Irma Buttitta
IL VILLINO IDA BASILE
Progetto di restauro di un'architettura Liberty a Palermo Relatore Prof. Arch. Rita Fabbri Correlatore Arch. Serena Ciliani
Ai miei genitori
INDICE
ABSTRACT Perchè il Villino Ida Basile?
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CAPITOLO 1: Ernesto Basile: un architetto fra tradizione e modernità
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1.1 Ernesto Basile: cenni biografici
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1.2 La vita di un architetto moderno, riabilitazione critica e riscoperta
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CAPITOLO 2: Inserimento Urbano
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2.1 Inserimento dell’edificio nel contesto urbano: il quartiere Villafranca
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2.2 Situazione urbana: città storica e nuove direzioni dello sviluppo urbano
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2.3 Il viale della Libertà: primo tratto da Piazza Politeama a Piazza Croci
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• L’esposizione Nazionale del 1891 • L’industria edilizia e l’arte di costruire a Palermo
CAPITOLO 3: Il Villino Ida Basile
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3.1 La casa-studio: un autoritratto architettonico
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• configurazione attuale • ”Dispar et Unum”: il motto della casa
CAPITOLO 5: Il progetto di restauro degli interni: sale multimediali,
• progetto iniziale e progetto approvato: vicissitudini e trasformazioni 3.2 Basile e le sue maestranze: una felice collaborazione
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3.3 Basile & Ducrot: designer di interni
107
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laboratori per bambini e gli uffici per la Soprintendenza • Introduzione 5.1 Nuova configurazione degli interni
CAPITOLO 4: Progetto di restauro degli esterni
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• Seminterrato - laboratori didattici
4.1 Progetto di restauro dei prospetti
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• Piano rialzato - sale espositive multimediali
• stato di fatto: i materiali
• Piano secondo - nuovi uffici per la Soprintendenza
• analisi del degrado
• Sottotetto - schedari
• indagini preliminari
• Terrazze e giardino – luoghi per eventi
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• degradi sul prospetto ovest (via Villafranca) CONCLUSIONI
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BIBLIOGRAFIA
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MATERIALI D'ARCHIVIO
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• operazioni preliminari
RIFERIMENTI FOTOGRAFICI
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• stato di fatto: i materiali
ALLEGATI
213
TAVOLE
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• interventi di restauro 4.2 Progetto di restauro degli interni
• operazioni post intervento
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ABSTRACT - Perche il Villino Ida Basile?
Gli anni tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 segnarono per la città di Palermo l’apice del processo di modernizzazione, attuato con la creazione delle infrastrutture e di grandi opere pubbliche, destinate a mutare il volto ancora medievale della città. In questo clima segnato da rilevanti stravolgimenti, un protagonista fondamentale fu Ernesto Basile, che con la propria attività condusse il Liberty siciliano ad un alto livello, comparabile con i migliori esempi internazionali. Il Villino “Ida Basile”, casa-studio dello stesso architetto, rappresenta un momento importante in cui il progettista riesce a dar vita ad un’opera architettonica dotata di un proprio carattere di unicità, specificamente riconoscibile all’interno della sua vasta produzione. Vicissitudini e trasformazioni incongrue, purtroppo, non hanno consentito l’integrale mantenimento dei caratteri originali fino ad oggi, e hanno anzi provocato un evidente degrado materico e funzionale. Il progetto di restauro si pone come obiettivo la conservazione della materia originale, attraverso un approccio che, con opportune azioni di restauro e rifunzionalizzazione, tengano conto di una coerente destinazione d’uso dell’edificio. Diventa importante intervenire anche per ripristinare una relazione tra il villino e la città, proponendo di rendere questa bella architettura di Basile luogo di incontri culturali e di conoscenza della sua attività.
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“Ho immaginato la mia casa pensando dapprima all’ordinamento interno per le comodità dell’uso, poi alla costruzione, infine all’ornato, che deve essere logica conseguenza dell’ordinamento e della struttura, non affermato preventivamente con preconcetti di stile o di speciali partitici estetici. Il villino moderno ammette la casa distribuita in vari piani: un piano in parte sotterraneo per i servizi; il piano sopra elevato per le sale di studio, da ricevere, da pranzo, ecc; il primo piano per le camere da letto e i loro annessi; ammezzati per la servitù. E così è disposta la mia casa” Ernesto Basile Pubblicato ne “La Casa”, 1909, riportato da L.V. Masini in L’art Noveau; sta in Skema n. 8/9 1972, p.31
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Villino Basile, ottobre 2014, foto di Irma Buttitta
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CAPITOLO 1 ERNESTO BASILE: UN ARCHITETTO FRA TRADIZIONE E MODERNITÀ
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1.1 Ernesto Basile: cenni biografici
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1857-1891 Nasce a Palermo il 31 Gennaio 1857 da Giovan Battista Filippo Basile e Benedetta Vasari. La madre scompare quando Basile ha 10 anni, nel 1867. Socio già nel 1872 della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo, collabora con la rivista “pensiero ed arte”. Si laurea a Palermo nel 1879 e ottiene l'incarico di assistente alla cattedra di Architettura Tecnica tenuta dal padre, presso la Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri e Architetti di Palermo (1880-1881). Alla fine del 1881 si trasferisce a Roma, dove diventa assistente alla cattedra di Enrico Guj e poi libero docente di Architettura Tecnica presso lo stesso Ateneo, nel 1883. Si iscrive al Collegio degli ingegneri e architetti di Roma e nel 1886 sposa Ida Negrini. Dal matrimonio nascono Clara, Roberto, Giovan Battista Filippo, Laura e Massimo. Dopo un breve soggiorno brasiliano ritorna a Palermo nel 1891, dove riceve il primo incarico da parte di coloro che saranno i suoi maggiori committenti, la famiglia Florio, per la costruzione dei padiglioni Fig. 1 Ernesto Basile in una foto di fine Ottocento
dell'Esposizione Nazionale.
1 Per i cenni biografici si è fatto riferimento al lavoro di Sessa E., Ernesto Basile 1857 - 1932: fra accademismo e "moderno", un'architettura della qualità, Palermo, Flaccovio, 2010
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1892-1903 LUOGHI DI REALIZZAZIONE DELLE OPERE
Vince il concorso di professore titolare della cattedra di Architettura Tecnica presso la Regia Scuola di Applicazione di Palermo, dove formerà oltre un centinaio di professionisti attivi in Italia e all'estero. Viene nominato commendatore dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, per aver portato a termine i lavori di costruzione del Teatro Massimo di Palermo nel 1897. Diviene direttore artistico della fabbrica di mobili Ducrot di Palermo e nel 1903 da inizio alla costruzione della propria casa in via Siracusa.
1904-1916
ROMA
Viene eletto presidente del circolo artistico di Palermo ed è chiamato a far parte della commissione per la ricostruzione del campanile di Venezia. Ottiene, nel 1912, una medaglia d'oro per l'impegno profuso nel settore dell'igiene sociale con l'insegna-
PALERMO
REGGIO CALABRIA
CALATAFIMI
CATANIA CANICATTÌ
mento e con le sue opere. Fa parte della commissione di belle arti del Comune di Palermo che si esprime sul restauro degli edifici monumentali e delle opere d'arte, e propone l'istituzione a Palermo nel palazzo Abatellis di un museo d'arte medievale e moderna.
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1917-1932 Nel 1919 è membro della commissione istituita per la nomina di Gustavo Giovannoni a professore ordinario della scuola di applicazione per gli ingegneri di Roma. Partecipa, nel 1923, agli studi per il restauro del duomo di Cefalù e nel 1927 è membro della commissione ministeriale conservatrice dei monumenti della provincia di Palermo che sarà fondamentale per la redazione del nuovo impianto urbanistico del 1932. Quello stesso anno muore nella sua città il 26 agosto.
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1.2 La vita di un architetto moderno, riabilitazione critica e riscoperta La carriera di Ernesto Basile inizia quando, appena laureato nel 1878, si occupa del completamento della casa di famiglia a S. Flavia, a pochi chilometri da Palermo, che il padre, Giovan Battista Filippo Basile, aveva progettato e realizzato. Nel 1881 si trasferisce a Roma, una vera e propria “palestra” a cielo aperto per il miglioramento in campo professionale del giovane architetto. Partecipa a molti concorsi, fra i quali quello per il Palazzo di Giustizia di Roma (1884). Rientra definitivamente a Palermo nel 1891 per la direzione dei lavori del complesso dell'Esposizione Nazionale e prenderà domicilio con tutta la famiglia in via Villafranca1. Anche il padre nello stesso periodo viene richiamato a condurre il cantiere del Teatro Massimo, nelle vicinanze della zona interessata dall'Esposizione. L'affermazione professionale di Ernesto cresce quando, alla morte del padre nel 1891, gli succede alla direzione, e poi completamento, della
Fig. 2 Teatro Massimo, Giovan Battista Filippo Basile, Palermo 1875-1891
fabbrica del Teatro. Questi lavori interesseranno le decorazioni e la progettazione degli interni, che vengono affidati alla ditta Golia con cui Basile collaborerà in futuro2. Era un momento di forte sviluppo economico per la città siciliana, che diveniva il luogo prediletto di una grande borghesia “illuminata” che l'avrebbe resa una capitale europea
1 Da Sessa E., Ernesto Basile, Palermo, Flaccovio, 2010 p.20 2 ibidem
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della belle époque. Nonostante il grande seguito che ebbe la manifestazione, tutti i padiglioni al termine furono smontati. Sull'area occupata dal complesso sarà edificato un quartiere che sarà determinante per la nuova fisionomia della città, con una forte concentrazione di architetture moderniste, tra le quali il Villino Basile. Sarà quindi Ernesto Basile a dare una svolta all'architettura residenziale palermitana, iniziando dal palazzo Francavilla e dalla villa Bordonaro al giardino Inglese. Negli anni in cui lavora a questi progetti non possiede ancora la schiera di allievi che di li a poco avrebbero seguito i suoi passi. È nel cantiere del Teatro Massimo, infatti, che seguendo le orme Fig. 3 Villa Igiea, Palermo 1899
del padre egli crea un circolo di artisti, architetti e maestranze che lo seguirà in tutti i suoi lavori successivi. Undici pittori, quattro architetti e tre scultori, che segneranno inevitabilmente quegli anni di rivoluzione artistica a Palermo3. Nel 1899, ancora impegnato nella costruzione di Villa Igea per il medico Vincenzo Cervello, si dedica alla costruzione del Villino Florio, che sarà una delle sue più importanti opere. Dopo questa data il suo modo di costruire cambierà radicalmente: dalla pietra di Billiemi ai filari di mattoni, alle maioliche decorative, all'uniforme intonacatura imitativa dei pseudo corsi di calcarenite per la quale viene sperimentato, per la prima volta in maniera così estesa e caratterizzante l' “intonaco speciale Li Vigni”4. 3 ivi p.31
Fig. 4 Villino Florio, Palermo 1902
4 ivi p.52
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Nel 1901, viene registrato a Palermo il brevetto di intonaco speciale ideato dai fratelli Li Vigni, che costituirà uno degli elementi di affermazione di una specifica fisionomia del liberty siciliano5. Basile utilizzerà questo intonaco come strumento per la sua “riforma” dell'architettura tradizionale. Nel palazzo Utveggio, costruito appunto per l'omonimo costruttore, questo tipo di rivestimento permise un'omogenea stesura cromatica imitativa della pietra calcarea. L'edificio, che si trova nella stessa strada in cui si trova Villino Basile, presenta alcuni caratteri a questo affini: agili paraste svettanti oltre il muro d'attico e in falso sul rivestimento a bugne del basamento e del piano rialzato6. Nel 1903 unendo la ricerca di un sistema architettonico basato sul comfort abitativo a una profonda logica compositiva, Basile recupera le tradizioni dell'edilizia spontanea dell'Italia meridionale, riprendendola in chiave moderna in una “razionalità mediterranea”7. Nella sua casa di via Siracusa, infatti, tutto questo viene tradotto in materia concreta e rappresenta il punto di arrivo degli studi dell'architetto sulla cultura abitativa locale mostrati, già in altri due lavori antecedenti: il villino Fassini e il villino Monroy, entrambi purtroppo non più esistenti.
Fig. 5 Villino Fassini in via Duca della Verdura, Palermo 1903
5 ibidem 6 ivi p. 54 7 ivi p.55
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Casa Basile sembra chiudere questa successione di “ville bianche”8: comune tra di loro è il contrasto fra l'orizzontalità della disposizione del rivestimento e l'andamento euritmico di elementi verticali in lieve aggetto. Nella parte inferiore tutte presentano una fascia con laterizio a vista e bugne in pietra. Il tono rarefatto delle decorazioni attesta le valenze astile del progetto di Casa Basile9. Nel 1902 Basile, ormai fra gli architetti più stimati della nazione, riceve l'incarico per il Fig. 6 Cassa di Risparmio, Palermo 1912
progetto di ampliamento di palazzo Montecitorio, per l'adattamento definitivo ad Aula dei Deputati del Regno d'Italia. Il Paese si candidava ad essere una delle nazioni più istituzionalmente progredite, la cui classe politica dirigente mostrava più convincenti segnali di modernità. Ernesto Basile è colui che da più garanzie di un risultato adeguato alle aspettative di rappresentatività del governo. Nella seduta del 24 febbraio 1904 il progetto viene approvato e il 30 giugno viene varata la legge sulla questione della realizzazione di una sede idonea e funzionale ai lavori parlamentari10. Nel 1906 Basile partecipa all'Esposizione Internazionale del Sempione a Milano dove, oltre ad una mostra personale di disegni di architettura e agli arredi eseguiti su suoi disegni dagli stabilimenti Ducrot, presentava per la prima volta il progetto per la nuova 8 ivi p.55
Fig. 7 Kursaal Biondo, Palermo 1913
9 ivi p.59 10 Per approfondire: Mauro E., Sessa E., Ernesto Basile a Montecitorio e i i disegni restaurati della Dotazione Basile, Palermo, 2000
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Aula dei Deputati e per l'ampliamento del palazzo Montecitorio. Durante la manifestazione Basile promuove una linea di mobili decisamente avanzata, anche in confronto alle produzioni europee coeve di Henry Van de Velde e Josef Hoffmann11; tra le altre linee anche la stanza da pranzo in quercia “tipo intagli crostacei”, che verrà utilizzata da Basile in persona nella propria dimora di via Siracusa. A risultare significativo delle possibilità del nuovo metodo architettonico, in un modo assolutamente distinguibile dagli altri progetti del 1907, è la nuova sede della Cassa centrale di Risparmio “Vittorio Emanuele” in piazza Borsa a Palermo. Rievocativo di suggestioni rinascimentali, il prospetto presenta un rivestimento con intonaco Li Vigni, imitativo delle pietre tufacee in conci e bugne. L'arco temporale che va dal 1909 al 1914 lo vede lavorare a numerosi progetti, quali: Villa Pignatelli-Florio, monumento commemorativo in piazza Vittorio veneto, palazzo delle Assicurazioni di Venezia a Palermo e il Kursaal Biondo, Fig. 8 Palazzo Montecitorio, Aula dei Deputati, Roma 1927
sempre nella città siciliana. Inaugurato il 19 settembre 1914, il complesso Kursaal Biondo viene progettato da Basile per i fratelli Biondo, imprenditori nel settore degli spettacoli12. Fabbricato comprensivo di più funzioni può essere considerato la prima grande sala cinematografica appositamente realizzata a Palermo.
11 Da Sessa E., Ernesto Basile, Palermo, Flaccovio, 2010 p. 63 12 ivi p. 79
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Il 20 novembre 1918 con una seduta inaugurale, si aprono i lavori nel nuovo palazzo di Montecitorio. Poco tempo dopo, il 16 gennaio 1922, Benito Mussolini definì “sorda e grigia” l'aula costruita da una classe dirigente che credeva nel progresso e nella fratellanza e che la seconda guerra mondiale aveva spazzato via13. Il lavoro, che doveva essere il più rappresentativo della sua carriera, di fatto subì una “censura” da parte del regime, perché poco celebrativo ed epico rispetto ai canoni dell'architettura fascista. Montecitorio durante il ventennio sembrava anacronistica e legata ad un'epoca ormai sorpassata dai nuovi tempi14. Fino al 1922, Ernesto Basile continua a rivestire cariche pubbliche, successivamente scomparirà dagli ambienti accademici e anche dalla pubblicistica specializzata15. Negli anni del primo dopoguerra Basile, dunque, si ritrova a dover rivestire il ruolo di sopravvissuto a un mondo ormai superato in tutti i suoi aspetti. Contrariamente ai pregiudizi della critica degli anni '30 e del secondo Fig. 9 Palazzo Montecitorio, Aula dei Deputati, Roma 1927
dopoguerra, l'azione di Basile andò oltre quella dei suoi allievi16. Ernesto Basile muore nella sua casa di via Siracusa, il 26 agosto del 1932. Al funerale vi fu una grande partecipazione e telegrammi di condoglianze giunsero da parte di tutti gli esponenti del mondo culturale nazionale, dimostrando che il rispetto va oltre il ruolo istituzionale17. 13 ivi p. 82 14 ivi p. 83 15 ivi p. 85 16 ivi p. 90
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17 ibidem
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Fig. 10 Palazzo Montecitorio, Aula dei Deputati, Roma 1927
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Fig. 11 Palazzo Montecitorio, Aula dei Deputati, Roma 1927
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CAPITOLO 2 INSERIMENTO URBANO
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L’ESPANSIONE DELLA CITTÀ OLTRE LE MURA
1600 1600
1778 1778
Nel 1778Nel l’addizione 1778 l’addizione Regalmici Regalmici ripropone laripropone divisionelaindivisione quattro canti in quattro canti della città della vecchia. cittàViene vecchia. tracciata Vieneintracciata in fieri la strada fieridella la strada Libertà. della Libertà.
Agli inizi del Agli ‘600 inizi la del cinta ‘600 muraria la cinta muraria venne dotata venne di baluardi dotata die baluardi bastioni e bastioni e vennero vennero aperte grandi aperte porte grandi porte monumentali. monumentali. Il cassaroIl cassaro venne venne rettificato erettificato prolungato e prolungato fino al mare. fino al mare.
Quattro cantiQuattro di campagna canti di campagna
Porta FelicePorta 1637Felice 1637
1920
1920
1962
1962
Via Libertà Via Libertà
PanoramicaPanoramica Palermo Palermo
PRG DEFINITIVO PRG DEFINITIVO ll completamento ll completamento della via Libertà della via nel Libertà nel 1911 trasformerà 1911 trasformerà questa zona questa nel zona nel nuovo centro nuovodirezionale centro direzionale della città della città dedicato alle dedicato classi alle più classi abbienti più eabbienti e dinamiche.dinamiche.
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Il piano prevedeva Il piano prevedeva l'ampliamento l'ampliamento della della superficie cittadina superficiedi cittadina circa il doppio, di circasiil doppio, si trattava di trattava una semplice di unaspeculazione semplice speculazione edilizia. edilizia.
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2.1 Inserimento dell’edificio nel contesto urbano: il quartiere Villafranca Il processo di formazione del quartiere Villafranca, dove sorge il villino Ida Basile, va
CITTÀ DI PALERMO
considerato insieme alla costruzione della via Libertà (seconda metà del secolo XIX) e al clima culturale e politico in cui la città di Palermo si trovava, già a partire dai primi anni del secolo XIX, in quanto capitale politica e amministrativa della Sicilia. Già nel 1812 e poi nel 1821, contemporaneamente ad importanti sommosse poQUARTIERE VILLAFRANCA
polari antiborboniche, si manifestò la volontà profonda di realizzare una strada che scardinasse l’antico assetto urbanistico storicizzato, che presentava ancora il circuito murario cinquecentesco. Degradato ormai il tessuto urbano del centro storico, anche a causa delle precarie condizioni igieniche aggravatesi con le frequenti epidemie, ci
CENTRO CITTÀ
si preparava ad avanzare verso il territorio esterno alle mura. Nel 1848 il malcontento per l’assolutismo borbonico esplose in violente sommosse popolari, che portarono al governo rivoluzionario presieduto da Ruggero Settimo; il 16 marzo del 1848 il governo rivoluzionario decise di aprire una nuova strada intitolata alla Libertà. Il 21 ottobre 1860 la Sicilia veniva annessa allo Stato Sabaudo, ma l’isola era lontana dal moderno Piemonte, anzi viveva in condizioni di grande degrado; la Sicilia pagò sotto il profilo economico un prezzo molto alto all’unificazione.
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Le condizioni generali della popolazione e quelle produttive delle campagne erano disastrose e la “questione meridionale” cominciò a porsi con prepotenza come grande problema della Nazione. Sul finire dell’800 le condizioni generali del nuovo stato avevano favorito una ristretta ma attiva classe imprenditoriale. La famiglia Florio, ad esempio, fu impegnata in settori nuovi per l’epoca, legati al progresso tecnologico, come cantieri navali, industrie di mobili e arredi.
2.2 Situazione urbana: città storica e nuove direzioni dello sviluppo urbano Nei primi decenni dell’800 la città di Palermo vide allargarsi le aree edificate, con l’aggiunta, ai quattro antichi Mandamenti, di altri due: Molo e Oreto. A ciò si aggiungevano le risonanze delle nuove scelte urbanistiche con cui nelle capitali europee si erano risolti i problemi dei vecchi centri storici, ormai poco adatti alle nuove funzioni ottocentesche. Fig. 1 Piano Giarrusso, Piano Regolatore di risanamento e di ampliamento della città di Palermo, 1886
Nel 1885 l’ingegnere Felice Giarrusso fu incaricato di redigere un piano urbanistico, che tuttavia solo in parte fu realizzato a causa delle forti speculazioni che videro la maggior parte dei finanziamenti utilizzati per opere di diversa natura1. Di questo piano solo via Roma fu realizzata e solo alcuni tratti delle mura furono salvati. 1 Per approfondire: Chirco A., Di Liberto M., Via Libertà ieri e oggi, Palermo, Flaccovio, 2011; Pirrone G.,Palermo, una capitale., Milano, Electa, 1989; Inzerillo S. M., Urbanistica e societa` negli ultimi duecento anni a Palermo, Palermo, Istituto di urbanistica. e pianificazione, 1984
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L’intervento urbano di maggior rilievo fu la realizzazione di grandi teatri e giardini pubblici. Il Teatro Massimo costruito tra il 1875 e il 1891 su progetto di Giovan Battista Filippo Basile2, terzo oggi in Europa per dimensioni, fu edificato in quel periodo dopo numerose demolizioni del vecchio tessuto urbano, ponendosi come cerniera tra nucleo antico e nuova espansione. Un altro teatro, il Politeama Garibaldi, (1867-1874) di Giuseppe Damiani Almeyda, segnava l’inizio del viale della Libertà3. I nuovi interventi tuttavia non riuscirono ad eliminare la notevole differenza con la vecchia struttura urbana; i giardini realizzati nel centro storico da un lato (piazza Marina) e nella nuova espansione dall’altro (Giardino Inglese) costituivano un leitmotiv per collegare questi episodi puntuali rendendo tutto più urbanisticamente omogeneo.
Fig. 2 Giardino Garibaldi in Piazza Marina, G.B.F. Basile, Palermo 1870-1880
2 Per approfondire: Pirrone G.,Il Teatro Massimo di G.B.Filippo Basile a Palermo 1867/1897, Roma, Officina Edizioni, 1984; Salvatore Greco, Rutelli, maestri della pietra, Kalós, 2007 n.4 3 Gaetano Blandi, Il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, Edizioni Axon, Palermo, 1991; Luciana Gallo, Il Politeama di Palermo e l’Architettura policroma dell’Ottocento, L’Epos, Palermo, 1997
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Fig. 3 Politeama Garibaldi, Giuseppe D. Almeyda, Palermo 1867-1874
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Fig. 4 Via della Libertà in una cartolina d’epoca
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2.3 Il viale della Libertà: primo tratto, da Piazza Politeama a Piazza Croci La nuova strada doveva soddisfare le esigenze progressiste dell’intera classe borghese, piuttosto che un preciso disegno politico. Infatti soprattutto per iniziativa privata, erano state avviate una serie di lottizzazioni in zone esterne al centro storico, prevalentemente nella zona settentrionale, interessate dal passaggio dell’asse viario Maqueda-Libertà e che influenzano ancora oggi l’espansione della città. Un asse nord-sud contrapposto all’organizzazione centripeta del nucleo storicizzato. Il primo tratto di via Libertà fu tracciato nei possedimenti di Giorgio Wilding, principe di Radaly, e tutt’oggi rispetta fedelmente il progetto elaborato nel 1848 e completato nel Marzo del 1849, che prevedeva una corsia centrale larga dieci metri e due corsie laterali di cinque, tutte alberate. La strada rimase priva di edifici per molto tempo, fino a quando nel 1881 Wilding stipulò una convenzione con l’amministrazione civica per Fig. 5 Piazza Castelnuovo prima della realizzazione dell’Esposizione Nazionale. La selezione indica il lotto del Firriato di Villafranca
la lottizzazione dell’area. Il vasto terreno, chiamato “Firriato di Villafranca”4, fu ceduto gratuitamente attraverso una concessione enfiteutica5 al Comune mentre il proprietario si impegnava a costruire gli edifici secondo regole vincolanti in fatto di decoro ed uniformità.
4 La parola firriatu, termine dialettale siciliano, indica un podere recintato in muratura. 5 L’enfiteusi è un diritto reale su un fondo altrui che attribuisce al titolare gli stessi diritti che avrebbe il proprietario (concedente) sui frutti, sul tesoro e sulle utilizzazioni del sottosuolo; Sull’enfiteuta gravano fondamentalmente due obblighi: quello di versare un canone periodico al concedente e quello di migliorare il fondo. L’enfiteusi può essere costituita mediante contratto, testamento o usucapione e può essere perpetua o temporanea, ma in quest’ultimo caso la sua durata non può essere inferiore a venti anni.
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SCHEMI DEL QUARTIERE LIBERTÀ
ASSE CITTÀ VECCHIA ASSE CITTÀ NUOVA QUARTIERE LIBERTÀ
ASSE CITTÀ VECCHIA ASSE CITTÀ NUOVA
VIE SECONDARIE
VIE SECONDARIE
VIE PRINCIPALI
QUARTIERE LIBERTÀ
VIE PRINCIPALI
PERCORSO PER CENTRO STORICO
EDILIZIA BASSA da 1 a 3 piani
QUARTIERE LIBERTÀ
EDILIZIA MEDIA da 3 a 5 piani
PERCORSO PER CENTRO STORICO
20 min
EDILIZIA ALTA da 5 a 8 piani
EDILIZIA BASSA da 1 a 3 piani EDILIZIA MEDIA da 3 a 5 piani
QUARTIERE LIBERTÀ
EDILIZIA ALTA da 5 a 8 piani
20 min
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QUARTIERE VILLAFRANCA VILLINO IDA BASILE
VILLINO IDA BASILE
EDIFICI PRIMA ESPANSIONE EDIFICI PRIMA ESPANSIONE EDILIZIA STORICA
EDILIZIA STORICA
DEMOLITI / EDILIZIA ANNI DEMOLITI ‘60 / EDILIZIA ANNI ‘60
usa
irac
S Via
1_Villino Ida Basile, Arch. 1_Villino E. Basile Ida Basile, (1903-1904) Arch. E. Basile (1903-1904) 2_Palazzina Bonanno,2_Palazzina Arch. Giovanni Bonanno, Tamburello Arch.(1909) Giovanni Tamburello (1909) 3_Casa Utveggio, Arch. 3_Casa E. Basile Utveggio, (1902-1903) Arch. E. Basile (1902-1903) 4_Palazzina Riccobono, 4_Palazzina Ing. E. Armò Riccobono, (1903) Ing. E. Armò (1903) 5_Villino Rutelli, Ing. E.5_Villino Armò (1902) Rutelli, Ing. E. Armò (1902) 6_Villino Nicoletti, Ing. 6_Villino E. Armò Nicoletti, (1893) Ing. E. Armò (1893) 7_Palazzo Dato, Ing. V. 7_Palazzo Alagna (1903-1904) Dato, Ing. V. Alagna (1903-1904) 8_Palazzo Di Chiara (1894) 8_Palazzo Di Chiara (1894) 9_Palazzo Agnello-Briuccia 9_Palazzo (1900-1901) Agnello-Briuccia (1900-1901) 10_Chiosco Ribaudo,10_Chiosco Arch. E. Basile Ribaudo, (1916)Arch. E. Basile (1916) 11_Palazzo Landolina11_Palazzo di Torrebruna, Landolina Arch. Giovanni di Torrebruna, Tamburello Arch.(1903) Giovanni Tamburello (1903) 12_Palazzo Pintacuda12_Palazzo (1908) Pintacuda (1908) 13_Palazzo Pintacuda13_Palazzo Celestre (1915) Pintacuda Celestre (1915) E. BasileDeliella, (1905-1906) Arch. E. Basile (1905-1906) 14_Villa Deliella, Arch.14_Villa 15_Palazzo Scandurra15_Palazzo de Lorenzo, Scandurra Arch. Francesco de Lorenzo, Palazzotto Arch. Francesco (1894) Palazzotto (1894) 16_Palazzo Majo (1896) 16_Palazzo Majo (1896) 17_Palazzo Caltagirone 17_Palazzo (1912) Caltagirone (1912) 18_Palazzo Florio (1900) 18_Palazzo Florio (1900) 19_Palazzina La Lomia19_Palazzina (1893) La Lomia (1893) 20_Palazzina Foderà (1900) 20_Palazzina Foderà (1900) Lomia (1895) Gaeta La Lomia (1895) 21_Palazzina Gaeta La21_Palazzina 22_Villino Planeta (1894) 22_Villino Planeta (1894) 23_Palazzetto Di Pisa,23_Palazzetto Arch. A. Zanca Di (1907) Pisa, Arch. A. Zanca (1907) 24_Palazzina Gregorietti 24_Palazzina Gregorietti 25_Villino Bacchi-Salerno, 25_Villino Ing. E. Bacchi-Salerno, Armò (1901) Ing. E. Armò (1901) 26_Palazzo Dolce (1895) 26_Palazzo Dolce (1895)
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La lottizzazione di via Libertà iniziò il 1 settembre del 1892, al termine dell’Esposizione Nazionale, e fu accettata largamente dall’amministrazione della città, in quanto garantiva lavoro e rispetto dei regolamenti edilizi, che difficilmente si erano raggiunti negli altri quartieri. Fu un’occasione per l’edilizia di stampo accademico di relazionarsi con le nuove espressioni del Liberty locale. Il quartiere rispecchiava un modo ottocentesco di fare urbanistica, tipicamente inglese, creando zone residenziali come isole esclusive, che denotavano fortemente l’appartenenza alla classe borghese: una maglia a scacchiera sembrava essere, infatti, la forma più adeguata di insediamento residenziale, essendo funzionale sia all’ottimizzazione della rendita fondiaria sia alle nuove esigenze di igiene e salubrità. Il fatto che l’isolato si affacciasse sulla strada su tutti e quattro i lati faceva si che ogni abitazione avesse la stessa rendita di posizione, avendo un affaccio sulla strada come tutte le altre. La vocazione strettamente residenziale del quartiere era sottolineata dall’assenza di attività commerciali e artigianali. Fig. 6 Piazza Castelnuovo dopo il 1891, Palermo
Anche per questo non furono contemplate piazze alberate e luoghi di svago, diversamente da quanto avveniva negli squares inglesi. In questo sistema si inserirono due nuove tipologie di edilizia residenziale: il palazzo, distribuito su più piani e suddiviso in appartamenti signorili, e il villino, circondato da un giardino di piccole dimensioni.
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In via Villafranca, in generale, i villini e le palazzine erano posti sul fronte strada, mentre il giardino spesso era sul retro e a volte su un lato. Invece nella parte del quartiere che affacciava su via Libertà vi era sempre il fronte arretrato di un uguale misura per consentire la formazione di un piccolo giardino, partecipando cosi alla costruzione del grande viale alberato. Altra caratteristica era data dalla mancanza dell’ingresso principale su via Libertà, per quanto riguarda palazzi e villini; questo perchè il lungo asse viario rappresentava già una gerarchia ben definita e le vie trasversali, a loro volta, assumevano un ruolo più rilevante a causa della rendita di posizione più elevata rispetto a quelle parallele (via XX settembre, via Niccolò Garzilli e via Villafranca) creando un sistema a pettine che andava sovrapponendosi alla griglia uniforme. L’angolo nei palazzi era caratterizzato dall’uso di un bugnato più sporgente o da paraste angolari, nei villini invece un marcapiano interrompeva l’andamento a spigolo vivo continuo.
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L’Esposizione Nazionale del 1891 Nel 1891 sul fronte occidentale del Firriato fu allestita la IV Esposizione Nazionale6 che interessò una superficie di circa 130.000 metri quadri, la maggior parte dei quali occupati da padiglioni coperti. In un momento di vivace attività urbanistica, l’Esposizione si mostrava come una grande opportunità per proporre la classe imprenditoriale siciliana e le capacità produttive delle industrie meridionali a scala nazionale. L’organizzazione fieristica prevedeva l’appoggio di molti imprenditori e soci del Circolo Artistico, e tra gli altri, Ignazio Florio. Il mondo della finanza, la borghesia e assieme a loro gli artisti si videro rappresentati nell’Esposizione e da questa trassero forza per risollevare le sorti della società a cui appartenevano. Fu la consacrazione di una classe imprenditoriale colta e raffinata che voleva essere promotrice di un grande evento e fu l’affermazione professionale di molti progettisti7. L’architetto incaricato di progettare i padiglioni fu proprio Ernesto Basile, che scelse apposta uno stile “siculo-normanno”, influenzato forse dalla ricerca di uno stile regionale simbolo dell’autonomia imprenditoriale del tempo. L’Esposizione fu inaugurata il 15 novembre 1891 alla presenza di Fig. 7 Ingresso principale dell’Esposizione Nazionale, Palermo 1891- 1892
Re Umberto I e della Regina Margherita. L’anno successivo, smobilitati i padiglioni della mostra, costituiti da strutture temporanee, nell’area interessata dalla stessa si sviluppava il nuovo quartiere Libertà. 6 Per approfondire: Chirco A., Di Liberto M., Via Libertà ieri e oggi, Palermo, Flaccovio, 2011; Pirrone G.,Palermo, una capitale., Milano, Electa, 1989; 7 Quartarone C., Sessa E., Mauro E., Arte e architettura Liberty in Sicilia, Palermo, Grafill, 2011 pagg. 205-217
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Fig. 9 Interno del padiglione Florio, Esposizione Nazionale, Palermo 1891-1892
Fig. 8 Evidenziate le maggiori operazioni architettoniche e urbanistiche dell’espansione città , Palermo 1893
Fig. 10 Caldaie della fonderia Oretea, Esposizione Nazionale, Palermo 1891- 1892
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L’industria edilizia e l’arte di costruire a Palermo Un elemento indicativo per far capire come si evolvesse l’industria edilizia è da ricercare nel cantiere del Teatro Massimo, poiché da li provenivano le maestranze che rivoluzionarono l’aspetto della città dal 1897 al 1925.8 Giovan Battista Filippo Basile, padre di Ernesto, organizzò un vero e proprio cantiere-scuola, sollecitato dalla ricerca sulle possibilità comunicative dei materiali tradizionali. Fu assicurato così, all’architettura palermitana, un alto livello di qualità che ne avrebbe fatto la capitale del Liberty italiano. Uno spaccato della vita delle maestranze viene offerto da Salvatore Caronia Roberti: “nel campo delle opere murarie esistevano tre categorie di operai: il garzone (u’ picciotto), il manovale e il mastro. Questa terna costituiva un’unità lavorativa”9. Il cantiere dunque era lo specchio della società che cambiava a cavallo tra ‘800 e ‘900 adeguandosi al progresso scientifico e tecnologico. Dall’artigiano si arrivò
Fig. 11 Salvatore Caronia Roberti, Palermo 1887-1970
all’anonimato degli operai, le competenze si separavano e le tecniche costruttive si complicavano. Alla fine dell’800 comparvero i manufatti in cemento, nuovi intonaci, il grès e i materiali artificiali. La collaborazione tra maestranze e architetto, sperimentata da Basile padre, fu portata avanti dal figlio Ernesto, che prenderà con se artisti e
8 Quartarone C., Sessa E., Mauro E., Arte e architettura Liberty in Sicilia, Palermo, Grafill, 2011 pagg. 249-259 9 Da Caronia Roberti S., Mastri, Capimastri e Ingegneri, in Architetti di Sicilia, n. 7-12 gennaio-dicembre 1966
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artigiani esaltandone il lavoro nell’ambito di un’unità stilistica. Tuttavia con Basile figlio il rapporto con la tradizione veniva mantenuto nei materiali e nelle tecniche, ma con nuove forme. Il Liberty a Palermo fu un fenomeno legato al rapporto tra progettista e committente in un vero e proprio sodalizio. L’imprenditore Giovanni Rutelli, associato con l’ing. Giuseppe Vittorio Pirandello, presentando l’offerta più vantaggiosa, si aggiudicarono l’appalto per la realizzazione del grande padiglione d’angolo della Esposizione Nazionale del 1891, per una superficie complessiva di 27.000 metri quadrati, da completare in appena sette mesi, ad esclusione della grande sala da concludere tre mesi dopo. L’intero quartiere Libertà, poi, fu opera dei costruttori Messina, Rutelli e Paladino. Intorno al 1913 Rutelli divenne rappresentante e concessionario a Palermo della società Porcheddu di Torino, che deteneva il brevetto dei solai di Hennebique per l’Italia. Spesso sono gli stessi costruttori ad avvalersi dei progetti migliori architetti del modernismo, come i Rutelli con Caronia Roberti e gli Utveggio con Ernesto Ba-
Fig. 12 Teatro Massimo in Piazza Verdi a Palermo, Fotografia di cantiere ante 1880, G.B.F. Basile 1874-1891, E. Basile 1891-1897
sile. L’impresa di Michele Utveggio operò fino alla fine degli anni ‘30. Realizzò molti edifici nelle zone di nuove espansione della città, di cui circa 40 villini costruiti tra il 1905 e il 1915 sulle vie Liberà, Ariosto e Notarbartolo.
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CAPITOLO 3 IL VILLINO IDA BASILE
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3.1 La casa-studio: un autoritratto architettonico
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Fin dai primi schizzi progettuali Ernesto Basile si discosta dalle altre costruzioni pre-
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senti nel quartiere Villafranca e nel quartiere Libertà, ponendo il Villino non in posizione centrale ma eccentrica rispetto al lotto, con i due prospetti principali direttamente +6,12
su strada, e lasciando il giardino all'interno. Fin dall’inizio la sua casa-studio mostra +2,30
caratteri aderenti alle nuove istanze di comfort e al modo di abitare moderno e del 0,00
PROSPETTO OVEST scala 1:100
tutto nuovi al panorama architettonico locale. La casa sarà un riferimento urbanistico +17,66
importante per più di quarant'anni, fino a quando l'intorno non sarà deturpato dalla
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speculazione edilizia degli anni '50 -'60. Ormai privata del giardino e costretta tra gli alti edifici che la circondano, la dimora del Basile è oggi un elemento decontestualiz+7,60
zato ed un ricordo del modo di vivere della borghesia palermitana della Belle Époque.
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Configurazione attuale
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PROSPETTO SUD scala 1:100
L’edificio è costituito da due piani fuori terra e da un piano seminterrato ed è carat+17,66
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terizzato da alcuni elementi quali la torretta, il portone, i falsi partiti e le finestre del
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seminterrato solo su via Villafranca. Le facciate sono entrambe tinteggiate di bianco
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e decorate superiormente da piastrelle policrome raffiguranti elementi floreali; sono 0,00
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PROSPETTO LATO NORD scala 1:200
PROSPETTO LATO EST scala 1:200
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presenti inoltre numerosi inserti in stucco o scolpiti nelle mensole dei balconi, nel 71
portale e nelle cornici. L’alto basamento in mattoni rossi è decorato e incorniciato da lastre di pietra grigia di Billiemi e compreso da una cornice a listello. Lo sviluppo perimetrale del progetto è sottolineato dal grande risalto dato all’angolo risolto con un balcone in ferro battuto con parapetto, piantale e fastigio a corona che incerniera i prospetti. All’edificio, si accede attraverso il portone su via Siracusa e l’androne a doppio volume, che presenta sul fondo un cancello in ferro battuto e una transenna metallica vetrata a chiusura del giardino interno, che poteva essere scorto di giorno quando il portone d’ingresso restava aperto. Questo ambiente è caratterizzato da una grande spazialità, in cui vi si trovano due accessi distinti uno alla casa e l’altro allo studio seminterrato. Piastrelle di pasta vitrea color verde acqua ricoprono tutte le pareti e sono coronate da un fregio continuo, con un motivo a coppie di bulbi su sfondo oro e linee orizzontali color ocra rossa. Nella loggia sono inseriti modelli in gesso e stuc-
Fig. 1 Villino Ida Basile, androne, Palermo 1903-1904
Fig. 2 Villino Ida Basile, androne, Palermo ottobre 2014
co di particolari architettonici e sculture di Basile. Una volta entrati, si accede sulla destra a due ambienti che in origine erano la biblioteca e la grande sala da disegno. Sulla sinistra, invece, ci si immette nel salotto (oggi sala consultazione) con pianta quadrata e pavimento alla veneziana con motivi a spirale in tessere di marmo. Questo è il primo dei tre ambienti che si affacciano su via Siracusa, e presenta una volta a
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vela decorata con margherite. Le finiture naturalistiche sono molto presenti all’interno del villino: altri quattro soffitti a volta sono decorati, tra cui quello della camera da letto al piano superiore, in cui vi è un motivo a salamandra ripetuto; nella sala da pranzo (oggi ufficio) foglie e nastri annodati; anche nelle voltine del soffitto al piano rialzato, nel vestibolo e nei corridoi principali vi sono motivi a pergola. Nelle porte del corridoio, invece, i motivi floreali sono più stilizzati. Per quanto riguarda la logica distributiva essa è semplice e marcatamente modernista, non evidente dall’esterno: Basile infatti desiderava la diretta fruizione dell’edificio e la volontà di scoprirlo. Il corridoio, con il pavimento in lastre di marmo e il soffitto a voltine, è l’asse distributivo principale del piano rialzato, e analogo ruolo ha il corridoio al piano di sopra. Il corridoio al piano rialzato conduce al vano scale principale attraverso un’ulteriore soglia interna, formata da tre gradini di marmo rosso, e anche alla sala da pranzo. Sul pavimento di quest’ultima vi è una composizione di tre tipi diversi di marmo disposti a turbina che indicano il centro dell’edificio. Il soffitto ha una travatura lignea con fregi pittorici a cui è ancorato il lampadario in ferro battuto realizzato su disegno di Basile stesso; l’ambiente ha un Villino Ida Basile, piano rialzato
affaccio sul lato interno e il cortile raggiungibile tramite una scala.
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Fig. 3-4 Villino Ida Basile, decorazioni originali dei soffitti al piano rialzato, Palermo ottobre 2014
Fig. 5-6 Villino Ida Basile, decorazioni originali dei soffitti al piano primo, Palermo ottobre 2014
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Il vano scale principale è rivestito da marmi rossi e gialli e percorso dal corrimano ligneo intagliato e scanalato, illuminato naturalmente tramite una grande finestra che affaccia sempre sul giardino. Salendo al piano primo la pianta è simile nella distribuzione ma vi è un piccolo corridoio che conduce ad un vano che era suddiviso in ambienti di servizio. Come al piano inferiore, il corridoio principale immette ai vani destinati in origine alle stanze da letto e ambienti vicini. La camera da letto principale è perfettamente al di sopra della sala da pranzo per rimarcare cosi i valori della casa e della famiglia. L’ambiente si affaccia sul giardino interno attraverso un balconcino con ringhiera in ferro battuto e presenta sul soffitto un altro motivo pittorico, con bulbi incrociati e un filare di fogliame. Al seminterrato si trovano la grande camera, in origine destinata ad archivio dello studio professionale, e gli ambienti di servizi,o che comunicavano con i piani superiori attraverso la scala nella torretta. Non va sottovalutata l’importanza della via Siracusa, dove l’architetto posiziona l’ingresso principale. La via infatti attraversa tutta via Libertà trasversalmente fino ad arrivare al mare. Il portale è Villino Ida Basile, piano primo
l’unico elemento all’esterno che Basile carica di simboli, ha una configurazione trilitica e ai lati viene compreso tra due piedritti rastremati e svasati verso terra mentre verso l’alto vanno oltre il muro e vengono incrociati con due traversi formando un sopraporta cieco tripartito da due pilastrini.
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Villino Ida Basile, sottotetto
Villino Ida Basile, seminterrato
Villino Ida Basile, copertura
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Fig. 7 Villino Ida Basile, dettaglio del corrimano ligneo intagliato e scanalato, Palermo ottobre 2014
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Fig. 8 Villino Ida Basile, dettaglio del corrimano ligneo intagliato e scanalato, Palermo ottobre 2014
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SEZIONE LONGITUDINALE scala 1:100
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SEZIONE LONGITUDINALE scala 1:100
SCHEMA ASSONOMETRICO VOLTA D’INCANNUCCIATA
centina diagonale
centina parallela
SCHEMA ASSONOMETRICO VOLTA D’INCANNUCCIATA travicello d’appoggio delle centine
listelli incassati
tavole doppie centinate all’intradosso travicello d’appoggio delle centine
chiodatura quadrupla
incannucciato
listello incassato
arricciatura MATERIALE D’ARCHIVIO Foto danni di guerra 1942
centina parallela listelli incassati
tavole doppie centinate all’intradosso chiodatura quadrupla
listello incassato
centina diagonale
incannucciato arricciatura
MATERIALE D’ARCHIVIO Foto danni di guerra 1942
fascia di canne schiacciate
fascia di canne schiacciate canna grossa canna grossa
incannucciato di canne schiacciate
incannucciato di canne schiacciate
struttura portante in mattoni
struttura portante in mattoni
intonaco di finitura
struttura portante in mattoni
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trave perimetrale struttura portante
in mattoni
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Alle estremità longitudinali e trasversali si trovano elementi stilizzati a motivo floreale. I prospetti sono incorniciati per mezzo di paraste poste solo agli estremi e a filo con la porzione sottostante della facciata. Le sommità delle paraste stesse superano il muro e hanno sottili cornici modanate e speculari bassorilievi fitomorfi in stucco. Il tutto è ritmato da porzioni cieche e falsi partiti che incorniciano le finestre con le persiane di colore verde; sono quattro su via Siracusa e tre su via Villafranca. Il giardino, oggi privato della sua originaria ampiezza e della lussureggiante vegetazione, aveva un impianto ad aiuole ritagliate da una rete di viali ad arco, intercettata da un viale principale a L con curvatura misurata per la manovra dei veicoli. Nel giardino si distinguevano: l’ingresso individuato dal cancello in ferro battuto con applicazioni di motivi di tralci con due composizioni di fioroni; un segmento rettilineo compreso tra il prospetto interno a nord-est, l’alloggio del custode e la prima aiuola; il sistema viario secondario, destinato ai pedoni, con andamento arcuato. La disposizione dei sentieri non era casuale, ma Basile raccordava spesso le aperture o le terrazze con specifici punti di forza dei giardini: in questo caso i punti di forza erano agli angoli estremi del muro perimetrale che dava su via Agrigento, dove vi erano panchine in ferro battuto, una Fig. 9 Villino Ida Basile, Portone d’ingresso su via Siracusa, ottobre 2014
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delle quali è giunta fino a noi nonostante il ridimensionamento del giardino stesso.
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”Dispar et Unum”: il motto della casa Nel sopraporta del portone principale rivestito con piastrelle policrome in vetro che simulano un mosaico dorato, si trovano il motto della dimora e la data della fabbrica: “DISPAR ET UNUM-1904”. In molti si sono soffermati sul significato intrinseco di questa espressione latina e di seguito si riporta l’interpretazione datane da Gianni Pirrone nella piccola monografia del 1981: “Questo dattilo-spondeo cosi ammiccante a un abile pescaggio nella classicità latina, molto probabilmente è solo un sapiente montaggio erudito. Che senso attribuirgli? Un ‘diverso e unico’, ambiziosamente riferito alla casa stessa in quanto ritenuto oggetto architettonico irripetibile? Ma come conciliare questa irripetibilità col ripetersi in serie dei mobili della sua sala da pranzo, autentica negazione del ‘pezzo unico’? Come l’uso del neutro farebbe più correttamente Fig. 10 Villino Ida Basile, dettaglio del portone d’ingresso con il motto “DISPAR ET UNUM - 1904“, Palermo ottobre 2014
supporre una diversità, allora, e una unicità più astratte in questo motto? Ancora un segnale, certamente, nel campo dei simboli e dei messaggi. E quindi un significato sacrale: l’unità della famiglia attraverso la ‘diversità’ numerica e umana dei suoi componenti o, nell’ambito architettonico, l’unità formale raggiunta tramite l’assemblaggio di elementi diversi e asimmetricamente disposti. E ancora, la molteplicità e multiformità nel loro rapporto con l’individualità, o una pitagorica con-
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trapposizione cosmica in cui l’armonia è l’unità delle mescolanze e concordanza delle discordanze? Allora, con il simbolismo complicato e fantastico dei pitagorici, le corrispondenze fra numeri e cose, l’antitesi di dispari e pari con quella di forma e materia? […] E così, su strada, il motto nella sua morbida policroma musività rigidamente incorniciata nello spesso rilievo della transennatura, la leggera ferrata, all’interno verso il giardino, con i tradizionali fioroni svettanti a marcare la tripartitura, il trittico della ‘madonna degli angeli’ in una devota, dedicante collocazione simbolica all’ingresso della casa, resa subito enigmatica, quasi negata dal carattere laico di assemblaggio di reperti decorativi che tutte le pareti di questa specie di ‘transetto’ raccolgono, irregolarmente disposti. Ancora dunque il segno di un dare, di un esporsi, di un affermarsi da un lato, di un ironico distacco, di un negare, di un ritrarsi dall’altro; o una costante sotterranea lucidità a noi indecifrabile? Certamente l’uomo dalle chiare, seducenti, aproblematiche calligrafie non poteva lasciarci, nella sua casa bianca, un messaggio più complesso inquietante ed ambiguo”1 .
Fig. 11 Villino Ida Basile, dettaglio del portone d’ingresso, disegno di progetto
1 Da Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981 p. 37 - 38
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Progetto iniziale e progetto approvato: vicissitudini e trasformazioni Il villino, così come si presenta oggi, è frutto di numerosi stravolgimenti rispetto al progetto originale. Basile disegnò almeno tre versioni durante l’iter progettuale. Originariamente l’ingresso doveva trovarsi su via Villafranca e il progetto si definiva con un assetto planimetrico abbastanza simile al progetto poi realizzato. Tuttavia, per assicurare maggiore compattezza all’impianto planimetrico e soprattutto per far sì che la costruzione si trovasse sulla porzione di terreno di sicura acquisizione, l’ingresso fu spostato su via Siracusa. Nelle tavole conservate all’Archivio Storico Comunale di Palermo vi è il progetto definitivo consegnato da Basile alla Commissione Edile il 31 Luglio del 19032, che verrà approvato qualche giorno dopo, il 10 Agosto. Il 19 Agosto 1903 fu posta la prima pietra e in appena un anno l’edificio fu terminato. Nel 1912 verrà ampliato il primo piano su via Villafranca, chiudendo una precedente terrazza. Alla morte dell’artista gli eredi fecero rilevare l’intera proprietà con l’intento di progettarne il frazionamento e la ridistribuzione, fortunatamente non realizzata. Durante la
Fig. 12 Villino Ida Basile, Palermo 1903-1904
guerra molti soffitti e diverse parti della fabbrica furono danneggiate. Nel dopoguerra tutto il quartiere Libertà fu interessato dalla speculazione edilizia e lo stesso giardino lussureggiante di casa Basile fu soppiantato da un edificio multipiano. 2 Archivio storico comunale di Palermo Fondo L.L. P.P Anno 1907 Sez. 3 Cat. 5 Fasc. 33 “Villino Ernesto Basile“
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Progetto definitivo_1903
Progetto definitivo_1903
LOCALE TECNICO
STUDIO PROFESSIONALE
LOCALE TECNICO
SERVIZI
STUDIO PROFESSIONALE
SERVIZI
STUDIO PROFESSIONALE
SERVIZI
CAMERA OSPITI
RIPOSTIGLIO
SERVIZI
CAMERA DA LETTO
PIANO SEMINTERRATO scala 1:200
SERVIZI
CAMERA MATRIMONIALE
CAMERA DA LETTO
CAMERA DA LETTO
CAMERA DA LETTO
PIANO SECONDO scala 1:200
STUDIO
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SALA DA PRANZO SERVIZI
BIBLIOTECA
SOTTOTETTO
STUDIOLO
SOTTOTETTO
HALL
SOTTOTETTO scala 1:200
FUMOIR
SALONE
COPERTURA scala 1:200
SALOTTINO
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COSTRUZIONI DEMOLIZIONI
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PIANO RIALZATO scala 1:100
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Progetto di ampliamento Progetto del secondo di ampliamento piano_1965 del secondo piano_1965
Progetto di ampliamento Progetto del secondo di ampliamento piano_1912 del secondo piano_1912
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SERVIZI
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CAMERA MATRIMONIALE
RIPOSTIGLIO
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SERVIZI
SERVIZI
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CAMERA CAMERA
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PIANO SECONDO scalaPIANO 1:200SECONDO scala 1:200
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UFFICIO
UFFICIO
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UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO
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UFFICI
UFFICI
UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO
UFFICIO UFFICIO
UFFICIO
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Nel 1950, in occasione del VII Congresso Nazionale di Storia dell’Architettura, che si tenne a Palermo, i partecipanti proposero la tutela e la conservazione della Casa e delle opere realizzate da Ernesto Basile, tutela che secondo la legge 1089/39 non poteva essere esercitata per beni con meno di 50 anni di vita. Si aprì così una battaglia burocratica e anche epistolare per la salvaguardia dell’edificio, che vide come protagonisti il soprintendente di allora, Dillon, e gli eredi del Basile, Laura, Clara e Roberto. La Soprintendenza decise di apporre il vincolo conservativo contro la volontà degli eredi, che videro così minacciate le loro intenzioni. Nel maggio del 1954, ricorrendo contro l’intenzione, i figli dell’Architetto inviarono una nota al Ministro della P.I., all’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione e al Soprintendente. In quel periodo la Soprintendenza ai Monumenti era una struttura statale e non, come adesso, regionale, pertanto il Ministro della Pubblica Istruzione il 10 marzo 1956, riesaminata l’intera questione, revocò il decreto di vincolo apposto al Villino Basile. Fortunatamente, l’Assemblea Regionale Siciliana nella seduta del 29 Gennaio 1957, approvò un disegno di legge avente per oggetto “Norme per la sistemazione dei locali del Palazzo dei Normanni da destinare ad Uffici dell’Assemblea Regionale Siciliana”, che prevedeva l’esproprio per pubblica utilità del Villino Basile e di altri locali per salvaguardare tali
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beni e trasferirvi uffici pubblici di rappresentanza ubicati all’interno del Palazzo dei
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Normanni, tra questi la Soprintendenza ai Monumenti della Sicilia Occidentale. Il 22 marzo 1957 vengono nominati dei periti per la formazione dello stato di consistenza e la stima del Villino. La Casa viene acquisita al patrimonio del Demanio Regionale Siciliano tramite esproprio, al fine di salvarlo dalla rovina, per decreto del Presidente della Regione Siciliana il 14 agosto 1957. Le condizioni in cui versava, all’atto dell’esproprio, erano piuttosto precarie sia per i danni causati dagli eventi bellici che per la scarsa manutenzione: controsoffitti crollati, umidità proveniente dalle coperture ed
OGGI_2016
esfoliazione delle decorazioni. Per adattare l’edificio a sede della Soprintendenza ai Monumenti negli anni ‘60 furono effettuati dei cambiamenti di cui uno molto invasivo, ovvero la soprelevazione di una parte dell’ala sul giardino in travi e pilastri di cemento armato, una soluzione pesante per far fronte alla carenza di spazio. Negli anni ‘60 molti edifici che facevano parte del nuovo quartiere borghese furono sostituiti con moderni fabbricati di grandi dimensioni, seguendo finalità speculative, favorite dagli alti indici di fabbricabilità del Piano Regolatore del 1962. Ancora oggi il villino è sede degli uffici della soprintendenza ai beni archivistici.
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3.2 Basile e le sue maestranze: una felice collaborazione La fabbrica del villino Basile vide la sua realizzazione grazie all’abilità di figure spesso considerate minori, ovvero le maestranze, che a quei tempi godevano di grande competenza e riconoscimento sociale. L’impresa chiamata per la costruzione del villino non poteva che essere quella dei Rutelli, impresa che poteva contare al suo interno tra i più esperti capomastri, alcuni dei quali formatisi nel cantiere del Teatro Massimo3, ed affermatisi per i Padiglioni dell’Esposizione Nazionale. La collaborazione tra Basile e Salvatore Rutelli fu molto intensa, e gli incontri tra i due molto frequenti. Le opere realizzate furono numerose e vanno dall’ampliamento della villa Bordonaro (1893), al il chiosco Ribaudo (1894), dal villino Deliella (1905 - poi distrutto negli anni ‘60), alla Cassa di Risparmio (1907). A casa Basile lavorarono tra i tanti il fabbro Salvatore Martorella, che realizzò tutte le opere in ferro battuto, il cancello, il balcone d’angolo, i lampadari e lo scultore Gaetano Geraci; sono sue infatti le decorazioni in Fig. 13 Mario Rutelli e gli intagliatori del Teatro Massimo, Palermo
stucco collocate sulla parete dell’androne disposte in maniera irregolare. Per gli intonaci fu chiamata la ditta dei fratelli Antonino e Francesco Paolo Li Vigni4 che ottennero il brevetto nel 1901. 3 Per approfondire: Pirrone G.,Il Teatro Massimo di G.B.Filippo Basile a Palermo 1867/1897, Roma, Officina Edizioni, 1984; Salvatore Greco, Rutelli, maestri della pietra, Kalós, 2007 n.4 4 Nota famiglia di stuccatori, famosi per aver brevettato un tipo di intonaco per la decorazione di interni ed esterni ad imitazione di tutte le pietre tufacee e marmi
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Tra i pittori invece Ettore De Maria Bergler, Giuseppe Enea, Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni, Michele Cortegiani e Salvatore Gregorietti.
3.3 Basile & Ducrot: designer di interni Il collegamento esistente tra il Villino Basile e la collaborazione con Vittorio Ducrot sta nel carattere di assemblaggio di arredi in prevalenza legati a progetti professionali quasi a ridosso della V Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia del 1903 nelle due sale della sezione “Napoli e Sicilia”; i prototipi sono da ricercare nei mobili della Fig. 14 Mobili della sala da pranzo di casa Basile, Palermo 1903-1904
stanza da pranzo stessa. “Unico elemento dominante al di sopra della quota dello star seduti è la grande credenza-vetrina” descrive Gianni Pirrone nel 1981 e continua “che nel sovrastare l’intero corpo degli arredi ne riprende alcuni allineamenti con una sua netta divisione di livelli fra il campo pieno inferiore e quello superiore delle trasparenze. Il tavolo-desco dal taglio rettangolare presenta una soluzione singolare per i piedi scatolari in legno su cui spiccano gli intagli con polipi e granchi che costituiscono poi il leitmotiv decorativo dell’intero arredo. Se infatti si accostano questi elementi alla svastica del pavimento essi rientrano in un più vasto quadro propiziatorio, il cui segno si lega da un canto ai miti delle acque (e quindi fecondità) dall’altro al riscatto
Fig. 15 Mobili della sala da pranzo di casa Basile, dettaglio del tavolo con granchi, Palermo 1903-1904
di figure animali orride ma cariche di simbolismi”5. 5 Da Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
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La cultura dell’arredo che si sviluppò in Europa ed anche in Sicilia agli inizi del’900 è strettamente legata alla costituzione di un’architettura esclusiva. Il rapporto di collaborazione fra Ernesto Basile e Vittorio Ducrot inizia quando, sotto la direzione di quest’ultimo, la “C. Golia & C., Studio”6 da azienda artigiana viene trasformata in una moderna industria dell’arredo. Dotata di reparti avanzati ed attenta alle novità nel campo dell’arredo la ditta Golia presentava, già sul finire dell’800, caratteristiche del tutto estranee alla tradizione palermitana. Nel campo delle scelte formali, la svolta si ebbe con la collaborazione di E. Basile anche grazie al quale in appena quattro anni si raggiunse un alto livello di produzione che, sottolineano l’apertura dello stesso architetto verso i processi meccanici. Negli anni immediatamente successivi la ditta operava scelte spesso distanti dagli orientamenti basiliani, rivolgendosi ad un eterogeneo repertorio europeo di modelli a cui fare riferimento o, addirittura, da riprodurre. Tuttavia non è propria della ditta palermitana quella tendenza alla pianificazione della tipica dell’industria tedesca del Werkbund; Fig. 16 Studio per un biglietto reclame su disegno di Ernesto Basile, Palermo 1909
Cosicché l’attività di E.Basile all’interno della Ducrot, non si correla tanto ad una precisa strategia industriale quanto ad una progettazione integrale propria dello stesso
6 Verso la fine dell’800 Carlo Golia aveva esteso la sua attività dal commercio di stoffe per arredamenti alla produzione di specchi e di stoffe per tappezzerie e al commercio di mobili esteri, e in seguito, aveva impiantato un laboratorio di ebanisteria con una ventina di operai. Divenuto proprietario il figliastro Vittorio Ducrot cambia il nome in “ditta Ducrot” e da quel momento tutta la produzione viene documentata in un archivio fotografico oggi conservato alla Facoltà di Architettura di Palermo.
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architetto e riscontrabile in tutti i suoi progetti. Con il binomio Basile-Ducrot l’architetto diventa un pioniere del design moderno in sintonia con le tendenze che si delineavano in Europa con le Arts and Crafts di William Morris. I prototipi, i disegni, gli arredi stessi seguono una logica strutturale e un funzionalismo il cui rigore è paragonabile solo a Thonet per il senso organico della costruzione e l’adeguamento alle esigenze della produzione in serie7.
Fig. 17 Interno della saletta meridionale, V Esposizione di Venezia, 1903 7 Per approfondire Nicoletti M., L’Architettura liberty in Italia, Bari 1978, p. 79; Quartarone C., Sessa E., Mauro E., Arte e architettura Liberty in Sicilia, Palermo, Grafill, 2011 pagg. 373 - 387
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CAPITOLO 4 PROGETTO DI RESTAURO DEGLI INTERNI
112
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ANALISI DEGRADO PROSPETTO OVEST SCALA 1:50 PLT1 PLT5
PLT8 PR2
PLT1 T 1
RE1 RE5
PLT1 PLT5 T1 Croste nere
PLT1
PLT 1 CO1
PLT1 PLT5
PLT1 PLT5 PLT1 PLT5 PLT1 PLT2 PLT5
PLT7 RE4
Mancanza
PLT7 RE4 PLT1 PLT2 PLT1 PLT2 PLT5 PLT8 PR2
PLT 3 PLT4 PLT1 PLT5 PLT1 T 1 PLT1 PLT5
PLT4 PLT1 PLT5
PLT1 T 1
PLT1 AS3
RE 4
Cavi elettrici a vista
AS 5 RE 3 AS 5 RE 3
PLT1 PLT5 PLT1 PLT5 PLT1 PLT2
PLT5 PR1 PLT1 PLT5 PR 1
PLT 5 PR1
PLT 5 PR1
AS4 RE 3
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PLT1 AS2
RE 1 RE 5
T1
PLT1 AS2
PLT1 AS2
PLT5 PR1
PLT 6 AS1
RE1
PLT1 AS2
PLT1 PR1
115
ANALISI DEGRADO PROSPETTO SUD PARTICOLARE PORTONE D’INGRESSO scala 1:50
PLT 1 PLT 1 CO1 PLT1
PLT5
RE1
RE5
T1
AS1 PLT1 RE 5 T 1 PLT1
PLT5
PLT1 PLT5 RE 1
PLT 1
RE 5
T1
PLT1
PLT5
PLT1
PLT5
PLT1
T1
CO1
PLT1 PLT1
PLT5
SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI DELLA SICILIA OCCIDENTALE PALERMO
PLT1 PLT5 PLT1 PLT5
PLT1 PLT5
PLT1
PLT1
PLT1
PLT1
PLT1
PLT1
PLT1
PLT1
PLT1
PLT 3
PLT1
PLT1
PLT1
PR1
AS2
AS2
AS2
AS2
AS2
PLT5
AS2
AS2
PLT4
T1
AS2
T1
116
RE6
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PLT1
PLT10
PLT1
PLT5
PR 2
PLT2
A secondo della natura del materiale e del suo stato di conservazione, si propongono
• intonaco (rasatura di recente realizzazione sovrapposta all'intonaco originale tipo Li
varie metodologie di intervento e manutenzione ma non si escludono a priori possi-
Vigni)
bilità di sostituzione nel caso in cui la superficie sia irrecuperabile o non più adeguata
• stucchi decorativi
alle funzioni moderne, pertanto si possono considerare questi interventi come linee
• elementi lignei (infissi non originali ma realizzati identici agli originali)
guida alla conservazione.
• ferro battuto (per tutti gli elementi decorativi quali il balcone d'angolo) • ardesia (per le coperture dei parapetti)
4.1 Progetto di restauro dei prospetti
• ferro (per il portoncino dell'ingresso di servizio)
Stato di fatto: i materiali L'individuazione dei materiali è stata effettuata grazie all'aiuto del verbale di consistenza redatto al momento dell'acquisizione da parte della soprintendenza del 1957 e a vista durante i sopralluoghi al Villino. È tuttavia necessario precisare che, in caso di effettivo avvio dei lavori, sarebbe necessario procedere alle opportune verifiche mediante analisi di laboratorio.
Analisi del degrado dei prospetti procedendo all'individuazione dei fenomeni di alterazione e degrado dei materiali, si è seguita la Norma Italiana UNI-Normal 11182/2006 (che sostituisce la precedente Normal 1/88) e, quando ci si è trovati di fronte ad una sommatoria di patologie, si sono unificate e assegnato loro un nuovo simbolo grafico. Per la determinazione delle
I materiali identificati nei prospetti sono:
cause e dei metodi di intervento fondamentale è stato il testo di Musso Stefano F.,
• pietra calcarea grigia di Billiemi (lavorata in tre modalità diverse: a spacco di cava,
Torsello Paolo B., Tecniche di restauro architettonico.
bocciardata, liscia) • laterizio • ceramiche policrome (con diverse finiture superficiali) 118
119
Indagini Preliminari Ăˆ opportuno prima di qualsiasi intervento realizzare indagini preliminari sulla composizione e la stratigrafia dei materiali.
Degradi Sul Prospetto Ovest (Via Villafranca)
DEPOSITO SUPERFICIALE Def. UNI-Normal 11182/2006: accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano, ecc. ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale sottostante. CAUSA: Deposito agenti atmosferici inquinanti ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1
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ALTERAZIONE CROMATICA
Fig. 1
Def. UNI-Normal 11182/2006: Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. È generalmente estesa a tutto il materiale interessato; nel caso l’alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il termine macchia. CAUSA: -Scorrimento acque meteoriche; Esposizione diretta agli agenti atmosferici; Cause chimiche e biologiche Fig. 1
INTERVENTI: PLT 5; PR 1
CROSTE NERE
Fig. 2
Def. UNI-Normal 11182/2006: Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, la crosta è distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento. CAUSA: Cementificazione superficiale dei materiali inquinanti particellari; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1; PLT 5
Fig. 2
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PRESENZA DI VEGETAZIONE
Fig. 3
Def. UNI-Normal 11182/2006: Presenza di individui erbacei, arbustivi o arborei. CAUSA: Agenti atmosferici e umidità; Mancata manutenzione; Condizioni termoigrometriche e di soleggiamento favorevoli INTERVENTI: PLT6; RE 1 Fig. 3
CROSTE NERE + EROSIONE Fig. 4
Def. UNI-Normal 11182/2006: Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, la crosta è distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento + Asportazione di materiale dalla superficie che nella maggior parte dei casi si presenta compatta. CAUSA: Cementificazione superficiale dei materiali inquinanti particellari; Mancata manutenzione; Azione del vento ; Deiezioni animali INTERVENTI: PLT 1; PLT 5; PR 1
Fig. 4
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GRAFFITO VANDALICO
Fig. 5
Def. UNI-Normal 11182/2006: Apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate. CAUSA: Cause antropiche ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1; AS 2 (su pietra e laterizio) – PLT 1; AS 3 (su ferro)
CROSTE NERE + COLONIZZAZIONE BIOLOGICA
Fig. 5
Fig. 6
Def. UNI-Normal 11182/2006: Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, la crosta è distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento + Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro organismi
Fig. 6
(alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori). CAUSA: Cementificazione superficiale dei materiali inquinanti particellari; Mancata manutenzione; Ruscellamento acqua meteorica; Condizioni termoigrometriche e di soleggiamento favorevoli INTERVENTI: PLT 4; PLT 1; PLT5 126
127
DEPOSITO SUPERFICIALE + EROSIONE
Fig. 7
Def. UNI-Normal 11182/2006: accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano, ecc. ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale sottostante + Asportazione di materiale dalla superficie che nella maggior parte dei casi si presenta compatta. CAUSA: Deposito agenti atmosferici inquinanti ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1; CO 1
Fig. 7
INCROSTAZIONI BIOLOGICHE IN ASSORBIMENTO
Fig. 8
DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA CAUSA: Cementificazione superficiale dei materiali inquinanti particellari; Mancata manutenzione; Condizioni termoigrometriche e di soleggiamento favorevoli . INTERVENTI: PLT 1; PLT
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COLATURE + ALTERAZIONE CROMATICA
Fig. 9
Def. UNI-Normal 11182/2006:Traccia ad andamento verticale. Frequentemente se ne riscontrano numerose ad andamento parallelo + Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. È generalmente estesa a tutto il materiale interessato; nel caso l’alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il termine macchia. CAUSA: Concentrazione di flussi d’acqua con trasporto di polveri e particolato; Dila-
Fig. 9
vamento della superficie a causa di agenti atmosferici; Mancata manutenzione; Cause chimiche e biologiche INTERVENTI: PLT 1; T 1
DISTACCO
Fig. 10
Def. UNI-Normal 11182/2006: Soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli strati stessi. CAUSA: Agenti atmosferici ; Usura del tempo e mancata manutenzione INTERVENTI: AS 1; PLT 1; RE 6; T 1
Fig. 10
130
131
REINTEGRAZIONE DI INTONACO
Fig. 11
DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA CAUSA: Intervento incongruo; Usura del tempo e cattiva manutenzione; Cause antropiche INTERVENTI: AS 5; RE 5; T 1
COLONIZZAZIONE BIOLOGICA
Fig. 12
Def. UNI-Normal 11182/2006: Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro
Fig. 11
e/o macro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori). CAUSA: Ruscellamento acqua meteorica; Mancata manutenzione; Condizioni termoigrometriche e di soleggiamento favorevoli INTERVENTI: PLT 3; PLT4
DEGRADO GENERALIZZATO DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA: Infissi con forte degrado delle finiture superficiali CAUSA: Invecchiamento naturale del legno ed esposizione diretta agli agenti atmo-
Fig. 12
sferici; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 7 132
133
MANCANZA
Fig. 13
Def. UNI-Normal 11182/2006: Perdita di elementi tridimensionali (braccio di una statua, ansa di un'anfora, brano di una decorazione a rilievo, ecc.). CAUSA: Invecchiamento naturale del legno ed esposizione diretta agli agenti atmosferici; Mancata manutenzione INTERVENTI: RE 4
OSSIDAZIONE DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA: Fig. 13
alterazione del materiale metallico prodotto dalla reazione chimica per la quale il materiale combinandosi con l'ossigeno produce l'ossido corrispondente CAUSA: Esposizione diretta agli agenti atmosferici ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 8; PR 2
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CAVI ELETTRICI A VISTA DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA CAUSA: cause antropiche
DEGRADI SUL PROSPETTO SUD (VIA SIRACUSA) DEPOSITO SUPERFICIALE Def. UNI-Normal 11182/2006: accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano, ecc. ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale sottostante. CAUSA: Deposito agenti atmosferici inquinanti ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1
CROSTE NERE
Fig. 14
Fig. 14
Def. UNI-Normal 11182/2006: Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, la crosta è distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento. 136
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CAUSA: Cementificazione superficiale dei materiali inquinanti particellari; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1; PLT 5
GRAFFITO VANDALICO
Fig. 15
Def. UNI-Normal 11182/2006: Apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate. Fig. 15
CAUSA: Cause antropiche ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 1; AS 2 (su pietra e laterizio)
COLATURE + ALTERAZIONE CROMATICA
Fig. 16
Def. UNI-Normal 11182/2006:Traccia ad andamento verticale. Frequentemente se ne riscontrano numerose ad andamento parallelo + Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. È generalmente
Fig. 16
estesa a tutto il materiale interessato; nel caso l’alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il termine macchia.
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CAUSA: Concentrazione di flussi d’acqua con trasporto di polveri e particolato; Dilavamento della superficie a causa di agenti atmosferici; Mancata manutenzione; Cause chimiche e biologiche INTERVENTI: PLT 1; T 1
DISTACCO
Fig. 17
Def. UNI-Normal 11182/2006: Soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra Fig. 17
loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli strati stessi. CAUSA: Agenti atmosferici ; Usura del tempo e mancata manutenzione INTERVENTI: AS 1; PLT 1; RE 6; T 1
REINTEGRAZIONE DI INTONACO
Fig. 18
DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA CAUSA: Intervento incongruo; Usura del tempo e cattiva manutenzione; Cause antropiche INTERVENTI: AS 5; RE 5; T 1 Fig. 18
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OSSIDAZIONE
Fig. 19
DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA: alterazione del materiale metallico prodotto dalla reazione chimica per la quale il materiale combinandosi con l'ossigeno produce l'ossido corrispondente CAUSA: Esposizione diretta agli agenti atmosferici ; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 8; PR 2
MANCANZA
Fig. 20
Def. UNI-Normal 11182/2006: Perdita di elementi tridimensionali (braccio di una sta-
Fig. 19
tua, ansa di un'anfora, brano di una decorazione a rilievo, ecc.). CAUSA: Perdita o rimozione manuale di elementi decorativi del portone d'ingresso; Mancata manutenzione INTERVENTI: RE 6
Fig. 20
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DEPOSITO SUPERFICIALE + EROSIONE
Fig. 21
Def. UNI-Normal 11182/2006: accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano, ecc. ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale sottostante + Asportazione di materiale dalla superficie che nella maggior parte dei casi si presenta compatta. CAUSA: Deposito agenti atmosferici inquinanti ; Mancata manutenzione
Fig. 21
INTERVENTI: PLT 1; CO 1
DEGRADO GENERALIZZATO DEGRADO INDIVIDUATO AL DI FUORI DELLA NORMATIVA: Infissi con forte degrado delle finiture superficiali CAUSA: Invecchiamento naturale del legno ed esposizione diretta agli agenti atmosferici; Mancata manutenzione INTERVENTI: PLT 7
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Interventi Sul Degrado
PLT 3: Pulitura della superficie con spatole di legno producendo un'azione meccanica
INDICE DELLE PULITURE
con lo copo di distaccare e quindi asportare le parti di patina biologica di maggior
PLT 1: Pulitura manuale a secco delle superfici con l'uso di spazzole di saggina per l'asportazione delle parti coerenti e di maggior spessore. Se necessario utilizzare piccoli aspiratori per non disperdere il materiale ormai completamente decoeso. La pulitura sarà da effettuarsi dall'alto verso il basso in modo da non sporcare le parti
spessore, prestando attenzione di volta in volta allo strato di murario ricoperto, evitando danneggiamenti ulteriori. Successivamente si procederà ad una spazzolatura più leggera al fine di asportare i residui più minuti di patina biologica e preparare la superficie a ricevere i successivi trattamenti.
già pulite. PLT 4: Disinfezione delle superfici per rimuovere colonie di microrganismi come muPLT 2: Pulitura mediante macchina idropulitrice a pressione controllata. L’idropulitura risulterà particolarmente adatta per effettuare lavaggi su delle superfici non eccessivamente degradate o porose, poiché la pressione del getto (4-6 atm) potrebbe risultare troppo aggressiva e lesiva per il materiale ed implicare. La procedura prevederà l’esecuzione del lavaggio con getto di acqua, calda o fredda emesso tramite l’ausilio di un ugello erogatore; si procederà con la pulitura dall’alto verso il basso per delimitate campiture, dopodiché si terminerà con un risciacquo dell’intera superficie.
schi e licheni. Si procede con l'applicazione di una soluzione disinfestante biocidi, a largo spettro d'azione, solubile in acqua come i sali di ammonio quaternario a bassa concentrazione (0.1 %- 3%) nebulizzata sulla superficie da trattare o applicata con pennelli. Successivamente si procede con la spazzolatura a setole morbide per fare penetrare il prodotto nel supporto. Dopo un breve periodo di posa si spazzola nuovamente la superficie per rimuovere la patina biologica, aiutandosi dove necessario con spazzolini da denti. In ultima fase si esegue una spugnatura con acqua pura per eliminare i residui di patina nonchè sciacquare la superficie dal disinfettante.
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PLT 5: Pulitura con impacco di argille assorbenti costituite da un fango fluido e pasto-
PLT 7: Smontaggio degli infissi lignei, con pulitura meccanica con spazzole morbide
so facilmente spalmabile sulle superfici (nel caso delle argille si dovranno impiegare
e aspiratori. Successivamente eliminazione dello strato di vernice che si presenta
solo granulometrie comprese tra i 100 e i 200 mesh); anteponendo fogli di carta
degradata, attraverso l'uso di levigatrici e scartavetro a grana fine. Successivamente
assorbente per facilitarne la rimozione. Può essere effettuata a pennello o a spatola
si effettua la stuccatura e levigatura di eventuali solchi che siano troppo evidenti. Si
in spessori variabili da 1 a 3 centimetri. Prima dell'intervento si consiglia di eseguire
procede poi alla stesura a pennello di sostanze chimiche antitarlo-muffa-fungo con lo
un test di pulitura su aree ridotte per determinare modalità e tempi di esecuzione.
scopo di protezione da futuri attacchi. Stesura di consolidante e protettivo costituito
Completare l’operazione con una pulitura manuale, eseguita con spazzole o pennelli
da vernice a base di resina naturale in più mani. La ferramenta invece, ripulita dalla
morbidi; L’intervento deve essere completato da un risciacquo della superficie con
ruggine viene protetta da cicli di verniciatura in modo da creare una barriera di sepa-
acqua deionizzata nebulizzata.
razione dagli agenti atmosferici.
PLT 6: Eliminazione della macroflora tramite sradicatura manuale e applicazione di un
PLT 8: Con la tecnica della microsabbiatura del metallo le incrostazioni sono rimosse
diserbante a base di azoto-organici come le triazine e di derivati dell'urea. Il diserban-
dall'azione meccanica di un getto aeroabrasivo, formato da sottili granuli convogliati
te viene applicato tramite iniezione diretta nell'apparato radicale con lo scopo di far
sulla superficie del metallo da una pistola a spruzzo. Gli inerti non agiscono come
diminuire lo spessore delle radici stesse permettendo una più agevole estrezione una
abrasivi ma meccanicamente battono sulla crosta fino a farla cadere. Di solito l'interte
volta che il trattamento abbia disseccato la pianta. Al disseccamento segue l'estirpa-
scelto ha dimensioni molto ridotte. L'intensità dell'azione pulente è regolata da nu-
zione manuale dell'apparato radicale facendo attenzione a non danneggiare la parte
merosi parametri che andranno calibrati in situ prima di effettuare qualsiasi intervento.
intaccata. Portebbe essere necessario la reintegrazione dei giunti di malta. 148
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INDICE DELLE PROTEZIONI
INDICE DEI CONSOLIDAMENTI
PR 1: Protezione con ossalato d'ammonio è un metodo che, per la sola pietra calca-
CO1: Per il consolidamento delle ceramiche si utilizza SIOX-5C è un prodotto basato
rea, offre una soluzione spesso preferibile ad altri tipi di protezione, sia di tipo chimico
su tecnologia sol-gel che protegge le superfici in vetro e ceramica migliorando la loro
sia di tipo organico. Previa accurata pulitura della superficie da trattare, l'impacco di
resistenza ad agenti chimici aggressivi; una volta stesa sulla superficie forma uno
ossalato d'ammonio può stare in posa anche più di 5 ore e se dovesse asciugarsi è
strato omogeneo di silice amorfa vetrosa, impedendo la penetrazione di sporco e im-
possibile bagnarlo con acqua distillata. Dopo la rimozione dell'impacco a superficie
purità nelle microporosità. Si consiglia il lavaggio preventivo delle superfici da trattare
asciutta andrà applicata più volte un foglio di carta giapponese umido di acqua deio-
con una soluzione poco concentrata di tensioattivo, il risciacquo abbondante con
nizzata, lasciandolo asciugare prima di rimuoverlo.
acqua deionizzata e l'irrorazione delle superficie con alcol. Attendere che la superficie sia asciutta prima di applicare il prodotto. Distribuire in modo uniforme su tutta la su-
PR 2: Protezione degli elementi metallici che si intendono conservare con l'applica-
perficie da trattare. Per ottenere un buon risultato è sufficiente una singola stesura. Il
zione di fondi antiruggine e strati protettivi come l'olio di lino che forma una pellicola
prodotto può essere facilmente applicato a pennello o a spruzzo.
protettiva solida che aderisce al materiale. preventivamente si effettua una pulizia localizzata della superficie degradata con spazzole metalliche o scartavetro e una pulizia più generalizzata con detergenti e solventi sgrassanti.
INDICE DELLE ASPORTAZIONI AS 1: Rimozione delle parti di intonaco ormai distaccato con l'uso di spatole. L'azione è limitata alle zone in cui non si intende effettuare interventi di consolidamento.
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AS 2: Rimozione dei graffiti per il laterizio avviene mediante rimotori antigraffiti e/o sol-
AS 5: Asportazione delle parti di malta cementizia frutto di interventi recenti mal ese-
venti o miscele di solventi addensati e/o tecnologia laser (da decidere tramite prove in
guiti. Si procede con la scarnicatura della parte interessata, effettuata con azione
situ. Successivamente come protezione esclusivamente per il laterizio verrà applicato
meccanica di scalpelli e punteruoli battuti a martello, prestando attenzione a non
un protettivo a base di copolimeri fluorurati.
danneggiare il paramento murario in laterizio.
INDICE DELLE REINTEGRAZIONI
AS 3: Rimozione dei graffiti per i metalli avviene mediante un rimotore antigraffito. Successivamente come protezione esclusivamente per il metallo verrà applicato un'emulsione protettiva a base di polimeri paraffinici.
RE 1: Reintegrazione dei giunti di malta realizzata con impasto e caratteristiche simili quella originale per composizione, granulometria e colorazione dell'aggregato. Prima di stilare il giunto si umidifica la zona da risarcire. Applicata la malta questa viene la-
AS 4: Rimozione degli elementi indicati nel disegno come impianti o cavidotti prestando attenzione a non danneggiare il paramento murario cui sono applicati. Si provvederà ad una stuccatura delle parti danneggiate dall'installazione degli elementi stessi
vorata esercitando una leggera pressione per far uscire l'acqua di calce. Per renderla più simile alla malta originale la si può grattare con spazzole di saggina o di ferro. Quando questo passaggio è terminato si pulisce la superficie trattata con acqua e spazzole.
come bucature e tassellature.
RE 2: Qualora gli elementi in laterizio fossero irreversibilmente ammalorati sono da sostituire con elementi simili per dimensione e colore a quelli della muratura originale. Prima dell'intervento il nuovo laterizio e anche la lacuna nel paramento murario vengono inumiditi e poi si stende lo strato di allettamento. 152
153
RE 3: Reintegrazione degli elementi impiantistici ponendo gli elementi in posizione di minor impatto visivo possibile
INDICE DELLE TINTEGGIATURE T 1: Tinteggiatura della superficie intonacata con vernici traspiranti a base di silicati di potassio. La scelta ricade su questo tipo di tinta per le sue proprietà: ha una
RE 4: Reintegrazione del nuovo infisso come da progetto
buona adesione allo strato di intonaco sottostante, reagendo chimicamente durante la stesura con l'intonaco stesso; presenta una buona resistenza all'azione dilavante
RE 5: Reintegrazione dello strato di intonaco. Il supporto murario dev'essere pre-
e disgregante dell'acqua grazie alla sua struttura cristallina mantenendo comunque
ventivamente preparato a ricevere lo strato di intonaco seguendo diverse fasi. Dopo
un'ottima permeabilità ai vapori; ha discrete caratteristiche di resistenza i raggi UV ,
aver bagnato il supporto si procede con la stesura dello strato di rinzaffo, cioè di uno
mantenendo inalterata la pigmentazione nel tempo; infine essendo composto da da
strato di malta aggrappante con la cazzuola. Successivamente si tende l'intonaco
elementi inorganici limita l'attecchimento e la proliferazione di funghi e muffe. Preven-
vero e proprio che viene prima applicato in maniera grossolana poi tirato con righe
tivamente è consigliata la preparazione della superficie che accoglierà la tinta.
di legno per essere lisciato ed eliminare il materiale in eccesso. L'ultimo strato è l'arriccio, costituito da uno strato di malta molto fine steso con la cazzuola americana e successivamente tirato con frattazzo di legno.
RE 6: Reintegrazione dell’elemento in ferro battuto come da progetto
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4.2 Progetto di restauro degli interni Per la definizione degli interventi di restauro riguardanti gli interni, vengono definite delle linee guida per la manutenzione delle finiture interne e dei pavimenti.
Operazioni preliminari Prima di effettuare qualsiasi intervento si rende necessario un controllo delle coperture al fine di valutare lo stato di conservazione delle guaine impermeabilizzanti ed inoltre degli elementi di ardesia che ricoprono i parapetti per il corretto deflusso delle acque meteoriche e dunque per eventuali malfunzionamenti, che richiedano la sostituzione degli elementi. Per le eventuali operazioni sui materiali lapidei delle pavimentazioni bisogna valutare lo stato di ogni singola lastra.
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Piano seminterrato Le pareti del piano seminterrato presentano tutte una semplice finitura ad intonaco tinteggiato alcune di queste, soprattuto nelle parti inferiori, sono intaccate da una forte umidità di risalita per la quale è necessario individuarne la causa, risolverla e a quel punto con l'aiuto di una spatola i procederà alla rimozione dell'intonaco ormai distaccato, alla stuccatura e tinteggiatura.
Piano rialzato Le pareti di questo piano sono per la maggior parte in buono stato di conservazione e presentano tutte una semplice finitura ad intonaco tinteggiato. In alcuni parti del vestibolo e su alcuni soffitti vi sono dei rigonfiamenti puntualli dovuti a presenza di umiditĂ proveniente dalle coperture. In particolare sulle volte a padiglione decorate a questo ha provocato il distacco della decorazione stessa che quindi risulta lacunare. Nella pavimentazione a veneziana in un solo punto una lastra presenta una mancanza notevole. In questo caso risulta necessario sostituirla o se economicamente sfavorevole, levigare e lucidare il retro e posizionarla capovolta.
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marmo bianco di Carrara: roccia metamorfica saccaroide con cristalli di carbonato di calcio con venature di colore grigio
Mattonelle in cotto da esterni
marmo Bardiglio: struttura saccaroide a grana fine con presenza di fine fango metamorfizzato
Cementina rossa
Mosaico con motivi a spirale originali e fascia di riquadro policroma; opus tessellatum annegato in malta di calce idraulica addizzionata con polveri di pigmenti
Piastrelle di gres ceramico
Piastrelle di gres ceramico
Parquet in legno verniciato
Piano secondo Le pareti di questo piano sono per la maggior parte in buono stato di conservazione e
esagonale
presentano tutte una semplice finitura ad intonaco tinteggiato. Solo nella saletta delle salamandre vi è una fessurazione nella volta d'incannucciata.
Terrazze In tutte le terrazze le piastrelle di cotto poste a pavimento e i muretti che costituiscono il parapetto presentano incrostazioni biologiche come gli intonaci dei prospetti. Si
Mattonelle veneziana policroma a piccole pezzature e con roccie differenti per colore e tipo pietra grigia di Billiemi: breccia di calcare grigio composta da calcite microcristallina con presenza di sostanze bituminose Palladiana policroma a grandi pezzature con roccie differenti per tipo.
prevedono i medesimi interventi. stato di fatto: i materiali
I materiali identificati nei pavimenti interni sono: - marmo di Carrara - marmo grigio di Billiemi - marmo Bardiglio - cementine - calcare rosso di Custonaci
calcare rosso di Custonaci: roccia sedimentaria con struttura nodulare (materiale lapideo di pregio) marmo Castronovo di Sicilia: calcare micritico a limonite a struttura nodulare (materiale lapideo di pregio; cava esaurita)
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- calcare giallo di Castronovo di Sicilia - gres ceramico - parquet di legno - cotto da esterni
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Operazioni di post intervento Tali operazioni sono da eseguirsi a tutela degli interventi descritti precedentemente per consentire una migliore conservazione di tutte le finiture dell'edificio. In particolare si prevede un controllo periodico del deflusso delle acqua meteoriche al fine di evitare il danneggiamento delle finiture superficiali. Si rende inoltre obbligatorio un controllo periodico sull'impianto di riscaldamento e su quello idraulico con lo stesso scopo di prevenzione dei danni alle decorazioni pittoriche. Per la pulizia delle pavimentazioni è necessario l'utilizzo di detergenti neutri.
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CAPITOLO 5 IL PROGETTO DI RESTAURO DEGLI INTERNI: SALE MULTIMEDIALI, LABORATORI PER BAMBINI E GLI UFFICI PER LA SOPRINTENDENZA
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INTRODUZIONE Il progetto di restauro del Villino Ida Basile riveste un'importanza fondamentale all'interno del lavoro di tesi in quanto si vuole porre grande attenzione all'edificio nella sua complessità, tenendo conto delle trasformazioni avvenute nel corso del tempo. Il progetto ricerca nuove destinazioni adeguate a quelli che sono spazi che hanno perso la funzione originale e che hanno subito alterazioni, inoltre, il villino ha visto il succedersi della proprietà privata e poi l'occupazione da parte della soprintendenza. Fondamentale il riportare alla consapevolezza della comunità cittadina della presenza di questo monumento completamente sconosciuto e alla sua fruizione. Gli spazi attuali non sono del tutto adeguati ad ospitare gli uffici della soprintendenza causando confusione nella disposizione dei loro materiali proprio per la mancanza di spazio e ricavando locali di servizio anche in ambienti che all'epoca erano di pregio. Alla luce dell'analisi delle vocazioni d'uso e prendendo attentamente i considerazione le necessità della comunità cittadina è stato pensato di realizzare un polo culturale, al fine di valorizzare un periodo storico di grande importanza artistica ed architettonica per la città.
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Il villino risulta essere la sede più adatta per ospitare quindi un centro culturale, sia per le dimensioni e per la possibilità di organizzare al meglio le attività e le nuove funzioni ma soprattutto per il valore storico che è proprio dell'edificio, uno dei più importanti e significativi della nuova espansione della città. Non bisogna però credere che il collocare all'interno un centro culturale porti con se un tentativo di cancellare il suo passato dandone uno nuovo. Il villino deve diventare un incubatore di idee e di cultura; un luogo in cui si possa studiare questo periodo e la sua storia. Di questo avviso è anche la soprintendenza stessa. Il progetto proposto parte quindi da questo dibattito, dopo aver completato lo studio delle destinazioni d'uso.
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INDICAZIONE DELLEINDICAZIONE VOCAZIONI D’USO DELLE VOCAZIONI D’USO
INDICAZIONE DELLEINDICAZIONE VOCAZIONI D’USO DELLE VOCAZIONI D’USO
Ambiente di particolare interesse Ambiente storico edifigurativo particolare interesse storico e figurativo ove non sono consentiti interventi ove sinon ristrutturazione sono consentiti interventi si ristrutturazione e/o suddivisione; le canalizzazioni e/o degli suddivisione; impianti tecnici le canalizzazioni degli impianti tecnici dovranno essere localizzate perimetralmente dovranno essere lungo localizzate i perimetralmente lungo i pavimenti e/o fuori traccia conpavimenti particolarie/o accorgifuori traccia con particolari accorgimenti. menti.
Ambiente ristrutturato e di scarso Ambiente interesseristrutturato storico ovee di scarso interesse storico ove sono consentiti interventi di ristrutturazione sono consentiti e/o suddiviinterventi di ristrutturazione e/o suddivisione, ivi compresi quelli relativi sione, alla realizzazione ivi compresi quelli di relativi alla realizzazione di servizi igienici o altrimenti invasivi.servizi igienici o altrimenti invasivi.
Ambiente di interesse storicoAmbiente ove sono di consentiti interesse storico ove sono consentiti modesti interventi di ristrutturazione, modesti escludendo interventil’ubicadi ristrutturazione, escludendo l’ubicazione di servizi igienici o altrimentizione invasivile di servizi canalizzazioni igienici o altrimenti invasivile canalizzazioni degli impianti tecnici dovranno essere degli impianti localizzati tecnici perimedovranno essere localizzati perimetralmente lungo i pavimenti e/o fuori tralmente traccia lungo con iparticopavimenti e/o fuori traccia con particolari accorgimenti. lari accorgimenti.
Ambiente di nessun interesse storico Ambiente ove sono di nessun consentiti interesse storico ove sono consentiti modesti interventi di ristrutturazione, modesti escludendo interventil’ubicadi ristrutturazione, escludendo l’ubicazione di servizi igienici o altrimentizione invasivi. di servizi le canalizzazioni igienici o altrimenti invasivi. le canalizzazioni degli impianti tecnici dovranno essere degli impianti localizzati tecnici perimedovranno essere localizzati perimetralmente lungo i pavimenti e/o fuori tralmente traccia lungo con iparticopavimenti e/o fuori traccia con particolari accorgimenti. lari accorgimenti.
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DEMOLIZIONI DEMOLIZIONI E NUOVE E NUOVE COSTRUZIONI COSTRUZIONI
DEMOLIZIONI DEMOLIZIONI E NUOVE E NUOVE COSTRUZIONI COSTRUZIONI
NUOVENUOVE COSTRUZIONI COSTRUZIONI DEMOLIZIONI DEMOLIZIONI
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INDICAZIONE DEGLI ACCESSI E DEI FLUSSI
Schedari
Uffici e Schedari
Sale Espositive
Flussi verticali
Accessi e percorsi Laboratori Didattici
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Accessi e percorsi disabili
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5.1 Nuova configurazione degli interni SEMINTERRATO – LABORATORI DIDATTICI Il piano seminterrato attualmente ospita un grande schedario a servizio degli uffici della Soprintendenza , non è dunque un luogo ampiamente utilizzato. Pensare che originariamente Basile vi aveva collocato il suo studio professionale con tavoli da lavoro e un accesso privato dall’androne principale per i clienti e i collaboratori. Attraverso il progetto di restauro si vuole far rivivere questo ambiente collocando qui i laboratori didattici per bambini. In collaborazione con le scuole vicine al Villino si porterebbero i bambini alla scoperta di un gioiello del Liberty unendo la didattica al gioco. Decorazione delle ceramiche, del vetro per far conoscere i disegni del Basile ai più piccoli in modo da connettere la collettività al monumento per tanto tempo dimenticato. Sono previsti interventi di demolizione e costruzione per la sistemazione dei bagni in modo da renderli accessibili e fruibili. La metratura del piano seminterrato permette la collocazione di tavoli per una classe numerosa o anche due classi contemporaneamente.
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PIANO RIALZATO – SALE ESPOSITIVE MULTIMEDIALI il piano rialzato oggi presenta alcune sale adibite a biblioteca/consultazione e uffici. In origine tuttavia era il cuore della casa dove la famiglia Basile si riuniva e accoglieva i suoi ospiti. Era appunto il piano nobile e per tale motivo lo si vuole valorizzare ponendo qui le sale espositive multimediali che mostreranno ai visitatori la storia, la vita e le trasformazioni dell’edificio. Gli stand multimediali potrebbero anche piegarsi alle esigenze più diverse e cambiare contenuti per esposizioni temporanee con temi diversi dal Liberty. Questi sistemi multimediali sono forniti dall’azienda leader nel campo delle attrezzature museali TOUCHWINDOW e si sono scelte di due tipologie: Stand Interattivo Olografico e Tidy Desk Multi-touch. Entrambi perfettamente integrabili all’interno delle stanze esisitenti, sono delle tecnologie all’avanguardia per permettere ad ogni visitatore, dai bambini agli adulti, di interagire con i contenuti multimediali. Lo Stand interattivo Olografico è un vetro trasparente sul quale vengono proiettati i contenuti multimediali. La superficie del Vetro Olografico è sensibile al tocco, gli utenti posso infatti sfogliare cataloghi, vedere video, ecc. è una soluzione estremamente coinvolgente e scenografica. 178
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Occupa uno spazio ridotto perché i proiettori utilizzati hanno delle speciali ottiche che permettono di ridurre la distanza di proiezione in modo da ottenere immagini di
SISTEMI MULTIMEDIALI
grande formato anche da una distanza ravvicinata. Le varianti colore, le dimensioni
Stand Interattivo Olografico Touchwindow Stand Interattivo Olografico è un vetro trasparente sul quale vengono proiettati i contenuti multimediali.
dello schermo e la personalizzazione della struttura consentono di creare un elemento d’arredo tecnologico che si integra perfettamente con ogni tipologia di ambiente. Il Tidy Desk è invece un leggio Multi-touch, un sistema all-in-one dove tutto è racchiuso in un guscio dalle linee pulite ed eleganti. Una struttura semplice e lineare che
[206x141x20+55 cm] si adatta perfettamente ad ogni contesto espositivo. Lo schermo interattivo ad alta definizione è leggermente inclinato e permette di eseguire prestazioni interattive efficaci e coinvolgenti. È una struttura sicura e poco ingombrante, ideale per creare punti
Tidy
Desk
Multi-touch
Touchwindow Tidy Desk è il Leggio Multi-Touch, un sistema all-in-one dove tutto è racchiuso in un guscio dalle linee pulite ed eleganti. [120x79x49 cm]
informativi multimediali; maneggevole e pratica, adatta per essere spostata e posizionata rapidamente. Non vengono previsti interventi invasivi a livello architettonico, ad eccezione della collocazione dei servizi igienici che non potrebbero mancare in una struttura ricettiva come un museo, seppur di piccole dimensioni, questi vengono collocati in prossimità del vano scale della torretta, nell’unico punto possibile essendo direttamente posto al di sotto dei servizi tutt’ora presenti al piano superiore.
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PIANO SECONDO – NUOVI UFFICI PER LA SOPRINTENDENZA Al piano secondo dove originariamente erano collocate le camere da letto oggi ci sono la maggior parte degli uffici della soprintendenza. Il progetto propone di lasciare la funzione attuale, che non sarebbe possibile spostare altrove, riducendo tuttavia il numero delle persone presenti in modo da aumentare il comfort nei vani. Nella parte aggiunta nel 1965 sono previsti interventi come piccole demolizioni delle sottili partizioni presenti, essendo queste non appartenenti per nulla al progetto originale e pertanto prive di qualsiasi valore storico. Questo per ricavare una grande sala riunioni che era del tutto mancante. Nei servizi igienici già presenti vengono previsti interventi di demolizione e costruzione in modo da renderli accessibili e fruibili.
SOTTOTETTO – ARCHIVIO In questo punto vengono collocati dei nuovi schedari in modo da recuperare lo spazio esistente. Si pensa a strutture poco ingombranti e con poco carico puntuale esercitato, data la loro collocazione al piano più alto del villino.
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TERRAZZE E GIARDINO – LUOGHI PER EVENTI Le terrazze e il giardino esterno vengono destinati a piccoli eventi collegati alle esposizioni permanenti o temporanee collocate al piano rialzato. Il giardino viene infatti totalmente rinnovato mediante la collocazione di una nuova pavimentazione costituita da pavè di porfido che non risulta essere completamente estraneo come genere di finitura per pavimentazioni anche stradali a Palermo. Infatti strade come via Roma, corso Tukory, corso Alberto Amedeo, via Volturno, corso dei Mille, via Matteo Bonello, via F. Crispi, presentavano proprio questa tipologia di pavimentazione. È apprezzato da molto tempo per la sua lunga durata e resistenza all’abrasione e, se ben posato, richiede poca manutenzione. La dimensione dei cubetti del pavé è dell’ordine della decina di centimetri. Le fughe vengono sigillate con sabbia o sabbia e cemento; tra i principali punti di forza di questo tipo di pavimentazione vi sono la sua elevata resistenza ai carichi, la sua durabilità, la sua versatilità di posa, la capacità di seguire armoniosamente le pendenze del terreno, la bassa scivolosità della sua superficie, e non da ultimo il suo tradizionale fascino. Le pavimentazioni in pavé risultano solitamente meno costose di lastricati di uguale spessore. Al fine di ottenere un’adeguata qualità e durabilità della pavimentazione, è opportuno che il pavé venga posato da 184
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PROGETTO DEGLI INTERNI PROGETTO DEGLI INTERNI
VISTE PROGETTUALI
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VISTE PROGETTUALI
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selciatori preparati e con materiali di qualità . Nel giardino rinnovato vengono effettuate nuove piantumazioni in aiuole rasoterra; la scelta è ricaduta su piante appartenenti alla macchia mediterranea e dunque non estranee al luogo e al clima in cui ci troviamo. Le essenze principali sono: il rosmarino, l’alloro, la palma nana, ecc. Vengono collocate nel giardino anche nuove sedute per far si che la fruizione sia completa. Le panchine hanno la possibilità di essere spostate e sono costituite da acciaio inox con un design pulito e moderno che ben si integra nel nuovo assetto degli esterni.
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0,4 0,4
DETTAGLIO DELLE PANCHINE DA ESTERNI
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VISTA PROGETTUALE
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VISTA PROGETTUALE
VISTA PROGETTUALE
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VISTA PROGETTUALE
VISTE PROGETTUALI
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CONCLUSIONI L'obiettivo che si è perseguito in questo studio è stato principalmente quello di riconoscere e valorizzare il patrimonio sia tangibile che intangibile del Villino Ida Basile, particolarmente legato al luogo e alla città. Sulla base di queste premesse sono stati esclusi, tutti gli interventi che avrebbero potuto alterare l'edificio, sposando i principi del restauro che hanno come obiettivo principale la conservazione del patrimonio architettonico. Cercare usi alternativi, in grado di portare a nuova vita manufatti che hanno perso la loro originaria funzione, non significa rinunciare al progetto di architettura; solo attraverso una calibrata progettazione, che salvaguardi la peculiarità di questo edificio e al tempo stesso lo renda nuovamente fruibile, è oggi possibile mettere in atto un'efficace azione di tutela. Importante è stato dall'inizio del percorso di tesi il riconoscimento del Villino Basile come architettura fondamentale nel percorso artistico e personale dell'architetto palermitano, che sempre è stato per me motivo di conoscenza, riflessione ed interesse. L'obiettivo che ho cercato di perseguire, e che spero con questo lavoro di aver centrato, è la conoscenza di questo luogo nella sua particolarità e modernità, che , non riconosciuta in passato, ha rischiato la demolizione, e quindi l'oblio. Sperando che la cittadinanza ne prenda sempre più coscienza, anche grazie a questo progetto di tesi, il Villino Basile rimane la grande testimonianza di un uomo e di un architetto che ha reso grande Palermo, e che dunque non può essere dimenticato.
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• Marafon Pecoraro M., Rubbino G., L'antico stabilimento balneare di Mondello, Paler-
Novecento, 2000
mo, Krea, 2009
• Sessa E., Mauro E., Ernesto Basile a Montecitorio e i disegni restaurati della
• Sessa E., Ernesto Basile 1857 - 1932: fra accademismo e "moderno", un'architet-
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MATERIALI D’ARCHIVIO
• Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana LEGGE N.17 art.2 “Norme per la
sistemazione dei locali del Palazzo dei Normanni da destinare ad uffici dell’AsARCHIVIO STORICO COMUNALE DI PALERMO Fondo L.L. P.P, Anno 1907, Sez. 3, Cat. 5, Fasc. 33 “Villino Ernesto Basile“ • Scansioni piante, prospetti e sezione progetto approvato commissione edile
(10 agosto 1903)
semblea regionale siciliana“ (febbraio 1957) • Verbale di consegna del materiale mobile esistente nel Villino (22 settembre
1958) • Scansioni progetto di transizione soprintendenza regione Sicilia (1967)
ARCHIVIO SOPRINTENDENZA BENI CULTURALI ED AMBIENTALI DI PALERMO
Fascicolo “Villino Basile“ mon. 1049
• Pagamento suolo pubblico (13 aprile 1904) • Scansioni fotografie danni di guerra (1942) • Lettera Laura Basile (22 aprile 1954) • Lettera figli Basile (4 maggio 1954) • Lettera Soprintendente Dillon (17 marzo 1955) • Revoca vincolo conservativo del Villino Basile (10 marzo 1956) • Relazione disegno di Legge (21 gennaio 1957) • Verbale di consistenza Villino Basile con piante di tutti i piani (1957) 206
207
RIFERIMENTI FOTOGRAFICI
CAPITOLO 1 • Fig. 1 Sessa E., Ernesto Basile 1857 - 1932: fra accademismo e "moderno", un'architettura della qualità, Palermo, Flaccovio, 2010 • Fig. 2 Irma Buttitta ottobre 2014 • Fig. 3 Sessa E., Ernesto Basile 1857 - 1932: fra accademismo e "moderno", un'architettura della qualità, Palermo, Flaccovio, 2010 • Fig. 4 https://domodama.wordpress.com/2012/08/26/il-villino-florio-allolivuzza/ • Fig. 5 Camera dei deputati, Ernesto Basile a Montecitorio e i disegni restaurati della dotazione Basile, Palermo, Priulla, 2000 • Fig. 6 https://www.expedia.it/Palermo-Hotel-Grand-Hotel-Piazza-Borsa.h3401456. Informazioni-Hotel • Fig. 7 http://www.panoramio.com/photo/118251047 • Fig. 8 Sessa E., Mauro E., Ernesto Basile a Montecitorio e i disegni restaurati della dotazione Basile, Palermo, Priulla, 2000 • Fig. 9 Sessa E., Mauro E., Ernesto Basile a Montecitorio e i disegni restaurati della dotazione Basile, Palermo, Priulla, 2000 • Fig. 10 Sessa E., Mauro E., Ernesto Basile a Montecitorio e i disegni restaurati della dotazione Basile, Palermo, Priulla, 2000 • Fig. 11 Sessa E., Mauro E., Ernesto Basile a Montecitorio e i disegni restaurati della dotazione Basile, Palermo, Priulla, 2000
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CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
• Fig. 1 Pirrone G., Palermo, una capitale. Dal settecento al Liberty, Milano, Electa,
• Fig. 1 Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
1989
• Fig. 2 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 2 Marafon Pecoraro M., Rubbino G., L'antico stabilimento balneare di Mondello,
• Fig. 3 Irma Buttitta ottobre 2014
Palermo, Krea, 2009
• Fig. 4 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 3 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 5 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 4 Marafon Pecoraro M., Rubbino G., L'antico stabilimento balneare di Mondello,
• Fig. 6 Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
Palermo, Krea, 2009
• Fig. 7 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 5 Chirco A., Il firriato di Villafranca, Palermo, PER Salvare Palermo, 2001 n.1
• Fig. 8 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 6 http://www.impresapalermo.it/2011/05/la-palermo-di-ieri-nel-video-di-giusep-
• Fig. 9 Irma Buttitta ottobre 2014
pe-romano/
• Fig. 10 Irma Buttitta ottobre 2014
• Fig. 7
• Fig. 11 Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
• Fig. 8
• Fig. 12 Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
• Fig. 9
• Fig. 13 Greco S., Rutelli, maestri della pietra, in "Kalós - arte in Sicilia", n.4, 2007
• Fig. 10
• Fig. 14 Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
• Fig. 11 Quartarone C., Sessa E., Mauro E., Arte e architettura liberty in Sicilia, Paler-
• Fig. 15 Pirrone G., Villino Basile, Roma, Officina Edizioni, 1981
mo, Grafill, 2011
• Fig. 16 Marafon Pecoraro M., Rubbino G., L'antico stabilimento balneare di Mondello,
• Fig. 12 Quartarone C., Sessa E., Mauro E., Arte e architettura liberty in Sicilia, Paler-
Palermo, Krea, 2009
mo, Grafill, 2011
• Fig. 17 Sessa E., Mobili e arredi di Ernesto Basile nella produzione Ducrot, Palermo, Novecento, 1980
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ALLEGATI
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Consegna progetto commissione edile comune di Palermo, Piano rialzato, disegno di Ernesto Basile, Palermo 1903
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Consegna progetto commissione edile comune di Palermo, Piano primo, disegno di Ernesto Basile, Palermo 1903
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Consegna progetto commissione edile comune di Palermo, Prospetto sud, disegno di Ernesto Basile, Palermo 1903
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Consegna progetto commissione edile comune di Palermo, Prospetto ovest, disegno di Ernesto Basile, Palermo 1903
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Consegna progetto commissione edile comune di Palermo, sezione trasversale, disegno di Ernesto Basile, Palermo 1903
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Ricevuta di pagamento per la realizzazione del Villino in via Siracusa, Palermo 16 settembre1903
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Biglietto di ringraziamento Ernesto Basile, Palermo 20 febbraio 1904
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Pagamento suolo per la realizzazione del Villino in via Siracusa, Palermo 21 luglio 1904
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Pagamento suolo per la realizzazione del Villino in via Siracusa, Palermo 20 febbraio 1904 Lettera di Ernesto Basile al sindaco di Palermo per la presa visione dei disegni del Villino in via Siracusa, Palermo 1 agosto 1903
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Liquidazione pagamento suolo per la realizzazione del Villino in via Siracusa, Palermo 31 maggio 1904
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Disposizione per suolo in via Siracusa, Palermo 1 febbraio 1904
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Verbale contro Basile e Rutelli per suolo, Palermo 28 agosto 1903
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canoni per costruzioni, Palermo 6 agosto 1887
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Danni di guerra al soffitto e al solaio nell’androne d’accesso, Palermo 1942
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Danni di guerra al soffitto e al solaio nell’androne d’accesso, Palermo 1942
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Danni di guerra al soffitto e fessurazione al tramezzo, Palermo 1942
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Crollo del soffitto e del tramezzo, Palermo 1942
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Crollo del soffitto e del tramezzo, Palermo 1942
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Solaio e muro disgregato, Palermo 1942
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Solaio e muro disgregato, Palermo 1942
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Tramezzo crollato, Palermo 1942
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Vista dall’esterno del Villino danneggiato dai bombardamenti, si vedono segni delle schegge delle bombe, Palermo 1942
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Progetto di transizione della soprintendenza, pianta seminterrato, Palermo 1967
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Progetto di transizione della soprintendenza, seminterrato, Palermo 1967
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Progetto di transizione della soprintendenza, piano primo, Palermo 1967
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Progetto di transizione della soprintendenza, sottotetto, Palermo 1967
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RINGRAZIAMENTI
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Questo lavoro di tesi è il frutto di un percorso universitario durato 6 anni, che
E infine, non meno importanti, anzi direi fondamentali un GRAZIE va ai miei ge-
non sarebbe stato lo stesso senza l'aiuto e il sostegno di alcune persone
nitori. Scrivere qualche riga su di voi sarebbe riduttivo, ma cercherò lo stesso
speciali.
di dire qualcosa. GRAZIE per i vostri sacrifici, per i vostri consigli e per il vostro
Ringrazio la Prof.ssa Rita Fabbri e all'Arch. Serena Ciliani per il valido aiuto e
supporto che mi avete sempre dimostrato. GRAZIE per avermi mandato qui
per i loro preziosi consigli durante il percorso di tesi.
da sola a studiare, questo mi ha fatto crescere molto e oggi non sarei la stes-
Ringrazio la Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Palermo, in
sa persona se 6 anni fa non avessimo fatto questa scelta, sofferta, ma giusta.
particolare l'Arch. Salvatore Greco e l'Arch. Carlo Vivirito.
Questo lavoro è mio ma anche vostro. Vi voglio bene.
Grazie a Savalena per aver diviso con me questi anni di amicizia ma in particolare quest'ultimo periodo di duro lavoro e di grandi ansie. Grazie a Francesca, Greta, Ambra e Natalo per aver trascorso con me tanti momenti in questi lunghi anni di università. Grazie a tutti gli amici e colleghi della FAF per aver condiviso lunghe giornate di esami e pause caffè. Grazie a Michele per starmi vicino e sopportarmi sempre.
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TAVOLE
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