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IL CIRCO, UNA STORIA IN MUSICA

IL CIRCO, UNA STORIA IN MUSICA

di Raffaele De Ritis

Se per trovare le prime tracce del gesto acrobatico bisogna andare indietro di migliaia di anni, di fianco ad esso si scopre un’affascinante costante in quasi tutte le testimonianze. Che si tratti di contorsioniste ritratte in tombe etrusche, danzatori a cavalli in affreschi a Tebe, giocolieri dipinti in Egitto, manufatti precolombiani, Greci o Romani, l'artista di circo appare quasi sempre accompagnato da un musicista. Un flauto, una percussione, quasi che la “rottura” estrema del corpo e della legge di gravità debbano poggiarsi sulla melodia del suono. Continua così anche nel Medioevo, fino alle fiere del Rinascimento, quando per il circense la musica é anche una tecnica di sopravvivenza: si tratta infatti dell'unico modo per attirare l'attenzione del pubblico prima dell'esibizione. È forse da questi tempi lontanissimi che le famiglie di saltimbanchi, fino alle dinastie circensi di oggi, imponevano la

pratica di almeno uno strumento musicale nella formazione dell'acrobata. Una esigenza che si ritroverà dopo il 1975 nella prima scuola di circo occidentale, fondata a Parigi da Annie Fratellini, artista di circo da quattro generazioni. Quando due secoli prima nasce a Londra il circo moderno, sappiamo che il cavallo disegna il cerchio della pista; bene, al centro vi si trova una pedana di fortuna con un suonatore di piffero e uno di tamburo: l'”orchestra” é il primo investimento economico del sergente Philip Astley, fondatore del genere. I primi circhi equestri avevano una forte componente drammaturgica e narrativa, con intere orchestre e compositori specifici, che per buona parte dell'800 erano una seria concorrenza all'opera lirica. Lo stesso creatore moderno del termine “Circus”, Charles Dibdin rivale di Astley, era un famoso autore di canzoni e musiche.

zionare sotto tendoni sempre più sterminati, circhi stabili ampi e le sfilate della troupe lungo le vie cittadine. Prima dell'invenzione della radio, l'arrivo del circo era l'unico modo per far conoscere canzoni e melodie nuove nei paesi più sperduti; o per formare una cultura persino

della musica classica: anche le arie operistiche diventano infatti parte integrante del fascino circense. Le stesse origini popolari della musica afroamericana, (dal blues al charleston) saranno divulgate proprio dal circo, che in America aggregava orchestrine delle minoranze di colore come spettacolo annesso ai propri tendoni. Saranno poi i clown e gli acrobati a distruggere la cadenza militare della musica circense. L'integrazione degli strumenti e delle sonorità in numeri di equilibrismo, acrobazia e invenzioni comiche, iniziano dalla fine dell'800 a produrre invenzione e ricerca, in un tripudio folle che piacerà molto alle avanguardie e che anticipa l'anarchia dei cartoni animati e del teatro. All'alba del Novecento, l'”eccentrico musi-

cale” diventa un vero e proprio genere ufficiale, e indefinibile, del circo e del varietà. Saranno i clown, con il loro dna di acrobati o giocolieri, a “distruggere” il rigore orchestrale della musica da circo, fino ad inventare nuovi strumenti, e renderla elemento creativo dello spettacolo. Il secolo scorso determina la divulgazione di forme musicali di massa: lo swing, le jazzband, gradualmente modernizzano anche la musica di circo. Se per la maggior parte dei casi l'orchestra di circo resta pressoché accompa -

gnamento, già dagli anni '50 e '60 i circhi più creativi compongono colonne sonore specifiche per le proprie produzioni, secondo i canoni del teatro musicale: come il Medrano a Parigi, Ringling negli USA, e nell'emergente circo Sovietico in Russia. Il primo circo attuale di creazione (con il quale nasce il termine di “nouveau cirque”) é dal 1975 quello francese dei Gruss, circensi e musicisti da remote generazioni. Nelle loro creazioni annuali, realizzano arran -

giamenti e partiture specifiche, a seconda del tema di spettacolo e del repertorio, con autori importanti. Lo stesso accade in Svizzera al circo Knie, o in Germania al Roncalli. Sono le tre matrici (oggi ancora vivacissime) che ispireranno la struttura artistica del Cirque du Soleil. Pop, rock, musica contemporanea entrano regolarmente sotto i tendoni, plasmando e definendo la performance fisica in una cultura sonora trasversale alle definizioni di contemporaneo o tradizionale. Si pensi alle creazioni equestri di Zingaro, in cui la sperimentazione sulle culture musicali etniche é imprescindibile dal virtuosismo in pista; o a quello che ha rappresentato negli anni '80 Archaos, con la cultura pop-metal (ma anche pionieri come Baroque o Plume). Oggi le tendenze restano fertili e diversissime. Matrici di ricerca come il Cnac hanno esplorato le sonorità della musica contemporanea; compagnie come Circa, Gandini o Cirkus Cirkor hanno stabilito incontri importanti tra la cultura operistica e il gesto circense del nostro tempo. Il Cirque du Soleil ha poi creato simbiosi vere e proprie tra il circo di creazione e la musica di massa, basti pensare solo al progetto “Love” con i Beatles. È poi da notare l'affermazione importante della musica tra le compagnie sotto tendone,

in particolare in Italia. Un progetto come “El Grito” nasce in gran parte dalla cultura musicale stessa; negli spettacoli del circo Zoe gli acrobati plasmano i musicisti e viceversa; così come per Paniko, Magdaclan, Teatro nelle Foglie, o nella forte musicalità circense di Side Kunst.

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