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Parliamo con il maestro Stefano Canazza Direttore artistico del Teatro Mario del Monaco.
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Cultura e società
Parliamo con il maestro Stefano Canazza Direttore artistico del Teatro Mario del Monaco.
Buongiorno Direttore, ben trovato e grazie per la sua disponibilità.
D. Il rapporto con la città di Treviso: le sue preferenze artistiche/musicali. R. Treviso ha da sempre un rapporto particolarmente vivo e intenso con il proprio
Teatro. Già nella seconda metà del Settecento il Teatro d’Onigo, come allora era denominato, era uno dei più reputati teatri d’Italia, con spettacoli di ogni genere, e tra il 1869 e il 1930 conobbe momenti particolarmente floridi e venne prescelto come sede delle manifestazioni per il 25° anniversario della proclamazione di Roma a Capitale d’Italia. Nel 1890 vi debuttò Emma Calvé, nel 1894 il giovane ma già affermato Toscanini vi diresse Falstaff e Cristoforo Colombo di Franchetti e, l’anno successivo, il Tannhäuser di Wagner e la Lorely di Catalani. Nel 1900 Enrico Caruso vi interpretò il ruolo di Cavaradossi nella Tosca. Ma molte altre celebri ugole sfilarono sul palcoscenico trevigiano, da Elvira de Hidalgo a Toti Dal Monte, a Francesco Merli. Dunque, l’attività costante ospitata in questo prezioso involucro nei tre secoli passati ha tenuto sempre vivo il l’interesse e accresciuto la passione dei trevigiani per lo spettacolo e la musica dal vivo. Il pubblico cittadino è particolarmente attento e appassionato all’opera lirica che ha sempre ben figurato nei cartelloni del Teatro, anche grazie all’enorme apporto del Laboratorio Lirico Teatrale ideato da Peter Maag negli anni Novanta. Altrettanto si può dire però delle proposte concertistiche, sia sinfoniche che da camera, che hanno segnato le memorabili stagioni concertistiche dell’Autunno Musicale Trevigiano (un tempo unica stagione musicale propria del Teatro) con i più prestigiosi nomi della scena concertistica nazionale e internazionale.
D. Le caratteristiche e gli obiettivi della prossima stagione teatrale in riferimento alla lirica e musica sinfonica. R. La stagione lirica e concertistica ha l’obiet-
tivo innanzitutto di riportare in Teatro l’affezionato pubblico trevigiano e riprendere dalla prossima stagione l’importante stagione degli abbonamenti. A Treviso gli spettatori con abbonamento erano una presenza im-
A lato: Il Maestro Stefano Canazza.
portante e qualificata. Dal 2020 la pandemia ha interrotto questo filo diretto con il proprio pubblico. Stiamo lavorando con l’Amministrazione comunale di Treviso e il Teatro Stabile del Veneto per una programmazione e un calendario di sicuro interesse in grado di coniugare titoli e nomi di alto livello con una progettualità educativa e performante per il pubblico allargandone così gli orizzonti e la stessa utenza. La programmazione annuale 2022, dinamica e varia, è caratterizzata da una pianificazione di forte richiamo, stesa nel rispetto della tradizione, rivolta a promuovere i talenti del territorio e le interazioni con Enti e Associazioni operanti su di esso, e che abbraccia al tempo stesso una multidisciplinarietà: opera lirica (ad aprile La vedova allegra di Franz Lehár e Lo scoiattolo in gamba di Nino Rota, progetto dedicato alle scuole mentre in autunno altri due importanti titoli I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, titolo legato al concorso Toti Dal Monte e un altro importante titolo verdiano, che aprirà la stagione lirica 20222023), musica sinfonica come il concerto dell’Orchestra di Padova e del veneto che il prossimo 27 maggio sarà diretta da Wolfram Christ e con la partecipazione del violoncellista Giovanni Sollima, musica da camera tra cui il concerto del Quartetto di Venezia in programma per il 20 maggio, jazz, tradizione e musica nuova, laboratori di formazione professionale. L’intensa speranza con la nuova programmazione è quella di ritrovare il numeroso e affezionato pubblico del Teatro di Treviso, dopo una lunga assenza forzata, offrendogli qualità artistica e valorizzando i giovani talenti, nei ruoli ad essi congeniali,
affiancati dalla presenza di artisti più affermati e con avviate carriere alle spalle. Continua anche per il 2022 la sinergia con istituzioni del territorio e in coproduzione con altri Teatri di Tradizione, come il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro Verdi di Padova, oltre che con il Bassano Opera Festival di Bassano del Grappa, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, I Sonatori de la Gioiosa Marca, L’arsenale, L’Associazione Musincantus, Il Festival Treviso Suona jazz. Già con il 2021 è iniziato un percorso di coinvolgimento di alcuni palinsesti RAI, che si intensificherà dal 2022, con l’intento di arricchire, in tal modo, le collaborazioni a livello regionale e nazionale e dare visibilità alla produzione del Teatro comunale “Mario Del Monaco”.
D. Il teatro luogo di cultura e di aggragazione sociale: la particolarità di Treviso. R. Dal 2011 il Teatro è stato intitolato al
grande tenore Mario Del Monaco, fiorentino di nascita ma trevigiano d’adozione (Firenze 1915 - Mestre 1982). A Treviso Del Monaco si esibì in varie occasioni: nel 1943 in Lucia di Lammermoor, nel 1944 nella Bohème, nel 1945 in Tosca, nel 1948 in Carmen, nel 1961 in Sansone e Dalila; visse gli ultimi anni della sua vita, nella splendida villa di Lancenigo, vicino a Treviso, dedicandosi all’insegnamento. Oggi il Teatro è un luogo di cultura aperto a tutti i generi di spettacolo dal vivo, oltre all’opera e alla concertistica, alla prosa e al balletto, anche al jazz, al pop, al cabaret, alle varie forme di danza contemporanea, al musical. L’impegno di oggi è quello di portare avanti la missione di far sì che i giovani e i giovanissimi prendano sempre maggiore confidenza con i suoi spazi, organizzando tra le varie cose, percorsi formativi mirati alla conoscenza e all’ascolto dell’opera lirica, attraverso la partecipazione alle anteprime delle opere, le visite guidate del teatro, i corsi di formazione nelle svariate discipline teatrali, ecc. Il Teatro in generale va sfruttato nella sua complessità essendo esso il luogo privilegiato per la multidisciplinarietà delle esperienze e per la molteplicità dei suoi potenziali espressivi. La ricerca della bellezza affina gli animi e costruisce relazioni tra soggetti, producendo benessere, condivisione e appunto aggregazione sociale. Un fiore all’occhiello del Teatro del Monaco è il Concorso Internazionale per cantanti Toti Dal Monte, un’eccellenza del nostro territorio che quest’anno, ai primi di giugno, festeggerà la sua 50° edizione. Il Concorso, nato nel 1969, per volontà di Antonio Mazzarolli e del celebre soprano Toti Dal Monte, a cui è stato intitolato dal 1975, nel corso degli anni ha premiato ben 260 cantanti, che in seguito hanno intrapreso prestigiose carriere internazionali calcando le scene dei maggiori Teatri al mondo, tra questi si ricordano il soprano Ghena Dimitrova, il soprano Mariella Devia, il basso Ferruccio Furlanetto.
D. Una sua valutazione sull’ascolto della musica classica e sinfonica in auto: aiuta la guida dell’automobilista? R. Bella domanda. La musica è da sempre una
compagna di vita per gli italiani, proprio come l’automobile. In auto buona parte dei guidatori ascolta musica di vario genere: canzoni pop/ rock, dance, canzoni d’amore, musica classica. Si cantano e si fischiano melodie, motivetti vari di ogni genere, a volte consapevoli ed esperti conoscitori di un genere, spesso senza sapere bene cosa si sta fischiando o canticchiando. Ritengo la musica e quindi ogni espressione e ogni genere musicale, se ben eseguito e di qualità, un importante compagno di viaggio. Suggerisco di approfondire l’ascolto della musica classica, mentre si guida senza distinzione e nelle sue varie declinazioni: musica sinfonica, da camera, opera lirica, vocale e strumentale e di ogni periodo storico approfittando delle ore che trascorriamo alla guida. Molto più spesso di cui pensiamo molta musica utilizzata nelle pubblicità, nella musica da film, nelle sigle televisive, è musica classica.
Conoscete la storia del noto inno della UEFA Champions League, la competizione e quindi la composizione più amata di sempre? È stato composto dal compositore inglese Tony Britten nel 1992, ed è basato sullo “Zadok the Priest“, l’inno di incoronazione composto nel 1727 da Georg Friedrich Händel in onore di Giorgio II di Gran Bretagna. Il pezzo, la cui esecuzione è compresa nella cerimonia di apertura di ogni partita della competizione e nella sigla di apertura e chiusura dei programmi televisivi a essa dedicati. La versione ufficiale, vale a dire quella che ascoltiamo nelle cerimonie, venne eseguita dall’Academy of St. Martin in the Fields e dalla Royal Philharmonic Orchestra di Londra mentre venne suonata la prima volta nell’autunno del 1992 negli stadi Jan Breydel (Bruges), Ibrox (Glasgow), San Siro (Milano) e das Antas (Oporto), per l’apertura della fase a gironi del torneo 1992-93. Dal 1994 ad oggi, per la versione televisiva, sono state prodotte sei nuove versioni dell’inno. Quanti milioni di automobilisti l’avranno ascoltato mentre erano alla guida non sapendo dove stava l’origine di questo bellissimo inno? Anche la musica classica aiuta eccome la guida dell’automobilista.