CARAIBI
ALL INCLUSIVE SORPRENDENTI
CICLADI
VOGLIA DI MARE
Un viaggio di sapori
Gira il mondo con gusto Kekoa Publishing
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SOMMARIO ISLANDS VIAGGI
SETTEMBRE 2013
NUMERO 2
ISOLE SVALBARD P. 8
AZZORRE P. 32
IN COPERTINA
Un ristorante su una spiaggia delle Seychelles Foto di Nikolai Sorokin
HAWAI‘I P. 36
FLORIDA P. 14
RIVIERA MAYA P. 75
EDITORIALE
Buona la prima! osì si dice quando le ciambelle riescono col buco. Abbiamo lanciato l’edizione italiana di Islands qualche settimana fa nel giorno in cui cadeva il solstizio d’estate. Sarà stata la buona sorte, saranno state le bellissime foto e i divertenti articoli presenti nel primo numero, sarà stata la completa gratuità del giornale in un periodo in cui sono tutti a caccia di quattrini ma sta di fatto che in pochi giorni Islands Viaggi è balzato in testa alle classifiche dell’edicola dell’Apple Store. Da due mesi è al primo posto tra le riviste di viaggio e tra i primi 10 magazine generalisti più letti (compresi i quotidiani). Che dire? Siamo felici e ci siamo subito buttati a capofitto a lavorare sul secondo numero per offrirvi un viaggio di sapori attraverso le tradizioni culinarie di paesi lontani e vicini. Siamo andati anche in Grecia, nelle Cicladi, per scoprire come passare qualche giorno di fine estate in un luogo a due passi dall’Italia. State iniziando a pensare ad una vacanza invernale? Godetevi la nostra inchiesta sui resort All-Inclusive più “sorprendenti” dei Caraibi. Buona Lettura! Francesco Maria Avitto
C
francescoavitto@islandsviaggi.it
BAHAMAS P. 77 REP. DOMINICANA P. 74
CROAZIA P. 35 CAPRI P. 46
CICLADI P. 50
PUERTO RICO P. 20 GIAMAICA P. 76 BELIZE P. 12
SINGAPORE P. 10
GRANADINE P. 70
GALAPAGOS P. 16
ZANZIBAR P. 35 NUOVA CALEDONIA P. 35
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COVER
UN VIAGGIO DI SAPORI
Puerto Rico, Azzorre, Maui, Capri, passando per Zanzibar e la Croazia, un giro del Mondo attraverso i sapori delle isole… e non sempre i posti dove vi porteremo sono dei “comodi” ristoranti
Denti affilati a Puerto Rico
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I paseos ci hanno condotto sulla classica via culinaria dell’isola: alla scoperta delle empanadillas di pesce a Boqueron e qualunque altra cosa venuta a galla dalle friggitrici a Piñones.
Maui l’isola del pesce
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Le specialità in barattolo dello chef Craig King e le banane delle Ono Farms sono gli alimenti base dell’isola.
Cicladi, sogno di fine estate
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Alla scoperta di Mykonos, Paros e Ios per chiudere le vacanze estive in bellezza all’insegna della tradizione e del divertimento.
OGNI GIORNO articoli e foto meravigliose dalle isole più affascinanti del mondo. Seguiteci sempre anche sul nostro sito www.islandsviaggi.it e non dimenticate di accedere alla web tv dove troverete le più belle videoguide di viaggio.
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All-inclusive sorprendenti
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Quando l'AllInclusive va oltre ogni aspettativa. Viaggio ai Caraibi in cerca della perfezione tra paesaggi unici e attività estreme.
RUBRICHE
8 Get Here 10 Life Here 12 Move Here 14 First Person 16 Live the Life
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EDIZIONE ITALIANA www.islandsviaggi.it
DIRETTORE RESPONSABILE
DIRETTORE EDITORIALE
francescoavitto@islandsviaggi.it
lucialimiti@islandsviaggi.it
Lucia Limiti
Francesco Maria Avitto
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ART ART DIRECTOR REPORTAGE PHOTOGRAPHER WEB ART DIRECTOR BROADCAST MEDIA DIRECTOR
Francesco Morini Alessandro Tripodi Michela Pranzetti Enrico Valentini
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Islands è un marchio di Bonnier Publications A/S utilizzato sotto licenza.
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Carol Johnson Eddy Patricelli Robert Stephens Audrey St. Clair Steve Spears Cams Webb Kathleen M Kiely Destini Rodriguez Jad Davenport, Sarah Greaves-Gabbadon, Amanda Jones, Brooke Morton, Jen Judge, R. Ian Lloyd, Tony Perrottet, Ann Vanderhoof, Alison Wright Jennifer Pileggi Lori Barbely Zach Stovall, Jon Whittle
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ISOLE SVALBARD
Isole Svalbard
Sulla rotta degli orsi polari per una vacanza fuori dall’ordinario AI CONFINI DEL MONDO Scoperte da Willem Barents nel lontano 1596, le isole Svalbard, a metà strada tra la Norvegia e il Polo Nord, ancora oggi sono in grado di offrire una natura artica autentica. Proprio alle Svalbard si trova il più grande ghiacciaio di tutta la Norvegia: l’Austfonna, la calotta glaciale più estesa dopo l’Antartico e la Groenlandia. Abitate per lo più da orsi polari che da esseri umani, queste isole rientrano a pieno titolo nei luoghi da vedere almeno una volta nella vita. QUANDO E COSA FARE Sole di mezzanotte e scogliere brulicanti di uccelli in estate, aurore boreali e paesaggi fulgidi in inverno ed ancora vecchie miniere…questo è solo un assaggio di quello che potrete trovare una volta arrivati in questo arcipelago. Tre le riserve naturali, sei i parchi nazionali e 15 le aree protette per gli uccelli. Insomma un vero paradiso per gli amanti della natura e per chi è in cerca di forti emozioni tra fiordi e ghiacciai. Avventura e divertimento garantiti con escursioni a piedi, crociere, gite in barca, in kayak, in motoslitta o su slitte trainate dai cani. La stagione migliore? Dipende dai gusti…quella consigliata va dall’inizio di giugno fino a metà settembre: la cosiddetta stagione delle barche. COME RAGGIUNGERLE In aereo. Beh se vogliamo essere precisi… cartina alla mano: queste isole si trovano tra il 74° e l’81°grado di latitudine Nord e tra il 10° ed il 35° grado di longitudine est.
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LIFE HERE
La Città del Leone
Elegante, moderna o meglio ancora futuristica, ma allo stesso tempo tradizionale e a misura d’uomo. Sapete dove siamo? Naturalmente a Singapore!
SINGAPORE
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L'OMBELICO DEL MONDO Destinazione dal fascino esotico, che attira ogni anno migliaia di turisti, la citta-Stato di Singapore è oggi uno dei porti commerciali più trafficati al mondo. Posizione geografica strategica, stabilità politica e basso tasso di criminalità sono gli ingredienti che hanno reso Singapore quello che è oggi: uno dei Paesi più ricchi e alfabetizzati al mondo. Meta di vacanze o destinazione per la vita? Qualunque sia la vostra scelta…sarà sicuramente una scelta azzeccata!
NON C'È DA ANNOIARSI Una città poliedrica, dove l’antico si sposa perfettamente al moderno o comunque crea spesso contrasti interessanti ed unici al mondo. Immergetevi nelle atmosfere caotiche e colorate di Chinatown, un tempo nota per le sue fumerie d’oppio. Visitate il Colonial District con i suoi edifici ottocenteschi e il famoso Raffles Hotel dove magari potreste ordinare un Singapore Sling. Fate shopping a Orchard Road e cenate in uno dei suggestivi ristoranti lungo il Singapore River. Passeggiate per le stradine di Little India lasciandovi inebriare dai profumi speziati e, se viaggiate con dei bambini, non perdetevi gli Universal Studios e il Singapore Zoo, tra i più belli al mondo.
CURIOSITÀ DEVE IL SUO NOME AD UN’ANTICA LEGGENDA MALESE CHE NARRA DI UN PRINCIPE IL QUALE, GIUNTO A TEMASEK, CORRISPETTIVO DELL'ODIERNA SINGAPORE, SI TROVÒ DI FRONTE AD UN LEONE. CONSIDERANDO QUEST’INCONTRO DI BUON AUSPICIO, FONDÒ SINGAPURA OVVERO LA “CITTÀ DEL LEONE”.
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Un posto per l'ufficio Uno Quest’isola va bene anche per gli affari e, in un'altra vita, potrebbe essere il giardino della vostra casa.
BELIZE
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È IL NUMERO DEI PAESI DELL’AMERICA CENTRALE DOVE L’INGLESE È LA LINGUA UFFICIALE. ALTRI VANTAGGI DEL BELIZE INCLUDONO UN FAVOREVOLE TASSO DI CAMBIO E VOLI DIRETTI DA MIAMI E DALLAS.
Quando mi trovavo qui, questo rifugio era provvisto di scrivania, sedie e di un frigo pieno di birre: tutto quello che serve a chi lavora lontano dall’ufficio.
€75(mila)
è il prezzo per un lotto al Sancuary Belize, un luogo di straordinaria bellezza nel sud del Belize. Quest’isola – lontana 10 minuti di barca – intrattiene i residenti e attira sempre nuova gente. Un tizio qui, per comprare una casa, ha messo una firma su un tovagliolo. di E D DY PAT R I C E L L I
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Un curioso fotografo
Scatti in bianco e nero nelle paludi della Florida. CLYDE BUTCHER non è un ometto. È più grande degli orsi bruni della Florida e si comporta come loro. Si fa strada nel Ten Thousand Islands National Wildlife Refuge, in Florida, camminando con l’acqua fino al collo come se fosse nato qui. La maggior parte della gente non metterebbe mai piede in queste acque ma Clyde, evitando alligatori e serpenti e sfidando mosquitos, vi cammina incurante trasportando con se la sua pesante attrezzatura. Il tutto per produrre iconiche foto in bianco e nero della natura selvaggia del sud della Florida. Questa è la stagione degli amori per gli alligatori, perciò in questo periodo non è consigliabile inoltrarsi in alcune parti della palude. Le femmine tengono d’occhio il territorio, in genere sono dei grossi esemplari con i cuccioli al seguito. Uso un bastone per farmi strada ma non è molto adatto. A volte però è necessario per allontanare i serpenti. È comunque meglio di usare i piedi.
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La palude non è come la gente pensa. Ha una base rocciosa, vera roccia calcarea. Le persone sentono la parola palude e pensano alle sabbie mobili, ma in realtà è un posto piacevole per l’estate. Quando fa caldo, mi immergo nell’acqua fresca e riposo per un istante. Ho dei collari per gatti. Non intorno al collo. Solamente sui polsi e sulle caviglie. Li indosso per allontanare zecche, pulci e mosquitos. Vanno bene anche i collari per cani. Ho constatato che qui i mosquitos fortunatamente sono dei rammolliti. I primi due metri di palude sono i più pericolosi. Dove la terra e l’acqua si incontrano, è qui che vive qualunque cosa. Una volta sono stato morso da un serpente, un mocassino acquatico, che per fortuna non sempre inietta il veleno. Dopo aver aspettato un po’di tempo per assicurarmi che non mi fosse successo nulla di grave, ho ripreso tranquillamente a
Quello che vedete sul suo polso, non è una cinghia per la macchina fotografica. È un bracciale anti-pulci, uno degli strumenti essenziali di Clyde Butcher.
fotografare con la mia attrezzatura. Segreti? Si, ho alcuni segreti. Una delle orchidee più rare al mondo non è lontana da qui. È chiamata orchidea fantasma. L’ho fotografata. Ma non dirò assolutamente dove si trova. Le persone mi fanno sempre la stessa domanda: perché fai solo foto in bianco e nero? È molto semplice. La fotografia a colori non è altro che un duplicato della natura. Il bianco e nero invece conferiscono alla natura qualcosa di unico, in questo modo il cielo e gli alberi non sono più importanti dell’acqua o delle piante. Non faccio questo per lavoro. Fare foto è solo una scusa per uscire e immergermi nella natura. Tutto quello che abbiamo intorno a noi, si muove velocemente e non si ferma mai. La fotografia è l’unico modo per fermarsi ed apprezzare ciò che ci circonda. Questo è ancora più vero quando porto con me questo ingombrante armamentario che, rispetto alle moderne attrezzature fotografiche, richiede tempi più lunghi. Ed è proprio per questo che mi piace. – JON WHITTLE
JON WHITTLE
F LOR I DA
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LIVE THE LIFE
G A L A PA G O S
Pennelli e Mattoni
Non vedo il bisogno di disegni architettonici, sono solo costosi pezzi di carta. In più, immagino di fare quello che facevano gli antichi Greci. Contavano sulle risorse e sulla creatività. Non si basavano su progetti. Devi avere almeno una strategia.
Questa artista inglese potrebbe avere le mani più resistenti nel mondo dell'arte.
gioco per bambini, Scale e Serpenti. Vai su len-
di BROOKE MORTON
mie idee artistiche, come quando ho plasmato le
La mia strategia è di guardare tutto come un tamente e quando non hai abbastanza soldi, fai un passo indietro. Ma è divertente realizzare le nostre finestre a forma di pesce. Realizzare le tue idee insomma. È questo il mantra che hai adottato quando
Sarah Darling era rimasta senza parole
hai aperto la galleria su un’isola
quando all’inizio della sua carriera, all'età
remota che non avevi mai visto?
di trentuno anni, il proprietario di una galleria
Più o meno. Sono fortunata ad
d’arte di Londra, gli disse che alcuni collezioni-
avercela fatta qui. Mi tengo co-
sti, dopo aver acquistato alcuni suoi dipinti delle
munque occupata. Creo circa 10
isole Galapagos, ne volevano altri.
dipinti al mese.
Ad averli colpiti era stato il suo modo di cattu-
C’è un detto: per essere un’arti-
rare la natura, le tenebrose spiagge, le palme...
sta, devi essere parte di una co-
insomma la realtà del posto.
munità creativa. Com’è la scena
Ma c’era un problema: lei non aveva mai visita-
artistica qui?
to le isole Galapagos. Per ispirarsi aveva usato
Non c’è nessuna scena artistica.
semplicemente delle foto.
Quindi i tuoi affari alle Galapa-
Ma i complimenti dei compratori furono tali da
gos sono rivolti a chi?
spronarla a partire. Così nel 1989 Sarah sbarcò,
Vendo ai turisti, alla gente che ar-
con tele e pennelli, a Santa Cruz senza realizzare
riva qui in crociera o a scienziati in
di essersi immediatamente innamorata non solo
visita. Le cartoline dei miei dipinti
del luogo ma anche del capitano della barca.
aiutano molto le vendite. E inter-
Adesso, dopo 24 anni di matri-
net mi porta sulle scene artistiche
monio, sta lavorando al suo più
di tutto il mondo.
Sei un’artista, ma hai i calli… Prima rima della costruzione di questa casa, non ho mai preso in mano un martello. Ho cominciato come se dovessi dipingere, un po’ alla volta. Dopo D aver livellato il giardino di pietra lavica, ho iniziato ad
Il marito di Sarah, Frank, è inondato dai suoi tocchi creativi, la galleria e la loro casa sono difficili da distinguere.
Non proprio. Molti pittori, in città, si rifugiano nei loro studi tutto il giorno con il blocco dell’artista. Poi, per ispirarsi, escono e visitano qualcosa come la Chelsea Art Gallery. Se non funziona, ci sarà un’altra serata, a base di alcool, fino a tarda notte. Niente serate del genere alle Galapagos?
impilare mattoni di cemento. Hai presente i Lego?
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Ti è mai mancata la community artistica di Londra?
È la stessa cosa, cambiano solo le dimensioni.
costruire una casa su un lotto così piccolo. La sto
Non ancora. È più facile creare qui perché non
La tua casa sarà enorme, come le tartarughe
costruendo in altezza, perché i soffitti alti aiutano
ci sono le stesse distrazioni. C’è molta più
dell’isola?
a far circolare le brezze. Non avrò bisogno di aria
spontaneità.
Non proprio. La maggior parte dei lotti in quest’a-
condizionata. Visto, so come risparmiare.
Cosa intendi?
rea è di 400 metri quadrati, il mio è di soli 210.
Ci sono voluti 4 anni. Perché non hai semplice-
Tutto quello che devo fare è guardare fuori. Gli
I vicini continuano a chiedermi come possa
mente assunto qualcuno per finirla?
uccelli verranno e si poseranno sulle mie tele.
COURTESY SARAH DARLING
grande progetto: creare la loro casa dei sogni.
Parlo con le iguane vicino ai miei piedi proprio come farei con i miei gatti. Dalla mia galleria d’arte guardo l’alba, il tramonto e la luna illuminare gli alberi di matazano. Riesco a vedere tutto da qui. Avrai avuto l’occasione di conoscere dei clienti particolari. Chi è stato il più memorabile? Il fashion designer Marc Jacobs e il suo team sono venuti qui nel 2009. E’ stata davvero una vendita enorme per me. Hanno comprato tanto di tutto: dipinti, specchi, borse e gioielli. Quando alla gente piace il tuo lavoro è stimolante. Il lavoro è così affascinante come sembra? Se consideri “affascinante” dipingere tutto il giorno in uno studio, allora sì. Dipingi veramente tutto il giorno? Onestamente no, ancher se può essere una sfida riempire le ore. A volte il caldo e il tempo passato da soli inducono a dei riposini occasionali. Ma per la maggior parte del tempo sono nella galleria sette giorni a settimana, dalla mattina presto fino alle nove di sera. Tutto questo dipingere non ti lascia molto tempo per costruire la tua casa dei sogni. Faccio la maggior parte del lavoro prima di andare nel mio studio e durante le pause pranzo. Altrimenti perché pensi che ci abbia messo così tanto?
Non sono ancora abituata a ... RIMANERE A CORTO DI COLORE Le attrezzature per l’arte sono difficili da trovare. Devo organizzarmi e ordinare tutto per i miei dipinti: pennelli, tele ed il colore blu in grande quantità, non ne ho mai abbastanza per creare i miei paesaggi. I MODI DI FARE Non c’è stress soprattutto perché la maggior parte della gente non deve pensare al lavoro. La galleria si trova a 12 minuti da qui. La mattina porto con me un cane, poi vado a casa, e nel pomeriggio porto l’altro. FARE SCORTA Puoi solitamente comprare 20 arance a un dollaro. Quando mi sono trasferita alle Galapagos tornavo in Inghilterra per il tè Earl Grey e per i bei reggiseni. Durante gli anni sono tornata a comprare queste cose. Adesso, se dovessi ritrasferirmi in Inghilterra, mi chiederei quali oggetti mi spingerebbero a tornare qui.
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CREDETE CHE MANGIARE SULLE ISOLE SIGNIFICHI SEMPRE SEDERSI COMODI IN UN BEL RISTORANTE O CHE IL CIBO DEBBA ESSERE SEMPRE BELLO DA GUARDARE? VENITE CON NOI.
GIRA IL MONDO CON GUSTO 20 Puerto Rico | 32 Azzorre | 34 Terre Esotiche | 36 Maui | 46 Capri
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Salta su, per una passeggiata tra le strade secondarie di una famosa isola Caraibica. ďƒ’
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VIAGGIA CON GUSTO
Denti affilati a Puerto Rico
FATE ATTENZIONE. LA NOSTRA CRITICA CULINARIA CU PIÙ ESPERTA È APPENA ATTERRATA, E IL I SUO STOMACO STA GIÀ BRONTOLANDO 20
Arepas
JOBOS BEACH
Storia di ROBERT STEPHENS Foto di ZACH STOVALL
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C'
è una briciola nei capelli di mia figlia di 11 anni. E’ una rimanenza dei pretzels che ha mangiato in aereo prima di atterrare a San Juan. Sarà l’ultimo boccone di cibo che Jacqueline riconoscerà per un bel pò. Questa è la sua prima vera vacanza fuori dagli Stati Uniti. Per i primi 75 km di strade Portoricane, se ne è stata buona e tranquilla ad osservare i paesaggi e a scegliere la musica alla radio. Ma alla fine l’inevitabile richiesta salta fuori: “Papà, ho fame”. La briciola che aveva tra i capelli non c’è più e probabilmente non è caduta. Ma ancora Jacqueline non ha idea di cosa la aspetti. Giriamo in direzione della città di Arecibo, patria del “Scusate, dove posso trovare dei pinchos?” Una di loro, Jennifer, mi invita a seguirla. Non faccio in più grande telescopio radio del mondo, passando davanti a Wendy’s, un famoso fast food americano. Ma oggi non tempo a dargli l’ok, che subito realizzo di essere già partito. visiteremo nessuno di questi due posti. Sarebbe stato troppo “Vi seguirò” gli urlo dal finestrino. Jennifer e la sua partner, facile e scontato. Nancy, ci guidano attraverso un viaggio di 5 km, fermandosi Siamo venuti a Puerto Rico perché Jacqueline è ora ripetutamente lungo la strada per salutare degli amici…un pronta per affrontare la vera vita, lontana dalle nostre ras- comportamento insolito per dei poliziotti. sicuranti passeggiate in bicicletta nel vicinato e dalla calda “Perché stiamo seguendo queste donne poliziotte?” mi piscina dell’hotel. chiede Jacqueline, che qualche minuto prima si sarebbe Puerto Rico è una meta turistica molto battuta dagli Stati accontentata di un semplice pacchetto di platano fritto. “Oh, loro sono Nancy e Jennifer”, le rispondo. Uniti, in parte perché ci sono voli diretti dalle principali “Ma perché le stiamo seguendo?” città americane, non si deve aspettare per la dogana o per la “Ci stanno portando da una parte”. fila dell’immigrazione, ma soprattutto perché i Portoricani amano il loro cibo, come anche mia figlia Jacqueline ama il La quattroruote si scosta dalla strada e si ferma. Jennifer suo. Il grande dilemma è se l’affetto sarà reciproco. mi indica un piccolo camion che ci passa vicino. “C’è George” “Preparati” le dico. esclama “ma oggi è un pò in ritardo”. Jacqueline inizia ad insospettirsi solo quando mi fermo Guardo un pickup Mazda dell’87 trascinare un capanno nella piazza della città di Arecibo, per parlare con due donne verso la strada sterrata e fermarsi sulle sue flosce gomme. poliziotto su una Kawasaki Mule. Da vent’anni George Marin serve pinchos di pollo su
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San Juan 2
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6 5
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MANGIA A PUERTO RICO 1. Arecibo: Pinchos 2. Isabela: Arepas 3. Boqueron: Empanadillas 4. Lares: Gelato 5. Trujillo Alto: Maiale 6. Piñones: Pasteles
Uno stop per uno snack di emergenza ad Arecibo ha guidato la critica culinaria piÚ onesta di sempre verso un viaggio di sapori. Il primo assaggio? Una specialità dell’isola: pinchos serviti dal rimorchio di George.
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“Non abbiamo nessuna esperienza nella ristorazione, ma quando mia figlia [Diana] ha visto le spiagge attorno a Isabela mi ha detto: ‘Trasferiamoci qui. Sono felice che abbia tenuto da parte le sue ricette.” - HECTOR VAZQUEZ, COMPROPRIETARIO DI EL CAREY RESTAURANT
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I chioschi fumanti sono il segnale che la versione portoricana del cibo a portar via è pronta. E’ fresco (o “al momento”, come dicono qui) e viene accompagnato sempre da una conversazione.
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questo tratto di strada e, ogni giorno, prima di portare la sua cucina portatile qui, dietro il piccolo camion, prepara tutto a casa. George apre una finestra sul capannone, permettendo al gradevole fumo di fuoriuscire dalla sua griglia. Nove persone gli stanno intorno, aspettando che faccia qualche magia in cucina. “Fa qualcosa di diverso George” dice Ramon Gonzales, in piedi davanti a lui come un bambino che aspetta il gelato, mentre tira fuori quattro dollari, sufficienti per due pinchos. “A volte vengo qui e sono già finiti tutti” mi dice. Ordino due pinchos per Jacqueline e tre per me. Mentre addento le estremità caramellate del mio primo spiedino, George mi mostra il suo barattolo di aglio e cipolla in polvere…ma un rumore metallico nel secchio dell’immondizia attira la nostra attenzione. È Jacqueline…ha finito i suoi pinchos e ora sta fissando i miei. “Posso averne un’altro?” chiede. “Por favor?” Guardo le guance di Jacqueline, sporche. Il pretzel è andato, Puerto Rico adesso si sta arrampicando sulla sua faccia. Ricordo a Jacqueline di prepararsi. Nessuna di queste fermate è consigliata nelle guide turistiche e non sono neanche previste in nessuna gita di quinta elementare. Mangeremo in
posti meglio definiti come rifugi. Empanadillas fuori da un chiosco a Boqueron. Bacalaitos fuori dai resti di un chiosco a Piñones. Guarderemo donne sudare davanti a grandi friggitrici e uomini ballare dietro braci bollente. Il loro umore è contagioso. E così è il loro ritmo. A El Carey, punto di ritrovo per la colazione vicino Isabela, una nota sul bancone è particolarmente onesta: “A volte aspetti, ma è tutto fatto in casa”. Per sfortuna di Jacqueline, il granturco non è sul menu. Ordiniamo arepas, sandwich fatti con del pane di farina di granturco, acqua di cocco e delle coppette di frutta. E ci sediamo. Credo che i proprietari lavorino nel recupero di mobili, visto come è arredato il patio: con panche ad angolo, scartate probabilmente da un fast-food tipo Denny’s, e sedie di plastica da esterno. Tavole da surf reggono le travi di supporto e le uscite. Qualcosa mi fa il solletico al braccio. E’ un grosso mazzo di coriandolo, tra le braccia di un contadino. “I portoricani amano usare il coriandolo”, dice Hector Vazquez proprietario, con sua moglie Diana, del ristorante El Carey. Lui spreme tutti i succhi della frutta delle colline. Lei inventa ricette da qualunque cosa sia disponibile.
“L’altro giorno - racconta Hector - ha trovato una zucca e ha detto ‘Farò una zuppa di cocco e zucca.’ E’ fenomenale”. Prima di aprire El Carey nel 2008, Hector possedeva un’azienda immobiliare e Diana era una pubblicitaria. “Adesso la preoccupazione più grande”, dice Hector, “è accompagnare i nostri figli, Dante di 17 e Devan di 13 anni, in spiaggia e a scuola.” Mentre parlo con loro, mi distraggo a guardare Jacqueline intenta a raccogliere e a mangiare i pezzetti del suo arepa caduti a terra dal vassoio di cartone. Il sopra di granturco croccante è andato. Le uova e il bacon, bagnate con la dolce, piccante e forte salsa? Adios amigos. Quando dico a Hector che andremo a Lare, mi mostra sulla mappa un percorso, circa un’ora di strada. “La strada più bella di Puerto Rico” mi dice. “Non appena arrivi, sarai pronto per un gelato.” In macchina noto che la coppetta di frutta che ha fatto Hector, morbido muesli tra papaya, mango e polpa di acai, è diventata una macchia sul vestito di Jacqueline. Hector aveva ragione. La strada per Lares è stupenda. Strada piccola. Piante enormi. “Qui nessuno usa fertilizzanti” dico scherzando…Silenzio… A Lares, guidiamo dritto e diretti sulla strada principale. Dai sedili posteriori sento la vocina di Jaqueline ravvivarsi. “Papà, ho…” Quello che segue contraddirà tutto quello che io e sua madre abbiamo cercato di insegnarle sulla nutrizione, come la torta di crema di cereali e l’impasto di guava dell’altra sera. Per pranzo mangeremo un gelato. Entriamo nella Heladeria Lares. Le mura non respirano. Sembra come se la moglie di Salvador Barreto, il proprietario del locale, gli avesse detto di svuotare la soffita e di appendere qui qualunque cosa avesse trovato: ritagli di giornale, poster e bigliettini da visita. Il signor Barreto non è qui, ma ha preparato ben 50 gusti di gelato. Una giovane ragazza, Alisha, dietro al bancone aspetta di servire cucchiaiate di gelato e di rispondere alle nostre domande. Avremo tutte e due le cose. Vaniglia, cioccolato e anche banana, escono dai bordi. Però ad un tratto tra i vari gusti leggo…queso. “Formaggio?” chiedo. Alisha sorridendo risponde “Oh, esatto, quello è gelato al formaggio.” Il buffet include liquore allo zabaione, carote, cereali, riso e fagioli, dolce di riso e riso e piselli. Perché, sapete, riso e gelato stanno bene insieme come…“Bacalao…cos’è?” “Merluzzo” risponde Alisha. Le chiedo di ripeterlo, tre volte. “Merluzzo, merluzzo, merluzzo…ovviamente preparato con ingredienti naturali” aggiunge. Quindi ci sono davvero piselli e pezzetti di pesce nelle vaschette. Decido per il gusto seagrape (uva di mare) e per un assaggio di merluzzo. Jacqueline chiede se hanno gelato al mofongo. Negativo. Decide per l’aglio. Vicino la porta una donna dall’aria radiante, avvolta in un vestito celeste, mi afferra per il bracco e piena di gioia, inizia a parlare. Il suo nome è Maria Luisa Robles ha 75 anni.
Nessuna di queste fermate è prevista nelle gite di quinta elementare. Mangeremo in posti meglio definiti come rifugi. Ma il loro umore è contagioso. E così è il loro ritmo.
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Autisti casuali (o paseos) ci hanno condotto sulla classica via culinaria dell’isola: empanadillas di pesce a Boqueron e qualunque altra cosa venuta a galla dalle friggitrici a Piùones.
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Le regole nutrizionali hanno ceduto alle usanze locali, come lo strano gelato per pranzo e i grandi pezzi di maiale cucinati da Eugenio (a sinistra) e da suo figlio, Saul.
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Oltre a questo non capisco quello che dice, ho bisogno dei suoi nipoti per tradurre. Sono tutti di Ponce, a un’ora da qui. Hanno pianificato questa giornata da mesi. La nonna si è sposata nella chiesa sulla strada e si è trasferita nel 1960. Si è vestita per l’occasione. “Vuole dirti che Dio, oggi, ti ha portato qui per una ragione”, mi dice Armando, il nipote. L’emozione è percepibile ovunque anche lungo il gelato al granturco. Ci abbracciamo. Lei piange. E poi io e Jacqueline usciamo, con del vero pesce tra i miei denti e dell’aglio nel suo alito. Ho promesso a Jacqueline un pasto portoricano che non includa pasta fritta o verdura nascosta nel dessert. Così mando un messaggio ad un amico, conosciuto per le strade di San Juan come “Gringo”, per chiedergli un consiglio. “Conosco un posto - mi risponde - ma dobbiamo essere lì entro le sette”. Quando passiamo a prendere Gringo sono le sei e un quarto. “Vai!” dice. “Fai finta che sia il NASCAR di Puerto Rico.” Ci guida all’interno di Trujillo Alto, ai margini della famosa “strada del maiale”. E’ un’altra passeggiata mozzafiato. Non per lo scenario, ma per la sua mancanza. Non ci sono né luci né stelle. Passiamo attraverso un quartiere dove, la gente del posto, gira a cavallo per le taverne locali. “Oscurità, questo è il motivo per cui il posto dove siamo diretti chiude così presto”, mi dice Gringo. I lunghi tavoli pieghevoli a El Pino sono vuoti, ma quando arriviamo sento la voce di Tito Rodriguez uscire da un jukebox vintage. Il propietario Eugenio Colon, 75 anni, ci invita nella sua cucina, dove pezzi di maiale sono poggiati vicino ad una sega a nastro, il pavimento è scivoloso per il grasso e pentole bollenti contengono banane bollite, patate dolci e ovviamente interiora di maiale. “Qui mangiamo tutto del maiale”, dice Gringo. Mentre Jacqueline va all’attacco con riso, piselli e maiale, letteralmente ricoperto di pelle croccante, Eugenio mi porta al piano di sotto. Lì, costruito sul pavimento sporco, mi fa vedere 11 fosse, utilizzate per arrostire maiali. Per ben 57 anni, li ha infilzati ed arrostiti e questa sera, prima di andarsene, farà la stessa cosa. “Il maiale ci rappresenta” mi dice, “ci fa sentire uniti”. Eugenio poi mi svela il suo segreto per la carne perfetta: “I maiali di collina sono più grassi. Quando sono grassi, sono amati. Quando sono amati, sono dolci e succosi.” Al piano di sopra, Saul ha pulito tutto tranne un posto, quello dove Jacqueline sta gironzolando intorno agli ultimi bocconi della dolce, succosa carne. Infine si separa dal suo piatto di plastica e dice tre parole, che riassumono il suo esperimento in questo nuovo mondo di sapori: “Papà, sono piena.” Non menziono il piccolo ed adorabile pezzetto di pelle di maiale sul suo mento.
L'emozione e la simpatia di Maria Luisa sono talmente travolgenti, che finiamo tutti per abbracciarci. Ho del pesce tra i denti e Jacqueline dell'aglio nel suo alito.
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VIAGGIA CON GUSTO: NEI CAMPI
La ninnananna del tè Sui pendii di São Miguel, nelle Azzorre, il vapore aleggia sui cespugli di tè. Dai filari ordinati si intravedono donne con lunghi grembiuli che raccolgono, rigorosamente a mano, le foglie di tè. Riesco a sentire le loro voci da più di cento metri di distanza. Stanno cantando. Non le solite canzoncine da doccia, ma canti melodici, perfetti per il loro duro lavoro. “Cos’è, un inno Portoghese?” chiedo alla mia guida. “Canti popolari”, risponde, “tramandate di generazione in generazione. Molti isolani, credono sia il motivo per il quale il tè delle Azzorre è così robusto: i cespugli assorbono ogni canto e rispondono con foglie rigogliose piene di sapore.” Questo è l’unico posto in Europa dove si raccoglie il tè. Il terreno e il clima sono simili alle regioni dell’Asia in cui cresce. Ma i canti, apparentemente, fanno la differenza. Più tardi, in un piccolo bar, sorseggio un orange pekoe, ovvero un particolare tè nero. Il sapore sembra più esotico di quello che ho nella mia credenza. Immagino che l’atmosfera che respiro faccia anche la sua parte. Ma poi, uno dei lavoratori passa di fianco al mio tavolo, canticchiando. Guardo nella mia tazza di tè. Starà forse ascoltando? — debra bokur
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VIAGGIA CON GUSTO: TERRE ESOTICHE
Lumache di terra ISOLA DEI PINI
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Tanto Formaggio
Nel paesaggio lunare dell’isola di Pag, lungo la costa nord della Croazia, non c’è ombra per le pecore. Insieme a loro c’è un uomo, sulla quarantina, con i capelli castani e tutti arruffati dalla brezza mediterranea. Mate, questo è il suo nome, intona una canzoncina chiamata “Na mala na” che significa “Qui piccole, qui”. Le pecore, sentendo la sua voce, arrivano correndo. Mate, appollaiato su uno sgabello, è intento a mungere una pecora. Ci vorrà un bel po’ di tempo e molte pecore, per riempire il secchio di latte. Ma alla fine mi prende da parte e taglia una fetta di formaggio. Si sgretola come il Parmigiano ed è spesso servito con olio d’oliva per far fuoriuscire il sapore di noci. Penso di aver captato della salvia, su cui probabilmente hanno pascolato le pecore. Mate mi saluta pronunciando “Bok”, una parola Croata che significa “ciao” e si dirige verso il pascolo per controllare le sue “piccole”. – KRISTIN VUKOVIC
D A L L’ A LT O : I S T O C K ; N E I L W I S S I N K ; L AT O O P P O S T O J O N W H I T T L E
Piedi sul Tavolo Nei cespugli, al di là delle spiagge da cartolina dell’Isola dei Pini, in Nuova Caledonia, si aggirano migliaia di furtive Placostylus fibratus. Strisciano lentamente su un piede carnoso, mangiano voracemente e sono abitanti di questa isola. Il mio piano è mangiarmele per pranzo. Per millenni, queste grandi lumache di terra, sono state fonte di proteine per il popolo indigeno Kunie. “Il loro numero è calato vertiginosamente” mi informa David, la mia guida Kunie. “Le autorità adesso controllano i raccolti. E’ possibile mangiarle solo lì.” Sono fortunata. Naturalmente, per il calo della popolazione di lumache, i Kunie incolpano gli affamati colonialisti Francesi, i Francesi incolpano i turisti e gli scienziati l’introduzione di specie di predatori esterni. Tutto questo per delle creature di 10 centimetri, con quel buffo piede che fuoriesce dalla conchiglia. Alla fine le trovo sul menu de La Pirogue, il romantico ristorante dell’elegante hotel Le Meridien. Sto sorseggiando un sauvignon francese quando arriva il piatto: sei bollenti lumache nelle loro conchiglie. Il piede carnoso si è rimpicciolito ed è diventato nero con la cottura. Ne metto una su del pane croccante, con un po’ di burro all’aglio e mordo. E’ più morbido di quello che pensavo, e oserei dire… delizioso? Sì, il burro all’aglio aiuta sempre. Tocco le mie labbra con le dita, il burro sta colando dal mio mento. “Magnifique!” esclamo. Il cameriere mi dà un’occhiata e va via. – AMANDA JONES Ci hanno servito (in senso orario da sinistra): lumache in Nuova Caledonia, raro formaggio in Croazia, curry fatto in casa a Zanzibar.
Le pecore di Pag producono appena un quarto di latte al giorno. Per fare una forma da 2kg di formaggio Paški, ci vogliono 19 pecore. Una Cucina di Zanzibar
Ho paura del tritatutto. Ne ho avuto a che fare a casa di Mustafa, un membro dello staff del Paradise Beach Bungalows di Zanzibar. “Vieni” - mi ha detto Mustafa - “cucina il polpo al curry con mia moglie”. Così ho seguito Mustafa dal resort verso la sua casa, dove ho incontrato Maja, una donna di poche parole, e il suo tritatutto. Mentre Mustafa setaccia il riso lanciando sassolini, conchiglie e cose simili, lei mi fa segno di pelare dei mango verdi. Non faccio domande e inizio a lavorare mentre Maja afferra il suo tritatutto per fare delle striscioline di cocco. La mamma di Mustafa arriva, aiutandosi con un bastone ricurvo prima di sedersi sul pavimento. Il cocco e il mango smorzano le spezie al curry. Il polpo è elastico ma non gommoso. La mamma e io mormoriamo con le bocche chiuse. È una delle più belle conversazioni che io abbia mai avuto durante una cena. BARBARA WYSOCKI
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VIAGGIA CON GUSTO
Storia di TONY PERROTTET Fotografie di ZACH STOVALL
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Maui verso un nuovo futuro FAR CRESCERE IL PROPRIO CIBO NON È UNA MODA PASSEGGERA SSEGGERA SU QUEST’ISOLA OLA HAWAIANA. È UN PROBLEMA DI SOPRAVVIVENZA.
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l ragazzo con i capelli ondulati da surfista mi porge un bicchiere. E’ colmo di un miscuglio così verde e acceso, che potrebbe essere radioattivo. Craig King vuole farmi bere questa sua “roba”. È un mix di cavolo, cetriolo e un’altra dozzina di cose purificanti, tutte coltivate nella proprietà di Lumeria, un hotel di lusso nel fertile entroterra di Maui. Ne prendo un sorso…e non cerco un secchio. E’ buono! “Un giorno tutto il nostro cibo crescerà a Maui” dice Craig. Non parte del cibo. Tutto il cibo. Queste persone potrebbero non avere altra scelta. “Nella coltivazione di Lumeria ci sono papaya, guava, fragole – dice Craig andando avanti all’infinito sotto il cielo annuvolato di Maui - otto mesi fa, non c’era niente qui”. Difficile da credere. Negli ultimi anni, qui a Maui, c’è stato un vero e proprio boom dell’agricoltura. Fino a 30 anni fa, quasi ogni cosa commestibile veniva importata dalla California, parliamo di oltre 4.000 chilometri di distanza. I residenti iniziarono a notare quanto la situazione si fosse fatta grave solo quando, nel 1985, i primi comandanti della United Airlines e alcuni lavoratori di un’impresa di trasporti, iniziarono a scioperare. Gli alimenti basilari finirono in fretta, dai broccoli ai cereali. Ad un certo punto si calcolò che la popolazione Hawaiana aveva cibo sufficiente per solo una settimana. Lo scopo è di rendere, entro il 2050, l’arcipelago autosufficiente al 100%. Adesso l’85% del cibo è ancora importato. Ma qui nei campi l’obbiettivo sembra essere sempre più vicino. “Questa è un’opportunità da restituire al nostro passato” spiega il consigliere culturale Kainoa Horcajo. Per fare una foto oltre le coltivazioni, vado verso la costa ed entro al Mama’s Fish House. Il capo chef del Mama, Perry Bateman, mi indica una spigola dalla polpa bianca come quella di un’aragosta, un pesce esotico chiamato hapu’upu’u in grado di crescere fino a 220 kg” e un polpo che è stato pescato da un tale di nome Clifford Chow mentre faceva snorkeling. L’equazione polinesiana ‘dall’oceano-al-tavolo di centinaia di anni fa, è stata semplicemente ringiovanita qui al Mama’s. “Mio papà ebbe l’idea negli anni ‘70 di mantenersi in contatto con i pescatori” mi racconta Karen Christenson, figlia dei proprietari originari. Mentre me ne sto andando, il telefono sul muro comincia a squillare. È una chiamata di un pescatore dalla sua barca tra Maui e Lanai. Ha appena catturato un kalekale, una prelibatezza del mare. Gli chef nella cucina fischiano con entusiasmo mentre continuano a tagliare filetti. Lo sforzo per arrivare all’autosufficienza è sentito ovunque qui a Maui. Nello stesso giorno in cui visito Lumeria e il Mama’s, entro anche nel resort Grand Wailea. Al ristorante
Per quanto la spiaggia di Paia possa essere bella, la zona è meglio conosciuta per il pesce appena pescato, che Mike Pascher compra per il Mama’s Fish House. Le specialità in barattolo dello chef Craig King e le banane delle Ono Farms sono gli alimenti base dell’isola.
giapponese del resort, Amasia, ordino un piatto chiamato kampachi tiradito, una versione asiativa del ceviche e capisco che è il mio primo piatto non-organico della giornata. Ma poi indico i peperoni rossi a dadini, lucidi dal calore, e chiedo al cameriere. “Provengono dalle aziende agricole Noel O Escobedo” mi risponde. “Anche il ravanello bianco?” “No signore, quello proviene da Evonuk Farms” Continua a chiacchierare sui posti dai quali provengono dozzine di altri ingredienti, a qualche miglio da qui. Maui è nel mio piatto ora. UNO CHEF A PIEDI NUDI > 39
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I raccolti delle aziende familiari forniscono il General Store a l'Hali'imale e circa,
200 pescatori
vagano tra gli scogli
vicino a Hana
e praticando pesca a strascico nell'Alenuihaha Channel forniscono il Mama's Fish House
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M
aui è tutta spiagge e vecchie piantagioni di ananas. Ma c’è anche qualcosa che ricorda un po’ il Nebraska - un montagnoso, roccioso ed esotico Nebraska - con una miriade di frutti e ortaggi che nascono magicamente dalla terra. Guido di fattoria in fattoria nel ricco entroterra. Da un lato di una strada isolata, noto un cartello per Haleakala. Non Haleakala il vulcano, ma Haleakala il ranch. Dopo un secolo di attività, recentemente ha deciso di vendere la sua carne solo a Maui. “E’ grandioso, per noi, che la gente si preoccupi da dove venga il proprio cibo”, afferma Greg Friel, il gestore dai natali hawaiani ma vestito da cowboy. Facciamo un giro nel suo pick-up e vaghiamo tra i verdeggianti pascoli, seguiti dal suo cane, un Australian Cattle. “I costi dei trasporti ci stanno uccidendo. Ma adesso la nostra carne non lascia mai l’isola.” In alcuni angoli dell’entroterra, la produzione agricola a malapena viaggia. Qualche chilometro sulla strada verso Kula, trovo alla O’o Farm un altro agro-esperimento. Mi viene detto che posso raccogliere la mia insalata e cenare all’aperto. Mi prenoto per il “tour a pranzo” e mi ritrovo, insieme ad un gruppo di 20 gastronomi affamati, in un frutteto con una vista celestiale di quella che sembra essere l’intera isola. “Eravamo giusto un po’ di chef e surfisti quando abbiamo iniziato” racconta Ancil Clancy, che con la sua fossetta sul mento e lunghi capelli biondi, ha una vaga somiglianza con il protagonista del film “Thor”. Ancil ci spiega, come 80 differenti raccolti ruotano ogni anno in questi tre ettari di terreno. “Abbiamo dovuto imparare in fretta.” Per il nostro pranzo, giriamo intorno a delle perfette striscioline di foglie in crescita, assaggiando il timo, l’acetosella e tante varietà di lattughe. Scelgo qualche foglia. “Questo è, mmm, basilico?” chiedo. “No, quella è Osaka viola” risponde Ancil. “Provala.” Appena la avvicino alle mie labbra, Ancil decide di aggiungere una precisazione: ”ma non esagerare!” Troppo tardi. La mia bocca si infuoca di un sapore forte come il wasabi. Anche con questo piccolo assaggio, i miei occhi iniziano a lacrimare. Mentre ci sediamo per pranzare, sotto una pergola coperta da rampicanti, mi sento un po’ un agricoltore. Ho anche i piedi sporchi di terra rossa per aver camminato scalzo tra i campi. Poi lo chef, JJ Johnson, entra nella sua cucina all’aria aperta. “Raccolgo i miei ingredienti
Greg Friel e i suoi cani si occupano di una mandria di bestiame per i non-vegani di Maui – la carne non lascerà l’isola. La proprietà alla O’o Farm, 15 anni fa poco più di un terreno incolto, è adesso così produttiva da riuscire a fornire ogni giorno i ristoranti locali.
ogni mattina - dice - pochi chef hanno l’occasione di farlo.” Mentre il sole del pomeriggio ci avvolge, divoriamo un piatto delizioso di tofu con cavolo verde e barbabietole. Mandiamo tutto giù con del vino proveniente dal vigneto Tedeschi, l’unico a Maui. Più tardi viene servito il caffè, proveniente dai freschi chicchi coltivati e cresciuti qui, nella terra della fattoria. “Proprio in questi giorni, qui a Maui, stiamo dando il via ad un progetto sul caffè “dal-chicco-alla-tazza”, ci racconta Ancil. Una volta che ingraneranno anche con questo progetto, credo proprio che raggiungeranno finalmente l’autosufficienza. IL FRUTTO PIÙ FORTE DEL MONDO > 43
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er la mia ricerca dei migliori banchetti organici di Maui, devo allontanarmi. Così guido lungo la spettacolare strada principale che mi porterà ad Hana, un isolato villaggio nel remoto sud ovest dell’isola. Si dice che le comunità di agricoltori amanti della gastromia e non curanti del mondo esterno, crescano bene qui. Comincio a vedere i primi cartelli della loro presenza lungo la tortuosa carreggiata, circondata da piante di vite. Dei capannoni cominciano a farsi vedere. Ne passo uno, vicino ad una cascata, che vende avocado: 10 per poco più di 2 €. A poco meno di un chilometro, trovo un’altra cascata e un altro capannone, questa volta vendono mango, anche qui 10 per poco più di 2 €. Mi fermerei, ma senza un coltellino e senza spazio nello
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Vicino ad Hana, alcune persone ancora seguono un modello di vita stile hippie. La loro influenza si sente non solo nella cucina. Un esempio? La famosa pizza hippie e gli avogados organici. Ma anche in alcune scelte come quella di mangiare sotto una tettoia di un piccolo frutteto del posto.
stomaco, tiro dritto fino a Kipahulu, la parte più remota di Maui. Un cancello, a malapena segnalato, fa da entrata alle Ono Organic Farms da non confondere con la O’o Farm. Ono ha avuto un gran successo per 35 anni, e mi è stato anche detto che è un vero e proprio modello per il futuro di Maui. Fermo la macchina su un vialetto di scivolosa terra rossa e mi dirigo verso un capannone all’aperto dove un’addetta, Christina, sta offrendo degli assaggi di frutta. Una varietà di prelibatezze tropicali sono sparse sul tavolo, tutto raccolto dal terreno circostante. Proviamo alcune varietà esotiche come la leggendaria banana Blue Java (conosciuta anche come “la banana gelato” per la sua leggera patina sulla buccia e la cremosa consistenza), la succulenta papaya Ono (che è stata modificata per farla resistere alle malattie) e croccanti mele di montagna (l’unico frutto portato a Maui dagli antichi hawaiani, insieme ai loro ortaggi di base, alla colocasia e al frutto dell’albero del pane). Assaggiamo poi la jabuticaba del Brasile, la giaca (che ha una consistenza simile al latex), le squisite lilikoi e il durian, che ricorda l’aroma del formaggio Roquefort. “L’odore è veramente incredibile” dice Christina. Incredibile è un modo carino per dire che puzza da morire. Sobbalzo quando Christina ne apre uno a metà. “Il durian è molto popolare qui poiché, dal punto di vista nutrizionale, è il frutto più completo sulla Terra.” Tutto ciò che vedo è cresciuto nei 28 ettari dell’Azienda, che ha una certificazione come azienda organica, fornita di energia solare e irrigata interamente dalla pioggia. “Abbiamo fatto un compromesso su una cosa sola ammette Christina - recentemente ci siamo provvisti di telefono.” Prima di lasciare Maui, ho un ultimo posto sacro da visitare. Dice qualcosa sulla vita culinaria dell’isola ed è un supermarket così eccellente, da diventare un attrazione turistica. Il Mana Foods, vende bontà gourmet organiche, e forse è il negozio di cibi migliore sul pianeta. Vago tra le trafficate corsie insieme a residenti tatuati e abbronzati, buttando sempre un occhio fuori, alla ricerca degli abituali e famosi clienti Owen Wilson e Willie Nelson. Quasi tutto quello che c’è nel negozio proviene da più di 400 fattorie dell’isola. Cammino per 20 minuti, selezionando dei pomodori maturi arrivati direttamente dalla fattoria dove ho pranzato qualche giorno fa e lo stesso splendido frutto del drago che ho assaggiato da un venditore a Hana. Nell’aria si propaga un favoloso profumo di frutta, come un enorme cocktail tropicale. E’ fresco. È di Maui. E’ potrebbe già essere il 2050.
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VIAGGIA CON GUSTO: CAPRI
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L'Isola dei Sapori Se vogliamo parlare di viaggiare con gusto, non poteva mancare la nostra saporitissima Italia. E quale scelta migliore dell'isola di Capri, isola di profumi ma soprattutto di sapori, frutti dello splendido mare che la circonda ma anche della sua ricca terra. Beh sapete non è stato per nulla facile rimanere lucidi di fronte ad una delle esperienze gastronomiche più travolgenti che mi siano mai capitate...credetemi! Appena sbarcata sull'isola, il profumo della salsedine e del mare di scoglio si sono fatti immediatamente sentire...soprattutto sui miei capelli. Ad accogliermi Mario, un caprese doc che, con la sua calda accoglienza, mi ha fatto sentire come a casa. Solo il tempo di posare le valigie, ed eccomi immersa nella mia prima tappa gastronomica: il ristorante Paolino, famoso anche per la sua splendida limonaia, un giardino dell'Eden in stile mediterraneo. Dopo aver scelto il mio tavolo "da lavoro", ovviamente sotto un trionfo di grandi limoni, mi sono subito rimboccata le maniche e, menù alla mano, ho iniziato il mio fantastico viaggio di sapori. "Per cominciare?" mi domanda il cameriere. “Vediamo...scialatielli ai frutti di mare e...come non assaggiare anche le vostre linguine al limone...beh allora facciamo mezza porzione di ognuno" rispondo. Quanto vedo arrivare la mia ordinazione, mi rendo conto di aver esagerato, come al mio solito, ma di fronte ad una sfida gastronomica non mi tiro mai indietro. Arrivata a questo punto, cedo anche alla tentazione del buffet di dolci e frutta: delizie al limone, torta caprese, mini tiramisù ...mirtilli e lamponi a volontà...insomma...un tripudio di sapori: fantastico! Il giorno dopo eccomi di nuovo al mio duro lavoro, questa volta fronte mare e sotto il bellissimo faro di Capri. Dopo aver ammirato alcuni ragazzi, fare spericolate acrobazie dagli scogli, mi siedo all'ombra del ristorante Lido del Faro, ovviamente a picco sul mare. Anche qui il mio stomaco ha avuto le sue piccole soddisfazioni. Per cominciare ravioli ripieni di gamberi e parmigiana di mare. Sì avete capito bene: parmigiana
di mare, fatta con pesce bandiera al limone, menta e provola affumicata…una vera delizia! Nel pomeriggio, dopo un modaiolo aperitivo in piazzetta dove sorseggio un cocktail a base di anguria, decido di provare altre specialità del posto. Così mi dirigo al mio terzo tavolo da lavoro, oserei dire…spettacolare tavolo da lavoro: la terrazza a picco sul mare del ristorante Le Grottelle. Un vero e proprio paradiso per lo stomaco e per gli occhi. La strada panoramica per arrivarci, tra bounganville e limoni, è veramente bella. Ottimi
i ravioli capresi e la pizza…ancora ricordo il suo fantastico sapore: 10 e lode! Da italiana lo devo proprio ammettere: i sapori di questa terra, la nostra terra, sono davvero unici. Se volete saperne di più dell'isola Azzurra, così è chiamata dalla gente del posto, avete due opzioni: o partire e provare in prima persona, cosa da me consigliata, o aspettare il mio ritorno... mi hanno spedita ad assaggiare le specialità di un'altra splendida isola. Quale? ... è ancora top secret ma sto ancora masticando! - LL
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CICLADI
SOGNO DI FINE ESTATE {Per chi ha ancora voglia di mare} 50
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Storia di LAVINIA MARTELLA
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CICLADI
on esiste un altro posto al mondo dove i colori della bandiera nazionale vengono interpretati e vissuti così alla lettera. Alle Cicladi, l’azzurro e il bianco sono costanti compagni di viaggio, note di colore presenti in tutte le isole dell’arcipelago, circa 220 fra piccoli paradisi disabitati e grandi terre animate da una frenetica movida. Come Mykonos, la prima che Islands ha visitato, ma l’unica del nostro mini-tour a far parte del tradizionale circuito di chi sceglie le isole greche come meta per una vacanza. Soprannominata ‘isola del vento’ per via della forte brezza marina - il Meltemi - che la lambisce costantemente e spesso violentemente, questa splendida isola gode nel mese di settembre, quando il vento si placa, di un clima assolutamente gradevole. Nelle altre due splendide tappe del nostro viaggio, Paros e Ios, il dio Eolo soffia con meno intensità: la prima rimane luogo d’elezione per praticare windsurf, ma per chi è alle prime armi e non ha ancora la capacità di destreggiarsi con il Meltemi mentre la seconda è un paradiso per chi, di sabbia negli occhi, non ne vuol sentir parlare… e ama solo distendersi al sole, di fronte a un mare e a una terra incontaminati.
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Andros
Kea
Tinos
Mikonos Kytnos Rinia
Syros
Naxos
Seryfos
Donoussa
Paros Sifnos
Koufonissi
Antiparos Kimolos
Keros Iraklia
Sikinos
Amorgos Ios
Milos
Folegandros Anafi
Santorini Thira
TRE ISOLE PER TUTTI I GUSTI
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MYKONOS La fama di Mykonos inizia subito dopo la Seconda guerra mondiale, quando l’isola diventa il rifugio preferito degli ateniesi più benestanti, di attori, cantanti, vip di ogni genere e anche della comunità gay, che ancora oggi frequenta massicciamente l’isola: terra di amore libero, aperta anche al nudismo. Nei ‘beach club’, infatti non è infrequente incontrare vicini d’ombrellone molto diversi fra loro: famiglie, coppie etero e omosessuali o gruppi di amici…senza costumi addosso. Ancora oggi a Mykonos, i greci che hanno resistito alla crisi economica, si fanno costruire la seconda o terza casa per le vacanze. PAROS Da quest’isola gli artisti dell’antica Grecia prelevavano il tipico marmo bianco a grana fine, detto ‘marmo pario’, per creare le sculture che ancora oggi vengono ammirate nei musei di tutto il mondo. Alcuni esempi? La Venere di Milo, la Nike di Samotracia o
l’Ermes di Prassitele. Di marmo oggi non c’è più traccia, ma l’isola è diventata una meta amatissima dai turisti italiani che trovano, nel centro abitato di Naoussa, il loro habitat naturale fatto di bar e ristorantini sul porto, negozi chic e locali alla moda per un aperitivo. E poi è sempre possibile immergere i piedi (e non solo) nell’acqua del mare…ovviamente mentre si sorseggia un favoloso drink. IOS Da isola del vizio e della perdizione, fama acquisita negli anni ‘80 e ‘90, seguita poi da quella di luogo preferito dagli adolescenti per le prime vacanze senza genitori, oggi Ios si avvia a diventare quello che è destinata ad essere: un paradiso di lusso. Strutture da mille e una notte e servizi, come il trasporto diretto da Atene in idrovolante, ne faranno una meta prestigiosa più di quanto non lo sia già. Affacciarsi ed ammirare i suoi panorami mozzafiato è di per sé qualcosa per cui ringraziare qualsiasi Dio in cui si creda…o mamma e papà!
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Pronti a scoprire le spiagge più belle
sogno aprendo i primi alberghi a Mykonos - questo bellissimo ed esclusivo hotel offre due piscine con acqua salata, una Spa con tantissimi trattamenti, una spiaggia privata, un servizio di trasporto in elicottero o in jet privato per clienti vip e un ristorante sopraffino per gustare le specialità greche… deliziose!
COURTESY MYKONIAN IMPERIAL RESORT
Il rifugio dei VIP
Sulla spiaggia più bella di Mykonos, quella di Elia, sorge il Myconiam Imperial Resort, considerato dagli abitanti dell’isola uno fra gli hotel ‘top 5’ del luogo. Facente parte dei Leadings Hotels of the World e della catena ‘Myconian’, voluta nel 1979 da George Daktylides - pioniere delle costruzioni dell’epoca che ha realizzato il suo
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MYKONOS
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Le spiagge di Mykonos Si parte da un piccolo gioiello che ci viene suggerito da Mikis, greco di Salonicco che durante il periodo estivo lavora in uno dei beach club più alla moda di Mykonos. “Qualche anno fa – ci svela – un giornalista che era venuto qui per scrivere una guida dell’isola, ha deciso di incamminarsi ad est di Agios Ioannis, la baia più occidentale che si affaccia su Delos. Stanco delle solite spiagge indicate come le più frequentate o le più famose, si è messo alla ricerca di qualche caletta sconosciuta. Alla fine è riuscito nel suo intento scoprendo la cala di Kapari, fino ad allora ignota ai turisti che venivano a trascorrere le vacanze a Mykonos. Naturalmente questa meraviglia è stata poi citata nella sua guida, così il segreto è stato svelato ed oggi molte persone considerano questa spiaggia, la loro preferita sull’isola. Risultato: non è più una spiaggia deserta…ma certamente è la meno frequentata di tutte. Ah! Ricordatevi di portare con voi ombrellone, telo da mare e acqua, lì non ci sono chioschi né bar, né beach club che offrono lettini!”. Fra le spiagge scelte e provate da Islands c’è poi Ftelia, la preferita da chi pratica windsurf e Kalo Livadi, adiacente e simile alla spiaggia di Elia, considerata fra le più belle dell’isola per colori del mare, consistenza della sabbia, possibilità di riparo dal vento e attrezzatura. Ancora Tourlos e Agios Stefanos, ubicate a nord di Chora, la capitale di Mykonos. E dulcis in fundo la mezzaluna dorata: Paradise Beach, sulla quale in alta stagione non si riesce a trovare nemmeno un rettangolino di sabbia su cui sedersi. Ma, a giugno e a settembre, non potrete non farci un salto e godervene la sua splendida essenza.
PINKY BEACH Una somma senza eguali di relax, lusso, gusto e divertimento. Il Super Paradise Beach, il beach club sulla spiaggia più alla moda dell’isola, offre un ristorante veramente eccelso. Aragosta e tartufi, insieme al risotto Pinky, i piatti più richiesti. E per i clienti vip, un servizio navetta con Hummer… rigorosamente rosa! 56
NUDISMO Questa è l’isola della trasgressione, dove pare non ci siano regole. Figuriamoci allora se non sia possibile trovare spiagge naturiste. In realtà lo sono un po’ tutte, ma se si vuole esser certi di trovare altri naturisti convinti, bisogna andare nella parte est di Elia, a Paradise Beach o a Super Paradise Beach.
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L'hotel dei surfisti
MOVIDA Vuoi divertirti? Vai a Paradise Beach, il cuore pulsante della leggendaria movida da spiaggia di Mykonos. Musica techno a tutto volume, presente ad ogni ora del giorno e della notte. Quando chiudono i locali in città, la folla di nottambuli si riversa qui, trasformando la spiaggia in una discoteca notturna, dove si balla finché non sorge il sole.
MANTO SQUARE Irrinunciabile…una cena nella piazza principale della città. Alla Taverna Antonini potrete assaporare piatti leggeri e gustosi. Se invece siete alla ricerca di un’alternativa più chic provate il ristorante Capari. Poco distante troverete il Salparo Seafood, locale di famiglia con le ricette di nonna Petrulla Skagias Galounis. Da provare il polpo essiccato al sole e cucinato alla griglia. 57
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I sapori di Paros
Il paradiso dei surfisti
COURTESY HOTEL SAINT GEORGE
Adiacente alla famosa Golden Beach, frequentata dagli amanti del wind-surf, si trova New Golden Beach, la nuova spiaggia d’oro, una splendida insenatura su cui sorge, presentandosi con una forma di un fiero anfiteatro greco, l’Hotel Saint George di Paros. Questo albergo, situato in una posizione tranquilla sul lungomare, si è imposto ormai da qualche anno come la scelta numero uno per i surfisti economicamente ‘distratti’, che non si accontentano delle strutture con meno pretese presenti nei dintorni. Varie le tipologie di stanze, incluse suite vista mare e vasca jacuzzi e camere familiari con vista diretta sul giardino o sulla piscina per tenere d’occhio i bambini. A completare l’offerta un ristorante tipico greco e una chiesetta ortodossa privata in cui poter celebrare matrimoni.
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PAROS
Un attimo di relax
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Le ricette di Stella Stella Fyrogeni è una donna dalle mille risorse. E nel suo caso non è un modo di dire…se le contassimo, forse sarebbero più di mille. Possiede i Margarita’s Studios, piccolo ma grazioso hotel nel cuore di Paros e fa anche parte del comitato di promozione turistica dell’isola. Ma tra tutto, quello che sicuramente spicca, è che è una cuoca impareggiabile. E per non farsi mancare nulla tiene anche delle lezioni di cucina, richiestissime sia dalle
donne dell'isola che dalle turiste. A bordo della piscina dei suoi Studios, ci ha fatto assaggiare alcune delle sue specialità. Impossibile dire quale sia il piatto più gustoso, ma di alcuni siamo riusciti ad ottenere, in gran segreto, la ricetta. La prima è quella dello tzatziki, la tipica salsa greca che è impossibile non assaggiare in terra ellenica. "Si fa utilizzando come base lo yogurt greco con grassi al 10% - spiega Stella – e unendo a proprio
piacimento cetrioli tagliati a pezzettini, aglio, olio, sale e pepe. Il segreto è che il cetriolo deve essere privato completamente dell'acqua". Per le sopraffine zucchine fritte o 'zucchini balls' servono "ortaggi freschi, cipolla, formaggio di consistenta dura, due uova, mezzo bicchiere di farina per torte, un pizzico di menta, sale e pepe: si creano delle palline mischiando tutti gli ingredienti e si cucinano per qualche secondo in olio bollente". 61
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YOGA E TANTRA A PAROS Tao’s è l’unico centro yoga delle Cicladi ed è dotato della più ampia sala tatami d’Europa: una sorta di Mecca per chi ama questa disciplina e viene a Paros per le vacanze. Gestito dall’israeliano Ran Dagan, per settembre propone un ricchissimo calendario di eventi fra concerti, lezioni e seminari, anche molto particolari. Un assaggio? Marie Ginette e Benoit Paquette insegneranno il tantra, una disciplina strettamente legata alla yoga, in grado di garantire a chi lo pratica un miglioramento della sessualità nei rapporti amorosi, raggiungendo picchi di estasi e di piacere. Tutti probabilmente avranno sentito parlare dei risultati ottenuti dal cantante Sting e da sua moglie. Leggenda o realtà? Provare per credere! 62
PAROS
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Una cena con amici
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Ios oltre la Perdizione
SPIAGGE Molte delle spiagge più belle si raggiungono solo via mare, ma ve ne sono altre, altrettanto splendide, alle quali è più facile accedervi. Come Koumbara, dove ha aperto l’omonimo ristorante a cui diamo 10 e lode. Agia Theodhoti dalle acque smeraldo, Psathi Bay spesso deserta e Maganari Beach meno affollata di Mylopotas. 64
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A tavola con Michalis Petropoulos, il sindaco-farmacista di Ios, sua moglie Maria e i suoi migliori amici Billy e Rania, rispettivamente il veterinario e il medico radiologo dell’isola. L’atmosfera non si avvicina nemmeno lontanamente a quella di un incontro formale. Vogliono innanzitutto farci sentire a nostro agio e sfoderano un italiano che nel caso di Michalis e Rania è davvero perfetto (hanno fatto l’università a Genova e a Roma), mentre Billy e Maria seguono il discorso annuendo: capiscono tutto, ma non parlano la nostra lingua. Al centro della tavola, tutte le specialità dell’isola, delicate e saporite, cucinate per noi dalla taverna Pithari. Rania e Billy ci raccontano che, grazie al fatto che parlano altre lingue, spesso Michalis li porta con se alle fiere di turismo per promuovere il nuovo volto di Ios: non più ombelico del mondo per lo sballo estivo dei giovanissimi, ma luogo per un turismo raffinato, per chi ama la natura e il mare. “Anche se le persone ancora ci domandano se sia un posto sicuro per mandare in vacanza i loro figli – spiega Michalis – noi rispondiamo che questo è l’ultimo paradiso in terra. Che non è più un luogo di perdizione, ma è destinato ad accogliere sempre più turisti alla ricerca di qualcosa di speciale. Ed è importante far notare che quest’isola, essendo più a sud delle altre Cicladi, ha un clima estivo per tutto settembre, ottobre e metà novembre”. Attraversando la spina dorsale dell’isola, una strada asfaltata di 25 chilometri, ci rendiamo conto che il sindaco aveva ragione: questo è un paradiso. Per lunghe distanze si gode del solo panorama naturale di rocce, mare e cielo. Non ci sono edifici né cantieri ma solo caprette che pascolano per produrre il famoso latte da cui si ricava un idilliaco formaggio e chiese dal tetto azzurro o bianco (oltre 400 in tutta l’isola). Fra l’altro, Ios è sempre più scelta dalle coppie come ‘alternativa’ per celebrare un matrimonio: siamo a quota 15 l’anno contro i 500 di Santorini, la meta nuziale per eccellenza, ma scommettiamo che aumenteranno.
ALTRI HOTEL DI LUSSO A Ios, oltre al Liostasi, sorgono altri due hotel di lusso. Il Levantes Boutique Hotel, a gestione familiare, affacciato maestosamente sulla spiaggia di Mylopotas e il Dionysos Sea Side Resort, direttamente sulla spiaggia di Mylopotas, le cui stanze sono distribuite lungo un rigoglioso giardino. Un Eden dentro l’Eden.
Un consiglio per la luna di miele
LA FABBRICA DI FORMAGGIO Sulla strada per Psathi e Manganari, c'è un piccolo tesoro di Ios: la fabbrica comunale di formaggio. Qui gli allevatori dell’isola portano il latte che mungono ogni giorno dalle loro capre per la produzione del morbido Ksinotiri, formaggio utilizzato nelle insalate come alternativa alla più salata e comune Feta.
LIQUORI TIPICI Anche a Ios, per tradizione, a fine pasto vengono servite bevande tipiche e davvero imperdibili. Il Rakomelo, grappa greca 'Raki' con miele disciolto, servita sia calda che fredda e la Mastika, grappa a basso contenuto di alcol, ottenuta da una gomma resinosa proveniente dall’albero Pistacia lentiscus. 65
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PICCOLI LUSSI “Il luogo dove sorge Ios”. Questa è una delle possibili traduzioni di Liostasi, il nome dell’hotel più lussuoso della nostra ultima isola, che non a caso fa parte degli Small Leadings Hotels of the World. L’ingresso è nascosto da un rigoroso uliveto che impedisce ai curiosi la vista del cuore pulsante della struttura: la magnifica piscina a picco sul porto di Ios, dalla quale si può ammirare il miglior tramonto di tutta l’isola, o almeno un tramonto che può competere con quello che si gode dalla chiesetta di Panagia Gremniotisa. “I nostri clienti spesso scelgono di non andare nemmeno in spiaggia e di trascorrere la giornata qui in piscina”, ci confessa la manager Anastasia Pappa. Un hotel scelto soprattutto da coppie in luna di miele, e che…non accoglie volentieri famiglie rumorose. Ai servizi della Spa (hammam con vista sul mare; massaggi di ogni tipo; il Gold Liostasi Treatment consistente in esfoliazione ed idratazione di tutto il corpo e l’After Sun Treatment con impacchi di ghiaccio e maschera allo yogurt) si aggiunge un ristorante frequentato anche da clienti esterni, il Grandma’s che propone tutte le ricette tipiche greche ‘della nonna’ rivisitate in chiave fresca e moderna.
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C O U R T E S Y H O T E L L I O S TA S Y
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IL TOP DEI CARAIBI All-Inclusive BAHAMAS
Vi daranno dei mezzi per muovervi
R I V I E R A M AYA
Il cibo non può essere davvero tutto incluso
GIAMAICA
Shh... Sentite quello che non riusciamo a sentire noi?
LE GRENADINE
La bandiera segreta la dice tutta
P U N TA C A N A
Saltate il buffet prima di fare questo
“Sorpresa!” Questa è una parola usata raramente in una conversazione quando si parla di All-Inclusive. Ma guardate cosa abbiamo trovato. Un posto in cui ci lanciano la chiave della stanza – e una chiave per la barca; dove il servizio in camera è tramite Mini Moke e rimanere bloccati è un piacere. Abbiamo anche provato due Hard Rock. 69
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Tutto solo, ma...
P E T I T S T. V I N C E N T, S T. V I N C E N T E L E G R E N A D I N E
Ci vuole circa una giornata piena per raggiungere questo posto. La lunga traversata verso la piccola isola di Petit St. Vincent mi garantisce che rimarrò isolato tra le splendide isolette vicino a Tobago Cays. Giungo alla mia villa in pietra, arroccata su una collinetta che affaccia sulla spiaggia. Beh sicuramente ci saranno altre ville qui, probabilmente altre persone, ma non posso esserne certo. Di certo non sanno della mia presenza e io della loro. Non sono nemmeno sicuro che lo staff si sia accorto che sono arrivato, fino a che non trovo una piccola bandiera gialla vicino ad un taccuino. Quando alzo la bandiera, arrivano con una Mini Moke per soddisfare la mia richiesta. Poco dopo arriva un vassoio con una conchiglia e dei molluschi e ancora, sempre tramite quella buffa macchinina, pappardelle al pesto. Ăˆ quasi come avere un genio della lampada. – Zach Stovall
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Li abbiamo scelti così
SI BASA TUTTO SU QUATTRO MUST... ED UNA ENORME SORPRESA
Cerchiamo l’avventura, i posti più isolati. Ma non siamo bravi con gli All-Inclusive. Non intendo i resort classici, ma quelli che saziano la nostra fame di scoperta. Più un’isola è isolata dal mondo esterno, più troviamo posti che coprono tutte le necessita: pasti, bibite ed attività. In particolare è così nei Caraibi. Il fotografo di isole Zach Stovall ha girato ogni parte della regione. Le sue scelte migliori che troverete nelle pagine seguenti si basano su questi quattro criteri: Contesti unici - non è divertente camminare dalla mia stanza verso la spiaggia e essere fermato da persone che cercano di vendermi una collana fatta a mano. Viaggiare significa liberar liberarsi dalle pressioni. Quindi gli all-inclusive ideali che ho scelto vanno oltre le mura per guardare e respirare.
Attività esterne – Guardate alla lista delle attività. Alla parola “snorkeling” dovrebbe seguire qualcosa come “con balene e squali”. Dimenticate il paracadute. Provate a volare su un trapezio o a giocare a cricket con i bambini del posto. Sono via da casa e voglio accorgermene. Cucina locale – i toast a volontà non sono male. Ma quello che spicca per me è mousse Messicana al cioccolato con salsa di poblano o una tortina di amaranto e semi di zucca servita con salsa di caramello al rum.
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Non resort fotocopia – date un’occhiata al confronto degli Hard Rock nelle pagine seguenti. Stesso nome, posti totalmente differenti. Un villaggio all-inclusive dovrebbe avere almeno un “wow”. Una piscina nella giungla. Una veranda sulla spiaggia. Un qualcosa di unico.
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Dove gli umani possono volare CLUB MED, PUNTA CANA
Punti di forza: guida una macchina da golf sulle spiagge della Repubblica Dominicana; nuota in piscine naturali; prendi lezioni con il trapezio
Da esperto di villaggi, il Club Med sa cosa vogliono i vacanzieri: tutto. E la nuova area luxury del Tiara ha tutto: qualunque comfort di un grande resort ma in un’atmosfera intima.Non si scherza qui. In realtà mi dimentico che mi trovo sulla parte di Punta Cana che ha reso la regione della Repubblica Dominicana la patria dei villaggi, con la più alta concentrazione nei Caraibi (ce ne sono più di 40). Sotto l’ombra di una piantagione di cocco, mi siedo sulla spiaggia del Club Med: un’insenatura protetta dal sole grazie alla ricca infinità di palme. Sono molto rilassato, ma a volte viaggiare risveglia in me un bisogno di adrenalina. Un sentiero sinuoso separa la spiaggia dal grande prato in cui vado a seguire una lezione di arte del trapezio. Ok, ne ho avuto abbastanza…ritorno in spiaggia. - ZS
4:27 da Chicago
3:46 da NY
2:15 da Miami
• Punta Cana
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IN PILLOLE Tariffe a partire da 630 € a persona in doppia per 7 notti. Include a scelta tra stanza deluxe o club, pensione completa, bibite ed assistenza per bambini.
Dal Club Med Punta Cana, l’aeroporto si trova a poco più di un chilometro di distanza.
ALL INCLUSIVE SORPRENDENTI
Non il solito Buffet
GRAND VELAS, RIVIERA MAyA Punti di forza: tour culinario di 8 ristoranti, cibo sempre disponibile in camera, pacchetto di attività speciali nella giungla
4:10 da NY 2:20 da Houston
1:45 da Miami • Cancun
IN PILLOLE Le tariffe per notte partono da 275 € a persona per la casetta Zen Grand. Non c’è un numero minimo di notti richiesto a questo prezzo e tasse e mance sono incluse.
L’aeroporto di Cancun è a 35 minuti a nord del Grand Velas Riviera Maya. Potete organizzarvi con il concierge del resort o prendere un taxi.
Non è possibile che questo sia un villaggio – è quello che ho pensato quando ho aperto la porta della mia spaziosa e moderna suite. L’arredamento viene direttamente da una mostra di qualche designer. E vicino la veranda c’è una piccola piscina. È tutto mio per un paio di giorni…veramente? Prima di rinfrescarmi credo che prenderò un goccio di tequila Don Julio con una fetta di lime e sale. Sapete, ho un certo appetito. I villaggi sono fatti per momenti come questo. Mi aspetto quasi un buffet tiepido, invece ho l’occasione di assaggiare una spigola Cilena con salsa di pasilla piccante e croccanti chapulines (cavallette) fritte, cozze, chorizo grigliato e riso nero. E ho ancora quel dubbio: è davvero tutto incluso? -ZS
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Suoni indimenticabili
COUPLES TOWER ISLE, GIAMAICA Punti di forza: escursione alle cascate del fiume Dunn; gita in catamarano al tramonto; assistenza in spiaggia; golf e snorkeling sulla barriera corallina
Innanzitutto, diciamolo tutti insieme: amiamo i bambini. Veramente. Soprattutto i nostri, se sapete cosa intendo. Quindi capirete cosa sto dicendo sul Couples Tower Isle, vicino Ocho Rios, un resort dove è difficile sentire qualcosa di più rumoroso di una forchetta che sbatte su un piatto da dessert. In realtà, all’inizio, è un po’ strano non sentire le parole “Marco! Polo!” o “Noah… quante volte ti ho detto di allontanarti dalla candela!” Il posto è, come suggerisce il nome, esclusivamente per adulti. Ciò significa totale assenza di punti esclamativi, a meno che non si inizi con un Martini. Anche se sono molto tentato a lasciarmi andare, mi trattengo dal fare acrobazie dal trampolino della piscina prima di nuotare verso il bar e nel raccontare storie di snorkeling davanti ad un sorbetto di mango e vodka. E solo al tramonto, dopo aver fatto surf, mi siedo sulla spiaggia per ascoltare la musica dei tamburi e per sorseggiare un ottimo drink. È un suono che tutti dovrebbero amare, non importa l’età. – ZS
3:30 da Dallas
4:50 da New york 1:40 da Miami
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Giamaica
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IN PILLOLE Le tariffe a notte partono da 255 € per le coppie, con un minimo di tre notti. Non ci sono tasse o mance in più. Voli diretti da Londra e dagli Stati Uniti a Montego Bay.
Il transfer da Montego Bay al villaggio è di circa un’ora. Ma i drink all’aeroporto fanno parte del pacchetto, quindi l'All-Inclusive in realtà inizia lì.
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Un mazzo di chiavi in più FOWL CAY, BAHAMAS
Punti di forza: una barca con carburante illimitato; una macchina da golf senza limiti; una cucina con cibo a volontà
E' chiaro che mi serve una tasca abbastanza grande. In questa stupenda isola privata delle Bahamas, chiamata Exuma, mi hanno dato la chiave della villa, quella di un'auto da golf e addirittura di una barca da 6 metri. Mi avranno scambiato per qualcuno di importante! E poi cos'altro? La barca ha un frigo pieno di bibite, inclusa la Kalik? Con questo, sono libero di andare e vedere se Exuma ha davvero 365 cale, isolotti ed isole come si dice. Inizio ad allontanarmi dal molo, quando un uomo dell'isola mi suggerisce di puntare la bussola su Guana Cay. "Dai da mangiare alle iguane", mi dice, "e prendi il pranzo per te". Cosa che faccio, gentile concessione dello chef del Fowl Cay. Ma durante la strada mi ritrovo di fronte ad una serie di isole con un facile accesso sulla spiaggia. Continuo a navigare fino a che non ne trovo una che è totalmente deserta…e mia. –ZS
2:58 da New york 3:03 da Houston 0:55 da Miami
• Nassau
IN PILLOLE Le tariffe partono da 1.150 € a notte con un minimo di 5 notti. Tutte le ville sono proprio vicine alle acque del mare più belle al mondo.
Molti ospiti volano direttamente a Nassau. Da lì 40 minuti alla pista di Staniel Cay. Sono poi 7 minuti di barca dalla pista al resort di Fowl Cay.
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Hard Rock vs. Hard Rock
700 mq
MUSICA
CIBO
SPA E PISCINE
CAMERE
PUNTA CANA
Mangiare così per due volte di seguito sarebbe assurdo. In realtà non abbiamo nemmeno mangiato nello stesso posto due volte. Ci sono nove ristoranti senza contare gli ordini in piscina, in spiaggia o in camera.
Roba Rock
IL MENU DEL SERVIZIO IN CAMERA INCLUDE 20 CHITARRE FENDER CON AMPLIFICATORI E CUFFIE. SONO ANCHE DISPONIBILI LEZIONI.
CANCUN
La grandezza della "Rock Star Suite", il massimo di questo resort da 1.790 camere.
La grandezza della "Rock Star Suite" di Cancun, la punta di diamante di questo resort sulla spiaggia da 601 camere.
La varietà di piscine è lunga quanto una carta di vini. Ci sono 12 piscine, tre con gli scivoli, una per stare tranquilli (Library) e una per rilassarsi (Eden Pool). La spa include 35 suite, una stanza di ghiaccio e trattamenti di idroterapia.
La piscina stile laguna con DJ si trova nel cuore del resort. Ci sono due bar a bordo piscina ed attrezzatura per basket e pallavolo. La Rock Spa ha 16 stanze, ma noi preferiamo il trattamento all'esterno in una delle palapas con aria condizionata.
ore
23
ORARIO DI CHIUSURA DI ALCUNI RISTORANTI
11
IL NUMERO
DEI BAR E DEI RISTORANTI
230 mq
Mangiare diventa un'esperienza internazionale. Gli chef sono specializzati in cibo Italiano, Asiatico, Ar Argentino, Messicano... e in bistecche. C'è anche un buffet all'aperto ed un tavolo teppanyaki (alla piastra) per coloro che volessero veder cucinare dal vivo.
Rock Stars
LA LISTA DI OSPITI MENTRE C'ERAVAMO NOI INCLUDEVA I GOO GOO DOLLS E FLORIDA - UN PICCOLO ASSAGGIO DI QUELLO CHE VI ASPETTA.
VINCITORE: HARD ROCK DI PUNTA CANA, SPACCA LEGGERMENTE DI PIÙ. 78
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Nessun spring breaker in vista ME BY MELIA, CANCUN
Punti di forza: 3.000 mq di spa, piscine solo per adulti, vista oceano (alba o tramonto) da ogni suite
La cultura festaiola di Cancun non ha una buona reputazione tra i viaggiatori poiché, durante lo spring break, questa città viene presa letteralmente d’assalto dagli studenti americani.
Ma non tutti i party hanno la stessa bandiera. In questo villaggio tutto incluso, elegante ritiro sulla spiaggia, è come se South Beach si incrociasse con South of the Border. Le sculture dell'artista messicano Yuri Zatarain riempiono ogni open space e l’architettura con le sue linee moderne e pulite guida verso paesaggi sconfinati. E' facile per me rilassarsi su un divano letto mentre ascolto sonorità latine - e questi festaioli che mi circondano sono dei veri professionisti. - ZS
Viaggio e isola privata tutto in uno PALM ISLAND, GRENADINE
Punti di forza: viaggi organizzati a St. Vincent, crociera al tramonto con champagne, pic-nic sulla spiaggia e croquet
CANCUN IN PILLOLE
LE ROVINE MAYA SI TROVANO VICINO L'HOTEL. EL REY È LA PIÙ GRANDE.
240
sono i giorni di sole all'anno a Cancun. E la temperatura media è di 30, perfetti, gradi.
La maggior parte delle storie di naufragi inizia nel bel mezzo dell'oceano per poi concludersi su una sperduta isola fatta di sabbia bianca, alte palme da cocco e circondata da una limpida acqua color zaffiro. È esattamente così ed è chiamata Palm Island. La mia storia su quest'isola, è quella di un naufragio volontario, dove ai naufraghi come me vengono offerti cocktails di fronte alla spiaggia e cosci di pollo, dove 43 stanze sono raggruppate sotto
SOLO TRE ERANO I RESIDENTI CHE VIVEV VANO QUI QUANDO, NEL 1970, INIZIÒ LO SVILUPPO DELL'AREA DEL VILLAGGIO. ORA SONO PIÙ DI 700.000.
una piantagione di più di mille palme, e dove posso pedalare con una bici da spiaggia per tutti i 55 ettari dell'isola. Durante una delle mie passeggiate in bici, finisco in un lato isolato e selvaggio dell'isola, in cui una semplice pedalata mi regala il migliore panorama delle lontane insenature di Tobago. È come se fossi stato catapultato e felicemente scagliato via dall'isola dei turisti, lontano dagli all-inclusive. Oh aspettate, questo lo è. ZS
GRENADINE IN PILLOLE JOHNNY DEPP HA FATTO PIÙ DI UNA COMPARSA QUI NEI PANNI DEL CAPITANO JACK SPARROW, DURANTE LE RIPRESE DEI TRE CAPITOLI DI PIRATI DEI CARAIBI.
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1.200 mt è l'altezza de La Soufriere, un vulcano attivo a Kingstown, la capitale. L'ultima volta ha eruttato nel 1979.
LE PIANTAGIONI DI BANANE DANNO LAVORO AL 60% DEGLI AGRICOLTORI DELL'ISOLA.
A L L- I N C LU S I V E S O R PR E N D E N T I
Costume obbligatorio SANDALS, NEGRIL
Punti di forza: barche con fondo di vetro, loft con soppalco, maggiordomi
Bistecca sulla spiaggia IBEROSTAR, PUNTA CANA
Il concetto di bar in acqua è stato favorito dagli all-inclusive per decenni, in quanto riduce spesso la lunga distanza tra alcol e relax. La mia suite Crystal Lagoon, al Sandals di Negril, acquista punti…molti punti. È una camera sull'acqua, che affaccia proprio sulla veranda. Scendo dal mio sontuoso letto a baldacchino, salto fuori ed...eccomi qua! Un maggiordomo del Sandals si assicura che io abbia ricevuto tutto ciò di cui ho bisogno (cosa potrei desiderare di più di una stanza sull'acqua) e mi lascia godere il mio paradiso. E proprio quando inizio a domandarmi dove sia andato a finire il bar sull'acqua, realizzo che il mini bar è molto più vicino. –ZS
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Punti di forza: certificati subacquei PADI, attività 24 h su 24, strada stile Dominicano per lo shopping JAMAICA IN PILLOLE
Considerare Punta Cana come un’oasi segreta di all-inclusive, è come dire che ogni cosa è piccola in Texas. Questa infinita striscia di grandi resort, lungo questo tratto di costa della Repubblica Dominicana, si è sviluppata seguendo un unico e semplice concetto: relax. E il complesso dei quattro resort dell’Iberostar, lo esibisce orgogliosamente in forma d'arte. Esempio: sotto al mio ombrellone di paglia sulla dorata Bavaro Beach, con il dolce fruscio delle palme e un continuo rifornimento di birre Presidente ghiacciate, è stata una lotta alzarsi e trovare La Cana, la steakhouse sulla spiaggia e la Discoteca DC-6, il club con un vero aereo DC-6 dentro. Qui fanno sembrare tutto facile.- ZS
PRIMO PAESE CARAIBICO A LANCIARE UN SITO WEB.
NERO, VERDE ED ORO DECORANO LA BANDIERA - L'UNICA AL MONDO A NON CONDIVIDERE NULLA CON LA VECCHIA GLORIA.
REPUBBLICA DOMINICANA IN PILLOLE
800mila
il numero di bambini che giocano a baseball nella Repubblica Dominicana. Molti puntano ad arrivare alle Major Leagues.
A 3.000 METRI IL PICO DUARTE, NELLA REPUBBLICA DOMINICANA, È IL PUNTO PIÙ ALTO DI TUTTI I CARAIBI.
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