Psicologia - Laboratori ed esercitazioni 2015-2016

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PREMESSA

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In questa brochure sono presentati i Laboratori e le Esercitazioni programmati e proposti agli studenti dei corsi di Baccalaureato/ Laurea triennale in Psicologia dell’educazione e dei corsi di Licenza /Laurea Magistrale in Psicologia clinica e di comunità. Il piano dell’offerta formativa dello IUSVE assegna a Laboratori ed esercitazioni un ruolo e posizione particolarmente qualificante: stanno diventando infatti sempre più un tratto distintivo della nostra Università, riconosciuto e apprezzato sia dagli studenti che dagli operatori del settore presenti sul territorio. L’intento di questa pubblicazione è di raccogliere e presentare in modo sufficientemente completo ed agevole alla consultazione, tutte le informazioni, seppur minime, che riguardano i diversi Laboratori, evidenziandone la funzione formativa per il futuro psicologo.

Un’ulteriore finalità è quella di mettere in luce il carattere eminentemente operativo dei Laboratori: sia nel senso che lo studente, fin dal primo anno del suo percorso di studi, può prendere contatto con alcune tecniche specifiche dell’ambito d’interesse del Laboratorio (es. colloquio, gestione di gruppo, orientamento, interventi educativi ecc.) che per la possibilità, nei casi previsti, di potere sperimentarsi nel loro utilizzo in aula, con la supervisione del docente. Una caratteristica che accomuna tutti i Laboratori è proprio la loro valenza esperienziale, poiché sono condotti da docenti che portano in aula anni di pratica e di sperimentazione/ricerca sui contenuti proposti (cfr. breve profilo professionale di ogni docente) e che, conseguentemente, facilitano il coinvolgimento dello studente ed il suo apprendimento attivo. Per raggiungere tale obiettivo, il numero di studenti per Laboratorio è limitato: massimo 35 per quelli di Laurea triennale e massimo 24 per quelli di Laurea Magistrale.


A livello individuale gli studenti possono trovare, infatti, stimoli per riflettere sulle proprie esperienze, per aumentare la consapevolezza circa la scelta professionale e per potenziare un approccio al lavoro psicologico tenendo conto delle sue diverse implicazioni e ricadute (emotive, pragmatiche, etiche ecc..). A livello di gruppo-classe, gli studenti hanno la possibilità di fare numerose attività in piccoli gruppi o in plenaria che permettono la condivisione e circolazione di idee, vissuti e riflessioni vicendevolmente arricchenti. In questa brochure, oltre ai Laboratori, sono indicate anche le Esercitazioni che, oltre alla formazione curriculare, hanno la particolare funzione di facilitare, agli studenti della Laurea magistrale la preparazione e il superamento dell’Esame di Stato (Albo A).

Ci auguriamo che questo primo tentativo di sistematizzazione favorisca la nascita di ulteriori proposte, sia di contenuti che di attività, per incrementare e valorizzare il panorama dell’offerta formativa dei corsi di laurea in psicologia dello IUSVE a vantaggio di un più completo ed aggiornato profilo professionale del futuro psicologo. Nicola Giacopini Direttore corso di laurea PSE Ernesto Gianoli Direttore corso di laurea mPSE

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LABORATORI ed ESERCITAZIONI del corso di Baccalaureato Laurea Triennale in Psicologia dell’educazione

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Il corso di Laurea triennale in Psicologia dell’educazione (cfr. classe L-24 del MIUR) pone le basi teoriche e metodologiche per professionisti capaci di intervenire in ambiti quali: prevenzione del disagio e promozione della salute, in particolare in età evolutiva; famiglia, scuola, educazione allo sport; utilizzo di strumenti testistici non clinici; promozione della qualità della vita nei contesti lavorativi e nelle istituzioni. I primi due anni hanno una funzione conoscitiva e formativa di base, mentre il terzo anno svolge una funzione orientante per la scelta dell’ambito specialistico di lavoro: in vista di quest’ultimo obiettivo, accanto a laboratori di valenza generale, sono stati pensati laboratori afferenti ad aree diverse della psicologia (clinica, educativa e delle organizzazioni). In questo modo vengono offerte agli studenti concrete occasioni di riflessione e di pratica che favoriscono la scelta consapevole di un indirizzo di Laurea magistrale successivo alla triennale.

I Laboratori sono tutti di 3 CFU corrispondenti ad almeno 24 ore di attività, prevedono la frequenza obbligatoria per il 100% delle ore e sono i seguenti: Psicologia della comunicazione Claudia Furlan Valeria Rizza Teoria e tecnica della dinamica di gruppo Lieta Dal Mas MariaCristina Murgia Psicologia dell’interazione educativa Sonia Marcon Silvia Azzali Federico Battaglini Bilancio delle competenze e stress lavoro correlato Ferruccio Cavallin Luisa Barausse Mara Giglio Teoria e tecnica del counselling clinico Mariangela Rossi Ernesto Gianoli Rita Negrisolo


Nel piano di studi PSE, all’interno dei CFU delle discipline testistiche, sono erogate inoltre ore di Esercitazione nelle quali il docente presenta in modo preciso e organizza esercitazioni pratiche su test e metodiche proprie della sua disciplina. In particolare le Esercitazioni sono le seguenti: Esercitazione: Progettare interventi di orientamento Annalisa Isdraele Romano Esercitazione: Tecniche psicodiagnostiche strutturate Camilla Depietri Esercitazione: Test Proiettivi Giovanni Marchioro

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Laboratorio: PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Docenti: CLAUDIA FURLAN VALERIA RIZZA

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Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio realizza un’esperienza pratica di avvio alla consulenza psicologica. L’attenzione è posta sulla fase iniziale della consulenza, sulla conoscenza dei processi e delle dinamiche comunicative coinvolte, con particolare riferimento alla competenza comunicativa. Le conoscenze, abilità e competenze acquisite nel laboratorio sono indispensabili allo psicologo nell’esercizio della propria professione, essendo il colloquio lo strumento privilegiato di intervento. La metodologia utilizzata è finalizzata ad un apprendimento attivo e responsabile da parte dello studente. Viene privilegiata soprattutto la dimensione “pratica” del saper fare e dello sperimentare oltre che la dimensione “teorica” del conoscere e del sapere. Il laboratorio interagisce in modo privilegiato con il corso di Teoria e tecnica del colloquio, favorendo l’acquisizione di strumenti utili per la conduzione di un colloquio psicologico nella fase iniziale di una consulenza.

FinalitĂ  Il Laboratorio si prefigge di far acquisire abilitĂ  e competenze per la conduzione della fase iniziale della consulenza psicologica e di far sperimentare gli effetti di diverse modalitĂ  comunicative, in particolare di quella empatica.

Obiettivi Attraverso il Laboratorio ci si attende che lo studente sia in grado di: - conoscere le varie fasi della consulenza psicologica e più in generale di una relazione d’aiuto; - divenire consapevole degli effetti del proprio stile comunicativo; - riconoscere comportamenti comunicativi efficaci e inefficaci; - acquisire strumenti per una comunicazione efficace.


Quadro teorico di riferimento Il quadro di riferimento teorico è quello della psicologia umanistico esistenziale. Alcuni assunti di tale modello sono la centralità della persona considerata nella sua interezza; l’importanza dell’esperienza dell’individuo capace di compiere scelte uniche e originali di autorealizzazione; la dignità della persona. La visione di uomo sottesa a tale approccio risponde al progetto culturale proposto dallo IUSVE e all’idea di uomo in esso veicolato. I principali Autori studiati sono: Carkhuff, Franta, Gazda, Ivey.

Bibliografia essenziale

Modalità d’esame

Testo fondamentale: ALLEN E. Ivey – MARY BRADFORD IVEY (2004) Il colloquio intenzionale e il counselling. Roma: Las, (primi 6 capitoli).

Per ogni contenuto trattato viene verificata la competenza acquisita attraverso compiti scritti con domande aperte da svolgersi all’inizio di ogni incontro (i voti insufficienti vanno recuperati l’incontro successivo). La prova d’esame è scritta e viene utilizzato un questionario a scelta multipla. Oltre alla verifica in itinere e a quella finale vengono valutate la partecipazione e la qualità della collaborazione dimostrate in aula da ciascuno studente.

Testi suggeriti: CALVO V. (2007). Il colloquio di counseling. Bologna: Il Mulino. CARKHUFF R. (1987). L’arte di aiutare. Trento: Erickson. CHELI E. (2004). Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale. Milano: Franco Angeli. Franta H. – SALONIA G. (1981). Comunicazione interpersonale. Roma: Las. GAZDA G. M. (1985). Sviluppo delle relazioni umane. Roma: IFREP. GIANNELLI M.T. (2006). Comunicare in modo etico . Milano: Raffaello Cortine Editore. HOUGH M. (1999). Abilità di counseling. Trento: Erickson. MAURI A. – TINTI C. (2002). Formare alla comunicazione. Trento: Erickson. MEARNS D. – THORNE B. (2006). Counseling centrato sulla persona. Trento: Erickson.

Metodologia L’attività prevede alternanza di lezioni frontali, esercitazioni individuali e in piccoli gruppi, uso di simulate.

Breve profilo professionale del docente Laureata in Psicologia ad indirizzo applicativo presso l’Universitaria degli studi di Padova. Specializzata in Psicoterapia ad indirizzo analitico-transazionale presso l’Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti (IFREP) di Roma. Svolge attività di psicoterapeuta come libera professionista, di docente invitata allo IUSVE per il corso di laurea in Psicologia dell’Educazione e in diversi Master attivati dall’Istituto, di formatrice presso scuole e associazioni.

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Laboratorio: TEORIA E TECNICA DELLA DINAMICA DI GRUPPO Docenti: LIETA DAL MAS MARIA CRISTINA MURGIA

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio proposto viene attivato per formare gli studenti, futuri psicologi, all’importanza del gruppo nello sviluppo e integrazione della persona. La ricerca in campo psicologico e sociale ha evidenziato come la qualità delle relazioni sociali sia fondamentale per influenzare il benessere psicologico delle persone. Il Laboratorio interagisce in modo privilegiato con gli altri Laboratori di psicologia della comunicazione e Counselling; inoltre favorisce l’applicazione dei contenuti disciplinari di Psicologia dello sviluppo e di Psicologia sociale.

FinalitĂ 

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Il Laboratorio si prefigge di promuovere negli studenti la consapevolezza dell’importanza di acquisire competenze e conoscenze adeguate, afferenti alla teoria e tecnica della dinamica di gruppo. Il Laboratorio permette agli studenti di sperimentare in piccolo gruppo il tema dell’essere-in-relazione e dei bisogni relazionali, di divenire consapevoli che i bisogni relazionali muovono il comportamento delle persone per cui possono promuovere

problematicitĂ  ma anche complessitĂ  progettuale, capacitĂ  di ascolto e anche dinamiche conflittuali. Il Laboratorio consente inoltre di sperimentare come il piccolo gruppo diventa una risorsa di formazione reciproca, alla sensibilitĂ , al rispetto e alla corrispondenza ai bisogni relazionali.

Obiettivi Lo studente, alla fine del Laboratorio, dovrà essere in grado di: - conoscere alcune delle principali teorie sulla dinamica di gruppo; - approfondire nella dinamica del piccolo gruppo i contribuiti delle principali teorie e tecniche sia sul piano della riflessione concettuale, sia su quello dell’intervento; - riconoscere i fenomeni e le fasi di sviluppo del gruppo; - individuare gli aspetti applicativi del gruppo nel campo della psicologia clinica, della formazione e dell’apprendimento.


Quadro teorico di riferimento Il paradigma teorico cui si ispira il laboratorio è fondato su un quadro concettuale di riferimento integrativo: l’Analisi transazionale integrativa, la teoria dei bisogni relazionali, l’approccio sistemico, la psicologia sociale, la terapia centrata sul cliente, la psicodinamica dei gruppi. Dai primi del novecento studiosi come Moreno, poi Lewin svilupparono studi sul piccolo gruppo che permisero di valorizzare la funzione del contesto sociale come una risorsa e uno strumento per intervenire, sia sui disturbi della salute, che del disagio psichico e sociale. Successivamente Rogers fondò i gruppi di incontro e Bion diede il via all’uso del gruppo per fini terapeutici. Il comportamento viene visto come funzione del concorso di dimensioni oggettive e soggettive. Si integrano quindi l’aspetto sociale, sociologico e quello psicologico. Oggi, lo studio del piccolo gruppo trova terreno fertile nella psicologia dell’organizzazione, della formazione e nella psicoterapia.

Bibliografia essenziale

Modalità d’esame

Dispense e appunti a cura della docente. Testi consigliati: BECCIU A. - COLASANTI A (1997). La leadership autorevole. Roma: Nuova Italia Scientifica. BERTANI B. – MANETTI M. – VENINI L. (a cura di), (2002). Psicologia dei gruppi. Milano: Franco Angeli. DALAL, F. (2002). Prendere il gruppo sul serio. Milano: Raffaello Cortina. DI MARIA F. - LO VERSO G. (a cura di) (1995). La Psicodinamica dei gruppi. Milano: Raffaello Cortina. DOEL M. – SAWDON C. (2001). Lavorare con i gruppi. Trento: Erickson.

La valutazione del percorso laboratoriale verte essenzialmente su una prova di discriminazione percettiva (test a scelta multipla) sui principali contenuti affrontati. Inoltre viene valutata, durante le simulazioni e sperimentazioni in gruppo, anche la partecipazione e la qualitĂ  della collaborazione dimostrata di ciascun componente del gruppo.

Metodologia Le attivitĂ  del Laboratorio sono strutturate in moduli teoricoapplicativi. Gli studenti sono introdotti alla disciplina attraverso un momento esperienziale alternato da spiegazioni teoriche e da riflessioni ed analisi di esperienze in piccolo gruppo.

Breve profilo professionale del docente Psicologa, psicoterapeuta. Libera professionista svolge attività di psicoterapeuta a Pordenone, di docente invitata allo IUSVE per il corso di Laurea in Psicologia dell’educazione e nel Master in Counselling Educativo di cui è Coordinatore didattico. Formatrice in ambito ospedaliero di counselling sanitario, conduce gruppi di formazione sensibilizzazione e sostegno di coppie nell’ambito dell’affido familiare e di sostegno alla genitorialità.

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Laboratorio III: PSICOLOGIA DELL’ INTERAZIONE EDUCATIVA Docenti: SONIA MARCON (GRUPPO 1) SILVIA AZZALI (GRUPPO 2) FEDERICO BATTAGLINI (GRUPPO 3)

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GRUPPO 1 SONIA MARCON LO PSICOLOGO A SCUOLA: AMBITI E MODALITÀ DI INTERVENTO EDUCATIVO Obiettivi Il laboratorio si prefigge di: 1. illustrare alcune modalità di intervento in classe per la promozione del benessere degli allievi; 2. mostrare l’applicazione dei principi della comunicazione educativa in classe; 3. far esercitare gli studenti sull’individuazione di interventi efficaci e non efficaci nella relazione educativa. Alla fine del corso lo studente dovrebbe essere in grado di: 1. definire alcuni degli interventi educativi dello psicologo a scuola per la promozione del benessere; 2. discriminare i diversi elementi di un intervento educativo per valutarne e potenziarne l’efficacia; 3. sperimentarsi nella conduzione di un intervento in classe di tipo psico-educativo.

Prerequisiti richiesti Gli studenti devono aver già frequentato il laboratorio di psicologia della comunicazione e il corso di psicologia dell’educazione

Contenuti del corso 1. Funzioni e caratteristiche dell’intervento educativo dello psicologo in classe per la promozione del benessere e delle life skills; 2. atteggiamenti dello psicologo funzionali alla costruzione di una relazione educativa autorevole; 3. competenze comunicative e relazionali per gestire la dimensione controllo, emozionale e di congruenza dell’educatore nel gruppo classe.

Metodologia Trattandosi di un laboratorio, sarà privilegiata la modalità pratica (secondo l’approccio dell’apprendimento esperienziale di Kolb). Si alterneranno esercitazioni individuali e in piccoli gruppi, integrazioni teoriche e confronti assembleari. Gli studenti sono tenuti alla frequenza.


Modalità d’esame

Bibliografia

La verifica si baserĂ  sulla elaborazione guidata di schede di lavoro individuali e in gruppo, effettuate durante il laboratorio e su un questionario da compilare alla fine del modulo.

Trattandosi di un modulo prevalentemente praticoesperienziale, si rimanda alla bibliografia di riferimento dei corsi di psicologia dell’educazione, di pedagogia e del laboratorio di comunicazione. Sarà disponibile una dispensa con i principali materiali utilizzati a lezione. Per approfondimenti di alcuni aspetti trattati si segnalano i seguenti testi essenziali:

Apporto specifico al

profilo professionale Tra le tante possibilità che può avere uno psicologo di intervenire nella scuola, il modulo focalizza l’attenzione su quelle più di tipo educativo e promozionale attraverso le quali si può stimolare la riflessione, dare informazioni, far fare esperienze guidate di lavoro in classe su varie tematiche (es. autostima, comunicazione, emozioni, regole, gestione dei conflitti, affettività ecc.) ed integrare così il lavoro educativo degli insegnanti su tematiche specifiche della crescita personale.

Contatti s.marcon@iusve.it

Orario ricevimento

Il professore riceve previo appuntamento, da concordare via mail o durante le lezioni.

Confalonieri E. – S. Cannone- C. Martelli (a cura di), Psicologia e scuola. Forme di intervento e prospettive future. Trento, Erickson, 2009. D’Alonzo, L. Come fare per gestire la classe nella pratica didattica. Firenze, Giunti, 2012. Franta H., - A.R. Colasanti, L’arte dell’incoraggiamento. Insegnamento e personalità degli allievi, Roma, Carocci editore, 2006 (10° ristampa). Marmocchi P. - C. Dall’Aglio – M. Zannini , Educare le life skills. Come promuovere le abilità psico-sociali e affettive secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità. Trento, Erickson, 2004. Petter G., Lo psicologo nella scuola. Ciò che fa, ciò che potrebbe fare. Firenze, Giunti, 2004.

Polito M., Comunicazione positiva e apprendimento cooperativo. Strategie per intrecciare benessere in classe e successo formativo. Trento, Erickson, 2003. Polito M., Attivare le risorse del gruppo classe. Nuove strategie per l’apprendimento reciproco e la crescita personale. Trento, Erickson 2000. Tuffanelli L., D. Ianes, La gestione della classe. Autorappresentazione, autocontrollo, comunicazione e progettualità. Trento, Erickson, 2011.

GRUPPO 2 SILVIA AZZALI LE EMOZIONI NELL’INTERAZIONE EDUCATIVA. LO PSICOLOGO COME BASE SICURA Motivazione e apporto specifico al profilo professionale Lo psicologo che opera in situazione educativa si trova a operare con bambini, ragazzi, genitori alle prese con rabbia, paura, tristezza. Conoscere le emozioni, saperle leggere dal punto di vista più ampio dell’attaccamento, avere a disposizione delle modalità relazionali efficaci sono elementi indispensabili della professione.

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Laboratorio III: PSICOLOGIA DELL’ INTERAZIONE EDUCATIVA Docenti: SONIA MARCON (GRUPPO 1) SILVIA AZZALI (GRUPPO 2) FEDERICO BATTAGLINI (GRUPPO 3)

Finalità e obiettivi Il modulo desidera: 1. offrire una riflessione sulle emozioni nelle interazioni educative; 2. proporre indicazioni operative di gestione delle situazioni educative emotivamente intense; 3. far sperimentare modalità di lavoro (esercizi, tecniche d’aula, attività, ecc) che gli studenti potranno utilizzare in situazione professionale. Il modulo si sviluppa in due lezioni. 1° lezione: 1. le emozioni nella relazione educativa dal punto di vista della teoria dell’attaccamento e della neurobiologia interpersonale; 2. esemplificazione di metodologie di lavoro sulle emozioni (verranno proposti esempi concreti di laboratori). 2° lezione: 1. l’integrazione verticale e orizzontale nella gestione delle emozioni; 2. gestire rotture e riparazioni; 3. il learning triangle e il learning profile.

Quadro teorico di riferimento 16

Teoria dell’attaccamento e studi di Siegel sullo sviluppo mentale del bambino.

Bibliografia essenziale BOMBER L.M (2012), Feriti dentro. Strumenti a sostegno dei bambini con difficoltà di attaccamento a scuola, Franco Angeli, Milano. GEDDES, H. (2006) Attachment in the classroom: the links between children’s early experience, emotional well-being and performance in school, London, Worth Publishing. SIEGEL D., HARTZELL M. (2005), Errori da non ripetere, Raffaello Cortina, Milano SIEGEL D., PAYNE BRYSON T. (2012), 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino, Raffaello Cortina, Milano.

Metodologia Il modulo: 1. utilizzerĂ  una modalitĂ  fortemente esperienziale per consentire ai partecipanti di sperimentare attivitĂ  e modalitĂ  utilizzabili in situazione educativa; 2. proporrĂ  in relazione alle esperienze proposte degli spunti teorici (attraverso slide e allegati) che gli studenti potranno decidere di approfondire.


ModalitĂ  di verifica/esame

Agli studenti verrĂ  dato un diario di bordo (Iceberg) da compilare durante la lezione e tra un incontro e il successivo. Al termine del modulo verrĂ  inoltre proposta una verifica finale.

GRUPPO 3 FEDERICO BATTAGLINI LAVORARE CON GLI ADOLESCENTI: SPECIFICITÀ DI APPROCCIO E TRATTAMENTO Motivazione e apporto specifico al profilo professionale Il laboratorio fornisce uno spaccato dei contesti di lavoro, delle tematiche, delle problematiche con le quali lo psicologo che si occupa di adolescenti è chiamato normalmente a confrontarsi e un quadro delle metodologie e degli strumenti, delle risorse e delle relazioni che gli sono utili nello svolgimento del proprio lavoro.

Finalità Il laboratorio si prefigge di anticipare allo studente lo scenario dell’operare concreto dello psicologo che si occupa di adolescenti, fornendo indicazioni utili rispetto specificando prassi operative e prefigurando situazioni reali.

Obiettivi Attraverso il laboratorio ci si attende che lo studente sia in grado di: 1. Contestualizzare la persona adolescente al centro di uno scenario complesso. È determinante che lo psicologo che si occupa di adolescenti tenga conto di quali attori principali, di quali sfide evolutive prevalenti, di quali tematiche dominanti formano lo sfondo delle questioni poste alla sua attenzione da parte di un adolescente o da parte dei suoi genitori.

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Laboratorio III: PSICOLOGIA DELL’ INTERAZIONE EDUCATIVA Docenti: SONIA MARCON (GRUPPO 1) SILVIA AZZALI (GRUPPO 2) FEDERICO BATTAGLINI (GRUPPO 3)

2. Essere consapevole di alcune peculiarità, tipiche dell’adolescente, nel modo di percepire e rappresentarsi alcuni concetti chiave. È indispensabile per lo psicologo, nel rapporto con l’adolescente, tener conto di tali specificità ed avere continua cognizione della sua differente prospettiva spazio temporale e valoriale. riconoscere le specificità dei Servizi del territorio di Mestre e Venezia dedicati agli adolescenti e indicarne le modalità di attivazione per collaborazioni o di invio dell’utenza; 3. Essere consapevole di quali siano i principali compiti evolutivi e le più frequenti difficoltà degli adolescenti e dei genitori degli adolescenti, ovvero di quali tematiche si occupa prevalentemente lo psicologo che lavora con questo target. 4. Acquisire informazioni specifiche e operative a proposito dell’approccio e della conduzione di un primo colloquio con adolescenti e/o genitori di adolescenti.

Quadro teorico di riferimento 18

Il quadro di riferimento teorico è quello della Gestalt Therapy.

Gli autori studiati sono: Giovanni Salonia, Margherita Spagnuolo Lobb, Francesetti.

Bibliografia essenziale G. PIETROPOLLI CHARMET ”Manuale di psicologia dell’adolescenza:compiti e conflitti”Milano: Franco Angeli, 2004. G. SALONIA,”La criminalità giovanile tra vecchie e nuove regole” in QdG n.30/31, 2000 pp.100-108 M. SPAGNUOLO LOBB,”Papà mi riconosci? Accogliere le diversità dei figli oggi” in QdG n.30/31, 2000 pp. 94-99. a cura di M. GRAZIA ROMANO,”Ciclo di vita e dinamiche educative nella società post moderna” – Milano: Franco Angeli, 2004 capp.4 e 5. ORLANDINI, MARCHIORI, FRASCONE “Meno male che l’adolescenza passa” - Venezia: Libreria Editrice Cafoscarina, 2007. A. FABBRINI, A. MELUCCI “L’età dell’oro. Adolescenti tra sogno ed esperienza” - Milano: Economica Feltrinelli, 2000.

Metodologia L’attività prevede alternanza di lezioni frontali, esercitazioni individuali e in piccoli gruppi. Si prediligerà l’uso di simulate a partire dall’illustrazione di “casi” clinici concreti. Sarà resa


disponibile agli studenti anche la visita ad alcune realtĂ  (comunitĂ , centri di aggregazione) del territorio. Nel corso della simulata in sottogruppi sarĂ  richiesto agli studenti di dividersi in gruppi e di autorappresentarsi nei panni di genitori, insegnanti, professionisti (psicologi) e adolescenti. Da

ciascun particolare punto di vista, saranno chiamati a riflettere sui temi e i problemi tipici e prevalenti degli adolescenti, così come sulle loro risorse specifiche. Durante le successive simulate in triadi, gli studenti divisi in gruppi di tre, saranno chiamati ad interpretare i ruoli di psicologo, adolescente e osservatore nello svolgimento di un colloquio di consulenza su tematiche relative ai bisogni tipici/prevalenti degli adolescenti già individuati nella precedente simulata in sottogruppi. A partire da queste differenti posizioni, terminata l’esperienza, analizzeranno i contenuti del colloquio sulla base di domande stimolo. Al termine delle simulate in triadi seguirà una restituzione ed un approfondimento dei temi a cura del docente.

Modalità di verifica/esame La prova d’esame finale è un elaborato di gruppo. Oltre alla verifica in itinere e a quella finale vengono valutate la partecipazione e la qualità della collaborazione dimostrate in aula da ciascun allievo.

Breve profilo professionale del docente Laureato in Psicologia ad indirizzo clinico presso l’Università degli studi di Padova. Specializzato in Psicoterapia presso l’Istituto di Gestalt Therapy HCC Kairòs di Mestre Venezia. Consulente presso lo stesso Istituto. Responsabile del Servizio Promozione Salute e Benessere del Ce. I. S. di Mestre, dedicato all’educazione e all’integrazione sociale dei giovani e al sostegno di genitorialità, coppia e famiglia. Responsabile e coordinatore delle attività dei tre centri di aggregazione (NSE, Villa Franchin e sala prove Monteverdi) dedicati ai giovani ed alle associazioni di giovani del comune di Venezia. Project Manager per conto della cooperativa Co. Ge. S. di Mestre e responsabile di vari progetti nelle Ulss 10, 12, 13, 14, dedicati alla prevenzione ed al contrasto del consumo di stupefacenti e degli stili di vita a rischio in adolescenza. Svolge attività di psicoterapeuta come libero professionista e di formatore presso enti pubblici e privati, scuole e associazioni.

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Laboratorio: BILANCIO DELLE COMPETENZE E ANALISI STRESS LAVORO CORRELATO Docenti: FERRUCCIO CAVALLIN MARA GIGLIO MARIA PIERA INZAINA

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio è collocato nei primi anni della laurea triennale ed unitamente ai corsi di Psicologia della persona nelle organizzazioni e di Psicologia dell’orientamento, contribuisce a fornire al futuro laureato conoscenze e competenze per relazionarsi con il mondo delle Istituzioni pubbliche e private. L’intento è quindi quello di offrire agli studenti la possibilità di comprendere meglio quali sono gli ambiti di lavoro di uno psicologo del lavoro in Aziende, Enti tipici del territorio italiano.

Finalità Il Laboratorio si prefigge di fornire un quadro essenziale delle richieste che provengono allo psicologo da parte del contesto produttivo, in particolare per quanto riguarda l’empowerment aziendale, il bilancio delle competenze e l’analisi dello stress lavoro correlato.

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Obiettivi Attraverso il Laboratorio ci si attende che lo studente sia in grado di: - descrivere ed esemplificare strumenti di lavoro sull’empowerment, sul bilancio delle competenze e sull’analisi dello stress lavoro correlato; - discriminare i diversi elementi di un intervento su queste aree; - facilitare la realizzazione di appropriati comportamenti relazionali nelle concrete situazioni lavorative.

Quadro teorico di riferimento I contenuti e le strategie d’intervento presentate e sperimentate nel Laboratorio si poggiano in particolare sugli studi di Spencer e Bandura.

Bibliografia essenziale Dispense e appunti a cura della docente. Ad inizio Laboratorio verranno consegnati i materiali necessari per lo svolgimento, presentati dal docente stesso.


Metodologia Il laboratorio prevede la presentazione di strumenti tipici del lavoro nel mondo delle organizzazioni. I momenti di presentazione teorica si alterneranno a momenti di riflessione personale e di esercitazione in gruppo..

Modalità d’esame La valutazione verterà sui materiali prodotti nel corso delle esercitazioni pratiche. A discrezione del docente potrà essere richiesta l’esecuzione di una prova scritta.

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Laboratorio: TEORIA E TECNICA DEL COUNSELLING CLINICO Docenti: MARIANGELA ROSSI LUCA CRIVELLARI LARA FRESSINI ERNESTO GIANOLI

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Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale “Il passaggio dal tutto alle parti e dalle parti al tutto è assai più misterioso quando si incomincia a scomporre l’uomo di quanto non lo sia quando si scompone un orologio. L’orologio è solo la somma di ingranaggi e posizionamento di molle: tutto è perfettamente prevedibile. Non è così per l’uomo che, oltre a comporre parti in nuove unità alla maniera dei puzzle, sa anche ricreare se stesso e non è semplicemente somma di ciò che già esiste” (Scilligo 1986). Il Laboratorio di carattere teorico-pratico consiste nella sperimentazione diretta degli allievi nell’attività di consulenza in qualità sia di clienti che di consulenti; attraverso queste esperienze l’allievo ha l’opportunità di dare significato, insieme con il docente, al lavoro personale effettuato in gruppo e di dare una dimensione operativa al lavoro terapeutico a partire da diversi modelli teorici. Il Laboratorio è collegato con il corso di Teorie e Tecniche del Counselling con il corso di Psicologia dell’Educazione e con il laboratorio di Psicologia della Comunicazione.

FinalitĂ  Il Laboratorio si prefigge di migliorare le competenze professionali nella conduzione di interventi di consulenza psicologica e di far sperimentare e confrontare pratiche di intervento clinico e di consulenza psicologica in riferimento ad alcuni modelli teorici.

Obiettivi Attraverso il Laboratorio ci si attende che lo studente sia in grado di: - conoscere gli elementi fondamentali per la presa in carico, la definizione del problema e la pianificazione degli interventi nell’ambito della consulenza; - sapere utilizzare in modo appropriato ed efficace le competenze per la conduzione di colloqui di consulenza; - conoscere e saper gestire alcune tematiche specifiche che si presentano comunemente nelle relazioni d’aiuto, quali, ad esempio, il lutto e la rabbia; - sviluppare capacità di introspezione e di riflessione critica sui processi implicati in una relazione d’aiuto.


Quadro teorico di riferimento Il principale modello teorico di riferimento è l’Analisi Transazionale che viene integrata con il modello cognitivocomportamentale e quello della terapia della Gestalt.

Bibliografia essenziale Dispense e appunti a cura della docente. MAKEOVER R. M. (1999). La pianificazione dei trattamenti in psicoterapia. Roma: LAS. NOVELLINO M. (1998). L’approccio clinico dell’analisi transazionale. Milano: Franco Angeli. STEWART I.- JOINES V., (1987). L’analisi transazionale” Milano: Garzanti. PERLS F. (1977). L’approccio della Gestalt. Testimone oculare della terapia. Roma: Astrolabio.

Metodologia Il Laboratorio prevede brevi esposizioni teoriche utili all’inquadramento dell’approccio di riferimento e alla spiegazione delle tecniche proposte e, soprattutto, prevede esercitazioni su casi esemplificativi, supervisione dal vivo in piccoli gruppi.

Modalità d’esame In linea con la natura delle attività proposte, la verifica sul raggiungimento degli obiettivi del Laboratorio avverrà attraverso la presentazione di una relazione finale sull’esperienza, volta a valutare l’acquisizione dei principali contenuti trattati e, soprattutto, il potenziamento delle capacità collegate alla competenza nella conduzione di un colloquio d’aiuto in ambito consulenziale e psicologico.

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Esercitazione: PROGETTARE INTERVENTI DI ORIENTAMENTO Docente: ANNALISA ISDRAELE ROMANO

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Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale L’esercitazione proposta nel corso di Psicologia dell’Orientamento, attivato per formare gli studenti ed avviarli alla progettazione di interventi nell’area psicoeducativa, verte sulla metodologia del Project Work (lavoro di progetto). La metodologia didattica è stata scelta in quanto consente agli studenti di realizzare un’esperienza pratica di avvio all’attività di consulenza psicologica attraverso uno degli strumenti oggi necessari nella pratica professionale in area psico-educativa: la tecnica di progettazione. L’esercitazione di progettazione di interventi di orientamento, inoltre, consente allo studente di ricevere un’adeguata formazione in ordine alla preparazione all’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologo. Le competenze, conoscenze e abilità acquisite nell’ambito della progettazione sono ormai indispensabili nel processo formativo di uno psicologo: nella seconda prova scritta dell’esame, infatti, viene richiesta l’elaborazione e stesura di un progetto di intervento psicologico.

Le attività laboratoriali interagiscono in modo privilegiato, anche se non esclusivo, con il corso di Teoria e tecniche dei test strutturati mettendo, in tal modo, gli studenti nella condizione di esercitarsi ulteriormente con i contenuti disciplinari precedentemente acquisiti; favoriscono l’applicazione operativa dei principali strumenti di valutazione psicodiagnostica (area attitudinale, di personalità e costrutti affini, dei valori e interessi professionali) rivolti a soggetti in età evolutiva e adulta.

Finalità L’esercitazione si prefigge innanzitutto di promuovere negli studenti la consapevolezza dell’importanza di acquisire competenze e conoscenze adeguate, afferenti la metodologia della progettazione in ambito psicologico ed educativo e di offrire strumenti concettuali ed operativi per avviare progetti di orientamento scolastico, professionale, sociale e vocazionale in una prospettiva educativa. Altresì, essa permette agli studenti di abilitarsi nell’applicazione della tecnica di progettazione in contesti professionali diversificati: scuola, formazione, lavoro. Le esercitazioni realizzate nella forma operativa del laboratorio


favoriscono la valorizzazione delle esperienze, l’acquisizione e/o il potenziamento di una mentalità progettuale oltre che promuovere la sperimentazione e/o la simulazione di progetti di intervento psicologico in ambito preventivo.

Obiettivi Al termine dell’esercitazione ci si attende che lo studente sia in grado di acquisire le abilità iniziali per ideare, elaborare e realizzare progetti di intervento e di consulenza psicologica di orientamento, in particolare: - acquisire competenze adeguate relative alla metodologia della progettazione in ambito psicologico-educativo; - conoscere e saper definire le fasi principali del processo progettuale; - saper leggere una situazione problematica, ipotizzare coerentemente metodologie e tecniche di intervento per impostare un progetto di intervento adeguato al problema individuato.

Quadro teorico di riferimento Il paradigma teorico cui si ispira il laboratorio è fondato su di un quadro concettuale di riferimento misto che afferisce cioè, in una prospettiva educativa, principalmente agli approcci di orientamento evolutivo e sociocognitivo. Per quanto attiene la tecnica della progettazione, ci si riferisce essenzialmente al Project Management.

Bibliografia essenziale BALDINI M. - MIOLA A. - NERI P. A. (2005). Lavorare per Progetti. Project Management e processi progettuali. Milano: Franco Angeli. FORTI D. - MASELLA F. (2004). Lavorare per progetti. Milano: Raffaello Cortina Editore. LEONE L. - PREZZA M. (2004). Costruire e valutare i progetti nel sociale. Milano: Franco Angeli. ROLLO E. (2010). Lo psicologo e la progettazione in ambito clinico, sociale, evolutivo e del lavoro. Padova: UPSEL DOMENEGHINI. SIZZA R. (2003). Progettare nel sociale. Regole, metodi e strumenti per una progettazione sostenibile. Milano: Franco Angeli.

Metodologia Le attività laboratoriali sono strutturate in moduli teoricoapplicativi. Gli studenti sono guidati nel processo di elaborazione progettuale attraverso due modalità interattive: a) brevi momenti preparatori (lezione frontale), nei quali vengono illustrati sia esempi operativi sia gli strumenti concettuali necessari per avviare a progettare e realizzare un intervento; b) lavoro di gruppo, alternato ad azioni di supervisione del docente, per la stesura di un progetto di orientamento da realizzare nei vari ambiti e aree di intervento (scolastico-formativa, universitaria, disagio, famiglia, mondo del lavoro, orientamento vocazionale, immigrazione,….); c) supervisione finale del docente relativa ai prodotti-project work realizzati.

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Modalità d’esame La valutazione del percorso laboratoriale verte essenzialmente sull’analisi della qualità del prodotto-progetto realizzato, sperimentato o simulato in gruppo e illustrato oralmente. Oltre alla verifica del lavoro di progetto, verranno valutate, durante i moduli di supervisione in aula, anche la partecipazione e la qualità della collaborazione dimostrate da ciascun componente il Gruppo di progetto.

Breve profilo professionale del docente La docente del laboratorio, pedagogista e psicologa, è Dottoranda in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha conseguito un Master di II° livello per operatori e formatori in orientamento e opera nel settore come consulente e formatore specializzato.

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Esercitazione: TECNICHE PSICODIAGNOSTICHE STRUTTURATE Docente: CAMILLA DEPIETRI

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale L’Esercitazione si inserisce nel percorso triennale dello studente al fianco di altri due corsi specifici sulla testistica (Elaborazione e requisiti delle prove psicodiagnostiche - Test 1 e Test proiettivi - Test 3) che in sinergia approfondiscono aspetti fondamentali per la formazione professionale in ambito psicologico, educativo ed orientativo. Offre strumenti utili per la conoscenza e la comprensione sotto il profilo tecnico e metodologico (psicodiagnosi) che formeranno le competenze indispensabili per il professionista sul piano professionale, sociale o di ricerca.

Finalità L’Esercitazione si prefigge di far acquisire, attraverso la sperimentazione personale e applicata, le principali tecniche psicodiagnostiche strutturate, attraverso l’analisi storica della costruzione di strumenti che ha portato alla moderna applicazione della testistica. Si articola in vari ambiti, quali ad esempio i contesti della personalità, dell’analisi delle competenze e delle attitudini, dello sviluppo organizzativo

e dell’apprendimento, dell’orientamento e del counselling.

Obiettivi Attraverso l’Esercitazione ci si attende che lo studente sia in grado di padroneggiare i criteri di elaborazione e sperimentazione dei test attraverso appropriate modalità di applicazione, correzione e interpretazione.

Quadro teorico di riferimento Il corso offre un’ampia panoramica di strumenti, sotto il profilo sperimentale, che fanno riferimento alle principali teorie in ambito psicologico ed educativo, utilizzando anche l’apporto delle basi teoriche offerte nel medesimo corso dal Prof. Severino De Pieri.

Bibliografia essenziale La bibliografia si basa su apposite dispense corredate da spiegazioni e approfondimenti di tutte le tecniche presentate oltre che su manuali di riferimento delle principali case editrici nazionali e non.

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Metodologia L’Esercitazione si basa su l’autosomministrazione, la correzione e l’elaborazione in aula delle tecniche precedentemente presentate e su una descrizione analitica scritta su un test a scelta tra quelli proposti o su altri da concordare con il docente.

Modalità d’esame L’elaborato finale si articolerà in una tesina singola o di gruppo contenente l’applicazione del test selezionato nel contesto più favorevole e affine al candidato, sotto il profilo lavorativo, personale o sociale.

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Breve profilo professionale del docente Laureata in Psicologia all’Università di Padova con indirizzo clinico e di comunità, ha acquisito un corso di perfezionamento in Criminalistica ed è iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto. Collaboratrice da diversi anni del Centro di orientamento COSPES con incarichi di intervento clinico, orientamento scolastico e professionale, interventi nell’area della disabilità, oltre che di formazione degli adulti con percorsi di colloqui individuali con analisi delle competenze, ha esperienza come coordinatore e tutor d’aula in diversi progetti regionali ed europei. Oltre che docente presso lo IUSVE, si è occupata negli anni di vari progetti come collaboratore tecnico professionale nell’area educativa e sociale e nel servizio educativo domiciliare con incarichi presso l’Azienda ULSS 10 e comunità per minori.


Esercitazione: TEST PROIETTIVI (TEST 3) Docente: GIOVANNI MARCHIORO

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il corso di Test proiettivi, oltre alla parte teorica, prevede un’esercitazione in collegamento con gli altri di ambito testistico, per offrire allo studente un contributo scientifico che permetta di avere basi fondate per la diagnosi richieste allo psicologo clinico, per il lavoro in contesti come quello ospedaliero e per la ricerca in psicologia.

Finalità Il corso, con la relativa Esercitazione, si prefigge di offrire allo studente le conoscenze teoriche di base, nonché gli strumenti critici e metodologici per l’applicazione di alcune tecniche di indagine della personalità, utilizzabili in ambito clinico e della ricerca.

Obiettivi Attraverso l’Esercitazione ci si attende che lo studente sia in grado di: - riconoscere e descrivere le funzioni di diversi strumenti testistici proiettivi presentati; - riconoscere e descrivere le modalità di somministrazione, scoring e interpretazione dei vari test presentati.

Quadro teorico di riferimento L’Esercitazione ha come prerequisiti le conoscenze di base sui principali modelli teorici della personalità e sulla psicopatologia descrittiva. A lezione verranno presentate alcune tecniche che si avvalgono dell’attività grafica e metodi proiettivi tematici e costruttivi quali Rorschach, Test di Zullinger; Test di Appercezione tematica (TAT) di Murray; Children Apperception test (CAT) di L. Bellak; Object Relation Tecnique (ORT) di Phillipson; Patte Noire (PN) di Corman e le favole della Duss.

Bibliografia essenziale LIS, A. (a cura di ) (1988). Tecniche proiettive per l’indagine della personalità. Bologna: Il Mulino. PASSI TOGNAZZO (2010). Il metodo Rorschach. Firenze: Giunti. Test di approfondimento (almeno 2 a scelta) i testi saranno indicati.

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Breve profilo professionale del docente Psicologo e psicoterapeuta, insegna Test proiettivi e Psicosomatica nel corso di laurea in Psicologia clinica e di comunitĂ dello IUSVE. Consulente della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM), tiene diversi corsi di aggiornamento e formazione per educatori e insegnanti ed insegna in alcuni corsi di specializzazione post lauream. Autore di numerose pubblicazioni apparse su riviste nazionali e internazionali, tra cui MARCHIORO G. (2009). Le prime cose della vita, Milano: Franco Angeli. MARCHIORO G. (2007). Dentro il dolore, Milano: Franco Angeli. Ăˆ in fase di stampa l’ultimo lavoro nel campo della Psicosomatica.

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esercitazioni

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CORSI IUSVE DI ECCELLENZA

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I seguenti corsi sono proposti e organizzati dallo IUSVE in collaborazione con Enti che lavorano da anni sul territorio nei rispettivi ambiti di specializzazione. I corsi, previa iscrizione, sono offerti alla libera partecipazione di studenti IUSVE e aperti anche ad utenti esterni, secondo modalitĂ organizzative e condizioni economiche presenti sul sito IUSVE.


CERTIFICAZIONE DI LINGUA INGLESE In collaborazione con la Royal Cambridge School of English di Mogliano Veneto (Treviso) gli studenti e docenti hanno la possibilità di certificare la propria competenza linguistica secondo il Quadro Comune di Riferimento Europeo (CEFR- Common European Framework of Reference), e quanto previsto dal MIUR (Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca) con un Ente Certificatore accreditato e riconosciuto dal British Council, la LCCI-EB (Website: www.lcci.it).

Referente dei corsi: Prof. Terence Brett English ESP/Clil Teacher Trainer and LCCI Trainer and Examiner. Direttore Didattico “Royal Cambridge School of English” Mogliano Veneto (Treviso). Per informazioni: t.brett@iusve.it oppure info@iusve.it

I livelli sono i seguenti: A1 Livello Elementare di base A2 Livello Post-Elementare B1 Livello Intermedio B2 Livello Post-Intermedio C1 Livello Avanzato di efficienza autonomia C2 Livello Post-Avanzato/ madrelingua equivalente. I corsi si terranno in orario tale da non interferire con le lezioni universitarie. inizieranno immediatamente dopo la prima sessione d’esame; avranno livelli diversificati a seconda della preparazione iniziale e verranno attivati con un numero minimo di 10 partecipanti. Comunque prima della Certificazione e/o prima dell’inizio del Corso viene effettuato un Test di Posizionamento (Placement Test).

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PASSAPORTO EUROPEO DEL COMPUTER

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Si tratta di un programma di certificazione informatica basato su uno standard di competenze approvato a livello comunitario e diffuso a livello nazionale, destinato a tutti coloro che intendono attestare il possesso di competenze digitali di base, in linea con le indicazioni della Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (punto 4) del 18 dicembre 2006. Il Programma d’esame (Syllabus) è stato elaborato conferendo particolare attenzione alla definizione delle cosiddette “Prestazioni valutabili”, al fine di fornire al Candidato e agli Enti preposti alla erogazione di percorsi formativi uno strumento valido e concreto ai fini del superamento dei previsti test d’esame. Conseguire la Certificazione EIPASS® 7 Moduli qualifica e aggiunge valore al Curriculum Vitae, permettendo di dimostrare le competenze digitali di base a carattere “Front Office”, nell’ambito scolastico per l’acquisizione dei crediti formativi e nell’ambito lavorativo per l’assegnazione di punteggio nei concorsi pubblici. L’attestazione EIPASS® 7 Moduli garantisce, alle aziende in fase

di selezione del personale, il possesso nei Candidati di corrette competenze in ambito ICT, requisito oramai indispensabile per l’inserimento nei vari contesti lavorativi. IUSVE organizza un Corso di preparazione all’esame EIPASS – Moduli Advanced (moduli 5.6.7). Per l’esame relativo ai Moduli Base (moduli 1.2.3.4., IUSVE non organizza corsi specifici di preparazione, essendo il programma d’esame EIPASS in linea con gli argomenti del corso di Informatica IUSVE. Lo studente che desidera certificarsi può presentarsi quindi direttamente all’esame, pagando solo la quota relativa alla Tessera Esame. Presentazione EIPASS 7 Moduli Il Passaporto Europeo del Computer EIPASS è una Certificazione in linea con gli orientamenti istituzionali, riconosciuta a diversi livelli quale attestato di addestramento professionale; prevede il superamento di sette esami corrispondenti ai seguenti moduli di approfondimento teoricopratico:

Moduli Base 1. Fondamenti dell’Information Technology/IT basic concept 2. Gestione funzioni di base del sistema operativo/O.S. Basic Management 3. Videoscrittura/Word Processing 4. Presentazioni multimediali/ Slideshow Moduli Advanced * 5. Gestione di dati strutturati/ Database 6. Foglio elettronico/Spreadsheet 7. Internet & Networking Lo IUSVE in preparazione all’esame EIPASS – Moduli Advanced (moduli 5.6.7) offre in sede un Corso di 27 ore (9 ore per modulo) per un numero minimo di 10 studenti e un massimo di 40. Lo IUSVE riconosce agli studenti che ottengono il Passaporto EIPASS, Moduli Base o Moduli Advanced la convalida dell’esame di Informatica. Docente del corso e certificatore EIPASS: Alberto Gavagnin Per informazioni: a.gavagnin@iusve.it


CORSO DI APPRENDIMENTO EFFICACE EGOformazione, propone agli studenti IUSVE il corso “Apprendimento efficace”. Il corso, con sede presso lo IUSVE si prefigge le seguenti finalità: - incrementare la concentrazione nella lettura e nello studio; - aumentare la velocità di lettura e la comprensione; - migliorare il metodo di apprendimento e di organizzazione dello studio, risparmiando tempo ed energie; - memorizzare qualsiasi tipo di dato o informazione in modo certo e duraturo. A tale fine il Corso prevede l’articolazione delle seguenti fasi: - acquisizione: ovvero la presa di coscienza degli argomenti tramite l’ascolto e la lettura veloce; - comprensione: in altre parole la certezza di aver compreso a pieno i concetti e i dettagli espressi nel testo o nel discorso; - organizzazione: ovvero ordinare le informazioni, compiendo cioè un processo di sintesi, attraverso strategie mirate ed efficaci quali per esempio la tecnica della Mappe Mentali;

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ricordo: inteso come tecniche di memoria e strategie di recupero mnestico.

Il corso prevede 24 ore di laboratorio divise su 3 giornate e 12 ore di tutoraggio personalizzato. ModalitĂ  organizzative ed economiche saranno presentate sul sito dello IUSVE e agli incontri di presentazione aperte a studenti e genitori. Referente IUSVE: Prof. Fabio Benatti Per informazioni: f.benatti@iusve.it

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CORSO BASE DI BIOFEEDBACK Il corso base di Biofeedback, organizzato dallo IUSVE, in collaborazione con Biofeedback Foundation of Europe (BFE), è rivolto oltre ai nostri studenti, a psicologi, medici e studenti in medicina che intendono utilizzare il Biofeedback nella loro pratica professionale. Il programma del corso prevede momenti di apprendimento attraverso l’esperienza diretta, al fine di sperimentare i segnali psicofisiologici e le procedure di intervento. Durante i corsi, oltre all’approfondimento delle conoscenze teoriche di base indispensabili per una buona pratica, sarà possibile utilizzare le più moderne strumentazioni messe a disposizione da Righetto srl. Il corso include il materiale didattico e scientifico, l’esperienza assistita dal docente e dal tecnico fornitore. Inoltre, per chi desidera sperimentarsi nella pratica del biofeedback senza acquistare subito la strumentazione, è possibile noleggiare un sistema adatto alle esigenze individuali. Il corso ha la durata di 2 giornate, per un totale di 16 ore formative, svolte in sede, generalmente nei giorni di sabato e domenica. Al termine del Corso verrà rilasciato un Attestato di Alta Formazione. 36

Nello specifico il corso base ha i seguenti obiettivi formativi: - conoscere teorie e modelli di riferimento; - saper leggere qualitativamente e quantitativamente i segnali psicofisiologici; - saper registrare ed analizzare un profilo psicofisiologico dello stress; - saper organizzare e valutare un training di biofeedback; - conoscere le prove di efficacia del biofeedback. Docente Marcella Bounous Responsabile organizzazione Marcella Bounous Psicologo, Coordinatrice del Master in Psicologia dello sport, docente IUSVE Per informazioni: m.bounous@iusve.it Per l’A.A. 2015-2016 è previsto anche un livello avanzato che può portare all’ammissione all’esame di certificazione BFE, inserito nel piano di studi della Laurea magistrale IUSVE.

LABORATORIO DI “SCRITTURA PER LA REDAZIONE DELLA TESI” Lo IUSVE organizza un Laboratorio di “Scrittura per la redazione della tesi”, nell’ambito di un progetto finalizzato, unitamente al corso di Metodologia del lavoro scientifico, allo sviluppo delle competenze per la scrittura della tesi. L’obiettivo del laboratorio è facilitare la stesura di documenti scritti in ambito accademico (tesine relazioni, paper) con particolare riferimento alla prova finale della laurea triennale (tesi di laurea). L’attenzione sarà diretta a favorire riflessioni sul processo di scrittura, sviluppare capacità di articolazione del testo, competenza linguistica e organizzazione argomentativa. Con ciò, attraverso lezioni teoriche e in prevalenza esercitazioni pratiche, lo studente verrà accompagnato ad accostare il processo di scrittura come una costruzione creativa e in divenire che si può strutturare e modificare, con pensiero personale, in tutte le fasi del suo processo di realizzazione: pianificazione, stesura e revisione. Il corso si propone di fornire agli studenti:


1. un percorso di lavoro teoricoapplicativo favorente la comprensione logica di un’argomentazione valida e la sua articolazione in un testo accademico; 2. conoscenze formali necessarie alla costruzione e stesura di testi accademici; 3. la possibilità di formarsi al testo scritto attraverso esercitazioni pratiche da realizzare individualmente e in gruppo. Prerequisiti richiesti 1. Aver sostenuto l’esame di metodologia del lavoro scientifico 2. Data la natura laboratoriale del corso, la frequenza è caldamente raccomandata Contenuti del corso 1. Principi fondamentali della scrittura accademica; 2. Tipologie di testi scritti in ambito accademico (la relazione, le tesine, il riassunto ecc.); 3. La tesi di laurea: costruire un testo argomentativo ed espositivo; 4. Inventio, dispositio, elocutio. Processi di scrittura e revisione; 5. Linguaggio scientifico e registro; 6. Stili linguistici: da uno stile segmentato a uno stile logico, coeso e coerente;

Le scritture di riformulazione: il riassunto e la parafrasi; 8. Strategie per l’impiego di fonti, per l’organizzazione del testo (capitoli e paragrafi), la gestione ed esposizione delle informazioni, l’utilizzo di citazioni e note, bibliografia; 9. Elementi di scrittura funzionale: aspetti ortografici, di punteggiatura e di grammatica; 10. Esercitazioni e simulazioni per la preparazione della prova orale (tesi triennale). 7.

Metodologia La metodologia impiegata muoverà dall’analisi e dallo studio di diversi elaborati scritti per poi strutturarsi in esercitazioni pratiche individuali e di gruppo verificabili dagli studenti stessi attraverso apposite griglie di auto-valutazione e correzione testo, integrate puntualmente dai feedback del docente. MODALITÀ D’ESAME Apporto specifico al profilo professionale Il corso intende fornire allo studente una mens scientifica, un corretto approccio allo studio e alla ricerca, dal punto di vista motivazionale, dei criteri etici di riferimento e della modalità di inserimento nel circuito scientifico psicologico. Contatti m.giglio@iusve.it

BIBLIOGRAFIA Manuale obbligatorio di riferimento: Dispense e materiali a cura del docente. Testi di approfondimento: BONIOLO GIOVANNI - P. VIDALI PAOLO, Strumenti per ragionare. Logica e teoria dell’argomentazione, Milano, Mondadori, 2002. ECO UMBERTO, Come si fa una tesi di laurea. Le materie umanistiche, Milano, Bompiani, 1977. GIGLIO MARA, Scrivere all’Università. Area psicologica e pedagogica, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2014. LESINA ROBERTO, Il nuovo manuale di stile, Bologna, Zanichelli, 1994. SANTAMBROGIO MARCO, Manuale di scrittura (non creativa), Roma, Laterza, 2006. SERAFINI MARIA TERESA, Come si scrive, Milano, Bompiani, 2009. Docente: Prof.ssa Mara Giglio Filosofa e Psicologa, operante nel campo della formazione e della consulenza anche aziendale nell’ambito del benessere organizzativo e della valorizzazione delle risorse umane con particolare esperienza in sviluppo del ruolo, della comunicazione, della motivazione, delle competenze relazionali e della leadership.

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LABORATORI ed ESERCITAZIONI del corso di Licenza Laurea Magistrale in Psicologia Clinica e di ComunitĂ 

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Il corso pone le basi teoriche e metodologiche per professionisti capaci di intervenire in ambiti quali la prevenzione del disagio e promozione della salute in particolare in etĂ  evolutiva; la diagnosi clinica e utilizzo di strumenti testistici; la promozione della qualitĂ  della vita nei contesti lavorativi e nelle Istituzioni. Al termine del corso di studi i laureati avranno acquisito conoscenze, capacitĂ  e competenze per: - elaborare contenuti teorici, indirizzi progettuali e piani di intervento, utilizzando piĂš modelli teorico-pratici della psicologia educativa; - interagire autonomamente con soggetti in ambiti di competenza della psicologia educativa; - progettare, realizzare e valutare interventi in ambito educativo (scuola, famiglia, Istituzioni, disabilitĂ ); - validare e somministrare test psicologici - acquisire, elaborare e presentare dati scientifici.

Esercitazioni In linea con la metodologia di formazione IUSVE ed in vista della preparazione dello studente alle prove dell’Esame di Stato per la professione di Psicologo, nel corso dei due anni di studi magistrali vengono offerti a tutti gli studenti 8 CFU di Esercitazioni nelle quali verranno affrontate le principali tematiche teoriche e di lavoro proprie della figura dello psicologo clinico e di quello educativo. Esercitazione 1: Teoria e tecnica dell’intervento clinico Catia Martorello Esercitazione 2: Metodologia e tecniche di diagnosi della Personalità Francesco Padovani


I laboratori proposti, in linea con i precedenti obiettivi, sono di seguito riportati. Tutti i laboratori prevedono una valutazione “idoneo/non ideneo� con criteri specifici eventualmente delineati dai singoli docenti: Infant Observation Centro Studi Martha Harris

Psicologia dinamica dei gruppi Giampaolo Mazzara

Training autogeno (base e avanzato) Roberto Baruzzo Lavorare con i sogni Disturbi Specifici Umberto Fontana di Apprendimento Mavi Lodoli Laboratorio di dinamiche e linguaggi familiari Osservazione del Marco Ballico comportamento infantile Cinzia Poli Interazione precoce caregiverbambino: video microanalisi Rimuovere i blocchi nella coppia. (V.M.A.) e terapia in video Immagini e colori. intervento (V.I.T.) Vida Zambon Marcello Longo Biofeedback (BFE) Marcella Bounous

Learning by doing Luca Crivellari Geidre Koupaite Psicopatologia dei Disturbi alimentari in adolescenza Giovanna Borsetto Esperienze di genitorialitĂ Graziella Vizziello Disturbi dello sviluppo del linguaggio Alessandra Lugato Clinica delle organizzazioni Mara Giglio

Parola alle emozioni Valutazione neuropsicologica Marco Pitteri Luana Sevirio Art Therapy Roberto Boccalon

Le dinamiche familiari in contesti di adozione e affido Lieta Dal Mas

Psicologia della testimonianza infantile BES e consulenza psicoeducativa Giuseppina Sangiuliano Fabio Benatti

laboratori ed esercitazioni

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Esercitazione 1: TEORIA E TECNICA DELL’ INTERVENTO CLINICO Docente: CATIA MARTORELLO

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Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale L’Esercitazione, proposta al primo anno della specialistica, mira ad integrare le diverse informazioni teoriche acquisite, nella direzione di formulare profili diagnostici ed ipotizzare piani di trattamento per la gestione di problemi che richiedono consulenza psicologica. Le esercitazioni proposte, sempre riferite a casi clinici reali, mirano a strutturare, per lo studente, una esperienza di riflessione sulla complessità del lavoro in ambito clinico, nell’ottica di cominciare a delineare il profilo professionale dello psicologo clinico, a partire dal contatto con l’utenza e la richiesta, la definizione del problema, la gestione dello stesso, fino al confronto tra colleghi e all’invio a strutture e/o altri professionisti. L’Esercitazione è stata costruita anche per preparare lo studente a sostenere la prova dell’Esame di Stato inerente all’elaborazione di un caso clinico.

Finalità L’Esercitazione si prefigge di sensibilizzare lo studente alla complessità e delicatezza del lavoro clinico, nell’ottica di compiere osservazioni, formulare ipotesi diagnostiche, definire piani di intervento all’interno di una cornice etica e deontologica di accoglienza e rispetto dell’altro.

Obiettivi Attraverso l’Esercitazione ci si attende che lo studente sia in grado di: - distinguere tra osservazione descrittiva e letture interpretative; - conoscere ed utilizzare una terminologia che permetta confronto e scambio fra professionisti che possono operare in equipe (psicologi, medici di base, psichiatri…); - formulare ipotesi diagnostiche a partire da almeno due modelli teorici di riferimento diversi e tra loro integrati; - sperimentarsi nel delineare piani di intervento coerenti con le letture diagnostiche.


Quadro teorico di riferimento Nel laboratorio ci si riferirĂ  essenzialmente al modello descrittivo proposto nel DSM IV Tr, rivisitato da Othmer e Othmer, e al Modello Ricostruttivo Interpersonale di Lorna Smith Benjamin.

Bibliografia essenziale BENJAMIN, L. (1999). Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità. Roma: LAS. BENJAMIN, L. (2004). La terapia ricostruttiva interpersonale. Promuovere il cambiamento in coloro che non reagiscono. Roma: LAS. OTHMER, E.- OTHMER, S. C. (2004). L’intervista clinica con il DSM IV TR. Milano: Raffaello Cortina.

Metodologia

Modalità d’esame Le verifiche si svolgeranno di pari passo con i momenti esperienziali in aula. È inoltre prevista, alla fine delle lezioni, la stesura di commento su un caso clinico alla luce dei due modelli teorici presi in considerazione. Tale lavoro conclusivo può essere svolto anche in piccoli gruppi e con l’ausilio dei testi di riferimento.

Breve profilo professionale del docente Psicologa, Psicoterapeuta, Analista Transazionale Certificata, abilitata alla formazione e alla supervisione. Opera nella formazione come docente invitata presso lo IUSVE e nella Scuola di Specializzazione post laurea in Psicologia Clinica e Psicoterapia (IFREP) di Roma.

Le attivitĂ  proposte sono per lo piĂš di carattere esperienziale. A brevi esposizioni teoriche saranno infatti costantemente affiancate esercitazioni in piccoli gruppi su casi clinici, simulate, role playing.

esercitazioni

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Esercitazione 2: METODOLOGIA E TECNICHE DI DIAGNOSI DELLA PERSONALITÀ Docente: FRANCESCO PADOVANI

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale L’Esercitazione di Metodologia e tecniche di diagnosi della personalità, fornisce un apporto fondamentale alla componente professionale del laureato in psicologia specialistica perché costituisce la concretizzazione pratica e centrata sul singolo caso delle nozioni acquisite nella gran parte degli insegnamenti ricevuti nel percorso di studio e particolarmente in quelli di Psicologia clinica, Psicologia dinamica, Psicopatologia e Teoria e tecniche dei test strutturati e proiettivi. L’Esercitazione ha un taglio eminentemente clinico ed è inserita nel II anno della laurea magistrale.

Finalità L’Esercitazione si prefigge di inserire lo studente in un’ottica clinica di rilevamento della personalità attuata attraverso metodiche di gestione della relazione, dell’intervista clinica e dell’utilizzazione di test.

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Obiettivi Attraverso l’Esercitazione ci si attende che lo studente sia in grado di: - compiere un’adeguata raccolta e analisi di dati sul caso; - formulare una diagnosi congruente con i moderni sistemi di classificazione psicopatologica; - stendere una relazione tecnica sulla situazione clinica in oggetto comprensiva anche della progettazione delle linee di intervento da adottare per il relativo trattamento psicologico.

Quadro teorico di riferimento L’Esercitazione persegue il raggiungimento dei propri obiettivi di diagnostica della personalità nel rispetto dell’approccio teorico scelto da ciascuno studente che è pertanto libero di formulare la diagnosi e i piani di intervento sul caso in base al proprio orientamento personale.


Bibliografia essenziale

Metodologia

Modalità d’esame

AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION (2000). DSMIV-TR. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th ed., Text Revision. Washington DC (tr. it.: DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Text Revision. Milano: Masson. DAZZI, N. - LINGIARDI, V. - GAZZILLO, F. (2009). La diagnosi in psicologia clinica. Milano: Raffaello Cortina Editore. KANEKLIN, C. - GOZZOLI, C. (2009). Psicologo domani, Vol. 2. Prove pratiche. Trento: Erickson. OTHMER, E. E OTHMER, S.C. (2004). L’intervista clinica con il DSM-IV-TR. Milano: Raffaello Cortina Editore. ROVETTO, F. - MODERATO, P. (2005). Progetti di intervento psicologico. Idee, suggestioni e suggerimenti per la pratica professionale. Milano: McGraw Hill. Un manuale di psichiatria o di psicopatologia generale (Gabbard o Colombo o GibertiRossi o altri).

L’Esercitazione si svolgerà secondo una metodologia che comprende momenti di spiegazione e di richiamo di informazioni da parte del docente e momenti di lavoro concreto su casi specifici da parte degli studenti. Nelle fasi iniziali sono previsti role playing sull’intervista clinica in alcune tipologie di disturbi di personalità, analisi e discussione di casi clinici e refreshment sui test clinici più utilizzati (MMPI2, MCMI-III, Rorschach, FRT, WAIS-R, ecc.). Successivamente verranno effettuate stesure guidate di relazioni psicologiche finalizzate all’acquisizione di una valida competenza a stilare un report clinico completo di ipotesi diagnostica principale, diagnosi differenziale, strumenti diagnostici utili alla valutazione del caso, eventuali altre indagini o consulenze ritenute importanti, indicazioni sulla necessità di un trattamento psicoterapeutico con specificazione del tipo di orientamento scelto, degli obbiettivi, del setting utilizzato, delle motivazioni della scelta fatta e delle eventuali risorse di rete da attivare.

Nell’Esercitazione sono previsti compiti da svolgere in aula e a casa aventi per oggetto tematiche su cui si sta lavorando in quel momento. Tutti i compiti verranno successivamente discussi in aula. A conclusione dell’Esercitazione gli studenti dovranno sostenere un esame consistente in una relazione scritta su un caso clinico. A tale relazione sarà assegnato un voto che entrerà nel calcolo finale della media dei voti ottenuti negli altri corsi della laurea specialistica.

esercitazioni

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Breve profilo professionale del docente Psicologo psicoterapeuta dirigente di ruolo in servizi di tipo clinico presso Unità Sanitarie del SSN, attualmente in quiescenza. È stato professore a contratto di Teoria e Tecniche dei Test presso il Corso di Laurea in Psicologia dell’Università di Padova e docente del Corso di Perfezionamento sul Testing Psicologico dell’Università di Padova. È autore di vari articoli scientifici e di libri sull’intelligenza, le difficoltà di apprendimento e l’interpretazione delle scale Wechsler. Da quattro anni è docente IUSVE ove tiene anche l’insegnamento di Elaborazione e requisiti delle prove diagnostiche (Test 1) nella laurea triennale di Psicologia e l’insegnamento di Psicodiagnostica Forense nel Master di Criminologia, Psicologia Investigativa e Psicopedagogia Forense.

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INFANT OBSERVATION (METODO TAVISTOCK) Docente: DORA SULLAM PAOLA SARTORI RUGGENINI M. ADELAIDE CALABRESE

Centro Studi Martha Harris* (Venezia) e Centro di Consultazione per Genitori, Bambini e Adolescenti (Cannaregio). Teoria e metodologia dell’osservazione partecipe secondo il modello di Esther Bick e sue applicazioni in campo educativo, sociale e clinico.

Organizzazione Il laboratorio, aperto a 25 studenti del primo e secondo anno mPSE, consta di n. 6 incontri di 4 ore ciascuno. Ogni incontro prevede una parte teorico–metodologica con presentazione della tematica da parte del docente e discussione di un testo della bibliografia; una seconda parte applicativa e interattiva con la partecipazione diretta degli studenti.

Contenuti 1. Diverse teorie psicoanalitiche e approcci riguardanti l’osservazione dei bambini; specificità del metodo dell’Infant Observation di Esther Bick; bibliografia ragionata sull’argomento. 2. Metodologia dell’Infant Observation: posizione e difficoltà del ruolo dell’osservatore, con esempi

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tratti da protocolli del docente e di altri osservatori. Applicazione della metodologia in campo educativo: l’osservazione a scuola, all’asilo, al nido. Esempi di protocolli di educatori e insegnanti (è possibile e auspicabile utilizzare materiale portato da uno studente). Formazione degli educatori e degli insegnanti attraverso il metodo dell’osservazione applicata. Esempi di protocolli di educatori e insegnanti , è possibile e auspicabile utilizzare materiale portato da uno studente). Applicazione della metodologia nel campo sociale:l’osservazione come metodo di formazione per educatori di comunità per minori. L’osservazione partecipe come strumento di valutazione e sostegno alla relazione madre-bambino nella prima infanzia. Esempi di protocolli osservativi di operatori.

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* Centro Studi Martha Harris Il Centro Studi Martha Harris (CSMH) e’ una associazione costituitasi per offrire opportunita’ di formazione, qualificazione e aggiornamento ad indirizzo psicoanalitico a quanti operano nell’ambito dell’infanzia e dell’adolescenza. Il Centro Studi Martha Harris rappresenta nell’ambito della realtà culturale e scientifica italiana una estensione originale delle esperienze, nate in Inghilterra nell’ambito della psicoanalisi infantile kleiniana, e successivamente diffuse in tutto il mondo occidentale, per l’impegno di un gruppo di psicoanalisti e psicoterapeuti infantili inglesi della Tavistock Clinic di Londra e dell’istituto inglese di Psicoanalisi, universalmente riconosciute sotto la denominazione di “Modello Tavistock”. Il Centro Studi ha dato vita in Italia al primo training in Psicoterapia Psicoanalitica per l’infanzia parallelo a quello organizzato in Inghilterra.

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Nel programma didattico esso segue fedelmente i contenuti del training inglese che comprende una parte pre-clinica (“Corso di Osservazione ed Applicazione dei Concetti Psicoanalitici al Lavoro con Bambini, Adolescenti e Famiglie”) della durata di due anni, e una parte clinica (“Scuola quadriennale di Psicoterapia Psicoanalitica per Bambini, Adolescenti e Famiglie-Modello Tavistock) della durata di quattro anni. Oggi il CSMH è operativo in diverse città italiane, tra cui Firenze, Venezia,Bologna e Palermo in collaborazione con la Tavistock Clinic di Londra e la University of East London. Il Centro Studi Martha Harris di Venezia è stato fondato nel 1993 ( presidente la dott. ssa Jeanne Magagna) e opera nell’ambito della formazione di operatori dell’infanzia, dell’adolescenza e delle famiglie attraverso il Corso Biennale in Studi Osservativi, Corsi di formazione per insegnanti e Cicli di seminari teorico-clinici in stretta collaborazione con la sede centrale di Firenze e con il Centro di Consultazione per Genitori, Bambini e Adolescenti (con cui condivide la sede a Cannaregio 1322b, 30121 Venezia).

Per ulteriori info: www. centrostudimarthaharris.org


BIOFEEDBACK PRIMO LIVELLO Docente: MARCELLA BOUNOUS

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il seminario / laboratorio ha lo scopo di avvicinare gli studenti allo strumento del Biofeedback (BFB) promuovendo l’acquisizione delle conoscenze e competenze necessarie per una qualificata applicazione dello strumento in alcuni degli ambiti di maggiore rilevanza e consolidata efficacia: i disturbi d’ansia, i disturbi stress correlati da stress, il dolore cronico e le cefalee, la gestione dello stress in ambito lavorativo e sportivo. Il seminario fa riferimento al modello biopsicosociale e propone applicazioni supportate da solide prove di efficacia.

Finalità Il Laboratorio si prefigge di fornire ai partecipanti la preparazione di base per l’utilizzo dello strumento del BFB in ambito clinico, di promozione della salute, di gestione dello stress e nell’ottimizzazione della prestazione.

Obiettivi Dopo il seminario i partecipanti sapranno: - descrivere il nome del/ dei modello/i che si vuole adottare; - descrivere le fasi del processo di BFB; - interpretare i principali segnali psicofisiologici; - descrivere lo svolgimento di una sessione di training;

Metodologia Il corso sarà caratterizzato da modalità tecnico-pratiche, con esercitazioni per l’uso dello strumento che coinvolgeranno tutti gli studenti.

Quadro teorico di riferimento Il docente illustrerĂ  i principali modelli di riferimento del Bfb partendo dalle origini della psicofisiologia (Adams 1839), presentando la cornice teorica di Hull S-O-R ( 1943), la PNEI ( le cui radici sono nelle ricerche avviate negli anni 30 del secolo scorso da Hans Selye) e inserendo la procedura del bfb nel modello biopsicosociale.

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Bibliografia di riferimento M.S. SCHWARTZ ( 2003). Biofeedback. The Guilford Press. New York London G. SACCO; D.TESTA( 2012) Biofeedback e psicosomatica.Franco Angeli. Milano

ModalitĂ  di verifica Il conduttore darĂ  a ognuno degli studenti del laboratorio il feedback del profitto, rilevato sulla base della partecipazione individuale: tale feedback, tradotto in un voto in trentesimi sarĂ  registrato come valutazione del laboratorio. Previa iscrizione, per gli studenti interessati sarĂ  possibile svolgere una certificazione di livello II presso la Biofeedback Federation of Europe CIC (BFE). La certificazione si svolgerĂ  in lingua italiana.

Breve profilo professionale del docente Psicologo esperto in Psicologia dello Sport; docente IUSVE; Responsabile del Master In Psicologia dello Sport – IUSVE; Esperto Regionale BFE. 50


LAVORARE CON I SOGNI Docente: UMBERTO FONTANA

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il seminario/laboratorio ha lo scopo di abilitare gli allievi che già hanno fatto il corso di Tecniche Proiettive (Test 3), a lavorare nel campo clinico con i “contenuti dell’inconscio” seguendo la strada maestra (la “via regia” come fu definita da Freud nell’ Interpretazione dei sogni già all’inizio del secolo scorso) dei prodotti onirici. Si sa che nella psicologia dinamica il sogno è analizzabile secondo una metodologia ben precisa che nulla ha a che fare con il concetto popolare di sogno. L’analisi del sogno diventa quindi una “tecnica” utilizzata da tutti i terapeuti dinamici, specie quelli dell’ottica junghiana.

Finalità Il Laboratorio si prefigge di abilitare i partecipanti (o almeno a istradarli in modo corretto) all’utilizzo del materiale inconscio prodotto dall’attività onirica, che spontaneamente avviene in ogni persona. Si ritiene infatti che ognuno arrivi a ordinare e a valorizzare il materiale onirico (proprio e altrui) secondo criteri scientifici in uso nella psicoterapia analitica.

Obiettivi Attraverso l’attività pratica di laboratorio gli studenti saranno in grado di: - raccogliere il materiale di un sogno e tradurlo in “documento” sul quale applicare la tecnica di analisi (tecnica freudiana/junghiana); - ordinare il sogno in sequenze e immagini; - operare su di esse le necessarie amplificazioni e di comprenderne i simboli; - ricostruire mediante le associazioni le situazioni reali che hanno generato l’avvenimento onirico; - collocare le dinamiche del sogno nel continuum della vita individuale; - comprenderne i contenuti che esprimono lo stato interiore del sognatore (spesso conflitti, frustrazioni, desideri, realizzazioni ecc.); - collegare la tecnica al processo psicoterapeutico.

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Metodologia La metodologia è eminentemente pratica. Il conduttore lavorerà sul materiale che porteranno gli studenti, invitati a portare sogni propri. Chi ascolta sarà poi invitato a interagire con il sognatore secondo le opportune stimolazioni del conduttore. A partire dal materiale specifico che si produce in laboratorio il docente allargherà con opportune schede di teoria alcuni argomenti che verranno presentati nell’ottica junghiana (le categorie di sogni di cui parlano tutti gli autori, le serie di sogni che presentano una problematica ecc.). Il materiale teorico verrà visualizzato con una serie di slide preparate dal docente.

Quadro teorico di riferimento

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Il Laboratorio si poggia sui concetti teorici legati alla produzione onirica tipici dell’approccio della psicologia del profondo, di Freud e Jung (che sarà l’autore privilegiato la cui tecnica sarà l’elemento teorico portante). Nelle schede teoriche verranno presentate le condizioni del sogno a livello fisiologico e psicologico (Hobson); le circostanze in cui nasce il sogno (resti del giorno); la struttura della dinamica onirica nei suoi elementi

espressivi (simbolici fuori razionali come sono le coordinate tempo/spazio e di causalità) e il probabile messaggio veicolato dall’inconscio al sognatore.

Bibliografia essenziale Per la tecnica analitica: AEPPLI E. (1963). I sogni e la loro interpretazione. Roma: Astrolabio. DURAND G. (1983). (ed edizioni seguenti). Le strutture antropologiche dell’immaginario, introduzione all’archetipologia generale. Bari: Dedalo. FONTANA U. (2011). Sentieri verso il profondo, mondo interiore, simbolo, processo proiettivo, sogno. Padova: Libreria universitaria. Per la parte della ricerca oggettiva: BONVALLET M. (1967). Veglia e sonno, la scoperta del meccanismo che ci tiene desti. Torino: Boringhieri. BRILLANTE C. (1991). Studi sulla rappresentazione del sogno nella antica Grecia. Palermo: Sellerio. HOBSON J. A. (1992). La macchina dei sogni, come si creano nel cervello, il senso e il non senso del sognare. Firenze: Giunti.

Modalità d’esame Il conduttore darà ad ognuno degli studenti del laboratorio il feedback del profitto, rilevato sulla base della partecipazione individuale: tale feedback, tradotto in un voto in trentesimi sarà registrato come valutazione del laboratorio.

Breve profilo professionale del docente Psicologo clinico e Psicoterapeuta Analitico Junghiano. GiĂ  docente stabile IUSVE di Psicologia Dinamica, Tecniche diagnostiche della personalitĂ , e Tecniche Proiettive. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra le quali: Sentieri verso il profondo (2011); Uomo e consacrato (1988); Scegliere una professione (1994), Relazione, segreto di ogni educazione (2000), Senza perdersi (2005) e numerosi articoli scientifici in riviste nazionali e internazionali.


DINAMICHE E LINGUAGGI FAMILIARI Docente: MARCO BALLICO

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio intende offrire allo studente non solo le basi operative per il lavoro con minori a disagio e relativo ambito familiare ma anche mostrare la ricaduta professionale di una teoria psicologica di riferimento (il paradigma sistemico e relazionale simbolico) in linea con i fondamenti filosofici, antropologici e pedagogici dello IUSVE.

FinalitĂ  Il Laboratorio si prefigge di introdurre gli studenti a una modalitĂ  di lavoro, di pensiero e di linguaggio che faccia delle dinamiche familiari il punto di vista privilegiato per la lettura delle difficoltĂ  dello sviluppo infantile e adolescenziale.

Obiettivi Attraverso le attività di Laboratorio ci si attende che gli studenti: 1. apprendano come avviene lo svolgimento dell’incontro clinico con i bambini ed il sistema famiglia, con attenzione particolare all’utilizzo del linguaggio come modalità di connessione;

2. riconoscano gli aspetti costitutivi della presa in carico, del colloquio e della diagnosi sistemico-relazionale; 3. acquisiscano alcune tecniche osservative tipiche dei colloqui protetti e delle relazioni familiari.

Quadro teorico di riferimento L’approccio teorico e metodologico è afferente al modello sistemico integrato con elementi provenienti dalla psicologia dinamica e dal paradigma relazionale simbolico.

Bibliografia essenziale SCABINI E. - CIGOLI V. (2012). Alla ricerca del famigliare. Il paradigma relazionale simbolico. Raffaello Cortina Editore. MAZZONI S. – M. –TAFFÀ ( a cura di). (2007). L’intersoggettività nella famiglia. Procedure multimetodo per l’osservazione e la valutazione delle relazioni familiari. Milano: Ed. Franco Angeli. D I VITA A.M.- SALERNO A. (a cura di) (2005). La valutazione della famiglia. Dalla ricerca all’intervento. Milano: Franco Angeli. TOGLIATTI M.M. – LAVADERA A.L. (2002). Dinamiche Relazionali e ciclo di vita della famiglia. Bologna: Il Mulino.

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KERR M.E. – BOWEN MURRAY (1990). La valutazione della famiglia. Un approccio terapeutico basato sulla teoria boweniana. Roma: Astrolabio.

Metodologia La metodologia operativa del Laboratorio comprende l’incontro ed il lavoro comune con l’equipe interdisciplinare del Centro, l’utilizzo ed analisi di videoregistrazioni; l’utilizzo di specchio unidirezionale con simulate. Case works e workgroups supervisionati. Verranno utilizzati strumenti come il genogramma e i test familiari.

Breve profilo professionale del docente Medico chirurgo con specializzazione in medicina del lavoro, Psicoterapeuta sistemico relazionale, lavora come libero professionista nel campo della medicina del lavoro e della psicoterapia familiare. Docente IUSVE di Psicologia della famiglia. È Didatta al Centro Veneto di Terapia Familiare - Treviso.

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Interazione precoce caregiverbambino: VIDEO MICROANALISI (V.M.A.) E TERAPIA IN VIDEO INTERVENTO (V.I.T.) Docente: MARCELLO LONGO

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio propone un breve percorso di formazione teoricopratica sull’interazione precoce caregiver-bambino nel periodo 0-3 anni secondo il modello della teoria dell’attaccamento e sulle relative tecniche di analisi videoregistrata: videomicroanalisi (V.M.A.) e terapia in video intervento (V.I.T.). Essendo focalizzato sul tema dello sviluppo infantile, il laboratorio si può interfacciare con il corso di Psicopatologia dell’età evolutiva.

Finalità L’intento è quello di presentare la V.M.A. e la V.I.T. e il loro utilizzo nei contesti rispettivamente di studio-ricerca e clinico – formativo.

Obiettivi 1. Lo studente può sviluppare una visione sistemicorelazionale della diade caregiver-bambino e orientare in questo senso sia il proprio approccio clinico che l’ acquisizione di specifiche competenze interattive.

2. Acquisire conoscenza sulle specifiche potenzialità della V.i.t. in campo formativoeducativo (formazione del caregiver alla interazione con il bambino, supervisione, educazione alla genitorialità, etc.). 3. Acquisire informazioni sui criteri e le codifiche per l’analisi delle videoregistrazioni e competenze operative necessarie per la realizzazione del video.

Quadro teorico di riferimento Il Laboratorio utilizza come quadro principale di riferimento il Modello della teoria dell’attaccamento e Sistemicodiadico dell’Infant Research, una corrente di ricerca che negli ultimi decenni, con il contributo di diversi autori, ha studiato lo sviluppo psicoaffettivo del bambino partendo dalla sua interazione con il caregiver considerata, alla luce della teoria dei sistemi di Sander, come un sistema a struttura diadica e con dinamica di reciprocità. Le ricerche si sono sviluppate in questa direzione soprattutto grazie alla videomicronalisi (V.M.A.), utilizzata come

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metodologia di studio e di ricerca sulle interazioni madre bambino mediante analisi di sequenze videoregistrate. Quello della V.M.A. è un approccio di tipo osservativo che codificando l’interazione consente di scomporla e studiarla a livello emotivo, corporeo, comportamentale e cognitivo. Più recentemente l’uso della video microanalisi si è esteso ad un contesto clinico e di formazione, dando origine alla V.I.T. o Terapia in Video Intervento (G. Downing) che mantiene approccio e caratteristiche della V.M.A ma con procedure e finalità di carattere più operativo.

Bibliografia essenziale

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CARLI L.-RODINI C. (2008). Le forme di intersoggettivitĂ . Milano: Raffaello Cortina Editore. FONAGY P. - GERGELY G. TARGET M. (2005). Regolazione affettiva, mentalizzazione e sviluppo del SĂŠ. Milano: Raffaello Cortina editore. LAVELLI M. (2007). IntersoggettivitĂ , origine e primi sviluppi. Milano: Raffaello Cortina Editore. RIVA CRUGNOLA C. (1993). Lo sviluppo affettivo del bambino. Milano:Raffaello Cortina Editore. RIVA CRUGNOLA C. (199). La comunicazione affettiva tra il bambino e i suoi partner. Milano: Raffaello Cortina Editore. RIVA

CRUGNOLA C. (2007). Il bambino e le sue relazioni. Milano: Raffaello Cortina Editore. SANDER L. (2007). Sistemi viventi. Milano: Raffaello Cortina Editore. STERN D.N. (1998). Le interazioni madre-bambino. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Metodologia 1. Brevi esposizioni frontali dei concetti teorici fondamentali. 2. Video didattici esemplificativi. 3. Cooperative learning sui temi dei video. 4. AttivitĂ  esperienziali in riferimento ai temi trattati con i video. 5. Realizzazione di video in aula e successiva analisi (facoltativo).

Modalità d’esame La valutazione dell’attività svolta dallo studente sarà formulata in base alla partecipazione, all’interesse e all’ apporto personale alle attività esperienziali e di cooperative learning. A richiesta dello studente è possibile effettuare la realizzazione (in altra sede) di un video di interazione caregiverbambino da analizzare in aula e in un contesto di gruppo con gli altri studenti e con la guida del docente.

Breve profilo professionale del docente Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1984, specializzazione in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva nel 1990. Scuola IFREP di Analisi Transazionale con approccio integrato 2002. In formazione permanente dal 2004 sulla Body Therapy di G. Downing e dal 2007 sulla Terapia in Videointervento (V.i.t.) di G. Downing. Psicoterapeuta individuale (Istituto IRIPES di Pordenone), lavora inoltre con le diadi madrebambino e le coppie utilizzando la Terapia in Videointervento. Presso lo IUSVE: 1. anno accademico 20067 docenza di Psicologia della Comunicazione Interpersonale; 2. anno accademico 20102011 Laboratorio di Videomicroanalisi e Terapia in videointervento.


PAROLA ALLE EMOZIONI Docente: LUANA SEVIRIO

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Per cominciare a vedere e per cambiare la propria vita bisogna cominciare a vivere dal di dentro piuttosto che vivere dal di fuori. Partendo da questo assunto, le emozioni rappresentano un’importante componente nel sentire e nel percepire se stessi, gli altri, l’ambiente e gli oggetti. Nel percorso di crescita personale e professionale è fondamentale che lo studente di psicologia impari a riconoscere le proprie emozioni e l’emozione dell’altro; impari a valorizzare l’insight che nasce dall’esplorazione dell’emozione, e a valorizzare il processo di consapevolezza che ne deriva. Dare valore alle emozioni rappresenta il modo per seguire la pista dinamica del lavoro evolutivo, pista fornita dalla persona stessa. Per frequentare il Laboratorio non è richiesto alcun prerequisito. È collegabile ai corsi di Psicosomatica, Psicologia clinica e Psicopatologia dello sviluppo, Psicologia dinamica della coppia e della famiglia.

Finalità Attraverso un lavoro individuale e collegiale, il Laboratorio si prefigge di favorire il riconoscimento della manifestazione emotiva attraverso l’esercizio dell’attenzione al “qui ed ora” con particolare attenzione al corpo; di far acquisire strumenti per individuare la repressione dell’emozione messe in atto dalla persona e far sperimentare tecniche espressive delle emozioni autentiche al fine aumentare la consapevolezza legata all’emozione.

Obiettivi Attraverso le attività proposte nel Laboratorio, ci si attende che lo studente sia in grado di: - acquisire una consapevolezza maggiore delle emozioni, sia proprie che dell’altro; - sperimentare tecniche di approfondimento delle emozioni; - progettare linee generali di lavoro per permettere alla persona di distinguere emozioni autentiche da emozioni adattive.

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Quadro teorico di riferimento

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Si farà riferimento alla teoria della Gestalt, alla teoria dei Sistemi, e alle teorie ad Integrazione Corporea. L’ascolto del corpo e l’analisi del linguaggio non verbale rappresenterà lo strumento principale di indagine per l’esplorazione delle emozioni. Il corpo, al di là di ogni contesto e ambiguità possibile, porta inscritti i nostri dati emozionali, affettivi, relazionali: quelli che più autenticamente, definiscono chi noi siamo e verso dove possiamo andare. La Terapia della Gestalt che enfatizza l’esperienza diretta, cioè il sentire, il pensare, il fare nel qui ed ora, e poggia le sue specifiche tecniche partendo dall’attenzione del corpo. Obiettivo del lavoro è richiamare l’individuo dalle distrazioni dal suo mondo interiore, del quale le emozioni sono parte, con il fine di permettere l’espressione del mondo emozionale, e migliorare la comunicazione per arrivare ad attivare la realtà esterna. La teoria sistemica con i concetti di causalità circolare, di autoregolazione, di controllo, sottolinea la necessità di considerare ogni fenomeno, del mondo della persona, interno ed esterno, nella prospettiva dell’intero, di cogliere ogni

fenomeno composto nella sua totalità. Contemporaneamente considera ogni fenomeno come somma di parti non scomponibili e analizzabili in termini di causa ed effetto. In questa ottica l’espressione emotiva è vista determinarsi in base all’interazione e all’integrazione tra il livello delle relazioni e il livello delle componenti individuali, a cui si aggiunge una relazione dinamica tra il processo relazionale presente e i processi passati dei suoi sottosistemi.

Bibliografia essenziale CLARKSON P.(1992). Gestalt counseling. Roma: Sovera. NARANJO C.(1991). Atteggiamento e prassi della terapia gestaltica. Roma: Melusina. NARANJO C. (2009). Per una gestalt viva. Roma: Astrolabio. PERLS F.(1980). La terapia gestaltica parola per parola. Roma: Astrolabio. POLSTER E.- POLSTER M. (1986). Terapia della gestalt integrata. Città: Giuffrè ed.

Metodologia Il lavoro sarà prevalentemente pratico. Saranno sperimentate tecniche di Gestalt: visualizzazioni, fantasie guidate, esercitazioni a coppie e tecniche di intervento sui sistemi. Saranno utilizzate tecniche di Gestalt per l’espressione

delle emozioni represse e per lo sviluppo della forza espressiva delle emozioni autentiche. Si coltiverà la presenza a se stessi attraverso la disciplina all’attenzione e all’autoconsapevolezza. Si esploreranno emozioni del gruppo.

Modalità d’esame La valutazione sarà fatta prevalentemente sul criterio della partecipazione al Laboratorio e sulla attivazione e contributo personale nel lavoro collegiale.

Breve profilo professionale del docente Psicologa clinica. Vive e lavora a Roma. Lavora con gruppi, coppie e famiglie. Ha una formazione in terapia della Gestalt, in Analisi Transazionale, in terapia Sistemica e in tecniche ad Integrazione Corporea. Collabora con il Prof. Claudio Naranjo, con il quale è in formazione permanente. Lavora per la formazione di insegnanti, genitori e personale della scuola con l’Associazione SAT Educazione. È insegnante, riconosciuta dalla Federazione Yoga Italia, di Kundalini Yoga e tecniche ad integrazione corporee. Ha insegnato presso l’Istituto Mandala di Roma diretto dal Prof. P. Menghi.


ART THERAPY Docente: ROBERTO M. BOCCALON

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale «Per offrire una speranza di vita anche alle parti più nascoste ed inascoltate di sé, occorre metterle in condizione di esprimersi» (A. Di Benedetto, 2006). Quando la parola è incapace di dare, immediatamente, senso e pensabilità all’esperienza umana, la mente può giocare con la produzione di immagini e di gesti per riprendere il filo di un discorso sospeso o spezzato. Suoni, segni e gesti sono un alfabeto arcaico e l’esperienza creativa è, pertanto, un dialogo possibile. La “manutenzione” e lo “sviluppo” dei canali comunicativi primari è parte integrante di una formazione psicologica, psicodinamicamente orientata. Il laboratorio offre allo studente l’opportunità di un “per-corso” personale di scoperta di sé attraverso l’esperienza creativa in un setting idoneo a stimolare, in modo rispettoso, interrogativi e ricerca di senso. Tale “per-corso” riprende contenuti della Psicologia generale e delle Neuroscienze e permette di avvicinare ed approfondire, in termini esperienziali, contenuti della Psicologia dinamica e della Psicopatologia.

Finalità Il Laboratorio si prefigge di favorire uno specifico affinamento della capacità di dialogare con l’altro e con l’altro che è in noi, attraverso il segno grafico ed il movimento corporeo; di far sperimentare l’efficacia del processo creativo nel mediare tra mente e parola, nel superare le resistenze ed orientare alla conoscenza riflessiva delle potenzialità della «prosa umana».

Obiettivi Attraverso il Laboratorio ci si attende che lo studente possa: - esplorare liberamente i materiali espressivi (colori, pennelli, carte, forbici, colla, rotocalchi ecc.); - registrarne le caratteristiche sensoriali; - “catturare emozioni”, rappresentarle, riguardarle, pensarle e poi narrarle anche in termini verbali.

Quadro teorico di riferimento L’orizzonte teorico-metodologico del laboratorio è quello della Psicoterapia Espressiva, risultante di molteplici contributi disciplinari. M. Naumburg e M. Chase formalizzavano, già negli

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anni 40, le discipline dell’arteterapia e della danza-movimentoterapia in una prospettiva psicodinamica ed indirizzavano a un uso specifico dello strumento visivo o motorio. M. Milner e D. Winnicott hanno approfondito le funzioni del gioco creativo e del disegno non solo quali indicatori di conflitti o di bisogni evolutivi, ma soprattutto come canali di comunicazione. S. Arieti e G. Benedetti hanno evidenziato il ruolo del processo creativo nella terapia e nella riabilitazione delle psicosi. A. Robbins e l’Institute for Expressive Analysis di New York, alla fine degli anni ‘70 consolidava, nella formazione come nell’esperienza clinica, la prospettiva specifica della Psicoterapia espressiva. Sostengono questo orientamento le ricerche, psicoanalitiche e non, sullo sviluppo umano, sui rapporti tra psiche, esperienza corporea, espressione artistica, comunicazione estetica ed inconscio, sulla correlazione tra creatività e salute mentale. In tale prospettiva l’atto del creare un’immagine o una danza, non è allontanamento dal compito, attacco al processo conoscitivo e al setting che lo sostiene, ma è parte integrante del processo terapeutico.

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Bibliografia essenziale

Modalità d’esame

ARIETI S. (1974). La sintesi magica. Roma: Il Pensiero Scientifico. BENEDETTI G. (1971). Segno, simbolo, linguaggio. Torino: Bollati Boringhieri. DELLA CAGNOLETTA M. (2010). Arte Terapia, la prospettiva psicodinamica. Milano, Carocci Faber. DI BENEDETTO A. (2000). Prima della parola, l’ascolto psicoanalitico del non detto attraverso le forme dell’arte. Milano: Franco Angeli, Milano 2000. MILNER M. (1976). Disegno e creatività. Firenze: Nuova Italia. ROBBINS A. (1986). Expressive Therapy. New York, Human Sciences Press. WINNICOTT D.W. (1971). Gioco e realtà. Roma: Armando.

La verifica di processo avviene attraverso la registrazione della frequenza e del lavoro svolto in ciascuna unitĂ  didattica. La verifica finale attraverso una tesina scritta individuale.

Metodologia La metodologia prevede la produzione di immagini, a livello individuale e di gruppo, con successiva riflessione e verbalizzazione in termini di esperienza personale, di caratteristiche del prodotto estetico e del processo attraverso cui ha preso forma. Sono previsti anche la presentazione e l’approfondimento di elementi teorici attraverso supporti audiovisivi.

Breve profilo professionale del docente Laurea in Medicina e Specializzazione in Psichiatria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. Formazione analitica individuale e gruppale. Già Dirigente Medico nei Servizi Psichiatrici delle ASL di Reggio Emilia e Ferrara. Professore a contratto di Igiene Mentale e Psicoterapia, Università di Ferrara. Impegnato nello studio dei processi creativi e nella loro applicazione in campo clinico e formativo. Membro dell’International Association for Art and Psychology. Ha fondato e dirige l’Istituto di Psicoterapia Espressiva, Scuola di Specializzazione post laurea riconosciuta dal Miur.


PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA INFANTILE Docente: FABIO BENATTI

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio si inserisce in un percorso didattico e professionalizzante proposto da IUSVE che include i corsi di Psicologia del maltrattamento e dell’abuso e di Psicologia giuridica – di cui rappresenta un approfondimento monotematico – oltre che il Master universitario di I livello in Criminologia, Psicologia investigativa e psicopedagogia forense. Il Laboratorio intende offrire una panoramica della psicologia della testimonianza infantile e nello specifico delle sue applicazioni operative nei settori giudiziari. Per tali motivi il Laboratorio è rivolto a tutti gli studenti che intendono approfondire la psicologia della testimonianza infantile o che per motivi professionali si trovano ad interagire con bambini e adolescenti.

Finalità Il Laboratorio si propone di offrire agli studenti una cornice teorica e bibliografica per comprendere i principali meccanismi dell’attenzione e della memoria coinvolti nella testimonianza infantile. Verranno, inoltre, forniti

strumenti operativi di intervento per l’ascolto e l’intervista del minore e per la gestione di vicende di presunto abuso sessuale o maltrattamento.

Obiettivi 1. Offrire agli studenti una cornice teorica e bibliografica per comprendere i principali meccanismi dell’attenzione e della memoria coinvolti nella testimonianza infantile. 2. Fornire strumenti operativi di intervento per l’ascolto e l’intervista investigativa del minore. 3. Illustrare, tramite supporti audio e video, interviste svolte con minori in ambito giudiziario. 4. Presentare casi di presunti abusi e maltrattamenti tramite materiali documentali criptati. 5. Consolidare le conoscenze operative acquisite tramite esercitazioni di gruppo in aula.

Quadro teorico di riferimento La psicologia della testimonianza infantile riceve contributi teorici dalle discipline sperimentali di base – quali la psicologia generale, la psicologia dell’apprendimento e della memoria, la psicologia dello

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sviluppo e la psicologia della personalità – e dalle discipline empiriche applicate – quali la psicologia giuridica e la psicologia del maltrattamento e dell’abuso. Il modello interpretativo clinico e psicosociale delle condizioni di abuso e di grave trascuratezza che attualmente offre il maggior numero di evidenze scientifiche, e che verrà utilizzato nel corso del laboratorio, è rappresentato dalla Psicopatologia dello Sviluppo (Cicchetti e Rizley, 1981; Cicchetti e Toth, 1995; Cohen e Caffo, 1998).

Bibliografia essenziale

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BENATTI, F. (2009), Suggestionabilità: ricerche e applicazioni nel settore forense, in ROSSI, L. (2009), Trattato di psicologia del maltrattamento e dell’abuso, Napoli: ScriptaWeb Editore. CODOGNOTTO, S., MAGRO, T. (2012), La testimonianza del minore, Santarcangelo di Romagna (RN): Maggioli Editore. FERGUSSON, D.M., MULLEN, P E. (2004), Abusi sessuali sui minori. Un approccio basato sulle evidenze scientifiche, Torino: Centro Scientifico Editore. LEONE, A., MONZANI, M., MONZANI, M., BONAZZA, S. (2009), Dal suicidio rituale al suicidio simbolico: la “vittima di suicidio”, Napoli: ScriptaWeb Editore. MONZANI, M. (2010), Le vittime in-credibili. Elementi di psicologia forense e della testimonianza, Napoli: ScriptaWeb Editore.

MONZANI, M., TETTAMANTI, M. (2010), Vittimologia del reato ambientale, Napoli: ScriptaWeb Editore. MONZANI, M. (2011), Manuale di psicologia giuridica. Elementi di psicologia criminale e vittimologia, Padova: Libreria Universitaria Editore. MONZANI, M. (2011), Percorsi di criminologia, Padova: Libreria Universitaria Editore. MONZANI, M. (2013), Il sopralluogo psico-criminologico, Milano: Giuffrè Editore. SCALI, M., CALABRESE, C., BISCIONE, M.C. (2003), La tutela del minore: tecniche di ascolto, Roma: Carocci.

Metodologia Il Laboratorio prevede alcune lezioni frontali introduttive, discussioni ed esercitazioni di gruppo in aula. Ampio spazio verrĂ  lasciato alla presentazione, anche tramite la visione di filmati e la consultazione di materiali documentali criptati, di casi di presunti abusi e maltrattamenti su minori.

Modalità d’esame Il laboratorio non prevede un esame finale. La valutazione si baserà sulla partecipazione attiva e propositiva dello studente alle lezioni, discussioni ed esercitazioni.

Breve profilo professionale del docente Laureato in Psicologia, presso l’Università degli Studi di Parma, con una tesi sperimentale in neuropsicologia; inizia poi la formazione giuridica frequentando il master annuale in Psicopatologia e neuropsicologia forense presso l’Università degli Studi di Padova. Consegue, infine, il dottorato di ricerca triennale in Psicobiologia dell’uomo presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla suggestionabilità dei minori in ambito forense. Consulente tecnico in ambito clinico-forense sia nel settore civile sia nel settore penale. Presso lo IUSVE è docente di Elaborazione e requisiti delle prove psicodiagnostiche – Test 1” e nel master in “Criminologia, Psicologia investigativa e Psicopedagogia forense”.


PSICOLOGIA DINAMICA DEI GRUPPI Docente: GIAMPAOLO MAZZARA

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il laboratorio permette di sperimentare, attraverso una metodologia attiva e partecipativa, diverse strategie cliniche che mettono al centro l’azione. Una panoramica sui prevalenti approcci alla psicoterapia di gruppo permette di delineare l’intero quadro di riferimento e di entrarvi da protagonisti. Ampio spazio viene dato alla riflessione critica e alla condivisione di esperienze personali.

Finalità Il Laboratorio fornisce la conoscenza di alcune modalità di intervento gruppale in ambito psicologico, psicoterapeutico, formativo. Mette in grado, altresì, di sperimentare dette modalità in modo diretto, elaborando contenuti specifici del proprio contesto professionale e di quelli dei colleghi. Inoltre si prefigge di far acquisire una certa capacità di individuare tecniche adeguate da impiegare all’interno di specifiche progettualità professionali.

Obiettivi Si prevede che il partecipante abbia una conoscenza sufficiente delle più interessanti tecniche psicoterapiche gruppali e ne faccia un’esperienza essenziale ma significativa che lo metta in grado di verificarne direttamente l’efficacia, la complessità, le criticità e le possibilità d’impiego.

Quadro teorico di riferimento In buona parte il docente fa riferimento al metodo creativoespressivo da lui ideato e alle pubblicazioni dallo stesso prodotte che documentano l’applicazione clinica e formativa. Cenni all’opera di Yalom, alla psicologia sistematica e umanistica, alla teoria dei ruoli di Moreno, al sociodramma e allo psicodramma nel suo sviluppo a orientamento dinamico.

Bibliografia essenziale Riferimenti alla struttura della personalitĂ : JUNG C. G. Lo sviluppo della personalitĂ . 1991, Boringhieri, Milano. Dinamiche di gruppo e psicoterapia di gruppo: BION, W.R. Seminari clinici, 1989, Cortina, Milano.

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DELCORNO F. LANG M., Trattamenti in setting di gruppo, 2004, FrancoAngeli, Milano. YALOM I.D., Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo, 2004, FrancoAngeli, Milano. Psicodramma e tecniche attive: MORENO M.J. Manuale di Psicodramma I, 1985, Astrolabio, Roma. MAZZARA G. Parole che nascono libere, 2003, FrancoAngeli, Milano.

Metodologia VerrĂ  utilizzata una metodologia attiva che prevede per ogni incontro: schede teoriche; esperienze pratiche con tecniche interattive e creativo-espressive; discussione e rielaborazione dei contenuti teorici.

Modalità d’esame Il Laboratorio non prevede esame. La valutazione verterà sui contenuti affrontati e le esperienze realizzate. È prevista la stesura di una tesina di approfondimento.

Breve profilo professionale del docente

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Giampaolo Mazzara, psicologo e psicoterapeuta, svolge attivitĂ  clinica individuale e di gruppo presso lo STEP (Terapia Creativa e Psicodramma) di Verona. Ideatore del metodo creativo-

espressivo, si occupa di progetti di formazione e di interventi terapeutici in ambito riabilitativo e psichiatrico, in particolare applicando lo psicodramma a orientamento dinamico. Presso l’Ospedale “Villa Rosa” di Modena conduce attività clinica di gruppo rivolta a pazienti psichiatrici. Presso l’ASL 22 conduce regolarmente sessioni di psicodramma con gruppi. È co-direttore della Scuola di Psicomotricità Metis (Roma), collabora con la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia CPD di Padova, con l’Università degli Studi di Verona e con l’Università degli Studi di Padova.


TRAINING AUTOGENO (BASE E AVANZATO) PROF. ROBERTO BARUZZO

Il laboratorio di Training Autogeno è svolto in convenzione con Il Centro Italiano Studio Sviluppo Psicoterapia A Breve Termine (CISSPAT). La partecipazione al Laboratorio base ed avanzato, integrato con 12 ore di formazione presso CISSPAT, può portare all’ammissione all’esame di certificazione per la Patente di Training Autogeno. Condizioni organizzative ed economiche sono soggette alla Convenzione IUSVECISSPAT.

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio offre allo studente della Laurea magistrale l’opportunità di apprendere una tecnica di intervento in ambito psicologico di sicura affidabilità ed efficacia, con solide basi teoriche, verificata da numerose ricerche, in sintonia con le più recenti conferme delle neuroscienze.

Lo studente apprenderà, quindi, e sperimenterà su di sé gli esercizi inferiori della tecnica ideata da I.H. Schultz, secondo la metodica dell’autore, tramandata dalle sue opere e dai suoi allievi. Il Training Autogeno, pur conservando alcuni principi dell’impostazione psicodinamica, si propone come una tecnica che si fonda sul principio dell’”autogenia”, il “lasciare che accada”, avendo fiducia nella saggezza del nostro corpo e della nostra psiche, dell’unità corpo-mente. Gli esercizi inferiori permettono alla persona di recuperare da sé l’equilibrio psicosomatico, costituendo un valido strumento di intervento nelle situazioni di tensione, stress, ansia, che vengono somatizzate su alcuni organi del corpo. Costituiscono inoltre una valida forma di prevenzione dei più diffusi disturbi fisici generati da atteggiamenti e stati emotivi non gestiti “bionomicamente”. Il Training Autogeno viene efficacemente proposto anche in diversi ambiti non clinici, come nell’educazione, nello sport, nel lavoro, nello studio, permettendo di conseguire risultati sorprendenti in tempi brevi.

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Finalità Il Laboratorio si prefigge di far acquisire le basi teoriche, i principi metodologici e le modalità tecniche degli esercizi inferiori del Training Autogeno. Gli allievi apprenderanno quindi le conoscenze per poi poter utilizzare la tecnica nell’attività di psicologo, sia in ambito clinico sia in ambito non clinico. L’esperienza attuata all’interno del Laboratorio consentirà di poter valutare personalmente l’efficacia della tecnica, così da conseguire una formazione completa e sperimentata in uno strumento di intervento psicologico di sicura affidabilità. In tal modo lo studente potrà potenziare la propria preparazione in vista della sua futura attività professionale.

Obiettivi Il percorso realizzato durante il Laboratorio consentirà allo studente di: - conoscere i principi della teoria bionomica, della metodologia autogena e gli aspetti tecnici del Training Autogeno; - fare esperienza diretta su di sé dell’efficacia degli esercizi inferiori, valuterà eventuali difficoltà e saprà superarle; 66

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-

acquisire familiaritĂ  con la tecnica proposta cosĂŹ da poterla successivamente proporre ad altre persone in ambito clinico e non clinico; riconoscere eventuali errori tecnici e di individuare le opportune correzioni nella pratica del Training Autogeno.

Quadro teorico di riferimento L’approccio teorico di riferimento è la psicoterapia bionomica e autogena di I.H. Schultz, che utilizza alcuni principi della psicologia dinamica e altri della psicologia umanistico-esistenziale. Il Laboratorio offrirà l’occasione per una conoscenza delle opere di Iohannes H. Schultz e di W. Luthe, suo principale allievo e collaboratore, oltre che degli scritti di altri autorevoli psichiatri europei allievi del maestro, come B. H. Hoffmann, H. Lindemann, G. Eberlein, H. Wallnofer. Si farà riferimento inoltre alle opere di L. Peresson e J.L.G. De Rivera Y Revuelta.

Bibliografia essenziale BARUZZO R., (2014), Equilibrio personale e training autogeno, Libreriauniversitaria.it. BARUZZO, R., (2006), Equilibrio bionomico e Training Autogeno, in

“Psyche Nuova”, Cisspat, Padova, 2006, reperibile anche su www. studiobaruzzo.it. BARUZZO, R. (2009). La regolazione dell’ansia nelle psicoterapie esplorative e nella psicoterapia autogena, in “Psyche nuova”, Cisspat, Padova, reperibile anche su www. studiobaruzzo.it . HOFFMANN, B.H. (1980). Manuale di Training Autogeno. Roma: Astrolabio. LINDEMANN, H. (2003). Training Autogeno. Milano: Tecniche nuove. SCHULTZ, I.H. (1999). Il Training Autogeno, voll. I e II. Milano: Feltrinelli. SCHULTZ, I.H. (2001). Psicoterapia bionomica. Milano: Masson.

Metodologia Il Laboratorio comprenderĂ  una presentazione della teoria bionomica e del metodo autogeno; prevederĂ  inoltre uno spazio di esercitazione pratica con il Training Autogeno e una discussione in gruppo dei vissuti relativi ai singoli esercizi. Ogni lezione sarĂ  articolata in un momento teorico, un momento di esercitazione e un momento di discussione di gruppo. Lo studente avrĂ  quindi la possibilitĂ  di confrontarsi con gli altri partecipanti, di evidenziare domande, curiositĂ , approfondimenti. SarĂ  possibile partecipare successivamente a


workshop integrativi per una formazione completa sulla tecnica. In base ad una convenzione siglata dallo IUSVE con CISSPAT di Padova, sarà possibile, a richiesta, poter accedere all’esame di “Operatore di Training Autogeno” e sostenere successivamente l’esame di iscrizione all’ ECAAT, associazione professionale europea di operatori di TA e di studio e sviluppo del Training Autogeno. Condizioni organizzative ed economiche per poter accedere alla certificazione esterna saranno comunicate ad inizio laboratorio.

Padova, docente in numerosi corsi di TA e TAS a livello nazionale, autore di numerosi articoli sulle tecniche autogene. Ha svolto e svolge la sua attività di docente presso diversi Istituti e Corsi di formazione. È consulente e supervisore presso Associazioni del settore sociale nell’ambito della relazione d’aiuto.

Modalità d’esame La verifica dell’apprendimento dei contenuti teorici e della esperienza personale con il del Training Autogeno sarà effettuata mediante la stesura di una relazione scritta, secondo le indicazioni che fornite dal docente.

Breve profilo professionale del docente Psicologo psicoterapeuta, segretario e didatta della sezione italiana dell’ECAAT – European Committee for the Analytically oriented advanced Autogenic Training, docente di Psicoterapia Autogena presso il Cisspat di

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DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) Docente: MAVI LODOLI

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il corso si propone di fornire le conoscenze di base per la valutazione e la diagnosi nel campo dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Ad una essenziale parte teorica verrà affiancata una parte pratica per apprendere la somministrazione di alcuni strumenti diagnostici utilizzati in ambito clinico per i disturbi in decodifica della lettura, della scrittura e del calcolo.

FinalitĂ  e obiettivi Il percorso formativo, attraverso esercitazioni guidate in aula, intende fornire agli studenti le competenze utili atte ad acquisire le modalitĂ  di somministrazione, di scoring e di interpretazione dei test neuropsicologici presentati. a leggere i segni indicativi dei processi che regolano tali manifestazioni.

Quadro teorico di riferimento Il laboratorio ha come riferimenti teorici gli studi di Ferreiro, Teberosky e Stella.

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Bibliografia essenziale Materiali di studio per la preparazione all’esame: - Dispense/articoli in pdf scaricabili dalla piattaforma online dell’Università alla fine di ogni lezione. CORNOLDI, C. (1999), Le difficoltà di apprendimento a scuola, Bologna: Il Mulino. VIO C. - TOSO, C. (2007), Dislessia evolutiva. Dall’identificazione del disturbo all’intervento, Roma: Carocci Editore.

Metodologia Gli incontri saranno di natura pratica, tramite esercitazioni sulla somministrazione, lo scoring e l’interpretazione, preceduti una essenziale esposizione in aula dei singoli disturbi e delle loro caratterizzazioni. Utilizzo di materiali multimediali (audio e filmati). Le esercitazioni pratiche si svolgeranno su materiale della docente.

Modalità d’esame La valutazione da parte della docente, in modalità “approvato/ non approvato”, terrà conto della presenza e della partecipazione attiva degli studenti, delle esercitazioni svolte in aula, unitamente ad


un questionario scritto a scelta multipla al termine dell’ultima lezione.

Breve profilo professionale del docente Psicologa Clinica con specializzazione in Psicopatologia dell’Apprendimento e Pedagogista con specializzazione in Pedagogia Clinica.

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OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO INFANTILE

Docente: CINZIA POLI

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio si inserisce in ambito psicologico clinico ed educativo e mira ad abilitare lo studente ad osservare in modo professionale tutte le dimensioni e gli aspetti del comportamento infantile.

Finalità Introdurre gli studenti alle metodiche e tecniche di osservazione sistematica in età evolutiva. Valorizzare il ruolo dell’osservazione nel contesto educativo; Presentare specifici strumenti destinati all’osservazione del bambino; Focalizzare l’attenzione rispetto all’analisi del gioco come strumento di osservazione di segnali di benessere o di eventuale disagio.

Contenuti Contenuti del laboratorio saranno: 1. L’osservazione come strumento e risorsa dell’azione educativa; 2. I modelli dell’osservazione; 3. Le tappe evolutive in psicologia clinica; 4. Osservare gli elementi globali e specifici del gioco. 70

Quadro teorico di riferimento Il Laboratorio ha come riferimento gli studi propri dell’approccio integrato di Eric Berne, di quelli sistemici sull’interazione in un sistema e la teoria dell’attaccamento di Bowlby.

Metodologia 1. Lezione frontale. 2. Discussione in aula. 3. Utilizzo video e episodi di film.

Modalità d’esame Elaborato scritto relativo ad una osservazione-video.

Breve profilo professionale del docente Psicologa e Psicoterapeuta IFREP, lavora da anni nel campo dell’infanzia, della disabilità e sui Disturbi Specifici di Apprendimento.


RIMUOVERE I BLOCCHI NELLA COPPIA. IMMAGINI E COLORI

Docente: VIDA ZABOT

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale

Junghiana) allo scopo di liberare il potenziale energetico intrappolato in essi.

Obiettivi

In pressoché ogni ambito della vita ci capita di imbatterci nelle situazioni in cui si sente: “E’ più forte di me…”. Situazioni che disturbano, rovinano armonia nella comunicazione, bloccano la crescita rimanendo immuni all’efficacia anche di migliori interventi terapeutici. Il presente laboratorio offre una vetrina di possibili utilizzi delle risorse dell’inconscio ai futuri operatori in ambito clinico con i “contenuti dell’inconscio”individuale e collettivo attraverso immagini e colori. Lo sviluppo del potenziale umano, con utilizzo di elementi psicodinamici archetipici, insiti nella natura stessa della nostra mente, come colori e immagini, è una garanzia di efficacia che la ricerca scientifica continuamente conferma.

Attraverso l’attività pratica di laboratorio gli studenti saranno in grado di: 1. Rafforzare la visione delle sofferenze psichiche come stimolo a una maggiore evoluzione e non necessariamente come sintomo di un disturbo patologico; 2. Stabilire un rapporto dialogico con i contenuti apparentemente sgradevoli della propria psiche; 3. Creare la possibilità di trasformazioni e sviluppi attraverso le tecniche di immaginazione attiva; 4. Saper “leggere” i problemi in ottica transpersonale e recuperarli come ispirazione per nuove conquiste evolutive.

FinalitĂ 

L’attività didattica è organizzata attorno all’offerta delle nuove informazioni in modalità prevalentemente pratica scoprendo nuovi significati all’interno dei vissuti personali. Il materiale prodotto in laboratorio attraverso attività

Il presente laboratorio intende offrire informazioni e tecniche di approccio ai nuclei più dolorosi dell’inconscio umano (blocchi e complessi di concezione

Metodologia

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immaginative e grafiche verrĂ  raccolto, sistemato e commentato da opportune schede teoriche utilizzando anche le slide preparate dalla docente.

Euroclub Italia 1999. RIEDEL INGRID, Colori. Nella religione, nella società, nell’arte e nella psicoterapia, Roma, Edizioni Scientifiche Ma.Gi. srl, 2001.

Quadro teorico di riferimento

ZEKI SEMIR, Splendori e miserie del cervello. L’amore, la creatività e la ricerca della felicità, Torino, Ed. Codice, 2010. DAMASIO ANTONIO, Il sé viene alla mente. La costruzione del cervello cosciente, Milano, Ed. Adelphi, 2012.

Secondo Carl Gustav Jung ogni vero simbolo rappresenta sempre la manifestazione di una archetipo (C.G. Jung, L’uomo e i suoi simboli, Ed. Longanesi,1980). L’individuo che riesce ad entrare profondamente nel linguaggio di un simbolo, è in grado di cogliere il potere ispirativo presente in esso. Questo è un atto interiore assolutamente sacro, che pone l’essere umano nella condizione di svolgere pienamente il proprio compito: quello di ponte di congiunzione e di scambio tra la natura manifestata e la sua radice immani festa (J. Chodorow, Jung on Active Imagination, London, Routledge, 1997).

Bibliografia essenziale

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FERRUCCI PIETRO, Crescere. Teoria e pratica della psicosintesi, Roma, Astrolabio 1981. LUSCHER MAX, La diagnostica Luscer. I colori della nostra personalità, Roma, Astrolabio 1995. LUSCHER MAX, Il test dell’amore. Como, Edizioni

ModalitĂ  di verifica La docente fornirĂ  ad ognuno degli studenti del laboratorio continuo feedback durante le attivitĂ  e alla fine raccoglierĂ  in forma di dossier il materiale prodotto da ognuno e la verbalizzazione elaborata delle valutazioni apprese costituirĂ  la base alla stima del profitto. Questo sarĂ  tradotto in un voto in trentesimi e registrato come valutazione del laboratorio.


VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA

Docente: MARCO PITTERI

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale L’obiettivo della valutazione neuropsicologica è quello di delineare il quadro cognitivo ed emotivo/motivazionale di persone che hanno subito una lesione cerebrale (ad es., dopo ictus, trauma cranico, arresto cardiaco, etc.), o che soffrono di malattie neurodegenerative (ad es., sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, demenze, etc.). La valutazione neuropsicologica è oggi indispensabile a fini diagnostici, prognostici, peritali e riabilitativi. L’obiettivo è di comprendere quanto, e in che modo, il comportamento di un individuo è associato ad un funzionamento cerebrale deficitario. Tramite un’accurata valutazione neuropsicologica è possibile descrivere il quadro cognitivo ed emotivo/ motivazionale del paziente, in termini sia di funzioni compromesse, sia di abilità risparmiate sulle quali basare l’intervento riabilitativo.

FinalitĂ  Gli studenti saranno istruiti sul ruolo della valutazione neuropsicologica in ambito clinico

e saranno guidati nel processo di apprendimento sulle abilità di base necessarie per procedere ad una valutazione neuropsicologica. È indispensabile, infatti, che ogni psicologo sia in grado di riconoscere ed inquadrare eventuali disturbi cognitivi anche in pazienti che non mostrano danni apparenti al sistema nervoso centrale, per avvalersi poi della consulenza di colleghi esperti nel settore per una valutazione piÚ approfondita.

Obiettivi Alla fine del corso gli studenti dovranno essere in grado di conoscere le fasi di cui si compone la valutazione neuropsicologica, riconoscere gli elementi importanti nel processo di anamnesi neuropsicologica, sapere come integrare le informazioni derivanti dagli esami complementari (ad es., tecniche di neuroimmagine), sapere come gli stati emotivi/motivazionali del paziente possono influenzare la prestazione ai test neuropsicologici. NB: per un adeguato livello di apprendimento, sono richieste conoscenze approfondite di Psicologia cognitiva e di Neuroscienze.

laboratori

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Metodologia

Bibliografia essenziale

Sono previste lezioni frontali ed esercitazioni pratiche. SarĂ  dedicato ampio spazio alle simulazioni di valutazione neuropsicologica, arricchite con presentazioni a video e descrizioni di casi clinici. SarĂ  favorita la discussione in aula partendo dal materiale presentato dal docente e dai lavori individuali e di gruppo presentati dagli studenti.

S. MONDINI, D. MAPELLI, G. ARCARA. La valutazione neuropsicologica. Carocci-Faber, 2009. S. MONDINI, D. MAPELLI, A. VESTRI, G. ARCARA, P. S. BISIACCHI. L’esame neuropsicologico breve 2. Raffaello Cortina Editore, 2011.

Quadro teorico di riferimento

Sarà valutata la conoscenza che lo studente ha appreso sulle varie fasi della valutazione neuropsicologica, sulla capacità di descrivere le caratteristiche dell’anamnesi neuropsicologica e recuperare le informazioni rilevanti, e sulla capacità di integrare le informazioni cliniche derivanti dalle principali tecniche di neuroimmagine.

La corrente prevalente nella neuropsicologia moderna si basa sul quadro teorico proprio della Psicologia cognitiva. L’oggetto di studio è la mente come sistema cognitivo paragonabile ad un “elaboratore di informazioni” suddiviso in diverse componenti funzionalmente interconnesse. Il sistema cognitivo comprende vari moduli, intesi come sottosistemi funzionali isolabili; l’obiettivo della neuropsicologia è cercare di associare ad ogni modulo il sottostante circuito neurale che lo rende possibile, considerando che questi circuiti neurali possono estendersi in più aree cerebrali (“reti neurali”). Il fine ultimo della neuropsicologia è, infatti, la comprensione della relazione tra mente e cervello.

ModalitĂ  di verifica

Breve profilo professionale del docente Ha conseguito la laurea in Psicologia (indirizzo sperimentale) presso l’Università di Padova (2005) ed ha ottenuto l’abilitazione alla professione presso lo stesso Ateneo (è iscritto all’Albo A dell’Ordine degli Psicologi del Veneto dal 2007). Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze Psicologiche

(2009) con un dottorato di ricerca dedicato all’approfondimento di argomenti di neuropsicologia sperimentale applicati alla pratica clinica. Ha inoltre frequentato la Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia presso l’Università di Padova, dove ha conseguito il titolo di Specialista in Neuropsicologia (2014). Ha maturato esperienze di ricerca e di pratica clinica sia in Italia che all’estero (Germania, USA) ed è autore di pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali che vertono su argomenti di psicologia cognitiva, neuropsicologia cognitiva e neuropsicologia clinica.


DINAMICHE FAMIGLIARI NEI CONTESTI DI ADOZIONE E AFFIDO

Docente: LIETA DAL MAS

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale

3.

Il laboratorio ha lo scopo di focalizzare l’attenzione e la riflessione sulla genitorialità sociale nelle famiglie accoglienti in particolare nei contesti di affido e adozione.

4.

FinalitĂ 

5.

Il Laboratorio si prefigge di far acquisire ai partecipanti competenze di base e alcuni strumenti utili alla progettazione e la realizzazione di interventi di sensibilizzazione e accompagnamento di coppie e di genitori nelle diverse transizioni familiari, in particolare nell’accoglienza, affido e adozione.

Obiettivi Lo studente al termine del laboratorio è in grado di: 1. Riconoscere gli aspetti caratteristici e trasversali riguardanti l’affido e l’adozione a partire dalle tematiche riferite alla dimensione della doppia appartenenza e alla funzione genitoriale; 2. Avere in mente il modello

6.

dell’attaccamento negli interventi di affido e adozione; Sviluppare competenze per la realizzazione di percorsi di sensibilizzazione di singoli, coppie e famiglie all’affido e all’adozione; Sviluppare competenze per la realizzazione e costruzione di un percorso di sostegno alla genitorialità nei contesti di adozione e affido; Condurre gruppi di sostegno a coppie e genitori nei contesti di adozione e affido; Costruire strumenti di valutazione degli interventi;

Metodologia La metodologia è attiva. Il conduttore lavorerà su esperienze in piccoli gruppi e casi concreti per stimolare un pensare e riflettere sulle tematiche dell’affido e dell’adozione. Attraverso esperienze concrete, video esemplificativi e spezzoni di film il docente affronterà diversi argomenti: la rappresentazione di affido e adozione, gli aspetti storico giuridici dell’affido familiare e dell’adozione, la tutela del minore e il processo diagnostico, i protagonisti dell’affido (bambino, famiglia di origine, famiglia affidataria, adottiva, gli operatori), percorsi

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di accompagnamento delle famiglie. Il materiale teorico verrĂ  visualizzato con una serie di slide preparate dal docente.

Quadro teorico di riferimento

Breve profilo professionale del docente

Il Laboratorio si poggia sui concetti teorici legati alla psicologia delle relazioni famigliari (Andolfi, Minuchin, Bowen), alla teoria dell’attaccamento (Bowlby), alla genitorialità sociale (Erikson); , alla psicologia dello sviluppo (Stern) e alla teoria della mente (Fonagy, Howe).

Psicologo Psicoterapeuta. Docente IUSVE di Teoria e Tecniche della dinamica di gruppo e coordinatore didattico e docente al Master in counselling educativo. Libera professionista collabora da più di vent’anni con l’associazione di volontariato “Il noce” nella sensibilizzazione, formazione e accompagnamento in gruppo di persone e coppie alla genitorialità sociale in particolare nei contesti di affido e adozione.

Bibliografia essenziale R. ROSNATI (a cura di) Il legame adottivo: Contributi internazionali per la ricerca e l’intervento, Unicopli, Milano 2010. L. SAVIANE- I. COMELLI, Affido familiare: scenari e orizzonti, Vita e pensiero, Milano, 2012. G. SCHOFIELD, M. BEEK, Adozione, affido accoglienza, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2013. Dispense a cura del docente.

ModalitĂ  di verifica

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sulla base della partecipazione individuale: tale feedback, tradotto in un voto in trentesimi sarĂ  registrato come valutazione del laboratorio.

Il conduttore darĂ  ad ognuno degli studenti del laboratorio il feedback del profitto, rilevato


BES E CONSULENZA EDUCATIVA

Docente: GIUSEPPINA SANGIULIANO

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il Laboratorio propone un percorso finalizzato all’acquisizione di tecniche e strategie d’intervento in ambito psicoeducativo. È indirizzato a studenti che sono interessati e intendano affrontare difficoltà, disturbi psicologici e nodi evolutivi relativi alla fascia di età 6-11 anni e che vogliono, altresì, coniugare conoscenze teoriche con la prassi psicoeducativa. Le attuali conoscenze e la pratica sempre più indicano non singoli “metodi”, ma un intervento individualizzato e umano che possa mettere al servizio del progetto del singolo bambino conoscenze, strategie e tecniche elaborate da diverse “scuole”. Psicologia comportamentale, cognitiva, conoscenze sullo sviluppo del bambino anche nelle aree della socialità e della comunicazione, psicologia dei sistemi e delle relazioni, sono i fondamenti delle abilità che rendono efficace il lavoro con i minori. Lo sviluppo integrato della persona prevede, infatti, che le diverse aree, tra cui quella cognitiva, affettiva, sociale e relazionale, si intreccino tra loro creando delle

unità sempre più complesse e variegate, irripetibili: è in questa “complessità formativa” che gli studenti saranno guidati ad elaborare modalità significative d’intervento.

Finalità Il Laboratorio si propone di fornire agli studenti parametri essenziali ed operativi sulla consultazione in età evolutiva: dall’osservazione all’identificazione delle difficoltà e/o dei principali disturbi psicopatologici del bambino in età scolare, alle prime linee d’intervento educative e psicologiche. L’ottica assunta vuole rispondere ad una triplice esigenza: 1. partire dalla concretezza della situazione di disagio o di sofferenza psicologica per arrivare ad un inquadramento diagnostico; 2. acquisire competenze di base utilizzabili in ambiti d’intervento diversi (educativo e clinico); 3. trovare nodi tra i vari contesti di vita del bambino (famiglia, scuola, ...) e individuare possibilità di continuità e integrazione tra tali contesti, per un progetto unitario d’intervento.

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Contenuti e obiettivi Attraverso l’attività pratica di laboratorio gli studenti saranno avviati a: 1. acquisire tecniche di osservazione del bambino e delle relazioni di cura nel contesto di sviluppo; 2. effettuare una corretta ricognizione conoscitiva; 3. analizzare dati e osservazioni per individuare aree d’intervento ( a partire dalle caratteristiche cliniche dei disturbi più frequenti in età di sviluppo); 4. applicare strategie e tecniche d’intervento specifiche e differenziarne i setting di utilizzo ( terapeutico, scolastico, educativo); 5. conoscere i principali programmi di sostegno alla genitorialità in ambito internazionale; 6. conoscere le principali indicazioni normative per la scuola e le possibilità di integrazione tra intervento psicoeducativo e didattico.

Metodologia

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La metodologia è di tipo pratico. In particolar modo, il laboratorio si caratterizzerà come un contesto di ricercaazione, spazio in cui lo studente, a partire dalle conoscenze

già acquisite, sarà guidato ad analizzare esperienze concrete apportando contributi personali di azioni intraprese o possibili e di riflessioni sulle stesse. Tale metodologia permette non solo di adottare una modalità di lavoro che coniuga la teoria alla prassi nell’insieme “idee in azione”, ma potenzia nel contempo il momento di riflessione, in un processo a spirale. Favorisce, inoltre, atteggiamenti di ricerca personale e di una reale “presa in carico” delle situazioni, e sviluppa la consapevolezza di essere parte del sistema/processo di crescita e cambiamento e non solo “agente esterno” dello stesso. La docente svilupperà, a partire dagli input esperenziali portati, alcuni aspetti teorici con il supporto di schede e slide.


LEARNING BY DOING COME MODELLO DELL’INTERAZIONE EDUCATIVA

Docente: CRIVELLARI LUCA KOUPAITE GIEDRE

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il laboratorio sarà di natura pratica e interattiva. Gli studenti avranno la possibilità di sperimentare su se stessi la metodologia del learning by doing, di viverne gli effetti e di apprenderne le tecniche di base. Si apriranno finestre sul mondo dei trainings (corsi) per gli studenti curiosi di scoprire tale modalità di lavoro, attuale in alcuni Paesi Europei ed extra europei, ma ancora poco sviluppata sul territorio nazionale italiano. Si offriranno strumenti e competenze su come disegnare un training, come distribuire i contenuti, come presentarli e gestire ciò che avviene. Saranno proposte metodologie di lavoro e strumenti adatti ad essere integrati nel bagaglio professionale di chi lavora con gruppi o fa parte di equipes educative e intendesse assumere ruoli di coordinamento.

Finalità Attraverso il laboratorio ci si attende che lo studente sia in grado di: • vivere un’esperienza di “learning by doing”

• conoscere i fondamenti della metodologia “learning by doing” • acquisire competenze e tecniche di base per: - la gestione dei gruppi - creare e condurre le attività secondo la metogologia “learning by doing” - comprendere la professionalità del “trainer” nel contesto dei trainings

Quadro teorico di riferimento Dewey e il modello di apprendimento esperienziale, Piaget, Gestalt, Analisi Transazionale integrata.

Bibliografia essenziale Durante il Laboratorio verranno suggeriti testi fondativi e di approfondimento.

Metodologia Durante il laboratorio condivideremo alcuni strumenti utili da utilizzare nella vita di tutti i giorni e anche nella vita professionale come studenti di psicologia, educatori, comunicatori. La metodologia è il learning by doing. Questo metodo comporta l’utilizzo di processi,

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ossia dinamiche individuali, a diadi o di piccolo gruppo o di grande gruppo, che consentono di imparare dalla propria esperienza: Il “learning by doing”, vede i partecipanti impegnati emotivamente, fisicamente, socialmente, intellettualmente e spiritualmente in dinamiche, workshops, giochi di ruolo, gruppi di discussione, processi ed attività creative, progetti di lavoro di squadra, commenti, riflessioni, esperienze di vita reale, simulazioni. Si creeranno cornici in cui l’apprendimento diventa processo divertente e dinamico. Le persone attraverso i processi imparano dalla propria esperienza: creano la propria conoscenza individuale riguardanti le questioni in oggetto e la sviluppano. In questo modo l’apprendimento diventa processo specifico e individuale, in quanto dipende dalla persona, dal suo comportamento, dalle reazioni e dalle emozioni, dall’atteggiamento e dal modo di pensare. Non ci sono o risposte “giuste” “sbagliate”, nè modelli di apprendimento prestabiliti. La conoscenza è collegata alle esigenze e al livello di apprendimento di ogni partecipante in quel momento specifico.

Modalità di verifica/ esame Il corso prevede una modalità di verifica con la proposta da parte degli studenti di un’attività in “learning by doing” che verrà offerta al gruppo dei partecipanti.


PSICOPATOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI IN ADOLESCENZA

Docente: BORSETTO GIOVANNA

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale La grande affluenza negli studi privati di pazienti anoressiche o con disturbi del comportamento alimentare, necessita di una riflessone e di una preparazione specifica su queste patologie. Freud apre l’era delle interpretazioni psicoanalitiche dell’anoressia mentale quando negli Studi sull’Isteria parla dell’anoressia nervosa delle adolescenti come di una nevrosi alimentare parallela alla melanconia e paragona l’inibizione all’appetito delle anoressiche alla perdita della vita pulsionale delle melanconiche. Una delle caratteristiche del disturbo del comportamento alimentare riguarda il segnale di fallimento dei processi di integrazione delle parti della personalità in sviluppo nel processo di costruzione e individuazione dell’identità; quindi è relativa al periodo di definizione dell’identità sessuale e di acquisizione del corpo sessuato: l’adolescenza. La rinuncia al corpo e alla sessualità ne rappresenta la sede: diete, rituali ripetuti, chiusure e ritiri, raptus di voracità, tutto è utilizzato per sfuggire al timore di frequentare

se stessi, il proprio interno, e l’altro. Per questo nel trattare queste patologie, è necessario partire da una clinica dell’adolescenza poiché spesso l’anoressia e/o la bulimia si possono intendere come tentativi estremi di risoluzione della crisi di identità adolescenziale.

Finalità e obiettivi Il laboratorio si proporne di offrire le basi teorico-cliniche sui Disturbi del Comportamento Alimentare intrecciandole con la clinica dell’Adolescenza per comprenderne i meccanismi di base. Attraverso le attività del laboratorio ci si attende che gli studenti: • abbiano una conoscenza delle dinamiche del processo di sviluppo adolescenziale; • apprendano come fare una diagnosi del disturbo del comportamento alimentare; • abbiano una visione dei metodi terapeutici per la cura dei DCA. Quadro teorico di riferimento L’approccio teorico e metodologico è afferente al modello Psicoanalitico Freudiano e Postfreudiano e Gruppoanalitico.

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Bibliografia essenziale CAMASSA P.(1998). Anoressia. Riv. Psicoanal., 1998-3. (materiale fornito dal docente) CHAN R. (1998). L’adolescente nella psicoanalisi. L’avventura della soggettivazione. Ed. Borla. CHARMET G.P. (2000). I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte ad una nuova sfida. Raffaello Cortina Editore. FUNZIONE GAMMA (2010) N.24. Anoressia. Adolescenza. Gruppo. Rivista telematica scientifica della Sapienza Università di Roma. (materiale fornito dal docente. GATTI B. L’anoressia mentale. In Trattato di Psicoanalisi Volume II. Raffaello Cortina Editore 1989. (materiale fornito dal docente). GIACONIA G. Adolescenza: mutamenti e patologia. In Trattato di Psicoanalisi Volume II. Raffaello Cortina Editore 1989. (materiale fornito dal docente). Altri riferimenti bibliografici avverranno durante il laboratorio.

Metodologia

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Il laboratorio, strutturato in assetto di gruppo di lavoro, consta in tot incontri di 4 ore ciascuno. Ogni incontro prevede una parte teorica e elaborazione di alcuni testi della bibliografia, ed una seconda parte piĂš esperienziale di presentazione e discussione

di gruppo del materiale clinico con la partecipazione attiva degli studenti.

Modalità d’esame La valutazione sarà basata prevalentemente sul criterio della partecipazione attiva al Laboratorio e sul contributo personale al lavoro di gruppo.


ESPERIENZE DI GENITORIALITÀ

Docente: VIZZIELLO GRAZIELLA

Finalità e obiettivi Avrà la finalità di studiare , le strategie di intervento con i partecipanti in alcune situazioni cliniche di primi colloqui in cui i genitori fanno richieste di aiuto per problemi dei figli o per proprie difficoltà con gli stessi. Verranno percorse le varie tappe della valutazione che già costituisce parte fondamentale dell’intervento . Verranno pertanto presentati gli strumenti (Test dello specchio di P. Kernberg, LTP (Lausanne Trilogue Play) et AAI( Adult Attachment Interview) la cui restituzione tramite videofeedback ai genitori, potrà già permettere loro di prendere coscienza, di quanto e come la loro partecipazione nell’aiuto necessario al figlio sia fondamentale . La funzione genitoriale verrà presa in considerazione con una semeiotica positiva che, comunque, servirà anche alla definizione dell’intervento più rapido ed efficace. Di fatto , più i figli sono piccoli, più è necessario che venga scelta una strategia di intervento rapida. Decideremo volta per volta se, in quella particolare situazione, dovremo lavorare prevalentemente coi genitori, col bambino, o sull’interazione .

I partecipanti non saranno in grado , dopo questa esperienza, di utilizzare AAI, test dello Specchio , e LTP , senza svolgere un training apposito, ma avranno una chiara idea di che cosa è necessario osservare ed elaborare quando si lavora nel campo della genitorialità dal punto di vista clinico . Il fatto che vi sia anche una catamnesi delle situazioni presentate , permette di sapere che cosa è stato particolarmente importante nello svolgersi del trattamento intrapreso , che cosa è stato particolarmente utile e che cosa sarebbe forse stato meglio fare in altro modo.

Bibliografia indicativa G. Fava Vizziello , D. Stern, “Dalle cure materne all’interpretazione”, R. Cortina, Milano ed. 2003. Disnan G.M. Fava Vizziello G.M., ”La consulenza clinica psicologica”, Masson, Milano 2005. G.M. Fava Vizziello , “Paternità in cerca d’autore”, Elsevier Masson, Milano 2008. G.M. Fava Vizziello, “La Partecipazione”, Piccin, Napoli 2008. A. Boria , G,Fava Vizziello, “Uso clinico del test dello specchio”, eBook 2012.

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DISTURBI DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

Docente: ALESSANDRA LUGATO

Motivazione ed apporto specifico al profilo professionale Il laboratorio propone un breve percorso di formazione teorico-pratica sulla valutazione e il trattamento di bambini con disturbo specifico del linguaggio (DSL). Con questo termine ci si riferisce ai bambini che manifestano fin da subito un deficit significativo nella produzione del linguaggio orale. Molte ricerche si sono focalizzate sulla valutazione di teorie alternative sulla natura e sulle cause di queste difficoltà; tuttavia, c’è una crescente letteratura sulla valutazione accurata del linguaggio. Si sta velocemente espandendo anche la ricerca sui metodi di trattamento. Lo sviluppo di appropriati metodi di trattamento dipende dall’accurata identificazione del DSL. Prendendo in considerazione anche aspetti di fonetica e di fonologia, gli studenti saranno accompagnati in un percorso volto ad analizzare e ad approfondire epidemiologia, eziologia e aspetti clinici del DSL attraverso la valutazione, il trattamento e il significato teorico.

FinalitĂ  84

Il laboratorio si prefigge di

far acquisire ai partecipanti competenze di base e alcuni strumenti utili alla valutazione e al trattamento di bambini con DSL.

Obiettivi Partendo dai processi coinvolti nello sviluppo del linguaggio in situazione di normalità, si prenderanno in considerazione le difficoltà di un bambino con DSL attraverso l’analisi di casi. In particolare si porrà attenzione al trattamento.

Metodologia Sono previste lezioni frontali ed esercitazioni pratiche. Verrà dedicato ampio spazio all’analisi di casi e si favorirà la discussione in aula partendo dal materiale presentato all’inizio della lezione e dai lavori individuali e di gruppo presentati dagli studenti.

Bibliografia essenziale CUMMINGS L., The Cambridge Handbook of Communication Disorders, Cambridge University Press, 2014. HARLEY T.A., The Psychology of Language – From Data to Theory, Psychology Press, 2014.


ModalitĂ di valutazione Gli studenti del laboratorio riceveranno il feedback del profitto, rilevato sulla base della partecipazione individuale.

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CLINICA DELLE ORGANIZZAZIO

Docente: MARA GIGLIO

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Obiettivi Il laboratorio si prefigge di fornire conoscenze, primi strumenti e competenze dello psicologo clinico operante in contesti organizzativi (attività di consulenza, di gestione delle risorse umane, ecc.). Saranno individuati specifici modelli e strumenti afferenti alla psicologia clinica e dinamica declinati nel mondo delle organizzazioni, evidenziando e analizzando, le forme sempre più diffuse di sofferenza psicopatologica presenti nelle aziende di oggi. Con ciò, particolare accento verrà dato alle insidiose e ricorrenti psicopatologie a carico della leadership, presenti nei referenti ai vertici dell’organizzazione dai quali dipende non solo il successo delle attività produttive, ma la salute e lo sviluppo del capitale umano. Si darà, dunque, rilievo alle diverse e concrete possibilità di intervento da parte dello psicologo clinico, a partire dalla capacità di lettura e diagnosi clinica dell’organizzazione, previa a qualsiasi tipo di intervento volto a ripristinare o mantenere un buon livello di qualità della vita lavorativa. Il corso si propone di fornire agli studenti: 1. una panoramica orientativa sulle principali prospettive

teoriche ed applicative nell’ambito della clinica delle organizzazioni; 2. la possibilità di collegare e utilizzare anche in ipotetici contesti organizzativi le conoscenze teoriche maturate nel percorso di studio universitario; 3. approcci e possibilità di esercizio legati alla professione di psicologo consulente o responsabile di gruppi di lavoro: strumenti di lettura e diagnosi clinica di contesti organizzativi complessi; esercitazione e casi studio interpretati alla luce di diversi modelli di intervento;

Prerequisiti richiesti Nessuno.

Contenuti del corso 1. L’organizzazione secondo Freud, Jacques, Kets de Vries, Kernberg, il modello dell’analisi transazionale e alcuni sviluppi recenti; 2. Fisiologia e patologia del comportamento organizzativo; 3. Patologie della leadership: principali quadri psicodiagnostici; 4. Patologie della leadership: effetti e impatto nell’organizzazione; 5. La dinamica del


rispecchiamento in un’organizzazione lavorativa, strumenti di intervento; 6. Analisi critica, rilevazione dei fabbisogni del cliente/ committente; 7. Diagnosi clinica dell’organizzazione; 8. Casi studio, esercitazioni, simulazioni.

Metodologia

Bibliografia

Lezioni frontali con utilizzo di video-proiettore all’interno delle quali sono previsti momenti di discussione critica, esercitazioni, analisi di casi aziendali su temi specifici del corso. Saranno inoltre proposti lavori di approfondimento di gruppo e/o individuali.

Manuale obbligatorio di riferimento: KETS DE VRIES M.F.R, MILLER D., L’organizzazione nevrotica, Milano, Raffaello Cortina editore, 1992.

Modalità d’esame (se presente) L’esame si terrà in forma scritta.

Apporto specifico al profilo professionale

Il corso potrà offrire una prima base per il profilo professionale dello psicologo clinico operante all’interno di organizzazioni no profit, con specializzazione in sviluppo delle risorse umane.

Contatti m. giglio@iusve.it

Orario ricevimento Il docente riceve su richiesta degli studenti accordandosi preventivamente via mail.

Testi di approfondimento: CASTIELLO D’ANTONIO A., Psicopatologia del management, Milano, Francoangeli, 2001. FORNARI F., FRONTORI L., RIVA CRUGNOLA C., Psicoanalisi in ospedale. Nascita, vita e affetti nell’istituzione, Milano, Cortina, 1985. JAQUES E., Lavoro creatività e giustizia sociale, Torino, Boringhieri, 1978. KAES.R- J. P. PINEL – O. KERNBERG, Sofferenza e psicopatologia dei legami istituzionali, Roma, Borla, 2009. KETS DE VRIES M.F.R, Leader, giullari e impostori, Milano, Raffaello Cortina, 1998. QUAGLINO G.P., Psicodinamica della vita organizzativa. Competizione, difese, ambivalenza nelle relazioni di lavoro, Milano, Cortina, 1996. SPALTRO E. - DE VITO PISCICELLI P., Psicologia per le organizzazioni, Roma, Carocci, 2002.

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