job_ottobre_novembre2011

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MENSILE D’ATTUALITÀ E APPROFONDIMENTO

ANNO VI NUMERO 10/11 OTTOBRE/NOVEMBRE 2011

i Viaggi di Job

Un last minute o un giro del mondo non importa LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE VIENE PRIMA DI TUTTO.

NON BASTA IL NOME

Viaggio nell’universo variegato della cooperazione lombarda. Tra società vere e solidali e altre puramente di comodo.

Fondazione O A MAN DÀ UN ITO TI welfare: D E R C RO IL MIC microcredito anti-crisi À SOCIET

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SOMMARIO

EXPO

MENSILE D’ATTUALITÀ E APPROFONDIMENTO

FINALMENTE SI PARTE Dopo mesi di confusione e incertezze, finalmente, su Expo 2015, ci sono alcuni punti fermi importati. Il primo è che, fuori ogni dubbio, anche se in forma ridotta rispetto al progetto iniziale, l’ Esposizione universale si farà a Milano. L’altro passo in avanti decisivo è la definizione della questione delle aree: con l’ingresso del Comune di Milano in Arexpo spa, si può finalmente programmare l’inizio dei lavori, anzi c’è una data, il 25 ottobre, entra la quale i cantieri della manifestazione devono partire. L’incertezza che ancora rimane da risolvere è quella della posizione del Governo. La formuletta “salvo disponibilità” non tranquillizza certo sui tempi di erogazione degli 850 milioni che Roma deve mettere nell’operazione. È vero che c’è la crisi, è indubbio che i conti pubblici devono essere risanati, ma ribadito questo, non si può rinunciare alle occasioni di crescita: Expo 2015 è una di queste e, tutti, devono impegnarsi a rispettare gli impegni presi e facilitare chi a Milano e in Lombardia è coinvolto direttamente alla realizzazione del progetto. Expo è un evento nazionale e come tale va considerato ed è per questo che, per il capitolo specifico, le istituzioni locali non possono essere vincolate al cosiddetto Patto di stabilità che ne limita le possibilità di spesa. In attesa che si sciolgano anche questi ultimi nodo, come sindacato, ci interessa ribadire alcune priorità.

i Viaggi di Job

Un last minute o un giro del mondo non importa LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE VIENE PRIMA DI TUTTO.

PRIMO PIANO

La sicurezza: sono già stati firmati i protocolli con Expo spa e con il Comune di Milano. Il ministero ha approvato la “ white list” per l’antimafia. Si tratta ora di chiudere l’accordo, da un po’ di tempo fermo, con la Prefettura e adeguare i regolamenti comunali.

C’è una grande città che va ben oltre i confini del Comune e della Provincia. È fatta di reti economiche e sociali che vanno riattivate.

SI RIPARTE, DA MILANO

BARICENTRO DEL CAMBIAMENTO Per la Cisl di Milano gli appuntamenti di Loano, hanno sempre rappresentato momenti di forte socializzazione fra gli iscritti e i quadri dirigenti; occasioni importanti per la formazione delle persone e per il rafforzamento del senso di appartenenza a una grande organizzazione. Non solo, Loano rappresenta per la Cisl di Milano anche il luogo dove si realizza il confronto con l’esterno, con le istituzioni e tutti gli altri protagonisti del territorio in cui operiamo. Un modo per verificare e mettere a punto le nostre idee e proposte. Quest’anno “Milano Metropoli” e il “Sapere delle persone per l’organizzazione e il proprio benessere” sono i temi che vogliamo sviluppare. Milano-metropoli intesa come baricentro di una rete di relazioni che devono muovere l’attività del sapere e del conoscere, con l’obiettivo di qualificare il lavoro e produrre nuova occupazione. Una Milano che si collochi nella Lombardia come luogo dove indirizzare i cambiamenti economici e le trasformazioni sociali. Soggetto di una politica nuova, di istituzioni efficienti, di una finanza che rimanendo più vicina al territorio e alle persone riacquisti le sue funzioni “materiali” e quindi interpreti e sia protagonista insieme al tessuto produttivo, di quell’etica sociale che si costruisce solo nel vivere in comune. In questo contesto , così complesso e caratterizzato da un’accentuata e diffusa richiesta di certezze, alle organizzazioni e agli individui, sono richieste notevoli capacità di adattamento, flessibilità e rapidità nell’assumere decisioni. Anche la Cisl è attraversata da questi fenomeni che richiedono lo sviluppo di capacità e competenze capaci di rispondere al meglio a chi si rivolge e guarda con fiducia a noi.

Expo 2015 può diventare la sperimentazione di una Milano vera area metropolitana, laboratorio di conoscenza e di sviluppo. Positivo baricentro di una metropoli che si fa rete e sistema di tutele e di sviluppo.

di Renato Zambelli Segreteria Cisl Milano

PRIMO PIANO

Fondazione UNA MANO TI DÀ welfare: REDITO IL MICROC microcredito anti-crisi

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L’assessore alle politiche sociali Pierfracesco Majorino: a Milano mai più soli SALUTE

SICUREZZA

di CINZIA FRASCHERI - cinzia.frascheri@cisl.it

Dal 31 dicembre 2010, tutte le realtà lavorativa (sia per tipologia che per dimensione, a partire da quelle piccolissime) devono rispettare l’obbligo della valutazione dello stress lavoro-correlato. L’obbligo, in realtà, era già previsto dalla normativa vigente ma riscontrate molteplici difficoltà nell’applicazione, si è ritenuto opportuno completare la norma con delle indicazioni vincolanti (di natura operativa) per valutare in modo uniforme, su tutto il territorio nazionale, e in modo efficace, lo stress lavoro-correlato. L’aspetto innovativo è racchiuso nelle ragioni di fondo che hanno ispirato il legislatore; ragioni che hanno favorito la creazione di un terreno fertile per la predisposizione di una procedura di valutazione profondamente diversa dai rischi tradizionali (rischi fisici, chimici, biologici…). La rivoluzione sostanziale consiste nel porre sullo stesso livello di attenzione i rischi potenziali rappresentati dall’ambiente di lavoro (di natura strumentale e strutturale) e i rischi potenziali determinati da una inadeguata organizzazione del lavoro. Per la prima volta, l’organizzazione del lavoro viene considerata fattore di rischio (potenziale) e, pertanto, fattore da dover sottoporre a valutazione per poter, non solo prevedere eventuali elementi di disagio/

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ricette e stravaganticulinarie. gare Tra show,delle trasmissioni il boom

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di tre al vaglioRiccardo d.bianchi58@gmail.com da attore passeranno BIANCHI scelta che il simpatico piatti di DANIELA la formulaogni giorno tra cui Time, che giudici, Più classica su Real Borghese, Rossi. in onda preparazione gli la Alessandro programmaillustra particolarità: nel suo con Ale una una settimana ma con Cucina ricette, piatti, conoscere delle in di tre possono ingredienti Real Time di gli spettatori internet contemporanea in in anticipo al sito cucinare collegandosi da poter modo In con Borghese. Bastianich. e Joe centomiladi Cracco Carlo di Masterchef, titolo quella Barbieri, la pubblicazione l’ambito d’oro e Più che di un palio trasmetteva originali.l’atmosfera in gettoni euro e la Rai7” : condotto di ricette gli istruttori 1974 alle un libro cucina, ricorda dove sulle reclute di fama l’anno tra “A tavola Correva di una di addestramento infieriscono enogastronomo e simpaticadi il programma campo e volentieri tv la competitività Veronelli, dalla brava lo scopo il successo in e da Luigi spesso Che , aveva alimentare lo dimostra tradizionale quasi Ninchi educazione con la internazionale, impaurite. “paghi”, Ave denominate di passati onda, attrice concorrenti del cuoco, sono un po’ a carattere prova due squadreverde: in in Tv: Da allora insegnare de La su RaiUno tra le esplose oltre e peperone e le trasmissioni agli italiani. sfida rosso decenni del pranzo, da Antonellaè vedere quattro sono letteralmente pomodoronell’orario condotto volta si possonoreti, in chiaro, e prima stessa più culinario sempre 2000, varie orari per la Nella sulle e negli abbiano solo quest’autunno dall’ottobre Italia. quest’anno programmi concorrenza, : in sul satellite gli italiani di stare venti Clerici, alla Lotteriain diretta che in dei il piacere e quindi di Benedetta sul digitale,Sembra abbinato vedere uova oraria, scopertotutte le trasmissioni I menu che prepara, o non disparati. fascia IL CATTIVO che delle Parodi, trasmette di incuriosisce improvvisamente a cucinare La 7 Benedetta RAMSAY ammesso la sorte onda su Cielo, se vi contorno la , in subire veramente con ai fornelli, studio Infine anche ci due squadredi Kitchen spettacolo insegnino concorrenti Hell’s fa per voi: come cucina puro Probabilmente nella è vero, che che siamo e piatti. strapazzate è Gordon suo se si sfidano un buon pentole messo del Federconsumatori, è lo spettacolo cuochi inflessibile di un a 3 ha di è diventare Ce calate crisi ci di aspiranti e giudice sono rispetto in palio un’indagine a 5 stelle.però, dice un ristorante, nel 2010 Il premio ristorante a voi al ristorante le cene volte al mese Ramsay. chef di un i gusti: sta i fornelli. per tutti , accendere sia più 50% (1,5 2002). executive del fine, la tv volte solo le n’è veramente spenta se, alla vera scuola sono che una volta il dubbio E FORNELLInon culinaria masi agli spettatorie UOMINI interessante all’arte Rimane (e pubblicità) il 43% originali rimanga dato almeno casa. E Altro spettacolo Quanto i giorni, veramente ad appassionarsi dei quali cucina di di tutti non tira e talvolta donne di cucina. della gli uomini, non solo casalinghi il settore per ricette, anche regolarmente ambito delle sessuale i dai menù Di sicuro e questo occupa lontane verificato. per questo di genere infatti tra pubblicitari: in l’interesseconnotazionel’ultimo nato andrebbesponsor gli di età: tipo è Gamberetto rosso ha una tutto. attira quasi tra su Gambero ma nemmeno la tv è tv di questo dove, del dell’americana un alle 18,30 tematici, chef, programmi Clerici. chef Ramsay trasmissione al sabato dei canali aspirantivera e naturalezza, onda Sopra Kitchen. UnaAntonella ospite, uno piccoli una di un dello Hell’s Rosso”, di ricercata Channel, giochi, otto realizzano tema della e è e in compagnia “Gambero pagina Simone Rugiati. sul del mondo prove 12 anni, un’atmosfera Cuochi Nell’altra Rossi e 8ei completo, tra gli ricetta basandosi di quest’anno in menù su La7, chef Simonesi un personaggio Riccardo novità 2011 Masterchef dello Sempre propria Un’altra di solito protagonista ottobre/novembre puntata. dal programmasera: è un talent spettacolo.lo show culinario non professionisti di quattro effetti costituita Cielo il mercoledì Fiamme : due cuochi preparazione su tutti gli non professionisti nella onda Rugiati di prove, che a cuochi serie di quello gruppo di confrontano giudizio in una un al severo Bruno show, a cimentarsi è sottoposto chiamato internazionale, il cui risultato di fama chef di tre

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L’assessore alle Politiche sociali punta all’”inclusione” di tutti nella vita pubblica. E a sfruttare le risorse rimaste.

A MILANO MAI PIÙ SOLI di CHRISTIAN D'ANTONIO c.dantonio@jobedi.it

chi è...

Nato a Milano (1973), inizia a far politica con l’Unione degli Studenti e la Rete Studentesca negli anni 90. Poi è diventato consigliere del ministro alla solidarietà sociale, Livia Turco. Dal 2006 è consigliere comunale del Pd . Da maggio è assessore comunale alle Politiche sociali e Cultura della salute.

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Assessore, cosa ha fatto per prima cosa da quando si è insediato a maggio? Abbiamo dovuto ridefinire il nostro campo d’azione perchè con quest’assessorato riuniamo la funzione sociale e quella sanitaria. La nostra priorità è stata quella di studiare un modo per promuovere l’inclusione delle persone nella vita pubblica e non lasciarle sole.

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É in questo senso che tale valutazione rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare la crisi economica che colpisce i mercati e, pertanto, le produzioni, i servizi e il lavoro.

E intanto cosa avete fatto per gli immigrati? Abbiamo lanciato in piena estate un nuovo modello di accoglienza per i richiedenti asilo. Il centro della protezione civile di via Barzaghi è ora totalmente gestito dal Comune sia per quanto riguarda l’intervento umanitario che per il coordinamento degli interventi di assistenza. In questo modo risparmiamo tempo e soldi. Ma non ci limitiamo a questo noi li accompagniamo, li indirizziamo, non li lasciamo in un albergo come è successo nella cintura metropolitana. Che poi, secondo me è stato quello che ha scatenato le recenti proteste.

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Come si fa a fare politica sociale in questi tempi di forti ristrettezze? La coperta è stretta ma ora basta accorciarla. Il buco che ci ha lasciato la precedente amministrazione è reale, così come i tagli del governo e chi fa il bilancio fa bene a lanciare allarmi. Ora siamo in attesa di conoscere quale sarà il budget effettivo del nostre settore. In ogni caso sono ottimista: razionalizzando si troveranno i soldi, specie per finanziare i deboli e i non autosufficienti, che sono i destinatari dei progetti che ho in mente. Uno è quello del centro di informazione per tutti gli immigrati, che è una novità assoluta per una città italiana. Ci vorrà più tempo per farlo, spero che entro fine mandato saranno pronte risorse e spazi.

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Ci sono alcune iniziative di cui non si ha più notizia: il registro badanti e il custode sociale. Il problema dei custodi sociali, ovvero quelle figure che nei quartieri aiutano gli anziani e altri soggetti in difficoltà, è che finora hanno operato senza coordinamento: stiamo lavorando per costituire una regia effettiva ed efficiente. Per il registro delle badanti, un’idea dell’amministrazione Albertini che ne voleva certificare la preparazione, c’è da rafforzare le modalità

di accesso. Rilanceremo lo sportello comunale e vogliamo che tutte facciano un corso per avere un unico profilo professionale di cui le persone possano fidarsi. Dobbiamo muoverci in continuità col passato migliorandolo. Anche la gestione dei campi rom andrà in questa direzione. Repressione seria dei nuovi insediamenti e strategia per promuovere i piani di integrazione in alcune comunità, che finora si sono rivelate vincenti.

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E sui poliambula tori di zona, si dice che qualcuno di questi sarà chiuso perchè troppo costoso. Qual è la sua posizione? La sanità è essenzialmente di competenza regionale e il nostro campo d’intervento è limitato. Stiamo comunque verificando la situazione e se emergerà che ci sono servizi che costano troppo e rendono poco, punteremo su associazioni di medici di base come consulenti.

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ottobre /novembre 2011

EFFICIENZA E RIDUZIONE DEI COSTI

danno per la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma anche per poter delineare eventuali interventi di miglioramento delle condizioni di lavoro.

L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Una cattiva organizzazione del lavoro che non rispetta delle regole di adeguatezza (ponendo la persona al centro del lavoro) è nociva per coloro che devono subirla al pari di un agente chimico respirato o di un carico pesante costantemente mal spostato. Valutare lo stress lavoro-correlato non vuole dire attenzionare i casi singoli di malessere, di ansia, di insoddisfazione sul lavoro, ma vuole dire esaminare puntualmente le modalità di lavoro individuando le criticità o gli spazi di miglioramento. Problema del lavoro stress-correlato non riguarda solo gli uffici ma, ad esmpio, anche i cantieri edili.

Una buona organizzazione riduce i costi, rende efficiente l’attività da svolgere, porta ad efficacia l’azione lavorativa, tutelando e valorizzando le risorse umane a disposizione. Il datore di lavoro non ha l’obbligo di garantire la felicità dei lavoratori ma di metterli in condizione di svolgere in maniera adeguata l’attività lavorativa, tenendo conto delle diverse specifiche capacità e con-dizioni di salute e sicurezza sul lavoro degli stessi, intervenendo in modo puntuale sui carichi di lavoro, sui ritmi di lavoro, sulle conoscenze necessarie, sugli ambienti e strumenti di lavoro.

NON SOLO GLI UFFICI

Una adeguata organizzazione del lavoro non deve essere un mero obbiettivo per le sole realtà lavorative nelle quali sono impiegati i “colletti bianchi”. Un lavoratore in cantiere che indossa tutti i dispositivi di protezione individuale necessaria alla sua attività, ma è alla decima ora di lavoro, sarà esposto ad un rischio pari al lavoratore che non indossa i dispositivi di protezione o che non gli sono stati consegnati. É in questo senso che gli indicatori più significativi per poter svolgere una puntuale valutazione del potenziale rischio da stress lavoro-correlato non sono di natura psicologica, ma sono incentrati sui cardini dell’organizzazione del lavoro. Tra i gli indicatori più importanti ricordiamo: l’analisi del carico di lavoro, dei ritmi di lavoro, l’andamento dell’assenteismo (non per ragioni di malattia) o del presenteismo (fenomeno oggi molto ricorrente nel quale i lavoratori sono costretti, per una cattiva organizzazione interna, ad accumulare tutte le ferie in fondo all’anno), dei turni di lavoro, della rotazione o turnazione del personale (eccessive richieste di trasferimento, cambio di posto, lavoro)...

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Lo stress derivante dall’attività lavorativa : cos’è, come riconoscerlo LAVORO

SOCIETÀ

ottobre /novembre 2011

di SVEVA STALLONE svevas_2003@yahoo.it autonomo, ma il lavoro femminile continua a essere pagato meno del 20-30% rispetto a quello degli uomini».

Secondo gli obiettivi dell’Unione europea, nel 2010, l’occupazione femminile in Italia avrebbe dovuto raggiungere il 60%, ossia su 10 donne in età lavorativa ben 6 avrebbero dovuto lavorare. Ma si tratta di un obiettivo ancora piuttosto lontano per l’Italia, ad oggi solo il 45,3% delle donne italiane lavora. Quando poi le lavoratrici sono anche mamme, la realtà è ancora più pesante: carriera e famiglia difficilmente s’incontrano e le donne sono costrette a una scelta o all’altra.

Non c’è posto per le mamme che lavorano: aumentano le dimissioni

Secondo le rilevazioni dell’Istat, per le madri che lavorano, il discorso è decisamente più disarmante: nel Belpaese il tasso di occupazione si ferma al 59% (contro una media europea del 71,3%). Scende ancora di quasi cinque punti percentuali (54,1%) il tasso di occupazione delle mamme con due figli, mentre in Europa la media è del 69,2 per cento. Disastrosa la situazione per le donne che hanno tre o più figli: lavora solo il 41,3% di loro, contro una media Ue del 54,7 per cento. E ancora, nel nostro Paese il tasso di occupazione delle donne senza figli tra i 25 e i 54 anni è pari al 63,9%, contro il 75,8% della media europea. In Francia e Germania le donne occupate sono rispettivamente l’81,8% e il 78,8 per cento.

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«In Lombardia -ricorda Maria Grazia Bove della segreteria di Cisl Milano- ben 4.586 donne lo scorso anno si sono dimesse per affrontare il primo anno di vita del loro bambino. E nel settore del commercio, nonostante vi sia una maggior flessibilità di orario e il part-time sia ancor più presente, vi è stato il numero superiore di dimissioni: ben 1.647 donne, contro le 25 in agricoltura, le 816 nell’industria, le 165 del credito e delle assicurazioni. Vero è che l’occupazione femminile nella nostra Regione è arrivata al 60% ed è aumentato anche l’utilizzo del part-time e del lavoro

Anno 2009 Lombardia Bergamo Brescia

MUSICA

di CHRISTIAN D'ANTONIO c.dantonio@jobedi.it

iettato ai piani alti della canzone italiana. Con questo disco ha potuto avvalersi della collaborazione di musicisti di grande esperienza, di un’orchestra diretta da Fabio Gurian, che ha arrangiato i violini degli ultimi successi di Subsonica e Fiorella Mannoia. E soprattutto non si è dimenticato dei talenti giovani come lui che con partecipazioni in un disco per un pubblico pop (è subito andato al numero 1 in Italia) possono svoltare. «I Cluster sono il gruppo vocale più incredibile che abbia mai sentito» dice dei genovesi che cantano “a cappella” e che avevano incantato il suo scopritore, Morgan, nella prima edizione di X Factor. Poi ha tirato dentro anche Dente («Un cantautore che mi piace professionalmente e umanamente») e Neffa, che gli ha scritto Un Finale Diverso, uno dei brani più movimentati e ironici del disco.

IL RIPESCAGGIO FA BENE Fu sempre Morgan nel 2009 a voler in gara i n tv Andrea Gioacchini, in arte Giops, che da Melzo conquistò il pubblico giovane con uno stile strampalato e teatrale. Solo oggi, dopo una parentesi di sperimentazione reggae, esce il suo disco di esordio prodotto da Dori Ghezzi, la moglie e la curatrice di Fabrizio De Andrè. «Penso che esprimersi artisticamente, qualora se ne sentisse l’urgenza, sia un diritto di tutti» dice a proposito del suo disco. In effetti siamo ancora di fronte a un astro nascente che dimostra di crescere davanti agli occhi di tutti. Il che può essere ammirevole ma risultare anche molto vulnerabile. Nel disco Io Non Sono Giuseppe Verdi c’è la cover di L’opportuniste, pubblicato nel 1969 dal cantautore francese Jacques Dutronq. «L’ho trovato molto attuale, forse perché la storia dell’ uomo si ripete sempre» dice lui. Inedito e molto bello il singolo Mai Più, firmato con il talentuoso autore milanese Niccolò Agliardi. Giops dimostra di essere in sintonia con l’eredità di De Andrè, anche se lontano per genere, ma aperto alla contaminazione. Rifà con credibilità persino la Rettore.

I Kasabian tornano in Italia forti di un successo di critica e pubblico per Velociraptor!, il loro album più completo e curato. Appuntamento per il 20 novembre all’Alcatraz. Ornella Vanoni, che è stata l’unica nota interessante del talent Star Academy, non

conosce sosta. «Voglio ancora fare molto nella musica, non mi guardo mai indietro. Sto lavorando a un progetto con Mario Lavezzi ma chissà fra quanto tempo uscirà». Nel frattempo si dice speranzosa per la situazione politica di Milano: «Pisapia non ha i soldi ma tanta volontà». Paul Mc Cartney porterà i suoi leggendari 50 anni di carriera in scena a Milano il 27 novembre al

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Forum. Macca, da poco risposatosi per la terza volta, ha annunciato la data con sicurezza da vera superstar: solo 4 settimane prima del concerto ed è già caccia al biglietto. Raphael Gualazzi, il jazz man lanciato da Caterina Caselli, suonerà agli Arcimboldi il 12 dicembre. L’artista è lanciatissimo anche all’estero dove esce in contemporanea con l’Italia la riedizione di Reality

ottobre/novembre 2011

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Si tratta solo di qualche esempio, ma che ben delinea la situazione di mentalità medioevale, cui ancora oggi il mondo delle lavoratrici si trova ad affrontare.

4.586 715

910

795

315

283

124

Lecco

177

123 184

93

75

156

171

1.469

1.652

Pavia

146

157

Sondrio

122

118

Varese

322

313

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La tv sforna star: Marco Mengoni e Andrea Giops

IL LIBRO

FABRIZIO ROVERSI

ottobre/novembre 2011

Dubbi e interrogativi sulla storia e sul mondo

DAI TURISTI AI MISTERI PER CASO

LIBRI Patrizio Roversi: da turisti a misteri per caso

Ecco alcune storie di donne che hanno dovuto lasciare il lavoro per assitere i figli tratte dal sito Bastadiscriminazioni. it, progettato e realizzato da Maria

Anno 2010

737

Cremona

Milano

MENGONI la mia vita in 12 brani

4.571

Como

Lodi

In arrivo nei negozi i dischi di due artisti usciti dalla Tv.

LE STORIE

Quarato: Giorgia, 31 anni è alla prima gravidanza: «Lavoro per l’assistenza clienti in una grande azienda di trasporti internazionali. Ho chiesto il part-time, ma me lo accorderebbero solo in orario 17-21 e spostandomi in magazzino, con una mansione che tutti evitano», mentre Chiara, 34 anni e contratto parttime con “clausole elastiche”, al rientro dalla maternità chiede un orario fisso compatibile con la cura del bimbo, ma l’azienda non è disponibile. Così si è trovata costretta a lasciare il lavoro. Anche Raffaella, 36enne alla sua seconda maternità e che da undici anni lavora in uno studio dentistico sintetizza così la sua storia: “Per “esigenze di lavoro” mi viene rifiutato un part-time in orari compatibili con la cura dei figli”. La lavoratrice, non riuscendo a sostenere la prova di forza, decide di dimettersi e il dentista assume un part-time, con orario da lui determinato, per rimpiazzarla.

DIMISSIONI DELLE LAVORATRICI NEL 1° ANNO DI VITA DEL BAMBINO

Mantova

MUSICA

Solo in Lombardia l’anno scorso 4586 donne si sono dimesse dopo il parto.

NON C’È POSTO PER LE MAMME

DIMISSIONI POST-PARTUM

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DOPOJOB

DA AVE

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LA TV

5 DOMANDE...

PIERFRANCESCO MAJORINO

LAVORO

Come si valuta e come si previene il disagio psicologico che non va considerato individualmente

CHE STRESS, QUESTO LAVORO “Un dipendente di una banca ha subito gravi lesioni a causa di un incidente stradale avvenuto mentre stava conducendo la sua autovettura. Si è richiesto di condannare il datore di lavoro al risarcimento del danno subito per tale infortunio, sostenendo che l’incidente automobilistico era stato causato dalle condizioni di stress lavoro-correlato in cui egli si trovava per l’attività lavorativa caratterizzata da orari prolungati e trasferte disagevoli, che gli impedivano di assistere la moglie gravemente malata.” Recita così una sentenza della Corte di Cassazione. Si tratta di un caso di stress-correlato, uno dei tanti di un fenomeno in continua crescita e complesso nell’interpretazione giuridica. Quando e come si può parlare di stress da lavoro? Come si determina? Chi sono i responsabili? Come si previene?

CON

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1

Sarà protagonista di un concerto da solita Noel Gallagher, il prossimo 28 novembre all’Alcatraz di Milano. In scaletta brani del nuovo disco High Flying Birds. Il cantante inglese ha molto da farsi perdonare: l’ultima volta che la band era stata qui, aveva annullato lo show per una lite improvvisa col fratello Liam e gli Oasis si sono sciolti.

A TEATRO

Come uscire dalla crisi: si riparte dalla Grande Milano

INTERVISTA

FIRMA ANCHE TU

Presso il Comune di Milano e in tutti i Consigli di Zona

“Come mi sento, domanda fatale, se ti rispondo, non stai neanche a sentire”. Con questa strofa ironica e semplice, Marco Mengoni fa ufficialmente il suo debutto nel mondo dei cantautori italiani. Dentro i 12 brani ci sono «tutte le mie esperienze da quando ho iniziato a fare questo mestiere, dagli alti dell’esaltazione ai bassi della solitudine e della depressione quando sono tornato al paese dopo la tournèe». Insomma, l’artista umbro trapiantato a Milano in seguito alla sua partecipazione a X Factor del 2009, a soli 23 anni vuol farci capire che non è tutto oro. Il suo secondo disco Solo 2.0 è il «il mio primo vero lavoro perchè ho deciso io i tempi e i contenuti. Sono un anarchico ma anche un despota sul lavoro». In attesa del suo debutto al Forum di Assago il il 26 novembre, a solo un anno da un talent show di successo, Mengoni è pro-

fondatore generale Lugi Corbani, direttore LaVerdi sinfonica

dell’orchestra

CULTURA/1

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influisce sul territorio a tre livelli: economico, culturale e politico. Non è detto che avvenga sempre nelle tre direzioni e non è detto nemmeno che, per ognuna di queste ci possano essere indirizzi diversi, scelte da privilegiare, aspetti da tenere in evidenza. Uno di questi è senz’altro il lavoro, condizione essenziale per vivere. La globalizzazione prima e la crisi economica poi hanno profondamente modificato la programmazione del mercato del lavoro: da una parte, c’è sempre meno occupazione salariata nella grande impresa e nel pubblico impiego; dall’altra professionalità e specializzazioni che si organizzano sempre più in lavoro autonomo, interinale, a tempo parziale, in cooperative. Anche a livello sociale la frammentazione è presente: ci sono almeno due città, ognuna con la propria velocità, ognuna più distante dall’altra. E, a differenza, degli anni della grande industrializzazione anche la marginalità sociale invece che “aggregata”, e riconducibile a ceti sociali ben precisi, si presenta oggi “dissociata” e riguarda più le persone che i gruppi. Da qui si riparte per fare della Grande Milano il motore dello sviluppo.

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TADINO

SPORTELLO

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C’è una Grande Milano che si estende ben oltre i confini del Comune e della Provincia. Comprende Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, Varese e la piemontese Novara, occupa un’area di 12 milioni di metri quadrati e d è abitata da 7milioni di persone. Lo dice l’Ocse, non avrà mai un soggetto amministrativo unico ma è una città reale. Quella che sociologi o urbanistici chiamano “città estesa” o, con il linguaggio della globalizzazione, “città diffusa”. A tenere insieme questa vasta area non sono leggi o decreti ma un sistema di reti che si dipartono da Milano e a Milano ritornano: logistica e trasporti, sistema aeroportuale, moda e design, ricerca e innovazione, università, sistema fieristico. Nelle aree metropolitane nel 2050 vivrà il 70% della popolazione mondiale e già oggi il 70% dell’energia prodotta è consumata nei grandi centri urbani. Dicevamo dei confini amministrativi e di quelli reali. Secondo gli studiosi il fenomeno urbano è sempre meno rappresentato con i dati della residenza della popolazione e i confini di una città diventano sempre più convenzionali e multipli. La certezza è che la metropoli

TV: tutti IA pazzi per I ALLA TV, SI MANG TUTT i programmi di cucina

e

FORUM

MILANO

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DI VIA

Danilo Galvagni, segretario generale Cisl Milano

LE NOVITÀ LEGISLATIVE

Corbani: RA E A, VITAL la cultura è LALCULTU ’ACQU É COME un bene primario

per sparsi sportelli 5,2 milioni Diciotto erogare e l’hinterland, da la città finanziamenti di

SOCIETÀ

WELFARE

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ALLO

COSA SUCCEDE IN CITTÀ

Il nuovo protocollo di relazioni con Palazzo Marino, deve essere attivato immediatamente per mettere a punto tutti quei confronti necessari per mettere a sinergia i tavoli già aperti. Expo deve considerarsi come l’occasione di promuovere un modello di relazioni avanzate, che veda i soggetti coinvolti in un’azione concertata. Una sorta di moderno distretto, strutturato e facente capo ai Commissari straordinari, che supporta, verifica, concerta i diversi tavoli già aperti.

NON BASTA IL NOME

Viaggio nell’universo variegato della cooperazione lombarda. Tra società vere e solidali e altre puramente di comodo.

che Persone di tempi chiedono problematichea pagare La notizia al welfare alcune difficoltà economica. in attesa ne “microcredito”della di accesso crisi partita da tempo, tamponato vie della Fondazione era del prestito. normali evidentitutte, hanno ambrosianorapidamente, rate effetti ad attraverso per sperimentare Tutti provate è girata agli sportelli, questo, di rispondere gestiti le hanno non riescono, ma fuori. è nata per in grado le e subito quelli migliori a venirne sociale come Cisl di Milano, credito la Fondazione di welfare 2011 dalla d’informazioni resto diversi. /novembre richieste appuntamento, Del nuovo modello ottobre e a soggetti lavoratori un e di tirare esigenze e immigrati, a Italiani ce la fannoun’attività numero.che non mettere su a in gran pensionati arrivate intenzionato sono e anchegiovane in crisi qualche avanti,

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La difesa e la valorizzazione dell’occupazione. Per chi partecipa agli appalti è già prevista la cosiddetta “clausola sociale”: l’azienda s’impegna da assumere una certo numero di disoccupati a partire dai giovani e come premio acquisisce punti validi per la gara. Dobbiamo trovare il modo di estendere la “Clausola sociale” a tutte le società che lavoreranno per Expo.

ANNO VI NUMERO 10/11 OTTOBRE/NOVEMBRE 2011

di MAURO CEREDA m.cereda@jobedi.it

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Ma siamo sicuri che l’America sia stata scoperta da Cristoforo Colombo? Nel 2012 ci sarà davvero la fine del mondo? La fonte dell’eterna giovinezza è solo una leggenda? Per provare a rispondere a queste e ad altre domande Syusy Blady e Patrizio Roversi hanno girato il globo. Il risultato del loro “peregrinare” è raccolto in un divertente (ma approfondito) volume: Misteri per caso (Rizzoli, 16,90 euro). Job ha incontrato Roversi al Festivaletteratura di Mantova. Dopo i viaggi in coppia, ecco un libro. Intanto va detto che la scrittrice è Syusy, io fungo da detonare, nel senso che pongo le domande e faccio esplodere le sue risposte. Il libro nasce dal desiderio di raccontare alcune cose, da un punto di vista diverso dal solito. Da quando abbiamo cominciato a viaggiare, circa 20 anni fa, Syusy si è sempre interessata a certe questioni legate all’archeologia, al passato. Senonché su alcune di esse non ha avuto, a suo dire, delle risposte soddisfacenti dalla storia ufficiale. Ha trovato dei misteri, delle incongruenze,

degli aspetti non chiariti. Così si è messa ad approfondire, andando a scomodare studiosi e appassionati. E ha provato a raccontare delle ipotesi alternative. Tu fai la parte dell’accompagnatore “scettico”. In realtà faccio davvero la mia parte. Su alcune cose, per esempio sul fatto che Cristoforo Colombo non abbia scoperto l’America, a parte i sussidiari del nostro ministero, sono tutti d’accordo. Ci sono delle mappe che dimostrano che l’uomo andava in America da secoli. Altri misteri sono più ostici. Però mi affascina questo groviglio di storie e i collegamenti che le indagini ti inducono a fare. È un percorso, un gomitolo di ipotesi e suggestioni

chi è...

estremamente interessante. Alla fine non mi sono convinto di tutto, però seguire Syusy è stato divertente. Ma ciò che mi ha stimolato molto è stato lo scandalo suscitato. In che senso? Nel senso che ci sono da sempre quelli che si scandalizzano e che dicono “no questo non si può dire perché la scienza ha decretato che…”. Ora, per fortuna, la scienza cambia idea ogni dieci minuti, altrimenti non sarebbe una scienza che procede, diciamo così, dialetticamente. Le ipotesi devono essere fatte senza freno a mano. Poi ci sarà una selezione, una sintesi: alcune reggeranno alla prova e altre no. Però è sempre interessante stare dietro a queste storie bellissime. Tv, libri, adesso siete impegnati anche con un sito e una rivista (Turisti per caso). Sul web stiamo lavorando molto. Oggi il sito www.turistipercaso.it fa un milione di utenti unici al mese. Nonostante noi è diventato una cosa importante, una piattaforma che viene utilizzata dai turisti viaggiatori per scambiarsi esperienze, itinerari, commenti. La rivista è, fondamentalmente, un distillato del sito. E anche quella è un fenomeno perché continua a vendere 70-80 mila copie. Adesso vorremmo lanciare una web tv dedicata al viaggio, ma non solo. Ormai la tv generalista è in difficoltà. Nostra figlia 17enne la ignora, per lei è un oggetto misterioso. Mia suocera, dopo l’avvento del digitale terrestre, non ci capisce niente e quindi non la guarda più. Il futuro è della tv on demand: vado a vedere quello che voglio, quando ne ho voglia, possibilmente gratis. Noi stiamo raccogliendo tutta una serie di materiali, che vorremmo rimontare per farne delle pillole monotematiche, dei video brevi. Ti serve qualcosa sul Guatemala? Sull’Argentina? Sulle isole Svalbard? Vai sul sito e lo prendi.

Nato a Mantova nel 1954, bolognese di adozione, laureato al Dams (Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo), da oltre vent’anni fa coppia sugli schermi televisivi con Syusy Blady. Insieme hanno scritto libri e condotto programmi di grande successo: Lupo Solitario, Turisti per Caso, Velisti per Caso, Misteri per Caso ed Evoluti per Caso. I loro siti internet, “guarda caso”, si chiamano www.turistipercaso.it e www.velistipercaso.it.

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ottobre/novembre 2011

DIRETTORE Piero Piccioli p.piccioli@jobedi.it REDAZIONE via Tadino, 17 - 20124 Milano 02/36597420 Fax 02/70046866 info@jobedi.it Chrisian D’Antonio, Innocente Somarè (grafica e impaginazione) Sveva Stallone, Benedetta Cosmi COLLABORATORI: Daniela Bianchi, Maurizio Bove, Massimo Casiraghi, Mauro Cereda, Remo Guerrini, Michela Loberto, Maria Quarato EDITORE JOB NETWORK - PROPRIETARIO DELLA TESTATA Cisl Milano Via Tadino, 23 20124 Milano Responsabile trattamento dati, legge 196/03: Piero Piccioli Reg. Trib. di Milano n.293 del 26/04/2006 Iscrizione Roc n. 17405 del 09/08/2008 STAMPA La Serigrafica Arti Grafiche via Toscanelli, 26-20090 Buccinasco 02.45708456 www.laserigraficasrl.org


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02/471124

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Dalle 14,30 alle 17,00

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Dalle 9,30 alle 12,00

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Via Berra, 6 (creScenzago)

gioVeDì

Dalle 14,30 alle 17,30

02/26308498

Via Dante, 2 ciniSello BalSamo

gioVeDì

Dalle 14,30 alle 17,30

02/20525441

l.go ScalaBrini, 6 P.za minniti, 8 Via Faa Di Bruno, 20

c/o Punto nuoVa imPreSa Via Santa marta, 18

a.s.i.i.m.

U.i.l.

orario di aPertUra

c/o camera Del laVoro metroPolitana Di milano - corSo Di Porta Vittoria, 43 mercoleDì e gioVeDì

c/o FormaPer – c.c.i.a.a. milano - Via Santa marta, 18 sPortello PUnto imPrenditoria immigrata

cooP. la strada

giorni di aPertUra

Via g.B. Piazzetta, 2

Dal luneDì al VenerDì Dal luneDì al VenerDì Dal luneDì al VenerDì

Dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00 previo appuntamento Dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00 previo appuntamento Dalle 8,00 alle 18,00 previo appuntamento

02/85154342 02/85154342 02/55213838

c/o aDa - Via HermaDa, 14

marteDì e VenerDì

Dalle 10,00 alle 12,00

02/6432140

U.i.l.

c/o aDa - Via Botticelli, 2

marteDì gioVeDì

Dalle 10,00 alle 12,30 Dalle 15,00 alle 17,30

02/70005405

U.i.l.

c/o caF - Via Faenza, 3

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Dalle 15,00 alle 17,00

02/8134910

U.i.l.

c/o caF - Via camPanini, 7

gioVeDì

Dalle 15,00 alle 17,00

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U.i.l.

Via camPanini, 7

VenerDì

Dalle 15,00 alle 17,30

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PRIMO PIANO

SI RIPARTE, DA MILANO

BARICENTRO DEL CAMBIAMENTO Per la Cisl di Milano gli appuntamenti di Loano, hanno sempre rappresentato momenti di forte socializzazione fra gli iscritti e i quadri dirigenti; occasioni importanti per la formazione delle persone e per il rafforzamento del senso di appartenenza a una grande organizzazione. Non solo, Loano rappresenta per la Cisl di Milano anche il luogo dove si realizza il confronto con l’esterno, con le istituzioni e tutti gli altri protagonisti del territorio in cui operiamo. Un modo per verificare e mettere a punto le nostre idee e proposte. Quest’anno “Milano Metropoli” e il “Sapere delle persone per l’organizzazione e il proprio benessere” sono i temi che vogliamo sviluppare. Milano-metropoli intesa come baricentro di una rete di relazioni che devono muovere l’attività del sapere e del conoscere, con l’obiettivo di qualificare il lavoro e produrre nuova occupazione. Una Milano che si collochi nella Lombardia come luogo dove indirizzare i cambiamenti economici e le trasformazioni sociali. Soggetto di una politica nuova, di istituzioni efficienti, di una finanza che rimanendo più vicina al territorio e alle persone riacquisti le sue funzioni “materiali” e quindi interpreti e sia protagonista insieme al tessuto produttivo, di quell’etica sociale che si costruisce solo nel vivere in comune. In questo contesto , così complesso e caratterizzato da un’accentuata e diffusa richiesta di certezze, alle organizzazioni e agli individui, sono richieste notevoli capacità di adattamento, flessibilità e rapidità nell’assumere decisioni. Anche la Cisl è attraversata da questi fenomeni che richiedono lo sviluppo di capacità e competenze capaci di rispondere al meglio a chi si rivolge e guarda con fiducia a noi. Danilo Galvagni, segretario generale Cisl Milano

C’è una grande città che va ben oltre i confini del Comune e della Provincia. È fatta di reti economiche e sociali che vanno riattivate.

C’è una Grande Milano che si estende ben oltre i confini del Comune e della Provincia. Comprende Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, Varese e la piemontese Novara, occupa un’area di 12 milioni di metri quadrati e d è abitata da 7milioni di persone. Lo dice l’Ocse, non avrà mai un soggetto amministrativo unico ma è una città reale. Quella che sociologi o urbanistici chiamano “città estesa” o, con il linguaggio della globalizzazione, “città diffusa”. A tenere insieme questa vasta area non sono leggi o decreti ma un sistema di reti che si dipartono da Milano e a Milano ritornano: logistica e trasporti, sistema aeroportuale, moda e design, ricerca e innovazione, università, sistema fieristico. Nelle aree metropolitane nel 2050 vivrà il 70% della popolazione mondiale e già oggi il 70% dell’energia prodotta è consumata nei grandi centri urbani. Dicevamo dei confini amministrativi e di quelli reali. Secondo gli studiosi il fenomeno urbano è sempre meno rappresentato con i dati della residenza della popolazione e i confini di una città diventano sempre più convenzionali e multipli. La certezza è che la metropoli

influisce sul territorio a tre livelli: economico, culturale e politico. Non è detto che avvenga sempre nelle tre direzioni e non è detto nemmeno che, per ognuna di queste ci possano essere indirizzi diversi, scelte da privilegiare, aspetti da tenere in evidenza. Uno di questi è senz’altro il lavoro, condizione essenziale per vivere. La globalizzazione prima e la crisi economica poi hanno profondamente modificato la programmazione del mercato del lavoro: da una parte, c’è sempre meno occupazione salariata nella grande impresa e nel pubblico impiego; dall’altra professionalità e specializzazioni che si organizzano sempre più in lavoro autonomo, interinale, a tempo parziale, in cooperative. Anche a livello sociale la frammentazione è presente: ci sono almeno due città, ognuna con la propria velocità, ognuna più distante dall’altra. E, a differenza, degli anni della grande industrializzazione anche la marginalità sociale invece che “aggregata”, e riconducibile a ceti sociali ben precisi, si presenta oggi “dissociata” e riguarda più le persone che i gruppi. Da qui si riparte per fare della Grande Milano il motore dello sviluppo.

CAMPAGNA PER I DIRITTI DI CITTADINANZA Cittadinanza e diritto di voto per chi nasce e vive in Italia. Costruiamo insieme i prossimi 150 anni!

FIRMA ANCHE TU Presso il Comune di Milano e in tutti i Consigli di Zona


FLASH

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HANNO DETTO Nella frattura fra società civile e istituzioni l'unico rapporto che si mantiene saldo è tra i cittadini e i Comuni.

L'ENERGIA GREEN FA RISPARMIARE 11 MILIARDI Con gli investimenti nelle energie rinnovabili, l'Italia nel 2035 puo' arrivare a risparmiare nelle importazioni 11 miliardi. Secondo la Fondazione "Riformismo & libertà" fino al 2035, se le attrezzature fossero prodotte interamente in Italia, si risparmierebbero circa 2 miliardi di importazioni. La Cina attualmente produce il 55% dei pannelli solari senza installarli. Gli esperti dicono che se iniziassimo a investire in formazione e produzione il risparmio potrebbe assicurarci sviluppo.

ANGELO RUGHETTI Segr. gen. Anci

Occorre realizzare una forte coesione di intenti in ordine ad obiettivi condivisi perchè l'occupazione stabile per i giovani è una sfida da vincere. GIORGIO NAPOLITANO Presidente della Repubblica

L'AGRICOLTURA RESISTE E CRESCE DELL'1,6% In Europa i giovani agricoltori attivi si registrano su percentuali bassissime, l'Italia fa peggio di tutti o quasi collocandosi al quart'ultimo posto, su 27 stati. Eppure nel 2010 l'ccupazione nel settore è salita dell'1,6 % rispetto all'anno precedente e c'è stato un rialzo dello 0,9% per la fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Da qui ai prossimi 7 anni però la Politica agricola comune europea ha previsto un taglio del 7% agli aiuti che solitamente arrivavano al settore italiano.

I ministeri al Nord vanno chiusi per condotta antisindacale e legalità violata.

A Milano ci sono 3.500 senza fissa dimora (dato 2008) e circa 2mila vivono in aree dismesse mentre il resto è per strada o nei pochi dormitori pubblici. Ora il Comune, alla vigilia di un nuovo inverno, ha deciso di stanziare 1 milione di euro per 3mila pasti caldi, 2.200 posti letto (80 sono nuovi) e una tenda in via Barzaghi. Lo spirito che anima questo nuovo stanziamento è l'andarsi incontro. Per questo viene lanciato un appello ai cittadini: donate coperte e denaro. La prima raccolta è prevista per il prossimo 19 novembre nelle piazze della città.

ANNA BARONCINI Giudice del Lavoro di Roma Serve un partito che dia voce agli indignati. Voglio contribuire a unire il movimento. Sono persone allegre, sono in piazza per dignità e non per odio. LUIGI DE MAGISTRIS Sindaco di Napoli

SEMBRANO TANTI MA RESTA DIFFICILE APRIRE KEBAB Nonostante siano 38mila in tutta Italia, i kebab e le imprese alimentari in genere gestite da stranieri non hanno vita facile. Dalla Versilia a Pavia e Bergamo, le licenze per aprire in centro città nuovi ristori etnici sono sempre più ostacolate dai sindaci per motivi di “decoro e tutela del made in Italy”. Dei 2.500 ristoranti etnici in Italia il 75% sono cinesi seguiti dai giapponesi (circa il 9%). A Milano ci sono 1883 ristoranti cinesi.

LO STATO PAGA SEMPRE PIÙ TARDI

Dopo la fase del togliere ora il Comune deve dare. La cultura non può ridursi a questioni da ragioniere.

Fondazione Impresa, un ufficio studi veneto, lancia l'allarme per il ritardo dei pagamenti di servizi e commesse da parte dello Stato. Nel primo semestre 2011 i tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione nei confronti delle piccole e medie imprese si è ulteriormente dilatato di 7,8 giorni raggiungendo 92 giorni complessivi. Va peggio per manifatturiere: le piccole imprese che accettano impegni con il pubblico devono rassegnarsi a un'attesa di circa 4 mesi per essere pagate.

Antonio Scurati scrittore

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IL PIANO FREDDO DA UN MILIONE

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FLASH

CONSUMI DI MENO SE LA LAVATRICE LA FAI DI SERA Finalmente si è scatenata la guerra alla concorrenza nei consumi domestici. Ma non sempre le offerte per luce e gas sono chiare. Come orientarsi? Il 10% delle famiglie ha cambiato gestore. Il prezzo bloccato è fornito quasi da tutti gli operatori. A Milano il più economico, in media, è Edison Web per la luce. Da gennaio, anche la tariffa di maggior tutela diventa bioraria. Significa che durante il giorno si spenderà circa il 30% in più di quello che si potrebbe consumare di sera. Lavatrici, quindi, dopo le 19.

I CONSIGLIERI REGIONALI SI AUMENTANO LA PENSIONE La Regione nell'ultimo anno ha finanziato la sagra della Possenta per 5mila euro, una giornata per la felcità che è costata 16mila, 10mila euro sono serviti a rieditare gli statuti del ducato del 1700. Ma soprattutto i consiglieri regionali si sono aumentati i rimborsi di 150mila euro e i vitalizi agli ex consiglieri sono lievitati di 130mila. Come se a un cittadino comune venisse improvvisamente aumentata la pensione. E questo mentre, ci dicono, non ci sono soldi.

LE COPPIE MISTE FANNO 30MILA FIGLI ALL'ANNO I figli di coppie miste erano circa 24mila nel 2008, superavano i 25mila nel 2009 e sono vicini ai 30mila nei dati del 2010. Secondo l'Istat continuano a calare i figli nati dai genitori entrambi italiani ( meno 25mila in 2 anni) e aumentano quelli dei genitori entrambi stranieri (14% del totale dei nati in Italia). Il 20% dei neonati da coppie miste vive in Lombardia e nella maggior parte dei casi la madre è rumena (circa il 19%) e il padre italiano. I padri stranieri sono soprattutto marocchini e albanesi (entrambi sopra l'11% del totale).

LA MILANO PUBBLICA VALE QUASI 2 MILIONI Su www.agenziademanio.it sono state pubblicate delle valutazioni dei beni del Demanio che potrebbero passare di proprietà al Comune di Milano. Si scopre che il Palazzo di GIustizia di corso di Porta Vittoria vale 463 milioni, seguito da un distretto militare che ne vale 227. L'Università Statale costa 111 milioni, mentre nei beni in teoria vendibili compare anche un misterioso rifugio antiaereo ancora preservato al 31 di corso Monforte (nella foto, l'esterno).

IMPRENDITRICI MEGLIO AL NORD SI poteva immaginare che il tasso d'occupazione femminile fosse alto al Nord (55% in Lombardia, 63% a Bolzano). Ma la città più virtuosa per le condizioni più favorevoli alle donne per imprenditorialità e occupazione è Udine. Secondo l'osservatorio Confcommercio l'Italia però è in ritardo di 23 annis sulla legislazione per favorire l'occupazione rosa. Il tasso di inattività delle donne (48,9%) equivale a quello europeo del 1987. Secondo i dati, lo Stato aiuta le donne lavoratrici con gli stessi mezzi stanziati in Portogallo e Bulgaria.

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HANNO FATTO La Fifa ha stanziato 10 milioni di dollari per lottare contro le scommesse illegali nel calcio. L'Italia (dove si scommettnono 2,5 miliardi all'anno al totonero) ha avviato inchieste più severe. La Ue ha scelto le opere pubbliche di trasporto che finanzierà in Italia: treni Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo. Niente soldi per il Ponte sullo stretto ma sì al superveloce Lione-Venezia. In Sicilia la Confcommercio espellerà chi paga il pizzo. Il presidente nazionale Carlo Sangalli ha deciso di esportare il modello in tutta Italia.

A Settimo Torinese in provincia di Torino il sindaco, prendendo un'idea tedesca, ha impiegato i 130 cittadini che ricevevano sussidi e non lavoravano, in mansioni socialmente utili. Per loro un assegno di solidarietà di 300 euro al mese. Il Papa verrà a Milano a maggio prossimo. Si aprono le donazioni per il restauro del Duomo su duomomilano.it. La Veneranda Fabbrica ha bisogno di 30 milioni per le guglie e allestimento di uno shop del museo.

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PIERFRANCESCO MAJORINO

5 DOMANDE... L’assessore alle Politiche sociali punta all’”inclusione” di tutti nella vita pubblica. E a sfruttare le risorse rimaste.

A MILANO MAI PIÙ SOLI di CHRISTIAN D'ANTONIO c.dantonio@jobedi.it

chi è...

Nato a Milano (1973), inizia a far politica con l’Unione degli Studenti e la Rete Studentesca negli anni 90. Poi è diventato consigliere del ministro alla solidarietà sociale, Livia Turco. Dal 2006 è consigliere comunale del Pd . Da maggio è assessore comunale alle Politiche sociali e Cultura della salute.

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Assessore, cosa ha fatto per prima cosa da quando si è insediato a maggio? Abbiamo dovuto ridefinire il nostro campo d’azione perchè con quest’assessorato riuniamo la funzione sociale e quella sanitaria. La nostra priorità è stata quella di studiare un modo per promuovere l’inclusione delle persone nella vita pubblica e non lasciarle sole.

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Come si fa a fare politica sociale in questi tempi di forti ristrettezze? La coperta è stretta ma ora basta accorciarla. Il buco che ci ha lasciato la precedente amministrazione è reale, così come i tagli del governo e chi fa il bilancio fa bene a lanciare allarmi. Ora siamo in attesa di conoscere quale sarà il budget effettivo del nostre settore. In ogni caso sono ottimista: razionalizzando si troveranno i soldi, specie per finanziare i deboli e i non autosufficienti, che sono i destinatari dei progetti che ho in mente. Uno è quello del centro di informazione per tutti gli immigrati, che è una novità assoluta per una città italiana. Ci vorrà più tempo per farlo, spero che entro fine mandato saranno pronte risorse e spazi. www.jobnotizie.it

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E intanto cosa avete fatto per gli immigrati? Abbiamo lanciato in piena estate un nuovo modello di accoglienza per i richiedenti asilo. Il centro della protezione civile di via Barzaghi è ora totalmente gestito dal Comune sia per quanto riguarda l’intervento umanitario che per il coordinamento degli interventi di assistenza. In questo modo risparmiamo tempo e soldi. Ma non ci limitiamo a questo noi li accompagniamo, li indirizziamo, non li lasciamo in un albergo come è successo nella cintura metropolitana. Che poi, secondo me è stato quello che ha scatenato le recenti proteste.

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Ci sono alcune iniziative di cui non si ha più notizia: il registro badanti e il custode sociale. Il problema dei custodi sociali, ovvero quelle figure che nei quartieri aiutano gli anziani e altri soggetti in difficoltà, è che finora hanno operato senza coordinamento: stiamo lavorando per costituire una regia effettiva ed efficiente. Per il registro delle badanti, un’idea dell’amministrazione Albertini che ne voleva certificare la preparazione, c’è da rafforzare le modalità

di accesso. Rilanceremo lo sportello comunale e vogliamo che tutte facciano un corso per avere un unico profilo professionale di cui le persone possano fidarsi. Dobbiamo muoverci in continuità col passato migliorandolo. Anche la gestione dei campi rom andrà in questa direzione. Repressione seria dei nuovi insediamenti e strategia per promuovere i piani di integrazione in alcune comunità, che finora si sono rivelate vincenti.

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E sui poliambula tori di zona, si dice che qualcuno di questi sarà chiuso perchè troppo costoso. Qual è la sua posizione? La sanità è essenzialmente di competenza regionale e il nostro campo d’intervento è limitato. Stiamo comunque verificando la situazione e se emergerà che ci sono servizi che costano troppo e rendono poco, punteremo su associazioni di medici di base come consulenti. ottobre/novembre 2011


WELFARE

SOCIETÀ

Diciotto sportelli sparsi per la città e l’hinterland, 5,2 milioni di finanziamenti da erogare

IL MICROCREDITO TI DÀ UNA MANO di Mauro Cereda - m.cereda@jobedi.it La crisi ha colpito duro anche a Milano. Sono, infatti, sempre di più i lavoratori e le famiglie che fanno fatica a tirare la fine del mese. Il problema riguarda anche il cosiddetto “ceto medio”, che fino a poco tempo fa pareva al riparo dalle intemperie dell’economia. Per dare una (sia pure parziale) risposta a questi bisogni la Fondazione Welfare Ambrosiano, istituita da Comune, Provincia, Camera di commercio e sindacati confederali, ha varato il progetto Microcredito Milano. Ne parliamo con il direttore della Fondazione, Romano Guerinoni (foto a destra). Quali sono gli obiettivi della Fondazione? L’obiettivo principale è aiutare i lavoratori milanesi in difficoltà economica, in particolare a causa della crisi, per evitare che scivolino nella fascia grigia della povertà. La nostra è un’azione preventiva, di sostegno temporaneo. Ci muoveremo sia sull’area del microcredito, sia su quella del welfare sussidiario, quindi, ad esempio, con interventi sull’area sanitaria o della non autosufficienza. La prima iniziativa concreta che parte è proprio quella del microcredito. Esatto. L’idea è di aiutare la persona in difficoltà, rendendola parte attiva. Questo tipo di sostegno è rivolto a chi si impegna a trovare un nuovo lavoro o a chi decide di intraprendere un’attività professionale autonoma o ha problemi a portarne avanti una già avviata. Penso, ad esempio, al cassintegrato che deve comunque rispettare impegni economici già presi o

alla partita Iva che non riesce a pagare le tasse ed è in attesa di ricevere egli stesso dei pagamenti per il lavoro svolto. Ma in cosa consiste l’aiuto? In un finanziamento a condizioni agevolate rispetto a quelle normali di mercato. Attenzione, non è un contributo a fondo perduto: i soldi ricevuti devono essere restituiti entro 6 anni. L’importo minimo è pari a 2mila euro, quello massimo a 20mila. Nel complesso la Fondazione può erogare circa 5 milioni e 200mila euro. Con queste risorse ipotizziamo di poter aiutare attorno alle mille persone. Come funziona il progetto? Il modello organizzativo si regge su un sistema di partner di prossimità. Si tratta di una rete di 18 sportelli, sparsi sul territorio, che accolgono e accompagnano le persone interessate, a cui si aggiunge un’associazione di volontariato (Vobis), composta da ex bancari ed esperti di finanza cui spetterà la valutazione di sostenibilità del prestito. Quindi se io desidero accedere al servizio cosa devo fare? Deve recarsi ad uno degli sportelli. Qui un incaricato valuterà se lei ha i requisiti previsti. In caso di assenso, la sua richiesta verrà valutata sul piano della sostenibilità: bisognerà cioè capire se lei è ragionevolmente in grado di restituire i soldi ricevuti, nei tempi stabiliti. Se anche questa risposta è positiva, la pratica verrà passata alla banca da lei indicata, tra quelle che hanno aderito al progetto,

che provvederà ad erogare il prestito. A garantire per lei presso l’istituto di credito sarà la Fondazione. Il progetto è appena partito, che segnali avete avuto? Di grande interesse. L’aspetto che mi ha più colpito è stata la massiccia richiesta di aiuto da parte di pensionati, a cui però non possiamo dare risposta perchè, come ho detto, l’iniziativa si rivolge ai lavoratori attivi o potenziali. Comunque questo dato evidenzia un problema sociale grave, che solleveremo presso le istituzioni.

La vostra è un’iniziativa innovativa. La Fondazione Welfare Ambrosiano è l’unica in Italia, che io sappia, composta da soggetti pubblici e del privato sociale. È un tentativo, interessante, di dar vita a un modello di welfare concertato tra soggetti così diversi. È un tentativo che non risolve il problema, ma dà una mano ad affrontarlo. Di fronte al calo dell’intervento pubblico, diventerà sempre più necessario sperimentare strade come questa.

ALLO SPORTELLO DI VIA TADINO La notizia che l’operazio ne “microcredito”della Fondazione welfare ambrosiano era partita è girata rapidamente, e subito agli sportelli, come quelli gestiti dalla Cisl di Milano, le richieste d’informazioni e di appuntamento, sono arrivate in gran numero. Italiani e immigrati, lavoratori in crisi e anche pensionati che non ce la fanno a tirare avanti, qualche giovane intenzionato a mettere su un’attività www.jobnotizie.it

in proprio ma che non ha fondi sufficienti per partire. Fare statistiche, disegnare profili di chi sono quelli che chiedono l’intervento della Fondazione è presto. Tuttavia alcune problematiche sono ricorrenti: perdita del lavoro, anche da tempo, difficoltà a pagare l’affitto di casa o rimborsare le rate del prestito. Tutti effetti evidenti della crisi economica. Persone che già le hanno provate tutte, hanno tamponato in attesa di tempi migliori ma non riescono, attraverso normali vie di accesso al credito a venirne fuori. Del resto la Fondazione è nata per questo, per sperimentare un nuovo modello di welfare sociale in grado di rispondere ad esigenze e a soggetti diversi.

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CISL MILANO


VIAGGIO NELLA COOPERAZIONE

STORIA DI COPERTINA

Il nome, da solo, non è più una garanzia. Ci sono quelle vere, professionali e mutualistiche. E quelle di comodo.

NON BASTA CHIAMARLA COOPERATIVA

di CHRISTIAN DANTONIO c.dantonio@jobedi.it «Mettiamo assieme tre soci e formiamo una cooperativa». Ci vuole poco a costituire una coop, che poi corrisponda veramente ai criteri di mutualità e solidarietà che sono alla base della cooperazione del secolo scorso, è un altro discorso. Spesso si tratta di aggregazioni di comodo, fatte sotto forma di cooperativa per sfruttare i vantaggi, sempre meno, che la legge italiana riserva a questa forma di società in virtù proprio degli scopi non speculativi che dovrebbero stare alla base della loro costituzione. La Corte di Giustizia europea a settembre ha stabilito che le agevolazioni fiscali per le cooperative italiane sono aiuti di Stato. Al di là di ogni altra considerazione, questo

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significa che la “convenienza” fiscale che c’è nel fornire lavoro attraverso una cooperativa in futuro potrebbe venir meno e potrebbe, in qualche modo facilitare la selezione tra cooperative vere e fasulle. Quanti degli addetti delle 12mila cooperative attive in Lombardia sa cosa c’è scritto negli statuti delle loro società, la partecipazione, i diritti e i doveri di ciascun socio?

SERVIZI E CASE

Secondo i dati Unioncamere il settore al 2008 impiegava 170mila persone (16% del totale nazionale) tra trasporti, credito, costruzioni e servizi sanitari e sociali. Il trend di crescita è iniziato nel 2000 e fino a 2 anni fa, prima della crisi, aveva se-

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gnato +13%. A Confcooperative, una delle maggiori confederazioni, nel 1988 in Lombardia aderivano 12mila soci, l’anno scorso erano quasi 80mila. La logistica è il punto dolente del sistema. «Nella maggior parte dei casi i soci nemmeno si conoscono tra di loro, non s’incontrano e non decidono le scelte della società» dice Antonio Palla della Fit-Cisl «e se, poi, all’improvviso non c’è più lavoro, tutti a casa. Capita anche che il socio si rechi nella sede fisica della cooperativa e non trovi nessuno. O che sia direttamente il committente, spesso la grande distribuzione, a far chiudere una cooperativa per aprirne una propria che svolge le stesse mansioni». Dunque, si aprono e si chiudono società

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STORIA DI COPERTINA a uso e consumo, secondo convenienza e opportunità. Operazioni spesso di facciata che però, prima o poi, si svelano per quelle che sono. «Molte aziende usano il lavoro esternalizzato delle coop» dice Tommaso Di Buono responsabile dell’Ufficio legale di Cisl Milano «per disporre ma non rispondere dei lavoratori. Creando una cooperativa mettono uno scerno tra chi comanda e chi esegue». Di vantaggi per chi gestisce una cooperativa nell’ambito della produzione lavoro ce ne sono molti. Anche se, con la legge Biagi del 2003, la legislazione che riguarda le coop (ferma al 1991) è stata aggiornata: il committente che si affida a una cooperativa ne risponde sia il trattamento previdenziale che retribuito. Se qualcosa non va nella busta paga il lavoratore di una cooperativa ha due anni per chiedere quello che gli spetta. Per gli altri lavoratori gli anni per fare ricorso sono cinque, ma almeno è un inizio di equiparazione.

DIFFERENZE E SIMILITUDINI

Perchè il punto è questo: non c’è differenza, in un supermercato o in un ospedale, tra chi mette la frutta a banco o allaccia una sedia a rotelle se pagato direttamente dal titolare dell’impresa o da una cooperativa appaltatrice. «I lavoratori fanno le stesse cose anche se il loro contratto è diverso» spiega Palla «È atroce vedere come talvolta la discriminazione avviene tra colleghi sullo stesso posto di lavoro. Gli esterni delle cooperative sono spesso trattati con distacco dai dipendenti dell’azienda appaltante. Quasi appartenessero a una categoria inferiore». C’è però anche la cooperazione vera, da quelle storiche a quelle di recente costituzione, che creano opportunità di lavoro e qualcosa di più. Molte cooperative sociali, specie in Lombardia, lavorano bene e hanno punte massime di soddisfazione dei soci e dei clienti. «Questo succede perchè la cooperazione sociale facilmente crea imprenditoria e va a soddisfare carenza di servizi che gli enti locali non possono dare e di cui l’utenza è affamata» scrive Gilberto Antonelli nel suo studio sulle cooperative sociali. Dalla teoria alla pratica: «Sul territorio funziona molto l’assistenza ad anziani e disabili» racconta Stefano Radaelli, responsabile settore lavoro di Consorzio Mestieri che fornisce servizi alle coop sociali. «Dove non arriva il pubblico arrivano le cooperative» prosegue «e in periodi di crisi la contrazione l’avvertiremo anche in questo settore ma credo che saranno soprattutto i servizi per l’infanzia a crescere. Si cercano soprattutto figure qualificate, dirigenti amministrativi, facciamo fatica a trovare quadri. Ma anche badanti ed educatrici con titoli di studio specifici. Ormai anche nel sociale non ci si può più improvvisare».

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AVANTI CHI OFFRE DI MENO Gli effetti delle delle gare al ribasso si scaricano sugli addetti delle cooperative: aumentano i carichi di lavoro ma la paga resta la stessa.

«La vera iattura nel sistema delle cooperative sono le committenti. Sono tutti a caccia di chi offre di meno». Patrizia Antonini, responsabile settore imprese pulimento della Fisascat-Cisl di Milano, è sconfortata. «Il ribasso ha ripercussioni paurose sui servizi offerti» racconta «e i soci delle cooperative che lavorano duro non c’entrano niente. Solo che poi gli utenti se la prendono con loro se l’ufficio è sporco o il condominio è trascurato». Succede questo: per mantenere gli appalti ottenuti le cooperative sono disposte a far lavorare anche di notte, soprattutto le donne, non importa di quale età. La crisi obbliga ad accettare tutto e chi paga sono i lavoratori. «In maggioranza, almeno nell’ambito delle pulizie, ci si muove nelle regole ma cambiano le condizioni di lavoro. Le nostre iscritte ci parlano di stress enorme. Quello che prima si faceva in tre si fa da sole, quello che si prendeva due ore di tempo ora di deve

fare in pochi minuti. Meno male che in maggioranza sono donne che hanno grande senso di responsabilità». E se non ce l’hanno, qualcuno gliela fa assumere la responsabilità. Numerose segnalazioni fatte in molti ospedali, descrivono inservienti costretti a maneggiare barelle e flebo. In un recente contenzioso è dovuto intervenire il sindacato: la caposala di un reparto aveva chiesto a una donna delle pulizie di fare il lavoro di infermiera.

E POI I SUOI ‘SOCI’ NON L’HANNO PIÙ VOLUTA Nina lavorava come badante, portava a casa meno di 500 euro al mese. Poi è rimasta incinta e la cooperativa l’ha allonata. E lei ha fatto causa. Non riesce a trovare una spiegazione Nina, 30 anni, sudamericana a Milano da 5: è incinta ed è rimasta senza lavoro perchè la cooperativa non la vuole più. «Stavo bene con le mie signore, mi chiamavano anche le amiche per stare con me. Facevo la badante per gli anziani perchè lo sentivo davvero, non mi davano fastidio le fatiche o lo stress». Nina cerca di ripercorrere le tappe di una storia che fin dall’inizio era costellata di piccoli imbrogli. Ma lei nemmeno si accorge della gravità di quello che le è capitato, lei vuole tornare dalle sue señoras. «Mi aveva portato mia cugina in questa cooperativa, dicendo che questi appena avevano lavoro ti chiamavano ad ore e per me andava bene. Guadagnavo 7 euro lorde all’ora, ma mi avevano detto che si trattenevano il 20%. Mi pagavano sui 480 euro al mese con assegno perchè dicevano che era più veloce». Una sfilza di irregolarità in poche parole. Ma a Nina quelle ore sudate servivano, facevano tanto in un budget famigliare che, con la paga da operaio del marito, poteva a stento permettersi il minimo indispensabile per vivere in una città cara come Milano. «Poi ho iniziato a stare male la scorsa estate e dopo qualche assenza, di cui mi sono sempre preoccupata di avvertire, non ce l’ho fatta più e ho concordato un periodo di malattia». Quando si è sentita meglio Nina è tornata alla sede della cooperativa ma i suoi “soci” non l’hanno voluta più. Cacciata in un giorno. «Non me l’aspettavo, è la cosa più brutta che mi potesse capitare in un momento di gioia come questo. Dicono che hanno solo lavori pesanti e non possono affidarmeli». Ora è in causa.

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STORIA DI COPERTINA

LA CASA, PRIMA DI TUTTO In proprietà o in “canone d’uso” è uno dei settori storici della cooperazione. E non si tratta solo di costruire edifici e gestirli come qualunque condominio. «Alla crisi si risponde restando ancorati ai valori cooperativi, cercando di coniugare sviluppo economico e responsabilità sociale, etica d’impresa ed etica civile, mantenendo il socio al centro del nostro orizzonte operativo». Riassume così lo spirito della cooperazione edilizia Alessandro Maggioni, guida di Federabitazione Lombardia–Confcooperative che associa 562 imprese cooperative di abitazione, con oltre 39mila soci e un fatturato a 600 milioni. È anche presidente di Ccl, un consorzio di coop di abitazione promosso dalle

Acli e dalla Cisl. I vantaggi: si chiede un mutuo collettivo per tutti i soci, gli accordi con le banche permettono condizioni ragionevoli, i prezzi per diventare proprietari sono bassi rispetto al mercato. Dal 1945 le cooperative aderenti hanno consegnato ai soci, tra Milano e provincia circa 13.500 alloggi e 1.500 sono in costruzione. «Prima le cooperative nascevano perchè c’era un sentimento del bisogno molto diffuso, più unificante» dice Giovanni Poletti, presidente di Cooperativa Abitare, organizzazione che si propone di realizzare nuovi alloggi da assegnare in godimento ai soci, che eridita la storica Edificatrice Niguarda a Milano. Oltre a costruire per affitti a prezzi calmierati, Abitare aggrega. «In zona Niguarda abbiamo un teatro della cooperativa con 20mila presenze aperto a tutti con prezzi popolari. Facciamo trasporti all’ospedale di persone sole, anziani, obesi. Ci arriva la telefonata di un cittadino non socio? Noi lo accogliamo perchè crediamo nello spirito autentico della cooperazione. Oggi su 8mila soci di Abitate, oltre 5mila vivono in cooperativa. Per entrare si sottoscrive una quota di 150 euro.

VOCABOLARIO LA COOPERATIVA

è un’associazione autonoma di persone unite volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di un’impresa a proprietà comune, controllata democraticamente

LE COOPERATIVE SOCIALI

gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi o attività diverse finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Hanno finalità sia mutualistiche per i soci che solidaristiche per la collettività. Sono elencate nell’Arcos (Albo regionale delle cooperative sociali).

LE COOPERATIVE PRODUZIONE LAVORO

procurano lavoro alle migliori condizioni possibili per i propri socilavoratori.

LE EDILIZIE

costruiscono alloggi per i propri soci in un rapporto corretto qualità/prezzo.

CASSA COLF, L’ASSISTENZA SANITARIA PER COLF E BADANTI Se hai bisogno di salvaguardare i tuoi diritti oppure vuoi informazioni sul tuo contratto di lavoro o hai bisogno di notizie su CAS.SA.COLF, busta paga, ed ogni altra consulenza, puoi metterti in contatto con le sedi territoriali e regionali alle quali ti potrai rivolgere per chiedere informazioni e per ogni pratica relativa al tuo rapporto di lavoro.

www.fisascat.it www.cisl.it www.caafcisl.it

CASSA COLF, L’ASSISTENZA SANITARIA PER COLF E BADANTI


SALUTE

SICUREZZA

Come si valuta e come si previene il disagio psicologico che non va considerato individualmente

CHE STRESS, QUESTO LAVORO di CINZIA FRASCHERI - cinzia.frascheri@cisl.it

“Un dipendente di una banca ha subito gravi lesioni a causa di un incidente stradale avvenuto mentre stava conducendo la sua autovettura. Si è richiesto di condannare il datore di lavoro al risarcimento del danno subito per tale infortunio, sostenendo che l’incidente automobilistico era stato causato dalle condizioni di stress lavoro-correlato in cui egli si trovava per l’attività lavorativa caratterizzata da orari prolungati e trasferte disagevoli, che gli impedivano di assistere la moglie gravemente malata.” Recita così una sentenza della Corte di Cassazione. Si tratta di un caso di stress-correlato, uno dei tanti di un fenomeno in continua crescita e complesso nell’interpretazione giuridica. Quando e come si può parlare di stress da lavoro? Come si determina? Chi sono i responsabili? Come si previene?

LE NOVITÀ LEGISLATIVE

Dal 31 dicembre 2010, tutte le realtà lavorativa (sia per tipologia che per dimensione, a partire da quelle piccolissime) devono rispettare l’obbligo della valutazione dello stress lavoro-correlato. L’obbligo, in realtà, era già previsto dalla normativa vigente ma riscontrate molteplici difficoltà nell’applicazione, si è ritenuto opportuno completare la norma con delle indicazioni vincolanti (di natura operativa) per valutare in modo uniforme, su tutto il territorio nazionale, e in modo efficace, lo stress lavoro-correlato. L’aspetto innovativo è racchiuso nelle ragioni di fondo che hanno ispirato il legislatore; ragioni che hanno favorito la creazione di un terreno fertile per la predisposizione di una procedura di valutazione profondamente diversa dai rischi tradizionali (rischi fisici, chimici, biologici…). La rivoluzione sostanziale consiste nel porre sullo stesso livello di attenzione i rischi potenziali rappresentati dall’ambiente di lavoro (di natura strumentale e strutturale) e i rischi potenziali determinati da una inadeguata organizzazione del lavoro. Per la prima volta, l’organizzazione del lavoro viene considerata fattore di rischio (potenziale) e, pertanto, fattore da dover sottoporre a valutazione per poter, non solo prevedere eventuali elementi di disagio/ www.jobnotizie.it

É in questo senso che tale valutazione rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare la crisi economica che colpisce i mercati e, pertanto, le produzioni, i servizi e il lavoro.

EFFICIENZA E RIDUZIONE DEI COSTI

danno per la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma anche per poter delineare eventuali interventi di miglioramento delle condizioni di lavoro.

L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Una cattiva organizzazione del lavoro che non rispetta delle regole di adeguatezza (ponendo la persona al centro del lavoro) è nociva per coloro che devono subirla al pari di un agente chimico respirato o di un carico pesante costantemente mal spostato. Valutare lo stress lavoro-correlato non vuole dire attenzionare i casi singoli di malessere, di ansia, di insoddisfazione sul lavoro, ma vuole dire esaminare puntualmente le modalità di lavoro individuando le criticità o gli spazi di miglioramento. Problema del lavoro stress-correlato non riguarda solo gli uffici ma, ad esmpio, anche i cantieri edili.

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Una buona organizzazione riduce i costi, rende efficiente l’attività da svolgere, porta ad efficacia l’azione lavorativa, tutelando e valorizzando le risorse umane a disposizione. Il datore di lavoro non ha l’obbligo di garantire la felicità dei lavoratori ma di metterli in condizione di svolgere in maniera adeguata l’attività lavorativa, tenendo conto delle diverse specifiche capacità e con-dizioni di salute e sicurezza sul lavoro degli stessi, intervenendo in modo puntuale sui carichi di lavoro, sui ritmi di lavoro, sulle conoscenze necessarie, sugli ambienti e strumenti di lavoro.

NON SOLO GLI UFFICI

Una adeguata organizzazione del lavoro non deve essere un mero obbiettivo per le sole realtà lavorative nelle quali sono impiegati i “colletti bianchi”. Un lavoratore in cantiere che indossa tutti i dispositivi di protezione individuale necessaria alla sua attività, ma è alla decima ora di lavoro, sarà esposto ad un rischio pari al lavoratore che non indossa i dispositivi di protezione o che non gli sono stati consegnati. É in questo senso che gli indicatori più significativi per poter svolgere una puntuale valutazione del potenziale rischio da stress lavoro-correlato non sono di natura psicologica, ma sono incentrati sui cardini dell’organizzazione del lavoro. Tra i gli indicatori più importanti ricordiamo: l’analisi del carico di lavoro, dei ritmi di lavoro, l’andamento dell’assenteismo (non per ragioni di malattia) o del presenteismo (fenomeno oggi molto ricorrente nel quale i lavoratori sono costretti, per una cattiva organizzazione interna, ad accumulare tutte le ferie in fondo all’anno), dei turni di lavoro, della rotazione o turnazione del personale (eccessive richieste di trasferimento, cambio di posto, lavoro)... ottobre /novembre 2011


LAVORO

Solo in Lombardia l’anno scorso 4586 donne si sono dimesse dopo il parto.

NON C’È POSTO PER LE MAMME di SVEVA STALLONE svevas_2003@yahoo.it Secondo gli obiettivi dell’Unione europea, nel 2010, l’occupazione femminile in Italia avrebbe dovuto raggiungere il 60%, ossia su 10 donne in età lavorativa ben 6 avrebbero dovuto lavorare. Ma si tratta di un obiettivo ancora piuttosto lontano per l’Italia, ad oggi solo il 45,3% delle donne italiane lavora. Quando poi le lavoratrici sono anche mamme, la realtà è ancora più pesante: carriera e famiglia difficilmente s’incontrano e le donne sono costrette a una scelta o all’altra.

autonomo, ma il lavoro femminile continua a essere pagato meno del 20-30% rispetto a quello degli uomini». Secondo le rilevazioni dell’Istat, per le madri che lavorano, il discorso è decisamente più disarmante: nel Belpaese il tasso di occupazione si ferma al 59% (contro una media europea del 71,3%). Scende ancora di quasi cinque punti percentuali (54,1%) il tasso di occupazione delle mamme con due figli, mentre in Europa la media è del 69,2 per cento. Disastrosa la situazione per le donne che hanno tre o più figli: lavora solo il 41,3% di loro, contro una media Ue del 54,7 per cento. E ancora, nel nostro Paese il tasso di occupazione delle donne senza figli tra i 25 e i 54 anni è pari al 63,9%, contro il 75,8% della media europea. In Francia e Germania le donne occupate sono rispettivamente l’81,8% e il 78,8 per cento.

DIMISSIONI POST-PARTUM

«In Lombardia -ricorda Maria Grazia Bove della segreteria di Cisl Milano- ben 4.586 donne lo scorso anno si sono dimesse per affrontare il primo anno di vita del loro bambino. E nel settore del commercio, nonostante vi sia una maggior flessibilità di orario e il part-time sia ancor più presente, vi è stato il numero superiore di dimissioni: ben 1.647 donne, contro le 25 in agricoltura, le 816 nell’industria, le 165 del credito e delle assicurazioni. Vero è che l’occupazione femminile nella nostra Regione è arrivata al 60% ed è aumentato anche l’utilizzo del part-time e del lavoro

LE STORIE

Ecco alcune storie di donne che hanno dovuto lasciare il lavoro per assitere i figli tratte dal sito Bastadiscriminazioni. it, progettato e realizzato da Maria

Quarato: Giorgia, 31 anni è alla prima gravidanza: «Lavoro per l’assistenza clienti in una grande azienda di trasporti internazionali. Ho chiesto il part-time, ma me lo accorderebbero solo in orario 17-21 e spostandomi in magazzino, con una mansione che tutti evitano», mentre Chiara, 34 anni e contratto parttime con “clausole elastiche”, al rientro dalla maternità chiede un orario fisso compatibile con la cura del bimbo, ma l’azienda non è disponibile. Così si è trovata costretta a lasciare il lavoro. Anche Raffaella, 36enne alla sua seconda maternità e che da undici anni lavora in uno studio dentistico sintetizza così la sua storia: “Per “esigenze di lavoro” mi viene rifiutato un part-time in orari compatibili con la cura dei figli”. La lavoratrice, non riuscendo a sostenere la prova di forza, decide di dimettersi e il dentista assume un part-time, con orario da lui determinato, per rimpiazzarla. Si tratta solo di qualche esempio, ma che ben delinea la situazione di mentalità medioevale, cui ancora oggi il mondo delle lavoratrici si trova ad affrontare.

DIMISSIONI DELLE LAVORATRICI NEL 1° ANNO DI VITA DEL BAMBINO

Lombardia Bergamo

Anno 2009 4.571

Anno 2010 4.586

737

715

910

795

Como

315

283

Cremona

124

123

Lecco

177

184

Lodi

93

75

156

171

Brescia

Mantova Milano

1.469

1.652

Pavia

146

157

Sondrio

122

118

Varese

322

313

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LA STORIA

IMMIGRATI

Maria, 27 anni, domenicana ha una società che produce musica latina

DA CLANDESTINA A IMPRENDITRICE di STEFANIA RAGUSA Tra il 2009 e il 2010 gli imprenditori italiani sono calati di 31 mila unità. Nello stesso periodo, quelli immigrati sono cresciuti di 29 mila e oggi rappresentano il 6,5 per cento del totale. In alcuni casi, questo è incontrovertibile, si tratta purtroppo di finte partite iva (lavoratori costretti a diventare autonomi per non perdere il lavoro ma che continuano ad avere un unico committente, gli obblighi di presenza degli assunti e a utilizzare gli strumenti del datore di lavoro). Ma in molti altri fortunatamente no. Sono imprenditori “veri”, come rileva la ricerca sulla "Cittadinanza economica dei migranti" condotta dall’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e dal Centro studi Cespi. Hanno un’età compresa tra i 25 e i 45 anni, un buon livello d’istruzione e si sono messi in proprio in media dieci anni dopo essere arrivati in Italia. Nel 50 per cento dei casi sono donne. E noi qui vi proponiamo appunto la storia di una giovane imprenditrici colombiana, determinata a portare avanti la propria impresa ma anche impegnata nel sociale. Maria Angelica Echeverria Munoz (nella foto) ha 27 anni ed è titolare di Blue Sound Estudios, una società che produce musica latina. Nel 2011 ha ricevuto il premio MoneyGram per l’imprenditoria giovanile. «Per più di un anno sono stata una “pericolosa clandestina” minorenne. Quando sono arrivata in Italia, 13 anni fa, per raggiungere mia madre che già viveva qui, non avevo infatti documenti. Allora però la situazione era diversa, era più semplice mettersi in regola, non c’erano tutti i cavilli che hanno trasformato il percorso di regolarizzazione in un percorso ad ostacoli. In Italia ho completato gli studi in disegno grafico e studiato musica privatamente (canto lirico e pianoforte). Quindi ho cercato

un modo per guadagnarmi la vita. Sin da bambina mi piaceva scrivere canzoni, i testi e la musica. In Italia ho continuato a coltivare questa passione, ispirandomi alla tradizione latinoamericana: salsa, bachata... Era come come creare un ponte tra il mondo da cui venivo e quello che mi aveva accolta. E ho cominciato a farlo a livello professionale. Ero in contatto con alcuni produttori ed etichette musicali, e a loro proponevo e vendevo i miei lavori. L’interesse verso la

musica latina era in crescita e tra i miei clienti c’era anche una divisione della Warner Music. Grazie a questa attività ho conosciuto il mio compagno, Luis Javier, domenicano e all’epoca “pericoloso clandestino” pure lui, con l’aggravante della maggiore età (Luis Javier da poco tempo è riuscito a mettersi in regola, ndr). Lui si era sempre occupato di produzione musicale, nel suo paese e negli Usa, ed era venuto in Italia, al seguito di un amico musicista, pensando di potere continuare in questo campo. Invece si era ritrovato a

fronteggiare difficioltà inimaginabili, proprio per gli l’impossibilità di avere i documenti. Ci siamo messi insieme e abbiamo iniziato a collaborare anche sul piano professionale, aspettando tempi migliori. Alla fine del 2005, per ragioni che ancora oggi non mi sono chiare, il mio principale committente ha iniziato a rimandarmi indietro tutti i pezzi. Ed è stato allora che, incoraggiata proprio da Luis Javier, ho pensato di mettermi in proprio. Avevo per le mani una decina di brani pronti, che attendevano solo di essere prodotti... Con molti sforzi abbiamo messo in cantiere il nostro primo cd e lo abbiamo venduto alla Galletti Boston, etichetta leader nel campo del liscio. I Blue Sound Estudios sono nati in questo modo, nel 2008. In tre anni siamo passati da 13mila euro di fatturato a 46mila e abbiamo prodotto una cinquantina di cd alcuni dei quali hanno scalato le classifiche in vari paesi di lingua spagnola. Luis Javier intanto continuava a essere clandestino e, dunque, delinquente. Lo scorso giugno ho ricevuto il premio Money Gram per l’imprenditoria straniera nella categoria giovani: è stata una grande soddisfazione. Oggi oltre al desiderio di andare avanti e crescere professionalmente ho quello di mettere il mio lavoro a servizio del sociale. La musica può essere uno strumento molto efficace per aiutare e dare una possibilità ai giovani in età critica, come sono per esempio gli adolescenti arruolati nelle cosiddette baby gang latine, sempre più diffuse ormai anche nelle periferie italiane. Abbiamo già prodotto della musica con ragazzi a rischio ma vorremmo andare oltre: fare questa cosa in modo sistematico, in modo di incidere davvero in modo positivo sul tessuto sociale».

i numeri

Tra i Paesi di origine degli imprenditori stranieri spicca il Marocco16,4%, seguito da Romania15,4%, Cina14,7% e Albania10,4%. Queste quattro nazionalità raggruppano il 56,9% del totale. Il 37,4% opera nelle costruzioni, il 34,8% nel commercio e nelle riparazioni, il 9,9% nel manifatturiero, il 4,3% nei servizi e il 3,8% nei trasporti e comu nicazioni. Il 78,2% delle aziende straniere è concentrato in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia (che da sola ne ospita quasi il 23%, Piemonte, Toscana e Lazio. fonte MoneyGram www.jobnotizie.it

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il periodico d’informazione della fisascat cisl

il periodico di documentazione della fisascat cisl


CONSUMI

MULTE

I giorni per fare ricorso al giudice di pace sono passati da 60 a 30.

CON LA STRETTA MENO DIRITTI di TOMMASO DI BUONO adiconsum_milano@cisl.it dilatorie da parte di qualche furbetto. Inoltre i termini per inoltrare (anche via posta) il ricorso al giudice di pace sono stati ridotti a 30 giorni dalla notifica dell’atto oppure dalla contestazione (le volte in cui, ad esempio, la multa viene notificata a mani all’automobilista fermato). Infine, se il giudice di pace rigetta il ricorso contro la multa, non può ridurre le sanzioni accessorie, in parole povere non può “salvare” i punti (spesso i giudici di pace davano una sorta di contentino al ricorrente...).

Venerdì 7 ottobre è entrato in vigore il decreto taglia-riti del processo civile (d.lgs. 150/2011) che, tra le altre previsioni, impone profondi cambiamenti anche per le opposizioni alle violazioni in materia di Codice della strada. In particolare la nuova normativa prevede

che, se un cittadino decide di inoltrare un ricorso amministrativo al prefetto contro la contravvenzione, questo fatto esclude la possibilità di inoltrare successivamente un ricorso al giudice di pace contro lo stesso verbale, cosa che invece prima era possibile, favorendo anche tattiche

La logica di questo intervento è quello di limitare il più possibile il contenzioso nascente dalle contravvenzioni stradali che occupa molta parte del lavoro dei giudici di pace e queste misure fanno seguito all’introduzione lo scorso anno del contributo obbligatorio all’inizio della causa che aveva lo stesso obiettivo (oltre che di far cassa) e infatti già aveva ridotto

&DOMANDE

P

RISPOSTE

PREVIDENZA

IMMGRATI

risponde REMO GUERRINI PATRONATO INAS 0229525021 - milano@ inas.it

Sono una insegnante di scuola elementare che raggiunge i 40 anni di contributi a metà 2012 con la ricongiunzione della contribuzione INPS per il settore privato. La finestra unica del 1° settembre è confermata? Nicoletta R. – Milano

Mi chiamo Imelda, vengo dallo Sri Lanka e vivo in Italia con mio marito da 10 anni. Abbiamo il permesso di soggiorno, una casa e un lavoro e a febbraio dell’anno prossimo nascerà il nostro bambino. E’ vero che potrà diventare italiano solo quando sarà maggiorenne?

SCUOLA, LA FINESTRA RIMANE AL 1° SETTEMBRE

MATERNITÁ, UN DIRITTO COSTITUZIONALE

Per non far confusione chiariamo a tutti i lettori che il comparto “scuola” ha delle regole particolari per l’accesso alla pensione; infatti è prevista una finestra unica coincidente con l’inizio dell’anno scolastico diversamente dalla generalità dei lavoratori dipendenti ed autonomi. Il recente D.L. 138/11 ha previsto l’introduzione della finestra mobile anche per il personale della scuola e dell’università. Ferme restando le uniche decorrenze del 1° settembre (scuola) e del 1° novembre (università) per tutto il personale che maturerà i requisiti dal 1° gennaio 2012, il trattamento pensionistico sarà liquidato nell’anno successivo a quello della maturazione. Naturalmente per coloro che hanno maturato il requisito entro il 31/12/2011 (quindi con la finestra già aperta) sarà confermata la decorrenza della pensione al 1° settembre successivo alla data della domanda di dimissioni. Il Patronato INAS è in grado di calcolare con precisione il totale della contribuzione versata (pre-ruolo e ruolo) producendo lo stato di servizio aggiornato e con l’ultimo cedolino paga è possibile calcolare l’importo economico della pensione spettante.La domanda di pensione per il personale della scuola è da presentare entro i primi giorni di gennaio dell’anno in cui si accede al pensionamento e le dimissioni sono da rassegnare in modo telematico. www.jobnotizie.it

risponde MAURIZIO BOVE UFFICIO TECNICO LEGALE 0220525320 vertenze.milano@cisl.it

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in effetti la normativa italiana in materia di cittadinanza, che si fonda sul principio dello “ius sanguinis”, prevede che il bambino nato in Italia da genitori stranieri venga comunque iscritto all’anagrafe come cittadino straniero. Suo figlio potrà quindi richiedere la cittadinanza italiana soltanto al compimento del 18° anno di età, entro un anno, e purché sia stato sempre regolarmente soggiornante nel nostro Paese. In alternativa, Lei o Suo marito potete sin da ora fare richiesta per acquisire la cittadinanza italiana per residenza, dal momento che vivete in Italia con regolare permesso di soggiorno da almeno 10 anni: sebbene i tempi previsti per la concessione siano piuttosto lunghi, dovreste riuscire ad ottenerla prima della maggiore età del vostro bambino. In tal caso, nel momento in cui giurerete per diventare cittadini italiani, anche vostro figlio acquisirà automaticamente la cittadinanza del nostro Paese. La Cisl di Milano si sta impegnando attivamente per modificare questa normativa e prevedere finalmente l’introduzione del principio dello “ius soli”anche nel nostro Paese: con la campagna “L’Italia sono anch’io”, infatti, è stata lanciata una raccolta firme per presentare una proposta di legge che preveda la concessione della cittadinanza italiana a tutti quei bambini che, come il vostro, nascono in Italia ottobre/novembre 2011


2,5

Sono i milioni di multe elevate a Milano nel 2010. L’anno precedente erano state 3,16 milioni ‘grazie’ all’ Ecopass.

CISL MILANO

I NOSTRI SERVIZI

I milioni derivanti da contravvenzioni al Codice della strada messi a bilancio da Palazzo Marino.

129 25%

È la quota sul totale delle multe emesse che Equitalia riesce a farsi pagare

di molto i ricorsi. Tuttavia già si possono intravedere dei gravi problemi perché, dal punto di vista sostanziale, si rende molto più difficile al cittadino far valere i propri diritti. Una persona non esperta può avere bisogno di parecchi giorni per capire che cosa gli viene contestato e come potersi difendere, magari consultando un legale o un’associazione di consumatori e utenti. Altro tempo può essere poi necessario per recuperare documenti o altre prove utili a far valere i propri diritti. E quindi 30 giorni appaiono davvero pochi!Inoltre, dal punto di vista formale, sulla modulistica ancora oggi utilizzata dalla Polizia Municipale dei vari Comuni italiani vengono riportati i vecchi termini di 60 giorni per l’impugnazione e il cittadino

via Tadino, 23 - 2014 Milano

ADICONSUM

(associazione consumatori) 0220525340 - fax 0229521690 adiconsum_milano@ cisl.it in questo modo potrebbe essere tratto in inganno. In questi casi ovviamente riteniamo che il cittadino dovrebbe poter fare comunque ricorso nei termini indicati dal verbale perché non si dovrebbero accollare a lui i disservizi della pubblica amministrazione.Va tenuta presente infine un’ultima circostanza. Tutte queste nuove regole valgono solo ed esclusivamente per i ricorsi in opposizione alle violazioni in materia di Codice della strada inoltrati al giudice di pace. Invece nulla cambia per i ricorsi in via amministrativa al prefetto contro le contravvenzioni perché in questi casi il termine era e rimane di 60 giorni dalla notifica dell’atto. Il ricorso può inoltrarsi alla Prefettura competente anche via posta e non è previsto il pagamento di alcun balzello, oltre al costo della raccomandata.

PER LE TUE DOMANDE AI NOSTRI ESPERTI www.jobnotizie.it - sezione Domande&Risposte

VERTENZE

(ufficio legale) 022055320 - fax 0229521513 vertenze.milano@cisl.it

MOBBING

3421000709 - daniela.bianchi@cisl.it

SALUTE E SICUREZZA 0220525218 - fax 022043660 roberta.vaia@cisl.it - emilio.gatti@cisl.it

COORDINAMENTO DONNE 0220525216 - fax 022043660 luigia_cassina@cisl.it

CAAF

(assistenza fiscale, colf-badanti, successioni, Isee-Iseu) .0220525899 - fax 0229522737 caaf.tadino@cisl.it

SAF

(Servizi amministrativi fiscali - partite Iva) 02205253/16/17/18-fax 0229512099 saf.milano@cisl.it

INAS

(patronato - previdenza) via Benedetto Marcello, 18 fax 0229526846 - milano@inas.it

CASA

risponde LEO SPINELLI SICET 0229513040 segreteria.milano@sicet.it

Sono un’inquilina di una casa privata ed ho un contratto di quattro anni più quattro decorrenza 1/4/08. Nel presentare la domanda al bando comunale per il fondo sostegno affitti, ho scoperto che mio contratto non è stato registrato e ho saputo che sui contratti non registrati è entrata in vigore una nuova normativa. È così?

IL CONTRATTO VA SEMPRE REGISTRATO Effettivamente il 7 aprile 2001 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n°23 del 14/3/2011. Tale normativa ribadisce che il contratto di locazione deve essere tassativamente registrato entro trenta giorni dalla sua decorrenza e sui contratti non ancora registrati individua un periodo di sessanta giorni dall’entrata in vigore del Decreto per provvedere a tale obbligo.Significa che tutti i contratti in corso e non registrati alla data del 7 aprile 2011 dovevano essere registrati entro e non oltre la data del 7 giugno 2011. In caso di mancata registrazione del contratto di affitto la prima cosa da fare per l’inquilino è di provvedere autonomamente in tal senso, presso l’agenzia delle entrate. A questo punto, l’articolo 3, comma 8 del Decreto Legislativo n°23 prevede che si applichi la seguente disciplina al contratto così registrato volontariamente: una durata contrattuale di quattro anni più quattro, secondo l’articolo 2, comma 1 della Legge 431/98 e un canone di locazione corrispondente al triplo della rendita catastale, che dovrà essere rivalutato con l’istat al settantcinque per cento della variazione, a partire dal secondo anno di contratto. Naturalmente, se non si è a conoscenza dell’esatto valore della rendita catastale dell’appartamento condotto in locazione è possibile richiedere al catasto la relativa visura catastale. Si applicherà il canone di locazione indicato dal contratto di affitto sottoscritto dalle parti, solo se esso fosse inferiore al valore sopra indicato, come indica l’articolo 8, comma c. Nella stragrande maggioranza dei casi, però, ciò non si verificherà, poiché gli affitti privati annui arrivano ad avere un valore spesso dieci volte superiore alla rendita catastale. www.jobnotizie.it

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SICET

(sindacato inquilini ) via Tadino, 31-milano. tel.e fax 0229513040 segreteria.milano@sicet.it

CESIL-ANOLF

(immigrati) via B.Marcello, 10 0220408182 cesil.immigrati@cisl.it

ANTEAS

(volontariato) 0220525306 - fax 0220240635 info@anteasmilano.org, www.anteasmilano.org

IAL

(formazione professionale) 0229515801 - fax 0229531895 segreteria@ialmilano.it www.ialmilano.it

ASSOCIAZIONE per la FAMIGLIA via Felice CasatI, 5-Milano tel e fax 0229403597

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DA NAPOLI A MILANO

LA STORIA

Un’azienda innovativa, gestita da giovani che cresce e assume

COSÌ ABBIAMO AGGIRATO LA CRISI di BENEDETTA COSMI - b.cosmi@jobedi.it «Viviamo il paradosso di non riuscire a trovare giovani talenti da assumere. Perché i ragazzi, convinti che non ci sia, non cercanolavoro qui. Stiamo addirittura pensando di stringere accordi con le università per fermare i neolaureati prima che vadano via», parola del Presidente e A.d. della società, Danilo Caruso e Alessio Matrone, Optima Italia. Due manager trentenni che hanno puntato sulla formazione dei giovani dipendenti (arrivati ad essere in pochi anni 250).

Personale cercasi

La crisi per Optima Italia non c’è stata, un’azienda, resa più speciale dalla geografia, Napoli (hanno una sede anche a Milano), che però, paradosso tutto italiano, non riesce a trovare altri talenti da assumere visto che i ragazzi del Sud, depressi da statistiche e allarmi vari, cercano direttamente lavoro al Nord e all’estero. Optima è in crescita anticiclica ormai da anni, in totale controtendenza rispetto al mercato in forte crisi. Nasce nel 1999 in concomitanza con la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e dell’energia. La mission dell’azienda fin dall’inizio è stata “semplificare la vita del cliente”, sommerso da offerte e da operatori che creavano un mercato molto frammentato e confuso. Optima Italia gestisce la fornitura dei servizi energetici e di telecomunicazioni delle aziende clienti e garantisce loro soluzioni e costi ad hoc per le singole esigenze di business, lasciando gli imprenditori e i manager liberi di occuparsi solo ed esclusivamente del proprio “core business”. Nel 2011, l’azienda annuncia la disponibilità per tutti i clienti business del nuovo servizio di fornitura gas, che va ad aggiungersi a quelli di energia elettrica, telefonia fissa e Internet.Semplificando e ottimizzando tempi e costi. Particolare attenzione è riservata all’a

esi nel 2011 2008, 26 nel 2009, 51 nel FATTURATO 2010 e 81 milioni attesi nel 2011 fattur nel 2009, 51milioni nel 2010, 26milioni at o è 81 costantemente negli anni (8 milioni nel 2011

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Danilo Caruso e Alessio Matrone (presidente e amministratore delegato di Optima Italia)

spetto delle risorse umane, fattore che emerge subito visitando la sede di Napoli. Un quartier generale costruito per far sentire i dipendenti a casa propria. Un ambiente di lavoro completamente inusuale per gli standard meridionali che è valso all’azienda napoletana l’appellativo di “Google del Sud”: «Siamo partiti dal presupposto che una persona passa gran parte della sua giornata in ufficio. E quindi abbiamo cercato di rendere l’ambiente più gradevole possibile. In azienda abbiamo la sauna, il biliardino, il lounge bar, una sala relax con chaise longue e musica new age in sottofondo... E poi amiamo molto creare aggregazione: se le persone stanno bene insieme hanno anche più piacere ad andare a lavorare» E funziona? «Evidentemente sì, visto che abbiamo un turnover bassissimo. E poi, per esempio, ogni venerdì alle 17 e 30 facciamo l’aperitivo, e anche se nessuno è obbligato a rimanere c’è sempre quasi tutta l’azienda. E lo stesso vale per le

esi nel 2011 2008, 26 nel 2009, 51 nel Un quartier generale costruito, a Napoli, 2010 e 81per milioni attesi nel 2011 fattur ad hoc far sentire i dipendenti, at GIOVANI, o è costantemente negli anni (8 250 a casa propria

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feste a tema che organizziamo. Non abbiamo sentito la crisi perché offriamo un modo intelligente di risparmiare tempo e denaro ad aziende che hanno bisogno di ottimizzare i loro consumi primari per potersi dedicare interamente al loro core business», racconta l’amministratore delegato Alessio Matrone che con Caruso ha anche deciso di portare in Campania un modello di azienda giovane ispirato, come li vediamo nella foto, al welfare aziendale «Perché se le persone stanno bene insieme hanno anche più piacere ad andare a lavorare»

Non solo lavoro

Nel 2011 la propria campagna di Responsabilità Sociale dal titolo “Energia del Sorriso”. Questa azienda sembra voler essere il manifesto che al sud sia possibile realizzare nuove esperienze di organizzazione del lavoro, per esempio che concilia tempo libero e senso di appartenenza. Certo le prime due obiezioni mentre cercavamo di capire meglio di cosa si occupa sono state: “ma hanno dei callcenter?”, “sono 280 giovani con che tipo di inquadramento e contratti?”, e via discorrendo. A noi sembra un caso aziendale di cui vale la pena occuparsi.

OGNI VENERDÌ ALLE 17.30

l’aperitivo per tutti, senza obbligo di partecipare,ma vengono quasi tutti.

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DOMINIQUE LAPIERRE

IL PERSONAGGIO

I 40 anni di esperienze dell’autore de La città della gioia

INDIA, DOVE IL SUBLIME SI MESCOLA CON L’ATROCE di Mauro Cereda m.cereda@jobedi.it Nel mondo è famoso per aver scritto La città della gioia, best seller da 10 milioni di copie, con cui ha raccontato la vita dei poveri di Calcutta. E ad 80 anni portati con vigore, continua a scrivere e sostenere iniziative umanitarie. Job ha incontrato Dominique Lapierre, giunto a Milano per presentare India mon amour, il suo ultimo libro edito da “Il Saggiatore”. Un titolo che dice tutto... Nel libro ripercorro 40 anni di esperienze e di avventure in questo magnifico Paese. L’amore con l’India è cominciato ai tempi dell’inchiesta che ho fatto per scrivere, con Larry Collins, Stanotte la libertà. Ho trascorso in India tre anni straordinari, per raccontare la storia dell’indipendenza del paese e la fine del più grande impero coloniale di sempre. L’epopea del popolo del Mahatma Gandhi L’india è un Paese di grandi contrasti. Lei scrive che qui “il sublime si mescola con l’atroce, ma la bellezza si impone sempre e ovunque”… Oggi esistono due Indie: la grande potenza economica e industriale, l’India dell’informatica, dei miliardari. E l’altra India: quella dei 100 milioni di bambini che non vanno a scuola, dei 50 milioni di donne che ogni giorno devono fare 15 km per trovare l’acqua, delle bidonville nelle città. La tragedia è che l’India ricca non si interessa di quella povera. La Città della gioia è una bidonville di Calcutta. Strano nome... Ho conosciuto questo posto tramite James Stevens, un uomo straordinario che vi aveva aperto un centro per curare i bambini lebbrosi e che non aveva più soldi per andare avanti. Sono rimasto così impressionato che ho deciso di aiutarlo. Da lì è cominciato il mio impegno per i poveri di Calcutta. Nella Città della gioia vivevano 750mila persone in appena un km quadrato! Era un luogo con una sola latrina per 6mila persone, con una pompa d’acqua per

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10mila, con una speranza di vita inferiore a 40 anni. Eppure in questo inferno in terra ho trovato più gioia, più capacità di celebrare dio, più volontà di sopravvivere che in ogni altra parte del mondo. Allora ho deciso di raccontare la vita di questa gente. Ed è nato il libro… Per scriverlo ho vissuto nella bidonville per due anni e ho scoperto che ogni giorno era pieno di gioia, di feste e celebrazioni. Già al mattino si sentiva risuonare la musica: che dio si festeggia oggi, chiedevo? Nessun dio, oggi ricordiamo la primavera…: in un luogo dove non c’erano un albero, un fiore, una farfalla, celebravano un avvenimento che non avevano mai visto! Questi sono gli eroi dell’umanità. Tagore diceva che “l’avversità è grande, ma l’uomo è più grande dell’avversità”: i poveri di Calcutta mi hanno dato questo insegnamento. Lei ha conosciuto Madre Teresa di Calcutta. Che persona era? Era un esempio per tutti. Un giorno mi disse: “Salvare un solo bambino è come salvare il mondo. Tu devi lottare contro le ingiustizie che denunci nei libri”. Madre Teresa mi ha insegnato che la povertà

non è una fatalità. Che tutti possiamo fare qualcosa: i poveri sono ovunque. Lei poi sosteneva che nel ricco occidente abbiamo una lebbra peggiore di quella delle bidonville indiane: la solitudine. Lei porta sempre con sé una campanella... Questa campanella (la fa tintinnare, ndr.) è la voce degli uomini senza voce. Me l’ha data un mio amico, un uomo-risciò, prima di morire. La tengo in tasca. È il mio telefono cellulare di Calcutta. Ovunque sia, ho sempre vicina la voce dei poveri della Città della gioia. Anche in questo ultimo libro elogia la generosità con cui gli italiani sostengono le sue iniziative… L’Italia è una paese straordinario, di una generosità unica. Gli italiani possono sostenere la mia opera acquistando un libro o con un contributo alla mia Fondazione. Tutto il denaro raccolto viene impiegato per i poveri. Con 100 euro si può dare da mangiare a 10 bambini per un mese; con mille euro si può costruire un pozzo d’acqua che cambia la vita a 10mila persone in un villaggio; con 5mila euro si può costruire una scuola. Al mondo

chi è...

Dominique Lapierre, francese, ex giornalista di “Paris Match”, ha dedicato la vita a raccontare con i suoi reportage gli angoli più sperduti del mondo, gli eventi e i protagonisti che hanno segnato e cambiato la Storia. Oltre a La città della gioia, è autore di best sellers internazionali come Più grandi dell’amore, Stanotte la libertà, Parigi brucia? Mezzanotte e cinque a Bhopal, Un arcobaleno nella notte, Gerusalemme! Gerusalemme! Da anni, insieme alla moglie, sostiene e promuove progetti umanitari per i poveri dell’India (e non solo). Si può contribuire alla sua opera acquistando i suoi libri o con una donazione all’Associazione per i bambini dei lebbrosi di Calcutta per la fondazione Dominique Lapierre onlus, che ha sede italiana a Firenze (via Guicciardini 15, tel. 055.289737, www.indiamonamour.it).

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MILANO E LA CULTURA/1

FORUM

Lugi Corbani, fondatore e direttore generale dell’orchestra sinfonica LaVerdi

LA CULTURA É COME L’ACQUA, VITALE di PIERO PICCIOLI - info@jobedi.it «La cultura deve essere considerata al pari di qualsiasi servizio di pubblica utilità: come l’acqua, il gas, la luce». Luigi Corbani, fondatore e attuale direttore generale de La Verdi, una lunga carriera politica (è stato anche vice sindaco e assessore alla cultura della giunta Pillitteri nel 1990) risponde così alla domanda: come si fa a fare cultura senza soldi? È evidente che, considerata la cultura una sorta di ‘bene di prima necessità’, i soldi vanno in qualche modo trovati e, poi, spesi e gestiti bene. Come dovrebbe essere per qualsiasi azienda. «Sfatiamo subito un falso problema: l’alternativa fra pubblico e privato non ha senso. Nemmeno nell’orgia privatistica degli Stati uniti l’intervento pubblico è stato mai assente. In particolare in una fase di scarse risorse come questa, ci vogliono entrambi le componenti. Certo gli investimenti vanno incentivati, ad esempio garantendo la possibilità di dedurre fiscalmente i finanziamenti».

musica). Certo quest’ultime danno risultati a lungo termine ma ne vale pena».

MILANO IN PRIMA FILA

Veniamo a Milano, «Qui c’è l’offerta più ampia d’Italia e una delle più qualificate del mondo. Ci sono anche situazioni problematiche come il teatro Lirico da anni inspiegabilmente chiuso o la Fondazione Pomodoro che non ce la fa più ad andare più avanti. In generale, comunque, dobbiamo incrementare la qualità: più teatro, più lirica, più danza, più sperimentazione musicale. Ci vuole un programmazione di 365 giorni all’anno: i tempi della città sono cambiati e ne va tenuto conto. Ci vuole anche più concorrenza: io sarei

contento se ci fossero più orchestre sinfoniche. Ogni anno i conservatori italiani sfornano 5mila diplomati: solo LaVerdi è riuscita ad assorbirne parte.

PISAPIA, GIUDIZIO SOSPESO

E la Giunta Pisapia? L’attesa di cambiamenti è ancora grande. Cosa ne pensa Corbani del ‘collega’ Boeri?«È troppo presto, il giudizio è sospeso. Posso però dire cosa vorrei che il Comune facesse: convenzioni triennali con tutti gli Enti; trasparenza dei bilanci e delle gestioni: chi riceve un centesimo deve dire pubblicamente com’è stato speso; vendere nel mondo il ‘sistema Milano’. Expo è una buona occasione ma bisogna partire subito».

DEDUZIONI E BUONA GESTIONE

«Anche gli operatori – chiarisce subito Corbani – sono chiamati a fare la loro parte. Anzi devono cambiare il modo di gestire le risorse, pubbliche o private che siano. Nessuno in questo settore si pone il problema della redditività, bisogna invece stare attenti ai bilanci e alla gestione, definire bene i costi e porsi degli obiettivi per i ricavi». L’altro correttivo da introdurre è quello della sussidiarietà «I finanziamenti ‘a pioggia’, probabilmente non sono più possibili, e nemmeno servono. Lo Stato deve essere il regista delle politiche culturali e, all’interno di queste, coordinare il contributo dei privati considerando che, un conto sono sponsorizzazioni degli eventi, un altro la partecipazione alle attività permanenti (teatro,

A TEATRO CON LA TV

La Trasmissione di Gennaro d’Avanzo su Telereport Portare la gente a teatro servendosi della tv: sembrerebbe un paradosso ma è quello che si propone “Milano a... teatro”, trasmissione in onda ogni venerdì sera su Telereporter.«Il teatro non è una noia, è un divertimento -afferma con decisione Gennaro D’Avanzo, ideatore del format televisivo e direttore del Teatro San Babila. «In ventiquattrominuti- continua- presentiamo gli spettacoli a cui si può assistere durante la settimana nei teatri

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milanesi, e nel fare questo cerchiamo di valorizzare quelli meno famosi ma la cui programmazione è di tutto rispetto. Diamo inoltre spazio sia ai giovani attori, ospitandoli in studio, sia al ricordo dei grandi del passato, come Aroldo Tieri ed Ernesto Calindri. Non manca poi ogni volta l’approfondimento riservato alla storia di un teatro della nostra città. E visto il successo dell’iniziativa stiamo già pensando di proporla anche a Roma e Firenze» (D.Bia.)

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MUSICA

NOVITÀ

In arrivo nei negozi i dischi di due artisti usciti dalla Tv.

MENGONI la mia vita in 12 brani

di CHRISTIAN D'ANTONIO c.dantonio@jobedi.it

“Come mi sento, domanda fatale, se ti rispondo, non stai neanche a sentire”. Con questa strofa ironica e semplice, Marco Mengoni fa ufficialmente il suo debutto nel mondo dei cantautori italiani. Dentro i 12 brani ci sono «tutte le mie esperienze da quando ho iniziato a fare questo mestiere, dagli alti dell’esaltazione ai bassi della solitudine e della depressione quando sono tornato al paese dopo la tournèe». Insomma, l’artista umbro trapiantato a Milano in seguito alla sua partecipazione a X Factor del 2009, a soli 23 anni vuol farci capire che non è tutto oro. Il suo secondo disco Solo 2.0 è il «il mio primo vero lavoro perchè ho deciso io i tempi e i contenuti. Sono un anarchico ma anche un despota sul lavoro». In attesa del suo debutto al Forum di Assago il il 26 novembre, a solo un anno da un talent show di successo, Mengoni è pro-

iettato ai piani alti della canzone italiana. Con questo disco ha potuto avvalersi della collaborazione di musicisti di grande esperienza, di un’orchestra diretta da Fabio Gurian, che ha arrangiato i violini degli ultimi successi di Subsonica e Fiorella Mannoia. E soprattutto non si è dimenticato dei talenti giovani come lui che con partecipazioni in un disco per un pubblico pop (è subito andato al numero 1 in Italia) possono svoltare. «I Cluster sono il gruppo vocale più incredibile che abbia mai sentito» dice dei genovesi che cantano “a cappella” e che avevano incantato il suo scopritore, Morgan, nella prima edizione di X Factor. Poi ha tirato dentro anche Dente («Un cantautore che mi piace professionalmente e umanamente») e Neffa, che gli ha scritto Un Finale Diverso, uno dei brani più movimentati e ironici del disco.

IL RIPESCAGGIO FA BENE Fu sempre Morgan nel 2009 a voler in gara i n tv Andrea Gioacchini, in arte Giops, che da Melzo conquistò il pubblico giovane con uno stile strampalato e teatrale. Solo oggi, dopo una parentesi di sperimentazione reggae, esce il suo disco di esordio prodotto da Dori Ghezzi, la moglie e la curatrice di Fabrizio De Andrè. «Penso che esprimersi artisticamente, qualora se ne sentisse l’urgenza, sia un diritto di tutti» dice a proposito del suo disco. In effetti siamo ancora di fronte a un astro nascente che dimostra di crescere davanti agli occhi di tutti. Il che può essere ammirevole ma risultare anche molto vulnerabile. Nel disco Io Non Sono Giuseppe Verdi c’è la cover di L’opportuniste, pubblicato nel 1969 dal cantautore francese Jacques Dutronq. «L’ho trovato molto attuale, forse perché la storia dell’ uomo si ripete sempre» dice lui. Inedito e molto bello il singolo Mai Più, firmato con il talentuoso autore milanese Niccolò Agliardi. Giops dimostra di essere in sintonia con l’eredità di De Andrè, anche se lontano per genere, ma aperto alla contaminazione. Rifà con credibilità persino la Rettore.

COSA SUCCEDE IN CITTÀ Sarà protagonista di un concerto da solita Noel Gallagher, il prossimo 28 novembre all’Alcatraz di Milano. In scaletta brani del nuovo disco High Flying Birds. Il cantante inglese ha molto da farsi perdonare: l’ultima volta che la band era stata qui, aveva annullato lo show per una lite improvvisa col fratello Liam e gli Oasis si sono sciolti.

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I Kasabian tornano in Italia forti di un successo di critica e pubblico per Velociraptor!, il loro album più completo e curato. Appuntamento per il 20 novembre all’Alcatraz. Ornella Vanoni, che è stata l’unica nota interessante del talent Star Academy, non

conosce sosta. «Voglio ancora fare molto nella musica, non mi guardo mai indietro. Sto lavorando a un progetto con Mario Lavezzi ma chissà fra quanto tempo uscirà». Nel frattempo si dice speranzosa per la situazione politica di Milano: «Pisapia non ha i soldi ma tanta volontà». Paul Mc Cartney porterà i suoi leggendari 50 anni di carriera in scena a Milano il 27 novembre al

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Forum. Macca, da poco risposatosi per la terza volta, ha annunciato la data con sicurezza da vera superstar: solo 4 settimane prima del concerto ed è già caccia al biglietto. Raphael Gualazzi, il jazz man lanciato da Caterina Caselli, suonerà agli Arcimboldi il 12 dicembre. L’artista è lanciatissimo anche all’estero dove esce in contemporanea con l’Italia la riedizione di Reality.

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DA AVE NINCHI ALLA CLERICI

DOPOJOB Tra show, gare e stravaganti ricette il boom delle trasmissioni culinarie.

TUTTI ALLA TV, SI MANGIA di DANIELA BIANCHI d.bianchi58@gmail.com

Correva l’anno 1974 e la Rai trasmetteva il programma “A tavola alle 7” : condotto da Luigi Veronelli, enogastronomo di fama internazionale, e dalla brava e simpatica attrice Ave Ninchi , aveva lo scopo di insegnare un po’ di educazione alimentare agli italiani. Da allora sono passati quasi quattro decenni e le trasmissioni a carattere culinario sono letteralmente esplose in Tv: solo quest’autunno si possono vedere oltre venti programmi sulle varie reti, in chiaro, sul digitale, sul satellite e negli orari più disparati. Sembra che gli italiani abbiano improvvisamente scoperto il piacere di stare ai fornelli, ammesso che tutte le trasmissioni insegnino veramente a cucinare o non siamo puro spettacolo con contorno di pentole e piatti. Probabilmente anche la crisi ci ha messo del suo se è vero, come ci dice un’indagine di Federconsumatori, che le cene al ristorante sono calate di un buon 50% (1,5 volte al mese nel 2010 rispetto a 3 volte del 2002).

Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich. In palio l’ambito titolo di Masterchef, centomila euro in gettoni d’oro e la pubblicazione di un libro di ricette originali. Più che quella di una cucina, ricorda l’atmosfera di un campo di addestramento dove gli istruttori spesso e volentieri infieriscono sulle reclute impaurite. Che in tv la competitività tra concorrenti “paghi”, lo dimostra il successo de La prova del cuoco, con la tradizionale sfida tra le due squadre denominate pomodoro rosso e peperone verde: in onda, sempre nell’orario del pranzo, su RaiUno dall’ottobre 2000, e condotto da Antonella Clerici, quest’anno per la prima volta è abbinato alla Lotteria Italia. Nella stessa fascia oraria, e quindi in diretta concorrenza, La 7 trasmette I menu di Benedetta : in studio Benedetta Parodi, che prepara, in

RAMSAY IL CATTIVO

UOMINI E FORNELLI

Altro dato interessante non sono solo le donne ad appassionarsi all’arte culinaria ma anche gli uomini, dei quali almeno il 43% si occupa regolarmente della cucina di casa. E l’interesse per questo ambito non solo non ha una connotazione di genere sessuale ma nemmeno di età: l’ultimo nato infatti tra i programmi tv di questo tipo è Gamberetto in onda al sabato alle 18,30 su Gambero rosso Channel, uno dei canali tematici, dove, tra prove e giochi, otto piccoli aspiranti chef, tra gli 8 e i 12 anni, realizzano una vera e propria ricetta basandosi sul tema della puntata. Un’altra novità di quest’anno è costituita dal programma Masterchef in onda su Cielo il mercoledì sera: protagonista di quello che a tutti gli effetti è un talent show, un gruppo di cuochi non professionisti chiamato a cimentarsi in una serie di prove, il cui risultato è sottoposto al severo giudizio di tre chef di fama internazionale, Bruno www.jobnotizie.it

piatti che passeranno al vaglio di tre giudici, tra cui il simpatico attore Riccardo Rossi. Più classica la formula scelta da Alessandro Borghese, che ogni giorno nel suo programma in onda su Real Time, Cucina con Ale illustra la preparazione di tre piatti, ma con una particolarità: gli spettatori possono conoscere una settimana in anticipo gli ingredienti delle ricette, collegandosi al sito internet di Real Time in modo da poter cucinare in contemporanea con Borghese.

un’atmosfera di ricercata naturalezza, un menù completo, in compagnia di un ospite, di solito un personaggio del mondo dello spettacolo. Sempre su La7, Cuochi e Fiamme lo show culinario dello chef Simone Rugiati : due cuochi non professionisti si confrontano nella preparazione di quattro

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Infine se vi incuriosisce vedere dei concorrenti subire la sorte delle uova strapazzate Hell’s Kitchen , in onda su Cielo, è lo spettacolo che fa per voi: due squadre di aspiranti cuochi si sfidano nella cucina di un ristorante, e giudice inflessibile è Gordon Ramsay. Il premio in palio è diventare un executive chef di un ristorante a 5 stelle. Ce n’è veramente per tutti i gusti: sta a voi però, una volta spenta la tv , accendere i fornelli. Rimane il dubbio se, alla fine, sia più spettacolo (e pubblicità) che vera scuola di cucina. Quanto rimanga agli spettatori delle ricette, talvolta veramente originali e lontane dai menù casalinghi di tutti i giorni, andrebbe verificato. Di sicuro il settore tira e attira gli sponsor pubblicitari: e questo per la tv è quasi tutto. Sopra chef Ramsay dell’americana Hell’s Kitchen. Una trasmissione del “Gambero Rosso”, Antonella Clerici. Nell’altra pagina Riccardo Rossi e Simone Rugiati.

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DOPOJOB

RICCARDO ROSSI

“Cuochi e fiamme” la trasmissione di cucina de la 7.

«IO, COMICO ASSAGGIATORE» le ricette semplici. Vado da Annibale, il «Ma lei, a casa, prova a rifare le ricette macellaio di via Ripetta (a Roma) e lui che assaggia in tv?». La risposta è secca mi dice: pendi questo, prendi quello, e con tono po’ burbero, com’è nello stile condiscilo con questi aromi e cucilo per tot del personaggio «No!». Riccardo Ros»si, minuti. Benedetto formo, basta premere attore comico, è uno dei tre giurati un bottone e pensa tutto lui». ‘assaggiatori’ della trasmissione Cuochi e fiamme che va in onda su La7. Condotta dal cuoco showman emergente, Simone Rugiati, mette insieme diversi elementi: la gara, in cui due cuochi dilettanti si cimentano in quattro prove; i consigli dello chef, Rugiati racconta i trucchi del mestiere commentando ricette classiche e creative; la convivialità durante l’assaggio e il voto dei piatti, dove i commenti tecnici delle due esperte sono condite dalle incursioni spesso dissacranti di Riccardo Rossi «mi ha chiamato Barbara Boncompagni, proprio per mettere vivacizzare la trasmissione”. L’attore romano rappresenta la ‘normalità’ del commensale tipo che predilige le ricette semplici e i sapori netti. Un giudizio molto di palato da buongustaio «Non mangio perché non se ne può fare a meno ma perché mi piace!», tiene a precisare e per quanto riguarda le abitudini 11-09_Job_giovani_CCL.qxd 09/09/2011 16.59 Pagina 1 ai fornelli va oltre la normalità «sono per

Perché il boom delle trasmissioni di cucina? Non sembra che Rossi si sia posto più di tanto la domanda e risponde «Più o meno ci sono sempre state. Ricordo, ad esempio, la rubrica ‘Il Gusto’ che andava in onda in coda al TG5. Il giornalista Giocchino Bonsignore girava per i mercatini di Roma n compagni di uno chef che dispensava consigli sull’acquisto dei prodotti e come cucinarli. Certo, adesso, ce ne e sono molte di più. Format come il nostro, molto soft e familiare, dove il varietà si mescola con la prova ai fornelli e i consigli, molto semplici e utili di Rugiati, che è un bravissimo cuoco, anche se giovane ha già una certa esperienza, e, soprattutto sembra fatto apposta per stare in tv. Oppure ce ne sono altri più aggressivi, come quelli americani, dove più che i cucina sembra di stare in un campo di addestramento dei marines. Mi dicono conclude Rossi - che anche un po’ l’effetto della crisi: meno pranzi e cene al ristor.nte e più inviti a casa degli amici. E poi, in televisione, c’è una regola molto semplice: quando un format tira tutti gli vanno dietro».

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Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero

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Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme


FABRIZIO ROVERSI

IL LIBRO

Dubbi e interrogativi sulla storia e sul mondo

DAI TURISTI AI MISTERI PER CASO di MAURO CEREDA m.cereda@jobedi.it Ma siamo sicuri che l’America sia stata scoperta da Cristoforo Colombo? Nel 2012 ci sarà davvero la fine del mondo? La fonte dell’eterna giovinezza è solo una leggenda? Per provare a rispondere a queste e ad altre domande Syusy Blady e Patrizio Roversi hanno girato il globo. Il risultato del loro “peregrinare” è raccolto in un divertente (ma approfondito) volume: Misteri per caso (Rizzoli, 16,90 euro). Job ha incontrato Roversi al Festivaletteratura di Mantova. Dopo i viaggi in coppia, ecco un libro. Intanto va detto che la scrittrice è Syusy, io fungo da detonare, nel senso che pongo le domande e faccio esplodere le sue risposte. Il libro nasce dal desiderio di raccontare alcune cose, da un punto di vista diverso dal solito. Da quando abbiamo cominciato a viaggiare, circa 20 anni fa, Syusy si è sempre interessata a certe questioni legate all’archeologia, al passato. Senonché su alcune di esse non ha avuto, a suo dire, delle risposte soddisfacenti dalla storia ufficiale. Ha trovato dei misteri, delle incongruenze,

degli aspetti non chiariti. Così si è messa ad approfondire, andando a scomodare studiosi e appassionati. E ha provato a raccontare delle ipotesi alternative. Tu fai la parte dell’accompagnatore “scettico”. In realtà faccio davvero la mia parte. Su alcune cose, per esempio sul fatto che Cristoforo Colombo non abbia scoperto l’America, a parte i sussidiari del nostro ministero, sono tutti d’accordo. Ci sono delle mappe che dimostrano che l’uomo andava in America da secoli. Altri misteri sono più ostici. Però mi affascina questo groviglio di storie e i collegamenti che le indagini ti inducono a fare. È un percorso, un gomitolo di ipotesi e suggestioni

chi è...

estremamente interessante. Alla fine non mi sono convinto di tutto, però seguire Syusy è stato divertente. Ma ciò che mi ha stimolato molto è stato lo scandalo suscitato. In che senso? Nel senso che ci sono da sempre quelli che si scandalizzano e che dicono “no questo non si può dire perché la scienza ha decretato che…”. Ora, per fortuna, la scienza cambia idea ogni dieci minuti, altrimenti non sarebbe una scienza che procede, diciamo così, dialetticamente. Le ipotesi devono essere fatte senza freno a mano. Poi ci sarà una selezione, una sintesi: alcune reggeranno alla prova e altre no. Però è sempre interessante stare dietro a queste storie bellissime. Tv, libri, adesso siete impegnati anche con un sito e una rivista (Turisti per caso). Sul web stiamo lavorando molto. Oggi il sito www.turistipercaso.it fa un milione di utenti unici al mese. Nonostante noi è diventato una cosa importante, una piattaforma che viene utilizzata dai turisti viaggiatori per scambiarsi esperienze, itinerari, commenti. La rivista è, fondamentalmente, un distillato del sito. E anche quella è un fenomeno perché continua a vendere 70-80 mila copie. Adesso vorremmo lanciare una web tv dedicata al viaggio, ma non solo. Ormai la tv generalista è in difficoltà. Nostra figlia 17enne la ignora, per lei è un oggetto misterioso. Mia suocera, dopo l’avvento del digitale terrestre, non ci capisce niente e quindi non la guarda più. Il futuro è della tv on demand: vado a vedere quello che voglio, quando ne ho voglia, possibilmente gratis. Noi stiamo raccogliendo tutta una serie di materiali, che vorremmo rimontare per farne delle pillole monotematiche, dei video brevi. Ti serve qualcosa sul Guatemala? Sull’Argentina? Sulle isole Svalbard? Vai sul sito e lo prendi.

Nato a Mantova nel 1954, bolognese di adozione, laureato al Dams (Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo), da oltre vent’anni fa coppia sugli schermi televisivi con Syusy Blady. Insieme hanno scritto libri e condotto programmi di grande successo: Lupo Solitario, Turisti per Caso, Velisti per Caso, Misteri per Caso ed Evoluti per Caso. I loro siti internet, “guarda caso”, si chiamano www.turistipercaso.it e www.velistipercaso.it.

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