I VENTI MESI 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945 a cura di Angelo Bendotti
Il filo di Arianna
I VENTI MESI 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945
a cura di Angelo Bendotti
Il filo di Arianna
INTRODUZIONE
Fiorano al Serio, maggio 1945. Da sinistra Nino, Santino, Francesco giocano con le armi dei fratelli partigiani
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Il repertorio bibliografico sulla Resistenza bergamasca che qui si pubblica comprende sia i contributi di studio che le principali rievocazioni memorialistiche e commemorative ispirate alla guerra partigiana nella provincia di Bergamo. Tra i primi si collocano le ricerche promosse dall’Isrec e condotte dai suoi collaboratori, che nel loro complesso hanno offerto, oltre la ricostruzione fattuale degli eventi politici e militari, analisi critiche e strumenti di lavoro, fondamentali alla circolazione delle conoscenze e alla promozione di ricerche didattiche, permettendo inoltre, per certi aspetti, l’indispensabile aggancio dell’indagine sulla Resistenza locale ai nodi problematici e interpretativi dibattuti dalla storiografia nazionale. L’attento esame di quanto è stato scritto sulla Resistenza bergamasca – ho già avuto occasione di sottolineare in un analogo strumento nel 1995 – “è il primo passaggio obbligato sia per chi voglia semplicemente conoscerla, sia per chi intenda inserire questo essenziale capitolo della nostra storia nella ricerca didattica o per lo studioso che si dispone a intraprendere nuove indagini. L’osservazione è meno ovvia di quanto non possa sembrare a prima vista: è necessario infatti che questo esame sia veramente attento e critico anche e soprattutto per il “semplice” lettore, che deve essere messo in condizione di scegliere senza troppa fatica tra quanto lo può orientare sul piano dello studio a quanto invece gli può servire a ricostruire più un clima umano e una volontà politica che a individuare i fatti salienti, le caratteristiche specifiche, il quadro socio-economico della lotta di liberazione nel bergamasco”. Negli scritti dedicati al tema, infatti, le impostazioni rievocative e celebrative – per giunta sovente povere di spessore culturale – predominano sui contributi di ricerca. La stessa memorialistica, più che configurarsi come settore autonomo, tende ad inserirsi, anche al di là delle intenzioni, in quelle che vorrebbero essere ricostruzioni oggettive, con la pretesa di identificare la verità storica assoluta con la memoria della propria esperienza individuale. Proprio per queste ragioni, l’approntamento di strumenti bibliografici è stato uno sforzo costante dell’Istituto, per la necessità di orientare ricerche, tesi di laurea, esperienze didattiche: la rivista “Studi e ricerche di storia contemporanea” – di cui è appena uscito il numero 90 – ha sovente dato conto di queste raccolte di dati. Segnaliamo qui in particolare tre pubblicazioni: A. Bendotti, a cura di, Una storia viva. Guida allo studio della Resistenza bergamasca, Amministrazione provinciale, Bergamo 1985; Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione, 1968-1988. Vent’anni di attività, Tipografia Roncalli, Bergamo 1988; e A. Bendotti - O. Della Torre, a cura di, L’acqua ritorna al mulino. La memoria della
Resistenza bergamasca, Comitato bergamasco antifascista, Stamperia Stefanoni, Bergamo 1995. In questo ultimo e ‘aggiornato’ repertorio si prendono in esame le pubblicazioni specificamente dedicate alla Resistenza bergamasca, compresi saggi e contributi apparsi sulla rassegna dell’Istituto “Studi e ricerche di storia contemporanea” (citata Srsc in bibliografia). Non sono stati considerati molti dei numeri unici prodotti da enti, associazioni, biblioteche in occasione di ricorrenze e iniziative celebrative, per la loro inconsistenza ai fini conoscitivi e di studio. Non si propone, inoltre, in questa sede, il censimento della stampa quotidiana e periodica locale; ci limitiamo ad osservare che può essere utile lo spoglio della stampa per il periodo immediatamente successivo alla Liberazione o il confronto nel tempo tra i numeri usciti nell’anniversario del 25 aprile: indagine che si ritiene indispensabile per analizzare l’immagine della Resistenza nel secondo dopoguerra. Sono inserite – in un apposito paragrafo – anche le tesi di laurea conservate presso la biblioteca dell’Isrec: la loro consultazione può infatti agevolare per molti studenti l’individuazione di campi di ricerca non ancora sondati e rendere meno frequente la ripetitività di temi e impostazioni. Frequenti i riferimenti alla Resistenza bergamasca compresi in opere generali, nella memorialistica, nelle monografie di ambito regionale e nazionale, negli studi locali incentrati su altre aree geografiche. Basti qui un rapido cenno alle principali raccolte di fonti, come i tre volumi de Le Brigate Garibaldi nella Resistenza. Documenti, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia e Istituto Gramsci, Feltrinelli, Milano 1979; Le formazioni GL nella Resistenza. Documenti settembre 1943 – aprile 1945, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione di Italia e Federazione italiana delle associazioni partigiane, Angeli, Milano 1985 e Formazioni autonome nella Resistenza. Documenti, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, Angeli, Milano 1996. Tra le opere di consultazione ricordiamo Luciano Galmozzi, Monumenti alla libertà. Antifascismo Resistenza e pace nei monumenti italiani dal 1945 al 1985, La Pietra, Milano 1986; i sei volumi de L’Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, La Pietra-Walk over, Milano-Bergamo 1968-1989; l’Atlante storico della Resistenza italiana, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, Bruno Mondadori, Milano 2000 e i due tomi del Dizionario della Resistenza, a cura di Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi, Einaudi, Torino 2000 e 2006. Di particolare importanza il volume curato da Gaetano Grassi, Resistenza e storia d’Italia. Quarant’anni di vita dell’Istituto nazionale e degli Istituti associati 1949-1989, prefazione di Guido Quazza, Angeli, Milano 1993, nel quale vengono segnalati anche i più importanti momenti della vita e dell’attività dell’Istituto di Bergamo (pp. 87-95).
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Si veda inoltre, Bibliografia dei giornali lombardi della Resistenza. 25 luglio 1943 - 25 aprile 1945, a cura dell’Istituto lombardo per la storia del movimento di liberazione, Regione Lombardia, Milano 1989. Alla Bibliografia si è ritenuto opportuno aggiungere una cronologia dei principali avvenimenti, anche militari e politici, che hanno segnato la Resistenza bergamasca. Ciò per ovviare alla disinvoltura con cui si sono erroneamente datati avvenimenti anche importanti, ma soprattutto per tentare di rispondere, anche con la semplice indicazione del giorno e del luogo, a quella pervicace tentazione di dilatare l’importanza della sfera della Resistenza non armata, soprattutto sotto la specie dell’assistenza agli sbandati, agli ex prigionieri, ai fuggiaschi. Così, in modo clamoroso in alcune recenti pubblicazioni, sostenute disinvoltamente anche dalle associazioni partigiane, arrivando ad enfatizzare il ruolo del clero e delle organizzazioni cattoliche: agli stereotipi soverchianti del Secondo risorgimento e della Bergamo garibaldina pare sostituirsi quello della “provincia bianca”, dei “ribelli per amore”, in una generica assoluzione pacificatrice che nega gli aspetti più evidenti della guerra civile. Tutto ciò in un momento felice per la storiografia “locale”, che vede finalmente esprimersi una seria attenzione anche ai momenti più controversi della Resistenza, come ad esempio le vicende legate al colpo all’Ilva di Lovere, all’eccidio di Monte di Nese, alla strage dei Fondi di Schilpario, alla eliminazione dei repubblichini della Tagliamento a Rovetta, così come uguale attenzione si è espressa in biografie di partigiani “scomodi” – Leone Mutti, Angelo Del Bello, Paolo Poduje, per citarne alcuni (di cui si è voluto riportare a corredo l’immagine) – e di figure femminili di straordinario rilievo (Mimma Quarti, Velia Sacchi, Carolina Pesenti e altre). Nella ridefinizione della essenza stessa della guerra civile ha trovato spazio – ed anche ciò è significativo – la ricerca sul “nemico”, con studi rigorosi sull’apparato repressivo della Rsi e sulle bande che hanno insanguinato la bergamasca. L’auspicio è che questo lavoro di ricerca possa continuare, compiendo – o avvicinandosi a compiere – quell’opera di sottolineatura delle responsabilità strettamente correlate alla lotta combattuta.
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25—26 luglio, Bergamo
8 settembre, Bergamo
Nella casa di Umberto Zanchi, militante del Pda e dirigente della Dalmine, nel corso di una riunione notturna si costituisce il Comitato interpartitico, che dal 27 – con il titolo de “La Voce di Bergamo” – fa uscire un proprio quotidiano, contando di poter orientare la pubblica opinione dopo venti anni di fascistizzazione dell’informazione.
La giornata è segnata da una manifestazione alla Torre dei caduti: parlano Ernesto Rossi, che invita “all’obbedienza al governo del maresciallo Badoglio”, Luigi Bruni, esponente liberale e il”professor Lorenzi” (Mario Mammucari) in rappresentanza del Pci. In località Grumello al Piano era attivo dal maggio 1941 il Campo Pg 62 per prigionieri di guerra, che ospitava principalmente slavi e militari dell’esercito inglese. Con la proclamazione dell’armistizio ha luogo una sorta di “grande fuga”: il Comando militare germanico parlerà di circa 2.500 fuggitivi. La popolazione aiuta gli evasi. Questa istanza, più assistenziale che militare, trova accoglienza soprattutto negli ambienti cattolici (don Vismara, don Seghezzi, Betty Ambiveri), ma anche il Pda le riserva un posto centrale.
Grande folla al comizio alla Torre dei caduti, dove parlano Alfonso Vajana, direttore de “La Voce”, e Ettore Tulli, rappresentante del Pci. fine luglio, Bergamo
Appello agli operai del vescovo Adriano Bernareggi, perché non siano “trascinati dai movimenti inconsulti delle folle”. 7
24 agosto, Bergamo
Bepi Signorelli, uno dei principali organizzatori della Resistenza nello stabilimento di Dalmine, è designato dal Comitato interpartitico ad assumere la responsabilità del sindacato. 26 agosto, Bergamo
Nel pieno centro della città scoppiano incidenti provocati dalla presenza di fascisti. Intervento dell’esercito che carica la folla e la disperde. È alta la conflittualità operaia (Dalmine, Gres, Sbic, Italcementi, Caproni) e in varie località della provincia esplode la collera contadina contro i responsabili della gestione della raccolta del grano. fine agosto, Bergamo
Continuano le manifestazioni operaie nella fabbriche cittadine: è il turno della Ote, della Battaggion, dell’Italcementi.
9 settembre, Bergamo
Ettore Tulli guida un piccolo gruppo di militanti comunisti, fra cui Guido Galimberti e Roberto Minardi, alla Prefettura, con la richiesta di armi per la difesa. “Bottino una ventina di fucili”. 10 settembre, Bergamo
I tedeschi occupano la città nel corso del pomeriggio, senza incontrare la minima resistenza, impadronendosi delle caserme e del distretto militare. Molti antifascisti abbandonano la città. Si iniziano a definire i primi nuclei di quelle che diventeranno le bande partigiane. settembre, Bergamo
Nei giorni immediatamente successivi all’occupazione tedesca della città, un gruppo di azionisti (Luigi Mondini, Giacomo Paganoni, Giambattista Cortinovis, Aldo Traversi, Renato De Vecchi) dà vita al Primo comitato di
1943
27 luglio, Bergamo
liberazione. Il coordinamento militare viene affidato a Franco Mai. 15 settembre, Bergamo
Un piccolo gruppo di uomini – fra di loro Cesare Consonni – effettua un colpo assai fruttuoso alla Caserma S. Agostino, sede del Distretto militare. È la prima dotazione di armi per quella che diventerà la banda Turani. 20 settembre, Milano
Intorno a quella data il Comando militare del Cln di Milano struttura una rete specifica per l’espatrio degli ex prigionieri, affidandone la guida a Giuseppe Bacciagaluppi. Dopo tentativi per Domodossola e la val Vigezzo, riesce a stabilire una via sicura, che non verrà mai individuata, attraverso il lago di Lecco. La rete, che può contare su una guida esperta come il lecchese Renato Cameroni, è formata prevalentemente da operai della Dalmine, coordinati da Ernesto Frigerio, che effettua da solo moltissimi viaggi. Collabora ad alcuni espatri anche Cornelia Quarti “Mimma”. 29 settembre, Bergamo
Il prefetto trasmette una circolare con dure disposizioni per la cattura dei prigionieri dispersi e minacce alla popolazione che li volesse aiutare. fine settembre, Villa d’Almè
Sta assumendo fisionomia l’insieme di uomini che si va organizzando intorno a don Antonio Milesi, curato della parrocchia. Raccolta di armi e aiuto agli ex prigionieri sono gli impegni iniziali di quella che diventerà la formazione “Valbrembo” delle Fiamme verdi. ottobre, Lovere
Giovanni Brasi “Libero” – che prenderà più avanti il nome di battaglia
di “Montagna” – organizza il primo nucleo partigiano: sono con lui due comunisti, Leonardo Giovè di Sovere, fuoriuscito antifascista, e Giovanni Marinoni di Cerete Alto, garibaldino in Spagna, e due reduci dal fronte russo: Palmiro Faccardi, che sarà caposquadra della 53° fino alla Liberazione, e Luigi Macario, il futuro comandante della 54° Garibaldi, attiva nella bassa Valcamonica. 5 ottobre, Dalmine
La fabbrica è visitata dalla Commissione centrale della siderurgia del ministero della Produzione bellica e già il giorno successivo è inserita nell’elenco degli stabilimenti ausiliari del Reich. 7 ottobre, Bergamo
Nello studio dell’avvocato Mai, in pieno centro cittadino, alcuni esponenti del Primo comitato si incontrano con i promotori dei primi gruppi armati. La provincia viene divisa in quattro zone operative, ciascuna con un responsabile militare (di sicuro l’incarico viene dato ad Alberto Manzi per la val Brembana e a Bepi Lanfranchi per la val Seriana). Alcuni comandanti delle prime bande, come Eraldo Locardi, esprimono perplessità sull’organizzazione; altri, come Arturo Turani, non partecipano nemmeno all’incontro. 14 ottobre, Zambla Alta
Nella località della val Serina giunge Cesare Bonino, maggiore pilota, con Aldo Battaggion. Hanno ordini precisi da parte di Poldo Gasparotto per assumere il comando del gruppo che faceva capo a Carlo Bonetti, ormai allontanatosi. 8 ottobre, Petosino
Primo rastrellamento in val del Giongo e a Bruntino del gruppo che si va
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costituendo intorno a Natale Mazzolà, futuro comandante della Brigata “Vittorio Veneto”.
Repubblicana”, voce del fascio repubblichino, sotto la direzione di Arturo Abati.
metà ottobre, Sarnico
4 novembre, Bergamo
Attacco del gruppo di Locardi – che si è battezzato Primo battaglione Badoglio – alla caserma della milizia. Vengono recuperate armi e fatti tre prigionieri fascisti.
La banda Turani, assai attiva in città, organizza un’azione “esemplare”: una vera e propria manifestazione popolare di segno antitedesco alla Torre dei caduti – e al vicino monumento a Garibaldi – dove un gruppo di donne (fra loro Emma Coggiola, Mimma Quarti, Velia Sacchi) porta fiori e intona canti patriottici.
Un rastrellamento disperde il gruppo che si era costituito nella zona sopra Lecco. Gaetano Invernizzi e Bernardo Carenini riescono a fuggire e a raggiungere a Santa Brigida il gruppo che si è formato intorno a Ettore Tulli. Nasce una nuova formazione, la banda Carlo Pisacane. 19 ottobre, Palazzago
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È arrestato don Mario Benigni, attivo e sprovveduto curato del paese: i fascisti trovano in casa sua note e elenchi assai compromettenti, che aprono la strada alla cattura di altri sacerdoti, pure impegnati nell’aiuto agli ex prigionieri fuggiti dal campo della Grumellina.
11 novembre, Sarnico
La banda di Eraldo Locardi, che ha assunto il nome dedicato a Badoglio, attacca la caserma della Gnr di Sarnico: ingente bottino di armi e cattura di tre fascisti. Fra loro Domenico Mangialardo, che diventerà uno dei più feroci ufficiali della OP di Resmini. 11 novembre, Bergamo
Il comandante Neumann emana il primo proclama del Comando superiore delle forze armate germaniche, con l’intimazione della consegna immediata delle armi.
27 ottobre, Bergamo
12 novembre, Ponteranica
Don Antonio Seghezzi, sollecitato dal vescovo di Bergamo Adriano Bernareggi, si consegna ai tedeschi, che stanno sgominando la rete di solidarietà agli ex prigionieri costruita nel mondo cattolico, soprattutto intorno all’Azione cattolica. I contatti con don Seghezzi, e altri sacerdoti, erano stati in particolare tenuti da Betty Ambiveri, molto nota per i vari incarichi ricoperti nella S. Vincenzo, nella Cri, nelle opere missionarie.
Quasi a voler dare un segnale alla banda Maresana che si andava costituendo nella zona, su impulso di Adriana Locatelli, i nazifascisti incendiano l’intera frazione Castello. Il gruppo, fra i primi a dare aiuto agli ex prigionieri, è costretto a disperdersi.
28 ottobre, Bergamo
Inizia ad uscire il giornale “Bergamo
19—20 novembre, Bergamo
Accompagnati da una spia, nel corso della notte, i fascisti irrompono nella abitazione di Arturo Turani e lo arrestano, senza propagare la notizia. Ancora maggiore il danno la sera successiva, quando le SS che piantonavano
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18—20 ottobre, Piani d’Erna (Lc)
la casa riescono ad arrestare oltre venti componenti la banda. 24 novembre, Bergamo
È arrestato don Agostino Vismara, fra i principali organizzatori della rete cattolica, ritenuto responsabile del traffico di armi legato alla banda Decò-Canetta di Betty Ambiveri. Dopo quasi un anno di carcere, nel sostanziale disimpegno del vescovo, è inviato al campo di concentramento di Bolzano e da qui a Mauthausen, e poi a Dachau. 25 novembre, Bergamo
Iniziano gli arresti dei membri del Primo comitato, che continuano con la grande retata del 7 dicembre: sono catturati tutti i cinque componenti e il coordinatore militare. 25 novembre, Dalmine
I fascisti compiono un raid all’interno della fabbrica, arrestando otto lavoratori. Bepi Signorelli, il leader indiscusso, riesce a sfuggire alla cattura nascondendosi negli uffici della direzione dello stabilimento. 29 novembre, Lovere
La banda di Eraldo Locardi “Longhi” ha raggiunto poco tempo innanzi, al rifugio Rodari, quella di Giovanni Brasi “Montagna”: insieme effettuano un’importante e articolata azione contro il ricostituito Fascio repubblicano, colpendo alcune strutture. Locardi irrompe nella sede dell’Ilva e sequestra una notevole somma di denaro dalla cassa dello stabilimento. Durante l’azione vengono uccisi i fascisti Paolo Rosa, podestà della cittadina, e Giuseppe Cortesi, e catturato Valentino Fabbri del Pfr di Costa Volpino. L’azione scatena aspre polemiche all’interno delle forze antifasciste, soprattutto tra azionisti e partito comunista.
30 novembre, Mandello Lario
Una squadra della Pisacane – mostrando una grande capacità di spostamento – incendia la cabina elettrica dello stabilimento della Moto Guzzi. 30 novembre, provincia di Bergamo
La circolare del ministro degli Interni della Repubblica di Salò che ordina che gli ebrei “debbono essere inviati in appositi campi di concentramento” provoca gli arresti di circa metà dei residenti in bergamasca. La loro fine sarà il campo di sterminio. fine novembre, Bergamo, Seriate
Arresto di Betty Ambiveri e dei membri della banda Decò-Canetta che si era andata costituendo intorno a lei, che aveva provveduto a raccogliere armi ed aiuti vari per i primi gruppi della montagna, nascondendoli nella propria abitazione. 1 dicembre, Ambivere
Su delazione di un “bravo italiano” di Ambivere vengono arrestate dai carabinieri di Ponte San Pietro le sette donne che componevano la famiglia di Guido Levi, farmacista del paese. Saranno deportate nei campi di sterminio, dove periranno sei di loro. Tornerà solo Laura, testimone “silente” della tragedia consumatasi. 2 dicembre, Bergamo
Dino Moretti, combattente nelle Brigate internazionali, catturato nella retata contro la banda Turani, riesce a fuggire in modo rocambolesco dal carcere del Collegio Baroni. 4 dicembre, Taleggio
Un centinaio di militi fascisti e SS tedesche rastrellano la zona di Cantiglio, ai piedi del Cancervo, dove si stava organizzando una banda partigiana. Il
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presidio attaccato tenta una disperata difesa, ma tre partigiani – Evaristo Galizzi, Raimond Jabin e Giorgio Issel, a cui verrà in seguito intitolata la formazione – perdono la vita. Altri vengono catturati e deportati in Germania.
Rosa. Le casse sono frettolosamente inchiodate e rimesse sulla corriera che li aveva trasportati ancora vivi. I corpi vengono portati al cimitero di Bergamo e sepolti in una fossa comune.
5 dicembre, Fossoli
Il vescovo incontra il capo della provincia, Emilio Grazioli. Il colloquio verte sulle vicende che hanno visto l’arresto di alcuni sacerdoti, e sullo stato del clero. Solo timidi cenni alla persecuzione contro gli ebrei. Del resto Bernareggi già il 12 dicembre aveva annotato nel suo diario: “Ho dovuto dire a tutti quelli che sono venuti ad interrogarmi [...] di non poterli aiutare. D’altra parte non mi sono nemmeno interessato di chiedere il loro nome ed il loro domicilio”.
Torna a funzionare il campo di transito per ebrei e politici. Non pochi cittadini bergamaschi vi saranno internati. 7 dicembre, Val Supine
Nel corso di un ampio rastrellamento – favorito dal tradimento di un componente la squadra di Brasi – vengono catturati sei partigiani. Atri sette sono fatti prigionieri nei giorni seguenti nelle loro case, compreso Locardi. Rinchiusi a Bergamo, nel carcere di via Pignolo, subiscono sevizie e torture. 10 dicembre, Bergamo
In viale Vittorio Emanuele è arrestato Giuseppe Sporchia, uno degli ultimi latitanti della banda Turani. 16 dicembre, Dalmine
Ha luogo il primo sciopero della fabbrica occupata militarmente dai tedeschi, con richieste di natura non ancora politica: “aumento delle razioni di carne e pane, e abolizione del coprifuoco”. La sospensione del lavoro, in alcuni reparti, dura più di tre ore.
28 dicembre, Zambla Alta
Il gruppo di Bonino-Battaggion è raggiunto da una quindicina di partigiani guidati da Dante Paci, militante comunista. Dopo l’attività nella cellula della Caproni, Paci aveva raggiunto Pian dei Resinelli, nel lecchese, poi abbandonato a seguito del rastrellamento nazifascista.
17 dicembre, Bergamo
Ettore Tulli, sceso per alcuni giorni in città, è arrestato alla stazione di Borgo Santa Caterina, con Flauro Bossini, mentre attendono il treno che li avrebbe riportati in alta val Brembana. 22 dicembre, Lovere e Poltragno
In queste località vengono fucilati i tredici catturati nel rastrellamento del 7 dicembre e nelle successive retate. A Poltragno era caduto il fascista Paolo
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28 dicembre, Bergamo
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La Todt si installa al passo requisendo l’Albergo Franceschetti: iniziano i lavori di costruzione delle fortificazioni della Blaue Linie, la linea difensiva tedesca che partiva dalla Valcamonica per raggiungere la Valtellina. 3 gennaio, Ornica
Una missione della Valbrembo è intercettata al rientro dalla Svizzera, dove si è recata per prendere accordi per l’espatrio di ex prigionieri alleati. È fucilato Tassi Papadopulos, catturato Tito Spini, fra i primi a prendersi cura dei fuggiaschi. 9 gennaio, Treviglio
Violento bombardamento alla Stazione Ovest della linea ferroviaria Bergamo-Milano. 15 gennaio, Oltre il Colle
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Un forte rastrellamento condotto dalla Op di Resmini scompagina la banda di Dante Paci e Aldo Battaggion, che aveva trovato rifugio nella villa di Poldo Gasparotto, in località Zambla Alta. È ucciso Valdo Eleuterio, di soli 17 anni. Paci resterà in carcere fino al 21 luglio, quando sarà fucilato. 16 gennaio, Bergamo
Nella Caserma Seriate, attuale Lazzaretto, viene fucilato Cesare Consonni, membro della banda Turani. È il primo fucilato della Resistenza bergamasca. febbraio, Bergamo
Si costituisce formalmente la 612° Compagnia Op, al comando di Aldo Resmini. 11 febbraio, Bergamo
Lettera firmata Cln [al momento non esistente] al vescovo Bernareggi:”Sinora la popolazione non ha visto né conosciuto alcun atto di interessamento
dell’E.V. verso i perseguitati politici, verso le vittime della reazione fascista e dell’invasione tedesca”. 20 febbraio, Valtorta
Tre uomini della Brigata “Rosselli”, ingannati da repubblichini travestiti da partigiani, sono catturati e fucilati in località Ceresola. 21—22 febbraio. Calolziocorte
Don Achille Bolis, arciprete della cittadina, viene prelevato dietro delazione, durante la notte, dalla milizia fascista, che lo accusa di collaborare con le forze partigiane (Calolziocorte era uno snodo importante della “via di fuga” dei prigionieri alleati). Portato a Bergamo è torturato nei sotterranei della Casa del fascio, prima di essere trasferito a San Vittore, dove si continua ad infierire contro di lui. Muore la sera del giorno 23. 22 febbraio, Lenna
È arrestato, su delazione, Antonio Manzi, che svolgeva compiti di collegamento fra i comandi milanesi e i gruppi dell’alta val Brembana. 29 febbraio, Bergamo
Ancora su delazione, questa volta della pericolosissima spia Clelia Bossi, viene arrestata Adriana Locatelli, organizzatrice della Banda Maresana. Rimarrà in carcere fino alla Liberazione. 2 marzo, Dalmine
Nuovo sciopero delle maestranze, che ha maggiore successo di quello del dicembre precedente. Vi partecipano operai di diversi schieramenti, con notevole spirito combattivo. Gli occupanti tedeschi impongono alla dirigenza dello stabilimento di dichiarare la serrata fino al turno del mattino del giorno 6. Sono arrestati una cinquan-
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gennaio, Passo della Presolana
tina di dipendenti, alcuni deportati poi in Germania.
da di Leone Mutti, stazionata sui colli della Gaiane.
17 marzo, 5 e 13 aprile, Bergamo
2 maggio, Val Imagna
In queste date, dalla Stazione ferroviaria del capoluogo partono i carri che trasportano i lavoratori delle industrie milanesi, catturati dopo i grandi “scioperi del marzo”. Circa 900 uomini, concentrati nella caserma Umberto I° di Bergamo (poi Montelungo), destinati a Mauthausen e altri campi di sterminio.
Lancio alleato fra questa e la val Taleggio. Oltre ad armi e vestiti, sono paracadutati i tre membri della missione di Emanuele Caironi.
23 marzo, Bergamo
Vengono fucilati, nel cortile della Caserma Seriate, Arturo Turani e Giovanni Sporchia: all’esecuzione presenzia Fritz Gaedicke, presidente del Tribunale militare tedesco che li aveva condannati a morte. aprile, Fonteno
Ai primi del mese, la missione Anticer, inquadrata nella Special Force n. 1 inglese, raggiunge Fonteno (era stata paracadutata nel padovano, sul greto del Brenta, il 14 febbraio). La radio clandestina favorisce la comunicazione fra le forze della Resistenza e Alleati, operando fino al febbraio 1945, quando è costretta ad abbandonare la zona e trovare nuove e diverse sedi in alcuni paesi del bresciano.
13 maggio, Ghiaie di Bonate
Ad una bambina di otto anni, in località Torchio, sarebbe apparsa per la prima volta la Madonna. Nel corso delle successive apparizioni avrebbe confidato alla piccola un segreto da riferire al vescovo e avrebbe assicurato che la guerra sarebbe terminata entro due mesi. La notizia si diffonde rapidamente alimentando un grande accorrere di pellegrini, e rende sospettose e vigilanti le autorità tedesche e fasciste che temono si ritorca contro di loro la previsione sull’imminente fine della guerra. 30 maggio, Torre Boldone
I fascisti, guidati dal tristemente noto Alessandro Ghisleni, fanno irruzione nell’Istituto delle Suore Poverelle, trasformato in tubercolosario. Vi arrestano il direttore spirituale, don Tranquillo Della Vecchia, e un gruppo di ebrei nascosti che viene inviato ad Auschwitz.
aprile, Bergamo
30 maggio, Cividino
È arrestato Mario Invernicci, comandante della Divisione Orobica GL. Viene liberato dai suoi compagni con un colpo di mano, ma a causa delle sevizie patite è costretto per alcuni mesi ad una attività molto ridotta.
Un’incursione aerea verso Palazzolo sull’Oglio colpisce un treno in movimento: dodici morti, una ventina di feriti.
aprile, Palazzolo sull’Oglio
Alcuni cecoslovacchi disertano dall’esercito tedesco ed entrano nella ban-
9 giugno, Milano
Si costituisce il comando unico del Corpo volontari della libertà, con sedi in ogni regione e capoluogo di provincia.
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13 giugno, Campofiori (val Taleggio)
27 giugno, Val Taleggio
Una squadra della “Valbrembo” appoggia gli uomini di Piero Pallini (“Penna Nera”) nel recupero di un lancio alleato. Ingente il quantitativo di armi e indumenti, oltre a svariati generi di conforto.
L’intera valle è interessata da un pesante rastrellamento di truppe tedesche e fasciste, che vogliono mettere fine alla presenza in zona di alcuni gruppi partigiani. In località diverse (ai Crotti e all’orrido della valle, in località Buco, vengono uccisi cinque partigiani).
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Dopo una lunga marcia di trasferimento (circa dodici ore da Foppolo, luogo di partenza), una squadra della “Cacciatori delle Alpi” attacca il distaccamento fascista posto a guardia degli impianti idroelettrici. Ricco bottino di armi.
fine giugno, Gromo
22 giugno, Fossoli
6 luglio, Dalmine
È assassinato dalle SS tedesche, dopo essere stato prelevato dal campo, Poldo Gasparotto, fra i primi organizzatori della Resistenza bergamasca.
Quadrimotori B 17 “Liberator” dell’aviazione statunitense, decollati dalla base di Tortorella (a circa dieci chilometri da Foggia), bombardano alle 11.02 del mattino lo stabilimento di Dalmine, dove si producevano tubi per macchinari e attrezzature sia civili che militari. Terribile le conseguenze dell’incursione: 278 morti, di cui 257 dipendenti e 21 civili, oltre ottocento feriti. La produzione deve essere sospesa e riprenderà solo il 24 luglio.
22 giugno, Pesaro
Cinque giovani di Bergamo, originari del quartiere di Sant’Andrea, sono costretti ad entrare in un “battaglione del lavoro” al servizio dei tedeschi. Inviati in Italia centrale sono impiegati nelle fortificazioni della Linea gotica. Tentano la fuga, ma vengono catturati. Sono fucilati a Pesaro il 28 giugno. 23 giugno, Ponte San Pietro
Il gruppo di Paladina, che sarà in seguito preso in forza dalla “Valbrembo”, assalta la caserma della Gnr, recuperando armi e munizioni. 26 giugno, Endine Gaiano
La banda di Angelo Berta “Gelsomino”, che si dichiarerà “autonoma” per tutta la durata della lotta, pur partecipando alle battaglie che la 53° sostiene a Fonteno e alla Corna Lunga, attacca la caserma dei carabinieri.
La squadra di Angelo Del Bello “Mino” assalta la caserma dei carabinieri, per rifornirsi di armi e munizioni. È la prima azione di rilievo in Val Seriana da parte di uomini della costituenda Brigata GL “Gabriele Camozzi”.
11 luglio, Gandino
In seguito all’uccisione di due garibaldini della 53°, Giovanni Cazzaniga “Maistrak” e Tolmino Fontana “Magnanino”, caduti in un agguato durante una corvé, Brasi ordina una rappresaglia sul paese. La sera si compie l’azione, con la distruzione della sede del fascio e la centrale telefonica. 12 luglio, Bergamo
Viene costituita la 9° Brigata nera “Giuseppe Cortesi” – che inizia ad operare il 25 dello stesso mese – intitolata alla memoria del segretario del Fascio
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21 giugno, Lago Venina
repubblicano di Lovere, ucciso nell’azione all’Ilva del 29 novembre 1943. Ne assume il comando il capitano Remuzzi. È composta da tre battaglioni: 1° Comando a Bergamo, 2° a Caravaggio, 3°, definito “mobile alpino”, a Clusone. 12 luglio, Fossoli
È fucilato Antonio Manzi. 14 luglio, Valzurio
I nazifascisti rastrellano il paese, che ospitava gruppi di partigiani, raggiungendolo da tre direttive diverse. La scelta del luogo, troppo vicina al fondovalle, aveva suscitato perplessità tra gli stessi comandanti partigiani. Vengono incendiate non poche abitazioni e razziato il più possibile dei poveri beni degli abitanti. A Villa d’Ogna, il paese da cui si è mossa una delle tre colonne, viene ucciso il partigiano Carmelo Baronchelli. 19-20 luglio, Bergamo
Viene ucciso nella notte Giovanni Favettini, noto esponente del fascio repubblicano. Il fatto è usato dai fascisti – nonostante la sua origine sia chiaramente di ordine personale – per prendere come ostaggi una quarantina di cittadini, alcuni, come l’industriale Carlo Pesenti, assai conosciuti e considerati nella città. 21 luglio, Bergamo
La vendetta fascista si scatena contro la Resistenza, anche per evitare la vergognosa figura dell’apparato poliziesco del partito, cercando di vincere l’imbarazzo provocato dalla divulgazione di notizie sulla morte di Favettini, non dovuta ai partigiani, ma ucciso dal marito dell’amante: sono fucilati Mario Aldeni, Silvio Belot-
ti, Dante Paci, che era detenuto dalla cattura avvenuta il 15 gennaio. 23 luglio, Palazzolo sull’Oglio
Inizio dei bombardamenti sul ponte della linea ferroviaria Bergamo-Brescia. Saranno ben trentadue, l’ultimo il 27 aprile 1945, mentre stava transitando una colonna americana. 23 luglio, Sovere
I garibaldini della 53° catturano il maresciallo dei carabinieri aggregato alla Gnr che aveva fatto deportare in Germania una trentina di giovani renitenti alla leva. È fucilato a Fonteno due giorni dopo. 24 luglio, Ponte San Pietro
“I pirati dell’aria anglosassoni colpiscono caseggiati operai a Ponte San Pietro” (“Bergamo Repubblicana”, 25.7.1944). L’obiettivo del bombardamenti era il ponte della ferrovia. Tentativi si ripeteranno il 20 ottobre, il 4 novembre (una bomba inesplosa provoca otto vittime il giorno successivo), il 3 gennaio 1945. 25 luglio, Cerete Alto
Una pattuglia della 53° Garibaldi cattura due spie – Gualtiero Scarpellini e Silvio Monge – della banda Resmini. Il primo è ucciso nel corso dell’arresto, il secondo – abilissimo agente – è condannato a morte e fucilato il 28, sui monti sopra Fonteno. 26 luglio, Petosino
Platone, alias don Vittorio Bonomelli, prende contatto con Dami e Mazzolà. Il suo ruolo di agente del Soe avrà risvolti importanti per la resistenza bergamasca. 27 luglio, Ghiaie di Bonate
Il vescovo di Bergamo, che ha seguito con grande prudenza l’evolversi del-
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28 luglio, Brembilla
Dura rappresaglia fascista per vendicare lo smacco nello scontro a fuoco del giorno precedente con un gruppo di sbandati, tra cui numerosi slavi fuggiti dal campo di Grumello al Piano. Vengono trucidati tre civili, estranei ai fatti. 30 luglio, Rogno
Fallisce l’azione di una squadra della 53° a un magazzino della Gnr per il recupero di scarpe militari. Vari feriti tra i partigiani. fine luglio, Brembilla
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Giorgio il Canadese, ex prigioniero cipriota, insofferente e ribelle ad ogni disciplina, si scontra a S. Antonio Abbandonato, in località Foppi Alti, con una pattuglia nazista. Uccide, o crede di averlo fatto, tre ufficiali. Lascia agli abitanti e al parroco del piccolo centro l’incarico della sepoltura, ma i tre non sono morti. Temendo la ritorsione tedesca, vengono uccisi a sassate dalla popolazione e i corpi fatti precipitare in un crepaccio. I tedeschi setacciano a lungo la zona, ma non riescono a ritrovare i corpi, che verranno individuati solo nel 1954. fine luglio, Dalmine
Angelo Nervi trova il modo di sganciare il sistema di allarme dal controllo centrale: le sirene vengono azionate direttamente nello stabilimento e i “falsi allarmi” rallentano la produzione. inizio agosto, Clusone
La Compagnia OP “Macerata” si stanzia nelle scuole elementari e nell’asilo
del paese, con il compito di contrastare il crescere della guerriglia. Un distaccamento si stabilisce a Ponte Nossa, a protezione della Ansaldo, che produceva per i tedeschi. La compagnia è composta da circa 150 uomini, discretamente armati. 3 agosto, Gandino
La squadra di Bepi Lanfranchi, futuro comandante della “Camozzi”, riceve sul Monte Farno un consistente lancio alleato, che permette di infittire le azioni militari nella media val Seriana. È il secondo lancio, dopo quello del 25 maggio, pure avvenuto nella stessa zona. 6 agosto, Costa Volpino
I garibaldini della 53° “rubano” un lancio alle Fiamme Verdi della Valcamonica. Stanziati sulle alture sopra il paese, dopo aver sentito passare alcune volte un aereo, accendono i fuochi. Il lancio ha luogo e gli uomini di Brasi recuperano una ventina di container. Si apre un lungo contenzioso fra le formazioni, che verrà risolto solo da una visita di Masini, il comandante della Fiamme verdi, nell’ottobre alla 53° Brigata Garibaldi, stanziata alla Colonia Rudelli. 6 agosto, Cantoniera della Presolana
Una squadra di partigiani della 53° Garibaldi, in marcia di trasferimento verso il Pizzo Camino, attacca l’Albergo Franceschetti, requisito dalle truppe tedesche che sovrintendevano i lavori della Todt per la costruzione della Blaue Linie. Nell’azione cadono quattro tedeschi e sono dati alle fiamme alcuni mezzi blindati. 9 agosto, Orio al Serio
“Aerei nemici hanno fatto un’altra incursione nei dintorni della nostra città rinnovando fra le tranquille ed inermi
1944
la vicenda della presunta apparizione della Madonna, si reca per la prima volta nella località dove il fatto sarebbe avvenuto.
popolazioni rurali lutti e devastazioni” (“Bergamo Repubblicana”,10.8.1944). Gravi danni sia all’aeroporto che alle abitazioni circostanti. Dieci morti. 11—12 agosto, Ranzanico
Nella notte, in località Pozza dei Sette termini, sul monte Sparavera, viene paracadutata una missione alleata del Soe, di cui fa parte il generale Raffaele Cadorna, comandante del Cvl. Il lancio – che subirà una serie di contrattempi – è accolto dalla Brigata GL “Francesco Nullo”. 16—17 agosto, Gazzaniga
La squadra di Angelo Del Bello “Mino”, con la partecipazione anche di Fortunato Fasana “Renato”, blocca in pieno giorno due convogli alla stazione ferroviaria, disarma i militi e prende in ostaggio due ufficiali tedeschi. Il giorno successivo la OP di Resmini inizia un rastrellamento in val Vertova, dove i partigiani si sono rifugiati, impiegando perfino i mortai: cinque caduti, sui corpi dei quali i fascisti infieriscono. Il 22 agosto nuovo rastrellamento da parte della banda di Resmini: cadono altri due partigiani, in località Roccolone di Cavlera. 19 agosto, Carona
Cadono tre partigiani della Brigata GL “Cacciatori delle Alpi”, compreso il comandante Alessandro Mascheroni, in uno scontro a fuoco con uomini della 40° Garibaldi della Valtellina. 23 agosto, Castione della Presolana
Il gruppo C9 delle Fiamme verdi di Schilpario, comandato da Ermanno Grassi, assalta nella notte il presidio tedesco di Bratto, causando morti e feriti. La rappresaglia è affidata ai
militi della “Macerata” di stanza a Clusone. 31 agosto, Fonteno
Una forte colonna motorizzata tedesca occupa il paese, raggruppando sulla piazza un notevole numero di ostaggi civili. Nel frattempo la Compagnia OP “Macerata” sale da Monesterolo verso San Fermo nell’intento di accerchiare la 53° Garibaldi. Il comandante delle SS Langer si muoveva contemporaneamente raggiungendo il paese. Brasi e un gruppo di uomini scendono a Fonteno, catturano i tedeschi e liberano i prigionieri: risalgono poi il colle arrivando alle spalle dei tedeschi che si stavano dirigendo verso il monte Torrezzo. Fra i catturati vi è Langer, che tratta con Brasi il suo rilascio e dei militari tedeschi fatti prigionieri, garantendo in futuro l’incolumità di Fonteno e della sua popolazione. La battaglia fra la “Macerata” e la squadra di Giorgio Paglia continua fino a sera, ma la intelligente disposizione difensiva dei partigiani ha la meglio e i fascisti devono ritirarsi sconfitti. Fonteno, nonostante le promesse di Langer, subirà pesanti ritorsioni, con morti, nel corso dei rastrellamenti del 7, 17 e 28 settembre, e del 1° dicembre 1945. agosto, Dalmine
Inizia l’attività del Cln aziendale. Ne fanno parte Ernesto Frigerio (Pda), Pietro Frigeni (Pci), Elio Colleoni (Dc), Pietro Galdini (Psiup). 2 settembre, Valsassina
Al rifugio Pio X, nella conca di Biandino, si incontrano i comandanti garibaldini delle formazioni della fascia montana che comprende Valsassina, Valtellina, Val Taleggio. Si decide per
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8 settembre, Sovere
Sui monti tra la Val Gandino e il paese ha luogo un ammutinamento all’interno della formazione di Brasi. Un gruppo di uomini – una trentina almeno – comandati da Enzo Ravenna, che aveva partecipato al combattimento di Fonteno: sono di tendenza filomonarchica e decisamente anticomunisti. Il tentativo è quello di esautorare Brasi dal comando e portare la formazione nello schieramento delle Fiamme verdi. Il gruppo viene individuato e disarmato: quelli ritenuti responsabili sono allontanati dalla formazione e raggiungono la Valcamonica. 19
alla scioglimento della formazione: Dami ripara in Svizzera, da dove rientrerà il 26 marzo 1945. 27 settembre, Passo della Manina
Guidati da alcuni minatori fino alle gallerie di Flesio Alto, sopra Lizzola, i partigiani della “Camozzi” riescono a sorprendere i tedeschi, costringendoli alla resa dopo un duro combattimento (33 i prigionieri), che presidiavano i lavori della Todt per la costruzione di un tratto della Blaue Linie. Vengono distrutti i baraccamenti, la stazione della teleferica, buona parte delle fortificazioni. Nella notte dello stesso giorno un altro distaccamento della brigata fa saltare il Ponte nuovo a Castione della Presolana. 27 settembre, Borno (Bs)
Uomini della 86° Brigata “G. Issel” partecipano al vittorioso attacco – studiato in ogni particolare da Vando Aldovrandi “Al” – che la Brigata “Fratelli Rosselli”, guidata da Spartaco Cavallini “Spa”, porta alla caserma fascista di Piazzo.
Ancora una squadra della “Camozzi”, al comando di Angelo Del Bello e Fiamme verdi del gruppo C9 di Schilpario, al comando di Ermanno Grassi, attaccano, appena fuori dell’abitato, una colonna tedesca in marcia per raggiungere il Rifugio Coppellotti. Almeno dieci i caduti tedeschi. Morti e feriti anche fra i partigiani.
26 settembre, Sorisole
29 settembre, Bianzano
Le Fiamme verdi della “Valbrembo”, al comando di don Antonio Milesi, compiono un’incursione a Villa Masnada, alle Crocette di Mozzo, per recuperare armi: sono costretti a ripiegare per sfuggire ai fascisti. Si dividono a gruppi per riparare verso il monte Ubione, ma vengono accerchiati e cinque di loro sono uccisi sui colli sopra Sombreno. Il rastrellamento continua il giorno successivo, portando a dieci il numero complessivo delle vittime. Il tragico fallimento dell’azione porta
Uomini della banda di Giovanni Pirrone, una delle tante che infestò la provincia di Bergamo nel periodo della Rsi, saccheggiano – travestiti da partigiani comunisti – le abitazioni del paese. Lo stesso avviene, il 3 ottobre, a Leffe: l’obiettivo è quello di gettare discredito sulle formazioni partigiane e determinare un’opinione sfavorevole nei loro confronti.
14 settembre, Valsassina
30 settembre, Algua
Un camioncino guidato da Pasqualino Carrara, sul quale viaggiavano
1944
la costituzione di una divisione formata dalla 55° Rosselli, dalla 89° Poletti, dalla 86° Issel. Comandante Vando Aldrovandi “Al”, commissario politico Giosuè Casati “Ges”.
Norberto Duzioni, Mario Buttaro e Giovanni Zelasco, comandanti della Resistenza bergamasca, che volevano raggiungere la Brigata GL “XXIV Maggio”, precipita nel laghetto sottostante. Carrara e Buttaro si salvano, Duzioni e Zelasco, ricoverati all’ospedale di Bergamo per le ferite riportate, muoiono, il primo dopo un giorno, il secondo dopo diciotto giorni. 4 ottobre, Schilpario
Dura rappresaglia tedesca per i fatti di Borno. Il Rifugio Coppellotti viene fatto saltare e i paesi di Borno, Azzone e Schilpario sono messi a ferro e a fuoco. Schilpario, che ha ospitato i partigiani del C9, paga il prezzo più alto: i tedeschi uccidono tre civili, danno fuoco ad abitazioni e cascine, terrorizzano la popolazione. 4 ottobre, Oltre il Colle
Durante la notte un aereo dell’aviazione americana si schianta sul monte Pezzadello, anticima del monte Menna, al confine tra i comuni di Oltre il Colle e Roncobello. Muoiono tutti i passeggeri: dieci membri dell’equipaggio e tre ufficiali italiani inquadrati nell’Oss, il servizio segreto americano. 10—13 ottobre, Taleggio
Pesante rastrellamento nazifascista nella valle contro la Brigata “Giorgio Issel”. Il comandante, Gastone Nulli di Orsenigo decide di trattare una resa con il comandante delle SS Fritz Langer e di sciogliere la formazione. 15 ottobre, Romano di Lombardia
Il ponte della ferrovia, più volte bombardato dal luglio 1944, subisce i danni più gravi, con la distruzione di due arcate. Altra incursione il 21 febbraio 1945, che colpisce il ponte
provvisorio, interrompendo di nuovo la linea Brescia-Milano. 15—16 ottobre, Corna Lunga
Il rastrellamento ha inizio nella notte, quando una ingente forza di militi repubblichini, rafforzati da un battaglione della “Monterosa” addestrato in Germania, attacca sopra Sovere la 53° Garibaldi, facendo correre un vero e proprio rischio di annientamento alla formazione. Dopo due giorni di combattimento i partigiani riescono a sganciarsi e a ritornare sui monti sopra Fonteno. 16 ottobre, San Pellegrino Terme
In un incontro con Fritz Langer, presso l’Albergo Regina, dove è collocato il comando germanico, Gastone Nulli e Alberto Amati, comandanti della Brigata “G. Issel”, sottoscrivono ufficialmente l’atto di resa ai nazifascisti. 19—20 ottobre, Fonteno
Sui colli della Gaiane viene sferrato un vasto rastrellamento contro la Brigata GL “Francesco Nullo”. Cadono tre partigiani, altri vengono fatti prigionieri e deportati in Germania. La formazione si sbanda. fine ottobre, località diverse
Dopo le tremende azioni compiute in provincia di Vercelli, nelle Marche, in Veneto (sua la responsabilità delle maggiori efferatezze nella tragica rappresaglia del monte Grappa), la “Tagliamento” si insedia in Valcamonica e in alcune località della provincia di Bergamo. La IV° Compagnia a Lovere; la V° in val di Scalve, fra il Passo della Manina e Dezzo; la VI° fra Angolo, Schilpario, Cantoniera della Presolana.
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Ai primi del mese i nazifascisti affiggono sui muri della città e collocano su due grandi impalcature nei pressi di Porta Nuova un manifesto raffigurante un bersagliere con l’indice puntato e la scritta: “E tu cosa fai?”. Un ristretto gruppo di gappisti (Frigerio, Nervi, Sottocornola) vi applica uno striscione con la scritta: “Faccio il partigiano nelle brigate Giustizia e Libertà”. 5 novembre, Lago d’Iseo
La motonave “Iseo”, che aveva lasciato Tavernola diretta a Montisola, viene mitragliata da una formazione di quattro caccia della Raf inglese. Vittime: 41 morti, decine di feriti. 8 novembre, Costa Volpino
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La “Tagliamento”, che si è stanziata da pochissimi giorni nella zona, esattamente a Pisogne, attacca l’abitato di Corti, reo di aver dato ospitalità ai partigiani. Un incendio devasta il paese (oltre quaranta case bruciate), la popolazione subisce angherie e violenze, un civile è ucciso. 8 novembre, Lago Nero
I comandanti della brigata GL “Camozzi” processano e condannano a morte Mino Del Bello, accusato di furto, violenza, minacce, esecuzioni eseguite a titolo personale, perfino dell’allontanamento da Valzurio. La commutazione della pena e il tentativo di costringerlo ad espatriare in Svizzera falliscono: il partigiano non accetta né il disarmo né l’allontanamento. Due giorni dopo, il 10 novembre, al mattino, Del Bello è catturato in località Marinoni (Ardesio), insieme a due altri partigiani e passato per le armi. Due russi e Antonio Valenza “Pantelleria”, che si erano a lui aggregati, vengono
uccisi in località Valgoglio. Le due azioni sono condotte da una squadra della “Camozzi”, comandata da Fasana. 10 novembre, Zogno
Colpo di mano effettuato dalla Brigata “XXIV Maggio” al Deposito tabacchi. Grande la quantità di generi (sale, tabacco, ecc.) asportati. 13 novembre, Bergamo e provincia
Il proclama radiofonico di Alexander, comandante delle forze alleate in Italia, invita i partigiani a cessare ogni operazione e ad attestarsi su posizioni difensive fino all’arrivo della primavera. Il contraccolpo è durissimo anche per le formazioni bergamasche. 17 novembre, Malga Lunga
La “Tagliamento” cattura nel corso del rastrellamento, organizzato a seguito della delazione di un ex partigiano, la squadra della 53° Garibaldi comandata da Giorgio Paglia. Mario Zeduri “Tormenta” e il russo Ilarion Efanov “Starich” sono uccisi a pugnalate sul posto. Il comandante, con Guido Galimberti “Barbieri” e Andrea Caslini “Rocco” e altri uomini della squadra sono trascinati a valle. Sono fucilati il 21 novembre al cimitero di Costa Volpino, con i russi Donez, Molotov, Simone. 17 novembre, Costa Volpino
Davanti al muro del cimitero sono fucilati Andrea Castellini “Siciliano” e Andrea Appollonia “Fomma”, catturati ad Endine Gaiano, dove avevano goduto delle cure della sorelle Colombi nell’“infermeria” clandestina. 18 novembre, Bergamo
Violenta incursione di caccia bombardieri sulla città, nella zona San Fermo-via Serassi, per colpire la stazione ferroviaria della valli. Dieci i morti.
1944
inizi novembre, Bergamo
20 novembre, Covale
Alla mattina vengono catturati, nel corso di un rastrellamento contro la squadra di Andreino, sempre da parte della “Tagliamento”, i fratelli Renato “Falce” e Florindo “Martello” Pellegrini. Il giorno seguente, sospinti a calci e pugni verso il cimitero di Lovere, sono fucilati. 22 novembre, Collepiano (val Calepio)
Rastrellamento contro la banda di Leone Mutti “Fanfulla”. Il comandante viene gravemente ferito. Ricoverato e piantonato all’Ospedale maggiore di Bergamo fino all’8 febbraio, quando riesce a fuggire e riprendere il comando del suo gruppo. 22 novembre, Sussia
La squadra di Giuseppe Licini della “Valbrembo” è sorpresa da un attacco della Gnr di San Pellegrino. Otto uomini sono trasportati a Bergamo e torturati nella caserma della OP, prima di essere inviati nei campi tedeschi. 23 novembre, Berbenno
Alla Cascina Como, nel corso di un’incursione della Gnr, viene catturato, torturato e ucciso Angelo Gotti, della formazione “Valbrembo” delle Fiamme Verdi. Medaglia d’oro della Resistenza. 24 novembre, Vedeseta
Tragico scontro, con cinque caduti, fra partigiani delle Fiamme verdi, della Brigata “Fratelli Rosselli”, della “Issel”, il cui comandante Gastone aveva concluso un accordo di non belligeranza con i tedeschi, per cui i comandi avevano deciso per il suo arresto. 25 novembre, Cornalba
La OP di Bergamo, al comando di Aldo Resmini, inizia il pesante rastrel-
lamento in val Serina. A Rosolo sono uccisi tre partigiani, che scendevano a valle con la corriera. Nell’attacco – con mitragliatrici e mortai – al paese di Cornalba, dove era stanziata la Brigata GL “XXIV Maggio”, perdono la vita altri sette partigiani. novembre, Dalmine
I militanti del Fronte della gioventù, comandati da Franco Nardari, fanno irruzione in un’osteria del paese frequentata dai repubblichini: sorpresi i presenti, li disarmano e li fanno spogliare delle loro divise. 1 dicembre, monte Alben
Un nuovo rastrellamento, questa volta condotto dalla Guardia forestale che ha sede a San Pellegrino, costa altri cinque morti della formazione, tre russi e due italiani. La “XXIV Maggio”, nel frattempo raggiunta da Renato, deve abbandonare la zona. inizi dicembre, Laghi Gemelli
Mario Paganoni, comandante della 86° Garibaldi, riesce con alcuni uomini a raggiungere dalla val Taleggio il rifugio dei Laghi Gemelli, unendosi alla “Cacciatori delle Alpi” che presidiava la zona. Pochi giorni dopo arrivano anche i resti della “XXIV Maggio”, distrutta dai rastrellamenti di Cornalba e dell’Alben. 2 dicembre, Milano
Il Comando regionale lombardo approva – dopo mesi di intricate trattative – la sistemazione definitiva del Comando zona Bergamo. Comandante ne diventa Mario Buttaro “Bassi”, a cui vengono affiancati come commissari politici Mario Invernicci (GL) e Pietro Invernizzi (Pci).
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7 dicembre, Bergamo
Mario Invernicci, nel tentativo di salvare il salvabile della “Camozzi” – alcuni comandanti stanno trattando la resa con Langer – invia copia della circolare del Comando GL, datata 23 novembre, “Patteggiamenti con il nemico”: “Non si tratta col nemico che devasta la nostra terra ed impicca i nostri compagni. Chi lo fa tradisce la causa”.
al rastrellamento della val Taleggio, è ucciso sul posto mentre tenta la fuga. Quattordici partigiani – compreso il comandante Leopoldo Scalcini “Mina” – sono fucilati il giorno seguente nei cimiteri di Barzio e di Moggio.
10 dicembre, Sarnico
Un commando attacca la rampa per la prova dei siluri ai cantieri Riva. L’operazione viene bloccata e due partigiani catturati: sotto tortura sono costretti a parlare e ad indicare alcuni sedi del comando provinciale GL. 11-12 dicembre, Bergamo
25 dicembre, Rifugio Curò
Alcuni uomini che non hanno smobilitato della 53° Garibaldi, con il loro comandante, trovano ospitalità da parte della Brigata “Camozzi” in alta valle Seriana. I due comandanti, Brasi e Lanfranchi, con alcuni uomini delle rispettive formazioni, passano insieme il giorno di Natale. 30 dicembre, Vedeseta
In località Aviolasio, al Baitone della Pianca, militi della Brigata nera “Cesare Rodini” di Como catturano oltre trenta partigiani. Franco Carrara, che si era salvato dall’annientamento seguito
1944
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I nazifascisti perquisiscono l’importante base GL nella case popolari del quartiere Malpensata. Vengono requisiti documenti e denaro. Le conseguenze dell’intercettazione dei documenti – tragiche per Giuseppe Locatelli, informatore del comando – sono in parte contenute dalla tempestività con cui vengono sostituiti staffette, luoghi di incontro e nomi di copertura.
1945
Il Comandante della “Primo maggio” Pierluigi Guerrieri Gonzaga “Gianni” stipula un accordo con il questore di Bergamo Pierluigi Casadei. La decisione provoca grande sconcerto nelle fila GL, soprattutto nella “XXIV Maggio” che aveva di nuovo preso posizione in val Serina. Si arriva sull’orlo delle scontro aperto quando il Comando zona fissa per il 26 marzo il disarmo della formazione delle Fiamme verdi. L’intervento del Comando regionale lombardo, che non vuole “invelenire una situazione già tesa”, scongiura che la vicenda abbia un esito drammatico. 13 gennaio, Laghi Gemelli
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Ha inizio un pesante rastrellamento della Gnr di Bergamo, che durerà alcuni giorni, costringendo la Brigata “Cacciatori delle Alpi” ad abbandonare il rifugio e a ritirarsi al Lago Nero. 22 gennaio, Branzi
Un rastrellamento della Brigata nera di Piazza Brembana uccide in località Redorta Ercole Pedretti, singolare figura di partigiano-sciatore della “Cacciatori delle Alpi”.
a causa dei continui bombardamenti alleati, che mettono fuori uso alcuni forni appena riparati, di sospendere il lavoro e la produzione: degli oltre cinquemila dipendenti restano in fabbrica solo settecento, mentre gli altri continuano a percepire una paga pari ai tre quarti dello stipendio normale. 8 febbraio, Bergamo
A conclusione di una sventurata azione di disarmo organizzata dal Fronte della gioventù, il giovanissimo Ferruccio Dell’Orto viene colpito a morte in via Pignolo. 10 febbraio, Desenzano al Serio (Albino)
Incursione di cacciabombardieri con sganci di bombe sull’ex stabilimento Krupp dove i tedeschi avevano impiantato un’officina per la riparazione di automezzi, nella quale lavoravano anche ex prigionieri russi. Perdite non quantificate. 17 febbraio, Nembro
Il treno della val Seriana (Bergamo-Clusone), che procedeva lentamente a causa di una forte nevicata, è fatto oggetto di un violento mitragliamento da caccia bombardieri anglo-americani. Trentacinque morti e numerosi feriti.
Un cacciabombardiere inglese scarica tre bombe nei pressi dello stabilimento Ansaldo (altre sedi a Fiorano al Serio, Gazzaniga, Ponte Nossa). Nonostante i sabotaggi ripetuti in queste sedi, eseguiti dalla 170° Brigata Garibaldi (comandata da Raimondo De Agostini e Dante Spinelli), gli Alleati avvisano i comandi della Resistenza della loro intenzione di bombardare gli insediamenti industriali.
30 gennaio, Selvino
23 febbraio, Bergamo
Quasi a segnare la ripresa dell’attività, uomini della “Camozzi” attaccano e fanno saltare una postazione di ascolto dell’aeronautica.
Prima riunione del Cln provinciale. Roberto Petrolini “Carlo” del Pci ne diventa il presidente.
4 febbraio, Dalmine
La “Cacciatori delle Alpi” tenta un’impegnativa azione sul paese, con l’obiet-
29 gennaio, Colzate
La direzione dello stabilimento decide,
2 marzo, Branzi
1945
gennaio, Oltre il Colle
tivo di allontanare il presidio fascista: l’esito è solo parzialmente favorevole. Dopo un violento combattimento, che costa caduti nelle fila partigiane, gli uomini sono costretti a ritirarsi. 3 marzo, Calcio
Più volte oggetto di attacchi, il treno che transita lungo il ponte sull’Oglio precipita per il crollo delle strutture. Muoiono i due macchinisti. 5 marzo,Val Taleggio
I partigiani di Mario Paganoni “Davide” tornano in valle e ricostituiscono la 86° Garibaldi, intitolata a Franco Carrara, caduto nel rastrellamento del Baitone. 8 marzo, Sforzatica
Viene arrestato, nella sua abitazione, Natale Betelli, quadro operaio di rilievo della Dalmine. Trasferito nel carcere della Gnr di Treviglio, viene torturato selvaggiamente durante la notte, sino al sopraggiungere della morte. Il cadavere viene occultato, e non sarà mai ritrovato. 8 marzo, Bergamo
Guido Rampini, colonnello del Servizio informativo militare, condannato a morte dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato – presidente Mario Griffini, pubblico accusatore Vincenzo Cersosimo – è fucilato al poligono di tiro della Caserma Seriate. 11 marzo, Clusone
Bombe sganciate sulla stazione ferroviaria fanno morti e feriti. 13—14 marzo, Capralba (Cr)
Quattro giovani di Caravaggio hanno uno scontro a fuoco a Capralba con una pattuglia fascista della Gnr di Crema: due sono colpiti sul luogo, gli altri vengono condotti per essere seviziati
a Crema. Poi riportati a Capralba per essere fucilati. metà marzo, Gandino
Fuga “pilotata” di centinaia di russi che raggiungono la 53° Garibaldi. Dopo un periodo a Campo d’Avene, vengono fatti proseguire e accompagnati in Svizzera. 15 marzo, Castro
Un piccolo gruppo di gappisti che affiancavano le azioni della 53° Garibaldi innalza sul Pimpinello di Castro una grande bandiera rossa. 15 marzo, Valbondione
I fascisti catturano su delazione in località Dossi due radiotelegrafisti dell’Ori (Organizzazione per la Resistenza italiana) – Giovanni Bono e Aldo Bruno Campanella – che si erano installati nella zona di operazione della “Camozzi” per tenere il collegamento con gli Alleati. Feriti sono portati a Bondione e fucilati in piazza. Viene ucciso anche un civile che aveva tentato la fuga. 16 marzo, Albino
Caccia inglesi mitragliano a bassa quota il magazzino Ansaldo. 19 marzo, Lovere
Pesante bombardamento sugli impianti delle acciaierie Ilva, con forti danni. Non si hanno vittime per l’assenza di maestranze, dovuta alla giornata festiva. 22 marzo, Passo Baciamorti
Lancio alleato alla 86° Garibaldi, “in gran parte manomesso dai borghesi”. 22 marzo, Gromo
Un reparto della “Camozzi” sulla strada per Bondione si scontra e costringe alla fuga i repubblichini della V° Compagnia della “Tagliamento”.
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23 marzo, Bergamo
5 aprile, Valmorta (val Seriana)
Prima riunione del ricostituito Cln. Ne fanno parte – la composizione rimane invariata fino alla liberazione-: Veneziani (Attilio Vicentini) per la Dc, Buni (Piero Sottocornola) per il Pda, Lenni (Roberto Petrolini) per il Pci, Gatti (Alfredo Meli) per il Psi, Bianchi (Luigi Bruni) per il Pli, Cavalli (Paolo Fuochi) per il Pri.
La missione inglese del Soe (Special Operations Executive), guidata da Manfred Czernin Beckett, paracadutata in Valtellina, dopo aver attraversato il Passo della Coronella, prende contatto con il comando della “Camozzi”, iniziando a coordinare l’attività delle formazioni partigiane della zona in vista dell’imminente insurrezione.
23 marzo, Bergamo
5 aprile, Castelli Calepio
Incontro in casa Quarti – autorizzato dal Comando regionale lombardo – fra Fritz Langer e Mario Invernicci. Trattative in vista dell’insurrezione.
Ultimo rastrellamento della OP di Resmini. In località Castel Rampino viene fucilato Mosè Piccardi, partigiano della “Camozzi”, tremendamente torturato nella caserma di via Gallicciolli a Bergamo.
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La squadra di Modesto Seghezzi della “Camozzi” compie un deciso sabotaggio all’Ansaldo. È messa fuori uso la macchina rigatrice di tubi per cannoni, azione che evita il non rinviabile bombardamento alleato in una zona densamente popolata e situata in una valle angusta e stretta. 1 aprile, località varie
Viene distribuito in località diverse della provincia di Bergamo un volantino, a cura del Partito d’azione, con le foto dei caduti di Cornalba composti nelle bare. 1 aprile, Cornalba
Una rappresentanza della “XXIV Maggio”, con il proprio comandante Renato, commemora al cimitero i caduti della formazione del rastrellamento del 25 novembre. 5 aprile, Castione della Presolana
In val di Tede sono uccisi due fuggiaschi del paese. Trascinati a valle, vengono appesi alle sbarre del portico del Municipio fino al mattino del giorno successivo.
6 aprile, Pizzo Formico
Paolo Poduje “Moicano”, agente del Soe, è paracadutato nella zona del Formico, dove è atteso da uomini della 53° Garibaldi e dal capitano Pearson, componente della missione Manfred. Moicano addestra una squadra all’uso delle nuove armi paracadutate e esplosivi, nel caso si rendesse necessario un intervento sulla statale 42 della Valcamonica, possibile via di fuga di gerarchi fascisti. Il giorno 15 è a Valgoglio, dove addestra una squadra della “Camozzi”. Praticamente gli uomini della missione inglese finiscono per assumere il controllo della situazione. 10 aprile, Bergamo
Il Comando zona invia al Comitato regionale lombardo il Piano operativo per la liberazione della provincia di Bergamo che prevede l’intervento diretto delle formazioni partigiane. 10 aprile, Mortirolo
Ha inizio l’attacco della Legione Tagliamento alle postazioni partigiane.
1945
29 marzo, Ponte Nossa
10 aprile, Vertova
Nuovo attacco di caccia inglesi alla corriera che fa servizio in val Seriana. Il mitragliamento costa cinque morti e otto feriti. 11 aprile, Villa d’Almé
Ha inizio la grande diserzione da parte del Waffen-Gruppe “Aserbeidschan”, giunto in zona il 26 marzo, frazionato dalle SS in accantonamenti ad Almé, Villa d’Almé, Almenno S. Bartolomeo, Zogno, oltre che in altre località della provincia. Sono guidati nella fuga da partigiani delle Fiamme verdi e della Vittorio Veneto (Riccardo Boffelli, Michele Scanzi, Antonio Caccia, Emilio Taschini). 12 aprile, val Taleggio
Rastrellamento della OP di Resmini in località Sottochiesa: i paesani vengono radunati in piazza e minacciati di morte. Due caduti. 12 aprile, val Serina
La valle è investita dall’arrivo di diverse centinaia di soldati azerbaigiani e di altre nazionalità sovietiche che hanno abbandonato i reparti tedeschi. Il primo gruppo a giungere in zona è quello di Zogno, nei giorni successivi giungeranno quelli scampati alla strage di Monte di Nese. Vengono convinti dai comandi della “XXIV Maggio” a “passare” in Svizzera, guidati dai partigiani della “Camozzi” che li accolgono al Passo del Branchino.
gran lunga più cruento dopo il bombardamento di Dalmine. Altri reparti riescono raggiungere le valli, dove sono presi in consegna dalle formazioni partigiane e aiutati a raggiungere il confine con la Svizzera. 15 aprile, Monte Grem
Lancio alleato per la “XXIV Maggio”, che comprende anche otto mortai che resteranno inutilizzati. 18 aprile, Bergamo
Il Cln definisce l’organigramma delle cariche cittadine: sindaco del capoluogo Antonio Cavalli (Dc), prefetto Ezio Zambianchi (Psi), presidente della provincia Giovanni Motta (Pci), questore Bruno Quarti (Pda). 19 aprile, Lago Nero
Due giovani partigiani di Clusone della “Camozzi” perdono la vita per lo scoppio di un mortaio. 22 aprile, Bergamo
Si costituisce in extremis il Comando Piazza. Ne è comandante Antonio Cavalli “Granata” (Dc), commissario di guerra Angelo Craudi “Vimercati” (Pci), vicecomandante Vittorio Guzzoni “Antonio” (Pda). 23 aprile, Castelli Calepio
La 56° Brigata Garibaldi attacca e disarma il nutrito comando generale della Forestale fascista. L’azione è intrapresa anche per poter equipaggiare il gran numero di volontari.
13 aprile, Monte di Nese
25 aprile, Terno d’Isola
Ha luogo uno degli episodi più tragici della Resistenza bergamasca: alcune centinaia di russi, che stanno attuando una confusa diserzione di massa, vengono facilmente accerchiati e decimati dai nazifascisti. 116 morti, l’evento di
Un gruppo di uomini della 171° Brigata Garibaldi ha un violento scontro a fuoco con una brigata nera composta da appartenenti alla “Muti”. Sette i caduti partigiani.
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Le forze partigiane interne allo stabilimento, in stretto collegamento con le Sap della 171° Garibaldi, occupano e disarmano i presidi tedeschi e fascisti della zona. Viene condotto l’assalto alla sede della Gnr: quest’ultima azione è concomitante con l’occupazione dello stabilimento. 25 aprile, Piancamuno (Bs)
Uomini della 54° Garibaldi attaccano la caserma della IV° Compagnia della Tagliamento. Lo scontro, violentissimo, costa due morti fra i partigiani (il polacco Fritz Ferlutz e lo stesso comandante Luigi Macario) e nove fra i repubblichini. 25 aprile, Lovere
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La squadra di Andreino della 53° Garibaldi, in unione al Gap locale, inizia a liberare la cittadina, con il disarmo e la cattura di un centinaio di russi delle SS, di un consistente numero di militari tedeschi, del locale presidio della Gnr. Lovere – definitivamente liberata il 30 aprile – deve anche far fronte ai rischi provocati dalle colonne tedesche in ritirata. 25—26 aprile, Bergamo
L’atto politico più importante del Cln, oltre alla stesura del manifesto insurrezionale, è la decisione di prendere contatto con il prefetto Rodolfo Vecchini per trattare la resa delle forze fasciste. Vecchini cerca e ottiene la mediazione del vescovo Bernareggi, che il 26 mattina comunica al Cln la resa dei fascisti. La prefettura è lasciata libera verso le 12 del 26 aprile e un’ora dopo ne prendono possesso il Cln e il nuovo prefetto Ezio Zambianchi. 26 aprile, Coccaglio (Bs)
Gli uomini della Brigata Fiamme ver-
di “Tarzan”, comandata da Tomaso Bertoli, attiva nella zona fra Chiari e Rovato, ma anche in val Calepio, vengono coinvolti nel tragico eccidio perpetrato dalla colonna Farinacci, a Coccaglio, paese fra Rovato e Palazzolo sull’Oglio. Quattordici i morti, alcuni sfigurati a colpi di pugnale. 26 aprile, Sarnico
L’unica colonna tedesca che viene fermata in bergamasca è quella delle SS italiane di Alois Thaler, che si era reso responsabile di eccidi e violenze, soprattutto a Rodengo Saiano. È bloccata all’inizio del ponte che collega Paratico a Sarnico. Le operazioni da parte dei partigiani, che si concludono il 30 aprile, sono guidate da Leone Mutti “Fanfulla”, che aveva liberato la cittadina la mattina dello stesso giorno. Thaler, che tenta di sfuggire alla cattura, è giustiziato il 1° maggio, e poi “impiccato per giustizia di popolo”. 26 aprile, Zogno
I militi della Gnr si arrendono ai partigiani della “XXIV Maggio”, che accompagnano Mario Invernicci e Manfred Czernin nella trattativa. È poi la volta dei presidi fascisti (Gnr e Forestale) di San Pellegrino, che consegnano le armi. 26 aprile, Orio al Serio
Ultimo bombardamento dell’aviazione americana sul campo, con la distruzione completa degli aerei presenti (solo il giorno prima vi erano stati trasferiti più di venti aerei di una squadriglia italiana). La notizia è riportata da “Il giornale del popolo”, quotidiano del Cln, il 27 aprile. 26 aprile, Romano di Lombardia
Una colonna tedesca in ritirata, “disturbata” da sconsiderati tentativi di
1945
25 aprile, Dalmine
frapporle ostacoli, compie una rappresaglia nella Cascina Avvenire, lasciando sul terreno quattro morti. 26 aprile, Bergamo
Nel quartiere di Longuelo, alla periferia della città, cadono cinque militanti della 170° Brigata Garibaldi nello scontro con una colonna fascista in fuga. 26 aprile, Cisano Bergamasco
Violento combattimento (undici morti) dei partigiani della Brigata “Albenza” con la colonna di Aldo Resmini in fuga da Bergamo, composta da qualche centinaia di persone. Tra esse Gallarini, Vecchini, Berizzi, Beratto e altri capi fascisti. 26—27 aprile, Clusone
La cittadina è liberata autonomamente dalla Brigata “Camozzi”, che non ha ricevuto alcun ordine dal centro. È costretta alla resa la OP “Macerata” che si è messa in moto per raggiungere Bergamo. Tutti i militi, presi in consegna dagli operai dell’Ansaldo, vengono risparmiati: solo il capitano Dario Antonelli è fucilato a Bergamo il 30 aprile. Nel corso della notte il Cln di Rovetta costringe alla resa i tedeschi asserragliati nel Seminario. Continua inarrestabile la defezione delle truppe russe che avevano collaborato con i nazisti. 27 aprile, Bergamo
Le forze partigiane entrano in città e sostengono scontri con gli ultimi gruppi di fascisti e cecchini. Viene occupata la sede della Prefettura: alcuni fascisti e collaborazionisti sono fucilati proprio nel cortile del palazzo. 27 aprile, Endine Gaiano
Maldestri tentativi di bloccare una colonna in ritirata, provocano la reazio-
ne dei tedeschi, con conseguenze assai pesanti. Cadono due partigiani di una squadra della 53°, comandata da Brach, e nel corso della rappresaglia sette civili. 27 aprile, Seriate
Combattimento fra partigiani della 56° Garibaldi, provenienti dalla val Calepio e diretti a Bergamo, e la “colonna Farinacci”, in fuga verso la Valtellina, che ha già lasciato alle spalle una scia di sangue. I fascisti si aprono la via verso la città, lasciando sul terreno nove morti partigiani. Verso le quindici un nutrito gruppo di uomini della Brigata “XXIV Maggio”, comandati da Fasana, entra in paese e sgomina un nucleo di resistenza fascista: quattro persone, tra cui due donne, vengono fucilate sulla pubblica piazza. 28 aprile, Bergamo
Dopo un’estenuante e difficile trattativa, il generale Ebeling firma al mattino, nelle mani dei partigiani e della missione alleata, la resa incondizionata delle truppe tedesche che occupano la città. Decisivi gli incontri fra Bruno Quarti e Fritz Langer. Le truppe alleate iniziano ad entrare in Bergamo nella notte fra il 28 e il 29: si insedia ufficialmente il Comando militare alleato, guidato dal colonnello inglese David Morley Fletcher. 28 aprile, Capriate San Gervasio
Un gruppo di tedeschi di una colonna in ritirata, asserragliato in una cabina elettrica non lontana dall’autostrada, fingendo la resa, spara sui partigiani. Sono nove i caduti, appartenenti alla Brigata del popolo “Albenza” e alla 171° Garibaldi.
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28 aprile, Rovetta
30 aprile, Bergamo
Al mattino una squadra di partigiani preleva i militi della “Tagliamento”, che avevano controllato il passo della Presolana, consegnatisi due giorni prima al Cln del paese. Li incolonna fino al cimitero, dove quarantatre di essi sono fucilati. Tre i risparmiati, per la loro giovanissima età.
Fritz Langer, il doppiogiochista delle SS, furbo e smaliziato, finge il suicidio. Ricoverato alla Clinica Castelli riceve perfino la visita del vescovo di Bergamo. Non farà un giorno di carcere e con la protezione degli amici influenti che si era fatto, alla fine di settembre potrà lasciare l’Italia per rientrare in Austria.
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Mario Invernicci, Pasqualino Carrara e Manfred Czernin si recano incontro alla colonna corazzata tedesca proveniente da Brescia e dopo difficili trattative riescono ad impedire il suo ingresso in città. È uno dei momenti più drammatici dei giorni della liberazione.
fine aprile, Bergamo
28 aprile, Paderno
Il tenente colonnello inglese David Morley Fletcher assume il potere per conto del Governo militare alleato.
Verso sera, una colonna di tedeschi in fuga provenienti da Zanica e diretti verso Zandobbio, senza essere stata provocata, spara all’impazzata uccidendo quattro persone. 28 aprile, Schilpario
Un camion con a bordo una ventina di partigiani muove sulla strada che porta al Passo del Vivione per invitare alla resa un nutrito reparto della “Tagliamento” proveniente dalla Valcamonica e diretto al paese. Ai Fondi il camion è accolto da una scarica di bombe a mano e dal fuoco delle mitragliatrici dei repubblichini comandati da Oreste Menegozzo. Dodici i caduti. 29 aprile, Bergamo
Nove fascisti residenti a Urgnano, piccolo paese alle porte di Bergamo si consegnano alle autorità locali. Prelevati da alcuni partigiani e trasferiti alla sede della Prefettura: qui sono fatti salire su un camion e portati al cimitero monumentale, dove vengono fucilati.
La Casa del fascio, che durante la Rsi era stata sede della Brigata Nera “G. Cortesi”, dove venivano rinchiusi per essere interrogati e torturati gli antifascisti, diviene la sede del Cln, prendendo il nome di Casa della libertà. 1 maggio, Bergamo
3 maggio, Arcene
Dopo essere stati prelevati dalle carceri di Treviglio, sei repubblichini sono fucilati davanti al cimitero. 4 maggio, Bergamo
Ha luogo la lunga sfilata partigiana nelle vie cittadine, con comizi finali in piazza Matteotti di rappresentanti del Cln e dell’amministrazione alleata (Manfred, Morley Fletcher, Raffaele Cadorna). 7 maggio, Bergamo
Il Comando Piazza e il Comando Zona, su pressione del Comando alleato, emanano severe e precise disposizioni per la smobilitazione delle formazioni partigiane e per la raccolta delle armi. 8 maggio, Algua
Sette militi della Guardia forestale di San Pellegrino sono fucilati, dopo un sommario processo, in località Laghet-
1945
28 aprile, Zanica
to (un ottavo, che riesce a fuggire, è raggiunto e fucilato in alta valle Serina). Sono ritenuti responsabili di aver partecipato al rastrellamento dei 1° dicembre 1944 sull’Alben. 9 maggio 1945, Bergamo
Manifestazioni per la fine del conflitto in Europa. Nell’occasione viene ripristinata l’illuminazione pubblica e sospeso il coprifuoco. metà maggio, Bergamo
“Manfredi” e “Moicano” lasciano la città, richiesti dal comando del Soe che aveva sede a Siena. 16 maggio, Bergamo
Natale Mazzolà, comandante della “Vittorio Veneto”, responsabile dell’ordine della Caserma Seriate, dove erano rinchiusi gli ex fascisti e repubblichini catturati, è nominato presidente della Commissione provinciale di epurazione. 17 maggio, Endine Gaiano
Nei dintorni del paese vengono uccisi otto operai dell’Ansaldo che erano stati prelevati a Gazzaniga. A tutt’oggi sono ancora oscure le cause di questa eliminazione. 18 maggio, Bergamo
Sono ratificate le dimissioni di Bruno Quarti dal ruolo di questore di Bergamo (la stampa ne darà notizia solo il giorno 23): “Posso lasciare questa difficile carica [...] perché la situazione tende a normalizzarsi (i primi giorni i patrioti arrestavano circa 220 persone all’ora”). 19 maggio, Valcava
Una squadra di partigiani della “XXIV Maggio” (Nino Malenza, Ermanno Pezzini, Giulio Questi) cattura in una casa del paese Aldo Resmini. Traspor-
tato a Bergamo rischia il linciaggio da parte della folla. Interrogato pesantemente, muore nel trasporto verso l’ospedale, la mattina del 20 maggio. I giudici della Corte d’Assise useranno la formula “giustiziato dal popolo nei giorni dell’insurrezione”. 27 maggio, San Pellegrino
Un comandante inglese, con una ventina di carabinieri italiani, si presenta al comando della “XXIV Maggio” esigendo la consegna in giornata delle armi e la definitiva smobilitazione. 1 giugno, Bergamo
Il Cln si occupa della concessione del “premio della libertà”: Pci e Psiup ne chiedono l’estensione a tutti lavoratori. 1 giugno, Bergamo
La Corte straordinaria d’Assise per la punizione dei reati compiuti in collaborazione con i tedeschi emette la prima sentenza a carico di Mario Griffini e Vincenzo Cersosimo, presidente e giudice del Tribunale speciale per la difesa dello stato della Rsi. Sono condannati rispettivamente a 30 e 24 anni di reclusione. L’ultima sentenza della Corte d’Assise è emessa il 24 novembre 1947. 17 giugno, Lovere
Funerali solenni per il ritorno delle bare dei Tredici. 6 luglio, Bergamo
Un’imponente massa di lavoratori in sciopero si raccoglie in centro, scavalcando le direttive della Camera del lavoro. Nel corso della manifestazione, Petrolini, il presidente del Cln,”intervenuto per calmare la folla”, viene fischiato. 26 luglio, Bergamo
Il viceprefetto Pietro Zanetti, del Pda,
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è fatto oggetto di pesanti attacchi da parte degli Alleati e decide di dimettersi. Ancora una volta il Cln si limita ad accettare il fatto compiuto. 21 agosto, Bergamo
Un decreto luogotenenziale incarica la presidenza del Consiglio dei ministri, a mezzo delle Commissioni per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, di controllare le qualifiche di partigiano combattente, di patriota, di benemerito. 18 settembre, Bergamo
30 settembre, Bergamo
Fritz Langer, rimessosi in “salute” dopo il tentato “suicidio”, lascia la città indisturbato per tornare alla sua casa di Vienna.
1945
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Il Comitato provinciale patrioti nomina una speciale Commissione di inchiesta per giudicare le trattative di resa che Gastone e Alberto Amati avevano condotto con i tedeschi. I lavori si protraggono per mesi e solo il 24 aprile 1946 viene emesso il verdetto: Gastone è ritenuto “colpevole di tradimento e collusione con il nemico”. Le stesse conclusioni per il suo vice Amati.
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SVOLGIMENTO DELLE SIGLE
Paolo Poduje “Moicano”
49
AC Azione cattolica ACS Archivio centrale dello Stato AMG Allied Military Government ANED Associazione nazionale ex deportati ANPI Associazione nazionale partigiani d’Italia APPIA Associazione perseguitati politici italiani antifascisti BN Brigate nere CAS Corte d’assise straordinaria CGIL Confederazione generale italiana del lavoro CISL Confederazione italiana sindacati lavoratori CLN Comitato di liberazione nazionale CLNAI Comitato di liberazione nazionale Alta Italia CLUBI Clusone biblioteca CPC Casellario politico centrale CRI Croce rossa italiana CVL Corpo volontari della libertà DC Democrazia cristiana FIAP Federazione italiana associazioni partigiane FDG Fronte della gioventù FFVV Fiamme verdi GAP Gruppi di azione patriottica GL Giustizia e libertà GNR Guardia nazionale repubblicana ISML BG Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione
ISREC BG Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea OP Ordine pubblico ORI Organizzazione per la Resistenza italiana OSS Office Strategic Services OTE Officina trasformatori elettrici PCI Partito comunista italiano PDA Partito d’azione PDS Partito democratico della sinistra PFR Partito fascista repubblicano PLI Partito liberale italiano PNF Partito nazionale fascista PRI Partito repubblicano italiano PSI Partito socialista italiano PSIUP Partito socialista italiano di unità proletaria RAF Royal Air Force RSI Repubblica sociale italiana SAP Squadre di azione patriottica SESA Società editrice Sant’Alessandro SID Servizio informazioni difesa SIM Servizio informativo militare SOE Special Operations Executive SPA Società per azioni SPI Sindacato pensionati italiani SS Schutzstaffeln TOM Tipografia oratorio maschile UDI Unione donne italiane UIL Unione italiana del lavoro UPI Ufficio politico investigativo
INDICE DEI NOMI Abati Arturo, 9 Agazzi Alberto, 35 Al, vedi Aldovrandi Vando Alborghetti Matteo, 40, 43, 45 Aldeni Mario, 16 Aldovrandi Vando “Al”, 19 Alexander Harold Rupert, 21 Almici Fausta, 40 Alonzi Giulio, 39 Amati Alberto, 20, 33 Ambiveri Betty, 7, 9-10, 36-38 Andreino, vedi Petenzi Alessandro Angelo Nicola, 35, 44 Antonelli Dario, 30, 44 Antonio, vedi Guzzoni Vittorio Appollonia Andrea “Fomma”, 21 Archetti Giovanni, 36 Arrigoni Arrigo, 38 Arrigoni Ermanno, 42 Arrigoni Pietro, 38 Artifoni Gianni, 36 Ascari Carlo, 44 Bacchi Maria, 39 Bacciagaluppi Giuseppe, 8 Badoglio Pietro, 7, 9 Ballini Adele Gaia, 36 Banfi Arialdo, 37 Barbieri, vedi Galimberti Guido Baronchelli Carmelo, 16, 42 Bartoli Mino, 42 Bartolozzi Elio V., 37 Bassi, vedi Buttaro Mario Battaggion Aldo, 8, 11, 13, 39 Battaglierin Dante, 38 Battilà Giancarlo, 40, 44 Bauer Riccardo, 37 Belingheri Erica, 45 Belometti Nino, 37 Belotti Armando, 45 Belotti Bortolo, 37 Belotti Giuseppe, 35, 37 Belotti Silvio, 16 Bendotti Angelo, 3, 35, 37-40, 42-45
Bendotti Umberto, 40, 45 Benigni Mario, 9 Benzoni Giovanni, 37, 45 Beratto Giuseppe, 30 Beretta Sergio, 35 Bergomi Xenio, 44 Berizzi Angelo, 30 Bernareggi Adriano, 7, 9, 11, 13, 29, 35, 46 Berta Angelo “Gelsomino”, 15 Berta Giovanni “Leo”, 37 Bertacchi Giuliana, 35, 37-38, 40, 42-45 Bertoli Tomaso “Tarzan”, 29 Betelli Natale, 26, 39 Bettini Cesare, 37 Bezzi Virginio, 43 Bianchi Bruno, 37, 42-43 Bianchi, vedi Bruni Luigi Bidussa David, 39 Blum Léon, 37 Boffelli Riccardo, 28 Bolis Achille, 13, 37-38 Bolis Enrica, 37 Bonaldi Giancarla, 45 Bonetti Carlo, 8 Boninelli Giovanni Mimmo, 35, 44 Bonino Cesare, 8, 11 Bono Giovanni, 26 Bonomelli Vittorio “Platone”, 16, 38 Borelli Delia, 37 Borgomaneri Luigi, 35 Borlini Giuliano, 45 Bosco Verdina Clara, 40 Bosisio Giacomo, 44 Bossi Fioretti Clelia, 13 Bossini Flauro, 11, 36 Bottani Tarcisio, 43 Botti Livia, 35, 37, 44 Brach, vedi Brighenti Giuseppe Braga Antonella, 37 Bramati Luciana, 37, 44 Brasi Giovanni “Libero”, “Montagna”, 8, 10-11, 15, 17-19, 23, 38, 40 Bresciani Daniela, 45
50
Brighenti Giuseppe “Brach”, 30, 37, 40 Brignoli Pietro, 45 Brolis Pierino, 37 Brunasso Raffaello, 44 Bruni Eugenio, 39 Bruni Luigi “Bianchi”, 7, 27 Bruni Roberto, 39 Buni, vedi Sottocornola Piero Buttarelli Aroldo,35 Buttaro Mario “Bassi”, 20, 22
51
Caccia Antonio, 28 Cadorna Raffaele, 18, 31 Caironi Emanuele, 14 Calderoli Maria Grazia, 45 Callegari Giuseppina, 37 Calvi Angelo, 37, 39 Cameroni Renato, 8 Campanella Aldo Bruno, 26 Canova Vittorina, 45 Cantoni Simona, 37, 46 Capelli Battista “Velio”, 43 Capelli Eleonora, 46 Caponeri Andrea, 35, 46 Capurso Antonelli Lidia, 44 Carenini Bernardo, 9 Carletti Ernesto, 37, 45 Carlo, vedi Petrolini Roberto Carrara Franco “Walter”, 23, 26 Carrara Gabriele, 42 Carrara Luigi, 43 Carrara Pasquale “Pasqualino”, 19, 31, 38-39 Casadei Pierluigi, 25 Casati Giosué “Ges”, 19 Caslini Andrea “Rocco”, 21, 37 Castellini Andrea “Siciliano”, 21 Cataluccio Francesco, 43 Cattaneo Marcella, 38 Cavaglion Alberto, 39 Cavalli Antonio “Granata”, 28, 36 Cavalli, vedi Fuochi Paolo Cavallini Spartaco “Spa”, 19 Cavati Silvio, 39, 46 Cazzaniga Giovanni “Maistrak”, 15 Cecchini Giovanni, 37 Censi Antonio, 38 Cerri, vedi Duzioni Norberto Cersosimo Vincenzo, 26, 32
Chiodi Carla, 40, 43 Cino, vedi Moscatelli Vincenzo Coggiola Emma, 9, 35, 38 Coggiola, sorelle, 44 Colicchio Gian Paolo, 46 Colleoni Aurelio “Elio”, 18, 38, 40 Colli Nora, 39 Collotti Enzo, 4, 35 Colnaghi Bianca, 38 Colombi Carolina, 21 Colombi Ida, 21 Colombo Maria Luigia, 46 Colombo Mario, 45 Consonni Cesare, 8, 13 Conti Isaia, 44 Conti Luciano, 46 Corna Lia, 46 Cortesi Giuseppe, 10, 15 Cortinovis Giambattista, 7, 39 Craudi Angelo “Vimercati”, 28 Cremaschi Carlo, 35, 38 Cremaschi Roberto, 45 Cremaschi Sergio, 35 Cucolo Alessandra, 46 Curtarelli Barbara, 35, 43 Czernin Beckett Manfred “Manfredi”, 27, 29, 31-32, 38 Dami, vedi Milesi Antonio Danesi Mauro, 39 Davide, vedi Paganoni Mario De Agostini Raimondo, 25 De Giusti Pellicioli Maria Italia, 42 De Luca Gaetano, 44 De Vecchi Renato, 7 Del Bello Angelo “Mino”, 5, 15, 18-19, 21, 41 Del Bono Laura, 40 Della Torre Gabriele, 46 Della Torre Oriella, 3, 36, 38, 43-45 Della Valentina Gianluigi, 35 Della Vecchia Tranquillo, 14 Dell’Orto Ferruccio, 25, 37, 39 Donez, partigiano russo, 21 D’Onghia Giancarlo, 40 Duzioni Norberto “Cerri”, 20, 37 Ebeling, generale tedesco, 30 Efanov Ilarion “Starich”, 21
Eleuterio Valdo, 13 Elio, vedi Colleoni Aurelio Elio, vedi Taino Giuseppe Eynard Gian Carlo, 14 Fabbri Valentino, 10 Fabbrucci Roberto, 43 Faccardi Palmiro “Giulio”, 8 Falce, vedi Pellegrini Renato Fanfulla, vedi Leone Mutti Fantoni Bruno, 37-38 Farinacci Roberto, 29-30 Fasana Fortunato “Renato”, 18, 21-22, 27, 30, 38 Favettini Giovanni, 16 Ferassini Daniela, 42 Ferlutz Fritz, 29 Ferrari Margherita, 42 Fiorani Giuliano, 42 Fiori, vedi Masini Luigi Fomma, vedi Appollonia Andrea Fontana Eugenio, 42 Fontana Gabriele, 36, 38, 43 Fontana Tolmino “Magnanino”, 15, 37 Francesconi Teodoro, 44 Franks Norman, 38 Frigeni Pietro, 18 Frigeri Sandro, 36, 46 Frigerio Ernesto, 8, 18, 21 Fuì, vedi Giupponi Giuseppe Fumagalli Camillo, 36 Fumagalli Rita, 36 Fuochi Paolo “Cavalli”, 27 Gaedicke Fritz, 14 Galati Roberto, 45 Galdini Pietro, 18 Galimberti Giulia, 43 Galimberti Guido “Barbieri”, 7, 21, 37-39 Galimberti Mosè, 38 Galimberti Sem, 38 Galizzi Evaristo, 11 Gallarini Gino, 30 Galli Lodovico, 42 Gallico Lidia, 39 Galmozzi Luciano, 4 Galmozzi Nicola, 38 Gambirasio Giacinto, 36 Garibaldi Giuseppe, 9
Garofalo Teresa, 39 Gasparini Vittorio, 37 Gasparotto Poldo, 8, 13, 15, 39 Gastone, vedi Orsenigo da Montebello Gastone Carlo Gatti, vedi Meli Alfredo Gaudenzi Giovanni, 38 Gelfi Mauro, 36, 39 Gelsomino, vedi Berta Angelo Gennaro Erminio, 38 Ges, vedi Casati Giosuè Ghisleni Alessandro, 14 Gianni, vedi Guerrieri Gonzaga Pierluigi Gibuti, vedi Rinaldi Mario Giliberto Walter, 42 Gimondi Diego, 43 Giorgio il canadese, vedi Tigorian Giorgio Giorgio, vedi Paglia Giorgio Giové Leonardo, 8 Giulio, vedi Faccardi Palmiro Giupponi Giuseppe “Fuì”, 43 Gobbi Aldo, 45 Gori Maria, 42 Gotti Angelo, 22 Gracco, vedi Leris Luigi Granata, vedi Cavalli Antonio Grassi Ermanno, 18-19 Grassi Gaetano, 4 Grazioli Emilio, 11 Griffini Mario, 26, 32 Grimaldi Franco “Lino”, 43 Guerrieri Gonzaga Pierluigi “Gianni”, 25 Gufo, vedi Licini Giuseppe Gusmini Maurizio, 46 Guzzoni Vittorio “Antonio”, 28 Innocenti Claudia, 35 Innocenti Franco, 36 Invernicci Mario “Mario”, 14, 22-23, 27, 29, 31, 44 Invernizzi Gabriele “Pietro”, 22, 38 Invernizzi Gaetano, 9 Inversini Franco, 42 Isaev Tair, 38 Issel Giorgio, 11 Italia, vedi De Giusti Pellicioli Maria Italia Jabin Raimond, 11 Kopcenko Simone, 21
52
53
Lanfranchi Bepi, 8, 17, 23, 35, 42 Langer Fritz, 18, 20, 22, 27, 30-31, 33 Legnani Aralla Donatella, 46 Legnani Massimo, 37 Leidi Carlo, 44 Lenni, vedi Petrolini Roberto Leo, vedi Berta Giovanni Leoni Diego, 38 Leris Luigi “Gracco”, 40 Levi Guido, 10 Levi Laura, 10 Levi, famiglia, 10 Libero, vedi Brasi Giovanni Licini Giuseppe “Gufo”, 22 Lino, vedi Grimaldi Franco Locardi Eraldo “Longhi”, 8-11 Locatelli Adriana, 9, 13, 37-38 Locatelli Ferdinando, 43 Locatelli Giuseppe, 23 Locatelli Milesi Sereno, 38 Lodi Luigi, 46 Longhi, vedi Locardi Eraldo Lorenzi, vedi Mammucari Mario Luciani Chiara, 42 Lucioli Massimo, 44 Lupi Stefania, 46 Luppi Marzia, 39 Luzzatto Sergio, 39 Macario Guglielmo, 39 Macario Luigi, 8, 29 Maggi Angela, 46 Magnanino, vedi Fontana Tolmino Magni Vincenzo, 39 Mai Franco, 8, 36 Maistrak, vedi Cazzaniga Giovanni Malenza Nino, 32 Mammucari Mario “Lorenzi”, 7 Manca Giovanna, 44 Mandelli Stuani Carla, 43 Manfredi, vedi Czernin Beckett Manfred Mangialardo Domenico, 9 Mangini Giorgio, 39 Mantovani Olga, 38 Manzi Alberto “Vercesio”, 8, 13, 16 Marcarini G., 39 Mariani Giuseppe, 38, 42, 45 Marinoni Giovanni, 8 Marinoni Nazareno, 42
Mario, vedi Invernicci Mario Martello, vedi Pellegrini Florindo Marzoli Leopolda, 46 Mascheroni Alessandro, 18 Masini Luigi “Fiori”, 17 Mayer Morlacchi Lucia, 46 Mazzolà Natale, 9, 16, 32, 36 Megged Aharon, 39 Meli Alfredo “Gatti”, 27 Menegozzo Oreste, 31 Meriggi Maria Grazia, 42 Milesi Antonio “Dami”, 8, 16, 19, 37 Milesi Grazia, 38, 40 Mimma, vedi Quarti Cornelia Mina, vedi Scalcini Leopoldo Minardi Roberto, 7 Mino, vedi Del Bello Angelo Minuscoli Mara, 36, 46 Modesto, vedi Seghezzi Modesto Moicano, vedi Poduje Paolo Molinari Natale, 44 Molotov, vedi Noghin Alexandr Monaci Bruna, 46 Mondini Luigi, 7 Monge Silvio, 16 Montagna, vedi Brasi Giovanni Montanari Maria Teresa, 39 Montenero Laura, 46 Morandi Agostino, 46 Morbini Laura, 39 Mores Francesco, 38 Moretti Dino, 10 Morley Fletcher David, 30-31 Moro Francesco, 42 Moscatelli Vincenzo “Cino”, 37 Moshe, vedi Zeiri Moshe Motta Giovanni, 28 Mutti Leone “Fanfulla”, 5, 14, 22, 29, 34, 37, 43 Nardari Franco, 22 Nava Alesssandro, 46 Nervi Angelo, 17, 21 Neumann, comandante tedesco, 9 Nino, 2 Noghin Alexandr “Molotov”, 21 Nolfo Emanuela, 39 Nulli, vedi Orsenigo da Montebello Gastone Carlo
Ongaro Valentino, 43 Orsenigo da Montebello Gastone Carlo “Nulli”, 20, 22, 33 Paci Dante, 11, 13, 16, 39 Paganoni Giacomo, 7 Paganoni Mario “Davide”, 22, 26 Paglia Giorgio “Giorgio”, 18, 21, 37, 47 Pallini Piero “Penna nera”, 15 Pantelleria, vedi Valenza Antonio Papadopulos Tassi, 13 Papis Anna, 39 Parigi Salvo, 44 Pasinelli Bernardino, 36 Pasqualino, vedi Carrara Pasquale Pearson R.H. “Turco”, 27 Pedretti Ercole, 25 Pedrocchi Stefano, 42, 46 Pellegrini Florindo “Martello”, 22, 38 Pellegrini Renato “Falce”, 22, 38 Pelliccioli Mario, 42, 45 Penna nera, vedi Pallini Piero Peracchi Tobia, 38 Pesenti Antonio, 35 Pesenti Carla, 45 Pesenti Carlo, 16 Pesenti Carolina, 5, 39 Pesenti Gritti Palazzi Serena, 43 Pesenti Rosangela, 38-39 Petenzi Alessandro “Andreino”, 22, 29 Peter, vedi Sguazzi Callisto Petrolini Roberto “Carlo”, “Lenni”, 25-27, 33, 44 Pezzini Barbara, 44 Pezzini Cristoforo, 38 Pezzini Ermanno, 32 Pezzini Giuseppe, 43 Pezzutti Bortolo, 37, 40 Piano Giovanni Dino “Zena”, 43 Piccardi Mosè “Spinasa”, 27, 37 Pietro, vedi Invernizzi Gabriele Pighizzini Claudia, 44 Pioselli Andrea, 36 Pirata, vedi Trovesi Angelo Pirazzoli Elena, 39 Pirrone Giovanni, 19, 44 Piziali Stefano, 36 Platone, vedi Bonomelli Vittorio
Poduje Paolo “Moicano”, 5, 27, 32, 39, 42, 48 Poluzzi Cristiano, 46 Popi, vedi Taino Giuseppe Pota Francesco, 46 Pozzi Giancarlo, 38 Previtali Albino, 40 Prigigallo Nicola, 44 Quadri Marco, 43 Quagliati Luciano, 39 Quagliozzi Paride, 39 Quarenghi Enzo, 36, 38, 45 Quarti Bruno, 28, 30, 32, 37, 39 Quarti Cornelia “Mimma”, 5, 8-9, 37, 39 Quarti, famiglia, 27 Quazza Guida, 4 Questi Giulio, 32, 36-37, 42-43 Rampini Guido, 26, 38 Ravasio Marco, 47 Ravelli Roberta, 47 Ravenna Enzo, 19 Ravotto Aldo, 47 Redlich Alice, 39 Remuzzi Gianni, 38 Renato, vedi Fasana Fortunato Resmini Aldo, 9, 13, 16, 18, 22, 27-28, 30, 32, 44 Ricciardi Ferruccio, 40 Riceputi Felice, 43 Rizzi Paolo, 45 Rocco, vedi Caslini Andrea Rochat Giorgio, 44 Roncelli Mattia, 47 Rosa Paolo, 10-11 Rossi Ada, 37 Rossi Ernesto, 7 Rota Giuseppe, 47 Ruffini Elisabetta, 35-36, 39-40, 42-44 Sabatini Davide, 42 Sacchi Velia, 5, 9, 37-39 Samaja Ugo, 40 Sandri Renato, 4, 35 Santino, 2 Scalcini Leopoldo “Mina”, 23 Scandella Anna, 40
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Scandella Mino, 40 Scanzi Michele, 28 Scarpellini Gualtiero, 16 Scarrocchia Sandro, 40 Schwamenthal Riccardo,39, 44 Scudeletti Giorgio, 36, 40 Scurani Alessandro, 39 Seghezzi Antonio, 7, 9, 38-39 Seghezzi Modesto “Modesto”, 27 Segre Liliana, 39 Seno Paolo, 47 Serughetti Giovanni, 39 Sessi Frediano, 4, 35 Sguazzi Callisto “Peter”, 38 Siciliano, vedi Castellini Andrea Signorelli Bepi, 7, 10 Simoncini Carlo, 44 Simone, vedi Kopcenko Simone Sorelli Marco, 43 Sottocornola Piero “Buni”, 21, 27 Spa, vedi Cavallini Spartaco Spada Grazia, 42 Spinasa, vedi Piccardi Mosè Spinelli Dante, 25 Spini Tito, 13 Sporchia Giuseppe, 11, 14 Starich, vedi Efanov Ilarion Strohmenger Gino, 44 Strohmenger Sandro, 44 Tacchi Clara, 37 Tadini Francesco, 44 Taino Giuseppe “Popi”, “Elio”, 37 Taino Quarti Maria, 39 Tarzan, vedi Bertoli Tomaso Taschini Emilio, 28 Tassoni Mario, 38 Thaler Alois, 29 Thum Andrea, 40 Tigorian Giorgio “il Canadese”, 17 Tiraboschi Sandra, 44 Toffetti Laura, 44 Togliatti Palmiro, 47 Tormenta, vedi Zeduri Mario Torriani Stefano, 45 Tosoni Mariella, 38, 40 Toti Vasco, 43 Traversi Aldo, 7
Trombetta Francesco, 45 Trovesi Angelo “Pirata”, 37 Tulli Ettore, 7, 9, 11, 36, 38 Turani Arturo, 8-11, 13-14, 36 Turco, vedi Pearson H. R. Vajana Alfonso, 7, 36, 47 Valenza Antonio “Pantelleria”, 21 Valota Peppino, 39 Valota Valentina, 46 Valtulina Eugenia, 36-37, 42 Vecchini Rodolfo, 29-30 Velio, vedi Capelli Battista Vendramini Ferruccio, 37 Veneziani, vedi Vicentini Attilio Ventura Gianmaria, 36, 43, 47 Vercesio, vedi Manzi Alberto Verdina Natale, 40, 43, 45 Verzelletti Ercole, 40 Vicentini Attilio “Veneziani”, 27 Vimercati, vedi Craudi Angelo Vismara Agostino, 7, 10, 35-36, 45 Vismara Luisa, 35 Vittori Rodolfo, 37, 45 Walter, vedi Carrara Franco Weissmann Alexander, 39 Zambelli Giuseppe, 45 Zambianchi Ezio, 28-29, 38 Zanchi Goffredo, 38-39 Zanchi Umberto, 7 Zanetti Pietro, 33 Zeduri Mario “Tormenta”, 21, 38-39 Zeiri Moshe, 39 Zelasco Giovanni, 20, 38 Zelasco Rodolfo, 37 Zena, vedi Piano Giovanni Dino Zilio Maria, 47 Zimet-Levy Regina, 40
Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
I venti mesi 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945 a cura di Angelo Bendotti 2018 @ Il filo di Arianna ISBN 978-88-96119-43-3 Progetto grafico Dario Carta – #cartadesign Stampato in Italia nel dicembre 2018
€ 8,00
ISBN 978-88-96119-43-3
9 788896 119433