone di casa traspaiono dalle stanze anche a una sola occhiata. È, infatti, il ‘rifugio’ di Aldo Parisotto, doppio studio di progettazione (a Milano e a Padova) e quasi vent’anni di professione alle spalle. Con il socio Massimo Formenton ha, infatti, firmato showroom, allestimenti museali, negozi, uffici, locali pubblici ma anche tante abitazioni private sia in Europa sia Oltreoceano. “Sono sempre in viaggio per seguire i cantieri sparsi un po’ dovunque”, ci confida l’architetto Parisotto, “e mi sposto in continuazione da una casa all’altra. Ma questa è quella vera: un luogo speciale, dove fermarmi, rilassarmi, pensare”. Siamo a qualche chilometro da Padova, dove la pianura lascia il posto ai dolci declivi dei Colli Euganei e le case più antiche riprendono l’eleganza patrizia delle ville venete. Anche questa dimora porta i segni di un glorioso passato: già residenza nobiliare della famiglia veneziana Nani Mocenigo, è stata abbandonata per molto tempo “sino a quando negli Anni Settanta”, racconta Parisotto, “una ristrutturazione garbata e intelligente ne recupera completamente la struttura, ricavandone più appartamenti. Uno è quello della mia famiglia: lì ho trascorso tutta la mia adolescenza e lì ho deciso di ritornare, dopo la morte di mio padre, pensando a un nuovo progetto d’interior”. L’impianto distributivo è rimasto lo stesso (“non c’era alcun necessità di modificarlo: funziona tuttora benissimo”, chiarisce il padrone di casa-architetto) ma un ordine, quieto e rigoroso, scivola attraverso le stanze, trasformando un interno d’epoca in uno spazio dal taglio decisamente contemporaneo. Il progettista, infatti, ha lavorato per sottrazione, lasciando che il vuoto diventasse il vero protagonista degli interni, insieme alla luce che fluisce liberamente, senza incontrare ostacoli. Tuttavia, non c’è alcuna rinuncia alla funzionalità per un minimalismo estetico e formale. La casa, infatti, è perfettamente attrezzata: tutto ciò che serve viene celato in capienti armadiature-pareti che diventano parti integranti della struttura stessa dell’appartamento. Come in cucina, per esempio, un progetto ‘tailor-made’ con arredi annegati nei muri. Unica eccezione, la scultorea isola centrale, in parte vestita con un piano in marmo di Carrara, che ricorda i banconi professionali di chef e maestri

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a s inistra, l a cuc ina, u n prog etto ‘tail ormade’ di Paris otto+f ormenton per mino t ti cucine: al marmo di carrara È abb inato u n piano in l eg no termotrattato (u n dettagl io nel l a pag ina a f ianc o) e armadiatu re f il omu ro tu tte bianch e. A destra, il camino orig inal e del l a cas a c on u n pezz o ic ona del des ig n: l a ch ais el ongu e dei c oniug i Eames per vitra , ch e s i stagl ia sul prez ios o tappeto d’epoca. s otto l a sc al a d’acc ess o, perf ettamente restau rata. Si intrav v ede l a pol tronc ina di g errit Rietv eld , rieditata da ca ssina in u n morbido e l u minos o riv estimento di panno aranc ione.

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pasticceri. Una scelta del tutto funzionale, in piena sintonia con la passione da vera gourmand della padrona di casa, che ama ricevere e preparare raffinati piatti per gli amici. L’arredamento alterna pezzi di produzione contemporanea (firmati per lo più dallo stesso Parisotto) con mobili di famiglia degli Anni Cinquanta, che mixano felicemente design italiano e scandinavo. Anche le luci non lasciano spazio a indugi decorativi: le lampade dei ‘maestri’ (da Gio Ponti ad Arne Jacobsen) accentuano quel senso di pulizia formale, senza rinunciare ad atmosfere intime e rilassanti. “Perché la luce domestica”, spiega Parisotto, “deve essere calda come quella del fuoco di un camino o di una semplice candela». Ed è in questo scenario domestico - ordinato e razionale ma anche pieno di calma e di armonia - che la collezione d’arte contemporanea del padrone di casa trova la sua perfetta collocazione, il suo ‘involucro’ ideale. Quadri, oggetti, sculture africane, raccolti nel corso di decenni, uno a uno, più per istinto che per valore di mercato, abitano le stanze di casa con grande naturalezza come se fossero stati sempre lì. Insomma, una casa che combina con successo la professionalità e la personalità di chi la abita. Un luogo esplicitamente contemporaneo, mai freddo, però, che conserva affetti e ricordi e dà spazio a stimoli e passioni. Dove ritornare. Sempre.

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In al to, u no sc orc io del l a camera da l etto padronal e c on l a cabina armadio: tu tti gl i arredi s ono su d is eg no di pariso t t o. nel l a pag ina a f ianc o in al to, l a vasc a da bag no in c orian di t oscoqu at tro . i g radini ‘l u minos i’ portano al l a camera da l etto (s i ric onosc e il mobil e-sc rittoio ch e c ontiene il l etto). s empre a destra, u no sc orc io del box docc ia c on riv estimeNto in pietra s erena. In tu tta l a cas a, inv ec e, il pav imento è in l istoni di rov ere mass el l o, trattato a c era natu ral e.

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nell’area notte arredi ‘tagliati’ su misura riempiono gli spazi con soluzioni superfunzionali. ma diventano anche occasione per esporre quadri e sculture.

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Il Kera kol l Green L ab , di Sassuol o, è il nuo vo Centro Ric er ca e Sv il uppo del Gruppo: 15mil ion i di euro d i inve st iment o. Accant o, gian l u ca sghedon i ad d i Kera kol l . FOTO DI Maki Gal imber t i/L uz for Kera kol l .

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ian Luca Sghedoni amministratore delegato di Kerakoll, gruppo leader nel settore dei materiali per l’edilizia sostenibile, questa la qualifica “stringata”. In realtà amano definirla un imprenditore di talento e i numerosi riconoscimenti ricevuti (tra cui l’ambizioso premio Ernst & Young come miglior imprenditore dell’anno nel 2008) accreditano questa sua fama. Quali sono secondo lei i requisiti del “fiuto imprenditoriale”? “Credo che un’azienda non sia fatta solo dalla persona che la guida ma da un serio lavoro di gruppo che va fatto in team. Il tempo migliore utilizzato nella mia vita è quello che ho impiegato nella ricerca del capitale umano per l’azienda. Più persone ad alto livello hai, meglio è. Un compito che non va mai delegato: nell’arco di oltre vent’anni credo di aver fatto più di 2500 colloqui. Il miglioramento di un’azienda è continuo ed è dato soprattutto dalla ricerca di talenti, cerchiamo i migliori e quando li troviamo li collochiamo in un ambiente in cui possano esprimersi”. Avete dei criteri? “Non è tanto l’esperienza in campo che cerchiamo – tenga conto che l’età media di chi lavora in Kerakoll è di circa 38 anni – ci interessa il bagaglio etico e morale di ciascuno. La professionalità si acquisisce così come le competenze”.

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In questi anni il settore dell’edilizia ha attraversato molte difficoltà: come si è mosso il suo Gruppo che da anni ha fatto dell’ecosostenibilità – del green building come la definite voi – la propria bandiera? “L’innovazione, applicata alla ricerca continua di soluzioni architettoniche sostenibili che migliorano la qualità costruttiva trasformando la casa in un luogo dove vivere meglio, rappresenta la visione strategica attraverso cui Kerakoll costruisce il proprio vantaggio competitivo. Il settore delle costruzioni è sempre più orientato verso soluzioni costruttive di altissimo livello qualitativo ma allo stesso tempo sostenibili. In questo contesto Kerakoll è un’azienda all’avanguardia in grado di offrire al mercato soluzioni a 360°, tecnologicamente avanzate e che rispettano l’ambiente e la salute delle persone. Essere Green non significa inserire a catalogo una semplice linea di prodotti, significa investire nei processi e nei prodotti, ma soprattutto nella cultura d’impresa, per offrire alla building community nuovi servizi e nuovi prodotti ecosostenibili, rendendoli disponibili a tutti attraverso una rete capillare di distribuzione costituita in Italia da 8.000 punti vendita specializzati. Il Kerakoll GreenLab, il nuovo Centro Ricerca e Sviluppo del gruppo è testimonianza

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Un futuro in “Total Green” di Gilda Bojardi

Gian Luca Sghedoni, AD di KeraKoll, mette al centro del suo progetto aziendale l’uomo e la natura. E la casa ecosostenibile come valore irrinunciabile in grado di migliorare la qualità della vita.

concreta di questa visione strategica? Costruito in linea con la visione del gruppo di innovazione, di sostenibilità e di eccellenza architettonica, il Kerakoll GreenLab è la sintesi perfetta di tecnologia all’avanguardia e sostenibilità dei materiali, un luogo della conoscenza e del sapere scientifico. Anche sotto questo punto di vista siamo un’eccellenza in Italia. Il nostro Paese è agli ultimi posti nelle classifiche sugli investimenti in ricerca e sviluppo, la nostra azienda investe il 5,4% del fatturato in ‘Green Research’ e ha realizzato questo laboratorio all’avanguardia. Un vero centro di eccellenza in cui lavorano 87 ingegneri bio edili suddivisi tra ricerca medico scientifica, sviluppo tecnologico e controllo qualità”. Quali sono le finalità di questo centro sperimentale di ricerca? “L’edificio raggruppa 9 laboratori avanzati per lo sviluppo di Green Technology impegnati su temi strategici di studio e di approfondimento come l’impatto ambientale, la riduzione di Co2, gli inquinanti indoor, i materiali naturali, le emissioni Voc, la sicurezza sismica e l’isolamento termico e acustico. Un elemento fondamentale di successo dell’attività del Kerakoll GreenLab è la rete di collaborazioni scientifiche a livello nazionale e internazionale che comprende centri di ricerca, università e progettisti.

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Obiettivo di queste collaborazioni è l’approfondimento e l’approccio multidisciplinare a supporto dell’attività di ricerca e sviluppo. Ci spieghi meglio, il tema dell’efficienza energetica è molto attuale. Quello dell’isolamento termico è un tema centrale della nostra ricerca. Pochi sanno che l’edilizia è al centro dei problemi di sostenibilità. Il solo settore dell’edilizia residenziale e commerciale è responsabile del 40% delle emissioni di CO2, superiore al settore dei trasporti. È evidente quindi come una chiara politica di efficienza energetica nel settore delle costruzioni, sia nel nuovo che nelle ristrutturazioni, comporterebbe evidenti vantaggi, sia all’ambiente che al nostro portafoglio. In quest’ambito, in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia, abbiamo progettato, sviluppato e costruito la prima camera climatica in Europa, KlimaRoom, in grado di misurare le reali performance energetiche di un muro correttamente isolato. Una vera eccellenza, all’interno del nostro GreenLab, che fungerà da laboratorio di accreditamento. Poche settimane fa infatti KlimaRoom è stata autorizzata a certificare l’isolamento termico del “sistema muro” in scala reale da ACCREDIA – Ente Italiano di Accreditamento, l’unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere attività di accreditamento sotto la vigilanza istituzionale del

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Ministero dello Sviluppo Economico. Avete anche creato un nuovo sistema di etichettatura a garanzia del consumatore? Dopo uno studio durato quasi dieci anni sull’impatto ambientale e sulla salute dei prodotti chimici per l’edilizia, dal 2010 Kerakoll, unica azienda al mondo, si è dotata di un sistema di certificazione che permette la reale misurabilità dell’“ecosostenibilità edilizia” dei propri prodotti: il GreenBuilding Rating. Si tratta di un metodo di valutazione oggettivo che permette di misurare la sostenibilità ambientale dei materiali da costruzione, indicando attraverso l’analisi scientifica dei componenti un punteggio di rating ambientale per ogni prodotto, in una scala da “ECO ZERO” (il prodotto non è da considerarsi eco-sostenibile) a “ECO 5” (il prodotto è da considerarsi ecologico e a basso impatto ambientale). Il sistema ha peraltro ottenuto nel 2011 da parte della Societé Générale de Sourveillance (SGS), il più importante organismo mondiale di controllo di sistemi e certificazioni, l’attestato che certifica il GreenBuilding Rating come “metodo di misurazione affidabile, completo ed essenziale a garanzia della sostenibilità ambientale dei propri prodotti”. Grazie a questo nuovo metodo, progettisti, applicatori e utenti finali possono comparare i prodotti e scegliere la soluzione migliore per costruire case sane nel rispetto dell’ambiente. Il Kerakoll GreenLab è un centro all’avanguardia anche dal punto di vista architettonico. Il Kerakoll GreenLab è un motore di crescita e di sviluppo sostenibile dove i materiali naturali da costruzione rappresentano l’elemento generatore di architetture sostenibili e di edifici sempre più smart. Un progetto altamente innovativo di forte impatto sulla cultura industriale europea

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dove poter toccare con mano il reale valore del GreenBuilding, un edificioicona dell’architettura sostenibile. Con un investimento di oltre 15 milioni di euro, il Kerakoll GreenLab rappresenta infatti il primo edificio del terziario in Italia costruito integralmente con soluzioni ecosostenibili. Il Kerakoll GreenLab si estende su una superficie di circa 7.000 metri quadrati su 4 piani e accentra tutte le attività di “Ricerca & Sviluppo” del Gruppo. Lo studio e lo sviluppo di soluzioni innovative nell’ambito della bioedilizia sono gli assi portanti del progetto Kerakoll GreenLab che coniuga agli elementi di sostenibilità della struttura in termini di bioclimatica ed efficienza energetica (edificio in classe A), l’elevata qualità degli spazi interni al servizio dei ricercatori legata agli aspetti percettivi dell’architettura nonché a quelli relazionali. L’intervento ha contemplato l’impiego di materiali da costruzione naturali, traspiranti ed ecologici prodotti direttamente dall’azienda. Il comfort abitativo degli ambienti di lavoro è garantito dalla scelte costruttive e dai materiali utilizzati, in grado di migliorare il microclima e la salubrità dell’aria “indoor”, in virtù della ventilazione naturale e del sistema del verde, di fornire un’illuminazione naturale attraverso sistemi di controllo e di ottimizzazione avanzati, tenendo altresì in considerazione i principi della cromoterapia e dell’equilibrio termico naturale. Parliamo di comunicazione: talvolta le aziende del made in Italy tendono a sottovalutare il valore della comunicazione integrata, limitandosi a mettere in risalto le qualità del prodotto e tralasciando il valore a tutto campo del brand. Come opera KeraKoll? La nostra politica di comunicazione mira a divulgare i benefici sulla salute e sull’ambiente che si ottengono costruendo con prodotti certificati che

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SOPRA un det tagli o del l ’ING RESSO E UN O DEI PIANI DEL KERAKOLL G REENL AB DI SASSU OL O. L ’EDI FICIO T OTAL MENTE ECOSOSTENI BILE accoglie n ove l aborat ori avanz ati per l o svil u ppo del l a Gr een T echn ol og y. QUI A L AT O, UN O DEGLI 80 INGEGNE RI BIOEDILI CHE at tu al mente L AVORAN O NEL CENT RO.

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so t t o il se gno del rigore minimalis ta l o sp azio milane se di kerak ol l in via solferino , z ona brera . l o sp azio , proget tat o d al no t o de signer e architet t o piero lissoni, è un punt o centrale per l ’aziend a per qu ant o rigu ard a incontri e meeting con architet ti e clienti it aliani e s tranieri.

rispettano l’ambiente e con materiali naturali che favoriscono il benessere psicofisico e una migliore qualità della vita attraverso la realizzazione di muri che respirano e diluiscono le impurità degli ambienti interni. È una sorta di “comunicazione sociale” mirata a diffondere una cultura del costruire attenta ai nuovi materiali, all’ambiente e all’uomo, una nuova e più aggiornata cultura “green” delle costruzioni. È una comunicazione che portiamo avanti da diversi anni investendo oltre il 3,2% del fatturato e che si concretizza in una forte azione di networking con architetti, progettisti, imprese di costruzione e contractor a livello mondiale attraverso seminari e convegni, incontri tecnici, e una capillare rete di consulenti professionali sul territorio. Senza dimenticare la nostra scuola di formazione, il Kerakoll Campus. Con 1.800 metri quadrati di aule e sale didattiche, 600 di cantiere scuola, 30 trainer specializzati e 8 istruttori edili, negli ultimi cinque anni il Kerakoll Campus ha formato oltre 200.000 operatori della building community. Il Gruppo – 340 milioni di euro nel 2012, 13 società, 7 stabilimenti produttivi in Italia e all’estero – opera in tutto il mondo. Il GreenBuilding ha ottenuto lo stesso successo in tutti i Paesi? Kerakoll ha saputo cogliere in anticipo gli orientamenti e le necessità del mercato promuovendo in tutti i Paesi in cui siamo presenti una cultura Green delle costruzioni e ovunque abbiamo riscontrato una grande attenzione e sensibilità. Progetti futuri? Le nostre competenze multidisciplinari saranno sempre più orientate a rispondere alle nuove richieste dell’architettura e dell’edilizia in

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termini di tecnologia, sicurezza, efficienza energetica senza tralasciare la traspirabilità, il design e l’estetica. E poi, grande attenzione all’isolamento acustico, una causa di disagio all’interno della abitazioni, e alla sicurezza in caso di eventi sismici. Queste sono le direzioni su cui stiamo lavorando. In Italia abbiamo il più alto rapporto di possessori di case, per noi italiani la casa è un bene primario. Considerando che, all’interno degli edifici, passiamo più del 90% del nostro tempo, ognuno di noi ha il diritto di pretendere per casa propria il massimo comfort e le condizioni ideali di benessere. Ha un sogno nel cassetto? Tra non molto, io prevedo, sarà fornita una casa con il “libretto delle istruzioni”, in cui spieghiamo tutti gli accorgimenti GreenBuilding che sono stati adottati in termini di vantaggi sulla salute, sull’ambiente, le soluzioni per il risparmio energetico, per l’isolamento acustico e per la sicurezza sismica. Un’ultima domanda, il vostro showroom inaugurato pochi anni fa in via Solferino a Milano e progettato da Piero Lissoni, vi ha dato dei risultati interessanti per la possibilità di fare business e incontri con gli architetti? “Lo showroom di Milano è un presidio importante al punto che a breve comunicheremo nuovi sviluppi di questo progetto. Oggi invece, e non senza una nota di orgoglio, posso annunciare l’apertura di un altro spazio molto importante qui a Sassuolo sempre progettato da Piero Lissoni: un Design Lab dove si lavorerà molto anche sul valore del design, della bellezza e della qualità estetica dell’Italian Style”.

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Profumi, moda, cibo, accessori e materiali: Il design applicato ad altre discipline. Progetti dai diversi contenuti ma dai risultati cool e glamour.

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pre sent at o in anteprima a ssol ut a al l ’ul timo pit ti fra granze , s al one del la cul tura olf at tiv a (firenze , 13-15 set tembre) , ro ads è un proget t o nomade di life style crea t o d a daniel le r yan (nipo te del f ond at ore di r yanair) con David F oley , che coinv ol ge tre ambiti di produzione: profumi ar tis tici di nicchia (10 fra granze) , cinema t ografia , edit oria . daniel le r yan, 29 anni, ha e sordit o a firenze nel l ’olf at t o so t t o l ’egid a di unscent , fra gment s of the emerging olf act or y scene , di cel so f adel li per inter trade europe .

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l’ampolla magica di Maria Sole Asperti

color ambra, in vetro trasparente 0opaco. I nuovi ‘complementi di profumeria’ per l’ambiente di CULTI coniugano design e lavorazione artigianale.

Vetrosfera DI CULTI 1500 ml , or ient ab ile a 45°. so t t o e nel la f ot o sopra Al centro , la vers ione da 3000 ml , or ient ab ile a 360° .

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ggetti creati per profumare l’atmosfera di tutti gli ambienti domestici e professionali, caratterizzati dallo stile ricercato del brand Culti. Vetrosfera 1500 e 3000 ml sono ‘complementi di profumeria’ della collezione 2013, disponibili in 4 varianti colore su vetro – trasparente, trasparente moka, satinato bianco e satinato moka – con camino in essenza naturale o moka. Innovazione e tradizione hanno ispirato l’ideazione di questo nuovo diffusore per l’ambiente, in cui possono essere versati gli esclusivi profumi di Culti, grazie a ricariche da 500 e 2700 ml. A differenza di Vetrosfera 1500 ml, disegnata per essere orientata anche a 45°, la versione da 3000 ml è corredata di una base d’appoggio in essenza naturale o moka che consente l’orientabilità a 360° del fascio di midollini profumanti. Quest’ultimi sono prodotti con un’innovativa fibra tecnologica messa a punto dall’azienda per assicurare un rilascio costante e mai invasivo della fragranza.

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frizzante SIgnorIna

La nuova fragranza femminile di salvatore Ferragamo interpreta l’eleganza innata della Maison in chiave glamour, giovane e fresca. di Claudia Foresti

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ignorina Eau de Toilette è la celebrazione del lato più spensierato della ragazza chic proposta da Salvatore Ferragamo. La fragranza ideale per una giovane donna romantica che esprime la sua graziosa sensualità con un profumo fresco, dalla fragranza floreale/ fruttata e dalle note vivaci e maliziose. Signorina, ideata dai profumieri Sophie Labbé e Juliette Karagueuzoglou, si ispira a una leggera sensazione di vapore di riso, colorata da accenti femminili di rosa su un fondo di latte e legno. Le succulente note del litchi e la tenera e gustosa polpa di pompelmo creano un accordo di testa naturale e fruttato. Il cuore è un delicato velo di note aeree di vapore di riso e di fresca essenza di rosa che ne compongono la texture serica. Nelle note di fondo, una mousse di latte, morbida e inebriante, è ravvivata dalle vibrazioni ambrate e boisé del cashmeran.

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Sotano S tudio Fra grance ha idea t o la con fezione di Signorina Eau de T oilet te di s al vat ore ferra gamo in una tenue nu ance lil la che e sal ta la forma iconic a ma sbarazzina del fla cone . Il fiocco Vara , segno di stinti vo del la Maison fiorentina , propo st o in un inedit o abbinament o ro sa e lil la , dona un t occo glamour al proget t o, mentre il tappo , in oro ro sa, de fini sce il fla cone . L a con fezione esterna svela al la b ase un na stro in gro sgrain viola imprezio sit o da un t occo di ro sa dora t o. Il l ogo S al vat ore Ferra gamo , ele gante suggel l o del la scat ola , è impre sso a rilie vo sul la p ar te superiore .

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Tra moda e design, le bamboline gioiello di Francesca Campioli con i loro outfit ispirati alle ultime tendenze moda, si muovono in mondi in miniatura. di Monica Baio

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StorIE UNicHE

ioielli e accessori, intramontabile vezzo femminile, ma non fermiamoci alla superficie e scopriamo la storia de LaMiaMe, il progetto vincente di Francesca Campioli, esperta in Marketing e Comunicazione nel mondo della moda e del design: dopo una carriera in azienda e parallelamente alla vivace famiglia popolata di bimbi, Jack Russel e impegni si trasforma, due anni fa, in micro-imprenditrice, con la freschezza, la vivacità e la sensibilità dei progetti in rosa e l’abilità di chi sa far decollare una start-up, quindi LaMiaMe ha due blog, twitta, piace su Facebook, si fa vedere in giro per il Quadrilatero della moda attraverso You Tube. Punto di partenza del progetto, inutile negarlo, la passione di Francesca per la moda testimoniata da un guardaroba traboccante, ed il fatto di essere circondata da tante donne speciali che, indossando questo o quell’abito raccontano qualcosa di sè. Quasi con un tocco di bacchetta magica queste donne e le loro storie, uniche come unica è ogni MiaMe, sono trasformate in mini-sculture placcate in oro bianco (alte circa 9cm) da indossare come ciondolo o da agganciare alla borsa come un amuleto prezioso, interprete di uno stile o di un sogno di stile, acquistato o ricevuto in regalo,

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magari in occasione di un momento speciale della vita. Il progetto di Francesca tocca le corde del gioco: il guardaroba de LaMiame si rinnova di stagione in stagione, seguendo i dictat delle passerelle e trasformandosi quindi in un oggetto da fashion victim. Un servizio su misura permette di personalizzare il proprio gioiello: la ricerca dei tessuti e la lavorazione affidata a mani d’oro ribadiscono il lusso della sartorialità. LaMiaMe è un prodotto artigianale del migliore Made in Italy che per sua natura non ambisce a grandi numeri, a garanzia del fatto che ogni donna possa creare o trovare la sua, diversa da tutte le altre. I progetti per il futuro sono ovviamente tanti: prima di tutto poter sfilare, oltre che virtualmente sul sito di e-commerce www.lamiame. com, anche dal vero in un prossimo atelier monomarca a Milano e poi magari il grande salto verso l’estero. La chiave del successo sembra essere la capacità di dare a chi la indossa la gratificante e rassicurante sensazione di sentirsi speciali: anche LaMiaMe, come la sua creatrice è un’esperta di marketing, che parla con la leggerezza del linguaggio della moda e sussurra significati più personali a chi li sa cogliere.

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Pel le nera e borchie oro , per una co ppia di LaMiaMe dal l ook metro polit ano; a paviment o, la piastrel la in gre s smal tat o C ity di Lea Cera miche , de sign Diego G randi, con ma ppa urb ana a riliev o. L a BMW Mini è un model lino del la più re cente versione C oo per S , in vendit a pre sso le conce ssionarie del gruppo BMW . L a lam pad a d a tavol o è Ascent , no vit à 2013 di Lu ceplan : la piccola c ampana scorre l ungo l o s tel o generando un f ascio di l uce più o meno intenso . NELLA PAGINA ACCANTO. L aMiaMe versione Mar ylin si muo ve sul la su perficie in mos aico di vetro Pois O ro Bianco mentre i mo tivi triangolari del de coro G iza O ro Bianco f anno d a sf ondo , entrambi Bisazza . Di Ar te mide la lam pad a d a tavol o del la col lezione IN -EI dise gna ta d a Issey Miyake , in fibra rigenera ta d al ricicl o del PET ; la piega tridimensionale del materiale conferisce al la lam pad a la su a s trut tura .

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Il bijoux, PIù CHE un semplice accessorio, rappresenta un amuleto che può rafforzare la personalità e lo spirito di chi lo indossa.

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LaMiaMe in v ers ione “g ran g alà”, c on abito in pizz o e ras o ross o, f a il su o ing ress o a Palazz o Duc ale, il s et Selet ti in porc ellana stampata, c omposto da du e vass oi e du e c iotole ch e s ov rapposti c ompong ono il volu me dell’ arch itettu ra. Come “red carpet” le piastrelle Si stemC Arch itettu ra in c eramica a f initu ra luc ida, f ormato c m. 10x30, di Marazzi . Il tessu to è Mademois elle di Dedar , ras o di s eta dalla cadu ta partic olarmente morbida e c orpos a g raz ie all’alta perc entuale di s eta della trama. f otog raf ie h enry th oreau.

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Una Capsule Collection di occhiali da sole che esprime una perfetta combinazione di performance elevate ed estetica d’avanguardia. di Claudia Foresti

Rock and chic

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I c inque model l i del la c OLLE ZIONE Carrera b y Jimmy Choo na scono dal l ’esper ien za e del l ’aud ac ia del march io d i eyewear a ssoc iata al l o s t ile iper-femm in ile del brand f ash ion.

o spirito ribelle di Carrera incontra lo stile fashion di Jimmy Choo per dar vita a una nuova collezione di occhiali da sole dal design ricercato. L’ultimo best-seller del brand, l’occhiale da sole Carrera 6000, dalle inconfondibili aste sagomate e dalla silhouette senza tempo, si veste di cinque affascinanti finiture cromatiche in puro stile Jimmy Choo. Cromie scintillanti e grafiche accattivanti sono rese possibili grazie alla lavorazione dell’Optyl, marchio registrato di Safilo che contraddistingue un materiale ultraleggero, resistente, anallergico e dalle ottime prestazioni tecniche. Un sottile tessuto di seta inserito all’interno della montatura e la finitura del logo in metallo sulle aste aggiungono un tocco glamour alla collezione. I cinque modelli della capsule Carrera by Jimmy Choo interpretano le cifre stilistiche del marchio, con il pattern leopardato nero/oro e le intramontabili tonalità del nero, oro scuro e nude effetto glitter. Il modello leopard è inoltre disponibile in edizione limitata con lenti in vero oro.

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Lampade CHE creano accenti luminosi, sfaccettati ed esuberanti. Realizzate in materie plastiche innovative, si connotano per trasparenza, rifrazione, elasticità e cromatismo.

Luce, leggerezza e colore

di Maria Sole Asperti

al cune lamp ade del la col lezione koziol so t t o il se gno del col ore . SOPRA , ORION , LA LAMPADA DALLA FORMA TONDA E DALLE DIMENSIONI RIDOTTE ,CHe di ffonde una l uce D’ATMOS FERA piacev ole . IN ALTO, A SINISTRA , STELLA XL CHE SI CONNOTA PER LA GRANDE CUPOLA interamente s faccet tatA, REALIZZATA CON materiale in frangibile e pra tico da pulire , CHE CREA UN gioco di col ore e di ri fle ssi SU so ffit t o e p areti. A LATO, JOSEP HINE , UN LAMPADARIO LEGGERO ED ETEREO, DALLA forma sinuos a E GIOVANILE , CHE SI DISTINGUE PER LE sfaccet tature conve sse del l E lamel l E. A SINISTRA , UNA SERIE DI LAMPADE DELLA COLLEZIONE KOZIOL , ori e stremamente ampia . disponibile in una gamma di col OLTRE A JOSEP HINE , STELLA XL E ORION , AL CENTRO , SI DISTINGUE LA lamp ada da tavol o MOOD , CARATTERIZZATA DALLA strut tura interna a lamel le CHE genera un A PARTICOLARE fant asia sul la super ficie s atina ta E DALL a base a tre punte .

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il finger food proposto in modo inedito e di tendenza: be cooking ha una soluzione per ogni esigenza. di Maria Sole Asperti

catering and co.

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er proporre soluzioni catering originali, naturali, fresche e divertenti che vengano incontro alle svariate esigenze del cliente, Be Cooking, la società milanese che dal 2010 si occupa di banqueting, cene aziendali, matrimoni, buffet, coffee break, per business e privati, ha ideato nuovi concept in cui il cibo – nello specifico il finger food – è protagonista, sia per il sapore ricercato che per l’impatto visivo. Cornici con fotografie evocative di prodotti alimentari naturali al posto di vassoi, materie prime che richiamo l’occasione di consumo – come caffè in grani in tazze per il coffe break o pasta secca in barattolo per il lunch – e scatole ‘da archivio’ invece che alzatine sono alcuni degli elementi che caratterizzano i nuovi allestimenti per cocktail, lunch, open bar, dinner placée o coffee break, sia per eventi business che per cerimonie private. Be Cooking si conferma così una realtà innovativa con un modo inedito, professionale e flessibile di pensare il catering per aziende e per privati. Da oltre un anno è stata aperta anche la sede di Roma ed è possibile organizzare eventi scegliendo fra le prestigiose location Be Cooking Catering & Banqueting.

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nel le imma gini al cuni nuo vi al le stimenti propos ti, sia per eventi priv ati che aziend ali, da be cooking : finger f ood su cornici contenenti f ot o al pos t o dei vassoi, sc at ole di c ar t one inve ce del le tradizionali alza tine e ma terie prime che richiamano l ’occ asione di consumo .

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caffè e TRÈ

di Luna Fumagalli

la macchina Vergnano racchiude l’essenza della storica torrefazione torinese che da 130 anni porta avanti la tradizione dell’espresso nel mondo. di Claudia Foresti

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i chiama Trè la macchina di Caffè Vergnano progettata esclusivamente per le capsule brevettate Èspresso1882 e che garantisce la migliore estrazione dell’espresso italiano in tre soli gesti: inserire la capsula, abbassare la leva e premere il pulsante. Prodotta totalmente in Italia, è stata disegnata da Roberto Ferrero, che da più di dieci anni, con l’aiuto di Federico Rinaldi, si occupa di tutti i progetti dell’azienda relativi ad architettura e design, dai coffee shop agli stand espositivi, al nuovo stabilimento per la produzione delle capsule Èspresso1882. Trè si caratterizza per la forma pulita: un parallelepipedo dalle linee essenziali. Le due pareti laterali sono realizzate in rovere, materiale che riporta in modo distintivo al mondo Caffè Vergnano e all’interior design dei nuovi Coffee Shop 1882. I fianchi sono chiusi in modo da proteggere la tazzina in una nicchia per evitare schizzi durante l’erogazione del caffè; mentre, per garantire la massima funzionalità, è stato previsto un sistema di rialzo regolabile del piano di appoggio. Si tratta di un oggetto dalla forma compatta e realizzato con materiali, finiture e colori inusuali per un elettrodomestico: può essere così utilizzato in diversi ambienti, dalla cucina all’ufficio. In linea con le politiche green di Caffè Vergnano, la tecnologia prevede un risparmio energetico conforme al più aggiornato regolamento dell’UE: dopo 8/9 minuti di inutilizzo si attiva lo standby, ma bastano 45 secondi per realizzare un nuovo caffè.

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Disponibile in tre col ori – ro vere na turale , tint o bianco e tint o nero - la ma cchina di Caffè V ergnano TRÈ pre sent a anche due limite d edition realizza te in15 pezzi cia scuna e c ara t terizza te dai materiali dei pannel li la terali: steel e bla ckbo ar d (a sinsitra) . L a prima , in a cciaio , divent a un suppor t o da decorare con ma gneti, f ot o e appunti. L a se con da, con le p areti in la vagna , divent a l ’ideale per scrivere con ge sset ti me ss aggi, appunti e promemoria .

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STone CIrcus di Luna Fumagalli

Il nuovo progetto di Lorenzo Palmeri per Stone Italiana è l’inizio di un viaggio: una profonda esplorazione nelle possibilità del quarzo ricomposto.

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tone Italiana, una delle realtà più all’avanguardia nella produzione di quarzo e marmo ricomposto. in partnerhip con alcune aziende – Agape, Alpi, Brix, Jannelli&Volpi, Moroso e Nodus, ognuna con la sua specifica identità e ricco bagaglio di esperienza – condivide un progetto firmato da Lorenzo Palmeri che mette insieme, valorizzandole, le diverse competenze e generando un affaccio privilegiato una sul mondo dell’altra. Stone Circus mira alla definizione di un nuovo modello di produzione industriale che vada oltre l’idea competitiva, una modalità di incontro basata sulla cooperazione, in cui ognuno è partecipe del progetto. Sono nate così le collezione di superfici in cartapietra StoneWallpaper in collaborazione con Jannelli&Volpi, Confessions con Alpi e Raw con Brix, oltre al il lavabo On-stage, realizzato con Agape e ai coffe-tables Traces con Moroso.

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dal l ’al t o, due p at tern del la col lezione di superfici St oneW al lp aper, na ta d al l ’incontro tra s t one it aliana e Jannel li& Volpi . L ’idea al la b ase del proget t o di l orenz o palmeri è la tra sposizione di texture dal la c ar ta al la pietra . due p at tern d al le linee intre ccia te del la col lezione di superfici C onfe ssions , idea ta d a l orenz o palmeri e realizza ta con alpi . superficie R aw, firma ta L o Studio e con Brix , che ricicla il 50% di sc ar ti ceramici ma cina ti in granul ometrie differenti e miscela ti in un imp ast o di re sine e qu arz o. a sinis tra , O n-s tage , la vabo idea t o d a l orenz o palmeri. realizza t o con agape , è do tat o di un’ ampia z ona su cui disporre gli ogget ti in uso . so t t o, T ra ce s , una f amiglia di tavoli b assi dispos ti in l oop, idea ta da l orenz o palmeri e realizza ta con moroso .

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un servizio completo

un innovativo e lussuoso temporary store a Parigi Charles de Gaulle dedicato all’edizione esclusiva duty free di Johnnie Walker Explorers’ Club Collection.

di Maria Sole Asperti

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l pop-up store situato per due mesi presso l’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi è un innovativo spazio di design che rende omaggio alla cultura del viaggio, patrimonio storico del brand Johnnie Walker, caratterizzato da un bar degustazione di lusso dove i viaggiatori possono scoprire edizioni premium in esclusiva per il Johnnie Walker Explorers’ Club Collection, disponibili solo in duty free. La società britannica Concourse Display Management Ltd, che gestisce lo sviluppo dell’arredo retail nei duty free a livello mondiale, ha scelto Gruppo Pozzi per ingegnerizzare e realizzare questo ambiente unico e innovativo a Parigi CDG per conto di Diageo, colosso nel settore beverage. Gruppo Pozzi , che opera da vent’anni nel settore retail e travel retail ed è specializzato nel creare ambienti eD esperienze di acquisto, ha prodotto un allestimento di prestigio – per materiali utilizzati, ingegnerizzazione e lavoro artigianale delle finiture – all’interno di un ‘non luogo’ come l’aeroporto, che cambia così la sua origine anonima di zona di passaggio e transito, diventando un ricercato spazio di design. La costruzione è stata particolarmente complessa in considerazione dell’alto livello di finiture che hanno richiesto cura artigianale nelle lavorazioni e nei dettagli. Tutta la struttura portante e le pareti sono in rovere nero ed è stato creato un effetto a doghe la cui angolazione riprende le caratteristiche del packaging del prodotto. Ogni fuga del perimetro combacia perfettamente, così da ricreare omogeneità della trama su tutta la superficie. L’explorers immersion table in rovere naturale al centro dell’allestimento è stato costruito ricreando la fisionomia della botte di whisky ed è dotato di un vano a scomparsa per lo stoccaggio dei prodotti. Le spalle dei mobili sono rivestite in pelle per simulare l’effetto del baule antico. La parete frontale è in rame inciso con acido. Infine il pavimento è in parquet in rovere anticato e il compasso è un intarsio in vero legno realizzato a mano.

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il temporar y st ore Johnnie W alker Expl orers ’ Cl ub Col le ction, al l ’ aeropor t o Charle s de Ga ul le di Pari gi, si cara t terizza per la la vorazione ar ti gianale dei ma teriali pre giati utilizza ti e per la cura dei ale è in rame in ciso con det tagli. L a parete front acido . in anti chit à la te cni ca utilizza ta si chiama va in cisione al l ’ Acqu af or te ed è an cora l ’uni ca possibile per po ter ri creare una texture con simili cara t teris ti che di det taglio . L a dimensione è cir ca di 300 x 200 cm. non e sis tendo la stre di rame di tal f orma t o, è s tata realizza ta con un a ssembla ggio in cur va. T ut ti i l o ghi Johnnie W alker sono in vero ot t one in ciso . inol tre Il cappel l o del la lamp ad a a paviment o, confeziona t o su ri chie sta, è un col la ge di raffi gurazioni s t ori che di Johnnie W alker.

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SpecialecasaPANorama

Le straordinarie performance dei materiali oggi permettono nuove soluzioni d’arredo e di progetto. Riduzione delle immissioni tossiche, dei consumi energetici, maggiore durabilità. E moltissime soluzioni creative.

Infinite possibilità

Strut tura por tante di Co ver, sistema idea t o da Giu seppe B avu so per Rimade sio e realizza t o per chiudere le ni cchie o creare armadi a muro , senza do ver effet tu are la vori al le p areti. L a strut tura è a ccessoria bile con casset ti e ripiani e viene chiu sa d a ante a bat tenti fi ssate al la strut tura ste ssa.

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HousInG à La carTe

di Valentina C roci

Lontano dall’idea di modelli standard, i nuovI prefabbricatI propongono ambienti fortemente personalizzabili da costruirsi a tempi record. Con particolare attenzione al design dell’interno e all’ecosostenibilità.

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The View , un’ins tal lazione di L uc a S cacche tti pre sen tata ad aprile al l ’in terno di hybrid archi tecture and de sign l ’even to organizza to d a In terni nei cor tili del la s tatale di milano per e sprimere le po tenziali tà proge ttuali del sis tema cos tru ttivo di Wolf Haus . Pagina a fianco . in al to. U na c as a pri vata realizza ta d a w olf ha us nei pre ssi di Bre ss anone . L a s tru ttura si è ad attata al l ’and amen to del terreno ed è orien tata per l ’irra ggiamen to o ttimale del cos trui to. S i avvale del sis tema Cas aEnerg yPiù di W olf H aus con p are ti, solai e tetti dagli o ttimi val ori di isolamen to termo- acus tico . a la to. N ei pre ssi di L ondra , una re sidenza pri vata che sorge nei pre ssi del le tradizionali c ase in ma ttoni del XVIII se col o, inne stando un lingu aggio con temporane o che gioc a con il rappor to tra pieni e vuo ti. Riko . F oto DI Miran Kambi.

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on un filo diretto con gli esperimenti del modernismo, la casa torna ad essere una questione di design industriale. Ma lontane dai tentativi di allora nella standardizzazione, le aziende ricercano sistemi flessibili di costruzione, più che un catalogo replicabile. La casa prefabbricata diventa à la carte: personalizzabile nelle finiture, dimensioni e tipologie, mai uguale a un’altra. Si tratta di abitazioni solide e durevoli, attente al comfort abitativo e realizzabili in poche settimane con costi certi al metro quadro. Le case di nuova generazione sono attente all’ecosostenibiltà e ai consumi. Perché in Europa più del 40% dell’energia globale viene consumata per riscaldare e rinfrescare le abitazioni. Per contro, alcuni esempi dell’altoatesina Wolf Haus sono a consumo quasi zero, in largo anticipo sulle direttive dell’Unione Europea, che impongono una riduzione drastica dell’energia impiegata entro il 2020. Wolf Haus fa ricerca nell’edilizia sostenibile e ad alta efficienza energetica. Negli ultimi anni ha ha sviluppato il progetto CasaEnergyPiù, un concetto abitativo che

produce più energia di quanta ne consumi, grazie alla selezione e costruzione di pareti, solai e tetti con ottimi valori di isolamento termo-acustico. Tra questi, ci sono anche brevetti come la parete Megawand ad alta efficienza. Materiali, ma anche flessibilità nell’utilizzo delle componenti prefabbricate: il telaio Platform frame consente di realizzare una molteplicità di tipologie edilizie tale da personalizzare il proprio progetto architettonico senza ricorrere a un catalogo precostituito. La flessibilità del sistema costruttivo è stata messa in luce anche dal concept di Luca Scacchetti (The View): una struttura a sbalzo che diviene un cannocchiale sul paesaggio limitrofo. Case passive, ovvero abitazioni a basso consumo energetico ed elevato potenziale termico isolante, sono state costruite anche con i sistemi in legno dell’altoatesina Rubner Haus. Nei pressi di Vienna è stata realizzata un’abitazione composta da due cubi sovrapposti di fronte a un piccolo lago. Il rapporto con il territorio, l’acqua e la corretta esposizione dell’edificio sono infatti fattori da cui dipende la

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a l ato. Uno dei trenta model l i di cas e pref abb ricate, in questo cas o un’abitaz ione per tre f amigl ie, real izz ata da Starck with R iko . Si tratta del l a l inea P.A.T.H. s otto. La tipol og ia Uno, tra l e c inque dis ponibil i del brand More è c ompatta, v ers atil e nel l a pl animetria per poters i ins ediare anc he in s paz i urbani ristretti. Go de di un partic ol are tetto c he rende il s ottotetto quas i interamente ag ibil e. al piano terra ampie porte f inestre c he rendono un tutt’uno interno eD esterno. Foto Mariros a Tosc ani Bal l o.

prestazione energetica che, enfatizzata da materiali dal ridotto impatto ambientale, consente una riduzione dell’80% dei consumi legati al riscaldamento. Le potenzialità attuali della prefabbricazione dipendono anche dai processi industriali di costruzione. La slovena Riko, che si avvale dell’abbondante materia prima locale, è dotata di sistemi computerizzati di taglio sia dei pannelli lignei sia delle pareti prefinite, consentendo di realizzare progetti customizzati. Tutte le componenti dell’abitazione, quali porte e serramenti, sono realizzati in azienda e assemblati in loco per una consegna “chiavi in mano”. Anche Riko offre modelli di case passive o dal basso consumo da 15 a 40 kWh/mq. Le potenzialità progettuali delle case prefabbricate non sono sfuggite a Philippe Starck che con l’azienda sviluppa la linea P.A.T.H. (Prefabricated Accessible Technological Homes) con il marchio Starck with Riko. Da giugno 2013 sono in vendita trenta modelli di abitazioni acquistabili in rete e terminate in sei mesi dall’ordine. Le soluzioni abitative combinano strutture in acciaio e partizioni in legno da riforestazione e materiali da costruzione ecologici. Facciate dalle grandi aperture in alluminio e vetro raccolgono la luce, mentre gli interni sono nobilitati da finiture spazzolate e texturizzazioni del legno. E per l’autosufficienza energetica sono previsti pannelli fotovoltaici e un servizio customizzabile di sistemi a energie rinnovabili. Con una filosofia affine, il neonato brand More degli architetti e ingegneri del gruppo Terra Moretti. Otto settimane di cantiere per realizzare

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Case solide, attente alla qualità e al consumo delle risorse. Adatte a più contesti, possono essere customizzate con una grande variazione di soluzioni. In una parola: à-la-carte. E, come ha già architettato Philippe Starck, acquistabili online.

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QUI SOPRA. Il model l o abitativo Huf Haus A Bad Vi lb el (Germania) f a parte del l a l inea c ostruttiva Energy Pl us “cl asse A”. Util izz a un sistema f otovol taic o e termosol are ch e f a produrre più energia di quanto si riesca a c onsumare. a l ato. Casa Tind è una nuova tipol ogia di case pref abb ricate progettate dagl i sv edesi C l aesson Koiv isto Rune per F iskar hedenvil lan . dimensioni fl essibil i e un tetto ch e rich iama l a tradiz ione sv edese del l e case unif amil iari e partic ol ari f inestre ‘a tasca’.

una delle cinque tipologie abitative “chiavi in mano”, grazie al sistema di pannelli ready made perimetrali (180 cm misura di base), collegati in opera da getti di calcestruzzo, che costituiscono sia la struttura sia il tamponamento. La certificazione energetica è classe A, A+ o passiva e rispondente a norme antisismiche e criteri di sostenibilità ambientale. La prestazione “chiavi in mano” è anche nei servizi: dalla progettazione alle pratiche edilizie, dalla produzione dei pannelli al trasporto e montaggio, dalla realizzazione degli impianti alla direzione dei lavori, dalla sicurezza alle finiture secondo capitolati piuttosto ampi. Si tratta di case pressoché sartoriali perché ciascuna tipologia è ridisegnata a seconda della topografia, i metri quadri e le esigenze abitative dell’utente. Siamo dunque lontani dall’idea tradizionale di case prefabbricate, proiettati verso un nuovo modo di abitare che apre scenari inesplorati anche per il contract.

Le nuove case prefabbricate sono ambienti dove abitare è un valore. Si sperimentano diversi materiali insieme al legno curando i più piccoli dettagli delle finiture e dell’arredo.

Nei pressi di Vienna e prospic iente un picc ol o l ago, l a casa passiva real izz ata da R ubner Haus è c omposta da due c ubi sov rapposti. Ampie f inestre c on un grande dec k esterno rendono il paesaggio parte integrante del l ’edif ic io.

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Sai che c’è di nuovo? Notizie flash dall’edilizia: il settore da cui il Made in Italy può rilanciare la domanda interna. Accompagnate da novità di prodotto per lacasa, attente alla sostenibilità, alla riduzione dei consumi e al design degli interni.

di Valentina Croci

Edilizia: lo stato dell’arte Il polso del comparto in Italia non è buono. Nel 2012 gli investimenti in costruzioni secondo ANCE registrano una flessione del 7,6% in termini reali e nel 2013 proseguirà la fase di caduta con una riduzione degli investimenti in costruzioni che si stima del 3,8% rispetto al 2012. Dal 2008 al 2013, il settore delle costruzioni ha perso circa il 30% degli investimenti collocandosi sui livelli di attività più bassi degli ultimi 40 anni. È un problema di accesso alle risorse e di mancanza di politiche economiche settoriali. La riqualificazione del patrimonio abitativo esistente è l’unico comparto che tiene nei livelli produttivi, con un dato sulla manutenzione straordinaria delle costruzioni pari a +9,3% nel quinquennio 2008-2012 e una previsione di crescita del 3%. Tecnologie e materiali sempre più performanti ed ecosostenibili sono dunque l’ambito in cui l’industria delle costruzioni può far leva.

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IN QUESTA PAGINA Da sinistr a in senso ANTI OR AR IO. Tavol e del Piav e by Itla s è un assito a tr e str ati ch e r isco pr e i pav imenti di un tempo ( essenz a R ov er e). Form a arro to ndata e attenz io ne al l a tattil ità per l a manigl ia C h el sea di Jean No uv el per Ol ivar i. R ov er e ol iato e v er nic iato in assi da due str ati per 11 mil l imetr i: è l a l inea Antico A sol o di CP Parquet . Il tessuto Tr ev ir a C S bistr etch e mel ange r icor da al megl io l e fibr e natur al i co n ecc el l ente r esistenz a al fuoco ( by Pug i RG ). Pagina a fianco . Del march io Eiffel gre s d i G ran it i Fi andre l a l inea Landsto ne, un porc el l anato tec nico a tutta massa dai crom atismi ispir ati al l a natur a.

Mondiali a emissioni zero Il nuovo stadio nazionale di Brasilia, ampliamento dell’originario del 1974, sarà un’arena da 70 mila posti con un sistema di dispositivi per limitarne l’impatto ambientale: pannelli solari posti in copertura produrranno 2,5 milioni di megawatt, un sistema di raccolta dell’acqua per l’irrigazione e apparecchi sanitari a basso flusso per ridurre l’utilizzo di risorse idriche. In più, gli ottanta alberi sradicati per far posto all’intervento saranno compensati con cinque mila alberi immessi nel territorio nazionale. L’ampliamento è a opera dello studio brasiliano Castro Mello e ha conseguito il Platinum Award del Brazil Green Building Council.

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In al to. Di IVM Che mical s l a f initu ra pol iu retanica Il va Ve l v et Diamond, ch e trasf orma il l eg no in u na morbida su perf ic ie res istente al g raff io. A l ato. Il caminetto a penis ol a Edinbu rgh di Piazzet ta pres enta u n ampio v etro ad ang ol o s enz a prof il o metal l ic o ch e ampl if ica l a v is ione del l a f iamma. Sotto. La f initu ra per l ’interior des ig n Root di Abet L amina t i è rug os a e materica e rimanda al l ’ess enz a l ig nea. Pag ina a f ianc o. Rimade s io pres enta Ev en, l a porta dis eg nata da Gi us eppe Bavus o, in v ers ione battente e sc orrevol e, ch e pros egu e l ’es pl oraz ione del l ’estetica dei trav ers i orizz ontal i. Sotto. La c ol l ez ione Atel ier di Al pi propone nu ov i e cal di c ol ori c ome il f ang o,il des erto e il tortora.

Casa, scialuppa di salvataggio Il recente sondaggio di Casa.it con l’Istituto di ricerche Scenari Immobiliari, che ha coinvolto 60mila utenti su un campione di oltre 200mila, conferma che, nonostante la crescente difficoltà al risparmio del italiani, l’acquisto della casa è l’obiettivo di ogni famiglia di nuova costruzione e la primaria destinazione di investimento dei propri risparmi. Ma se l’attitudine a comprare immobili è insita nella società italiana, cambia la simbologia legata alla casa: meno “sogno di una vita” e più bisogno per mettere al riparo i risparmi dall’erosione del tempo e dall’oscillazione delle economie mondiali. Influiscono sull’acquisto della casa fattori come la classe energetica dell’immobile e il costo dell’Imu.

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Sperimentazioni architettoniche al Made Expo Si conferma al Made Expo (la fiera dedicata all’architettura e l’edilizia dal 2 al 5 Ottobre a Milano) il concorso InstantHouse, finalizzato a proporre nuove soluzioni nell’abitare, promosso da FederlegnoArredo in collaborazione con il DAStU, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani e Politecnico di Milano. Quest’anno il tema è la progettazione di una scuola d’infanzia per bambini dai 3 ai 6 anni. Trascurata dall’architettura contemporanea, anche a causa della scarsità dei concorsi sul tema, questa tipologia architettonica implica una stimolante ricerca interdisciplinare sulle modalità di percepire il paesaggio e l’ambiente e sull’esperienza multisensoriale dello spazio. I vincitori del concorso sono Barbara Bencova e Alexandra Timpau con Small Explorers Kindergarten.

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La top list del WWF Come orientarsi tra centinaia di elettrodomestici con caratteristiche simili? Per aiutare il consumatore tra vecchie e nuove etichette energetiche e a scegliere i prodotti più efficienti, WWF pubblica delle istruzioni per l’uso su www.eurotopten.it. La Guida, che sarà continuamente aggiornata, è rilevante in Italia in cui la bolletta energetica costa il 18% in più che in altri paesi europei. Ed è realizzata grazie al programma Intelligent Energy for Europe della Commissione Europea. Con un semplice click, gli utenti possono individuare i dieci migliori prodotti in molteplici categorie, dalle lampadine, alle stampanti, alle lavastoviglie. Per far assumere più consapevolezza ai consumatori sull’efficienza dei prodotti, al di là delle terminologie “eco” che talvolta traggono in inganno.

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INTERNI•PANORAMA 3 Ottobre 2013

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AL CENTRO DELLA PAGINA. Bisystem di Garofoli è u n s istema di porte e pareti div is orie dis ponibili in varie combinaz ioni: lato in legno e lato in v etro. NELLA PAGINA ACCANTO. La su perf icie Cleaf in f initu ra Engadina rielabora le tipich e v enatu re dell’abete s abbiato, lavorato nel Canton dei Grigioni. CU CINA, Microtopping by Ideal w ork è u n riv estimento bi-componente cementiz io-polimerico, destinato alla ras atu ra decorativa (s pess ore 2-4mm) di su perf ici continu e interne ed esterne. In bass o. Carré, maniglia in acciaio dis egnata da Piet Billek ens per Mandel li 1953. IN QU ESTA PAGINA IN ALTO. Della linea Exit, Zero è la porta ras omu ro f irmata F errero L egno ch e u nis ce all’estetica u na f acile pos a in cantiere. A LATO. S h ade è u na f inestra con stru ttu ra interna in pvc e carenatu ra esterna in estrus i in allu minio, stu diata da Gius eppe Bavus o per Er co .

Bonus ristrutturazioni anche per gli arredi Prorogato il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie in misura del 50% sino al 31 dicembre 2013 estendendo l’agevolazione agli arredi. È stata dunque accolta la proposta di Federmobili e Federlegno Arredo a sostegno del settore dell’arredamento e della casa in generale. L’edilizia è un volano importante per far ripartire l’economia nazionale e l’inclusione degli arredi nel Decreto Legge potrebbe favorire l’aumento delle piccole ristrutturazioni e contribuire a rilanciare i consumi. Più in generale, il Made in Italy, la cui domanda interna è in crisi ormai da oltre quindici anni.

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La sIgnora DeLLe porte di Alessandro Bini

Alla guida dell’azienda da poco più di un anno, Ilaria Ferrero racconta la nuova strategia di crescita del marchio basata su consolidamento internazionale, innovazione di gamma e continui investimenti in ricerca e sviluppo.

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i è fatta una dozzina d’anni in azienda, passando praticamente per ogni ruolo, dal controllo qualità allo sviluppo prodotto; ora, Ilaria Ferrero, terza generazione in forze impugna saldamente il timone della direzione operativa di FerreroLegno, dove si occupa di innovazione e implementazione della strategia aziendale, relativa alla gestione e al coordinamento di azioni operative. Primo obiettivo di Ilaria Ferrero, raggiungere la leadership di comparto sui mercati esteri. “In realtà” spiega ”siamo già presenti in diverse aree: Russia, ad esempio, dove disponiamo di una decina di punti vendita situati in zone strategiche, ma anche nella Repubblica Ceca e in Francia. Tuttavia, intendiamo accelerare il processo di internazionalizzazione puntando verso quei Paesi, ormai fuori dalla crisi e che apprezzano la qualità estetica e funzionale del made in Italy”. Una crisi che non ha praticamente toccato l’azienda. Nata nel 1950 come

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Ilar ia Ferrero , da un anno al la Direz ione opera t iva di FerreroLe gno . Sul l o sfondo , Scenar io, il sistema d i paret i scorrev ol i vetra te , ul t ima front iera del la proget tu al ità del l ’az iend a, pre sent ata a Made Expo 2013.

laboratorio artigianale, FerreroLegno intraprende negli anni Settanta la produzione industriale iniziando così un percorso evolutivo sempre in ascesa, che l’ha portata alla leadership nazionale nella produzione di porte per interni con una gamma prodotti articolata, capace di rispondere alle esigenze di un pubblico estremamente diversificato. Nel 2012, nel pieno di un declino che ha colpito l’intero comparto dell’edilizia, ha saputo mantenere inalterata la rotta, continuando a conseguire risultati positivi, con un fatturato di 24 milioni di euro e un margine operativo lordo del 15 per cento. “Nessuna formula magica” dice Ilaria Ferrero “ma soltanto passi ben calcolati e una strategia di lungo corso basata su continui nuovi investimenti in ricerca e sviluppo. Solo nell’ultimo triennio abbiamo impegnato 6,5 milioni di euro per innovare il sistema produttivo e si è trattato di operazioni condotte per la quasi totalità senza l’ausilio di crediti bancari, attingendo a mezzi propri garantiti da una patrimonializzazione conseguita grazie al continuo reinvestimento in azienda degli utili degli ultimi decenni”. Uno sviluppo costante che confluirà quest’anno nella presentazione, a Made 2013, di due linee assolutamente innovative: Exit Zero, la prima collezione FerreroLegno di porte rasomuro in esclusive finiture “materiche e vellutate” e Scenario, il sistema completo di pareti scorrevoli vetrate con cui l’azienda entra in questo segmento di mercato.

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Claudio Bertolotto, ceo di bertolotto porte, racconta filosofia e progetti di un’azienda che festeggia nel 2013 i suoi primi 25 anni

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100% made in Italy di Claudia Foresti

ono entrato in azienda giovanissimo. Mi piaceva il legno, un materiale naturale che mi appassionava. Come la porta, che è un elemento importante in un’abitazione: permette di entrare in casa delle persone, è capace di cambiare il volto di un ambiente”. Claudio Bertolotto, 33 anni, Ceo e Project Manager di Bertolotto Porte, parla con entusiasmo di quando ragazzino entrò per la prima volta in azienda, che allora consisteva nel magazzino dell’impresa edile del padre Attilio a Crocera di Barge. Appassionato al suo lavoro, ha mille progetti nel cassetto. “A Milano, a Made Expo 2013 presenteremo una nuova collezione, affidata a uno dei più prestigiosi designer italiani”, prosegue, “e anche Avenue, disegnata da Gianni Arnaudo per la collezione 25° by Arnaudo”. Designer italiani per prodotti italiani, del resto l’italianità dell’azienda è ben visibile fin dal logo, ridisegnato nel 2011 con il tricolore alla base per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Pur in tempi di crisi, l’azienda di Torre San Giorgio (Cn) investe e produce. 200 addetti, capacità produttiva di oltre 250 mila porte all’anno, 18 collezioni, 38 mila modelli in 35 essenze e 78 colori di serie. “Il primo semestre del 2013 è stato positivo (+ 13% Italia e +21% complessivo le vendite). Anche i nostri monomarca all’estero stanno crescendo dal Maghreb alla Spagna, alla Russia, alle Americhe. Alla base una filosofia aziendale che sa dare il giusto valore, in termini di prezzo, a un prodotto di qualità superiore che mette al centro le esigenze del cliente e sa armonizzare la tradizione artigianale italiana con l’industrializzazione più evoluta”, continua Bertolotto. Che conclude spiegando qual è, secondo lui, il segreto per restare vincenti: “Il mercato oggi è veloce, chiede risposte in tempi sempre più brevi. Per restare vincenti bisogna investire in innovazione ed essere capaci di evolversi continuamente”. (Danilo Signorello)

In al t o, cla ud io Ber t ol ot t o, ce o e proje ct mana ger d i ber t ol ot t o por te . Sopra , boulev ard de sign Gi ann i Arna udo , pre sent ata al l ’ul t imo sal one del mobile d i milano . a de stra , Avenue , de sign g iann i arna udo . ispira ta al la na tura con i suo i al ber i st il izza t i, rappre sent a una sol uz ione m in imale r ispet t o a boulev ard senza r inunc iare al de sign.

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SBIzzarrIrsI con IL DesIgn di Renata Giorgi

L Le superfici tecniche di Cosentino offrono poliedriche applicazioni. Dall’ambito domestico al contract. E ora anche nell’outdoor grazie al nuovo Dekton.

In al t o e nel det tagl io: L a nuo va superf ic ie ul tra comp at ta Dekt on by Cosentino è ad at ta per r ive st iment i estern i e intern i, poss iede eccel lent i cara t ter ist iche me cc an iche e può e ssere prodo t ta in grand i f orma t i.

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a progettazione architettonica implica la scelta di soluzioni flessibili e con un catalogo che si adatti anche al preesistente. E i consumatori, sempre più attenti alla voce spesa, vogliono prodotti durevoli, resistenti all’usura e stabili nel tempo. Per questa ragione molti progettisti scelgono superfici tecniche che conciliano l’innovazione e la tradizione della pietra naturale. Cosentino realizza quattro linee di prodotto che rispondono alla richiesta di materiali antimacchia e resistenti ai graffi, di cui una, Dekton by Cosentino, può essere impiegata anche in ambienti esterni. La nuova superficie può essere infatti usata per facciate, rivestimenti, pavimenti, cucine e bagni; presenta un basso coefficiente di assorbimento dei liquidi, stabilità cromatica e dimensionale, resistenza alla compressione e alla flessione, alle abrasioni e soprattutto al gelo e disgelo, ai raggi UV e al fuoco. Le finiture lucida, opaca e ardesia, così come la decorazione dell’intero volume della massa del materiale, conferisce al Dekton una versatilità che può rispondere a svariate applicazioni architettoniche. Silestone by Cosentino è invece composto al 90% da quarzo naturale, vanta oggi oltre sessanta colori e diversi formati e permette di creare superfici continue senza giunture. Un materiale attento alla sostenibilità ambientale è Eco by Cosentino, composto per il 75% da materiali di riuso, inclusi porcellana, vetro, specchi e ceneri vetrificate, resi coesi da una resina ecologica, parte della quale è di origine vegetale. Sensa by Cosentino, infine, rispettando la naturalità della pietra, utilizza granito riciclato per realizzare superfici di grande formato ultracompatte, adatte sia a spazi domestici sia al contract perché trattate chimicamente per resistere alle macchie.

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Non solo estetica ma efficienza e rispetto per l’ambiente. Ruben Palazzetti ci spiega perché la sua azienda può fare del decreto ministeriale Conto Termico un suo asset d’impresa.

InvestIre neL caLDo di Renata Giorgi

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l Conto Termico è un meccanismo di incentivazione, istituito da decreto ministeriale e in vigore da gennaio 2013, volto a promuovere l’efficienza energetica degli edifici già esistenti e la produzione di energia con fonti rinnovabili. Palazzetti, tra le aziende italiane leader nella produzione di stufe e focolari a legna e a pellet, riscontra nel Conto Termico un suo punto di forza oggi conseguito, da un lato, con prodotti con efficienza termica superiore all’85%, dall’altro, con un servizio di assistenza e informazione al consumatore finale per meglio accedere agli incentivi statali. “Il Conto Termico incoraggia la sostituzione delle apparecchiature a combustibili fossili con sistemi di riscaldamento più efficienti e meno inquinanti. L’Italia sta seguendo l’esempio di Paesi come la Germania che premia chi rinnova il ‘parco macchine’, ottenendo una riduzione dei coefficienti di inquinamento a due zeri”, spiega Ruben Palazzetti, amministratore delegato del Gruppo Palazzetti. “Influiscono nel Conto Termico fattori quali la manutenzione, ad esempio delle canne fumarie, e la qualità del combustibile. La biomassa è non solo economica, con un risparmio fino al 50% rispetto alle fonti tradizionali, ma anche in equilibrio con la natura, perché la Co2 bruciata dal legno è pari a quella ricostituita dalle piante. Inoltre, la partecipazione attiva dell’utente nell’utilizzo della stufa consente un controllo più continuativo sul prodotto e pertanto una maggiore efficienza. I nostri prodotti contribuiscono,

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in generale, a ridisegnare le abitudini delle persone che diventano più consapevoli”. Per chiarire le tematiche annesse al Conto Termico, Palazzetti utilizza il blog aziendale: a oggi, sono state fornite oltre centomila risposte. E la rete dei suoi distributori è formata per assistere i clienti. Progettate dall’Ufficio Design interno, ma anche da designer esterni come Marco Fumagalli di Marcarchstudio, le stufe e i focolari di Palazzetti introducono novità anche nel rivestimento come l’Hot-Stone, un materiale cementizio molto duttile, che consente di disegnare la cornice del fuoco. Inoltre, poiché i prodotti Palazzetti sono efficienti e tecnologicamente evoluti (fino ad arrivare a prodotti “stagni” in cui l’aria viene prelevata all’esterno della casa, incrementando così funzionalità e sicurezza), si sono potuti realizzare modelli rivestiti in legno e, dal prossimo febbraio, in cristallo atermico, stravolgendo la consueta estetica delle macchine per il calore.

In al t o. Epoqu e è un r iv est iment o in Ho t-st on e, dis egna t o da Marco Fuma gal l i di Marc arc hstud io. S opra . L ola , la pr ima s tu fa a p el l et erm et ica s il enz iab il e con c ar icament o a ut omat ico ed effic ienza t erm ica sup er ior e al 94%.

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122 / in service / indirizzi ABET LAMINATI Tel. 0172419111, Fax 0172431571 www.abet-laminati.it, abet@abet-laminati.it ADI - ASSOCIAZIONE DISEGNO INDUSTRIALE Tel. 0233100241, Fax 0233100878 www.adi-design.org, info@adi-design.org ADIDAS ITALY Tel. 03927151, Fax 039791465 www.adidas.com, customer.service@adidas.com AFRICA CURIO Tel. 0272021383 www.africacurio.com AGAPE Tel. 0376250311, Fax 0376250330 www.agapedesign.it, www.agapecasa.it info@agapedesign.it ALEXANDER MCQUEEN Tel. +442072784333, Fax +44207278 3828 www.alexandermcqueen.com ALIAS Tel. 0354422511, Fax 0354422590 www.aliasdesign.it, info@aliasdesign.it ALPI Tel. 0546945411, Fax 0546940251 www.alpi.it, info@alpi.it ANGO Tel. +6628730167, Fax +6628730166 www.angoworld.com, info@angoworld.com ARMANI CASA Tel. 0276260230, Fax 0276281203 www.armanicasa.it armani.stan.store@giorgioarmani.it ARMANI FIORI Tel. 0272318640, Fax 0272318672 www.armanifiori.com armani.fiori.milano@giorgioarmani.it ARTEMIDE Tel. 02935181, Fax 0293590254 www.artemide.com, info@artemide.com AVIGDOR srl Tel. 0112484270, Fax 011859819 www.avigdor.it, info@avigdor.it BALENCIAGA Tel. 02760841, Fax 0276084210 www.balenciaga.com BBB EMMEBONACINA Tel. 0394669955 www.bbbemmebonacina.com info@bbbemmebonacina.com BE COOKING srl www.becooking.it, info@becooking.it BeD LIVING Tel. 0432673224, Fax 0432673422 www.bedliving.com, info@bedliving.com BERTOLOTTO PORTE Tel. 01729128, Fax 0172912811 www.bertolotto.com, staff@bertolotto.com BISAZZA Tel. 04447075111, Fax 0444492088 www.bisazza.com, www.bisazzabagno.com info@bisazza.com, info@bisazzabagno.com BMW ITALIA Tel. 0251610111, Fax 0251610222 www.bmw.it, www.mini.it BONALDO Tel. 0499299011, Fax 0499299000 www.bonaldo.it, bonaldo@bonaldo.it BRIX Tel. 0536812426, Fax 0536812680 www.brixweb.com, info@brixweb.com BSWEDEN Tel. +4647423040, Fax +4647423050 www.bsweden.com, info@bsweden.com CARL HANSEN & SON A/S Tel. + 4566121404, Fax +4565916004 www.carlhansen.com, info@carlhansen.dk Distr. in Italia: CANOVA Tel. 0283249690 www.canovamilano.com info@canovamilano.com CARRERA by JIMMY CHOO www.jimmychoo.com CASA DEL CAFFE’ VERGNANO Tel. 0119455111, Fax 0119493507 www.caffevergnano.com CASSINA POLTRONA FRAU GROUP Tel. 03623721, Fax 0362340758 www.cassina.com, info@cassina.it CATTELAN ITALIA Tel. 0445318711, Fax 0445314289 www.cattelanitalia.com info@cattelanitalia.com CHRISTIAN FISCHBACHER Tel. 031557801, Fax 031557850 www.fischbacher.it, info@fischbacher.it CIRCOLO MARRAS Tel. 0289075001, Fax 0289075909 www.antoniomarras.it, press@antoniomarras.it

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CLEAF Tel. 03920741, Fax 0392017820 www.cleaf.it, info@cleaf.it CLUB HOUSE ITALIA Tel. 0543791911, Fax 0543725244 www.clubhouseitalia.com info@clubhouseitalia.com COSENTINO VENEZIA Tel. 0415103096, Fax 041413625 www.cosentinogroup.net, www.silestone.com, www.ecobycosentino.com assistenzaclienti@cosentinogroup.net CP PARQUET Tel. 042353305, Fax 0423538993 www.cpparquet.com, info@cpparquet.it CRISTALLERIES DE SAINT-LOUIS Tel. +330387064004, Fax +330387068137 www.saint-louis.com CULTI CORPORATE OFFICE Tel. 0362569496, Fax 0362557279 www.culti.it, culti@culti.it DAUM distr.AMLETO MISSAGLIA Tel. 0286453136-874489, Fax 0286452106 missaglia@missaglia.net DEDAR Tel. 0312287511, Fax 0312287533 www.dedar.com, info@dedar.com EGE Tel. 016354488, Fax 016354433 www. egecarpet.com EIFFELGRES Tel. 0536 996811, Fax 0536996825 www.eiffelgres.it ERCO FINESTRE Tel. 031452143, Fax 031564087 www.ercofinestre.it, info@ercofinestre.it FENDI CASA CLUB HOUSE ITALIA spa Tel. 0543791911, Fax 0543725244 www.clubhouseitalia.com, info@fendicasa.it clubhouse@clubhouseitalia.com FERREROLEGNO Tel. 0174622411, Fax 0174622430 www.ferrerolegno.com info@ferrerolegno.com FIAT GROUP AUTOMOBILES Tel. 01100621 www.fiat.it, www.fiatgroupautomobilespress.com FIORI ROSALBA Tel. 023670 8487 www.fiorirosalba.it FISKARHEDENVILLAN AB www.fiskarhedenvillan.se info@fiskarhedenvillan.se FLOS Tel. 03024381, Fax 0302438250 www.flos.com, info@flos.com FORNASETTI Tel. 0289658040, Fax 026592244 www.fornasetti.com, gallery@fornasetti.com FORSTER ROHNER ST. GALLEN Tel. +41712431515, Fax +41712431500 www.forsterrohner.com admin@forsterrohner.com GAROFOLI Tel. 071727171, Fax 071780380 www.garofoli.com, info@garofoli.com GIARDINI WALLCOVERINGS Tel. 023357271, Fax 023287900 www.giardiniwallcoverings.it export@giardiniwallcoverings.it GRUPPO PIAZZETTA Tel. 04235271, Fax 042355178 www.gruppopiazzetta.com infopiazzetta@piazzetta.it GUFRAM - CASSINA Tel. 03623721, Fax 0362340758 www.gufram.it, info@gufram.it HERMÈS ITALIE Tel. 02890871, Fax 0276398525 www.hermes.com, reception@hermes.it HUF HAUS Tel. +41919804619 www.huf-haus.com, lugano@huf-haus.com IDEAL WORK Tel. 04234535, Fax 0423748429 www.idealwork.it IPE - VISIONNAIRE Tel. 0516186311, Fax 0516186310 www.ipe.it, ipe@ipe.it ITLAS Tel. 0438368040, Fax 0438368040 www.itlas.it, info@itlas.it IVM CHEMICALS - divisione ILVA Tel. 0384 25441, Fax 0384 252054 www.ivmchemicals.com ivm@ivmchemicals.com

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