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L’altro lato del covid-19 Lidia Soverini1
Q
uesto strano momento lo immagino impresso sui libri di storia come lo sconvolgimento di certezze ed equilibri.
E’ strano piombare di botto nella completa impotenza quando si è abituati a pensare all’essere umano come grande potenza. Tutto si ridimensiona: desideri, bisogni, gli ego; si aprono di più gli occhi verso ciò che abbiamo dato a lungo per scontato.
Isolamento
I
n esso prende spazio il tempo che dilata le giornate e sembrano non finire mai. Giornate fatte delle medesime ore che, in precedenza, non ci sembravano mai abbastanza per portare a compimento tutte le intenzioni del quotidiano, così fitte di riempimenti che impegnavano la nostra attenzione in un flusso continuo di azioni. La vita del singolo è diventata parte del meccanismo stesso e si è adattata in funzione di esso. Equilibri piuttosto confortevoli che hanno funto da pilastri attorno ai quali l’esistenza di ognuno si è sviluppata, come un’edera che non sa stare in piedi da sola. Punti saldi, provenienti dall’esterno, intorno ai quali potevano districarsi (e intricarsi) traguardi, soddisfazioni e aspettative. Ma quando il meccanismo si ferma, quando l’intera macchina subisce un arresto forzato, cosa succede al singolo? Cosa succede a questo ingranaggio, ancora ben funzionante, che non ha più una macchina dentro la quale funzionare?
Laureata in Filosofia (Storia delle Idee Filosofiche e Scientifiche) all’università di Bologna. Insegnante certificata di Danza Egiziana e Mediorientale, Movimento Consapevole e approcci Mente-Corpo, Counselor Filosofico in formazione (I anno) SSCF & ISFiPP. 1
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