SEMInARIA sogninterra festival d’arte contemporanea
a cura di
MARIANNA FAZZI ISABELLA INDOLFI GIULIA MAGLIOZZI
MARANOLA
26 - 27 agosto 2011
arretningos AIRAnIMES cura:
Marianna Fazzi Isabella Indolfi Giulia Magliozzi organizzazione:
Vincenzo De Meo coordinamento tecnico:
Mimmo Indolfi
Coordinamento generale:
Nicoletta Katia D’Anella Mariangela Forte Maria Treglia Roberta Russo Therese Ciaramaglia regia luci e performances:
Ferruccio Padula audio:
Efisio Cardia Gennaro Mele staff:
Danilo Cedrone Fabiana D’Aliesio Mauro Ferro Marco Indolfi Pompeo Mastantuono Claudio Meglio Mario Minutillo Simone Morelli Stefano Nardella Pierre Saurel Enrico Scotti Vincenzo Treglia
musiche originali di:
Alfonso Priori Nick Rivera attori:
Veruschka Cossutto Luca Forte Alice Guzzardi Davide Guzzardi selezioni musicali:
DJ Solko Davide “Casa” Casale DJ Elodie foto:
Andrea De Meo Gianni De Meo Fabio Gigli Rosario Pomarico video:
Anna Fusacchia progetto grafico:
Carlo De Meo ufficio stampa:
Simona Morucci Paolo Russo
patrocini:
Comune di Formia
Ente Autonomo Parco dei Monti Aurunci
XVII Comunità Montana dei Monti Aurunci
Pro-loco Minturno in corealizzazione con:
Calliope in collaborazione con:
Dimore al Borgo Comitato per Maranola ass. cult.
Maranola Nostra
partner:
sponsor tecnici:
Ziguline
Graficart
Artwo
Spedart
Radio Monte Altino
Casale del Giglio
Resonance
Setteporte Banqueting
sponsor:
Lu Rusticone - si ringrazia:
Cocerest
Banca Popolare di Fondi
B&B Blu Lassù
La Garitta - Gaeta Mirante Abbigliamento - Formia Macelleria Tucciarone - Maranola Caseificio lo Spicchio - Gaeta Siburg Abbigliamento - Gaeta Rodart - Maranola - Un ringraziamento particolare all’ Ente Parco Autonomo dei Monti Aurunci ed in particolar modo a: Diret. Giuseppe Marzano, Dirig. Corrado Boccia, Resp. del Ser. Comunicazione Ermenio Corina, Giovanni Morra, Clelia Palombo, Luca Ricciardi, Rita Sepe, Ivo Schiappa
- si ringrazia l’associazione Calliope e in particolare: Emanuela De Meo, Michela Sparagna, Alessandro Amato, Maria Rita Aniballe, Maria Rosaria Orsomando, Giuseppe Aniello - si ringrazia per la pazienza e la fiducia, tutti coloro i quali hanno aperto le porte delle loro case: Francesca e Teo Libondi, Gianni De Meo, Ernesto Palumbo e Luigi Dello Iacono, Massimo Tommasino, Sonia Sterpini e Pietro Filosa, Franchino Di Chiappari, Vera Tescione e Toon De Wit, Roberta Russo e Mauro Ferro, Titta Rossi e Mimmo Indolfi, Therese Ciaramaglia e Pierre Saurel, Vincenzo De Meo, Antonio Treglia, Maria Treglia, Marialuisa e Silvano Costa - si ringrazia per il sostegno e il prezioso contributo: Lidia Aceto, Angelo Vito Alfonsi, Barbara Cangiano, Maurizio Carpentino, Angelo De Meo, Armando De Meo, Giacomo De Meo, Sestina De Meo, Peppino D’Onorio De Meo, Leonardo Di Carlo, Enrico D’Urso, Gennaro e Paolina D’Urso, Michele Fazzi, Benedetta Gagliardi e Maurizio Fazzi, Eugenia e Pasquale Forte, Lucia Forte, Claudia Gombi, Silvana Guglielmo, Vittorio Guglietta, Angela Imondi, Mariella Indolfi, Silvia Indolfi, Marialuisa Isabella, Alfredo Lombardi, Anna Montano, Gianluca Pasqualitto, Pasquale Petruzzelli, Titta Rossi, Luigi Simione, Enrico Simeone, Rocco Simione, Ambrogio Sparagna, Antonio Sparagna, Giuseppina e Alessandro Sterpini - un ringraziamento particolare va a Gennaro Palma e Francesco Fazzi per l’aiuto offerto con la comunicazione on line - grazie a tutti coloro che hanno condiviso l’esperienza dei flash mob contribuendo a far conoscere SEMInARIA sogninterra
infine si ringraziano i tantissimi visitatori, parte integrante di SEMInARIA sogninterra, i cui sorrisi meravigliati e i commenti entusiasti sono stati motivo di soddisfazione ed incoraggiamento.
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Il Parco Naturale dei Monti Aurunci, da sempre è vicino a quelle iniziative che hanno come unico interesse il territorio e la conoscenza di tutte quelle forme artistiche atte a promuoverlo. Il percorso di “SEMInARIA sogninterra”, disseminato tra i vicoli di Maranola, ha permesso di avvicinarsi al mondo dell’arte e percepirne gli intimi sussulti. Infatti, le istallazioni artistiche hanno presentato l’arte contemporanea contestualizzata in un ambiente fortemente antropizzato e naturalmente stratificato da secoli di storia. Un atmosfera magica, affascinante al punto da permettere al visitatore di poter accedere fisicamente nelle diverse opere. Una manifestazione veramente diversa che ha presentato il territorio in modo alternativo e ha consentito, grazie al piccolo contributo del Parco Naturale dei Monti Aurunci, di gettare un seme affinché altre occasioni simili possano essere realizzate, offrendo un’immagine diversa del territorio e delle sue ricchezze.
il Commissario Straordinario dell’Ente Parco
Dott.ssa Iris Gerarda Volante
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L’uomo scopre, nel sogno, quel nodo che lega la sua libertà alla necessità del mondo. A SEMInARIA sogninterra sono stati invitati artisti provenienti da diverse discipline e operanti in tutto il territorio nazionale ed internazionale, ad esplorare criticamente e operativamente la dimensione fisica e sociale del Moricone, nel borgo medievale di Maranola (Formia). I partecipanti, attraverso interventi di appropriazione spontanea dello spazio che oscillano tra l’installazione temporanea e l’evento, hanno realizzato microtrasformazioni, azioni performative spaziali, azioni rituali, momenti di socialità e partecipazione svaniti a conclusione dell’iniziativa. Gli artisti individuati, dialogando fra loro, hanno messo in comune vissuti e trascorsi attribuendo di fatto un valore aggiunto ad una riconsiderazione esperienziale del territorio e del suo attraversamento. Italo Calvino era molto affascinato dalle città, quelle visibili e invisibili. Isidora come Parigi, che nell’immaginario dello scrittore è come un’enorme cassettiera, tanti portoni quanti racconti da estrarne. Città come storie, quasi fiabe, come quelle della nostra tradizione che si raccontano ai bambini per fargli fare sogni d’oro. Storie che creano “Collezioni di sabbia”, che disegnano nuove mappe, più intime e concrete rispetto a quelle cui ci hanno abituato libri ed atlanti. Linee e confini che hanno a che fare con la dimensione vissuta del viaggio, nate da uno spostamento in soggettiva che punta in avanti, srotolando una linea progressiva, aperta verso mille possibili direzioni a partire dal corpo, che nel movimento si incarna e si disegna. Viaggi che tornano la notte, che si scompongono e ricompongono in nuove geografie pur
rimanendo della stessa sostanza. Il sogno, rientrando a buon diritto nella sfera percettiva della rappresentazione, ha carattere esperienziale. E’ Micheal Foucault che lo riabilita come peculiare realtà di linguaggio (postulato fondamentale della psicologia del XIX secolo) sfatando il mito che il sogno sia esclusivamente rapsodia di immagini. È sempre a suo parere che in sogno gli uomini comunichino con il significato delle cose e si lascino penetrare da quelle parole enigmatiche, insistenti, che provengono da altrove. Il tema con cui gli artisti si sono confrontati è quindi quello del sogno come effettiva esperienza di scrittura corporea, percettiva, immaginativa: un modo per determinare, di volta in volta, la trama del proprio “sentire”, modificando sé stessi in relazione alle energie catturate nei luoghi e nei tempi del proprio vissuto. Gli artisti come antenne, radar epidermici e neuronali, si sono sintonizzati con le diverse variabili geografiche intercettate ad ogni tappa del loro percorso, creando nuove mappature. Le installazioni come mete interstellari, interventi capillari e leggeri come i sogni, congiungevano i punti nello spazio tracciando connessioni fra le persone che lo hanno attraversato. Semi in aria, a coltivare sfumatore di colori, volte suggestive per far fiorire sogni in terra.
SEMInARIA sogninterra
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M A R A N O L A
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S O G N O
di
Isabella Indolfi
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aranola in sogno è l’odore della legna bruciata che passa nei camini d’inverno, il suono lontano di una fisarmonica che accompagna il ribollire di una caffettiera. La brina che cola dai muri di pietra tra i giardini tagliati dal sole sfuggente. Un labirinto intricato di case, strette come in un abbraccio che si conserva dentro tutto il suo calore. La voce dei bambini che giocano a perdifiato per i vicoli cercando i loro amici dietro angoli intimi e saturi della carezza di un antico rosario. Mille ombre che ti spiano la sera dalle finestre come segni lunghi e misteriosi che danzano intorno alla luce arancione di un caminetto. È una piazza che sembra una terrazza sul mondo, affacciata sull’orizzonte sconfinato del mare, riflesso nello sguardo degli anziani seduti al seggio a salutare l’ingresso del forestiero. Seminaria Sogninterra nasce qui. Questo luogo magico e lontano è abitato da storie e persone d’altri tempi, che vivono fianco a fianco alle nuove generazioni, in un eterno incontro tra il nuovo e l’antico, da cui nasce la capacità di ascoltare e raccontarsi. La gente di Maranola, seppure chiusa nelle sue mura medievali, è infatti sempre pronta, con la curiosità dei bambini, ad accogliere occhi estranei, desiderosi di leggere ed interpretare i suoi segni e i suoi dettagli per inventare nuove storie. Immersa in un tempo che a volte sembra essersi fermato, questa comunità subisce accelerazioni improvvise in particolari occasioni in grado di dar vita ad uno scambio rigenerativo di storie e visioni. Uno dei riti antichi, il Presepe Vivente, coinvolge ogni Natale l’intero borgo trasformandolo in un teatro in cui recitano tutti, indossando gli abiti tradizionali e mettendo in scena il proprio passato, in un dialogo che attraversa le generazioni e tramanda le tradizioni. Lo spirito di partecipazione e collaborazione che anima Maranola ha forse origine da questo tipo di esperienze condivise, ed è la base su cui si poggiano eventi eccezionali la cui realizzazione è
possibile solo grazie alla complicità e all’aiuto concreto degli abitanti. Così sono nati eventi come “Città Invisibili” nel 1994, o “Ecce cicala” nel 2000, che hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario di chi vi ha partecipato, e sono riusciti a trasformare il borgo in un emporio della diversità e dell’eterna possibilità del divenire. Allo stesso modo SEMInARIA Sogninterra si è concretizzata grazie all’adesione attiva della comunità in dialogo con gli artisti e gli organizzatori, trasformando Maranola in un alloggio di differenza e di stupore, di movimento di oggetti e persone che sfiorandosi l’uno con l’altro si sono consumati e cambiati a vicenda. Un copioso fiume di vita ha invaso lo scenario immobile dell’eterno presepe vivente, in cui i personaggi ed i pastori si sono lasciati colorare di sensi diversi da quelli prestabiliti da anni di tradizione. Stradine e cortili chiusi dalle mura, sono stati abitati dalla diversità dell’altrove, lasciando sorgere al proprio interno un luogo, invisibile fino a quel momento, vissuto nello spazio di due notti. Un sogno veloce come una giostra che cambia la forma alla percezione e lascia vedere tutto con occhi diversi. Maranola è stata come un immenso cuscino bianco su cui sono avvenuti incontri inaspettati che sono diventati legami profondi tra chi ha messo in campo quanto di più intimo si possa avere, aprendosi all’altro per cercare un antico senso di comunità. Ai visitatori è stata data la possibilità di immergersi nella creazione artistica, di lasciarsi provocare e stupire, lasciarsi andare ad occhi aperti, spinti dalla curiosità ad esplorare storie a finale aperto. È in questo luogo di relazioni che la condivisione ha generato l’esperienza artistica, quest’organismo le cui energie hanno colpito i sensi e l’immaginazione, provocando sorpresa e incertezza, segnando nuove strade nelle nostre mappe geografiche, dove i sogni si confondono con la realtà.
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L’ABBRACCIO CHE GUARDA AL MARE
di
Giulia Magliozzi
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Fiumi di riflessioni, emozioni, verità, finzioni. Uno scambio energetico di elevata intensità per costruire nuovi spazi in luoghi già fortemente evocativi ed immaginifici. Risiedere per sentire sotto la pelle e calibrare il migliore intervento da realizzare, in un confronto quanto mai fecondo prolungatosi nei giorni dell'allestimento. Questo il senso del site specific nato certo, nell'incontro con i luoghi e nel dialogo con l'architettura, ma ancor più con le persone. Sono state proprio le persone a sancire la singolarità di SEMInARIA sogninterra. Qui l'esperienza della partecipazione è stata totalizzante; ha assunto le più variegate forme, coinvolgendo la sfera cognitiva, emotiva ed esperenziale, rappresentando così le possibilità di ognuno. La condivisione ha trasformato il progetto originario, arricchendolo della personale interpretazione di coloro che lo hanno vissuto. E' lecito affermare che SEMInARIA appartiene a tutti perchè l'apporto di ciascuno è risultato quanto mai indispensabile alla sua realizzazione e perchè ognuno ne custodisce vivo il ricordo dentro di se. L'amore che anima l'agire ha reso l'intensa laboriosità una poesia del quotidiano, creando complici occasioni di crescita e di scambio. Le antiche narrazioni si sono contaminate di note contemporanee mentre la saggezza dei vissuti ha arricchito il cuore di coloro che hanno creato il labirinto di sogni. In questa dimensione di abbraccio, simbolizzata dalla piazza che guarda al mare, la musica ha assunto il ruolo di collante impalpabile e, nella costruzione del percorso, ha rappresentato un liet motiv avvolgente, connotando ulteriormente l'evento. Il tempo espanso ha riflettuto la liquidità del percorso, consentendo a chi lo ha abitato la riappropriazione di una dimensione di attesa e una fruizione sospesa. Anche lo spazio ha sfumato i propri confini abbattendo le barriere tra pubblico e privato grazie alla
generosità di coloro i quali hanno deciso di condividere e di aprire le porte dello spazio più intimo: la propria casa. Così, scena e retroscena si sono amalgamati in un territorio ibrido disegnando l'area espositiva. Il passaggio fluido tra un'opera e l'altra ha creato un'armonia che soggiace alla serratezza del ritmo espositivo. Il percorso si è affollato in luoghi conosciuti, resi altro dall'innesto di nuove visioni. I vicoli bui, catalizzatori nella notte di paure ancestrali, sono diventati luoghi di fascinazione e meraviglia. Personaggi giunti da un universo onirico si sono affollati assumendo tratti antropomorfi. Come custodi hanno veicolato il passaggio tra realtà e fantasia, hanno posto interrogativi mentre si lasciavano ammirare. Accompagnavano il visitatore, alla stregua di un Virgilio contemporaneo, errando in un viaggio di coscienza attraverso le ombre; nell'attraversare, il viandante, diventava altro veicolato da nuovi significati. Permangono le tracce lasciate dalle visioni che hanno alterato la geografia esperenziale dei luoghi. I giardini, come le vie e le case, hanno perso le originarie appartenenze per adottarne di nuove. L'interazione con il pubblico ha creato sinestesie e regalato uno scorrere di emozioni anche nell'inconoscibile. Entrati dentro i sogni, i partecipanti si sono lasciati avvolgere, lontani da altri respiri, sono rimasti a sentire. La molteplicità dei punti di vista ha condotto in vie tortuose per arrivare a verità, spoglie di velleità universalizzanti. In questo intrico, procedendo a ritroso lungo il filo di Arianna, non è tanto importante riconoscere il mondo visibile, quanto avvicinarsi all'intima essenza delle cose, oltre le cose, nell'abbraccio del sublime.
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ALL’I NC RO CIO DI M OLT I CIELI
di
Marianna Fazzi
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e città sono tante quanti gli abitanti e per conoscerle davvero si devono per forza vestire i panni di Pollicino. Intraprendere un viaggio lastricato dei tanti passaggi, delle voci e delle visioni che in quel luogo si sono dischiuse. Viaggiare vuol dire partire per conoscere terre nuove e conoscere, d’altro canto, presuppone sempre l’attivazione di sguardi altri, fotografie inedite da posti più o meno sconosciuti. Alla stessa maniera il sogno, come forma e azione dell’inconscio, con il suo potere di meravigliare, rappresenta la possibilità di intravedere direzioni inaspettate e scrivere incipit sempre nuovi. Quelli impressi durante l’esperienza di SEMInARIA sogninterra hanno continuato ad aleggiare, sospesi a mezz’aria prima di cadere in terra, dove si sono sedimentati e nutriti, proprio come i semi per poi tornare a nascere, arricchiti delle visioni di chi vi è inciampato. Dentro antiche mura medievali gli artisti sono andati alla ricerca ognuno di uno spazio accogliente da cui tirare le fila di un sogno collettivo e allo stesso tempo singolare, perchè singolarmente si sono imbattuti nel loro senso del sogno: di entrata/uscita - olfatto/vista/gusto/udito/tatto - del discorso - di marcia... Sono entrati in maniera garbata nelle vite degli abitanti per poi lasciargli in dono il ricordo della loro città come neanche loro l’avevano mai vista. Hanno afferrato al volo la possibilità di confrontarsi con spazi più vivi e dinamici, in cui vigono regole non scritte ma severissime, e in cui lo stupore ha un sapore più spontaneo. Attraverso la sovrapposizione di differenti linguaggi espressivi, hanno plasmato il concetto stesso di limite dandogli, a seconda delle proprie ricerche formali ed estetiche, una sfaccettatura diversa come nel caso di Daniele Spanò in cui le dimensioni intime e pubbliche dell’abitare si sono scontrate sulla superficie
della “casa torre”, palesando gli stati d’animo e le emozioni di un’umanità estranea a luoghi una volta familiari. Sempre, la facciata di un palazzo, è divenuta, nell’intervento di Sonus Loci, consolle interattiva con cui dialogare per ascoltare suoni che riportavano ai “cortili” dell’infanzia. Verso casa hanno condotto anche le lumache di Serena Piccinini. Piano piano, con la pazienza e la leggerezza dei grandi sognatori di ogni tempo, si sono arrampicate lungo un muro di pietre pesanti, disegnando incroci colorati e magici in cui ritrovarsi e perdersi, per ore. Quello architettato da Giacomo Lion è stato un luogo altro, svanito anch’esso come un sogno ma in grado di trattenere e rilasciare lentamente le energie catturate al suo interno. Il profumo del sapone di Marsiglia ha condotto adulti e bambini in una dimensione di scoperta. Un labirinto in cui i visitatori, muovendosi, hanno animato riflessi di bianco e giochi di luce a scomparsa immediata, contaminando e risemantizzando lo spazio con cui entravano in contatto. Carlo De Meo ha sagomato le visioni delineate da luce ed ombra, bugia e verità, simile e dissimile, rendendole meravigliose e significanti nel loro attraversamento. L’artista ha calibrato la sua presenza nel percorso disseminando rebus visivi che, giocati sul linguaggio e sull’ambiguità dell’apparenza, hanno affascinato, incuriosito e stravolto il punto di vista di chi vi girava intorno. Alla costante tensione fra il sotto e il sopra della torre, così come verso la luna miravano i lavori di Marco Morici. L’artista è entrato in relazione con il senso del sogno rendendo il desiderio di immensità e la ricerca utopica di uno stato di grazia da cui poter meglio osservare di cosa è fatto il mondo, fino all’orgine, fino ai minerali. Una ricerca impegnativa, a tratti dolorosa e spaventosa come quella di Ignazio Mortellaro. Una volta varcato il lungo tun-
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nell che ospitava la video installazione dell’artista palermitano, gli spettatori si trovavano catapultati in un incubo avvolgente ed ancestrale allo stesso tempo. Nel buio, dei pensieri così come dell’animo, anche l’opera di Giovanni Albanese che dialogando con una quinta quasi naturale ha rapito i visitatori mostrando loro lo spettacolo tragico di un amore incompleto. Chi invece gli spettatori li ha letteralmente ipnotizzati è stato Ivan Barlafante. Li ha fatti sintonizzare lungo i bordi della sua grande installazione, sulle vibrazioni sorde dell’acqua e sugli effetti volumetrici della luce in un cortile buio. Le traiettorie disegnate lungo la superificie hanno guidato i pensieri e l’emozione verso una meta invisibile situata fuori-campo, nell’incanto del mondo e nella fragilità dell’uomo e del rapporto che questo instaura con la natura. Natura che si riappropria del suo valore immaginifico, tornando al servizio di una forma più sostenibile di arte, quella di Emanuela Bizzozero. I suoi miracoli semplici, delicati e al tempo stesso sublimi come il lento planare dei fiori di bouganville o come lo sbuffare allegro dei ciuffi di strame. Quella tratteggiata da Hatem Akrout è una natura che si fa figura abitando territori animali e femminili. Componenti entrambi di una “dualità non duale” sono come l’amore fisico e l’amore spirituale, due aspetti complementari. Il mito della Janara (pare che il nome derivi da Giano, il dio bifronte, delle porte, degli inizi e delle fini) e della vicina Fossa Joanna (luogo di sabba), che ha ispirato Christian Ghisellini e Cecilia Viganò, ha radici antichissime nel territorio di Maranola. Ghisellini ha realizzato un intervento sulla parete di una vecchia stalla. Qui i personaggi del mito trasmigravano da una forma all’altra su di una partitura lasciata accennata quasi a rendere i
visitatori testimoni oculari di questo rito di passaggio. Intorno alle due opere murali di Cecilia Viganò invece un gran numero di sedie invitavano le persone a mettersi comode, per meglio entrare in ascolto visivo di quelle storie e leggende che lì vengono narrate e ancora narrate. Un po’ come il vecchio gioco del telefono senza fili in cui di voce in voce, le parole si trasformano, diventano altro. Come altro, è stato “La ville à l’envers” di Chiara Luzi e Francesca Mariani. Un mondo immaginario, capovolto. Una città in cui la forza di gravità è data dai pensieri e dalla voglia di sognare. Quelli ricorrenti dei maranolesi, i sogni, sono stati raccolti e rielaborati da Daniele Catalli, il quale, ha inaugurato il suo personale progetto di mappatura di sognatori di tutto il mondo, proprio qui, in questo luogo sospeso al di là dell’orizzonte e del mare. Al di qua tutto è diverso, è lontano. Ma si sa che i sogni quando li racconti perdono sempre un po’ della loro luminiscenza. Là tutto ha detto “io”, anche gli oggetti e gli animali, come pure lo spazio vuoto. Non bisognava cercarne il senso, si doveva attendere che germogliasse, naturalmente. I giardini ora riposano e covano l’entusiasmo di coloro che se ne prendono cura nei giorni del ricordo.
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A -entrata B -uscita 1 -De Meo 2 -Catalli 3 -Barlafante 4 -Luzi, Mariani 5 -Bizzozero 6 -Sonus Loci 7 -De Meo 8 -Viganò 9 -Spanò 10/11 -Morici 12 -performance 13 -Albanese 14 -Piccinini 15 -Lion 16 -Mortellaro 17 -Ghisellini 18 -Akrout 19 -De Meo 20 -Viganò 21 -Bizzozero 22 -performance W -concerto di Alfonso Priori con performance X -concerto di Nick Rivera Y -Dj Elodie, Dj “Casa” Casale, Dj Solko Z -mostra delle eccellenze artigianali
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Seduta su una terrazza d’edera aspetto il prossimo forestiero che mi chieda di raccontargli una storia. Una di quelle che ricordo al mattino dopo una notte passata a mescolare colori, forme e linee che creano alchimie sino a quel momento sconosciute.
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ISIDORA: Il mio nome è Isidora e vivo d’immaginazione.
Ho viaggiato attraverso vie colme di voci che risuonano nei miei occhi prima di andare a dormire. Voci che mi accompagnano per mano mentre fantastico pietre leggere che mi trasportano lontano, verso sapori ruvidi e luminosi odori. Ho vissuto tempi lenti, abitati da pensieri antichi, ombre che popolano la fantasmagoria. Nei miei luoghi tutto dice “io”, anche le nuvole e i panni stesi ad asciugare, come pure le montagne cerulee e la balena addormentata all’orizzonte.
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Sssss…s (PAUSA)
A ciascuno il suo sogno
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(SILENZIO - cambio ritmo)
ITALO: Fumo ISIDORA: vetri appannati disegni che si cancellano giardini tagliati dal sole
ITALO: Fumo ISIDORA: labirinti luminescenti di lumache parabole sui tetti ed ellissi nelle orbite lunari ITALO: ancora fumo ISIDORA: chiavi a stella per serrare portoni dipinti ITALO: Fumo ISIDORA: scalare per atterrare ITALO: non lo ricordo però so che ho sognato, …, RICORDATELO! cambio prospettiva - l’albero è capovolto ISIDORA: Rami come radici | radici come rami ITALO: salita che non pesa | salite che scendono ISIDORA:
(sussurro)
dilatazione dei confini naturali
ISIDORA: L’uomo scopre, nel sogno, quel nodo che lega la sua libertà alla necessità del mondo. ITALO: assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda... ISIDORA: Semi in aria, a coltivare sfumature di colori, volte suggestive per far fiorire sogni in terra. ... assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda assapora tocca senti respira guarda...
ITALO: che si avvicinano di più a quelli dell’anima ISIDORA: e l’immaginazione? ITALO: l’immaginazione ammorbidisce entra guarda riguarda tocca lasciati toccare vivi perditi SOGNA!
Marianna Fazzi
(testo recitato all’inaugurazione dell’evento da Veruschka Cossutto e Luca Forte con performance musicale e brani originali di Alfonso Priori)
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HATEM AKROUT GIOVANNI ALBANESE IVAN BARLAFANTE EMANUELA BIZZOZERO DANIELE CATALLI CARLO DE MEO CHRISTIAN GHISELLINI GIACOMO LION SONUS LOCI CHIARA LUZI - FRANCESCA MARIANI MARCO MORICI IGNAZIO MORTELLARO SERENA PICCININI DANIELE SPANÒ CECILIA VIGANÒ 25
CARLO DE MEO _ ALIMENTARI _ stampa su pvc, agosto 2011
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CARLO DE MEO _ GIĂ€ QUA _ tempera acrilica su legno, agosto 2011
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GIÀ QUA
AIGUB ANU OTNOCCAR IT IS IS IS ISAUQ ISAUQ AUQ AUQ AUQ
CARLO DE MEO _ GIĂ€ QUA _
tempera acrilica su legno, agosto 2011
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DANIELE CATALLI _ DREAM CIRCUS #1 _ stampa su telo nautico (edizione di 10), agosto 2011
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DANIELE CATALLI _ DREAM CIRCUS #1 _ stampa su telo nautico (edizione di 10), agosto 2011
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IVAN BARLAFANTE _ SENZA TITOLO _ pvc, acqua, luce, motore elettrico 2008
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IVAN BARLAFANTE _ SENZA TITOLO
CHIARA LUZZI, FRANCESCA MARIANI _ LA VILLE A L’ENVERS _ carta, materiale di riciclo, collage, 2011
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CHIARA LUZZI, FRANCESCA MARIANI _ LA VILLE A L’ENVERS
EMANUELA BIZZOZERO _ VORREI ESSERE COME UNA CRISALIDE IN UN BOZZOLO _ canapa, rete, bouganville, 2007/2011
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EMANUELA BIZZOZERO _ VORREI ESSERE COME UNA CRISALIDE IN UN BOZZOLO _ canapa, rete, bouganville, 2007/2011
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EMANUELA BIZZOZERO _ VORREI ESSERE COME UNA CRISALIDE IN UN BOZZOLO
SONUS LOCI _ ANELITO _ Installazione sonora reattiva, sensori di rilevamento, diffusori audio, registrazioni ambientali, agosto 2011
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SONUS LOCI _ ANELITO _ Installazione sonora reattiva, sensori di rilevamento, diffusori audio, registrazioni ambientali, agosto 2011
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CARLO DE MEO _ VELOVEDETE _ materiali vari, luce, giugno 2011
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CARLO DE MEO _ VELOVEDETE
CECILIA VIGANÒ _ ACCOMODATI (1)
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CECILIA VIGANĂ’ _ ACCOMODATI (1) _ tempera acrilica su muro, sedie, agosto 2011
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CECILIA VIGANÒ _ ACCOMODATI (1)
DANIELE SPANĂ’ _ FORGETFUL _ Installazione video, musiche di Davide Severi, 2011
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DANIELE SPANĂ’ _ FORGETFUL _ Installazione video, musiche di Davide Severi, 2011
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DANIELE SPANÒ _ FORGETFUL
MARCO MORICI _ LA STANZA DEL PARTO _ tessuto, legno, 2008/ 2011
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MARCO MORICI _ LA STANZA DEL PARTO _ tessuto, legno, 2008/ 2011
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MARCO MORICI _ LANDASCAPE 008 _ video, musiche di Daniele Ferrario, 2008-Oblivius ArtefactsŠ2008
azione performativa con Luca Forte e Veruschka Cossutto
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azione performativa con Luca Forte e Veruschka Cossutto
GIOVANNI ALBANESE _ MEZZOCUORE A SEGA 65
GIOVANNI ALBANESE _ MEZZOCUORE A SEGA _ ferro, lampadine a fiamma, 2010 - Courtesy: De Crescenzo e Viesti, Roma
SERENA PICCININI _ VERSO CASA _ carta, lana colorata, agosto 2011
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SERENA PICCININI _ VERSO CASA _ carta, lana colorata, agosto 2011
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SERENA PICCININI _ VERSO CASA
GIACOMO LION _ CAELUM _ lenzuola, sapone di marsiglia, piastrelle, porte, orchidea, agosto 2011
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GIACOMO LION _ CAELUM _ lenzuola, sapone di marsiglia, piastrelle, porte, orchidea, agosto 2011
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GIACOMO LION _ CAELUM
IGNAZIO MORTELLARO _ FULMINI _ Videoistallazione site specific, 2011 - Video HD608*1080,8’4’’ loop. Sound Xhin. Oblivius Artefacts©2011
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CHRISTIAN GHISELLINI _ JANARA _ tempera e penna biro su muro, agosto 2011
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CHRISTIAN GHISELLINI _ JANARA _ tempera e penna biro su muro, agosto 2011
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HATEM AKROUT _ TERRITOIRES _ emulsione e acquarello su carta Arches e carta giapponese, 2003/2011
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HATEM AKROUT _ TERRITOIRES
CARLO DE MEO _ ED ERA VERDE _ resina poliestere, foglie sintetiche, luglio 2011
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CARLO DE MEO _ ED ERA VERDE _ resina poliestere, foglie sintetiche, luglio 2011
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CARLO DE MEO _ ED ERA VERDE
CECILIA VIGANĂ’ _ ACCOMODATI (2) _ gessetti su muro, sedie, agosto 2011
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CECILIA VIGANÒ _ ACCOMODATI (2)
EMANUELA BIZZOZERO _ PARAMPAMPULIN _ strame, cotone, fiori di carote, agosto 2011
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EMANUELA BIZZOZERO _ PARAMPAMPULIN _ strame, cotone, fiori di carote, agosto 2011
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azione performativa con Alice e Davide Guzzardi
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1) Allestimento - 2) Marianna Fazzi - 3) Isabella Indolfi 4) Roberta Russo e Mauro Ferro - 5) Marco Morici e Vicenzo De Meo - 6) Giulia Magliozzi - 7) Gianni De Meo, Ferruccio Padula e Alfonso Priori - 8) Rondini - 9) Signore sulla panchina - 10) Marco Morici - 11) Giulia Magliozzi e Simone Morelli - 12) Roberta Russo - 14) Mimmo Indolfi e Carlo De Meo
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15) Ferruccio Padula - 16) Mario Minutillo - 17) Emanuela Bizzozero e Simone Morelli - 18) Marianna Fazzi e Serena Piccinini - 19) Eleonora Diana - 20) Anna Fusacchia ed Emanuela Bizzozero - 21) Andrea De Meo, Vincenzo De Meo ed Enzo Treglia - 22) Fabio Gigli e Andrea De Meo - 23) Carlo De Meo e Andrea De Meo - 24) Enrico Scotti - 25) Angelo De Meo, Davide Casale, Pompeo Matantuono, Isabella Indolfi, Salvatore Brocco, Mimmo Indolfi, Carlo De Meo, Giulia Magliozzi, Stefano Nardella, Marianna Fazzi, Fabiana D’Aliesio, Anna Fusacchia, Mauro Ferro e Paolo Russo - 26) Simone Morelli, Giacomo De Meo, Paolina D’Urso - 27) Simone Morelli, Daniele Catalli, Isabella Indolfi, Cecilia Viganò - 28) Stefano Nardella, Giacomo Lion - 29) Michele Sarti e Raffaele Pilia
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30) Gennaro Mele - 31)Christian Ghisellini e Simone Morelli - 32) Isabella Indolfi e Gregorio de Luca Comandino - 33) Giulia Magliozzi, Salvatore Brocco e Davide Casale - 34) Elodie Zangrillo - 35) Ivan Barlafante e Carlo De Meo - 36) Eugenia Forte, Mauro Ferro, Enzo Treglia, Nicoletta Katia D’Anella - 37) Serena Piccinini e Carlo De Meo - 38) La piazza in attesa - 39) Le interviste - 40) Anna Fusacchia - 41) Nick Rivera con Chiara Luzi e Francesca Mariani - 42) Rosario Pomarico e Andrea De Meo - 43) Simone Morelli, Mariangela Forte, Daniele Catalli, Eleonora Diana, Cecilia Viganò e Serena Piccinini - 44) Pasquale Forte, Toon De Wit, Vera Tescione
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48 45) Antonio Sparagna, Fabiana D’Aliesio, Giulia Magliozzi, Marianna Fazzi, Anna Fusacchia - 46) Gennaro D’Urso - 47) L’ultima sera - 48) L’orologio della piazza - 49) Scorci animati - 50) Stefano Nardella - 51) Gianluca Pasqualitto - 52) Enrico Scotti, Efisio Cardia, Mariangela Forte, Isabella Indolfi, Gennaro Mele - 53) Pierre Saurel - 54) Maria Treglia, Mariangela Forte, Marianna Fazzi - 55) Vicolo notturno - 56) Arrivederci
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GLI ARTISTI - LE OPERE
HATEM AKROUT
GIOVANNI ALBANESE
IVAN BARLAFANTE
Nato a Sfax (Tunisia) nel 1955, vive e lavora a Marsiglia.
Nato a Roma nel 1955 dove vive e lavora.
Nato a Giulianova (TE) nel 1967, vive e lavora a Roma.
TERRITOIRES _ Affiliato alla Maison des Artistes, la più importante associazione di artisti plastici in Francia, Hatem Akrout ha esposto nel corso degli anni anche negli Usa, in Germania, in Danimarca e Paesi Bassi. Seminaria è stata la prima occasione che l’artista francese ha avuto per confrontarsi con il pubblico e gli artisti italiani. “Territoires” è un’installazione di carta del 2003 che a Maranola si è ampliata con circa 300 disegni realizzati nell’arco di un anno, uno per ogni giorno, come un diario che è ancora in evoluzione. Un’antica cantina privata è diventata scenario per la realizzazione di un Territorio che è insieme fisico e immaginario, popolato da animali, uomini, donne e guardiani colorati, testimoni della ricerca di Hatem, racchiusi in un perimetro triangolare delimitato dagli stessi disegni. Il triangolo, con la sua forma simbolica, avvicina concettualmente la creazione femminile a quella artistica, e diventa una porta tra gli universi, quello reale e quello immaginifico, in mezzo ai quali si è trovato lo spettatore di Seminaria.
MEZZOCUORE A SEGA _ Artista multimediale e regista cinematografico di rilievo internazionale, Giovanni Albanese gioca con i materiali elettrici e gli ingranaggi meccanici con l’entusiasmo e la naturalezza di un apprendista stregone che dà vita a macchine espressive e paradossi animati, reinventando forme e materiali, sensi e usi del mondo. A Maranola, Albanese ha presentato una delle sue opere fiammeggianti. Protetto nella torre medievale, ultimo bastione del borgo, il “Mezzocuore a sega” era lì, si incendiava per metà e diffondeva il suo calore e la sua energia. Si è nutrito del buio ed ha animato le fredde pietre secolari, inglobando lo spazio intorno a sé. Ha ipnotizzato gli spettatori e li ha messi in ascolto delle sue vibrazioni. Sintesi dell’iconografia più classica e della teatralità più vibrante, questo cuore pulsante ha azionato lo spazio scenico che si svolgeva due metri più in là, dove due attori dietro una grande vetrina recitavano immobili la storia di un amore incompleto.
SENZA TITOLO _ La grande installazione Senza titolo di Ivan Barlafante, collocata all’interno di un cortile buio ha ipnotizzato i visitatori sintonizzandoli lungo i bordi, sulle vibrazioni sorde dell’acqua e sugli effetti volumetrici della luce. L’acqua in particolar modo si è connotata di una valenza quasi ultraterrena divenendo elemento alchemico che scorrendo ha generato trasformazioni. L’opera si è caricata dell’energia dell’ambiente circostante e con esso ha dialogato liberando geometrie chiuse nello spazio di osservazione. Quello che si è stabilito è stato un rapporto di immersione e non di presa panottica, uno sguardo in movimento grazie al quale il caos è divenuto significato. Le traiettorie disegnate lungo la superficie hanno guidato i pensieri e l’emozione verso una meta invisibile situata fuori-campo, nell’incanto del mondo e nella fragilità dell’uomo e del rapporto che questo instaura con la natura.
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EMANUELA BIZZOZERO
DANIELE CATALLI
CARLO DE MEO
Nata a Giussano (MB) nel 1982, vive e lavora a Bregnano (CO).
Nato a Roma nel 1979, vive e lavora a Torino.
Nato a Maranola (LT) nel 1966, dove vive e lavora.
VORREI ESSERE COME UNA CRISALIDE IN UN BOZZOLO - PARAMPAMPULIN _ Emanuela Bizzozero, giovane artista laureatasi in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, ha realizzato per SEMInARIA sogninterra due interventi di grande suggestione utilizzando fiori ed erbe recuperati direttamente nel territorio e divenuti intrecci di forme. Opere mutanti che cambiavano aspetto a seconda dei punti di vista, tanto da sembrare diverse. La sua ricerca, fondata sull’osservazione e sull’attraversamento, ha dato vita a spettacoli semplici, delicati e al tempo stesso sublimi come il lento planare dei fiori di bouganville di Vorrei essere come una crisalide in un bozzolo o come lo sbuffare allegro dei ciuffi di strame di Parampampulin. La “stramma”, erba cui è legata una forte tradizione artigianale, è stata il tramite attraverso cui la natura si è riappropriata del suo valore immaginifico, tornando al servizio di una forma più sostenibile di arte.
DREAM CIRCUS #1 _ Artista visivo, illustratore e scenografo, Daniele Catalli porta avanti una ricerca al confine tra queste aree d’espressione per studiarne i processi creativi, produttivi, i ruoli e l’impatto sul pubblico. Da qui nasce Dream Circurs, un progetto che attraversa le città proponendosi di raccogliere i sogni notturni di piccoli gruppi di persone provenienti dallo stesso contesto sociale, per trasporli in immagine attraverso il disegno e poi renderli condivisibili esponendoli in uno spazio pubblico. Una indagine dal gusto socio-antropologico che a Maranola, prima tappa di un lungo viaggio, ha usato lo strumento dell’intervista diretta. Resi immagine dal tratto sintetico di Catalli, stampati su teli bianchi stesi ad asciugare come bucato fresco tra una finestra e l’altra, questi sogni sono diventati pubblici e condivisi. Daniele Catalli ha sfidato la riservatezza della gente maranolese, che nulla ha di più intimo che i propri sogni, mettendo in scena il loro inconscio. Il confine tra pubblico e privato è messo ancora una volta in discussione durante SEMInARIA sogninterra.
ALIMENTARI - GIÀ QUA - VELOVEDETE ED ERA VERDE _ Quattro installazioni, quattro momenti giocati sul linguaggio e sull’ambiguità dell’apparenza. Le ombre di Velovedete e i fronzoli di Già qua, così come i vuoti di Ed era verde sono tracce lasciate dall’artista durante il suo errare. Rebus visivi come zone di confine in cui Carlo De Meo ha concentrato le possibilità immaginifiche della realtà. L’errore, elemento centrale della ricerca dell’artista, si è dispiegato in un paesaggio trapuntato di visioni creatrici di un mondo visivo meraviglioso e significante, come quello scaturito dal gioco di parole di Alimentari, installazione che nascondeva l’ennesimo (forse) indizio e cioè: Anche Le Idee Mentono E Nella Totale Armonia Rigenerano Immagini. L’abilità dell’artista a sovrapporre fra loro dettagli gli ha permesso di affascinare, incuriosire e, cosa più importante, stravolgere, anche se per un breve lasso di tempo, il punto di vista di chi osserva.
CHRISTIAN GHISELLINI
GIACOMO LION
SONUS LOCI
Nato a Modena nel 1976, vive e lavora a Bologna e Torino.
Nato a Zevio (PD) nel 1985, vive e lavora a Roma.
Nato a Roma nel 1982, dove vive e lavora.
JANARA _ La potenza della rappresentazione più immediata, la violenza dell’incisione, la personificazione di personaggi che emergono dalle narrazioni popolari del territorio per restare immutabili sulle pareti della vecchia stalla. Un luogo che si arricchisce di valori simbolici, scheletri di archetipi del male. La Janara essere mitologico dalla forma ibrida, invita lo spettatore a varcare la soglia del suo antro, accogliendolo sotto le mentite spoglie del gatto. Come il diavolo che rappresenta, la figura si insinua nell’atmosfera onirica valicando i confini dell’incubo e costringendo al confronto con il lato oscuro. Le linee guida del disegno permangono lasciando deliberatamente quell’incompiutezza che tende la mano al permanere della ricerca e a nuove rivisitazioni.
CAELUM _ Giacomo Lion, attraverso un intervento di appropriazione sinestetica dello spazio di uno dei giardini, ha realizzato un labirinto di lenzuola stese ad asciugare. Il profumo del sapone di Marsiglia ha condotto adulti e bambini in una dimensione di scoperta. Un luogo altro, svanito, proprio come un sogno, al termine di SEMInARIA sogninterra ma in grado di trattenere e rilasciare lentamente le energie catturate nel suo centro. Caelum è stato un ambiente fisico e sociale in cui i visitatori sono divenuti performers inconsapevoli. Muovendosi, hanno animato riflessi di bianco e giochi di luce a scomparsa immediata, contaminando e risemantizzando lo spazio con cui entravano in contatto. Le ombre disegnavano presenze impercettibili, impalpabili, stimoli di processi mentali compiuti all’interno di un sistema interattivo. L’artista ha allestito così un’architettura effimera, mossa da vuoti luminosi, costruttori a loro volta di pieni meravigliosi, puliti come i pensieri dell’infanzia.
ANELITO _ Gregorio de Luca Comandini è architetto e artista del suono. Sonus Loci è un suo progetto artistico che indaga le relazioni e i confini tra spazio e suono, azione e percezione uditiva, musica ed estetica. Questa ricerca si sviluppa attraverso azioni, installazioni e performance che hanno lo scopo di interrompere la bolla percettiva indifferente agli stimoli esterni e promuovere interazione fra gli individui e gli spazi in cui vivono. Anelito nasce dall’esplorazione sonora del Moricone, dalla registrazione dei suoni provenienti dalle case, che si riversano nei vicoli silenziosi, sospinti via dal vento. Un organetto, i campanacci da bestiame, il vento, suoni ancestrali e naturali, sono diventati il linguaggio con cui la facciata sonorizzata di un palazzo ha risposto agli stimoli dei visitatori, captati da sensori di rilevamento, in un profondo dialogo tra Uomo e Architettura.
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CHIARA LUZI - FRANCESCA MARIANI
MARCO MORICI
IGNAZIO MORTELLARO
Nata a Orvieto (TR) nel 1979, vive e lavora Roma. Nata ad Ascoli Piceno nel 1981, vive e lavora a Roma.
Nato a Genzano di Roma nel 1985, vive e lavora a Roma.
Nato a Palermo nel 1978, vive e lavora tra Roma e Palermo.
LA STANZA DEL PARTO _ Allestita in una torre medievale riproduce attraverso l’utilizzo di teli l’immagine di un utero con rami protesi, rossi come vasi, come nervi, che mettono in congiunzione il cielo e la terra. É un’opera che vive di contrasti, il dolore e l’amore, il cristo e la madre; l’emozione diventa materia scorre e penetra fino a tornare all’essenza, alla radice, al minerale, mentre abbraccia l’infinito. LANDSCAPE 0008 _ La fluidità del soggetto dissolve sotto teli candidi, muta al variare del frame attraverso cui è incorniciata. La liquidità è vibrante e pulsa, accompagnata da una melodia che spinge all’introspezione. Ogni elemento è in sinergia in un’armonica danza. Piega nelle pieghe dell’animo alla continua ricerca dell’irraggiungibile in un moto perpetuo. Dentro la duplicità. Il corpo evanescente fatica a lasciarsi inquadrare, avvolge il paesaggio circostante, emana e si propaga come l’aria che soffia sotto il velo e sfugge da confini fisici. L’ambiente, la terra, gli alberi vivono di vita propria. Le fronde sono celate dal velo che separa il mondo altro, infine scompaiono avviluppate dalla luce.
FULMINI _ Un antro, uno spazio buio, un tunnel, profondo come lo sguardo nella costrizione del punto di fuga. Nessuna fonte luminosa se non l’irrompere del fulmine a squarciare le nubi. La videoproiezione del temporale emerge tra drappi scuri e si rifrange in uno specchio d’acqua sul pavimento. Una progettazione capillare per ricreare un ambiente in cui il visitatore, al varcare della soglia, si ritrova in un universo altro, completamente esposto alle paure più ancestrali. Porte aperte per accogliere il confronto, per spogliare di ogni certezza, per lasciar sentire l’impeto e la forza attraverso cui la natura minimizza l’umana esistenza, intrappolata nel vivere ed esperire il tempo e lo spazio a sua disposizione. L’immersione è totale, grazie ai suoni che scuotono e vibrano, producendo il respiro dell’opera e, come se giungessero dal centro della Terra, materializzano incubi antichi.
LA VILLE A L’ENVERS _ Una coppia di amiche unite dalla passione del disegno e dalla professione di illustratrici, sconfinano nell’arte visiva con una installazione site specific itinerante che portano in giro per il mondo: “La ville a l’envers”. Nella fretta metropolitana, raramente ci si ritrova ad alzare la testa per guardare il cielo. Ecco perché la Ville a l’envers - una delle città possibili - è capovolta, pronta a ricevere lo sguardo del passante smarrito. Attraverso l’immaginazione, il ribaltamento surrealista dei valori, la città non respinge ma accoglie, è pura energia. La Ville à l’envers è una piccola città poetico-surrealista, ubicata a Maranola sotto un antico portone, invita il visitatore ad esplorarla con occhi ingenui, liberi da preconcetti e leggi predisposte. Qui tutto è al contrario, come in una favola di Carroll o in un quadro di Escher. L’albero di Seminaria è capovolto, come pure la Ville a l’envers, in cui le leggi della fisica e quelle sociali non esistono più. Tutto è lasciato alla fantasia.
SERENA PICCININI
DANIELE SPANÒ
CECILIA VIGANÒ
Nata a Bologna nel 1977, dove vive e lavora.
Nato a Roma nel 1979, dove vive e lavora.
Nata a Carate Brianza (MB) nel 1982, vive e lavora a Milano.
VERSO CASA _ Una istallazione che si estende su un ampio muro perimetrale. Ci entra in contatto, lo ascolta e lo avvolge, producendo vita e colore. Innumerevoli lumache di carta attraversano le fredde pietre insinuandosi tra le fenditure. Al loro passare lasciano tracce di lana, che si intrecciano producendo una fitta trama dalle mille cromie. Nel seguirne le tracce ci si perde fino a lasciarsi condurre altrove, in un non luogo in cui la natura si riprende i suoi spazi e animali fragili creano immagini forti. L’opera, leggera come i materiali di cui è composta, abbraccia il muro antico esprimendo comunità, naturalità, famiglia. Casa. Luogo in cui perdersi e in cui ritrovarsi per scoprire ogni volta qualcosa di nuovo. Uno spazio che ti protegge. Verso casa è dove puoi sentire ciò che sei, dove trovi pace. Le lumache seguirono il suono della voce che cantava l’opera per loro e cessarono il loro peregrinare per ascoltarla. Qualcuna infine restò lì a testimonianza di un passaggio e di un sogno che non vuole svanire.
FORGETFUL _ Daniele Spanò ha presentato a Maranola una rivisitazione, realizzata appositamente per l’occasione, del suo progetto Forgetful. Attraverso un intervento di videomapping, tecnica di video-proiezione che consente di trasformare ogni superficie in un display video, ha indagato sul rapporto fra spazio sociale e privato, e soffiato sulle superfici della “casa torre” gli stati d’animo e le emozioni di un’umanità estranea a luoghi una volta familiari. Nella drammaturgia dell’operazione era possibile ritrovare quello scarto in cui la produttività dell’immaginazione e la profondità della memoria divengono generatrici di iconografie ed allegorie che appartengono alla cultura e all’utopia di ogni società. L’artista ha messo in scena il desiderio, la forza visionaria, quel “non ancora o non più” che ha lasciato infinite possibilità interpretative ad aleggiare negli occhi di chi ha assistito.
ACCOMODATI _ La leggerezza e la semplicità di uno sguardo puro, quello di Cecilia Viganò. L’artista si è imbevuta delle storie e dei racconti sospesi nello spazio colloquiale che va da una panchina ad un balcone e dal bancone ad una seggiola. Ha passato il tempo giusto ad ascoltare, a fotografare per poi tratteggiare i confini di questo spazio alato. Ogni sedia posta nei dintorni delle due opere murali suggeriva: Accomodati. Le grandi macchie nere individuate dall’artista lungo il percorso sono divenute come i grandi teli che si usavano nei drive-in d’estate. Frammenti di una storia, che lontani dai canoni della storiografia più ufficiale, hanno cominciato a mescolarsi innestando infinite nuove storie. La forza dell’intervento trova ulteriore slancio nella scelta del disegno. Questo è non solo la forma più immediata di rappresentazione visiva ma è allo stesso tempo anche la prima modalità attraverso cui ci sono pervenute leggende e miti popolari.
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E C I D N E P P A
SEMInARIA sogninterra è un evento che ha trasformato per due giorni non solo il Moricone, unica zona a non essere mai stata toccata dalle abituali manifestazioni che si svolgono a Maranola, ma tutto il borgo. Ad ospitare il Festival e le attività collaterali gli spazi concessi da privati cittadini, dal Comune di Formia e dall’Ente Autonomo Parco dei Monti Aurunci. Questo ha permesso all’arte di ritrovare quel suo carattere diffuso, cessando di essere “per pochi intenditori”. Ampliando di fatto il numero dei beneficiari ha portato la cultura direttamente nelle vie del paese e coinvolto la popolazione locale anche nei diversi flash mob organizzati nelle città limitrofe. Ad introdurre i visitatori al viaggio di sogno in Piazza Ricca il testo di Isidora recitato da Veruschka Cossuto e Luca Forte sulle musiche originali che Alfonso Priori ha composto appositamente per l’occasione, mentre il seguito è stato affidato all’accattivante selezione di Dj Elodie. Una volta giunti alla fine del percorso espositivo, in una casa privata, la poesia di una performance di Alice e Andrea Guzzardi, conduceva al risveglio di notti incantate. All’uscita l’Associazione Culturale Calliope ha guidato i tanti visitatori alla scoperta di monumenti storici, straordinariamente aperti, come la Chiesa di
S. Luca, la Chiesa di Santa Maria dei Martiri e la Torre Cajetani (sec. XIV). La sede del Centro Studi A. De Santis ha ospitato una mostra dedicata alle eccellenze artigianali del territorio. Qui era possibile ammirare le pregiate creazioni di Raffaella Fusciello con i suoi “Uomini senza Terra” in terracotta, di Imma, creatrice di fantasiosi decoupage, di Antonio “il fabbro” con le sue sculture in ferro, di Ferruccio Padula e Giuseppe Masiello con le maschere Polichenelle, di Antonio Padula e dello Studio d’Arte Le Faenze, di Rocco Simione con le sue sculture di legno e di Franco Viola, il Geppetto dei tanti pinocchi in legno d’ulivo che affollano il suo famoso Museo dei Pinocchi. Sempre la splendida Torre Cajetani, è stata cornice della presentazione ufficiale di SEMInARIA sogninterra e che ha visto il coinvolgimento di Dj “Casa” Casale e Dj Solko, che da anni lavorano nell’emisfero del clubbing e della musica elettronica. Infine, come ogni sogno che si rispetti anche SEMInARIA sogninterra ha avuto la sua colonna sonora. In filodiffusione e a chiudere la manifestazione con un concerto dal vivo, la musica di Nick Rivera che leggera, intensa, in punta di piedi accompagnava in una promenade notturna i minuscoli e timidi sogni bisognosi di parole, gesti e sguardi cui emozionarsi.
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CREDITI
FOTOGRAFICI
- Andrea De Meo:
pag. 27, 28, 29, 30/31, 32, 33, 36, 37, 38, 39, 40, 40/41,
42, 44, 45, 46, 48, 49, 50, 52, 54/55, 56, 57, 58, 60, 61, 62, 63, 64/65, 65, 66, 68, 69, 72/73, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86/87, 88, 89, 91, 92, 111.
- Gianni De Meo:
pag. 8/9, 20/21, 30, 31, 32. 34, 35, 36, 37, 39, 48, 49, 54, 70, 71, 108/109, 112
- Fabio Gigli:
pag. 26, 51, 71, 74, 113.
- Rosario Pomarico:
pag. 34, 56, 58, 59, 67, 90/91.
sono presenti nella sezione Retroscena foto di:
- Andrea De Meo - Gianni De Meo - Anna Fusacchia - Fabio Gigli - Isabella Indolfi - Cecilia Viganò foto di copertina: Isabella Indolfi foto panoramica di Maranola (10): Carlo De Meo
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_ crediti
_ saluto dell’Ente Parco dei Monti Aurunci _ introduzione
_ Maranola in sogno di Isabella Indolfi
_ L’abbraccio che guarda al mare di Giulia Magliozzi _ All’incrocio di molti cieli di Marianna Fazzi _ Isidora di Marianna Fazzi _ galleria opere
_ Carlo De Meo
_ Daniele Catalli
_ Ivan Barlafante
_ Chiara Luzi - Francesca Mariani _ Emanuela Bizzozero _ Sonus Loci
_ Carlo De Meo
_ Cecilia Viganò
_ Daniele Spanò _ Marco Morici _ performance
_ Giovanni Albanese _ Serena Piccinini _ Giacomo Lion
_ Ignazio Mortellaro
_ Christian Ghisellini _ Hatem Akrout
_ Carlo De Meo
_ Cecilia Viganò
_ Emanuela Bizzozero _ performance _ retroscena
_ schede artisti/opere _ appendice
_ crediti fotografici _ indice
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finito di stampare nel mese di novembre 2011 nello stabilimento della GRAFICART di Formia (LT)