ANNO 1926
Paris-piage, 4 luglio 1926 Ville Ma Yette, 163 m e de Paris
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua cartolina del 28 giugno. Godiamo assai che stai bene. Qui è una bella spiaggia, benché il mare (in bassa marea) vada troppo lontano. Non per nulla siamo sull'Atlantico. Ieri ho fatto il primo bagno. Oggi no, perché stamani è piovuto. Abbiamo fatto una passeggiata nel mare, entrandovi fino al ginocchio. È un metodo molto usato e assai giovevole. Dietro il paese vi è una bella foresta; ma non così bella come è quella di Maulleau. Siamo in compagnia di una famiglia inglese molto buona. Marito moghe e quattro bambini. I1 signor Muir è mio buon amico da oltre un anno. Qui penso a studiare bene il tema del diritto di guerra e a disegnare il libro che vorrei scrivere, rimandando a dopo quello di etica e politica, del quale ti parlai a Parigi. Penso che non è un male se Vallecchi non stampa il tuo lavoro. Credo che si potrà ritentare con Laterza. Scrivine a De Ruggiero. Se poi tu hai intenzione di rifarlo (il che mi sembra un'esagerazione) allora è meglio riparlarne verso novembre. In genere, è meglio l'edizione di febbraio-marzo; mentre la stagione morta è da maggio a novembre. Se poi contemporaneamente, cioè col 1. gennaio pr. potesse uscire la Rivista, la cosa andrebbe d'incanto. I o con i primi di agosto penso di tornare a Londra, dopo che Nelina sarà partita per l'Italia. Lì spero di trovare i libri che mi hai promesso di spedirmi su Pasca1 e sulla Bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII. Ti prego di farmi avere le più precise indicazioni per 1'Expérience religieuse che a Parigi non potei trovare. Qui sto leggendo La philosophie francaise di Delbos '. Ti scriverò le mie impressioni. LETTERA77. 1. Victor Este%an-Marie Delbos (1862-1916), filosofo, professore alla Sorbona, profondo conoscitore della filosofia moderna. Oltre d a collaborazione prestata a numerose riviste, pubblicò importanti scritti: Le problème morale dans la philosophie de Spinoza (Paris 1893); La philosophie politique de Kant (1905);
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Salutami Mons. Fondacaro e gli amici. Un abbraccio fraterno da me e Nelina insieme, tuo Luigi
Paris-plage, 28 luglio 1926
Carissimo fratello, ricevo la tua cartolina del 23 e ti rispondo subito. Stiamo bene: questi ultimi giorni di Paris-plage sono passati tra vento, pioggia, umido: ciò non ostante ho fatto i bagni quasi ogni giorno. (Stamane è il 19.mo bagno) e mi fanno bene. I1 31 sera saremo a Parigi (Hotel S.& Marie - 83 rue de Rivoli) dove desidero avere una tua cartolina (non lettera) nella quale mi dai notizie della tua salute. Poi mi scriverai a Londra. Non sono d'accordo con te per la scelta della Tipogr. Editrice di Milano. I costi tipografici a Milano sono di più che altrove; e la casa da te indicata può avere o può dare seccature per varie ragioni, non ultima certi contrasti con l'altra casa, dove tu sei stato nello scorso maggio. È meglio evitare tali ambienti. De Ruggiero può trovare meglio a Napoli o a Roma per convenienza e indipendenza: è meglio che tu resti dietro, nella questione della combinazione economica, e nella responsabilità editoriale. Spero che combinerai per andare a Terranova: scrivimi come vanno gli occhi. H o letto Pane e Vino di Papini l , e non mi è piaciuto. Manca la poesia e non sempre ci sono i versi. Ti accludo un avviso della recente pubblicazione dell'lntr. alla filosofia di Rosmini. Un abbraccio affettuosissimo insieme con Nelina, tuo Luigi
Le cogito de
Descartes et la philosophie de Locke (1907). La philosophie franqaise fu edita a Parigi daii'editore Plon. LETTERA 78. 1. G. PAPINI, Pane e vino, Vallecchi, Firenze 1926. Su Papini cfr. lettera 343, n. 2.
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" Paris, 2 agosto 1926
Carissimo fratello, ieri sera siamo arrivati a Parigi, e alloggiati all'H6tel S. Marie. Stamane ci hanno date le stanze n. 19 e 20. Quanti ricordi! Mi sembra di dovere entrare nel n. 21 e venire a parlare con te! Mi sembra che i tre mesi passati (dal maggio all'agosto) non siano passati. Ieri sera mi dava questa impressione il fresco di Parigi. Oggi no, fa caldo (per modo di dire) non molto, ma per Parigi è caldo. Stiamo bene: non perfettamente bene, perché io ho avuto una febbretta prima di partire da Paris-plage, e sono ancora un po' stanco: e Nelina si è affaticata per la partenza. Ma qui riposeremo alcuni giorni. Godiamo assai che vai a Terranova di Sicilia e ti auguriamo buoni bagni. Salutiamo Mons. Fondacaro. Un abbraccio affettuosissimo Luigi
Paris, 7 agosto 1926
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua cartolina del 2 agosto, e ti rispondo subito. Siamo assai lieti che sei andato a Terranova, a prendere i bagni e a riposarti. Noi al Nord e tu al Sud. Prenderai un po' di sole per me. I o del resto sto bene. La piccola sofferenza avuta è passata; i bagni mi hanno giovato; e torno a Londra con la volontà di mettermi al lavoro dopo un buon mese di vacanza. A momenti ho parlato con il Prof. Lévy-Bruhl il direttore della Rivista Filosofica deila quale ti inviai un numero.
',
LETTERA 79. * Questa lettera e la seguente sono scritte su carta intestata: Hotel Ste Marie, Rue de Rivoli, 83 près le Louvre, Paris. LETTERA80. 1. Lucien Lévy-Bruhl, filosofo e sociologo nato a Parigi nel 1857 e ivi morto nel 1939. Professore alIa Sorbona. In un primo tempo allievo di
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Egli accetta con piacere il tuo studio sul Sintetisrno gnoseologico. Egli però dovrà andare in America per il Congresso filosofico e tornerà a fine ottobre - primi di novembre: e desidera che il tuo studio gli arrivi per quel tempo - cioè primi di novembre. Esso non deve superare dalle 30 alle 40 pagine di stampa della Rivista; e deve cercare di evitare punte polemiche con autori specialmente francesi; perché è abitudine in Francia che le persone citate possano rettificare o polemizzare per un numero di pagine doppie dell'attacco . La Rivista Filosofica vuole evitare simili noie. Inoltre egli raccomanda che la traduzione francese sia fatta chiara e bene. Si intende che sarà egli stesso a rivedere l'articolo, ed è sicuro che interesserà assai la rivista e per il nome e per la materia. Io gli ho fatto un'esposizione sommaria delle tue idee che lo hanno molto bene impressionato. Inoltre egli vedrà Gilson e gliene parlerà: ha una ottima opinione di Gilson '. Ti ossequiano Mr. De Quinelle e sua moglie, che abbiamo visto I'altro giorno, e siamo stati a colazione da loro. Ti ossequia anche D. Russo 3. Fra giorni sarò a Londra dove mi scriverai in risposta di questa. A. Comte, si awicinò a Durkheim, del quale apprezzò la vasta documentazione etnologica, ma respinse un certo schematismo che sacrificava l'elemento individuale a esclusivo beneficio di quello sociale. Si ricordano fra le altre opere La philosophie de A. Comte (1900); Les fonctions fondamentales dans les sociétés inférieures (1910); La mentalité primitive (1931); La mythologie primitiue (1935). 2. Btienne Gilson (1884-1978), storico deiia filosofia e filosofo cattolico, importante per i suoi studi di filosofia medioevale. Studiò i grandi sistemi filosofici, S. Agostino, S. Tornmaso, S. Bonaventura, S. Bernardo. 3. Domenico Russo (1876-1950). Di modesta famiglia borghese, compì gli studi a Napoli e si formò neii'ambiente delle associazioni cattoliche, neii'ultimo decennio del secolo scorso. Giovanissimo si dedicò al giornalismo. Fece le sue prime esperienze come redattore delia « Vita nova » (nuova serie) il periodico degli universitari cattolici fondato da Romolo Murri, che si stampò a Napoli nel 1897. Con Gemaro Avolio fece parte dei giovani dc di ispirazione murriana. Nel 1904, quando era presidente del Circolo universitario cattolico invitò L. S t u m a tenere una conferenza su « Chiesa e Stato sotto i Borboni ». Fu in quella occasione che Stuno ebbe modo di conoscere e apprezzare la gioventù napoletana «franca, aperta, coraggiosa, entusiasta D e quel Circolo che «mostrava una vitalità fresca ed esuberante », come ricorderà nel 1956. Dopo il 1904 fu corrispondente da Parigi del u Momento » di Torino, ditetto da Angelo Mauri, e poi anche di altri giornali cattolia, dal u Corriere d'Italia » ali'u Awenire d'Italia » e del quotidiano a La Stampa » di Torino. Primo giornalista cattolico corrispondente dali'estero, scrisse
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Nelina ti scriverà appena arriverà. Non potresti fare una gita da Terranova a Girgenti in auto? È cosf vicina! Prega per noi. Saluti a Fondacaro e agli amici. Un abbraccio da ambedue Luigi
London, 27 agosto 1926
,
Carissimo fratello, ti mando questa a Terranova sperando che sei ancora costà a prendere i bagni. Ho ricevuto la tua cartolina del 19 c.m. Mi compiaccio con te che puoi leggere Platone con lo stesso interesse con il quale si leggeva parecchi secoli addietro. Ma il pensiero d'oggi è assai lontano da Platone. Le prove dell'immortalità dell'anima, per la nostra ragione, sono dei medesimo carattere delle prove dell'esistenza di Dio: o le deduciamo dalla contingenza come esigenza dell'assoluto (Dio) e della vita nell'assoluto (anima); ovvero ci smarriamo. Anche l'esperienza mistica, che oggi si porta come un fattore importantissimo per il nostro modo di conoscere, non esce dal quadri dei rapportì del contingente e dell'assoluto. anche sulla « Libre Belgique » e fu redattore del « Correspondant » di Parigi. Nei 1919 aderì al PPI. Rappresentante della sezione di Parigi, partecipò al congresso di Venezia nel 1921. Dopo l'awento del fascismo al potere, insieme ad una intensa attività giornalistica, svolse a Parigi preziosi e delicati compiti a favore dell'emigrazione antifascista, intervenendo anche a incontri politici in rappresentanza del PPI. Nel 1925 organizzò a Parigi la conferenza di Sturzo su « La libertà in Italia », dietro invito del « Comité National d'études sociales et politiques » e partecipò, in rappresentanza del PPI (dopo che il regime aveva negato il passaporto a De Gasperi e a Jacini) aile riunioni istitutive della « Internazionale bianca » tra i partiti europei ad ispirazione cristiana. Nel 1935 avanzò il progetto di una Unione internazionale per « la difesa della civiltà cristiana », che l'awento del nazismo in Germania rendeva più urgente. Stuno dette il suo appoggio all'iniziativa, ottenendo anche l'adesione di personalità inglesi. Tuttavia, non sembra che Russo sia riuscito a creare questa Unione: pensò d o r a di proporre insieme con Stuno l'estensione dello scopo dei Segretariato internazionale dei partiti di ispirazione cristiana d a difesa della civiltà cristiana sul piano politico. Nel 1938 studiò un piano per amivare al papa Pio XI e chiedere il suo intervento allo scopo di scongiurare la guerra ormai imminente. Per più ampie notizie v. la voce Russo sul Dizionario Storico del movimento cattolico, a cura di A. Cestaro.
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L'argomento che si suole portare, che lo spirito (forma sostanziale) è di sua natura immortale, o non è che un modo scolastico di esprimere la stessa cosa; ovvero è un argomento che non prova, perché noi non conosciamo direttamente lo spirito, e quindi la vera natura dello spirito. I o però tendo a pensare che avendo ogni epoca i suoi termini e i suoi modi di pensare e di ragionare, in ogni epoca le ragioni presentate, arrivavano a formare una convinzione. Credo che questo minimo sia la vera esigenza della conoscenza umana; ma ho paura che il mio relativismo corra troppo. Però ha un argomento a favore: che, cioè, se solo oggi si trovasse un ragionamento di vera prova dell'immortalità dell'anima e di altri simili argomenti, per il passato si sarebbe creato la filosofia ed il resto sull'arena. Sto bene: continuo nei miei studi e ricerche sul diritto di guerra. È un tema che mi appassiona assai. A Londra fa buon tempo, il che mi permette di fare qualche buon passeggio. Un abbraccio affettuoso Luigi
London, 9 settembre 1926
Carissimo fratello, ti mando i più fervidi auguri per il tuo onomastico. Mi duole che non ti arriverà proprio domenica. Tu penserai che saremo uniti nella preghiera alla B. Vergine. Sto bene. Attendo tue notizie. Un abbraccio, tuo Luigi
Bonn, 14 settembre 1926
Carissimo fratello, sono arrivato a Bonn stamani dopo un ottimo viaggio. Sono salito sopra uno dei sette monti del Reno. Questo è Dracbenfels LETTERA82. * Cartolina iuustrata: Buckingham Palace da St. James Park. LETTERA83. * Cartolina illustrata con il Reno.
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(L; pietra del Dragone). Vista bellissima. È con me Sonnenschein ' che ti ossequia. Sto bene. Un abbraccio Luigi
London, 21 settembre 1926
Carissimo fratello, ho trovato due tue cartoline, godo che stai bene e che continui a viaggiare. Questa te la spedisco a Piàzza Armerina per il più sicuro recapito. A Caitagirone hai le mie notizie da Nelina. Sto bene. Ho fatto ottimo viaggio. Ringrazio Mons. Fondacaro della lettera e me lo saluti. Un abbraccio fraterno. Aff.mo. Luigi 85
* London, 26 settembre 1926
Carissimo fratello, anche questa ti mando a Piazza. Ho avuto notizie tue da Nelina. Spero domani ricevere tue notizie dirette. Sto bene. Ieri ho cominciato a dir messa dalle Suore del SS.mo Sacramento - che abitano a Gloucester Gardens n. 60 (W. 2) - vicino al mio 1. Carl Sonnenschein (1876-1929),parroco tedesco, mostrò fin dai primi anni di studi teologici a Roma un vivo interesse per le questioni sociali e la democrazia cristiana, nonché un acceso entusiasmo per il movimento studentesco. Nel 1907, preoccupato della formazione sociale dei giovani universitari, fondò a Monaco il « Sekretariat sozialer Studentenarbeit P. Infaticabile organizzatore di corsi e sessioni di studio, fondò numerose istituzioni di carattere culturale e caritativo. Fu animatore di alcune riviste, tra cui « Die Sozialen Studentenblatter » e « Das Katholische Kirchenblatt » di Berlino, dove molto seguite erano le sue Notizen, acute osservazioni sui problemi d o r a più dibattuti. Attento osservatore dei nuovi metodi di presenza sacerdotale nelle grandi città, anche se non sempre condiviso, rappresentò uno dei pionieri dell'apostolato sociale cattolico. Cfr. anche e L'Osservatore Romano », lo marzo 1929, che dette con risalto la notizia dei suoi funerali. Per i suoi rapporti con Luigi Sturzo, cfr. G. DE ROSA,Sturzo mi disse, cit., p. 122: « Sonnenschein - sono le parole di Sturzo - comprese la differenza tra me e Romolo Murri >>. LETTERA84. * Cartolina postale. LETTERA 85. * Cartolina postale.
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nuovo alloggio. Spero che avrai ricevuto le mie varie lettere o cartoline cioè 13, 14, 18 e 2 1 settembre. Col più vivo affetto, tuo Luigi '
London, 6 ottobre 1926
Carissimo fratello, penso che il 10 sarai a Piazza e ti scrivo costà. Nelina ti avrà dato mie notizie. Ho ricevuto le tue cartoline del 25 e del 30. Godo delle tue pastorali fatiche. Spero che il ritorno al lavoro di tavolino e insegnamento non ti farà molta fatica, specialmente per gli occhi. Sarò molto lieto a ricevere il Vacandard l. Non sono riuscito ad avere il Pinard 2. L'editore non sta più all'indirizzo che mi scrivesti. Sto bene: lavoro di lena sul tema del diritto di guerra e spero avere fatto la prima stesura del libro verso la metà di novembre. Tempo mite, con qualche giorno di freddo. Prega per me la Madonna del Rosario. Un abbraccio, tuo Luigi
1. I1 2 ottobre 1926 Luigi Stuno inviò alla soreila Nelina la seguente lettera: « London, 2 ottobre 1926. Carissima Nelina, stamani ho ricevuto la tua lettera del 27 e la cartolina segnata 29 settembre. Sto bene, sul serio; non ho mai scritto cosa diversa da quel che è. Anzi qui mi sono abituato al vero regime inglese, come tu al St Georges Hotel; e sto meglio. Manda pure le lettere al vecchio indirizzo che mi arrivano. Preferisco cartoline, purché spesso. Godo assai che V. abbia scampato dall'incidente automobilistico. Ancora non mi ha scritto; ma fa lo stesso. Salutami i cugini, le cugine Sturzo e gli amici. A Mario non scrivo, perché non so dove indirizzare la lettera. Dagli tu le mie notizie. Un abbraccio di cuore - Luigi D. LETTERA 86. * Cartolina postale. 1. E. Vacandard (1849-1927) storico della Chiesa, autore di Lu confessione sam e n t a l e nella Chiesa primitiva, Desùée, Roma, 1905; Della tolleranza religiosa, Desdée, Roma, 1909; Saint Bernard, Bloud et C., Paris 1904. PINARD DE LA BOLLAYE, Cétude cornparée des religions, Beauchesne, 2. HENRI Park 1922-1925.
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London, 11 ottobre 1926
Carissimo fratello, godo assai a saperti in buona salute e in continuo lavoro, con quel fervore sempre giovanile che tu vi sai mettere. Sono tanto contento delle notizie della rivista. Quando mi sarai più preciso ne scriverò al Dr. Dempf l, del quale tu hai anche l'indirizzo. Sarei lieto della sua collaborazione. Non mi parli dell'articolo per la Rivista francese. È stato pubblicato il libro di Crespi sul pensiero filosofico contemporaneo in Italia. Ti manderò tradotto il tratto che ti riguarda. Sto bene - lavoro - prego. Un abbraccio, tiio Luigi
London, 15 ottobre 1926
Carissimo fratello, in questo mese ti ho scritto poco e per cartoline, perché sei stato in viaggio; le mie cartoline portano la data di 4, 6, e 11 ottobre. Attendo una tua lettera; spero che arrivi. Sto bene: lavoro attorno al mio soggetto il diritto di guerra. Hai letto il Bollettino? Cioè, l'hai ricevuto? Sto leggendo i tre volumi dello Strowski l; mi sembra più opera letteraria che storica. Conosci LETTERA 87. * Cartolina postale. 1. Aiois Dempf, storico tedesco della filosofia, nato ad Aitmihster nel 1891, di ispirazione nemcolastica, fu professore presso i'università di Bonn, di Vienna e di Monaco di Baviera. Tra il 1925 e il 1930 scrisse Die Hauptform der mittelalterlichen Weltanschauung (Monaco 1925); Ethik des Mittelalters (Monaco 1927) e Metaphysik des Mittelalters (Monaco 1930). Neiia biblioteca deli'Istituto Stuno si conserva Sacrum Imperium, Darmstadt 1954, con dedica a S ~ z o ;Selbstkritik der Philosophie und vergleichende Philosophie im UmrLrs, Wien, 1947; V o n der historischen zur normativen Soziologie, in AA.W., Scritti di sociologia e politica in onore d i L. Sturzo, Bologna 1953, vol. 11, pp. 45-58. LETTERA88. * Cartolina postale. 1. Probabilmente si tratta di Fortunat Strowski, autore di Les pensées de Pascal, Meilottée, Paris sa.; Montaigne, Alcan, Paris 1906; Pascal et son temps, Plon, Paris 1907; Saint Franqois de Sales, Bloud et C., Paris 1908.
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qualche buona traduzione delle opere di S. Teresa? H o una scelta fatta male e tradotta pessimamente; e invece vorrei leggere gli scritti di questa grande santa. Salutami Mons. Fondacaro e gli amici tutti. Un abbraccio fraterno Luigi
London, 16 ottobre 1926
Carissimo fratello, quale cara inaspettata sorpresa stamattina! La tua fotografia recentissima, e una buona fotografia. H o subito tolto dalla mensola del camino quella che avevo ed ho messa la nuova: e tutto il giorno mi è parso di essere a Parigi ed esserti vicino. H o ricevuto la cartolina dell'ii c.m. Godo tanto tanto che stai bene anche con gli occhi: ma non abusarne. Anch'io sto bene e lavoro di vena. Attendo notizie della rivista; e anche dell'articolo per la Rivista francese. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 26 ottobre 1926
Carissimo fratello, i più vivi auguri per il tuo prossimo compleanno: spero che questa ti arrivi in tempo per partecipare al tuo giorno natalizio, che è anche la gran festa dei Santi. Ci sentiremo più uniti del solito nella celebrazione della S. Messa, che dirò per te. Ricevo in questo momento la tua cartolina del 21 c.m. Per quanto mi piaccia che tu insegni teologia, però mi preoccupo per la tua salute; e anche per il tuo lavoro. Vorrei che tu compissi con calma i due lavori di filosofia, la gnoseologia e l'etica. Il troppo lavoro ti può stancare. Sul problema storico, così tracciato siamo d'accordo: ma te ne scriverò appresso, appena avrò un po' di tempo. LETTERA89. * Cartolina postale.
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Ora ti scrivo dello studio di Zamboni sul tuo Problema della conoscenza, pubblicato dalla « Rivista di Filosofia neo-scolastica » (Luglio-Agosto) l , ricevuto in questi giorni. Io credo che tu lo avrai ricevuto e letto. Noto solo le cose da prendere in certa considerazione: delle altre non mi interessa di scrivertene perché o sono battute polemiche ovvero osservazioni senza valore. 1" « La soggettivazione non è elemento della conoscenza pura sensitiva » - questa è la principale affermazione di Zamboni contro il tuo sistema; egli quindi dice che la conoscenza sensibile è « asoggettiva D. Su questa osservazione di Zamboni io sollevo un quesito: è questa una questione psicologica o gnoseologica? ovvero è psicologica, e in quanto psicologicamente risolta dà luce alla gnoseologia? Per noi (ic; ~ e n s u )è di un'enormc UL%co!tà iìc!!c coiìoscciìzc ed esperienze concrete del mondo che ci circonda e di noi stessi, come oggetto di conoscenza, distinguere e separare l'esperienza sensitiva da quella che Zamboni chiama esperienza soprasensitiva. 2" Zamboni distingue, (e mi pare nel giusto) la oggettività gnoseologica dalla oggettività ontologica: la prima, egli dice, non può essere percepita solo dalla sensazione, perché questa è asoggettiva; e solo si percepisce quando si aggiunge la coscienza dell'io (che è funzione soprasensitiva) e quindi completa la sensazione. La seconda è puramelzte intellettiva o dedotta. Le parole aggiunte sono mie e non di Zamboni: ma io così capisco la sua osservazione. I n questi termini posta, adunque, l'osservazione di Zamboni, credo che la questione della oggettività gnoseologica si risolve nella questione posta al n. 1. L'altra, l'oggettività ontologica, non può essere che ottenuta per deduzione gnoseologica; in quanto questa utilizza tutti gli elementi sensitivi, affettivi e intellettuali (cioè fa la sintesi dopo l'analisi) e conchiude affermando l'oggettività ontologica. LETTERA 90. 1. Cfr. G. ZAMBONI,Discussioni gnoseologiche: Léon Noel e l'epistemologia a Lovanio, in « Rivista di filosofia neo-scolastica », gennaio-febbraio 1926, p. 1; Discussioni gnoseologiche: Calà Ulloa, in « Rivista di filosofia neo-scolastica », marzo-giugno 1926, p. 140; Discussioni gnoseologiche: Mario Stzrrzo: « II problema della conoscenza », luglio-agosto 1926, p. 253.
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3" Zamboni di fatto più sotto sostiene che vi sono tre funzioni dell'io, « la conoscitiva o di adesione, la sentimentale o di avere in sé e la efficiente o volitiva o di azione »; queste tre funzioni danno la coscienza dell'io ontologico. Ora, secondo me, egli ha ragione nell'indicare un tale, o un simile processo (per quanto non perfettamente preciso e completo); ma ha torto quando crede che il risultato di coscienza non sia sostanzialmente una vera conoscenza e gnoseologicamente ottenuta 2.
C Luigi l
London, 31 ottobre 1926
Carissimo fratello, ricevo la tua 2" fotografia molto buona, credo migliore dell'altra. Non ho capito se è stata fatta sul ritratto di M. Vaccaro. Se è così, questo è veramente riuscito e mi compiaccio con lui. Sto bene: il freddo, molto intenso, non mi fa male: credo che sono più forte o più abituato. Oggi festa di G. Cristo Re. Alleluja. Un abbraccio di cuore Luigi
[London], 4 novembre 1926 Kengar Hotel-Kensington Gardens Square W. 2
Carissimo fratello, dacché vai a Caltagirone, ti scrivo costà. Come vedi, cambio di alloggio, perché la stanza di questa casa col 7 di nov. è ahtittata per tutto l'inverno, come tutta la casa. Speravo sistemarmi altrove, ma le padrone di casa sono ancora fuori di Londra: vado in un albergo vicino, quasi porta con porta, molto buono e serio, benché un poco più costoso. 2. Manca la fine. LETTERA91. * Cartolina illustrata: Westminster Abbey.
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Sto bene - grazie a Dio. Ho ricevuto la tua cartolina del 31. Io celebro ogni giorno alle 7 precise, nella cappella delle suore del SS.mo Sacramento, e la domenica alle 8. Tu sei più mattiniero di me. Sono contento del cambiamento del titolo. Io metterei un titolo generico: Rivista, Rassegna, o Pensiero contemporaneo (Rivista filosofica) o simili. Senza speciosità: mi sembra meglio. Ma dove si stamperà? chi il direttore visibile? Hai ricevuto il Bollettino? M. Vaussard ' ha tradotto lo studio sulla guerra per il suo « Bollettino Cattolico Internazionale » con un buon cappello. Sarà anche pubblicato in tedesco. I1 mio lavoro sulla guerra va avanti: sono alla 3" parte 3. LETTERA92. 1. Maurice Vaussard (1888-1978), giornalista e storico, nacque a Rambureiies. Tra i migliori studiosi e conoscitori deiia storia dei cattolici italiani neli'età contemporanea. Dal 1907 frequentò a Pisa la Scuola normale superiore. Qui entrò in rapporto con il professor Toniolo. Dal 1916 al 1918 fu vicedirettore dell'Istituto ftancese di Milano e delegato generale in Italia del Comitato cattolico di propaganda francese all'estero. Dopo la guerra fu membro della Commissione generale delle settimane sociali, collaboratore del P. Sertiiianges d a « Revue des Jeunes » (cfr. Pierre Pienard, in « La croix D, 12-13 marzo 1978, s u p plemento letterario). Nel 1925 fondò a Patigi il « Bulletin Catholique International », rivista mensile che aveva per obiettivo quello di favorire i rapporti tra i cristiani nel mondo, secondo le direttive indicate dal papa Pio XI. Redattore di « Le Monde » dal 1945, Vaussard ha anche collaborato a diverse riviste francesi, italiane e belghe. Storico di grande intelligenza ha insegnato dal 1960 al 1962 all'Ecole Pratique des Hautes Etudes (Psychologie collettive et Histoire des nationalismes européens). Tra le sue opere sono da ricordare: L'intelligente catholique dans l'ltalie au XXe siècle (1921); Enquete sur le Nationaiisme, Paris, 1924 (replica d a famosa Enqugte sur la monarchie di Charles Maurras, di cui non si è sottolineato ancota abbastanza l'importanza per la storia del pensiero cristiano contemporaneo); Sur la nouuelle Italie, Patis 1928 (recensito da L. Sturzo in « The Review », 15 ottobre - 15 novembre 1928); Sainte Marie Madeleine de' Pazzi (1566-1607),Paris, 1925; Politique religieuse et « Action francaise », Patis, 1927; Histoire de l'ltalie moderne (1870-19701, Paris 1974; Histoire de la Démocratie chrétienne. France, Belgique et Italie, Patis, 1956; I1 pensiero politico e sociale di Luigi Sturzo, Brescia 1961. Va infine ricordata la conferenza che il 20 giugno 1964, Vaussard tenne d'Accademia delle scienze morali e politiche in Francia su: U n grand réalisateur pditique Luigi Sturzo, fondateur du Parti Populaire Italien (in « Revue des travaux de l'Academie des Sciences morales et politiques », 117e année, 4e serie, année 1964, le' semestre, pp. 31-48, Seance du 20 janvier 1964). 2. L. STURZO,Sur le droit de guerre, in « Bulletin Catholique International D, IIe année, M. 18 e 19, novembre-dicembre 1926. 3. Nel 1928 Luigi Sturzo pubblicò La comunità internazionale e il diritto di guerra, in edizione inglese, cfr. lettera 318 nota.
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Spero di aver finito la 1" stesura alla fine di questo novembre o ai primi di dicembre. Poi pausa: e col gennaio, se a Dio piace, comincerò la correzione, che per me è un rifacimento. E il tuo gnoseo-sintetismo? Sulla formula che mi hai scritta te ne parlerò in una prossima lettera, appena ho tempo. I n questi giorni sono occupato a fare da interprete (!) per un amico comune che ti ossequia. Un abbraccio affettuosissimo Luigi
London, 12 novembre 1926
Carissimo fratello, ti vorrei scrivere a lungo, ma stasera non ho tempo, e non voglio far passare questo giorno senza darti mie notizie. L'ultima che ti ho inviato è del 4; ma hai avuto le notizie da Nelina. Grazie a Dio sto bene, e il tempo è migliorato. Tra giorni lascio l'albergo; mi scriverai da ora in poi a 213 B Gloucester Terrace W. 2. Sono più vicino al Convento delle Monache, che è a Gloucester Gaudetzs. I1 mio lavoro sulla guerra va alla fine, come prima stcesura; poi mi metterò a correggerlo. Auguri di bene per la S. Visita. Salutami gli amici. Un abbraccio affettuosissimo dal tuo Luigi
[London], 18 novembre 1926
Carissimo fratello, . finalmente ho ricevuto una cartolina di Nelina del 12 c.m.Mi dice che sta bene. Anch'io sto bene. I1 novembre è meno freddo dell'ottobre e la casa dove sono è più cautelata. La cappella delle Monache non è fredda. Ti scrivo a Piazza perché credo che sarai LETTERA 93. LETTERA94.
* Cartolina postale. * Cartolina postale.
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già ritornato da Valguarneia quando ti arriverà questa. Non ho notizie del Bollettino, al quale avevo spedito altro studio sulla guerra, completivo del primo. Un abbraccio fraterno Luigi
London, 22 novembre 1926
213 B Gloucester Terrace W. 2
Carissimo fratello, l'ultima tua cartolina è del 12 di questo mese da Valguarnera. Spero domani di avere tue notizie più fresche. Quando passano i giorni senza vostre notizie (anche l'ultima di Nelina ì: Ael 12) in comincio ad essere un po' angustiato: e penso che non c'è ragione, ma è così. Io ti ho scritto, in questo mese il 4, il 12, il 17, il 18; riconosco che ho saltato qualche giorno, ma tu eri a Caltagirone e leggevi le lettere dirette a Nelina. Questa ti mando a Piazza, credendo che già sei rientrato in sede. Io sto bene. Ieri ho finito la la stesura del mio lavoro: ora riposerò un po' di giorni, poi leggerò alcuni libri e opuscoli sull'argomento, e poi comincerò la correzione. Avrò almeno tre mesi di lavoro fitto. Aspetto il tuo articolo per la rivista francese, e lo manderò a Vaussard, ma è bene che gli scrivi tu per la traduzione. I1 suo indirizzo è Mr Maurice Vaussard, 1 rue de Fleurus, Paris (6""). Una difficoltà all'accenno fattomi della tua teoria gnoseologica, che credo dovresti trattare a fondo dal punto di vista fisiopsicologico, si è che tu ammetti come dimostrato che la sensazione umana è completamente o meglio specificamente diversa dalla sensazione animale. Ora invece tanto gli antichi filosofi, quanto i naturalisti e i psicologi moderni tengono come sicuro che le sensazioni animali e umane sono della stessa specie, benché ciascun gruppo animale abbia sviluppati quei sensi e quel modo sensitivo che è adatto alla propria conoscenza. Da qui sorge tutto il problema teorico e pratico della educatività animale sul tipo umano e anche dei limiti insormontabili o almeno insormontati. Non mi pare nel tuo ultimo lavoro sul monointuizionismo questo argomento sia stato toccato; certo non era trattato a fondo. Nel
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LUIGI E MARIO STURZO
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Zamboni credo che vi è un accenno critico, ma non molto chiaro né impostato così come lo imposto io. Credo che l'argomento meriti, comunque, la tua attenzione. Perché non si dica che la tua soluzione sintetica non sia un mezzuccio come è quello dell'intelletto agente;,e che la congiunzione del senso e dell'intelletto resta un mistero, che fa deviare ad altre soluzioni gnoseologiche. Per stasera fo punto: spero che avremo tempo e agio a ripigliare le nostre conversazioni filosofiche per lettera. Salutami tutti. Un abbraccio affettuoso Luigi
London, 6 dicembre 1926
Carissimo fratello, grazie assai assai dei tuoi versi affettuosi, giovanili, fluenti. Ti ho scritto a Piazza il 17 nov. (raccomandata) il 18, il 22, il 27 (raccomandata) il 1" dic. Spero avrai ricevuto tutto, anche l'articolo. Attendo tue risposte alle varie lettere. Sm bene, non ostante il freddo, che quest'anno è un po' più degli anni scorsi. Riprendo il mio lavoro per la correzione, che è un rifacimento. Sono dolente che il mio studio sul libro di Vanderpool (Il divitto di guerra e la scolastica) ' non appare ancora sul Bollettino, che non so se vive o se è morto. Se lo vuoi per la tua rivista, scrivi a Scelba perché io non ho più il manoscritto. Un abbraccio fraterno Luigi
LETTERA 96. * Cartolina postale. 1. Cfr. nota 1, lettera 76.
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London, 10 dicembre 1926
Carissimo fratello, ricevo la tua cartolina del 6 c.m. Mi trova con un po' di influenza addosso: cosa assai leggiera. La febbretta è caduta. Resta un po' di noioso raffreddore. Ciò mi dà occasione di leggere quasi tutto il giorno. Crespi mi suggerisce per titolo La Gnoseo-sintesi, invece dell'Il gnoseo-sintetismo. Quell'ismo sa di sistema filosofico, mentre la semplice Gnoseo-sintesi dà l'impressione di un principio. Pensaci. A proposito di Crespi, non ho ancora saputo se hai ricevuto quella mia lettera raccomandata ove era l'estratto dal libro di Crespi, che ti riguardava. Un abbraccio di cuore Luigi So che andrai a Caltagirone e ne godo assai.
London, 14 dicembre 1926
Carissimo fratello, La mia lieve influenza è scomparsa del tutto, sto bene e sono ritornato al lavoro. H o ricevuto il Vacandard ' che ho letto, per l'occasione, tutto. Di quel che mi interessa c'è troppo poco e quel poco che io conoscevo. Cercherò il libro lì citato di Baudrillart 2. Non è il caso di comprarne altra copia, te lo restituirò. Godo che sei d'accordo con me sul problema della storia. Salutami Mons. Fondacaro, che credo arriverà domani sera, come egli mi scrisse e vedi di avere il mio manoscritto, o le bozze
tut
LETTERA97. * Cartolina postale. LETTERA98. * Cartolina postale. 1. Cfr. nota 1, lettera 86. 2. H. M. A. Baudriiiart (1859-1942), cardinale, storico, professore ali'« InstiCatholique D.
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LUIGI E MARIO STURZO
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di stampa, su Vanderpool. È uno studio che mi dispiacerebbe se va perduto. Se ti piace, stampalo nella nuova rivista. Un abbraccio, tuo Luigi Quando vai a Caltagirone? I1 Prof. Crespi, per togliere l'uso delle parole greche, propone per titolo: La Sintesi conoscitiva. È più chiaro e più italiano. Luigi
London, 19 dicembre 1926
Carissimo fratello, i più vivi fraterni auguri per il S. Natale per te, per la tua diocesi, per i tuoi lavori. Sono unito con te nella preghiera e nelle più sante speranze di bene. Sto assai meglio: l'influenza e il raffreddore sono passati. E anche va passando la debolezza che è causata dell'influenza. Auguri anche a Mons. Fondacaro, a Mons. Minacapelli Lavaccaro La Casa e a tutti gli amici di Piazza. Un abbraccio Luigi
[London, Paddington], 23 dicembre 1926
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 13 c.m. In questi giorni natalizi, per il troppo, la posta arriva con ritardo. Sto molto meglio, anzi del tutto guarito. H o saputo che Nelina è stata da te, e che le è piaciuto il tuo ritratto di M. Vaccaro. Dopo Natale andrai a Caltagirone? Godo che vai a finire il lavoro sulla conoscenza. E l'articolo? Attendo la rivistina. LET~EBA99. * Cartolina iiiustrata con la Torre di Londra.
LETTERA100. * Cartolina postale.
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Io non ho ripreso ancora il mio lavoro sulla guerra per correggerlo. H o scritto vari articoli per Riviste estece ed ho letto molto. Dopo Natale mi rimetterò al lavoro. Auguri di nuovo affettuosamente, tuo Luigi
London. 28 dicembre 1926
Carissimo fratello, rinnovo gli auguri per il nuovo anno a te, agli amici, ai tuoi cooperatori, -2112 C.ar2 deg!i ohlati, a1 Seminarie, a! biiceri. Sto bene. Ogni malore è passato. H o ricevuto la tua del 20. Inizio una cura di china, che già feci a Paris-plage - molto buona per me. Pigli dallo studio sul Vanderpool quel che credi, e lo pubblichi: io non ho tempo per ritornarci, perché sul tema scriverò una conferenza che farò in inglese a Londra in febbraio. I n questi giorni mi metto al lavoro. La sola parola sintetismo non va: se vuoi l'ismo puoi mettere sintetismo conoscitiuo. Salutami la neve: qui c'è stato il freddo, ma non la neve. Un abbraccio. Luigi
LETTERA101. * Cartolina postale.
London, 1 del 1927
Carissimo fratello, ricevuti i tuoi auguri, ricambio di cuore per il 1927. Oggi ho celebrato per tutti noi, come pure la Notte di Natale. L'unione nella preghiera è il migliore conforto nella lontananza. Neo-Sintetismo mi piace; anche piace a Crespi. Vi manca l'idea di conoscenza: non si potrebbe aggiungere Neo-Sintetismo conoscitivo? Abbiamo detto con Crespi che se troviamo un editore qui, ne faremo del tuo lavoro una traduzione inglese, che può preludiare una traduzione francese e una tedesca. Vedremo. Ti ho risposto per il Vanderpool. Ti aggiungo che io credo molto utile la bibliografia e se non fosse troppo lungo, sarebbe bene pubblicare il mio studio, cosl come è. Sto bene. Giorni miti. Un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddington], 5 del 1927
Carissimo fratello, speravo avere oggi la tua solita e aspettata cartolina. Ieri ho avuto tue notizie da Nelina. La tua visita a Caltagirone è stata troppo breve. Godo che stai bene. Anche io. Sto leggendo la Vita di S. Francesco di Assisi di Salvatorelli (Laterza) l . Assai interessante. Te ne scriverò a lungo. Segui la vertenza dell'Action
* Le lettere del 1927 sono in prevalenza scritte su cartoline postali: si segnalano solo i casi diversi. Vita di S. Francesco, Laterza, Bari, 1926. LETTERA 103. 1. LUIGISALVATORELLI,
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Vuoi rimandato il Vaussard 3? Non mi pare che ne valga la pena. Saluti a tutti. Un abbraccio fraterno Luigi
London, 8 gennaio 1927
Carissimo fratello, ricevo la tua del 2 c.m. Mi piace il titolo dell'articolo. Hai scritto a Vaussard? Non so perché non ha risposto ad una mia lettera. Hai trovato l'editore per il tuo libro? Vedi di non perdere tempo in pratiche lunghe e di combinare al più presto. Apperia sai il Iiurrie del riuuvo vescovo & Caltagiione e :e possibili indicazioni, scrivimi. H o finito di leggere la Vita di S. Francesco di Salvatorelli, e mi è piaciuta assai. Vedi di abbonarmi alla « Critica » di Croce e di farmela mandare. Sto bene, un abbraccio di cuore Luigi Vedo che c'è l'influenza epidemica in Spagna e Sud Francia, spero che non arrivi in Italia. Datemi continue notizie l . In aperta insubordinazione gli esponenti del movimento pubblicarono un libro e L. DAUDET(Les pièces giallo, in risposta al Vaticano con pref. di C. MAURRAS d'un procès: UA. F. et le Vatican, Parigi 1927). Seguì una violenta campagna di anticlericalismo velenoso a cui seguirono condanne più formali e gravi, concernenti non solo il sistema dottrinale del movimento ma anche del giornale stesso delle leghe, da parte della Congregazione del S. Uffizio. Circa l'interdetto e il rifiuto deli'assoluzione ai ribeiii si pronunziò la S. Penitenzieria. In seguito fin dal 1938 gli esponenti del movimento si erano rivolti a Pio XI per ottenere il ritiro della condanna. La supplica, ripetuta il 19 giugno 1939 a Pio XII fu accolta ed esaudita. 3. Si tratta del libro di MAURICEVAUSSARD; L>Intelligence catholique dans I'Italie au X X e siècle, cit. LETTERA 104. 1. L'influenza non toccò l'Italia, ma furono particolarmente colpite la Svizzera e la Francia meridionale, come risulta dai titoli del « Corriere della sera » del 4 gennaio 1927: Epidemia di grippe infierisce in Svizzera: chiusura delle scuole. Ginevra e Basilea colpite. I malati ricoverati nelle caserme e idem 5 gennaio: La « grippe » infierisce in Francia. Morti a Montpellier in una giornata 32 persone.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 13 gennaio 119271 1
Carissimo fratello, questa per gli auguri vivissimi per S. Mario. Spero ti arrivi in tempo. Ho ricevuto l'articolo e l'ho letto subito: mi va molto *. H o due o tre punti dubbi e te ne scriverò domani o sabato. Sto bene. In questi giorni ricordiamo i nostri carissimi genitori nella preghiera e nell'unione spirituale insieme alla cara Margherita. Un abbraccio Luigi
[London, Paddington], 23 gennaio 1927
Carissimo fratello, anche domani è giorno di ricordi, di preghiere e di speranze. H o qui più vivo che mai il ricordo del nostro padre. Sto bene. L'influenza qui non è estesa ed è benigna. Io l'ho avuta e non dovrei averne una seconda volta. Però mantengo i possibili e prudenti riguardi. Non mancare di darmi notizie della tua salute. H o avuto una cartolina di Nelina appena arrivata a Roma. Tanti auguri per il tuo lavoro, che attendo di vedere. Un abbraccio, tuo Luigi
LETTERA 105. 1. Sturw scrive per errore 1926. 2. Probabilmente si tratta deii'articolo di M. STURZO, Circa un possibile rinnovamento della filosofia scolastica, in « Rivista di autoformazione D, gennabfeb braio 1927, p. 241. LETTERA 106. * Cartolina illustrata: The Admiralty Arch di Londra.
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107 London, 28 gennaio 1927
Carissimo fratello, l'ultima tua è del 19 c.m. Speravo stamane ricevere tue notizie ma son rimasto deluso. Sto bene. I1 tempo è piuttosto mite. Continuo il mio lavoro. H o ricevuto la rivista di [...l l . Grazie. Sull'« Action francaise » vi è un articolo molto chiaro e ben fatto nella « Chronique Sociale de France D (dicembre 1926), Lyon, 16 me du Plat. (2.50 franchi al numero). H o avuto notizie da Nelina che sta bene. Conosci tu una buona storia della iilosofia? Un abbraccio affettuoso .. Lu:,
[London, Paddington], 1 febbraio 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 24: anch'io sono stato con voi unito nella preghiera e nelle speranze e nei ricordi indelebili. H o ricevuto la « Critica ». Attendo l'altra rivista o rivistina. Spero che il mio articolo su Vanderpool sia pubblicato in Germania l . Aspetto con ansia il tuo Neo-Sintetismo. Quando sarà pubblicato in italiano vedrò se possibile farne fare l'edizione francese o quella inglese. LETTERA107. 1. Parola illeggibile. La doctrine catholique et I>École de Maurras, in 2. Cfr. JOSEPH VIALATOUX, « Chronique sociale de France », décernbre 1926, pp. 833-884. L'articolo apparve poco più tardi in brochure con lo stesso titolo. Trattasi di uno degli studi più solidi e meglio argomentati s d a incompatibilità fra il cristianesimo e il « maurrasismo e i « Sophismes de l ' m a n c e » fra i cattolici e i positivisti deli'Action Francaise. LETTERA108. 1. Cfr. S.S., Alfred Vanderpool. La doctrine scolastique du droit de guerre, in « Rivista di autoformazione D, settembre-dicembre 1927, p. 191211. Questo rappresenta uno dei pochi casi da cui emerge l'identità di S.S., in modo chiaro. Così Luigi Sturzo sintetizza la sua visione del problema del diritto di guerra: «Partendo da questo punto di vista, saranno chiare al pensiero di chi intende rivedere il problema del diritto di guerra, i seguenti postulati: 1) che l'umanità non è né può essere ridotta a una serie di enti sociali auto-
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LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO
Sto bene. I1 22 di questo mese leggerò in inglese un discorso sul diritto di guerra. Saluti e abbracci, tuo Luigi
[London, Paddington], 5 febbraio 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 2711 e ricevo in questo momento quella del 2 c.m. e mi accorgo di aver fatto passare quasi cinque giorni senza scriverti. Vedo che i giorni passano rapidi: ho avuto molto lavoro per la revisione di certe traduzioni, che ho finito ieri. Ora lavoro sulla conferenza che farò a Londra il 22 di questo mese sul nomi e indipendenti detti ora Regni, ora Stati, ora Nazioni, come specie di compartimento-stagno. L'umanità tende sempre ad una gerar~~zzazione internazionale, o di forza e giure come l'impero romano; o di valore morale, come il papato, o un misto di morale, giuridico e militare come il sacro romano impero; ovvero di egemonia [...l. Questa gerarchizzazione della società umana sta fra due poli: daiia sottomissione brutale e tirannica di un popolo all'altro, alla possibile armonizzazione dei popoli per mutuo consenso. S'intende che non mancano quasi mai in qualsiasi stadio dell'umanità gli elementi costitutivi di tali due fattori, forza e con. senso nella loro più complessa gamma. 2) Che la guerra ha stretto rapporto alle condizioni concrete e storiche di tale gerarchizzazione; e ne esprime le difficoltà e i tentativi di spostamento dei fattori. 3 ) Che la guerra nella sua sostanza non è che il diritto primitivo e barbarico di farsi ragione con la forza, in una società di popoli, non organizzata o non bene organizzata, nella quale non esiste o non ha tutti i mezzi necessari, per farsi valere, un organo collettivo di giustizia, in base a un diritto positivo [...l. 4) Che, pertanto, questo diritto primitivo e barbarico di guerra che deve scomparire, ma che vige tuttora, per il suo eventuale e tremendo esercizio fin che è socialmente ammesso ha bisogno di l i t i e di norme che pur sopra un fondo comune, non sono mai assolute, ma relative al tempo e al luogo [...l. 5) Che, infine, proprio perché la guerra è passione, e perché la guerra tocca gli interessi e la vita del popolo, è necessario che la responsabilità di questo atto barbarico non sia ristretta alla coscienza incontrollata di un solo o di pochi; ma sia estesa alla più larga coscienza collettiva e alla più libera espressione degli uomini. Si vede bene che questi postulati, oggi e specialmente dopo la tragica esperienza della grande guerra, hanno un valore diverso da quello che avrebbero avuto, se espressi dagli scolastici dei secoli XIII e XIV owero dai teologi dei secoli XVI e XVII. Ma a loro volta si deve ammettere il rovescio delia medaglia. Ecco perche fin dal principio di questo studio noi ci siamo posti la questione preliminare, se possibile fissare una teoria di diritto sociale o politico, astraendo dai fattori concreti e storici della società umana. S.S. D, pp. 209-211.
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diritto di guerra. Un domenicano tedesco ha scritto un articolo interessante sul mio pensiero in proposito. Vedo che è bene continuare a studiare e scrivere su questo argomento. I cattolici qui passano per antipacifisti e legati al capitalismo e al militarismo e troppo nazionalisti. C'è un po' di vero, ma si esagera. È I'abitudine di fare delle teorie astratte, e poi fare molte distinzioni nella pratica. H o letto l'opuscolo di Maritain su C. Maurras: è una mentalità capziosa tra I'astrattismo teorico e il confusionismo pratico l . Dovresti leggerlo. Edito da Plon. H o letto i tuoi versi, quanta pietà. Assai belli. Scrivo al povero Peppino. Un abbraccio Luigi
[London, Paddington], 10 febbraio 1927
Carissimo fratello, non ho avuto tue lettere, ma ne ho ricevuta ieri una da Mons. Fondacaro che mi dà tue notizie, molto buone per la tua salute e il tuo lavoro e ne godo assai. Anch'io sto bene e lavoro. Ti scrissi per sapere se conosci una buona edizione delle opere di S.ta Teresa di Avila. Vorrei averla. H o visto pubblicato in inglese un libro sulla filosofia mistica e me lo procurerò e te ne scriverò, dopo averlo letto. Ho conosciuto l'autore, una persona molto interessante, un certo Watkin '. Salutami Fondacaro e gli altri amici tutti. Un abbraccio, tuo Luigi
LETTERA 109. 1. Si tratta dello scritto di J. MARITAIN,Une opinion sur Charles Maurras et le devoir des catholiques, Les petits f i s de Plon et Nourrit, Patis 1927. Jacques Maritain, il noto filosofo cattolico di ispirazione neetomista. allievo di Bergson, nato a Parigi nel 1882, morto nel 1973, aderì in un primo tempo alle idee socialiste sotto l'influenza di Leon Bloy, si converti al cattolicesimo nel 1906. Aderì all'Action Francaise, dalla quale USCI nel '26, in coincidenza con la condanna del movimento pronunciata da Pio XI e dal cardinale Andrieu, arcivescovo di Parigi. Insegnò presso YInstitut Catholique di Parigi, fu membro dell'Accademia di S. Tornmaso e ambasciatore francese presso la S. Sede. LETTERA110. 1. E. 2. WATKIN,The Pbilosophy of Mystirism, Grant Richards, London (1927). Del medesimo autore nella biblioteca dell'Istituto Sturzo si conserva The Bown in the Clouds, Sheed & Ward, London 1931.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
111 * [London], 14 febbraio 1927
Carissimo fratello, non ho seguito il Congresso Internazionale per la moralità ', e neppure le critiche alla proposta di un codice unico di moralità. A pensarci su, mi sembra che il problema manchi di univocità. Dal punto di vista filosofico, ogni sistema teorico, postula i suoi elementi morali. E le affermazioni identiche nella forma, si possono riferire a premesse diverse e antitetiche. Dal punto di vista sociologico storico, ogni civiltà arriva a proiettare nell'esterno sociale una determinata moralità, che non è la moralità, ma quella moralità; come nell'antichità anche ebraica le istituzioni della poligamia, del divorzio, della schiavitù. - Un codice sociale sarà quello della civiltà di oggi: - si ammetterà il divorzio che è presso quasi tutti i popoli oramai codificati? Qualsiasi usura non era ammessa nel mondo ebraico e combattuta nel Medio Evo: oggi si ammette. Tutto ciò rende il problema assai relativo. Bisogna eliminare il relativo e attenersi ad un dato communissimo e in questo dato occorre mettere come elemento fondamentale i rapporti dell'uomo con Dio: - sono disposti a far ciò tutti i filosofi? E panteisti materialisti idealisti positivisti non potranno consentire. Queste difiicoltà mi rendono assai perplesso; io non ne vedo la possibilità; ma debbo aggiungere che sconosco i termini nei quali il problema fu messo dal Congresso Internazionale. L'amico Crespi, con il quale ho parlato del crescer che ti fa la materia e gli aspetti nuovi che ti rivela il problema della conoscenza, mi manifestava il parere di deciderti a finire il libro, anche LETTERA111. * Lettera su carta non intestata. 1. I1 I V Congresso Internazionale di educazione morale si tenne a Roma dal 28 settembre al 2 ottobre 1926. Durante i lavori intervennero delegati di 36 paesi di varie confessioni cristiane, nonché ebrei e musulmani. Fu il tentativo di costituire un codice morale universale che si ponesse a base deli'educazione. L'incontro, svoltosi sotto il patrocinio delie più alte autorità italiane, fu duramente criticato da parte cattolica che, per la voce di « La Civiltà Cattolica » (18 settembre 1926, anno LXXVII, vol. 111, pp. 481487, e lo gennaio 1927, anno LXXVIII, vol. I , pp. 43-57), parlò di « impresa di propaganda del laicismo neii'educazione D.
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senza ulteriori ampliamenti, che potrebbero dar luogo a successive monografie, perché il problema è cosi interessante e di attualità, che vale la pena portare un contributo, quale è il tuo, notevole e interessante. Anch'io sono quasi del suo parere. E dell'articolo per la rivista francese che mi dici? Lo hai spedito a Vaussard? H o visto i cartoni di Raffaello. Credo che Duprè ha ragione. Ho sentito di nuovo, giorni fa, la Gran Messa di Bach: è straordinaria. Ho detto: la Messa è scritta da un genio, ma il Sanctus da un angelo. Sto bene e lavoro. C'è nebbia. Concilia molto al lavoro in casa, nella mia cameretta, con un bel fuoco acceso nel cammino. Hc rice-.n~te!U cnr:~!ir,a. Ui SUsr SiUscppiaa con i suoi saluti e le ho risposto. Prega per me. Un abbraccio, tuo Luigi .
[London, Paddington], 20 febbraio 1927
Carissimo fratello, questa volta ho tardato io, involontariamente: aspettavo la tua che è arrivata ieri sera tardi. Sto bene. La temperatura variabilissima non mi fa male. Ho letto le note e i commenti di Lantrua al Metodo di Cartesio (Ediz. Sales. Inter.) l. È pesantissimo, e qualche volta inesatto o eccessivo. Tu lo conosci? H o scritto a Padre Gemelli e mi ha risposto '. Ricevo le riviste. H o letto nell'ultimo numero di Rivista di filosofia neo-scolastica » l'articolo di Olgiati sul mov. neoscolastico e il pensiero anglo-americano 3. Se LETTERA 112. 1. DESCARTES, Il discorso sul metodo, note e commento di Antonio Lantrua, 1926. 2. Padre Agostino Gemelli (1878-1959), fu il fondatore deli'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, instancabile organizzatore del movimento neo-scolastico che annoverò fra i suoi esponenti Francesco Olgiati (1886-1962), U.A. Padovani (1894-1968), G . Bontadini (n. 1903) e che sviluppò una costante polemica contro l'idealismo. Il movimento filosofico neo-scolastico ed il pensiero contem3. F. OLGIATI, poraneo anglo-americano, in « Rivista di filosofia nmscolastica D, M. 5-6; 1926, pp. 363-372.
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puoi mandarmi la storia del Turner, preferisco la traduzione italiana per i termini filosofici: se poi mi puoi mandar il De Ruggiero forse è meglio 4. Sto leggendo La philosophie frangaise di V . Delbos un buon lavoro '. Un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddington], 23 febbraio 1927
Carissimo fratello, la conferenza sul diritto di guerra è andata bene. Spero di pubblicarla. Sono idee che spero facciano del bene e facciano pensare. È un problema questo che più lo studio e più lo trovo interessante dal punto di vista religioso e morale. Fra giorni ripiglierò il mio libro su questi temi per correggerlo: ma credo che lo dovrò rifare da capo per renderlo più adatto alla mentalità inglese, perché l'ho scritto troppo astruso e teorico. Questo tipo è più tedesco che inglese. Vedrò. Prega per me che sappia profittare di questo tempo al bene, sovra un terreno di studio quando ogni altro lavoro non mi è possibile. Un abbraccio, tuo Luigi
E stato pubblicato in inglese un nuovo lavoro sulla cosmologia che Crespi mi dice assai interessante. Lo vedrò.
[London, Paddington], 27 febbraio 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 20. Godo che stai bene e che lavori. Un codice unico di principi morali, se principi astratti o meglio generici, non ci sono che due o meglio uno: ama Dio e ama il 4. GUIDODE RUGGIERO,L filosofia contemporanea: Germania, Francia, Inediz., in due \~olumi,1920. ghilterra, America, Italia, Lateaa, Bari 1912, 5. Cfr. nota 1, lettera 77.
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prossimo o non fare agli altri ecc. Se precettistici, i dieci comandamenti bastano. Se invece si tratta di principi teorici, questi si debbono basare sopra una teoria filosofica: quale? la monista o la dualista? La positivista o la finalista? Ecco perché io non vedo la possibilità oltre la precettistica: la quale suppone un consenso universale dei popoli. E questo è un altro problema non completamente risolto. Salutami gli amici tutti. Un abbraccio Luigi
[London], 1 marzo 1927
Carissimo fratello, nel leggere il libro di Delbos La philosophie francaise (ParisPlon) la mia attenzione speciale è stata attirata dal Cap. XI su Condillac '. I o non ho mai letto alcun libro di questo autore, e nella storia e libri letti lo ricordavo come un puro sensista materializzante. I n questo Cap. che non è del Delbos come testo, ma steso dal compilatore su appunti, viene presentato come sensistaideologista. La celebre statua di Condillac mi ha fatto una impressione più interessante di quel che non mi sembrava quando ero nelle scuole. Per quel che può interessare il tuo lavoro, ti trascrivo alcuni passi, che possono preludiare il tuo pensiero o almeno avervi qualche riferimento. « Ainsi la perception et la conscience ne sont qu'une meme opération de l';me sous deux noms différents. En tant qu'on ne considère cette opération que comme une impression dans l';me, LETTERA115. * Lettera su carta non intestata. 1. Cfr. nota 1, lettera 77. Etienne Bonnot de Condiiiac (1715-1780), fu caposcuola dei sensisti e divulgatore di Locke in Francia. Per esporre le sue idee suile facoltà conoscitive deii'essere usò - com'è noto - l'artificio di immaginare di a p plicare via via ad una statua dapprima inanimata l'uso dei cinque sensi. Nel capitolo XI de La philosophie francaire, intitolato « Condillac et les Idéologues » e steso dai curatore Maurice Blondel, Delbos intende proporre una lettura meno semplicista del suo pensiero. La definizione di sensista coiia quale è noto, non andrebbe troppo facilmente sostituita da quella di materialista, poiché tale non fu. Dal materialismo lo avrebbe separato, a suo giudizio, la convinzione che esistano delle operazioni proprie deli'anima quali l'astrazione, il giudizio, il ragionamento. È quella che Delbos chiama la sua «professione di fede spiritualista e cristiana ».
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on peut l'appeler perception. En tant qu'elle avertit l'ame de sa présence, on peut l'appeler conscience » (p. 256). « Les idées qui résultent de l'abstraction se nomment générales parce qu'elles représentent des qualités qui conviennent à plusieurs choses différentes » (p. 258). « Les sensations et les opérations de l'ime sont donc les matériaux de toutes nos connaissances et nous ne saurions trop redire qu'il n'y a point d'idées qui ne soient acquises » (p. 259). « Or, - et ceci en opposition avec Descartes -, on devra regarder comme les plus simples les idées particulières, autrement dit le données premières de la connaissance fournies per l'exercice spontané des sens » (p. 262). <( Les facultés ne sont plus absolument que les opérations de l'ime et ces opérations elle-memes ne sont plus que des habitudes acquises. Tout est tiré de la sensation qui, par ses transformations successives, engendre et déroule la série entière des connaissances et des sentiments » (p. 263). I1 concetto del legame delle percezioni sensitive con il dolore e la gioia è espresso qua e là, e specialmente nell'analisi delle sensazioni che man mano riceve l'ipotetica statua. Nel riassumere, viene fissato il punto seguente: << Nous voyons par tout ce qui précède comment s'instruisent nos sens; mais nous voyons avant tout comment les diverses opérations de l';me ne sont que des sensations, ou plut6t comment elles peuvent n'etre qu'une sensation transformée » (p. 272). Qui il compilatore si domanda quale può essere e di che sorta questa vita mentale che è una sensazione trasformata. E dopo aIcune considerazioni nega che Condillac abbia inteso dare una genetica della sensibilità; per Condillac sentire finisce per signiiicare aver coscienza. « Une telle identification est d'ailleurs toute naturelle de la part d'un philosophe pour qui la sensation n'est finalement qu'une modification de conscience. La conscience a son tour n'est plus que l'analyse graduelle de l'&tre par l'$tre meme appliqué à considérer le démulement de sa vie mentale » (p. 273). « Ce qu'il fait en réalité, c'est de superposer à un sensationnisme extreme un logicisme lui-meme extreme. Formalisme logique, te1 est le terme qui convient le mieux pour indiquer d'une manière spécifique ce qu'est la doctrine de la sensation transformée D.
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Più interessante ancora è un seguace (non completamente) di Condillac, Maine de Biran *, il quale nella celebre Mémoire sur la décomposition de la pensée, esamina il centro della questione nei termini, facoltà, potenza, forze produttive, che riduce alla significazione e portata dell'idea di causa; e distingue la causa psicologica, che è il me o io vera causa, da quella fisica che è puramente simbolica. Egli fa entrare gli elementi affettivi sia nella sensazione che nella ideazione: e questo fenomeno chiama molto bene: « réfraction morale D. In altro libro (Mémoire szlr I'Habitude) sviluppa la tesi che uno degli elementi della vita mentale è quello che chiama: l'efort motenr volontaire; e quello che caratterizza questa potenza di agire è la libertà. S,vv!f;LuU~ , , , , , 1 1 L^-.:-^:^ 1 la L c 3 1 ~sIcOIO~IC~, contro i sensisti, egii dice: « Au fait primitif nous devons donc la connaissance de notre propre corps en meme temps de celle de notre moi. Or dans cette connaissance de notre moi sont enveloppées toutes les notions premières ou originales d'&re, de substance, de force, ou de cause, d'unité, d'identité: notions que les modernes idéologues rangent sous le titre commun et vague d'abstractions, qu'ils confondent ainsi avec des qualités ou des propriétés abstraites qui servent de titre à des idées de genres et d'espèces, alors que celles-ci sont artificielles, ne sont que des signes et des moyens pour la science, tandis que ces notions sont naturelles, sont à l'origine meme de la science et constituent des conditions de toute pensée » (p. 3 18). « ... Toutes les idées prétendues innées (alla Cartesio) ne sont que le fait primitif de la conscience, analysé et exprimé dans ses divers caractères » (p. 3 19). È interessante in Maine de Biran l'intuizione de la construction progressive du moi che preludia il concetto inglese dello svolgimento e acquisto della personalità. E fo punto: ti ho voluto scrivere questo, perché forse ti potrà essere un elemento di elaborazione e di conforto, come awiene
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2. Maine de Biran (1766-1824) fu uno spiritualista convinto. Nelle sue opere prospettava di fondare la realta deiie percezioni cosiddette immediate su un sentimento dell'io sotto forma di una volontà interamente libera. A questo filosofo è dedicato i l XIII capitolo del volume in questione. I passi citati da Sturw riguardano tutti questioni connesse al problema della conoscenza nei suoi rapporti con la c e scienza e l'anima.
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quando una prima idea imprecisa e intuita, dà l'occasione a un migliore e più esatto svolgimento. Ti prego mandarmi il tuo studio su Psichari 2, che c'è persona che si occupa di questo soggetto. Credo che le sarà utile. Ricevo la lettera di Fondacaro e poi la tua cartolina. Provo un gran dolore a sapere che il buon Can.co Cremona è morto '. Lo ricordo con il più vivo affetto e appena mi è possibile celebrerò una Messa per Lui. Non ti incomodare per una storia della filosofia: la cercherò in Francia. Sto bene. Un abbraccio tuo Luigi
[London, Paddington], 6 mano 1927
Caro fratello, anch'io penso alle antiche quaresime: non da me predicate, ma vissute. Qui ancora non sono buono a sentire una predica in inglese. Stento a comprenderla, intiera. È così difficile comprendere questa lingua. Sto bene. I1 tempo è variabile ma non crudo. E qualche volta vi è un po' di sole. Rileggo Principi di una Scienza Ntiova di Vico: lo stile è faticoso la lingua cattiva, ma di un interesse vivissimo. Peccato che non si fa conoscere bene nelle nostre scuole. H o ricevuto da P. Gemelli gli opuscoli mistici di S. Bonaventura l, che mi interessano assai. Li hai tu? Crespi ti saluta e aspetta di leggere il tuo lavoro, che spera poter tradurre e pubblicare in inglese. Un abbraccio, tuo Luigi 2. MARIOSTURZO,Le voyage du Centurion di Ernesto Psichari, Soc. Vita e Pensiero, Milano 1916. 3. Don Salvatore Cremona fu insegnante di italiano e latino al seminario di Caltagirone negli anni in cui vi studib Sturzo. Con lui fu uno dei redattori de « La Croce di Costantino D. DA BAGNOREGIO, Opuscoli mistici. VolgarizLETTERA116. 1. S. BONAVENTURA zati dal latino con i n d u z i o n e del P. Agostino Gemelli, u Vita e Pensiero m, Mih o , p. 531.
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[London, Paddington], 10 mano 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto il gruppo fotografico e la tua del 5 , con le considerazioni sul codice unico di moralità. Io credo che alla prova si vedranno molte divergenze antitetiche; e credo anche che se due uomini di pensiero diverso e opposto, cercheranno di tentare questo codice, lo faranno diverso o diversamente ispirato. Ciò non toglie che le tue applicazioni al neo-sintetismo non siano giuste: anzi. Credo di aver trovato un editore inglese disposto a stampare la traduzione del tuo futuro libro. I1 che è interessante assai. Sto bene: soio ho avuto un po' di stomaco stonato, come un tempo. Può essere, credo, il lavoro di tavolino. Oggi vado a Cambridge per una conferenza sulla musica. Un abbraccio Luigi
London, 13 mano 1927
Carissimo fratello, sono stato a Cambridge a fare il discorso. È andato bene. Sono già di ritorno. Sto bene, le sofferenze di stomaco sono andate via. Qui in marzo fa freddo: perché si cominciano a sciogliere i ghiacciai del nord, e soffiano venti nordici molto freddi. Ancora il sole si fa desiderare: è quasi sempre coperto di nubi, che il vento porta dal nord. Invece spesso le sere e le notti sono belle stellate e chiare. Rileggo la Divina Commedia: erano due anni che non la rileggevo. È un conforto e una gioia. Un abbraccio dal tuo Luigi
[London, Paddington], 16 marzo 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 9. Sto bene e godo assai che tu stai bene. Mandami pure, cioè commissionami la Storia della filosofia
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moderna dell'Hoffding l . I o ho bisogno di averne una. Desidero pure il Giardino delle Rose e La valle dei Gigli del da Kempis, che fu pubblicata a Firenze nel 1923, non so da quale Casa Editrice '. L'ho vista citata dal Levasti 4. Vedi di farmela avere. Fai le mie condoglianze alla famiglia di Camponera. Godo che hai costà un buon predicatore per la quaresima. Salutami gli amici. Un abbraccio di cuore Luigi 120 [London, Paddington], 21 marzo 1927
Carissimo fratello, ti stavo scrivendo a lungo di iilosofia, ma una visita mi ha interrotto la lettera che non può partire stasera. Allora ecco questa per dirti che sto bene, e che da tre giorni qui fa primavera sul serio, compreso il sole. Attendo con ansia il tuo lavoro. Salutami gli amici. Prega per me. Un abbraccio tuo Luigi 121 * [London], 21 marzo 1927
Carissimo fratello, da tre giorni siamo in piena primavera, quale mai ha fatto a Londra: però stasera il tempo tende a guastarsi. Ma sono bastati HOFFDING,Storia della filosofia moderna, trad. di LETTERA119. 1. HARALD P. Martinetti, Bocca, Torino 1906. 2. I1 titolo esatto è: L'orticello delle rose, introduzione di Guido Battelii, Giannini, Firenze 1922. 3. TOMMASODA KEMPIS, La valle dei gigli, Giannini, Firenze 1923. Tommaso da Kempis, scrittore ascetico nato a Kempen (Colonia) nel 1380 ca. Sotto l'influenza dei Fratelli della Via Comune entrò nel monastero dei canonici regolari di Sant7Agostino a St. Agnietenberg (Mons Sanctae Agnetis) presso Zwall nel 1396 e vi mori nel 1471. A lui viene comunemente attribuita l'Imitazione di Cristo, che ebbe un influsso enorme, testimoniato dalla moltitudine dei manoscritti e dal gran numero di edizioni e traduzioni (una delle più recenti e pregevoli è di don Giuseppe De Luca, MorceKana, Brescia 1967). È autore inoltre di: De disciplina Claustralium e Hospitale Pauperum. 4. ABRIGOLEVASTI,autore di vari studi sul misticismo: Santa Ildegarda: visioni, Giannini, Firenze 1925. S. Anselmo: vita e pensiero, Laterza, Bari 1926. LETTERA121. * Lettera su carta non intestata.
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questi tre giorni per rimettermi dei giorni freddi acuti della prima quindicina di marzo. Grazie a Dio sto bene: e le sofferenze avute sono passate quasi del tutto. Credo di averti scritto che spero di aver trovato l'editore inglese per il tuo libro. Lo aspetto di giorno in giorno. Mi manderai una copia sicché non ci sia bisogno di ritornartela, e che dopo la lettura, passerò per la traduzione. Ed ora ti voglio scrivere attorno a certe mie impressioni filosofiche sul relativismo di Einstein. Però premetto che non conosco molto bene la portata fisica della teoria, perché d&cile e a me mancano molti elementi tecnici per apprenderla bene. Però, a quel che mi dicono, nel campo degli scienziati la teoria si fa strada, come una grande rivoluzione. Se guardiamo come con difficoltà si svilupparotio le teorie di Gaiiieo, Copernico, Newton ai loro tempi, non ci meraviglierà se molti del pubblico o non danno importanza o falsano le idee di Einstein; e forse come i posteri lo designeranno come un grande tra i grandi. Intanto i relativisti della filosofia ne prendono argomento, per appoggiare il loro scetticismo. Non è il caso di guardare quale vantaggio possa recare la teoria di Einstein alla gnoseologia e alla cosmologia? Ecco un punto che mi frulla nel cervello, e del quale mi piace di parlarti. Scrivo come mi viene e quel che mi viene. 24 mano 1927
Ripiglio la lettera che l'altra sera sospesi, e invece ti mandai una cartolina. Ieri ho ricevuto la tua del 19 c.m. Sto bene, benché non intieramente: ed ho un po' di palpitazione, che il medico dice dovute alla primavera e al troppo lavoro di tavolino. L'ho un po' diminuito. Ma il tempo è tornato grigio e freddo; e c'è poco piacere andare ai parchi; ma è l'unico modo di riposarmi. Stasera andrò a sentire la Messa di Beethoven. Torno a Einstein. Uno dei suoi punti è il superamento del concetto fisico dello spazio assoluto, e l'altro del moto dello spazio. Per lui il concetto di moto è relativo: lo spazio A si muove in relazione allo spazio B e viceversa: i termini sono convertibili. Non esistono sistemi di referenze, perché tutti i movimenti sono equivalenti. Così tutto
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è mobilizzato e tutto è divenire. Dal punto di vista fisico-matematic0 è lo stesso dire che l'automobile corre e la strada sta ferma, come dire che la strada corre e l'automobile sta ferma. Lo stesso concetto di relatività ha il tempo; in quanto che misura e figura dei corpi variano di valore in rispetto agli osservatori nello stesso tempo. I n concreto misure assolute di lunghezza e di tempo non si danno. Tempo e spazio non sono qualità distinte dei corpi, ma sono gli stessi corpi, secondo la percezione degli osservatori. Altra importante conquista di Einstein è che non si dà, in natura, linea retta, e quindi infinità di esseri, ma linea curva e quindi finitezza, circoscrizione. I1 relativo qui acquista invece un valore determinato, il circoscritto. Io credo che la gnoseologia aveva già intravisto il concetto relativo di spazio e tempo connesso alla natura creata, sì che risulta la stessa natura creata in quanto estesa e variabile; ed è variabile perché estesa, e quindi misurabile in tempo e spazio. Ma non esiste una misura spaziale che non sia temporanea e viceversa. Non solo, ma è talmente relativa nella valutazione, che non rende mai un dato definitivo, ma solo approssimativo. E allora quale è la conseguenza? Quella alla quale oggi sono venuti molti scienziati, che la scienza non è quello che credevano gl'illuministi e i razionalisti, l'assoluta conquista del vero e la sola conquista del vero, ma un'approssimazione alla realtà e una sistemazione delle conoscenze, diretta alf'utilità umana. I1 mondo relativo viene fissato così e presentato come l'ultimo portato della scienza, per poi spostarlo in altri termini. Non bisogna quindi cercar l'assoluto nella scienza: i razionalisti ebbero torto. Anche la geometria sotto i colpi di H. Poincaré ed Einstein ed altri, passa dall'assoluto al relativo. Le sistemazioni geometriche hanno valore per l'arte e la pratica che se ne deriva. Questo ci riporta ai valori della vita e della morale, come punto serio di partenza e di convergenza. Comprendo che l'intellettualismo sotto questa critica, cade, per dare luogo al volontarismo. Ma io credo che, pur guardando la scienza e la storia dall'angolo relativo, rimane un gran campo alla percezione ideale (di cui la fiiosofia è sistemazione prowisoria) e al valore della tradizione, al quale mi sembra sia stata data poca importanza.
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Fo punto perché non voglio sforzarmi. Credo che ti possa tutto ciò interessare. H o per le mani il fascicolo di Mario Pantaleo L'assolzito nella teoria di Einstein l; non l'ho ancora letto, ma te ne scriverò. Affettuosamente, tuo Luigi
[Paris], 28 marzo 1927
Carissimo, per dirti che sto bene, e che le ultime sofferenze mi sono passate. Per pechi ginrni sene f'ieri di Leodrr, m2 rieotrerh srb2tc. Tu mi continuerai a scrivere là. Spero avrai ricevuta la mia lettera del 24 c.m. Tante cose agli amici. Un abbraccio Luigi
1 aprile 1927
Carissimo, sono ancora fuori di Londra ma tornerò domani. Questa gita mi ha risvegliato tutti i ricordi dell'anno scorso; il freddo di dentro e di fuori vi ha contribuito un poco. Però sono molto meglio che l'anno scorso, ed ho tollerato il freddo abbastanza bene; ma non vedo l'ora di andare a trovare il bel fuoco del camino della mia stanzetta londinese. F. Alcan (108 Boulevard St Germain) Paris (6") ha pubblicato un importante Dizionario di filosofia che costa 125 franchi. Se lo vuoi, puoi scrivere. Non ho visto il Prof. Lévy-Bmhl l, al quale avevo promesso
LETTERA121. 1. Cfr. P*IARIo PANTALEO, L'assoluto nella teoria di Einstein, Società anonima editoriale Francesco Perreiia, Napoli 1923. LETTERA 123. * Lettera su carta non intestata. 1. Su Lucien Lévy-Bruhl vedi lettera 80, nota 1.
il tuo articolo per la « Revue Philosophique »; del resto non avrei saputo che dire. Non ho visto Vaussard, che è fuori di Parigi in riviera, forse sta poco bene in salute. Così comprendi il motivo del suo silenzio. Non mi pare quindi che sia il caso di scrivergli per la traduzione dell'articolo. Ne parlerò invece al Prof. Prélot * se lui si può prestare; ma è molto lento. Lo stesso Akan ha iniziato con l'anno scorso una pubblicazione dal titolo Philosophes et Savantes Francaises du X X e siècle (extraits et notes): e sono usciti tre volumi - due di J. Baruzi (l'autore di un apprezzato studio su S. Giovanni della Croce 3, sulla metafisica e il problema morale, e uno di Poirier sulla filosofia della scienza 4. Io non l'ho visto che alle copertine e non so che valore abbiano. Spero che la tua rivistina esca fuori. Io manderò qualche recensione di opere filosofiche estere. Pel momento sto leggendo un volume del Watkin sulla filosofia della mistica. Certo interessante. Te ne scriverò a parte. H o comprato in qu,esti giorni Sainte Thérèse di Louis Bertrand 5: e Santa Caterina di Jorgensen 6 . Quando lo avrò letto te ne scriverò. Attendo il tuo lavoro. L'editore inglese, che è un cattolico mi ha domandato se per il libro di un Vescovo occorre l'irnprimatur della Curia del luogo o basta che è di un Vescovo. Io non sono pratico di ciò. Inoltre per decidersi, mi ha domandato un sunto del libro. Se tu me lo fai, io lo fo tradurre e lo passo all'Editore. Come vedi, si va avanti. Prega per me, specialmente in questi Santi giorni pasquali. Un abbraccio di cuore Luigi 2. Marce1 Prélot (1898-1973), giunsta di formazione cattolica, si interessò di storia deiie dottrine politiche, in particolare deli'ideologia socialista e di quelle totalitarie. Fu uno dei collaboratori d e k rivista di Francisque Gay « L'Aube P. Curò l'edizione francese del volume di Sturzo suila comunità internazionale e il diritto alla guerra (Bloud & Gay, Paris 1931). 3. J. BARUZI,Saint Jean de la Croix et le problème de l'expérience mystique, Paris 1924. 4. R. POIRIER, %I Philosophie de la Science, F. Akan, Paris 1926. 5. Louis Bertrand (1866-1941), scrittore francese oltre a numerosi romanzi, scrisse due opere importanti per l'agiografia: Saint Augustin (Pans 1913) e la sopracitata Sainte Thérèse (Paris 1927). 6. J. JORGEKSEN, Sainte Catherine de Siene, G. Beauchesne, Paris 1919.
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124 London, 3 aprile 1927
Carissimo fratello, sono arrivato ieri sera a Londra dopo un ottimo viaggio. Sto bene. E posso riprendere il lavoro. Circa la nozione di spazio e tempo tu hai scritto molto bene nel problema della conoscenza ' e non mi riferivo a te. Ho visto il Prof. Prélot, il quale mi ha detto che per un articolo filosofico è meglio che la traduzione la faccia Vaussard il quale sta meglio, e per Pasqua tornerà a Parigi. M a Fondacaro che non ho ricevuto il numero della « Civiltà Cattolica D. Ti anticipo gli auguri pasquali. Un abbraccio il tuo Luigi
London, 13 aprile [l9271 264 Fulharn Rd. S.W. 10
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua cartolina del 5 c.m. - godo che stai bene e sei in pieno idillio filosofico. I1 tuo pensiero è molto chiaro e ne sono contento: ho un dubbio nel chiamare assoluta l'idea quando ha funzione di giudizio di rapporto dato. Perché assoluta? Forse occorre chiarire la portata esatta della parola assoluta. Anche io ci penserò. Sto partendo per la Germania. Andrò a Colonia e a Bonn. Starò credo otto o dieci giorni. Per mia tranquillità, mentre continuerai a scrivermi a Londra, mandami una cartolina a Bonn presso
LETTERA124. 1. Su Il problema della conoscenza (Roma 1925) di Mario Sturzo apparve una nota bibliografica non firmata nella « Rivista di autoformazione D,
marzeaprile 1927, p. 36, dal titolo M. Sfurzo. Il problema della conoscenza giudicato in « Contemporary Shought of Italy » by Angelo Crespi, Williams and Norgate L i t e d , London 1926. LETTERA125. * Lettera su carta non intestata.
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il Dr. Dempf Argellanderstr. 142 (Germania). Se non mi arriva, il Dr. Dempf me la rispedirà. Sto bene. E ogni tanto penso: quando ci rivedremo? Prega per me. Un abbraccio affettuoso Luigi Nelina mi ha telegrafato che è già a Caltagirone. Sono stato così sopra-pensiero per i suoi viaggi lunghissimi.
London, 27 aprile 1927
Carissimo fratello, sono contento che la rivista viene fuori e l'attendo con piacere. H o ricevuto il Psichari '. Godo che la Chiesa di Valguarnera si è ripresa a costruire. Aspetto anche il tuo lavoro e mi occuperò subito per l'ediz. inglese. Sto bene. Mi sono deciso a farmi strappare il dente. Sarà meglio. Continuo nel mio lavoro di rifacimento (è la parola) del mio studio sulla guerra. Qui i giorni freddi e tiepidi si alternano. Si vede anche il sole di tanto in tanto splendere discretamente. Ti abbraccio. Prega per me Luigi
London, 30 aprile 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua. Sto bene. Aspetto il manoscritto. Mi sono fatto strappare due denti, ed ho fatto bene petché erano ridotti due focolari di infezione. L'indomani ho avuto una febbre, che è passata, e oramai sto bene e con lunedì riprenderò i miei lavori. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi LETTERA 126. 1. Cfr. lettera 115, n. 2.
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[London, Paddington], 3 maggio 1927
Carissimo fratello, ricevo la tua del 27 aprile. Godo che stai bene e affoghi di lavoro. Io sto meglio, posso dirmi completamente guarito dallo strascico dei denti. Andrò a passare una settimana a Buckfast presso una Abbazia Benedettina. Sarà bene per il corpo e per l'anima. Prega per me. Tu scrivi sempre al solito indirizzo, dove manderai il tanto atteso manoscritto. Saluti cordiali a tutti specialmente a Mons. Fondacaro. Un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddingtonl, 7 maggio 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 3 c.m. che tanto aspettavo. Godo al saperti bene. Anch'io oramai sto bene ed ho ripreso completamente le mie abitudini. Come ti ho scritto andrò dai Benedettini di Buckfast per una settimana. Al ritorno troverò il tuo lavoro e mi metterò subito a studiarlo. I o credo a Bocca o Vecchi o Sandron di Palermo. Non mi pare adatta la Internazionale, al più, se lo vorrà tentare, la Fiorentina, ma ho i miei dubbi. La spesa è troppa e le noie non mancheranno a editori nostri. Come ricordo Parigi dell'anno scorso. Un abbraccio Luigi
[Buckfast], 9 maggio 119271
Carissimo, ieri sera sono arrivato in questa bella Abbazia Benedettina. LETTERA130. * Cartolina iiiustrata: Buckfast Abbey Church.
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L'Abate, A. Vernier l, è un filosofo, ed ho accennato a lui dei tuoi lavori. Sto bene - passerò la settimana. Prega per me. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 15 maggio 1927
Carissimo, ieri sera son tornato dall'tibbazia di Buckfast a Londra, e ieri sera è arrivato il tuo Neo-sintetismo ' che ho cominciato subito a leggere, come ho letto la Rivista. Da quel che ho letto sono contento, ma te ne scriverò dopo terminata la lettura. Sto bene. I1 19 maggio è il 33" del mio sacerdozio. Prega assai per me. Un abbraccio Luigi
London, 18 maggio 1927
Carissimo fratello, ho finito di leggere il tuo lavoro importante, chiaro, nuovo e utilissimo. Te ne scriverò a lungo al più presto possibile. Grazie degli auguri e delle preghiere per il 33" del mio Sacerdozio. Sto bene. I1 tempo è variabile, ma già il sole si fa vedere di tanto in tanto. La campagna è fiorita e bella. Cosi i parchi della città. H o letto i versi della rivista che mi ricordano Parigi dell'anno scorso l . Come passa il tempo! Ti scriverò pure della Rivista che mi 1. Si tratta di Dom Anscar Vernier (1875-1938). Il neo-sintefismo. Contributo alla soluzione del LETTERA 131. 1. M. STURZO, problema della conoscenza, cit. LETTERA132. 1. Ci si riferisce aUa poesia di Mario Declina il maggio in cui figurano i seguenti versi: « Ammira gli archi che quasi fuggono / Agili verso gl'immensi spazii / L I pellegrino che novello arriva / Presso alla Senna B; cfr. « Rivista di autoformazione D, marzo-aprile 1927, p. 31.
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ha ricordato il povero Bollettino Bibliografico » nel formato e copertina. È interessante assai. Lavori come un giovane. Io quest'anno sono un po' lento nel lavoro. Un abbraccio Luigi
London, 27 maggio 1927
Carissimo fratello, speravo stamani avere tue notizie ma la posta è stata vuota. Torno al tuo Neo-Sintetismo. Una domanda: non si dovrebbe il lavoro integrare con un capitolo sull'estetica come l'hai integrato con la moralità? Mi pare di sl. Oggi darò il testo al Dr. Crespi, e gli parlerò della traduzione: egli è multo occupato col1 UII suo lavoro mistico-fiiosoiico suii'idea di Dio - forse si farà aiutare da altra persona. Vedrò quale ne è la spesa e come si potrà combinare con l'editore e a quali condizioni. Per l'editore ho due trattative o meglio due prospettive. Uno è cattolico, l'altro no. Mi dicono che col primo si penetra meglio nel campo cattolico, col secondo nel campo culturale filosofico. Ancora non mi posso decidere perché non so bene le condizioni economiche che faranno l'uno o l'altro. Me ne occuperò si capisce con tutto l'impegno; e te ne scriverò a suo tempo. Intanto, se tu devi fare dei ritocchi al testo, è bene farli prima della traduzione. Anche nella stessa traduzione occorre fare qualche piccola modifica, per adattarla al pubblico inglese; cioè la riunione di più paragrafi in uno; per dare più la forma discorsiva che il carattere di libro di scuola, che non potrebbe avere successo. Inoltre certe parole non esistono in inglese, come astrattisticamente e simili; e ancora dire <( dal punto di vista astratto o simili. Ma di questo quando si incomincerà il lavoro di traduzione e d'accordo con Crespi. Parliamo del Bollettino: Io ne sono contento. Autoformazione e Moralità nell'arte ' 2. Si tratta del G Bollettino bibliografico di scienze sociali e politiche D. <( Pcvero », perché dovette cessare le pubblicazioni. LETTERA133. * Lettera su carta non intestata. 1. M. STURZO, Lioutoformazione, in « Rivista di autoformazione », anno I, marzc-aprile 1927, pp. 1-12 e Il problema della moralità deli'arte, ibid., pp. 13-21. Nel secondo articolo si pone il problema se si dia arte fuori. deila mo-
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mi sono piaciuti assai. La critica a P. Cassiano non tanto *,per via dello stile polemico e da professore: forse non valeva la pena citare P. Cassiano e l'« Unità cattolica ». I1 resto così così. Nel resoconto delle tue conferenze c'è un po' di oscurità e di fretta: certe frasi sintetico-oratorie (se avremo fatto bene della filosofia e della poesia avremo la felicità di godere Dio) non mi vanno perché l'uso delle parole, nel suono delle orecchie, non portano il-significato sintetico. Filosofia = Sapienza = Saggezza. Concetto antico e bello; ma oggi filosofia = Croce = Gentile = neo-scolasticismo è cosa intollerabile. E l'equivoco persiste almeno nell'orecchio. Piccola osservazione, e forse inutile. Attendo con piacere il 2" numero. Una mia idea: a proposito delle critiche a P. Gemelli, a P. Graziani ecc. ' Credo meglio evitarle, per non creare ambiente ostile o comunque antipatico, e penetrare meglio con la forza delle idee. La critica, piccola e sommaria, va ai libri, in una rubrica bibliograralità. L'autore, mentre rifiuta che la moralità sia fine deli'arte, sottolinea come essa sia elemento di quest'ultima e momento essenziale della formazione dell'uomo. Storia, filosofia e B. Croce. Critica d'una critica, ibid., pp. 22-26. 2. M. STURZO, Ci si riferisce ad un articolo del cappuccino. P. Cassiano apparso sull'« Unità Cattolica » del 6 ottobre 1926, in polemica con le teorie di Croce. Ad esso M. Sturzo rimproverava l'approssimazione delle risposte che non avevano saputo cogliere l'essenza dei problemi posti (i rapporti intercorrenti tra storia e filosofia, quelli tra intuizione e concetto, e così via). Tali erano i termini « polemici » con cui l'autore apriva il suo intervento: « Quando un sistema si risolve in proposizioni contraddittorie, con ciò stesso si piova falso. Però altra cosa è discorrere intorno al valore del principio di contraddizione, altra cosa ridurre un sistema in proposizioni contraddittorie. Se la cosa fosse facile, come da molti si crede, i sistemi errati non vivrebbero che un giorno solo; e errori duraturi nel mondo non ce ne sarebbero. La cosa non è facile, perché non è facile comprender bene i sistemi contrari a quelio che professa il critico, o almeno, diversi. Ciascuno pensa con le sue idee, tanto più tenacemente, quanto meglio queste idee son frutto di studio. Ne viene, anche che si voglia il contrario, che si è mal disposti, naturalmente, verso le idee di chi professa sistemi contrari o anche semplicemente diversi. Da questo fatto deriva la propensione a far la critica dei sistemi degli altri in nome del proprio sistema, che vale quanto dire, dail'esterno piuttosto che dali'interno » (p. 22). 3. Cfr. Note di cronaca. I: La filosofia mena alla fede, anno I , fasc. I, marzoaprile 1927, pp. 4244 e Note di cronaca. 11: La filosofia e la poesia della vita, ibid., pp. 45-48. La prima fu tenuta a Torrenova neli'ottobre del 1926 e riguardò il problema della vita nei suoi rapporti con I'assoluto. La seconda fu pronunciata per l'inaugurazione deil'anno scolastico 1926-27 del seminario e trattò dei temi a lui cari, quali il problema della conoscenza, l'individuo, l'educazione. 4. Cfr. C. SACCÀ,Suli'edzrcarione della purezza, in « Rivista di autoformazione», marzo-aprile 1927, pp. 27-30. Le critiche riguardavano un intervento del P. Gemelli fatto l'anno precedente alla Settimana sociale di Genova. In esso parlb di educazione alla volontà e alla purezza in termini di processi individuali, al di fuori deli'is truzione.
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fica, e più che altro per illuminare e guidare i lettori. L'opera tua è troppo importante, e non conviene che sia circondata di diffidenze o di ostilità procurate per poco. Sto bene: un po' stanco, ma credo più per il tempo incostante. Oggi pioggia, umido e freddo come in febbraio. Pazienza: ma, come tu vedi, posso lavorare bene, vicino il camino acceso anche oggi. Prega per me. Ricordati, andando a Caltagirone di mandarmi il P. Tosti, Bonifazio VI11 e lo scisma d'occidente '. Mandami pure il Virgilio trad. da A. Caro e il mio Petrarca e i Fioretti di S. 'Francesco. È tanti anni che non li leggo e desidero risentirne l'eco. Se vedi pure qualche libro di storia di filosofia tra i miei, sia pure manuale, mandamelo. Salutami tutti. Ringrazia Fondacaro deiia cartoiina. Un abbraccio, tuo Luigi
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Carissimo fratello, ti indirizzo questa a Piazza perché penso che sarai di ritorno da Caltagirone. Speravo oggi avere tue notizie. Sto bene. Per tua norma, ti ho scritto il 21,23 e 27 tre lettere. Spero le avrai ricevute. Non ho ricevuto ancora l'indice. Ti scrissi che desideravo la Valle dei gigli di da Kempis, ma non l'ho ancora ricevuta. Oggi festa di Maria Delamadredomini. Penso a Caltagirone. Saluti tutti. Un abbraccio Luigi London, 3 giugno 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto l'ultimo foglio col visto del Revisore e ringrazio Mons. Fondacaro ' e saluto Mons. Mineo 2 . Sono contento di ciò. 5. Cfr. L. TOSTI,Storia di Bonifacio V I I I , in Opere complete, edite da Loreto Pasqualucci, Tip. Camera dei Deputati, Roma 1887. Cfr. inoltre la nota 3 deiia lettera 159. LETTERA135. 1. Cfr. nota 4, lettera 9. 2. Cfr. lettera 29, n. 1.
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LUIGI E MARIO STURZO
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Non posso rileggere le parti che tu mi indichi perché ho già dato la copia a Crespi, che la sta leggendo con il più vivo interesse. Te ne scriverò. Sto bene. Oggi però ho fatto strappare una vecchia radice di dente, che mi faceva un po' male e che era già settica. Sono perciò un po' sofferente. Ma cosa da nulla. Prega per me il S.C. di Gesù che è il suo mese, come faccio io sempre. Un abbraccio, tuo Luigi
h n d o n , 22 giugno 1927
Carissimo fratello, ricevo la tua cartolina del 18. Grazie dei rinnovati auguri. Spero che il gran caldo sia diminuito: qui invece vento freddo. Così si fa il compenso, ma oggi c'è almeno un po' di sole. Nelina sta bene, e anch'io sto bene. Ho ricevuto il 2" numero della Rivista, che ho letto subito, e la trovo tanto interessante. Spero che venga accolta bene, non ostante le critiche alla « Civiltà Cattolica » e ad altri l. Hai ragione però di scrivere quel che scrivi contro gli assunti del buon P. Boine '. Ma certe mentalità sono irreformabili, e si dà di cozzo con la selce. LETTERA 136. 1. Cfr. M. STURZO, lk filosofia e le filosofie, in «Rivista di autoformazione », maggio-giugno 1927, p. 72. Mario Sturzo confuta la tesi dell'articolo del 2 aprile della « Civiltà Cattolica » Intorno ai metodo dell'insegnamento della filosofia nelle scuole medie, in cui si afferma che la sola vera filosofia è quella deila scolastica. Ecco il passo centrale dell'articolo di Mario Sturzo: « Quando l'articolista dice che la sola e vera filosofia è la scolastica e che bisogna studiare la filosofia scoIastica solamente, non elimina la storia, ma la circoscrive alla sola scolastica. Ma anche la scolastica è una storia, la quale se si potesse staccare dal resto della storia, in molti punti più non sarebbe compresa [...l. Oggi però non c'è studioso degno di questo nome, che ignori come il metodo sia necessario alla retta comprensione non solo della filosofia, ma delle scienze e delle stesse arti. Non dunque il metodo storico doveva condannare l'articolista, ma il suo non retto uso nelle scuole ». Alla tesi dell'articolista della « Civiltà Cattolica », che, sia pure come estrema ratio, sarebbe stato minor male « al presente » sopprimere nella scuola « ogni insegnamento di filosofia », Mario Sturzo rispondeva che anche le lettere, i romanzi, i giornali, la tradizione, la storia sono filosofia, « da cui non si può uscire e in cui, più o meno, da tutti si vive D. 2. M. STURZO,rec. a G. BOINE,Prefazione ai Monologio di S. Anselmo, R. Carabba editore, Lanciano, in « Rivista di autoformazione B, maggio-giugno 1927
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Credo che tu abbia ragione riguardo le tendenze insite nell ' d a , ma quando tu dici potenzialità già esprimi qualche cosa che è insito, e che forse si confonde con la potenza stessa, che io dico natura. Forse occorre approfondire questo dato, che non è in contrasto con la tua teoria. Ti scriverò più a lungo. Un abbraccio Luigi
London, 27 giugno 1927
Carissimo fratello, finalmente ricevo la tua del 23 c.m. Purtroppo da Londra non si vede l'eclissi totale, ma il quasi totale: che è assai diverso. Dovrei fare credo otto ore di treno di notte. Ma il giorno di S. Pietro non trovo un sacerdote che mi surroga per la S: Messa alle monache, e poi fa tanto freddo in questi giorni che non mi azzarderei di fare una gita così poco gradevole verso le zone del nord. Così mi sono rassegnato, e anche Nelina. Stiamo bene. Pregherò per l'anima dell'avv. Natoli. Credo che sia interessante esaminare il problema estetico, anche nel Neo-Sintetismo. Te ne scrissi di già. Completerebbe il volume. Un abbraccio Luigi
138 London, 1 luglio 1927
Carissimo fratello, speravo oggi ricevere una tua. In questo mese la tua corrispondenza mi sembra più rara. Nelina ed io stiamo bene. A metà del mese andremo ai Bagni. Intanto dal giorno che ricevi questa fino al 12 luglio scriverai non a me ma a Nelina - c/o Signora Crespi - Woodend. Abbots Langley - Watford - (Herts) - Inghilterra. Perché io pp. 75-82. La critica si appunta sul dissidio «insanabile» che l'autore afferma esserci tra fede e ragione, considerando i'opera di S. Anselrno come uno sforzo senza risultato. A tali assunti Sturzo risponde che « la storia mostra che a misura che gli uomini regolano meglio i rapporti con Dio, superano il temuto dissidio, e pervengono d a più serena pace nella più virtuosa maniera di vivere ». L. S. riteneva, evidentemente, che Boine fosse un religioso.
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- CARTEGGIO
per una settimana sono in giro. Poi dal 13 luglio scriverai a me al seguente indirizzo - Trescore - St. Merryn - Padstow - (Cornwall) Inghilterra. Là faremo i bagni di mare. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
[London], 3 luglio 1927
Caro fratello, aggiungo due parole. H o ricevuto la tua da Mazzarino del 28 scorso giugno. Godo che stai bene e sei in lavoro pastorale, che tanto conforta e solleva. Ti ho scritto venerdì dandoti i nuovi indirizzi. Si capisce che sono in faccende per la partenza. Un abbraccio di cuore Luigi
h n d o n , 7 luglio C19271
Carissimo fratello, ricevo la tua del 2. Quando andrai ai bagni? Leggerò con piacere il tuo scritto sull'estetica. Ci vuole tale capitolo nel tuo libro. Questa fotografia è della casa dove andremo ad abitare con Nelina per i bagni. Stiamo bene. Oggi io parto per il Belgio. Qui piove. Un abbraccio Luigi
Colonia, 10 luglio C19271
Carissimo fratello, sono stato a Bruxelles, a Lovanio e ora sono a Colonia. Sto bene. I1 Prof. Dempf mi dice che è possibile un'edizione tedesca LETTERA139. LETTEEA140. LETTERA141.
* Lettera su carta non intestata. * Cartolina illustrata con una casa di campagna. Cfr. testo.
*
Cartolina illustrata con il panorama di Colonia.
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del tuo neo-sintetismo - approva il titolo. Vedi di mandare la rivista (a cominciare dal lo numero) a Crespi e a Dempf. Ecco gl'indirizzi. 1 ) Prof. Angelo Crespi - Woodend - Abbots Langley - (Watford-Herts) - Inghilterra. 2) Prof. Alois Dempf-Kaufmannstrasse 61 Bonn - Germania. Ti scriverò più a lungo. Sei già a Terranova? Tante cose a tutti, specialmente a Fondacaro, e fa le mie scuse che non ho risposto agli auguri di parecchi. Un abbraccio, tuo Luigi 142 London, 13 luglio [l9271
Carissimo fratello, sono arrivato a Londra oggi. Stasera è venuta qui Nelina da Abbots Langley. Stiamo bene. Sabato partiremo per Padstow. Ti ho mandato già l'indirizzo. I1 Prof. Dempf, che ha gran desiderio di leggere il tuo lavoro e che spera (anzi è quasi sicuro) di farlo pubblicare in tedesco, desidera averne copia al più presto; che utilizzerà queste vacanze per una buona lettura. Egli legge bene l'italiano ma non in fretta. Certo ne avrai altra copia. Hai pure l'indirizzo di Dempf che ti ho mandato da Colonia. Avvisami quando hai spedito l'incarto. Spero che i bagni di vero cuore nel mare ti facciano bene; è più che altro il riposo. Un abbraccio di cuore. Ieri siamo stati uniti pregando per la nostra Margherita, tuo Luigi Farò preghiere speciali per l'anniversario della tua consacrazione episcopale. Tanti auguri di bene. Luigi.
Trescore - St. Merryn, Padstow 17 luglio [l9271
Carissimo fratello, ieri sera siamo arrivati qui. Campagna, vera campagna come la Russa o Fontanapietra. A 7 minuti vi è un angolo di mare e sabLETTERA143. * Cartolina illustrata con l'interno deila Chiesa dei Serviti,
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bia per i bagni. Oggi giorno caldo. Sole e aria fresca di ponente come nei bei giorni di Caltagirone. Una folla di impressioni e ricordi. Stiamo bene. Aspettiamo tue notizie. Un abbraccio Luigi
Trescore - St. Merryn, Padstow 21 luglio 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 12. Godo che stai bene. Anche noi stiamo bene. Ho cominciato i bagni di mare. Ma oggi vento e pioggia. Qui il tempo non è costante; ma il luogo dove siamo è molto bello. Attendo il tuo studio sull'estetica. Dove? nella Rivista? Fammi sapere se hai mandato la copia del neo-sintetismo al prof. Dempf a Bonn. Tante cose affettuose da entrambi, tuo Luigi
Trescore - St. Menyn, Padstow c/o h4r. Clayton (Cornwaii)
- 25 luglio [l9271
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 17 c.m. Stiamo bene. La villeggiatura va abbastanza bene, benché il tempo sia incostante. Godo assai della tua attività anche nel periodo balneare. I1 mio lavoro va avanti assai lentamente. Oggi S. Giacomo, il mio pensiero è a Caltagirone. Salutami Mons. Fondacaro e gli amici. Un abbraccio di cuore Luigi
LETTERA 144. * Cartolina illustrata con i'interno deila Chiesa dei Serviti. Serviti. LETTERA145. * Cartolina illustrata con il monastero dei Serviti.
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Trescore - St. Merryn, Padstow 29 luglio 1927
Carissimo fratello, ebbi la tua del 20 c.m. Ho scritto subito al Dr. Dempf di Bonn di mettersi in corrispondenza con me per le condizioni della edizione tedesca. Quella inglese subirà qualche ritardo perché Crespi, occupato a scrivere un libro di filosofia mistica, non vuole per ora distrarsi in un altro lavoro. Vedrò di combinare diversamente. Intanto credo che sarebbe opportuno che ti mettessi in corrispondenza con il Prof. Etienne Gilson (6 rue de Ponthierry) Melun (Seine et Marne) France, per vedere se il suo editore Vryn sarebbe disposto a pubblicare il tuo libro in francese. Io cercherei un traduttore. Sto bene. Ho preso otto bagni. I1 tempo non è caldo come io speravo, ma va bene lo stesso. Prega per me. Un abbraccio, tuo Luigi 147 *
Trescore - St. Merryn, Padstow 1 agosto [l9271
Carissimo fratello, ho ricevuto tutte le tue cartoline e ti ho risposto puntualmente. Di qua ti ho scritto, il 17, 21, 25, e 29 luglio. Stiamo bene. I1 LETTERA146. * Lettera su carta non intestata. Sulla terza facciata Nelina scrive: « 28 luglio 1927. Carissimo fratello, siccome ti ha scritto Luigi io me ne sono dispensata, ma oggi eccorni a te, caro e lontano fratello ... Sento con piacere che stai bene e che fai i bagni di mare in casa cosi son tiepidi. Hai ragione, io qui non sono riuscita a bagnarmi che oggi per la prima volta (28) e l'acqua fredda non mi alletta per nulla forse perché qui vi è sempre vento e qualche volta freddo. Vedremo... Luigi invece ha già fatto otto bagni ... I1 sito come campagna è tanto bello, allietato poi dalla vista del mare... veramente poetica. Ceno che l'aria e il sole sono meglio che a Londra e anche vorrei dire a Paris Plages... almeno più caldo... Ho scritto a Michele per lavori dell'acqua e per interessarsi anche per la spesa, almeno momentaneamente finché io sono lontana ... Se veramente l'acqua in quel posto si trova pazienza, la spesa si paga col raccolto delle stesse arance... Hai viste Ie mie amiche di Tetranova? Salutamele se le vedi, specialmente le Nocera, e le Brennes. Ossequiami Mons. Fondacaro e tu prendi un affettuoso abbraccio, tua sempre Nelina D. LETTERA147. * Cartolina illustrata con i'intemo della Chiesa dei Serviti.
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tempo è buono, salvo qualche giorno che è un po' piovoso. Torneremo a Londra il 17 agosto. Ma dal 12 agosto, tu mi scriverai a Lo~zdon- c/o Mrs. James, 43, Powis Square W. 11. Starò in questa pensione tutto settembre, perché l'altra è chiusa nelle vacanze. Attendo la rivista. Un abbraccio da tutti e due Luigi
Trescore - St. Merryn, Padstow (Cornwaii) 5 agosto [l9271
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 29 luglio. Godo con te dell'esito della causa di S. Filippo e della nuova parrocchia. Mando tanti auguri per il novello diacono. Così cresce attorno a te la novella piantazione. Se passi da Caltagirone, presenta i miei omaggi al nuovo Vescovo. I o gli ho scritto. Qui oramai tempo bello, sì da godere il mare e la campagna per altri 11 giorni. Stiamo bene. Un abbraccio di cuore dai gemelli, tuo Luigi
London, 17 agosto 119271
Carissimo fratello, siamo arrivati a Londra e abbiamo trovato la tua cartolina. Godiamo delle tue buone condizioni di salute. Anche noi stiamo bene. I o fra giorni mi farò strappare un dente, e così è fmita con queste seccature. Oggi abbiamo trovato bel tempo. Vedi di conchiudere con Vecchi. Attendo la rivista. Tante affettuose cose da entrambi, tuo Luigi Con vero d e t t o , tua Nelina LETTERA 148. * Cartolina illustrata come la precedente.
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London, 20 agosto 1927
Carissimo fratello, Nelina è uscita, e il sabato la posta raccoglie presto, e poi sospende fino a lunedì mattino. Perciò ti scrivo senza aspettare il suo ritorno. Stiamo bene. I1 tempo è piovoso ma mite. E fa contrasto col nostro caldo implacabile. Sto bene. Sospendo di fare iniziare la traduzione inglese, fino che riceverò le bozze; mano mano che verranno, si curerà la traduzione. Non ho avuto notizie dalla Germania. So che il Dr. Dempf è in vacanza in campagna. Attendo la Rivista. Tante c6se a Mons. Fondacaro e agli altri di costà. H o iicei-ita ISL iisposia di Mom. Baguzzi. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 25 agosto 1927
Carissimo fratello, io seguo i tuoi lavori, anche con la preghiera, nella convinzione che potranno fare molto bene; e ne affretto col desiderio la pubblicazione. A Parigi spero combinar qualche cosa. L'ultimo mio dente guasto è stato strappato, e tutto è andato bene. Spero di non avere, per questo lato, altre noie. Stiamo bene. I1 tempo è fresco, ma non mancano né il sole né la pioggia, che si awicendano. I1 vostro gran caldo non l'abbiamo avuto che nella imaginazione. Ti mandavo cartoline illustrate perché in campagna, vera campagna, non avevo altre. Un abbraccio di cuore da tuttedue, Luigi e N.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
London, 27 agosto 1927
Carissimo fratello, ricevo la tua del 25, (tassata, forse perché di 0,75 affranc. italiana). Speriamo che non ostante il caldo la tua salute vada bene. Con Nelina fra giorni saremo in Francia. Stiamo bene. Nelina ti porterà quel che desideri. Non ho avuto tempo di leggere 1'Hoffding ' che non ho potuto portare a Padstow, perché troppo voluminosi. Li leggerò tornando nella mia casa. Desidero che mi faccia spedire da Laterza: Croce, La poesia di Dante, e Teoria della storiografia ', e la traduzione di Milton Paradiso perduto del Maffei 3. Io sono in vena per una concezione poetico-drammatica dei misteri cristiani (per libretti musicali) dal punto di vista estetico: e ne ho scritto in inglese per una rivista musicale 4. Te ne scriverò appena possibile a lungo. Un abbraccio Luigi
Paris, 4 settembre 1927
Carissimo fratello, siamo a Parigi per pochi giorni. Stiamo bene. I o non diedi il mio indirizzo qui, e quindi in questi giorni non avrò le tue cartoline ma le troverò al ritorno.
LETTERA152. 1. Cfr. lettera 119, n. 1. 2. B. CROCE,LA poesia di Dante. Scritti di storia letteraria e poetica, vol. ed. rivista 1922; IDEM,Teoria e storia della XVII, Latena, Bari 1921, p. 2214, storiografia, 1917. Storia della storiografia italiana nel secolo XIX. Scritti di storia letteraria e politica, vol. XV-XVI, Laterza, Bari 1921. 3 . J. MILTON, Il Paradiso Perduto, traduzione di Andrea Maffei, Torino 1924, p. 383. 4. Sono i primi cenni del Ciclo della creazione.
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Il Prof. Gilson in questo periodo di vacanze non viene qui. Già a Parigi non c'è quasi nessuno dei miei amici. Scrivimi sempre a Londra. Un abbraccio da tuttedue Luigi Scusami del ritardo di questa mia. Le cose della partenza non mi hanno fatto imaginare da quanti giorni non ti scrivevo.
Paris, 8 settembre 1927
Carissimo fratello, ti rinnovo gli auguri più affettuosi per il tuo onomastico e prego assai la SS. Vergine perché ti assista sempre. Oggi festa di dolcissimi ricordi per me e per te, mi sento più unito a te e alla mia Caltagirone. Stiamo bene. Per pochi giorni ancora qui, poi a Londra. Nelina ti scriverà appena arriva. Ti segnalo una pubblicazione periodica francese, ispirata da un gruppo di ecclesiastici, fra i quali qualche gesuita, che tendono a gettare un ponte fra la scolastica e la filosofia moderna: Archiues de Philosophie, Librairie Beauchene, Rue de Rennes, 117, Paris (6"'), 4 Cahiers par an. - prix 54 fr. en France, e 72 fr. à I'étranger. Vi è una larga interpretazione dell'Immortale Dei di Leone X I I I ' e altre interessanti discussioni. Un abbraccio di cuore da entrambi Luigi
London, 12 settembre 1927, sera
Carissimo fratello, arrivo a Londra a momenti e trovo le tue cartoline del 31 agosto e del 5 c.m. Godo nel saperti bene. Io sto bene: stanco un po' del viaggio e del dispiacere di separarmi dalla cara Nelina. Essa ti scriverà subito. Trovo anche la rivista che leggerò subito, domani LETTERA 154. 1. ImmorJe Dei, enciclica di Leone XIII pubblicata il lo novembre 1885, suUa Costituzione degli Stati.
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spero. Oggi, tuo onomastico, nostro viaggio, ho celebrato per noi. Che la SS. Vergine ci protegga, ci assista, ci aiuti sempre. Prega assai per me. Ora riprendo la mia solita vita, di studio e di calma. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 18 settembre 1927
Carissimo fratello, spero avrai ricevuta la mia del 15 c.m. Questa per dirti che sto bene. Speravo avere notizie tue ieri sera, ma certo le avrò dommattina. Dalla fine di settembre mi indirizzerai le lettere o cartoline, e stampe, a questo nuovo indirizzo (fino a che ti scriverò) cioè: Hilton House, 15, Bayswater Terrace, W. 2. London. Qui dove sono, la mia stanza è già presa per tutto l'anno scolastico dal lo ottobre in poi. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
London, 21 settembre 1927
Carissimo fratello, ricevo la tua del 16 c.m. Dempf mi scrive che è stato per un lungo viaggio in Francia e che ritornato a Bonn ha trovato il tuo libro; e dalle pagine che ha letto lo crede molto interessante. Ora è molto occupato, ma appena potrà lo leggerà tutto e mi scriverà. Non ho fatto cominciare la traduzione inglese, perché aspetto il testo definitivo. Spero che combinerai con Vecchi. Sto bene. Anch'io penso che le istituzioni sono necessarie per qualsiasi insegnamento. Ma oggi si pensa diversamente. Certo che la lettura di opere classiche giova sempre, e in letteratura e in dosofia. Aspetto i libri che ti scrissi desideravo. Un abbraccio di cuore
Luigi
ANNO 1927
158 London, 25 settembre [l9271
Carissimo fratello, capisco bene il perché dell'articolo e la critica a Croce l , ma noil riesco a rendermi bene conto del valore degli esempi. Nel caso della parabola siamo sul terreno delle analogie morali; nel caso dei fatti assunti in forma probativa, di una tesi, siamo entro la legge della tesi. Ma questa mia osservazione va riferita piuttosto alla mia conformazione mentale, che al genere dell'articolo. Scalia, Caristia non possono collaborare '? Credo che l'effetto sarebbe meglio per l'insieme del lavoro. Appena ho tempo scriverò quanto ti ho detto. Per ora sono occupato nella correzione del mio lavoro sulla guerra che ho ripreso da capo. Sto bene. H o già i primi geloni alla mano destra. Come camLETTERA158. 1. Si tratta dell'articolo di M. STURZO, La storicixzaxione, in I, luglio-agosto 1927, pp. 97-115. I n esso Mario la Chiesa chiusa al Sturzo accusa Croce di antistoricismo nel momento in cui., giudicando " pensie~omoderno, non ne intende i processi e le evoluzioni che in essa si manifestano. Riferendosi ad un articolo apparso in proposito sul numero del 20 novembre 1926 di « La Critica », nel quale Croce accusava la Chiesa di non « storicizzarsi », M. Sturzo cosl scriveva: « Oui B. Croce veramente non si mostra storicistico. come dovrebbe in quanto è uno dei più validi sostenitori deiio storicismo; né ciò deve recar sorpresa, giacché altra cosa è sostenere una 'teoria, altra cosa conformarvi sempre i1 pensiero e l'azione. La coscienza cattolica ha un patrimonio di verità statiche, ma anche un patrimonio di verità dinamiche; le prime le vengono dalla rivelazione, le seconde dalla ragione; le prime non sono irrazionali, ma soprarazionali, le altre son semplicemente razionali. I cattolici son cattolici, perché credono a Dio, credendo a Dio, devono logicamente credere alla sua parola. Quando dunque questa parola annunzia misteri, rivela l'ignoto e i'inconoscibile per pura razionalità e anche l'incomprensibile, per mancanza di proporzione tra la mente finita e la verità infinita. Analogo, benché non identico, è il caso dell'ignorante illetterato a cui, per esempio, si parla degli antipodi: non comprenderà, ma, se colui che ciò gli dice, è persona proba e mostra di fare sul serio, crederà, non comprendendo. Or la verità "statica" ha bensì "scemato il suo potere" in molte coscienze, ma non in tutte; coloro che più non sentono il potere, non propriamente "deiia verità statica", ma delle verità statiche, saranno, semmai, cattolici di nome, e certo non sono più cattolici di fatto » (pp. 107-108). 2. Diego e Carmelo Caristia presero parte d a pubblicazione deiia « Croce di Costantino D, il primo dei quali ne fu il direttore. Cfr « La Croce di Costantino n. Primi scritti politici e pagine inedite sull'azione cattolica e sulle autonomie comunali, cit. Su Scalia si veda la n. 3, lettera 183; su Carmelo Caristia si veda lettera 6, n. 3. « Rivista di autoformazione D, anno
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LUIGI E MARIO STURZO
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bierei il tuo caldo col mio freddo! Quest'anno che hai sofferto tanto, dovevi andare in una stazione climatica di montagna. Tante cose a tutti. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 27 settembre [l9271
Carissimo fratello, ho ricevuto tutte le tue cartoline, e ti ringrazio tanto che non mi fai mancare tue notizie. Penso alla tua bella pergola, che meraviglia! Ti auguro fruttuosi così i tuoi sforzi filosofici. H o ricevuto i due libri da Laterza l . Grazie. Non ricordo bene se la traduzione del Papi * sia buona o sia migliore di quella del Maffei. Mandami quella che troverai a casa: e mandami pure i1 Concilio di Costanza, Bonifacio V I I I e Abelardo dell'abate Tosti 3. Quando andrai a Caltagirone? Nelina mi ha telegrafato che è arrivata benissimo. Sto bene. Prego per te sempre e tu fai lo stesso per me sempre. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 3 ottobre [l9271
Carissimo fratello, godo assai ad apprendere che finalmente tutto è combinato per la stampa del neo-sintetismo. Così spero che anche le edizioni estere potranno combinarsi presto sul testo definitivo. LETTERA 159. 1. Si riferisce ai due libri di B. Croce citati in precedenza, cfr. nota 2, lettera 152. 2. J. MILTON,Il paradiso perduto, trad. d i Lazzaro Papi, presso Gaetano Ducci, Firenze 1826. 3. LUIGITOSTI,Storia di Bonifacio V I I I e dei suoi tempi cit., voil. I1 e 111; Storia di Abelardo e dei suoi tempi, vol. 111; Storia del Concilio di Costanza, voil. IX e X in Opere complete cit. Luigi Tosti (1811-1897) perseguì neli'azione politica e nella ricerca l'ideale neo-guelfo e dopo l'unità d'Italia si adoperò a favore delia conciliazione fra lo Stato e la Chiesa.
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Appena mi è possibile, soddisferò i tuoi desideri sulla storicizzazione della Chiesa. Sto bene. Spero che andrai presto a Caltagirone, nonostante la riapertura dell'anno scolastico. Perché così presto? È finita la vendemmia costà? Meno male che tu godi a riprendere le lezioni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Oggi nel calendario di Londra è la festa di S.ta Teresa del Bambino Gesù mentre nel calendario di Caltagirone è festa. E nel tuo? C'è questa festa? Luigi
London, 9 ottobre C19271
Carissimo fratello, spero avrai ricevuto quel che mi avevi richiesto e desidero conoscere il tuo parere. Sto bene; sono stato un po' raffreddato ma è passato. Suof Giuseppina mi scrive che sta poco bene, e che finalmente si è indotta a fare una cura. Certo accetterebbe assai una tua visita. È tanto tempo che non vi vedete. Spero che tornerai anche da Nelina per un periodo non troppo breve, Salutami tutti i vecchi amici di costà. Un abbraccio di cuore Luigi Vedi di fare una recensione nella rivista della pubblicazione di Laterza degli scritti di S. Tomaso. Da quali opere sono presi? E con quale sistema?
London, 13 ottobre 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua dell'8 c.m. Come mi fa dispiacere sapere che le cose della mia diocesi sono così turbate. Prego assai il Signore.
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- CARTEGGIO
Io sto bene. I1 raffreddore è passato quasi del tutto. Grazie dell'invio dei libri che certo arriveranno fra giorni. Crespi mi ha promesso una recensione del libro di filosofia inglese. È interessante conoscere questa attività, così diversa dagli idealisti italiani. Sai se I'Historismus di Troeltsch ' sia stato mai tradotto dal tedesco in italiano o in francese? H o un vago ricordo del reverendo Fiorentino. Di Palazzo10 ricordo Corridore e Fava e Cappellani. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 17 ottobre 1927
Carissimo fratello, partecipo da lontano alla tua gioia spirituale. I o spero tornare a fare gli esercizi all'Abbazia di Buckfast, come nel maggio scorso, ma si capisce con la primavera, perché lì fa freddo. Peccato che metterai la estetica in appendice. Io (te ne scrissi) la penso come un complesso veramente sintetico con il resto. Sarebbe meglio nel corpo del libro. Per Logos hai ragione, del resto fai come credi. Sto leggendo il Pensiero Cristiano di Troeltsch (in inglese) non credo sia tradotto in francese o in italiano; il suo relativismo storico . iioii esclude iiz i! ixasceiidente n6 !'accs!u:o. Te ne scr:ve:~, q ~ a n d o l'avrò finito di leggere. Un abbraccio di cuore \
Luigi Sto bene, nell'indirizzo Bayswater è unica parola. Dammi notizie di Caltagirone.
LETTERA162. 1. Luigi Stuno lesse l'opera citata di Emst Troeltsch (18651923) Der Historismus und seine Uberwindung, Berlin 1924, nella traduzione inglese Christian Thought: its history and application, transl. by varius hands and edited with an introduction and index by Baron F. von Hiigel, London 1923.
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164 London, 21 ottobre 1927
Carissimo fratello, l'ultima tua è del 12, ed io speravo ricevere stamani la tua solita cartolina. Ma credo verrà stasera. Sto bene, non ostante il grigio di questi giorni. H o ricevuto i libri. Grazie. I1 24 ottobre mi ricorda tre anni fa di questi giorni. Prega per me. I o sono calmo e fiducioso nelle mani di Dio. H o per le mani un altro libro interessante Tbeory of History di Teggart, americano l . .Te ne scriverò quando l'avrò letto. Ricordo che tu avevi dei libri di diritto internazionale. Quando torni a Caltagirone, spediscimeli, specialmente se hai una storia del diritto internazionale. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 27 ottobre 1927
Carissimo fratello, questa per augurarti ogni bene per il tuo giorno natalizio. Sarò con te nella S. Messa che applicherò per le tue intenzioni. E anche il 2 novembre saremo uniti nella preghiera con i nostri cari morti. Che Dio ti protegga e benedica i tuoi lavori alla sua gloria e al bene di molti. Un abbraccio, tuo Luigi Sto bene.
LETTERA164. 1. JOHNFREDERICK TEGGART, Theory of History, New Haven 1925. Storico americano d'origine irlandese, era nato a Belfast nel 1870. Dopo aver studiato al Trinity Coilege di Dublino, si era trasferito moIto giovane negli Stati Uniti. Nel 1911 era divenuto ordinario di storia presso la Califomia University, cattedra che aveva tenuto fino al 1916 quando la lasciò per insegnare istituzioni sociali. Interessatosi soprattutto a tematiche di carattere storiografico, oltre all'opera citata, pubblicò nel 1916 i Prolegomenn to History e due anni più tardi T h e process o f History. LETTERA165. * Cartolina illustrata: Trafalgar Square.
LUIGI E E
0 STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 1 novembre [ 1927l
Carissimo fratello, ti rinnovo gli auguri di tutto cuore. Ho ricevuto la tua del 21, impostata a Piazza il 26. (Certo la data fu errata, credo che sia del 25). Scrissi subito il mio parere. Feci la lettera in fretta, per farla partire la stessa sera; non so se mi espressi bene. I o sono dell'idea che da quell'articolo ne trarrai le linee per la Parte W the ti verrà importantissima, anche se, come credo, assai breve. Tutte le premesse sono nelle altre parti: con brevi richiami entri nell'argomento della estetica. I1 resto viene da sé. Bisogna farla. Desidero le encicliche di Leone XIII nel testo o latino o italiano; credo che siano pubblicate in uno o due volumi '. C'è il fondo degli sviluppi di oggi e di domani. Ma io ne ho solo un ricordo giovanile. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 4 novembre 1927
Carissimo fratello, ----: i------
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corre e l'esempio non calza. O puoi mantenere la parola ipotesi, e citare in nota un qualsiasi testo di Diritto pubblico. Fai come credi. Godo assai dell'entusiasmo che desti con S. Tomaso. Questi è come Dante, vale sempre meglio e più dei suoi commentatori. Non ho cominciato a rileggere Tosti, perché sono occupato con altri libri, ma ho anch'io la paura che non mi piacerà più. Forse questa ti arriverà a Caltagirone. Spero che starai un po' a lungo con Nelina e ti riposerai un poco. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
LETTERA166. 1. LEONEX I I I , Encicliche, allocuzioni, lettere, costituzioni, vol. I, Tipografia Andrea Palladio, Vicenza 1900.
London, 8 novembre 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto tue notizie a mezzo di Nelina; godo assai che sia venuta a Piazza, e forse sarà ancora costà. Io le ho scritto a Caltagirone, e questa va per dare notizie a tuttedue, se è ancora costà. Sto bene: oggi il freddo è intenso, ma lo tollero bene; e posso lavorare. Le mie padrone di casa sono ancora all'estero, e io continuo a stare in questa pensione, che è abbastanza buona, ed ha la vista sul parco. Ma le foglie degli alberi sono cadute, resta il faggeto verde bellissimo. Non ho ricevuto la rivista. Crespi l'ha ricevuta e trova bello l'articolo sulla Bellezza l. Ha solo paura che escludendo così recisamente la conoscenza della cosa in sé, si possa cadere in un iniziale scetticismo. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 13 novembre C19271 15 Bayswater Terrace, Hilton House W. 2
Carissimo fratello, ricevo la lettera di Nelina con i tuoi saluti. Mi dispiace che a casa sei stato tanto poco. Speravo che stessi di più. Sono contento che fai la 4" Lezione. Proprio come lezione e non appendice. Ti ho scritto che non ho ricevuto la rivista, né i primi fogli del tuo libro. Sto bene, non ostante il gran freddo di questi giorni. Salutami tutti. Un abbraccio dal tuo Luigi LETTERA168. 1. M. STURZO,Il problema della bellezza in rapporto al problema della conoscenza, in « Rivista di autoformazione D, settembre-dicem. bre 1927, p. 145. «La conoscenza, afferma lo Sturzo, è espressione e coordinazione di espressione; intuizione di termini e rapporto e interpretazione della natura dei termini per la funzione logica deii'espressione dei rapporti. La bellezza, non essendo fuori del campo conoscitivo, giacché se ne fosse fuori, non potremmo nemmeno sospettarne l'esistenza, è anch'essa conoscenza. Se è conoscenza, sarà espressione o svolgimento di espressione o l'uno e l'altro insieme D, pp. 160-161.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
170 London, 18 novembre 1927
Carissimo fratello, grazie degli auguri anticipati per il mio natalizio. H o appreso dai giornali la morte del Card. Lualdi e ho scritto subito a Mons. Anichini l. Preghiamo che la Chiesa di Palermo abbia un degno successore. I o ricordo sempre il vivo affetto avuto per me. Godo assai che hai deciso di fare la 4" lez. estetica. Attendo la Rivista e i primi fogli del tuo Neo-sintetismo. Scrivimi e mandami tutto al mio vecchio indirizzo 213 B Gloucester Terrace, W. 2, London. Fra giorni vi tornerò: ritroverò così i miei libri e le mie carte. Sto completando la seconda correzione del mio lavoro sul diritto di guerra. Spero che sia la definitiva. Ma non sono mai contento. Come godo dell'entusiasmo che desti per S. Tomaso, nel suo vero carattere e senza il guaio dei commentatori e proseguitori. S. Tomaso è come Dante. Si gode in sé e nel suo vero quadro. Fuori, è mal posto e diviene vecchio e anacronistico. H o letto un elogiatissirno Traité de Droit Nature1 del P. A. Valensin e ne sono scontento 2. È &cile trovarne uno adatto e buono nel campo nostro. Un abbraccio, tuo Luigi
LETTERA170. 1. I1 card. Alessandro Lualdi (1858-1927), fu arcivescovo di Palermo dal 1904. Nel 1894 era stato nominato rettore del Seminario lombardo a Roma, presso il quale aveva compiuto i suoi studi. Dopo alcuni anni trascorsi nell'attività didattica - tenne corsi tra l'altro ai sacerdoti del Coliegio leoniano -, fu chiamato a Palermo a succedere al card. Celesia. Fu creato cardinale nel 1907. Fu particolarmente soliecito neli'auspicare un maggiore impegno dei cattolici nel campo della stampa. Mons. Guido Anichini fu suo segretario per tutto il periodo trascorso a Palermo. Dal 1902 al 1904 era stato segretario del IV gruppo stampa dell'opera dei congressi. Nel 1928 si trasferì a Roma, nominato canonico di S. Maria Maggiore e successivamente di S. Pietro. Dal 1933 fu assistente generale della F.U.C.I. 2. A. VALENSIN, Traité de Droit naturel, 2 voli., Paris 1922.
ANNO 1927
171 London, 25 novembre 1927
Carissimo fratello, grazie degli auguri. Prego Dio che mi assista sempre e mi mantenga la sua grazia. Non desidero altro in questa vita. Sto bene: sono occupato a rifare valigie e casse per passare nella solita abitazione. Da tre giorni ho sospeso il lavoro di correzione del mio libro, e solo in qualche momento, scrivo delle lettere. Ne ho un certo numero a rispondere. Mandami altre due copie della rivista ma non per me, ma per due persone che vogliono leggere la tua teoria sulla Bellezza e il Sintetismo. Sono sicuro che interesserà molto. E forse per la Riv. Franc. questo punto sarà più interessante. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
London, 29 novembre 1927
Carissimo fratello, come sono desolato a sapere che la nostra Suor Giuseppina sta tanto male. Certo Lei va al premio, così buona, pia, zelante del bene. È uno strappo al cuore. Io prego per Lei tutto il giorno e la sua cara imagine mi sta avanti agli occhi. Ho sentito vivo dolore per la perdita dell'Avvocato Napoli l: cosi giovane ancora e pieno di vita. Fai le più vive condoglianze per me a Don Giovanni, a Don Ciccio Piazza e alla Famiglia. Aspetto con piacere la 4" sezione e poi la appendice sulla grazia, che sarà un vero compimento di sintesi, quale è la realtà, come da noi creduta e sentita anche storicamente. Un abbraccio, tuo Luigi LETTERA172. 1. Giovanni Napoli, collaboratore di Luigi Stuno neii'attività politica degli anni di Caltagirone, fece parte del primo gruppo conciliare democristiano eletto a Caltagirone alle amministrative del 1899. La collaborazione fra i due era iniziata alcuni anni prima quando Sturzo si era impegnato nel campo della cooperazione.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
London, 2 dicembre 1927
Carissimo fratello, sono un po' più tranquillo, ma non del tutto, per la salute della cara Suor Giuseppina. Vorrei sapere che cosa ha avuto, che ci ha fatto tanto trepidare. Ricevetti libri e riviste e ti scrissi subito, il 22 nov. Spero avrai ricevuto la mia spedita a Mons. Fondacaro. Non ho ancora ricevuto le prime stampe del tuo libro e aspetto la parte 4". Sto bene, lavoro e prego. Aiutami con le tue preghiere sempre. Nell'attuale polemica in Francia sull'Action Frangaise, alcuni ecclesiastici sostengono la tesi che il Papa è eletto dallo Spirito Santo l . In quale senso si può sostenere ciò, al di fuori dell'assistenza generica promessa alla Chiesa, pur lasciando libere le cause seconde? Un'altra tesi che sostengono è questa: che oggi non si può più attribuire al Papa nella sua opera motivi umani, come per il passato. Questo motivo polemico è per confutare i dati storici dell'azione politica dei Papi, che furono da eminenti uomini e da santi, discussi e ritenuti discutibili. Perché questa distinzione tra ieri ed oggi? L'unica cosa che si può dire è che oggi la Chiesa ha meno vincoli materiali, economici e politici che non nel pass a i ~E . questo sesa uiì prGgressC e Un vantaggio. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 4 dicembre 1927
Carissimo fratello, venerdì ti avevo mandato mie notizie a mezzo di Mons. Fondacaro. Ieri ho ricevuto sua lettera che è già partito da Piazza, e quindi penso che non avrai le mie notizie. Perciò ti scrivo subito questa per dirti che sto bene, che ho ricevuto le confortanti noLETTERA173. * Lettera su carta non
intestata.
1. Per la polemica sUAction Francaise e le opinioni di S ~ z o ,si veda lettera 103 n. 2.
ANNO 19ii
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tizie della salute della cara Suor Giuseppina e che sono un po' tranquillo dopo giorni così angustiati. Non ho ancora ricevuto la tua 4" parte e i primi fogli a stampa che aspetto con ansia. Non pensi più d'articolo sulla rivista francese? Un abbraccio, tuo Luigi Se scrivi a Mons. Fondacaro digli che ho ricevuto i suoi saluti e lo ringrazio assai.
. .
London, 8 dicembre 1927 Festa deiia Immacolata
Cur:ss:mo f:a:eE~, oggi il mio pensiero e il mio ricordo è la festa del171mmacolata in Caltagirone. Vedo la scopata della Chiesa, la processione e sento le belle campane di S. Francesco di Assisi. Sto bene e posso continuare a lavorare attorno al mio libro, più vado avanti e più ho bisogno di approfondire il tema. Ho ricevuto le due copie della Rivista, e i primi quattro fogli del libro. La stampa viene buona; ne sono assai contento: e vado rileggendolo con calma. Riassumerò le osservazioni in fine per l'edizione inglese. I1 ritardo non è inutile. Non mi piace che tu mi scrivi in mezze cartoline. Desidero la cartolina intiera. Attendo sempre notizie di Suor Giuseppina. Un abbraccio Luigi L'ultima tua è del 30 nov. avrei dovuto riceverne un'altra. Spero arrivi stasera.
London, 12 dicembre 1927
Carissimo fratello, pensavo stamani di ricevere tue notizie, ma la posta è stata avara. Ti scrivo questa per non fare passare il giorno di uso nel darti mie notizie. Sto bene, benché ancora lo stomaco non si sia rimesso completamente. Ma è piccola cosa, e non mi impedisce di lavorare. Ogni tanto leggo qualche pagina della traduzione del Vir-
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LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
gilio fatta da Annibal Caro; non mi sembra così bella e perfetta, come mi sembrava un tempo. Come mi riescono, certe volte strane le impressioni delle riletture di quel che amavo da giovane. Spero mandare qualche cosa ma non sono sicuro. H o avuto notizie della cara Suor Giuseppina dalla sua segretaria, come sto in pensiero! Preghiamo. Un abbraccio, tuo Luigi
P. S. - Non ho ancora ricevuta la 4" parte, che io non credo debba andare in appendice. È difficile che i lettori si interessino scritto a Crespi. delle appendici. l%
London, 15 dicembre 1927
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua dell'8 c.m., godo che stai bene. Anch'io posso dire di star bene, benché le piccole sofferenze viscerali non sian passate. I1 medico dice che è irritazione nervosa all'intestino. Passerà. Spero inviarti, se lo trovo, il fascicolo dove si parla della elezione dei Papi, ma desidero riaverlo, per la collezione. I1 libro che porta molte osservazioni criticabili è la Primauté d u Spirituel di Jacques Maritain :; che puoi avere scrivendo a Parigi. In Francia ha destato molti consensi ed ha avuto molte lodi, ma oggi i cattolici francesi passano una profonda crisi. Ho letto il fascicolo della rivista e il tuo articolo mi è piaciuto assai *. È un argomento sul quale occorre ritornare da vari punti di vista. Un abbraccio di cuore Luigi LETTERA177. 1. J. MARITAIN,Primauté du Spirituel, Les petits fils de Plon et Noumt, Paris 1927. Nel numero 53 del dicembre 1927 di « Le Mouvement des Faits et des Idées » appare una lettera di Luigi Stuno intitolata, Chiarimenti su Maritain in cui si contesta l'interpretazione del filosofo francese circa il duplice carattere spirituale e temporale dei provvedimenti adottati d d a S. Sede verso 1'Action Francaire. L'autore ritiene, invece, che si tratti di atti « strettamente attinenti il terreno spirituale ». (Cf. L. STURZO,Miscellanea londinese, Zanichelli, B* logna 1965, vol. I, p. 159 e ss.). 2. Probabilmente si tratta dell'articolo di M. STURZO,Il problema tomistico delle potenze dell'anima, in a Rivista di autoformazione a, novembre-dicembre 1928, p. 253 e ss.
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ANNO 1927
London, 19 dicembre 1927
Carissimo fratello, i più caldi auguri natalizi, pieni di dolcezze celesti. Stiamo uniti nella preghiera. Sto bene. Le piccole sofferenze dei giorni scorsi sono passate. H o ricevuto oggi il manoscritto, e domani comincerò la lettura, con quel piacere che tu puoi imaginare. Saluta tutti e a tutti mando i miei auguri. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 22 dicembre 1927
Carissimo fratello, questa volta non riesco a mandar nulla. Sono stato poco bene, ora sto bene; ma ieri, col ghiaccio sulle strade, sia d'andata che a! ritorno dalla Messa sono scivolato, e mi sono ferito il sopracigli0 sinistro; niente nell'occhio per fortuna. Sono stato tutto il giorno a letto, stamane sto assai meglio. Non ho potuto leggere il tuo lavoro. Lo farò (spero) domani. Sono tanto preoccupato della salute della cara Suor Giuseppina. Fo pregare le Suore Adoratrici nella chiesetta dedicata al Beato Tomaso Moro. Credo che sarà bene scrivere sulla grazia un articolo nella Rivista. Riconosco che, se si può fare un'appendice di ciò, nel libro sarà bene, ma non è necessario. Salutami tutti un abbraccio Luigi 180 London. Natale del 1927
Carissimo fratello, ieri ti ho spedito le carte per raccomandata. H o letto tutto con sempre crescente interesse A.M.D.G. Sto bene. Stanotte ho
LETTERA178. * Cartolina illustrata: Trafalgar Square.
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LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
celebrato le tre SS. Messe al Convento delle Monache. H o applicato la 2" per Suor Giuseppina e per noi tutti. Spero che il Signore ci conceda che la cara sorella si rimetta in salute. Come mi fa pena sapere che è tanto ammalata. La raccomando ogni giorno al B.tO Tomaso Moro. La mia piccola ferita al sopraciglio va meglio. Anche i dolori'dell'amrnaccatura vanno passando. Se posso manderò qualche cosa fra giorni, ma non so se fo a tempo. Con la più intima unione nella preghiera un abbraccio, tuo Luigi H o ricevuto la lettera di Vincenzo. Ringraziamenti e auguri. Sono d'accordo, don L.
London, 31 dicembre 1927
Carissimo fratello, ti rinnovo gli auguri per il nuovo anno mentre vado a cantare il Tedeum dalle Suore, per ringraziare il Signore delle grazie fatteci nell'anno che muore. H o ricevuto le tue cartoline del 21 e del 26. Godo che stai bene. Anch'io oramai sto bene, e il freddo intenso non mi fa male. Stasera metto fine alla 2' correzione dei mio lavoro sulla guerra. Poi una nuova revisione e la traduzione. Dempf non mi ha risposto più e non so il perché. O è ammalato o è occupatissimo. Gli scriverò. Qui sono in cerca di un traduttore buono, perché non ho combinato con altri proposti, per varie ragioni. Occorre avere una conoscenza filosofica sufficiente nelle due lingue. Mi piacerebbe avere la Città di Dio di S. Agostino ben tradotta. Suor Giuseppina mi ha scritto una cartolina, dice che migliora. Un abbraccio di cuore Luigi
London W 2, 5 gennaio 1928 213 B Gloucester Terrace
Carissimo fratello, la lettera di Vincenzo del 31 mi arriva ieri sera, e la tua del 30 stasera. Già cominciavo a preoccuparmi del tuo assoluto silenzio: così ieri sera scrissi a Vincenzo. Già hai avute mie notizie. Sto bene. Rimane una cicatrice al sopracciglio, ma non molto. Fa niente. La cosa considerata fuori del rapporto conoscitivo è per me un'astrazione negativa; e quindi indica un rapporto non-rapporto. Può paragonarsi'all'inesistente. Ma per I'afcrmazier-e d7eciutei,te occorre il rapporto di conoscibilità, sia intuitivo sia deduttivo. Non mi pare che circa il romanzo storico diciamo la stessa cosa: tu dici che è una forma d'arte imperfetta; io nego questo giudizio. Ogni forma d'arte che ha un riferimento storico (Poema, Dramma, Tragedia, Lirica pindaresca, ecc.) è un misto di storia e fantasia e la lirica subiettiva e la storia psicologica dell'autore o dei tipi che l'autore crea. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 9 gennaio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 3 c.m. Godo che stai bene. Anch'io ho letto l'articolo di Olgiati ' e vorrei vedere il libro del Bruni '. È un giovane colto e ottimo cattolico. Attualmente è in America per la stes-
* Le lettere del 1928 sono in prevalenza scritte su cartoline postali. Si segnalano solo i casi diversi. L12 neo-scolastica di fronte al problema teoLETTERA 183. 1. Cfr. F. OLGIATI, logico ed al metodo storico, in « Rivista di filosofia neescolastica », novernbredicembre 1927, fasc. VI, p. 444. 2. Cfr. G. BRUNI,Riflessioni sulla scolastica, Libreria di scienze e lettere del dott. Bardi, Roma 1927. Gerardo Bmni (1896-1975), fu studioso di filosofia ed uomo politico, militò a Roma nel Partito popolare, da cui si distaccò non condividendone l'iniziale partecipazione al I governo Mussolini. Fu amico di Stuno, che ne seguì ed incoraggiò i primi studi e che gli lasciò la cura del comitato « pro schola »
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LUIGI E MARIO STURZO
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sa ragione di Scalia 3. Credo che potrà collaborare alla tua rivista. Scalia lo conosce e gli potrà parlare. Desidero i seguenti libri di Laterza: Carlyle, Sartor Resartus 4, Rathenau, L'economia nuova 5, al momento di partire per l'esilio. Dopo un viaggio di formazione negli USA, fu assunto d a Biblioteca Vaticana nel 1928 con Igino Giordani. Antifascista, collaborò con «Giustizia e Libertà » e si dedicò a studi di filosofia politica e morale che costituirono le basi per gli orientamenti ideali e programmatici del MOvimento (poi partito) cristiano-sociale, che Bruni diresse dal 1939 al 1953 e nelle cui liste fu eletto d a Assemblea Costituente. Libero docente in Storia della filosofia medievale dal 1955, ne ottenne l'incarico nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università degli studi di Roma, per passare poi a Storia delle dottrine politiche. Dopo il ritorno di Sturzo dall'esilio non lo incontrò più non condividendone gli orientamenti politici. Le carte di Gerardo Bruni sono depositate presso la Fondazione Lelio e Lisli Bruni Gerardo, in Basso di Roma. Su Bruni ed i cristiano-sociali, cfr. A. PARISELLA, Dizionario storico del mouimento cattolico, a cura di G. CAMPANINI e F. TRANIELLO, vol. 11, Marietti Torino 1982, ad vocem e ID., Il Partito cristiano-sociale,in AA.VV. Storia del moutmento cattolico in Italia, a cura di F. MALGERI,I1 poligono, Roma 1981, vol. 5, pp. 54-149: entrambi con ulteriori indicazioni bibliografiche. 3. Carmelo Scalia (1885-1936). Cosi Giuseppe Di Fazio sulla vita di Scalia: «Dopo aver compiuto i primi studi nel seminario di Catania fu inviato dal card. Francica Nava a perfezionarsi all'università di Lovanio, dove consegui nel 1908 il dottorato in filosofia. Nello stesso anno venne ordinato sacerdote. Ritornato a Catania ricoprì numerosi incarichi nell'AC diocesana e si laureò in lettere presso la locale Università. La pubblicazione del volume Il materialismo storico e il socialismo. Raffronti critici fra C. Marx e A. Loria (1920) gli api1 le porte della carriera universitaria. Conseguita la libera docenza in economia politica (1924), svolse attività di insegnamento presso le Università di Torino e ?.e=lo. 12 ql?ert'u!thn città ricipri mche 81; incarichi di dirigente del Syetariato nazionale per la scuola cristiana dell'UP e di assistente ecclesiastico della FTJCI. Venne poi chiamato a lavorare presso la Biblioteca Vaticana e nel 1927 fu inviato in America per seguire un corso di biblioteconomia. Dal 1931 al 1936 fu vicario generale della diocesi di Catania. Fu uno studioso attento del marxismo e con le sue pubblicazioni evidenziò le intime contraddizioni del materialismo storico e mirò a opporre ad esso "la sana e vitale concezione della sociologia cristiana". Di Scalia vedasi: La philosophie de Karl Marx, « Revue Neo-Scolastique de Philosophie », 1910, pp. 181-210; Per la giustizia e per la libertà dell'insegnamento, Roma 1920; I1 materialismo storico e il socialismo. Rajjronti critici fra C. Marx e A Loria, Vita e Pensiero, Milano 1920; Realismo scientifico e idealismo hegeliano. A proposito della filosofia di Carlo Marx, Francesco Ferrari editore, Roma 1921. Su di lui cfr. « Bollettino ecclesiastico dell'tlrcidiocesi di Catania », 1936, p. 124; G. DI FAZIO- E. PISCIONE,Un neotomista siciliano: il card. Giuseppe Francica Nava, « Sapienza », 1981, pp. 203-212; S. BELLIA,Luigi Sturm oggi. Lettere inedite dall'esilio, Catania 1979, pp. 103-110 ». Cfr. G. DI FAZIO,« Scdia Carmelo P, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, vol. 111, t. 2, Marietti, Torino 1984, p. 781. 4. T. CARLYLE, Sartor resartus, trad. F. G. Chimenti, Laterza, Bari 1924. 5. W. RATHENAU, L'economia nuova, trad. e pref. G . Luzzatto, Laterza, Bari 1919.
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Steiner, L'iniziazione o la conoscenza dei mondi superiori 6. Puoi farmeli avere? Attendo risposta sui documenti spediti a Vincenzo che mi saluterai insieme agli amici. Domani ci ricordiamo nella Messa della nostra buona e cara Mamma. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 13 gennaio 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua dell'8; ma non ancora i fascicoli del tuo libro l; spero riceverli presto, perché sono in trattative con una persona per la traduzione, e mi piace dargli un certo numero di pagine, per farsi un'idea dell'importanza del lavoro. È un intelligente cultore di filosofia ed ha scritto su Duns Scoto. Idealizzare, in arte, non è esattamente né tipizzare, né teorizzare: ma partecipa dell'uno e dell'altro. È cogliere momenti di interiorità di sentimenti e di idee, tradotte e fissate in forma. I1 male per sé, come negativo, non si può idealizzare, ma si possono idealizzare sentimenti non completamente buoni, per il lato buono che contengono; bontà parziale o vista e sentita sotto angoli particolari. Le idee di male, come idee, si possono esprimere solo nella poesia o meglio nell'arte della parola, perché contiene materia formata di idee ragionanti e sentimenti espressi, non nelle altre arti. Ma questa è materia dell'arte, non è l'arte. Lo stesso awiene in un libro di filosofia, in un giornale, in un discorso, in qualsiasi manifestazione a mezzo del linguaggio. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
6. R. STEINER,L'iniziazione: come si consegue la conoscenza dei mondi superiori? trad. E . De Renzis, Latena, Bari 1926. Il neo-sintetismo, cit. LETTERA 184. 1. M. STURZO,
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
185 [London], 16 gennaio 1928
Carissimo fratello, la parità dell'uso della storia con la finzione è tanto nel poema (Iliade, Eneide, Gerusalemme ecc.) quanto nel romanzo storico che di fatto è il piccolo poema borghesi o il grande poema epico, come potrebbe essere il Quo Vadis, ovvero Col ferro e col fuoco di Sienkiewicz l . La differenza sta nella soppressione del meraviglioso e nella introduzione dell'ambiente piccolo domestico. La questione che fa Manzoni non ha affatto logica: il romanzo è poesia, utilizza la storia a scopo di poesia. Così fa pure il dramma o la tragedia storica. Bisognerebbe dire che Shakespeare, o Schiller, o Alfieri, o Racine, o Lope de Vega ecc. hanno fatto opera d'arte manchevole sol perché hanno preso per le loro tragedie temi storici. Lo stesso per le poesie liriche. Pindaro il primo, mescola storia e favola, e cosi molti altri. È impossibile togliere la storia dalla poesia, cioè la vita realizzata nel passato e sentita nel presente. Ma anche la storia letteraria dai agli storici del settecento è poesia ed è mista di invenzioni letterarie; come i discorsi e le descrizioni. Quindi niente tipo imperfetto il romanzo storico è il suo tipo. Sto benissimo un abbraccio, tuo Luigi
e
Ti mando questa a Piazza. Spero sarai a Caltagirone con Nelina. Io farei distinzione tra conoscenza della natura delle cose e la cosa in sé.
London, 19 gennaio 1928
Carissimo fratello, i miei caldi fraterni auguri per il tuo onomastico, che è oggi, ti arriveranno cinque giorni dopo. Ma il pensiero e l'affetto non sono mai in ritardo. Non so se sei a Caltagirone o costà. Io dirigo la cartolina a Piazza. Sto bene. Desidero notizie di Suor Giuseppina. LETTERA185. 1. E. S I E ~ E W I C Qzlo ~ , Vadis? Salani editore, Firenze 1926; Col ferro e coi fuoco, Cagliati, Milano 1925.
ANNO 1928
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Non ho ancora ricevuto i fogli a stampa del tuo libro, che aspetto di giorno in giorno. Pourquoi Rome a parlé, Edit. Spes, Paris ' è molto ben fatto e assai utile a comprendere la questione dell'Action Fran~aise. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 25 gennaio 1928
Carissimo fratello, pensa come sono desolato alla notizia della morte della nostra Suor Giuseppina. Sento tutto il conforto della fede, penso che Lei è volata a! premie, !u iztti&e, e vorrei c;vci-z !c me ~ i i ~COS: ; ì vive al mio ricordo e al mio affetto. Come sarà dolce per noi poter essere tutti riuniti in Dio e nel suo pieno godimento. Prega Dio che ciò si avveri anche per me, che mi sento tanto indegno delle sue grazie. Scrissi l'altro ieri a Nelina che avevo ricevuto i fogli del tuo libro, credendoti a Caltagirone. Spero che sarai là a consolare la nostra buona sorella, cosl sola e afflitta. Un abbraccio di cuore Luigi LETTERA186. 1. Cfr. nota n. 2, lettera 103. Qualche settimana prima della presente lettera, Sturzo aveva inviato all'editore di « Le mouvement des faits et des idées » di Parigi, una lettera, poi ristampata in Miscellanea londinese, vol. I , Bologna 1965, pp. 159-167 con il titolo Chiarimenti su Maritain. Stuno rii prendeva qui la polemica sulia condanna dell'Action Francaise, in disaccordo con Jacques Maritain, che un anno prima aveva pubblicato una delle sue più importanti opere Primauté d u spirituel. Maritain qui aveva sostenuto (p. 77) che neiia condanna deli'Aaion Fran~aiseda parte della Santa Sede era rawisabile «una ripercussione di misure dottrinali e disciplinari sul campo temporale toccato indirettamente ». Sturzo invece affermava, coerentemente con la linea da lui sempre tenuta, che «il divieto dato dai cattolici di leggere il giornale e di far parte della lega deii'Aaion Fran~aisenon (limitava) la loro attivita politica, che (rimaneva) integra nel quadro dello stato, ma solo (veniva) a dare forma positiva a un dovere di coscienza di ogni cattolico, quello di non "seguire ciecamente i dirigenti dell'A. F. nelle cose che riguardano la fede o la morale e quello di non partecipare a un movimento di aperta ribellione alla chiesa" ». Ancora polemizzando con Maritain, Sturzo respingeva la tesi del filosofo francese che « i poteri di una società si risolvono nei poteri del suo capo » ed aggiungeva: «questo che Maritain annuncia come un principio, non è applicabile nemmeno alle societa naturali, famigiia e stato; che dire poi di semplici associazioni libere, come è qualsiasi partito p litico? ».
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 28 gennaio 1928
Carissimo fratello, dopo la tua del 21 non ho altre cartoline né da te né da Neh a . Non so se sei a Caltagirone, come spero, e ti scrivo a Piazza, nel caso che sei ancora costà o sei ritornato. Desidero sapere delle ultime ore della nostra Suor Giuseppina e tutte quelle notizie che mi potete dare. So che nella tua diocesi fanno i funerali da per tutto. È una notizia consolante. La mia salute non c'è male, il mio pensiero è costà; il vostro silenzio mi è inesplicabile. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
[London, Paddington], 31 gennaio 1928
Carissimo fratello, finalmente ho ricevuto la tua con qualche giorno di ritardo P mi sono rjconfortato a vedere i tuoi caratteri insieme ad altra cartolina di Nelina. Sei giorni senza alcune vostre notizie mi sono -*-e: --lerr J L ~ L L ULULLW
~ L J ~ ~ L C I .
Sto bene, un po' raffreddato, ma cosa da nulla. I1 pensiero e l'imagine di Suor Giuseppina mi sta innanzi e mi conforta. Spero che andrai presto a Caltagirone, anzi penso che già sei là; ma questa spedisco a Piazza per sicurezza. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
[London, Paddington], 4 febbraio [l9281
Carissimo fratello, l'ultima tua, da me ricevuta è del 25 gennaio ed ho risposto i! 3 1. Così sono altri cinque giorni di silenzio. Tu comprendi bene come io aspetti sempre con ansia le tue cartoline. Sto bene. I1 raf-
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freddore è passato quasi intieramente. Ho ripreso il lavoro, dopo un periodo di impossibilità a scrivere. È un'ultima revisione prima di darlo per la traduzione. Così credo passerò tutto il mese. Sto leggendo Il Sacro di Rodolfo Otto l : in mezzo a errori e confusioni c'è dell'interessante e del nuovo. Ti segnalo Thomisme et Scolastique del Padre Descoqs ', edito a Parigi da Beauchesne. Credo che ti dovrà interessare. Nel ricordo di Suor Giuseppina un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddington], 7 febbraio [l9281
Carissimo fratello, ricevo la tua del 3; penso che Nelina sarà ancora con te. Desidero che siano stampate delle imaginette sacre, con dietro il ritratto di Suor Giuseppina e alcuni accenni, si da poterle spedire agli amici e domandare i loro suffragi. Avrebbero dovuto farlo le suore di Girgenti, che non mi hanno scritto affatto. Non mi so rassegnare ad essere così privo di notizie intorno alla cara sorella. Come mi conforta il pensare che ha sofferto tanto santamente. Io sto benino, ho un po' di stanchezza generale e il dottore mi ha consigliato la cura del Jodine Robin che ho cominciato. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi LETTERA190. 1. RUDOLFOTTO,Das Heilige uber das Iwationale in der Idee des Gottlichen und sein Verhaltnis zum Rationalen, Munchen, 1917 (trad. it. a cura di E. Buonaiuti, Il sacro, l'irrazionale nella idea del divino e la sua relazione al razionale, Zanichelli, Bologna 1926). Su Otto si veda la nota 1 deiia lettera 193. 2. Si tratta deii'opera di P. D ~ s c o a s ,Thomisme et Scolastique à propos de M. Rougier, Beauchesne, Paris 1927 (I1 ed.: 1935). I1 padre gesuita Pedro Descoqs (1877-1946), fervente discepolo di Juarez, aveva sostenuto, nel 1909, in due articoli suiia rivista dei gesuiti francesi « Les Études », la possibiith per i cattolici di militare nell'Aaion Francaise, a condizione e con la riserva di mantenere una legittima prudenza di fronte all'anticristianesimo di Charles Maurras. Questi articoli, poi raccolti in volume (A travers I'oeuvre de Charles Maurras, Beauchesne, Paris 1911) suscitarono una vivace polemica con M. Blondel e L. Labenhonnisre. Nel 1922 padre Descoqs fu tra i fondatori della rivista « Archives de Philosophie ». Altri suoi importanti studi sono: Thomisme et suarezisme; SystPmes et questions de métaphysique; individu et personne. Su di lui cfr.: B. ROMEYER,S. J., Dictionnaire de spiritualité, t. 3, col. 663.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
192 London, 11 febbraio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 7 c.m. grazie: anche ricevo una lettera da Vincenzo. Come aspetto con ansia le vostre lettere! Sto bene, ma ancora non perfettamente rimesso. Sto in questi giorni pensando alla tesi di Otto che il sacro è una categoria distinta dal vero, dal buono e dal bello; è una categoria a sé, da aggiungere alle altre tre, e che partecipa di tutte e tre, ma in modo proprio. Egli però, secondo me, confonde l'irrazionale con l'alogico '. Non sono convinto di quel che mi scrive. Di Napoleone si sono scritti drammi, romanzi, storie drammatizzate. La stessa storia è stata liricizzata; il Napoleone vero non lo sappiamo bene, ma il Napoleone dell'arte (tutta l'arte anche pittorica e scultorica) è un altro. Così di Colombo, romanzi, drammi, poemi, ecc. L'antico e il moderno sono diflerenti nel modo di sentire, non nella idealizzazione artistica. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, P a d d i n g t ~ n l15 ~ febbraio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua dell'l l - grazie - quando mi arriva una tua è per me un grande conforto. Sto bene; seguo la cura del medico; di tanLETTERA192. 1. Stuno si riferisce aiie teorie sull'origine delle religioni di Rudolf Otto, teologo protestante tedesco (1869-1937)per il quale il religioso scaturisce da un particolare sentimento e si fonda su una dimensione extrarazionale. I1 sacro non è una semplice dipendenza dall'Infinito (Schleiermacher), non è un'espetienza che deriva da un'intuizione immediata di qualcosa non creato dall'uomo, verso la cui realtà oggettiva quest'ultimo si sente attratto. L'esperienza del sacro si articola per il teologo tedesco in vari momenti, il numinoso tremendum (terrore verso la maestà divina), fascinosum (fascino ed attrazione), augustum (sentimento deii'altezza delIa divinità), energicum (tale da spingere l'uomo alla purificazione), di espiazione (per superare la distanza fra uomo e Dio). Luigi Stuno mostra di cogiiere il senso profondo deii'intuizione e deli'irrazionale in Otto anche criticando quest'ultimo per alcuni aspetti, in particolare per i rapporti fra a-logico e irrazionale.
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to in tanto ho delle debolezze generali, che passano presto. Passerò qualche giorno fuori di Londra verso la fine del mese. I1 tempo per ora è mite. Ti manderò quanto desideri circa bibliografie. Attendo notizie da Agrigento e i ricordini. Ho letto qualche capitolo del Tosti ': è evidente che certe sintesi e simbolismi storici non vanno affatto, e lo stile è già vecchio, ma vi sono cose belle e osservazioni utili. Croce li classifica fra i poemi moderni; purtroppo non sempre vi è poesia, o se vi è non muove più come un tempo. Un abbraccio di cuore Luigi
Carissimo fratello, scrivo per non tardare un giorno a darti mie notizie: oggi domenica non c'è posta, avrò la tua domani. Sto molto meglio e la cura mi fa bene. Anche il tempo giova, che è divenuto mite e oggi c'è stato un bel raggio di sole. Ieri ho celebrato la 30" per la cara suor Giuseppina, e le suore del convento han fatto la Comunione per lei. Attendo ancora i ricordini. I1 traduttore che avevo trovato è per ora molto occupato, e mi ha scritto che mi proporrà un altro, se non può disimpegnarsi. 2 un filosofo e trova il tuo lavoro molto interessante e degno di essere conosciuto in Inghilterra. Attendo quindi ulteriori notizie. Da Bonn nessuna lettera, e non so il perché; forse il Dr. Dempf è ammalato. H o avuto notizie da Nelina già arrivata a Roma. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi H o ricevuto i libri da Leclercq l . Desideri, la Storia d'Italia
di B. Croce '.
LETTERA 193. 1. Cfr. lettera 133, n. 5. LETTERA 194. 1. Probabilmente Henri Leclercq (1869-1945), benedettino francese, studioso di archeologia cristiana e di liturgia. 2. B. CROCE, Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Latena, Bari 1928.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 22 febbraio 1928
Carissimo fratello, aspetto con ansia la tua pastorale. Mandamene tre o quattro copie per poterla dare a qualche amico. Non dimenticare il Dr. Dempf di Bonn e Vaussard di Parigi e Gilson di Melun. Credo avrai gli indirizzi. Sto meglio, anzi bene. La cura del joduro fa bene; più in là prenderò anche la China che tu mi consigli. I1 tempo qui è stato mite per circa quindici giorni, oggi è abbastanza freddo. Non ho ancora ricevuto il n. della rivista l . Se ci sono fogli del tuo libro già stampati, mandameli, per darli al possibile traduttore. Come è dacile combinare qui. Spero che sarà più facile in Francia. Qui pochi conoscono l'italiano, ma quasi nessuno la terminologia scientifica e filosofica. Crespi è troppo impegnato e non ha un minuto di tempo. Si presterebbe per la revisione. Vedremo. Ancora non ricevo i ricordini di S. Giuseppina. Un abbraccio, tuo Luigi
Carissimo fratello, le tue cartoline piene di interessanti osservazioni sono un vero regalo, come vorrei poter discutere con te a lungo come una volta. Non insisterei sulla questione della storia in arte, se non ci fosse nella 4" parte del tuo libro quel giudizio troppo severo e che urta al comune sentire, e che fu originato da un equivoco a proposito del Romanzo storico l . Ma tutti i poemi e le tragedie hanno insieLETTERA 195. 1. I1 numero a cui Luigi Sturzo fa riferimento è quello del gennaio-aprile 1928, anno 11, fasc. 1-2. LETTERA196. 1. Cfr. M: STUBZO, Il neo-sintetismo, cit., pp. 396-397: u Ii momento estetico non è sempre un atto puramente spontaneo. È o può esser tale nelle espressioni estetiche immediate, come, per esempio, neli'espressione estetica d'un tramonto. Certamente la preparazione estetica infiuisce, e non poco, anche ne& espressioni immediate, da poter &e che un bel tramonto in un modo è ammirato da un pittore, in un altro da chi ignora i segreti deiia pittura. Ma è anche certo e, se si
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me un fondo storico, uno mitico e uno psicologico. Secondo il tema e il tempo prevale l'uno o l'altro. Quanti Giulio Cesare hanno scritto i tragici di tutte le lingue? e non c'è storia più palese e meno mitica di quella della uccisione di Giulio Cesare. La poesia canta la natura e canta la storia - due aspetti della realtà - idealizzandole; perché storia e natura sono la realtà che si converte o in filosofia o in poesia. Ma se si vuole cogliere il dato fenomenico e le sue leggi particolari, si fa o scienza naturale o storia critica cioè narrazione dei fatti. Scusami l'insistenza, che diviene in me eccessiva, ma io desidero che quel tuo giudizio, che non è che una parentesi e accidentale al tuo libro, fosse o modificato o attenuato o tolto. I1 mondo letterario e filosofico moderno non comprende più una tale questione. Sto bene. Un abbraccio di cucre Luigi Ti mando i ritagli di una discussione di estetica cattolica che credo ti interesserà.
[Paris], 28 febbraio 1928
Carissimo Monsignore, sono qui da ieri sera dopo un ottimo viaggio. Sto bene. Mi riposerò per circa dieci giorni. Ricordo vivamente l'hotel S.te Marie vuole, più certo, che date opere d'arte, come, per esempio un poema, la Divina Commedia, senza una particolare preparazione, non son ammirate e, a volte, non son nemmeno comprese. La preparazione o iniziazione estetica non è un fatto campato in aria, ma è sempre, più o meno, condizionato d d e teorie d'arte in voga. Cosl, per esempio, ci fu un tempo che il gotico delle chiese non fu più apprezzato, e non si seppe ammirare che il barocco; pel qual fatto la famosa cattedrale di Palermo, gioiello d'arte arabenormanna, fu danneggiata nel modo che tutti sanno. Così anche, quando fu il momento del romanzo storico, tutti ammiravano questo genere, e nessuno o pochi, si ponevano il problema che si pose A. Manzoni. E col non porselo, nemmeno fu possibile sentire il contrasto di storia e favola, che non p& romanzi avrebbero fatto sentire in un periodo diverso. , L'elemento favoloso nelle opere storiche o l'elemento storico nelle opere favolose di cui parliamo, non si devono confondere col fatto della liricità, che non p* tendo essere che soggettivo, fa elaborare soggettivamente gli elementi storici del componimento artistico, e gli fa dare un aspetto o tono che si suo1 prendere per favoloso. L'artista sente la realtà, come la sente, e, come la sente l'esprime ». LETTERA197. * Cartolina illustrata con la veduta di Notre Dame.
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e spero ritornino quei giorni. Ti scriverò più a lungo. Un abbraccio di cuore Luigi
[Paris], 3 marzo 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto qui la tua del 24. Sto bene e qui ho trovato un po' di sole e un bel tepore primaverile. Spero al ritorno trovare la Rivista e anche altri fogli del tuo libro che tarda (per me) troppo. I1 tuo ragionamento circa la fisicità, ha un valore, se alla parola natura o fisi diamo un valore astratto e quindi... metafisico l . Se invece diamo un valore scientifico-sperimentale, allora la nostra conoscenza è sui dati che la scienza sperimentale ci consente. Purtroppo la parola natura ha questi due aspetti. Quindi la ripugnanza a dire che la nostra conoscenza della fisicità non ci porta alla conoscenza della cosa in sé. Anche la parola cosa in sé è equivoca, perché può darci il significato di sostanza in senso scolastico o in senso scientifico, il che è diverso. Ho comprato un libro sulla teoria di causalità di Meyerson, scritto da un suo alunno '. Dopo averlo letto te lo manderò. Un slhbraccin di ci-iore Luigi LETTERA 198. 1. Mario Stuno tende a considerare la fisicità in rapporto al problema delia conoscenza e nonché come categoria generale. Di qui la insufficiente attenzione, rilevata da Luigi, per l'empiria e l'influenza kantiana nel giudicare la conoscenza della fisicità come incapace di portare alla conoscenza della «cosa in sé D. Così Mario Sturzo definisce la categoria della fisicità: «Le categorie logiche son le idee, le categorie fisiche son le nozioni più semplici degli esseri reali. - Chiamiamo categorie le une e le altre, perché tanto le une quanto le altre hanno funzioni classificative. Però le prime, in quanto hanno l'universalità vera e propria, e in quanto sono espressione intellettiva di puri rapporti, si dicono logiche; le seconde, in quanto non hanno l'universalità vera e propria, e in quanto non sono pure espressioni intellettive di rapporti, ma sintesi di rapporti e percezioni, si dicono catege rie fisiche o nozioni fisiche più semplici. Le prime, in quanto sono idee, son semplici; le seconde, in quanto son sintesi di idee e percezioni, son complesse. Le une hanno l'universalità vera e propria, perché son semplici; le altre non hanno questa universalità, perché son complesse ». Cfr. M. Smmo, Il neo-sintetimo, cit., p. 165. 2. Émile Meyerson (1859-1933). Per M. la scienza non mira solo a prevedere, ma a spiegare. Questa finalità non consiste nel riportare un oggetto ai suoi antece-
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199 [Brussel], 7 marzo 1928
Carissimo fratello, il giorno di S. Tomaso penso a te e prego per te. Tu segui la sua linea di funzione storica, pur distaccandoti dalle soluzioni particolari e in questo senso ne segui le orme e lo spirito più di coloro che ne seguono la lettera. Sono a Bruxelles, ieri a Lovanio, domani (a Dio piacendo) a Londra. Sto bene, non così che non senta più di prima la fatica e la stanchezza. Ma gli anni passano e il vigore diminuisce. A Parigi non potei vedere Gilson. Ma gli scriverò quando il tuo volume sarà completo e tu gliela avrai spedito. Per ora in Francia non si pensa chc alle e!ezioi?i e all'Action Francaise ': il resto va dopo. Le elezioni saranno a fine aprile; così spero in maggio trovare più calma. Un abbraccio di cuore Luigi
London, 8 marzo [l9281
Carissimo fratello, arrivo a Londra dopo un ottimo viaggio. Sto bene. Trovo le tue cartoline e la rivista che leggerò subito. Comprendo le dif6coltà della collaborazione sopra un piano diverso dall'usuale modo di concepire le cose. Spero però che troverai e formerai i colladenti, perché in tal modo il fenomeno spiegato cesserebbe di esistere. I1 reaie dunque resiste ad una concezione deiia causalità come identità fra causante e causato (Identité et realité, Paris 1908). Per spiegare il reaie va per Meyerson presupposta una c.d. causalità teologica, dedotta dalla intuizione immediata della efficacia della nostra volontà sui nostri movimenti esterni. Nella scienza esiste una forma di causalità particolare che è la causaiità efficiente. I principi della conservazione della materia e deli'energia tendono a postulare la « persistenza » di qualcosa (atomismo moderno), ma i principi di Carnot (cfr. nota 1 lettera 205) che stabiliscono ogni trasformazione reale come irreversibile, negano la possibilità di concepire uno stato seguente come equivalente perfetto di uno precedente. A. METZ,Une nouvelle philosophie des sciences. Le causalisme de E. Meyerson, Alcan, Paris 1928. LETTERA199. 1. Cfr. nota 2, lettera 103.
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boratori. Io ritengo che anche non bene inquadrati potranno servire per una vera auto-formazione. Forse alla parola idealizzazione diamo due sigdcati, e quindi non troviamo il mezzo termine univoco. Ci penserò e te ne scriverò. Attendo i ricordini di Suor Giuseppina. Pregoti sollecitare. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 12 mano 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua dell'8 e godo assai assai che stai bene e lavori. Anch'io tornato ho ripreso il mio lavoro: un po' penoso, perché consiste a rivedere le copie dattilografate e il testo inglese, in corso di traduzione. Ma ci vuole anche questo. Ho letto il tuo articolo sullo storicismo, assai interessante e ben presentato l. Forse, data la continuità della Rivista, le idee fondamentali della teoria neo-sintetista potevano essere solo accennate con qualche riferimento; questo tratto per chi conosce il tema, riesce pesante. Ma forse è meglio insistere: non so quale sia il megiio. Solo ricevo una impressione, che il ripetere troppo questo punto, come un chiodo, mi, fa ricordare le letture dei libri di Gentile, che tornano sempre un punto, con una insistenza di frasi e di pensieri che stanca. Ma è solo un tenue ricordo, molto fuggevole. A pag. 35 « Così concepito l'accadimento, ecc. » 2. Ho qualche dubbio: io credo che in sostanza le cognizioni sono identiche, cioè ambedue e intuite e interpretate. La teoria che noi conosciamo è quella di oggi, vissuta nel passato e non possiamo conoscerla se non unendo presente e passato, spazio e tempo; e così ne facciamo una interpre-
a
Se sia possibile superare l'elemento idealiLETTERA 201. 1. Cfr. M. STURZO, stico dello storicismo, in « Rivista di autoformazione », gennaieaprile 1928, fasc. 1-2, p. 11 ss. 2. Tutto il passo dice: <( Così concepito l'accadimento storico, la sua cognizie ne ci apparisce diversa dalla cognizione dell'oggetto fisico; questo è conosciuto per semplice intuizione, queiio non è conosciuto che per via di interpretazione dei fatti fisici che, in certo modo, ne conservano la memoria », ibidem, p. 35.
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tazione nostra (creazione?) o scientifica, o filosofica, o comune, o generica, o particolare, ecc. ecc. Meyerson vive ancora: soffre di consunzione ossea, ma può lavorare, e i suoi lavori filosofico-scientifici sono apprezzatissimi. Te ne scriverò. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 18 mano 1928
Carissimo fratello, finalmente ieri sera, dopo sei giorni, ricevo la tua del 13 c.m.; e come godo che tu lavori sempre a un modo e tanto e tanto bene. Io vedo che non lavoro come vorrei, e vado assai lento. Pazienza. Sto bene e i giorni freddi si alternano con quelli miti, e un po' di sole si vede di tanto in tanto, che è una gioia. H o letto un libro (O Zibaldone) su Gioberti, del Prof. N. A. Padovani dell'università Cattolica '. In un punto, accennando al suo sistema filosofico, l'Autore scrive: « la sua (di Gioberti) così appariscente religiosità non è tanto l'anelito di Dio, quanto l'esigenza di una sistemazione sempre più perfetta della realtà e dei valori spirituali, e dunque si risolve in una immedesimazione di religione e filosofia: il suo intuito non è recettivo ma creativo; la logica per lui come per l'idealismo è lo stesso pensiero; la filosofia è metodo anziché sistemazione di verità, mutevole come il reale; l'unità cercata da Gioberti è l'unità (dialettica) della storia », ecc. per conchiudere che Gioberti risente di idealismo. Aspetto la pastorale, i fascicoli. Mandami il Fouard. Non mandarmi la Storia di Croce perché l'avrò da altri. Tuo Luigi S.S. manderà uno studio su Meyerson 3. LETTERA202. 1. U. A. PADOVANI, Vincenzo Gioberti e il cattolicesimo: una pagina nella stotia moderna della Chiesa; cod documenti inediti, Vita e Pensiero, Milano 1927. Storia d'Itdia, cit., cfr. lettere 194, n. 2. 2. B. CROCE, 3. Cfr. S. S., Il causdismo di Meyerson, in «Rivista di autoformazione P, settembre-ottobre 1928, fasc. 5, p. 219.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 25 marzo 1928
Carissimo fratello, mi ero angustiato per la coincidenza che non ricevevo da cinque giorni né cartoline tue né di Nelina. Comunque, resto inteso sulla non precisione periodica, e cosi fo io. Lessi le bibliografie e le trovai interessanti, anzi le lessi per primo. Non te ne scrissi perché nulla di speciale avevo notato. Ancora non ricevo la pastorale. Ne desidera copia il prof. Crespi, che si scusa di non avere scritto nulla, perché occupato fino ai capelli. Leggerò con piacere le postille sulla cosa in sé. Circa l'assoluto sono d'accordo, anzi ricordo le nostre conversazioni di Parigi. Che pensi di fare dopo Pasqua? Non ti piglierai almeno 15 giorni di riposo, facendo qualche viaggio a Roma o altrove? Sto bene - prega per me. Un abbraccio, tuo Luigi
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ho ricevuto e letto subito la Pastorale l, molto bella, molto opportuna sotto tutti i punti di vista. Ti scriverò le mie impressioni in dettaglio appena avrò tempo. Ora lavoro nella revisione del testo inglese del mio libro perché la traduttrice dopo Pasqua va via in Spagna, e bisogna quindi fare presto. Ho letto la Storia d'Italia di Croce. Vi sono vedute interessanti; molte osservazioni sembrano prese dal mio ultimo libro. Ma in complesso avrei molte critiche da fare. Mi secca poi il
LETTERA 204. 1. Luigi Stuno.si riferisce d a Lettera Pastorale La vita in Dio,scritta da Mario SNZO nel 1928, nella ricorrenza del 25O anniversario delia
consacrazione episcopale. In questa opera, considerata come testamento spirituale, Mario Stuno afferma la centralità, neii'essere umano, deii'atto conoscitivo come m e mento di sintesi e di raccordo tra la fede e la grazia.
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modo sprezzante con cui parla sempre delle cose e del pensiero e degli uomini di Chiesa, benché affetta rispetto alla Religione e ne ha di fatto, ma a suo modo. A parte questi e altri difetti, certo è un notevole contributo alla storiografia. Sto bene e continuo la cura. Un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddingtonl, 2 aprile 1928
Carissimo fratello, sono stato un po' angustiato per Nelina; oggi mi arriva la sua cartolina che sta meglio, e quasi guarita della ferita alla clavicola per l'incidente del taxi. Ringrazio il Signore che è stata cosa da poco. Io sto bene, non tutti i giorni bene, ma abbastanza da potere lavorare. Sono quasi alla fine della r,evisione del testo inglese. Dopo che tu avrai letto la storia, mi dirai se vuoi che S.S. se ne occupi. I o sono in dubbio. Darò a Crespi la copia della tua pastorale, ne ho una disponibile. Io credo che nella materia qualche cosa si perde. Accetto la cosidetta legge di Carnot '. Per il resto, ammessa la creazione è ammettere una finalità: questa, cacciata dalla filosofia ritorna con insistenza. A che punto la stampa del tuo libro? Non so più niente dei ricordini della nostra cara S. Giuseppina. Tanti auguri pasquali. Un abbraccio, tuo Luigi Sainte Marie vuol sapere quando la rivedrai, in aprile? in maggio? oppure più in là?
LETTERA205. 1. Sadi-Nicolas-Leonard Carnot (1796-1832) fisico francese, definì nelle Réflexions sur la puissance motrice du feu et sur les machines propres à déuelopper cette puissance (Parigi 1824) e negii scritti postumi i principi della termodinamica, quello della equivalenza e trasformabiiità del calore e del lavoro e quello (2" principio) che determina l'impossibilità di una completa trasformazione del calore in lavoro ed il passaggio di una quantith di calore ad una temperatura più eIevata ad una più bassa.
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 5 aprile 119281 Giovedì Santo
Carissimo fratello, ricevo la tua del 31, comprendo le difKcoltà pratiche per S.te Marie, ma o subito dopo Pasqua, owero, se ti va meglio, in agosto o settembre: eviteresti il caldo di costà. Certo, o l'uno o l'altro tempo, ma non c'è possibilità per un rimando. Incidit in Scyllam, ecc. Ti fo tanti auguri per la bella iniziativa del Seminario, e sono sicuro che i mezzi non mancheranno. Questa ti rinnova gli auguri per le S. Feste Pasquali. Torno all'idea del Sacro. A parte le concezioni aprioristiche e kantiane, io credo che questa è una categoria irriducibile ad altra, proprio come le categorie del vero, del bene, e del bello. È una quarta categoria. Pensaci su e vedrai che non ho torto. Forse, se ho tempo, ti svolgerò a lungo il mio pensiero. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
[London, Paddington], Pasqua di Resurrezione del 1928
Carissimo fratello, Alleluja, è Pasqua. Gioie e speranze. Sto bene e oggi c'è anche un po' di sole, benché reso freddo dal vento. Riguardo Meyerson, credo che tu osserverai che non si può con un apriorismo metafisico negare una legge fisica. Fu l'errore degli awersari di Galileo. Terra autem in aeternum stat contro il moto della terra. Ora la legge di Carnot è accertata. Bisogna spiegarla. Arrhenius ' sostenne la concezione ciclica del cosmo. L'energia si dissipa o si cligrada nei corpi che si trovano nello stato solare e invece si sviluppa e migliora in quelli che sono allo stato LETTERA207. 1. Svante Auguste Arrhenius (1859-1927), fisico e chimico svedese, premio Nobel nel 1903 propose in Il divenire dei mondi (Milano 1909) una teoria del cosmo. I1 divenire di quest'ultimo deriva dal generarsi di stelle c.d. Novae per coliisione di corpi ceiesti. Si formerebbero così ammassi steilari che degradando a soli spenti per collisione riprodurrebbero il cido cosrnico.
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di nebulosa. Sono interpretazioni. Di fronte alla concezione ciclica, c'è quella dell'inizio e della fìne. Nessuna difficoltà ad ammettere l'una o l'altra, perché Dio ne1 creare poteva fissare o l'una o l'altra legge. Non ci sono ripugnanze di ragione, e se ci fossero, il difetto sarebbe nella ragione, non nelle leggi da noi non conosciute o non conosciute bene. Spero mi scriverai in cartoline intiere, senza l'incombro della réclame; e spero mi darai risposta per S.te Marie. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 12 aprile 1928
Carissimo fratello, tra ieri sera e stamane ricevo le tue tre cartoline; l'ultima che mi arriva è quella del 4 aprile. In questi giorni la posta è irregolare, per il cumulo di lavoro e le vacanze. Sono stato molto bene; stamane ritorna la stanchezza del cuore, è un fenomeno che viene di tanto in tanto e poi passa da sé. Domanderò al medico se va la cura della China. In questo periodo lavoro poco intensamente; ma la giornata è sempre occupata in un modo o in un altro. Sarebbe impossibile non far nulla, e mi stancherebbe di più. Penso bene alle questioni che mi poni. Si capisce che l'annullamento nel senso distruttivo della creazione non può essere posto che dallo stesso principio creativo, ma questa è una questione fuori del tema, non è cosmologia ma teologia. Inoltre la riduzione ad unità è della materia non dello spirito o della vitalità, è una questione distinta. Ma tornerò a scriverti. Spero che le tue osservazioni non impediranno la pubblicazione. Devi ammettere la discussione e la esposizione di teorie diverse. Puoi fare le tue osservazioni. Altrimenti il campo rimarrebbe troppo chiuso. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Mandi la rivista a Vaussard? ricordi l'indirizzo? 1, m e de Fleurus Paris (VIme).
LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO
[London, Paddington], 15 aprile 1928
Carissimo fratello, il dr. Dempf che ha tanto apprezzato il tuo lavoro, ha fatto le pratiche per l'edizione tedesca: ma l'unico editore di filosofia cattolica gli ha risposto che avendo pubblicato varii libri di Maritain, ha perduto assai, e quindi teme di doverci rimettere. Si faranno pratiche per altro editore. I1 traduttore inglese è ancora incerto se accettare, dato il gran lavoro che egli ha e spero che si decida per il sì. È per me un disappunto non avere ancora conchiuso. Aspetto di avere il libro completo, per vedere di combinare a Parigi. Intanto aspetto tua risposta per S.te Marie. Sto così così, alti e bassi, ma un po' la colpa è del gran freddo di questi giorni, ma passerà. Siamo agli sgoccioli dell'inverno. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 19 aprile 1928
Carissimo fratello, Crespi mi dice che l'idealismo in Inghilterra certo che va a diminuire assai l . L'idealismo egheliano mai è stato adottato al completo, ma solo quei determinati aspetti, che servivano al pragmatismo inglese e Croce ha un divulgatore, Smith 2 , ma non ha influenzato la filosofia inglese. Oggi è ancora di più realista-plato. nizzante, e relativista che per il passato: in fondo è sempre pragmatista-realista. Crespi ha gradito la Vita in Dio e l'apprezza LETTERA210. 1. L'idealismo inglese si sviluppò, a partire dalla fine del secolo scorso fino al periodo fra le due guerre mondiali, soprattutto per opera del Green e del Bradley. Si fondò sulla convinzione secondo cui il finito in sé costituisce qualcosa di irrazionale e di irreale se non viene pensato nella sua relazione con la realtà e razionalità dell'infinito. 2. John Alexander Smith, idealista inglese, fu nominato professore di filosofia a Oxford nel 1910. Amico e ammiratore di Croce, ne sviluppò la filosofia divulgandola nell'ambiente oxoniense.
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molto. Egli ha sempre l'opinione che la pura razionalità non ci porta a Dio. Ha apprezzato assai le tesi della contingenza e della creazione 3. La seconda parte gli piace assai di più. Dirai a Mons. Fondacaro che la parola di S.S. (che ha ricevuto il manoscritto) è proprio invece. La questione dell'unità della materia non è né completamente scientifica, né completamente metafisica. Oggi nessuno scienziato dubita dell'unità della materia, e la tesi che siano gli elettroni la base unica di tutto il cosmo è quasi generale. Per me non si può fare cosmologia a priori né solo a posteriori. Ma dall'attuale scienza sperimentale si deve passare alla metafisica cosmologica. Quello di Meyerson è un tentativo (che io credo utilissimo), ce ne sono altri? io non conosco. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddington], 21 aprile 1928 213 B Gloucester Terrace
Carissimo fratello, ho voluto rileggere la parte che si riferisce alla non riversibilità del libro del Metz ', e poi a quanto ne ha scritto S.S. per assicurarmi dell'esattezza. E l'esattezza c'è: solo che il Metz non insiste sul fine, e ne fa una discussione con i teorici del movimento circolare. Egli parla della fine dei fenomeni nel loro processo ir3. Riguardo i rapporti tra creazione e contingenza Mario Sturzo afferma che « Dio crea il mondo per un atto del suo pensiero: Dixit et facta sunt, e meglio dell'uomo, crea, non già prendendo una goccia della sua divinità e plasmandola in mondo, perché se così facesse, il mondo sarebbe un altro Dio; mentre è vero che il mondo è contingente, e come tale è immensamente lontano da Dio, immensamente diverso da Lui; invece crea nel senso più proprio della parola, producendo le cose, non da una materia preesistente, non dal proprio essere, ma dal nulla D (p. 24). Sulle capacità razionali dell'uomo di giungere a Dio, problema presente in ogni pagina della Pastorale, riportiamo due soli passaggi: «L'uomo è capace di posseder Dio col lume della ragione, della fede, della grazia, della gloria, perché è conoscente; e perché è conoscente, è capace di amarlo » (p. 82) e, infine: « Ma la fede che altro è se non conoscenza? La quale in tanto è diversa da ogni altra conoscenza, in quanto si fonda suli'autorità di Dio rivelante. Ed è atto razionale e soprarazionale insieme, e, sotto questo rispetto, è la maniera più efficace di co'La vita in Dio, cit., p. 86. municare con Dio ». Cfr. M. STURZO, LETTERA211. l . A. ME=, Une nouvelle philosophie... cit., cfr. nota 2, lettera 198.
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reversibile e non della materia. Neppure S.S. ha parlato di ciò, lasciando la cosa in sfumatura. I1 problema resta scientifico nella sua analisi e nei dati oggettivi; passa a metafisico nelle sue deduzioni. I o non trovo ripugnanza nell'ammettere un processo di integrazione e un altro di disintegrazione, uno di arricchimento e altro viceversa. Terra nova et coeli noviZpossono bene indicare uno stadio ricreativo. In questo campo c'è da spaziare anche la fantasia. Quello che ha importanza per la conoscenza del reale sono le conquiste della scienza: poi la metafisica cosmologica le sistema mano mano, ma sono sistemazioni relative allo sviluppo della scienza. S.te Marie è dolente, ma comprende bene la ragione. Accetta il rimando in autunno, di sicuro. Sto bene, un abbraccio Luigi Rispondimi sull'idea del Sacro e se credi che valga la pena scriverne.
London, 23 aprile 1928
Carissime frzte!!~, sono d'accordo per sopprimere le parole infine del Causali,=terr&A % pstei{orz a::rae, ma n c p& ~ 2ffersmo !. L'idea marsi con sicurezza né scientifica né metafisica; così la teoria del termine. Dato l'infinito a posteriori, si dovrebbe con S. Tommaso ammettere la possibilità dell'infinito a priori; e dato l'infinito temporale si dovrebbe ammettere l'infinito spaziale. I1 problema è complesso. Idea del sacro, del numinoso o del divino, è in fondo lo stesso con gradazioni di significato. A me preme altro problema: se cioè tale categoria sia da reputarla a sé, cioè non compresa nelle categorie del bene, e del bello. Insomma, arrivare a una quarta categoria. I o credo tale studio interessantissimo, per tutte le ripercussioni spirituali.
2. 2 Pietro, 3, 13. LETTERA 212. 1. Cfr. lettera 202, n. 3.
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Cercherò la China [...l '. Se hai una di quelle reclame - prescrizioni che si annettono ai medicinali, mandamela. Del resto sto bene. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 26 aprile 1928
Carissimo fratello, ti ho scritto il 15, il 19, il 21, il 23. Spero le avrai ricevute tutte regolarmente. Sto bene. I o avrei levato l'accenno agli scolastici o meglio ai neo-scolastici, perché anch'essi camminano, con i piedi che hanno. Pensa che era la filosofia-teologica (la chiamo così) divenuta un campo chiuso, ermetico, per uso esclusivo di comprendere i termini e le teorie teologiche o pseudo-teologiche. I neo-scolastici hanno tentato con Mercier di assimilare le teorie psicologiche e anche un po' le scientifico-fisiche e matematiche moderne, e riportare il pensiero generale verso il realismo. La forma e le formule non sono state adatte e il problema gnoseologico non è stato affrontato; ma questo è altra questione che non l'antistouicità. Io leverei l'accenno polemico, e lo lascerei al suo posto, cioè colle lezioni su S. Tommaso, che desidero vedere, e che certo appassioneranno. Se alle categorie del vero, del bello e del buono assegniamo tutto il dominio della spiritualità umana, il sacro o il divino a quale dei tre appartiene? E se a tutti tre insieme, è una sintesi owero una categoria a sé, specificamente diversa? Ecco la questione. Un abbraccio, tuo Luigi
London, 30 aprile 1928 l
Carissimo fratello, l'ultima tua è del 21, e l'ultima di Nelina del 22. Siamo al 30, e non ricevo notizie né da lei, né da te. Spero che si tratti 2. Parola illeggibile.
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di disguido postale o del ritardo di uno o due giorni. I o sto bene e col pensiero a voi. Hai letto le Riflessioni sulla Scolastica di Gerardo Bruni l ? io l'ho ricevuto sabato, ma non l'ho ancora letto. Te ne scriverò. E la Rivista? L'attendo sempre con ansia. Ho qui un articolo di A[ngelo] CCrespi] che ti spedirò appena letto. Un abbraccio di cuore. Prega per me, tuo Luigi
[hndon, Paddington], 3 maggio 1928
Carissimo fratello, cosa ha avuto la posta non so. Prima mi arriva la tua del 27, poi insieme quelle del 24 e del 28, e quella di Nelina del 28, poi quella di Nelina del 26. Così sono stato una settimana senza notizie né tue né di Nelina. Ora l'abbondanza mi ha giovato a rifarmi della scarsezza. Pazienza. Sto bene: le sofferenze di debolezza a l cuore sono assai diminuite, prenderò la China [...l ' credo gioverà. Così seguo i tuoi consigli. Con la primavera (un po' tardiva) mi sento meglio assai. I! revtc? !e firà i! s~!edi Francia e qi-~anrlc,sarà possibile quello di S.te Marie. Ho letto Riflessioni sulla Scolastica di G. Bruni, incompleto, giovariiIe, ma ht~~essiìiìic assai e utile. D~v:es:i purlame ~ e Y i Riv. meglio che non Olgiati nella « Rivista Neo-Scolastica » (novembre 1927). È edito a Roma, Libreria di scienze e lettere del D.re G. Bardi, ma scriverò a lui che te lo spedisca se tu non lo hai di già. Mi dovevi spedire un libro (non ricordo quale) e non l'ho ancora ricevuto. Ho ricevuto i fascicoli del tuo libro, che certo così lo rileggo con più soddisfazione e si apprende di più che non nei fogli ciclostilati. Un abbraccio di cuore Luigi Grazie assai della novena. Certo mi farà bene spiritualmente.
LETTEXA 214. 1. Cfr. lettera 183, n. 2. LETTERA215. 1. Parola illeggibile.
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[London, Paddington], 7 maggio 1928
Carissimo fratello, ti scrissi che avevo ricevuto i 5 fogli del tuo libro e ricordo anche di averti scritto un po' dell'odissea delle traduzioni. Ma spero sempre di riuscirci. Appena hai altri fogli, mandameli. Ti ho scritto a lungo sulla categoria del sacro: aggiungo che il sacro non si esaurisce nelia bontà o moralità. È questa una tendenza razionalistica del sacro. I1 sacro è anzitutto misterioso e mistico; vi è fondamentale quel che chiamano senso creaturale, cioè la finitezza e la dipendenza della creatura dal creatore; non c'è veramente sacro se non c'è il mistero incomprensibile '. Per me è categoria (non a priori), ma categoria a sé, irriducibile, come sono a sé e irriducibili il vero, il bene, il bello. Tu dici che questi tre non esauriscono la spiritualità; ed è vero; ma ogni rapporto spirituale si può per via di soluzioni e di semplificazioni ridurre ad uno dei tre. Ora io aggiungo ad uno dei quattro. Se tu ne trovi altro irriducibile e irrisolvibile, sarà bene studiarlo anche. Bisogna convenire che la filosofia greca, e poi le susseguenti ne ammettono tre e non più (a parte se a priori, a posteriori o miste). Potrò avere copia delle lezioni su S. Tommaso ciclostilata? Sapessi la mia curiosità. Sto bene. Un abbraccio Luigi
Piazza Armerina, 10 maggio 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 3. Circa la categoria del sacro persisto nel mio giudizio: è bensì una categoria, non è però dello stesso ordine delle categorie di vero, bene, bello. Queste sono primitive; quella derivata. Queste si attuano sinteticamente sin dal principio; quella per via di coordinazione e progresso di giudizi, perché LETTERA216. 1. Cfr. sul problema del sacro la lettera 192 nota.
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segue la via della scoperta di Dio. Mi occuperò con cura del libro di Bruni, appena lo riceverò. La rivelazione è storia e quindi filosofia. Anche il mistero è filosofia; però i misteri son problemi dei quali conosciamo solo alcuni termini; e quindi, per la parte che trascendono la forza della ragione, sono razionalmente insolubili e solo sono credibili. La libertà di cui parla Gentile altro non è che l'interna virtù del soggetto di farsi quello che si fa; ed è libertà, perché non ha limitazioni esterne; ma è necessità, perché è la legge del soggetto, come dice Croce. È dunque una nozione propria dell'idealismo che a torto si vorrebbe, tal quale, applicare al dualismo. Circa la permanenza del creato, la filosofia dice solo questo: che le cose create non si annullano né per legge del creato né per azione dell'uomo. Creare e annullare son atti divini. La filosofia non dice, perché gliene mancano i termini, se Dio conserverà sempre il creato, e solo potrà porre argomenti di convenienza o, come dicono, morali. Se il perire annullandosi fosse legge delie cose, anche lo spirito perirebbe. L'argomento per me è di grande importanza e merita di essere studiato con visioni larghe. Solo così noi dimostreremo in modo filosoficamente certo la perennità delle cose, come processo dello spirito come individuo. Perennità sempre subordinata ai divini voleri. Ringrazio age. :l l auu1aLLlV
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[London, Paddington], 10 maggio 1928
Carissimo fratello, il 19 di questo mese fo 34 anni di sacerdozio. Prega assai per me che possa sempre rispondere meglio a tanta grazia. I1 problema delle missioni, in rapporto alla politica degli stati, è un problema sempre vivo e mai perfettamente risolto, neppure oggi. I1 periodo della scoperta del nuovo Mondo fu un terribile periodo per la Chiesa. I1 libro che tratta il tema come si sentiva in quel tempo, e che dà una grande luce in proposito è il De Indis di Francisco de Victoria, domenicano, di quel secolo (è una parte,
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la 4" delle sue Relectiones) l . Vi sono varie storie della schiavitù che anch'esse dànno un serio contributo a tali questioni. Non ricordo l'autore e la casa editrice, di una in francese, interessante assai. Fin nel sec. XVIII, verso la fine, Venezia, Palermo, Napoli e Firenze erano mercati di schiavi; e fino a metà del sec. XIX le navi dei paesi europei ne facevano traffico. Terribile! Sto bene. I1 tempo piuttosto freddo, ma con un po' di sole. Un abbraccio Luigi
Piazza Armerina, 12 maggio 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua cartolina del 7 . Io persisto sempre nel mio punto di vista circa la categoria del sacro. I1 sacro è bensl una categoria, ma non dell'ordine delle tre. Preciso: è categoria, perché è idea. Ogni idea è categoria e viceversa. Le tre categorie (che certi scolastici moderni riducono a due: vero e bene) sono espressione immediata di tre rapporti tipici: la conoscenza, l'esigenza pratica, l'ammirazione. I1 bello per me è il momento altamente sintetico di vero e bene, perché è come la visione ideale dell'ultima perfezione (relativa) delle cose. Nessuna altra idea, o meglio nessun altro rapporto ha le caratteristiche di queste. Se ad esse si vuol unire il sacro, si va verso l'irnmanentismo o l'idealismo o, in genere, il soggettivismo. I o dunque non solo dissento da te, ma sto alla riva opposta. Comprendo la tua curiosità circa le lezioni su S. Tommaso. Lascia che finisca e sarai appagato. Ora scrivo la terza. Son contento di avere impreso questo lavoro. Per superare il morto delle costruzioni tomistico-scolastiche, occorre proprio affrontare la critica diretta di S. Tommaso. I o spero di finir presto e di stampar presto le lezioni l . Circa gli altri punti delle tue osservazioni e proposte, ti ho risposto il 10. Sto bene. Godo che anche tu stai bene. E ti abbraccio. Tuo t Mario LETTERA218. 1. FRANCISCO DE VICTORIA, Relectiones theologicae, a cura di L.G.A. Getino, 3 voil., Madrid 1933-1936; le Relectiones scritte fra il 1527 e il 1543 furono pubblicate per la prima volta a Lione nel 1557. LETTERA 219. 1. Le lezioni su S. Tornmaso furono pubblicate nella «Rivista di autoformazione D; vedi nota 1 deila lettera 345.
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220 [London, Paddiion], 13 maggio 1928
Carissimo fratello, avevo letto il libro di E. Flori ' quattro mesi fa, e volevo spedirti alcuni appunti. I o sono stato assai lieto nel vedere confermati i miei dubbi sull'autenticità del De Regimine principum. Per me non è di S. Tommaso. C'è troppa differenza tra il De Regimine e le altre opere. Le tue lezioni su S. Tommaso mi interessano. Crespi dubita che il sacro sia una categoria; ma dopo una mia conversazione i dubbi si sono attenuati. La non Nsolvibilità è un argomento forte; allora egli dice che vi saranno più di quattro categorie. Quale la quinta? Sto bene. S.te Marie pensa che potrebbe essere in settembre o ottobre o novembre: e lo spera. Un abbraccio, tuo Luigi
P. S. - Bisogna prima intenderci sul significato della parola intuizione, e poi ragionare sui limiti e le caratteristiche. Le intuizioni estetiche, le intuizioni mistiche, le intuizioni psicologiche sono o no intuizioni.
Piazza Annerina, 14 maggio 1928
Carissimo fratello, ti ho, scritto il 10 e il 12. Questa ti reca gli auguri fraterni per l'anniversario del tuo sacerdozio. I1 19, a Dio piacendo, sarò unito a te nella preghiera. G. Gentile nella rivista diretta da Ugo Spirito s'è occupato abbastanza benevolmente della rivista, mostrando di apprezzare la serenità e la modernità, dissentendo (si comprende) dalle conclusioni l. Nota l'espressionismo, ma sogLETTERA 220. 1. E. FLORI,Il trattato « De regimine principurn » e le dotttine politiche di S. Tornmaso, Zanichelli, Bologna 1927. LETTERA 221. 1. Cfr. G. GENTILE, Una curiosità filosofica, in Giornale critico della filosofia italiana », mano 1928, p. 160. Gentile rileva che in Mario Sturzo a non manca l'acume n6 il desiderio di affiatarsi col pensiero contemporaneo ». A proposito deila « Rivista di autoformazione » si legge « [la rivista] pro-
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giunge che occorre andare alla pura creatività, e che l'idealismo non si supera che restando idealisti. Anche Siro Contri (che viene dalla Università del Sacro Cuore) se n'è occupato nell'« Avvenire di Bologna e abbastanza favorevolmente '. È da notare che il Contri professa la teoria della gnoseologia dell'atto, che professa il suo già professore. Son voci però che fanno bene, anche se non accettano la nuova teoria, che, penso, ancora non bene conoscono. I1 tempo è discreto, e consente intensità di lavoro come l'inverno. Io sto bene, grazie a Dio e lavoro sempre a un modo. Fra non molto però verranno le vacanze e l'aria del mare che fa tanto bene. Caro fratello, pensa che prego sempre per te e a te mi unisco ogni volta che entro in cappella. Aff.mo t Mario Vescovo
222 [London, Paddington], 16 maggio 1928
Carissimo frateuo, ho ricevuto la Riv. ' è una gioia per me, è come averti presente, ed ho cominciato con l'ultima pagina. Suono di corde! Poi le postille: forse perché son brevi le leggo e le gusto subito. Per casistica nell'opinione comune, s'intende un sistema, e del sistema un periodo (sec. XVII-XVIII) e del periodo la derivazione (probabilismo estremo di autorità, mezzuccio per coprire o scusare il male, e principalmente la restrizione mentale). Quindi la questione si sposta, e non è quelia che tu poni *. A proposito di remette continuare assiduamente a rivedere le carte degli idealisti italiani con una discussione pacata, diligente, laboriosa, analitica e un pochino, bisogna confessarlo, proiissa ». 2. S. CONTRI,Pensiero e vita - Una rivista filosofica di mons. Mario Sturzo, in « L'Awenire d'Italia », 7-4-1928, p. 3. LETTERA222. 1. «Rivista di autoformazione », maggio-agosto 1928, fasc. 3-4. 2. Cfr. M. STURZO,La casistica, ibidem, pp. 195-196: « Il secondo paragrafo del "Dal libro dei pensieri" di B. Croce che ora abbiamo esaminato, si conchiude con le seguenti parole: "Piuttosto agli uomini deiie religioni sarebbe da dire: State in guardia: ne& vostra credenza si annida il rischio deiia casistica morale, che può congiungersi ai moti meno nobili deiia vostra anima. Affidatevi alla voce deiia coscienza e non ai precetti e alle regole, che concedono eccezioni e accomodamenti -. Non è raro il caso che uomini fondamentalmente buoni siano dai loro pii consiglieri, dagli interessi d d a loro chiesa, spinti a consensi e indulgenze,
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strizione mentale, l'opinione comune, specialmente in ambienti protestanti è che l'educazione cattolica per la restrizione mentale, è doppia, ipocrita, insincera, senza il coraggio della verità, senza la dirittura che porta il senso della responsabilità, ecc. ecc. L'effetto pernicioso è notevole. L'amore di Dio è molto ben fatto: solo la chiusa ha un lato ritorcibile. I1 Dio personale e unico è stato conosciuto da un piccolo popolo prima di Gesù Cristo e non sappiamo da quali altri; e il mondo ha aspettato, non i quattromila anni biblici, ma non si sa quanti centinaia di secoli prima della rivelazione cristiana. La questione temporale non ha valore. I1 primo articolo molto molto importante e bello: è un resumé assai chiaro 3. H o cominciato a leggere il resto, ma non ho finito, le prime pagine mi hanno interessato assai. Sto bene, ho ricevuto le tue cartoline: con quanta gioia lo puoi imaginare. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 17 maggio 1928
Carissimo fratello, ia tua aei LU mi è giunta Ieri. Grca il publeilia delle ii-dssioni veramente desidero qualche libro che tratti non del fatto l
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ai quali, se si affidassero d a loto vergine coscienza morale, ripugnerebbero. Per un Dio superficiale disertano essi il loro Dio profondo" ("La Critica", anno XXV, fasc. V, p. 337). Se veramente ci fosse neli'uomo un Dio profondo, cioè, per uscir di metaFora, se gli uomini fossero un momento dello Spirito, che tutto sa, perché tutto fa o rifà incessantemente, si dovrebbe benissimo far a meno dei consigli altrui, perché nessuno ne avrebbe bisogno, avendo in sé il consigliere che non fallisce. Se cosi fosse, B. Croce dovrebbe rivolgere il suo monito, non solamente "agli u e mini delle religioni", ma a tutti gli uomini; non solamente per ciò che concerne la morale, ma per tutte le attività delio spirito, giacChé "il loro Dio profondo" saprebbe benissimo suggerire tutto lo scibile, dalla parola alle idee, dalle arti alle scienze, d d a storia alia filosofia, dal teoretico al pratico; o meglio, B. Croce non avrebbe ragione di ammonire nessuno, perché nessuno avrebbe bisogno di moniti. La storia però insegna ben altra cosa; infatti insegna che a chi non va a scuola, il Dio profondo non fa né da maestro né da libri; se chi ama conoscere la storia della filosofia non prende in mano i libri dei filosofi, e aspetta la parola di Dio profondo, aspetta invano D. 3. M. STURU),Del problema fondamentale della filosofi, ibidem, p. 101 ss.
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politico, ma religioso, cioè, del come dai missionari fu posto e risoluto il problema della costrizione e deila schiavitù in ordine all'evangelizzazione. Lo Schmidlin l ha cenni che fanno intrawedere qualcosa, ma non più che cenni. Ha poi una bibliografia immensa. Andate a scegliere! Impossibile senza che un lavoro critico vi guidi. Oggi è l'Ascensione. Io, mi preparo per la Cattedrale. Come son belle le nostre funzioni e come non invecchiano mai. È questo un briciolo di tempo che consacro a te, per non ti far desiderar le mie nuove, come tu non mi fai desiderar le tue. Sto leggendo 1'Apologetico di Tertulliano, recentemente tradotto in itahano e parte d'una collezione diretta da Pietro Misciatelli. I1 libro è oltre modo interessante2. Ci si vede il punto di partenza del De Civitate Dei di S. Agostino, anzi l'ispirazione e la piattaforma. Son però deficienti le note e manca un po' di storia preliminare e vita dell'autore, che però, come promettono, verranno a suo tempo. L'anima naturaliter cristiana prende il giusto senso, perché Tertulliano non parla deila vita della grazia, ma dei rapporti razionali con Dio uno. Di questa espressione oggi si abusa per ignoranza del testo, e si fanno le critiche indebite per la stessa ignoranza. Sto bene. Ho finito la terza lezione su S. Tommaso e comincerò la quarta. Ti abbraccio, tuo t Mario
P. S. - I1 libro di cui ti parlai è del Fouard e non gli atti apostolici. Massiccio. Te lo manderò tra qualche giorno. Son quattro volumi.
London, 18 maggio [l9281
Carissimo fratello, grazie assai degli auguri. Domani saremo ancora di più uniti nella preghiera. Spero sempre che il Signore abbia misericordia di me e mi aiuti a compire la sua Santa Volontà. Ogni volta che LETTERA 223. 1. Cfr. J. SCHMIDLIN, Katholische Missionslehre im Grundniss, Miinster 1923 e Katholische Missionsgeschichte, Steyl 1925; trad. it., Manuale di storia delle missioni cattoliche, prima versione del P. G.B. Tragella, Pontificio istituto missioni estere, Milano 1927-1929. 2. TERTULLIANO, Apologetico, Ezio Cantagalli, Siena 1928.
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fo qualche giorno di ritiro sento la mancanza di un libro adatto al nostro modo di sentire. Quelli fatti sul tipo di S. Ignazio sono per me troppo analitici, e in certe cose assai distanti. P. Barbera mi regalò un volumetto del P. Cornatti, che ha molte cose buone ma anche molti difetti. Ne conosci tu qualcuno adatto? Se sì, mandamelo. Desidero avere i due volumi di S. Giovanni della Croce edito dalla Lega Eucaristica di Milano, Casa Editrice. Spero che la traduzione sia migliore di quella delle opere di S. Teresa. Puoi tu farmeli avere? H o letto con piacere vivissimo la Filosofia in azione l; credo che gioverà assai per la chiarezza delle idee e la vivezza del dialogo. I1 tuo spirito giovanile è sempre vivo anche se gli anni son passati. Te ne scriverò più a lungo, perché non manco di farvi qua e là delle osservazioni. Sto bene. I1 freddo non ci lascia, ma non fa gran male. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 23 maggio 1928
Carissimo fratello, buoni libri per ritiri spirituali non ne conosco. Cioè, meglio, ~~~~~~ i libri c12rrici, che cnfinrci 02. Lib_rii nUngi, scritti namente, ce ne saranno, ma dove sono? Io leggo (nei ritiri) i Vangeli e S. Paolo e l'Introduzione alla Vita Devota di San Francesco di Sales, sempre nuova e sempre bella. I1 Teotimo dello stesso autore ha pagine sublimi; ha però del pesante. Lessi una volta i soliloqui di S. Agostino. Belli! Scriverò pel Della Croce. Sto leggendo un libro del P. Tragella sulla psicologia della vocazione missionaria. Ha il vizio di tutti i libri del genere, cioè, di pretendere di fare la psicologia dell'azione divina, che ci è ignota quasi sempre. Ne vien fuori una confusione desolante; perché, in sostanza, non si analizza che la natura, la quale procede secondo le sue leggi (ge-
LETTERA224. 1. M . STURZO,La filosofia in azione, Vecchi e C., Trani 1928, pubblicata anche neiia « Rivista di autoformazione», maggieagosto 1928, fasc. 3-4. Si tratta di un lavoro teatrale a sfondo filosofico.
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neralmente); mentre la grazia non fa che santificare lo stesso ritmo della natura. Voglio dire: le vocazioni (qualunque esse siano: profane o religiose) son espressione del carattere e dell'educazione e dell'ambiente. Quando menano allo stato religioso, son sotto l'influsso della grazia in un modo; e quando menano altrove, sono o possono essere sotto lo stesso influsso, in altro modo. O se più piace, con sotto quell'influsso tutte, e sono specificate dall'oggetto. Che ne pensi? Sto bene. Prega per me. Abbracciami, tuo t Mario
[London, Paddington], 24 maggio 1928
Carissimo fratello, per quanto io ne so, i missionari del tempo resistettero, in maggior parte, d'indirizzo pratico e teorico dei regalisti spagnuoli. Ma i teorici in genere furono divisi. De Quevedo l, vescovo di Darien, sosteneva che gli indiani fossero schiavi per natura. I1 celebre Las Casas combatté questa tesi. Le liti fra Missionari e conquistatori furono dibattute presso l'Assemblea di Barcellona nel 1529 e poi a Valladolid nel 1542, dove il Las Casas presentò una terribile relazione sulla distruzione degli indiani 2, e le discussioni pro e contro tra scienziati, ecclesiastici e giuristi, durarono per tutto il secolo, principalmente sul terreno teorico, cioè che fosse quello di asservire gli indiani, l'unico mezzo di ridurli al Cristianesimo. I1 De lndis di Victoria fece testo, dal punto di vista teorico; ma praticamente le cose andarono dove più e dove meno peggio. Altro libro di quel tempo ha il titolo, De promulgatione Evangeli apud barbaros, di Josè de Acosta 3. I1 riassunto poi di tutte le teorie dei sec. LETTERA 226. 1. Juan Quevedo, francescano spagnolo del XVI secolo, fu consacrato vescovo di Darien nel 1513. A differenza del padre Las Casas, Quevedo riconosceva la condizione di inferiorith deli'indio e riteneva l'encomienda necessaria per la conquista e la civilizzazione spagnola. 2. Si fa riferimento alla Brevisima relacibn de la destruycibn de las Indias, pubblicata nel 1552; cfr. BARTOLOMÉ DE LAS CASAS,Historia de las Indias, a cura di Pérez de Tudela, Madrid, Bibl. Aut. Esp., XLV, 1957. 3. JosÉ DE ACOSTA,De promulgando Evangelio apud barbaros sive de procuranda Indorum salute, 1589. '
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XVI e XVII in proposito è dato da Solorzano, De Indiartlm iure 4. Sono opere che si possono solo riscontrare in biblioteca, non sono in vendita. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
London, 26 maggio C19281
Carissimo fratello, ricevo la tua del 21 e riprendo la conversazione. In un libro di filosofia (in quanto tecnico) si può stabilire chiaramente quello che l'autore intende nell'uso di una determinata parola astratta generica, (intuizione per esempio) e quindi può stabilire che in detto senso (voluto dall'A.) si applica o non si applica, secondo il sistema. Ma altro autore vi darà un significato più ampio e diverso (non per questo è un senso improprio). Così tutte le così dette teorie intuizionistiche (Bergson l , ecc.) e che sono molto in voga, dànno alla parola un significato che è proprio nel quadro della teoria intuizionistica. Da ciò ne viene la difficoltà di intendere i sistemi e di intendersi nelle polemiche, ma la colpa non è dei filosofi, ma del nostre Che ne= & p r - ~ i ~ e , ~~2rietà & e & ling~je, che non classificano tutte le nuances del pensiero. Perciò si ricorre o alla lingua greca o alle due Eiigue f i l ~ s ~ f i c liiiiudcriie ic !e .-;irecise, la tedesca e la francese. Quel che dico di intuizione intendo di molte altre parole. Quando tu affermi che l'intuizione è solo dei sensibili, o tu dai un senso ristretto alla parola, ovvero neghi tutta la conoscenza intuitiva intellettuale in opposto alla conoscenza discorsiva o ragionativa *.Ecco il pericolo. Di altro ti scriverò appresso perché ho molte cose da dire. Sto bene. Domani Pentecoste. Veni 4. JUAN DE SOLOBZANO PEREIRA, De Indiarum jure, sive de justa Indiarum Occidentaliurn inquisitione, acquisitione et retentione, 1629. LETTERA227. 1. Henri Bergson (1859-1941), filosofo la cui influenza fu massima fra le due guerre. Di formazione positivista, in un primo momento ebbe come intento lo sviluppo della dottrina spenceriana. A questo periodo risale la determinazione del motivo fondamentale deiia sua filosofia (con il conseguente distacco dal positivismo): l'irriducibilità del tempo reale vissuto aiie formule della scienza e la necessità di definire rispetto ad esso una forma di conoscenza (basata secondo Bergson sull'intuizione) distinta da queila propriamente scientifica. Il neo-sin/etismo, cit., p. 51 ss. 2. Cfr. M. STURZO,
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Creator Spiritus. Penso che la devozione dello Spirito Santo dovrebbe essere assai più coltivata. Un abbraccio Luigi
[London, Paddington], 29 maggio 1928
Carissimo fratello, ieri ho finito di leggere Priève et Poésie dell'Abbé Bremond l . È un libro che ha molti pregi: sono in dubbio sulla sua tesi che l'esperienza mistica ha un fondo simile con l'esperienza o ispirazione poetica. In proposito lessi la critica di Croce su « Critica » dell'anno scorso (non ricordo il fascicolo). L'interpretazione della Catharsis di Aristotele è interessante, e forse vera e indovinata 3. I1 LETTERA228. 1. Henri Brmcnd (1805-1933), scrittore ed uccademico di Francia, entrò giovanissimo neila Compagnia di Gesù, dove coltivò gli studi file sofici e letterari. Nel 1904, dopo aver collaborato per alcuni anni alla rivista « Etudes », lasciò la Compagnia per dedicarsi completamente all'attività di scrittore. I1 suo fecondo impegno lo portò ad interessarsi di svariati problemi, letterari, filosofici, pedagogici. Le sue opere più note riguardano la storia della spiritualità francese, la più famosa delle quali, l'l-listoire littéraire du sentirnent religieux en France, in 12 volumi, fu pubblicata a Parigi tra il 1924 e il 1936. Notevole a questo riguardo la sua attività di biografo, che gli costò però nel 1913 la messa all'Indice della sua Sainte Jeanne de Chantal. Gli scritti di storia letteraria ebbero una certa influenza anche in Italia, come dimostrano le attestazioni di stima e di considerazione tributategli da don Giuseppe De Luca, che dedicò a lui, a A. Wilmart e J. de Guibert la sua Introduzione aii'hchivio italiano per la storia della pietà [cfr. Don Giuseppe De Luca et l'Abbé Henri Bremond (1929-1933). De « L'histoire littéraire du sentirnent religieux en France » à l'« Archivio italiano per la storia della pietà », Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 19651. Le opere La poésie pure e Prière et poésie (recentemente tradotta in italiano con il titolo Preghiera e poesia, a cura di Wanda Rupolo, Rusconi, Milano 1983), apparvero ambedue a Parigi presso i'editore Bernard Grasset nel 1926. I1 volume Prière et poésie, unitamente al precedente La poésie pure (1925), costituisce la base teorica in cui H. Bremond sviluppò le sue riflessioni sulla poesia, nel tentativo di isolare l'ispirazione poetica dagli eccessi deli'intellettualismo. Facendo ricorso d a sua sterminata cultura, Bremond analizza e critica in rapida sintesi i grandi filosofi dell'estetica, da Aristotele e Platone fino al Romanticismo, giungendo d a conclusione che nell'esperienza poetica entrano in azione gli stessi atti psicologici, emozionali di quelli compiuti nella preghiera a Dio, e che quindi l'essenza della poesia è divina. Cfr. H. HOGART, Henri Brernond. The life and work of a Devout Humanist, London 1950. 2. Cfr. « L a Critica », 20 luglio 1927, fasc. IV, p. 249. 3. H. Bremond dedica un intero capitolo, La Catharsis, a questo problema, negando la limitazione aristotelica della catarsi raggiungibile solo neila tragedia. Di-
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fondo filosofico del libro è credo l'intuizionismo bergsoniano. La esperienza intuizionistica è la conoscenza del reale concreto; e la ragione è la conoscenza dell'universale. Altro libro interessante è Le vie del sublime di Zanfrognini 4, perfetto platonico e antiscolastico: ci sono pagine e vedute interessantissime. Sto bene: ho gli occhi un po' stanchi, forse il troppo leggere. Pazienza! Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armenna, 31 maggio 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 26. Non comprendo perché, ogni volta che ti parlo dell'intuizione, mi debba rispondere così. Forse che io discuto sull'uso della parola? Io invece parlo di un dato modo d'intendere questa parola e ne parlo in rapporto alla teoria scolastica. Questa teoria attribuisce all'intelletto Lna conoscenza analoga alla sensitiva, avvenente per specie impressa ed espressa, cioè intuitivamente o, che fa lo stesso, percettivamente. Io sostengo che l'intel.. .. . atti !vhettv, in yUantv questa facohg, 2 ~ fa 2 atti ifituitivi, gici. Ecco il problema che proponevo a te. E sarei stato sciocco se ti avessi proposto un problema iinguistico. A momenti è finito i'esame dei filosofi. È stato splendido, ed ha destato l'ammirazione della commissione esaminatrice. I ragazzi si son mostrati altamente padroni della materia. Le mie feste sono state rimandate a miglior
stinguendo l'anima, o l'elemento più profondo del nostro agire psichico, dall'anirnus, o elemento razionale, Bremond afferma: «la catharsis, en effet, n'est pas autre chose que ce que les mystiques appellent le passage de la méditation à la contemplation, que ce que nous avons appelé la substitution des activités d'Anima aux activités d'dnimus; bref le passage de la connaissance rationelle à la connaissance réelle et poétique ». Cfr. H. B R E M O ~ Prière ~ , et poésie, cit., p. 180. 4. P. ZANFROGNI~T, Le vie del sublime, Bocca, Torino 1926. Pietro Zanfrognini (1885) non appartenne a nessuna particolare scuola filosofica, approfondl lo studio dei testi biblici, della filosofia di Sant'Agostino, e soprattutto del Vangelo di San Giovanni. La sua forte tensione verso un atteggiamento di tipo mistico-spirituale io portò di conseguenza a criticare l'egemonia positivista sulla filosofia italiana degli inizi del secolo. La sua opera principale Itinerario di uno spirito che si cerca (19121919), Milano 1922, esprime gli aspetti fondamentali della sua ricerca.
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tempo. Sto bene. Gli esami dei corsi teologico e filosofico quest'anno sono stati anticipati per le feste, che poi abbiamo dovuto rimandare. Hai ricevuto il ricordino della nostra santa sorella? È tanto caro, e mi ha tanto commosso. Cara e buona sorella, io la invoco come una protettrice. Or che son finiti gli esami, riprendo la mia quarta lezione su S. Tommaso, della quale ti ho fatto cenno. I1 problema si risolve, affermando che l'anima è le sue potenze, cosa ch,e S. Tomrnaso nega, perché cosl a suo avviso se ne farebbe un Dio. Mi raccomando alle tue preghiere. Tuo t Mario
[London, Paddington], 1 giugno [l9281
Carissimo fratello, non ricordo più la iine della postilla l, però l'inserimento deila Chiesa nella storia non solo non si può negare, ma si deve affermare perché è un fatto innegabile. L'imagine della pianta è un puro riferimento evangelico, ma storicamente non può dirsi che sia perenne, solo la fede ce lo insegna. I1 che vuol dire che in ogni epoca del futuro gli uomini faranno come noi, storicamente affermeranno il passato, il presente e il probabile futuro, e come credenti ne affermeranno la perennità usque ad consummationem saeculi 2. I1 mondo di S. Giovanni non è una pura idealizzazione del male, è il male in concreto, cioè gli uomini che amarono più le tenebre che la luce mundi, dixit, tenebrarum harum 3. Altrimenti non sarebbe che una tautologia che tutto « il male » è posto nel « male ». Ad ogni modo questa o altra frase non credo abbiano importanza. L'idea della facoltà accidente in S. Tomaso, va inquadrata in tutta la ideologia della sostanza e accidente. È del resto un'immagine trasportata dal mondo materiale al mondo spirituale. Serve a spiegare LETTERA 230. 1. «Noti però [B. Croce] che mentre questo Dio è tanto conoscibiie, che non c'è momento della storia che non sia stato in quakhe modo conosciuto; lo Spitito con quel che segue, per esser pensato ha dovuto aspettare molti L'amor secoli, né può dirsi che ancora sia pensato sul serio ». Cfr. MARIOSTURSO, di Dio, in « Rivista di autofonnazione », maggieagosto 1928, p. 199.
2. Matteo, 28, 20. 3. Cfr. Giovanni, 3, 19.
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come l'uomo non è sempre intellettivamente o volitivamente in atto e così via. Ma bisogna rivedere tutta la teoria di sostanza e accidente anche nella cosmologia. Per me il fondo di molte vedute scolastico-tomistiche occorre cercarlo nella fisica di Aristotele. Sto bene. Gli occhi meglio. Un abbraccio, tuo Luigi Ero sicuro dell'ottimo effetto della filosofia in azione.
[London, Paddington], 4 giugno [l9281
Carissimo fratello, desidero sapere a quando sono rimandate le feste giubilari e se possibile avere notizie su ciò vedi di dirlo a Vincenzino. Tu hai ragione di meravigliarti del mio costante equivocare sulla parola intuizione. È che l'uso corrente è così prevalente, e va sempre più divenendo teoria e pratica generale, che non si pensa affatto a quello che neo-scolastici pensano al riguardo, il che è una prova indiretta che tale teoria non influisce affatto nell'ambiente mentale. Ed è uno sforzo straordinario per i non abituati ad attribuire a tale parola un significato tecnico presso che ermetico. Forse sarebbe meglio usare la parola percezione, come mi sembra & Sansereri?G 1 e degli sce!astici & qdel tempe. oertailfosse to il dire come fai tu che l'intelietto non fa atti intuitivi ma solo logici, può avere un significato più estensivo che tu non creda; perché si dovrebbe aggiungere: gli atti logici sono di due specie, intuitivi e deduttivi così la parola intuitiuo verrebbe usata contemporaneamente in due significati. Credo che valga la pena tradurre queste due proposizioni in termini più confacenti all'uso generale di oggi, senza generare confusione. Sto bene - gli occhi meglio, lo vedi dalla scrittura. Sono tanto contento dell'esito degli esami dei tuoi filosofi. H o ricevuto i ricordini, tanto da me desiderati. Sono d'accordo con te che l'anima è le sue potenze. Un abbraccio di cuore Luigi LETTERA231. 1. Gaetano Sanseverino (1811-1865), filosofo italiano neo-scolastico, fondò la rivista « Scienze e fede » e l'Accademia di filosofia tomista, insegnò filosofia morde presso l'università di Napoli fino ai 1860, anno in cui fu destituito dali'insegnamento da Francesco De Sanctis.
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[London, Paddington], 7 giugno 1928
Carissimo fratello, oggi, Corpus Christi, mi sento più unito a te nel Signore. Prega assai per me. Sto meglio con gli occhi, e riposo a lungo, mi serve ciò per pensare. Io non sono del tuo parere circa l'intuizione del mondo spirituale: il pensamento non discorsivo è intuitivo, ed è intuizione dei nostri reali stati d'animo, e di ogni altro possibile contatto spirituale attraverso il reale fisico o imaginativo, come l'intuizione poetica. Per quanto riguarda la mistica, bisogna ammettere, come oggi l'ammettono tutti, una mistica naturale e una mistica soprannaturale. Della prima vi sono tracce h Pitagora come in Platone; vi sono mistici maomettani interessantissimi, ecc. I n proposito è interessante l'opera del Watkin (cattolico) The Philosophy of Mysticism. Peccato che è in inglese e non 2 tradotta '. Il libro di Bertrand su S. Teresa ha buone cose, ma non mi è piaciuto, perché ha i difetti della letteratura nazionalistico-cattolica della Francia, che si riverbera anche in molte opere anche di carattere religioso. Bertrand appartiene al gruppo filo Action Fraquise. L'articolo della « Critica » è veramente ben fatto, salvo alcuni tocchi qua e là. Un abbraccio, tuo Luigi
[London, Paddington], 10 giugno [ 19281
Carissimo fratello, gli occhi meglio: mi son fatto rimisurare la vista e far fare un paio d'occhiali nuovi, ma mi sembrano troppo forti, e sono tornato ai vecchi. Vedrò in seguito e riconsulterò - ma posso scrivere due o tre ore al giorno - leggere meno. Sto bene per i tagli che credi di fare: erano brevi accenni per chi comprende il trapasso (che è continuo nelia vita e nel pensiero) dal finito d'hLETTERA 232. 1. Cfr. lettera 110, nota. 2. Cfr. nota 5, lettera 123.
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finito, e dal naturale al soprannaturale. Anzi per me non esiste un naturale senza soprannaturale, questo è vivo, operante e misto al naturale dalla prima rivelazione e dalla prima caduta. La separazione è logica o pratica, mai storica. La tua affermazione che l'intelletto da solo non è intuitivo, mi sembra eccessiva; gli angeli certo intuiscono. È sempre la solita questione del senso delle parole; ma è anche la portata troppo ampia dell'affermazione che mi fa dubitare. Tu ti riferisci all'uomo, e in questa vita (s'intende); ma allora non può mai porsi l'intelletto come a sé stante perché è sempre condizionato dai sensi. Quindi l'uomo e intuisce e ragiona come soggetto e in sintesi. La questione di sostanza e accidenti fuori della fisica aristotelica, non si capirebbe. È quindi una teoria storica, non è una teoria assoluta, né può stare da sé senza riferimento storico. Sto bene un abbraccio, tuo Luigi Durante il caldo S.te Marie sarebbe bene perché è normalmente fresca. Ti prego di mandarmi tre copie della « Rivista di autoformazione », anno I, n. 6 .
London, i 2 giugno i928
Carissimo fratello, sta bene quel che scrivi sulla Postilla l : credo si tratti di forma non di sostanza; ma non è il caso di insistere, si capisce. Anche il terzo articolo di « Critica » è interessante, ed ha battute molto vere; si comprende lo spirito dello scrittore e quindi certe espressioni vanno inquadrate in esso e perciò perdono di verità. Aspetto gli altri fascicoli del tuo libro; spero che finalmente verrà alla luce entro giugno. Sarà lo stesso che pubblicherà le lezioni su S. Tomaso? Stamani facendo certi riscontri, ho letto che Duns 'Scoto sostiene che l'oggetto della conoscenza umana è l'ente sia particolare che universale e che Suarez si avvicina a Scoto, benché la sua via LETTERA 234. 1. Cfr. lettera 230, n. 1.
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intermedia tra S. Tomaso e Scoto sia poco scolastica e poco scientgca. Sto bene: gli occhi meglio. Di' a Vincenzino che mi scriva. Un abbraccio di cuore Luigi
235 Piazza Armerina, 12 giugno 1928
Carissimo fratello, a momenti ricevo la tua del 7 . La risposta a quanto in questa mi dici circa la funzione intuitiva, la troverai nella mia di ieri. Ora aggiungo qualche altro chiarimento. A me pare che tu prenda le espressioni moderne in funzione delle antiche. Infatti scrivi nella tua del 4: « Gli atti logici son di due specie, intuitivi e deduttivi ». No, gli atti logici son semplicemente logici; gli atti intuitivi son semplicemente espressivi e immediati; gii atti deduttivi son discorsivi e mediati. Come io scrivevo ieri, non si discute sugli atti del soggetto, che son sempre unità-molteplicità, ed hanno sempre gli elementi intuitivi, logici, appetitivi, volitivi, raziocinativi, etici, estetici, e, a volte, mistici. (Studierò l'elemento mistico; ora non mi sento ben preparato). Invece si discute sulla funzione delI'intelletto, come speciale potenza; e si afferma che non è intuitiva, ma logica e discorsiva. Poi si nega che l'intelletto abbia funzione a sé, come si nega che ne abbiano le altre potenze e si afferma che le funzioni le ha il soggetto. Qui giunti, abbiamo superato le angustie dello scolasticismo, e siamo in grado di comprendere e analizzare il linguaggio dei moderni. Spero che mi sarò spiegato con qualche chiarezza. I1 caldo cresce, ed è orribile. Non si può far nulla. Sto bene. E ti abbraccio, tuo Mario
t
[London, Paddington], 15 giugno [ 19281 S. Cuore di Gesù
Festa del
Carissimo fratello, oggi ho celebrato per tutti noi, vivi e defunti, e spero che il S. Cuore di Gesù abbia misericordia di tutti e specialmente
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di me. Gli occhi meglio: ho avuto stanchezza per il leggere e lo scrivere, e forse a causa di leggere nei treni o autobus, dove si passano in Londra molte ore per andare da un punto all'altro. Ora non leggo più in movinlento; e leggo meno a casa, quasi niente la sera. Fortuna che in estate le sere qui sono corte, e per l'ora legale, e per i lunghi e chiari crepuscoli. Tu hai ragione a richiamarmi al tuo punto di vista, polemico, a proposito dell'intuizione. Ma io da mia parte lo fo per avere chiarito il mio stesso punto di vista. Per esempio, nella cartolina dell'll, dici: L'elemento soggettivo specifico dell'intuizione sono i sensi, l'intellettività e la volitività sono gli elementi concomitanti integranti ». Qui credo tu intendi intuizione per la percezione sensitiva; e quindi puoi benissimo dire la intuizione (percezione sensitiva) non è mai intellettiva. Quando invece noi diciamo intuizione dei primi principi, o intuizione pratica e simili, cioè quello che tu dici zlnità di percezione e logicità, allora bisogna chiamarla intuizione intellettiva. La differenza tra l'uso antico e l'uso moderno della parola non è solo una questione di parole, ma indica una differenza di concepire le funzioni e i valori. I o ci ho insistito anche perché la corrente moderna è meno razionale o razionalista e più intuizionista e mistica (nel senso genericissimo della parola). Oggi va semfenomrEc impie pih sv21Gtal?dosi2 -,-2cchiorzivn&Ymc. 9 portante. Un abbraccio di cuore Luigi
Piazza Armerina, 15 giugno 1928
Carissimo fratello, l'ultima tua è del 7. Spero che la posta mi rechi le tue nuove. E siccome la mia ultima è del 12, così non voglio aspettar la posta per scriverti. Per prima cosa ti faccio gli auguri più fervidi pel tuo prossimo onomastico. Oh la festa del Gonzaga che dolci ricordi di fanciullezza mi desta! I1 21 è per te. Poi per me il 22, nella dolce pace della mia cappella. I festeggiamenti verranno poi, e culmineranno nella posa della prima pietra del seminario marino a Gela già Terranova. Torno alla intuizione. Io penso che in senso proprio ognuno l'adopera per indicare la conoscenza del reale,
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diretta, immediata. Poi, in senso meno proprio, per indicare ogni atto conoscitivo che abbia dello spontaneo e dell'immediato. Solo in tal senso si può, per esempio, parlare dell'intuizione della bellezza. Gl'intuitivi (circa l'estetica) son coloro che esprimono esteticità con grande spontaneità, immediatezza, sicurezza. E non intuitivi, coloro che arrivano alla stessa espressione meno prontamente e sicuramente. Se si volesse dire che ci sia una vera e propria intuizione di bellezza, si dovrebbe porre la bellezza in un elemento oggettivo determinato, e si dovrebbe porre un senso estetico. E così, parlando di mistica, si dovrebbero porre (come fa Scaramali) dei sensi mistici. Spero di essermi spiegato meglio delle altre volte. Sto bene. La posta del mattino è arrivata, ma non porta tue nuove. Spero le porti quella del pomeriggio. Oggi ho applicato la S. Messa per me, per te e Nelina. Tuo t Mario
[London, Paddington], 19 giugno 1928
Carissimo fratello, dopo il 7 giugno ti ho scritto il 10, il 12, il 15 e oggi. H o tardato un giorno perché ieri l'ho passato a letto con una febbre di raffreddore, febbre leggiera ma per prudenza sono stato a letto. È già passata, e il raffreddore è quasi passato. Grazie degli auguri per il mio S. Luigi e a te auguri per l'anniversario episcopale; ma io te lo fo sempre (celebrando per te) il 1 luglio, giorno della Consacrazione. Questa in fretta per darti mie notizie. Tornerò sull'intuizione. La tua ultima, in proposito, è molto più soddisfacente. Ma per te i primi principi si intuiscono o no? Qui sta il nodo per me. Se fa tanto caldo, e ricordo che l'anno scorso soffristi assai, perché non passare qualche mese in montagna o in paesi a climi freschi? Un abbraccio di cuore Luigi
LUIGI E MARIO STURZO
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[London, Paddington], 22 giugno 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 18. Grazie dei rinnovati auguri. Sto bene: i residui del raffreddore sono quasi scomparsi del tutto. Pensando alle gravi sofferenze da te provate lo scorso anno per il caldo, io credo che dovresti ad ogni costo trovare un ambiente più adatto alla tua salute. Cogli anni tolleri meno il caldo, che del resto hai sempre mal sopportato. Potresti anche viaggiare per mare da Catania a Genova: due giorni di vero ristoro - e poi andare in montagna, ovvero in zona non calda né fredda, a temperatura mite, come Va1 d'Aosta o la Savoia. Vedi bene che sarà meglio che stare a Piazza o a Gela. Posso avere copia del Breve? Vedi di farmelo mandare da Vincenzino. I o vo pensando e riflettendo come si possa provare che l'intelletto non intuisca la realtà concreta, o le leggi - - evidenti della realtà concreta (primi principi) e non trovo modo adatto, non ho argomenti pro o contro nel senso assoluto della parola. Quel che è interessante, e che solo può dimostrarsi, che l'intelletto non agisce da sé: come autonomo ma nessun organo: nessuna facoltà è autonoma; sono tutti coordinati e solidali: quindi sintetici. È il tuo punto e la wnq~ist::. M:: SU F e s t e fc p n t e , perché vede che par!im~ due lingue e per me è difiicde, quasi impossibile, concepire le mie idee in funzione di un sistema - lo scolastico - che non sento e di cui non vivo. Un abbraccio di cuore Luigi
Piazza Armerina, 22 giugno 1928
Carissimo fratello, oggi si compiono 25 anni di episcopato per me. Quante responsabilità! Quanto conto da dare a Dio! Aiutami con le tue preghiere. Torno ancora sull'intuizione. In questa vita l'uomo non ha che una intuizione sensitiva, non pura, ma in sintesi con elementi spirituali, che sono concomitanti. Ciò secondo l'ordine di
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natura. C'è però anche l'ordine di grazia; e qui troviamo l'intuizione intellettiva, la quale però non avviene che negli stati mistici (ortodossi) più elevati, cioè, nell'unione. I mistici che li hanno avuti questi stati, dicono che allora le facoltà restano sospese, cioè, ne resta sospeso l'esercizio. Essi vedono Dio, senza veder forma alcuna; lo sentono, senza aver sensazione di sorta. E parlan di luce e tenebre insieme. E, insomma, non si sanno e non si possono spiegar meglio. Luce è lo stato d'unione. Tenebre è quel che rimane nella memoria quando lo stato è trascorso. A me pare che si debba intendere nello stato d'unione Dio si comunica alla sola anima (questo è lo stato di sospensione dell'esercizio delle facoltà dell'uomo come composto). L'anima l'intuisce (e questo è lo stato di luce, certezza di presenza, visione senza forme, ecc.). L'anima l'intuisce, perché è essenzialmente conoscente e perché è, in quel momento, resa atta a agir da sola. Cessato lo stato mistico, sono le tenebre, perché l'uomo torna a funzionare da composto, e quindi torna incapace d'intuizione intellettiva e di memoria deiia stessa. Sto bene. Aspetto le tue nuove e ti abbraccio. Tuo t Mario
cose
[London, Paddington], 25 giugno 1928
Carissimo fratello, avevo proposto di non tornare più sull'intuizione; ma aggiungo oggi una battuta, solo per domandarti se tu ammetti nel tuo sistema che possiamo intuire direttamente e immediatamente il reale. Non ho tempo a riscontrare il tuo lavoro, ma ricordo (spero bene) che per te ogni conoscenza non è dell'oggetto ma dei rapporti; anche la conoscenza sensitiva. Così tu escludi la conoscenza della cosa in sé; che poi sarebbe (credo) il reale. Se così è, allora io non posso intendere che per intuizione la conoscenza immediata di questi rapporti (o sensitiva sola o sensitivo-intellettiva): e allora non è metaforico dire che i primi principi si intuiscono o che la bellezza di una cosa s'intuisce, e simili che non sono che rapporti. Se poi oltre la conoscenza dei rapporti diretta (intuitiva) o riflessa (ragionativa) vi è la intuizione del reale (o cosa
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in sé) puramente sensitiva o sensitivo-intellettiva, allora abbiamo un'altra facoltà conoscitiva. Forse l'attuale mio ambiente intellettivo non è adatto a seguirti in questa questione: e allora è per me un errore insisterci. Quando la potrò studiare meglio, ci ritornerò. Sto bene. Un abbraccio Luigi Tante condoglianze a te e alla Csual propria famiglia per la morte di Mons. Minacapelli, che io conobbi ed apprezzai fin dall'università. Luigi Hai letto il Bremond? Prière et Poésie l ?
Piazza Arrnerina, 27 giugno 1928
Carissimo fratello, rispondo subito alla tua del 22 che mi reca le tue buone nuove. Ti ho spedito gli ultimi fogli del libro e le tre copie del n. 6 della Rivista l . Circa I'intuizione occorre studiare il problema da sé, senza riferimenti a sistemi vecchi e nuovi. Tu distingui tra -percezione e intuizione. vediamo se si puo. Percezione è conoscenza diretta e immediata di oggetto. Cosa sarà I'intuizione, se non è percezione? Tu dici: sarà apprendimento di valori intellettuali, come l'apprendimento dei primi principii, del morale, del bello. Ora bisogna vedere se questo apprendimento è diverso dall'apprendimento che deriva dal ragionare. È certamente diverso circa il modo: infatti il primo è immediato, il secondo è mediato. Diverso non è circa il valore: pensare è l'uno, pensare l'altro, cioè, ].avorare su dati forniti dalla percezione. Se circa il valore non son diversi, la parola intuizione, applicata al primo, indica solo il modo: l'immediatezza. E d o r a leviamo di mezzo questa parola. Che resta? Che la percezione appartiene specificamente (nell'uomo) ai sensi (in sintesi, ecc.); e il pensiero d'intelletto. E allora LETTERA241. 1. Cfr. nota 1 della lettera 228. LETTERA 242. 1. Si tratta del supplemento per il mancato numero di gennaio-febbraio 1927.
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diremo con sicurezza che l'intelletto (considerato da sé) non è facoltà percettiva (nell'uomo). Questo e non altro io sostengo, contro gli scolastici, che concedono d'intelletto la percezione delle essenze universali. Ciò affermato, il sintetismo acquista maggior chiarezza e mostra il suo specifico perché. Sto bene. I1 tuo consiglio è bello: andare per esempio, nella Svizzera. Ma non mi sembra pratico. Vincenzo ti manderà copia del Breve. Ti abbraccio, tuo t Mario
[London, Paddington], 27 giugno 1928
Carissimo fratello, figurati quanto prego per te: ogni volta che prego il mio pensiero corre a te, a Nelina, ai nostri morti. Tu fai lo stesso per me; è un gran conforto! Ti piace che io continui a scriverti di intuizione? o ti dà fastidio? Perché non c'è peggio di vedersi incompresi o compresi a metà. Questo è il caso mio (o tuo), perché io per ora vivo in studi e in lavori così alieni e diversi dai tuoi, che fo uno sforzo (per me piacevole e interessante) a rimettermi con te in riga. Preambolo lungo per una cartolina. Intanto fo una parentesi. Ci sono scrittori cattolici che ammettono veri stati mistici anche in eterodossi in buona fede. Quel che tu dici degli stati mistici è esatto; ma i mistici non intuiscono solo Dio, ma molte cose della vita, che non intuiscono altre persone: cosa che avviene anche agli artisti. Comunque si possa spiegare questa intuizione, è un contatto profondo con la realtà che quotidianamente ci sfugge. A ogni modo, si può conchiudere, che la parola intuizione comporta molti sensi non solo correnti, ma anche in filosofia: a) secondo i sistemi filosofici; b) in uno stesso sistema, in quanto si può riferire al modo di conoscenza intellettiva o sensitiva o mista; C) in quanto si riferisce alle facoltà del soggetto conoscente. Tutte le forme intuitive attingono direttamente la realtà, in quanto relativa al soggetto conoscente. H o letto Le Royaume des Cieux, di Ch. Nordmann (Paris, Librairie Hachette) ': è un libro che si beve come un romanzo e dà LETTERA243. 1. CHARLES NORDPVUNN, Le Royaume des cieux. Un peu du sea e t des étoiles, Librairie Hachette, Paris 1923.
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molte cognizioni utili di astronomia e cosmogonia. Un abbraccio di cuore Luigi
[London, Paddington], 29 giugno 1928
Carissimo fratello, non voglio infastidirti più con l'intuizione: riconosco che il tuo punto di vista ha un valore importante per la tua teoria. Forse il punto di partenza ci fa divergere: tu dici che è metafora parlare di intuizioni dei primi principii; io potrei dire al contrario che è metafora parlare di intuizione dell'oggetto materiale. Nel fatto non c'è metafora né nel primo caso né nel secondo, ma usi e significati diversi di una parola generica e non specifica. E poiché l'uso comune attribuisce vari significati, nel restringere o specificare il significato, a scopo scientifico o didattico, occorre essere precisi e chiari, e di tanto in tanto far notare e far ricordare quel determinato e stretto significato. . Dopo tutto, la conversazione cartolinare (per non dire epistolare) mi è giovata assai per ritornare sui vari significati della parola, ma quando avrò nino il ruo neo-sinretismo srampato e io rileggerò con più agio che non nella litografia, avrò di sicuro gli elementi per una completa revisione del mio pensiero in materia. Si capisce che quando gli scolastici parlano di intuizione dell'universale, mantengono l'equivoco di un realismo a metà, tra il platonismo e il nominalismo. L'errore si deve trovare non nella gnoseologia, ma nella metafisica. I1 senso moderno d'intuizione è molto diverso; e bisogna tenerne conto anche in una nota, o in una posta della tua Rivista, perché indica un atteggiamento dello spirito assai importante. Conosci tu il Dizionario filosofico moderno edito da Alcan? (Parigi, Boulevard St Germain 108). Ti prego di far mandare la tua Rivista a Pietro Zanfrognini l, Staggia Modenese (Modena). Sto leggendo il suo Commento Mistico al IV Evangelo edito da Laterza. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi LETTERA244. 1. Cfr. nota 4 deiia lettera 228.
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[London, Paddington], 3 luglio 1928
Carissimo, scusami se insisto perché tu eviti le sofferenze del caldo: un viaggio fatto in diversi giorni fino al Trentino, o nella Svizzera o in Va1 d'Aosta non sarà certo una grave sofferenza. E poi potresti passare un mese e mezzo in montagna, al fresco. Ma anche in Toscana, a Vallombrosa e d a Consuma vi sono posti freschissimi e confortevoli. Non passare un'estate in Sicilia che ti fa male. Circa la questione dell'intuizione ho proposto di non scriverti più: le ultime tue cartoline sono chiarissime; però io preferisco sempre l'uso della parola percezione e non mai intuizione per un significato così specifico e chiuso. Oggi la parola intuire ha sempre un uso e un significato più fondo, più interessante nella vita spirituale ed estetica. I motivi logici o ragionativi oggi hanno per molti assai meno valore spirituale dei motivi intuitivi. Ecco il perché del mio insistere, al di fuori di una teoria speciale e di una discussione speciale. Poi il dire che percepiamo termini e ragioniamo i rapporti, come atti distinti del processo conoscitivo, non vuol dire che i termini si percepiscono senza rapporti; ma nei e per i rapporti. Sto bene: qui fresco e pioggia; io amerei il tuo caldo. Mandami cinque copie del tuo libro. E godo assai assai che finalmente vede la luce. Non ho ricevuto da Vincenzo la copia del Breve. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 4 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo le tue due cartoline del 27 e del 29. La discussione mi piace, specialmente ora che l'argomento è più trattato nel merito che nella parola. Io desidero che la quistione della parola intuizione sia lasciata là; a noi deve premere la scoperta della verità. Or io non posso non porre così il problema: c'è una percezione d'un qualche oggetto? Sì. Chiamiamola percezione. È oggetto
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il rapporto? No. È la ragione d'un termine a un altro. Conoscere la ragione che è fatto logico, se non è conoscere oggetto, non lo chiameremo percezione, ma in altro modo. Diremo che è pensamento. E diremo che tali pensamenti son immediati e mediati. L'anima unita al corpo percepisce in sintesi col corpo. Va bene? E perciò non percepisce le sostanze spirituali, ma le scopre per ragionamento. Anche questo va bene. Può l'anima unita al corpo percepire qualche sostanza spirituale, senza concorso alcuno della sensitività? Sì, certamente, per via di favori divini speciali. Sono gli stati mistici cattolici più alti. E qui mi richiamo a quanto scrissi nella mia del 22-6. I mistici naturali arrivano a questo stato? Dico: questo stato di percezione (intuizione) pura? I o ritengo di no. Le loro saranno, se mai, percezioni miste, stati inferiori certamente. È questo un punto assai importante, per la retta comprensione del problema della percezione puramente spirituale. Circa i moderni, Kant nega che ci sia intuizione intellettuale; e afferma che l'intuizione è solo sensitiva. Schelling dice il contrario. Croce segue Kant. Per lui è intuizione solo la percezione sensitiva e la visione fantastica. I o dico che l'intelletto nell'uomo non ha funzioni separate. Abbracci Mario 247 Piazza h e r i n a , 6 luglio 1928
Carissimo fratello, non ho ricevuto nulla da Bruni. A Zanfrognini sarà mandata la rivista. Egli potrebbe però mandare qualche sua pubblicazione. Secondo un sano sintetismo, nessuna facoltà ha, da sé, funzioni complete per sé stanti. La funzione completa è nella sintesi. Però ogni facoltà reca alla sintesi (atto umano) un elemento specifico: i sensi recano l'elemento intuitivo, l'intelletto l'elemento logico, l'appetito l'affettività sensitiva, la volontà l'affettività spirituale. Lasciando di considerare gli elementi, e considerando l'unità, cioè, l'atto, questo può venir denominato dall'elemento prevalente o in altro modo. Tutto sta a non perder di vista la specificità degli elementi. Però se si parla d'intuizione intellettiva, per indicare una data immediatezza, non si fa che per metafora. Qui dunque
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la metafora e non nella designazione dell'intuizione sensitiva. Ovvero metafora anche in questo secondo caso, se si prende l'intuizione come funzione dei soli sensi, perché così non si dà. L'intuizione propria è del soggetto che è unità di sensi e spirito. Dirai che scrivo sempre le stesse cose. Infatti è così. Ed è cosl, perché mi preme assai farti intendere il mio pensiero. Sto bene. I1 caldo fa il suo corso, e il nostro organismo si abitua. Abbracci t Mario
Piazza Armerina, 9 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo ora la tua del tre. Nemmeno io scriverò più circa l'intuizione. Però desidero che tu mi indichi bene quale per te è il vero valore dell'intuizione. Dico questo, perché come ti scrissi, da Kant a Croce serba lo stesso significato di percezione; e perché io credo che si tratti o di significato immanentistico o di significato metaforico. I1 caldo cresce; ma io soffro meno e riprendo il lavoro. Mi ha giovato un po' di riposo e un certo medicamento leggermente sedativo, che ha levato ai miei nervi la lor sensibilità morbosa in rapporto al caldo. Copia del Breve ti fu spedita già. Dimmi se hai ricevuto gli ultimi fogli del libro. Ti furono spediti il 25-6 coUe tre copie del 6" n. della rivista. Ora io mi preparo a un lavoro sulla pedagogia in rapporto al neo-sintetismo, col farne oggetto delle mie conversazioni estive coi miei scolari. Te ne parlerò, quando avrò meglio determinato il punto specifico. E sarà una buona confutazione alla pedagogia gentiliana, così diffusa tra noi. Le lezioni su S. Tommaso, che domandano maggior tensione, le riprenderò, a Dio piacendo, in autunno. Ben detto che i termini si percepiscono nei rapporti, perché l'atto è sintetico; però i rapporti non sono oggetto di intuizione, ma di pensiero. Del resto l'intuizione umana è tale pel pensiero. Se si smarrisce la ragione di sintesi, la cognizione umana non si comprende più. I1 12 saremo uniti a ricordare la cara nostra sorella. Tuo t Mario
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249 London, 10 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 6; e a me piace tanto la discussione su argomenti filosofici o religiosi, che hanno sempre attirato il mio pensiero. Certo, dopo le tue varie osservazioni mi riesce assai chiaro i! tuo pensiero: esso è che nella conoscenza l'elemento sensitivo è sempre intuitivo, e che esso solo è intuitivo: la immediatezza della conoscenza intellettiva è intuizione in senso metaforico o meglio in senso largo. Posti così i termini non c'è nulla da osservare: tranne quello che io ti ho scritto più volte cioè che l'uso moderno della parola intuizione, sia in certe correnti filosofiche,.sia nel comune esprimersi, rende difficile ai più un uso così ristretto, speciale e tecnico della parola, e io perciò preferisco percezione, che ha un uso assai più limitato, e quasi sempre tecnico, o filosofico o psicologico. Ma oggi aggiungo altra idea, che da parecchio tempo mi frulla, senza precisazione: cioè che nella conoscenza, in ogni conoscenza, c'è sempre un margine di non razionalità, non logicità, che è sentito, intuito diciamo noi, senza una spiegazione !ogicz pessihile, anzi cnntrc! i! normale corso ragionativo. Questo elemento oggi si cerca e si mette in valore dalle correnti pseudomistiche, iniuizisiiistiche, vo:on~aristiclie e simili. Credo che valga la pena occuparsene. A proposito di volontaristi ti segnalo due pubblicazioni su Blondel: Lefèvre, L'itinéraire philosophique de M . Blondel, Parigi ' e P. Archambault, L'oeuure philosophique de M . Blondel (Bloud et Gay), Paris '. Sto bene. Un abbraccio di cuore Luigi
LETTERA 249. 1. F. LEFÈVRE,L'itinéraire philosophique de Maurice Blondel, Spes, Paris 1928.
2. P. AKCHAMBAULT, Vers un réaiisme intégral. L'oeuvre philosophique de Maarice Blondel, Bloud e Gay, Paris 1928.
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250 Piazza Armerina, 11 luglio 1928
Carissimo fratello, ieri sono arrivate le prime copie del libro. Una è stata subito spedita a te. Le altre le riceverai direttamente dall'editore. H o letto sui giornali che Vaussard ' ha pubblicato un libro sull'Italia. A me non ne ha mandata copia, né mi ha mai fatto cenno della rivista, che gli si invia regolarmente. Nemmeno Bruni mi ha mandato il suo libro 2. E non mi hanno scritto né Gilson né Dempf. Che costume curioso! Io sto bene. I1 caldo non mi fa più male, come ti scrissi l'altro ieri. E ho già ripreso - con moderazione - il lavoro. Ti prego di non ti angustiare per me. Del resto fra qualche settimana andrò a Gela, dove io non soffro il caldo, perché il mare rende fresche le notti; ed è proprio la notte che qui è troppo calda. Ieri abbiamo avuto una beia pioggia, che ha fatto bene agli uomini e alle campagne. Per ora il mio pensiero è rivolto al problema pedagogico. E trovo che il sintetismo si presta bene a una sua migliore impostazi0n.e e soluzione. Domenica prossima terrò ordinazione in minoribus. Domani è il sesto anniversario della morte della nostra santa sorella Margherita. Saremo uniti in ispirito. Ti abbraccio. Tuo Mario L'articolo: Tramonto dell'idealismo in'lnghilterra sarà pubblicato al prossimo numero e così quello su Meyerson 3.
[London], 13 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 9 , godo che stai meglio; spero che i1 medicamento sedativo non faccia alcun male; io ho sempre paura di tali medicamenti. La migliore cosa è l'aria fresca, ma vedo che LETTERA 250. 1. Cfr. lettera 92, n. 1. 2. Cfr. lettera 183, nota 2. 3. Per l'artico10 su Meyerson, cfr. lettera 202, n. 3.
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non desideri lasciare i tuoi posti. Ricevetti i fascicoli della Rivista e quello del libro, grazie. Quando uscirà il prossimo numero della Rivista? Ogni quattro mesi credo sia troppo lontano: è meglio ogni due o al più ogni tre mesi. Forse dipende dal costo. I1 pensiero di tentare una pedagogia è interessante assai; ma in questa materia occorre anche tener presente la psicologia. La fortuna di Croce è stata l'estetica ' e quella di Gentile la pedagogia *. L'applicazione vale più della teoria. I1 significato di intuizione, nel comune linguaggio, e acquisito a molte teorie filosofiche ed estetiche, è di conoscenza immediata, non completamente razionale o razionalizzata, e forse non completamente razionalizzabile: in tale intuizione sono insieme sensitività, intellettività e subcoscie'nte. Sia dal punto di vista psicologico, che da quello spirituale, si fa molto conto del subcosciente. Gl'intuizionisti, come Bergson, sono in fondo immanentisti, ma non è necessario essere tali, né io fo dell'intuizione una teoria; solo uso la parola in questi termini. E poiché il fatto esiste, e non può solo spiegarsi come pensamento immediato; e per di più nel neo-sintetismo trova una spiegazione, io credo che non bisogna sciupare il termine di intuizione come fa Croce. Un abbraccio di cuore. Sto bene: abbiamo da lunedì un bel caldo e un bel sole d'italiana. Tuo Luigi
Piazza Armerina, 14 luglio 1928
L'altro ieri ricevetti la tua ultima. La mia ultima è dell'undici. Ti dicevo che ti avevo spedito una copia del mio libro; le altre te le avrebbe spedite il tipografo. Hai tutto ricevuto regolarmente? E LETTERA251. 1. I n un primo momento l'estetica e la critica letteraria costituirono per il Croce i veicoli più importanti deiia sua fama internazionale di studioso. Va ricordata a questo proposito accanto d'Estetica del 1902 la vasta produzione critica, da La letteratura della nuova Italia (1911) ai Saggi sulla letteratura italiana del '600 (1911), agli studi su Goethe, Pascoli, Manzoni, Dante, ai molti saggi e storie letterarie che accompagnarono la sua opera di filosofo. 2. Gli esordi di Giovanni Gentile quale studioso sono legati, come è noto, a studi di pedagogia. Si ricordino Il concetto scientifico della pedagogia (1900); Il sommario di pedagogia come scienza filosofica (1913-14), nonché gli studi sulla riforma delia scuola.
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gli ultimi fogli del libro, li hai ricevuti? Ora ti spedirò l'indice e la copertina. Sto bene. Abbiamo avuto un'altra pioggia. Ora il tempo è discreto. Del resto i calori della scorsa estate furono una vera eccezione. Non occorre dienticare che siamo sui monti. H o per le mani la vita di Contardo Ferrini di Mons. C. Pellegrini l . È uno zibaldone nel quale, per giunta, manca ogni capacità critico-psicologica. Si legge per conoscere il Ferrini; ma è insopportabile. Rileggo Compendio di Pedagogia di G . Gentile, non è altro che una rifrittura del suo attualismo così fortemente bollato da B. Croce nella sua Storia d'Italia. I o frattanto maturo il mio concetto per scriverne quando farà capolino l'autunno, a Dio piacendo. L'articolo sul tramonto dell'idealismo in Inghilterra è molto interessante. Se fosse scritto in un italiano più italiano, sarebbe meglio. Domani terrò ordinazione in minoribus. E così si chiude l'anno scolastico, e cominciano le vacanze. Lungo le quali farò, come gli altri anni, libere lezioni di filosofia, formative e integranti. E son forse piii utili, certo più dilettevoli, delle normali. Prega per me, caro fratello , e credimi tuo t Mario
Piazza h e r i n a , 15 luglio 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 10 ricevuta ieri. Sto bene. I1 caldo si . mantiene relativamente mite. La quistione dell'irrazionale è un po' più complessa. Comunque ridotta ai termini da te indicati, secondo me non è vero problema. Nulla nella nostra conoscenza è irrazionale, perché l'atto conoscitivo è sempre sintesi. Sarebbe irrazionale la sensazione, se davvero precedesse I'intellezione, come vogliono gli aristotelici. Quando poi noi scorgiamo nella nostra conoscenza quel margine di cui tu parli, questo non è irriducibile alla logicità, non è contro il corso raziocinativo, ma è fuori delle sistemazioni nostre della nostra (dico: nostra) conoscenza. PaLETTERA252. 1. C.PELLEGRINI, Lu vita del prof. Contardo Ferrini, Casa editrice internazionale, Torino 1928. Contardo Ferrini, giurista milanese (1859-1902) fu beatificato il 13 aprile 1947. Fra i molti scritti di diritto romano va ricordata 1'Esposizione storica e dottrinale del diritto penale romano (1899). Gli Scritti religiosi furono pubblicati a Milano nel 1947.
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scal non sapeva spiegare scientificamente il fatto della pompa aspirante. Questo fatto era fuori i dati della sua scienza e della sua filosofia. Era il non ancora soggetto all'ultima classificazione, era l'ignorato. Lo stesso dicasi dei fatti soggettivi insoliti. È il soggetto che non li sa spiegare, ma non sono i fatti, da sé, estranei alla razionalità. La stessa ignoranza, poi, è ignoranza sotto un rispetto e conoscenza sotto un altro; perché se fosse ignoranza totale, sarebbe pel soggetto come il nulla. Io penso che se il neo-sintetismo avrà buona fortuna presso gli studiosi, le loro indagini si volgeranno verso problemi più propriamente filosofici. 11 19 saremo uniti in ispirito e pregheremo l'uno per l'altro. Tuo
J. Mario
Paris, 18 luglio 1928
Carissimo fratello, ieri sera è arrivata Nelina in ottima salute, io sto bene e puoi pensare quanto contento, benché il pensiero della tua lontananza mi sia sempre presente; anzi più presente nei momenti di gioia. Non posso procurarti alcun indirizzo per ora, quindi è meglio h che ti avviserò. che scrivi sempre a Londra, f I1 bel caldo è già da dieci giorni costante, cosa rarissima in queste contrade. Spero che tu lo soffri di meno; sono così in pensiero per te per l'estate che perdo il piacere di sentire il caldo per conto mio. Non ho visto Vaussard ' che è in campagna e sta poco bene. Ti ossequiano M' e M*' Dequinelle. Salutami tutti gli amici. Un abbraccio da entrambi, tuo Luigi Domani, 19 luglio, anniversario della tua conferma episcopale. Celebro per te.
LETTEBA254.
1. Cfr. lettera 92, n. 1.
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Piazza Armerina, 18 luglio 1928
Carissimo fratello, godo del caldo di costà, come non godo di quello di qua. Sto bene. Non prendo più medicine. Io penso che l'intuizione di certi filosofi moderni si risolva in teoria. Per questo io insisto sul valore della parola. Io poi, come non ammetto l'irrazionale, così non ammetto il subcosciente. E nemmeno qui lotto per la parola, ma per la teoria. La coscienza non è una facoltà. E con dir ciò, è detto tutto. È la conoscenza. Ora una conoscenza subcosciente o incosciente è una contraddizione messa in gran luce da Th. Ribot, il quale deride quasi coloro che ne parlano, perché confondono le teorie. La sensazione, intellezione, volizione, lo stesso ragionamento son detti incoscienti, quando sono pura fisiologicità. In quello stadio l'uomo nulla ne sa. E son detti subcoscienti quando l'elemento che fa la coscienza non ha acquistata tutta la sua chiarezza. Io comprendo questa teoria, benché non l'ammetta. Ma non comprendo né ammetto l'incosciente e il subcosciente in un qualche sistema spiritualista, perché ripugna, come dice Ribot. I1 così detto subcosciente altro non è che un atto privo della debita attenzione, qualunque ne sia la causa. Però io non parlo della patologia, che è altro problema. La pedagogia di G. Gentile per un verso nega la psicologia e per un altro verso la risolve in filosofia, e fa bene. Prega per me. E ricevi un abbraccio. Tuo t Mario
Bois le Duc (Hoìiande), 21 luglio 1928
Carissimo fratello, sono in Olanda per 3 giorni, poi tornerò nel Belgio e poi in Francia. Nelina è in Belgio presso amici. Stiamo bene. Mandaci tue notizie, appena ricevi questa, a Paris (VIme)Hdtel Perreyve, 63 Rue Madame. Spero che tu starai bene con il troppo caldo di costà. Qui due giorni ha fatto freddo. Dove andrai quest'anno per la villeggiatura? Non mandarmi tutte le copie del tuo libro, ma solo una,
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perché non mi trovo a Londra. Quando tornerò a Londra mi manderai le altre quattro copie. E la Rivista? E la Pedagogia? Sono da tanti giorni senza tue cartoline, perché in giro, ma spero riceverle presto appena torno nel Belgio. Un abbraccio, tuo Luigi 257 Piazza Armerina, 21 luglio 1928
Carissimo fratello, la tua ultima è del 13 che io ricevetti il 16. I1 19 speravo ricevere i tuoi auguri. Certo che li ho ricevuti in spirito, perché tu certo quel giorno hai pregato per me. I o celebrai la Messa per me, te e Nelina. Ora son cinque giorni che non ho tue nuove. Spero che me le rechi la posta del pomeriggio. La mia ultima è del 18. Sto bene. I1 caldo non è eccessivo. H o qui Mons. Li Destri, che ho nominato provicario generale. La nomina è stata da tutti bene accolta. Colma un po' il vuoto lasciato dal caro Mons. Minacapelli. Sto rileggendo La pedagogia come filosofia di G. Gentile '. Parmi che l'idealismo vi diventi un po' puerile. Lo spirito che si f g materia, e che risolve La materia in sorito è una formula abbastanza curiosa. Ci son però molte osservazioni vere e interes. . n rnmn --+n sai?ii.TIu 1 yCUa5VfjL(l --A----;-+--rat+rob*rr. n la e uabCudulogica o filosofica che dir si voglia. Credo che mi occuperò della seconda. Circa la prima credo che dagli antichi e dai moderni è stato detto tutto il dicibile più o meno. Non così dell'altra. Del resto ogni sistema filosofico pone una pedagogia in quanto filosofia. E io spero porre la pedagogia neo-sintetistica. Ho molte idee ben chiare e determinate, e aspetto un po' d'autunno per dar mano al lavoro. Non mi far troppo desiderare le tue nuove. Prega per me. E credimi con vivissimo affetto, tuo t Mario ----e
-A--
LETTERA257. 1. Cfr. lettera 251, n. 3.
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Lovanio, 23 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo qui la tua cartolina dell'll di questo mese, penso che già sarai a Gela e spero che i bagni e l'aria del mare ti facciano bene. Nelina sta bene e anche io: essa ti ha scritto a Gela, e io dirigo là questa cartolina. I1 libro di Vaussard è una raccolta di articoli, più o meno interessanti. Egli sta poco bene in salute: io spero vederlo andando a Parigi, se non è in campagna. Bruni forse non ha più copie del tuo libro. Dempf è occupatissimo, e mi ha scritto qualche cartolina, ma non ha tempo a collaborare. Di Gilson non so nulla. In genere si è poco disposti a considerare gli altri isolati quando ci sono Università Cattoliche o Ordini Religiosi che riuniscono molte attività e quindi fanno convergere molte forze, a punti determinati, forse i meno bene scelti. Inoltre la questione dell'idealismo appassiona poco il campo cattolico perché ci sono zone come Francia, Spagna e Inghilterra, dove non ha gran seguito. Poi ci sono le forme e le frasi fatte: e questo è il caso del neo-scolasticismo. Ciò non ostante io son sicuro che col tempo (e ce ne vuole) penetrerà il tuo sistema i tre campi del neo-scolasticismo, dell'idealismo e dell'intuizionismo. Ci vuole del tempo e della persistenza. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
Piazza Armerina, 24 luglio 1928
Carissimo fratello, grazie degli auguri pel XXV della mia consacrazione e dei saluti dei Dequinelle che ricambio. Ricevetti la lettera di Nelina, reduce da Gela, dove ancora non sono andato. Sto bene, benché il caldo aumenti. Però siccome quest'anno le piogge non son mancate, così si soffre meno e il caldo non ha ancora raggiunto gli alti gradi dello scorso anno. Anno eccezionale: per sei mesi non si vide una nuvola; e il caldo fu fastidioso da aprile a settembre. Domani è S. Giacomo. Con lo spirito saremo in patria. Non bella la baraonda; belli però i
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ricordi dell'infanzia! Ma bellissima la figura del nostro santo patrono. Farai bagni? Penso che, se li farai, baderai alla temperatura. Freddi no, io penso. Tiepidi sì. Io da più anni li faccio tiepidi. Non molto. Verso i 28 gradi o, al più, 30 centigradi. E brevi. Son col pensiero e con l'affetto con voi, e godo nel sapervi insieme. Io quando ti rivedrò? In autunno? Che so! Non mi sembra la stagione più propizia. Io per viaggiare preferisco sempre l'inverno che piega verso la primavera o la primavera di aprile; non oltre. La pedagogia, o meglio, l'educazione a cui penso, per me è lo sviluppo sistematico della vita morale. Ti scriverò più a lungo su questo mio concetto. Con Nelina ricevi le più affettuose cose. Tuo e vostro t Mario 260 Piazza Armerina, 26 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua cartolina del 21 e rispondo subito. La prima copia del mio libro ti fu spedita da qui il 10, le altre quattro qualche giorno dopo dal tipografo. Circa la rivista, ti scrissi che il nuovo fascicolo uscirà in settembre. È già in corso di stampa. Fascicoli doppi non se ne faranno più, tranne casi eccezionali. I fascicoli doppi di quest'anno ebbero per ragione, un po', ia redame, in quanto si presentavano più interessanti, un po' la natura e lunghezza dei lavori. Col nuovo anno la rivista sarà aumentata d'un foglio, cioè, di sedici pagine. Circa la pedagogia, come ti scrissi, sono in periodo di preparazione. Se non fosse il caldo, comincerei a scrivere. Spero poterlo fare in settembre. E sarà un lavoro filosofico, in rapporto al sintetismo, come il lavoro di Giovanni Gentile è fYosofico in rapporto al suo attualismo. Un lavoro psicologico propriamente detto sarebbe antiquato e poco importante, dopo quello che si è scritto da molti. Del resto io son convinto che la psicologia, logicamente, segue e non precede la filosofia. Voglio dire che la filosofia fa la psicologia, ovvero che la psicologia è quello che è la filosofia. È un punto questo che merita di venire illustrato. Andrò a Gela per la villeggiatura, non ora, ma dopo il 15 agosto, festa della Patrona. Sto bene. I1 caldo è sopportabile. Di' tante cose alla cara sorella. E credetemi, vostro f Mario
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261 Paris, 27 luglio 1926
Carissimo fratello, ieri sera siamo arrivati a Parigi in ottima salute. Qui ci fermeremo 8 giorni. Ti scriveremo dove andremo per i bagni. Non siamo ancora decisi. Qui ho trovato le tue cartoline del 14, 15, 18 e 21. Grazie assai. Tu sai bene quale conforto e quale allenamento intellettuale sono le tue cartoline. Ti risponderò un po' a lungo delle varie questioni, per me interessanti. Oggi non ho tempo. I o ti ho scritto il 13 da Londra; il 18 da Parigi, il 21 da Bois-le-Duc, il 23 da Louvain e ora 27. Un po' irregolare, dato il viaggio. Spero le avrai ricevute tutte. Tu scriverai qui a Parigi - Hotel Perreyve 63, rue Madame - Paris (VIme).Vaussard mai ha ricevuto la tua rivista: ecco perché non ti ha scritto. I1 suo indirizzo è: 1, rue de Fleurus - Paris (VIme),proprio vicini q e s t c dbergo. Egli ti ossequia assai. Tanti saluti e congratulazioni a Mons. Li Destri. Ti ho scritto l'ultima mia a Gela, e anche Nelina ti ha scritto a Gela, perché credevamo che fossi già andato là. Questa la spedisco a Piazza. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
Paris, 29 luglio [l9281
Carissimo fratello, ricevo la tua del 26 e godo che stai bene. Incaricai la persona che a Londra riceve la mia posta di non rispedirmi i libri, altrimenti al mio ritorno dovrei caricare altra valigia, il che non è utile. Ecco perché non ho ricevuto la copia del tuo libro. Quando ti scriverò l'indirizzo del paese dove andremo per i bagni (attendo varie risposte per decidermi) tu mi manderai una copia che passerò per la traduzione francese, che spero combinare in questi giorni a Parigi. Godo assai della tua instancabile attività; io vedo che lavoro molto meno di te, il che mi dimostra come il Signore ti mantenga nei pieno vigore per il tanto bene che puoi e sai fare. Certo sono con te d'accordo che la pedagogia filosofica è la base e precede la
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precettistica e la psicologica. E che la pedagogia psicologica non è, diciamo così, autonoma. Però non si possono disconoscere i grandi progressi fatti dalla psicologia applicata alla pedagogia. Sono due campi distinti, ma non separati. Io e Nelina stiamo bene e sempre pensiamo a te e di te parliamo. Peccato che il caldo ti impedisca di fare lunghi viaggi. Un abbraccio di cuore da entrambi, tuo Luigi P. S. - Scrivici ancora qui: 63, rue Madame, Hotel Perreyve. Peccato che il libro di Pellegrini su C. Ferrini è uno zibaldone l . Io desidererei una bella vita del Ferrini.
Patis, 30 luglio 1928
Carissimo fratello, ieri ho parlato con 1'Abbé Pierre, per fare la traduzione del tuo libro in francese. Egli sa bene l'italiano e scrive bene in francese. Egli è molto disposto; solo desidera leggere il tuo libro (almeno in parte) p e r rendervi conte delle difficc!tà, e quhdi darmi una risposta definitiva. Ti prego quindi di mandare il libro a Mr 1'Abbé S. Pierre - 23 rue Gesrges 3het - Paris (16"') e metteiti cGiì !ci in corrispondenza. Io penso che Vrjn, l'editore dei libri di Gilson, lo pubblicherebbe, se Gilson ti fa una raccomandazione. Tu mandagli il libro con dedica e scrivigli. Se poi Gilson fa anche la prefazione (per presentarti al pubblico francese) tanto meglio. Spero finalmente di essere al principio della fine. Più in là aspetto risposta dall'editore inglese. Vedremo. Sulla questione dell'irrazionale, io credo che divergiamo in gran parte per la parola. Non può disconoscersi che per quanto l'uomo sia sapiente non solo non conosce che piccola parte dello scibile, ma quello che conosce non è tutto categorizzato o categorizzabile. I1 margine quindi di a-raxionalita, a-logicità è grande, direi infinito, certo indefinito; e pure questo elemento giuoca la sua parte nella vita degli uomini, ed è LETTERA 262. 1. Cfr. lettera 252 nota.
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parte grandissima. Tu dici che l'irriducibilità è fatto solo subiettivo, e anche la conoscenza è fatto subiettivo: e se dovesse l'umanità aspettare i secoli futuri per trovare la completa sistemazione aspetterebbe invano; e negheremmo così a tutta l'umanità la vera funzione della conoscenza. Questa tesi è contro le teorie della scienza, e contro le generalizzazioni aprioristiche della filosofia; e ci porta a considerare meglio la funzione dell'irrazionale o a-razionale nel fatto conoscitivo e nella vita. Stiamo bene. Un abbraccio da entrambi, tuo Luigi
Piazza Armerina, 30 luglio 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 23 reduce da Gela. l o sono ancora qui e vi starò sino al 15 agosto pei pontificali. Avete, tu e Nelina, avuto troppa fretta di indirizzare le cartoline a Gela. La nostra corrispondenza non ha più fìio. Ed io aspetto che sia ripreso, per parlarti di filosofia. Questa la indirizzo a Parigi. Godo che stai bene e vedi altre terre. Lo stesso dico a Nelina. Qui il caldo è agli alti gradi. Ma io lo sopporto bene. Come vedi non si vince col viaggiare, ma con la pazienza e il giudizio. Vincenzino è a Tunisi (cattedrale) dove predicherà la quindicina della Madonna di Trapani, che là è celebrata (la Madonna) il 15 agosto. Io ho con me (come Pro Vicario) Mons. Li-Destri. E ne son molto contento. E contenta ne è anche la diocesi. Ti ossequia. Ti abbraccio con Nelina. Aff.mo t Mario
Piazza h e r i n a , 1 agosto 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua cartolina del 27 luglio, prima avevo ricevuto le altre del 13, 18, 2 1, 23. Godo assai nel sentire che tu e la sorella state bene. Sto bene anch'io. Tutta la redazione è assente,
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meno uno. Ieri ho fatto esaminare l'elenco degli abbonati. E veramente il nome di Vaussard manca. L'ho fatto inserire, e ho.fatto subito spedire al Vaussard i fascicoli di quest'anno. Se egli richiederà la prima annata gli sarà spedita. E dire che io stesso avevo dato l'indirizzo da principio. Son contrattempi seccanti. Però mi consola il sapere che non è stata disistima da parte del Vaussard. Se ancora lo vedi, ossequialo per me. Ti scrissi che per me l'educazione è lo sviluppo sistematico della vita morale. Ora penso che, dato il concetto sintetistico della filosofia, dovrebbe semplicemente dirsi che l'educazione è lo sviluppo sistematico della vita. Non puoi credere con quanto desiderio aspetto il fresco di settembre, per dar mano a questo lavoro che ora tutto mi possiede e al quale mi sento abbastanza preparato. Per ora è gran caldo. Bello però. Alta serenità, con delle sere abbastanza fresche e asciutte. Oggi comincio i miei bagni. Saluto Nelina. La sua lettera a Don Giacomo fu mandata. E vi abbraccio t Mario
Paris, 2 agosto [l9281
Carissimo fratello, ricevo la tua del O luglio. Penso che far5 gran caldo costà perché fa caldo anche a Parigi: il che per me è un bene. Non abbiamo ancora deciso dove andremo; appena deciso, ti manderò l'indirizzo: intanto scrivi qui, e mi arriveranno dove andremo. Godo assai che tu e la Diocesi siete contenti di Mons. Lidestri, che ti prego di salutarmi cordialmente. Cod lo stesso se scrivi a Vincenzino. A Tunisi sarà una delizia (almeno per me) col caldo di questo periodo! Tu sai quanto piacere mi fai a scrivermi di filosofia, ed io lo stesso, benché c'è una diflerenza: io la studiai nel passato e ora la rivivo secondo le occasioni di studio e fuori sistema, tu invece in maniera sistematica e a un fine preciso. I1 che dà il tono diverso d a nostra corrispondenza. Manda una copia del tuo lavoro all'Abbé Alphonse Lugan - Villa Ozanam-Gibbons - Villeneuve St. Georges - 30, avenue de Valenton - (S. et O.) France. Egli si occupa di questo movimento di pensiero. Crespi mi scrive che anche lui l'aspetta. Tu ne hai l'indirizzo. Egli ne parlerà in rivista inglese.
ANNO 1928
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Comprendo che non sei disposto a fare dei viaggi col caldo, ma spero che ti disporrai a farli con il bel fresco. Nelina ti ha mandato una lettera a Gela con dentro altra lettera per Don Giacomo. L'hai ricevuta? Stiamo bene e ti abbracciamo, tuo Luigi
Piazza Armerina, 3 agosto 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua cartolina del 29 luglio, ora ricevo quella del 30. Mando subito il libro all'Abbé S. Pierre e a Gilson, e a questo anche scrivo. Ti faccio notare che a te ne furono spedite cinque copie, una da qui, quattro dall'editore. Ciò per tua norma. Prima di deciderti di fare i bagni di mare, senti un medico. A una certa età questi bagni non giovano, e anzi nocciono. Non condivido le tue idee circa l'irrazionale. Non si dà che o il noto o l'ignoto. L'ignoto non è irrazionale, ma ignoto. I1 noto, può essere noto in parte e in parte no. Se io vedo un fatto e non arrivo a conoscerne -la causa, il fatto per me non è irrazionale, ma privo delle ultime categorizzazioni. E dico delle ultime, perché del tutto non categorizzato non è; e se fosse, sarebbe ignoto. L'ignoto agisce su di noi? Fisiologicamente sì; conoscitivamente no. Credimi, tutto questo arrufKo di parole e di concetti deriva da deficienze filosofiche. Ls prima da tener presente è la coscienza che dà luogo alla subcoscienza. Ora la coscienza è la stessa conoscenza e non una facoltà. E la subcoscienza è conoscenza priva della pienezza dell'attuazione per disattenzione o altri fatti. Sto bene. I1 caldo è alto, ma bello. Divertitevi e state sani e pregate pel vostro t Mario
Piazza Armerina, 4 agosto 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 30. Grazie degli auguri pel prossimo mio onomastico e delle preghiere. Nessuna fretta ho io e nulla ho ancora deciso. La parola e il non retto uso d'irrazionale li ho troppo
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LUIGI E MARIO STURLO
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combattuti. Ora ti dico il mio pensiero, che forma come il sostrato del mio sistema. I o col sintetismo ammetto la conoscenza costruttiva sulla intuitiva, cioè, ammetto la definizione dei termini per graduale determinazione dei rapporti. I1 problema da te posto lo chiamerò « rapportualismo progressivo D. Ti prego non discutere sulla formula e badare al suo contenuto. Noi conosciamo la natura delle cose pei rapporti. La conosciamo sempre così. Ogni rapporto che si pone, è una determinazione della conoscenza che si fa. Ma è anche porre nuovi problemi. Dico: porre. I1 problema posto e non ancora risoluto sarebbe il tuo irrazionale. Io rifiuto la parola come impropria. Io, ponendo un problema, categorizzo, e cerco la categoria più appropriata, e nulla c'è in noi come conoscenza fuori delle categorie. Appena arrivo a risolvere il nuovo problema, volere o no, ne pongo degli altri, sempre, senza fine. Questo è il tuo margine che non è l'ignoranza. Sto bene. Abbracci t Mario
Paris, 5 agosto E19281
Carissimo fratello, siamo ancora a Parigi, ma sulle mosse di partire. Ti manderò il nuovo indirizzo. H o ricevuto ieri quella del 24 inviatami a Londra P !a cart~!ina del 1" agc?st~. Vodianle m a i che stai bene. Anche noi stiamo bene, grazie a Dio; ma da due o tre giorni il caldo è qui finito, e siamo con temperatura mite, e con temporali di tanto in tanto. Credo che l'autunno sia molto propizio per i viaggi: a me piace tanto l'autunno; è tanto tempo che penso che un tuo viaggio farebbe bene a te e ad altri. Certo che la educazione (la pedagogia ne è l'arte appoggiata a principi filosofici e ad esperienze psicologiche e sociali) è lo sviluppo della vita morale: diciamo morale per la nota prevalente e finalistica; si capisce che tutti gli elementi della vita partecipano alla educazione, anche la vita fisica. E proprio nello studio della pedagogia si vedrà meglio il fondo di verità e di realtà che c'è nel neo-sintetismo. In Francia vi sono i primi sintomi di reazione al rigidismo della neo-scolastica, almeno così mi assicura 1'Abbé Lugan. Manda ancora le tue cartoline qui all'Hotel Perreyve. Un abbraccio di cuore da entrambi, tuo Luigi
ANNO 1928
270 Piazza h e r i n a , 7
agosto 1928
Carissimo fratello, l'ultima tua è del 2. Spero che la posta del pomeriggio mi rechi le vostre nuove. I o sto bene. I1 caldo persiste alto. Oggi però c'è del vento e delle nuvole che fanno presagire, se non pioggia, almeno un po' di fresco. Come ti scrissi, io sono in una relativa solitudine di riposo, perché il seminario è a Gela, Vincenzino a Tunisi (Cattedrale), dove predica la quindicina della Madonna di Trapani. Sicché si lavora poco, e così si avverte meno il caldo, e si sta un po' più con Dio. È cosi soave aver più tempo da consacrare alla preghiera! Qui si celebra la novena dell'Assunta, cosa che cresce il culto, ma diminuisce il lavoro. E poi lo stesso caldo distoglie dagli affari. Io col pensiero torno spesso accanto a te. E vorrei dirti tante cose. Spero che te le dica per me il tuo angelo custode. Questa la mando al solito indirizzo, e spero che o ti trovi o ti raggiunga. Nelina come sta? Perché non mi scrive? Don Giovanni, verso la fine del mese, farà il pellegrinaggio a Lourdes, unendosi a un gran pellegrinaggio italiano. Se tu non fossi troppo lontano, potrebbe venire a trovarti. Ho speciale bisogno di preghiere; e conto assai sulle vostre. Vi abbraccio e vi prego di non mi far desiderare le vostre nuove t Mario
Paris, 7 agosto C19281
Carissimo fratello, anche questa da Parigi: si comprende che i miei bagni sono più di sole che di mare, secondo le prescrizioni mediche. Ma ancora sono lontano dal mare per varie ragioni inutili a scrivere. Forse partiremo domani. Stiamo bene. La questione dell'irrazionale o meglio a-razionale è interessante e merita di essere approfondita, specialmente al lume del tuo sistema. Gli scolastici aristotelici tutto spiegavano o riducevano a spiegazioni aprioristiche e universali. Volevano rarionalizzare a loro modo. Poi si sviluppò la scienza
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LUIGI E MARIO STURZO
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sperimentale, e tali scienziati vollero razionalizzare tutto secondo l'esperienza. Ora ci sono gli idealisti, e razionalizzano tutto secondo la loro direttiva. Sono errori di metodo e di sostanza, perché non tengono conto dell'irrazionale: cioè quel margine di realtà (che è la maggior parte) che non si lascia razionalizzare, cioè entrare in un quadro logico, perché o è irrazionalizzabile, o sfugge a una determinata categorizzazione. Noi conosciamo che vi sono esseri viventi; ma non troviamo la vera ragione della vita; la categorizziamo esternamente, ma non ne penetriamo la natura. I1 margine di irrazionalità è maggiore del margine di razionalità. Gli idealisti diranno è lo spirito; i biologisti è la natura vivente. Sono modi di classificazione aprioristica come quelli degli aristotelici del sec. XIV '. N6 più e né meno. Io spero che tu non vorrai dare al tuo sistema il tono dell'intellettualismo che spiega tutto, perché noi non possiamo ridurre tutto al nostro ragionamento. La categorizzazione è un fatto subiettivo, che serve a farci comprendere relazioni o rapporti di quel poco che per noi è razionabile. Così io penso. E ti prego di guardare ciò al gran lume del tuo sistema. Un abbraccio, tuo Luigi
LETTERA 271. 1. Ci si riferisce qui con ogni probabilità al movimento di pensiero che viene detto nominalismo e che ha in Guglielmo di Occam (1295-1300 - circa 1350) il suo massimo esponente. Questi nella disputa sugli universali negò che ai termini che si riferiscono ad un numero indefinito e infinito di individui corrispondessero concetti, owero per così dire realtà razionali precedenti e giustificanti la determinatezza degli individui, e che ai concetti corrispondessero realtà esistenti separatamente dagli individui. Questa critica del carattere apriorico e della realtà metafisica degli universali se contribul a far volgere una maggiore attenzione verso l'esperienza e la sua determinatezza, nell'ottica di Stuno portò pure ad una riduzione del senso generale dell'esistenza a quello che si rivela in funzione deila determinazione del dato di esperienza ai fini della categorizzazione logica della realtà. Ne conseguirebbe un grande sfono di astrazione diretto ad una unitaria sistemazione logica del mondo, ma anche la soppressione dell'esperienza della trascendenza deil'essere al di là delia funzione definitoria di ogni determinazione logica dell'esistenza. Di qui la critica al razionalismo e astrattismo di questa filosofia: per Sturzo si perderebbe l'esperienza profonda del reale in sé e per sé, che invece si manifesta per così dire al di là della ragione, non nel razionale dunque, ma neU'irrazionale. Diventa chiaro così che Stuao per irrazionale non intende soggettivo, ma anzi aii'op posto il rivelarsi stesso dell'essenza deila realtà.
ANNO
1928
272 Piazza Armerina, 11 agosto 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto le tue cartoline del 2 e del 5. Godo che state bene. Sto bene anch'io. Abbiamo avuto due giorni di fresco autunnale. Oggi caldo daccapo. Ho mandato il libro a Lugan e a C. Conforme gli accordi presi con Nelina ho mandato ad Agrigento alla superiora dello Schifano lire seicento, annata del canone della nostra cara e santa sorella suor Giuseppina, come tributo d'affetto, e perché fossero mantenuti gl'impegni presi dalla sorella mentre era in vita. Me le son fatte mandare da D, Ciccio Piazza. Ricevetti la lettera di Nelina speditami a Gela, e mandai la sua a D. Giacomo. I o ho deciso di non andare a Gela quest'anno, perché gli affari non me lo permettono. Del resto fo qui i bagni e sto bene. Hai visto Vaussard? Kicevette i iasc. della rivista? Se lo vedi ancora, ossequialo per me. Che dicono costà del libro di Maritain su Cartesio, Rousseau e Lutero '? Prega per me assai come io faccio per te e per la sorella. Vostro t Mario
Hyères la plage, 11 agosto 119281 Maritima H6tel (Var, France)
Carissimo fratello, siamo arrivati qui; un bel punto di riposo, di sole, mare e pineta. Speriamo che ci giovi. Mandaci tue notizie. Noi stiamo bene, si capisce, un po' fatigati dal viaggio con un caldo eccezionale. Ci sembra il caldo di Gela senza l'umido del ponente. Un abbraccio Luigi - Nelina
LETTERA 272. 1. J. IMARITAIN, Trois réformateurs: Luther, Descartes, Rousseau, Plon, Paris 1925. LETTERA273. * Cartolina illustrata: Plage d'Hyères.
LUIGI E MARIO STURZO
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Piazza Annerina, 12 agosto 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua del 7 . Osservo che la parola a-razionale è inutile, avendo irrazionale anche questo senso. Aggiungo che la razionalità non può riguardare l'oggetto, ma solo l'atto. Ed ha senso nelle filosofie separatistiche. Così la sensazione aristotelica, nel suo primo momento sarebbe irrazionale. Invece quel margine di cui parli tu, non è che parziale ignoranza. Nota la parola. Cos'è la vita? Non si sa ancora. Si sa però che è ciò che fa vivi dati esseri. Questa è conoscenza parziale e parziale ignoranza. E così, secondo i casi, è sempre la nostra conoscenza, perché è relativa. Però noi non possiamo parlare della nostra ignoranza che in rapporto alla nostra conoscenza. Le cose che ci son del tutto ignote, per noi son come se non fossero. I1 sintetismo certamente versa molta luce su questo problema, posto così, perché esso mostra che la nostra conoscenza, in quanto razionale, è costruttiva, e non percettiva delle essenze, come volle Aristotele. Costruire è razionalizzare lo stesso razionale, cioè, svolgere sistematicamente la conoscenza. Ciò io dico nel mio libro. Sto bene. A Gela non vado, già te l'ho scritto. Vi abbraccio, vostro t Mario
Piazza Armerina, 16 agosto 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua cartolina da Parigi; ora ricevo l'altra da Hyères. Auguro a te e a Nelina i1 più efficace giovamento. I o non andrò a Gela. Avendo superato qui le sofferenze del caldo, non voglio espormi a trovarle di nuovo a Gela. Faccio i bagni con profitto e godo delle belle mattinate oramai quasi sempre fresche. H o fatto i pontificali della festa della Nostra Patrona, Maria Assunta. Ora non ci son altri bagni a vapore da prendere. Ce ne sarebbero certamente a Gela. Aspetto che la temperatura si faccia più mite,
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per riprendere i miei lavori interrotti e dar mano al lavoro sull'educazione, che più d'ogni altro mi alletta. Ripenso alla teoria di Meyerson. Io ritengo che il principio sia mal posto. Non è né l'identità né la differenza che genera la conoscenza vera, ma la categorizzazione fisica in sintesi con la logica. Meyerson pone un principio inattuabile. Infatti se conoscere è identificare, la prima conoscenza a cui si debbono identificare le altre, a quale conoscenza si identifica? Certo a nessuna, proprio perché è la prima. Quando rileggerai il mio libro, spero, mi darai ragione. H o in mano i due libri su Blondel. Te ne parlerò. Vi abbraccio t Mario
Hyères, 18 agosto 1928
Carissimo fratello, del libro di Maritain su Cartesio l , ecc. si dice quel che si dice degli altri: chi lo esalta esageratamente e chi lo trova antistorico: in Germania sai bene che l'editore di Maritain ci ha perduto il capitale, perché là, per fortuna, non piace. Ora si tenta introdurlo in Inghilterra, ma credo che l'ambiente non è adatto. In Francia ha espresso un momento della reazione del pensiero, sostenuto dal1'Action Franqaise e dagl'integristi. Ora non pare che la sua voga continui. Vidi Vaussard prima di partire da Parigi, ma in fretta e per altri affari. Egli arrivava appena dalla Settimana Missionaria di Juilly. Spero di rivederlo al ritorno. Credo che ti scriverà. Vidi Dequinelle e M.me che ti ossequiano tanto. Noi siamo bene, in pieno sole e caldo, però temperato dalla brezza marina e dai venti quasi sempre freschi. Se non prendi un po' d'aria diversa, ed è necessario di tanto in tanto, quando Nelina sarà a casa, vedete di andare per venti giorni in campagna. È troppo stare sempre in un posto e non fa bene. Inutile dirti che potresti trovare aria buona a Roma o altrove, che ti farebbe bene, in autunno. Manda una copia del tuo libro al i(Journal of Philosophical Studies D, British Institute of Philosophical Studies, Macmillan and C. Ltd. London. Spero che facciano una recensione. L'hai spedito a Crespi LETTERA276.
1. Cfr. lettera 272 nota.
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o dovrò darlo io? Vorrei scriverti del sacro, è un problema per me non esaurito e ci ritorno spesso. Lo farò altra volta. Un abbraccio da entrambi Luigi
Piazza Arrnerina, 19 agosto 1928
Carissimo fratello, la tua ultima è dell'll, qui giunta il 16. Spero che la posta mi rechi le vostre nuove. Nell'attesa della medesima, scrivo la presente. I1 tempo è sempre caldo. Io però ho una leggera flussione, la mia solita flussione (o raffreddore) che mi torna ogni tre o quattro mesi. E questa volta mi torna dopo cinque. Poca cosa, che mi fa stare in casa un paio di giorni e mi fa ora sospendere i bagni. Leggo 1'Archambault su Blondel. Parmi che tutta la filosofia di Blondel si aggira su due problemi o preoccupazioni: il problema della conoscenza dell'estrasoggettivo come estrasoggettivo, e il problema del trascendente. I quali problemi, secondo me, per quella via non si risolvono. Arriva la posta, ma non reca tue nuove. Nel pomeriggio non c'è distribuzione, perché è domenica. E occorre aspettare il nuovo giorno. Vincenzo è tornato da Tunisi pieno di q e ! cdcre e YeY2 gbia d'aver bene lavorato. Ti saluta. Torno alla filosofia. Parmi che quei problemi e tutti gli altri non si possono risolvere se non s'ammette l'unità originaria di sensazione e intellezione. Se ciò si nega, si cade logicamente nell'idealismo. Voler ciò negare e rimanere realisti e duafsti non è possibile. Questo libro mi darà materia copiosa a studi per la rivista. I1 fasc. 5 di questa uscirà nei primi di settembre. Con Nelina divertiti. E io vi abbraccio, aff .mo f. Mario
Hyères, 19 agosto 1928
Carissimo fratello, ricevo qui la tua del 12, e riprendo la conversazione sull'irrazionale, che mi interessa molto. Tu dici che il margine di incono-
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sciuto e inconoscibile è una parziale ignoranza. A me sembra che la parola ignoranza meglio si usa a indicare una privazione personale di ciò che altri possiede, cioè la scienza o conoscenza. Comunque non esprime il concetto che io credo si debba bene marcare, di quel che non è razionalizzato, cioè categorizzato, classificato, messo in rapporto, inquadrato nella conoscenza generale, il che, subiettivamente, è razionalizzare e razionale. Secondo me noi conosciamo rapporti e conosciamo per rapporti e quando abbiamo trovati gli uni e usati ad ulteriori conoscenze, si ingrandisce il margine di quel che non si può conoscere per rapporto a quel che si conosce. Questo diciamo irrazionale; ed è perenne nella conoscenza umana, e qualunque stadio di cultura di uomini personalmente, o di popoli o di razze, non diminuirà mai questo margine, ma secondo me, aumenterà, come aumenta la conoscenza dei rapporti. L'irrazionale, secondo me, non è il puro sensitivo, che nell'uomo non si dà puro, ma il senso che non tutte le conoscenze di fatto si possono spiegare, né renderle al lume di ragione, e il senso che esiste un margine di non conoscibilità e di non categorizzabilità. Questo è nelle scienze, nell'arte, nella filosofia, nella vita comune. Come ci occupiamo delle conoscenze razionalizzabili, dobbiamo occuparci delle conoscenze, o intuizioni non razionalizzabili. Di qui derivano molte teorie e molti errori del pensiero moderno. Stiamo bene e parliamo sempre di te e ti abbracciamo di cuore Luigi
Piazza Armerina, 22 agosto 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua desiderata cartolina, giacché erano trascorsi cinque giorni dall'ultima. Godo immensamente del vostro godere. La mia flussione è passata. È stata più lieve delle solite. Fra qualche giorno riprenderò i bagni. Frattanto ho cominciato a lavorare attorno d'argomento dell'educazione che tanto mi seduce, giacché il tempo si è fatto più mite. Del resto siamo alla fine del polveroso agosto, e il fresco d'autunno non si dovrà far desiderare molto. Dove è codesta benedetta Hyères? Nel mio atlante (piccolo in verità) non la trovo. D. Giovanni è partito pel
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pellegrinaggio a Lourdes. In sua vece ho la compagnia di Totò Caruso, il lazzarista, che fa le sue vacanze in Sicilia. In Blondel c'è del sintetismo, ma non se ne cava tutto il profitto. È uno sforzo, un po' come quello di Rosmini (dico il lavoro di Blondel) di voler mettersi nel terreno del pensiero moderno, pur restando realista. Conato vano! A Nelina mando i più affettuosi saluti col desiderio di rivederla. E spero che anche te potrò venire a rivedere. Vostro t Mario
P. S. - Circa il libro non mi ha risposto né 1'Abbé Pierre né Gilson.
Hyères, 23 agosto 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 19. Spero che il raffreddore sarà passato. Ti ho scritto il 16, 18, e 19 e Nelina il 20. Noi stiamo bene, il tempo è molto favorevole alle nostre vacanze. La iilosofia di Blondel è principalmente basata sul volontarismo l; e deriva da elz LaprUne2. T,?afieccl,i pU?&fic& pureccbi &n-n- fa taEt9
LETTERA 28O. 1. Maurice Biondei ( i 8 b i - i W j , fiiosoio cattoiico, fu professore ad Aix-en-Prove dal 1895. La sua filosofia tese da un lato a sostenere che la logica trova il proprio significato se interpretata nel processo stesso del vivere, neii'azione, dall'altro lato, a mostrare il manifestarsi della trascendenza a partire dalla struttura ontologica deii'azione, a partire dall'esperienza del trascendimento che qualifica quest'ultima e dalla dialettica di finitezza e di infinitezza che in essa si manifesta. Blondel cercò di conseguenza di giustificare la fede religiosa e cristiana fondandola nella stessa attivid di coscienza dell'uomo. La sua filosofia trova i suoi motivi fondamentali già nella tesi di dottorato L'Action del 1893 e contribuì al risveglio in quegli anni degli studi religiosi che in altro modo, ma a partire da esigenze analoghe, si d e s t ò per l'opera dei modemisti francesi. 2. Léon Ollé-Laprune (1839-1898), filosofo cattolico, fu professore presso l'École normale dove fu suo allievo il Blondel. Di fronte al fenomenismo che tendeva a porre come limite e inizio della conoscenza i dati oggettivi nella loro particolarità e fiitezza, rivendicò la funzione dell'introspezione per fondare un autentico conoscere che desse ragione dell'unità dell'esperienza che si rivela al di là dei semplici dati (La philosophie et le temps présent, 1890; La raison et le rationalisme, 1906). Questo motivo della sua filosofia fu interpretato in modo tale che in Laprune fu visto un iniziatore del movimento modernista. Tuttavia più corretto è pensare, data la ortodossia deila sua fede, ad una sua influenza verso quella che sarà la filosofia deii'azione.
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Blondel che... di Ollé-Laprune 4. Da loro deriva Laberthonnière Fu interessante questo movimento come reazione all'intellettualismo e all'intuizionismo. Non ho letto il libro dell'tlrchambault. Torno sull'idea del sacro. Non si può negare che sia un rapporto non confondibile né col vero, né col bene, né col bello. Di ogni altro rapporto, si può dare la classifica, di vero, bene e bello, esaurendolo; il sacro non si esaurisce, occorre una nota specifica a sé: il che vuol dire che ha una sua entità irriducibile ad altri. Tu affermi che così si va verso l'immanentismo. Io non lo vedo: messo nella stessa valutazione di vero o di bene o di bello, come non si va verso l'immanentismo, affermando quelle tre categorie, così non si va affermando la quarta. Tu dici che le tre categorie sono espressioni immediate, mentre il sacro è espressione mediata. I o non trovo una mediazione, cioè un'idea intermedia che mi produca l'idea del sacro. I1 sopraumano, il misterioso, genera l'idea del sacro, in forma imprecisa, come in forma imprecisa genera l'idea della Divinità. Penso che sarebbe bene tornare su questo argomento, che può essere di grande importanza. O io mi inganno. Un abbraccio di cuore da entrambi, tuo Luigi 28 1 Piazza Armerina, 24 agosto 1928
Carissimo fratello, non arrivo a comprendere come possa appassionarti del problema dell'irrazionale, che è solo una stortura filosofica. L'oggetto 3. M. BLONDEL, L'azione - Saggio di una critica della vita e di una scienza della pratica, Vallecchi, Firenze 1921. 4. L. OLLÉ-LAPRUNE, Il valore della vita, Vallecchi, Firenze 1922. 5. Lucien Laberthonnière (1860-1932), filosofo cattolico, fu allievo del Boutroux e direttore degli « A ~ d e de s philosophie chrétienne » dal 1905 al 1913. La sua filosofia (Essais de philosophie religieuse, 1903; Théorie de I'éducation, 1901; Le réalisme chrétien et I'idéalisme grec, 1904) riprese i motivi fondamentali del pensiero moderno sostenendo che il criterio di verità dell'esperienza va ricercato nella coscienza e nel senso dell'esistenza quale lo possiamo cogliere. Sostenendo così che la conoscenza dell'essere non ci viene dal di fuori, tese con i modernisti a concepire la fede come esperienza interiore e non come adesione dell'intelletto alla verità rivelata. Fu per questo invitato dalla Chiesa al silenzio che egli osservò pur continuando i suoi studi nella medesima prospettiva filosofica.
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LUIGI E MARIO STURZO
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non è né razionale né irrazionale, in quanto oggetto; è termine di conoscenza. Razionale o irrazionale è solo il soggetto conoscente, secondo che è uomo o bruto. La conoscenza umana è sempre razionale. Però non sempre arriva all'ultima definizione, e perciò è un misto di conoscenza e ignoranza. Cos'è la luce? È ciò che illumina e prima è ciò che splende. Come è formata? Ancora la scienza non lo sa. E nessuno con esattezza direbl4e che l'ultima definizione della luce sia irrazionale. La luce è forza (una categoria); è vibrazione (altra categoria); è materia e non spirito (terza categoria) e via dicendo. Logicamente la nozione di luce vive in tutte le vere categorie che sono le idee. Però la definizione o determinazione di natura non si fa con le idee (categorie logiche), ma con le categorie fisiche che son sintesi di idee e intuizioni. Né noi parliamo del puro ignoto, che è come se non fosse per noi, ma dell'aspetto ignoto nel noto, della definizione ultima che cerchiamo, nella definizione meno determinata che possediamo. Sto bene. Prego per voi, vi auguro ogni bene e vi abbraccio, vostro iMario
Hyères, 26 agosto 1928
Cgrissimn frd!e, ho ricevuto la tua del 22 e godiamo che la flussione è già passata. Noi bene, come il tempo bello; continueremo ancora a stare qui forse fino alla bambina '. Dopo mi scriverai a Parigi all'H6tel Perreyve - 63, rue Madame, come per il passato. Tanti saluti a Totò Caruso. L'Abbé Pierre darà la risposta definitiva a me al mio ritorno; egli però non inizierebbe il lavoro che ad ottobre: per ora sono vacanze, e nessuno pensa a lavorare: tu solo fai eccezione. È evidente che la categorizzazione è la vera conoscenza umana; ma non si arriva a ciò se non per il pro'cesso di identità e differenza; processo così bene descritto nel tuo libro. Quando poi tu dici « la categorizzazione fisica in sintesi con la logica » non mi sembra che usi un termine esatto: la categorizzazione è sempre loLETTERA 282. 1. Cfr. lettera 292, nota.
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gica: i dati possono essere fisici o metafisici, psichici o mistici, non importa, non formano sintesi categoriali, ma dànno l'elemento materiale alla sintesi logica. Così sembra a me. L'identificare è passare da un primo noto, quale esso sia, ad un termine di paragone: il simile o similabile dà un riferimento; il dissimile non dà un riferimento, se non in quanto è in parte simile: il margine è l'irrazionale. Il primo similabile siamo noi stessi, in quanto esistenti e pensanti, impossibile cominciare da altri. A me sembra che ciò risponde alle tue idee, benché esposte in altri termini. Ma come ti ho detto, ritornando a Londra rileggerò di un fiato il tuo libro: e lo stampato è più assimilabile dello scritto o del ciclostilato. Un abbraccio di cuore d a entrambi, tuo Luigi
Piazza Armerina, 28 agosto 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto tutte le tue cartoline e quella di Nelina. Vi sono grato dell'affetto e godo che state bene. I o sto bene. I1 raffreddore andò via più presto del solito. Mi ha scritto una cartolina Lugan. Dice che come vecchio professore di filosofia, s'è affrettato a trovare i punti essenziali. E soggiunge: « Je tiens à vous dire que votre travail m'a paru tout à fait intéressant et il marquera. Vous etes un scolastique qui en termes scolastiques dit aux tomistes ce qu'ils doivent savoir ». Dice poi che avrà l'occasione di parlar del mio libro in Francia, Inghilterra, America e altrove. Merita d'esser tradotto, ma occorre fare al traduttore condizioni precise e ferme ... Le mie idee son le vostre. Così conchiude. Dunque non sarà lui il traduttore? Ma a questo ci penserai tu. Bruni mi ha mandato il suo libro che leggerò subito '. E vengo al sacro. Confermando quanto ho scritto altre volte, dico che il vero investe tutta la conoscenza (che è sempre o vera o errata), il bene tutta la pratica, che è sempre buona o cattiva; il bello tutta l'ammirazione, che è sempre tale o il suo contrario. Ciò avviene perché qualunque oggetto è oggetto dell'unico atto, unità sintetica, e ogni atto è atto di conoLETTERA283. 1. G. BRUNI,Riflessioni sulla scolastica, cit.
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scenza, affettività, liricità. Il sacro ha un solo oggetto: Dio. Sicché non si può dire che il nostro atto sia sempre o pio o empio. A Dio (conoscenza) non si arriva per intuizione (percezione), ma per ragionamento. Ecco la limitazione e la mediatezza. Chi dice il contrario è o idealista o immanentista. Abbracci, tuo t Mario
Hyères, 28 agosto 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 24 e rispondo subito per darti nostre notizie che sono buone; il tempo magnifico, la temperatura mite, e calda. Purtroppo si avvicina il giorno della partenza, dopo la Bambina. Nelina è tanto contenta di questo ambiente. Tu ti meravigli del mio insistere sul problema dell'irrazionale; ma, credimi, non è un problema da trascurare. Oggi siamo su due punti differenti, a parole credo: ma non c'è più modo di continuare la conversazione epistolare. Ci ritornerò più in là. L'irrazionale è la costante ombra della conoscenza; è subiettiva, non obiettiva e non è l'ignoranza: ,P mai -ybc&Je. rimi claccifiyueeta 2 vil?cibi!c, !'ii-razisna!e -a"' '----~azionelo porta con sé. Ecco il mio punto di vista centrale. Ma è megiio che ci ritornerò più là, dopo avere riletto il tu" libro, afiche per accostumarmi meglio al tuo linguaggio. Desidero sapere se Gilson ti ha risposto. Mi ha scritto Lugan, molto entusiasta del tuo libro e mi dice che 1'Abbé Pierre è titubante e occorre insistere con lui. Me ne occuperò a Parigi. Un abbraccio da entrambi, tuo Luigi
[Plage d'Hyères], 30 agosto 1928
Carissimo il nostro pensiero è con te; e la bellezza di questo cielo e di questo mare non è completa, perché la famiglia non è completa. Ma sei con noi presente in spirito. Oggi comincia la Novena della LETTERA285. * Cartolina illustrata: Plage d'Hyères.
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Bambina; i miei ricordi di un tempo sono vivissimi. H o cominciato una Novena di Messe secondo la nostra intenzione. Fa ancora caldo costà? Qui c'è sempre un tempo mite. Nelina ti ha scritto ieri una lettera. Pensiamo che prima di decidere sull'affare di che [sicl ti parla, sarà meglio attendere il suo ritorno. Del resto non urge e son cose lente. Un abbraccio da entrambi tuo Luigi
Piazza Armerina, 31 agosto 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua del 26. Sto bene. Ho ripreso i bagni. I1 caldo è ai gradi più alti. Siamo in Africa. Pure lo sopporto bene e a volte mi piace. Bisogna dire che il Sedobiol mi fece miracoli, perché da quella breve cura il caldo non mi è più riuscito né dannoso né sgradevole. La sola categorizzazione logica non sarebbe la conoscenza. Cosa saprei io d'un essere per le categorie di simile e diverso, quantità, qualità, unità, molteplicità, ecc. ecc.? Senza l'elemento fisico non c'è conoscenza. Or questo elemento è individualità. Occorre perciò ridurlo a generalità cioè, categorizzarlo fisicamente. Così dicendo minerale o vegetale o animale, un concretamento è fatto. Siano o no prowisorie queste categorie, son necessarie. E le chiamo categorie, perché il loro ufficio è analogo alle altre. Però che chiamo categorie fisiche. Dopo ciò occorre arrivare all'individuo. E a ciò giova ed è necessario il nome. Ma non si ha conoscenza che nella sintesi di tutti questi elementi. Tu hai sempre combattuto le categorie fisiche, e in ciò io ho visto un preconcetto. La scienza potrà affinarne e precisarne la nozione; non sopprimerle. A Nelina scrissi una lettera. E con essa ti abbraccio Mario
Hyères, 1 settembre [l9281
Carissimo fratello, non ho più cartoline intere e qui è difficile averle. Ti scrivo in questa. Godiamo che stai bene. Lugan non comprende compleLETTERA287.
*
Cartolina illustrata: Plage d'Hyères.
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LUIGI E MARIO STURZO
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tamente l'italiano per fare il traduttore. L'Abbé Pierre mi darà una risposta e vorrà fatte condizioni chiare. È il senso di quel che scrive Lugan, per un incidente occorsogli per il « Correspondant » l, che pubblicò un mio articolo. I1 Sacro investe tutti i rapporti con la Divinità; a Dio non si arriva solo col ragionamento, ma principalmente; altrimenti si cade nell'intellettualismo. Ci ritornerò. Dacci notizie di te, ne siamo sempre ansiosi specialmente in questi giorni. Un abbraccio da entrambi, tuo Luigi
Piazza Arrnerina, 3 settembre 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la lettera dell'amata sorella, ora ricevo la tua cartolina. Godo immensamente del prospero decorso della vostra villeggiatura. Circa l'irrazionale, tu già ammetti la sua soggettività e così, volere o no, lo caratterizzi come stato di conoscenza, e con questo come relativa ignoranza. E la relativa ignoranza sicuro che è come l'ombra che accompagna sempre la conoscenza, perché questa è sempre relativa. Ombre non ci sarebbero, se iosse assoiuta e puramente attuale. Tu dici che l'ignoranza è vincibile. Sempre? Tutta? No, certamente. I o poi ricordo averti scritto che l'ignoranza non è mai assoluta ed è sempre un aspetto della conoscenza: è l'ombra sua, per usar la tua immagine. Giacché di ciò che è del tutto fuori della conoscenza, noi non possiamo ragionare né discutere. E solo possiamo distinguere tra puramente e relativamente ignoto. O r quel che ti appassiona, è appunto il relativamente ignoto, cioè, quell'aspetto della conoscenza, che, in atto, resta nell'ombra. È certo qualche cosa, è avvertito il suo esserci e non si sa cosa sia. La quale ombra, come ho detto, ci sarà sempre. Reco un esempio. Quando si sconosceva il radio dell'acqua, e si notava che certe acque avevano alla sorgente una virtù curativa, che perdevano in
1. L. STURZO, LIconscience moderne et la critique du droit de guerre, in « Le &rrespondant », 25 maggio 1928, p. 253.
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gran parte, conservate nelle bottiglie; il radio ero sconosciuto e noto; sconosciuto come radio, noto come elemento curativo, pel fatto. Lo spazio mi manca e mi fermo per tornarci su alla prossima. Sto bene e vi abbraccio t Mario
Hyères, 3 settembre 1928
Carissimo fratello, siamo già agli sgoccioli della bella e tiepida villeggiatura. Qui si capisce che siamo in settembre, il termometro comincia a scendere, ma stamane è stato splendido il sole e il mare; oggi no: vento. Cosi per pochi giorni ancora. Avrò tue notizie a Parigi - all'H6tel Perreyve 63 rue Madarne. Non sapendo quando andrai a casa, ti scrivo a Piazza, e così di seguito. Un po' di filosofia. Le categorie fisiche per me non sono vere categorie, ma approssimazioni, sistemazioni, classificazioni. I n quanto servono alla conoscenza dell'individuo, sono astrazioni logiche. Ma tutto ciò è modo di esprimere: posso accettare il tuo, benché non mi soddisfi. Tale classificazione è scientifica e non filosofica. È lo stesso di quel sociologo storico, che cerca di classificare gli istituti umani, i periodi storici, le correnti economiche e le varie leggi, ecc. per fare comprendere il fatto particolare-individuale. Puoi chiamarle categorie storiche o sociologiche, ma lascierei ai sociologi questo incarico e non ne farei un capo di logica, se non quando applichi a tali fatti e a tali classifiche la ragione logica della conoscenza. Tanto il mondo fisico quanto il mondo storico si compenetrano e sono oggetto della conoscenza. La filosofia fa le sue classifiche o categorie, owero utilizza quelle che fanno scienziati e storici. Potremmo essere d'accordo e forse lo siamo, ma la terminologia non mi soddisfa. Nelina ti rispose subito. Io non sono del tuo parere. Tornerò a scrivertene più in là. Un abbraccio da entrambi, tuo Luigi
LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO
Piazza Armerina, 5 settembre 1928
Carissimo fratello, continuo il discorso rimasto incompleto per mancanza di spazio. La nostra conoscenza è rapportuale, perché noi non conosciamo intuitivamente la natura delle cose, ma « componendo et dividendo », come dice S. Tommaso. E perciò la nostra conoscenza è progressiva. O r ecco il punto nuovo. La nostra conoscenza ha in sé la ragione della progressività, perché i problemi che risolviamo, generano dal lor seno i nuovi problemi che, conoscendo, poniamo. Dei quali problemi noi diamo sempre una qualche soluzione. Quando questa è ipotesi di studio, siamo nel periodo delle ricerche. (2 il tuo irrazionale). Ma anche queste ipotesi generano moto e conquiste relative o preparazione di conquiste. Appena ne troviamo la soluzione, determiniamo i rapporti, e con ciò li modifichiamo, e con questo modifichiamo una serie di altri rapporti connessi. E con ciò poniamo nuovi problemi, senza fine. Tutto ciò è razionalismo; ed è il margine oscuro d'ombra che accompagna la luce della conoscenza e che con questo si allarga. Noi dunque siamo come trascinati a cercar sempre dal dinamismo della rapportualità. Se questo mancasse, mancherebbe in noi ia conoscenza o sare'bbe statica. Questa è la mia teoria come correzione dell'irrazionale, che mi ripugna. C'è nel mio libro, non però sotto questa luce '. Ora aspetto la tua critica. Sto bene. I1 fresco è venuto con la pioggia. Abbracci Mario
t
LETTERA 290. 1. Così Mario S t u m sintetizza la sua concezione circa i1 superamento delle contrapposizioni fra razionale e irrazionale, intuizione e intelletto: « Le indagini svolte nelle sezioni precedenti ci hanno fatto superare ogni teoria separatistica e, con ciò, ci hanno fatto superare quanto nelle vecchie teorie si affermava di conoscitività nelle funzioni pratiche, appetitive e volitive. Con ciò siamo venuti alla conclusione, quanto mai interessante, che nell'uomo non c'è che una sola funzione conoscitiva, e questa è la intuitiva-idealizzante-ragionante. L'uomo coglie la realtà fisica per via di intuizione e idealizzazione e coglie la realtà spirituale per via di ragionamento sugli elemenri dell'intuizione. Coglie le sue esigenze pratiche sensitive per via di sensazione, e le sue esigenze pratiche volitive per via d'intellezione. Tutto ciò fa l'uomo nella più decisa unità, che è anche molteplicità, non fuori, ma dentro dell'unità. I1 che vuol dire che tutta la vita cosciente dell'uomo è tale per l'unica funzione conoscitiva, che è intuizione-idealizzazione, e che fuori di questa funzione non c'è in lui altra funzione conoscitiva sia parallela, sia successiva.
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Piazza Armerina, 6 settembre 1928
Carissimo fratello, Gilson mi ha risposto tra svogliato e scortese. Ha ricevuto la rivista e il libro, ma non li ha letti. Pel tipografo dice di rivolgermi allo stesso. Circa la richiesta di due parole di prefazione-presentazione, nulla. Alla conoscenza di Dio si va solo con la conoscenza. Né questo è intellettualismo, perché per me l'atto conoscitivo è unità sintetica. Con ciò voglio dire che prima d'aver conosciuto Dio, non si hanno esigenze di Lui. L'uomo tende a Dio, quando lo ha conosciuto. La tendenza naturale alla perennità, non è tendenza d'eterno, ma sentimento di conservazione. L'uomo rifugge dalla morte. Ecco tutto. Dico anche di più. L'uomo che non conosce Dio, se gli fosse annunziata l'immortalità nel mondo, si spaventerebbe e ne caverebbe dolore. L'uomo poi arriva a Dio per esigenze intellettive, cioè, perché vuole spiegarsi il fatto del cominciamento. Ne deduco quello che già ti scrissi, che la categoria del divino non è primitiva, come quella del vero ecc., ma derivata. Per convincertene, mettiti nello stato ipotetico di sconoscere Dio. Sto bene. I1 tempo è fresco e nuvoloso. Ci sono state delle piogge. E si sente l'autunno. Divertitevi e state sani. E pregate per me, come io faccio per voi. Abbracci. Vostro JF Mario
[Hyères], 7 settembre 1928
Carissimo fratello, oggi ho terminato la novena delle SS. messe secondo la tua intenzione. Domani festa della Bambina ', il 12 il S. nome di Maria, Ciò provato è anche provato che una funzione estetica, derivante da un principio intellettivo specifico, non è ammissibile ». Cfr. M. STURZO,Il neo-sintefismo, cit., pp. 340-341. LETTERA292. 1. La Festa della Bambina si celebra tutt'ora nel seminario di Caitagirone, di cui è patrona, 1'8 settembre, festa della nativita di Maria. Luigi Stuno, da chierico scrisse dei versi, poi musicati dai maestro Vincenzo Cona e che sono ancora cantati durante la festa.
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tuo onomastico: quanti giorni soavi. E sono sempre con te. Ricevo la tua cartolina del 3 - godo che stai bene - spero che anche sei del nostro parere. Desidero qualche accenno. Ti scriverò da Parigi dove spero trovare tue notizie. Torno sull'irrazionale, per vedere di definirlo meglio come io lo sento. Per me non è la mancanza di conoscenza di quel che col decorso del tempo o l'individuo o l'umanità potranno arrivare a conoscere, come il fatto del sistema solare o del radio, ma è invece quella mancanza di spiegazioni razionali, dal punto di vista intellettivo o della ragione ragionante in ogni conoscenza o sistema di conoscenze, che accompagna l'uomo individuo per tutta la sua vita (sia o no scienziato) e l'umanità in tutti i suoi stadi. Questo non è obbiettivamente l'inconoscibile, né il mistero, ma subiettivamente l'irrazionale. Io non lo assimilo all'ignoranza, perché il passaggio dalla ignoranza alla conoscenza è razionalità, mentre l'ignoranza pura non è niente per noi. Credo così d'essermi spiegato. Non mi soddisfa la frase ignoranza relativa, perché indica sempre la esigenza alla conoscenza sia pure relativa. Come mi piacerebbe potere discutere con te a lungo di tanti interessanti argomenti, che forse per te non sono così interessanti come per me. I o poi nelle cartoline mi esprimo come mi viene, senza cura di un linguaggio esatto. La cartolina si scrive sempre in fretta. Stiamo bene. l i rinnoviamo i più affettuosi auguri. Un abbraccio da entrambi Luigi
Piazza Armenna, 9 settembre 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 3. A Caltagirone non vado per ora. A Dio piacendo, andrò al ritorno di Nelina. Voi non avete compreso la mia lettera. Io non esprimevo nulla di deciso, ma pensieri ed ipotesi, che forse resteranno sempre tali. E vengo alle categorie fisiche. La parola categoria significa classe. E ci sono le classificazioni logiche e le fisiche, e negarlo sarebbe impossibile. I1 filosofo trova la nozione di categorie, tanto logiche che fisiche; lo scienziato precisa quali esseri formino una categoria e quali un'altra; e poco importa al filosofo se le determinazioni del fisico restano solo ap-
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prossimative. Or quel che a me preme e per me ha importanza, è che fuori della classificazione fisica non c'è conoscenza. Quantità e qualità son nella materia bruta, nella vegetale e nell'animale. Però sino a che tu non dici: minerale, vegetale, animale, (o altri nomi) tu non sai con le parole quantità e qualità pensar nulla di concreto. I o vo oltre. E dico che son anche necessarie le sotto-categorie fisiche. Dir animale è qualche cosa; dir cane o cavallo, è qualche cosa di più. E pur non bastano nemmeno le sotto categorie fisiche. Occorre il nome. Di qual cane io parlo? Del mio, che o indico col gesto o col nome, per es. di Melampo. Son dunque due funzioni quelle delle categorie e sotto categorie fisiche e del nome: una logica, una fisica o scientifica. Nel fatto concreto non si separano, ma funzionano in sintesi. Sto bene. I1 bel fresco dura ancora. Abbracci. Vostro t Mario
Paris (VIme), 11 settembre C19281 Hatel Perreyve - 63 rue Madame
Carissimo fratello, sono arrivato stamani a Parigi in buona salute, dopo un molto buon viaggio. Nelina è rimasta laggiù con una famiglia amica e appena arriverà ti scriverà. Essa sta pure assai bene. I1 sole e i bagni ci hanno giovato. Sia ringraziato il Signore. Tu povero fratello, sempre al caldo e senza una villeggiatura. Pensa di andare con Nelina in campagna un bel mese, l'ottobre, che ci ricorda tante belle villeggiature di un tempo. Ho scritto all'Abbé Pierre per un abboccamento. Lugan mi fa trovare qui una lettera incoraggian-, domi a spingere avanti l'edizione francese del tuo libro. Nessuna notizia da Gilson? Accetto il tuo « rapportualismo progressivo della cartolina del 4; e il tuo « dinamismo della' rapportualità » della cartolina del 5 settembre. Tutto ciò, senza la formula e senza la luce in cui è messa, è bene nel tuo libro. Fin qui siamo d'accordo. Resta ancora un margine o se vuoi un altro margine: anzitutto quello che viene dalla non assoluta, ma solo relativa certezza che un problema abbia avuto una soluzione; tutte le categorie non sono soluzioni di problemi, ma sistemazioni o categorizzazioni.
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Così nelle scienze, così nella storia-sociologia, così nella metafisica. I1 lato di ombra è irrazionale: non saprei chiamarle in altro modo. Inoltre c'è in tutto ciò e oltre tutto ciò una conoscenza che non possiamo che chiamare intuitiva (sia pure metaforicamente) che non è categorizzabile ed è perciò irrazionale. Ecco i punti che scappano e non s'inquadrano nel tuo intellettualismo o razionalismo rapportuale progressivo. Così sento il problema. Ma dovrei studiarlo meglio. Un abbraccio di cuore Luigi
Piazza Annerina, 12 settembre 1928
Carissimo fratello, così posto il problema dell'irrazionale è altra cosa, ma io non me ne rendo conto. Tu dici che l'irrazionale « è la mancanza di spiegazioni razionali in ogni conoscenza, che accompagna l'individuo e l'umanità in tutti i suoi stadi D. Ti prego di mostrarmelo in qualche esempio e indicarmi qualche autore che ne tratti. Per me la mancanza di spiegazioni (io non direi « razionali » ma plausibili) è sempre un fatto concreto. Vogiio dire che i t o m o sa quali elementi del suo attuale conoscere non arriva a spiegare. Ma per saperlo, deve già spiegarli in qualche modo. E questo è razionaiita. Oltre a ciò, sapendo che cosa non spiega oggi, su essa fissa la sua attenzione, e potrà trovarne la spiegazione domani. Dir che non ne troverà mai la spiegazione, è dire che il tuo irrazionale è nullo. In qualunque modo si pone il problema si risolve sempre nella relatività e progressività della conoscenza; i quali fatti si spiegano bene con la costruttività della medesima, di cui ti ho fatto cenno nelle mie del 3 e del 5 e di cui parlo nel libro. Tu intanto devi notare che il non-razionale non è concepibile in una conoscenza sintetica, perché questa nasce sempre per lavoro della ragione la quale tutto razionalizza, e quando ciò non fa, conoscenza non ne nasce. I o credo che questo è il problema vero, non il tuo. Sto bene. La mia lettera a Nelina era chiarissima. I o ho pensato al ritiro sempre, sin dal primo giorno che fui nominato vescovo. Ma altro è pensarci, altro fare. E forse questo fare non verrà mai: così
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parmi che Dio voglia. Ti ringrazio assai della novena di SS. Messe. Certo m'impetrerà lumi e grazie per tutto il mio apostolato. State sani e divertitevi. Abbracci dal vostro t Mario
Paris, 13 settembre 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 9 c.m. e godo che stai bene e delle notizie che mi dai. Anch'io sto bene e sulle mosse per tornare a Londra dove da oggi in poi mi scriverai. Non ho avuto risposta dall'Abbé Pierre e temo sia in campagna. Parigi è vuota e non si trovano parigini qui, ma forestieri solamente. Vedrò Lugan a Londra in ottobre. Anche lui è in campagna. Riprendo il colloquio sulle categorie fisiche. Non che io le neghi (non mi piace la frase categorie fisiche), ma io sostengo che ogni e qualsiasi conoscenza concreta individuale e scientitica o storica deve muoversi attraverso tipizzazioni o classificazioni. Sarebbe impossibile parlare in politica di Stati senza classificarli e nel tempo e nello spazio. Così degli istituti giuridici, della economia, fino della matematica; così delle arti, di tutte le arti. E nelle scienze naturali non dirai che tutte sono categorie fisiche, chimiche, biologiche, ecc. ecc. Non c'è individuo fisico o morale, non c'è aspetto dell'individuo che possa comprendersi senza classifica. O tu li ammetti tutti nella formazione gnoseologica (e non puoi non ammetterli tutti) o tu escludi questo privilegio delle categorie fisiche come impostate dalla fisica aristotelica e ripetute dagli scolastici le mille volte, come vere barriere del pensiero scientifico. Ecco come pongo io il problema. Ed è per me un problema noto fin da quando ero scolaro di filosofia, e sempre risolto come ti ho scritto. Mi pare che le categorie vere siano solo le logiche, e che ogni altra forma di sistemazione prowisoria, approssimativa, secondo lo sviluppo scientifico, storico, giuridico, ecc. ecc., siano le classificazioni degli individui di qualsiasi specie, e sotto qualsiasi aspetto, anche estetico, artistico, e fantastico. Perché anche i parti della fantasia sono in certo modo individui concreti. Qui a Parigi fa fredduccio; e ripenso il bel caldo di Hyères. Al-
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meno a Londra troverò il camino acceso. Puoi farmi avere i Canti di Arbella di V . De Simone ' ? Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 15 settembre 1928
Carissimo fratello, ricevo l'ultima tua cartolina da Hyères, e ringrazio te e Nelina dei rinnovati auguri. Godo del vostro abbronzamento solare. I o sto bene, e penso al tuo irrazionale. I o credo che codesta teoria (come già scrissi), non può sostenersi che nell'immanentismo. Se infatti la conoscenza è qualcosa che viene come a galla nella coscienza, è agevole ammettere che un che di immanente non reso del detto cosciente, ci sia. Quando però si professa, come fai tu, un realismo temperato, la conoscenza va sempre dall'oggetto al soggetto, e si attua per espressione del soggetto. Ora esprimere è atto sintetico, ed è percepire e classificare e costruire. Una espressione non categorizzata né categorizzabile, sarebbe una conoscenza nonconoscenza, una espressione non espressa - l'assurdo. Spero che finalmente mi darai ragione, owero, come ti ho scritto, mi esporrai meglio la tua teoria che illustrerai con esempi. Circa il c o r r n nnn J i r n nrillil e ~spettoche tu risponda alla mia ultima SU tale argomento. Anche qui però bisogna prima fissar bene i termini del sistema. Certo nell'immanentismo può dirsi quello che tu dici; nel realismo no. I o ancora non ho ripreso bene il lavoro. Ancora è caldo. Ma siamo agli sgoccioli. E verrà il caro autunno che mi mette in corpo la poesia del lavoro. Con Nelina divertitevi e ricevetevi un amplesso Mario "C&.,,."
.A".*
t
LETTERA 296. 1. V. DE SIMONE,I canti di Arbella, Siculorum Gymnasium, Milano 1928. Si tratta di una raccolta di 140 liriche composte nel distico elegiaco per richiamare ritmi ed espressioni della poesia greca. L'A. trae ispirazione da motivi mitologici (Arbella fu un'antichissima città deiia Sicilia), da temi della fantasia popolare, dai canti d'amore del popolo siciliano. Pur rivelando una certa ripetitività, la poesia di Vincenzo De Simone possiede candore e soavità che ne costituiscono la prinapale caratteristica. Cfr. la positiva recensione di G. Lipparini sul « Cornere della Sera » del 2 gennaio 1928.
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Paris, 16 settembre 1928
Carissimo fratello, sono sulle mosse di partire. Ricevo qui contemporaneamente la tua del 6 diretta a Hyères e l'ultima del 12. Non sono riuscito a vedere 1'Abbé Pierre che è assente, ma gli ho scritto di parlare con Lugan, che verrà a Londra. Gilson forse teme compromettere il suo nome di tornista, benché non visto bene dal campo ortodossissimo. Cercheremo un altro. Si spunterà. Io ebbi, a leggere la lettera a Nelina, l'impressione che mi è confermata dalla tua cartolina. Ma Nelina mi persuase del contrario, a ogni modo potremo parlare di ciò quando come spero ci rivedremo. Sto bene e sento il bisogno di ritornare nella mia cameretta. Ho letto così. poco in questo periodo. Mi è piaciuto e mi ha affaticato per lo stile e per il poco ordine, il S. Paolo di Don Tondelli l . Lo conosci? Spero trovare la tua rivista a Londra. Sul problema del sacro, io desidero precisare che non è la stessa cosa della conoscenza di Dio, ma è una categoria speciale del nostro modo di conoscere e sentire. L'oggetto che può destare un tale modo di conoscenza è indirettamente o per conseguenza Dio. T1 primo fondamento, secondo Otto, di tale categoria è quello che egli chiama il senso creaturale cioè il sentirsi creature, limitate, dipendenti da un essere riconosciuto; o da forze superiori. L'altro è il senso del Numen (perciò numinoso) cioè il sentire questa potenza inconosciuta e il temerla '. Da ciò il senso della Divinità, anche se l'oggetto, i termini e le connotazioni siano errate; e il senso opposto della energia o demonità. Non è possibile concepire un uomo primitivo senza questo senso della Divinità; è l'uomo razionalista e intellettivista, che giuoca troppo sulla logica falsa o su metodi scientifici limitati LETTERA298. 1. L. TONDELLI, Il pensiero di S. Paolo, Vita e pensiero, Milano 1927. 2. I1 numinoro viene definito da Rudolf Otto come «una speciale categoria numinosa che interpreti e valuti, e di uno stato d'animo numinoso che subentra ogni qualvolta quella sia applicata [...l. Simile categoria è assolutamente sui generis e non è definibile nel senso stretto, come non lo è alcun dato fondamentale e originale, ma è soltanto atta a essere accennata. Per agevolarne l'intendimento si può tentare di condurre i'ascoltatore, a forza di accenni, fino al punto in cui questo senI l Sacro... timento si desti, scaturisca e diventi cosciente nelvanima ». Cfr. R. OTTO, cit., p. 8.
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che nega Dio; e non sempre per solo errore intellettivo, ma principalmente per errore morale. Io m'ingannerò, ma do molta irnportawa a quanto ti scrivo. Del resto un'altra volta. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 17 settembre 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua dell'll. Nella mia del 6 ti dissi che Gilson aveva risposto tra lo svogliato e lo scortese. Diceva non aver letto che superficialmente la rivista e il libro (credo che non abbia letto nulla); circa il tipografo diceva che scrivessi io (bel consiglio!); circa la prefazione non diceva nulla. Io non gli scriverò più. L'irrazionale dunque lo riduci al relativo della conoscenza. Nemmeno così posso accettarlo. Tu dici che le soluzioni dei problemi non sono soluzioni, ma sistemazioni; e che non si è mai certi che le soluzioni siano vere soluzioni. Penso che la fretta non ti ha fatto esprimere bene quel che pensavi, giacché questo sarebbe scetticismo. I o fisso il pensiero all'aspetto della relatività. Certamente tutto il nostro conoscere è relativo; e quindi possiamo sempre pensare a posizioni e soluzioni diverse dei problemi. Però quando ciò pensiamo, veramente pensiamo problemi nuovi, giacché, mutati i rapporti, mutano i probiemi e ie soiuzioni. Ne questo è cosa che noi quasi vediamo fuori delle categorie, perché fuori non vediamo nulla. Circa il tuo ritorno all'intuizione, osservo che ciò che tu così chiami, è la visione della sintesi, senza badare all'analisi. Dicono che noi giudichiamo intuitivamente che il duello è sempre illecito. E invece noi di ciò ci persuadiamo sorpassando la debolezza di certi argomenti. Sto bene. Abbracci t Mario
London, 18 settembre 1928
Carissimo fratello, questa per dirti che sono arrivato bene, dopo un ottimo viaggio, qui a Londra. Sto bene. Neila mia cameretta mi sembra di
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essere a casa. L'Abbé Pierre mi ha scritto che è preoccupato della mole del lavoro data la sua salute. Ma mi darà più in là una risposta definitiva. Te ne scriverò. Raccomandami al Signore. Auguri per l'anniversario 39" della tua ordinazione sacerdotale. Un abbraccio tuo Luigi
Piazza Armerina, 19 settembre 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 13. Nelina è arrivata felicemente, così mi ha scritto. A tutti e due auguro durevole il profitto della belia villeggiatura. Dammi indicazioni più precise dei Canti di Arbella l. Chi li ha editi? La tua ripresa circa le categorie fisiche, per sé, dice cosa giustissima. Se non che dice quello stesso che dico io. La parola categorie fisiche o si prende in senso lato, e comprende tutte le classificazioni o tipizzazioni del mondo, o si prende come la principale o di più agevole pensamento. Prenderla come esclusiva, sarebbe errore. Né io ho mai usato una sola parola che ciò faccia sospettare. Son lieto però nel vedere che finalmente su questo punto siamo d'accordo. Io aggiungo che anche la creazione di tipi è funzione logica: è la filosofia che anima la esperienza e la scienza. Mentre la scienza è una esperienza o serie di esperienze giunta a maggiori determinazioni. I1 mio concetto della costruttività della conoscenza si fa così più chiaro e sicuro. La percezione non vive sola né sola dà veruna conoscenza teoretica. La conoscenza è teoretica per la funzione logica della rapportualità. La percezione vive nella visione dei rapporti; i rapporti son logici (e danno le vere idee) e fisici, e il resto. Di qui la tendenza a generalizzare a volte a sproposito, sempre come esigenza teoretica: come esigenza di determinare (definire) l'individuale pel collettivo, per l'universale. Sto bene. I1 tempo è bello. Torno gradualmente al lavoro. Auguro a te buon fuoco di caminetto e buona salute. Abbracci t Mario LETTERA 301. 1. Cfr. lettera 296 nota.
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London, 20 settembre 1928
Carissimo fratello, ricevo qui la tua del 15 direttami a Parigi, e ritorno alle nostre gradite conversazioni filosofiche per cartolina. Nelle mie affermazioni circa l'irrazionale io non trovo traccia di immanentismo. Ma io prescindo dal sistema e rilevo il fatto indiscutibile della presenza dell'irrazionale in ogni conoscenza e in ogni complesso di conoscenza. Ogni conoscenza è categorizzabile per un lato, e per altri lati non è categorizzabile. Quando diciamo che una cosa è bella, facciamo una classifica, ma non spiegheremo mai sul serio perché è bella; così come quando diciamo che una cosa è viva la classifichiamo fra i viventi, ma non ne spieghiamo il perché. I1 razionalismo tende a far credere che tutto è spiegabile con la ragione. Era un inganno ottico. L'irrazionalismo corregge tale inganno, e mette l'equilibrio nella conoscenza. La classifica è un lato della conoscenza, il lato razionale che ci dà una provvisoria o definitiva sistemazione. I1 resto è conoscenza irrazionale; in quanto non è razionalmente sistemabile. Ogni sistemazione ha il suo lato non sistemabile. Spero di essermi spiegato. Ma ho paura che in . . ogni car:o!ina v: s:c, n , ~ ~ ! c h efrugmentc dee! z i e idee, e che nfiite insieme facevano un pasticcio. Sto bene. Ti abbraccio. Prega per me. Tuo Luigi
Piazza Armerina, 21 settembre 1928
Carissimo fratello, oggi è il 39" anniversario del mio sacerdozio. Che fardello! Aiutami con le tue preghiere. Ieri ricevetti la tua da Parigi del 16. Io ti ho scritto (oltre al 6 e al 12) il 9, 15, 17, 19. Non conosco il S. Paolo di Tondelli, ma quello di Baumann .l, che ha tanti pregi di modernità, ma che non vale quello del Fouard '. Circa il divino LETTERA303. 1. E. BAIJMANN, Saint Paul, Paris 1925. FOUARD, Les origines de I'Eglise. Saint Paul, ses missions, 2. CONSTANT-HENRI Paris 1892 (uad. it., Torino 1920).
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non so quel che dica Otto 3, tu però già ti avvicini al mio modo di pensare, ponendone la radice nella cognizione della contingenza. Se non che tu generalizzi troppo questa nozione. La prima espressione conoscitiva della contingenza è la mutua dipendenza. Questa è la via, ma non è ancora la esigenza mentale e dialettica dell'assoluto. Invece le categorie del vero, del bene e del bello son primitivissime, son la ragione d'ogni conoscenza ulteriore, e son vissute sempre e da tutti, anche prima di esser comprese. Qui può entrare l'interdipendenza come bene però. Sicché chiaro apparisce che la categoria del divino (presa pure come tu vuoi) apparisce sempre mediata. Circa il demoniaco dissento, perché l'esigenza della cognizione del demonio non è logica, ma storica. Se tu la riduci alla cognizione del male, la fai rientrare nella categoria del bene, della quale il male è l'opposto, e non è concepibile che nel bene. Questi son problemi per altre filosofie, non per la nostra. Sto bene. Godo del fresco autunnale e riprendo il lavoro. Ti abbraccio t Mario
London, 22 settembre 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto la rivista, rinviatami da altri indirizzi - ed ho letto d'un fiato i 38 sonetti, dei quali parecchi bellissimi e molti belli. A me piacciono moltissimo 15, 16 e 17. D'Angelo mi ha detto di scriverti che li ha letti e riletti con viva soddisfazione e commozione. Perché non fai una raccolta di poesie religiose, scegliendole fra le tante pubblicate, in una edizione presso Casa Editrice nota, come la Internazionale Salesiana? Per molti farebbero più bene della stessa filosofia. Mandami cinque copie della Rivista (sett.-ott. 28). Ancora non ho il tuo libro: non so dove il pacco sia rimasto: la casa era chiusa, e fu rinviato presso una persona amica che è in campagna. Cercherò. Sto bene, ho ripreso il mio lavoro; ancora una revisione, l'ultima, del mio libro sul diritto di guerra, che va già a pubblicarsi presso un buon editore inglese l . 3. Cfr. lettera 298, n. 2. LETTERA304. 1. Cfr. lettera 318 nota.
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H o ricevuto la tua cartolina del 17, inviatami a Parigi. Aspetto qui 1'Abbé Lugan per concludere sull'edizione francese del tuo libro. A Gilson non penso più. Manda copia del tuo libro a Meyerson. Io non ricordo l'indirizzo; ma tu puoi mandarlo a Mme Dequinelle - 32 me Cassette Paris (VIeme)con preghiera di passarlo a Meyerson. Sull'irrazionale ormai non ti dico niente. Potrei scrivere uno studio, ma non saprei dove pubblicarlo. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
London, 24 settembre 1928
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Carissimo, ricevo la tua del 19 c.m. Spero che presto andrai a casa: vedi di andare in campagna. Sempre un'aria, e un'aria cittadina, non fa bene. I o sto bene, ed ho già ripreso il lavoro in pieno. Non so l'editore dei canti di Arbella. Ne ho letto una recensione sull'« Italia » di Milano '. I1 De Simone è un poeta siciliano: un vero poeta religioso e delia natura: egli ha scritto i Fioretti francescani *. Questi canti sono i canti popolari siciliaili ridotti o iradutti dz! siciliano, non so bene. Insomma rifatti e risentiti da lui. Ho curiosità di vederli. Circa le categorie fisiche, siamo d'accordo neiia sostanza, ma perché chiamarle categorie fisiche? I termini portano confusione, sia perché sembrano sul pi.ano delle categorie logiche, sia perché sembrano escludere tutte le altre categorie o meglio classificazioni, il che non è: ma non puoi dire categorie fisiche, le classifiche sono logiche e storiche, né le altre mille. Ancora non ho il tuo libro, il che è un disappunto per me. Vedrò domani se ci riesco. Un abbraccio, tuo Luigi
LETTERA305. 1. La recensione firmata da Francesco Stelia apparve nel quotidiano cattolico milanese « L'Italia » del 21 agosto 1928. L'articolo sottolineava in termini altamente positivi l'amore di V. De Simone per la terra siciliana, la ricchezza canora deiia sua poesia, le forti e suggestive immagini del lavoro contadino. 2. V. DE SIMONE,I fioretti di S. Francesco cantati in siciliano, Casa editrice S. Lega eucaristica, Milano 1927.
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Piazza Armerina, 24 settembre 1928
Carissimo fratello, ricevo a momenti le tue due cartoline del 18 e del 20. Grazie degli auguri pel 39" del mio sacerdozio. In pari data ti spedisco il S. Giovanni della Croce con quattro copie della Rivista fasc. 5. E torno a risponderti circa l'irrazionale. Tu dici che quando diciamo, per es., bello, facciamo una classificazione, ma non spieghiamo sul serio cosa sia il bello. Questo sta bene. Però non istà egualmente bene quando parli di conoscenza irrazionale; anzi contraddici a te stesso. Infatti il non spiegare sul serio cosa sia bello, vuol dire non lo sapere. Ed è conoscenza il sapere di non sapere; ma non è conoscenza il non sapere. I1 problema va sempre (per me) verso una sola soluzione: che noi non conosciamo in modo assoluto, ma in modo relativo. I1 non conoscere in modo assoluto Eon è irrazionalità, ma impotenza. Ora iu comprendo bene che solo il relativismo ci dice quale è il nostro conoscere; non comprendo in verun modo la tua teoria perché l'assurdo non si comprende. I o certo non so cos'è la vita nel suo assoluto essere, perché io non intuisco le essenze come vogliono gli aristotelici, ma i termini, che definisco pel modo come li vedo in rapporto gli uni agli altri. E siccome questo deriva dalla nostra natura, così è tutto il nostro conoscere. Quando noi pensiamo alla cosa in sé facciamo qualcosa di simile a quando pensiamo l'ultra spazio; cioè, pensiamo che un conoscere assoluto ci dev'essere, che certo non compete a noi, ma a Dio. Sto bene. L'autunno mi mette la poesia del lavoro nell'anima. Abbracci, tuo Mario
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London, 26 settembre 1928 Festa della B. Lucia Caltagironese
Carissimo fratello, ho ricevuto tutte le tue cartoline, e l'ultima è del 21: tuo 39" Sacerdotale. Di nuovo auguri. I1 punto di divergenza fra me e te si è che tu prendi il sacro (e non divino) come un'idea mediata, io la prendo come immediata. Le parole mediata e immediata non
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sono esatte; per me il vero, il bene, il bello e il sacro sono espressioni di una realtà in quanto a noi relativa; il tramite fondamentale è il bene, che potrebbe essere detto sotto un certo senso mediante; ma non lo è nel dato specifico del vero, del bello e del sacro. Io insisto nel mettere il sacro nello stesso livello degli altri, perché ha delle specificazioni non reversibili negli altri tre. Tu credi che la realtà esterna non ci dà l'idea del sacro che. come una deduzione logica della idea di verità, cioè intellettualizzi completamente il sacro, e ne fai una semplice deduzione ragionativa e logica. Ora la vita dei popoli ci manifesta in tutta l'attività religiosa un complesso di sentimenti intuitivi, primordiali, fuori di un nesso logico determinato, prevalentemente mistici. Possiamo paragonarli ai sentimenti estetici, che sono precedenti ai ragionamenti che però posteriormente non mancheranno. Continuerò la conversazione in altra cartolina. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Atmerina, 27 settembre 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua del 22. Grazie a te e a D'Angelo delle bil~neparole circa i miei sonetti. Tntorno all'irrazionale scriveresti uno studio? Vuol dire che il tuo pensiero è maturo. Ma dimmi (già te l'ho scritto altra volta) quale autore ne parla e in quale opera. Certo non sarà Meyerson perché l'irrazionale di lui è l'incognito che si fa noto a misura che s'identifica (conoscitivamente) col noto. I o ti ho poi già scritto che l'espressione propria che renderebbe intelligibile il problema e ne mostrerebbe l'importanza è la relatività, che dà conoscenza relativa e costruttiva; e fa sì che le costruzioni conoscitive (scienze, arti, filosofia) si basino sul modo come agiscono tra loro i termini e quindi come si apprendono i rapporti. E si comprende come ogni sistema ha un lato più stabile e uno meno, giacché ogni costruzione conoscitiva posa su rapporti fondamentali e accidentali e così via. Uno studio fatto su tali nozioni e termini sarebbe utilissimo e andrebbe molto bene nella rivista, la quale (tra parentesi) col nuovo anno aumenta le pagine da 48 a 64. Sto bene. I1 tempo è molto bello: vero autunno mite
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e sorridente che rinfranca il corpo e mette la poesia nello spirito. Godo che stai bene. E prego per te. E mi raccomando alle tue preghiere. Tuo t Mario
London, 27 settembre 1928
Carissimo fratello, continuo la cartolina di ieri. Se una classifica si dovesse fare, io metterei il Bene e il Vero in una classe superiore e più generica; il bello e il sacro, in una seconda classe, più specifica; in quanto in tutte le relazioni umane esistono implicite od esplicite le idee di vero e bene, e non così di bello e di sacro. Certo che il bello ha una più larga zona che il sacro; per me tutta lu natura terrestre e celeste è bella; può destare sentimenti di ammirazione più o meno secondo il soggetto che ammira, ma non è mai priva di bellezza. Non così le opere umane, che possono essere belle o brutte o insignificanti. I1 sacro è anch'esso come il bello istintivo, misto di sentimenti di vero, di bene e di bello, ed elevati ad un ordine superiore, tanto più quanto più si sente la nostra deficienza, piccolezza e miseria. Se così non fosse, tutte le religioni primitive, con le loro superstizioni ma con il loro misticismo, dovrebbero dirsi derivate da una volont2 malvagia e da un errore voluto. Invece si ammette che fuori delle deviazioni morali contro natura, ci può essere e ci è della buona fede e della religiosità istintiva e del misticismo elementare. E come vi sono deviazioni nel gusto del bello fin ad ammirare il brutto, così nel sacro fin ad accettare il magico. I o non vedo perché tutto ciò a te sembra immanentismo. Dovrebbe essere immanentistico anche il senso estetico. Ma derivando e il bello e il sacro dalIa sintesi sensitivo-intellettivo-volitiva, ci troviamo sulla tua strada ed ecco il quadro della tua teoria. Fo punto: sto bene; e la discussione te lo prova come se fossi presente (Quando?). Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
LUIGI E MARIO STURZO
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London, 29 settembre 1928
Carissimo fratello, finalmente ho potuto avere il tuo libro. Mi è parso di rivedere te e di sentir la tua voce, caro fratello; così lo rileggerò tutto di nuovo. Ho visto 1'Abbé Lugan, il quale consiglia rivolgersi a Mr Blondel per avere una prefazione e la proposta presso una casa editrice; perché egli riconosce la difIicoltà di libri esteri di tale mole nel mercato francese. L'indirizzo di Mr. Blondel è: Professeur à 1'Université de Aix - (Bouche du Rhone). Egli certo conoscerà dei suoi allievi del Sud Francia o della Corsica, che sanno l'italiano e potrebbero tradurre il libro, se 1'Abbé Pierre mi risponde negativamente. Un altro a cui Lugan consiglia di spedire il libro è 1'Abbé Baudin, Professeur à la Faculté de Théologie, Université de Strasbourg, Alsace, France. Ho ricevuto il San Giovanni della Croce e le 4 copie della Rivista. Grazie. D'Angelo spera scrivere uno studio sul tuo libro per una rivista inglese. Fammi sapere se costà ne parla qualche rivista, specialmente del campo idealista. Sto bene: ho avuto un po' di raffreddore che è passato. I1 t e m p P picttosto freddo, ma la prima impressione penosa del freddo autunnale è passata. Prega per me, specialmente la Vergine dd I?~sstri~ iid pr~3.3iiìi0iìi2SC. U;i abbracci^, Luigi
311 Piazza Arrnerina, 30 settembre 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 24. Fisico per sé vuol dire naturale (da fisi - greco - natura). E naturale vuol dire qualcosa di concreto, di reale, e sta bene in opposizione a logico, che è puro modo di pensare quel che in natura è termini e lor connessione. Croce parla dei concetti o meglio pseudoconcetti fisici ai quali aggiunge i pseudoconcetti astratti l . A me la parola astratto fa ombra pei riferiLETTERA311. 1. Si fa riferimento qui aU'universale concreto nel suo differenziarsi da un lato dai concetti astratti deiie scienze deduttive come la matematica e dali'aluo lato dai concetti empirici deiie scienze naturali, i primi difettando di concretezza, i secondi di universalità.
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menti storici che nella nostra filosofia porta con sé. Sarebbe bene coniare una nuova parola. Vedrò. Se tu ne hai alcuna in pronto, indicamela. Io ho preferito alle parole concetto o pseudoconcetto la parola più propria di categoria, anche perché quel psetcdo non mi par proprio. E noto che la nozione di categoria è ampia e non è, come tu vuoi, legata a logicità. Ogni classificazione si fa per un pensamento sintetico che la esprime. E senza classificazioni non si pensa. Le categorie logiche forse potrebbero chiamarsi categorie semplici e le altre categorie complesse. Che ne dici? Penso anch'io a una raccolta dei miei versi. Certo che la Internazionale Salesiana sarebbe a proposito. Vedrò. Frattanto vedo se l'estro mi regge ancora in modo che possa venirne un volumettino più arranciatino [sicl. Sto bene. I1 tempo è tornato caldo. Ed è un disappunto per me. A casa potrò andare verso la fine di ottobre. Ti abbraccio, tuo t Mario
London, 1 ottobre 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 27 settembre: non mi dici nulla circa l'idea di pubblicare una raccolta di poesie religiose; vedi che l'idea è buona: maturala e scrivi a qualche buon editore. Ci vuole una casa editrice che abbia della clientela formata, perché il libro si diffonda. Non ho letto in nessun libro la questione dell'irrazionale; io la traggo fuori da molti atteggiamenti moderni o imprecisi o estranei al pensiero flosofico, e a certi atteggiamenti di pensiero bergsoniani. Hai letto Prière et Poésie di H . Bremond? Vale la pena, specialmente per l'interpretazione della catarsi aristotelica l . Ecco perché vorrei tentare uno studio. Quando tu dici che l'irrazionale è o l'ignoto che poi diviene noto, ovvero la rapportualità della conoscenza o la sua limitatezza, ecc., dài varie idee, ma non arrivi a colpire il segno. L'irrazionale non è l'ignoto perché sotto un aspetto è conosciuto, e sotto il punto di vista non razionalizzabile è l'irrazionale. Se io dico che una cosa è bella, la conosco e la LETTERA312. 1. Cfr. nota
3, lettera 228.
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percepisco come bella. Se io tendo a razionalizzare gli elementi di tale bellezza, non riesco a superare i limiti di irrazionalità; e le ragioni che porto sono estrinseche alla cosa bella. Questo un esempio; ma ce ne sono in tutti i campi del pensiero. I1 punto fermo è che non tutto quel che si conosce può razionalizzarsi; e che il dar le ragioni di una cosa è un conoscerla parzialmente per quel lato che è razionabile. Non fo appello alla nostra insufficienza, perché la natura dà a noi la conoscenza e i mezzi conoscitivi che sono rispondenti. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 2 ottobre 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti le tue due cartoline del 26 e del 27 settembre. Godo nel sapere che stai bene e sei nel fervor del lavoro intellettuale. I o ancora aspetto il fresco, che se ne è andato da otto giorni e siamo di nuovo in piena estate, tanto più fastidiosa quanto meno a suo posto. Intorno al sacro non mi scrivi nulla di nuovo. Ed io dovrei ripetere quei che ho già scritto. Soio ti iaccio notare che m commetti l'errore dei nostri antichi, di lavorare su un problema risoluto (in qualunque modo) quando dovresti lavorare sul processo di soluzione. Mi spiego meglio. Tu, p. es. consideri i barbari che già posseggono il concetto del sacro. No. Tu devi cercare come nacque, e perciò lasciare la storia e pensare all'antistoria. Ammetti tu che uomini singoli possano ignorare il sacro? Fo un passo indietro. Per me prima è la cognizione del divino, poi quella del sacro, cioè, il sacro è dal divino. È certo che l'uomo non nasce con l'idea di Dio. Ed è certo che senza istruzione l'acquista tarduccio. Dunque per degli anni è possibile esser privi di tale nozione. Così non è per le altre tre categorie, che fanno tutt'uno col conoscereagire. Studia questo punto, e vedrai. E sarebbe bene anche studiare il problema del conoscere fuori di queste preoccupazioni. Sto bene. E lavoro un poco. Penso a te. E prego per te. E ti abbraccio, tuo f Mario
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London, 4 ottobre 1928
Carissimo fratello, categorie semplici e categorie complesse non esprimono niente, e sarebbero completamente convenzionali. A me non piace l'uso del termine categorie per l'uno e per l'altro, perché è vero che ogni pensamento è categorizzare (è meglio dire classificare), ma non è lo stesso fare uso di categorie logiche e di altre o fisiche o sociologiche. Perciò Croce aggiunse il pseudo, che però non è esatto, perché indica una falsità, il che non può darsi. Le categorie hanno poi una storia, e non bisogna metterle fuori di quel quadro tradizionale, che ha un valore. Quando poi tu estendi il termine fisico a tutto quello che è naturale, anche nell'ordine storico, tu trascini il termine a quel che comunemente non si pensa o si pensa al contrario. Tutta la storia umana è in distinzione dalla storia naturale. Nei fatti umani si distingue quel che è naturale da quel che è arbitrario, volontario, libero, ecc. Bisogna fare sforzi per pensare come categorie fisiche le classificazioni algebriche, o le classificazioni poetiche o pittoriche e simili. Per me le categorie in filosofia sono solo le logiche. Tutte le altre appartengono alla scienza, alla storia, alla tecnica, ecc. Servono in quanto aiutano la formazione dei giudizi, e perciò sarebbero classificazioni generali o speciali, fisiche, storiche o tecniche. Godo al pensare che farai la raccolta di poesie. Credo vai tardi troppo a cambiare aria. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 5 ottobre 1928
Carissimo fratello, la tua del 29 mi giunse ieri. Ecco: costà l'inverno precoce, che ti ha fatto raffreddare, qui ancora l'estate cocente che ci fa lavorare non molto bene. Usati riguardi e fa la cura della China che premunisce dai raffreddori. Blondel professa una filosofia abbastanza diversa. Temo che non accetti e temo che il suo nome non mi giovi e possa nuocermi. E poi io non lo conosco. Come mi presenterei? Nelle tue due cartoline in cui tornavi a parlare del divino, tornavi a
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far cenno dell'intuizione. Ora io ti prego di studiare di proposito questa nozione, sicuro che l'abbandonerai. Intuire o è percepire o non è nulla. Quando diciamo, p. es. che i popoli posseggono la nozione del divino, prima che per ragionamento, per intuizioni, diciamo cosa inesatta. In tali casi non manca veramente il ragionamento ma questo è fatto in modo abbreviato, compendioso e spontaneo. Rende meglio la nozione di simili processi la parola intuito. Diciamo: Caio ha fine l'intuito. E vogliamo dire che scopre dati rapporti con particolare immediatezza; cioè, che, per conoscere date verità, non gli è necessario un processo raziocinativo esplicito e sistematico. Però devi anche notare che quando si giudica per intuito, non si ha vera certezza, non si ha vera scienza, ma qualcosa che corrisponde all'esperienza spontanea. Del mio libro alcune riviste hanno promesso di parlarne (dico: promesso nelle loro stesse colonne annunziando il libro, come spero importante). Recensioni ancora no. Sto bene e aspetto il fresco di ottobre. Oh se potessi mandarmi un po' del fresco di costà! Ho letto un buon libro: Belloc, Europe and the Faith l . Lo conosci? Tuo f' Mario
London, 6 ottobre 1928
Carissimo fratello, ti scrivo di cose speculative, perché è per me una forma di conversazione intima con chi io amo e mi è lontano. Qui ho assai rara qualche conversazione intellettuale. Non c'è l'abitudine. Così non ti seccherà se o il sacro, o l'irrazionale o l'intuizione sono oggetto delle mie cartoline. E quando ricevo la tua, mi sembra di averti presente, e mi consola la solitudine. Cenno d'idea del sacro: ci troviamo su terreno differente; il sacro è per me prima del divino, e appreso direttamente dai fatti e dai sentimenti naturali, ed è in tutti i popoli, in tutti i tempi e in tutte le persone in emLETTERA 315. 1. H. BELLOC,Europe and the Faith, Constable and Co., London 1924. Hilaire Belloc (1870-1953), scrittore e saggista cattolico oltre che romanziere, fu studioso di problemi storici e politicesociali.
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brione come l'idea del bello. Questo il fatto che debbo spiegare. Inoltre il sentimento del sacro e il sentimento del bello agiscono sopra elementi analoghi. I1 divino, cioè l'idea di Dio deriva da tutto il complesso delle idee fondamentali di essere, di vero, di buono, di bello e di sacro. Quello che mi persuade completamente a fare del sacro una categoria a sé è che non posso confonderla né derivare dal vero, dal bene o dal bello: è l'idea anello che ci porta verso di là della natura, e ci porta con il complesso delle altre, cioè con tutte le facoltà nostre, in sintesi. I1 volere distaccare dalle altre questa idea del sacro ci porta ad un semplice naturismo e ci fa pensare Dio solo intellettualisticamente. Sto bene. Di a Vincenzino che si curi l'acido urico, che non sta bene sentirlo alla sua età, e con tutto il lavoro che fa. Un abbraccio di cuore Luigi
Piazza Armerina, 7 ottobre 1928
Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua del 1" che mi recava le tue buone nuove. Sto bene anch'io. Ieri ci fu un bel temporale che ha discretamente rinfrescato l'aria. I1 problema dell'irrazionale, come lo poni tu, mi pare un'illusione ottica. Tu dici: « Se io (p. es.) tendo a razionalizzare gli elementi della bellezza, non riesco a superare i limiti di irrazionalità; e le ragioni che porto sono estrinseche alla cosa bella ». I1 problema per me non è circa la cosa, ma circa le parole che tu adoperi. La cosa è questa: la bellezza (per persistere in questo esempio). Or quando S. Tommaso dice che bello è ciò di cui piace la conoscenza, non dice cosa estrinseca alla bellezza, ma solo dice un aspetto della medesima. Lo stesso fa Croce, quando dice che è intuizione pura l . E se uno dice che è la perfezione o l'essere in quanto ammirato, va più in là, ma non dice tutto e nemmeno dice cosa estrinseca. Così il problema torna al punto da me segnato, cioè, che si tratta di conoscenza relativa, costruttiva, progressiva, sempre in fieri, non mai tutta fatta. Invece il problema è circa le parole o meLETTERA 317. 1. Cfr. M. STURZO, Il bello secondo S. Tommaso e B. Croce, in « Rassegna Nazionale », luglio 1924, p. 3.
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gli0 circa la parola irrazionale (non razionale). Ora essendo la conoscenza espressione del conoscente che è essentialiter razionale, è assurdo pensare che possa esprimere il non-razionale. È un errore simile a quello degli scolastici, che pongono prima la pura sensazione. Esprimere un non-razionale sarebbe non esprimere, non far atto conoscitivo, cioè, non sarebbe nulla. Circa la pubblicazione d'una raccolta di versi ti scrissi già che accoglievo il tuo consiglio, però senza fretta, perché l'estro forse ha ancora qualche cosa da suggerirmi. Le copie del Neo-sintetismo devono essere cinque: una fu spedita da qui, quattro da Trani. Tuo t Mario
London, 9 ottobre 1928
Carissimo fratello, hai ragione, Blondel non è adatto: ma farai bene a mandargli il libro: è interessante il tipo ed ha una scuola che si va diffondendo oggi più di ieri. Ma vedremo di fare a meno di una presentazione speciale. Sono ancora preso dalla revisione del testo inglese del i ~ ~liho i ~ i ~ugagùeiiià ', CL? d e ~ oper centratte cgnsegnare all'editore il lo novembre prossimo e così non ho preso a riieggere il tuo iibro, 10 faro in novembre. La questione dell'intuizione è per me molto complessa; ed ha stretto rapporto con l'irrazionale. Non è solo la semplice percezione (sensitiva), non è solo la conoscenza immediata o con immediatezza (in opposizione a conoscenza discorsiva o ragionativa), ma è anche conoscenza di quel che non può razionalizzarsi perché irrazionale, o meglio del lato irrazionale di ogni umana conoscenza. Esiste questo? Io credo di sì, e in quanto esiste questo rapporto, esiste questa particolare intuizione. Se la parola non piace, bisogna coniarne un'altra. Ora LETTERA318. 1. L. STURZO, The Znternational Community and the Right of War, Allen and Unwin, London 1929; dopo questa prima edizione il libro usci in America, presso Smith, New York 1930 e nel 1931 a Parigi presso Bloud et Gay con il titolo La Communauté Internationde et le droit de guerre. In Italia uscì solo nel 1954 presso Zanicheili con il titolo Lo comunità internazionale e il diritto di guerra.
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io credo che ciò entri benissimo nel tuo sintetismo, che non è né intellettualismo, né razionalismo. Sto bene. Un abbraccio, Luigi
Piazza Armerina, 10 ottobre 1928
Rispondo alla tua del 4. Sto bene. I1 fresco oramai confina col freddo. Un bel salto. Predico il ritiro annuale al mio seminario. I1 17, 18 sarà celebrato il mio quarto sinodo. Non capisco perché non ti piace l'uso della parola categoria anche per le classificazioni fisiche, ecc. Del restoanche gli scolastici e 16 stesso Kant parlano di idee fisiche, che certamente è un dire improprio. Poi occorre badare alla lingua nostra. Per essa categoria è classe, e classe è categoria. Poi ogni scrittore ha i suoi gusti, tutto sta a saper evitare gli errori. 'l'u dici che « per te le categorie in filosofia sono le logiche. Tutte le altre appartengono alla scienza, alla storia, ecc. ». Qui dissento, perché questo sarebbe un ritorno alla separazione della filosofia dalla storia, ecc., mentre sono una stessa cosa, e si distinguono solo astrattamente. Se io non posso pensare senza percepire; né posso usar le categorie logiche senza le altre devo dire che l'elemento logico e l'elemento storico sono una sintesi inseparabile. La scienza è scienza, perché è filosofia. Se non fosse filosofia, sarebbe la pura praticità dei bruti. Lo stesso dico della storia e del resto. Io però credo aver fatto nel mio libro, quello che né i vecchi né i nuovi filosofi usano fare, cioè, ho distinto le vere dalle sintesi di idee e percezione: ho identificato le prime con le categorie logiche, le altre con le fisiche, e credo aver recato un contributo di chiarificazione molto notevole, contro il quale tu combatti per una tua fantasia. Abbracci, tuo t Mario
London, 12 ottobre 1928
Carissimo, sospendo il mio noioso lavoro di revisione e riprendo la conversazione con te, circa l'irrazionale. Non la prendere come irnpun-
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tatura filosofica: per me è una ricerca; e non mi occupa bene la mente, perché ho altri lavori e altri pensieri; ma quando sarò un po' libero, ci studierò su e forse scriverò qualche pagina. Io non dico che il nostro intelletto quando esprime un concetto esprime il non-razionale; no, esprime un concetto con il quale tenta di razionalizzare, ma quando fa così non arriva a penetrare l'oggetto in sé, ma un rapporto, che può svilupparsi, intensificarsi come tu vuoi, ma non arriva mai a superare l'irrazionalità di quello che come tale è intuito. La bella poesia, il bel quadro, la bella statua tu la intuisci come bella o non la intuisci; se non la intuisci, per quanti ragionamenti ci fai, non la intuisci. I1 sacro della natura (lo spettacolo delle onde, dell'immenso, l'uragano, il cielo stellato, ecc.) o lo intuisci come sacro cioè come forza superiore limitante noi, elevante noi, che manifesta forze sublimi e divine, o lo intuisci e non lo intuisci come sacro ma solo come un qualsiasi fenomeno naturale. La spiegazione, (la razionalizzazione) non ha valore diretto per l'intuizione, ma indiretto. Così tutte le forme mistiche naturali, tutte le conoscenze telepatiche, le vere conoscenze estetiche non sono razionalizzabili; e se si razionalizzano, non sono più quelle. Ecco il mio punto: ora tu vedi come questo problema può divenire importante. Io credo che possa spiegarsi nel tuo sintetismo, secondo la preponderanza, nel!'atto ~ ~ ~ .o. ; ~ ; t vari ; ~ ~ , ccstitut,ix:..i bA&?e, r-nritiv~fantastico, il volitivo, e l'intellettivo. Dirò forse, perché non posso oggi aiiermario bene. Per oggi io punto; la i.ai.:ukha fiorì peiiiiette di più. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
Piazza Armerina, 12 ottobre 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua del 6. Sto bene. Il predicar mi giova all'anima e anche al corpo. I1 ritiro finirà domenica. Discutere mi è sempre piaciuto e mi piace sempre; discutere con te è l'ideale. Scrivimi dunque senza timore nel modo che facciamo da parecchi mesi. Idee anello per andare dalla natura a Dio non ce ne sono. Lo pensa Blondel, però in modo diverso. Quel che trovi nei barbari non è primitivo in senso stretto, ma lato. I1 sacro è un pensamento mo-
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rale, il bello è invece un che di fisico commutato. Prima di conoscere Dio l'uomo ha, non il sacro, ma il pio, la pietà, che è cosa diversa. L'idea di Dio dei barbari è antropomorfistica. Al concetto veramente filosofico di divino non si arriva che per l'esigenza dialettica dzl contingente, del limitato, di ciò che comincia e finisce. Le vie sintetiche sono sempre posteriori: sono, non la scoperta di Dio, ma il ritorno a Dio. Invece di studiare i barbari, studia il bambino. Appena nato percepisce, appetisce, ammira, non adora. Ti prego di studiar bene questo punto. Circa la pubblicazione delle, mie poesie religiose è stato scritto alla Internazionale salesiana. Ci vorrebbe una prefazione. Mi si propone il prof. G. Salvadori, che insegna alla Università Cattolica '. Hai rapporti di amicizia con lui? Scrivergli io, così, di salto, non mi persuade molto. Penso che il volumetto non supererà le 150 pagine. Hai ricevuto le altre due copie del fascicolo quinto? Prega per me, come io faccio per te. Abbracciarni, tuo t Mario
London, 14 ottobre 1928
Carissimo fratello, non voglio lasciarti l'impressione che io o non comprenda o non apprezzi lo sforzo da te fatto e il contributo di chiarificazione da te portato riguardo la distinzione delle vere idee dalle sintesi di idee e percezioni l. Forse qualche mia frase o impropria o affrettata ti ha fatto comprendere quel che io non ho pensato di dire. Per esempio, quando io dico che le classifiche bisogna lasciarle fare alle varie branche del sapere non alla filosofia, io non intendo togliere la classificazione (o categorizzazione fisica come tu la chiami)
LETTERA 321. 1. Giulio Salvadori (1862-1928), scrittore, poeta e critico letterario. Nel 1884 si convertì al cattolicesimo e da una ispirazione carducciana passò ad una poesia di testimonianza religiosa. Dal 1923 fu professore di letteratura italiana presso I'Universith Cattolica del S. Cuore di Milano. Fra i suoi scritti si ricordino: Minime (Roma 1882); I1 Canzoniere civile (Milano 1889); Ricordi dell'umile Italia (Torino 1918). LETTERA 322. 1. Cfr. M. STURZO, Il neo-sintetismo, cit. s a . 11, cap. 4O, p. 74 ss.
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dalla filosofia; ma intendo provare che tali classifiche seguono le sorti delle varie branche del sapere cui si riferiscono, e spesso sono provvisorie, incomplete, fittizie, a uso particolare di metodo deduttivo, di uso comune, ecc. ecc. La filosofia li trova come sono e li valuta per quel che sono e per quel che servono alla conoscenza 2 . Per questa ragione io ricordo che quando leggevo il tuo primo manoscritto, notavo con contrarietà l'uso della classifica cosmologica di Aristotele, essere, vivente, sensitivo, razionale, come una classifica filosofica, mentre secondo lo stesso Aristotele era la classifica della sua fisica 3. Se oggi regge, o debba variarsi, ciò non dipende dalla filosofia, ma dalla storia naturale. Così come dalla sociologia dipendono altre classifiche, come dalla storia umana, e altre dall'arte cioè pensiero e sentimento umano, ecc. Ora io sono convintissimo che siamo d'accordo: ci separa l'uso dei termini, per me inaccettabili di categorie fisiche; ma tu già cerchi dei termini più adatti. Ecco l'accordo completo. I1 che mi fa un gran piacere. Un abbraccio di cuore dal tuo Luigi Sto bene.
Piazza Armerina, 15 ottobre 1928
Carissimo fratello, ieri mattina ho terminato il ritiro al seminario col fervorino e la comunione. Otto giorni di gaudio celeste. Ora accudiamo al sinodo ( 16-18). E facciamo la commemorazione cinquantenaria del Sinodo Gerbino e ricorderemo anche l'uomo l . Nella mia precedente ti parlavo di G. Salvadori, mentre egli era già morto da pih giorni. Lessi ciò nel giornale appena mandato alla posta la cartolina. Ora sto rileggendo le poesie di lui ( I canti dell'urnile Italia) '. I1 par2. Ibidem, p. 165 ss. 3. Ibidem, p. 167. 323. 1. Mons. Saverio Gerbino, vescovo di Piazza Armerina e poi LETTERA di Caltagirone nel perido deii'attività in Sicilia di Luigi Sturzo. Succeduto al vescovo Genuardi, dette grande impulso all'organizzazione cattolica deiia diocesi. Cfr. G. DE ROSA,Sfurzo cit. passim. 2. Cfr. lettera 321 nota. Per il giudizio di Mario Stuno su questo volume, vedi lettere 325 e 337.
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roco D. Calogero Gueli mi ha mandato (ha 84 anni) una bella -1ettera, scritta con mano ferma e calligrafia fresca e pensiero ancora giovane (il suo pensiero enfatico), per congratularsi con me dei miei sonetti (Il canto della Vita) che gli devono aver fatto una grande impressione. Egli dice che fanno bene a chi crede e a chi non crede. Ciò ti scrivo, perché tal gesto d'un caro vecchio mi ha commosso.e credo commuoverà anche te. Circa l'irrazionale e l'intuizione di cui fai nuovo cenno nella cartolina del 9 , ti dico semplicemente, anzi, ti ripeto: pensaci bene; quello è un vero errore e potrebbe far del male. Sto bene. I1 lavoro della predicazione mi ha giovato. Dal caldo siamo andati di salto al freddo. È il periodo bello del lavoro. Sta sano e prega per colui che non ti dimentica mai nelle sue orazioni. Tuo t Mario
London, 17 ottobre 1928
Carissimo fratello, ti mando tanti auguri per il 4" Sinodo. Ti arrivano in ritardo, ma sempre vivi e fraterni. Che Dio benedica il tuo lavoro. Conosci 17Histoire littéraire du sentirnent religieux en France di H . Bremond l ? Ho visto annunziato il 7" e 1'8" volume. I o ho il lo, LJHumanisme déudt, ma non ho avuto tempo a leggerlo. L'Abbé Bremond mi interessa molto. « La Vie Catholique » ne fa un grande elogio A proposito della « Vie Catholique », è un bel settimanale 3. Cfr. M. STURZO,Il canto della vita, in «Rivista di autoformazione », fasc.
5, settembre-ottobre 1928, p. 229.
LETTERA324. 1. H.BREMOND,Histoire littéraire du sentirnent religieux en France depuis la fin des guerres de religion jusqu'à nos jours, Bloud et Gay, Paris 1916-1933. 2. Cfr. BERNARD LEDOUX,Les 7e et 8e volurnes de I'« Histoire littéraire du sentirnent religieux ». La Métaphisique des Saints, in « La Vie Catholique », 13 ottobre 1928. Scriveva il Ledoux: « Bien que nul, parmi les critiques impartiaux, n'hésite a reconnaltre en M. Bremond un des écrivains les plus considérables de notre temps, on peut dire qu'ii n'est encore apprécié d sa vraie valeur que par un assa petit nombre, et qu'on ne lui rend pas pleine justice. Artiste aussi raffiié que simple, érudit et historien, psychologue incornparable, phiiosophe et théologien subtil, polémiste A ses heures, et combien redoutable! Ainsi amusant que Duchesne, mais d'un esprit moins facile, moins appuyé et qui ne laisse jamais passer la minute oh il dut s'eteindre, parce qu'il est toujours baigné d'humour, la variété exuaordi-
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che dovresti avere. Ci sono delle buone cose. Scrivi all'editore Bloud et Gay - Rue Garencière - Paris (VIme). L'ultima tua cartolina sulla questione del sacro (12 ottobre) mi interessa molto per le varie osservazioni che contiene. Te ne scriverò altra volta. Oggi ti scrivo di un altro problema da te accennato circa lo studio dello sviluppo delle idee, se i bambini, o i barbari e la gente prirnitiva Esicl. Ora dal punto di vista mio (e credo nostro) non può cercarsi in modo scientifico qualsiasi sviluppo di idee, tranne che in dati sociali e storici; o questi poi relativizzarli; così le idee del bambino si formano nel seno della famiglia e questa dall'ambiente, ecc. in cui si vive. Tu ne parli benissimo nel tuo libro. Altra idea: noi possiamo prescindere ipoteticamente ma non storicamente dalla prima rivelazione e dalla caduta. Qui i tradizionalisti moderati hanno ragione. La cartolina è piena. Altra volta. Sto benissimo. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 19 ottobre 1928
C.nrcb-^ f_p2tp&, abbiamo celebrato il mio quarto sinodo con esito molto soddisfaccfize+ Iefi fu 2 pon:&-a!e s&,-,=da!e g:&dure. ?ing ziamo il Signore. Ieri non ebbi tempo; ed ecco che ti scrivo con ritardo. Sto bene, non ostante il lavoro del sinodo. Nelina è a casa. I o credo che non potrò esser libero per andare a rivederla che dopo i
naire de ses dons nous le cache, on nous le dérobe plus encore que les irnpulsions trop irrésistibles de sa verve ou les caprices de sa fantaisie. Moins étincelant, nous le jugerions plus grave; moins limpide, on le trouverait plus profond moins riche, il paraitrait plus grand P. Discutendo deli'apporto di Bremond al rinnovamento degli studi della spiritualità il Ledoux rilevava come l'opposizione fra W. James e Bremond fosse irriducibile: « James va droit à ce que i'expérirnentation peut atteindre, aux activités de surface; il ignore le moi profond de 1"'homme nouveau", ce sanctuaire où Franpis de Sales veut que réside la grace sanctifiante. Cet arte de foi est au contraire le point de départ de M. Bremond, et c'est donc, encore une fois, une métaphisique de la pnere, non une psychologie qu'il nous expose. Qu'on y preme garde: ce coup de borre, vigoureusement domé et maintenu, vers les rédités surnatureller, est le signal d'une vraie révolution dans la jeune science, assez mal venue, jusqu'ici, des choses religieuses D.
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morti. Ora devo aprire le scuole e far qualche altro lavoro rimasto indietro. Circa i tuoi problemi io ti consiglio di tener altra via: prima risolvere il problema della conoscenza in modo metodico e completo. Poi tornerai ai tuoi problemi, se pure saranno ancora veri problemi. Come ti scrissi, rileggo le poesie di G. Salvadori. Oh che delusione! Son qualcosa, forse, di meno dei canti del Pellico o del Pindemonte. Spesso son prosa; sempre son concetti prestabiliti, preoccupazione di dare un buon insegnamento. Ho letto una vita di G. Toniolo scritta dalla Da Persico l. Ha buone cose. È manchevole in altre. Ti domandai se hai letto il Belloc *. Prega pel tuo aff.mo fratello t Mario
London, 20 ottobre [l9281
Carissimo fratello, da alcuni giorni mi ritorna a mente l'imagine del povero Parlagreco. Te ne ricordi? Non si potrebbe fare nulla perché egli ritorni? Sarà ancora in vita, lo spero. Un tempo abitava in un paese di Abruzzo: non ricordo quale, insegnante al Ginnasio o al Liceo, non so esattamente. Ma da qualche annuario del Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe sapersi. E poi come arrivarci? Non io certo, ma tu o altri più adatto. Intanto preghiamo. Godo assai che il Ritiro e la predicazione oltre che all'anima ti fan bene alla salute. Mi piace assai che commemoriate mons. Gerbino. L'opinione del Parroco Gueli è l'opinione di molti. Così ti deciderai alla pubblicazione. Ma non ti affatichi troppo con tanti e così svariati lavori? I o mi sento tanto stanco per quel poco che faccio! Sull'intuizione ti ho scritto tutto quello che penso; sarà questione di terminologia. Per l'irrazionale ci tornerò a pensare quando sarò meno preso dal mio libro; e te ne scriverò più in là. Così del sacro a me sembrano evidenti i rapporti fra le tre posizioni mentali. Mi potrò
LETTERA 325. 1. E. DA PERSICO, Vita di Giuseppe Toniolo, Ed. Attività sociali E. Da Persico, Verona 1959. 2. Cfr. lettera 315 nota.
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ingannare. Penso che ora andrai a Caltagirone. Nelina è là e certo ti aspetta. Un po' di riposo e di cambiamento d'aria ti è necessario. Un abbraccio tuo Luigi
Piazza Armerina, 22 ottobre 1928
Carissimo fratello, oggi s'inaugura in seminario il nuovo anno scolastico. La giornata è tiepida e bella. L'accordo circa le categorie non mi sembra ancora pienamente raggiunto. Premetto che le antiche classificazioni degli esseri son da Porfirio l . Le categorie o fisiche o matematiche o storiche ecc. non le trova lo scienziato, ma il filosofo, cioè, anche, lo scienziato in quanto filosofo. Del resto io sostengo l'identità di storia e filosofia. Tutto ciò che è metodologia, è filosofia. E appartiene al filosofo ragionarne e cercarne le origini, la natura, le funzioni. Or le categorie fisiche, ecc. come ti ho scritto, hanno l'aspetto logico e gnoseologico. Senza di esse non si conosce né ragiona. Che poi siano volgari o scientifiche queste classificazioni, ciò non significa, se non lo stato della cultura. Ma c'è sempre lo stato voigare. E sernprc si padei.2 dei regi; della ixarura, coiiis sempre si dice che il sole spunta, si innalza, tramonta. Tu hai sempre mostrato ii viso deifl'arme a questi concetti, e non so ii perche. Spero che finalmente l'accordo sia pieno. Sto bene. Nelina verrà qui. Cosi mi ha scritto ieri. Vuol dire che dopo io andrò là. Del resto l'autunno per me è iì sacro tolos. Prega per me e credimi. Aff .mo fratello Mario P. S. - La Salesiana risponde che le poesie non son merce cercata, e quindi non accetta.
LETTERA327. 1. Porfirio (233-234 - 305 d.C.), filosofo neeplatonico, fu allievo di Cassio Longino e a Roma di Plotino. Particolare importanza ebbero i suoi studi sulle categorie (Introduzione alle categorie) per l'influenza che ebbero sulla filosofia medioevale. Si impegnò neiia critica del cristianesimo scrivendo l'opera in quindici libri, Contro i cristiani, andata tuttavia perduta.
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London, 24 ottobre 1928
Carissimo fratello, questa vale come staffetta che ti porta gli auguri più affettuosi che imaginar si possa per il tuo imminente compleanno. Che il Signore rinnovi e lietifichi la tua giovinezza di mente e di cuore e anche, grazie a Lui, di corpo. Anche a me Giulio Salvadori fece sempre l'impressione di prosaico e di fiacco, però lo trovai molto stimato. La poesia italiana moderna proseggia. E forse non è male che smetta la prosa accademica e latinizzante, e divenga come le poesie degli altri paesi, linguaggio comune e sentito. Ma dopo tanto tempo non ricordo se ciò si può adattare a Salvadori. Vedi di affrettare, dopo i morti, l'andata a casa. Di Belloc non ho letto niente; è uno degli scrittori più stimati in Inghilterra e fuori, ma io non posso farmene un giudizio solo da quel che ho sentito dire. Tornando al sacro: io credo che come in ogni cosa che esiste in natura c'è anche inizialmente il vestigio del bello, così anche del sacro; ma come non sempre il bello si avverte (per esempio nel filo di avena) così anche il sacro. Dippiù, noi siamo educati a trovare il bello, altrimenti lo sentiremo meno o quasi niente (è sviluppato dalla vita sociale) così è o sarà meglio del sacro. C'è difficoltà ad ammettere questo parallelismo? A me sembra di no: sarà bene pensarci. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
Piazza Armerina, 25 ottobre 1928
Amatissimo fratello, rispondo alle tue cartoline del 17 e del 20. Cercherò l'indirizzo del povero Parlagreco e gli scriverò una lettera col cuore. Come ti accennai, la Salesiana ha risposto che i versi non sono merce cercata e quindi non ne stampa. Io però ti ho anche scritto che non ho fretta. Frattanto il numero dei componimentini potrà crescere. Comunque, tenterò con altre case editrici. Mi si consiglia Treves. Passiamo al sacro. È vero quel che tu dici, che lo storico cerca il fatto come è. Ma è anche vero che ne indaga la
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genesi. La genesi della conoscenza umana s'indaga bene, studiando gli infanti nel lor progresso. Del resto storia e scienza son anche filosofia. La rivelazione poi versa molta luce sul problema. Però occorre non cadere nel tradizionalismo. La commemorazione di Mons. Gerbino, fatta dal Parroco Assunnato (beniamino di lui) riuscì splendida. E benissimo andò il Sinodo, e ha recato molto bene. Speriamo che sia duraturo. Io sto bene. I1 tempo è ottimo pel lavoro e per la salute. L'autunno è la mia stagione. Tu però non sforzar la macchina lavorando. I1 surmenage ne è l'effetto, e i sintomi sono stanchezza generale e di cuore e di cervello. Sit modus in rebus. A Caltagirone andrò un po' di giorni dopo la venuta qui di Nelina. È un anno che non ci vado. Ho riletto i Fioretti. Che libretto d'oro! Tu hai riletto il Petrarca? Desidero sapere con che impressione. A me piace sì e no, ovvero alcune parti sì, altre no. La parte migliore è in morte. Prega per me. Io prego sempre per te. E ti abbraccio. Tuo t Mario
Piazza Armerina, 27 ottobre 1928
Carissimo fratello, si suo1 dire che i fenomeni tragici della natura fanno conoscere Dio. Nel caso del sacro, tu vi trovi la ragione del sacro. A rigore di logica, il tragico della natura, come i cataclismi, fanno pensare a un potere superiore. Questa, come dicono i teologi, è una nozione di Dio volgare. Non è però la nozione filosofica, nel senso stretto della parola. Lo stesso è da dire del sacro. O r a forze superiori, sia pure relativamente tali, l'uomo pensa prima ancora di avere esperienza dei cataclismi. I1 padre pel bambino, è una forza superiore. È una forza superiore il compagno che ha dell'erculeo e dell'invincibile. Forza superiore o maggiore, se è tale, che toglie la possibilità della resistenza, genera il sentimento di supplica. E quando si stabilizza, come per es. nel capo di tribù che non teme competitori, genera il sentimento di culto. Questo è primitivo e immediato, come il sentimento del bene, del bello, del vero, ma non è ancora il sacro. Se tu dunque per sacro intendi questo, tra noi non c'è divergenze. Però il vero sacro, il sacro se-
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condo il rigore filosofico, è ben altra cosa. È il sentimento di dipendenza assoluta da Dio; è il culto all'Essere che trascende l'uomo infinitamente. I1 vero sacro è una nozione che si lega alla nozione del vero divino. Spero che con queste distinzioni tu veda quale è il mio pensiero e la ragione delle nostre divergenze. E spero che mi darai ragione. In ultimo diciamo che il sacro è il sentimento della propria contingenza, non già di fronte a altro contingente più forte, ma all'Assoluto. Sino che non si arriva a questo, non si può parlare di sacro in senso proprio. Sto bene. E ti abbraccio. Tuo t Mario
London, 27 ottobre 1928
Carissimo fratello, questa è per l'arrivo rego!cre degli zuguri fraterni, dopo l'altra che fu la staffetta. Che il Signore ti conservi a noi e a quanti fai del bene, e ti assista e conforti sempre nella tua grande attività pastorale e intellettiva. I o sto bene, benché stanco; e penso di riposare un po' di giorni dopo la fine di questo noioso e improbo lavoro. E poi? non so cosa farò, e vorrei parlartene, ma sarà ciò possibile? Tornerei volentieri alla filosofia, ma dovrei rimettermi a un lavoro molto pesante. Certo mi piace; e tu lo vedi dalle continue questioni che ti fo in questa nostra cartolinare corrispondenza. Parliamo delle classificazioni. Certo come metodo appartiene al filosofo la classifica; ma come dati concreti, ogni cultore delle varie branche di sapere precisa e giustifica le classifiche, più o meno reali o approssimative. Inoltre, per la filosofia, come problema di conoscenza, hanno lo stesso valore tanto le categorie di Porfirio o di Kant, quanto quelle comuni, o le tecniche. Per arrivare all'individuo, occorrono le note individuali; così gnoseologicamente ha lo stesso valore dire essere umano, o Stato assoluto, o pittura bizantina e così via. Ecco perché io sono sempre fermo nella opinione che ogni classifica è indifferente alla gnoseologia. I1 metodo scientifico o tecnico per arrivare alla classifica è certo filosofia, perché è metodologia, ma questa è altra questione. Un abbraccio di cuore Luigi
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Piazza Armerina, 28 ottobre 1928
Amatissimo fratello, hai ragione. Ricevuta la tua, prima che la aprissi ebbi gravissima preoccupazione: presentivo. Dopo le prime impressioni, compresi che la decisione era saggia; ma non trovavo la parola da dirti. Ti scrissi ieri. Ti dicevo che approvavo, e che per te avevo più volte applicato la Messa. La tua del 25, ricapitata a momenti, mi ha commosso. Ma torna la calma. E ripeto: hai fatto bene. Questa la scrivo dopo il pranzo. Sarà breve. Domattina ti scriverò più a lungo. Sto bene. Finisco il lavoro di correzione delle bozze e dell'indice. Le tue parole di fraterna approvazione del mio povero lavoro mi confortano e compensano. Prego perché serva alla causa del bene. Domani scriverò a Nelina. In cotesto ritiro (sarà tale?) rinfrancati nel corpo e nello spirito. Ti sarà utile pei tuoi lavori. In questi giorni ho letto Popolarismo e fascismo l. I1 libro è un vero apostoiaro. E merita di essere propagato e siudiato. L'ho letto ora, perché appena giunto, me lo presero gli amici. Lasciai fare, perché mi premeva che fosse conosciuto. La parte piu beua e interessante è la dottrinale. Che Dio ti benedica. Quando pubblicherai Lo stato moderno? I o comincio a pensare a problema morale. Aiutami con le tue preghiere. E sta lieto. Tu servi Dio. I1 luogo e il modo son cose indifferenti. Non abuso del momento. E £o punto. Ti abbraccio commosso. Tuo aff .mo fratello t Mario
LETTERA 332. * SU carta intestata:
« I1 vescovo di Piazza Arrnerina D. 1. L. STURZO,Popolarismo e Fascismo, ed. Gobetti, Torino 1924, poi in Opera omnia, cit.
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London, 30 ottobre 1928
Carissimo fratello, penso che il Parroco Sultano (se è come spero ancora in vita) potrà darti indicazioni su Parlagreco e sulla opportunità di scrivere o far parlare. Non si sa mai la situazione della famiglia. Intanto preghiamo. Ricordo che Anile pubblicò il volumetto dei suoi Sonetti religiosi da Zanichelli (Bologna) in una assai bella edizione l . Forse sarebbe la cosa più indicata. Sono tanto contento che Sinodo, Commemorazione di Mons. Gerbino, ecc..' tutto sia andato bene: ne sia lode a Dio; intanto ora è tempo di andare a riposarti un poco in campagna. Tu che amavi tanto la campagna ora non ci vai più da tanti anni: ed è necessaria l'aria della campagna. Cominciai a rileggere il Petrarca, ma mi stancai troppo presto: c'è molto di letterario e di fittizio; invece rilessi il Canzoniere di Dante e ci trovai più vita. I Fioretti sono uno dei più cari libri. Sto leggendo La Religion Personnelle del P. de Grandmaison S.I. 3. Lo trovo molto ben fatto. Ma non l'ho finito. Non cade certo nell'errore dei tradizionalisti condannati, ma non può affatto prescindersi dalla tradizione che è storia. Ora i bambini si sviluppano in dati ambienti proprio storici e quindi tradizionali. La filosofia può fare astrazione dalla storia, come la matematica dalla realtà concreta; ma non può costruire senza la storia cioè senza la realtà. Avrei altro da dirti, ma ora sono troppo occupato. Sto bene. Un abbraccio tuo Luigi
Piazza Armerina, 30 ottobre 1928
Carissimo fratello, grazie di cuore degli dettuosi auguri. Non credo che occorra fare agli italiani l'augurio di avvicinare la poesia alla prosa. Evitare LETTERA333. 1. A. ANILE, Sonetti religiosi, Zanicheiii, Bologna 1923; cfr. anche Poesie, ivi, 1921. 2. Cfr. lettera 323 nota 1. La religion personnelle, Gabalda et fils, 3. LÉONCE DE GRANDMAISON, Paris 1928.
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l'accademico, si; parlare invece di cantare, no. Trovo Salvadori prosastico e debole. E mi piace troppo poco. Quando lo lessi la prima volta credevo di non capire, e pensavo coi giudizi degli altri. Ora no. E anche gli altri, sotto voce, dicono la stessa cosa. Quel che tu mi scrivi ora del sacro, mi dà lo spunto per la risposta. I1 vero è la conoscenza, il bene l'azione, il bello l'ammirazione. S'intende che è ciò perché nell'oggetto c'è la convenienza d'intelletto, alla volontà, all'ammiratività. Ne desumo con te che non c'è conoscenza, per iniziale o spontanea o barbara che dir si voglia, che non abbia le tre categorie corrispondenti. Lo stesso non si può dire della venerazione o adorazione, che è l'atto che esprime il sacro. Tu dici bene che « in ogni cosa che esiste in natura c'è il vestigio del bello ». Ma non puoi dire che c'è anche il vestigio del sacro. Infatti ci son cose del tutto aliene dal sacro. I1 sasso, per esempio, ha bensì una qualche ragione di bellezza, ma non ha veruna ragione di sacro. I1 sacro importa sempre uno stadio più progredito di conoscenza; la conoscenza di superiorità veneranda, di forza da propiziare. Per questa ragione io affermo ancora una volta che il sacro non si può porre nello stesso piano delle altre tre categorie. Sto bene. Domani verrà Nelina. Poi io andrò a Caltagirone. Rileggendo la postilla medioevo e rinascenza l, non ho più gli scrupoii di priiiia. E quin& 12 Iiiscio ta! q~c;!e.I! giorno due saremo uniti a pregare pei nostri cari che ci hanno preceduti nel cammino deii'eternita. Prega pei tuo a&mo fratello
t
Mario
LETTERA334. 1. La postilla, a firma S.S., ha per titolo Medioevo e Rinascenza, « Rivista di autoformazione », fasc. VI, novembre-dicembre 1928, pp. 278281. Sturzo polemizza tanto con la corrente dei cattolici «che oggi ingrossa », esaltanti il Medioevo, quanto con la corrente degh anticattolici che denigrano il Medioevo. Egli sostiene che in tutte le epoche, quindi anche nel Medioevo e nella Rulascenza, vi sono luci e ed ombre: « Questa vita di lotta nella storia è come tutta la storia un processo: non c'è pertanto discontinuità fra l'ultimo e glorioso Medioevo e Rinascenza prima e Riforma e controriforma dopo P. Da ciò ne deriva, secondo Sturzo, che «il Cristianesimo non si identifica mai con un determinato momento storico ed è sempre in tutta la storia ». La conclusione era che « ai mali di oggi occorre opporre i rimedi di oggi; e che non si può risalire né d a Rinascenza né ai Medioevo ma restare nella realtà e guardarla in faccia ».
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London,
2 novembre 1928
Carissimo fratello, ieri il tuo giorno, oggi quello dei nostri cari morti, giorni sacri alla fede e all'affetto, nella più intima comunione della preghiera e del mistero. Così siamo più vicini che mai. Non ho lettere (cioè cartoline) da Nelina fin dal 23 ottobre; non so spiegarmi questo silenzio. Spero stia bene, e che solo o le occup&ioni o qualche disguido postale mi fan mancare le sue desiderate notizie. Torno al sacro: non ho mai confuso il sacro con la nozione di Dio, né filosofica né teologica: il sacro è una categoria che porta all'idea di Dio, come e un po' più direttamente delle categorie del vero, bello e buono, che anch'esse portano a Dio. Si suole unire l'idea del sacro con quella del terrore, del tragico, ecc., ma non esclusivamente; come ti scrissi, per me tutte le cose create ci destano l'idea del sacro o possono destarcela, come destano le sensazioni del bello. Ci vuole per l'uno e per l'altre della disposizione: gli stati d'animo non sono né uguali né simili. I o non fo della idea del sacro una prova della esistenza di Dio, ma un cammino verso; il senso del contingente, che aiutato e dalla Rivelazione e dal-ragionamento, e dai bisogni dello spirito, fa arrivare d'Assoluto. Ieri ho consegnato il Manoscritto d'editore inglese. Forse per Natale sarà pubblicato. Laus Deo. Sto bene. Un a b braccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 2 novembre 1928
Amatissimo fratello, ti ringrazio di cuore di nuovo dei tuoi affettuosi auguri. Quest'anno il mio natalizio è stato allietato dalla presenza dell'amata sorella che sta benissimo e ti saluta. Un programma di lavoro? si fa e non si fa. Spesso il miglior programma è quello che si presenta da sé. I o però ti prego di riposare, non affrontare lavori lunghi. La filosofia sicuro che è un magnifico campo. E tu
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hai tanto di conoscenze, da poter recare validissimo contributo d a rinnovazione della nostra filosofia, la quale rinnovazione, tra parentesi, urta i nervi ai nostri buoni tomisti, che Dio li riposi, direbbe Giusti - sopra un cuscino di sillogismi. Dunque circa le categorie ci troviamo d'accordo. Deo gratias. Spero che non tarderà l'accordo circa il sacro e l'intuizione. Oggi ti parlo dell'intuizione. Io, per es., vedo una macchina che non funziona bene, ma non ne scopro la ragione scientificamente. A un certo punto - tu diresti - ne ho l'intuizione. Cosa vedo, cioè, cosa intuisco? Nulla. Semplicemente scopro rapporti che non so determinare, cioè, penso che il guasto provenga da un dato fatto. Provo. È così. La riparazione è fatta. È veramente un'intuizione la mia? No. Semplicemente è una conoscenza che ha dello spontaneo e immediato come l'intuizione, che io per metafora chiamo intuizione. Se fosse vera intuizione, sarebbe più chiara e più scientifica del ragionamento e dell'analisi scientifica. Ciò si fa più chiaro, quando per intuizione si prende, come fai tu, una conoscenza che non ben si razionalizza. Questa non è intuizione, ma una parziale divinazione, un parziale ragionamento implicito o simili. Abbracci anche da Nelina
f Mario
Piazza Armerina, 5 novembre 1928
Carissimo fratello, la tua ultima cartolina mi giunse il 31 ottobre e io vi ho risposto. Spero che la posta del mattino mi rechi le tue nuove. Frattanto io scrivo la presente per non farti mancare le nostre. Stiamo bene. Nelina ricevette ieri la tua del 30, di ritorno da Caltagirone. Essa starà qualche giorno di più e io non andrò a casa che il tempo oramai più non è adatto. Son venute le prime nebbie e il primo freddo. È oramai tempo di lavoro, che io ho ripreso in pieno da parecchi giorni. Come mi piace l'autunno, e quanto entusiasmo di lavoro mi mette nell'anima. A Meno Caristia la mia pastorale (La Vita in Dio) è parso il mio miglior lavoro. I consensi sui miei poveri sonetti crescono. Hanno veramente fatto fortuna. E dire che io ero incerto di pubblicarli!
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Ripeto che ciò può esser segno di desiderio di poesia religiosa. Quella di G. Salvadori non mi piace. E forse non piace. La Salesiana dice che il volume Ricordi dell'umile Italia1 le è rimasto invenduto. E son le migliori poesie di quello. Certo vi manca o l'ispirazione o la libertà lirica. I1 proposito di far poesia educatrice forse gli nocque. Per me non è né buona prosa né poesia. Spesso ha del pedestre e dell'arido e del disadatto. Non si risolve quasi mai in vero canto. Egli non canta, ragiona, né ragiona bene. Sarò eccessivo. Può darsi. Solo non mi rendo conto della stima che se ne faceva tempo addietro. Dunque io ti parlo di poesia. Infatti una quistione filosofica che possa vivamente interessare la nostra corrispondenza non la trovo. Sta sano, non ti affaticare. E prega per noi. Tuo aff .mo t Mario
London, 5 novembre 1928
Carissimo fratello, ho avuto notizie di te dalla cara Nelina: come godo che ti ha trovato in ottima salute. Anch'io sto bene, per quanto non mancano delle piccole sofferenze, che del resto sono una buona compagnia e fan pensare più spesso al mondo che ci aspetta. Ma si tratta di cose piccole e passeggiere. A proposito della letteratura italiana, io da quattro anni che son qui, non ho letto più nulla del nuovo che si produce; possibile che non ci sia nulla di buono? Che le nostre conoscenze si arrestino a Carducci, Fogazzaro, Pascoli, D'Annunzio, a dei buonini come Mansi e Salvadori? Dei viventi che hanno un valore io conosco solo Pirandello, come drammaturgo; ma di poeti veramente tali non ne conosco. Ti scrissi che volevo i canti di Arbella '. Li hai letti? Sarebbe necessario fare una LETTERA 337. 1. Ricordi dell'umile Italia, pubblicato nel maggio del 1918, costituisce il secondo canzoniere di Giulio Salvadori e fu da lui dedicato ai suoi alunni chiamati aile armi. Le sofferenze ed i lutti causati d d a guerra offrono al poeta l'occasione per riaffermare l'impegno civile della propria poesia: recuperando quegli elementi della tradizione e deli'antichità lo spirito delia patria può trovare nuovo vigore e slancio. LETTERA 338. 1. Cfr. lettera 296 nota.
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specie di esame critico dei poeti civili religiosi e in una parola san2 dal 1870 ad oggi, per additare pregi e difetti alla gioventù. Non è possibile far pensare e sentire solo il passato: così si fa della letteratura. Bisogna sentire poeticamente il presente, con la nostra lingua, con il nostro orecchio, con la nostra vita. Io purtroppo non ho conoscenze tali di questo mondo di poeti, che valga. H o letto Pane e Vino di Papini, ma non ci trovo poesia, tranne in qualche momento passeggiero. Mi dicono che Guido Gozzano fu un poeta di gran promessa. Ho guardato in fretta l'Antologia Papini * (la conosci?) ma credo che ci sia poco da scegliere. Un abbraccio tuo Luigi
Piazza Armerina, 6 novembre 1928
Caro fratello, rispondo alla tua del 30 ottobre, ricevuta ieri. Son lieto nel sentire che il tuo giudizio sul Petrarca coincide col mio. L'ho riletto di fresco. Certi momenti mi è parso vedervi il canto, non di unu persona ( L ~ i i r ~m) 2, rl'un'idez: l'idea diusi hellezz- tipica. Però son convinto che tal giudizio non si può sostenere, perché i canti oscillano tra l'astrazione e ia concretezza, 1" spirito e 1a materia, l'amor platonico e l'amor carnale. E ci son canti veramente ispirati e sentiti. La seconda parte (in morte) è più bella e vera della prima. È il lavoro di lunghi anni; ed è perciò diseguale e pieno di contrasti, che derivano dalle diverse disposizioni del poeta col mutar degli anni e delle circostanze. È però certamente un libro di studio. Torno sul sacro. E vero quel che tu dici, che l'uomo si studia nella storia; è però anche vero che ogni uomo è una storia. I1 bambino allevato in ambiente alieno da ogni pensiero di religione, cresce anche lui areligioso. Perché? se il sacro fosse una categoria come il bello, il buono, il vero, egli l'esprimerebbe, sia pure in modo elementare. Poni un bambino a cui 2. G. PAPINI, Poeti d'oggi, in collaborazione con P. Pancrazi, Firenze 1920. Su Papini, cfr. lettera 343 n. 2.
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nessuno parli di bello. Troverai che egli ammira. Ammira certo prima di parlare. È effetto dell'immediatezza. E questa è storia e analisi del fatto storico. Noi dissentiamo, almeno in apparenza, perché tu assumi l'atteggiamento sociologico, io il logico o filosofico, cioè, tu guardi il problema da un lato, io da un altro, proprio come le bestie della favola, che guardavano ciascuna da un lato la foglia del pioppo. Stiamo bene. Abbracci Mario
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London, 8 novembre 1928
Carissimo fratello, leggo le terribili notizie dell'eruzione dell'Etna e ne sono impressionatissimo. Mi ricordo tanto quei luoghi così belli e così legati ai miei primi ami di vita seniinarile, se ilori altro come paesaggio e come piccoli ricordi di uomini e cose che non sono cancellati ancora dalla memoria. E oggi li ho più vivi che mai. Godo al saperti sempre in buona salute e sempre al lavoro. Dimmi cosa fai: la pedagogia o le lezioni su S. Tomaso o altro di nuovo. I1 Prof. Beckett dell'università di Edinburgh ha letto il tuo libro e lo ha trovato assai interessante. Ha incaricato Angelo ' di parlarne nella sua Rivista. Credo di averti scritto che io alla parola intuizione attribuisco diversi sensi, come è del resto nell'uso comune. Io parlo, in via specifica, dell'intuizione che resta tale e che non passa in ragionamento senza perdere della sua natura; e perciò ti ho parlato dell'intuizione del bello o della cosa bella, del sacro o della cosa sacra e così via; I1 giudizio sommario istintivo, vago è un'intuizione che si trasmuta in conoscenza discorsiva o analitica; l'altra, no. L'analisi che se ne fa è parzialmente estranea, e non è mai così ricca come la intuizione. Ecco -perché insisto. Se trovi altra parola a me non importa: importa l'idea. Un abbraccio, tuo Luigi LETTERA340.
1. Aiiude ad Angelo Crespi.
LUIGI E MARIO STURZO
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Piazza Arrnerina, 9 novembre 1928
Carissimo fratello, rispondo alla tua cartolina del 2, ricevuta il 6. Spero che la posta del pomeriggio ci rechi le tue nuove. L'ultima mia è del 6 . Stiamo bene. Tu mi parli del sacro, in modo un po' diverso dal consueto, giacché lo riponi « nel senso del contingente D. Questo però, se ben consideri, è altra cosa. Sacro è relativo a venerazione, adorazione, culto. Or questi atti non son provocati dal contingente, che è debolezza, ma da elementi (almeno da questi) di assoluto. I1 bambino ha un culto pel padre. I1 qual culto, come ti ho già scritto più volte, non è il sacro vero e proprio. I1 sacro per me nasce dalla conoscenza di Dio; non mena a Dio, ma ne deriva. Ed è puro o no, secondo che di Dio si ha conoscenza pura o no. I1 sacro dei barbari è idolatria, culto placatorio, non culto di vera venerazione amorosa; e, in ultimo, è culto utilitario. Escludo poi che il vero, il buono, il bello, da sé, menano alla conoscenza di Dio. Tanto meno fanno ciò i nostri bisogni. Le prove che si danno per queste vie, son prove del già noto, prove di ritorno. Gli scolastici, te l'ho scritto altra volta, chiamano oscura ia nozione di Dio, che deriva da quelle vie. ii che s i g d c a che non danno la vera nozione di Dio. I1 bene ti mena a concetti sempre piu alti di bene. Cosi del resto. Or non si tratta di più e di meno, ma del passaggio dell'immanente al puro trascendente. Ricorda quel che scrive Blondel. Al trascendente assoluto, attualità pura, eterna, non mena che la dialettica del contingente. Vedi il mio libro. E desidero che assuma una posizione di mente indipendente dai libri letti o dallo studio fatto sugli scolastici. Abbracci, tuo t Mario
London, 10 novembre 1928
Carissimo fratello, ho ricevuto ieri ed oggi le tue ultime cartoline; quando è inaspettata, come oggi, mi piace di riceverla assai di più. Diventa una
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visita più cara. Leggo con ansia le notizie dell'eruzione. Avete sentito costà i boati e i terremoti de11'8 e 92 Speriamo che cessi questo terribile flagello. Secondo me è impossibile che un fanciullo non abbia diretti sentimenti ed esperienze (come oggi si dice) del sacro. Intanto, un ambiente ateo in cui egli viva e sviluppi, è un ambiente viziato e contro natura. Si possono dare tipi insensibili a movimenti mistici elementari, come a movimenti estetici elementari: saranno eccezioni in un certo senso, e generalità in un altro senso. Ma ciò non toglie nulla alla esistenza di tali intuizioni e dirette esperienze. Nel fondo tipi irreligiosi o areligiosi sono formati da riflessi ambientali, non da spontaneità; da vizi sopravenuti e non da naturale insensibilità a tali problemi. Io ho l'impressione che le correnti razionaliste prima dell'aristotelismo tomistico, e poi quelle del sec. XVII-XVIII, abbiano fatto credere che tutti i problemi conoscitivi si risolvono in raziocinazione. I1 che in fondo è quello che tu combatti. Ma dai troppo cura ora alla conoscenza discorsiva. Forse mi inganno. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi Che ne dici dell'art. di Vismara nella Rivista Filos. Neo-Scol., luglio-ottobre 28 ' 2
Piazza Armerina, 12 novembre 1928
Carissimo fratello, la tua del 5 mi giunse il 10. Ti ho scritto il 5, 6 , 9. Sto bene. Nelina partì sabato a vespro. Stette qui dieci giorni appena, volati come lampo, dei quali sento ancora la soavità. Essa sta proprio bene. Tu, caro fratello, usati riguardi. Hai bisogno di riposo e aria. Ed io te ne prego vivamente. Non ho ancora trovato i Canti di Arbella. H o letto un saggio di liriche di Bianchi Cagliesi l. AspetLETTERA 342. 1. S. VISMARA, Lu storiografia nella cultura greco-romana, nel pensiero cristiano e in S. Agostino, in « Rivista di filosofia nec+scolastica D, lugli* ottobre 1928, pp. 261 ss. LETTERA 343. 1. Vincenzo Bianchi Cagliesi, fu studioso di storia e di economia, collaborò alla « Rivista internazionale di scienze sociali D. Scrisse: Conflitti di razze e rivalità coloniali nell'estremo oriente, 1904; Il cristianesimo e la guerra mondiale, 1918; Liriche, 1928.
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to il volume. I versi riportati nel saggio erano molto belli. H o poi ricevuto in omaggio un volumetto di versi pessimi circa soggetti buoni. Pare davvero che manchino i veri poeti oggi. Manca forse il motivo di ispirazione? In parte lo credo. La poesia è canto di passione o contrastata o mirante a un ideale non attuato e desiderato. I1 giornalismo poi concorre a spegnere l'estro. E vi concorre tutta la vita fatta di lavoro pressante. I nostri semi-futuristi sono sgarbati, come Papini e Giuliotti '. Hanno però momenti molto felici. E forse potrebbero esser i poeti desiderati. Qualcuno dei nostri puri canta retoricamente cose morte o sentimenti non vjssuti. Del resto tutto il pensiero puramente ortodosso ha un che di stanco e morto. Non si fa che ripetere il passato. P. Gemelli batte la zolfa e ci ricanta, come alla settimana sociale scorsa, il medievalismo per un sogno utopistico d'unità. Che poesia può sgorgare da tali spiriti! Dirai che son pessimista. Anzi dirai che purtroppo è così. Abbracci t Mario
London, 13 novembre 1928
Carissimo irateilo, in questo mese ti ho scritto il 2, 5, 8, 10 e .oggi. Ho scritto a Nelina a Caltagirone (pensando che fosse ritornata) il 2, 5 , 8, 11. Come vedete non vi f o mancare mie notizie. Sto bene, godo che siete insieme. Però penso che tu non fai bene a non cambiare
2. Giovanni Papini (1881-1956) scrittore e polemista, fondò con G. Prezz* lini la rivista « Leonardo », diresse « La Voce » e fece parte delle avanguardie letterarie dei primi anni del Novecento aderendo al futurismo. Nel 1921 si convertì al cattolicesimo, collaborò d a rivista « I1 Frontespitio » (1929-1940); fu professore di lingua e letteratura italiana presso 1'Università di Bologna ed accademico d'Italia. Si ricordino fra le sue opere Il crepuscolo dei filosofi (1906); Parole e sangue (1912); Storia dr Cristo (1921); Pane e vino (1926); Pane vivo (1932); La seconda nascita (post. 1958). 3. Dornenico Giuliotti (1877-1956), scrittore, amico prima di Tozzi (con il quale nel 1913 fondò a Siena la rivista « La Torre ») e poi di Papini, fu esponente del cattolicesimo toscano. Passato dd'ateismo alla fede, diede alla sua adesione alla dottrina cattolica, specie sull'esempio di L. Bloy, un carattere reazionario. I1 suo testo più noto e significativo è L'ma di Bmabba (Firenze 1920). In collaborazione con Papini pubblicò nel 1923 il primo volume del Dizionario dell'orno salvatico.
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aria affatto; o Caltagirone, o Palermo o Roma o altrove; un viaggio ti farebbe bene. Io non ripongo il sacro esclusivamente nel senso del contingente, ma questo è uno degli elementi, come la proporzione è uno degli elementi del bello. Più volte ho cercato di chiarire il mio pensiero in vari modi: per me il senso del sacro, parola non completamente esatta, ma non c'è altra per ora, è sulla stessa base del senso estetico; questo non è il bello, ma fa intuire il bello; quello non è il sacro ma fa intuire il sacro. La base è l'intuizione; tutto ciò che è deduzione è uno sviluppo ragionativo, che ci porta o al divino o alle deviazioni e contraddizioni del divino. Tutta la divergenza tra me e te non è sul problema della conoscenza di Dio, né sulla natura del sacro, ma se questo è un'intuizione come il bello, e se è come il bello categoria fondamentale o derivata razionalmente. Credo che meriti uno studio a fondo. Credimi sempre tuo Luigi
Piazza Armerina, 15 novembre 1928
Carissimo fratello, ho le tue cartoline carissime dell'8 e del 10. Sto bene. Attendo al lavoro preparatorio dello studio sul problema dell'educazione. Le lezioni su S. Tommaso, scritte in primavera, saranno pubblicate sulla rivista. La prima va nel 6" fascicolo che è quasi pronto '. LJeruzione dellJEtna è grave pei danni, giacché invade una delle più fertili plaghe. Qui nulla si è avvertito o visto, nemmeno il solito fumo. Pare che sia prossima la fine. Intuizione. Non quistione di parole. La conoscenza è o percezione o ragionamento. Altra non se ne dà. Si LETTEIU 345. 1. Una prima lezione su S. Tommaso fu pubblicata sotto il titoIo Della conoscenza intellettiva del particolare secondo S. Tommaso nel n. 5 deila « Rivista di autoformazione », settembre-ottobre 1929, p. 247. In seguito M. STURZOpubblicò Delliartrazione logica secondo S. Tommaso (« Rivista di aute formazione », novembre-dicembre 1929, p. 305), L'argomento del moto circa I'esistenza di Dio; L'analitismo gnoseologico di S. Tommaso; L'esteriorismo gnoseologico di S. T o m a s o ; L'autocoscienza secondo S. Tommaso. (« Rivista di autoformazione P, settembre-ottobre 1930, p. 297).
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darebbe, se l'anima non fosse condizionata dal corpo, e sarebbe intuizione, cioè, percezione di cose spirituali. Quella che tu chiami intuizione altro non è che una conoscenza o implicita o meno determinata o meno riflessa. Pensaci. Sacro. Io non ho parlato dei fanciulli anormali o degli ambienti viziati, ma dello stadio dell'infanzia, notando che le tre categorie, vero, buono, bello, nascono con la conoscenza, immediatamente; quella del sacro nasce dopo per riflessione. Pensaci. Ma pensaci senza preconcetti. Io sento di vederci così chiaro, che non giungo a rendermi conto dello stato del tuo pensiero. I1 26 è il tuo natalizio. Penso quel giorno con tanto affetto, e prego per te in modo più speciale. Che il buon Dio ti conservi e consoli e ti dia salute buona e forza al tuo lavoro di mente. Nelina ha scritto ieri. Sta bene. Abbracci, tuo t Mario
London, 16 novembre 1928
Carissimo, ricevo la tua del 12, ho ricevuto tutte le altre: ogni cartolina che ricevo da te, è per me la più cara visita che posso ricevere la mattina, appena tornato a casa. Non sapevo che Bianchi-Cagliesi (il Mons.?) fosse poeta. Mi si assicura che in Francia la poesia e la PES-. Iptte_nyi2 2ytirti~- & segg& re!igvsi e ha u \ . ~ t =ed I,n in questi anni degli ottimi autori. H o letto una recensione entusiasta su Les Chansons et les hezlres di Marie Noel (Editions G. Crès - 11 me de Lèvres Paris VI - 20 franchi) l; e anche di altri di cui mi sfugge il nome. Ma in Italia c'è povertà di poesia nel campo religioso: né Papini né Giuliotti mi piacciono. Di altri conosco poco o niente. Mai io non credo che manchi l'emotività poetica nel campo ortodosso, né io prendo i soliti esponenti, come rappresentanti di un pensiero generale, tanto sono vuoti e superficiali. È che in Italia non abbiamo mai avuto veri poeti d'ispirazione religiosa, ad eccezione di Manzoni e di Tasso, a suo modo; e bisogna rimontare e restare a Dante; perché l'umanesimo spense ogni vera ispirazione religiosa, e il romanticismo, che poteva ridestarla fu da noi sopraffatto dalle preoccupazioni politiche del Risorgimento. E oggi? Ci do, chansons et les heures, Paris 1922. LE'P~EBA 346. 1. MAEIEN o ~ LLes
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vrebbe essere una vera rinascita spirituale: ci sono i geni, manca lo slancio, che dà occasione alla poesia, e credo anche manchi l'intimità spirituale. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi
Piazza Armerina, 18 novembre 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua carissima cartolina del 13 e rispondo subito. Tutte le tue cartoline sono state regolarmente ricapitate. I1 tempo è bello - è l'estate di S. Martino. Circa il sacro siamo su due piani diversi e forse non c'incontreremo mai: tu sei in un piano che vorrei chiamare poetico, io in uno che penso sia filosofico. Mi spiego: tu prescindi dall'analisi della virtù conoscitiva, io no, anzi ho questo atteggiamento di opposizione a te, proprio perché parto dalle virtù conoscitive. Intuire (senza far quistione di parole) è necessariamente percepire direttamente e immediatamente. L'uomo non intuisce che coi sensi. Cosa fa l'intelletto? Esprime spontaneamente e immediatamente l'elemento oggettivo dato dalla sensazione e ragiona. Vedi sul proposito il mio studio sulla rivista circa l'elemento oggettivo dell'idea '. Questo sì che è problema interessante e io vi tornerò nella rivista (è una delle mie lezioni su S. TommaSO). Consideriamo il bello. Le virtù intuitive (i sensi) non colgono il bello. I1 bello, oggettivamente, è lo stesso oggetto. I1 soggetto però esprime l'oggetto intuito come atto a destare l'ammirazione e ammira: ecco l'espressione del bello. Vedi la 4" sezione del mio libro. Or l'oggetto da sé (tranne Dio) non è sacro. Ecco tutto. Sto bene. Abbracci, tuo Mario
Del problema fondamentale della filosofia, LETTERA 347. 1. Cfr. M. STURZO, in « Rivista di autoformazione », fasc. 1-2, gennaio-aprile 1928, p. 48 e fasc. 3-4, maggio-agosto 1928, p. 101.
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Carissimo fratello, grazie degli auguri anticipati; prega assai per me, ne ho tanto bisogno di preghiere. Sto bene, grazie a Dio; e posso lavorare tutto il giorno; ma non manco più al mio solito passeggio, anche quando fa cattivo tempo. Leggerò con gran piacere le lezioni su S. Tommaso e le aspetto con ansia. Fra giorni comincerò a rileggere il tuo Sintetismo. Non ho desiderio di contradirti: ma non so concepire la conoscenza del bello nella cosa bella come i n ragionamento, né come una semplice conoscenza implicita che poi divenga conoscenza ragionativa; né come conoscenza indeterminata, che poi trova lo sviluppo di determinazioni analitiche, né finalmente come pura percezione sensitiva. Se è un misto di percezione e di conoscenza diretta, che sfugge al valore ragionativo, e che con il ragionamento può acquistare solo d'intensità o anche può perdere d'intensistà, io chiamo ciò intuizione; o con altra parola che mi escluda il valore della conoscenza ragionativa. Anche a me ciò sembra chiaro; ma questa questione rimetterò a dopo la rilettura del tuo libro. Riguardo la imiiie&iatczzz (fielfanciufio e Gcfi'adU!:o 5 lo del sacro, a differenza del vero, bene e bello; io posso concedere sulla graduazione deii'immediatezza, ma non sulla sua natura. Anche il sacro è immediato o non è. Ma è meglio che ci pensi di nuovo. H o preso il libro del James per leggerlo. È troppo grosso. Un abbraccio, tuo Liiizi
Piazza Armerina, 21 novembre 1928
Carissimo fratello, spero che la posta del vespro mi rechi le tue nuove. Sto bene. H o già dato mano al lavoro sull'educazione. Ieri ho scritto le prime pagine. Parmi di non aver cominciato male. H o finalmente trovato l'indirizzo del poeta siciliano De Simone. Sta a Milano.
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di una villarosana, perciò mio diocesano. Mi ha mandato i Fioretti di S. Francesco cantati in siciliano l. Son 140 sonetti. Ne ho subito cominciato la lettura. Però le prime impressioni non son molto felici. Te ne parlerò a lettura finita. Ora aspetto i Canti di Arbella che subito ti manderò. Il tempo si mantiene bello, e per me è una vera poesia l'alta serenità autunnale, specialmente quando lavoro di lena, come al presente. Però le campagne hanno bisogno di pioggia, e la seminatura non si può ancor cominciare. L'eruzione dell'Etna è finita. Di qui non si è visto nemmeno il fumo, che pur si vede, quando esce dal cratere principale. Tu mi parli sempre di cambiamento di aria, come se io ne avessi bisogno, e come se questa aria non fosse migliore 'di quella di Caltagirone, e infine se questo non fosse il periodo più intenso del lavoro. Alla nuova primavera si penserà. Ora forse farò qualche viaggetto di Sacra visita. Nelina sta bene e mi scrive spesso. Ricevi tu le sue cartoline? Caro e amatissimo fratello, ricevi i più fervidi auguri nel tuo natalizio. Che il buon Dio ti faccia tutto suo. Ti abbraccio. Tuo Mario È però figlio
t
[London, Paddington], 23 novembre 1928
Carissimo fratello, non ho ancora ricevuta la rivista; è uscito il numero di Novembre e Dicembre? Leggerò con piacere il tuo studio sull'elemento oggettivo dell'idea. Certo è un argomento interessantissimo l . Ma tu, secondo me, dovresti dare la dovuta importanza ai movimento intuizionista e mistico, che da parecchio tempo si va sviluppando su larga scala, e che risponde di più al sentire moderno, che il vieto razionalismo o l'inteliettualismo degl'idealisti. Non certo per accettarne tutte le conclusioni, ma per assegnarvi il posto che meritano. Io, per conto mio, non prescindo dall'analisi delle virtù conoscitive
LETTERA 349. 1. Cfr. lettera 305, nota 2. LETTERA350. 1. Cfr. M. STURZO,Il problema tomistico delle potenze deli'anima, in « Rivista di autoformazione », novembre-dicembre 1928, p. 253.
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(come tu scrivi al 18 di questo mese), ma non ne fo neppure una barriera insormontabile, come le vecchie teorie delle facoltà. Io sono con te nel valore espressivo dell'intelletto, ma non confondo i tipi diversi di tali espressioni che non sono mai solamente intellettive. A proposito del bello e della poesia sono interessanti i libri di 13. Bremond La poésie pure * e Prière et Poésie 3, e la discussione che ne è seguita in francese. Leggendoli si capisce meglio il cosi detto impressionismo dell'arte francese attuale dalla musica alla pittura alla poesia; e si capisce la reazione contro la fredda poesia ragionativa e classica della Francia. Circa il sacro, vedo che è difficile intenderci, proprio perché abbiamo idee diverse circa la stessa definizione del sacro. Sto bene. Prega per me. Un abbraccio dal tuo Luigi P. S. Vorrei il nuovo libro di Gentile sul Pensiero del Sec. XIX 4. Lo conosci?
Piazza Armerina, 24 novembre 1928
Fratello amatissimo, ia tua dei 16 mi giunse li 2 i. Un po' di conversazione ietteraria ci vuole. Io penso come te circa il difetto di poesia religiosa in Italia. Solamente fo qualche riserva circa la interiorità di vita, perché non può negarsi che anime sante ce ne sono, e tra queste ci saranno anime di poeti. Perché non si mostrano? Perché non si slanciano? O perché non riescono? I1 Manni, per es., fu poeta e uomo di alta virtù l . Perché non canta più e meglio di religione e di vita interiore? Credo che fuori del nostro campo manchi l'interiorità; nel nostro una formazione sciolta dai vincoli della retorica. H o letto quasi tutto il volumetto di V. De Simone I Fioretti di S. Francesco 2. H.BREMOND, La poésie pure avec un débat sur la poésie par Robert de Soara, Grasset, Paris 1926. 3. Cfr. lettera 228, nota 1. 4. G. GENTILE, I! pensiero ilaliano del secolo XIXo,Fratelli Treves, Milano 1928. LETTERA 351. 1. Giuseppe Manni (1844-1923), sacerdote e insegnante di lettere. Tra le sue opere sono da ricordare: Rime (1884); Cari morti (1909) e Ricordi (1918).
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cantati in siciliano. Questo poeta, penso, sarà alle prime armi. È però poeta siciliano. Molti sonetti (son in tutto 140) son prosa e sten. tati. Parecchi hanno bella poesia. Disgusta a volte l'espressione troppo popolare, cioè, plebea, non però bassa. Ci sono soavità siciliane carissime. C'è qualche italianismo. Come c'è, credo, in tutti i poeti siciliani, non escluso il Meli *. Comunque, è un libretto importante e mette il conto leggerlo. Spero finirne la lettura in giornata. Lavoro attorno al problema dell'educazione con slancio. Ho scritto alcune pagine sull'intuizione. Le leggerai sulla rivista, spero, di gennaio. Sto bene, Sento viva la poesia dell'autunno e del lavoro. Ti rinnovo ancora una volta gli auguri e ti abbraccio, tuo t Mario
London, 26 novembre 1928
Carissimo fratello, grazie degli auguri. La tua e quella di Nelina sono arrivate stamani stesso, e mi sono riuscite graditissime come se voi foste qui, e lo siete in ispirito, come io mi sento con voi. Iddio ci assista questo ultimo spazio che ci distanzia dalla vera vita alla quale aspiriamo, mentre qui tutto passa come l'ombra. Leggerò con piacere i canti di Arbella. Mi è arrivato l'avviso che è finito l'abbonamento a « La Critica » di Benedetto Croce. Vedi di rinnovarlo per il 1929. Aspetto anche il nuovo libro di Gentile. Purtroppo, sono i due autori che ancora si possono leggere. La critica di De Ruggiero al libro di Rotta sul Cusano (« Critica », 20 nov. 28) è molto fondata, benché sia una terribile stroncatura l. Ma pur troppo il Rotta non è il solo di quell'ambiente; e per giunta è uno studioso di valore. 2. Giovanni Meli (1740-1815),poeta siciliano, esercitò la professione di medico ed insegnò chimica presso i'accademia degli studi di Palermo. Fra le opere si ricordino: Fata galanti; Egloga in lode del gatto; Poesie siciliane. LETTERA352. 1. P. ROTTA,Il Cardinale Nicolò di Cusa, « Vita e pensiero m, Miiano 1928. Dal punto di vista formale, secondo De Ruggiero, il volume di P. Rotta risulta « di lettura ingrata per le sgrammaticature di cui abbonda, [...l per un'andatura affannosa e contorta D. Per quanto riguarda l'analisi della filosofia del Cusano, il De Ruggiero nota che è errato «considerare qualunque espressione immanentistica del pensiero religioso, che si nota nello scrittore del Quattrocento, come una deviazione della retta idea cattolica della trascendenza divina ». Cfr. «La Critica D, anno XXVI, fasc. VI, 20 novembre 1928, pp. 448452.
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LUIGI E MARIO STURZO
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Leggerò il Iavoro dell'Educazione sulla Rivista o ne fai uno studio a se '? E la Rivista è uscita? Troverai La Poésie Pure dell'Abbé H. Bremond presso la Librairie B. Grasset, 61 rue des Saints Pères, Paris (VI"), Prezzo Frs. 15. Credo che sia lo stesso editore che ha pubblicato Prière et Poésie dello stesso Autore e il prezzo sarà su per giù identico. Prega per me e un abbraccio di cuore Luigi
Piazza Armerina, 27 novembre 1928
Amatissirno fratello, rispondo alla tua del 19, ricevuta il 23. Spero che nel pomeriggio la posta mi rechi le tue più recenti nuove. Sto bene. Leggo che costà c'è stato mal tempo con vittime. Sto in pena per te. Qui abbiamo avuto due giorni di vento e pioggia, ma senza troppo fracasso. Oggi splende il sole, il mio amato sole, che mi fa così buona compagnia quando la mattina lavoro. Ed ora eccomi all'intuizione. La realtà è oggetti tra loro in rapporto. La conoscenza percettivaintuitiva coglie i termini e i rapporti in particolare, la conoscenza spirituale (faccio dell'analisi) coglie i rapporti in universale e fa le sintesi e passa da rapporti a rapporti, da sintesi a sintesi. Ohre di questi dati: termini, rapporti, sintesi, discorso non trovo elementi nella conoscenza. Ecco perché non posso ammettere la tua intuizione; essa sarebbe un altro dato che io non trovo. Che cosa è il bello per me? È una sintesi, che come fatto lirico vive nel momento spontaneo e ammirativo. Quando tu passi a cercarlo nell'oggetto, non lo trovi né devi trovarlo. E nemmeno lo trovi, quando fai atto di riflessione, proprio perché esci dallo stato di spontaneità. Ciò è ben razionale, perché è razionale non trovare ciò che cercando si fa cessare d'essere. Mi sono spiegato? Spero di sì finalmente. Ti abbraccio, tuo t Mario
2. Cfr. M. STURZO, Problemi di filosofia dell'edutazione, in formazione », marzo-aprile 1929 - maggio-giugno 1930.
a Rivista
di auto-
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[London, Paddington] , 29 novembre 1928
Carissimo fratello, io non intendo parlare di interiorità individuale della vita religiosa; ma dell'interiorità ambientale di educazione, aspirazione, attività collettive del popolo. Sant'Alfonso dei Liguori fu un gran santo, ma non un grande, né un mediocre poeta. Per questo noi non abbiamo in Italia che due eccezioni, Dante e Manzoni, e quest'ultimo nella poesia religiosa è, secondo me, esterioreggiante, coloristico e non interiore. Se tu leggi una raccolta di poesie religiose, ti fermi a S. Francesco d'Assisi e a fra Jacopone, e a certi canti popolari ingenui, come i racconti di leggende. La pittura religiosa italiana ebbe magnifici slanci religiosi, nei primitivi, fino al 500; e poi si perdette nell'esteriore. L'influsso del formalismo e deil'esteriorità del barocco deiia controriforma pesano su di noi terribilmente. I1 romanticismo fece breve apparizione e fu subito assorbito dalla questione nazionale. Le poche parole che Croce dedica a P. Segneri, mi sembrano troppo affrettate e superficiali Egli è uno dei pochi della controriforma che fu veramente interiore, benché anche lui troppo legato alla tradizione retorica e formalistica. Non ho ricevuto la Rivista di Nov. e Dic. Vedi di farmela spedire (due copie o tre).
'.
LETTERA354. 1. «Nelle storie letterarie si suole segnalare Paolo Segneri come colui che riportò l'oratoria sacra alla gravità e schiettezza dello stile; ma fu una restaurazione, più che d'altro, di superficie, simiie a quella onde alla prosa barocca si sostituiva la prosa di tradizione cinquecentesca; e non un'intrinseca e profonda rinnovazione. Un'oratoria sacra, dawero nuova e viva, avrebbe richiesto un'originalità di pensiero, o per lo meno di sentimento, che non si ebbe dora, e forse non mai più di poi, nella chiesa di Roma; onde il compito del Segneri par quello di persuadere i cattolici a prender sul serio ciò a cui essi professavano di credere senza restrizione alcuna, e a cui in concreto non si può dire che credessero dawero, appunto perché non lo prendevano sul serio e non lo traducevano in azioni; e l'effetto che fanno le sue prediche è l'opposto di quello che egli aveva di mira: lasciano intatta o aggravata la frigidaza spirituale, che vuol altro che prediche P. Cfr. B. CROCE, La poesia e la letteratura italiana nel Seicento. XI. La prosa oratoria e didascalica, in «La critica », 20 novembre 1928, p. 402. Paolo Segneri (1624-1694), gesuita ebbe una vastissima fama come predicatore. I1 suo Quaresimale (1655-1665) ebbe una larga diffusione in molte lingue e insieme ad altri scritti anche di carattere ascetico costituì un modello di vita spirituale e di oratoria sacra.
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LUIGI E MARIO STURZO
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Sto bene, benché soffra un po' del freddo, che da due giorni è venuto a farci visita. Ma i giornali dicono che si va verso temperatura più mite. Un abbraccio Luigi
355 Piazza Armerina, 30 novembre 1928
Carissimo fratello, la tua del 23 mi è arrivata ier sera. L'articolo circa l'elemento oggettivo dell'idea, di cui ti feci cenno perché lo leggessi, non dovrà essere pubblicato, ma è stato già pubblicato nel fasc. 3-4 della rivista dal titolo: Circa il problema fondamentale della filosofia. Mi preme che lo guardi per vedere il mio pensiero su tal punto. Le nostre divergenze non son propriamente sui vari problemi che andiamo discutendo, ma sul problema primo, che è la conoscenza, alla luce del quale gli altri si risolvono. Tu non sei più per il tomismo e nemmeno pel mio sintetismo e sei in uno stato di eclettismo non molto determinato. I1 fasc. VI della rivista è quasi pronto. Uscirà regolarmente nella prima quindicina di dicembre. C'è, tra gli altri, una postilla su medioevo e rinascenza di S.S. Spero che costui pel numero di gennaio-febbraio mandi quaiciie aitra buona cosa. Hbbiamo irecido intenso, piU che non porti la stagione. Però il sole non manca di farsi vedere. Io lavoro con entusiasmo. E sto bene. Ancora non ho trovato l'editore pei versi. Pare che tutti abbiano lo stesso timore: i versi non son roba cercata. E forse non si ha torto perché buoni versi non se ne stampano più. I1 Natale si avvicina e ci reca la sua perenne poesia. La preghiera si fa più viva. E stiamo meglio uniti in Dio. Tuo iMario
London, 2 dicembre 1928
Carissimo fratello, tu dici: « il bello è una sintesi che come fatto lirico, vive nel momento spontaneo e amrnirativo D. Perché questa sintesi si faccia c'è di bisogno non solo di un determinato stato d'animo nel
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soggetto, ma anche di un oggetto adatto a suscitare questo stato d'animo. I1 rapporto che si forma tra soggetto e oggetto in tali condizioni, io chiamo intuizione; per distinguerlo da altri tipi di rapporti conoscitivi sintetici; e per denotarne la caratteristica propria. Riguardo poi il tipo di conoscenza io credo che debba riguardarsi come specifico e non risolvibile in altri tipi di conoscenza; perché in misura diversa che in altri tipi vi partecipano e sensi e affettività e intelligenza. Secondo la corrente estetica-mistica (di cui Bremond è uno degli esponenti più in vista) la conoscenza ragionativa non partecipa d'intuizione: è questa che attinge l'intima natura delle cose, ed è quella che più risponde alla intima natura nostra. E perciò in fondo è mistica. I1 misticismo è preso in senso lato anzi latissimo, come un contatto misterioso fra la natura e noi, e noi e noi stessi e noi e Dio. I o non sono d'accordo con tale corrente, ma sento che essa dà elementi di interpretazione della nostra conoscenza, che non può dare il puro razionalismo. In sostanza il razionalismo è analisi di fattori, disintegrazione, scomposizione; la conoscenza intuitiva è sintesi, integrazione, compenetrazione. H o parlato di ciò con D'Angelo, che si interessa d'argomento. Sto bene. Un abbraccio di cuore Luigi
Piazza Armerina, 3 dicembre 1928
Carissimo fratello, siamo già in dicembre, il mese fisicamente più malinconico, moralmente più soave dell'anno. Ricordo la campana dell'Immacolata di Caltagirone e le cornamuse (ciaramelle). Penso alle dolcezze della notte del 24; e penso a te così lontano. Abbiamo freddo molto precoce e molto intenso. Ricevo i Canti di Arbella. Una semi-delusione: sono in italiano, in esametri e pentametri. È un volume di circa 150 pagine, ma ogni pagina non ha che un rispetto o stornello, e ogni rispetto non ha più di due o quattro versi, raramente ne ha sei, qualche volta uno. Son dunque pagine tipograficamente vuote. Ci si canta l'amore come è inteso dal popolo siciliano, più antico e pagano, che moderno e cristiano. Mi parrebbe che non metta il conto di mandarteli. Se però li vuoi,
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LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO
fammene cenno. Sto bene. Ho per le mani il problema delle verità per sé note. Io penso che verità note per sé non se ne danno. Tutta la nostra conoscenza è relativa e tutta nasce dall'armonia e dal contrasto dei rapporti come ampiamente dico nel mio volume. Dir verità per sé note, a me par che sia dir conoscenza assoluta, che ripugna. In questi giorni più misticamente soavi, più spesso penso a te e per te prego. Abbracci t Mario
London, 5 dicembre 1928
Carissimo fratello, tu credi che io attraversi un'ora di ecclettismo, no certo; io cerco di penetrare alcuni elementi della conoscenza sintetica, e di metterli in rapporto col neo-sintetismo: quali sono l'intuizione, l'irrazionale nella conoscenza e il misticismo naturale. E poiché questi elementi trovo sviluppati nella cultura inglese e francese di oggi, cerco di darvi un valore e di darmi una spiegazione. A me sembrava che il tuo neo-sintetismo si prestasse molto; ma dalla corrkpondeni-! 2 ~ n 2 t 2con te, ho !'impressione che tir non dai mvei chia importanza a questi elementi, che riduci alla formula cono.. . . s a m a Ui rapporti, U che saiebbe espressioiììsmo che qùiiìdi iìega ogni intuizionismo. Allora io faccio punto. Ho ripreso in mano il tuo Neo-Sintetismo e lo rileggerò tutto pian piano sino alla fine. Ho preso pure il Time and free will, Il tempo e il libero uolere, di Bergson, saggio dei dati immediati di coscienza l. Desidero rendermi conto dei problemi, che hanno una evidente e larga ripercussione nel pensiero e nell'arte moderna. Ti ho parlato più volte di Prière et Poésie e di Poésie Pure di H. Bremond '. Credo che non li hai letti, e mette la pena. Domanderò a S.S. se può mandar qualche cosa. Lessi Circa il problema fondamentale della flosofia e credo di avertene scritto. Lo rileggerò subito. È difiicile trovare un editore per i versi. Non potresti prima tentare di pubblicare LETTERA 358. 1. H. BERGSON, Time and /ree Will: un essay on the immediate dates o/ consciousness, Sonnenschein 1910. 2. Cfr. lettera 228 n. 1.
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una diecina di sonetti religiosi nella « Nuova Antologia »? Scrivi al Sac. Gatti, che credo sia ancora il Redat. Capo, o forse a Scelba che si informi. Sto bene. Un abbraccio di cuore. Tuo Luigi
Piazza Armerina, 6 dicembre 1928
Carissimo fratello, son d'accordo con te circa la mancanza d'interiorità religiosa ambientale in Italia e circa il modo di giudicare gli inni del Manzoni. Però non so decidermi a credere che i tempi di Dante fossero diversi, né che Dante sia un poeta religiosamente interiore. Egli è grande poeta e rispecchia una religiosità, non interiore, ma generale e senza contrasti intellettuali. Quanto al Da Todi o a Feo Belcari o ad altri mistici, che ti dirò? C'è la loro anima; e questa potrebbe esserci anche oggi, se ci fossero mistici poeti grandi. I1 ' mistico supera il tempo e l'ambiente, e si fa un ambiente a sé. Io credo all'azione ambientale in arte; e come non credervi? Però ammetto anche la personalità dell'artista, atta a superare l'ambiente. Manzoni non fu un mistico. Fu un credente, un moralista, un creatore, che però non diede quello che non ebbe: il candore mistico, la vita dell'anima in Dio. E diede caratteri più riflessi che spontanei, come era riflesso il suo carattere. P. Cristoforo è un capolavoro, ma è un carattere riflesso. Lucia è mirabile, ma è una virtù normale, un'anima bella di semplicità popolare. Né voglio diminuire la stima pel Manzoni; voglio solamente dire che in mistica l'ambiente ha un valore relativo. Tu forse dissentirai. E io credo che hai altre ragioni per dissentire. Sto bene. Tuo
t
Mario
3. Mario Scelba, awocato, uomo politico (1901). Nel 1919 si iscrisse ai Partito popolare italiano. Fu segretario particolare di Luigi SNW e collaborò al « Popolo » di Donati, ali'« Idea popolare » e d a rivista « Parte Gueifa ». Ritiratosi a vita privata con il fascismo, fin dal 1941 intraprese la ricostruzione del partito con De Gasperi, Spataro e Gonella. Fece parte del primo comitato centrale, fondò e diresse « I1 Popolo m nel 1943 e fu ministro delle poste nel gabinetto Parri. Deputato dal 1946 al 1968, fu ministro degli interni con De Gasperi prima e poi nel 1959 nel secondo governo Fanfani. Da1 febbraio 1954 ai luglio 1955 fu presidente del consiglio.
LUIGI E MARIO STURZO
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[London, Paddington], 8 dicembre 1928
Carissimo fratello, anche qui fa gran freddo, oggi più che mai. A me sembra però di essere a Caltagirone e di assistere alla processione per 1'Immacolata, e sento dalla mia stanzetta le belle campane di S. Francesco. Che poesia. Peccato che i Canti d'Arbella sono quel che tu dici. Avevo letto così bella e promettente recensione che pareva trovare il poeta dell'oggi. Fai come credi. ' ~ i s o ~ nintendersi a che vuol dire verità per sé note: non è altro che una immediatezza di conoscenza, una esistenza intellettiva senza sviluppo ragionativo. I1 ragionamento sillogistico o no, nulla aggiunge e nulla toglie all'evidenza. Sotto questo aspetto ci sono verità elementari, primarie, fondamentali. Questa evidenza è frutto di cultura, adattamento, ambientazione, tradizione, sviluppo intellettivo, ereditarietà? Anche e per tutte queste cause vi sono anche errori parziali che sembrano verità evidenti. I1 noto è sempre subiettivo, obiettiva è solo la realtà individuata. Così io penso: e mi piace sapere il tuo pensiero. La tua osservazione, cioè che verità per sé nota equivalga a conoscenza assoluta a me sembra non un rapporto necessario, ma una interpretazione teorica. Per coloro che ammettono la conoscenza relativa, le verità per sé note consistono nella eviderzza immediata della relazione; non in forma discorsiva, ma in forma diretta. H o letto che è morto ieri il Card. Nava ': e mi ricordo di lui con il più vivo affetto. Scriverò le mie condoglianze a Mons. Ferrais *. Un abbraccio, tuo Luigi LETTERA360. 1. Giuseppe Francica Nava (1846-1928), sacerdote nel '69, Iaureato in teologia presso i'università Gregoriana, dopo il so&orno romano tornò a Caltanissetta dove fu nominato direttore del locale seminario. Dal '93 fu vescovo ausiliare deiia diocesi di Caltanissetta. Nel 1889 Leone XIII lo nominò nunzio apostolico a Bruxelles. Durante il soggiorno in Belgio, Nava ebbe modo di stringere rapporti con gli ambienti più attivi, in campo sociale e culturale del cattolicesimo belga. Alla morte del cardinale Dusmet, f u nominato arcivescovo di Catania. Cfr. G. DI FAZIO,La prima visita pastorale di Giuseppe Francica Naua nella Diocesi di Catania (1897-1899), in a: Ricerche di storia sociale e religiosa », anno VII, n. 13. Nuova serie, gemaiegiugno 1978, pp. 227-249. La diocesi di Catania alla fine dell'Ottocento nella Visita pasforale di G . Francica Nava, a cura di G. Di Fazio, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1982. 2. Mons. Emilio Ferrais, vescovo ausiliare e vicario generale del card. Francia Nava.
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Piazza Armerina, 9 dicembre 1928
Carissimo fratello, ieri è stata la bella festa dell'Immacolata. H o fatto neila chiesa omonima assist. pontific. e l'omelia, con grandissimo gaudio del mio cuore. I1 venerando Cardinal Nava il 7 è volato al cielo da santo. Credo che non ti diedi a suo tempo notizia del povero Cucinotta, morto improvvisamente lo scorso anno in maggio mentre visitava suoi parenti. Caro D. Silvio! L'avevo visto l'ultima volta a Messina nel maggio 1923. Preghiamo per le due belle anime. Son amici che ci lasciano e il mondo si fa, per noi, più malinconico. Eccomi 'ora a te. « I1 rapporto che si stabilisce tra uno stato d'animo e un oggetto » non si stabilisce fuori dell'atto conoscitivo; non è un atto conoscitivo diverso. Guardiamoci o dal moltiplicare senza ragione le funzioni o dal tornare al separatismo, L'atto è uno e in sé ha tutto: è sempre atto dell'intelletto o dell'anima in quanto è intelligente, che in congiunzione (naturale) coi sensi, percepisce termini e rapporti particolari, e da sé simultaneamente, esprime nell'unità sintetica, i rapporti in universale; ed esprime le sue esigenze sensitive appetitive e volitive nella stessa unità; ed è sempre perciò stato d'animo. Altro non c'è. Chiamiamo intuizione l'aspetto percettivo, pensiero l'aspetto logico, stato d'animo l'aspetto pratico. E chiamiamo bene l'oggetto in rapporto al pratico, vero in rapporto al teoretico, bello in rapporto all'ammirativo. Sto bene. Lavoro sempre con gioia. Prego per te. Tuo t Mario
[London, Paddington], 12 dicembre 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 6 ; spero stasera di ricevere la solita cartolina di Nelina, l'ultima da lei ricevuta è del 3 dic., il che mi fa stare un po' in pena. Sto bene, benché soffra il freddo che ha dato tre giorni eccezionali. Ora pioviggina, ed è meno pungente il freddo. Lavoro attorno l'indice del mio libro; qui vogliono l'in-
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LUIGI E MARIO STURZO
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dice alfabetico per oggetti, nomi, ecc. È una cosa seccante assai. H o quindi sospeso la lettura del tuo libro, che già era andata avanti un pezzo; ma lo riprenderò subito dopo. E poi? Non so ancora cosa fare. Come ti pare un lavoro sui rapporti fra Chiesa e Stato, dal punto di vista del processo storico e dal punto di vista sociologico '? I1 tema è vasto ma mi seduce molto. I o penso che Dante è un poeta interiore quanti altri mai. I tempi erano agitati, passionali, ma anche pih intimi: pensare tutto il movimento francescano del secolo precedente, Santa Caterina, ecc. Tutta la formazione intellettuale era tra scolastica e mistica nel buon senso della parola. Mistici erano i pittori del tempo, i costruttori delle chiese romanico-italiche, ecc. Pensa alle arti religiose di oggi, si salva solo la musica, più per la tecnica e la tradizione che per l'ispirazione; il resto non è affatto sentito, né la pittura, né la scultura, né l'architettura religiosa. Tu dici che il mistico supera il tempo e l'ambiente, e secondo me non è così. Anche lui vive nell'ambiente e dell'ambiente. Confronta S. Filippo Neri, S. Teresa, e S. Giovanni di Dio, lo stesso tempo e due ambienti diversi. Anche l'arte di S. Teresa è del tempo, come quella di Dante; altrimenti non sarebbe arte; ma anche esse rimangono vivissime al di là del tempo. Vedo che manca il margine. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi È arrivata la posta di stasera e non c'è nulla da Nelina.
Piazza Armerina, 12 dicembre 1928
Carissimo fratello, da quattro giorni non vedo il sole e piove disperatamente; ier l'altro fu vera tempesta. Ah! il sole! E penso a te che non lo vedi quasi mai. Dunque, dici di far punto? No, non così. Ancora sul problema dell'intuizione abbiamo qualche cosa da dirci a vicenda. A me questa lunga discussione ha fatto molto bene, perché mi ha reso più chiari ed espliciti certi punti del mio siLETTERA 362. 1. Si tratta dei primi accenni d o studio che portb Stuno all'elaborazione del saggio Chiesa e stato, cfr. lettera 387 nota.
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stema. Poi non è vero che non abbiamo superato qualche tratto della distanza che separa il nostro reciproco pensare. Io credo, e ora più fermamente, che l'atto conoscitivo sia un solo, l'intuizione categorizzata, che ora chiamo simpliciter intuizione. (S'intende che non escludo il ragionamento indagativo e costruttivo, ma lo pongo in dipendenza originaria con l'intuizione). L'intuizione, per me, ha l'aspetto percettivo, che sempre riguarda un oggetto reale e fisico, l'aspetto ideale, che determina e definisce la percezione. L'atto intuitivo contiene sintesi di cui non ci rendiamo conto nel momento spontaneo, ma ne abbiamo sentore. Questo tal sentore potrebbe esser ciò che tu chiami intuizione. Del resto vive nell'intuizione secondo il mio senso. Di qui è possibile l'analisi indagatrice, che non sempre perviene alla scoperta. Aspetto il Bremond che ho commissionato. Non penso alla « Nuova Antologia »; per ora mi contento della nostra rivista che si raccomanda a te. I1 fasc. VI lo riceverai fra qualche giorno, se pure non l'hai ricevuto. Dalla postilla Paure dei Divus Thomas ' arguirai che ii mio libro incontra lotte. Non lo leggono, forse, che in fretta e in parte, c'è certamente una ondata di ostilità. Sto bene. I1 Natale prossimo mi fa lieto. Ti abbraccio t Mario
[London, Paddington], 15 dicembre 1928
Carissimo fratello, ho letto con vivissimo piacere i 32 sonetti delle tue memorie ' molto belli, alcuni soavissimi, e per me cari quando ricordi la mamma e il babbo. Che vena giovanile e piena! qua e là si nota la troppa facilità e qualche ripetizione di forma, piccoli nei in LETTERA363. 1. Le critiche rivolte dal filosofo Amedeo Rossi al NmSintetismo di Mario Stuno riguardavano in particolare tre punti: innanzitutto la spiegazione della «prima idea », che porterebbe a negare la filosofia deli'essere, poi la circolarita della filosofia e la mancanza di una nozione logicamente prima; infine il problema di Dio che, aeando, agisce come causa. Vedi Mario Stuno, Le paure del Diuus Thomas, in «Rivista di autoformazione~,anno 11, fasc. 6, ;1e vembre-dicembre 1928, pp. 281-284. LETTERA364. 1. In «Rivista di autoformazione n, settembre-ottobre 1928.
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LUIGI E MARIO STURZO
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mezzo a tante bellezze. H o pensato che i fratelli Treves di Milano potrebbero pubblicare una raccolta di versi: forse a metà costo IO farebbero: una casa molto accreditata e nota, il cui catalogo è una buona réclame per un pubblico non nostro. Vale la pena di tentare. A Milano puoi scrivere a Gallarati-Scotti, l'autore di Miraluna e della Vita di Dante e Fogazzaro 2. Credo che potrebbe interessarsene. Ovvero meglio al Conte Stefano Iacini, Via Lauro n. 3 3. Mandagli anche una copia del tuo Neo-Sintetismo e della rivista. Hai preso contatto con ~ a n f r o ~ n i nVale i ? la pena parlarne, e anche del misticismo di Manacorda 4. Molto buona e meritata la risposta al Divus Thomas. Io son ancora alle prese con il mio lavoro. Sto bene. Come mi duole di Silvio Cucinotta! Sia pace! Così uno dopo l'altro! Come hai impostato la questione nella tua cartolina del 9 c.m., è come la penso io: solo ho qualche dubbio sulla tua frase limitativa: dell'anima in quanto è intelligente. Ma te ne scriverò a lungo. H o letto l'articolo sulle Potenze dell'anima 5 . D'accordo; aggiungo che una delle preoccupazioni degli scolastici è che l'anima è sempre in atto, come forma sostanza del corpo e quindi principio vitale, ma le potenze come tali non sono sempre in atto. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 15 dicembre 1928
Carissimo fratello, il per sé noto degli scolastici tomisti è l'equivalente dell'innato di S. Agostino e di altri, è un principio che non dipende da 2. T. GALLARATI-SCOTTI, Vita di Dante, 1st. Itai. per il libro del popolo, Milano 1922; La vita di Antonio Fogazzaro, Milano 1920. T . Gallarati-Scotti (18781966), partecipò al movimento modernista. Scrittore e politico antifascista, nel 1943 dovette riparare in Svizzera. Nel dopoguerra fu ambasciatore a Madrid e a Londra. 3. Stefano Jacini (18861952), awocato, uomo politico e storico, partecipò in un primo momento ai movimento modernista, entrò poi nel partito popolare (1919) di cui fu deputato. Partecipò aii'Aventino e dopo la destituzione di Mussolini (1943) entrò nel Comitato di Liberazione Nazionale. Fu ministro della guerra nel governo Parti, deputato alla Assemblea costituente, senatore e presidente della commissione del Senato per gli affari esteri. 4. G. MANACORDA, Mistica minore, Franco Campiteiii, Foligno 1926. 5. M. STURZO,Il problema tomistico delle potenze dell'anima, cit.
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altro principio. E tu devi ricordartene. I1 noto per sé non è l'immediato, che sempre è un rapporto e quindi il noto per alium. Essi dicono: se tutto fosse noto per alios, ci sarebbe il processo d'infinito, che ripugna. Ora io dico che un noto per sé, cioè, fuori dei rapporti di oggetto a oggetto, sarebbe un conoscere assoluto. Se poi i tomisti ammettessero come relative anche le prime conoscenze, con ciò stesso rinnegherebbero i1 processo aristotelico della genesi della conoscenza, perché questo importa una cognizione non relativa dell'essenza. Tanto è vero, che S. Tommaso, parlando delle essenze specifiche, dice che si conoscono componendo et dividendo. Dunque per lui, le essenze più semplici si conoscono senza comporre e dividere, cioè, fuori dei rapporti. Tu che ne dici di questo modo di far la critica del vecchio che non si vuol lasciar là, e si sostiene con accanimento strano? Sto bene. I1 tempo continua freddo assai e nuvoloso. Oggi il mio termometro segna 6%. E bisogna accettare anche il freddo e l'assenza del sole. Del resto giova d a salute e al lavoro. Il Natale si awicina. Sin da ora te lo auguro felice e ricco di santi pensieri. Prega per me t Mario
[London, Paddington], 18 dicembre 1928
Carissimo fratello, fin da ora ti mando i più caldi affettuosi auguri per il S. Natale, pieni di soavità celesti e di grazie ineffabili per te e per tutti quelli che sono affidati alle tue cure. Pregherò, sì, pregherò assai; aiutami a pregare. Intuizione: la mia sospensione era ed è per rileggere primo il tuo libro e leggere Bergson. Quindi questa battuta, di oggi, vale come interruzione ... della prescrizione. Tu dici (cartolina del 9-XII): « I1 rapporto che si stabilisce tra uno stato d'animo e un oggetto non si stabilisce fuori dell'atto conoscitivo ». Siamo di accordo; però è da intenderci 1) non ogni atto conoscitivo è atto ragionativo; 2) non è solamente conoscitivo, ma sintetico-conoscitivo. Come vedi, sono entro il tuo sistema. Tu aggiungi: « non è un atto conoscitivo diverso », per me è diversa l'intuizione dal ragionamento, nel senso che diversa è la sintesi
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LUIGI E FIIARIO STUiUO
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delle varie facoltà, e che vi prevalgono o i sensi (estetismo) o la volontà inespressa (subcosciente) o un intelletto illuminato (misticismo). Secondo questo criterio, non ogni intuizione è intellettiva, e si risolve in ragionamento (parziale o totale); ma vi sono intuizioni che si esauriscono in sé, e non trapassano in analisi ragionative, esplicative o integrative; o al più le analisi sono su fatti ed elementi collaterali, che non attingono il valore dell'intuizione. Questo non è separatismo, non è dare atti diversi a facoltà diverse, non è negare la conoscitività dell'atto intuitivo; è classificare un atto del nostro essere, che non può essere confuso con altri del genere conoscitivo. Sto bene e lavoro. Un abbraccio, tuo Luigi
Piazza Armerina, 18 dicembre 1928
Amato fratello, rispondo alla tua ultima ricevuta domenica. Nelina sta bene, mi ha scritto ieri. E non bisogna star troppo attaccati al giorno, . . .. i :itar& possono avere Cagioni. Trovo ajcaL;nteressante il tema: rapporto tra chiesa, ecc. I1 mio voto è favorevole. L'ambiente mistico, in quanto ambiente, non dà i'interiorita deil'individuo, ma, se mai, l'agevola. Come ambiente il misticismo vale quanto ogni altro tono ambientale ed è sempre esterno al poeta. E io ripeto che il vero mistico crea a sé il suo ambiente, non nel senso che trasporti altro tempo nel presente, ma nel senso che chi vive la vita interiore intensamente è interiore e non esteriore (non ti urtino le parole; esse hanno un valore relativo). Nel medioevo c'era questo di speciale, che l'azione della scuola era diversa: ora è allineatrice, livellatrice e quindi formalistica e quindi esteriorizzante, scolasticizzante, allora era libera, autonoma, personale e quindi interiore o più interiore. C'erano meno scuole, e più personalità; meno diffusione di studi e più originalità e quindi interiorità. È questo un aspetto forse non considerato o non considerato a dovere. Tu che ne dici? Sto bene. Abbiamo ancora gran freddo e poco sole. Io però non ci soffro e lavoro con lo stesso
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ardore che a volte mi sembra eccedente e devo frenarmi. Prega per me come io faccio per te sempre. Tuo f Mario
[London, Paddington], 20 dicembre 1928
Carissimo fratello, ieri sera sono andato a sentire il Magnificat di Bach: una musica bella assai, benché qua e là mostri le rughe, ed io ero incantato di sentirla, ma non senza seguire la musica e l'esecuzione e fare le mie critiche e osservazioni; ma quando attacca il Gloria Patri è tale un fremito, che dimentico tutto e resto assorto in quel sublime d'arte, che mi trasporta da sé a un sublime religioso e sembra di sentire un canto di angeli: in quel momento neppure percepisco più ia sala e la folla, ma rimango come in 'un sogno di religiosità e di arte. I1 sicut erat è una solita fuga, bella sì, ma mi trasporta in terra, mentre ancora vibrano le corde di quel momento di intensità. Ti descrivo ciò per tornare d'intuizione. Quella emozione estetica, nell'intemo risponde ad altre emozioni, nel caso la religiosa o mistica: si fondono e sembra una realtà nuova che si percepisce. Che è la realtà percepibile se non rapporti? Questi sono complessi, sintetici; o che prevalga l'intellezione, o il sentimento, o i sensi, o il ragionamento, il prodotto è un diverso modo di attingere la realtà. L'errore dei razionalisti, matematico-meccanici, da Descartes in poi, è di credere che la realtà si raggiunge solo col ragionamento; e quindi solo con la conoscenza ragionativa. Ricevo la tua del 15. Sono d'accordo con te che un noto per sé, fuori dei rapporti, non esiste: ma vi è un rapporto evidente (e quindi non ragionato) che chiamiamo immediato, e con parola plurisensi, intuito; e altro rapporto non evidente. I primi principi sono evidenti perché il rapporto è percepito immediato. Sto bene. Rinnovo gli auguri, tuo Luigi
LUIGI E MARIO. STURZO
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CARTEGGIO
Piazza Armerina, 21 dicembre 1928
Carissimo fratello, ti rinnovo gli auguri pel S. Natale. Ti son più vicino col cuore e prego con più fervore per te. Grazie delle buone parole su Memorie l . Tenterò Treves, ma non ho fretta, come altre volte ti ho scritto. Gli scolastici distinguono atto primo da atto secondo. L'anima come forma è atto primo; e insomma l'atto primo è l'esistere. La quistione che io tratto nel mio articolo riguarda l'atto secondo, che sta in correlazione con la potenza, d'onde la frase: potenza ed atto. Non ricordo bene il contesto della mia cartolina del 9; posso però dirti che il mio pensiero è questo, che il corpo limita il potere intellettivo dell'anima, in quanto impedisce l'intuizione puramente intellettiva. Né credo che S. Tommaso dica cosa diversa quando tocca questo problema, benché non usi la stessa parola. La postilla sul medievalismo ha avuto il più felice incontro. Ora aspetto che S.S. mandi qualche altro articolo. Sull'arte religiosa si potrebbe fare certo qualcosa d'interessante. Con Zanfrognini siamo in corrispondenza. È stato lui il primo a scrivermi. De Simone mi ha scritto con entusiasmo intorno al Canto della vita '. Sto bene. Oggi il sole splende in tutta la sua bellezza. Penso a te. Ti abbraccio. Tuo t Mario
Piazza Armerina, 24 dicembre 1928
Carissimo fratello, stamani aspettavo con certezza tua cartolina. La posta è arrivata, ma la cartolina aspettata non c'è. La tua ultima la ricevetti il 19. Spero nella posta di stasera. Sto bene. Questa notte nel pontificale pregherò per te in modo speciale. Come è soave la veglia del Natale! Sempre attesa e sempre nuova e dolce. NeLETTERA369. l. In p. 230.
2. Ibid., pp. 229-247.
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ANNO 1928
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lina è ancora a casa. Siamo così vicini con essa, eppure siamo lontani. Qui continua il freddo intenso e il mal tempo. L'annata è più fredda del solito. Pare che sia cresciuto il caldo nell'estate e il freddo nell'inverno. I1 mio lavoro sul problema filosofico dell'educazione procede rapido. Lo sto scrivendo in forma di articoli, per poterlo subito che sarà finito pubblicare sulla rivista. Ne ho scritto già tre. Spero che rechi un qualche contributo. Però, come dice il titolo, io non faccio della precettistica pedagogica, né della pura pedagogia, ma indago le ragioni filosofiche dell'educazione, sotto il suo aspetto più generale, che non riguarda solo i fanciulli né solo i maestri, ma tutti gli uomini e la società. Ti rinnovo ancora una volta gli auguri natalizi con ogni affetto. Prego il Santo Bambino che ti conceda le grazie di cui hai bisogno. Cominciano le visite, la carta finisce. Fo punto. E ti abbraccio t Mario
[London, Paddington], 27 dicembre 1928
Carissimo fratello, ricevo la tua del 21; rispondo subito, vedo che sono in ritardo di un giorno. .Sto bene. I1 Natale è passato bene. I1 tempo tiepido, come mai. Ancora lavoro sull'indice e sulle bozze ne avrò per tutta la settimana. E poi punto per ora. Io credo che potenza ed atto si debba riferire e si riferisca tanto al così detto atto primo che all'atto secondo; perché si fissano i termini di relatività. L'anima come forma del corpo è in atto ed è in potenza sempre; perché vive una vita temporale e perciò successiva. Riguardo le facoltà, io sono d'accordo con te; ma siccome ogni teoria ha il suo valore e il suo perché storico, io cercavo di rendermi conto di ciò, notando che la conquista tomistica dell'unità dell'anima, poteva essere turbata da una teoria deila sostanzialità delle facoltà, allora concepite come funzioni analitiche e non sintetiche. Riguardo l'intuizione, io non ho parlato di intuizione puramente intellettiva, ma di intuizione in cui ci entra anche l'intelletto. Tanti auguri per il nuovo anno a te e a tutti gli amici di costà, che io ho conosciuto e che essi mi ricordino in Domino. Tuo Luigi
LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 30 dicembre 1928
Carissimo fratello, rinnovati fraterni auguri per il nuovo anno, e sempre lavoro incessante per tanti che han bisogno delle tue cure pastorali e della tua illuminata filosofia. Sto bene, e sempre occupato con il mio libro; e ne sono proprio stanco. Ma pochi giorni ancora per questa edizione inglese e poi un po' di riposo. Mi piace molto la linea del tuo lavoro sull'educazione. S.S. mi dice che ti manderà una postilla sull'uso delle parole. Tu vedrai, e se non ti piace gliela ritornerai senz'altro. Ti mando un articolo sull'intuizione di Bergson. I o non sono del parere del Doct. Toulose; ma c'è un gran fondo di verità. Bergson interpreta lo stato d'animo artistico e mistico di oggi, e non certo quello scientifico. Al solito, le lettere di Nelina tardano e poi arrivano due nello stesso giorno. Pazienza. È a Caltagirone o a Catania? Spero che si sia rimessa dalla febbre avuta. Tanti auguri a Mons. Fondacaro, agli amici, ai seminaristi. Che preghino per me, ne ho tanto bisogno. Un abbraccio di cuore, tuo T
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3148 TIPOGRAFIA CITTA NUOVA DELLA PAMOM 25 l tS85 00165 ROMA LARGO CRISTINA DI SVEZIA. 17 TEL. 5813475182
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