Vol 05 4 carteggio 1935 1940 pag 221 394

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1858 Parigi, 23 agosto 1937

Carissimo fratello, già avrai ricevuto la cartolina di Nelina l . Pensa che gioia per me. Deo gratias. Ricevo la tua del 18 c.m. Riprendo il tema. 1) Tu dici che quel che io dico (e lo insegna S. Tomaso) «non risolve il problema delle tre età». Quale problema? Non certo quello della identità della vita. I teologi dicono che anche la vita eterna è identica, in radice, alla vita della grazia in questo mondo. Per questo diremmo che la radice è la stessa cosa che l'albero e il frutto? I miei termini sono misui-atissimi per non cadere nell'altro eccesso. Le tre età sono immagini analogiche di un processo spirituale unico. 2) L'altra osservazione è circa l'uso della parola «mistica». Tu non puoi non essere di accordo che la contemplazione acquisita sia vera mistica; il processo per arrivarci, non ostante che soglia guardarsi sotto l'aspetto ascetico (analisi), è in fondo «mistica» (sintesi). Impossibile non usare tale parola in questo caso, e riserbarla alla contemplazione infusa e ai doni eccezionali. Sarebbe un errore teorico e pratico. Stiamo bene, pensiamo a te e di te parliamo spesso. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 25 agosto 1937

Carissimo fratello, l'altro ieri la tua cartolina, ieri quella di Nelina: sia ringraziato il buon Dio che ci consola. Alla sua prima origine (1858) l'Unione Apostolica mirava proprio a una élite, mirava a dare ai vescovi sacerdoti liberi da ogni ambizione di parti e desiderio di lucro, ecc. Ricordo che tu mi scrivesti molto tempo fa delle tentazioni contro la fede sofferte da S. Vincenzo de' Paoli; del foglio sul petto dove LETTERA1858. 1. In data 19 agosto 1937 Nelina scriveva: «Caro fratello, arrivo a momenti qui dopo un ottimo viaggio. Stiamo bene e i1 nostro pensiero è a te rivolto. Mi auguro che stai bene e che non t i sarai stancato andando a Enna. I1 tempo è fresco e mi piace. I nostri saluti affettuosi. Nelinav.


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era scritto il credo; del toccar il foglio come atto di fede quando il turbamento gl'impediva di esprimerlo con le parole. Ho sul tavolino La vera vita di S. Vincenzo de' Paoli del Redier seria e critica. L'autore nega per insufficienza di documenti e perché questo Santo non fu un tormentato, ma un attivo. Sto bene. I1 caldo scema, accenna all'autunno. Tante cose alla buona e cara sorella. Tutti e due credetemi vostro t Mario

',

Paris, 28 agosto 1937

Carissimo fratello, ricevo la tua del 25 c.m. Godiamo che stai bene. I1 Redier dice che non vi sono documenti per affermare le tentazioni contro la fede che sopportava S. Vincenzo de' Paoli, ma non può negare che vi è stata una lunga tradizione ad affermare ciò. Dal punto di vista psicologico, nessuno può dire che un tipo di uomo attivo nell'apostolato non possa subire simili tentazioni. Io ignoro i precedenti dell'unione Apostolica. Quella alla quale io sono iscritto ha lo scopo di dare al prete una formazione e una pratica spirituale costante. Onde si deve notare ogni giorno, sopra un modulo, se si è anticipato il Mattutino, se fatta la meditazione, se data una parte del giorno allo studio e così via: la lezione spirituale, la visita al SS.mo, il Rosario, la nota delle entrate e spese, l'esame di coscienza, il ritiro mensile, l'ora dell'alzata, preparazione e ringraziamento per la S. Messa etc. etc. Ogni mese l'obbligo d'inviare queste note al Direttore dell'unione, di tanto in tanto riunioni, ore di adorazione etc. L'obbligo assunto non importa vincolo, la cui omissione sia una colpa; ma importa veridicità e chiarezza di rapporti con il centro direttivo. L'altra, la Lega Eucaristica, dà l'obbligo (dello stesso tipo) di fare un'ora di adorazione ogni settimana davanti al SS.mo. Scrissi a Fondacaro per la devozione al S. Cuore Agonizzante, per gli agonizzanti specialmente in peccato mortale. È una LETTERA1859. 1. Cfr. lettera 1654, nota. 2. L. S. annota: u28.8.37. Scritto per gli agonizzanti - scritto di rispondermi a Londra».


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promessa che ho fatto, di diffondere questa devozione. Credo averne scritto a te. Prega per me. Un abbraccio dai due. Stiamo bene, tuo Luigi Rispondimi a Londra. Da oggi in poi scrivimi a Londra.

Piazza Armerina, 31 agosto 1937

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 23. Tu.dici: Le tre età sono immagini analogiche di un processo spirituale unico. E dici bene. I1 mio pensiero considera l'altro aspetto: le tre età non sono immagini analoghe alle tre età della vita fisica, sono veramente tre età con caratteri propri e inconfondibili. Accanto a queste c'è la vita spirituale che s'intristisce, simile alla vita fisica priva di sviluppo normale, che in certo senso abortisce. Queste vite spirituali abortite son molte, son la vita dei più. Sono semplici immagini analoghe? Oh no, son dolorosa realtà. Ma tra gl'incipienti e i perfetti non vedi nel mezzo l'abisso? L'essenza è una; le attuazioni molte. Se a questo non si bada, il processo stesso ne resta viziato. Sto bene. Tante care cose a Nelina e a te. Tuo t Mario

Londra, 2 settembre 1937

Carissimo fratello, sono rientrato a Londra per qualche giorno. Partirò per un ritiro spirituale presso un'abazia benedettina. Tu puoi scrivermi qui; le tue cartoline mi arriveranno. Sto bene, grazie a Dio. La visita di Nelina assai breve quest'anno. Così vuole Dio. Come desidererei una tua visita ma non l'oso sperare. Quel che prego sempre Dio è che ci unisca insieme in Lui neila beatitudine eterna. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


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[London, Notting Hill], 7 settembre 1937

Carissimo fratello, ricevo qui la tua del 31 agosto. Io non arrivo a prendere il tuo pensiero. Tu mi scrivi: «Le tre età non sono immagini analoghe alle tre età della vita fisica; sono tre età con caratteri propri e inconfondibili». (L'analogia è un principio di conoscenza teologica che si applica a tutti i misteri). Tu prosegui: «Accanto a queste c'è la vita spirituale che s'intristisce, simile alla vita fisica priva di sviluppo normale, che in certo senso abortisce». Ora, io non posso concepire da un lato le tre età, e dall'altro la vita che s'intristisce. La vita è la grazia e l'amore (noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i £rate&). La vita esige il suo sviluppo normale altrimenti intristisce e si perde (peccato deliberato veniale e poi mortale). Tu mi domandi se tra incipienti e perfetti non vedo l'abisso. Dal punto di vista della grazia santificante, no; dal punto di vista dell'abbondanza delle grazie e della corrispondenza ad essa, certo, c'è l'abisso. I1 problema è quello del nemo mittens manum ad aratrum etc. l . Leggevo recentemente che per l'anima che tende alla perfezione non è il punto dove è arrivata che importa, ma è la tendenza, il desiderio e la volontà pratica alla perfezione. Ma credo che siamo ben d'accordo e solo ci distingue qualche nuance di veduta. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi Ricevo in questo momento notizie da Nelina che è a Roma e sta bene.

[Buckfastleighl, 8 settembre 1937

Carissimo fratello, sono arrivato all'abazia di Buckfast (Benedettini della famiglia di Subiaco). Stasera entro in ritiro. Ti mando i più vivi auguri per LETIZRA1863.

1. Cfi Luca, 9,62.


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il tuo onomastico. Dirò la messa per te e la tua diocesi. Prega per me. Tante cose a Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 14 settembre 1937

Carissimo fratello, ti ringrazio degli auguri, ti son vicino nel tempo del ritiro e prego per te. Le tre età sono tre realtà, e chiamale come vuoi. Gli antichi usarono dire le tre vie. Son certo tre stadi. Passo alla questione più importante. Non tutti quelli che sono al primo stadio, sono incipienti. Incipienti sono quelli che progrediscono e diventano proficienti e poi perfetti. Molti restano allo stato d'intristimento. Sono degli intiepiditi, cioè, dei tiepidi abituali e abituati. E il lor numero nel mondo è grande. Son quelli che chiamiamo cristiani all'acqua di rose. Tener ciò presente nella vita spirituale, per sé e per la retta direzione degli altri, ha grande importanza perché hanno grande importanza le prove passive che segnano il trapasso da grado a grado, ed ha grande importanza saper giudicare e portarsi nelle crisi per non intristirsi, per superarle e progredire. Sto bene. Ti abbraccio. Tuo t Mario Rispettosi e riverenti ossequi, ricordandola sempre nelle mie povere preghiere. Mi benedica. Giovanni

[London, Notting Hill], 16 settembre 1937

Carissimo fratello, ritorno dall'abbazia di Buckfast, dove ho passato una settimana ottima per l'anima e per il corpo. Sto bene. Non ho trovato qui alcuna tua cartolina, come speravo. Sono più di quindici giorni dalla tua ultima del 31 agosto. Ci sarà stato qualche smarrimento nel mezzo. Spero che stai bene. Nelina dovrebbe già essere a casa. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


LUIGI E MARIO STURZO

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Londra, 19 settembre 1937

Carissimo fratello, questa per gli auguri per il tuo 480 anno di sacerdozio. Sto bene. Attendo tue notizie. L'ultima tua ricevuta è del 31 agosto. Prega per me, tuo Luigi

Piazza Armerina, 22 settembre 1937

Carissimo fratello, ti ho scritto il 7 e il 14. Ieri fu il 48. anniversario del mio sacerdozio. Spero che te ne sarai ricordato nelle tue preghiere. Oggi è il 480 anniversario della prima messa solenne col tuo panegirico. Ricordi indelebili e terribilmente cari. Quante grazie! Quanta responsabilità! Nelina è già a casa da sabato sera. Sta bene. Spero di rivederla tra qualche giorno. Dal 12 al 17 ottobre si terrà in Enna il primo congresso diocesano della parrocchialità l . Fervono i preparativi. Aiutaci con la preghiera. H o letto I'opuscolo deila Lanza sulie anime vittime. Avrei preferito che la scrittrice non fosse uscita dal fatto che scrive un'esperienza (come tu mi dicesti). È un po' troppo analitico. In sintesi non dice nulla di nuovo. È la vita unitiva consacrata da un particolare voto. La lettura giova. Sto bene. L'autunno reca piogge e fresco. Sia benedetto il Signore. Ti abbraccio. Tuo t Mario L E ~ ~ E1867. R A * Cartolina illustrata con una vetrata della chiesa di S. Chiara di Caltagirone. L E ~ 1868. A 1. Il Congresso «fu preparato, può dirsi sei anni prima, col Io congresso diocesano deli'tizione Cattolica che si tenne a Piazza Armerina e poi col secondo congresso del giugno 1933, dove il vescovo tracciò le linee di un'attività parrocchiale intensa [...l» Il lo settembre 1937, annunciando il congresso di Enna, il vescovo Sturzo affermò: «Le parrocchie sono le famiglie, son le unità inferiori, come le diocesi son le unità medie; come la Chiesa è la suprema unità. Che cosa potrebbe fare il Papa nel mondo se non ci fossero le diocesi? E che cosa potrebbero fare neiie diocesi i vescovi se non ci fossero le parrocchie?». Cfc. GIOACCHWO FEDERICO, Il uescouo Sturxo, Piazza Armerina 1960, pp. 27-29.


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[London, Notting Hilll, 23 settembre 1937

Carissimo fratello, ho ricevuto (finalmente) la tua del 14 c.m. Godo che stai bene. Anch'io grazie a Dio sto bene. Tante cose a Giovanni. Di accordo con quel che scrivi sulla differenza tra gl'incipienti e i tiepidi. Gli uni tendono a progredire, gli altri sono in pericolo di retrocedere verso il peccato. Nessuna frase vi è nelle mie cartoline precedenti che possa dar luogo a confondere gli uni con gli altri. I1 problema da me posto era diverso: «Se nel concreto di ciascuna anima si possa concepire una via purgativa che non sia in certo modo (virtualmente almeno) illuminativa e unitiva». Così ti scrivevo il 10 agosto da Parigi. Mettiamo da parte la questione dei tiepidi, che non sono da annoverarsi fra quelli della via purgativa. Ma se essi sono, di fatto, in stato di grazia e cercano mantenere questo stato evitando le colpe e le occasioni prossime, allora non so perché non debbano annoverarsi fra coloro che sono incipienti, per questo sforzo stesso ch'essi fanno. Attendo la tua risposta su questi due punti. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 28 settembre 1937

Carissimo, ricevo la tua del 22 c.m. Dissi la S. Messa per te il 21 di questo mese. Non ho mai ricevuta la tua del 7 di questo mese, perciò te ne scrissi e scrissi (dovendogli rispondere) a Mons. Fondacaro dal quale ora ricevo un'altra lettera. Mi interessa molto la riunione dei Rettori dei Seminari Diocesani e l'altra a Enna per la Parrocchialità. Che Dio benedica i vostri sforzi e le fatiche pastorali. Hai letto il libro di Lindworsky ' sulla psicologia deil'ascetica? Che ne pensi? Conosci tu il libro del I? de Caussade, gesuita del secolo XVIII,

LETITRA 1870. 1. Cfr. lettera 1844, nota.


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su Ì-.'abandon à la Prouidence Divine 2. Ripubblicato di recente è arrivato in poco alla 22" edizione. Te ne parlerò. Sto bene. Salutami tutti. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 28 settembre 1937

Carissimo fratello, ti ringrazio degli auguri. Ti ho parlato delle anime intristite per chiarire bene i termini. Così abbiamo da una mano queste anime che vivono una vita spirituale rachitica; dall'altra le anime nelle quali il processo della santificazione si attua più o meno regolarmente. Anche qui abbiamo, da una mano gl'incipienti, dall'altra i proficienti e i perfetti. La vita spirituale dei primi è semplicemente ascetica; quella dei secondi è un principio di mistica; mistica in senso pieno è quella dei terzi. L'essenza è una: la carità. Però negl'incipienti la carità opera in modo attivo (benché sotto l'influsso della grazia); nei perfetti in modo passivo nel senso mistico e pieno della parola. S. Giovanni della Croce la chiama carità e chiama la contemplazione mistica. La passività mistica è un intervento divino puramente gratuito: è Dio che vive nell'anima. È il Vivo atltem, iam non ego: vivit vero in me Christus l . Negl'incipienti questo che è puro dono, non c'è nemmeno virtualmente. C'è nei proficienti 2. Sto bene. t Mario 2. JEANPIERREDE CAUSSADE, Labandon a la Providence Divine. J . Gabalda, Paris 1934. 2 voll. LETTERA1871. 1. Galati, 2, 20. 2. Questo discorso sui tre gradi della vita spirituale, Mario Sturzo trasfuse nella sua lettera pastorale, Il santo raccoglimento, per la quaresima del 1939 (cfr. la lettera del 13 marzo 1939, nota 1). Affermava il vescovo: «Benché i'ascetica e la mistica non siano propriamente due regni separati, ma un sol regno; non due processi ma un sol processo, e perciò, benché parlar d'ascetica e di mistica come di due cose distinte e separate, si faccia per ragione di metodo e non per esigenza teologica, pure è verissimo che la vita spirituale ha tre gradi distinti, o come altri dice: tre distinte età, quella degli incipienti, quella dei proficienti e quella dei perfetti; owero che il cammino verso il cielo ha tre grandi vie: la via purgativa, la via illuminativa, la via unitivan. Cfr. MARIO STWRZO, Il santo raccoglimento, lettera pastorale per la quaresima del 1939, Tip. Ed. Piemontese, Torino 1939, p. 26.


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[London, Notting Hill], 2 ottobre 1937

Carissimo fratello, dalla tua del 28 settembre (in risposta alla mia del 23) ricavo che, secondo te: a) la vita mistica sarebbe lo stesso che carità passiva e contemplazione passiva, che tu chiami «passività mistica» - b) che tale puro dono non è negl'incipienti neppure virtualmente, ma comincia a essere nei proficienti. H o bisogno d'intenderci sui termini: a) più volte ti ho scritto che io parlo della mistica acquisita, di cui la contemplazione acquisita è un frutto; non della contemplazione infusa. b) In questo senso, la mistica è passiva e attiva e non solamente passiva; C) ne deriva che ogni sforzo ascetico verso la perfezione spirituale (anche degl'incipienti) è virtualmente mistico. d) Tutto è dono di Dio e puro dono, ma la mistica acquisita porta un aumento di grazia promesso aiia nostra corrispondenza; mentre la mistica infusa non ha nessuna promessa precedente. H o I'impressione che parliamo di due stati spirituali diversi. Vedi di chiarirmi questi punti. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

Piazza Armerina, 3 ottobre 1937

Carissimo fratello, ieri ricevetti la tua del 28. T i sono grato della S. Messa celebrata per me nel 4 8 del mio sacerdozio. Ti scrissi che trenta messe si possono celebrare in sei mesi. Ripensando a quanto in più cartoline ti ho scritto sulla vita spirituale, m'awedo d'essermi lasciata prendere la mano dall'analisi. Tu hai ben ragione d'insistere suli'unità e sulla virtualità. Infatti l'essenza della santità è la Carità; la Carità è sempre congiunta con doni dello Spirito Santo. In virtù dunque c'è tutto. I teologi dicono che nelle anime tiepide i doni restano oziosi. Ciò va inteso nel senso che languiscono, come languisce la carità nei tiepidi. Questa è la tiepidezza. Resta però fermo che l'elemento predominante negl'incipienti è l'ascesi, l'attività; nei perfetti la misticità, la passività. Ma penso che anche nei


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perfetti la parte dell'attività è importante; anzi penso che essi sono tanto più attivi, quanto più sono passivi; danno a Dio tanto più di opere, d'azione, di ascesi, quanto più Dio dà loro di grazie mistiche. Son un po' raffreddato. Piccola cosa. Ti abbraccio tuo aff.mo fratello f Mario

[London, Notting Hill], 8 ottobre 1937

Carissimo fratello, spero che il raffreddore ti sarà passato. Io sto bene; grazie a Dio. Uniti nella celebrazione del Santo Mese del Rosario. Ricevo la tua del 3 c.m. che si è incrociata con la mia del 2. Questa mi chiarisce bene il tuo punto di vista sicché parecchie delle mie difficoltà cadono. Solo non mi pare esatta la classifica dell'ascesi come attività e della mistica come passività. Forse a tratti salienti si potrebbe accettare, ma nel fondo tutte e due sono attivitàInoltre la classifica non regge perché la natura delle due attività e delle due passività è del tutto diversa. Sto rileggendo, nel testo francese, il libro del P. de Caussade con profitto l ; ma ho delle obiezioni su qualche punto. Perciò mi interessa sapere se lo conosci. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina 9 ottobre 1937

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 2 richiamandomi alla mia del 3 nella quale riconoscevo il vizio deli'analitismo delle mie precedenti sul problema ascetico-mistico. Debbo però qui far un'aggiunta o una precisazione che dir si voglia. Io oramai sono ben convinto che l'anima in grazia possiede in germe (in virtù, virtualmente) tanto la perfezione che chiamiamo ascetica e ascetico-mistica (contemplaLE'ITERA1874. l. Cfr. lettera 1870, nota 2


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zione acquisita), quanto la perfezione che chiamiamo mistica in senso stretto (orazione e carità passive). Anche queste, purché queste, benché siano puramente gratuite, sono anche esse effetto della carità e dei doni dello Spirito Santo, che si trovano (la carità e i doni) già nell'anima in grazia e aspettano l'umana corrispondenza a£finché fnittifichino, e la generosità di Dio, affinché producano i frutti già perfetti, che senza un particolare intervento di Dio, non produrrebbero. Ti scrissi dell'opuscolo della Lanza sull'offerta delle anime ostie. Non me ne parli? Sto bene. A Dio piacendo martedì andrò a Enna pel Congresso della parrocchialità t Mario 2

'.

[ ~ o n d o nNotting , Hill], 14 ottobre 1937

Carissimo, ricevo la tua del 9 c.m. Oramai siamo pienamente di accordo. Ti scriverò d'altro alla prossima. Sto bene, solo un po' raffreddato. È la stagione. Di accordo sul tuo giudizio sull'opuscolo delia Lanza l . Credo che il suo fu un errore letterario: scriverlo in via generica e non come sue memorie ed esperienze. Forse fece ciò per modestia. Tanti auguri per il tuo Congresso. Un abbraccio di cuore Luigi

Enna, 14 ottobre 1937

Carissimo fratello, sono qui pel congresso della parrocchialità che, con la grazia di Dio, procede molto bene. Rispondo alla tua ultima. In questi giorni ho letto uno studio di Fonck sulla mistica. Lo studio LETTERA1875. 1. Dal 12 al 17 ottobre 1937 si tenne ad Enna il Primo congresso diocesano deiia parrocchialità. 2. L. S. annota: «14.X.37. Siamo di accordo. Anche di accordo suii'opuscolo della Lama». * Cartolina illustrata: Piccadiiiy Circus. L E ~ R 1876. A 1. Cfr. lettera 1774, nota 1. LEITERA 1877. l. Leopold Fonck (1865-1930). esegeta. Entrò nel 1892 nella


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espone lo stato di questa disciplina; dice che il teologo della mistica ancora si aspetta, cioè, il teologo che crei la sintesi. Sicché ancora in che cosa consista veramente la mistica e in che si distingua dall'ascetica, non è ben determinato. Certo che il carattere proprio dell'ascetica è lo sforzo dell'uomo ordinato a vincere i vizi ed acquistare le virtù. È attività; ma è anche passività, perché l'azione umana è prevenuta e accompagnata dalla grazia. È anche certo che il carattere proprio della mistica è la passività, riguardi questa l'orazione, riguardi la carità. S. Giov. della Croce, che è dottore della mistica, distingue la passività (l'azione di Dio nell'animo) in incosciente e cosciente. La mistica è dunque per lui non solo l'unione più perfetta con Dio, ma la coscienza dell'azione di Dio sulla mente e sul cuore. Sto bene. Lunedì, a Dio piacendo, andrò a Nicosia pel Congresso Catechistico. Prega per me. Credimi tuo t Mario

[London, Notting Hiil], 20 ottobre 1937

Carissimo fratello, ricevo la tua del 14 c.m. Sono di accordo su ciò che mi scrivi. Circa la passività ti trascrivo una pagina del P de Caussade (Vol. I, pag. 79) ~Quoiqueles 4mes que Dieu élève à l'état d'abandon soient beaucoup plus passives qu'actives, cependant elles ne sauraient &re dispensées de tout action. Cet état n'étant autre chose que la vertu d'abandon exercée plus habituellement et avec plus de perfection, doit, comme cette vertu, se composer de deux ordres de devoirs: de l'accomplissement actif de la volonté divine, et de l'acceptation passive de tout ce qu'il lui plait de nous envoyer. Il consiste essentieliement dans la donation entière de notre &re à Dieu, pour qu'il en use suivant son bon plaisir. Or, le bon plaisir de Dieu use de notre &re en deux manières: ou il i'oblige à faire Compagnia di Gesù dopo aver compiuto gli studi filosofici e teologici ali'Università Gregoriana. Tra i suoi lavori ebbero grande diffusione in Italia: 11 metodo del lavoro scientifico (1907); I miracoli del Signore (1916); Le parabole del Signore (1924). 2. L. S. annota: a20.X.37. Trascrivo la pag. 79 del lovol. del de Caussade circa lo stato di abbandono (mistico). Sono di accordo su ciò che mi. scrivi circa la passività; ti trascrivo una pagina del de Caussade (Vol. I, 7 9 ) ) ~


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certaines actions, ou il opère simplement en lui. Nous sournettrons, donc, aussi à lui de deux manières: soit par la fidèle exécution de ses ordres clairement manifestés, soit par une simple et passive sournission à ses impressions agréables ou pénibles. L'abandon renferme tout cela, parce que ce n'est point autre chose qu'une parfaite soumission à l'ordre de Dieu selon la nature du moment présent ». Credo che qui è detto l'essenziale. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Tanti saluti a D. Giovanni.

[London, Notting Hiii], 26 ottobre 1937

Carissimo fratello, ricevo la tua del 23 c.m. Godo tanto di quel che fai, ti sieguo col pensiero e col cuore. Prego sempre per te. I miei auguri per il lonov. Dirò la S. Messa per te specialmente, insieme a Nelina e me. Che Dio ci congiunga in cielo. H o finito di celebrare le 30 messe per Fanales. Debbo mandare un certificato? A chi? Con quale-dicitura? Sto bene. Tanti saluti a tutti gli amici, Vincenzino, Giovanni, etc. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 30 ottobre 1937

Carissimo fratello, la pagina del de Caussade non mi pare del tutto a proposito. Essa riguarda il caso particolare dell'abbandono nell'agire e nel sopportare. Il problema mistico è un po' diverso e certo più ampio. La passività specifica che lo caratterizza non è più sopportare (che poi è attività anche esso), ma l'attuarsi in noi, cioè venire in noi, esser messe in noi date grazie. È l'infusione. Nel sopportare l'uomo è libero: può non sopportare. Qui no; anzi l'uomo non ha nemmeno


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esperienza di quel che avviene in lui in via ordinaria. Lo sa per fede. L'esperienza, la coscienza caratterizzano lo stato mistico propriamente, o meglio, strettamente tale. Sto bene. Domani notte, a Dio piacendo, compio 76 anni. Son ben vecchio. Vorrei esser tale anche in virtù e santità. Mi raccomando alle tue preghiere. Nelina è stata raffreddata. Ora sta bene. I1 dì dei morti saremo tutti uniti nelle preghiere di sdfragio pei nostri cari. Tuo t Mario

[London, Notting Hill], 2 novembre 1937

Carissimo fratello, vedo che tardi a scrivere. Questa per dirti che sto bene. Oggi insieme nella preghiera per i nostri cari. «Quadraginta in stadium ingressi sumus, quadraginta item, Domine, corona donemur, ne una quidem huic numero desit» l . Così speriamo per la nostra famiglia. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi H o avuto una piccola influenza già superata.

[London, Notting Hill], 5 novembre 1937

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 30 scorso. L'idea principale del P. de Caussade è che nello stato di abbandono (ch'egli distingue dalla virtù di abbandono) la nostra passività porta l'operazione di Dio in noi. Ti scrissi se conoscevi questa opera e se ami averla. Non so se vi sia una traduzione italiana. Ma a parte il pensiero del gesuita del settecento (che voleva conciliare Bossuet e Fénelon), io ho sempre inteso discutere con te della contemplazione acquisita e delio stato mistico conseguente; e non della contemplazione LETTERA1881. * Cartolina illustrata con una vetrata deiia chiesa di S. Chiara di Caltagirone. 1. Fa parte dell'antifona che si leggeva il giorno 10 marzo, in ricorrenza della festa dei Quaranta Martiri. Breviarium Romanum, Marietti, Torino 1952, pag. 745.


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infusa. Questo ti ho notato più volte. Poiché tu ritorni sul fatto della infusione, ti prego di dirmi se tu mantieni la tua idea circa la passività anche nello stato mistico acquisito. Sto bene: la tua che mi dà notizie di Nelina mi ha confortato, perché l'ultima di Nelina è del 24 ottobre, e poi silenzio. Cosa che non suole capitare mai. Dimmi le tue impressioni sulla Psychologie de lascèse del P. Lindworsky l . Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 12 novembre 1937

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 5. L'espressione che la nostra passività porta l'operazione di Dio in noi non mi pare esatta. Noi ci disponiamo a nuove grazie con l'attività, non con la passività. La passività di cui parlano i mistici è il ricevere infusioni di grazie. Non conoscendo l'importanza del libro del I? de Caussade non so desiderarlo. Ed ora eccomi a te. Io ti ho anche parlato della passività nella contemplazione acquisita; e ti ho detto che è il ricevere le grazie mistiche. Tutto ciò che è infuso in noi di grazie e doni, da noi è ricevuto passivamente, cioè, non è azione nostra, ma di Dio. Senza di queste grazie non c'è vita cristiana. Del resto la prima infusione è nel battesimo. La differenza tra la contemplazione acquisita e la infusa, e in generale, tra lo stato precedente e lo stato mistico in senso stretto, per S. Giov. della Croce è questo che nel primo stato l'azione di Dio non è awertita, nel secondo è awertita. Sto bene. H o qui i miei venti oblati pel ritiro e pel capitolo generale. Giorni di Dio. Prega per noi. Tuo t Mario.

LETITRA1882. 1. Cfr. lettera 1844 nota.


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1884 " Londra, 12 novembre 1937

Caro fratello, ho celebrato le trenta Sante Messe ad intenzione di E Fanales in riferimento alla sanatoria ottenuta dalla Santa Sede. Sto bene. Prega per me. Un abbraccio, tuo Luigi Sturzo

[London, Notting Hilll, 18 novembre 1937

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 12 c.m. Certo la frase: porta l'operazione di Dio in noi, non è esatta: io ho tradotto in fretta. La passività è uno stato d'animo recettivo. Per me non vi è passività senza attività. I mistici guardano ora l'uno ora l'altro lato per via di analisi, psicologicamente si ha la sintesi concreta. Che Dio infonde le sue grazie, non è il caso specifico dello stato mistico; è tutta la vita cristiana, dal Battesimo alla Grazia finale. Che noi siamo passivi a tale infusione e che in noi non c'è nessuna azione che possa esigerla, è quel che c'insegna la fede per tutte le grazie, e non solo per quelle mistiche. Leggo nell'«Ossewatore Romano» la recensione di Don De Luca sul libro del I? Giuseppe de Guibert Theologia Spiritualis Ascetica et Mystica (Roma Università Gregoriana) l . Puoi farmelo avere? Grazie assai. Sto bene. Prega per me come io fo sempre per te, la tua diocesi, le tue iniziative. Affettuosamente tuo Luigi

L E ~ R 1884. A *Cartolina illustrata con una vetrata della chiesa di S. Chiara di Caltagirone. LETIZRA1885. 1. Cfr. GIUSEPPEDE LUCA, Un manuale di ascetica e di mistica, in «L'Osservatore Romano», 14 novembre 1937, p. 3. De Luca pone il de Guibert fra i maestri nel campo della teologia ascetica e mistica. Loda il manuale che ha il pregio di essere scritto con intelligenza spirituale, vale a dire, «insieme di intelligenza e pmdenza, ardire ed equilibrio, indulgenza e rigore, sentimento dell'uomo e sentimento di Dio, natura e Grazia*. Così don Giuseppe D e Luca commenta l'opera di de Guibert neiia Infroduzione


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Piazza Armerina, 20 novembre 1937

Carissimo fratello, torno col pensiero alla discussione sulla casistica, non per riprendere la discussione, ma per aver da te chiarito un punto. I nostri awersari condannano la casistica in concreto. Io penso che tutto sommato, condannino certi casisti eccessivi. Li ha condannati anche la Chiesa. Io miro al principio? È possibile vita giuridica sia pubblica sia di pura coscienza, senza una giurisprudenza, cioè meglio, senza una casistica? È mancata mai nel mondo la casistica giuridica e nelle Chiese la casistica di coscienza in ordine alla confessione? Può mancare? Sto bene. H o ricevuto la tua cartolina attestante la celebrazione delle Messe per la sanatoria. Domani è il cinquantesimo anniversario del mio ritorno al chiericato. Prega per me. Sta sano e amami. Tuo t Mario

[London, Notting HiU], 25 novembre 1937

Carissimo fratello, ieri ti ho spedito a l m e pagine (in bozze) dove mi occupo del problema della casistica nella sua impostazione storica, come uno dei sintomi di quel periodo (sec. XVII). Ma là troverai i alla storia della pietà, Ed. di Storia e Letteratura, Roma, 1962, pp. 130-131: «Di p. Giuseppe de Guibert (14 settembre 1877-23 marzo 1942) mi riesce più facile tacere che discorrere; voglio dire che è uno di quei pochi morti i quali si ricordano con più vivezza tacendo e pregando che non discorrendo. Debbo testimoniare tuttavia, che egli solo seppe svelarmi la realtà dottrinale di quella vita, di cui Wilmart rintracciava i testi e le vie, e un Bremond descriveva le grazie e le malizie. Trattava la sua "materia" come un professore esemplare, ma era assai più e assai meglio che non un professore, pur essendo un esemplare professore. Alcune deile migliori iniziative non esclusivamente scolastiche rimontano a lui, né temerei smentite se dicessi le migliori assolutamente». Joseph de Guibert scrittore di ascetica. Dal 1922 professore di teologia spirituale ali'univetsità Gregoriana. Fondò nel 1920, a Tolosa, la «Revue d'Ascétique et de Mystique» e collaborò al Dictionnaire de Spiritualité. Le sue opere principali, oltre a quella citata nella lettera, che è del 1937, sono: De Christi Ecclesia, Roma 1928; Études de Théologie mystique, Roma 1930; Documenta Ecclesiastica Cbristianae perfectionis, Roma 1931; Lqons de théologie spirituelle, Roma 1945.


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LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

termini nei quali si pone dalla critica; io ho cercato di limitarne la portata e di darne le ragioni (per quanto me lo consentisse la materia del libro). Ora tu puoi rilevare quel lato o quei lati, sui quali desideri riprendere la discussione. Sto bene. Vedo che vai verso il 50" del tuo sacerdozio. Che il Signore ti conservi a noi e alla tua diocesi. Domani io varco il 66". Prega che profitti ancora dei giorni che mi restano. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 26 novembre 1937

Carissimo fratello, ho poco fa celebrato la S. Messa per te e per Nelina. Che il Signore vi benedica, conservi e santifichi. Questi sono i miei auguri. Pel libro richiesto è stato scritto. A suo tempo me ne darai il giudizio. Se potesse andare pel mio Seminario? Ancora non abbiamo buone istituzioni di teologia ascetica e mistica. Si adotta il Tanquerey l , ma non va. È troppo farraginoso, troppo analitico, e facilmente invade il campo della morale e della dommatica. Sto bene, s'intende, come i vecchi. Debbo rinnovare per te l'abbonamento alla «Critica»? Ti abbraccio. Tuo t Mario Voglia gradire i miei umili auguri. Mi benedica. Giovanni

[London, Notting HiIlJ, 30 novembre 1937

Carissimo fratello, grazie della S. Messa per il mio natalizio. Che Dio ci benedica e sempre ci mantenga uniti a Lui. Attendo il libro sull'ascetica e mistica con impazienza, perché fra giorni riprenderò il mio lavoro sulla Vita soprannaturale, che interruppi a giugno per la malattia, e poi perché ho finito un altro libro sulla morale neiia politica, Cartolina illustrata: il Duomo di Nicosia. 1. Cfr. lettera 1473, nota.

L E ~ R 1888. A


ANNO 1937

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che sarà pubblicato in inglese e in francese l . Desidero continuare «Critica» per la questione dello storicismo, che m'interessa assai, e sulla quale un giorno o l'altro tornerò a scrivere, se Dio mi mantiene le forze. La tua cartolina porta l'illustrazione della porta centrale della Cattedrale di Nicosia 2. Come è bella! è un'antica Chiesa? Io mai sono stato a Nicosia. Tante cose e vivi ringraziamenti a D. Giovanni. Salutami gli amici di un tempo specialmente Mons. Fondacaro. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 3 dicembre 1937

Carissimo fratello, dice S. Teresa d'aver conosciuto una gran serva di Dio la quale era giunta ad alta perfezione senza poter praticare mai l'orazione mentale. La santa reca questo esempio a conforto delle anime cui la natura fece incapaci di meditazione e la grazia non corresse la natura. Se ne potrà dedurre che la contemplazione non sia necessaria alla santità? Io credo di no, perché la santità è carità perfetta, è unione con Dio senza ostacolo d'egoismo, perciò è unione di mente e di cuore, è commercio d'amicizia. E questo è contemplazione. Certo nella santità non può mancare la preghiera. La preghiera vocale dei santi è pura invocazione? Non è anche lode e ringraziamento e compunzione? È tutto ciò, non in modo superficiale com'è negli altri, ma profondo. E questo se non è contempIazione pura, è preghiera contemplativa o contemplante. L'essenza dell'orazione in rapporto alla santità è questo. La forma è un fatto integrativo. Non ti pare? Leggerò le bozze e lo studio in «Vie intellectuelle». Sto bene. Il lavoro mi prende tutte le ore. L E ~ R 1889. A 1. I1 volume Polifica e morale tu pubblicato nel 1938 in francese nei «Cahiers de la Nouvelle Journée», n. 40 da Bloud et Gay e in inglese da Burns Oates e Warhbourne. La prima edizione italiana è quella del 1946 con il titolo Morale e politica, a cura di P. Valletti. I1 volume è stato ripubblicato con il titolo Politica e morale nell'opera omnia da Zanichelli, Bologna, nel 1972. 2. La Cattedrale, dedicata a San Nicola, conserva la facciata del XIV secolo con un rosone in alto e un magnifico portale. Alla facciata si addossa il poderoso campanile dello stesso secolo, aperto in basso da grandi arcate gotiche, ora cieche, e in alto da magnifiche bifore e trifore, sormontato da una più recente cuspide conica.


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LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO

Ma ringrazio Dio. A me basta di servir Lui, questo solo. Prega per questo povero vecchio che non crede di celebrare il giubileo del suo sacerdozio in terra e spera di celebrarlo in Cielo. Tuo f- Mario

[London, Notting Hill], 8 dicembre 1937 Festa dell'Immacolata

Carissimo fratello, ho ricevuto e letto per intiero il libro del l? de Guibert: Theologia spiritualis ascetica et mystica l . Sono 404 pagine di testo, oltre la bibliografia e gl'indici. Il libro è scritto in un latino facile e piano, con esattezza e precisione. Può adottarsi come testo scolastico, riducendo alcune parti. Egli evita i debordamenti nella teologia dogmatica e in quella morale e pastorale, ma i riferimenti riassuntivi sono qua e là inevitabili. Di tutti i libri che ho letto mi sembra il più equilibrato e allo stesso tempo di larga cultura. La tua cartolina del 3 riprende il tema della contemplazione. Secondo de Guibert non è necessaria alla santità, la contemplazione infusa; cita l'esempio di S. Giovanni Berchmans e la prassi delle canonizzazioni 2. Allo stesso tempo, egli sostiene la tesi che si dà orazione vere contemplativa et vere acquisita saltem partim. Con queste precisazioni sono di accordo a quel che tu mi scrivi. Sto bene, grazie a Dio e continuo nel mio solito lavoro. Oggi ho detta la S. Messa per noi tre e per i nostri cari defunti. Salutami D. Giovanni e Vincenzino. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

L E ~ R 1891. A 1. Cfr. lettera 1885 testo e nota. 2. S. Giovanni Berchmans, (1599-16211, entrato neiia Co-mpagnia di Gesù nel 1616 venne a Roma nel 1618 a studiare al Collegio Romano. E patrono deiia gioventù studiosa insieme con S. Luigi Gonzaga e Stanislao Rostka.


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[London, Notting Hill], 14 dicembre 1937

Carissimo fratello, ebbi la lettera di Vincenzino da Caltanissetta e te ne scrissi in una cartolina, parlandoti della divozione al Cuore Agonizzante per i moribondi. Ti ho scritto sulla teologia ascetico-mistica, che molto mi giova per il mio lavoro. Sto bene. Prego sempre per te e la tua diocesi. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 21 dicembre 1937

Carissimo fratello, penso che già sei a casa e godo in spirito della tua visita come se fosse fatta a me. Del resto ogni tanto mi visiti in sogno. Tanti auguri natalizi di grazie celesti, per te e la tua diocesi, per Vincenzino e D. Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 26 dicembre 1937

Carissimo fratello, il Bambino Gesù ti colmi di ogni gaudio e di ogni benedizione. Ieri la seconda Messa la celebrai per tutti noi e pei nostri cari defunti. I tuoi auguri mi son tornati graditissimi come sempre. Leggo la teologia spirituale del de Guibert. È chiara e esatta, ma mi sembra troppo analitica. Vedrò se l'impressione si modificherà a lettura finita. Ho fatto il pontificale deiia notte e dette le altre due messe subito dopo e vegliato sino alle 4 e 30 con grande LEITEIL~1892. * Cartolina illustrata con una vetrata deila chiesa di S. Chiara di Caltagirone. Le lettere nn. 1893, 1895, 1897, 1899, 1900, sono scritte su cartoline uguali a questa.


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LUIGI E MARIO STURZO

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consolazione e senza ombra di stanchezza. Ciò ti dice che grazie a Dio sto bene. Andrò a Noto a commemorare Mons. Blandini nel XXV della sua santa morte il 3 gennaio l . Son contento di andarvi, ~ e r c h étu sai quanta venerazione io ho per la memoria di lui. Prega pel tuo aff.mo fratello t Mario Voglia gradire i miei poveri auguri natalizi, pregando il S. Bambino Gesù che le conceda tutte le grazie che il suo cuore desidera. Mi benedica. Giovanni

[London, Notting Hill], 31 dicembre 1937

Carissimo fratello, rinnovo gli auguri per il nuovo anno. Godo che stai così bene di aver potuto fare il pontificale la notte di Natale. Deo gratias. Ricordo Mons. Blandini, Noto l , Sbano *, Serrentino 3 etc.

m

LETTERA 1894. 1. Mons. Giovanni Blandini (1832-19131, oratore sacro e vescovo di Noto per opera di Pio IX dal 5 luglio 1875, indirizzò la sua opera in panicolare alla preparazione del clero in ordine alla questione sociale. La sua azione fu diretta anche alla promozione di iniziative quali società operaie, circoli giovanili, casse rurali, opere economiche dirette illa promozione umana della classe operaia e contadina. Sotto la sua guida si formò nel seminario di Noto Luigi Sturzo che partecipò alle iniziative del suo vescovo e in particolare al congresso regionale delle nascenti organizzazioni dei Cattolici italiani. Su Mons. Blandini, cfr. P. STELLA,Giovanni Catania 1981, cfr. anche per i rapporti con Sturzo, Blandini vescovo sociale, EDIGRAF, G. DE ROSA,Sturzo, cit. passim. A proposito del viaggio a Noto per la commemorazione del vescovo Blandini, ricordò Mario Sturzo in una lettera a una sua devota: «La sua mi trovò a letto con febbre, conseguenza del freddo preso sulla neve di Buccheri al ritorno da Noto, dove ero stato per commemorare mons. Blandini, grande vescovo di quella diocesi e mio primo educatore. Su quelle nevi fummo in vero pericolo di morirvi assiderati». La lettera, in data 17 gennaio 1938, in PAOLINO STELLA, Il vescovo Sturzo. Epistolorio spirituale. Note biografiche, cit., p. 103. LET~ERA 1895. 1. Giovanni Noto, compagno di Seminario di Luigi, fu canonico cantore della Collegiata del Duomo. Prefetto degli studi del Seminario Vescovile, era un uomo colto che si dilettava di letteratura, storia e poesia. Morì nel 1905. 2. Si tratta di Corrado Sbano, insegnante presso il seminario di Noto. Per gli anni trascorsi a Noto di L. Stuno, dL G . DE ROSA.Sturzo, passim; MICHELEPEN~JSI, Fede e impegno politico in Luigi Sturzo, Città nuova, Roma 1982, possim. 3. Giuseppe Serrentino era il parroco della Chiesa Cattedrale, professore e rettore del Seminario. Mori nel 1929.


ANNO

1937

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etc. Ti seguo col cuore. Informati dell'indirizzo di Parlagreco e prega per lui. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Sto bene. Ricambio gli auguri a D. Giovanni.



[London, Notting Hilll, 5 gennaio 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 1. del mese, ti sono grato del pensiero. Nulla mi dici se Parlagreco si riconciliò con la chiesa prima di morire. Lo spero. Prego per lui: ho pregato per lui sempre, dacché fece il mal passo. Non mi fu dato avere il suo indirizzo per scrivergli. La mia povera parola non gli avrebbe giovato; ma Dio poteva servirsi anche di me. Sia fatta la sua volontà. Sto bene. Ii disturbo è passato. Attendo tue notizie da Noto. Chi è l'attuale vescovo di là? Oramai so tanto poco della mia cara Sicilia. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London], 9 gennaio 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua da Noto (3 c.m.) e ti ringrazio. Anch'io ho pensato con malinconia i miei superiori e compagni di Noto, dei quali ho perduto la traccia. L'ultima volta che ci fui fu nel 1903, quando venne là il povero Murri e Mons. Blandini disse la frase: Murri è nostro l . Quanti eventi! Non mi resta che pregare per me e per gli altri; e confidare nella misericordia di Dio. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

*Le lettere del 1938 sono in prevalenza scritte su cartoline postali. Si segnalano solo i casi diversi. LE~-ERA 1897. 1. Nel 1903, al congresso regionale di Noto dell'opera dei Congress-i, intervenne anche Romolo Murri e il vescovo Blandini lo sottopose a un pubblico confronto. Murri fu molto abile nelie risposte e il vescovo lo abbracciò dicendo: ((Murri è nostro». Cfr. GABFUELE DE ROSA,Sturzo, cit., pag. 78.


LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO

1898 [London, Notting Hilll, 14 gennaio 1938

Carissimo fratello, questa ti porta i più vivi auguri per il tuo onomastico. Quel giorno dirò la messa per te e la tua diocesi e i tuoi oblati. Dal giorno 8 di questo mese non ricevo «L'Osservatore Romano». Nel rinnovarmi l'abbonamento ti prego di dire che mi spediscano i numeri dall'8 genn. in poi (che mi interessa avere). Penso che avrai pure rinnovato l'abbonamento a «Critica». La tua ultima è del 3 gennaio da Noto. Fortunatamente ieri mi è arrivata la cartolina di Nelina del 9 con le tue notizie. Sto bene. Qui non fa molto freddo. Un abbraccio, tuo Luigi Ho ricevuto in questo momento il no 12 genn. dell'«Osservatore Romano», forse gli altri si sono dispersi.

[London, Notting Hiii], 18 gennaio 1938

Carissimo fratello, spero che le sofferenze del viaggio ti siano passate interamente. Leggerò con piacere la commemorazione di Mons. Blandini, se, come spero, la pubblicherai. Sto bene. Domani celebrerò per te e la tua diocesi e i tuoi oblati. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiii], 21 gennaio 1938

Carissimo fratello, ho quasi finito di leggere le lettere del P. de Caussade (sec. XVLII). Mi han fatto del bene. Sono sul solo motivo-dell'abbandono di sé a Dio. Sono in francese. Li vuoi? Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


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[London, Notting Hill], 27 gennaio 1938

Carissimo fratello, sono stato alcuni giorni fuori di Londra per cambiare aria. Tornando trovo la tua del 18 e sento che gli occhi sono stati stanchi. Non li sforzare e fatti sempre leggere. «L'Osservatore Romano» mi arriva regolarmente. H o saputo da Nelina che Vincenzino è stato nominato Monsignore. Esattamente quale è il titolo l ? Intanto gli mando le mie felicitazioni e auguri di bene. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 2 febbraio 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 25 scorso. Spero che i tuoi occhi col riposo miglioreranno. H o scritto a Mons. Fondacaro congratulandomi. Nelina mi dice di averti scritto per far ricercare un mio opuscolo (del 1900 o 1901) sulle Unioni professionali l . È rilegato, è l'unica copi3 che avrei. Vi sono anche, nella stessa collezione dei libri di Roma, vari opuscoli miei rilegati in due o tre volumetti. Se li trovi, li desidero - da spedire raccomandati - per essere sicuro del recapito. Sto bene. Un abbraccio di cuore. Tuo Luigi

LETTERA1901. 1. In quei giorni era pervenuta a mons. Fondacaro la nomina della Santa Sede a Protonotario Apostolico LETTERA1902. 1. Luigi Sturzo si riferisce a L'organizzazione di classe e le unioni professionali, Società italiana cattolica di cultura, Roma 1901 e alla conferenza tenuta al circolo S. Pietro a Roma il 22 novembre 1903 dal titolo Le unioni professionali e la questione sociale; cfr. L. Stuno, Sintesi sociali, Zanichelli, Bologna 1961, p. 76 e p. 131.


LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

[London, Notting Hiii], 7 febbraio 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto da Mons. Fondacaro l'opuscolo sulle Unioni Professionali. Grazie. H o ricevuto «L'Osservatore Romano». Ancora grazie. Leggo che Mondadori ha curato l'edizione della Divina Commedia commentata da Dino Provenzal. L'inferno è già uscito e costa 10 lire l . Puoi farmelo avere? Io ho ancora l'edizione di Sonzogno. Quasi me ne vergogno. Fondacaro mi manda l'«Angelo della Famiglia» di gennaio con il seguito di un tuo scritto senza avermi mandato il precedente. Attendo perciò gli altri fascicoli. Tante cose a Don Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London], 17 febbraio 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto i due volumi legati. Quanti ricordi! Prego sempre per il povero Rom. l . Che il Signore gli usi misericordia. Sto bene. Aspetto la «Civiltà Cattolica» di novembre perché anche qui la rivista dei gesuiti 3 ha fatto un rilievo en passant. La stranezza è LETTERA1903. 1. DANTEALIGHIERI, Divina Commedia, commentata da Dino Provenzal, Mondadori, Verona 1938. L E ~ 1904. A 1. E difficile individuare la persona a cui Luigi si riferisce. Pensava forse a Romolo MuRi? 2. L. Sturzo si riferisce ad una breve nota in margine all'articolo L'eco alla lettera colletiiua dei uescoui spagnoli, pubblicato nel numero del 20 novembre 1937 della «Civiltà Cattolica», quaderno 2098, a. 88, voL TV, pp. 289-301. in questa nota si esprimono dubbi e riserve suli'articolo di L. Sturzo Le droit de Réuolte et ses limites apparso neiia rivista «Vie intellectueile» del 25 ott. 1937 (già pubblicato nel luglio 1937 daiia uDublin Review» con il titolo The right to Rebel). Secondo uLa Civiltà Cattolica» l'eroismo dei cristiani è differente se viene visto neli'individuo singolo o in un popolo intero. L'esempio fatto da L. Sturzo, sull'eroismo dei cristiani primitivi, non può essere applicato al comportamento tenuto dai cristiani neiia moderna nazione spagnola durante la guerra civile. 3. Il rilievo, en possant, è contenuto neli'articolo di Reginald J. Dingle French


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che i più rigorosi teologi in. materia erano proprio i gesuiti. Tornando ai libri che mi hai inviati, non sono essi quelli che ti ho chiesto. Gli altri debbono essere fra i libri che avevo a Roma, e sono tutti opuscoli unici rilegati insieme in tre o quattro volumetti piccoli e grandi. Se li trovi amerei averli. Prego don Giovanni di fare la ricerca. Tante cose a Mons. Fondacaro e a tutti gli amici. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi 1905 [London, Paddington], 22 febbraio 1938

Caro fratello, vedo che costà fa più o meno lo stesso freddo di qui. Però il sole è diverso. Ciò non ostante sto bene, grazie a Dio continuo il mio lavoro come sempre. Come sono contento a sapere che tu lavori sempre come un giovane. Sia benedetto Dio che te ne dà la forza alla sua gloria e al bene della tua diocesi. Non parlai delle opinioni di Suarez e di altri del suo tempo, come non di S. Alfonso etc. perché Iimitai la mia inchiesta all'ultimo secolo: dalla Enciclica Mirari uos di Gregorio XVI ad oggi 1. Lo studio ha interessato parecchi ed è stato pubblicato anche in inglese. Un abbraccio di Cuore, tuo Luigi Tante cose a D. Giovanni.

catholics and politics in «The Month», febbraio 1938, no 884, pp. 134-141. L'articolo si occupa dihsamente della situazione politica in Francia e dell'atteggiamento dei cattolici francesi nei confronti del governo del Fronte Popolare. Nella critica verso un comportamento troppo morbido, sintomo di «tolstojanesimo», è compreso anche l'articolo di Luigi Sturzo The right to Rebel, cit. L E ~ R 1905. A 1. Si riferisce al contenuto deli'articolo Le droit de révolte, cit. L'articolo infatti incomincia con la citazione deli'enciclica Mirari vos di Gregorio XVI, nella quale si parla «avec horreur~delle dottrine che rompevano la fedeltà e la sottomissione al principe. Sturzo rilevava che la posizione del Papa sul diritto alla rivolta da parte dei cristiani non era quella di Bellamino, che quel diritto, «dans I'abstrait», assegnava anche ai cristiani quando si trattava di rovesciare il tiranno. Si tenga presente che il discusso articolo di Sturzo apparve dettato dalla preoccupazione per gli effetti della guerra civile in Spagna.


LUIGI E MARIO STURZO

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1906 [London, Notting Hiil], 28 febbraio 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 24 spirante mese. Pensando che tu lavori per Dio e la tua diocesi, sono meno desideroso di rubare un tale tempo prezioso per mio conforto; e mi sento più unito a te. Ti scrissi che il mio libro era uscito, e se me lo domandavi te lo avrei spedito. Siccome è in francese e tu soffri a leggere, non volevo darti occasione per stancarti, per non mancare di cortesia verso di me. Lo avevo detto a Nelina. Chi predica a Piazza? e a Caltagirone? Un abbraccio di cuore, tuo Luigi .

[London, Notting Hill], 7 marzo 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 4. Domani sarà rimediato. Il tuo silenzio mi sembrò significare di non mandarlo. Ne avevo parlato con NeIina. L'equivoco è dissipato. Sto bene. Oggi S. Tomaso ho celebrato per tutti i cultori di filosofia e specialmente per te. H o letto oggi sull'«Osservatore Romano» l'articolo perché la Somma non fu compita 1. H o pensato ad altri sacrifici che Dio ha tanto accettato e benedetto. Così è la vita soprannaturale. I1 mio lavoro su questo soggetto va avanti lentamente. Quando avrò finito la prima parte la farò copiare a macchina e mandartene copia (in italiano) per avere le tue osservazioni. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

LETIZRA1907. 1. Larticolo a firma di Jennaro Rispoli apparve sull'«Osservatore Romano» del 4 marzo. L'autore, in base a documenti afferma che il 6 dicembre 1273, mentre Tommaso celebrava la messa fu visto mira mutatione commotus rapito come in un'estasi. Tornato neila ceila non continuò il suo lavoro e a chi lo spronava a farlo rispose: anon posso piu scrivere perché ciò che ho scritto in confronto di ciò che mi è stato rivelato non è che paglia*.


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1908 * [London], 13 marzo 1938

Carissimo fratello, questa per dirti che, grazie a Dio, sto bene. Spero domani avere tue notizie. Martedì scorso ti ho spedito il libro. Scrivimi quando lo riceverai. Prega per me. Chi predica la quaresima a Piazza? Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London], 19 marzo 1938

Carissimo fratello, oggi ho detto la S. Messa per noi affinché S. Giuseppe ci impetri una buona morte e ci assista nel passaggio. I1 tempo è mite: primavera anticipata; aspettiamo il freddo di aprile. Sto bene: il lavoro aumenta sempre, il che è una grazia di Dio. H o ricevuto la «Civiltà Cattolica». La nota è fatta per preoccupazioni estranee al mio testo l . Penso scrivere una lettera gentile, ma ferma. H o ricevuto i'altro numero dell'«Angelo della Famiglia» con la tua Pastorale. Penso che ne farai un opuscolo a parte. Non sarà possibile avere una raccolta scelta delle tue pastorali? Potrebbe fare del bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

LETTERA1908. * Cartolina illustrata con una vetrata della Chiesa di S. Chiara a Caltapirone. L E ~ R 1909. A 1. Si tratta di una breve recensione di L'Eglise et i'Etat apparsa il 19 febbraio 1938 quaderno 2104, pag. 333-335, nelia rassegna di studi dedicata alla crisi della civiltà occidentale e alle interpretazioni in proposito fornite da sociologi, economisti e filosofi. A. Brucculeri nella nota non apprezzava le pagine di Sturzo che criticavano il ruolo talvolta assunto dall'ordine dei Gesuiti nei confronti dello Stato, appoggiando ministri di corte, pani e fazioni diverse. Cfr. la nota alla lettera 1941.


LUIGI E MARIO STURZO

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[London, Notting Hiii], 24 marzo 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 19 c.m. Spero che il tuo raffreddore sia passato e che stai del tutto bene. Godo di quel che mi scrivi del libro. Ci sono dei tocchi su S. Carlo Borromeo, quand'era Segretario di Stato. S. Carlo Borromeo e S. Filippo Neri mi sembrano i più grandi santi di quel tempo. Vorrei sapere se hai parlato con Mons. Capizzi dell'affare della parrocchia del Ponte e a che punto si è. Come vorrei che tutto fosse già messo a posto. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi La rivista dei gesuiti di qui, che aveva fatto qualche rimarco alla chiusa dell'articolo sul Diritto di guerra ha stampato una ritrattazione con scuse l . Tante cose a Mons. Fondacaro e Don Giovanni. Luigi

[London, Notting HiUJ, 30 marzo 1938

Carissimo fratello, speravo avere stasera tue notizie. Ma la posta è avara. Sarà per domani. Sto bene, grazie a Dio, e godo di questi giorni primaverili veramente insoliti a Londra. Tante cose a Vincenzino e a D. Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

1. Si riferisce ali'articolo di cui alla nota 3 deiia lettera 1904. La L E ~ E R 1910. A «ritrattazione con scuse» apparve in uThe Month», marzo 1938, no 885, p. 287. In una brevissima nota redazionale si dà notizia che <Don Sturzo has written to deny emphaticaiiy that this charge can be substanziated in anything he has urritten in the article», e si riconosce che il suo pensiero è stato male interpretato, in perfetta buona fede.


ANNO 1938

Londra, 5 aprile 1938

Carissimo fratello, ho avuto la tua del 28 marzo. Godo che stai bene; anch'io grazie a Dio. Sono lieto delle tue buone impressioni e attendo le tue osservazioni, quando ti vengono a portata di mano. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 11 aprile 1938

Carissimo fratello, già siamo alla Settimana Santa. Questa per mandarti gli auguri pasquali, di oggi e del futuro, quando faremo la Pasqua insieme, tutti in Paradiso, con la grazia di Dio e I'intercessione della S. Vergine. Neii'ordinario di Caltagirone c'è messo che per guadagnare le indulgenze plenarie occorre essersi confessati Era gli otto giorni. Mi sembra di aver letto, che gli otto giorni erano stati portati a 15. È vero? O è una mia impressione? Sto bene. Un po' stanco del freddo sopraggiunto dopo ;n marzo assai mite. un-abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London], 17 aprile 1938 Resurrexit

Carissimo fratello, rinnovati auguri in Gesù Risorto. H o ricevuto ieri la tua deli'll. Che consolazione a sentire che hai passati giorni di grande lavoro. Che Dio sia benedetto. Sto bene non ostante il freddo. A pag. 59 si fa distinzione Era la tradizione e il preteso LETIZRA 1912. * Cartolina illustrata: Hbtel de l'Avenir, Paris.


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documento '. Non è la leggenda che fu originata dal bisogno di una base giuridica, ma il documento fu forgiato per dare una base giuridica alla leggenda. Così il testo. A pag. 118-120 si nota l'interpretazione di Innocenzo W*. Non interessa allo scopo del libro ricordare come si formò la leggenda. Questa dovette formarsi tra il VII e I'VIII secolo ~ e r c h éai tempi di Gregorio Magno non sembra vi sia traccia. Ricambio gli auguri a Don Giovanni e anche a Mons. Fondacaro che mi ha scritto. Tante cose a tutti gli amici. Prega per me, tuo Luigi PS. - Credo che la traduzione non renda il senso della frase: si suole accusare S. Agostino per avere cambiato opinione, non di averla cambiata. Più sotto si spiega il perché, dal punto di vista sociologico.

LETTERA1914. 1. «A questo punto della storia s'inserisce un documento conosciuto sotto il nome di Donazione Costantiniana o Constitutum Constantini, che doveva costituire più tardi il titolo a cui si riferivano i papi e la curia per difendere i loro diritti temporali di fronte agli imperatori germanici. I1 primo accenno che se ne ha è in una lettera di papa Adriano I . del 778. Il Constitutum appare più tardi inserito nella collezione detta Isidoriana (Pseudo-Isidoriana), che rimonta aila metà del secolo nono. I1 primo che veramente ne fece un uso ufficiale fu Leone IX (nel secolo XI). I1 documento venne finalmente inserito nel decreto di Graziano nel secolo XII. La donazione costantiniana si crede sia stata compilata a Roma, sopra elementi precedenti mal connessi insieme. La leggenda della lebbra di Costantino sembra presa da un manoscritto greco, sul quale venne inserita i'altra della donazione al papa Silvestro. Le affermazioni circa il potere del papa riflettono il pensiero di Gelasio I e non ancora quelle dei papi del secolo XI e XII. Forse la leggenda della donazione si andò formando, prima di avere forma definitiva, neli'urto tra il mondo romano ed ecclesiastico e i Longobardi; e attraverso tale idea si cercavano di superare le pretese secolari dando a Roma politica un carattere sacro di fronte ai Longobardi e altri popoli limitrofi che avrebbero potuto assalire i'oramai ingrandito e stabilito patrimonio di san Pietro e dominio di Roma. I1 falso documento fu convalidato dai fatti quando Carlomagno confermò la donazione di Pipino, ampliandola dalle Venezie fino a tutto il ducato di Benevento. Nel fatto non fu mai attuata interamente». Cfr. L. Sturzo, Chiesa e Stato, cit. 2. «I1 dualismo del potere da Gregorio VI1 in poi si risolveva dialetticamente nella potestà di Pietro. Di qui deriva la distinzione, che Innocenzo IV mette in chiaro, tra il potere originario derivante dalla colpa, potere illegittimo, abuso più che potere, e quello legittimo, derivante da Dio, che si esercita nel mondo cristiano, per il bene comune e sotto il controllo religioso. Questo potere si trova naturaliter et potentialiter nella chiesa, non per un dono di imperatori, non per la concessione di Costantino, ma per sé dal giorno che la chiesa fu fondata. I papi rappresentano il vero potere come legati


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1915 [London, Notting EIill], 22 aprile 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 18. Grazie di quel che mi scrivi. Io so che l'Autore dovette restringere la la parte in 136 pagine (anzi meno, togliendone 22 dell'Introduzione) per volere dell'editore che in un primo momento consentì solo 400 pag. e poi arrivò a 500. Anzi l'Editore (per quel che ne so) voleva che si cominciasse dall'era moderna, mettendo tutto il Medio Evo nell'Introduzione. Così si dovettero ridurre i primi quattro capitoli e poi anche gli ultimi. Circa Gregorio VII, credo che siamo di accordo. A pag. 90 è scritto «I1 croit rester dans son plan qui est le plan religiew». E più sotto: «C'est ainsi que, peu après la mort de Grégoire, on formulera la doctrine canonique du pouvoir du pape en matière temporelle...» l . Sto bene. Penso di leggere il Giussano, appena avrò un po' di tempo 2. La mia parrocchia vicina appartiene agli oblati di S. Carlo: e vi è una buona biblioteca. Là troverò il libro. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

di Dio sulla terra: generali legatione in terris fungimur Regis regum. Così nella lettera a Federico I1 nel 1245, nella quale Innocenzo IV esplica in modo simbolico la donazione di Costantino. Nel paganesimo, donde veniva Costantino, non vi era che un potere terreno, non legittimato né nobilitato dal cristianesimo e solo permesso da Dio in conseguenza della colpa. Quando Costantino divenne cristiano, egli rassegnò alla chiesa il suo potere terreno per poi riceverlo dalla chiesa stessa rifatto cristiano, cioè potere legittimo e come tale riconosciuto, perché riconosciuto come proveniente da Dio. I n Costantino, nella sua qualità d'imperatore, è simboleggiato ogni umano potere; per la chiesa l'impero diviene cristianità. Nulla vieta che il potere secolare si possa ottenere con tutte le forme umane, successione, elezione, designazione, nomina popolare, ma la legittimazione di esso è data dall'intervento della chiesa e dalla sua consacrazione. I1 potere non procede da altri che da Dio, ma è attraverso la chiesa che si prova una tale provenienza, che rende il potere teologicamente legittimo. E perciò che il papa ha sulla terra una potestà generale, come legato di Dio. Con questo processo la mediazione ecclesiastica è portata da Innocenzo IV alla sua più larga espressione. La concezione metafisica del potere in una società naturale è trasformata in concezione teologica in una società cristiana*. lbidem. LETIZRA 1915. 1. Cfr. L'Eglire ei l'Etaf, cit. 2. G . P. G r u s s ~ ~S. o ,Carlo Borromeo, Tip. dell'Istituto dei Paolini, 1856.


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[London, Notting Hiii], 28 aprile 1938

Carissimo fratello, ho trovato quel che cercavo: per coloro che fanno la comunione quotidiana (o quasi) per guadagnare le indulgenze plenarie basta la confessione ogni quindici giorni. Cercavo ciò, perché secondo i casi (e il freddo) capita ora la confessione dopo 6 giorni e ora dopo 10 giorni. Sto bene. Aspetto il bel tempo: i venti heddi di aprile sono sempre disturbanti. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiii], 5 maggio 1938

Carissimo fratello, arrivo in questo momento da un mio viaggio, dove per freddo sono stato poco bene. Ora grazie a Dio sto bene. Trovo la tua del 26 aprile. Godo assai che non hai un istante libero. Che il Signore ti benedica. Vorrei il no della «Civiltà Cattolica» che si occupa del libro che vai leggendo. Non ho ricevuto il Dante (Inferno) edito da Mondadori. Salutami tutti gli amici e specialmente Mons. Fondacaro e D. Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London Notting Hiii], 11 maggio 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 3 c.m. Godo che stai bene, anch'io sto bene, e come la stagione va poco a poco divenendo mite, io mi sento meglio e più in vena di lavorare. Ho saputo che si doveva preparare l'edizione inglese de l'Église; ma non credo che sarebbe. accettata l'idea dei tre volumi, neppure di due. Lo saprò tra qualche L E ~ 1916. A * Cartolina illustrata: The Embankement, London.



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meglio. C'è un bel sole, che conforta, non ostante la fredda tramontana. Grazie degli auguri per il mio 440del sacerdozio. Godo assai dei progressi della tua diocesi. Va qualcuno a Budapest l ? I o ci vado in spirito e con la preghiera, tuo Luigi

[London, Paddington], 27 maggio 1938

Carissimo fratello, l'ultima tua è del 17; sono già 10 giorni. Questa per dirti che sto bene; appena il freddo va via, io sto meglio; quando ritorna, sto peggio. Ma in complesso, grazie a Dio, lavoro e cerco di adempiere in tutto la Sua Santa Volontà. Non ho ancora ricevuto il Dante. Te lo scrivo solo per il caso di un disguido. Mons. Capizzi mi ha mandato una lettera paterna che mi ha consolato. Tante cose a Vincenzino e a Don Giovanni e agli amici. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting HillJ, 31 maggio 1938

Carissimo fratello, finalmente ho tue notizie. Che Dio benedica il tuo lavoro. Grazie al cielo sto bene. Congratulazioni rinviate a Mons. Fondacaro. L'Autore ti ringrazia delle osservazioni che vai facendo. Egli è in via di rivedere il lavoro per pubblicarlo in Inghilterra ai primi del nuovo anno. Circa quel che mi scrivi sul sistema fiscale avignonese, a pag. 165 si trovano le giustificazioni storiche l . Del LETTERA1920. 1. I1 Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest si tenne dal 25 al 30 maggio presieduto-dal legato pontificio Card. Eugenio ~ a c e l l i ,il futuro Pio XTI. LETTERA 1922. 1. Scriveva Sturzo: «Altra attività dei papi avignonesi fu il riordinamento del sistema Fiscale. Oltre le riserve dei benefici (fonte di riserve notevoli in una struttura economica che era ancora basata suiia manomorta ecclesiastica) furono stabilite di nuovo o riprese dal passato molte imposte; alcune si pagavano direttamente


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resto l'idea fondamentale del lavoro è che la Chiesa è sempre pervasa dalle due correnti I'organizzativa e la mistica: e cercando l'equilibrio formano il dinamismo storico. In questo il lato umano prevale, mentre l'azione divina si opera nelle anime e si manifesta nella dottrina, nei sacramenti e nella santità. Non ho ancora ricevuto la «Civiltà Cattolica» (aprile). M'interessa di averla. Tu dici: «Vorrei la S. Chiesa in tutto santa e irreprensibile» e come Chiesa lo è; come uomini secondo la nostra corrispondenza alla grazia. Gesù poteva (volendo) evitare che ci fosse un Giuda nel S. Collegio apostolico, non scegliendolo. Era la mia opinione di fanciullo. Ma Dio permise diversamente. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 2 giugno 1938

Carissimo fratello, appena riceverai il Dante fammene cenno. Do qualche consiglio per una tesi «Introduzione alla filosofia della mistica». Ciò mi ha obbligato in questi giorni a riscontri sulla materia. E perciò non ho potuto continuare l'altra lettura che pure tanto mi appassiona. Tu su questa tesi mi potresti dir qualche cosa? Certo ne avrai la mente piena anche perché prepari qualcosa d'analogo. Qui già abbiamo caldo. Spero anche costà. Io sto bene, ma sento gli anni.

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alla curia papale, e fra queste l'imposta del terzo delle rendite del beneficio (per non parlare delle tasse minori in occasione di sacre ordinazioni devolute al personale impiegato a titolo di gratificazione); le altre imposte erano raccolte sul posto da collettori papali, specialmente le decime, il diritto di spoglio o simili. I1 metodo fiscale era in quel tempo primitivo e odioso; nel caso presente veniva aggravato da penalità ecclesiastiche (...l. Si arrivò a vietare la sepoltura ecclesiastica alla salma di un vescovo, i cui eredi non avevano pagato i diritti di spoglio. Le popolazioni spesso si esasperavano, e data la miseria del tempo e la carenza di moneta, le vessazioni fiscali divenivano esose. (...). D'altro lato, non mancavano giustificazioni al sistema. La curia era un organismo necessario per il regime deUa chiesa; il centralismo serviva a creare una disciplina unitaria quando elementi di disgregazione fermentavano dappertutto. Molto costavano le guerre d'Italia (...). Inoltre i papi facevano ogni sforzo per impedire l'avanzata dei Mussulmani nel Mediterraneo e nell'oriente e lavoravano per l'unione della chiesa greca. (...). I1 risultato politico del sistema avignonese fu assai importante. Quel papato fu il primo vero stato fiscale moderno, l'unico potere che avesse un tesoro monetizzato e che concorresse a generalizzare la moneta come mezzo di scambio (...)D. Citiamo, come al solito, dali'edizione italiana di Chiesa e Stato, vol. I, pp. 126-128.


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I1 lavoro incalza. Spero di morir lavorando pel buon Dio, alla sua gloria e bene delle anime. Prego sempre per te. H o bisogno e molto delle tue orazioni. Ti abbraccio. Tuo t Mario

[London], 6 giugno 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 2. Rispondo subito. M'interessa molto il problema della filosofia della mistica. Io non tratto ciò ex professo. Mr Watkin pubblicò parecchi anni fa: The Philosophy of Myrticism l . È un lavoro interessante, ma giovanile: dentro c'è troppo. È in inglese; non è stato tradotto. Nel libro di J. Maritain - Les Degrès du Savoir (Desclée de Brouwer. Rue des Saints Pères Paris 6')c'è la 2nda parte dedicata a l'Expérience mystique et Philosophie. I capitoli contengono molto di buono, ma non formano un tutto, né affrontano.tutta la materia. Sto bene: che il Signore benedica il tuo lavoro. Non ancora ho ricevuto né Dante né la «Civiltà Cattolica». Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 11 giugno 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto l'hferno edito e annotato da Mantovani l . È piuttosto opera scolastica. HO ricevuto la «Civiltà Cattolica», ma il numero del 19 febbraio 1938; mentre la recensione che m'interessa è in uno dei fascicoli di aprile. Spero che potrò averlo. Allo stesso tempo desidero avere l'opuscolo di Padre Messineo edito dalla Civiltà Cattolica su Giustizia ed espansione coloniale (1937) 10 lire 2. Sto bene, grazie a Dio e aspetto il caldo quando verrà a LETTERA1924. 1. Ck lettera 110, nota 1. LETITRA1925. 1. Lapsus per Dino Provenzal. Cfr. lettera 1903 e note. 2. Cfr. A. MESSI~EO, Gjuslizia ed espansione coloniale, La Civiltà Cattolica, Roma


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consolarmi le membra. Ma quel che interessa è la consolazione spirituale che il Signore benigno non fa mancare. Un abbraccio, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 16 giugno 1938 Festa del Santissimo Sacramento. Lauda Sion

Carissimo fratello, ricevo la tua del 9: lietissimo di saperti a casa con la sorella, per qualche ora fugace. È vero, il lavoio' preme: come più si avanzano gli anni, le giornate sembrano più corte. I1 tuo rimarco mi fa pensare: forse tu non tieni presente che il detto lavoro non è una storia, ma uno studio sociologico storico, diretto al gran pubblico (credenti o no). I fatti che si rilevano debbono essere presi nella loro stretta obiettività e? messi nella luce della indagine sociologica. Hai ragione nel trovare fugaci e incompleti certi accenni, ma ciò fu una necessità editoriale. Sto bene. Il caldo ha fatto capolino l'altro ieri. Ma verrà. Tanti saluti a tutti. Domanda a Mons. Fondacaro se si è occupato della divozione al S. Cuore per gli agonizzanti. Un abbraccio dal tuo Luigi 1937. L'A. si chiede come può uno stato moderno, sovrappopolato e con un territorio povero e limitato, legittimare la propria espansione coloniale. In questi termini, i'A. premette che non vuole affrontare i motivi economici che spingono alcune nazioni allo sfruttamento deile colonie per lo sviluppo del proprio sistema industriale né quelli che possono giustificare una presunta tutela della civiltà europea, ma tutti quei problemi di uno stato che costituiscono, in definitiva, la «necessità vitale» deila popolazione. Profondo conoscitore delle fonti originarie del pensiero cattolico, ed in particolare del Vitoria, del Suarez e del Taparelli, l'A. analizza in particolare i rapporti iniziali di un determinato insediamento e lascia da parte queili inerenti aii'occupazione, evitando cosi di inserirsi nelle polemiche sull'occupazione dell'Etiopia. Così come, afferma i'A., il principio universale riconosce che l'uomo in necessità estrema ha diritto di appropriarsi del bene altrui nella misura richiesta dalla sua necessità, anche una popolazione per far fronte ai «bisogni sociali», ha i medesimi diritti. Antonio Messineo, S.J. (1897-19781, «gesuita ali'antica», come amava definirsi, fece parte per 47 anni del prestigioso Collegio degli scrittori della «Civiltà Cattolica». Studioso di diritto internazionale e di materie morali, insegnò aii'Istituto S t u n o nei primi anni 60. Considerazioni sulla figura di Luigi Sturzo si trovano nella recensione, i'ultima da lui scritta prima della morte, alla biografia di G. DE ROSA,Sturzo, cit., in «La Civiltà Cattolica», a. 129 (loAprile 19781, q. 3067, pp. 49-56.


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[London, Notting Hill], 22 giugno 1938

Carissimo fratello, grazie della tua del 17 e degli auguri anche di D. Giovanni. Oggi è i'anniversario delia tua preconizzazione; io amo festeggiare la consacrazione al 19 luglio. Ma non manco di pregare sempre per te e la tua diocesi. Come mi duole sentire che soffri con gli occhi. Le recenti opere su Erasmo, anche da cattolici come Quidam ne rivendicano la figura. La frase da te citata si afferma non essere autentica. È la sorte di certi geni. Oggi Pasca1 ha una letteratura enorme a favore; non così mezzo secolo fa, quando ce lo facevano passare per uno scrittore pericoloso e un tipo dubbio. Del resto certi domenicani del sec. XIV volevano far bruciare la Divina Commedia. Sto bene. Un abbraccio tuo sempre col cuore Luigi I contemporanei vedono le cose da un punto di vista, polemico e passionale.

[London, Notting Hiiij, 28 giugno 1938

Carissimo fratello, il prof. abbé Jarsy, insegnante di storia ecclesiastica in un gran seminario di Francia nel parlare degli scandali del sec. X conchiude con le seguenti parole del Bellarmino: «Dio voleva mostrare senza dubbio che il pontificato romano non deve la sua conservazione né a direzione né a prudenza umana e che la pietra sulla quale esso riposa è talmente munita d'una singolare protezione di Dio che le potenze deil'inferno non prevarranno contro*. Ora a me sembra che certi storici abbondano nel mostrare tutto ammirevole o nel giustificare la parte umana e politica della Chiesa al punto da dare l'impressione che da ciò dipende tutto il bene e il vantaggio della società tanto temporale che spirituale. Non era il compito deil'A. né di secondare né di contraddire tale tendenza, ma altro diverso che si può definire la cooperazione e il contrasto fra corrente organizzativa e corrente mistica che formano il dinamismo perenne


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e le sintesi parziali e temporanee, dal punto di vista sociologico. Confrontare il Cap. X dell'Essai de Sociologie l . Mi sembra così di avere risposto alla tua del 21; l'impersonalità non vuol dire contrarietà (o meglio ostilità) che sarebbe fuori luogo e fuori tono. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Vincenzino ha ragione. La «Civiltà Cattolica» contiene l'articolo ricevuto.

[London], 3 luglio 1938

Carissimo fratello, ieri sera ho ricevuto la tua del 29 giugno. Godo assai del tuo lavoro continuo e prego che il Signore lo benedica e lo fecondi. H o compreso che tu stai fissando le linee per un lavoro sulla mistica che però non farai tu. O al contrario, sei tu che lo scriverai? In ogni caso, avrò piacere di averne copia a suo tempo. Sto bene. I1 molto lavoro materiale di correzione di bozze o di rifacimento di libri stampati, mi prende troppo tempo e il mio lavoro sulla Vita sopp.annaturale dorme da quasi tre mesi. Pazienza. Se il Signore vuole, verrà il suo turno. I1 mio pensiero è là, mentre lavoro su altre cose: e questo mi dà noia. Ora penso a prendermi qualche settimana di riposo. Un abbraccio di.cuore, tuo Luigi

[London], 9 luglio 1938

Carissimo fratello, vedo che non mi arriva la tua solita e penso che sei tanto occupato. Questa per darti mie notizie. Sto bene. I1 lavoro abbonda e ne ringrazio il Signore. Martedì saremo insieme nella preghiera per la nostra carissima Margherita. È il 160 anniversario. Come LETTERA 1928. 1. Cfr. L. SNRZO, La società: sua natura e leggi, cit., p. 224 ss. Si tratta del capitolo dal titolo «Dualità e Diarchia» riguardante i rapporti fra potere civile e religioso.


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passa il tempo! Il 19 sarà l'anniversario della tua Consacrazione Episcopale. 35 anni. Che ricordi. Dirò la Messa per te, la tua diocesi, i tuoi oblati. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiii], 14 luglio 1938

Carissimo fratello, ho la tua del 7 c.m. Mi bastano poche righe. Non desidero che per me lasci anche per un momento il tuo lavoro. Opus Dei. Che gioia poterlo servire fino ali'ultimo respiro intieramente fedelmente con piena dedizione aila sua volontà. Così vorrei poter fare. Prega per me. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 18 luglio 1938

Carissimo fratello, questa, alla vigilia della ricorrenza del giorno della tua consacrazione episcopale, per rinnovare i miei fraterni auguri di bene per la tua diocesi, il tuo seminario, i tuoi oblati, le tue parrocchie, alla gloria di Dio. Sto bene e prego sempre per te. Tanti saluti a tutti che si ricordano di me specialmente a Don Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[Paris], 25 luglio 1938

Carissimo fratello, ho avuto la tua del 15 c.m. mentre ero per un po' di giorni in Normandia, presso un amico. Tu dici: «ne scriverei io, ma non sarebbe utile... etc.». Io non penso così: forse S. Agostino pensava alI'utilita della sua chiesa locale? E molti altri grandi e piccoli?


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Capecelatro, per esempio? Sto bene. Oggi S. Giacomo, ho detto la messa per la nostra città e diocesi e per noi tutti: che S. Giacomo ci protegga. Quanti ricordi! Io ho ancora vive le impressioni di bambino. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hili], 30 luglio 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 23. Avrà girato un po' per sbaglio, perché mi è arrivata tutta macchiata da leggersi con stento. Sono lieto di quel che mi dici del movimento parrocchiale: è la base di una rinascita spirituale: e risponde ai bisogni dei tempi. Aspetto la pastorale (pubblicata sull'«Angelo della Famiglia») in opuscolo, come hai annunziato nella circolare Lapostolato della paternità (il titolo mi piace), per poterla leggere di seguito. Io soffro a leggere gli studi o non importa che cosa, a puntate. Così aspetto la fine. Meglio poi, se ho il lavoro in unico fascicolo o libro. Sto bene. Oggi bel tempo e sole. Ce n'era bisogno. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 30 luglio 1938

Carissimo fratello, un lavoro sulla mistica concepito come ti ho accennato, non sarebbe'utile al mio piccolo uditorio, non incontrerebbe i gusti dei teologi mistici. Te lo ripeto, si tratta d'una introduzione alla filosofia della mistica, anzi, in modo più preciso, alla filosofia dell'esperienza mistica l . Or noi siamo abituati a trattare la mistica solo come teologia. I1 popolo poi di mistica, a questi tempi, non s'interessa più e non comprende. Ci sarebbe l'uditorio della coltura LETITRA 1935. 1. Fa riferimento alla lettera del 2 giugno 1938. Mario fini per trattare del rapporto mistica-ascetica nella Pastorale Il sanlo raccoglimento, di cui alle lettere del 28 settembre 1937 e del 13 mano 1939.


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non cattolica in senso stretto al quale potrebbe riuscire di qualche utilità. Ma il mio nome in quell'ambiente non ha importanza. Del resto io ho suggerito il tema a chi ne farà una tesi di laurea e dati buoni chiarimenti. Spero che faccia quello lì ciò che non credo poter far io con profitto. Sto bene. H o ripreso con sufficiente assiduità la lettura di L'Eglise etc. e con la stessa attrattiva. Fa caldo assai. Io però non soffro. E lavoro meglio che nell'inverno. Godo che tu stai bene e che a volte a volte rompi l'aria. Prega per me, come io faccio per te, sempre e con fraterno affetto. E ti abbraccio. Tuo t Mario Voglia gradire i miei umili e rispettosi ossequi. Mi benedica. Giovanni

[London, Notting Hiiil, 4 agosto 1938

Carissimo fratello, ho avuto la tua del 30 luglio. Non potresti mandarmi copia di quel che hai scritto per la tesi sulla filosofia della mistica? Mi interessa per sé, e credo mi sarà utile quando avrò tempo a ripigliare il mio lavoro e dovrò correggere (o rifare) i due capitoli: l'unione mistica e la gloria di Dio. Godo che quest'anno non soffri del caldo: qui è venuto (finalmente) e io lavoro meglio, però questo lavoro di correzione ha meno attrattive ed è fatigante. H o tenuto conto fin qui (cinque capitoli) delle tue varie osservazioni - e ne aspetto altre. Salutami Don Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiiil, 10 agosto 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 6 c.m. I1 problema della tolleranza che tu mi accenni è così complesso che occorrerebbe una trattazione a parte. Il tuo A. ne ha parlato in un capitolo speciale, ma come un problema storico limitato a quel periodo. Nel resto dell'opera ne


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ha fatto cenni qua e là secondo che si presentava il caso in una maniera o in un'altra. I1 problema non è metodologico, né pragmatistico, ma di sistema, sia esso un sistema teologico, filosofico o sociologico. La premessa ideologica affretta il metodo. Per restare nel caso di S. Agostino egli partiva da un dato di fatto non esatto (che gli eretici non possono in buona fede perseverare nell'errore) e ne tira su la conseguenza non accettabile (che debbano essere o ricondotti alla fede con la forza o puniti). Sul piano politico Agostino approvava che fosse in mano all'imperatore un potere che finiva (quasi sempre) a danno della Chiesa, sia quando in nome della fede l'imperatore perseguitava gli eretici, sia quando (in nome di una fede mal' intesa) perseguitava gli ortodossi l . Tu fai distinzione fra i tempi di lotte e i tempi di pace. Io non sono di questo parere e l'esempio dei primi tre secoli deve insegnare qualche cosa anche nel campo sociologico. Da oggi in poi scrivimi presso Mrs B. Pritchard - 104 Hereford Road London W. 2. Essa farà seguire le lettere dove mi troverò per un pò di campagna. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

1938 Piazza Armerina, 11 agosto 1938

Carissimo fratello, le lettere sulla tesi «introduzione alla filosofia dell'esperienza mistica» son molte, vanno dall'inverno a oggi, perché ancora occorre che io aiuti l'interessato a trovare o a comprendere. Saranno, messe insieme, un volumetto di carta protocollo, di non meno di cento pagine. Ci son tante cose che o non riguardano la 1. Scriveva L. Sturzo in Chiesa e Stato: «Non per criteri politici, L E ~ R 1937. A ma sotto la pressione degli avvenimenti, sant'Agostino s'indusse ad abbandonare il regime di libertà, invocando (anche contro i'opinione di Roma) l'intervento secolare nella lotta contro gli eretici. Egli aveva oscillato molto, perché gli ripugnava l'uso deila forza in materia religiosa; ma quando la sua diocesi fu sottoposta alle violenze dei Circeilioni, egli non solo domandò la protezione politica (il che era naturale) per i cattolici perseguitati, ma cercò di giustificare la costrizione del potere secolare per fare rientrare gli eretici nell'ortodossia. Egli appoggiava la sua nuova tesi al principio (discutibile se esteso a tutti i casi) che gli eretici non possono in buona fede perseverare nell'errore*. Cfr. L. S., Chiesa e Stato, cit., vol. I, p. 18.


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tesi o non avrebbero importanza per te. E ci son tante cose che tu conosci meglio 'di me. Per tacere che son già all'archivio nella relativa pratica. In ogni caso, dovrebbero tornare. Io credo che potrò renderti lo stesso servizio, e in modo più eEcace, toccando i punti essenziali nelle mie cartoline. Scrivimi quel che preferisci. Sto bene. Fa molto caldo. Ed io lavoro come lavoro nell'inverno. Prega per me e credimi tuo t Mario

[London, Notting Hill], 15 agosto 1938 Aiieluja. Assurnpta est Maria in coelurn.

Carissimo fratello, ricevo la tua del 11 c.m. Certo m'interessa molto quel che tu hai pensato e scritto sulla filosofia dell'esperienza mistica. I vari libri che ho letto .in proposito non mi soddisfano. Quando tornerai dalla campagna, ti scriverò qualche domanda alla quale potrai rispondere per precisare un punto di partenza. Sto bene: sono stato così così con i passaggi rapidi dal caldo soffocante al freddo dei temporali del nord che si sono abbattuti per 8 giorni su Londra. Ora sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiii], 17 agosto 1938

Carissimo fratello, ho letto con vivo piacere le tue due lettere sulla semplicità, nell'«Angelo della Famiglia» e l'ho mandato ad una persona che si lamenta sempre della doppiezza dei cattolici, specialmente continentali e dell'uso corrente delle piccole menzogne presso i conventi di suore. Fammene spedire alcune copie: qui faranno del bene. Peccato che non sono in inglese. Forse le farò tradurre. San Paolo scrive: <&edvolo [vos] sapientes esse in bono et simplices in malo» Rom. XVI. 19. La traduzione della Libreria Editrice Fiorentina è: «Saggi nel bene e semplici rispetto al male». La traduzione di G.


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Montali nelle Lettere di San Paolo del Delatte (Soc. Editrice Internazionale di Torino) è: Prudenti nel bene e al sicuro dal contatto del male. Qual'è il vero senso l ? Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[Bruxelles], 23 agosto 1938

Carissimo fratello, ricevo qui la tua del 18 rinviatami da Londra. Sono stato in Olanda ospite dei Gesuiti a trovare degli amici di là; ora sono ospite di altri amici di qui, per qualche giorno e poi a casa. Non posso lasciare a lungo il convento di Suore senza servizio. Quest'anno non hanno trovato un prete per surrogarmi. La critica della «Civiltà Cattolica» non riguarda il capo VIII, ma il X l . La frase, mi si assicura, sarà chiarita: resta la verità del fatto, che è quello che è; ma si toglie ciò che può creare un equivoco nella mente di un lettore non benevolo. Vedremo. Nessuna critica da parte dei Gesuiti inglesi; quel libro non è stato esaminato da loro, che attendono l'edizione nella loro lingua. Invece i Gesuiti irlandesi sono stati favorevoli senza riserva. Quelli francesi si sono occupati di altri punti di dettaglio, specialmente della traduzione che ha qualche difetto reale. Sto bene. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

LETTERA1940. 1. Mario annota: «Tanto buoni che non inganniate alcuno (dalla chiosa del Martini)». LETI-ERA1941. 1. L. Sturzo si riferisce ancora alla rassegna di studi che scrisse A. Bmcculeri neila «Civiltà Cattolica» di cui alla lettera 1909 nota. Secondo Brucculeri S. si sarebbe lasciato troppo influenzare dalia letteratura antigesuitica. Non abbiamo trovato nei fascicoli deila rivista del 1938 nessun altro riferimento all'Eglise et 1'Etat. Si rilevi il compiacimento di S. perché i Gesuiti irlandesi erano stati «favorevoli senza riserve» al volume.


LUIGI E MARIO STURZO

- .CARTEGGIO

Piazza Armerina, 24 agosto 1938

Carissimo fratello, la tua del 10 mi giunse quando la mia del 18 era partita. Andò quindi al vecchio recapito. Spero che ti sia giunta, ciò non ostante. La traduzione della Fiorentina è letterale, quella riportata dal Delatte è circonlocutiva. Semplici nel male vuol dire tanto esser al sicuro o tenersi al' sicuro dal contatto o dal contagio del male, quanto non nuocere al prossimo lasciandosi contagiare dal male. Insomma la parola semplice qui ha il significato che ha nel Io capitolo del libro deiia Sapienza. Sto leggendo il capitolo tolleranza. Io però nella mia cartolina non entravo nel merito, ma tornavo sul fatto che l'autore mostra far suo il giudizio di quelli che dicono che su questo punto S. Agostino passò dalla tolleranza ad assumere poi l'intolleranza. Quistione di chiarezza; circa il merito io dicevo ricordando quel che ho letto del Santo, che, pure restando nel concetto di tolleranza, quando gli eretici turbavano l'ordine sociale, ne invocò la repressione. E questo lo ammette l'autore della Église. Sto bene. Godo nel sapere che anche tu stai bene. Ti abbraccio in Corde lesu. Tuo t Mario

[Bruxelles], 31 agosto 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto in campagna la tua del 24 sp. m. Io tradurrei fedelmente: esapienti nel bene, semplici nel male» ma'alla parola sapienza darei in italiano il senso scritturale di gusto intelligente e adesivo nel bene (gustate et uidete); e il semplice per me è incontaminati nel male; in quanto il male è dentro e fuori di noi. Non mi pare che si possa estendere all'idea di non nuocere al prossimo, il che non dà più l'idea di semplicità, ma di innocenza LETPERA1942. 1. In calce L. S. annota: u31-8. Tradurrei sapienti (non saggi) nel bene e semplici (incontaminati) nel male. Ne dò la ragione),.


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- non nocentes. Sto bene. Agli sgoccioli delle vacanze. Mi attendono le suore missionarie del mio convento, che in questi giorni sono andate in un convento vicino ad ascoltare la messa, per manco di preti. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 31 agosto 1938

Carissimo fratello, B. Croce dice che l'eterno momento mistico dello spirito è il passare dagli schemi alla realtà, dalla superficie al profondo, il riprender contatto con l'unità del reale. L'introduzione alla filosofia dilla mistica comincia col dimostrare che la mistica è una comunicazione con Dio soprannaturale non solo nel senso che presuppone la grazia mistica, ma anche nel senso che sorpassa la capacità della natura umana quale essa è nelle condizioni d'unione d'anima e corpo. I1 momento mistico supremo è l'esperienza di Dio, intuizione spirituale del medesimo. Sotto il rispetto naturale è una funzione propria solo dell'anima separata dal corpo. S. Tommaso accenna alla possibilità ipotetica di questa intuizione. Nella vita mistica l'anima agisce indipendentemente dal corpo per grazia. Come vedi, trattandosi d'introduzione alla filosofia della mistica, il primo problema da risolvere non può esser che questo. Sto bene. Abbiamo fresco autunnale. Abbracci. Tuo t Mario

[London, Paddington], 6 settembre 1938

Carissimo fratello, ieri sera sono ritornato dalla campagna. Sto bene. H o trovato la tua del 31 agosto. I1 tema mi interessa moltissimo. Te ne scriverò appena avrò un po' di tempo. Ora sono troppo preso dai piccoli affari del ritorno. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

1946 Piazza Armerina, 7 settembre 1938

Carissimo fratello, nel passo di S. Paolo simplices in malo il senso di non nuocere al prossimo non si può negare, perché la semplicità questo importa, come dice S. Tommaso, che non si abbia altro nella mente e altro nella bocca l . Tu dici che questa è innocenza; ed io rispondo che la semplicità è anche innocenza. Perciò i commentatori traducono -così il passo. E così lo intende S. Tommaso nel Commentario alle Epistole di S. Paolo: ~Simplices in malo, ut talis sit vestra simplicitas, quod n d u m decipiatis in malurn». Abbiamo ancora tempo molto buono: sereno come mai e fresco da poter dire che si è in pieno autunno. Così io faccio la mia villeggiatura senza lasciare la mia casa e il mio lavoro. Sto bene. E ti abbraccio. Prega pel tuo t Mario

[London, Paddington], 14 settembre 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 7 con qualche ritardo: il primo momento libero, cercherò quale è l'esatta frase di S. Paolo, nel testo greco, L E ~ 1946. A 1. In una lettera a persona da lui diretta spiritualmente, Mario Stuno scriveva: «Recandosi a visitare il povero e caro ammalato, recherà animo semplice, secondo la parola di S. Paolo: Sapientes in bono et simplices in mulo; perché il bene va fatto bene e perciò occorre la sapienza; il male va senz'altro evitato, evitato semplicemente, e perciò occorre la semplicità». La lettera datata 23 settembre 1938, in P. Stella, op. cit., p. 114. Va rilevata la contemporaneità deiie lettere di Mario suiio stesso tema paolino. 2. In margine L. S. annota: ~14-9-'38.Ii primo momento libero cercherò quale i'esatta frase di San Paolo nel testo greco, di quel simplices in malo. A certe basi della Scrittura, i padri e dottori han dato tanti sensi, che rispondono a concetti ideali, ma non sono al senso diretto e immediato delle parole. Queli'in malo è il male oggettivo cioè il mondo di S. Giov. con le tre concupiscenze. Se fosse soggettivo, cioè il peccato, non avrebbe senso». Questa annotazione venne poi inserita interamente nella lettera che indirizzò in pari data al fratello e che qui si riporta.


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di quel simplices in malo l . A certe frasi i Padri e i Dottori han dato tanti sensi che rispondono a concetti ideali, che non sono il senso diretto e immediato delie parole. Queil'in malo è oggettivo, cioè il mondo di S. Giovanni con le sue concupiscenze. Se fosse soggettivo, cioè il peccato, non avrebbe senso. Ecco perché non mi va l'idea di non nuocere al prossimo, perché se non si nuoce non c'è male, e se si nuoce c'è il male. Sto bene. Da ora in poi torna a spedire le lettere al mio solito indirizzo di casa. Dovrei continuare la mia ultima sul misticismo, ma non ho tempo questa sera. Intanto attendo la tua risposta. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Fin da ora, vivi auguri per l'anniversario della tua ordinazione sacerdotale. Nelina mi scrive che andrai a trovarla. Luigi

Piazza Arrnerina, 14 settembre 1938

Carissimo fratello, ti ringrazio vivamente della S. Messa e degli auguri. I1 21 compio, se Dio vorrà, 49 anni di sacerdozio. Ohimè che fardello! Mi umilio a Dio, e confido nelia sua infinita misericordia. La tesi che sostengono S. Agostino e S. Tommaso ecc. è precisamente quella che io ho detto: nel grado supremo deil'esperienza mistica l'intuizione puramente spirituale. Questa naturalmente non è possibile per l'unione col corpo; la quale unione in Cielo non sarà d'impedimento, perché il corpo sarà trasumanato. Codesti due dottori sostengono che l'intuizione di Dio in questa vita cagiona necessariamente l'alienazione dai sensi. Non ti cito i passi, perché non consentono diversa interpretazione. Così abbiamo che nel grado sommo dell'esperienza mistica, l'anima è in rapporto immediato con Dio. E questa è una delle ragioni per le quali i mistici non sanno e non possono dir nulla di veramente proprio di ciò che in questa esperienza provano. Infatti, cessato il rapporto immediato, cessa non solo l'atto, ma la memoria deil'atto, che non è facoltà


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a sé, ma funzione deile facoltà conoscitive. La quistione è quanto mai bella, ma così non l'ho vista studiata in nessuno dei. trattatisti, e ho di sicuro i passi di S. Agostino e di S. Tommaso solamente. Sto bene. Mi raccomando alle tue orazioni e ti abbraccio. Tuo t Mario

[London, Paddingtonl, 19 settembre 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 14 che m'interessa moltissimo. Oggi sono troppo occupato per risponderti su questo tema; e, poi, ci voglio pensare. Intanto riprendo la questione del simplices in malo. San Paolo neila 2 a ai Corinti scrive: «Timeo ... corrumpantur sensus vestri et excidant a simplicitate quae est in Christo~Xi. 3. Cadere nella colpa è venir meno alla semplicità, contaminarsi, corrompersi. Quindi, il mantenere la semplicità è mantenersi incontaminati, non ostante il male (oggettivo) che ci circonda, Deus a quo sancta desideria, recta consilia etc. l . Sei stato da Nelina? L'ultima sua è del 10. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiill, 24 settembre 1938

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 14 c.m. Circa l'intuizione di Dio su questa terra e anche fuori degli stati mistici, ricordo di averti mandato parecchi anni fa l'opuscolo di un padre gesuita, di cui in questo momento, non ricordo il nome, né ho tempo di cercarlo. Si tratta d'intuizione confusa, passeggiera, indicibile. È proprio il corpo che impedisce la intuizione soprannaturale, o come tu dici, «puramente spirituale»? I o non lo credo: non ne trovo ragioni. L'anima di Gesu LETTERA1949. 1. uDeus, a quo sancta desideria, recta consilia, et justa sunt opera, da servis tuis iiiam, quam mundus dare non potest, pacem, ut et corda nostra mandatis tuis dedita, et hostium sublata formidine, tempora sint tua protectione tranquiilan. Ck Preces ad omnes sancfos in Ritus sacri et preces, Roma 1890, p. 329.


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Cristo doveva avere la intuizione soprannaturale di quel «ch'era nell'uomo», senza bisogno di un miracolo permanente (nel senso di sospensione di leggi di natura), per la pienezza dell'unione ipostatica, anche vivente su questa terra. Eppure (ecco la differenza) egli diceva che tornerebbe o andava o doveva andare «dal padre suo e padre nostro* cioè come uomo risuscitato quando avrebbe avuto quella pienezza (ineffabile, e incomprensibile) che come uomo mortale egli non aveva. Sto bene. Prego per te: il 21 ho detto la S. Messa per te e la diocesi. Deus a quo sancta desideria etc. Sei stato da Nelina? Un abbraccio, tuo Luigi Oggi la Madonna della Mercede, ho ricordato nella S. Messa il Mo Cona e il Canonico Laporta. Quante memorie dei primi anni!

[London], 25 settembre 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 21. Noto che a pagina 333 dell'Église si esplica il pensiero di Hobbes non de1l'A. Sul merito di quel che dice Ta~arelli2, ti scriverò altra volta. Continuo la cartolina di ieri. Per natura l'uomo può arrivare alla semplice conoscenza di Dio, per deduzione o per intuizione, come Dio uno creatore e prowidenza. Elevato alla vita soprannaturale, l'uomo è, per Gesù Cristo introdotto alla conoscenza e alla vita trinitaria di Dio e vi partecipa come figlio di adozione nel Figlio di Dio vero. I1 fatto mistico tende a rendere cosciente una tale vita che sulla terra è per speculum , in aenigmate 3. È la unione col corpo mortale che impedisce all'anima l'intuizione spirituale di Dio? Non c'è ragione, perché l'anima non potrà mai arrivarvi da sé, sia o no unita al corpo; e perché (secondo gli Scolastici) Dio, nella visione intuitiva si fa specie intellettiva dell'uomo per dargli la conoscenza diretta di sé. Tutto ciò potrà essere nella vita mortale. Secondo me la causa non è materiale (l'unione col corpo), ma spirituale (la colpa e gli effetti della colpa). Perciò io inclino a credere che Maria Vergine ebbe , LESTERA1951. 1. Cfr.L'&lise et ~ ' É t a tcit. 2. Cfr. lettera 1555, nota. 3. I Corinzi, 13, Q.


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l'intuizione spirituale di Dio fin dalla concezione. Sto bene. Prego per te e Nelina. Preghiamo per tutti noi che Dio ne abbia misericordia qui e nell'altra vita. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Tanti saluti a D. Giovanni.

Piazza Armerina, 28 settembre 1938

Carissimo fratello, per me rispondono S. Agostino e S. Tommaso. Cito la «Summa» 2-2, 175,4, C) <&edcontra est, quod Augustinus dicit 12 super Genesim ad litteram cap. 27: 'Nisi ab hac vita quisque quodammodo moriatur, sive omnino exiens de corpore, sive ita aversus et alienatus a carnalibus sensibus, ut merito nesciat, sicut Apostolus ait, utrum in corpore an extra corpus sit, cum in iUam rapitur et subvehitur visionemt.. Intellectus autern hominis, in statu viae necesse est quod abstrahatur a phantasmatibus, si videat. Dei essentiam: non enim per aliquod phantasma potest Dei essentia videri etc. ...: oportet .;. ut tota mentis intenti0 illuc advocetur ... et totaliter feratur in Deum ...». Nella stessa quistione art. I dice: «Indiget homo ut supernaturaliter ad iUud bonum capessendum adjuvetur, quod fit per quodcumque beneficium gratiae» l . Tu da buon dottore tomista non ricuserai d'aderire a questa dottrina che del resto è così chiara, così coerente, così, anche, teologica, da vincere ogni dubbio o dissenso. Sto bene. L'autunno è tanti bello! È la vera stagione media per noi, perché tra inverno e estate non c'è stagione media di fatto, ma un salto brusco, più o meno. Sono stato da Nelina. Sta bene. Un giorno solo però, perché io non posso lasciare il mio lavoro. Che il buon Dio mi conceda di morir lavorando, per Lui, s'intende! Prega per me e credimi, tuo - f Mario

LETTERA1952. 1. Cfr. S. TOMMASO, Summa Theologiae, II-LI, 175, 4 C, e 1 C.


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[London, Paddington], 30 settembre 1938

Carissimo fratello, ho letto con vero piacere le due lettere pubblicate sull'«Angelo della Famiglia» del settembre. La prima assai più dell'altra. Nella seconda la scelta dei fatti non mi sembra adatta al tipo di lettori che saranno buoni cattolici, che si abbonano a tali fogli. Ci vuole una certa ambientazione storica per capire fatti come quelli dei frati umiliati o dei canonici della Scala. Credo sia meglio pigliare esempi moderni di laici e di laiche morti in odore di santità o già santi per far comprendere come si possa seguire un ideale di perfezione adatto a tutte le età e condizioni. Perciò io sono favorevole ai processi informativi che oggi si moltiplicano. Toniolo l , Necchi 2, Longo 3, Frassati 4, Moscati 5, Anne [...l6, Marthe de Noaillat etc. e i processi più avanzati o compiuti per Contardo Ferrini 8, quel buon operaio di Dublino di cui non ricordo il nome 9, Fedele

LET~ERA 1953. 1. Giuseppe Toniolo, (1845-1918), soci016~0ed economista, promotore deUa scuola etico-cristiana tendente a proporre contro l'individualismo e il collettivismo una armonizzazione e subordinazione della scienza deii'utile, deii'economia aii'etica cristiana. Fra le sue opere va ricordato il Trattato di economia sociale (Firenze, 1906). 2. Ludovico Necchi (1876-1930). Si vedano su di lui le biografie di E OLGIATI, Un maestro di fede e di vita, cit. e I? BONDIOLI,Vico Necchi, pref. di A. Gemelli, Milano 1934. 3. Bartolo Longo (1841-1926), fondatore deUe domenicane figlie del S. Rosario di Pompei, del Santuario di Pompei con le annesse opere sociali, fra le quali l'ospizio per i figli dei carcerati. Cfr. AA.W., Bartolo Longo e il suo tempo. Atti del convegno storico promosso dalla Delegazione Pontificia per il Santuario di Pompei, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1983, voli. 2. 4. Cfr. lettera 423, nota 1. 5. Giuseppe Moscati (1880-1927) medico, professore all'università di Napoli. Si veda C. TESTORE,Il professore Giuseppe Moscati, Napoli 1937. 6. Parola illeggibile. 7. Su Marthe de Noaillat cfr. lettera 1249, nota 1. 8. Su Contardo Ferrini (1859-1902) cfr. lettera 252, nota. 9. Si tratta del muratore Matthew Talbot (1856-1925) del quale Joseph Glym pubblicò una biografia tradotta in italiano nel 1936 con il titolo, Sotto la giubba del facchino.


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CARTEGGIO

Savio 'O, Don Sulprizio etc... Quanto bene farebbero delle brevi lettere come le tue con qualche esempio tratto dalle loro vite? Mi cade sotto gli occhi l'articolo dell'«Osservatore Romano» su Ciriilo Sen. che ti spedisco se ti è sfuggito. Sto bene. Un abbraccio di Cuore, tuo Luigi

[London], 2 ottobre 1938

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 28. La tesi di S. Tomaso non mi sembra applicabile alla questione, che è oggetto delle mie cartoline del 24 e 25 settembre. Tutte le visioni che ci narrano le Scritture o che si hanno nelle vite dei santi sono accompagnate da impressioni imaginative. I1 roveto di Mosè o il venticello di Elia, il vecchio d'Isaia, gli angeli di S. Giuseppe, lo stesso Cristo di S. Stefano e di S. Paolo, il matrimonio di S. Caterina o di S. Teresa, l'angelo delle stimmate di S. Francesco d'Assisi etc. La visione di S. Paolo (utrum in corpore an extra corpus l ) non è nell'essenza diversa da quelle altre. Ciò posto, parliamo della intuizione di Dio spirituale o mistica, che non è accompagnata da visioni imaginative e da ratti, estasi e simili. Si dà su questa terra? Se si dà, sono sospese le funzioni del corpo per miracolo concomitante, senza che vi siano i fatti straordinari sopra citati? Su questi due punti si basa la questione. Applicando la teoria che Dio si fa specie intellettiva dell'uomo per essere intuito, si chiede se ciò può mai accadere all'uomo su questa terra. A tale questione ho cercato di rispondere nelle mie citate cartoline basandomi su quel che si può dire di Gesù Cristo e di Maria. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

10. E probabile che si tratti di Domenico Savio (1842-1857)che si formò sotto la direzione spirituale di S. Giovanni Bosco. Forse Luigi confonde con Fedele Savio, studioso di storia medioevale. 11. Nunzio Sulprizio (1817-1836) dL V. SARDI,Storia del Ven. Nunzio Sulprizio, descritta secondo i processi, Roma 1899. LETTERA1954. 1. Cfr. II Corinzi, 12, 2.


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Piazza Armerina, 6 ottobre 1938

Carissimo fratello, i santi che chiamerei classici hanno sempre' qualcosa che li rende più ammirevoli e che rende il loro esempio più efficace. Io non trascuro i recenti. C'è però una corrente molto pericolosa, quella di reputare sgomentevoli gli esempi eroici del sommo e contentarsi del quasi comune. Anche la «Civiltà Cattolica» vi ha fatto buon viso. Ma nella pastorale che ti ho inviato, troverai temperanza degli opposti. Circa l'intuizione puramente spirituale e la visione di Dio dissento da te, per ragioni filosofiche che son quelle, più o meno, di S. Agostino e di S. Tommaso. Di Gesù Cristo e della Madonna non possiamo farne punto di riferimento: la ragione è chiara. Prima che riprenda la discussione desidero che tu legga tutta la quist. 175 della 2-2 da me citata e la quist. unica art. IV del De Anima (Quodlibetali). S. Tommaso guarda il problema con le ragioni di S. Agostino e le proprie, ed è un torto dei trattati di Mistica non farne nemmeno parola. Degli stati mistici senza sensazioni e senza immagini, stati di pura intuizione spirituale parla più volte S. Teresa nella vita. Occorrendo, ti trascriverò i passi più notevoli. Sto bene. Lavoro e ringrazio Dio. Ma son già troppo vecchio e mi preparo alla morte. Prega per me. Tuo t Mario

[London, ~ o t t i n Hill], ~ 8 ottobre 1938

Carissimo fratello, che sorpresa! Non me ne avevi parlato: in questo momento ricevo il tuo volume, o meglio la tua lettera pastorale sull'educazione '. Superfluo dirti che la leggerò subito, appena mi è possibile e te ne scriverò. Che sia benedetto Dio che alla tua età ti dà tanta forza di lavoro, per il bene delle anime. Qui pioggia e pioggia. Sto L'educazione nelle sue ragioni supreme LETTERA1956. 1. MARIOSTURZO, Lettera pastorale, Tip. Editrice piemontese, Torino 1938.


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bene: un po' raffreddato: frutto di stagione. È il mio annuo tributo aU'ottobre. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 13 ottobre 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del giorno 8. Mi rincresce saperti raheddato. Dovresti fare qualche cura preventiva e, sopra tutto, usarti riguardi. Spero che la presente ti trovi del tutto rimesso. Tu non mi farai desiderar le tue nuove. Io, grazie a Dio, sto bene. Ti scrissi. il 6 e ti parlai un pò della quistione che tanto mi interessa, della visione di Dio negli stati mistici supremi. S. Teresa nell'autobiografia dice che awertiva la presenza di Dio «non per una specie di visione, ma per quel modo che chiamo "Mistica Teologian». I1 chiosatore spiega dicendo trattarsi di intuizione semplice. Io dico: intuizione spirituale. (Cap. X). E nel Castello interiore, Quinte Mansioni Cap. I:' «Durante l'unione (l'anima) rimane così h o r di sé, da non poter far alcun pensiero, neppure volendolo... Essa è come se al mondo fosse completamente morta; ... ~ e r c h ési sottrae a tutte le operazioni che può avere stando unita al corpo... Non vi è immaginazione, memoria e intelletto che riesca a impedire tanto bene» l . Paragona queste esperienze con quel che dicono S. Agostino e S. Tommaso e vedrai come la corrispondenza sia piena. Prega per me, povero vecchio, affinché non tardi a farmi santo. E credimi tuo t Mario

LETTERA 1957. 1. Si tratta deiie opere di S. Teresa di Gesù (1515-1582) Libro de su uida, scritto tra il 1562 e 1565, e il Casti110 Interior o Libro de las siete Moradas scritto nel 1577. Sturzo potrebbe riferirsi aii'edizione italiana delle Opere di S. Teresa di Gesù, pubblicate a Milano nel 1932 daiia casa editrice Lega Eucaristica.


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[London, Notting Hiil], 15 ottobre 1938

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 6 c.m. H o letto la q. 175 della 11-II..', che del resto è citata da de Guibert a pag. 389 (NO406). Tutta la questione si basa sul significato che dai alle parole «intuizione puramente spirituale di Dio». Si tratta d'intuizione nello stato di contemplazione infusa o solo nel caso di ratto? Arriva alla visione di Dio? A me sembra che a tutte queste domande abbia bene risposto il de Guibert nei numeri da 397 a 408 incluso, della sua Theologia Spiritualis *. I1 ratto non è né il termine della vita mistica né un'esperienza necessaria al suo sviluppo, ma un puro dono di Dio forse più per gli altri che per il soggetto che lo patisce. Non mi pare, in ogni modo, che quel che ti ho scritto nelle cartoline del 24-25 sett. e 2 ott. contraddica a quel che dice il I? de Guibert ai numeri citati. Non ho parlato, nella mia del 30 settembre di spaventevoli esempi eroici dei santi antichi: solo di difficoltà di ambientazione storica e di inattabilità di categorie. Gli esempi di un santo vescovo, in quanto vescovo, valgono più per i vescovi che per le monache o le laiche. Perciò parlando a laici, valgono più gli esempi, anche spauentevoli di santi laici che di monaci o monache e così via tra il presente e l'antico. Ma nel tuo libro ce ne sono di tutte le specie. Te ne parlerò quando l'avrò letto. Sono stato con i'influenza. Ora sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Arrnerina, 19 ottobre 1938

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 15. Prima però ti prego di non scrivere così minuto per pietà verso i miei occhi. Tu hai smarrito il punto LETIZRA1958. 1. Cfr. lettera 1952, nota e lettera 1955. 2. Cfr. lettera 1885, nota.


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di partenza: introduzione alla filosofia della mistica. Dal campo filosofico tu mi trasporti nel teologico, dai principi ai fatti. Io torno al mio argomento - filosofia -. Secondo gli scolastici la funzione dell'intelletto agente è quella di rendere intellegibile in atto le cose che son tali solo in potenza. Ciò dicono certamente per le cose non spirituali. S. Tommaso nei Quodlib. dice che l'anima è intellegibile in atto. Per conoscerla quindi non occorre l'opera dell'intelletto agente, cioè, per percepirla, intuirla. Però ciò non awiene per l'unione col corpo. Dell'anima dunque non possiamo aver che cognizione indiretta, impropria, per via di ragionamento. Dio però è ben$ spirito, ma è l'infinito. Tra la mente e Dio proporzione non ce n'è affinché possa ammettersi la possibilità di conoscenza per intuizione. A questo difetto Dio in Cielo supplisce col lume della gloria; in questo mondo - quando Dio vuole, come dice S. Tommaso 11-IIae-175ecc. supplisce con la grazia, con certa grazia, con la grazia atta a elevare I'anima tanto quanto Dio vuol dar di cognizione di sé; la quale (questo tutti lo ammettono) non è mai come nel Cielo. Ciò posto, quando Dio eleva l'anima a tanto, per legge di natura deve alienarsi dai sensi. Ecco la tesi, che è vera e bella. In quali stadii della contemplazione ciò awiene per legge di natura? Questo è il fatto; qui entrano i teologi, e fanno le loro classificazioni. I1 filosofo fa le sue. E perciò occorre saper dare il suo significato aila parola estasi come l'adopera S. Tommaso in quel quadro che si propone, che è l'intuizione spirituale. Sto bene. Godo che ti sei rimesso. Tuo t Mario

[London], 22 ottobre 1938

Carissimo fratello, vedo ch'è passata una settimana dalla mia ultima. Volevo andare in biblioteca a leggere l'art. IV De Anima ma non mi è stato possibile. I residui influenzali sono noiosi. Del resto sto bene. Di accordo di quel che mi dici di Santa Teresa, ma si tratta di forme intuitive nello stato di contemplazione infusa che io ho ammesso. I1 distacco della vita sensibile è attuale non virtuale. Dopo avere riletto le tue cartoline, non sono arrivato a prendere


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esattamente il tuo punto di partenza della cartolina del 31 agosto, dove scrivevi: «L'esperienza di Dio, intuizione spirituale del medesimo è funzione propria solo dell'anima separata dal corpo». Questo è stato il motivo centrale della nostra discussione. H o letto le prime 60 pagine della tua pastorale, che gusto moltissimo. Te ne parlerò quando ne avrò letto una buona parte. Benché sia abituato alla lettura rapida dei libri, questo mi porta, al contrario, a leggerlo piano, così come tu vuoi, stando attorno al focolare. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 27 ottobre 1938

Carissimo fratello, ieri sera ricevetti la tua e le tue nuove rassicuranti. Continua a riguardarti, perché le ricadute son sempre insidiose. Io sto bene e sono oppresso dal lavoro e scrivo in fretta solo per darti le mie nuove. H o il congresso della parrocchialità della Cattedrale che ha carattere diocesano; ho avuto gli esercizi del clero predicati da un esimio p. passionista; ora avrò quelli dei miei cari oblati e il capitolo generale annuale. Del problema che tanto m'interessa, dell'intuizione puramente spirituale, ti scriverò altra volta. Ora solo ti dico che presso gli scrittori di mistica recenti compreso Enrico Bremond in Prière et Poésie le espressioni - esperienza mistica di Dio e intuizione spirituale, si equivalgono. Prega per questo povero vecchio e credimi tuo t Mario

[London, Notting Hilll, 27 ottobre 1938

Carissimo fratello, questa per gli auguri fervidissimi per il tuo prossimo compleanno, colmo di celesti grazie sì da trascendere questa terra miserabile verso la patria sospirata. H o avuto la tua del 19 c.m. H o letto l'art. IV del De Anima. Sono di accordo con te di quel


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LUIGI E MARIO STURZO

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che scrivi (a parte la questione dell'intelletto agente come pensato da S. Tomaso), sino al punto della necessaria alienazione dei sensi. Su ciò ti scriverò dopo che avrò ricevuto la tua cartolina in risposta alla mia del 22. Sto bene. H o molto da fare e ne ringrazio Dio. Salutami Mons. Fondacaro, D. Giovanni, gli amici tutti. I1 2 novembre saremo insieme a pregare per i nostri cari defunti. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 1 novembre 1938

Carissimo fratello, ho detto la messa per te, i tuoi, oblati, la tua diocesi, e in un cantuccio per me e Nelina. Come sono lieto quando leggo che lavori, servi, predichi, tieni congressi e come lodo Dio e lo ringrazio di questa giovanile vecchiezza, non ostante gli acciacchi. La lettura della tua Lettera mi attrae; mi piace il tono, non ostante le ripetizioni, o forse anche per le ripetizioni, ma non ostante l'insistenza. O anche per l'insistenza. Insomma mi piace. Perché non mettere le indicazioni bibliche dei versetti citati? Almeno del Nuovo Testamento. Bisogna abituare tutti a leggere il Nuovo Testamento, averlo spesso in mano fin dalla prima giovinezza come un libro immancabile, anzi come il Libro. In ciò l'educazione di certi paesi come il nostro è deficiente, non ostante gli sforzi della Società S. Girolamo (esiste ancora?). Poiché negli scrittori recenti, esperienza mistica e intuizione spirituale si equivalgono, occorre essere cauti nel non ridurli a quelli che si hanno nell'estasi o nel ratto, e ammettere che si abbiano nella contemplazione infusa in forma direi quasi normale, cioè senza i miracoli esterni. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

LEITERA1963. 1. L. S. annota in margine: aRisposta alla cart. 27/X».


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Piazza Armerina, 2 novembre 1938

Carissimo fratello, i tuoi haterni carissimi auguri mi giunsero nel pomeriggio del 31. Grazie di cuore. E grazie delle tue buone nuove. Sto bene anch'io. Io parto daresperienza mistica più alta per avere i due termini estremi del -processo mistico. Tale esperienza è intuizione spirituale, cioè, cognizione senza l'intermediazione dei sensi. Non è piena, ma sempre in certo modo velata del velo della fede. Piena è in cielo. Non avviene che per grazia, ma data la grazia o le grazie necessarie e opportune, la natura segue la sua logica. E perciò cognizione spirituale immediata e cosciente, Dio si mostra d'anima, elevata e corroborata a tal fine, ciò produce per legge di natura l'alienazione dai sensi, appunto perché Dio sorpassa il mezzo dei medesimi. Se l'uso dei sensi restasse libero, l'anima sarebbe condizionata dai medesimi, e l'intuizione non avverrebbe. Avrebbe di Dio cognizione indiretta e per via di ragionamento e non più. L'intuizione spirituale (mistica) cresce di chiarezza a misura che l'unione con Dio è più stretta. Che cosa si cava di tutto ciò? Prima di tutto la vera cognizione del fatto. Poi il criterio più veramente filosofico e anche teologico per classificare la contemplazione. Questa è,appunto la cognizione immediata, diretta, l'intuizione o un suo principio. Ora guardiamo il lato asceticomorale. L'anima più da Dio è elevata a sé (di regola) quanto più spegne in sé l'egoismo. Questa elevazione è graduale trasumanazione. E un mutarsi in Dio, come dice S. Agostino. La qual trasumanazione implica o è l'unione a Dio progredente sino alla coscienza del fatto. t Mario

[London, Notting Hill], 7 novembre 1938

Carissimo fratello, siamo pienamente d'accordo su ciò che mi hai così bellamente scritto nella tua del 2 c.m. Bisogna cercare i punti di dissenso o


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meglio di dubbio. Eccoli: l) la frase con la quale fu iniziata la discussione era: l'intuizione spirituale di Dio sotto il rispetto naturale è una funzione propria solo dellanima ma separata dal corpo (31 agosto). Non so se mantieni ancora questo punto. Io non l'ho accettato, perché per natura l'anima non è destinata né alla visione di Dio, né alla separazione dal corpo. La morte è venuta col peccato. 2) Dal punto di vista di fatto, perché l'uomo abbia l'intuizione spirituale in vita, non è necessaria la perdita dei sensi (l'estasi o il ratto), ma solo l'attuale cessazione della percezione sensibile (il che è diverso). 3) Non mi sembra esatto mettere al sommo dell'esperienza mistica l'estasi e il ratto; che sono doni irrelativi al grado di santità e di contemplazione, spesso dati per il bene degli altri. Così S. Paolo fu elevato al 9 cielo prima ancora che aumentasse di perfezione e di santità fino al martirio. 4) Il mistero della visione beatifica dell'umanità di Cristo o quello dell'intuizione spirituale di Dio nella Vergine ci devono dare dei lumi al riguardo. Non il fatto dell'unione col corpo, ma quello del peccato è aila base del problema. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 8 novembre 1938

Carissimo fratello, Dio ti rimuneri del bene che mi fai con le tue preghiere. La mia pastorale è il discorso d'un vecchio a un uditorio, in generaIe, poco attento, che ha tutti i difetti che vengono dall'età e dalla volontà di farsi leggere e comprendere. Con la stagione propizia la lettura dell'Église s'è rianimata e normalizzata e tornata affascinante. La parola «spirituale» dopo «intuizione» è mia, non di alcuno scrittore. Tu mi devi fare il favore, per ora, di non discutere, ma di comprendere quello che io voglio dire, anche se ti pare che dica spropositi. Io sostengo una teoria nuova; dico: nuova sino a un certo punto, perché ha la sua base in S. Agostino e in S. Tommaso. Come scrissi nella mia del 2, io penso a una sistemazione filosofica della mistica. La dottrina dell'intuizione spirituale, pura, la desumo anche da S. Teresa. Essa dice che nei gradi superiori deila contemplazione la cognizione di Dio si fa non per mezzo


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dell'intelletto, ma direttamente dalla sostanza deil'anima. La Santa dice già troppo, dicendo questo. Oltre non poteva andare: le mancava una regolare preparazione filosofica. Ora la cognizione senza il mezzo delle facoltà non si può ammettere. Solo Dio ha tanta semplicità. Allora bisogna ammetter? l'intuizione spirituale. Ma bisogna anche precisare il senso di questa parola. L'uomo in natura non ha che intuizioni sensibili. La nostra mente non intuisce mai, perché non conosce che per mezzo dei sensi. Quelle che chiamiamo intuizioni sono visioni di evidenza. I1 seguito altra volta. Sto bene t Mario 1

[London], 13 novembre 1938

Carissimo fratello, leggendo della beatificazione della Cabrini mi ricordo di avere trattato con Lei personalmente la venuta delle Suore Missionarie del S. Cuore a Caltagirone per il nostro Educandato Civile l . Era nel 1897 (mi sembra); ed essa mi rispose essere contenta di venirci perché aveva incontrato un Vescovo (Mons. Gerbino) che le aveva raccontato l'apparizione della Madonna del Ponte e ne era rimasta incantata. Fu redatto un progetto che io portai all'Awocato Amore (Sebastiano) che allora era Sindaco o Assessore (non ricordo). Ma il Municipio tardò a lungo a dare una risposta. Ed io tornato a Roma non trovai più la Cabrini, ma la Superiora della Casa di Via Montebello che mi disse che nel frattempo aveva la Madre Fondatrice ricevuto l'invito di andare in America (mi pare Chicago) ed aveva accettato credendo meglio essere quello un campo di LEITERA1966. 1. L. S. annota in margine: «13.XI.38. Ricevo la Cabrini. 19.XI Indulgenze. 2 4 . X ~ . LEITERA1967. 1. Francesca Saverio Cabrini (1856-1917). Maestra elementare, poi religiosa, fondò le suore missionarie del Sacro Cuore e Leone XIII le affidò l'assistenza religiosa degli emigrati italiani in America. Si prodigò fra miiie difficoltà, cosciente deila necessità deii'apostolato cattolico. Beatificata nel 1937, fu canonizzata nel 1946. Luigi Sturzo raccontò l'incontro con la Cabrini, usando quasi le stesse parole, nelle conversazioni con Gabriele De Rosa. Cfr.G. DE ROSA,Sturzo mi disse, cit., p. 106. 2. L'aw. Sebastiano Amore fu sindaco di Caltagirone dal settembre del 1898 al marzo del 1900. Era imparentato con la famiglia Sturzo.


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lavoro per il nuovo Ordine Religioso. Non potei più ottenere nulla non ostante l'attesa fino al 1900. Ebbi della Cabrini una impressione indelebile. Ora spero che preghi per me e mi assista dal cielo. Sto bene. Ho ricevuto la tua dell'8 c.m. e attendo il seguito. Inutile dirti che m'interessa moltissimo. Continuo con vivo piacere e utilità la lettura deiia tua Lettera. Sono già a pagina 186. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 16 novembre 1938

Carissimo fratello, confermo in pieno quanto sull'intuizione di Dio ti scrissi il 31 Agosto. È funzione della sola anima, anzi il corpo ne è d'impedimento. Perciò S. Agostino disse che per avere di Dio cognizione intuitiva occorre o morire o cadere in piena alienazione dai sensi; la qual dottrina S. Tommaso fa sua. Preciso i termini. L'anima per natura deve stare unita al corpo. Dunque per natura non può avere cognizione strettamente intuitiva di Dio, ma solo discorsiva. Anche la morte è un fatto naturale (L'immortalità dell'innocenza fu dono gratuito). Separata dal corpo l'anima non resta priva di funzioni conoscitive; sarebbe assurdo. Però, se può intuire le altre anime, non può intuire Dio per la disproporzione che corre tra l'infinito e il finito, come nota S. Tommaso. Lo può però aiutata da grazie convenienti. Questa è dottrina comune. Ora viene la mia teoria che ammette come supremo grado d'unione mistica la intuizione di Dio, recante, come fatto naturale, l'alienazione dai sensi. Se questa manca, non si parli d'intuizione pura, ma di visioni o d'altre grazie. Resta un dubbio, cioè, se, data l'alienazione dai sensi, sia anche data l'intuizione di Dio. Ma io discuto su ciò che è legge di natura o fatto organico, non su ciò che può dipendere dalla volontà di Dio. Così io evito di cadere nel volontarismo, senza negare il libero intervento di Dio. Sto bene. Prego per te. Tuo t Mario


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1969 [London], 19 novembre 1938

Carissimo fratello, conchiudesti la tua de11'8: il seguito altra volta: ed io attendo questo seguito. Intanto ho continuato a leggere la tua lettera che mi dà tanta gioia. H o letto nell'«Osservatore Romano» che nelle variazioni decretate al Messale e Breviario è stata apposta alla preghiera «En Ego» dieci anni di indulgenze ogni volta e plenaria una volta al mese se recitata di seguito. Ora nei nostri Breviari a tale preghiera è scritto: ante imaginem Crucifixi Ind. plenaria recitantibus post missam. Non so come interpretare la nuova decisione, tanto più che non avendo gli Acta Apostolica non posso esaminare il testo del decreto. Tu che ne pensi? A proposito di indulgenze plenarie recentemente leggevo che in un giorno non può acquistarsi la plenaria più di una volta tranne i casi del toties quoties (Porziuncola, Giorno dei morti etc.), mentre mi pareva di aver letto che applicandola ai defunti si possono ottenere varie indulgenze plenarie al giorno. Altrimenti chi recita il rosario ogni giorno avanti al SS. Sacramento ed ha fatto la Comunione giornaliera (o recitata la S. Messa) perché acquista l'Indulgenza Plenaria non ha da poter fare altre pratiche pie alle quali sono concesse Indulgenza Plenaria. Sto bene. Un abbraccio di cuore. Tuo Luigi

Piazza Armerina, 22 novembre 1938

Carissimo fratello, questa ti reca i fraterni auguri pel tuo natalizio nel qual giorno, a Dio piacendo, celebrerò la S. Messa per te e per la buona sorella. Eccomi ora all'argomento della mia dell'otto. Per tornare con efficacia alla mia tesi studio alcune esperienze di grandi mistici. S. Teresa distingue tra «un sentimento così vivo della divina presenza da non poter dubitare ecc.» (Autobiografia, C. X) e la LETTERA1970. 1. SANTATERESADI GESU, Opere, vol. I, Vita di Santa Teresa


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visione; 'e afferma che quel sentimento era senza ombra di visione. Nel Castello Interiore dice: «Il Signore le fa intendere grandi segreti che ella vede in Dio... H o detto che vede, ma in realtà non vede nulla ...» (Seste Mansioni, C. X). I1 P Gabriele di S. Maria - Maddalena nella mistica teresiana, parla dell'orazione fruitiva, che pone come il sommo grado della vita mistica, sopra dello stesso matrimonio spirituale; e afferma che questa grazia è fuori e sopra del processo mistico, e awiene non più per l'azione dei doni dello Spirito Santo, ma per altro favore chiamato tocco divino. È la fruizione di Dio. Io non credo che si debba parlare d'una rottura di processo, come non credo, conforme ti scrissi, che la cognizione senza visione si debba spiegare con attribuirla alla sostanza dell'anima. Per me tutto si fa chiaro ammettendo la dottrina di S. Agostino e di S..Tommaso della intuizione puramente spirituale. Così si vengono ad ammettere due processi, uno nell'uomo anima e corpo, uno nella sola anima. I1 normale è il primo. Qui l'estasi ha il suo seme e le sue leggi e si spiega bene la levitazione che fa il corpo più leggero dell'aria. Qui si ha anche il punto di partenza per il secondo. Questo secondo processo è come il termine della spiritualizzazione della vita nella perfezione dell'amore. Dio, quando Iiberamente lo vuole, agisce direttamente sull'anima, a questa si mostra: è l'unione fruitiva. Che cos'è la felicità del cielo? S. Tommaso dice: essenzialmente la visione della mente; integrativamente l'amore. L'unione fruitiva ne è una debole pregustazione. Sto bene. Prega pel tuo a£f.mo fratello t Mario

[London, Notting Hiii], 24 novembre 1938 Festa di S. Giovanni deila Croce

Carissimo fratello, ho riletto le tue cartoline dell'8 e del 16 c.m. e le medito. Quel che per il momento ti domando si è: 1)se tu ammetti uno stadio intermedio fra intuizione intellettiva spirituale pura di Dio di Gesù scritta da lei sressa, Casa Ed. Lega Eucaristica, Milano 1931, p. 94. Cfr. lettera 1957 note.


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e cognizione discorsiva o ragionativa. Diversi teologi cattolici moderni l'ammettono. Io ti mandai l'opuscolo di un gesuita parecchi anni fa, che la sosteneva. Ora vorrei rileggerlo, ma non ricordo né il nome dell'A. né dell'editore; 2) se per te non è intuizione di Dio la visione divina sensibilizzata (per il bene degli altri): Mosè, Elia, Isaia, S. Giovanni nell'Apocalisse; 3) se tali visioni non sono di tutti un'alienazione dei sensi; 4) se per alienazione dei sensi tu intendi sempre la concomitanza di doni eccezionali (visioni, estasi, ratti) ovvero la sospensione dell'attenzione attuale a sé stesso, sia esterna che interna. Sto bene. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 25 novembre 1938

Carissimo fratello, riprendo il mio tema. Non vi do un processo metodico perché non espongo, ma mi adopero a trovar la via del tuo intelletto dissenziente. Io parto dall'esperienza dei grandi mistici, né posso far diversamente; e cerco se ci si scopre qualche indizio di intuizione pura (puramente spirituale). Un primo fatto è questo che delle esperienze che superano le visioni e i processi intellettivi, che sono le forme di contemplazione fruitiva, non sanno dir nulla; non possono ricordar nulla di determinato. Solo ricordano di aver visto Dio o di averlo awertito. La parola vedere è impropria. Essi lo confessano. La parola awertire però deve avere lo stesso senso: vedere, cioè, intuire. Perché non sanno né possono? Non trovo altra ragione filosofica che questa: cessato lo stato d'intuizione pura, cessa anche la memoria del medesimo, la quale non potrebbe persistere che nella capacità a tale intuizione la quale ha perduta la sua attualità. I mistici cercano di spiegare il fatto ricorrendo alla cognizione per mezzo della sostanza o essenza dell'anima. Ciò sarebbe un deificare lo spirito umano. Finalmente c'è l'alienazione dai sensi. Questa, data la intuizione pura, deve necessariamente avvenire per la disproporzione tra le forze umane e la visione, sia pure oscura, di Dio: è una legge psicologica. Circa il processo, i mistici son già abbastanza concordi nel ritenerlo unico sino al


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matrimonio spirituale. Segnano un processo proprio per la contemplazione fruitiva. Pongono il tocco divino. Io ritengo che basti ammettere l'intuizione pura e che tutto il processo mistico è in fondo un cammino verso questa intuizione, perché è un cammino verso la visione beatifica che ne è l'espressione completa. La rubrica nuova annulla la precedente. Sto bene. Tuo t Mario

Caltagirone, 26 novemhre 1938

Carissimo fratello, son qui per un giorno. H o recato gli auguri alla nostra buona sorella. Io e lei li rinnoviamo a te. Stiamo bene. Riattacco la conversazione sulla intuizione pura. Nella storia delle esperienze mistiche trovo una corrente che evitava al possibile l'uso della fantasia nell'orazione come mezzo per progredire nella contemplazione; e perciò evitava anche di rappresentarsi la umanità di Gesù Cristo. S. Teresa biasima e protesta, e a ragione. Quel che io ne cavo è questo, che la contemplazione progredisce semplificandosi e purificandosi d'ogni elemento sensibile e anche intellettivodiscorsivo. Si arriva a un punto, come ben nota S. Teresa, che non funziona più che la sola volontà, cioè sembra così perché la volontà non è separabile dall'intelletto. Questo progresso è semplificazione e spiritualizzazione. È un graduale inizio d'intuizione pura. Per me è intuizione puramente spirituale ogni atto conoscitivo dello spirito, nel quale non c'è il vedere e l'udire e l'odorare ecc. ma solo i1 molteplice percepire immediato che è intuizione. I riferimenti ai sensi nei mistici derivano dalla confusione che sorge spontanea tra gli atti del composto umano e quelli della sola anima, confusione inevitabile nell'esperienza, perché, come ti scrissi ieri, delle intuizioni pure non resta altra memoria che quella d'un fatto oscuro del quale si è certi. Quando poi qualche mistico arriva all'orazione fruitiva, arriva all'intuizione pura propriamente detta che è come l'ombra della visione beatifica. I sensi non solo in quegl'istanti son sospesi, ma soffrono e soffre la salute, e il perché s'intende. Ora mi fermo, aspettando i tuoi sapienti giudizi e consigli. Ti abbraccio. Tuo f Mario


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P.S. La nuova rubrica è questa: dieci anni di indulgenza in genere; plenaria ai sacerdoti dopo la messa che pregano secondo la intenzione di Pio XI.

Piazza Armerina, 26 novembre 1938

Carissimo Eratello, questa è il seguito della cartolina scrittati stamani da Caltagirone. Tu conosci le recenti discussioni sulla possibilità di concetti senza immagini. Or bene, uno dei primi segni della contemplazione infusa è il pensiero senza immagine. Tutti i grandi mistici parlano prima del sonno delle potenze sensitive, poi delle intellettive e parlano delle visioni intellettuali e della contemplazione senza vere intellezioni nel senso volgare, usuale di tali atti. La parola sonno indica lo stato della sensitività. Questa non è ancora spenta del tutto; però è come ammortizzata, qualcosa che assomiglia al sonno o a certe profonde distrazioni che nei mistici son così caratteristiche. Io spiego tutto ciò con un intervento divino che chiamo normale nella vita mistica e non miracoloso, pel quale intervento l'anima si potenzia e tra essa e le sue funzioni del composto umano avviene una specie di iniziale dissociazione. Dico iniziale perché i sensi son bensì come assonnati, ma non son del tutto spenti. Io conosco un'anima che gode di questo sonno mistico che essa reputava sonno e di cui aveva rimorso. La contemplazione mistica per me è questa dissociazione progressiva. Secondo il suo crescere si hanno i vari gradi della contemplazione: quiete, unione piena e unione estatica intermittente, unione trasformante o matrimonio spirituale, unione fruitiva o intuizione di Dio. Son tutti gradi di intuizione pura, però i primi non hanno per oggetto l'essere di Dio, ma verità o simboli; e solo propriamente l'anima vede in modo oscuro Dio nell'orazione fruitiva. Vedi come così tutto è logico e non c'è bisogno di ricorrere a nessun volontarismo. Ora aiutami tu. Tuo Mario


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Piazza Arrnerina, 27 novembre 1938

Carissimo fratello, riprendo di nuovo la penna per aggiungere qualche altra cosa alle mie precedenti. H o bisogno di chi mi aiuti ad approfondire I'argomento, perché ormai sento che devo scriverne io o trovare altri che ne scriva. Si trova tanta difficoltà .ad ammettere che si possa in questa vita veder Dio, perché non si è abbastanza lavorato su quel che dice S. Tommaso nella q. 75" della 2-2 e perché non si è nemmeno lavorato a fissar bene il concetto d'intuizione. Noi chiamiamo intuizioni tutti i pensamenti immediati, come p. es. il tutto è maggiore della parte. Propriamente l'intuizione è la percezione immediata. Ed è intuizione così il vedere, come l'udire, l'odorare, il toccare. Spiritualmente in modo puro non ci sono intuizioni, ma cognizioni per via di ragionamento. Noi sappiamo che l'anima c'è e che è semplice per via di raziocinio. Questa è cognizione mediata ed impropria. Dunque una intuizione spirituale pura di Dio dovrà dare all'uomo una cognizione propria e immediata dello stesso Dio. Questa certamente I'uomo la gode in Cielo. In terra in modo chiaro no. Però tutte le cognizioni mistiche circa Dio che non vengono per ragionamento, che non sono in funzione delle cognizioni delle cose sensibili, sono intuizioni iniziali. E siccome nell'anima come facoltà conoscitiva non c'è che l'intelletto, che è come l'occhio dell'anima, cosi dire intuire Dio e dire vederlo indicano la stessa cosa. I mistici però distinguono vari'modi di cognizione: il senso della presenza, le locuzioni interiori, e infine l'orazione fniitiva in cui, come dicono, Dio si dà a esser veduto e goduto. Or siccome tutte queste esperienze hanno caratteri propri e estranei alle nostre usuali percezioni, così son tutte gradi di intuizione, dei quali l'orazione fruitiva è il vertice. Ripeto per chiarezza che la rubrica ecc. suona così: Indulgenza di 10 anni a chi recita l'En Ego ecc. Plenaria ai sacerdoti dopo la Messa pregando secondo la mente di Pio XI. t Mario


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Piazza Armerina, 29 novembre 1938

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Carissimo fratello, alla tua del 24 non rispondo per non intralciare il corso delle mie idee. Discuteremo dopo; ora ascoltami pensando che non faccio della accademia, ma cerco aiuto per un possibile lavoro su questo aspetto del misticismo. A me pare che il processo mistico di cui parlo, sia l'attuazione specifica della promessa di Gesù Cristo Et ego manifestabo ei meipsum l . Ciò non è necessario alla santità. L'unione nella carità sino alla più alta perfezione può avvenire senza nessuna esperienza mistica. È una promessa, un di più, un soprappiù... A qual fine? I teologi dicono che le grazie gratis date, come i miracoli ecc. non sono pel santo, ma per la Chiesa. La promessa si attua in modo normale. S. Giovanni della Croce scoprì le due notti, le due purificazioni passive e coscienti. Dio mette in modo speciale la sua mano nella purificazione dei suoi santi. E son pene ineffabili. È una specie di immolazione di tutto ciò che è natura-egoismo nei sensi, e nelle facoltà spirituali. Ciò precede sempre. Poi è la contemplazione, poi l'unione hitiva, la visione di Dio. Ma, come ho scritto, tutti i fatti mistici coscienti son intuizione di Dio e della sua azione. Dio gradualmente mostrandosi all'anima awia e accresce la dissociazione dell'anima dal corpo. Quando si mostra sino a produrre la contemplazione fruitiva, la dissociazione attinge il suo massimo. Se crescesse ancora per luce più chiara, seguirebbe la morte. Qui solo si spegne la sensibilità. Dunque: promessa, normalità di processo di grazia, processo che va diritto (benché non sempre arrivi) alla intuizione puramente spirituale ma oscura di-Dio... Cos'è tutto ciò se non uno dei modi che Dio volle scegliere per dar della santità della Chiesa, la prova più forte desiderabile? E tu che vedi così bene quanti mali offuscano nei secoli la visione di questa santità, non vedi tutta l'importanza del problema? Non vedi che occorre, non bisticciarsi, ma pregare e studiare?' Sto bene. Prega pel tuo t Mario P.S. Dico: Un processo d'ordine superiore, esclusivo della Chiesa cattolica, dà luce alla nota della santità ecc. LETTERA1976.

1. Cfr. Giovanni, 14, 21.


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Piazza Arrnerina, 30 novembre 1938

Carissimo fratello, nella mia precedente mi mancò lo spazio e il discorso rimase strozzato. Volevo dire: mettere in evidenza che la mistica è un processo che tende alla contemplazione fruitiva, cioè, alla visione (non importa se oscura) di Dio, e dare alla nota della santità della Chiesa la sua suprema importanza. Solo nella Chiesa Cattolica la mistica è un processo sui generis e solo in essa Dio si fa presente in modo concreto e visibile all'uomo. Passo oltre. I1 processo mistico comincia con le ispirazioni divine incoscienti; si afferma con il potenziamento dell'azione dei doni dello Spirito Santo. Quando Dio vuole, segue il periodo cosciente. Primo fatto e meno legato alla santità, le locuzioni interne, quelle che sono parole senza suono, senza forma, senza termine di origine o di riferimento. Si ode sicut auditur in corde dice S. Agostino (Confessioni,VII, 10) 1. Come si ode nel cuore? Si è però certi d'aver udito e che è Dio che ha parlato Facilius dubitarem me vivere aggiunge S. Agostino (1.c.). San Francesco di Sales dice che queste locuzioni sono luce e persuasione. La luce è una semplice immagine per farsi intendere, la persuasione è l'effetto. San Francesco di Sales non spiega nulla, pure dice molto. Che cosa sono queste locuzioni così oscure e così chiare e che generano tanta certezza? Sono. intuizioni conoscitive analoghe alle intuizioni uditive. Sono comunicazione immediata e diretta, dove però non c'è intuizione del soggetto che paria, ma solo di ciò che Egli dice. Questa è la prima funzione separata o pura cioè, dello spirito dissociato dal corpo. Se non fosse questo, non sarebbe nulla, cioè sarebbe una illusione. Poi vengono le visioni intellettuali. Vidi qualicumque oculo ani-

mae meae supra eundem oculum animae meae, supra mentem meam, lucem incommutabikm (1.c.). Il caso è identico. S. Agostino dice occhio per analogia, poi dice che vide sopra tal occhio e LETIZRA1977. 1. uEt audivi, sicut auditur in corde, et non erat prorsus, unde dubitarem. Faciiiusque dubitarem vivere me, quarn non esse veritatem, quae per ea quae facta sunt intellecta conspicitu~[...lIntravi, et vidi quaiicumque ocuio animae meae, supra eundem ocuium animae meae, supra rnentern meam, lucern Domini incommutabilem». Cfr S. Aurelii Augustini, Conjessiones, Romae 1928, lib. W, caput X, pp. 238-40.


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sopra la mente una luce incommutabile. Egli non vide nulla circa Dio persona, vide, cioè conobbe, intuì il riflesso della verità o la verità nel suo riflesso; ciò chiama luce. È un altro aspetto delle intuizioni circa Dio, che precedono la visione di Dio. t Mario

30 novembre 1938

H o ricevuto la tua del 25. Non aspetto la risposta alla mia del 24, perché in vari punti implicita nella tua. Siamo di accordo nei dati mistici che tu esamini e nella loro caratterizzazione. Qual'è il punto non dico di divergenza, ma di dubbio in me? Cioè che l'alienazione dei sensi sia una necessaria condizione organica per aversi l'intuizione di Dio; o meglio la sospensione di tutta la vita cognoscitiva che derivi dai sensi (esterni e interni) e affetti la normale intellezione. Da questa premessa, ne deriva: 1) che le visioni sensibilizzate non contenevano alcuna intuizione di Dio (il che mi sembra contestabile); 2) che l'intuizione di Dio che io chiamo intermedia tra la cognizione discorsiva e l'intuizione pura, (e che comunemente non porta che una sospensione della percezione sensitiva attuale, come potrebbe essere nel caso dello scienziato o del filosofo assorbito in problemi speculativi), non possa darsi, il che è per lo meno contestato dall'esperienza o da una certa interpretazione dell'esperienza; 3) che (secondo questa teoria) la visione beatifica dell'anima di Gesù Cristo in questa vita non poteva darsi con la concomitanza della percezione sensibile, tranne che per un miracolo contro natura; 4) che Maria Vergine non ebbe l'intuizione .di Dio, nella sua vita normale o quotidiana. Tutte queste difficoltà mi fanno guardare la tesi di S. Agostino (che chiamerei organica) con diffidenza. Tanto l'anima nel corpo, quanto l'anima separata dal corpo, quanto l'anima riunita con un corpo immortalizzato è per sé incapace alla intuizione divina così LEXTERA1978. * Minuta di L. S.: in alto di sua mano è scritto: «(Non spedita)».


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come è incapace ali'unione soprannaturale con Dio. Occorre adunque un medium: per la vita soprannaturale è la grazia, seme di gloria. Per la intuizione diretta di Dio sono le specie intellettuali che Dio infonde secondo l'opinione di vari teologi (de Guibert no 398) alla quale io mi sento inchinato. Ciò mi porta a caratterizzare la sospensione della vita sensitiva come una esigenza psicologica, non del fatto mistico e soprannaturale, ma dell'assorbente richiamo a una conoscenza superiore. Nella visione sensibilizzata (profeti o apocalisse) i dati non sono realmente sensibili, ma sensibilizzati nell'interno dell'anima. Non è quindi una comunione col corpo che fa conoscere i segreti di Dio, ma un interiore movimento soprannaturale. Nelle intuizioni non sensibilizzate il fatto psicologico naturale mi sembra lo stesso. Se ciò non è nel caso di Gesù Cristo (e io anche penso nel caso della Vergine) per me lo attribuisco a un dato mistico: la mancanza del peccato, che influisce nel psicologico. Lo stesso deve essere, secondo me, nella gloria, dove i corpi immortalizzati non perdono la vita dei sensi. Ecco così tolto quel separatismo eteronomo e organico di S. Agostino che mi disturba.

[London, Notting Hiii], 2 dicembre 1938

Carissimo fratello, avevo preparato una lunga risposta alle tue cartoline, quando mi arrivarono le altre del 26 nov. e poi altra del 27. Sospesi l'invio per meglio studiare l'importante problema. Ma sono stato preso da altri ].avori che non potrò finire prima di lunedì. Questa è solo per ringraziarti delle preghiere e degli auguri e per dirti che sto bene. Sono alle ultime pagine della tua assai bella e utile pastorale. Mandamene due copie che darò a due amici. Spero che loro gioverà. Forse mi diranno che tu insisti molto sulla giustizia divina e non suiia misericordia. Ma a parte qualche dettaglio che non si adatta alla loro mentalità, il complesso farà loro un gran bene. Grazie dell'informazione suiia rubrica: io credevo che doveva essere così. «L'Ossen7atore Romano» era inesatto nel riassunto dato. Ma tu non mi hai risposto sulla questione dell'appiicazione ai defunti di diverse indulgenze plenarie nello stesso giorno. Io ho tanti


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amici (oltre i parenti) che sono già defunti, (recentemente il p. Rosa l ) che mi conforta loro applicare le indulgenze plenarie. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 3 dicembre 1938

Carissimo ftatello, questa è il seguito della cartolina del 30-XI. Vengono poi le forme di contemplazione unitiva estatica e trasformante, la quale ultima è anche detta matrimonio spirituale. In questa mancano le estasi o son rare. Come si spiega ciò? Io credo che si spiega così. In nessuna di queste due forme c'è l'intuizione (oscura) di Dio vera e propria, ma solo di qualche manifestazione del divino. Nella contemplazione estatica l'unione è meno perfetta, più nella trasformante. Nella prima l'estasi awiene per effetto di disproporzione tra le forze dello spirito e le divine manifestazioni. Nella contemplazione trasformante l'unione è stabile ed ha i caratteri di confidenza ecc. come se veramente Dio e l'anima fossero due sposi di egual natura. L'anima è più forte, Dio si mostra con caratteri di familiarità. L'alienazione dai sensi di queste estasi si spiega bene senza la dissociazione nel grado che awiene nell'unione fruitiva. Qui detto fenomeno, è necessario, perché Dio si comunica all'anima direttamente e immediatamente. Se così non facesse, non avremmo l'intuizione della essenza divina, ma di altre manifestazioni inferiori o simboliche. Ora dawero fo punto, e aspetto le tue osservazioni. Oh se lo facessi tu lo studio che io vagheggio? Io non ho tempo né forze per forzar la macchina. Di Eglise ho letto sino a pag. 515. H o poche osservazioni da fare e di piccolo conto. A suo tempo. Sto bene. Mi raccomando alle tue preghiere. Tuo t Mario LETTERA 1979. 1. I1 P. Enrico Rosa, (1870-1938) gesuita, per circa trent'anni dalle pagine delia «Civiltà Cattolica* era intervenuto con animo aperto e comprensivo nei problemi della vita politica e etico-civile dei cattolici. Durante l'esilio sia direttamente sia inditettamente, attraverso I'amico Francesco Luigi Ferrari, S t u n o mantenne rapporti con i1 padre Enrico Rosa esternandogli dubbi, perplessità e ansie per gli atteggiamenti della Santa Sede nei confronti della politica del fascismo.


LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

[London], 7 dicembre 1938 Vigilia deli'lmmacolata

1)Ora tengo presente le tue sei ultime cartoline dal 25 al 30 novembre. Esse mi han fatto un gran bene. Io accetto la tua interpretazione del processo mistico unico e la sua inserzione nella vita della Chiesa, come una grazia che fa bene non solo agli esseri privilegiati ma a tutti i fedeli, alla comunione dei fedeli. 2) In un punto io non mi sento di consentire, almeno per ora, nella concezione separatista organica che tu derivi da Sant'Agostino. Non è una questione inutile e occorre guardarla sia come questione filosofica sia mistica. Non si può concepire il composto umano che sinteticamente.. Se la funzionalità di un organo o complesso di organi è sospesa a vantaggio di altri, ciò è insito all'economia del composto e non è affatto una dissociazione. Per mio conto non ammetto la possibilità dei concetti puri senza qualsiasi aiuto sensibile. Per me ogni concetto s'incarna. Quindi io sono per la impossibilità naturale della intuizione pura di Dio. 3) Perché Dio si comunichi a noi occorre un medium: per la vita soprannaturale è la grazia, dono creato, che ci fa partecipi della natura divina. La grazia è data all'uomo vivente, cioè all'anima unita al corpo. 4) Il processo mistico tende a renderci coscienti della vita della grazia in noi (vita di unione con Dio uno e trino) e a renderci atti alla purificazione per arrivare alla visione di Dio. Tale purificazione è sempre necessaria: se non awiene in questo mondo, sul piano ascetico-mistico in virtù della grazia, awerrà nel purgatorio; perché senza la purificazione totale non può aversi la visione beatifica. Così, la grazia santificante e la grazia di purificazione sono due condizioni del processo verso la santità. 5) Le grazie speciali della vita mistica (visioni, estasi, ratti) non sono necessarie alla santificazione personale, ma date da Dio a edificazione comune. 6) Tu dici assai bene il termine del processo mistico in questa LEITERA1981. * Lettera su carta non intestata.


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vita è la intuizione spirituale di Dio o contemplazione fruitiva. Ma bisogna aggiungere che questo non è un termine a cui possiamo arrivare come condizione di santificazione, che è sostanzialmente fare la volontà di Dio. Ciò è per noi non solo il nostro bene, ma anche il nostro meglio, se è 'volontà di Dio che noi non abbiamo alcuna contemplazione fruitiva su questa terra. 7) Chiarito ciò, a me sembra che anche per la intuizione di Dio in questo mondo occorra un medium. Dio infonde le specie intellettive per poter essere intuito. Ecco la teoria che mi sembra la più adatta (vedi de Guibert n. 398) e che evita il separatismo. La sospensione della conoscenza naturale sensitiva e intellettiva, e di ogni atto volitivo verso oggetto diverso da Dio, negli stati mistici, risponde alle esigenze della nostra psicologia e biologia di composto umano. I1 più interessante, l'attuale, l'attualizzato con tutte le forze, ci rende inabili ad atti diversi di senso, d'intelletto e di volontà. Ciò non è dissociazione ma intensificazione di un processo qualsiasi (anche di un processo biologico) a scapito degli altri processi. Se questo awiene nella vita naturale, nessuna ragione contro perché non awenga nella vita soprannaturale, della quale è parte il processo di purificazione, che è a sua volta sensitivo intellettuale o volitivo. 8) A proposito del processo di purificazione, qualche cosa di analogo (analogia lontana) awiene nella vita naturale: la purificazione dei sensi ci rende più agili le facoltà dell'anima; la purificazione dell'intelletto ci rende più forte la volontà; la purificazione della volontà influisce sul complesso della vita. 9) Ed eccomi al mio punto: non disintegrazione organica del composto, ma integrazione della facoltà superiore; purificazione spirituale (e anche corporale per l'ascesi e la notte dei sensi) per arrivare a un'intuizione pura di Dio (qui oscura, transitoria, ma immediata) se a Dio piace concederla. È il peccato e le sue conseguenze che vanno eliminate in questo processo mistico, non mai il corpo, che resta sempre sulla terra, integrante la nostra personalità, anche negli stati mistici. 10) L'anima di Gesu Cristo ebbe in questa vita la visione beatifica simultaneamente alla piena vita intellettiva, volitiva e

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1. Si fa riferimento alla Theologia spiritualis ascetica et mystica, cit.; cfr. lettera 1885, nota.


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sensitiva; neppure ne fu privata sulla Croce quando Gesù disse: Ut quid dereliquisti me. Io inchino a credere che la Vergine Maria ebbe sempre la intuizione di Dio, senza perdere la conoscenza normale naturale, cioè senza sospensione della sentitività e intellettività della vita terrena, perché concepita senza peccato. Questo è uno schizzo prowisorio. Continuo a pensarci. Luigi 1982 Piazza Armerina, 9 dicembre 1938

Carissimo fratello, ricevo la tua del 2. Circa le indulgenze ti faccio spedire un recente manuale. Lì troverai tutto. Io riprendo il mio tema. L'alienazione dai sensi di cui parlano S. Agostino e S. Tommaso non è distrazione, ma spegnimento temporaneo d'ogni sensibilità. Il corpo vive, ma non sente. La intuizione di Dio (sia pure oscura) ciò richiede in modo assoluto, perché è cognizione diretta, immediata, propria. Se la sensibilità non è del tutto sospesa, l'anima non può esercitare il suo potere intuitivo puramente spirituale. Ciò è chiaro. Dunque, o negare che in questa vita ciò awenga o ammettere che awiene nel modo già detto. Ma, anche negando, il problema resta, perché i mistici nello stato di pieno spegnimento delle funzioni sensitive non perdono la coscienza. Per natura nell'uomo una coscienza puramente spirituale, data la sospensione totale della sensibilità, non è possibile. È solo possibile per grazia. In tale stato, se Dio non si mostra all'intuito puro dell'anima, data la coscienza, mostra le sue verità. È quello che S. Teresa per esperienza chiama teologia mistica, cognizione senza visioni intellettive, visioni (intuizioni) che distingue nettamente dalle normali; e in cui in fine dice di non veder nulla, pure essendo visioni (intuizioni). I1 nulla però è nella coscienza susseguente al ritorno all'uso dei sensi; nella coscienza attuale ci sono le arcana verba quae non licet homini loqui, perché non possono trovare né passo nella memoria, né parole nella esperienza. Negare I'intuizione puramente spirituale nella mistica cristiana è negare la stessa mistica e ridurre a pure


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verbosità le meraviglie di cui parlano i mistici per esperienza. Sto bene. Prego per te. Tu prega per me e credimi tuo t Mario 1

[London, Notting Hill], 12 dicembre 1938

Carissimo fratello, subito dopo spedita la mia del 7 c.m. ebbi la tua del 3. Questa tratta un tema (la differenza tra la contemplazione estatica e la trasformante) e un problema (se in tali forme mistiche vi è o no l'intuizione di Dio) che io non ho agio di approfondire in questo periodo di lavoro intenso per l'edizione inglese del mio lavoro. Occorre che riprendiamo la discussione a dopo Natale, quando spero aver terminato ed essere un po' più libero. Sto bene. H o ricevuto le due copie della lettera pastorale. Grazie. Una già l'ho data. L'altra la darò la settimana prossima quando un mio amico verrà a trovarmi. Salutami tutti gli amici specialmente D. Giovanni. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 13 dicembre 1938

Caro fratello, alla tua lettera non rispondo con una solita cartolina ma con una lettera. Tu dunque, non ammetti la dottrina di S. Agostino circa la intuizione di Dio in questa vita, ripresa poi, ampliata e illustrata da S. Tommaso. I1 punto essenziale della nostra controversia è questo, e perciò io mi limito a questo solamente. Tu ammetti una intuizione pura di Dio in questa vita senza vemn fatto di relativa dissociazione dell'anima dal corpo e per rendere la tua affermazione filosoficamente possibile ricorri alla funzione di specie LETTERA1982. 1. L.S. annota in margine: « 1 7 . L I . 38/25. XII. 38 Auguri». * Lettera dattiloscritta su carta intestata: «Vescovado di Piazza L E ~ R 1984. A Armerina».

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intellegibili ad hoc infuse a Dio nell'anima. Ciò dici perché a te sembra naturalmente impossibile la dissociazione di cui io parlo. Io dico a te che la tua ipotesi delle specie intellegibili ad hoc infuse da Dio nell'anima, la reputo superflua per non dire inutile, perché non spiega niente. La teoria delle specie intellegibili non va intesa nel senso che esse siano forme a priori, ma nel senso che siano intuizioni sensibili spiritualizzate dal processo dell'intelletto agente. Tutto qui è il segreto tomistico della teoria dell'intelletto agente. Se poi questa teoria debba prendersi alla lettera o in altro modo non preme qui dilucidarlo. Invece preme fissare bene il processo conoscitivo in ordine ai concetti. L'uomo intuisce soggetti particolari, individui e nello stesso tempo, astraendo, concepisce unità. Il concetto d'unità è così legato all'intuizione degli uno [sic], da formare come una cosa sola, il nostro atto intuitivo astrattivo. Puoi concepire la specie intellettiva dell'unità, senza la percezione di soggetti individui? Certamente no, perché sarebbe vuota d'ogni contenuto conoscitivo. Adesso andiamo a S. Tommaso. Egli nella quistione 175-art. IV della secunda secundae, dice le seguenti parole: «Dicendum quod divina essentia non potest ab homine videri per aliam viam cognoscitivam, quam per intellectum: intellectus autem humanus non convertitur ad inteliigibilia nisi mediante phantasmatibus, quae per species intelligibiles a sensibus accipit et in quibus considerans de sensibus iudicat et ea disponit; et ideo in omni operatione qua intellectus noster abstrahitur a phantasmatibus, necesse est quod abstrahatur a sensibus. Intellectus autem hominis in statu viae necesse est quod a phantasmatibus abstrahatur si videat Dei essentiam: non enim per aliquod phantasma potest Dei essentia videri; quinimmo nec per aliquam speciem inteiiigibilem creatam; quia essentia Dei in infinitum excedit non solum omnia corpora quorum sunt phantasmata, sed etiam omnem inteiiigibilem creaturam: oportet autem cum intellectus hominis elevatur ad altissimam Dei essentiae visionem, ut tota mentis intenti0 illuc advocetur; ita scilicet quod nihil intelligat aliud ex phantasmatibus, sed totaliter feratur in Deum; unde impossibile est quod homo in statu vitae videat Deum per essentiam sine abstractione a sensibus». Tu sei tornista più che non sia io, né presuma di essere, non solo per l'ingegno che Dio ti ha dato, ma per gli studi tomisti che facesti presso i PP. Gesuiti sino ala laurea. E tu certamente non

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rinnegherai S. Tommaso per de Guibert in un punto essenziale non solo alla scienza teologica mistica, ma alla teoria strettamente filosofica della conoscenza. Dunque o ammettere quel che dice S. Agostino e molti mistici che qualche rara volta Dio concede la contemplazione fruitiva che è tale per l'intuizione, sia pure oscura, dell'essenza divina, o negarne del tutto la possibilità in questa vita. Tu, se ho ben compreso, neghi la possibilità perché il processo da me proposto della parziale dissociazione ti sembra innaturale. Io dico che in tesi generale tu potresti avere ragione; credo però che non possa averne in particolare per un particolare intervento divino che eleva l'anima a tanta altezza per mezzo d'una particolare grazia. Io ritengo che il processo di dissociazione da me proposto è bensì superiore alla natura, non però contrario. Che cosa è la morte? Certamente è una dissociazione dell'anima dal corpo. Una dissociazione totale per la quale il corpo si dissolve e l'anima eletta è ammessa alla visione beatifica che è l'intuizione soprannaturale piena. Se è non solo possibile, ma reale il più, perché dire che non sia possibile il meno? L'ascensione mistica nella via delle grazie gratis date è un processo di adesione a Dio sempre più stretta. Quando la purificazione è completa e Dio vuole gratificare l'anima fedele, toglie ogni ostacolo che impedisce la piena adesione a Lui, fa come dice S. Tommaso nel passo più sopra riferito che l'anima totaliter feratur in Deum. Nota il totaliter, pienezza d'adesione che non sarebbe possibile se le funzioni sensitive non fossero del tutto sospese. È possibile immaginare una così piena sospensione delle funzioni sensitive senza una parziale dissociazione dell'anima dal corpo? Questa dissociazione non va sino all'essenza dell'unione del composto umano, e perciò la vita dura; in tali condizioni non solo è logico, ma è necessario che il corpo cada temporaneamente in uno stato di piena insensibilità. M a piena insensibilità dovrebbe seguire lo spegnimento temporaneo della coscienza. Invece nel fatto mistico abbiamo questa eccezione che la coscienza non solo sussiste ma persiste solamente nel campo spirituale circa le cognizioni puramente spirituali, spoglie nel modo più assoluto d'ogni elemento fantastico. Se fosse come dici tu, che in questi stati altissimi di mistica puramente gratuita la dissociazione non fosse awenuta, l'anima


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CARTEGGIO

svegliandosi dalla contemplazione hitiva, ricorderebbe le cose vedute e queste sarebbero più o meno analoghe alle cognizioni normali della mente umana. Invece sono cognizioni d'altro ordine, perché sono cognizioni puramente spirituali, non solo, ma d'una spiritualità elevata ad altissima e specialissima soprannaturalità. La memoria non è una facoltà a conto suo, ma una funzione delle varie facoltà conoscitive. Cessata la contemplazione fruitiva, l'anima non ricorda più in concreto quel che vide, ricorda solamente in confuso d'aver visto cose arcane, beatificanti e nello stesso tempo ricorda questo sublime passato come una immensa oscurità; una oscurità che non è tenebre, che anzi è luce, ma è una luce che illuminò e della quale non rimane che il senso dello smarrimento che l'anima esprime con la parola «oscurità». Questo per me è il senso delle parole di S. Paolo: arcana verba quae non licet homini loqui l. Né solamente per queste ragioni io reputo non contraria alla natura la dissociazione da me proposta, ma anche per la ragione altissima che la vita umana è ordinata alla hizione di Dio nel lume della gloria, che è piena soprannaturalita e piena adesione a Dio, o come direbbe Dante, il mirabile processo dei vermi nati a formar l'angelica farfalla, che vola alla Giustizia senza schermi 2. Credo averne detto abbastanza e almeno per questa volta mi fermo. Aggiungo solamente quel che in parecchie cartoline ti ho detto, che negando la possibilità dell'intuizione spirituale vera e propria, benché oscura, di Dio in questa vita non si sa piU come spiegare molte delle arcane cose che delle loro esperienze ci narrano i mistici, e si toglie alla mistica cristiana uno dei caratteri che la differenziano in modo irriducibile dalla mistica puramente naturale. Tuo t Mario 3

[London], 17 dicembre 1938

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 9. Io dubito che la intuizione di Dio 1. II Corinzi, U,4. 2. Cfr. Dmm, Purgatorio, 10, U4-125. 3. L. S. annota in margine: a25.XII.38 recezione. Fa pensare)?.


(oscura) richieda in modo assoluto lo spegnimento di ogni sensibilità. Ma per ora non posso studiare questo problema. H o trovato l'indirizzo di quell'opuscolo di cui ti ho parlato (e che tu dovresti avere). È del P Picard - dal titolo La saisie immédiate de Dieu dans les états mystiques. Lo rileggerò appena mi arriva e ne avrò tempo, e riprenderemo la conversazione. Intanto ho letto la tua bella lettera sull'«Angelo della Famiglia» di novembre e la sto spedendo ad un amico. Questa per gli auguri del Santo Natale, a te, a Mons. Fondacaro, a Don Giovanni a tutti colmi di grazie celesti. Stanotte gran freddo secco fuori 2 sotto zero. Ieri mattina avevamo 10 sopra zero. Un sbalzo di 12. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London], Natale del 1938

Carissimo fratello, il mio pensiero è a te in questo S. Giorno. H o detto le tre SS. Messe, ma di mattina, dato il gran freddo di questi giorni. La prima per noi. L'ultima tua è del 9 c.m. Mi pareva di averne ricevuta un'altra ma non la trovo. H o tanta posta in arretro che non so come fare. Ancora non mi sono sbrigato per la revisione della traduzione. Appena metà fatta. Sto bene, ma bisogna avermi cura tanto è il freddo. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi PS. Finalmente trovo la tua del 13.XII. Grazie. È tanto bella e fa pensare.



[London], 1 del 1939 Laus Deo

Carissimo fratello, eccomi a te in questo inizio del nuovo anno. H o detto la S. Messa per noi tutti, vivi e defunti, per la Chiesa, per la pace - la vera pace cristiana. La preghiera ci unisce. La grazia di Dio ci riunirà nell'altra vita. È questo l'unico augurio reciproco. Tante cose a D. Giovanni. Fra giorni avrò finito il mio lavoro pesante di revisione e mi prenderò qualche riposo. Poi, a Dio piacendo, riprenderò a lavorare. E noi riprenderemo la conversazione sulla mistica. Tante cose a Mons. Fondacaro. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hiii], 5 gennaio [l9391

Carissimo fratello, ho ricevuto lunedì la tua del 29 dic. I1 tuo giudizio complessivo su La Chiesa mi ha interessato molto. Spero non avrai sofferto a leggere un sì grosso volume. Non so a quale passaggio ti riferisci circa l'autorità. L'Autore nell'esaminare la teoria esposta da Leone XIII, scarta le esagerazioni di certi commentatori, sottolinea due o tre punti e ne dà ragione (pag. 548) 2. Non ricordo in questo * Le lettere del 1939 sono in prevalenza scritte su cartoline postali. Si segnalano solo i casi diversi. LETTERA1988. 1. Sturzo data per errore 1938. 2. Così Sturzo si esprime intorno aiia direttiva di Leone XIII: «I1 termine di democrazia cristiana diede luogo a equivoci sia da parte dei Fautori che degli oppositori: in Italia, dove vigeva il non expedit, si temeva prendesse carattere politico; sicch'é Leone XIII intervenne con l'enciclica Graves de communi (1901) a dichiarare che la chiesa non ha preferenze politiche per una determinata forma di governo, e che quindi la democrazia cristiana non poteva intendersi politicamente sì bene socialmente, come azione a favore del popolo. Leone XIII, certo, non fermò il corso degli eventi né modificò il carattere del10 stato moderno; contribuì a orientare le forze di resistenza, non solo del pensiero e


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- CARTEGGIO

momento altri punti, né ho tempo a cercarli. Se te ne ricordi, mi farai piacere di segnalarmeli; il che mi sarà utile essendo io in pieno accordo con te. Non m'interessava il libro sul Beato Eymard, ma la sua vita e le sue iniziative. Il libro si legge con pena; come un altro che ho letto un mese fa sulla serva di Dio Jaricot 3. Sto bene: fa freddo intenso sì ch'è prudente non muovermi da Londra, come avevo sperato. Così vuol Dio. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[Paris], 15 gennaio 1939

Carissimo fratello, Nelina è già a Roma, dopo un ottimo viaggio; io sono sulle mosse del ritorno. Così la visita improwisata è finita in sei giorni. Ne ringrazio Iddio. Sto bene. Il riposo, o meglio, la diversità ci voleva per farmi ripigliare lena. H o ricevuto qui la tua del 5 c.m. Quella su Pio IX è un'opinione come un'altra: tra il secolo XI e quello XIX ci sono delle differenze certe. Ma allora a S. Pier della propaganda, ma anche deli'azione politica e sociale; incoraggiò i cattolici a partecipare alla vita politica (tranne in Italia) secondo le istituzioni dei vari paesi, per contribuire a migliorarle e fare buone leggi; a lottare per la difesa della integrità deiia famiglia, per la libertà deiia scuola, per h tutela degli interessi deiie classi operaie, per la buona amministrazione dei municipi. Non sempre né dappertutto fu ascoltata la parola di Leone; la resistenza dei cattolici tradizionalisti fu superiore alle imprudenze dei cattolici democratici e sociali. I1 più noto e clamoroso caso di resistenza fu queiio dei cattolici francesi, ai quali Leone aveva suggerito l'adesione alla repubblica. I pochi convinti del ralliement (come fu detto) che volevano applicare integralmente la parola del papa, si trovarono contro gran parte dell'episcopato, gli ordini religiosi alleati ai signori dei Chateaux che mantenevano la resistenza alh repubblica e sognavano il ritorno della monarchia, per mezzo della cosiddetta politica del peggio. Questa politica menavano hiriosamente gli anticlericali, i frammassoni, i positivisti deiia maggioranza governativa, che volevano finirla con le mene monarchiche e la influenza dei vescovi e degli ordini religiosi ne& politica». Cfr. L. STURZO,Chiesa e Stato, cit. 3. P. MELESIFANTI, Paolina Jaricot fondatrice della propagazione della fede (1 799-1862), nel 750 anniversario della sua rnorle, Roma, Palazzo di propaganda Fide, 1937. Paolina Jaricot.(1799-1862), di famiglia agiata, dopo una grave malattia promosse un movimento di preghiera e di raccolta di offerte per soccorrere le missioni cattoliche.

L E ~ 1989. A Paris.

Cartolina illustrata con l'Hotel de l'Avenir, 65, Rue Madame.


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Damiano non piaceva quel Papa abbraccio di cuore, tuo

', oggi

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non piace a me. Un Luigi

[London], 22 gennaio 1939

Carissimo fratello, trovo il primo momento di tempo e rileggo la mia del 7 dicembre e la tua del 13 (dattilografata). A prima vista mi sembra che le due interpretazioni: la mia (integrazione), la tua (dissociazione) siano compatibili con la intuizione di Dio in questa vita, in quanto in tutte e due vi è in effetto la sospensione della vita dei sensi (a parte Gesù Cristo e secondo me la Vergine Madre) e quindi ogni altra conoscenza che non sia Dio. I1 vantaggio della mia è quello di escludere ogni separatismo come condizione fisica necessaria. Per di più la mia interpretazione evadendo il problema psicologico-organico, (che mi pare non possa avere importanza nello stato della mentalità culturale moderna) dà la caratteristica esatta al problema spirituale della purificazione. L'opinione di de Guilbert è a parte; ma perché rigettarla? In quale altra maniera si può spiegare l'intuizione di Dio se non è Dio stesso che dà al nostro intelletto il mezzo di apprenderlo? Continuo a pensarci. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

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1. I1 Papa che «non piaceva» a S. Pier Damiani era Gregorio VI1 (Ildebrando di Soana). Scriveva Sturzo: «Pier Damiano e Ildebrando possono essere presi come simboli deil'una e dell'altra corrente, la mistica e l'organizzativa». Cfr. L. S., Chiesa e Stato, cit., vol. 11, p. 58. Ed ecco il giudizio di Sturzo su Pio IX, che deve avere richiamato l'attenzione del fratello Mario: «Pio IX fu il papa del popolo; il suo liberalismo iniziale destò deliri di entusiasmo, e non ostante il cambiamento di rotta e l'odio dei rivoluzionari, egli rimase sempre il papa popolare, il papa dei pellegrinaggi, delle grandi manifestazioni religiose, del dogma dell'Immacolata Concezione. Se ci h o n o eccessi sia da parte di Roma in atti di autorità come da parte dei cleri e dei cattolici in un culto del papato, denunciato come papalatria, in parte fu per i'attrattiva personale di quel papa e per le circostanze eccezionali del suo pontificato, ma più che altro per reazione contro la campagna antipapale di denigrazione, che prendeva motivi del Sillabo, dalla infallibilità e dal potere temporale in una lotta vivacemente anticattolica». L. S., op. cit., vol. 11, pp. 127-28.


LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

[London, Notting Hill], 28 gennaio 1939

Carissimo fratello, riscontrato il passo di pagina 548, questo non è che il pensiero di Leone XIU; una discussione qui poteva essere fuori luogo, ma qualche linea più chiaritiva era necessaria. Il tuo giudizio sulle tre pani mi sembra troppo generalizzante, ma c'è del vero. Hai letto «Critica» di gennaio sul Dies irae l ? È poesia o preghiera? Può essere insieme preghiera e poesia? Questo è il problema che egli esamina, s'intende dal suo punto di vista. M'interessa conoscere il tuo. Sto bene. Quakhe piccola sofferenza di stagione. L'altro ieri neve; oggi e ieri vento freddo di nord-est. Si direbbe mongibellese. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 30 gennaio 1939

Carissimo fratello, mi accorgo con grande sorpresa che la mia ultima cartolina fu scritta il 19. Son dunque passati undici giorni. È troppo. Ma non me ne sono accorto tanto il lavoro mi ha assorbito in una pace di misericordia. Nella tua ultima dici: Perché rigettarla? (l'opinione di de Guibert). Ed io dico: e perché rigettare la dottrina di S. L E ~ 1991. A 1. B. CROCE,Studi SU poesie antiche e moderne. XV Il «Dies irae», in «La Critica», 20 gennaio 1939, pp. 6-11. Croce, in polemica con la tesi di Bremond circa il primato delia preghiera rispetto alia poesia, ritiene uindubitabile* che «la preghiera non è poesia (e correlativamente che la poesia non è preghiera)» (p. 6). A sostegno del suo giudizio egli propone di prendere in esame alcuni versi di «un celebratissimo inno o sequenza sacra, che si suo1 giudicare, o almeno, asserire altamente poetico, il Dies irae*. Croce conclude la sua analisi contraddicendo l'opinione comune secondo cui l'inno sarebbe «una lirica sublime»: non può esserlo perché non è sublime la paura né «il supplicare dell'uomo~che il Dies irae esprime e perché «per essere sublime come lirica, esteticamente, converrebbe innanzitutto che fosse lirica, un'opera di bellezza, laddove questo ritmo è quello che è, l'asserzione di una credenza e l'istnunento di una pratica di redenzione, un atto di preghiera» (p. 9). La forza presente nel Dies irae è, secondo Croce, soggetto mentre in poesia dovrebbe essere solo «oggetto» o «materia».


Tommaso che ci mette in perfetto accordo con la filosofia e dove è parimenti affermato il bisogno di intervento speciale di Dio? Io resto con S. Tommaso. Nego poi che in mistica, oggi, il problema filosofico non debba interessare, quando leggo che anche negli scrittori più serii si continua a parlare del centro, del fondo, dell'essenza, della punta dell'anima per spiegare la differenza tra l'alta cognizione mistica di Dio e la cognizione normale. Qui o è un semplice modo d'evitare il problema o è un errore filosofico. S. Tommaso esclude che l'uomo (e in genere ogni creatura) possa conoscere senza l'azione delle facoltà. Egli dà la ragione, che è chiara e convincente: perché l'uomo è relativo; perché solo Dio è suae szlbstantiae, suae essentiae. Sto bene. Lavoro, con la grazia di Dio, e sento, come ho detto, la pace. Dio ha pietà di questo povero vecchio. Sia benedetto. Il tempo qui è sempre mite e quasi primaverile. Certo; quando non si va ai gradi troppo bassi di temperatura, si lavora meglio. Godo che anche tu stai bene. Ti ringrazio assai degli auguri pel mio 20 onomastico. E ti lascio nel Sacro Cuore di Gesù. Tuo t Mario

[London, Notting Hill], 3 febbraio 1939

Carissimo fratello, ho riletto, credo dopo più di dieci anni o quasi, l'opuscolo di P. Picard gesuita: La saisie immédiate de Dieu dans les états mystiques e 10 trovo soddisfacente l . Egli si appoggia a dei testi di S. Tommaso e ne trae delie conseguenze che mi sembrano illuminanti nel problema che stiamo studiando. Prima di continuare a scriverci, non vorresti anche tu rileggerlo? Sono appena 90 paginette. Se non lo trovi più fra i tuoi libri, io te lo potrei fare mandare, a meno che non preferissi scrivere direttamente alle Editions Spes, 17 i Soufflot Paris (V). I1 prezzo è 5 franchi (L. 2.50 quasi). Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

LETTERA 1993. 1. Cfr. lettera 1985, nota.


LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO

Piazza Armerina, 8 febbraio 1939

Carissimo fratello, anche questa volta ritardo. Ma sono stato così preso dal lavoro, che non ho avuto tempo nemmeno di respirare. Stasera son un pò libero, e penso a te. Ho subito fatto scrivere per Picard. Dopo che lo avrò letto, te ne scriverò. Io intanto vorrei sul mio modo di vedere consultare qualche filosofo-mistico di grido. Forse scriverò allo stesso de Guibert che insegna a Roma o al P. M. Cordovani l , ora Maestro dei SS. Palazzi. Aspetto d'esser meno oppresso dal lavoro. Frattanto leggo certi ottimi libri su S. Paolo della Croce con molto profitto per la scienza e la pietà. Vedo che è stato un grande errore non dare negli studi teologici il posto d'onore alla mistica, e non reputarla nella predicazione come il fior del Vangelo. Sto bene. Prega per me. E credimi tuo t Mario Voglia gradire i miei rispettosi e riverenti ossequi. Giovanni

[London, Notting Hill], 10 febbraio 1939

Carissimo fratello, che dispiacere la morte del nostro Santo Padre Pio XI, quando pareva che ancora avesse forze pastorali straordinarie. È parecchio che non ricevo tue nuove. Io ho avuto una noiosa influenza con febbri un po' elevate. Ma da ieri mattina presto la febbre è caduta e non è ritornata; sto in casa per precauzione. Spero stasera avere la tua solita. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi LETTERA1994. 1. Su Padre Mariano Cordovani si veda la lettera 1272 n. 2. 2. S. Paolo deiia Croce, (1694-1775),fondatore deila Congregazione dei passionisti e dell'istituto femminile di clausura deile passioniste. Non è stato possibile identificare i libri di cui si par!a nel testo. In quei decenni furono pubblicati molti volumi sia in italiano che in francese. In particolare Stanislao deli'Addolorata scrisse I! fondatore dei Passionisti (Roma, 19171, 11 più bel fiore di Ouada (Varese, 19301, Diario di S. Paolo della Croce (Torino, 1926). Anche J. de Guibert scrisse Le journal de retroite de St Paul de la Croix, in uRevue d'ascétique et de mystique*, VI, (19251, pp. 26-48.


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Piazza Arrnerina, 15 febbraio 1939

Carissimo fratello, sento con pena che sei stato di nuovo a letto con l'influenza. Usati riguardi ora durante la convalescenza. E fa una cura preventiva. La morte del S. Padre mi ha cagionato profondo dolore, non solo per la perdita che ha fatto la S. Chiesa, ma anche perché per me f u sempre largo di favori e di conforto, proprio come un padre. Beato lui però: ha avuto il premio e la gioia di vedere accolto il sacrifizio della sua vita offerta per la pace del mondo. Io sto bene. Non ho tempo perché il lavoro preme. Penso in questo momento alla pace, tanto sospirata da Pio XI, che cominciò il suo pontificato col motto: La pace di Cristo nel regno di Cristo, e lo chiuse con l'olocausto per la pace. S. Tommaso la definisce: tranquillitas ordinis. Non mi soddisfa. La mancanza di tranquillità non si oppone allo stato di pace. Tu che ne pensi? Qui ancora tempo mite e sereno - primaverile. Inverno ancora non ne abbiamo avuto. Prega per me e per noi e per la S. Chiesa e pel nuovo Papa, che sia secondo il Cuor di Dio e i bisogni dell'umanità sconvolta. Tuo t Mario

[London, Notting Hill], 19 febbraio 1939

Carissimo fratello, ricevetti ieri sera la tua attesa del 15 c.m. Come godo che puoi lavorare tanto. Io sono stato ammalato di nuovo, in seguito a infiammazione alla gota sinistra e tutta la regione dell'occhio, sicché sono stato bendato, con impacchi continui ogni due o tre ore etc. Da ieri ho l'occhio libero e posso, con qualche fatica, leggere o scrivere. Ancora non sono uscito di camera e sono molto debole per l'alta febbre ch'è durata quasi due giorni. Tutto va bene e il dottore è assai soddisfatto. Sono stato curato e assistito con intelligenza e premura straordinarie. Ne sia ringraziato Dio. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Tante cose a D. Giovanni.


LUIGI E hlARIO STURZO .-

CARTEGGIO

Piazza Armerina, 23 febbraio 1939

Carissimo fratello, ieri sera ricevetti la tua cartolina che mi parla di codesto nuovo malore che ti ha fatto tanto soffrire. Ho pregato per te, e la preghiera è stata piuttosto ringraziamento. Così Dio me l'ha messa nel cuore. E io spero che sia proprio così, cioè, che codesto male sia stata una carezza del buon Dio che col dolore purifica le anime che più ama. Tu però curati. Questo è dovere. E abbiti riguardi. Io penso che l'infezione debba esser venuta dall'esterno, fatto estraneo all'influenza; e che la febbre sia stata effetto e non causa. E prego ancora per te secondo che il buon Dio indirizza la mia preghiera al fine che a Lui piace. Io, povero vecchio, sto bene; bene, s'intende, da vecchio. I1 Picard ancora non arriva. L'editore non volle mandare l'opuscolo con fattura, ma ha chiesto il pagamento anticipato (L. 6, 25), che è stato già eseguito con vaglia postale. Tu prega un po' per me e credimi tuo t Mario Dolente del suo male sofferto, prego il buon Gesù che le faccia godere perfetta salute. Mi benedica. Giovanni

[London, Notting Hiii], 24 febbraio 1939

Carissimo fratello, sto meglio: ma ancora non sono uscito di casa. Un Padre sionista viene a portarmi la S. Comunione nei giorni quando non prendo nulla durante la notte. Spero, secondo dice il Dottore, di potere lunedì prossimo riprendere la mia solita vita se ciò piace a Dio. Ricordavo quel che tu scrivi nella tua Lettera Pastorale sugli angeli custodi, a proposito di unesperienza che mi è stata nota. Un ammalato che io ben conosco, aveva passata una giornata molto faticata con continui impacchi e bendaggi ad un occhio e verso mezzanotte, dopo le ultime cure, tutti in casa si erano ritirati nei loro appartamenti. E$ era agitato e non trovava riposo; per giunta le bende si guastano. E l'una; occorreva chiamare le persone di casa,


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le quali erano andate via stanchissime. Egli è in dubbio tra chiamarle o lasciare le bende disfatte. Si rivolge all'Angelo Custode. Dopo un certo tempo di preghiera, sente come il tocco fisico di una mano sulla fronte; ad un tratto diviene calrnissimo; decide di non chiamare nessuno e ha fiducia che la benda non è più necessaria perché va a guarire. Fa un atto di ringraziamento e sente una carezza sulla guancia ammalata. Dopo di che si addormenta sino alle 7 del mattino. I1 medico ordina di continuare gli impacchi solo a titolo precauzionale, durante il giorno, ma la malattia va a risolversi benevolmente. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi È 9 giorni che non ho notizie da Nelina. Vedo che ho scritto troppo fino. Scusami. Non occorre leggerla subito.

Piazza Armerina, 1 marzo 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua carissima e rispondo subito. Ringrazio il buon Dio del favore a te concesso ali'invocazione del tuo Angelo Custode. Come è buono con noi che siamo tanto poco buoni con Lui! Questi favori vanno però ricevuti con mente e nella più profonda umiltà. La tua scrittura in questa cartolina è ben chiara, e io la ho letta senza fatica. Lo sforzo mi affatica gli occhi non, a rigore, la piccolezza del carattere. Godo che stai meglio. Spero che già abbia ripreso in pieno il tuo lavoro. Io sto bene, grazie a Dio. Abbiamo avuto gran vento e pioggia carica di arena. Ora da due giorni è calma e torna il sole che già preludia la primavera. Nelina mi ha scritto da recente. Sta bene. Io andrò, a Dio piacendo, a farle una visita appena il tempo lo permetterà. Ti abbraccio. Tuo t Mario

[London, Notting Hill], 2 marzo 1939

Carissimo fratello, grazie delle tue preghiere. La convalescenza è stata lunga, anzi


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LUIGI E h4ARIO STURZO

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che no, per la difficoltà di uscire di casa con i residui della gota infiammata e gonfiata. Ora sto meglio: ieri sono uscito per un quarto d'ora. Oggi di nuovo. Domani primo venerdì spero andare a dire la Messa. In questi giorni un padre sionista mi ha portato la S. Comunione quasi ogni giorno. Come è buono il Signore con noi. Prego lo Spirito Santo per la elezione del nuovo papa, che attendiamo con ansia e nel raccoglimento. Se avrai letto il Picard, attendo conoscere le tue impressioni. La sua tesi mi convince; ma bisogna rifletterci su; ed io ci ho pensato nelle lunghe ore di questi giorni e mi è parsa luminosa. Sarà così? H o sempre qualche incertezza. Un abbraccio di cuore. Ringrazio D. Giovanni. Tuo Luigi

[London, Notting Hiii], 6 marzo 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua del 1. Grazie delle tue confortanti parole. Sto un po' meglio. Da due giorni la piccola febbretta quotidiana è scomparsa. Da venerdì vado a dire la S. Messa al Convento. H o ripreso un po' il mio lavoro consueto. H o le bozze di stampa dell'edizione inglese da rivedere; ma sono in ciò aiutato da altri. Prega per me che non manchi di rispondere a tante grazie del Signore. La scelta del nuovo papa qui ha destato entusiasmo ed è stata bene accolta anche negli ambienti protestanti. Così si continua la tradizione dei Pii, da Pio VI a Pio XII. Un secolo e mezzo e più. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Domani S. Tomaso dirò la messa per noi e tutti i cultori di S. Tomaso vivi e defunti, ricordando specialmente il buon Padre Lanza mio insegnante di filosofia.

[London, Notting Hiii], 13 marzo 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua lettera pastorale sul raccoglimento, che ho


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letto con molto interessamento e spero con profitto, e tornerò a leggere pianamente per gustarla meglio l . Sto benino: si direbbe rimesso del tutto, se ancora non mi sentissi un po' fiacco. Del resto ho ripreso la mia solita vita. Ne sia ringraziato Dio. Salutami tutti, e fammi sapere se hai ricevuto il mio ultimo libro edito da Bloud et Gay. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, ~ o t t i nHill], ~ 18 marzo 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto con qualche ritardo la tua cartolina dettata dal letto. Spero che già sei rimesso e tornato alla tua vita ordinaria. I1 Signore ci visita e ci consola; così ogni giorno fin che ci chiamerà a sé. Allora saranno finite le nostre cure; ma allora apparirà quel che siamo. Misericordias Domini in aeternum cantabo l . Sto benino: il freddo è intenso in questi giorni. Prego per te: che S. Giuseppe ci assista sempre specialmente neli'ora del nostro passaggio. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Arrnerina, 23 marzo 1939

Carissimo fratello, detto perché è sera e perché non voglio ritardare la risposta alla tua del 18 che ricevo a momenti. Godo del saperti del tutto rimesso. Io ho lasciato il letto da 4 giorni e, tutto sommato, mi

LETTERA2003. 1. M. STURZO,Il santo raccoglimento. Lettera pastorale per la quaresima del 1939, p. 10. «La vita spirituale - scriveva il vescovo Sturzo - ha per principio e termine il raccoglimento: prima sono istanti, poi, a mano a mano, ore; poi è tutta la giornata e nelle anime più elette, anche la notte, perché in loro si attua arcanarnente il mistero contenuto in quelle parole: io dormo, ma il mio cuore veglia». LETIZRA2004. 1. Salmi, 88, 2. Lettera dattiloscritta su carta intestata: «Vescovado di Piazza LE-ITF.RA2005. Arrnerina».


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LUIGI E MARIO STURZO' - CARTEGGIO

sento abbastanza bene. Solo non ho ripreso in pieno il lavoro per obbedire al medico. Appena lasciato il letto, presi in mano I'opuscoletto del l?Picafd che era arrivato nei giorni della malattia, e già l'ho letto tutto. La teoria che egli sostiene della cognizione iniziale di Dio analoga alla cognizione di se stesso, non mi sembra filosoficamente provata né provabile; e nemmeno mi sembra utile a risolvere il problema mistico della cognizione gradualmente crescente di Dio sino al grado massimo. La cognizione del proprio io è un fatto unico, perché è lo stesso atto conoscitivo che, come dicono i moderni, è unità di coscienza e autocoscienza; è I'atto del soggetto razionale che conoscendo, conosce di conoscere. Invece la cognizione di Dio avviene sempre e necessariamente come cognizione di un oggetto, e poco importa che Dio sia più vicino a noi più che noi a noi stessi. Tanto è vero che S. Tommaso dopo di aver detto qualche cosa sulla parificazione delle due conoscenze, nel commento al Maestro delle Sentenze, dopo nelle Opere maggiori e definitive non solo non ne parlò più, ma sostenne quel che sostiene decisamente nella quistione 175" della I1,II. ae partis della Somma l . C'è poi da osservare che, se fosse vero quanto sostiene il l? Picard, questa cognizione di Dio si farebbe chiara come si fa la cognizione deIl'io, per ragionamento, mentre la cognizione mistica di Dio si chiarifica e cresce di grado per la purificazione morale del soggetto e per l'aumento di carità e nei gradi superiori per libera grazia del Signore. Se fosse vera la teoria in parola, la conoscenza fondamentale di Dio sarebbe uguale nei santi e nei peccatori, e sarebbe maggiore nei filosofi che nei santi. S. Agostino nel decimo delle Confessioni dice che cercava Dio che era con lui ed egli non lo trovava perché non era con Dio. Ciò non avrebbe detto se la 1. La quaestio 175, De Raptu, si svolge in sei articoli: 1) Utrum anima hominis rapiatur ad divina, 2) Utrum raptus pertineat ad vim cognoscitivam ve1 appetitivam, 3) Utrum Paulus in raptu viderit Dei essentiam, 4) Utrum fuerit alienatus a sensibus, 5 ) Utrum totaliter fuerit anima a corpore separata in statu illo, 6 ) Quid circa hoc scivit et quid ignoravit. Circa il carattere conoscitivo del «raptus» così si esprime S. Tommaso nel secondo articolo: «Responde0 dicendum quod de raptu dupliciter loqui possumus. Uno modo, quantum ad id in quod aliquis rapituc Et sic, proprie loquendo, raptus non potest pertinere ad vim appetitivam, sed solum ad cognoscitivam ........ Aiio modo potest considerari raptus quantum ad suam causam. Et sic potest habere causam ex parte appetitivae virtutis.... Habet etiam effectum in appetitiva virtute, rum scilicet aiiquis delectatur in his ad quae rapitur. Unde et Apostolus dixit (I1 ad Cor. 12,2,4) se raptum, non solum ad tertium coelum, quod pertinet ad contemplationem intellectus, sed etiam in Paradisum, quod pertinet ad affeaum».


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conoscenza fondamentale di Dio fosse simile alla conoscenza fondamentale dell'io. Questo in breve il mio giudizio sintetico dopo una prima lettura dell'opuscolo. Ora aspetto le tue ragioni per tornare, occorrendo, a studiare i punti fondamentali dell'opuscolo. Caro fratello, in Paradiso non ci angustieremo più a sapere come si conosce Dio, perché lo vedremo nella luce della gloria, e perciò più che cercarne la cognizione nei libri, cerchiamola nell'amore, nelle buone opere, affinché Egli per la sua misericordia ci accolga tra i suoi figli nel S. Paradiso. Ti abbraccio. Aff.mo fratello t Mario

[London, Notting HiUl, 24 marzo 1939

Carissimo fratello, penso che già sarai tornato al tuo lavoro ordinario e benedico Dio delle forze che ti dà per servirlo a bene della tua diocesi. Ho scritto per il libro. Si sarà smarrito. Fu spedito alla fine dell'anno quando la posta è carica della corrispondenza natalizia. Domanda a Mons. Fondacaro s'egli ricevette quasi nel medesimo tempo una rivista dove c'era uno studio pure sulla morale. Io sto benino, dato il freddo che fa, e son tornato completamente alle mie occupazioni quotidiane, nella speranza di riprendere presto il lavoro sulla Vita soprannaturale. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hilll, 29 marzo 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 23, che mi richiama al soggetto delle nostre conversazioni, il più interessante di tutti. Così sono lieto di riprenderle. Sulla tesi del P. Picard devo dirti che io non la scarto, L E ~ R2007. A 1. Gabriel Picatd, filosofo e teologo gesuita, (1876-1959).Ordina-


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m'interessa e mi seduce. Trovo un punto di coincidenza con certe mie elucubrazioni sulla conoscenza, che da certo tempo mi circolano nella mente, senza avere avuto il tempo di precisarle sulla carta. Ne ho parlato ad amici filosofi, che mi hanno fatto buon viso. Detto questo, io non intendo discutere se questa tesi sia di S. Tommaso giovane, se sia compatibile con le sue vedute definitive, se possa trovare appoggio nel sistema tomistico. E una ricerca che non avrei né il tempo né il gusto di fare. I1 I? Picard ha già fatto lo sforzo di presentare il problema in termini tomistici per il suo pubblico. Se tu affermi che non può aversi affatto una conoscenza oscura ma diretta di Dio, non mi pare che possiamo più discutere la tesi del Picard circa gli stati mistici 2. Mora, o bisogna arrivare alla tesi conciliativa del l? de Guibert delle specie infuse, owero alla tua tesi, disgregativa deli'unità umana. Io non vedo altra via. H o preferito il de Guibert, ora sono incline verso il Picard. Ecco il mio stato d'animo. Sto benino: ancora il freddo è intenso e continuo; ma non credo che durerà. Fin da ora auguri pasquali. Un abbraccio di cuore Luigi Mandami, ti prego 3 Pastorali ultime. H o letto l'«Osservatore Romano». Perché [...l 3.

to sacerdote nel 1908, dal 1918 al 1924 fu vice rettore del seminario di Jersey e dal 1925 al 1931 rettore a Enghien. Negli anni successivi fu nominato Superiore della residenza dei gesuiti di Lille e insegnò filosofia presso il seminario di Nancy. Tra le sue opere ricordiamo iu saisie immédiate de Dieu dans les états mystiques, cit.; e diversi articoli pubblicati negli «Archives de philosophie», tra i quali Le problème critique fondamental (a. I, n. 2) e una critica ali'opera di P. Rousselot, Intellectualisme de St Tbomas (a. m, n. 3). 2. La tesi degli «stati mistici» di P. Picard è, secondo la stessa definizione deil'autore, «La théorie de la saisie immédiate de Dieu par rime et de Piime par Dieu». Nella sua opera fondamentale Picard intende «attirer i'attention sur ce qu'il y a d'intuitif dans la connaissance que nous pouvons avoir, méme natureuement, de Dieu, et sur le rble de cette intuition dans Pétat mystique* (p. 10). Egli rifiuta sia la tesi per cui «tout état mystique est proprement miraculeux» sia quella che fa uappel à des lumières infuses, à des sentirnents d'amour versés dans Pime sous l'influente des dons du Saint-Esprit» (p. 8) e giunge a dimostrare che neUo stato mistico si realizza una sintesi tra uune connaissance de gente intuitif qui, comme teUe n'excède pas la puissance naturelle de l'homme» e l'atto con cui Dio si dona ail'uomo, entra in comunicazione con lui, udans la mesure et de la manière qui Lui plaitv (p. 9). 3. Parola illeggibile.


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2008 Piazza Armerina, 31 marzo 1939

Carissimo fratello, l'ultima mia è del 23. Ti cominciavo a parlare dell'opuscolo 'del Picard. Aspetto che tu mi risponda, per riattaccare il discorso e darvi il corso che le tue osservazioni imporranno. Io oramai sto bene, e ringrazio il Signore. H o ripreso il lavoro col pensiero che, dacché il buon Dio mi allunga i giorni, io debbo più intensamente consacrarli a Lui. Felice me se saprò farlo bene. Aspetto ancora che da Parigi mi sia mandato il libro sulla morale del quale tu mi parlasti. Godo nel sentire che tu ti sei rimesso del tutto. Ora usati riguardi e fa qualche cura preventiva e rafforzante. Qui ho i PP. Passionisti per una missione che già volge al termine con grandissimo profitto. Non son di quelli che seguono i sistemi antichi. Son sobri e, sopra tutto, son uomini interiori. Spero che aprano qui una lor casa. C'è tanto bisogno di religiosi santi. Tu aiutami con le tue preghiere. Solo i santi son veramente fecondi. I1 resto è vanità o inganno. Scrive Nelina e dice che sta bene e che ha ricevute le tue nuove. Appena potrò, andrò a farle una visita. Dovevo fargliela prima della quaresima; il tempo si guastò, poi io mi ammalai. Spero che ora col ritorno delle belle giornate possa sfidare l'aria e andare. Ti abbraccio. Tuo t Mario l

[London, Notting HiU], 4 aprile 1939

Carissimo fratello, ieri ho ricevuto la tua del 31 marzo in tre giorni e pensa quale gioia per me al saperti rimesso e di nuovo in pieno lavoro. Io sto benino, ma non posso lavorare come vorrei. Sia fatta la volontà di Dio. Non ti ho ancora scritto sul Picard, in merito, perché ci penso e ci rifletto: solo ti ho scritto che mi seduce. Auguri pasquali pieni

,

LETTERA2008. 1. In calce L.S. annota: «Su Picard ci penso e rifletto; perciò ti ho scritto solo che mi seduce. 4.4.390. LETTERA2009. Cartolina illustrata: Tower Bridge and Tower of London.


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LUIGI E h W O STURZO

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delle benedizioni più copiose per te e la diocesi. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 4 aprile 1939

Carissimo fratello, questa ti reca i miei fraterni auguri per la santa Pasqua. Circa la cognizione di Dio negli stati mistici ti prego di non negarmi l'aiuto del tuo sapere. È una quistione di altissimo valore e; credo anche, utilità. La teoria del Picard non ha fondamento filosofico. Non si può ammettere che accettando l'idealismo. Circa quella delle specie conoscitive desidero chiarimenti. Secondo che io penso, la cognizione delle cose non si può cagionare daiia sola infusione delle specie corrispondenti, perché la cognizione non è espressione delle specie impresse, ma reazione. I1 conoscere non è un puro riprodurre l'oggetto, ma un esprimere per nozione l'azione ricevuta, ed esprimerla secondo la natura del soggetto. I1 suono che è tale nel mio orecchio, non è tale nell'oggetto che lo produce. In questo è vibrazione. Se non ci fosse l'orecchio, non ci sarebbe l'espressione del suono. Dir dunque che Dio può provocare la cognizione nell'uomo di un oggetto non presente e non agente su lui, con la infusione delle specie conoscitive, è dir cosa senza fondamento filosofico, è ripetere teorie vecchie e superate. Resta quella che tu chiami mia e che è di S. Agostino e di S. Tommaso. Tu la respingi perché ti sembra contraria alla natura umana. Invece è superiore, ed è un avviamento al termine a cui l'uomo deve arrivare salvandosi. I1 corpo sarà trasumato. Se tu badi alle esperienze e alle dottrine dei grandi mistici, trovi che, in altre parole dicono la stessa cosa. Essi dicono che per godere della esperienza di Dio occorre aver fatto il vuoto nei sensi e nell'intelletto. E ciò è la morte mistica. Le prime esperienze però non son ancora la visione di Dio. t Mario Voglia gradire i miei umili auguri Pasquali. Distinti e riverenti ossequi. Mi benedica. Giovanni


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2011 [London], 9 aprile 1939

t Alleluja!

Carissimo fratello, ieri sera ho ricevuto la tua del 4 con gli auguri che ti ricambio di nuovo. Tu mi dici di non negarti il mio aiuto; è che io non saprei come aiutarti. Tu parti da certi dati filosofici che io non potrei ridiscutere a fondo perché sento di non possederli bene e non sono in grado di riprenderli, non per mancanza di volontà,.ma di tempo e di disposizione: il lavoro che ho mi assorbe completamente. Per giunta, io non sono così reciso, come te, che neghi alla teoria del Picard ogni «fondamento filosofico». Tu dici che non si può ammettere che accettando l'idealismo. Al contrario, essa risponde alle tendenze neo-realistiche immediate, che oggi vanno diffondendosi, e penetrano nel campo degli studi cattolici. Se non ho capito male, la teoria del Picard potrebbe essere accettata da Mons. Noel, che tiene a Lovanio la cattedra del Mercier l . I1 de Guibert cita la teoria del Picard senza alcuna riserva sulla sua ortodossia; figurati. se i gesuiti ne permettevano la pubblicazione, con tutti gl'imprimatur possibili, e in una casa (Spes) sostenuta da loro, se ci sentivano dentro l'odore deli'idealismo. Tu dirai: ragioni estrinseche! ma motivi che non inducono a chiudere la porta. Ecco il mio stato d'animo, che mi rende pensoso. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Ringrazio D. Giovanni e ricambio gli auguri.

Piazza Armerina, 13 aprile 1939

Carissimo fratello, rispondo subito alla tua ricevuta ieri sera. Io non voglio che tu per me abbia ad affaticarti o a trascurare il tuo lavoro. Se il LETTERA2011. 1. In realtà mons. Desiré Mercier non insegnò mai alla facoltà di teologia di Lovanio, ma soltanto all'Istituto di Filosofia «S. Tommaso» di cui era stato il fondatore. Questo incarico fu poi assunto da vari docenti fra cui Mons. Noel che

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LUIGI E MARIO STURZO

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Signore mi darà il tempo e le forze per trattare queu'argomento, e se è di Sua gloria che lo tratti, mi darà i lumi che non mi danno gli uomini. Però, non per riprendere l'argomento, ma per rispondere a te, ti dico che ammettere che la prima cognizione di Dio awenga come awiene la prima cognizione delI'io, è ammettere la soggettività non solo della cognizione di Dio, ma anche dello stesso Dio. Dico questo, perché la cognizione dell'io altro non è che l'atto conoscitivo cosciente (razionale, spirituale). Dire: conosco tal cosa, è dire che la cognizione della tal cosa è atto conoscitivo che faccio io. Se si è dualisti, non si può affermare in nessun modo che un oggetto (e sia lo stesso Dio) si conosca come coscienza deu'io, senza negare il dualismo, e senza affermare (almeno implicitamente) l'idealismo. Se poi i gesuiti neIIa teoria del gesuita I? Picard non vedono né la contraddizione né l'errore, ciò vuol dire che non hanno né sereno l'occhio né attenta e penetrante la mente. Non occorre che tu mi risponda più su questo argomento. Sto bene. E ti abbraccio. Tuo t Mario

[London, Notting Hill], 13 aprile 1939

Carissimo batello, facendo lo sfoglio di carte e giornali accumulati durante la malattia e convalescenza ho ripreso la lettura delle tue Lettere nell'«Angelo della Famiglia». Mi piacciono tanto e credo che facciano molto bene. Non potrebbero essere raccolte in un libro, non di gran mole, facile a comprarsi e ritenersi presso le famiglie? H o letto «Memento Homo», le due puntate di Maternità Apostolato, la Festa della Semplicità. Ti chiesi tre copie della tua Pastorale. Non le ho ancora ricevute. Da sabato scorso sono ricomparse linee di febbrette di qualche ora al giorno; poi cadono. Prendo del chinino e fo una cura rinforzante. Dopo due giorni caldissimi siamo di nuovo ai venti freddi di primavera. Del resto, posso lavorare.

insegnò epistemologia e storia deiia filosofia moderna. Cfc lettera 7 n. 6. Su Noel si veda lettera 73 n. 3.


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Prega per me e secondo la mia intenzione. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting HiU], 18 aprilé 1939

Carissimo fratello, non potendo altrimenti aiutarti, almeno per ora, (dopo aver ricevuto ieri sera la tua del 13) stamane ho detto per te la Messa della S.ma Trinità. Così il mio aiuto è trasportato in alto e messo nelle mani di Dio. Mi è parso di trovare nella tua cartolina un certo disappunto. Spero d'ingannarmi. Ma pensa che io ancora non sto ancora bene del tutto; lavoro con una certa pena, e per procurarmi i libri necessari dovrei andare alle Librerie, dove ci sono troppe finestre aperte, che io possa sopportare con i miei residui influenzali. Così spero mi avrai compatito. Non ritorno sul tema; solo ti prego di non insistere sull'accusa d'idealismo alla teoria del Picard. In Francia, nel Belgio, in Inghilterra, dove l'influsso idealistico è stato leggiero (qui Gentile e Croce non hanno corso che in piccoli cenacoli filosofici e non senza critica), le parole non hanno spesso il senso che vi si dà in Italia. Pensa che al Congresso Internazionale di filosofia tenuto nel 1937 alla Sorbona pel Centenario di Cartesio, la nota idealistica di certi italiani (pro o contro) stuonava con l'ambiente cartesiano razionalista e teista e dove i cattolici francesi, belgi, inglesi, fecero tanta figura, da sembrare quel congresso un trionfo dello spiritualismo cattolico, dove Cartesio non stava a disagio. Leggendo giorni fa la critica che C. Ferro fa a Mons. Noel («Rivista Neo-scolastica», Milano) sentivo un linguaggio qui quasi incomprensibile. Anch'io fo punto. Quando sarò in migliori condizioni, ti pregherò di riprendere il tema. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

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LUIGI E MARIO STURZO

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CARTEGGIO

2015 Piazza Armerina, 21 aprile 1939

Carissimo fratello, disappunto no, sibbene dolore. Ora poi son contento, perché sento che questa è la volontà di Dio. Voglio poi che tu non ti dia pena per me. Del resto sarebbe senza utilità, perché noi siamo convinti ciascuno della nostra tesi, che sperare un accordo non è possibile. Spero che le febbrette siano cessate. Tu usati riguardi; le recidive son sempre pericolose. Ti ho fatto subito spedire cinque copie della pastorale sul Santo raccoglimento. Penso anch'io di raccogliere in un volumetto le pastoraline che vado pubblicando sull'«Angelo della Famiglia»; e spero di trovare l'editore. I1 bene che mi fa questo modestissimo periodico è grande assai. Mi rende tutta la diocesi attenta e la fa vivere un po' della mia vita. Solo occorre che io sia meno miserabile di quanto sono. Tu aiutami sempre, come fai, con le tue preghiere delle quali ti ringrazio, e in modo speciale della Santa messa celebrata per me. Non ho ancora ricevuto da Parigi il libro sulla morale. Sto bene. Lavoro e ringrazio Dio. Spero e di ciò prego sempre il buon Dio, di morire lavorando per Lui. Sta sano. Amami e riceviti un fraterno amplesso. Tuo Mario l

[London, Notting Hill], 26 aprile 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto le copie della Pastorale e ora ricevo la tua del 21. La mia salute ha gli alti e i bassi. I venti freddi della primavera mi dànno molta sofferenza e il medico vuole che mi riguardi. Del resto sto bene e il lavoro non manca. Tu credi che io sia convinto deiia mia tesi (a proposito della nostra corrispondenza scorsa) come tu della tua. No: io non sono convinto né della tua né deiia mia tesi (che del resto non ho) perché il problema dei rapporti fra teoria LETI-ERA 2015. 1. Luigi annota in margine: u26.4.39. Scritto che io non ho tesi di cui sia convinto perché non ho mai messo in rapporto il problema degli stati mistici con una teoria della conoscenza>.


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della conoscenza e stati mistici non me lo son posto fino al giorno a pubblicargin un che tu me ne hai scritto. Sono lieto che volume le lettere dell'«Angelo della Famiglia». Spero che troverai un Editore. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 30 aprile 1939

Carissimo fratello, ricevo a momenti la tua del 26 e rispondo subito. Ho ricevuto il libro. Lo leggerò quando avrò un po' di tempo; ora la calca degli affari è grande. Con l'estate si rallenta. Sempre così. Io poi, caro fratello, son tanto vecchio, e non posso più come prima, lavorar molto nelle ore libere, cioè, dopo la colazione e dopo il pranzo; anzi, dico meglio, non posso in quelle ore che far qualche riscontro, prendere qualche appunto, preparar qualche libro. I1 volume Eglise, fu tutto letto in quelle ore; perciò v'impiegai tanto tempo. Sono stati pubblicati in italiano recentemente i Trattenimenti di S. Francesco di Sales, cioè, i discorsi che faceva al parlatorio alle prime suore della visitazione, che furono scritti dalle stesse suore. Ci son cose che meritano di esser lette, anche perché completano La Filotea'; e perché sono di grandissima importanza. Sto bene. Sento però il peso degli anni. E mi preparo alla morte. Tu aiutami con le tue sante preghiere. I1 tempo qui è variabile, ma discreto; né freddo né caldo. Io temo il caldo ascendente: è quello che mi nuoce. Dio mi aiuti. Ti abbraccio in Corde Jeszl. Tuo t Mario

LETTERA2017. 1. La Filotea, ossia Introduzione alla vita devota, è nata daiie Iettere di direzione spirituale rivolta a Madame de Charmoisy da San Francesco di Sales tra il 1607 e il 1608. Don Eugenio Ceria ne aveva fatta una nuova traduzione italiana nel 1926, stampata dalia Scuola Tipografica Don Bosco, Sampierdarena. Esiste anche un'altra traduzione di A. Mandrini, con saggio introduttivo; Milano, Istituto di propaganda libraria, 1931.


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2018 Piazza Armerina, 9 maggio 1939

Carissimo £i-atello, ho atteso la tua per scriverti e ti scrivo appena l'ho ricevuta. Mi duole sentire che non stai molto bene, e che ti fa so&ire il freddo. Anche qui il freddo persiste. Siamo, si direbbe, due mesi indietro. Io, per es. ancora ho bisogno delIo scaldino, l'unico mezzo di riscaldamento che adopero e sopporto. Ma ciò è bene perché questo prolungarsi d'inverno è nelle leggi della natura e perciò è volontà di Dio. Io sto bene. Faccio subito scrivere per i Trattenimenti di S. Francesco di Sales. Sono,.certo, un bel libro; però c'è del caduco che l'editore avrebbe dovuto omettere. E c'è il vizio d'origine, che non fu scritto dal Santo, ma dalle suore della Visitazione. I1 Santo parlava loro nella sala da ricevere, così, alla buona intorno ai loro doveri e spesso improvvisava. È però, non solo utile, ma anche, io penso, necessario per conoscere bene questo gran santo e grande sapiente. Sto leggendo, cioè, udendo leggere (a tavola) un libro di Enrico Bordeaux su questo santo: San Francesco di Sales e il nostro cuore di carne l . Ne ho letto quasi metà. I1 libro è ottimo per i nostri laici. Non è ageografico, ma piuttosto letterario psicologico. Se vuoi leggerlo, ne ho a disposizione un esemplare. L'altro libro io leggerò appena il caldo fa rallentare il corso degli affari. Prega per me e credimi sempre tuo $ Mario 2

[London, Notting Hill], 11 maggio 1939

Carissimo fratello, speravo oggi ricevere la tua solita; per non tardare, ti scrivo questa. La mia salute ancora deboluccia, ma grazie a Dio posso LETTERA2018. 1. H . BORDEAUX, St. Fran~oisd e Sales et notre coeur d e chair, Paris, 1924. La versione italiana di Leopoldo Cassis fu pubblicata nel 1926 a Milano daiia casa editrice Santa Lega Eucaristica. 2. L. S. annota in margine aiia cartolina: uGli ho scritto che approvo la sua lettera del 50° sacerdotale, etc.».


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lavorare, benché con i dovuti limiti. I1 tempo è migliorato. Sto leggendo (o studiando) l'Evangile selon Saint Jean commentato dal padre Alfred Durand gesuita l . Mi sembra uno dei migliori libri del genere. Spero presto riprendere il mio lavoro sulla Vita soprannaturale, sospeso fin dal giugno scorso, per altri lavori sovrappostesi. Così vuole Dio. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi A Don Giovanni i miei saluti.

[London, Notting Hill], 15 maggio 1939

Carissimo fratello, ho letto con vivo piacere la tua lettera sul cinquantesimo della tua ordinazione sacerdotale. Io mi associo alla tua iniziativa dell'opera della preservazione della Fede e manderò il mio obolo. Quel giorno, se piacerà al Signore, sarò con te nella celebrazione della S. Messa e nelle preghiere di tutta la tua diocesi. Se il libro di Bordeaux può servire a far del bene a laici di costà, trattienilo pure. Il genere letterario psicologico non mi va molto. Su S. Francesco di Sales ci sono tanti libri. Leggerò i Trattenimenti quando mi arriveranno. Grazie assai. Sto così così e tiro avanti come vuole Dio. Prega per me; ne ho tanto bisogno. Un abbraccio di cuore. Tuo Luigi Oggi 48 anni dalla Rerum Novarum. Quanti ricordi. H o detto la messa per Leone XIII e tutti gli altri suoi cooperatori.

Piazza Armerina, 17 maggio 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto le tue due cartoline. Io però ti rispondo con un po' di ritardo per mancanza di tempo. Se avessi più forze, il tempo non mi mancherebbe. Desidero.sapere se hai ricevuto i TratteniL E ~ R 2019. A 1. L'Evangile selon Saint Jean, traduit et commenté par le père Alfred Durand, Paris, G. Beauchesne, 1927.


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menti di S. Francesco di Sales. Io, dopo la lettura dei medesimi son tornato al Teotimo l , il trattato dell'hor di Dio, l'opera più perfetta del Santo. Egli non voleva che le religiose della Visitazione scrivessero le sue conferenze, tra l'altro, perché, diceva, avrebbero trovato le stesse cose e dette meglio nel Trattato che scriveva. Quelle non si rassegnarono, ed egli lasciò fare. Secondo me i due libri si lumeggiano e completano a vicenda. Però nel Trattato ci sono pagine di celestiale soavità e bellezza. E merita d'essere letto e studiato e riletto e fatto oggetto di assidue meditazioni. È il libro (forse) più bello che su l'amor di Dio si sia scritto. La parte mistica che è principalmente, nei libri bo e 70 è tutta originale mentre non dice nulla di veramente nuovo; cosa, del resto, impossibile, perché la mistica è come la logica. Ma vedi che sciocco che sono! Faccio l'articolo invece di far la lettera. Perdona. Sto bene. Tu usati riguardi e non forzarti al lavoro. Preghiamo gli uni per gli altri come Dio e il cuore comandano. Tuo t Mario 2 Voglia gradire i miei distinti e riverenti ossequi. Mi benedica. Giovanni 2022 [London, Notting Hill], 23 maggio 1939

Carissimo fratello, penso che Mons. Fondacaro ti avrà dato mie notizie. Ieri ho ricevuto la tua del 17. Non ancora i Tvattenimenti che leggerò con gran piacere e spero con profitto. Tu aiutami con le tue preghiere. Sto benino. Oggi finalmente un po' di caldo. Spero che questo mi aiuterà a superare i residui influenzali. Quando tu mi scrivi i tuoi pensieri sulla mistica o su altri soggetti mi fai sempre piacere e mi dai pascolo per l'anima mia. Segui sempre il tuo impulso. Io sono, in questo periodo, troppo stanco e mi limito al mio lavoro più urgente. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Tante cose a D. Giovanni. L E ~ R 2021. A 1. S. FRANCESCO DI SALES,Teotimo, ossia il tratfato dell'amore di Dio. Traduzione di A. Fabre, Roma, Libreria Salesiana Editrice, 1928. 2. L.S. annota in margine alla cartolina: *Non arrivato, leggerò volentieri etc.».


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2023 Piazza Armerina, 25 maggio 1939

Carissimo fratello, perdonami se scrivo sempre in ritardo. Mi manca il tempo. I1 lavoro incalza, e io non mi accorgo di nulla; i giorni passano, ma non me ne awedo, e non mi awedo nemmeno se fa bel tempo o tempesta come ieri. Sto bene, grazie a Dio, e mi sorprende come posso sopportare il lavoro. Sia ringraziato il Signore. Così non mi son aweduto che tardi che il 19 era passato. La santa messa pel 45" del tuo sacerdozio la celebrai ieri, e gli auguri te li faccio oggi. Spero che li accetterai lo stesso. Ti ringrazio della parte che prendi all'opera giubilare della preservazione della fede e dell'obolo che manderai. Desidero sapere se hai ricevuto i Tvattenimenti di S. Francesco di Sales. Vincenzino è a Roma, e Iì ho rigirato la lettera a lui indirizzata. Dopo Roma andrà a Palermo a rappresentarmi nel Congresso Catechistico regionale. Come vedi, io son solo al lavoro. Ma non ci bado. Quando le forze accompagnano il lavoro, ad altro non si pensa. Ed io vivo questo resto della mia vita concentrato in un sol pensiero: la diocesi. Qui è tutto il mio mondo e il mio terreno paradiso. Aiutanii con le tue preghiere a non guastar con le mie colpe. t Mario

[London, Notting Hiiil, 30 maggio 1939

Carissimo fratello,, ricevo la tua del 25. Grazie delle preghiere e degli auguri per ' il mio 450 sacerdotale. Aiutami a riparare a quel che non ho fatto e quel che ho mal fatto. Sto benino: un po' debole: ho dovuto farmi strappare un dente per un ascesso, che ora va bene verso la guarigione. H o ricevuto sabato i Trattenimenti che leggerò e mediterò. Vincenzino mi ha scritto da Roma. Che gioia sapere che tu lavori senza tregua per il bene della tua diocesi. Ho letto il programma del Congresso Catechistico di Palermo. Molto interessante e molto carico.


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Abbiamo un bel sole e venti fredducci. Si compensano. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 3 giugno 1939

Carissimo fratello, scrivo con ritardo perché ho aspettato la tua cartolina, la quale ancora non arriva. Spero che si tratti solo di fatto postale. Per vincere la stanchezza, che certo sarà debolezza del sistema nervoso, occorre riposo e aria. Per carità non forzare la macchina sino a completa guarigione! Credo che gioverebbe un corso di ignezioni fosforate. Io sto bene, s'intende, come può un vecchio. Non ti ho scritto di-mistica o d'altro, perché ho compreso che ciò ti affatica. Aspetto che tu mi dica d'aver superato il male. Qui abbiamo ancora l'inverno: freddo, cielo coperto, nebbia, pioggia da mane a sera. Oggi però si vede il bel turchino del cielo e si sente il tepor del sole. Temo che i Trattenimenti di S. Francesco di Sales non ti siano ancora arrivati, perché a me non è ancora arrivata la fattura. Circa otto giorni fa feci fare un sollecito. Se tarda ancora fo scrivere di nuovo. In unione di preghiere. Tuo i Mario

[London, Notting Hilll, 7 giugno 1939

Carissimo fratello, ieri sera ho ricevuto la tua del 3 c.m. La mia ultima è del 30 maggio, ma impostata il 31. Sto meglio, assai meglio, sia perché strappato il dente si è tolto via un focolare d'infezione, che però non mi dava dolori né molestie fino all'ultimo giorno; sia perché è venuta un'ondata di caldo, che mi fa bene. In luglio spero andare al mare. L'aria del mare mi gioverà per tutto il sistema respiratorio. Del resto posso lavorare (non molto come tu credi) ma tale da riempirmi la giornata. Ti scrissi (credo) di aver ricevuto i Trattenimenti che ho cominciato a leggere, ma senza fretta. Se tu


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mi vorrai scrivere di mistica, mi farà bene e piacere; ma pel momento sarà un monologo, non un dialogo. Io ho bisogno di maturare le mie idee pensando e riflettendo. Non manco di pregare per te. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 10 giugno 1939

Carissimo Eratello, detto la presente dal letto dove il raffreddore mi tiene da alcuni giorni. H o un po' di febbre ma per alcune ore, con temperatura relativamente bassa, e penso che tra qualche giorno, se Dio vorrà, potrò alzarmi. Avrei potuto prendere io la penna; però preferisco dettare per non prendere fresco per quanto i giorni siano abbastanza caldi. Stamani ho ricevuto la tua cartolina con l'invito a riprendere le conversazioni sulla mistica. Ed io senz'altro entro in argomento. H o visto che S. Tommaso nella Catena Aurea, al versetto di S. Matteo che dice: Beati mundo corde l , come chiosa fa seguire il passo di S. Agostino circa la visione di Dio 2. S. Agostino, come tu ricorderai, afferma recisamente che per veder Dio occorre realmente morire o entrare in certo stato di morte quale è quello della sospensione dei sensi. S. Tommaso nella quistione 175" della 11, 2, dà ragione delle affermazioni agostiniane, dicendo che tutte le umane conoscenze, mentre siamo in questa vita, avvengono LETTERA2027. "Lettera dattiloscritta su carta intestata: «Vescovado di Piazza Armerina». l. Cfr. Matteo, 5, 8. 2. Si tratta del cap. 11, n. 8 del primo libro del De sermone Domini in monte secundum Matthaeum, nel quale S. Agostino commenta come segue il passo citato: «Stolti sono queiii che cercano di vedere Dio cogli occhi esteriori del corpo, mentre Dio si può vedere soltanto col cuore, come si legge appunto in altro luogo della Scrittura: Cercatelo (Dio) nella semplicità del cuore (Sap. 1, 1). Ora cuore semplice equivale né più né meno che a cuore puro». Sturzo si riferisce poi a quanto S. Agostino afferma nel De Genesi ad litteram, cap. XII, n. 27: «Nessuno di quelli che vedono Dio vive di questa vita mortale imprigionato nei sensi del corpo. Quindi, se uno non muore del tutto a questa vita o uscendo affatto dal corpo o trovandosi rapito fuori dei sensi in modo da non sapere, come l'Apostolo, se viva nel corpo o fuori di esso, non può esser sollevato a quella visione» (cfr. SOMMASO D'AQUIPÌO,Catena aurea. A cura di E. Logi, vol. 11, Cantagalli, Siena 1957, pp. 23-24).


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col concorso dei fantasmi e che, proprio per questo, oltre che per la infinitezza, la cognizione intuitiva di Dio sfugge ai mortali in questo mondo. S. Tommaso anche nell'altra vita dice che l'anima per arrivare all'intuizione di Dio deve esserne resa degna da grazie speciali dallo stesso Dio. Parlando della intuizione di Dio in questo mondo, come condizione di natura pone lo stato di sospensione dei sensi, come condizione di grazia afferma il bisogno di grazie proporzionate al fine. Questa è la dottrina che io pongo a base delle indagini mistiche. Però il grande problema mistico non è l'intuizione di Dio in questo mondo, né come questa intuizione, quando Dio la concede, serbi sempre un che di oscuro e non è mai pari all'intuizione del paradiso, ma come l'anima conosce quando Dio lega nella stessa anima la sensibilità e l'intellettività, cioè come conosca quando non conosce per mezzo delle sue facoltà. I mistici, credo concordemente, dicono che l'anima in quelle elevazioni conosce con l'essenza. Questa teoria per sé è un errore perché, come dice S. Tomrnaso, per mezzo della sua essenza conosce solamente Dio. Nessuno però imputa questo errore ai mistici perché tutti son convinti che lì non è quistione di filosofia, ma di farsi intendere. La quistione di filosofia la facciamo noi ricevendo come sicura la scienza sperimentale dei mistici. Se essi esperimentano una cognizione dove non abbiano parte le facoltà, noi diciamo che è cosi. Diciamo subito però che i mistici non conoscono per l'essenza dell'anima. Come dunque conoscono? Io ritengo che in questi stati i mistici conoscano con lo spirito, cioè con l'anima, senza alcun concorso delle facoltà sensitive né delle facoltà intellettive sorrette dai fantasmi, ma dalle facoltà intellettive pure da ogni corporale contagio. Dio in tali stati mistici, che sono tra i più alti, con un suo particolare intervento che non è miracoloso in senso stretto perché è normale nella mistica, dico: Dio con un suo particolare intervento d'amore e di grazia lega tutta la corporalità sensitiva e fantastica e consente all'anima di comunicare con Lui (non ancora intuitivamente) per mezzo delle pure facoltà spirituali. I mistici non possono trovare in queste esperienze gli elementi di una costruzione filosofica delle medesime, perché appena i fenomeni cessano, si spegne anche la memoria puramente spirituale che li accompagna e che è una delle funzioni dell'intelletto. Cessati questi stati mistici, l'intelletto torna alle sue normalità, dove trova le memorie del composto umano e non queIie della pura spiritualità. I mistici


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infatti non solo non possono ricostruire un processo scientifico ma nemmeno possono ricordare con chiarezza e distinzione quel che allora conobbero e provarono. Questa è la specialità mistica comune a molti mistici, quasi costante in tutti gli altissimi gradi della contemplazione. La contemplazione intuitiva di Dio in questo mondo, come l'ultimo grado delle elevazioni mistiche, è un altro problema. Questo problema per me si risolve coi principi contenuti in tutta questa lettera. Quando Dio vuole accordare tale grandissima grazia a qualche gran SantÒ, come S. Paolo, fa cadere il corpo in letargo, potenzia l'anima in modo che possa non seguire il letargo del corpo, ma far atti di conoscenza indipendentemente da quello; corrobora l'anima con grazie straordinarie e potentissime in modo che l'intuito naturale dell'intelletto soprannaturalizzato e soprapotenziato possa veder Dio; dico: l'essenza di Dio, non però in modo chiaro come in Cielo, ma in una certa penombra necessaria -perché l'uomo non esca dallo stato di fede. Sento con piacere che hai ricevuto i Trattenimenti di S. Francesco di Sales. Io ho ricevuto già la fattura e ho ordinato il pagamento. Mi raccomando alle tue orazioni e fraternamente ti abbraccio. Aff.mo t Mario 3

[London, Paddington], 16 giugno 1939 Festa del S. Cuor di Gesù

Carissimo fratello, la tua lettera del 10 mi è riuscita di un grande interesse e mi fa pensare. Non te ne scrivo per ora, perché sto lavorando attorno a soggetti affini. Quando avrò messo in chiaro il mio pensiero o te ne scriverò o ti manderò copia di quel che avrò scritto. Sto bene; spero che il tuo raffi-eddore sarà passato completamente. Ringrazio

I.

3. In calce alla lettera L.S. annota: e16.6.39. La tua lettera del 10 c.m. mi ha molto interessato e fatto pensare. Non te ne scrivo per ora, perché sto lavorando attorno a soggetti affini. Quando avrò messo in chiaro il mio pensiero o te ne scriverò o ti manderò copia di quel che avrò scritto. L.».


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Dio di aver dato a Filippo Fanales la grazia di una buona morte confortato dai Santi Sacramenti l . Che il Cuore di Gesù ci infiammi i cuori e (se c'è la sua gloria) ci dia la pace. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London], 22 giugno 1939

Carissimo fratello, oggi, 360 della tua preconizzazione a Vescovo, ho celebrato per te, la tua diocesi, i tuoi collaboratori vivi e defunti, per Leone XIII e i tuoi consacranti. Il ricordo, nella preghiera, è sempre dolce, fiducioso e consolante. Sto bene. H o ripreso la mia solita vita. Spero fare un po' di riposo al mare appena arriva il caldo. Per ora mi sembra come la tredicina di S. Antonio a Caltagirone, tanto è umido. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 27 giugno 1939

Carissimo fratello, ieri ricevetti i tuoi fraterni auguri. Grazie. Io il 22 celebrai per tutti noi compresi i nostri cari morti. Sto bene. Fra gran caldo. Riattacco il mio monologo. S. Giovanni della Croce in Notte oscura, L. 11, C. XVII dice che nell'unione mistica Dio non fa passare le cognizioni che egli comunica, né per le facoltà spirituali, né, molto meno, per la via dei sensi: egli le imprime direttamente nel fondo, nel centro dell'anima. Per questa ragione l'anima, benché comprenda, non può esprimere quel che conosce l . Qui è la mia LETTERA 2028. 1. Cfr. lettera 1776, nota. LETTERA2030. 1. «(...l In primo luogo chiamo segreta la contemplazione tenebrosa perché, come altrove abbiamo accennato, essa è la mistica teologia, detta anche dai teologi sapienza segreta che, dice S. Tommaso, si comunica ed infonde neil'anima per via deii'amore. Ciò accade segretamente, aii'oscuro di ogni opera naturale deil'intelletto e delle altre potenze: e quindi, poiché le dette potenze non valgono a conseguirla, ma solo lo Spirito Santo la infonde nell'anima senza che elia sappia come ciò awenga


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teoria, solo che si corregga l'errore filosofico di far funzionare da facoltà il centro o il fondo dell'anima. Invece le cognizioni che Dio direttamente imprime nell'anima in questi casi, son proprio impresse nell'intelletto e solo sono sorpassati i sensi. E siccome nello stato normale l'intelletto umano nulla precepisce senza il concorso delle facoltà sensitive, così, quando, per l'azione divina agisce tutto puro e tutto solo, fuori e sopra ogni sensibilità, l'uomo avverte la novità profonda. E poi non può esprimere quel che conobbe, appunto perché lo stato di pura spiritualità cessò. Egli vorrebbe far funzionare il puro intelletto, puro e separato, ma il suo intelletto, cessato lo stato mistico, non è più né puro né separato. Prega pel tuo t Mario

[London, Notting Hill], 27 giugno 1939

Carissimo fratello, grazie delle tue preghiere e dei tuoi auguri. Grazie anche a Don Giovanni e a Mons. Fondacaro e ai chierici. Sto discretamente. Ho letto con vivo piacere e profitto la tua lettera sull'ottava Beatitudine1.. Le traduzioni che ho del Salterio non mettono quell'inuece che dà il senso dell'opposizione, ma fanno del versetto 15 del Salmo 143 una conclusione attribuendo tutti i benefici a Dio Signore del suo popolo. La traduzione italiana della Bibbia (edita dalla Fiorentina) porta (Matt. V-11): «Diranno di voi ogni male per causa mia» il che mi pare più vicina al testo, che non quella riportata da te, specialmente con l'aggiunta «e voi così soffrirete per me». Nel primo caso le persecuzioni e le calunnie sono a motivo si chiama segreta (...). Adunque, per quanto I'anima bramasse di spiegarsi ed escogitasse vocaboli a tal fine, sempre quelia sapienza resterebbe segreta e ineffabile. Essendo la detta sapienza tanto generale semplice e spirituale, che non penetrò nell'inteiietto rivestita di alcuna specie o immagine sensibile, ne segue che il senso e l'immaginativa (non essendo entrata per essi quella cognizione) non ne sanno niente e neanche possono figurarsela, benché I'anima chiaramente veda che intende e gusta quella saporosa e sublime sapienza (...)» cfr. S h ì Giovah-NIDELLA CROCE,Opere, vol. II, Notte oscura - Cantico spirituale, Casa Ed. Lega Eucaristica, Milano 1928, pp. 107-108. LETIERA2031. 1. Cfr. le lettere pastorali di M. Sturzo L'ottava beatitudine e Lo Per la vita interiore, Marietti, Spirito dellottava beatitudine, pubblicate in M . STL~RZO, Torino-Roma, 1940, pp. 129 e 149.


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di Cristo (sua fede e sua giustizia); nel secondo caso (il tuo) è solo il soffrire per Dio quale ne sia la causa (pazienza).Io sono in dubbio sulla seconda interpretazione. È da consigliare la ristampa in opuscolo della Enciclica di Leone XIII sullo Spirito Santo. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Puoi farmi copiare la recensione della «Civiltà Cattolica» sul libro di morale? Credo nel N. del 5 giugno.

[London, Notting Hiiìl, 1 luglio 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua del 27 scorso: su quel che mi scrivi in essa siamo di accordo. Non è sul fatto il mio dissenso, come già ti scrissi a suo tempo, è sul separatismo. Ieri ho scritto a Lovanio per avere uno studio del Padre Maréchal gesuita (uno dei più interessanti filosofi moderni), su La uision de Dieu au sommet de la contemplation d'après Saint Augustin (1930) '. Dopo averla letta te la manderò. Sto benino. Spero andare al mare e poi in campagna, se Dio lo permetterà. Prega per me. Un abbraccio, tuo Luigi

[London, Notting Hill], 10 luglio 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua del 6 stamane, al momento di partire per il mare (quest'anno è il mare d'Inghilterra che mi accoglie... un po' freddo, ma meglio che niente). Intanto l'ho letta con vivo interesse, come sempre. Ti ho spedito l'articolo del P. Maréchal: erudito, ma non apporta lumi sulla questione. Non è il problema mistico né i fatti LE~TERA 2032. 1. JOSEPHMARÉCHAL, S.J., La vision de Dieu au sommet de la contemplation d'après Sainf Augustin, Lovanio, 1930. Si tratta di un articolo contenuto in Etude sur la Psycologie des Mystiques, 2" tomo - Bruxelles, Edition Universeiie, Desclée de Brouurer, Paris, 1937, pag. 145-189. L'articolo apparve per la prima volta neiia eh'ouvelle Revue Théologiquen, t. L W , 1930.


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mistici straordinari che io discuto; ma l'interpretazione filosofica; e su questa non credo che si possa parlare di dottrina unica e indiscutibile. Sto bene. Un abbraccio di'cuore, tuo Luigi

[Shanklin, isle of Wight], 12 luglio 1939

Carissimo fratello, oggi siamo stati uniti nelle preghiere e nei suffragi per l'anima della nostra sorella maggiore, che speriamo raggiungere in cielo. Sto bene. Qui quiete e silenzio; in un convento di Suore, sopra una collina che guarda il mare e un verde magnifico di alberi e di campi. Sia lodato Dio: è un po' fresco: non pretendo trovare il bel caldo di Gela. Leggendo l'interessante studio del Sansulpiziano A. Verriele su Le surnaturel en nous et le péché originel l , trovo citato il seguente passo del l? Hugueny: «La connaissance mystique commence avec l'acte de foi surnaturelle... La grace a donné, en dépit meme du manque total d'apparences immédiates ou médiates, le sens intime, la conviction de la réalité de Dieu et du monde surnaturel. L'imagination et l'expérience sensible ne lui en disent pas plus qu'avant. Mais Dieu, perpétuellement présent dans l'&me, s'y est fait sentir par la grace à la facon dont notre ame elle-meme se manifeste intérieurement, par la conscience qu'elle prend de son activité. C'est ce commencement de conscience obscure, sans vision et sans apparences, qui fait la conviction et la vue de notre acte de foi». «Les degrés supérieurs de l'exercise du don de sagesse, dans l'oraison d'union, ne sont que le dernier épanouissement, possible sur terre, de cette conscience surnaturelle de Dieu». A parte qualche piccola riserva del Verriele sul l? Picard, ti cito ciò per farti notare come questa corrente ha cittadinanza in teologia mistica. Un abbraccio, tuo Luigi

Le surnaturel en nous et le péché originel, LETTERA 2034. 1. ANTOINEVERRIELE, Bloud et Gay, Paris, 1932. La versione italiana è di Anselmo Tommasini, o.f.m., Milano, Vita e pensiero, 1936.


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Piazza Arrnerina, 13 luglio 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua del 10. Buon sole! Qui sole e calore ne abbiamo d'avanzo. Leggerò l'articolo di P Maréchal. Tu poi, quando ti sentirai disposto, mi dirai se accetti la teoria della dissociazione come la impostai nella mia lettera del 6. Se è vero quel che dicono i mistici, che ci sono comunicazioni che Dio fa all'anima sorpassando la via dei sensi, deve, secondo me, ammettersi che, in quelle, Dio si comunica al solo spirito. Come ciò è possibile, se lo stato di composto umano, in quel momento, non è sorpassato? E possibile ciò senza una temporanea e relativa dissociazione? Io sto bene. Quest'anno al caldo non ci bado. Del resto non avrei il tempo di badarci. Le pastorali le stampa Marietti. Ho scritto una breve introduzione '. H o messo per titolo Per la vita interiore. Prego il buon Dio che si degni benedire e render feconda la sua parola annunziata in quelle dal suo indegno servo. Tu aiutami con le tue preghiere. Grazie del tuo concorso così generoso alle spese di stampa. Ti abbraccio. Tuo - t Mario

[Shanklin, isle of Wight], 18 luglio 1939

Carissimo fratello, domani l'anniversario della tua consacrazione episcopale, dirò la messa per te, e poiché è S. Vincenzo de' Paoli, per la nostra Suor Giuseppina. Sto bene. I1 tempo non mi è molto favorevole, ma quel poco di sole che arriva mi fa bene. Ricevo la tua del 13 c.m. Non ho riflettuto di proposito sulla tua teoria della dissociazione, poiché neiie ore di lavoro (quando piove come oggi) torno al mio 1. A Piazza Armerina fu costituito un comitato presieduto dal L E ~ ~ E R2035. A vicario generale Mons. Vincenzo Fondacaro che promosse la raccolta e la pubblicazione in volume delle lettere pastorali di Mario Sturzo. I1 volume apparve in occasione deile nozze d'oro sacerdotali del vescovo di Piazza Armerina per i tipi di Marietti. Cft lettera 2031, nota.

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libro, del quale sto scrivendo il Cap. 7 (sul male) l ed ho preso con me le tue cartoline del '931-32. Io non arrivo a comprendere di che natura sia la dissociazione di cui tu parli. Se essa è bio-psicologica, io non ne trovo la ragione; se invece è spirituale con effetti psicologici (secondari) quali quelli della sospensione della percezione esterna, allora non è vera dissociazione, ma apparente. Tornerò a scrivertene quando ci avrò meglio riflettuto. Ma come ti scrissi l'idea di dissociazione (o forse la parola) mi ripugna. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 20 luglio 1939

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 12. Per me non ha importanza che ci sia o no una corrente, e solo ha importanza se una teoria è sostenuta da ragioni valide. La teoria scolastica che noi conosciamo per via delle facoltà, a me sembra ben dimostrata, e tale, che non consente eccezione. L'autocoscienza non è un'eccezione, perché è la funzione cosciente dell'atto conoscitivo che si fa per via delle facoltà. L'auto-coscienza è il conoscere di conoscere. Qui nessuna difficoltà. Conoscere Dio come l'uomo si conosce conoscente conoscendo, è, per me, una proposizione senza senso. Se l'unica via della cognizione è quella delle facoltà, per quale altra via Dio si fa presente alla coscienza? I mistici parlano delle cognizioni che Dio comunica direttamente e immediatamente all'anima, e affermano che sia l'essenza della stessa anima che conosce in quei casi. Errano certamente. Anche in quei casi l'anima conosce per via delle facoltà, e solo è stato superato il concorso della sensitività. Certo l'apprendimento dell'intelletto puro è diverso dall'apprendimento dell'intelletto unito e limitato dalla sensitività. I mistici notano la differenza e poi si sbrigano con attribuirla a una funzione impossibile: l'essenza dell'anima. Però questo errore, per me, è meno grave o almeno più scusabile di quello d'ammettere pel solo Dio una LE~~ER 2036. A 1. Cfr. L. STURZO,La vera vita - Sociologia del soprannaturate, cit., p. 131.


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cognizione per via del composto umano senza che passi per le facoltà. Sto bene. Fa gran caldo. Ieri si ebbero 31 gradi centigradi in casa. Oggi fa più caldo. E anche il caldo loda Dio. Tuo t Mario PS. Quella traduzione del v. di S. Matteo ecc. fu una svista. Grazie del richiamo l .

[Shanklin, isle of Wight], 22 luglio 1939

Carissimo fratello, leggo nell'«Osservatore Romano» del 19 il sunto della comunicazione del I? Gabriele di S.M. Maddalena sull'indole psicologica della teologia spirituale. La sua definizione non mi va. Egli dice: «La teologia spirituale si può definire: lo studio teologico dell'evoluzione della vita spirituale nelle sue condizioni psicologiche». A parte la parola evoluzione impropria e che suona male a questo posto, l'idea che tutti gli stati di animo spirituali possano guardarsi come «condizioni psicologiche» è semplicemente inadeguata. Inoltre, io non trovo gran differenza tra il fattore psicologico nella teologia morale da quello nella teologia spirituale. Guai se la prima non ne tenesse conto e pretendesse guardare le colpe e le opere buone, i vizi e le virtù come fatti obiettivi e categorie intellettuali; cadrebbe tutta la teologia morale. Il Diritto oggettiva quasi completamente l'azione umana, perché la guarda nel suo rapporto esterno sociale, come concretezza giuridica; non la Morale, almeno per la parte che non confina con il Diritto sia canonico che civile. Da tempo io cerco una vera definizione della teologia spirituale. Sto bene. Spero trovare tue notizie tornando a Londra. Un abbraccio, tuo Luigi Mi piace il tuo titolo Per la vita interiore.

LETTERA2037. 1. Cfr. lettera 2031.

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Piazza Armetina, 23 luglio 1939

Carissimo fratello, ti ringrazio assai della S. messa celebrata per me il 19. La nostra santa sorella Suor Giuseppina non morì il 20 luglio, ma il 20 gennaio. La parola non ti piace? Leviamola; purché c'intendiamo sul concetto. Io dunque ammetto quel che dicono i grandi mistici s d e cognizioni che Dio comunica senza farle passare pel tramite della sensibilità; lo ammetto sulla lor parola. Essi lo sanno per esperienza soprannaturale. Nego però la lor spiegazione. No, quelle cognizioni non'son fatte dalla essenza dell'anima. Come dunque awengono? Dio lega la sensibilità e l'intelletto e la volontà, dicono i grandi mistici. Io preciso: Dio lega la sensibilità; Dio comunica le sue cognizioni al mistico per le vie dell'intelletto nella sua pura spiritualità. L'intelletto agisce in tale pura spiritualità perché la sensibilità è stata legata. Che cosa è un'intuizione dell'intelletto nella sua pura spiritualità? Noi lo ignoriamo. I mistici ne hanno la esperienza, ma usciti dallo stato mistico non se ne ricordano che in confuso, proprio perché l'intelletto torna a esser condizionato dai sensi. Questa è la mia teoria senza la parola dissociazione. Mi risponderai, quando avrai forze, tempo e voglia. Fa gran caldo. Insolito. Sto bene. Ti abbraccio. Tuo Mario

[London, Notting Hill], 25 luglio 1939 Festa di S. Giacomo

Carissimo fratello, tornato qui ho avuto la tua del 20. Mi dispiace tanto contraddirti, ma io credo che è bene porti avanti delle considerazioni diverse, perché tu possa tenerne quel conto che meritano o anche rigettarle a ragion veduta. Tu dici: «la teoria scolastica che noi conosciamo per via delle facoltà a me sembra... che non consenta eccezioni». Ora, chi tiene tale teoria, la concilia meglio con quella del P de Guibert sulle specie infuse che non con la tua separatista.


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Ma chi (come me) crede che l'anima e le sue facoltà non sono che lo stesso e che le facoltà si rilevano solo per l'influsso dell'anima sui sensi e dei sensi sull'anima, come atti dell'unico principio, non c'è bisogno né della dissociazione né delle specie infuse: Dio opera sull'anima, come dicono i mistici, intendendo che in tale operazione non sono impegnati i sensi. La sospensione del concorso sensitivo non porta, secondo me, una separazione vitale, ma solo una sospensione psichica. Ma in tutto ciò siamo troppo nel campo delle ipotesi e dell'opinabile. Come stabilire una dottrina sicura da essere accetta a tutti? Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 31 luglio 1939

Carissimo fratello, il 13 Gabriele di Santa Maria Maddalena è un mistico di valore. Anni fa di lui ti mandai la monografia sulla mistica di San Giovanni della Croce l . Questa del fattore psicologico ecc. è una semplice virtuosità. La definizione della teologia mistica del de Guibert è buona, è esatta. Potrà forse formularsi meglio, ma la sostanza c'è. Non ho nulla da perdonare al tuo dissentire circa la mia teoria della cognizione mistica. Se la tua mente dissente, deve dissentire la tua parola. Però, secondo me, non è vero che le facoltà «si rilevano solo per l'influsso dell'anima sui sensi*; anche l'anima separata conosce con l'intelletto, vuole con la volontà, ricorda con la memoria. Solo in Dio la semplicità è massima ed assoluta. Poi io non ho mai parlato di dissociazione vitale, anzi non l'ho nemmeno pensato. E ricordo di averti scritto che la dissociazione di cui io parlavo era temporanea ed accidentale. Ma già, come ti scrissi nella mia ultima, io lascio là la parola dissociazione. Tu intanto, come leggo nella tua del 25, accedi alla teoria dei mistici che ammettono la cognizione per via dell'essenza dell'anima. Questo, almeno per ora, è il punto da chiarire. Spero aver tempo per scriverti quel che su questo argomento insegna S. Tomrnaso. Sto 1. P. GABRIELE DI SANTAMARIAMADDALEVA, San Giovanni ' L E ~ R 2041. A della Croce, dottore dell'amore divino, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1936.


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bene; un po' oppresso dal caldo. H o per giunta il lavoro della correzione delle bozze delle pastorali. Prega per me. Ti abbraccio. Tuo t Mario

[London, Notting Hill], 31 luglio 1939

Carissimo fratello, stamane sento da Nelina che Don Giovanni si è fatto male a un braccio ed è a Caltagirone. E tu come fai senza? Chi lo surroga? Attendo tue notizie. Ebbi la tua del 23. Tu dici: «Dio comunica le sue cognizioni al mistico per le vie dell'intelletto nella sua pura spiritualità. L'intelletto agisce in tale pura spiritualità ... noi ignoriamo che è un'intuizione dell'intelletto nella sua pura spiritualità». Tu così sostituisci intelletto a anima o essenza dell'anima che è usato dai mistici. Ora, l'intelletto in pura spiritualità è l'anima stessa in quanto intellettiva. La differenza è nella terminologia, non nella sostanza. Detto ciò, siamo di accordo. H o letto la lettera sullo Spirito dell'8" Beatitudine e attendo il resto. Per commodo dei lettori è meglio pubblicare la lettera tutta in un numero e se troppo lunga farne un'altra. Sto bene. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Buckfast, 4 agosto 1939

Carissimo fratello, speravo di ricevere tue notizie, intanto mi arriva una lettera di Mons. Fondacaro, che mi dice che sono arrivate le bozze del tuo libro di lettere. Ne sono contento. Nelina mi scrive che Don Giovanni è tornato a Piazza. Gli dirai quanto ho pregato per lui e sono contento che è già con te. Dirai a Mons. Fondacaro che ricordo di avere avuto due sue lettere in giugno, forse anche tre ma non posso confermarlo con sicurezza. In genere, tutta la posta LETIZRA2043. * Cartolina postale intestata: St. Mary's Abbey, Buckfast, South Devon.


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mi arriva. Sto bene e qui nella pace benedettina, in una campagna bellissima. Peccato che il tempo è fredduccio e piovoso. Ma non tutto può aversi come si desidera e forse, anzi certo, quel che arriva è il meglio. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Buckfast, 6 agosto 1939 Trasfigurazione

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 31 arrivatami qui. Io non fo mia la tesi dei mistici: io me la spiego. Per conto mio non vedo che la teoria delle facoltà come distinte dall'essenza possa resistere fuori della vita temporale e spaziale. L'angelo è spirito che intende e vuole. Può concepirsi uno spirito in un mondo a-temporale, che cessi d'intendere e di volere? La necessità di distinguere spirito in atto (anima vivente) e facoltà in potenza e atto (intelletto e volontà) è propria del composto umano vivente la vita dei sensi spaziale e temporale. Se si sospende la vita sensitiva per azione misteriosa, tutta l'anima è in atto sotto tale azione. Potresti concepire un'anima in atto (fuori del corpo) senza intendere e senza volere sempre in atto? Sto bene nello spirito e nel corpo. Un abbraccio, tuo Luigi

Piazza Armerina, 7 agosto 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua dal luogo del tuo ritiro spirituale. Giovanni lentamente migliora. Vincenzo ti aveva fatto gli auguri per S. Luigi, e anche D. Giovanni. La tua teoria che nega le facoltà all'anima in quanto spirito, è contraria alla dottrina di S. Tommaso a cui io aderisco. Questo filosofo ammette le facoltà anche negli Angeli che LETTERA2044. *'cartolina postale intestata: St Mary's Abbey, Buckfast, South Devon.


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sono sostanze spirituali non ordinate a corpo sensibile. Leggi nella Somma teolog. p. I. la quist. 54 È esauriente. Negando le facoltà si cade necessariamente nel panteismo, owero, nell'idealismo moderno. Io non cito i vari testi, ma se vuoi lo farò volentieri. I mistici, per lo meno, su ciò, contraddicono al Maestro dei Maestri. Sto bene. Fa caldo A i c a n o da un pezzo. Mi gode l'anima sapendo che gusti la pace benedettina di codesto luogo. Oh S. Benedetto! Come mi è caro questo Santo. E a lui spesso mi raccomando. E tu prega pel tuo vecchio fratello il quale, a sua volta, sempre prega per te. Tuo t Mario

'.

[London], 13 agosto 1939

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 7 c.m. Non nego le facoltà dell'anima, ritengo che tali facoltà non siano che la stessa sostanza spirituale; se unite al corpo (com'è per natura) non possono essere attuate che dai sensi; se separate, si attuano nella e per la sostanza spirituale, cioè sono sempre in atto. Non dico che sono «l'atto» come è in Dio; dico che sono sempre in atto. S. Bonaventura per evitare ciò, opinava che angeli e anime separate avessero una specie di involucro spiritualizzato. L'importante è di fissare che negli uomini e negli angeli (come in tutto il creato) essenza ed esistenza non sono identiche, come in Dio. Ora l'essenza dell'uomo non è l'anima, ma l'umanità; e quando i mistici dicono essenza dell'anima, intendono natura o sostanza. Ed essendo l'anima semplice (ma non atto puro) sostanza e facoltà vengono distinte per carattere e funzioni non per sostanza e natura. I mistici dovrebbero usare la parola sostanza e non essenza, owero anche la parola facoltà, dicendo che queste funzionano (nel caso speciale) per la sostanza spirituale e non in unione ai sensi. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

LEI-ERA 2045.

1. Cfr. lettera 2047.


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Piazza Armerina, 14 agosto 1939

Carissimo fratello, ecco la dottrina di S. Tommaso circa la cognizione degli Angeli: aRespondeo. Dicendum quod nec in Angelo nec in aliqua creatura, virtus ve1 potentia operativa est idem, quod sua essentia. Quod sic patet. Cum enim potentia dicatur ad actum, oportet quod secundum diversitatem actuum sit potentiarum diversitas: propter quod dicitur, quod proprius actus respondet propriae potentiae. In omni autem creato essentia differt a suo esse, et comparatur ad ipsum, sicut potentia ad actm . . . Actus autem, ad quem cornparatur potentia operativa, est operatio. In Angelo autem non est idem intelligere et esse: nec aliqua alia operatio aut in ipso, aut in quocumque alio creato est idem, quod eius esse. Unde essentia Angeli non est eius potentia intellettiva» (I, 54, 3, C). «Si intelligere Angeli esset sua substantia oporteret, quod intelligere Angeli esset subsistens. Intelligere autem subsistens non potest esse nisi unum, sicut nec aliquod abstractum subsistens. Unde unius Angeli substantia non distingueretur neque a substantia Dei, quae est ipsum intelligere subsistens; neque a substantia alterius Angeli. Si etiam Angelus ipse esset suum intelligere, non posset esse gradus in intelligendo perfectius et minus perfecte, cum hoc contingat propter diversam participationem ipsius intelligere» (1. c., 3, c.) l . Per questo nella mia precedente scrissi che, negate le facoltà, si cade nel panteismo o nell'idealismo moderno. Sto bene. I1 caldo continua. Da un mese siamo in Affrica addirittura. Prega per me, e credimi in Corde Jesu, tuo t Mario

[London, Notting Hilil, 18 agosto 1939

Carissimo fratello, non so perché ti sei data la pena nella tua del 14, di trascrivermi il passaggio di S. Tomaso. I punti fermi della teoria LETTERA2047. 1. La citazione esatta è I, 54, 1, C.


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tomistica (distinzione reale di essenza ed esistenza e di potenza e atto) non sono da me in alcun modo attenuati. (Del resto Suarez, che non accetta la distinzione reale di essenza ed esistenza, non è accusato affatto di panteismo o idealismo. Ma ciò non ha importanza per la discussione attuale). Prendi il caso dell'anima: essa come forma del corpo è sempre in atto dal momento della sua infusione nel corpo fino alla separazione per la morte. Ma nessuno dirà che prima di essere in atto non era in potenza (prima sia logicamente che temporalmente); e nessuno dirà che la sua esistenza come forma del corpo sempre in atto sia identica alla sua essenza - (ciò sarebbe se si dicesse che l'anima è un atto posto da sé sempre autoponendosi: cosa che io non ho né pensato né detto). Allo stesso modo, l'anima dopo la morte, in uno stato a-temporale, è in potenza forma del corpo, ma è in atto sostanza spirituale, cioè in atto intende e vuole. Così conchiudevo la mia del 6 c.m. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

Piazza Armerina, 21 agosto 1939

Carissimo fratello, la tua alla quale ti riferisci porta la data del 13, la mia che riporta S. Tommaso quella del 14. Se io avessi ricevuta quella cartolina, non avrei riportato quei passi. Però ancora il dissenso dura, perché tu in fondo, riduci a nulla le potenze delle sostanze spirituali pure. E perciò debbo ancora richiamarmi a S. Tommaso il quale sostiene che le facoltà negli Angeli sono accidenti (I, 54, 3, 2). Che poi l'Angelo sia sempre in atto, non muta il problema; è sempre in atto e sempre in potenza. 11 suo conoscere non è puramente il suo essere, ma un suo atto che presuppone un oggetto da conoscere, una relazione conoscitiva, un'azione dell'oggetto sul soggetto. Quelli che negano la distinzione tra essenza ed esistenza, non pongono il problema come lo pone S. Tommaso. I1 problema va posto per distinguere l'essere di Dio da quello d'ogni creatura. Mora solo si vede la ragione e la verità della differenza tra essenza ed esistenza. Io però non comprendo la tua ripugnanza ad ammettere che i puri spiriti conoscono con l'intelletto e vogliono


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con la volontà. Ma puoi tu sul serio ammettere che conoscere e volere siano atti dello stesso ed unico principio immediato? Sto bene. Fa ancora gran caldo, però meno bruciante. Dammi le tue nuove e prega pel tuo t Mario

[London, Notting Hill], 24 agosto 1939

Carissimo fratello, l'ultima tua è del 14 c.m. Spero avrò tue notizie in giornata. Nel manuale di indulgenze che mi hai fatto inviare, al Primo Venerdì del mese è detto che l'indulgenza plenaria è concessa anche se fatto in privato, con preci di riparazione, per chi non può intervenire al pio esercizio fatto in pubblico. Ora io ogni lo venerdì dico la messa del S. Cuore (secondo la liturgia) nella Cappella del Convento di suore, le quali poi cantano un mottetto e si espone il Sacramento per tutto il giorno. Non ci sono preghiere comuni la mattina - forse durante il giorno. Naturalmente non posso trovarmi alla parrocchia dove si dice la messa alla stessa ora. Non so se la sera si fa qualche speciale funzione alla parrocchia. Credo che l'inddgenza plenaria si acquista lo stesso. È condizione necessaria recitare l'atto di riparazione? e basta da solo? Sto bene, per quanto so&o un po' di debolezza. Preghiamo per la pace e che sia fatta in tutto la volontà di Dio. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

[London, Notting Hili], 26 agosto 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua del 21 c.m. Che vuole dire che le facoltà (deli'anima o dell'angelo) sono accidenti? Lo spirito in tanto è spirito in quanto è essenzialmente intellettivo. Puoi concepire uno spirito che non abbia intelletto (e perciò anche volontà) così come si concepisce un corpo senza anima intellettiva? L'essenza del


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corpo, in quanto tale, è di essere dimensione. Puoi concepire un corpo (reale) senza dimensione? (solo nel miracolo eucaristico). È perciò che secondo la tecnica scolastica la dimensione nel corpo è un accidente, ed è ailo stesso tempo la sua essenza, la corporeità. Così dello spirito: l'intellettività è essenziale alla sua natura. L'uomo si definisce animale ragionevole. I1 ragionevole è la specie, l'essenza specifica. Gli scolastici concepivano analiticamente, così potevano darsi il lusso di una classifica degli enti tale da arrivare all'eccesso. Non nego l'analisi astrattiva, ma me ne guardo. Tu domandi il perché della mia «ripugnanza ad ammettere che i puri spiriti conoscono con l'intelletto etc.». Niente ripugnanza purché intelletto e volontà siano lo stesso spirito nella sua attività specifica. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi

Piazza Armerina, 27 agosto 1939

Carissimo fratello, ricevo la tua. Per l'indulgenza ho bisogno di consultare qualche libro. Ti risponderò, come spero, la prossima volta. Mons. Fondacaro è a Milano per la settimana di studi presso l'università del S. Cuore. Ma io posso provvedere senza mio incomodo, perché ho le riscossioni semestrali. Conosci tu la Vita di Gesti di Vito Fornari l? Devo credere che non la conosci. Io, quando, anni or sono, fu ripubblicata, mi a£Erettai a farla acquistare al Seminario. La presi in mano appena giunta. Delusione. È del tipo di quei lavori del tempo nei quali, più che positivi, sono speculativi, di una certa filosofia o speculazione che io non so definire, anche perché non ricordo in concreto quel che mi disgustò. Certo che ne lessi forse un volume, e non ebbi il coraggio d'andare avanti. LETTERA2052. 1. Cfr. lettera 1281 nota. In data 21 agosto L.S. scrive a mons. Fondacaro la seguente cartolina: «Caro Monsignore, per il mio lavoro sulla Vita soprannaturale vorrei avere la Vita di Ges& Cristo di Vito Fornari, della quale recentemente si è fatta una nuova edizione credo presso la Internazionale di Torino e che costa L. 75. T i prego di procurarmela e di farti dare le lire 75 da mia sorella. Sto bene. Spero avere presto il volume delle lettere di mio fratello. Come va la tua salute? Fai la cura che ti scrissi a nome del mio medico? (non ricordo bene il nome della medicina enofen o chenofen?). Tante cose a tutti. Credimi affmo. Luigi».


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Comunque, potendo le mie essere impressioni personali e un po' fantastiche, se vuoi l'opera, te la farò subito spedire dall'editore. I o stamani sono un po' raffreddato. Non posso ancora dire se si tratta di raffreddore semplice. Preghiamo, sì, preghiamo. Occorrono molte preghiere e penitenze. Non mi far mancar le tue nuove. E prega un po' anche per me. Tuo t Mario

[London, Notting Hiiil, 29 agosto 1939

Carissimo fratello, ti scrivo senz'aspettare la tua cartolina, per sentirmi a te vicino in questi giorni trepidi e di preghiere intense. Dimmi come è tradotto dal Martini il passo di San Luca XII, 29 «nolite in sublime tolli*. Bossuet nel discorso su l'acte dabandon à Dieu scrive: «et comme dit le meme Sauveur en Saint Luc: Ne uous laissez point éléver en haut et comme tenir en suspens entre le ciel et la terre, incertain de quel c6té vous allez tomber; mais laissez-vous doucement tomber entre les bras secourables de votre Père céleste» l . Il che non mi sembra il senso del testo. Nella Bibbia in italiano dell'Editrice Fiorentina (I Vangeli sono tradotti da Castoldi) si legge «non vi tormentate lo spirito». I1 che è forse più vicino al testo greco che non ho sottomano. Sto bene. Prega per me come io sempre per te e Nelina. Un abbraccio, tuo Luigi

London, 3 settembre 1939 32 Chepstow Viilas, W. 11

Carissimo fratello, sto bene, confidente in Dio, tranquillo. Prega per me. Tante L E ~ 2053. A 1. Discours sur I'acte d'abandon i Dieu in Oeuvres de Messire Jacques-Benigne Bossuet évéque de hleaux, Paris, 1743-1753, tomo H. LETTERA2054. 1. L)a questa lettera L.S. comincia a mettere il mittente: uFrom Luigi Sturzo 32 Chepstow Viilas, London W. Il», per ottemperare aUe prescrizioni postali, intervenute con la dichiarazione di guerra dell'hghilterra contro la Germania.


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cose a tutti. H o scritto a Nelina a Caltagirone e a Taormina a mare dando mie notizie. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina, 4 settembre 1939

Carissimo fratello, ricevo oggi la tua del 29 agosto. Io ti scrissi il 27 ,e ti parlai della Vita di GesZr del Fornari che per me fu una delusione. Ciò ti dicevo nel caso che tu non l'avessi mai letta. Aspetto tua risposta per fare o no la commissione. I1 passo del Vangelo di S. Luca dal Martini e dal Fillion è tradotto in modo letterale. In nota però tutti e due dicono che significa non voler avere pensieri o desideri vani. I1 Crampon traduce in questo ultimo modo. I1 Fillion dice che questa è la traduzione più vera badando ai molti sensi della parola greca. S. Tommaso afferma che negli Angeli non solo ci sono accidenti, ma ci devono essere. S'intende accidenti che non sono pure accidentalità. S. Tommaso per me ha ragione, perché anche i puri spiriti sono relativi. Dunque anche in loro ci dev'esser la potenza e l'atto, la sostanza e gli accidenti. Se no, non si individualizzano e si confondono col puro Essere. Gli Angeli pensano e vogliono sempre, non però essentialiter. Senza un oggetto da conoscere, non conoscerebbero oggettivamente. Son sempre in atto conoscitivo, perché son sempre in dei rapporti conoscitivi. E siccome conoscere e volere sono due atti diversi, così domandano due diverse potenze. Se conoscessero e volessero con la loro essenza, il loro conoscere e volere sarebbe essenziale come in Dio, cioè sarebbe la loro stessa essenza. Sto bene. Son tranquillo in Dio, nel quale è sempre pace. Prego per te. Tuo t Mario Voglia gradire i miei distinti e riverenti ossequi. Giovanni


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2056 * London, 6 settembre 1939 32 Chepstow Viiias, W. 11

Sto bene, abbraccioti Luigi

London, 7 settembre 1939 32 Chepstow Villas, W. 11

Vivissimi auguri per onomastico. Sto bene Luigi

London, 10 settembre 1939 32 Chepstow Viilas, W. 11

Carissimo fratello, l'ultima tua che ho ricevuto è del 27 agosto, nella quale mi parlavi della Vita di Gesù di Fornari; io ti risposi il 31 agosto di non spedirmela. Le due mie cartoline inviate prima di questa, sono del 26 agosto (sulla questione delle facoltà dell'anima e degli spiriti puri) e del 28 agosto sul passo di S. Luca «nolite in sublime tolli». Dopo di queste tre, ti ho scritto cartoline solo di saluti (nella speranza che ti arrivassero più presto) cioè, il 3, il 6 e il 7 settembre. Martedì dirò la S. Messa per te, la tua Diocesi e le tue intenzioni. Sto bene. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

L E ~ 2056. A *Cartolina iiiustrata: Houses of Parliament and Westminster Bridge. LE2057. * Cartolina iiiustrata: Pool of London and Tou1c.r Bridge.


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Piazza Armerina (Enna), 14 settembre 1939

Carissimo katello, la tua ultima è del 29 agosto. Dopo silenzio. Spero che si tratti di disguido postale. Io sto bene e, con la grazia di Dio, lavoro così, che il tempo fugge ed io non me ne awedo.Ti tengo sempre presente nelle mie preghiere. La santa fede e il santo amore ci unisce. Ed io ti sento presente. Poi, come speriamo, la nostra unione in Cielo sarà piena ed eterna. Com'è buono il Signore! Ci dà la pace e il gaudio dello Spirito Santo anche quando la vita presente non ci dà che pene e tribolazioni. Amami nel Signore, prega per me e dammi le tue nuove. Tuo t Mario

London, 14 settembre 1939 32 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, finoggi nessuna tua cartolina mi è arrivata, dopo quella del 27 agosto. Perché mi arrivino presto per ora scrivi solo qualche saluto e un sto bene in cartoline illustrate. Così io ho tue notizie. Fra giorni spero ritornare all'abazia benedettina di Buckfast. Te ne scriverò quando sarò là. Tu per ora scrivimi qui come pel passato. Sto bene. Unione di preghiere e di offerte a Dio. Dirò la S. Messa pel tuo 500 sacerdotale. Con tutto l'affetto, tuo Luigi

London, 17 settembre 1939 32 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, solo ieri ho ricevuto la tua del 4 sett. In essa non mi dici di LETTERA2060. * Cartolina illustrata: Tower Bridge and Tower of London.


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rispondere alla mia del 26 agosto, ma dal senso di quel che scrivi posso supporre che l'hai presente. Comunque, poiché io ho sempre dichiarato che in ogni creatura distinguo essenza ed esistenza, potenza ed atto, la questione delle facoltà è risoluta. Le mie critiche agli scolastici non intaccano la teoria fondamentale. Così ritorniamo alla posizione della mia cartolina del 25 luglio. I mistici usano la parola anima o essenza dellanima escludendo le facoltà nel contatto diretto con Dio, per farci capire che i sensi non operano; e perché, in questa vita, intelletto e volontà non potrebbero agire senza i sensi, così essi escludono le facoltà. Questo e non altro vogliono i mistici. I1 loro non è (fortunatamente) un linguaggio strettamente scolastico, ma un linguaggio comune. Mi sapresti dire come uno scolastico interpreterebbe le celebri hasi di S. Francesco di Sales: la cime de lJésprit,la fine pointe de l'ésprit o de la uolonté? Sono frasi per far capire quel che i termini tecnici non ci danno. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi Ti ho spedito il libro sul Concilio di Trento.

Buckfast (Devon), 21 settembre 1939 St. Mary's Abbey

Carissimo fratello, oggi ho celebrato per te e la tua diocesi. Quanti ricordi in questo mezzo secolo; e quanto bene Dio si è degnato di fare a tuo mezzo. Sia sempre lodato e ringraziato Dio. Io sono da ieri sera in questa Abazia benedettina, e mi è piaciuto celebrare il tuo 500 sotto la protezione di S. Benedetto. Sto bene. Prosieguo nel mio lavoro. Prega per me. Non mi mandare cartoline illustrate, sono proibite. .Così le parecchie che ti ho spedito forse non ti saranno arrivate. Io non lo sapevo. Li 17 ti ho scritto una lunga cartolina, spero ti sarà arrivata. Tante cose a Don Giovanni e a Mons. Fondacaro. Attendo il volurnetto delle tue Lettere. Scrivi a questo indirizzo fino a che ti tornerò ad awisare di qualche cambiamento. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


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Piazza Armerina (Enna), 23 settembre 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto le tue ultime tre cartoline con gli auguri onomastici e giubilari. Ti ringrazio di cuore delle messe celebrate per me. E son grato alla diocesi ed agli amici delle lor preghiere, e, ai più intimi, delle ss. messe celebrate o fatte celebrare per me. Mi è parso d'essere sotto una pioggia di misericordie, £rutto delle altrui preghiere per l'anima mia. E mentre ringrazio il Signore, lo prego a concedermi la grazia d'una più fedele corrispondenza. Feci il pontificale il 21, senza stancarmi, e stetti tutto giorno a ricevere. Molta folla in Chiesa, molto raccoglimento. L'obolo della messa giubilare, ceduto per l'opera della presemione della fede ha superato ogni previsione. Il volume delle pastorali arrivò in tempo, e così la pastorale giubilare. Tutto in punto, tutto intimo, nella pace del raccoglimento. Non so come ringraziare Dio, la diocesi, i parenti e gli amici di tanto bene. Sto bene. Il Martini, come ti scrissi, traduce alla lettera il passo del Vangelo di S. Luca. Prega per me, e credimi con riconoscente affetto, tuo t Mario Vescovo Riverenti ossequi. Mi benedica. Giovanni

Buckfast (Devon), 26 settembre 1939 St. Mary's Abbey Festa della Beata Lucia di Caltagirone

Carissimo fratello, dal 29 agosto ad oggi ti ho inviato 8 cartoline e questa è la nona. Qualma, spero, ti sarà arrivata. Io ho ricevuto la tua del 4 e oggi quella del 14 corrente mese. Bisogna abituarci a queste intermitteme postali. Sto bene. Sono qui per qualche tempo all'ombra di S. Benedetto. Spero avere presto notizie tue e di Nelina e ricevere il tuo volume di Lettere spirituali l . Così le leggerò con più agio che non nel Periodico. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi LETTERA2064. 1. Per la vita interiore, cit.


LUIGI E hMRIO STURZO

- CARTEGGIO

Piazza Armerina, 1 ottobre 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 17 settembre, e poi quella del 4 e poi quella del 7. Grazie degli auguri. I mistici parlano del conoscere con l'essenza dell'anima in senso diverso da come nella cart. del 17 ne parli tu. Essi non solo escludono il concorso dei sensi, ma espressamente escludono il concorso dell'intelletto e della volontà in dati gradi della vita mistica. S. Francesco di Sales non si occupa di tali problemi; egli mira ad altro. La sua mistica ha caratteri propri. In lui la frase - punta dello spirito, o essenza dell'anima non vogliono esser che espressioni usuali nella mistica. Invece per es. in santa Teresa hanno un carattere marcato per indicare una speciale esperienza. Essa non fa filosofia e nemmeno conosce questa disciplina. Però afferma con gran vigore e intelligenza un fatto. Questo fatto io voglio interpretare. Ed io troio che si deve intendere nel senso che intelletto e volontà funzionano in modo puro, senza il concorso dei sensi. Sto bene. Prego per te. E mi raccomando alle tue preghiere. Tuo t Mario

Teignmouth (Devon), 5 ottobre 1939 St. Scolastica's Abbey

Carissimo fratello, un pensiero a te al mio arrivo in questa Abazia. Vi è ogni giorno l'Esposizione del S.mo Sacramento. Sto bene. Un abbraccio ,di cuore, tuo Luigi

Teignmouth (Devon), l0 ottobre 1939 St. Scolastica's Abbey

Carissimo fratello, le difficoltà postali ci rendono assai distanti: fortunatamente


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siamo uniti nella preghiera. L'ultima tua è del 14 settembre e quella di Mons. Fondacaro del 16. Io ho risposto a lui il lo ottobre. A proposito: l'attuale indirizzo di Vaussard è Jemeaux (C6te d'or), Francia. A te ho scritto il 17, 21, 26 sett. e il 5 di questo mese. Sto bene. Lavoro e prego. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Teignmouth (Devon), 16 ottobre 1939 St. Scolastica's Abbey

Carissimo fratello, avevo letto sabato scorso la corrispondenza sull'«Osservatore Romano» circa la tua festa giubilare l , ora ricevo la tua cartolina del 23. Come vedi, la posta reca tre settimane di ritardo. Godo tanto delle consolazioni che hai avuto per la tua festa e ringrazio il Signore che è cosi buono con te e con tutti quelli che lo amano e lo servono in purità di cuore. Sto bene. Vorrei il libro di Piero Chiminelli, Lo Spirito Santo cuore della Chiesa, Editrice A.V.E. Roma, 1939 Lire 10. Ne ho letto la recensione di Padre Ceresi nell'«Osservatore Romano» del 22 settembre 2. Un abbraccio di cuore. Tanti saluti a Giovanni, tuo Luigi

LEITERA2068. 1. Festa episcopale a Piazza Armerina in «L'Osservatore Romano», 24 settembre 1939. 2. Padre Ceresi raccomanda vivamente la lettura del libro di Chiminelii, «tredici capitoli nei quali la dottrina deiio Spirito Santo è esposta con abbondante e ben digerita emdizione, senza gravezze teologiche né aridità catechistiche, con calore di esposizione, con vivacità di stile, con ricchezza di esperienze spirituali». Un libro, dunque, attraverso il quale, secondo padre Ceresi, anche il lettore più digiuno di teologia può riscoprire la profonda funzione deiio Spirito Santo, cosi presente nelle prime generazioni di cristiani e poi sempre più dimenticato. Cfr. CERESI,LO Spirito Santo cuore della Chiesa in «L'Osservatore Romano», 22 settembre 1939.


LUIGI E MANO STURZO - CARTEGGIO

Teignmouth (Devon), 20 ottobre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, ho ricevuto 5 copie del tuo Per la vita interiore. Che piacere ad averlo: così rileggerò le lettere con più agio e gusto che non in un foglio. Ricevo anche la tua del I ottobre. Tu puoi vedere da molte delle mie cartoline che siamo di accordo in ciò che si possono dare momenti mistici in cui Dio si dà a conoscere all'anima senza ausilio dei sensi. Il che importa che intelletto e volontà funzionano distaccati dai sensi. Poiché Santa Teresa non è filosofo, forse credeva che l'intelletto per funzionare avesse sempre bisogno dei sensi (come è normale in questa vita) così parla di essenza; ma proprio perché non è filosofo non bisogna dare alla parola «essenza» il senso rigoroso degli Scolastici. Lo stesso di quel che si fa per S. Francesco di Sales, il quale conosceva la filosofia. Sto bene. Prego per te e la tua diocesi. Un abbraccio di more, tuo Luigi 2070 Piazza Armerina (Enna) Vescovado, 23 ottobre 1939

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 4 e ora ricevo la tua del 10. Io ti mando regolarmente le mie notizie. Se non ti arrivano le mie cartoline, certo ti pervengono le mie orazioni. Io prego tanto per te e ne& preghiera ti sento tanto vicino a me. Sto bene. Ho predicato il ritiro ai pp. oblati, poi al Clero, ora lo predico al seminario. Desidero sapere se hai ricevuto il volume delle lettere pastorali e se ricevi l'«Angelo della Famiglia». Ti abbraccio. Tuo iMario Vescovo Voglia gradire i miei riverenti e rispettosi ossequi. Mi raccomando alle sue fervorose preghiere. Giovanni


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Teignmouth (Devon), 26 ottobre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, questa per i più fervidi auguri per il tuo compleanno. Che Dio ti conservi all'affetto e stima e venerazione dei tuoi diocesani e nostra. Dirò la S. Messa per te. Forse questa ti arriverà con ritardo, ma l'affetto è sempre presente. Ricevo le copie della tua pastorale, che avevo letto in questi giorni (e mi è servita per meditazione) nell'«Angelo deila Famiglia» di settembre. Sto bene e lavoro. Il tempo è stato mite: ora freddo di nuovo, e così ci approssimiamo ali'inverno. Ma verrà una primavera eterna. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

London, 4 novembre 1939 32 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, ho ricevuto la lettera di Mons. Fondacaro e la copia della lettera del Papa a te, di che sono stato assai lieto. Sono qui da qualche giorno per diversi affari e domani o lunedì a Dio piacendo tornerò ail'Abazia di Teignmouth. Sto bene, per quanto un po' stanco. Mi piglierò qualche giorno di riposo. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Teignmouth (Devon), 9 novembre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, tornato qui trovo la tua del 23 ottobre con i saluti di Giovanni, che gli ricambio cordialmente. Godo tanto a sapere che tu predichi così di continuo gli esercizi spirituali al clero e al


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LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO

seminario e agli oblati. Quanto bene che il Signore si degna di benedire. Io continuo il mio lavoro di correzione della Vita Soprannaturale così occupo il tempo di questa soave solitudine. La mia salute discreta. Un abbraccio di cuore, tuo . Luigi

Piazza Armerina (Enna) Vescovado, 10 novembre 1939

Carissimo fratello, grazie degli auguri pel mio natalizio. Mi giunsero il giorno otto, sempre in tempo però per essermi assai grati. A mia volta auguro a te ogni bene pel tuo natalizio. Quel giorno, a Dio piacendo, celebrerò per te e per la sorella la S. Messa. Saper che hai fatto la santa meditazione servendoti della mia povera pastorale Le vie del santo amore, mi ha tanto edificato. Come sei buono, fratello amatissimo. Qui continua il tempo sereno e caldo. Ci sentiamo, non già in autunno avanzato, ma in estate. La campagna soffre, e soffriamo un po' anche noi. Io sto bene e lavoro con tutte le povere forze che mi rimangono. Sarò felice se il buon Dio mi concederà di morir lavorando per Lui. Ti abbraccio. Tuo t Mario 2075 Teignmouth (Devon), 17 novembre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, l'ultima tua è del 23 ottobre mentre le ultime di Nelina sono del 4 e 9 novembre. Forse, scrivendomi di teologia la censura mette da parte le cartoline per un accurato esame. Da circa una settimana sto poco bene: molto debole e molta palpitazione. Il medico dell'abazia mi ha prescritto riposo, niente che riposo; anche riposo mentale. Così mi sostengo con le preghiere vocali e a guardare la campagna. Del resto sto bene. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


ANNO 1939

Piazza Arrnerina (Enna), Vescovado, 17 novembre 1939

Carissimo fratello, spero che abbi ricevuta la mia del 10 che ti recava gli auguri pel tuo natalizio. Sono stato per un giorno a casa: Nelina sta bene. Abbiamo parlato di te e della corrispondenza tanto lenta. Andai col mal tempo e con tempo peggiore tornai, senza inconvenienti però, e ne ringrazio il buon Dio. Hai ricevuto il Chiminelli, Lo Spirito Santo Cuore della Chiesa? Sento che sei stanco. Riposati e non lasciare aggravare il male. Ripenso alla quistione delle cognizioni mistiche senza concorso dei sensi. Come ciò può awenire? Certo, impedendo questo concorso. E come può esso impedirsi se non per via di temporanea e relativa dissociazione, non deli'anima dal corpo in modo totale (sarebbe la morte), ma solo della sensitività umana col principio conoscente che l'anima. Insomma, senza voler ora determinare i limiti, una dissociazione è necessaria per spiegare il fatto. Tu, se non ti recherà fastidio, mi dirai il tuo pensiero, cioè, come spieghi tu il fatto. In unione di preghiere credimi aff.mo fratello t Mario Vescovo

Teignrnouth (Devon), 24 novembre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua ultima. Ancora sono a riposo, proibito lo scrivere, il leggere, anche dir messa, per le scale da fare. Pazienza. Del resto sto bene, prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

Teignmouth (Devon), 2 dicembre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, ho avuto la tua ultima e vorrei rispondere alla tua questione del come possa avvenire la sospensione di ogni senso. Ma sono ancora tra il letto e il sofà. Ancora non dico messa: ho la S. Comunione in camera. Così il riposo fa il suo profitto. Appena meglio ti scriverò. Prega per me. Salutami tutti. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna) Vescovado, 3 dicembre 1939

Carissimo fratello, le tue nuove ritardano. Spero che siano buone, e che il riposo ti giovi. Devi intanto pensare che oramai non sei più giovane e che non devi più lavorare come prima. Farai delle ignezioni fosforate? Certo ti gioverebbero, perché fosforo col lavoro continuo se ne consuma molto. Io prego per te, e, mirando in alto, dico: tutto è buono quando piace a Dio, tutto è santo quando s'accoglie per Dio. Che il Signore ti benedica e compia in [te] perfettamente la sua santissima volontà. Io, povero vecchio, sto bene per misericordia di Dio e faccio il mio povero lavoro. Prega per me. E tutti e due preghiamo per la pace e armonia dei popoli. Tuo t Mario

Teignmouth (Devon), 11 dicembre 1939 The Abbey

Carissimo fratello, ricevo la tua del 26. Grazie della tua messa del 27 (giorno del battesimo). Sto un po' meglio, e fra giorni tornerò a Londra per un periodo di migliore cura e riposo. Qui troppe scale e tutte le


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strade attorno di forte salita, e il cuore si stanca. Del resto sto bene. H o ricevuto e letto il libro di Chiminelli, che credo farà del bene presso la gioventù laica ed ecclesiastica (specie studenti e studentesse). Ti scriverò da Londra sulla nostra discussione mistica appena sarò riposato. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Scrivimi a Londra. Poiché la posta arriva con ritardo, comincio da ora a farti gli auguri Natalizii.

Piazza Armerina (Enna), 11 dicembre 1939

Carissimo fratello, Nelina mi ha mandato la tua ultima perché la leggessi. Son grato ai tuoi amici che fanno preghiere per te. Aspetto migliori nuove, se così piacerà al Signore, al quale io chiedo in tutte le mie preghiere che si compia la sua santissima volontà in me e in tutti, specialmente nei miei cari. Oltre la volontà di Dio non c'è vero bene. Ah! se l'intendessimo nella pratica sempre, come lo intendiamo nella teoria. Poi tu mi dirai che cosa propriamente è stato il tuo male che si cura col solo riposo e che non consente nemmeno di dir la santa Messa. Ti faccio i migliori auguri per le prossime feste natalizie, e ti lascio con Gesù Bambino. Io sto bene. Tuo t Mario

London, 18 dicembre 1939 32 Chepstow Viiias, W 11

Carissimo fratello, ricevo qui la tua del 3 c.m. Come ti scrissi, sono ritornato a Londra. I1 mio medico ordinario qui mi ha trovato abbastanza rifatto: ma anche lui vuole che prolunghi il riposo, eviti il freddo e le scale. Del resto sto benino. Godo che tu lavori e fai del bene e partecipo col pensiero e le preghiere ai tuoi lavori. Fo la cura di Valero Fosforo, che mi fa molto bene: il medico pensa che è meglio


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LUIGI E MARIO STURZO

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CARTEGGIO

che fare ignezioni. Altra volta ti scriverò più a lungo quel che ho pensato sulla questione fra noi discussa circa la mistica. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna-Sicilia), 18 dicembre 1939

Carissimo fratello, aspetto le tue nuove e spero siano buone. Ti sto vicino 'con la preghiera. Non pensare a rispondermi circa la quistione della cognizione mistica, sino a che non ti sarai pienamente rimesso. Te ne scrissi per scrivere qualche cosa, ignorando le tue sofferenze. E ora, per completare il mio pensiero, torno a scrivertene, senza chiedere risposta. Io non parlo di dissociazione essenziale, che sarebbe la morte, ma di dissociazione funzionale operata da Dio che può tutto. Io sto bene. Qui il tempo è mite e sereno che sembra primaverile. La notte del S. Natale spero andare in Cattedrale. Ivi ti troverò presso la grotta del divino Infante. Prega per me, sta sano e sii in Dio benedetto. Tuo t Mario Voglia gradire i miei auguri di buone feste Natalizie augurandoLe che presto si ristabilisca in perfetta salute. Mi benedica. Giovanni

London, Natale del 1939 32 Chepstow Vilias, W. 11

Carissimo fratello, da venerdì ho ricominciato a dire la S. Messa. Sabato faceva troppo freddo e non mi sono alzato da letto. Stamane ho detto solo la messa. Sia ringraziato Dio. Ho ottenuto dal Cardinale di dire la messa in casa quando non potrò uscire; la concessione è per un mese. Quanto è buono il Signore. Io sto meglio; ma ancora non ho ripreso lo studio e il lavoro ordinario: il dottore non vuole; cioè vuole che il riposo continui per almeno altre tre settimane. I1


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cuore è debole e non bisogna sforzarlo: niente di organico, ma c'è l'età e i disagi e lavori, che pesano. Il freddo di questi giorni è intenso e gennaio suole essere il mese più freddo: bisogna che passi. Del resto l'unica cosa che possiamo e dobbiamo fare è la volontà di Dio. Così la pace è con noi. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

London, 31 dicembre 1939 32 Chepstow Vilias, W. 11

Carissimo fratello, finora non ho ricevuto le tue notizie, però le ho da Nelinsi che mi dice che stai bene. Io miglioro lentamente: ancora non ho il permesso dal Dottore di riprendere il mio lavoro, ma già dico tutto il breviario, la Messa e leggo un poco durante il giorno. Leggo e mi interessa Marie de EJlncarnationdi Paul Renaudin l . I più vivi auguri per il nuovo anno a te, ai tuoi oblati, al Seminario e alla Diocesi. Tante cose a Mons. Fondacaro e a Don Giovanni e a tutti gli amici. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

LETTERA2085. 1. Paul Renaudin (1873-1919),benedettino, curò la pubblicazione degli scritti di Marie de YIncarnation, presso l'editore parigino Aubier. Marie de Uncarnation al secolo Marie Guyart (1599-1672),mistica e missionaria orsolina.



London, 4 gennaio 1940 32 Chepstow Villas, W 11

Carissimo fratello, ricevo la tua del 18 Dicembre. A me sembra che l'idea di dissociazione, anche parziale non si possa accettare dal punto di vista psicologico. La sospensione della sensibilità esterna (sonnocatalessi-intensità di pensiero) è nella natura. La questione sta del come Dio opera sulle nostre facoltà: Egli opera su quelle intellettive (conoscenza-amore) ora per mezzo sensibile (sogni-visioni), ora direttamente (mozioni spirituali-orazione di quiete), ora con la sospensione di ogni attività personale (esperienza diretta). Coloro che in questo caso opinano che Dio si fa specie intellettiva o crea una specie inteilettiva ad hoc cercano di risolvere il problema trasportandovi la teoria aristotelico-tomistica. Io resto a S. Francesco di Sales l : «Notre Seigneur répand imperceptiblement au fond du coeur une certaine douce suavité qui temoigne sa présence, et lors les puissances voire meme les sens exterieurs de l'iime, par un certain secret consentement, se retournent du c6té de cette intime partie où est le très aimable et très cher Epoux... I1 retire à soi toutes les facultés de notre Ame, lesquelles se ramassent autour de Lui et s'arrètent en Lui ...» etc. «et ainsi cèdent la place à I'Immense» 2. È perciò che i mistici escludono qualsiasi azione intellettiva (cioè discorsiva, rifiessa e personale). Sto un po' meglio, tuo Luigi

*Le lettere del 1940 sono in prevalenza scritte su cartoiine postali. Si segnalano solo i casi diversi. LEITERA2086. 1. Oltre ai Sermons già citati si ricordino di S. Francesco di Sales (1567-1622) la Lettre sur la predication, Les urais entretiens spirituels, cit., La défense de l'estendart de la S.te-Croix, l'lntroduction à la vie dévote, cit. (1609), il Traité de l'amour de Dieu (1616). 2. I1 testo originale del brano citato 6 il seguente: «I1 arrive donq quelque fois que Notre Seigneur respand imperceptiblement au fond du coeur une certaine douce suavité qui tesmoigne sa presence, et Ihors les puissances, voire mesme les sens exterieurs de l'ame, par.une certain secret consentement, se retournent du costé de cette intime partie ou est le tres aymable et trescher Espow [...l.I1 ritire a soy toutes


LUIGI E MARIO STURZO

- CARTEGGIO

Piazza Armerina (Enna), 9 gennaio 1940

Carissimo fratello, la tua del 25.XII mi pervenne ieri con la posta del pomeriggio. Godo assai nel leggere che già puoi celebrare la santa messa. Dio sia benedetto e ringraziato. Mi duole però sapere che sei ancora sofferente. Che cosa è codesto male? e come ti è venuto di colpo? La stanchezza sola non lo spiega. Hai avuta qualche forte commozione? Io sto tanto in pena per te. E prego il Signore. Però non so pregarlo che così: Si faccia nel mio amato fratello la vostra santissima volontà. Preghiera migliore non ne conosco. E anche per me oramai non faccio altra preghiera. E se altra me ne viene sul labbro subito la risolvo in questa: Quid mihi est in coelo, et a te quid volui super terram? Defecit caro mea et cor meum. Deus cordis mei, et pars mea Deus in aeternum (Ps. 72, 24) l . Ammiro intanto la tua pace. Ah certamente! Quando si è nel divino beneplacito, nessuna cosa può turbar la pace del cuore. Santifichiamoci, caro fratello e santifichiamoci in fretta: questo solo per me. Io sto bene, grazie a Dio. I1 raffreddore è cessato senza strascichi. Il buon Dio ti benedica e ti consoli. Tutto tuo t Mario

London, 12 gennaio 1940 32 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, questa ti porta i miei auguri fervidissimi per il tuo onomastico. A Dio piacendo dirò per te e per la tua diocesi la S. Messa il 19. In questo mese ricordiamo i nostri cari e preghiamo ancora di più di essere tutti uniti in Dio. Progredisco lentamente, con qualche les facultés de nostre ame, lesqueiies se remassent autour de luy et sarrestent en luy comme en leur object tres desiderable... (Oeuvres de S. Francois de Sales éveque et Prince de Genève, Docteur de 1'Eglise. Traité de I'Amour de Dieu, Tome N, Imprimerie J. Niérat, Annecy 1894, p. 327). Il passo riportato nella lettera è probabilmente tratto da un'edizione successiva, come testimonia la maggior modernità della lingua. LETTERA2087. 1. Cfr Salmi, 72, 25-26.


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stasi, dovuta al gran freddo di questo mese. In tutto ringrazio Dio. Dammi tue notizie presto. Sono stato afflitto dalla notizia della morte di Filippo Meda - quarant'anni di amicizia ininterrotta e fedele - In pace. Un abbraccio affettuoso, tuo Luigi

London, 21 gennaio 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, venerdì ho detto la Messa per te, per i tuoi collaboratori, i tuoi oblati, il seminario e la Diocesi. Ieri per Suor Giuseppina e così per gli altri due anniversari di questo mese dei nostri genitori. La mia salute così così. Ti scrissi che le mie sofferenze sono al cuore che forse (crede il medico) si è un po' ingrossato alla punta e spostato. Non posso fare scale, né devo espormi al freddo e devo aver cura di non soffrire nella digestione etc. etc. - e più che altro non lavorare troppo scrivendo e leggendo. Per ora ringrazio Dio che posso dire la S. Messa quasi tutti i giorni e il Breviario e fare qualche lettura. Prega per me. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna), 27 gennaio 1940 S. Giuliano

Carissimo fratello, San Giuliano! Memoria patria dolcissima! Scrivo la presente con notevole ritardo, perché sono stato a letto a causa d'una forte febbre, forse per colpo d'aria (effimerone) che mi ha lasciato LETIZRA2088. 1. Filippo Meda, (1869-1939)pubblicista e statista. Oltre alla sua attività giornalistica come collaboratore di don Davide Albertario nell'«Osservatore cattolico» e come direttore dell'«Unione», va ricordata la sua ascesa politica secondo la formula «preparazione nell'astensione» durante il periodo del «non expedit». Nel 1909 fu tra i primi deputati cattolici ad entrare in parlamento e dopo aver ricoperto cariche ministeriali, nella X X V legislatura h rieletto come rappresentante del Partito popolare. Cfr. G. DEROSA,Filippo Meda e l'età liberale, Le Monnier, Firenze 1959.

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LUIGI E MARIO STURZO

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WTEGGIO

abbastanza stanco. Ora ho lasciato il letto e stamani ho celebrato la santa Messa, e domani, a Dio piacendo terrò nella mia cappella Sacra Ordinazione promovendo al sacro suddiaconato due accoliti (oblati), molto buoni e molto ben preparati; si direbbero due santarelli. Come vedi, tutto sommato, ora sto bene. Attendo le tue nuove. Spero riceverne delle consolanti e rassicuranti. Io ti sto vicino, molto vicino, con la preghiera in pura fede e santo amore, come direbbe S. Paolo della Croce. Che il buon Dio ci conceda il vero spirito di fede e d'amore: il resto è cosa secondaria. Nelina sta bene. Pensa sempre a te e sta in pena. Dio la consoli. Come fratello ti abbraccio e come vescovo benedico t Mario

2091 Piazza Arrnerina (Enna), 3 febbraio 1940

Carissimo fratello, credo che debba farti fare la radiografia per controllare la diagnosi e sapere se nel cuore c'è nulla di anormale. Ma se il male fosse proprio quello, la -cura,credo, dovrebbe esser un'altra. Io non posso fare che pregare per te il buon Dio che in te adempia intera la sua santissima volontà. Io sto bene. Solo da più giorni ho un po' di artrite al polso sinistro con dolori. Ora pare che' il male vada risolvendo. Però non ho febbre. E ringrazio Dio, perché il dolore è sempre grazia. Aspetto che tu, potendo, mi ripeta il contenuto della tua cartolina circa la cognizione mistica, perché, come ti scrissi, h tua mi arrivò macchiata da non si poter leggere l . Io però che conosco il pensiero di S. Francesco di Sales, da te citato, posso dirti che il mio problema è diverso. I mistici, tutti, ammettono tre gradi di cognizione: la comune, la puramente intellettiva, I'ultra intellettiva. Perciò ammettono concetti puri, senza immagini (20 grado) e cognizione ineffabile (I'ultra intellettiva, che, per loro, è funzione dell'essenza dell'anima). Io nego che ci sia una funzione ultra intellettiva, e ammetto che, per divino intervento, intervento mistico, date cognizioni sono dell'intelletto puro. Ciò, per awenire LETTERA 2091. 1. La cartolina del 4 gennaio, n. 2086, è in effetti molto macchiata, ma leggibile.


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domanda la dissociazione non essenziale, ma solo funzionale. È tanto chiaro per me ciò! Ti abbraccio t Mario

London, 4 febbraio 1940 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, mi duole che la cartolina del 4 gennaio ti arrivò illeggibile e senza affiancatura. Spero scriverti di nuovo sul tema mistico appena mi sentirò un po' meglio. Questi giorni, col freddo intenso, sono stato costretto a stare a letto. Ora sono assai debole per scrivere a lungo. Del resto sto bene. Prega per me come io fo sempre per te. Uniti in Dio. Tuo Luigi

London, 11 febbraio 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, ti avevo promesso di scriverti sul problema mistico, ma non ho potuto, per essermi occupato di tanta corrispondenza arretrata. Sto meglio, ma ancora passo parte della giornata in letto, dati i gran freddi di questi mesi. Ho tempo a pensare e pregare. Attendo tue notizie. Spero che tutto sia passato completamente, dopo la febbre avuta. Salutami Mons. Fondacaro scusandomi con lui se non gli ho risposto. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Hai pubblicato lettera per la Quaresima?


LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO

Piazza Armerina (Enna), 17 febbraio 1940

Carissimo fratello, lascio il letto, dove l'influenza m'ha tenuto dodici giorni, e, prima cosa, scrivo a te. Sto benino. I1 male è stato, bensì lungo, ma leggero. Pare che non lasci strascichi. Ricevo la tua. Sento con pena che sei stato a letto sofferente pel tuo male. Fatti fare la radioscopia per veder bene che cosa c'è d'anormale nel cuore. Leggo la vita di S. Stanislao Kostka; non è la prima che leggo. Ne ho letta poco prima una di color letterario, ma fatta bene. Questa è del Testore della compagnia di Gesù l . I1 fare è un po' antiquato. La sostanza è sempre bella, sempre grande e sempre viva e attuale. Che piccolo gran santo! Certo tra i più grandi. Ne sono innamorato. Generosità di fanciullo, che vince le più eroiche e mature, ... è uno stupore, e un amore. Io sto nelle mani santissime della divina volontà e lì lascio anche te. Non c'è luogo più santo e sacro e dolce e consolante e desiderabile. Prega pel tuo aff.mo fratello t Mario

Piazza Armerina (Enna), 24 febbraio 1940

Carissimo fratello, ricevo la tua dell'undici. Torno a raccomandarti di farti fare la radiografia della regione inferma. Io sto benino. Faccio la mia convalescenza senza intoppi, però pianino, pianino. Non ti dar pensiero della quistione mistica. Io non penso più a quel problema. Comunque, il mio pensiero, credo, prende forma più precisa. Ecco. I mistici ammettono la cognizione normale per mezzo delle facoltà, e una cognizione speciale, di grazia, mistica, per mezzo della sostanza. Ciò è contrario aila dottrina scolastica di cui S. Tommaso è il maggiore esponente. Io invece credo che in terra e in Cielo la nostra cognizione awiene sempre per mezzo delle facoltà; in Cielo L E ~ 2094. A 1. CELESTINO TESTORE,San S!anislao Kostka della Compagnia di Gesù, Torino, S.E.I., 1926. Stanislao Kostka, gesuita nato in Polonia nel 1550 e morto a Roma nel 1568.


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però ad esse si aggiunge il lume della gloria. Quelio che fa pensare ai mistici che certe cognizioni mistiche awengano oltre le facoltà; è la pura spiritualità delle medesime ed anche la loro oscurità. Invece deve dirsi che sono sorpassate solo le facoltà sensibili. Tolto il loro concorso, è tolta la chiarezza e la determinazione delle percezioni intuitive in senso stretto, mentre l'intelletto, non del tutto sciolto dal corpo, non può esercitare la sua potenza intuitiva che in modo incompleto. Prega per me, caro fratellb, che sono tanto vecchio. Tuo t Mario

London, 26 febbraio 1940 32 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, duolmi che sei stato con l'influenza e godo che stai meglio. Rispondo alla tua del 3 febbraio. Ti scrivevo il 4 gennaio che anche la dissociazione parziale non può accettarsi dal punto di vista psicologico. La sospensione della sensibilità (sonno, catalessi) è nella natura. Ora aggiungo che questa non è dissociazione. Se l'anima intellettiva (che è la forma unica del corpo) viene dissociata dai sensi non potrebbe non essere dissociata nello stesso tempo dalla vita vegetativa che è la base della sensitiva. Dio può fare i miracoli che vuole, ma noi non possiamo stabilire una teoria sopra un particolare miracolo che non ci venga attestato come tale o sul quale vi sia il consenso della tradizione. Perciò ti soggiungevo che «coloro che opinano che in tale caso Dio si fa specie intellettiva o crea una specie intellettiva ad hoc cercano di risolvere il problema trasportando nella mistica la teoria aristotelico-tomisticadella conoscenza intellettiva». Onde (eccoti S. Francesco di Sales) su tutte le soluzioni io preferisco quella della cognizione ultra-intellettiva. Sto meglio. Quando farà meno freddo farò la radioscopia. Ma il dottore dice che non c'è urgenza. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi


LUIGI E MARIO STURZO - CARTEGGIO

2097 London, 7 mano 1940 32 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, oggi, festa S. Tomaso, ho detto la messa per te, per me, per tutti i filosofi e teologi, pregando il Santo di assisterci. La tua del 24 e la mia del 26 febbraio si sono incrociate. La tua ultima formulazione mi soddisfa; essa risponde - in maniera più chiara alle mie che di tanto in tanto ho cercato di precisare lungo la nostra corrispondenza. Resta un punto: come l'intelletto intuisce? Attraverso specie infuse (de Guibert)? per la «fine pointev (San Francesco di Sales)? per percezione diretta (come credo che tu intendi)? Da questo bisogna andare ad un problema più largo. La grazia .santificante affetta tutta l'anima. Alcuni autori mistici pensano che dallo «spirito» o «fine pointe» va nelle facoltà come da «sorgente» e che l'abitazione della SS.ma Trinità è nello spirito così inteso e non nell'anima presa come facoltà e principio vitale. L'intuizione mistica sarebbe la conoscenza oscura dell'inabitazione della Trinità. Ho ricevuto LAngelo della Famiglia» di febbraio. Speravo che lì finiva la tua lettera per leggerla in intero. Vedo che continua. Spero che sarà raccolta in opuscolo. Sto meglio. Farò la radiografia più in là - come ti scrissi. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna), 13 mano 1940

Carissimo fratello, rispondo alla tua del 26-2, che ricevetti la sera del 4-3, cioè, lo stesso giorno che ti avevo scritto la mia solita cartolina. Credo che io non mi sia spiegato bene con te. Io non ho mai detto che la dissociazione awenga dall'anima, ma dalla facoltà (l'intelletto). Tra anima e sue funzioni non si può dare dissociazione, senza che l'uomo muoia. Lo ammetto anch'io. E ciò è chiaro. I1 caso della facoltà è diverso. E per questo io ho tanto insistito sulle facoltà: affinché si abbia la maniera di conoscere che ha l'uomo quaggiù,


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sensi e intelletto devono essere associati. Ma quando l'intelletto funziona e i sensi o sono in letargo o sono in altro modo assenti, è chiaro che associati (per quelle funzioni) più non sono. Io sto un po' meglio. Mi tormenta però un attacco di artrite. H o il polso sinistro gonfio e dolente, e dolori ho a tutte le giunture. Non posso prendere né iodio né salicilato, perché non li tollero; e uso solo rimedi esterni che son poco efficaci. Come cura l'artrite il tuo dottore? Sono poi anche molto sensibile alle correnti, e perciò ancora confinato dentro. E fa freddo; l'altro giorno ci fu anche la neve. Di tutto ringrazio Dio, perché tutto è buono quel che da Lui è voluto. Prega per me, come io faccio per te assiduamente. Tuo t Mario

London, 14 marzo 1940 32 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, ed eccoci quasi a Pasqua: questa ti porta i miei più vivi e fraterni auguri, ed insieme con te a Mons. Fondacaro, a Don Giovanni e a tutti i vecchi amici e ai tuoi collaboratori. La mia salute alti e bassi: oggi freddo e neve, e ne risento subito. Per giunta, da un certo tempo soffio d'irritazione emorroidaria, dato che non fo passeggi oramai da quattro mesi. Ma tutto è per il bene della mia anima, e per tutti coloro a cui va il mio pensiero e il mio cuore; così ne sono contento; che in me si compia la volontà di Dio. Ho letto in questi giorni che il P. Lagrange reputa che i versetti dal 5 al 18 del Salmo 108 sono da attribuirsi detti dai nemici del Salmista contro di lui, e non dal Salmista contro i suoi nemici. I1 senso del Salmo è così schiarito. Ho letto che Vincenzo Mangano è all'ospedale dei Benefratelli di S. Bartolomeo all'Isola in Roma. Vorrei avere notizie della sua salute. Vorrei anche il suo ultimo libro sul pensiero scientifico di Toniolo l . Un abbraccio di cuore, tuo Luigi LETTERA2099. 1. VINCENZOMANGANO, L'opera scientifica di Giuseppe Toniolo. Una concezione cristiana della sociologia e della economia sociale, prefazione di Giulio Anichini, Roma, ed. Studium, 1940. Vincenzo Mangano (1884-1940) giornalista e uomo politico palermitano. Vice


LUIGI E MARIO STURZO

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2100 * London, 17 marzo 1940

Carissimo fratello, fin ora il Cardinale Arcivescovo di Westminster (da cui dipendo come ospite, non mi sono mai incardinato qui), mi ha concesso di dire la messa in casa (e nella stessa camera dove dormo, non essendovi nella stanza da ricevere sufficiente riscaldamento), *per i giorni che per motivi di salute non ho potuto e non posso ancora andare al Convento delle Suore Bianche (White Sisters), dove presto servizio. Ora, nel rinnovarmi il permesso fino al 23 aprile, il Vicario Generale mi ha fatto sapere che non può essermi accordato ulteriore rinnovo. Vorrei anzitutto sapere se essendo questa casa in affitto e pensione ed essendo fuori della mia diocesi, io non possa usare del privilegio di famiglia. Nel caso negativo, vedi se tu non puoi riottenermi quel che Benedetto XV e Pio XI mi concessero vivae vocis oraculo a mezzo di P. Genocchi l , di dire a Roma la messa tutti i giorni in casa. Se io starò meglio tornerò a dire la Messa al Convento; ma per ora il medico non mi permette di fare le scale (e la cappella è al 20 piano), né di uscire la mattina alle 6 3/4 (che oggi con l'ora legale sono le 5 3/4). La mia salute, come ti scrissi, ha gli alti e i bassi: non ho fatto la radiografia per non uscire di casa, dato il freddo e l'influenza che corre, e il sistema inglese di tenere finestre aperte e riscaldamento insufficiente. Del resto quel che si saprà direttore di «I1Sole del Mezzogiorno», organizzò con Torregrossa la prima democrazia cristiana in Sicilia. Collaboratore della «Cultura Sociale» di Murri fu chiamato da Toniolo a Roma nel 1917 ad occuparsi di diritto internazionale. Redattore di «I1 Popolo» accanto a Donati, oppositore intransigente al fascismo visse durante il regime dando lezioni private presso un istituto che lo ospitava gratuitamente. Morì poverissimo all'ospedale Fatebenefratelli di Roma. Su V. Mangano è imminente, presso le Edizioni di Storia e Letteratura, il volume di C. MOCHI,Vincenzo Mangano e il movimento cattolico palermitano. LETIZRA2100. *Lettera su carta intestata: 32 Chepstow ViiJas W. 11, Bayswater 0403. 1. Padre Giovanni Genocchi, missionario del Sacro Cuore (1860-1926). Profondo conoscitore della Sacra Scrittura, esercitò in seno al modernismo un'azione moderatrice. Di lui rimane, tra l'altro, un carteggio con Pio X. Cfr. V. CERESI,Padre Genocchi, Roma 1943; e E TURVASI, Giovanni Genocchi e la controversia modernista, Ed. Storia e Letteratura, Roma 1974.


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dalla radiografia (quanto c'entrano i nervi e quanto la parte organica) non modifica la cura, ma solo farà capire se la malattia dà speranza di essere superata o no. Questa non è del resto che una mia vecchia sofferenza (per cui andai due volte a Bad Nauheim con Nelina), che là definirono dieci anni fa pseudo angina pectoris, e che forse non è più pseudo. Del resto, fo quel che posso: scrivo un poco e quel che fa meraviglia soffro meno a scrivere che a leggere qualsiasi libro o rivista o anche giornale; soffro a sentire parlare a lungo o a parlare; così mi abituo alla solitudine e mi conforta più che non credevo. Il Signore mi dà di poter pregare; ma non meditare e neppure sopportare emozioni spirituali o sensibili di qualsiasi sorta. Te ne ho scritto date le tue insistenze, ma non è poi necessario parlare o scrivere sempre di quel che è naturale che arrivi un giorno o l'altro. Siamo uniti nella preghiera. Speriamo di essere uniti in Dio. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna), 23 marzo 1940

Carissimo fratello, scrivo dal letto, dove mi tiene una febbretta di infreddatura. Poca cosa. E sul declinare. Ricevo i tuoi auguri. Grazie. Accogli il ricambio centuplicato anche da parte di Don Giovanni. Vincenzino ti ha scritto già. Ricevetti la tua che parla del problema mistico. Godo nel vedere che c'è tra noi già un po' di accordo. La grazia, che è ordinata alla conoscenza e all'azione, deve, per necessità, infondersi nell'intelletto e nella volontà. Tutto il linguaggio dei teologi lo insinua. Non ho avuto il tempo di cercare, se c'è, la quistione specifica. Mercoledì ebbi una visita della nostra buona sorella. Sta bene. Parlammo di te. I1 Cristo risorto ci conceda abbondanti i gaudi della risurrezione e le grazie della vita in Lui, e ci benedica. Tuo t Mario


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London, 23 marzo 1940 Chepstow Viiias, W. 11 Sabato Santo AUeluja

Carissimo fratello, mi duole a sentire che sei tormentato da un attacco di artrite postumo influenzale. I1 mio dottore è fuori di Londra. Come ritorna gli domanderò e te ne scriverò subito. Io così così, tiro avanti. Io non arrivo a comprendere una vera dissociazione delle facoltà dell'anima dai sensi, che non sia una dissociazione dell'anima stessa. Per quanto sforzo facciamo a darci un'idea delle potenze dell'anima come accidenti, non possiamo mai concepire un'essenza dell'anima senza intelletto (e quindi senza volontà) per il fatto che l'essenza o natura dell'anima è di essere intellettiva e di essere, in quanto intellettiva, la forma sostanziale del corpo. Ecco perché non ho mai accettato il termine di dissociazione anche tra le facoltà dell'anima e i sensi. Ma, come ti scrissi il 7 di questo mese, accetto la tua formulazione fatta nella tua cartolina del 26 febbraio. Rinnovati auguri pasquali. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi P.S. Quel che si può dire si è che nel caso in esame l'intelletto non è messo in atto per via dei sensi né intende con cooperazione dei sensi. Ecco tutto.

London, 1 aprile 1940 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, il dottore mi ha detto che il meglio è bagnoli caldi e unguenti esterni che richiamino il sangue sulla mano e il polso; e non prendere niente per dentro. Ci sarebbe un vaccino che si fabbricava a Vienna e ora in Olanda, ma ci vuole l'occhio e la pratica del medico. Se con la buona stagione non va via, mi darà le istruzioni e l'indirizzo per tale vaccino. Io sto ora meglio ora così così. Oggi ho tentato di fare un passeggio, ma il vento troppo forte mi ha


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contrariato e sono ritornato presto in casa. Ti domandai se l'attuale lettera sulla Preghiera non sarà raccolta in opuscolo, allora la leggerò senza fatica. Per ora sto rileggendo Le tre età della vita spirituale di Garrigou-Lagrange (Ed. Fiorentina) che mi piace molto l . Te ne scrissi tre anni fa. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

London, 7 aprile 1940 Chepstow Vilias, W. 11

Carissimo fratello, l'ultima tua è del 23 marzo, poi Nelina mi ha scritto il 26 marzo e il loaprile confermandomi che ancora sei sofferente. Prego per te. Spero avere presto tue notizie. Io così così: posso tirare avanti in attesa del buon tempo, che tarda a venire. Certo la Grazia non può non essere infusa anche nella volontà e nell'intelletto, ma nel linguaggio dei mistici si dice che essa decorre, come da sorgente, dal fondo dell'anima dove la grazia è infusa e dove abita la Santissima Trinità. La distinzione è chiara nella teoria di S. Francesco di Sales. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna), 12 aprile 1940

Carissimo fratello, ricevo la tua cartolina. Grazie dei consigli del tuo medico. I bagni caldi locali mi gioverebbero. Però non li tollero. Due volte, li ho tentati, e tutte e due volte ci ho presa l'influenza. Forse il vaccino gioverebbe. Per la messa in casa ancora non ho avuto risposta. La pastorale sulla Preghiera che assicura il Paradiso e che si va pubblicando sull'«Angelo», non avrà estratti, avendo io quest'anno speso molto per stampa. Però ora ho avuta una prowidenza straordinaria, e vedrò di fare una ristampa (se la somma LETTERA2103. 1. Cfr. lettera 1816 n. 1.


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basta). Ora tratto col tipografo. L'ultima puntata sarà pubblicata sul fascicolo di maggio. Io sto benino. Solo mi tribola i'artrite. Il polso è sempre più gonfio, e il dolore più sensibile. Per giunta abbiamo freddo, pioggia, vento; siamo tornati in pieno inverno. Ma così vuole il Padrone e così sta bene. Io già riprendo il lavoro. E ringrazio Dio. Ti sto vicino con, la preghiera e ti abbraccio. Tuo t Mario Distinti e rispettosi ossequi mi benedica. Giovanni

London, 13 aprile 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 2 c.m. Grazie per avere scritto per la concessione, Benedetto XV non pose limiti alla concessione e Pio XI rinnovò o confermò la concessione di Benedetto XV. Io non ho mai avuto bisogno qui di dire la Messa in casa: così non ho pensato di farmi scrivere da P Genocchi, quand'era in vita, quali i termini della concessione, se legati a Roma o se estesi ad altri posti. La mia salute più o meno la stessa: comincio a fare qualche breve passeggio. Attendo tue notizie; spero che il dolore alla mano e al polso sia passato. Non ho avuto notizie di Mangano, né il suo libro su Toniolo. So che egli è ancora all'ospedale di S. Bartolomeo all'Isola (Fatebenefratelli). I1 libro su Toniolo è stato pubblicato dalla Editrice Studium in Roma. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna), 16 aprile 1940

Carissimo fratello, circa la grazia della Santa Messa ricevo la risposta che qui ti trascrivo: «Circa il caso che i'Ecc.ma V. R.ma mi ha esposto nella sua lettera del 29 marzo u. sc., non sembra ci sia bisogno di alcuna rinnovazione del privilegio già ottenuto: i canoni 70 e 79 del Codice di Diritto Canonico danno sufficiente assicurazione in proposito».


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Se dunque la grazia fu concessa senza limitazioni, dura. In caso contrario occorre che io conosca le limitazioni. Circa la grazia, io non prendo in senso meccanicistico le facoltà; queste per me (e credo per tutti) non sono che l'essenza dell'anima nei vari rapporti. Nei rapporti conoscitivi abbiamo l'intelletto, negli affettivi la volontà, ecc. Or Dio non infonde la grazia neil'essenza deil'anima senza riguardo al rapporto operativo. E perciò dico, come dice la Scrittura e come dicono i Concili e i teologi che Dio dà lumi alla mente, affetti al cuore e così via. E perciò diciamo che la grazia eleva e sana la mente, eleva e sana il cuore. Se dicessimo semplicemente che eleva e illumina e risana l'anima, non saremmo precisi né soddisfatti. Io credo che il tuo pensiero non sia diverso. Sto benino. Il polso pare che prenda la via della risoluzione. Ti sto vicino col cuore e ti abbraccio e in unione di preghiere mi dico tuo t Mario

London, 22 aprile 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, ricevo la lettera di Mons. Fondacaro che mi dà tue notizie e mi dice che hai dettato altre lettere ascetico-mistiche, che mi fan tanto bene a leggere. Ci vorrà altro volumetto di raccolta. Spero che potrà farsi senza tante difficoltà. La mia salute va un po' meglio. Nel mese di Maggio saremo uniti nelle preghiere e negli omaggi alla Vergine madre. Tuo aff. Luigi

London, 25 aprile 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, godo che stai meglio, anch'io un po' meglio. Come vuole Dio. Grazie deiia risposta comunicatami. Quel che posso ricordare, dopo


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più di venti anni, si è che io pregai P Genocchi di ottenermi di dire la Messa in casa e che egli ne ebbe favorevole e affettuosa risposta da Benedetto XV. Naturalmente la mia richiesta era motivata dalle condizioni in cui io allora mi trovavo. Non potendo prevedere il futuro, non ne ebbi mai l'idea della situazione di oggi. Certo le condizioni di salute erano incluse nella mia richiesta. Mi sembra che l? Genocchi mi abbia scritto una lettera, (che dovette andare smarrita con altre moltissime), ma non ho alcuna idea che ci fossero delle limitazioni, escludo in ogni caso che vi fossero limitazioni di tempo o condizioni speciali, delle quali penso dovrei avere memoria. La rinnovazione del 1922 fu chiesta spontaneamente da P. Genocchi (e non da me); e la risposta fu che veniva confermata nel senso datovi da Benedetto XV. Ciò posto qual'è la tua opinione? Un abbraccio di cuore, tuo Luigi Attendo notizie di Mangano e il suo libro.

Piazza Arrnerina (Enna), 27 aprile 1940

Amatissimo fratello, con mia grande sorpresa mi accorgo che son passati undici giorni dalla mia ultima. Io direi che ti scrissi ieri. Il tempo non ha quasi più misura per me. Sarà effetto della vecchiaia. Dunque nella mia cartolina del 16 ti dicevo che circa il privilegio dell'altare privato, mi si era risposto che esso doveva reputarsi persistente a norma del canone 70. Si richiamava anche il can. 79 per le concessioni .orali. ,Io aspetto di sapere se la grazia fu limitata a tempo, luogo e circostanze. Non potendo più conoscere i termini della concessione, si può desumerli (credo) dai termini della richiesta. Io aspetto questa risposta. Io sto benino, però il reuma persiste e il polso e la mano sono più gonfi, benché siano meno dolenti. Per il momento non faccio nessuna cura, e solo riposo. È una piccola croce della quale ringrazio il Signore. Del libro e della salute di Mangano non so dirti nulla l . Tu quando ti farai fare la radiografia? Abbiti riguardi; sopra tutto non ti affaticare col pensieLETIFRA 2110. 1. Cfr. lettera 2099.


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ro e col lavoro. Nei primi di maggio a Siracusa celebrano il Congresso Eucaristico Regionale. Grandi preparativi. Ti lascio con Gesù. Tuo t Mario

London, 30 aprile 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, siccome io credo che stampata in fascicolo la Pastorale sulla Preghiera farà molto bene, così io avrò il piacere di contribuire alle spese di ristampa. Presso Nelina ho un certo fondo: scriverai a lei per darti quel che ti è necessario a questo scopo. Siamo d'accordo che le facoltà sono la stessa anima nelle sue relazioni. La grazia santifica le facoltà e anche il corpo come con principio d'azione. È evidente: è tutto l'uomo elevato e non solo l'anima. Ma proprio perché si ricerca la sede della grazia e dell'inabitazione dello Spirito Santo, non come un luogo ma come un principio. Secondo vari mistici, citati dal Bremond, ciò awiene nel fondo, o fine pointe, o essenza o sostanza dell'anima, donde la grazia emana come fonte viva nelle facoltà, e io dico, in tutto l'uomo. FZuent de ventre eius aquae vivae l . Ecco il tema. Sto benino. Posso lavorare qualche ora di più. Quando la giornata è discreta fo qualche piccolo passeggio. Un abbraccio di cuore, saluti a D. Giovanni, a Mons. Fondacaro etc. Luigi

2112 Piazza Armerina (Enna), 8 maggio 1940

Carissimo fratello, ignorando i termini precisi della domanda e della risposta, non posso fare un giudizio sicuro. E perciò ho scritto una seconda volta, implorando dal S. Padre la grazia ex novo. Spero che venga concessa e senza ritardo. Oggi è la festa della Madonna di Pompei. LETITRA2111. 1. Cfr Giovanni, 7, 38.


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Ricordo il fervore dei buoni divoti della Madonna in Caltagirone. Vengo da assistere alla Supplica. H o pregato per te in modo speciale. La buona Madre non lascia mai inesaudite le umili preghiere dei figli. Io sto bene. Il polso però non accenna a migliorare. È sempre gonfio e sempre dolente. Piccoli incomodi che poi sono grazie. S. Francesco di Sales non intende dare un senso veramente filosofico all'espressione «apice o punta dell'anima». Infatti spesso adopera la formula «punta dell'intelletto». Questi son modi di dire per indicare la maggiore possibile sublimità o semplicità o purezza di pensiero, cioè, un pensiero scevro al possibile di sensibilità. Qualcosa di simile io trovo nella espressione «fondo dell'anima». Che cosa è entrare raccogliersi; stare in quelle profondità, se non avere pensieri profondi? Il problema che pongo io,. lo pone S. Tommaso, ma non i mistici. Ti lascio con Gesù e con Maria. E tu prega pel tuo Mario

London, 8 maggio 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, speravo ricevere tue notizie. Lultima tua è del 16 aprile. Ho ricevuto da Nelina due cartoline una del 23 e l'altra del 29 aprile. Penso che qualche tua sarà smarrita. Ho quasi finito di leggere la parte che riguarda Marie de l'Incarnation nel volume VI deII'Histoire Littéraire du sentiment religieux en Fr~ncedi Bremond l . È molto interessante e tocca vari problemi mistici che fanno oggetto di suoi studi. A proposito della conoscenza egli dopo un'analisi ben fatta e con i testi della Venerabile, scrive: «Que conclure de tant d ' h a t i o n s convergentes, si non que d'une part l'activité ordinaire de l'intelligence ne participe pas à la connaissance mystique, et que néanrnoins, d'un autre coté, l'intelligence ne cesse pas de se nourrir pendant cette phase d'inertie apparente? Ni sentiL E ~ 2113. A 1. H . BREMOND, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, depuis la fin des guerres de religion, 2 voli., Paris, 1915-1933. Cfr. lettera 2085, nota.


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ments proprement dits; ni concepts précis, cela est vrai, mais quelque chose d'infiniment préférable, la possession meme du réel possession riche en sémences de concepts et de sentiments» (pag. 288). Sto benino. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi In aprile ho scritto il lo, 7, 13, 22, 25, 30.

London, 14 maggio 1940 Chepstow Viiias, W. 11

Carissimo fratello, finalmente ricevo la tua del 27 aprile. Mi duole sentire che ancora soffri al polso. Spero nel bel tempo che risolva I'enfiagione. Io al solito. Farò la radiografia appena posso: però ora so&o di emorroidi; ma spero passeranno - oramai sono al quarto mese di ciò. Siue vivimus sive morimur Domini sumus l : in questo periodo mi è conforto meditare questo passo di San Paolo. Ti scrissi il 25 aprile quel che io ricordo e quel che non ricordo sulla concessione della Messa in casa e spero che presto avrò la tua risposta. Circa Mangano, ti prego di scrivere o al tuo spedizioniere o a Mons. Anichini Canonico a S.ta M. Maggiore 2, di andare all'ospedale di S. Bartolomeo all'Isola, e prendere sue notizie e scriverle a te: tu me le comunicherai. Circa il suo libro su Toniolo, è stato pubblicato da Studium, Roma. Credo che qualsiasi libreria te lo potrà procurare. Incarica Mons. Fondacaro di ciò se ha un po' di tempo. Grazie. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

Piazza Armerina (Enna), 18 maggio 1940

Carissimo fratello, stamani ho promosso al sacerdozio due esimii diaconi, tutti 1. Romani, 14, 8. L E ~ R 2114. A 2. Monsignor Giulio Anichini scrisse la prefazione al libro di Vincenzo Mangano. Cfr. lettera 2099, nota 2.


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e due oblati. H o tenuto la funzione summo mane, cioè alle cinque. È tanto bello celebrare le sacre funzioni prima che sorga il sole! Io celebro la santa messa sempre a quell'ora. Per la stampa della Pastorale sulla preghiera la Provvidenza mi ha mandate le prime offerte. Spero che mandi anche il resto, in caso diverso accetto la tua carità, della quale ti ringrazio tanto. Io non debbo incomodare nessuno, perché i fondi son presso di me e sempre a disposizione. H o scritto alla Salesiana Internazionale. Spero che accetti. Verrà un bel volumetto. Fu qui col Dott. Fanales Nelina il giorno 13. Sta bene. I1 mio polso sempre a un modo. Le cure o non giovano e non le tollero. Meno male che i dolori son diminuiti di molto. Prega tanto il buon Dio per la povera umanità. Che ci usi misericordia. Aspetto le tue nuove e mi raccomando alle tue preghiere. Tuo &,m0 fratello t Mario 1 Distinti e rispettosi ossequi. Mi benedica. Giovanni

London, 22 maggio 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, ricevo tue notizie per mezzo di Nelina in una sua cartolina del 14 di questo mese. Invece l'ultima tua è del 27 aprile. Attendo con ansia la risposta alla mia del 25 aprile sulla messa in casa. Temendo che sia smarrita ti ricopio quel che ti scrivevo: «Quel che io posso ricordare, dopo più di venti anni, si è che io pregai I? Genocchi di ottenermi di dire la messa in casa (allora io stavo a Roma) e che egli ne ebbe favorevole e affettuosa risposta orale da Benedetto XV. Naturalmente la mia richiesta doveva essere motivata dalla condizione in cui io mi trovavo. Non potendo prevedere il futuro non ebbi mai l'idea della situazione di oggi. Ma certo le condizioni di salute erano incluse nella mia richiesta. Mi sembra che I? Genocchi mi abbia scritto una lettera ma non ho alcuna idea LETTERA2115. 1. L.S. annota in calce: «Scrissi in settembre che mettevo a vostra disposizione qualsiasi somma o diritto mi possa appartenere. Solo penso che di tanto in tanto si invii qualche cosa aii'Istituto Salesiano in memoria di Suor Giuseppina che fu così generosa con me da rinunziare a certe somme che le spettavano*.


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che vi fossero delle limitazioni; escludo che ci fossero limitazioni

di tempo o delle condizioni speciali, delle quali penso dovrei avere memoria. La rinnovazione del 1922 fu richiesta spontaneamente da P Genocchi (e non da me) e la risposta orale fu che veniva confermata la concessione quale data da Benedetto XV». Attendo di conoscere presto la tua opinione. Sto meglio. Prego. Lavoro un poco. Sono neiie mani di Dio confidente. Un abbraccio, tuo Luigi

London, 31 maggio 1940 Chepstow Villas, W. 11 Festa del S. Cuore di G.

Carissimo fratello, la tua de11'8 maggio mi è arrivata il 24. Ed io ho tardato a scriverti perché sono stato preso dalla correzione del capitolo ultimo del mio lavoro. Oggi ho finito il grosso delle correzioni, salvo l'ultima revisione. Ne ringrazio Dio che mi ha dato le forze necessarie. Sto discretamente. Le frasi «punta dell'anima o dell'intelletto~di S. Francesco di Sales non sono immagini di commodo ma partono dalla distinzione dell'anima dallo spirito. Non che siano due anime, ma varie funzioni della stessa sostanza spirituale che chiamiamo anima dalla funzione principale che è quella di animare. I1 problema da me posto è nella cartolina del 30 aprile. Un abbraccio di cuore, tuo Luigi

London, 18 luglio 1940 Chepstow Villas, W. 11

Carissimo fratello, è un grande e speciale favore per cui io ti posso scrivere e ne sono grato alle'persone che mi han reso ciò possibile e soprattutto a Dio che così ci consola. LETTERA2118.

Scritta su carta non intestata.


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Domani, trentasettesimo della tua consacrazione episcopale, dirò la Messa per te e la tua diocesi. Del resto è superfluo dirti che ogni giorno fo speciale memoria di te e della sorella, che Dio ci conceda di riunirci tutti con i nostri cari in cielo. Non avendo avuto, né potendo. avere risposta circa la concessione di dire la Messa in casa, mi sono rivolto a questo Delegato Apostolico, Mons. Godfrey, che mi ha concesso la facoltà per un triennio nel caso di malattia. Dacché ti scrissi, ai primi di giugno, sto un po' meglio, con alti e bassi, però non ancora posso dire la Messa al Convento o in Chiesa; così uso la facoltà concessami e ne ringrazio Dio. In questi giorni ho finito la correzione del mio lavoro sulla vita soprannaturale. U. titolo è La Vita Vera - Soczologia del Soprannaturale l . Ricordo di averti scritto il titolo dei capitoli. Ora passerò la copia per la traduzione in inglese. Ti scrissi, ma temo che la cartolina non ti è arrivata, che di quelle somme che mi spetterebbero, puoi fare l'uso migliore che tu credi. Solo desidero che di tanto in tanto ti ricordi dell'Istituto Schifano di Girgenti, in memoria della nostra sorella Remigia, che fu così generosa con me quando io ero in difficoltà. Fai sapere a Nelina quanto io la penso e come sempre prego per lei; e che stia per me tranquilla e fiduciosa in Dio. Tutto ciò che può accadere a me non sarà che la volontà di Dio, alla quale io aderisco di cuore, nel più completo abbandono e nella più filiale fiducia. Aiutiamoci con le preghiere e nell'unione ai Cuori di Gesù e di Maria. Un abbraccio di cuore. Tuo Luigi P.S. Ti acchiudo la Notice sur I'Archiconfrérie du Coeur Agonisant de Jésus per diffonderla nella tua diocesi, in questo periodo in cui tanti e tanti muoiono senza assistenza.

1. C& lettera 1808, nota.


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New York, 15 ottobre C19401 Festa di Santa Teresa

Carissimo, sto studiando il Cantico Spirituale di S. Giovanni della Croce sopra una ben fatta traduzione francese (per cura dei Carmeliti di Parigi) l . All'esplicazione della XIII strofa, a proposito della privazione dei sensi nelle visioni il Santo dice che tali effetti sono presso le persone non arrivate allo stato perfetto. «Quant aux Ames parfaits, elles jouissent en paix et dans les douceurs d'un suave amour de toutes les communications divines; elles n'ont plus de ces ravissements, dont le but était de le preparer à l'union consommée». È questa la teoria che sostiene l'abbé H. Bremond. Onde la comunicazione oscura ma diretta di Dio è possibile senza la perdita dei sensi, senza quella specie di disintegrazione della quale abbiamo discusso. Sto benino. Prega per me. Un abbraccio di cuore insieme alla sorella Luigi

[New York, Brooklyn], 1 novembre 1940 Tutti i Santi

Carissimo, ho celebrato in unione spirituale il tuo compleanno. H o finito di leggere il Canrico spirituale di S. Giovanni della Croce e sto leggendo la Viva fiamma d'amore. Nella esplicazione del 30 verso della la strofa egli espone le sue vedute circa l'unione con Dio in quel che chiama il centro più profondo dellanima. Egli dice che l'anima viene trasformata nel suo essere, nella sua potenza e nella sua virtù (o forza) e che la fiamma (Spirito Santo) attinge profondamente la sua sostanza-potenza e forza. Queste tre parole sono messe insieme e ripetute più volte. Quel ch'egli esclude (in altri posti) LETTERA2119. 1. Cfr. S. GIOVANNIDELLA CROCE,Cantico spirifuale, Libreria Fiorentina, Firenze, 1948; Obras de San Juan de la Cruz, Tip. de «E1monte Carmelo», Burgos, 1929, I e II vol. La traduzione francese a cui Sturzo aiiude usct a Parigi nel 1938.


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LUIGI E hlARIO STURZO

- CARTEGGIO

sono le conoscenze o gli affetti che implicano attività sensitive, ma non l'intelletto e la volontà prese come (pure?)potenze dell'anima. Così mi pare che la sua tesi sia confermata, non ostante che S. Giovanni usi la parola sostanza (e ne faccia abuso anche) come un modo efficace di espressione. Sto benino. Un abbraccio di cuore con Nelina, tuo Luigi



Finito di stampare nel mese di maggio 1985 dalla tipografia CittĂ Nuova della P.A.M.O.M. Largo Cristina di Svezia, 17 00165 Roma te!. 5813475182




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