IL MaGazine DeL DesiGn N. 58 – 26 FEBBRAIO 2010
NUMERO sPeciaLe PER I LeTTorI DI
SPecIaLe PeoPLe
Le GraNDI Maison DeL LussO e Le nuove GeNErazIonI
Cover STorY AnTOINE ARNAULT di LoUIS VUITTON AcceSsoRi SuPerstAR ScaRPe ARcHITeTTonICHe TenDenze CaSa PuNK, RELux e WaBI-SaBI
MoDa&DesIGN
INdice 12
26 FebbRAio 2010
INterNIPANoramaNEws
22 10
letture glam LA DONNA NUOVA.MODA ITALIANA IERI E OGGI
12
innovazione
TRENCH IN TESSUTI HI TECH 14
18
accessori 1
STREETWEAR. ABBIGLIAMENTO SEMISPORTIVO, UNISEX 16
accessori 2
PERSONAL BAG. PORTA NOTEBOOK E ALTRI ACCESSORI 18
accessori 3
OCCHIALI. DA SOLE O DA VISTA, GRINTOSI O VINTAGE 20
showroom N.Y.
SHOE BOX NEW YORK. SCARPE COME SHOPPING ESPERIENZIALE 22
shoes N.Y.
ECCENTRICITÀ D’AUTORE. FIRMATE DA REM D. KOOLHAAS 24
limited edition
OTTOXCINQUE: SOLO CINQUE ESEMPLARI PER VASO. DI VENINI 26
textile
CALPESTARE CON CURA.TAPPETI A SORPRESA
appuntINterNIPANorama 30
architettura PERCORSI IN QUOTA. COME SARÀ LA CAPITALE CINESE DEL FUTURO
33
restaurant
CAIRO FOOD. CUCINA MULTIETNICA E FRENCH: A SCELTA 36
tendenze 1
SIAMO TUTTI WABI - SABI. ISPIRAZIONE GIAPPONE, TRA ARTIGIANATO E PEZZI UNICI 42
tendenze 2
NEW FITTING. CAMBIA LA STRUTTURA COSTRUTTIVA DELL’OGGETTO 46
46
SEMPRE CON ME. LE VALIGIE DA USARE COME ACCESSORI CASA 48
64
bello e utile
72
cinema
NON SOLO GLAMOUR.TOM FORD MOOVIE, DALLA MODA ALLA REGIA
IdeeINterNIPANorama 52 60 63 64 68 72 78 81 84 86
panorama dei trend TACCO DODICI. LE SCARPE, UN OGGETTO ARDITO. RELUX. OVVERO L’ARTE DEL RICICLO, AD ALTO TASSO DI ELEGANZA L’ALBERGO DEL LUSSO RUVIDO. ROOM CON LE TRACCE DEL TEMPO
panorama degli arredi
KATTIVI (MA NON TROPPO). IL NUOVO PUNK APPRODA NELL’ARREDO
panorama degli interni
ELOGIO ALLA LENTEZZA. KIKI VAN EIJK E JOOST VAN BLEISWIJK: “PROGETTIAMO IL FUTURO ATTINGENDO AL PASSATO” PASSIONE PATCHWORK. LA CASA DELLA STILISTA VERONICA ETRO: “SONO PIÙ SICURA QUANDO SCELGO CON L’ISTINTO MODAIOLO” SPAZI SINUOSI: ILMONDO SECONDO MARNI IL NEGOZIO L’ECLAIREUR A PARIGI DI ARNE QUINZE
cover story
ANTOINE ARNAULT, IL DELFINO DEL RE. IL GIOVANE DI CASA LVMH, A CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL GRANDE GRUPPO FRANCESE NEW GENERATION. I NUOVI PROTAGONISTI DELLE GRANDI MAISON DEL LUSSO
rubrINterNIPANorama 95 98 100 102 104 107
real estate DOLCE VITA CON GRIFFE. CAMERE D’AUTORE E HOTEL DI CHARME FIRMATI FENDI, ARMANI, FERRAGAMO.
profili 1
LONDON STYLE, ITALIAN FASHION. IL NUOVO CORSO DI STEFANEL
profili 2
A TUTTO TONDO. IL PACKAGING DEBORAH SECONDO STUDIO FRAGILE
profili 3
AUREE PROPORZIONI. LE GIACCHE SARTORIALI DI UMAN
showroom
NATURA PREZIOSA. A BERGAMO IL NUOVO SPAZIO DODO POMELLATO
profili 4
TECNO IDEE. L’UNIVERSO PIQUADRO 108
INservice
81
indirizzi
DIRETTORE RESPONSABILE GILDA BOJARDI BOJARDI@MONDADORI.IT
IN COPERTINA. LA NUOVA GENERAZIONE DI CREATIVI CHE RIVESTE RUOLI DI SPICCO NELLE GRANDI MAISON DI MODA. IN SENSO ORARIO, PIERRE-ALEXIS DUMAS GRUPPO HERMÈS, DELFINA DELETTREZ FENDI, GIOIELLI FENDI. TOMMASO AQUILANO E ROBERTO RIMONDI, GIANFRANCO FERRÉ, MARGHERITA MISSONI ACCESSORI MISSONI, ANDREA ROSSO DIRETTORE CREATIVO 55DSL GRUPPO DIESEL. JAMES FERRAGAMO DIRETTORE PRODOTTO FERRAGAMO, ANTOINE ARNAUD PROTAGONISTA DELLA COVER STORY, RESPONSABILE COMUNICAZIONE LVMH. STEFANO ROSSO GRUPPO DIESEL.
ART-DIRECTOR Christoph Radl christoph.radl@radl.it CAPOREDATTORE CENTRALE Simonetta Fiorio simonetta.fiorio@mondadori.it A CURA DI Patrizia Catalano (attualità e rubriche) interniv@mondadori.it Tersilla F. Giacobone (architettura di interni e design) internig@mondadori.it HANNO COLLABORATO Carla Colombo Ali Filippini Claudia Foresti Antonella Galli Cristina Morozzi Andrea Pirruccio Serena Ravelli Alessandro Rocca Rosa Tessa Laura Traldi GRAFICA Elena Mariani internie@mondadori.it Elena Michelini imkt2@mondadori.it
IL PROSSIMO
INteRni MaGazine DeL DesiGn USCIRÀ IL GIORNO
9 APriLe 2010
FOTO Iwan Baan Roberto Bianchi Santi Caleca Rui Teixeira Henry Thoreau SEGRETERIA DI REDAZIONE Barbara Barbieri Alessandra Fossati Ada Uboldi
NUMERO SPECIALE DI
PER I LETTORI DI ANNO 14° N. 58 ALLEGATO A PANORAMA N. 10 DEL 26 FEBBRAIO 2010
ARNOLDO MONDADORI EDITORE 20090 SEGRATE-MILANO INTERNI La rivista dell’arredamento via D. Trentacoste 7 20134 Milano tel. 02.215631- 20 linee r.a. telefax 02.26410847 www.mondadori.com/interni www.internimagazine.it PUBBLICITÀ Mondadori Pubblicità 20090 Segrate - Milano Tel. +39 02 7542 2203 Fax +39 02 7542 3641 Coordinamento Silvia Bianchi silvia.bianchi@mondadori.it www.mondadoripubblicità.com STAMPATO DA Mondadori Printing S.p.A., via Luigi e Pietro Pozzoni 11 Cisano Bergamasco (Bergamo) Stabilimento di Verona febbraio 2010 © Copyright 2010 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.- Milano Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono
INterNIPANoramaNews
modernitÀ MODERNA
LA moda PARTECIPA ATTIVAMENTE ALLA costruzione DI UNA NUOVA immagineDELL’ITALIA. LA COMPATTEZZA DI UNA cultura DEL fare, DEL comunicare E LA coscienza DEL made in Italy NE SONO LE FONDAMENTA. OGGI COME IERI.
IL SAGRATO DI PIAZZA DEL DUOMO, A MILANO, È LA LOCATION PER QUESTO SERVIZIO DI MODA, 1936. LE MODELLE INDOSSANO SOPRABITI DI TESSUTO LANITAL. L’IMMAGINE È TRATTA DAL LIBRO UNA GIORNATA MODERNA, A CURA DI MARIO LUPANO E ALESSANDRA VACCARI, DAMIANI EDITORE.
INterNIPANoramaNews
10
LETTURE GLAM
di Alessandro Rocca
La DonNa NuoVa
Vista con gli occhi dell’oggi, la modernità dell’Italia fascista appare dolce e cortese, nutrita da uno slancio innovativo che si innesta con grazia nel tessuto, robusto e ben organizzato, dell’alto artigianato. Nei cinque capitoli del bel libro di Mario Lupano e Alessandra Vaccari Una giornata moderna. Moda e stili nell’Italia fascista, la moda italiana del ventennio è analizzata, raccontata e generosamente illustrata in tutti i suoi aspetti, con una dovizia di informazioni e di approfondimenti critici che forma un quadro di ampiezza insospettabile. In questa fioritura di stilisti, riviste dedicate, nuovi stili e nuovi prodotti stupisce l’unitarietà dell’immagine complessiva, la compattezza di una cultura del fare e del comunicare, e la coscienza di un made in Italy ante litteram, che sicuramente ha costituito la base di partenza del successo di oggi. Rispetto all’immagine stereotipata dell’Italietta rurale e provinciale dell’anteguerra, il libro mostra che l’universo dei telefoni bianchi era la versione cinematografica e popolare di una visione moderna solida, convincente e già largamente operativa, soprattutto sul mercato interno. Il libro è suddiviso in quattro sezioni che guardano alla moda sia nel suo aspetto tecnico, con i sistemi meccanici per abiti perfettamente su misura, l’evoluzione della lingerie femminile e l’illustrazione che diventa fashion design,
Coreografie, SPLENDIDI disegni, NUOVI materiali ED ECHI COLONIALI NELLA moda italiana DEL ventennio. TRA CULTURA artigianale, INNOVAZIONE TECNICA E propaganda DI REGIME.
SOTTO IL TITOLO, DOPPIO TAMBURELLO DI MAGLIA CON SCIARPA DI LANA, MODELLO BIKI. TRATTO DALLA RIVISTA BELLEZZA, GENNAIO 1941. LA COPERTINA DI UNA GIORNATA MODERNA. MODA E STILI NELL’ITALIA FASCISTA, A CURA DI MARIO LUPANO E ALESSANDRA VACCARI, IL LIBRO EDITO DA DAMIANI DA CUI SONO TRATTE LE IMMAGINI DI QUESTA PAGINA. SPETTACOLO DI PROPAGANDA DEI TESSUTI ARTIFICIALI
SNIA VISCOSA ALLA MOSTRA DEL TESSILE NAZIONALE e nell’apparato di comunicazione e diffusione A ROMA, FOTO CARTONI, 1937. del sistema moda, a iniziare dalla mutazione della figura del sarto in quella dello stilista. PEZZOTTI DELLA VALTELLINA DISTRIBUITI DA LA RINASCENTE, Importante è il ruolo dello Stato che, qui come in IN DOMUS GENNAIO 1928, FOTO BOMBELLI. altri campi, interviene a organizzare e promuovere il settore della moda con manifestazioni di alto livello mediatico. L’ultima parte del libro, Sfilata, documenta la partecipazione attiva della moda alla costruzione di una nuova immagine dell’Italia in cui, alle icone del passato, si affianca una visione dinamica e motorizzata. Le auto e gli aerei di produzione nazionale, e l’architettura razionalista, disegnano lo sfondo del diorama che espone al centro la donna moderna (la moda fascista sembra quasi unicamente femminile), l’incarnazione di un’idea di eleganza dal fascino francamente insuperabile.
INterNIPANoramaNEws
12
INterNIPANoRAma News
INNOVAZIONE Compaiono ovunque, indosso ad attori e vip, adulti e bambini, giovani e meno giovani. E soprattutto, in ogni stagione. Nel terzo millennio trench e soprabiti sono amatissimi. Chissà cosa ne direbbe mister Thomas Burberry, che inventò il trench nel 1914 per gli ufficiali inglesi al fronte: proprio così, trench coat significa cappotto per la trincea. Quasi cento anni sono passati e la trincea oggi è, più che altro, quella metropolitana, per capi il cui successo sembra acquisire vigore ogni anno di più. E, soprattutto, senza perdere il carattere sperimentale: comodi, eleganti, funzionali, da indossare in ogni circostanza (mai più in guerra, si spera). Gli stilisti e le case di moda, a partire da quella di Mr Burberry, ne fanno il campo di esperimenti all’avanguardia, soprattutto in tema di tessuti. È questa, infatti, la nuova frontiera per i topcoat: sono all’ordine del giorno commistioni tra fibre naturali e tecniche, che ne aumentano le qualità performanti, come leggerezza, resistenza alle pieghe, all’acqua, al vento. Ci sono anche tessuti che mantengono la ‘memoria’ di chi li ha indossati, che si modellano direttamente sul corpo. I capi più innovativi sono nelle collezioni di Prada, Allegri, Herno. E ovviamente di Burberry, che al suo trench ha dedicato anche un sito di social networking, artofthetrench.com
NON soLO ImpERmeaBILI di Antonella Galli
ARRIVANO I trench E I soprabiti sperimentali, GRAZIE AI tessuti tecnici DI ULTIMA GENERAZIONE. Leggerissimi, antipiega E antivento.
IN ALTO: TRE SCATTI DI SCOTT SCHUMAN PER IL SITO DI BURBERRY DEDICATO AL TRENCH; QUI SOPRA, UN TRENCH BURBERRY IN DUCHESSE DI SETA CON PROFILI ARRICCIATI. A SINISTRA, TRENCH ROSSO IN SETA DALLA COLLEZIONE PAUL SMITH UOMO PRIMAVERA ESTATE 2010. A LATO: IMPERMEABILE HERNO PER DONNA CON CUCITURE TERMONASTRATE A CONTRASTO.
INterNIPANoramaNews
14
ACCESSORI / 1
di Angela Colombo
STrEETweaR
Abbigliamento SEMI SPORTIVO. MOLTE VOLTE unisex. DALLE sneaker ALLA polo, PASSANDO PER LA giacca CASUAL. Si può migliorare un capo di abbigliamento che è bello per la sua semplicità? La sfida è alla base delle collezioni primavera estate dei più noti marchi di questo settore. Nike si è prefissa di creare la polo perfetta per l’estate, con una serie di innovazioni destinate a essere notate solo da chi indosserà questo classico. A parte alcune minuzie, come le dimensioni dei bottoni che scorrono facilmente all’interno delle rispettive asole. Il tocco di personalità consiste in tre simboli distintivi ricamati sul petto: lo storico Swoosh nella composizione Sunburst, una scarpa e il logo Nike classico. Adidas conferma la propria attenzione nei confronti del fitness scegliendo di presentare la propria collezione 2010 Sport Performance in una location non casuale, qual è una palestra getFit. Undici le aree tematiche che confermano la multi-categoria del brand sportivo, con prodotti dove tecnologia e stile si fondono per offrire il meglio indipendentemente dallo sport praticato e dal livello. Iceberg, a sua volta gioca le sue performance sulla passerella dell’ultima sfilata uomo, facendo indossare con sneakers rigorosamente bianchi o multicolorati giacche destrutturate, quindi leggerissime, da portare con pantaloni classici o con bermuda.
SOPRA, POLO GRAND SLAM DI NIKE IN TESSUTO PIQUÉ, CHE RESPIRA MEGLIO GRAZIE A UN COLLETTO A MAGLIA SOTTILE TRASPIRANTE NELLA PARTE INTERNA DEL COLLO. A SINISTRA, SNEAKERS NIKE COLLEZIONE PRIMAVERA/ESTATE 2010, CHE UTILIZZANO IL TESSUTO TORCH, INTEGRATO IN DIVERSI MODELLI CLASSICI ASSIEME ALLE MIGLIORI TECNICHE DI TOMAIE SALDATE E SUOLE A FLESSIBILITÀ NATURALE. SOTTO, DI ICEBERG: SNEAKERS MULTICOLOR EFFETTO VINTAGE IN PELLE, CON CHIUSURA IN VELCRO; GIACCA IN COTONE BEIGE E BERMUDA GRIGI CON INTERNO BIANCO E NERO. IN BASSO, SNEAKERS ADIDAS SERIE TRAINING.
PZERO KIDS: CALZATURA STRINGATA ANGELTM, ISPIRATA AL PNEUMATICO ANGEL STT, GOMMA DI ULTIMA GENERAZIONE PER LE MOTO SPORT TOURING. LA SUOLA È ULTERIORMENTE PERSONALIZZATA DAL LOGO PIAZZATO IN UN INTARSIO A GOCCIA.
INterNIPANoramaNews
16
ACCESSORI / 2
L’IDEA DI movimento È IL motivo CONDUTTORE CHE SPAZIA DAI PORTA notebook E ALTRI ACCESSORI elettronici ALLO shop interior DI UN BRAND. CHE HA COME marchio IL BECCO DI UN tucano.
SOPRA, IMMAGINI DEL NEGOZIO MONOMARCA TUCANO A MILANO, IN PIAZZALE CADORNA, E, A SINISTRA, ALCUNE BORSE PORTA NOTEBOOK DEL BRAND. INTERESSANTE DA NOTARE, NELLA SCOMPOSIZIONE DELLE PARTI CHE COMPONGONO L’OGGETTO, L’ATTENTA CURA A FARE SÌ CHE IL PC SIA PROTETTO E CONTEMPORANEAMENTE USABILE ANCHE QUANDO È CUSTODITO.
di Serena Ravelli
al mondo dell’abbigliamento per la ricerca di materiali, colori e cuciture. Ne è un esempio la serie Tarta, rivestita da un materiale usato per le giacche a vento, con cuciture a trapunta negli angoli che evidenziano la funzione di rinforzo. Mentre la collezione Opera è realizzata accoppiando il tessuto alla vera pelle, che avvolge il volume della borsa nei punti di maggiore usura, I prodotti dal marchio Tucano sono oggetti molto rendendo funzionale il gioco dell’intarsio. coerenti con la filosofia aziendale, che si è Anche lo spazio vendita monomarca nel centro delineata grazie a uno stile fatto di linee pulite e di Milano si sviluppa intorno al tema dei percorsi, di dettagli molto discreti, logo compreso, e rappresentato da texture bi e tridimensionali. dall’idea che l’oggetto parli attraverso il materiale In questo elemento grafico convergono infatti e la funzionalità. Altri piccoli e grandi due aspetti: da un lato la texture rappresenta accorgimenti, che rendono questi oggetti sempre una qualità intrinseca dei prodotti dell’azienda più performanti, sono progettati e spesso (che impiega molte risorse nella ricerca sui brevettati industrialmente e vengono tessuti tecnici resistenti, generati da particolari indifferentemente applicati alle varie collezioni, intrecci di fibre) dall’altro la texture formata perché rappresentano una sorta di standard di dall’incrocio di linee nello spazio, porta con sé qualità. Tra i tanti, da citare in particolare la fascia l’idea dei percorsi metropolitani di chi si sposta elastica Anti-Sleep System dei folder per utilizzando porta accessori elettronici.“Volevamo notebook e il sistema di cuscinetti Anti-Shock che il negozio fosse integrato nella città – dice System per proteggere il computer dagli urti. Roberto Paoli che collabora da circa dieci anni Il lavoro sulle collezioni Tucano è in continua con Tucano come design director – non solo evoluzione e, negli ultimi anni, le tradizionali usando il tema dei percorsi come decorazione, borse per computer strizzano l’occhio anche agli ma anche utilizzando materiali un po’ grezzi, che utilizzatori più attenti al design, attingendo generassero un’atmosfera molto metropolitana”.
PersoNaL BaG
INterNIPANoramaNews
18
ACCESSORI / 3 JPLUS È UN CROSS-BRAND NATO NEL DICEMBRE 2008 DALL'INCONTRO TRA UN GRUPPO DI CREATIVI DI PADOVA. LA PRIMA COLLEZIONE È ISPIRATA AL MONDO DELLA BEAT GENERATION. GLI OCCHIALI DI JIMI HENDRIX, JANIS JOPLIN E JOHN LENNON SONO INFATTI RIPROPOSTI IN CHIAVE CONTEMPORANEA, RIATTUALIZZATI E RICONTESTUALIZZATI.
OccHiaLI DA sole O DA vista, DALLA LINEA vintage O grintosa. COMUNQUE INDISPENSABILI.
John Lennon,Jimi Hendrix,Janis Joplin sono i tre indimenticabili personaggi che hanno ispirato il progetto JPlus: una collezione di occhiali in edizione limitata, 25 pezzi per ognuna delle varianti di colore delle tre linee, da vista e da sole, per un totale di 600 occhiali. Realizzazioni uniche che si andranno piano piano esaurendo diventando icone. Ed è proprio negli anni della beat generation che JPlus affonda le sue radici traendo ispirazione dagli ideali di amore, energia e ricerca, guardando al contempo ai temi dell'ambiente e al riciclo. La confezione semirigida è infatti realizzata in “bagasse” una fibra naturale ottenuta dalla canna da zucchero. Un occhiale rivoluzionario dal piglio ingegneristico e dall’alto tasso di creatività è il Lele’s Untie. Wear: disarticolato, snodato smontabile,“su misura”. Il principio progettuale trae ispirazione dal mondo del tiro con l’arco e dell’aeronautica. Un filo in nylon è l’anima di sostegno elastica e resistente che consente di montare e smontare l’occhiale in un solo gesto. Tramite un facile innesto di aggancio e sgancio è possibile passare rapidamente da un modello da sole a uno da vista.
di Serena Ravelli SOTTO, PAUL SMITH CON GLI OCCHIALI DA VISTA RIBBONS DELLA SUA COLLEZIONE ESTATE 2010. IL FRONTALE E LE ASTE SONO DECORATE CON MOTIVI ORIGINALI ISPIRATI A SCHIZZI DELLO STILISTA.
Lo stilista Paul Smith ha appena presentato la sua linea di occhiali Spectacles, pre-collezione estate 2010. Sono sia da vista che da sole e contraddistinti dallo stile vintage che gli è congeniale. Quelli che tiene in mano sono il modello Gibbons con montatura da vista realizzata a mano in acetato con originali motivi sul frontale e sulle aste. il terminale è a sua volta decorato con un motivo a forma di quadrifoglio ispirato a uno schizzo di Paul. Tra gli occhiali da sole femminili spicca il modello Cecile, in cui l’ispirazione retro è molto spiccata. Sono realizzati anch’essi a mano in acetato con una linea originalmente smussata, e l’asta presenta motivi circolari in smalto viola e argento e un inserto a forma di teschio, disegnato dallo stilista, inserito nel terminale. Non manca l’occhiale da aviatore, il Chadwick, a doppio ponte in metallo, un’alternativa trendy alla classica linea del Karlson. È un modello unisex che dona a ogni tipo di viso: i naselli in silicone offrono SOPRA, LE PERFORMANCE DELL’OCCHIALE LELE’S UNTIE. ulteriore comfort, mentre le lenti in nylon WEAR, CHE SI PUÒ MONTARE E SMONTARE CON UN SOLO fotosensibile garantiscono la massima GESTO, NONCHÉ TRASFORMARE A MISURA DELLE PROPRIE protezione dai raggi Uv. Il terminale è decorato ESIGENZE. SULLA BARRA DEL FRONTALE FA CAPOLINO con un elaborato dettaglio a forma di chitarra. “L’OCCHIO DI SHIVA”.
INterNIPANoramaNews
20
NEGOZI GLAM
UNA FILIALE DELLO STORE SHOEBOX, APPENA APERTA IN UNA ZONA TRENDY NEWYORKESE. SCARPE ED ACCESSORI PRODOTTI DIRETTAMENTE DAL MARCHIO SI ALTERNANO A QUELLI DI ALTRI BRAND, COME VINCE CAMUTO E ARTURO CHIANG COLLECTIONS. L’ILLUMINAZIONE DIRETTA È RISOLTA CON LAMPADE COSTANZA DI LUCEPLAN, DESIGN RIZZATTO E MEDA.
WHEATLEY PLAZA È LA cornice ideale PER QUESTO NEGOZIO CHE TRATTA scarpe COME SHOPPING esperienziale. di Tersilla Giacobone
SHoe Box New YorK Oltre duecento pannelli in vari colori e con differenti funzioni creano l’incredibile paesaggio della filiale newyorkese di Shoebox, un marchio venduto in tutto il mondo dalla organizzazione in franchising Nexcen, che opera dal 1954 avvalendosi di una équipe di designer americani e trendsetter europei. Il progetto, che verrà replicato in Sud Corea, Vietnam e Kuwait, è opera dello Studio Sergio Mannino con esperienza pluriennale in retail e design per l’industria. L’idea di una serie di pannellature che attraversano lo spazio crea l’immagine sorprendente di pareti fatte di grandi scatole, alcune delle quali si aprono
per mostrare il contenuto: scarpe e accessori. Ogni pannello, la cui finitura varia dal laccato al rivestimento in carta da parati e linoleum trattato con una texture che mima il disegno dei pixel, è accostato ad altri a determinare una griglia di linee orizzontali e verticali che corrono in parallelo e definiscono la palette cromatica, alternandosi a superfici traslucide e specchiate. Al centro dello store è sistemata la zona di sedute, con grandi pouf di colore grigio illuminati dalle lampade Costanza di Luceplan. È infatti un vezzo dello studio Mannino di inserire in ogni loro progetto un prodotto di design italiano.
INterNIPANoramaNEws
22
SHOES NY LA COLLEZIONE PRIMAVERA ESTATE DI UNITED NUDE, IL MARCHIO DI SCARPE USA CHE HA COME DIRETTORE CREATIVO REM D. KOOLHAAS (FOTO A SINISTRA) NIPOTE DELL’OMONIMO ZIO, ARCHISTAR DI STUDIO OMA. IN BASSO A SINISTRA, IL NEGOZIO DI NEW YORK.
Un brand dal nome equivocabile, United Nude, che nasce dall’incontro tra due giovani creativi con un background familiare di primo piano: Rem D. Koolhaas, architetto e nipote, quasi omonimo, del più famoso architetto europeo (stesso nome ma senza D.), e un produttore, Galahad Clark, che appartiene alla settima generazione della famiglia delle storiche desert boot. United Nude nasce con l’idea di una progettazione open source, in cui diversi operatori dislocati in varie parti del globo collaborano in un gioco aperto e senza schemi. Gli inizi sono del 2003 e, in pochi anni, è un grande successo. Oggi scarpe, sandali e stivali sono venduti in oltre trenta Paesi, la rete di vendita ha terminali a New York, London, Vienna, Shanghai, Tianjin e Guangzhou e, in Italia, UN è distribuita in quindici negozi. Nel 2009 si è
EcceNTRITÀ D’Autore di Alessandro Rocca
REM D. KOOHLAAS PORTA IL NOME DEL FAMOSO zio archistar, MA AI GRATTACIELI PREFERISCE le scarpe. DAL TAGLIO ARCHITETTONICO.
inaugurato il primo flagship store, ad Amsterdam, e per quest’anno sono previsti altri due monomarca, a Shangai e New York. Il segreto del successo? Sicuramente il carattere del design è speciale, legato a un approccio strutturale che mette in evidenza i rapporti tra gli elementi della scarpa, sottolinea la struttura, separa e caratterizza i diversi componenti, esalta il contenuto tecnologico e mescola texture colori e materiali con decisa disinvoltura. Dall’immaginazione di Koolhaas nascono collezioni di taglio architettonico, con tacchi neri squadrati inseriti in scarpe morbide e colorate, e calzature concepite come un unico elemento continuo che si avvolge attorno al piede. Il tacco è l’elemento più fertile, e può diventare un’ellisse metallica che cita la sedia Barcelona di Mies, oppure replica il sistema a sospensione della sedia degli Eames, evocati anche nel nome della collezione. Altri tacchi riproducono la forma dello Stealth, l’aereo invisibile, ma l’aspetto più eccitante è la commistione tra pensiero ed emozione, tra astrazione del concept e la forma e il peso del corpo. Come nell’algebrico nastro continuo che, nelle scarpe della collezione Mõbius, si avvolge con sensualità intorno alla forma del piede femminile.
INterNIPANoramaNews
24
LIMITED EDITION
UNA COLLEZIONE DI vasi DESTINATA AI SOLI NEGOZI Venini. SONO CINQUE gli esemplari PER OGNI forma E COMBINAZIONE DI colore.
LE DIVERSE FORME E COMBINAZIONI DI COLORE DELLA COLLEZIONE OTTO, CREATA DA LUCA NICHETTO PER VENINI, E ALCUNE FASI DELLA LORO LAVORAZIONE AD OPERA DEI MAESTRI VETRAI MURANESI. FOTO ARCHIVIO VENINI E STUDIO NICHETTO.
OTTO x CINQUE Luca Nichetto, che assieme ad Alessandra Pisoni firma la neonata collezione di vasi Otto, in vetro, dice:“L’esperienza dei maestri vetrai emerge nell’abilità di plasmare la materia con un gesto semplice e naturale”. E soggiunge:“Partendo dall’archetipo del vaso cilindrico si ottiene una forma tronco conica e, successivamente, un taglio secco alla sommità del corpo rende visibili otto strati di vetro, rivelando la diversità di sfumature cromatiche al suo interno”. Di fornaci se ne intende questo young designer di successo, avendo trascorso la sua infanzia a Murano con il nonno maestro vetraio che gli ha passato oltre ai geni anche la passione per questo lavoro in cui la materia viene letteralmente dominata all’istante dalla perizia dell’uomo. Passione per il vetro che diventa poi per Luca una tirannia nei confronti di ogni altro materiale che gli serva per progettare oggetti d’altro genere e funzione. Qualcuno confonde l’esperienza di Nichetto, che tracima dalla conoscenza approfondita dei materiali a tutti i processi produttivi, per una sorta di estremo tecnicismo. È vero il contrario, conoscendo la poesia che è insita nel suo atteggiamento verso il lavoro di designer. Basta riandare ai suoi lavori più recenti: nella collezione Essence di oggetti (vasi, ciotole, candelieri) fatti con la coppia di marchi Bosa e Venini, Luca cerca e trova l’unione ideale tra ceramica e vetro attraverso l’uso degli strumenti tipici della loro lavorazione artigianale. Ma ad entrambi i materiali, come in una coppia che si augura lunga vita, lascia la propria autonomia e individualità. La duplice anima – quella della
di Tersilla Giacobone
tradizione artigianale e quella della tecnologia industriale – che Nichetto infonde in ogni suo progetto è ancora più esplicita nel sistema divisorio Maria (2007) che consente pareti decorative fatte di foglie che sembrano vere, come quelle che si arrampicano sui muri. I tralci in propilene sono stampati con l’effetto della lavorazione a merletto-uncinetto, tipica veneziana. La collezione Otto a tiratura limitata verrà successivamente riproposta con altre combinazioni di colore in produzione anche seriale.
INterNIPANoramaNEws
26
INterNIPANoRAma News
TEXTILE Che il tappeto sia in gran voga è evidente, basti solo pensare alle sperimentazioni di aziende come Imago Mundi, che qualche anno fa fece reintepretare ai designer dei tappeti vintage sardi o Nodus, che propone collezioni firmate realizzate in Oriente. Dalle sperimentazioni con il digitale di Richard Hutten per I+I dello scorso Fuori Salone ai kilim da esterno di Patricia Urquiola per Kettal, insomma, nel settore c’è fermento. Forse per questo anche i giovani designer si cimentano nell’impresa e, slegati dai vincoli della produzione, si lasciano andare a sperimentazioni che letteralmente trasformano il tappeto nella sua essenza. È il caso di Design Who?! che lo scorso ottobre, alla Dutch Design Week, l’ha trasformato in seduta, grazie all’aggiunta di una scocca in poliestere ricoperta da schiumato. E dello svizzero Florian Kräutli, che intreccia fili con elettroni a conduzione per realizzare una superficie morbida da posare a terra. In tutto simile a un tappeto, essa è invece un sistema di trasmissione di onde radio: camminando sugli intrecci, il corpo funge da trasmettitore e aziona l’impianto acustico collegato al tessuto. Mentre Heleen Klopper ha sviluppato un Woolfiller, un sistema che utilizza la proprietà naturale del feltro di attaccarsi meccanicamente (e non chimicamente) ad altri tessuti per “ritoccare” tappeti consumati: e il rattoppo diventa decoro.
UN TAPPETO RATTOPPATO CON IL SISTEMA WOOLFILLER IN FELTRO, DI HELEEN KLOPPER. IL CARPET COUCH, SEDUTA IN POLIESTERE, SCHIUMATO E TESSUTO, DI STUDIO WHO?! .UN DETTAGLIO DELLA SUPERFICIE DELLA HUMAN ANTENNA, DI FLORIAN KRÄUTLI.
CHI L’HA DETTO CHE DEBBA ESSERE solo bello, MORBIDO, DECORATIVO? I GIOVANI DESIGNER ALLA RISCOPERTA DEL tappeto. PER DARGLI UNA marcia in più.
CALPestare con cuRA di Laura Traldi
appuntINterNIPANorama
ultime SFIDE HIBRID LINKED, A PECHINO, È IL QUARTIERE DI LUSSO AD ALTA DENSITÀ DOVE SORGE QUESTO INSEDIAMENTO PROGETTATO DALL’ARCHITETTO AMERICANO STEVEN HOLL: OTTO GRATTACIELI CON OLTRE SEICENTO APPARTAMENTI PER 2500 ABITANTI. PROTAGONISTI DELLO SCENARIO SONO I PONTI CHE VOLANO DA UNA TORRE ALL’ALTRA, TRACCIANDO PERCORSI IN QUOTA.
LA COSTRUZIONE, A Pechino, DI UN complesso ACCOGLIENTE CHE HA I requisiti DELLA modernità ESTREMA. LA CAPACITÀ NELL’Interior decoration DI SPAZIARE TRA culture diverse. LA riscoperta IN OGNI fare DELLA bellezza DELLE COSE imperfette.
30/ appuntINterNIPANorama
HYBRID LINKED: ACQUA, COLORATE PASSERELLE SOSPESE E FACCIATE DI ALLUMINIO PER UNO SPAZIO TOTALMENTE PEDONALE CHE UNISCE ALTA TECNOLOGIA ALLA MASSIMA SOSTENIBILITÀ ENERGETICA.
I PONTI SOSPESI CONTENGONO TUTTE LE FUNZIONI COLLETTIVE, GALLERIE D’ARTE E ATTREZZATURE SPORTIVE, SCUOLE E RISTORANTI, IN UNA PASSEGGIATA CONTINUA E CIRCOLARE. L’ILLUMINAZIONE NOTTURNA DEGLI ESTERNI È REALIZZATA CON PROIETTORI DE IGUZZINI.
PeRcorsI In QuoTa
di Alessandro Rocca foto di Iwan Baan
UN LUOGO spettacolare E sostenibile NEL CENTRO DI Beijing. UN PROTOTIPO DI insediamento URBANO CHE anticipa IL futuro DELLA CAPITALE CINESE.
di Holl, uno scenario di taglio cinematografico, animato e veloce, dove la griglia continua delle finestrature tutte uguali è lo sfondo di una serie di immagini molto dinamiche. Protagonista di questa architettura animata sono i ponti che volano da una torre all’altra, tracciando un percorso in quota che contiene gli spazi comuni di maggior pregio: librerie, gallerie d’arte, sale per eventi culturali, caffetterie e sale da tè, ristorante e lounge bar, centro estetico, piscina e palestra. La separazione così netta tra la massa omogenea delle residenze e l’eccezionalità dei servizi genera uno spazio semipubblico intenso e variato, in cui l’altezza e la densità delle torri non desta un effetto Beijing, spostarsi da qualsiasi parte significa taxi, oppressivo ma al contrario costituisce un fattore di vivacità, di intensità ingorghi stradali e aria inquinata. Con Hybrid Linked (questo è il nome spettacolare. L’attenzione posta negli aspetti percettivi, che volgono del quartiere) abbiamo voluto creare un complesso che raccogliesse al proprio in positivo le possibili conseguenze negative dei grandi volumi, hanno interno tutte le principali funzioni urbane”. Così spiega l’eccezionale un corrispettivo tecnico nella cura della sostenibilità energetica ed ecologica integrazione di abitazioni e servizi Hideki Hirahara, a capo dello studio cinese del complesso, riconosciuta con la Leed Golden Certification. Nelle parole di Holl Architects. Steven Holl, americano di Seattle con sede stabile a New di Steven Holl, Hybrid Linked “vuole essere un’oasi urbana, una città nella York City, è ormai da anni uno degli architetti più inventivi e interessanti, città orientata a favorire il movimento pedonale attraverso una combinazione grazie soprattutto a una speciale abilità nella manipolazione dello spazio e di spazi pubblici e privati che favoriscono la condivisione delle risorse, della luce. Nei suoi musei, il Kiasma di Helsinki e il Nelson Atkins di Kansas e che riducono la necessità di dispendiose modalità di trasporto”. Dal punto City, la luce serve per creare atmosfere rarefatte e spazi liquidi in cui di vista ecologico, è molto interessante il recupero delle acque grigie, sospendere le opere d’arte. A Pechino, invece, la sfida è la costruzione provenienti dagli appartamenti, che sono riciclate per l’irrigazione dei di un paesaggio che abbia tutti i requisti della modernità estrema riuscendo giardini, per la vasca d’acqua e per le toilette, riducendo il consumo di acqua a essere anche accogliente e seducente, trovando un rimedio alla freddezza potabile del 41%. Un’altra tecnologia sostenibile che porta a una forte che sembra una componente inevitabile degli edifici di grandi dimensioni riduzione di emissioni di CO2 è il geotermico che, attraverso 660 pozzi e a tecnologia avanzata. Otto grattacieli, oltre seicento appartamenti per 2500 di cento metri di profondità, sfrutta il differenziale di calore per alimentare abitanti, un quartiere di lusso ad alta densità che diventa, nella versione il sistema di riscaldamento con una fonte energetica assolutamente naturale.
“A
appuntINterNIPANorama / 33
LOREM IPSUM DOLOR SIT AMET, CONSECTETUER ADIPISCING ELIT, SED DIAM NONUMMY NIBH EUISMOD TINCIDUNT UT LAOREET DOLORE MAGNA ALIQUAM ERAT VOLUTPAT. UT WISI ENIM AD MINIM VENIAM, QUIS NOSTRUD EXERCI
CaiRO FooD di Lorem Ipsum
di Tersilla Giacobone
LA MÈTA DE IL Cairo, IN EGITTO, È RESA ANCORA PIÙ golosa DA due NUOVI ristoranti. ENTRAMBI ALL’INTERNO DELL’HOTEL Four Seasons E progettati DA Didier Gomez. I menu SONO ASSAI differenti: UNO multietnico, L’ALTRO french.
IL RISTORANTE MULTIETNICO INDIGO OFFRE UN’ATMOSFERA ESOTICA MA CONTEMPORANEA NELL’USO DEL LEGNO ZEBRANO PER LE BOISERIE E DELLA PIETRA SCURA A PAVIMENTO. IL MIX DI COLORI ARANCIO, ROSSO, GIALLO ZAFFERANO DÀ RISALTO ALL’INDIAN LOOK CHE DEVE CARATTERIZZARE IL LUOGO. IN ALTO, L’INGRESSO IN PIETRA GRIGIA, PARETI LACCATE ROSSE E RAMI D’ALBERO COME DECORAZIONE.
A
Il Cairo ci si va per svariati motivi. Inutile elencare quelli più noti. Tra quelli più banali, ma che oggi fanno presa non solo sul pubblico dei turisti, vi è l’atmosfera levantina e il fatto che la capitale egiziana si stia avvicinando a lunghi passi alla immagine di spensieratezza che contraddistingue le città-mito europee. Tra una visita al museo egizio e alle fantastiche librerie, un tramonto rivolto verso la Sfinge e lo shopping al bazaar, si trova il tempo per sostare nei bar e caffé all’aperto, sempre più occidentali come look, >> e di prenotare il pasto serale nell’ultimo ristorante che ha appena acceso
34 / RESTAURANT
Entrambi I RISTORANTI SONO ARREDATI CON PEZZI DI design MODERNO E COMPORANEO scelti CON PARTICOLARE riferimento A progettisti IL CUI nome È ENTRATO NEL gotha DELLE celebrità RICONOSCIUTE. IL RISTORANTE MAISON BLANCHE ELEGANTE, SOFISTICATO, È IL LUOGO DOVE SI PUÒ GUSTARE LA CUCINA GOURMET FRANCESE. SI ARTICOLA IN TRE AREE: LA LOUNGE (A DESTRA, IN ALTO), IL BAR CON PANNELLI SPECCHIANTI E VIDEO PROIEZIONI (IN BASSO) E IL RISTORANTE VERO E PROPRIO (QUI SOPRA). NELLA PAGINA ACCANTO, IN BASSO A DESTRA, IL RISTORANTE INDIGO CON IL SUO CUORE INDIAN LOOK.
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
le sue insegne. Tra queste quella dell’hotel Four Seasons che ha affidato al progettista francese Didier Gomez, molto noto nel campo della ristorazione, il progetto di un doppio ristorante, come comunemente oggi avviene negli alberghi a molte stelle. Ovviamente uno doveva accontentare le curiosità degli appassionati di cucina multietnica: cosa inevitabile alla latitudine de Il Cairo. Mentre l’altro è stato volutamente dedicato alla sofisticata gastronomia francese, in omaggio alla cultura d’Oltralpe che ancora oggi consente, in questa città, di potere conversare in french. Due ristoranti e due immagini completamente diverse, seppure con il comune denominatore di una contemporaneità che trapela sia nelle sale esotiche dell’Indigo che in quelle sofisticate del Maison Blanche. Entrambi i ristoranti comprendono una zona bar e l’adiacente lounge che di sera si trasforma in night club. Il look di Indigo consiste nell’avere ricreato attorno a una zona fortemente caratterizzata da un mix di culture indiane aree antitetiche come stile, riferendosi la loro immagine a quanto di più contemporaneo esista in fatto di colori, freddi, e matariali, artificiali. Tale contrasto esiste anche nel ristorante Maison Blanche che attorno alla sala da pranzo, dove tutto l’involucro è bianco per fare trionfare i colori della natura (albicocca, melanzana, verde, blu) e dei suoi frutti più magniloquenti proiettati sulle pareti, si estende una zona bar con adiacente lounge in cui tutto si raffredda in una atmosfera dove predominano il bagliore dei metalli (oro, argento, bronzo, alluminio) e l’effetto denso dei riflessi specchiati. Philippe Starck, Patricia Urquiola, Charles Eames sono alcuni tra i nomi delle vedette del design i cui pezzi sono presenti e riconoscibili nell’arredamento. Questo a garanzia dell’internazionalità del luogo e della riconoscibilità a tutte le latitudini di cifre stilistiche che stanno influenzando, soprattutto nei luoghi pubblici, il nostro criterio di valutazione. Lunga vita al good design!
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
CAIRO FOOD / 35
36 / appuntINterNIPANorama
L’ ELEGANZA DEL FATTO A MANO, DELLA NATURALEZZA , DELL’EFFIMERO. DA TOKYO A PARIGI PASSANDO PER MILANO E VENEZIA, L’ANTICA filosofia giapponese DIVENTA UNA MODA E UNO STILE DI VITA.
SIAmo TuTTI Wabi - Sabi di Patrizia Catalano foto di Henry Thoreau
L’
armonia delle cose imperfette, ovvero wabi - sabi. Una filosofia coniata in Giappone nel XVIII secolo che enfatizza il valore della semplicità, la straordinaria eleganza degli oggetti fatti a mano, dalle forme sempre diverse e sempre bellissime. Il trend parte dagli Stati Uniti dove l'architetto Leonard Koen gli dedica un libro, “Wabi Sabi. Per artisti, designer, poeti e filosofi”. (ed. italiana Ponte alle Grazie). “Il wabi-sabi rappresenta l'esatto opposto dell'ideale occidentale di bellezza intesa come qualcosa di monumentale, di spettacolare e di durevole. Interessa gli aspetti minori, temporanei ed effimeri. Per fare un
esempio in natura, l’estetica wabi non si esprime al momento della fioritura o del massimo rigoglio di una pianta: rileva piuttosto la magia di un germoglio o di un fiore appena appassito". Per sua natura intimista questo concetto ben si adatta a un momento incerto come quello che stiamo attraversando, in cui è richiesta più riflessione e maggiore qualità nel fare. Citato come new trend del fare artigianale alle scorse sfilate di Parigi, trova adepti in tutte le arti: dalla moda, al textile design, alla ceramica, passando per il paesaggismo e la pittura, come dimostrano le cinque testimonianze delle pagine seguenti.
ABITI LEGGERI, IN tessuto simile a carta, TEXTURE ISPIRATE ALLE trame della natura. NELLA LORO cascina atelier i ROHKA VIVONO UNA DIMENSIONE URBANA SENZA PERDERE IL rapporto CON IL paesaggio, FONTE DI CONTINUA ISPIRAZIONE.
FASHION nature
LEI ARGENTINA, LUI GALLESE, MARIA RESTREPO E IAN PHIN, COPPIA NELLA VITA COME NEL LAVORO, DOPO ALCUNE COLLABORAZIONI CON IMPORTANTI MARCHI ITALIANI HANNO FONDATO ROHKA, IN PERFETTA FILOSOFIA WABI-SABI. LE LORO COLLEZIONI? ISPIRAZIONE NATURA, LEGGEREZZA E MIX DI MATERIALI TECNO E IN FIBRA.
38 / PANORAMA DELLE TENDENZE /1
TECNOtextile
I DISEGNI geo DI ANJELICA STEUDEL, ELABORATI A COMPUTER E stampati A mano, SI TRADUCONO IN UNA COLLEZIONE TESSILE PER LA CASA.
NELLO STUDIO AL MARAIS ANJELICA STEUDEL RACCOGLIE PEZZI VINTAGE PER ALLESTIRE I SUOI TESSUTI D’ARREDAMENTO. IL DISEGNI LI FA SU PC, PERCHÉ LA TECNOLOGIA OFFRE INFINITE POSSIBILITÀ. POI SCEGLIE IL MEGLIO E LO STAMPA MANUALMENTE: “COSÌ OGNI TESSUTO È SEMPRE UNICO E DIVERSO”. ALLA FILOSOFIA WABI È STATA INIZIATA DAL SUO AMICO ISSEY MIYAKE PER CUI DISEGNA ALCUNE COLLEZIONI. ADORA LA TERRA DEL SOL LEVANTE, “APPENA POSSO MI CONCEDO UN VIAGGIO” E PER POTER ALIMENTARE LA SUA PASSIONE, PRENDE LEZIONI DI GIAPPONESE.
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
SIAMO TUTTI WABI - SABI / 39
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
PER RINA MENARDI L’ISPIRAZIONE CREATIVA ARRIVA dopo lunghe passeggiate nei boschi, LÌ SI RIVELA UN mondo magico. E AFFIORANO LE FORME E I COLORI CHE SI CONCRETIZZANO NELLE collezioni DELLE NUOVE STAGIONI.
È UN APPROCCIO ISTINTIVO QUELLO CHE PORTA RINA MENARDI A REALIZZARE CERAMICHE IN TERRA COLORATA LAVORATA AL TORNIO. “SBARAZZARSI DI TUTTO CIÒ CHE È SUPERFLUO PER RAGGIUNGERE L’ESSENZA DELLE COSE: SOLO ALLORA PRENDE FORMA IL VERO PROGETTO ZEN”.
CERAMICA essenziale
40 / PANORAMA DELLE TENDENZE /1
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
UN’aiuOla ESTEMPORANEA, UN’orchidea NANA DA VIAGGIO. PER L’AGRONOMO Paolo Callari, IL verde È QUALCOSA CHE CI ACCOMPAGNA OVUNQUE. Basta volerlo.
IN ALTO A SINISTRA. MONICA BAGNARI HA AFFIDATO A PAOLO CALLARI IL GARDEN DEL SUO RISTORANTE MILANESE HOME. PIANTE SELVATICHE, BAMBÙ E GREEN WALL, OLTRE A UN’ORCHIDEA NANA DA PORTARSI ANCHE IN VIAGGIO. IN ALTO A DESTRA PAOLO CALLARI, STUDIO AREPA, AUTORE ANCHE DEL VERDE DEL NEGOZIO MILANESE DI MAX MARA, MENTRE ALLESTISCE UN’AIUOLA ISTANTANEA.
GREEN spettinato
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
SIAMO TUTTI WABI - SABI / 41
FIGLIO DI UN maestro wabi - sabi, AKI KURODA TRADUCE IL PENSIERO FILOSOFICO SU tela. QUADRI BIG SIZE E UN immaginario onirico e ironico.
AKI ARTE immediata
AKI KURODA (FOTO SOPRA) DA MOLTI ANNI VIVE E LAVORA A PARIGI. NEI SUOI LAVORI, UN FORTE SENSO DEL COLORE E DELLA FORMA, SOPRATTUTTO AUTENTICITÀ E IMMEDIATEZZA DEL FARE, CHE L’ARTISTA GIAPPONESE FIGLIO DI UN MAESTRO WABI-SABI, TRADUCE IN SCULTURA E PITTURA DI GRANDE FORMATO.
42 / appuntINterNIPANorama
Tessuti performanti E processi DI FABBRICAZIONE inediti, MUTUATI DAL MONDO sartoriale, CAMBIANO LA struttura COSTRUTTIVA DELL’OGGETTO. DAL divano ACCOGLIENTE COME UNA coperta ALL’auto RIVESTITA in maglia ELASTICA.
IN ALTO, RE:COVER DI FREDRIK FÄRG, COLLEZIONE BESPOKE, SEDUTE IN FELTRO. OGNI VERSIONE HA UN TAGLIO DIVERSO DEL TESSUTO CHE È ADATTATO A SEDIE DI RECUPERO (FOTO DI MARIA SAHLANDER). SOPRA, POLTRONE LAZY BASTARD DI BERTJAN POT PER MONTIS, UNA PROPOSTA PER UN COMFORT ANTICONVENZIONALE, RILETTURA DELLA POLTRONA “A SACCO” IN FORMA DI COMODA LOUNGE CHAIR PER UN TARGET GIOVANE. A DESTRA, CABBAGE CHAIR, DESIGN NENDO, REALIZZATA IN CARTA DA RICICLO EFFETTO “PLEATS PLEASE” PER LA MOSTRA XXIST CENTURY MAN CURATA DALLO STILISTA ISSEY MIYAKE A TOKIO NEL 2008.
New FITTinG
di Ali Filippini
DALL’ALTO IN BASSO: IL LAVABO TESSILE DEL PROGETTO ANOTHER BATHROOM DI FELIPE RIBON, CHE SI INFILA ALLA STRUTTURA TUBOLARE E SI LAVA IN LAVATRICE COME UN NORMALE INDUMENTO. IL CONCEPT PREVEDE ANCHE UNA VASCA DA BAGNO CHE SFRUTTA LO STESSO CONCETTO. IL TESSUTO SI ADATTA AL DISEGNO DELLA STRUTTURA PORTANTE E OFFRE UNA FORMA MORBIDA E ACCOGLIENTE.
A
lcuni interessanti esempi del design dell’ultimo periodo sono accumunati per l’esplorazione di un comfort ritrovato, una nuova ergonomia – per usare un termine da addetti ai lavori – centrata sull’estrema adattabilità, “fitting” appunto, tra l’oggetto e la persona. Oggi le possibilità offerte da tessuti sempre più sofisticati, consentono alla pelle delle cose di diventare protagonista della forma, venendo in aiuto anche la tecnologia per ottenere lavorazioni appropriate che appartenevano al mondo artigianale. È la rivalsa del tessile, sottoforma di un abito performativo da fare indossare agli oggetti, persino ai più complessi come l’automobile. Ha fatto scuola il prototipo Gina Concept (acronimo di Geometry and Function in “N” Adaptations), del designer Chris Bangle per BMW, un’auto sperimentale con maglia elastica “effetto indossato” al posto della carrozzeria metallica, che il designer vuole estendere ad altre tipologie, come le case prefabbricate. Similmente, il progetto Another Bathroom, per un “bagno tessile”, >> del giovane designer Felipe Ribon trasforma il duro in morbido
44 / PANORAMA DELLE TENDENZE / 2
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
DALL’ALTO IN BASSO:TAPPETO WOODEN-CARPET, DI ELIZA STROYZK, UNA COPERTA MULTIUSO IN LEGNO TAGLIATO AL LASER E CUCITO SU TESSUTO CHE SI ADATTA A SOLUZIONI D’USO DIFFERENTI. POLTRONA PLEATED PLEAT DI RAW-EDGES DESIGN, PRESENTATA ALLA MOSTRA CRATF PUNK 2009 (DESIGN MIAMI). SEDUTA COLLEZIONE QUILT DI RONAN & ERWAN BOUROULLEC PER ESTABLISHED & SONS, DALLA FORMA ALVEOLARE DI GRANDE TRAPUNTA, REALIZZATA CON TESSUTO ELASTICO KVADRAT E RIEMPIMENTO IN SCHIUMA POLIURETANICA.
e con l’aiuto di un tessuto nanotecnologico antibatterico e impermeabile (lavabile in lavatrice) reinventa il rito della cura del corpo. Il nuovo comfort dato da tessuti e fibre stretch è alla base anche del prototipo di divano con schienali che appaiono e scompaiono a comando, deformandone la superficie, che Antonio Citterio con Campeggi ha proposto nella seconda edizione della fortunata mostra Tokio Fiber (lo scorso FuoriSalone milanese). E l’elasticità è chiave espressiva per i concept design più audaci, come nella collezione Skin di Nacho Carbonell, che immagina tavoli rivestiti con morbide guaine sotto le quali si possono riporre le cose. Altrove, come negli imbottiti, sono i tagli rubati all’abbigliamento a ridisegnare proporzioni e volumi, come nella collezione RE:cover di Fredrik Färg, dove ogni poltrona ha un taglio diverso del tessuto che la riveste e personalizza. Mentre i divani della serie Quilt dei fratelli designer Bouroullec nascono dall’idea di venire percepiti aderenti ai corpi come una coperta, quasi indossabili: nel loro doppio rivestimento in tessuto elastico, come in un guanto, sono calzati dei moduli di poliuretano che conferiscono al pezzo l’aria “muscolare” che lo connota. Emerge anche una nuova ergonomia centrata sui valori della sensorialità: Lazy Bastard di Bertjan Pot per Montis, rappresenta per il designer la versione borghese della poltrona “a sacco” degli anni Sessanta, avendo forma tradizionale ma imbottitura in granuli di polistirolo, che ne modificano l’aspetto rendendola casual e stavolta “misfit”, un po’ fuori taglia. La poltrona della serie Pleated Pleat, del duo Raw-Edges è l’esempio di una sartorialità industriale
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
NEW FITTING / 45 DALL’ALTO IN BASSO: I PEZZI DELLA SERIE SKIN DI NACHO CARBONELL SONO AVVOLTI IN UNA GUAINA ELASTICA E PREVEDONO IL GIOCO DI PARTECIPAZIONE DEL FRUITORE, CHE PUÒ NASCONDERE O RIPORRE OGGETTI INTERNAMENTE. DALLA MOSTRA TOKIO FIBER – SENSEWARE 2009, IL DIVANO MOSHI MOSHI DI ANTONIO CITTERIO CON L’AZIENDA CAMPEGGI, IN TESSUTO ELASTICO FINEX SU STRUTTURA MOBILE, IN GRADO DI CAMBIARE A COMANDO MORFOLOGIA.
LA reinvenzione DEL COMFORT PASSA ATTRAVERSO volumi ELABORATI TRAMITE tagli SARTORIALI PER ADATTARE LE forme AL CORPO. COME UN VESTITOindossato.
GINA LIGHT CONCEPT CAR, È IL PROTOTIPO BMW DI UN’AUTO SPERIMENTALE CON MAGLIA ELASTICA CHE AVVOLGE IL TELAIO ED È IN GRADO DI ADATTARSI AGLI STIMOLI DEI COMANDI ELETTRICI RENDENDO LA SUA FORMA DIFFERENTE.
che all’apparenza può scoraggiarne l’uso: qui il rivestimento della seduta è realizzato con una plastica malleabile (Tyvek) intrecciata come un origami e riempita con morbida schiuma di poliuretano per acquisire volume. Fino ad arrivare ad oggetti ibridi che, chiudendo il cerchio, riconducono all’abito attraverso la sua diretta evocazione. Per esempio, la coperta multiuso in legno tagliato al laser e cucito su tessuto di Eliza Stroyzk, che, grazie al taglio geometrico dei moduli che la compongono, prende volume e passa dal bidimensionale al tridimensionale. E Cabbage Chair di Nendo, altro pezzo sperimentale di seduta confortevole confezionata con materiale di riciclo (proveniente dalla produzione dei famosi tessuti “pleats please” dello stilista Issey Miyake, committente del pezzo) che arrotolata e “sfogliata” ad arte si trasforma in un’avvolgente poltroncina in grado di sostenere il peso di una persona.
46 / appuntINterNIPANorama
LA DIMENSIONE DEL viaggio AFFASCINA E SEDUCE. A un secolo DALLA CREAZIONE DEI primi bauli-armadi DI VUITTON, LA valigia che arreda CONTINUA A FARE TENDENZA. IN MODO più divertente.
SEmPre cOn mE di Laura Traldi
LA SEDIA SITBAG DELLA COLLETTIVA TURCO-AUSTRIACA MAYBEDESIGN: ALLE VALIGIE È STATA AGGIUNTA UNA STRUTTURA IN ACCIAIO INOSSIDABILE E UNA SEDUTA IN SCHIUMATO E TESSUTO.
TASSENKAST DI LOTTY LINDEMAN DELLA GALLERIA OLANDESE GALLERIA PRIVEEKOLLECTIE, ARMADI A MURO REALIZZATI IN LEGNO E TESSUTO IMBOTTITO. SUITED CASE, SOFA COMPONIBILE FORMATO DA VALIGIE IMBOTTITE, COLLEGATE TRA LORO CON UN SISTEMA DI BLOCCAGGIO. ALL’OCCORRENZA POSSONO ESSERE UTILIZZATE COME BORSE DA VIAGGIO. PER NON SENTIRE MAI LA NOSTALGIA DI CASA. DI NIEUWEHEREN. VALISES DI MAARTEN DE CEULAER PER CASAMANIA, UNA SERIE DI MODULI IN CUOIETTO ABBINABILI LIBERAMENTE. PESA SOLO 12 CHILI L’INSTANT HOUSE IN ALLUMINIO DELL’ARTISTA-DESIGNER TEDESCO WINFRIED BAUMANN. ALL’OCCORRENZA SI TRASFORMA IN UNA MINI-ZONA NOTTE.
48/appuntINterNIPANorama / CINEMA
NONsoLo GLamoUR di Andrea Pirruccio
AL FESTIVAL DI Venezia ERA ATTESO CON SUFFICIENZA, MA IL FILM A single man, RIDUZIONE PER LO schermo DELL’OMONIMO ROMANZO DI Isherwood A OPERA DELLO STILISTA Tom Ford, EMOZIONA E sorprende. NON SOLO PER LO stile.
IMMAGINI DI A SINGLE MAN (2010), ESORDIO NELLA REGIA DELLO STILISTA TOM FORD, L’UOMO CHE NEGLI ANNI NOVANTA HA DETERMINATO IL RILANCIO DELLA MAISON GUCCI. LA PELLICOLA È TRATTA DAL ROMANZO OMONIMO DI CHRISTOPHER ISHERWOOD, PUBBLICATO NEL 1964. I MAGNIFICI COSTUMI ‘D’EPOCA’ SONO OPERA DI ARIANNE PHILIPS. NELLA PAGINA ACCANTO, ANCORA DUE SCENE TRATTE DAL FILM. PER LA SUA MAIUSCOLA INTERPRETAZIONE, COLIN FIRTH (IN ALTO CON MATTHEW GOODE E IN BASSO CON JULIANNE MOORE), SI È AGGIUDICATO LA COPPA VOLPI COME MIGLIORE ATTORE AL FESTIVAL DI VENEZIA.
I
nutile raccontare frottole: A Single Man, l’opera prima dello stilista Tom Ford, l’uomo che negli anni Novanta ha contribuito al rilancio della maison Gucci prima di creare il marchio di moda che porta il suo nome, era atteso con mal dissimulato scetticismo. Al Festival di Venezia, dove il film è stato presentato, i critici avevano già spianato metaforici fucili per impallinare un’ipotizzabile sfilata di immagini fashion, una successione di quadri glamour da rivista patinata, un fuoco di fila di inquadrature arty fino allo sfinimento. E invece il texano Ford è tornato a casa tra gli applausi, mentre il suo protagonista, un Colin Firth di sbalorditiva bravura, si è aggiudicato una DUIS AUTEM VEL EUMVolpi IRIURE DOLOR IN HENDRERIT IN VULPUTATE VELIT ESSE ineccepibile Coppa per la migliore interpretazione. Tratto dall’omonimo MOLESTIE CONSEQUAT DUIS AUTEM VEL EUM IRIURE DOLOR IN HENDRERIT IN libro di Christopher Isherwood (pubblicato nel 1964), A Single Man racconta la VULPUTATE VELIT ESSE MOLESTIE CONSEQUATDUIS AUTEM VEL EUM IRIURE DOLOR IN giornata diIN unVULPUTATE professore universitario cinquantenne affranto per la morte del HENDRERIT VELIT ESSE MOLESTIE CONSEQUAT proprio compagno e che, sconvolto dal dolore, si rende conto, rimasto solo, DUIS AUTEM VEL EUM IRIURE DOLOR IN HENDRERIT IN VULPUTATE VELIT ESSE dell’improvvisa vacuità della propria esistenza. Ford, anche sceneggiatore e MOLESTIE CONDUIS AUTEM VEL EUM IRIURE DOLOR IN HENDRERIT IN VULPUTATE VELIT produttore (il film l’ha interamente pagato di tasca propria: sette milioni ESSE MOLESTIE CONSEQUAT, DUIS AUTEM VEL EUM IRIURE DOLOR quasi IN HENDRERIT IN VULPUTATE VELIT ESSE MOLESTIE CONSEQUAT, di dollari, una bazzecola se rapportato agli SEQUAT, standard hollywoodiani), appronta al libro qualche variante: assegna al protagonista, George, il cognome del suo primo boyfriend, Falconer, quindi innesta, nel passato dello stesso George, una relazione sessuale assente nel libro con la sua vecchia amica Charlie e,
infine, attribuisce all’uomo la precisa intenzione di suicidarsi al termine della giornata. Un’aggiunta decisiva per la narrazione, perché lo spettatore diventa consapevole di seguire un uomo che, risolte le ultime incombenze, porrà termine alla propria esistenza. Dal punto di vista visivo, A Single Man è un film in cui tutto è calibrato al millimetro: la splendida fotografia di Eduard Grau passa dai toni quasi monocromatici della prima parte (in cui George non vede alternative al suo intento suicida, mentre la radio rimanda notizie allarmanti sulla crisi missilistica di Cuba), alle accensioni di colore della seconda (nella quale una serie di incontri offre una speranza di futuro per il professore); la casa del protagonista, in vetro e legno, è magnifica (al punto che ci si chiede quanto guadagnasse un insegnante di inglese nella Los Angeles degli anni Sessanta); gli abiti sono naturalmente impeccabili. Ma tutta questa elaborazione formale non va a scapito dell’emozione e, se Tom Ford non arriva a essere straziante per la pura qualità delle immagini, come quel Wong Kar-Wai a cui apertamente si ispira (in certe carrellate laterali, nell’utilizzo del ralenti con funzione emotiva e, soprattutto, nella scelta delle musiche, scritte in parte da Shigeru Umebayashi, lo stesso compositore di In the mood for love), bisogna riconoscere all’autore la capacità tutt’altro che banale di commuovere e coinvolgere, anche in virtù della scelta perfetta di un attore in stato di grazia.
IdeeINterNIPANorama Tendenze moda E TENDENZE casa. ENTRAMBE SOTTO IL SEGNO DI PROGETTO E CREATIVITÀ. SEMPRE ALLA RICERCA DI un nuovo linguaggio SPESSO GENERATO DA contaminazioni, TALVOLTA IMPREVEDIBILI.
TROLLEY MONOSCOCCA BLU ELETTRICO, PIQUADRO. SGABELLO DI RON ARAD PER DRIADE. SANDALI ELASTICIZZATI DI BRUNO FRISONI. MINI ASPIRAPOLVERE COMPATTO, DI DYSON.
mix MATCH
52 / IdeeINterNIPANorama
TAccOdodICI È L'ACCESSORIO top DELLE ULTIME STAGIONI, LA scarpa VERTIGINE CHE TI FA sentire COME IN CIMA A UN grattacielo. Scultorea, architettonica, oggetto feticcio, DA UTILIZZARE CON CURA, PER EVITARE DI ‘RIMANERE A TERRA’. di Patrizia Catalano con Claudia Foresti foto di Henry Thoreau
TAPPETO GOLRAN, SEDIA ROSSANA ORLANDI, SPOLVERINO HERNO, MINI COOPER GIALLA DECAPOTTABILE. NELLA PAGINA ACCANTO, IN CLOSE UP, SANDALO GIALLO BOTTEGA VENETA, POCHETTE ROSA DI MIÙ MIÙ, SANDALO IN LEGNO E RASO ROSA E IN RASO BLU CON APPLICAZIONI IN PLEXI, PRADA.
54 / PANORAMA DEI TREND / 1
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
IN ALTO. SANDALO VERDE JIMMY CHOO, BAULETTO FENDI. TACCO ORTOPEDICO, IN CAMOSCIO ROSA INDIA DI CHRISTIAN LOUBOUTIN. A FIANCO. SCARPA IN CAMOSCIO ROSA GERANIO DI CESARE PACIOTTI, VASSOIO KARTELL. NELLA PAGINA ACCANTO. IN ALTO. ACCORDION, BORSA DA VIAGGIO DI SKITSCH, SCARPE CON TACCO STRUTTURA DI MARNI. SANDALO IN VERNICE BLUETTE CON LISTINI, BRUNO FRISONI SU SGABELLO SCREW DI RON ARAD PER DRIADE. A FIANCO. SANDALO DORATO DI CHRISTIAN DIOR.
INTERNI•PANORAMA
26 FebbRAio 2010
TACCO DODICI/ 55
56 / PANORAMA DEI TREND / 1
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
IN UN SET DI VECCHI COPERTONI I SANDALI IN CUOIO NERO CON FRANGE DESIGN DELL’ULTIMA STAGIONE LOUIS VUITTON, CON TACCO IN METALLO E ZEPPA ORTOPEDICA DI LEGNO. NELLA PAGINA ACCANTO. SEDIA MONOSCOCCA DI METACRILATO AZZURRO DI SKITSCH, SCARPE IN PLASTICA ROSSA KARTELL, DÉCOLLETÉ NERE DI LUCERTOLA DI CESARE PACIOTTI, POUF KOISHI IN FIBRA DI VETRO VERNICIATA ARANCIONE DESIGN NAOTO FUKASAWA PER DRIADE, LAMPADA IN FERRO GIALLA ROSSANA ORLANDI.
INTERNI•PANORAMA
26 FebbRAio 2010
TACCO DODICI / 57
58 / PANORAMA DEI TREND / 1
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
BOOTIE SPUNTATO REALIZZATO IN PIZZO E RETE NERI, ULTIMA COLLEZIONE FIRMATA DOLCE & GABBANA. SOTTO. SEDUTTIVO IL SANDALO BLACK CON APPLICAZIONE IN PIZZO DI VALENTINO, BAULOTTO STAMPATO FENDI, CONTENITORE KARTELL, LAMPADA DA TAVOLA GLASS DI BREMEN.
INTERNI•PANORAMA
26 FebbRAio 2010
NELLE FOTO SOPRA, IN CLOSE UP. BORSA VENTIQUATTRORE IN PELLE VERDE E AGENDA AZZURRA DI PIQUADRO. SANDALO MAX KIBARDIN. IN VIOLA I SANDALI JIMMY CHOO IN AZZURRO QUELLI DI CHRISTIAN DIOR. FOTO A LATO. A TERRA DISTESA IN TRASVERSALE, LAMPADA SLAMP, CONTENITORE AZZURRO JEAN LUOIS AVRIL, SGABELLO PLOPP E SEDIA CLAY DINING CHAIR DI MAARTEN BAAS, TUTTO DI ROSSANA ORLANDI. CONIGLIETTI CANDELA DI JANNELLI & VOLPI. SI RINGRAZIA PER LA LOCATION PNEUS POINT, PNEUMATICI AUTO E MOTO DI CERNUSCO SUL NAVIGLIO, MILANO.
TACCO DODICI / 59
60 / IdeeINterNIPANorama
IN TEMPI DI NECESSARIA sobrietà, IL LUSSO CAMBIA NATURA. DIVENTA “rilusso”. NON SFARZO E MATERIALI PREZIOSI, MA BUONE IDEE, UN TOCCO D’IRONIA E DI SAPER FARE ARTIGIANO. ALL’ORIGINE DI QUESTA NUOVA DECLINAZIONE, c’è una filosofia: L’AVER CURA, di ciò che si è DIMENTICATO. LE COSE antiche, GLI avanzi DI tessuto, I VECCHI GIORNALI POSSONO RINASCERE. BASTA AVERE FANTASIA! di Cristina Morozzi
Relux
G
li inviti alla parsimonia non hanno mortificato la creatività, anzi le hanno dato nuovo ossigeno. Le necessità, è noto, aguzzano l’ingegno. Nella moda e nel design si moltiplicano i progetti di “ rilusso”: gioielli, borse, accessori e complementi d’arredo realizzati con cose che hanno vissuto altre vite. La sfida è di rendere queste proposte nobili, eleganti e, in qualche misura, preziose. E preziose lo sono, non tanto per il valore intrinseco, quanto per la fantasia. La nuova idea di lusso è legata all’ inventiva più che al pregio del materiale. La dignità estetica si basa su lavorazioni accurate, sull’effetto sorpresa e sul richiamo esercitato dall’aura di memoria. L’inedito acquista così il sapore del ricordo. Le cinture realòizzate con pagine di riviste raccontano cronache d’altri tempi. Il duo libanese Bokja riveste vecchi sommier con sgargianti patchwork di tessuti che parlano di viaggi nelle antiche culture mediorientali. Gentucca Bini, stilista fuori dal coro, nel suo atelier milanese, ricavato da un vecchio teatro, reinventa gli abiti passati di moda. Gli elaborati collier di Mariella di Gregorio creati con i cocci di porcellana, rammentano il fascino dei vecchi servizi da tavola iperdecorati. Il marchio Fake propone vivaci collezioni puzzle ricavate da abiti vintage; Francesca Villa, la creatrice di gioielli prediletta dai vip, incastona tra le pietre preziose le antiche medagliette trovate ai mercatini. Elie Top, designer dei bijoux Lanvin, ha trasformato i tappi di cristallo sfaccettato delle caraffe di Baccarat in sfavillanti anelli. Ilaria Venturini Fendi usa il saper fare di famiglia per realizzare con avanzi di tessuto eleganti borse e ironici complementi d’arredo. Paradigmatica, infine, l’azienda lombarda Gallo, che vende toppe colorate a forma di gallo (da ostentare), per rammendare i suoi raffinati calzini rigati.
VIVACE ABITO PRODOTTO DAL MARCHIO FAKE, ASSEMBLANDO ELEMENTI DI VESTITI VINTAGE. PAGINA ACCANTO. BOUCHON DE CARAFE, IMPORTANTE ANELLO CON CRISTALLO RUBINO SFACCETTATO, MONTATO IN ORO. UNA CREAZIONE PER BACCARAT DI ELIE TOP, RAFFINATO DESIGNER DI GIOIELLI, COLLABORATORE DI ALBER ELBAZ, STILISTA DI LANVIN, CHE HA SAPUTO DARE AGLI STORICI TAPPI DA CARAFFA DELLA MAISON LA SUGGESTIONE DELLE PIETRE PREZIOSE. IL NOME NASCONDE UNA PARODIA: IN FRANCESE I GROSSI DIAMANTI VENGONO DEFINITI “BOUCHON DE CARAFE”. SOMMIER REALIZZATO DA BOKJA, MARCHIO CREATO DALLE DESIGNER LIBANESI HOUDA BAROUDI E MARIA HIBRI, CHE REVITALIZZANO ARREDI VINTAGE CON FANTASIOSI PATCHWORK DI TESSUTI DELLA TRADIZIONE TURCA. LA VARIEGATA COLLEZIONE È IN VENDITA A MILANO ALLO SPAZIO ROSSANA ORLANDI.
62 / PANORAMA DEI TREND / 2
IN ALTO, DA SINISTRA. CINTURE REALIZZATE CON PAGINE DI RIVISTE DI MODA, O DI FUMETTI, CURATE NELLA FATTURA E NEI DETTAGLI, ARRICCHITE DA FIBBIE IMPORTANTI. APPARTENGONO ALLA COLLEZIONE DI ACCESSORI IN CARTA PROPOSTI DALLA DESIGNER CARMEN BJORNALD. APPRODATA IN ITALIA, PRIMA DI DEDICARSI AL DESIGN, HA FATTO LA MODELLA. LE SUE CREAZIONI RIVELANO IL TOCCO FASHION ACQUISITO CALCANDO LE PASSERELLE. SI CHIAMA SUSHI GIRL L’ANELLO IN ARGENTO RODIATO, PLASTICA, VANADINITE (PIETRA MINERALE) E OBJETS TROUVÉS DELLA DESIGNER BARBARA UDERZO, CHE CREA MONILI CON I MATERIALI PIÙ IMPROBABILI, DALLE CARAMELLE, ALLE SORPRESE DEGLI OVETTI KINDER. E’ FATTO CON COCCI DI VECCHIE PORCELLANE L’ELEGANTE COLLIER DI MARIELLA DI GREGORIO. AVANZI DI TESSUTO E IL SAPER FARE DELLA FAMIGLIA FENDI PER LA BORSA E LO SGABELLO DI CARMINA CAMPUS, IL MARCHIO DI “OGGETTI RISORTI” CREATO DA ILARIA VENTURINI FENDI.
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
RELUX/ 63
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
L’ALBergo DEL Lusso ruvIDo
Rough Luxe HOTEL: INTERNI COME FRAMMENTI DI UN paesaggio disegnato CON LE TRACCE DEL tempo, NELLE STANZE DI UN vecchio albergo londinese. di Alessandro Rocca
A
rcheologia urbana: superfici sabbiate, pavimenti in assi di legno grezzo, intonaci sgretolati e spigoli sbrecciati mescolati a tappezzerie contemporanee e arredi di alta classe. Il piccolo albergo si trova in una costruzione del 1850, a un passo dalla stazione di King’s Cross, e per molti anni è stato gestito da una famiglia italiana. Rabih Hage, giovane architetto d’interni e gallerista d’arte, saggiando gli innumerevoli strati di tappezzerie sovrapposte ha deciso che proprio le tracce e i segni accumulati nel tempo sarebbero stati i protagonisti del progetto. Compenetrare l’antico e il nuovo per conferire all’albergo un’atmosfera intensa, con una texture che è come un archivio di reperti, un patchwork di frammenti recuperati in un viaggio a ritroso nel tempo. Secondo Hage, “la bellezza è soggettiva e ha poco a che vedere con le perfezione. Che cosa è che rende un albergo fantastico? La posizione, l’accoglienza e il trattamento che ricevi. L’aspetto materiale è irrilevante”. Naturalmente, l’obiettivo del progetto è proprio la rappresentazione di questa ostentata irrilevanza, raggiunta grazie alla disinvoltura del connaisseur che pratica l’arte impalpabile dell’assemblage, che sa unire luoghi e oggetti apparentemente inconciliabili. E il lusso? Nella massima qualità dei letti e della biancheria, e nella provvista di stoviglie, posate, arredi e suppellettili che Rabih ha fatto a una recente asta dell’Hotel Savoy.
LA SALA DA PRANZO DEL ROUGH LUXE HOTEL DI LONDRA: IL TAVOLO È COSTRUITO CON ASSI RECUPERATE DAL MOLO DI BRIGHTON. LA VASCA DA BAGNO È IN RAME. IN OGNI STANZA SI MESCOLANO TAPPEZZERIE VECCHIE E NUOVE E LO SPAZIO È AMPLIFICATO DALLE FOTO DI MASSIMO LISTRI E DA OPERE DI GILBERT & GEORGE. L’ALBERGO SI TROVA VICINO A KING’S CROSS, DI FRONTE ALLA NEWS GALLERY DI RABIH HAGE.
64 / IdeeINterNIPANorama
KATTIVI (ma non troppo) di Laura Traldi
C’È CHI NON HA MAI SMESSO DI GRIDARE AI QUATTRO VENTI CHE il Punk non è morto. FORSE HA RAGIONE. NEL CAROSELLO DEI ritorni vintage È INFATTI IL MOMENTO DELLA trasgressione, QUELLA RABBIOSA E AGGRESSIVA CHE HA FATTO storia negli anni ’70 e ’80. ANCHE SE OGGI, DIETRO IL PULLULARE DI borchie, catenelle, graffiti E tartan , NON MANCA MAI IL DETTAGLIO chic.
L’ALLESTIMENTO PUNK-CHIC NELLO SHOWROOM DI DEDON DURANTE LO SCORSO FUORI SALONE, IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DI DEDON DRESS CODE. PROGETTO DI NICOLA RAPETTI, DIRETTORE ARTISTICO DI DEDON, CON SALOMONE ARTE E LORENZA BOZZOLI. NELLA PAGINA ACCANTO. PER LA SUA COLLEZIONE DI ACCESSORI DISEGNATA PER TARGET, MARCEL WANDERS HA SCELTO UN TESTIMONIAL PUNK. LAMPADA DA TERRA DIGIT DI EMMANUEL BABLED IN CRISTALLO DI MURANO EFFETTO METALLIZZATO. LA LAMPADA HYDRA DI SANDRO SANTANTONIO PER CALLIGARIS IN METALLO CROMATO E DIFFUSORE IN VETRO SOFFIATO.
66 / PANORAMA DEGLI ARREDI
IL punk GIOCA AL métissage, SCRITTE SU SEDUTE DORATE, borchie PER PARURE DI LENZUOLA, catene PER POLTRONE GRAN COMFORT.
LUST CHAIR DI JIMMY MARTIN, SEDIA DI SECONDA MANO RESTAURATA E GRAFFITTATA. USA I COLORI DELLA BANDIERA INGLESE INGO MAURER PER LA SUA LAMPADA “DISOBBEDIENTE” IN SILICONE ZUFALL. SCEGLIE IL JEANS STRACCIATO AD ARTE CON TANTO DI CATENELLE E BORCHIETTE MATTIA BONETTI CON LA SUA DENIM ARMCHAIR, IN EDIZIONE LIMITATA PER LA GALÉRIE ITALIENNE A PARIGI. LA UNION JACK TORNA ALLA GRANDE, SOPRATTUTTO PER GLI ACCESSORI. SOTTO, UN CUSCINO DI JANE HORNSBY. NELLA PAGINA ACCANTO. IL COPRI PIUMINO UNDERCOVER PUNK IN PERCALLE DI PURO COTENE STAMPATO DELLA COLLEZIONE SUCCESSFUL LIVING FROM DIESEL, DISTRIBUITA DA ZUCCHI.
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
68 / IdeeINterNIPANorama
HANNO UN lifestyle APPARENTEMENTE banale E NE VANNO fieri, UN MODO DI PROGETTARE IL futuro, molto olandese, CHE ATTINGE A PIENE MANI DAL PASSATO. BENVENUTI NELLA DIMORA DI KIKI VAN EIJK E JOOST VAN BLEISWIJK A EINDHOVEN. Dove LA PAROLA D’ORDINE È autenticità.
ELoGio DeLLa LenTezza di Laura Traldi foto di Ruy Teixeira
P
rofessionalmente, tutto va a gonfie vele per Kiki van Eijk e Joost van Bleiswijk, “partner nella vita ma non nel lavoro”. Sono stati le star della Dutch Design Week e della fiera Art e Object Rotterdam 09. I loro pezzi vanno a ruba nelle gallerie di tutto il mondo. Hanno appena terminato un progetto di interior per Veuve Clicquot a Reims e continua la loro avventura con il marchio italiano Skitsch. Il successo, però, sembra non essergli andato alla testa. I loro hobby? Leggere, passare le serate tra amici, sedersi intorno ad un tavolone nel loro studio-atelier (in un ex complesso industriale Philips a Eindhoven) e mangiare panini con i loro collaboratori. Il loro cibo preferito? I manicaretti di Joost. Il loro oggetto cult? Per Kiki è una scatola (che lei stessa definisce “bruttina”) in cui sua nonna teneva le caramelle. Sono, insomma, due tipi “terra terra”. E fieri di esserlo. “Fa parte >> del dna olandese” dice Joost. La loro parola d’ordine? Autenticità.
SOPRA, KIKI VAN EIJK E JOOST VAN BLEISWIJK NEL LORO STUDIO DI EINDHOVEN E UN MOBILE IN COMPENSATO DI BETULLA DI JOOST, ASSEMBLATO SENZA USO DI COLLA O VITI, ALLESTITO CON PEZZI DI KIKI, TRA CUI DUE SOFT CLOCK IN CERAMICA PRODOTTI DA MOOOI. NELLA PAGINA ACCANTO, IL SALOTTO IN CUI LA FA DA PADRONE IL TAPPETO IN LANA ROSE LACE DI KIKI. SULLA DESTRA, IL MOBILE CHE LA COPPIA HA TROVATO A MILANO IN UNO SCANTINATO E RESTAURATO: È STATO ELETTO A SIMBOLO-SOUVENIR DELLE PRIME VISITE ALLA NOSTRA CAPITALE DEL DESIGN.
70 / PANORAMA DEGLI INTERNI / 1
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
LA CASA DI KIKI E JOOST È PIENA DI oggetti PRODOTTI DA loro stessi O LEGATI ALLA loro storia.
ELOGIO DELLA LENTEZZA / 71
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
1.
1. ANFORA DELLA COLLEZIONE COMPOSE DI JOOST IN LEGNO WENGÉ E PELTRO. 2. LITTLE CLOCK DI JOOST, OROLOGIO DA TAVOLO COMPOSTO DA 28 ELEMENTI IN ACCIAIO INOX ASSEMBLATI SENZA USO DI COLLA O VITI. 3. LE DUE SEDIE TRONO, REALIZZATE DA JOOST PER ESSERE UTILIZZATE INSIEME ALLA SCACCHIERA. 4. SCACCHIERA IN ACCIAIO INOSSIDABILE PROGETTATA DA JOOST UTILIZZANDO 686 LASTRE PER FORMARE I 32 PEZZI. 5. I BUTTON PLATES IN CERAMICA DI KIKI, PRODUZIONE HAANS. 6. SERVIZIO DA TAVOLA IN ARGENTO E CERAMICA DI KIKI PER SKITCH.
2.
3.
4.
5.
6.
NELLA PAGINA ACCANTO: LA ZONA PRANZO, CON UN TAVOLO (CHE APPARTENEVA ALLA NONNA DI KIKI) RESTAURATO DALLA COPPIA E ALLESTITO CON LE SEDIE DAW DEGLI EAMES PER VITRA. SUL MOBILE IN COMPENSATO DI JOOST SI NOTA ANCHE IL VASO IN CERAMICA KNICK KNACK POT, UN’AUTOPRODUZIONE DI KIKI.
Che si traduce, nel lavoro, nell’utilizzo di materiali sempre rigorosamente low tech. “Vado pazza per la ceramica e il tessile”, confessa Kiki. Mentre Joost, con pazienza quasi certosina, progetta oggetti che nascono per incastro, senza uso di colle o viti. “Divertente come il gioco di un bambino”, dice. Con tali premesse, non stupisce il fatto che la loro casa di Eindhoven sia “piena di oggetti nostri o legati alla nostra storia, che per noi hanno un significato più che di pezzi di design”, spiega Joost. Al centro del salotto, dominato dal tappeto in lana Rose Lace di Kiki, hanno ad esempio sistemato un comò di seconda mano trovato a Milano: un perfetto souvenir delle prime visite quando, ancora sconosciuti, esponevano autoproduzioni. A muro, ci sono delle mensole bianche, dalla forma irregolare, trovate in spiaggia durante una vacanza in Madagascar. Mentre uno dei pezzi forti del “decoro” è lo scheletro di un coccodrillo. “L’abbiamo mangiato in Camerun!” dice Kiki. Le tende le ha fatte la sua mamma, utilizzando del tessuto inizialmente destinato a Skitsch. “C’era un errore nella lavorazione”, spiega Kiki. “Ma appeso alla mia finestra è perfetto”. “Abbiamo anche un piatto in bronzo di Studio Job”, dice Joost. Un acquisto? “No, ce l’hanno dato in cambio di un mio vassoio. ”Con il loro lavoro, il loro “modus vivendi” e anche la loro casa, Kiki e Joost propongono un vero e proprio inno alla lentezza. Una vita in cui la qualità vince sulla quantità e la creatività si mette in moto per progettare oggetti pensati per durare per sempre piuttosto che per essere ecologici ma usa e getta. Un approccio
quintessenzialmente olandese che piace. Dai primi anni Novanta, infatti, i Paesi Bassi non fanno che sfornare designer che, dopo una partenza in sordina, diventano “enfants prodige” delle gallerie di tutto il mondo. Da Hella Jongerius a Maarten Baas, passando per StudioJob e Scholten & Baijings solo per citare i più celebri, il filo rosso del design olandese è sempre stato legato al tema del recupero della tradizione e della sua attualizzazione. Non è un chiudersi o un guardare indietro perché non si sa pensare in avanti. Al contrario, si tratta di un modo diverso – poetico e sognatore all’apparenza ma in realtà anche commercialmente significativo – di vivere la contemporaneità e di formulare l’ipotesi di un design sostenibile perché davvero a misura d’uomo. C’è solo da sperare che la recente virata della municipalità di Eindhoven in favore del sostegno al design “high tech” ad apparente discapito della creazione spontanea dei battitori liberi – che ha determinato la “partenza” della guru Li Edelkoort prima dalla Design Academy (da lei diretta per un decennio) e ora dal museo del design da lei concepito e curato, la DesignHuis – non metta a rischio il modello di vita che Kiki e Joost, come tanti altri, strenuamente sostengono. E che può forse, grazie al loro successo, avere un impatto positivo in un mondo ancora sempre troppo votato all’usa e getta.
72 / IdeeINterNIPANorama TRA I PIATTI APPESI A PARETE SPICCA “LA DONNA CHE FUMA”, ORIGINALE DI FORNASETTI, ASSEMBLATA AD ALTRI SOGGETTI DI NATURA ED EPOCHE DIVERSE. ATTORNO AL GRANDE TAVOLO ROSA, USATO SIA DA PRANZO CHE DA STUDIO SPICCANO SEDIE ACCOMUNATE DALLO SCHIENALE ALTO, TRA CUI UNA CHIAVARINA (A SINISTRA) E LA HILL HOUSE DI MACKINTOSH , COLLEZIONE I MAESTRI DI CASSINA, (VISTA DI SCHIENA).
PassiONe PaTCHworK di Tersilla Giacobone foto di Ruy Teixeira
LO stile DI VITA DI Veronica Etro COMPRENDE ANCHE IL SUO modo DI abitare.
LA STILISTA CHE CREA LA linea donna DEL BRAND DI famiglia HA LE idee chiare: “LA MIA CASA DEVE riflettere LE MIE indecisioni NEL design E LE MIE certezze NELLA moda”.
74 / PANORAMA DEGLI INTERNI / 2
L’UNICO OGGETTO DI DESIGN CONTEMPORANEO PRESENTE NEL SOGGIORNO È IL LITTLE TABLE DI PATRICIA URQUIOLA PER DRIADE (A SINISTRA). ORIGINALE D’EPOCA È LA POLTRONA A DONDOLO SGARZUL DI GAE AULENTI PER POLTRONOVA.
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
PASSIONE PATCHWORK / 75
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
IL soggiorno È SITUATO NELLA ZONA DELL’open space DOVE L’altezza È DOPPIA E PRENDE piÙ luce.
V
eronica non abita più qui. Se n’è andata da pochi mesi, quando la convivenza dei suoi due piccoli bambini con le asperità di un loft che si arrampica su due piani è diventata ardua, e forse ingestibile. La casa nuova, tradizionale come tipologia, è ancora tutta da finire ma è senz’altro più funzionale alle logiche di una famiglia che si è ingrandita. La casa vecchia – questa – è ancora nel cuore di chi l’ha costruita nel tempo, ammassando nello spazio tanti impulsi diversi, dettati ogni volta da un improvviso amore per una forma, una decorazione, un colore inconsueto oppure da una accanita volontà di portare avanti con costanza una, due, tre collezioni iniziate in tempi diversi, inseguendo pezzi di proto-design notati in vetrine di antiquari – complice in questo caso la vicinanza con la Galleria milanese di Luisa Delle Piane – o scoperti sulle pubblicazioni del nostro design storico, ma anche visti e presi nelle tante case di famiglia. “Il risultato finale, dice Veronica, era la mia ultima preoccupazione. A me piace costruire un patchwork con pezzi stranoti accostati ad altri assolutamente anonimi. La cosa più divertente era, per esempio, avere attorno al grande tavolone >> bianco, semplicissimo, quattro sedie dallo schienale altissimo.
76 / PANORAMA DEGLI INTERNI / 2
NELLA ZONA NOTTE, LE COLLEZIONI DIVENTANO PIÙ PRIVATE, COMPRENDENDO RITRATTI, FOTOGRAFIE, SOUVENIR CHE APPARTENGONO AI RICORDI DI VITA. ANCHE LA SCARPIERA A VISTA DIVENTA UNA SORTA DI BACHECA DOVE ALLINEARE IN BELL’ORDINE LE SCARPE PER TIPO E COLORE. DIETRO ALLO SCRITTOIO, LA GRANDE STAMPA È TUTTA DIPINTA A MANO. MOLTO ETEROGENEA, MA AFFASCINANTE APPARE LA COMPOSIZIONE DI SOUVENIR TRA CUI UN VASO A RIGHE DI SOTTSASS (DI BITOSSI), UNA TOUR EIFFEL, PALLE DI VETRO, UN VECCHIO VASO DI FAMIGLIA ORIENTALEGGIANTE E IL VASSOIO LACCATO LUCIDO DI FORNASETTI.
Che poi una fosse la super-snob di Makintosh, una la mitica Chiavarina, l’altra una copia delle copie poco importa”. Così è stato per i tantissimi piatti che ha appeso ovunque inseguendo itinerari noti solo a lei stessa, per i molti vasi accostati con risultati estetici imprevedibili, per le centinaia di foto, disegni, souvenir che tappezzano intere pareti in una sorta di gioioso inno a un deprecabile “horror vacui”. Tutto è a vista, anche in cucina, e a portata di mano: oggetti, libri, scarpe. E in luce, avendo catturato la scarsa luminosità concessa da lucernari con pareti
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
in vetrocemento. Nella casa nuova i bambini sono affascinati dalla presenza di vere finestre che consentono loro di vedere il paesaggio urbano circostante. Lì si trovano tutte le cose che si possono osservare in queste immagini. Alcune definitivamente allocate, altre in via di giudizio, altre ancora composte e ricomposte nei week-end invernali in cerca di una definizione più soddisfacente rispetto all’icona primigenia. Un open space concede molta più libertà compositiva, le stanze di una casa borghese diventano inevitabilmente una cornice fine a se stessa. Resta fedele all’imprinting originale la passione di Veronica per il patchwork, che si rivela prepotentemente nella sua ultima collezione di moda femminile, in cui texture, disegni, colori di isprirazione diversa diventano elementi complementari a un raffinatissimo look da strada. La casualità, come risultato di un sapiente gioco compositivo in cui figurativo e astratto, colto e popolare assommano le loro valenze senza pregiudizi, le consente di sentirsi più aperta e meno rigorosa. Ne sono testimoni le composizioni di quadri, ritratti, disegni, fotografie (tra cui una bellissima Frida Kalho fotografata dal marito Diego Ribera) che occupano intere pareti, non preoccupandosi di lasciare così a vista di tutti anche “tranche de vie” assieme a ricordi personali assai privati. Perché nella sua casa manca, invece, quasi ogni traccia di design contemporaneo e tutto si arresta alla soglia degli anni Settanta? La risposta è lapidaria: “Odio il senso rarefatto delle vetrine perché mi piace riempire gli spazi, non apprezzo il prodotto seriale poiché amo il pezzo fuori produzione, meglio ancora l’oggetto vintage originale”.
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
ANCHE LA zona PIÙ privata DELLA CASA mostra LIBERAMENTE AGLI sguardi tranche de vie.
PASSIONE PATCHWORK / 77
78 / IdeeINterNIPANorama
SPAzi sinUOsi
TRE boutique Marni, SCELTE TRA LE 95 CHE Consuelo Castiglioni CON LO STUDIO Sybarite HA IDEATO IN TUTTO IL mondo. TRATTO CARATTERISTICO: LE LINEE morbide e surreali.
di Claudia Foresti
HA INAUGURATO DI RECENTE IL FLAGSHIP STORE MARNI DI LAS VEGAS. LA FORMA SINUOSA DI UN LAZO SOSPESO NELL’ARIA È IL DESIGN CONCEPT DI QUESTA BOUTIQUE. REALIZZATO IN ACCIAIO LUCIDATO, SI SNODA LUNGO TUTTO IL PERIMETRO DELLO SPAZIO FINO A DIVENTARE UNA PARETE IN CUI SONO INCASSATI GLI ESPOSITORI IN FIBRA DI VETRO. LUNGO LA PARETE CURVA LA COLLEZIONE ACCESSORI È DISPOSTA IN CONTENITORI IN FIBRA DI VETRO RETROILLUMINATI.
LO SPAZIO LONDINESE DI MARNI, SITUATO AL 26, SLOANE STREET, SI ESTENDE SU 400 MQ SUDDIVISI SU DUE PIANI E REINTERPRETA IL CONCEPT SURREALE DEI NEGOZIO MARNI NEL MONDO. IL SOFFITTO, DIPINTO IN UN VIVACE TONO DI ROSSO, È “PERFORATO” DA GRANDI LAMPADE A FORMA ELLITTICA. IL PAVIMENTO IN RESINA BIANCA AL PIANO TERRA SI DILATA FINO AL PRIMO PIANO, CREANDO UN EFFETTO PER CUI I DUE LIVELLI SEMBRANO ATTACCATI.
80 /PANORAMA DEGLI INTERNI / 3
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
LA FACCIATA DELLA BOUTIQUE MARNI DI ST. MORITZ È STATA LASCIATA NELLA SUA FORMA ORIGINALE. ALL’INTERNO, LE PARETI, RIVESTITE IN TESSUTO NEI TONI DEL GRIGIO, RACCHIUDONO CONTENITORI RIFINITI NELLO STESSO MATERIALE O IN PELLE. LA COLLEZIONE È PRESENTATA SU RAMI STILIZZATI IN ACCIAIO, TRATTO DISTINTIVO DI TUTTI I FLAGSHIP STORE. POIS DI MARMO CREANO UN INTERESSANTE EFFETTO GEOMETRICO NEL PAVIMENTO IN CEMENTO.
IdeeINterNIPANorama / 81
DesiGN è SPInGersi oltre PIÙ CHE UN NEGOZIO DI MODA, L’Eclaireur DI RUE DE SÈVIRGNÈ A PARIGI, è una esperienza TOTALE. L’HA FIRMATA Arne Quinze, CHE HA COSTRUITO UN INVOLUCRO DI assi di legno DI RECUPERO, assemblate IN MODO CASUALE. POI TECNOLOGIA A sorpresa: DA STRUTTURE A scomparsa A MONITOR COME OCCHI MOBILI, A 147 VIDEO DIGITALI. di Cristina Morozzi
IL PERCORSO NELL’ESPERIENZA VISIVA/SENSORIALE DE L’ ECLAIREUR TERMINA IN UN AMBIENTE PERCORSO DA UN LUNGO TAVOLO, ANCH’ESSO COSTRUITO CON ASSI DI LEGNO DI RECUPERO. SULLA PARETE, DISPOSTI CON VOLUTA CASUALITÀ, UNA SERIE DI VIDEO DOTATI DELL’INNOVATIVO SISTEMA INTERATTIVO WINDOW EXPERIENCE.
82 / PANORAMA DEGLI INTERNI / SHOWROOM
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
A
rmand e Martine Hadida sono dei “Mazarini” della moda: ne influenzano stili e sorti al pari dei grandi stilisti e forse più. Ne tirano le fila a Parigi e nel mondo, organizzando fiere (tra noi a Parigi e prossimamente a San Paolo in Brasile) e con le loro boutique parigine l’Eclaireur, sempre anticipando, sempre controcorrente, sia nelle scelte merceologiche, sia nei concept dei loro spazi. In rue Des Rosiers nel Marais ( 1990) furono i primi a proporre il design di firma assieme agli abiti, collaborando con Sawaya & Moroni e Fornasetti. In rue Hérold, vicino a Place Victoire, uno dei cuori strategici della moda parigina, i primi ad aprire (2001) uno spazio senza vetrine, nascosto dietro un portone d’un palazzo d’epoca. In rue Mahler nel negozio maschile hanno inaugurato (2000) il trend degli arredi vintage da officina. In rue Boissy d’Anglas hanno creato (2008) una boutique salotto con sala da tè e ristorante arredati con mobili d’archivio di Fornasetti, il grande mago delle illusioni. Ed ora nel nuovo spazio di rue de Sévigné, che ha sostituito rue Des Rosiers, (dicembre 2009) si sono spinti ancora oltre, chiamando a collaborare il belga Arne Quinze. Giocoliere del design, abile nell’elaborare i linguaggi dell’arte e dell’architettura, ha creato, non una semplice boutique, ma una sorta d’installazione interattiva, un ambiente totale, simile a una caverna primitiva punteggiata da occhi mobili (i video), abitata da mostri affettuosi (le sculture bianche di Christian Astuguevieille). Sono state utilizzate più di due tonnellate di assi di legno di recupero per dare forma alla scenografia, animata da 147 schermi digitali. L’involucro è stato
INTERNI•PANORAMA
26 FebbRAio 2010
I video CHE PUNTEGGIANO lo spazio SONO DOTATI DEL SISTEMA WINDOW EXPERIENCE CHE interagisce CON I GESTI E I MOVIMENTI DELLE PERSONE E CON GLI OGGETTI DEL MONDO REALE, ANNULLANDO LA FRONTIERA TRA realtà E immaginazione. verniciato con una colata di pittura poliuretanica grigiastra. Gli accessori e gli abiti sbucano in un alone luminoso da nicchie ricavate nella materia accidentata, simile alla parete fangosa di una favela. Il percorso è quasi speleologico, costellato da grotte che rivelano capi spettacolari o scarpe scultura. La vetrina su strada è destinata al design d’autore. La moda è solo una punteggiatura: una borsa, un paio di scarpe e poco altro. Quella inaugurale esponeva due lampadari Starbrick di Olafur Eliasson e uno argenteo di Hani Rashid, nati dalla collaborazione di Zumtobel, che ha realizzato l’illuminazione dello spazio, con Sawaya & Moroni e due sinuose sedie Maxima di William Sawaya per Sawaya & Moroni. Al centro dello spazio centrale si erge un arco costruito con povere assicelle di legno che rimanda all’installazione Uchronia costruita nel 2006 da Arne Quinze nel deserto del Nevada.
DESIGN È SPINGERSI OLTRE/ 83
IUN’IMMAGINE DELL’ARTICOLATA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO. SOTTO. LA STANZA DEI VIDEO DOMINATA DAL LUNGO TAVOLO IN LEGNO DI RECUPERO. NELLA PAGINA A FIANCO. LO SPAZIO CENTRALE È DOMINATO DA UN ARCO REALIZZATO CON PEZZI DI LEGNO DI RECUPERO. SOTTO. NELLE NICCHIE RICAVATE NELLE PARETI SONO ALLOGGIATI GLI ACCESSORI.
84 / IdeeINterNIPANorama / COVER STORY
AnTOINE ARNAULT, IL DeLFIno DeL re
di Rosa Tessa
IL direttore della comunicazione DI LOUIS VUITTON, EREDE, INSIEME A SUA SORELLA DELPHINE, DEL PIÙ GRANDE impero del lusso, SI RACCONTA.
H
a gli stessi tratti somatici di suo padre. Lo ricorda immediatamente. Antoine Arnault, 32 anni è figlio di Bernard, l’uomo più potente della Francia, a capo di Lvmh, il più grande conglomerato internazionale del lusso. È, insieme a sua sorella Delphine, l’erede di un impero che possiede più di 60 marchi tra moda, pelletteria, profumi, alcolici, vini, gioielli, orologi e retail selezionato; 2.300 negozi nel mondo; 77mila addetti; 17 miliardi di euro di fatturato. Antoine, attuale direttore della comunicazione di Louis Vuitton, è da quand’era ancora un bambino si prepara a un ruolo tanto pieno di soddisfazioni, quanto impegnativo. Sin da piccolo fa delle rinunce. Per imparare bene l’inglese, come prima lingua, la famiglia decide di farlo vivere, insieme a mamma e sorella, a New York. Sempre la famiglia stabilisce che, invece, il liceo sarebbe stato meglio frequentarlo a Parigi. Solo alla vigilia dell’Università Antoine comincia a prendere le prime decisioni in
autonomia, ma, guarda caso, sceglie l’alternativa meno facile. Anziché restare a Parigi dove tutto gli è più famigliare o a New York, piena di piacevoli distrazioni, va a studiare a Montreal, in Canada. E lì che si laurea in marketing e comunicazione e poco dopo fonda, insieme a due compagni di università, la prima società francese specializzata nella registrazione di domini Internet. Dopo due anni la rivende e segue il richiamo del padre: “Antoine, è tempo che tu venga a lavorare per noi”. Comincia nel 2002 nell’area della pubblicità. Poi diventa direttore dei negozi Louis Vuitton in Francia e fa un lungo tirocinio nel megastore di Louis Vuitton, sugli Champs Elysées. Nel 2007 fa goal, quando insieme al top management di Louis Vuitton sposta la comunicazione sui valori chiave della maison: tradizione, saper fare e concetto di viaggio. Arruola un testimonial eccezionale, Mikhail Gorbaciov, e da lì seguono una carrellata di icone: Francis Ford Coppola, Sean Connery, Keath Richards, ripresi
SOPRA, DUE IMMAGINI DELLE NUOVE CAMPAGNE DI LOUIS VUITTON. DA SINISTRA AUTOSCATTO DI ANNIE LEIBOVITZ CHE RIVOLGE L’OBIETTIVO SU DI SÉ E SULL’AMICO, BALLERINO E COREOGRAFO, MIKHAIL BARYSHNIKOV; UN ARTIGIANO A LAVORO, FOTOGRAFATO COME FOSSE UN QUADRO DI VERMEER, E SCATTATO DA DESIREE DOIRON. SOTTO, ABITO E BORSA DELLA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2010. PAGINA A FIANCO, DALL’ALTO IN BASSO, LA MODELLA DEL MOMENTO LARA STONE, RIPRESA DALL’OBIETTIVO DI STEVEN MEISEL.
da obiettivi altrettanto speciali come quelli di Annie Leibovitz e Steven Meisel. Monsieur Antoine, quale linguaggio Louis Vuitton si è inventato nella comunicazione pubblicitaria? Nel 2002 siamo stati i primi a reintrodurre i personaggi famosi nella pubblicità. Ma la vera novità consisteva nel fatto che non venivano ritratti in modo riconoscibile. Quello che volevamo ottenere assieme a Marc Jacobs, direttore artistico di Louis Vuitton, era che le persone si chiedessero se le testimonial ritratte nelle campagne fossero veramente J-Lo o Madonna. Quando poi nel 2007 abbiamo deciso di reintrodurre il tema del viaggio con le campagne ‘core values’, è nata l’idea di presentare personalità eccezionali, che con le loro storie avessero ognuno nei rispettivi ambiti cambiato il mondo, assieme ai loro compagni di viaggio: Mikhail Gorbaciov o Keith Richards, per esempio. C’è qualche sua attitudine o passione che si riflette nel lavoro? Amo l’arte, occupa molto spazio nella mia vita. Considero i grandi fotografi veri e propri artisti e sono un grande collezionista di foto. Lavorare con Annie Leibovitz, Steven Meisel o altri geni della fotografia mi rende incredibilmente fiero. Qual è il suo fotografo preferito? Ognuno ha il proprio stile, ma Annie Leibovitz mi emoziona in modo particolare. Riesce ogni volta a catturare un preciso istante che rende l’immagine leggendaria. C’è qualche personalità, tra i testimonial, che l’ha particolarmente colpita? Keith Richards, anche perché per la prima volta, per noi ha accettato di apparire in una campagna pubblicitaria. Chi sono i testimonial che oggi bucano lo schermo. Cosa devono avere per sedurre il pubblico? Sogno che un giorno Nelson Mandela accetti di apparire in una nostra campagna. Rappresenta tutto quello che vogliamo affermare del nostro marchio. Anche Bill Gates è un grand’uomo: ha avuto una carriera strepitosa, ma è anche generoso nei confronti del prossimo.Intanto stiamo lavorando sulle prossime immagini che, le assicuro, saranno molto sorprendenti.
86/
IdeeINterNIPANorama / COVER STORY
PIERRE-ALEXIS DUMAS, Hermès: “SIAMO UN’AZIENDA DI alto artigianato, DI SAVOIR-FAIRE, CHE CREA BEGLI oggetti PER UN USO QUOTIDIANO”.
di Rosa Tessa
New generaTIon
L
COMUNICAZIONE, creatività E GESTIONE DI MARCHI: nuovi nomi, storiche maison
a guida creativa di Hermès è rappresentata dalla sesta generazione dei Dumas, la stessa famiglia che oltre 170 anni fa fondò il marchio a Parigi. A dirigere tutta la creatività della maison parigina è Pierre-Alexis Dumas, quarantadue anni, figlio di Jean Louis Dumas che è stato il grande capo di Hermès negli ultimi vent’anni. Alexis, diventato direttore artistico generale del gruppo l’anno scorso, responsabile della creazione dell’immagine, è molto schivo, sfiora la timidezza. Nel contempo è un uomo molto colto, ama l’arte contemporanea e a lui fa capo anche la presidenza della Fondazione d’impresa Hermès, che riunisce l’insieme delle iniziative di mecenatismo della maison e incentiva la ricerca sui giovani talenti emergenti. Il compito di Pierre-Alexis all’interno dell’azienda è portare avanti con coerenza, ma anche innovazione quella che è stata sempre la vocazione del marchio che non è quella di ‘fare moda’, ma di saper creare oggetti. Dalla maison hanno sempre detto: “Noi siamo un’azienda di alto artigianato, di savoir faire che crea begli oggetti per un uso quotidiano”. Anche Pierre-Alexis, con la sua personalità sfaccettata e con la sua profonda cultura si fa interprete contemporaneo della filosofia del marchio, che non si lascia scalfire dalle mode. Sotto la sua guida creativa la regola è sempre quella che hanno proclamato i suoi predecessori: “È il cliente che fa vivere gli oggetti che noi facciamo”. Dalla mitica borsa Kelly che tiene le signore in lista d’attesa per mesi e mesi agli oggetti per la tavola, dalle scarpe ai gioielli, fino agli oggetti più inattesi, come il Why, Wally Hermès Yachts, uno yacht progettato da Hermès qualche mese fa insieme a Luca Bassani, noto imprenditore della nautica italiana. È la prima imbarcazione a marchio Wally-Hermès. Un modello che definisce una nuova generazione di motoryachting nella forma, nel design – è il primo yacht triangolare–e nelle energie che impiega. Più che uno yacht è un’isola fluttuante. Insomma Pierre-Alexis è perfetto per il suo ruolo, fondamentale e cruciale per la maison, far dialogare creativi ed artigiani per far sì che lo spirito Hermès respiri in ogni minimo dettaglio.
PIERRE-ALEXIS DUMAS, DIRETTORE ARTISTICO INTERNAZIONALE DEL GRUPPO HERMÈS. L’OROLOGIO HEURE H BOUGAINVILLIER IN ACCIAIO E CINTURINO IN PELLE; BRACCIALI SMALTATI DAI COLORI BRILLANTI E BRACCIALETTI IN LEGNO RIVESTITI CON DIECI STRATI DI LACCA SECONDO UNA TECNICA VIETNAMITA.
MARGHERITA MISSONI: “HO STUDIATO PRIMA FILOSOFIA, POI RECITAZIONE. Ho lavoratoIN TEATRO E AL cinema, MA ADESSO QUELLO che più mi appassiona È LA moda, GLI ACCESSORI IN PARTICOLARE”.
M
argherita Maccapani Missoni è al suo vero esordio nella griffe di famiglia, nel suo primo ruolo operativo. Nella collezione di accessori del prossimo autunno-inverno la bella ventiseienne, terza generazione famigliare, figlia di Angela e nipote di Tai e Rosita Missoni, ci ha messo più che uno zampino. Ha lavorato a tempo pieno e con idee – come lei stessa racconta – sviluppate in proprio, anche se ribadisce: “Comincio a muovermi in autonomia, ma rispondo comunque al direttore creativo del marchio” che è appunto, sua madre Angela. Dopo anni di studio e lavoro dietro le quinte teatrali e sui set cinematografici, sino all’anno scorso, tra New York e Roma, Margherita è tornata a una delle sue passioni. “Ultimamente mi capitava sempre più spesso di andare in azienda ed era difficile vedere tutto quello che si poteva fare e girarsi dall’altra parte”. Sottolinea, comunque, che non esistono scelte assolute, definitive, ma che in questo momento la moda è l’argomento lavorativo che l’appassiona di più. Da tanto tempo Margherita si prestava volentieri a fare da ambasciatrice del marchio, a interpretarne il volto e l’immagine in occasioni ufficiali, ma dall’anno scorso ha deciso di svolgere un ruolo realmente operativo. Prima ha affiancato in azienda sua madre per un paio di stagioni, poi si è dedicata al suo primo progetto, gli occhiali, e poi alla collezione di accessori del prossimo autunno-inverno, lavorando soprattutto sulle borse. Ci tiene a sottolineare: “Anche se ho studiato prima filosofia e poi recitazione a New York, sono cresciuta in campagna, dove vive e lavora tutta la mia famiglia, e dove ho passato tutti i pomeriggi della mia vita fino ai 18 anni. Ho sempre saputo cos’è uno jacquard”. Oggi Missoni è rappresentato soprattutto dagli abiti, mentre gli accessori occupano una piccola parte della collezione. Proprio per questo la giovane Maccapani Missoni ha deciso di buttarsi a capofitto. “Cos’è secondo me la moda? Soprattutto curiosità. Mettere il naso dappertutto per capire dove tira aria nuova”. MARGHERITA MACCAPANI MISSONI, CHE DA QUEST’ANNO SEGUE STILE E CREATIVITÀ PER GLI ACCESSORI DEL MARCHIO. LA BOUTIQUE MISSONI A MILANO. A LATO, UN ABITO DELLA MAISON PER LA PROSSIMA PRIMAVERA.ESTATE E GLI OCCHIALI PROGETTATI DALLA GIOVANE MISSONI.
88 / COVER STORY
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
TOMMASO AQUILANO E ROBERTO RIMONDI, Gianfranco Ferré: “CI PIACE METTERE IN EVIDENZA LE nostre capacità tecniche E SARTORIALI, MA CON TANTO sano realismo”.
T ALCUNI LOOK DA SFILATA GIANFRANCO FERRÉ UOMO E DONNA PER LA PRIMAVERA – ESTATE 2010. TOMMASO AQUILANO E ROBERTO RIMONDI, AFFIATATA COPPIA PROFESSIONALE ALLA GUIDA CREATIVA DEL MARCHIO. SOTTO. DUE MODELLI DI SCARPA CON ARDITI TACCHI
ommaso Aquilano e Roberto Rimondi sono una coppia inossidabile. Veterani del mestiere della moda, hanno da anni un marchio che porta il loro nome e da poco più di due anni sono alla guida creativa di Gianfranco Ferré. Raccontano: “Dopo due anni di lavoro stilistico su un marchio che ti è stato affidato, esci da quello che è il rispetto dell’archivio e lo imponi come brand a se stante, l’immagine si trasforma. Ferré è tornato a essere un marchio che fa moda nel panorama internazionale e questo è un fatto fondamentale”. Aquilano e Rimondi hanno un loro alfabeto stilistico: avanguardia nella tecnologia dei tessuti; ricerca sulle silhouette; la camicia ha un suo valore, ha dei volumi diversi dagli altri capi; le giacche sono strutturate. Pochi elementi ma molto giocati sul volume che non è mai banale, ma ha una sua funzionalità, intrattiene un dialogo con il corpo, non è solo immagine. “Bisogna essere molto concentrati sul presente dicono. Viviamo in un momento storico dove si esce di casa la mattina con un capo con il quale probabilmente si resterà fuori anche di sera. Noi perciò quando disegniamo abiti e accessori pensiamo a un donna reale, in carne e ossa”. Un’idea di moda meno couture, meno da atelier ma più easy, portabile. La ricerca tecnologica c’è e si vede. Sui tessuti, per esempio, in primo piano nella prossima stagione estiva. Emergono superfici elaborate e al tempo stesso delicate, senza peso. Spirali metalliche ricamate e martellate su organza per un effetto corteccia. Lamé di seta plissettati, il voile è goffrato a telaio ricamato e battuto a mano. “Ci piace mettere in evidenza le nostre capacità tecniche e sartoriali, ma con tanto sano realismo” confessano. Com’è lavorare in coppia?”. Ci sono momenti in cui si vorrebbe avere più spazio. Ma lavorare in due ti obbliga ad ascoltare di più. È un continuo confronto da cui alla fine scaturiscono nuove idee” .
INTERNI•PANORAMA
NEW GENERATION/ 89
26 FebbRAio 2010
JAMES FERRAGAMO: “FACCIAMO SCARPE CHE SONO completamente italiane NELLA MANIFATTURA E nell’artigianalità, MA CI APRIAMO A CONTAMINAZIONI creative INTERNAZIONALI”.
JAMES FERRAGAMO, DIRETTORE PRODOTTO DI FERRAGAMO. RAINBOW, STORICO MODELLO DI SCARPA FERRAGAMO CREATO NEL 1938 PER L’ATTRICE JUDY GARLAND E RIEDITATO ALL’INTERNO DI UNA LINEA DEL MARCHIO, LA FERRAGAMO’S CREATIONS CHE OGNI ANNO FA RIVIVERE UNA CALZATURA CULTO DEL MARCHIO; UN MODELLO DELLA SCORSA STAGIONE, NATO DALLA PARTNERSHIP CREATIVA CON YOHJI YAMAMOTO; IN BASSO. BORSA IN COCCODRILLO.
C
lasse 1971, James Ferragamo, figlio di Ferruccio e nipote di Salvatore, mitico fondatore dell’azienda che ancora oggi porta il suo nome, rappresenta la terza generazione di una delle principali famiglie dell’imprenditoria italiana della moda. Prima di entrare a far parte dell’organico aziendale ha costruito un curriculum di studi e gavetta professionale, classici per un delfino dell’imprenditoria: studi superiori in Inghilterra, marketing e Business a New York e un po’ di esperienza in altre aziende che non siano quelle di famiglia (è stato buyer per due anni della linea sportiva maschile da Saks Fifth Avenue, uno dei più noti department store di New York). Ulteriore master in finanza e finalmente l’ingresso nell’azienda di famiglia nel ’98. Oggi è il direttore prodotto degli accessori in pelle da donna. Un ruolo importante nella moda, soprattutto di questi tempi, perché deve mediare tra la creatività e il marketing, tra gli uomini che si occupano dello stile e quelli che devono vendere poi i prodotti. James Ferragamo, nella pelletteria da donna ha lavorato per diverso tempo in azienda dopodiché ha assunto anche la responsabilità della calzatura, area strategica nel business di famiglia e vero feticcio ai piedi delle donne, che hanno trovato in Salvatore Ferragamo un geniale inventore di forme e stile. “È obbligatorio per noi rappresentare l’italianità delle calzature, fare una scarpa completamente italiana e artigianale, spiega James Ferragamo. Nello stesso tempo è obbligatorio aprirsi a contaminazioni creative internazionali, come abbiamo fatto l’anno scorso con Yohji Yamamoto . È stata un’operazione di grande successo. La sinergia ha dato ottimi risultati e pensiamo di lavorare in futuro con altri designer anche artisti. L’idea è di continuare a collaborare con grandi personalità che hanno una visione stilistica differente dalla nostra, ma con noi condividono certi principi di artigianalità e saper fare. Sono un fautore delle contaminazioni creative, ma uno strenuo difensore delle capacità artigianali italiane”.
90 /COVER STORY
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
N DELFINA DELETTREZ FENDI: “MI ISPIRO A TEMI INSOLITI, AI miei sogni, ALLE MIE PAURE. MI PIACE CONFRONTARMI CON LE vecchie tecniche DELLA GIOIELLERIA, MISCHIANDO MATERIALI, COME IL LEGNO E L’OSSO, A PIETRE PREZIOSE”.
on si rimane indifferenti di fronte a una serie di teschi abbelliti da diamanti e pietre preziose. Neanche di fronte a occhi, bocche, mani e piedi che sembrano frammenti di visioni oniriche, antiche credenze, superstizioni. Possono piacere o non piacere, ma colpiscono l’immaginazione tanto più se si tratta di anelli, collane e spille. Ne è autrice la ventiduenne Delfina Delettrez Fendi, quarta generazione della famiglia Fendi, figlia di Silvia e nipote di Anna. Suo padre è il gioielliere Bernard Delettrez. Segni distintivi dei suoi preziosi: un forte espressionismo che affonda le radici nella cultura gotica, romantica e rock. L’ultima sua collezione ‘anatomik’ è ispirata all'anatomia del corpo umano, in una chiave surrealista, alla Dalì. Quali sono i segni distintivi dei suoi gioielli? Mi ispiro a temi insoliti. Mi piace confrontarmi con le vecchie tecniche della gioielleria, mischiando materiali come il legno e l'osso a pietre preziose, oppure utilizzando diamanti con l'argento. Mi piace dare un’anima pop usando colori violenti della natura che spesso rendono i miei gioielli dei giocattoli più che degli oggetti preziosi. Le mie creazioni sono molto legate ai miei sogni e alle mie paure, ma tutto è vissuto con grande senso dell'umorismo. Vive più a Roma o a Parigi? Più a Roma, anche se molto spesso il mio lavoro mi porta a Parigi. Non so se riuscirei a lasciare la mia città, la mia casa, le mie abitudini, gli amici, ma spesso la sento stretta e a quel punto prendo mia figlia e scappo a Parigi per qualche giorno. Ha un negozio molto particolare… È un atelier di 20 metri quadrati in una strada di Roma che io amo, via del Governo Vecchio. È arredato come una vecchia farmacia dell’Ottocento che ho dipinto di verde acido, penicillina. Ci sono anche pezzi di modernariato italiano, come per esempio una toilette e degli specchi di Gio Ponti.
DELFINA DELETTREZ FENDI CHE, DESIGNER DI GIOIELLI, RAPPRESENTA LA QUARTA GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA FENDI.
IL NEGOZIO, UN ATELIER DI 20 METRI QUADRATI IN VIA DEL GOVERNO VECCHIO A ROMA. IL CORPO UMANO È UN TEMA PARTICOLARMENTE PRESENTE NEI GIOIELLI DI DELFINA CHE PRENDE IN PRESTITO QUESTO CONCETTO DAI DISEGNI DI LEONARDO DA VINCI, SI ISPIRA ANCHE AI LIBRI DEL GRANDE ANATOMISTA DEL XVI SECOLO ANDREAS VAN VESSEL E RIPRENDE L’UMORE DEI SUOI FILM PREFERITI, QUELLI DI TIM BURTON.
INTERNI•PANORAMA
NEW GENERATION / 91
26 FebbRAio 2010
ANDREA ROSSO, DIRETTORE CREATIVO 55DSL, gruppo Diesel: “LA MODA PER RIVITALIZZARSI AVREBBE BISOGNO DI idee, freschezza, NUOVE risorse, E UN’apertura totale ALLE DIVERSE culture, NESSUN CONFINE FISICO E MENTALE”.
Strategic brand alliances È QUESTO IL RUOLO, ALL’INTERNO DI Diesel , DI STEFANO ROSSO, FRATELLO MINORE DI ANDREA . SI OCCUPA DI TUTTE LE partnership CON ALTRI MARCHI, artisti, E attori PER PRODURRE OGGETTI AD ALTA INNOVAZIONE ..
Andrea Rosso
Stefano Rosso
A
ndrea Rosso, qual è la sua personale visione della moda? È in continua evoluzione, un mix di innovazione e ricerca del passato, del vintage. E’ il prodotto di diverse culture ed ambienti, e la sua bellezza risiede proprio nel non avere un’unica modalità di espressione ma vivere le diversità stilistiche. Di cosa avrebbe bisogno la moda per rivitalizzarsi? Idee, freschezza, nuove risorse, ed un’apertura totale alle diverse culture. Nessun confine fisico e mentale. Come bisogna parlare oggi ai giovani? Con immediatezza e sincerità. Essere diretti e chiari. Questo almeno cerco di fare quando penso ad un prodotto, ad una collezione. Cosa comprano e come lo comprano? I giovani comprano prodotti di tendenza ma anche i valori di un brand. La tecnologia li ha portati ad acquistare cercando informazioni nel web tramite passaparola e social networks come facebook, per esempio. I ragazzi si informano, ricercano notizie per ogni prodotto da acquistare attraverso blog e post lasciati da amici. Il negozio è comunque un luogo importante per sperimentare e vivere il brand, il momento vero per capire i veri valori trasmessi del marchio. Chi acquista i prodotti del suo marchio? Sono ragazzi e ragazze dai 15 ai 25 che amano la grafica, gli action sports e la musica. Sono dinamici, creativi e vivono la vita “a colori”. Vogliono un abbigliamento giovane, comodo, originale ed ironico per l’uomo, sexy per la donna.
S
tefano Rosso, da quanto tempo è in azienda? Direi tutta la vita, visto che da piccoli io e mio fratello dormivamo nelle casse di denim che i miei lavoravano... Qual è il suo personale contributo all’interno dell’azienda? Credo e spero di aver portato un po’ di freschezza sul nuovo modo di vedere la moda tra i giovani, più guidati dal contenuto di prodotto e dal trend del momento che dal brand! Che fase sta attraversando la moda? Terribile. Il web ha reso più democratica la moda, ma nello stesso tempo la sta uccidendo. Ormai è impossibile riuscire a mantenere un concetto creativo per più di una stagione, perché i mass producers e i retailers ti copiano e sono in negozio con la tua stessa creatività dopo tre settimane, ad un quarto del prezzo. La naturale conseguenza è che tutti fanno le stesse cose. È piu facile, immediato e garantisce maggiori risultati, ma la creatività sta morendo! E il jeans? È un momento di cambiamento. Con la crisi tutti i brand che si erano affacciati a fare premium denim senza averne le competenze stanno scomparendo. Quindi aumentano le opportunità per chi come noi ha una storia e il vero know how. Ma la partita in futuro la vincerà chi, nei prossimi due tre anni, sarà in grado di portare maggiore innovazione nei materiali e nello stile. Cosa apprezza di suo padre? È semplicemente un fenomeno. Ha la capacità di rendere la sua visione chiara a tutti e di coinvolgerti fino a crederci più di quanto ci creda lui. È un leader nato! È sempre stato un ottimo padre. Il suo unico difetto? Ha ricominciato a fumare.
LO STILE STREET E LO SPIRITO SPORTIVO SI UNISCONO NEI PRODOTTI DI MODA DI 55DSL IL MARCHIO DEL GRUPPO DIESEL CHE È GUIDATO DA ANDREA ROSSO. I JEANS DIESEL DELLA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2010, STRAPPATI COME SE FOSSERO USATI DA MOLTO TEMPO, PER UN EFFETTO GRUNGE.
rubrINterNIPANorama
italian FASHION
ESPRESSIONI DI CULTURA, PASSIONE E STILE CAPACI DI INTRECCIARSI E DIALOGARE OVUNQUE. NELLE dimore firmate DAI GRANDI DEL LUSSO, NEL RESTYLING (ALIMENTATO DA DOSI MASSICCE DI DESIGN) DI showroom glam, IN MICROGGETTI DEL make up FEMMINILE TRASFORMATI IN SASSI, LEGNI E GOCCE, IN giacche icona DALLE PROPORZIONI AUREE. TANTE FORME DI bellezza positiva.
ISPIRATA ALL’ATELIER DI MODA, PORTRAIT SUITES, TOWN HOUSE ESCLUSIVA NEL CUORE DI ROMA, È ARREDATA IN STILE FERRAGAMO.
rubrINterNIPANorama / 95
DOlce vITa con griFFe
di Antonella Galli
SOPRA. LA GREEN ROOM DI VILLA LAETITIA, CON LETTI DI TOBIA SCARPA, PARETE IN GRANIGLIA ANNI QUARANTA E TAVOLO CASAMANIA E LA KARL ROOM. STILE VIENNA ANNI VENTI.
L’
PORTANO LE FIRME DI Fendi, Ferragamo, ARMANI. SONO SUITE E appartamenti ARREDATI DAI grandi DELLA moda NEI LUOGHI più belli DI ROMA. DA ABITARE PER UNA NOTTE. O PER SEMPRE.
A SINISTRA: L’ATRIO DI VILLA LAETITIA, RESIDENCE DI LUSSO NEL QUARTIERE PRATI A ROMA.
importante è che ci si senta come a casa: con quel senso di intimità e riservatezza proprio di un rifugio domestico. Anche se ci si trova in un residence, in una town house o in una dimora di lusso. È questo il trait d’union che accomuna Villa Laetitia di Anna Fendi Venturini nel quartiere Prati, le Portrait Suites di Ferragamo in via Condotti e il complesso residenziale Cavour220 nella via omonima, dove Armani Casa sta completando 62 appartamenti (pronti alla fine del 2010), con tanto di servizio domestico incluso. Villa Laetitia, della famiglia Fendi, frequentata da intellettuali e artisti nei loro soggiorni romani, mette a disposizione appartamenti con giardino in un mix tra antico e moderno, con pezzi unici che raccontano una grande passione per il design. La Lungarno Hotels della famiglia Ferragamo ha voluto evidenziare il legame diretto con la griffe collocando le 14 Portrait Suites sopra la boutique dello stilista in via Condotti: la presenza degli ospiti resta impressa nei luoghi come in un ritratto. Infine Armani Casa, in tandem con la real estate Doughty Hanson, ha delineato con il suo stile essenziale e prezioso gli appartamenti di Cavour220, un complesso dal carattere sontuoso. Dove la magnificenza delle architetture si intreccia alla raffinatezza degli interni, rivestiti con materiali preziosi e modulati su toni neutri.
96 / REAL ESTATE
26 FebbRAio 2010 INTERNI•PANORAMA
IL COMPLESSO CAVOUR220, PROGETTO IMMOBILIARE DI DOUGHTY HANSON AFFIDATO AL BROKER JOHN TAYLOR (WWW.JOHN-TAYLOR-COM), ARREDATO DA ARMANI CASA; DA SINISTRA, IN SENSO ORARIO: UNA SALA DA BAGNO, IL VANO SCALA DI UNO DEI SEI STABILI, UNA DELLE TERRAZZE AFFACCIATE SUL GIARDINO, LA ZONA LIVING NEI TONI NATURALI.
VIA LIBERA A GRIGI, BEIGE E MARRONI E A MATERIALI COME EBANO, TRAVERTINO E PALISSANDRO negli appartamenti romani DI CAVOUR220, DI CUI Armani Casa HA FIRMATO L’INTERIOR DESIGN.
INTERNI•PANORAMA 26 FebbRAio 2010
PORTRAIT SUITES, una town house ESCLUSIVA NEL CUORE DI ROMA, HA L’impronta DELLO STILE Ferragamo: ISPIRATA ALL’ATELIER DI MODA, È L’ultimo GIOIELLO DELLA Lungarno Hotels.
DOLCE VITA CON GRIFFE / 97
SOPRA: LA ZONA LIVING DI UNA DELLE PORTRAIT SUITES (WWW.LUNGARNOHOTELS.COM), NEL CUORE DI VIA CONDOTTI, CON TESSUTI DI ISPIRAZIONE SARTORIALE. SOTTO, A SINISTRA: IL ROOFTOP DI UNA SUITE E UNA DELLE CAMERE, CON COORDINATI DI PREGIO.
98 / rubrINterNIPANorama / PROFILI /
1
LOndoN STyle, ITALian fashiON
di Rosa Tessa
AUMENTANO I GIRI DEL MOTORE NEL RILANCIO DI Stefanel, ALIMENTATO DA dosi massicce DI DESIGN. A COMUNICARE IL NUOVO VOLTO DEL MARCHIO è il profondo restyling DEI negozi, AD OPERA DI SIMON MITCHELL E NICOLA HAWKINS DI Sybarite, IL GIOVANE STUDIO DI architettura londinese.
IL NEGOZIO STEFANEL DI FRANCOFORTE . PROGETTATO DALLO STUDIO SYBARITE DI LONDRA, HA INAUGURATO IL NUOVO CONCEPT CHE SARÀ ESTESO AI 580 SHOP STEFANEL IN TUTTO IL MONDO.
DA SINISTRA, ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI STEFANEL DELLA PRIMAVERA-ESTATE 2010. UN CAPO DELLA CAPSULE, COLLEZIONE A TIRATURA LIMITATA DISEGNATA DA ANNALISA DUNN E DOROTHEE HAGEMANN, DI COOPERATIVE DESIGNS, DUE TALENTI NEL CAMPO DEL KNITWEAR, CON BASE A LONDRA. SOTTO. ANCORA LO SHOWROOM DI FRANCOFORTE.
S
tefanel sta cambiando pelle a tutti i suoi negozi. Il progetto di rinnovamento che, partito dalle città tedesche, si estenderà a tutti i 580 store del mondo, parla un linguaggio architettonico forte, riconoscibile e contemporaneo. È stato ideato un sistema modulare estremamente flessibile, facile da installare, adattabile a diversi spazi e metrature e che potrà essere progressivamente applicato a tutti i punti vendita. “L’Inghilterra è per noi una fucina di nuove energie. Da anni peschiamo giovani talenti dal Royal College e dal Saint Martin” ammette Giuseppe Stefanel. “Lavoriamo molto con le scuole e siamo soci anche dell’italiana Polimoda”. A essere investiti da nuova linfa creativa sono anche i prodotti. “Il nostro obiettivo” spiega il presidente “è coniugare tradizione e modernità, rappresentando in maniera chiara i valori del marchio: solarità, sensualità e freschezza. Il tutto riprendendo il nostro core business che è la maglieria”. Abbandonato lo stile unisex che ha caratterizzato per tanti anni l’abbigliamento del marchio, è stato ripreso uno styling femminile e una progettualità che va oltre la stagionalità delle mode. E anche nel prodotto la creatività londinese docet. Il marchio che ha 50 anni di storia, mette in commercio in questa stagione una capsule collection, formata da pochi pezzi di maglieria realizzati in collaborazione con Cooperative Designs, due talenti nel campo del knitwear, con base a Londra. Annalisa Dunn e Dorothee Hagemann hanno prestato estrema attenzione
all'ispirazione del vasto archivio di Stefanel, lavorando a stretto contatto con i designer e con i tecnici del marchio. Progetto inedito su cui il team stilistico di Stefanel sta lavorando sono i gioielli, ma assicura il presidente “con un’idea che attinge ad altri mondi più che a quello della moda”. Spiega: “È finita l’epoca del consumismo sfrenato. Le persone vogliono oggetti belli e durevoli”. Il processo di rilancio del marchio sarà completato fra qualche anno, ma già dal 2008 Stefanel ha cominciato a cambiare pelle e ad alzare il tiro dei suoi prodotti lanciando High, marchio di fascia alta e producendo l’M Isola di Marras, seconda linea dello stilista Antonio Marras.
100 / rubrINterNIPANorama / PROFILI / 2
ALCUNI DEI PRODOTTI DEBORAH MILANO PROGETTATI DA MARIO TRIMARCHI (NEL RITRATTO): QUI A SINISTRA, SOLE&CO, BRONZING POWDER (PH. S. CALECA). SOTTO, A SINISTRA, MINERAL MAT EYE SHADOW; A DESTRA, D-GLOSS LIPGLOSS (FOTO S. CALECA).
SEMBRANO sassi, legni, gocce. MA CONTENGONO rossetti, fard, creme. SONO I MICRO-OGGETTI PROGETTATI DA Mario Trimarchi PER VESTIRE I PRODOTTI Deborah. UN MARCHIO IN SINTONIA CON IL mondo DEL DESIGN.
ATUtto TonDo di Antonella Galli
S
ono minuscoli, stanno nelle mani delle donne, che li riconoscono semplicemente al tatto. Sono oggetti del quotidiano, con cui si ha un dialogo silenzioso davanti allo specchio. Da queste riflessioni è partito Mario Trimarchi quando Deborah Milano, marchio leader nel make up italiano, ha chiesto al designer, fondatore dello studio milanese Fragile, di progettare l’estetica dei prodotti Deborah. Un’avventura partita nel 2002, che è iniziata come un esperimento e si è trasformata in una strada maestra: gli oggetti di design di Deborah sono diventati emblema del marchio e valore aggiunto. ‘In un mercato che divora le novità’, conferma Trimarchi, “la mia ricerca sulla forma ha dato vita a prodotti di più lunga durata; alcuni sono sul mercato da più di sei anni e hanno venduto più di un milione di pezzi”. Il designer non è ricorso alla formula assai sfruttata del family feeling (colore, logo e forma identici), ma ha ragionato sulle differenze: “Ogni oggetto è definito da una forma precisa, dal colore, dalle finiture, da una grafica che non è mai perfettamente coordinata e ripetitiva”. Deborah Milano ha scelto il valore del design per portare alla luce i contenuti di ricerca e innovazione dei suoi prodotti, ma anche per presentarsi al pubblico femminile con una personalità
IN ALTO, LA LINEA DEBORAH BIOETYC SKIN CARE, VINCITRICE DEL GOOD DESIGN AWARD 2007 E DESIGNPREIS NOMINEE 2009 (PH R. BIANCHI). A FIANCO, JAVA, COFANETTO PER IL MAKE UP (PH J.P. MAURER); SOTTO, LO SCHIZZO PROGETTUALE DI MARIO TRIMARCHI.
nuova. Gianluca Bonetti, discendente della famiglia che fondò l’azienda nel 1903 a Parigi (la Bonetti Frères, madre della mitica crema Diadermina) e amministratore delegato di Deborah Group, conferma l’indirizzo per il nuovo millennio: “Per noi la bellezza e il benessere della persona sono temi centrali. La nostra crescita non si compie solamente sul prodotto; in questi ambiti intendiamo appoggiare esplorazioni più ampie. Ed è per questo che, in occasione del Salone del Mobile 2010, Deborah Milano patrocinerà una installazione alla Statale di Milano, nell’ambito dell’evento di Interni, con i progettisti Mario Triamrchi e Frida Doveil. Continua Bonetti: “Lasceremo che siano i progettisti a parlare di bellezza, su temi come il colore nelle città e quello del rapporto con una bellezza positiva, fresca, delicata come quella dei fiori in un giardino”.
102 / rubrINterNIPANorama
IL MARCHIO Uman SI RIVOLGE A UN PRECISO INTERLOCUTORE CHE INTENDE COSTRUIRE, MEDIANTE LA RIVISITAZIONE, LA RIVALUTAZIONE E, ADDIRITTURA, LA RIVOLUZIONE, UN guardaroba CHE SIA ESPRESSIONE DI CULTURA E DI PASSIONE PER UN VESTIRE dedicato all’uomo CHE NON È UN target, O UN CONSUMER, MA UN ispiratore.
AUree PRoPorzIoni
di Cristina Morozzi
FRANCOIS BERTHAUD, NOTO ARTISTA E ILLUSTRATORE, HA INTERPRETATO DUE GIACCHE ICONA UMAN DELL’INVERNO 2010. CON CORNA DI CERVO LA TELEMARK, SPORTIVA, RIPRESA DALL’ABBIGLIAMENTO DA SCI DEL SECOLO SCORSO. ACCOMPAGNATA DA UNA FALENA LA AFTER DARK, RILETTURA DEL TUXEDO, CON COLLO A SCIALLE, IN TESSUTO DENTELLE DI LANA-SETA CON RAMAGES DI MICROFOGLIE.
U SOPRA. MAJORELLE, LUNGA GIACCA MONOPETTO, DI LINEA AMPIA, ACCOSTATA IN VITA, IN TWEED TRIDIMENSIONALE, FODERATA IN COTONE, I BOTTONI IN OTTONE OSSIDATO SONO ISTORIATI DA IMMAGINI DELLA COLLEZIONE DI PALAZZO DA POZZO. LA MEDESIMA GIACCA NELL’INTERPRETAZIONE DELL’ILLUSTRATORE FRANCOIS BERTHAUD. A FIANCO. ABITO DI TELA DI MOHAIR, MISCHIATA A LANA E SETA, CON GIACCA MONOPETTO CON BOTTONI IN MADREPERLA. I PANTALONI HANNO DUE PINCES ALLA FRANCESE.
mberto Angeloni è una sorta di Leonardo Da Vinci della sartoria maschile. Non insegue le mode, ma resuscita i classici del vestire: la sua magnifica ossessione sono le proporzioni che vuole auree. Sono quelle, ottenute con tagli diagonali, con spalle dritte e morbide, con spalline scarnite da un raggiera di piccoli tagli, a fare la differenza, anche se alla base c’è una ricerca maniacale dei tessuti e dei dettagli (i bottoni ad esempio, sono a tema, tutti fatti apposta). Persino i copri giacca sono realizzati ad hoc, in Silesia, il tessuto di cotone che si mette all’interno delle tasche, con lacci di “battitacco”. Nella concept room del marchio Uman, creato nel 2009 (Via Gesù a Milano), un manichino a figura intera, esatto nelle proporzioni, accoglie i visitatori. E’ il segnale di un’intenzione: costruire una moda per lo stile dell’uomo. Le giacche, tre per stagione, a soggetto, corredate ciascuna da un colto saggio, sono riposte, dentro le loro custodie in Silesia, in armadi vetrati, che paiono cassaforti di De Beers. Sono preziose, non tanto per il prezzo, che si aggira attorno ai 1500 euro, quanto per lo stile, la confezione e la distribuzione: sono previsti al massimo 20 negozi nel mondo. Un solo colore, il blu, utilizzato nella sua immensa gamma di sfumature, adatto ad esaltare la trama dei tessuti, i dettagli sartoriali e la silhouette. Un colore protagonista nella storia, nella letteratura e nella pittura che oggi ha assunto contenuti etici legati alla salvaguardia del pianeta e alla conservazione dell’acqua. “L’abito Uman”, sintetizza Umberto Angeloni, “asseconda le proporzioni auree”.
104 / rubrINterNIPANorama / SHOWROOM
P
NATura PRezIosa
aola Navone ha progettato il nuovo negozio Dodo di Bergamo (in via XX Settembre 98). Dopo aver progettato lo spazio di Firenze, il celebre architetto e designer ha connotato il negozio bergamasco con uno stile attuale e ‘affettuoso’, che ben rappresenta il marchio. L’entrata è caratterizzata da due vetrine incastonate in una cornice di zinco, mentre il soffitto è un tappeto di lunghi fili d’erba verde brillante. Un richiamo alla natura, da sempre anima e ispirazione di Dodo, che viene esaltato da un piccolo e poetico giardino interno, che cela fra i rampicanti un’illuminazione di grande effetto scenico. Il soffitto a volta è completamente ricoperto di un mosaico irregolare di specchi che creano riflessi acquatici sulle pareti sabbiate. Gli arredi sono realizzati con legni massicci di provenienza asiatica, mentre le cassettiere sono in ferro cerato. Tavoli dalla forma arrotondata completano l’ambiente insieme alle due vasche d’acqua delle vetrine, dove sono esposti i gioielli, che danno un inedito tocco di rosso insieme ai morbidi pouf. Da quando è nato, nel 1995, Dodo è al fianco del WWF nella difesa della natura sul pianeta. Per questo Dodo da sempre devolve una parte del suo fatturato al WWF Italia e sostiene attivamente le iniziative che tutelano le specie in via di estinzione nelle oasi del WWF e non solo.
PER LA NUOVA BOUTIQUE Dodo, PROGETTATA DA Paola Navone, STILE affettuoso, FILI D’ERBA E riflessi acquatici.
di Claudia Foresti
LUCE, COLORE, POESIA, DETTAGLI E FINITURE RICERCATE CARATTERIZZANO IL NUOVO NEGOZIO APERTO RECENTEMENTE A BERGAMO DA DODO, MARCHIO CHE TRAE ISPIRAZIONE PROPRIO DAL RICHIAMO ALLA NATURA.
rubrINterNIPANorama / 107
SECONDO Marco Palmieri, PRESIDENTE DI Piquadro, LA SUA AZIENDA, NATA DIECI ANNI FA, HA FATTO centro. NEL SENSO CHE HA TROVATO UN target GIUSTO di Lorem CHEIpsum CONDIVIDE LE SCELTE DI prodotto, DI progetto E, NON DA ULTIMO, QUELLE DI ecoresponsabilità. di Patrizia Catalano
TEcnO Idee
S
APPARTENGONO ALLA COLLEZIONE WWWATCH PE2010 GLI OROLOGI DI PIQUADRO CON MOVIMENTO AL QUARZO E CINTURINO IN GOMMA. SCREEN JACKET, GIACCA A SCHERMATURA TOTALE: GRAZIE ALLO SPECIALE ISOLAMENTO TERMICO ED UN FILATO DI NUOVA GENERAZIONE, PROTEGGE DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI.
econdo Marco Palmieri, presidente di Piquadro, la sua azienda non ha una vocazione fashion. Tutt’altro. “Noi siamo molto più vicini al mondo del design. Lo siamo sempre stati perché le nostre borse, i trolley e via via tutte le collezioni di accessori e d’abbigliamento nate in questi anni, hanno un concept, un’idea, soprattutto nascono da un lavoro di ricerca fatto in team. Io credo che la genialità del made in Italy, che noi portiamo avanti con passione, stia proprio dentro la capacità di direzionare la creatività e di avere il massimo rispetto di chi ci segue. Il cliente che sceglie Piquadro infatti è prevalentemente una persona che viaggia (in città, all’estero) che ha bisogno di oggetti che gli semplificano la vita, che lo confortano e perché no, gli danno identità. Questa è la nostra mission e non ci tiriamo indietro. Ogni prodotto per esempio contempla una serie di microfunzioni che lo contraddistinguono e lo rendono in un certo senso unico. Prendiamo le nostre borse da viaggio o da lavoro: contemplano un manico morbido che con l’aggravio del peso non segna, una tracolla ammortizzata, una tasca apposita per il portachiavi; negli zaini proponiamo integrata una mantella per l’acqua”. E veniamo ai dati concreti: “76 negozi monomarca di cui 25 negozi aperti lo scorso anno (per metà all’estero), inoltre siamo l’unica impresa in Italia, e forse in Europa, a fare i test sui materiali che utilizziamo: testiamo l’atossicità, la tenuta all’acqua, agli strappi, la stabilità delle ruote dei trolley”.
108/ INservice / INDIRIZZI
55DSL - GRUPPO DIESEL www.55dsl.com ANGELICA STENDEL Rue Elzevir 11 F PARIS 75003 Tel. +3310950323129 BITOSSI CERAMICHE FLAVIA srl Via A. Gramsci 16 50056 MONTELUPO FIORENTINO FI Tel. 057151403 Fax 0571519281 www.bitossiceramiche.it info@flavia.it BJORNALD CARMEN Via C. Prampolini 10/2 20158 MILANO Tel. 0240074878 www.ceebee.it cee.bee@fastwebnet.it BOTTEGA VENETA Via Privata E. Marelli 4/6 20139 MILANO Tel. 0270060611 Fax 0270060612 www.bottegaveneta.com irene.torzillo@it.bottegaveneta.com BREMEN Distr. in Italia: SPAZIO ROSSANA ORLANDI Via Matteo Bandello 14-16 20123 MILANO Tel. 024674471 Fax 0248008387 www.rossanaorlandi.com info@rossanaorlandi.com BURBERRY Via Pietro Verri 7 20121 MILANO Tel. 027608201 Fax 02760820280 www.burberry.com milan@burberry.com CAMPER - COFLUSA S.A. Poligono Industrial s/n E 07300 INCA (Maiorca) Tel. +34971507000 Fax +34971504702 www.camper.com CASA DOLCE CASA spa MADE IN FLORIM CERAMICHE Via Viazza II Tronco 45 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536841011 nr verde 800916621 Fax 0536842217 www.casadolcecasa.com info@casadolcecasa.com
CASAMANIA by FREZZA spa Via Ferret 11/9 31020 VIDOR TV Tel. 04236753 Fax 0423819640 www.casamania.it casamania@casamania.it CASAMOOD CASA DOLCE CASA spa Via Viazza II Tronco 45 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536841011 Fax 0536841052 www.casadolcecasa.com info@casamood.com CASSINA spa POLTRONA FRAU GROUP Via Busnelli 1 20036 MEDA MB Tel. 03623721 Fax 0362342246 www.cassina.com info@cassina.it CERAMICHE REFIN spa Via I Maggio 22 42013 SALVATERRA DI CASALGRANDE RE Tel. 0522990499 Fax 0522849270 www.refin.it info@refin.it CERIM MADE IN FLORIM CERAMICHE spa Via Canaletto 24 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536840111 Fax 0536844750 www.cerim.it info@cerim.it info@florim.it CHOO JIMMY
www.jimmychoo.com CHRISTIAN DIOR ITALIA srl Via Monte Napoleone 14 20121 MILANO Tel. 0276421901 Fax 0276011167 www.dior.com CRISTAL ROOM BACCARAT 11, Place des Etats-Unis F 75016 PARIS Tel. +33 1 40221110 Fax +33 1 40221199 www.baccarat.fr cristalroom@baccarat.fr Distr. in Italia: B.MORONE srl Via Soresina 7 20144 MILANO Tel. 0248012016 Fax 0248012240 www.bmorone.it info@bmorone.it
DEBORAH ITALIA spa Via Angelo Maj 19 20135 MILANO Tel. 02550211 Fax 0259901659 www.deborahgroup.com DI GREGORIO MARIELLA Via Ragusa 7 90141 PALERMO Tel. 091307152 Fax 091342596 www.marielladigregorio.com info@marielladigregorio.com DIESEL Via dell’Industria 7 36060 MOLVENA VI Tel. 0424477555 Fax 0424477955 www.diesel.com DODO Via XX Settembre 98 24122 BERGAMO www.dodo.it DOLCE & GABBANA Via Goldoni 10 20129 MILANO Tel. 02774271 Fax 0277427605 www.dolcegabbana.it DRIADE spa Via Padana Inferiore 12/a 29012 FOSSADELLO DI CAORSO PC Tel. 0523818618 Fax 0523822628 www.driade.com com.it@driade.com DYSON srl Via Enrico Tazzoli 6 20154 MILANO Tel. 020066101 Fax 0200661080 www.dyson.it assistenza.clienti@dyson.com FAKE www.luisaviaroma.com FENDI Via del Leoncino 5 00187 ROMA www.fendi.com FLOOR GRES MADE IN FLORIM CERAMICHE spa Via Canaletto 24 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536840111 Fax 0536844750 www.floorgres.it info@floorgres.it
FLORIM CERAMICHE Via Canaletto 24 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536840111 Fax 0536844750 www.florim.it info@florim.it FORNASETTI C.so Matteotti 1/A 20121 MILANO Tel. 0289658040 Fax 026592244 www.fornasetti.com gallery@fornasetti.com FRISONI BRUNO 20 Bd Poissonnière F 75009 PARIS Tel. +33142652040 Fax +33142652041 www.brunofrisoni.com office@brunofrisoni.com GALÉRIE ITALIENNE 75, rue de la Fontaine au Roi F 75011 Paris Tel. +33149290774 www.pron.it galerie-italienne@wanadoo.fr GIANFRANCO FERRE’ Via Pontaccio 21 20121 MILANO Tel. 02721341 - 0272080052 www.gianfrancoferre.com GOLRAN srl Via Pietro Panzeri 11 20123 MILANO Tel. 0289405725 Fax 0258104114 www.golran.com info@golran.com GUCCI Via Broletto 20/22 20121 MILANO Tel. 02880051 Fax 0288005221 www.gucci.com HAANS Mina Kresemanweg 1 NL 5032 ME TILBURG Tel. +(31) 13 5947 947 Fax +(31) 13 5947 944 www.haans.com info@haans.com HERMÈS INTERNATIONAL 24, Rue du Faubourg Saint-Honoré F 75008 PARIS Tel. +33140174717 www.hermes.com HERNO Via Opifici 100 28040 LESA NO Tel. 032277091 www.herno.it
HORNSBY JANE www.janehornsby.com INGO MAURER GMBH Kaiserstrasse 47 D 80801 MUNCHEN Tel. +49 89 3816060 Fax +49 89 38160620 www.ingo-maurer.com info@ingo-maurer.com ISSEY MIYAKE 3 West 18th Street USA NEW YORK N Y 10011 Tel. +1 212 2261334 Fax +1 212 4286709 www.isseymiyake Europe.com JANNELLI & VOLPI srl Via Melzo 7 20129 MILANO Tel. 02205231 Fax 0229408547 www.jannellievolpi.it janvo@tin.it JPLUS VISION Via San Pietro 49/51 35139 PADOVA www.jplusvision.com info@tobebeat.com KARTELL spa Via delle Industrie 1 20082 NOVIGLIO MI Tel. 02900121 Fax 029053316 www.kartell.it kartell@kartell.it KIBARDIN MAX Piazzale Susa 11 20133 MILANO Tel. 0238235694 Fax 0299989515 www.maxkibardin.com sales@maxkibardin.com press@maxkibardin.com L’ECLAIREUR 40 rue de Sevigne - Le Marais F 75004 PARIS Tel. +33 1 48871022 www.leclaireur.com LEA CERAMICHE Via Cameazzo 21 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 05365367811 Fax 053605360326 www.ceramichelea.com info@ceramichelea.it LELE’S UNTIE WEAR TODOMODO srl Strada Maggiore 48 40125 BOLOGNA Tel. 0510875546 Fax 0510875545 www.untiewear.com info@todomodo.biz
LOUBOUTIN CHRISTIAN 19, Rue Jean Jacques Rousseau F 75001 PARIS Tel. +33142360531 www.christianlouboutin.com LOUIS VUITTON Italia spa Via Tommaso Grossi 2 20121 MILANO Tel. 02723341 nr. verde 800308980 Fax 028053531 www.louisvuitton.com MARNI Via Sismondi 70/B 20133 MILANO Tel. 0270005479 Fax 0271040309 www.marni.com info@marni.it MINI AG Knorrstrasse 146 D 80788 MÜNCHEN www.mini.com MIU MIU www.miumiu.com MOOOI Jacob Catskade 35 NL 1052 BT AMSTERDAM Tel. +31 20 6815051 Fax +31 20 6815056 www.moooi.com info@moooi.com NAOTO FUKASAWA 5-17-20-4F Jingumae J SHIBUYA-KU TOKYO 150-0001 Tel. +81 3 54683677 Fax +81 3 54683678 www.naotofukasawa.com naoto@naotofukasawa.com NIEUWE HEREN www.nieuweheren.com PACIOTTI CESARE Tel. 0276013887 Fax 0276003560 www.cesarepaciotti.it PAUL SMITH LTD V.le Umbria 95 20135 MILANO Tel. 02546721 Fax 0254672400 www.paulsmith.it sabrina@paulsmith.it PIQUADRO spa Via Canova 123 40038 RIOLA DI VERGATO BO Tel. 051916700 Fax 051916700 www.piquadro.com piquadro@piquadro.com
POLTRONOVA srl Via Provinciale Pratese 23 51037 MONTALE PT Tel. 0574718351 Fax 0574711251 www.poltronova.it poltronova@poltronova.it
SPAZIO ROSSANA ORLANDI Via Matteo Bandello 14-16 20123 MILANO Tel. 024674471 Fax 0248008387 www.rossanaorlandi.com info@rossanaorlandi.com
PRADA/I.P.I. SERVICES spa Via A. Maffei 2 20135 MILANO Tel. 02546701 Fax 0254670271 www.prada.com
STEFANEL www.stefanel.it
PRIVEEKOLLEKTIE Tel. +31416 663234 www.priveekollektie.com info@priveekollektie.com REX CERAMICHE ARTISTICHE MADE IN FLORIM CERAMICHE spa Via Canaletto 24 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536840811 Fax 0536844750 www.rex-cerart.it info@rex-cerart.it RINA MENARDI Via D. Manin 2/a 30020 GRUARO VE Tel. - Fax 0421280681 www.rinamenardi.com info@rinamenardi.it ROHKA www.rohka.com rohka@rohka.com Distr. in Italia: DANIELE GHISELLI DIFFUSIONE snc Via Sidoli 19 20129 MILANO Tel. 0270100803 www.ghiselli.com ghisdi@tin.it SALVATORE FERRAGAMO ITALIA spa Via Borgospesso 2 20121 MILANO Tel. 027711141 www.salvatoreferragamo.it SKITSCH C.so di Porta Nuova 14 20121 MILANO Tel. 0229005700 Fax 0229005656 www.skitsch.it SLAMP spa Via Tre Cannelle 3 00040 POMEZIA RM Tel. 069162391 Fax 0691623933 www.slamp.com info@slamp.it
STEUDEL ANJELICA asteudel@condenast.fr UDERZO BARBARA Via Rivella 15 36051 CREAZZO VI Tel. 0444520022 www.uderzo-designer.it UMAN Via Gesù 10 20121 MILANO UNITED NUDE www.unitednude.com contact@unitednude.com VALENTINO Via S.Spirito, 3 20121 MILANO Tel. 0262491 Fax 0262492584 www.valentinofashiongroup.com VENTURINI FENDI ILARIA by CARMINA CAMPUS www.carminacampus.com info@carminacampus.org VITRA INTERNATIONAL AG Klünenfeldstrasse 22 CH 4127 BIRSFELDEN Tel. +41 61 3771509 Fax +41 61 3771510 www.vitra.com Distr. in Italia: UNIFOR spa Via Isonzo 1 22078 TURATE CO Tel. 02967191 Fax 0296750859 www.unifor.it unifor@unifor.it
“L’idea di Moove nasce da una vibrazione sull’acqua, un’onda. A monte, c’è una ricerca tecnologica approfondita, relativa agli stampi sui materiali. Si tratta dunque di un prodotto che coniuga alla perfezione funzionalità ed estetica”. Con queste parole Marco Piva, progettista tra i più rinomati a livello internazionale, introduce Moove, la nuova linea completa di prodotti per il bagno che il designer sta sviluppando per Jacuzzi®. L’onda a cui si riferisce Piva nella sua dichiarazione è quella increspatura sul materiale acrilico che, oltre a rappresentare il segno progettuale distintivo del piatto doccia (realizzato in diverse forme e dimensioni così da adattarsi a qualsiasi contesto architettonico), diventa elemento caratterizzante di tutti i prodotti della linea, dai lavabi alle vasche. Tutti improntati a una grande purezza formale, i prodotti di Moove sono concepiti tenendo in considerazione le esigenze dei differenti spazi ricettivi, così da enfatizzare l’imprescindibile concetto di ‘benessere’ e trasferirlo in ogni ambiente, dai bagni delle case private a quelli più ampi del settore contract (hotel, resort…). L’intera collezione Moove, che sarà presentata da Jacuzzi® ‘in versione integrale’ nel corso del prossimo Salone del Mobile, è basata su disegni estremamente lineari, secondo una tensione alla semplicità che coinvolge gli stessi materiali: il risultato finale si concretizza in una serie di elementi perfettamente armonizzati tra loro, essenziali nelle forme e piacevolmente leggeri alla vista. In perfetto equilibrio tra libertà stilistica e sobrietà compositiva, Moove è l’espressione del nuovo concetto Jacuzzi® di ‘full bathroom solution’, grazie al quale la stanza da bagno diventa un ambiente sospeso e magico, in cui spazio e tempo sembrano fondersi a vantaggio di un’esperienza di benessere totale, in grado di coinvolgere emotivamente tutti i sensi in una sintesi allo stesso tempo funzionale, razionale, estetica ed estatica.
Nasce
Moove la nuova collezione Jacuzzi® Informazione pubblicitaria
firmata da Marco Piva