In ricordo di
tutte le Vittime delle mafie
Un fiore contro la mafia Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie www.libera.it - libera.lombardia@aclimilano.com Realizzato e stampato in proprio a cura di OMILEGIS (Osservatorio Milanese sulla LegalitĂ e Giustizia Sociale), www.omilegis.org - Milano maggio 2004 1
Le vittime della mafia dagli anni sessanta ai giorni nostri 30 giugno 1963, Ciaculli (PA) Al culmine della prima guerra di mafia, l’esplosione di una carica di tritolo collocata all’interno di una vettura, posteggiata nei pressi della villa della famiglia Greco, provoca una strage. Muoiono sette esponenti delle forze dell’ordine: il maresciallo della Polizia Silvio Corrao, il tenente dei carabinieri Mario Malausa e il maresciallo dell’Arma Calogero Vaccaro, i carabinieri Eugenio Altomare e Mario Farbelli, il maresciallo dell’Esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci. La successiva offensiva dello Stato italiano spinge le cosche a sciogliere la Commissione e a rendere meno visibile la propria soffocante presenza criminale.
estorsori, il carabiniere Orazio Costantino viene assassinato da Antonio Parisi, uomo d’onore della cosca locale. 16 settembre 1970, Palermo Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora” di Palermo, è rapito da tre uomini sotto la propria abitazione. Il suo corpo non sarà mai più ritrovato. A più di vent’anni dalla scomparsa, alcuni collaboratori di giustizia hanno confermato l’eliminazione di De Mauro, eseguita dalla mafia, oltre che a proprio vantaggio, anche a favore degli oscuri interessi messi in pericolo dagli sviluppi della sua inchiesta giornalistica sul caso Mattei.
5 maggio 1971, Palermo All’uscita dal cimitero, dopo la consueta 24 marzo 1966, Tusa (ME) visita resa alla tomba della moglie, il proViene ucciso Carmelo Battaglia, com- curatore capo della Repubblica Pietro battivo sindacalista e assessore comuna- Scaglione cade vittima di un agguato tele nella locale giunta di sinistra. sogli dai corleonesi in via Cipressi. Con lui rimane ucciso anche l’autista Antonio 27 aprile 1969, Altavilla Milicia (PA) Lo Russo. Alla notizia della morte di ScaDurante un’operazione condotta dalle glione, tornano ad essere alimentati con forze dell’ordine contro una banda di forza i sospetti di sue possibili collusioni 2
con alcune famiglie del palermitano.
binari della linea ferroviaria Palermo - Trapani è rinvenuto il cadavere 10 gennaio 1974, Palerdilaniato di Giuseppe mo Impastato. In una prima Il maresciallo di P.S. fase delle indagini, vieAngelo Sorino, ormai in ne avanzato il sospetto pensione, viene assassiche l’esponente della nato nel quartiere San sinistra extraparlamentaLorenzo. re possa essere rimasto vittima dell’ordigno da 2 luglio 1975, Palermo lui stesso innescato. La Il poliziotto Gaetano difficile e tormentata Cappiello muore nella sparatoria con i inchiesta, riaperta ancora ultimamente, ha sequestratori dell’imprenditore Angelo invece confermato come Impastato in Randazzo. realtà abbia pagato con la vita le coraggiose denunce rivolte dalla radio locale 20 agosto 1977, Ficuzza (PA) nei confronti della cosca diretta da GaetaI corleonesi assassinano il colonnello dei no Badalamenti. Carabinieri Giuseppe Russo, congedatosi da pochi mesi, e il suo amico inse- 11 gennaio 1979, Palermo gnante Filippo Costa. A quasi vent’anni Filadelfio Aparo, vicebrigadiere della di distanza, i tre pastori condannati per il Polizia specializzato nella ricerca e nella duplice omicidio sono stati riconosciuti cattura di latitanti, è ucciso a colpi di luinnocenti, grazie alle recenti rivelazioni para in Piazza Tenente Anelli. di alcuni collaboratori di giustizia. 26 gennaio 1979, Palermo 1 dicembre 1977, Palermo Due killer mafiosi uccidono il giornalista I sicari uccidono il maresciallo Attilio Mario Francese, nelle vicinanze della proBonincontro, dirigente dell’ufficio ma- pria abitazione di viale Campania: Frantricola dell’Ucciardone. cese seguiva da anni la cronaca giudiziaria per “Il Giornale di Sicilia”. 26 gennaio 1978, Prizzi (PA) Il vice pretore onorario di Prizzi, Ugo 11 luglio 1979, Milano Triolo viene colpito a tradiL’avvocato Giorgio Ammento davanti alla propria brosoli, commissario liquiabitazione. datore della Banca Privata di proprietà di Michele 9 maggio 1978, Cinisi (PA) Sindona, cade sotto i colpi Nello stesso giorno del ridel killer italo americano trovamento a Roma del corWilliam Arico, in via Mopo di Aldo Moro, ucciso rozzo della Rocca. Amdalla Brigate Rosse, lungo i brosoli muore per non es3
sersi piegato alle minacce del bancarottiere, preoccupato della ricostruzione dei suoi torbidi intrecci con mafia, massoneria e politica, operata con inflessibilità dal professionista milanese. 21 luglio 1979, Palermo Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile palermitana, è ucciso da un killer che lo sorprende di mattina presto in un bar di via Francesco Paolo Blasi. A quasi vent’anni di distanza Leoluca Bagarella è stato condannato all’ergastolo come esecutore materiale dell’omicidio. Giuliano aveva avviato importanti indagini sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
cuso era da più di vent’anni il suo collaboratore più fedele. 10 novembre 1979, Catania Durante il trasferimento del boss Angelo Pavone, i tre carabinieri Giovanni Bellissima, Domenico Mazzara e Salvatore Bologna sono eliminati da un commando mafioso che sequestra e uccide il capo mafia rivale.
6 gennaio 1980, Palermo Piersanti Mattarella, presidente democristiano della Regione Sicilia, viene assassinato da un killer in pieno giorno, mentre con la famiglia stava uscendo dall’abitazione di via Libertà per recarsi alla messa dell’Epifania. A 28 agosto 1979, segnare la fine di Palermo Mattarella fu la Rimane vittima della “lupara bianca” determinazione dimostrata nel porre maCalogero Di Bona, vice comandante no ad una seria opera di moralizzazione delle guardie dell’Ucciardone. nel settore degli appalti pubblici, oggetto da sempre degli interessi mafiosi. 25 settembre 1979, Palermo In via Rutelli cadono sotto i colpi dei 4 maggio 1980, Monreale (PA) killer mafiosi Cesare Terranova e Lenin Emanuele Basile, capitano della locale Mancuso. Terranova, terminata da poco stazione dei Carabinieri, viene ucciso da l’esperienza politica in Parlamento e alla tre sicari mafiosi al termine della procesCommissione Antimafia, per i suoi pre- sione religiosa per la festa patronale del cedenti professionali era ritenuto unani- Crocefisso, proprio quando stava facendo memente il candidato naturale alla guida ritorno a casa in compagnia della moglie dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di e della figlia. Palermo. Il maresciallo della P.S. Man6 agosto 1980, Palermo
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Nella centralissima via Cavour, il procuratore capo della Repubblica di Palermo Gaetano Costa viene ucciso a colpi di pistola: un killer solitario attende al varco il magistrato che si muove a piedi e senza scorta. Costa era stato oggettivamente isolato ed esposto, quando, contro il parere dei suoi sostituti, decise di firmare da solo i mandati di cattura a carico di diversi esponenti della famiglia mafiosa degli Inzerillo. 28 agosto 1980, Carini (PA) La vendetta mafiosa colpisce inesorabilmente l’albergatore Carmelo Jannì, responsabile di avere collaborato con la Polizia, consentendo la cattura di Gerlando Alberti e di alcuni chimici francesi esperti nella raffinazione della morfina per conto delle famiglie siciliane. 10 settembre 1981, Palermo L’autovettura di Vito Jevolella, sottufficiale dell’Arma, viene affiancata da quella dei sicari, che esplodono al suo indirizzo numerosi colpi d’arma da fuoco uccidendolo.
In via Maggiore Galloni viene ucciso Piero Pisa, uno tra i costruttori edili più importanti della città. 26 gennaio 1982, Isola delle Femmine (PA) Nicolò Piombino, carabiniere in pensione, viene ucciso a causa dell’aiuto ancora reso alle forze dell’ordine. 18 marzo 1982, Catania Alfredo Agosta, maresciallo dei Carabinieri, viene colpito a morte in un bar di via Veneto. 30 aprile 1982, Palermo In via Turba cadono per mano di killer mafiosi Pio La Torre, deputato e segretario regionale del PCI e il suo autista Rosario Di Salvo. La Torre fu tra i primi ad intuire la necessità di colpire la mafia nella fase di accumulazione del capitale illecito, lavorando alacremente alla normativa che sarà recepita nell’ordinamento solo dopo la sua morte.
16 giugno 1982, Palermo Nella “strage della circonvallazione”, decisa dai Corleonesi per eliminare il boss catanese Alfio Ferlito, sono uccisi anche i tre carabinieri Luigi Di Barca, Silvano 6 novembre 1981, Palermo Franzolin, Salvatore Raiti e l’autista GiuIn via Cuccia viene assassinato Sebastia- seppe Di Lavore. no Bosio, primario di chirurgia vascolare presso l’Ospedale Civico, forse 12 agosto 1982, Palermo “colpevole” di avere rifiutato alcuni fa- Paolo Giaccone, professore universitario vori ai boss. e medico legale, viene assassinato nei viali del Policlinico: lo stimato professio4 gennaio 1982, Palermo nista si era rifiutato di modificare alcune 5
perizie e rilievi sfavorevoli alla cosca stizia, emerse successivamente in indagini dei Marchese. giudiziarie e disciplinari. 3 settembre 1982, Palermo Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, prefetto di Palermo, la moglie, Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo cadono sotto il fuoco dei killer mafiosi in via Isidoro Carini. Durante la sua permanenza a Palermo, il prefetto aveva richiesto incessantemente che i poteri di coordinamento nella lotta alla mafia a lui assegnati diventassero effettivi, ma ottenne solamente rassicurazioni sterili. 14 novembre 1982, Palermo Calogero Zucchetto, agente di polizia e uomo fidato di Ninni Cassarà, viene assassinato in via Notarbartolo. Zucchetto era apprezzato dai colleghi per l’abilità dimostrata più volte nel seguire le tracce dei latitanti. 25 gennaio 1983, Valderice (TP) Il sostituto procuratore della Repubblica Giangiacomo Ciaccio Montalto, viene sorpreso a tarda notte dai killer mentre stava tornando a casa e ucciso a colpi di pistola. Le qualità professionali di Montalto, impegnato per anni in difficili indagini sulle cosche del trapanese, sono ancor più meritevoli di nota, se si considerano le ambiguità e le collusioni allora caratterizzanti il locale Palazzo di Giu-
13 giugno 1983, Palermo In via Scobar cadono sotto i colpi dei sicari il capitano Mario D’Aleo e i due carabinieri Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. D’Aleo aveva preso il posto di Basile alla guida della compagnia dei CC di Monreale, proseguendo nelle attività di indagine e repressione avviate da Basile. 29 luglio 1983, Palermo L’esplosione di un’autobomba sotto la sua abitazione di via Pipitone Federico, uccide il consigliere istruttore Rocco Chinnici e i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta. Muore anche il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. Con Chinnici, all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo prende avvio l’esperienza del pool antimafia, che tanti risultati produsse successivamente nella lotta alla mafia. 5 gennaio 1984, Catania All’ingresso del teatro Stabile cade per mano mafiosa il giornalista e scrittore Giuseppe Fava, direttore della rivista “I Siciliani”. Fava fu sempre inflessibile nel denunciare le complicità tra la mafia dell’isola ed esponenti del mondo politico ed imprenditoriale, tra cui i famigerati “cavalieri del lavoro” catanesi. 6
7 dicembre 1984, Palermo Dopo un’agonia durata cinque giorni, si spegne in ospedale Leonardo Vitale, il primo uomo d’onore a parlare dell’esistenza della mafia, con una serie di rivelazioni davvero sensazionali per l’epoca in cui furono fatte. Vitale era stato colpito a morte il 2 dicembre, all’uscita della messa: un pesante ammonimento a tutti i mafiosi perché rispettassero la consegna del silenzio, proprio nel momento in cui le confessioni di Buscetta e Contorno iniziavano a sortire i primi effetti. 23 dicembre 1984, San Benedetto Val di Sambro (BO) L’esplosione di una bomba sul rapido 904 Napoli – Milano causa il ferimento di duecento persone e la morte di altre quindici: Giovanbattista Altobelli, Anna Maria Brandi, Angela Calvanese in De Simone, Anna De Simone, Giovanni De Simone, Nicola De Simone, Susanna Cavalli, Lucia Cerrato, Pier Francesco Leoni, Luisella Materazzo, Carmine Moccia, Valeria Moratello, Maria Luigia Morini, Federica Taglialatela, Abramo Vastarella. La Corte di Cassazione ha condannato tra i mandanti il boss Pippo Calò, militanti neofascisti ed esponenti della camorra. La mafia siciliana avrebbe preso parte all’organizzazione del terribile attentato per distogliere l’attenzione delle forze dell’ordine dai suoi traffici illeciti in Sicilia.
23 febbraio 1985, Palermo Ucciso Roberto Parisi, industriale e presidente del Palermo Calcio. Dopo di lui una lunga scia di sangue; vittime altri imprenditori, manager e professionisti, eliminati per non essersi piegati al racket o aver ignorato i criteri stabiliti dalla mafia per l’assegnazione dei lavori: Piero Patti (27 febbraio 1985), Giovanni Carbone (13 marzo 1985), Paolo Bottone (21 gennaio 1986), Francesco Alfano (29 gennaio 1986), Donato Boscia (2 marzo 1988), Luigi Ranieri (14 dicembre 1988), Alessandro Rovetta e Francesco Vecchio (31 ottobre 1990), Paolo Borsellino (21 aprile 1992), Gaetano Giordano (10 dicembre 1992), Giuseppe Borsellino (17 dicembre 1992), Ignazio Panepinto (30 maggio 1994), Calogero Panepinto e Francesco Maniscalco (19 settembre 1994). 2 aprile 1985, Pizzolungo di Erice (TP) L’autobomba destinata ad eliminare il giudice Carlo Palermo provoca invece la morte di Barbara Rizzo Asta e dei suoi due figli gemelli di sei anni, Giuseppe e Salvatore. Arrivato a Trapani solo da poche settimane, il magistrato aveva dovuto lasciare la sede giudiziaria di Trento, tra mille polemiche: qui aveva condotto una 7
pericolosa indagine sul traffico internazionale di armi e droga, dalla quale erano emersi anche alcuni inconfessabili legami tra mafia e politica.
zia ha rivelato che il responsabile dell’atroce delitto, un tossicodipendente spacciatore, venne poi punito e ucciso da Cosa Nostra.
28 luglio 1985, Porticello (PA) Due sicari a viso scoperto uccidono Giuseppe Montana, il capo della sezione della squadra mobile palermitana che si occupava della ricerca e della cattura dei latitanti. La mafia elimina uno dei suoi nemici più pericolosi.
27 agosto 1987, Niscemi (CL) Giuseppe Cotroneo e Rosario Montalto, otto e dodici anni, sono uccisi accidentalmente durante una feroce sparatoria tra bande rivali.
6 agosto 1985, Palermo In via Croce Rossa, cadono sotto una pioggia di proiettili il vice questore Antonino Cassarà e l’agente di scorta Roberto Antiochia. La tragica fine di Cassarà e le polemiche e i trasferimenti successivi alla morte di Salvatore Marino, indiziato per l’omicidio Montana e misteriosamente deceduto all’interno della Questura, portano di fatto all’azzeramento delle professionalità faticosamente costruite all’interno della Polizia palermitana.
12 gennaio 1988, Palermo Due killer uccidono l’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco, politico democristiano discusso e allo stesso tempo autore di numerose denunce contro le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. 14 gennaio 1988, Palermo Dopo essere scampato miracolosamente all’agguato teso a Cassarà tre anni prima, l’agente di polizia Natale Mondo viene ucciso nel quartiere Acquasanta.
14 settembre 1988, Trapani Alberto Giacomelli, già presidente di sezione presso il tribunale di Trapani, viene ucciso. Rimane oscuro il movente del suo 7 ottobre 1986, Palermo omicidio, dopo l’assoluzione nel 1993 dei La pax mafiosa stabilita durante il primo quattro tossicodipendenti condannati inimaxi processo è rotta dalla notizia dell’- zialmente. omicidio di Claudio Domino, 11 anni. Recentemente un collaboratore di giusti- 25 settembre 1988, Canicattì (AG) 8
Lungo la strada che collega Canicattì a Caltanissetta, i sicari della mafia uccidono Antonino Saetta, presidente di Corte d’Appello a Palermo e il figlio Stefano. Saetta era indicato da più parti come il giudice che avrebbe dovuto presiedere la Corte d’Appello nel primo maxi processo alle cosche palermitane.
nunce relative a tangenti e malaffare gli costarono prima un trasferimento, poi l’isolamento e infine la vita.
21 settembre 1990, Agrigento Il giudice Rosario Livatino viene colpito a morte dai killer della cosca di Palma di Montechiaro lungo la statale che collega Agrigento a Caltanissetta. Divenuto trop26 settembre 1988, Valderice (TP) po pericoloso per le cosche dell’agrigentiIl sociologo e giornalista Mauro Rosta- no, Livatino fu barbaramente eliminato da gno, ex leader di “Lotta Continua” e due sicari, individuati grazie alla coragfondatore della comunità di recupero per giosa testimonianza di Piero Nava, occatossicodipendenti “Saman”, viene ucciso sionale testimone oculare dell’omicidio. nelle campagne trapanesi a colpi di pistola e 13 giugno 1991, Cafucile. Ancora oggi si tania indaga sulla fine di RoAssassinato il sindastagno: la tesi più accalista Vincenzo Lecreditata vede il movenonardi. L’omicidio è te dell’omicidio nell’atlegato alle denunce tività di denuncia intrapresentate da Bonsipresa dal sociologo gnore. contro la mafia locale e le sue complicità istitu26 luglio 1991, Pazionali e imprenditorialermo li. Il piccolo Andrea Savoca di quattro 5 agosto 1989, Villaanni viene raggiunto grazia di Carini (PA) dai colpi che i killer sparano per uccidere Vengono assassinati l’agente di polizia il padre, imparentato con la famiglia maAntonino Agostino e la giovane moglie fiosa dei Savoca. Ida Castellucci. 9 agosto 1991, Campo Calabro (RC) 15 marzo 1990, Palermo Su richiesta di Cosa Nostra, un commanEmanuele Piazza, già poliziotto e colla- do della ‘ndrangheta calabrese uccide boratore del SISDE, scompare dalla sua Antonino Scopelliti, il magistrato che abitazione senza lasciare tracce. avrebbe dovuto reggere la pubblica accusa davanti alla Corte di Cassazione nell’9 maggio 1990, Palermo ambito del primo maxi processo. L’integerrimo funzionario regionale Giovanni Bonsignore viene assassinato 29 agosto 1991, Palermo in via Alessio Di Giovanni. Le sue de- L’industriale Libero Grassi, che non si è 9
piegato alle richieste fatte dal racket, viene ucciso in via Alfieri. La sfida di Grassi era divenuta insostenibile per la famiglia dei Madonia, che vedevano in lui un pericoloso esempio per altri imprenditori sottoposti alle medesime vessazioni.
dagine della Procura della Repubblica di Milano relativa alla cosiddetta “Tangentopoli” e gli scrutini per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica contribuiscono ad agitare il mondo politico e l’opinione pubblica.
19 luglio 1992, Palermo A poco meno di due mesi della strage di Capaci, Cosa Nostra torna a colpire i suoi nemici. In via Mariano D’Amelio un’auto carica di esplosivo viene fatta saltare per aria all’arrivo del giudice Paolo Borselli4 aprile 1992, Ano. Con lui grigento muoiono gli aGiuliano Guazzelgenti della Polili, maresciallo delzia Emanuela l’Arma, è assassiLoi, Agostino nato lungo la staCatalano, Walter tale tra Agrigento Eddie Cusina, a Porto EmpedoClaudio Traina e cle. Togliendo di Vincenzo Li Mumezzo Guazzelli, li. Dopo la morte le cosche locali dell’amico, Boreliminano uno sellino era stato degli investigatori candidato da più pericolosi. molti alla guida della Direzione Nazionale Antimafia, la 23 maggio 1992, Capaci (PA) nuova struttura voluta da Falcone per coAll’altezza dello svincolo per Capaci, ordinare la lotta alla mafia. viene fatto saltare per aria un intero tratto dell’autostrada che collega l’aeropor- 26 luglio 1992, Roma to di Punta Raisi e Palermo. Obiettivo La collaboratrice di giustizia Rita Atria, della strage mafiosa il corteo di auto all’età di soli 18 anni, si toglie la vita, a blindate del magistrato Giovanni Falco- causa dello sconforto successivo alla ne. Oltre al giudice palermitano, riman- morte di Paolo Borsellino, il magistrato in gono uccisi nell’attentato, la moglie cui aveva riposto la propria fiducia. Francesca Morvillo, anch’essa magistrato e i poliziotti della scorta Antonio 27 luglio 1992, Catania Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schi- L’ispettore Giovanni Lizio, responsabile fani. La mafia coglie opportunamente il della sezione anti racket della squadra momento più adatto per eliminare il ri- mobile, viene affrontato e ucciso da quatvale di sempre: muove i primi passi l’in- tro sicari in via Leucatia. 18 marzo 1992, Catania Il maresciallo dei CC Alfredo Agosta viene colpito a morte dai sicari che hanno appena ucciso un boss rivale.
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28 settembre 1992, Castellammare del Golfo (TP) Assassinato l’ex capitano della Marina Paolo Ficalora, in precedenza vittima di ripetute minacce mafiose.
Driss Moussafir. Gli altri due, a Roma, provocano invece gravi danni al patrimonio artistico della Basilica di S. Giovanni in Laterano e di S. Giorgio al Velabro.
15 settembre 1993, Palermo Per la prima volta Cosa Nostra uccide un 5 gennaio 1993, Barcellona Pozzo di sacerdote. È Don Giuseppe Puglisi, parroGotto (ME) co di Brancaccio. La mafia non poteva Mentre ritorna a casa con la sua auto, il più tollerare la sua coraggiosa azione pagiornalista de “La Sicilia” Giuseppe Al- storale, rivolta soprattutto a sottrarre i fano è colpito a morte. Alfano si era oc- giovani all’ingrato compito di manovali cupato professiodelle cosche. nalmente delle cosche del messi11 novembre nese e delle loro 1995, Catania collusioni con poIl famoso penalilitici locali. sta Serafino Famà cade sotto i 27 maggio 1993, colpi dei killer Firenze mafiosi. Dopo il fallito attentato di via Fau23 dicembre 199ro a Roma (14 5, Trapani maggio 1993) ai Giuseppe Mondanni del giornalitalto, agente di sta Maurizio Cocustodia presso il stanzo, Cosa Nostra prosegue nella sua carcere dell’Ucciardone, viene assassinastrategia del terrore piazzando un’auto- to alla vigilia di Natale. bomba nei pressi della Galleria dei Georgofili. L’esplosione provoca la morte 11 gennaio 1996, San Giuseppe Jato (PA) di Dario Capolicchio, Angela Fiume in In un casolare di campagna, alla periferia Nencioni, Caterina Nencioni, Nadia del paese, si consuma uno dei più orrendi Nencioni, Fabrizio Nencioni e gravi delitti mai compiuti dalla mafia: Giusepdanni agli Uffizi. pe Di Matteo, il figlio del collaboratore Mario Santo, viene strangolato e il suo 27 luglio 1993, Milano e Roma corpo viene sciolto nell’acido. Si chiude Nella notte tre attentati dinamitardi ma- così la lunga prigionia per il ragazzo che fiosi scuotono il nostro paese in rapida era stato rapito per spingere il padre a sequenza. Il primo, in via Palestro a Mi- ritrattare le sue accuse. L’atroce fine del lano, uccide il vigile urbano Alessandro ragazzo ha spinto molti uomini d’onore a Ferrari, i vigili del fuoco Carlo Lacate- collaborare con la giustizia. na, Sergio Pasotto, Stefano Picerno e 11
Legalità,Democrazia e Giustizia “ Gli
uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare , sulle gambe di altri uomini” (Giovanni Falcone) “ E’ bello anche morire per le proprie idee…Chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno.” (Paolo Borsellino) “Bisogna moltiplicare le idee al punto che non vi siano guardiani sufficienti per controllarle.” (Stanislaw J. Lec) La politica è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda. (Paul Valèry) Le leggi sono come ragnatele, che rimangono salde quando vi urta qualcosa di molle e leggero, mentre una cosa più grossa le sfonda e sfugge. (Solone, attr. da Plutarco, Vite Parallele) Più uno stato è corrotto e più fa leggi. (Tacito – I secolo d.C.) “Perché, o stolti, far birberie fuor delle leggi? C’è tanto posto di farne dentro!” “Il torto di molti ladri in faccia al pubblico e alla giustizia è quello di non aver rubato abbastanza per celare il furto”. “Certi inchiostri rossi invecchiando diventano neri. Tale è l’animo di alcuni nostri politici.” “La legge è uguale per tutti gli straccioni”. ( Carlo Dossi – 1849/1910) E’ difficile decidere quando la stupidità assume le sembianze della furfanteria e quando la furfanteria assume le sembianze della stupidità. Perciò sarà sempre difficile giudicare equamente i politici.” (Arthur Schnitzler) “Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee.” (Leo Longanesi) “La dove tutti cantano su una sola nota, le parole non contano” (Stanislaw J. Lec) “ I roghi non illuminano le tenebre” (Stanislaw J. Lec) “Nulla di più dannoso c’è, che un tiranno per la città, dove al primo posto non ci sono leggi comuni, ma domina uno solo che si è appropriato personalmente della legge. Lì non c’è più uguaglianza. Con le leggi scritte invece il debole e il ricco godono di uguale diritto. I più deboli possono rispondere a chi sta bene se li offende, e il piccolo la spunta sul grande se ha ragione. La libertà poi è questo: ‘Chi vuol fare una buona proposta per la città qui a tutti, se ne ha?’ Così chi vuole si distingue, chi non vuole tace. Che cosa c’è di più uguale per la città? “ ( Euripide) 12