Piano regolatore generale Collepasso 2010

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1.0 Cenni storici Collepasso s'impone all'attenzione per l'originalità dal nome e per la singolarità della sua evoluzione storica. Il toponimo, nella forma Koulopatze, è riportato in un pergamena greca del XII secolo, quale possibile traslitterazione ellenofona delle coeve forme d'archivio latino-volgarizzate Colopati e Colopaci, ricorrenti in diversi documenti pubblici del tempo. Queste forme, risultato di processi di abbreviazione e fusione dei composti ( Ni)colaus (Ipa)tius (casale di Nicola Ippazio o di Nicola di Ippazio) o più verosimilmente (Ni)colaus-pagi (casale del villaggio (lat. pagus/i) di Nicola o di San Nicola, costituiscono la vera antica denominazione del sito e dell'antico abitato dell'attuale Collepasso, e nella loro evoluzione volgarizzata (Colopatzi Colupazo, Culopazze) sono pervenute sino a noi nella forma Culopazzo che non è pronunzia dialettale dell'italiano Collepasso, bensì l’ultima

evoluzione dell’originale

denominazione del sito. L'attuale nome Collepasso, infatti, è costruzione linguistica recente, affermatasi nell'Ottocento, frutto di un processo di ingentilimento linguistico dell'antica denominazione attraverso forme latine a settecentesche (Colyspassi, Collispassi, Collispatium), per ovvie regioni eufoniche e come riferimento sul piano etimologico all'orografia del sito e all'antico pedaggio per l'attraversamento del colle. Il casale o feudo di Colopati/Colopaci, attestato nel corso del 1200 e del 1300, scomparve tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo e il suo territorio rimase spopolato, ossia privo di un nucleo umano stabilmente insediato, sino a tutto il 1700. Il feudo, però, continuò ad essere proprietà di varie dinastie feudali, le ultime delle quali furono le famiglie dei Massa e, a partire dal 1692, dei Leuzzi. Alla fine del 1500 sul territorio di Collepasso è documentata la presenza di un certo numero di masserie nelle quali vivevano famiglie coloni o lavoratori stagionali, che ovviamente non costituivano una comunità giuridicamente organizzata. Agli inizi del 1800, nel territorio, si ricostituì il nuovo villaggio di Collepasso per iniziativa dell'ultima baronessa, Maria Aurora Leuzzi Contarini, e del conte Bartolomeo degli Alberti di Enno, che richiamarono sui terreni del fendo contadini provenienti dai paesi limitrofi, mediante concessioni enfiteutiche di appezzamenti di terreno a condizioni vantaggiose, mediante incentivi in denaro per dissodare i terreni e avviare le colture e, soprattutto, donando piccoli lotti intorno al palazzo baronale con l’esplicito intento di favorire la costruzione di abitazioni che, nei contratti enfiteutici, era una condizione vincolante per l'ottenimento dei terreni da parte dei contadini. Si andò così costituendo il nuovo villaggio di Collepasso, come frazione del Comune di Cutrofiano.

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Nel 1907, con apposita legge proposta dal deputato galatinese Antonio Vallone, Collepasso venne elevato alla dignità di comune autonomo e il 10 dicembre 1911 fu emanato il Regio Decreto che delimitava l'estensione territoriale del feudo, dopo una lunga e sofferta controversia con l'ex capoluogo Cutrofiano. Il 18 febbraio 1912 veniva eletto il primo Consiglio comunale del nuovo Comune di Collepasso.

1.1 Cenni storici sull’evoluzione urbanistico – edilizia Collepasso è, come anzi detto, uno dei comuni del Salento di più recente impianto. La tavola relativa all’evoluzione storica dell’insediamento urbano, oltre alla rappresentazione dell’antica

Masseria

“Tafuri”,

redatta

dall’Ing.

Scotellaro,

fornisce

una

idea

dell’urbanizzazione al 1894 e di come l’abitato cominci spontaneamente a formarsi alla base della collina, a nord della via Gallipoli – Otranto, che, come vedremo, costituirà l’asse portante dello sviluppo urbanistico del comune. Nel 1907 Collepasso ottiene formalmente l’autonomia comunale tuttavia compiutamente definita dopo lunga diatriba con Cutrofiano; una planimetria del 1948 (a cura dell’IGM) evidenzia l’accentuarsi dello sviluppo dell’insediamento sempre a nord dell’asse Gallipoli – Otranto, che in questa fase rappresenta una sorta di tangenziale ante – litteram. Si può notare come l’evoluzione del contesto abitativo avvenga in modo disorganico, appoggiandosi probabilmente ad antichi percorsi intepoderali e/o a stradine vicinali. A differenza di altre realtà del Salento il centro urbano non si sviluppa intorno ai luoghi simbolo del potere sia esso civile che religioso, quindi intorno al Palazzo Baronale, pur risalente al XVI sec.; non vi è, cioè, quel processo di crescita lenta e graduale intorno all’edificio simbolo. Solitamente i primi insediamenti, le prime abitazioni dei pastori e dei contadini sorgono attorno al palazzo–fortezza del feudatario per poi svilupparsi, anche con l’edificazione della chiesa e quindi con la nascita di un luogo di culto, come centro abitativo autonomo. Collepasso non avendo avuto una propria baronia, ma solo un palazzo baronale, probabilmente utilizzato in modo saltuario, non ha segnato simile evoluzione, ma, a partire dall’800, ha fatto registrare un continuo e fortissimo tasso di crescita demografica attenuatosi solo nell’ultimo decennio. Un grande sviluppo (come nel resto d’Italia) si ha nel dopoguerra; il progressivo miglioramento delle condizioni economiche, il fenomeno dell’emigrazione (fortissima nel periodo 1955 – 1975), la voglia di migliorare la qualità dell’abitare, spingono ad una enorme espansione edilizia che conferisce a Collepasso l’attuale conformazione urbanistica.

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Il primo strumento urbanistico, il vigente P.d.F., è del 1976; concepito nell’euforia di una crescita che sembrava inesauribile risulta ad oggi, come molti strumenti dell’epoca, notevolmente sovradimensionato con consistenti previsioni del tutto inattuate; se si considera che le stesse erano riferite al un quindicennio e sono passati oltre 30 anni si ha la misura dell’eccessivo “ottimismo” con cui era stato concepito. Il P.d.F., primo strumento urbanistico di Collepasso, non ha reso un buon servizio al paese; seguendo criteri all’epoca piuttosto diffusi e colpevolmente avallati dagli organismi di controllo) ha tipizzato circa 2/3 delle zone già urbanizzate e da urbanizzare come zone “B” di completamento edilizio, per quanto le stesse, secondo il D.I. 1444/68 (già vigente all’epoca della redazione del P.d.F.), non ne avessero le caratteristiche. Il risultato è stato, per un verso (quello più spiccatamente sociale), d’instaurare nella gente il concetto che le urbanizzazioni debbano essere a carico della fiscalità generale e che ognuno può costruire sul proprio lembo di proprietà, disincentivando così il concetto di ordinata pianificazione esecutiva, per altro verso, di favorire un addensamento dell’edificato privo di adeguate aree di servizi e, conseguentemente, con un modesto standard abitativo. Considerato che uno strumento di pianificazione urbanistica del territorio deve conseguire il necessario consenso sociale, deve essere condiviso dalla gente, che è necessario trovi nella superiore tutela degli interessi generali anche motivo di superare la spesso ostinata difesa di più modesti interessi particolari, appare una sfida quella di conferire al comune, attraverso il PUG, un più ordinato assetto urbano dotandolo contestualmente di quei servizi che ne potranno fare una moderna comunità. Peraltro, le previsioni del P.d.F. che dovevano essere riferite ad un quindicennio, erano talmente sovradimensionate che, ad oggi, come meglio si dirà in seguito, vi sono residue capacità insediative per circa 1.000.000 mc.

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a) PUG – Parte strutturale Sistema delle conoscenze 2.0 Relazioni intercomunali Collepasso è il comune più “alto” della Provincia di Lecce sito ad una quota di circa 120 m s.l.m., con un territorio che oscilla tra un massimo di 180 mt. ed un minimo di 102 mt. s.l.m. E’ sito su uno dei principali assi di comunicazione tra i due mari, lo Ionio e l’Adriatico, tra Gallipoli ed Otranto, peraltro asse in fase di potenziamento in conseguenza della crescente pressione turistica. Ha collegamenti diretti con Tuglie, Neviano, Aradeo, Cutrofiano, Galatina, Maglie, Casarano, Matino, Parabita, Alezio e Gallipoli; il copioso numero di connessioni fa ben comprendere la posizione di assoluto pregio nel contesto del basso Salento e le relative potenzialità di interscambio e di crescita. Collepasso insiste sul corridoio ecologico più importante del Salento costituito dalle Serre Salentine e che, per la parte che lo interessa direttamente, si sviluppa, da un lato, verso Tuglie, Neviano e dall’altro Casarano, Matino e Parabita. L’importanza di tale contesto, ad alta valenza paesaggistica ed ambientale, è ben colto dal nuovo PPTR, in corso di approvazione, che ne fa oggetto, nell’ambito della “Carta del Patrimonio territoriale dei paesaggi della Puglia”, di un approfondimento specifico “Tavoliere salentino – Le serre ioniche”.

2.1 SISTEMA TERRITORIALE LOCALE

2.1 Risorse ambientali Il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) è un sicuro ed efficace riferimento per evidenziare le risorse ambientali. Gli obiettivi del PTCP sono i seguenti (testuale dalle N.t.a.): “Obiettivo generale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce è la costruzione di un quadro di coerenze entro il quale singole Amministrazioni ed Istituzioni possano definire, eventualmente attraverso specifiche intese, le politiche per il

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miglioramento della qualità e delle prestazioni fisiche, sociali e culturali del territorio provinciale. Sono principi ispiratori del Piano e fondatori dell'azione pubblica per quanto riguarda la sua realizzazione un riconoscimento esteso dei diritti di cittadinanza, del valore della partecipazione nella costruzione e gestione di ogni politica territoriale, la tutela del patrimonio storico e la salvaguardia dell'ambiente naturale. Più in particolare i principali obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento sono quelli di uno sviluppo del benessere e dei redditi individuali e collettivi, dell'espansione delle attività produttive e dell'occupazione, coerentemente alla diffusione della naturalità, del miglioramento dell'accessibilità e della mobilità nel Salento, di un'articolazione dei modi di abitare nelle diverse situazioni concentrate e disperse, della salvaguardia e recupero dei centri antichi e di un immenso patrimonio culturale diffuso, di uno sviluppo turistico compatibile. Questi obiettivi sono collocati entro una specifica ipotesi di organizzazione spaziale ed insediativa, quella del Salento come parco, nella quale i due termini di concentrazione e dispersione sono assunti come compresenti ed integrati. Abitare un parco comporta l'utilizzo di nuove infrastrutture che consentano allo stesso Salento di non dover ripetere in ritardo vicende di modernizzazione non adeguate e distanti e di proporre un diverso e nuovo modello di sviluppo. L'idea che presiede alla costruzione del Piano è quella di uno sviluppo diffuso ed equilibrato; un'idea che si oppone a quella tradizionale dei "poli di sviluppo, della concentrazione cioè di un numero limitato di interventi di grandi dimensioni ed affidati ad un numero ristretto di operatori, in pochi luoghi e settori. Distribuzione equilibrata degli interventi e delle risorse non vuol dire distribuzione uniforme: all'opposto, ponendosi in continuità con le politiche già intraprese, migliorandole e rendendole sempre più rigorose, vuol dire articolazione delle politiche, dei progetti e degli interventi; ritrovare nell'articolazione, piuttosto che nella dimensione, una maggior efficienza e produttività del singolo intervento e di ogni politica.” Seguendo lo schema di impostazione del PTCP porremo via via in evidenza le problematiche ambientali che interessano il territorio di Collepasso rinviando per ogni trattazione specifica ad altri elaborati di piano.

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2.1.1

Politiche della salubrità

2.1.1.1 Regimazione delle acque superficiali : si rinvia alla relazione geologica. 2.1.1.2 Pericolosità nei confronti degli allagamenti: si rinvia al paragrafo relativo al PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) ed alla relazione geologica. 2.1.1.3 Percolazione delle acque negli acquiferi: si rinvia alla relazione geologica. 2.1.1.4 Vulnerabilità degli acquiferi: si rinvia alla relazione geologica. 2.1.1.5 Processo di salinizzazione delle falde - fasce di salvaguardia: il territorio di Collepasso ricade parte nella fascia più distante dalla costa rispetto alle tre fasce ipotizzate dal PTCP cioè nella fascia di approvvigionamento idrico, quindi la meno soggetta a possibili infiltrazioni di acque salse, parte, la più cospicua, nella fascia di ricarica. Occorre quindi proteggere le falde acquifere ed evitare qualsiasi tipo in potenziale

PTCP – Salvaguardia delle fasce acquifere

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inquinamento, stante la valenza del sottosuolo di Collepasso, considerato che l’acqua è un ormai un bene da tutelare con ogni accortezza. Ci si riferisce sia a norme che regolino i processi di trasformazione delle superfici connessi alle infrastrutture ed alla attività edificatoria, sia soprattutto alla diffusione di buone pratiche nell’attività agricola che evitino l’improprio uso di fertilizzanti, di fitofarmaci e lo spreco della risorsa idrica. L’agricoltura ha conosciuto qui un lento ma inesorabile declino nell’attività primaria consistente nella coltura del tabacco ed una lenta ma costante riconversione verso la coltura dell’ulivo (in assoluto la meno bisognosa di “trattamenti” chimici), specie verso il versante della serra, data la natura rocciosa del suolo ed in parte, nella piana, dei seminativi e della vite. Vi sono cioè oggettive condizioni per una buona difesa della falda e per salvaguardarla da infiltrazioni inquinanti.

2.1.1.6 Disposizioni relative alla razionalizzazione del ciclo dei rifiuti Si evidenziano due aspetti di tale problematica: a ) il problema dello smaltimento è tutt’ora un problema non del tutto risolto nella nostra provincia poiché risultano incomplete le procedure atte a chiudere il ciclo di smaltimento e riutilizzo dei rifiuti; l’avvio della raccolta differenziata ha contribuito a migliorare il problema del conferimento in discarica che sino a pochi anni fa rappresentava in Puglia il solo modo di smaltire una quantità crescente di rifiuti solidi urbani. b) Collepasso ha avviato nel 2007 la raccolta differenziata con una quantità irrisoria il primo anno dovuta alla scarsa dimestichezza e sensibilità dei cittadini poi l’Anno successivo la differenziata è salita al 17% e nel 2009 ad oltre il 20%; i primi mesi del 2010 confermano tale percentuale. Siamo ben lontani dal traguardo del 50% che le istituzioni si sono poste come limite ottimale di raccolta differenziata tuttavia è auspicabile una continua sollecitazione ai cittadini per far maturare la consapevolezza verso una tematica che ormai è un autentico problema di civiltà.

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2.1.2 Politiche della diffusione della naturalità Si è anzi fatto riferimento alla difficoltà di normare possibili diffusioni di naturalità in aree non pubbliche poiché tale intendimento sembra contrastare con la libertà di colture dei contadini. Si coglie comunque il senso in cui muove il PTCP :” Per politiche di diffusione della naturalità si intende…soprattutto un insieme di azioni tese a consentire che la naturalità, nella sua diversità di forme, possa diffondersi sino ad investire, in tempi medi e lunghi, vaste parti del territorio salentino”; il Pug, stante anche la limitata estensione del territorio di Collepasso, opera a livello normativo per salvaguardare la vegetazione esistente e promuoverne l’impianto di nuova, incentivando la diffusione di varietà autoctone. In riferimento alle matrici ambientali e percolazioni della naturalità il Pug opera soprattutto in riferimento a quanto compreso nel gruppo B - utilizzazione dei relitti stradali, 9


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degli svincoli, dei bordi strada per la creazione di aree verdi con funzioni di connessione con la naturalità; incentivazione per la formazione di siepi, di muretti a secco, barriere vegetali, filari di alberi, allo scopo di creare ambienti di rifugio per la flora e la fauna spontanea; ecc.-

PTCP – Diffusione della naturalità/Strati

La posizione dell’abitato di Collepasso, sito a ridosso della serra, dovrebbe indurre l’Amm.ne Com.le ad attuare una politica di acquisizione di terreni che hanno scarsa valenza commerciale sia per la loro scarsa produttività agricola, sia perché interessata la rilevanti

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problemi di natura idrogeologica e di loro forestazione con l’intento di favorire l’espansione della naturalità, sia di migliorare il contesto periurbano con la creazione di un grande polmone verde.

2.1.3 Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) Il territorio di Collepasso è interessato dal Piano di Assetto Idrogeologico per tre aree una delle quali molto estesa caratterizzate da alta pericolosità idraulica. Le stesse risultano localizzate alla base del versante della Serra e almeno due di esse in territorio agricolo. La terza, sita sul lato est, è adiacente all’abitato. Si tratta di sottoporre a verifica tali indicazioni onde pervenire di concerto con l’Autorità di Bacino della Regione Puglia ad un definitiva individuazione de grado di pericolosità idraulica e geologica . Collepasso ha da sempre, data l’orografia dei luoghi su cui insiste, grossi problemi di natura idrogeologica; le copiose acque meteoriche che, dall’alto della serra, convergono verso l’abitato, facilitate da una viabilità sempre più invasiva, hanno costituito un problema che negli ultimi anni è stato avviato a soluzione con una serie di interventi mirati. Un esame accurato del territorio, effettuato, come anzi detto, di concerto con l’AdB, con l’ausilio della nuovissima carta idrogeologica regionale e degli approfondimenti puntuali che si rendessero necessari, è propedeutico a qualunque pianificazione e deve servire da guida per prevenire previsioni insediative che potrebbero rivelarsi del tutto erronee.

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PAI - Ortofoto con indicazione delle aree a rischio

PAI - Ortofoto con indicazione delle aree a rischio - Dettaglio

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2.1.4 Prae (Piano Regionale Attività Estrattive) Il PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive), come anzi detto, è stato adottato dalla Giunta Regionale con provvedimento n. 580 del 15.05.07 e viene qui riportato data l’importanza dell’attività estrattiva nell’adiacente Comune di Cutrofiano dal quale proviene per gemmazione Collepasso. Per quanto è dato verificare il bacino estrattivo lambisce il territorio di Collepasso senza comunque interessarlo direttamente.

PRAE - Collepasso e l’adiacente Comune di Cutrofiano

2.1.5 Gli agenti inquinanti e gli interventi di mitigazione realizzati e/o in atto

Nel giugno dello scorso anno la Regione Puglia ha promulgato la L.R. n. 13/08 “Norme per l’abitare sostenibile” con la quale ha dettato norme inerenti le modalità costruttive in riferimento al risparmio energetico ed alla qualità dell’abitare. 13


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L’art. 13 della legge consiglia approfondimenti progettuali nella redazione dei PUG volti alla redazione dei sotto indicati elaborati o comunque della quota parte degli stessi che interessano il proprio territorio: 1) carta dei rischi ambientali artificiali (nella quale sono evidenziate in particolare cave, impianti di smaltimento rifiuti, dighe, fabbriche ad alto rischio, centrali, linee elettriche a media e alta tensione, sorgenti puntuali di emissione elettromagnetica).

Il territorio di Collepasso insieme al limitrofo territorio di Parabita è interessato dalle Serre Salentine che qui raggiungono la loro massima altitudine. Proprio per questo, a partire dagli anni 60, questo luogo è diventato della massima appetibilità per la installazione di antenne per il segnale televisivo ed, a partire dagli anni 90, anche per quello relativo alla telefonia mobile; si sono così moltiplicate le antenne con le loro emissioni elettromagnetiche. Amministrativamente esse insistono sul territorio di Parabita ma fisicamente si trovano a ridosso dell’abitato di Collepasso. E’ questa una tipica situazione in cui l’evoluzione legislativa non ha tenuto il passo con l’evoluzione tecnologica. E’ singolare che il limite amministrativo possa condizionare l’ambiente, il paesaggio, la salute dei cittadini di un comune limitrofo; la variazioni di contesti ambientali,

specie quando

interessano la salute umana. non può essere legata solo alle situazioni giuridico-amministrative consolidatesi nei secoli ma vanno interpretate in un’ottica comprensoriale che veda le comunità interessate potersi esprimere con pari dignità. 2) carta dei rischi ambientali naturali e carta dei regimi delle acque (nella quale sono rappresentate in particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi e la presenza di radon);

Si è preferito mettere insieme i due tematismi in quanto i rischi ambientali naturali sono legati per Collepasso precipuamente al regime delle acque superficiali. La presenza della serra e la progressiva impermeabilizzazione di grandi superfici ( abitazioni, strade, ecc.), oltre alla canalizzazione delle relative acque meteoriche lungo le vie ed alla modifica del regime idraulico delle campagne con la chiusura di canali, scoline e comunque con la limitazione del deflusso naturale delle acque, comporta un aggravio delle acque indirizzate verso l’abitato che in occasione di violenti acquazzoni (ormai sempre più frequenti) scaricano a valle terra e pietrame. 3) carta delle biomasse Come per l’intera realtà salentina le biomasse sono legate elusivamente ai residui della potatura degli ulivi. E’ stata rappresentata nella carta dell’uso del suolo la superficie olivetata in ettari, le 14


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tonnellate/anno di residui prodotte e quindi il relativo potenziale energetico (GJ/anno). Nelle fasi successive di redazione del PUG si esaminerà l’opportunità di redigere anche: 4) carta dei fattori climatici, nella quale sono rappresentati in particolare gli elementi relativi alla conoscenza della temperatura media mensile, della pluviometria, dell’umidità e dei venti; 5) carta del soleggiamento, nella quale sono rappresentate in particolare le condizioni dei singoli comparti o quartieri, in base all’orientamento, all’orografia, all’altezza degli edifici esistenti, con indicazioni circa la radiazione solare diretta e totale, nonché la ripartizione oraria dell’irraggiamento.

2.1.6

Energie rinnovabili

Si pone il problema di normare la possibilità di installare centrali fotovoltaiche; conformemente al PTCP si ritiene che le stesse debbano essere localizzate nelle aree produttive e, per quanto concerne Collepasso, nell’area Pip. Sono agli atti del comune, ed in corso di avanzata istruttoria, 4 richieste in tal senso per complessivi 8 MWP circa, l’una delle quali, di maggiore potenzialità, di 5,408 5,408 MWP. Vi sono inoltre 18 richieste per installazione di impianti in zona agricola, tutte la di sotto di 1 MWP (utilizzando la semplificazione dell’iter approvativo stabilita dalla normativa regionale) per complessivi 15.5 MWP circa. La realizzazione di sistemi per produrre energie alternative, che sotto la spinta degli incentivi statali e della politica energetica regionale ha avuto un forte impulso, va comunque inquadrata nell’ambito degli strumenti sovraordinati dettati da Provincia e dalla stessa Regione anche per non produrre irreversibili danni paesaggistici. Si pone anche il problema, a portata di PUG, di consentire la possibilità di installare pannelli fotovoltaici e/o pannelli solari sui tetti; tuttavia per quanto sia auspicabile muoversi nella direzione di utilizzare energie rinnovabili e “pulite” è necessario conciliare tale possibilità con la salvaguardia estetica del contesto urbano per non introdurne significative alterazioni; attualmente sono 23 le pratiche richieste dai privati per realizzare impianti fotovoltaici sul tetto della propria abitazione. Gli apparecchi captanti energia andranno installati sui tetti piani delle case in modo che siano occultati da qualunque punto di vista. L’Amm.ne Com.le si è già attivata in tale direzione attraverso progetti atti all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici scolastici e della sede comunale.

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2.2 Risorse paesaggistiche Sistemi di tutela paesistico ambientale 2.2.1 Putt/P Il Comune di Collepasso a circa 10 anni dall’approvazione del PUTT/P non ha provveduto, ai “primi adempimenti” per l’attuazione del Piano di cui all’art. 5.05 delle N.T.A. relativamente alla Perimetrazione dei “territori costruiti “ ed al riporto sulla cartografia dello strumento urbanistico generale vigente delle perimetrazioni degli Ambiti Territoriali Estesi e degli Ambiti Territoriali Distinti adeguandoli alle situazioni di fatto documentate dalla cartografia comunale in scala maggiore più aggiornata.

Perimetrazione dei “territori costruiti“ Il comma 5 dell’art. 1.03 del PUTT così recita testualmente: “ Le norme contenute nel Piano, di cui al titolo II “ambiti territoriali estesi” ed al titolo III “ambiti territoriali distinti” non trovano applicazione all’interno dei “territori costruiti” che vengono in applicazione dell’art. 1 della L. 431/85 (Legge Galasso) così definiti: 5.1 a) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee “A” e “B”; 5.2 b) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee "C" oppure come zone "turistiche" “direzionali” "artigianali” "industriali” "miste" se, alla data del 6 giugno 1990, incluse in strumento urbanistico esecutivo (piano particolareggiato o piano di lottizzazione) regolarmente presentato e, inoltre, le aree incluse, anche se in percentuale, in Programmi Pluriennali di Attuazione approvati alla stessa data; 5.3 c) aree che, ancorché non tipizzate come zone omogenee "B" dagli strumenti urbanistici vigenti: - o ne abbiamo di fatto le caratteristiche (ai sensi del DI n.1444/1968), vengano riconosciute come regolarmente edificate (o con edificato già "sanato" ai sensi della legge n. 47/1985), e vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio Comunale; - o siano intercluse nell’interno del perimetro definito dalla presenza di maglie regolarmente edificate, e vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio Comunale; Le norme contenute nel Piano non trovano applicazione all’interno dei territori disciplinati dai Piani delle Aree di Sviluppo Industriale.

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La perimetrazione sarà quindi effettuata su aerofotogrammetria sulla quale verranno riportate le zonizzazioni del vigente PRG e su cartografia catastale come per legge.

“Ambiti territoriali estesi e distinti” L’intero territorio del Comune di Collepasso è interessato da ambito esteso “E” (laddove non è direttamente dichiarabile un significativo valore paesaggistico) cioè da un modesto livello paesaggistico. Gli “ambiti distinti” sono caratterizzati da: -

un sistema geomorfologico che evidenzia una serie di emergenze quali

“cigli di

scarpata”, piane alluvionali, ripe fluviali, e i canali “Sirgole” e “Colaturo” siti in adiacenza del confine con il limitrofo Comune di Cutrofiano; -

un sistema botanico-vegetazionale che evidenzia a margine dell’edificato una modesta

area boscata che è quanto resta di un bosco ben più esteso che ha subito un inesorabile processo di riduzione a seguito delle contigue e poco avvedute previsioni edificatorie del PdF; la stessa caratterizza comunque positivamente l’abitato in quanto, attrezzata come parco urbano, consente una gradevole ed appagante fruizione per l’intera comunità. E’ singolare la mancanza di segnalazioni di beni architettonici-archeologici considerata la presenza diffusa di tali emergenze in tutto il Salento. A fronte di tale situazione sarà necessario approfondire il quadro delle conoscenze territoriali attraverso una profonda indagine sulle valenze storico-testimoniali, paesaggistiche ed ambientali; di non minore rilievo deve essere l’approfondimento del sistema di conoscenza dei beni minori sparsi nel contesto agricolo (pagghiare, muretti a secco, edicole votive, ecc.), oltre alla segnalazione di punti panoramici connaturati all’orografia dei luoghi, poiché gli stessi costituiscono elementi cardine di un contesto di considerevole paesaggistico che va preservato.

2.3 Risorse rurali Collepasso si adagia su una superficie che, dall’alto della serra, degrada verso il piano con una differenza di quota di circa 80 mt. Le tipologia delle coltivazioni segue l’andamento altimetrico perché allo stesso si accompagna una diversa composizione del terreno che, da roccioso e arido nella parte alta, diviene gradatamente più fertile così da consentire un utilizzo per seminativi.

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Nella parte alta e lungo il versante la coltura esclusiva è quella dell’ulivo, data la sua eccezionale capacità di adattamento ad ogni terreno, mentre in piano si incontrano vigneti e, come anzi detto, seminativi; marginali risultano altre colture come ortaggi, alberi da frutto, ecc. La tumultuosa crescita di Collepasso che in un secolo, a partire dall’autonomia comunale del 1907, cresce sino ad una consistenza di poco meno di 7.000 abitanti poi stabilizzatasi intorno ai 6.700, è dovuta essenzialmente al prospero andamento dell’agricoltura e soprattutto della monocoltura del tabacco attività fiorente sino circa 30 anni or sono e che ha poi visto un rapido declino. I dati statistici censuari confermano il ruolo centrale occupato dall’agricoltura nell’economia di Collepasso; gli occupati nel settore primario rappresentano circa il 60% del totale della popolazione attiva sia nel 1971 (1.143 su un totale di 1.971) che nel 1981 (1011 occupati in agricoltura su un totale di 2.113) per poi calare vertiginosamente al 20% solo 10 anni dopo (656 su un totale di 1.838) ed all’8.58 % nel 2001 (154 su un totale di 1.934); ad oggi si registra un’ulteriore calo, in sintonia con quanto accade a livello provinciale, che rende ormai “marginale” il comparto. Il sistema insediativo rurale connesso all’attività agricola non è quello, tipico del Salento, con i contadini che abitavano nelle “masserie”, intese sia come complesso insediativo sia come comunità sociale con il “signore” che abitava nella villa ed, i coloni e spesso i pastori insediati nei “curti”, delle quali il territorio risulta scarsamente connotato. Sono 6 le “masserie” presenti sul territorio tutte comunque di notevole interesse architettonico; “Masseria Grande, Masseria Quagliasiero, Masseria Manimuzzi, Masseria Lubelli, Masseria San Suma, Masseria Sferracavalli. Di particolare rilievo è la “Masseria Grande”, sita all’incrocio tra la Collepasso-Maglie e la deviazione per Casarano, che, oltre all’imponenza edilizia ed alla tipica conformazione insediativa di cui si è dianzi detto, conserva un grandissimo terreno di pertinenza (oltre 100 ha) in parte coltivato a seminativo e in parte, di maggiore estensione, ad uliveto. Sul lato opposto, lungo la via per Casarano, è allocata una grande zona industriale che ad oggi tuttavia è ancora largamente sottoutilizzata.

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2. 4 Risorse insediative 2.4.1 In cento anni dal borgo rurale alla città moderna Sino al 1861 anno del primo censimento Collepasso ( 1.067 abitanti) è appena un borgo agricolo sviluppatosi in maniera spontanea intorno alla residenza baronale. Nel 1907, quando diviene comune autonomo, fa registrare 2.700 abitanti prevalentemente insediatisi a partire dalla Gallipoli-Maglie verso ovest, in direzione Noha. Dopo l’autonomia l’insediamento continua a crescere con una viabilità prevalentemente fatta di tratti rettilinei ed ortogonali tra loro che delimitato maglie urbane dalle forme e dimensioni le più svariate e che solo episodicamente assumono caratteristiche ben definite e di una certa regolarità (parallalelamente al tratto urbano iniziale della Gallipoli-Maglie). Non è possibile rilevare una qualche gerarchizzazione della viabilità se non in riferimento alla più volte richiamata Gallipoli-Maglie che costituisce l’asse portante dell’intero impianto urbano. L’idea complessiva è di un contesto frutto di spontaneismo insediativo che ha dato luogo ad un contesto residenziale caotico, confuso che solo di recente nella zone più periferiche tende a recuperare ordine e qualità abitativa. Data tale evoluzione non esiste né come impianto urbano, né come caratteristiche architettoniche dell’edificato un nucleo antico chiaramente identificabile. Il vigente PdF perimetra un modesto centro storico che fa perno sulla residenza baronale e sul casa comunale che appare più il rispetto di una consuetudine progettuale (legata alla zonizzazione dettata dal D.I. 144/68) che la conseguenza di una effettiva lettura dei luoghi. Come espliciteremo nella parte programmatica si ritiene più opportuno andare ad individuare puntualmente immobili degni di tutela nell’intero centro urbano piuttosto che delimitare un contesto avente solo la pretesa di omogeneità.

2.4.2

Consistenza e stato del territorio urbanizzato (situazione residenziale)

Insediamenti residenziali La valutazione sullo stato e lo sviluppo degli insediamenti residenziali è stato affrontato analizzando, sulla base dei dati dei censimento ISTAT, la situazione abitativa al 2001 posta a confronto con quella evidenziata dai corrispondenti dati dei censimenti precedenti (1981 1991).

Situazione abitativa al 1981

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Al censimento 1981 Collepasso contava 6.334 abitanti residenti, con un numero di stanze occupate di 8.091 pari all’79,39%, mentre le stanze non occupate erano 2.100 pari all'20,61% del totale. L'indice di affollamento risultava essere mediamente pari a circa 0.78 e quindi soddisfacente se, come parametro indicativo della condizione abitativa, si assumesse quello di abitanti per stanza pari all'unità, come in genere si è fatto nel passato.

Situazione abitativa al 1991 Al censimento 1991 Collepasso contava 6.874 abitanti residenti, con un numero di stanze occupate pari a 9.758 (81.43%), mentre le stanze non occupate erano 2.225 pari al 18,57% del totale. L'indice di affollamento risultava essere quindi mediamente pari a 0,70. Se si prendono in esame gli alloggi e li si raggruppa per numero di stanze da cui sono costituiti, si nota che (tabella 11): 1) L'indice di affollamento varia da un massimo di 1,53 abitante per stanza nelle abitazioni costituite da una sola stanza, ad un minimo di 0,59 per le abitazioni di 6 o più stanze, essendo pari od inferiore all’unità nelle altre tipologie. Il che tradotto in percentuali ci dice che solo una modesta porzione di popolazione disponeva di meno in una stanza per abitante. 2) Il numero delle abitazioni (2.235) è circa uguale al numero dei nuclei familiari (2.236) (tab. 10). Rispetto al 1981 la situazione abitativa non si è sostanzialmente modificata, anzi, il numero di abitazioni costituite da una sola stanza è aumentato di 8 unità, il che evidenzia l’esistenza di una percentuale (anche se modesta) di popolazione che disponeva di una sola stanza o meno, ciò tradotto significa che c’è un indice ancora negativo delle condizioni abitative (sia pur di una piccola parte dei residenti), se si tiene conto che i dati del censimento considerano stanza anche il vano destinato a cucina.

Situazione abitativa al 2001 Al censimento 2001 Collepasso contava 6.888 abitanti residenti, con un numero di stanze occupate pari a 10.109, mentre le stanze non occupate erano 1.919 del totale. L'indice di affollamento risultava essere quindi mediamente pari a 0,66.

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Circa le abitazioni occupate per numero di stanze, il numero totale di abitazioni rispetto al precedente censimento è aumentato di 749 unità (2984), allo stesso modo il numero di famiglie è passato a 2481 ( + 245 ), il che porta a concludere che a fronte di una diminuzione della popolazione residente (- 186 unità ) sono: -

aumentate il numero complessivo di abitazioni (+ 749);

-

aumentate il numero di abitazioni occupate (+172);

-

diminuite il numero di abitazioni non occupate (- 306);

conseguentemente l’indice di affollamento medio si è assestato sul valore pari a 0.66.

Situazione abitativa al 2010 I dati comunali riferiti al 31.12.2009, in attesa del censimento del prossimo anno, confermano gli andamenti degli ultimi decenni senza sostanziali scostamenti.

2.3.4 Tendenze in atto Se si raffrontano i dati del censimento del 1991 con quelli del 1981, e del 2001, confermati dai dati comunali del 2009 si colgono con maggiore evidenza gli elementi caratteristici (vengono indicati i trend che saranno poi ripresi nella parte programmatica). I dati ci dicono infatti che:

Indice di affollamento 1,20 1,00

Indice

0,80

1971 1981 1991 2001

0,60

2024 (proiezione)

0,40 0,20 0,00 Anno di censimento

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1) scende progressivamente l'indice medio di affollamento riferito alle stanze occupate; Esso passa, infatti, da 0.98 (1971) a 0.78 (1981) a 0,70 (1991) a 0.66 (2001) con proiezione a 0.55. 2) diminuisce il numero delle persone che costituiscono mediamente una famiglia; Nel 1981, infatti, una famiglia era mediamente costituita da 3,24 persone; nel 1991 da 3,07 persone; nel 2001 da 2.85 persone e nel 2009 da 2.68 con un indice di proiezione al 2024 di 2.55 componeti/famiglia. La tendenza alla progressiva diminuzione del rapporto persone-famiglie costituisce una caratteristica generale riscontrabile in tutte le regioni italiane, in alcune delle quali l'indice in questione ha raggiunto livelli piÚ bassi di quello attualmente esistente in Puglia. Secondo i dati del censimento 1981 la dimensione media della famiglia italiana, rappresentata dal rapporto componenti/famiglie, era rappresentato dall'indice 3,00. Detto indice scendeva a 2,90 nell’Italia centro-settentrionale con punta minima di 2,50 in Liguria e saliva a 3,30 nell'Italia meridionale con punta massima di 3,50 in Campania. In Puglia il rapporto persone/famiglie era di 3,40 nel 1981, valore di poco superiore a quello registrato a Collepasso.

andamento n.ro medio componenti per famiglia 3,50

1981

n.ro medio componenti famiglia

1991 3,00

2001 2009

2024 (proiezione)

2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 anno di censimento

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La tendenza alla progressiva-diminuzione del rapporto persone/famiglie è indubbiamente un fenomeno demografico - sociale legato, come i dati dicono, allo sviluppo economico delle regioni italiane e perciò più lento ove detto sviluppo è più faticoso ed incerto, ma destinato, indubbiamente, ad incrementarsi, col passare degli anni, anche nelle regioni meridionali di pari passo con lo sviluppo socio-economico delle stesse.

3) si stabilizza il numero delle stanze che costituiscono un'abitazione. Nel 1971 a Collepasso un'abitazione era costituita mediamente da 3.52 stanze; nel 1981 di 4.16 stanze; nel 1991 di 4.24 stanze e nel 2001 di 4.55 con una proiezione al 2024 di 4.70 st/ab.

Indice

Numero medio stanze per abitazione 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00

2001 1981

2024 (proiezione)

1991

1971

Anno di censimento

2.4.3 Consistenza del patrimonio edilizio e residue capacità insediative Qui di seguito viene fornito in quadro sinottico delle residue capacità insediative come viene dall’applicazione tout court degli indici planovolumetrici di PdF alle superfici interessate.

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P.U.G. Collepasso - D. P.P. Relazione Ing. Claudio Conversano (Coord.) – Arch. Francesca Pisanò

Zona

Comparto

A

A

Sup. territoriale

Sup Volume fondiaria realizzabile Piano di recupero

Volume esistente

Volume residuo

3.558

38.282

Piano Particolareggiato

B

1

B1

2

11.586

B1

3

54.792

36.775

165.000

4.867

160.135

B1

4

75.022

51.608

159.000

13.696

145.304

8.368

41.840

80.000

B1

5

16.900

7.280

33.772

B1

6

32.400

22.680

113.400

1.232

112.168

B1

7

29.450

20.615

103.075

5.016

98.059

B1

8

25.269

88.410

B1

9

12.700

44.000

Totale zone B1

258.119

147.326

748.497

28.369

720.128

C1

10

167.689

106.329

301.840

22.539

279.301

C1

11

13.238

11.163

23.828

562

23.266

C1

12

13.420

10.695

24.156

7.647

C

13

24.000

38.400

38.400

C1

14

69.070

124.326

124.326

C1

15

86.700

156.060

156.060

C1

16

44.900

80.820

C2

17

18.780

C2

18

30.200

30.200

C2

19

53.900

53.900

Totale C1 e C2

10.960

521.897

139.147

21.920

855.450

33.772

88.059 44.000

16.509

80.820 21.920 30.200 53.900 52.668

Totale

802.782 1.602.910

Nota: in neretto i comparti oggetto di P.P.

Tab. A

Zona

Comparto

A

A

Sup. territoriale

Sup Volume fondiaria realizzabile Piano di recupero

Volume esistente

Volume residuo

3.558

38.282

Piano Particolareggiato

B

1

B1

2

11.586

8.368

41.840

B1

3

54.792

36.775

165.000

4.867

160.135

B1

4

75.022

51.608

159.000

13.696

145.304

B1

5

16.900

7.280

33.772

B1

6

32.400

22.680

113.400

1.232

112.168

20.615

103.075

5.016

98.059

B1

7

29.450

B1

8

25.269

88.410

B1

9

12.700

44.000

Totale zone B1

80.000

33.772

88.059 44.000

258.119

147.326

748.497

28.369

719.779

22.539

187.278 16.156

C1

10

167.689

106.329

209.817

C1

11

13.238

11.163

16.718

562

C1

12

13.420

10.695

15.964

7.647

C

13

24.000

38.400

38.400

C1

14

69.070

124.326

124.326

C1

15

86.700

156.060

156.060

C1

16

44.900

80.820

C2

17

18.780

C2

18

30.200

30.200

C2

19

53.900

53.900

Totale C1 e C2

521.897

10.960

139.147

21.920

855.450 Totale

8.317

80.820 21.920 30.200 53.900 52.668

695.457 1.495.236

Nota: in neretto i comparti oggetto di P.P.

Tab. B

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In questa seconda tabella, apparentemente simile alla precedente, vengono posti in evidenza i piani esecutivi approvati ed in particolare quelli oggetto di successivi provvedimenti di “adeguamento” per renderne possibile la realizzazione. Ebbene è evidente, per quanto riguarda i Comparti 10 – 11 – 12, interessanti la zona C1, come, la ridefinizione dei P.P., ha comportato un contenimento della volumetria realizzabile pari a circa 1/3 di quella teoricamente possibile. I piani particolareggiati di cui ai Comparti 2 – 3 – 4 – 5 delle zone B1 ( o meglio i Piani quadro, come si diceva all’epoca della redazione del PdF) pur approvati, non hanno trovato concreta realizzazione a causa delle difficoltà attuative; anche qui quindi una mera previsione teorica, che esprime una volumetria riferita a superfici a lordo delle urbanizzazioni primarie (in primis viabilità) e secondarie; la residua superficie fondiaria concretamente realizzabile (considerando i limiti di altezza e di distanza) non supera il 40% della volumetria teorica. Si è così provveduto ad una stima realistica della residua capacità insediativa come qui di seguito schematizzato e considerando che la zona B, già oggetto di P.P. è praticamente satura e comunque stimando in circa 20.000 mc. il residuo volume edificabile: 1) Zona B - P.P. -

mc.

20.000

2) Zona B1 mq. 258.119 (x 0.4 x 3 mc/mq) =

mc.

294.502

3) Zona C1 oggetto di P.P. in corso di realizzazione

mc.

211.751

mc.

526.254

mc.

483.706

Sommano 4) Zone C – C1 – C2 previste ma non oggetto di P.P. o P.d.L. Totale

mc. 1.009.960

Ci troviamo quindi con previsioni che prospettavano una crescita che non ha trovato riscontro nella reale evoluzione demografica residuando capacità insediative nettamente superiori ai fabbisogni ipotizzati. Se si fa riferimento al fatto che le stesse erano riferite ad un quindicennio e sono trascorsi oltre 30 anni ne appare evidente l’assoluta irrealtà.

2.4.8 Interventi di recupero prevedibili Dal punto di del recupero residenziale è necessario individuare, tra la totalità delle stanze a disposizione, quelle da sottoporre ad intervento di risanamento sia per il loro stato di degrado fisico, sia per la necessità di determinare situazioni abitative al passo con i tempi sotto l’aspetto igienico e funzionale.

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Non sono rari i casi di unità abitative prive di impianti igienico-sanitari o dotati di impianti e servizi impropri (collocati fuori dell'abitazione). La tabella seguente offre un quadro sinottico dell’epoca di costruzione del contesto residenziale. ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA DI COSTRUZIONE

1991

2001

N.ro

%

N.ro

%

DIFFERENZA 2001 - 1991

ABITAZIONI

231

9,60

148

5,52

-83

STANZE

864

8,55

ABITAZIONI

328

13,63

324

12,09

-4

STANZE

1286

12,72

ABITAZIONI

515

21,40

606

22,62

91

STANZE

2137

21,14

ABITAZIONI

548

22,77

607

22,66

59

STANZE

2491

24,64

ABITAZIONI

442

18,36

529

19,75

87

STANZE

2147

21,24

ABITAZIONI

171

7,10

335

12,50

164

130

4,85

-42

2679

100,00

272

EPOCA IGNOTA E PRIMA DEL 1919

1919 - 1945

1946 - 1960

1961 - 1971

1972 - 1981

1982 - 1991

1991-2001

TOTALI

STANZE

833

8,24

ABITAZIONI

172

7,15

STANZE

351

3,47

ABITAZIONI

2407

100,00

STANZE

10109

100,00

DATI ISTAT

Fra le abitazioni che hanno bisogno di interventi di recupero, si ritiene di dover includere buona parte di quelle costruite prima del 1945 per le caratteristiche funzionali utilizzate all’epoca specie se riferite all’edilizia minore (quasi tutta ad eccezione di pochi edifici di pregio). E' evidente che un intervento di recupero "puntuale" determinato in modo sempre più massiccio dall' innalzamento progressivo del tenore di vita della popolazione, comporta su un totale di 2.679 stanze costruite prima dei 1945, una riduzione notevole di quelle a disposizione, riduzione imputabile sia alla realizzazione di servizi igienici propri, sia ad una riorganizzazione distributiva delle unità abitative. Tradurre in numeri, sia pur approssimati, questa riduzione nell'assenza di una ricognizione puntuale dell'intero patrimonio esistente costruito prima del 1945 ed attualmente occupato è pressocchè impossibile poiché oggetto di interventi dettati di volta in volta da modalità ed esigenze dettate dalla iniziativa privata. Ci si è limitati, pertanto, a formulare una valutazione approssimata per difetto di detta riduzione col seguente metodo: -

per il patrimonio edilizio esistente costruito prima del 1919 (158 abitazioni) si è assunto

pari al 80% la riduzione conseguente ad interventi di ristrutturazione. Trattasi del patrimonio 26


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edilizio esistente nella zona centrale dell’abitato con articolate tipologie che segnano la stratificazione storico-edilizia e presuppongono interventi di ristrutturazione piuttosto complessi ed in cui si spera di stabilizzare gli attuali abitanti; - per il patrimonio edilizio esistente costruito tra il 1919 ed il 1945 (324 abitazioni) si è assunto pari al 30% la riduzione conseguente ad interventi di ristrutturazione; -

per il patrimonio edilizio esistente costruito tra il 1945 ed il 1960 (606 abitazioni) si è

assunto pari al 15% la riduzione conseguente ad interventi di ristrutturazione.

2.5 Risorse infrastrutturali 2.5.1 Sistema della mobilità Collepasso non dispone di strada ferrata presumibilmente a causa dell’orografia dei luoghi su cui è sita che ne rendevano onerosa la realizzazione. La più vicina stazione ferroviaria è quella di Parabita che dista qualche chilometro. Si è anzi detto come il comune è nato ed è cresciuto lungo l’asse stradale che collega Gallipoli ad Otranto passando per Maglie. Di pari passo con la crescita dell’abitato nel corso dei decenni, soprattutto nel 2^ dopoguerra, è cresciuta l’importanza di una tratto viario che è nato con caratteristiche extraurbane e che invece con il passare degli anni è divenuto la principale dorsale urbana. Questo anche correlato ad uno sviluppo urbano disordinato e senza alcuna gerarchizzazione dei tratti viari interni così che è quasi naturalmente, non avendo individuato per tempo alcun assetto alternativo l’abitato si è “poggiato” su tale infrastruttura esistente che è diventata l’asse portante della mobilità. Insieme allo sviluppo edilizio ed all’aumento esponenziale del traffico sia urbano che extraurbano ne è cresciuta la pericolosità sino ad obbligare all’installazione di ben 4 isole semaforiche lungo il percorso per determinare minime condizioni di sicurezza. Strade provinciali lo collegano ai comuni limitrofi di Tuglie, Neviano, Cutrofiano e Casarano. Di notevole rilevanza è poi il tronco stradale che, a partire dalla Collepasso – Maglie, all’altezza della Masseria Grande, si dirama per Casarano, in adiacenza al quale si sviluppa la grande zona per insediamenti produttivi; per altro, tale tronco, di ampia sezione, collega la predetta zona per insediamenti produttivi di Collepasso con quella poco distante di Casarano, così da definire il più grande contesto produttivo del Salento.

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Circa la mobilità interna all’abitato si è più volte detto dello spontaneismo urbanistico che ne ha contraddistinto la crescita tumultuosa e che ha determinato tronchi stradali di sezione anche inferiore ai 5 mt.; modesti sono anche gli spazi a parcheggi limitati a Piazza Dante e via N. Sauro. Solo in periferia, con la progettazione/realizzazione dei nuovi strumenti esecutivi, si stanno definendo contesti insediativi di più ampio respiro sia per la densità abitativa, sia per una viabilità più ampia e più ordinata, sia per le superfici a servizi. Del tutto assenti per ora percorsi ciclabili in sede propria anche se l’Amm.ne ha elaborato di recente un progetto per la realizzazione di alcuni percorsi in area periurbana e rurale.

2.5.2 Le reti tecnologiche urbane Collepasso, come evidenziato negli allegati grafici, risulta ben dotata di reti inerenti la distribuzione idrica, la rete fognante, elettrica, di pubblica illuminazione, di distribuzione del gas. Esiste una rete di captazione e raccolta delle acque bianche che è stata via via implementata risolvendo in gran parte i problemi attinenti la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche.

2.5.3 Attrezzature e spazi collettivi Le attrezzature per l'istruzione dell'obbligo e quelle per attrezzature civili e religiose risultano sufficienti sia per dimensione che per ubicazione, coprendo con i loro raggi di influenza l'intero tessuto edificato. Del tutto insufficienti risultano invece sia le superfici per “verde attreato e per lo sport” sia a parcheggio. E' proprio partendo dal concetto di "miglioramento della qualità del vita" che va evidenziata la necessità di migliorare la dotazione infrastrutturale prioritariamente per gli standard deficitari. Si riporta di seguito l'elenco e la situazione dei servizi (urbanizzazione secondaria) esistenti nel territorio comunale: 1) Aree per l'istruzione - Asilo Nido e sede ASL in via avv. Longo

mq. 3.500

- Scuola Materna in via B. Croce

mq. 4.500

- Scuola Materna in via Masaniello

mq. 2.750

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- Scuola Materna ( privata ) in via Roma

mq. 4.800

- Scuola Elementare in via regina Elena

mq. 7.200

- Scuola Media in via Bosco

mq. 6.500

- Scuola Media Superiore in via Meucci

mq. 6.870

Per una superficie complessiva di mq. 36120 e quindi uno standard medio attuale per abitante di mq. 36.120 /6.872 = 5.26 mq/ab

2) Attrezzature civili e di interesse comune: - Biblioteca Comunale in via Battisti su lotto di circa

mq. 720

- Municipio ed uffici Polizia Municipale in piazza Dante

mq. 620

- Caserma dei Carabinieri in via De Nicola

mq. 800

- Farmacie in via Roma e via B. Contarini

mq.

400

- Sala cinematografica in via Roma

mq.

400

- Ufficio Postale in via Nenni

mq. 1.000

- Banca Popolare Pugliese in via Carabiniere Rollo

mq.

- Casa Riposo Anziani (privata )in via A. Molloni

mq. 5.700

- Castello Baronale in via U. Bassi

mq. 8.300

200

Totale attrezzature civili e di interesse comune mq.18.140 di conseguenza lo standard medio è di mq. 18 140/6.872 = 2,64 mq/ab.

2.1) Attrezzature Religiose: - Chiesa Parrocchiale " Madonna delle Grazie "

mq. 1.700

- Chiesa" San Francesco" in via Bellini

mq.

180

- Cappella " Cristo Re " in via Roma

mq.

100

- Cappella " Spirito Santo "in via U. Bassi

mq.

100

- Cappella " Immacolata " in Piazzetta R. Margherita

mq.

100

- Cappella "Madonna delle Grazie" in via P. Piemonte

mq.

15

- Chiesa e Centro Parrocchiale "Cristo Re dell’Universo" in via Arc. Molloni

mq.

6.000

Per una superficie complessiva di mq. 8.195 con uno standard medio attuale di mq. 8.195/6872 = 1,19 mq/ab. Totale attrezzature (18.140+8195)/6872= 3.8 mq/ab.

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3) Verde attrezzato e attrezzature per lo sport: Campo Sportivo in via Foscolo

mq.

8.000

Verde pubblico in piazza Dante, via Dabormida e Cairoli

mq.

2.470

Bosco in via Salvemini

mq. 26.740

Attrezzature sportive in via B: Croce

mq. 3.500

Totale verde attrezzato e attrezzature per lo sport mq. 40.710 e quindi uno standard attuale medio di mq. 40.710/6.872=5,92 mq/ab

4) Parcheggi: -parcheggi in Piazza Dante

mq.

680

-parcheggi in Piazza R. Margherita

mq.

220

-Parcheggi vari

mq.

1.000

Per una superficie complessiva di mq. 1.900 e quindi uno standard medio attuale di mq. 1.900/6.872 =0,28 mq/ab

Totale superfici a servizi 15.26 mq/ab. con forti carenze per gli spazi pubblici attrezzati e per i parcheggi.

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3.0 REALTA’ SOCIO-ECONOMICA 3.1 Attività produttive - Livelli e tipologie occupazionali I tassi occupazionali inerenti la popolazione attiva mostrano un andamento lineare con oscillazioni modeste che confermano, pur al mutare dei parametri demografici, una sostanziale stabilità.

POPOLAZIONE ATTIVA E NON ATTIVA 1981

1991

2001

MF

%

MF

%

MF

%

2065 48 2113 280 2393 3941 6334

32,6 0,76 33,36 4,42 37,78 62,22 100,00

1923 239 2162 554 2716 4158 6874

27,97 3,48 31,45 8,06 39,51 60,49 100,00

1736 1285 3022 533 2617 3908 6525

29,27 19,7 51,9 8,17 40,1 59,9 100

In condizione professionale Occupati Disoccupati TOTALE In cerca di 1a occupazione Totale popolazione attiva Popolazione non attiva TOTALE

Esaminare come sono distribuiti gli occupati per settore produttivo risulta invece particolarmente interessante perché consente di rilevare l’evoluzione della situazione economica e specie per Collepasso, comune giovane, di legarla alle dinamiche demografiche ed insediative. E’ macroscopico il calo degli occupati in agricoltura che sono passati in 30 anni dal 59.10% del 1971 (1143 occupati in agricoltura su un totale di 1934 – dato non riportato in tabella-) al 47.85% del 1981, al 35.69% del 1991 ed infine al 10.72% del 2001. L’ultimo dato ufficiale disponibile registra meno di 200 occupati in agricoltura con un trend che, per quanto è dato sapere, è in ulteriore calo. Si è anzi detto che Collepasso è nata come comunità ed è cresciuta rapidamente intorno alla monocultura del tabacco; venuta meno per la concorrenza delle produzioni estere è venuta meno l’intera economia alimentata dalla produzione, dalla raccolta e dall’essiccamento delle foglie di tabacco. L’attuale coltura prevalente è quella dell’ulivo che, con il venir meno degli incentivi comunitari, si avvia anch’essa verso un non auspicabile ma inesorabile declino.

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Probabilmente con il tempo, così com’è stato per la viticoltura soprattutto nell’alto salento, ci si dovrà indirizzare verso una produzione più qualitativa e meno quantitativa per consentire una adeguata redditività. L’industria nonostante la realizzazione di una grande zona zona per insediamenti produttivi, ha mantenuto costante il suo tasso occupazionale anche se lo stesso andrà verificato con il prossimo censimento in considerazione della crisi occupazionale degli ultimi anni con particolare riferimento per quanto riguarda il Salento al settore manifatturiero del TAC (Tessile-Abbigliamento-Calzaturiero).

POPOLAZIONE RESIDENTE ATTIVA PER RAMO E POSIZIONE PROFESSIONALE 1981 1991 2001 MF

%

MF

%

MF

%

AGRICOLTURA Impr./Libera profess. lavoro in proprio Coadiutori Dirig. e impieg. Lavoro dipendente

1011 2 295 25 0 689

47,85 0,20 29,18 2,47 0,00 68,15

656 9 161 31 5 443

35,69 1,37 24,55 5,79 0,76 67,53

194 -

10,72 -

INDUSTRIA Impr./Libera profess. lavoro in proprio Coadiutori Dirig. e impieg. Lavoro dipendente

459 9 86 3 25 336

21,72 1,96 18,74 0,65 5,45 73,20

539 33 82 4 36 379

29,33 6,12 15,21 1,67 6,68 70,32

522 -

28,84 -

ALTRE ATTIVITA' Impr./Libera profess. lavoro in proprio Coadiutori Dirig. e impieg. Lavoro dipendente

643 30 165 10 258 180

30,43 4,68 25,66 1,55 40,12 27,99

643 60 227 21 313 341

34,98 6,2 23,47 2,7 32,37 35,26

1094 99 340 20 15 1336

60,44 -

TOTALE

2113

100,00

1838

100,00

1810

100,00

In espansione, secondo un consolidato trend, è il settore terziario cioè trasporti e comunicazioni, servizi commerciali, servizi assicurativi e bancari, attività amministrativa, servizi avanzati, come fornitura di attrezzature, macchinari e beni, informatica, ricerca e sviluppo, consulenza legale, fiscale e tecnica che appare l’unico settore in grado di offrire sbocchi occupazionali. L’atto di indirizzo indica peraltro nelle attività legate al turismo, quindi ristorazione, luoghi dell’ospitalità, promozione del territorio, valorizzazione delle tradizioni e degli usi locali, ecc. una prospettiva di sviluppo verso la quale indirizzare le previsioni del piano.

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3.2 Attività artigianali Collepasso non ha artigianato tipico in quanto realtà sviluppatasi prevalentemente nel settore agricolo. Va tuttavia tenuto in debita considerazione lo sviluppo delle attività artigianali tradizionali legate all’edilizia ed al suo indotto con il riconoscimento e la regolarizzazione anche attraverso una migliore infrastrutturazione delle presenze produttive già presenti sul territorio ed ipotizzando un loro misurato ampliamento.

3.3 Economia turistica: “l’ospitalità diffusa tra campagna e centro urbano” Tale settore viene trattato qui in fase ricognitiva per porre le basi di previsioni che aiutino ed indirizzino un potenziale settore di sviluppo economico. Attualmente è del tutto marginale tale settore nell’economia cittadina; secondo i dati dell’Ente Provinciale per il Turismo della Provincia di Lecce al 31.12.2008 l’attività ricettiva di Colepasso si concretizza in 3 bred and breakfast per un totale di 20 posti letto. Alla stessa data, nel 2008, sono stati 165 i turisti ospitati con 526 presenze. Bisognerà quindi operare esaltando la posizione di Collepasso sita lungo il corridoio ecologico costituito dalle “Serre Salentine” e a breve distanza dalla costa. Occorre uno sforzo di immaginazione, una capacità di articolare un’offerta innovativa legata alla qualità del territorio, con riferimento anche ad una visione di area vasta, di un paesaggio ricco di testimonianze della cultura contadina, di distese di ubertosi uliveti, di insediamenti raccolti nei contesti delle “masserie”. Occorre quindi valorizzare: -

gli immobili del centro urbano frutto di un’architettura legata all’uso del tufo, quindi con

le volte tradizionali “a spigolo”, “a crociera”, “ a stella”, ecc. nei quali ipotizzare di insediare un sorta di “albergo diffuso”, per incentivarne il recupero attraverso un orizzonte operativo che offra anche ai privati la prospettiva di un ritorno economico così da coniugare l’interesse pubblico, cioè la salvaguardia del patrimonio architettonico, e l’interesse privato; -

gli immobili rurali con il loro recupero e riuso ai fini turistico-ricettivi; a tal proposito va

esaminata la possibilità di incentivare il recupero delle “masserie” anche qui con il doppio fine di valorizzare forme di turismo all’aria aperta, di “agriturismo”, che tanto successo stanno ottenendo specie nel territorio salentino, e contestualmente favorire il recupero di immobili che, senza un chiaro orizzonte di positivo ritorno economico, sono destinate

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all’abbandono ed al degrado con una irreversibile perdita per il territorio delle testimonianze di un “irripetibile vissuto” che pure si è conservato sino ai nostri giorni. Infine pensare ad una zona alberghiera, seppur modesta, magari non lontana dalla zona per insediamenti produttivi, e comunque da localizzare lungo la Gallipoli – Maglie – Otranto, per cogliere sia le opportunità offerte dalle aziende che vi operano, sia per il turista che può godere di un contesto rurale ma che può raggiungere comodamente le due coste marine e/o i borghi interni ricchi di storia e di tradizioni.

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4.0

BILANCIO DELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE

4.1 PRG vigente e suo livello di attuazione Il territorio del Comune di Collepasso è normato dal Programma di Fabbricazione approvato con D.P.G.R. del 3.05.1976. Le previsioni dello strumento urbanistico generale sono state attuate con i seguenti strumenti attuativi: 1) Piano Recupero Centro Storico adottato con deliberazione C.C. n. 44 del 1.07.1996 ed approvato con deliberazione C.C. n.10 del 18.03.1998;

2) Piano Particolareggiato Zone B adottato con deliberazione C.C. n. 90 del 30.12.1982, approvata CO.RE.CO di Lecce con provvedimento n. 6241 del 2.02.1983 ed approvato con deliberazione C.C. n. 64 dei 27.04.1983 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. 29724 del 26.05.983;

3) Piano Particolareggiato Zona B1 contrada “Sant'Anna” adottato con deliberazione C.C. n.169 dell'8.11.1985 approvata CO.RE.CO con provvedimento n. 73794 del 12.12.1985 ed approvato con deliberazione C.C. n. 28 del 28.04.1986 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. n. 29246 del 16.05.1986;

4) Piano Particolareggiato Zona B1 contrada " Tafuro " adottato con deliberazione C.C. n. 178 dei 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provvedimento n. 73800 del 12.12.1985 e approvato con deliberazione CC. n. 175 del 21.12.1987 previa approvazione Osservazioni con deliberazione C.C, n. 66 del 21.09.1987 rese esecutive dal CO.RE.CO con provv. n. 57186 del 16. 10.1987;

5) Piano Particolareggiato Zona B1 contrada " Tafuro " adottato con deliberazione C.C. n. 179 del 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provvedimento n. 73798 del 12.12.1985 e approvato con deliberazione C.C. n. 176 del 21.12.1987 previa approvazione Osservazioni con deliberazione C.C. n. 67 del 21.09.1987 rese esecutive dal CO.RE.CO con provv. n. 57187 del 16.10.1987; Adozione variante – Deliberazione C.C. n. 23 del 9/6/2010;

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6) Piano Lottizzazione Privata zona B1 (Vignale) adottato con deliberazione C.C. n. 63 del 9.12.1987 ed approvato con deliberazione C.C. n. 11 del 18.03.1998; Adottata variante con deliberazione C.C. n. 21 del 28/8/2001; Approvata variante con deliberazione C.C. n. 27 del 29/10/2001; Approvato pregetto esecutivo di variante OO.UU. e ristitemazione dei lotti con Deliberazione del C.C. n. 24 del 9/6/2010;

7) Piano Particolareggiato zona C1 comparto " 1 " adottato

con

deliberazione C.C. n.

180 del 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provv. N. 73799 del 12.12.1987 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 177 del 21.12.1987 previa approvazione delle Osservazioni con deliberazione C.C. n. 68 del 21.09.1987 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. n. 57228 del 16 10.1987; Adottato progetto di revisione del P.P. – Zona C1 – Comparti 1-2-3 del P. di F. con deliberazione del C.C. n. 29 del 19.06.2007; Approvato con deliberazione del C.C. n. 44 del 1/10/2007;

8) Piano Particolareggiato zona C1 comparto " 2 " adottato con deliberazione

C.C. n.

180 dei 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provv. n. 73799 del 12.12.1987 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 177 dei 21.12.987 previa approvazione delle Osservazioni con deliberazione C.C. n. 68 del 21.09.1987 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. n. 57228 del 16.10.1987; Adottato progetto di revisione del P.P. – Zona C1 – Comparti 1-2-3 del P. di F. con deliberazione del C.C. n. 29 del 19.06.2007; Approvato con deliberazione del C.C. n. 44 del 1/10/2007;

9) Piano Particolareggiato zona C1 comparto " 3 " adottato con deliberazione C.C. n. 180 del 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provv. n. 73799 del 12.12.1987 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 177 dei 21.12.1987; Adottato progetto di revisione del P.P. – Zona C1 – Comparti 1-2-3 del P. di F. con deliberazione del C.C. n. 29 del 19.06.2007 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 44 del 1/10/2007;

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10)

Piano di Lottizzazione zona C2 (C.A.E.R.) approvato con delibera C.C. n. 63 del

15.07.89 in attuazione dell’art. 51 della L. 865/71 – Localizzazione aree per edilizia economica e popolare.

11) Piano Insediamenti Produttivi approvato con deliberazione C.C. n. 76 del 31.07.978 e con deliberazione della G.R. n. 7113 del 19.11.979; Nuovo progetto adottato con deliberazione del C.C. n. 34 del 29/11/2002 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 2 del 27/01/2003; Progetto di ampliamento adottato con deliberazione del C.C. n. 35 del 29/11/2002 ed approvato con deliberazione del CC. n. 3 del 27/01/2003; Approvata riorganizzazione tecnico funzionale dell’intera area PIP con riformulazione del quadro economico e del piano finanziario con deliberazione del C.C. n. 18 del 11/8/2009;

12) Piano Insediamenti Produttivi adottato con deliberazione C.C. n. 64 del 20.03.90 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 133 del 28.09.1990;

13) Variante al P.d.F Vigente per individuazione Impianti Sportivi approvata con deliberazioni del C.C. n. 19 del 19.06.1984 e n. 25 del 4.09.1985 rese esecutive con deliberazione della G.R. n. 2446 del 23.03.1987;

14) Palazzetto dello Sport – Variante al P. di F. adottata con deliberazione del CC.. n. 15 del 1/7/2009 ed approvata con deliberazione del C.c. n. 24 del 26/10/2009;

15) Piano Particolareggiato

zona-P.E.E.P adottato con deliberazione del C.C. n.58 del

6.04.1983 e mai approvato.

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5.0 Quadri interpretativi 5.1 Le invarianti L’approfondimento dei quadri ricognitivi ha comportato anche aspetti interpretativi delle componenti territoriali e delle modifiche antropiche di breve e lungo periodo. Collepasso ha un suolo con notevoli specificità sotto l’aspetto geomorfologico inerenti precipuamente la sua collocazione alla base delle “Serre Salentine” seppur dal lato interno. Tale versante, specie in adiacenza all’abitato risulta in parte pietroso, arido, con scarsa vegetazione ed in parte olivetato. L’orografia dei luoghi comporta notevoli problematiche idrogeologiche, tant’è che vi è un’ampia zona che il PAI segnala ad alta pericolosità idraulica; le forti piogge degli ultimi anni hanno amplificato le difficoltà connesse al grande afflusso di acque meteoriche e alla terra ed al pietrame che le stesse trascinano a valle. Da tempo sono state avviate opere per attenuare pericoli e danni indotti da una situazione connessa alla natura dei luoghi tuttavia va posta una estrema attenzione per evitare aumento delle superfici impermeabili legate sia a nuove costruzioni sia a nuova viabilità se non preventivamente oggetto di attento ideologico. Sono interessanti anche le componenti storico culturali ed ambientali che caratterizzano il paesaggio agricolo. Il PUG oltre a verificare e prendere atto delle indicazioni del PUTT/P ha provveduto ad approfondire la conoscenza dei luoghi individuando e proponendo la tutela di ben 6 Masserie ed inoltre ha localizzato localizzati e sottoposti a tutela gli edifici di pietra (pagghiare, furnieddhi, lamie, ecc.) oltre ai muretti a secco che sono componenti essenziali di un paesaggio che è il suggestivo risultato della sedimentazione del lavoro dell’uomo nei secoli. Questi elementi contribuiscono a definire i caratteri dominanti, i caratteri identitari di Collepasso e del suo territorio così come ci sono pervenuti e come vanno preservati a favore delle future generazioni e come tali vengono individuati come invarianti territoriali. Così pure invarianti sono le componenti costituenti l’armatura infrastrutturale, e cioè la viabilità statale e provinciale, le rete tecnologiche ed in particolare l’acquedotto e la dorsale di alta tensione. L’insieme delle invarianti detta le linee guida di una pianificazione programmatica obbligata a muoversi nel rispetto dei tratti identitari del territorio e nell’ottica di preservare le caratteristiche dei luoghi.

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5.2

I contesti territoriali

a) Contesti urbani 5.2.1 Contesto urbano antico Volutamente si è qui usata la definizione di centro urbano antico e non l’usuale di centro storico in considerazione della vita ancor breve del comune. Vero è che alcuni edifici sia di rilievo architettonico sia attinenti alla così detta architettura minore danno un’impronta all’evoluzione insediativa e rappresentano un segno tangibile dei cambiamenti sociali e della crescita economica. Non esiste, a differenza dei centri più antichi del Salento, un impianto urbanistico tipico della parte vecchia della città; per questo si è preferito individuare un contesto antico molto più ampio del limitato centro storico perimetrato nell’attuale PdF e prefigurare una pianificazione che tuteli puntualmente i contesti di maggior pregio e di più antico impianto e gli edifici di maggiore rilevanza architettonica ritenendola un’operazione che meglio rappresenta e tutela il centro urbano antico.

5.2.2 Contesto urbano consolidato Comprende gran parte dell’abitato frutto dell’espansione del dopoguerra attualmente tipizzato come B1. E’ qui che si è sviluppata la Collepasso moderna con un edificato molto denso, con una viabilità regolare ma quasi tutta di minime dimensioni e senza alcun asse preferenziale, con scarsi spazi pubblici. E’ un’area sostanzialmente satura in cui sono possibili ancora residuali interventi prevalentemente di sopraelevazione.

5.2.3 Contesto urbano in via di consolidamento Trattasi quasi esclusivamente di un’area sita su entrambi i lati dell’asse principale che attraversa Collepasso, cioè la Gallipoli-Maglie, dal lato di Parabita. E’ un’area in parte tipizzata B1 ed in parte C oggetto di piano attuativo, che interessa la parte più alta dell’abitato ed i primi versanti della serra; è caratterizzata da un abitato fatto di costruzioni isolate, a villini. Le caratteristiche degli edifici inerenti sia le dimensioni, sia le finiture, sia gli spazi verdi privati, ne fanno la zona residenziale di maggio pregio.

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5.2.4 Contesto urbani periferici e marginali Collepasso è dotata di un’ampia zona per insediamenti produttivi adiacente da un lato alla Gallipoli - Maglie e dall’altro ad una importante bretella che collega lo stesso importante asse viario alla non lontana ed importante area industriale di Casarano. L’area risulta in parte urbanizzata, in parte con urbanizzazioni da completare, è occupata per circa 1/3 e quindi suscettibile ancora di auspicabili nuove attività produttive.

5.2.6 Contesti della diffusione Per completezza di esame e di rappresentazione sono stati individuati anche alcuni contesti della diffusione. Gli stessi hanno però scarso rilievo sia come ubicazione che come consistenza; la loro caratteristica comune è quella di costruzioni nell’agro tipiche da consolidate abitudini di “campagna abitata” che quasi mai raggiungono densità tali da configurare contesti insediativi da recuperare. b) Contesti rurali 5.2.7 Contesti rurali periurbani Si tratta di aree attualmente incolte anche a causa della natura arida e pietrosa di terreni che sono posti sui versanti della serre. Insistono tra l’abitato e il confine dell’agro in adiacenza al limitrofo comune di Parabita.

5.2.8 Contesti rurali a prevalente funzione agricola La quota di territorio non interessata dai contesti di cui si è dianzi detto e che è pari a circa il 65% del territorio è interessata da attività agricola. Di questa circa il 60% da uliveti che interessano prevalentemente, anche se non solo, la parte più elevata dell’agro; circa il 26% sono seminativi ( verso l’agro di Cutrofiano), la quota residuale vigneti, frutteti e pascoli. Sotto l’aspetto dell’inquinamento da colture questa rappresenta la situazione ottimale poiché il l’uliveto è in assoluto la coltura che richiede meno trattamenti chimici ( si intervenie solo, e piuttosto raramente, contro la mosca olearia). Il carattere non intensivo delle colture praticate è in linea con una buona conservazione del paesaggio agricolo e dei segni dovuti all’opera sapiente dei contadini e consente, per assorbimento, una tranquilla ricarica della falda acquifera profonda con acque di buona qualità.

40


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6.0

CONSIDERAZIONI

DI

SINTESI

E

CRITERI

PER

LE

PREVISIONI

PROGRAMMATICHE Il Documento Programmatico Preliminare rappresenta un momento di sintesi tra gli approfondimenti operati nell’ambito del sistema delle conoscenze, che hanno consentito una disamina puntuale delle componenti urbanistiche, ambientali, paesaggistiche, storico-culturali, sociali ed economiche, e gli obiettivi generali dettati nell’Atto di indirizzo che l’Amm.ne Com,le pone come riferimento per la redazione del PUG. L’esame dello strumento urbanistico vigente e del suo stato di attuazione ha consentito di verificarne l’abnormità delle previsioni insediative; a distanza di circa 35 anni dalla sua approvazione solo ora si è in fase di realizzazione di uno dei Comparti di espansione di maggiore estensione mentre la maggior parte restano inattuati (per circa 500.000 mc.!!!). Analoga considerazione per le zone B2 (impropriamente così tipizzate poiché sono superfici pressocchè totalmente inedificate, quindi non rispondenti al prescritto del D.I. 1444/68, pur vigente all’epoca di redazione/approvazione del PdF.); anche queste, per la maggior parte delle quali sono stati redatti piani attuativi, sono rimaste solo una mera previsione che non ha trovato realizzazione. L’espansione edilizia si è concentrata prevalentemente nella vastissima zona B1 sino a determinarne la quasi saturazione. La mancata corrispondenza tra previsioni e realtà insediativa ha determinato un frattalizzazione dei margini edificati che dovrà essere recuperata attraverso la revisione di previsioni non sostenibili, la definizione di contesti urbani di frangia che siano luogo di adeguato moderno habitat residenziale anche per prevenire fenomeni di marginalizzazione e di degrado cui sono costantemente esposte le periferie. Una attenta localizzazione di spazi per servizi pubblici con particolare attenzione a parcheggi e verde attrezzato, di cui è carente il tessuto edificato, può contribuire ad un miglioramento della vivibilità sia nelle periferie sia nello stesso centro urbano. Circa la vigente perimetrazione del centro antico la stessa risulta scarsamente significativa dell’effettiva consistenza urbanistica e storico-architettonica dei luoghi. In sede di pianificazione si opererà una individuazione puntuale dei contesti e degli edifici degni di tutela nell’intero ambito urbano e, per questi, sarà dettata una normativa di salvaguardia; le caratteristiche dell’evoluzione storico-insediative di Collepasso, comune giovane, non consentono di individuare un omogeneo “centro storico”, risulta piuttosto più utile preservare ciò che testimonia i momenti più significativi della sua rapida crescita.

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Per un miglioramento della qualità urbana risulta indispensabile procedere alla previsione di viabilità esterna per evitare che il traffico di passaggio, soprattutto pesante, attraversi l’abitato (oggi di fatto transita tutto per via Roma e via Principe di Piemonte) e consenta il collegamento intercomunale (Gallipoli-Maglie-Galatina-Cutrofiano) al di fuori del contesto urbano. La finalità è di evitare pericoli per la pubblica incolumità, decongestionare il traffico interno che vede proprio in via Roma e via Principe di Piemonte la dorsale principale anche per la presenza di numerose attività commerciali, di scuole, ecc., evitare l’inquinamento indotto dal traffico veicolare specie dei mezzi pesanti. Sempre al fine di migliorare la qualità urbana, considerato poi l’angusto sistema viario, si può ipotizzare la limitazione del traffico veicolare in più maglie pensando anche ad una loro pedonalizzazione. L’attento esame del contesto agricolo ha consentito oltre che una conoscenza sull’uso del suolo in riferimento alle colture praticate ed a porre i presupposti per parametrare l’insediamento di attività connesse al relativo sviluppo, anche di individuare un sistema di beni diffusi nel paesaggio agrario quali muretti a secco, furnieddi, pagghgiare, ecc. che sono stati puntualmente censiti. Sono state individuati dei beni architettonici di notevole valore sia architettonico sia storicoantropologico poiché legati al sistema insediativo antico. Si tratta delle Masserie intese non solo come entità edilizie ed architettoniche di pregio ma come comunità la cui esistenza ed economia era legata alla lavorazione dei campi ed alla pastorizia. Tali beni, anch’essi puntualmente censiti ed oggetto di tutela secondo la normativa del PUTT/P, se recuperati, possono rappresentare un’autentica ricchezza sotto l’aspetto dell’ospitalità turistica, settore al quale Collepasso vuole puntare per la sua posizione nel contesto del Salento ed altimetrica per la salubrità del sito. Ad implementare tale scelta è ipotizzabile una, sia pur modesta, zona alberghiera da localizzare lungo la Gallipoli – Maglie, anche in considerazione della zona per insediamenti produttivi, per cogliere tutte le opportunità rivenienti anche da tale collocazione. Soprattutto fuori dal contesto rubano e in considerazione delle caratteristiche orografiche è opportuno creare i presupposti per incentivare la mobilità lenta onde consentire la possibilità di apprezzare il paesaggio passa attraverso la realizzazione di percorsi ciclabili anche attraverso un sistema di bike sharing, sistema idoneo per una mobilità “ecologica” ed apprezzato specie dai turisti per “scoprire” i nostri territori.

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7.0

INDICAZIONI RELATIVE AI PRIMI ESITI ED AGLI SVILUPPI FUTURI DELLA

COOPERAZIONE

INTERISTITUZIONALE

E

DELLA

PARTECIPAZIONE CIVICA. L’avvio dell’iter di formazione di PUG è stato reso pubblico attraverso un manifesto dell’Amm.ne Com.le inserito anche sul sito internet del Comune con il quale si sollecitavano inoltre suggerimenti e manifestazioni di interesse. Con delibera G.C. n. 208 del 30.12.2009 sono stati approvati l’Atto di Indirizzo e il Documento di Scoping anch’essi resi pubblici sul sito del Comune. In data 8 febbraio 2010 è stata tenuta presso l’Assessorato all’Assetto del Territorio della Regione Puglia la 1^ Conferenza di Copianificazione nella quale, giusto quanto disposto dal DRAG, si è convenuto. con gli enti interessati al territorio comunale. modalità e procedure per accedere al sistema di conoscenze propedeutico alla redazione del PUG. In data 22.02.2010 presso la Sala Riunioni della Scuola Elementare si è tenuta un’assemblea pubblica, con la partecipazione dell’Assessore Regionale all’Urbanistica, Prof. Angela Barbanente, nella quale è stata effettuata una presentazione dell’Atto di Indirizzo e una disamina delle problematiche/prospettive offerte alla pianificazione, ed in particolare al nuovo strumento urbanistico generale di Collepasso, dalla L.R. 20/01 e dal DRAG (Documento Regionale di Assetto Generale) anche in riferimento agli strumenti sovraordinati di governo del territorio (PTCP, PAI, PRAE, PUTT/P, ecc.). E’ stata poi aperta una fase di intensa consultazione presso le scuole dell’obbligo con incontri con le scolaresche per l’illustrazione delle finalità e del significato del piano urbanistico; è stato poi distribuito un questionario oggetto di notevole interesse tra gli studenti che si è concluso con una assemblea pubblica estremamente partecipata del quale si riporta integralmente il manifesto-invito. “Domenica 4 luglio, con inizio alle ore 19.00, nello spazio antistante il Palazzo Municipale, mostra dei disegni degli alunni della Scuola Primaria “Don Bosco” di Collepasso sul tema “Il paese che vorrei”, nell’ambito delle iniziative dell’Amministrazione comunale per un “PUG partecipato”. Alle ore 20.30, incontro pubblico per condividere con i cittadini i primi temi emersi per il redigendo PUG (Piano Urbanistico Generale). Interverranno i progettisti arch. Francesca Pisanò e ing. Claudio Conversano, l’assessore alla Partecipazione e Urbanistica Pantaleo Gianfreda, il sindaco Vito Perrone. Al termine verrà consegnato un piccolo omaggio agli alunni autori dei disegni. Verso la fine dell’anno scolastico, l’Amministrazione aveva richiesto all’Istituto Comprensivo la partecipazione degli alunni e dei docenti delle classi III-IV-V della Scuola Primaria e delle classi della Scuola Secondaria nel percorso di “PUG partecipato”, intrapreso in vista dell’elaborazione del nuovo

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strumento urbanistico generale del Comune. A tal fine, erano state elaborate e presentate due proposte all’Istituto Comprensivo: un tema libero dal titolo “Il paese che vorrei” per gli alunni delle classi III-IV-V della Scuola Primaria; un questionario per gli alunni della Scuola Secondaria. L’Amministrazione ritiene, infatti, fondamentale la partecipazione delle giovani generazioni all’elaborazione dello strumento urbanistico generale, che dovrà “ideare” e programmare la polis del domani, il futuro delle giovani generazioni. I ragazzi, supportati dai loro docenti, hanno risposto positivamente all’iniziativa. La mostra intende essere un primo e importante riconoscimento al lavoro e al contributo dei ragazzi. Ai sensi dell’Atto di indirizzo e del Documento di Scoping del PUG, già approvati dalla Giunta, il percorso di costruzione ed elaborazione del nuovo strumento urbanistico prevede importanti fasi di promozione della partecipazione pubblica al processo di pianificazione, il coinvolgimento dei cittadini, delle categorie sociali, delle scuole, delle associazioni, nonché la distribuzione in ogni famiglia di questionari. “La partecipazione pubblica - secondo quanto scritto negli atti già approvati - non è stata pensata come uno o più momenti prestabiliti all’interno dell’iter di redazione e approvazione del Piano, quanto come uno strumento di costante confronto con la comunità cui lo strumento di pianificazione si rivolge”. Gli elaborati scritto-grafici degli scolari offrono un panorama estremamente interessante della lettura che le giovani generazioni danno del loro paese, delle loro quotidiane difficoltà derivanti da un tessuto urbano che non è quello che vorrebbero, dai problemi ambientali (specie connessi all’elettromagnetismo), dagli spazi per il tempo libero, ecc. Il processo di partecipazione, supportato dal sistema di conoscenze del DPP, seguirà una successiva fase di articolato coinvolgimento per categorie sociali e professionali che consenta di pervenire ad uno strumento “maturo” e sentito dalla popolazione. **************************************************************

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