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EDITORIALE - Giuseppe Rizzi

di Giuseppe Rizzi

Viv iamo ormai un tempo in cui tutto è narrazione, dalla politica alla pubblicità. Abbiamo narrazioni ovunque, a buon mercato, in formati d’ogni tipo. Finiamo per esserne assuefatti e non prestare più attenzione al valore che ha una storia, una buona storia; a tutto quel che contiene; al modo in cui le storie possono, in alcuni casi, cambiare la nostra. Siamo diventati una civiltà quando abbiamo iniziato a raccontare storie e poi a metterle per iscritto. Pensiamo al futuro come a una pagina da scrivere, alla nostra vita come a un romanzo. Attribuiamo al mondo una forma libri, perché, in fondo, tutti noi siamo storie che attendono solo d’essere raccontate. Qui vi consegniamo le nostre, in testo e immagini. Sei racconti che racchiudono l’universo interiore di chi li ha scritti e li ha illustrati, a cui sono legate memorie, urgenze, inquietudini, speranze; e il desiderio che trovino dei lettori e delle lettrici ed entrino in risonanza con loro. Lo stesso vale anche per noi, che li abbiamo letti e selezionati. Ci siamo emozionati. E poi ancora, lavorandoci con gli autori, abbiamo reso quelle storie un poco anche le nostre. Adesso le consegniamo a chi vorrà ascoltarle: potete apprezzarle o meno, ma abbiatene cura comunque. Ogni storia è un essere umano, ogni storia è un universo: fragile e preziosa, in costante espansione. In Ouverture pubblichiamo con orgoglio uno scrittore del calibro di Filippo Tuena. Il nome ci porta per le strade di Roma, nel 1944, a seguire le tracce del partigiano Aladino Govoni. Utilizzando i pochi documenti a disposizione, Tuena dissotterra dall’oblio della Storia una vicenda che ancora chiedeva d’essere raccontata. Il risultato è un racconto eccezionale, un nuovo, importante tassello

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nella letteratura italiana della Resistenza. Deserti cazione di Piergiorgio Caserini è uno di quei racconti che ha l’incredibile capacità di descrivere luoghi del tutto nuovi, fantastici e sublimi, che in nulla ricordano scenari già letti. I deserti di Acrirca, come l’oceano di Solaris ideato da Stanisław Lem, sembrano possedere una propria coscienza: è la natura che si fa antagonista dell’uomo. Lo capirà sulla propria pelle una spedizione di cartogra , esploratori e geologi, inviata a tracciare i con ni e scoprire i segreti di quelle terre straordinarie e mortifere. In Zeronegativo, un episodio banale come mangiarsi la pellicina delle unghie porterà a una serie sempre più clamorosa di conseguenze. Agostino Arciuolo, attraverso la voce solida e impetuosa di uno studente, mescola il serio e il faceto, il reale e il paradossale, la bizzarria e l’indagine loso ca, restituendoci il ritratto di una generazione insicura e impaurita, debole e sola, che sembra poter trovare nell’autofagia un’impensabile panacea. Per i Racconti erranti ci trasferiamo in Spagna con Mia madre alla nestra. Luisa Castro scava in profondità, con candore e dolcezza, nel rapporto di silenzi e delusioni di una bambina con sua madre. Un tu o nell’età tormentata dell’infanzia; una ri essione sul legame che unisce i gli ai genitori, spogliata di ogni visione romantica della maternità, e proprio per questo toccante. In Bianca, sottile, traslucida, un uomo torna col padre alla casa di montagna della sua infanzia e la trova ormai ridotta a un rudere. Ha inizio così un viaggio nella memoria, il ricordo delle estati che vi aveva trascorso a partire dagli anni Cinquanta. Carlo Ceccarelli porta il lettore in un tempo ormai estinto, autentico e ricco di incanto, e riesce nell’importante compito di rendere universale un’esperienza personale. L’upupa è la storia di una famiglia di pittori piuttosto originale. L’idillio tra i genitori del narratore, sancito dalla passione per l’arte, viene complicato proprio dalla fame di successo e dalla logorante attesa di veder riconosciuto il proprio talento. Domenico Santoro ha scritto un racconto maturo e complesso, dall’atmosfera suggestiva e indimenticabile, nel quale l’arte diventa territorio in cui si nidi ca un rapporto di forza insano e distruttivo. Buona lettura.

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