Islands Viaggi Dicembre/Gennaio

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ISLANDS V I A G G I

un SALTO ai CARAIBI (passando dagli Stati Uniti)

VANUATU

Scene da WOW

LOS ROQUES

Meraviglioso Venezuela Kekoa Publishing 1


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SOMMARIO i sla n ds v i a g g i

N O V E M B R E / d i cembre 2 0 1 3

NU M E R O 4

IN COPERTINA

Un minuscolo atollo nel Mar dei Caraibi. Foto di Tommy Schultz/Archivio Fotolia

DOMINICA p. 18

EDITORIALE

è ora di dire WOW! iamo nel pieno dell’autunno e non c’è cosa più rilassante di pensare ad un viaggio al caldo. Proprio per questo abbiamo deciso di dedicare la copertina di questo numero ai Caraibi. Pensando però non al solito viaggio, stipati su un volo charter per poi rinchiudersi in un villaggio all-inclusive pieno zeppo di connazionali. Abbiamo scelto per voi alcune soluzioni per scoprire i Caraibi passando per gli Stati Uniti. Parliamo di New York, Miami, Boston e molte altre città, tutte ben collegate a mete caraibiche generalmente non raggiungibili con i tradizionali pacchetti di viaggio che siamo soliti vedere sui cataloghi delle agenzie. Una vacanza invernale un pò diversa, fatta in totale libertà. Prima tappa quindi gli "States" per poi volare, dopo un paio di giorni di full immersion nella cultura a stelle e strisce, verso il caldo di una “tranquilla” isola... tra palme, acque limpide e cocktail esotici. Un modo diverso di viaggiare… ma soprattutto un modo diverso di sognare! Ma non ci sembrava abbastanza ed allora vi guideremo anche attraverso una serie di esperienze che vi faranno esclamare Wow!!! Un esempio? Siamo andati a Vanuatu per incontrare chi ha realmente inventato il bungee jumping e poi ancora vi porteremo nelle piantagioni Hawaiane per assaggiare il migliore dei caffè: il Kona. Non basta? Allora vi chiedo: avete mai fatto una crociera per nudisti? Noi sì... e vi racconteremo la nostra bizzarra esperienza. Anche questo è un numero fantastico... ed allora buona lettura! Francesco Maria Avitto

S

francescoavitto@islandsviaggi.it 4

rep. dominicana p. 12 BIG ISLAND p. 34

san blas p. 10

BEQUIA p. 16

VENEZIA p. 12

LOS ROQUES p. 54

ISOLA REDANG p.8

ISOLA DI PENTECOSTE p.24

MALEKULA p. 30

TAHITI p. 14

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COVER

VOLI DIRETTI dagli STATI UNITI

Dopo un piacevole soggiorno negli "States", cosa c'è di meglio di un volo diretto ai Caraibi? Scegliete delle città strategiche e potrete organizzare viaggi fantastici.

Scene che ci hanno fatto esclamare WOW

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Vanuatu, culture lontane e straordinarie esibizioni della natura. Ma su tutto ci ha colpito il più folle atto di coraggio mai visto!

Le curiose metamorfosi di Big Island

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C'è una macchina del tempo a lavoro nel Pacifico. Ci porta su un enorme scoglio che migliaia di anni fa era solamente magma

Una crociera bizzarra

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Dieci giorni a bordo di una nave di nudisti per capire come mai 2.800 ospiti paghino per quello che a molti potrebbe sembrare un incubo.

OGNI GIORNO articoli e foto meravigliose dalle isole più affascinanti del mondo. Seguiteci sempre anche sul nostro sito www.islandsviaggi.it e non dimenticate di accedere alla web tv dove troverete le più belle videoguide di viaggio.

Los Roques, meraviglie del Venezuela

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Un'esperienza incredibile in un paradiso terrestre. RUBRICHE

8 Get Here 10 Move Here 12 Life Here 14 Stay Here 15 First Person 16 Live The Life 18 Travel Tales 20 Taste


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ISLANDS V I A G G I

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Carol Johnson Eddy Patricelli Robert Stephens Audrey St. Clair Steve Spears Cams Webb Kathleen M Kiely Destini Rodriguez Jad Davenport, Sarah Greaves-Gabbadon, Amanda Jones, Brooke Morton, Jen Judge, R. Ian Lloyd, Tony Perrottet, Ann Vanderhoof, Alison Wright Jennifer Pileggi Lori Barbely Zach Stovall, Jon Whittle

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fotoli a


GET HERE

Isola di Redang

Tranquillità assoluta

redang

Nello stato di Terengganu, a largo della penisola Malese, l’isola di Redang rappresenta una meta adatta ad un tranquillo turismo per famiglie. Qui vige solo una regola: relax… estremo! Insieme ad altre otto isole, forma uno spettacolare parco marino. Non occorre essere dei sub professionisti. Infatti galleggiando semplicemente sulla superficie del mare potrete osservare una moltitudine di pesci e splendidi coralli. Cernie giganti, pesci pappagallo e pesci napoleone, spettacolari murene, barracuda e tartarughe marine… e questo è solo un assaggio. Ma la natura sull’isola non è da meno, se siete fortunati potrete osservare i famosi draghi di comodo. Abbiamo parlato della totale tranquillità del luogo, ma questo vale fino a quando non incontrerete qualche scimmia dispettosa, il che può capitare. Un consiglio… la sera evitate di lasciare sul balcone della vostra stanza ogni sorta di indumento… potreste non ritrovarlo! come raggiungerla L’isola è raggiungibile con voli giornalieri da Kuala Lumpur o Singapore o via mare dal porto di Merang a Kuala Terengganu. 9


MOVE HERE

arcipelago san blas

Arcipelago di San Blas

Un’isola per ogni giorno dell’anno. PROPRIO davanti alle coste panamensi questo gruppetto di 365 isolotti è un vero e proprio paradiso terrestre, che non conosce le parole turismo di massa. Acque calme e cristalline che dall'azzurro virano al verde cobalto bagnano la loro finissima sabbia bianca, orlata qua e là da lussureggianti palme tropicali.Ma la loro bellezza va anche oltre. Infatti immergendovi nelle loro acque potrete fare straordinari incontri. Le giornate sono scandite secondo il ritmo della natura più selvaggia e primordiale. Ma ciò che rende unici questi luoghi è il contatto con la gente del posto, la popolazione indigena dei Kuna. Bellissime le donne con i loro vestiti tradizionali dai colori sgargianti.

FOTOLIA

UN CONSIGLIO Poiché in queste isole si è ospiti della popolazione Kuna, occorre adeguarsi e rispattare le sue regole. Le abitazioni sono generalmente costituite da una capanna di paglia e canne e per dormire vengono usate delle amache.

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FOTOLIA


LIFE HERE venezia

La città sull'acqua

La Serenissima, la Dominante o la Regina dell’ Adriatico. Molti gli appellativi dati a Venezia che per più di un millennio fu capitale dell’omonima Repubblica. La laguna, le gondole e i palazzi signorili affacciati su campi, calli, rii e canali fanno di questa città un’autentica opera d’arte, uno dei luoghi più affascinanti del mondo nonché patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO. Ma Venezia è un’isola? Beh non esattamente è un insieme di oltre 100 isole, che sono state via via popolate a partire dagli inizi del VII secolo d.C. Isole collegate da più di 400 ponti in pietra, legno o ferro. Degno di nomina è il celebre ponte dei Sospiri, un passaggio coperto che collega il Palazzo Ducale con le Prigioni Nuove. Il suo nome deriverebbe da un’antica leggenda secondo la quale i prigionieri che attraversavano il ponte prima di venire rinchiusi, sospiravano gettando un ultimo sguardo alla città e alla laguna e rimpiangendo la libertà perduta e l’amore lasciato fuori. Pare che il più famoso prigioniero che attraversò questo ponte fu Giacomo Casanova, la cui fuga dalle rinomate prigioni rimase la sua più celebre avventura. CURIOSITà Il ferro di prua delle gondole veneziane ha una duplice funzione sia di protezione da eventuali collisioni e sia ornamentale. La forma ricorda quella di un pettine con sei denti rivolti in avanti a rappresentare i sei sestieri di Venezia, con uno rivolto all’indietro la Giudecca e con la parte superiore a memoria del copricapo del Doge.

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Vista sul laghetto

Questo rifugio è situato tra i Mari del Sud e i bungalows.

vita notturna Su quest’isola ci sono un paio di turisti e un supermarket. Sul pontile che dà sul laghetto, riesco a sentire gli uccelli all'alba ed a vedere i pesci al tramonto. Non c'è la marea, nemmeno le onde. È una tranquilla Tahiti che deve ancora cambiare. d i z ach stovall

z a ch stova ll

TAHITI

L'ALTRA tahiti Sembra come l'inizio di un racconto: “Mi svegliai in un giardino su una lontana isola di Tahiti”. Ma questa qui non è finzione. Ho lasciato un bungalow sull'acqua a Bora Bora per avventurarmi al Mai-tai Lapita Village a Huahine, dove sono circondato dal verde.

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Stop, Click, Go

È questo il campione in carica di viaggi? Quando Charles Veley dice di essere stato alle estremità della Terra, beh… sta dicendo la verità. Dopo una carriera nell'industria software Charles, adesso 46enne, è diventato solitario…molto solitario. Ha sorvolato con l’elicottero Bouvet Island, un puntino nel Sud dell’Atlantico, ha fatto amicizia con gli squali vicino Baker Island, a 2.000 miglia dalle Hawaii, e si è fatto coccolare alle isole Fiji. Il sito mosttraveledpeople.com vede Charles in cima alla lista, con ben 827 paesi, oasi e isole visitate. Il sito è stato creato da Charles stesso. Per arrivare su Rockall ho superato onde di quattro metri nel nord dell'Atlantico. A causa delle sue coste a strapiombo sul mare, è stata una delle isole più difficili da esplorare. È possibile zoommare su Google Maps e non vederla. C’è un dibattito se Rockall sia un’isola o uno scoglio. In entrambi i casi, l’ho sentita sotto i miei piedi. Un momento sicuramente

più tranquillo è stato quando ho raggiunto Aves Island nei Caraibi. È piccola ed a volte sommersa. Siamo arrivati di sera con una barca a remi. Due marines ci hanno accolti con delle pistole e ci hanno informati che stavamo oltrepassando una base militare… a noi sembrava soltanto un dormitorio su delle palafitte. La mia cicatrice più grande proviene da Howland Island, un posto caldo ed arido a metà strada tra le Hawaii e l’Australia. C’è un faro [foto] pieno di paguri. Siamo arrivati sull’isola con un catamarano quando c’era l’alta marea e più tardi non siamo potuti ritornare indietro. Nel tentativo di spingere a largo la barca, mi sono tagliato sul corallo. L’isola più sottovalutata del mondo è Lord Howe, dalle parti dell’Australia. Ha tutto: spiagge bianche, palme, pini, montagne e un ordinato villaggio con australiani accoglienti. Per legge c’è un limite di letti per i turisti quindi,

Howland Island non ha una pista d’atterraggio, attracco per barche o un porto, è perfetta per l’itinerario di Charles.

almeno per ora, l’isola non verrà riempita di alberghi. L’isola più tranquilla su cui mi sono sdraiato è North Beach a Ni’ihau, la meno conosciuta delle isole Hawaii. I Ni’ihauani sono persone riservate. Io e la mia famiglia trascorrevamo le vacanze a Kauai e, per ben tre anni, abbiamo provato a visitare Ni’ihau. Nel 2006 ce l’abbiamo fatta. Ci ha aiutati il fatto che il capo villaggio di Ni’ihau era a Kauai mentre anche noi eravamo lì. Aveva bisogno di un passaggio a casa. Così siamo andati con lui in elicottero, siamo atterrati vicino al suo villaggio. È stata una conquista. Voglio partecipare di nuovo al Festival di luglio a Ua Pou nelle Isole Marchesi ed al Land diving a Pentecost Island durante la Quaresima. Dove mi trasferirei se dovessi scegliere un’isola come casa? Sceglierei due posti: Vancouver Island d’estate e Kauai d’inverno. Sono tra i posti più belli al mondo, con abbastanza cultura da tenermi occupato per un anno intero. T.J. Olwig

courtesy ch a rles veley

mo n do

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be q u i a

Una capra ha mangiato la mia storia Mancano due giorni all’uscita.

che ci ha chiesto se conoscevamo qualcuno interessato.Tom e io ci siamo guardati a vicenda ed abbiamo detto “Noi”. Abbiamo pubblicato il primo numero due mesi più tardi, era il 1995, nel mese di marzo. D: E la vostra esperienza nell’editoria era…? Tom: Minima. Sono specializzato in

basket. Ma abbiamo fatto un paio di cose veloci prima di iniziare. Siamo andati da Sir James Mitchell, al tempo primo ministro di St. Vincent e le Grenadine, e gli abbiamo chiesto un consiglio. Ci ha detto: “Assicuratevi che la gente vi paghi.” È stato un grande suggerimento.

Hey? A qualcuno importa? d i a n n v a n derhoo f

Quando è venuta fuori la notizia che la barca con le copie della loro rivista mensile era stata confiscata nel sud dei Caraibi, Sally Erdle e Tom Hopman sono quasi svenuti. Contrabbandieri, uragani, capre ribelli, sono sempre in mezzo quando cerchi di raggiungere i lettori della piccola Bequia a St. Vincent e le Grenadine. E non provate a menzionare una scadenza. “E’ un concetto estraneo qui” dice Sally, 62 anni, proveniente dal nord di New York. Lei e Tom (67, dal Michigan) erano preparati alla tranquillità dell’isola. Poco prima di lanciare la rivista Caribbean Compass avevano appena completato - sulla loro barca da 12 metri - il giro del mondo in cinque anni e mezzo. “Le cose vanno avanti - dice Tom - ma sono meravigliato. In 17 anni non abbiamo mai mancato un’uscita.” D: Mai mancato un’uscita? Nemmeno quando la barca per la consegna era stata presa in ostaggio? Tom: Era una nave che operava tra Tri-

D: Com’è andata la prima uscita? Sally: Vivevamo sulla nostra barca.

Così abbiamo ultimato l’uscita in una stanza della grandezza di un armadio. .D: E’ vero che i pirati hanno assalito

uno dei vostri giornalisti? Sally: Ci occupiamo dello spetta-

Tom e Sally erano D: Ne avrete sentite delle belle. davvero pronti alla Tom: La distribuzione è il nostro probletranquillità ed ai ritmi ma più grande. Ci sono i guasti delle navi, dell'isola?E alle problemi di dogana, aerei che non possotempeste tropicali? no volare per il meteo.

nidad (dove viene stampata la rivista) e St. Vincent. Ma a volte il contrabbando si mischia con il carico legale. Quella volta portavano marijuana e la nave - con le nostre riviste a bordo - è stata sequestrata. La rivista era in ritardo, ma alla fine siamo attraversato l’Atlantico, mollata l’ancora riusciti a farla uscire dalla nave. eravamo senza soldi. Dovevamo fare qualD: Bequia è un’isola di 11 chilometri quadrati cosa… velocemente. Un ragazzo al party di abitata da pescatori. Sembra un posto incon- capodanno ci disse che aveva intenzione sueto per iniziare a pubblicare una rivista. di investire dei soldi, e che avrebbe sempre Sally:Siamo arrivati nel porto dopo aver voluto farlo per un piccolo giornale. Ed è lì 16

colo marino dei Caraibi, perciò i nostri giornalisti sono lì fuori a navigare. In quell’occasione una nostra collaboratrice e suo marito erano diretti sulla costa del Venezuela quando sono stati bloccati da pirati armati. Fortunatamente non sono stati feriti ma i pirati hanno ripulito la loro barca, inclusi i loro portatili. All’inizio ho pensato fosse una scusa per non inviare l’articolo in tempo… ma poi ho capito.

Molti corrieri imbattono in così tanti incidenti di contrabbando che potrebbe succedere che il governo locale di un’isola ci vieti di raggiungerla, in quel caso dovremmo trovare un altro modo per portare lì la nostra rivista. D: La rivista vi ha fatto accettare più facilmente sull’isola? Tom: Se non sei nato qui, sei uno straniero,

non si discute. Avevamo una vicina, Miss

a nn a l a ndry

LIVE THE LIFE


Olive, aveva 92 anni ed era nata a Trinidad. Ma ha vissuto a Bequia per molti anni, e mi disse “Sono una straniera e lo sarò sempre.” D: Se mettere Bequia sulla copertina del vostro giornale non vi fa guadagnare nemmeno lo status di "cittadini", a cosa serve? Tom: Quando stavamo costruendo la no-

stra casa, la prima cosa che abbiamo fatto è stata piantare lime, banane, papaie, arance ed avocado – ogni frutto che abbiamo trovato. La comunità ha apprezzato molto il fatto che ci occupavamo anche di questo. Ciò ha portato a delle amicizie. Ad esempio un giorno eravamo in ufficio ed un vicino ci ha chiamati per dirci che delle capre avevano invaso il nostro giardino e la nostra casa. Siamo dovuti correre per controllare la situazione. Grazie a lui abbiamo salvato le nostre piante e le nostre riviste. D: Gli uragani e gli ultimatum della rivista sembrano proprio un mix esplosivo. Sally: Un visitatore si è lamentato che

dopo aver visitato il santuario delle tartarughe ed essere andato sulla Friendship Rose (una vecchia goletta costruita a Bequia dove Tom e Sally si sono sposati), non c’era nient’altro da fare. Ma è proprio questo il bello di stare qui.

Quando siete a Bequia... APRITE LA BOCCA Dite buongiorno e buon pomeriggio a tutti, inclusi gli estranei. La gente qui ha un buon approccio con i saluti. Se una persona gli cammina affianco e li ignora, per loro è come fosse un insulto. LASCIATE USCIRE I CANI Gli isolani non riescono a capire quando lasciamo entrare a casa i nostri cani. Sono meravigliati quando permettiamo ai nostri animali domestici di raggiungerci sul divano. Nessuno lo permette qui. RIPETERE, RIPETERE, RIPETERE Chiedete gentilmente alla gente di ripetere. Ancora non riusciamo a capire alcuni dei nostri amici che conosciamo da anni quando parlano veloce. (Bequia è un’isola in cui si parla inglese, ma il dialetto può essere difficile, specialmente per le orecchie dei principianti.)

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dom i n i ca

Un bagno nelle erbe Questo mix di foglie e acqua calda è una cura miracolosa o solo una buffonata?

d i B roo k e M orto n

Sono qui a Dominica completamente nuda sotto ad una capanna. La capanna appartiene ad una donna che ha a che fare con la medicina e vuole che io resti qui in un pentolone fino all’una. Nel pentolone c’è un brodo bollente fatto con mostarda, foglie di alloro, canfora, lavanda, menta e patchouli. La donna, come la gente dell’isola di Kalinago, crede che le forze universali si allineino il primo e l’ultimo venerdì di ogni mese, precisamente alle sei di mattina e all’una. Solo così questo bagno rituale potrà curare i malanni ed allontanare il male. E funziona solamente se sto in piedi in questa zuppa completamente nuda. Ebbene sì, dicono che questi bagni possono curare qualunque cosa, ma solo per quelli che ci credono. Però il vero problema che spero di curare è la mia mancanza di fede e non parlo di Dio. Quello che ho perso è qualcosa che io chiamo la “fede del viaggiatore”... sapere che qualunque cosa andrà bene, a prescindere da noi. È l’istinto di chiacchierare con una persona che casualmente - come per magia - diventerà la guida dell’itinerario di viaggio che speravo di trovare. Oppure è fare l’autostop con qualcuno che hai appena incontrato nella hall dell'albergo perché vi siete fidati immediatamente l’uno dell’altro. Negli ultimi mesi ho sprecato l’opportunità di fare una delle esperienze di snorkeling che capitano una sola volta nella vita, ho dovuto fare l’autostop su una montagna in North Carolina e sono stata rimproverata davanti a tutti da una guida dei tour organizzati alle BVI. È iniziato tutto 18

“Ogni pianta può far guarire” afferma Janet. “Devi solo conoscere i loro poteri.” Di uno almeno sono certa: l’odore terrà gli insetti lontani per un bel pò. a causa della mia ansia dopo un’amicizia finita male. Il mio modo di fare è cambiato. Il mio spirito da viaggiatrice colato a picco. Ma sono disposta a tutto pur di riprendermelo. “Usa la tazza” mi dice Janet Frederick, la saggia che ha preparato questo bagno alle erbe. Uso la tazza di plastica per versare sulla mia testa quest’acqua piena di odori. Semi e foglie si intersecano tra i miei capelli e si posano sulle fossette delle mie clavicole. È una bella sensazione. Ma sta facendo

bene? Il fatto che me lo stia chiedendo, significa che la risposta è probabilmente no, o almeno non ancora. Do una sbirciatina al giardino pieno di erbe di Janet. La donna ha un bel pò di lavori e ruoli famigliari: tessitrice di cestini, negoziante, madre, nonna e sciamano del vicinato. È stata sua figlia, Sirena, a dirmi del suo lavoro. Sirena fa dei tour del villaggio al Kalinago Barana Aute per mostrare ai visitatori com’era la vita sull’isola prima di Colombo. Eravamo affianco ad una cascata quando mi ha detto che la sua gente, secoli fa, faceva bagni terapeutici proprio qui. “La tua famiglia li fa ancora?” le ho chiesto. Sirena mi ha guardata con i suoi bellissimi occhi castani e apparentemente soddisfatta, mi ha raccontato di sua figlia, che un paio di settimane fa, si era ammalata Non riusciva a camminare, nemmeno a stare in piedi. Riusciva solamente a gattonare per casa. I dottori non riuscivano a spiegarselo. Senza altre speranze, ha chiesto a sua madre di aiutarla. Janet ha iniziato a fare a sua nipote dei bagni con le erbe tutti i giorni. In circa cinque giorni, la piccola era di nuovo in piedi a giocare.“Può farmi un bagno tua madre?” le ho chiesto. “Non l’ha mai fatto ad una persona che non conosciamo, ma posso chiedere.” Non so per quale ragione, ma Janet ha accettato. Mi ha sorpresa davvero. Ecco come sono finita qui, odorante di sciroppo per la tosse e con qualche brivido causato dall’aria fresca di montagna sulla mia pelle. Sono praticamente in balia di una donna esperta di erbe che ho appena incontrato e di un tassista che è una delle tre persone che sa attualmente in che parte del mondo mi trovo. Dopo aver versato un’altra tazza d’acqua sulla testa, mi asciugo e mi vesto per poi uscire dal capanno di compensato. Janet si avvicina con una tazza di tè; le chiedo perché si attiene ad un programma composto da due bagni al mese. “C’è del male nel mondo e riesco a sentirlo” mi dice e poi mi racconta di suo

B R O O K E M O R T O N ; L AT O O P P O S T O I S T O C K

travel tales


Cure Selvagge padre che era un dottore. Fu lui ad insegnarle le tradizioni che la mantennero in vita. “Ogni pianta può far guarire” afferma. “Devi solo conoscere i loro poteri”. La mia mente inizia a frullare al pensiero che questo elisir possa portarmi di tutto, dalla protezione all’amore, al successo lavorativo. Ma non è proprio quello di cui Janet sta parlando. Almeno l’odore di quest’acqua è abbastanza forte da tenere lontani gli insetti per un paio di giorni. Janet va avanti dicendo che durante il bagno prega e che “a volte devi farlo tre volte”. Le chiedo se questa pratica sia connessa all’Obeah, un genere di vodoo delle Indie Occidentali che ha un seguito anche qui a Dominica. Janet agita la sua mano e rapidamente risponde di essersi convertita al Cristianesimo e che tutto ciò non riguarda la magia. “Devi crederci perché è opera di Dio” continua, “Non è vodoo”. Lo

prendo in considerazione mentre cammino verso il taxi che ho affittato. L’autista ha pazientemente letto il giornale fino ad ora e quando mi siedo, alza un sopracciglio. “Beh, sembro diversa secondo te?” gli chiedo sperando di aver recuperato la “fede del viaggiatore”. “Sicuramente hai un odore diverso” - sottolinea e poi aggiunge - “no no, è un odore piacevole, odori di tè alle erbe.” Giunta in albergo, mi faccio tre docce nell’intento di togliermi l’odore di mostarda dai capelli. Ancora avvolta nell’asciugamano, apro la finestra e ascolto gli uccelli cantare una melodia che non avevo mai sentito prima. L’odore della salsedine e il decomporsi della foresta pluviale, mi fanno sentire leggera. Non vedo l’ora di andare lì fuori. Ma prima, dovrei vestirmi.

MOSTARDA Alcuni penseranno al condimento per un sandwich. Altri ne parlano come una cura per tutto.Questa pianta è stata usata come lassativo, antinfiammatorio, anticoagulante e come stimolante per l’appetito. ERBA DI CAPRA Raccolto ad altitudini elevate possiede proprietà astringenti utilizzate per curare bronchiti, dolori articolari e perdita di memoria. Le piante sono anche unite ad un composto chiamato “erba di capra eccitante”, che si dice aiuti… beh, avete capito. DENTE DI LEONE Stiamo parlando di un cespuglio che cresce nei tropici, non della comune erba che estirpiamo nei giardini. Spesso i naturalisti delle isole fanno bollire in un sostituto del caffè i suoi semi essiccati (tolti dai boccelli del cespuglio) per curare la malaria, le aritmie e l’ipertensione. Inoltre le sue foglie vengono usate per alleviare stitichezza, febbre e raffreddori. BM

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bayah i be

COURTESY LUCIA LIMITI

taste

Cocktails d'amore

Tutto inizia con la fine di una storia, ma poi è successo qualcosa di Lucia Limiti

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Ormai sono considerata una del posto da queste parti… questo succede a chi passa da oltre dieci anni le sue vacanze estive nello stesso luogo. Il che, da una parte, potrebbe sembrare noioso ma non per me e mio marito e soprattutto se, la meta delle vacanze è la Repubblica Dominicana e per la precisione il Dominicus Americanus, poco distante dal rinomato


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bayah i be

Ormai sono considerata una del posto da queste parti… questo succede a chi passa da oltre dieci anni le sue vacanze estive nello stesso luogo.

villaggio di pescatori di Bayahibe. Devo dire che è piacevole “sentirsi come a casa” (in un luogo molto distante dalla tua) e soprattutto sentire che ogni anno, il calore della gente del posto e di molti italiani che hanno trovato il coraggio di trasferirsi qui dando una vera svolta alla loro vita, è sempre lo stesso e sempre molto travolgente. A dire il vero, un pensierino a riguardo lo avevo fatto anche io (o meglio mio marito), ma la mancanza di coraggio e la lontananza dagli affetti più cari hanno avuto la meglio. Ed eccomi qui, ogni anno con l’immancabile braccialetto dell’all-inclusive, a passare la maggior parte del mio tempo fuori dal villaggio… sentendomi quasi una del posto. Ma così non è stato per Manuel, un ragazzo toscano che, venuto per la prima volta sull’isola in viaggio di nozze, ha poi deciso di stravolgere la sua vita e, a quanto pare, di farlo nel migliore dei modi. Al ritorno dalla sua luna di miele nella Repubblica Dominicana, capì subito che qualcosa non andava. Nella testa di Manuel stava scattando una molla. Ed è proprio in quel momento che decise di tornare sull’isola, di iniziare una nuova vita ed una bellissima storia d’amore. Dopo diverse esperienze lavorative, ora Manuel gestisce La Cueva, un delizioso ristorantino che propone ottimi piatti e fantastici cocktails. È sì, è lui il colpevole 22

Il viagra dominicano LA MAMA juana

Si parla spesso di cibi afrodisiaci e meno di bevande i cui effetti sulla libido potrebbero risultare altrettanto interessanti. MEGLIO DELLO CHAMPAGNE

Tutti sicuramente conoscono le proprietà dello champagne sempre ai primi posti nella classifica delle bevande più afrodisiache, ma non tutti conoscono un altro potente alcolico tipico della Repubblica Dominicana: la Mama Juana. Questo preparato artigianale, composto da rum scuro, vino rosso, miele, erbe aromatiche e radici messe a macerare, pare sia ottimale per stimolare il desiderio sessuale. IL SAPORE

E' dolciastra, alcolica, con un retrogusto di erbe aromatiche.Oltre ad essere utilizzata come un potente viagra naturale, la Mama Juana è anche comunemente usata per curare piccoli malanni.

del mio amore verso l’alcool. Di solito non bevo mai…ma dopo aver sorseggiato il suo mojito al passion fruit, le mie vacanze estive hanno cambiato rotta. Rum, succosa polpa del frutto della passione … ed il resto è un segreto! La sensazione provata pochi minuti dopo averlo bevuto? - (Esperienza ripetutasi quasi ogni giorno durante la mia vacanza) Benessere ma soprattutto un senso di

totale leggerezza…credetemi o chiedete ai miei compagni di viaggio! Una cosa è certa: non sono astemia ma resta il fatto che non lo reggo… mi riferisco all’alcool ovviamente! Da soli o in compagnia di una deliziosa pasta al granchio o all’aragosta, i cocktails preparati da Manuel sono una rinfrescante esplosione di profumi e sapori. Aperta e chiusa parentesi: il cibo in questo ristorante è preparato con ingredienti freschissimi e di ottima qualità. Una prova di tutto questo è stato mio figlio di tre anni che, nel trattare sul fatto di uscire o meno dal mare dopo un bagno interminabile mi ha chiesto: “se faccio il bravo, questa sera mi porti a cena fuori a mangiare la pasta al granchio?” Anche mio figlio inizia a percepire questo posto come “casa” ed allora perché mi ostino ogni anno a pagare l’all-inclusive, se poi passo la maggior parte del mio tempo fuori dal villaggio? Aragoste e granchi, nella pasta o alla plancia e molto altro, il tutto annaffiato dai suoi fantastici mojiti… preparati in tutte le salse: alla maniera tradizionale, caraibica, al mango ed ovviamente al passion fruit. Cosa si può volere di più da una vacanza ai Caraibi? Una cosa ci sarebbe…(soprattutto se siete italiani e lontani da casa da circa un mese)… la pizza! Beh qui c’è anche quella… vera pizza italiana cucinata al forno a legna. C’è anche la mozzarella di bufala… ma come è possibile…. siamo a Santo Domingo? Eppure è vero… l’unica cosa non di origine italiana è il pizzaiolo dominicano… ma fidatevi è molto bravo e regala a tutto questo un tocco veramente esotico!


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Terre lontane con antiche tradizioni, culture diverse e straordinarie esibizioni della natura. Di tutti questi spettacoli nessuno ci ha colpito come questo. Il pi첫 folle atto di coraggio che abbiamo mai visto!

Le

scene che ci hanno fatto esclamare

wow

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Le torri che hanno dato ispirazione al bungee jumping sono costruite secondo la tradizione. I saltatori si affidano solamente al coraggio. 26


VITA

SELVAGGIA A VANUATU

IL “DOTTORE” DEL VILLAGGIO CON I CAPELLI SELVAGGI STA FISSANDO gli occhi di Bon Francisco. Bon, un uomo bassino, ingrossa il petto e alza il mento. Il fatto che indossi solamente una copertura per il pube mentre il dottore è in pantaloncini da rugby non mette Bon in uno svantaggio sartoriale. Al contrario, gli dona l’aria di essere il capo supremo di questo villaggio sull’isola di Pentecoste, a Vanuatu. C’è uno strano silenzio. Gli abitanti del villaggio aspettano. Io aspetto. Se il dottore gli darà l’ok, proverà davanti a tutti la sua mascolinità. “Natamata!” annuncia il dottore, il che significa “nessun problema” o forse “la sua mente è pulita. Può tuffarsi tranquillamente, non c’è pericolo”. Come fosse niente, Bon si arrampica su una torre di 13 metri fatta di bastoni di legno impilati come un gioco di costruzioni per bambini. Quando raggiungera la cima, altri uomini seminudi legheranno delle liane intorno al suo bacino, Bon si posizionerà su una piccola piattaforma e si tufferà. A testa in giù. Sono venuta su quest’isola nel sud del Pacifico, a 2.250 chilometri a nord dalla Nuova Zelanda, per assistere a questa spettacolare tradizione. Mi sono informata sul rituale, ma Mister Blue, il capo villaggio, mi prende da parte per raccontarmi in lingua pidgin - una sorta di inglese ma molto più semplice - i fatti storici di Vanuatu. “Tanto tempo fa nel mondo... - (potrebbero essere 50 anni o 1.000. Il tempo non ha molta importanza su quest’isola) - una donna sposata si arrampicò su un albero altissimo per scappare da suo marito. Lui la seguì. Lei lo fece arrabbiare dicendogli che non avrebbe mai avuto il coraggio di saltare. Lei fece quel salto. Lui la seguì. Ma lei aveva una liana attorno alle sue gambe e sopravvisse, mentre lui morì. Da quel momento - mi racconta il capo - gli uomini hanno iniziato questa tradizione. Gettandosi con delle liane legate al

STORIA DI AMANDA JONES FOTO DI JON WHITTLE

bacino vogliono dimostrare il loro coraggio estremo ed evitare di essere sminuiti dalle donne”. Guardo Bon lassù, in piedi a 13 metri da terra. È solamente una figura in contrasto con il blu del cielo. Questo rituale, chiamato cerimonia Naghol, è uno dei meno conosciuti. Avviene una volta a settimana da aprile a giugno, prima dei raccolti della patata dolce e mentre le piante rampicanti sono più elastiche (e non lo sono molto). A volte, i saltatori rimangono uccisi e la maggior parte delle volte, si feriscono. La torre potrebbe crollare, ma non oggi. L’ha deciso il dottore. Voglio vedere questo rituale da quando ho incontrato A.J. Hackett, il neozelandese inventore del bungee jumping. “Non l’ho inventato” ha amesso. “Ho solo visto questi tizi gettarsi a testa in giù da una torre a Vanuatu e ho pensato, wow, potrebbe essere un’idea divertente con un po’ più di elasticità.” Quello che sto guardando ora è ingegneria allo stato brado. La torre sembra totalmente instabile, costruita senza chiodi o viti. Sono tre tronchi di albero legati insieme con dei rampicanti della giungla. Ci sono anche dei tiranti, che in teoria la tengono dritta; ma anche quelli sono fatti di rampicanti. Appena Bon posiziona il suo corpo muscoloso sulla piattaforma, la folla intorno a me impazzisce. Donne col seno scoperto ballano e cantano. Uomini con solo le parti intime coperte, scalciano e ululano. Bon batte le mani, apre le braccia ed inizia a saltellare. Infine fa uscire un lamento “Whup, whup, whuuup!” e si lascia andare. Si sentono rumori di schegge di legno, la corda che tende e un tonfo quando la testa di Bon tocca la terra proprio di fronte a me. Immediatamente penso alle parole del dottore e mi convinco che non è altro che un ciarlatano e che il rituale questa volta è andato a finire male…molto male. Ma all’improvviso Bon si solleva barcollando. Due uomini corrono verso di lui con i macheti per tagliare i rampicanti intorno al suo bacino. È disorientato ma, incredibilmente, senza un graffio. Alza le braccia in segno di vittoria mentre la folla ancora una volta esulta. 27


La corda si è spezzata prima che Bon atterrasse. È stata tagliata troppo corta, forse di qualche centimetro. Qui non esiste uno strumento per calcolare l’esatta lunghezza delle corde. Le liane vengono tagliate secondo l’esperienza, un’esperienza tramandata nei secoli. Tagliandole troppo lunghe niente interromperebbe la caduta, troppo corte il saltatore verrebbe riportato sulla torre. Se invece viene tagliata correttamente, il saltatore trivellerà la terra come un trapano - l’opzione meno dolorosa. “Bon Francisco è il nostro campione” mi dice Mister Bule. “Ha iniziato quando era piccolo.” Fa dei gesti per farmi capire l’età che io interpreto come cinque anni. Gli chiedo della piattaforma rotta e la pancia di Mister Bule si agita con una risata. “Era fatto apposta.”Mi unisco, nella confusione, alle ragazze del posto per raggiungere Bon, ma è nel bel mezzo della “natamata”. Non ha idea di quanti anni abbia (“forse 18, forse 38”). Entrambe le date sono in forse. Gli chiedo se ha paura quando lo fa. “Mai”. A cosa pensa durante il tuffo? “Niente.” Il tuffo più alto? “Più di 30 metri.” È un pezzo grosso. Solo 350 forestieri assistono a questa cerimonia ogni anno. La maggior parte viene qui in giornata e vola via qualche ora dopo. Una manciata resta qui per visitare l’isola.

Devo chiedere perché, essendo circondati dal mare, la gente non pesca. “Hanno paura della guerra e delle mosche” afferma il capo.

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O R A D O P O AV E R G U A R D AT O B O N PRECIPITARE DALLA TORRE E aver sopportato una traversata dietro ad un pick-up, voglio solamente un bicchiere di vino bianco. Ma qui sull’isola di Pentecoste non c’è né un bar né del vino bianco. Non c’è nemmeno una città. L’isola è solo foreste pluviali, cascate da sogno, farfalle e possenti montagne. La soluzione migliore per alloggiare include un letto, una zanzariera, una doccia fredda e un bagno… nelle vicinanze. È quello che ho trovato al Noda Guesthouse. La mia capanna è al Waterfall Village, che conta una popolazione di 150 persone. Un giorno, il capo villaggio, Isiah Tabi, ha bussato alla mia porta: “Ti porto alle grandi cascate.” Ho già visto quelle piccole e data la loro bellezza, lo seguo per visitare quelle grandi. E poi il capo villaggio è il Capo Villaggio. Parla anche inglese. La camminata di due ore ci porta tra piccoli villaggi dove la gente ci invita a mangiare un mango e una noce di cocco. L’umidità è così elevata che anche le farfalle fanno fatica a restare in aria. Noto poi che gli abitanti dei villaggi si accalcano fuori dalle capanne o dai campi per vedermi. “Non vedono molte donna bianche” bisbiglia Isiah. Gli chiedo per quale motivo ci sono più villaggi all’interno che sulla costa, e perché, seppur circondati dal mare, non pescano. Si accende una discussione tra Isiah e gli abitanti dei villaggi. “Hanno paura della guerra e delle mosche” risponde. Non ottengo nessun altra spiegazione, ma poi capisco che quando c’era il cannibalismo, era più sicuro starsene su una collina, piuttosto che andare giù. Anche la malaria è stato un problema su quest’isola.


Gli abitanti dei villaggi camminano chilometri a piedi, coltivano il loro cibo e non lasciano mai l’isola. Per bagnarsi basta tuffarsi, di nuovo. 29


UN PO' DI PROTEZIONE vanuatu Australia

nuova zelanda

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Le radici esposte, come queste qui al Blue Hole a Espiritu Santo, sono spesso utilizzate come protezione dai cicloni.

Il nome dell’isola Malekula proviene dal francese “mal au cul”, ovvero “dolore al sedere”, perchè alcuni colonizzatori utilizzarono foglie sbagliate come carta igienica.

Arrivate qui con Fiji Airways (fijiairways.com) e passate le prime due notti nella villa sul mare all’Eratap Resort (eratap.com) sull’isola di Efate.

Alloggiare sulle isole costa 22€ a notte: Noda Guesthouse a Pentecost e TamTam Bungalows a Malekula. Mentine non incluse.


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Dopo cinque manghi, innumerevoli e ampollosi discorsi del capo villaggio e una complicata camminata in un fiume, percepisco un suono scrosciante nella giungla: è la cascata… quella grande. Non è enorme, forse alta 15 metri, ma l’acqua si tuffa in un'oasi perfetta per nuotare. Nella maggior parte dei luoghi di questo genere, anche meno belli, avrei dovuto pagare una tassa ed assistere ad un gran chiasso. Ma qui intorno non c’è un’anima viva. Quindi la sottoscritta, decide di farsi un bagno. DODICI ORE DOPO SONO A MALEKULA ISLAND, a circa 160 chilometri dall’isola di Pentecoste, ma ci vogliono due voli per arrivarci. Meno dello 0.5 per cento dei turisti che raggiunge Vanuatu visita poi Malekula. Ha una giungla impervia e fitte piantagioni di palme. Le strade sono tortuose e non è molto “paradiso dell’eden” come l’isola di Pentecoste. Ovviamente, il mio alloggio è un’altra capanna di paglia. Sono qui per visitare alcune tribù Nambas, chiamate così per le vesti che utilizzano gli uomini per coprire le parti intime. Ci sono molte tribù che abitano l’isola: le Big e le Small Nambas. Credo che gli Small Nambas siano stati battuti più volte dai Big Nambas e da questo deriverebbe il loro nome. Gli Small Nambas però, non sono timidi. Ne ho la conferma - a mie spese ovviamente - il giorno dopo in un villaggio dove incontro delle donne molto simpatiche. Hanno delle cordicine fatte di conchiglie, gonne di foglie di palma e nient’altro. A differenza della maggior parte delle tribù, la gente Nambas, ignorò i missionari arrivati nel ‘700, ma al tempo stesso trattennero le loro tradizioni animiste e gli abiti. Le donne siedono su un tappeto dentro una capanna. “Sidaon, Misis” dice una di loro, toccando un tappeto vicino a lei. Hanno capelli corti e molleggiati, pelle scura e un corpo robusto. Una invita due uomini a “km laetem faea” (accendere il fuoco) sfregando dei legnetti. Gli uomini, senza badare alla pioggia e alle donne che danno consigli, ce la fanno. Per il pranzo preparano poi patate dolci all’interno di un cocco. È evidente che stanno parlando di me. Capisco il commento “Tu mas hea blong waet woman” (“Questa donna bianca ha troppi capelli”). Le mie ciocche sono lunghe, lisce e arruffate: aspetto selvaggio, proprio come i miei pantaloni infangati e la maglietta stropicciata. Si avvicinano per toccare la mia faccia e tirarmi le braccia, chiedendo “Wanem nem blong yu?” (“Qual è il tuo nome?”). Quando chiedo quanti anni abbiano, mi rispondono “Mi no save”, un modo perfetto per dire “Non ne ho idea”. Nel frattempo raschiano le patate dolci con gli steli della palma e dalla polpa del cocco ricavano il latte. Dopo pranzo le donne decidono che è tempo di dare il via alle danze. Credo ne traggano vantaggio per rinviare i faticosi lavori nei campi. Urlano agli uomini, nascosti dietro un albero (strano, dato che hanno soltanto Gli Small Nambas si de copri-pene) di dipingere i loro corpi distinguono tramite i loro copricapi, scultue di indossare i copricapi fatti d’erba e re di sabbia, ornamencavigliere fatte di baccelli. L’unica musica ti di boccioli e piatti è un tamtam, fatta con un lungo tamburo speciali fatti nella cucina della tribù. costruito con un tronco vuoto. Le danze

È evidente che stanno parlando di me, la donna bianca con troppi capelli. Si avvicinano per toccarmi la faccia e le braccia. sono movimentate e stimolanti; ognuna simboleggia il volo di un’aquila, una battaglia vinta o un rituale di corteggiamento. Poi a qualcuno viene la brillante idea di farmi trucco e parrucco. Ridendo, le donne mi riportano nella capanna e mi fanno spogliare. Toccando le mie coste commentano “Misis tumas tintin” (“E’ troppo magra”). Cominciano ad urlare quando le piume che provano ad infilarmi tra i capelli scivolano immediatamente e rimangono perplesse quando provo a dirgli che andare in giro in topless non si usa dalle mie parti. “Per favore, ne vorrei altre sul seno” imploro. Nessuna risposta. Provo in Bislama: “Titi nid mo.” Allora mi aggiungono uno strato extra di collane fatte di conchiglie e fanno un passo indietro guardandomi soddisfatte. Gli dico che non sono abbastanza coprenti e a quel punto prendono una gonna di un bambino e me la mettono attorno, ridendo. Dopo aver mangiato, ballato ed essermi fatta bella con le donne, mi cambio rimettendomi i miei brutti vestiti e dico “Tangkyu tamas” (“Grazie mille”). E lo intendo davvero. Ancora una volta mi è stato dimostrato quanto ci vuole poco per ridere. Lasciando il villaggio, mi ricordo qualcosa che A.J. Hackett mi aveva detto: “Le isole esterne a Vanuatu sono come un libro di avventure. Tutto è ancora selvaggio.” Al mio ritorno in capitale, a Port Vila, sotto una doccia bollente in un hotel a cinque stelle, mi fermo a pensare a questa incredibile esperienza e incrociando le dita spero che tra un paio di anni, quando tornerò su queste isole, nulla sarà cambiato. 33


LE CURIOSE METAMORFOSI di big island Sto ammirando una macchina del tempo a lavoro nel Pacifico. È solo questione di ore e poi vedrò una nuova terra, nella forma di un liquido minaccioso, esplodere di vita. Volerò su un enorme scoglio, che migliaia di anni fa era solamente magma. La vicinanza del vecchio e del nuovo ricorda che il pericolo è sempre in agguato, ma è anche il luogo dove risiede la vera bellezza dell’isola, in un continuo ciclo di distruzione e creazione.

foto di jon whi∏∏le 34


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Non mi sento molto tranquillo su una barca a 10 metri da un cratere pieno di lava. Volare su una caldera era più sicuro (foto in alto). E la vista dall’alto era perfetta per ammirare le opere d’arte che la lava stava creando (foto pagina a fianco) . Ma il livello del mare, è sicuramente il posto migliore per assistere alla nascita di una nuova “costruzione” delle Hawaii. Così il comandante si avvicina, con calma, verso una nuvola di vapore illuminata di rosso. Mentre grossi massi volano e iniziano la loro lunga discesa verso l’oceano, dalle spaccature nella roccia ormai annerita vedo fuoriuscire lava incandescente di un rosso brillante. È come ritrovarsi nel bel mezzo di una ciotola primordiale di Rice Krispies, ma con delle conseguenze spettacolari.

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UN'ALTRA FORMA DI VITA Stesso giorno, stessa isola. Ma la Koala Coast sul lato nord-ovest di Big Island, sembra un altro pianeta. Qui una massa vulcanica irregolare ha dato vita ad un paesaggio verde e lussureggiante che cade a capofitto in un enorme burrone. Alcune delle cascate più alte delle Hawaii, precipitano a migliaia di metri in questa vallata, dove l’acqua lentamente intaglia la roccia che una volta era terra in movimento. L’isola non ferma mai la sua evoluzione, creando e crescendo. È qualcosa che interrompe il respiro. Io la chiamo meraviglia!

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UNA CROCIERA BIZZARRA

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STORIA DI BROOKE MORTON; FOTO DI SHELLY STRAZIS

“SIGNORI E SIGNORE, POTREI AVERE LA VOSTRA ATTENZIONE” Una voce fuoriesce dagli altoparlanti. “È Hennie che parla, il vostro direttore di crociera. Vi ringrazio tutti per aver tenuto fino ad ora i vestiti addosso. In pochi minuti, annuncerò quando saremo a tre miglia dalla costa così potrete scoprire i vostri… ehm… divertimenti.” Il nostro gruppo vicino alle scialuppe di salvataggio inizia a ridere. Un’assistente sorridente, che aveva appena portato la nostra attenzione al fischietto sul salvagente, si aggiunge alla risata. Affianco a me, una donna ha indosso una gonna così trasparente che riesco a capire cosa ha chiesto all’estetista. Gli uomini girano solo con un costume slip e la chiave attaccata al collo. Non è nemmeno l’ora di denudarsi e già mi sento troppo vestita. Dopo un pò, come una liceale, sento ancora i polmoni contrarsi per le risate. Comincio ad essere nervosa e ad inarcare le sopracciglia, ma il suono della campanella che segnala la fine dell'esercitazione di emergenza, mi salva. È ora di cena - un evento per il quale bisogna necessariamente vestirsi. In teoria, rimanere nudi è molto semplice. “È non fare quello che si fa tutti i giorni… per settimane”, ripeto a me stessa prima di imbarcarmi per la Bare Necessities. Abbiamo lasciato Fort Lauderdale, in Florida, da circa un’ora e siamo diretti verso Cozumel ed oltre. Non sono una tipa molto propensa a questo genere di cose. Chiudo sempre la serratura quando mi cambio in palestra. Ma ho deciso di cogliere questa magnifica occasione per diventare nudista per ben 10 giorni. La curiosità è la mia droga: devo sapere perché 2.800 ospiti pagano per quello che per molti è un incubo. Sono forse esibizionisti? Scambisti? O semplicemente tipi hippie ai quali non piace la sensazione del cotone sulla pelle? Durante la crociera è opzionale indossare vestiti, ciò significa che non mi dispiacerà mettermi qualcosa addosso. Eppure sono sicurissima che, a meno che non andrò in giro ‘au naturel’, spiccherò tra la folla. Vicino al dentice glassato, incontro Gerald e Betty, una coppia sulla settantina che, come la maggior parte di quelli a bordo, hanno confidenza con tutti. Solo due dei loro figli sono a conoscenza della vera natura di questa crociera ma, per sicurezza, sanno solo le date e le destinazioni. “Oh, spero non cerchino su internet” scherza Betty con la

paura che possano scoprire la particolarità della nostra crociera. I bambini sono anche all’oscuro di Cypress Cove, un resort di Orlando per nudisti. La coppia ne fa parte da parecchio tempo ma ancora stizzisce quando qualcuno li chiama nudisti, non si sentono a loro agio con il termine. “Andiamo al resort ogni giorno” dice Betty con un tono che immagino usi per dire a suo nipote di imburrare la teglia per i biscotti. “Ci piacerebbe trasferirci lì, ma con i nipoti... - e poi continua affievolendo il tono – i nostri bambini sono religiosi. Non approverebbero.” “Ma alla nostra età, devi divertirti” continua Gerry con uno sguardo complice e innocente. Più tardi quella sera mi faccio un giro sul deck, ricordandomi perché sono qui. È giunto il momento, penso mentre cammino verso la piscina sulla poppa della nave. Mi tolgo il mio vestito e la biancheria, riponendoli per bene su un tavolo mentre mi preparo mentalmente ad immergermi nella vasca idromassaggio affianco agli altri bagnanti. È come essere in aereo nel posto centrale con la paura di muoversi per non dare fastidio, l’unica differenza è che sono nuda e pure i miei vicini. Ed ecco il momento di panico: non

Chi fa questo genere di crociere? Questa domanda è giunta alla mente dell'autrice. Le sue scoperte? Resterete sorpresi.

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Prendo il sole in topless ma non oso andare in giro così. Per la maggior parte del tempo osservo. Esiste posto migliore per guardare le persone? Oltre a questo, non ci sono molte regole. Una è igienica: devi sempre mettere qualcosa tra te e la nave (ci vuole un asciugamano sopra ogni sgabello del bar o delle sdraio). Un’altra cosa mantiene privata questa comunità: non sono ammesse macchine fotografiche sul pontile. Per assicurarlo, lo staff della Bare Necessities tiene sotto controllo macchine fotografiche e qualunque altro accessorio in grado di registrare o pubblicare foto. Così trascorro la giornata rendendomi partecipe. Prendo il sole in topless; a volte mi tolgo il pezzo di sotto, anche se non oso camminare in giro così. Ma per la maggior parte del tempo, osservo. Parlando seriamente, chi vogliamo prendere in giro? Quale posto migliore per osservare le persone? E cavolo, a questi adulti piace davvero ballare. Certo, ci sono litri di alcolici, ma la maggior parte non beve nulla quando fa il bagno in piscina e va sugli scivoli. Tutti sembrano andare a ritmo, senza badare alla canzone che il DJ sta suonando. E’ ORA DI SPOGLIARSI. Sono a metà conversazione quando, la maggior parte delle persone sul catamarano, si sbarazza delle magliette e dei pantaloncini. Sono passati solo 10 ho idea di come iniziare a chiacchierare Fare una crociera minuti da quando siamo partiti per l’immersione a Cozumel, con queste persone. Quindi, da quando senza vestiti, prevede in Messico. Apparentemente, siamo abbastanza lontani dalla qualche regola. La siete nudisti? Cosa ti ha inspirato a farti gente è chiamata solo riva. Allora… che i giochi abbiano inizio! quel piercing? O peggio ancora, non so per nome e città di proL’età media a bordo in nave è sui 55, ma per questa escursione dove guardare. Quelli affianco a me sono venienza. Le macchine è più o meno 40. La vista di un uomo nudo e in forma, con cui fotografiche sono così vicini, che è impossibile ignorarli. proibite sul pontile. parlerei tranquillamente in un bar, mi fa arrossire - ma spero Alcuni si sono seduti sui bordi della vasca. che il mio rossore si confonda con l’abbronzatura. Per fortuna Guardare mi fa sembrare una pervertita. Guardo giù finché non mi sono ricordata gli occhiali da sole. mi accorgo che un uomo mi sta parlando. Mentre parliamo di Mi tolgo i vestiti come se fosse niente e sono l’ultima ad crociere, non guarda mai il mio seno. Questo mi tranquillizza essere accompagnata per l’immersione. Scusate il francesismo e proprio adesso realizzo di quanto sia bella la sensazione di ma non appena entro in acqua penso… zuppa di chiappe! Tutti essere nuda in acqua. Ora siamo a parecchie ore di distanza dalla stanno osservando i pesci, mostrando il loro fondoschiena al Florida e lo smog non copre il manto di stelle. Un cielo senza cielo. Mi allontano di qualche metro per stare da sola. Un pesce veli, il mio sedere all’aria e un’agenda vuota - Mi sento pronta pappagallo turchese si fa strada tra i coralli. Sento il sole sul mio a tutto. Almeno per ora. fondoschiena e l’acqua che scorre lungo tutto il mio corpo. Devo IL MATTINO SEGUENTE FACCIO UN GIRO ammetterlo: è una bella sensazione. DELLA NAVE. Lezione numero uno: “I vestiti sono un optioPoco dopo una signora del Colorado di nome Linda mi nal” può avere molte interpretazioni. Alcune donne sbottonano chiede di scattarle una foto. semplicemente le loro camicie e fanno decidere al vento e al “Per la cartolina di Natale, giusto?” scherzo, curiosa di sapere destino la sorte della loro nudità. Poi c’è il “Donald Duck”, il cosa potrebbe farci di una foto in topless una donna di 50 anni. preferito degli uomini dai 60 anni in su: una maglietta e nient’al- Ride, dicendomi che la foto è prova di quanto si sia spinta in là tro, calzini bianchi e scarpe da tennis bianche. Ma la maggior da quando un ex l’aveva invitata in un resort per nudisti. Dopo parte delle volte ci sono molte donne in topless - certamente che la relazione è finita, ha continuato ad andarci. Da donna sinabbastanza da far girare la testa ad un ragazzino di 13 anni, una gle che ama viaggiare, si sente spesso come una ruota di scorta. delle ragioni per cui nessun ospite sotto i 18 anni è ammesso. Da viaggiatrice solitaria, la capisco. Quando mi confessa che 42


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In costume, mi sdraio in posizioni in cui la mia pancia non debba mostrare i rotoli. Qui, celebriamo le libertà ben oltre i due giorni liberi dall’ufficio. la comunità nudista è l’unica che l’ha sempre accolta pur viaggiando sola, mi appunto mentalmente questa cosa. Quel pomeriggio, il catamarano ci porta su una spiaggia bianca, nostra per tutta la giornata. I passeggeri non perdono tempo per trovare bar, sdraio, enormi trampolini gonfiabili e scivoli. Sembra una ricreazione. Mi unisco allo staff della Bare Necessities, vicino ai lettini sotto le capanne. Dalle palapas di legno pendono delle amache arancioni e una donna con indosso solo una cavigliera, vaga come una fatina fino a cadere a terra dove allarga le braccia e fa un angelo di sabbia. Altri nuotano in mare. Siamo davvero contenti del calore del sole sulla pelle. Il fatto di restare nudi sta iniziando a sembrarmi una cosa normale. A casa, con i miei amici con cui faccio kayak, metto sempre una maglietta a maniche lunghe per proteggermi dal sole. Ma non è la mia unica paura. Quando sono in bikini faccio del mio meglio per sdraiarmi in posizioni in cui la mia pancia non debba mostrare i rotoli. Mi sento tutto tranne che a mio agio con il mio corpo. Qui, celebriamo le libertà ben oltre i due giorni liberi dall’ufficio. Poi ecco avvicinarsi uno sconosciuto. Un forestiero, uno che non fa parte del gruppo. “Oh non ci posso credere!” urla. Indossa un cappello rosso e degli occhiali e avvinghiato alla sua pancia pende un marsupio pieno di roba. Con una mossa rapidissima accende la sua fotocamera cercando di riprendere tanto nudo quanto la sua memory card possa contenere. I suoi occhi sono fissi su di noi e quelli che lo hanno notato se ne vanno. Peccato… il divertimento è finito. “Quindi ora sei una di ‘noi’?” mi diece Craig. CRAIG DI NEW YORK è vicino ad un tavolino da ping pong. Sono appena le 10 di mattina ma non si è dimenticato che l’altra sera, l’ho chiamato riferendomi ai nudisti come ‘loro’ e non come ‘noi’. Lui e sua moglie Bethann non si sentono molto rappresentati dal gruppo, anche se si tolgono prontamente i vestiti appena c’è da ballare… cosa che capita molto spesso. “Una volta ogni 12 mesi, questo, è il nostro momento, poichè per il resto dell’anno non ci sentiamo molto sexy” mi confessa Craig mentre con la racchetta da ping pong mi fa cenno di servire ed io non esito a farlo. “Sto provando a diventare una di ‘noi’ ” gli dico. È la verità: voglio davvero diventare parte di questo club. Penso a tutte le cose che ho fatto nuda: mi sono lasciata andare con le mie amiche facendo una festa in barca per martedì grasso, ho camminato nuda tra la foresta in Costa Rica e mi sono goduta le piscine e le vasche idromassaggio della nave. Ma la mania della pulizia insita in me, mi impedisce di andare sugli scivoli senza il pezzo di sotto.

Ogni nevrosi ha un limite. Anche giocare a ping pong con il vento. Questa brezza mi muove tutto il pareo. Come nell’antichità. Alla fine ritorniamo al nostro party non stop in piscina. Bethann ci ha riservato dei posti in mezzo alla folla. Non ci sono molti gruppi ristretti qui, fatta eccezione per quattro donne sulla quarantina, perfettamente abbronzate, nella vasca idromassaggio. Credo che un tempo abbiano fatto le cheerleaders ed attualmente condividono tutte lo stesso parrucchiere. La cosa che preferiscono fare sulla nave è sfilare senza pudore lungo lo stretto passaggio vicino la vasca sopraelevata. Un deck più su, affianco al DJ, l’activity leader della nave mima passi di danza. Mentre guida la folla durante la Macarena ed altri tormentoni, le quattro donne nella vasca idromassaggio alzano la posta in gioco sculettando e fischiando al DJ. Un paio di canzoni dopo, ecco spuntare fuori un trenino e riesco a contare nove donne nude - no, ora sono 10. “Riesci a crederci?” chiedo a Craig. “Certo, perché no?” Da vero newyorchese, Craig si stupisce raramente. “Oltretutto qui sono già tutti nudi. Quanto ancora vuoi lasciarti andare?” Valida osservazione. Quando sono circondati dalla loro gente, queste eccentriche personalità, non sanno come ci si sente stupidi. Come se avessi bisogno di un ulteriore prova. Dalle casse fuoriesce “Y.M.C.A.” e, in un secondo, ogni sedere lascia la propria sedia. Queste persone non smettono mai di ridere. Mentre sono lì nuda e impalata a guardarli, mi unisco a loro e capisco che nemmeno io riesco a smettere. Non tutti sono nudi su una crociera per nudisti. Infatti molti dei passeggeri della nave non si considerano nudisti a tutto tondo.

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IL PREZZO DEL

Kona Foto re p o r te g e d i

J o n W h i ttl e

Se conoscete il caffe, allora sapete che quello Kona è il migliore. Ma sapete quanto ci vuole per far arrivare i suoi chicchi dai pendii vulcanici delle Hawaii alla vostra tazza?

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Tommy Greenwell è un pilastro del caffè Kona. Un agricoltore di quarta generazione, che controlla la piantagione di caffè più storica delle Hawaii. Alcuni degli alberi che il suo bisnonno ha piantato nel 1903 ancora crescono sulle impervie colline.

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CHI FA il caffe?

Far crescere alcuni dei più famosi arbusti al mondo, richiede strani metodi. Mentre ero qui, svariati pezzi di piante di caffè venivano piantati insieme per creare chicchi con la miglior combinazione di intensità e sapore. Il risultato può arrivare dopo anni. I lavoratori della piantagione vanno alla ricerca della perfezione come se facessero parte della famiglia. “La famiglia qui è nell’aria” dice il meccanico di Greenwell, Hansel Baniaga (in alto a destra). Hansel è nato e cresciuto a Kona e costruisce nuovi macchinari da zero per “Zio Tommy”. Quindi anche l’attrezzatura è creata sul posto. Quando Juanita Pagente (in basso a destra) è arrivata dalle Filippine, non conosceva molto sul caffè. Ma adesso ha uno dei più importanti lavori a Greenwell: specialista in tostatura. La famiglia, non solo fa crescere i propri chicchi e li spedisce. Tosta anche i chicchi per tutta la regione di Kona. Le piantine di caffè sono le “bambine” di Greenwell, bisognose di continue attenzioni. È esattamente quello che il tecnico Riley Crawford (in basso a sinistra) fa nel vivaio (ovviamente). L’esperto della macinazione Alex Hedgar (in alto a sinistra) si comporta come un uomo che vende dolci. Sorride sempre davanti al tavolo dello smistamento, dove i chicchi ancora verdi vengono controllati.

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PERCHé cresce qui

I ripidi pendii di Mauna Loa sembrano essere fatti apposta per il caffè. L’elevato contenuto di minerali e roccia porosa, li rendono perfetti per la coltura. La composizione chimica del terreno si dice prevenga l’amaro nel caffè. In teoria, potreste bere Kona tutto il giorno, senza alcuna controindicazione per la digestione. Contribuiscono anche le calde, soleggiate mattinate e i freddi, piovosi pomeriggi. Questo microclima unico non si trova da nessun’altra parte, ed è questa una delle ragioni per cui il caffè Kona è costoso.

Maui

OCE ANO PACIFICO

Kona•

Hawaii

Mauna Loa

Altitudine ideale: DA 200 A 600 METRI Mattinate: SOLEGGIATE, 15 gradi POMERIGGI: NUVOLOSI, 25 gradi Grandezze dell fattorie: DA 2 A 5 ETTARI

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DAL CHICCO ALL'INFUSIONE [1] Il caffè non cresce sullo stelo come un chicco annerito con quell’aroma che tutti conosciamo. La “ciliegia” è di un rosso acceso sull’albero, e alcuni dicono sia il frutto con i più alti livelli di antiossidante al mondo. [2] Il caffè Kona matura da Agosto a Gennaio, durante questo periodo viene raccolto a mano. Sono presi solo i chicchi maturi, ciò significa che il raccolto può essere ripetuto fino a quando tutti i chicchi non sono stati colti da ogni albero. [3] Entro un giorno dal raccolto, le ciliegie vengono “spolpate”, separando il chicco dalla polpa.

[4] Dopo aver fermentato durante la notte, i chicchi vengono sparsi su delle griglie per farli asciugare al sole. È un processo delicato. Se ci dovesse essere pioggia, dei tetti retraibili vengono aperti per proteggerli. [5] Ogni rimanenza di frutta viene rimossa dai chicchi di caffè (sono ancora verdi), che sono poi smistati per peso, grandezza e colore.[6] I chicchi di caffè verdi possono restare fermi per mesi prima di essere tostati. Una volta tostati, comunque, i chicchi di caffè rimangono freschi solo per qualche settimana. [7] Durante la tostatura, vengono inoltre presi in esame a campione alcuni chicchi per controllo. Il tempo è tutto.

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[8] I chicchi di caffè pronti sono poi portati fuori dalla tostatrice per essere raffreddati. [9] Versare il caffè potrebbe essere uno degli step più importanti nella produzione del caffè Kona. È uno dei tre test per determinare se sono stati rispettati tutti gli standard di qualita: [10] I chicchi sono controllati in base a colore e grandezza. Secondo, i chicchi da terra sono controllati in base alla fragranza. E infine, per testare l’acidità, la corposità e l’equilibrio viene aggiunta dell’acqua distillata. Viene controllato anche il retrogusto. È l’ultima votazione di un anno di lavorazione. [11] Il mix di terra, scienza, meteo, fortuna e una famiglia affiatata: il caffè Kona è servito!

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Los Roques {Le meraviglie

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del Venezuela}


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storia di ALESSANDRO PAOLETTI 55


LOS ROQUES

aradiso terrestre. Esperienza incredibile. Un mare indimenticabile. Una dimensione parallela. Le parole che usano i viaggiatori per riassumere la loro visita a Los Roques possono essere diverse ma le emozioni che provano sono le stesse per tutti: emozione, bellezza, serenità, dimensione umana, stupore e nostalgia. Cosa ha di così particolare quest’arcipelago del Venezuela situato nel mar dei Caraibi e formato da una quarantina di isole coralline e circa 200 banchi di sabbia? È presto detto. Venendo qui ci si dimentica del resto del mondo e ci si cala in una realtà che non è quella artificiale, seppur bellissima, che caratterizza altre mete per turisti. Qui si trova una natura pressochè incontaminata, con spiagge di corallo bianchissime ed un mare trasparente e dai colori sempre diversi. Il fatto che sia un Parco Naturale sin dal 1972 ha permesso ad un’ampia varietà di uccelli marini e ad una ricca fauna acquatica di riprodursi preservando le bellezze naturali. A Gran Roque - l’isola principale e l'unica abitata - i turisti e i locali si amalgamano perfettamente. Non si dorme in albergoni ma nelle Posadas, case private ristrutturate, con un numero di camere limitate per cui il rapporto con il “posadero” e gli altri ospiti non è formale ma rappresenta un arricchimento umano. La magia di essere calati in questi paradisi naturali sembra pervadere tutti. Dovunque ci siamo girati abbiamo visi contenti e occhi sorridenti, fossero di turisti o di locali. Gli edifici sono al massimo di due piani, in stile coloniale e coloratissimi. Le strade non sono di cemento o asfalto ma di sabbia bianchissima per cui non vi dovrete sorprendere vedendo un gran numero di persone camminare scalzi per le strade dove non passa nessun mezzo a motore, fatta eccezione per il camion che raccoglie la spazzatura. Il mare, con colori che vanno dal turchese fino al blu intenso, non è mai lontano. Il nome Los Roques ovvero "Le Rocce", si riferisce alla barriera corallina. Questo però non deve far pensare a spiagge di difficile accesso perché tutto l’arcipelago è all’interno della barriera il che rende l’acqua calma e trasparente. Le isole sono caratterizzate da distese di finissima sabbia bianca e, non essendoci montagne a trattenere le nubi, il clima è asciutto praticamente tutto l’anno ed il caldo quasi non si sente grazie al soffiare costante degli alisei.

P

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Franciskys

Gran Roque Noronkys Carenero

Madrizqui Krasky

Sarky

Cayo de Agua

Isola larga

Dos Mosquises

Boca de Cote

Cayo sal

Sebastopol

UN CONSIGLIO PER... Dormire Le Posadas, originariamente case private poi riadattate per accogliere i turisti in un contesto il più possibile familiare, sono le uniche sistemazioni per chi vuole soggiornare a Los Roques. Disposte all’interno di quello che era il villaggio dei pescatori dell’isola di Gran Roque, le Posadas sono tutte sparse per le affascinanti strade di sabbia bianca. Spesso è necessario leggere un discreto cartello per distinguerle dalle abitazioni dei locali. Ma se esternamente ogni Posadero ha personalizzato gli arredi è all’interno che si registrano le differenze maggiori: per il numero di camere, per l’arredamento e la spaziosità delle aree comuni e per la presenza di terrazzi al piano superiore (nessun edificio va oltre il secondo piano). Molte sono le aree all'aperto dove spesso la semplice brezza e i ventilatori da soffitto sono sufficienti a garantire una temperatura gradevole senza aver bisogno dell’aria condizionata.

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MANGIARE La pratica più comune è quella di usufruire della pensione completa. Mentre la colazione e la cena sono servite direttamente nelle posade, il pranzo viene consumato direttamente in spiaggia. Verrete accompagnati nella vostra escursione da una ghiacciaia contenente sandwich o piatti freddi, snack dolci e salati oltre che frutta e bevande a volontà. POSADERO Sarà il vostro angelo custode, guida, maestro appassionato, dispensatore di consigli, confidente e animatore delle colazioni e delle cene. Tutto questo se sarete stati bravi a scegliere la Posada. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare Alessandro di Posada Macondo e Franco di Posada Aquario. Senza di loro il nostro viaggio non sarebbe stato lo stesso. 57


LOS ROQUES

VIAGGIO AEREO Los Roques dista circa 150 km da Caracas per cui l’aereo è una soluzione quasi obbligata. Si sono scritte e lette molte cose sugli aerei che viaggiano per queste splendide isole ma una volta arrivati qui appare evidente come molto dipende dalle scelte che ciascuno decide di fare. Si può decidere di risparmiare e si volerà su aerei decisamente piccoli e monomotore con la comodità di avere una gran frequenza e gli orari più diversi oppure si può decidere di ri58

correre ai voli di linea, comunque frequenti e non troppo cari e si viaggerà con bireattori o addirittura quadrireattori da quasi 50 posti. In entrambi i casi l’emozione del viaggio comincia da quando si iniziano a scorgere le prime isolette dal finestrino, con i colori che dall’alto appaiono ancora più forti e marcati ed ha una degna conclusione quando si scopre che si atterra a pochi metri dal paese e anche il trasporto bagagli avviene su rimorchi…spinti dall’uomo!


C O U R T E S Y A L E S S A N D R O PA O L E T T I

Una gita al giorno

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MYKONOS

LOS ROQUES

Le escursioni La giornata tipo a Los Roques è perfettamente organizzata e chiaramente ottimizzata dall’esperienza dei circa 50.000 fortunati che raggiungono l’arcipelago ogni anno. La cosa che più colpisce è che sono moltissime le persone che decidono di tornare a Los Roques anno dopo anno, segno che questo posto ti entra davvero nel cuore. E non sono solo le star a frequentare quest’angolo di paradiso (abbiamo visto foto di Leonardo Di Caprio, Shakira, Harrison Ford, Gerard Depardieu, Melanie Griffith e Antonio Banderas solo per citare quelli che ricordiamo), ma tutti quei viaggiatori che vogliono “vivere” un posto, “scoprirlo” nella sua vera essenza. Il numero incredibile di isole o semplici banchi di sabbia che compongono Los Roques portano i visitatori ad effettuare ogni giorno un’escursione diversa tra quelle che non hanno ancora effettuato. Per permettere ai turisti di visitare il maggior numero di isole possibili, il ventaglio delle escursioni cambia quotidianamente, anche se quelle più vicine vengono sempre assicurate. E state pur certi che durante il vostro soggiorno, per quanto breve sia, sarà sempre possibile raggiungere l’isola che volevate! A partire per la stessa destinazione raramente è più di una lancia al giorno e così al massimo ci si ritrova in 10-12 persone su una spiaggia di diverse centinaia di metri. Il prezzo dell’escursione varia a seconda della destinazione ma parliamo sempre di pochi euro al giorno e di un percorso che solo per la destinazione più lontana si avvicina all’ora e viene comunque intervallato con una tappa su un’isoletta lungo il tragitto. La vera difficoltà sta nel scegliere la destinazione e spesso è proprio questo il principale argomento di conversazione che si ascolta passeggiando per il paese.

TUTTO CIò CHE SERVE

Le spiagge non sono attrezzate ma dalla lancia che ci porta a destinazione vengono sbarcati per ogni coppia di turisti un ampio ombrellone che offre riparo dal sole, la ghiacciaia con il pranzo e le bevande tenute al fresco ma anche delle sedie in plastica che possono essere usate anche in acqua.

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LE CONCHIGLIE

Una delle cose che colpisce è la presenza di conchiglie gigantesche su moltissime isole. Sono i famosi Strombus Gigas di Los Roques i cui gusci vengono usati per decorare le Posade, per segnare i sentieri e per delimitare le proprietà. A Gran Roque ve ne è anche un cumulo disposto a formare un albero di Natale!


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... e dopo una giornata di sole

Le TARTARUGHE

Le tartarughe marine sono molto numerose tanto che quattro delle specie caraibiche sono endemiche di Los Roques. Esiste anche una stazione biologica, sull’isola di Dos Mosquises dove vengono curate e poi liberate. Il centro è visitabile ed è una delle tappe che può capitare di fare durante l’escursione a Cayo de Agua.

Kitesurf

Los Roques è una destinazione privilegiata per praticare il kitesurf. I venti alisei soffiano gran parte dell´anno con direzione costante e le due grandi barriere che proteggono l´arcipelago evitano il formarsi di onde troppo alte. Affascinante la navigazione da isola a isola a favore o contro vento.

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LOS ROQUES

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da non perdere

arriva la sera…

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Dopo un’intera giornata passata su spiagge fantastiche circondate da acque cristalline, il primo desiderio è quello di una doccia. Ma basta davvero poco per rimettersi in moto e partire alla scoperta dell’abitato di Gran Roque che, per quanto raccolto, offre sempre scorci nuovi e affascinanti. Un albero di Natale fatto di conchiglie, l’immancabile centro telefonico da dove si può navigare su internet o chiamare l’Italia con un costo ridicolo, negozietti di artigianato, piazze dove si scatenano partite di pallone e bar dove sorseggiare un drink aspettando l’ora di cena da consumare in Posada. O più semplicemente assistere al tramonto e alle evoluzioni dei pellicani che si tuffano con maestria nelle basse acque che circondano l’isola mentre le barche vengono pulite e preparate per le escursioni del giorno dopo.

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LOS ROQUES

TAPPA OBBLIGATA A Cayo de Agua, troverete una tra le dieci spiagge più belle al mondo. Quest'isola posizionata a sud dell'arcipelago è una delle più distanti, ma una volta arrivati vi renderete subito conto del perché questo luogo rappresenti una tappa obbligata per chi visita Los Roques. Appena sbarcati vi troverete davanti una lunga lingua di sabbia, caratterizzata da un istmo sottilissimo che collega le due parti dell'isola e che scompare con l’alta marea dandovi quasi l’impressione di camminare sulle acque. I colori del mare cambiano in continuazione con lo spostarsi del sole. Il blu intenso degrada sino ad arrivare al chiaro della sabbia. Una sabbia di origine corallina - per cui non scotta neanche sotto il caldo sole dei caraibi - talmente fina da sembrare borotalco se non fosse per l’affascinante colore rosa.

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C O U R T E S Y A L E S S A N D R O PA O L E T T I

assolutamente da fare

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LOS ROQUES

Birdwatching Se è scontato aspettarsi una gran vita sottomarina nell’arcipelago non lo è altrettanto per quel che riguarda la superficie. Ed invece i pellicani, le gabbianelle e in generale gli uccelli, sono una continua attrazione dell'isola. Più volte ci siamo ritrovati sulla spiaggia ad osservare con curiosità ed attenzione l’implacabile precisione con cui pescano i pellicani, che forse facilitati dalle acque cristalline catturano una preda ad ogni tuffo. Le gabbianelle si trovano in gran numero dovunque ed hanno imparato ad avvicinarsi ai turisti in cerca di cibo. Per questo è facile individuare chi sta mangiando sulla spiaggia dal numero di uccelli che si trovano nelle vicinanze. Ma lo spettacolo più stupefacente lo offrono sicuramente i fenicotteri rosa che abbiamo potuto ammirare nei pressi dell’isola di Los Canquises. È proibito avvicinarsi troppo per non disturbarli ma lo spettacolo di questi maestosi uccelli è davvero impagabile. Non sempre è facile trovarli ma noi siamo stati fortunati!

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C O U R T E S Y A L E S S A N D R O PA O L E T T I

la scelta che fa la differenza

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LOS ROQUES

MYKONOS

Una scelta oculata Posada Macondo e Posada Acuario sono sicuramente le nostre preferite a Los Roques. La scelta della Posada potrebbe influenzare non poco la vostra vacanza per cui scegliete con attenzione. Posada Macondo è posizionata sulla strada principale (in sabbia ovviamente) di Gran Roques. Le camere sono solo sei, tutte con bagno privato, aria condizionata e ventilatore. Ogni dettaglio, in particolare dei grandi spazi comuni, è curato e denota la passione e l’amore di Alessandro, il proprietario, che abbiamo avuto la fortuna di conoscere. La gestione italiana si riconosce dalla cura dei particolari. C’è una piccola biblioteca con volumi in tutte le lingue e la cucina a vista lascia immaginare le prelibatezze che si gusteranno poco dopo a cena. Posada Acuario si affaccia direttamente sull’acqua assicurando una piacevole e costante brezza. Il gestore, Franco, è sempre presente e pronto a darvi i suggerimenti giusti per godere appieno della bellezza di questo posto. Franco è piemontese ma sembra essere qui da sempre per come conosce il Parco… isola per isola. Le cinque camere, tutte dotate di bagno privato, sono ricche di decori in tema con il nome della Posada. Il grande tavolo comune è situato nel patio mentre all’interno vi è uno spazio relax. È il lato umano che però fa la differenza. Alessandro e Franco amano la propria Posada, il lavoro che fanno e Gran Roques. Sono state guide impareggiabili e compagni di viaggio presenti ma discreti. Ricchi di consigli e suggerimenti, aneddoti e riflessioni serie. Fanno questo mestiere perché amano questo posto e amano condividerlo. Preferiscono rinunciare ad un cliente se capiscono che è un turista interessato solo alle comodità e non ad una vera esperienza in uno dei più bei posti al mondo.

L'ACCOGLIENZA Sono ben quattro le persone che si sono prese cura di noi coccolandoci e guidandoci nel nostro soggiorno alla Posada Macondo. L’atmosfera è incredibile. Non si fa in tempo a pensare di desiderare qualcosa che già qualcuno dei ragazzi che lavorano con Alessandro è pronto ad esaudire ogni tuo desiderio. 68

LA CUCINA In un posto come questo tutto sembra trascurabile. Ma vi assicuro che la cucina della Posada Macondo rappresenterà un plus per la vostra vacanza. Dalle colazioni sempre arricchite con sorbetti di frutta fresca ad elaborati piatti serviti durante la cena, vi alzerete da tavola sempre con un sorriso a 32 denti.


C O U R T E S Y A L E S S A N D R O PA O L E T T I

una visione d'insieme

LA PESCA Non avendola mai praticata, ci siamo fatti convincere da Franco a fare un’escursione di pesca. È stata un’esperienza entusiasmante! Guidati in tutto e per tutto da lui ci siamo ritrovati con la cintura in vita per sostenere il peso della canna a cui hanno abboccato due barracuda… pesce fresco per tutti quella sera!

Le stelle marine Su suggerimento di Franco ci siamo fatti portare in una laguna alla ricerca delle stelle marine. Non avete idea dello spettacolo rappresentato da centinaia di enormi stelle marine, distanti pochi metri o centimetri l’una dall’altra in acqua profonda poco più di un metro. Colori e forme incredibili, tutte diverse l’una dall’altra. 69


LOS ROQUES

VISTA DALL’ALTO Guidati da Franco ci siamo recati al vecchio Faro Holandes, posto sulla sommità della collina che domina il villaggio di Gran Roques. La salita è breve, non più di quindici minuti, e alla portata di tutti. Dalla cima (il punto più alto di tutto l’arcipelago, 110 metri!) si ammira tutto l’abitato di Gran Roques, la pista d’atterraggio, la laguna e le vicine isole di Madrizqui e di Francisqui de Arriba. Il desiderio di salire al tramonto ci ha fatto fare, nel momento in cui è calato il vento, l’unico incontro con le zanzare di tutta la vacanza. Ma la vista merita davvero e poi bisognava giustificare la presenza delle scarpe che abbiamo usato solo in questa occasione! Dall’alto potete vedere anche l’impianto di desalinizzazione, che è l’unica fonte di acqua dolce non essendoci sorgenti naturali sull’isola. Un uso accorto dell’acqua è quindi importante ma ai visitatori è chiesta solo attenzione, nessun disagio.

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FOTOLIA


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IL TOP DEI CARAIBI

I N S E N S O O R A R I O D A L B A S S O : I S T O C K ; C O U R T E S Y A K ’ B O L ; Z A C H S T O VA L L ; F I N D L AY R A N K I N / AG E F O T O S T O C K ; Z A C H S T O VA L L ; N H PA / P H O T O S H O T

Voli diretti dagli Stati Uniti t u r k s a n d ca i cos

In spiaggia in 20 minuti

bel i z e

Yoga mattutino a un'ora di distanza

S t. K i tts

Bar monkeys dietro l'angolo

st. L u c i a

A un'ora dai Pitons

tr i n i dad & tobag o

Il cibo migliore a 25 minuti di viaggio

Dopo un piacevole soggiorno negli Stati Uniti, cosa c’è di

meglio di un volo diretto ai Caraibi? Scegliete delle città strategiche e potrete organizzare un fantastico viaggio combinato raggiungendo in poco tempo dei veri paradisi tropicali. Ed entro un’ora dall’atterraggio, ecco cosa potreste fare.

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Boston •

chicago

new york •

IL VOLO PIù

LUNGO

cinque ore da boston ad aruba

3:12

5 5 minuti

• Atlanta

il PIù BREVE, DA MIAMI

ALLE BAHAMAS 3:50

Houston

• bahamas Volate con United verso Nassau il sabato. Delta offre nuovi voli anche da Indianapolis.

caymans Volate con Cayman Air in alta stagione. Delta opera in stagione da Detroit e Minneapolis.

MIAMI •

3:50

GIAMAICA American Airlines mette a disposizione voli giornalieri dal 15 novembre al 31 dicembre.

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VOLI DIRE T TI

Parti adesso verso le isole pi첫 amate Aruba

Aruba

atlanta

Caymans

Boston

ISOLE VERGINI AMERICANE Chicago ha appena aumentato il suo servizio stagionale, con voli ogni weekend per St. Thomas.

Bahamas Cancun Caymans Repubblica Dominicana Giamaica Porto Rico USVI

Giamaica Porto Rico USVI

4:38

Porto Rico

Giamaica

Aruba

Porto Rico St. Maarten USVI

Giamaica

Aruba

Bahamas Cancun Caymans Repubblica Dominicana Giamaica

new york

PORTO rico American Airlines ha 28 voli settimanali in alta stagione.

miami

Bahamas Caymans

4:52

Repubblica Dominicana

houston

Bahamas Cancun

Porto Rico USVI

5 ore

4 ore

3 ore

2 ore

1 orA 75


voli diretti

Questa sì che è una stanza con vista st. lucia

Atlanta aumenta il servizio con Delta con quattro voli in più a settimana in autunno e con altri cinque in inverno.

Mi è stato detto che ci vuole circa un’ora per arrivare dall’aeroporto al mio resort situato nel bel mezzo dei famosi Pitons a St. Lucia. Ma l’autista mi dice che posso arrivare in paradiso in meno di cinque minuti. Aveva proprio ragione. Si ferma infatti su una spiaggia ad Anse des Sables dove, dopo aver tirato fuori tutta la mia attrezzatura, mi immergo ed inizio a surfare. Dopo essermi rilassata qualche minuto tra le onde mi sento di nuovo pronta per ritornare in macchina e raggiungere la mia meta. Ma prima di arrivare a destinazione l’autista si ferma di nuovo. Questa volta da Plas Kassav, una piccola pasticceria sulla strada nel villaggio di Canaries, a soli 20 minuti di distanza. Mi dice che hanno torte di cassava, dolci e salate, fatte con farina organica. Sì, facciamo anche questa tappa, rispondo. Compro tre torte - baccalà, cioccolato e banana - che mi daranno sostentamento fino alla vista dei Pitons — sarah

Da Charlotte 4:24

Da Newark 4:49

Da Atlanta 4:22

• St. Lucia

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DETTAGLIO VOLI United ha dato il via a voli settimanali il sabato da Newark per Hewanorra, mentre Delta ha aggiunto 9.000 posti per St. Lucia, disponibile ora anche da Atlanta con più frequenza fino alla fine del 2013.

LO SAPEVATE CHE St. Lucia ha una popolazione di soli 176.000 abitanti ma due cittadini sono da ricordare: Arthur Lewis e Derek Walcott, entrambi vincitori di premi Nobel, rispettivamente per l’economia e per la letteratura.

I N A LT O : Z A C H S T O VA L L ; in b a sso : fotoli a

greaves-gabbadon


voli diretti

Raddoppia il piacere TRINIDAD & TOBAGO

Provate qualcosa di nuovo e portate i vostri amici a Trinidad. Sono stati aggiunti voli durante l’inverno e il periodo di carnevale (da febbraio a marzo).

Coney Island ha i suoi hot dog, Philadelphia i suoi cheesesteaks e Trinidad & Tobago i doubles – panini in stile indiano fatti di pasta lievitata fritta e ripiena di ceci. Li ho sognati durante le cinque ore di volo da New York e sono tra le mie mani 25 minuti dopo l’atterraggio nella capitale Port of Spain. I miei doubles preferiti mi aspettano di fronte al Brooklyn Bar (sì, Brooklyn a Trinidad) nel quartiere di Woodbrook con la sua tranquilla piazza e le sue case ben curate. E per finire? Una granita da un carretto a Queen’s Park Savannah (sì, sono ancora a Trini). Con in cima lo sciroppo proveniente dalla frutta coltivata qui e ricoperta di latte condensato, questa granita mi manterrà in forma mentre mi addentrerò nella città.

LO SAPEVATE CHE Proprio a sud di Little Tobago c’è un posto per fare immersioni chiamato Kelleston Drain, patria del record del più grande corallo cervello al mondo, alto tre metri e largo cinque. È enorme, ma molto fragile.

DETTAGLIO VOLI Caribbean Airlines offre quattro voli diretti da New York a Port of Spain; American ha due voli giornalieri da Miami; mentre United ne ha uno al giorno da Houston e in base alla stagione, anche da Newark.

Da New York 4:55 Da Houston 5:22

Da Miami 3:40

Trinidad & Tobago

I N A LT O : Z A C H S T O VA L L ; I N B A S S O : F O T O L I A

RAMIN GANESHRAM

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voli diretti

Non mangiate prima dell'atterraggio TURKS AND CAICOS

Volate senza scalo dai sei principali aeroporti degli Stati Uniti. Anche da New York potrete raggiungere, in meno di quattro ore, questa spiaggia soffice come la seta.

Da Dallas 3:40

Da Atlanta 3:01

Da Boston 3:50

• Turks and Caicos

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DETTAGLIO VOLI Un totale di sei (sì, sei!) aeroporti Americani, offrono voli diretti: Atlanta (Delta), Boston (JetBlue), Charlotte (USAir), Dallas (American), Miami (American) e New York (JetBlue). Tutti sono giornalieri tranne quelli da Atlanta e Boston.

LO SAPEVATE CHE Le isole di Turks and Caicos una volta facevano parte delle Bahamas e poi della Giamaica. Poi per tre volte sono diventate parte del Canada, ma l’indipendenza ha trionfato.

Z A C H S T O VA L L ( 2 )

Dal momento in cui tocco terra ho una missione: spiaggia o niente. Venti minuti dopo i controlli doganali, sono a Grace Bay: la spiaggia simbolo dell’isola lunga ben 30 chilometri. Potrei immergermi ed ammirare la terza barriera corallina più lunga al mondo, ma per ora la guarderò dalla mia sdraio. I crampi per la fame mi portano al Da Conch Shack, a 10 minuti di macchina, dove una scodella di insalata di lumache e un bicchiere (o tre) del famoso rum di Jan sono perfetti prima di avventurarmi per il Beach Escape di Big Blue, che accompagnerà me e la mia dolce metà su una cala deserta di Caicos, con tanto di ombrellone e vino. Proprio qui darò il via al mio piano per trascorrere un’avventura da finto naufrago. — SGG


voli diretti

Calma ventilata a Bonaire BONAIRE

Grazie a dei nuovi voli non-stop da Houston, Newark, Miami ed Atlanta, le bellezze di prim’ordine di Bonaire sono ancora più facili da raggiungere. Da Houston o Newark, prenotate il volo diretto del venerdì, che arriva il mattino seguente.

Da Newark 4:37 Da Houston 4:41

Da Atlanta 4:10

• Bonaire

DETTAGLIO VOLI Questa piccola isola ha più voli diretti di quanto potreste immaginare, inclusi quelli che inizieranno dal 19 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014 da Houston con United. Badate bene: i voli da Newark variano in base alla stagione.

LO SAPEVATE CHE La piccola Bonaire è il posto che ha più pesce e più specie di pesci in tutto l’Atlantico occidentale. È possibile farsi largo tra più di 350 specie a soli 20 metri dalla riva e 100 in meno di sei. È un gioco da ragazzi immergersi!

JON WHITTLE;

Qui non è permesso nessun edificio oltre i quattro piani. La barriera corallina sta crescendo. Con i voli diretti si fa prima e i visitatori non devono riempire nessun modulo di immigrazione. “È Bonaire” dice l’autista del taxi. Adesso si sta vantando di alcuni ragazzi del posto dicendomi che Lac Bay, la laguna dove siamo diretti, li ha fatti diventare i migliori windsurfers del mondo. Non c’è da chiedersi il perché: le sue acque sono calde e basse. Il vento soffia vicino la riva, mantenendo i surfisti vicino alla spiaggia. Butto un occhio sul mio orologio. Cinque ore fa ero all’aeroporto di Atlanta nel bel mezzo del caos. Ora sto per prendere una tavola da surf. Un pensiero simile mi passa per la testa mentre sono in acqua nel pomeriggio, ad Harbour Village, il resort migliore dell’isola. Mi dicono che domani i tour di immersione saranno grandiosi (ci sono più di 150 spot per immergersi). Qui l’acqua ha un mondo tutto suo all’interno; così metto la maschera e guardo lo strabiliante spettacolo sotto di me. È Bonaire.. — EDDY PATRICELLI

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voli diretti

Lontano da casa AMBERGRIS CAYE, BELIZE

Arrivate a Belize City e saltate immediatamente su un Water Taxi per Ambergris Caye. Ci vuole sono un’oretta. Vi aspettano relax, giochi d’acqua e i migliori tacos che abbiate mai mangiato.

Mi sento stupida a chiatipo di ringiovanimento: un mare un taxi ad Ambergris pranzo all’Elvi’s Kitchen, - dopotutto, il traffico qui dove assaggio dell’adobo rub è solo di biciclette e golf sui tacos della chef e propriecarts. Ma voglio sfruttare taria Jennie Staines, prima al meglio il mio tempo. di affittare una pagaia e L’Ak’Bol Yoga Retreat ritornare al Ramon’s Village & Eco Resort è a soli 15 Resort. Le onde si infranminuti di macchina da qui. gono sugli scogli lontani Arrivo prima della lezione dalla riva, lasciandomi un di yoga delle nove, comubel po’ di spazio. L’acqua è nico al mio autista l’ora una tavola ma le mie gambe dell’appuntamento per il tremano mentre cerco di ritorno, per poi dirigermi tenermi in equilibrio e la verso una palapa sull’acqua. risata, seppur tra me e me, Un paio di mosse da guermi ricorda il motivo liberariero e da cane più tardi, torio per cui sono venuta qui. sono pronta per un altro – BROOKE MORTON

Da Dallas 2:50

Da Atlanta 3:06

Da Charlotte 3:30

• Belize

DETTAGLIO VOLI American, United, Delta e USAir offrono voli diretti per Belize City da Miami, Dallas, Houston, Newark, Atlanta e Charlotte. American e United operano giornalmente tutto l’anno; gli altri in base alla stagione.

voli diretti

Prima fermata: souvenir ST. KITTS AND NEVIS

Da Dallas 2:50

Da Atlanta 3:06

Da Charlotte 3:30

• Belize

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DETTAGLIO VOLI American vola giornalmente tutto l’anno da New York e Miami. Delta settimanalmente il sabato da Atlanta e USAir da Charlotte. Un altro volo per il week end è aggiunto da Miami in alta stagione.

Cinque minuti in taxi: questo è il tempo che ci vuole per passare dall’aeroporto a Caribelle Batik e Romney Manor. Avendo lasciato la città e gli odori di New York quattro ore fa, noto con piacere quanto sia pulita l’aria qui a St. Kitts grazie ai campi di canna da zucchero. Arriviamo a Romney Manor, accolti dall’odore della cera calda. Le dimostrazioni iniziano ogni giorno alle 8.30, quando delle donne del posto dipingono sul tessuto per poi immergere nella tintura le loro creazioni e dare vita a delle

fantasie coloratissime. Il prodotto finito viene poi venduto sul posto e il mio portafoglio dopo essermi fermata più volte è ancora pieno. Con abbastanza contante rimasto, prendo un taxi per Shipwreck Beach Bar & Grill, a South Friar Bay. La struttura di legno è decorata con i messaggi scritti dai clienti. Mentre penso a cosa scrivere, faccio un giro nel boschetto. Lì, delle cercopiteche verdi oscillano tra la timidezza e la curiosità, finché non si affrettano quando fiutano nelle vicinanze delle canne da zucchero. - BM

in a lto courtesy: a k ' bol ; in b a sso : fotoli a

St. Kitts è probabilmente la meno visitata delle isole “Saint”. Ma arrivarci ora è molto facile con dei voli diretti da Atlanta, New York, Charlotte e Miami.


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