PIAZZALE
BIAGIO MIRAGLIA
Sindacalista - Fondatore del Gruppo Folkloristico “Citta dei Trulli”
1913/1995
PIAZZALE
BIAGIO MIRAGLIA
Sindacalista - Fondatore del Gruppo Folkloristico “Citta dei Trulli”
1913/1995
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N° 60 DEL 02/07/2015 “…con delibera di G.C. n° 77 del 27/08/2013 venne preso atto della richiesta…” “…questa Amministrazione…, intende intitolare alla memoria del compianto Cav. Biagio MIRAGLIA il piazzale antistante la Villa Comunale di Via Indipendenza …” “Visto il profilo biografico…; RITENUTO, pertanto, di dover provvedere all’intitolazione del piazzale…VISTA la legge 23/06/1927 n° 1188; VISTO il parere favorevole del Responsabile del Servizio; Con voti unanimi favorevolI legalmente espressi; DELIBERA di INTITOLARE alla memoria del Cav. Biagio MIRAGLIA, deceduto il 15/08/1995, illustre concittadino di Alberobello, il piazzale antistante la Villa Comunale di Via Indipendenza; “…la presente immediatamente esecutiva ai sensi dell’art. 134 comma 4 del D.Lgs. 267/2000, PIAZZALE BIAGIO MIRAGLIA Sindacalista – Fondatore del Gruppo Folkloristico “Citta dei Trulli” 1913/1995
da “La strenna di Santa Lucia 2013” del Dirigente Scolastico Modesto CAMMISA: Primo di sette figli di una famiglia di braccianti agricoli, BIAGIO nasce ad Alberobello il 16 ottobre 1913 e, sin dalla più tenera età, viene avviato al duro lavoro dei campi che, per i più piccoli, significava “carscé a terr i li pet ca gavt”(trasportare terra e pietre in una pesante e spigolosa mastella di ferro) Dal felice matrimonio con Angelina SGOBBA nacquero Gina e Leonardo. Il servizio militare e la II Guerra Mondiale lo videro sul fronte Albanese con la Brigata Arezzo e prigioniero in Germania nel campo di concentramento di Kaiserslautern. Al suo rientro, notevolmente debilitato fisicamente, trovò lavoro come aiuto fornaio nel “forno di Spano” (ancora funzionante in via Oberdan) e successivamente come pastaio nel pastificio dei fratelli Caputo, (Corso Cavour, angolo via Lamarmora) distrutto da un incendio. Ancora da “La strenna… M.C.” Sul lavoro e memore della dura e grama vita del bracciante, Biagio matura il convincimento di quella che sarà la missione della sua vita: l’impegno sociale per i lavoratori, per i più deboli. Per i più bisognosi. Il nostro ha fantasia vulcanica, interessi svariati e ottime capacità organizzative, ma è soprattutto “uomo del fare e dell’agire”. E così si butta a capofitto: - nella politica: già nel 1945 lo troviamo consigliere e commissario della Democrazia Cristiana neo costituita dal Geom. Nicola LOPERFIDO; - nell’assistenza: costituisce, sempre nel 1945, insieme all’Avv. Angelo CASULLI, la Cooperativa ACLI (assistente e poi Presidente) che con gli aiuti dell’ONARIO, prima, e del Piano MARSHAL, dopo, contribuì a sfamare centinaia di famiglie alberobellesi; - nel sindacato: sin dal dopoguerra, in rappresentanza della “componente bianca” fa parte del Direttivo del Sindacato Unitario dei Lavoratori (Camera del Lavoro, poi nel 1948 la nomina a Segretario della sezione di Alberobello del SINDACATO LIBERO, nato dalla scissione delle ACLI dalla neonata CGIL, il 15/09/48 nacque la “Libera CGIL” che il 30/04/50 diventò l’odierna CISL. …la SUA CISL, di cui è stato Segretario ininterrottamente, per 47 anni. Attratto come una grossa calamita da questo nuovo e gravoso impegno, da autodidatta, volle impegnarsi, anima e corpo, immergendosi totalmente in questa attività che gli consentiva, finalmente, di dedicarsi ai più poveri ed ai più bisognosi. L’organizzazione dei lavoratori, con particolare riferimento ai braccianti agricoli, le prime lotte sindacali, gli scioperi per il riconoscimento delle “ otto ore lavorative” i “contratti di lavoro” gli “elenchi anagrafici” e le numerosissime “vertenze sindacali” - quasi una novità per quei tempi, furono da lui promosse, anche e soprattutto per 2
contribuire al rispetto del lavoratore e della sua dignità. A proposito di “vertenze sindacali”, mi sembra doveroso sottolineare che il Nostro non è quasi mai arrivato a situazioni di rottura col datore di lavoro. Biagio anteponeva a tutto il dialogo costruttivo, l’unico - affermava - “capace di costruire un accordo soddisfacente”, perché “il muro contro muro” – continuava - “non fa mai i reali interessi del lavoratore, esponendolo, di contro, ad un’attesa sfibrante per vedersi riconoscere, con molto ritardo, diritti sacrosanti”. Come non vedere in questo suo comportamento uno dei principi cardine dell’odierna concertazione? Nella CISL regionale, inoltre, benché avesse frequentato soltanto la 2^ elementare, viene tenuto in gran conto. I segretari provinciali e regionali, infatti, non trascuravano mai di sentire il parere o il consiglio di Biagio sulle diverse tematiche e piattaforme sindacali ed egli, dal canto suo, partecipa sempre molto attivamente, con la “bandiera della CISL di Alberobello”a tutti i congressi provinciali e regionali e a quasi tutti quelli nazionali”. A livello politico-sindacale poteva contare su diversi amici come l’On. Giulio PASTORE, l’On. Natale PISICCHIO, l’On. Vito LATTANZIO, l’On Emilio COLOMBO e moltissimi altri. A livello provinciale forti ed importanti erano i legami con i vari dirigenti dei vari enti assistenziali e previdenziali come l’INAIL, INPS, ex INAM ed altri. Innamorato pazzo di Alberobello, dal 1956 a tutto l’anno 1980, ne è stato provvido consigliere, assessore nonché vice sindaco. Sempre attore e mai spettatore. E’ sempre stato uno dei più suffragati della D.C. ma non ha mai strumentalizzato il suo notevole “peso politico”. Lo ha sempre messo a disposizione del partito sopratutto quando si trattava di difficili e complicate alleanze. Era il primo a rinunciare alle cariche pubbliche di prestigio. Dal 1980 e per due mandati elettivi, è Presidente della Pro Loco. Ha ricoperto anche la carica di vice presidente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale “G. Leogrande” di Alberobello. Erano momenti delicati e particolarmente difficili del nostro paese. Molte famiglie soffrivano la fame, erano trattate come derelitti della società e dilagava l’analfabetismo. Animatore della vita sportiva e culturale della nostra cittadina, ha sempre avuto a cuore le problematiche del mondo giovanile e per i giovani organizza molti eventi. Nello Sport si ricordano ancora le gare ciclistiche interprovinciali con i nostri idoli (Cosimo Romano,” Niktiedd”(De Carlo), Nicola Colamaria,”U fascist” (Castellana), Pierino Azzizza ecc.). 3
Gli incontri di pugilato, con ring improvvisati in Piazza del Popolo, con le belle esibizioni di Donato Spagnolo e, soprattutto i memorabili incontri tra suo fratello “Bacong” ed il mitico Peppuccio Boccardi. Le serate si concludevano con l’immancabile ed esilarante spettacolo comico di “Colino e Mariett.” Gli assalti alla “Cuccagna” razziate più o meno sistematicamente da “U fascist”, erano l’anteprima degli incontri di Pallacanestro che si svolgevano in Piazza del Popolo e a Largo Martellotta su campi improvvisati che vedevano come protagonisti i vari: “Carlo Palmisano, Talino Piepoli, Talino Girolamo, Mimino Girolamo, “Vtucc Cnocch” (Palasciano), Pinuccio Bimbo, Domenico Pugliese, Modesto Panaro, Clemente Palmisano e l’indimenticabile “pezzagnaur” (Pierino Girolamo). A tutti i giovani atleti dell’epoca dette l’opportunità di gareggiare sui più importanti campi sportivi della regione partecipando a gare che si svolgevano sopratutto allo “Stadio della Vittoria” e al “Canalone”. Immancabili erano le cene o i festeggiamenti dopo le gare, anche se non coronate da successo. Rituale e memorabile era la cena alla trattoria “Ass d baston” di Bari. I Campeggi (campi estivi per i giovani della durata di circa un mese) furono anche una sua invenzione per concedere ai numerosi giovani di Alberobello di trascorrere una vacanza al mare che altrimenti non avrebbero potuto permettersi. Lui e solo lui sapeva come e cosa fare, senza alcun sostegno finanziario, per il garantire a ciascuno di loro sostentamento e disciplina. Per “portare al mare” di Torre Canne la gente che non ne aveva la possibilità – qualcuno ancora lo ricorda - pregava qualche amico di mettere a disposizione il proprio camion per il vietatissimo (eh… altri tempi… n.d.r.) trasporto delle persone. Successivamente e cioè quando si poteva contare su qualche soldino, organizzava gite per gli iscritti alla locale sezione della CISL. La passione e la voglia per i viaggi gli consentirono di promuovere numerosissime gite sociali in tutta l’Italia, sintetizzate nell’opuscolo realizzato da Nino e Anna Paola LACATENA. Nei suoi viaggi non poteva mancare la tradizionale e famosa focaccia “ a fcazz d Biasein” ed il desiderio, quasi sempre realizzato, di incontrare i numerosi compaesani, sparsi per l’Italia. Aveva innato il senso dello spettacolo e mirava essenzialmente a far divertire i suoi iscritti e la popolazione di Alberobello e vedeva nel 1° Maggio un momento di festa e spensieratezza. Riempiva le piazze con le “feste del lavoro”. Ogni anno c’era un nuovo spettacolo. 4
Organizzava le sessioni di musica leggera per complessi musicali della zona e i raduni di Gruppi folkloristici provenienti dalla Puglia (Gravina, Taranto, Monte Sant’Angelo, ecc.), dalla Basilicata (Pisticci), dalla Calabria (Settingiano. Castrovillari ecc.) e dalla Sicilia con i famosi Canterini Peloritani di Messina. Sui palchi dove si evolvevano delle belle coreografie, si sono esibiti numerosi personaggi dello spettacolo locali, regionali e nazionali come gli indimenticabili Franco PONTRELLI ed il maestro Pino DI MODUGNO, “COLINO e MARIETTA” il duo comico “TOTI e TATA” (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo - ora affermati attori n.d.r.), Minni MINOPRIO, Gloria CRISTIAN, Edoardo VIANELLO, Luciano FINESCHI e la sua orchestra e tanti altri. A lui si devono tutti gli spettacoli e le manifestazioni, non religiose, realizzate all’epoca ad Alberobello. Ha dato spazio alla cultura con l’organizzazione di concorsi e mostre di pittura, di disegno e di poesie riservati agli alunni delle scuole di Alberobello e dei paesi vicini. Non c’erano premi in danaro ma solo visibilità mediante la pubblicazione dei vari lavori e di materiale scolastico in libretti che oggi, più di allora, fanno capire quanto sia necessario sostenere l’istruzione. Parafrasando lo spettacolo televisivo “Lascia o Raddoppia” di Mike Buongiorno, promosse il gioco culturale a premi di “Passa o Rattoppa” nel quale si confrontavano, su materie scolastiche e di attualità, le scuole medie della provincia. Un notevole contributo lo ebbe dai diversissimi giovani dell’epoca con particolare riferimento ai compianti ed indimenticabili Franco PONTRELLI e Tommaso PERRINI. A “Benvenuta estate” manifestazione legata alla gastronomia locale, da lui fortemente voluta per promuovere il turismo, anche nel mese di luglio, dedicò tutto il suo impegno coinvolgendo i suoi entusiasti collaboratori Franco Pontrelli, Mario Salamida, Ciccio LOPERFIDO e Mimmetto PANARO: pioneristico tentativo di destagionalizzazione. Durata ben 4 giorni (dal 5 all’8 luglio 1984) ottenne l’adesione di diversi operatori della ristorazione e del turismo locale e la preziosa collaborazione del Maestro Lino Piccoli il quale impreziosì l’artistico invito stampato in 5.000 copie. Nonostante il nutrito programma (numerosi artisti locali e regionali tra i quali “TOTI e TATA”,al loro esordio, e la degustazione dei prodotti tipici locali), non ebbe il meritato successo. Le cattive condizioni atmosferiche, infatti, bloccarono il previsto afflusso di visitatori provenienti da tutta la Puglia. Per i più piccoli aveva voluto il concorso “Mascherina D’Oro” riservato alle mascherine più simpatiche ed originali. Lo spettacolo ebbe molto successo e fu riproposto dalla Pro Loco di Alberobello per oltre 12 anni. 5
Le feste da ballo, con l’elezione di “Miss CISL“ erano le più attese ed ambite dai giovani in quanto luogo di incontro e di divertimento collettivo. Biagio e il Gruppo Folkloristico “Città dei Trulli” Alberobello (Sempre da “La Strenna…” di Modesto Cammisa) Si deve senza ombra di dubbio a Biagio Miraglia la costituzione e nascita del Gruppo Folkloristico “Città dei Trulli” di Alberobello. Biagio, infatti, insieme a Giovannino TURI (primo presidente), Antonio COLUCCI, Oronzo SISTO e Ninì SIMEONI, riprendendo lo spirito e alcune canzoni, serenate, arguzie, mottetti e movenze con le quali la Sig.ra Isabella SGOBBA (al secolo Sabbedd d ‘mbond u vosch), con un gruppo di amici, per lo più contadini, allietava il pubblico che sempre numerosi le si assiepava intorno durante il carnevale, costituisce il Gruppo Folkloristico “Città dei Trulli” di Alberobello con l’intendo di far conoscere e diffondere, in Italia e all’estero, gli usi, i costumi e le tradizioni della Città dei Trulli. Riscopre e valorizza quella che poi diventerà la famosissima PIZZICA PIZZICA e col Maestro Sebastiano D’ORIA (Vastianin), ricostruisce ed arrangia le musiche delle danze e dei canti (alcuni sono autentici e di autore ignoto), ai quali, in seguito, darà una grossa mano la verve dell’allora giovanissimo, ma già bravissimo fisarmonicista, Mario SALAMIDA e con Gino ANGIULLI, Pinuccio BIMBO e altri loro coetanei organizza le coreografie di quelle danze folkloristiche che ancora oggi il gruppo porta in giro per il mondo. Decisive, durante la sua gestione, le ricerche per ricostruire i vestiti dei danzerini (che ripropongono la divisa del carrettiere) e, soprattutto, delle danzerine (quello “da lavoro” e quello “della festa”), realizzati con assoluta maestria dalle sapientissime mani di Sebastiano D’Oria, e la partecipazione a tantissime manifestazioni Folkloristiche in Italia ed all’estero. Tra le tante, l’invito e la partecipazione all’allora famosissimo “MAGGIO di BARI” dal 1951, a “TORINO ‘61”, manifestazione per commemorare il primo centenario dell’Unità d’Italia e al “Meeting dei migliori 10 Gruppi Folkloristici Italiani” il 16 settembre 1972 a ROMA, presso la basilica di Massenzio (il giorno dopo il Gruppo fu ricevuto dal Presidente della Repubblica Giovanni LEONE). Non vanno dimenticate, comunque, le tantissime esibizioni in Sicilia, in Jugoslavia, in Grecia, in Belgio e… dulcis in fundo, in Libia, durante la Rivoluzione (o “colpo di stato”) del colonnello GHEDDAFI. Allo straordinario successo del neo-costituito gruppo folkloristico contribuirono, in maniera determinate, quasi tutti i giovani dell’epoca per i quali tentare di nominarli sarebbe un impresa difficilissima se non impossibile. 6
Era il 31 agosto del 1969 ed il gruppo, appena sbarcato all’aeroporto di Tripoli, fu inviato a Sabratha, a circa 100 km, dove si esibì, ottenendo uno strepitoso successo, nel suo unico spettacolo libico, nell’Anfiteatro Romano. Tornato a Tripoli fu alloggiato in un piccolo albergo di periferia. Durante la notte il Colonnello GHEDDAFI perpetrò il “COLPO DI STATO” defenestrando RE IDRIS di Libia. Il mattino dopo, essendo l’hotel privo di cucina, il gruppo rimase senza colazione ricevendo, per pranzo, un solo panino e ed numero molto ridotto di uova sode. Per due giorni rimase totalmente isolato e per l’imposto rigidissimo “coprifuoco” nessuno potè uscire dall’hotel. In serata, grazie all’Istituto Italiano di Cultura, alcuni connazionali ed un indimenticabile ingegnere Belga, il gruppo fu trasferito all’hotel Mediterranee, uno dei più lussuosi alberghi di Tripoli. Da quel momento iniziarono, ma non per tutti, alcuni giorni di “spensierate vacanze”. Per Biagio Miraglia,infatti, iniziarono i giorni più tormentati e preoccupanti del suo “dopo guerra”. Troppa era la preoccupazione e la responsabilità ed a farlo stare davvero male contribuirono alcuni gravissimi episodi. Il pericoloso comportamento dei raccogliticci militari fedeli al “Colonnello”, i quali non conoscevano neanche l’arma assegnatagli. Uno di questi, nel tentativo di armare il proprio fucile, fece partire un colpo ed il proiettile si conficco nel soffitto di una della camere occupate dalle nostre ragazze. Un altro gruppo di miliziani, in un giorno in cui era possibile uscire, almeno per due ore, sequestrarono una ragazza del gruppo; la rilasciarono dopo diverse ore grazie all’intervento del direttore dell’hotel che, nonostante il “coprifuoco” accompagnò Biagio in un vicino posto di blocco. Come se non bastasse, gli altri militari che presidiavano l’albergo giorno e notte, una sera spararono un colpo di fucile verso il terrazzo, dove si trovava una buona parte del gruppo. Alle violente rimostranze di Biagio, sempre accompagnato dal direttore dell’hotel, risposero con sdegno e determinazione: “…noi sparato per uccidere!”. A completare questo non idilliaco quadro contribuì il totale isolamento della Libia dal resto del mondo. Biagio, pur di tentare un contatto con l’Italia, chiese ed ottenne il permesso per essere ricevuto dal “Consiglio della Rivoluzione” presieduto dal Col. GHEDDAFI il quale gli assicurò che il nostro sarebbe stato il primo gruppo a lasciare la Libia. 7
Al suo rientro in hotel ebbe le congratulazioni di Italo LIGUORI della RAI, unico giornalista italiano ad entrare in Libia nonostante la chiusura delle frontiere, che soggiornava nello stesso hotel. Il Colonnello fu di parola e dopo qualche giorno, pur permanendo lo stato di totale isolamento, fece imbarcare il gruppo su un pulmann che, scortato dai suoi fedelissimi, lo condusse prima a Sfax (Tunisia), per il pranzo e poi a Tunisi da dove, con un aereo dell’Alitalia, messo a disposizione dal Presidente della Repubblica Giuseppe SARAGAT raggiunse Roma. Da “La strenna… M.C.”: Per oltre 25 anni il Gruppo Folkloristico “Città dei Trulli” di Alberobello viene diretto ininterrottamente, con maestria e successo, dal Cav. Biagio Miraglia (sono “il capogruppo di questo Gruppo”, soleva dire con un pizzico di fierezza) Era un maniaco delle prove, ci sottoponeva ad un vero e proprio tour de force perché voleva che fossimo sempre in ottima forma, non solo per le esibizioni, ma anche e soprattutto, per le sfilate fra le strade delle città e dei paesi che ci ospitavano; ad ogni slargo ci fermava per farci eseguire un balletto e, così facendo, sfiniva soprattutto quei ragazzi e quelle ragazze che erano impegnate in più danze. Quando gli chiedevamo il perché, anche in considerazione che gli altri gruppi facevano un decimo delle nostre fermate, ci rispondeva: “Ragazzi, noi stiamo qui per la gente, per far divertire la gente, per farci conoscere e far conoscere Alberobello. Ma non posso dimenticare Biagio danzerino. Io ho visto ballare Pinuccio BIMBO, Giuseppe GIGANTE, Tonio FUMAROLA, Mimmo GILIBERTI, Fernando BALDINI, Angelo RAMUNNI, Santino MIRAGLIA, Nino AGOSTINO (e chiedo scusa a quanti non ho citato), ma la pizzica pizzica di Biagio, a chiusura di spettacolo, era inarrivabile, e scatenava l’entusiasmo degli spettatori in tutte le piazze, con applausi e richieste di “bis”. E come dimenticare il Biagio canterino e gli eccellenti e richiestissimi duetti con Mafalda TRIVISANI ne’ “u vcchiariedd”… Ed, infine il Biagio suonatore, che ai più poteva apparire improvvisato, ma che, col suo “rasch a rasch”, diventava sul palco una vera e propria attrazione. Ma, soprattutto, quello che sento maggiormente a me più vicino è il Biagio uomo (Biasì per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo o il piacere di essere da lui coinvolti in una qualsivoglia delle sue molteplici e svariate iniziative). Una persona eccezionale che più trascorre il tempo e più ritengo straordinaria. Biagio per noi giovani è stato un maestro di vita, pieno di premure e insegnamenti per tutti… senza pedanterie e piaggerie, sempre pronto al dialogo, ma, quando aveva da rimproverarti qualcosa, andava dritto al nòcciolo della questione, magari passando per il tramite dei suoi tantissimi aneddoti o modi di dire che addolcivano il “predicozzo”, 8
ma ti facevano riflettere sia al momento sia in seguito, come se ti affidasse una specie di compito da svolgere a casa, che ti potesse servire all’approfondimento della questione. All’amicizia con il Comm. LO BUONO, importante editore di Bari, si devono le pubblicazioni di diverse cartoline illustrate e la foto sui depliant per la promozione turistica della Regione Puglia, che hanno fatto il GIRO DEL MONDO. Biagio era un generoso: difficilmente chi si rivolgeva a lui per qualcosa di essenziale se ne tornava “a mani vuote”… e vi garantisco che erano in tantissimi. Molti lo chiamavano “a schresce”, perché “ngappaje a tutt i crstien c’acchiaje”. Spesso, infatti, a mezzogiorno in punto, io e Mimmetto PANARO (suo fedele collaboratore) lo accompagnavamo dalla CISL verso casa per la pausa pranzo. Bene, per percorrere quei 200 metri fino all’altezza di Via Oberdan, dove lo lasciavamo, impiegavamo minimo mezz’ora per consentirgli di rispondere a tutti quelli che lo fermavano o che lui fermava. “NGARCANN” (non ti preoccupare… non ci sono problemi…). In questa semplice locuzione, termine dialettale da lui coniato, era racchiusa tutta la sua filosofia. Non l’ho mai sentito dire “Questa cosa NON si può fare”. Non sapeva dire NO a nessuno, nemmeno agli avversari politici e agli iscritti degli altri sindacati. Il suo NO, se proprio doveva essere detto, doveva essere detto il più tardi possibile e solamente se diventava indispensabile. Dispensava a tutti spassionati consigli e coinvolgenti sorrisi. Aveva frequentato la 2a elementare, il suo linguaggio era intriso di dialetto e provincialismo, inciampava nei congiuntivi, ma si faceva capire da tutti e tutti sapeva coinvolgere; per me, aveva delle doti che pochi uomini posseggono: “era conscio dei suoi limiti, conosceva gli uomini e li sapeva soppesare”. Ha sempre individuato con precisione i diversi collaboratori che lo sostenevano nelle sue svariate iniziative, facendo emergere e valorizzando i talenti di ognuno (Sebastiano D’ORIA, Mario SALAMIDA, Francesco LOPERFIDO, Tommaso PERRINI, Franco PONTRELLI, il sottoscritto, ecc.) Biagio era un compagnone, un animatore nato, sapeva coinvolgere, aggregare, entusiasmare, soprattutto i giovani. …e sapeva divertirsi e farci divertire. Una mente poliedrica e vulcanica, con lui bisognava sempre tenere il freno a mano tirato...chiedere ai suoi figli per credere. …non passava la notte per pensare a cio che doveva fare il giorno dopo; Biagio trascorreva la notte pensando a come trovare risorse e persone per realizzare una delle miriade di idee e iniziative che gli passavano per la testa in quel momento. 9
Non posso chiudere questo breve e carente ricordo di Biagio senza riportare almeno qualcuno dei tantissimi aneddoti indimenticabili di cui è costellata la nostra esperienza di vita con Lui, episodi che mi riprometto di mettere anche per iscritto, in tempi migliori, con più dovizie di particolari, perché sarebbe un peccato mortale non farle conoscere agli Alberobellesi di domani. Cominciamo con “a fcazz d Biasein” (sunto dallo scritto di Modesto Cammisa): Alla frontiera svizzera i finanzieri Italiani fermarono il pulmann del gruppo diretto a Courselles (BELGIO) perché non aveva il passaporto collettivo vidimato dalla Questura di Bari. Pinuccio Bimbo, Mimino Pugliese e il figlio Leonardo cercarono in tutti i modi e con tutta la dialettica in loro possesso di convincere i finanzieri a lasciarli passare, ma senza successo… poi videro Biagio che dal pulmann venne verso di loro “Ca ramer da fcazz”… Temendo “brutte figure”, ma anche qualche ritorsione, i tre si allontanarono velocemente. Dopo un po’ si ottenne l’OK per proseguire. Increduli si rivolsero a Biagio per chiedergli cosa avesse escogitato per convincere i finanzieri …e il Nostro: “Uagliò …tutti tenen a vocch!!!” Fiumicino: primo aereo atterrato in Italia proveniente dalla Libia. (Modesto Cammisa) Al ritorno dall’esperienza in Libia (sett. 1969), che doveva durare 3 giorni ma che si protrasse per 13 a seguito del “colpo di Stato” del Colonnello Gheddafi, Biagio, durante l’intervista alla TV italiana, tesseva le lodi del nostro Console e diceva di quanti privilegi avevamo avuto dopo i primi giorni. Al che l’intervistatore, considerate le puntualizzazioni di Biagio, chiese, quasi affermando: “Allora, Signor Miraglia… lei tornerebbe volentieri in Libia? E Biagio di rimando e di botto: “Na volt angapp u sorg alla tagghjaul! E l’intervistatore”Come? Come?” Ma Biagio era sparito e dovette accontentarsi delle nostre delucidazioni… sbellicandosi dalle risate! Molto ci sarebbe ancora da dire, ma non voglio abusare della pazienza dell’uditorio, né del fascino che la figura del cavalier Biagio Miraglia suscita nello stesso e mi piace concludere con 2 considerazioni già fatte da altri, ma che sento anche profondamente mie. Biagio non si è arricchito, non ha mai strumentalizzato il suo notevole “peso politico” né mai s’è approfittato di nulla (“te ne vai povero come eri venuto” dirà Gino ANGIULLI), ha sempre utilizzato le sue tante conoscenze per aiutare la gente, anche gli avversari, a trovare un lavoro o un’occupazione precaria o un espediente qualunque per procurarsi un tozzo di pane per sé e i famigliari. Il nostro storico Gino ANGIULLI aggiungeva: “...la tua intelligenza, la tua tenacia, la tua generosità, l’altruismo, la tua personalità ed il carisma hanno fatto di te l’alberobellese più popolare, più amato, anche se qualche volta dagli invidiosi, a torto, denigrato. Non respingevi nessuno ed eri felice quando un avversario chiedeva la tua 10
assistenza. Ed ancora Ti ricordi il primo “Pizzica Pizzica” tu Pinuccio BIMBO e io, solo tre coppie, ballato al MAGGIO di BARI nel 1951 con i vestiti originali e antichi prestatici dalla signorina Attilia AGRUSTI? E il primo Consiglio Direttivo del Gruppo: tu, io, Giovannino TURI presidente, Antonio COLUCCI, Oronzo SISTO, cassiere? Poi sei stato tu il presidente e lo hai fatto grande e conosciuto nel mondo”. Prof. Nardino RICCI (già consigliere e assessore al Comune di Alberobello) “… vi sono alcuni uomini che per gli avvenimenti accaduti durante la loro esistenza e per la loro particolare personalità incidono profondamente negli eventi e diventano il simbolo di un’epoca. Biagio Miraglia è, senz’altro, tra questi. Tante generazioni di giovani devono a Lui l’avvio nella società; era sempre Lui il più entusiasta e quelle che a noi, più giovani, sembravano mille difficoltà, per Lui non c’erano. Grazie Biagio, sei stato veramente un tassello importante della storia alberobellese degli ultimi cinquant’anni. Prof. Napoleone (Pinuccio) BIMBO (già sindaco di Alberobello) “Ciao vecchio amico, anzi, vecchio mio maestro di vita; ti voglio ricordare sempre così come ti ho sempre visto e preferito: uomo di mondo, uomo d’azione, uomo della estrema praticità e concretezza, proprio come ti vidi la prima volta, ancora ragazzino, quando mi invitasti ad accettare e prendere cioccolata e caramelle ai tempi della cooperativa degli aiuti UNRA allocata nei locali di don Giovannino Turi in Via Garibaldi. Non conoscevi ostacoli” “…Ora non sei più tra noi, ma se ti può essere meno gravoso, sei in tutti noi e specialmente in me, che non ho voluto vederti”INERTE” in una fredda bara, soprattutto per conservare di te il ricordo dell’uomo dinamico, altruista e generoso oltre il verosimile”. Sono moltissime le persone che lo hanno aiutato e hanno collaborato. Nominarli tutti per ringraziarli è impresa praticamente impossibile. Uomo buono, altruista, dinamico, estremamente disponibile e generoso. Per quasi mezzo secolo, benefattore ed estremo difensore della gente umile. Esempio di dedizione ed abnegazione, ha smesso di occuparsi di tutti noi con la sua morte avvenuta il 15 agosto del 1995. “Vivrà sempre nella memoria di quanti lo conobbero ed ebbero la fortuna di percorrere un pezzo di strada terrena insieme a lui”. (Modesto Cammisa) Molti si sono interessati a lui ma soprattutto a quello che riusciva a realizzare. Ci piace qui riportare solo alcuni dei più significativi scritti: Dott. Oronzo SISTO e Mimmo GILIBERTI con diversi articoli pubblicati sulla “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” e “LA PIAZZA”. La stampa locale, ed anche alcune testate giornalistiche nazionali anch’esse interessate alla sua poliedricità e dinamicità. 11
Nino AGOSTINO (attuale presidente del gruppo folkloristico):“Per oltre 30 anni l’animatore, la mente, il cuore del Gruppo Folkloristico. Hai fatto conoscere la cultura, le tradizioni, il folklore ed il nome di Alberobello in tutto il mondo. Grazie per tutto quello che hai fatto e per l’inestimabile patrimonio che ci hai tramandato” Avv. Giuseppe BACCARO “… Ha scritto un pezzo importante della storia di questo paese, certamente caratterizzato da profondi contrasti e passioni, ma sempre finalizzati in un miglioramento politico e sociale degli alberobellesi…” Vito CARPARELLI (già consigliere ed assessore al Comune di Alberobello): Ricordo con simpatia e nostalgia il periodo in cui entrambi eravamo parte attiva dell’ospedale di Alberobello, pur in ambiti differenti. Sindacalista sempre vicino alla gente ed attento ai suoi bisogni”. Dott. Antonio CITO (dirigente P.A.) “Con il Tuo Gruppo Folkloristico sei stato il primo ambasciatore delle tradizioni popolari di Alberobello. Con la Pro Loco continuasti a promuovere la Tua città. Grande umanità e capacità di stare con la gente, soprattutto con i giovani. Personaggio generosissimo, sempre prodigo di consigli ed insegnamenti di vita. Tanti i ricordi e gli aneddoti misti a tanta nostalgia” Prof. Bruno DE LUCA (già sindaco di Alberobello) “…Biagio è stato un personaggio che ha lasciato un segno nella nostra comunità. Un pezzo della nostra storia. Ingegno multiforme, attivo in vari campi, dal sindacato alla politica, alle attività culturali. Ha sempre operato per l’interesse del popolo. Cosciente delle proprie capacità come dei propri limiti. Avversario politico leale e con il quale era facile confrontarsi…” Serbastiano D’ORIA (musicista, sarto e cultore di “usi e costumi” locali) “…Io e Biagio eravamo molto amici. Gli ho dato una mano per la fondazione ed il lancio del Gruppo Folkloristico. Ho fatto diversi arrangiamenti a vecchie melodie ed ho, e ne sono fiero, realizzato i primi vestiti indossati dai componenti il Gruppo Folkloristico. Biagio, pur di tener fede agli impegni assunti (acquisto dei materiale per i vestiti) molto spesso, ci rimetteva di suo”. Don Giuseppe FRUGIS (parroco della parrocchia S. Antonio Alberobello) “Biagio è stato un personaggio della personalità esplosiva e quanto mai poliedrica. Le molteplici attività lo hanno visto al completo servizio delle classi più umili della comunità di Alberobello”. Nunzio GAGLIARDI (già segretario provinciale CISL) “Guardo con nostalgia i tempi di Biagio. I suoi (ngarcan) erano segno di disponibilità vera e pura solidarietà e spirito di servizio. Biagio era un uomo del popolo della sua Alberobello. Non ha mai accettato incarichi che potessero allontanarlo dal suo paese. Non aveva nessuna ambizione di potere, sempre restio ad accettare cariche istituzionali che, numerosi, gli furono proposti. Il vero potere di Biagio era quello di essere al servizio della gente”. 12
Prof. Carmelo GALLO (preside) “Biagio è stato un pezzo della storia di Alberobello. Maestro sempre prodigo di insegnamenti. Fine mediatore tra le varie correnti della DC, capace di risanare contrasti spesso aspri con il suo buonsenso. E’ stato promotore di eventi ante-litteram che spaziavano dalle tradizioni popolari alla cultura. Seminatore di valori da conservare gelosamente”. Dott.ssa Anna Paola LACATENA, (figlia di NINO assiduo frequentatore delle numerose “Gite” organizzate da Biagio e coautrice dell’opuscolo “La Gita” a lui dedicato): “Biagio era una persona generosa e socievole. Le sue gite erano il pretesto per condividere tutto con la sua gente. Il piacere di stare insieme, sia pure per pochi giorni, a chi senza le sue gite non avrebbe mai potuto avere la possibilità di viaggiare”. Anna Paola e Nino composero e pubblicarono un simpatico volumetto dove evidenziavano con ironia tutti gli aspetti delle “Gite” organizzate da Biagio. Dott. Franco LATARTARA (già sindaco di Alberobello) “…Uomo pratico, profondamente inserito nel sociale. Celebri i suoi aforismi pieni di buonsenso e capaci di sbrogliare ogni situazione…” Dott. Alberto LIPPOLIS (già assessore e consigliere decano al Comune di Alberobello): “L’ho conosciuto sin da piccolo, era un amico di famiglia. Importante ruolo di sindacalista, sempre vicino alla gente più umile durante il difficile periodo del dopoguerra. In politica ha servito il paese con profonda umiltà e senza mai imporre la sua figura”. Dott. Pietro LIUZZI (Senatore della Repubblica) “Ho conosciuto Biagio grazie al comune amico Vito Notarnicola. Conoscevo la sua dinamicità ed il suo senso del dovere nei confronti dei più bisognosi”. Mimmo LOCONTE (presidente regionale dell’Ass. Naz. Invalidi Civili, già capo tecnico radiologo Osp. “Di Venere” Carbonara) “Biagio ha amato tantissimo il suo paese ed Alberobello fa molto bene ad onorarlo. Ha dato tutto se stesso per i suoi paesani meno abbienti costringendo, spesso, noi operatori ospedalieri a dare la massima urgenza alle sue richieste. Avv. Michele LONGO (sindaco di Alberobello) “Biagio è un personaggio moderno. I suoi insegnamenti sono ancora attuali e sono seguiti da generazioni di amministratori comunali e sindacalisti. Ha seminato tanto ed i suoi frutti sono visibili dal gruppo Folkloristico, al sindacato, alla politica ed alla sua famiglia. Si distingueva in umiltà e fattività”. Gianvito MATARRESE (già vice sindaco e candidato sindaco): “Non ho mai conosciuto Biagio di persona, però nei racconti degli Alberobellesi ho apprezzato le qualità di Biagio, come il suo offrirsi agli altri e le capacità di servire e promuovere Alberobello in tutto il mondo. Pioniere assoluto in questo campo”. 13
Angela MIRAGLIA (nipote): “Caro nonno, avrei voluto dirti tante cose e trascorrere più tempo con te. Non sempre, tuttavia, questo è stato possibile ma di certo, sia tu che nonna Angela avete saputo donare ad ogni minuto passato insieme un’indimenticabile ventata di affetto familiare; non hai mai smesso di farmi sentire il tuo affetto sia dal punto di vista materiale che, E SOPRATTUTTO, dal punto di vista spirituale: sento il tuo spirito vivere dentro di me e animarmi nelle difficoltà… ma anche quando, colma di fierezza, continuo da adulta (come facevo da bambina…) ad indossare l’abito del NOSTRO gruppo folkloristico. Biagio MIRAGLIA junior (nipote) “…Grazie! …e se riesco provo a dirlo con il sorriso sulle labbra. “quello che in vita sempre a tutti ha dispensato”. …io rappresento i miei familiari per esprimere quanto sia stata gradita ed importante per noi, la partecipazione di ciascuno a questa commemorazione. So di non sbagliarmi, questa serata ne è la conferma: chiunque ha avuto modo di entrare in contatto con lui ne è rimasto legato in maniera indissolubile, per cui, mi piacerebbe mettere ciascuno nella condizione di comprendere l’importanza della sua vita, non soltanto, come abbiamo visto e sentito, nel ruolo di sindacalista, di custode e animatore del folklore, di guida politica e amministrativa , ma semplicemente di familiare. …quando mi presento, lo faccio, in genere, aggiungendo “il nipote di Biasino”, e puntualmente avverto che rievocare questo nome suscita nell’interlocutore sentimenti di gratitudine, ammirazione, stima…” Dott. Franco MONOPOLI (da “Progetto Salute” sett. ‘95) “...Ricordando Biasino si presentano alla memoria tante motivazioni che sono, oggi, valori costruiti, giorno dopo giorno, cristiano, da cittadino, da sindacalista. Sono valori che mi fanno ripercorrere a tappe, tutta una vita d’impegno sociale vissuto a favore degli amici e compagni di lavoro, nellinteresse dei lavoratori e delle famiglie. Un valore che lascia a tutti gli Alberobellesi...” Avv. Genny NOTARNICOLA (avvocato amico di famiglia) “Caro Leonardo… ho il ricordo, sempre vivo, di una sincera e forte amicizia che, nata tra i nostri padri, ha poi coinvolto, con vincolo indissolubile, le nostre famiglie. Di Biagio credo si debba sottolineare che fosse un uomo intriso di popolo e di spirito di servizio. A chi gli chiese una volta attraverso quali indici si potesse desumere l’attitudine alla vita politica, De Gasperi rispose che l’indizio più certo fosse quello di provar gusto a risolvere i problemi degli altri. Ecco tuo padre provava gusto a risolvere i problemi degli altri…” Don Fabio PALLOTTA (già parroco della parrocchia S. Antonio Alberobello) “…Se ci fosse Biasino… chissà cosa avrebbe detto o fatto…E’ una frase molto comune per gli Alberobellesi per valutare appieno le sue qualità e le sue doti. Il senso della sua città, l’amore profondo per la propria terra, con la sua gente e le sue tradizioni …questo è stato Biagio! Biagio esprime la grandezza degli uomini con umili origini. L’amore per il suo paese lo ha portato ad essere l’uomo di tutti e per tutti. Quando si vive per 14
accontentare la gente, sovente ci sono croci da sopportare. Biagio, all’occorrenza, sapeva sdrammatizzare ed estraniarsi dalla realtà…” Francesco PALMISANO (nipote) “…io vorrei raccontarvi un Biagio inedito, … il Biagio nonno. A me, bambino di 5 anni, sembrava incredibile che potesse conoscere tanta gente che tutti lo salutassero con sincera simpatia ed ammirazione. Mi piaceva la sua andatura svelta e dinamica ed era un vero divertimento per me, allungare la falcata nel tentativo di raggiungerlo. Da grande avrei voluto conoscere tanta gente, camminare svelto come lui ed avere il suo contagioso ottimismo. A nonno Biagio piacevano le grandi tavolate con gli amici e soprattutto contornato dalla sua famiglia e da quella dei suoi fratelli e sorelle. Era felice di vedermi per nulla intimorito nelle diverse cene a casa dei suoi amici. Dopo ogni cena, c’era la consueta raccomandazione di non raccontare a nonna Angelina le sue “performances”. Non ho mai tradito questo patto d’onore…” Prof. Angelo PANARESE (già sindaco di Alberobello): “Grande personaggio, espressione del sindacalismo alberobellese, interprete del riscatto sociale delle classi più deboli; in politica, Biagio ha rappresentato il passaggio dal Partito dei notabili a quello di massa. La sua era una dedizione assoluta nei confronti delle classi più umili”. Modesto PANARO (già sindaco di Alberobello): “Biagio è stato un sindacalista stimato da tutti. Intenso è stato per lui l’impegno nel sociale, dal sindacalismo alla politica fino allo sport amatoriale. è stato uno dei fondatori della Democrazia Cristiana di Alberobello ed anche in politica la sua generosità fu palese. Promotore di campeggi per giovani in anni molto difficili. Il suo entusiasmo non conosceva ostacoli”. Dott. Elio PARTIPILO (già sindaco di Alberobello): “Grosso personaggio storico di Alberobello. Sindacalista e uomo generoso. Mediatore ideale, durante la sua militanza nella D.C. oltre a garantire successi elettorali, aveva tutte le qualità per sanare ogni contrasto. Biagio è un esempio da seguire per tutti i sindacalisti e politici di Alberobello”. Donato PENTASSUGLIA (già assessore regionale) “Da giovane sindacalista ho sempre ammirato il suo impegno civile perché la sua comunità potesse avere il miglior sviluppo possibile. La CISL di Alberobello era un punto di riferimento , un esempio da seguire”. Cosmo Damiano (Mino) PERRINI (già assessore del Comune di Alberobello: testo estratto dalla rivista CULT): “ io ho avuto un buon maestro: Biagio Miraglia. Sono cresciuto alla sua scuola, sia come politico che come sindacalista. è stato un personaggio poliedrico. Sempre fedele alla D.C. alla quale diede tantissimo con lealtà e disinteresse. Punto di riferimento e maestro di vita per molta gente. Con il Gruppo Folkloristico ha portato Alberobello in tutta Europa. Personaggi come lui mancano tantissimo all’intero paese”. Franco PONTRELLI (indimenticabile Alberobellese) “Piango per te Biagio. In ogni alberobellese resterà qualcosa di te, perciò non te ne sei andato per sempre. 15
Hai lasciato qualche traccia: hai fatto del bene a tutti coloro che te l’hanno chiesto. Se sofferenza, onestà, sacrificio ti hanno fatto grande, grazie di essere stato mio amico…” Prof. Domenico PUGLIESE (già segretario politico della D.C. e già sindaco di Alberobello): “Presenza determinante per il nostro paese. Sempre impegnato nella tutela dei lavoratori. La sua ricerca delle tradizioni popolari è sfociata nella fondazione del Gruppo Folkloristico. Lo sconfinato amore per i giovani gli ha fatto creare dal nulla dei “campeggi” in località marine insieme a numerose attività sportive, ricreative e sociali, del tutto nuove per l’Alberobello di quegli anni.(Io ero uno di quei ragazzi). Intelligenza viva, dinamica ed iperattiva. Era sempre a disposizione del prossimo. Per lui l’amicizia era “una cosa sacra”. Dott. Giuseppe RICCI (già assessore al Comune di Alberobello): Biagio è stato un maestro di vita, sempre pronto ad incoraggiare e sostenere tutti con consigli ed esempi sempre preziosi. Riusciva a catalizzare le attenzioni di tutte le platee… Per me è stato un amico sincero, un padre. Se oggi ricopro il ruolo di amministratore lo devo a Lui. La passione di impegnarmi per gli altri me la ha inculcata LUI” Mons. Cosmo Francesco RUPPI (Arcivescovo metropolita di Lecce) “Assicuro preghiere et ricordo immenso bene fatto al mondo del lavoro”. Mario SALAMIDA (segretario CISL Alberobello) “Biagio mi ha insegnato tutto… questa frase, apparentemente banale, per me dice tutto”. Nicola TATONE (Segretario provinciale CISL) “…Biagio ha dedicato tutto se stesso agli altri. La sua CISL, autentico punto di riferimento, era sempre presente in ogni manifestazione Provinciale e Nazionale. Giuseppe TINELLI (già dipendente della Pro-Loco): “Anche da Presidente della Pro Loco si è sempre distinto. L’entusiasmo nell’organizzare eventi era indescrivibile. Durante la sua presidenza riuscì a mettere a posto il bilancio dell’ente usando tutta la sua diplomazia”. Mafalda TRIVISANI (ex componente del Gruppo Folkloristico): “Biagio sentiva le tournee del gruppo folkloristico come un grande impegno professionale. La gente si doveva divertire. Il Suo gruppo era la Sua famiglia”. Il Circolo Filatelico Collezionistico dei Trulli gli ha dedicato il “Libretto n° 5 con Foglietto erinnofilo a tiratura limitata” contenente 4 foto e la sua biografia scritta dal Dirigente Scolastico Modesto CAMMISA. 16