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MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
milano-cortina 2026
Giochi, nella corsa al ruolo di ad rispunta il manager Domenicali Il presidente della Lamborghini, gradito a Fontana, avrebbe espresso disponibilità Governance: il Coni rivendica la maggioranza in cda, Sala: più autonomia ai tecnici
Regionali 2020, il vicesindaco di Padova chiama a raccolta 5 Stelle, Pd e area civica
La sfida di Lorenzoni «Coalizione green per battere Zaia» L’INTERVISTA
piadi? Pagatevele»), Vincenzo Spadafora ha accolto la sollecitazione di Luca Zaia a riguardo: «Mi sembra che ci sia la grande volontà di andare avanti nella strada della concretezza e della coordinazione, se il Governo ha avuto un ripensamento ed è entrato nell’ottica di darci una mano, non possiamo che essere contenti. I Giochi invernali ridotti all’evento di due sole Regioni equivarrebbero ad una pessima figura per l’Italia». NOMINE, FONDI, POLTRONE
La riunione di Verona: il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, i governatori Luca Zaia ed Attilio Fontana
Filippo Tosatto VENEZIA. Altro che calma olim-
pica. La divulgazione della short list dei manager candidati a dirigere Milano-Cortina 2026 – Alberto Baldan, Vincenzo Novari, Tom Mockridge – ha fatto imbizzarrire il governatore della Lombardia: «Chi parla quando ci si era impegnati a mantenere il riserbo è una persona scorretta. Non è proprio detto che chi verrà scelto sia uno di quelle tre persone, stiamo ragionando anche su altri nomi», le parole di
Attilio Fontana. Arduo immaginare una “secretazione” efficace a fronte dell’affollamento – una ventina di convenuti, almeno – che ha caratterizzato le tre ore di riunione del comitato d’indirizzo a VeronaFiere. Ma non è stato tanto il mancato riserbo a indispettire l’esponente leghista quanto la scelta dei “cacciatori di teste” dell’agenzia Spencer Stuart (incaricata della selezione) che hanno escluso dalla rosa Stefano Domenicali, il presidente e amministratore delegato di Lamborghini, grande amico di Giancarlo Giorgetti,
l’uomo forte del Carroccio. Ebbene, proprio in queste ore, Domenicali avrebbe espresso «interesse e disponibilità» all’incarico, riaprendo la sfida. Resta lo scoglio del suo target retributivo a sei zeri, reputato insostenibile dalla cordata dei Giochi. LA SVOLTA DI SPADAFORA
Sul versante politico, invece, Fontana, prende atto del sostegno finanziario promesso dal ministro grillino dello Sport. In netta discontinuità rispetto all’ostracismo annunciato da Luigi Di Maio («Volete le Olim-
il processo bpvi
Le domande di vendita azioni venivano tenute da parte VICENZA. Riunioni frenetiche per determinare le liste dei soci da sottoporre al Consiglio di amministrazione, evitando di prendere in considerazione le richieste di uscita. Ieri al processo Bpvi è stato a lungo ascoltato un ex dirigente della banca. «Il criterio per valutare le domande di acquisto e di cessione delle azioni è sempre stato l’ordine d’arrivo. Poi, quando nel 2012 è nato il problema delle urgenze, che venivano
valutate dalla direzione gerarchica, la divisione Mercati diede le indicazioni: se c’erano troppe domande di cessioni, rimanevano ferme. La data sulla domanda, a un certo punto, per noi divenne irrilevante». Seduto al banco dei testimoni, Filiberto Romio, responsabile dell’ufficio soci dell’istituto di via Battaglione Framarin dal 2010 ed esodato nel 2017, durante l’udienza di ieri del processo a carico degli ex vertici
della Banca popolare di Vicenza, racconta come funzionava il suo reparto negli anni precedenti alla crisi e durante l’emergenza finanziaria. «Era un’attività prettamente amministrativa: raccoglievamo le domande di acquisto e cessioni delle operazioni. Poi, dopo l’approvazione del consiglio di amministrazione, aggiornavamo il libro soci. L’ufficio era sotto la direzione Sviluppo e la divisione Merca-
Aldilà dei proclami - e in attesa della sospirata scelta dell’ad, prevista tra un mese o poco più - dietro le quinte si lavora ad organigrammi, nomine e poltrone. A cominciare dal consiglio d’amministrazione della nascente Fondazione a 5 cerchi, che dovrebbe contare una ventina di rappresentanti. Il Coni, forte dell’articolo 35 della Carta olimpica del Cio (il finanziatore principe con i 925 milioni di dollari erogati) rivendica allo sport la maggioranza assoluta nel cda, indicandone in Giovanni Malagò il presidente in pectore. Veneto e Lombardia, spalleggiati dai sindaci di Milano e Cortina e dagli alleati di Trento e Bolzano, non pongono obiezioni di principio ma esigono che al top manager designato sia garantita ampia autonomia. IL “COMITATO RISTRETTO”
«Chi è investito di grandi responsabilità non può essere in balìa di persone prive di conoscenza diretta e competenza», il richiamo di Beppe Sala, memore della vicenda Expo. Il compromesso suggerito sarebbe la costituzione di un comitato di gestione ristretto e “paritario”, 6-7 delegati investiti di potere decisionale diretto. In proposito, il Coni - attentissimo a tutelare l’orticello dall’invadenza della politica - non sembra entusiasta. Si profila un braccio di ferro? —
ti», spiega Romio. Il pubblico ministero Gianni Pipeschi gli ha chiesto quindi come venivano vendute le azioni. «Per diventare socio era necessario averne almeno cento. Il cliente veniva in filiale, compilava la domanda su carta, perché sui soci non c’era procedura informatica. La domanda andava in Area, che verificava se il socio era affidabile, poi la carta arrivava nel nostro ufficio. Le pratiche venivano riassunte in fogli Excel, che contenevano molte più informazioni che servivano per andare a contabilizzare l’operazione. Dal foglio Excel venivano poi compilate le liste soci». Queste ultime arrivavano in commissione soci, che sottoponeva la delibera al Cda per l’approvazione. L’operazione veniva infine
l consenso di Zaia è effimero, la Lega è battibile. Ma serve un dialogo tra l’area civica, Pd e Movimento Cinque Stelle. Con un patto per lo sviluppo e un obiettivo chiaro: un Veneto al 100% sostenibile entro il 2050». È da questa base green, condivisa con il gruppo regionale dem, che Arturo Lorenzoni, vicesindaco della città del Santo, esce allo scoperto sulle strategie per le prossime regionali: «Guardiamo ai contenuti prima che al contenitore. Sono certo che si può lavorare a un’alleanza ampia». Lorenzoni, in primavera pensate davvero di poter contendere Palazzo Balbi a Luca Zaia? «Il governatore sappia che non è tutto oro quello che luccica. Ottenere consenso facendo il meno possibile è facile perché non si scontenta nessuno. Ma alla lunga queste cose si fanno sentire». Dieci anni è un tempo sufficiente? «È palese la latitanza di Zaia su quasi tutti i temi fondamentali della politica regionale: infrastrutture, trasporti, salute, casa, sociale. Potrei fare mille esempi». Ce ne faccia qualcuno. «La sanità: oggi parla di emergenza ma chi ha governato finora? E ancora, la gestione del territorio: quanti soldi ha messo la Regione per Vaia? Non parliamo poi del versante ambientale: sull’inquinamento dell’aria le amministrazioni locali sono lasciate da sole. Da Venezia arrivano solo parole: misure concrete zero». A Padova lei si occupa di trasporto pubblico. Com’è il dialogo con la Regione? «Sto diventando matto per ottenere risorse per assicurare qualche chilometro in più di nuove linee di autobus per i cittadini. La Lombardia ha
«I
contabilizzata, dando esecuzione sui conti. In base alla testimonianza di Romio, le cose sarebbero andate avanti così per anni: «Il comitato soci si riuniva una volta al mese e una settimana prima del Cda: in questo modo il nostro ufficio aveva tutto il tempo necessario». Poi, però, «il
Testimonianza del responsabile dell’ufficio soci «Tempi frenetici» comitato ha cominciato a riunirsi anche una volta alla settimana e mezz’ora prima del Cda». È in quel periodo, «penso già dal 2011, che è cresciuto
messo 200 milioni in più sul fondo per il trasporto pubblico, il Veneto zero. E la Lombardia ha anticipato la norma sugli edifici a consumo zero. E parlo volutamente di una regione leghista». Il vostro ambientalismo non rischia di essere nemico dello sviluppo? «Io in realtà vedo una politica regionale statica, mentre noi abbiamo bisogno di investire in infrastrutture. Faccio un esempio chiaro, che tutti capiscono: da Padova faccio prima a prendere l’aereo a Bologna, che ha realizzato il people mover dalla stazione all’aeroporto. Dovremo forse aspettare le Olimpiadi per avere il raccordo ferroviario verso il Marco Polo». L’aspetto green può essere una buona base di dialogo con l’M5S?
«Il suo consenso è effimero ma non sarò io il candidato governatore» «Su questi temi vedo una netta condivisione di obiettivi. C’è la stessa sensibilità». Intanto però è stato avviato un percorso di raccordo tra tutte le esperienze civiche della regione. «Sì, si chiama “Il Veneto che vogliamo”. È stato un esperimento di ascolto importante di un mondo vitale e appassionato che cerca rappresentanza. Prima di Natale bisognerà tirare le fila di questo ottimo lavoro». E chi sarà il candidato governatore? «In questo momento non ha senso parlare di candidati. Bisogna costruire le relazioni, i contenuti, le idee». Lei potrebbe candidarsi? «Sto lavorando bene qui a Padova assieme a Sergio Giordani e a una squadra coesa. Non vedo ragioni per lasciare». — Claudio Malfitano
in modo esponenziale» il numero di soci che volevano cedere alla banca le proprie azioni. Nel foglio Excel, sempre in base alla testimonianza del responsabile dell’ufficio soci, compare un’altra colonna: “urgenze”. «Ma la comunicazione di urgenza arrivava per telefono dall’alto» prosegue Romio «soprattutto dai capi area che valutavano la delicatezza del socio per bisogno di liquidità, difficoltà di relazione per i reclami, chiusura del rapporto con la banca. Compilate le liste, venivano consegnate in linea gerarchica per arrivare fino a Sorato». Romio ricorda che c’erano «montagne di richieste da gestire» e che «c’è stato un momento in cui il fondo acquisto azioni proprie era a livelli preoccupanti». —
Padova Mercoledì 9, Ottobre 2019
L’ANTICO TEATRO DELLE MADDALENE TORNA A SPLENDERE: C’É IL VIA LIBERA DI PALAZZO MORONI
Santi Dionigi e compagni martiri. San Dionigi inviato dal Pontefice in Francia come vescovo di Parigi, morì martire vicino la città insieme al sacerdote Rustico e al diacono Eleuterio.
11°C 19°C Il Sole Sorge 7.18 Tramonta 18.39 La Luna Sorge 17.17 Cala 2.32
Una strada, una storia
La curiosità Ida a 110 anni “modella” nel calendario dei nonni
Santa Maria: un gioiello del 1130 chiuso da 50 anni La chiesa di Santa Maria Assunta è chiusa dagli anni ‘70. Risale al 1130, è un simbolo di Salboro. L’appello: «Aiutateci a riaprirla».
Cappellato a pagina XXVI
Cozza a pagina XXV
Scalabrin a pagina XXIV
Stazione, un ponte per l’Arcella Sopra lo scalo sarà realizzata una piattaforma con bar e negozi. Giordani: «Trovata l’intesa con le Ferrovie» `
Una piattaforma collegherà l’Arcella alla città, passando sopra alla Stazione. Potranno transitare pedoni e ciclisti, ma troveranno spazio anche bar, ristoranti, hotel e attività commerciali. Il futuro della stazione ferroviaria è stato ridisegnato ieri dal sindaco Sergio Giordani, durante “Padova tutti convocati” alla sede di Ascom Confcommercio. «Stiamo lavorando per concretizzare finalmente quella che sarà un’incredibile opportunità per Padova – ha detto il primo cittadino -. Io non ho mai mollato, ho lavorato con sobrietà e decisione così il canale con Ferrovie dello Stato si è ora riaperto in ma-
niera forte. Sono il contatto diretto anche con il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e confido che entro il mese sottoscriveremo con tutti gli attori ai massimi livelli un protocollo di intesa per opere e investimenti che possono davvero contribuire a cambiare il volto della città senza badare a colori politici». Ma non è l’unico progetto. Dopo il rinvio, Palazzo Moroni ha deciso che la settimana prossima cominceranno i lavori nell’ex piazzale Boschetti, dove sarà realizzato un parco al posto del parcheggio. Parcheggio che resterà aperto solo fino all’Epifania. Fais e Rodighiero alle pagine II e III
Gas e petardo, coppia truffata: lei in ospedale
E c’è il via libera per la riqualificazione dell’ex Boschetti: la settimana prossima aperto il cantiere per il nuovo parco `
L’ospedale
La politica
Cessione di un ramo d’azienda, così il Sant’Antonio “trasloca”
Lorenzoni: «Il mio piano per il Veneto»
È stato approvato il progetto per il passaggio dell’ospedale Sant’Antonio dall’Ulss all’Azienda. La delibera, firmata dai due direttori generali, ora finirà sul tavolo della Regione Veneto.Tra le voci più interessanti ci sono le modalità del passaggio, in cessione ramo d’azienda. Ecco tutto il progetto. ALL’ASCOM Il sindaco Giordani
Fais alle pagine IV e V
SANITÁ Il Sant’Antonio
Il giallo Resti animali e di un uomo morto anni fa
Paura a Rubano, la figlia: «Già segnati da una serie di furti, sono sotto choc» Tombolo
Benzina rubata, vigile inchiodato dal suo testimone Il teste chiamato a deporre dalla difesa avrebbe dovuto aiutare il vigile a processo per peculato, invece lo ha affossato ancora di più. Aldighieri a pagina XIX
Cadoneghe
Regionale: in 12 mesi 6.974 multe
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Paura a Rubano. Due truffatori ieri mattina si sono entrati nella casa dei coniugi Dalle Palle, Virginio, 76 anni, e Vilma, 71 sostenendo che c’era una fuga di gas. Una volta nell’abitazione, i due uomini hanno creato confusione finchè si è sentito pure lo scoppio di un petardo. Marito e moglie sono così stati derubati. E lei è finita sotto choc in ospedale. «I miei genitori sono già stati bersagliati da una serie di furti», racconta la figlia. Turetta a pagina XIV
Dice che non si candiderà, ma Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Giordani, presenta la sua ricetta per la prossima sfida alle elezioni regionali: «Se il Pd, il Movimento 5 Stelle e le liste civiche si uniscono, si può battere Zaia». Giacon a pagina IX
Ossa in spiaggia, non sono di Isabella OMICIDIO Non sono di Isabella Noventa i resti trovati in Polesine. Aldighieri e Campi a pagina VII
Autovelox sulla regionale 308: tante multe elevate, ma nelle casse del Comune arrivano proventi decisamente inferiori. La regionale che collega Padova a Resana è una delle strade ad elevata intensità di traffico. Nell’ultimo anno, da luglio 2018 a giugno di quest’anno, le due postazioni di autovelox fisse hanno accertato 6.974 multe, tutte per superamento dei limiti di velocità: la maggior parte delle auto viaggiava abbondantemente sopra i 100 km all’ora. Molte le infrazioni accertate anche durante le ore notturne e serali. L’ammontare delle sanzioni inflitte è di 629.848,49 euro. Levorato a pagina XIII
Sorpresa a Pediatria: arrivano Batman e Spiderman Albignasego
Il prete: «Il campo costa 12 mila euro: chi paga lo intitola» «Abbiamo bisogno di 12 mila euro per riqualificare il campo da calcetto del patronato. Stiamo cercando un benefattore. In cambio, gli daremo la possibilità di intitolarlo ad un caro defunto». Questa l’iniziativa del parroco di San Lorenzo, don Marino Ruggero. OSPEDALE L’arrivo dei due supereroi a Pediatria
Cavallaro a pagina XII
Redazione Padova: 35122 - Padova, via Squarcione 5 - Tel. 049.8756011 - fax 041.665174 padova@gazzettino.it
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FINO AL 29 DICEMBRE 2019
«Batti cinque». Il piccolo Dennis non crede ai suoi occhi. Da una Lamborghini nera fiammante scendono Batman e Spiderman, supereroi in carne ed ossa. Possibile? È il primo pomeriggio di ieri, e il vialetto dal quale è spuntata la mitica automobile Murcielago (nome che in spagnolo significa proprio pipistrello), è quello antistante la Pediatria: tra lo stupore giovanile generale, la macchina era identica alla supercar che l’attore Christian Bale guidava nello storico film “Batman Begins” del 2005. A bordo, “The Italian Batman”, al secolo Massimo Benetta, imprenditore cinquantenne di Zero Branco. Cappellato a pagina XI
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Padova
Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Curcio presenta un libro, Mazzola: «È vergognoso»
Lorenzoni: «Zaia alle regionali battibile unendo Pd, M5s e civici»
`Il figlio di Giuseppe: voro: ci dovrebbe spiegare co-
«Assurdo che possa anche pontificare»
Il vicesindaco: «Io non mi candiderò» Ma intanto Coalizione è già al lavoro `
LA VISIONE PADOVA Mancano otto mesi alle
elezioni regionali ma chi vuole almeno tentare di sovvertire un pronostico che appare già scritto deve muoversi ora. Stiamo parlando di tutta la parte “altra” rispetto al centrodestra, quindi non solo Pd e 5 Stelle ma anche quell’esperienza civica che a Padova si è condensata nella fusione tra Coalizione e lorenzoniani. Un esperimento che già da tempo quei movimenti stanno cercando di trasferire ad altre situazioni da Vicenza a Rovigo, da Treviso e Venezia. Nel nome di un soggetto politico originale che parte dalla partecipazione e arriva al “Veneto che vogliamo” movimento che sta proponendo un’idea diversa. Lorenzoni ne è stato finora l’interprete amministrativo perfetto e non ha mai nascosto di allargare il campo a fuori Padova. Tanto che Coalizione in questi giorni si sta muovendo per pianificare i contatti e arrivare a una proposta. É già ora di candidarsi? «Io non mi candido» ribadisce Lorenzoni, ma tengo a dire che se riuscissimo a mettere insieme una piattaforma con Pd, 5 Stelle e movimento civico si potrebbe costruire una proposta interessante». C’è già un “manifesto” ideale. «É lo studio intitolato “Veneto 100% sostenibile rinnovabile efficiente” che è stato commissionato dal gruppo consiliare Veneto del Pd al Centro studi di economia e tecnica dell’energia Giorgio Levi Cases di cui faccio parte. Questa è la prospettiva a cui dobbiamo tendere entro il 2050. Questa è la sfida a Zaia, costruire politiche che creano sviluppo». Dunque su questo piano è un Veneto contendibile? «Io credo
C’É GIÁ UN MANIFESTO IDEALE, É “IL VENETO AL 100 PER CENTO SOSTENIBILE” STUDIO COMMISSIONATO DAL PD REGIONALE
di sì. Dobbiamo mettere in luce la sua latitanza su temi fondamentali. Ditemi che cosa ha fatto Zaia nella sanità. Mancano medici e non stiamo dando risposte ai bisogni. Che cosa ha fatto per il consumo di suolo visto che è la Lombardia la sola ad avere varato una norma per nuovi edifici a consumo zero di superficie. E sulle infrastrutture? Padova rischia di esser isolata. Lamentiamo da tempo che l’interporto non riesce ad avere il raddoppio dei binari. La Regione ci ha mai supportato politicamente? Ci ha mai dato un aiuto? E poi il trasporto pubblico. Mancano i fondi per aprire nuovi percorsi e nuove linee. Ma ce ne sarebbero molte altre da dire. Parliamo della politica forestale? Esiste una politica di gestione dei boschi? O di manutenzione dei corsi d’acqua? Io penso che se si vuole ottenere il consenso facendo il meno possibile alla lunga i citatdini se ne accorgono. Bisogna invece che la politica si muova, sul tema della sostenibilità. E su questo fronte io credo che i 5 Stelle siano d’accordo. Non parliamo del Pd che su questo tema ha commissionato una ricerca». E torniamo al candidato, chi
TERRORISMO
LORENZONI Il vicesindaco lancia una piattaforma per le regionali
farà sintesi alla fine? «Ma figuriamoci, adesso è del tutto inappropriato pensarci. Prima dobbiamo parlare fra di noi. A me interessa sapere se c’è la volontà di lavorare insieme. Meglio poi se si individuerà un candidato fuori dalla politica. Io sto lavorando bene qui, non vedo ragioni di cercare altro». Ci sarebbe da riflettere. Perché dal giorno che si è candidato sindaco raccogliendo un sorprendente 23 per cento Lorenzoni a quello vuole arrivare. Ma
lo zoccolo duro del Pd che coltiva le stesse ambizioni farà di tutto per impedirglielo. Lo abbiamo visto a Natale scorso quando Giordani che ha sempre giurato che avrebbe fatto un solo mandato, si è mostrato possibilista per un secondo giro. Lorenzoni in Regione avrebbe una visibilità più ampia e il Pd tornerebbe ad avere mano libera in città. Ma il sindaco ha imposto che chi si candida dia le dimissioni... Mauro Giacon
PADOVA «Veramente vergognoso. L’Italia è un Paese “sostenibile” certo, riesce a riciclare perfino i rottami morali della storia. Provo una grande tristezza, a questi signori è permesso ancora di pontificare». Lo ha affermato all’Adnkronos Piero Mazzola, figlio di Giuseppe Mazzola, il carabiniere in congedo ucciso dalle Br il 17 giugno 1974 insieme a Graziano Giralucci nella sede del Msi a Padova (primo assassinio rivendicato dalle Brigate Rosse), commentando l’intervento previsto per questa sera dell’ex brigatista Renato Curcio a “Lo Spazio Nuovo” a Modena per la presentazione del suo nuovo libro “Ascoltare e narrare”. Curcio non partecipò all’assalto in cui morì Mazzola e non uccise mai nessuno di persona, ma scrisse il proclama di rivendicazione di quell’azione. «Purtroppo succede molto spesso che questi personaggi parlino in pubblico - ha aggiunto il figlio della prima vittima delle Br - Sicuramente questo signore avrà qualcosa da dire, forse sul la-
sa intende per lavoro se per lui lavoro era uccidere la gente, tanto che definì la morte di mio padre “un incidente sul lavoro”. Allora sparare e uccidere le persone era un lavoro?». «Questo è un Paese che ho amato e che amo profondamente - ha concluso Mazzola - ma tutto ciò mi provoca grande tristezza. Non esistono ex brigatisti o ex assassini o ex mostri... perché ci sono ex morti? Lo stato delle cose non cambia. Ribadisco è vergognoso». L’assalto alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova fu commesso il 17 giugno 1974 da un commando delle Brigate Rosse. Vittime due militanti: il carabiniere in congedo Giuseppe Mazzola e l’agente di commercio Graziano Giralucci. Il duplice omicidio fu il primo ad essere commesso e rivendicato dalle Br. Per l’eccidio furono condannati Roberto Ognibene e Fabrizio Pelli come esecutori materiali, Susanna Ronconi con il ruolo di retroguardia, Giorgio Semeria con funzioni di autista e Martino Serafini quale sentinella, nonché appunto Renato Curcio, Mario Moretti e Alberto Franceschini come ispiratori morali. In appello le pene aumentarono per tutti, variando da 7 anni e 6 mesi a 18 anni.
Cappadona, c’è l’ordine di carcerazione IL PROVVEDIMENTO PADOVA È stata firmata l’ordinanza di carcerazione da parte della Procura generale di Venezia, per Franco Cappadona l’ex luogotenente dei carabinieri capo dei militari in forza alla Procura di Padova. Il provvedimento prevede però la sospensione della pena e la possibilità per l’ex militare di scegliere da uomo libero una misura alternativa alla detenzione. Tutto era iniziato quando Cappadona tra il 2008 e il 2009 aveva cercato di costringere Andrea Drago, all’epoca direttore dell’Arpav di Padova, a scegliere come nuova sede dell’agenzia uno spazio all’interno del grattacielo Net Center di via Venezia il cui proprietario era il costruttore Mauro Bertani.
L’EX LUOGOTENENTE Franco Cappadona già condannato
In cambio della promessa non accettata da Drago, l’ex direttore dell’Arpav avrebbe dovuto ricevere una tangente di 300 mila euro. Ma Cappadona aveva consigliato ed esortato Drago con tono e modalità perentorie a soddisfare le pretese di Bertani. L’ex luogotenente è stato condannato
in primo e secondo grado a quattro anni, confermati in Cassazione. Ma i guai per Cappadona non sono finiti. È infatti a processo in Corte d’Appello, per difendersi dall’accusa di violazione del segreto istruttorio, che in primo grado gli è costata una condanna a due anni e 5 mesi. Era l’aprile del 2013 quando Cappadona ha rivelato a Regina Bertipaglia (ex consigliera regionale) che la Finanza stava indagando su Giancarlo Galan, l’ex doge. Era poi il 30 gennaio del 2014 quando ha rivelato a Francesco Luise, che l’amico imprenditore di Piove di Sacco Ivano Sartori era indagato dalla Procura di Padova per il reato di riciclaggio. Ed effettivamente Sartori era finito nel mirino della Guardia di Finanza con l’operazione “Miami”. Marco Aldighieri
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VII
Venezia
Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Poliziotti aggrediti, l’ora delle polemiche Arresto convalidato e ricovero in psichiatria per il 35enne `L’uomo è malato e socialmente pericoloso: sindacati romeno che domenica ha assalito alcuni agenti della Polfer di polizia e politici chiedono tutele per le forze dell’ordine
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IL CASO VENEZIA Arresto convalidato e ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale all’Angelo di Mestre per il trentacinquenne di nazionalità romena, senza fissa dimora, che domenica mattina ha aggredito alcuni agenti della Polfer. Episodio che ha fatto seguito a un precedente atto di violenza avvenuto lo scorso venerdì. Il giovane, comparso di fronte al giudice per le indagini preliminari di Venezia, Andrea Battistuzzi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il pm Alessia Tavarnesi ha chiesto per lui il ricovero in una Rems, le strutture riservate alle persone con problemi psichici gravi che commettono reati: prima, però, sarà necessario sottoporlo ad una perizia per accertare le sue condizioni mentali, e poi attendere che si renda disponibile un posto nella Rems di Nogara, in provincia di Verona, l’unica aperta in Veneto dopo che la legge che ha disposto la chiusura gli ospedali psichiatrici giudiziari. La nuova normativa prevede che soltanto i casi più gravi possano essere indirizzati nelle Rems, e comunque per un periodo limitato di tempo, per poi essere affidati ai centri di salute mentale presenti sul territorio.
PERICOLO SOCIALE L’uomo, però, è ben conosciuto dalle forze dell’ordine. Bazzica le zone delle stazioni, tra Mestre e Venezia, ed è conosciuto per aver tentato diverse volte di consumare ai bar tentando di non pagare. Le sue reazioni violente hanno avuto decine di segnalazioni tra polfer, volanti e carabinieri. Numerosi episodi che hanno avuto il suo apice nello scorso fine settimana: i quattro agenti infatti hanno riportato 30, 15, 5 e 4 giorni di prognosi. L’uomo è un malato psichico, ma è evidente che abbia bisogno di essere assistito e che non possa stare a piede libero. Il caso, però, nei giorni caldi della tragedia di Trieste, ha scatenato le polemiche dei sindacati. «Quando saranno dotati tutti i poliziotti di idonei strumenti di difesa per poter esercitare le
proprie funzioni? - ha tuonato nei giorni scorsi il segretario del Siulp Diego Brentani - Per anni abbiamo cercato di far comprendere ai vertici del dipartimento e alla politica la necessità di dotarci di strumenti adeguati ai tempi, per rendere più sicuro ed efficace l’intervento di polizia, al fine di evitare tragedie come quelle avvenute a Trieste». Tragedie che, però, per il sindacato sono lo specchio di quanto accade in molte realtà territoriali, come appunto Venezia. «Rivendichiamo che anche le Polfer e le Volanti della provincia di Venezia siano subito dotate di taser e di adeguata strumentazione che consenta di fermare soggetti violenti senza dover finire necessariamente all’ospedale, come avvenuto appunto in questo fine settimana». Sulla questione, ora, interviene anche la politica. «Ciò che è accaduto - attacca la consigliera regionale Silvia Rizzotto (Zaia Presidente) - porta alla luce due sconcertanti quanto reiterate condizioni a sfavore dei nostri uomini e donne in divisa: la mancata tutela e possibilità di difesa personale efficace, nonché la preoccupante latitanza di custodia cautelare per le persone già colpevoli di aggressione e violenza. Sani o malati di mente che siano». Rizzotto torna poi sulla questione taser. «Suggeriamo e invitiamo la ministra Lamorgese ad accelerare i tempi per proseguire con la gara d’appalto iniziata da Matteo Salvini per una distribuzione massiccia di pistole elettriche. Inoltre urge quanto mai il bisogno di revisionare ed inasprire profondamente la giustizia senza attenuanti (come in questo caso la presunta e non confermata infermità mentale) né condizionali». Gianluca Amadori Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA
DIEGO BRENTANI DEL SIULP: «E’ IL MOMENTO DI DOTARSI DI IDONEI STRUMENTI SI SICUREZZA»
SANTA LUCIA Due agenti della polizia ferroviaria in pattuglia alla stazione ferroviaria di Venezia. Nei giorni scorsi, quattro aggressioni
Brugnaro, piena solidarietà a Moraglia: «Attacchi codardi, Venezia è con lei» I VELENI IN CURIA VENEZIA Scende in campo anche
il sindaco Luigi Brugnaro per esprimere la sua vicinanza al patriarca Francesco Moraglia, in questi giorni delicati per la Diocesi veneziani in cui si è tornati a parlare del “Corvo” della Curia. Dopo il governatore del Veneto, Luca Zaia, che aveva definito«assolutamente vergognoso quello che stanno facendo al patriarca», Brugnaro si schiera a fianco di Moraglia con una nota. «Voglio esprimere piena solidarietà al nostro patriarca Francesco Moraglia, per il quale nutro una profonda
SOLIDARIETA’ Moraglia e Brugnaro
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stima e considero una guida salda di tutta la chiesa Veneziana. I numerosi e spregiudicati attacchi di qualche anonimo e codardo personaggio non riusciranno a screditarne l’operato» scrive. «Caro Francesco, prosegue Brugnaro - Venezia e tutta la sua comunità si schierano al tuo fianco - prosegue. L’auspicio è che venga fatta al più presto chiarezza per porre fine a questa incresciosa vicenda, per la quale confermo la piena collaborazione di questa amministrazione». In realtà l’inchiesta aperta dalla Procura, dopo la denuncia della Curia per quei volantini calunniosi e anonimi, sarebbe prossima a
una svolta. I carabinieri di Venezia sono in attesa della relazione dei Ris sulle impronte trovare sui volantini e non si esclude che dietro il Fra.Tino che ha firmato gli anonimi volantini, possa esserci non una singola persona, ma un’azione di gruppo, tra gli autori degli scritti e quelli incaricati di appenderli per le calli di Venezia. Quanto all’identità della “talpa” che ha organizzato la campagna denigratoria, sarebbe ormai nota in Patriarcato e le forze dell’ordine attenderebbero solo una seconda querela, stavolta nominativa, da parte del patriarca. © RIPRODUZIONE RISERVATA
XXVII
Agenda
Lettere CARPENEDO
Caos di auto fuori dalla scuola Caro cronista, avevo già scritto mesi fa per segnalare la mancanza del rispetto del divieto d’accesso negli orari d’entrata ed uscita in prossimità della scuola E.Toti ed Angolo Azzurro; nelle vie del Rigo e Rismondo tutti i giorni è pieno di macchine che transitano in zona in orario con divieto d’accesso per tutelare la sicurezza dei bambini che si recano ed escono da scuola. Il problema è stato più volte segnalato alla municipalità e nondimeno al Comando dei vigili urbani che, mi dispiace dirlo, fa orecchie da mercante. Evidentemente a nessuno
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interessa risolvere il problema, a nessuno interessa ripristinare la legalità, a nessuno interessa dare un esempio di civiltà, quindi chiedo a chi di competenza che almeno vengano tolti i cartelli di divieto in modo che le persone oneste e corrette non si sentano abbandonate dalle istituzioni e prese in giro. Mario Allasia Mestre
REFERENDUM
Una consultazione inutile e assurda Caro cronista,
l’ennesimo referendum separatista a mio parere è assurdo e anche inutile. Chi ci guadagna? A differenza di città come Milano, Torno ed altre, Venezia, con le sue isole, ha espanso il suo territorio in quel di Mestre e Marghera e paesi circostanti, sia dal punto di vista urbanistico e demografico a causa dell’insediamento di migliaia e miglia di veneziani, nonchè di meridionali e stranieri, in questo caso si tratta soprattutto di cinesi. Mestre negli anni Cinquanta e Sessanta, bella con i suoi piccoli borghi, era anche meta
L’intervento
di gite in campagna dei veneziani. Oggi con l’incremento della popolazione, che è nettamente superiore a Venezia, fa parte della città metropolitana. Quindi sembra assurdo ed inutile l’ennesimo referendum separatista, dato che i veneziani l’hanno sempre vinto perchè considerano Mestre città di Venezia, Mestre come scalo ferroviario veneziano. Perciò a questo punto si ritiene auspicabile che non si tratti di una caccia di poltrone comunali. Mestre rimanga veneziana in tutti i sensi. Renato Pedrocco Mestre
Ecco per quali motivi dico no alla separazione di Michele Mognato er la quarta volta confermerò il mio No al quinto referendum per la separazione della Città. Al primo, nel 1979, non votai perché mancava ancora qualche mese ai miei 18 anni. Sono nato e vivo a Mestre, città che ha una storia, un’identità plurale e una articolazione del suo territorio molto più ricca di tante altre città italiane. Per me di questa identità plurale fa parte anche la città storica e mi sentirei “derubato” se nei miei documenti non ci fosse scritto Comune di Venezia. Un po’ come quando da bambino partecipai alla mia prima manifestazione contro chi voleva cementificare via Torino. Per noi ragazzini che andavamo a fare ciclocross sui bastioni significava non poter più vedere la laguna e il ponte della Libertà, i campanili…un furto. Non è sudditanza ma la mia identità, l’emozione di sentirmi cittadino di Venezia e Mestre. Certamente, sono tante le cose da migliorare a partire da forme efficaci di autogoverno. Il percorso iniziato gli anni scorsi, con tutti i limiti, è stato umiliato e cancellato dall’attuale sindaco. Brugnaro per le sue incapacità e per l’imbarazzante sudditanza elettorale, preoccupato per le alleanze del 2020, si è reso complice di Zaia, che in nome di un centralismo regionale, ha quasi azzerato le funzioni della Città metropolitana. Invece la strada giusta per far crescere la città è quella di trasferire poteri decisionali alle Municipalità riorganizzate anche territorialmente - e a nuove forme di partecipazione. Si obietterà che non sono proposte nuove e in
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La fotonotizia
VENEZIA CAPO DELL’EDIZIONE
Tiziano Graziottin REDAZIONE DI VENEZIA CAPOCRONISTA:
Davide Scalzotto REDAZIONE: Gianluca Amadori, Gianpaolo Bonzio, Roberta Brunetti, Michele Fullin, Alda Vanzan, Raffaella Vittadello REDAZIONE DI MESTRE VICECAPOCRONISTA: Francesco Antonini REDAZIONE: Monica Andolfatto, Stefano Babato, Bruno Cera, Fulvio Fenzo, Alberto Francesconi, Enrico Galeazzo, Luca Miani, Davide Tamiello, Elisio Trevisan
Cori di Spinea e bretone, gemellaggio ai Miracoli VENEZIA Successo del gemellaggio tra i due cori “Coro la Spineta” di Spinea diretto da Barbara Dalla Valle e il coro bretone di Quiberon “Kan er Mor”, dell’associazione “Loisirs et Culture”, diretto da Alain Bougot. I due cori si sono esibiti nei giorni scorsi a Venezia nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli, presentando ciascuno un repertorio di brani di musica sacra e profana. Il coro veneziano ha ricambiato con affetto l’ospitalità dei coristi bretoni avvenuta a luglio, conducendoli in visite del territorio e condividendo allegre danze tradizionali bretoni e canti tradizionali veneziani. I due cori hanno ricevuto grandi applausi ed il concerto è terminato con due canti in comune.
Capitano
Pierluigi Penzo
parte è vero. Certo pochi immaginavano che una città così complessa e plurale venisse amministrata da un sindaco che ha del “governare” una concezione padronale, non tollerando qualsiasi forma di pluralismo istituzionale. Sono contrario alla separazione, ma ho rispetto di chi la sostiene motivato da convinzioni antiche e dalla ricerca di qualcosa che migliori la qualità della vita. Mi pare fuori luogo invece la separazione sostenuta da chi la vede come soluzione estrema per non aver più l’attuale sindaco: l’eventualità di un primo cittadino “sgradito” per altri cinque anni in nessun modo giustifica la divisione per sempre di Venezia e Mestre. Calibrare le scelte per il futuro sulla situazione contingente non è un’ operazione saggia ed al tempo stesso, è improbabile che in qualche mese si assista all’eventuale divisione amministrativa, con l’attuale sindaco che potrebbe giocare una partita per la sua rielezione. Ci sono invece tutte le condizioni per costruire un’alternativa vincente alle prossime elezioni, che rappresenti la pluralità delle idee e delle proposte che stanno emergendo. L’obiettivo deve essere quello di far crescere il progetto di bene comune e da qui far derivare la scelta di un candidato sindaco, che coniughi autorevolezza, capacità di ascolto e capacità di portare avanti il progetto di città “sotto lo stesso cielo”. Per continuare a crescere e a generare qualità della vita per cittadini, Venezia e Mestre non hanno bisogno di altri confini, ma di idee e di promuovere il futuro collettivo.
TRIGESIMI E ANNIVERSARI
Con profondo dolore saluto un 9 ottobre 2018
amico. Buon viaggio.
LIDA BULIAN in PERINI
Franco Volpato Venezia, 9 ottobre 2019
La Mamma e il fratello Davide
Dal lunedì al venerdì 10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00
9 ottobre 2019
Prof.ssa
piangono Mattia che il giorno 6 ottobre 2019 è tornato alla Casa
A un anno dalla scomparsa la ricordano con immutato affetto il marito Gianni, il figlio Dario , la nuora Paola e la nipote Giulia , i parenti e gli amici tutti.
del Padre
800.893.426
ANNIVERSARIO
MATTIA SPRINGOLO I
Funerali
avranno
11 - X - 2010
11 - X - 2019
luogo
Giovedì 10 ottobre alle ore 11:00 nella Basilica dei Frari Venezia, 9 ottobre 2019
OLIVIERO PIOVESANA A nove anni dalla scomparsa i familiari lo ricordano con immenso affetto. Una messa in suffragio verra’ celebrata sabato 12 ottobre, alle ore 19.00 nella chiesa parrocchiale di Francenigo. Francenigo di Gaiarine, 4 ottobre 2019
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XIII
Cadore Comelico
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Invade la corsia, si schianta e muore La vittima è Giancarlo Bonaldo, 76 anni, veneziano: con la moglie abitavano tra Domegge e la Sardegna `
CALALZO Forse un malore, forse un colpo di sonno e la Dacia Logan, condotta da Giancarlo Bonaldo, 76 anni, originario di Venezia, ma residente in via Roma 81 a Domegge, è finita contro una Lexus Rx 450 proveniente in senso contrario, condotta da A.D.R., 64 anni, di Comelico Superiore, rimasto fortunatamente illeso. Avrebbe subito riferito di essersi visto arrivare addosso la vettura. Senza possibilità di scampo. Nello scontro ha perso la vita Bonaldo. Era diretto all’ospedale, dove è ricoverata la moglie. Il drammatico incidente si è verificato verso la mezzanotte di lunedì lungo la statale 51bis in località Calalzo. Bonaldo stava scendendo verso Pieve, forse diretto proprio in quell’ospedale dove lui è arrivato morto. Un’ipotesi probabile visto che, la vittima, come riferisce chi lo conosce, non usciva mai la sera, tanto meno a quelle ore. L’urto è stato violento tanto che la Dacia si è girata in senso opposto finendo lungo uno sca-
linata a bordo strada. All’interno tutti gli airbag erano saltati. Immediato l’arrivo sul posto dell’ambulanza, dei carabinieri della stazione di Pieve di Cadore e dei vigili del fuoco del distaccamento di Pieve. Momenti
LA VITTIMA ERA DIRETTA VERSO PIEVE FORSE A TROVARE LA MOGLIE RICOVERATA IN QUELL’OSPEDALE DOVE È ARRIVATO MORTO
disperati nel tentativo di salvargli la vita. Durante il trasporto all’ospedale, laddove forse doveva andare a trovare la moglie, è deceduto. Le indagini sono in corso per capire soprattutto la causa del sinistro. Sulla dinamica sembra invece assodato, anche se serviranno tutte le verifiche del caso, che ci sia stata un’invasione di corsia. La salma resta a disposizione della magistratura, così come entrambi i mezzi posto sotto sequestro al fine di capire se possa eventualmente esserci stato un guasto dei mezzi. Giancarlo Bonaldo, pensionato, una vita passata fare mille lavori, come lui stesso raccontava all’amico e compagno di pesca, Giuseppe Giacobbi, presidente dell’Associazione pescasportivi del Centro Cadore, era originario proprio di Venezia. «Ci teneva ribadire di essere venexian - afferma Giacobbi -. Tuttavia era innamorato del Cadore dove trascorreva sei mesi all’anno, dalla primavera all’estate, per poi andare in Sardegna terra di origine della moglie. Era un grande appassionato di pesca. Andava quasi tutti i giorni al lago e lo stesso faceva
Illeso il conducente dell’altro veicolo che si sarebbe visto arrivare addosso la Dacia. S’indaga su cause e dinamica
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Perarolo Scontro con feriti all’altezza di Beyfin Ancora un incidente all’altezza del distributore Beyfin di Perarolo, lungo la statale di Alemagna. Un punto dove spesso si verificano sinistri innescati prevalentemente all’immissione in strada da parte di chi esce dalla stazione di servizio. Poi c’è anche la velocità di chi arriva dall’altra parte, visto l’ampio rettilineo che invita a correre. L’incidente si è verificato ieri verso le 13. Protagoniste della carambola una Polo e una Focus. Fortunatamente entrambi i conducenti hanno riportato solo lievi ferite. Per sicurezza sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale di Pieve. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Pieve di Cadore. Il traffico è proseguito a senso unico alternato per il tempo necessario ad effettuare i rilievi.
quando andava al mare. Amava anche cucinare il pesce, in particolare le trote. L’ho visto per l’ultima volta 15 giorni fa conclude Giacobbi -. Voleva restituirmi il libretto di pesca, ma io gli ho detto di tenerlo ancora. L’hanno trovato ieri all’interno della sua auto». Grande il cordoglio per la morte di un uomo definito tranquillo. Aveva lavorato come facchino, poi all’Enel e anche nelle Ferrovie. Poi la pensione e la dedizione alla grande passione per la pesca. Cordoglio viene espresso anche dal sindaco di Calalzo, Luca De Carlo: «Mi spiace molto afferma -. Avevamo parlato con lui molte volte, soprattutto riguardo ai problemi del lago del Centro Cadore. Era una persona simpatica». Lauredana Marsiglia
POSSIBILI UN MALORE O UN COLPO DI SONNO ENTRAMBI I VEICOLI SONO STATI POSTI SOTTO SEQUESTRO DAI CARABINIERI
CALALZO L’incidente avvenuto verso la mezzanotte. Davanti la Dacia condotta da Giancarlo Bonaldo (foto piccola) girata al contrario rispetto all’urto frontale
Sanità a rischio: Ruzzante chiede garanzie a Zaia SANTO STEFANO Interrogazione a risposta immediata sulla sanità, la montagna, il rischio di una dismissione dei servizi, su quali siano le effettive garanzie e i piani per evitare, nel concreto, il rischio di un’erosione dei servizi sanitari per la montagna bellunese. Destinatario: il governatore Luca Zaia. Il mittente, primo firmatario: il consigliere regionale Piero Ruzzante. In una cartella l’esponente di Liberi ed uguali ripercorre gli eventi delle ultime settimane, che hanno fatto salire la preoccupazione per la sanità in Cadore.
LA DENUNCIA Ruzzante, con Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina
Guarda (Civica per il Veneto), ricorda che già nel dicembre 2017 era stata presentata un’interrogazione a risposta immediata, ad oggi non definita, con cui si chiedevano, con specifico riferimento all’organizzazione dell’ospedale di Pieve, lumi intorno all’effettiva garanzia sui livelli essenziali di assistenza a favore dei comuni che costituiscono il bacino di utenza del nosocomio Giovanni Paolo II. Ad accrescere la preoccupazione è stato, in particolare, il “tris” congiunto di fine settembre, costituito “dall’annunciata messa a gara della funzione di pronto soccorso dell’ospedale di Auronzo, con conseguente ed inevitabile nascita di forti preoccupazioni per utenti e dipendenti; dal mancato rinnovo della convenzione con la Luxottica
con cui garantire le visite oculistiche private ai dipendenti; dalla soppressione del servizio ambulanza dei vigili del fuoco di Santo Stefano”.
LE GARANZIE
IL CONSIGLIERE REGIONALE DENUNCIA LA PROGRESSIVA EROSIONE DEI SERVIZI AI CITTADINI E VUOLE RISPOSTE CONCRETE
«In base al vigente piano sociosanitario regionale – ribadiscono i consiglieri regionali – va salvaguardata la specificità del territorio montano, anche in considerazione di quanto previsto dallo Statuto, per garantire l’equo accesso di tutti gli utenti ai servizi, nel rispetto delle specialità assegnate e dei tempi di attesa, considerando indicatori specifici di fabbisogno calibrati sulle peculiarità ed assicurando la rapidità dell’intervento». In Comelico, intanto, non sta zitta a guardare l’opposizione di Palaz-
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zo Alfarè. Il capogruppo, Roger De Bernardin, lavora con i contatti a Venezia ogni giorno e chiede che «si faccia un tavolo provinciale di amministratori e politici per coinvolgere assolutamente i rappresentanti dei lavoratori coinvolti». Non solo. L’esponente di R-esistere guarda oltre, all’appuntamento della prossima primavera: «Dobbiamo cominciare a ragionare sulle elezioni regionali. Partiamo dai problemi della montagna per iniziare un percorso che porti tutta la sinistra a lavorare per il progetto civile regionale, per fermare lo scempio dei tagli: da Asiago al Peralba la montagna è stata derubata dei suoi abitanti e dei servizi per una politica regionale incapace di darle risposte». Yvonne Toscani
Il vescovo lo accoglie, don Mariano è già a Nebbiù PIEVE DI CADORE La miglior scenografia possibile è stata allestita per l’ingresso a Nebbiù del nuovo parroco Mariano Baldovin presenti il vescovo Renato Marangoni e l’arciadiacono Diego Soravia. Il tramonto dipingeva le vette, ad attenderlo i fedeli e l’amministrazione comunale con il sindaco Bepi Casagrande ed la vice Laura Zandonella. Un arco di rami d’abete intrecciati ha dato il benvenuto al nuovo pastore che è stato accolto dall’entusiasmo dei numerosi presenti. Molto suggestiva l’inizio della celebrazione con la chiesa di San Bartolomeo illuminata solo dalla luce dei tanti lumini che tenevano in mano i presenti, a e poi i canti della corale, la musica dell’organo, le letture e i messaggi di benvenuto. Un’accoglienza molto fraterna e molto sentita. «Il suo insediamento a Nebbiù -ha detto il vescovo Renato Marangoni- viene a sanare una situazione che negli ultimi anni aveva visto le parrocchie di San Candido di Tai e di San Bartolomeo di Nebbiù senza una guida stabile, obbligando l’arcidiacono don Diego Soravia ad un superlavoro per il quale voglio ringraziarlo di cuore. Sono convinto che don Mariano saprà entrare nei vostri cuori». Il nuovo parroco ha detto: «Torno dopo la serena esperienza vissuta nelle parrocchie di Canale d’Agordo e Vallada Agordina, terra di gente buona, semplice. Lasciare quei fedeli per me è stato un dolore. Un ringraziamento particolare all’arcidiacono che ha traghettato le due parrocchie fino ad oggi. Un ringraziamento alle autorità e al sindaco che ho conosciuto e con il quale intendo collaborare». E il sindaco Casagrande, dopo aver portato il saluto della cittadinanza al nuovo parroco, ha parlato del ruolo e del grande valore che il volontariato, religioso e laico ha all’interno delle due parrocchie e dell’intero comune di Pieve. «E’ un frutto succoso, questo del volontariato, che se giustamente valorizzato secondo gli ultimi indirizzi della Chiesa potrà portare molti frutti». Domenica don Mariano prenderà possesso della parrocchia di Tai con una cerimonia analoga in programma alle 10.30. Giuditta Bolzonello
LA CERIMONIA Don Mariano benedice la sua nuova chiesa
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Nordest
Mercoledì 9 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Bottacin contro Costa: «Va dai Lions e non da noi»
gazzettino.it `Sul sito del Gazzettino le liste dei contributi approvati e che saranno erogati a privati, enti e aziende che hanno documentato i danni subiti dall’ondata di maltempo
I SOLDI
LA POLEMICA
VENEZIA Tempesta Vaia, arrivano i soldi anche per i privati. Non tutti, perché a fronte di 70 milioni euro di contributi riconosciuti a chi ha subito danni alla propria abitazione o alla propria azienda, da qui a fine anno ne saranno erogati “solo” 25 milioni. L’elenco completo dei beneficiari con il relativo contributo è da oggi consultabile sul sito del nostro giornale www.gazzettino.it. E gli altri? Gli altri privati e le altre aziende che hanno presentato domanda di ristoro dei danni subiti e ai quali andranno complessivamente i 45 milioni di euro, dovranno aspettare che materialmente arrivino i soldi da Roma. E, quindi, se non ci saranno intoppi, l’anno prossimo.
VENEZIA È di nuovo polemica tra l’assessore veneto Gianpaolo Bottacin e il ministro Sergio Costa. Nell’ultimo anno e mezzo il leghista ha scritto più volte al pentastellato per esprimere valutazioni diverse sulle materie di comune interesse, dal momento che entrambi hanno la delega all’Ambiente, benché ovviamente a differenti livelli istituzionali. Ma l’esponente del Governo non avrebbe mai risposto al rappresentante della Regione, il quale ieri ha letto sul Gazzettino la notizia della sua prossima partecipazione a un convegno in Polesine e non ci ha più visto, postando articolo e reprimenda su Facebook: «Non capisco perché il ministro Costa, nonostante i numerosi inviti da parte delle Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, partecipi a incontri organizzati da vari soggetti ma non abbia mai accettato di partecipare a incontri con le Regioni nei nostri territori. Noi attendiamo fiduciosi nel rispetto delle istituzioni. Che deve essere reciproco».
L’ITER Lo scorso 4 giugno, con l’ordinanza numero 10, il presidente della Regione Luca Zaia in qualità di commissario delegato per l’emergenza maltempo di fine ottobre e inizio novembre 2018, ha reso noto le modalità di presentazione delle domande di contributo per le imprese dei settori agricolo, pesca, foreste e anche per quelle di altri settori. Nella stessa ordinanza erano dettagliate le modalità anche per i privati cittadini. Le domande andavano presentate entro il 10 luglio. Gli interessati avevano dunque a disposizione poco più di un mese per presentare le domande. Una volta raccolte le domande, gli uffici del commissario delegato avevano tempo fino al 30 settembre per gli accertamenti. Bisogna verificare che i danni patiti fossero rimborsabili, ma, soprattutto, bisognava controllare la documentazione presentata. Il primo step ha visto così delle esclusioni: sono stati dichiarati danni per 90 milioni di euro, ma solo 70 milioni sono rimborsabili. Questo perché ci sono state delle domande di contributo che gli uffici hanno ritenuto non ammissibili. Più che un elenco di beneficiari, si tratta di elenchi. Si tro-
SOPRALLUOGO Luca Zaia un anno fa in visita ai luoghi del Bellunese colpiti dalla tempesta Vaia
Vaia, ecco i soldi ai privati ripartiti i primi 25 milioni 1.769
I milioni di euro dei danni provocati dalla tempesta Vaia tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2018 in Veneto.
200
Le abitazioni colpite dalla furia del maltempo.
100.000
Gli ettari di bosco coinvolto.
LA SENTENZA
IL RICORSO Tutto era partito dalla segnalazione di alcuni utenti all’Associazione italiana radio telecinespettatori e quindi all’Agcom, riguar-
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Firmate dal commissario delegato Zaia `Per gli altri 45 milioni bisognerà le graduatorie. I contributi entro l’anno aspettare la seconda tranche statale vano negli allegati delle ordinanze commissariali numero 14 del 26 settembre, numero 15 del 27 settembre e numero 16 del 30 settembre. Facile che, magari tra vicini o compaesani, ci si chieda perché qualcuno avrà il rimborso subito e qualcun altro dovrà invece aspettare. Così come vien naturale chiedersi, spulciando gli
IN TUTTO PRESENTATE DA CITTADINI E AZIENDE DOMANDE PER 90 MILIONI: 20 NON AMMISSIBILI
elenchi, perché ci sono privati che avranno il 100 per cento del contributo riconosciuto e altri solo una parte. La risposta che arriva da Palazzo Balbi è che erano stati stabiliti precisi criteri per redigere la graduatoria.
L’ISTRUTTORIA La graduatoria è stata infatti redatta in base alla completezza dell’istruttoria. I casi: 1) istruttoria completa e spese completamente rendicontate: contributo riconosciuto al 100%; 2) istruttoria parziale, mancano alcuni elementi per la conclusione dell’istruttoria, ma le spese rendicontate sono complessive: contributo riconosciuto al 70%; 3) istruttoria
Scene hard in tivù, multa confermata «Si va oltre il nudo: minori a rischio» PADOVA Le scene hard in tivù costano un’altra multa all’emittente La9 di Padova. Dopo la stangata da 185.000 euro sentenziata lo scorso anno, il Consiglio di Stato è tornato a occuparsi dei messaggi pubblicitari notturni a contenuto erotico, confermando il precedente verdetto del Tar del Lazio e dunque l’ulteriore sanzione di 50.000 euro elevata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nella valutazione della trasmissione, i giudici sono stati ancora più severi della volta scorsa, affermando che le immagini utilizzate per promozionare i servizi telefonici con sovrapprezzo «risultano esorbitanti dalla riservatezza tipica delle manifestazioni relative alle vita sessuale».
Come detto, le prime domande, il cui ammontare complessivo è pari a 25 milioni di euro, saranno liquidate entro la fine del 2019. Ogni contributo o gruppo di contributi aavrà bisogno di un ecreto. In ogni caso da qui a dicembre i soldi saranno liquidati. Le restanti domande pari a 45 milioni di euro saranno invece liquidate nel piano del commissario del 2020, per il quale la Regione è in attesa di conferma di finanziamento da parte del Governo. Alda Vanzan
Il riferimento è al fatto che il Lions Club Rovigo attende il ministro Costa a una conferenza sulla gestione dei parchi interregionali del Delta ad Albarella. L’assessore Bottacin incassa e rilancia: «Mi sento preso in giro, visto che da un anno sollecito inutilmente una risposta alla proposta di ospitare a Venezia il tavolo del bacino padano sullo smog, che periodicamente si riunisce nelle varie regioni coinvolte. Ma ho vanamente invitato il ministro anche a un sopralluogo a Trissino per la questione Pfas e i colleghi di Lombardia e Piemonte mi hanno riferito che Costa non ha risposto nemmeno a loro quando, come me, gli ho scritto per suggerire dei correttivi sull’ecobonus». L’ultima tappa del pentastellato in Veneto risale allo scorso maggio, con la visita al centro rifiuti di Contarina a Spresiano nel Trevigiano. A.Pe.
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I numeri
EMITTENTE La9 aveva fatto causa
IL CONSIGLIO DI STATO RESPINGE L’APPELLO DELLA PADOVANA LA9 CONTRO L’AGCOM PER I MESSAGGI NOTTURNI SUI SERVIZI A PAGAMENTO
danti dieci puntate andate in onda fra giugno e luglio del 2015. Secondo l’esposto, la programmazione violava la normativa sulla pornografia, con particolare riferimento ai pubblico dei minori. Per questo la rete televisiva era stata multata: 5.000 euro a notte. Nel proprio ricorso, prima al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato, La9 aveva presentato alcune argomentazioni a propria difesa. Per esempio era stato sostenuto che «da molti anni la stessa e le altre emittenti locali trasmettevano la stessa propaganda di servizi telefonici a sovrapprezzo, o altre trasmissioni aventi contenuti simili, senza subire alcuna contestazione» e che «ciò avrebbe ingenerato in tutti gli operatori del settore la convinzione di agire lecitamente». Inoltre era stato affermato che l’Authority aveva sbagliato a ritenere pornografiche le immagini trasmesse, «in quanto non avrebbe tenuto conto del “comune senso del pudore” nella sua determinazione concreta e attuale secondo il di-
LA CONFERENZA
parziale perché la stessa rendicontazione è parziale: contributo riconosciuto al 30%.
I TEMPI
Albarella Risolto il “giallo” dell’estate
venire dei costumi e l’evoluzione del pensiero medio dei consociati».
LE MOTIVAZIONI Invece i giudici amministrativi di secondo grado hanno ribattuto che «le protagoniste non si limitano a mostrare il proprio corpo parzialmente o totalmente nudo», ma si mostravano «in pose ed atteggiamenti che richiamano o simulano, anche in maniera provocatoria, l’attività sessuale anche in gruppo, talvolta ostentando atti di autoerotismo e rapporti intimi tra persone dello stesso sesso». Quanto al senso del pudore, per il Consiglio di Stato non va stigmatizzato tanto l’aspetto pornografico, quanto il fatto che quelle scene fossero «atte a provocare un vulnus alla crescita morale e fisica dei minori». Per i magistrati è questo ciò che conta, «indipendentemente dalla prassi pregressa e dalla condotta degli altri operatori». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La perizia sulle ossa trovate nella spiaggia «Sono di animali, non di Isabella Noventa» ROVIGO Non sono di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego che sarebbe stata uccisa da Freddy e Debora Sorgato con la complicità di Manuela Cacco, le ossa rinvenute sulla spiaggia dell’isola di Albarella lo scorso agosto. È quanto emerge dalle prime risultanze degli accertamenti sui reperti compiuti dal medico legale Lorenzo Marinelli di Ferrara, su incarico del pm Sabrina Duò di Rovigo. Una mandibola (in foto) è umana ma maschile, gli altri resti sono tutti di animali.