Riflessioni sulla Magna Carta Salvatoriana

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©Edizioni Cascada 2010


29 Pista di riflessione come sussidio per i gruppi Riflessione personale 1. Dio ha scelto l’anima di p. Jordan e l’ha infiammata del suo amore per noi. Tu sei aperto e disponibile a lasciarti travolgere e infiammare dallo stesso Amore? 2. La Chiesa di oggi come allora è ricca di insidie e divisioni, noi possiamo adattarci e vivere in pace nel nostro spazio oppure possiamo lottare, faticare e preoccuparci per portare più anime possibili a Dio. Tu cosa scegli? 3. Il nostro carisma è totalmente contemplativo e attivo. Leggendo la Preghiera di Gesù ti riconosci nel sentimento profondo di p. Jordan e nel suo grande bisogno di Dio, nella preghiera per riempirsi di Lui e prendere forza ed espandersi sulla terra nel servizio?

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Conclusione •

Come ti senti alla fine dell’incontro, dopo la condivisione?

Quale consapevolezza riporti con te?


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Preghiera, Azione, Testimonianza e Impegno

come linguaggio universale per un apostolato globale

«Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17, 3) Giuseppe Rogolino sds

La nostra chiamata ed il nostro Carisma Oggi la Famiglia Salvatoriana ha tre rami autonomi: la Società del Divin Salvatore, la Congregazione delle Suore del Divin Salvatore e la Comunità Internazionale del Divin Salvatore. Siamo uniti dal nostro impegno nella missione tracciata dal nostro Fondatore: formare un’unica famiglia di zelanti apostoli che annunciano a tutti la salvezza apparsa in Gesù Cristo (cf Tt 3, 4). Proprio come il progetto originale di Padre Jordan si è sviluppato nel tempo, siamo aperti a dove lo Spirito ci condurrà in futuro. Dal Diario Spirituale di p. Jordan: «Agisci, parla, comportati, come se tu fossi un angelo mandato da Dio, che non parla se non del suo incarico ricevuto da Dio per gli uomini» (DS 181). Quando si prende coscienza di avere avuto un dono particolare da Dio, il primo desiderio dovrebbe essere quello di usarlo per il bene degli altri. Ma come? Agendo, parlando e comportandosi come “un angelo mandato da Dio”, per eseguire gli incarichi da Lui indicati per il bene di tutti gli uomini. P. Jordan con questa frase del suo Diario, ci fa capire la grande importanza di tale incarico. Il fatto di essere definito “un angelo”, sottolinea un fatto inequivocabile: la fiducia che Dio ha in noi. Secondo la fede cattolica, gli angeli sono creature di Dio dotate d’intelligenza e volontà propria. La loro esistenza è una verità di fede confermata dalla Sacra Scrittura e dalla tradizione cattolica. Secondo una definizione di sant’Agostino il termine “angelo” non definisce l’essere della creatura bensì l’ufficio o il compito assegnato da Dio. Nella Chiesa cattolica il compito degli angeli assume una dimensione fortemente cristologica: essi annunciano Cristo, lo servono, ne sono messaggeri, sono creati fin dalla loro origine in funzione del suo regno.


31 Gli angeli hanno anche la funzione di assistere e proteggere la Chiesa e la vita umana, per questo vengono invocati nelle celebrazioni e nelle preghiere dei credenti. Come sempre nel pensiero di Jordan, una sola parola origina una catena infinita di ragionamenti e con una semplice frase siamo chiamati ad eseguire i compiti assegnatici da Dio, annunciare il Salvatore, assistere e proteggere la Chiesa, e la vita umana. Sempre dal Diario Spirituale di p. Jordan: «Sappi che tu sei totalmente consacrato a Dio; egli solo ha diritto e pretesa sulle tue facoltà. Tu puoi dunque solo volere quando o perché Dio vuole. In tutto il tuo agire, non domandarti ciò che tu vuoi, ma ciò che Dio vuole da te». Non dobbiamo mai perdere coscienza del fatto che siamo solo uno strumento utile alle sue opere e non dobbiamo mai preoccuparci dei nostri limiti, se siamo o no in grado di svolgere le missioni assegnateci, ma solo metterci nella condizione spirituale di sentire ciò che Lui ci indica, bisbigliando oppure urlando alla nostra anima. Ma per sentirlo bisogna essere sempre coscienti del nostro essere consacrati a Lui in ogni momento della nostra vita, e per essere certi di questo, l’unico mezzo vero che ci tiene fortemente attaccati a Lui è la preghiera.

La preghiera “Beten” (Pregare) – Pregare, pregare, pregare, in ogni momento e in ogni luogo: passeggiando, lavorando, nel traffico, in casa, in ufficio, persino e soprattutto, durante un’accesa discussione. Prega quando qualcuno ti deride, ti insulta oppure ti biasima per la tua debolezza, perché in quel momento stai dimostrando tutta la forza che Gesù ha patito sulla croce e prima o poi anche l’ultimo degli uomini lo capirà. Se agirai in questo modo riuscirai a sentire le sue dolci parole in ogni luogo e in ogni momento e, vedrai che le tue opere cresceranno rigogliose proprio sotto l’ombra di quella stessa Croce. Molti credono che, per parlare con il Signore, bisogna andare in chiesa. No: Lui è ovunque, soprattutto nei posti in cui pensate che neanche il peggiore degli uomini andrebbe. Lui è proprio lì, pronto a dare l’ultima possibilità di diventare santo alla “pietra scartata” da tutti.


32 Quando una missione è salvatoriana Quando s’inizia a formare un gruppo, non bisogna mai fare l’errore di scegliere la via più semplice, trattando solo con persone di fede che frequentano assiduamente la chiesa. In quel modo, non si crea un fiume ma solo uno specchio d’acqua che, come unica soddisfazione, rifletterà il vostro ego. Andate invece a cercare nei luoghi più lontani da voi: per ideali, credo, status sociale ed età, e il fiume potrà generare una grande cascata. Un Salvatoriano svolge la sua opera d’apostolato prima di tutto nei luoghi in cui vive, nella sua famiglia e nel suo luogo di lavoro. La sua prima “arma” è l’esempio. Tante belle parole, citazioni bibliche e pensieri di santi a nulla servono se non vengono esposti da una persona amata e stimata per quello che in effetti “è” tra i suoi simili. Quindi per prima cosa bisogna “essere” riconosciuti come Salvatoriani e non solo dire di esserlo. Troppi uomini e donne oggi si professano cristiani e nella migliore delle ipotesi il loro essere cristiani si limita ad andare a Messa la domenica o nelle feste comandate.

I talenti Essere cristiano vuol dire seguire Gesù soprattutto nei luoghi dove sopravvivono le “pietre scartate”. È lì che serve l’opera di chi ha uno o più talenti. Sei uno scrittore, un musicista, un giornalista, un architetto? Sei un medico, un avvocato, un infermiere o un poeta? Sei un comico, un attore, un cantante? Sei ??? Se hai uno o più di questi talenti, hai la fortuna di mettere più strumenti nelle mani di Dio per eseguire e realizzare i suoi progetti. Il mondo è ancora troppo pieno di ciechi e sordi ed è per questo che p. Jordan ci chiede aiuto, affinché i ciechi e i sordi scorgano la via che li porterà al Salvatore, arricchendo così la schiera dei suoi apostoli. Dalla Voce di p. Jordan, «Vivere ed operare nello spirito della Congregazione»: «Il buon Dio vi ha chiamati e guidati nella Congregazione. Chiamati dal cielo, seguite questo invito, questo richiamo, per consacrare al Signore, nello spirito e nello scopo della Congregazione tutta la vostra vita per la salvezza delle anime.Vi siete consacrati al Signore ed obbligati coi santi voti a vivere, desiderare, operare secondo questo e con questo spirito».


33 «Voi siete chiamati, la Congregazione è stata chiamata ed eletta, per tirar fuori dal fango del peccato tanti uomini, per portare tanti infedeli alla luce della fede. Voi dovete essere una grande e santa falange, una schiera di soldati voluta da Dio che dia con gioia tutta la propria vita per la sua gloria e per guadagnare anime a Cristo. … Ognuno si renda utile! Chi non può molto, può fare almeno poco! Però ognuno può fare qualche cosa. Con la buona volontà si può concludere molto. … Io desidero tanto che facciate anche più del vostro dovere. Vorrei dire quello che S. Vincenzo de’ Paoli dice: “Tutto il bene che è compatibile col vostro stato, fatelo». Dal Diario Spirituale di p. Jordan: «Stai all’erta ed esaminati in tutto il tuo fare, perché la superbia, velata di virtù, non distrugga le tue buone opere; questo verme velenoso e pericoloso rode più di tutto le opere altamente meritorie». Quando arriveranno le prime soddisfazioni e le persone saranno affascinate dai tuoi modi e dalle tue parole, stai all’erta, perché la superbia è sempre pronta a distruggere in un attimo tutto quello che è stato fatto di buono sino a quel momento. Perché ricordati sempre che quelli non sono i tuoi modi e neanche le tue parole, ma di colui che ti ha ispirato: Gesù Cristo il Salvatore.


34 Pista di riflessione come sussidio per i gruppi Riflessione personale «Agisci, parla, comportati, come se tu fossi un angelo mandato da Dio, che non parla se non del suo incarico ricevuto da Dio per gli uomini» (DS 181). 1. Dopo aver meditato su questa frase, qual è il tuo atteggiamento nei confronti della preghiera, dell’azione, della testimonianza e dell’impegno?

2. Qual è il vero significato di Missione? 3. Per un missionario che opera in continenti come l’Africa o l’America Latina, la preghiera, l’azione, la testimonianza e l’impegno, sono diversi dal lavoro di un missionario che agisce a “due passi da casa”? 4. Una salvatoriano dove e in quali luoghi opera maggiormente? 5. Chi può essere un buon salvatoriano? 6. Per l’apostolato è più adatto un professionista oppure un operaio? A tale proposito qual’è il pensiero di p. Jordan? 7. Della fede, della preghiera, dello Spirito Santo e della Parola è meglio parlarne in chiesa?

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Conclusione •

Come ti senti alla fine dell’incontro, dopo la condivisione?

Quale consapevolezza riporti con te?

Secondo te la Famiglia Salvatoriana, ossia far lavorare insieme laici, reli-

giosi e religiose, è un dono utile e produttivo per il progetto di p. Jordan?


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La nostra chiamata ed il nostro carisma Mosso da una profonda esperienza di Dio, dalla situazione della Chiesa e la realtà del suo tempo, Padre Francesco Maria della Croce Jordan fu spinto da un pressante desiderio che tutti i popoli conoscessero l’unico vero Dio e che sperimentassero la pienezza della vita attraverso Gesù Cristo Salvatore. La sua visione era di unire tutte le forze apostoliche della Chiesa per amare ed annunciare Gesù come Salvatore ad un mondo bisognoso di Dio. Egli includeva persone di ogni età ed estrazione, che lavorassero insieme ovunque, in qualunque modo e con tutti i mezzi. (Articolo 1-1) Mirka Serra

L’analisi si compone di tre punti fondamentali: 1. La visione di unire tutte le forze apostoliche della Chiesa – Apostolato: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato». (Mt 28, 19-20) 2. L’unione delle forze apostoliche per amare e annunciare il Gesù – Rendere accessibile a tutti il messaggio evangelico: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura». (Mt 16, 5) 3. L’annuncio di Gesù come Salvatore ad un mondo bisognoso di Dio – La nozione salvatoriana della salvezza –: «E questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo». (Gv 17, 3) 1. L’Apostolato per padre Jordan: unire in unità d’apostolato ricchi e

poveri, colti e semplici, sani e infermi, consacrati e laici, adulti e giovani

L’impegno di apostolato salvatoriano si realizza con le modalità proprie dei laici. Esso si esprime con la testimonianza nel lavoro, nella famiglia, nella comunità ecclesiale e in tutte quelle attività che tendono a promuovere la dignità dell’uomo. I nostri tempi non richiedono minore zelo da parte dei laici; anzi le circo-


37 stanze odierne richiedono assolutamente che il loro apostolato sia più intenso e più esteso. L’aumento costante della popolazione, il progresso scientifico e tecnico, le relazioni umane che si fanno sempre più strette, non solo hanno allargato straordinariamente il campo d’apostolato dei laici, in gran parte accessibile solo ad essi, ma hanno anche suscitato nuovi problemi, che richiedono il loro sollecito impegno e zelo. L’apostolato si esercita nella fede, nella speranza e nella carità, virtù che lo Spirito Santo effonde nel cuore di tutti i membri della Chiesa. In forza del precetto della carità, che è il più importante comandamento del Signore, ogni cristiano è sollecitato a dare gloria a Dio lavorando per l’avvento del suo Regno e della vita eterna a tutti gli uomini: perché conoscano l’unico vero Dio e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo. A tutti i cristiani quindi è imposto il nobile impegno di lavorare affinché il divino messaggio della salvezza sia conosciuto e accettato da tutti, in ogni angolo del mondo. Per l’esercizio di tale apostolato, lo Spirito Santo, che già santifica il popolo di Dio per mezzo del ministero e dei sacramenti, partecipa ai fedeli anche dei doni particolari (1Cor 12, 7) «distribuendoli a ciascuno come vuole» (1Cor 12, 11), affinché mettendo «ciascuno a servizio degli altri il suo dono al fine per cui l’ha ricevuto, contribuiscano anch’essi come buoni dispensatori delle diverse grazie ricevute da Dio» (1Pt 4, 10) alla edificazione di tutto il corpo nella carità (cf Ef 4, 16). 2. Formare apostoli per rendere accessibile a tutti il messaggio evangelico

Il problema che si pone è il seguente: come si può rendere accessibile a tutti il messaggio evangelico senza negare le differenti culture? “Inculturazione” è un termine relativamente nuovo se guardiamo alle lunghe radici della storia cristiana. «L’incarnazione del messaggio evangelico nelle diverse culture umane è un processo d’osmosi complesso e delicato ma assolutamente necessario» (Mons. Ravasi). Lo stesso fatto che i cristiani abbiano quattro Vangeli, non uno solo, è un segno eloquente di come la predicazione della buona novella fu modellata fin dalle origini sui bisogni dei diversi uditori o delle diverse culture. Il fatto che il Nuovo Testamento sia scritto e sia giunto a noi in greco e non nella lingua di Gesù, sta ad indicare una sofferta decisione dei primi cristiani di raggiungere


38 la grande cultura dei Gentili, superando i confini degli ambienti ebraici. Prima ancora del cristianesimo, lo stesso Aristotele dichiarava che l’unico “Essere” viene detto in molti modi, come avverrà in seguito comunicandolo ininterrottamente modulato sui molteplici linguaggi della storia. Ci sono meravigliosi capitoli nella storia della Chiesa, che rendono evidente una lunga avventura fatta di tentativi di rendere reale, in nuove lingue e culture, la Rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo. Un famoso documento stilato nel 1659 dalla Congregazione di Propaganda della Fede, allora di recente fondazione, dava queste chiare istruzioni ai missionari in partenza per la Cina: «Non cercate di indurre quei popoli a cambiare le loro maniere, costumi e usanze, a meno che esse siano chiaramente contrarie alla religione e alla moralità. Non v’è nulla di più assurdo che voler esportare la Francia, o la Spagna o l’Italia o qualche altra parte dell’Europa in Cina… Portate piuttosto la fede, che non disprezza e non distrugge i modi di vivere e i costumi di alcun popolo, quando essi non sono cattivi. Al contrario la fede desidera che tali tradizioni siano conservate e protette». 3. La nozione salvatoriana della salvezza – (Gv 17, 3) Gesù che salva, ci guida ad una profonda intimità con il Creatore. Vogliamo arrivare ad avere un’intimità con Dio. La parola intimità deriva dal latino “intimus” dove “in” sta per dentro, all’interno, e indica una relazione personale profonda e totale: “Dio - vede - dentro - me”. Ma cosa si aspetta Dio da noi? Qui non stiamo parlando di cosa noi possiamo ottenere da Dio, ma di ciò che Lui vuole da noi: Dio vuole vedere il nostro volto, Dio ricerca il nostro tempo, la comunione con noi e la nostra amicizia. Molti di noi amano Dio, ma in realtà non vogliono avere un’amicizia intima con Lui. Se arriviamo a capire Dio, capiremo anche quanto Egli tiene a noi. In realtà Egli ci sta “dando la caccia”. In tutta la Scrittura, Dio non parla mai d’un amore generico per l’umanità. Lui vuole i singoli individui e il loro amore personale, individuale. Amore indiviso significa non condividere illegalmente il vostro amore per Dio né con il mondo, né con niente o nessun altro.


39 Pista di riflessione come sussidio per i gruppi Riflessione personale 1. L’impegno di apostolato salvatoriano si esprime con la testimonianza nel lavoro, nella famiglia, nella comunità ecclesiale e in tutte quelle attività che tendono a promuovere la dignità dell’uomo. Quanto sei disponibile ad impegnarti come testimone del messaggio di p. Jordan? 2. In che modo si può rendere accessibile a tutti il messaggio evangelico senza negare le differenti culture? 3. Il nostro operato ha valore solo se vissuto in intimità con Gesù. La preghiera contemplativa è un dono che certamente Dio vuole fare, qualcosa che per questo deve essere accessibile, di cui tutti hanno bisogno per vivere la propria identità nella pienezza. La preghiera altro non è se non un particolare rapporto di amicizia con Dio. Come vivi il dono della preghiera contemplativa? Cosa pensi si aspetti Dio da te? 4. L’esperienza della preghiera come “deserto” esige coraggio per entrarvi e perseveranza per resistere; è un’esperienza che deve essere assunta in maniera intenzionale nel silenzio che è «l’atmosfera spirituale indispensabile per percepire la presenza di Dio e per lasciarsene conquistare». Dal punto di vista della vita spirituale “vivere nel deserto” ti aiuta ad essere libero, vigile, recettivo, raccolto; è il luogo della povertà e della speranza. Hai mai fatto un’esperienza simile?

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La sua visione era quella di unire tutte le forze apostoliche della Chiesa per amare e proclamare Gesù come Salvatore ad un mondo bisognoso di Dio Sr. Dinusha Fernando sds

Nell’antico Testamento, Dio promise un Salvatore che sarebbe venuto per redimere il mondo. Nel Nuovo Testamento questa promessa è stata compiuta. Gesù Salvatore ha redento e trasformato il mondo. Perché noi lo chiamiamo Salvatore? Egli ha portato al mondo la salvezza.

La missione di Gesù come Salvatore Nel suo ministero pubblico, Gesù andava oltre tutti i limiti e regolamenti. Egli era sempre dalla parte della gente. Amava i peccatori, i poveri, le vedove, gli emarginati e gli oppressi, ed era una forte sfida per la società di quel tempo. Cristo ha abbracciato tutti gli aspetti della sua missione di grazia, di verità, di relazione: il Verbo è «la vera luce che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9). Gesù di Nazaret porta a compimento il piano di Dio. Dopo il suo battesimo, quando lo Spirito Santo discese su di lui, Gesù chiarisce la sua chiamata e va in Galilea, predicando il vangelo di Dio e dicendo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1, 14-15). La proclamazione e la formazione del regno di Dio sono lo scopo della sua missione «... per questo sono stato mandato» (Lc 4, 43).

La missione di Padre Jordan con Gesù il Salvatore Gesù ha adempiuto la sua missione sulla croce. Egli diventò il Salvatore del mondo. Padre Jordan trovò sempre ispirazione in questo compimento di Gesù. Egli amava la croce ed era contento di soffrire per la missione. Egli era convinto: senza sofferenza, noi siamo incapaci di proclamare Gesù come Salvatore.


41 «Il mio primo desiderio è che voi tutti cerchiate di penetrare nel mistero, nell’amore della croce e che amiate la sofferenza. Se voi farete questo allora ho fondate speranze che tutti voi sarete perseveranti, raggiungerete la vostra corona e porterete in cielo molte anime» (Voce di p. Jordan, Amore per la Croce, p. 262.1). «Vi conceda Dio sempre più grande amore per la croce. Oh, la croce!....Soffrite! Unite le vostre sofferenze con quelle del Divin Salvatore. Il Salvatore ha redento il mondo con la sua sofferenza» (Ibid. p. 263). «Sopportiamo. Teniamoci con profonda umiltà pronti a soffrire. Rendiamoci in certa misura idonei alla sofferenza. Nei vostri lavori, curate la buona intenzione e così guarderete con fiducia alla Divina Provvidenza» (Ibid. p. 266). E noi lo possiamo vedere nel suo Diario Spirituale e nella sua vita: padre Jordan non poteva parlare con Dio senza parlare della salvezza degli uomini, come non poteva parlare con le persone senza parlare dell’amore di Dio. Unito col Salvatore, egli vedeva il mondo e le persone in modo diverso. Per il Fondatore, la vocazione all’apostolato era una partecipazione nella vita incarnata di Gesù, Salvatore del mondo. Padre Jordan era pronto ad offrire la sua vita per tutti, perché Cristo pure ha sparso il suo sangue per tutti. Nell’uomo egli vedeva un riflesso della gloria di Dio, l’immagine del Cristo sofferente. «La più grande gloria di Dio. La più grande santificazione propria e la salvezza. La più grande salvezza, cioè la salvezza di quanti più possibile. Per poter realizzare ciò, lotta fino al sangue, fino alla morte, fino al più grande martirio - sempre – sempre e dappertutto» (17 novembre 1898 Diario Spirituale, II/6)


42 Padre Jordan amava la croce, perché è sorgente di salvezza. È attraverso la croce che la salvezza è venuta nel mondo. Chi vuol portare salvezza alla gente, deve amare la croce. «La Croce è la tua salvezza» (Ibid. I/179). Sì… Quando noi Salvatoriani guardiamo alla nostra missione e al nostro fine, esso ci sfida moltissimo. Padre Jordan era una persona dallo spirito universale. Seguendo le orme di Gesù con un tale spirito di universalità, proclamiamo con gioia Gesù come Salvatore dovunque ci troviamo.

Bibliografia P. Jordan, La voce P. Jordan, Diario Spirituale Papa Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio


43 Pista di riflessione come sussidio per i gruppi

Riflessione personale 1.

Come trovo Gesù Salvatore nella mia vita di ogni giorno?

2. Guardando alla croce da Salvatoriano/a, quale è la mia missione?

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Conclusione •

Come ti senti alla fine dell’incontro, dopo la condivisione?

Quale consapevolezza riporti con te?


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La Pienezza di vita in Gesù nostro Salvatore “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.” (Gv 17, 3) Sr. Juby Mathew sds

Cosa s’intende per “pienezza di vita”? Gesù ha portato al mondo il messaggio dell’eterna pienezza di vita, andando per villaggi e campagne facendo del bene e restituendo la salute alla gente. La sua missione non era soltanto spirituale, ma si estendeva anche agli aspetti fisici e sociali della vita. Anche noi crediamo che la pienezza di vita non consista solo nel migliorare la propria condizione materiale e sociale per mezzo della fede in Gesù: la buona novella di salvezza si rivolge alla persona intera. Ecco perché la nostra missione di cristiani ci chiama a condividere con altri, oltre al pane che soddisfa la fame fisica, anche il Pane di Vita che soddisfa la fame spirituale. “La missione di Dio, dalla quale deriva la nostra missione se è autentica, è sempre una missione integrale”. Come Gesù, così anche noi siamo chiamati ad essere portatori di vita e a dare vita ad altri. Gesù: la Vita Nel Vangelo di Giovanni, Gesù parla di sé come Buon Pastore (cf Gv 10, 11). Contrariamente ai ladri che vengono a rubare, uccidere e a distruggere, il Buon Pastore porta pienezza di vita. In un clima di morte e distruzione, Gesù protegge la vita. Giovanni (cf Gv 6, 51-58) ci dice che Gesù è il pane di vita, il pane vivo venuto dal cielo. Se mangiamo di questo pane, vivremo per sempre, avremo la vita in noi, risorgeremo a vita nuova, rimarremo in Gesù e avremo la vita per mezzo del Dio della vita. Perciò l’invito principale è quello di vivere la vita pienamente, qui e ora. Vediamo che c’è abbondanza di vita, abbastanza per tutti. Dio non dà la vita solo a quelli che la meritano la vita, negandola agli altri. Vi è abbondanza di vita


45 per tutti. Dio vuole che ognuno di noi viva, che abbia in sé la pienezza di vita e che abbia cara la propria vita. È Gesù che ci permette di vivere in pienezza, di avere in noi la vita. La tv, il potere, la fama, le armi, l’essere famosi o il guadagnare denaro, non possono darci piena soddisfazione. Niente di tutto questo ci salva, niente ci dà vita. L’unico modo in cui la vita ha senso è se Gesù – l’unico che ha vissuto la sua vita pienamente, l’unico che può darci la pienezza di vita – ce la dà. Senza Gesù, in questa cultura di morte, noi siamo morti. Senza Gesù la pienezza di vita non è possibile, ma con Lui sì. Illuminati dalla luce del Vangelo, guardiamo ora alla vita di Gesù, per vedere come egli abbia portato vita alla gente e alla società. 1. Vita per i malati Gesù si interessava ai malati ed ha portato loro vita nuova sanandoli. Non si trattava solo di una guarigione fisica: egli donava loro pace e gioia. Mc 5, 25-34: la donna malata; Mc 7, 31-37: la guarigione del sordomuto; Mc 5, 25-34: a una donna, che da dodici anni soffriva di emorragia, Egli disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». 2. Vita per il cuore umano

- Mc 6, 30-44: Gesù moltiplica pani e pesci, sfamando cinquemila uomini; - Mc 9, 14-27: guarigione di un ragazzo epilettico; - Lc 7, 36-50: una donna, postasi dietro, vicino ai suoi piedi, piangendo, comincia a bagnarglieli di lacrime, asciugandoli coi capelli del suo capo. Gesù le dice: «La tua fede ti ha salvata, va’ in pace»; - Gv 6, 35: «Io sono il pane di vita: chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete»; - Gv 6, 57: «Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me»; - Is 55, 1-3: «Su, voi assetati, venite all’acqua… Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete.».


46 3. Vita per i morti Mc 5, 21-24, 37-43: la fanciulla morta; Gv 11, 35-45: la risurrezione di Lazzaro; Gesù stesso è risorto dalla morte; egli non giaceva morto per sempre. Egli, infatti, è vita. 4. Vita per la cultura Gesù viveva in un contesto sociale in cui veniva criticato perché non viveva normalmente in quella società tradizionale. Operando guarigioni anche in giorno di sabato, dimostrava che la legge è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge. Non ci sono vacanze né limiti nella vita che egli ci offre. La buona notizia, oggi, è che Gesù non è soltanto l’unica via di uscita dalla cultura di morte, ma anche la via alla vita eterna. Non dovremmo, però, perdere la speranza per gli altri perché, come scrive S. Paolo, «tutti riceveranno la vita in Cristo» (1Cor 15, 22). Dio, infatti desidera profondamente che noi tutti partecipiamo della pienezza di vita. E noi che abbiamo ricevuto il dono del battesimo e della cresima, partecipiamo al ministero di Cristo dando il benvenuto a tutti al banchetto di nozze dell’Agnello e alla pienezza di vita. Ricevendo il Pane e il Vino, viviamo ogni giorno di più come Gesù, amandoci l’un l’altro, essendo gentili e premurosi e compassionevoli, servendo coloro che si trovano nella necessità, operando la pace, cercando la giustizia, rifiutando di assecondare le forze della morte, perfino dando la nostra vita l’uno per l’altro, e alimentando la fiamma della Vita in noi. Il vangelo ci chiama ad avere in noi la vita. Questo significa che – al di là dei problemi con le nostre famiglie, il lavoro, la salute, la povertà o la scuola – noi siamo chiamati alla vita, a vivere veramente, a scegliere la vita, a vivere ogni giorno come un dono prezioso del Dio della vita. Siamo chiamati a promuovere la vita, difenderla, proteggerla, a compartecipare la vita con ognuno, a vivere e a lasciar vivere, ad essere colmi della vita di Dio in noi. Il vangelo è ricolmo di vita ed è vita. Come i discepoli hanno detto una volta a Gesù, così anche noi riconosciamo davanti a Lui: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».


47 Pista di riflessione da poter utilizzare come sussidio per i gruppi

Riflessione personale Come sperimento la “pienezza di vita” dentro di me?

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Mosso da una profonda esperienza di Dio, dalla situazione della Chiesa e la realtà del suo tempo P. Juan Carrasquilla sds

Introduzione Siamo nell’Età Contemporanea. In ambito sociale ed economico è il secolo della Rivoluzione Industriale, il secolo dell’espansione del Capitalismo e dell’Imperialismo, dei movimenti dei lavoratori, del Marxismo. Dal punto di vista culturale, questo è il secolo del Romanticismo e del Realismo. È il secolo del Liberalismo. È il secolo del risveglio della coscienza sociale della Chiesa. È il secolo della formazione della cittadinanza nell’America Latina. È il secolo della Restaurazione. Un periodo molto movimentato che preparerà il XX secolo. La Chiesa stessa si trova di fronte a un cambiamento radicale in cui deve capire come mantenere fermi i suoi principi e come essere fedele al vangelo in a un mondo secolare di lavoro, di grandi differenze sociali e ignoranza religiosa. Tutti questi eventi incideranno molto sulla Chiesa che ha incontrato Jordan. Lui ha vissuto e conosciuto questo mondo anche di povertà e sofferenze, ha guardato da vicino i problemi sociali quando ha lavorato nella ferrovia, o come pittore in viaggio nel suo paese. Forse in questi viaggi è nata la sua idea di diventare prete e fare qualcosa di nuovo per far conoscere Dio e la sua bontà manifestata in Gesù Salvatore. Il XIX secolo inaugura l’Era Napoleonica. Nel 1799 Napoleone Bonaparte con un colpo di Stato abbatte il Direttorio. Nel 1800 crea l’istituzione del Consolato, nel 1802 si nomina Console Perpetuo e nel 1804 s’incorona Imperatore. Esercitando un potere assoluto, Napoleone si dedica alla riorganizzazione della nazione, basata sull’accentramento amministrativo, stabilendo una rigida censura in uno stato di polizia. Dà inizio così ad un periodo di ordine e di pace sociale, creando una società prevalentemente borghese. L’Imperialismo napoleonico è aggressivo e gli procura l’adesione di tutto il popolo francese. Ma esso coinvolge ben presto anche gran parte dell’Europa: Prussia, Italia, Spagna, Austria, Russia; tutte le grandi potenze sono trascinate dalla sua travolgente crescita. Soltanto l’Inghilterra riesce a resistergli. Tuttavia, l’ambizione dell’Imperatore si rivela eccessiva. Il disastro della campagna di Russia (1812) e la sconfitta di Lipsia (1814) segnano la fine del suo dominio. Napoleone viene esiliato all’isola d’Elba. Fuggito da lì, viene definitivamente sconfitto a Waterloo (1815) dall’esercito della Settima Coalizione, comandato da Wellington.


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Parigi 1867, Esposizione Universale


50 L’opera di Napoleone non è scomparsa del tutto: il Codice napoleonico è ancora alla base del Diritto in gran parte d’Europa, il Concordato con la Santa Sede, le istituzioni di insegnamento statale... tutto è stato progettato e implementato da lui, e in una certa misura ha segnato l’ulteriore sviluppo del continente europeo. Se già la Rivoluzione Francese aveva messo in discussione la stretta alleanza trono-altare, affermando la distinzione tra politica e spiritualità, tra ambito civile e religioso, tra temporale e soprannaturale, questa separazione si consolida ulteriormente nel XIX secolo. Durante la Restaurazione, la Chiesa resta ai margini del mondo moderno ed al Papa non viene riconosciuto il ruolo di arbitro internazionale. Le grandi potenze non vogliono che si propongano criteri estranei ai loro interessi basati sulla forza. Per avere in cambio quali altri valori? Naturalmente quelli liberali.

I. Gli eventi 1. L’Era Napoleonica Napoleone non era un uomo di fede, ma era certamente un abile stratega. Per portare ordine e unità in Francia, sapeva di aver bisogno dell’appoggio della Chiesa. Per convenienza e interesse politico, cerca di ristabilire le relazioni con la Santa Sede, fino a raggiungere un accordo importante il 15 luglio 1801. Il Concordato stabilisce che: la religione cattolica, apostolica e romana, pur non essendo riconosciuta come religione di Stato, è professata della maggioranza dei francesi. Se ne garantisce il libero esercizio ed il culto, in conformità con le norme di pubblica sicurezza che il governo ritiene necessarie; la Santa Sede, d’accordo con il governo, farà una nuova divisione delle diocesi francesi; tutti i vescovi vengono destituiti. Sarà il governo a nominarli, mentre al Pontefice spetterà la loro istituzione canonica; il clero giurerà fedeltà alla Repubblica e alla sua costituzione; la Santa Sede rinuncia a recuperare le proprietà ecclesiastiche vendute. Di nascosto, Napoleone prende in considerazione altri elementi, i cosiddetti articoli organici: la censura ai documenti pontifici, i sinodi, l’insegnamento nei seminari, i catechismi e i sermoni. Sottomette a stipendio statale il clero.


51 2. Quale eredità rivoluzionaria ci ha lasciato l’Impero di Napoleone ? • • • • • •

I beni della Chiesa passano in mano ai laici. La libertà di religione viene sancita giuridicamente. Nasce lo Stato civile, e la Chiesa perde il controllo dell’istruzione. La Chiesa viene purificata dalla prova, in quanto le viene chiesto di tornare alla sua missione fondamentale. Clero degno e altamente gerarchizzato, vescovi, pastori unici della propria diocesi. La reazione dell’Ultramontanismo sottolinea l’importanza dell’autorità papale.

3. Restaurazione dell’Europa Come avvenne la Restaurazione politica? Con il termine Restaurazione viene indicato il ritorno dei Borboni sul trono di Francia e, più in generale, il ristabilimento del potere dei sovrani assoluti, inteso come ritorno ai regimi del passato e alle antiche condizioni politiche. Artefice di questo movimento politico è considerato il ministro austriaco Metternich. Dopo la caduta dell’Impero Napoleonico, le grandi potenze si riunirono a Vienna per ridisegnare la mappa dell’Europa e le rispettive zone di influenza. Non si trattava solo di sancire la caduta di un impero, ma della reazione di una società contadina, conservatrice, aristocratica, cattolica, contro gli sconvolgimenti operati dalla Francia. Al Congresso di Vienna (1814-1815), parteciparono il Duca di Wellington per il Regno Unito, Klemens von Metternich per l’Austria, il principe Carl August von Hardenberg per la Prussia, il ministro degli Esteri Charles Maurice de Talleyrand-Perigord per la Francia e il ministro degli Esteri, Conte Karl Vasil’evič Nesselrode, per la Russia, 1 anche se di fatto lo zar Alessandro I operò per lo più personalmente. Le cinque potenze reagirono contro il Liberalismo e il Repubblicanesimo, ripristinando la monarchia. Venne riconosciuta l’esistenza dello Stato Pontificio e l’Italia fu divisa in cinque parti: Regno di Napoli e di Sicilia, Regno di Sardegna e Piemonte, Ducato di Parma, Ducato di Modena e Ducato di Toscana.


52 4. Come avvenne la Restaurazione e la ricostruzione religiosa della Francia? L’esperienza Napoleonica aveva lasciato una ferita lacerante nell’Istituzione ecclesiastica, nonostante la testimonianza di molti martiri, che avevano guadagnato alla Chiesa un immenso rispetto. Era urgente rafforzarne la fede e l’autorità. Convinto assertore dell’autorità papale in campo spirituale e politico, è stato Joseph de Maistre. Trono e altare devono continuare a sostenersi a vicenda. I membri del governo e dei nobili di ritorno dall’esilio, vanno a Messa e partecipano alle processioni. Il Cattolicesimo diventa di nuovo la religione di Stato. Quasi tutti i vescovi sono scelti tra la nobiltà e aumentano i presupposti per il culto. Viene mantenuta la libertà di religione, mentre il divorzio viene abolito. La Chiesa si propone di ricristianizzare la popolazione le cui pratiche religiose erano rimaste molto scosse dagli anni della Rivoluzione. Si pone molta attenzione nella selezione del clero, si riorganizzano i seminari maggiori e si moltiplicano i seminari minori, che restano liberi dalla tutela dello Stato. Il numero delle ordinazioni sacerdotali, che non aveva superato i 500 casi durante l’impero, nell’anno 1829 raggiunge la cifra record di 2.357. Di conseguenza, si possono moltiplicare le parrocchie, in particolare nel mondo rurale. In mezzo secolo si aggiungono 5000 nuove parrocchie alle 27.000 del 1825. In questo periodo, è sacerdote ad Ars, Jean Marie Vianney, un uomo semplice e buono che fa pensare alla vera spiritualità imparata dal vangelo. Purtroppo, l’alleanza trono-altare non poteva continuare: Chiesa e Stato procedevano per strade parallele che non potevano incontrarsi. 5. Che cosa ha significato la Rivoluzione Industriale? In questo secolo si colloca la Rivoluzione Industriale2 che portò dalla società agraria a quella urbana, mentre il potere economico si spostava dalla terra al capitale. Il progresso è stato enorme, ma l’impatto sociale un disastro terribile: il lavoratore emigrato dalla campagna, era indifeso di fronte agli abusi di gestione e alle variazioni del mercato, e viveva in condizioni disumane. Diverse correnti di pensiero politico, filosofico ed economico faranno tentativi di stabilire un processo di radicale trasformazione della società. In questo senso, il XIX secolo è il secolo delle rivoluzioni.


53 La Rivoluzione Industriale nasce in Inghilterra, ma nel corso del XIX secolo si estende ad altri Paesi Europei e al Nord America. Questa rivoluzione aprirà il passaggio al mondo contemporaneo, allo sviluppo economico ed al benessere dei popoli, ma porterà con sé anche conseguenze negative. Mentre si accumula capitale per investire in nuove tecnologie, i padroni tendono ad abbassare il salario, per cui il lavoro è abbondante, disorganizzato e indeterminato. La situazione della classe operaia è terribile, al punto che Marx chiamerà gli operai “i nuovi schiavi dell’era moderna”. Lo sfruttamento del lavoro minorile, i salari da fame, il sovraffollamento e la mancanza di legislazione del lavoro, saranno le note dominanti dei paesi industrializzati. La seconda fase della Rivoluzione Industriale ha inizio nell’ultimo trentennio del XIX secolo. Simbolo di questa seconda fase è la ferrovia, in grado di trasportare grandi quantità di materie prime, notizie e posta a basso costo. Essa cambia completamente il concetto di distanza e velocità; fa muovere capitali e mette in marcia l’industria pesante. 6. Che conseguenze ha la Rivoluzione Industriale? Si fortifica il commercio e si creano relazioni di dipendenza economica (colonialismo economico). Si innalza il livello di vita in alcuni paesi: grandi urbanizzazioni, salari più elevati, progressi della medicina, tecnologia. Si annoverano numerose invenzioni: la locomotiva di Stevenson, la turbina elettrica di Berges (1869), la dinamo elettrica di Zénobe Gramme (1871), il primo veicolo a vapore di Amédée Bollée (1872), il motore a combustione interna di Dugald Clerk (1876) e Forest (1888) le prime carrozze elettriche (1881), la prima macchina (1891), il treno Transiberiano (1891). Nel 1875 Fleming scopre il cromosoma; nel 1881 Louis Pasteur il vaccino contro la rabbia e nel 1885 l’antirabbica. Il vaccino contro il colera è dovuto a Feran nel 1885. Yersin scopre il bacillo della peste nel 1894. L’uso del siero antidifterico viene da Roux nel 1894. Bell inventa il telefono nel 1876. Edison il microfono ed il telegrafo nel 1877. Insieme a Swan fa funzionare la lampada ad incandescenza nel 1878. Roentgen avvia l’uso dei raggi X. Marconi inizia la telegrafia senza fili nel 1896. I coniugi Curie scoprono il radio nel 1898. I fratelli Lumiére mostrano i primi film nel 1895. Hertz scopre le onde elettromagnetiche nel 1896. L’uomo andava così soddisfacendo il mandato divino che gli ordinava di soggiogare la terra, svelando i segreti della natura per usarli in modo da promuovere il benessere degli abitanti del pianeta.


54 Purtroppo, si incrementa anche lo sfruttamento politico ed economico da parte delle potenze occidentali. L’Imperialismo, travestito da interesse culturale e civile, aveva come obiettivo principale lo sfruttamento economico delle grandi aree a un prezzo molto basso. Le Potenze imperialiste di questo secolo sono Inghilterra3, Francia4, Germania5, Russia6, Giappone7, Stati Uniti8. 7. Il Liberalismo È questo il secolo in cui si afferma il Liberalismo, iniziato con la Rivoluzione Francese e con le guerre d’indipendenza degli Stati Uniti, le cui conseguenze si fanno sentire ancor’oggi, nel XXI secolo. Sebbene il Liberalismo possa essere inteso come esaltazione di quella libertà individuale che si afferma come il più importante attributo dell’uomo, la verità è che questa corrente di pensiero ha dato alla parola “libertà” un senso estremamente ambiguo, facendone un uso molto diversificato. Pur avendo le sue radici nel Nominalismo filosofico dei secoli XIII e XIV, nell’Umanesimo e nella Rivoluzione Protestante del XVI secolo, il Liberalismo costituisce certamente l’applicazione pratica delle idee dell’Illuminismo che, con la sua fede cieca nella ragione e nella scienza, introduce un radicale antropocentrismo, fondato sull’autonomia dei singoli. Quando si sono sviluppate queste idee confermando la sua radice nominalista, il Liberalismo ha lasciato da parte l’uomo e si è inventato un soggetto – l’individuo –, che diventa l’elemento più importante della realtà, l’inizio e la fine della vita politica e sociale. Per il Liberalismo la società umana non è la sintesi suprema delle differenze individuali, a partire dalla comune natura degli uomini che la compongono, ma è solo un semplice aggregato numerico o meccanico di individui, che sono come atomi completamente chiusi gli uni agli altri, e risultano collegati tra loro in forza di relazioni puramente estrinseche, come i patti o i contratti sociali. Quali sono i dogmi del Liberalismo? Il primo di questi dogmi o dottrine è l’ipervalorizzazione della libertà individuale, una libertà che è definita come il valore più grande che l’uomo possiede, senza considerare però i legami che essa ha con la verità e il bene. In altre parole, più importante del fare bene o di operare secondo giustizia, è agire liberamente. E il compito principale delle autorità è quello di garantire il massimo esercizio della libertà individuale, intervenendo solo per evitare che le azioni di uno compromettano la libertà di un altro. Il secondo principio del Liberalismo proclama l’assoluta autonomia della


55 ragione individuale. Di conseguenza, nessuna conoscenza, nessuna verità avrà valore, se non verrà dimostrata chiaramente con la ragione. Il terzo postulato liberale afferma l’assoluta sovranità della natura e la conseguente incapacità di porre l’individuo in relazione con qualsiasi realtà sovrannaturale. L’uomo viene rinchiuso entro i limiti ristretti del mondo visibile e materiale, che è considerato l’unica realtà, o, almeno, l’unica accessibile alla conoscenza umana. Negata, quindi, ogni possibilità di trascendenza, Dio non avrà attuale rapporto con il mondo e l’uomo9. Da questi dogmi, derivano una serie di conseguenze che serviranno per la configurazione della società e dello Stato liberale. La più importante è la sovranità assoluta della ragione individuale sul proprio comportamento. Ogni cittadino diventa l’autore del diritto personale e il giudice delle le proprie azioni. L’uomo è convinto che non ci sia alcuna autorità su di lui. Come logico corollario di questa convinzione, il potere politico non sarà nulla di diverso da quello della folla composta da ciascuna di queste ragioni individuali. Lo stesso Stato liberale non sarà soggetto alla verità, il bene o la morale, ma solo a ciò che vuole la maggior parte degli individui che lo compongono. Ne consegue la famosa sovranità del popolo, il popolo sovrano: sarà bene, se si tratta della volontà popolare. Come si può vedere, la libertà del Liberalismo si propone di separare l’uomo da qualsiasi vincolo che lo condizioni. Per il Liberalismo le catene che soffocano l’uomo sono la morale, la verità e la religione. Vogliono un uomo senza responsabilità, un uomo onnipotente. In politica, questo Liberalismo, in fondo, mira a garantire la libertà individuale – giuridica, di religione e stampa –, la divisione dei poteri nel governo e la partecipazione attiva alla vita politica. Questo Liberalismo nella politica è stato battezzato come “democrazia”. Ciò non significa che la democrazia sia stata inventata dal Liberalismo, ma che ha adottato questo nome per designare il sistema politico di sua invenzione. Questa non è la democrazia che ci hanno trasmesso i Greci, la democrazia liberale è una democrazia esasperata e fuori di sé, direbbe Ortega y Gassett, “la democrazia morbosa10, con i suoi virus di relativismo, di indifferenza e di immoralità”. In economia, il Liberalismo ha colpito il Mercantilismo11 affermando che il perseguimento di interessi privati sostiene la produzione, e che questi prodotti sono combinati “naturalmente” in offerta e domanda. La ricchezza dei popoli sta pertanto nel lavoro individuale ed è necessario che le leggi garantiscano una piena libertà di commercio e di lavoro. Sotto il


56 profilo economico, il Liberalismo democratico si considera il principale proprietario di tutti i beni della nazione; spoglia, quando vuole, delle loro proprietà la Chiesa, le comunità, le corporazioni, le università; si dichiara erede di tutti i cittadini e partecipe di tutte le eredità; si attribuisce l’autorità di imporre ai popoli quante tasse vuole. Nella cultura, il Liberalismo ha generato la corrente del Romanticismo, secondo il gusto della borghesia, ed è strettamente legato al Nazionalismo del XIX secolo. Ma il sogno del Romanticismo non durerà a lungo. Nello stesso secolo la libertà romantica era minacciata dalla rivoluzione dei lavoratori e da una corrente critica della morale borghese, della miseria e della povertà della società. Questa nuova corrente critica è chiamata Naturalismo e Realismo, con forti sfumature di anticlericalismo, dato che considera la Chiesa compromessa con l’ordine borghese. Nascono anche l’Antropologismo ateo, di Feuerbach e Nietzsche, e il Materialismo storico con Marx e Engels, che concepiscono la storia con una struttura di base (la società e l’economia) e una sovrastruttura (la religione, l’arte e la politica). Secondo loro, lo scontro tra le classi sociali è ciò che fa evolvere la società. In filosofia, Kant ha insegnato che la conoscenza umana non è in grado di intendere le cose di per sé, ma è soltanto attraverso l’esperienza che si conoscono i fenomeni. Così la ragione non poteva dimostrare l’esistenza di Dio, né era accettabile la Rivelazione. Nel suo pensiero confluiscono il Protestantesimo liberale e il Modernismo cattolico. Hegel ha visto l’umanità come la manifestazione dello spirito divino e ha esaltato lo Stato. Il Razionalismo rifiutava le verità soprannaturali. L’Ontologismo di Rosmini diceva che Dio è il primo oggetto dell’intelligenza e pertanto l’essere più comprensibile, in cui e per cui è possibile conoscere altri esseri respingendo così l’opinione di Kant. Il Positivismo di Comte negava ogni conoscenza che stesse al di là dei sensi e dell’esperienza sensibile. Darwin scrisse l’Origine della Specie: gli esseri viventi derivano gli uni dagli altri e affrontano una terribile lotta per la sopravvivenza in cui muoiono i più deboli e restano i forti, e questi continuano ad evolversi. Marx, con il suo Manifesto del partito comunista e Il Capitale, afferma che Dio è solo un’idea che nasce dalla fantasia delle persone, per il gioco della sublimazione delle forze esterne che lo dominano (natura, mercato, stato) ed elabora la Teoria della lotta di classe12. Nietzsche ha attaccato la morale tradizionale per creare un superuomo, privo di ostacoli religiosi e morali, pronto a superarsi con la forza e il coraggio, per andare al di là del bene e del male ponendo le fondamenta delle teorie razziali del Nazismo.


57 Nel campo della religione, il Liberalismo propone una libertà senza dovere, si confonde con una assoluta indipendenza e autonomia della persona, e dà all’uomo una sensazione di onnipotenza che, nel suo esercizio, costituisce la tentazione più antica, e tuttavia, costantemente rinnovata. Non c’è niente di più invitante per gli uomini, infatti, che credere di potere tutto, che niente possa opporsi ai loro desideri. Niente attrae maggiormente gli uomini dell’idea di diventare Dio. Il “sarete come Dio”, pronunciato dal serpente in paradiso, continua a sedurre l’uomo. Pertanto, in campo religioso, il Liberalismo non dipende da Dio, né dai principi della morale. È sufficiente a se stesso. Di questo secolo sono i Mormoni, fondati da Joseph Smith (1805-1844), che si insediano nello Utah, Stati Uniti. In loro è possibile rilevare gli errori e i frutti del Liberalismo religioso secondo il quale ognuno può diventare dio attraverso il proprio sforzo, in quanto non ha bisogno della grazia di Dio per essere perfetto, ma solo del proprio impegno. I Mormoni ammettono la poligamia, come espressione di una libertà assoluta e, nello stesso tempo, come veicolo di sfogo in modo incontrollato dei piaceri sessuali, dal momento che “gli angeli del cielo” avevano detto al loro fondatore che avrebbe potuto avere tutte le donne che desiderava13. G. Booth nel 1865 fonda a Londra l’Esercito della Salvezza, un’organizzazione militare per conquistare alla fede le classi popolari. Negli Stati Uniti d’America ha inizio il movimento degli scienziati Christian Science, guidato da Miss Eddy: per mezzo della suggestione cercano di ottenere la guarigione dal corpo. Durante il XIX secolo si è diffuso lo spiritismo14 con la convinzione di poter comunicare con i morti. 8. Ondate rivoluzionarie s’infrangono contro il nostro mondo Nel 1820-21 una prima ondata rivoluzionaria sconvolge l’Europa. Sono insurrezioni che si basano sui principi del Liberalismo, in reazione al Congresso di Vienna e alla Restaurazione. Nascono in Spagna per poi diffondersi in Portogallo, Russia, Piemonte e Regno di Napoli. Ad alimentare questi moti, è l’azione delle società segrete che si rifacevano al modello massonico, già precedentemente contrastato dall’azione della Santa Alleanza. Anche in America Latina i gruppi indipendentisti mettono in discussione il potere politico spagnolo, mentre la Grecia ottiene l’indipendenza dall’Impero Ottomano.


58 Una seconda ondata arriva in Europa dieci anni più tardi. È ora la volta della Francia. Il re Carlo X, fautore di un assolutismo monarchico esagerato, è costretto a rinunciare al trono, e la corona viene offerta a Luigi Filippo d’Orléans. Ciò avrà gravi ripercussioni in tutta l’Europa, che sarà divisa in due blocchi. Luigi Filippo d’Orléans è monarca costituzionale, inaugura il nuovo modello di dominazione borghese e dei movimenti costituzionali. Con l’Inghilterra, la Francia passa a guidare così il blocco liberale in Europa, contrapposto al blocco conservatore della Russia e dell’Austria. La Rivoluzione Industriale aveva rafforzato la borghesia in Occidente, ma non in Oriente. Nel 1848 ha luogo la terza delle grandi ondate rivoluzionarie. Le rivendicazioni di tipo sociale – crisi economica e basso status del proletariato – e nazionalista svolgono un ruolo importante. In Francia, la rivolta popolare porta alla destituzione del Re ed alla proclamazione di un governo provvisorio. Ma, prima che sia trascorso un anno, Luigi Napoleone, eletto Presidente della Seconda Repubblica, pone fine alla stessa proclamandosi imperatore. La conseguenza più importante di questa ondata rivoluzionaria sarà l’inizio dello sviluppo dei movimenti operai, in modo indipendente e ostile alla borghesia. Quest’ultima comincia a diventare parte delle strutture conservatrici. Nel 1848 Marx ed Engels pubblicano a Londra il Manifesto del partito comunista. È questo l’anno in cui Giovanni Battista Jordan nasce, in un piccolo villaggio sperduto nel sud della Germania, nella selva nera: Gurtweil. 9. Il Movimento operaio Lo sviluppo economico ha rafforzato la borghesia liberale, ma il proletariato, che è sorto anche con l’industria, è vittima di sfruttamento. In un primo momento i lavoratori manifestano spontaneamente, senza uno specifico piano politico. Successivamente, cominciano invece ad emergere i sindacati, guidati dai lavoratori più istruiti, che si accorgono della necessità di un’organizzazione per la difesa del lavoratore: salari, giornate di otto ore, disoccupazione, pensioni. Le prime associazioni operaie nascono in Inghilterra nel 1824 e ben presto si diffondono in tutta Europa. Questi movimenti avevano diverse sfaccettature: Anarchismo: respinge ogni autorità. Il suo modello di società è anti-autoritario, pacifista e collettivista. Il suo principale ideologo è Bakunin. Marxismo: i suoi principali ideologi sono Marx e Engels. Nell’opera Il Capitale, si parla di quest’ultimo come del frutto del lavoro dei dipendenti accumulato dai capitalisti. Questo capitale ha consentito lo sviluppo dell’industria, portando inevitabilmente al monopolio delle grandi imprese, con crisi di sovrap-


59 produzione e, di conseguenza, all’Imperialismo coloniale. Pur essendo questa l’opera principale di Marx ed Engels, è stato più diffuso il Manifesto del partito comunista del 1848: un opuscolo di agitazione della dittatura del proletariato, in previsione di una società senza classi. Internazionali dei lavoratori: questi sindacati riescono ad unirsi in modo internazionale per il bene della classe operaia. 10. Nel frattempo, cosa accadeva in America Latina? I venti del Liberalismo arrivano anche in America, la quale voleva essere libera, liberata da tutti i conquistatori. La Chiesa ha 41 diocesi e guida 23 università. Il popolo è sinceramente cattolico. L’agitazione contro l’Impero coloniale spagnolo comincia nel 180815. Nel 1810 padre Hidalgo da inizio alla lotta per l’indipendenza della Nuova Spagna, ma viene fucilato nel 1811. Il prete Morelos prosegue il movimento di emancipazione, conquistando importanti regioni e svolgendo un piano di rigenerazione sociale, fino a che subisce la stessa sorte nel 1815. Il clero si divide in sacerdoti a favore e contro l’insurrezione. 91 membri del clero diocesano (2,1% del totale) e 37 del clero regolare (1,0%) hanno preso in mano le armi per seguire Hidalgo e Morelos. L’indipendenza del Messico si realizza completamente nel 1821. L’arcivescovo di Caracas, Coll y Prat, riconosce l’indipendenza del suo paese nel 1811 con l’appoggio dell’arcivescovo di Quito, ma non di quello della Pace. La Colombia la trova grazie a Bolivar e San Martin, nel 1818. Il Perù, nel 1824, grazie a Bolivar e Sucre. Altrove, la Chiesa subisce diverse crisi. In Colombia, il governo di Hilario López espelle i gesuiti e proclama l’istruzione laica obbligatoria. In Messico, Gomez Farias applica misure analoghe nel 1833, ma viene rovesciato di lì a poco. La costituzione del 1857, rimuove le tradizionali giurisdizioni religiose, vieta i voti, nega alla Chiesa la possibilità di acquistare beni e dà al governo il potere di intervenire sul culto e sulla disciplina ecclesiastica. Le leggi della riforma nazionalizzano i beni della Chiesa, sopprimono gli ordini religiosi e stabiliscono la libertà di culto. Analoghe manifestazioni si verificano in Guatemala (1879), Honduras (1880), El Salvador (1894), Colombia (1845), Venezuela, Ecuador (1877), Argentina con il dittatore Rosas. In Brasile con Don Pedro, l’imperatore dal 1822 al 1831 e suo figlio Pedro II, dal 1831 a 1889; tutti e due hanno mantenuto l’autorità del Regalismo. La Costituzione del 1891 stabilisce la libertà di culto.


60 Dal 28 maggio al 9 luglio del 1899 il papa Leone XIII indice a Roma un Concilio Latinoamericano, a cui partecipano 15 arcivescovi e 38 vescovi. Vengono emanate 1900 conclusioni. Alla fine del secolo, di 61 milioni di latinoamericani, 58 milioni professano la religione cattolica (95%). 11. E in America del Nord? Nel 1829 i cattolici canadesi hanno raggiunto la parità dei diritti civili. Negli Stati Uniti, la Costituzione del 1789 aveva sancito la separazione tra Chiesa e Stato. Il numero dei cattolici è cresciuto con l’arrivo di irlandesi, tedeschi, italiani, polacchi e messicani. Tuttavia, l’odio religioso europeo spesso risuona nella vecchia colonia britannica e vi sono sporadici attacchi contro i cattolici. Mentre nel 1807 c’erano 150 mila cattolici negli Stati Uniti, nel 1890 raggiungevano quasi i 10 milioni. L’episcopato organizza tre consigli nazionali: nel 1852, 1866 e 1884. A differenza della maggior parte del mondo, qui la separazione tra Stato e Chiesa è stata efficace. I cattolici ne hanno approfittato per costruire le loro chiese, le organizzazioni di beneficenza e le scuole. 12. Tornando al Continente Europeo Francia - Luigi XVIII (1814-1824) ripristina la monarchia borbonica. Gli succedono suo fratello Carlo, fino al 1830, e Luigi Filippo fino al 1848. La Francia era una miscela di anticlericalismo e di reazione cattolica. Luigi Filippo cercava di mantenere rapporti cordiali con la Chiesa. Si dà vita alla Seconda Repubblica (1848-1852) diretta da Luigi Bonaparte. Spagna - Nel 1808 Napoleone I ordina l’invasione della Spagna. Forza l’abdicazione di Carlo IV, re di Spagna, e di suo figlio Fernando VII a favore di Giuseppe Bonaparte. La commozione prodotta nelle colonie di Madrid accelera il movimento di indipendenza. Nel 1812 si incontrano i Tribunali di Cadice, che promulgano una monarchia costituzionale, aboliscono l’Inquisizione e fanno delle leggi in materia di ordini e congregazioni religiose, limitando la loro attività. Fernando VII torna al potere nel 1814 e restaura l’assolutismo. Riego nel 1820, dichiara la validità della Costituzione di Cadice e conduce misure anticlericali. A Fernando VII succede la figlia Elisabetta II, fino al 1868 quando viene proclamato il regime repubblicano. Don Carlos, fratello di Fernando VII,


61 si rivolta contro Elisabetta. Ai Carlisti aderiscono i sostenitori dell’Assolutismo; ad Elisabetta i liberali. La guerra produce diversi attacchi contro il clero. Mendizábal decreta nel 1836 la confisca delle proprietà ecclesiastiche. Portogallo - Viene applicata una Costituzione liberale, mentre i rei si rifugiano in Brasile (1802-1822), in fuga dall’invasione napoleonica. Giovanni VI è tornato a Lisbona. Suo figlio Pedro regna in Brasile (1822-1831). Alla morte di Giovanni VI gli assolutisti hanno scelto il figlio di Don Pedro, di nome Michel, e i liberali hanno scelto la figlia di Don Pedro, Maria. Alla fine degli anni Trenta, la Chiesa soffre l’abolizione dei monasteri e la confisca dei beni. Polonia - Si ricordano le due eroiche insurrezioni (1831 e 1863) che il popolo polacco ha effettuato senza successo, per scuotersi di dosso il giogo straniero che, senza alcun risultato, ha cercato di rimuovere la fede cattolica. Inghilterra - Per l’Inghilterra è molto importante il Movimento di Oxford. Tra gli anni 1833 e 1845 una corrente interna della Chiesa anglicana, guidato da John Henry Newman, Pusey e Keble, studia e rivaluta la dottrina e la liturgia cattolica. Newman si converte al Cattolicesimo (1845), è ordinato sacerdote a Roma (1847) e nominato cardinale nel 1879. Nello stesso periodo Pio IX crea una gerarchia ecclesiastica. Germania - Bismarck impone il controllo delle attività ecclesiastiche. A tal fine, censura la predicazione, disciplina l’approvazione della elezione e vuole fare dei sacerdoti semplici funzionari del suo regime. Espelle gesuiti, redentoristi, paoline. Rilascia terribili leggi16. Ma riceve una forte resistenza da parte dei cattolici.

II. La risposta della Chiesa17 Il papa Pio VII ha dovuto risolvere lo spinoso problema della composizione dell’episcopato francese. Secondo le riforme napoleoniche, i vescovati dovevano essere ridotti a 60 da 135 che erano. Pio VII ha chiesto le dimissioni a tutti e ha nominato il nuovo corpo dei vescovi. Riconosce i matrimoni contratti da chierici durante la persecuzione religiosa e infine è costretto ad assistere all’incoronazione di Napoleone come imperatore nel 1804, a Notre-Dame di Parigi18. Poco dopo, Napoleone gli chiede di invalidare il matrimonio di Geronimo Bonaparte, suo figlio. Il Papa rifiuta, allora l’imperatore entra nel territorio pontificio e occupa Roma. Pio VII emette una bolla di scomunica contro gli invasori e, in risposta, l’esercito francese prende in custodia il pontefice, che viene tradotto a Savona. Qui viene


62 costretto a convalidare la nomina dei vescovi. L’Imperatore ripudia la moglie Giuseppina, desideroso di sposare la principessa austriaca Maria Luisa e riesce a far sì che la curia di Parigi annulli il suo precedente matrimonio. Il Papa protesta e, per rappresaglia, Napoleone decreta che lo Stato Pontificio appartiene a suo figlio. Inoltre, nel giugno del 1812 obbliga Pio VII a trasferirsi a Fontainebleau. Contro la sua volontà, il Papa fa alcune concessioni (Concordato di Fontainebleau), che presto ritratta. La catastrofe militare costringe Napoleone a consentire il ritorno del Papa a Roma, dove entra trionfalmente il 24 maggio del 1814. 1. Santi e congregazioni nel XIX secolo • Pio VII ricostituisce i gesuiti nel 1814. • Santa Maddalena Sofia Barat fonda le religiose del Sacro Cuore. • San Marcelino Champagnat fonda i Fratelli Maristi. • La Società delle Figlie del Cuore di Maria, fondata dal sacerdote di Cloriviére e Adelaide de Cicè. • Le Congregazioni di San Vincenzo de’ Paoli, da Federico Ozanam. • San Giovanni Bosco fonda la Congregazione dei Salesiani nel 1861 per l’educazione dei giovani e nel 1876 la Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. • Lauteri, fonda gli Oblati di Maria Vergine nel 1815. • Mazenod, gli Oblati di Maria Immacolata nel 1816. • Sant’Antonio Maria Claret, i Clarettiani nel 1849. • Hecker, i Paulisti nel 1858. • Comboni i Comboniani nel 1867. • Janssen, la Società del Verbo Divino nel 1875. • Jordan, la Società del Divino Salvatore nel 1881. 2. In questo secolo è stato difficile continuare le missioni In questo secolo le missioni hanno avuto un boom importante. Ma c’erano anche molte difficoltà: • in India, la predicazione cattolica è soffocata dagli inglesi; • in Cina, i progressi della conversione sono molto lenti; • in Corea c’è una costante persecuzione del cristianesimo; • la Turchia emette un editto di tolleranza nel 1856, ma nel 1860 i cristiani


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vengono uccisi in Libano e Siria; al Cairo e Beirut i gesuiti hanno potuto stabilire le scuole; il Giappone proclama la libertà di culto nel 1884 e nel 1890 Leone XIII erige la Diocesi di Tokyo; in Australia nasce la diocesi di Sydney dal 1842; in Africa, il Vangelo è predicato principalmente in Algeria, Marocco, Sudan, Sierra Leone.

3. I lavori di alcuni Papi del XIX secolo Leone XII (1823-1829): La Chiesa, con più diritti che mai in questa epoca di restaurazione e del Congresso di Vienna, si riafferma nelle monarchie. Mette limiti alle società segrete, al Gallicanismo e al Liberalismo. Lacrime amare vengono versate per la sanguinosa persecuzione religiosa che ha portato l’Inghilterra contro la cattolica Irlanda, che, dopo torture vergognose è stata annessa all’Inghilterra. In questo periodo sorge “il grande profeta”, Lamennais, che ha voluto creare una forma di Liberalismo cristiano e cattolico. Si è convertito al Cattolicesimo per praticare prima un sospetto Ultramontanismo e poi un Liberalismo che ha sviluppato nel giornale L’Avenir, da lui fondato, in cui lotta per la libertà di istruzione, di stampa, di associazione, il suffragio e il principio di decentramento. Lamennais giustifica l’idea di progresso storico, sostenendo che la divina provvidenza governa la storia verso i fini che solo lei conosce. Per Lamennais i progressi della storia si fanno, non per una maggiore acquisizione di bontà morale, di vicinanza a Dio attraverso il bene e la virtù, ma per l’acquisizione di più elevati gradi di libertà, che fa maturare i popoli. Il papa Gregorio XVI con l’enciclica Mirari Vos condanna gli errori del Liberalismo e ferma Lamennais, per poi lasciare la Chiesa come un nuovo Tertulliano. Da allora, tutto il XIX secolo conosce all’interno della Chiesa una grande lotta tra liberali e non liberali. Gregorio XVI, è stato decisamente anti-liberale. Monitora la dottrina, riforma ordini religiosi e negozia con gli Stati. Pio IX19 governa la Chiesa dal 1846 al 1878: il suo pontificato è stato il più lungo nella storia della Chiesa, dopo San Pietro. Agli inizi ha mostrato uno spirito liberale, per le riforme effettuate. Ed ecco che nasce il mito di Pio IX, considerato il papa promotore del movimento unitario, destinato ad espellere gli austriaci e rinnovare la nazione20. Anche i partiti rivoluzionari si sono associati a questo clima generalizzato e


64 hanno contribuito ad alimentare in modo esagerato i desideri delle masse, perché Pio IX ha dato luogo ad un movimento di speranza per la riconciliazione tra il papato e le aspirazioni nazionali. Inoltre, correva voce che questo Papa volesse conciliare cristianesimo e libertà, esprimendo così una aperta ostilità nei confronti di Gregorio XVI, il quale aveva completamente deluso i fautori delle libertà moderne. Tuttavia, papa Pio IX non si è mai appropriato del sistema liberale dei Guelfi, perché non era compatibile con la sua missione spirituale universale. Per questo, ha voluto farlo cadere anche all’interno del papato. Vi è riuscito per un attimo durante il 184821 e, più tardi, nel 1870, quando ha perso gli Stati Pontifici. Nel suo discorso del 29 aprile 1848, Pio IX ha dichiarato che non poteva, come padre di tutti i fedeli, partecipare a una guerra contro un popolo cattolico come l’Austria. In quello stesso anno 1848, all’esplodere di disordini a Roma, il Papa, vestito da semplice sacerdote, fugge a Gaeta, sotto la protezione dei Borboni. A Roma, viene proclamata la Repubblica, che ha vita molto breve. Francesi, Austriaci e Borboni riconquistano la città e restituiscono al Papa gli Stati Pontifici. Quanto tempo durerà questo Stato Pontificio? Gli autori dell’unità d’Italia volevano annettere lo Stato Pontificio e fare di Roma la nuova capitale della nazione. La guerra franco-prussiana del 1870 e la caduta di Napoleone III, hanno permesso al governo italiano, sotto il re Vittorio Emanuele II, con un migliaio di uomini armati, di attaccare Roma attraverso la breccia di Porta Pia (20 settembre 1870). Il Papa ordina ai soldati un’opposizione solo formale e la battaglia dura cinque ore, con 51 morti: 19 soldati pontifici e 32 italiani. Un plebiscito determina l’annessione della città al Regno d’Italia. Il Papa non riconosce questo fatto e si dichiara prigioniero in Vaticano, evitando qualsiasi contatto con il nuovo Regno d’Italia e vivendo in condizione di isolamento. Inoltre ha cominciato a dare alla Chiesa un’impronta di forte spiritualità. In effetti, ha creato la gerarchia ecclesiastica in Inghilterra (1850), Olanda (1853); ha proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione (1854) e ha canonizzato i primi martiri giapponesi (1862). Ha dato forte e solido sostegno a Giovanni Bosco. Termina così il potere temporale dei Papi. Il colpo di grazia dato dalla Divina provvidenza, priva la Chiesa del potere temporale, che non le giovava in nulla. Con la perdita del potere temporale e la sovranità territoriale, le iniziative del Papa e, soprattutto, il suo magistero, hanno avuto un valore sempre più spirituale e indipendente.


65 4. Atti di Papa Pio IX Inefabilis Deus: dove proclama il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria (8 dicembre 1854). L’enciclica Quanta Cura dell’8 di dicembre del 1864 e il suo allegato, il Syllabus o elenco di 80 proposizioni: dove si condannano gli errori del mondo moderno liberale (panteismo, naturalismo, razionalismo assurdo, indifferentismo, socialismo, comunismo, società segrete, liberalismo). È il documento più contestato di Pio IX poiché condanna la libertà di religione e di coscienza, intesa come una conseguenza dell’assoluta autonomia dell’uomo22, libero da qualsiasi legge superiore, e l’indifferentismo. È interessante ricordare che un terzo dei vescovi consultati nel 1962 si era dichiarato contrario alla condanna degli errori moderni, soprattutto perché inopportuna e poca chiara, possibile fonte di incomprensioni e discussioni infinite, come, infatti, è diventata. Gli effetti del Syllabus e dell’enciclica Quanta Cura non sono stati positivi nel complesso. L’enciclica ha deluso molti perché non era a livello di altri atti di magistero pontifici che gli storici considerano come veri e propri capolavori. Il Concilio Vaticano I (1869-1870) a cui partecipano 740 vescovi, di cui 50 erano orientali). Viene ribadita la fede cattolica contro gli errori ed è proclamato il dogma dell’Infallibilità del Papa23, quando parla ex cathedra su questioni di fede e di morale. Inoltre, viene approvata la giurisdizione del Papa su tutta la Chiesa, dogma che seppellirà per sempre il Gallicanismo, secondo il quale il Concilio è precedente all’autorità del Papa. Urgeva questo Concilio per molti motivi: il crescente secolarismo, la diffusione di sistemi filosofici in netto contrasto con la fede cattolica, il giurisdizionalismo persistente di molti Stati, spesso pubblicizzato come separazione chiesa-stato, per il duro attacco contro i religiosi, per la proclamazione della libertà di coscienza e l’uguaglianza di tutte le religioni davanti alla legge, in netto contrasto con le affermazioni di molti solenni concordati, che riconoscevano il cattolicesimo come l’unica religione di Stato, dandole implicitamente privilegi speciali. Se il Concilio di Trento aveva dato risposta al protestantesmo, il Concilio Vaticano I risponde al razionalismo e al gallicanismo. Ma gli avvenimenti politici hanno impedito ulteriori lavori del Concilio, e il Vaticano I si limita a esaminare il rapporto tra fede e ragione, e la natura della Chiesa, e su questo punto è sorta immediatamente la questione del primato del Papa. Sono state emanate due costituzioni dogmatiche: Dei Fili e Pastor Aeternus. Il significato teologico e storico del Vaticano I consiste nell’aumento dell’autorità del Papa nella Chiesa, che gli ha consentito di affrontare efficacemente le


66 situazioni difficili degli anni successivi. Durante questi ultimi secoli, non vi è stata nella storia della Chiesa rottura, ma continuità nei progressi. Un chiarimento e un accento sempre maggiore sulla natura spirituale della Chiesa e della sua missione. 5. Sulla questione sociale difesa dal Papa Leone XIII Leone XIII (1878-1903) è stato una pietra miliare nella storia della Chiesa. Egli ha vissuto tutte le devastazioni della Rivoluzione Industriale, il cui unico obiettivo era il lucro, la cui unica legge era stata l’offerta e la domanda, dove l’uomo è stato smantellato ed è rimasto solo di fronte alla forza della macchina del capitalismo. Ma il Papa non si è spaventato. Al contrario, ha dato impulso alla riflessione sui principi etici della vita economico-sociale, ora chiamata “dottrina sociale cristiana”. Questa dottrina, anche se il mondo del lavoro era stato molto ostile alla Chiesa alla fine del XIX secolo, ha notevolmente contribuito a chiarire la dignità del lavoratore e dei suoi diritti. Altri importanti documenti di questo Pontefice sono stati i seguenti: • Inscrutabili: denuncia i mali sociali del tempo, esaltando il sacramento del matrimonio e i valori della famiglia; • Quod Apostolici: contro socialisti, comunisti, nichilisti, liberali, indifferenti, società segrete; • Aeterni Patris: ritorno al tomismo, di san Tommaso d’Aquino; • Diuturnum Illud: sul potere civile; • Humanum Genus: contro la massoneria; • Immortale Dei: sulla costituzione cristiana degli Stati. • Providentisimus Deus: sui temi della Bibbia e degli studi biblici. Ha aperto gli archivi del Vaticano e pronunciato una frase che è diventata famosa: «Non temiamo la verità». • Apostolicae Curae: sull’invalidità delle ordinazioni della chiesa anglicana; • Rerum Novarum: sui diritti dei lavoratori, contro il Liberalismo estremo, in favore della giustizia, della persona, dell’amore tra gli uomini. Questa magna carta del mondo dei lavoratori era riassunto e sintesi di più di mezzo secolo di intenso e, a volte, silenzioso lavoro della Chiesa. Papa Leone XIII ha parlato specificamente dei temi sociali nell’enciclica Rerum Novarum, che rifiuta per principio la dialettica della lotta di classe, e chiede ai datori di lavoro e ai lavoratori uno sviluppo armonioso della nuova società. Il Papa proclama il carattere sociale di entrambi: le proprietà e il giusto salario; e


67 invita lo Stato ad abbandonare la posizione di semplice spettatore, per controllare le relazioni economiche, senza cadere nel dirigismo socialista. La Rerum Novarum propone la creazione di associazioni operaie o sindacati di ispirazione cristiana. Così, Leone XIII incoraggia la presenza dei cattolici nella vita pubblica. Il Papa, d’altra parte, nell’enciclica Immortale Dei (1885) aveva dichiarato la disponibilità della Chiesa a mantenere buone relazioni con qualsiasi sistema politico che difendesse la libertà. Il magistero sviluppato da Leone XIII tramite le sue grandi encicliche è stato di straordinaria importanza. Ma la presenza dei cattolici nella vita politica e sociale aveva anche i suoi rischi, e all’interno della Chiesa si è sviluppata una crisi dottrinale che sarebbe stata presto dichiarata apertamente, come vedremo nel XX secolo.

Conclusione Gran secolo, in ogni modo. Leone XIII ha aperto le braccia ai nuovi tempi. Nel suo governo già funzionava il Canale di Suez, si parlava al telefono, poteva essere ascoltato il fonografo, la luce elettrica era accesa, nascevano film e radiografia; funzionavano i motori a scoppio, all’inizio, e poi con la variante del diesel. Pasteur aveva trionfato in microbiologia. Marconi aveva scoperto la telegrafia senza fili. Questo è stato anche il secolo della nascita di p. Jordan. Giovanni Battista Jordan è nato verso la metà di questo movimentato secolo (16 giugno 1848) e si è mosso in questo ambiente in Germania. Nel 1864 ha lavorato alla costruzione della linea ferroviaria tra Costanza e Basilea. Ha lavorato come pittore. Ha viaggiato verso Augsburg, Regensburg, Monaco di Baviera, Berlino, Amburgo. In tutta questa esperienza di lavoro è emersa la sua vocazione al sacerdozio. Sempre con quell’idea di far conoscere Gesù Salvatore in mezzo a questo contesto sociale, a tutti questi movimenti politici e filosofici, dove le idee sembravano un fermento di nuove cose e si preparava l’arrivo di un nuovo modo di concepire la storia, l’uomo, la vita, il lavoro, dimenticando il senso religioso di ogni uomo e di ogni donna. La Chiesa è costretta a cambiare, a fare qualcosa di fronte a questa situazione. Uomini e donne profondamente religiosi, pieni dello zelo apostolico, come p. Jordan, pensano di dare senso alle difficoltà e ispirati da Dio, mettono piedi e mani per far capire l’impor-


68 tanza della bontà di Dio in questa storia tormentata e difficile, intuendo che bisogna essere più vicini a Dio e alla gente. Uno di questi uomini è stato Francesco Jordan che preso dal fuoco dello Spirito Santo, comincia la sua opera per la “gloria di Dio e la salvezza delle anime.” -----------

1 Lo zar Alessandro I firma con l’Imperatore d’Austria e con il Re di Prussia il trattato della Santa Alleanza (26 settembre 1815). I sovrani, che rappresentavano le tre confessioni cristiane (cattolici, ortodossi e protestanti), si ripromettevano in nome della Santissima e indivisibile Trinità, di accettare come regola i principi cristiani, ma anche di fornirsi assistenza e aiuto reciproco. 2 Il XVIII secolo è quello della rivoluzione agricola.

3 Con le colonie in India, Birmania, Malesia, Il Cairo e Città del Capo, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. 4 Con le colonie in Algeria, Tunisia, Marocco e in Africa equatoriale.

5 Con le colonie in Africa (Namibia, il Togo, il Camerun e la Tanzania). 6 Con le colonie in Turkestan e nel nord della Cina.

7 In guerra con la Cina si aggiunge Formosa e la Corea.

8 Inizia la sua influenza in America Latina, soprattutto in Messico e in America Centrale.

9 Importante caratteristica del Liberalismo è proprio il deísmo, che vede Dio come la causa impersonale del mondo impersonale, e fa che Dio sia assimilato dal mondo, come si fa in epoca moderna, in movimenti neoliberali come la new age, e in certi orientalismi molto frequenti nei circoli occidentali.

10 “La democrazia nella religione o nell’arte, la democrazia nel pensiero e nel gesto, la democrazia nel cuore e l’abitudine, è la più pericolosa malattia che possa avere una società” (Ortega y Gassett, José, La democrazia morbosa suo lavoro in El Espectador, Madrid, EDAF, 1998, pp. 120. 11 Cioè, la ricchezza di ogni nazione si basa sul possesso di metalli preziosi: il protezionismo di Stato, le esportazioni su larga scala, la diminuzione delle importazioni, e le idee fisiocratiche l’agricoltura come principale fonte di ricchezza.

12 Una classe sociale è un insieme di individui che svolgono un ruolo determinato nella produzione. La classe operaia è l’insieme delle persone la cui principale fonte di reddito è lo stipendio. I capitalisti sono invece coloro il cui reddito proviene dal profitto, dagli interessi o dai redditi. Le due classi sono contrapposte. La crescente presa di coscienza di classe del proletariato che viene oppresso, fomenta la lotta di classe. Mentre la classe capitalista vuole mantenere l’attuale ordine sociale, perché ne trae benefici, il proletariato vuole stabilire un nuovo ordine. Vincerà, infine, la classe operaia che stabilirà la dittatura del proletariato. Un giorno i lavoratori saranno i proprietari del capitale e lavoreranno per se stessi. Infine, le classi scompariranno, conclude Marx. La retribuzione che percepiscono i proletari è inferiore alla ricchezza che producono. La differenza è il profitto o plusvalore che fa aumentare la ricchezza del banchiere, del proprietario e del commerciante. 13 Joseph Smith ebbe circa 48 donne in soli 39 anni.


69 14 Lo spiritismo è stato fondato da Allan Kardec in Francia nel 1857 quando scrisse il suo libro intitolato Il libro degli spiriti. Conquista soprattutto le persone amanti dei fatti incredibili e curiose di sapere cosa c’è di nuovo, o che cercano la soluzione di gravi problemi economici o di particolari angosce. La prima cosa che fa uno spiritista è evocare lo spirito di una persona morta perché le porti risposte su quello che vuole sapere. Kardec consiglia di evocare lo spirito di una persona deceduta, che in vita era un amico o un familiare di quelli che si sono riuniti. In ogni incontro c’è una persona chiave, il medium, che evoca le persone, arriva a conoscere i loro segreti e informa gli altri sulle risposte che immagina di ricevere dello spirito. Quasi tutti i medium che sono stati studiati dai medici, sono persone molto inclini all’isteria (una malattia che porta a credere come vero ciò che è solo immaginazione), sbilanciati, veggenti, autosuggestionati, che si sono convinti che ciò che immaginano sia una rivelazione di qualche spirito. Sia la Bibbia che il magistero della Chiesa vietano lo spiritismo (cfr Dt 18, 9-12; Denzinger 1654). Non è permesso ai cattolici di partecipare alle riunioni spiritiste, né di assistere all’evocazione degli spiriti, anche se questi dovessero essere buoni (Denzinger 2182). Lo spiritismo, infine, conduce alla pazzia e a squilibri mentali. 15 Il re spagnolo Fernando VII fece pressioni fino alla sua morte, sulla Santa Sede (Papa Pio VII, Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI), affinché non riconoscessero la libertà delle colonie. Dopo molte vicissitudini, finalmente il Papa Gregorio XVI ha riconosciuto l’indipendenza della Colombia nel 1834, del Messico e dell’Ecuador nel 1836 e del Cile nel 1840. Lo stesso Papa erige nuove diocesi: San Juan de Cuyo (Argentina) e Pamplona (Colombia) nel 1834, Guayaquil nel 1837 e Veracruz nel 1845. Con il passare degli anni, la Sede Apostolica firma Concordati con vari paesi, tra cui Guatemala, Costa Rica, Ecuador, Venezuela, El Salvador, Haiti e Perù.

16 Si tratta della cosiddetta Kulturkampf, espressione tedesca che si riferisce al conflitto tra lo Stato prussiano e la Chiesa cattolica. Lo Stato chiedeva l’istruzione laica e la separazione chiesastato. Bismarck si è spinto oltre: l’espulsione dei gesuiti, il controllo statale dell’educazione religiosa e delle nomine all’interno della chiesa, il matrimonio civile obbligatorio e la confisca delle proprietà ecclesiastiche. Ma quando il Cancelliere di ferro, cioè Bismarck, si accorge dell’inutilità di tali misure, che in alcun modo sminuirono l’influenza del partito cattolico, e soprattutto quando comincia a nutrire gravi timori per la crescente ondata di socialismo, decide di cambiare politica e chiedere il sostegno dei partiti del Centro. Le misure anti-cattoliche vengono allora gradualmente abolite e nel 1887 viene raggiunto un accordo con il Papa Leone XIII. Si ferma l’ingerenza dello Stato negli affari della Chiesa e il timore delle interferenze eclesiali negli affari imperiali scompare. 17 Da Pio VI e Pio VII, inizia una serie ininterrotta di eminenti papi, che si succedono nel XIX secolo e per tutto il XX secolo: Leone XIII, Pio IX, Leone XIII, Pio X, ecc.

18 I capi della Chiesa di Francia non hanno risparmiato elogi a Napoleone: l’unto del Signore, il nuovo David, Ciro, Costantino, Carlo Magno; concedendo un posto privilegiato nel catechismo imperiale ai doveri verso l’imperatore.

19 Per la sua fermezza di fronte a libertinaggio, anticlericalismo e antipapismo, è stato rapito e rinchiuso con minacce di morte al Quirinale, sede del Presidente della Repubblica Italiana. Riesce a scappare vestito da civile e si rifugia a Gaeta, nel Regno di Napoli, dipendente dalla Spagna, dove Fernando VII, gli dà protezione (24 settembre 1848). 20 Si sono formati due partiti: Guelfi e Ghibellini. I Guelfi erano i sostenitori del papato e delle città italiane in lotta contro l’Impero Austro-ungarico. I Ghibellini erano sostenitori dell’Imperatore. 21 Anno di rivoluzioni.


70 22 La condanna di coscienza nel Syllabus, compresa così, resta valida ancora oggi e non è in contraddizione con la dichiarazione del Concilio Vaticano II Dignitatis Humanae. Tuttavia questo è il risultato di una lunga evoluzione, un lento processo di chiarimento, che è stato completato dalla ricerca di altri e più solidi fondamenti per la libertà di coscienza e di religione: non l’autonomia dell’uomo, né l’indifferenza, ma la dignità della persona umana, che Dio ha creato libera e non vuole la coercizione estrinseca di un’autorità umana nelle sue fondamentali opzioni religiose, anche quando sono in contrasto con il progetto e la volontà di Dio. Dobbiamo quindi distinguere bene tra il Liberalismo come concezione filosofica di immanenza e il Liberalismo come sistema politico e costituzionale del Parlamento. Il Syllabus ha respinto il primo, ma non tratta il secondo se non in modo marginale e incompleto, senza prendere una posizione chiara nei suoi confronti.

23 La Germania ha inviato lettere a tutti i poteri per opporsi a questo dogma dell’Infallibilità papale. Dopo un intenso dibattito, il dogma ottiene 533 voti favorevoli e 2 contrari (18 giugno 1870).


71 Pista di riflessione come sussidio per i gruppi Riflessione personale Pensi che la situazione sociale e della Chiesa, le diferenti ideologie filosofiche e politice in questo secolo XIX abbiamo avuto un influsso forte nelle idee di p. Jordan, specialmente di far conoscere a tutti, con tutti i mezzi e in tutto il mondo la bontá di Dio manifestata in Gesú Salvatore? Puoi fare alcuni esempi? Ricordi a quali movimenti ha participato Jordan? Come vedi la situazione della Chiesa al tempo di p. Jordan e oggi? Quali sfide sono oggi più urgenti per noi salvatoriani sulle orme di P. Jordan? Puoi immaginare i consigli di Jordan per noi oggi di fronte alla situazione del mondo secolarizzato e della Chiesa che cerca di essere fedele al Divin Salvatore e avvicinare Gesù a tutte le donne e a tutti gli uomini? Come si potrebe sognare la chiesa di Gesù Salvatore oggi alla luce dei pensieri di P. Jordan? Condivisione in gruppo Condividere le riflessioni personali e nutrirsi nello scambio di esperienze.

Conclusione Come ti senti alla fine dell’incontro, dopo la condivisione? Quale consapevolezza riporti con te?


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Profonda esperienza di Jordan in Dio Pre-fondazione (dal 1o luglio 1875 all’8 dicembre 1881) P. Paul James Portland sds

L’inizio del diario di Jordan è datato 1 ° luglio 1875, appena sei anni e mezzo prima della fondazione del suo “lavoro” e tre anni prima della sua ordinazione. Allo stesso modo di come noi tutti accresciamo i rapporti umani nella nostra vita, così in questa prima fase vediamo gli inizi della sua “profonda esperienza di Dio”, le basi, piuttosto che il più maturo rapporto raggiunto alla fine della sua vita, dopo essere stata provato da molte difficoltà, fallimenti, tradimenti, delusioni, oltre ad aver ottenuto grandi gioie e successi. All’inizio nel maggio 1878, con il suo ritiro per la preparazione all’ordinazione a diacono (seguito subito dal sacerdozio) Jordan si concentra sempre di più su “Il Lavoro”. Per tutti e tre gli anni precedenti al marzo 1878 noi lo possiamo vedere coscienziosamente impegnato a costruire il suo rapporto con il Signore, la sua esperienza nel Signore; in quegli anni che precedono la fondazione, egli utilizza questo rapporto per rafforzare e portare avanti il suo “Lavoro”. Come un gioiello, l’esperienza in Dio di Jordan ha molte sfaccettature strettamente collegate che formano una “gemma”. Alcune di esse sono:

Un forte desiderio di unità con Dio Più e più volte Jordan esprime il desiderio di unità con Dio, di essere uno con Lui. Egli dice1: «Quando, o Signore e Re del cielo e della terra, ti potrò contemplare?» «Troppo lungo mi sembra il tempo finché io ti possa amare completamente nel cielo». «Quanto tempo indulgerai ancora, o Padre, oh! potessi io già essere 1 Tutte le citazioni sono tratte dalla I Parte del suo diario, il numero di pagina è dato dopo la citazione


73 unito del tutto a Te!» (5) «Quando, o Signore, sarò io totalmente unito a te; quando vivrai ed agirai solo Tu in me?» (8) «Che felicità vivere uniti con Gesù e Maria!»(56) «Non abbandonare, finché non esulterai, qual santo con il Diletto in cielo!» (142) Talvolta egli esprime un desiderio di grazie speciali che lo aiutino nella sua crescita nella esperienza in Dio, come vediamo in questa citazione egli dice: «E tu, sia quel che sia, puoi aspirare a grazie interiori ugualmente grandi, quali il Signore concede a grandi santi, con il motivo di poter lodare Dio tanto come essi. Si, per questo motivo anche aspirare all’estasi dei santi, per mezzo delle quali essi, secondo il testimonio di santa Teresa, sono stati tanto favoriti nell’amore di Dio, non sarebbe riprovevole». (82)

Un desiderio di perfezione Jordan esprime più e più volte il desiderio di crescere per essere perfetto, un altro modo di guardare al desiderio di unione con Dio, probabilmente attraverso una maggiore “azione”: «La cosa principale per te e la più importante è e deve essere sempre diventar santo e piacevole a Dio, vivere e morire di tal maniera; quello che in qualche maniera non porta a questo fine e t’impedisce di raggiungerlo, allontanalo con la grazia di Dio. Diventa grande dinanzi a Dio e non davanti al mondo!». (31) “O Signore, guarda, per amor tuo ed a santa tua gloria, assumerò, se è la tua volontà, il dovere del breviario e del celibato e li adempirò con la tua grazia; come preghiera, io povero peccatore mi pongo ai tuoi santi piedi: dammi un amore ardente, che non si raffreddi né finisca e fammi possedere Te, mio diletto, qui e per l’eternità. Amen». (107)


74 Percorsi per una profonda esperienza di Dio Ogni persona deve trovare il suo modo di vivere profondamente Dio. Ci sono alcune pratiche che sono indispensabili, altre meno, e ogni persona trova la combinazione di pratiche spirituali che lo porta all’unione con Dio. In queste prime pagine del suo diario, Jordan ci dice che cosa è importante per lui: 1 Preghiera e contemplazione: «Ripensacora bene e chiedi illuminazione se tu non potrai forse glorificare di più Dio ed essere più utile alla tua povera anima ed al prossimo, se tu servissi Dio lontano dal mondo, solitario e sconosciuto, nella preghiera, nella meditazione e nelle opere di penitenza». (38) «Che cosa c’è di più consolante in questa valle di lacrime che poter entrare in tanto intima relazione con Dio attraverso la meditazione e la contemplazione”. (61) «Dà i giorni al prossimo. Prendi le notti per l’orazione raccolta». (64) «E siano pure tanti i tuoi lavori per il bene, intrattieniti ogni giorno qualche ora con il buon Dio attraverso raccolta preghiera e meditazione o, dove è possibile, contemplazione, per conservare il giusto raccoglimento e calma o per riconquistarla». (66) «Il tuo più grande desiderio sia quello di meditare la vita di Cristo». (74) 2. Penitenza (Auto-negazione): «Offri al tuo santo e grande Dio ogni giorno, almeno una volta, un sacrificio di preziosa mirra, specialmente la mortificazione”. (4) «Con te stesso, rigoroso nelle opere di mortificazione e penitenza”. (42) «O eterno e ottimo Padre, o Signore Gesù Cristo, amato mio, concedi al tuo figlio debole e malato, la cui salvezza t’è costata tanto, che non solamente rimanga unito a Te nell’amore e che per nulla al mondo ti offenda con nessun peccato grave o anche con un peccato veniale volontario, ma che io, se questo mezzo accresce molto la tua gloria e la salvezza del prossimo, nel tuo soffrire, nel tuo essere e fare, possa diventare simile a Te, per quanto è possibile ad una debole creatura. Questo io ti chiedo umilmente per le 5 sante piaghe. Amen». (108)


75 3. Parlando con Dio, cura un continuo interscambio, cioè in tutte le opere guarda Dio: «La mia anima non designa, nel linguaggio ordinario, Nostro Signore con altri nomi come “il Cristo”, “il Maestro”, ma lo chiama con il suo vero nome.O Gesù, siimi Gesù». (32) «O Gesù, amor mio!»(26) 4. Gioire e rimanere alla presenza di Dio: «Tu non devi aver piacere in nulla che in Dio, perché ciò ti guida a Dio». (74) «Stà sempre alla presenza di Dio». (93) Riassumendo: probabilmente, questa è una buona sintesi dei percorsi che Jordan ha scelto per arrivare al gioiello di una profonda esperienza di Dio: «Tre o cinque volte cinque Padre Nostro, affinché io riesca santo e accetto a Dio, avanzi molto per il Signore e per la salute delle anime e soprattutto possa felicemente fondare quell’Istituto a gloria di Dio e per la salute delle anime, - Dio ti aiuti – affinché io sia tutto consacrato e dedicato a Lui ed infine, santo e riconoscente, dia la vita per il mio diletto che è Gesù Cristo ed esca da questa vita quale santo martire di Cristo». (89) Ritenere che il rapporto con Dio sia più importante del ministero o come un aiuto al ministero. «Ogni qualvolta tu inizi un’opera importante, che a te sembra altamente utile e buona, esaminala se possibile ancora, in maniera che tu abbia passato almeno alcune ore raccolto con Dio prima che tu le dedichi tutta la tua forza». (65) «Nell’adempimento dello zelo per le anime, rimani sempre in intima unione e comunione con Gesù, senza del quale tu non puoi nulla». (134)


76 Trovare la tranquillità e la pace in tempi di difficoltà Una delle caratteristiche fondamentali della spiritualità di Jordan, una parte importante del testamento che ci ha lasciato, è la sua incrollabile fiducia nella Divina Provvidenza, legata direttamente al suo profondo rapporto con Dio. «Figlio mio, non perdere mai la calma e la pace del cuore. Figlio mio, dammi il tuo cuore, lascia che solo regni in te; io voglio essere la tua vita». (13) «Preparati a tutti i contrasti, alle sofferenze del corpo e dell’anima che ti verranno addosso nel compimento dell’opera, ma confida in Dio per il quale tu lo devi e per mezzo del quale tu solo lo puoi compiere e perciò non scoraggiarti mai». (84) «Ama Dio e servilo con tutte le tue forze. Egli è l’Altissimo e il Santissimo, solo in Lui troverai la vera pace». (125) «Non scoraggiarti nella tua impresa, anche se ti capiteranno impedimenti e persecuzioni, sospetti e derisioni, volgarità e tutti gli altri possibili dolori: vivi solo in intima unione con Dio e medita molto il modello dei santi, confida in Dio e dà solo a lui onore; tu hai meritato ancor più persecuzione». (151a)

Consolazione Strettamente legata alla precedente seppure leggermente diversa è la consolazione che Jordan ha ricevuto dal suo rapporto con Dio. «O uomo, rendi santo il tuo corpo, perché esso è un tempio dello Spirito Santo! Gettati pazientemente nelle braccia del tuo Salvatore, quando nere nubi si posano su di te e quando freddo gelo invade il tuo cuore! O figlio, vieni e cammina con me, gusta la dolcezza del mio cammino! O figlio mio, dove vuoi andare, che cerchi? Io solo ti posso dare la vera tranquillità!». (3) «È solo cosa di Dio consolare un’anima senza nessuna causa precedente di consolazione, perché è proprio del Creatore entrare nella sua creatura e convertirla tutta nell’amore di sé (sant’Ignazio di Loyola)». (37)


77 Conclusione Ogni essere umano è molto complesso, come ogni rapporto. Le relazioni sono anche molto personali, e non potremo mai conoscere in profondità il rapporto tra due parti. Ma attraverso i suoi scritti, Jordan ci ha dato un assaggio del suo profondo rapporto personale con Dio e di come tale rapporto lo abbia spinto e sostenuto nel portare il suo “lavoro” a compimento. Forse ciò che egli ci ha mostrato può essere colto nel seguente passo: «Rallegrati e giubila, debole anima, perché presso di te prende dimora il Creatore di tutto. Viene a te il Re dei Cori celesti, Viene a te il Dio Forte Onnipotente. » «Rallegrati e giubila! Viene a te il Re delle Vergini Rallegrati e giubila Viene a te il re degli Angeli! Rallegrati e giubila anima tribolata! Viene a te non un Angelo, non un Santo, non un Cherubino, non un Serafino, ma viene a te il Re e Signore degli Angeli e di tutti i santi, Re dei Cherubini e dei Serafini.» «Rallegrati e sta contento, esulta e giubila perché viene a te non la Vergine delle Vergini, ma lo stesso Altissimo, Purissimo, santissimo Re delle Vergini il Mansuetissimo, Medico di ogni male, Salvatore del Mondo. Immergiti nell’oceano d’amore del tuo Dio». (150a) Bibliografia

- P. Jordan, Diario Spirituale


78 Pista di riflessione da poter utilizzare come sussidio per i gruppi Riflessione personale •

Che significato ha per Jordan “l’esperienza di Dio”? Per me?

Quale è la mia più memorabile, personale “esperienza di Dio”?

Che significato ha per me “l’essere santo”? Per Jordan, quale relazione c’è tra “ l’esser santo” e avere “un profondo rapporto con Dio”?

Cosa rappresenta questa relazione per me?

Cos’altro potrei fare per crescere in santità?

La serenità, la quiete, la consolazione mi assistono per affrontare ciò che mi accade intorno?

Condivisione in gruppo Condividere le riflessioni personali e nutrirsi nello scambio di esperienze.

Conclusione Come ti senti alla fine dell’incontro, dopo la condivisione?


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DA

Riflessioni sulla Magna Carta salvatoriana

indice

Percorsi interattivi della Famiglia Salvatoriana

P R E FA Z I O N E

MA G NA CARTA - A r t i c o l o 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p . 4 PA D R E J O R D A N D AVA N T I A L L A R E A LT À D E L S U O T E M P O P. M a r i o A g u d e l o R o l d a n s d s . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p . 5 P E R C H É I L M O N D O C R E D A Mariella D’Angelica sds...................................................... p. 20 PREGHIERA, AZIONE, TESTIMONIANZA E IMPEGNO COME L I N G U A G G I O U N I V E R S A L E P E R U N A P O S TO L ATO G L O B A L E Giuseppe Rogolino sds........................................................ p. 30 L A N O S T R A C H I A M ATA E D I L N O S T R O C A R I S M A Mirka Serra....................................................................... p. 36 LA SUA VISIONE ERA QUELLA DI UNIRE TUTTE LE FORZE A P O S TO L I C H E D E L L A C H I E S A P E R A M A R E E P R O C L A M A R E G E S Ù C O M E S A LVATO R E A D U N M O N D O B I S O G N O S O D I D I O S r. D i n u s h a F e r n a n d o s d s . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p . 4 0 L A P I E N E Z Z A D I V I TA I N G E S Ù N O S T R O S A LVATO R E S r. J u b y M a t h e w s d s . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p . 4 4 MOSSO DA UNA PROFONDA ESPERIENZA DI DIO, DALLA S I T U A Z I O N E D E L L A C H I E S A E L A R E A LT À D E L S U O T E M P O P. J u a n C a r r a s q u i l l a s d s . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p . 4 8 P R O F O N D A E S P E R I E N Z A D I J O R D A N I N D I O P. P a u l J a m e s P o r t l a n d s d s . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p . 7 2


Rif sulla M salv

E DIZIONI C ASCADA

Edizione a cura del:

G.I.F.F.S. Grupo Internacional de Formación de la Familia Salvatoriana Il gruppo di studio si incontra per studiare il carisma, come “Famiglia Salvatoriana”,ed é formato da:

Mario Agudelo Roldan, Juan Carrasquilla O., Mariella D’Angelica, Dinuscha Fernando, Paola Marcialis, Juby Mathew, Paul Portland, Giuseppe Rogolino e Mirka Serra.

Percorsi interattivi




































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